Liturgia 02 [PDF]

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Zitiervorschau

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III - LITURGIA AMBROSIANA BIBLIOGRAFIA A. BERNAREGGI, I primi indizi del rito Ambrosiano. Quando cominció il rito Ambrosiano :A1 (1925) 69-71; 86-88; 109-111. A. BERNAREGGI, La più antica testimonianza dell'attribuzione a S. Ambrogio del rito milanese :A 4 (1928) 146-148. P. BORELLA, Il rito ambrosiano (Brescia 1964). P. BORELLA, Influssi carolingi e monastici sul Messale Ambrosiano , in AA. VV., Miscellanea Liturgica in honorem L. Cuniberti Mohlberg, 1 (Roma 1948) 73-115. E. CATTANEO, Il breviario ambrosiano. Note storiche ed illustrative (Milano 1943). F. DELL'ORO, La "diurna laus" ambrosiana :RL 70 (1983) 223-256. P. LEJAY, Ambrosien (Rite) :DACL 1 (Paris 1907) 1379M. MAGISTRETTI, L'anno liturgico :A 13 (1937) 241-245; 265-268; 14 (1938) 1921; 29-32; 85-89. M. MAGISTRETTI, La liturgia milanese nel secolo IV (Milano 1889). M. MAGISTRETTI, Il rito ambrosiano (Milano 1897). M. MAGISTRETTI, Cenni storici sul rito ambrosiano (Milano 1895). V. MONACHINO, La cura pastorale a Milano, Cartagine e Roma nel IV secolo = Analecta Gregoriana 41 (Roma 1947). G. MORIN, L'origine del canone ambrosiano a proposito di particolarità gallicane nel giovedì e sabato santo :A 3 (1927) 75-77. M. NAVONI (a cura), Dizionario di Liturgia Ambrosiana (Milano 1996). A. PAREDI, La liturgia di S. Ambrogio (Milano 1940). A. PAREDI, Storia del rito ambrosiano (Milano 1990). M. RIGHETTI, Storia liturgica (Milano-Genova 1945-1953).

53 A-M. TRIACCA, Per una migliore ambientazione delle fonti liturgiche ambrosiane sinassico-eucharistiche (Note metodologiche), in AA. VV., Fons Vivus. Miscellanea liturgica in memoria di Don Eusebio-Maria Vismara = Bibl. Theol. Salesiana. Serie I. Vol 6 (Pas Verlag - Zürich 1971) 163-220. A-M. TRIACCA, La liturgia ambrosiana, in AA. VV. Monferrato 1978) 88-110.

Anamnesis 2 Casale

A-M. TRIACCA, Libri liturgici ambrosiani, in AA. VV. Anamnesis 2... oc. 201-217. A-M. TRIACCA, Ambrosiana, Liturgia, in D. SARTORE - A-M. TRIACCA, Nuovo Dizionario di Liturgia. A-M. TRIACCA, Ambrosiana (Liturgia) :DPAC. A-M. TRIACCA, "Le déroulement de la messe ambrosiènne", in A-M. TRIACCA A. PISTOIA (Eds), L'eucaristie: célébrations, rites, piétés =Bibliotheca Eph. Lit. Subsidia 79 (Roma 1995) 339-379. Bibliografia sulla nuova edizione dei libri liturgici I. BIFFI, La riforma del Messale Ambrosiano. Metodo e risultati :Not 13 (1977) 1228. F. DELL'ORO, Il nuovo messale della Chiesa Ambrosiana :RL 64 (1977) 524-623. F. DELL'ORO, Il nuovo rituale ambrosiano delle esequie :RL 66 (1979) 334-374. F. DELL'ORO, La "ristampa aggiornata" del Messale Ambrosiano del Vaticano II :RL 75 (1988) 637-712. G. VENTURINI, Il nuovo messale ambrosiano: creazione eucologica o traduzione? :RL 65 (1978) 488-505. A. WARD, The Lectionary of the Ambrosian Rite :QL 70 (1988) 232-243.

54 1 - Nome Il nome di "ambrosiana" con il quale è conosciuta la liturgia della Chiesa di Milano, fa riferimento evidentemente all'insigne Vescovo di questa Chiesa S. Ambrogio (+397); tuttavia non possiamo considerare questa liturgia come opera esclusiva di Ambrogio, come se lui fosse stato l'unico organizzatore ed autore. Probabilmente prima di Ambrogio, Milano aveva già la sua propria tradizione liturgica; quando Ambrogio fu eletto vescovo di questa sede, l'episcopologio di Milano contava già dieci Vescovi. Dopo Ambrogio, inoltre, si hanno notizie di Vescovi che hanno svolto un ruolo importante nella liturgia milanese. Ambrogio resta comunque il punto di riferimento per questa liturgia che porta il suo nome. 2 - Origini Innanzitutto dobbiamo accennare alla leggendaria tesi del Visconti che sostiene l'origine apostolica della liturgia ambrosiana attribuendo l'istituzione di essa all'apostolo Barnaba. Abbandonata questa tesi, si presentano due tesi sull'origine della liturgia ambrosiana: la tesi di origine orientale sostenuta dal Duchesne, Mercati, Lejay, Cattaneo; e la tesi dell'origine romana, sostenuta dal Probst, Ceriani, Magistretti, Cagin, Magani, Cabrol, Battifol, Jungmann. 2.1 - Origine orientale 2.1.1 - Tesi del Duchesne I riti gallicani, fra i quali il rito ambrosiano, hanno punti di convergenza con i riti orientali, siriani e greci. Sarebbero questi vecchi riti, rielaborati a Milano che danno vita al rito gallicano nella stessa Milano. Questo rito si estende poi alla Gallia, e perfino alla Spagna. Milano, nei secoli IV e V aveva un influsso quasi patriarcale, e fu punto di partenza di un movimento liturgico. Ausenzio, vescovo ariano, ha guidato la Chiesa di Milano per venti anni (355-374). Lui era orientale, dalla Cappadocia, ed è logico l'influsso orientale. Anche in questo tempo Milano era luogo di soggiorno degli imperatori e di molti vescovi greci.

55 Secondo il Duchesne, il rito gallicano sarebbe nato a Milano, e poi si sarebbe esteso in Gallia e in Spagna. La differenza fra il rito gallicano ed il rito ambrosiano, consisterebbe nella romanizzazione di quest'ultimo66. 2.1.2 - Tesi del Mercati Il Mercati, più che proporre una teoria sulle origini della liturgia, propone una lunga serie di presupposti per illustrare e dare elementi di giudizio e per poter dimostrare, almeno nel piano dell'ipotesi, l'origine orientale della liturgia ambrosiana: -

La relazione e gli influssi tra ariani di Oriente ed Occidente.

-

Il soggiorno dei Vescovi occidentali nell'Oriente a motivo dei concili, dell'esilio, delle visite alla corte imperiale, dei pellegrinaggi...

-

I pellegrinaggi in Terra Santa.

-

Le invasioni dei barbari ariani o pagani, la cui conversione forse supporrebbe una adattamento al loro culto.

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La dominazione ostrogota e bizantina in Italia.

-

Fra i dieci predecessori di Ambrogio nella sede di Milano, sette portano il nome greco.

-

Il textus receptus del Simbolo degli Apostoli, in alcuni dettagli è della Siria. Dall'Oriente è arrivato a Milano tramite i Balcani e Aquileia alla fine del sec. IV. Da Milano è passato a Lerins.

-

Il martirologio Geroniamiano è la fusione di una compilazione di calendari occidentali con un martirologio siriano; questa fusione ebbe luogo in Aquileia verso il 530.

Tutti questi dati sono indizi degli influssi tra Oriente ed Occidente tramite Milano67. 2.2 - Origine romana Di fronte alla tesi sull'origine orientale, parecchi autori vogliono dimostrare le radici romane della liturgia ambrosiana.

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L. DUCHESNE, Les origines du culte chrétien (Paris 1898) 81-99. 67 P. LEJAY, Ambrosien (Rite) :DACL 1 (Paris 1924.

56 Il Probst fu il primo a sostenere l'unità originaria delle antiche liturgie occidentali, avendo Roma come centro di irradiazione. Secondo Ceriani e Magistretti, l'ordinario della messa ambrosiana corrisponderebbe a quello della messa romana anteriore alla riforma gregoriana e gelasiana. La conferma di questo la si trova nella lettera di Innocenzo I a Decenzio, nel 41668. Cagin vuole dimostrare l'unità di tutte le liturgie occidentali, fondando il suo asserto su due argomenti: l'embolismo e la formula consacratoria. L'embolismo: le liturgie occidentali cominciano con una grande esplosione di eucologia di fronte alla invariabilità (o quasi) delle liturgie orientali. La formula consacratoria: Qui pridie nelle liturgie occidentali; In qua nocte, nelle orientali69. Il Cagin parte dal presupposto che la liturgia ambrosiana è la primitiva liturgia romana70. 2.3 - Tesi del Triacca Il Triacca, nel sviluppare il tema delle origini del rito, accenna alle due opinioni già citate, cioè, quella orientale e quella occidentale, e rifiuta la tesi del Duchesne sul gallicanesimo della liturgia ambrosiana. Dopo l'accenno alle diverse opinioni, più che formulare una tesi o una ipotesi sulle origini, presenta una serie di considerazioni che sono delle premesse per meglio capire il problema degli origini della liturgia ambrosiana. Si deve badare prima di tutto all'evoluzione della liturgia, perciò distingue la liturgia in santambrosiana e ambrosiana, e questa secondo gli influssi che ha subito: si tratta degli stessi influssi milanesi, ma anche di quelli dei dintorni, bergamaschi, ticinesi, novaresi..., ed anche gli influssi benedettini. Appunto per questo dobbiamo distinguere una liturgia pura o genuina, da una liturgia contaminata, e finalmente una liturgia romanizzata.

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Il testo è citato a pagina 44. Nella liturgia ispanica la formula di consacrazione comincia: In qua nocte. 70 P. LEJAY, Ambrosien (Rit) :DACL I (Paris 1924) 1373-1441. 69

57 Tenendo presente queste tappe dell'evoluzione, si deve ricercare nell'alveo teologico della liturgia ambrosiana: -

L'arianesimo è la matrice profonda in cui si radica la liturgia ambrosiana. Nel suo sorgere (sec. IV-V), nel suo svilupparsi (secc. VI-VII), e nel suo stabilizzarsi (secc. VIII-IX). La liturgia ambrosiana ha dovuto sempre lottare contro l'arianesimo: sia in stato puro (sec. IV-V), sia l'arianesimo barbarico (secc. VI-VII), sia con gli epigoni dell’arianesimo (secc. VIII-IX). Per lo studio delle fonti si deve tener presente la questione ariana. Il forte "cristocentrismo" è un riflesso dell’antiarianesimo.

-

Durante lo scisma di Acacio (482-518)71, Milano resta fedele a Roma; invece nella questione dei Tre Capitoli72, la sede di Milano con quella di Aquileia si distacca della sede romana.

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Acacio, patriarca di Costantinopoli (471-489), durante l’usurpazione del trono non approvó la politica filomonofisita dell’Imperatore e confermò l’adesione a Calcedonia (una ipostasi e due nature), e al Tomus Leonis. Restituito Zenone al trono, Acacio consigliò all’Imperatore una politica di compromesso con i monofisiti, che si concretizzò nella publicazione dell’Henoticon (482). Ma a Roma, Felice III, dopo una infruttuosa missione romana a Costantinopoli nel 484, a seguito di una decisione conciliare dichiarò Acacio deposto e scomunicato. Ebbe così origine la scisma detto acaciano fra Roma e Costantinopoli. Esso durò fino al 518, fin tanto che rimase in vigore il regime dell’Henoticon. (Cfr. DPAC I, 23). 72 Nel tentativo di cercare un accordo con i monofisiti, Giustiniano pubblicò nel 544 ca. un editto in cui condannava post mortem Teodoro di Mopsuestia, Teodoreto di Cirro e Iba di Edessa (Tre Capitoli).Egli richiese l’approvazione di Roma. Il Papa Vigilio condannò i Tre Capitoli (548) e riaffermava la validità del Concilio di Calcedonia. Il concilio cominciato a Costantinopoli, confermò la condanna dei Tre Capitoli l’8 dicembre 553. Le reazioni in Occidente furono negative. Le Chiese di Aquileia si separarono dalla comunione con Roma. Lo schisma fu favorito dai Longobardi per motivi politici che in poco tempo invasero Italia.Lo scisma ebbe termine verso la fine del sec. VII. (Cfr.:DPAC II, 3507-3508).

58 A proposito della questione teologica, è certo che questa controversia ebbe il suo influsso nella formazione della liturgia ambrosiana: -

È difficile affermare quanto lo scisma abbia influito sulle composizioni eucologiche ambrosiane.

-

Si deve tener presente anche la questione dell'adozionismo.

Dopo queste considerazioni possiamo concludere: -

Ci fu un riverbero delle questioni attorno a Cristo, all'incarnazione del Verbo e alla sua nascita, quindi alla venerazione della Vergine e Madre di Dio, Maria.

-

La centralità di Cristo assumerà poi sfumature diverse fino a porre l'accentuazione sull'Umanità - Divinità di Cristo quale era nel suo vivere terreno-storico.

Oltre queste considerazioni metodologiche-teologiche, si deve accennare ai contatti di Milano con altri centri cultuali. Contatti tra Milano e Roma La liturgia ambrosiana è stata circondata dalla liturgia romana, eccetto le zone limitrofe con il rito. Questo rapporto tra Roma e Milano si constata nella progressiva contaminazione della liturgia ambrosiana. Contatti tra Milano e Oriente Questi contatti con l'Oriente si trovano nel primo periodo redazionale ed anche nel secondo (secc. IV-V; VI-VII). Il rapporto tangenziale con l'Oriente si sviluppa anche tra Milano e Ravenna, specialmente nel periodo dell’esilio genovese (571-641), ed anche con Aquileia. Contatti con Verona Verona è un grande scriptorium fra Milano ed Aquileia nell'antichità cristiana. Contatti con l'Africa Occidentale cristiana Non possono dimenticarsi questi rapporti con l'Africa; si pensi soltanto ad Agostino, che ricevette il battesimo a Milano, e poi rientrò in Africa. A Milano vi era una vera colonia africana, costituita da persone colte che venivano in questa città per insegnare o per essere istruiti.

59 Contatti tra Milano e Spagna Oltre i "sintomi" ambrosiani nell’eucologia ispanica, si deve tener conto che un certo Lauriano, del tempo di Ennodio, battezzato a Milano e iscritto al clero milanese, lo ritroviamo come vescovo di Siviglia nella prima metà del secolo VI, dove muore come martire. Contatti con oltralpe Questi influssi sono legati con due centri di interesse: i monaci celti, e la riforma carolingia73. 3 - Le fonti74 3.1 - Sacramentari Ottavo secolo S. Monza = Monza, Bibli. Capitolare, cod. b-23/141, Ed. K. GAMBER, Teile eines ambrosianischen Messbuches im Palimpsest von Monza aus dem 8 Jh. :Scriptorium 16 (1962) 3-15 (CLLA 502). a. 850 circa Ber = Bergamo, ms. secolo IX della biblioteca di S. Alesandro in Colonna, Ed. P. CAGIN, Codex Sacramentorum Bergomensis =Auctarium Solesmense (Solesmes 1900) 1-176. A. PAREDI, Sacramentarium Bergomense =Monumenta Bergomensia VI (Bergamo 1962) (CLLA 505) Nono secolo S. San Simpliciano = Milano, Biblioteca del Capitolo Metropolitano, cod. D 3-3, Ed. J. FREI, Das ambrosianische Sakramentar D 3-3 aus dem mailändischen Metrepolitankapitel. Eine textkritische und redaktionsgeschichtliche Untersuchung der mailändische Sakramentartradition = Corpus Ambrosiano-liturgicum III: LQF 56 (Münster 1974) (CLLA 510). Decimo secolo Bia = Milano, Biblioteca Ambrosiana, ms. A 24 bis inf. Ed. O. HEIMING, Das ambrosianische Sakramentar von Biasca = Corpus Ambrosiano Liturgicum II :LQF 51 (Münster 1969) 73

A-M. TRIACCA, La liturgia ambrosiana, in AA. VV. Anàmnesis 2 (Casale Monferrato 1978) 88-110. 74 Si deve sottolineare che da St. Ambrogio fino al nono secolo non abbiamo traccia di manoscritti; si sono rovinati per l’umidità della valle padana.

60 S Ar = Milano, Biblioteca del Capitolo metropolitano, cod D 3.2, Ed. A. PAREDI, Il sacramentario di Ariberto, in AA. VV., Miscellanea Adriano Bernareggi =Monumenta Bergomensia I (Bergamo 1958) 327-488 (CLLA 530). Questo sacramentario è in tutto uguale al Ber. Undicesimo secolo Tr = Zürich, Zentralbibliotehk, ms. C 43, Ed. O. HEIMING, Das Sacramentarium Triplex. Die Handschrift C 43 des Zentralbibliothek Zürich = Corpus Ambrosiano Liturgicum I: LQF 49 (Münster 1968) (CLLA 535). Secolo quindicesimo Missale Romanum Mediolani 1474 = HBS 17, 23 (London 1899, 1907)75. Secolo diciottesimo Missale Ambrosianum. Joseph Cardinalis Puteobonelli Archiepiscopi auctoritate recognitum, jussu Philippi Archiepiscopi novissime impressum. Typis Galeatiorum Impressorum Archiepiscopalium (Mediolani 1795). Ventesimo secolo Missale Ambrosianum iuxta ritum sanctae Ecclesiae Mediolanensis. Ex decreto Sacrosancti Oecumenici Concilii Vaticani II instauratum, auctoritate Ioannis Colombo, Sanctae Romanae Ecclesiae Presbyteri Cardinalis, Archiepiscopi Mediolanensis promulgatum (Mediolani 1981). 3.2 - Lezionari Secolo quinto/sesto Ev Sarzanense = Sarezzano, Archivio parrochiale, codice j Ed. N. GHIGLIONE, L'evangeliario purpureo di Sarezzano (s. V/VI) = Fontes Ambrosiani 75 (Vicenza 1984) (CLLA 545*). Secolo sesto/settimo Lec Orléans = Orléans, bibl. munic. ms. 184 (161), Leimabdrücke an beiden Innendeckeln. Ed. K. GAMBER, Leimbdrücke eines mailändischen Lektionars aus dem 6/7 Jh.: Scriptorium 15 (1961) 117-121 (CLLA 540). Secolo settimo Bob Lista = Roma, Cod. Vat. lat. 5755 (f. 308) 75

C'è un grande elenco di missali incunabili ed anche editi, cfr. A-M. TRIACCA, Anamnesis 2...,oc. 212. Noi citiamo i più importanti.

61 Ed. A. DOLD, Zwei Bobbienser palimpseste mit frühesten Vulgatatext =TuA 19/20 (Beuron 1931) 64-83 (CLLA 240). Secolo settimo/ottavo Ev Amb = Milano, Bibl. Ambrosiana, ms. C 39 inf., Ed. G. MORIN, Un système inédit de lectures liturgiques en usage au VII/VIII siècle dans une èglise de la Haute Italie :Rev Ben 20 (1903) 375-38876. Ottavo secolo Ep Pauli = Roma, Cod. Vat. Reginensis lat. 9, Ed. H. QUENTIN, Capitulare epistolarum Sancti Pauli :Rev Ben 28 (1911) 259-266 A. DOLD, Die im Cod. Vat. Reg. lat. 9 vorgeheftete Liste paulinischer Lesungen für di Messfeier =TuA 35 (Beuron 1944) (CLLA 242). Secolo nono Cap Ev B Ar = Busto Arsizio, San Giovanni Battista, Cod. M I 14 (Foll. 11v.-197v.) Ed. P. BORELLA, Il capitolare ed Evangeliario Ambrosiano di S. Giovanni Battista in Busto Arsizio :A 10 (1934) 210-232. A. PAREDI, L'evangeliario di Busto Arsizio, in AA. VV. Miscellanea Liturgica Card. G. Lercaro II (Roma 1967) 207-249 (CLLA 541, 542*). Secolo nono/decimo Lec Bergomense = Bergamo, Biblioteca di S. Alessandro in Colonna, senza numerazione Ed. P. CAGIN, :Auctarium Solesmense I (Solesmes 1900) 187-192 A. PAREDI, Sacramentarium Bergomense = Monumenta Bergomensia 6 (Bergamo 1962) 28-34 (CLLA 547). Dodicesimo secolo Lec Milano = Milano, Biblioteca del Capitolo Metropolitano. Libri del Maestro delle cerimonie, Ed. P. CAGIN, Codex Sacramentorum Bergomensis. Accedunt tres indiculi sive Capitularia lectionum, Epistolarum et Evangeliorum antiqua :Auctarium Solesmense I (Solesmes 1900) 193-207 (CLLA 548). 3.3 - Ordines Beroldus. Ed. M. MAGISTRETTI, Beroldus siver ecclesiae ambrosianae mediolanensis kalendarium et ordines s. XII (Mediolani 1894). Pont Amb = Milano, biblioteca del Capitolo Metropolitano, cod. D, I, 12, 76

Non è scritto a Milano, ma è sul suo influsso.

62 Ed. M. MAGISTRETTI, Pontificale in usum ecclesiae mediolanensis necnon Ordines Ambrosiani ex codicibus s. IX-XV = Monumenta Veteris Liturgiae Ambrosianae I (Milano 1897) (CLLA 570). Ma Amb = Milano, Biblioteca del Capitolo Metropolitano, cod. 2102 Ed. M. MAGISTRETTI, Manuale Ambrosianum II - III =Monumenta Veteris Liturgiae Ambrosianae 2-3 (Mediolani 1904-1905) (CLLA 582)77. 4 - Tappe principali nella formazione della Liturgia Ambrosiana Nelle fonti manoscritte della liturgia ambrosiana giunte fino a noi (tutte risalgono ai secolo IX e seguenti, eccettuati alcuni frammenti palinsesti), gli autori hanno individuato diverse stratificazioni che ci permettono di parlare di tre tappe fondamentali nella formazione di questa liturgia: 4.1 - Prima tappa La prima tappa (secc. IV-V) corrisponderebbe ad una prima stratificazione redazionale che testimonia ciò che noi possiamo chiamare la liturgia ambrosiana pura e genuina. 4.2 - Seconda tappa La seconda tappa corrisponderebbe ad un'altra stratificazione redazionale che ha il suo apogeo nel secolo VII. Essa si inserisce in un quadro di risveglio culturale milaneselombardo che precede la rinascita carolingia. Dal punto di vista formale, riflette una situazione intermedia tra la liturgia ambrosiana pura e quella contaminata della tappa seguente. 4.3 - Terza tappa Questa tappa corrisponde all'opera svolta dai Carolingi per l'unificazione liturgica nel loro impero, mediante la diffusione del rito romano. Essa corrisponderebbe ai secoli IX-X. Questa tappa suppone una nuova stratificazione redazionale contaminata dagli influssi romani, monastico-benedettini ed altri. Il risultato fu il consolidamento e la sopravvivenza della liturgia ambrosiana in una forma però che rivela notevoli influssi romani tanto nei formulari delle messe quanto nel calendario78. 77

A-M. TRIACCA, Libri liturgici ambrosiani, in AA. VV. Anàmnesis 2 (Casale Monferrato 1978) 201-217. 78 Cfr. P. BORELLA, Influssi carolingi e monastici sul Messale

63 Da notare che la liturgia ambrosiana nel passaggio da una tappa all'altra, pur evolvendosi e trasformandosi, sottoposta a diversi influssi, riesce a conservare in gran parte ciò che sono le sue caratteristiche originarie. La liturgia ambrosiana conosce anche altri sviluppi che possiamo chiamare minori. Dopo la radicale riforma carolingia, c'è una tappa (dai secoli XII-XIII al secolo XV) in cui si manifestano tendenze al pluralismo e una certa creatività: una Reformatio et instauratio Missae Ambrosianae de anno 1304, ad opera dell'arcivescovo Francesco di Parma, e nel 1440, la restituzione del calendario ridandogli una fisionomia veramente liturgica ad opera dell'arcivescovo Francesco Piccolpasso, sono gli esponenti di questi secoli. Un secondo periodo che va dalla fine del secolo XV al secolo XVII, è caratterizzato dalla stampa dei primi libri liturgici e dal Concilio di Trento. Dopo la riforma di Trento ciò che predomina sono i nuovi e pesanti tentativi di romanizzazione della liturgia ambrosiana. Finalmente, nel nostro secolo XX, frutto del Concilio Vaticano II, c'è stata anche una revisione ed attualizzazione della liturgia ambrosiana. I risultati sono i nuovi libri liturgici: il Messale, il Lezionario, la Liturgia delle Ore, etc. 5 - Il problema delle due basiliche Tante celebrazioni del rito ambrosiano si svolgono in due basiliche: la ecclesia maior (hiemalis), e la minor (aestiva). La basilica maggiore dedicata a Santa Maria, la minore a Santa Tecla. (Si pensi per esempio al giorno di Pasqua e alla sua ottava). Questa duplicità di basiliche è già attestato nel secolo VIII, ma senza dubbio risale a Sant’Ambrogio. La spiegazione di questo fenomeno sarebbe questa: durante il pontificato ariano di Ausenzio i cristiani si sarebbero radunati per il loro culto in una basilica inferiore, staccandosi dal culto ariano celebrato dal Vescovo nella basilica cattedrale o basilica maggiore. Con il pontificato di Ambrogio, la basilica maggiore ritorna ad essere dei cristiani, i quali, tuttavia non avrebbero voluto rinunciare alle celebrazioni nella basilica minore, ricordando la loro persecuzione. 6 - L'ordo missae Ambrosiano, in AA. VV., Miscellanea Liturgica in honorem L. Cuniberti Mohlberg, 1 (Roma 1948) 73-115.

64 6.1 - L'ordo missae di Ambrogio Dal tempo di Ambrogio abbiamo questi dati certi: -

Ci sono tre letture. Prius propheta legitur et Apostolus, et sic evangelium79.

-

Il canone del De Sacramentis sarebbe la formula più vecchia del canone romano.

-

All'offertorio i doni si coprivano con un velo chiamato sindone. Da ciò l'oratio super sindonem?

6.2 . L'ordo missae secondo il Beroldus Il Beroldus (secolo XII) descrive l'ordo missae celebrato dal Vescovo, ma non è una descrizione completa; si ferma purtroppo alla recita della professione di fede, cioè, dopo l'offertorio, prima della recita del canone: -

-

-

79

Processio de sacrario ad altare. Subdiaconi prius faciunt incensum in modum crucis ante altare. Archiepiscopus facit confessionem. Magister scholarum incipit ingressam. Finita ingressa, archiepiscopus vel presbyter dicit: Dominus vobiscum. Sequitur Gloria in excelsis. Tre kyrie. Oratio super populum. Lector hebdomadarius, accepta lectione vel de ambone aut de altari, ascendit pulpitum et legit lectionem, recepta ab archiepiscopo benedictione. Illo legente sedet episcopus in fuldione. Finita lectione, puer magistri scholarum ascendit pulpìtum ut canat psalmellum. Subdiaconus in pulpito epistolam perficit. Notarius in pulpito canit alleluia. Post versum, idem notarius dicit alleluia, tunc magister scholarum canit melodias cum pueris suis. Diaconus processionaliter cum subdiaconibus et incensum vadit ad pulpitum. Diaconus observator dicit ad cornu altaris: Parcite fabulis. Duo custodes dicunt excelsa voce: Silentium habete. Diaconus inclinatur ante archiepiscopum pro benedictione. Tunc incipit legere evangelium. Peracto evangelio, si qua festivitates sunt in sequenti septimana, pronuntiat eas diaconus in pulpito. Diaconus accedit ad altare, tunc osculatur illum. Interea archiepiscopus vel presbyter dicit: Dominus vobiscum, et chorus dicit ter kyrie, et item salutat. Primicerius lectorum statim incipit antiphonam post evangelium. Archiepiscopus aut presbyter revertitur ante altare et iterum salutat; diaconus dicit: Pacem habete, respondet chorus: ad te Domine.

AMBROSIUS, In psalmum CXVIII, 17, 10 (:PL 15, 1448).

65 -

Tunc archiepiscopus aut presbyter et diaconus osculantur altare, et iterum salutat et dicit orationem supra sindonem. Apparatur panis et vinum et offertur archiepiscopo a diacono. Tunc magister scholarum canit offerendam. Offertorium donorum? Lotio manuum. Orationes privatae pro offerendo calice. Incensatio altaris. Recitatio professionis fidei

Qui finisce la descrizione della celebrazione della messa con queste parole: Missa peragatur ordine suo magistro scholarum officium canente cum pueris suis usque in finem80. 6.3 - L'Expositio missae canonicae Abbiamo anche la Exspositio missae canonicae, il ms. 76 dell'Università di Montpellier, degli inizi del secolo XI. Questo manoscritto è edito dal Wilmart: Si quis cathecuminus exeat foras. Ingressa. Gloria in excelsis. Antiphona. Prophetia. Epistula. Alleluia. Evangelium. Oratio super populum. Oratio super sindonem. Oratio super oblata. ANAPHORA EUCHARISTICA Dialogus. Praefatio. Canon. Oratio dominica. Embolismus (LIbera nos quaesumus). Pax et communicatio... Offerte vobis pacem. Oratio finalis81.

80

M. MAGISTRETTI (Ed), Beroldus, sive Ecclesiae Ambrosianae Mediolanensis Kalendarium et Ordines (Mediolani 1894) 46-53. 81 A. WILMART, Une exposition de la messe ambrosienne: Jahrbuch für Liturgiewissenschaft 2 (1922) 47-67.

66 6.4 - Messale Ambrosiano (1981) Vediamo ora l'ordo missae del messale ambrosiano pubblicato dopo la riforma liturgica del Vaticano II. Dalla Institutio Missalis Ambrosiani ricaviamo questi cenni storici. Il Messale Ambrosiano fu edito nel 1475. Nell'edizione del 1594, subì l'influsso del Messale Tridentino di Pio V (1570). Il Card. Borromeo ristampò di nuovo il messale nel 1609, ritornando criticamente ai vecchi messali ambrosiani. Nel 1902, con lo stesso criterio, il Card. Ferrari ristampò il messale, fidelius retulit antiquiora exemplaria. Ritus initiales Ingressa (cantus). Incensatio (pro opportunitate). In nomine Patris... Salutatio. Actus penitentialis. Gloria. Oratio super populum. LITURGIA VERBI Benedictio lectoris (benedizione adtta ad ognuno). Prima lectio: Vetus Testamentum, Actus Apostolorum,Epistolae Apostolorum (Lectio hagiographica). Psalmum. Secunda lectio. Alleluia. Benedictio diaconi. Evangelium (incensatur pro opportunitate). Antiphona post evangelium. Dum haec antiphona canitur, praeparatur altare (corporale, purificatorium, vassa sacra). Oratio fidelium. Concludit oratio fidelium. Oratio ad complendum. LITURGIA EUCHARISTICA Ritus pacis (pro opportunitate). Hic ritus ante communionem celebrari potest. Oblatio panis et vini, sive alia dona a fidelibus. Sacerdos offert panem et vinum. Incensatio altaris et donorum (pro opportunitate). Lotio manuum. Professio fidei. PREX EUCHARISTICA

67 a) Prex e canone romano (ambrosiana). b) prex eucharistica II e messale romano. c) prex eucharistica III e messale romano. d) prex eucharistica IV e messale romano. e) prex eucharistica V, ambrosiana. f) prex eucharistica VI, ambrosiana. Ritus communionis Fractio panis dum canitur confractorium. Oratio dominica. Oratio ad pacem. Pax et communicatio Domini nostri Iesu Christi sit semper vobiscum (Ritus pacis pro opportunitate). Communio. Transitorium, dum distribuitur sacra communio. Oratio post communionem. Ritus conclusionis Dominus vobiscum, R/ Et cum spiritu tuo. Kyrie (tribus vicibus). Benedictio. Domissio: Procedamus in pace R/ In nomine Christi. 7 - L'anno liturgico Dobbiamo tenere presente che l'anno liturgico ambrosiano comincia con la festa di San Martino, che segna l'inizio dell'Avvento. Prima di parlare dell'anno liturgico, dobbiamo parlare della domenica.

7.1 - Domenica e sabato

68 Alla fine del secolo IV, a Milano, il sabato è considerato come giorno festivo, abbinato alla domenica, per ciò non si digiuna82. Forse il fondamento di questa osservanza festiva del sabato si deve cercare nel testo delle Costituzioni Apostoliche83. 7.2 - Feste alla fine del secolo IV Alla fine del secolo IV c'erano le feste del Natale, Epifania, Pasqua, Ascensione e Pentecoste. Comunque, l'Epifania è più antica del Natale, e si celebra prima a Milano che a Roma. Originariamente, a Milano non si celebrava il Natale. 7.3 - L'avvento ed il Natale Nella liturgia ambrosiana, l'Avvento è equiparato alla Quaresima; ci sono sei settimane di Avvento con sei rispettive domeniche. Ma, inizialmente, secondo il Borella, forse erano soltanto tre settimane di Avvento, invece di sei. Le ragioni che fonderebbero questa ipotesi sono: a) soltanto ci sono tre prefazi di Avvento genuinamente ambrosiani. b) l’uso della Spagna stabilito nel Concilio di Saragozza. c) soltanto i tre formulari di messe di avvento che si trovano nel Bobbiense. La domenica prima del Natale, cioè la sesta domenica di Avvento, è proprio una festa della Madonna, che concretamente celebra il mistero dell’annunciazione. È la festa più antica e più ambrosiana della Madonna. La settimana prima del Natale, l'ufficiatura del Mattutino ha una salmodia propria eccezionale, a partire del secolo XI: questa settimana si chiamò de exceptato. Lejay interpreta questa frase come se si riferisse all'accettazione della Vergine dell'annunzio dell'Angelo.

82

Vir autem ipse venerabilis Episcopus multae abstinentiae, et vigiliarum multarum et laborum, quotidiano ieiunio macerans corpus, cui prandendi numquam consuetudo fuit, nisi die sabbati et dominico, vel cum natalitia celeberrimorum martyrum essent (PAULINUS, Vita S. Ambrosii,34 :PL 14, 42); Quando hic sum, non ieiuno sabbato; quando Romae sum, ieiuno sabbato: et ad quamcumque ecclesiam veneritis, inquit, eius morem servate, si pati scandalum non vultis aut facere (AUGUSTINUS, Epistula classis II, 36, ad Casulanum :PL 33, 151) 83 Constitutiones Apostolorum, V, 20, 19; M. METZGER, Les Constitutions Apostoliques =SChr 329 (Paris 1986) 284.

69 La festa del Natale va preceduta di una vigilia. La messa della vigilia si celebra infra vesperas, cioè, attaccata ai vespri, formando una unità con essi, come, per altro, nelle grandi vigilie. La consuetudine di celebrare tre messe nel Natale, non è tanto antica. Al Natale seguono le feste di Stefano, di Giacomo apostolo, degli Innocenti Martiri, dell’ordinazione di Giacomo. La festa di S. Giacomo fu tolta dal Cardinale F. Borromeo nel 1625 per celebrare la festa di S. Tommaso di Canterbury. Il trenta si celebra la festa di San Eugenio, esimio difensore del rito ambrosiano, ed il trent’uno la festa di San Silvestro. Nel primo gennaio confluiscono le celebrazioni di tre feste: a) l’ottava del Natale, la più antica; b) la celebrazione prohibendum ab idolis; c) anche la circoncisione del Signore. La festa dell'Epifania era una festa più grande di quella del Natale: in essa si annuncia la festa di Pasqua e si fa l'invito ai catecumeni per iscriversi al battesimo. Sembra che queste pratiche risalgano a Sant’Ambrogio. Per il calcolo della festa di Pasqua, a Milano si usa il computo orientale secondo l'età della luna, un computo di diciannove anni. Questo vuol dire che non c'era coincidenza tra Roma e Milano per la festa di Pasqua. La festa dell’Epifania, come per altro la festa del Natale, ha la celebrazione della veglia. 7.4 - Quaresima e Pasqua Dalla testimonianza della trito (?) redazione, si può affermare che esiste un tempo prequaresimale, che sarebbero le domeniche di Settuagesima, Sessagesima e Quinquagesima. La Quaresima ha una durata di quaranta giorni; nel sabato e nella domenica non si digiuna, però sono considerati giorni di penitenza. La Quaresima comincia con la domenica In capite ieiunii, poi si succedono quattro domeniche, poi la domenica delle Palme, e si finisce nella domenica di Pasqua. Le domeniche di Quaresima prendono il nome dei loro evangelii: De Samaritana, De Abraham, De Caeco, De lazaro. La prima domenica di Quaresima non era ancora considerata penitenziale, in essa si faceva il congedo dell’alleluia.

70 Ogni giorno si celebrava la catechesi. Sant’Ambrogio stesso dice che ogni giorno aveva una prolusione di materia morale sulla Genesi e sul Libro dei Proverbi 84. Nel Medioevo si continuava con due catechesi giornaliere, la prima dopo la Terza sulla Genesi ed i Proverbi, la seconda dopo la Nona. Nel rito ambrosiano, la Settimana Santa si chiama hebdomada de authentica, come la settimana prima del Natale si chiama de exceptato. (Dobbiamo tener presente l'equivalenza fra Avvento e Quaresima). Nella domenica delle Palme, il popolo si radunava nella basilica di S. Lorenzo; la arrivava il Vescovo, si benedicevano le palme, e poi processionalmente si recavano, da una parte, il clero alla chiesa hiemalis e, dall’altra, il Vescovo a Sant’Ambrogio dove si celebrava la messa. Il Lunedì Santo, secondo la testimonianza del Beroldo (non ci sono testimoni nei libri liturgici), si lava i piedi a un Tizio, considerato discendente di un lebbroso guarito da Sant’Ambrogio. Forse è una reminiscenza del convito offerto da Simone il lebbroso, al quale partecipa Gesù (Mc 14,2); ma questo convito ha luogo due giorni prima di Pasqua (Mc 14,1). Comunque, è bene confrontare il convito in casa di Lazzaro sei giorni prima di Pasqua (Gv 12,1-3). Nel Giovedì Santo, dopo l’ora di Terza, c’era una celebrazione, forse una celebrazione catechetica. Dopo l’ora di Nona si celebrava la riconciliazione dei penitenti. La consacrazione degli Oli viene fatta durante la messa che si celebra nel pomeriggio, infra vesperas. Durante la settimana di Pasqua si celebravano due messe ogni giorno; una nella chiesa minore (hiemalis) per i battezzati, ed una seconda nella chiesa maggiore per tutto il popolo. Anche per i neofiti c’era la catechesi ogni giorno, tenuta dal Vescovo. La cinquantina pasquale si celebra come se fosse un solo giorno di festa; a questo tempo è riservato il canto dell'Alleluia. Successivamente viene introdotta la festa dell'Ascensione e le Rogazioni: queste ultime erano forse celebrazioni aliturgiche. Nel tempo pasquale si celebra la domenica in mediante die festo. 7.5 - Tempo ordinario Nel Messale del 1751, le domeniche dopo Pentecoste si distribuiscono così: 84

quindici domeniche dopo Pentecoste;

AMBROSIUS, De Mysteriis, 1.

71 -

cinque domeniche dopo la decollazione di Giovanni Battista;

-

prima domenica di ottobre;

-

domenica prima della dedicazione;

-

tre domeniche dopo la dedicazione85.

8 – L’Ufficio divino Le notizie dell’antica ufficiatura ambrosiana sono arrivate fino a noi nei trattati editi dal Magistretti nel MANUALE AMBROSIANUM. Questi trattati sono dei secoli IX-X: De ordine antiquae psalmodie ambrosianae M. MAGISTRETTI (Ed), Manuale ambrosianum I = Monumenta Veteris Liturgiae Ambrosianae I (Mediolani 1905) 40-73. Expositio matutini officii S. Ambrosianae Mediolanensis Ecclesiae, edita a S. Theodoro archiepiscopo eiusdem ecclesiae M. MAGISTRETTI, Manuale... oc. 114-142. Oltre queste expositiones, anche la bibliografia generale sul rito ambrosiano accenna all’ufficio. Ecco una ristretta bibliografia: M. MAGISTRETTI, La liturgia della Chiesa milanese nel secolo IV (Milano 1888) 119-188. A. PAREDI, la liturgia di S. Ambrogio (Milano 1940) 80-85. BÄUMER – BIRON, Histoire du Breviaire Romain I, 189-195. A. BERNAREGGI, Ciò che realmente la liturgia ambrosiana deve a Sant’Ambrogio: A 125-126. E. CATTANEO, Il breviario ambrosiano (Milano 1943). P. LEJAY, Ambrosien rite. VIII – L’office divin :DACL I/1 (Paris 1924) 1421-1427. 8.1 – Secolo IV Alla fine del secolo IV, la Chiesa milanese aveva le Lodi e i Vespri, e posteriormente si è aggiunta la veglia notturna. 8.2 – Innovazione di Sant’Ambrogio

85

Cfr. M. RIGHETTI, Storia liturgica II (Milano 1946) 362-414.

72 Il Santo avrebbe dato una più grande solennità alle veglie, pur rendendole quotidiane, sistemando l’ordo vigiliarum in un nuovo modo. L’altra innovazione sarebbe l’introduzione degli inni nell’ufficio, ed anche l’uso delle antifone nella salmodia. 8.3 – Riforme ed edizioni Nelle grandi feste la messa vigiliare si celebra abbinata all’ufficio. L’ufficio della mattina costituisce una unità, cioè, gli uffici corrispondenti al matutino e alle lodi si fanno insieme. Nei secoli XV e XVI, il Breviario subisce diverse riforme, così nel 1440, quella dell’Arcivescovo Francesco Picolpasso; nel 1490-1492, quella del Casola. Nell’edizione curata da S. Carlo Borromeo, nel 1625, si divide il mattutino dalle lodi, cominciando codeste col versetto: Deus in adiutorium... L’edizione del Borromeo è alla base di tutte le altre edizioni fino al 1957. 8.4 – Struttura dell’ufficio MATTUTINO - Versus introductorius (?). -

Hymnus.

-

Responsorium.

-

Tres antiphonae cum canticis (diebus dominicis), cum psalmis (diebus ferialibus).

-

Antiphona in cantum maius (Benedictus vel alter cantus secundum tempus liturgicum).

-

Antiphona ad crucem (in diebus dominicis).

-

Oratio.

-

Antiphona in laudate (Ps 148-150).

-

Capitulum vel psalmus directus.

-

Ad baptisterium.

-

Oratio conclusiva (in quotidianis diebus ter Kyrie et oratio).

-

In magnis festivitatibus, loco trium psalmorum dicuntur tres turmae. (Turma est coniuctum septem psalmorum cum antiphonis).

73

VESPRO -

Antiphona in choro (diebus dominicis), lucernarium (diebus ferialibus).

-

Responsorium in choro.

-

Antiphona cum ps. 113 (diebus dominicis).

-

In diebus ferialibus dicuntur quinque antiphonae cum psalmis et oratione.

-

Antiphona ad Magnificat cum cantico BVM, et in diebus ferialibus cum oratione.

-

In baptisterio.

-

Completuria, in diebus ferialibus ter Kyrie cum oratione.

8.5 – Struttura dell’ufficio attuale Nel 1983 si stampò il nuovo breviario riformato: Liturgia delle Ore secondo il rito della Santa Chiesa ambrosiana. Riformato a norma dei decreti del Concilio Vaticano II e promulgato dal Cardinale Carlo-Maria Martini, Arcivescovo di Milano, Edizione Tipica (Milano 1983). Esso così dispone per l’Ufficio delle Letture, le Lodi del Mattino, le Ore Minori, i Vespri e la Compieta: UFFICIO DELLE LETTURE -

Versetto di introduzione.

-

Inno.

-

Cantico dei tre giovani: Nelle domeniche dei tempi forti, nelle ferie prenatalizie, nella settimana santa, nell’ottava del Natale e Pasqua, e in alcune solennità e feste, al posto del canto si dice un responsorio.

-

Salmodia (tre salmi): Nella domenica si dicono tre cantici; nel sabato un canto e due salmi; nelle ferie prenatalizie, i giorni dell’ottava del Natale e della settimana santa, la salmodia è propria.

-

Kyrie (tre volte). Tu sei benedetto Signore. R/ Amen.

-

Prima lettura (biblica).

-

Responsorio.

74 -

Seconda lettura (patristica vel agiografica).

-

Te Deum: Si recita nelle domeniche fuori dell’Avvento e della Quaresima, nelle solennità e nelle feste, nelle ottave di Natale e di Pasqua. Quando non si recita il Te Deum, si recita solennemente la Laus angelorum magna (Gloria in excelsis) tranne che nel tempo quaresimale.

-

Orazione: benediciamo il Signore.

LODI MATTUTINE -

Versetto di introduzione.

-

Canto di Zaccaria.

-

Kyrie (tre volte).

-

Prima orazione.

-

Antifona ad crucem: Nelle domeniche del tempo pasquale, di Avvento, di Natale, nelle ottave di Natale e di Pasqua, a in alcune solennità e feste.

-

Canto dell’A.T.

-

Salmi di lode (Ps 148-150,16).

-

Salmo matutino (salmo diretto).

-

Seconda orazione.

-

Inno.

-

Acclamazioni a Cristo Signore (a forma litanica).

-

Padre nostro.

-

Benedizione (se le lodi sono presiedute da un presbitero o diacono).

ORE MINORI -

Versetto d’introduzione.

-

Inno.

-

Salmodia (tre salmi).

-

Epistollela o lettura breve.

-

Orazione conclusiva.

-

Benediciamo il Signore.

75

VESPRI -

Versetto d’introduzione.

-

Lucernario (responsorio) opportunamente accompagnato del rito della luce e dell’incenso.

-

Antifona in choro nei secondi vespri dell’Epifania.

-

Inno.

-

Responsorio in choro: Nelle domeniche di Quaresima e del tempo pasquale, nelle ottave di Natale e di Pasqua, nelle ferie prenatalizie, nella Settimana Santa, e in alcune solennità e feste.

-

Dopo l’inno o dopo il responsorio, nei primi vespri delle celebrazione dei Santi, si da notizia della loro vita.

-

Salmodia: a) due salmi con le sue antifone (nelle domeniche, memorie o feste); b) un salmo seguito dei salmi 113 e 116 (nelle solennità e feste, con una antifona e una dossologia).

-

Prima orazione.

-

Canto del Magnificat con antifona, prima della ripetizione dell’antifona si ripete anche il primo versetto del Magnificat, tranne i venerdi di Quaresima e la Settimana Santa.

-

Kyrie (tre volte).

-

Seconda orazione.

-

Commemorazione del battesimo: a) canto dal N.T.: antifona e orazione, nelle domeniche, nelle feste e nelle solennità del Signore; b) responsorio con la sua orazione negli altri giorni: Nella celebrazione pubblica si raccomanda la processione al battistero. Mentre ci si reca al battistero si esegue un canto adatto.

-

Lode dei Santi, “psallenda” con gloria e orazione:

76 Nella celebrazione pubblica delle feste dei Santi è opportuno fare la processione al luogo dove c’è un ricordo del Santo di cui si fa memoria. -

Intercessioni.

-

Padre nostro.

-

Conclusione come a Lodi: Nei primi vespri del Natale, Epifania e Pentecoste, dopo l’inno e il responsorio si leggono quattro letture con il loro salmelli e orazioni. Nei venerdì di Quaresima, dopo l’inno e prima della salmodia, si leggono due letture con i loro salmi e le orazioni. Nel Giovedì Santo, dopo l’inno ed il responsorio, e prima della salmodia, si celebra la messa.

COMPIETA -

Versetti d’introduzione.

-

Inno.

-

Salmodia (uno o due salmi) con antifona.

-

Lettura breve e responsorio.

-

Canto del Nunc dimittis con antifona.

-

Orazione conclusiva.

-

Antifona della vergine.