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YRJA HAGLUND APPUNTI DI GRAMMATICA SVEDESE
IL SOSTANTIVO. NUMERO, DEFINITEZZA, CASO e GENERE Nella flessione nominale si distinguono le tre categorie: numero, definitezza e caso. La categoria del genere si distingue dalle tre menzionate come caratteristica inerente al nome stesso. Il sostantivo appartiene ad un genere o l’altro mentre può essere flessa secondo la situazione. GENERE, DECLINAZIONI e NUMERO Si suddivide il sostantivo in: due generi, secondo la forma dell’articolo indeterminato: en o ett o dell'articolo indeterminato enclitico, come pizzan, pojken, hunden, arbetet e bordet; cinque declinazioni seconda l'articolo plurale enclitico: 1) ‘Enord’ che terminano in a atona, pizza, e assumono la desinenza plurale or:pizzor.* 2) ‘Enord’ che terminano in vocale atona (non a), pojke, oppure in consonante, hund, e prendono la desinenza plurale ar: pojkar,* hundar. *Nota: la radice terminante in vocale atona può perdere quest’ultimo suono per eufonia, vale a dire per adattamento all’ambiente fonico. 3)’Enord’ con l'accento sull'ultima sillaba (per la maggior parte si tratta di prestiti) avranno la desinenza plurale er. Alla terza categoria appartiene un gruppo di parole che hanno subito, nella forma plurale, un processo d’assimilazione di suoni, detto metafonia: man/män, hand/händer, son/söner, fot/fötter (cfr. Corrispondenze nell’inglese e nel tedesco).
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4)’Ettord’ che terminano in vocale atona, arbete, avranno la desinenza plurale n. 5)’Ettord’ che terminanti in consonante, träd, non assumono nessuna desinenza plurale. SINGOLARE
PLURALE
flicka pojke hund parfym son 4) arbete 5) träd
flickor pojkar hundar parfymer söner arbeten träd
1) 2) 3)
Per quanto riguarda le parole indigene, ossia i vocaboli appartenenti al più antico patrimonio lessicale della lingua svedese, e in altre parole il germanico settentrionale, che riceve l’articolo en, e che terminano in er o in el, eliminano nel plurale la vocale finale atona per prendere la desinenza ar: moder mödrar, nyckel nycklar. ACCORDO PER DEFINITEZZA ARTICOLO DETERMINATO L'articolo determinato si pospone al sostantivo singolare nel seguente modo: quando il sostantivo termina in e , la vocale dell’articolo en o et si fonde con quest’ultimo, come in pojken e arbetet. mentre se il suono finale è consonantico, l’articolo viene semplicemente aggiunto alla fine come in parfymen, bilen e trädet ; e, infine, quando il sostantivo termina in a, la vocale dell’articolo armonizza con questa e accodando semplicemente la n’ dell’articolo: flickan;
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I tre articoli della forma plurale del sostantivo: 1) Tutte le ‘enord ‘assumono la desinenza plurale na. 2) La quarta declinazione prende la desinenza plurale a. 3) La quinta declinazione prende la desinenza plurale en. SINGOLARE
PLURALE
flickan pojken hunden parfymen sonen arbetet trädet
flickorna pojkar hundar parfymerna sönerna arbetena träden
1) 2) 3) 4) 5)
ACCORDO PER CASO IL GENITIVO Il sostantivo ha due casi: la forma base e il genitivo. Il genitivo si declina con l’aggiunta finale s a qualunque sostantivo di base: flickans, pojkars, husets, trädens. Solen skiner på trädets blad. ‘Il sole splende sulle foglie dell’albero.’
L'AGGETTIVO L’aggettivo assegna al nome qualità ad esempio proprietà e stato:
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stor ‘grande’ oppure classifica, ad esempio: svensk ‘svedese’ La funzione dell'aggettivo può essere: 1) attributiva, nel caso che l’aggettivo precede il sostantivo per ascriverne una qualità: En stor hund ‘Un cane grande’ En svensk pizza ‘Una pizza svedese’ 2) predicativa, quando invece si accoda al sostantivo e completa, dal punto di vista semantico, il predicato : Hunden är stor ‘Il cane è grande’ Pizzan är svensk ‘La pizza è svedese’ ACCORDO ALL’INTERNO DELLA FRASE NOMINALE L'aggettivo (la parola qualificante) è flesso per genere, numero e definitezza in conformità con il sostantivo (la parola qualificata): ACCORDO PER GENERE Enord Funzione ATTRIBUTIVA Funzione PREDICATIVA stor
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en stor flicka/ en stor pojke/ en stor parfym flickan är stor/pojken är stor/parfymen är
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Ettord Funzione ATTRIBUTIVA Funzione PREDICATIVA
ett stort arbete/ ett stort träd arbetet är stort/trädet är stort
Quando la forma del sostantivo è indeterminata, la flessione dell'aggettivo si dirà ‘forte’1, perché concorda formalmente con il genere della parola qualificata. Quando essa appartiene al genere ett all’aggettivo si aggiunge, per il singolare, una t (sotto evidenziato in grassetto) mentre il genere en è rappresentato dalla forma base: Funzione ATTRIBUTIVA Funzione PREDICATIVA
en stor flicka/ ett stort träd flickan är stor/trädet är stort
ACCORDO PER NUMERO La desinenza plurale della declinazione forte dell'aggettivo è a , uguale per tutti e due i generi sia: Funzione ATTRIBUTIVA Funzione PREDICATIVA
stora flickor/stora träd flickorna är stora/träden är stora
ACCORDO PER DEFINITEZZA
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Con il termine forte s’intende grande varietà di forma, viceversa, ‘debole’ indica poca varietà. Sono comunque termini complementari riscontrabili anche per altre categorie morfologiche, vedi più avanti la distinzione fra ‘verbo forte’ e ‘verbo debole’.
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Quando la frase nominale è determinata, la flessione dell'aggettivo si dirà invece debole. La desinenza che in questo caso sta ad indicare definitezza è la stessa, una a: finale per tutte e due i generi e per il numero
Funzione ATTRIBUTIVA trädet Funzione PREDICATIVA stora
den stora flickan/ det stora flickorna är stora/träden är
Per la frase nominale definita dal pronome (possessivo, indefinito ecc.) si mantiene la stessa regola come possiamo vedere: Mitt stora träd ‘Il mio albero grande ’ Samma stora flicka ‘La stessa ragazza grande’ Per gli aggettivi che qualificano persone esiste una forma maschile (parallela alla desinenza comune a) con la desinenza in e, ad esempio: Den korte fotbollsspelaren ‘Il calciatore basso’ Alcuni aggettivi derivati da participi presentano la desinenza aggettivale e. Två bildade män ‘Due uomini colti’ Det blommande trädet ‘L’albero in fiore’ L’ARTICOLO PROCLITO DETERMINATO
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Come abbiamo potuto osservare negli esempi soprastanti, la variazione dell’articolo determinato nella frase nominale definita è determinata dai medesimi principi: L’articolo ‘den’ per il genere ‘enord’ nel singolare. L’articolo ‘det’ per il genere ‘ettord’ nel singolare. L’articolo ‘de/dom2 per tutte e due i generi nel plurale.
LA COMPARAZIONE I tre modi per comparare l'aggettivo nello svedese sono: 1) La tipologia più frequente, possiamo chiamarla comparazione germanica, perché è comune alle lingue del ceppo germanico mediante i suffissi are e ast (cfr. per es. con l’inglese e il tedesco):
POSITIVO COMPARATIVO
glad röd
gladare rödare
SUPERLATIVO
gladast rödast
2) Un numero limitato di parole, nondimeno di uso frequente, viene modificato per metafonia. Esse si formano come quelle del primo gruppo, con l’aggiunta dei suffissi re e st: POSITIVO COMPARATIVO
SUPERLATIVO
stor låg
störst lägst
större lägre
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L’oscillazione tra le forme dell’articolo determinato preposto ‘de’ e ‘dom’ dipende da fattori geografici e sociali.
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ung
yngre
yngst
A questo gruppo appartengono anche alcune parole della comparazione irregolarequando nella comparazione muta il tema radicale:
POSITIVO COMPARATIVO
gammal liten
äldre mindre
SUPERLATIVO
äldst minst
3) Al paradigma dei gruppi di aggettivi appena descritti del tipo germanico si oppone un altro gruppo della comparazione il tipo perifrastico che possiamo chiamare ‘latina’, comparati mediante le particelle mer e mest, preposte all’aggettivo (cfr. con l'italiano). Si tratta di prestiti di origine grecolatina, ad es. gli aggettivi terminanti in ad, isk, ande e ende , e di composti complessinei quali l’aggiunta di un suffisso renderebbe la parola ulteriormente complessa.
POSITIVO
COMPARATIVO
SUPERLATIVO
generad fantastisk rörande slående
mer generad ” fantastisk ” rörande ” slående
mest generad ” fantastisk ” rörande ” slående
IL COMPARATIVO E IL SUPERLATIVO ASSOLUTO Quando l’aggettivo appare nella sua forma comparativa o superlativa senza il contesto della comparazione e in forma definita (cfr sopr ala forma "debole" dell'aggettivo) si dice che il significato é ‘assoluto’, cioè che non comprende il confronto.
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De äldre innevånarna i staden ‘Gli abitanti anziani della città’ Bästa vän! ‘Gentile amico!’
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IL PRONOME Il termine pronome, cioè ‘al posto del nome’, indica all’interno della frase nominale la funzione sostitutiva di questa categoria grammaticale. Per la sua funzione di riferimento nominale, il pronome si armonizza: 1) ad una flessione sostantivale, per genere, numero e caso, e in questo caso si regge da solo nel contesto; 2) ad una flessione aggettivale, perché concorda grammaticalmente con il sostantivo quando determina qualcosa di esso (per esempio il possesso). Il valore semantico dei pronomi è allora in relazione al contesto. I pronomi si suddividono in definiti e indefiniti a seconda del riferimento specifico o generico. PRONOMI DEFINITI PRONOMI PERSONALI Il pronome personale si riferisce appunto ad una persona nel senso grammaticale, di prima, seconda e terza, e ad al numero (singolare/plurale). Nella terza persona si differenziano, oltre al pronome maschile e femminile, han, hon i generi grammaticali den, det per il riferimento a soggetti non umani (come nell’inglese it e nel tedesco, es). Il pronome personale possiede forme diverse a seconda del caso, un meccanismo condizionato dalla collocazione sintattica del pronome, nell’eventualità che costituisca soggetto o oggetto nella frase (cfr. con l’italiano). Soltanto la terza persona si declina anche al genitivo. PERSONA/ NUMERO
SING. 1 2 3
SOGGETTO
jag du han
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GENITIVO
OGGETTO
min/mitt/mina din/ditt/dina hans
mig dig honom
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PLUR.1 2 3
hon den det vi ni de
hennes dess dess vår/vårt/våra er/ert/era deras
henne den det oss er dem
Per la prima e la seconda persona, la forma genitiva, concordando con la flessione aggettivale, funge anche da forma possessiva: PRONOMI POSSESSIVI PERSONA/ NUMERO
SING. 1 2 3
PLUR.1 2 3
PERSONALI
POSSESSIVI
jag du han hon den det vi ni de
min/mitt/mina din/ditt/dina sin/sitt/sina sin/sitt/sina sin/sitt/sina sin/sitt/sina vår/vårt/våra er/ert/era sin/sitt/sina
Confrontando i due ultimi schemi si osserva una specie di sovrapposizione delle forme genitive/possessive della terza persona. Tale sovrapposizione è una reminiscenza di una morfologia nominale più antica e più complessa che ora, nella terza persona, è ridotta ad una funzione meramente sintattica. Infatti le forme sin/sitt/sina sono riflessive in quanto si riferiscono al soggetto della frase, es.: Mannen älskar sin hustru. ‘L’uomo ama sua moglie’
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E’ qui indubbio che si tratti della propria moglie mentre nella frase: Mannen älskar hans hustru. ‘L’uomo ama sua moglie’, si tratta della moglie altrui. Nella traduzione in italiano, il vero stato di fatto non risulta evidente. PRONOMI RIFLESSIVI Soltanto la terza persona, singolare e plurale, ha una forma riflessiva pronominale, sig, mentre nelle altre persone il pronome riflessivo coincide con la forma oggettiva: mig, dig, oss, er, , (cfr. lo schema soprastante). La forma: varandra ‘l’un l’altro’, serve ad esprimere reciprocità e si allora si riferisce a un soggetto plurale. PRONOMI DIMOSTRATIVI Coincidono con la forma dell’articolo determinato preposto, den, det, de, ma a differenza di esso appartengono alla frase nominale, sono quindi di tipo sostantivale. Jag vill ha den jackan, inte den. ‘Voglio quella giacca, non quella;’ PRONOMI INTERROGATIVI Sono le particelle interrogative che introducono il tipo di domanda detta aperta3
PRONOME 3
L’interrogativa aperta differenzia dalla tipologia interrogativa polare, a cui segue la risposta si/no/non so.
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INTERROGATIVO
Vem När Hur Var Vad
Vem har tagit min bok? ‘Chi ha preso il mio libro?’ När går tåget? Quando parte il treno?’ Hur mycket är klockan? ‘Che ora è?’ Var bor du? ‘Dove abiti?’ Vad ska vi äta till middag? ‘Cosa c’è per cena?’
PRONOMI RELATIVI Si rapportano con il correlato di una frase primaria inducendo una secondaria. Alcuni pronomi si flettono secondo il paradigma aggettivale: vilken/vilket/vilka; altri pronomi relativi conservano una sola forma: Där är hon som jobbar på mitt kontor. ‘Ecco lei che lavora al mio ufficio.’
PRONOMI INDEFINITI Il gruppo più consistente di pronomi indefiniti manifesta una flessione aggettivale: all tid ‘tutto il tempo’ allt arbete ‘tutto il lavoro’ alla flickor ‘tutte le ragazze’ ingen tid ‘niente tempo’ inget arbete ‘niente lavoro’ inga flickor ‘niente ragazze’ Alcuni pronomi indefiniti sono invece invariabili sia nel genere che nel numero: samma ‘(lo) stesso’ Man kan dricka kranvattnet ‘Si può bere l’acqua del rubinetto.’
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La frase primaria minima nello svedese, come nelle altre lingue germaniche, è costituita da un soggetto e da un predicato. Quando il soggetto non è esplicito si usa la forma pronominale impersonale e invariabile det:, denominato soggetto espletivo: Det regnar. ‘Piove’.
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IL VERBO L’insieme delle componenti della frase verbale (che possono essere verbo, preposizione, avverbio, vedi la parte sottolineata nell’esempio sotto) esprime: * Azione * Stato Min yngsta bror går på bio ensam. ‘Il mio fratello minore va al cinema da solo.’ Il verbo è il nucleo della frase verbale. I verbi svedesi si suddividono in quattro gruppi, le coniugazioni. Nelle prime tre coniugazioni troviamo i cosiddetti verbi ‘deboli’(cfr. nota 1), la cui caratteristica comune è l'aggiunta di un suffisso dentale, de, te, dde,t,, nella formazione del tempo passato (confronta con altre lingue germaniche). Nella quarta coniugazione, il gruppo dei cosiddetti verbi ‘forti ’ , si caratterizza invece per l’alterazione della vocale radicale (apofonia) messa in atto nel passaggio tra i tempi
presente, passato e nel participio: skriver — skrev —(har) skrivit flyger — flög—(har) flugit La differenza tra verbi deboli e forti si desume quindi dalla diversità nel coniugare il tempo passato.
MODO INDICATIVO
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L'infinito si costituisce anteponendo la particella att (cfr. con la particella to dell’inglese) alla forma base di un verbo: att tala ‘parlare’, att se ‘vedere’. Al tema radicale, quando non termina in vocale, si aggiunge una a atona. Il tempo presente è contrassegnato: 1) dal suffisso in (e)r come in: sjunger ‘canta’, går ‘cammina’ talar ‘parla’ 2) dalla mancanza di aggiunta del suffisso alla radice (per quanto poco frequente)come in: kan ‘può’, stjäl ‘ruba’. Il tempo passato si esprime con il preterito 4: talade ‘parlava’, läste ‘leggeva’, sydde ‘cuciva’, log ‘sorrideva’, oppure con tempi composti da ausiliare e supino , cioè il perfetto e il piucchepperfetto: har talat, hade läst. Il participio passato ad es. städad ‘pulito’, gjord ‘fatto’ e köpta ‘comprati’ , come mostra il paradigma sottostante, è formalmente inquadrato nella categoria nominale, esegue la flessione aggettivale (generenumerodefinitezza). IMPERATIVO L'imperativo esprime ordine o esortazione, si costruisce utilizzando la radice del verbo: tala , läs, sy, ät e, in analogia con i tempi dell’indicativo, resta invariato per persona e numero5. Delle forme al congiuntivo che esistevano nello svedese antico, nella lingua moderna ne sono conservate soltanto alcune, ormai lessicalizzate, cioè esistenti soltanto come espressioni e formule fisse, ad es.: Leve konungen! ‘Viva il Re!’ (congiuntivo presente); Om jag vore rik… ‘Se fossi ricco…’ (congiuntivo passato). 4
Il preterito non corrisponde esattamente all’imperfetto dell’italiano. Si veda più avanti il concetto grammaticale del tempo per lo svedese. 5 Abbiamo preferito la forma della terza persona singolare per le voci verbali.
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AUSILIARI Per formare il tempo composto si usa il verbo ‘avere’, har. Per formare il futuro si usa, quando (l’intenzione del parlante è sicura, vedi avanti) il verbo ‘dovere’, ska. Per formare il passivo (vedi avanti la desinenza –s del verbo) si usa il verbo ‘divenire’, bli. MODALI L’ausiliare modale, ad esempio ska, vill, kan, måste, è impiegato dal parlante per manifestare l’intenzionalità, la necessità, la probabilità dell’azione.
LE QUATTRO CONIUGAZIONI DEI VERBI SVEDESI La 1:a coniugazione viene chiamata arverb perché al presente termina in ar e tra le coniugazioni costituisce il gruppo più numeroso. Questi verbi deboli hanno due o più sillabe nella radice e prendono un accento musicale. Infinito Presente Participio
att städa städar att faxa faxar att hitta hittar
Preterito
städade faxade hittade
Supino
(har)städat (har)faxat (har)hittat
städad/t/de faxad/t/de hittad/t/de
La 2:a coniugazione è chiamata ‘erverb’, perché i verbi che vi terminano in er nel presente. A questo gruppo di verbi ‘deboli’ si aggiunge, nel passaggio al tempo passato, il suffisso dentale –te/de. La radice è costituita da un’unica sillaba: nel presente l'accento della parola è acuto, mentre nel preterito, questi verbi assumono un accento grave per conformarsi alla prima coniugazione, più ricca di testimonianze e che come tale esercita una forte influenza sulle altre categorie verbali. Infinito
Presente Preterito
Supino
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Participio
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att läsa att röka att ringa
läser röker ringer
läste rökte ringde
(har) läst (har) rökt (har) ringt
läst/a rökt/a (upp)ringd/a
La 3:a coniugazione è chiamata ‘kortverb’ (verbi brevi) poiché la radice è costituita da una sillaba sola: sy ‘cucire’, ro ‘remare’, ecc. Nel tempo passato la consonante del suffisso dentale si raddoppia,dde, e di conseguenza, per legge fonologica, si abbrevia la vocale della radice. Il gruppo della 3:a è, attestazioni rispetto alle altre coniugazioni, il meno numeroso come anche se compare. Infinito
Presente
att sy att bo att tro
syr bor tror
Preterito
sydde bodde trodde
Supino
(har)sytt (har)bott (har)trott
Participio
sydd/tt/a (be)bodd/tt/a trodd/a
La 4:a coniugazione è chiamata ‘avljudsverb’, ossia dei verbi apofonici, a causa della mutazione della qualità vocalica che si viene a verificare tra il tempo presente e il preterito e, in alcune voci, tra il preterito e il supino. Altra caratteristica che si osserva per le forme del preterito, in opposizione presente, è il tema radicale costituito da una monosillaba. Al presente il verbo apofonico (o ‘forte’, termine, come abbiamo constatato, legittimato dalla variazione formale) porta come nella seconda coniugazione, la desinenza (e)r (äter, går), e nel supino la desinenza it in alternanza con tt . Questo gruppo di verbi si suddivide in sei sottogruppi, ossia classi di apofonici, a seconda del tema vocalico che si manifesta nella variazione di tempo. Non è possibile stabilire se un verbo è forte o meno partendo da informazioni legate alla forma come accade nell’italiano per i verbi all’infinito, né tantomeno stabilire a quale classe appartiene un certo verbo forte. Nella lista sottostante sono riportati alcuni verbi forti, suddivisi per classe di tipologia apofonica, dai paradigmi più frequenti nei temi vocalici (vedi Appendice: Lista di alcuni verbi forti). Infinito
Presente
Preterito
Supino
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Participio
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att finna att sitta
att flyga att ryta
att skriva att tiga
att skära att bär
att fara att taga/ta6
i
a
u
ö
i
e
ä
a
skar bar
(har) skurit (har) burit
a
o
a
finner sitter
flyger ryter
skriver tiger
skär bär
far tar
fann satt
u
(har)funnit funn/en/et/a (har)suttit (ned)sutt/ent/a
u/y
flög röt
(har) flugit (bort)flug/en/et/na (har) rytit
skrev teg
i
(har) skrivit skriv/en/et/na (har) tigit (för)tig/en/et/na
u
for tog
(har) farit (har) tagit
skur/en/et/na bur/en/et/na
(er)far/en/et/na (be)tag/en/et/na
I TEMPI L'aspetto temporale dei verbi svedesi si esprime attraverso due punti di vista primari: il presente con la focalizzazione detta: ‘NUfokus’(focus presente); e il passato terminato con la focalizzazione detta: ‘DÅfokus’ (focus passato).
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'Ta' è la forma moderna ed è il risultato di una contrazione della forma più antica 'taga' (c f r 'giva/ge ).
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I tempi supplementari, che dipendono dal punto d’osservazione, se è presente possono essere rappresentati con i tempi cosiddetti perfetto, futuro, se è invece passato (preterito) sono espressi con i tempi composti, piucchepperfetto e futuro nel passato. Inseriti nelle due dimensioni temporali menzionate si concordano in modo simmetrico come si osserva:
NU-fokus ORA PERFETTO (=prima di ora ) PRESENTE( =ora )
har städat har ringt har sytt har flugit
städar ringer syr flyger
FUTURO (=dopo di ora )
ska/kommer att städa ska/kommer att ringa ska/kommer att sy ska/kommer att flyga
Presente esprime, in genere, un’azione : 1) che si svolge nel momento attuale; 2) abitudinaria: Jag brukar vakna klockan sju ‘Di solito mi sveglio alle sette’ 3) l'azione nel futuro: Imorgon reser han till Oslo ‘Domani andrà a Oslo’ Perfetto esprime, generalmente, un'azione: 1) terminata senza connotazione di tempo. 2) iniziata nel passato e ancora non terminata Si coniuga con la forma presente dell’ausiliare har ‘avere’, e il supino: har ätit ‘ha mangiato’
Il futuro si usa per esprimere un'azione nel futuro e un’intenzionalità. Queste forme sono dette perifrastiche e possono essere costituite da ausiliare di modale
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1) 'ska' e l'infinito. In questo caso si esprime un'azione il cui risultato è certo: 2) Jag ska få lön på måndag; ‘Avrò lo stipendio lunedì’ 2) attraverso l'ausiliare kommer si esprime un’azione sottolineando l’intenzionalità dell’agente che non produrrà esiti certi: Hon säger att hon kommer till Sverige i sommar. ‘Dice che viene in Svezia quest’estate.’
3) con il modale nel presente tänker e l'infinito si esprime l'intenzione ma non il risultato: Om jag vinner på lotto tänker jag köpa en lyxvilla. ‘Se vinco al lotto, mi comprerò una villa di lusso.’
DÅ-fokus ALLORA
PIUCCHPERFETTO (=prima di allora) PRETERITO( =allora ) FUTURO (= dopo allora )
hade städat har ringt har sytt har flugit
städade ringde sydde flög
skulle ha städat skulle ha ringt skulle ha sytt skulle ha flugit
Preterito esprime: 1) un'azione terminata nel passato quando l’enunciato contiene una connotazione di tempo: Igår gick hon på bio ‘Ieri andò al cinema.’ 3) un'azione abitudinaria nel passato: Vi plockade svamp varje höst. ‘Ogni 4)
autunno raccoglievamo i funghi.
Piuccheperfetto si usa per esprimere un'azione: 1) iniziata prima di un'altra azione nel passato. 2) iniziata nel passato ma non terminata.
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Si forma con l'ausiliare nel preterito hade ‘aveva’ e il supino.
Futuro preterito si usa: 1) per esprimere un'azione nel passato collocata dopo un preterito, spesso in una costruzione ipotetica. Si forma con l'ausiliare nel preterito skulle , l’ausiliare in infinito ha ‘avere’, e l'infinito: Jag skulle ha gått på universitetet om inte kriget hade brutit ut. ‘Sarei andato all’Università se non fosse scoppiata la guerra.’ IL PARTICIPIO PRESENTE Appartiene alla categoria della frase nominale e svolge la funzione da aggettivo. Si forma tramite l’aggiunta del suffisso ande o ende: come talande ‘parlante’, gående ‘che cammina’. La variazione vocalica del suffisso è connessa alla qualità vocalica della finale nella radice: se questa ha esito in a la vocale iniziale del suffisso si fonde con lo stesso suono, altrimenti si distingue nettamente da essa come nel caso di gående . LA DESINENZA 'S' La funzione sintattica della desinenza s nella voce verbale: 1) può indicare forma passiva: Råttan äts av katten * ‘Il topo viene mangiato dal gatto’. 2) può anche avere una funzione attiva quando l’enunciato è privo di oggetto ed è detta forma ‘deponente’: Råttan bits ‘Il topo morde’. (cfr. con Råttan biter katten ‘Il topo morde il gatto’.) 3) può avere parimenti una funzione attiva senza oggetto, opponendosi dal punto di vista semantico alla forma senza s :
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Vi hoppas. ‘Speriamo’. ( cfr. con Vi hoppar ‘Saltiamo’.), 4) può avere una funzione attiva e indicare reprocità nell'azione (spesso sostituibile con forma riflessiva: Barnen slåss ‘I bambini si picchiano’): Barnen tvättar sig ‘I bambini si lavano’
* Sostituibile con la forma analitica: Råttan blir uppäten av katten ‘Il topo viene mangiato dal gatto’
** Sostituibile con: Barnen slår varandra ‘I bambini picchiano l'un l'altro’.
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PARTIKELVERB (= verbi composti) 1) Possono avere la particella attaccata come un prefisso, per es.: utgå, inandas, avsluta, påstå, genomföra (cfr. verbi con prefisso atono, per es.: förbjuda, behandla) 2)Possono avere la particella separata, per es.: gå ut, ta upp, tycka om, hälsa på, komma bort (cfr. prepositionsverb = verbi con preposizione atona, per es.: handla om, hälsa på, tycka om, längta efter)
L'accentazione nei partikelverb Si distinguono (nel parlato) soprattutto per il tipo di accentazione: la particella è sempre tonica in ambedue le posizioni ma, mentre i partikelverb del tipo 'avsluta' prendono l'accento grave (come la maggior parte dei composti), i partikelverb del tipo 'hälsa på' prendono l'accento acuto con l'unico culmine sillabico sulla particella.
L'ordine di parole e partikelverb L'ordine di parole in una principale con partikelverb è : 1)
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FUNDAMENT
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S A1
V2
PARTIKEL O/PF
A2
Man inandas X mycket X X avgaser i staden. ________________________________________________________ La particella é il portatore di significato nella frase con un verbo composto di particella separata. Perciò viene in fondo alla frase. 2) FUNDAMENT
V1
S A1
V2
PARTIKEL O/PF
A2
Vi tycker X inte X om att äta i köket. _______________________________________________________________
La formazione del participio passato
La particella si prepone per formare il participio passato, mantenendo comunque la tonicità: komma ihåg ‹ ihågkommen
Categorie di partikelverb Dal punto di vista semantico si possono suddividere secondo il significato in categorie: a) verbo+particella mantengono il significato originale, per es.: gå ut, titta in, komma hem b) il verbo+particella assume un significato nuovo, per es.: hålla på, köra upp, sy in
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Funzione stilistica Particella separabile o meno? Dipende da una variazione stilistica: formale >