VCV Rack Manuale [PDF]

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Zitiervorschau

Enrico Cosimi

VCV Rack Il manuale nascosto

Questo manuale, concepito come instant book e distribuito in forma gratuita, intende rispondere alle operative esigenze primarie di una comunità di utenti in crescita almeno tanto rapida quanto il software a cui è dedicato. Come tale, prelude a un lavoro di più ampio respiro, allineato alla prima major release del programma, dove troveranno posto anche una suddivisione dei moduli per “scuole” di sintesi, un articolato eserciziario per l’utilizzo delle patches e una sezione dedicata alla programmazione in codice. La pubblicazione, a marchio Curci Audio Pro, è prevista per la prima metà del 2018.

VCV Rack. Il manuale nascosto © 2017 by Enrico Cosimi I marchi di hardware e software sono di proprietà delle rispettive aziende produttrici e sono qui citati a scopo esclusivamente didattico. Consulente editoriale: Feliciano Zacchia Progetto grafico e redazione: Samuele Pellizzari Questa pubblicazione è di proprietà delle Edizioni Curci S.r.l. – Galleria del Corso, 4 – 20122 Milano EC 12000D / ISBN: (PDF) 9788863952483; (ePub) 9788863952506; (Mobi) 9788863952513 www.edizionicurci.it

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Introduzione

VCV Rack è un sintetizzatore modulare sviluppato per offrire, virtualmente a costo zero, le esperienze di programmazione timbrica tipica delle antiche strutture analogiche. Funziona su Mac, PC e Linux con installer liberamente scaricabili1. La comunità dei musicisti elettronici ha dimostrato un incredibile entusiasmo nei confronti del programma, che è capitato al posto giusto nel momento giusto per risolvere molti problemi legati alla didattica, alla sperimentazione no-cost, alla pratica con i sistemi modulari hardware.

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Gli installer per le tre piattaforme sono scaricabili su: https://vcvrack.com

4  |  Capitolo 1 – Introduzione

Il programma offre un corredo basilare di moduli indispensabili (la serie Fundamental) che può essere arricchita con – dalla v.0.3.1 in avanti – tre collezioni di moduli realizzati virtualizzando strutture hardware commerciali di terze parti; in questo modo, è possibile espandere la dotazione disponibile caricando altri tre blocchi plug-in di: Audible Instruments (modellati sulle più interessanti realizzazioni originali di Mutable Instruments2), Befaco (modellati su alcune strutture ingegnerizzate dalla comunità Befaco3), E-Series (un unico modulo ispirato all’hardware Synthesis Technology4 di Paul Schreiber). È molto probabile che, nel prossimo futuro, la dotazione di plug-in/moduli aggiuntivi subirà espansioni e cambiamenti; per ora, ci sono già tanti sviluppatori indipendenti che stanno fornendo – gratuitamente o dietro libera donazione – il loro know how alla comunità dei musicisti elettronici arricchendo la dotazione di base prevista per VCV Rack. Questo testo, sviluppato in maniera non affiliata con VCV Rack e non responsabile per bug e malfunzionamenti dello stesso è una guida al funzionamento del programma. Ogni imprecisione in quanto scritto in queste pagine sarà solo nostra responsabilità. Ad Andrew Belt (che ha concepito VCV Rack) va tutta la nostra gratitudine. Da qui in avanti, per semplicità, ci riferiremo al programma usando semplicemente Rack.

1.1 Installazione La procedura descritta è quella seguita su Mac; l’utente riuscirà facilmente ad adattare alla propria realtà i passaggi qui elencati. Per portare a buon fine la procedura, è necessario avere una connessione Internet funzionante sia durante il download che per le successive procedure di sincronizzazione dei plug-in addizionali. Una volta terminata la procedura, la connessione internet non sarà più necessaria (fino al momento di nuovi aggiornamenti, ovviamente). 1. Andare sulla pagina https://vcvrack.com e, per prima cosa, registrarsi con username e password – tenete da conto questi dati, perché serviranno anche nelle fasi successive. 2. A registrazione effettuata, loggarsi con le nuove credenziali. 3. Scendere nella schermata, individuando i tasti ADD che, per ciascuna categoria di moduli aggiuntivi (Audible, SynthTech e Befaco) permettono di acquisire a costo zero le funzioni addizionali); fare clic su tutte e tre le collezioni addizionali. Eventuali versioni future potrebbero veder crescere il numero delle collezioni addizionali presenti nella pagina. 4. Scaricare l’installer adatto alla propria piattaforma cliccando sul bottone azzurro corrispondente; i tre tasti sono elencati sulla destra della schermata, sotto la dicitura Download vX.X.X. 5. A download terminato, installare il programma e lanciarlo.  Informazioni sui moduli originali Mutable Instruments sono reperibili qui: http://mutable-instruments.net  Informazioni sui moduli originali Befaco sono reperibili qui: https://www.befaco.org/en/ 4  Informazioni sui moduli originali Synthesis Technology sono reperibili qui: http://www.synthtech.com 2 3

L’ambiente di lavoro  |  5 

6. Da dentro al programma, localizzare la Toolbar in alto e, in questa il tasto LOG IN. Fate click per loggarvi; sarà necessario inserire le proprie credenziali username e password. 7. Successivamente, sempre nella Toolbar, cliccare sul tasto MANAGE PRESET, per sincronizzare il programma con le richieste di “ADD” fatte in precedenza. Il programma procede automaticamente a scaricare e attivare le collezioni di preset aggiuntive. A questo punto, siete pronti per lavorare5. 1.1.1 Plug-in terze parti

Con la v.0.4.0, si rende necessario – per i programmatori indipendenti – riscrivere i propri plug-in in modo da garantire la compatibilità. Anche la procedura di installazione è diversa dalla precedente e, per questo motivo, la descriviamo velocemente facendo riferimento al solo mondo Mac. 1. Dopo aver scaricato il file zippato della cartella di plug-in terze parti (avete provveduto a una generosa donazione?), e dopo aver decompresso il file, è necessario… 2. Localizzare la cartella Documenti/Rack/Plugins e, al suo interno, si può depositare il file di plug-in precedentemente decompresso. 3. A questo punto, dopo aver lanciato il programma, Rack “vedrà” la nuova aggiunta di funzioni rendendolo visibile attraverso menu contestuale – ulteriori informazioni in seguito. Attenzione! La situazione sarà sicuramente stabilizzata nei pochi giorni seguenti alla disponibilità della v.0.4.0. (e successive), ma – per ora – occorre assicurarsi caso per caso che la compatibilità con il nuovo formato sia stata rispettata dai programmatori terze parti. Altrimenti, semplicemente, Rack ignorerà i plug-in di formato precedente seppure correntemente collocati.

1.2 L’ambiente di lavoro All’apertura, Rack presenta un cabinet virtuale completamente vuoto, dove è possibile installare i moduli di sintesi. Tutti i comandi sono raggruppati nella Toolbar in alto. Per (quasi) tutte le operazioni, è necessario agire con il click destro – si consiglia verificare la corretta configurazione di mouse, trackpad o altro, altrimenti non sarà possibile procedere in alcun modo. Attenzione! Rack ha nelle sue versioni iniziali alcune incompatibilità con determinate versioni di alcuni sistemi operativi; è già stata segnalata una tendenza – in sporadici   In queste pagine, compariranno schermate catturate in diversi momenti dello sviluppo del programma. L’utente non deve preoccuparsi, quindi, se qualcosa potrebbe risultare differente da ciò che appare nel suo schermo. Caso per caso, ove possibile, segnaleremo a quale versione si fa riferimento. 5

6  |  Capitolo 1 – Introduzione

casi – a non caricare le grafiche dei controlli di pannello nei singoli moduli. In futuro, le cose non potranno che migliorare. 1.2.1 Comandi della Toolbar

Qui sopra, è riprodotta la vecchia toolbar v.0.3.1; nelle successive, è venuta a cadere la possibilità di controllare la CPU Usage (ce ne faremo una ragione…).

Questa, è la nuova toolbar v.0.4.0. Le descrizioni successive – con una sottile forma di perversione – riportano quanto è disponibile nelle diverse generazioni. Caveat Emptor. Da sinistra verso destra, sono disponibili i comandi di: • File; comprende le opzioni New, Open, Save, Save As per la gestione delle patches da caricare, da aprire e da salvare con nuovo nome. Il nome della patch caricata è riportato nell’intestazione della finestra di programma (v.0.4.0.). Sono implementati i normali comandi-scorciatoia da tastiera: Cmd+N per New, Cmd+O per Open, Cmd+S per Save, Cmd+Shift+S per Save As. • Sample Rate; permette di scegliere la densità audio utilizzata dal programma per generare il segnale. Rack non è un programma leggero: si consiglia di lavorare, perlomeno nelle fasi di programmazione e di apprendimento, con la sample rate più bassa, pari a 44.1 kHz. La scelta offre un valore massimo pari a 192 kHz. Con la v. 0.4.0., il comando Pause Engine interrompe tutti i calcoli – quindi, la generazione sonora – e permette la programmazione indolore. Con alcuni sistemi operativi, questo comando può interrompere qualsiasi attività sonora dell’intero computer (compresi messaggi di avviso, rumori di sistema operativo, conferme, funzionamento di altri programmi, playback delle tracce audio all’interno di video, eccetera); nel caso, basta selezionare una qualsiasi sample rate tra quelle previste nel menu per riprendere possesso dell’audio. • Cable Opacity; la percentuale di opacità usata sulla grafica dei cavi. Cavi quasi completamente trasparenti rendono più facile seguire le grafiche dei pannelli sottostanti, ma rendono più difficoltoso percorrere mentalmente il collegamento fatto. Ovviamente, cavi completamente opachi (al 100% del parametro) spiccheranno vividi sul fondo

L’ambiente di lavoro  |  7 

ma risulteranno ingombranti per il musicista meno esperto. È possibile, cliccando ripetutamente, scegliere il colore dei cavi – vedi sotto. • Cable Tension; la grafica può simulare cavi più laschi o più tesi tra uscita e ingresso dei diversi moduli. Ogni regolazione ha il proprio vantaggio. • CPU Usage (solo v.0.3.1.); cliccando sul tasto, l’intestazione dei singoli moduli viene sostituita dalla visualizzazione della percentuale di carico CPU richiesta per la generazione. Ogni modulo ha un proprio peso-costo che deve essere tenuto presente durante le fasi di programmazione6. Originariamente, il modulo Core Audio Interface – nella modalità CPU Usage – visualizzava, in rosso, la percentuale di calcolo residua, cioè l’autonomia di calcolo ancora disponibile. È l’unico modulo che faceva eccezione a quanto indicato sopra; a suo tempo, questo comportamento apparentemente fuori standard ha creato più di un grattacapo. • Plug lights: permette di risparmiare qualcosa sull’impegno CPU disabilitando luci, lucine e lucette nell’interfaccia grafica dei diversi moduli. • Manage Plugins; innesca la procedura automatica di sincronizzazione tra il programma residente nel vostro HD e il download dei plug-in aggiuntivi richiesti nella homepage del programma. • Refresh Plugins; per ricontrollare e/o ricaricare periodicamente la dotazione di plug-in. • Log in/Log out; è necessario autorizzarsi con le proprie credenziali username e password (sono le stesse impiegate nella homepage del programma per scaricare il programma). Una volta loggati, non è più necessario avere una connessione attiva, fino al momento dell’eventuale log out. 1.2.2 Installare i moduli nell’area di lavoro

Per scegliere e caricare i moduli, è necessario fare click destro sul fondo del cabinet ancora vuoto. Il modulo, scelto dal menu a comparsa, viene installato nella posizione dove si è cliccato, ma successivamente, è possibile prenderlo e spostarlo con il mouse verso una posizione più consona. Non è ancora implementato un meccanismo di spostamento e posizionamento automatico, quindi se si richiede un modulo largo 8 unità, cliccando in uno spazio libero da 6 unità, il programma installerà il modulo nella fila inferiore o dove troverà sufficiente spazio vuoto. 1.2.2.1 Cancellare i moduli

Un modulo di troppo può essere cancellato selezionandolo (basta cliccarci sopra) e usando il tasto DEL. È possibile cancellare simultaneamente più moduli premendo il tasto DEL, tenendolo premuto e muovendo il mouse sopra tutti i moduli che si vogliono eliminare.

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  Come accennato in precedenza, dalla revisione v.0.3.2, la funzione CPU Usage è stata rimossa e ora non è più disponibile.

8  |  Capitolo 1 – Introduzione

1.2.3 Collegare i moduli tra loro

Per effettuare i collegamenti, è necessario cliccare col mouse sulla porta di uscita del modulo e draggare la connessione fino alla porta d’ingresso desiderata. Il procedimento funziona anche al contrario, da ingresso verso uscita. Non è possibile collegare due ingressi tra loro. Il colore dei cavi è scelto dal programma: sono disponibili i colori giallo, rosso, verde, blu, nero, grigio a rotazione con ogni click di connessione. In questo modo, con il colore selezionabile e la tensione regolabile, si può migliorare il comportamento grafico della patch. Con pazienza, durante le fasi di patching, si può cliccare ripetutamente sull’uscita da collegare fino a ottenere il colore desiderato per il cavo; in questo modo, è possibile stabilire una sorta di codice colore che può facilitare le successive re-interpretazioni della patch (ad esempio: rosso per l’audio, blu per i cv, giallo per i codici logici, eccetera…). 1.2.3.1 Cavi “stackable”

Con la v.0.4.0., a grande richiesta, è stato implementato il meccanismo che permette di moltiplicare la connessione in uscita al modulo indirizzandone diversi rami su altrettanti ingressi di collegamento. In maniera simile all’hardware Stackable brevettato da TipTopAudio, facendo Cmd+Click sulla connessione d’uscita, è possibile duplicare o triplicare, o moltiplicare il cavo indirizzandolo verso ulteriori collegamenti d’ingresso. Ovviamente, il comando non funziona cliccando su una porta d’ingresso, ma se si dragga dall’ingresso verso un’uscita già occupata, si creerà un collegamento in stack. La disponibilità dei cavi “stackable” rende superfluo l’impiego dei multipli – ad esempio, del modulo Audible Instruments Multiple – ma, per chiarezza grafica, se ne continua a consigliare l’uso. Per sganciare un cavo agendo dall’uscita, è ora necessario usare il click destro. 1.2.4 Menu contestuale (dalla v.0.3.2)

Dalla v.0.3.2, è stato implementato un menu contestuale raggiungibile facendo click destro sulla superficie del modulo stesso. Oltre all’intestazione con l’identificazione del modulo di appartenenza, il menu contiene i comandi: • Initialize (Command+I): imposta tutti i comandi del modulo nella condizione di default prevista dal programmatore. Quasi sempre, il default coincide con la posizione “ore 12” per tutti i comandi di pannello… nel generatore ADSR, potrebbe non essere la condizione più pratica da cui partire.

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• Randomize (Command+R): imposta su valori casuali tutti i parametri del modulo. Può tornare utile per sperimentare senza troppa fatica nuove condizioni operative. • Disconnect cables: sgancia tutti i cavi eventualmente collegati alle porte del modulo. • Duplicate (Command+D): clona il modulo posizionando un esemplare identico immediatamente alla sua sinistra (o alla sua destra); utile per velocizzare le operazioni di popolazione del cabinet, nelle fasi preliminari di programmazione. • Delete (Backspace/Delete): elimina il modulo e le sue eventuali connessioni. Il contenuto del menu contestuale varia a seconda dei singoli moduli; nella dotazione attuale (v.0.4.0), abbiamo individuato alcuni casi diversi dallo standard riprodotto qui sopra; come è facile immaginare, il futuro potrebbe riservare qualsiasi cosa.

Il menu contestuale del modulo Audible Instruments Macro Oscillator, modellato sul Mutable Instruments Braids (vedi oltre), contiene ora le tre opzioni META, DRIFT e SIGN per personalizzarne il comportamento in diretto rapporto con quanto accade nell’hardware originale. L’immagine riproduce il menu contestuale nidificato del modulo Audible Instruments Keyframe/Mixer, introdotto con la v.0.4.0.

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I moduli disponibili nella v.0.4.0 – Manuale di riferimento

Allo stato attuale, Rack contiene una dotazione di moduli sufficiente a fare molte cose. Come è ovvio, in una struttura modulare non c’è mai fine e si può procedere per ammasso fino a saturare risorse economiche, spazio vitale o – nel nostro caso – potenza della CPU a disposizione. È inutile ricordare che una corretta conoscenza delle potenzialità operative offerte da ciascun modulo, oltre all’apprendimento delle procedure basilari di programmazione, con la scelta ecologica dei moduli più adatti al compito richiesto, è la chiave per ottenere risultati soddisfacenti. La natura aperta di Rack e la possibilità di includere quantità virtualmente infinite di moduli terze parti, ci obbliga a limitare questa descrizione al solo corredo di moduli prodotti originalmente da Andrew Belt. Se necessario, quando si raggiungerà una stabilità sufficientemente prolungata, provvederemo ad estendere la descrizione anche per quei moduli terze parti ritenuti indispensabili per funzionamento e utilità

2.1 I moduli disponibili Il passaggio dalla vecchia versione 0.3.x alla nuova v.0.4.0 ha portato una maturazione nella gestione dei moduli nativi e/o caricati a discrezione dell’utente. La vecchia impostazione in semplice elenco, raggiungibile facendo click destro sul fondo vuoto del cabinet visualizzato (con tutti i problemi di negato scorrimento e visualizzazione limitata solo alle principali entries) ha lasciato ora il posto a una più compatta e funzionale visualizzazione per cartelle. Ora, è possibile navigare nelle diverse collezioni di moduli reperite e installate dal musicista; ciascuna cartella compare come una sotto finestra nel menu che contiene non solo i moduli disponibili, ma anche l’indicatore di appartenenza e due puntatori alle homepage con browse directory dei produttori. L’immagine successiva riproduce una dotazione

I moduli disponibili  |  11 

generica di moduli che accoppia alla serie Audible, Befaco, Core, E-Series, Fundamental di default anche altri materiali prodotti da eccellenti terze parti. Ovviamente, dimensioni e contenuti dell’elenco possono variare ampiamente in base alle esigenze e alle scelte personali. >>Core

I moduli Core sono l’interfaccia audio – indispensabile per entrare o uscire dal programma – e l’interfaccia MIDI, altrettanto indispensabile per controllare il sintetizzatore programmato attraverso periferica esterna1. L’interfacciamento MIDI è ora potenziato (v.0.4.0.) con l’inserimento di un apposito gestore dei MIDI CC. >>Audible Instruments

Sono i moduli costruiti ispirandosi alle realizzazioni harwdare di Olivier Gillete per Mutable Instruments; comprendono indispensabili tool di programmazione e sofisticate strutture di generazione/trattamento timbrico. I moduli di generazione e trattamento sono molto pesanti sulla CPU. >>Befaco

Sono i moduli costruiti facendo riferimento alle realizzazioni Befaco; comprendono raffinate soluzioni alternative per ricorrenti problemi di gestione, trattamento e generazione del suono. >>E-Series

Un unico modulo di Cloud Generator per la produzione di voci articolate in supersaw. La realizzazione originale è di Paul Schreiber. >>Fundamental

Otto moduli indispensabili, di design originale e di peso molto ridotto sulla CPU, con i quali si può costruire la maggior parte delle timbriche modulari necessarie. 1   In origine (v.0.3.1) e finora (v.0.4.0), Rack non supporta alcun tipo di formato (AU, VST, eccetera) che lo abiliti alla gestione da parte di DAW esterne per audio e per MIDI. Pertanto, all’epoca l’unico modo di catturare il suo audio consiste nell’impiego di programmi inter-app come Soundflower, reperibile qui: https://rogueamoeba.com/freebies/ soundflower/ .

12  |  Capitolo 2 – I moduli disponibili nella v.0.4.0 – Manuale di riferimento

2.1.1 I moduli Core

Sono moduli che non hanno riferimento hardware, ma le cui funzioni risultano indispensabili all’interno di qualsiasi patch. Comprendono il gestore dell’interfaccia audio bidirezionale, il gestore del MIDI e un indispensabile blank panel. 2.1.1.1 Core Audio device

Ingombro: 12 unità2 Carico sulla CPU3: 0.1% all’installazione4

Nel modulo, è possibile scegliere il device di ingresso/uscita audio (se non avete nulla di esterno al computer, userete la soluzione Built-In Output), la Sample Rate e la Block Size. Come è facile immaginare, valori più elevati finiranno per tassare in maniera significativa la performance della CPU (già a 44.1 kHz, con tanti moduli aperti, il computer può annaspare); una dimensione più larga dei blocchi rende il sistema meno immediato, ma più solido. Decidete voi in base al computer che state usando.   Le unità d’ingombro corrispondono alle forature riprodotte sul binario d’installazione del cabinet.   Le misurazioni sono effettuate su un MacBook i5 2.9GHz; ovviamente i valori riscontrati variano in base alla potenza della CPU disponibile. 4   Il valore 0.1% è relativo alla semplice istanza dell’Audio Interface; appena si seleziona una possibile porta d’uscita col menu Audio Device, l’indicazione numerica visualizza la percentuale di CPU ancora disponibile per tutti gli altri moduli. Il carico ancora disponibile è rappresentato in rosso. 2

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I moduli disponibili  |  13 

Il modulo offre otto connessioni in uscita e altrettante in ingresso; per il normale funzionamento stereofonico, occorre portare il segnale del sintetizzatore alle porte 1 e 2, interpretate come Left e Right. Se avete un’interfaccia audio multiporta, le prime otto saranno indirizzate dal modulo, a patto di avere una corretta installazione del drive corrispondente. Se, in viaggio o in condizioni di emergenza, state lavorando solo con la porta Built-In del vostro computer (magari, dotata di solo Out stereofonico), non sarà possibile ottenere risultati pratici dal collegamento sulle otto possibili porte di ingresso e uscita previste dal modulo. È comunque prossibile programmare e verificare riscontri grafici. 2.1.1.2 Core MIDI to CV

Ingombro: 9 unità Carico sulla CPU: 0.1%

Permette il riconoscimento della periferica MIDI di controllo. Per suonare i moduli interni, dovrete scegliere il controllo (input), non quello (output). Oltre alla periferica, è possibile selezionare il canale MIDI desiderato (1-16, All). Il modulo interpreta, e fornisce su uscite separate, i comandi di Nota On/Off (uscita 1 V/Oct – per l’intonazione degli oscillatori), Gate (per l’articolazione degli inviluppi, e non solo), Pitch Wheel (per la conversione del pitch bend, che non appare all’uscita 1V/ oct), Mod Wheel (per la conversione della modulation wheel), Aftertouch e Key Velocity. 2.1.1.3 Core MIDI CC to CV

Ingombro: 16 unità Carico sulla CPU: non disponibile nella v.0.4.0.

Permette la scelta di sedici possibili MIDI CC (dei quali si specifica il numero in altrettante finestre a digitazione diretta) e la loro conversione in control voltage utili per influenzare il comportamento del sintetizzatore. Attraverso due finestre contestuali, è possibile scegliere la periferica MIDI Interface che trasmette i controlli e il MIDI Channel di trasmissione. Se sedici MIDI CC in conversione simultanea sono pochi, si può ricorrere ad una duplice istanza del modulo.

14  |  Capitolo 2 – I moduli disponibili nella v.0.4.0 – Manuale di riferimento

2.1.2 I moduli Audible Instruments

Sono moduli molto potenti, pesanti in alcuni casi, che comprendono sofisticati generatori non convenzionali e che traggono forte ispirazione dalle realizzazioni commerciali di Olivier Gillette per Mutable Instruments. Se siete stanchi di suoni analogici, qui troverete parecchio materiale divertente. 2.1.2.1 Audible Instruments Macro Oscillator

Ingombro: 16 unità Carico sulla CPU: 7.4%

È modellato sulle funzioni dell’oscillatore Braids5, recentemente tolto di catalogo, ma famoso nella comunità Euro Rack per la grande quantità (29 algoritmi disponibili nella rev 1.5) di modelli di sintesi disponibili al proprio interno. Con la v.0.4.0., sono state rese disponibili tutte le funzioni raggiungibili nella versione hardware: • META MODE: permette la selezione a distanza dell’algoritmo; è necessario collegare una tensione CV alla porta FM per raggiungere, in base al valore della tensione, il modo di funzionamento desiderato tra quelli disponibili. Musicisti illustri hanno fatto del Meta Mode il loro punto di forza. • DRIFT: «ricrea la deriva di un VCO progettato in maniera disastrosa» (cit.). • SIGN: applica un’imperfezione difficilmente prevedibile al segnale generato; ciascun algoritmo gode di un’imperfezione diversa dalle altre.   Ulteriori informazioni sono reperibili qui: https://mutable-instruments.net/modules/braids/

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I moduli disponibili  |  15 

La struttura dell’oscillatore è molto logica, ancorché non priva di alcune scorciatoie: dopo aver deciso l’algoritmo timbrico desiderato, se ne controlla la frequenza attraverso i comandi di pannello COARSE e FINE (o via segnali di controllo esterni 1V/ OCT e FM – quest’ultimo, con attenuatore bipolare). In base all’algoritmo scelto, i due parametri genericamente indicati come TIMBRE e COLOR assumeranno compiti via via diversificati, tanto nella regolazione di pannello che nel controllo a distanza attraverso tensioni CV collegate alle due porte omonime; la Timbre MODULATION è regolabile bipolarmente attraverso attenuverter dedicato; il controllo su COLOR non è attenuabile localmente e richiede, quindi, un modulo esterno per la scalatura/inversione. A seconda del modello caricato, può essere necessario ricevere un TRIG per innescare – ad esempio – le timbriche percussive; in mancanza di una sorgente di Trig, basta collegare una qualsiasi tensione di Gate che verrà interpretata nel suo fronte ripido positivo. Come è facile immaginare, tutto il core del modulo giace nella scelta degli algoritmi di generazione e nella loro personalizzazione TIMBRE/COLOR. Anche non volendo riscrivere il manuale originale M.I., è quasi inevitabile dilungarci in elenchi interminabili (l’algoritmo si sceglie con il controllo EDIT). >>Algoritmi disponibili

Di seguito, l’elenco dei possibili comportamenti timbrici, con le funzioni assegnate ai comandi TIMBRE e COLOR. Le schermate (meramente esemplificative e limitate ai casi più eclatanti) sono realizzate collegando l’uscita del modulo Audible Macro Oscillator all’ingresso X del modulo Fundamental Scope. 1. CSAW; è la caratteristica rampa generata dallo Yamaha CS-806, personalizzabile in notch lungo il fronte progressivo di salita (una componente di energia square si sposta con TIMBRE) e in polarità/ profondità (con COLOR). 2. da triangolare a rampa, a quadra, a impulsiva; escursione progressiva, in stile Moog Voyager7, per intenderci, della forma d’onda. TIMBRE sposta la forma d’onda; COLOR apre o chiude un filtro tilt HP/LP -6dB/Oct per il controllo timbrico. 3. dente di sega più PWM; somma un’onda impulsiva e una dente di sega indipendente in fase. TIMBRE controlla lo sfasamento, COLOR regola la transizione tra le due forme d’onda. Se COLOR è completamente spostata sull’onda impulsiva (posizione oraria), la modulazione TIMBRE agisce come la classica PWM. 4. FOLD; il ripiegamento della forma d’onda è una nobile tecnica di sintesi teorizzata, tra i primi, da Jean-Claude Risset8 e portata a conoscenza di molti nel monofonico Arturia Minibrute. A seconda delle 6

  Ulteriori informazioni tecniche sul funzionamento dello Yamaha CS-80 possono essere reperite qui: http://

www.rcarchives.com/swirlies/manuals/

  Ulteriori informazioni sul Moog Voyager possono essere reperite qui: https://www.moogmusic.com/products/ minimoog-voyagers/minimoog-voyager-performer-edition 8   Jean-Claude Risset: https://en.wikipedia.org/wiki/Jean-Claude_Risset 7

16  |  Capitolo 2 – I moduli disponibili nella v.0.4.0 – Manuale di riferimento

regolazione COLOR, una sinusoide o una triangolare possono essere ripiegati sempre più drasticamente in base al valore TIMBRE, generando armoniche aggiuntive e caratteristiche assai aggressive. 5. da sinusoide a pettine Dirac9; ruotando il controllo TIMBRE, si aggiungono nuove armoniche alla sinusoide di base; le armoniche risultano equidistanti tra loro, distanziate da un intervallo T compreso tra –T/2 e T/2; con il comando COLOR, si anima il segnale variando il detune tra oscillatore principale e sua clonazione scordabile. 6. triple oscillator; tre denti di sega o tre quadre miscelabili tra loro con diverse variazioni di intonazione; COLOR sposta il secondo oscillatore rispetto al primo, TIMBRE sposta il terzo rispetto al primo. 7. SUB Square; produce un’onda quadra che, spostando COLOR dalla posizione di default centrale, viene arricchita con un’ottava sotto (movimento orario) o due ottave sotto (movimento antiorario) ad ampiezza proporzionale alla rotazione del controllo; TIMBRE regola la simmetria della sola componente quadra originale, lasciando invariate le simmetrie delle due ottave ricavate. 8. SUB Ramp; come sopra, ma questa volta le ottave inferiori combattono contro un’onda rampa. 9. SYNC Square; hard sync con un oscillatore master fantasma; COLOR regola il livello dello sweep armonico, TIMBRE regola la frequenza dell’oscillatore square wave schiavo. 10. SYNC Ramp; come sopra, ma con una forma d’onda rampa. 11. Ramp x 3; genera tre onde rampa detunabili in un range +/-2 ottave rispetto al segnale principale; TIMBRE sposta la frequenza della seconda rispetto alla prima, COLOR sposta la frequenza della terza rispetto alla prima. 12. Square x 3; come sopra, ma con tre onde quadre. 13. Triangle x 3; come sopra, ma con tre onde triangolari. 14. Sine x 3; come sopra, ma con tre onde sinusoidi. 15. RING;tre sinusoidi in ring modulation; TIMBRE e COLOR controllano le frequenze della seconda e terza sinusoide rispetto alla prima. 16. SuperRamp a sette rampe; sette oscillatori rampa virtuali, detunabili tra loro con TIMBRE e filtrabili tilt Lo/High con COLOR. 17. Feedback Oscillator; come nel Roland JP-800010, la rampa generata dall’oscillatore è inviata in una short delay line (molto corta, praticamente un filtro a pettine) che traccia la frequenza dell’oscillatore, ma può essere detunata/trasposta con TIMBRE e controllata in feedback positivo/negativo con COLOR. 18. TOY*; comportamenti timbrici chiptune, regolabili in clock rate (TIMBRE) e in errore (COLOR).

  Ulteriori informazioni, qui: https://it.wikipedia.org/wiki/Pettine_di_Dirac   Ulteriori informazioni sul Roland JP-8000, sono reperibili qui: http://www.vintagesynth.com/roland/

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jp-8000.php

I moduli disponibili  |  17 

19. ZLPF; come nella Casio CZ Series11, la costruzione del comportamento ottenibile filtrando lowpass una forma d’onda analogica, ottenuto senza filtro; TIMBRE controlla la banda passante, COLOR la forma d’onda – da dente di sega, a quadra, a triangolare. 20. ZPKF; come sopra, ma con comportamento Peak. 21. ZBPF; come sopra, ma con comportamento BandPass. 22. ZHPF; come sopra, ma con comportamento HighPass. 23. VOSM; Voice SiMulation12 è una tecnica di sintesi sviluppata in Olanda da Werner Kaegi e Stan Tempelaars13 per simulare il tratto vocalico e la fonazione umana; sfrutta tre oscillatori in ring mod/hard sync. COLOR e TIMBRE controllano le intonazioni delle due formanti che caratterizzano le diverse vocali. Il modulo non parla, ma azzeccando le formanti giuste, può vocalizzare in maniera convincente. 24. WOWL; generatore di vocali in stile Early Computer Music14, con possibilità di scegliere la vocale (TIMBRE) e il gender/spostamento delle formanti (COLOR). 25. VFOF, restituzione delle vocali attraverso FOF-Fonction d’Onde Formantique15 sviluppata da Xavier Rodet. Come sopra, TIMBRE sceglie la vocale e COLOR lo spostamento delle formanti. 26. HARM; TIMBRE genera le 13 armoniche superiori all’onda sinusoide pura o alla somma di armoniche ottenute con COLOR. 27. FM; FM lineare16 a due operatori; TIMBRE controlla l’indice di modulazione, COLOR controlla la frequenza del modulante. A ore 11, COLOR raggiunge la condizione C:M = 1:1. 28. FBFM; come sopra, ma con in più il feedback sul carrier per un suono più buzzoso… 29. WTFMC; come sopra, ma con due percorsi feedback: da carrier a modulator e, come prima, da carrier su se stesso. 30. PLUCK, algoritmo Karplus-Strong17 di corda pizzicata virtuale con tre sovrapposizioni in decay (per cambiare l’intonazione senza code, è necessario richiamare tre volte la nuova nota); l’algoritmo viene innescato dall’impulso di Trig ricevuto alla porta omonima (va bene anche il Gate…) ed è controllato in decadimento con TIMBRE e in pluck position con COLOR. 31. BOWD; algoritmo di corda confricata con archetto; TIMBRE regola l’attrito e COLOR la posizione dell’archetto lungo la corda. 32. BLOW; algoritmo di ancia; TIMBRE regola la pressione dell’aria, COLOR la geometria del tubo sonoro (rozzamente, si passa dalla semplice insufflazione al registro di chalumeau tipico del clarinetto).  Informazioni sul Casio CZ-101: https://en.wikipedia.org/wiki/Casio_CZ_synthesizers  VOSIM: http://www.atiam.ircam.fr/wp-content/uploads/2011/12/AES_JAES_1978_Kaegi_VOSIM.pdf 13   Stan Tempelaars: https://en.wikipedia.org/wiki/Institute_of_Sonology 14   “Bycicle Built For Two”: https://at.or.at/hans/misc/itp/newmediahistory/bicyclebuiltfortwo.xhtml 15   Fonction D’onde Formantique: https://ccrma.stanford.edu/~serafin/320/lab3/FOF_synthesis.html 16   Linear FM: https://en.wikipedia.org/wiki/Frequency_modulation 17  Karplus-Strong: https://en.wikipedia.org/wiki/Karplus–Strong_string_synthesis 11 12

18  |  Capitolo 2 – I moduli disponibili nella v.0.4.0 – Manuale di riferimento

33. FLUT; con modello ottimizzato per generare il flauto; TIMBRE dosa la preponderanza del rumore rispetto alla colonna d’aria in vibrazione, COLOR dosa l’energia, e quindi il salto d’armonica. 34. BELL; sviluppato da Jean-Claude Risset, il suono è controllabile in inarmonicità con COLOR e in decadimento energetico con TIMBRE. Deve essere innescato da un Trig (o un Gate) ricevuto alla porta TRIG e, per fornire la giusta durata, occorre regolare accuratamente il Release dell’eventuale inviluppo d’amplificazione (altrimenti, si rischia di tagliare la coda al suono). Il timbro risultante è meno aperto – cioè con minor quantità di armoniche – rispetto ad altre restituzioni commerciali del suono originale Risset. 35. DRUM; imparentato con il precedente, genera suoni percussivi assimilabili a tamburi in metallo; COLOR gestisce la brillantezza (non aspettatevi i 20 kHz…) e TIMBRE l’assorbimento energetico/decadimento. 36. KICK; modellazione della classica kick analog 808 ottenuta attraverso T-Bridge; TIMBRE regola il Decay, COLOR regola il bilanciamento Tone/Click. Per un buon risultato, è necessario centrare l’accordatura giusta con il parametro COARSE. 37. CYMB; modello non esaltante di metallic noise utile per la simulazione 80818 di hat e cymbal; TIMBRE dosa la percentuale noise/tuned pulses, COLOR rende progressivamente più instabile il suono. Anche in questo caso, il COARSE tune è molto importante. 38. SNAR; rullante analog-style 808, con bilanciamento fondamentale/seconda armonica (TIMBRE) e snappy amount&decay (COLOR). 39. WTBL; oscillatore tabellato19 con scelta della Wavetable (COLOR) non interpolata e navigazione tra le diverse forme d’onda/frame in tabella (TIMBRE) sottoposta a interpolazione. Ipnotico alle frequenze medio basse, con un pizzico di riverberazione. 40. WMAP; la tabella normale presuppone un andamento monodimensionale dalla prima all’ultima o viceversa; una mappa è una “supertabella” bidimensionale in griglia 16x16, che può essere navigata con interpolazione tanto nello spostamento orizzontale asse X (TIMBRE) quanto nello spostamento verticale asse /Y (COLOR). 41. WLIN; prende tutte le forme d’onda in tabella disponibili dentro al modulo e le organizza in un’unica sequenza lineare di suoni che può essere navigata con TIMBRE; COLOR definisce il tipo di interpolazione e/o la playback resolution. Se il valore non supera “ore 7”, non c’è interpolazione; quando il valore raggiunge “ore 10”, si applica l’interpolazione tra i campioni, ma non tra le forme d’onda; a “ore 12”, si interpola tutto; da “ore 12 in avanti”, l’interpolazione è affiancata ad una progressiva riduzione della risoluzione audio. 42. WTX4; versione quadrifonica del meccanismo precedente: un’unica tabella navigabile con TIMBRE, ma eseguita da quattro voci indipendenti che possono essere allontanate tra loro con COLOR. A partire da un lieve detune/chorus, fino a raggiungere numerosi   Roland TR-808: https://en.wikipedia.org/wiki/Roland_TR-808   Wavetable Synthesis: https://en.wikipedia.org/wiki/Wavetable_synthesis

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I moduli disponibili  |  19 

accordi. Sottoponendo COLOR a modulazione esterna, si raggiunge il modo instant Terry Riley… 43. NOISE; noise filtrato in una sezione state-variable. La frequenza di taglio è COARSE/ FINE, la resonance è TIMBRE, il bilanciamento HiPass/LoPass è COLOR. 44. TWNQ; noise filtrato in una doppia sezione Peak Filter risonante; la sovrapposizione del profilo twin peak è personalizzabile in cutoff (COARSE/FINE), resonance (TIMBRE) e spaziatura del secondo picco risonante rispetto al primo (COLOR). 45. CLKN; il modello genera un numero di sample regolabile con TIMBRE (minimo 2 sample) e livelli di quantizzazione con COLOR (da 2 a 32 livelli); la frequenza è ovviamente regolabile con COARSE/FINE. Glitch, noise, minimal non troppo minimal… è tutto qua. 46. CLOU; la nuvola (cloud20) sfrutta piccoli grani/frammenti di onda sinusoide di frequenza gestita COARSE/FINE, densità e sovrapposizione controllabile con TIMBRE e randomizzazione/spread regolabile con COLOR. 47. PRCT; le particelle di impulso sono mandate in granulazione. Come sopra, si regola “l’intonazione centrale” con COARSE/FINE, la densità/sovrapposizione con TIMBRE e lo spread/randomizzazione sul tune con COLOR. Consigliato il riverbero per la drone glitch ipnotica o il dry purissimo per gli amanti delle sensazioni minimal strong. 48. QPSK; simula il suono ottenibile in telecomunicazione attraverso phase-shift keying21. Probabilmente, non ha alcun impiego pratico, se non la curiosità timbrica del segnale glitchato in modo imprevedibile per gli umani. COLOR definisce il valore 8 bit che è modulato nel portante; TIMBRE definisce la bit rate e COARSE/FINE è l’intonazione del portante. Ogni volta che il modulo riceve un Trig, emette un frame di sincronizzazione 16 bit. Una buona conoscenza degli algoritmi disponibili, e delle loro possibilità timbriche, garantisce ottimi risultati nella programmazione con il sistema modulare. Più avanti, forniremo una tabella riassuntiva nella quale cercare le possibili soluzioni (su livelli diversi di efficacia) alle più comuni esigenze della programmazione modulare. È ovvio che, con il Macro Oscillator, diventa possibile raggiungere una quantità impressionante di comportamenti timbrici all’interno della stessa linea di sintesi. Se ne raccomanda lo studio e la sperimentazione approfondita.

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  Granular Synthesis: https://en.wikipedia.org/wiki/Granular_synthesis   Phase-Shift Keying: https://en.wikipedia.org/wiki/Phase-shift_keying

20  |  Capitolo 2 – I moduli disponibili nella v.0.4.0 – Manuale di riferimento

2.1.2.2 Audible Instruments Modal Synthesizer

Ingombro: 34 unità Carico sulla CPU: 9.7%

È modellato su Elements22, la struttura in sintesi modale sviluppata da Oliver Gillette per Mutable Instruments; manca l’ingresso stereo per il segnale audio esterno, ma ce ne faremo una ragione. L’apparecchio è composto da due sezioni (a sinistra il blocco di eccitazione, a destra quello del risonatore) e permette di personalizzare l’oggetto sonoro modellato: si decide se si vuole suonare con l’archetto (BOW), o soffiare (BLOW), o colpire (STRIKE), variando parametri contestuali come Contour e Timbro per l’archetto, Contour, Flow/flusso e Timbro per l’insufflazione, Densità/Mallet e Timbro per la percussione. I tre modi possono convivere simultaneamente, cosa impossibile – come è ovvio – nel mondo reale, a meno di non compiere autentiche acrobazie meccaniche. Il menu contestuale permette di raggiungere tre modelli di comportamento relativi a: • Original: il funzionamento del modello hardware, già disponibile dalla v.0.3.1. • Non-Linear String: l’emulazione della corda confricata (o “soffiata” o percossa) avviene attraverso un modello di comportamento non lineare; è più facile raggiungere sonorità dense di armoniche dispari. • Chords: dispone diversamente le componenti generate. La procedura di programmazione timbrica, quindi, prevede due momenti distinti di realizzazione: decidere come sollecitare l’oggetto sonoro e definire in che modo si comporterà l’oggetto sonoro personalizzabile. >>Bow

Confricare, con un archetto o con altro sollecitatore esterno, un corpo sonoro mette in movimento l’energia sonora; l’energia impartita è regolata alzando il valore del parametro BOW; il suo TIMBRE regola l’omogeneità o la “rugosità” nella superficie virtuale dell’archetto; in questo modo, il suono può essere vellutato (rotazione antioraria del parametro) o più ricca di armoniche acute (rotazione oraria); il valore di CONTOUR permette di selezionare un profilo d’inviluppo (percussivo, statico, progressivo, evolvente) tra quelli presettati.

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  Ulteriori informazioni su Elements: https://mutable-instruments.net/modules/elements/

I moduli disponibili  |  21 

>>Blow

Regola la quantità di energia impartita al modello attraverso insufflazione; con FLOW, si sceglie il tipo di rumore usato come segnale d’eccitazione; anche in questo caso, è disponibile il preselettore d’inviluppo CONTOUR. Con TIMBRE, si regola ulteriormente la densità acuta/rugosità del generatore di rumore. >>Strike

La quantità di percussione noise usata come segnale eccitatore; superato il valore “posizione ore 2”, parte del rumore inviluppato è inviata anche all’uscita del modulo, per rendere più cattivo il segnale. Il tipo di percussione è selezionabile con MALLET (campionamenti di stick e mazzuoli, modellazione fisica dei medesimi senza perdita energetica, modellazione dei plettri, modellazioni di rimbalzi). TIMBRE incrementa brillantezza e velocità dei rimbalzi… Il segnale generato dalla sezione di eccitazione (innescato dall’ingresso Gate e personalizzato dall’eventuale controllo esterno di STRENGTH), alla frequenza definita con i parametri COARSE/FINE, pilotato da segnali esterni 1V/OCT ed eventuali modulazioni esterne FM (attraverso attenuverter dedicato), sono processati nella sezione risonatore, che permette una distribuzione dell’energia generata altamente personalizzabile, sconfiggendo i limiti delle architetture fisiche. I parametri chiave della personalizzazione sono: • Position; il punto nella superficie/membrana o lungo la corda, o nel tubo sonoro, dove si immette energia. Se il parametro è modulato in tempo reale, il risultato ricorda il trattamento attraverso filtraggio comb o phaser; una posizione di percussione centrale a una “membrana energetica” privilegia, per cancellazione delle armoniche pari, le sole armoniche dispari. • Damping; l’attenuazione delle armoniche acute attraverso velocizzazione del loro decadimento; l’esempio più banale è il palm muting sulle corde, per ottenere il classico suono stoppato. • Geometry; cambiando la forma dell’oggetto sonoro (quale che esso sia, corda, tubo, membrana, ibrido…), cambierà il modo con il quale l’energia impartita si trasmette, rimbalza, si redistribuisce. È un altro parametro impegnativo da modulare. • Brigthness, la persistenza/trasmissione delle armoniche più acute, correlata alla rigidità simulata del medium utilizzato; più il materiale è rigido (vetro, metallo), maggiore sarà la persistenza delle acute; più il materiale è inerte (nylon o legno), minore sarà la sua brillantezza. Il segnale elaborato dal Modal Oscillator viene arricchito da una densa e lunga coda di riverbero stereo regolabile con il comando SPACE; anche questo, come tutti gli altri, è modulabile dall’esterno attraverso tensione processata con attenuverter dedicato. Attenzione! In alcuni casi, specie se si esagera con la lunghezza del riverbero, dopo aver esaurito una lunga coda di decadimento, il motore di spazializzazione può smettere di funzionare (perlomeno, nella v. 0.3.1); nel caso, basta variare il valore del controllo per fargli riprendere vita…

22  |  Capitolo 2 – I moduli disponibili nella v.0.4.0 – Manuale di riferimento

2.1.2.3 Audible Instruments Tidal Modulator

Ingombro: 14 unità Carico sulla CPU: 0.9%

È l’incarnazione virtuale del modulo Tides23 Mutable Instruments. Come questo, condivide funzioni di modulatore transiente o ciclico e di generatore in banda audio; il suo funzionamento non è immediato, ma – una volta afferrati i pochi concetti importanti – risulta pressoché insostituibile all’interno del percorso di sintesi. Da un punto di vista squisitamente teorico, l’unica differenza tra un generatore d’inviluppo e un oscillatore a bassa frequenza è il comportamento transiente (one shot) del primo e la ripetitività ciclica del secondo; se un circuito offre un inviluppo con loop (o un lfo con one shot), le differenze sono azzerate. Ancora, se un lfo viene fatto girare talmente velocemente da entrare in banda audio, le differenze tra lfo e oscillatore “tradizionale” si azzerano. Questi sono i due principi che governano il funzionamento del Tidal Modulator. A differenza di un circuito di generazione audio tradizionale, il Tidal interviene sulla forma d’onda/segnale generato agendo sulla curvatura dei segmenti di salita (rise) e discesa (fall) attraverso parametro SHAPE, sulla loro percentuale relativa all’interno del ciclo (con il parametro SLOPE) e sul contenuto armonico – un’ulteriore variazione grafica (con il parametro SMOOTHNESS). >>Comportamento one shot o ciclico

Con l’interruttore MODE (in alto a sinistra sul pannello), si sceglie il comportamento AD Envelope one shot (LED verde), ripetizione ciclica (LED spento), AR Envelope one shot (LED rosso). Per far partire l’inviluppo AD o AR, è necessario collegare un impulso alla porta TRIG. In mancanza di sorgenti TRIG, si può usare una tensione di GATE, sopportando il rimbalzo al Gate Off, o si può generare un impulso di Trig “modellandolo” con un cortissimo inviluppo ADSR ridotto al solo Decay e innescato dal Gate – non è elegante, ma funziona. Se il TRIG rimane collegato anche quando Tidal lavora in banda audio, al segnale prodotto si somma un interessante transiente iniziale che può avere interessanti usi nella sintesi di percussioni analogiche. >>Range e regolazione di frequenza nei modi ciclici

La velocità del Tidal Modulator corrisponde all’intonazione del segnale generato in banda audio o alla densità degli eventi di modulazione ciclica prodotti in banda sub audio. In tutti e due i casi, si interviene con il comando di pannello FREQUENCY (quattro ottave di escursione), con la tensione esterna 1V/OCT non attenuata, con la tensione FM attenuabile e/o invertibile.

  Ulteriori informazioni su Tides, qui: https://mutable-instruments.net/modules/tides/

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I moduli disponibili  |  23 

In aggiunta, è possibile specificare tre range di frequenza indipendenti con il secondo interruttore a tre posizioni presente nel pannello comandi: low range (LED verde) da 20 minuti a 5 Hz; mid range (LED spento) da 0.05 a 300 Hz; hi range (LED rosso) da 8 a 10 kHz. >>Selezione della forma d’onda (o dell’inviluppo)

Si lavora con il comando SHAPE, scegliendo tra sette possibili variazioni. Come è facile immaginare, la forma d’onda arrotondata ha un timbro morbido, che diventa più aspro mano mano che aumentano le increspature e i profili rigidi.

Qui sopra, i sette profili di base, con SHAPE (vedi sotto) in posizione simmetrica. Dopo aver selezionato uno SHAPE, si interviene con lo SLOPE, che deforma il ciclo privilegiando il segmento di salita RISE rispetto a quello di decadimento FALL; l’intervento assume valori diversi a seconda della forma d’onda/SHAPE selezionata. Qui a fianco, il trattamento di SLOPE applicato a un’onda triangolare. (Il procedimento porta a risultati diversi – che devono essere sperimentati e controllati attraverso modulo Fundamental Scope – sulle due diverse uscite UNI(polare) e BIP(olare). Qui a fianco, il trattamento di SLOPE applicato a un’onda sinusoide. I tre parametri SHAPE, SLOPE e SMOOTHNESS sono controllabili a distanza con tensioni CV non attenuabili. L’ampiezza del segnale (modulante o audio, indifferentemente) prodotto dal circuito è regolabile a distanza attraverso tensione collegata alla porta LEVEL; ovviamente, il segnale di controllo deve essere unipolare. >>Sincronizzazione e inneschi

Quando Tidal Modulator è in comportamento transiente (inviluppo AD o AR), un impulso collegato all’ingresso TRIG fa partire la modulazione; se si sceglie il comportamento ciclico LFO, l’impulso resetta temporaneamente il ciclo e (alle alte frequenze), produce un thump con interessanti implicazioni timbrico percussive. Un treno d’impulsi collegato alla porta CLOCK permette di sincronizzare il comportamento del Tidal Modulator su una velocità esterna – ad esempio, l’uscita GATES del SEQ-3. Non è implementato il modo CLOCK/PLL della versione hardware.

24  |  Capitolo 2 – I moduli disponibili nella v.0.4.0 – Manuale di riferimento

>>Uscite disponibili

Il segnale elaborato è disponibile in formato 0/+1 alla porta UNI(polare) o in formato -1/+1 alla porta BIP(olare); tra i due trattamenti, ci sono significative differenze grafiche che devono essere sperimentate caso per caso. Se necessario, si possono costruire eventi a staffetta prelevando la tensione “alta” emessa alla fine del segmento RISE sull’uscita HIGH TIDE e alla fine del segmento FALL sull’uscita LOW TIDE. In condizioni di CPU aggravata, Tidal Modulator può lavorare come sorgente sonora “d’emergenza”. 2.1.2.4 Audible Instruments Wavetable Oscillator

Ingombro: 18 unità Carico sulla CPU: non disponibile nella v.0.4.0.

Aggiunto con la v.0.4.0., fornisce accesso ad audio in tabella; la wavetable è composta da otto file ROW di otto colonne COLUMN ciascuna (per un totale di 64 forme d’onda singolo ciclo raggiungibili); le transizioni sono gestite attraverso crossfade fluido. Il comando SMOOTHNESS agisce come un “super-shaper” in grado di spianare completamente il segnale (posizione antioraria), farlo lavorare normalmente (posizione centrale) o applicare un wavefolder (posizione oraria). Ci sono tre tabelle raggiungibili con il selettore A-B-C (i LED diventa rosso, si spegne o diventa verde). Oltre alle tre porte CV per il controllo a distanza di ROW, COLUMN e SMOOTHNESS, è possibile pilotare i comportamenti di SYNC (forzatura di ciclo), FREEZE (congelamento del segnale generato), LEVEL (ampiezza del segnale d’uscita), BANK (selezione di banco). Si può gestire l’intonazione 1V/OCT in modo non attenuato (la tensione ricevuta si somma alle regolazioni di pannello) e FM con possibiità di attenuazione/inversione attraverso processore FM dedicato. L’intonazione/frequenza può essere selezionata all’interno di tre escursioni diverse Low – Mid – High raggiungibili con un selettore a tre posizioni verde – nero – rosso; l’alta frequenza offre possibili impieghi audio; la bassa frequenza permette di usare il modulo come LFO particolarmente raffinato. Le uscite disponibili comprendono: segnale UNI (andamento unipolare), segnale BIP (andamento bipolare, comportamento SUB (onda quadra generata un’ottava più in basso del segnale principale), 1-BIT (comportamento full square wave alla frequenza del segnale principale). 2.1.2.5 Audible Instruments Texture Synthesizer

Ingombro: 18 unità Carico sulla CPU: 8.3%

I moduli disponibili  |  25 

È modellato direttamente sopra le caratteristiche del Mutable Instruments Clouds Texture Synthesizer24; come già visto, a proposito del Macro Oscillator, anche in questo caso alcune funzioni di personalizzazione del modo Advanced non sono, per ora (v. 0.3.1) presenti. Il modulo riceve un segnale audio stereofonico e lo sottopone a granulazione realtime, con possibilità di catturare in Freeze il flusso audio, continuando la riproduzione anche quando la sorgente ha smesso di suonare. >>Impostazioni preliminari

Il segnale stereo in ingresso può essere regolato attraverso controllo IN GAIN (nella versione hardware, con un’escursione -18/+6 dB); per facilitare la comprensione del modulo, è meglio preparare una sorgente sonora pronta alla granulazione: un oscillatore può andare benissimo; un file audio ricevuto a due porte audio (if any) del vostro PC – e gestito agli INPUTS 1 e 2 del Fundamental Audio Device andrà ancora meglio. >>Blend

Il bilanciamento tra ingresso dry e trattamento di granulazione è regolabile col comando BLEND; una tensione di controllo, non attenuabile, ricevuta alla porta omonima permette la gestione a distanza del parametro. >>Subordinazione a TRIG esterni e regolazione di densità

Il flusso audio in uscita al modulo può essere costante – in modo compatibile con le regolazioni di pannello e la persistenza in FREEZE (vedi sotto) – o subordinato alla ricezione di uno o più impulsi esterni collegati alla porta TRIG. In assenza di sollecitazioni esterne, con il controllo DENSITY in posizione “ore 12” non c’è generazione di grani; se si aumenta il valore del parametro in senso antiorario, aumenta la densità dei grani emessi a intervalli regolari di tempo (fino a raggiungere la torrenzialità); se si aumenta il valore del parametro in senso orario, aumenta la dimensione dei grani generati a intervalli di tempo irregolari. Anche in questo caso, al massimo valore, si raggiunge il flusso ininterrotto. >>Dimensione e intonazione dei grani – conseguenze timbriche

I grani ricavati dal segnale audio sono eseguiti con dimensione SIZE e intonazione PITCH regolabile attraverso i due controlli; una dimensione molto ridotta facilita la produzione di tessitura glitch con eventi isolati (se, alla porta TRIG, si mandano sporadici impulsi per la generazione). Un grano molto corto produce un evento audio difficilmente riconducibile al segnale originale; dimensioni/lunghezze più rilassate possono facilitare il riconoscimento, fino a replicare, con opportune regolazioni di DENSITY e TEXTURE, il comportamento ottenibile con uno short/mid delay con una buona quantità di feedback.

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  Ulteriori informazioni su Clouds: https://mutable-instruments.net/modules/clouds/

26  |  Capitolo 2 – I moduli disponibili nella v.0.4.0 – Manuale di riferimento

Se l’intonazione del grano viene allontanata da quella del segnale originale (attraverso controllo di pannello PITCH – con escursione +/-2 ottave – o con tensione esterna 1V/ Oct – ovviamente non attenuabile), il risultato audio può guadagnare fascino e caratteristiche inedite. >>Dimensione e tessitura dei grani

Il comando SIZE definisce la durata, in millisecondi, dei grani ricavati dal segnale originale in base alla DENSITY (locale o pilotata a distanza con CV). L’inviluppo, cioè l’articolazione di ampiezza, di ciascun grano è regolabile con il comando TEXTURE (in modalità locale o con CV esterno) facendo riferimento a diversi modelli raggiungibili lungo l’escursione del parametro stesso (square, triangle, Hann, progressivamente più morbidi e privi di transienti); un’articolazione brusca “rettangolare” conferisce al grano una qualità scoppiettante, un’articolazione progressiva o gaussiana rende il flusso audio più morbido. Se il parametro supera la posizione “ore 2”, entra in funzione un ulteriore valore di diffusione per sovrapposizione. Come è facile immaginare, con valori estremi di DENSITY, SIZE e TEXTURE, l’effetto Riverrun è assicurato. >>Da dove catturare il grano – parametro POSITION

Con POSITION, si decide da quale punto del buffer di registrazione (freezato o realtime) inizierà il procedimento di cattura dei grani; la variazione parametrica (locale o sotto CV esterno) ha poco senso se il segnale audio è indifferenziato (ecco perché, nelle fasi iniziali di studio del modulo, ha poco senso collegare al suo ingresso una semplice sinusoide non modulata…), ma diventa fondamentale quando il segnale audio abbia una sua storia e una sua evoluzione, ad esempio nel caso di un breve frammento parlato. >>Condizione di FREEZE – far suonare il modulo senza segnali in ingresso

Inviando una tensione di Gate ON (o un CV costante di valore pari a 1 – ad esempio, l’uscita del Befaco A*B+C con il solo controllo C al massimo) alla porta FREEZE, si cattura l’audio in ingresso in un buffer che ne permette l’esecuzione differita incondizionata; la condizione di cattura del buffer audio non si azzera se il modulo – con il click destro contestuale – viene nuovamente inizializzato, ma ovviamente non sopravvive al cambio/reload di patch. Allo stato attuale dello sviluppo (v. 0.3.1), mancano i parametri di Stereo Spread, Feedback Amount, Reverberation Amount e la possibilità di variare la qualità audio in densità e risoluzione. Allo stesso modo, non è possibile salvare quattro buffer Freeze indipendenti. 2.1.2.6 Audible Instruments Meta Modulator

Ingombro: 10 unità Carico sulla CPU: 1.2%

I moduli disponibili  |  27 

È modellato sulle funzioni del modulo Mutable Instruments Warps25, che concentra al suo interno storici modi di combinazione per i due segnali Carrier e Modulator. Come nella versione harwdare, è possibile contare su un Carrier interno (INT.OSC) in grado di generare sinusoide, triangolare o quadra a frequenza variabile localmente e pilotabile a distanza. >>Percorso audio

Se non si usa il Carrier interno, i due segnali Carrier e Modulator (rispettivamente, 1 e 2) sono collegati ai due ingressi in basso a sinistra nel modulo e, dopo la combinazione operata con l’algoritmo scelto, sono presentati alla singola uscita combinata 1&2. In aggiunta, l’uscita AUX propone il segnale puro del Carrier (interno o esterno che sia) non processato. Lo schema è preso dalla documentazione originale Mutable Instruments. >>Algoritmi disponibili

A partire dalla disponibilità di due segnali, il modulo offre nove possibilità di loro combinazione: 1. Crossfade; col controllo TIMBRE, si bilancia l’ascolto di Carrier e Modulator. 2. Crossfolding; il modulo opera la somma di Carrier e Modulator e applica, in base al valore di TIMBRE, una quantità variabile di wavefoldin/waveshaping – ripiegamento della forma d’onda. 3. Ring Modulation Diode; il comportamento dello storico circuito; C+M e C-M senza presenza dei segnali originali26; TIMBRE aggiunge distorsione e clipping. 4. Ring Modulation Digital; modulazione ad anello più “precisa”, ottenuta attraverso moltiplicazione emulata (come dichiarato nella manualistica M.I.) sul componente AD63327. TIMBRE aggiunge gain boost e clipping. 5. XOR Modulation; è ancora un’altra forma di modulazione ad anello ottenuta, economicamente, con l’operatore logico XOR e utilizzata largamente negli Anni 70 per processare le onde quadre prodotte da due oscillatori (ad esempio, dentro l’ARP Odyssey28). TIMBRE seleziona i bit di segnale che vengono combinati XOR. Il segnale risultante può variare sensibilmente. 6. Comparazione e Rettifica; con il controllo TIMBRE, si passano in rassegna diversi trattamenti di comparazione, sostituzione di valore e rettifica sul segnale Modulator.   Ulteriori informazioni su Warps: https://mutable-instruments.net/modules/warps/   Balanced Modulation: http://www.ques10.com/p/3542/explain-balanced-modulator/ 27   Ulteriori informazioni su Analog Devices AD633: http://www.analog.com/media/en/technical-documen25 26

tation/data-sheets/AD633.pdf 28   ARP Odyssey: http://www.vintagesynth.com/arp/odyssey.php

28  |  Capitolo 2 – I moduli disponibili nella v.0.4.0 – Manuale di riferimento

7. Vocoder 1-2-3; i tre algoritmi di vocoder29 trasferiscono il contenuto spettrale del segnale modulante sul segnale portante, tanto interno quanto esterno al modulo. Il comando TIMBRE altera le corrispondenze tra le 20 bande di analisi e le 20 bande di sintesi, spostando le formanti e variando in modo anche significativo l’effetto percepito. I tre algoritmi sono diversificati per la progressiva elongazione dei tempi di risposta/rilascio degli envelope follower, cioè dei circuiti che analizzano l’energia presente nelle diverse bande di analisi applicate al segnale modulante, per poi trasferirla alla rimodulazione realtime del contenuto armonico sul segnale portante. Quando TIMBRE è completamente in posizione oraria, l’analisi del segnale Modulator è congelata in Frozen Mode. Questi tre algoritmi hanno senso “tradizionale” di vocoder quando, come modulante, viene utilizzato un segnale speech – un parlato, real time o registrato in precedenza – collegato alla porta Input 1 del modulo Fundamental Audio Interface; come è facile immaginare, “rendono meno” quando anche il modulante è un segnale sintetizzato ad andamento statico. Se si usa come modulante una sinusoide pura, controllata in frequenza con un lento vibrato, il trattamento applicato al Carrier sarà un lento passaggio di frequenze che enfatizza ogni singola armonica presente all’interno di quest’ultimo. 2.1.2.7 Audible Instruments Resonator

Ingombro: 14 unità Carico sulla CPU: 9,6%

È modellato sul M.I. Rings Resonator30, risonatore fortemente ispirato alle prestazioni del più grande Elements. Un risonatore è un elemento della catena audio che sovrappone a un segnale in transito caratteristiche timbriche riconducibili a precisi modelli acustici; in alcuni casi, come per il nostro modulo, invece di processare il segnale audio esterno, si può innescare l’emissione sonora inviando al circuito un impulso di Trig/Strum sufficientemente ripido. >>Polifonia virtuale

Il circuito, come nella versione hardware, produce una, due o quattro note non indipendenti come articolazione, ma organizzate separatamente sulle uscite ODD e EVEN attraverso un raffinato meccanismo di spazializzazione/detune; in questo modo, le code di release possono sovrapporsi e il suono si apre con maggior attinenza a determinati modelli acustici. Il numero delle voci si sceglie con l’interruttore in alto a sinistra nel pannello comandi: quando si accende il LED di colore azzurro, c’è un’unica voce monoaurale; quando si accende il LED giallo, ci sono due voci in ping-pong sulle due uscite, accordate in quinta; con il LED rosso, ci sono quattro voci, due left e due right, con ancora maggior animazione nell’accordatura in quinta.  Vocoder: https://en.wikipedia.org/wiki/Vocoder   Ulteriori informazioni su Rings: https://mutable-instruments.net/modules/rings/

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I moduli disponibili  |  29 

>>Modelli di risonatore

Ci sono tre tipi di comportamento selezionabili con l’interruttore in alto a destra nel pannello: • Modal Resonator (LED blu), con significativo assorbimento energetico e decadimento veloce delle frequenze più acute (il legno è un esempio tipico); • Sympathetic Strings (LED giallo) impiega filtri a pettine per generare vibrazioni di corde che interagiscono tra loro; • Modulated/Inharmonic Strings (LED rosso) si basa sull’algoritmo di Karplus-Strong e produce corde pizzicate ampiamente personalizzabili in pizzico iniziale, dispersione armonica e coefficiente inarmonico. >>Controlli

È possibile regolare l’intonazione del fenomeno audio con il parametro FREQUENCY, già predisposto per il controllo 1V/OCT e anche una tensione di controllo esterna attenuabile e invertibile. La struttura armonica può essere alterata con STRUCTURE; il risultato varia a seconda del modello scelto anche se, in tutti i casi, l’intervento è concentrato sui rapporti di frequenza tra fondamentale e le diverse armoniche generate. Come nei precedenti circuiti di modellazione fisica, BRIGTHNESS decide quanta energia deve girare nel segnale generato e DAMPING definisce lo smorzamento/filtraggio sulle armoniche acute. 2.1.2.8 Audible Instruments Multiples

Ingombro: 4 unità Carico sulla CPU: 0.3%

Riproduce le tre sezioni operative presenti nel modulo Links31 Mutable Instruments; non deve esseree sottovalutato nella sua apparente semplicità. >>Sezione superiore – Multiple

È un multiplo 1:3. Il segnale collegato all’ingresso viene reso disponibile sulle tre uscite marcate OUT. Può essere usato per mandare lo stesso segnale alle porte OUTPUT 1 e 2 della Core Audio Interface e anche al modulo Fundamental Scope, ma può tornare utile anche per distribuire nel sintetizzatore controlli 1V/OCT ai vari oscillatori e tensioni di Gate ai diversi inviluppi. Ovviamente, il comportamento stackable dei cavi disponibili con la v.0.4.0. rende funzionalmente superfluo il multiplo.

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  Ulteriori informazioni su Links: https://mutable-instruments.net/modules/links/

30  |  Capitolo 2 – I moduli disponibili nella v.0.4.0 – Manuale di riferimento

>>Sezione intermedia – Unity Gain Adder

I due segnali collegati agli ingressi superiori sono sommati tra loro e forniti alle due uscite inferiori. Detto in altro modo: gli ingressi A e B sono disponibili alle due uscite in formato A+B e A+B. >>Sezione inferiore – Mixer

I tre segnali IN sono sommati tra loro e portati all’uscita OUT; nella versione hardware, ciascun segnale è scalato ad 1/3 del proprio valore iniziale per evitare clipping; qui, non c’è scalatura. 2.1.2.9 Audible Instruments Utilities

Ingombro: 4 unità Carico sulla CPU: 0.8%

È il modulo Kinks32 Mutable Instruments, che contiene tre comportamenti indipendenti di rettificatore, somma logica e Sample & Hold. >>Sezione superiore – Rettificatore

Il segnale alla porta IN è disponibile in versione full wave rectifier (con rovesciamento della parte negativa e, con alcune forme d’onda, raddoppio della frequenza percepita – uscita in basso a destra), positive rectifier (eliminazione della parte negativa – uscita in basso a sinistra) e inversione (uscita in alto a destra). Qui a fianco: Full Wave Rectifier, Positive Rectifier, Inverter. In tutte e tre le immagini, la sinusoide rosa è il segnale originale, la forma d’onda azzurra è il risultato del trattamento. >>Sezione centrale – LOGIC

Può lavorare con una coppia di segnali analogici o di segnali digitali (nel primo caso intendiamo segnali che hanno variazioni di valore continue e fluide; nel secondo intendiamo segnali di controllo che hanno solo due stadi on o off, 0 o 1). Se si esclude la rimodellazione dei filtri Traveller presenti nei vecchi strumenti KORG33, il trattamento dei segnali logici può tornare molto più utile. Lo stesso circuito può quindi essere usato per ottenere: • Minimum Out per comparazione tra due segnali analogici o LOGIC AND tra due segnali logici (ad esempio, due Gate prodotti da tastiera e sequencer: l’inviluppo parte solo quando tutti e due sono attivi).   Ulteriori informazioni su Kinks: https://mutable-instruments.net/modules/kinks/   KORG Traveller Filter: http://www.vintagesynth.com/korg/mini700s.php

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I moduli disponibili  |  31 

• Maximum Out per comparazione tra due segnali analogici o LOGIC OR tra due segnali logici (o la prima o la seconda sorgente di clock fanno partire l’inviluppo). Nell’ultimo caso, occorre ricordare che che in certe condizioni il comportamento OR è meno “utile” del più selettivo XOR… >>Sezione inferiore – Sample & Hold con Noise Generator residente

Il Sample & Hold prende il segnale ricevuto alla porta IN, lo campiona quando riceve un impulso di TRIG e prolunga artificialmente il valore campionato (hold) fino al Trig successivo; il risultato dell’elaborazione è disponibile alla porta OUT. Internamente, il modulo sfrutta una sorgente NOISE, disponibile alla porta dedicata, normalizzato all’ingresso del circuito. Attenzione! L’ingresso TRIG interpreta il transiente ripido positivo del Trigger e del Gate… per farlo funzionare, si può anche usare un ADSR per creare un impulso di decay molto corto, il più possibile simile a un Trigger, pilotato dal Gate “ufficiale” e “ingannare” il circuito del modulo S&H. Basterà mettere al minimo tutti e quattro i comandi ADSR dell’inviluppo e usare la sua uscita “come se fosse un impulso di Trigger”. 2.1.2.10 Audible Instruments Mixer

Ingombro: 6 unità Carico sulla CPU: 0.4%

Recupera le competenze messe a punto con lo Shades34 Mutable Instruments e offre tre canali di attenuazione indipendenti, ma combinabili. Il comportamento dei tre regolatori è selezionabile tra semplice attenuazione 0/+1 o inversione-attenuazione -1/+1. In aggiunta, in assenza di segnali o tensioni ai tre ingressi, i regolatori diventano gestori/generatori di costante utilizzabile, previa scalatura, per agire su parametri significativi della struttura di sintesi. La costante generata ha valore 0 in a sinistra se si lavora unipolarmente o valore 0 in posizione centrale se si lavora bipolarmente. Le uscite del modulo sono normalizzate tra loro: se non si collega l’uscita 1, OUT 2 contiene la somma di Out 1 + Out 2; se non si collega neanche l’uscita 2, OUT 3 contiene la somma di Out 1 + Out 2 + Out 3. Attenzione! La normalizzazione interna non permette l’impiego del modulo come distributore; per questo compito, se non si usano i cavi stackable, l’unica alternativa possibile è il comportamento “multiplo” ottenibile con l’omonimo modulo precedentemente incontrato. I LED segnalano in rosso valori inferiori allo 0 e in verde valori superiori allo zero. 2.1.2.11 Audible Instruments Bernoulli Gate

Ingombro: 6 unità Carico sulla CPU: 0.2% 34

  Ulteriori informazioni su Shades: https://mutable-instruments.net/modules/shades/

32  |  Capitolo 2 – I moduli disponibili nella v.0.4.0 – Manuale di riferimento

La doppia porta di Bernoulli35 – il modulo Branches36 Mutable Instruments – permette di inviare un qualsiasi segnale IN all’uscita OUT A oppure all’uscita OUT B su decisionale imprevedibile ma influenzabile spostando il valore del potenziometro (o inviando una tensione di controllo esterna). Quando il potenziometro è completamente antiorario, il segnale è ruotato solo su OUT A; in posizione completamente oraria, il segnale è ruotato su OUT B. Inviando una tensione significativa all’ingresso di controllo, ciascuna sezione del modulo si comporta come un electronic switch 1:2 controllabile a distanza (peccato non avere anche la configurazione 2:1... sarebbe stata utilissima per costruire sequenze più lunghe di otto step). In questo caso, quando la tensione è alta, il segnale in ingresso esce da OUT B, se la tensione è bassa il segnale esce da OUT A. 2.1.2.12 Audible Instruments Quad VC-Polarizer

Ingombro: 12 unità Carico sulla CPU: 0.3%

È la versione virtuale del Blinds37 Mutable Instruments. Contiene quattro sezioni identiche tra loro che possono lavorare come polarizzatore di tensione, o come moltiplicatore a quattro quadranti (quindi, ring modulation o amplificazione con inversione di polarità, a scelta, o – a seconda della tensione di controllo – amplificatore normale). L’illustrazione qui sotto è ripresa dalla manualistica originale Mutable Instruments. Come tradizione in questo tipo di modulo, i canali sono normalizzati internamente, quindi l’uscita del blocco 1 è presente nell’uscita del 2 se non la si preleva individualmente, e così via; in assenza di connessioni intermedie, dal blocco 4 escono i segnali 1+2+3+4. Ciascun blocco permette di scalare, invertire o modulare con una tensione esterna un qualsiasi segnale audio o di controllo. La modulazione di un segnale per l’altro avviene a quattro quadranti, cioè prendendo in considerazione tanto le componenti positive quanto quelle negative di tutti e due i segnali… in questo modo, A*B produce A+B e A-B in perfetto stile ring modulator.  Bernoulli: https://it.wikipedia.org/wiki/Daniel_Bernoulli   Ulteriori informazioni su Branches: https://mutable-instruments.net/modules/branches/ 37   Ulteriori informazioni su Blinds: https://mutable-instruments.net/modules/blinds/ 35 36

I moduli disponibili  |  33 

Se, invece, il segnale di controllo è unipolare (cioè ha escursione compresa tra 0 e 1), ciascuna sezione si comporta da amplificatore tradizionale. 2.1.2.13 Audible Instruments Quad VCA

Ingombro: 12 unità Carico sulla CPU: 0.3%

È la versione virtuale del Veils38 Mutable Instruments. Ciascun blocco operativo, la cui uscita è, come di consueto, normalizzata ai canali successivi, riceve un segnale audio o di controllo all’ingresso IN e lo moltiplica per la tensione di controllo ricevuta alla porta adiacente o per il valore impostato con il potenziometro di pannello 1 – 2 – 3 – 4. Una regolazione addizionale permette, canale per canale, di personalizzare la risposta esponenziale o logaritmica del circuito (sono possibili infinite variazioni intermedie). Il LED di segnalazione si accende al passaggio del segnale. In assenza di segnali esterni di controllo, il canale usa il potenziometro come generatore di costante “per l’ampiezza d’uscita” del segnale presente all’ingresso IN. 2.1.2.14 Audible Instruments Keyframer/mixer

Ingombro: 12 unità Carico sulla CPU: non disponibile nella v.0.4.0.

Il modulo, ispirato al comportamento dell’hardware Frames39 di Mutable Instruments, può lavorare come quadruplo mixer per segnali audio o di controllo, come generatore per quattro valori CV costanti, come “automatore di livelli” per quattro sorgenti esterne (audio o di controllo) permettendo la transizione immediata o fluida tra un “frame” di livellamento ad un altro. >>Gestione di segnali esterni o generazione di costanti interne

I segnali collegati agli ingressi 1-2-3-4 sono dosati attraverso i quattro regolatori omonimi e poi inviati, in somma, all’uscita MIX. In alternativa, sono disponibili su base individuale alle uscite 1-2-3-4. In alternativa ai segnali esterni, con il selettore +10V OFFSET, si può far generare al modulo una tensione +10V costante che può essere scalata/attenuata con i regolatori di livello; la tensione è disponibile a tutte le porte di uscita del modulo.

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  Ulteriori informazioni su Veils: https://mutable-instruments.net/modules/veils/   Ulteriori informazioni su M.I. Frames, qui: https://mutable-instruments.net/modules/frames/manual/

34  |  Capitolo 2 – I moduli disponibili nella v.0.4.0 – Manuale di riferimento

>>Scrivere un mixaggio e automatizzare il passaggio tra un frame di mixaggio e l’altro

Il bilanciamento raggiunto con i quattro regolatori di livello può essere memorizzato in un “frame” usando il tasto ADD; è possibile depositare in memoria fino a 20 frame/ mixaggi differenti lungo l’escursione del big knob centrale: ogni volta che il musicista lo ritiene utile, crea una nuova memorizzazione di livello con il tasto ADD (o la cancella con il tasto DEL) e poi naviga attraverso i diversi mixaggi con la tensione di controllo applicata alla porta FRAME e dosabile attraverso attenuverter dedicato.. Simmetricamente, ogni volta che si raggiunge una posizione occupata da un frame, il modulo emette una tensione di controllo alla porta FR.STEP. Il menu contestuale contiene, per ciascuno dei quattro canali, la possibilità di scegliere diverse “balistiche e traiettorie” per le transizioni tra i frame memorizzati, con andamenti lineare o esponenziale. Sono i comportamenti raggiungibili nel modulo hardware tenendo premuto il tasto ADD per più di un secondo e lavorando con le regolazioni di Gain. In aggiunta, si può convertire il funzionamento dell’intero modulo in quadroplo LFO, con unica frequenza (il manopolone centrale) e selezione progressiva delle forme d’onda attraverso la regolazione individuale di livello. Per ottenere il modo Poly LFO, è necessario abilitare la generazione del +10V di tensione.

Le forme d’onda così disponibili comprendono (a partire dalla posizione completamente antioraria della regolazione di “livello” 1-2-3-4): • rampa ascendente con andamento esponenziale, • rampa ascendente con andamento lineare, • triangolare con andamento lineare, • dente di sega lineare • impulso smussato/mezza sinusoide asimmetrica, • sovrapposizione tra sinusoide e quadra, • prime due armoniche sinusoidi,

I moduli disponibili  |  35 

• somma delle prime tre armoniche dispari, • wavefolding sull’onda sinusoide, • wavefolding sull’onda triangolare, • rumore. Nel comportamento PolyLFO, la porta di controllo FRAME lavora come ingresso di controllo per la FM. 2.1.3 I moduli Befaco

Come accennavamo in precedenza, sono ricostruzioni virtuali di interessanti moduli concepiti dal gruppo spagnolo Befaco40 e disponibili tanto in kit DIY che in versione pronta all’uso. All’interno di questo gruppo, è possibile trovare comportamenti tradizionali e funzioni meno ricorrenti, adatte a risolvere i problemi di patching più spinosi. 2.1.3.1 Even Oscillator

Ingombro: 8 unità Carico sulla CPU: 0.5%

È un’altra utile sorgente sonora disponibile in RACK. L’oscillatore paro41 genera cinque diverse forme d’onda rappresentate di seguito: • sinusoide, pura per definizione con tutta l’energia nell’unica armonica generata (la fondamentale); • triangolare, con sole armoniche dispari in fase alternativamente opposta e decadimento energetico esponenziale; 40 41

 Informazioni su Befaco: https://www.befaco.org  Informazioni su Befaco Even VCO: https://www.befaco.org/en/even-vco/

36  |  Capitolo 2 – I moduli disponibili nella v.0.4.0 – Manuale di riferimento

• rampa ascendente, con armoniche pari e dispare, in fase alternativamente opposta e decadimento energetico lineare; • impulsiva a simmetria variabile, con armoniche dispari (nella sola condizione di simmetria al 50%), in fase alternativamente opposta e decadimento energetico lineare; il contenuto armonico varia in rapporto alla simmetria PW, facendo decadere le armoniche la cui posizione numerica è multipla del rapporto di simmetria generato; • even, una forma d’onda composta privilegiando le armoniche pari; con decadimento energetico lineare e andamento alternativamente in fase e antifase.

Ogni forma d’onda ha la propria uscita dedicata; la simmetria dell’onda impulsiva può essere regolata con il comando di pannello PWM; l’eventuale controllo esterno collegato alla vicina porta d’ingresso CV per la modulazione di simmetria non è attenuato e richiede, quindi, uno stadio di controllo esterno per dosare l’effetto (ad esempio, si può usare metà Atenuverter – vedi sotto). La frequenza dell’oscillatore è controllabile attraverso regolatore OCTAVE (da 32’ a 1/16’ – dieci ottave complessive) e regolatore TUNE con escursione pari a +/-7 semitoni. Due porte V/OCT parallelate permettono il controllo simultaneo da parte di tastiera e sequencer, ad esempio, o tastiera e vibrato/LFO. Anche in questo caso, la mancanza di attenuazione locale, implica l’impiego – almeno sulla CV 1V/OCT non melodica di un dosatore/attenuatore esterno. L’ingresso FM permette il controllo di frequenza dell’oscillatore in regime di Linear Frequency Modulation. Può essere usato come risorsa alternativa alla FM Exp implementata nel Fundamental LFO, specie per modulazioni in banda audio. Attenzione! La FM Lineare emulata dal modulo è quella ottenibile con il circuito analogico originale Befaco: chi si aspetta un’efficienza e una definizione “da Yamaha DX7” rimarrà deluso... Ancora: per ottenere un indice di modulazione sufficientemente energico, si può sfruttare una di queste due tecniche: • usare un Atenuverter per portare a 2x l’intensità del segnale modulante; • splittare in tre rami (con un Multiple) lo stesso segnale modulante e collegarlo ai tre ingressi del VC MIXER Fundamental, avendo cura di mettere al massimo i tre livelli in ingresso e il MIX OUT finale. (A questo punto, perché non provare a splittare per quattro il segnale modulante e a sommarlo in un Mixer Befaco?). Il segnale audio ricevuto alla porta HSYNC forza il ciclo di forma d’onda generata al restart incondizionato.

I moduli disponibili  |  37 

2.1.3.2 Rampage

Ingombro: 18 unità Carico sulla CPU: non disponibile nella v.0.4.0.

Con chiaro riferimento ai classici circuiti Serge e Buchla, riproduce il funzionamento del modulo Befaco Rampage42, che incorpora due blocchi indipedenti ma comunicanti in grado di generare una tensione di controllo differenziabile per tempo di salita RISE e discesa FALL, con andamento transiente o ciclico. Il segnale così generato può essere usato come semplice oscillatore, come inviluppo, come LFO, come integratore/filtro LP 1 polo. La combinazione tra i due sotto moduli può produrre comportamenti di inviluppo multiplo – sfruttando le uscite di controllo EOC-End Of Cicle – o di somma di modulazione – alla porta B>A – o ancora di MIN/AND e MAX/OR. Ciascuna sezione offre ingresso per il segnale da integrare/smussare, trig manuale o ingresso per impulso esterno per innescare il ciclo di modulazione, RANGE a tre posizioni (basso, medio, acuto) per la generazione di segnali audio o di controllo sub audio. La forma d’onda/profilo di modulazione è regolabile nei parametri di RISE e FALL tanto localmente quanto attraverso tensioni dedicate; in aggiunta, l’intero ciclo può essere controllato alla porta EXP.CV in modo da intonare l’uscita del circuito, ad esempio, su una tensione di pitch ricevuta da una tastiera. Usare Rampage come oscillatore è affascinante, ma pieno di limiti: la sua frequenza dipende dalla somma delle durate RISE e FALL e, superata una certa soglia, non può salire oltre. In aggiunta, la porta EXP.CV è configurata per “accorciare” i tempi, permettendo il controllo d’intonazione standard; un segnale CV 1V/Oct alle porte RISE o FALL otterrebbe il risultato contrario di “allungare” i tempi mano mano che si sale con la tensione.

Lo schema è estratto dalla documentazione originale del Rampage hardware. 42

  Ulteriori informazioni su Befaco Rampage, sono reperibili qui: https://www.befaco.org/en/rampage/

38  |  Capitolo 2 – I moduli disponibili nella v.0.4.0 – Manuale di riferimento

2.1.3.3 A*B+C

Ingombro: 6 unità Carico sulla CPU: 0.3%

È un modulo che, come dice il nome, per ciascuna delle due sezioni contenute, permette di moltiplicare due segnali per poi sommarne un terzo (in funzione di offset) al prodotto ottenuto43. L’immagine è ricavata dalla manualistica originale Befaco. Può essere usato tanto sui segnali di controllo (ad esempio, per sommare una quantità variabile di vibrato al voltaggio di tastiera… moltiplicando lfo A per amount B e sommando al segnale 1V/ Oct C…) quanto sui segnali audio come comportamento di miscelazione, scalatura, inversione. Nel regime audio, il modulo lavora come doppio attenuverter (A*B), doppio ring modulator (sempre A*B) o mixer quadruplo. Il segnale collegato alla porta B di ciascuna sezione è agganciato ad un attenuverter che lo scala tra -2 e +2, mentre il segnale collegato alla porta C è agganciato a un attenuverter unity gain che lavora tra -1 e +1. Le porte B e C sono normalizzate a tensioni di controllo disponibili in assenza di segnali esterni; in questo modo, il segnale A è sempre scalabile anche se la porta B è scollegata. Attenzione! Il controllo B1 Level – che in assenza di segnali agganciati a B diventa generatore di tensione autonoma – è bipolare, cioè ha zero in posizione centrale, escursione negativa con l’andamento antiorario e escursione positiva con l’andamento orario. L’uscita della prima sezione è sommata all’uscita della seconda sezione. In pratica, si ottiene [(A1*B1)+C1]+[(A2*B2)+C2]. Tutti gli ingressi possono gestire segnali audio e di controllo, cioè sono normalizzati AC/DC. Come già segnalato, i due segnali A e B di ciascuna sezione vengono moltiplicati tra loro con un operatore “x” (un moltiplicatore vero), che è assimilabile al modulatore bilanciato a quattro quadranti – in grado, cioè di tenere in considerazione le componenti bipolari di ciascuno dei due segnali collegati agli ingressi e, in questo modo, assimilabile al classico ring modulator ottenuto con il vecchio ponte a diodi.  Informazioni su Befaco A*B+C: https://www.befaco.org/en/abc/

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I moduli disponibili  |  39 

2.1.3.4 Spring Reverb

Ingombro: 8 unità Carico sulla CPU: 10.2%

Due ingressi indipendenti IN 1 e IN 2, regolabili localmente in livello attraverso i due cursori rossi o, a distanza, usando altrettante tensioni di controllo applicate alle porte CV IN 1 e CV IN 2. La somma dei due segnali raggiunge il controllo HPF High Pass Filter (per togliere rombo sulle basse) e entra nella simulazione di Spring Reverb vera e propria44. Lo schema è estratto dalla manualistica originale Befaco. Il bilanciamento Dry/ Wet è regolabile con la grossa manopola superiore; il risultato è disponibile all’uscita MIX (wet+dry) ed è controllabile a distanza attraverso tensione presentata alla porta MIX CV. L’uscita WET è sempre disponibile per comportamenti prefader di notevole charme timbrico, specie in contesto drone/ ambient. 2.1.3.5 Mixer

Ingombro: 5 unità Carico sulla CPU: 0.2%

Non deve essere considerato semplicemente come un sommatore 4:1, perché la possibilità di invertire la polarità del segnale in uscita apre interessanti capacità di sottrazione tra segnali diversi – tanto per i controlli CV quanto per i segnali audio veri e propri45. Ad esempio, sottraendo un segnale Low Pass Output a una sorgente sonora, si ottiene un comportamento High Pass... Tutto ciò è sicuramente più divertente che usare un filtro High Pass bello e pronto. 44 45

  Ulteriori informazioni su Befaco Spring Reverb: https://www.befaco.org/en/spring-reverb/   Ulteriori informazioni su Befaco Mixer: https://www.befaco.org/en/sinte-modular/mixer-v2/

40  |  Capitolo 2 – I moduli disponibili nella v.0.4.0 – Manuale di riferimento

2.1.3.6 Slew Limiter

Ingombro: 6 unità Carico sulla CPU: 0.1%

Può essere usato come blando filtro low pass a un polo (-6dB Oct) sull’eventuale segnale audio collegato alla porta IN o, più comunemente, come generatore di LAG46 per integrare il keyboard control voltage ricevuto dall’uscita Pitch dell’interfaccia MIDI (o da una fila dello Step Sequencer). L’integrazione di portamento è regolabile indipendentemente nei tempi di transizione dal basso verso l’alto (inteso nel senso di intervallo melodico sulla tastiera) e dall’alto verso il basso. I due tempi sono regolabili a distanza attraverso altrettante tensioni di controllo presentate alle due porte RISE CV e FALL CV. Le cose possono diventare interessanti quando una fila dello Step Sequencer controlla l’intonazione dell’oscillatore e una seconda fila controlla il tempo di portmento tra uno step e l’altro. Instant TB-303... SHAPE permette di modificare la traiettoria lineare in una logaritmica. 2.1.3.7 Dual Atenuverter

Ingombro: 5 unità Carico sulla CPU: 0.2%

Il duplice Atenuverter47 (con una sola “t”...) è un modulo CV/Audio in grado di attenuare, invertire e spostare in offset due segnali diversi simultaneamente. Il controllo ATENUVERTER moltiplica il segnale in ingresso per un coefficiente compreso tra -1 e +1 (impostato al massimo nella direzione antioraria, può essere usato come invertitore di polarità – ad esempio, per duplicare il segnale di controllo inviato ad una coppia di VCA impiegati per realizzare un Panpot modulabile). Il controllo OFFSET aggiunge un valore costante, anche esso bipolare, applicabile al segnale in transito, e fornisce quindi al musicista la possibilità di lavorare interamente nel solo quadrante dei valori positivi, negativi o “a cavallo”, a seconda delle necessità. Anche in questo caso, modulazioni particolari, trilli con onde quadre applicate al pitch di un VCO possono essere potenziate con questo semplice modulo. Il LED di segnalazione si accende in rosso per i valori positivi e in verde per quelli negativi.

  Ulteriori informazioni su Befaco Slew Limiter: https://www.befaco.org/en/vc-slew-limiter/   Ulteriori informazioni su Befaco Dual Atenuverter: https://www.befaco.org/en/dual-atenuverter/

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I moduli disponibili  |  41 

2.1.4 ll modulo Synthesis Technology

Per ora (v.0.3.1) c’è un unico modulo ispirato alle realizzazioni di Paul Schreiber (il padre del modulare MOTM) commercializzate sotto il marchio Synthesis Technology48. 2.1.4.1 Synthesis Technology E340 Cloud Generator

Ingombro: 14 unità Carico sulla CPU: 1.3%

Nella sua versione hardware originale, il modulo Synthesis Technology E34049 è un VCO doppia uscita (saw/sine) che contiene al suo interno otto generazioni VCO indipendenti. Gli oscillatori residenti possono essere scordati tra loro attraverso comando SPREAD (gestibile dall’esterno con una tensione non attenuata collegata alla porta omonima). In aggiunta, è possibile rendere turbolenta l’intonazione percepita dosando quantità variabili di rumore bianco filtrato passa band che viene applicato alla frequenza. In questo modo, la percentuale di CHAOS può cambiare da una semplice instabilità temporanea a una più grave turbolenza caotica. Il filtraggio passa banda permette di concentrare il comportamento di modulazione su un range operativo che non sia troppo rombante (come nel caso del low frequency noise) o troppo sbilanciato sulle acute (white noise puro). I parametri comprendono: COARSE e FINE per la regolazione d’intonazione in un margine di 8 ottave e mezza ottava; SPREAD, per la deviazione d’intonazione tra gli oscillatori (2, 4 o 8) simultaneamente attivi attraverso traiettoria esponenziale (difficilmente, riuscirete ad ottenere intervalli consonanti… del resto, il modulo non è concepito per questo); DENSITY, appunto, il numero degli oscillatori simultaneamente attivi (cliccando a ripetizione sul controllo, si selezionano 2, o 4, o 8 oscillatori); CHAOS, la quantità di noise filtrato che viene applicato alla frequenza degli oscillatori come “generatore di turbolenza”; CHAOS BW, l’ampiezza di banda del segnale noise filtrato (a banda passante maggiore corrisponde maggior turbolenza… e, per certi versi, maggior banalità del trattamento). Il comando FM attenua la tensione di controllo eventualmente applicata alla porta omonima. A sinistra, 2 poi 4 poi 8 saw/ramp in generazione simultanea. Le connessioni comprendono: SAW OUT (i segnali delle 2, 4 o 8 onde rampa generate), SINE OUT (come sopra, con onde sinusoidi… se siete un fan della Musica Elettronica Anni 50, questa è la vostra connessione preferenziale); CHAOS CV IN (per dosare la quantità 48 49

  Synthesis Technologies: http://www.synthtech.com   Ulteriori informazioni su E-340 Cloud Generator: http://synthtech.com/eurorack/E340/

42  |  Capitolo 2 – I moduli disponibili nella v.0.4.0 – Manuale di riferimento

di noise applicato all’intonazione); SPREAD CV IN (per dosare la quantità di deviazione dall’intonazione nominale); SYNC (per forzare il ciclo degli oscillatori sulla frequenza di riferimento di un oscillatore master… ovviamente, quando gli oscillatori schiavi sono tanti, e tutti diversi come frequenza deviata in Spread, le cose diventano molto divertenti). A sinistra, otto saw/ramp sotto SPREAD e sotto SYNC con un oscillatore master. Con l’ingresso CHAOS BW IN si può modulare l’ampiezza di banda applicata al noise filtrato; con IV CV IN si può controllare, con tastiera o sequencer, l’intonazione “melodica” dell’oscillatore. 2.1.5 I moduli Fundamental

Costituiscono il corredo di base di Rack e comprendono comportamenti di sintesi inevitabili nella loro indispensabilità. L’interfaccia grafica è, quindi, blandamente neutra e pesano pochissimo sulla CPU. Ad oggi, questa categoria comprende: Core Audio Interface (serve per sintonizzare Rack sulle vostre porte di i/o audio), Core Audio MIDI Interface (idem, per le periferiche di controllo), VCO, VCF, VCA, ADSR, VC Mixer, Scope, SEQ-3.

I moduli disponibili  |  43 

2.1.5.1 VCO-1 – Voltage Controlled Oscillator 1

Ingombro: 10 unità Carico sulla CPU: 1.3%

L’oscillatore genera forme d’onda sine, triangle, saw, pulse/square disponibili su uscite indipendenti. La simmetria dell’onda impulsiva è regolabile con il comando di pannello P.WIDTH o attraverso segnale di controllo ricevuto alla porta PWM e scalato con l’attenuatore PWM CV. L’intonazione si controlla con i comandi FREQ e FINE, un LED di segnalazione si accende quando l’intonazione raggiunge un intervallo di ottava; l’escursione complessiva supera le 10 ottave. Dall’esterno, si può controllare l’intonazione attraverso tensione di tastiera (o di sequencer) eventualmente collegati alla porta V/OCT (logicamente priva di attenuatore) per i fraseggi; in alternativa, si può collegare una sorgente esterna all’ingresso FM (LFO, non disponibili nativamente ma ricostruibili sfruttando comportamenti peculiari dei moduli esistenti, o segnali in banda audio); la connessione è dotata di attenuatore FM dedicato; in questo caso, si lavora nel regime della modulazione di frequenza esponenziale. Sarebbe bello, in un prossimo futuro, avere anche la FM lineare50. L’oscillatore può essere sincronizzato Hard/Soft ad un segnale di riferimento esterno collegato all’ingresso SYNC; la scelta del regime morbido/duro è operata con un selettore dedicato. Qui a fianco, a sinistra la sincronizzazione HARD, con interruzione forzata del ciclo; a destra, la sincronizzazione SOFT sulla stessa forma d’onda, con interruzione, inversione e enfatizzazione della sub armonica. Le forme d’onda possono essere generate in maniera moderna e inesorabile (Digital), o più approssimata e arrotondata (Analog); le differenze timbriche sono più evidenti, ovviamente, sulle forme d’onda ricche di armoniche. Il selettore DGTL/ANLG permette di scegliere come far suonare il tutto. Qui a fianco, le quattro forme d’onda generate con la “pulizia Digital”. Qui a fianco, le stesse quattro forme d’onda generate con la “curvatura Analog”.   In questo come in altri casi, è possibile supplire all’apparente mancanza di una funzione diretta utilizzando gli altri moduli in dotazione. Per una sommaria presentazione delle possibili “scorciatoie di programmazione”, è possibile consultare l’elenco in coda a questo testo. 50

44  |  Capitolo 2 – I moduli disponibili nella v.0.4.0 – Manuale di riferimento

2.1.5.2 VC0-2 – Voltage Controlled Oscillator 2

Ingombro: 6 unità Carico sulla CPU: non disponibile nella v.0.4.0.

È una versione ridotta, come ingombro, funzioni e peso sulla CPU (auspicabilmente) dell’oscillatore audio. La frequenza è regolabile attraverso la somma della regolazione di pannello FREQ e la tensione esterna ricevuta alla porta FM (attenuabile mediante controllo dedicato FM CV); quando FM CV è al massimo, la tensione ricevuta rispetta lo standard 1V/Oct in perfetta accordatura. Le forme d’onda generate sono: sinusoide, triangolare, rampa, quadra; il loro profilo è fluidamente fuso con il comando di pannello WAVE o attraverso tensione di controllo esterna ricevuta alla porta WAVE. Come nel modello più grande, è possibile sfruttare le forme d’onda tanto con le classiche deformazioni analog che con la precisione tipica del mondo digital. È disponibile una porta SYNC che sfrutta il comportamento HARD/SOFT selezionabile attraverso interruttore dedicato. Il modulo ha un’unica uscita globale OUT.

2.1.5.3 VCF – Voltage Controlled Filter

Ingombro: 8 unità Carico sulla CPU: 1.3%

Produce trattamento Low Pass -24dB/Oct e High Pass apparentemente -12dB/Oct (nella v.0.4.0, il comportamento high pass non brilla per particolare charme timbrico). La frequenza di taglio è regolabile col comando FREQ o con la tensione esterna applicata alla porta omonima sul pannello; in questo caso, è possibile attenuare il segnale esterno con l’attenuverter FREQ CV, dotato di zero centrale. Nel caso siano necessarie due o più modulazioni simultanee sulla frequenza di taglio, occorre usare un mixer. La Resonance è regolabile fino all’auto oscillazione ed è controllabile anche da tensione esterna non attenuabile; allo stesso modo, lo stadio di distorsione DRIVE (pompa il livello e squadra i segnali) è dotato di porta esterna per le tensioni di controllo e gode di comando di pannello dedicato. Le connessioni audio comprendono, ovviamente, IN e le due uscite LPF e HPF.

I moduli disponibili  |  45 

2.1.5.4 VCA – Voltage Controlled Amplifier

Ingombro: 6 unità Carico sulla CPU: 0.1%

Il segnale collegato alla porta IN è moltiplicato per il controllo eventualmente collegato agli ingressi EXP o LIN. Il comando LEVEL agisce da initial gain in assenza di tensioni di controllo, ma diventa un banale “volume” quando il segnale di controllo viene rilevato a una delle due porte EXP o LIN. Quale porta usare? Dipende dal risultato che si vuole ottenere; la porta LIN è quella più normale, che quasi sempre soddisfa come risultato; la porta EXP risponde in accelerazione tanto in apertura che in chiusura, quindi è perfetta per transienti secchi o suoni corti e percussivi; in alcuni casi, potrebbe risultare troppo secca o troppo percussiva; il vostro orecchio sarà il miglior giudice. La presenza di due circuiti identici all’interno dello stesso modulo permette di lavorare in configurazione VCA1 con Envelope e VCA2 con dinamica di tastiera.

2.1.5.5 LFO-1 – Low Frequency Oscillator 1

Ingombro: 10 unità Carico sulla CPU: non disponibile nella v.0.4.0

Introdotto con la v.0.4.0., evita al musicista il laborioso trucco del VCO rallentato attraverso Befaco A*B+C. Il modulo è costruito sulle prestazioni del VCO, del quale riprende l’architettura generale con quattro forme d’onda simultaneamente disponibili (sine, triangle saw, square), controllabili in frequenza attraverso regolazione di pannello che si somma a due tensioni FM 1 e 2 scalabili attraverso attenuatori dedicati. Al massimo, le due regolazioni FM 1 e FM 2 rispettano lo standard 1V/Oct. Portato al massimo della regolazione frequenza su pannello, il modulo LFO entra ampiamente in banda audio, ma non offre significative escursioni verso le tessiture acute, come è logico. Le forme d’onda prodotte sono disponibili in formato UNI(polare) o BI(polare), rispettivamente comprese tra 0/+1 o tra -0.5/+0.5. Con il selettore 0°/180°, si può invertire la polarità del segnale generato. Il ciclo può essere sottoposto a RESET su fronte ripido ricevuto dall’esterno e portato alla connessione dedicata (in questo modo, si riallinea la forma d’onda al transiente ricevuto – ad esempio, un Gate On). A seconda della propagazione dati, per ottenere un classico comportamento normal-inverted da due moduli LFO potrebbe essere necessario un minimo di assestamento con il selettore 0°/180°.

46  |  Capitolo 2 – I moduli disponibili nella v.0.4.0 – Manuale di riferimento

2.1.5.6 LFO-2 – Low Frequency Oscillator 2

Ingombro: 6 unità Carico sulla CPU: non disponibile nella v.0.4.0

Anche questo modulo è stato attivato con la v.0.4.0. e offre un corredo ridotto di funzioni per generare modulazione ciclica a bassa frequenza. Produce, con progressione di variazione continua, forme d’onda sinusoide, triangolare, rampa e quadra disponibili su un’unica porta di collegamento OUT e regolabili da pannello con comando WAVE o attraverso tensione esterna agganciata alla porta d’ingresso omonima. Il ciclo può essere sottoposto a RESET su fronte ripido ricevuto dall’esterno e portato alla connessione dedicata (in questo modo, si riallinea la forma d’onda al transiente ricevuto – ad esempio, un Gate On). La frequenza può essere controllata dal comando di pannello o, dall’esterno, attraverso tensione CV alla porta FM; il segnale di controllo è scalabile attraverso attenuatore unipolare FM. Come nel modello più grande, si può scegliere tra inizio ciclo a 0° o a 180° e l’escursione può essere definita in modo unipolare o bipolare. 2.1.5.7 DELAY

Ingombro: 8 unità Carico sulla CPU: 2.8%

Raggiunge gli otto secondi di ritardo e può essere controllato, da pannello, nei parametri di TIME, FEEDBACK, COLOR e MIX. Gli stessi controlli sono gestibili a distanza attraverso tensioni bipolari non attenuabili. In questo modo, il musicista può contrarre o elongare – in modo creativamente distruttivo – il tempo di ritardo, aumentare o diminuire la quantità di ricircolo (con il Delay Time al minimo e il Feedback al massimo, è facile simulare comportamenti afferibili all’algoritmo di Karplus-Strong51), variare il filtraggio del segnale ribattuto (un feedback cupo risulterà più legato al vecchio mondo analog, un feedback pulito e cristallino è immediatamente riconducibile al dominio digitale di generazione del delay), controllare il bilanciamento tra segnale wet e dry. Il delay scrive in RAM il segnale catturato e, variando in tempo reale la sua durata, ne sposta l’intonazione percepita... può diventare il vostro miglior alleato se state costruendo patches ipnotiche a sovrapposizione di segnali. Ovviamente, non mancano le connessioni d’ingresso e uscita per il segnale audio.

51

  Informazioni sull’algoritmo di Karplu-Strong sono reperibili qui: https://en.wikipedia.org/wiki/

Karplus–Strong_string_synthesis

I moduli disponibili  |  47 

2.1.5.8 ADSR – Attack, Decay, Sustain, Release

Ingombro: 8 unità Carico sulla CPU: 0.3%

È un tradizionale generatore d’inviluppo ADSR, con i quattro stadi modulabili attraverso tensioni esterne (sotto sequenza veloce, si ottengono interessanti risultati con la modulazione del Delay Time, specie in assenza di Sustain...). L’inviluppo parte quando il modulo riceve una tensione di Gate e innesca nuovamente la porzione di Attack quando riceve un Trig. Per ora, non ci sono sorgenti di trigger disponibili, ma speriamo nel prossimo futuro52... I quattro LED visualizzano, a partire dalla posizione “ore 12”, la contrazione anti oraria o l’elongazione oraria dei tempi/livelli; prendono pieno senso quando l’inviluppo è sottoposto, stadio per stadio, a modulazioni esterne da parte di segnali di controllo bipolari. L’inviluppo, negli oggettivi limiti della curva dei tempi, è sufficientemente snappy per permettere la produzione di timbriche percussive; ovviamente, ci sono ampi margini di miglioramento. Con l’Attack regolato al minimo, è facile incorrere in transienti percussivi indesiderati, particolarmente evidenti su segnali non troppo ricchi di armoniche acute: per evitare l’effetto, basta regolare l’inviluppo con un tempo di attacco minimo, ma diverso da zero. 2.1.5.9 VC-MIXER – Voltage Controlled Mixer

Ingombro: 10 unità Carico sulla CPU: 0.2%

Gestisce tre segnali, collegati ai rispettivi ingressi IN, e li propone sotto forma di mixaggio alla porta OUT più in alto o, individualmente, alle tre porte OUT “di canale”. In questo modo, oltre che come mixer 3:1, il modulo può essere usato come triplice VCA, lavorando con le tre porte di CV presenti presso ciascun ingresso. Anche il livello generale MIX può essere controllato in tensione, ma il suo controllo è diverso dagli altri tre, perché gestisce segnali bipolari: una tensione di controllo che vada da -1 a +1 invertirà la polarità del segnale in uscita al mixer, rendendolo di fatto simile a un modulatore ad anello Ring Modulator. Le tensioni di controllo dei tre canali in ingresso vanno semplicemente da 0 a +1. Il modulo, quindi, può essere usato come mixer 3:1, come ring modulator, come triplice VCA indipendente; può gestire tanto segnali di controllo quanto segnali audio.   Per convertire una tensione di Gate in un impulso di Trigger usando i moduli attualmente disponibili, è possibile ricorrere a diverse strategie che verranno elencate in seguito. 52

48  |  Capitolo 2 – I moduli disponibili nella v.0.4.0 – Manuale di riferimento

2.1.5.10 Scope

Ingombro: 13 unità Carico sulla CPU: 0.2%

È un oscilloscopio a doppia traccia (ingresso X e ingresso Y) per visualizzare due segnali che possono essere sommati in ampiezza o alternati tra loro. Ciascun segnale è dotato di regolazione di livello con controllo X o Y SCL e ri-posizionamento verticale attraverso comando X o Y POS. La densità dei cicli mostrati è regolabile con il comando TIME, comune a tutte e due le tracce. Il TRIG di sincronizzazione grafica può essere estratto direttamente dal segnale in osservazione o, attraverso interruttore INT/ EXT desunto da un impulso esterno. Nelle immagini sotto, che si riferiscono alle funzioni X/Y e X*Y della v.0.3.1, è visibile prima l’alternanza X/Y delle tracce X e Y, rispettivamente onda triangolare e quadra prodotte dallo stesso oscillatore; poi, la somma X+Y degli stessi due segnali; per rispettare la dimensione grafica, nella seconda schermata è stato necessario attenuare sensibilmente l’ampiezza dei due segnali in ingresso. Oggi, con la v.0.4.0., i due modi danno accesso al normale comportamento “doppia traccia” (X/Y) e alla generazione di figure di Lissajous (X*Y).

Nelle due immagini, prima la combinazione in semplice comportamento doppia traccia (X/Y) di due oscillatori sinusoidi in banda audio, poi la figura di Lissajous ottenibile con il comportamento (X*Y).

I moduli disponibili  |  49 

2.1.5.11 SEQ-3

Ingombro: 22 unità Carico sulla CPU: 0.4%

È uno step sequencer a tre file, quindi un 8x3, con diverse funzioni native. La velocità di scorrimento è regolabile con il controllo CLOCK, modulabile anche attraverso tensione applicata all’ingresso sottostante. In alternativa al clock interno, si può pilotare l’apparecchio con un treno di impulsi agganciati all’ingresso EXT. La messa in movimento è governata con il tasto RUN (una pressione per partire, la successiva per andare in stop. Il tasto RESET riporta forzatamente la sequenza sullo Step 1; il comportamento può essere governato dall’esterno, applicando un Gate alla porta immediatamente sotto al comando. La lunghezza della sequenza, cioè il numero degli Step eseguiti, è regolabile con il comando STEPS; anche in questo caso, è previsto un controllo a distanza – interessante, da questo punto di vita, il controllo attraverso valore della modulation wheel per ottenere ri-dimensionamenti di sequenza dinamicamente assegnabili. Il modulo può controllare il sintetizzatore attraverso le uscite: • Gates: la somma di tutti i Gate generati dagli step abilitati con l’interruttore presente in ciascuna colonna. Il comportamento può essere personalizzato attraverso menu contestuale al modulo (ulteriori particolari in seguito). • Row 1: l’uscita della fila superiore di valori programmati. Può essere collegata banalmente all’intonazione 1v/Oct degli oscillatori. L’escursione del controllo applicato all’intonazione di un oscillatore (porta 1V/Oct) copre sei ottave calcolate a partire dall’intonazione di pannello dell’oscillatore stesso. • Row 2: l’uscita della fila di mezzo di valori programmati. Può essere usata banalmente per accentare l’apertura del filtro. Escursione come sopra. • Row 3: l’uscita della fila inferiore di valori programmati. Può essere usata banalmente per accentare il livello dell’amplificatore. Escursione come sopra. Ciascuno step è dotato, inoltre, di un interruttore individuale Gate On/Off e di un’uscita individuale di Gate, con la quale innescare comportamenti diversi nello strumento. Accendendo e spegnendo i Gate dei singoli step, è possibile realizzare pause e ritmiche particolari. >>SEQ-3: Menu contestuale

Le tre voci permettono di selezionare diversi comportamenti di Trigger/Gate all’uscita GATE:

50  |  Capitolo 2 – I moduli disponibili nella v.0.4.0 – Manuale di riferimento

• Trigger: l’uscita GATE emette un impulso di Trig lungo 1 millisecondo per ogni step abilitato. L’impulso di Trigger deve essere utilizzato con un generatore d’inviluppo dotato di Release Time regolato con generosità, altrimenti sarà difficile riconoscere le note programmate in sequenza. Come è facile immaginare, se la sequenza serve a innescare una timbrica percussiva molto corta, le cose possono funzionare senza eccessive cautele. Nella grafica qui sopra, e negli altri due esempi successivi, sono visibili in sovrapposizione le articolazioni di note e l’allineamento degli impulsi Gate/ Trigger. • Retrigger: l’uscita GATE emette una tensione di Gate On sufficientemente lunga da garantire un corretto funzionamento dell’inviluppo e una riarticolazione individuale anche nel caso di step contigui abilitati (è simile al comportamento della vecchia v.0.3.1.).

• Continous: eventuali step contigui abilitati producono un’unica tensione di Gate ininterrotta (è il comportamento della v.0.3.2., inutile per l’articolazione, ma adatto a programmazioni più dirette).

Nella pratica quotidiana, il musicista alternerà i modi Trigger e Retrigger per garantire il corretto funzionamento degli inviluppi.

3

Una panoramica dei moduli prodotti da terze parti

Rack ha innescato un effetto a catena, motivando gli sforzi di tanti sviluppatori indipendenti che hanno iniziato a realizzare moduli di sintesi per il potenziamento delle funzioni di base. Di seguito, forniremo un elenco – inevitabilmente parziale, aggiornato a inizio ottobre 2017 e limitato ai soli moduli aggiornati alla v.0.4.0. compilati per Mac OS X – che sarà espanso e dettagliato nella successiva editio maior di questo testo1 comprendendo anche le altre collezioni solo per Windows, eccetera. In questa fase ancora iniziale del programma, vista la natura quasi sempre volontaria delle realizzazioni, è ragionevole dover fare i conti con una disponibilità parziale nei confronti delle tre classiche piattaforme Mac, Windows e Linux. In futuro, ci auguriamo una totale copertura.

3.1 Le diverse collezioni Come accennato in precedenza, ogni sviluppatore, in armonica anarchia, ha sviluppato uno o più circuiti che arricchiscono la dotazione di base (Audible, Befaco, Core, E-Series, Fundamental) realizzare da Andrew Belt. Molte collezioni terze parti sono generosamente gratuite, in alcuni casi viene discretamente suggerita una donazione libera; i moduli sono quasi sempre disponibili come codice sorgente modificabile a discrezione o come versione già compilata Mac-Windows-Linux pronta all’uso. 3.1.1 Autodafe Blank Panel2

Sviluppati da Antonio Grazioli, i moduli Autodafe sono raggruppati in due collezioni indipendenti. Nella collezione Blank Panel (prende il nome dall’unico modulo a pagamento),  L’elenco dei plug-in terze parti sviluppato per Rack (costantemente aggiornato) è reperibile qui: https://github.com/ VCVRack/Rack/wiki/List-of-plugins 2  Autodafe Blank Panel: http://www.autodafe.net/virtual-instruments/vcv-rack-modules/ 1

52  |  Capitolo 3 – Una panoramica dei moduli prodotti da terze parti

trovano posto moduli sviluppati come modifica e miglioramento pratico sul funzionamento di quanto disponibile nella serie Fundamental e moduli sviluppati in piena autonomia.

Ci sono: VC LFO (un oscillatore a bassa frequenza controllabile in tensione), CLOCK DIV (divisore di Clock resettabile e riallineabile nel conteggio), MULT e MULTIPLE (due multipli, rispettivamente 1:8 e doppio 1:8 – apparengono ad un’epoca precedente alla virtualizzazione dei patch cable stackable), 8-STEPS SEQUENCER e 16-STEP SEQUENCER (funzionano costantemente in modalità retrigger e per tutta la stagione 0.3.2 hanno rappresentato l’unico modo per ottenere una corretta articolazione di eventi in sequenza), TRIGGER SEQUENCER (sequenziatore di impulsi 16 x 8 – indispensabile per coordinare in pattern ritmico i moduli percussivi, sempre sviluppati da Grazioli, dei quali parleremo in seguito), FIXED FILTER BANK (otto picchi di frequenza mediamente risonanti), MULTIMODE FILTER (trattamenti LP, HP, BP, NOTCH controllabili in tensione), FORMANT FILTER (vocali a – e – i – o – u), FOLDBACK (distorsore per waveshaping), BITCRUSHER (riduttore di bit e sample rate), PHASER (sfasatore modulato a bassa frequenza). 3.1.2 Autodafe Drum Kit3

Comprende 10 moduli di lettura campionamenti percussivi e un modulo di mixer ottimizzato per la loro gestione. Ciascun modulo percussivo ospita otto campionamenti diversi, ricavati da storiche batterie elettroniche del secolo scorso (808, 909, C-78, MiniPops, autodafe-blank-panel-for-vcv-rack.html. 3   Autodafe Drum Kit: http://www.autodafe.net/virtual-instruments/vcv-rack-modules/autodafedrum-kit-for-vcv-rack.html

Le diverse collezioni  |  53 

LNDrum, HR-16, SP-12, DMX), selezionabili a rotazione da pannello frontale. Ogni modulo è dotato di TRIG IN e Audio OUT. Il modulo 8 CHANNELS DRUM MIXER offre struttura 8 in / 2 out; ciascun canale di ingresso è dotato di: IN per il collegamento del segnale audio, LEVEL e LEVEL CV IN (per la sua gestione a distanza – non attenuato), PAN e PAN CV IN (per il controllo a distanza – non attenuato), MUTE switch, OUT individuale pre-master. La sezione master comprende MIX LEVEL complessivo (con gestione a distanza MIX CV IN) e le porte d’uscita OUT L e OUT R. 3.1.3 JW Modules4

Jeremy Wentworth ha sviluppato un utile modulo di CLOCK generator, con BPM regolabile dall’utente (non c’è indicazione diretta, ma qualcuno potrebbe aver pensato a risolvere il problema…), innesco RUN della generazione, uscita di GATE per il treno d’impulsi e uscita RESET che emette un impulso di riallineamento controllabile in probabilità con il comando RANDOM RESET PROBABILITY. Al minimo del valore, il RESET è emesso solo nel ciclo di STOP/ RUN; aumentando la percentuale, il comando di RESET viene emesso sempre più frequentemente, con significative conseguenze sul playback e sulla durata delle sequenze sotto controllo. 3.1.4 ML Modules5

Sono sviluppati da Martin Lueders. La collezione comprende: Bar-Quantizer (doppio quantizzatore di voltaggio per semitoni cromatici, con escursione regolabile dall’utente), Quantum (maschera di quantizzazione applicabile alle tensioni di controllo, con semitoni cromatici inseribili individualmente, predisposizione per la trasposizione, l’emissione di Gate e Trigger su ogni soglia di quantizzazione, Reset, comportamenti Note e Toggle); Trigger Buffer (doppio latch per la trasmissione a innesco esterno di trigger), Sequential Switch 4 5

  JW Modules: https://github.com/jeremywen/JW-Modules/releases   ML Modules: https://github.com/martin-lueders/ML_modules/releases

54  |  Capitolo 3 – Una panoramica dei moduli prodotti da terze parti

8 to 1 e Sequential Switch 1 to 8 (interruttori sequenziali controllabili in avanzamento a distanza, dimensionabili nell’escursione di step e nella direzione di avanzamento), Shift Register a otto uscite, FreeVerb (modulo di riverberazione mono in/stereo out, regolabile in Roomsize, Damping, Freeze), Sum (sommatore unity gain 8 in 1 out), Constants (generatore di costanti accordate su 1, 2, 3, 4, 5, 7, 12 semitoni). 3.1.5 MS Modules6

Realizzati da Michael Struggl, sono due moduli di Random Source/ Sample & Hold (con ingresso per sorgente da campionare regolabile CV, range regolabile, ingresso di Clock e uscita di segnale campionato), MULT (triplo multiplo 2:8, con regolatore di polarità). 3.1.6 NYSTHI7

Sviluppati da Antonio Tuzzi, comprendono: tre moduli di riverberazione stereo in/out differeniati per complessità e sonorità del trattamento (MVERB, HI-VERB, TWISTEDMVERB; tutti e tre prevedono il FREEZE a distanza; il tero è predisposto per il controllo CV a distanza di numerosi parametri); MODEL 277 è concepito per riprodurre il comportamento di un classico modulo analogico di analog delay multitap configurabile dall’utente; le prestazioni sono leggermente diverse e la struttura offre significativi miglioramenti rispetto al progetto originale. LOGIC offre le funzioni AND, NOT, OR, XOR.   MS Modules: https://github.com/Phal-anx/MS-Modules/releases  NYSTHI: https://github.com/antoniotuzzi/nysthi/releases

6 7

Le diverse collezioni  |  55 

3.1.7 VCVRack – Simple8

Sviluppati da Iohann Rabeson, sono due semplici ma utilissimi moduli di: Trigger (generatore di impulso innescabile da pannello e disponibile su otto uscite simultanee) e Clock Divider (divisore di Clock con thru Reset e thru clock originale; le otto uscite di divisione sfruttano altrettanti coefficienti individualmente impostabili tra /1 e /128 con continuità). 3.1.8 Sonus Dept.9

Sviluppati da Valerio Orlandini, sono undici ingegnosi moduli che comprendono: • Bitter (permette di spegnere o mantenere costantemente accesi gli otto bit di quantizzazione del segnale audio, con conseguenze timbriche particolarmente interessanti). • Bymidside (encoder mid-side per la spazializzazione del suono). • Deatcrush (distorsione e bitcrushing sul segnale in ingresso). • Harmony (creatore di armonie preselezionate, a partire da un segnale di controllo CV applicato al modulo – una sorta di “quantizzatore/accoppiatore”). • Luppolo (loop station mono aurale – la lunghezza possibile dell’audio è limitata solo dalla RAM disponibile nel computer – con possibilità di controllare a distanza i comportamenti REC/PLAY, OVERDUB e CLEAR). È possibile registrare tanto segnali audio quanto tensioni di controllo CV. • Multimulti (doppio multiplo 2 in – 8 out). • Osculum (oscillatore controllato in tensione dotato di quattro uscite audio per segnali poco convenzionali di sinusoide diversamente deformata, ripiegata e somma di impulsi). • Paramath (comprende funzioni logiche e di comparazione). • Piconoise (generatore white noise con otto uscite simultanee). • Pusher (button controller con quattro tensioni preselezionabili e inviabili all’esterno solo quando il musicista preme il tasto trigger corrispondente).

8 9

  VCVRack Simple: https://github.com/IohannRabeson/VCVRack-Simple/releases   Sonus Dept.: http://sonusmodular.sonusdept.com

56  |  Capitolo 3 – Una panoramica dei moduli prodotti da terze parti

• Scramblase (triplo quadruplo waveshaper con folding, waveshaping, squadratura, integrazione, ripiegamento). • Twoff (doppio gestore di offset CV). 3.1.9 Vult Modular10

Sviluppata da Leonardo Laguna Ruiz, in arte modLFO, la collezione comprende tre filtri, un waveshaper, un multiplo, un drum synthesizer e un tone control. • RESCOMB è un filtro a pettine risonante. • STABILE è un filtro stato variabile. • LATERALUS è un filtro ladder a diodi che emula il suono britannico. • DEBRIATUS è un waveshaper. • SPLIE è un doppio multiplo 1 su 3. • TRUMMOR è un drum synthesizer completo (recentemente potenziato con l’inserimento di un selettore ENV SPEED Slow/Fast), dotato di tone e noise programmabili. • TOHE è un controllo di tono hi/lo tilt regolabile a distanza.

10

  Vult Modular: https://github.com/modlfo/VultModules/releases

4

Mettere tutto insieme – esempi di programmazione

Teoricamente, questo capitolo potrebbe essere infinito. Rimanendo con i piedi per terra, cercheremo di fornire una collezione di patches più o meno generiche sviluppate per mettere in rilievo problematiche più o meno comuni nella sintesi del suono con i sistemi modulari. Ove possibile, per ciascuna patch suggeriremo possibili espansioni e daremo spunti di riflessione; nei casi più semplici, eviteremo di fornire anche uno schema a blocchi; qualore la patch raggiungesse dimensioni grafiche tali da rendere confuso seguirne gli sviluppi interni, se ne darà una versione grafica schematizzata. Cercheremo di usare solo i moduli della dotazione standard presenti dalla v.0.4.0 in avanti (Audible, Befaco, Core, Fundamental), in modo da garantire la massima compatibilità con le tipiche installazioni del programma. Come si legge una patch? Così come nell’analisi musicale di un brano, si parte dalla fine, cioè si procede a ritroso dall’uscita verso gli effetti (se utilizzati) e prima l’amplificatore, e prima ancora i trattamenti audio, eccetera eccetera, fino a raggiungere tutte le possibili sorgenti sonore. Solo in questo modo, non si correrà il rischio di tralasciare uno o più rami di eventuali programmazioni parallele (basterebbe pensare, da questo punto di vista, alla classica situazione della analog drum machine più bass line integrate nella stessa patch). A buon intenditore…

4.1 Patches di base In questa sezione, sono raggruppati comportamenti semplici, quasi sempre risolti con i moduli Fundamental, con i quali farsi le ossa padroneggiando i meccanismi più indispensabili. 4.1.1 Creare un Template

Un template è, in modo grossolano, un modello pronto all’uso e adatto a successive personalizzazioni. Ogni volta che si crea una nuova patch su Rack, è necessario caricare moduli

58  |  Capitolo 4 – Mettere tutto insieme – esempi di programmazione

indispensabili come interfaccia MIDI, interfaccia audio, eccetera. Per velocizzare le procedure, conviene salvare un corredo di moduli indispensabili, nominare la patch Template e partire sempre caricando quella patch come base per le successive programmazioni.

L’immagine qui sopra riproduce una possibile organizzazione di interfaccia MIDI to CV, VCA (indispensabile per gestire, attraverso moltiplicazione con inviluppo, il segnala della patch), interfaccia Audio Device e Fundamental SCOPE (per vedere quello che succede). Come è facile immaginare, posizione dei moduli e loro collegamento possono essere modificati a discrezione dell’utente.

Qui sopra, invece, un template appena più articolato, che comprende anche il modulo MIDI CC to CV presente nella sezione Core. Se lavorate costantemente con un MIDI controller dotato di comandi configurabili MIDI CC, è il caso di inserire anche questo comportamento già mappato nel vostro Template. Attenzione! La gestione dei MIDI CC ricevuti dall’esterno è di semplice somma applicata al valore di pannello del parametro destinazione; questo significa che, per garantire la totale escursione al MIDI CC esterno, potrebbe essere necessario mettere al minimo il parametro sul pannello comandi del modulo, con conseguenze pratica abbastanza seccanti.

Patches di base  |  59 

4.1.2 Patch 01 OscFltAmp

Un oscillatore Fundamental VCO collegato al filtro Fundamental VCF, e da questo all’amplificatore Fundamental VCA. Il segnale in uscita all’amplificatore è diviso in tre percorsi: due impegnano le uscite 1 e 2 dell’interfaccia Core Audio Device (per un ascolto dual mono/stereo) e la terza è inviata al Fundamental Scope per visualizzare la forma d’onda filtrata e amplificata. La patch è sviluppata nel vecchio ambiente 0.3.2, prima che i cavi stackable fossero resi disponibili. L’utente può fare allenamento e identificare in che modo (e dove) è possibile risparmiare spazio e CPU usando la sovrapposizione dei cavi in stack invece dei moduli Audible Multiples. Dalla Core MIDI Interface, il segnale di pitch 1V/Oct è agganciato al controllo di frequenza dell’oscillatore, la tensione di Gate è agganciata all’innesco del Fundamental ADSR Envelope; l’uscita di quest’ultimo, è divisa in due percorsi per controllare l’articolazione del filtro e quella dell’amplificatore. FUNDAMENTAL VCO

PITCH

MIDI DEVICE

FUNDAMENTAL VCF

FUNDAMENTAL VCA

FUNDAMENTAL ADSR

A.I. MULTIPLE

CORE AUDIO OUT PORT

FUNDAMENTAL SCOPE

GATE

>>Spunti di riflessione

• Sperimentare i timbri ottenibili con le diverse forme d’onda prodotte dal VCO. Verificare le variazioni di Pulse Width sull’onda quadra. • Sperimentre l’interazione tra programmazione ADSR, quantità di inviluppo inviata al filtro FREQ CV e frequenza di taglio FREQ. • Verificare i comportamenti ottenibili con variazioni di frequenza di taglio FREQ e resonance RES. • Programmare un inviluppo percussivo (A=0, D= 5, S=0, R=0) e verificare i diversi comportamenti ottenibili nell’amplificatore VCA con il controllo di tipo EXP e LOG. • Verificare le differenze timbriche raggiungibili sostituendo il comportamento low pass (uscita LPF) con il comportamento high pass (uscita HPF).

60  |  Capitolo 4 – Mettere tutto insieme – esempi di programmazione

• Apprezzare le differenze timbriche nei modi ANLG e DGTL previsti per le forme d’onda del VCO. • Sperimentare le diverse articolazioni ottenibili variando i valori dei parametri dell’inviluppo ADSR. • Se si vuole usare anche il Pitch Bend, usare la sezione intermedia del modulo MULTIPLE (il circuito Unity Gain Mixer) per sommare insieme i segnali di controllo 1V/oct e Pitch Wheel emessi dal Core MIDI Interface prima di inviarli all’intonazione 1V/OCT dell’oscillatore VCO; verificare come l’escursione del Pitch Bend sia incredibilmente ampia. Risolvere il problema con lo step successivo… • Caricare il modulo Befaco A*B+C; collegare all’ingresso C il segnale 1V/Oct e regolare C1 LEVEL su 1x (portandolo al massimo in senso orario); collegare l’uscita del modulo A*B+C all’ingresso 1V/OCT dell’oscillatore VCO e verificare la correttezza del tracciamento di tastiera. • Collegare l’uscita del Pitch Bend all’ingresso A1 sul modulo A*B+C; scalare la sua intensità usando il controllo B1 LEVEL fino a ottenere un’escursione di Bend pari a +/-2 semitoni. Qui a destra, è riprodotto un particolare della Patch 01a 1VOCT & Bend con il particolare del collegamento 1V/Oct e Pitch Bend agli ingressi A1 e C1 del modulo Befaco A*B+C e, da questo, al controllo d’intonazione 1V/OCT del VCO. 4.1.3 Patch 040 Fund Basic Synth

Patches di base  |  61 

Qui sopra, una possibile organizzazione di sintetizzatore base condotta solo usando moduli Fundamental: i segnali dei due oscillatori sono mixati prima di entrare il filtro e, da questo, raggiungono il VCA. Nella fila inferiore, sono raccolti i moduli di controllo: due generatori d’inviluppo (il primo è miscelato insieme a un modulo LFO per avere modulazione transiente e ciclica sulla frequenza di taglio); il segnale della Mod Wheel è usato, in un VC-Mix, per moltiplicare l’ampiezza di modulazione del modulo LFO dedicato alla produzione del vibrato sull’intonazione dei due oscillatori. Il modulo MIDI CC to CV è solo appoggiato e non converte alcun tipo di controllo. 4.1.4 Patch 02 2Osc2Env

Ora, ci sono due oscillatori VCO, sommati in un VC MIXER. Filtro VCF e amplificatore VCA hanno ciascuno il proprio generatore d’inviluppo ADSR dedicato. Per contenere gli ingombri, nel primo MULTIPLE, è stata usata la sezione centrale Unity Gain Adder come rozzo meccanismo per sdoppiare la tensione di Gate inviata ai due inviluppi ADSR1. Anche questa patch è sviluppata usando la dotazione “pre v.0.4.0.”. L’utente può modificarne la struttura usando i cavi stackable invece dei moduli Audible Multiple. A.I. MULTIPLE

FUNDAMENTAL VCO

FUNDAMENTAL VC-MIXER

FUNDAMENTAL VCO

FUNDAMENTAL VCF

FUNDAMENTAL VCA

FUNDAMENTAL ADSR

FUNDAMENTAL ADSR

A.I. MULTIPLE

PITCH

MIDI DEVICE

GATE

CORE AUDIO OUT PORT

FUNDAMENTAL SCOPE

A.I. MULTIPLE

>>Spunti di riflessione

• Verificare i comportamenti timbrici ottenibili tra i due oscillatori passando, progressivamente, dal lento detune all’accordatura per quarte, per quinte, per ottave. • Ricostruire il comportamento del classico Sub-Oscillator impostando il secondo VCO a un’ottava inferiore di distanza dal primo e facendogli generare un’onda quadra. • Sperimentare le differenti articolazioni timbriche e di volume ottenibili con i due generatori d’inviluppo ADSR indipendenti. 1

 Quando, a breve, saranno implementati i cavi virtuali di tipo stackables, le cose diventeranno più facili.

62  |  Capitolo 4 – Mettere tutto insieme – esempi di programmazione

• Per comprimere gli ingombri grafici e il carico sulla CPU, provare a sostituire il modulo Fundamental VC MIXER con il più compatto Befaco Mixer. Se necessario, anche questa patch può essere potenziata usando simultaneamente tracciamento di tastiera 1V/OCT e Pitch Bend sommati nel modulo Befaco A*B+C per il controllo degli oscillatori. 4.1.5 Patch 040 Fund MIDI CC

La struttura della patch è di tipo tradizionale, ma l’aspetto può risultare caotico per la presenza degli undici MIDI CC collegati alla gestione remota dei 4 + 4 parametri di inviluppo, alla frequenza di taglio, alla resonance, al drive. Come accennato in precedenza, il valore del MIDI CC convertito in tensione di controllo è semplicemente sommato alla regolazione di pannello del parametro destinazione. Per questo motivo, si è deciso di impostare al minimo i valori di Attack, Decay, Sustain e Release nei due inviluppi. Ovviamente, se non si interviene con i MIDI CC da fuori, la patch non può suonare con quel tipo di regolazioni “locali”. 4.1.6 Patch 03 LFO Vib-PW-Cut-AM

I moduli sono organizzati su due file: sopra il percorso audio, sotto le sorgenti di modulazione. L’audio è banale: oscillatore dentro filtro, dentro doppio amplificatore in cascata, interfaccia audio. Le modulazioni “normali” comprendono due ADSR per filtro e per amplificatore e l’accoppiamento 1V/Oct+Pitch Bend già illustrato in precedenza. In più, c’è un Tidal Modulator usato come LFO-Low Frequency Oscillator che raggiunge quattro diverse destinazioni:

Patches di base  |  63 

• Frequency Modulation Vibrato sul VCO attraverso porta FM (l’intensità del vibrato è regolabile col comando FM di pannello). • Pulse Width Modulation-Shape sul VCO attraverso porta PWM (l’intensità della modulazione è regolabile col comando PW CV di pannello). • Cutoff Modulation-Wah sul VCF attraverso somma preventiva con l’inviluppo ADSR di filtraggio (la somma avviene nel modulo Befaco MIXER; l’intensità del Wah è dosata dal livello di CH2). • Amplitude Modulation-Tremolo sul VCA attraverso tensione LFO unipolare scalata con il controllo B2 LEVEL nella sezione inferiore del modulo Befaco A*B+C. Si usa la sorgente unipolare perché un volume non può scendere sotto zero.

64  |  Capitolo 4 – Mettere tutto insieme – esempi di programmazione

Attenzione! La patch prevede – di default – il collegamento di Amplitude Modulation attivo. Se si vuole disabilitare la modulazione d’ampiezza, è necessario, a scelta, staccare il cavo che collega l’uscita della sezione inferiore A*B+C verso l’ingresso di AM LIN del VCA inferiore, oppure (consigliato ai più pazienti) è necessario creare un mixer con cui sommare una costante e la modulazione AM prima di indirizzarli alla porta AM LIN del VCA inferiore. >>Spunti di riflessione

• Verificare come diversi trattamenti (specialmente PWM e Vibrato) richiedano diverse velocità di modulazione da parte del modulo LFO. • Impratichirsi nei comandi del Tidal Modulator usato come sorgente di controllo ciclica; frequenza e forma d’onda si regolano agendo – ovviamente – sui parametri di pannello FREQUENCY, SHAPE, SLOPE e SMOOTHNESS. • Se necessario, si può resettare al Nota On la modulazione ciclica collegano il segnale Gate della MIDI Interface all’ingresso Trig (non è elegante, ma funziona) del Tidal Modulator. 4.1.7 Patch 04 FM Exp Audio

La patch contiene due oscillatori (il modulante a sinistra, il portante a destra) collegati tra loro in regime di modulazione di frequenza esponenziale. Questa tecnica non produce i risultati piacevolmente controllabili propri della FM Lineare, ma è comunque in grado di generare timbri armonicamente complessi, la cui articolazione di volume è data dall’inviluppo dell’oscillatore portante e quella “di timbro” è regolata dall’inviluppo dell’oscillatore modulante. Il doppio VCA lavora, nella sezione superiore, per sagomare dinamicamente la FM Exp ai danni dell’oscillatore portante; nella sezione inferiore, c’è il transito del segnale audio che viene ascoltato. In modo banale, il segnale 1V/Oct dell’interfaccia MIDI è portato ai due controlli d’intonazione degli oscillatori e la tensione di Gate è portata – sempre attraverso A.I. MULTIPLE – all’articolazione degli inviluppi.

Patches di base  |  65 

>>Spunti di riflessione

• Potenziare il meccanismo di controllo adottando il modulo Befaco A*B+C per aggiungere il Pitch Bend. • Variare le forme d’onda in uscita al VCO modulante e verificare le conseguenze timbriche sul contenuto armonico del VCO portante. • Variare la frequenza del VCO modulante per sperimentare i risultati ottenibili. • Nel caso si voglia scendere al regime di modulazione sub audio – per ottenere un vibrato – rallentare l’intonazione del VCO modulante inviando al suo ingresso FM una tensione di controllo negativa. • Per ottenere la tensione negativa, si può usare un modulo Befaco A*B+C, regolando al massimo il controllo C1 (costante 1x) e collegando l’uscita della sezione superiore all’ingresso A2 nella sezione inferiore; poi, mettendo al minimo il controllo B2, si scala a -2 il valore costante, ottenendo un controllo che, applicato alla porta FM dell’oscillatore modulante, riduce la frequenza a -2 ottave verso il basso. Questo accorgimento può essere usato come controllo “di lusso” per ottenere in maniera sicura un salto di ottava/e nell’intonazione di un oscillatore. Ovviamente, il modulo Befaco Even Oscillator – con il suo selettore d’ottava – facilita enormemente le cose… Alla pagina seguente, la riproduzione della Patch 04a From VCO to LFO, con l’esempio di utilizzo del modulo Befaco A*B+C in funzione di generatore costante C1(1x) * offset B2 (-2x) applicato all’intonazione del VCO/LFO modulante. Se si porta al massimo l’indice di modulazione FM nell’oscillatore VCO/LFO, la sua frequenza diventerà molto bassa. Attenzione a non esagerare. Nella Patch, l’ingresso X del modulo Fundamental SCOPE riceve il segnale audio dell’oscillatore modulato e l’ingresso Y riceve la tensione continua prodotta dal VCO/LFO. 4.1.8 Patch 05 FM Lin Audio

In maniera folkloristica, si usa il Modal Oscillator Audible Instruments con l’algoritmo FM. Il comando TIMBRE gestisce l’indice di modulazione – controllato a distanza attraverso inviluppo ADSR dedicato, e il comando COLOR gestisce l’intonazione del modulante interno. Le connessioni ancillari comprendono, banalmente: fornitura del controllo 1V/oct per l’intonazione; fornitura del Gate per l’articolazione d’inviluppo; triplicazione in multiplo del segnale audio verso le due porte audio dell’interfaccia Core e verso l’ingresso X del modulo fundamental SCOPE.

66  |  Capitolo 4 – Mettere tutto insieme – esempi di programmazione

>>Spunti di riflessione

• La sintesi in FM esponenziale è più “timbricamente devastante” della sintesi lineare, ma rende più complesso gestire l’intonazione percepita nel segnale prodotto dall’oscillatore portante; l’implementazione offerta dal Modal Oscillator non brilla per fedeltà al dettato accademico, ma è sempre interessante da approfondire. • Il musicista può modificare significativamente il risultato ottenibile lavorando con la frequenza dell’oscillatore modulante, con l’indice di modulazione ai danni del portante, con un diverso algoritmo di FM disponibile nel modulo stesso. 4.1.9 Patch 06 Auto Pan w CV Inversion

Ovvero: come sfruttare l’inversione di polarità sulle tensioni di controllo per ottenere Auto Pan. La mancanza, apparente, di un inverter dedicato all’interno della dotazione canonica di Rack può essere aggirata sfruttando le peculiarità di alcuni moduli particolarmente ingegnosi, come il Befaco A*B+C. In questo esempio, lo abbiamo sfruttato per realizzare una copia invertita del segnale di controllo impiegato per gestire il volume sui canali Left e Right (ottenendo, quindi, un classico effetto Auto Pan).

Patches di base  |  67 

>>Percorso audio

Il segnale generato dall’oscillatore VCO (e articolato attraverso il primo modulo A*B+C a sinistra nella patch, che viene impiegato come amplificatore) è sdoppiato in due rami paralleli che vanno nei due amplificatori contenuti nel modulo VCA. Da questo, i due segnali sono opportunamente sdoppiati per raggiungere tanto le porte di uscita audio 1 e 2 sulla Core Audio Interface quanto gli ingressi X e Y del Fundamental Scope. >>Percorso di controllo del sintetizzatore

Il generatore d’inviluppo ADSR visibile a sinistra nella schermata articola il segnale audio del “sintetizzatore minimo” usato per testare il meccanismo di Auto Pan; è innescato dal Gate di tastiera, inviato dalla Core MIDI Interface. Allo stesso modo, il VCO è intonato con la tensione 1V/Oct recuperata dalla Core MIDI Interface. >>Descrizione del meccanismo Auto Pan

La velocità e la traiettoria di Auto Pan sono decise con la frequenza e la forma d’onda del modulo A.I. Tidal Modulator posto in configurazione LFO (più che di forma d’onda, si dovrebbe quindi parlare dei parametri SHAPE, SLOPE e BRIGHTNESS…). Il segnale ciclico modulante prelevato all’uscita unipolare del modulo2 così prodotto è sdoppiato in due percorsi paralleli grazie a un A.I. MULTIPLE, ed ogni ramo è inviato all’ingresso di una sezione A*B+C del modulo posto vicino al VCA. >>Modulazione ad andamento positivo

Una copia del segnale modulante ciclico entra nella porta A1 del Befaco A*B+C e, come da funzionamento descritto in precedenza, è moltiplicabile per un’escursione massima -2/+2 ottenuta col controllo di pannello B1 LEVEL; con questo, si sceglie un valore sufficiente a garantire una buona escursione di livello nel VCA che lo riceverà alla porta di controllo LIN. >>Modulazione ad andamento negativo

Per ottenere il perfetto andamento Auto Pan, con l’apparente spostamento sinistro-destro-sinistro del segnale audio, è necessario controllare la coppia di due VCA collegati alle uscite Left e Right con lo stesso segnale disponibile in polarità “normale” e in polarità “invertita”. La seconda copia della modulazione ciclica unipolare generata dal Tidal Modulator è quindi collegata all’ingresso A2 della sezione inferiore nel modulo Befaco A*B+C e, in questo, moltiplicata per -2 (o il valore che si reputa adatto) con il controllo B2 LEVEL.   Si usa l’uscita unipolare per non “indurre in tentazione d’inversione” il VCA; qualsiasi amplificatore reagisce ai controlli di ampiezza compresi nel range 0/1. Eventuali controlli bipolari potrebbero portare, nel caso di sciatterie di progettazione, alla generazione di inversione in polarità nel segnale ripreso all’uscita dell’amplificatore controllato con tensione negativa… nel migliore dei casi, l’amplificatore non risponde ai controlli negativi. 2

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A questo punto, c’è un problema: l’amplificatore VCA che riceverà il segnale OUT2 del A*B+C così negato, dovrebbe lavorare con un escursione di valore che va da 0 a -2 e ritorno… ma un amplificatore VCA “normale” non può rispondere a un controllo di tensione negativo (il volume, insomma, non può scendere sotto zero…). È necessario spostare il segnale modulante riportandolo a forza nel campo dei valori positivi, pur lasciandolo con l’andamento invertito che è stato conquistato attraverso comando B2 LEVEL. Per riportare il segnale di controllo nel range dei valori positivi, si usa il valore di offset applicabile attraverso comando C2 LEVEL, in modo da traslare il tutto nuovamente al di sopra dello zero, pur rispettando il nuovo percorso. Il segnale invertito e sottoposto a offset, emesso da OUT 2 raggiunge il VCA inferiore alla porta di controllo LIN e aprirà il livello quando il gemello VCA superiore chiuderà il suo. L’ascoltatore al centro dei due canali Left-Righ opportunamente panpottati nel sistema di ascolto, avrà l’impressione dello spostamento automatico nel segnale da sinistra a denstra a sinistra (eccetera) alla velocità definita con il Tidal Modulator e con la traiettoria/ simmetria impostata con SHAPE, SLOPE e BRIGHTNESS. 4.1.10 Patch 040 Multi LFO Audible

La patch sfrutta una quantità significativa di LFO-2 per modulare in maniera ciclica e asincrona in parametri più importanti di due moduli Audible Wavetable Oscillator e Resonator. Altri due oscillatori a bassa frequenza, che lavorano in opposizione di fase,

Patches di base  |  69 

governano i livelli d’uscita sui due canali audio left-right. Il comando C2 LEVEL sezione inferiore del modulo Befaco A+B*C vicino allo SCOPE è usato come gestore di volume dell’intera patch. 4.1.11 Patch 040 Seq Basic

La patch fornisce la struttura di base – e non solo – per far lavorare lo step SEQ-3. Con il menu contestuale, il modulo di sequencer è impostato sul modo Retrigger (l’unico che permetta, sull’uscita GATE di generare un treno di impulsi con pause) ed è collegato all’articolazione dell’inviluppo ADSR (Gate Out), all’intonazione dell’oscillatore (previo latching con Sample & Hold) sulla Row A, all’accentazione attraverso DRIVE del filtro (sempre con latching preliminare e attenuazione rozza attraverso Bernoulli Gate) sulla Row B. La terza fila, Row C, è usata per modulare fortemente il Delay Time. 4.1.12 Patch 040 Seq & Sub & Perc

È una versione espansa della patch precedente; le uscite di gate individuali del modulo SEQ-3 sono prelevate e inviate ciascuna in una Bernoulli Gate che funziona rozzamente come on/off individuale, prima di essere sommate in una batteria di OR (realizzati con i moduli Audible Utility). Il treno d’impulsi così realizzato viene impiegato per innescare l’emissione di un mini sintetizzatore alloggiato nella terza fila del cabinet è composto da VCO-2, ADSR (tutti e due della serie Fundamental) e Befaco A+B*C come amplificatore; il segnale dell’inviluppo, oltre ad articolare le note, è usato anche per modulare dinamicamente la forma d’onda generata. Questa mini struttura di sintesi è trasposta real time dalla tensione 1V/Oct estratta dall’interfaccia MIDI to CV. In aggiunta, il Gate individuale degli step 3 e 7 è collegato ad un OR che pilota il suono di uno snare generato attraverso modulo Audible Modal Oscillator (visibile in basso

70  |  Capitolo 4 – Mettere tutto insieme – esempi di programmazione

a destra nella patch). Il segnale del sintetizzatore principale, del “sub sintetizzatore” e quello dello snare, sono sommati in un pre-delay-mixer per poter essere arricchiti dalle ribattute del modulo DELAY.

5

Funzioni di sintesi e come raggiungerle

Quando si lavora con un sistema modulare, hardware o software che sia, la cosa più difficile è imparare a raggiungere i propri obiettivi sfruttando al meglio le risorse disponibili nel proprio rack cabinet o, come nel caso di Rack, nel menu di moduli plug-in nativi o terze parti. Per questo motivo, abbiamo elencato i più diffusi argomenti che ricorrono nella sintesi del suono e li abbiamo collegati alle funzionalità disponibili nella piattaforma virtuale. Inizialmente, avevamo deciso di limitare questo indice analitico alle sole funzioni realizzabili con il blocco dei moduli previsti da Andrew Belt. In corso d’opera, abbiamo optato per l’inclusione delle diverse collezioni di moduli sviluppati da terze parti – l’aggiornamento è sempre a ottobre 2017. Come è facile immaginare, quando l’elenco dei moduli crescerà, porterà un conseguente adeguamento della lista di funzioni-prestazioni. A Adder Vedi “Mixer”. Adder, Precision Audible Instruments Multiples. Sezione inferiore. Amplitude Modulation, Exponential Fundamental VCA. Ingresso di controllo EXP. Fundamental VC MIXER Ingresso di controllo CV su ciascun canale. Amplitude Modulation, Linear Fundamental VCA. Ingresso di controllo LIN. Analog (Quality) Fundamental VCO. Selettore in posizione ANLG.

Armoniche Audible Instruments Macro Oscillator. Algoritmo HARM. Armonizzazione Sonus Dept. Modulo Harmony. Disponibilità simultanea di trasposizioni quantizzate sovrapposte al segnale CV 1V/OCT in ingresso. Attack, Modulation Fundamental ADSR. Ingresso di controllo CV ATT. Attenuator Audible Instruments Mixer. Befaco A*B+C Porta A1 con controllo B1LEVEL. Befaco Dual Atenuverter.

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B BPF – Band Pass Filter Audible Instruments Macro Oscillator. Algoritmo ZBPF. Bitcrusher Autodafe Blank Panel. Modulo BITCRUSHER. Bit, switching Sonus Dept. Modulo bitter. Accensione e spegnimento indipendente per gli otto bit di quantizzazione. C Chiptune Vedi “Toy”.

Compare Audible Instruments Meta Modulator. Algoritmo Comparison & Rectification. Sonus Dept. Modulo Paramath. Sezioni A ≥ B e A = B. Constant Source, unipolar Audible Instruments quad VC-Polarizer. Sorgente di controllo locale in assenza di segnale in ingresso. Constant Source, unipolar/bipolar Audible Instruments Mixer. Panel control senza segnale in ingresso. ML Modules. Modulo Constants.

Clap Autodafe Drum Kit. Modulo CLAP.

Crossfader Audibile Instruments Meta Modulator. Algoritmo Crossfade.

Claves Autodafe Drum Kit. Modulo RIM/CLAVES.

Cymbals Autodafe Drum Kit. Modulo CYMBALS.

Clock Source Audible Instruments Tidal Modulator. LFO mode, uscite UNI/BIP. Fundamental SEQ-3. Internal CLOCK e uscita GATES. JW Modules. Modulo CLOCK.

D Decay, Modulation Fundamental ADSR. Ingresso di controllo CV DEC.

Clock Divider Fundamental SEQ-3. External Clock all’ingresso EXT CLOCK e uscita GATES con suddivisione sugli individual Gate On/Off. Autodafe Blank Panel. Modulo CLOCK DIV. VCVRack Simple. Modulo Clock Divider.

Delay Time, Control Fundamental DELAY. Ingresso di controllo CV TIME.

Cloud Vedi “Granulation”. Cloud Generator Synthesis Technologies E-340 Cloud Generator. Uscita CHAOS. Color, Modulation Fundamental DELAY. Ingresso di controllo CV COLOR. Comb, Filter VULT Modular. Modulo RESCOMB resonant comb filter. Comb, Dirac Audible Instruments Macro Oscillator. Algoritmo Dirac Comb.

Delay Fundamental DELAY. NYSTHI Modules. Modulo MODEL 277.

Digital (Quality) Fundamental VCO. Selettore in posizione DGTL. Distributor Vedi “Multiples”. Audible Instruments Mixer Drive Fundamental VCF. Ingresso di controllo DRIVE. Dry/Wet Balance Fundamental DELAY. Ingresso di controllo CV MIX. Drum, Module Gli otto moduli sample playback presenti nella collezione Autodafe DrumKit. Drum, Synthesizer Vult Modules. Modulo TRUMMOR drum synthesizer.

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E Electronic Switch 1:2 Audible Instruments Bernoulli Gate. Probability completamente in senso orario e tensione 0/1 ingresso “p”. Envelope Generator Audible Instruments Tidal Modulator. AD Envelope. Audible Instruments Tidal Modulator. AR Envelope. Audible Instruments Tidal Modulator. Looped Envelope. Fundamental ADSR. Envelope Generator, Amplitude Controlled Audible Instruments Tidal Modulator. Condizione Envelope AD/AR, ingresso di controllo LEVEL. Even Wave Befaco Even Oscillator. Uscita EVEN. F Feedback, Modulation Fundamental DELAY. Ingresso di controllo CV FDBK. Feedback Oscillator Audible Instruments Macro Oscillator. Algoritmo Feedback Oscillator. Filter Vedi “Low Pass”, “Band Pass”, “High Pass”, eccetera… Fixed filter Bank Autodafe Blank Panel. Modulo FIXED FILTER BANK. Filter, Formant Autodafe Blank Panel. Modulo FORMANT FILTER. Filter, Multimode Autodafe Blank Panel. Modulo MULTIMODE FILTER. FOF – Fonction d’Onde Formantique Audible Instruments Macro Oscillator. Algoritmo VFOF. Foldback Autodafe Blank Panel. Modulo FOLDBACK. Freeze Audible Instruments Texture Synthesizer. Costante in ingresso FREEZE. NYSTHI Modules. Modulo MVERB. NYSTHI Modules. Modulo HI-VERB. NYSTHI Modules. Modulo TWISTEDMVERB.

Frequency Doubler Audible Instruments Utilities. Sezione superiore. Uscita in alto a destra (solo con alcune forme d’onda). Frequency Modulation, Exponential Audible Instruments Tidal Modulator. Condizione LFO in Audio Range, ingresso di controllo FM. Synthesis Technologies E-340 Cloud Generator. Ingresso di controllo FM. Befaco Even Oscillator. Ingresso 1V/Oct con attenuatore esterno. Fundamental VCO. Ingresso FM. Frequency Modulation, Linear Audible Instruments Macro Oscillator. Algoritmo FM. Audible Instruments Macro Oscillator. Algoritmo FBFM. Audible Instruments Macro Oscillator. Algoritmo WTFM. Befaco Even Oscillator. FM Input (non proprio… più correttamente, è un sapore diverso di FM Exp). FSK – Frequency Shift Keying Audible Instruments Macro Oscillator. Algoritmo QPSK. G Gate On/Off Fundamental SEQ-3. Individual Gate On/Off. Glide Vedi “Slew Limiter”. Granulation Audible Instruments Macro Oscillator. Algoritmo CLOU. Audible Instruments Macro Oscillator. Algoritmo PRCT. Audible Instruments Texture Synthesizer. Segnale esterno in IN L e IN R. H Hard Sync Vedi, “Sync, Hard” HiHat Autodafe Drum Kit. Modulo CLOSED HI HATS. Autodafe Drum Kit. Modulo OPE HI HATS. HPF – High Pass Filter Audible Instruments Macro Oscillator. Algoritmo ZHPF. Befaco Spring Reverb. Controllo HPF sul solo segnale wet. Fundamental VCF. Uscita HPF.

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I Inverter Audible Instruments Utilities. Sezione Superiore. Uscita in alto a destra. Audible Instruments Quad VC-Polarizer. Ingresso audio per tensione di controllo negata. Audible Instruments Mixer. Controllo di pannello in condizione bipolare. Befaco Mixer. Uscita –OUT. Befaco Dual Atenuverter. Controllo ATENUVERTER sul segnale in ingresso. Fundamental VC MIXER. Ingresso di controllo CV con tensione negativa su canale main MIX.

NYSTHI Modules. Modulo LOGIC. Sezione AND.

J-K Karplus-Strong Audible Instruments Macro Oscillator. Algoritmo PLUCK.

LPF – Low Pass Filter Audible Instruments Macro Oscillator. Algoritmo ZLPF. Fundamental VCO. Uscita LPF.

Kick, Analog Audible Instruments Macro Oscillator. Algoritmo KICK. Autodafe Drum Kit. Modulo KICK.

M Min/Max Audible Instruments Utilities. Sezione centrale. Uscita MIN e uscita Max. Sonus Dept. Modulo Paramath. Sezione MIN, MAX.

L Level Control 8-Channels Drum Mixer. Collezione Autodafe Drum Kit. LFO – Low Frequency Oscillator Audible Instruments Tidal Modulator. LFO Mode. Audible Instruments Wavetable Oscillator. Low Frequency Range. Befaco Even Oscillator. Tensione negativa applicata all’ingresso 1V/OCT. Befaco Rampage. Comportamento ciclico inserito e RANGE a bassa frequenza. Fundamental VCO. Frequenza al minimo e tensione negativa applicata all’ingresso 1V/OCT o FM. Autodafe Blank Panel. Modulo VC LFO. LFO, Amplitude Controlled Audible Instruments Tidal Modulator. Condizione LFO, ingresso di controllo LEVEL. Logic NYSTHI Modules. Modulo LOGIC. Logic AND Audible Instruments Utilities. Sezione centrale. Uscita MIN.

Logic NOT NYSTHI Modules. Modulo LOGIC. Sezione NOT. Logic OR Audible Instruments Utilities. Sezione centrale. Uscita MAX. NYSTHI Modules. Modulo LOGIC. Sezione OR. Logic XOR NYSTHI Modules. Modulo LOGIC. Sezione XOR. Loop Sonus Dept. Modulo Luppolo.

Mixer Befaco A*B+C. Ingressi A1, C1, A2, C2. Uscita Out2. Befaco MIXER. Fundamental VC MIXER. 8-Channels Drum Mixer. Collezione Autodafe Drum Kit. Mixer, 3 channel normalization Audible Instruments Mixer. Mixer, 4 channel normalization Audible Instruments Quad VCA. Audible Instruments Quad VC-Polarizer. Mixer, Unity Gain Audible Instruments Multiples. Sezione centrale. Audible Instruments Multiples. Sezione inferiore. ML Modules. Modulo Sum. Multimode Filter Autodafe Blank Panel. Modulo MULTIMODE FILTER. Vedi anche State Variable, Filter Multiples Audible Instruments Multiples. Sezione superiore.

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Autodafe Blank Panel. Modulo MULT 1:8 e Modulo MULTIPLE 1:8 x 2. MS Modules. Modulo MULT 2: 8 x 3.

Physical Modeling, Blow Audible Instruments Macro Oscillator. Algoritmo BLOW. Audible Instruments Modal Synthesizer. Eccitatore BLOW.

Multiplier Integra con “VCA”. Audible Instruments Quad VCA. Ingresso audio per ingresso di controllo. Befaco A*B+C. Ingresso A1 per Ingresso B1 o per valore B1 LEVEL.

Physical Modeling, Flute Audible Instruments Macro Oscillator. Algoritmo FLUT.

Mute Channel Autodafe 8-Channels Drum Mixer. N Noise Audible Instruments Macro Oscillator. Algoritmo NOIS. Audible Instruments Macro Oscillator. Algoritmo TWNQ. Noise, Metallic Audible Instruments Macro Oscillator. Algoritmo CYMB. Noise, White Audible Instruments Utilities. Sezione inferiore. Uscita NOISE. O Offset Befaco Dual Atenuverter. Controllo OFFSET sul segnale in ingresso. Oscillator Vedi “VCO”. P Panpot Control 8-Channels Drum Mixer. Collezione Autodafe Drum Kit. Phaser Autodafe Blank Panel. Modulo PHASER. Physical Modeling, Bell Audible Instruments Macro Oscillator. Algoritmo BELL. Audible Instruments Modal Synthesizer. Eccitatore STRIKE. Physical Modeling, Bow Audible Instruments Macro Oscillator. Algoritmo BOWD. Audible Instruments Modal Synthesizer. Eccitatore BOW.

Physical Modeling, Membrane Audible Instruments Resonator. Modello Membrane (LED blu). Audible Instruments Macro Oscillator. Algoritmo DRUM. Audible Instruments Modal Synthesizer. Eccitatore STRIKE. Physical Modeling, Strings Audible Instruments Resonator. Modello Strings (LED giallo). Physical Modeling, Sympathetic Strings Audible Instruments Resonator. Modello Sympathetic Strings (LED rosso). Portamento Vedi “Slew Limiter”. Pulse Wave Vedi anche “Square Wave” – in maniera discutibile, ma pratica per questa sede… Befaco Even Oscillator. Uscita Square Fundamental VCO. Uscita SQR e controllo P.WIDTH. PWM – Pulse Width Modulation Audible Instruments Macro Oscillator. Algoritmo Saw & Pulse Befaco Even Oscillator. Ingresso PWM. Fundamental VCO. Ingresso PWM e controllo PW CV. Q Quantizer ML Modules. Modulo HQuantizer. ML Modules. Modulo Quantum. Sonus Dept. Modulo Harmony. Disponibilità simultanea di trasposizioni quantizzate sovrapposte al segnale CV 1V/OCT in ingresso. R Ramp, Wave Audible Instruments Macro Oscillator. Algoritmo Ramp3. Befaco Even Oscillator. Uscita Ramp.

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Random Source MS Modules. Modulo Random Source collegato a una sorgente White Noise. Rectifier, Full Wave Audible Instruments Utilities. Sezione superiore. Uscita in basso a destra. Rectifier, Positive Audible Instruments Utilities. Sezione superiore. Uscita in basso a sinistra. Audible Instruments Meta Modulator. Algoritmo Comparison & Rectification. Release, Modulation Fundamental ADSR. Ingresso di controllo CV REL.

Audible Instruments Meta Modulator. Algoritmo Diode Ring-Modulation. Befaco A*B+C. Ingresso A1 per segnale B1. Sonus Dept. Modulo Paramath. Sezione A * B. Router, Random Audible Instruments Bernoulli Gate. S Sample & Hold Audible Instruments Utilities. Sezione inferiore. MS Modules. Modulo Random Source. Sample Rate, reduction Autodafe Blank Panel. Modulo BITCRUSHER.

Reset indirizzabile JW Modules. Modulo Clock.

Saw, Wave Audible Instruments Macro Oscillator. Algoritmo CSAW. Synthesis Technologies E-340 Cloud Generator. Uscita SAW OUT. Fundamental VCO. Uscita SAW.

Resonance, Modulation Fundamental VCF. Ingresso di controllo RES.

Scope Fundamental SCOPE.

Resonator, Filter Audible Instruments Resonator. Segnale audio in connessione IN.

Sequencer, Step Fundamental SEQ-3. Autodafe Blank Panel. Modulo 8-STEPS SEQUENCER. Autodafe Blank Panel. Modulo 16-STEPS SEQUENCER. Autodafe Blank Panel. Modulo TRIGGER SEQUENCER.

Reset Clock Divider Autodafe Blank Panel. Modulo CLOCK DIV.

Reverb Befaco Spring Reverb. ML Modules. Modulo FreeVerb. NYSTHI Modules. Modulo MVERB. NYSTHI Modules. Modulo HI-VERB. NYSTHI Modules. Modulo TWISTEDMVERB. Ride Autodafe Drum Kit. Modulo RIDE. Rim Shot Autodafe Drum Kit. Modulo RIM/CLAVES. Ring Modulator Audible Instruments Quad VC-Polarizer. Usare tensione di controllo bipolare in range audio. Audible Instruments Macro Oscillator. Algoritmo RING. Audible Instruments Meta Modulator. Algoritmo XOR. Audible Instruments Meta Modulator. Algoritmo Digital Ring Modulation.

Shape, Modulation Audible Instruments Tidal Modulator. Condizione LFO in Audio Range, ingresso di controllo SHAPE. Audible Instruments Macro Oscillator. Algoritmo Triangle-Ramp-Square-Pulse. Shift Register ML Modules. Modulo Sequential Shift Register. Sine, Wave Audible Instruments Macro Oscillator. Algoritmo Dirac Comb. Audible Instruments Macro Oscillator. Algoritmo Sine3. Befaco Even Oscillator. Uscita Sine. Synthesis Technologies E-340 Cloud Generator. Uscita SINE OUT. Fundamental VCO. Uscita SINE.

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Slew Limiter Befaco Slew Limiter.

Sustain, Modulation Fundamental ADSR. Ingresso di controllo CV SUS.

Slope, Modulation Audible Instruments Tidal Modulator. Condizione LFO in Audio Range, ingresso di controllo SLOPE.

Sync, Hard Audible Instruments Macro Oscillator. Algoritmo Sync Square. Audible Instruments Macro Oscillator. Algoritmo Sync Ramp. Befaco Even Oscillator. Porta H SYNC. Synthesis Technologies E-340 Cloud Generator. Ingresso SYNC. Fundamental VCO. Ingresso SYNC. Selettore in posizione HARD.

Snare, Analog Audible Instruments Macro Oscillator. Algoritmo SNAR. Autodafe Drum Kit. Modulo SNARE. Soft Sync Vedi “Sync, Soft”. Sound Source Vedi “VCO – Voltage Controlled Oscillator”. Vedi “Noise”. Square, Root Sonus Dept. Modulo Paramath. Sezione Square Root (A^2 + B^2). Square, Wave Audible Instruments Macro Oscillator. Algoritmo Triple Oscillator. Audible Instruments Macro Oscillator. Algoritmo Square3. Befaco Even Oscillator. Uscita Square. Fundamental VCO. Uscita SQR. State Variable, Filter Autodafe Blank Panel. Modulo MULTIMODE FILTER. VULT Modular. Modulo STABILE state variable filter. Stereo Level Control 8-Channels Drum Mixer. Collezione Autodafe Drum Kit. Sub, Wave Audible Instruments Macro Oscillator. Algoritmo SUB Square. Audible Instruments Macro Oscillator. Algoritmo SUB Ramp. SuperSaw Audible Instruments Macro Oscillator. Algoritmo Triple Oscillator. Audible Instruments Macro Oscillator. Algoritmo SuperRamp. Synthesis Technologies E-340 Cloud Generator. Ingresso di controllo SPREAD.

Sync, Soft Fundamental VCO. Ingesso SYNC. Selettore in posizione SOFT. Switch, Sequential ML Modules. Modulo Sequential Switch 8 to 1. ML Modules. Modulo Sequential Switch 1 to 8. T Toy Audible Instruments Macro Oscillator. Algoritmo TOY*. Triangle, Wave Audible Instruments Macro Oscillator. Algoritmo Triangle3. Audible Instruments Macro Oscillator. Algoritmo CLKN. Befaco Even Oscillator. Uscita Triangle. Fundamental VCO. Uscita TRI. Trigger ML Modules. Modulo Trigger Buffer. VCVRack Simple. Modulo Trigger. U-V VCA – Voltage Controlled Amplifier Audible Instruments quad VCA. Fundamental VCA. VCF – Voltage Controlled Filter. Fundamental VCF. VCO – Voltage Controlled Oscillator Audible Instruments Tidal Modulator. Condizione LFO in Audio Range. Befaco Even Oscillator.

78  |  Capitolo 5 – Funzioni di sintesi e come raggiungerle

Befaco Rampage. Comportamento ciclico inserito e RANGE ad alta frequenza. Fundamental VCO. VCO, Ampltitude Controlled Audible Instruments Tidal Modulator. Condizione LFO in Audio Range, ingresso di controllo LEVEL. Vocoder Audible Instruments Meta Modulator. Algoritmo Vocoder 1-2-3. VOSIM Audible Instruments Macro Oscillator. Algoritmo VOSM. W Wavefolding Audible Instruments Macro Oscillator. Algoritmo FOLD.

Audible Instruments Meta Modulator. Algoritmo Crossfolding. Wavetable Audible Instruments Macro Oscillator. Algoritmo WTBL. Audible Instruments Macro Oscillator. Algoritmo WMAP. Audible Instruments Macro Oscillator. Algoritmo WLIN. Audible Instruments Macro Oscillator. Algoritmo WTX4. Audible Instruments Wavetable Oscillator. X-Y-Z XOR, Modulation Audible Instruments Meta Modulator. Algoritmo XOR Modulation.

Indice

1 Introduzione

3

1.1 Installazione 1.1.1 Plug-in terze parti

4 5

1.2 L’ambiente di lavoro 1.2.1 Comandi della Toolbar 1.2.2 Installare i moduli nell’area di lavoro 1.2.2.1 Cancellare i moduli 1.2.3 Collegare i moduli tra loro 1.2.3.1 Cavi “stackable” 1.2.4 Menu contestuale (dalla v.0.3.2)

5 6 7 7 8 8 8

2 I moduli disponibili nella v.0.4.0 – Manuale di riferimento

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2.1 I moduli disponibili 10 2.1.1 I moduli Core  12 2.1.1.1 Core Audio device 12 2.1.1.2 Core MIDI to CV 13 2.1.1.3 Core MIDI CC to CV 13 2.1.2 I moduli Audible Instruments 14 2.1.2.1 Audible Instruments Macro Oscillator 14 2.1.2.2 Audible Instruments Modal Synthesizer 20 2.1.2.3 Audible Instruments Tidal Modulator 22 2.1.2.4 Audible Instruments Wavetable Oscillator 24 2.1.2.5 Audible Instruments Texture Synthesizer 24 2.1.2.6 Audible Instruments Meta Modulator 26 2.1.2.7 Audible Instruments Resonator 28 2.1.2.8 Audible Instruments Multiples 29 2.1.2.9 Audible Instruments Utilities 30 2.1.2.10 Audible Instruments Mixer 31 2.1.2.11 Audible Instruments Bernoulli Gate 31 2.1.2.12 Audible Instruments Quad VC-Polarizer 32

2.1.2.13 Audible Instruments Quad VCA 33 2.1.2.14 Audible Instruments Keyframer/mixer 33 2.1.3 I moduli Befaco 35 2.1.3.1 Even Oscillator 35 2.1.3.2 Rampage 37 2.1.3.3 A*B+C38 2.1.3.4 Spring Reverb 39 2.1.3.5 Mixer 39 2.1.3.6 Slew Limiter 40 2.1.3.7 Dual Atenuverter 40 2.1.4 ll modulo Synthesis Technology 41 2.1.4.1 Synthesis Technology E340 Cloud Generator 41 2.1.5 I moduli Fundamental  42 2.1.5.1 VCO-1 – Voltage Controlled Oscillator 1 43 2.1.5.2 VC0-2 – Voltage Controlled Oscillator 2 44 2.1.5.3 VCF – Voltage Controlled Filter 44 2.1.5.4 VCA – Voltage Controlled Amplifier 45 2.1.5.5 LFO-1 – Low Frequency Oscillator 1 45 2.1.5.6 LFO-2 – Low Frequency Oscillator 2 46 2.1.5.7 DELAY  46 2.1.5.8 ADSR – Attack, Decay, Sustain, Release 47 2.1.5.9 VC-MIXER – Voltage Controlled Mixer 47 2.1.5.10 Scope  48 2.1.5.11 SEQ-3  49 3 Una panoramica dei moduli prodotti da terze parti 3.1 Le diverse collezioni 3.1.1 Autodafe Blank Panel 3.1.2 Autodafe Drum Kit 3.1.3 JW Modules

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80  |  Indice

3.1.4 ML Modules 3.1.5 MS Modules 3.1.6 NYSTHI 3.1.7 VCVRack – Simple 3.1.8 Sonus Dept.  3.1.9 Vult Modular

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4 Mettere tutto insieme – esempi di programmazione57 4.1 Patches di base 4.1.1 Creare un Template 4.1.2 Patch 01 OscFltAmp

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4.1.3 Patch 040 Fund Basic Synth 60 4.1.4 Patch 02 2Osc2Env 61 4.1.5 Patch 040 Fund MIDI CC 62 4.1.6 Patch 03 LFO Vib-PW-Cut-AM62 4.1.7 Patch 04 FM Exp Audio 64 4.1.8 Patch 05 FM Lin Audio 65 4.1.9 Patch 06 Auto Pan w CV Inversion 66 4.1.10 Patch 040 Multi LFO Audible 68 4.1.11 Patch 040 Seq Basic 69 4.1.12 Patch 040 Seq & Sub & Perc 69 5 Funzioni di sintesi e come raggiungerle71