Opere. Frammenti postumi 1888-1889 [Vol. 8.3] [PDF]

  • 0 0 0
  • Gefällt Ihnen dieses papier und der download? Sie können Ihre eigene PDF-Datei in wenigen Minuten kostenlos online veröffentlichen! Anmelden
Datei wird geladen, bitte warten...
Zitiervorschau

Friedrich Nietzsche Frammenti postumi 1 888-1 889

ii Adelphi

Volume VIII, tomo III delle

« Opere di Friedrich Nietzsche EdIzIone italiana condotta sul Iesto crltieo stabilito da Giorgio Colli e Mazzino Montinari

CLASSICI 29

OPERE DI FRIEDRICH NIETZSCHE EDIZIQNE ITALIANA DIRETTA DA G. COLLI E M. MONTINARI ~k

VOLUME VIII- TOMO III TESTO CRITICO ORIGINALE STABILITO DA GIORGIO COLLI E MAZZINO MONTINARI

FRIEDRICH NIETZSCHE

FRAMMENTI POSTUMI 1888 -1889 VERSIONE DI SOSSIO GIAMETTA

à ADELPHI EDIZIONI

SECONDA EDIZIONEZ SETTEMBRE

Edizione critica delle «Opere complete» c dei testi finora inediti di Friedrich Nietzsche, condotta sui manoscritti originali. Tutti i diritti di riproduzione, di traduzione e di utilizzazione sono riservati per tutti i paesi compresa l'U.R.S.S.

© 1974 ADELPHI EDIZIONI s.P.A., MILANO, PER LA LINGUA ITALIANA © WALTER DE GRUYTER & co., BERLIN, PER LA LINGUA 'rEnEscA © EDI-rIoNs GALLIMARD, PARIS, PER LA LINGUA FRANCESE © HAKUSUISHA PUBLISHING COMPANY, TOKIO, PER LA LINGUA

GIAPPONESE

060292

CRITERI DELL'EDIZIONE

In questo terzo tomo dell'ottavo volume delle «Opere›› di Friedrich Nietzsche sono tradotti i frammenti postumi del periodo compreso tra gli inizi del 1888 e iprimi di gennaio del 1889. La traduzione si fonda sul testo tedesco pubblicato presso Walter de Gruyter, nel quadro della nostra edizione critica: Nietzsche, Werke. Ifritische Gemmtausgabe, sezione VIII, volume 3, Berlin 1972. Fino a oggi una parte dei frammenti qui pubblicati era nota attraverso due arbitrarie compilazioni apparse nel 1901 e nel 1906 (191 I) sotto il titolo: Der Wille zur Macht. Versuch einer Umwerthung aller Werthe. Tali pubblicazioni (in modo particolare la seconda, canonica, nota fino a oggi come la principale opera filosofica di Nietzsche) comprendevano frammenti scritti tra il 1883 e il 1888, che gli editori dell°«Archivio Nietzsche» di Weimar avevano pubblicato secondo un criterio sistematico, nella pretesa di rendere nota un'opera cui Nietzsche in realtà aveva rinunciato, come risulta dai suoi manoscritti (sulla questione si veda quanto è detto nel volume VI, tomo 111, pp. 4.61-467 di questa edizione). I frammenti postumi del periodo fra l°estate-autunno 1882 e l°inizio di gennaio 1889, una parte cospicua dei quali era sinora inedita, vengono pubblicati per intero e

in ordine cronologico nei sei tomi dei volumi V11-VIII della presente edizione. In questo terzo tomo dell'ottavo volume, il lettore potrà seguire l°ev0lversi dei piani di Nietzsche, fino alla decisione di rinunciare all'opera inti-

tolata Volontà di potenza, e integrare coi testi qui offerti le notizie già date nel tomo terzo del volume sesto a propo-

sito della nascita del Caso Wagner, del Crepuseolo degli idoli, e degli scritti postumi: Anticristo, Ecce homo, Nietzsche contra Wagner.

L'assenza nel presente volume del gruppo 20 dei frammenti postumi, che nell”edizione originale comprende tutti i frammenti poetici dell`estate del 1888, è dovuta al

fatto che essi sono già stati pubblicati in traduzione con testo a fronte nel tomo Iv del volume v1 dell'edizione italiana.

XII

CRITERI DELL'EDIZIONE

Tutti i manoscritti di Nietzsche sono conservati nell'Archivío Goethe-Schiller di Weimar (Repubblica Democratica Tedesca), che oggi accoglie anche i fondi dell'ex Archivio Nietzsche. Il nostro lavoro a Weimar ha trovato Pappoggio amichevole e sollecito del compianto professor Helmut Holtzhauer, prematuramente scomparso nel dicembre del 1973, direttore generale delle «Nationale Forschungsund Gedenkstätten dcr klassischen deutschen Literatur›› di Weimar. Il nome di Helmut Holtzhauer, senza il cui aiuto la nostra attività più che decennale nell'archivio e negli altri istituti di Weimar non sarebbe stata possibile, rimarrà per sempre legato anche alla pubblicazione della

prima edizione critica delle opere di Nietzsche. Al professor Karl-Heinz Hahn, direttore dell'Archivio GoetheSchiller, esprimiamo pure la nostra gratitudine. Un valido aiuto per la decifrazione di alcuni passi controversi ci è venuto dalla signora Anneliese Clauss, dell'Archivio Goethe-Schiller. Il nostro ringraziamento va anche al dottor Hans Henning, direttore della «Zentralbibliothek der deutschen Klassik» di Weimar: in questa biblioteca si conservano le bozze e le prime edizioni delle opere di Nietzsche e tutto quanto è rimasto della sua biblioteca personale.

P1ANo_ DELUOPERA Vol. 1: Scritti giovanili e studi filologici fino al 1868. Vol. 11, tomo 1: Lezioni universitarie e studi filologici dal 1869 al 1873. Vol. 11, tomo 11: Lezioni universitarie e studi filologici dal 1874 al 1878. Vol. 111, tomo 1: La nascita della tragedia. Considerazioni inattuali, 1-111. Vol. 111, tomo 11: La filosofia nell°epoca tragica dei Greci e Scritti dal 1870 al 1873. Vol. 111, tomo 111, parte 1: Frammenti postumi 1869-1872. Vol. 111, tomo 111, parte 11: Frammenti postumi 1872-1874. Vol. Iv, tomo 1 : Considerazioni inattuali, Iv (Richard Wagner a Bayreuth). Frammenti postumi (1875-1876). Vol. Iv, tomo 11: Umano, troppo umano, 1. Frammenti postumi (1876-1878). Vol. Iv, tomo 111: Umano, troppo umano, 11. Frammenti postumi (1878-1879). Vol. v, tomo 1: Aurora. Frammenti postumi (1879-1881). Vol. v, tomo 11: Idilli di Messina. La gaia scienza. Frammenti postumi (1881-1882). Vol. V1, tomo 1: Così parlò Zarathustra. Vol. v1, tomo 11: Al di là del bene e del male. Genealogia della morale. Vol. V1, tomo 111: Il caso Wagner. Crepuscolo degli idoli. L'anticristo. Ecce homo. Nietzsche contra Wagner. Vol. v1, tomo Iv: Ditirambi di Dioniso. Poesie dal 1882 al 1888 (con testo a fronte). Vol. v1I, tomo 1, parte 1: Frammenti postumi 1882-1884. Vol. V11, tomo 1, parte 11: Frammenti postumi 1882-1884. Vol. V11, tomo 11: Frammenti postumi 1884. Vol. v11, tomo 111: Frammenti postumi 1884-1885. Vol. v111, tomo 1: Frammenti postumi 1885-1887. Vol. V111, tomo 11: Frammenti postumi 1887-1888. Vol. V111, tomo 111: Frammenti postumi 1888-1889.

SEGNI E SIGLE USATI NELLE NOTE E NEL TESTO

BN

Testo interrotto (anche nel testo) Una parola indecifrabile nel manoscritto (anche nel testo) Due parole indecifrabili nel manoscritto (anche nel testo) Tre 0 più parole indecifrabili nel manoscritto (anche nel testo) Lacuna nel manoscritto presumibilmente di una parola (anche nel testo) Lacuna indeterminata nel manoscritto (anche nel testo) Integrazione degli editori (solo nel testo) Nota degli editori; tra parentesi quadra, entro un testo di Nietzsche citato nelle note Grossoktav-Ausgabe: Pedizione degli scritti di Nietzsche curata dall'Archivio Nietzsche (Lipsia 1895 sgg.), da cui dipendono tutte le altre edizioni finora note (anche quella di Karl Schlechta, Monaco 1956-58) Der Wille zur Macht, ed. 1901 (cfr. «Concordanza››) Der Wille zur Macht, ed. 1911 (cfr. «Concordanza››) Libri della biblioteca di Nietzsche

VM WS FW

Il viandante e la sua ombra La gaia scienza

-.--'_

[-] [-'-] [- - -] [+] [+++] < › NdE GA

WM* WM2

Opinioni e sentenze diverse

Za

Così parlò Zarathustra

I-IGB GM WA GD AC Eh NW

Al di là del bene e del male

DD

Genealogia della morale

Il caso Wagner Crepuscolo degli idoli

L°anticristo Ecce homo

Nietzsche contra Wagner Ditirambi di Dioniso

FRAMMENTI POSTUMI 1888-1889 VERSIONE DI SOSSIO GIAMETTA

[13 =Z II 3b. INIZIO-PRIMAVERA 1888]

13 [1] Divenire ed essere. Il punto di vista del valore. Che cosa sono i valori? In che senso piacere e dispiacere non sono criteri di valore ultimi. Come si porta al potere la virtù. Caratterizzazione del cristianesimo - della filosofia

greca. L'egoismo come equivoco. L'Europeo dell'avvenire. Metamorfosi del nichilismo: il libertinaggio dello spirito, il vagabondaggio. La discendenza di Rousseau: - - L°istinto gregario. 13 [2] La mancanza di senso; valore del prossimo, il piccolo senso; gerarchia. Il grande meriggio (le due vie). Del privilegio dei pochissimi. Psicologia (teoria degli affetti) come morfologia della volontà di potenza (Non «felicità» come motivo). I valori metafisici ridotti. Fisiologia della volontà di potenza. Per la storia del nichilismo (eudemonismo come una FORMA del sentimento dell°insensatezza del tutto). Che cosa vogliono dire i moralisti e i sistemi morali? Teoria delle formazioni dominanti. Egoismo. Altruismo. «Gregge››. La volontà di potenza nella storia. (Dominio sulle forze di natura, sulla vita economica). Prospettiva cosmologiea. Dipendenza dei valori artistici. Che cos°è classico? « bello ››? romantico?, ecc. L'eterno ritorno.

4.

FRAMMENTI POSTUMI

13 [3]* I. Per la storia del nichilismo europeo. (Equivoco del pessimismo). Che cosa manca? Essenzialmente: manca il senso. Declino di tutti gli altri valori supremi. La forza di idealizzazione si è rivolta all'opposto. I. La volontà di verità. Punto di partenza: declino

del valore «verità››. - I tipi dominanti fino a ora. Declino dei tipi dominanti. IV Sulla dottrina dell'eterno ritorno. In quanto mar-

tello. - Per la storia della gerarchia. 1 Fisiologia delle funzioni organiche. 2 Psicologia degli affetti.

II. Che cosa significano i moralisti e isistemi di morale. IV Noi uomini dell°avvenire. Sul privilegio dei pochissimi e sul privilegio dei moltissimi. II Origine dei concetti supremi di valore («metafisica››). «Gregge ››; «uomo buono», ecc. formazioni di dominio. II I valori estetici, origine, critica. IV Gerarchia dei valori. 13 [4]* A. Dell'avvento del nichilismo 1. «Verità››. Del valore della verità. La fede nella verità. ~Tramonto di questo valore supremo. Somma di tutto ciò che è stato fatto contro di esso. 2. Tramonto di ogni forma di fede. 3. Tramonto di tutti i tipi dominatori. B. Della necessità del nichilismo 4. Origine dei valori finora tenuti supremi. 5. Che cosa vogliono direi moralisti e i sistemi morali.

6. Critica dei valori estetici.

1N1z1o-1›R1MAvE1›.A Issa 13 [3-s]

5

C. Delfautosuperamento del nichilismo

7. La volontà di potenza: considerazione psicologica 8. La volontà di potenza: considerazione fisiologica. 9. La volontà di potenza: considerazione storico-sociologiea.

D. I superatori e i superati 1o. Del privilegio dei pochissimi.

1 1. Il martello: teoria dell'eterno ritorno. 12. Della gerarchia dei valori. (Ogni libro 150 pagine. Ogni capitolo 50) 13 [5]*

Sei lontano:

non amore né odio.

Come su cittadella antica, ritorna in te!

[l4=W II 5. PRIMAVERA 1888]

Nizza, 25 marzo 1883

Arte. Prefazione

14 [1]

Se devo parlare di arte, questo in me non va

d'accordo con atteggiamenti ipocondriaci: voglio parlarne così come parlo con me stesso, in passeggiate

solitarie e silvestri, quando talvolta riesco a cogliere al volo e a tirar giù dal cielo nella mia vita una felicità e un ideale sacrileghi.* Passare la propria vita fra cose delicate e assurde; estraneo alla realtà; metà artista, metà uccello e metafisico; senza sì e no per la realtà, solo riconoscendola di tanto in tanto al modo di un

buon danzatore sulle punte dei piedi; sempre solleticato da qualche raggio solare di felicità; rallegrato e incoraggiato perfino dalle tribolazioni - ché le tribolazioni conservano colui che è felice -; attaccando

una piccola coda di farsa anche alle cose più sante: questo, come ben s°intende, è l'ideale di uno spirito pesante, pesante quintali, dì uno spirito della pesantezza . . . 14 [2] Homoeopathica L°effetto delle dosi infinitesimali: esso è specifico nei malati di nervi: ego. «Si è tanto più infelici quanto più si è intelligenti». Schopenhauen* 14 [3] Le fasi impercettibili: quella dell'eccitazione, subito dopo quella dell'esaurimento. Si può provocare il sonno ipnotico con ogni sorta di eccitazioni sensoriali (della vista, dell'udito, dell°odorato), solo esse devono essere abbastanza forti e lunghe; il primo effetto è sempre quello di un potenziamento generale della mobilità. Infine però esaurimento de l'iryiux ce're'bral. L'eccitazione fa agire una forza che si esaurisce . . .

IO

FRAMMENTI POSTUMI

14 [4] Ps)/chologica Il desiderio è piacevole, quando ci si crede abbastanza forti da raggiungerne l°oggetto; come rappresentazione di ciò che accrescerà il nostro senso della potenza: primo inizio del piacere;

altrimenti spiacevole; e tosto respingente. Il desiderio diventa uno stato di emergenza: come in Schopenhauer. 14 [5]*

Religione. Decadenza La pericolosità del cristianesimo

Sebbene il cristianesimo abbia messo in primo piano la dottrina del disinteresse e dell'amore, il suo effetto

storico vero e proprio rimane pur sempre il potenziamento dell°egoismo fino all°estremo possibile: questo estremo è la fede nell°immortalità individuale. L'individuo era diventato così rilevante, che non era più possibile sacrificarlo: davanti a Dio le «anime» erano tutte eguali. Ma ciò vuol dire mettere in questione la vita della specie e nel modo più pericoloso: ciò favorì una prassi, che è l°esatto opposto dell°interesse della specie. L'a1truismo del cristianesimo è una concezione che mette in pericolo la vita stessa: esso stabilisce che tutti sono eguali . . . Ma in questo modo è sovvertito l'andamento naturale dello sviluppo . . . e con esso tutti i valori naturali. Se l'ammalato deve avere lo stesso valore del sano (o addirittura anche di più, come afferma Pascal).* Questo amore universale per gli uomini è nella prassi un privilegiare tutti i sofferenti, i diseredati, i malati. Ha indebolito la forza di sacrificare uomini: ha voluto ridurre la responsabilità al sacrificio di se stessi; ma proprio questo assurdo altruismo personale non ha valore alcuno dal punto di vista della selezione. Si rimarrebbe gabbati, se si volesse restare ad aspettare quelli che vogliono sacrificarsi per conservare la specie . . .

PRIMAVERA isss 14[4-6]

11

Tutti i grandi movimenti, le guerre, ecc. inducono gli uomini a sacrificarsi: ma sono iforti che diminuiscono continuamente il loro numero in questo modo . . . Al contrario i deboli possiedono un tremendo istinto che li induce a risparmiarsi, a conservarsi, a sostenersi reciprocamente . . . Questa «reciprocità della conservazione» dovrebbe essere quasi la virtù e, in ogni caso, l°amore per gli uomi-

ni! . . . Tipico: costoro vogliono essere protetti dallo Stato, credono che questo «sia il suo supremo dovere ››! Sotto la lode generale dell°«altruismo» si nasconde

Pistinto, per cui, se tutti si soccorrono a vicenda, l'individuo si conserva nel modo migliore . . . è Pegoismo dei deboli ad aver creato la lode, la lode esclusiva delPaltruismo . . . ' La pericolosa antinaturalezza del cristianesimo: essa impedisce la selezione 1) essa inventa un valore immaginario della persona, così eccessivo e importante, che tutti finiscono per avere più o meno lo stesso valore; 2) essa stabilisce come supremo criterio di valore l°istinto protettivo di conservazione dei deboli tra loro, essa è nemica soprattutto del modo con cui la natura tratta i deboli e i diseredati: danneggiandoli, sfruttandoli, distruggendoli . . . 3) essa non vuole ammettere che il tipo supremo di uomo è l'uomo ben riuscito e felice . . _ essa è la calunnia, Pavvelenamento, Pintaccamento di ogni scala di valori naturale. 14 [6] Volontà di potenza come morale Comprendere la connessione reciproca di tutte le forme di corruzione, senza dimenticare la corruzione cristiana Pascal come tipo

I2

FRAMMENTI POSTUMI

così pure non dimenticare la corruzione socialistacomunista (una conseguenza di quella cristiana)

la più alta concezione della società da parte dei socialisti è la più bassa nella gerarchia delle società;

la corruzione dell'«aldilà››: quasi che ci fosse, al di fuori del mondo reale, quello del divenire, un mondo

dell'essere. Qui non ci possono essere patti: qui bisogna eliminare, distruggere, far guerra - si devono ancora cavar fuori da ogni parte i valori cristiano-nichilistici e combat-

terli sotto ogni maschera . . . dall°attuale sociologia per esempio, dall'attuale musica per esempio, dall°attuale pessimismo (tutte forme dell°ideale cristiano dei valori -). Delle due cose, o è vera l'una o è vera l'altra: vera, ossia, qui, che eleva il tipo d'uomo . . . Il prete, il curatore d'anime come forme d'esistenza rìprovevoli.

Tutta quanta Peducazione è stata finora impotente, inconsistente, senza centro, affetta dalla contraddizione dei valori I 14 [7] Sulla modernità La viltà di fronte alla coerenza -il vizio moderno. Romanticismo: ostilità verso il Rinascimento (Chateaubriand, Wagner) l'ideale antico dei valori il dominio dell'intellettualità il gusto classico, lo stile semplice, severo, grande i «felici ›› i «bellicosi››. 14 [8] Valore . . . Il massimo quantum di potenza che l'uomo riesce a incorporare -

PRIMAVERA Issa 14[c›-9]

13

° \ l › uomo._ non l › uma111ta . . . L°umanità è molto più un mezzo che non un fine.

Si tratta del tipo: Pumanità è solo il materiale sperimentale, l°enorme eccedenza di tutto quanto è fallito, un campo di macerie . _ . 14 [9]

Nichilismo

Niente sarebbe più utile e più da promuovere di un coerente nichilismo dell°azione: tutti i fenomeni del cristianesimo, del pessimismo, cosi come io li intendo, si esprimono in questo modo: «siamo maturi per non essere; per noi è ragionevole non essere». Questo linguaggio della «ragione» sarebbe in questo

caso anche il linguaggio della natura selettiva. Ciò che invece è da condannare oltre ogni dire sono i mezzi termini, equivoci e vili, di una religione, come

il cristianesimo, o meglio della Chiesa: che, invece di incitare alla morte e all'autodistruzione, protegge e fa moltiplicare tutto ciò che è fallito e malato Problema: con quali mezzi si può raggiungere una forma rigorosa di grande nichilismo contagioso: una forma che, con coscienziosità scientifica, insegni e pratichi la morte volontaria . . . (e non il continuare a vegetare fiaccamente, con gli occhi fissi verso una falsa sopravvivenza) . Non si potrà mai condannare abbastanza il cristianesimo per aver tolto pregio al grande movimento nichilistico puri/icatore, quale forse era già sulla via di attuarsi, con l'idea dell'ir_nmortalità della persona privata e del pari con la speranza della resurrezione: insomma sempre impedendo l'atto del nichilismo, il suicidio . . . Esso vi sostituì il suicidio lento; a poco a poco una vita piccola e povera, ma lunga; a poco a poco una vita affatto ordinaria, borghese, mediocre, ecc.

14.

FRAMMENTI POSTUMI

14 [Io]

Religione come decadenza Critica del cristianesimo Ci vogliono grandi crisi di selezione e di purificazione: introdotte in ogni caso da religioni e filosofie nichilistiche. Si comprende che il cristianesimo è qualcosa di immortalmente mancato e fallito: da mezzo di selezione ne divenne il nemico, un ostacolo, un arbusto velenoso. 14 [1 1] Gli affetti aflermativi L°orgoglio la gioia la salute l°amore dei sessi l'ostilità e la guerra il rispetto 8

i bei gesti, le belle maniere, gli oggetti belli la volontà forte la disciplina educativa dell'intellettualità elevata la volontà di potenza la riconoscenza verso la terra e la vita: tutto ciò che è ricco e vuole dare qualcosa di sé, e ricolma la vita di doni, la rende aurea eterna e divina ~ tutta la forza delle virtù trasfiguratrici . . . tutto ciò che approva, dice sì, fa sì 14 [12] 14 [13]

Preti e altri puliscipenne, calamari ~*

Fisiologia delle religioni nichilistiche un' tipico decorso morboso NB. - Le religioni nichilistiche tutte quante: storie di malattie sistematizzate sotto una nomenclatura religiosomorale. -Nel culto pagano è il grande ciclo annuo, intorno all'interpretazione del quale ruota il culto.

PRIMAVERA Issa 14[1o-14]

15

-Nel culto cristiano, un ciclo di fenomeni di paralisi, quelli intorno ai quali ruota il culto . . . «La fede», una forma di malattia mentale, il pentimento la redenzione tutti fatti di nevrastenia la preghiera il peccato, un'idea fissa,

l'odio per la natura, per la ragione. La concezione cristiana come malattia. Il cristianesimo come sintomo di decadenza fisiologica. 14 [14]*

Contromovimento - arte Nascita della tragedia III Queste due forze naturali dell'arte vengono da Nietzsche contrapposte come il dionisiaco e l'apollineo; egli sostiene che - - - Con il termine «dionisiaco ›› si esprime: un impulso verso l'unità, un dilagare al di fuori della persona, della vita quotidiana, della società, della realtà, come abisso dell°oblio, come traboccare appassionato-doloroso in stati d°animo più oscuri, più pieni, più fluttuanti; un'estatica accettazione del carattere totale della vita, come l'uguale in ogni mutamento, Pugualmente potente, Pugualmente beato; la grande e panteistica partecipazione alla gioia e al dolore, che approva e santifica anche le qualità più terribili e problematiche della vita, attingendo dall°eterna volontà di generazione, di fecondazione, di eternità: come sentimento unitario della necessità di creare e distruggere . . . Col termine apollineo si esprime: l'impulso verso il perfetto essere per sé, verso l'«individuo›› tipico, verso tutto ciò che semplifica,

I6

FRAMMENTI POSTUMI

pone in rilievo, rende forte, chiaro, inequivocabile, ti-

pico: la libertà sotto la legge. Lo sviluppo ulteriore dell°arte è legato all'antagonismo di queste due forze artistiche della natura così neces-

sariamente come lo sviluppo ulteriore dell”umanità è legato all'antagonismo dei sessi. La pienezza della potenza e la moderazione, la più alta afiermazione di sé

in una bellezza fredda, aristocratica, ritrosa: l°apollinismo della volontà ellenica. L'origine della tragedia e della commedia come il veder presente un tipo divino, in uno stato di estasi totale, come un rivivere la leggenda locale, la visitazione, il miracolo, Patto di fondazione, il dramma. Questo antagonismo tra dionisiaco e apollineo nell'anima greca è uno dei grandi enigmi, da cui Nietzsche si sentì attratto, considerando la natura greca. Nietzsche in fondo non si preoccupò se non di indovinare perché proprio l°apollinismo greco dovesse svilupparsi da un sottosuolo dionisiaco; perché il Greco dionisiaco avesse bisogno di divenire apollineo, ossia di spezzare la sua volontà tesa verso l°immane, il molteplice, l°incerto, l'orribile mediante una volontà di misura, di semplicità, di ordine sotto la norma e il concetto. Nel fondo del Greco c'è la mancanza di misura, la caoticità, l'elemento asiatico: la prodezza del Greco consiste nella lotta con il suo asiatismo: la bellezza non gli è donata, non più della logica, della naturalezza dei costumi - esse sono conquistate, volute, strappate sono la sua vittoria . . . 14 [15] Questo libro è antipessimistico: insegna una forza antagonistica a ogni negazione teoretica e pratica, è un rimedio alla grande stanchezza.

PRIMAVERA issa 14[14-Is]

17

14 [16] Il tipo di Dio secondo il tipo dello spirito creativo, del «grand'uomo››. 14 [17]

Nascita della tragedia 2 Inizio della parte due pagine dopo: II. L°arte è considerata qui come unica forza superiore antagonistica a ogni volontà di negazione della vita: come la forza anticristiana, antibuddhistica, antinichilistica per eccellenza. Essa è la redenzione dell°uomo della conoscenza - di colui che vede, anzi vuol vedere, il carattere terribile e problematico della vita, di colui che conosce tragicamente. Essa è la redenzione dell'uomo d°azione - di colui che non solo vede, ma anche vive, vuole vivere il carattere terribile e problematico della vita, dell'uomo tragico, dell'eroe . . . È la redenzione del sqflerente - come via verso una condizione in cui il dolore è voluto, trasfigurato, divinizzato, in cui il dolore è una forma di grande estasi... 14 [18] III Ci sono due stati in cui l'arte stessa si presenta nell'uomo come una specie di forza della natura: nel primo come visione, nel secondo come orgiasmo dionisiaco. Essi sono fisiologicamente esemplificati nel sogno e nell'ebbrezza: il primo inteso come esercizio della forza di visione, come piacere del veder forme, del crear forme. La volontà di parvenza, di illusione, di inganno, di divenire e mutare è più profonda, «più metafisica» della volontà di verità, di realtà, di essere: il piacere è più originario del dolore; quest°ultimo è esso stesso solo

18

FRAMMENTI PosTUM1

una conseguenza della volontà di godere (di creare,

dar forma, abbattere, distruggere) e, nella forma più alta, una specie del piacere . . .

14 [19]

5

Questo scritto è antimoderno: esso crede nell'arte moderna, e in nient°altro, e in fondo neppure all'arte moderna, bensì alla musica moderna, e in fondo non alla musica moderna in genere, bensì solo alla musica di Wagner . . . E in fondo forse neanche a Wagner, se non faute de mieux.

p. 116.* Cos'altro potremmo nominare - esso dice a un certo punto con atteggiamento doloroso . . . Schopenhauer, Dürer.

Esso crede che verrà una musica . . . in una musica dionisiaca . . .

14- [20l

7

Questo scritto si atteggia tedescamente, anzi mostra perfino fedeltà al Reich - crede addirittura ancora allo spirito tedesco! . . . La sua particolare sfumatura è data dal suo essere tedesco-anticristiano: «La cosa più dolorosa, vi si dice a p. 142,* è per noi il lungo avvilimento in cui lo spirito tedesco, straniato dalla casa e dalla patria, visse servendo nani maligni ››. Questi nani maligni sono i preti. - In altro luogo si solleva la questione se lo spirito tedesco sia ancora abbastanza forte per tornare a ricordarsi di se stesso; se possa ancora applicarsi seriamente ad espellere da sé gli elementi estranei, o se continuerà a consumarsi in sforzi malsani come una pianta inferma e intristita. In questo libro si mostra il trapianto nel cuore tedesco di un mito profondamente antitedesco, quello cristiano, come la vera e propria calamità tedesca.

PRIMAVERA Issa 14[1a-22]

14 [21]

19

4

Questo libro è quindi addirittura antipessimistico: ossia nel senso che insegna qualcosa che è più forte del pessimismo, che è più divino della «verità››: l”arte. Nessuno, a quanto sembra, potrebbe farsi portavoce di una radicale negazione della vita, di un effettivo «far no›› ancor più che di un «dir no›› alla vita, con tanta forza, come l°autore di questo libro: solamente che egli sa - e ha vissuto, forse non ha vissuto nient'altro - che Parte ha pià valore della «verità››. Già nella prefazione, in cui Richard Wagner viene

come invitato a colloquio, appare la professione di fede, il vangelo dell°artista: «Parte come il compito peculiare della vita, come attività metafisica . . .››.*

14 [22]

5

Che ne è, in base a tali presupposti, della scienza? Come si presenta essa? In un senso importante, quasi come avversaria della verità: perché è ottimistica, dato che crede alla logica. :Da un punto di vista fisiologico, si considera che sono le epoche di decadenza di una razza forte, quelle in cui matura in essa il tipo dell'uomo scientifico. La critica di Socrate costituisce la parte principale del libro: Socrate come nemico della tragedia, come dissolvitore di quegli istinti demonicoprofilattici dell'arte: il socratismo come il grande fraintendimento di vita e arte; la morale, la dialettica, la moderazione dell'uomo teoretico come forma di stanchezza; la famosa serenità greca, solo un tramonto . . . Le razze forti, finché sono ricche e straricche di energia, hanno il coraggio di vedere le cose come sono: tragicamente . . . Per esse Parte è più di un divertimento e di un diletto: è una cura . . . Il libro insegna, «a dispetto di tutte le idee moderne e

20

FRAMMENTI POSTUMI

i pregiudizi del gusto democratico››, che i Greci p. X della prefazione.*

14 [23]

II

L”essenziale in questa concezione è il concetto dell°ar-

te in rapporto con la vita; Parte viene concepita, sia psicologicamente che fisiologicamente, come il grande stimolante, come ciò che incita eternamente alla vita, alla vita eterna . . .

14 [24]

3

Come si vede, in questo libro il pessimismo anzi, a parlare più chiaro, il nichilismo, è ritenuto essere la «verità››; ma la verità non è considerata come un supremo criterio di valore e ancor meno come suprema potenza. La volontà di parvenza, di illusione, di inganno, di di-

venire e mutare è considerata qui più profonda e originale, più «metafisica›› della volontà di verità, di realtà, di essere - e anche quest'ultima è, essa stessa, solo una forma della volontà di illusione. Del pari, il piacere è considerato più originario del dolorez* il dolore è condizionato come una mera conseguenza della volontà di piacere (della volontà di divenire, crescere, plasmare e quindi di sopraff`azione, di opposizione, di guerra, insomma di distruzione). Si concepisce un altissimo stato di affermazione dell'esistenza, in cui lo stesso dolore, ogni specie di dolore è incluso eternamente come mezzo di potenziamento: lo stato tragico-dionisiaco. 14 [25]

Sulla «Nascita della tragedia» VIII Ciò che contraddistingue questo libro è il nuovo modo

di concepire i Greci; abbiamo già accennato agli altri

PRIMAVERA Issa 14[22-27]

21

due suoi meriti - la nuova concezione dell'arte come grande stimolante della vita, che incita a vivere; parimenti la concezione del pessimismo, di un pessimismo della forza, di un pessimismo classico; il termine classico è usato qui non nel senso di una delimitazione storica, bensì psicologica. Il contrario del pessimismo classico è quello romantico: quello in cui si formula, in concetti e giudizi di valore, la debolezza, la stanchezza, la decadenza della razza: il pessimismo di Schopenhauer, per esempio, e così anche quello di de Vigny, di Dostoevskij, di Leopardi, di Pascal, quello di tutte le grandi religioni nichilistiche (brahmanesimo, buddhismo, cristianesimo - si possono chiamare nichilistiche per aver glorificato, tutte, il concetto opposto alla vita, il nulla, come fine ultimo, come sommo bene, come

«Dio››). Ciò che distingue Nietzsche: la spontaneità della sua visione psicologica, una vertiginosa ampiezza di sguardo, di esperienza interiore, di intuizione, di rivelazione, una volontà di coerenza, Pintrepidezza di fronte alla durezza e alle conseguenze pericolose. 14 [26] Nascita della tragedia Ma veniamo alla cosa principale, a ciò che distingue e colloca a sé questo libro, alla sua originalità; esso contiene tre nuove concezioni. La prima l'abbiamo già nominata: l'arte come grande stimolante della vita, alla vita. La seconda: esso presenta un nuovo tipo di pessimismo, quello classico. In terzo luogo: esso pone su basi nuove un problema di psicologia, quello della psicologia dei Greci. 14 [27]

Filosofia come decadenza Psicologia dello psicologo.

Psicologi, quali sono possibili solo dal secolo XIX: non

22

FRAMMENTI POSTUMI

più quei secchioni che non vedono più in là di tre o quattro passi da sé e sono quasi soddisfatti di scavare dentro di sé. Noi psicologi dell°avvenire abbiamo poca buona volontà di osservare noi stessi: riteniamo

quasi un segno di degenerazione che uno strumento cerchi di «conoscere se stesso ›› 1* siamo strumenti della conoscenza e vorremmo avere tutta l°1ngenuità e la precisione di uno strumento; per conseguenza non ci è lecito analizzare, «conoscere›› noi stessi. Primo segno di un istinto di autoconservazione del grande psicologo: egli non cerca mai se stesso, non ha occhi, non ha interesse, non ha curiosità per sé . . . Il grande egoismo della nostra volontà dominante vuole da noi che chiudiamo bellamente gli occhi di fronte a noi stessi, che appariamo «impersonali ››, «disinteressati››, «oggettivi›› . . . Oh, quanto noi siamo il contrario di ciò! Solo perché siamo in grado eccentrico psicologi.

14 [28]

Lo psicologo

1) Non siamo dei Pascal, non abbiamo particolare interesse per la «salvezza dell°anima», per la nostra felicità, per la nostra virtù . . . 2) Non abbiamo né tempo né curiosità sufliciente per ruotare in tal modo intorno a noi stessi. Le cose stanno anzi, a guardar bene a fondo, ancora diversamente: noi diflìdiamo di tutti i contemplatori del proprio ombelico, per il motivo che 1”osservazione di sé equivale per noi a una forma di degenerazione del genio psicologico, a un interrogativo circa l°istinto dello psicologo, allo stesso modo che è degenerato l'occhio di un pittore, dietro a cui stia la volontà di vedere per vedere. 14 [29]*

Origine dei valori morali

PRIMAVERA Issa 14[27-29]

23

L°egoismo vale fisiologicamente quanto il suo portatore.

Ogni individuo è anche tutta la linea dell'evoluzione (e non solo, come lo