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Italian Pages 363 Year 1985
Titolo originale dell'opera: Paul Beauchamp L'un et l'autre Testament. Essai de lecture Traduzione italiana di Alfredo Moretti Revisione di Lorenza Arrighi © :editions du Seuil, Paris 1976 © Paideia Editrice, Brescia 1985
PREMESSA ALL'EDIZIONE ITALIANA
Questo «saggio di lettura» appariva in Francia otto anni fa, nel r976 e da allora ha dato luogo a scambi pubblici o privati tra l'autore e i suoi attenti lettori. Eccolo oggi tradotto in italiano grazie alle cure di Alfredo Moretti e di Lorenza Arrighi, ed è per me una gioia poterlo presentare ai lettori di questa lingua d'un paese vicino. Vorrei poter dir loro quali nuovi pensieri ha suscitato nell'autore il periodo trascorso, ma occorrerebbe per questo un altro libro (e, in effetti, nel frattempo è uscito un nuovo libro: Le Récit, la Lettre et le Corps, Cerf, Paris r 98 2). Mi limiterò dunque a qualche punto. Io ho difeso qui l'idea che «l'Antico Testamento reca in se stesso la conversione dal!' antico al nuovo»; ho invitato a interpretare questo Antico Testamento in funzione non soltanto delle sue origini (archè) ma anche del suo avvenire, e, per definire tale orientamento, ho fatto uso del termine «teleologico» ( telos) in opposizione ad «archeologico». In seguito, tuttavia, mi sono accorto che il termine «teleologico» aveva mantenuto per parecchi lettori (e per comprensibili ragioni) risonanze dogmatiche, nel senso negativo della parola, dal momento che vi si vedeva il triste compito di determinare la ricerca mediante risultati già conosciuti in precedenza o, ancor peggio, imposti d'autorità. Per dissipare questo malinteso sarebbe necessario sviluppare tre considerazioni che qui mi accontento di enunciare. I. Qualsiasi studio di un documento antico subisce l'influenza degli avvenimenti che gli sono posteriori; tuttavia, l'essenza dello studio risiede nella riconquista di una libertà di lettura. Penso che interpretare mediante il telos (il quale è tutt'altra cosa che il conosciuto!) genera operazioni specifiche, ve1
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ramente razionali, e impegna in un'ampia, viva e libera concezione dell'uomo. 2. Il telos non è il solo principio agente: il telos e l'archè svolgono ciascuno una funzione regolatrice propria che resta da trovare. 3. Un'ermeneutica che volesse dipendere da un unico principio si isterilirebbe. La concezione dell'uomo di cui parlo si concentra sull'uomo parlante, che nel linguaggio esibisce il suo rapporto all'avvenire (e non solo al passato). Ho qualificato come «nuova» una lettura dell'Antico Testamento ispirata da questa concezione dell'uomo. Forse che «nuova» significa «solitaria»? - alcuni lettori paiono essersi posti l'interrogativo. In forma teologica, la lettura dell'Antico Testamento alla luce del Nuovo non è certamente nuova; piuttosto sarebbe tradizionale, e non l'ho nascosto. Tuttavia, altrettanto certamente, questa tradizione necessita di una nuova antropologia, ossia di una concezione moderna dell'uomo sufficientemente consistente per attualizzare la tradizione e, se il caso, correggerla. Nell'ambito in cui il presente libro è stato scritto, lo studio dell'uomo parlante ha svolto, e ancora svolge, un ruolo essenziale. L'uomo parla con le proprie parole, parla con la propria carne, parla mediante una molteplicità di segni sociali, tra i quali la scrittura. E in particolare, in questi ultimi anni il mistero dell'uomo che scrive non ha finito di affascinare coloro che scrivono. E anche coloro che scrivono sulla Bibbia. La semantica strutturalista si era già interessata alla retorica e alla Bibbia. Gli esegeti hanno preso parte a tali lavori, e tra questi, da vecchio che da tempo ha intravisto l'affermarsi di una ricerca, io do il benvenuto all'Initiation à la rhétorique biblique di Roland Meynet, pubblicata nel I 98 2 dalle Editions du Cerf. L'atto di scrivere è esplorato anche dall'interesse per il «canone delle Scritture»: molta eco ha incontrata la tendenza rappresentata da J.A. Sanders (Torah and Canon, I 97 2). Quantunque più in generale, il bel libro di Northrop Frye, The Great Code. The Bible and Literature ( I98I), indica un orientamento comune a più ricercatori. Qui si legge che «senza una nuova concezione del linguaggio in 8
tutte le sue forme, non è possibile alcuna nuova concezione della Bibbia» ( p. 2 2 7, sottolineatura mia). Ancor più della Bibbia in quanto letteratura, la Bibbia come «messaggio» ci obbliga a esplorare il rapporto tra le categorie fondamentali dell'esistenza, da una parte, e, dall'altra, le forme del linguaggio (che ho chiamato «classi di scritti») quali il racconto, la legge, la profezia. L'uomo che scrive è lo scriba. Gli esegeti critici, dopo essersi inchinati alla necessità di attribuire a scribi tardi alcune parole indimenticabili che erano sempre state accolte come se fossero d'origine profetica, per molto tempo non hanno più attribuito loro la medesima importanza soltanto perché esse erano d'epoca tarda, e quindi più prossime al telos che all'archè. Oggi, invece, il mutamento è netto: gli esegeti più critici spesso sanno valorizzare gli interventi recenziori dovuti a scribi e il loro apprezzamento raggiunge talvolta l'entusiasmo. I più recenti scritti di Sapienza, frutto di questa attività scribale, sono oggetto di un'attenzione che non vedo scemare. Il posto in cui io colloco gli scritti di Sapienza non è dovuto dunque all'impresa di un solitario, anzi! Benché si sia notato che il gruppo di questi scritti veniva da me ampliato più di quanto non facciano i manuali d'esegesi, tuttavia è chiaro, almeno credo, che il mio intento principale non è di natttra classificatoria: qualificare il libro di Tobia (ad esempio) come scritto sapienzale non è indispensabile. Qui importava mostrare la forza d'attrazione della Sapienza, forza cui soggiaciono gli scritti più vari fino a mettere in questione, in epoca tarda, il principio stesso d'una classificazione. Comprendere le forme del linguaggio scritto come forme dell'esistenza significa ammetterne il dinamismo trasformatore. Lo sguardo portato sull'esistenza attraverso le forme del linguaggio è necessariamente, statutariamente, indiretto. Alcuni critici mi hanno invitato a esplicitare le mie posizioni sul posto da attribuire alla Bibbia nella storia degli uomini. L'ho fatto altrove, e ancora lo farò. In questo libro, l'attenzione dedi9
cata alle apocalissi intese come testimonianza di un «popolo martire» designa il punto in cui tutto il libro si concentra, e questo punto non dovrebbe apparire in lontananza per gli occhi di un lettore contemporaneo. Ma, a coloro che maggiormente sono preoccupati dal!' attualità, accade di non accorgersi che gli se ne parla. Io ne ho parlato. Le forze che mettono in moto il linguaggio e l'esistenza attraversano anche il modo di colui che scrive. Una recente pubblicazione esegetica, per altro amichevolmente, mi ha rimproverato «un certo gusto del paradosso». Questa critica è da me accolta senza difficoltà, perché, se questo gusto del paradosso mi è proprio, è la Bibbia che me l'ha dato o che in me lo ha avvivato. Occorrerà aggiungere che, all'epoca dei miei studi, «un certo orrore del paradosso», allora generalmente diffuso negli scritti esegetici, mi pareva poco comprensibile? Detto questo, esprimo il mio rammarico per aver sobbarcato i traduttori, Alfredo Moretti e Lorenza Arrighi, di una fatica improba, e li ringrazio calorosamente entrambi per esserne usciti così bene. Molto, poi, questa traduzione dovrà alla possibilità di scambio diretto e rinnovato tra l'autore e Lorenza Arrighi, tanto sensibile ai problemi biblici nella loro forma locale e attuale. Un ringraziamento infine alla Paideia Editrice per averne preso l'iniziativa. Paris, 16 marzo 1984.
Paul Beauchamp
PREFAZIONE
«Libro, non di esegesi, ma di un esegeta»: avendo meditato in questi termini la formula di ciò che qui do da leggere, mi chiedo, al momento di metterla per iscritto, se può servire da criterio al lettore così efficacemente come ha guidato me. In realtà, me l'ha suggerita proprio il lettore. Dovevo avvisarlo che questo libro è solidale con le ricerche consuete dell'esegesi biblica. Il dichiararmi esegeta significa dunque che rimango tributario dei risultati di questa scienza particolare e attaccato perfino ai suoi meccanismi. Ma c'è del nuovo da dire, che lo si voglia o no; non è affare di scelta. E la novità è sempre un po' disarmata. Sotto tale punto di vista, questo «libro di un esegeta» sarà più leggero di un «libro di esegesi». Ho scelto l'andatura di un discorso che si apre la via percorrendo la Bibbia intera, come se una foresta, un paese non esistessero che attraversati, come se la Bibbia non esistesse che letta, da un viaggiatore che reprime il desiderio di veder tutto perché è spinto da quello di andare più lontano. Tutto, per dir vero, non sarà visto in questo libro. È meglio non nascondere le sue lacune. Quando l'inglese Samuel Johnson si accorse, rileggendo le bozze del suo celebre dizionario, che aveva dimenticato di commentare con degli esempi il vocabolo sea - il mare! - non esitò a in/ormarne il lettore nella prefazione. Ma siccome il genere di questo libro è all'opposto di quello di un manuale, e ben distante da quello di un dizionario, elencarne qui le omissioni non avrebbe gran senso. Altra esigenza di leggerezza: l'andatura scelta non mi permetteva di poggiare tutto il contenuto su delle dimostrazioni: spesso, esse impediscono di far vedere e io volevo far vedere. L'esegesi Il
è un modo di procedere che dovrebbe fondare punto per punto le opinioni ritenute per ogni testo o gruppo di testi; ma qui non era opportuno neppure tentarlo. Tuttavia nella misura in cui una scelta si giustifica in modo visibile, non per se stessa, ma per il suo nesso con altre, questo concatenamento non esula dal campo della dimostrazione esegetica, anzi offre il vantaggio di rivelarne più chiaramente i preliminari e di circondarlo con un anello più largo, da cui essa parte senza dirlo, e che finisce per dimenticare. Questo cerchio di significato è cosa vivente e perciò fragile, ma, se ne fosse privata, l'esegesi morrebbe. È dunque ancora all'esegesi che do un contributo se traccio questo largo cerchio. Ho voluto inoltre limitare al massimo i riferimenti ai testi della Bibbia, sia per evitare allo sguardo il fastidio di pagine irte di cifre, sia perché molti testi sono talvolta evocati in una sola frase, che non potevo interrompere continuamente con delle giustificazioni. Chiedo ai lettori che giudicassero necessario conoscere bene la Bibbia per abbordare questo «libro di un esegeta» di non cedere al loro timore. Ancora prima dei suoni articolati - che siano quelli del catechismo, della «storia sacra», della lettura pubblica dei testi biblici o, non meno, del commento dotto - una credenza diffusa ha sempre già occupato lo spazio: si sa, tramite suo, che il testo biblico ha valore. Questa credenza diffusa raccoglie l'eco delle voci ricadute e sorregge quelle che si alzano. Così, mi sono lasciato condurre da ciò che rimane e aleggia dopo che si è smesso di leggere, dal suono che persiste dopo che il battaglio ha colpito il bronzo, se nessun altro colpo non sopravviene. Ho raccolto questa eco della Bibbia solo per farla leggere. Devo, nondimeno, avvertire il lettore di una premessa che rischia di urtarlo. Ciò che dice la Bibbia, in qualsiasi sua pagina, non ha mai nulla di rudimentale, e il commentatore deve rinunciare a prevalersi di una distanza nel tempo che lo metterebbe al di sopra di verità ancora rozze, conservate solo per riguardo nell'antico libro. La ragione è semplice: i testi dicono la vita, e il travaglio della vi12
ta è ciò che non si vede. La scrittura - «pseudonimo della vita» 1 - inganna la vista. Quanto alle opinioni degli autori, ai dibattiti di scuola che lo statuto dell'esegesi richiede, essi trovano posto al centro dell'opera ( cap. IV,4), in una breve messa a punto. La difficoltà di presentare le proprie posizioni raffrontandole a quelle di altri è più grande oggi che mai, a causa della situazione particolare dei paesi «latini» in materia di conoscenza biblica. Due novità si scontrano da noi. La prima è solo apparente e non merita il nome di novità che per un effetto di scoppio ritardato: ciò che, di fatto, è nuovo da noi, lo fu già molto tempo fa, e dunque ha cessato di esserlo, in culture a noi vicine, più irrigate dalla conoscenza biblica,· perviene solo oggi al nostro pubblico, mediante la trasmissione e i commenti di opere o studi condotti in altre lingue. Questi lavori prolungano - o sforzano - dei risultati e sfruttano fino all'esaurimento dei presupposti che furono espressi (talvolta al principio del secolo o anche prima) in scritti fondatori rimasti inaccessibili da noi al pubblico non specializzato. La seconda novità, la più nuova, la meno armata, è quella che esplora altri punti di partenza, non perché ignori o sottovaluti i primi, ma semplicemente perché non è possibile fare altrimenti, tanto tempo dopo. Questi due tipi di novità non potevano affrontarsi in questo libro, con comodo e secondo i protocolli della ricerca, senza provocare ingombro: ho perciò preferito, senza schivare la difficoltà, risolverla nel modo più spiccio e cioè tenendomi all'essenziale. La brevità obbliga, per lo meno, a cercare questo essenziale e a scoprire, dietro le norme puramente pratiche di una scienza, le scelte soggettive che esse tendono a far dimenticare. Mi sono perciò spiegato, in poche pagine, sulla differenza ideologica che separa due esegesi, l'una che si stima soddisfatta quando ha potuto congetturare la stesura primitiva di un testo, e l'altra che si interes1. André Paul, Intertestament (Cahiers Evangile 14), Cerf, Paris 1975, 6 e 69:
«'Scrivere' è uno pseudonimo di 'vivere'».
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sa alle ragioni e si lascia convincere dalle forze che da un testo uscirono. Esse vi erano entrate per esprimersi in una forma vivente; di questa vita altri testi sono l'indizio tramite la loro serie. La lettura allora parte. È una lettura che prende per orizzonte la fine di tale processo e non il suo inizio. Ecco perché l'oriente di questo libro è la promessa dell'unità dei due Testamenti. Si tratta dunque qui del potere che hanno i testi biblici di generare. Ma le due esegesi non sono necessariamente nemiche. La seconda, in ogni caso, non può ignorare la prima. Anche la seconda novità è quindi relativa. E limitata, inutile dirlo, dai fattori che l'hanno determinata. I testi biblici producono. Non esplodono una sola volta in una profusione di effetti, il cui arresto (ragionato o no) emetterebbe il segnale che questi testi non produrranno più, che li si licenzia, salvo a richiamarli «per diletto». Se vi è profitto - e gusto - a trattare la lettura biblica alla stregua di ogni altra, il meno che si possa dire è che la moderazione s'impone. I testi biblici hanno una legalità propria, da cui quella dell'esegesi deriva. In realtà, capita tutti i giorni che, al riparo dell'esegesi più solida, sia fatta una lettura del tutto nuova e nel modo più valido. L'esegeta si augura ch'essa sia presa in considerazione, e non la porta avanti che se ha la probabilità di esserlo, e di esserlo per un tempo sufficientemente lungo. In questo consiste il rapporto dell'esegeta con la scienza. Si tratta dunque di leggi, quelle della tradizione testuale interna alla Bibbia, ma tale realtà non può essere percepita che su grandi spazi. Bisogna spingersi un po' al largo; il lettore e l'esegeta hanno bisogno di respirare. La prima necessità è di ripercorrere da capo, in modo nuovo, i grandi spazi dove la tradizione di lettura ha percepito la tradizione di scrittura. La percezione che esistano delle leggi deve precederne la formulazione, in ogni caso accompagnarla. Porre un atto di conoscenza biblica è porre, per iscritto, un atto di lettura. Ora un atto non ha vita che per il condizionamento che attraversa. L'originalità di questo libro è che mi sono imposto di far coincidere la lettura al perimetro della 14
Bibbia intera: solo a questa condizione si potrà raggiungere l'obiettivo finale che polarizza il nostro leggere e approdare alle Indie promesse. Vi è un po' di follia in questo, ma scrivendo si apprende che lo scrivere comporta sempre un grano di follia, che le prefazioni dissimulano cercando di esporre le ragioni di avere scritto. La ragione, qui, è che bisognava respirare. L'orizzonte di questo libro è dunque l'unità di tutta la Bibbia. La dinamica della trasformazione dei testi appare nella sua vera natura soltanto se appare in tutta la sua ampiezza. La tradizione non diventa visibile che se la sua pluralità è messa in luce. - Non ignoro che i termini «legge», «tradizione», «unità», «verità» ricevono da noi, e per opera nostra, unarigidità che ce li fa tenere a distanza, quasi fuori uso. Ma questa specie di crampo scompare col noto. Riconoscere in tutto il loro rigore questi elementi del messaggio biblico è il solo mezzo di mettere in rischio una buona volta la nostra fragilità e di lanciare in aria la corda fl.essuosa della parola. Questo rischio tocca al singolo esegeta più che all'esegesi. Devo all'ospitalità di un amico di aver potuto incominciare questo libro a Gerusalemme. Gli devo pure di avermi rimesso in memoria il caso di quello straniero che andò a trovare Shammai dicendogli: «Fammi proselito, a patto che mi insegni tutta la torà mentre mi reggerò su un solo piede» 2• Ho l'impressione di aver avuto questo sollecitatore sempre vicino all'orecchio, di esserlo stato costantemente io stesso. Nulla infatti mi sembra più giustificato, più promettente che la sua richiesta. Questa ricevette, naturalmente, due risposte. Shammai scacciò l'importuno «col metro da muratore che aveva in mano». Hillel invece lo accolse, dicendogli: «Ciò che è odioso per te, non lo fare al prossimo. Ecco tutta la torà, il resto è solo commento. Va e imparala». In fondo, non c'è brevità significante, né economia, se non prendendo la prospettiva della totalità, la quale genera quella del necessario. Ora, il vuoto stesso è ne2. J. Bonsirven, Textes rabbiniques des premiers siècles chrétiens, Roma 1955, 151, n"633.
cessario. L'assenza, la lacuna attutiscono l'eccesso di luce e permettono uno spazio di visibilità per il reale. Non troviamo l'unità della parola biblica se non nell'omaggio che le rendiamo. Le onde delle nostre parole vengono a lambire appena appena la riva di questa unità, non la contengono. Si potrebbe dire, sì, che siamo noi a stabilirla se questo stabilirla non fosse, precisamente, scoprire eh'essa non è in noi. Ogni lettura, si dice, è parziale, ma non è vero che superficialmente: come immaginare la parte di un tutto che sarebbe, lui, inesistente? La conoscenza dei limiti è qualcosa di più serio della rassegnazione o della modestia. Ci mette in movimento. La tradizione biblica incoraggia a questa libertà, poiché ha sempre saputo, per dire se stessa, ripartire su un solo piede. La Bibbia è piena di tentativi di dire la Bibbia intera in poche parole. Queste frasi brevi non sono complementari, come se la verità del loro contenuto risultasse dalla loro addizione, ma sono associabili, anzi stanno bene insieme. Mi rallegrerò se mi verrà rimproverato di non essermi spinto abbastanza avanti, poiché bisogna sempre andare oltre. A partire da dove, lì è il vero problema, e ho voluto precisamente fornire punti di riferimento,· non ambisco ad altro. Non so se è stata la prospettiva dell'unità dei due Testamenti a incitarmi a leggerli come l'ho fatto, o se è stato il modo di leggere a dettarmi la prospettiva. In ogni caso, è sul rapporto tra i due Testamenti che in questo libro si ricongiungono il modo (il metodo, per parlare con più solennità) e il contenuto. I due Testamenti risultano uno; non sono universali che per l'unità che si danno a vicenda, e «il resto è solo commento». Sulle tracce di Hillel vorrei concludere questa prefazione con una apologia della fretta: per comprendere e per dire l'unico vangelo, non ci è data l'eternità ma solamente un tempo contato. Tuttavia ho dovuto prendere in prestito da Shammai il suo metro da muratore, per misurare lo spazio che mi occorreva. Detto ciò, sarei troppo sbrigativo se non ringraziassi il padre Joseph Stassny e la Comunità del monastero di Ratis16
bonne a Gerusalemme per l'ispirazione che mi ha procurato la loro buona accoglienza durante l'estate I9J4, gli amici e i confratelli la cui aspettativa mi ha sostenuto nell'impresa, infine il padre André Costes, Provinciale dei Gesuiti di Francia, e i miei colleghi del Centro Sèvres, per avermi accordato con larghezza quello che non avevo avuto fino allora, il tempo necessario a una fretta ragionevole. Paris, 9 aprile 1976.
Paul Beauchamp
INTRODUZIONE
LA FACCIA ESTERNA DEL LIBRO
Il libro istituito. - La durata di Gesù Cristo. - Le religioni; le scelte del mondo,· il popolo ebreo. - Ritorno al Libro e annunzio del piano.
Prima di dare libero corso al nostro atto di lettura, conviene situarlo mediante uno sguardo circolare sull'esterno. del libro, certo. Ma, in primo luogo, il libro stesso è un esterno, un involucro che non contiene nulla, salvo la lettera, che esso intitola e separa dal resto. La lettera a sua volta non contiene nulla. È orientata, modificata in funzione del libro intero e di altro che viene da più lontano, e lei stessa orienta. Designandone entrambe le parti col nome di Testamento, la comunità cristiana ha espresso il rapporto del Libro con l'istituzione. Quando in latino il Libro è chiamato documentum o instrumentum 1, è perché lo si inserisce nell'alleanza: il documento, o strumento, è allora il testo scritto che ne formula lo statuto (o «testamento»). Non ne consegue necessariamente che siano ritenute solo le parti specificamente giuridiche del libro; le parti narrative, o anche quelle poetiche, possono formare una categoria che si integra essa pure nell'alleanza. È così, per esempio, quando un racconto fonda una genealogia, che a sua volta fonda il diritto di partecipare all'alleanza. O quando Mosè insegna agli Ebrei un canto come «testimonio» del1. Sull'esterno
1. lnstrumentum, termine frequente in Tertulliano, caduto poi in disuso. R. Braun, Deus Christianorum, PUF, Paris 1962, 470, segnala una iscrizione sinagogale africana del III o IV secolo della nostra era (instrumenta, al posto dove ordinariamente si trovano i testi sacri): se ne conclude che l'uso del termine, in Africa, era passato dagli Ebrei ai cristiani, l'inverso non essendo plausibile.
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l'alleanza (Deut. 31,21). Insomma, il libro tutto intero, senza restrizione di contenuto, riceve il valore formale di uno strumento o di un «atto» d'alleanza, nel senso di atto notarile. Ogni libro rientra, del resto, nell'ordine istituito. Questo carattere non è specifico del fatto biblico e sovente la riflessione sulle Sacre Scritture è stata intralciata dall'avere troppo poco considerato ciò che è comune, in qualsiasi caso, al fatto di scrivere e di pubblicare il proprio scritto: la sola condizione perché appaia ciò che è specifico è che sia evidenziato ciò che non lo è. Ora la differenza tra ogni libro e il suo contenuto è che il libro è istituito. L'istituzione preserva il contenuto da ogni addizione o sottrazione, protezione che ricorre a mezzi diversi (sigillo, garanzia di una autorità, restrizione degli scambi) e comunque ad un contratto. Nel caso dell'Antico Testamento, il rapporto tra l'alleanza e il documento è presentato come risalente alle origini 2• Il momento dell'alleanza istituisce il documento e il documento è il monumento dell'alleanza nella sua durata. Nel caso dei due Testamenti, questa durata non è di natura semplice. La sincronia dei due Testamenti, anche nel libro in cui è un fatto irrefutabile, resta sempre un po' dissimulata alla coscienza. Ora tutto ciò che è allo stesso tempo evidente e dissimulato alla coscienza costituisce un buon punto di partenza per la riflessione! Si dice che i due libri sono successivi; si vuol dire che si sono succeduti nel corso della storia, non perché un libro abbia scacciato l'altro, ma perché è venuto dopo. Se la diacronia dice il tempo, il suo opposto che è la sincronia dice lo spazio, e i due libri sono in un solo luogo, simultaneamente, sono una sola superficie, un solo contenente, uno benché divisibile. È vero che un libro provoca l'atto di leggere e che questo si fa nel corso del tempo. Ma l'ordine della comparsa storica dei due libri non prescrive alcun ordine di lettura. Li si 2. Ex. 24,7: sul Sinai, Mosè «prese il libro dell'alleanza e ne fece la lettura al popolo,.. Il rapporto antichissimo che unisce l'alleanza a un documento scritto trova paralleli in Egitto e fra gli Ittiti: cfr. R. de Vaux, Institutions de l'Ancien Testament II, Cerf, Paris 1960, 132. 20
legge certo successivamente, ma in un ordine reversibile. Nella pratica della lettura, qualsiasi dei due Testamenti può essere preso per primo. Anzi, l'ordine inverso dell'ordine storico è quello che si segue di solito, dato che generalmente i cristiani sono informati anzitutto del Nuovo Testamento. Lo spazio del libro essendo uno ma divisibile, la sincronia dei due libri implica la loro distinzione. Questa è istituzionale, e in modo tanto più stabile in quanto le due realtà sono simultanee. Infatti considerare i due Testamenti secondo la loro successione può mascherarne la differenza, attenuarla quasi fosse un semplice passaggio, o ridurla addirittura allo spostamento insensibile di una realtà identica. Lo costatiamo per esempio nella sorprendente professione di fede di La Boétie morente, che ci ha trasmessa il suo amico Montaigne: Dichiaro che, come sono stato battezzato, e ho vissuto, così voglio morire: secondo la fede e religione che Mosè piantò primamente in Egitto, che i Padri ricevettero poi in Giudea, e che di mano in mano nel decorso del tempo è stata portata in Francia 3•
Nella coesistenza del libro, la differenza tra i due Testamenti si afferma ancora di più, benché non visibilmente: è tutta nella voce umana e, si potrebbe dire, nel suo pronunciare il testo. Questa voce ha sempre accompagnato il libro. Così, Hillel mostrò la sua cortesia abituale accettando uno «straniero», nonostante che questi pretendesse di imparare la torà soltanto per la via dello scritto. Lo distolse dalla sua posizione dissidente insegnandogli l'alfabeto: 'Alef, Bet, Gimel... , ma spostando poi l'ordine delle lettere alla seconda lezione. Siccome l'allievo protestava, Hillel gli dimostrò che aveva pur 3. Oeuvres, Pléiade, 1358. Nell'anno 1563, questa valorizzazione della continuità va interpretata in contrasto con la religione :ione fino 3\l'Esoclo: l'assenza di Enoc è h·i sorprendente.
menti accaduti dopo la morte di questo re. Nei due casi, comunque, poiché tutto è stato fatto e detto, tutto rimane da dire e da fare, ma in un'altra tonalità. La realtà biblica ha l'aspetto duplice delle città che si trovano sulla riva di un canale: pietre e riflesso. Ma c'è di più nel riflesso che nelle pietre. Il riflesso è la parola delle cose, che sussiste e che preesiste a loro, e le travaglia perché diventino pietre vive. Questa lenta incarnazione delle figure non si fa in uno stato di mutismo, ma in una seconda parola ripiegata sulla prima, differente da essa per lo stile. Questi testi nuovi sono messi, non senza giustificazione, tra i generi minori. La storia di Tobia non può darci lo stesso fremito di quella di Abramo: la storia di Abramo si tiene a distanza e invita cosl ad appropriarsela; la storia di Tobia insegna che un altro se l'è appropriata. Troppi esegeti moderni hanno considerato la Bibbia come un concorso di capolavori da classificare secondo i meriti rispettivi. Tale lettura, alla quale conviene, per quanto logoro, l'epiteto di «borghese», trascura il fatto che i grandi movimenti dello spirito passano attraverso ciò che è di tono minore, e dimentica che la Bibbia è un documento prima di essere una letteratura. Questo modo di leggere, inoltre, manca dell'indifferenza necessaria sia alla percezione del messaggio che all'analisi scientifica, e persino al senso del bello. L'atteggiamento invece che respinge l'idea che un libro biblico sia più ispirato di un altro, stimola maggiormente la curiosità intellettuale. I sommari storici di Gesù Ben Sira e della Sapienza di Salomone miniaturizzano i racconti dei libri precedenti, ma lo fanno per dire che tutto il passato è divenuto presente, portatile, recitabile da ognuno. Se un testo non è capitale, il fatto che fu scritto lo è. La Sapienza incorpora al popolo la storia poiché questa ha per supporto ogni vita umana e l'attesa che la anima; si può dire allora dei grandi momenti, Sinai, Esodo, quello che si dice della Sapienza: sono di ogni giorno. Ma questo appare solo se l'interprete prende come oggetto della sua analisi l'atto di scrivere, programma che si impone per lo studio di un periodo in 171
cui l'atto di Israele è appunto la confezione del libro. Cosi la finzione del libro di Tobia è ingenua, ma è, come dicevamo, praticamente confessata: nessuno potrà dire di lui quello che Auerbach 8 ha scritto a buon diritto dello Jahvista, ossia che esso esige di essere creduto e obbedito. Non più normativo, ma normato, l'autore del libro di Tobia fa opera d'invenzione più che di tradizione. Egli orienta a sé come soggetto raccontante, dall' «io» che è la prima parola del libro 9 fino all' «io» che scrive; egli impone cosi la presenza di una coscienza iconica sottoposta alle norme e che dice qual è la sua preghiera o il suo piacere: sperare nell'avvenire, trasformare in avvenire le immagini di un passato che la ripiegatura dell'esilio aveva arrestato. È notevole che il libro di Giuditta e quello di Ester (opere di ispirazione analoga), per non parlare di quello di Baruc (di un genere differente), diano uno scenario storico pressoché identico al loro racconto o alla loro esortazione. Il libro di Giuditta comincia nel dodicesimo anno di Nabucodonosor, sotto il regno del quale è deportato Mardocheo secondo il libro di Ester. Daniele, lo vedremo, è situato dall'autore al tempo del medesimo re, primo agente dell'esilio. 2. LA «DEUTEROSI»
Designiamo con questo neologismo (deuterosis, ripetizione) calcato sul nome del Deuteronomio un effetto comune a tre scritti: il Deuteronomio stesso, i primi nove capitoli del li8. E. Auerbach, Mimesis. Il realismo nella letteratura occidentale (1946), trad. it. Torino 19,6, cap. I. 9. Tobia padre ha conosciuto il tempo di Salomone e la deportazione del 734; ha vissuto ben più di 200 anni, e Tobia figlio muore nel 612, dopo la caduta degli Assiri: messi insieme, riempiono quasi tutto il periodo della monarchia! Questa longevità (d'altronde in contrasto con l'età indicata in 14,1) è ancora un indizio di imitazione dell'era patriarcale e rinforza, inoltre, il valore tipico dell'eroe (tipicità della coppia Tobia e Tobia). Esistono almeno due romanzi il cui eroe ha una vita plurisecolare: Orlando, di Virginia Woolf, e Cent'anni di solitudine, di Gabriel Garda Marquez.
bro dei Proverbi, in cui la Sophia (Sapienza) è duplicata in deuterosofia e, terzo, quello che gli esegeti chiamano il «deutero-lsaia» (ls. 40-,,). Effetto comune, perché la consistenza e l'omogeneità del fenomeno da descrivere sono incontestabili nei tre testi. Ora questi sono ripartiti fra la Legge, i Profeti e i Saggi, non senza imparzialità. La deuterosi si presenta come segue: nella legge come un imperativo il cui contenuto ritorna su se stesso perché ingiunge di osservare la legge; nei profeti come una parola di Dio il cui contenuto è che Dio parla e che è Dio; nei saggi come un invito centrato su: «Principio della Sapienza: acquista la Sapienza». Questa nostra presentazione non poggia sul prelevamento di alcuni passi, ma sulla sostanza dei tre scritti presi per intero. Esporremo dunque ciò che si organizza a partire da questo stato di cose e cercheremo di scoprirne la relazione con l'emergenza del libro come tale. A causa di accostamenti ben noti e che si impongono già in superficie fra la deuteronomia e la «deuterosofia», tratteremo di queste due insieme per arrivare in terzo luogo allo scritto profetico. Dire che alla legge si deve prestare obbedienza, che la Sapienza ha se stessa per principio, è, anche nei termini più succinti, ridondante. Questa, per natura, amplifica, coll'inesistenza e la lungaggine proprie, si dice, del genere esortativo. Ma la scuola della storia delle forme, fedele alla sua ideologia causativa, ricorre a dati esterni per spiegarle: nel nostro caso, essa ritiene che la situazione di predicatore sia la causa di uno stiJe meno conciso. È raro che la ricerca vada molto più in là di questi riferimenti a circostanze note, messe dietro un testo muto sulle proprie cause. A questa ricerca di un posto nella vita sociale (Sitz im Leben), noi preferiamo trovare qui il Sitz im W ort 10, posizione di un testo nelle leggi della parola. Larixo. C. Westermann, Das Loben Gottes in den Psalmen, Gottingen 21961, 112: «I 'generi' dei Salmi non sono in primo luogo delle categorie letterarie o culturali. Sono certamente anche questo, ma non è l'essenziale. Essi descrivono i modi
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dondanza fa parte di queste leggi: è indispensabile, a tutti i livelli, all'espressione. È ingenuo stupirsi, per esempio, che un uomo che promette dica di impegnarsi a mantenere questa promessa. Ma la ridondanza ha una funzione precisa e non si presenta ovunque con la medesima intensità. Le variazioni sono la sostanza dello stile, e il paragone mostra che la ridondanza abbonda in certi scritti più che in altri, al punto che si è autorizzati a trattarli come una famiglia. La stilistica è alla ricerca di leggi, o almeno di una coerenza fra la ridondanza, nel nostro caso, e altri dati. È l'intensità di questa coesione, dovuta a più dati collegati da una trama fitta, che permette di parlare di uno stile. Wellhausen, con la vivacità del suo ingegno, si annoiava durante i primi undici capitoli del Deuteronomio che parlano tanto della legge, ma dicono cosi poco su quello che bisogna fare 11 • Molti lettori sono scoraggiati dalla deuterosofia del libro dei Proverbi (1-9). Il rigonfiamento, per cosi dire, creato da quei discorsi dà al lettore l'angoscia del vuoto. Il discorso si ritira dal contenuto, formato da obblighi e da condotte che potrebbero si essere descritti e esaminati uno per uno, ma la cui molteplicità sfugge. Il discorso si riempie ciò nonostante, ponendo la legge dove c'erano solo leggi, la Sapienza dove c'erano solo condotte sagge. Il vuoto è quindi come il negativo di una differenza: fa apparire che la legge non è le leggi né la Sapienza le condotte da lei prescritte. Il vuoto è pienezza perché la molteplicità, che elude il desiderio e sfugge continuamente, è sostituita da una totalità che promette il riposo: la legge e la Sapienza, se condotte all'unità, sono possibili. Il vuoto è tuttavia privazione perché, per mostrarsi, l'unità si ritira da ciò che essa riempiva e appare allora come qualcosa d'altro rispetto al già detto e al già visto. Questa alterità può principali (Grundweisen) di ciò che si svolge nella parola ... »; p. 113: «La forma bipolare del parlare a Dio (implorare, lodare) è il Sitz im Leben proprio ai Salmi». Si tratta, senza i termini, di un passaggio dalla «forma» alla «Struttura». 11. Die Composition des Hexateucbs, Berlin '1899, 19r.
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essere espressa solo mediante il vuoto della ripetizione che, secondo Lévi-Strauss, «significa la significazione» 12 • La ripetizione designa nel discorso il suo principo, il che riposa senza immobilizzare, non produce sazietà e smorza la sete. Lo stile, rarefacendo il contenuto, parla esso stesso invece di servire d'ornamento ad altro. Lo stile dice: «Principio della Sapienza: acquista la Sapienza» al ritmo di un polmone che si vuota e si riempie, ma non imprigiona l'aria che lo fa vivere. La totalità, che unifica il proprio contenuto senza esserlo, costituisce l'oggetto reale del desiderio. Non è il già detto né il già visto che parla al soggetto, al cuore, secondo l'espressione biblica. La coscienza, prima, era intenta a cercare di sapere, di vedere e di conformarsi, ma senza riuscirci. L'oblio è il nome che il Deuteronomio dà a questo fallimento, che è lo scomparire dalla coscienza del visto non veramente visto, del saputo non veramente saputo e del bene non voluto, all'opposto del movimento incessante e per cosi dire respiratorio delle onde del mare sulla sabbia e all'opposto della deuterosi che ritma e attizza il fuoco dolce della presenza. Quando la legge è percepita come oggetto di desiderio, essa è percepita come oggetto della promessa, come invito. I capp. 29 e 30 del Deuteronomio descrivono questa modificazione: Fino a oggi, Jahvé non ci aveva dato un cuore per conoscere, occhi per vedere, orecchie per udire (Deut. 29,3).
La legge, allora, cambia improvvisamente di nome e diventa «la Parola» (30,14). Come tale, è il luogo della Presenza, è la prossimità del segno dell'«altro». Essa non è una cosa di questo mondo che occupa spazio: Questo comando che ti comando oggi, non è impossibile per te e non è inaccessibile. Non è nei cieli, perché si dica «Chi salirà ai cieli per noi, chi lo prenderà per noi e ce lo farà udire, affinché possiamo praticarlo?». Non è di là dal mare, perché si dica: ....lii
.: ACQUA ...
.
...
- --
..: PANE ..
.: ACQUA .
...:ACQUA
-
:ACQUA
u -·
.... Cl) -o Cl)
.....,..
>
Dio
Dio tenta il popolo
tenta non crede prova Dio il popolo
I temi TENTARE (massa) TENTARE e NON CREDERE.
:PANE : L'ACQUA?
Dio
.
-
...
:PANE ;MIELE
.
e CONTENDERE ( meriba) variano cosl come Tutti i documenti del Pentateuco sono rappresentati in questi passi, e talvolta anche parecchi in uno solo: n1 2.3.
TAVOLA 2B dr. p.57
TENTAZIONE, LEGGE, DONO b)
a)Domand CHE BERE. 1.
SEossERVA
ATTI
il ~io :n;il
----.Dio tenta
- -, 2.
SE Sl O NO I ) il popolo-
tenta
e) La LEGGE•• d) «Il benei LEGGE e • ACQUA STATUTO: 1 SUOI ORDINI :
popolo
r
IN MEZZO A NOI???:
3.ÈONO
4·
~
popolo PA;;-oJsERVA LA TORÀ - -D-io--.,f'"""'____...-;._A_c_Q_u_A_
--.. . . ---J--_. . . ._.. ._. --..-----.. . . .----------.. . .
il popolo tenta (dieci volte) Dio NON OBBEDISCE: ----~--~----~--ACQUA
Mosè
5·
Aronne non hanno creduto Dio, la su~ SANTITÀ SCATURIRE L' • A UA??
FAREMO
io tenta il popolo 7.SESl ONO
SEGUIRE I SUOI
---lni; tenta il popolo t
----=--=i...--=- -~ -I o NO
fio tenta il popolo
,-- l
IO. SE
Sl
ORDINI
.... AMA
: ...
e~=:
VA SULLE VIE
:
-n;--iPRECETTI ~ - -IL _ L'. PUÒ DARE -Pio~ LEGGE e , Dio il popolo STATUTO 12. SE ALMENO SEGUISSE RICEVEREBBE
il popolo tenta
11.
non crede
I
I
..
PANE?? AS,QUA? PANE MIELE!
Correlazione LEGGE e BENI (colonne e ed); TENTARE e VEDERE se (colonne b e a); LEGGE e VEDERE se (colonne a e e).
Le cifre da
1
a u rinviano alle referenze indicate da queste medesime cifre nella tavola precedente.
TAVOLA cfr. p. 58
INIZIO, FINE E TAPPE DELL'ITINERARIO DELLA LEGGE Mar Rosso
----.,,.,----• Ex. 15, { 22-26
1-7
MARA
prima _!a_pea_____ _
stim stim lo f;oq umispti!
w"sam nisstihzi
LÀ GLI FISSÒ LEGGE E DIRITTO
E LÀ LO TENTÒ
MASSA e MERIBA Tentazione e contesa
{
È per tentarvi
Ex.
20, 18-21
Ps.
.........................
--------................... . {
Ex. 17,
81
..... .......... I----------. Presso
l'OREB
SINAI
(OREB)
•••••••••••• Io ti risposi nascosto nel
{
3
tuoni
.
temporale
• ••_I_o_t_i_p-ro_v_a_i_a_ll_e_a_c_q_u_e_ di MERIBA
................... ·----------. (alleanza):
LEGGE E DIRITTO
Giosttè: non potete servire Jahvé Israele: Jahvé vogliamo servire Giosuè: siete testimoni contro di voi.
alleanza di Giosuè:
Ios. 24 wajjasem lo f;oq umiipti!
v.25
E GLI FISSÒ LEGGE E DIRITTO a
In terra
······i··················
promessa
ultima tappa
SICHEM Il momento critico della legge si sposta secondo le tradizioni: tende ad essere situato all'inizio («là»), alla fine (Sichem), o al centro. Questo centro oscilla tra la fonte di Meriba ( Meribat Qadesh) e il Sinai, che ha per equivalente l'Oreb. Il tema della tentazione è costante. Non è verbalizzato in Ios. 24, ma si sviluppa nel dialogo. Una intenzione di Ios. 24,25 è quella di collegare la fine di uniti· nerario al suo inizio in Ex. 15,25.
=
TAVOLA4 cfr. p. 81
LE DEUTERONOMIE Deserto
I.
Lettura fa~ta da Mosè: all'Oreb
........................................................................... Entrata in terra promessa
II.
Rilettura fatta da Mosè: alle pianure di Moab
«Fino a questo giorno, voi non avevate capito».
(Il
.....
Redazione, prima del 622
:::l .....
.....
«Fino a questo giomo, voi non avevate capito».
·;:::
ii
---...i············································································ anno 622: Scoperta di un testo del Deuteropomio
t----4
«Noi non abbiamo osservato «Fino a questo giomo, voi la Legge! ... » non avevate capito». (2 Reg. 22,1-23,27) Riforma Fallimento ............................................................ . Complementi Urgenza minacciosa
FINO A QUANDO?
anno 587 Fine della monarchia Uscita dalla terra promessa: esilio _ _ _ _ _ _ _ _ _....,. Ultimi complementi: verso la congiunzione dell'archetipo con la fine. I critici non sono d'accordo nel determinare esattamente quali complementi furono scritti proprio prima o proprio dopo l'esilio, ma questo schema aiuta a capire, alla luce delle ultime tappe, Deut. 29-31 e Deut. 4: «Alla fine ritornerai» (Deut. 4,30).
TAVOLA dr. p. 14~
Scrutata dal Creatore di tutto
Nessuno l'ha mai trovata
Iob28
Concepita prima della creazione Testimonio della creazione Sempre coi figli degli uomini
Prov. 8,22~3 I
Data per elezione
Data per elezione Data dall'eletto
Non può essere presa, si perde (perduta dai primi uomini?) perduta dall'eletto proposta daccapo
5
ha regnato sulle Nazioni corre dentro i quattro Fiumi del Mondo
Grazia preveniente che salva da Adamo ad Abramo
5crutata dal Creatore ~i tutto
Creata prima dell'inizio Artefice di ogni cosa Riflesso della luce eterna
Cinque poemi della Sapienza, entità una e sussistente
INTORNO ALLA «NUOVA ALLEANZA» Ier. 30-33
TAVOLA cfr. p. 288
Temi imparentati
30,1-31,22 LA SPOSA (31,22b: il parto)
Is. 54,1-10; 49,14-26; 62 11-9; 66,5-16 Ezech. 16 Os. 1-3; Mich. 5,2
31,29-30 OGNUNO UNA VITA
Ezech. 3,16-21; 14,12-20; 18; 33,1-20;
31,31-34 NUOVA ALLEANZA
Is. 54,13; 59,21 Ezech. 16,59-63; 20,44; 36,16-32; Iub.
ecc.
3,1-5 3 I ,35-36 ALLEANZA SECONDO NOÈ
(garantita dalla creazione) 32,1-45 GIUSTIZIA E RESTAURAZIONE 33,1-12 V. I I: IL TEMPIO 33,14-16 DAVIDE E GERUSALEMME ( 30,9) 33,17-26 DAVU>E E LEVI (NOÈ: V. 20)
«sacerdozio regale» 33,2-26
ABRAMO (DAVIDE)
_ _ _ _,_J
Ezech. 20,40 s.; 36,37 s.; 47,1-12 Iub. 4,18; (Zach. 13,1?) Is. 4,2; 11,1; 55,3 Ezech. 34,23-31; 37,24-28 Os. 3,5; Am. 9,11; Mich. 5,1; Zach. 9,9; 12,1-13,1
(Ex. 19,6; Gen. 14,18) Cronista
Sai. 110; Zach. 4,14 Is. 41,8; 51,1 s.; Mich. 7,20; Ezech. 37, 24 s.
Ier. 30-33 (riquadro di sinistra) forma una raccolta di oracoli, taluni dei quali sono recenti. Essi sono redazionalmente raggruppati come per dare un'idea variata delle prospettive nuove della alleanza. È quindi facile percorrere gli stessi temi in altri oracoli a partire da questa collezione, ma il prospetto fornito da questa tavola non è evidentemente completo.
6
INDICE ANALITICO
Adesso: 79, 88, 120, l:J7, 18,-186, 318, 331-333; - imminente: 2,1; - istante: 26; - momento: 42, 242, 316317; - momento universale: 339; «oggi»: 71, n. 83; - presente: 22Jj - soglia: 42, 332-339; - dr. tempo alleanza: 24, 77-8J, 94-107, 109, 120, 208-214, 243-24,, 246, 263-28J, 307309, 326; - e individuo: 177; - e libro: 19-20; - e mediazione: 133-134; - nuova: 286-314 amore: 66, 71, 176-177, 179, 312; - dr. uomo-donna angdo: dr. mediazione apocalisse: 194, 198-199, 231-262, 316 avvenire: dr. fine, speranza, telos bellezza: 127, 171, 2,7-2'8 beni sensibili: 71-73, 79, 84, 97-99, 102, 124-12,, 272, 282, 294-297; all'inizio: 47; - al termine: 309; felicità: 12,-126, 147-148, 297; - terra: 36-37, n-77, 97, 108-109, 134, 144; - dr. Canaan, cibo, corpo, sapienza (lavoro) Canaan: 76-77, 280, 303-304 canone: 2,, 144, 149-1,0, 187, 196, 219, 232, 334-335 cibo, nutrimento: - acqua: 56, 99, n3; - fame: 99; - miele: 112, 124, 144, 2,7; - nausea: ,,; - pane: 52-56, 73-n, 99; - vino: 99, 102, n3, 124; - dr. beni sensibili, sapienza (lavoro), vita corpo: 9-91, II2, II4, 144, 15', 169, 183, 197-198, 224-22,, 291-292, 294,
300-301, 309-310, 330; - cfr. società (corpo sociale), memoria, uomo-donna, nome cosmo: -astri: 128-129, l,7, 245; -cielo: 24,, 2,8; - natura: 96, 127-129, 1,3-1,,, 177-179, 246-247, 260, 29,297; - dr. spazio creazione: 63-64, 91, loo, n,, 130, l3,,153,1,5,169,I80,218,242-243, 274-277, 305, 341; - e rapporto delle due alleanze: 287-298; - e voce profetica: 183-185; - dr. particolare, universalità, sapienza cronologia: dr. tempo cuore: 96, 17', 177, 294-29,, 298
Deuteronomio: 7)-85, 91, 172-178, 236, 276, 278, 288, 317; - e i due momenti della fine: 83; - come profezia e legge: 222 deuterosi: 172, 172-187, 197-198; - e chiusura: 187; - raddoppiamento, «seconda»: 67-69, 79-80, 221-224, 251; - seconda scrittura: 247-2,2; ripetizione: 67-68, 120, 1n, 270 diacronia: dr. tempo differenza: 21, 27, 84, 90-91, n4, n6, 120, 184, 206-207, 244, 282-283, 291, 328-329; - e profeta: 90-91; - e indifferenza: 120, 309; - e rinvio: 2,1, 330 diritto: 79, 267, 270, 273; - istituzione: 20, 77-79, 20,, 212; - istituzione e avvenimento: 96; - cfr. legge, rito donna: cfr. uomo-donna dono: cfr. grazia
3.53
elezione: 68, 109, 233, 271; - e universalità correlativa: 271, 305; - e creazione: 291; - il singolare, il singolo: 242, 305, 331-332; - cfr. universalità enigma: 126, 130, 139-140, 144, 168, 254, 257-259; - segreto: 125, 215, 119-320; - cfr. apocalisse, sapienza, visione escatologia: 155, 241; - e apocalisse: 263-265; - dr. telos, alleanza nuova esegesi: 11-14, 40-41, 111-112, 171, 195 n. 17, 200-213; - critica: 158· 160, 286, 315; - esplicare (spiegare) implicare: 332; - Formgeschicbte o scuola socioletteraria: 173, 200-213; - interpretazione: 48, 80, 104, 168, 236, 341; - dr. genere letterario esilio: 80, 91, 116, 170, 172, 187, 237, 248, 263, 315-316 esodo: 108-109, 112-115, 168-169, 181182, 193, 328 fede: 56-58, 113, 154, 332 figura: 28 n. 7, 63, l08-rr6, 155, 165, 179, 181, 222, 276, 287; - cfr. immagine, inizio fine: dr. telos genere letterario: 93, 119, 149-150, 164, 171; - cosa diversa da «classe di scritti»: 214; - nel profetismo: 9395; - minore: 171 Giordano: 67-77, 91, 176, 182, 248, 317; - frontiera: 68-69, 71, 82, 85, 248 grazia: 71, 77, 120, 139, 228; - dono: 53-54, 58-60, 73-76, 78, 97, 125, lJ8139, 261, 273-276, 298, 312; - gratuità: 76, 109, 275, 302; - «venire incontro», «prevenire»: l39i - cfr. alleanza, amore, perdono, sapienza idolo: 75, 129, 138-139, 147, 330-331; - Baal: n, 103; - immagine: 25, 57, II2, 114-u5, 144-145, 152, 172, 192, 224, 257, 259, 316; - cfr. immagine di Dio
354
immagine di Dio: 244, 281, 331 individuo: 88, 104-105, rr9-120, 122, 150, 177, 281, 302; - biografia: n8· 119, 165-166; - dr. società inizio: 53, 83, 85, 108, 130, 139, 143, 144, 145, 149-150, 157, 180, 203, 216-217, 242-243, 252-253, 313; - ar· cbè: 7-8, 9, 204; - arcbè-telos: 339; - archeologia: So, 200, 338; - archetipo: 52-53, 82, 90-91, 119, 157, 165, 176-177, 194, 222, 245; - dilatazione degli archetipi: 82; - cfr. origine, passato, telos, uomo-donna (nascita) ironia: 93, 96, 151; - cfr. riso lavoro: cfr. sapienza legge: 47-85, 103-104, u5, 125-126, 161-162, 173-178, 207-208, 221-224, 233-247, 242; - condizione nell'al· leanza: 57, 213, 296-297, 310-311; decalogo: 63, 65-66, 70, 76, 101-102, 104, 124, 272-273; - «decreto»: 79; - divieto: 216, 220; - modello: 237; - trasgressione: 220, 280; - utopia e legge: 234-238; - dr. alleanza, Deuteronomio, immagine, inizio, morte, passato, rito, scrittura, uomo-donna (padre) lettura: 14, 39-40, 49, 218, 225, 279; - lettore: 90, 315-342, 320; - lezio· ne: 321 libro: 19"26, 34, 17-43, 87, 91, 120-122, 157-229, 198, 232, 316, 332 manifestazione: 132, 140-141; - miracolo: 53, 87, no, 260-261; - nudi· tà: 90, 155; - svelamento, rivelazione: 42, 85, 93, 224; - cfr. mediazione (angelo), immagine, sapienza (ipostasi) manna: 55-56, 72-74, 112, 259, 323; dr. cibo, sapienza (lavoro) martirio: 154, 251-252, 306-310 mediazione: 64, 133, 141, 276 angelo: 134, 136, 167-168, 246, 253, 308-309; - messaggero: 95, 107; cfr. alleanza, manifestazione, sa· pienza (ipostasi)
memoria: 169, 259, 329; - e corpo: 300; - anamnesi: 73, 181, 225 menzogna: lo4-rn5, 107, u6; - perversione: 102, u5, JI2 Messia: u2; - scambio delle proprietà tra Messia e popolo: n2, 164, 170, 256; - cfr. re (Figlio dell'uomo), sapienza morte: 36-37, 56, 89, 107, n4, n8n9, 148-1,,, 187, 251-252, 281-282, 291, 300-301, 305-310; - dr. menzogna, peccato, sctittura (lettera) nazioni: cfr. universalità nome: 24, 89-90, 98-99, 101-102, 134, 182, 183, 225, 268, 272, 282-283, 291-292, 309, 323-331 novità: 33, 145, 185-186; - anteriore all'antico: JlO-JI4i - e origine: 223; - conversione al nuovo: 7, Jl5 numero: 234, 241-243, 249-250; - cfr. tempo (cronologia) Nuovo Testamento: 25-30, 42, l3l n. 3, 337-342; - dr. origine, uomo-donna (nascita) obbedire: 152, 217, 276, 320; - ascoltare la voce: 48, 213, JOI origine: 81, 143, 200 n. 20, 228, 342; - e novità: 223; - e inizio, loro differenza: I4J-I45, 146, 155, 157-158, 194-195, 242-243; - cfr. inizio padre: cfr. uomo-donna parola: 47, .n-56, 73-74, 89-90, 94, 97Io2, II5-II7, 122, 171 1 173, 175-176, 206, 245, 261; - discorso: 70, 176; - enunciazione: n6, 212, 217, 277; - mutismo: 97, 98-99, lOO-IOl; - orale, oralità, voce: 203, 2n-222; cfr. differenza, profeta, racconto, storia, uomo-donna (padre) particolare: 103, l37i - particolarità: 62-64; - universalità e particolare: 271-286, 277 passaggio: 25, 27-30, 83, n5, 2II, 224226, 340; - dr. adesso (soglia), scrittura (lettera)
passato: 45, 82, 84-85, 91, u3-u4, n7, 185, 225, 241, 242, 247-248, 287, 298, 316, 333; - convocazione del passato: 115-323; - chiamato a nascere: 316 peccato: 59, 101, u7, 224, 278, 297· JOI, 303-304, 306; - concupiscema, cupidigia: 54, 102; - male: 104, u7u8, 122; - dr. Canaan, idolo, menzogna perdono: 228, 298-30I, 304 poema: 126, 217-218, 262; - dr. creazione povero: 74, 102-103, 105, u2, 124, 151, JI9 preghiera: n8, 138 n. 9, 139, 167, 178, 194; - supplica o lamento: 102, u9, 289, 309; - dr. salmi presenza: 60-62, 75, 125; - abitazione: 125, 240 profeti: 83, 85, 87-122, 161-162, 187, 212-213, 224, 240, 247-252 racconto: 25, 73, 79, 82, 85, 91, 96, u5, 208, 220, 225, 269; - dr. alleanza, rito, storia re: 91-92, 103-104, 108-109, 135-136, 138, 161-162, 164; - regalità: 255256 (Figlio dell'uomo); - cfr. sapienza, uomo-donna (figlio, adozione) riso: 126, 145, 331-332 rito: 66, 74, u4, 266, 279-280; - circoncisione: 237, 244; - culto: 237238, 262; - legge rituale: 63-64; sacerdozio: 60-61; - legge sacerdotale: 237, 267, 327; - racconto sacerdotale: 218; - dr. legge, sacrificio, segno sabato: 56, 63-64, 65, 77, u5, l3I n. 4, 237, 244-245, 265 sacerdozio, sacerdotale: dr. rito sacrificio: 67, 73-74, 99, 188, 238-240, 280-286, 307; - sangue: 279-285; dr. alleanza, corpo, martirio, obbedire, profeta, rito, uomo-donna (figlio), vita salmi: 119, 133, 152, 164, 173 n. 10,
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187, 22,, 239-240, 2,2, 267, 286 n. ,, 289-290, 306, 337 sanzione: 47-,9, 66, 68, 77, 10,-107, I2l·l22, 12,·126, 275, 296 sapienza: 104, 123-155, 162-164, 177178, 179-180, 224-229, 252-262, 2'42,,; - angelo e sapienza: 168, 253; - artificio, via indiretta: 141; - ipostasi: 130-135, 142 n. 10, 14,; - dell'iniziato: 12,; - lavoro, travaglio: 40, 68-71, 7J, 77, 147, 1,4, 162-163, 206, 236, 262; - reversibilità profezia-sapienza: 184-18'; - tecnica: 12,-126; - sposa, donna: 14,, 147148, 19,; - partorisce: 2n; - madre: 227-228, 307 scrittura: - atto di scrivere, fatto dello scritto: 70-71, 88, 171, 191, 243, 2,72,8, 261-262; - tre scritture: 215229, 284; - atto notarile: 20, 88, 224; - Bibbia: 121-122, 189; - Bibbie nella Bibbia: 214, 233, 319; - cinematografo: 2,8 n. 7; - classe di scritti: 42-43, 161-162, 197; - inchiostro: 121, 177, 216 n. 3,, 223, 226, 279, 331; - grafismo: 2n; - geroglifici: 258; - lettera: 24, 40, 60, 77, 98, 104, 179, 2II, 215-217, 261, 280, 300-301, 314, 322; - lettera non è il suo contenuto: 221; -pagina: 24-2,, 168, 182, 223, 310; - riscrittura: 251; - scriba: II8-II9, 163, 177; silenzio dello scritto: 182-187, 191, 192, 321; - stele: 23-2'; - testamento: 69; - testo: 66, 142-143, 171, 2n, 270 1 279; - cfr. genere letterario, lettura, libro. segno: ,4.,6, 67, 74, n6, 233, 237-245 servo sofferente: 170, 183, 185-187, 300-301, 30,, 310, 320-321 società: 104-10,, 161, 212; - corpo sociale o corpo del popolo: 104-10,, 170, 197, 205, 217, 219, 262, 292; funzione sociale: 161-162, 197; - popolo: n8, 164, 189-190, 204; - sociologico: 202 n. 22, 212 n. 31: - dr. esegesi (scuola socioletteraria), individuo, sapienza
spazio: 20, 2,, 43, 17', 224-227, 234, 243, 24,, 262, 334; - deserto: ,2.,3, ,8.,9, 103, 112; - luogo: '4· 63 1 134, 144-145, 240; - pleroma: 257, 264; - vuoto: 174-1n, 221, 234, 241-242, 243, 269; - dr. tempo (simultaneità) speranza: 181, 240, 243, 319-320; - avvenire: 41, 61, 83, 103, 18,, 195· 196, 233-234, 243, 342; - avvenire e ignoto: 342; - promessa: " ' 63-64, 69, 71, l24-u5, 137, 146, 16,-166, 170, 1n, 19,, 271; - dr. tempo, telos stile: 49, 143, 144, 1'4, 164, 173-175, 178, 191, 263, 292, 316; - metafo· ra: 148, 294; - ritegno, freno: 140, 144; - stilistica: 160, 160 n. 1, 168169; - dr. genere letterario storia: 22, 44, 62, 83, 88, 90-91, 96-97, 117 1 121 1 136, I,O, 159-160, 164, 169, 170, 183-184, 203, 217, 247-248, 272, 277, 317-318; - storia sacerdotale: 218 1 243-244; - avvenimento: 89, 96, u4, 192-193, 216; - caso: 166; - data: 22-23, 88, 241-242; - cfr. tempo (cronologia), libro, racconto telos: 7-8, 195-215, 197-198, 216, 222223, 2,0-2,1, 277, 289-294, 307, 317; - teleologia, struttura: 199; - adempimento, compimento: 42, 16,, 190191; - chiusura: 83, 124, 187, 197, 2,1; - colmo: 76-77; - fine: 80-83, IOI, 115·122, 1,0, 187, 241, 2,0, 30,· 306; - ingiunzione: 121 1 2,0; - e inizio: 317, 322, 333, 339; - proroga: 121; ricapitolazione: 134, 197, 316; - 'igillo: 249; somma: 70, 121, 180, 183, 186, 248; - sommario: 171; - termine: 16,, 306
tempo: 24, ,1, ,4, 68-69, 71, 79, 120, l26-u7, 1'7, 226-227, 318, 331-332; - i tempi: 193; - temporalità: ,1, 84, 161; - le sue tre dimensioni: 197 attesa: 83, 238, 240-241; - imminenza: 222, 241
misura del tempo - calendario: 241242; - cronologia: 38, 41, 87-88, 158, 241-242, 315; - durata: 2728, 55, 179; - pazienza: 262; - orologio: 88, 242; - cfr. numero, rito (racconto sacerdotale) progresso: n7, 317-319; - sempre: 157, 171, 296; - simultaneità: 20, 23, 28, 41, 259; - successività (diacronia): 42, 50, 283, 287, 296-297; - dr. adesso, deuterosi (ripetizione), memoria, origine, speranza, storia, telos tentazione: 56-58, lJJ, 224 testimonio: 22, 88, 95, 269, 269-270, 305 unicità: 15, 72, 90, 126, 249, 303; monoteismo: 128, 322, 331; - dr. creazione, elezione (singolo, singolare) unità: 70, 128-141, 129-130, 176, 244; - congiunzione degli scritti: 188-196, 197-198, 208 universalità: 30-31, 62-64, 68, 89, 97, 122, 124, 137, 152, 303-305; - e particolare: 271-286, 291, 293; - Nazioni: 97, 122, 136-137, 177-178, 183184, 193 uno: 126, 132, 184, 229, 3n uomo-donna - concepire: 146, 194;
bambino: 53, 123-124; - famiglia: 124, 165, 177 donna: no-II2, 124, 144-148, 227228, 284, 307; - partorire: noII1; - Sian partorisce: 181, 227, 292; - sposa: 90, 145; - del suo Creatore: 228, 292; - madre: 228, 261, 304-308; - nascita: no, n2, n5, 226-228, 316; - partoriente: no, n2; - sterilità: no, 148 matrimonio: 88, 148, 312; - dei profeti: 179; - adulterio: 145-146, 179; - incesto: 280 padre-figlio: - adozione: 138, 138 n. 9; - filiazione: 146; - figlio: 88, 109, n3, 306-307; - sacrificio del figlio, 280-284; scrittura del figlio: 220-228; - dr. immagine, inizio, legge, rito (circoncisione), sacrificio (sangue), sapienza, vita viaggio: 39-40, 53, 76, u2, II5, 231; - ignoto: 342 visione: 61-62, 147-148; - sogno ed enigma: 254, 257-258; - utopia: 235, 238 vita: 12, 50, 124-125, 126, 281-286, 294; - vittoria sulla morte: 155, 247, 250-251, 285-286, 300-310; - cfr. beni sensibili, corpo, creazione, martirio, morte, sacrificio
INDICE DEI PASSI BIBLICI
Genesi 1,16-18: 245 1,26-28: 255 2,25: 63 3,7: 147 3,12: 147 4,I: 146 n. II 5: 170 n. 6 5,1-3: 281 5,24: 169 8,22: 302 9,3-7: 237 9A= 281 9,5: 281 9,6: 281 9,12: 237 9,28: 170 n. 6 l0,1-7: 244 10,20: 244 10,22 S.: 244 10,31 s.: 244 12,3: 244 14,19: 274 15,16: 76 16,7-14: 134 16,35: 74 17: 244 17,5: 244 17,6: 60, 244 17,n: 237 17,16: 244 18: 134 22: 134 22,1-19: 283 24,7: 134 24AO: 134 28,10-22: 134
28,16: 313 31,15: III 35,21: III
Esodo 3,2: 134 3,3: 319 3,5: 323 3,6: 326 3,13: 326 3.14: 325 3,15: 326 3,16: 327 4,24-26: 284 6: 327 6,2-6: 327 6,2-9: 245, 3n 6,3: 327 14,13: II5 14,19: 134 15,22-26: '31 69 15,22-27: 57 I.~ 1 25: 58, 69 16: 56 I6A: 53 16,15: 56 16,35: 74 17,1-7: 56 19,3-6: 60 19,5: 60, 62, 272 19,6: 60, 240 19,6-21: 193 19,18: II4 19,20: 61 19,24: 61 20: 63, 64 20,18: 58
20,20: 53, 58 23,20: 62, 134 23,23: 134 24,5: 61, 280 24,6-8: 279 24,7: 20 n. 2, 61 24,9: 61 31,12-17: 237 32,10-12: II8 32,34: 134 33,2: 62, 134 33,15: 62-63 33,18-23: 63 34,33-35: 61
Levitico 18: 280 18,21: 280 25,1-7: 77 26,3-13: 47 26,3-19: 273 26,14-39: 273
Numeri 188 11,6:" 11,24-30: 62 11,29: 191 II,34: 56 20,1-13: 56 20,16: 134 22,24: 94 27,12-14: 59 II:
Deuteronomio l,35: 59 l,37: 59
359
3,26: 59 3,27: 70 4: 177, 188 4,2: 82 4,5-8: 178 4,19: 128 4,21: 59 4,34: 272 4,37: 68, 76, 311 5,6-21: 70 5,12-15: 64 5,15: 77 5,22: 82 6,4: 72 6,5: 66, 71 6,5-9: 177 6,8-9: 70 6,9: 70 7,7: 76, 311 7,7-8: 68 7,8: 176 8,1: 50 8,2-3: 53 8,3: 72 8,16: 53 9,1-6: 76 9,5: 273 9,6: 3n 11,18-21: 70 11,29-30: 266 12-26: 74 12,2-4: 310 15,1-18: 77 17,8-18,22: 161 n. 2 18,!)-14: 76 18,15: 83 18,15-18: 92 20,1-9: 236 24,6: 236 24,10-11: 236 24,12 s.: 236 24,15: 50 26: 225 26,1-11: 74 26,2: 73, 283 26,5: 283 27: 266 28,23: 273
360
29: 175, 178, 188 29,3: 175, 274, 278 29,17-20: 177 29,18: 70 30: 175, 178, 188 30,1: 287 30,3: 287 30,6: 278 30,11-14: 176 30,14: 74, 175, 176 30,15: 50 30,16: 176 30,20: 50 31: 83 31,14-20: 81 31,21: 20 32,36: 307 34: 83 34,10: 83
Giosuè 4,19-24: 266 4,24: 270 5,n-12: 74 8,30-35: 266 23: 282 24: 53,69,266,299 24,3: 272 24,15: n8 24,20: 287 24,25: 58, 69 24,27: 217
Giudici 2,1-4: 92 2,1-5: 133 n. 6, 134 2,11-23: 92 4,8: 134 5,14-15: 134 5,23: 134 6: II3 6,1: 133 n. 6 6,7-10: 92, 133 n. 6 6,13 S.: II3 7: II3 8,22: 113 13: 113
1
Samuele
8,5: 136 12: 266, 282
2 Samuele 6: 133 7: 311 7,3: 93 7,14: 138 n. 9, 302 12,7: 103 I
Re
1,8: 162 n. 4 1,32: 162 n. 4 1,34: 162 n. 4 1,38: 162 n. 4 1,44: 162 n. 4 1,45: 162 n. 4 3.4-15: 138 n. 9, 139 10,1-13: 136 11,1-13: 136 I 3,11-32: 93 18,6-19: 93 20,41: 93 21,19: 103 21,20: 103 22,1-28: 93
2Re 8,10: 93 10,19: 162 n. 4 11,17: 266 16,3: 280 17,13: 186 n. 14 17,23: 186 n. 14 19,15-16: 289 21,10: 186 n. 14 22,1-23,27: 44, 266 22,3-23,3: 79, 266 23,27: So 24,2: 186 n. 14 I
Cronache
1,1: 240 17,13: 138 n. 9
2 Cronache 8,12-14: 238
23,18: 238 26: 108 D. IO
3: 204 9,n: 186 n. 14
30,1-14: 151 31,26: 128 31,37: 152 38,36-41,26: 153 40,19: 154 n. 16 41,26: 154 n. 16
Neemia
Salmi
8: 269 8-10: 267 9,6: 290 9,14: 64, 237 9,32: 161 n. 2
I: 260 7: 261 7,6: 307 7,II: 307 7,u-13: 319 7,23: 307 7,29: 306 7,36: 306 1,,9: 161
2: 246 2,7-8: 138 n. 9 19: 184 22: 22,, 239, 306 22,28-30: 306 40,75: 187 42..4: 319 42,n: 319 44: 267 45,2: 177 51: 294 74: 289, 312 74,12: 289 74,13: 289 74,16: 289 78: 168 79: 267 79,10: 319 85,12 s.: 29, 87: 304 89: 267, 289, 306, 3II, 312 89,27: 138 n. 9 89,.48: 306 102: 328 uo,3: 138 n. 9 u5,15: 274 n9: 180 131,1-2: 314 131,3: 314 136: 225, 327 n. 3
Giobbe
Proverbi
2,.4: 1,3 13,15: 1,2 28: 143, 1,4, 178 28,, s.: 215 28,20: 21, 28,22: 21, 29-31: I,1
1,5: 146 D. II 1-9: 174 2,1-9: 139 3,3: 179 4,,: 146 D. II 4,7: 139, 14,, 146 n. II 4,13: 147 n. 13
Esdra
Tobia 12: 145 12,15: 167 12,19 s.: 168 12,20: 167 14,1: 172 n. 9 14,6: 304
Giuditta 9,5: 255 r
Maccabei
3,48: 269 8,31: 96n.7 2
Maccabei
6,21: 179 7,3: 179 7,4: 148 8,2-4: 179 8,15: 138 n. 9 8,17: 179 8,22: 138 n. 9, 146 n. II 8,22-31: 130, 142 n. IO, 143,194 8,27: 180 8,30: 164 16,16: 146 n. II 18 115: 146 n. II 25,16: 144 30,1-4: 139 30,18 s.: 144 30,19: III n. 13 31,10-31: 191
Ecclesiaste I,4-n: l'O l,17-18: 150 2,12-26: 1,0 3,22: I'O 7,2: 150 7,8: 150, 306 7,23: 139 9,13-15: 128
Cantico dei Cantici 3,4: 147 n. 13 8,n-12: 94
Sapienza 1,1: 136 1,2: 15' 2,10-20: 1,4 2,16-17: I5' 3,7: 262 3,13-14: 148 4,7-14: 148 ,,17.20: 247 6,1: 136 6,12-21: 15' 6,22-2,: 194 6-9: 143 7,1: 164, 19, 7,1-6: 194
361
7,3: I35. I94 7,5: I64 7,7: I94 7,n-I2: I47• I48 7,I5: I94 7,I8: I93 7,22-23: I55 7,25-26: I94 7,27: I4I, I55, 227 8,2-9,I8: I48 8,5-I4: I48 8,8: I93. 254 8,16: I48 8,17-9,I8: I39 9,I-I8: I95 9,4: I4I 9,Io: I55 9,18-10,I: 253 n. 5 IO: 168 10,I·II,4: 155 I0,4: 168 10,5: 169 10,10-I9: 253 n. 5 13,1-9: 129 16,I5-19: 155 16,17-23: 259 16,18: 259 16,22: 259 16,24-26: 259 16,28: 259 18,I3: 256 18,14-16: I42 n. IO 19,6: 259 I9,6-2I: I55, 193 19,Io: 2.19 I9,18: 259 19,20: 259 I9,22: 155, I64
Ecclesiastico prologo: I6I, I93 6,27: 147 n. I3 24: I43. 178, I92, 253 n.5 24,22: I47 24,23: 163 24,26: 256 24,30: 192
362
24,33: I92 36,24: I45 38,4-5: 26I 39,12-35: 26I 42,I5-43,23: 253 n. 5 42,I8: 254 n. 6 44,I-49,I6: 253 n. 5 44,I4: 253 n. 5 49,I6: 256 50,I-21: 253 n. 5 5I,1-12: I39 51,I-30: I47 n. I3
Isaia 1,2-20: 95 I,3: 96 1,5-6: 181 1,8: 106 1,10-17: 94 2,3: 62, 305 5,1-7: 94 6: I08 n. IO 6,9-10: 181 6,10: 109 7,2.9: 113 7,10: 138n.9 7,10-I6: 110 7,12: 181 7,13: 181 7,14: no, non. 12 7,I5: 88 7,I7-25: III 7,23: II2 8,1: 88 8,4: 88 8,6: II3 8,I6: I09 8,I6-20: 88 8,I7: 116 8,I8: 88-89, 118 9,3: II3 I0,26: II3 II,9: 286, 302 I4,29: 253 19: 304 20: 89 22,1.n: II4 24,I9·2I! 246
26,I9: 332 26,20: II4 27,I: n4n. I4 27,2-5: 94 28,I5: II4 28,I6: II3 28,21: II3 29,n-12: 88, I09 30,8: 88 30,29: n4 31,5: 114 31,9: n4 37,23-29: 94 40-55: I13, I80-187 40,1: 18I 40,4: 287 40,21: 183 40,30-31: 329 42,1-9: 185 42,2: 320 42,6: 300 42,18: 181 43,10: 305 43,12: 305 43,18: 293 44,3: 295 44,8: 305 44,22: 299 49,1-9: 185 49,6: 305 49,8: 300 49,21: 227, 292 50,4-5: 320 50,4-II: I85 50,5b: 32I 5I,I-2: 292 51,2: III 52,I3: 300 52,15: I86, 30I 52,I3-53,12: I70, I85, 300,3IO 53,I: I86 53,2: I8I 5J,5h: 300 53,Io: 186 53,ub: 300 54,2: 226 54,5: 228, 292
54,9: 290, 302 54,u-13: 295 54,13: 190 54,14: 297 55,3: 301, 302 60,17: 295 60,19-20: 295-296 60,22: 190 65,17: 293 65,25: 302 66,8: 292 66,22: 293
Geremia 2,1-13: 95 2,8: 161 n. 2 2,10-11: 96 2,20-37: 95 2,26: 161 n. 2 3,4: n7 4,9: 161n.2 6,13: 161 n. 2 7,25: 186 n. 14 7,29: 94 8,1: 161n.2 8,7: 96 8,8 s.: 224 8,10: 161 n. 2 8,18b-23: u9 n. 16 9,16-21: 94 10,23 S.: Il9 n. 16 11,18-12,5: II9 Il. 16 13,13: 161 n. 2 13,23: u7 14,18: 161 n. 2 15,10-21: II9 n. 16 16,1-9: 89 17,1: u7 17,14-18: II9 n. 16 18,18: 161 n. 2, 162 20,7-18: II9 n. 16 21,2: 117 23,11: 161n.2 23,33: 161 n. 2 23,34: 161 n. 2, 162 n. 3 25,1: 249 254: 186 n. 14 25,11: 249
26,7: 161 n. 2 28,8: 186 n. 14 28,10: 89 29,1: 161n.2 29,19: 186 n. 14 30-31: III n. 13 30,2: 121 30,6: 227 31,15: 227, 292 31,22: III, 227, 292 31,29: 302 31,31: 263 31,32: 61, 181 31,33: 297 31,34: 190, 298 31,35: 290 31,35-37: 290, 311 32,16-17: 290 32,32: 161 n. 2 32,39: 297 33,2-3: 290 33,14-26: 60, 240, 311 33,19-26: 290 34,1-22: 266 34,18: 280 35,15: 186 n. 14 36: 121 36,17 s.: 121 39: 122 n. 18 46,26: 122 n. 18 4847: 122 n. 18 49,6: 122 n. 18
Baruc 3,9-44: 143, 178, 253 n.5
3,38: 163 4,1: 163 6,53: 129
Ezechiele 3,24-5,4: 89 7,26: 161 n. 2, 162 14,1-11: 302 14,14: 253 16,3: 280 16,19-21: 280 16,22: 299
16,36: 280 16,51: 304 18: 302 20,25-26: 280 22,25: 161 n. 2 22,29: 161 n. 2 24,15-27: 89 28: 255 28,3: 253 31: 255 36,26: 295 36,27: 297 36,31: 299 37,7: 308 37,10: 308 37,11: 293 38,17: 186 n. 14 40-48: 234 47,1-12: 234 47,12: 295, 296 48,30-35: 234 48,35: 295
Daniele 2,14-19: 90 4: 255 5: 243 7,1-14: 255 7,15: 256 7,18: 256 7,25: 246 9,2: 249 9.4-5: 308 9,6: 186 n. 14 9,16: 308 9,19: 309, 331 9,20: 308 9,21: 308 9,24: 249, 250, 309, 331 9,27: 308 10,1: 254 10,13: 246 12,1: 246, 247, 310 12,2: 247 12,2-4: 310 124: 250, 262 13-14: 254
363
Osea
3,1-2: 62, 190, 298 3,3: 246 4,21: 295
5,8: 329 5,8-9: IOO n. 8 5,14: 98, 3II 5,18-20: 100, 3II 5,21-23: 99 6,4: 98, 99 6,5: 99 6,10: 99 7,13: 99 8,2: 106 8,4-6: 99, 102 8,11: 99 9,5-6: 100 n. 8, 329 9,7-8: 99 9,10: 98, 3II 9,13: 296 9,55: 100 n. 8
Amos
Michea
1-2: 94 2,4-16: 94 2,7-8: 101 2,8: 98 2,II: 99 2,12: 99 3,1-2: 99 3,7: 186, 255 4,1: 99 4:4: 99 4,13: IOO n. 8, 329 5,1-3: 94 5,6: 106 5,7: 105 5,7-10: 100 n. 8
2,6-7: 100, IOI 2,7: 3II 3,11: 98, 162, 3II 4,8: III 4-5: III 5,1: 110 n. II 5,2: no, 292 6,1-4: 95
1-3: 88 1,9: 326 2,9: 103 2,10: 102 2,16: 103 2,21-22: 312 4,2: 102 4.4 s.: 161 n. 2 6,1-3: IOO, 3II 12,14: 188 n. 15 14,3: 97
Gioele
Zaccaria 1,4: 186 n. 14 l,6a: 186 4,10: 313 7,7: 186 n. 14 7,12: 186 n. 14 8,9: 186 n. 14 12,10: 301 13,1: 301 14,7: 246 14,9: 247 14,16: 246 14,16-17: 304 14,20-21: 262, 295
Malachia 3,1: 133 3,22-24: 222
Marco 10,19: 65
Atti 2,9-n: 334 n. 5
Romani 1,18-32: 77 7,7: 54
Abacuc 2,2: 88 2,3: n6
Ebrei
Sofonia
Apocalisse
3,9: 122 n. 18, 304
12: II2
11,5: 169
INDICE GENERALE
Premessa all'edizione italiana . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Prefazione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
l l
Introduzione - La faccia esterna del libro . . . . . . . . . . . . . . . . . .
l
Cap. 1 - La legge . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
47
L'acqua e il pane del deserto . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 2. La montagna . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 3. Il fiume Giordano, frontiera della promessa . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 4. Gli archetipi e l'alleanza . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
59 67
Cap. II - I profeti . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
87
L'ubicazione della parola . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 2. La fine e l'alleanza . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 3. Isaia, Geremia, la fine della promessa . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
87 97 108
I.
I.
7 9 52
77
Cap. III - I saggi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 123 1. L'unità della sapienza e l'unità di Dio . . . .. . . . . . . . . .. . . . . . . . . . . . 2. Sapienza e vita . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 3. La sapienza nascosta: la sapienza e la fine della vita . . . . . . . . . . . . . .
128 141 148
Cap. 1v - Il libro . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 157 I. La sapienza e il libro . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 2. La «deuterosi» . . . . . . . . . . . . . . . . . . . • . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
3. La saldatura dei generi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 4. Il telos . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 5. Il libro e la lettera: le tre scritture . . . . . . . • . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
162 172 188 195 215
Cap. v - L'apocalittica ................................. 231 1. Legge,
o prima scrittura . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
233 247 3. Sapienza, o terza scrittura . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . ,252 2. Profezia, o seconda scrittura . . . . . . . .. . . . . . . .. . . . . . . . . . . . . . . . . .
Cap. VI - La nuova alleanza ............................ 263 I.
L'alleanza antica . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
265
2. L'alleanza nuova . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Inizio, telos, creazione, 289 - Giustizia e mondo, 294 - Perdono, 298 Alleanza eterna, 302 - Universalità, 303 - Morte, 305 - Antichità dell'alleanza nuova, 310.
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Cap. vn - Conclusione: il lettore ........................ 315 I. La convocazione del passato . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 3 x5 2. Il cuore e il corpo del soggetto . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 3. Riso del singolo o del singolare . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 4. La soglia e lo scambio . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
323 331 337
Tavole ............................................. 343 Indice analitico ...................................... 353 Indice dei passi biblici . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 359
Finito di stampare nel mese di agosto 2000 presso Lcgopànt S.p.A. - Lavis (frento)