La Musica Barocca [PDF]

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Zitiervorschau

La musica barocca Il periodo tra l’inizio del 1600 il 1750 è denominato Barocco (dal francese “baroque”: stravagante, bizzarro). Quest’epoca è sata importantissima per lo sviluppo della musica che ha visto la nascita e la diffusione in Italia di nuovi generi e forme musicali che si diffonderanno nei secoli successivi in tutta Europa. Nonostante i musicisti continuassero ad essere considerati semplici servitori dei signori per i quali componevano le loro musiche nelle diverse occasioni, in questo periodo iniziarono a moltiplicarsi le occasioni di lavoro “indipendente”: nei teatri dove lavoravano compositori, strumentisti, cantanti; nei luoghi civili e religiosi dove ebbe uno straordinario sviluppo la musica strumentale. La caratteristica principale dello stile barocco è stata la contaminazione, l’incontro tra linguaggi diversi come la danza, la musica, il teatro, e la capacità di stupire e di meravigliare lo spettatore con effetti innovativi e suggestivi (sia in campo musicale che visivo e scenografico). Il canto Un genere fondamentale per la storia della musica è il melodramma, spettacolo cosituito dall’insieme di musica strumentale, canto, recitazione e danza. La nascita del melodramma si deve ad un gruppo di appassionati e studiosi (tra i quali vi era Vincenzo Galilei, padre dello scienziato Galileo) che si riunivano nel palazzo del conte Bardi a Firenze verso la fine del ‘500. Questi uomini colti (musicisti, letterati, filosofi) volevano riportare in vita una forma di spettacolo della Grecia antica: il teatro; attraverso varie discussioni, tentativi di messa in scena e spettacoli privati nei ricchi palazzi nobiliari, diedero vita, quasi inconsapevolmente, ad un genere di spettacolo tra i più importanti della storia. La rapida diffusione del melodramma fu favorita dalla nascita dei teatri pubblici a pagamento, gestiti da impresari che finanziavano gli artisti e lo spettacolo per poi guadagnare dalla vendita dei biglietti e dalle repliche degli spettacoli. Il primo teatro del genere nacque a Venezia nel 1637 e fu il San Cassiano. Questa nuova forma di spettacolo, che prevedeva l’alternanza di canto e recitazione accompagnati da musiche dell’orchestra, fu inizialmente denominata “il recitar cantando”. Uno degli scopi della camerata Bardi (così vennero chiamati questi intellettuali) era quello di favorire la comprensione dei testi narrati e la partecipazione emotiva del pubblico utilizzando non più la polifonia (tipica del Madrigale)1 che creava confusione rendento incomprensibili le parole ma la monodia accompagnata (dagli strumenti in sottofondo). Proprio la musica polifonica cadrà in disuso per far posto al melodramma e alle nuove forme di musica strumentale eseguite dalle orchestre. Il Madrigale prima di scomparire subisce una trasformazione da musica polifonica a musica monodica con accompagnamento strumentale dando vita alla forma musicale della cantata ed alla pratica del basso continuo2 utilizzata anche nel melodramma. Tra i maggiori compositori di melodrammi del ‘600 è da ricordare Claudio Monteverdi, autore di: ”Orfeo”, “Il ritorno di Ulisse in patria” ed altre opere. Il successo e la rapida diffusione del melodramma con il quale si narrano vicende soprattutto mitologiche, induce alcuni compositori, legati allo Stato Pontificio ed alle regole di severità e sobrietà della controriforma , a scrivere musiche per accompagnare storie prese dalla bibbia e dalla vita dei santi. Questo genere musicale simile al melodramma ma privo di scenografie e di costumi (siamo in chiesa!) prese il nome dal luogo in cui veniva rappresentato, cioè: oratorio.

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Il Madrigale è una forma polifonica corale a 4,5 e 6 voci in uso dal ‘300 al ‘500, di carattere profano con contenuti amorosi, o anche sacro… 2 Il basso continuo è un sottofondo musicale eseguito da uno strumento a tastiera o dal violoncello per accompagnare il canto (monodia accompagnata).

Gli strumenti Altro fenomeno musicale di grande importanza del periodo barocco fu lo sviluppo della musica strumentale, dovuto al perfezionamento di molti strumenti musicali tra cui gli archi (violino, viola, violoncello…) Proprio in Italia in questo periodo si approfondisce e si diffonde il gusto per gli strumenti. Si afferma una prestigiosa scuola violinistica che si sviluppa principalmente a Roma , Bologna e Venezia. Tra i compositori più importanti ricordiamo Arcangelo Corelli a Roma, Giuseppe Torelli a Bologna e soprattutto Antonio Vivaldi a Venezia. Autore di un numero enorme di concerti per orchestra, fu tra i primi ad utilizzare gli strumenti a fiato anche come solisti. La sua importanza è dovuta al fatto di aver codificato/strutturato in modo definitivo la forma del concerto distinguendolo tra: concerto grosso e concerto solista. Il concerto grosso si ha quando l’orchestra (chiamata “tutti”) dialoga con un piccolo gruppo di strumenti solisti detto “concertino” , mentre il concerto solista vede come protagonista principale un solo strumento accompagnato dall’intera orchestra. Quale fu il motivo del rapido sviluppo della musica strumentale nel ‘600 e ‘700? La creatività di alcuni artigiani liutai! Il liutaio (da liuto) è un costruttore di strumenti a corda. A partire dal ‘600, alcune famiglie di liutai iniziarono a sperimentare nuove tecniche e mareriali nella costruzione degli strumenti, dando origine agli attuali strumenti a corda tra cui gli archi. Ancora oggi gli strumenti superstiti costruiti in quelle botteghe sono utilizzati in concerti dai più importanti musicisti del mondo ed il loro valore nel tempo è aumentato talmente tanto da far in modo che ogni strumento sia custodito come un’opera d’arte preziosissima. Tra le famiglie di liutai più famose sono da ricordare quella dei Guadagnini a Torino, dei Gasparo da Salò a Brescia, degli Amati e dei Guarneri di Cremona, dove lavorarono anche i discendenti del più famoso ed apprezzato liutaio tra tutti: Antonio Stradivari.

Un’ orchestra d’archi in stile barocco con al centro un clavicembalo ed un liuto.

Interno di un moderno laboratorio di liuteria