Fitna. Guerra nel cuore dell'Islam [PDF]

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Zitiervorschau

alla memoria di ',..laxime Rodù/Sol/ 26 gel/I/dio 19 J5 23 maggio 2004

Hingraziamenti

Scrivere un lib ro è sem pre un processo solita rio, che però non si potrebbe portare a compimento se l'autore non beneficiasse della generosità degl i amici e del talento d i tutti colo ro dai quali egli trae ispi razione. Fil11(l è nato dalle circostanze eccezionali che hanno scosso il Medio Oriente in seguito aU' Il settembre, e dalIa necessitlÌ d i conoscere meglio la regione nel momento in cui questa subiva un capovolgimento inaudito. Tale necessità si è tradona innanzi tutto in continui viaggi, che hanno fornito allibro il substrato, e qui vorrei ringraziare coloro che mi han no accolto, soprattutto nella penisola araba. Negli Emirati Arabi Uniti , l'am ba sciatore francese Gouyene, em inente arabista, non ha ri sparmiato energie per permettere la creazione della «rete eurogolfo», gra zie alla quale ho avuto . Secondo le testimonianze raccolte in loco, molti dei ka· mikaze del 16 maggio, alcuni dci quali con un passato da del in· quenti, tossicomani O alcolisti, avevano scoperto la pratica dell 'islam solo in tempi recenti. TuHi erano stat i travolti dall 'en· tusiasmo per l' I l settembre e sedotti dal carisma d i Osama b in Laden , che anelavano ad imitare, convinti dagli imam della sa/a· jiyajlhadl)'a, la nebulosa islamista che riuniva i loro imam , che, in· vece di imbarcarsi su di una patera per attraversare nella notte lo stretto di Gibilterra verso l'Eldorado europeo, essi avrebbero ab· bandonato davvero la miseria di una bidonvi//e senza speranze, e si sarebbero ritrovati in paradiso, dove il loro stalUS di m,miri del jihad gli avrebbe assicurato straord inari prem i. 118

Gli attentati di Casablanca sono il risultato di un innesto tra l'ideologia veicolata da al~Qa 'i da, adattata dagli imam salafisti locali radicalizzati, e le frust razioni sociali dei giovani diseredati, che hanno deciso di tradurre nel terrorismo jihad ista la loro impotenza politica. La contropartita di tale ibridazione piuttosto malriuscita è l'insuccesso del tentativo di convincere della giustezza della loro battaglia le «masse della Umma»: i simpatizzanti, che non hanno nulla da obiettare, o che addirittura si rallegrano, dinanzi al massacro d i ebrei, americani , europei ed altri «infedeli», reagiscono invece negativamente quando i morti sono musulmani. Tale sentimento emerge nel novembre del 2003 in seguito a un massacro a Riyad le cui sole vittime sono degli arabi: e questo costringe gli imam jihaclisti a fare onorevole ammenda. Il tiro viene corretto con la st rage di Madrid dell' 11 marzo 2004, i cui morti sono principalmente europei «empi», e che viene compiuta da alcuni marocchini legati al movimento di Casablanca, questa volta debitamente inquadrati da jihadisti più agguerriti e formati direttamente dalla rete di Bin Laden. La filiera «marocchina immigrata) di al-Qa'ida era stata coinvolta nelle indagini seguite all ' Il settembre 200 l, facendosi notare in particolare per l'incriminazione dei due marocchini giunti per le vie dell'immigrazione in Francia e Germania: Zacarias M ussawi, detenuto negli Stati Uniti, e Muhammad al -Mutasaddeq, in carcere ad Amburgo. Il ruolo strategico della Spagna, in cui si t rova una consistente comunità marocchina che conta anche parecchi immigrati illegali, era stato messo in luce nella fase preparatoria degli altentati. Nel luglio del 2002 nella città di Ta rragona si era tenuta la principale riunione di inq uadramento per l' Il settembre, cui avevano presenziaro, in particolare, l'egiziano Muhammad 'Acta, capo del commando degli Stati Uniti, e lo yemenita Ramzi ben al· Shibh, ufficiale di collegamento con Khaled Shaykh Muhammad e Bin Laden. L'inesperienza che caratterizzava all'epoca la polizia e la giustizia spagnole nell'ambito della sorveglianza e delle indagini delle reti islamiste radicali, l'inefficacia relativa dei controlli presso le frontiere, e la mancanza in generale d i competenza in questo ambito, avevano consentito ai seguaci di Bin Laden di usare la penisola come un santuario e una base, da cui transitavano gli attivisti , passav,lI1o i trasferimenti bancari , e così via. Tuttavia, questa tranquill ità era stata messa a dura prova da una serie di inlJ9

d agin i condotte con grande perizia e arresti a tappeto. Essa avreb· be consentito la raccolta di una grande quantità di dati che, all 'in · doman i dell' Il marzo 2004, avrebbero permesso di individuare rapidamente legami e connessioni tra gli attentatori, Casablanca e al·Qa' ida. Quando a Madrid avvengono le denagrazioni, nell 'ora mattu· tina in cui treni suburbani affollati si dirigono verso la stazione di Atocha, la Spagna si trova nella fase conclusiva deUa campagna elettorale. Il governo Aznar ha all ineato il prop rio paese agli Sta· ti Uniti, a dispetto di un 'opin ione pubblica in gran parte ostile all'impiego delle truppe spagnole in Iraq; egli è in competizione con un 'opposizione di sin islfa che ha inserito il ritiro del contin gente nel proprio p rogramma politico. È solo grazie al ritardo di alcuni dci quattro treni ·bomba che si riduce l'entità del massacro - il più importante di questo tipo in Europa - , che fa 19 1 vitt ime e migliaia d i feriti a vita . Se i treni fossero arrivati all 'o ra prevista in stazione. questa sarebbe crollata, facendo migliaia di vittime. li parallelismo con l' I l settem bre è, di primo acchito, impressio· nante: proprio come ' Atta e i suoi complici avevano preso di mira il traspono aereo, che è oltre Atlantico la base e il simbo lo dclle comunicazioni , i terroristi di Madrid hanno colpito dei t reni , in una Europa in cui la rete ferrov iaria costituisce il simbolo della circolazione rapida ed efficiente dei passeggeri. Sono identici an o che l'ora mattutina degli attacchi e il numero d ei mezzi colpiti , quatt ro aerei e quattro treni. In compenso, il governo Azna r, incolpando all'inizio fa lsamente cd esclusivamente l'organizzazione terro rista bllsca Eta , in una prospettiva elettoralista rivelatasi controproducente dal momento in cui vengono effettuati i primi arresti d 'islamisti e vengono prodo tte prove schiaccianti COntro di loro, è stato immediatamente punito dagli elettori , privandosi della possibilità di (rame vantaggio politico, com 'era riuscito di fare a George Bush con l' Il settembre, per radunare dietro di sé una unfo" sacrée con cui con durre la lotta al terrore, La vittoria di Zapatero, dirigente socialista e futuro primo minist ro, che ha continuato a ribadire il suo impegno a ritirare le truppe spagnole dall' Iraq , viene «salut;lTa» da un comun icato di al.Qa'ida che, come ringraziamento, annuncia un:1 tregua degli a11entati in Spagna, Questo precedente , che vuole indurre a credere - a seguito della dichiarazione di Zap.nero, ril asciata in un momento poco oppor· 140

tuno - che Bin Laden e i suoi seguaci siano in grado di intluire, at traverso i massacri e il ricatto, sulla politica interna degli Stati europei, sarà ridimensionato il 3 aprile, quando viene disinnescata in tempo una bomba che sarebbe dovuta esplodere al passaggio di un treno veloce stipato di passeggeri, tra Madrid e Sivigl ia. Gli attentati di Madrid sono stati rivendicati il giorno stesso da un comunicato in arabo perven uto al quotidiano «al -Quds al -' Arabi» , lo stesso che aveva pubblicato il libello di al-Zawahiri al-wala' wa-l bara'. Il testo porta la firma delle «Brigate Abu Hafs al -Masri {al-Qa'ida}», in omaggio all' egiziano (in arabo: masrt) Muhammlld 'Atef, alias Abu Hafs, un ex poliziotto divenuto il responsabile militare e detla sicurezza presso Bin Laden, ucciso verosim ilmente durante un bombardamento americano il16 novembre2001 .11 testo fa rife rimen to in primo luogo a un comunicato precedente, ri salente al 2 ma rzo, che aveva smentito qualsiasi implicazione dei sunniti di al-Qa'ida nell'attentato che quel giorno aveva fano centinaia di morti a Kerbala , in Iraq, meta del maggior pellegrinaggio sciita del mondo, e accusava gli Stati Uniti , proprio nel momento in cui si preparava il «patto di sangue» dell 'alleanza tra sunnit i e sciit i radicali, che avrebbero organizzato un'insurrezione cont ro l'occupazione americana il mese successivo. Come si è visto con il doppio comunicato comparso in seguito all'attentato poco riusciIO di Mombasa, in Kenia, nel novembre 2002 , la credibilità di coloro che firmano reclamando per sé il marchio di al-Qa'ida richiede una forma di continuità neU'espressione delle rivendicazioni. Dopo tre citazioni del Corano destinate a legirtimare l'operazione dal punto di vista islamico, il testo inizia: Operazione tren i della morte. Le brig~lIe Abu Hafs al -Masri hanno lIffermnto, nel loro ultimo co· municato [comunicala di al -QlI'idn rebtivo lIgli allentati di Kerbala e Baghdad] dci lO muhnrram 1425 corrispondente lII2 marzo 2004 , che nuove operazioni avrebbero avuto luogo ... cd ceco che le briglite man· tengono la parola... lo squ,ldrone dciI:! morte è riuscito li penetmre in profondit il nell'Europa crociata, e ha inflitto a uno dci pibstri dell'al. [eanzli cracilita [la Spagna] un colpo doloroso ... che è solo un assaggio dell'antico regolamento di conti con hl Spagna crociata, alleata dell 'America nella sua guerra contro l'isbm [. .. ]. E noi delle brigate Abu I-b fs al -Masri, non affliggiamoci per la morte di cosiddetti civili... 141

è forse lecito Ihala!J che essi uccidano i nostri figli, le nostre donne, i nostri vecchi e i nostri giovani in Afghanistan, in Iraq , in Palestina e nel Kashmi r, e illecito (haTam] che li uccidiamo noi?

Dopo aver ricordato e giustificato altri attentati, aver dato istruzioni in codice ad altre brigate «pronte ad agire» e aver annunciato l'imminente distru zione dell 'America sotto i colpi dell'operazione «Venti della morte nera», i cui preparativi sarebbero stati compiuti al 90%, il comunicato si conclude, prima del le abituali lodi rivolte ad Allah, con un «avvertimento alla Um111a»: «Non avvicinatevi agli insediamenti civili e militari dell' America crociata e dei suoi alleati»_ È degno di nota il fano che questo comunicato facc ia riferimento al «regolamento di conti con la Spagna crociata», un 'espressione che «al -Quds al-' Arabi» , nel riportare il testo, evidenzia. Che sia per caso o per scelta, i luoghi di partenza dei tren i-bomba han no nomi di origine araba (come numerosi toponimi della pen isola iberica) che richiamano l'epoca d ell ' Andalusia musulmana: Alcala de H enares (in arabo: al-qal'a, «il castello») e Guadalajara (in arabo: wadi al-haiara, «fiume piet roso»). Per la corrente salafista-jihadista, la riconquista islamica della penisola è esplicitamente all' ordine del giorno secondo i pamphlet e i sermoni di ' Abdallah 'Azzam , araldo deliihad afghano a partire dagli anni Ottanta, quando era stato p roclamato dal governo degli Stati Uniti freedo111 fighter antisovietico. llJihad nella penisola iberica è un obbligo di ogni in dividuo (fard 'ayn) poiché Spagna e Portogallo hanno lo statuto di terra d'islam usurpata da infedeli (sebbene siano trascorsi da allora sei secoli) , così come Israele e la Bosnia. È dunque perfettamente legittimo, come sostiene il comunicato, condurvi un «Jihad di fensi vo» che prenda di mira la popolazione non musulmana, civili compresi, finché questa non accetterà di sottomettersi nuovamen te al dominio di un governo islamico. Q ueste idee oggi appaiono come pure elucubrazioni alla maggior parte dei musulmani, tutta via la minoranza che vi crede dispone dei mezzi e della volontà necessari per trasformare la propria dottrin:l in una macchina del terrore, e galvanizzare così le fran ge dei simpatizzan ti che, pur sciocCl1e dinanzi al massacro di musulmani a Casablanca o li Riyad, nulla hanno da obiettare contro il massacro degli em pi prescrino dai testi sacri nella loro interpretazione rigorista. 142

A parte queste considerazioni di tipo dominale, gli attentati di Madrid hanno un doppio significato. In primo luogo, essi testimoniano la «ripresa in mano» delle operazioni da parte dei «professionisti>~ di al-Qa'ida, capaci di emettere comunicati che in scrivono il fenomeno in un contesto universale, e ne forniscono la chiave di lettura. Dopo il testo succitato, una cassetta che rivendicava gli anentati ricordava che questi erano avvenuti «esattamente due anni e mezzo dopo 1'11 settembre», ribadendo così l'attaccamento quasi ossessivo dei seguaci di Bin Laden agli effetti simbolici, che amplificano, nell'ambito dei media e della propaganda , l' impatto concreto degli attentati . Alcuni appassionati di divinazione att raverso i numeri hanno notato che 911 giorni (numero che richiama la sigla americana dell' Il settembre: 9/ 11 ) separano gli attentati di New York da quelli di Mad rid (meno un giorno, in realtà). In secondo luogo, una volta ripreso in mano e corretto il «dilettantismo» che aveva determinato la strage di musulmani a Casablanca, essi confermano che l'esecuzione di un'azione di vasta portata sul terreno spetta agli «autoctoni»; nella fattispecie ai marocchini residenti in Spagna, che sono ben inseriti sul posto, e i cui legami con i primi circoli della nebulosa di al .Qa'ida , assai reali sembrerebbe per uno dei principali sospetti, sono tenui per la maggior parte degli altri , reclutati nel gruppo terrorista sulla base di simpatie di vicinato o di moschea, o di legami familiari e tribali intessuti nel Marocco del Nord, la zona misera di Tangeri e del Rif. Si è ben lontani dai «professionisti» dell' Il settembre, infilrratisi negli Stati Uniti per compiervi gli attentati, ma privi di legami con la società americana o di insediamenti nel tessuto associativo musulmano locale. L'«inculturazione» del terrorismo, per quanto possa essere spaventosa, in quanto porta a confondere gli aurori degli attentati con il loro ambiente d'origine - che nelle interviste fatte dalla stampa al vicinato attesta di solito che i sospettati sono giovan i gentili, beneducati, lavoratori ed eccellenti musulmani - è controbilanciata dall 'accresciuta efficacia della repressione, in ambienti sia poveri che agiati, in cui devono infiltrarsi gli agenti segreti . La rapidità con cui sono stati effettuati gli arresti in Spagna è dovuta sopranuno ai numerosi indizi lasciati da terrori sii non professionisti. Analogamente, il30 marzo, la scoperta nei pressi di Londra di un consistente quantitativo di nitrato d 'ammonio, e il 143

successivo arresto di otto cittadini britannici di origine pakistana, è stata agevolata dal basso livelJo di sofisticazione del complotto, cosa che, però, non l'avrebbe reso meno micidiale se fosse stato portato a termlOe. Nel momento in cui queste righe vengono vergate, nella primavera del 2004 , e senza esprimerci sulle altre pagine cruente che, com'è facile aspettarsi, il terrorismo originato dalla nebulosa di al Qa'ida scriverà successivamente, la caccia non ha avuto un grande successo dal punto di vista degli Stati Uniti. E questo, nonostante i grandiosi mezzi impiegati e le restrizioni imposte alle libertà pubbliche, portate al parossismo con la d etenzione, senza incriminazione né regolare sentenza, di centinaia di persone nella base di Guantanamo - il che costituisce un precedente preoccupante. Guantanamo sta allo Stato di dirino come le piazze ol! shore stanno al commercio. E questo campo di confino potrebbe anche trovare una sua giustificazione morale - in mancanza di legalità - , come strumento eccezionale, solo nel caso in cui gli interrogatori che vi vengono condotti servissero a far luce sugli attentati degli Stati Uniti , a canurarne i responsabili, e a impedire che si ripetano, in America o dovunque sul pianeta. Ora, sebbene ci venga detto - senza che abbiamo la possibilità di verificare - che grazie a informazion i provenienti da Guantanamo sono stati effettuati alcuni arresti, è inevitabile constatare che i due principali personaggi cui al-Qa'ida viene associata, il finanziatore Bin Laden e l'ideologo Zawahiri, sono ancora a piede libero (a meno che non siano morti). Inoltre, la cattura di Abu Zubayda il palestinese, Ramzi ben al-Shibh lo yemenita e Khaled Shaykh Muhammad il pakistano non hanno comunque aiutato a porre termine agli at lentat i. Quanto allo sradicamento del regime dei talebani, sebbene abbia privato il terrorismo islamista del proprio santuario pri vilegiato (in passato patrocinato dagli Stati Uniti), non ha avuto gli effetti sperati, poiché non ha portato né ad annientare il movimento né a trovare una formula di governo adatta all' Afghanistan. In questo paese, il governo Karzai, che gode dei favori di \'(Iashington e percepisce aiuti economici dalla comunità internazionale, non riesce a esercitare la propria autorità al di là di Kabul, mentre il resto del territorio è sotto il cont rollo dei diversi signori tribali della guerra , proprio come all'in izio degli anni Novanta. Per quanto concerne la nebulosa terrorista propriamente den a, 144

l'offensiva americana, che, come abbiamo visto, lanto doveva alle logiche ereditate dalla visione bipolare del mondo propria della guerra fredda, si è concentrata sull'infrastruttura afghana e sulla «testa» della rete, Alla stregua di un cancerologo inesperto, essa ha sradicato le parti visibili del tumore, agevolandone la melaSIatizzazione e la mutazione. li terrorismo si è infalli diffuso su IUIIO il pianeta e ha modificato completamente la propria natura, ricorrendo a militanti poco sofisticat i, come in Marocco, che \'> - p reme per l'applicazione d i un'ortoprassia spinta ali 'estremo (vesti rsi alla maniera del Profet:l, dormire come lu i, sul fianco destro, ecc.) che ricorda quella d ei sal:lfisti. En trambi esprimono una volontà di rottura a livello di quotidianità con la societ ~ «emp ia» circostante. 11 tab/igb poss iede anche una capacità impressionante di indottrinamento rivolto ai suoi adepli. Alcuni, passa ti per questa mediazione ,II p rimo gradino dci proprio ritorno all' islam o della propria conversione, e che in segu it o l'hanno abbandonata - come ad esempio 'Abel al -Millik , cantante dei rappa musu lmani NA P. d i Strasburgo - ne denunciano il potenziale di inebetim ento. Organizzando «usci te» di adepti dest inati a predicare nei quart ieri poveri e a ricon d urre una fa scia di popolazione fragile su lla «rett a via», il tabligb rinchiude ch iunque ne resti coinvolto in L1 na sorta di gognil mentale. Le «uscite» più lunghe, quando l'adepto è ritenuto maturo, lo port ano fino in Pakislan. Lì , quelli che vogliono approfondire la loro fede fre quent ano le madrase del movimento deoballdi - le stesse da cu i sono usciti i talebani. 248

Il tab/igb, che ha conosciuto il suo momento di glori a in Europa fra gli anni Settanta e Ott:lOt3 , mentre si rivolgeva essenzialmente alle fasce emarginate - operai immigrar i senza possibil ità d i accesso culturale alle società europee, giovan i «persi», e ah ri -, non ha saputo coinvolgere, a partire dal 1989, quei giovani musulmani divenuti adulti e formati in Europa, i quali erano in cerca di un in quadramemo maggiormente connotato dal p unt o di vista intellcttuale, cosa che il movimento ha in orrore. Incapace di rispondere alle aspi razioni più sofisticate di questi ultimi , il tab/igh è q uasi del tutro uscito di scena, restando presente soprattutto in ambienti sociali fort emente marginali (una delle sue branche è rappresentata dal Consiglio Francese del Culto Musulmano). La fel1a di mercato un tempo controllata dal {ab/lgh è stata assorbita da due concorrenti, che in un certo senso si sono divisi le sue anività di indottrinamento e d i beneficenza: i salafisti e la nebulosa UOIF. I salafist i sono giunt i in Francia (dove si sono installati meglio che altrove in Europa ) al momento dell 'apparizione del Fronte islam ico d i salvezza (Fis) in Algeria (1989) e della successiva guerra civile (19921997). Una parte della popolazione di origine algerina, stimata a circa due milioni di persone, si è identificata nel partito islamista del b/cd"", maggioritario alle elezioni del 1990 e del 199 1. I Fratelli musulmani, deboli sul terri torio algerino, erano rappresent ati da Mahfudh Nahnllh , rimasto sempre al di fu ori del Fis. li salafism o , al cont rario, godeva di una grande influenza in seno al Fis, soprallu110 nella persona dci giovane predicatore popu!ista ;Ali Belhajj . li salafismo algerino si era trasformato in un movimento in cui il fine politico orientava la predicazione dei comportamenti rigorosi , e il ritorno ai testi fondamentali dell 'islam attraverso la loro lett ura wahhabila, gr'lzie sopral1ul1o all'i nfluenza di uno sceicco algerino che viveva alla Mecca, Abu Bakr al-Jaza'iri . In Fran cia, dove il passaggio all 'azione politica del sabfismo del Fis era impossibile, questa corrente, penetrando nella provincia francese sotto l' im pulso algerino, ha ri vcst ito soprattutto un aspetto religioso, che si csprimeva nell 'esigenza di una rOl1 ura con gli usi e i COSlUm i della «rniscredenza» francese. In Algeria . l'in-

.. Pronuncia :11p,crina . e fr-Jncc:;c, dell'arabo hili/d. «paese, lerra n:u :t l ~" {N.d.T.].

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fluenza dei grandi ulema salafisti shaykhisti sauditi, come il mufti Ibn Baz, lo sceicco Ibn Uthaymin e il loro collega libanese Nasr al-Din Albani (oggi moni), è stata determinante per convincere molti salafisti a cessa re i combattimenti nel 1997 . Spint i in questo senso dal potere algerino allineato con Riyad, essi hanno emesso dellefatwa, disponibili in rete e poi raccolte in un volume, destinate li riportare sulla retta via salafista apolitica quelli che erano finiti neljihad armaTO. La loro influenza si è propagata sul territorio francese attraverso la diaspora algerina, e grazie ali' auenzione rivolta ai testi sacri e all'interpretazione rigorista essi hanno saputo rispondere alla domanda di una nuova generazione istruita meglio di quanto potesse fare la propaganda deliberatamente incolta del tabligh. La sconfitta di quest ' ultimo ha anche giocato a favore della holding che ha saputo inglobare la rete delle sue succursali sul terreno sociale e di investirvi le proprie iniziative caritative: l'UOTF. Per la cronaca, il capo dell'ufficio dei culti del ministero degli Interni francese, nel 1987, dopo aver letto Le per/ferie dell'fs/am, trovava che io sopravvalutassi il potenziale di questa organizzazione - allora in uno stato ancora embrionale - e che le accordassi uno spazio eccessivo nell'analisi delle forze in campo emergen ti nel panorama islamico. Nel 2002 , lo stesso ministero faceva dell'UOIF la lente privilegiata ama verso la quale osservare l'islam francese , capovolgendo così la sua politica trascorsa, ma senza per questo far prova di maggior discernimento passando da un estremo all'alt ro. Diametralmente opposto ai salafisti, il cartello dei gruppi ispirati all'ideologia dei Fratelli musulmani cerca sempre, anche se a dispetto delle divergenze nelle modalità d 'approccio, di collaborare con le istituzioni e col tessuto associativo regolarmente costituito, premendo per l'allargamento graduale dello spazio islamico nella città europea allraverso la partecipazione alla sua vita politi ca, sociale, culturale. Tutto ciò si traduce in un in vestimento dinamico e capace in ogni ambito accessibile. Alla base del fenomeno c'è un 'inserzione capillare nel territorio delle reti caritative, soprattutto nei quartieri marginali, dove gli «operatori sociali» barbuti (a volte retribuiti con denaro pubblico) riconducono sulla ret ta via quelli che l'hanno smarrita. In Medio Orien te e in Africa del Nord questa attività ha costituito il punto di partenza del reelutamento di una base sociale fra hl gioventù urbana delle classi pove250

re da parte dei movimenti e dei partiti islamisti. A questa si è avvi· cendata un 'attività nmdotta senza gran clamore ma con successo, alla fi ne del secolo, ndle grandi università francesi di provincia, che accolgono senza trOI'pa selettività le matricole, grazie allo sviluppo della sezione slLldentesca ddl'UOIF, l'EMF (Studenti Musulmani di Francia). Questa organizzazione offre servizi sociali a studenti provenienti per lo più da famiglie maghrebine di estrazione mode· sta, non del rutto capaci di padroneggiare quei codici culturali che consentirebbero IOrl1 di identificare le giuste trafile in grado di garantire un'entrata soddisfacente nel mondo del lavoro, ma che vivono in maniera acUI a la «miseria nell 'ambiente di studio» - per ri prendere il titolo pwfetico di un pamphlet scritto nella metà degli anni Sessanta da un membro dell '«internazionale situazionista»_ L'EMF appare così nel duplice aspetto di un si ndacato che coglie e conforta l'urgenza di una domanda sociale, e di un'istanza di fisocializzazione che trasforma lo studente d'origine musulmana svantaggiato e generalmente indifferente alla politicizzazione del dato religioso in un militante dotato di una nuova coscienza politico-religiosa che fa di lui un «G iovane Musulmano». Una simile strategia ha conosciuto un discreto successo con l'elezione, per la prima volta, di dele~at i dell'EMF ai consigli universitari nel 2003, in un clima di astensione massiccia da parte di studenti che non si riconoscevano più nei sindacati tradizionali dominati dalla sinistra o dall'estrema sinistra. Di nuovo, il fenomeno ricorda quello delle università egiziane o algerine degli anni Settanta e Ottanta, in cui le associazioni studentesche universitarie vicine ai Fratelli musulmani avevano riempito le facoltà grazie ad un intenso lavoro a scopo caritativo, distribuendo borse di studio e sovvenzioni (gratificando soprattutto le studentesse che decidevano di velarsi), accanto ad una panoplia di servizi sociali. A fianco di queste attività, che lavorano in profondit, ribattezzati meno pietosamente, nell 'intimità delle riunioni di cellula, i «cretini ut ili». In posizione debole, i comun isti si vedevano costretti a compromessi ideologici con questi democrat ici non-comunisti che imponevano loro l'abbandono graduale della dittatura del proletariato e l'accettazione della democrazia (via che avrebbe condotto, come si sa, al declino e alla dissoluzione finale del comunismo dell 'Europa del-

l'Estl. Il movimento islamista ha saputo riunire into rno a sé molti «compagni di strada» utili - a volte gli stessi individui che in altri tempi erano cooptati dal partito com unista e che hanno poi traslocaro verso la militanza barbuta . Proprio come molt i islamisti , costoro si fan no cam pioni delle classi popolari, ormai sociologi-

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camente musulmane - a sent ir loro -, e dunque portatrici per eccellenza della sofferenza redentrice di un ' umanitlÌ segnat a dai colori della Umma. Come nel caso dei partiti comunisti europei dello scorso secolo, l' interazione con i «compagni di st rada» può sortire l'effetto contrario. I sacerdoti , gli insegnanti , i sociologi , e altri rappresentanti dell'ambiente associativo laico che partecipano ai vari congressi delle organizzazioni europee ispirate all 'ideologia dei Fratelli musulmani hanno fornito a questi ultimi un'etichetta democratica originariamente dest inata a rassicura re le forze di polizia e a smontare la diffidenza dei giornalisti. Costoro hanno garantito, con la loro presenza, la dissociazione fra gli islamisti del Mediterraneo del Nord e i loro fratelli della riva di fron te, il cui slogan preferito è l'instaurazione della dawla islamiyya (lo Stato islamico) sulle rovine della miscredenza; una prospettiva che svolge per i militanti la stessa funzione dell 'avvento della «dittatura dci proletariato» sulle ceneri dello Stato borghese per i comunisti dei vecchi tempi. Un simile slogan , in contesto europeo, passa per uno spau racchio, rende difficile il dialogo con i cristiani e i laici «utili» che ne restano srupiti. Di fronte al comunismo occidentale, in molti si erano già chiesti se l'evoluzione del lessico si limitasse ad un artificio retorico congiunturale, o se piuttosto non rinettesse una trasformazione strutturale dell' ideologia. Tutto ciò, oggi, è qualcosa di importante anche per gli eredi dei Fratelli musulmani in Europa o in America, come lo è per quelli che si schierano pro o contro di loro. Da questo dipende l'evoluzione del movimento e la sua percezione ad intra come ad extra, da parte dei militanti, dei simpatizzanti e dalle future reclure così come da parte delle istituzioni e dall'opinione pubblica occidentale. In questa lotta, condona a partire da una base emico-religiosa minoritaria destinata ad una considerevole espansione, non fosse al tro che per ragioni demografiche, il ruolo degli alleati appartenenti alla società globale è essenziale e ambiguo. Esso si colloca all'incrocio della «democratizzazione» pot enziale dell'ideologia islamista in contesto europeo (ovvero della sua esportazione ulteriore come tale verso il mondo musulmano), al contrario della sua radicalizzazionc con la conquista di altri bastioni in seno alle società europee per sostiruire le tendenze piil intransigenti venu te dall'altra parte dci Mediternmeo. Tuttavia la galassia generata dell'ideologia dei Fratelli musul -

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mani ha una base sociale più differenziata rispetto al movimento comun ista: al suo interno si trova una piccola borghesia barbuta che aspira ad essere riconosciuta e coinvolta dagli apparati di Stato europei in quaJjtìl di intermediario sociale, gestore della comunità della q uale si proclama portavoce e nello stesso ne definisce la fisionomia su una base religiosa. È il caso, nel Regno Un ito, della UK Islamic Mission, fondata dai discepoli del pakistano Ma\\'dud i, che tenta di assolvere una funzione di interfaccia e fornisce allo Stato britannico una pluralità di servizi - corsi di formazione all'islam della polizia, ecc. A qualcosa di analogo aspira in Francia r UOIF, che costruisce una propria visibilità mediatica, sociale e politica riunendo decine di migliaia di persone al suo congresso annuale a Bourget, svolgendo, mutalis Inulal/dis, la funzio ne di una festa dell '« Huma» dei temp i andati, ora divenuta una «festa della Umma». Come qualsiasi altro movimento che intende capilalizzare politicamente l'inquadramento deUa propria base popol:lre, l'UOIF deve risolvere la cont raddizione tra le aspirazioni di quest'ultima e gli imperativi tatt ici dei dirigenti tentati da una politica di gestione. Oltre al gruppo dei marocchini di Bordeaux che controllano l'organizzazione dalla metà d egli anni Novanta, sempre mun iti di cravatte scure consone ai propri interlocutori degli apparati statali, l' UOIF conta fra i suoi membri figure dal carattere più populista, che indossano tee-sh irt o camicie a collo aperto (mai la jellaba, che connota l'appartenenza ai salafisti) , e risultano molto più in linea con le aspirazion i dei militanti e dei simpatizzanti. Dilemmi e tensioni si riflettono in maniera acuta in un breve libro, largamente diffuso, serino da lino dci dirigenti più popolari dell'organizzazione, ospite fisso di molti programmi televisivi. L'autore del libro, il cui titolo è Na'aL bOli/a France?!, è Farid 'Abd al-Karim (Abdelk rim) . Na 'aL bu è un'espressione di,.lettale corrente in Africa del Nord , usata per rivolgere una maledizione su l padre di qualcuno, e dunque sulla sua discendenza. Nell'arabo parlato, il terrnine bu (contrazione d i abll, «padre») ha finito col design'lre ogni tipo d i relazione con qualcosa; ad esempio, ab" IIb)'(1 (letteralmente «padre di una barba»), designa un uomo con la barb:l, e, per sineddoche, il militante islamisla o salafista. Il titolo si può tradurre con «Maledetta sia la Francia», o «Maledetto sia il francese». L'aggressivitlÌ verbale dell 'imprecazione è stata oggetto di

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aspre polemiche, sopratt utto da parte di Dalil Boubaker, reuore d ell ' Istituto musu\mano della Moschea di Pari gi, in ri valità con l'UOIF, e presideme del Consiglio Francese del Culto Musul mano, che ne ha denunciato l'i ntenzione .mtinazionale. Redatto in uno stile molto vicino alla lingua parlata dci giovani di origine maghrebina, Na'al bOli la France?.' è un testo piunosto brutale che vorrebbe dire la sua ad un paese stigmatizzato in primo luogo per lo sfrutt amento coloniale inni no alle generazioni precedenti. Con una fotografia in sovraimpressione dell'auto re insieme Attentati I l .09 - Guerra d' Iraq - Politica estera ame ricana

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Wolfowirz, Paul, 39, 43, 46-47, 56, 60,66, 68,79,19.3,197-198.214. Yassin, Ahmad. sceicco, 145,227. Yaur. Ghazi al o, 2.30. Yusef, Ramzi, 129. Zapatcro,)osé Luis Rodrigucz, 140. Zarqawi, Abu Mus'ab al-, vedi Khalaylch, Ahmad al_, Zawahiri, famiglia . 78. Zawahiri, Ayman al _, IX, 72·73, 7576,78-100, 102-103, 106, 108, IlO, 116. 120·1 22, 125, 129, 13 1136,1J8, 141 , 144.146, 156, 17.3, 180, 236,239, 274 . Zay)'al, Montascr alo, 81. Zinov'ev, Alcksandr, 51.

Indi ce del volume

Ringraziamenti

VII

Prefazione Prologo

IX

/I J{lllimenio della pace di Osio

3

I.

La ri volu zione ncoconservatricc

38

II.

Colpire il ne mi co lontano

71

III. CIccia ad al-Qa' ida e sua tenuta

106

IV. L'Arabia nell'occhio dci ciclone

148

Il vaso di Pamlo ra irachcno

190

V.

231

VI. La battaglia d'[uro!JU Conclusion e

AI di là del

~jiluJ(l-

e dcI/a ·filtw- 273

Crono logie

28 1

Fonti e lJihli ogralìH

299

hulil ,t> ,[ t·i no mi

3 13