Storia della filosofia antica. Lessico, indici e bibliografia [Vol. 5]
 8834325745, 9788834325742 [PDF]

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L'Autore e la sua produzione scientifica Giovanni Reale è professore ordinario, titolare della cattedra di Storia della filosofia antica presso la Facoltà di lettere e filosofia dell'Università Cattolica di Milano. I suoi studi e la sua produzione scientifica spaziano su tutto l'arco della filosofia antica. Nell'ambito dei Presocratici ha approfondito soprattutto gli Eleati (Senofane, Parmenide, Zenone e Melissa), curando dapprima gli aggiornamenti sistematici de La filosofia dei Greci nel suo sviluppo storico, l, 3 di E. Zeller e R. Mondolfo, La Nuova Italia, Firenze 1967, e pubblicando in seguito una edizione dei frammenti di Melissa che arricchisce considerevolmente la raccolta di Diels-Kranz, con ampia monografia introduttiva e commentario storico-filologico e filosofico (il primo che finora sia stato fatto): Me/isso, Testimonianze e /rammenti, La Nuova Italia, Firenze 1970 (Biblioteca di Studi Superiori, 50). A Platone ha dedicato costante studio. Ha tradotto e commentato una serie di dialoghi per la collana «ll Pensiero» dell'Editrice La Scuola di Brescia: Critone, 1961 (1987 13 ); Menone, 1962 (1986 11 ); Eutz/rone, 1964 (1987 7); Gorgia, 1966 (1985 7); Protagora, 1969 (1984 5 ); Fedone, 1970 (1986 10 ). Di recente ha pubblicato l'ampio volume: Per una nuova interpretazione di Platone. Rilettura della metafisica dei grandi dialoghi alla luce delle «Dottrine non scritte», Vita e Pensiero, 19875 (la prima edizione è del 1984). Quest'opera è stata insignita del «Premio Fiuggi per la saggistica filosofica 1986». Ha tradotto dal tedesco e introdotto: Platone e i fondamenti della metafisica di H. Kramer, 1982, 19872 ; La metafisica della storia in Platone di K. Gaiser, 1988 (due opere composte dagli autori su invito di G. Reale), nonché Th. A. Szlezak, Platone e la scrittura della filosofia, 1988; tutte opere pubblicate da Vita e Pensiero. Su Aristotele ha scritto numerosi saggi in riviste e in miscellanee e ha pubblicato i seguenti volumi: Il concetto di filosofia prima e l'unità della Metafisica di Aristotele, Vita e Pensiero, Milano 1961 (l'opera ha avuto una seconda edizione nel 1965, una terza nel 1967 e una quarta nel 1985 e di recente è stata tradotta in lingua inglese da John R. Catan (State University of New York Press,

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Albany 1980); Introduzione a Aristotele, Laterza Bari 1974 (19864), tradotta in spagnolo da V. Bazterrica (Herder, Barcelona 1985). Per la collana «Filosofi antichi» dell'Editore Loffredo ha tradotto La Metafisica, 2 voli., Napoli 1968 (19782 ), con un'ampia introduzione e un commentario storico-filosofico, il primo sistematico in lingua italiana (la traduzione senza commentario è stata edita anche presso Rusconi, Milano 1978; 19842 ). Nel 1974, per la medesima collana dell'Editore Loffredo, ha curato la prima traduzione italiana del Trattato sul Cosmo per Alessandro, con testo greco a fronte, introduzione e commentario sistematico, suggerendo, sulla base di nuovi argomenti e documenti, l'ipotesi di lavoro che l'opera possa appartenere ad Aristotele, o comunque al primo Peripato. Nell'ambito della filosofia postaristotelica ha approfondito un momento particolarmente importante della storia del Peripato nel volume Teofrasto e la sua aporetica metafisica, La Scuola, Brescia 1964, opera che contiene anche la traduzione (la prima in lingua italiana) della Metafisica di Teofrasto, con commentario (l'opera è stata integralmente tradotta da ]. Catan ed è stata in parte già edita in appendice al Concetto di filosofia prima, come è stato fatto anche nella quarta edizione italiana di quest'opera). Ha inoltre ristudiato a fondo la figura di Pirrone in un saggio dal titolo: Ipotesi per una rilettura della filosofia di Pi"one di Elide (in AA.VV., Lo scetticismo antico, Bibliopolis, Napoli 1981, pp. 243-336). Nell'ambito della filosofia dell'età imperiale si è occupato di Filone di Alessandria, oltre che con ricerche specifiche, promuovendo la prima traduzione italiana sistematica di tutti i trattati del commentario allegorico alla Bibbia, pubblicati presso l'editore Rusconi, Milano 1978-1988 in vari volumi. Ha curato altresl l'Introduzione, le Prefazioni e le Parafrasi a tutto quanto ci è pervenuto di Epitteto (nel volume Epitteto, Diatribe, Manuale, Frammenti, Rusconi, Milano 1982). Ha pubblicato una monografia su Proclo dal titolo L'estremo messaggio spirituale del mondo antico nel pensiero metafisica e teurgico di Proclo, edita come saggio introduttivo in: Proclo, I Manuali, Rusconi, Milano 1985 (pp. v-ecxxrn). Inoltre, insieme a Dario Antiseri ha firmato una vasta sintesi in tre volumi: Il pensiero occidentale dalle origini ad oggi, La Scuola, Brescia 1983, già più volte riedito e già tradotto in spagnolo da J.A. Iglesias per l'editrice Herder (Barcelona 1988).

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GIOVANNI REALE

STORIA DELLA FILOSOFIA ANTICA V. LESSICO INDICI E BIBLIOGRAFIA con la collaborazione di

ROBERTO RADICE

Quarta edizione

+

VITA E PENSIERO Pubblicazioni della Università Cattolica Milano 1989

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Prima edizione: gennaio 1980 Seconda edizione riveduta e arricchita: maggio 1983 Terza edizione: settembre 1988 Quarta edizione: gennaio 1989

N .B. - Le nuove edizioni con le modifiche apportate vengono pubblicate con contributi del «Dipartimento di filosofia» e del «Centro di Ricerche di Metafisica» dell'Università Cattolica di Milano.

© 1980 Vita e Pensiero - Largo Gemelli, l - 20123 Milano ISBN 88-343-2574-5

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INDICE

Avvertenza

IX

Parte prima

Lessico e indice-repertorio dei principali concetti inerenti alla filosofia antica

3

Parte se-conda

Schedario dei pensatori antichi e della loro produzione filosofica pervenutaci con una bibliografia essenziale

295

Parte terza

Indice degli autori e dei personaggi antichi trattati o menzionati nei primi quattro volumi

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57 3

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A Mario, Carla Paolo e Manuela Reale

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AVVERTENZA

L'idea di questo quinto volume che conclude la nostrtr Storia della filosofia antica è nata e cresciuta durante la composizione dei primi quattro e soprattutto in seguito al lavoro di revisione fatto per la riedizione dei medesimi. Ci è parso necessario, o quanto meno molto utile - dopo una trattazione che ha una estensione complessiva di oltre duemiladuecento pagine, resa ulteriormente complessa a motivo dei numerosi testi e documenti riportati - offrire al lettore alcune prospettive di sintesi, alcuni punti di riferimento per raccogliere sotto un unico tema e sotto un solo· problema unitario i contributi di numerosi pensatori e scuole, brevi tracciati e linee di forza secondo cui rileggere retrospettivamente l'opera, o anche alcune notazioni che offrissero gli spaccati teoretici di alcuni concetti centrali del pensiero antico. Da questa esigenza è nata la prima parte, che presenta un lessico, concepito in forma di indice-repertorio dei principali concetti maturati nella storia della filosofia antica. Accanto al termine italiano, il lettore troverà indicato, quando occorra, quello greco e, in alcuni casi, anche quello latino, quindi la spiegazione del suo significato. Talora si tratta di semplici rimandi al testo, talora, invece, di carrellate sintetiche sulla storia e sulla evoluzione del concetto o dei concetti espressi da quel termine, talora, anche, come s'è detto, di un vero e proprio bilancio sistematico, quando il termine indica un concetto o concetti che hanno implicanze· particolarmente complesse ed importanti. In alcuni casi,.

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x

AVVERTENZA

infine, si trovano anche approfondimenti o completamentt .di cose solo accennate nella trattazione, con eventuali supplementi di documentazione. La seconda parte dell'opera è nata da un analogo ordine .di riflessioni. Le bibliografie e i repertori bibliografici sono .numerosi e concepiti a molteplici livelli. Ma il lettore fatica, per lo più, ad orientarsi ed a trovare ciò che cerca. Spesso i minori vengono trascurati, quando non addiritJura taciuti, mentre sui maggiori non è raro che si ecceda in indicazioni, in cui talvolta ci si sente veramente smarrire. Ebbene, anziché il solito impianto bibliografico tradi.zionale, abbiamo preferito presentare un vero e proprio schedario dei pensatori antichi in ordine alfabetico, capace .di offrire al lettore tutti gli elementi essenziali che possono essere utili per qualsiasi approfondimento. Innanzitutto diamo una brevissima caratterizzazione (scuola di appartenen.za e cronologia). Poi diamo l'elenco (eventuale) delle opere pervenuteci col titolo in italiano, e, accanto, quello latino .divenuto canonico nelle citazioni (e nei casi in cui occorra .anche la relativa abbreviazione in uso). Indichiamo quindi gli estremi delle edizioni critiche più recenti e più pratiche, .delle traduzioni (di norma quelle in lingua italiana, e, quan.do non ve ne siano, o comunque quando sia opportuno, .quelle in lingua straniera più accreditate), dei commentari o delle edizioni con annotazioni e, ulteriormente (in quei casi in cui vi siano), dei lessici. I n fine menzioniamo alcuni studi critici e, a conclusione della scheda, segnaliamo il luogo o i luoghi in cui il lettore trova ulteriore bibliografia sull'autore in questione. Per agevolare il lettore abbiamo introdotto un comodo sistema di simboli, che visivamente .distinguono questi successivi momenti della scheda, di cui diamo spiegazione all'inizio dell'indice. La scheda-tipo, insomma, risponde ad una precisa logica: 1) chi è e quando .è vissuto l'autore, 2) che cosa ci è rimasto di ciò che ha scritto, 3) quale è l'edizione più moderna delle sue opere, 4) quali le traduzioni, 5) quali i commenti più significativi o più recenti, 6) quali gli eventuali lessici, 7) quali gli

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XI

AVVERTENZA

studi critici consigliabili per approfondimenti, 8) dove si può reperire agevolmente un ricco materiale bibliografico specifico o dove si possono trovare rassegne e bilanci degli studi critici. È appena il caso di avvertire il lettore che, trattandosi di un vero e proprio mare magnum (la letteratura sulla filosofia antica è forse la più ricca esistente), possiamo essere incorsi in sviste ed omissioni di vario genere, delle quali chiediamo venia. Il lettore potrà tuttavia agevolmente constatare che non avevamo modelli precedenti coi quali confrontarci, avendo cercato di seguire una via nuova, che speriamo feconda. Nello schedario sono anche inclusi i cataloghi degli esponenti delle varie scuole filosofiche (in ordine alfabetico: Accademici, Atomisti, Cinici, Cirenaici, Eleati, Epicurei, Ionici, Medici empirici, Mediopitagorici, Medioplatonici, Mediostoici, Megarici, Neoaccademici, Neopitagorici, Neoplatonici, Neoscettici, Neostoici, Peripatetici, Pitagorici, Presocratici, Scettici, Sofisti, Stoici) diff~renziati (quando si tratti di scuole che hanno avuto momenti e periodi diversi) e opportunamente ragionati. Anche questo - che per quanto ci consta non è stato mai fatto in questa maniera e mai presentato in modo unitario - riteniamo sia un aiuto non indifferente al lettore. Chiude il volume l'indice di tutti i nomi degli autori e dei personaggi antichi trattati o menzionati nei primi quattro volumi e di tutti i passi in cui ricorrono. Alla elaborazione e alla stesura di questo volume ha collaborato il dottor Roberto Radice, in una misura determinante, e per questo abbiamo voluto il suo nome in frontespizio. Egli ha letto e riletto i primi quattro volumi fino a possederne il contenuto nei minimi particolari e ha saputo mettersi nella giusta ottica, insieme del lettore e dell'autore, suggerendo una quantità di migliorie sia in generale sia in particolare. Molte voci sono state rifatte ed integrate sulla base dei suoi precisi rilievi o suggerimenti. Tutto suo, in particolare, è il complesso gioco dei raccordi

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AVVERTENZA

XII

e dei rimandi, sta all'interno dell'indice sta ai precedenti volumi. È stata una collaborazione davvero ideale che tra l'altro - ha fatto più che dimezzare i tempi di lavoro. Ringraziamo il dottor Francesco Sarri, che con grande acribia ci ha aiutato a ricontrollare sugli originali il grosso delle edizioni critiche citate e che ha anche collaborato ad alcune schede dei dossografi. Suo è anche l'impianto dell'indice dei nomi. E ringraziamo anche Pier Giacomo Pisoni che, con l'ausilio della sua ricchissima biblioteca, ha ricontrollato molti dati e rivisto le bozze. Infine una parola di conclusione. Il volume, più che un testo di lettura, è uno strumento di consultazione. In qualsiasi modo lo abbordi, il lettore avrà la strana sensazione di trovarsi di fronte come ad un gioco di scatole cinesi: ogni concetto fluisce, si ramifica, rimanda ad altri, coi quali ulteriormente si intreccia in vario modo, quasi senza posa. Ebbene, è proprio questa la caratteristica specifica del concetto filosofico, il quale, per sua natura, quando sia un concetto di fondo, si apre a tutti i concetti. Perciò come epigrafe dell'opera abbiamo messo la bella massima di Piotino, secondo cui tutto è in tutto e ogni cosa è tutto e ciascun singolo è universo. Plotino diceva questo soprattutto per gli enti del mondo dello Spirito, ma la massima vale in modo perfetto per il concetto ed il /asma filosofico in generale, così come vale per ciascuno e per tutti i pensatort. In fondo in filosofia, la comprensione di un concetto suppone, in qualche modo, l'apertura al cosmo filosofico ed anche la comprensione di un singolo filosofo suppone almeno a livello esigenziale - quella di tutti gli altri. GIOVANNI REALE

N.B. Questa quarta edizione, cosl come la terza, aggiorna tutti i rimandi ai precedenti volumi; in particolare al volume Il, che a partire dalla quinta edizione ha mutato totalmente l'impaginazione. L'aggiornamento della bibliografia viene rimandato alla prossima edizione.

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LESSICO INDICI E BIBLIOGRAFIA

« [ ... ] 'ltav-.axov miv-. a 1tiiv [ ... ] ».

xa~

1tiiv 1tiiv xaL lxaa-.ov

« [ ... ] tutto è dappertutto e ogni cosa è tutto e ogni singolo è unive·rso [ ... ] ».

Plotino, Enneadi, v, 8, 4

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PARTE PRIMA

LESSICO E INDICE-REPERTORIO DEI PRINCIPALI CONCETTI INERENTI ALLA FILOSOFIA ANTICA

« 6 j.l!v yàp CT\JVO'It'r~xòc; s~aÀ.Ex-.~x6c;, 6 St lJ.iJ, o\l ».

« Colui che è capace di cogliere in uno sguardo l'insieme è dialettico [=filosofo]. chi no, non lo è ». Platone, Repubblica, VII, 537 c

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Questo Lessico risponde ad alcune precise esigenze, già segnalate nella Avvertenza, cui rimandiamo. Il lettore tenga presente che l'obiettivo principale che si vuole raggiungere è quello di ridare il senso della polivalenza .dei termini usati dai filosofi greci e della corrispondente poliedricità strutturale dei concetti che essi esprimono. Già Aristotele per i cultori di filosofia dei suoi tempi aveva composto uno scritto dal titolo Intorno alle cos.e che si dicono in molteplici sensi, che è una specie di lessico filosofico, che .oggi leggiamo ancora come libro A (quinto) della Metafisica, il quale è veramente paradigmatico (ad esso più volte ci rifaremo). I n effetti, la calibrazione critica dei termini e dei concetti è uno dei compiti essenziali della ricerca filosofica e, comunque, è una indagine senza la quale il discorso fiJosofico non regge. Per raggiungere questo obiettivo abbiamo qui presentato « voci» di .diverso impianto. a) Alcune (quelle relative ai concetti più ristretti o più .tecnici) si limitano a ridare in sintesi il significato o i significati del termine, .indicando i rimandi ai precedenti volumi, in cui si trovano sviluppati. b) Altre ridanno l'arco storico dei significati via via inclusi nell'area semantica del termine, sempre con i relativi rimandi. c) Altre ancora tentano di ricomporre un quadro sistematico della problematica, secondo linee di forza .teoretiche, oltre che storiche. d) Altre, infine, approfondiscono il significato di alcuni termini, acquisendo nuovi elementi rispetto alla precedente trattazione. · Tutte le voci si fondano su testi degli autori e quindi su precisi documenti, che vengono citati espressamente o indicati, e che, in ogni caso, il .lettore trova nelle pagine dei precedenti volumi, cui si fa via via rimando. Il termine di riferimento è quello italiano, oppure quello greco tra.slitterato, quando manchi il corrispettivo italiano. Segue l'indicazione del .termine greco (talvolta anche del corrispettivo latino), che successivamente viene ripreso traslitterato. Per comodità del lettore che non conosce il greco, abbiamo indicato anche l'accento, di regola la prima volta in cui presentiamo il termine traslitterato, ed inoltre nei casi in cui ld" abbiamo rite.nuto utile. Abbiamo spesso sottolineato con carattere corsivo alcuni termini greci (che sono diventati re faggio del linguaggio filosofico e quindi comuni) per ricordare al lettore di tener presenti le valenze concettuali greche e quindi la specificità dell'uso dei medesimi. Qualche volta abbiamo dato indicazioni bibliografiche, ma solo in casi particolari, e come indicazioni di complemento, preferendo, di regola, a 4ueste, i rimandi ai documenti originali.

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A AB I T O (f;~.ç, habitus) Per Aristotele, indica una disposizione di un certo tipo « per la quale la cosa disposta è disposta bene o mtJle, sia per sé, sia in rapporto ad altre» (Metafisica, 1:J. 20, 1022 h 10 sg.). Il concetto di habitus ha grande importanza soprattutto nell'etica aristotelica, giacché designa il modo di essere della virtù e del vizio dell'uomo. Infatti, secondo lo Stagirita, l'uomo possiede virtù e vizi, appunto come abiti o come disposizioni di un certo tipo. L'abito _ si noti _ deriva dall'abitudine (~l}oc;), ma differisce da essa per le ragioni seguenti: J'uomo, per sua natura, è potenzialmente capace di virtù o di 'Vizi, ma egli può tradurre dalla potenza all'atto questa sua capacità ·solo mediante l'esercizio, ossia ripetendo una serie di atti dello stesso tipo (atti giusti, coraggiosi..., o contrari a questi). 011bene, la ri,petizione di questi atti, in quanto tale, è abitudine, mentre il risultato di questa ripetizione è l'abito, che è qualcosa che resta in noi come una specie di possesso stabile, che, poi, agevola ulteriori atti dello stesso genere. In conclusione, l'abitudine indica il momento genetico della formazione dell'abito, mentre l'abito indica il punto di arrivo (II, 499). È evidente che la dottrina dell'abito spiega non solo il modo in cui l'uomo possiede virtù e vizio, ma altresl il modo in cui possiede le varie abilità tecniche ed artistiche, e, in genere, tutte « le disposizioni di un certo tipo », sia spirituali, sia, anche, fisiche, come ad esempio Ja ·stessa salute. _ Per il concetto di intelletto in habitu di Alessandro di Afrodisia, dr. IV, 43 sgg. A C A T A L E T T I C A, R apprese n t az i o n e (axa'taÀTJ1t'toc;, latone, i essere stata a poco a poco recuperata sul finire dell'era pagana e nel corso dei primi due secoli dell'era cristiana dagli Aristotelici, (e in parte da alcuni Medioplatonici), viene sussunta anche dai Neoplatonici, a cominciare già da Porfirio, e viene rivalutata soprattutto nel suovalore di propedeutica. L O GO I S PER M A T l K O I

().6yo~ CTTtEPIJ.Il'nxo~,

rationes seminales)

Con questa eSipressione gli Stoici indicano i Logoi di tutte le cose che sono contenuti nell'unico Logos immanente. Questo è come il seme di tutte le cose, o, meglio, è come il seme che contiene i semi di tutte le cose, donde l'espressione (III, 379). _ Dalila Stoa l'espressione e il relativo concetto (sia pure calibrato diversamente) passano ad altre scuole. Cosl, ad esempio, i Neopitagorici chiamano il numero· « dispiegamento ed attuazione dei logoi spermatikoi che sono nell~r. Monade » (Giamblico, In Nicom. Arithm. introd., p. 10 Pistelli = Thesleff, Pythag. Texts, p. 165, 2 sg.). _ Nelùa terminologia plotiniana, i logoi spermatikoi, detti anche semplicemente logoi, sono le forze razionali dell'anima dell'universo che producono il mondo e tuttele cose sensibili, e, in qualche modo, ne costituiscono l'essenza (IV,.

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LESSICO E INDICE DEI CONCETTI

570 sg.; 583 ). Ecco un significativo passo del.J.e Enneadi: « [Il lembo -estremo ed oscuro con cui termina la processione, vale a dire la materia] è formato secondo una forza razionale (logos), giacché l'anima è .virtualmente pervasa, in se stessa, nella sua totalità, dalla facoltà di informare secondo forme; così come le potenze formali nel seme ( oL Év Ci1tÉpp.acn MyoL) plasmano e formano i viventi quasi piccoli mondi» (Iv, 3,10). I logoi sono, più precisamente, i riflessi delle Idee, che attraverso l'anima suprema, che vive nella contemplazione dello Spirito, passano all'anima del mondo, come, in modo esemplare, si legge neù seguente testo: « [La facoltà dell'anima del mondo che contiene i logoi] è ben potente e riesce a creare [ ... ] crea, dunque, in corrispondenza delle Idee. Essa però non potrebbe certo donarle, se non le avesse avute ella stessa in dono daldo Spirito. Sì, lo Spirito la dona all'Anima del tutto; ma l'Amma, che gli sta subito dopo, le fa passare da sé all'Anima sua seguace, irraggiando la sua luce e imprimendo la sua forma; questa seconda Anima, poi, come se ne avesse ricevuto l'incarico, finalmente crea [ ... ] le sue cose inferiori» (Enneadi, n, 3,17). I logoi plotiniani sono la trasvalutazione, in chiave spiritualistica, della analoga dottrina materialista della Stoa. L O GO S (Myoç)

Il termine ricopre in greco una vastissima gamma di significati e in nessuna lingua moderna ne esiste uno corrispondente. Esso indica, fondamentalmente, ciò che è espressione di ragione e di razionalità (dalla parola, al discorso, al pensiero, al ragionamento, al rapporto e alla proporzione numerica, alla definizione e così via). l) In senso tecnico la dottrina del Logos compare in Eraclito (I, 75 sgg.; 80 sgg.). 2) Solo con la Stoa, però, diventa un concetto speculativo fondamentale. 3) Oltre che nella Stoa, lo troviamo come asse portante nel pensiero filoniano. Una certa importanza la dottrina del Logos riveste 4) nel Corpus Ermeticum e 5) in Plotino; 6) un significato tutto nuovo, infine, assume neù pensiero cristiano. l) Per la posizione di Eraclito cfr. I, 79 sg.; dr. anche fr. 45 riportato ivi, p. 81. 2) Nella filosofia degli Stoici il Logos è fuoco artefice, è ragione seminale di tutte le cose, è la forza che tutto .produce e governa, è Dio, e quindi è Heimarméne e Pr6noia. In quanto fondamento di tutto, il logos stoico non solo ha rilevanza antologica, ma altresì etica, dove funge da principio normativa, e in logica dove funge da principio di verità (III, 320 sgg.). Le tre parti del sistema stoico possono quindi essere viste come l'espressione delle tre valenze del Logos (III, 320-445). 3) In Filone di Alessandria, il Logos si carica di significati religiosi e teologici di .estrazione biblica, pur mantenendo anche alcune valenze delia specula-

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LOGOS/LUOGO

zione greca. In Filone sembra che si possano distinguere tre aspetti del Logos: a) un Logos presso Dio, identificantesi con l'Intelletto divino, h) un Logos mediatore, causa esemplare ed efficiente del mondo, e c) un Logos immanente nell'universo sensibile, interpretato come il vincolo che tiene unita la realtà, risultante dall'agire del Logos incorporeo sul mondo co11poreo (IV, 284 sgg.). Dal Logos egli fa poi dipendere tutte [e altre Potenze e le Idee. La riforma filoniana della classica teoria delle Idee dipende appunto dal suo nuovo concetto di Logos (IV, 289 sgg.). 4) Nell'ermetismo il Logos (probabilmente per influsso di Filone) designa il Figlio primogenito di Dio, consustanziale rispetto al secondogenito che è l'Intelletto demiurgico (IV, 438). 5) In Plotino designa fondamentalmente la forza razionale che è nell'anima, dalla quale e secondo la quale sono costituite tut·te le cose e l'intero cosmo fisico (cfr. IV, 565 sgg. e i passi riportati alla voce Logoi spermatikoi); in conseguenza di ciò Plotino non esita a dire che tutto è Logos (cfr. voce Panlogismo ). 6) Nella dottrina cristiana Logos significa il Figlio di Dio, il Verbo fatto carne, Cristo medesimo. A questo proposito, il testo base è il grande prologo giovanneo. LUCE (q>wç, lux)

Nella terza via di Parmenide, indica il principio, che, con il suo opposto che è l'oscurità, darebbe origine a tutte le cose (I, 129 sg.). _ L'immagine della luce per designare il principio assoluto dell'essere e della verità risulta un motivo comune a tutto il pensiero antico. Platone se ne serve per rappresentare l'Idea del Bene e l'effetto che essa produce (Il, 123 sgg.; 353 sgg.). - Aristotele e Alessandro di Afrodisia se ne avvalgono per descrivere la natura dell'intelletto attivo (cfr. Il, 479; IV, 46). _ In età imperiale l'uso dell'immagine della luce per rappresentare la natura del Divino diventa molto frequente. Cfr., aJ esempio, gli Ermetici (testi in IV, 435 sg.; 437; 441), Filone (testi in IV, 273 sg.; 275), e, soprattutto, Platino (testi ed esegesi in IV, 520 sg.). LUOGO (-.67toç)

Il termine luogo assume tre vwlenze fondamentalmente diverse: l) a livello fisico-antologico, 2) a livello metafisica e 3) a livello logico-retorico. l) La tematica del luogo-spazio è già ampiamente presente nella filosofia naturalistica (specialmente nell'eleatismo e nell'atomismo). Il primo, però, che fornisce una definizione tecnica (divenuta assai celebre) è Aristotele, secondo il quale luogo è il primo immobile limite del contenente. Per il significato di questa definizione e per la connessa problematica, cfr. Il, 456 sgg. Aristotele - si noti -

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LESSICO E INDICE DEI CONCETTI

non concepisce lo spazio, per cosi dire, come ded tutto indeterminato, ma introduce la teoria dei luoghi naturali o propri, che costituirebbero la sede cui ciascun elemento tende, se non trova ostacolo (cfr. De caelo, A 7, 276 a 6 sgg.). Alto e basso diventano, così, determinazioni oggettive. 2) In senso metafisica, invece, il termine è legato alla platonica « seconda navigazione », ed esprime il luogo dell'intel-ligibile (Repubblica, VI, 508c; 509d; vu, 517c; Fedone 80b), ossia il mondo delle Idee, la dimensione del soprasensibile e del trascendente (cfr. anche Iperuranio). In analogo senso metafisica usano il termine Aristotele, quando dice che l'anima è il luogo delle forme (II, 477sg.), e Filone di Alessandria, quando afferma che il Logos divino è il luogo delle Idee (IV, 289 sg.). Platino, sulla scia di Ammonio Sacca (cfr. IV, 467 sg.), approfondisce ulteriormente questo nuovo senso metafisica: «lo spazio ( "T61toç) va preso lassù nel senso spirituall.e che un'Idea è nell'altrà >> (Enneadi, v, 9, 10), nel senso, cioè, espresso dalla legge metafisica generale che regola i rapporti delle realtà spiri tual.i (tutto è in tutto secondo una maniera appropriata): questo significato metafisica, segna, però, il rovesciamento dell'usuale concetto di luogo. 3) In senso logico-dialettico e retorico « topoi » o « loci » significano luoghi, nel senso metaforico di quadri ideali in cui rientrano (e da cui quindi si attingono) le argomentazioni, quasi dei casellari in cui è contenuto il repertorio delle argomentazioni (II, 565; 579 sgg.). In questo senso usiamo ancora l'espressione luoghi comuni, quando ci troviamo di fronte ad argomento risaputo.

M M AGI A ([lay~xi) "TÉXVTJ) E l'arte di operare prodigi, agendo su cose, uomini e sugli stesst Dei al fine di dominarli e piegarli ai propri desideri. Essa si fonda su procedimenti arazionali, che sono l'esatta antitesi dello spirito scientifico, che è la cifra del filosofare greco. Si diffuse nella tarda antichità e gli scritti ermetici ne sono una tipica espressione (IV, 432 sgg.). Il neoplatonismo post-plotiniano, quando ormai il logos aveva perduto la fiducia in se medesimo, tenta di sussumere la magia in quella particolare forma che è la teurgia e la considera, anzi, coronamento della filosofia (cfr. Teurgia). M AGNA N I M I T A (J.Ltya)..Oijluxta) E una virtù squisitamente greca. E definita da Aristotele come

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MAGIA/MALE

.una via di mezzo fra la vanità e la piccineria d'animo e altresl come il senso di superiorità dell'uomo virtuoso rispetto agli altri uomini non virtuosi e alle cose. È la virtù che maggiormente manifesta l'antico sentire aristocratico dei Greci (II, 504) ed è forse anche quella che è maggiormente in antitesi con la concezione cristiana della umiltà, che presuppone, invece, il senso della nullità e della pochezza della creatura. Ecco la celebre definizione che ne dà lo Stàgirita: «CAle la magnanimità abbia per oggetto grandi cose sembra che si ricavi dal suo stesso nome, ma cerchiamo innanzitutto di determinare di che natura .sono queste grandi cose. Non c'è alcuna differenza, se si esamina la disposizione in sé oppure l'uomo che vive conformemente ad essa. Sf ritiene, dunque, che magnanimo sia colui che si stima degno di grandi cose e lo è veramente: infatti, chi si stima diversamente dal suo reale valore è sciocco, e nessuno di coloro che vivono secondo virtù è sciocco o scervellato. Il magnanimo, dunque, è quello che abbiamo detto. Infatti, chi è degno di piccole cose e di piccole cose si stima degno è modesto, e non magnanimo: la magnanimità, infatti, implica grandezza, come anche la bellezza implica un corpo di grandi proporzioni, mentre gli uomini piccoli possono essere aggraziati e proporzionati, ma non belli. Colui che si stima degno di grandi cose, ma in realtà non lo è, è vanitoso [ ... ]. Chi, invece, si ritiene inferiore a quanto merita è pusillanime, se, per quanto egli sia degno di cose grandi o medie o anche piccole, egli si stima degno di cose ancor più piccole [ ... ]. Il magnanimo, dunque, da una parte è un estremo per la grandezza di ciò di cui è degno, dall'altra è un medio [ = giusto mezzo], perché si stima come si deve: si stima, infatti, in conformità col suo autentico merito. Gli altri, invece, eccedono o difettano » (Etica Nicomachea, .6. 3, 1123 a 34 sgg.). - La concezione stoica della magnanimità non differisce molto da quella aristotelica. Si veda il testo che riportiamo in III, 407. M A I E U T I C A ( J-LaLEu·nxT) "t lXVI)) In senso proprio indica l'arte della ostetrica. Socrate ricorse a questo termine per indicare la fase conclusiva del procedimento ironico, in cui egli, agendo sull'anima ormai purificata dal falso sapere e «gravida» di verità, l'aiutava a partorire il vero (cfr. I, 365 sgg. e, sull'origine socratica del termine, I, 369, nota 16). La maieutica socratica trova significativi sviluppi nella teoria della anamnesi di Pia: ton e.

M A L E ("tò xaxov, malum) Il problema del male può essere considera·to a tre livelli. l) A li-

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LESSICO E INDICE DEI CONCETTI

vello metafisico-ontologico; 2) a livello antropologico; 3) a livello morale. l) A livello ontologico, il male, ossia il negativo e l'imperfezione che c'è nelle cose del mondo, è stato in genere spiegato dai filosofi greci in funzione del principio materiale e di quanto in esso non si lascia ridurre a forma e ad atto puro. Tuttavia, è da rilevare che, malgrado ciò, la materia non è di regola identificata col male stesso, nel senso che non si è fatto di essa un principio contrapposto al bene. La concezione dualistica che contrappone un principio del Bene ad un principio del Male, di genesi orientale, influisce solo in parte sul pensiero greco e prevalentemente sul tardo pensiero ellenico. Anzi, più che sul pensiero filosofico (cfr., ad esempio, Plutarco [IV, 351] e Numenio [IV, 423 sg.] ), influisce su quello religioso, come l'ermetismo e lo gnosticismo (IV, 440). Nel pensiero greco si rileva piuttosto la tendenza opposta ad interpretare il presunto negativo che c'è nel mondo nella superiore prospettiva della perfezione del cosmo, ossia dell'ordine universale. Così è nella filosofia dei Pitagorici, di Platone e di Aristotele (si legga, ad esempio, il cap. v del Trattato sul cosmo). Negli Stoici, poi, il concetto di Provvidenza, che coincide col Logos immanente, comporta un radicale ridimensionamento, ed anzi addirittura l'eliminazione del male antologico (III, 369 sgg.; 372 sgg.). Nel neoplatonismo, infine, viene formulato il concetto di Male come privazione di Bene, che costituisce, senza dubbio, ùa soluzione più avanzata che l'antichità abbia fornito di questo problema (cfr. IV, 559 sgg.). 2) Per quanto concerne il male a livello antropologico, ossia la morte ed il dolore, si veda la voce Morte. Per quanto concerne il dolore, si vedano le fini analisi di Epicuro che dportiamo in III, 251 sg. In genere i filosofi che accettano il messaggio di fondo dell'orfismo, legano il dolore alle vicende della reincarnazione e quindi lo fanno dipendere dalla colpa originaria. 3) A livello morale, ossia inteso come peccato e come vizio, il male è, in prevalenza, considerato dai Greci come errore di ragione e come falsa opinione. Cfr. voci Peccato, Intellettualismo etico, Libertà, Scelta. M A N ENZA (IJ.ÉvEw, !J.oviJ) Già nel pensiero di Numenio il termine serve a designare soprattutto quella attività della prima ~postasi per la quale essa rimane quale è (IV, 418). In senso analogo si trova anche in Plotino, dove coincide con J'attività dell'ente, distinta dall'attività dall'ente, e consistente nella attività per la quale le ipostasi permangono quali sono, e proprio in virtù di questo permanere identiche generano qualcos'altro (cfr., per esempio, IV, 524 sg.; 543 sgg.). Il concetto, però, viene messo perfettamente a punto solo nella speculazione di Proclo, dove

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MANENZA/MASSIMA

costituisce il primo momento della dialettica triadica propria della processione, come mostriamo in IV, 677. (Cfr. voce Processione). M A N I A (JJ.a"V(a)

.t:, secondo Platone, quello stato di « follia » o « pazzia » o « furore», consistente nell'essere il nostro intelletto posseduto da divina forza. Mania è, dunque, invasamento, che implica essere fuori senno, non più in possesso della propria ragione, nella misura in cui questa è, appunto, posseduta dal Divino. Normalmente Platone ritiene il senno, la saggezza e la conoscenza superiori alla divina mania, la quale viene nettamente svalutata dal punto di vista teoretico. Invece nel Fedro, 244 a sgg., la mania è rivalutata e viene addirittura affermato che « i beni più grandi ci vengono dalla mania », anche se poi, nel contesto del dialogo, tale affermazione risulta chiaramente un paradosso e la rivalutazione della mania viene ridimensionata sulla base della dimostrazione dehla eccellenza della dialettica. Quattro sono, per Platone, i generi di mania: l) una mania pro/etica e mantica, 2) una mania rituale, 3) una mania poetica (ispirata dalle muse), 4) una mania erotica (ispirata da Eros). Su queste due ultime forme cfr. quanto diciamo in II. 210; 263 sgg. A questo concetto platonico si rifà, almeno in parte, Filone di Alessandria per spiegare il profetismo e l'ispirazione profetica della Bibbia (cfr. IV, 262 sgg.). Si vedano anche le voci Estasi ed Entusiasmo. (Sul tema rimandiamo allo stimolante saggio del già più volte citato Dodds, I Greci e l'irrazionale, pp. 75-117 e 243-276). M A N T I C A (JJ.a'V·tul], divinatio) È l'arte di scrutare e prevedere il futuro . .t: una credenza antichissima, che però in filosofia ha assunto un preciso rilievo solo con gli Stoici, che cercarono di darle un fondamento teoretico tramite il concetto del Destino, inteso come ineluttabile necessità, cui nuhla si sottrae. comprese le vicende umane (III, 374 ). _ Nell'età imperiale, la mantica, come arte di prevedere il futuro, fu congiunta e subordinata alla teurgia, che si proponeva non solo di prevedere, ma anche di modificare, a beneficio dell'uomo, gli eventi futuri, agendo suLla sfera del Divino (cfr. la voce Teurgia). - Si veda l'aspra polemica del cinico Enomao di Gadara contro la mantica (IV, 227 sgg.). _ Sulla mantica e sulla problematica ad essa connessa si veda il De divinatione di Cicerone, che è una vera miniera di informazioni.

M ASSI M A, cfr. Gnomico.

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LESSICO E INDICE DEI CONCETTI

M A T EMATICA (J..LaD1JJ..La-t~x1}) La matematica, nell'antichità, è la scienza del numero e della ·quantità e di ciò che su questi concetti si fonda. Nella tradizione filosofica, la matematica assurge ad importanza fondamentale nel pitagorismo (l, 90 sgg.). _ In Platone costituisce una tappa essenziale per giungere aila dialettica. Platone ammette addirittura una forma gnoseologica particolare corrispondente alla conoscenza matematica, vale a dire la dianoia, per le ragioni che spieghiamo in II, 199.- Aristotele assegna alla matematica un preciso posto, nel quadro generale .delle scienze, considerandola come terza delle scienze teoretiche (dr. II, 403 ). Per lo statuto ontologico della matematica, cfr. II, 340 sgg. - Nella Prima Accademia si assiste ad una pesante matematizzazione de1la metafisica (cfr. III, 101 sgg.; 110 sgg.), tanto che Aristotele afferma senza mezzi termini: > (.:l 4, 1015 a 8 sgg.). 3) Arricchimenti significativi della problematica della materia, si trovano nella speculazione neoplatonica. Nel contesto della processione essa viene dedotta dal primo principio. Si notino alcune anticipazioni nei Neopitagorici (IV, 400 sgg.), in Ammonio (IV, 468), e, soprattutto, le conclusioni di Plotino, con i documenti che 6portiamo in IV, 559 sgg. La materia sensibile diviene l'immagine di quella intelligibile, la privazione di Bene, il nonessere, ossia ciò che è altro rispetto a tutto ciò che è Spirito. La materia coincide con lo spegnersi della Contemplazione creatrice. 4) La materia è fatta dipendere da Dio, sia pure in maniera non lineare, per la prima volta da Filone di Alessandria (IV, 279 sgg.). _ Sul concetto di materia si vedano: C. Baeumker, Das Problem der Materie in der ?,riechischen Philosophie, Miinster 1890; L. Cencillo, Hyle, La Materia en el Corpus Aristotelicum, Madrid 1958; H. Happ, Hyle, Studien zum aristotelischen Materie-Begrilf, Berlin 1971 (quest'uhimo è il lavoro più completo sul tema). MATERIALISMO È un termine di conio moderno con il quale si designa quella dottrina che riduce, in maniera più o meno radicale, il principio o i principi ori~?,inali e le cose che ne derivano alla materia. Nella filosofia greca, fino a tutta il'età classica, i sistemi che si possono denominare propriamente come forme di materialismo, sono pochissimi. Non lo sono (o lo sono solo in maniera impropria) i Naturalisti presocratici, perché il loro principio è !ungi dal ridursi a materia nel senso vero e proprio del termine per le ragioni che spieghiamo in l, 54 sg.; 60 sg.; 77 sgg.; 125 sg.; 168 sg. Solo gli Atomisti fanno eccezione (1, 177 sgg.). Di materialismo si può propriamente parlare solo dopo Platone ed Aristotele,

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MATERIALISMO/ MATRIMONIO

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per le ragioni che spieghiamo in I, 169; III, 164 sgg.; 308 sgg. In età ellenistica predomina, invece, un tipo di pensiero che, sia pure con le debite cautele, può essere qualificato materialistico. Cfr. la posizione assunta già da Antistene (1, 393, nota 23) e fatta propria dal posteriore cinismo. Si veda, in particolare, quanto diciamo dell'epicureismo (III, 195-207) e dello stoicismo (III, 352 sgg.). Si veda, peraltro, come la mentalità materialista penetri anche nel Peripato con Stratone (III, 148 sgg.). La filosofia dell'età imperiale, invece, costituisce un massiccio rilancio della concezione opposta, con punte di spiritualismo, che, come mai era successo in precedenza, giungono a negare alla materia statuto di principio, riducendola a momento terminale dehla processione dell'Assoluto (cfr. IV, passim).

M A T H E M A ((J.ta. coincide con quello che Platone chiama anche q>p6VT)crt.ç (cfr. Saggezza). _ Aristotele, come abbiamo detto, separa nettamente i due termini, esprimendo con essi due differenti concet·ti. Ecco il più famoso testo aristotelico a questo riguardo: « [ ... ] noi pensiamo che ci siano degli uomini sapienti in senso onnicomprensivo e non sapienti solo in un campo particolare o in una cosa determinata [ ... ] e cosl è chiaro che la sapienza è la più perfetta delle scienze. Per conseguenza, bisogna che il sapiente non solo conosca ciò che deriva dai principi, ma anche che colga il vero per quanto riguarda i principi stessi. Cosl si può dire che la sapienza sia insieme intellezione e scienza, in quanto è scienza, con fondamento, delle realtà più sublimi. È assurdo, infatti, pensare che la politica e la saggezza siano la forma più alta di conoscenza, se è vero

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LEiililCO E INDICE DEI CONCETTI

che l'uomo non è la realtà di maggior valore nell'universo » (Etica Nicomachea, Z 7, 1141 a 12 sgg.). La sapienza è dunque scienza delle cose che trascendono l'uomo, è la scienza teoretica, e, in particolare, la metafisica; la saggezza è scienza dell'uomo e delle cose umane. Per ulteriori precisazioni dr. Saggezza e II, 504 sgg. _ Nelle filosofie ellenistiche, col tramonto della metafisica va di .pari passo il tramonto della sapienza e il levarsi in primo piano dell'interesse per l'uomo, e quindi della phronesis che diviene la suprema virtù (III, passim). Ecco la definizione stoica di sophia: «dicono che la filosofia è la pratica della sapienza e che la sapienza è conoscenza delle cose divine e umane » (von Arnim, S.V.P., n, fr. 36); dove, come è evidente, viene cancellata proprio la discriminazione aristotelica. Per contro, con il riemergere nell'età imperiale della metafisica, torna ad imporsi la superiorità della sophia, la quale, anzi, si amplifica, arricchendosi di inedite valenze. _ In Filone di Alessandria la sapienza, da un lato, viene intesa come quella conoscenza del divino che si basa suUa fede e sulla rivelazione (IV, 299 sgg.), e, dall'altro, viene addirittura intesa in modo quasi ipostatico, come un'entità che deriva da Dio e quindi come un aspetto del Logos, o addirittura come identificantesi con il Logos medesimo e quindi con tutte le funzioni proprie del Logos (IV, 285). Si ritrovano in Filone fondamentalmente i significati che si ritrovano nel libro biblico della Sapienza, di cui riportiamo uno dei passi più significativi: « Sappi quanto è nascosto e palese; infatti la sapienza, artefice di tutto, me lo insegnò. In essa, infatti, vi è uno spirito intelligente, santo, unico e molteplice, sottile, celere, perspicace, senza macchia, lucido, propizio, amante del bene, penetrante, incoercibile, benefico, amante degli uomini, immutabile, fermo, senza ansie, di ogni virtù, tutto vigile, che penetra ogni spirito intelligente, puro e più sottile. E cosl la sapienza è più agile di ogni moto, pervade e .penetra tutto per la sua purezza. Essa è il soffio della virtù di Dio, l'efBuvio puro della gloria dell'Onnipotente; perciò niente di lurido la raggiunge. Essa è lo splendore della luce eterna, lo specchio tersissimo del vigore di Dio e l'immagine della sua bontà. E poiché è unica, essa può tutto; pur rimanendo immobile, tutto rinnova, e passando, in ciascuna età, nelle anime sante, prepara gli amici di Dio e i profeti. Dio non ama che colui che abita con la sapienza; poiché essa è più fulgida del sole [ ... ] » (7, 21 sgg.). In 8, 3 sgg., si legge ulteriormente: «Essa mostra la nobiltà perché conversa con Dio e il Signore dell'universo la ama; essa è partecipe dei segreti della scienza di Dio e sceglie tra le opere di lui. Ora, se le ricchezze sono un bene desiderabile come possesso nella vita, che cosa c'è di più ricco della sapienza che produce tutto? E se la

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SAPIENZA/SCELTA

intelligenza opera, chi, fra tutte le cose, è più intelligente di lei? ». È evidente che il pensiero filoniano dipende da questi testi (sul problema cfr. Wolfson, Philo, I, 253 sgg.). _ Ma anche nel contesto del pensiero pagano, e non solo in quello puramente mistico ma altresl in quello più propriamente speculativo come quello di Plotino, la sophia assume alcune di queste dimensioni, ad esempio in una esemplare pagina delle Enneadi che conviene leggere: «Ma la vita, là (nel mondo dello Spirito), è sapienza e, per giunta, una sapienza che non s'acquistò per via di ragionamenti, perché essa è già compiuta in eterno e non viene meno in nulla, sl che occorra farne ricerca; anzi, è la sapienza primordiale e inderivata; e il suo stesso essere è sapienza, non è, badate, un essere che in un secondo tempo si fa sapiente. Proprio per questo, nessuna sapienza le è superiore; e la scienza in sé qui siede accanto allo Spirito, poiché con Lui apparve la prima volta, come si dice, per immagine, che il Diritto troneggia al lato di Zeus [ ... ]. Ora, a voler misurare la grandezza e la forza di tale sapienza, basta osservare ch'essa reca con sé ed ha creato gli esseri e il tutto; che tutto le si accompagna; che essa è, dal canto suo, gli esseri [ = le Idee]; che essi ebbero comunque nascimento con lei; che entrambi sono una cosa sola; che l'essere non è poi altro che la Sapienza dello Spirito» (v, 8, 4). S C E L T A ( atpEcrtç, 'ltpoatpEcrtç) Indica quella opzione di fondo da cui dipende la moralità dell'uomo. La scelta è legata alla conoscenza, alla volontà e alla libertà. Tuttavia, nel pensiero greco, a motivo dell'intellettualismo etico (cfr. voce) dominante, la scelta risulta legata prevalentemente alla conoscenza. l) La problematica della scelta esiste già implicitamente nei Fisici, sia pure ad un certo livello: si tratta della scelta della verità, anziché quella dell'opinione, come, in modo paradigmatico, risulta nella prospettazione delle famose « vie » di ricerca che la Dea indica a Parmenide (1, 119-130). 2) Ma a livello morale la tematica della scelta emerge nel contesto della sofistica, e il mito di Eracle al Bivio di Prodico di Ceo, lo dimostra in modo eloquente (1, 257 sgg.). Eracle deve scegliere fra virtù e vizio: dalla corretta scelta dipenderà la sua felicità o infelicità. 3) Ma fu probabilmente Socra,te che fissò la problematica della scelta collegandola al sapere e alla conoscenza, come risulta dal Protagora platonico, dialogo che rispecchia molto da vicino la posizione socratica. Qui hairesis ed epistéme sono esplicitamente connesse e la prima è fatta dipendere dalla seconda. 4) Il concetto viene sviluppato da Platone ed assume un rilievo di eccezionale portata nel finale della Repubblica, dove la « scelta della vita » che

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LESSICO E INDICE DEI CONCETTI

l'uomo opera nell'aldilà (e alla quale poi resta legato nell'aldiqua) è dichiarata libera e, ancora una volta, fatta dipendere dalla conoscenza suprema. Si legga lo stupendo passo riportato in II, 239 (e il relativo commento), dove si dice che non è il Demone a scegliere noi, ma noi il Demone, ossia che non è la nostra sorte a scegliere noi, ma noi la nostra sorte. E Platone aggiunge ulteriormente: «E qui, come è naturale, o Glaucone, sta tutto il pericolo per l'uomo, e per questo è necessario avere la massima cura, affinché ciascuno di noi, trascurando le altre dottrine, indaghi ed apprenda questa, se mai gli è possibile imparare e trovare quella dottrina che lo renda capace di discernere la vita buona e quella cattiva, e di scegliere sempre e dovunque la vita migliore poss1bile » (Repubblica, x, 618 c). Questa scienza è la filosofia platonica, e, in particolare, la suprema cognizione del bene (II, 314 sgg.). 5) Aristotele, nell'approfondire la psicologia dell'atto morale, spiega che la scelta (prohairesis) è quella da cui dipendono la virtù e i costumi. La scelta differisce sia dalla volontà, che riguarda solo i fini, sia dalla deliberazione, che stabilisce le varie cose (azioni e mezzi) che sono da mettere in atto per raggiungere certi fini. La scelta, infatti, è quell'azione che elegge e mette concretamente in atto quella o quelle delle cose che giudica realiuabili fra quante la deliberazione in generale indica come idonee per raggiungere il fine voluto. La prohairesis rappresenta il momento decisionale e quindi il cuore dell'atto morale: cfr. testi ed approfondimenti in II, 517 sgg. 6) Nell'ambito della filosofia dell'età ellenistica il problema della scelta morale resta in primo piano: scelta di alcuni piaceri ed eliminazione di altri, in Epicuro (III, 243 sgg.); scelta assoluta del bene e del male e scelta relativa fra gli indifferenti, nella Stoa (III, 394-401). 7) Solo in età imperiale, però, e precisamente con Epitteto, la problematica della scelta trova una formulazione veramente radicale. La prohairesis in Epitteto è la pre-scdta ( = la scelta e la decisione di fondo) che l'uomo opera una volta per tutte e dalla quale dipendono poi tutte le sue scelte particolari. La prohairesis coincide sostanzialmente con la presa di coscienZa e con l'accettazione del grande principio secondo cui le cose si distinguono in due gruppi: quelle in nostro potere e quelle non in nostro potere: solo le prime ci toccano a fondo, mentre le altre non ci riguardano. Dalle prime dipende la felicità, dalle altre l'infelicità. L'uomo morale è la sua scelta di fondo (IV, 114 sgg.). 8) Inedite amplificazioni acquista il concetto, in Plotino, riferito all'Assoluto, che, in quanto creatore di se medesimo e volizione di se medesimo, è scelta di se medesimo, autoscelta creatrice (IV, 515 sgg. e, in particolare, il passo a p. 516 sgg.).

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SCELTA/SCHJAVJTb

S C E P SI (ntljl~c;) Indica, in generale, ricerca e, in particolare, quell'atteggiamento di ricerca radicata nel dubbio, che ispira le varie forme di scetticismo (dr. voce). SCETTICISMO Con questo termine si indica quel movimento filosofico iniziato da Pirrone e sviluppatosi, con varia fortuna, dalla fine del IV secolo a.C. fino agli inizi del m d.C. Ecco come gli antichi hanno denominato gli esponenti di questo movimento: « Sono detti Zetetici o ricercatori perché ricercano (~TJ'tEi:v) sempre e soprattutto la verità, sono detti Scettici o indaga tori perché indagano (uxtTC'tEoi)a.~) e non trovano mai, Efettici o sospensori del giudizio dallo stato mentale che segue alla ricerca, cioè dalla sospensione del giudizio (tTCOXTJ), Aporetici o dubitanti, perché non solo essi, ma gli stessi filosofi dogmatici si trovano nella difficoltà del dubbio (aTCopEi:v). Pirroniani, ovviamente, cosi detti da Pirrone » (Diogene Laerzio, IX, 70). Nella storia dello scetticismo occorre distinguere le seguenti fasi: l) la prima è caratterizzata dalla scepsi di Pirrone e del suo discepolo Timone, in cui predomina l'inte· resse e la problematica morale (III, 465-498); 2) la seconda è caratterizzata da un predominio della dialettica antidogmatica e coincide con la fase scettica dell'Accademia (III, 499-519); 3) la terza fase, che si può denominare neoscettica o neopirroniana, procede ad un recupero dello spirito pirroniano contro le involuzioni eclettiche dell'Accademia di Antioco (IV, 151-188), e, successivamente, giunge ad un connubio con lo spirito e le istanze della medicina empirica (IV, 189-212). Per il catalogo degli esponenti del movimento nelle sue varie fasi, dr. Parte Il, voci Scettici, Neoaccademici, Neoscettici. SCHIAVITù (Sov>.EI.a.) l) L'istituto della schiavitù fu accettato e giustificato da filosofi come Platone e Aristotele, pur in contrasto con le premesse della loro speculazione metafisica ed antropologica, a motivo di una serie di condizionamenti di carattere storico-sociale. Era convinzione che un libero non potesse dedicarsi ai lavori più umili, a causa della radicale svalutazione del lavoro manuale. Inoltre, era convinzione che fra gli uomini esistessero differenze di natura tali da rendere alcuni solo idonei ad ubbidire, altri a comandare. Per conseguenza, ossia perché giudicata fondata su una situazione naturale, la schiavitù veniva ri·tenuta, in fondo, non solo vantaggiosa per il padrone, ma anche per il servo. Su questa convinzione, inoltre, pesava sinistramente un altro pregiudizio, che complica'Va ulteriormente le cose. I Greci ritenevano di es-

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LESSICO E INDICE DEI CONCETTI

sere per natura superiori ai barbari (cfr. Razzismo), e, di conseguen:za, ritenevano naturale che i barbari, vinti in guerra, divenissero loro schiavi. Per·tanto, sia Platone che Aristotele giudicarono ingiusto rendere schiavo un Greco, ma naturale e corretto far schiavo un barbaro. Essi si limitarono a combattere una battaglia che, se da un certo punto di vista appare ispirata ad un ideale panellenico, in realtà ha un preciso risvolto razzistico, presupponendo appunto la superiorità della razza greca. Scrive ad esempio Platone: «Ebbene, e verso i nemici, come agiranno i soldati nostri? _ A che proposito? _ Innanzitutto quanto a ridurli in schiavitù: ti pare giusto che una città greca abbia a rendere schiavi altri Greci, o che piuttosto ciò non si debba concedere neppure ad alcun'altra, in quanto sia possibile, e a questo si debba avvezzarsi, a risparmiare la razza greca, stando ben in guardia dal non essere noi fatti schiavi dei barbari? - In tutto e per tutto, disse, è meglio risparmiarlo. _ Né dovranno dunque essi possedere alcun schiavo greco, e questo stesso consigliare agli altri Greci? Precisamente, poiché così si rivolgerebbero più contro i barbari, e non si offenderebbero fra loro » (Repubblica, v, 469 h-c). Per quanto concerne la posizione di Aristotele si vedano i passi che riportiamo in II, 526 sgg. e il relativo commento; cfr., ivi, le ragioni della incoeren:za di questa posizione. 2) Un tentativo di infrangere il presupposto razzistico fu fatto da alcuni Solisti e Socratici minori. Antifonte, per esempio, proclamava, senza mezzi termini, che « di natura siamo assolutamente uguali, sia Greci che barbari »; ma senza motivare adeguatamente l'asserto (cfr. I, 268 sgg.; cfr. anche 416 sg.). Ma è solo nelle filosofie dell'età ellenistica e soprattutto nello stoicismo e nel neostoici~mo, che si giunge al fondamento teoretico del problema. Il principio della identità della virtù in tutti gli esseri razionali, comporta l'uguaglianza di tutti gli uomini virtuosi (III, 409 sg.). Tutti i popoli sono dichiarati capaci di virtù, la nobiltà di nasdta viene bollata come « scoria e raschiatura dell'uguaglianza», e viene espresso a tutto tondo il grande principio: «nessun uomo è per natura schiavo» (cfr. III, 423 ). È famosa la tesi stoica: « Solo il sapiente è libero; gli stolti sono servi; la libertà è la facoltà di agire in modo autonomo, la servitù è la privazione di tale facoltà» (von Arnim, S. V.F., m, fr. 355). Queste premesse sono portate a notevoli sviluppi dai Neostoici, in particolare da Seneca (vedansi i testi in IV, 94 sgg.) e da Epitteto, che dalla parentela dell'uomo con Dio trae il concetto di universale fratellanza: tutti siamo figli di Zeus, quindi nati dallo stesso germe, quindi fratelli per natura (cfr. testi in IV, 121 sgg.). Non è a caso che la storia

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SCHIAVITÙ/ SCIENZA

della Stoa si concluda con Epitteto, uno schiavo liberato, e con Marco Aurelio, un imperatore (cfr. IV, 77). SCI ENZA (lmcr-.1}{J.TJ) Indica, per i filosofi greci, quel tipo di sapere razionale (fondato sul logos) fornito di caratteri d'incontrovertibilità e certezza assoluta. E tale è quel tipo di sapere che giunge al fondamento, alle cause ed ai principi. Scienza è, dunque, quel sapere che ha una fondazione ultimativa. La scienza si oppone all'opinione, che si basa, invece, sui sensi e sulla esperienza sensoriale, e che, in quanto tale, non giunge mai ai fondamenti. l) In questo senso, scienza è già la dottrina dei Naturalisti (anche se raramente è usata in essi la parola epistéme ), ossia è la dottrina dell'arché degli !onici e dei Pluralisti e la dottrina dell'essere di Parmenide e degli Eleati. Molto significativi, a questo riguardo, sono i frammenti di Eraclito, secondo cui il vero sapere si configura come quello che si fonda sul logos universale, e che come tale si oppone alla d6xa, che è basata sui sensi ed è particolare, ossia propria dei singoli individui (l, 80). Ecco, ad esempio, il frammento l: « Questo logos, benché verità eterna, gli uomini non l'intendono mai; né prima di udirlo, né dopo averlo udito; e sebbene tutto avvenga secondo tale logos, che è la legge del mondo, ne sembrano inesperti, quando si provano in parole ed in azioni come quelle che io spiego, distinguendo ciascuna cosa secondo la sua intima natura e dicendo com'è. Ma gli altri uomini sono ignari di ciò che fanno da svegli; così come non sanno ciò che fanno dormendo ». Il fr. 114 precisa: « Coloro che vogliono .parlare con intendimento devono fondarsi su ciò che è a tutti comune, come la città sulla legge e con maggior forza ancora». E il fr. 2 ribadisce: «Quindi si deve seguire ciò che è comune. Ma benché comune sia questo logos, i molti vivono come se avessero un proprio pensiero per loro». Eraclito giudicava, di conseguenza, le opinioni degli uomini «giochi da bambini» (fr. 70). Non meno interessanti sono le affermazioni di Parmenide: si vedano i frammenti riportati in I, 120 sgg. e 126 sgg. 2) Scienza era detta da Sacrate, la sua >, ed addirittura di « prolessi connatu· rate », e, in effetti, il logos umano, come momento del logos universale, deve in qualche modo, non solo essere capace di cogliere le verità, ma deve avere già in sé i germi di essa (cfr. III, 332 sgg.). - L'esatta espressione mvaxLc; àypacpi) ( = tabula rasa) ricorre in Alessandro di Afrodisia, De Anima, 84, 25 sg. Bruns.

TAUTOLOGIA a) Si ha in generale una tautologia, quando nel fornire una definizione, si include in essa lo stesso definito, cadendo cosl in un cir·colo, ossia ripetendo due volte la stessa cosa (è una tautologia, per ·esempio, la proposizione: il vivente è un essere che vive). Tautologico, ·ovviamente, può essere anche un ragionamento, quando cade in questo stesso giro vizioso. _ b) Un significato più particolare e specifico di tautologia si ha nei seguenti casi: in polemica con gli sviluppi della -dialettica platonica, Antistene sostenne che ad ogni cosa è possibile .attribuire solo il nome che le è proprio (l'uomo è uomo, il buono è

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TAUTOLOGIA/TELESTIKÉ

271

buono), e che, quindi, sono possibili solo giudizi tautologici, ossia giudizi in cui il predicato è uguale al soggetto (1, 393 ). _ Analogamente, in polemica con la logica discorsiva, anche i Megarici sostennero la possibilità di formulare solo giudizi di questo genere (III, 74 sg.). Del resto, la matrice eleatica del megarismo, per cui è possibile dire, al limite, solo che l'essere è, porta a queste conseguenze. _ Gli stessi Stoici, fortemente influenzati dalla logica megarica, non sono del .tutto riusciti a superare i presupposti della medesima, come mostriamo in III, 343 sgg. T E C H N E ("tÉXVTJ) La téchne greca implica, insieme, conoscenza dell'universale e .applicazione pratica, ma con un prevalere della prima sulla seconda.

Particolarmente chiarificatrici, a questo proposito, sono le seguenti precisazioni dello Jaeger (Paideia, 11, trad. it., Firenze 1954, pp. 217 sg.): « Il nostro concetto di " arte " non rende adeguatamente il senso della parola greca. Questa ha si in comune con " arte " la tendenza a significare l'applicazione e la pratica, ma, d'altra parte, in pieno contrasto col senso di " individuale ", di " libero da regole " che per noi ,è insito nella parola "arte", essa accentua proprio il momento del fondato sapere e della capacità, quel momento che per noi si lega piuttosto col concetto di " mestiere " o " professione ". La parola techne ha in greco una estensione molto più vasta che la nostra parola " arte ". Per essa si pensa a una qualunque attività professionale fondata su un sapere specializzato, cioè, non solo a pittura, scultura, architettura e musica, ma anche, e anche di più, ad arte sanitaria, arte della guerra e perfino ad arte per esempio del nocchiero. E, giacché la parola esprime che quella tal consuetudine o attività pratica non poggia solo su una routine, ma su regole generali e su cognizioni sicure, essa arriva facilmente al significato di " teoria ", significato che ha correntemente nella terminologia filosofica di Platone e di Aristotele, specialmente là dove si tratta di contrapporla alla pura empiria o " pratica ". D'altra parte, techne si distingue da episteme, la "scienza pura", in quanto la teoria della techne è pensata sempre in servigio di una praxis ». _ Sul tema si veda: M. Isnardi Parente, T échne, Momenti del pensiero greco da Platone ad Epicuro, Firenze 1966. T E L E O L O G I A, dr. Finalismo.

T E L E S T I K ~ (n'Mcr-t~xT}) Questo termine indica la pratica di iniziazione misterica, assai diifusa nel tardo paganesimo, di consacrare ed animare statue per otte-

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LESSICO E INDICE DEI CONCETTI

nere oracoli. Si basava sulla convinzione che ogni divinità avesse i suoi rappresentanti « simpatici» nel mondo animale, vegetale e minerale e che, agendo su questi ultimi, fosse possibile agire sulla volontà degli Dei (IV, 453 sg.). T E M PER A N Z A (o-wq>pocrVVl"J) Temperanza ridà solo parzialmente il senso del greco sophrosjne, termine intraducibile nelle lingue moderne. Nei filosofi antichi significa fondamentalmente l'ordine o il dominio o la disciplina dei piaceri e dei desideri. l) Socrate parlò di enkrateia, che significa dominio sulla propria animalità e libertà dagli istinti animali. 2) Platone (che, fra l'altro, ha dedicato a questa virtù il Carmide) nella Repubblica (Iv, 430 e-431 b) la definisce come segue: «La temperanza è una specie di ordine ed una continenza di certi piaceri e desideri, come dicono quando dicono [ ... ] che uno è più forte di se stesso [ ... ] . Questa frase mi pare voglia dire che nell'uomo, appunto, e nell'anima sua, c'è qualche cosa che è, rispettivamente, parte migliore e parte peggiore, e questo sia il significato di " più forte di se stesso ", e suoni a lode; e quando per cattiva educazione o cattiva compagnia, il meglio, essendo troppo poco, sia soverchiato dalla quantità del peggio, la cosa torna allora a biasimo ed a rimprovero, e si chiama da meno di sé e intemperante chi è in questo modo». (Per il ruolo della temperanza nello Stato platonico, cfr. II, 300 sgg.). 3) Per Aristotele è una delle virtù etiche ed è il giusto mezzo fra la insensibilità e l'intemperanza (Il, 502 ). Anche per Aristotele questo > per l'editore Loflredo di Napoli. Sono usciti finora: - La Metafisica, a cura di G. Reale, ·2 voli., 1968; 19782 (dr. ivi, Il, p. 455 le indicazioni circa le precedenti traduzioni italiane di quest'opera aristotelica). - Gli Analitici primi, a cura di M. Mignucci, 1969. - I Topici, a cura di A. Zadro, 1974. - Trattato sul cosmo per Alessandro, a cura di G. Reale, 1974. - La generazione e la corruzione, a cura di M. Migliori, 1976. - L'anima, a cura di G. Movia, 1979. La maggior parte delle traduzioni dei trattati aristotelici in lingua italiana è stata pubblicata dall'editore Laterza (ma senza commento e senza apparati). - Opere, a cura di Gabriele Giannantoni, 4 voli., Roma-Bari 1973 (ripro.dotte anche in edizione economica nella collana «Universale Laterza>>). Le traduzioni sono a cura di: Giorgio Colli (Organon), Antonio Russo (Fisica, Della generazione e della corruzione, Metafisica), Oddone Longo (Del cielo), Renato Laurenti (Dell'anima, Piccoli trattati di storia naturale, Politica, Trat.tato sull'economia, Costituzione degli Ateniesi), Mario Vegetti (Parti degli

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ARISTOTELE

animali), Diego Lanza (Riproduzione degli animali), Armando Plebe (Etica Nicomachea, Grande etica, Etica Eudemia, Retorica), Manara Valgimigli (Poetica), Gabriele Giannantoni (Frammenti). Presso gli altri editori si possono reperire altre recenti traduzioni (citiamo in ordine cronologico di edizione): - E. Riondato, La teoria aristotelica dell'enunciazione, Antenore, Padova 1957 (contiene la traduzione del De interpreta/ione). - De motu animalium, a cura di L. Torraca, Libreria Scientifica Editrice, Napoli 1958 (ed. crit., trad. e note). - La poetica, a cura di C. Sorge, S.E.I., Torino 1961. - Problemi di fonazione acustica, a cura di G. Marenghi, Libreria Scientifica Editrice, Napoli 1962 (ed. crit., trad. e comm.). - De caelo, intr. trad. e note a cura di O. Longo, Sansoni, Firenze 1962. - Generazione e corruzione, a cura di P. Cristofolini, Boringhieri, Torino 1963. - Le Categorie, intr. trad. e comm. a cura di D. Pesce, Liviana editrice, Padova 1966. - La Politica, La costituzione di Atene, a cura di A. Viano, Utet, Torino 1966. - Problemi di medicina, a cura di G. Marenghi, Istituto Editoriale Italiano, Milano 1966 (ed. crit., trad. e note). - Fisica, a cura di G. Laurenza, ltalgrafica, Napoli 1967. - Gli Analitici secondi, a cura di M. Mignucci, Azzoguidi, Bologna 1970. - De lineis insecabilibus (Pseudo Aristotele), intr., trad., e comm. a cura di M. Timpanaro Cardini, Istituto editoriale Cisalpino, Milano-Varese 1970. - Le Categorie, a cura di D. Antiseri, Minerva ltalica, Bergamo 1971. - Opere biologiche, a cura di M. Vegetti e D. Lanza, Utet, Torino 1972. - Retorica, a cura di A. Pieretti, Minerva ltalica, Bergamo 1972. - La poetica, a cura di M. Pittau, Palumbo, Palermo 1972. - Dell'arte poetica, a cura di C. Gallavotti, Mondadori, Milano 1974. - La Metafisica, a cura di C. Viano, Utet, Torino 1974. - La Metafisica, a cura di G. Reale, Rusconi, Milano 1978 (editio minor). - Etica Nicomachea, a cura di C. Mazzarelli, Rusconi, Milano 1979. - La poetica, a cura di D. Pesce, Rusconi, Milano 1981. - Meteorologica, a cura di L. Pepe, Guida Editori, Napoli 1982. Delle opere giovanili vi sono le seguenti traduzioni: - Della filosofia, introduzione, testo, traduzione e commento esegetico di M. Untersteiner, Edizioni di Storia e Letteratura, Roma 1963. - Esortazione alla filosofia (Protreptico), a cura di E. Berti, Radar, Padova 1967. - Il De ideis è tradotto da W. Leszl nel volume: Il «De Ideis » di Aristotele e la teoria platonica delle Idee, Olschki, Firenze 1975 (con edizione critica del testo a cura di D. Harlfinger). b) Traduzioni in lingua inglese In lingua inglese esiste una buona traduzione di tutto il Corpus Aristoteli· cum in 12 volumi:

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SCHEDARIO E BIBLIOGRAFIA

- The Works of Aristotle, Translated into English under the Editorship of W. D. Ross, at the Clarendon Press, Oxford 1908 sgg. (detta comunemente The Oxford Translation of Aristotle). Diamo la descrizione dell'opera e dei rispettivi curatori nella nostra Introduzione a Aristotele (sotto cit.), p. 217. Questa traduzione si è imposta come punto di riferimento a livello internazionale e rimane, per ora, insuperata nel suo insieme, anche se denunzia, ormai, in molti punti, i suoi anni. - Traduzioni inglesi si troveranno anche nell'edizione. bilingue della « Loeb Oassical Library », a cura di vari autori. c) Traduzioni

in lingua francese In lingua francese sono eccellenti le traduzioni curate da J. Tricot: - Aristate, Traduction nouvelle et notes par J. Tricot, Vrin, Paris 1934 sgg.: Organon; Métaphysique (s.i veda soprattutto la Nouvelle édition entièrement refondue, avec commentaire, 1953); De la Génération et de la Corruption; De l'Ame; Traité du Ciel suivi du Traité Pseudo-Aristotélicien du Monde; Parva naturalia suivi du Traité Pseudo-Aristotélicien de Spiritu; Les Météorologiques; Histoire des Animaux, 2 voli.; Les E.conomiques; E.thique à Nicomaque. (Alcuni di questi volumi hanno anche buone note di commento). - Traduzioni in lingua francese si trovano anche nelle edizioni bilingui delle varie opere di Aristotele pubblicate dalla « Collection des Universités de France», sotto il patrocinio della Association G. Budé, a cura di vari autori. d) T r a d u z i o n i i n l i n g u a t e d e s c a Una traduzione di tutte le opere aristoteliche in lingua tedesca ha iniziato e condotto a buon punto Paul Gohlke: - Aristoteles, Die Lehrschriften, herausgegeben, ubertragen und in ihrer Entstehung erlautert, F. Schoning, Paderborn 1945 sgg. Diamo il piano dettagliato dell'opera del Gohlke nella nostra Introduzione a Aristotele (sotto cit.), p. 219. Un grande piano di traduzioni di tutto Aristotele, a cura di diversi specialisti, è stato programmato dalla Wissenschaftliche Buchgesellschaft di Darmstadt in collaborazione con l'Akademie Verlag di Berlino: - Deutsche Aristoteles Gesamt-Ausgabe. Aristoteles, W erke in deutscher Obersetzung, 20 voli. L'opera è stata iniziata sotto la direzione di E. Grumach e, dopo la morte di questi, proseguita sotto la direzione di H. Flashar. Il piano dell'opera e i curatori dei singoli volumi si troveranno nella nostra Introduzione a Aristotele (sotto cit.), pp. 219 sg. A giudicare dai volumi già pubblicati, questa edizione supererà la traduzione inglese di Oxford, soprattutto perché contiene ricchi commentari (e quindi giustificazione della traduzione), introduzioni e bibliografie. (Una traduzione di Aristotele senza note e apparati è ormai pressoché illeggibile).

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ARISTOTELE

*Letteratura crlttca Per la letteratura critica rimandiamo alla nostra Introduzione a Aristotele, Laterza, Bari 19823, pp. 224-240. Qui ci limiteremo a segnalare alcune opere di insieme o sui temi di fondo della filosofia dello Stagirita. a) Su Aristotele in generale e sulla genesi del suo pensiero - W. Jaeger, Aristate/es, Grundlegung einer Geschi_chte seiner Entwicklung, Berlin 1923; 19552; traduzione italiana a cura di G. Calogero, La Nuova Italia, Firenze 1935, più volte ristampata. - W.D. Ross, Aristotle, London 1923, più volte riedito; traduzione italiana di A. Spinelli, Laterza, Bari 1946; Feltrinelli, Milano 1972. - E. Bignone, L'Aristotele perduto e la formazione filosofica di Epicuro, 2 voli., Firenze 1936; 19732. (Opera fondamentale, che rimane valida, anche se è superata la prospettiva jaegeriana che la sorregge, per la dimostrazione dei riflessi che il giovane Aristotele ebbe sulla .filosofia dell'età ellenistica, in particolare su Epicuro). - E. Berti, La filosofia del primo Aristotele, Padova 1962. - I. Diiring, Aristate/es, Darstellung und Interpretation seines Denkens, Heidelberg 1966. (~ un lavoro fondamentale; forse dopo quella dello Jaeger è la monografia d'insieme più significativa). Il lettore italiano ha ora a disposizione l'opera del Diiring in una bella traduzione di P.L. I:>> dans Diogène Lai?rce (X, 1-34), in AA.VV., Études sur l'Épicurisme antique, Éditées par J. Bollack et A. Laks, (« Cahiers de Philologie », l, Publications de I'Université de Lille MI), Lille 1976, pp. 1-118. - ). Bollack et A. Laks, Épicure à Pythoclès ( « Cahiers de Philologie », 3, Publications de I'Université de Lille III), Paris 1978. G) Epicuro è uno dei filosofi più tradotti in lingua italiana: - Della traduzione di E. Bignone, appena citata, esiste anche una riproduzione in edizione economica (senza introduzione, commento e appendici), a cura di G. Giannantoni, Bari 1966, più volte ristampata. - G. Arrighetti, Epicuro, Opere (sopra cit.), riprodotte anche senza il greco, dallo stesso editore Einaudi di Torino, ne! 1967 e nel 1970.

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SCHEDARIO E BIBLIOGRAFIA

- L. Massa Positano, Epicurea, Cedam, Padova 1969; Catania 197()3 (dr. quanto si è detto su questa traduzione alla voce Epicurei). - M. Isnardi Parente, Opere di Epicuro, Utet, Torino 1974 (è la traduzione più completa). - Per le traduzioni in lingua straniera si vedano le indicazioni che dà la Isnardi Parente, ivi, pp. 82 sgg., alle quali si aggiungeranno quelle da noi citate al precedente paragrafo, nonché la seguente: - M. Conche, Epicure, Lettres et Maximes, Editions de Mégare, Villerssur-mer 1977.

*

Fra i molti studi su Epicuro segnaliamo: - C. Bailey, The Greek Atomists and Epicurus, Oxford 1928; New York 19642. - E. Bignone, L'Aristotele perduto e la formazione filosofica di Epicuro, 2 voli., Firenze 1936; 2" edizione, a cura di V.E. Alfieri, Firenze 1973. - A.J. Festugière, Épicure et ses dieux, Paris 1946; 19682; trad. ital., Brescia 1952. - G. Capone Braga, Studi su Epicuro, Milano 1951. - R. Amerio, L'epicureismo, Torino 1953. - N.W. De Witt, Epicurus and bis Philosophy, University of Minnesota Press, Minneapolis 1954; 19642 ; 197J3. - AA.VV., Epicurea in memoriam Hectoris Bignone, Genova 1959. - W. Schmid, art. Epicurus, in Reallexikon fiir Antike und Christentum, vol. V, 1962, coli. 681-819. - K. Kleve, Gnosis theon, Die Lehre von der natiirlichen Gotteserkenntnis in der epikureischen Theologie, Osio 1963. - B. Farrington, The Faith of Epicurus, London 1967 (trad. italiana di F. Cardelli, col titolo Che cosa ha detto veramente Epicuro, Roma 1967}. - D.J. Furley, Two Studies in the Greek Atomists, Princeton 1967. - H.J. Kramer, Platonismus und hellenistische Philosophie, Berlin-New York 1971. - R. Miiller, Die epikureische Gesellschaftstheorie, Berlin 1972. - J.M. Rist, Epicurus, An Introduction, Cambridge University Press, London-New York 1972; 19772. - D. Lemke, Die Theologie Epikurs, Versuch einer Rekonstruction, Miinchen 1973. - C. Diano, Scritti epicurei, Firenze 1974. - D. Pesce, Saggio su Epicuro, Bari 1974. - P. Innocenti, Epicuro, Firenze 1975. - G. Rodis-Lewis, Épicure et son école, Paris 1976. - AA.VV., Études sur l'Épicurisme antique, Editées par J. Bollack et A. Laks ( « Cahiers de Philologie », l, Publications de l'Université de Lille III), Lille 1976. - V. Goldschmidt, La doctrine d'Épicure et le droit, Paris 1977. - AA.VV., Ricerche su Epicuro e l'epicureismo, in «Rivista critica di storia della filosofia», 33 (1978), n. l.

*

Stato della questione e bibliografia si trovano nei già citati Actes du

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EPICURO/EPITETO

VIII' Congrès dell'Association G. Budé (dr. voce Epicurei). Cfr. anche_ M. Isnardi Parente, Epicuro, in Questioni di storiografia filosofica a cura di V. Mathieu, Brescia 1975, pp. 359 sgg. - H.J. Mette, Epikuros 196)-1978, in « Lustrum ,., 21 (1978), pp. 45-114.

EPIFANIO VESCOVO di Salamina in Cipro, vissuto nel

IV

secolo d.C.

O

Scrisse un'opera dal titolo Rimedi contro tutte le eresie (Panarion adversus haereses ), in cui discute le opinioni di vari filosofi greci, non senza commettere errori e non senza cadere in fraintendimenti, che rendono assa1 delicata l'utilizzazione della sua testimonianza . • Quanto, nell'opera sopra detta, si riferisce al pensiero antico è stato sistematicamente ordinato e pubblicato dal Diels, Dox. [dr. voce Dossografi], pp. 585-593.

G) - Torraca, Dossogr. [cfr. voce Dossografi], pp. 363-373.

*

Cfr. Diels, Dox. [cfr. voce Dossografi], Prolegomena, pp. 175 sgg.

EPIMENIDE DI CNOSSO: cfr. Presocratici, 3. EPITIMIDE DI CIRENE, filosofo cirenaico, discepolo di Antipatro e maestro di Parebate (dr. Diogene Laerzio, II, 86).

EPITTETO DI IERAPOLI in Frigia, filosofo neostoico vissuto fra il

I

e il n secolo d.C.

O Ci sono pervenute, nella redazione di Arriano (cfr. voce), le seguenti pere: l. Diatribe (Dissertationes) quattro libri. 2. Manuale (Enchiridion). 3. Frammenti. • - H. Schenkl, Epicteti Dissertationes ab Arriano digestae, editio maior, Lipsiae 19162; rist. anast., Stuttgart 1965 (Bibl. Teubn.). Contiene le testimonianze antiche su Epitteto, il testo critico delle Diatribe e del Manuale (quest'ultimo curato da I. Schweighiiuser). - ]. Souilhé- A. Jagu, Epictète, Entretiens, Texte établi et traduit, 4 voli., Paris 1948-1965 (Coli. Budé). - W.A. Oldfather, Epictetus, The Discourses as Reported by Arrian, the Manual, and Fragments, 2 voll., London-Cambridge (Mass.) 1926-1928 (Loeb), con traduzione inglese.

© Un importante lessico si troverà nell'edizione sopracitata dello Schenkl, pp. 501-713. G) Oltre alle citate versioni francese ed inglese cfr.: -

R. Laurenti, Epitteto, Le Diatribe e i frammenti, Laterza, Bari 1960.

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SCHEDARIO E BIBLIOGRAFIA

(!)© -G. Reale- C. Cassanmagnago, Epitteto, Diatribe, Manuale, Frammenti, Introduzione, prefazioni e parafrasi di G. Reale, Traduzione, note e indici di C. Cassanmagnago, Rusconi, Milano 1982.

*-

A. Bonooffer, Epictet und die Stoa, Stuttgart 1890; rist. anast., Stuttgart-Bad Cannstatt 1968. - A. BonhOeffer, Die Ethik des Stoikers Epiktet, Stuttgart 1894; rist. anast., Stuttgart-Bad Cannstatt 1968. - A. BonhOffer, Epictet und das Neue Testament, Giessen 1911; rist. anast., Berlin 19642. - A. Jagu, Épictète et Platon, Essai sur les relations du sto'icisme et du platonisme à propos de la morale des Entretiens, Paris 1946. - l. Xenakis, Epictetus: Philosopher-Therapist, The Hague 1969. Una bibliografia pressoché completa si troverà in: W.A. Oldfather, Contributions toward a Bibliography of Epictetus, Urbana (Illinois) 1927. Questo lavoro è stato poi completato con A Supplement, Edited by M. Harman, with a Preliminary List of Epictetus Manuscripts by W.H. Friedrich and C.U. Faye, Urbana 1952.

*

ERACLIDE LEMBO, erudito e storico vissuto probabilmente nel

II

se-

colo a.C.

O

Epitomò le Vite di Satiro e la Successione di Sozione (dr. voci).

• -

I frammenti sono stati raccolti da: Miiller, Fr. Hist. Gr., III, pp. 167-171.

ERACLIDE PONTICO, filosofo accademico antico del

IV

secolo a.C.

O Ci sono pervenuti solo frammenti e testimonianze. e© L'edizione di essi con commentario si troverà inclusa

nella raccolta dei Peripatetici del Wehrli, Die Schule des Arist., Heft VII [dr. Peripatetici], pp. 7-54.

**

Cfr. Zeller-Isnardi Parente {dr. Accademici antichi], pp. 1005-1018.

ERACLIDE SCETTICO: cfr. Neoscettici, 9. ERACLIDE DI TARANTO: cfr. Medici Empirici, 7. ERACLITO (o ERACLIDE) GRAMMATICO, vissuto forse nel colo d.C. Fu influenzato dalla Stoa e interpretò allegoricamente Omero.

O

I

se-

:E: autore delle Allegoriae Homericae.

e(!) -

F. Buffière, Héraclite, Allégories d'Homère, Paris 1962 (Coli. Budé), con traduzione francese.

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ERACLIDE LEMBO/ERACLITO DI EFESO

381

*

In Buflìère si troverà anche un ampio ed esauriente studio introduttivo.

ERACLITO DI EFESO: cfr. Presocratici, 22 e inoltre:

e(!)© - I. Bywater, Heracliti Ephesii Reliquiae, Oxonii 1877 (la numerazione dei frammenti di questa edizione viene sovente citata accanto a: quella del Diels-Kranz e in molti studi in lingua inglese, anche senza quella del Diels-Kranz). - R. Walzer, Eraclito, Raccolta dei frammenti e traduzione italiana, Sansoni, Firenze 1939; rist. anast., Hildesheim 1964. - G.S. Kirk, Heraclitus, The Cosmic Fragments, Edited with an Introduction and Commentary, University Press, Cambridge 1954; 19622; rist. 1975 (contiene solo i frammenti senza le testimonianze). - M. Marcovich, Heraclitus, Greek Text with a Short Commentary, Editio maior, The Los Andes University Press, Merida 1967. Come l'edizione del Kirk, presenta solo i frammenti senza le testimonianze (la numerazione è diversa da quella del Diels-Kranz). Di ogni frammento viene ridato il testo e, assai opportunamente, anche il relativo contesto (o i relativi contesti) in modo particolarmente ampio. Notevole l'apparato critico. - R. Mondolfo - L. Taran, Eraclito, Testimonianze e imitazioni, Introduzione, traduzione e commento, La Nuova Italia, Firenze 1972. Amplia notevolmente la raccolta delle testimonianze del Diels-Kranz. AI Taran si deve la sezione dedicata alle epistole pseudo-eraclitee, di cui si dà anche la prima traduzione («Biblioteca di Studi Superiori», 59). Questo volume si completa con quello che indichiamo subito appresso. - M. Marcovich, Eraclito, Frammenti, Introduzione, traduzione e commento, La Nuova Italia, Firenze 1978 (« Biblioteca di Studi Superiori », 64 ). (!)© Fra le traduzioni con commento segnaliamo ancora: - C. Mazzantini, Eraclito, I frammenti e le testimonianze, Chiantore, To-· rino 1944. - B. Salucci - G. Gilardoni, Eraclito, Tutti i frammenti, Traduzione di B. Salucci, introduzione e commento di G. Gilardoni, Firenze 1967.

*

Fra i numerosi studi su Eraclito ricordiamo: - F. Lassalle, Die Philosophie Herakleitos des Dunklen von Ephesos,. 2 voli., Berlin 1858; rist. anast., Olms, Hildesheim-New York 1973. - V. Macchioro, Eraclito, Bari 1920. - O. Gigon, Untersuchungen zu Heraklit, Leipzig 1935. - C. Ramnoux, Héraclite ou l'homme entre les choses et les mots,. Paris 1959; 19682. - G. Calogero, Storia della logica antica, Bari 1967, pp. 63-107. - E. Kurtz, Interpretation zu den Logos-Fragmenten Heraklits (« Spuda.smata », 17), Olms, Hildesheim-New York 1971. - R. Laurenti, Eraclito, Bari 1974.

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.382

SCHEDARIO E BIBLIOGRAFIA

*

Ricchissima bibliografia si trova in Mondolfo-Taran (sopra cit.), pp. lo stato della questione sui vari problemi dell'ermeneutica eraclitea si trova in Zeller-Mondolfo [cfr. voce Presocratici], I, 4, passim. Cfr. anche: - E.N. Roussos, Heraklit-Bibliographie, Darmstadt 1971. IX-XXXIX;

ERACLITO DI TIRO: cfr. Neoaccademici, 20. ERASTO DI SCEPSI: cfr. Accademici antichi, 5. ERATOSTENE DI CIRENE, celebre erudito della scuola di Alessandria, vissuto fra il m e il n secolo a.C. Successe ad Apollonio Rodio nella direzione della biblioteca alessandrina e fu il primo a definirsi « filologo » e a chiamare « filologia » l'attività di ricerca da lui svolta. Si occupò di poesia, di critica letteraria, di geografia e di matematica.

O In questa sede lo ricordiamo soprattutto come autore delle Cronologie, che formano il primo tentativo -poi sviluppato da altri, e in particolare da Apollodoro (cfr. voce)- di fissare la datazione degli autori antichi sulla base delle Olimpiadi. • Frammenti e testimonianze di quest'opera sono raccolte da - Jacoby, Fr. Gr. Hist., Il, B, n. 241, pp. 1010-1021.

ERENNIO, filosofo neoplatonico discepolo di Ammonio Sacca, vissuto nel m secolo d.C.

O Legato ad Origene ed a Plotino da un patto di non pubblicare le lezioni di Ammonio, non lo seppe tuttavia mantenere. Di lui però non ci è pervenuto nulla. L'Introduzione alla Metafisica, giuntaci sotto il nome di Erennio (che è in realtà un'opera costituita da estratti di Alessandro, Filone, Damascio e di altri), non è comunque sua. O è di un Erennio discepolo di Damascio, come qualcuno ipotizza, oppure è addirittura un falso rinascimentale.

*-

Zeller-Martano [cfr. Neoplatonici], p. 220, nota 80. - E. Heitz, Die angebliche Metaphysik des Herennios, « Sitzungsberichte ,der Preussischen Akademie der Wissenschaften », 1889, pp. 1167-1190.

ERETRIACI: cfr. Eliaco-Eretriaci. ERILLO DI CARTAGINE: cfr. Stoici antichi, 4. ERINNEO PERIPATETICO: cfr. Peripatetici, B, 6; Elenco scolarchi, 8. ERMARCO DI MITILENE, filosofo epicureo del

O

IV-lll

Ci sono pervenuti frammenti e testimonianze.

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secolo a.C.

ERACLITO DI TIRO/ERMIPPO IL CALLIMACHEO

383

• - K. Krohn, Der Epikureer Hermarchos, Weidmann, Berlin 1921, pp. 17-39.

(j) I testi raccolti dal Krohn sono stati recentemente tradotti in italiano da: -

*

Isnardi Parente, Opere di Epicuro {dr. Epicurei], pp. 535-553. Cfr. la succosa introduzione di Krohn, op. cit., pp. 1-16.

ERMETE TRISMEGISTO: cfr. voce Corpus Hermeticum. ERMIA DI ALESSANDRIA, filosofo neoplatonico del v secolo d.C.

O

È

autore di un commentario al Fedro platonico, che ci è pervenuto .

• - P. Couvreur, Hermiae Alexandrini in Platonis Phaedrum scholia, Paris 1901; rist. anast., arricchita di indici a cura di C. Zintzen, Olms, Hildesheim 1971.

ERMIA DI ATARNEO: cfr. Accademici antichi, 6. ERMIA CRISTIANO, vissuto, secondo alcuni studiosi, fra il n e m secolo d.C., secondo altri, invece, fra il v e il VI secolo d.C. (da non confondere con l'omonimo autore e commentatore neoplatonico), utile come fonte dossografica allo studioso del pensiero antico-pagano.

O Scrisse, da un punto di vista polemico, un breve opuscolo, che ci è pervenuto, dal titolo di per sé assai significativo: Scherno dei filosofi pagani (lat. I rrisio gentilium philosophorum ). Ermia è debitore in gran parte della Cohortatio ad Gentiles dello Pseudo-Giustino, ma in qualche punto risente della tradizione dossografica dei Placita pbilosophorum . •

-

Diels, Dox. [dr. voce Dossografi], pp. 649-656.

(j) - Torraca, Dossogr. [dr. voce Dossografi], pp. 429-437.

*-

Diels, Dox. [cfr. voce Dossografi], Prolegomena, pp. 259-263. -L. Alfonsi, Ermia filosofo, Brescia 1947.

ERMIA FENICIO, uno dei filosofi neoplatonici che con Damascio e Simplicio migrarono in Persia dopo l'editto di Giustiniano.

ERMINO (o ERMINIO) PERIPATETICO: dr. Peripatetici, C, 7; Elenco scolarchi, 4.

ERMINO (o ERMINIO) STOICO, vissuto nel m secolo d.C., uno degli epigoni della filosofia del Portico privo di originalità (dr. Longino, presso Porfirio, Vita di Plotino, 20). ERMIPPO IL CALLIMACHEO: dr. Peripatetici, A, 11.

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384

SCHEDARIO E BIBLIOGRAFIA

ERMOOORO DI SIRACUSA: cfr. Accademici, 7 e inoltre:

e(!)©* - M. Isnardi Parente, Senocrate-Ermodoro, Frammenti, Edizione, traduzione e commento (« La Scuola di Platone ,., Collezione di testi diretta da M. Gigante, Volume terzo), Bibliopolis, Napoli 1982. ERODE ATTICO: cfr. Medioplatonici, 10. ERODOTO DI ALICARNASSO, vissuto nel secolo v a.C., sotto molti rispetti può considerarsi il fondatore della storiografia greca. La sua opera dal titolo Le storie, in nove libri, ci è interamente pervenuta e tratta delle lotte fra greci e barbari dalle origini alla fine delle guerre persiane. Nei numerosi excursus, dei quali la trattazione è cosparsa, Erodoto ci informa sulla vita, i costumi e le credenze di alcuni popoli, fornendo, in tal modo, notizie utili anche per la storia del pensiero antico . • - C. Hude, Herodoti Historiae, 2 voli., Oxonii 1908; 1927\ questa. terza edizione è stata poi più volte ristampata (Bibl. Ox.).

('i) - A. Izzo d'Aocini, Erodoto, Le storie, Sansoni, Firenze 1951 (riedita nel 1967 in un volume comprendente anche Tucidide, tradotto da C. Moreschini, a cura di Pugliese Carratelli, presso lo stesso editore).

ERODOTO EPICUREO: dr. Epicurei, A, 7. ERODOTO DI TARSO: dr. Neoscettici, 16. ESARA, ricordata come una delle figlie di Pitagora (cfr. Fozio, Biblioth., cod. 249}.

ESARA PITAGORICA, PSEUDO: dr. Mediopitagorici, 63. ESCHILO PITAGORICO: dr. Presocratici, 42. ESCHINE DI NAPOLI: dr. Neoaccademici, 17. ESCHINE DI SFETTO, scrittore appartenente al circolo dei Socratici.

O

Ci sono pervenuti frammenti e testimonianze dai dialoghi socratici .

• - H. Krauss, Aeschinis Socratici Reliquiae, Teubner, Lipsiae 1911 (Bibl. Teubn.). - H. Dittmar, Aischines von Sphettos, Studien zur Literaturgeschichte der Sokratiker, Untersuchungen und Fragmente, ( « Philologische Untersuchungen », 21), Weidmann, Berlin 1912. ([) Mancando una traduzione in lingua italiana, si può vedere la versione in lingua tedesca di: - Nestle, Die Sokratiker ... [dr. voce Socratici], pp. 180-192.

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385

ERMODORO/ESIODO

*

-

Fo~damentale resta lo studio del Dittmar, sopra citato. Cfr. anche: ]. Humbert, Socrate et les petits Socratiques, Paris 1967, pp. 214-231.

ESCRIONE DI PERGAMO: dr. Medici empirici, 17. ESICHIO DI ALESSANDRIA, lessicografo vissuto forse nel v o nel secolo d.C .

VI

• - K. Latte, Hesychii AJexandrini Lexicon, 2 voli., Einar Munksgaard Editore, Hauniae 1963-1966. ESIODO DI ASCRA, poeta greco vissuto probabilmente nel secolo

VII

a.C.

Q La T eogonia e Le opere e i giorni sono opere che riguardano soprattutto la storia letteraria. Esse costituiscono, tuttavia, un antecedente della cosmologia e dell'etica particolarmente significativo.

eGJ - P. Mazon, Hésiode, Théogonie, Le travaux et les iours, Le bouclier, Texte établi et traduit, Paris 1928, più volte riedito (Coli. Budé). - A. Colonna, Esiodo, Opere, Utet, Torino 1977. e© - M.L. West, Hesiod, Theogony, Edited with Prolegomena and Commentary, Clarendc.n Press, Oxford 1966. - M.L. West, Hesiod Works and Days, Edited with Prolegomena and Commentary, Clarendon Press, Oxford 1978.

© - ]. Paulson, Index Hesiodeus, Lund 1890; Hildesheim 19622. - M. Hofinger, Lexicon Hesiodeum cum indice universo, Brill, Leiden 1973 sgg. -W. Jaeger, Paideia, Die Formung des griechischen Menschen, l, Berlin-Leipzig 1933; New York 1945; traduzione italiana di L. Emeri e A. Setti, col titolo Paideta, La formazione dell'uomo greco, Firenze 1936, più volte ristampata, pp. 121-154. - W. Jaeger, Die Theologie der fruhen griechischen Denker, Stuttgart 1953; traduzione italiana di E. Pocar col titolo La teologia dei primi pensatori greci, La Nuova Italia, Firenze 1961, pp. 1-27. - H. Diller, Hesiod und die Anfiinge der griechischen Philosophie, in ~ Antike und Abendland », 2 (1946), pp. 140 sgg. - AA.VV., Hésiode et son influence, « Entretien sur l'Antiquité classique », VH, Vandoeuvres-Genève 1960. - H. Frankel, Dichtung und Philosophie ... [dr. voce Presocratici]. - H. Schwabl, Hesiods Theogonie, Wien 1966.

*

*

Una ben scelta bibliografia si trova nei due commentari succitati del West, nel primo, alle pp. 101 sgg., e, nel secondo, alle pp. 86 sgg." ESIODO DI ASCRA, PSEUDO: dr. Presocratici, 4.

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386

SCHEDARIO E BIBLIOGRAFIA

ESTIEO DI PERINTO: dr. Accademici antichi, 8. EUBULIDE DI MILETO: dr. Megarici, 6.

*

Fra le più belle ricostruzioni dei paradossi di Eubulide, si vedano quelle del Gomperz e del Levi (già citate alla voce Megarici), e, per quanto concerne, in particolare, quello del Mentitore, dr.: - A. Riistow, Der Lugner (Diss.), Erlangen 1910.

EUBULO DI ALESSANDRIA: dr. Neoscettici, 6; Scettici antichi, 10. EUCLIDE DI MEGARA: dr. Megarici, l. EUCLIDE PLATONICO, vissuto nel

III secolo d.C., viene ricordato come compilatore di sillogi prive di originalità (dr. Longino, presso Porfirio, Vita di Platino, 20).

EUDEMO DI CIPRO: dr. Accademici antichi, 9. (:B l'Eudemo cui Aristotele ha dedicato un suo celebre scritto omonimo intorno all'anima e alla sua immortalità, che ricalcava il Pedone platonico). EUDEMO DI RODI: dr. Peripatetici, A, 12. EUDOCIA DI MACREMBOLI, vissuta nel secolo VI d.C. Fu moglie, dapprima, dell'imperatore Costantino XI e, poi, dell'imperatore Romano IV. O Sotto il suo nome ci è .pervenuta un'opera di carattere compilativo da! titolo 'Iwwi, Violarium o Letto di viole (pubblicata per la prima volta dal Villoison nei suoi Anecdota Graeca, Venezia 1781). Le fonti da cui il Violarium desume il matenale sono le stesse da cui desume la Suda. Gli studiosi moderni dubitano sull'autenticità dell'opera e alcuni congetturano addirittura che possa essere stata scritta dallo stesso Michele Psello (dr. voce). EUOORO DI ALESSANDRIA: dr. Medioplatonici, 11. EUOOSSO DI CNIOO, astronomo e filosofo accademico, vissuto nel

IV

secolo a.C.

O Ci sono pervenuti solo frammenti e testimonianze. eGJ© - F. Lasserre, Die Fragmente des Eudoxos von

Knidos, Herausgegeben, ubersetzt und kommentiert, De Gruyter, Berlin 1966.

**

H. Karpp, Untersuchungen zur Philosophie des Eudoxos von Knidos, Wiirzburg 1933. Bibliografia e sistematici aggiornamenti si troveranno in Zeller-lsnardi Parente {cfr. voce Accademici antichi], pp. 868 sg. e 1018-1027.

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387

ESTIEO/EUSEBIO DI MINDO

EUDROMO STOICO: cfr. Stoici antichi, 17. EUFANTO DI OLINTO: cfr. Megarici, 7. EUFORIONE DI CALCIDE, vissuto nel m secolo a.C., fu erudito e· poeta.

EUFRANORE PITAGORICO: cfr. Presocratici, 56; Pitagorici antichi, 30. EUFRANORE PITAGORICO, PSEUDO: cfr. Mediopitagorici, 64. EUFRANORE DI SELEUCIA: cfr. Neoscettici, 4. EULAMIO FRIGIO: cfr. Neoplatonici, V, 11. EUNAPIO DI SARDI, filosofo neoplatonico del

IV

secolo d.C.

O

Ci restano di lui le Vitae Sophistarum, che sono assai importanti per le informazioni che contengono sui Neoplatonici post-plotiniani. • - I. Giangrande, Eunapii Vitae sophistarum, Roma 1956 (Ed. naz.), che supera definitivamente l'edizione del Boissonade, prima in uso. (i) - W.C. Wright, Philostratus and Eunapius, The Lives of the Sophists, With an English Translation, London-Cambridge (Mass.) 1921, pp. 317 sgg. (Loeb) (più volte riedita). Per il lettore italiano può essere di utilità la traduzione che si trova in: - N. Tommaseo, Storici minori volgarizzati ed illustrati, tomo IV, Milano 1831, pp. 85-196.

EURIFAMO DI METAPONTO O DI SIRACUSA, PSEUDO: cfr. Mediopitagorici, 27.

EURITO DI CROTONE: cfr. Presocratici, 45; Pitagorici antichi, 19. EURITO DI CROTONE, PSEUDO: cfr. Mediopitagorici, 28. EUSEBIO DI CESAREA, VESCOVO, vissuto fra il m e il IV secolo d.C. È importante, per lo studioso del pensiero antico-pagano, per le notizie storiche che si desumono dalle sue opere: Chronica, Historia ecclesiastica e per le notizie dossografiche che si ricavano dalla Praeparatio evangelica e dalla Demonstratio evangelica. • Le opere di Eusebio si vedranno pubblicate nella grande collana « Diegriechischen christlichen Schriftsteller der ersten Jahrhunderte », 8 voli.,. Leipzig 1902-1956.

*

La bibliografia si trova in Totok, Handbuch ... , Il, pp. 98 sgg.

EUSEBIO DI MINDO: cfr. Neoplatonici, IV, 5.

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388

SCHEDARIO E BIBLIOGRAFIA

EUSTAZIO DI CAPPADOCIA: cfr. Neoplatonici, IV, 11. EUSTRAZIO VESE::OVO DI NICEA, vissuto nella seconda metà dell'xi .e agli inizi del xn secolo. Fu discepolo di Michele Psello.

O È soprattutto noto per i suoi commenti ad Aristotele. l. Commento agli Analitici secondi I n Analyticorum posteriorum librum secundum commentarium 2. Commento all'Etica nicomachea In Ethica Nicomachea commentario • Si trovano editi nei C.A.G., vol. XX, pp. 1-121; 256-406; e XXI, l (si vedano indicazioni analitiche alla voce Commentatori greci di Aristotele).

EVANDRO DI FOCEA: cfr. Accademici, Elenco scolarchi, 9; Neoaccademici, 4.

EVEMERO DI MESSENE, scrittore del

IV-III

secolo a.C., da alcuni con-

nesso alla scuola cirenaica.

e©* -

G. Vallauri, Evemero di Messene, Testimonianze e frammen.ti con introduzione e commento, Giappichelli, Torino 1956.

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F FABIANO PAPIRIO: dr. Neopitagorici, I, 6. FALEA DI CALCEDONIA: dr. Presocratici, 39. FANIA DI ERESO: cfr. Peripatetici, A, 13. FANIA STOICO: dr. Mediostoici, 4. FANTONE DI FLIUNTE: dr. Presocratici, 53; Pitagorici antichi, 27. FAVONIO EULOGIO: cfr. Neoplatonici, VII, 6. FAVORINO DI ARELATE, retore e filosofo accademico-scettico, vissuto fra il 70 e il 150 d.C. Fu discepolo di Dione Crisostomo, amico di Plutarco e maestro e amico di Erode Attico.

O Della sua imponente produzione, ci è pervenuto molto poco. Possediamo un certo numero di frammenti, fra i quali spiccano quelli del Contro i Caldei e della Storia varia. Di recente è stato scoperto, in un papiro, il grosso di uno scritto dal titolo: Sull'esilio De exilio Gli sono inoltre attribuiti dalla critica moderna due Ora:t.ioni pervenuteci nel corpus degli scritti di Dione Crisostomo: Corintiaca Corinthiaca Sulla fortuna De fortuna II catalogo completo dei titoli delle opere di Favorino si troverà in Barigazzi, sotto citato, pp. 609 sg. e© Un'ottima edizione critica con commento di tutto quanto ci è pervenuto del nostro filosofo è stata curata da: - A. Barigazzi, Favorino di Areiate, Opere, Introduzione, testo critico e commento, Le Monnier, Firenze 1966. (f) La traduzione del fr. 3 {Contro i Caldei) si trova in:

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390

SCHEDARIO E BIBLIOGRAFIA

- Russo, Scettici ... [dr. voce], pp. 658-665. Per la traduzione delle Orazioni pervenuteci nel corpus degli scritti di Dione dr. la voce Dione Crisostomo.

© Un ottimo indice delle parole si trova in Barigazzi, op. cit., pp. 565608; dr. anche pp. 40-64.

* *

L'Introduzione dell'edizione del Barigazzi, pp. 1-80, è una vera e propria monografia, che si completerà, per gli approfondimenti della problematica filosofica, con il Goedeckemeyer {dr. voce Scettici], pp. 248-257. Ricca bibliografia si troverà in Barigazzi, op. cit., pp. 81-85.

FEBIONE STOICO, è ricordato come uno degli epigoni della filosofia del Portico, privo di originalità (dr. Longino, presso Porfirio, Vita di Platino, 20).

FEOONE DI ELIDE, vissuto fra il v e il Socrate e fondatore della scuola di Elide.

IV

secolo a.C., fu discepolo di

O Ci sono pervenute di lui solo testimonianze (soprattutto in Diogene Laerzio, Cicerone, Seneca, Giuliano, Temistio). Il Wilamowitz (dr. sotto) dà molta importanza, per la ricostruzione del pensiero di Pedone, alle Lettere 12 e 13 dei Socratici. e© -

La raccolta sistematica dei frammenti, con annotazioni, si trova in: Giannantoni, S.R. [dr. voce Socratici Minori], III A.

G) Alcuni testi sono presentati in lingua tedesca da: - Nestle, Die Sokratiker ... [dr. voce Socratici], pp. 178 sg. Per quanto concerne la Lettere sopra citate dr.: - L. Kohler, Die Briefe des Sokrates und der Sokratiker, Leipzig 1928 ( « Philologus ,., Supplementband 20,2).

*-

U. von Wilamowitz-Moellendortl, Phaidon von Elis, in « Hermes », 14 (1879), pp. 187-193 e 476-477; ora in Kleine Schriften, III, Berlin 1969, pp. 41 sgg. - K. von Fritz, Phaidon, 3, in R.E., XIX, 2 (1938), coli. 1538-1542.

FEDRO EPICUREO, vissuto fra il n e il

1

secolo a.C. Fu scolarca det

Giardino.

O Si può dire che il suo nome sopravviva pressoché esclusivamente grazie ad alcune testimonianze di Cicerone, il quale, in particolare, menziona (Ep. ad Att., XIII, 39, 2) un'opera di Fedro dal titolo Sugli dei. Quest'opera è andata perduta completamente, ma pare contenesse un ampio excursus dossografico sulle concezioni teologiche greche, che Fedro avrebbe derivato dalle Opinioni dei fisici di Teofrasto, rilette in chiave epicurea. Il Diels ha pensato che quest'opera di Fedro potrebbe essere la fonte di due esposizioni teologiche pervenuteci, le quali presentano fra loro sorprendenti tangenze (e

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391

FEBIONE/FILODEMO

per questa ragione, derivano certamente da una tonte comune), vale a dire: Cicerone, De nat. deor., I, 10,25 - l, 15,41, e Filodemo, De pietate, passim. • I testi di Cicerone e Filodemo sopra citati si vedano editi in sinossi (per le ragioni spiegate) in: - Diels, Dox. [cfr. voce Dossografi], pp. 529-550.

G) -Torraca, Dossogr. [cfr. voce Dossografi], pp. 315-330.

*

Per tutta la questione accennata cfr: - Diels, Dox. [cfr. voce Dossagrafi], Prolegomena, in particolare pp. 125 sgg.

FERECIDE DI SIRO: cfr. Presocratici, 7. FILINO DI COS: cfr. Medici Empirici, l. FILIPPO IL MEGARICO: cfr. Megarici, 18. FILIPPO DI OPUNTE: cfr. Accademici antichi, 11 e inoltre:

**-

K. von Fritz, Phzlippos von Opus, in R.E., XIX, 2 (1938) coli.

2351-2367. Zeller-lsnardi Parente [cfr. voce Accademici antichi], pp. 882 sgg.;

1028 sgg.

FILISCO DI EGINA: cfr. Cinici, 4. FILISCO EPICUREO, vissuto nel n secolo a.C. Tentò di introdurre per la prima volta in Roma il verbo del Giardino, insieme ad Alceo (cfr. voce).

O L'autore ci è noto unicamente attraverso testimonianze indirette. e© - G. Garbarino, Roma e la filosofia greca dalle origini alla fine del II secolo a.C., Paravia, Torino 1973, vol. l, pp. 79-80; vol. II, pp. 372 sg.

FILODEMO DI GADARA, filosofo epicureo del 1 secolo a.C.

O Oltre ad alcuni epigrammi conservatici nella Antologia patatina, sono stati trovati, soprattutto nei papiri di Ercolano, numerosi frammenti di molte opere di vario genere: sulla logica, sulla teologia, sull'etica, sull'economia, sulla retorica, sulla poesia, sulla musica, ed anche scritti di carattere dossografico.

oe

Il catalogo delle edizioni dei papiri è stato steso con grande perizia da M. Gigante e W. Schmid nell'edizione del Glossarium Epicureum di Usener da loro curata (cfr. voce Epicurei), alle pp. xxi-XXXI, e ad esso rimandiamo il lettore. Cfr. anche Praechter, pp. 439-441.

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392

SCHEDARIO E BIBLIOGRAFIA

e(f)© - P.H. and E. De Lacy, Philodemus, On Methods of Inference, Edited with Translation and Commentary, Bib!iopolis, Napoli 19782 (Istituto Italiano per gli Studi Filosofici, La Scuola di Epicuro, Collezione di testi ercolanesi diretta da M. Gigante, Volume primo).

©-

C.]. Vooijs - D.A. van Krevelen, Lexicon Philodemeum, 1-11, Purmerend-Amsterdam 1934-1941.

*-

R. Philippson, Philodemos, in R.E., XIX, 2 (1938), coli. 2444-2482. - M. Gigante, Ricerche filodemee, Napoli 1969. - R. Laurenti, Filodemo e il pensiero economico degli Epicurei, Milano 1973.

'*

La bibliografia, a cura di Gigante e Schmid, si trova nell'introduzione al Glossarium Epicureum, sopra cit., pp. XXI sgg.

FILOLAO DI TARANTO: dr. Presocratici, 44; .Pitagorici antichi, 18. FILOLAO DI TARANTO, PSEUOO: dr. Mediopitagorici, 29. FILONE DI ALESSANDRIA, nato verso la fine del to verso la metà del

1

I

secolo a.C. e mor-

secolo d.C.

O Un gran numero di opere di Filone (la grande maggioranza) ci è pervenuto, per lo più integralmente. Nonostante i numerosi tentativi fatti, non è risultato ancora possibile ricostruire un ordine cronologico, e perciò ci sembra più opportuno ridare il catalogo secondo l'ordine alfabetico dei titoli latini con cui queste opere vengono comunemente indicate e la relativa abbreviazione oggi comunemente usata. Ci limiteremo ai titoli delle opere attualmente riconosciute come autentiche. l. Abramo De Abrahamo Abr. 2. L'eternità del mondo De aeternitate mundi Aet. 3. L'agricoltura De agricultura Agrzc. 4. Alessandro Alexander Alex. 5. I Cherubini e la spada di De Cherubim Cher. fuoco 6. La confusione delle lingue De confusione linguarum Confus. 7. Sugli studi preliminari De congressu quaerendae Con gr. eruditionis gratia 8. La vita contemplativa De vita contemplativa Contempl. 9. Il Decalogo De Decalogo Decal. 10. Il peggiore solitamente in- Quod detel'ius potiori insi- Deter. sidia il migliore diari soleat Quod Deus sit immutabilis Deus 11. L'immutabilità di Dio 12. L'ebrezza De ebrietate Ebr. In Flaccum 13. Contro Placco Flacc. 14. La fuga e la scoperta De fuga et inventione Fu g. Gig. 15. I Giganti De gigantibus

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393

FILOLAO/FILONE DI ALESSANDRIA

16. L'erede delle cose divine

17. Difesa dei Giudei 18. Giuseppe 19. Ambasciata a Gaio 20. Le allegorie delle leggi 21. 22. 23. 24. 25. 26. 27. 28. 29. 30. 31.

32. 33. 34. 35. 36.

Quis rerum divinarum beres sit Hypothetica (Apologia pro Iudaeis) De Iosepho Legatio ad Gaium Legum allegoriae, in tre libri De migratione Abrahami De vita Mosis, in due libri De mutatione nominum De opificio mundi De plantatione De posteri/ate Caini De praemiis et poenis, de exsecrationibus Quod omnis probus liber sit De providentia Quaestiones et solutiones in Genesim Quaestiones et solutiones in Exodum De sacrificiis Abelis et Caini

Her. Hypoth. Ios. Lega t. Leg.

migrazione di Abramo Mi gr. vita di Mosè Mos. mutazione dei nomi Mutat. creazione del mondo Opi/. piantagione di Noè Plani. posterità di Caino Poster. I premi e le pene, le malePraem. dizioni Ogni uomo è libero Prob. La Provvidenza Prov. Questioni e soluzioni sul Quaest. Gen. Genesi Questiom e soluztoni sull' Quaest. Ex. Esodo I sacrifici dz Abele e di Sacri/. Camo La sobrietà De sobrietate So br. I sogm De somniis, in due libri Somn. Sulle leggi particolari De specialibus legibus, in Spec. quattro libri Le virtù De virtutibus Virt. La La La La La La

Di queste opere sono stati proposti diversi raggruppamenti, fra i quali il più diffuso è il seguente: l. Opere contenenti il grande commento allegorico al Genesi: Legum allegoriae, De Cherubim, De sacrificiis Abelis et Caini, Quod deterius potiori insidiari soleat, De posteri/ate Caini, De gigantibus, Quod Deus sit immutabilis, De agricultura, De plantatione, De ebrietate, De sobrietate, De confusione linguarum, De migratione Abrahami, Quis rerum divinarum heres sit, De congressu eruditionis gratia, De fuga et inventione, De mutatione nominum, De somniis. (Questo gruppo di opere può essere fatto iniziare, secondo alcuni, con il De opificio mundi). 2. Opere dedicate all'esposizione della legge mosaica: De opificio mundi, De vita Mosis, De Abrahamo, De Iosepho, De Decalogo, De specialibus legibus, De virtutibus, De praemiis et poenis, De exsecrationibus. 3. Opere di catechesi, contenenti problemi e soluzioni per lettori già in possesso di una buona conoscenza dei libri mosaici: Quaestiones et solutiones in Genesim, Quaestiones et solutiones in Exodum.

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394

SCHEDARIO E BIBLIOGRAFIA

4. Scritti in difesa della causa ebraica: Hypothetica, In Flaccum, Legatio ad Gaium, De vita contemplativa. 5. Scritti di carattere puramente filosofico (forse composti in età giovanile): Quod omnis probus liber sit, De aeternitate mundi, De providentia, JUexander. .

• L'edizione critica più recente delle opere di Filone è quella dovuta a: - L. Cohn - P. Wendland - S. Reiter, Philonis JUexandrini Opera quae supersunt, 6 voli., Reimer, Berlin 1896-1915; De Gruyter, Berlin 19622 • (Esiste anche un'editio minor, senza Prolegomena e senza apparato critico). Questo testo con poche modifiche si trova pure in: - F.H. Colson - G.H. Whitaker, Philo in Ten Volumes (and Two Supplementary Volumes), With an English Translation, London-Cambridge (Mass.) 1929-1962 (Loeb). (l due volumi supplementari contengono la traduzione inglese di R. Marcus delle opere di Filone che ci sono giunte soltanto nella versione in lingua armena). - R. Arnaldez - J. Pouilloux - C. Mondésert, Les Oeuvres de Philon d'JUexandrie, Publiées sous le patronage de l'Université de Lyon, ~ditions du Cerf, Paris 1961 sgg. (con introduzione, traduzione francese e note).

© - l. Leisegang, Indices ad Philonis JUexandrini Opera (costituisce il settimo volume della succitata edizione Cohn-Wendland), Berlin 1926-1930. Un nuovo indice che integra quello del Leisegang e che risulta assai prezioso per l'acribia con cui è stato condotto, è stato curato da: - G. Mayer, Index Philoneus, De Gruyter, Berlin-New York 1974. Ulteriori notizie sulla letteratura lessicografica si troveranno in Radice, Bibliografia... , sotto citata, parte I, sez. v. G) Oltre alla traduzione francese che si trova nell'edizione di Arnaldez. Pouilloux-Mondésert, e a quella inglese di Colson-Whitaker, sopra citate, esiste anche una buona traduzione tedesca di: -L. Cohn- l. Heinemann- M. Adler, Philo von JUexandrien, Die Werke in deutscher Vbersetzung, 6 voli., Breslau 1909-1938; nuova ediz. a cura di W. Theiler, De Gruyter, Berlin-New York 1962-1964, con l'aggiunta di un Sachweiser zu Philo. Esiste anche una traduzione completa in lingua spagnola: I.M. Triviiio, Obras completas de Fil6n de JUe;andria, voli. I-V, Buenos Aires 1975-1976. In italiano sono state tradotte, per ora, le seguenti opere: - L'In Flaccum e la Legatio ad Gaium ad ùpera di C. Kraus in appendice al volume: Filone JUessandrino e un'ora tragica della storia ebraica, Napoli 1967, pp. 165-264. - La creazione del mondo a cura di G. Calvetti e Le allegorie delle leggi a cura di R. Bigatti, in un volume curato ed introdotto da G. Reale, presso l'editore Rusconi, Milano 1978. Presso la stessa casa editrice G. Reale sta curando la pubblicazione della traduzione dell'intero « Commentario allegorico •, secondo il seguente piano:

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FILONE DI ALESSANDRIA

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- L'erede delle cose divine, Introduzione di G. Reale, Prefazione, traduzione e note di R. Radice, 1981. - I Cherubini, I sacrifici di Abele e Caino, Il malvagio tende a sopraffare il buono, La posterità di Caino, I Giganti, L'immutabilità di Dio, Traduzione di C. Mazzarelli, Introduzione, prefazioni, note ed apparati di R. Radice, 1984. Sono in corso di elaborazione: L'agricoltura, La piantagione, L'ebrezza, La sobrietà, La confusione delle lingue, La migrazione di Abramo, a cura di R. Radice, con l'Introduzione di V. Nikiprowetzky. Infine le opere: La fuga e la scoperta, La mutazione dei nomi, I sogni, sono state affidate alla cura di C. Kraus.

*-

M. Heinze, Die Lehre vom Logos in der griechischen Philosophie, Oldenburg 1872; rist. anast., Aalen 1961. - J. Drummond, Philo ]udaeus or the ]ewish-Alexandrian Philosophy in its Development and Completion, 2 voli., London 1888; Amsterdam 19692. - E. Bréhier, Les idées philosophiques et religieuses de Philon d'Alexandrie, Paris 1908; 19252; 195()3. - K. Staehle, Die Zahlenmystik bei Philon von Alexandreia, LeipzigBerlin 1931. - I. Heinemann, Philons griechische und judische Bildung, Breslau 1932; rist. anast. Darmstadt 1962; Hildesheim 1973. - E.R. Goodenough, By Light, Light: the Mystic Gospel of Hellenistic ]udaism, New Haven-London 1935. - W. Volker, Fortschritt und Vollendung bei Philo von Alexandrien, Eine Studie zur Geschichte der Frommigkeit, Leipzig 1938. - E.R. Goodenough, An Introduction to Philo ]udaeus, New Haven 1940; Oxford 19622. - H. Leisegang, Philon, 41, in R.E., XX, l (1941), coli. 1-50. - M. Pohlenz, Philon von Alexandrien, in « Nachrichten der Geselischaft der Wissenschaften zu Gottingen, Philologisch-historische Klasse ,., 5 (1942), pp. 409-487. - H.A. Wolfson, Philo, Foundations o/ Religious Philosophy in ]udaism, Christianity and Islam, 2 voli., Cambridge (Mass.) 1947; 19482 • - J. Pépin, Mythe et allégorie, Les origines grecques et les contestations judéo-chrétiennes, Paris 1958; 19762. - J. Daniélou, Philon d'Alexandrie, Paris 1958. - H. Hegermann, Die Vorstellung vom Schopfungsmittler im hellenistischen ]udentum Urchristentum, Berlin 1961. - AA.VV., Philon d'Alexandrie, Colloques Nationaux du Centre National de la Recherche Scientifique, Paris 1967. - U. Friichtel, Die kosmologischen Vorstellungen bei Philo von Alexandrien, London 1968. - I. Christiansen, Die T echnik der allegorischen Auslegungswissenschaft bei Philon von Alexandrien, Tiibingen 1969. - A. Maddalena, Filone Alessandrino, Milano 1970.

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396

SCHEDARIO E BIBLIOGRAFIA

- B. Lee Mack, Logos und Sophia, Gottingen 1973. - E. Lucchesi, L'usage de Philon dans l'oeuvre exégétique de Saint Ambroise. Une « Quellenforschung » relative aux Commentaires d'Ambroise sur la Genèse, Leiden 1977. - V. Nikiprowetzky, Le commentaire de l'Ecriture chez Philon d'Alexandrie: son caractère et sa portée. Observations philologiques, Leiden 1977. - H. Savon, Saint Ambroise devant l'exégèse de Philon le Juif, 2 voll., Paris 1977. - S. Sandmel, Philo of Alexandria. An Introduction, New York-Oxford 1979. Ricordiamo, infine, la rivista specializzata « Studia Philonica », espressione del « Philo lnstitute » di Chicago, la quale è assai ricca di importanti contributi sul nostro filosofo (ha iniziato la pubblicazione nel 1972). ~ H.l. Goodhart - E.R. Goodenough, A Generai Bibliography of Philò, in E.R. Goodenough, The Politics of Philo ]udaeus, New Haven 1938; rist. anast., Hildesheim 1967, pp. 152-321. (Questa bibliografia molto ben articolata contiene l'indicazione di 1603 titoli). Per la bibliografia filoniana degli anni successivi al 1938 si vedranno le seguenti opere: - LH. Feldman, Scholarship on Philo and ]osephus (1937-1962), in Studies in ]udaica, New York (Yeshiva University) s.d. [1963?]. - A.V. Nazzaro, Recenti studi filoniani (1963-1970), in « Vichiana », l (1972), pp. 76-125; 2 (1973), pp. 114-155. - G. Delling, Bibliographie zur iudisch-hellenistischen und intertestamentarischen Literatur 1900-1970, Berlin 1975, pp. 56-80. Tutto il materiale bibliografico dal 1937 in poi si trova raccolto e recensito in: - R. Radice, Bibliografia generale su Filone di Alessandria negli ultimi quarantacinque anni, Bibliopolis, Napoli 1983.

FILONE DI ATENE: cfr. Scettici antichi, 5. FILONE DI LARISSA, filosofo accademico-eclettico-scetticheggiante vissuto nella seconda metà del n secolo a.C.

Q Ci sono pervenute solo testimonianze e frammenti.

> (pp. 68-69). 20. DIO. Sotto questo nome ci sono pervenuti solamente due frammenti conservatici da Stobeo, che lo chiama appunto « Dios pitagorico » (pp. 70-71). 21. DIODORO DI ASPENOO. Sotto il suo nome ci sono giunte pochissime testimonianze (pp. 69-70).

22. DIOTOGENE. Sotto il suo nome ci sono pervenuti due frammenti piuttosto ampi dai trattati Sulla regalità e Sulla santità, conservatici da Stobeo che lo denomina, appunto, « Diotogene Pitagorico »; cfr. anche voce (pp. 71-77).

23. ECCEW LUCANA. Probabilmente coincide con la donna di cui fa menzione il catalogo Giamblico (DK 58 A l), e quindi non è necessario identificarla con Occelo (che dal medesimo catalogo risulta essere stato su11 fratello). Sorto il suo nome ci è giunto un frammento da uno scritto Sulla giustizia, conservatoci da Stobeo (pp. 77-78). 24. ECFANTO DI CROTONE o DI SIRACUSA. Sotto il suo nome ci sono giunti quattro ampi frammenti conservatici da Stobeo da uno scritto Sulla regalità; cfr. anche voce (pp. 78-84). 25. EPAMINONDA DI TEBE, discepolo di Liside pitagorico. Cfr. la testimonianza di Claudiano Mamerto, De an., 2,7. Non ci è pervenuto nessun frammento (p. 84).

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425

MEDIOPITAGORICl

26. EPICARMO DI SIRACUSA. Sotto il suo nome ci è giunta una sola testimonianza (p. 84 ). 27. EURIFAMO DI METAPONTO o DI SIRACUSA. Sotto il suo nome ci è pervenuto un ampio frammento da un trattato Sulla vita, conservatoci da Stobeo (pp. 85-87). 28. EURITO DI CROTONE o DI METAPONTO o DI TARANTO. Sotto il suo nome ci è pervenuto un frammento dello scritto Sulla fortuna, conservatoci da Stobeo (pp. 87-88). 29. FILOLAO DI CROTONE o DI TARANTO. Sotto il suo nome ci sono giunte testimonianze e frammenti da scritti Sui ritmi e sulle misure e Sull'anima (pp. 147-151). 30. FINTIDE, forse coincide con la Filtide di DK 58 A l. Sotto il suo nome ci sono giunti due frammenti, conservatici da Stobeo, da uno scritto sulla Saggezza della donna (pp. 151-154 ). 31. GORGIADE. Sotto il suo nome ci è pervenuta solo una testimonianza di Claudiano Mamerto, De An., 2, 7 (p. 88). 32. IPPARCO. È detto pitagorico da Stobeo, che riporta un ampio frammento dello scritto Sulla tranquillità; questo frammento in Diels-Kranz è riportato, invece, fra le imitazioni di Democrito: dr. Diels-Kranz, 68 C 7 (vol. II, pp. 228 sgg.) (pp. 88-91 ). 33. IPPASO DI METAPONTO o DI CROTONE o DI SIBARI. Sotto il suo nome ci sono giunte alcune testimonianze (pp. 91-93). 34. IPPODAMO DI MILETO o DI TURI. Sotto il suo nome ci sono giunti frammenti dagli scritti Sulla felicità e Sulla politeia (pp. 93-102). 35. LICONE DI TARANTO. Sotto il suo nome ci sono giunte solo testim, 5 (1975), pp. 87-97. - M.· Capasso, L'opera polistratea sulla filosofia, «Cronache Ercolanesi», 6 (1976), pp. 81-84.

PORFIRIO DI TIRO, filosofo neoplatonico della scuola di Plotino, nato nel 233/234 e morto intorno al 305 d.C.

O Porfirio scrisse molto e su vari argomenti. Rudolf Beutler, che è autore del più recente catalogo degli scritti porfiriani (che sostituisce il vecchio, ma pur sempre degno di nota, del Bidez) ricostruisce sessantasette titoli di opere sicure, più alcuni altri incerti, che ordina secondo i seguenti argomenti: l) opere d'introduzione e commento a Platone, Aristotele, Pio-

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.501

POLI CLETO /PORFIRIO

tino; 2) scritti di storia e di storia della filosofia; 3) scritti teoretici di metafisica, psicologia, etica; 4) scritti sulla religione e sulla mitologia; .5) scritti di retorica e di grammatica; 6) scritti di astrologia e di matematica; 7) scritti di argomento vario. Di questa imponente produzione ci sono pervenute per intero undici opere, nonché frammenti e testimonianze di numerose altre. Ecco l'elenco degli scritti pervenutici (seguiamo l'ordine del catalogo Beutler ): l. L'antro delle Ninfe De antro Nympharum 2. Isagoge Isagoge 3. Esposizione delle Categorie di I n Aristotelis Categorias Aristotele per domanda e risposta 4. Vita di Plotino ed ordinamento Vita Plotini dei suoi scritti .5. Sentenze sugli intelligibili Sententiae ad intelligibilia ducentes 6. Vita diPitagora Vita Pythagorae 7. A Gauro, Sulla animazione degli Ad Gaurum embrioni (la paternità è pos~ibi­ le, ma incerta) 8. Sulla astinenza dagli animali De abstinentia 9. Lettera a Marce/la Ad Marcellam 10. Commenti agli Armonici di Tolo- I n Ptolemaei H armonica meo 11. Introduzione all'apotelesmatica di I ntroductio in Ptolemaei T etrabiblum Tolomeo Ed ecco le opere di cui si sono già fatte raccolte di frammenti. Nell'elencarle seguiamo l'ordine progressivo del catalogo Beutler, indicando anche in parentesi il numero corrispondente. Al catalogo Beutler rimandiamo per tutte le ulteriori indicazioni del materiale relativo ad altre opere non anrora sistematicamente raccolto. a) Commentario al Parmenide In Platonis Parmenidem (Beutler, n. 3) Il Beutler mette un punto di domanda accanto al titolo, ma si vedano le ulteriori acquisizioni, dovute alle ricerche di P. Hadot, sotto citato. b) Commentario al Timeo In Platonis Timaeum (Beutler, n. 8) c) Cronaca Chronica (Beutler, n. 26) d) Storia della filosofia Historia philosophiae (Beutler, n. 27) e) Sul ritorno dell'anima De regressu animae (Beutler, n. 43) f ) Sulla filosofia desunta dagli Ora- De philosophia ex coli Oraculis haurienda (Beutler, n. 44) g) Sui simulacri degli Dei De simulacris Deorum (Beutler, n. 45) h) Lettera ad Anebo Ad Anebon (Beutler, n. 47) i ) Contro i Cristiani Adversus Christianos (Beutler, n. 52 ì l ) Questioni americhe Quaest. Homericae (Beutler, n. 54) m) Questiom varie Symmikta Zetemata (Beutler, n. 67)

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502

SCHEDARIO E BIBLIOGRAFIA

eGJ Manca un'edizione complessiva. Una scelta di opere è stata pubblicata nel secolo scorso da: - A. Nauck, Porphyrii philosophi Platonici Opuscula selecta, Lipsiae 18862 (Bibl. Teubn.); rist. anast., Olms, Hildesheim 1963 (contiene: i frammenti della Storia della filosofia, la Vita di Pitagora, l'Antro delle Ninfe, Sulla astinenza dagli animali, la Lettera a Marcel/a). Questa edizione è alquanto invecchiata e ormai inadeguata. Ed ecco un prospetto analitico delle edizioni delle singole opere pervenuteci per intero e delle traduzioni relative. l. L'antro

delle Ninfe - In Nauck, op. cit., pp. 53-81, e in: - Porphyry, The Cave of the Nymphs in the Odyssey, A Revised Text with Translation by Seminar Classics 609, State University of New York at Buffalo 1969 (« Arethus Monographs », 1)." Di quest'opera vi è anche una traduzione francese: - ]. Trabucco, L'antre des Nymphes, Paris 1918. 2. I sa go g e t pubblicata nei C.A.G., IV, l [cfr. Commentari Greci ad Aristotele], con annessa anche la traduzione latina di Boezio. Per la traduzione cfr.: - B. Maioli, Porfirio, Isagoge, Liviana, Padova 1969. 3. Esposizione d e Il e C a t ego r i e d i Aristotele per d omanda e risposta t pubblicata nei C.A.G., IV, l, pp. 53-142 [cfr. Commentari Greci ad Aristotele]. 4. Vita di

Plotino ed ordinamento dei suoi scritti Una nuova eccellente edizione della Vita di Platino si trova nell'edizione delle Enneadi curata da P. Henry- H.R. Schwyzer [cfr. voce Plotino], vol. I, pp. 1-41. t tradotta da V. Cilento e da G. Faggin nel primo volume delle Enneadi di Plotino [cfr. voce Pio tino]. 5. Se n t e n z e su gli i n t e Il i g i h i l i - B. Mommert, Porphyrii Sententiae ad intelligibilia ducentes, Lipsiae 1907 (Bibl. Teubn.). - E. Lamberz, Porphyrii Sententiae ad intelltgibilia ducentes, Lipsiae 1975 (Bibl. Teubn.). Per la traduzione cfr.: - A.R. Sodano, Introduzione agli intelligibili, Associazione di Studi Tardoantichi, Napoli 1979 (con commento e testo greco in appendice).

6. V i t a d i P i t a g o r a Si trova in Nauck, op. cit., pp. 17-52. Per la traduzione cfr.:

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PORFIRIO

- G. Pesenti, Ps. Pitagora, I versi aurei, i Simboli, le Lettere [ ... ], Carabba, Lanciano 1913. 7. Sulla animazione degli embrioni È edito da K. Kalbfl.eisch, in « Philosophische und historische Abhandlungen der koniglichen Akademie der Wissenschaften zu Berlin », Berlin 1895. Cfr. la traduzione francese di: - A.]. Festugière, La Révélation d'Hermès Trismégiste, III, Paris 1953, pp. 265-302. 8. S u Il a

ast inenza

d agIi

a n im aIi

- Nauck, op. cit., pp. 83-270. - ]. Bouffarrigue - M. Patillon, Porphyre, De l'abstinence, Texte établi et traduit, Paris 1977 sgg. (Coll. Budé). - T. Taylor, Porphyry, On Abstinence /rom Anima/ Food, Translated from the Greek, Barnes & Noble, New York 1965. 9. L e t t era a M arce Il a Oltre al Nauck, op. cit., pp. 271-297, cfr.: - W. Potscher, Porphyrios, Pros Markellan, Griechischer Text, Herausgegeben, uberset:r.t, eingeleitet und erkliirt, ( « Philosophia antiqua », vol. XV), Brill, Leiden 1969. - G. Faggin, Lettera ad Anebo - Lettera a Marcel/a, Fussi-Sansoni, Firenze 1954. (Testo greco e traduzione a fronte). 10. Commento agli Armonici di Tolomeo - I. Diiring, Porphyrios Kommentar :r.ur Harmonielehre des Ptolemaios, ( « Goteborgs Hogskolas Arsskrift », XXXVIII 1932: 2), Goteborg 1932. Per la traduzione cfr.: - I. Diiring, Ptolemaios und Porphyrios iiber die Musik, Goteborg 1934. 11. Introduzione alla apotelesmatica di Tolomeo - S. Weinstock, Catalogus Codzcum astrologorum Graecorum, V, 4, Accedunt Porphyrii Philosophi Introductzo in Tetrabiblum Ptolemaei ab Ae. Boer et S. Weinstock edita, Bruxelles 1940, pp. 187-228. Ecco le edizioni delle opere giunteci in frammenti e delle eventuali traduzioni. a) C o m m e n tar i o a I P arme n i d e Il Commentario al Parmenide, di cui il Beut!er indica un solo accenno in Damascio, è stato identificato dall'Hadot (in Fragments d'un commentaire de Porphyre sur le Parménide, in« Revue des études grecques >>, 74 [1961], pp. 410-438) con il commentario giuntoci anonimo in un palinsesto conservato a Torino. - W. Kroll, Ein neuplatonischer Parmenidescommentar in einem Turiner Palimpsest, in « Rheinisches Museum », LVII ( 1892), pp. 599-627. Si veda ora la nuova edizione critica con traduzione e commento in:

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504 -

SCHEDARIO E BIBLIOGRAFIA

P. Hadot, Porphyre et Victorinus, Paris 1968, vol. II, pp. 60-113.

b) Commentario al Timeo - A.R. Sodano, Porphyrii in Platonis Timaeum commentariorum fragmento, Istituto della Stampa, Napoli 1960. c) Cronaca - Jakoby, F. Gr. H., II, B, pp. 1197 sgg. d) S t o r i a d e 11 a f i l o s o f i a - Nauck, op. cit., pp. 1-16. e) Su l

ritorno d e 11' a n i m a - ]. Bidez, Vie de Porphyre le philosophe néoplatonicien, avec les fragments des traitésiiEPI ArAAMAT!lN et De regressu animae, Gent 1913; rist. anast., Olms, Hildesheim 1964, pp. 25*-44*.

f) S u 11 a f i l o s o f i a d e s u n t a d a g l i O r a c o l i - G. Wolfl, Porphyrii De philosophia ex oraculis baurienda librorum reliquiae, Berlin 1856; rist. anast., Olms, Hildesheim 1962. si mu l acr i d egl i D e i I frammenti del 'ltEpL ayaÀ.j.lcl"'t"WV si vedranno in: - Bidez, Vie de Porphyre ... , cit., pp. 1*-23*.

g) S u i

h) L e t t e r a a d A n e b o

- A.R. Sodano, Porfirio, Lettera ad Anebo, L'arte tipografica, Napoli 1958 (testo e traduzione). - G. Faggin, Porfirio, Lettera ad Anebo - Lettera a Marcello, Edizioni Fussi-Sansoni, Firenze 1954 (testo greco e traduzione a fronte). i) C o n t r o i C r i s ti a n i

- A. von Harnack, Porphyrios « Gegen die Christen », in « Philosophische und historische Abhandlungen der koniglichen Akademie der Wissenschaften zu Berlin », Berlin 1916. Cfr. anche dello stesso autore: - Neue Fragmente des W erks d es Porphyrios gegen die Christen, in « Sit2ungsberichte der Preussischen Akademie der Wissenschaften », Berlin 1921. l) Q u es t i o n i o m eri c h e - H. Schrader, Porphyrii Quaestionum Homericarum ad Iliaden pertinenJium reliquiae, Lipsiae 1882 (Bibl. Teubn.); Porphyrii Quaestionum Homericarum ad Odysseam pertinentium relzquiae, Lipsiae 1890 (Bibl. Teubn.). Un'edizione limitata al libro I, che è il solo ad avere una tradizione diretta, è stata pubblicata a cura di: - A.R. Sodano, Porphyrii Quaestionum Homericarum liber l, Giannini, Napoli 1970. Per la traduzione cfr.: - A.R. Sodano, Porfirio, Questioni Omeriche, Libro primo, Traduzione,

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PORFIRIO/POSIDONIO

Associazione di studi Tardoantichi, Centro Bibliotecario, Portici (Napoli) 1973.

m) Questi o n i v ari e - H. DOrrie, Porphyrio's Symmikta Zetemata, Ihre Stellung in System und Geschichte des Neuplatonismus nebst einem Kommentar zu den Fragmenten ( « Zetemata », 20), Miinchen 1959. (l frammenti di quest'opera miscellanea a noi pervenuti riguardano principalmente il problema dell'anima).

* ].

Bidez, Vie de Porphyre, Le philosophe néoplatonicien, Gent 1913; Hildesheim 19642. - W. Theiler, Porphyrios und Augustin, Halle 1933; ora anche in: Forschungen zum Neuplatonismus, Berlin 1966, pp. 160-251. -R. Beutler, Porphyrios 21, in R.E., XXII, l (1953), coli. 275-313. - AA.VV., Porphyre, « Entretiens sur l'Antiquité Classique », XII, Vandoeuvres-Genève 1966. - P. Hadot, Porphyre et Victorinus, 2 voli., Paris 1968 (eccellente). - A. Smith, Porphyry's Piace in the Neoplatonic Tradition, A Study in post-Plotinian Neoplatonism, The Hague 1974.

*

Ricche indicazioni bibliografiche si troveranno in Hadot, op. cit., nonché nelle note dei vari articoli contenuti nel vol. XII degli Entretiens, sopra citati.

POSIOONIO DI APAMEA, filosofo e scienziato mediostoico, morto intorno alla metà del

1

secolo a.C.

O

Ci sono pervenuti solo frammenti e testimonianze. Il catalogo ragionato delle opere che risulta aver scritto, si trova nel volume della Laflranque, sotto cit., pp. 99 sgg., cui rimandiamo; cfr. anche Reinhardt, Poseidonios ... , in R.E., sotto cit., coli. 567 sgg .

• - L. Edelstein - I.G. Kidd, Posidonius, l, The fragments, Cambridge University Press, Cambridge 1972. - W. Theiler, Poseidonios, Die Fragmente, 2 voli., W. de Gruyter, Berlin-New York 1982.

© ©

Il secondo volume del Theiler contiene un eccellente commentario.

L'edizione di Edelstein-Kidd contiene un eccellente elenco di parole greche e latine che ricorrono nei frammenti.

(!) - M. Pohlenz, Stoa und Stoiker, Die Grunder, Panaitios, Poseidonios, Artemis-Verlag, Ziirich 1950, pp. 257-357. (La scelta delle testimonianze e dei frammenti che il Pohlenz traduce, è fatta con criteri assai meno rigorosi rispetto a quelli seguiti nell'edizione Edelstein-Kidd).

*-

K. Reinhardt, Poseidonios, Miinchen 1921. - K. Reinhardt, Kosmos und Sympathie, Neue Untersuchungen uber Poseidonios, Miinchen 1926.

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SCHEDARIO E BIBLIOGRAFIA

- I. Heinemann, Poseidonios' Metaphysische Schriften, 2 voli., Breslau 1921-1928; rist. anast., Hildesheim 1968. - L. Edelstein, T be Philosophical System of Posidonius, in « American Journal of Philology », 57 (1936), pp. 286-325. - G. Nebel, Zur Ethik des Poseidonios, in « Hermes », 74 (1939), pp. 34-57. - K. Reinhardt, Poseidonios von Apameia der Rhodier genannt, in R.E., XXII, l (1953), coli. 558-826. - M. Laffranque, Poseidonios d'Apamée, Paris 1964. - J.M. Rist, Stoic Philosophy, Cambridge 1969, pp. 201-218. (Le due nuove edizioni dei frammenti e la monografia della Laffranque sono destinate ad imprimere una decisiva svolta alle ricerche posidoniane).

*

Un imponente stato della questione si troverà in Reinhardt, art. cit., R.E., coli. 570-624; più sobrio ed accessibile in Laffranque, op. cit., pp. l· 44. Bibliografia in Reinhardt, cit., R.E., coli. 559-563 e in Laffranque, op. cit., pp. 549-560.

POTAMONE DI ALESSANDRIA, è ricordato da Diogene come fondato· re di una setta

vengono indicati tutti i Naturalisti e i Sofi· -sti, cronologicamente anteriori a Socrate, ma alcuni anche contemporanei e perfino posteriori, e tuttavia muoventisi in dimensioni di pensiero che sono al di qua dei guadagni socratici. Il termine è da molti contestato e giu· dicato inadeguato. Questo è, in parte, vero; tuttavia, è altrettanto vero che Socrate ha operato una rivoluzione cosl radicale nella storia del pensiero occidentale, che, con fondamento, si può parlare di un >, mentre a Opsimo è attribuita la definizione di Dio ·come >). 47. ARCHITA DI TARANTO, è un Pitagorico vissuto nella prima metà .del IV secolo a.C. Platone gli scrisse una lettera ed Aristotele dedicò al suo pensiero un trattato. Fu Archita che salvò Platone quando Dionigi n minacciava di ucciderlo. Fu politico assai apprezzato, oltre che matematico e filosofo. 48. OCELW o OCCELO DI LUCANIA, è elencato da Giamblico fra i filosofi pitagorici. Di lui siamo male informati. Il trattato Sulla natura dell'universo, giuntoci sotto il suo nome, è un falso di età ellenistica (cfr. voce). 49. TIMEO DI LOCRI. È il personaggio pitagorico che dà il nome al celebre dialogo platonico. Di lui siamo molto mal informati. È improbabile, come alcuni pensano, che sia un personaggio interamente inventato da Platone. Il trattato Sulla natura del cosmo e sull'anima, giuntoci sotto suo nome, è un falso di età ellenistica (cfr. voce).

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511

PRESOCRATICI

50. ICETA DI SIRACUSA, è un Pitagorico di età incerta, di cui ci sono giunte solo un paio di testimonianze di carattere fisico-astronomico. 51. ECFANTO DI SIRACUSA, è un filosofo pitagorico di età incerta, che sembra risentire anche di dottrine atomistiche ed anassagoree, su cui siamo poco informati. 52. SENOFILO DI CALCIDE, fu uno dei Pitagorici più recenti. Si occupò soprattutto di musica e fu uno dei maestri di Aristosseno. Di lui abbiamo pochissime testimonianze. 53. DIOCLE, ECHECRATE, POLIMNESTO, FANTONE DI FLIUNTE e ARIONE DI LOCRI. Furono fra gli ultimi Pitagorici antichi. Conosciamo di loro poco più che il nome. 54. PRORO DI CIRENE, AMICLA e CLINIA DI TARANTO. Appartennero all'ultima generazione di Pitagorici. Amicla e Clinia sono noti, in particolare, per aver dissuaso Platone dal bruciare tutti gli scritti di Democrito. 55. DAMONE e FINZIA DI SIRACUSA, sono Pitagorici a noi noti solo per un fatto di carattere biografico. 56. SIMO DI POSIOONIA, MIONIDE, EUFRANORE. Il primo era musico e gli altri due matematici. Sono Pitagorici dell'ultima generazione e su di loro siamo pochissimo informati.

57. LICO(NE) DI TARANTO, vissuto nel IV secolo a.C., è autore pare - di una Vita di Pitagora, probabilmente concernente la dieta vegetale. 58. SCUOLA PIT AGOitiCA. Sotto questa rubrica in Diels-Kranz vengono raccolti: a) il catalogo di Giamblico (lo si veda da noi riportato alla voce .Pitagorici); b) testimonianze di genesi proto-peripatetica sulle dottrine pitagoriche; c) precetti e simboli pitagorici; d) estratti dalle massime pitagoriche e dalla Vita pitagorica di Aristosseno; e) i Pitagorici nella commedia ·di mezzo. 59. ANASSAGORA DI CLAZOMENE, nacque probabilmente intorno ·al 500 a.C. Oltre a numerose testimonianze, ci sono pervenuti significativi frammenti del suo scritto Sulla natura. Con lui la filosofia entrò in Atene per la prima volta. 60. ARCHELAO DI ATENE, vissuto nel v secolo a.C., fu discepolo di Anassagora e maestro di Socrate. Scrisse, fra l'altro, una Fisiologia. Possel·diamo, in prevalenza, testimonianze indirette. 61. METROOORO DI LAMPSACO, vissuto nella seconda metà del v secolo a.C., fu discepolo di Anassagora. È noto per la sua interpretazione di Omero in chiave allegorica, in base alle categorie della filosofia della natura. Di lui ci sono pervenute poche testimonianze. 62. CLIDEMO, vissuto nel v secolo a.C., si occupò di fisica, di meteorologia e di botanica. Di lui abbiamo solo poche testimonianze, che non ct permettono di dargli una precisa collocazione teoretica.

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512

SCHEDARIO E BIBLIOGRAFIA

63. IDEO DI IMERA, contemporaneo di Anassagora, appartiene ai cosiddetti Fisici eclettici. Di lui abbiamo pochissime testimonianze. 64. DIOGENE DI APOLLONIA, vissuto nella seconda metà del v secolo a.C. è il più cospicuo dei Fisici eclettici. Tentò una mediazione fra Anassiment: ed Anassagora. Oltre a testimonianze, ci sono pervenuti frammenti del suo trattato Sulla natura (cfr. voce). 65. CRATILO DI ATENE, vissuto nella seconda metà del v secolo a.C., fu seguace estremista della dottrina di Eraclito, e fu, in un primo momento, maestro di Platone. Di lui abbiamo solo poche testimonianze. 66. ANTISTENE L'ERACLITEO, di età imprecisabile. Di lui abbiamo pochissime testimonianze. 67. LEUCIRPO DI ASDERA (o DI ELEA), vissuto nel v secolo a.C., fu il fondatore dell'atomismo. Di lui ci sono pervenute testimonianze ed un paio di frammenti (cfr. voce). 68. DEMOCRITO DI ABDERA, vissuto nella seconda metà del v secolo a.C., è il sistematore dell'atomismo. Oltre ad un gran numero di testimonianze, ci è giunto un cospicuo numero di frammenti (cfr. voce). 69. NESSA DI CHIO, vissuto fra il v e il IV secolo a.C., fu discepolo di Democrito. Di lui sappiamo pochissimo. 70. METRODORO DI 0110, vissuto fra la fine del v secolo e la pri· ma metà del IV a.C., fu discepolo di Democrito. Ci sono pervenuti alcune testimonianze e qualche frammento. 71. DIOGENE DI SMIRNE, fu discepolo di Metrodoro e maestro di Anassarco. Di lui conosciamo pochissimo. 72. ANASSARCO DI ABDERA, fiorito poco dopo la metà del IV secolo, fu discepolo di Diogene di Smirne. Fu maestro e amico di Pirrone. Di lui possediamo soprattutto testimonianze. 73. ECATEO DI ABDERA, vissuto verso la fine del secolo IV a.C., fu scolaro di Pirrone. Fu anche famoso grammatico. Di lui possediamo testimonianze e alcuni frammenti. 74. APOU.ODORO DI CIZICO, fu un seguace di Democrito, di età incerta. Su di lui abbiamo pochissime testimonianze. 75. NAUSIFANE DI TEO, fu discepolo di Pirrone, ma seguace delle dottrine democritee, e, a sua volta, fu maestro di Epicuro. Ci sono giunti alcune testimonianze e frammenti dell'opera dal titolo Tripode, di carattere metodologico (cfr. voce). 76. DIOTIMO DI TIRO, è un filosofo democriteo, di epoca non ben determinabile. Di lui sappiamo poco. 77. BIONE DI ABDERA, fu un democriteo della seconda metà del IV secolo a.C. Di lui abbiamo solo pochissime testimonianze. 78. BOLO DI MENDE, fu considerato, in passato, un filosofo democriteo del 111 secolo a.C. Ora, invece, viene identificato con un Egiziano, nativo appunto di Mende sul delta del Nilo, vissuto dopo il 200 a.C., di cultura ales-

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513

PRESOCRATICI

sandrina e vicino al pitagorismo. (Pare che egli stesso si sia voluto denominare Bolo Democrito, donde gli equivoci). C) Antica Sofistica 79. NOME E CONCETTO DI SOFISTICA. Sotto questo titolo vengono riportate in Diels-Kranz testimonianze di Aristotele, Plutarco, Platone, Senofonte ed Aristide. 80. PROTAGORA DI ABDERA, vissuto nel v secolo a.C., è uno dei grandi corifei - sotto certi aspetti forse il maggiore - della sofistica. Di lui ci sono giunti testimonianze, frammenti ed imitazioni (cfr. voce). 81. SENIADE DI CORINTO, di epoca non determinabile. Ci è noto solo attraverso un paio di testimonianze che lo presentano come sostenitore di idee scetticheggianti. 82. GORGIA DI LEONTINI, vissuto nel secolo v a.C. è fra i maggiori Solisti. Oltre a testimonianze indirette, ci sono giunte delle riduzioni in compendio del suo trattato Sulla natura o sul non essere, e inoltre l'Encomio di Elena, la Difesa di Parmenide e frammenti vari. 83. LICOFRONE, è un Solista, probabilmente formatosi alla scuola di Gorgia e vissuto nella prima metà del IV secolo a.C. Di lui ci sono giunte solo poche testimonianze. 84. PRODICO DI CEO, fu un Solista attivo nella seconda metà del v se, 22 (1952), pp. 179-244. - S. Zeppi, Studi sulla filosofia presocratica, Firenze 1962, pp. 1-56.

*

Stato della questione sui vari problemi concernenti l'interpretazione di Senofane si troverà in Zeller-Reale [cfr. voce Presocratici], pp. 57-164. La bibliografia si troverà, iv i, pp. XIX-XXIII. SENOFILO DI CALCIDE: cfr. Presocratici, 52; Pitagorici antichi, 26. SENOFONTE DI ATENE, scrittore di storia e di argomenti vari. In gioventù fu discepolo di Socrate. Visse a cavaliere fra il v e il IV secolo a.C.

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.535

SENOCRATE/SESTO ErdPIRICO

Q Delle sue opere pervenuteci, interessano allo studioso di filosofia: Commentarii l. Memorabili di Socrate Oeconomicus 2. Economico 3. Simposio 4. Apologia di Socrate

Convivium Apologia Socratis

• La più diffusa edizione critica di queste opere è quella di: - E.C. Marchant, Xenophontis Opera Omnia, Tomus Il: Commentarii, Oeconomicus, Convivium, Apologia Socratis, Oxonii 1901; 19212, più volte ristampata.

©

Un lessico dei Memorabili è stato curato da: C.M. Cloth - M.F. Kellogg, lndex in Xenophontis Memorabilia, Ithaca 1900; rist. anast., Olms, Hildesheim 1968. Utile, anche se molto vecchio, è: - G.K.A. Thieme - F.W. Sturz, Lexicon Xenophonteum, 4 voli., Lipsiae 1801-1804. -

Q) Tutti gli scritti socratici sono stati tradotti di recente in italiano da: - R. Laurenti, Seno/onte, Le opere di Socrate (Memorabili, Convivio, Apologia di Socrate, Economico), Cedam, Padova 1961; riedite nel Socrate a cura di Giannantoni [dr. voce Socrate], pp. 75-269. Le tre ultime sono tradotte anche da: - L. Montoneri, Senofonte, Scritti socratici (Economico, Simposio, Apologia di Socrate), Patron, Bologna 1964; 19762.

© - O. Gigon, Kommentar 1.um ersten Buch von Xenophons Memorabilien, Base! 1953. - O. Gigon, Kommentar 1.um 1.weiten Buch von Xenophons Memorabilien, Basel 1956.

* *

Oltre ai volumi indicati alla voce Socrate, 2, cfr.: Luccioni, Les idées politiques et sociales de Xénophon, Paris 1947. Luccioni, Xénophon et le socratisme, Paris 1953.

- J. - J.

Ulteriori indicazioni bibliografiche si vedano in Totok, Handbuch ... , pp. 141 sgg.; Luccioni, Xenophon ... , pp. 173 sgg. e De Magalhaes-Vilhema, Le problème de Socrate ... {cfr. voce Socrate], pp. 194-230.

SERAPIONE DI ALESSANDRIA: cfr. Medici Empirici, 2. SESTIO, FIGLIO DI QUINTO SESTIO: cfr. Neopitagorici, 3. SESTIO QUINTO, cfr. Neopitagorici, I, 2. SESTO EMPIRICO, filosofo scettico, vissuto nella seconda metà del n e nei primi anni del m secolo d.C.

Q Ecco l'elenco delle opere pervenuteci: l. Contro i matematici (in 6 libri) Adversus mathematicoJ

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536

SCHEDARIO E BIBLIOGRAFIA

2. Contro i dogmatici (in 5 libri) Adversus dogmaticos Queste due opere vengono anche indicate in maniera unitaria con un unico titolo: - Adversus mathematicos, Contro i matematici (=coloro che detengono il sapere, gli uomini di cultura), con la numerazione dei libri dall'I all'Xl. l Ecco il contenuto dei singoli libri 1. Contro i grammatici n. Contro i retori III. Contro i geometri IV. Contro gli aritmetici v. Contro gli astrologi VI. Contro i musici vn. Contro i logici, l VIII. Contro i logici, 2 IX. Contro i fisici, l x. Contro i fisici, 2 XI. Contro i moralisti 3. Schizzi Pirroniani (in 3 libri) • L'edizione fondamentale è quella iniziata dal Mutschmann e completata da ]. Mau e da K. Janacek per la Biblioteca Teubneriana: - H. Mutschmann · ]. Mau, Sexti Empirici Opera, Lipsiae 1912-1952 - vol. 1: Pyrrhoneion hypotyposeon libros tres continens, recensuit H. Mutschmann, Lipsiae 1912; 2, ediz. migliorata, 1858, a cura di ]. Mau. - vol. Il: Adversus Dogmaticos libros quinque (Adv. Mathem. VII-Xl) continens, recensuit H. Mutschmann, Lipsiae 1914. -vol. III: Adversus Mathematicos libros I-IV continens, edidit ]. Mau, 1954; 19612.

@ - vol. IV: Indices, collegit K. Janacek, Lipsiae 1954; 19622 (questo indice, ben strutturato e assai ricco, è uno strumento di lavoro veramente prezioso). G) Una versione completa delle opere pervenuteci integrali è quella in lingua inglese curata da: - R.G. Bury, Sextus Empiricus, With an English Translation, 4 voli., London-Cambridge (Mass.) 1933-1949, con successive ristampe (Loeb), con testo greco a fronte, che riproduce sostanzialmente la vecchia ed ormai superata edizione Bekker. In italiano sono stati interamente tradotti gli Schizzi Pirroniani da: - S. Bissolati, Sesto Empirico, Istituzioni pirroniane, Imola 1870; riedita a cura di G. Rensi, Firenze 1917. - O. Tescari, Sesto Empirico, Schizzi pirroniani, Laterza, Bari 1926. I primi sei libri dell'Adversus Mathematicos sono tradotti da: - A. Russo, Sesto Empirico, Contro i matematici, Laterza, Bari 1972. Degli Adversus Dogmaticos sono stati tradotti i primi due libri: - A. Russo, Sesto Empirico, Contro i logici, Laterza, Bari 1975. ~ utile anche la seguente traduzione francese:

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SESTO EMPIRICO/SESTO PITAGORICO

- ]. Grenier - G. Goron, Oeuvres choisies de Sextus Empiricus, Contre les physiciens, Contre les moralistes, Hypotyposes Pyrrhoniennes, Aubier, ~ditions Montaigne, Paris 1948 (del Contro i fisici gli autori propongono solo la parte che concerne la critica alla teologia I, 1-194, omettendo il resto).

*

Si vedano le storie generali dello Scetticismo, di cui diamo notizia alla voce Scettici. Cfr. inoltre: - W. Heintz, Studien zu Sextus Empiricus, Halle 1932; rist. anast., Gestenberg, Hildesheim 1972. - K. Janacek, Sextus Empiricus' Sceptical Methods, Praga 1972. Numerosi contributi si troveranno in: - AA.VV., Lo scetticismo... [cfr. voce Scettici], parsim.

*

Ricchissimo materiale bibliografico si trova in: - L. Ferraria - G. Santese, Bibliografia sullo scetticismo antico (18801978), contenuta nel volume: Lo scetticismo ... , sopra citato, pp. 753-850. SESTO PITAGORICO, autore vissuto probabilmente nel colo d.C.

I

o nel n se-

O Sotto il nome di Sesto ci è pervenuta una interessante raccolta di Sentenze. Sull'identità dell'autore c'è, però, una grande disparità di vedute. E in primo luogo da rilevare che già nel m secolo Origene cita queste sentenze, e, dunque, il loro autore è sicuramente anteriore. Rufino, dapprima condiscepolo e poi avversario di S. Gerolamo, ne fece una traduzione latina (che ebbe grande fortuna), erroneamente attribuita a Sisto n, martire e papa. Alcuni studiosi moderni le attribuirono a Sestio figlio, il quale, in esse, avrebbe condensato un'opera di Sestio padre (cfr. voci). Altri ritennero, invece, che l'autore fosse un Cristiano, ma che si rivolgesse con la sua opera non solo ai Cristiani, ma anche ai pagani. Qualcuno considerò addirittura le Sentenze come un documento delle dottrine degli Esseni. Forse la verità è nella soluzione più semplice: l'autore è probabilmente un pagano, dato che sono assenti i dogmi specifici del cristianesimo, mentre gli influssi della religione giudaico-cristiana si spiegano perfettamente data l'epoca in cui visse (del resto sono frequenti anche in altri autori pagani dell'epoca). Non si possono peraltro escludere, come alcuni vogliono, interpolazioni di mano cristiana. Il pitagorismo delle Sentenze è, però, alquanto generico. eGJ Fra le numerose edizioni e traduzioni delle Sentenze, ricordiamo le più facilmente accessibili. - A. Elter, Sexti Pythagorici Sententiae cum appendicibus, Bonnae 1892. - Mullach, Fr. Phil. Gr., II, pp. 522 sgg. - F. De Paola, Le sentenze di Sesto, Con introduzione, testo e versione, Milano 1937 (si rifà all'edizione Elter e contiene anche la traduzione latina di Rufino). - H. Chadwick, Sextus Pythagoraeus, Sentences, A Contribution to the History of Early Christian Ethics, Cambridge University Press, LondonNew York 1959.

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538

SCHEDARIO E BIBLIOGRAFIA

**

Breve stato della questione ed ampia analisi si troverà nell'introduzione del De Paola, op.cit., pp. IX-xv, che, peraltro, sostiene la tesi desueta dell'origine essenica delle Sentenze (pp. xv-cxxxv).

SETTE SAGGI: dr. Presocratici, 10, ed inoltre: e(!)© - B. Snell, Leben und Meinungen der Sieben W eisen, Tusculum-Bi.icherei, Mi.inchen 19714.

SEVERO, filosofo medioplatonico del n secolo d.C.

O

Ci sono pervenuti solo testimonianze e frammenti.

• - Mullach, Fr. Phil. Gr., III, pp. 204-205. - G. Martano, Due precursori del neoplatonismo, Silvio Viti, Napoli, s. d., pp. 63-68 (contiene le testimonianze tratte da Proclo e da Giamblico e il frammento trasmessoci da Eusebio di Cesarea).

*>, Classe III, 33 (1930) pp. 52-77. - ]. Lukasiewicz, Zur Geschichte der Aussagenlogik,· in « Erkenntnis », 5 (1935), pp. 111-131. - A. Virieux-Reymond, La logique et l'épistémologie des Stolciens, Chambéry 1950. - B. Mates, Stoic Logic, Berkeley-Los Angeles 1953; 19622;. 19733. - M. Mignucci, Il significato della logica stoica, Bologna 1965. - ].M. Rist, Stoic Philosophy, Cambridge 1969, pp. 133-152. - M. Frede, Die stoische Logik, Gottingen 1974. Sulla ontologia e sulla fisica - É. Bréhier, La théorie des incorporels dans l'ancien stolcisme, Paris 1925; 19623. - ]. Moreau, L'ame du monde de Platon aux Stolciens, Paris 1939; rist. anast., Hildesheim 1965. - V. Goldschmidt, Le système stolcien et l'idée de temps, Paris 1953; 19692; 19773. - H. Simon - M. Simon, Die alte Stoa und ihr Naturbegriff, Berlin 1956. - S. Sambursky, Physics of the Stoics, London 1959. - L. Bloos, Probleme der stoischen Physik, Hamburg 1973. Sulla psicologia - P. Stein, Die Psychologie der Stoa, 2 voli., Berlin 1886-1888. - G. Verbeke, L'Évolution de la doctrine du pneuma du Sto'icisme à Saint Augustin, Louvain 1945. - Pohlenz, La Stoa ... , I, pp. 166-183. Sull'etica - A. Dyroff, Die Ethik der alten Stoa, Berlin 1897. - E. Grumach, Physis und Agathon in der alten Stoa, Berlin 1932. - O. Rieth, Grundbegriffe der stoischen Ethik, Berlin 1936. - E. Elorduy, Die Sozialphilosophie der Stoa, Leipzig 1936. - Pohlenz, La Stoa ... , Il, pp. 223-318. - Rist, Stoic Philosophy, cit., pp. 1-111. - D. Tsekourakis, Studies in the Terminology of Early Stoic Ethics, Wiesbaden 1974. - D. Pesce, L'etica stoica nel terzo libro del De finibus, Brescia 1977.

*

Stato della questione e bibliografia concernente la logica si troveranno in Mignucci, op. cit., pp. 17-66 e 195-200. La bibliografia concernente le al-

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555

STOICI ANTICHI/SUDA

tre parti del sistema si vedrà in Totok, Handbuch ... , pp. 221-277. Cfr. anche le indicazioni che diamo alla voce Stoici.

STRABONE DI AMASIA nel Ponto, geografo e storico del 1 secolo a.C. Q È andata perduta la sua produzione storiografica, ma ci rimane (pressoché integralmente) un'ampia opera, in 17 libri, che reca il titolo di Trattazione geografica, la quale presta una notevole attenzione ai fenomeni culturali e filosofici. Strabone ebbe anzi interessi specifici per la filosofia, in particolar modo per lo stoicismo.

eocRAZIONE:

T.

PoMPONIO:

111 543 n. l;

IV 53. IV 325

e n.

41; 352

AucusTO:

IV 23; 28

48; 130;

e n.

383 n. 45.

n. 56.

AiuuA: 111 266.

B

AiuuANo: IV 73; 105 n. l. BAREA SoRANO: ARTEMIDE:

l 72

n.

IV 74

BASILIDE EPICUREO: ARTEMIDORO DIALETTICO:

l 233

n.

6.

l 430; 111 80.

111 270.

9. BASILIDE STOico:

AscLEPIADE:

n.

l; 366.

n. 33.

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111 306

n.

l; 360

581

INDICE DEI NOMI (B, C)

111 49

BATONE:

75.

n.

IV 14.

CALLINO:

BERNARDO DI CHIARAVALLE

111

(s.):

Il 446.

CALLIPPO:

175 n. 33. CALLISTENE:

BIONE:

IV 14.

l 209; 211.

BIANTE:

BoETO DI SmoNE STOico:

IV 321 45; 663.

CALVISIO TAURO: 32; 327; 349 e n.

111 48-52; 62; 507. 111 306

n.

e nn.

30,

IV 130.

CAMILLO:

l. CARMIDE

Il 549; 597; IV 623; 696.

BoEZIO:

BRAMANI:

IV 408.

BRISONE:

111 75.

BRONTINO,

(o

111 273; 435 n. 2; 436; 487; 510-519; 526; 529; 530; 531 nn. 7,8; 532; 533; 534; 535; 538; 541; IV 10 n. 13; 80; 151; 156; 167; 309. CARNEADE:

pseudo: IV 374

n.

20;

403.

CARONDA,

BRUTO:

IV 312.

BuRRo:

IV 78

l.

pseudo: IV 373

111 543

CATULO:

pseudo: IV 374

n.

20.

n.

18.

IV 192.

CATONE IL CENSORE:

111 383.

BusiRIDE: BuTERO,

CASSIO:

n.

111 529;

CARMADA):

IV 309.

n.

111 273; IV 130. l.

CEBETE: Il 3; 63; 65; 66; 83; 226; 236; 237; 252; 253.

C

pseudo: IV 258

CEBETE,

n.

20; 405

n. 38. CAINO:

IV 256

n.

17; 300. CELSO:

IV 325

111 470; 471; 491.

343; 352.

CALCIOlO: 111 355-356 e n. 12; IV 31; 420 e n. 19; 423 e n. 23; 623; 695.

CERCIDA:

CALANO:

CALIGOLA: CALLIA:

IV 218

n.

l.

CALLICLE: l 275 e n. 9; 276; Il 49; 220; 221; 275; 276; 277. CALLICRATIDE, 19; 381 n. 40.

pseudo:

IV 374

42; 327; 329;

111 49-51.

CESARE: IV 120; 121; 122; 123. CESONE:

l 395.

e n.

IV 130.

CHEREFONTE:

l 299

CHEREMONE:

IV 74

n.

11.

e n.

3.

CHILONE:

l 209; 210.

CHIMERA:

l 247; 111 506.

n.

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582

INDICE DEI NOMI (c)

l 69 n. 8; 182 e n. 16; 221 e n. 7; 415 e nn. 38,40; 418 n. l; 419 e n. 7; 420 nn. 10,11; 424; 428 e nn. 4,5; Il 544; 565 e n. 36; 111 52 e n. 90; 57 n. 4; 58 n. 10; 62 e nn. 21,24; 64 e n. 28; 68 nn. 7,8; 72 e nn. 18,19; 95 e n. 4; 98 n. l; 104 n. 20; 113 n. 20; 113 e n. 16; 115 n. 22; 118 n. 5; 120 e n. 13; 126 n. 2; 141-142 nn. 32,33; 146 e n. 10; 147 e n. 12; 148-149 e n. 2; 161 n. l; 166 n. 11; 168 n. 17; 178 e n. 3; 180 e nn. 8,9; 197-198 e n. 11; 207 e n. 29; 209-210 e nn. 31-32; 228 e n. 57; 229-230 e nn. 60,61,62,63,64; 231 n. 65; 235236 e nn. 1,4; 236-237 e n. 5; 238-239 e nn. 10,12; 240 e n. 13; 242-243 e n. 16; 247 n. 24; 248 e n. 28; 255 e nn. 50,51; 264 n. 77; 265 n. 80; 270 e n. 8; 274 e n. 4; 275 e n. 5; 276 e n. 7; 278 n. l; 313 e n. 20; 329 e n. 10; 330 e n. 11; 334 n. 21; 363-364 e nn. 44,45; 369 e n. 53; 371-372 e nn. 57,58; 373-374 e n. 62; 376 e n. 65; 377 n. 66; 385 e n. 95; 390 e n. 4; 393 e n. 7; 394 e n. 9; 399 e n. 14; 411 e n. 42; 412 e nn. 45,46; 416-417 e n. 52; 419-420 e nn. 55,56; 421 e n. 60; 423 e n. 66; 425 e n. 71; 435 n. 2; 440 e nn. 13,14,15; 441 n. 16; 443 e nn. 21,22,23; 445; 446; 449 n. 12; 456 e n. 33; 457 e n. 35; 459; 484 e n. 55; 485 e n. 56; 486 e n. 57; 491 e n. 73; 501 n. 6; 502 n. 8; 507 e n. 23; 510 n. 3; 513 nn. 8,10; 521; 527; 529 n. 2; 530 nn. 3,4; 531 e n. 7; 532 e n. 9; 533 e n. 10; 534 enn. 11,13; 537 n. l; 538 e nn. 2,3; 539 e n. 5; 541 nn. 6,8; 542 nn. 9,10,11,12; 543· 556; IV 7 e n. 2; 8 e n. 4; 9 e nn. 7,8,9; 10 n. 11; 11 e n. 17; 22 e n. 23,24; 24 e nn. 28,29,31; 25 e nn. 36,38; 53 sgg.; 55 n. 2; 87; 90; 152; 310 e n. 4; 311; 312 e n. 10; 313 n. 11; 382 e n. 42; 383 n. 44; 695; 696. CICERONE:

CrcERONE Lucro:

IV 312.

CICERONE QurNTO:

IV 312.

l 287 n. l; 390· 402; 431; 432; Il 524; 111 25-54;

CINICI (e CINISMO):

117; 170; 174; 265; 307; 310; 311; 564; IV xvu; 65; 80; 98; 100; 101; 102; 213-242; 251.

IV 224.

CIRCE:

(e ScuoLA CIRENAICA): l 403-417; 431; 432; 111 55-64; 93;

CrRENAICI

170; 237; 238 e n. 9; 239 e n. 11; 241; 564. CIRO:

l 109; 111 47.

CLAUDIANO MAMERTINO:

IV 383

n.

47.

111 268 n. l; 303; 305 n. l; 309; 316-317 e nn. 24,25; 318; 327; 328; 338; 364; 366; 367-368; 377; 378; 385; 402; 436; 452; IV 124; 125; 220. CLEANTE:

CLEARco m Sou:

111 147 n. 13.

l 14 n. 2; n. 13; 397 n. 28; 399 n. 36; 111 n. 27; 113 n. 18; 118 nn. 5,6; 249 33; 265 n. 80; 338 e n. 33; 413; e n. 25; IV 8 n. 3; 33; 251 n. 6; n. 19; 410 n. l; 689.

CLEMENTE ALESSANDRINO:

114 106 e n. 445 257

CLEOBULO:

l 209.

CLEOMEDE:

IV 74

CLITARCO:

e n.

6.

111 78.

CuToMAco:

111 529; 530

e n.

3; IV

151; 309. CLITONE:

l 308; 310.

CLOTO:

Il 240; 111 113.

CooRo:

Il 7

CoLOTE:

n.

l.

111 49

n.

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78; 162

n.

l; 270.

583

INDICE DEI NOMI (C, D)

CoRINZI:

IV 97. Il 380 n. l; 382 n. l; IV

CoRisco:

17.

IV 74 e n. 3.

CoRNUTo: CosRoE:

IV 699; 700.

CRANTORE:

CRISTIANI (e CRisTIANESIMo): l 1; 39; 320; 321; 402; Il 10; 270; 360; 521; 604; 111 413; IV 61; 70; 97; 107 e n. 5; 131; 144; 147; 232; 233; 235; 236 e n. 2; 242; 262; 325 n. 42; 329; 409; 483; 486; 589; 610; 620; 623; 632; 637; 643; 652; 659; 660; 664; 689; 690; 691; 692; 694; 695; 698; 701.

111 116; 119-120; 499 n.

l; 508.

l 402;

CRISTO:

Il 270;

IV 409;

430. CRAssicio DI TARANTO,

Lucio:

IV

111 273; 510 n. 3; IV 10-11; 16 n. 7.

383 e n. 45.

CRITOLAO:

CRAsso, LICINIO:

IV 24. CRJTONE:

CRAsso, Lucio:

l 427.

111 435 n. 2. CRIZIA:

CRATETE DI ATENE:

111 48 n. 74;

116; 118; 121; 435 n. 2; 499 n. l; 508.

111 40-46; 47 e n. 69; 48; 50; 52; 72; 305; 306; IV 215; 217; 231; 233; 238; 239; 242.

l 274 e n. 5; 279; 306; Il

8 n. l. CRONIO: IV 320 n. 26; 326 n. 44; 384 e n. 52; 480.

CRATETE DI TEBE:

CRAnLO:

l 74; Il 7 n. l; 87; 88;

CRONO:

l 48; 445; Il 232; IV 257;

627. CTESIPPO:

l 272 e n. 2.

IV 176. CRATIPPO: CRESo: CRINI:

D

IV 22; 23; 25.

l 53.

DAMASCIO: l 451 e n. 39; IV 236 n. 3; 452; 622; 641 n. 7; 646 e n. 12; 685 e n. 41; 686 nn. 42,44,45; 686688; 691; 692 n. 6; 698; 699.

111 306 n. l.

CRISANZIO:

IV 622; 657.

CRISAORIO:

IV 636.

DAVIDE

NEOPLATONICO:

IV 622;

694.

CRISIPPO: 111 3; 19 e n. 6; 268 n. l; 305 n. l; 316; 317 e nn. 24,25; 318; 323 e n. l; 327; 328; 338; 340; 343; 349; 359; 363; 364; 369; 373; 375; 376; 377; 385; 392; 401; 402; 406; 421; 424; 426; 435; 436; 449; 451; 452; 453; 454; 455; 510 n. 3; 511; 524; 538; 539; 541; 557; 563; IV 79; 98; 106; 360.

DEMARATO: DEMETRA:

IV 14.

l 263; 111 366.

DEMETRio CINico:

IV 215;

218-

220; 221; 229 n. 7. DEMETRio FALEREO:

n. 17; 126 e n. 3.

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l 209; 111 60

584

INDICE DEI NOMI (D)

DEMETRIO DI MAGNESIA:

Ili 41; 96 n.

DIODORO DI TIRO:

IV 11-12; 16

e n.

7; 25.

8; 306.

IV 209.

DEMOCRITEI:

DIODOTO STOICO (uno dei maestri di Cicerone): 111 544.

l 87 n. 3; 171-186· 264 n l· 485· 488· Il 76· 473; 599; 111 i49; 16i n. '1; 198; DEMOCRITO DI ABDERA:

209; 214; 461; 465 n. l; 471; 472; 473; 477; 481; 497 n. 85; IV 55. DEMOCRITO PLATONico:

IV 145

n.

2; 146 n. 2.

IV 157; 160.

DEMOFONTE:

l 71; 171 n. l; 188 n. 4; 189; 189-193; 195 e n. 26; 220; 264 n. l; 289; 302 nota; 339; 345 n. 12; 346 e nota 12; 378; Il 60. DIOGENE DI APoLLONIA:

DIOGENE DI BABILONIA: cfr. DIOGENE DI SELEUCIA. DIOGENE DI ENOANDA:

l 241; 111

269; IV 57; 62; 63-68; 69. DEMONATTE: IV 26 n. 41; 32 213; 229-232; 234 n. 27; 240.

IV 130.

DERCILLIDE:

IV 319

DIA:

e n.

23.

IV 27 n. 46; 622; 654.

DEUCALIONE:

111 146

n.

10.

111 366.

DIAGORA: DICEARCO:

l 241; IV 67. 111 145-146; 147.

DIFILO DEL BosFoRo: DIOCLE DI CNIDO:

111 78.

111 507.

DIOCLE DI MAGNESIA:

l 391 n. 8; 111

41; 49 n. 75; 326 e n. 6. DIODORO

l 426;

CRONO:

111 66;

70-73; 76; 505; 506. DIODORO SICULO:

377 e n. 30.

DIOGENE FENICIO:

IV 699.

l 53 n. l; 57 e 59 n. l; 67 n. l; 72 n. l; 85 n. l; 87 n. 3; 19 n. l; 132 n. l; 134 n. 4; 151 n. l; 162 n. l; 180 e n. 14; 194 e n. 22; 195; 230 nn. 1,2; 232 e n. 7; 233 n. 9; 239 n. 16; 324 n. 56; 386 e nn. 2,3; 387 e nn. 4,5,6, 7; 388-389 e nn. 12,13; 390 n. l; 391 nn. 2,5,6,8,9; 392 nn. 10,12,13,16; 398 nn. 33,34; 399 nn. 35,37,39; 400 e nn. 40,42,43; 401 n. 45; 402 n. 46; 405 e nn. 5,6,8,; 406 e nn. 9, 10, 11,12; 407 e nn. 13,14; 409 e nn. 19,20; 412 e nn. 29,30; 413 n. 31; 414 e n. 36; 415 e n. 39; 418 nn. 1,3; 419 e n. 6; 421 e nn. 12,14; 422 e nn. 16,19; 425 e n. 28; 427 nn. 1,2; 430 nn. 9,10; 447 n. 29; 484 n. 53; Il 5, 7 n. l, 8 n. l; 377; 379 n. l; 383 e n. 2; 395 e n. 10; 111 l, 18 n. 3; 23; 25 n. 2; 26 e nn. 3,4; 27 nn. 7,9, 10; 28 nn. 11, 12; 29 nn. 13,14,15; 30 e nn. 17,18; 31 e nn. 19,20,21,22,23,24; 32 e nn. 26, 27; 33 e n. 30; 34 e nn. 31,32; 35 e nn. 33,34,35,36; 36 e nn. 37,38,39,40, 41,42; 37 e nn. 43,44,45; 40 n. 47; 41 e nn. 48,49; 42 e nn. 50,51,52; 43 e nn. 54,56; 44 e nn. 57,58,59; 45 e n. 60; 46 e n. 66; 47 nn. 68,69,70,71,72, 73; 48 n. 74; 49 nn. 74,75,78; 50 nn. DIOGENE LAERZIO: nn. 12,13; 58 n. 15;

IV 14.

DEMOTIMO:

DESSIPPO:

6;

111 67.

DEMOSTENE:

DENTATO:

n.

l 390 n. l; IV

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585

INDICE DEI NOMI (D)

80,81,83; 51 nn. 86,87; 54 n. 91; 56 n. 4; 57 nn. 5,6,7; 58 e nn. 8,9,11; 59 e nn. 12,13,14,15; 60 e nn. 16,17,18; 61 e nn. 19,20; 62 e nn. 23,24; 67 nn. 3,4; 69 nn. 10,12; 70 nn. 12,13; 73 n. 23; 75 e n. 26; 77; 78 e n. 35; 80 e nn. 2,3; 81 e nn. 4,5,7; 82 e nn. 8,9; 90 n. l; 94 n. l; 96 n. 8; 98 n. l; 107 n. l; 108 n. 2; 117 e nn. 2,3,4; 118 e nn. 7,8; 119 nn. 9,12; 126 nn. 3,4; 129 n. l; 148 n. l; 153 n. l; 161 n. l; 163 n. 4; 165 e n. 9; 168 n. 16; 170 e n. 25; 178 n. 5; 180; 183 e n. 11; 184 e n. 15; 185 n. 16; 187 e n. 18; 238 e n. 9; 239 e n. 12; 247 e n. 25; 256 e n. 53; 262 e n. 71; 263 e nn. 76,76; 264 e n. 77; 269 e nn. 2,3,4; 270 nn. 5,6; 305 n. l; 306 e n. 2; 307 e n. 4; 308 n. 5; 309 e n. 9; 312 e nn. 13,19; 316 enn. 23,24; 317 nn. 24,25; 320 n. l; 323 n. l; 326 nn. 5,6; 327 e n. 8; 331 e n. 14; 334 n. 21; 335 n. 22; 339 n. 35; 340 e nn. 37,38; 341 e nn. 40,41; 342 e nn. 43, 44; 346 e nn. 49,50,52; 356 e n. 13; 357 e n. 16; 358 e n. 17; 365 e n. 49; 366 e n. 51; 373 e n. 61; 379 e n. 72; 383 n. 85; 384 n. 88; 385 e nn. 94,95, 97; 386 n. 101; 392-393 e n. 6; 396 e n. 11; 399 n. 15; 400 e n. 17; 403 e n. 23; 415 e n. 50; 416 e n. 51; 420 n. 58; 425 e n. 71; 430 e n. 84; 441442 e n. 17; 451-452 e nn. 20,21,22; 455 e nn. 31,32; 457 n. 36; 463; 465 n. l; 468 n. 3; 469-470 e nn. 6,7; 471 e nn. 11,12; 474 n. 22; 475 e nn. 27, 30; 477 e n. 38; 480 e nn. 41,43,44; 481 n. 45; 482 n. 47; 483 n. 52; 486 n. 58; 489 e nn. 62,64; 490 e n. 65; 491 e nn. 71,72,74; 493 e n. 76; 494 nn. 77,78,80; 498 nn. 90,91,92; 499 n. l; 500 nn. 3,4; 506 e n. 17; 510 n. 3; 511 e n. 5; 516 e nn. 20,21; 523 n. l; 557; IV 7 n. l; 8 nn. 5,6; 14 e n. 2; 55; 56 n. 6; 58 n. 16; 69 n. 2; 152 n. 2; 157; 158 e nn. 6,7; 159 e n. 9; 160; 161 e nn. 12,14; 162 e n. 15; 163 e n. 17; 164 e n. 19; 181 n. 57; 182; 183 e nn. 2,3; 184 e nn. 6,7; 185 nn.

9,10; 186 e n. 13; 193; 195 n. 9; 210 n. l; 320 n. 26; 326 n. 45; 356 n. 11; 367 n. 2; 370 n. 10; 377 n. 27; 378 e nn. 32,33; 401 n. 25. DIOGENE DI SELEUCIA (o di Babilonia): 111 273; 305 n. l; 435 n. 2; 510

n. 3; IV 10 n. 13.

l 396; 400; 401; 111 l, 23; 25-40; 41; 44; 45; 46; 47 e n. 69; 48; 49 n. 75; 50; 52; 306; IV 98; 107; 110; 215; 216; 217; 221 n. DIOGENE DI SINOPE:

10; 222; 225; 229; 233; 237; 238; 239; 241; 242. DIOGENE DI SMIRNE:

111 471.

DIOGENIANO:

IV 69 e n. l.

DIOMEDONTE:

l 133 n. l.

DIONE (parente di Dionigi I tiranno di Siracusa): l 87 n. 3; Il 8 n. l; 9

n. l. DIONE CAssio:

IV 320 n. 26.

DIONE DI PRusA (detto Crisostomo):

111 37; 422 e n. 62; 423 e n. 65; IV 221-226; 236. DIONIGI I: Il 8 n. l; 9 n. l; 288;

IV

699. DIONIGI II: Il 9 n. l; 19; 20; 21; 24; 25; 288; IV 368; 699. DIONIGI DI ALESSANDRIA:

IV 7à e n.

3. DIONIGI L'AREOPAGITA, pseudo:

IV

462 e n. 6; 620. DIONIGI EPICUREO:

111 270.

DioNIGI DI ERAcLEA: DIONIGI DI TRACIA:

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111 305 n. l.

IV 257.

586

INDICE DEI NOMI (D, E)

111 30.

DIONISIO STOICO:

l 99; 100; 263; 389; 450;

DIONISO:

453; 454. DIONISODORO:

l 271 n. l; 272; 273.

Il 267.

DIOTIMA:

162; 244; 423; 103·

172; 176; 178; 187; 220; 243; 246; 267 n. 9; 294; 419; 420; 425; 431; 492; Il 44; 85; 88; 134· 135· 137· 138· 139· 144· 411~ 412;' 415;' 453; '454; 'm io; 71~ 79; 168; 285; 497 n. 85.

l 207; IV 360; 485.

ELENA:

DIOTOGENE,

pseudo: IV 373 n. 18.

ELETTRA:

DoMIZIANO:

IV 105 n. l; 221 e n. 9;

ELIA:

111 68.

IV 16 n. 7; 21 n. 19; 27 n. 45;

622; 694.

224.

IV 622; 667.

DoMNINO:

ELIACO-ERETRIACI (e ScuoLA ELIACO·

l 420 n. 7; 427-430; 111

ERETRIACA):

80-82; 506.

E

l 59 n. l; 413 e n. 33; 111 23; 248 e n. 31; 264 n. 80.

ELIANO: EAco:

Il 232.

EcATE:

IV 446; 448 e n. 10; 660.

EuoooRo PERIPATEnco:

IV 145 n.

2; 146 n. 2. EcATONE:

111 312.

EcFANTO:

111 97.

EcFANTO,

pseudo: IV 373 n. 18.

ELLANICO: ELOHIM:

l 451.

IV 287.

l 25; 28; 49; 151-161; 162; 163; 171 n. l; 173; 177; 182; 213; 243 n. l; 264 n. l; 350; 435; Il 60; 464; 473; 111 96; 223; IV 252. EMPEDOCLE:

l XVIII; 40; 111 XVIII; 12; 108; 523-528; 529; 543; 545; 548; 556; 561; 563; IV

EcLETTICI

(ed

EcLETTISMO):

252; 309. ENEA EDESIO:

m

GAZA:

IV 693 e n. 11.

IV 622; 657. 111 486; 487; 498; IV 127 e n. 2; 130; 151-181; 182; 183; 184; 185 e n. 9; 187; 193; 194; 196; 197 n. 13; 201; 212 n. 5; 251.

ENESIDEMO:

l 152.

EooNEO: EFESTO:

l 263; 389; 111 366. l 407 n. 13; 111 56-59;

EGESIA:

ENNIO:

111 63 n. 26; 551.

63. ENoc: EGESIDAMO:

IV 256 n. 17.

l 324 n. 57. ENOMAO DI GAOARA:

EGESINO:

ENos:

l

40; 85; 110; 111; 119-148; 153; 154;

ELEATI

IV 227-229.

111 510 n. 3.

(ed

ELEATISMO):

IV 256 n. 17.

XIX;

EPAFRODITO:

IV 105; 106.

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587

INDICE DEI NOMI (E)

EPICARMO:

IV 20.

ERACLIDE LEMBO:

(ed EPICUREISMO): l XVIII; 40; 178; 386; 432; 489; Il 365; 111 XVIII; 13, 17; 53; 108; 116; 117; 137; 141; 149; 157-300; 320 sg.; 324; 326; 327; 333; 347; 349; 350; 351; 352; 353; 355; 356; 357; 369; 384; 388; 389; 392; 393; 394; 419; 428; 430; 497; 498; 523; 524; 525; 527; 545; 561; 567; 568; IV XVII; XVIII; 8; 5170; 148; 172; 173; 252. EPICUREI

l 132 n. l.

ERAcLIDE PoNTico:

Il 23; 111 94-

97; 107; 121; 147 n. 13.

IV 191; 193;

ERACLIDE DI TARANTO:

194. ERACLITEI (ed ERACLITISMO): Il 85; 87; IV 127 e n. 2; 175; 176 e n. 45; 178; 179.

l 25; 28; 51; 78-82; 104; 119 n. l; 152; 188; 297; 302 nota; 463; 485; 488; Il 44; 60; ERAcLITO DI EFEso:

l 414

35; 487 e n. 61; Il 256; 111 xx; l; 3- 9; 11; 15; 16; 17; 19 e n. 5; 53; 55; 60; 64; 78; 93; 155; 157-267; 268; 269; 270 e n. 8; 275; 278 e n. l; 279; 281; 282; 283; 286; 291; 293; 295; 297; 298 e n. 35; 299; 300; 308; 313; 314; 315; 316; 317 n. 24; 320; 336; 351; 378; 380; 385; 404 n. 27; 409; 419; 421; 422; 423; 427; 430; 444; 465; 473; 474; 494; 495; 524; 557; 560; 564; 567; 568; IV 33; 53; 54; 55; 57; 58; 59; 60; 61; 62; 63; 64; 66; 69 e n. 2; 70, 74; 80; 89; 127; 168; 239; 381; 388; 393; 475; 478; 482 n. 6. EPICURO:

n. XVIII;

85; 106 n. 8; 124; 111 311; 312; 322; IV 127; 179; 332. ERACLITO

(grammatico):

IV 74 e n.

3. ERAsTo:

Il 380 n. l; IV 17.

ERATOSTENE:

111 488.

IV 464; 469; 472; 622;

ERENNIO:

689.

111 305 n. l; 318 e n. 29; 401; 486 n. 57.

ERILLO:

l 137 n. 11; 390 n. l; 111

EPIFANIO:

151 n. 12; 309 e n. 10. ERINNEO: EPITIMIDE:

IV 12; 16 n. 7.

l 407 n. 13. ERIPEO:

l 393 n. 20; 396 e n. 26; 397; 111 11, 10 e n. 6; 20 e n. 7; 37; 72 n. 19; 258 e n. 56; 330 e n. 13;

l 452.

EPITIETO:

378 n. 68; IV 73; 76; 77 e n. 13; 95 n. 31; 99 e n. 3; 104 e n. 15; 105125; 126 e n. l; 127; 132; 146; 216; 220; 229 n. 7; 240 e nn. 9,10; 241 e n. 11; 242; 693. ER:

Il 238; 239; 240; 328.

ERis: ERisTI

111 497. (ed

ERISTICA):

l 271-273;

Il 187; 566. ERMARCO:

111 162 n. l; 268 n. l;

270. ERMETE TRISMEGISTO:

IV 429; 430

e

n. 2; 432; 427-443. ERA:

l 152; 111 366; 408.

ERACLE:

325; 400;

l 257; 258; 259; 260; 261;

111 29; 383; IV 235.

ERMETICI (ERMETISMO HERMETICUM): IV XXI;

443; 451.

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e CoRPus XXIII; 427-

588

INDICE DEI NOMI (E)

ERMIA (tiranno di Atameo): Il 380

EnoPE ProLEMEO:

l 407 n. 13.

n. l; 381 n. l. ErroRE: l 207; 441. ERMIA ALESSANDRINO: IV 622; 686 n. 46; 691; 693 e n. 13. ERMIA FENICIO: IV 699.

EUBULEO: l 442. EuBILIDE:

l 426; 111 66; 67-69; 70

e n. 13; 77. ERMINIO PERIPATETico: IV 31; 32 n.

6; 35.

Eusuw: IV 146 n. 2; 663.

ERMINIO SToico: IV 146 n. 2.

EucLE:

111 96 n. 8.

ERMIPPO:

l 353; 375; 386; 388; 389; 418-416; Il 8 n. l; 111 75; 473; 484.

EucLIDE DI MEGARA:

ERMOGENE: Il 88; 89. ERODE (re):

l 442.

IV 28.

EucLIDE PLATONICO:

IV 145

n. 2;

146 n. 2. ERODE Amco: IV 321.

l 451 e n. J8; 111 144145; IV 19 e n. 14.

EuDEMO: ERODOTO (destinaratrio di una la di Epicuro): 111 166.

Episto-

EuoociA: ERODOTO (storico): l 14; 18 e n. 9; 26 e n. 6; 4)8 e n. 6; Il 586; 587. ERoDOTO DI TARSO:

IV 182; 184

n.

l )90 n. l.

EuDORO: IV 313; 319 e n. 24; 344 e

n. 35; 348; 349 n. 43; 355; J77 n. Jl; J91; 401.

7; 195 n. 9. ERONDA:

EuDOsso: Il 255 e n. 11; 379 n. l; 394; 111 88; 90-93; 106.

111 9.

EscHILO: Il 323. EscHINE m SFErro:

EuDROMO:

l 292 in

nota;

EuFANTO:

111 306

n. l.

111 78.

386; 387; 389. EUFORBO: IV 409. EscuLAPIO:

IV 61. EuFORIONE: l 2J9 n. 16.

EsiODO:

l 25; 27; 47-50; 111; 112;

208; 451; Il 109; IV 257; 637; 671. Esoro: Il 579; EssENETO:

IV 238.

111 78.

EULAMIO:

IV 699.

EuNAPIO: IV 622; 640 n. J; 65J; 654 e nn. 26,28; 657 e nn. 1,2,3,4; 658 e nn. 7,8; 660 e nn. 12,1J.

EssENI: IV 259.

EuRIPIDE: l 209 n. l; 4J7; 4J8 n. 5;

EsTIEO: Il 23.

443 e n. 19; Il 217; 245; 527 e n. 6; 111 39; IV 101.

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589

INDICE DEI NOMI (E, F) EuRITO: Il 8 n. l.

FENARETE:

l 14 n. 2; 240 n. 19; 241 n. 20; 408 e nn. 15,16; 420 e n. 8; 111 55 e n. 2; 56 e n. 3; 187 n. 19; 358 n. 18; 379 n. 73; 475 n. 25; 476 n. 35; 478 n. 39; 488 n. 60; 490 nn. 67,69; 507 n. 22; IV 32 n. 7; 35 nn. 13,14,15; 55 n. 4; 70 n. 3; 152 n. 2; 181 n. 58; 227 n. 2; 228 nn. 3,4; 229 n. 6; 325 n. 40; 326 n. 44; 367 n. 2; 408 n. 43; 462 e nn. 4,5;

FERECRATE:

EusEBIO DI CEsAREA:

l 287

n. l.

111 146 n. 10.

FrLEBO: Il 256. FruNo DI Cos:

IV 191. IV 472.

FILIPPO (imperatore): FILIPPO IL MAcEDONE:

l 396; Il 379

n. l; 380 n. l; 111 5; 30.

633 n. 18. FILIPPO DI MEGARA: EusEBIO DI MrNoo:

111 77.

IV 622; 657; 111 273; 274.

658; 660.

Frusco EPICUREO:

EusTAZIO: Il 63 e n. 4.

Fiusco (calzolaio amico di Cratete):

111 41. EusTacHio:

IV 476.

EunDEMO:

l 271 n. l; 273; 313;

Frusco CrNrco:

322; 323; 327; 328; 342; 344. EunFRONE: EvA:

111 97 N. 8.

FrusTA:

111 46.

111 493.

FrLODEMO: l 263 e n. 17; 111 228 e n. 56; 231 e n. 65; 276-277; IV 53.

IV 256 n. 17. l 87 e n. 3; 93; 97; 98; 104; 105; 106- 265 n. l; 445; Il 8 n. l; IV 367.

FILOLAO:

111 62-63 n. 26.

EVEMERO:

F

PEDONE: l 386; 388; 389; 425; 427430; 111 80: 81; 465 n. l.

l XVIII; 105; 436; 111 62 e n. 22; 320 n. l; 412 e n. 47; IV xxr; XXIII; 158 e n. 7; 159 e n. 8; 160 e n. 10; 161 n. 13; 163 e n. 16; 164 n. 18; 165; 166 n. 21; 212 n. 5; 216; 245-306; 315; 319; 335 e n. 8; 336; 337; 364; 377 n. 31; 410 n. l; 412; 415; 419 n. 18; 435; 436; 437; 438; 441; 468; 479; 483; 484; 508 e n. 10; 509; 510; 511; 532; 534; 589; 591; 605; 663.

111 270; 544; IV

FILONE DI ATENE (amico di Pirrone):

FABIANO PAPIRIO:

fiLONE DI ALESSANDRIA:

IV 78 n. l; 383 e

n. 45. FAVORINO: FEBIONE:

IV 183 e n. 5.

IV 145 e n. 2; 146 n. 2.

FEDRO (EPICUREO):

111 477.

53; 54. FEDRO (personaggio dialogo platonico: Il

204; 215.

dell'omonimo

18; 19; 203;

FILONE or LARISSA: 111 519 n. 24; 526; 529; 530-536; 537 e n. l; 538; 539; 541; 543; 544; 545; 548; 556

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590

INDICE DEI NOMI

n. 28; IV 53; 151; 309; 310; 311; 312.

IV 641

GALERIO:

G)

6.

IV 474.

GALLIENO: FILONIDE:

n.

(F,

111 49 n. 74. GEA: l 47.

FILOPONO GIOVANNI:

l 138 e n. 13;

IV 21 n. 19; 27 nn. 44,45; 349 n. 45; 622; 694. FILOSTRATO: l 243 n. l; IV 56 n. 8; 384; 408; 409 e nn. 44,45.

l 388 n. 9; 427 n. l; 111 69 n. 10; IV 11 n. 16; 105 n. l; 183 e n. 5; 232 e n. 22; 235 e nn. 32,33, 34; 321 e nn. 30,31,32; 663. GELLIO:

GEMINA:

l XXI; 51-196; 298; 299 e n. 11; 345 n. 12; 465; Il 103· 208· 373· 404· 111 ' 208/ 226; 229;

IV 474.

FISICI o FISIOLOGI:

288 n. l; 297; 301; 302; 339; 44· 58· 59· 64· 9; '464; 407 475.

n.'

FOCIUDE:

GENTILIANO: GEROLAMO GEsù:

Il 208; Il 533.

cfr.

(s.):

AMELIO.

111 278

n. l.

IV 147; 148; 412. IV 292 n. 64.

GIACOBBE:

Foz1o: IV 152 e n. 2; 154 n. 3; 156

GIAMBLICO:

n. 4; 174 e n. 38; 178 n. 50; 179; 180 e n. 54; 181 n. 55; 377 e n. 28; 380 e nn. 34,35,36,37,38,39; 381; 384 n. 50; 388 e n. 57; 391 n. 3; 398 e nn. 17,18; 399; 404 n. 35; 408 e n. 42; 465 n. 14; 466 nn. 16,17,18.

399 e n. 20; 403 n. 33; 404 n. 34; 408; 409 e n. 47; 421 n. 21; 426 e n. 29; 456; 619; 621; 622; 623; 624 e n. 3; 625; 637; 639-653; 654 e n. 28; 657; 661; 662; 671; 673; 690; 692.

FRASIDEMO:

111 78.

l 87 n. 3; Il 345 n. 3; IV 326 n. 44; 367 n. 2; 370 n. 10;

GIMNOSOFISTI:

111 46; 469; 470; 471;

491; IV 408; 472. FuRIE:

111 296. l 125 e n.

GIOVANNI EvANGELISTA:

12; Il 233 n. 12.

G

GIOVANNI FILIPONO: GAIA:

GIOVANNI GAIO:

vedi

FILIPONO.

l 117. Lroo: IV 694 n. 17.

IV 321 e n. 33; 322 nn. 33,

34; 326 n. 44; 327; 328 n. 52; 333; 346; 355; 360; 480; 481.

GioVE: cfr. ZEus. GIUBA n:

GALENO:

426 e nn. 72,73; 454 e n. 28; IV 27 n. 43; 32 n. 9; 56; 193; 194 n. 6; 195 n. 9; 322 n. 34. GALENO,

IV 375

e n.

23.

111 281 n. 5; 384 n. 89;

pseudo: 111 363 e n. 41;

IV 400 n. 23.

GIULIA DoMNA:

IV 384

e n.

54.

GIULIANO DETTO L'APOSTATA (imperatore): l 429 e n. 6; 11137; 45 e n. 63; 46 n. 65; 265 n. 80; IV 28 n. 50; 70 e n. 6; 236; 242 e nn. 12,13,14,15,16;

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591

INDICE DEI NOMI (G, I)

456; 622; 649 n. 18; 657; 658; 659·

661; 664.

IV 73 n. l; 465 e n. 14; 466 e n. 16; 469; 622; 691; 692-693. !EROCLE NEOPLATONICO:

IV 445.

GIULIANO IL CALDAICO:

IEROCLE SToico: GIULIANO IL TEURGO:

IV 73 e n. l.

IV 444-456;

661.

IERONIMO,

autore di una teogonia or-

fica: l 451.

l 40; IV 664; 697;

GiUSTINIANO:

698.

IERONIMO

m

Rom:

IV 8-9;

12;

60. GLAUCONE:

Il 127; 131; 240; 302;

311; 317.

IONE m CHio:

GNATONE:

IV 239.

l XIX; 40; 85; 91; 116; 117; 126; 153; 161.

!ONICI:

GNOSTICI (e GNosi): IV 483; 484; 485; 486; 489; 571; 572; 610; 643; 645 n. 11.

IV 622; 691; 692.

IPAZIA:

IPPARCHIA: GoRDIANO m:

IV 14.

l 243·255; 256; 257; 262

n. 16; 264 e n. l; 279; 280; 296; 359; 390 n. l; 393 n. 21; 411 n. 25; 466; Il 49; 569; 111 346; 406; 477. GoRGONE:

IPPIA:

l 264-266; 267; 268; 324 e

n. 57; 359. IPPOCLIDE:

111 270.

IPPOCRATE:

IV 189.

l 131.

GREGORIO NAZIANZENO:

IV 236 n.

l 65 n. Il; 67 n. 2; 68 n. 6; 188 n. 3; 195 n. 23; 111363 e n. 40; 378 e n. 69; IV178 e n. 52; 356 n. 11.

2; 455.

IPPOLITO:

GRILLO:

l 387.

IPPONE:

I

IRIDE: IBICO:

111 43 sg.; 44; 47.

IV 471 n. l; 472. IPPARCO:

GoRGIA:

l 298 e n. 6.

l 188 e n. l; 220.

l 112.

l 437 e n. 4. ISIDORO DI ALESSANDRIA:

!cESIO:

111 25

lcETA:

111 97.

IDEO

n.

IV 622;

685; 686.

2.

ISIDORO DI GAZA:

m IMERA: l 188 n. 4.

ISOCRATE:

IV 699.

l 303; 310; 321; Il 381

n. l; 569. looMENEO:

111 270. luNco: IV 326 n. 45; 351; 356.

IERAcE:

IV 326

n.

45.

www.scribd.com/Baruhk

592

INDICE DEI NOMI (J, L, M)

J

111 38-40 e n. 46; 52; 69 n. 9; IV 10 n. 13; 26 n. 41; 32 n. 6; 33; 56 e nn. 8,10; 59 e n. 19; 61; 62 e nn. 25,26; 213; 229 e nn. 7,8,9; 230 e nn. 10,11,12,13; 231 e nn. 14,15, 16,17,18; 232 e nn. 19,21; 233 e nn. 23,24,25; 234 e nn. 26,27,28,29; 235 e n. 31; 237 sgg.; 240 e n. 5; 324 e n. 38. LuciANO:

Il 239; 240; 111 113.

111 317

LAcroE: LAmE: LAIO:

l 406

n.

n.

47; IV

IV 74.

LucANO:

L LAcHEsi:

n.

143 n. 47.

IV 287.

}EHOVAH:

l 402

LucA EvANGELISTA:

25.

9.

IV 360.

LArrANZIO:

l 415 n. 38; 111 258

e n. 55; 264 n. 71; 281 e n. 6; 386 e n. 102; 409 e n. 38; IV 70 e n. 4; 429.

LuciNIO (destinatario dell Epistole di Seneca): IV 81. LuciLIO Lucro:

LEONTEO:

111 270.

LEUCIPPO:

l 171-186; 111 168; 197;

(poeta): 111 52.

IV 73; 98

n.

l.

l 164 e n. 4; 111 19 e n.

LucREZIO:

6; 269; 270; 271; 277; 278-300; 560;

IV 53; 59 e n. 19.

198.

IV 658

LIBANIO:

e n.

5.

LucuLLO:

111 III 532; 537

n.

l; 543

n. l; IV 24. LICINIO SuRA:

IV 7-8; 9; 10; 16

LrcoNE: LISIA:

IV 183. n.

M

7.

Il 18.

LISIMACO

MACROBIO:

(padre di Aristide): l 368.

LISIMACO (personaggio del Lachete platonico): l 357.

MAGI:

111 469; IV 408; 472.

MALALA: MANruo:

LISIMACO

IV 623; 696.

IV 641 n. 6; 699 n. 4. IV 74

e n.

4.

(re): 111 61; 62. MARcELLO:

LrsiMAco STOico:

IV 146

n.

IV 145

n.

2.

2.

l 468; 111 11; 42 e n. 53; 43; IV 56; 61 e n. 24; 73; 76; 77; 95 n. 31; 104; 106; 126144; 145; 146; 321 n. 42; 445 e n. 2; 579. MARco AuRELIO:

LISIPPO:

111 266.

LoNGINo: IV 145; 470; 622; 629 7; 630; 640 n. 4. LoNGINO,

pseudo: IV 470 e n. 25.

n.

MARCO EVANGELISTA:

www.scribd.com/Baruhk

l 402

n.

47.

593

INDICE DEI NOMI (M)

MARINo: IV 652 n. 23; 665 n. 8; 666 nn. 9,11; 667 n. 13; 668 n. 16; 682 e n. 36; 683 e n. 37; 685-686.

l 288 in

MARSIA:

MAssENZIO:

IV 641

MAssiMO CINICO:

l 347; 111 383.

MEusso:

IV 623; 696. n.

MELETO:

l XIX; 114; 125; 131 n. 23; 141; 142-148; 153 n. 4; 163; 171 n. l; 172; 174; 175; 243; 420; Il 81; 411; 463; 111 168; 196 e n. 5; 198 n. 12; IV 507 n. 7.

nota.

MARziANo CAPELLA:

111 52.

MELEAGRO:

6.

IV 236

e n.

2.

MEMMIO, CAio:

111 19; 270

n.

8; IV

53. MAssiMo

657; 658

NEoPLATONico: e n. 7; 659 n. 9;

IV 622; 660; 661.

MAssiMo DI TIRo: IV 325 e n. 43; n. 32; 352 n. 56; 356 e n. 8.

MNENANDRO:

111 9; 47.

MENEDEMo CINico:

111 49 e n. 78.

326; 343

MATTEO EVANGELISTA:

l 402

n.

47;

MENEDEMO DI ERETRIA: l 430; 111 40 n. 47; 80-82.

420

n.

7;

IV 143 n. 47. 111 25

MENIPPO: MEDEA:

IV 119.

2; 49-52; IV

n.

217.

MEDIOPITAGORICI (e MEDIOPITAGORISMO): IV XXIII; 370-387; 391;

111 498 n. 91; IV 175; 182; 184 e n. 7; 191; 192; 193-195.

MENODOTO:

404. MENONE: MEDIOPLATONICI (e MEDIOPLATONISMO): l XVIII; 41; 490; Il 362; 111 114; 122; IV XXI; XXII; 34; 35; 36;

l 250; 365; Il 190; 191.

MERCURIO:

111 38, 40. IV 78

l.

37; 38 e n. 25; 49; 76; 77; 103; 107; 135; 136; 147; 226; 253; 290; 296; 307-364; 372; 389; 390; 400 n. 21; 404; 411; 412; 416; 419; 435; 436 e n. 12; 437; 438; 444; 446; 447; 468; 479; 480; 481; 482; 489; 532; 632 n. 15; 645 n. 11; 663; 690; 695.

MESSALINA:

MEDIOSTOICI

METRODORO DI LAMPSAco:

(e

MEDIOSTOICISMO):

111 xx; 318; 319 n. 30; 433-459;

METOPO,

n.

pseudo: IV 373

METROCLE:

111 44; 47

METRODORO DI CHIO:

n.

e n.

18.

71.

111 471; 472. 111 162

n.

l; 268 n. l; 269; 275; 298; IV 58; 61.

523; 560; 563. METRODORO IL TEORETICO: MEGARICI

(e ScuoLA MEGARICA):

141; 375; 418-426; 431; 432; Il 411; 420; 111 65-79; 81; 307; 325; 465 n. l; 471; 473; 474; 484; 499 n. l; 506; 564. MELANTE:

IV 14.

111 78.

l MIDONE:

l 194.

l 53 n. l; 69; 72; 73; 79; 80; 97; 104; Il 463.

MILESI:

MILONE:

Il 500.

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594

INDICE DEI NOMI (M, N)

MINUCIO FELICE:

111 104 n. 20.

NATURALISTI l XVIII" XXI"

l 287

l.

n.

l 209.

MISONE:

MlTRIDATE:

NAUSICA:

Il 382

n.

l; 111 530

n. 3.

111 305.

MNASEA:

(o

FISICI O FISIOLOGI):

51·196· 278· 279· 280· 65· 79: 377· 461· 466· Il JO· 405; 425; 427; 446; 111 . 108; 474; IV 508.

111 78.

MIRMECE: MIRTO:

N

Il 232.

MINOSSE:

64. 472;.

l 207.

111 161 15; 168; 494; 495.

NAUSIFANE:

NEANTE:

Il 7

l 133

111 46.

NEARco:

MNESARCO,

padre di Pitagora: IV

NELEO DI ScEPSI:

MNESARCO

111 435

STOico:

n.

2. MoDERATO: IV 320 n. 26; 384 e n. 49; 388; 393; 395 e n. 11; 396 e n. 12; 397 e nn. 13,14,15; 402; 403; 404.

MoNIMo:

e n.

n.

l.

Il 382 153; IV 14; 15; 17; 19.

n.

l; 111

NEMESIO: 111 145 n. 9; 146 n. 9; 309 e n. 8; 382-383 e n. 83; IV 465 e n. 14; 466; 467 e nn. 19,20; 468; 693 e n. 12.

111 499-556.

NEOACCADEMICI:

NEOARISTOTELICI (e NEOARISTOTELISMO): IV XVIII; XXI; 5-50.

l 442; Il 240; 241.

MOIRE:

l; 167

l.

n.

MNEMOSINE:

409.

n.

111 47 e n. 69.

NEOCINICI (e NEOCINISMO):

IV

XVIII;

213-242. Mosco:

111 80. NEOCLE:

l 13; 14; IV 255; 256

17; 258 n. 22; 261; 264; 265; 267; 274; 275; 276; 278; 280; 281; 296; 412; 415; 416; 430. MosÈ:

l 47; Il 210; 255; 305; 311; IV 46; 86; IV 409.

MusE:

IV 3; 73; 76; 90; 95 n. 31; 98-104; 105 n. l; 106 e n. 2; 146; 221; 222 n. 10; 240 e n. 8. MusoNIO RuFo:

MusoNIO STOICO

IV 146 n. 2.

(dd

III

111 161

n.

l.

n.

secolo d.C.):

NEOPIRRONIANI

(e

NEOPIRRONISMO):

111 269; IV 149-212. NEOPITAGORICI (e NEOPITAGORISMO): l XVIII; 14; 87; 105; IV XVIII; XXI; XXII; XXIII; 38 n. 25; 147; 336; 365•

426; 435; 444; 449; 468; 479; 480; 481; 482; 489; 503; 532; 540; 639 e n. 2; 645 n. 11; 663; 667. NEOPLATONICI (e NEOPLATONISMO): l XVIII" 14· 23· 39· 41· 436· 454·

li

465; 489; 490; 5J; 36J; 36•{ 365; 370; 450; 111 114; 122; 447; 559;

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595

INDICE DEI NOMI (N, O)

561; IV XVIII; XXI; XXII; XXIII; 31; 43; 70; 76; 147; 251; 313; 314; 316; 328; 329; 346 n. 37; 390; 399; 425; 426; 445; 449; 450; 452; 454; 456; 457-696; 698; 699; 700. NEoscETIICI

(e

111 486; IV

XVIII;

NE:oscETIICISMO):

149-212.

NEOSTOICISMO (o STOICISMO ROMA· NO): l XVIII; 396; 111 43; 318; 319; IV XVIII; XXI; 71-148; 220; 226.

IV 31; 74 n. 6; 78 n. l;

NERONE:

NoÈ:

IV 256 n. 17.

NuMA,

pseudo: IV 382; 383 n. 43.

APAMEA: l 14 e n. 2; 111 507 e nota 22; IV 55 e n. 4; 57; 58 e n. 14; 243; 251; 320 n. 26; 325 n. 41; 326 n. 44; 365; 384 e nn. 51,52; 388; 390; 393; 410-426; 446; 448 e n. 9; 449; 461; 467; 480; 481 e n. 5; 483; 489 e n. 17; 626; 627 e n. 4; 654; 683. NuMENIO DI

NuMENIO ScETTico:

111 486 e n. 58.

105.

o

NERVA:

IV 384 n. 53.

NESSA:

111 471.

OcEANo:

NESTI:

l 152.

0cELLO LucANO,

l 47; 56. pseudo: IV 373;

391.

l 207.

NESTORE:

NICIA:

ODISSEO:

l 374.

0LIMPIO:

l 288 in nota.

IV 665; 666 n. 11.

NESTORIO:

l 357. 111 104 n. 21; 152 n. 14; 408 e n. 35; IV 375 n. 23; 622; 642 e n. 8; 652 n. 23; 686 n. 46; 694.

0LIMPIODORO: NICIPPO:

IV 14.

NICOCREONTE:

111 468 n. 3. l 21·22; 23; 56; 61; 100; 111· 112· 207· 301· 302 nota· 374· 408'n. 16; 441; 449;,452; Il Hi; 213~ 311; 357; 447 e n. 65; 523; 111 21; 49 nn. 74,75; 477 e n. 38; IV 74; 224; 225; 257; 409; 637 e n. 26; 645; 667; 671. 0MERO:

NicOLA DI DAMAsco:

IV 22; 23; 28-

29. NICOMACO

(padre di Aristotele): Il

379 n. l. NICOMACO DI GERASA: IV 384 e n. 50; 393 e n. 6; 397 e n. 16; 398; 399; 402; 403 n 3. 33; 404 n. 34; 639 n. 2; 683.

0NASANDRO: ONESICRITO:

IV 320. 111 46-47; 469;

IV

234. NicosTRATO:

IV 324 e n. 39; 327. 0NOMACRITO:

NIGIDIO FIGULO:

385. NIGRINO:

l 438; 453.

IV 382 e n. 42; 0PSIMO

IV 324 e n. 38.

pseudo: IV 374 n. 20.

ORACOLI CALDAICI:

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IV

XXI;

XXIII;

596

INDICE DEI NOMI

427; 444-456; 631; 632 n. 15; 637 e n. 25; 643; 644; 645 e n. 11; 667; 692. ORAzio: 111 52; 68 n. 7.

111 68; 69.

0RESTE:

ORFEo: l 26; 437; 438; 442; 444; 447; IV 257; 667; 671. (e 0RFISMO): l 14; 23; 25; 26-29; 58; 81; 99; 100; 160; 301; 302 e nota; 435-455; Il 48; 259; IV 317.

(0,

P)

l XIX; 85; 107; 114; 117; 119-131; 132 e n. l; 133; 138; 140; 141; 142 e n. l; 143;- 144; 145; 148; 170; 175; 178; 187; 246; 251 n. 22; 320; 350; 419; 420 e n. 7; 464; 488; Il 44; 71; 72; 85; 121 n. 24; 134; 135; 136; 137; 139; 140; 141· 143· 144· 145· 156· 185· 207· 405; 41Ì; 41Ì; 73;, 199;' 321; 476; 482; IV 252; 257; 415; 477; 489. PARMENIDE:

Ili

0RFICI

PARRASIO:

l 308; 309.

PATRISTICA (e PADRI DELLA CHIESA):

IV 262; 264; 329; 429; 696. IV 325 n. 42; 343 n. 33; 352 n. 55; 462; 464; 470; 619; 622; 689. 0RIGENE CRISTIANO:

111 270; IV 53; 54; 55.

PATRONE:

IV 146 n. 2; 463; 464; 465; 469; 472; 622; 689.

l 441; 111 477.

PATROCLO:

0RIGENE PAGANO:

IV 377 e n. 30.

Ovmio:

PAUSANIA:

l 453; Il 63.

PENELOPE:

l 207; IV 239.

PENIA:

p

Il 264.

PEoNIO:

111 78.

Il 10; 362.

PADRI DELLA CHIESA:

PERDICCA:

l 396.

p ALLADE: IV 409. PEREGRINO PRoTEo: PANCREONTE:

IV 232-235.

IV 14.

l 209; 212.

PERIANDRO:

l 239 n. 16; 111 318; 435-445; 449 e n. 12; 453; 455; 456; 457; 523; 526; 544; 555; IV 75; 78.

PANEZIO:

PERICLE:

l 142 n. l; 188 n. l; 230 n.

l; IV 162. (e PERIPATO): l xvm; Il 380 n. l; 381 n. l; 382 n. l; 403; 597; 111 XVIII; xx; 94 n. l; 109; 123-155; 162; 216; 273; 306; 307; 343; 437; 499 n. l; 523; 527; 542; 545; 546; 555; 564; IV XXI; 5-50; 258 n. 22; 268; 310; 311; 316; 323 n. 35; 328 e n. 53; 475; 481; 592; 608 n. 4; 637. PERIPATETICI

PANFILO:

111 161

n.

l; 163.

PAoLO (s.): 111 175; 413; 414 49; IV 96; 97 e nn. 35,36. PARABATE: PARCHE: PARIDE:

l 407

111 113. IV 360.

n.

13.

e n.

PERSEFONE:

l 444; 450.

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INDICE DEI NOMI (P)

597

PERSEO DI CIZJo: l 263; 111 305 n. l.

PrnA: 111 97 n. 8.

PERSEO (denigratore di Bione): 111 49 n. 74.

PlTTACO: l 209; 211.

PERSEO (personaggio mitologico): l 408.

3; 18; 23; 28; 29; 31; 37; 38; 40; 49; 57 e n. 12; 82; 87 n. 3; 97 n. 12; 102;

PLATONE: l v; XVII; xx; 6; 7; 14 e n.

PERSIO: IV 74. PHANES: IV 627. PlNDARO: l xx; 439; 440 e n. 11; 444 e n. 23; 445 e n. 24; 449 e n. 35; 474; 111 421. PIRRONE: l 484; 111 XVIII; 9; 11; 16; 17; 18; 19; 53; 78; 155; 168; 444; 465-494; 495 e n. 80; 497; 498; 499 e n. l; 501; 503; 505; 506; 508; 524; 557; 560; 563; 564; 567; IV 151; 153; 156; 157; 176; 178; 180; 181; 196; 204; 475; 599. PlRRONIANI (e PlRRONISMO): 111 117; 479; 495 n. 80; 499; 500; 518; IV XVII; 149-212. (Cfr. anche Scettici). PISONE CESONINO L. 111 276; 277.

CALPURNro:

PrsoNE MARCO: IV 312 n. 28. PrTAGORA: l 25; 28; 32; 85 e n. l; 435; 444; 447; 455; 475; Il 190; 208; 111 96; IV 257; 353; 368; 379; 384 n. 53; 388; 390; 392; 400; 401; 408; 409; 411; 420; 477; 539. PITAGORA, pseudo: IV 371; 374 e n. 20; 384; 391; 405. PrTAGORICI (e PrTAGORISMO): l 18; 40; 41; 85-106; 153 n. 4; 160; 213; 444; 455; Il 8 n. l; 44; 132; 207; 259; 111 95; 98; 99; 198; IV XVII; xxr; 33; 87; 249; 251; 253; 319 n. 24; 324 n. 37; 344 n. 35; 345; 346 n. 37;

365-426.

106; 110 e n. 3; 114; 115; 133 e n. 2; 134 e n. 3; 148; 161; 169; 170 e n. 16; 176; 177; 181; 184; 208; 209 e n. 2; 217; 218 e n. 2; 219; 220; 224; 225 e nn. 12,13; 227; 229; 230 nn. 1,2; 231 e n. 4; 232; 234 e nn. 11,13; 235; 235-237 e n. 14; 237-238 e n. 15; 240 n. 18; 241 e n. 21; 250 nn. 17,18; 250-251 e n. 20; 253 e nn. 26,27,28; 255; 256 nn. 2,3; 257; 259 n. 10; 265 e nn. 5,6,7; 266 e n. 8; 272 e n. 3; 273 e n. 4; 274 n. 5; 275 e nn. 8,10; 276 e n. 11; 277 e n. 12; 281; 283; 285; 287; 288 nota; 289 e nota; 290 e nota 3; 296; 297; 298; 299 e nn. 10, 11; 300 e n. 14; 303; 304 e n. 20; 305 e n. 23; 306 e nn. 24,25,26,27; 307308 e n. 28; 312; 313 e nn. 33,34; 314 e n. 35; 315; 318; 320 e nn. 42,43; 321; 322 e n. 49; 323 e n. 51; 324 e nn. 55,57; 326; 328; 330 e nn. 64,65,66; 331 e nn. 67,68; 332; 333 e n. 70; 334 e nn. 71,72; 335 e n. 73; 336 n. l; 337 e n. 4; 345 e n. 12; 346; 347 e n. 14; 348 e n. 15; 349 e n. 16; 350 e n. 19; 351 e n. 20; 353; 354 e n. 24; 355 n. l; 357 e nn. 3,4; 358 e nn. 5,6; 360 nn. 10,11; 362 n. 13; 363-364 e n. 14; 364-365 e n. 15; 366369 e n. 16; 371; 372; 375; 376; 377; 378; 379; 381; 383; 385 e n. l; 386; 388 e n. 10; 389; 390 e n. l; 391 n. 2; 392; 393 e n. 21; 394 n. 23; 398 e n. 30; 404 n. 3; 4318 n. l; 420 e n. 7; 423 e nn. 21,22; 424; 427; 431; 432; 435; 437; 441; 442 n. 16; 443; 444; 445 e n. 26; 447 e nn. 30,31,32; 451; 454; 455 e n. 50; 457; 461 e n. 3; 464 e n. 14; 465 e n. 15; 467; 468 e n. 25; 471 e n. 30; 474; 475 e nn. 33,36; 476; 480 e n.43; 481 e nn. 44,45; 482 e nn. 46,47; 483 e n. 49;

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598

INDICE DEI NOMI

486 e n. 58; 488 e n. 68; 492 e n. 79; Il xv; XVI; XVII; xrx; l; 3; 5; 7-374; 379 n. l; 380 n. l; 383; 388; 389; 390 e n. 4; 392; 393; 395; 396; 397; 398; 399; 400; 404; 405; 412; 425; 439; 446; 450 e n. 69; 453; 456; 464 n. 32; 467; 468; 469; 479; 481; 482; 485; 493; 496; 502; 509; 510; 517; 540; 547; 564; 565; 569; 570; 574 e n. 9; 586; 590; 594; 597; 599; 602; 603; 605; 606; 111 XVII; 6; 7; 10; 13; 14; 23; 27; 30; 66; 69; 75; 76 e n. 29; 78 e n. 36; 85; 86; 87 e n. 3; 88; 89 e n. 6; 90 e n. l; 91; 92; 93; 94 n. l; 95; 96; 98 e n. l; 99; 100; 101; 103; 105; 107 e n. l; 108; 109; 110; 111; 114; 116; 117; 121; 125; 126; 127; 145 n. 5; 147; 161; 162; 163; 164; 165; 166 e n. 9; 171; 172; 173; 174; 183; 189; 190; 197; 210; 213; 221; 223; 228; 237; 256 n. 52; 257; 259; 260; 261; 270; 275; 307; 308; 310-311 e n. 11; 321; 346; 347; 352; 353 e nn. 3,5; 362; 363; 369; 382; 384 e n. 93; 385; 397; 401; 405; 406 e n. 32; 409 e n. 38; 410; 419; 424; 437; 439; 440; 441 n. 16; 449; 452; 453; 454; 455; 475 n. 24; 481; 497; 500; 501 e n. 7; 505; 506; 529; 534; 538; 539; 542; 545; 561; 562; 564; IV 34; 35; 42; 43; 48; 80; 81; 107 n. 5; 125; 135; 176; 177 e n. 47; 178 e n. 48; 179; 194; 239; 262; 263 e n. 3; 264 e n. 5; 266 n. 10; 268; 270; 271; 273 e n. 12; 281; 282; 290; 291; 292; 296; 299; 309; 312; 314; 316; 317; 319 n. 24; 321 n. 30; 322 n. 34; 325 n. 40; 326 n. 45; 327; 329; 335; 338; 340; 341; 344 e n. 34; 346; 347; 348; 349; 350 e n. 48; 351 e n. 52; 352; 353; 355; 356 e n. 7; 357; 360; 361; 362; 367; 368; 372; 373; 381 n. 40; 386; 387; 388; 389; 394; 402; 411; 415; 416; 417; 420; 423; 429 n. l; 455; 464; 465; 466; 470; 473; 474; 475; 476; 477; 478; 482 e n. 8; 486; 489; 490; 493 e n. 22; 498; 503; 507; 510; 531; 534; 535; 538; 540; 542; 560; 575; 577; 578 e n. 11; 590; 592; 593; 594; 596

(P)

n. 48; 615 n. 15; 624; 635; 641 n. 7; 645; 658; 663; 665; 666; 667; 671; 691; 693; 694; 696; 699; 701 e nn. 11,12. (e PLATONISMO): l 41; 371; Il 52; 53; 270; 291; 359; 383; 384; 395; 412; 425; 427; 433; 482; 493; 561; 111 xx; 13; 89 e n. 6; 90 e n. l; 108; 163; 265; 501 e n. 7; 508; 538; 539; IV XVII; xrx; xxr; 34; 50; 76; 87; 147; 170; 208; 209; 249; 251; 252; 253; 255 n. 16; 307-364; 388; 411; 457-696. PLATONICI

PLINIO IL GravANE:

IV 183 e n. 4.

PLINIO IL VECCHIO:

IV 56 e n. 9.

l 430; 111 80.

PLISTENO: PLOTINA:

IV 56.

PLOTINO: l 6; 465 e n. 17; 468 e n. 24; 491; Il 132 n. 8; 139 e n. 14; 111 361 e n. 35; 561; IV xviu; xrx; xxr; xxrr; xxrn; l; 20; 146 in nota; 147; 216; 251; 277; 290 e n. 55; 314; 322 n. 33; 324 n. 39; 325 n. 40; 326 n. 44; 328; 329; 341; 342; 346 n. 37; 384 n. 52; 416; 425; 426; 436; 456; 457; 459; 462; 463; 464; 465; 467; 469; 470 e n. 24; 471-616; 621; 622; 623; 624 e n. 4; 626 e n. l; 627; 628; 629 n. 7; 630; 636 e n. 23; 638; 642; 643; 644; 645 e n. 11; 646; 647; 649; 651; 652; 672 e n. 20; 673; 676; 681; 689; 696. PLUTARISTI

(e

PLUTARISMO):

l

xrx;

140· 142 n l· 146· 148· 149-186· 187; 189; 2io; 464; Ìl 45J; 111 196; 199; 201. PLUTARCO DI ATENE:

IV 622; 665-

666; 683; 691; 692.

l 70 e n. 10; 95 n. 8; 119 n. l; 151 n. l; 254

PLUTARCO DI CHERONEA:

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599

INDICE DEI NOMI (P)

e n. 30; 388 n. 8; 390 n. l; 403 e n. 2; 409 e n. 21; Il 186 n. 50; 111 25 n. 2; 37; 45 e n. 62; 46 e n. 64; 74 e n. 25; 115 n. 22; 118 n. 5; 145 n. 8; 149 n. 3; 197 n. 9; 199 e n. 16; 210 e n. 33; 221-222 e n. 48; 254 e n. 46; 259 e nn. 60,61; 365 e n. 50; 420 e n. 57; 423 n. 67; 426 e n. 74; 446; 452 n. 24; 470 e n. 8; 510 n. 3; 537 n. l; IV 15 n. 5; 16 nn. 5,8; 17; 18 e n. 11; 36; 212 n. 5; 258 n. 20; 310 n. 7; 311 n. 8; 317; 320-321; 326; 327 e n. 50; 330 e nn. 2,3; 331 sgg. e n. 4; 333 e n. 5; 337 n. 13; 341; 343 n. 32; 345; 348 e nn. 41,43; 350 n. 46; 351 e nn. 51,53; 353 e nn. 57,58, 59,60; 354 e nn. 61,62,63; 355 e n. 3; 359 e n. 18; 362 n. 25; 363 e n. 29; 370 n. 10; 383 n. 45; 423; 663. pseudo: l 63 n. 6; 407-408 e n. 15; 111 212-213 e n. 38; IV 326 n. 45; 360 n. 21.

PLUTARCO DI CHERONEA,

111 115; 116-118; 119 e n. 9; 308; 435 n. 2; 499 n. l; 508; IV 312; 529.

POLEMONE:

Pouaro:

111 435 n. 2.

IV 78

PoPPEA:

n.

l.

Il 145 n. 21; 382 n. l; 111 143 n. 38; 169 e n. 23; 249 e n. 34; IV 20 e n. 15; 145 e n. 2; 320 n. 26; 325 n. 40; 326 n. 44; 370 n. 10; 384 nn. 48,49,52; 388 e n. 58; 395 e n. 11; 396 e n. 12; 397 e nn. 13,14, 15; 408; 409 e n. 46; 449; 462 e n. 4; 463 e nn. 7,8,9; 464 n. 10; 466; 469 n. 22; 470 e nn. 23,24; 471 n. l; 472 nn. 2,3,4; 473 e nn. 5,6,7,8; 474 nn. 9,10; 475 nn. 11,12,13; 476 e nn. 14,15; 478 e n. l; 480 e n. 4; 481 n. 5; 483 n. 9; 486 e n. 14; 497; 592 e n. 38; 622; 625 n. 5; 626 e n. l; 628 e n. 6; 628-638; 639 n. 2; 640 e nn. 3,4,5; 641 n. 6; 642; 643; 644; 645; 646; 651; 652 n. 23; 654 e n. 28; 663 n. 3; 671; 695; 696. PoRFIRIO:

PoROs:

Il 269.

PosJDONE:

l 24; 263; 111 366.

111 318; 320; 433; 435 n. 2; 436 n. 2; 441; 446-459; 491 e n. 71; 523; 544; 555; IV 12 n. 21;

PosrooNro:

16; 18; 75; 76; 78; 85; 410 n. l. Il 77; 118.

PoucLETo:

PosTUMIO, Lucro:

111 273.

111 269.

PoLIENO:

PoTAMONE: PouGNOTo:

111 523 n. l.

111 316. PoTONE:

111 98 n. l.

111 75.

PoussENO:

PRAssrTELE: PousTRATO:

111 266.

111 162 n. l; 270. l 23; 45-196; 289; 317; 466; 479; Il 37; 82; 222; 467· 468· 111 13· 166· 167· 171· 352: 362; 381; 561; 564; IV 66: 317.

PRESOCRATICJ: PoLLIONE:

IV 98

n.

l.

Pow: l 330; 486; Il 49. PoMPEO:

111 449

n.

294; 451· 313: 252;

12; 456; 459. PRIAMo: Il

POMPONIO ATTICO:

FrusciANO: PoNZIANO:

IV 323

497; 111 142.

IV 54. n.

35.

IV 465 n. 14; 622; 699;

700.

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600

INDICE DEI NOMI (P, S, R)

PRISCO:

IV 622; 657; 661.

PROCLINO:

RusTico:

IV 126

n.

IV 145 n. 2; 146 n. 2.

Il 108 n. 10; 220 n. l; 365; 396 e n. l; 397 n. 2; 111 119 n. 10; 116 n. 11; 348; IV 31; 321 n. 33;

l.

s

PRocw:

322 n. 33; 325 nn. 40,41; 326 n. 44; 328 n. 52; 345 n. 37; 346 n. 37; 351 nn. 49,54; 416 e n. 13; 419 e n. 18; 422 n. 21; 424 n. 25; 446; 470 n. 24; 617; 620; 621; 622; 624; 626; 627 nn. 2,3,4; 640 n. 5; 642; 647 e nn. 14,15; 648 n. 17; 656; 665 e n. 8; 666 n. 11; 667 e n. 14; 668-685; 686; 687; 691; 694.

SABINO, FLAVIO: SAFFo:

l

xx.

IV 699 n. 4.

PRODico:

l 256-263; 264

SALLUSTIO NEOPLATONICO:

n.

IV 622;

IV 474.

SALONINA:

l 287

l 132

n.

n.

l.

l.

(detto CITENA): 111 498; IV 182; 184 n. 7; 195 n. 9; 210.

SATURNINO

IV 412.

PRoMETEO:

SATURNINO SALLUSTIO SEcoNDO: cfr. SALLUSTIO NEOPLATONICO.

Il 232.

PROTAGORA: l 140; 215; 225; 230242; 243; 244; 251; 253; 256; 262 n.

16; 264 e n. l; 273; 279; 280; 359; 409; Il 86 n. 20; 88; 89; 186 111 477; IV 62; 67. PROTARCO DI A:aoERA:

Il 73; 256.

PRoTARco DI BARGILIA:

111 270.

ScETTICI

SciLLA:

PuoENTILLA:

(e

IV 323

n.

35.

111 435

n.

2; 436; IV 130.

ScoLASTICA (e ScoLASTICI):

IV 262;

265; 478.

Il 232.

SENARCO:

l 48.

RuBELLIO PLAUTO:

XVIII;

l 247.

SciPIONE:

R RADAMANTE:

l

ScETTICISMO):

40; 359; 432; 488; 111 XVIII; 13; 15; 53; 78; 79; 108; 116; 117; 179; 269; 324; 329; 332; 436; 463-498; 499; 500; 501 e n. 7; 505; 507; 508; 509; 517; 518; 519; 524; 525; 527; 528; 529; 531; 537; 539; 541; 546; [550]; 560; 561; 564; 567; 568; 569; IV 66; 127; 149-212; 251; 268; 300; 309; 478.

IV 446; 455 e n.

PsELLO, MICHELE:

27.

REA:

3.

l;

279; 368; 393 e n. 21. PROFETI:

e n.

649 n. 18; 658; 661-662.

SATIRO: e

IV 236

SALLUSTIO CINICO:

SANTIPPE: PRocoPio:

IV 221.

IV 22; 23; 28; 29.

l 390 n. l; 429 e n. 7; 111 76; 168 n. 16; 233 n. 68; 259 e n. 59; 264 e nn. 78,79; 268 n. l; 301; SENECA:

IV 98

n.

l.

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601

INDICE DEI NOMI (S)

353-354 e n. 9; 355 e n. 10; 360 e n. 34; 370 e n. 54; 378 e n. 70; 389 e n. 3; 393 e n. 8; 405 e n. 29; 410 e n. 39; 412 e n. 48; 413; 442 e n. 19; 455 e n. 29; 484 e n. 54; 557; IV 51; 55 n. 3; 56 e n. 9; 59 n. 18; 60 e nn. 21,22; 61 n. 23; 71; 73; 74; 76 e n. 10; 77; 78-97; 104; 106; 118; 119; 125; 127; 132; 139 n. 37; 146; 216 e nn. 1,2,3;· 219 nn. 4,5; 220 e nn. 6,7,8; 240 e n. 7; 313 e n. 12; 337 e n. 17; 383 e nn. 45,46,47; 384 n. 48. SENOCRATE: Il 23; 380 n. l; 382; 394; 111 xx; 42; 107-115; 116 e n. l; 118; 119; 121; 125; 127; 130; 161 n. l; 308; IV 26; 312; 337; 353; 369; 388; 389. SENOFANE: l 99; 109-118; 119; 153; 337; 338; 419; 420; 487; 488; 111 232; 321; 497 n. 85. SENOFONTE:

l 193 n. 19; 217; 218

e nn. 3,4; 257 e n. 6; 258 e n. 8; 259 e n. 9; 260 e n. 13; 261 e n. 14;

287 n. l; 288 nota; 289 nota; 291 e n. 4; 296; 297 e nn. 2,3,4,5; 298 e n. 9; 299; 300 e n. 13; 303; 308 e nn. 28,29; 309 e n. 30; 310 e n. 31; 313 e n. 34; 315 e n. 37; 321 e n. 44; 322 e nn. 48,50; 323-324 e nn. 52,54; 325 e n. 59; 327-328 e n. 62; 332 e n. 69; 334; 335 e n. 74; 336 e n. l; 340 e n. 7; 341 e n. 8; 342 e nn. 9, 10; 342-345 e nn. 11, 12; 346 n. 12; 347; 349; 351 e n. 21; 373 e nn. 24,25; 374 e n. 26; 378 e n. 3; 386; 387; 389; 390 n. l; 394-396 e nn. 24,25; 397; 398; 401 n. 44; 405 e n. 7; 411 e n. 26; 416-417 e n. 41; 440 e n. 13; 467; 111 47; 370 e n. 55; 374; 375 n. 64; 381 e n. 80; 545; IV 434 e n. 9.

SEsno, QuiNTO:

SEsm,

e

n. 17; 88;

l 134 n. 4; 183; 188 n. 4; 230 n. 2; 231 e n. 6; 244 e nn. 3,6; 245 n. 8; 246-247 e nn. 9,10, 11; 263 e nn. 18,19; 274-275 e n. 6; 409 n. 18; 410 e nn. 22,23; 411 n. 24; 412 e n. 28; 484 n. 54; Il 106 n. 7; 112 n. 16; 111 19 e n. 4; 62 n. 24; 68 n. 7; 105 n. 22; 108 n. 3; 110 nn. 5,6; 113 n. 15; 119 n. 11; 166 n. 13; 178 e n. 4; 180; 181-182 e n. 10; 188; 189-190 e n. 22; 192; 320 n. l; 327-328 e n. 9; 330 e n. 12; 331 e n. 15; 332 n. 18; 333 e n. 20; 334 e n. 21; 336337 e nn. 27,28; 338 e n. 32; 343 e n. 45; 358 e n. 21; 359 n. 23; 360 n. 33; 380 e n. 77; 386 n. 100; 472 e nn. 13, 14,15,16; 473 e nn. 17,18; 483 n. 48; 490 e n. 68; 498; 500 e n. 5; 502 e nn. 9,10; 503 e n. 11; 504 e n. 13; 505 e nn. 15,16; 507; 510 n. l; 512 e n. 7; 513 nn. 9,11; 514 e nn. 12,13; 515 ec nn. 14,15,16; 516 n. 17; 529 e n. l; :530 e n. 5; 538 e n. 4; 560; IV 149; 158 e n. 7; 159; 160 e nn. 10,11; 161 e n. 14; 165 e n. 20; 166 e nn. 22,23; 168 e n. 25; 169 n. 27; 170 nn. 30,31; 171 nn.32,33,34; 172 n. 35; 173 n. 36; 174 e nn. 39,40; 175 e nn. 41,42; 176 e n. 43; 178 e n. 51; 179; 182 e n .. J; 184 e n. 7; 185 e nn. 9, 10,11; 186 e nn. 12,14; 187 e n. 15; 190 e n. 2; 191; 1194 e n. 7; 195209; 2Hl e n. 2; 211 e n. 3; 212; 309 n. 2; 377 e n. 29; 381 e n. 40; 382 e n. 41; 391 n. l; 392; 393 e n. 4; 394 e n. 9; 395; 400 n. 24; 401 n. 27. SESTO EMPIRICO:

SETTANTA (traduttori greci della Bibbia): IV 254 e n. 13; 278; 287. SETTE SAGGI:

l 199; 208-213.

SETTIMIO SEVERO: SERAPIONE:

IV 87

343 e n. 45.

IV 39 n. l; 384.

IV 191.

circolo dei: IV 383; 394.

SEVERO: IV 326 e n. 44; 328 n. 52; 345 n. 37; 346 n. 37; 350; 480.

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602 SPERO:

INDICE DEI NOMI (S)

111 305 n. l.

SILLA: Il 382 n. l; 111 154; 537 n. l; IV 15 e n. 5; 16 e in nota; 18; 19;

22; 26 e n. 41; 310; 311 e n. 8; 663. SIMMIA (discepolo di Stilpone):

111

78. SIMMIA (personaggio del Pedone platonico): Il 69; 70; 80; 259. SIMONIANI: SIMONIDE:

IV 485.

l 35.

l 56 e n. 10; 59 n. 2; 63 nn. 6,7; 67 n. 2; 68 n. 3; 135 n. 5; 136 e n. 8; 139 e n. 17; 140 e n. 18; 191 n. 14; 392 n. 15; Il 23 e nn. 18, 19; 109 n. 12; 112 n. 16; 145 n. 21; 170 n. 22; 111 74 e n. 24; 81 e n. 6; 140 e n. 25; 145 n. 3; 151 e n. 10; IV 23 e n. 25; 24; 27 n. 46; 31 n. 3; 36 n. 17; 40 e n. 3; 41 n. 6; 42 n. 7; 319 n. 23; 324 n. 39; 344 n. 35; 402 e n. 29; 403 e n. 30; 404; 622; 685; 688; 691; 698; 699; 700. SIMPLICIO:

SINCELLO: SINESIO:

485; 486; 488; 492; Il 5; 7 n. l; 14; 18; 25; 29; 30; 31; 39; 43; 44; 51; 60; 62; 54; 65; 66; 70; 71; 73; 80; 83; 87; 88; 89; 103; 127; 135; 148; 188; 190; 191; 193; 194; 203; 204; 206; 215; 220; 221; 225; 226; 230; 236; 237; 245; 249; 252; 253; 256; 258; 261; 265; 268; 275; 276; 286; 288; 292; 295 e n. 8; 296; 317; 327; 331; 333; 335; 336; 337; 348; 361; 496; 497; 508; 510; 517; 519; 520; 549; 553; 603; 111 14; 15; 16; 27; 55; 56; 79; 85; 87; 92; 108; 169; 170; 171; 172; 173; 174; 223; 234; 237; 256; 266; 267; 306; 307; 374; 382; 397; 404; 409; 424; 437; 466; 500; 501 e n. 7; IV 67; 80; 98; 106; 107 n. 5; 118; 123; 177; 178; 229; 273 e n. 12; 367; 388; 411; 434; 461; 464; 470; 482 n. 8; 489; 539; 578; 590; 684. SocRAT!CI MINORI:

l xvm; xx; xxr;

185; 291 e n. 6; 304; 310; 311 n. 32; 324 n. 58; 334; 377; 380; 381; 383432; Il 514; 525; 526; 111 XVIII; XX; 14; 23-82; 90 n. l; 117 sg.; 167; 169; 170; 171; 173; 307; 308; 325; 419; 465 n. l; 497; 564; 565.

IV 324 n. 40.

IV 622; 692.

SoF!STI (e SoFISTICA): l XVIII; xx; XXI; 37; 141; 185; 186; 213; 215-

281; 289; 296; 301; 306; 311; 312; IV 370 n. 10; 402 e n. 28; 419 n. 18; 622; 627 n. 4; 642; 665; 666-667; 691; 693. SIRIANO:

SISIFO:

111 296.

SOCRATE: l XVIII; xx; XXI; 7; 37; 40; 87 e n. 3; 133; 172 n. 2; 186; 193 e n. 19; 194; 195; 213; 217; 219; 220; 221; 235; 236; 256; 273; 277; 281; 285-381; 385; 386; 387; 388; 389; 390 e n. l; 391; 392; 394; 395; 397; 401; 402; 403 e n. l; 404 e n. 3; 405; 406 e n. 12; 407; 408; 416; 417; 418 n. l; 419; 422; 423; 425 e n. 29; 428; 430; 431; 465; 466; 467; 474; 480;

317; 359; 431; 220; 179;

324 n. 58; 336; 346 n. 13; 355; 362; 390 n. l; 393 n. 21; 405; 465; 480; Il 30; 214 e n. 9; 525; 547; 565; 566; 111 69; 173; 474; 477; 564; IV 252.

SoFOCLE:

l 197; 209 n. l.

SoFRONisco:

l 287 n. l.

SoLONE: l 53 n. l; 208; 209; 210; 357; Il 7 n. l; 111 46. SoPATRo:

IV 622; 653.

SoRANO DI EFESO:

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IV 190.

INDICE DEI NOMI

SoziONE:

(S, T)

603

IV 78 n. l; 383

nn. 45,

e

47. SPEUSIPPO: Il 23; 41; 380; 382; 399; 395; 111 xx; 94 e n. l; 98-106; 107; 109; 110; 111; 112; 115; 118; 121; 130; 508; IV 312; 369; 388; 389. STASEA:

IV 21; 23; 24.

STEFANO DI ALESSANDRIA:

IV 622;

252; 257; 268; 286; 315 n. 14; 317; 318; 321 nn. 28,30; 322 n. 34; 330; 331 n. 4; 333; 337 e n. 15; 345 n. 37; 362; 383; 387; 388; 393; 394; 400 n. 21; 401; 478; 493; 550; 566; 570.

l 119 n. l; 418 n. l; 427 n. l; Il 382 n. l; 111 46 n. 67; 153 e n. 2; 154; 537 n. l; IV 15 n. 4; 16 n. 8; 17; 18 n. 10; 21; 23 n. 26; 27 n. 44; 28 n. 48; 319 n. 24.

STRABONE:

694.

111 128; 143; 144; 148152; 153; IV 7 e n. l; 14; 15; 16 n.

STRATONE: STENIDA, pseudo:

IV 373 n. 18.

7; 34; 40; 42. STENTORE:

Il 536.

IV 239.

STRUTIA:

l 418 n. 3; 420; 426; 430; 111 40 n. 47; 66; 73-77; 78; 80; 81;

SnLPONE:

307 e n. 4; 494 n. 80. STOBEO: l 95 n. 8; 209; 212 n. 3; 392 n. 11; 398 nn. 31,32; 111 49 n. 77; 104 n. 19; 248 e nn. 27,29; 308309 e n. 7; 373 e n. 60; 396 e n. 12; 399 e n. 15; 400 e n. 16; 402 e n. 22; 403 e n. 24; 404 e n. 25; 406-407 e n. 33; 411 e n. 43; 428-429 e n. 79; 451; 535 n. 14; IV 73 e n. l; 104 n. 15; 325 n. 41; 326 n. 45; 351 n. 50; 352 n. 56; 355 n. 2; 356 n. 9; 421 n. 21; 426 n. 29; 431 e n. 5; 628 n. 5; 640 n. 5; 641 n. 7; 648 n. 16.

l

40; 41; 386; 432; 436; 489; Il 365; 111 XVIII; xx; 8; 11; 13; 15; 16; 18; 53; 54; 78; 104; 108; 114; 115; 116; 117; 118; 134; 135; 141; 149; 155; 193 n. 25; 210; 268 n. l; 269; 273; 301459; 465; 483; 487; 497; 498; 501; 502; 503; 504; 505; 509; 511; 512; 516; 517; 518; 523; 524; 525; 527; 533; 535; 538; 539; 541; 542; 555; 556; 557; 560; 561; 563; 567; 568; 569; IV XVII; 8; 10 e n. 13; 11; 24; 27; 28; 29; 34; 60; 65; 66; 68; 73; 71-148; 151; 153; 154; 170; 173; 195 n. 9; 208; 209; 216; 226; 228; 251; STOICI (e STOICISMO):

XVIII;

SuDA: l 14 n. 2; 407 n. 13; 111 94 n. l; IV 320 n. 27; 321 n. 30; 325 n. 41; 471 n. l; 601 n. 4; 603 n. 10. SVETONIO:

IV 383 n. 45.

T TACITO:

IV 98 n. l; 218 n. l; 320 n.

26. TALETE: l 25; 32; 33; 48; 49; 53-58; 59 e n. l; 61; 62; 66; 71; 92; 152; 188· 201· 208· 209· 210· 212· 213· 220; 459;, 46o;' 463; '474; 'u 4cM; 617.

ni

TANTALO:

111 296.

TAURO: cfr. CALVISIO. TAZIANO:

111 383 e n. 84.

TEETETO: Il 141; 142; 143; 204; 111 310; 311; 366; 367; 368. TELETE:

111 43 n. 55; 49 e n. 77.

TEMISONE (re di Cipro):

49.

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111 41 n.

604

INDICE DEI NOMI (T)

IV 190.

TEMISONE DI LAODICEA:

TESSALO DI TRALLE:

l 427 n. 3; 111 139 e n. 23; 356 e n. 14; IV 26 n. 43.

TEMisno:

TETI:

l 56.

THOTH (THEUTH):

IV 145

TEMISTOCLE SToico:

n.

IV 429

e n.

l.

2.

IV 183

TIBERIO:

n.

3; 320

n.

26.

111 9.

TEOCRITO:

TIMAGORA DI GELA: TEODA:

IV 190.

IV 182; 184

n.

TIMEO: TEODORETO:

l 397

IV 461 e nn. 1,2.

TrMEO, pseudo:

IV 622; 654-

TEODORO DI AsiNE:

656; 671.

Il 8

l.

n.

l 407 n. 13; 111 48 n. 74; 56; 60-62; 63; 507.

TEODORO L-ATEo:

TEODORO,

Il 44.

28; 399 n. 36;

n.

TEODORO DI CIRENE:

111 78.

7; 192.

personaggio

del

IV 373.

TIMONE: l 425 e n. 28; 427 e n. 2; 484; 111 18; 19; 463; 465 n. l; 474 e n. 22; 475 e n. 30; 478; 480 e n. 44; 481 e n. 45; 482 e n. 47; 483 e nn. 48,49; 484; 493; 494 e n. 78; 494-498; 499; 500; 506 e nn. 20,21; 524; 525; 560; IV 8 n. 6; 183 n. 3; 194.

Teeteto:

l 177; 178; 474; 475.

TIRANNIONE:

111 154; IV 16; 17;

18; 19; 21 e n. 21. TEODOTO:

IV 146

n.

2; 663. TrTANI:

TEOFRASTO:

l 450; 453; 455.

l 56; 59 n. 2; 67 e n. 2;

72; 130 e nn. 22; 158 n. 8; 189 n. 10; 298 e n. 7; Il 105 n. 6; 170 n. 22; 380 n. l; 381 n. l; 382 n. l; 385 n. 4; 111 xx; 28; 78; 111 n. 8; 123; 126; 127; 128; 129-143; 144 e n. l; 145; 148 e n. l; 149; 150 e n. 9; 153; 154; 216; 499 n. l; IV 10; 13; 14; 15; 16 n. 7; 17; 18; 19; 20; 28; 34; 38 n. 25; 323 n. 35.

Tno: Trzro:

IV 98

324

e n.

IV 31; 35

37; 326; 337

TEONE DI TnoREA: TEOSEBIO:

n.

13; 356

16; n. 7.

l.

111 296.

ToLOMEI:

l 13; 111 11.

ToLOMEO I (figlio di Lago):

111 57

n.

4; 60 n. 17; 64. ToLOMEO n:

TEONE DI SMIRNE:

n.

111 148; IV 254:

n. e

IV 162.

IV 693.

IV 194.

ToLOMEO DI CrRENE: ToLOMEO CLAUDIO:

IV 32

ToLOMEO, FrLADELFO:

n.

9.

cfr. Tolomeo

II.

TERAPEUTI:

IV 259. ToLOMEO PERIPATETICO:

TERTULLIANO:

328 n. 51; 429.

IV 146 n. 2.

·111 386 n. 100; IV TRAIANO:

IV 56; 221

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n.

9; 225.

605

INDICE DEI NOMI (T, U, V, Z)

TRASEA PETo: TRASILLO:

Il 9 n. l; IV 320

TRASIMACO: TRIFONE:

l 275

e

n. 26.

n. 7; Il 295.

e

111 20. IV 152.

TuBERONE, Lucio:

ZALEuco,

pseudo: IV 373 n. 18.

ZENONE DI CIZio: 111 xvm; 16; 17; 41 n. 49; 53; 70 n. 12; 78; 135; 155; 268 n. l; 305 sgg.; 306; 307; 308; 309; 311; 312; 313; 314; 315; 316 e n. 24; 317 nn. 25,25; 320; 321; 322; 323 e n. l; 325; 327; 329; 330; 338; 356; 357; 363; 371; 373; 374; 381; 383; 384; 386; 389; 401; 402; 406; 411; 414; 415; 418; 424; 425; 426; 427; 430; 436; 465; 474; 487; 497; 502; 524; 563; 564; 567; IV 79; 127; 476.

IV 481 n. 5.

TRITTOLEMO:

z

IV 74 n. 6; 218 n. l.

u ULISSE:

l 207; IV 224.

l XIX; 125; 132141; 142 e n. l; 144; 153 n. 4; 171

URANO:

l 47; 48; IV 627.

n. l; 172; 419; 420 n. 7; 425; Il 135; 137; 370; 411; 111 67; 70.

ZENONE DI ELEA:

ZENONE DI SmoNE:

111 270; 276;

277; 544.

v

ZENONE DI T ARSO:

VALENTINO e V ALENTINIANESIMO:

IV

485; 489. VARRONE REAnNo:

111 356 n. 28;

383 e n. 87; 543 n. l; IV 337 e·~17. VATINIO, Pusuo: VESPASIANO

IV 383 n. 44.

(imperatore): IV 98 n.

l; 218 n. l. VITTORINO, MARIO: VoLEso:

IV 130.

111 305 n. l.

ZEUS: l 24; 48; 79; 118; 152; 445; 452; 453; 489; Il 232; 233; 342; 111 3; 17; 18; 28; 46; 112; 264; 303; 367; 378; 403; 408; 420; 429; 451; 570; IV 76; 82; 103; 104; 120; 124; 138; 225; 226; 237; 407; 409. ZEUSIPPO DI CNOSSO: ZEUSSI GoNIOPO:

IV 182; 183

3; 193.

IV 620; 695.

ZOPIRO:

l 428.

ZoRoAsTRo:

111 96.

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IV 182. e

n.

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Stampato dalla Tipolitografia Queriniana - Brescia Gennaio 1989

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ILLUSTRAZIONE DEI PARTICOLARI DELLA «SCUOLA DI ATENE» DI RAFFAELLO RIPRODOTTI NELLA SOPRACOPERTA Poiché questo volume conclude la nostra Storia della filosofia antica presentando gli apparati lessicali e bibliografici, abbiamo voluto scegliere, per la sopracoperta, il particolare di des,tra della «Scuola di Atene» di Raffaello che rappresenta un allievo che scrive accanto al maestro e che esprime bene, con una immagine quasi emblematica, appunto il senso biblio-grafico di questo quinto volume. In basso, si vede la parte superiore dello splendido gruppo dei matematici, con la figura di Euclide (o di Archimede) con i discepoli che seguono con attenzione e concentrazione la dimostrazione di un teorema. La prima sfera al di sopra della schiena del geometra è il globo raffigurante il cielo nelle mani di Zoroastro. Quella più in basso è la sfera che rappresenta la terra nelle mani di T olomeo. (Si veda la sopracoperta del volume quarto con le relative illustrazioni). Molto difficile da interpretare è la figura del nobile vecchio in alto a destra, che, per lo più, viene trascurata. Naturalmente, avremmo potuto concentrare la nostra attenzione solo sull'immagine con l'allusione biblio-grafica, che, inquadrata in primo piano, sarebbe risultata anche meglio evidenziata nella sua bellezza. Ma abbiamo voluto richiamare l'attenzione sulla figura del nobile vecchio, per proporre una interpretazione che ci sembra assai verosimile, o quantomeno molto allettante. In tutto l'affresco solamente tre personaggi sono rappresentati isolati: Eraclito, Diogene il Cinico e questo vecchio. Orbene, è ben noto come, effettivamente, Eraclito si sia scostato da tutti i suoi concittadini per ragioni di carattere e di dottrina. Diogene, dal canto suo, sia per la sua vita che per

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il suo messaggio filosofico, si pone analogamente, sia pure su un piano diverso, come separato dagli altri. E il vecchio solitario? A noi pare che nella sua nobile e severa solitudine rappresenti Plotino o un Neoplatonico. Si noti che un Neoplatonico, nella grande raffigurazione del messaggio del pensiero antico fatta da un uomo del Rinascimento, ossia da un uomo di un'età che dava al Neoplatonismo assai grande importanza, non poteva mancare. Il vertice della vita perfetta era, per Plotino, una «separazione dalle restanti cose di quaggiù, vita cui non aggrada più cosa terrena, fuga da solo a Solo». E Proclo, dal canto suo, scriveva: «Mettiamoci dunque nella solitudine, da tutto remota, e giungiamo vicino alla Causa universale». E a Plotino e al Neoplatonismo nella nostra interpretazione del pensiero antico abbiamo dato assai grande importanza. - La fotografia a colori è stata eseguita appositamente per quest'opera dai Musei Vaticani, mediante le più moderne tecniche. - La fotografia del particolare del «Cartone per la Scuola di Atene» (conservato nella sua interezza e in maniera pressoché perfetta nella Pinacoteca della Biblioteca Ambrosiana di Milano), che evidenzia l'immagine di carattere biblio-grafico, è stata eseguita dai tecnici della Casa editrice Siivana Editoriale d'Arte, che ha fornito a Vita e Pensiero i materiali occorrenti per questa riproduzione. Eccellenti fotografie del Cartone nella sua completezza e in tutti i suoi particolari si possono trovare nello splendido volume: K. Oberhuber - L. Vitali, Raffaello, Il Cartone per la Scuola di Atene («Fontes Ambrosiani in lucem editi cura et studio Bibliothecae Ambrosianae», XLVII, Silvana Editoriale -d'Arte, Milano 1972.

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