39 0 23MB
18-06-2014
11:56
Pagina 1
N°
128 M ENSILE
AGOSTO 2014 ITALIA € 7,50
Greece €12,00 Portugal (Cont.) €11,95 Spain €12,30
I SSN 1721- 1395
01 COPERTINA:01 COPERTINA SA 102
02 sten:Layout 1
27-06-2014
10:05
Pagina 1
03 Indice SA:03 Indice SA 102
18-06-2014
12:03
Pagina 1
N°128 RIVISTA MENSILE - ANNO XII
AGOSTO 2014
INdice 6
T-72B 1/35 di Fabrizio Pincelli “Ardenne 1944” 1/35 di Costantino Sanna
22
Panzer II Ausf. J 1/35 di J. Jorge Porto Del Corral PT76 1/35 di Gunnar Bäumer
38 52 65
14
BT 7 - La paura 1/35 di Ivan Cocker STORIA Colorazioni veicoli militari tedeschi II GM di Daniele Guglielmi Puma 6x6 ISAF 1/35 di Mirko De Vincenzi PHOTOFILE Veicolo Blindato Leggero Puma di Daniele Guglielmi Dizionario dei mezzi militari di Daniele Guglielmi e Mario Pieri
28 44 58
HME_210x297_210x297.qxd 08/04/14 16:25 Pagina 1
ª 8 3 ZIONE EDI
PER TUTTI I TRE GIORNI DI FIERA BUS NAVETTA GRATUITO DALLA STAZIONE DI LAMBRATE MM2 (Piazza Monte Titano) AL PARCO ESPOSIZIONI NOVEGRO E RITORNO
SLOTLANDIA IL MONDO DELLE PISTE ELETTRICHE
26 - 27 - 28 SETTEMBRE 2014 ORARIO 9.30 / 19.00
PARCO MILANO/LINATE ESPOSIZIONI NOVEGRO AEROPORTO✈ www.parcoesposizioninovegro.it - [email protected]
05 editoriale:05 editoriale SA102
26-06-2014
14:16
Pagina 1
t voilà… sono tornato all’opera, stavolta spero definitivamente, dopo alcun mesi di assenza dalle pagine della rivista. Lasciatemi fare prima di tutto un doveroso ringraziamento a chi si è preso il disturbo di interessarsi al mio stato di salute e un sentito grazie a chi mi ha sostituito nel compito di tediarvi con gli editoriali. E adesso veniamo a noi! Sono stato lontano obtorto collo dalle manifestazioni modellistiche di inizio anno e mi sono perso (mannaggia) anche il Mondiale di Stresa e me ne dispiaccio molto, soprattutto perché, come ho ripetutamente detto, ritengo che l’andare per mostre e concorsi, non necessariamente come concorrenti, sia il sale del nostro hobby, anche solo per tenere allacciati i rapporti interpersonali che molto spesso sono limitati a pochi contatti su FaceBook. Ma sono riuscito ugualmente a tenermi informato sia sull’esito dei concorsi medesimi sia sulle novità in uscita. E mi sembra che il prossimo futuro non sarà parco di novità per gli appassionati di ruote e cingoli. Probabilmente quello che viene prospettato in uscita non sarà tutto di qualità assoluta, ci saranno come di consueto riedizioni e aggiornamenti di modelli già usciti sul mercato, ma anche golose nuove uscite come i modelli di carri utilizzati durante il primo conflitto mondiale. Se ce lo potevamo aspettare da qualche nuovo produttore (vedi Takom con i Mark IV Male e Female o Meng con un nuovo Renault FT17), l’annunciata uscita da parte di Tamiya di un fantasmagorico Mark IV segna la realizzazione per la prima volta, se non andiamo errati, da parte del produttore giapponese di un modello di carro antecedente al secondo conflitto mondiale. Se la realizzazione di questi modelli rientra a mio modesto parere anche nell’ottica di sfruttare commercialmente un importante anniversario storico come il Centenario della Prima Guerra Mondiale, la preannunciata uscita sul mercato di modelli di carri mai esistiti, i cosiddetti “paper panzer” mi lascia interdetto. Così come mi lascia interdetto il vedere sulle pagine di alcune riviste modelli di carri che spesso non sono arrivati neanche allo stadio di prototipo, con l'aggravante di riportare pure pesanti danni da combattimento. Se la tendenza dovesse diffondersi sarà meglio preventivare per i prossimi concorsi anche la categoria “Mezzi Militari Fantasy” nella quale collocare questi nuovi “X-Files”. Sbaglio? Sarà che sono un vecchio brontolone che non capisce le nuove mode. Quando leggerete queste righe, molti di voi staranno già preparando le valigie, oppure saranno già sotto l’ombrellone o in qualche rifugio di montagna. Come tutti gli anni quindi, a voi tutti da parte della redazione gli auguri di Buone Vacanze. Vi lascia intanto al numero di Steel Art che avete fra le mani e nel quale troverete il T-72B 1/35 di Fabrizio Pincelli, “Ardenne 1944” 1/35 di Costantino Sanna, il Pz.Kpfw. II Ausf. J 1/35 di J. Jorge Porto Del Corral, il PT76 in 1/35 di Gunnar Bäumer, “La paura” in 1/35 di Ivan Cocker, un interessante articolo sulla colorazione dei veicoli militari tedeschi degli anni Trenta e Quaranta a opera di Daniele Guglielmi e Mario Pieri, il Puma 6x6 ISAF in 1/35 di Mirko De Vincenzi completo di articolo realizzato dall’instancabile Guglielmi. Non mancheranno il Dizionario dei mezzi militari di Mario Pieri e Daniele Guglielmi. Buona Lettura, noi ci sentiamo al ritorno dalle ferie. Marcello “The Legend” Marchetti
E
SteelArt Direttore Responsabile Thomas Abbondi Editore Auriga Publishing International S.r.l. Via Bressanone 17/1 16154 Genova www.aurigapublishing.it Capo redattore Thomas Abbondi (T.A.) Direttore editoriale Alessandro Bruschi Servizi fotografici Alessandro Bruschi Grafica Cristina Bonanno Consulenti e Collaboratori Ivan Cocker, Mirko De Vincenzi, Daniele Guglielmi, Marcello Marchetti, Silvia Picucci, Mario Pieri, Fabrizio Pincelli, J. Jorge Porto Del Corral, Costantino Sanna
Sped in A.P. 45% comma 20/B art 2 legge 662/96 Filiale di Genova. Tutti i diritti sono riservati. Nessuna parte dei testi e delle illustrazioni può essere riprodotta senza l'autorizzazione scritta dell'Editore.
Stampa
© 2014 Auriga Publishing International S.r.l.
Distributore per ‘Italia e per l’estero: SO.DI.P. SpA, Via Bettola 18, 20092 Cinisello Balsamo(MI) Tel +3902/66030400, FAX +3902/66030269 e-mail: [email protected]
www.siesnet.it Corrispondenza e Pubblicità Auriga Publishing International S.r.l. Via Bressanone 17/1 16154 Genova - Fax 010 6001907 E-mail: [email protected]
Abbonamenti e arretrati Abbonamento annuale per l’Italia a 12 numeri € 70,00 Abbonamento annuale Europa € 115,00 Overseas yearly subscription € 125,00 Copie arretrate/Back issues € 10,00 + spedizione/postage: + 3 € Italia corriere espresso + 6 € Europe surface mail + 10 € Overseas surface mail Copie arretrate per abbonati Italia € 9,00 + 3 € di spedizione con corriere (previa conferma disponibilità) Pagamento: C/CP 27524131 intestato a: Auriga Publishing International S.r.l. Specificando sulla causale il nome della rivista, i numeri richiesti, l’indirizzo del richiedente e recapito telefonico. Informazioni: E-mail: [email protected]
Valido listino prezzi n° 1 Garanzia di riservatezza L’Editore garantisce la massima riservatezza dei dati personali in suo possesso. Questi saranno utilizzati esclusivamente per la gestione degli abbonamenti e per l’eventuale invio di informazioni commerciali inerenti alle proprie iniziative Art. 13 legge n° 675/96. E’ possibile richiedere in ogni momento la cancellazione dei dati scrivendo a: Auriga Publishing International S.r.l. - Via Bressanone 17/1 - 16154 Genova. La redazione si riserva il diritto di adattare e riassumere i testi per esigenze di stampa ed obiettività. I manoscritti e le fotografie anche se non pubblicati non verranno restituiti. La redazione declina ogni responsabilità per i danni derivanti dall’incorretta applicazione delle tecniche descritte nella pubblicazione.
Created in Italy
06 a 13 T72:06 a 13 matilda
18-06-2014
14:23
Pagina 6
TRUMPETER 1/35 di Fabrizio Pincelli
Continua la costruzione di carri sovietici/russi del dopoguerra con questo bellissimo T-72B della Trumpeter: linea bassa e affusolata, corazze aggiuntive che gli donano un senso di maestosità e pericolosità. Dopo aver visto questa novità della Trumpeter mi sono affrettato ad acquistarlo e costruirlo è stato un vero piacere.
I
l kit è davvero ben fatto. Con questo nuovo modello la Trumpeter ha fatto un gran passo avanti. Gli incastri sono perfetti e tutto si monta senza troppi problemi; solo in qualche pezzo si notano bave di giunzione delle matrici, abbastanza evidenti. In questa nuova linea di prodotti (T-90 e T-80) la
6
128/14
Trumpeter sembra aver copiato la Dragon. Tanti, tanti pezzi da staccare, pulire e incollare che potrebbe far storcere il naso ai neofiti ma che spalancano le porte a quelli che amano il superdettaglio, consentendo di modificare il modello senza troppi interventi. Un super lavoro sono i perni di fissaggio
delle fodere antiradiazioni sul tetto della torretta: 93 micro dischetti fotoincisi da staccare, pulire e incollare; occorre tanta pazienza, ma alla fine il risultato è super. Per questo kit ho deciso di affiancare solo la bellissima, dettagliatissima canna della RB Model, poiché il kit è fornito di ottime fotoincisioni e cingoli
maglia maglia di buona fattura, assenti da segni degli estrattori e facilmente lavorabili. Al kit ho aggiunto dei tronchi nella parte posteriore e un telo legato al contenitore destro della torretta.
Fango Il progetto prevede la parte superiore dello scafo rico-
06 a 13 T72:06 a 13 matilda
18-06-2014
perta da uno strato di fango secco e quella inferiore, compreso il treno di rotolamento, completamente ricoperta di fango umido misto a erba. Per simulare la corposità del fango ci sono tanti metodi e ho preferito quello di aggiungere
14:23
Pagina 7
alla colla vinilica diluita con acqua della sabbia e dello stucco da muro. Questo crea la rugosità tipica del fango umido, cui aggiungo dopo la completa asciugatura una mistura di colla vinilica, sabbia ed erba. Il tocco finale è quello di verniciare il tutto con u n a
tonalità fango scuro e umido che dona un tocco di realismo.
Filtri Questa tecnica consente di variare le tonalità di un colore base unico, il quale sarebbe troppo uniforme e
piatto. In questo lavoro ho preferito usare i colori acrilici per la loro velocità di essiccazione. Unico neo, bisogna essere sicuri della diluizione, perché la rimozione dopo l’applicazione è quasi impossibile. Questo carro ha numerose superfici (imbottiture antiradiazioni, blocchetti ERA, portelli e via di seguito) su cui agire e dare spazio alla nostra fantasia. Non bisogna preoccuparsi se all’inizio le tonalità risultano troppo differenti perché dopo l’invecchiamento tutto si fonderà e donerà al nostro modello quella vivacità altrimenti impossibile da realizzare con altri metodi.
Conclusione All’inizio ero spaventato all’idea di costruire questo modello, visto la sua complessità e la mia poca conoscenza del carro, ma alla fine il risultato mi ha soddisfatto e sono riuscito a contenere la mia propensione a sporcare tanto i miei modelli, lasciando intravedere il lavoro svolto in precedenza sul colore base della mimetica. Con pochi passaggi si riesce a ottenere un risultato efficace alla portata di tutti. Se volete visitare il mio blog questo è l’indirizzo: fabriziopincellimodeller.blogspot.com Oppure, questa è la mia pagina facebook: Fabrizio Pincelli Modeller.
128/14
7
06 a 13 T72:06 a 13 matilda
18-06-2014
14:24
Pagina 8
Per simulare il fango, mescolo della colla vinilica con sabbia fine, stucco per muro e acqua, depositando il miscuglio nelle parti basse dello scafo e dietro le ruote. Damp Earth della AK per simulare la tonalità del fango umido. Stessa miscela usata in precedenza tranne che per lo stucco, che viene sostituito dall’erbetta sintetica, e la deposito sulle ruote e sui cingoli. Ancora Damp Earth per simulare il fango umido.
8
128/14
06 a 13 T72:06 a 13 matilda
18-06-2014
14:24
Pagina 9
Il modello è pronto per la verniciatura, completo di tutti gli accessori. Dopo un’accurata pulizia con alcool steso ad aerografo, stendo una mano di trasparente opaco per uniformare le superfici tra i vari materiali.
Dopo aver protetto il treno di rotolamento, stendo la vernice base, composta da XF-67 Nato Green e X22 Clear.
128/14
9
06 a 13 T72:06 a 13 matilda
18-06-2014
14:24
Pagina 10
Eseguo una leggera modulazione aiutandomi con del cartoncino per le mascherature aggiungendo al colore base XF-24; Clear Yellow e X-2 White, insistendo soprattutto sulle parti alte e sporgenti del modello. Dopo aver applicato anche il trasparente opaco il carro è pronto per i filtri.
Usando varie tonalità di verde del range Italeri forzo mediante l’uso del pellenno le luci di questa mimetica monotono. Stessa procedura per la torretta. Il risultato finale è gratificante agli occhi. Stendo ancora il trasparente opaco per proteggere il lavoro svolto fino ad ora per poi procedere con l’invecchiamento. Lavaggio selettivo con colore a olio Terra di Cassel diluito con white spirit. Con il colore ad olio Buff diluito comincio ad applicare un leggero strato di polvere, che mi consente anche di variare la tonalità base del modello.
10
128/14
06 a 13 T72:06 a 13 matilda
18-06-2014
14:24
Pagina 11
Uso Rainmarks Nato Tanks e Damp Earth AK per simulare il fango secco nelle parti basse del carro. Stessa miscela ma diluita per simulare la polvere sulle protezione laterali in gomma, applicata con un pennello. Con la tecnica dello stecchino simulo gli schizzi di fango secco sulla zona trattata in precedenza. Damp Earth e Frash Mud AK per simulare rigagnoli di fango umido nella zona anteriore. Tecnica dello stecchino per gli schizzi di fango umido nella parte posteriore. Un mix di Oil and Grease e Engine Oil AK diluiti con white spirit per simulare le macchie di sporco generale sul modello. Stessa miscela per creare le macchie di olio e carburante sulle zone interessate. Stesso prodotto ma meno diluito per simulare le macchie più scure. È importante stare dentro le precedenti macchie più chiare per simulare l’espansione della macchia d’olio.
Creo una mistura di colla vinilica, acqua, sabbia, erbetta sintetica e acrilici Italeri per simulare i residui di fango ed erba nei recessi del carro. Una volta pronta la applico spruzzandolo con un pennello e uno stuzzicadenti per sistemarla al meglio.
128/14
11
06 a 13 T72:06 a 13 matilda
18-06-2014
14:24
Pagina 12
Procedo con il simulare le scrostature sulle griglie posteriori, usando i colori acrilici Italeri per un verde chiaro usando la tecnica della spugnetta. Per le scrostature profonde è stato usato del colore a olio Terra di Cassel. Dopo che il “fango” si è asciugato, procedo con applicare il colore Nato Tanks per il riscreare le tonalità di fango secco. alle estremità della macchie. Il Damp Earth AK è stato usato invece per ricreare il fango umido al centro delle chiazze.
12
128/14
06 a 13 T72:06 a 13 matilda
18-06-2014
14:24
Pagina 13
128/14
13
14 a 21 sanna:06 a 13 matilda
18-06-2014
14:44
Pagina 14
L’idea di partenza era quella di realizzare un angolo di Ardenne durante l’offensiva tedesca nell’inverno 1944. 16 Dicembre 1944 – 28 Gennaio 1945
1/35 di Costantino Sanna
14
128/14
14 a 21 sanna:06 a 13 matilda
18-06-2014
14:44
Pagina 15
“
Wacht am Rhein” (guardia al Reno) era il nome in codice dato a questa operazione dai tedeschi. Hitler sperava in un successo strategico che avrebbe portato a suo favore le sorti della guerra utilizzando le truppe migliori ancora disponibili. Il territorio scelto per l’offensiva era montagnoso e coperto da foreste, Hitler sperava sull’effetto sorpresa anche perché la zona era poco adatta per un attacco corazzato. Le truppe tedesche nella prima settimana registrarono alcune significative vittorie e sfondarono in profondità togliendo ai comandi e alle truppe alleate quella sensazione di sicurezza e superiorità, facendo temere un sfacelo strategico. La battaglia durò circa un mese e alla fine vinsero gli alleati, con forti perdite da ambo le parti. Gli angloamericani dovettero revisionare tutti gli schieramenti e i piani di attacco rallentando così l’offensiva al cuore della Germania, mentre i tedeschi indebolirono le riserve di uomini e mezzi favorendo così l’offensiva dell’Armata Rossa a est iniziata il 12 gennaio 1945.
Costruzione Il kit Tamiya della Schwimmwagen ha già qualche anno ma rimane sempre un ottimo modello; per migliorarlo ulteriormente ho usato un set fotoinciso della Voyager e le ruote in resina della Def. Quando si usano set di 128/14
15
14 a 21 sanna:06 a 13 matilda
14:44
Pagina 16
A
B
C
D
E
F
G
H
I
16
18-06-2014
128/14
miglioria ricchi di dettagli come quello Voyager bisogna armarsi di pazienza e di un saldatore elettrico; infatti, le saldature a stagno dei vari pezzi risultano molto più resistenti alle varie manipolazioni. Prima di saldare i pezzi consiglio di cartavetrare leggermente le superfici di
contatto e di usare della pasta salda per favorire lo scorrimento dello stagno. Particolare attenzione va posta durante l’assemblaggio della capote e dei suoi vari leveraggi, cui vanno aggiunti vari rivetti riprodotti con un Punch & Die; la capote vera e propria l’ho realizzata con dello stucco
14 a 21 sanna:06 a 13 matilda
18-06-2014
bicomponente della Tamiya. Anche il kit della moto della DKW 350 è della nipponica Tamiya; non nascondo che sono particolarmente affezionato a questa azienda, ho iniziato a modellare con i suoi kit e da allora li trovo i più semplici e con le istruzioni più comprensibili in commercio, mantenendo sempre un buon standard di qualità. Per questo piccolo soggetto ho addirittura usato due set fotoincisi, uno della Aber e uno della nostrana Royal Model. Per i vari cablaggi da aggiungere è bene avere sott'occhio delle foto del mezzo vero, quindi è consigliabile prima di mettersi alla postazione di lavoro di procurarsi tutta la documentazione possibile. Fili elettrici in rame di varie sezioni mi sono serviti a questo scopo. Plasticard in rod e in fogli serviranno per aggiungere i vari componenti del motore non presenti nel kit. Il realismo maggiore nel kit di motociclette è dato dalla finezza dei raggi; nei kit di partenza per ragioni di stampaggio sono sempre sovradimensionati, quindi li sostituisco tutte le volte e in questo caso ho usato quelli della Royal Model.
Colorazione Schwimmwagen Dopo aver lavato il modello con acqua tiepida e sapone per piatti allo scopo di eliminare le eventuali tracce di unto a causa delle varie manipolazioni, ho steso ad aerografo una mano di primer della Vallejo. (foto a) A colore asciutto sempre ad aerografo ho dato un mano di Dark Yellow
14:44
Pagina 17
Vallejo. (foto b) Dopo aver schiarito il colore base con del bianco e il light brown ho illuminato le zone del modello soggette alla luce zenitale; questo passaggio va ripetuto più volte fino a quando non siamo soddisfatti del risultato raggiunto. (foto c, d) Dopo aver caricato l’aerografo con un mix di colori Vallejo e abbassato la pressione del compressore ho steso la mimetica. (foto e) Con vari colori a olio ho
effettuato i filtri. (foto f) Con il terra di Cassel a olio ho eseguito un primo leggero lavaggio. (foto g) Dopo aver colorato a pennello utilizzando sempre colori Vallejo i vari particolari ho spruzzato sulla parte inferiore del modello un mix di stucco e colori a smalto, prima più chiaro per simulare il fango secco (foto h), poi più scuro per simulare il fango ancora umido (foto i). Anche le ruote hanno rice-
vuto lo stesso trattamento.
Colorazione DKW 350 Anche per la moto ho usato gli stessi trattamenti di colorazione e invecchiamento, naturalmente cambiando il colore di base che in questo caso era un grigio scuro.
Ambientazione La mia idea era quella di realizzare un piccolo scor128/14
17
14 a 21 sanna:06 a 13 matilda
18
128/14
18-06-2014
14:44
Pagina 18
14 a 21 sanna:06 a 13 matilda
18-06-2014
cio di Ardenne, nel dicembre del 1944 il fango e il freddo erano presenti in quell’angolo di Belgio. Per la struttura della basetta ho usato una cornice in legno e della balsa. La struttura di base è in polistirolo ad alta densità. Il fango e il terreno li ho realizzati con la pietra pomice in pasta della Vallejo mischiata a terre di colorificio, per la parte umida del terreno a base asciutta ho colorato il fango con il prodotto AK 016 Fresh Mud. La vegetazione non è altro che origano tritato e poseidonia. L’albero è autocostruito, per il tronco sono partito da uno stecchino per spiedini ricoperto di Das e poi testurizzato con la lama di un cutter. Dopo, con un minitrapano ho realizzato dei fori sui quali ho successivamente
14:44
Pagina 19
incollato i rami, che non sono altro che piccole porzioni di asparagina da fioraio. Lo steccato e il palo delle indicazioni sono autocostruiti. Il figurino che guida è della Evolution Miniatures, quello che indica la strada da seguire è della Stalingrad, ambedue sono stati dipinti ad acrilico con colori Vallejo.
Bibliografia e webgrafia Wydawnictwo Militaria 76 VW Kubelwagen Schwimmwagen Schiffer Publishing - VW at War: Kubelwagen, Schwimmwagen: Book 2 Wings & Wheels Publications WWP Special Museum Line No. 19: Schwimmwagen in detail http://www.zimmerit.com 128/14
19
14 a 21 sanna:06 a 13 matilda
20
128/14
18-06-2014
14:44
Pagina 20
14 a 21 sanna:06 a 13 matilda
18-06-2014
14:44
Pagina 21
128/14
21
22 a 27 panzer II:06 a 13 matilda
ALAN 1/35 di J. Jorge Porto Del Corral
22
128/14
18-06-2014
14:48
Pagina 22
22 a 27 panzer II:06 a 13 matilda
18-06-2014
14:48
Pagina 23
Sviluppato con la sigla VK-1601, il Pz.Kpfw. II Ausf. J disponeva di un cannone da 20 mm KwK 38 e una mitragliatrice MG34 da 7,92 mm in torretta. Relativamente corazzato per poter supportare la fanteria, era dotato di un motore Maybach da 150 cv per muovere le sue 18 tonnellate. Solo 22 dei 30 pianificati furono realizzati tra aprile e dicembre 1942. Il prototipo VK-16901 fu assegnato alla 12. PanzerDivision che stava combattendo in Russia.
Nonostante i suoi anni, il modello Alan non è complicato e non presenta difficoltà di montaggio. Ho usato il set di fotoincisioni Eduard per dettagliare e poter rappresentare certe parti danneggiate.
Le maniglie di plastica si sostituiscono con parti in filo metallico. Le saldature si rifanno con sprue stirato ammorbidito con colla Tamiya e testurizzato con la punta di un cutter. La base dell'antenna è stata riposizionata perché le istruzioni sono sbagliate. Alcune delle parti originali sono state sostituite o dettagliate.
128/14
23
22 a 27 panzer II:06 a 13 matilda
18-06-2014
14:48
Pagina 24
Sulla torretta le saldature più fini sono state ottenute semplicemente ammorbidendo gli spigoli con la colla Tamiya e testurizzando direttamente la plastica con il cutter. Ho aggiunto un rinforzo triangolare sul retro e rifatto le maniglie dei portelli. Ho sostituito il cannone da 20 mm e la MG34 con elementi Aber.
Come al solito do il Metal Primer ad aerografo sulle parti metalliche per evitare sorprese, poi applico delle velature di Primer Mr Hobby mescolato 30-70 con il diluente specifico.
Applico una base Tamiya XF-60 corretta con una punta di bianco e di giallo. Per dare luce al centro dei pannelli aggiungo più bianco e più giallo.
Per il bruno uso una miscela di XF-64, XF-7 e XF-3, per il verde XF-67 con una punta di XF-3. Applico velature sottili evitando coperture massicce.
24
128/14
22 a 27 panzer II:06 a 13 matilda
18-06-2014
14:48
Pagina 25
Un punto debole del modello è rappresentato dalle decal, molto spesse e di scarsa qualità. Ho sfruttato i trasferibili Archer che invece sono ottimi su base lucida. Una volta applicata un'ulteriore mano di trasparente lucido Tamiya si può proseguire con ulteriori trattamenti.
È stato applicato un lavaggio selettivo a tutti gli elementi in rilievo del modello con una miscela di Brown Wash e Dark Wash. Si tratta di un procedimento molto delicato, che va eseguito con cura. Se il lavaggio cola dove non deve, bisogna rimuovere l'eccesso con un pennello umido di diluente.
Le scrostature si realizzano con il Vallejo 822 alternando l'uso della spugnetta a quello del pennellino fine. Le zone interessate sono quelle più esposte.
Con il Vallejo 976 schiarito si dipingono alcuni dettagli schiarendo le parti più fini, quelle che non si possono lavorare ad aerografo. Si può anche esagerare entro certi limiti, poiché i passaggi successivi scuriranno parecchio il modello.
Per prima cosa si inumidisce con il diluente Mig la zona su cui si lavora, poi si applicano puntini di diversi colori a olio. Dopo qualche minuto si sfumano creando varietà cromatica. Si insiste con le tonalità chiare in alto e quelle scure in basso. Sulle superfici verticali si creano striature verso il basso.
La polvere si realizza con i pigmenti Mig Europe Dust (PS028), Rubber Dust (PS234), Russian Earth (PS034) e Light Dust (PS027) mescolati in varie proporzioni a seconda delle zone interessate. Come fissativo è stato usato semplicemente il diluente Mig.
22 a 27 panzer II:06 a 13 matilda
18-06-2014
14:48
Pagina 26
L'accumulo di grasso si riproduce con i colori a olio asfalto e bitume mescolati con i pigmenti usati per la polvere. Se occorre si diluisce con il diluente Mig e si sovrappongono diversi strati.
Ho usato i FriulmodeI ATL-64 spruzzando dapprima alcune mani di Gunze Metal Primer per favorire l'aggrappaggio del primer, sempre Gunze.
I cingoli si dipingono con una miscela di 302 e 301 Panzer Aces Vallejo. Si può aggiungere un poco di Brown Orange 981 per variare la tonalità di qualche maglia. Lo stesso procedimento ma aggiungendo 950 Black crea ancora più contrasto. Un lavaggio con 981 Brown Orange accentua l'aspetto ossidato. Con il Mig Black Smoke si accentua la frizione della gomma delle ruote sul metallo dei cingoli.
26
128/14
22 a 27 panzer II:06 a 13 matilda
18-06-2014
14:48
Pagina 27
La polvere dei cingoli deve riprendere fedelmente quella della base perché il modello sia correttamente integrato. Con un poco di carta abrasiva si riporta in luce il metallo dei cingoli nelle zone a contatto col terreno.
128/14
27
28 a 37 PT76:06 a 13 matilda
1/35 di Gunnar Bäumer
28
128/14
18-06-2014
15:13
Pagina 28
28 a 37 PT76:06 a 13 matilda
18-06-2014
15:13
Pagina 29
Il weathering oramai è tutto!
M
entre anni fa le riviste erano colme di complicate conversioni con resine
e autocostruzioni in plasticard, oggigiorno si trova tutto nelle scatole di montaggio e con la loro altissima qualità l'ago si è spostato sul versante della resa artistica, un concetto che François Verlinden aveva introdotto a suo tempo. Da allora le tecniche si sono enormemente evolute, anche se il classico lavaggio, tanto per fare un esempio, ha superato il Millennio venendo tranquillamente adoperato ancora oggi. La base di un buon invecchiamento è la documentazione, grazie all'esame di buone foto è possibile esaminare l'effetto degli agenti atmosferici da riportare sul modello.
Sono stato particolarmente colpito da un carro cinese Type 63-1 impiegato dai nordvietnamiti (NVA) che il 30 aprile 1975 si apriva la strada attraverso Saigon. Il Type 63-1 era un carro anfibio basato sul PT-76 sovietico, con una torretta simile al T-54 e un cannone da 85 mm. Poiché questo carro non è (ancora) disponibile come modello, ho scelto il PT-76 anch'esso usato dall'NVA. Vorrei mostrare come ho riportato sul modello l'impressione tratta dalle foto. Non è necessario rifarsi al 100% allo stesso identico mezzo, l'importante è desumere dalle immagini reali i diversi effetti che l'ambiente ha esercitato sul veicolo. Nel caso specifico, tre elementi sono evidenti: la fiancata sinistra annerita, la parte frontale destra coperta di fango e la torretta relativamente pulita. Un attento esame della foto è
importante per poter pianificare accuratamente la sequenza degli interventi, non è facile infatti correggere gli errori. Evito di scrivere un piano d'azione, piuttosto mi fisso in testa ciò che farò e quando lo farò; certo, prendere appunti non è male, ma oggi come oggi mi trovo bene così. Detto questo non tedierò oltre il lettore e quindi possiamo finalmente andare a vedere come un pezzo di plastica grigia possa trasformarsi in un carro armato nordvietnamita.
Ringraziamenti Un particolare ringraziamento va a Phan Thanh Phuc di Saigon e a Iain Hamilton di New Haven, Buffalo, per l'aiuto nella realizzazione del progetto.
128/14
29
28 a 37 PT76:06 a 13 matilda
18-06-2014
15:13
Pagina 30
Il montaggio da scatola ha comportato modifiche minime. I parafanghi sono stati rimossi e sostituiti da un cordone di saldatura; i cingoli di metallo di Friul rappresentano una notevole miglioria. Dopo un montaggio a secco il modello è stato sgrassato in acqua tiepida e sapone, poi ha ricevuto un fondo di primer Tamiya. Una paglietta metallica fine aiuta a correggere gli eventuali difetti superficiali. Il fondo è una miscela di XF-51 e XF-67 schiarita con un quarto di Buff. Il risultato è troppo chiaro per essere un verde sovietico, poco male dato che i successivi passaggi scuriranno il modello. I rulli si colorano con una miscela di Rubber Black e Wooden Deck Tan. Con una mascheratura si colora l'interno con il verdone sovietico.
30
128/14
28 a 37 PT76:06 a 13 matilda
18-06-2014
15:13
Pagina 31
I Tamiya acrilici diluiti con il Lacquer Thinner assumono una consistenza estremamente fine, ciò è particolarmente importante quando si spruzza il trasparente lucido, che in questo modo non crea spessore e nemmeno bucce d'arancia. Il fondo lucido è importantissimo per favorire l'adesione delle decal.
È importante immergere le decal in acqua tiepida, questo le ammorbidisce ed evita che possano rompersi. I singoli elementi vengono fatti scivolare in posizione con l'aiuto del Mr.Mark Softer Gunze, che ne favorisce l'adesione.
Per uniformare le superfici e favorire i successivi processi di weathering applico diverse velature di trasparente satinato Vallejo diluito con l'Acrylic Thinner AK.
Si applicano diversi filtri, Vibrant Green, Orange, Dark Brown Wash etc. per differenziare le varie superfici. In caso di errore, grazie al fondo satinato, si può asportare tutto con un pennello umido di diluente.
Con il Dark Streaking Grime AK e un pennello sottile si creano delle colature che vengono poi riprese con un pennello piatto umido di diluente.
128/14
31
28 a 37 PT76:06 a 13 matilda
18-06-2014
15:13
Pagina 32
Un po' di drybrush non guasta, un pezzo di cartone assorbirà l'eccesso di medium dai colori a olio.
Con una spugnetta e un pennello si creano le scrostature; per un effetto mirato occorre mascherare. Le scrostature profonde si accentuano con il German Camouflage Black Brown Vallejo.
Alcune superfici sono state ulteriormente schiarite con un filtro per simulare l'effetto del caldo sole vietnamita. Si inizia a realizzare la polvere con un fondo di Worn Effects AK, seguito da una velatura di XF-78 Wooden Deck Tan diluito in acqua. Si rimuove parzialmente con un pennello bagnato.
28 a 37 PT76:06 a 13 matilda
18-06-2014
15:14
Pagina 33
Questa crosta di fango secco si realizza facilmente e costituisce la base per ulteriori effetti creati stavolta con i colori a olio. Il cartone assorbe l'eccesso di medium e favorisce la finitura opaca.
Il Rain Mark si applica sulla torretta e sulle superfici verticali. Appena asciutte le striature vanno subito sfumate con il diluente, se si aspetta troppo non è più possibile lavorarle.
Le superfici orizzontali vengono ulteriormente contrastate con i colori a olio, con tonalità scure si accentuano le ombre e si differenziano i vari pannelli.
Le maglie di scorta si dipingono con una miscela di nero e gunmetal.
La parte bassa riceve un fondo per i pigmenti dei colori caratteristici di questo teatro, la famosa terra rossa del Vietnam.
Le maglie dei cingoli ricevono una velatura di ruggine con l'AK Light Rust Wash. Con il Rust Streaks AK si creano piccole colature con l'aiuto di un pennellino; l'effetto viene sfumato con il White Spirit. Quando si sfuma si decide anche l'intensità dell'effetto. 128/14
33
28 a 37 PT76:06 a 13 matilda
18-06-2014
15:27
Pagina 34
Mescolando AK Africa Dust e Vietnam Earth Pigment Mig si ottiene lo stesso tono del fondo, un poco di gesso contribuisce a dare corpo. La miscela viene prelevata a pennello e schizzata sul modello con il getto dell'aerografo, poi si tira verso il basso con un pennello morbido umido di diluente. Il procedimento si può ripetere più volte.
I cingoli bruniti si proteggono internamente con il nastro, poi si spruzzano velature di Tamiya XF-52 Flat Earth che simulano il tono marrone di questi elementi.
34
128/14
28 a 37 PT76:06 a 13 matilda
18-06-2014
15:14
Pagina 35
Con pigmenti, sabbia, Fixer, terra e gesso si crea un fango denso che asciuga nottetempo, la massa sbriciolata si fissa ai cingoli assieme a molte diverse tonalità di pigmenti adoperando ulteriore fissativo. La parte interna viene tirata con un bastoncino cotonato poiché è qui che si esercita l'azione dei rulli.
La terra sbriciolata si adopera anche per rafforzare l'effetto fango sulle varie superfici del carro. Zone umide o comunque grasse si creano con il pigmento Track Brown, ottimo sia per la parte inferiore dello scafo sia per i rulli del treno di rotolamento.
I cingoli apparivano troppo marroni, sono stati quindi ripresi con un lavaggio AK Brown Blue Wash per correggere il tono.
Le spugnette per il trucco sono ottime per l'applicazione mirata di pigmenti. 128/14
35
28 a 37 PT76:06 a 13 matilda
18-06-2014
15:14
Pagina 36
I cavi di rimorchio si trattano con il nuovo Nature Effects Mig tirato con le dita! Una volta incollati con la ciano, si riprendono determinate zone con toni ruggine. Nelle zone di accumulo dell'acqua si creano ulteriori chiazze rugginose.
Colature di olio e carburante si riproducono con Engine Fuel & Oil soprattutto sulla cofanatura del motore. Si creano chiazze diseguali giocando sulla diluizione.
Zone bagnate si simulano con Wet Effects Mig. Anche in questo caso l'effetto più o meno intenso si corregge con il white spirit.
Le parti in legno degli attrezzi si dipingono con una miscela di ombra bruciata e Siena bruciata a olio.
36
128/14
L'eccesso di olio si rimuove con un pennello appena umido di diluente.
L'evidente colatura nera sul lato sinistro si riproduce con una miscela di pigmenti Black Smoke, Vietnam Earth e Track Brown. Il nero puro avrebbe dato un risultato troppo intenso.
28 a 37 PT76:06 a 13 matilda
18-06-2014
15:14
Pagina 37
Con una matita Silver si riprendono gli spigoli degli attrezzi metallici.
Siamo ai ritocchi finali. Con il Gravel and Sand Fixer si incollano alcune foglioline sulla cofanatura del motore e sulla torretta. La bandiera americana si ricava da una sfoglia di stagno sui cui si incolla un trasferibile Verlinden. Una volta fissata sul carro, si riprendono i bordi con i colori Vallejo e con vari pigmenti per dare l'idea del bruciato.
128/14
37
38 a 43 bt 7:06 a 13 matilda
18-06-2014
15:39
Pagina 38
LA paura BT7 TAMIYA 1/35 di Ivan Cocker
"Diorama" significa tante cose, per molte persone è semplicemente il contorno di un modello, per altri è una vera e propria scenetta. Grazie a Shep Paine i diorami si sono spostati in un'altra dimensione, una forma d'arte nella quale l'osservatore trova una storia, un messaggio, assieme alle capacità modellistiche dell'autore. 38
128/14
38 a 43 bt 7:06 a 13 matilda
18-06-2014
15:38
Pagina 39
I
n un mio recente lavoro ho voluto sperimentare un concetto ancora diverso, più comunicativo e, se possibile, evocatore di emozioni. L'idea deriva dal mio diorama "Reunited", l'impatto diretto è dato dal padre/marito soldato che torna dalla sua famiglia con il carro e l'ambientazione di sfondo. Ero un po' scettico su questo approccio, tuttavia il lavoro è stato ben accolto all'Euromiliatre e sui vari forum, grazie a ciò ho provato ad approfondire il concetto. Stavolta ho provato a sviluppare emozioni diverse da quelle solitamente associate ai soggetti militari. La scenetta sarebbe stata minimalista, per nulla eroica o romantica. Restando sul tema del fronte dell'Est, stavolta ho voluto mostrare qualcosa di raramente presente nel soldato sovietico: la paura! Parallelamente ai nazisti, il regime sovietico sviluppo' una efficace propaganda per alzare il morale durante la Grande Guerra Patriottica. L'agiografia mostra la Gloria, il Sacrificio, l'Eroismo di civili e militari nella difesa della Madrepatria.
Il 22 giugno del 1941 le cose tuttavia stavano in maniera ben diversa. Il Blitzkrieg era appena stato scatenato e la conseguenza fu un enorme tracollo dell'Armata Rossa. Morte e distruzione, lunghe colonne di prigionieri e dovunque equipaggiamenti distrutti. Uno degli eserciti più potenti al mondo in ginocchio e i poveri soldati sovietici nel bel mezzo di questo inferno, terrorizzati e ben lontani dall'immagine che i commissari politici avrebbero voluto mostrare. Ecco cosa avevo in mente, il mondo reale: contadini-soldati durante un bombardamento, da soli, la potente macchina da guerra ridotta in pezzi, confusione, esplosioni, morte.
L'idea Preferisco le scene compatte concentrando l'idea con il contorno minimo indispensabile per non distrarre l'occhio dalla storia principale; come dire, meno è meglio! In virtù della compattezza ho evitato i grandi carri come il KV e il T34/76, macchine davve-
ro rare all'epoca dei fatti e largamente insufficienti per evitare il massacro dei primi giorni dell'operazione Barbarossa. I candidati ideali, disponibili in grandi quantità, erano i piccoli e leggeri T26 e i carri BT. Ho scelto proprio un BT7 piuttosto che un T26 poiché è più lungo e bilancia meglio
la base, molto più prosaicamente ne avevo uno che oramai era il re dello scaffale da anni, in attesa di venire completato. Si trattava precisamente di un BT7 early model 1935 della Eastern Express con tutti i suoi difetti, il peggiore era una torretta early con uno scafo late. Ho dovuto metter mano alla questione e correggere. 128/14
39
38 a 43 bt 7:06 a 13 matilda
18-06-2014
15:38
Pagina 40
LA MODULAZIONE - Questo progetto è ideale da realizzare in modulazione per accentuare la drammaticità. Il carro è stato colorato con gli acrilici Tamiya con le luci e le ombre realizzate in funzione della posizione definitiva sul diorama. Per aiutarmi ho posto il carro sotto a una luce in modo da poter studiare l'effetto. Il verde sovietico 4B0 è il Santo Graal del modellismo, ognuno ha la sua verità in tasca. Evito di aprire un vaso di Pandora con l'esatta tonalità di questo colore, semplicemente adatto la tonalità alla scena visto che, oltre a tutto, un carro operativo può cambiare aspetto anche in maniera drammatica con l'invecchiamento.
40
128/14
38 a 43 bt 7:06 a 13 matilda
18-06-2014
15:38
Pagina 41
IL TERRENO La basetta è semplice, appena sufficiente a contenere il carro rovesciato. Questo viene bilanciato da un palo telegrafico e da un tronco caduto. I figurini saranno collocati in una buca scavata sotto al carro, il terreno ha un aspetto lunare, pieno di crateri, deformato dal bombardamento. La buca è stata definita con il Milliput e dei sassolini per creare la texture, non mancano radici, rami, frammenti vari. Il palo telegrafico è del range RB, un eccellente produttore di accessori.
128/14
41
38 a 43 bt 7:06 a 13 matilda
42
128/14
18-06-2014
15:38
Pagina 42
38 a 43 bt 7:06 a 13 matilda
18-06-2014
15:38
Pagina 43
Numeri dispari bilanciano meglio le scenette. Ho convertito i pezzi di Alexander Zelenkov: soldati sovietici di inizio guerra, il brand si chiama Stalingrad. Questi hanno un aspetto vissuto e consunto, le uniformi son del primo tipo, perfette per la mia idea. Per rendere la scena più compatta sono tutti addossati uno all'altro alla ricerca di conforto nel proprio sergente. Questo è l'unico soggetto praticamente da scatola, gli altri hanno subito modifiche più o meno importanti. Gli elmetti russi Tamiya sono stati scavati in maniera da adattarsi naturalmente alle teste. L'ultimo elemento umano che ho aggiunto è un braccio, rappresentante la morte, il resto delle spoglie è sepolto dal terreno. I figurini hanno ricevuto un fondo Games Workshop Black e una luce zenitale spruzzando il Warhammer White dall'angolo della fonte di luce. La colorazione è stata fatta con gli acrilici seguiti dagli oli per gli incarnati, le luci e le ombre. Anche se i tre pezzi indossano la tipica gymnastrioka russa ho cercato di creare del contrasto lavorando sul Khaki e sull'ocra. Per gli incarnati ho mescolato Mars Yellow, Titanium White e Burnt Sienna in varie proporzioni. In particolare sono stati favoriti i toni pallidi di chi è terrorizzato e sono stati curati gli occhi a palla. La mano morta ha ricevuto una tonalità grigiastra. 128/14
43
44 a 51 mimetiche:06 a 13 matilda
18-06-2014
15:43
Pagina 44
di Daniele Guglielmi e Mario Pieri Gruppo Plastimodellismo Fiorentino
prima parte
Le colorazioni dei veicoli militari tedeschi nella seconda guerra mondiale Prosegue la serie di articoli dedicati ai mezzi militari tedeschi. Stavolta ci occuperemo di colori e schemi mimetici. Introduzione Come accennato nei precedenti articoli, la nostra intenzione è quella di fornire le indicazioni di base riferite alle normative dell'epoca, assieme a una serie di esempi riguardanti possibili “variazioni sul tema”: quelle che, in fin dei conti, sono le più ricercate da parte dei modellisti. Chi ci ha seguito sino a qui può intuire che neppure l’argo-
mento delle colorazioni dei veicoli tedeschi nel corso del conflitto mondiale sia di facile trattazione, a causa delle numerose modifiche ai regolamenti e delle tantissime eccezioni riscontrate nell'iconografia d'epoca e secondo le testimonianze reperite. Ma è nostro desiderio che quanto qui proponiamo possa permettere ai lettori maggiori capacità interpretative delle fotografie storiche e di conseguen-
La parte posteriore della scudatura di un cannone 3,7cm Pak 35/36 mostra la colorazione mimetica a tre colori in uso in Germania a metà degli anni Trenta.
44
128/14
44 a 51 mimetiche:06 a 13 matilda
18-06-2014
15:43
Pagina 45
Alcune autoblindo Sd.Kfz. 222 all'uscita da una caserma. Il colore grigio scuro e i simboli bianchi risaltano su questi veicoli in perfetto stato di pulizia.
za soluzioni modellistiche per lo meno realistiche. Vale la pena di segnalare che in merito all'argomento esistono differenze, anche notevoli, riguardanti sigle e nomi dei colori, periodi di adozione e modalità di stesura delle pitture. Da parte nostra, come già fatto in passato, abbiamo preferito basarci primariamente sui documenti ufficiali. L'attento esame delle fotografie d'epoca non sempre risolve i dubbi: il materiale in bianco e nero, anche se di qualità, non permette di distinguere sempre le diverse tonalità – in alcuni casi un veicolo che presenta tre diversi colori appare come monotono, in altri macchie di sporco e fango sono state erroneamente interpretate come vere mimetiche – e quello a colori non dà un sicuro affidamento. Innumerevoli sono le variabili rappresentate dalla qualità dei negativi e delle lastre fotografiche, dall'effetto causato dalle luci e ombre al momento dello scatto, dal tipo di stampa, dai cambiamenti cromatici causati a questa dal passare del tempo. Un'ultima avvertenza: la stragrande maggioranza dei mezzi conservati nei musei e nelle collezioni non ha mantenuto la colorazione originale e quindi sarebbe bene che non rappresentasse una guida sicura, mentre i pochi esemplari arrivati sino al giorno d'oggi senza ritocchi costituiscono un importante elemento di studio e confronto.
attenzione quindi alla versione del catalogo eventualmente reperita. Le parti metalliche dei veicoli tedeschi ricevevano in fabbrica una spessa mano di Oxidrot (rosso antiruggine), identificato con la sigla RAL 8012. Il potere aggrappante di questa vernice era molto forte e difficilmente graffi o urti riuscivano a eliminarla, per lo meno su grandi superfici. Sopra a questo fondo venivano stese a spruzzo due mani di colore mimetico. Le vernici per i ritocchi erano fornite sotto forma di barattoli da 1 o 2 chilogrammi agli equipaggi dei mezzi e da 20 chilogrammi alle officine campali. La densa pasta in essi contenuta poteva essere diluita con acqua, carburante oppure appositi liquidi minerali o sintetici. È fondamentale tenere nella dovuta considerazione il fatto che la tonalità finale potesse essere diversa, anche di molto, proprio a seconda della diluizione.
Una colonna di autocarri pesanti Faun L900D567 che trasportano carri Pz.Kpfw. I e II prima di una parata nell'anteguerra. Sono appena visibili le chiazze in Dunkelbraun sopra il Dunkelgrau di fondo.
Alcune note iniziali Alla vigilia della seconda guerra mondiale la Germania utilizzava un sistema di codifica dei colori denominato RAL, dalla sigla dell’ente preposto ai controlli di qualità (Reichsausschuss für Lieferbedingungen und Gütesicherung), che si occupava di svariati settori merceologici. Va tenuto presente che il sistema RAL originale degli anni Venti differisce da quello introdotto negli anni Sessanta e tuttora utilizzato con continui aggiornamenti: 128/14
45
44 a 51 mimetiche:06 a 13 matilda
18-06-2014
15:43
Pagina 46
Un Panzer III in Olanda nel maggio 1940. Sul grigio scuro del carro risalta il telo giallo per l'identificazione aerea. La colorazione appare idonea all'ambiente urbano. Una lunga colonna di automezzi di colore Dunkelgrau; anche in questo caso sono presenti teli gialli e arancioni. La mimetica non sembra molto adatta ai terreni aperti.
Periodo prebellico I tedeschi avevano già sperimentato alcune mimetiche sin dalla prima guerra mondiale, nel corso della quale era apparsa evidente l'esigenza di meglio nascondere o, cosa diversa, camuffare uniformi e materiali, curando anche l'andamento, la forma e la grandezza della chiazzatura. L'accurata scelta dei colori e la loro distribuzione su capi di abbigliamento, veicoli e altri equipaggiamenti poteva ritardare l'avvistamento, l'identificazione e il calcolo delle distanze da parte dell'avversario, come più volte dimostrato in occasione di alcune prove condotte sul campo. Nel primo dopoguerra gli studi vennero ripresi e già nel 1922 furono pubblicate nuove istruzioni riguardanti le mimetiche, cui fece seguito un programma di standardizzazione all'interno delle fabbriche, che incluse ispezioni condotte al fine di verificare la corretta osservanza delle disposizioni. Veicoli e artiglierie tedeschi ebbero colorazioni in Erdgelb (giallo terra) RAL 8002, Grün (verde) RAL 6002 e Dunkelbraun (marrone scuro) RAL 7017. Dopo l'avvento al potere di Hitler la Germania potenziò sensibilmente le proprie forze armate. Dal luglio 1937 venne ordinata la nuova livrea basata su larghe strisce tondeggianti in Dunkelbraun sopra il Dunkelgrau (grigio scuro, denominato in seguito anche Schwarzgrau, grigio nerastro, e impropriamente conosciuto tra i modellisti come grigio Panzer) RAL 7021 di fondo, rispettivamente nelle proporzioni di un terzo e due terzi. In tempi recenti si è avuto evidenza che questa mimetica fosse diffusa più di quanto sinora ipotizzato; infatti, come già accennato, la presenza di due o più colori non è sempre visibile nelle
fotografie in bianco e nero ed è possibile che il solo grigio scuro apparentemente usato fosse in realtà completato con chiazzature di altra tonalità. I colori utilizzati erano molto scuri, ma i comandi li ritennero adatti a celare i mezzi nelle parti in ombra a lato di costruzioni e sotto la vegetazione; in ogni modo, lo schiarimento delle vernici conseguente alla normale usura e alla copertura con polvere e fango in occasione delle manovre militari venne ritenuto sufficiente ad attenuare la visibilità. Oltre che nelle parate ed esercitazioni in madrepatria, i veicoli mimetizzati apparvero nella guerra di Spagna del 1936-1939 e nel corso dell'occupazione dell'Austria del marzo 1938 e di quella della Cecoslovacchia esattamente un anno dopo. Esistevano reparti tecnici preposti alla mimetizzazione di strutture statiche e di veicoli, da eseguire seguendo appositi manuali, ma appare evidente che la vocazione offensiva delle unità tedesche prima del conflitto e nella sua prima parte limitò al minimo questo genere di interventi.
Fronte europeo 1939-1942 Il colore base utilizzato nel 1939 dall’esercito e dalle SS tedeschi era il Dunkelgrau. In alcuni casi il colore poteva essere parzialmente coperto con larghe chiazze in Dunkelbraun e/o Grün, come avvenuto negli anni precedenti il conflitto. Una circolare del 31 luglio 1940, quindi a campagna di Francia terminata, sancì che da quel momento l’unico colore previsto in fabbrica fosse il Dunkelgrau, ma nei mesi seguenti alcuni reparti o singoli equipaggi sperimentarono Una compagnia di Pz.Kpfw. I Ausf. A. Difficile capire se la mimetica sia nel solo grigio scuro o anche nel marrone scuro previsto dai regolamenti dell'epoca.
46
128/14
44 a 51 mimetiche:06 a 13 matilda
18-06-2014
15:43
Pagina 47
mimetiche basate su vernici reperite sul mercato civile o catturate al nemico. Questo uso aumentò dall’estate del 1941 con l’invasione dell'Unione Sovietica. Per limitare la visibilità dei colori scuri, come misura provvisoria venne usato il fango distribuito in maniera irregolare sulle superfici più in vista. I materiali di preda bellica immessi in servizio in sempre maggiori quantità avrebbero dovuto essere riverniciati in Dunkelgrau, ma non sempre ciò avvenne, aumentando così le tonalità e i disegni delle mimetiche presenti all'interno delle forze armate tedesche.
Fronte africano 1941-1943 I mezzi tedeschi arrivarono in nord Africa con la colorazione standard in Dunkelgrau, presto dimostratasi inadatta ai terreni desertici o sassosi, anche se dopo poco tempo la polvere e la sabbia che si depositavano sulle superfici diminuivano la visibilità del colore scuro. Le soluzioni più semplici videro anche in questo caso l’impiego di fango o di vernici reperite in loco. Da metà marzo del 1941 fu prescritto ufficialmente uno schema composto dal Gelbbraun (marrone giallastro) RAL 8000, piuttosto chiaro, e dal Graugrün (verde grigiastro) RAL 7008, abbastanza chiaro e simile al grigio verde italiano, rispettivamente nelle proporzioni di due terzi e un terzo. I ritardi nella distribuzione delle latte di tinta – non considerate rifornimenti urgenti rispetto a munizioni, acqua, viveri e carburante – e le vicende belliche impedirono una larga diffusione della nuova mimetica e molti veicoli rimasero in grigio scuro “sporco”, mentre altri ricevettero mimetiche parziali o non regolamentari. Inoltre, alcuni veicoli vennero riverniciati completamente in Graugrün. La rapida usura delle vernici sottoposte al sole, alle intemperie e alle tempeste di sabbia portò a particolari effetti mimetici, apprezzati dagli equipaggi. Dal 25 marzo 1942 la mimetica ufficiale mutò in Braun
Uno StuG Ausf. B in Grecia nella primavera 1941. Il grigio scuro e le insegne sono coperti di polvere, con un buon effetto mimetico generale. Sd.Kfz. 250/3 Ausf. A, la versione comando del diffuso semicingolato corazzato leggero, in movimento in Unione Sovietica nell'estate 1942. Il Dunkelgrau è stato parzialmente coperto con fango. (BA) Un Pz.Kpfw. 38 (t) sul fronte orientale. La parte inferiore del carro è ricoperta di fango accumulatosi nel corso della marcia. (BA)
Bastavano pochi giorni di impiego al fronte per cambiare l'aspetto dei mezzi corazzati. Appena possibile gli equipaggi dovevano provvedere alla manutenzione, ai rifornimenti e anche alla pulizia dei propri veicoli.
128/14
47
44 a 51 mimetiche:06 a 13 matilda
18-06-2014
15:43
Pagina 48
Un 4,7cm Pak (t) (Sfl.) auf Pz.Kpfw. I ohne Turm del Pz.Jg.Abt. 605 in Libia nel 1941. Polvere e sabbia hanno completamente ricoperto le parti più basse del piccolo cacciacarri.
Anche se si tratta di una foto in bianco e nero ricolorata, l'immagine permette di mostrare come si presentava uno Sd.Kfz. 250/3 Ausf. A in nord Africa, verniciato in Braun. Il trasporto in Libia di uno StuG III Ausf. D dello Sturmgeschütz-Zug (plotone cannoni d'assalto) 288. Un rapporto britannico relativo a uno di questi esemplari catturati permette di essere certi della colorazione regolamentare in Gelbbraun e Graugrün, data in Grecia prima del trasferimento. Il Dunkelgrau originale si nota nell'area di solito occupata dai rulli di ricambio. (Detlev Terlisten)
Un Pz.Kpfw. IV Ausf. G in Tunisia, agli inizi del 1943. Difficile capire con quali colori sia stato mimetizzato, ma è possibile che si tratti del Braun completato con il Sandgrau. (Thomas Anderson)
48
128/14
44 a 51 mimetiche:06 a 13 matilda
18-06-2014
15:43
Pagina 49
Una autoblindo pesante Sd.Kfz. 233 catturata dai britannici in Tunisia. Il colore unico potrebbe essere il Dunkelgelb, all'epoca già in uso nelle fabbriche tedesche e adatto anche ai terreni nordafricani. La tanica porta una croce bianca, per indicare il contenuto di acqua. (IWM)
Un sottufficiale statunitense esamina alcune artiglierie tedesche dopo la capitolazione in Tunisia delle truppe dell'Asse. I pezzi appaiono verniciati con varie tonalità di giallo, in alcuni casi completate da chiazzatura in grigio.
(marrone, ma conosciuto ufficiosamente anche come giallo Afrika Korps) RAL 8020, piuttosto chiaro, completabile con strisce o chiazze in Sandgrau (grigio sabbia) RAL 7027, Dunkelgrau oppure altri colori. La cattura di grandi depositi britannici portò all'impiego di vernici di preda bellica, come il light stone e il pale cream inglesi. Nel 1943 in Tunisia, dove i terreni verdeggianti sono numerosi, alcuni mezzi ebbero mimetiche a più colori oppure furono verniciati in verde, a volte ottenuto mescolando diverse vernici. Qualche mezzo arrivò sul fronte tunisino verniciato in Dunkelgelb (giallo scuro, conosciuto ufficiosamente come giallo sabbia tedesco) RAL 7028. Le mimetiche africane apparvero saltuariamente anche in Grecia continentale e insulare, sul fronte orientale e nell’Italia meridionale, in particolare su veicoli inizialmente destinati a essere inviati in nord Africa.
Un Panther Ausf. D in fase di costruzione. Lo scafo è stato verniciato con la vernice rossa antiruggine e sta per ricevere i cingoli.
Stretto di Messina, agosto 1943, una Kubelwagen candida nel suo Dunkelgelb si avvicina a una motozattera. (David Zambon)
128/14
49
44 a 51 mimetiche:06 a 13 matilda
18-06-2014
15:43
Pagina 50
Costa dalmata, pochi giorni dopo l'armistizio italiano dell'8 settembre 1943. Un carro italiano L6/40 è servito per recuperare un autocarro tedesco caduto in un fiume e il personale sta asciugando le attrezzature (e se stessi…). Il veicolo furgonato appare verniciato interamente in Dunkelgelb. (BA) Un Pz.Kpfw. IV Ausf. H della 12. Kompanie del III. Abt./Pz.Rgt. 24 della 24. Panzer-Division, in sosta durante la marcia tra Bologna e Firenze poco dopo la comunicazione dell’armistizio italiano. Il carro è verniciato nel solo giallo scuro dato in fabbrica; il numero del reparto “1252” è nero. (Ich kam durch)
Fronte europeo 1943-1945 Con il passaggio della guerra a una fase prettamente difensiva, i tedeschi adeguarono le proprie mimetiche. Dal 18 febbraio 1943 diventò esecutiva una normativa che prescriveva l'uso generalizzato del Dunkelgelb da parte delle fabbriche. I reparti potevano lasciare questo colore da solo oppure completarlo con parti in Olivgrün (verde oliva) RAL 6003 – in origine un colore utilizzato per mimetizzare edifici aeroportuali – e Rotbraun (marrone rossiccio, a volte riportato come Schokoladenbraun o Schokobraun, marrone cioccolato) RAL 8017. Quando possibile la mimetica veniva realizzata presso le officine utilizzando pistole a spruzzo, compressori, diluizioni e disegni prescritti dai manuali. Apparvero chiazze con forme particolarmente elaborate, a volte con bordi tondeggianti oppure scheggiati e in rari casi con la riproduzione di vegetazione. Innumerevoli sono le varianti visibili nelle
Un Pz.Kpfw. IV Ausf. G del II. Abteilung del PanzerRegiment 26 della 26. Panzer-Division; si tratta di uno dei nove carri della 8. Panzer.Kompanie distrutti in un'imboscata delle truppe statunitensi il 14 settembre 1943 a sud di Salerno. Il carro mostra il rosso antiruggine con sovrapposti il giallo scuro di fabbrica e tenui chiazze in verde; il nome di donna “Germaine” e il numero di reparto “813” sono bianchi.
50
128/14
44 a 51 mimetiche:06 a 13 matilda
18-06-2014
15:43
Pagina 51
Una particolare mimetica nei tre colori regolamentari Dunkelgelb, Olivgrün e Rotbraun su un Pz.Kpfw. IV Ausf. H in azione sul fronte orientale. (BA)
Il Tiger Ausf. E numero “131” della 1. Kompanie dello schwere SS-Panzer Abteilung 101 fotografato il 10 giugno 1944 a Morgny, in Normandia. Il carro mostra mimetica e insegne regolamentari eseguite con cura dall'officina del battaglione, nelle tranquille settimane che avevano preceduto l'invasione alleata. (TMB)
fotografie dell'epoca. Non tutti i veicoli prodotti prima della nuova normativa vennero riverniciati completamente o almeno parzialmente in Dunkelgelb; inoltre è stato appurato che alcune fabbriche continuarono a utilizzare il Dunkelgrau sino all’esaurimento delle scorte. A seguito di una circolare del 19 agosto 1944, la mimetica nei tre colori fu eseguita direttamente in fabbrica, con colori e forma delle chiazze standardizzate(1). Contemporaneamente avrebbero dovuto essere utilizzate tonalità leggermente diverse dell’Olivgrün, più scuro del precedente, e del Rotbraun, tendente più al rosso, ma non tutte le fabbriche si adeguarono al cambiamento. Secondo alcune fonti il verde era addirittura più chiaro, il Resedagrün (verde reseda) RAL 6011. Dalla fine di agosto sino al termine dell’anno apparve, ma solo presso alcuni stabilimenti e su pochi tipi di mezzi corazzati, la mimetica Licht-und-Schatten Tarnung, basata su piccole chiazze di due colori date a pennello su parti nel terzo colore, in modo da simulare la luce che filtra attraverso la vegetazione; nel dopoguerra questa mimetica venne chiamata con la parola inglese “ambush” (imboscata). Dal 31 ottobre 1944 fu ordinato di utilizzare il rosso antiruggine come colore di base, allo scopo di risparmiare tempo e vernici, ma la modifica ebbe una vasta diffusione solo nelle ultime settimane di guerra; come colori mimetici secondari erano stati mantenuti il giallo scuro, il verde e il marrone rossiccio. Un'ulteriore variazione avvenne il 30
novembre, con l'ordine di utilizzare il verde come colore di fondo e il rosso antiruggine e il giallo scuro a grandi chiazze, ma anche questa disposizione non pare abbia avuto un largo utilizzo. Su iniziativa di singole fabbriche apparvero schemi a bordi netti verticali o diagonali oppure ondulati. Con il peggiorare della situazione (scarsità di materie prime, bombardamenti aerei, personale non esperto, avvicinamento della linea del fronte e altro), la qualità della produzione peggiorò, tanto che alcuni mezzi vennero consegnati senza la verniciatura completata o addirittura mancanti di alcune componenti. Si è più volte parlato di mezzi corazzati tedeschi dipinti in grigio scuro verso la fine della guerra, notizia apparentemente suffragata da alcune immagini che mostrano colorazioni scure e monotono oltre che da rapporti ufficiali britannici, statunitensi e sovietici. In alcuni casi è stato appurato che si trattava del colore verde indicato nella circolare del 31 novembre 1944, per il resto non esistono allo stato attuale prove del ritorno al Dunkelgrau. Note (1) Come accennato nei precedenti articoli, nel periodo citato anche alcuni simboli, comprese le Balkenkreuz, vennero realizzati direttamente in fabbrica.
Trattore RSO trovato intatto dalle truppe statunitensi nell'Italia meridionale. La mimetica è nei tre colori standard; sono inoltre presenti la targa, le scritte logistiche e il telone grigio scuro. (Life)
128/14
51
52 a 57 mirko blindo:06 a 13 matilda
18-06-2014
15:54
Pagina 52
Iraq, Kosovo o Libano? Nessuno di questi: alla fine ho ambientato il modello nel teatro afgano, che ha messo questo veicolo duramente alla prova prima della sua sostituzione con il Lince. TRUMPETER 1/35 di Mirko De Vincenzi
52
128/14
52 a 57 mirko blindo:06 a 13 matilda
18-06-2014
15:54
Pagina 53
N
el corso della raccolta della documentazione mi sono imbattuto nella versione dotata di torretta Hitrole prodotta da Oto Melara e montata su alcuni esemplari. Devo ammettere che la tentazione di autocostruirla è stata grande, ma alla fine mi sono indirizzato su un più semplice mezzo armato di Browning calibro 12,7
mm caratterizzato però da una ricca dotazione di antenne.
Il modello Il kit è il buon Trumpeter, immesso sul mercato dopo quello della versione 4x4 e del quale mantiene molte stampate. Lo scafo è diviso in due semi gusci che combaciano alla perfezione, una passata di colla liquida
L'arma brandeggiabile in resina è della Historica Productions. Il cesto portamunizioni è stato realizzato con avanzi di fotoincisioni e stucco bicomponente per fare o modificare i teli. Le ruote del kit in un secondo momento sono state sostituite con quelle in resina della Egis.
128/14
53
52 a 57 mirko blindo:06 a 13 matilda
18-06-2014
15:54
Pagina 54
Il mitragliere è un figurino Allarmi con testa Royal Model, con dello stucco bicomponente sono stati aggiunti dettagli per adattarlo alla torretta. Il pilota invece è un vecchio figurino di scarto usato nella fattispecie solo come manichino. Come si vede dalla foto l’uniforme è stata ricoperta totalmente di stucco bicomponente e rimodellata.
54
128/14
52 a 57 mirko blindo:06 a 13 matilda
18-06-2014
15:54
Pagina 55
Primerizzato il tutto, ho steso la mimetica NATO a tre toni con colori Tamiya. Sigillato con il semigloss a bomboletta, ho iniziato il lavoro di lavaggio del modello con oli e pigmenti.
128/14
55
52 a 57 mirko blindo:06 a 13 matilda
18-06-2014
15:54
Pagina 56
Le striature di sporco lungo le sponde del mezzo sono state realizzate con i lavaggi della Mig Production Terra variando il tono base con un mix di colori ad olio. Per l’umidità è stato usato il Vernidas steso mediante un pennello a setola lunga. Ottimo per accogliere il colore mentre si stende sulla verticale. Per la neve è stato usato il prodotto Prochima specifico in polvere e diluito con il Vernidas per far presa sul modello.
nelle giunzioni e il gioco è fatto. La costruzione fila via liscia senza problemi, vista la qualità dei pezzi. Le uniche parti migliorabili potrebbero essere le ruote, sostituibili con quelle in resina della Egys o della Def Model. Ho utilizzato quelle in gomma del kit, riproducendo però l'effetto peso facendo un buco con il trapanino sul punto di contatto col terreno e inserendo poi una vite per "tirare" lo 56
128/14
pneumatico nella posizione voluta. Bisogna solo far attenzione che il cerchio sia ben incollato alla gomma onde evitare inestetiche fessure tra le parti. L'unica piccola autocostruzione ha riguardato le antenne del sistema Jammer e i relativi supporti con profilati di plasticard e sprue tirato a caldo. Numerose foto testimoniano l'utilizzo sul campo di questi apparati (c'è ne sono persino di spalleggia-
bili) per la difesa contro gli IED. Ho lasciato smontati i fari e le relative protezioni fotoincise per poi fissarli solo a colorazione finita. Dopo la colorazione, quindi a lavoro inoltrato, una foto invernale ha attratto la mia attenzione... Ho voluto utilizzare la neve della Prochima che da troppo tempo era dormiente nel cassetto, cercando di riprodurre un ambiente freddo ma secco, nel quale la nevicata si "attacca" ma non
bagna. Gli unici punti bagnati sono logicamente sul mezzo intorno alla calda zona motore. Per riprodurre le colature d'acqua ho utilizzato smalti diluiti e il sempreverde Vernidas, utilissimo anche per il fissaggio delle microsfere. I pigmenti, concentrati sulla parte inferiore del mezzo, hanno concluso il lavoro.
I figurini Per i figurini sono dovuto
52 a 57 mirko blindo:06 a 13 matilda
ricorrere alla modifica e all'assemblaggio di diversi soggetti in commercio. Il pilota proviene dalla mia banca pezzi, ho solo modificato il vestiario con il Magic Sculpt. Il mitragliere è un mix di Allarmi (corpo) e Royal Model (testa), cui ho riposizionato le braccia per adattarle alla nuova posizione. Ho colorato i pezzi con gli acrilici perdendo... qualche grado di vista per riprodurre le mimetiche vegetate italiane. Il cartello rosso che indica di mantenersi a debita
18-06-2014
15:55
Pagina 57
distanza dai mezzi è una decal prelevata da un foglio Historica, un tocco di colore. Una semplicissima base ottenuta da un foglio di polistirolo espanso (isolante per edilizia) ha concluso il lavoro; di poco più grande del modello, trovo che non distolga troppo l'attenzione da questo mezzo che, visto con tutte le antenne in posizione, assomiglia a un grosso scarafaggio ruotato.
128/14
57
58 a 63 puma ff:28 a 29 photofile
18-06-2014
16:14
Pagina 58
di Daniele Guglielmi Gruppo Plastimodellismo Fiorentino
Il VTL Fiat 6614, rimasto a lungo in servizio in attesa della sostituzione con il Puma.
VEICOLO BLINDATO LEGGERO PUMA
Due viste del Puma 4x4, qui il primo esemplare arrivato nel 2004 al Reggimento Savoia Cavalleria (3°). La classe ponte è 8, mentre quella del “fratello maggiore” è 9. Il Puma ha ridotte dimensioni e una sagoma valida dal punto di vista balistico.
58
128/14
58 a 63 puma ff:28 a 29 photofile
18-06-2014
16:14
Pagina 59
Lo sviluppo All'inizio degli anni Ottanta del secolo scorso le forze armate italiane ripresero a impiegare veicoli corazzati ruotati di produzione nazionale. Anche se l'Esercito non appariva entusiasta di questi mezzi, essendo ancora impegnato nella meccanizzazione totalmente “su cingoli” iniziata venti anni prima, gli esiti di alcune esercitazioni e specialmente la partecipazione ad alcune missioni internazionali (tra le quali di particolare importanza quelle in Libano e poi in Somalia) misero in evidenza l'importanza dei corazzati su ruote. Infatti, la semplicità di guida e utilizzo, le prestazioni su strada e su terreni non troppo difficili e il minor costo di acquisizione e mantenimento sono doti importanti rispetto a un cingolato, riservando quest'ultimo agli impieghi più gravosi. L'unico trasporto truppe all'epoca disponibile era il Fiat-Oto Melara VTL 6614, un 4x4 dotato di una leggera corazzatura bene angolata, e l'Esercito Italiano impiegò tutti gli esemplari esistenti, facendoseli prestare anche dall'Aeronautica Militare, per fornire un minimo di protezione alle truppe impegnate nei teatri operativi. Non poteva trattarsi che di una soluzione provvisoria, dato che il 6614, pur apprezzato, non aveva le doti di mobilità e spazio interno richieste a un moderno trasporto truppe, da utilizzare per svariati compiti. Le esperienze acquisite e i confronti fatti sul campo con i mezzi in dotazione ad altri Paesi, come il VAB francese, portarono all'emissione di un requisito ufficiale per dotarsi di un nuovo modello di veicolo corazzato, che avrebbe dovuto possedere le migliori caratteristiche riscontrate sui materiali all'epoca in servizio nel mondo. Le novità in fatto di organizzazione dell'Esercito Italiano I lanciafumogeni Galix da 80 mm, gli stessi installati sull'autoblindo Centauro e su altri moderni corazzati dell'Esercito Italiano.
Dettaglio dell'armamento standard, la mitragliatrice pesante Browning M2HB da 12,7 mm.
Il passaruota anteriore destro del modello 6x6. Il sottoscocca non prevede particolari protezioni anti IED.
Un esemplare in azione in Afghanistan con la ISAF (International Security Assistance Force). Non è stata ancora montata la scudatura a protezione del mitragliere in ralla; le antenne radio sono tre, l'asta tranciacavi è in posizione estesa. La feritoia laterale e il portello posteriore sono aperti.
128/14
59
58 a 63 puma ff:28 a 29 photofile
18-06-2014
16:14
Pagina 60
Un altro Puma in Afghanistan. Si nota il parabrezza pieghevole a disposizione del pilota quando guida con la testa all'esterno, naturalmente in assenza di possibili minacce.
Un Puma in Iraq, poco prima del ritiro del contingente italiano dell'operazione “Antica Babilonia”.
Sono visibili la postazione scudata aggiunta alla ralla e i sacchetti di sabbia inseriti nei contenitori aperti laterali.
60
128/14
introdotte a partire dalla seconda metà degli anni Ottanta, miranti a ottenere una struttura globalmente più agile e mobile, introdussero il concetto di fanteria leggera e di forze di intervento rapido. I mezzi cingolati della famiglia M113 e i ruotati 6614 non rispettavano le caratteristiche richieste e l'industria privata presentò una lunga serie di progetti che culminarono nel VBL (Veicolo Blindato Leggero) Puma del consorzio Iveco-Fiat-Oto Melara. L'Esercito aveva chiesto la produzione di due distinti modelli, accomunati da molte componenti: un 4x4, maggiormente idoneo ai compiti di ricognizione e collegamento, e un più grande 6x6, destinato al trasporto di una squadra di fanti e come posto comando, di osservazione, piattaforma per armi e MedEvac (evacuazione sanitaria). Nel 1987 il primo prototipo 4x4 venne esposto nell'ambito dell'esercitazione “Etruria 87”, seguito da altri cinque prototipi, l'ultimo dei quali apparso nel 1990; nello stesso anno fu presentato il prototipo del 6x6. Una volta arrivati al modello di serie, dopo aver apportato innumerevoli modifiche al progetto originale, la produzione avrebbe dovuto iniziare nel 1991. Sempre più eserciti impiegavano veicoli ruotati di varie dimensioni (a due, tre o quattro assi), protetti e armati in modo simile, ma in Italia tutto si fermò a causa della mancanza dei fondi finanziari necessari e per lungo tempo i reparti dovettero continuare a utilizzare i vecchi mezzi in dotazione, usurati e non più idonei alle necessità del momento. Le commesse passate all'industria solo alla fine del 1999 prevedevano l'acquisizione di 330 esemplari 4x4, 250 6x6 – in seguito modificate in 180 e 380 rispettivamente –, alcuni prototipi di varianti specializzate e due kit di corazzature aggiuntive per condurre sperimentazioni, con consegne tra il 2001 e il 2004; i reparti interessati erano quelli di fanteria leggera (alpini, paracadutisti, lagunari) per il 6x6 e di cavalleria e aeromobili per il 4x4.
Descrizione tecnica Il VBL Puma presenta gli organi meccanici nella parte anteriore e il vano di trasporto in quella centrale e posteriore.
La vista dal retro permette di notare il verricello, i cunei per bloccare le ruote e il portellone posteriore, dotato di blindovetro e portellino per l'uso delle armi.
58 a 63 puma ff:28 a 29 photofile
18-06-2014
16:14
Pagina 61
Tre viste degli interni, che appaiono ingombri di equipaggiamenti; con il pieno di munizioni e viveri lo spazio a disposizione dell'equipaggio è estremamente ridotto. Il sedile del pilota è elevabile in altezza, in modo da permettere la guida con la testa all'esterno.
Tranne che in poche parti, le piastre di acciaio balistico sono angolate; lo spessore è sufficiente a proteggere frontalmente dai proiettili perforanti da 12,7 mm NATO e lateralmente e posteriormente da quelli perforanti da 7,62 mm NATO, sparati da media distanza. Sono presenti un sistema NBC (Nucleare, Biologico, Chimico), collegato all'impianto di climatizzazione dell'aria, e uno antincendio, ad azionamento automatico o manuale. L'accesso avviene attraverso due portelli laterali, uno posteriore (tutti e tre dotati di finestrino in blindovetro e portellino per l'uso delle armi individuali), uno superiore per il pilota, uno sopra il vano di trasporto e la cupola del capomezzo. Il pilota siede nella parte anteriore sinistra e dispone di tre iposcopi per la visione protetta; per la guida con il portello aperto è disponibile un parabrezza di materiale sintetico, diviso in tre parti, davanti al quale è posta un'asta tranciacavi reclinabile. La cupola centrale dispone di cinque iposcopi con visibilità su 360° e di una ralla per l'uso dell'armamento principale, rappresentato da una mitragliatrice da 5,56, 7,62 o 12,7 mm oppure da un lanciagranate da 40 mm. Tutti gli iposcopi contengono un filtro antilaser, che evita danni agli occhi; alcuni degli iposcopi possono essere dotati di apparecchiatura per la visione notturna. L'armamento è completato da sei lanciafumogeni Galix da 80 mm, montati tre per lato; si tratta di artifizi utilizzabili per creare cortine di mascheramento, valide anche contro i visori laser e infrarossi. Le comunicazioni avvengono tramite interfono interno e vari
tipi di apparecchi radio. Il motore è un Diesel turbocompresso della Iveco DVD, con potenza massima di 180 cv; la trasmissione – della tedesca ZF ma prodotta su licenza in Italia – comprende un cambio automatico a 5 rapporti avanti e 1 retromarcia. Il Puma ha un basso livello di rumore e di emissioni termiche. Le sospensioni sono di tipo indipendente; gli pneumatici sono a prova di proiettile, con toroide interno per la marcia di emergenza anche con ruote afflosciate. Nel modello 6x6 i due assi anteriori sono sterzanti, con angolazioni diverse. Lateralmente sono presenti alcuni contenitori aperti per il trasporto di equipaggiamenti; nel corso dell'impiego in teatro operativo sono stati spesso montati altri contenitori e protezioni aggiuntive, ricavati anche dal materiale usato per creare bastioni protettivi attorno alle basi. Nella parte posteriore destra dello scafo è presente un verricello elettrico, con capacità di trazione di daN 3000 (con cavo di 25 metri) sul 4x4 e di daN 4000 (con cavo di 35 metri) sul 6x6. La maggior parte dei componenti è comune sia al modello 4x4 sia a quello 6x6; quest'ultimo è più lungo di 35 cm e più largo di 19 cm. Il Puma non è anfibio, ma è trasportabile a bordo di numerosi velivoli, come i C27J e C130J dell'Aeronautica Militare Italiana. L'elitrasporto è possibile al gancio baricentrico di un elicottero medio o pesante; il modello 4x4 può anche essere trasportato all'interno di un CH47, previa breve preparazione. 128/14
61
58 a 63 puma ff:28 a 29 photofile
18-06-2014
16:14
Pagina 62
Il Puma 6x6 dotato di postazione a controllo remoto Hitrole.
L'impiego Come visto, lo sviluppo dei Puma fu lentissimo; i primi esemplari impiegati operativamente furono quelli del 9° Reggimento Alpini (25 della versione 6x6) e del 187° Reggimento Paracadutisti della Brigata Folgore (8 6x6), utilizzati per prove operative e in missione rispettivamente in Afghanistan da marzo e in Iraq da aprile. Seguirono gli esemplari forniti al 4° Reggimento Alpini Paracadutisti (4x4) in Afghanistan. La produzione continuò con regolarità, nella speranza che pervenissero anche ordinazioni dall'estero; infatti, alcuni Puma furono sottoposti a prove e dimostrazioni presso varie forze armate straniere. Ma quelli che venivano richiesti erano veicoli ben protetti dalla minaccia delle mine e degli IED (Improvised Explosive Device, ordigni esplosivi improvvisati), caratteristiche che il Puma non aveva. Furono lanciati programmi per tentare di adeguare il mezzo ai moderni scenari, prevedendo l'adozione di corazzatura aggiuntive attorno allo scafo e nel sottoscocca, ma i risultati ottenuti avrebbero portato a pesi e costi aggiuntivi senza grandi vantaggi. Alcuni attacchi subiti in Afghanistan confermarono la vulnerabilità agli ordigni esplosivi, sempre più diffusi(1). Inoltre, lo spazio interno dei due modelli si era dimostrato insufficiente al trasporto di ogni cosa potesse servire agli equipaggi in occasione di pattugliamenti di lunga durata. Nel corso dell'impiego in Afghanistan alcune perdite si Un esemplare dei Carabinieri Paracadutisti, riconoscibile per la colorazione monotono oltre che per le scritte.
62
128/14
58 a 63 puma ff:28 a 29 photofile
18-06-2014
16:14
Pagina 63
Dati tecnici VBL Puma (tra parentesi i dati del modello 4x4) Peso in ordine di combattimento kg 8200 (7000) Lunghezza scafo mm 5070 (4760) Lunghezza fuori tutto mm 5525 (5085) Larghezza mm 2300 (2090) Altezza scafo mm 1680 Motore Iveco turbodiesel Potenza massima cv 180, kW 132,3 Trasmissione ZF idrodinamica, cambio automatico a 5 marce avanti e 1 retro Velocità massima km/h 105 (110) Autonomia km 700 Guado mm 700 Raggio di sterzatura m 7,5 (7) Pendenza massima longitudinale 60% Pendenza massima trasversale 30% Equipaggio 1 + 6 (1 + 3) Note Il peso massimo può essere superiore a seconda dell'armamento e dei rifornimenti trasportati.
sono registrate tra i militari in ralla a causa di colpi di arma da fuoco o del ribaltamento del mezzo; a questo scopo su alcuni esemplari è stata installata una postazione a controllo remoto Hitrole dotata di sistema di acquisizione ognitempo stabilizzato e che può montare diversi tipi di armi. In mancanza di questa installazione, su alcuni esemplari in Iraq e in Afghanistan è stata montata una scudatura pieghevole simile ma non identica a quella dei VCC2(2). Una quindicina di esemplari è stata consegnata all'Arma dei Carabinieri, che li ha impiegati in Italia e in Iraq. La dimostrazione che i due modelli di Puma, pur dotati di ottime caratteristiche di base, non fossero più idonei ai compiti previsti ha portato alla riduzione delle commesse, alla sostituzione in teatro operativo con gli LMV Lince e alla cessione di alcuni esemplari a forze armate e di sicurezza straniere(3). Parimenti è cessato ogni studio relativo a varianti specializzate del Puma, sostituite da quelle basate sul Lince(4).
Un Puma 6x6 in Libano, nel quadro dell'operazione UNIFIL “Leonte XII”, Reggimento Savoia Cavalleria (3°). La postazione per l'armiere è quella provvisoria. (Paolo Fanin)
Note (1) In occasione di questi attacchi gli equipaggi dei Puma subirono morti e feriti; in particolare, la deformazione delle piastre corazzate, il distacco di schegge interne e il mancato smorzamento della concussione causata dalle esplosioni provocarono gravi danni agli occupanti, anche senza perforazione della corazzatura. (2) Il VCC2 è una variante italiana del trasporto truppe cingolato M113. (3) Al momento attuale si tratta di pochi esemplari ceduti ad Argentina e Gibuti e di 20 all'Esercito Libico, ma trattative sono in corso con gli stessi Paesi e con Egitto e Giordania per cessioni più consistenti. (4) Per ulteriori informazioni sui MRAPV (Mine Resistant Ambush Protected Vehicles) e sulle moderne difese dagli IED si rimanda alla monografia LMV Lince di Luigi Carretta e Daniele Guglielmi, edito dal Gruppo Modellistico Trentino nel 2013.
Di particolare interesse la livrea bianca delle forze dell'ONU, il Galix vuoto con la chiusura appesa a una catenella, l'asta tranciacavi estesa, il parabrezza del pilota con tergicristallo, i due assi anteriori sterzati, la targa posticcia, la Hitrole nel colore originale. (Paolo Fanin)
Ringraziamenti Si ringraziano Stefano Calderazzo, Luigi Carretta, Paolo Fanin e Simone Scupola per le fotografie gentilmente fornite. Un pensiero e un ringraziamento ai militari che operano a bordo di questi mezzi ogni giorno, con coraggio e abnegazione.
Bibliografia Notiziario Modellistico, numeri 2/07 e 3/07, Gruppo Modellistico Trentino di Studio e Ricerca Storica Rivista Italiana Difesa, vari numeri Panorama Difesa, vari numeri
128/14
63
64 pubbls:base steel art 4 colonne
64
128/14
30-06-2014
9:36
Pagina 1
65 a 66 dizionario:65 a 66 dizionario
18-06-2014
16:18
Pagina 65
Dizionario tecnico dei veicoli militari O
continua dal numero precedente
Obice (Howitzer) Pezzo d’artiglieria a canna corta per il tiro curvo, che può sparare sia entro il primo arco di tiro (alzo inferiore a 45°) sia entro il secondo (alzo maggiore di 45°). Si differenzia dal cannone perché questo ha canna più lunga ed effettua un tiro teso (sempre entro il primo arco) e dal mortaio che invece ha canna ancora più corta e spara solo entro il secondo arco con una parabola molto accentuata. Esistono anche gli obici-cannoni, gli obici-mortai e addirittura i cannoni-mortai, il cui tipo di tiro cambia al variare della carica di lancio e in alcuni casi del sistema di caricamento (ad avancarica o a retrocarica). Obice italiano da 75/18 modello 34.
Ogiva (Nose cone, ogive) Parte anteriore di un proiettile – e anche di missile, bomba aeronautica e altri corpi destinati ad attraversare fluidi –, cioè quella che penetra l’aria e ha una forma affusolata per ottenere i migliori effetti aerodinamici. L’eventuale copertura con funzioni aerodinamiche viene denominata falsa ogiva. Vedi anche: cappuccio balistico.
Operatività Capacità di funzionare o agire in accordo con l’organizzazione, la strategia o le direttive. Per veicoli, armi, truppe sino ad arrivare a intere unità o eserciti, l’operatività è un elemento
Testi: Mario Pieri e Daniele Guglielmi Disegni: Silvia Picucci e Mario Pieri Gruppo Plastimodellismo Fiorentino © Auriga Publishing S.r.l. Genova, 2012
fondamentale che deve essere sempre assicurato per consentire l’efficienza e l’efficacia dell’attività militare. Un’elevata operatività (di un’arma, un veicolo, un reparto) rappresenta un elemento moltiplicatore di forze.
Optronica (Optronics) Detta anche, e più correttamente, optoelettronica (Optoelectronics) è la disciplina che si occupa di sistemi che sfruttano le proprietà sia dell’elettronica sia dell’ottica oltre che dei dispositivi da essa derivati. Le sue applicazioni in campo militare riguardano principalmente i sistemi di mira.
Orecchione (Trunnion) Parte sporgente della culla di una bocca da fuoco che funge da cardine di rotazione per l’elevazione della massa oscillante. Gli orecchioni, posti sui lati destro e sinistro della culla, poggiano e ruotano su appositi incavi dell’affusto detti orecchioniere. Vedi anche: canna, cannone.
Organi elastici (Anti-recoil devices) Si denominano in questo modo i seguenti tre elementi di un pezzo d’artiglieria che collegano la culla e la massa rinculante e agiscono in conseguenza del rinculo: il freno (che smorza l’eccesso di energia del rinculo), il recuperatore (che assorbe parte dell’energia prodotta dallo sparo e che provoca il rinculo per poi restituirla in verso contrario contribuendo a riportare la canna in batteria) e il controfreno (che ammortizza il moto di ritorno in batteria). In inglese si dicono rispettivamente recoil brake, recuperator e brake compensator. Nelle moderne artiglierie, gli organi elastici sono di tipo oleopneumatico. Allo scopo di comprenderne il funzionamento, si pensi al recuperatore come composto da due cilindri paralleli collegati fra loro a formare un contenitore unico; una quantità di fluido idraulico (in genere olio lubrificante) è racchiusa fra un pistone e un setto mobile il quale la separa da un gas inerte 128/14
65
65 a 66 dizionario:65 a 66 dizionario
18-06-2014
16:18
Pagina 66
(o aria). Il freno di rinculo è a sua volta rappresentato da un unico cilindro ermetico riempito di fluido denso ma in grado di scorrere attraverso fori (luci di efflusso) di un pistone interno al cilindro stesso. A riposo, il pezzo è in batteria e i pistoni di entrambi i dispositivi, solidali alla canna, sono fermi. Nella fase successiva allo sparo e che corrisponde al movimento di rinculo della canna il pistone del freno si muove all’indietro costringendo il fluido a passare attraverso le luci di efflusso; ciò genera una resistenza che favorisce il frenaggio mentre gran parte dell’energia del rinculo si disperde in calore. Allo stesso tempo anche il pistone del recuperatore retrocede spostando la massa di fluido che, a sua volta, comprime il gas. Una volta terminato l’effetto del rinculo, tale gas compresso (eventualmente assistito da una molla) si espande riportando il pezzo in batteria. Il funzionamento del controfreno è analogo a quello del freno, benché in verso opposto. Spesso è un unico meccanismo a svolgere entrambe le funzioni.
fascio di luce deviato verso il basso. Oggigiorno, i sistemi di visione notturna rendono obsoleti questi sistemi, che comunque continuano a essere impiegati. Nota storica. Per far sì che il personale amico potesse comunque distinguere la sagoma di un veicolo in caso di oscuramento o scarsa visibilità, i bordi dei suoi parafanghi e di altre parti sporgenti erano spesso verniciati di bianco. Vedi anche: Notek. Una motocicletta tedesca con il faro oscurato e il bordo del parafango dipinto di bianco.
Oscuramento (Blackout, black-out) Limitazione o soppressione delle luci al fine di ridurre la possibilità di identificazione nemica di veicoli, uomini, fabbricati e altri obiettivi. In passato, i mezzi militari potevano essere dotati di fanali cosiddetti oscurati; per esempio, quelli anteriori erano in parte schermati e il
Sequenza schematica del funzionamento degli organi elastici, qui visti in sezione trasversale: (1) = posizione a riposo; (2) = dopo lo sparo e conseguente rinculo.
segue sul prossimo numero 66
128/14
ETTORI! L I R E P A T FFER GRANDE O
O D N O M L A I N IO Z U D O LE MIGLIORI PR WWII
LA SECONDA GUERRA MONDIALE IN 3D
Produ zi Histor one Chann y el
Durata totale: 7 ORE Lingue e sottotitoli: Eccezionali riprese originali italiano e inglese Selezionato da migliaia di ore di in 3D di Nazisti e Alleati filmati a colori inediti raccolti in B&B 8519 Durata: 45 minuti anni di ricerche, WWII offre una Video: FULL HD 1080i - Audio: Dolby visione completamente nuova Digital 5.1 - Lingue: italiano e inglese del conflitto epocale. I filmati in pellicola, restaurati e trascritti Sottotitoli: italiano in Alta Definizione, offrono uno Ben pochi sanno che durante la Seconda spaccato straordinariamente nitido Guerra Mondiale la tecnologia di ripresa e realistico dell’atmosfera dei campi 3D era già utilizzata. Per la prima volta di battaglia. Alle immagini d’epoca si in questo Blu-ray 3D, potrete vedere affiancano le parole dei soldati che filmati e fotografie tridimensionali che affidarono ai loro diari i pensieri più ripercorrono la storia: sembrerà di sfiorare intimi e le opinioni più schiette sulle le svastiche sulle bandiere issate nei cieli esperienze vissute nella quotidianità della guerra. di Norimberga, di calpestare la sabbia di Cofanetto 4 DVD Omaha Beach, di azionare un cannone 88 millimetri, e persino di prendere parte ai codice COF 7055 festeggiamenti per la liberazione di Parigi. € 34,90 anziché € 39,90 Contiene 1 disco Blu-ray 3D visionabile anche su lettori Blu-ray 2D
CDV 6562 - Durata: 150 min. Dagli aerei alle navi, ai primi carri armati, questo DVD offre un quadro approfondito dei sistemi d’arma della Prima Guerra Mondiale
€ 14,90
BUONGIORNO AFGHANISTAN
NOVIT ‘ À! SACRIFICE Gli eroi del D-Day
CDV 8222 - Durata: 90 minuti Il più completo film mai prodotto sul D-Day e i 100 giorni che portarono 2 DVD - D&B 6918 - Dur.: 176’ alla liberazione di Parigi. Prodotto Durata totale: 150 minuti con il 100% di immagini di repertorio Il DVD è un diario corale di volti, storie, esperienze di uomini e don- a colori, Sacrifice cala lo spettatore nell’atmosfera tragica ed eroica del ne italiani lontani da casa. In 3 ore di filmati è raccolto l’intero D-Day, per far rivivere, minuto per mireportage trasmesso da SKY, che nuto, il “giorno più lungo” e ricordare il sacrificio di tanti giovani soldati. ha riscosso grande successo.
€ 14,90
PER ORDINI SUPERIORI a € 39
NON PAGHI LE SPESE DI SPEDIZIONE!
€ 14,99
WWII LA GUERRA AEREA
Durata: 90 min. - Lingue: italiano e inglese - Sottotitoli: italiano Un documento storico eccezionale sulle battaglie combattute nei cieli d’Europa fra il 1943 e 44 realizzato con filmati inediti 8mm di aviatori nelle basi di Gran Bretagna e in azione sulla Germania, restaurati e trascritti in HD. Il racconto è reso ancora più avvincente dalle straordinarie sequenze di combattimenti aerei dei rari filmati a colori dei B-17 FLYING FORTRESS, P-47 THUNDERBOLT e P-51 MUSTANG in missione su Ratisbona, Schweinfurt e Berlino.
DVD (D&B7416) € 14,99 - Blu-ray (B&B8521) € 19,99
Desidero ordinare i seguenti DVD:___________________________ ______________________________________________________ ______________________________________________________
Codice fiscale
__________________________________________
Avendo effettuato un ordine di € 39, NON PAGO LA SPEDIZIONE
Offerta valida per l’Italiae e per i privati - Steel Art 128 - 08/2014
2D Fabio VD con Ca a fian ressa dei so co ldati
GRANDE GUERRA
Produ zi Histor one Chann y el
€ 19,99
Supe durat r a 150’ :
LE ARMI DELLA
GLI ARCHIVI RITROVATI della II Guerra Mondiale
68 saimex:Layout 1
30-06-2014
12:39
Pagina 1