Saggi su Nietzsche [PDF]

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Zitiervorschau

Giorgio Pasqualotto

S aggi su Nietzsche

Filosofia F ran co Angeli

F ran co A n ge li

Filosofia

S A G G I SU N IE T Z S C H E

Eterno ritorno, Volontà di potenza e Superuomo costituiscono i nuclei tematici del pensiero di Nietzsche che hanno spesso monopolizzato l’attenzione, al punto da far credere che tale pensiero possa venire ad essi ridotto. I limiti di questa prospettiva interpretativa sono stati segnalati e discussi criti­ camente da Pasqualotto nel suo Com m ento all’opera C o sì p a r lò Z ara th u stra (Rizzoli 1985). Qui invece vengono colti ed indagati problemi che nascono da punti meno noti e frequentati, ma non per questo meno importanti e profondi, del pensiero di Nietzsche: quelli dell’attimo immenso e del con-sentire, della sog­ gettività plurale, della saggezza e della bellezza come forze della natura. G ia n g io rg io P a sq u a lo tto insegna Estetica e Storia della filosofia buddhista al­ l’Università di Padova. Dopo essersi occupato della Scuola di Francoforte (T eo­ ria com e u to p ia, Bertani 1974), per quindici anni si è dedicato allo studio del pensiero di Nietzsche. In seguito ha allargato i suoi interessi ad alcune espressio­ ni eminenti del pensiero orientale (Il T ao d e lla filo so fia . Pratiche 1989; E stetica d e l vuoto, Marsilio 1992; Illum inism o e illum inazion e. Donzelli 1997; Yohaku. F orm e di a s c e s i n e ll’e sp erien za estetica o rien tale, Esedra 2001; E a s t & West, Marsilio 2003; Il Buddh ism o, Bruno Mondadori 2003; F ig u re d i pen siero. O p e­ re e sim b o li nelle culture d ’O riente, Marsilio 2007; D ieci lezioni su l Buddhism o, Marsilio 2008) e, più di recente, si è dedicato ad individuare le possibilità di un approccio interculturale della filosofia (O ltre la filo so fia . Colla editore 2008; P e r un a filo so fia in tercu ltu rale, Mimesis 2008; T ra O riente e O ccidente, Mimesis 2010; F ilo so fia e glo b alizza zio n e, Mimesis 2011).

ISBN 8 8 - 2 0 4 - 2 9 1 4 - 4

3 FrancoAngeli

l MLa passione per le conoscenze € 2 5 ,0 0

(U)

9 788820 429140

Scansione a cura di Natjus, Ladri di Biblioteche

Giangiorgio Pasqualotto

S aggi su Nietzsche

FrancoAngeli

In ricordi) di l'crniccio Musini

Copyright © 1988, 1998 by FrancoAngeli s.r.l., Milano, Italy Ristam pa 2*

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IN D IC E

Avvertenza

pag.

7

1. Nietzsche, o dell’ermeneutica interminabile

»

9

2. Nietzsche: attimo immenso e con-sentire

»

53

3. Goethe e Nietzsche: Mensch e Ueber-mensch

»

87

4. Kleist e Nietzsche: utopia della grazia e pensiero come danza

»

101

5. Nietzsche: critica del socialism o come ideologia

»

114

6. Nietzsche e la cultura della crisi

»

134

7. Nietzsche: k risis come kairós

»

146

8. Eterno ritorno e tradizione

»

151

9. N atura e bellezza in Nietzsche

»

172

»

187

10. Nietzsche:

saggezza e grande salute

AVVERTENZA

Alcuni dei saggi presentati in questa raccolta sono già stati pubbli­ cati in riviste e in raccolte ormai difficilmente reperibili. In parti­ colare: Nietzsche o dell’ermeneutica interminabile, in Aa.Vv., Crucialità del tempo, Liguori, Napoli, 1980; Nietzsche: attimo immenso e consentire, in « Nuova Corrente », XXVIII, 1981; Goethe e Nietz­ sche: Mensch e Uebermensch, in Aa.W ., Humanismus? Goethe e dopo, Arsenale, Venezia, 1984; Kleist e Nietzsche: grazia e danza, in « Metaphorein, 10, 1985; Nietzsche: critica del socialismo come ideologia, in Aa.Vv., Nietzsche e la cultura contemporanea, Arsenale, Venezia, 1982; Nietzsche e la cultura della crisi, in G.G. Pasqua­ lotto, Saggi di critica, Cleup, Padova, 1981; Nietzsche: krisis come kairós, in Aa.Vv., Nietzsche o la verità come problema, Patron, Bologna, 1983; Eterno ritorno e tradizione, composto in collabora­ zione con A. Brandalise, è comparso in « Il centauro », 13-14, 1985.

Cli scritti di Nietzsche vengono citali nella nota von la Mguenti sigle: S 70-73 FETO NT CI FP75-76 UTU I FP76-78 UTU II FP78-79 A FP79-81 GS FP81-82 Z ABM GM Cr AC EH NcW FP82-84 FP84 FP84-85 FP85-87 FP87-88 FP88-89 EP I

Za

Scritti 1870-1873, tr. II. di G. Citili, Addplil, Milano 197); = La filosofia nell'epoca tragica dai Oraci. Ir. II. di O. Colli, Adelphi, Milano, 1973; = La nascita della tragedia, tr. il. di S. Giametta, Adelphi, Mi­ lano 1972; = Considerazioni inattuali, tr. it. dl S. Giametta e M. Montinari, Adelphi, Milano 1972; = Frammenti postum i 1875-1876, tr. it. di G. Colli e M. Monti­ nari, Adelphi, Milano 1967; = Umano, troppo umano (/), tr. t. di S. Giametta, Adelphi, Mi­ lano 1965; s= Frammenti postum i 1876-1878, tr. it. di M. Montinari, Adelphi, Milano 1965; =s Umano, troppo umano (//), tr. it. di S. Giametta, Adelphi, Milano 1967; = Frammenti postum i 1878-1879, tr. it. di M. Montinari, Adel­ phi, Milano 1967; ss A urora, tr. it. di F. Masini, Adelphi, Milano 1964; ss Frammenti postum i 1879-1881, tr. it. di M. Montinari, Adel­ phi, Milano 1964; = La gaia Scienza, tr. it. di F. Masini, Adelphi, Milano 1965; ss Frammenti postum i 1881-1882, tr. it. di M. Montinari, Adel­ phi, Milano, 1965; = Così parlò Zarathustra, tr. it. di M. Montinari, Adelphi, Mi­ lano 1968; = Al di là del bene e del male, tr. it. di F. Masini, Adelphi, Milano 1968; ss Genealogia della morale, tr. it. di F. Masini, Adelphi, Mi­ lano 1968; ss Crepuscolo degli idoli, tr. it. di F. Masini, Adelphi, Mi­ lano 1970; = L'Anticristo, tr. it. di F. Masini, Adelphi, Milano 1970; = Ecce homo, tr. it. di R. Calasso, Adelphi, Milano 1970; =s Nietzsche contra Wagner, tr. it. di F. Masini, Adelphi, Mi­ lano 1970; ss Frammenti postumi 1882-1884 (/), tr. it. di L. Amoroso e M. Montinari, Adelphi, Milano 1982; ss Frammenti postum i 1884, tr. it. di M. Montinari, Adelphi, Milano 1976; ss Frammenti postumi 1884-1885, tr. it. di S. Giametta, Adelphi, Milano 1975; s= Frammenti postumi 1885-1887, tr. it. di S. Giametta, Adel­ phi, Milano 1975; ss Frammenti postum i 1887-1888, tr. it. di S. Giametta, Adel­ phi, Milano 1971; = Frammenti postumi 1888-1889, tr. it. di S. Giametta, Adel­ phi, Milano 1974; ss Epistolario 1850-1869, tr. it. di M.L. Pampaioni Fama, Adel­ phi, Milano 1976. = Cosi parlò Zarathustra, tr. it. di S. Giametta, Rizzoli, Mi­ lano 1985.

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NIETZSCHE. O DELL’ERMENEUTICA INTERMINABILE

Tutto ciò che esiste nel dominio del sensibile, tutto ciò che rappresenta lo spirito allo spirito. 6 propriamente un abito, un vestito completo in­ dossato per un certo tempo, per essere indi su­ bito smesso. Sicché questo grave e vasto soggetto sugli abiti, se ben compreso, contiene in sé tutto d ò che gli uomini han pensato, sognato, fatto, ciò che sono stati; tutto l’universo esteriore e tutto ciò che nell’universo è contenuto non è che veste: la essenza di ogni scienza si trova nella filosofia degli abiti. Thi Carlyle, Sartor resartus. tr. it. Bari, 1910, p. 82 Dietro di noi rovine, davanti a noi Un nuovo edificio, con noi la nostra casa; dietro di noi un linguaggio morto, davanti a noi il presagio di un nuovo concetto, con noi l’ondeggiare e il tessere delle metafore che stanno nel concetto per diventare parole senza senso e per questo uti­ lizzabili. F. (Vlauthner, Beiträge zu einer Kritik der Sprache, Stuttgart, 1903

Premessa, o della seduzione

1. Soggetto, Oggetto; Rapporto tra Soggetto e Oggetto; VeroFalso; Buono-Cattivo; Causp-Effetto; Origine-Fine. Questi i centri dei numerosi bersagli a cui mira la critica di Nietzsche. Ma: si può chiamare questa critica, crìtica della metafisica? La costella­ zione delle più importanti ipterpretazioni di Nietzsche hanno rispo­ sto affermativamente a questa domanda, anche se alcune di esse si sono sforzate di aggiungere e precisare che tale critica della me­ tafisica non significherebbe affatto l’emancipazione o la fuoriuscita dalla metafisica1. Osando metter per un attimo in disparte questo tipo di interpretazioni che è divenuto ormai modello per una lettura 1. Cfr. E. Fink, L a filosofia di Nietzsche, tr. It. Padove, 1973; in parti­ colare pp. 249-259; e M. Heidegger, Nietzsche, Pfullingen, 1961, voi. II; La sentenza di Nietzsche «D io è ptorto» in Sentieri interrotti, tr. it. Firenze, 1968, pp. 191-247; Oltrepassamento della m etafisica in Saggi e discorsi, tr. it. Milano, 1976, IX, p. 51; XI, p. 52; XII, p. 54; XVI, p. 55; XXI, p. 58; Che cosa significa pensare, tr. it. Milano, 1978, I. 9

« vulgata » del pensiero di Nietzsche, vieti fatto di chiedenti: che cosa significa « metafisica »? L'ingenua presunzione che anima un simile quesito è il prezzo da paguro per rendersi più agevole la comprensione del problema. A questo riguardo, Infatti, la più im­ portante riflessione della filosofia moderna sul tema della metafisica — quella di Heidegger — è certo anche la più profonda, ma Io è al punto tale che nella luce che essa irradia scompare anche l’oggetto che intende illuminare: per cui Nietzsche di Heidegger è opera che risulta utile più alla comprensione della filosofia di Heidegger che a quella del pensiero di Nietzsche. Ma, se si sospende questa grande interpretazione e, con essa, tutte le sue varianti, si deve anche ten­ tare di suggerire altre strade per le quali chiarire il rapporto con cui Nietzsche sta alla metafisica. Si potrebbe, in primo luogo, spul­ ciare scolasticamente qualche grande storia della metafisica, per ve­ dere il senso con cui tale termine è nato e cresciuto fino all’iper­ trofia *. Ma il risultato non sarebbe incoraggiante: ciò che gli storici del termine ci consegnano è una definizione talmente larga di « me­ tafisica » che vi può stare dentro di tutto. Se infatti la si denota comé « disciplina filosofica che ha per oggetto i campi che sono oltre l’esperienza sensibile », perché essa non potrebbe includere la mitologia, la psicologia, la psico-analisi; e la logica; e la matema­ tica; e l’estetica; etc., etc.? Infatti, ogni classificazione di «m eta­ fisica » che parta da una definizione così larga si costringe a deter­ minare le diverse fasi e forme della metafisica con « monismo mate­ rialistico », « monismo spiritualistico (oggettivo e soggettivo) », « mo­ nismo neutro », « dualismo (trascendente, immanente, pluralistico) », ossia con pressoché tutte le varianti con cui si può « predicare » il pensiero e la sua storia. Ci sarebbe, ad un secondo tentativo, un’altra strada da bat­ tere, apparentemente più sicura perché relativamente più determi­ nata: quella che conduce alle origini del termine e che rìsale rapi­ damente verso i suoi sviluppi nella scolastica medievale, segnatamente in Tomaso d’Aquino. Si sa che il termine « metafisica » ha un’etimologia filosofica certa: indica la successione con cui Andro­ nico di Rodi dispose alcuni sparsi scrìtti di Aristotele dopo i libri che raccoglievano gli scrìtti sulla filosofia della natura (tà physikà), dando ad essi il titolo di tà metà tà physikà ed intendendo, alla let­ tera, « trattazioni posteriori a quelle concernenti la natura ». Vero è che queste trattazioni posteriori erano anche trattazioni diverse da2 2. Cfr., per esempio, J. Marechal, Le point de départ de la métaphysique, Bruxelles, 1944-1949.

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quello proprie delle scienze fisiche o, più in generale della natura, ma sembra ormai accertato, anche, che Aristotele mai abbia usato in questo senso il termine preciso « metafisica ». In uno dei passi in cui in modo esplicito Aristotele avrebbe potuto usare questo ter­ mine, si legge invece: « C’è una scienza che studia l’essere in quanto essere e le sue proprietà essenziali»8. Ora, in base a ciò, «m eta­ fisica » dovrebbe significare soltanto e propriamente ontologìa inten­ dendo con questo termine, oltre che la scienza dell’essere in quanto essere, anche quella delle cause e di princìpi primi, e la teoria della sostanza4. Risulterebbe pertanto che il significato preponderante die Aristotele assegna alla « filosofia prima » è quello, plurimo, che vi è nel termine « ontologia ». Senonché, nella tradizione filosofica occi­ dentale, si è associato al termine e al concetto di «m etafisica» il termine e il concetto di teologia, trascinando così, nel bene e nel male — cioè sia per i sostenitori della metafisica die per i suoi avversari — , la storia dell’ontologia dentro la storia della metafisica intesa come teologia. In verità il pretesto c’era per operare quest’an­ nessione, in quanto fu lo stesso Aristotele ad avere inteso, in due famosi passi, la « filosofia prima » come teologia8: ma l’aveva intesa anche così e non in primo luogo. Il responsabile del rovesdamento del rapporto d’importanza fu Tomaso d’Aquino che, con magistrali artifizi, proiettò la lunga e fredda ombra della teologia su tutto il pensiero ontologico E a rinforzo di quella famosa annessione, ven­ nero poi i Commentario e le Disputationes della Seconda Scolastica ed, infine, il grande imperialismo teologico del ncotomismo7. D’altra parte non fu solo il tomismo ortodosso e le sue reiterate reincarna3. Aristotele, M etafisica, IV, 1. 1003 a 20, tr. it. (di A. Carlini), Bari, 1965, p. 107; cfr. tr. it. di G. Reale, Napoli, 1968, voi. I, p. 291. Cfr. anche Meta· fisica, IV, pp, 207 e 213 (tr. Carlini); pp. 491 e 493, I (tr. Reale); e, ancora, M etafisica, VI, p. 367 (tr. Carlini); e p. 170, li, (tr. Reale). Per la questione del titolo e del significato del termine « metafisica » in Aristotele cfr. G. Reale, Introduzione a Aristotele, L a m etafisica, Napoli, 1968, voi. 1, pp. 3-7, e anche G. Reale, Il concetto di filosofia prima e l’unità della M etafisicà di Aristotele, Milano, 1961. 4. Cfr. Aristotele, M etafisica, IV, 2, 1003 b, 15*19. 5. Cfr. ivi, V I, 1026a, 19 e XI, 7, 1064b, 3. 6. Cfr. Tomaso d’Aquino, In X II libros Metaphysicorum A ristotelis expositio, (ed. Spiazzi), Torino, 1964, libro I, lectio 2,36-51, pp. 13-15; e In Aristotelis libros De Generatione et Corruptione, (ed. Spiazzi), Torino, 1952, Proemio, 2, p. 316; sulla metafisica come scienza della verità cfr. In X II libros, cit., II, lectio 2, pp. 84-85 e VI, lect. 1-4, pp. 293-312. 7. Sulla seconda Scolastica cfr. C. Giacon, L a Seconda Scolastica, Mi­ lano, 1944-1950. Sul Neotomismo cfr. A. Masnovo, Il ncotomismo in Italia, Milano, 1923; P. Dezza, I neotomisti del X IX secolo, Milano, 1942; G . Saitta, Il carattere della filosofia tomista, Firenze, 1934; C. Giacon, L e grandi tesi del tomismo, Milano, 1948 e La verità cattolica, Como, 1945.

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zionl a trascinare l’ontologia In un vortice mortale: mila la teologia — in quanto presunzione di essere diacono «u Dio e sul lutto — si costruì come cattedrale di sillogismi e funzionò come ragnatela di ferro che chiuse e strinse gran parte della filosofia moderna: i pochi che cercarono nuovi cieli e nuovi mondi — come Bruno, Campanella, Galilei, Cartesio, Pascal, Spinoza, Bayle — pagarono con l’emarginazione, col silenzio, con l’esilio, col carcere e la tor­ tura, o con la morte. Ritornando ora alla questione iniziale circa il senso della critica di Nietzsche alla metafisica, un passo è stato fatto, ma assai corto: se si è ipotizzato che la storia del pensiero metafisico sia innanzi­ tutto storia del pensiero ontologico, si può soltanto dire che la cri­ tica di Nietzsche è critica dell’ontologia. Ma, ammesso che questo risultato sia vero, o almeno verosimile, ulteriori difficoltà si apri­ rebbero. Infatti l’oggetto specifico dell’ontologia — l’essere in quanto essere — non è per nulla semplice. E ’ noto che già Aristotele fu consapevole della plurivocità del concetto di essere *, ma la filosofia moderna — soprattutto con Berkeley e Kant, ma anche, in seguito, con Schopenhauer e Husserl — ha proceduto ad un drastico ridi­ mensionamento dell’intera problematica ontologica, tanto da enfatiz­ zare in modo pressoché esclusivo la nozione di essere in relazione alle forme della conoscenza: per cui l’ontologia — se può da un lato risultare come effetto di un restringimento del concetto di me­ tafisica grazie alla rimozione della tirannide teologica — può, a sua volta, venir ridotta alla dimensione gnoseologica e darsi, in defini­ tiva, come gnoseologia. Dell’importanza di questa riduzione si è fatto consapevole — ovviamente per criticarla come « degenerazione » — il pensiero cattolico con Rosmini e Gioberti, tanto che l’afferma­ zione di Heidegger in proposito89 non può presumere di essere ori­ ginale. Ma allora: è la critica di Nietzsche alla metafisica riducibile alla sola critica della gnoseologia? E se ciò fosse magari verificabile — eventualità pressoché improbabile — , quale risultato si sa­ rebbe ottenuto se non quello di rimpicciolire il campo e la forza 8. Cfr. Aristotele, M etafisica, I, 9, 992b 18 e sag.; IV, 2, 1003a 33, 1003b 5; V, 7 e 10, 1018a 35, 11, 1019a 4; VI, 2, 1026a 33 e sgg.; 1026b 2, 4, 1028a 5 e sgg.; VII, 1, 1028a 10 e egg.; X, 2, 1053b 25; XI, 3, 1060b 32 e 1061b 11 e 8, 1064b 15; XIII, 2, 1077b 17; XIV, 2, 1089a'7 e 1089a 16. 9. Cfr. M. Heidegger, Saggi e discorsi cit., p. 48: « La "teoria della conoscenza" e ciò che sì intende sotto questo nome sono, in sostanza, la metafisica e l’ontologia fondate sulla verità intesa come certezza del rap­ presentare rassicurante ».

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della critica dl Nicl/.sehc? Come si può facilmente arguire le due strade qui tentale — quella di stabilire preliminarmente che cos’è la metafisica e quella di ricondurre il concetto di metafisica dentro l’ambito della gnoseologia — si mostrerebbero ben presto, dopo solo alcuni brevi passi, senza sbocco. A questo punto il « grande » pro­ blema se Nietzsche sia o non sia dentro la metafisica diventa perciò, proprio grazie a questi piccoli passi, un falso problema: solo se si parte da un preciso, limitato e limitante, intendimento del concetto di metafisica come fa Heidegger10, è poi possibile sindacare su ciò che sta fuori e su ciò che sta dentro tale concetto. Anzi, proprio questo procedimento di delimitazione rigorosa di campo è procedi­ mento che appartiene tutto intero alla tradizione metafisica occiden­ tale, e, addirittura, alle sue declinazioni più « scolastiche ». Dire che, da Platone a Husserl, tutto il pensiero è metafisico, ed affer­ mare che tale pensiero è colpevole dell’« oblìo dell’essere » sono due operazioni che si offrono all’accusa che Io stesso Heidegger muove a Nietzsche: quella di essere « entro il corso unitario della metafisica moderna in quanto muove dal genio e dalla genialità, e nello stesso tempo pensa tecnicisticamente prendendo a base la produttività » Non è forse « geniale » e « produttivo » anche il condannare l’intera filosofia occidentale con l’imputazione di « oblìo dell’essere » ? Non è forse « geniale » e « produttivo » ritenersi in grado di attingere l’autenticità dell’essere con un « salto all’indietro » (Schritt zurück)? Ovvero, ancora più semplicemente: perché il concetto nietzscheano di Volontà di potenza dovrebbe essere più interno alla metafisica di quello heideggeriano di Essere? Non sono entrambi « geniali » ? Non Sono entrambi « produttivi »? Non mirano entrambi a capire il mondo, a conferire sensi all’esistenza, per trovare interlocutori e cercare estimatori? Heidegger ha certamente avuto l’enorme merito — collocando Nietzsche nello sviluppo della metafisica occidentale — di salvarlo da ogni interpretazione mitico-irraziotialistica12: averlo esiliato nella terra di Aristotele e di Kant significa averlo sottratto alla melma di coloro che hanno tentato e tuttofa continuano a ten­ to. Cfr. M. Heidegger, Introduzione alla m etafisica, tr. It. Milano, 1972; Che cos’è la m etafisica, tr. it. Firenze, 1967. 11. M. Heidegger, Saggi e discorsi cit., p. 53. 12. Bisognerebbe stare molto attenti nel valutare in modo esclusivamente negativo il contenuto della famosa-famigerata Selbsthauptung der deutschen Universität con cui Heidegger giustificò la sua scelta di rimanere dentro un'istituzione epurata e controllata dai nazisti; bisognerebbe considerare, in­ fatti, che questa scelta gli permise di parlare, per quasi dieci anni, di Nietzsche in un modo affatto diverso da quello che avrebbero desiderato i nazisti. 13

tare di farne un « filosofo-poeta », un « fllomifo lellprnln », un pro­ feta politico o un consolatore d'anime. Tullavla, l'aver eseguito questa salutare operazione ritenendo che vi sia ancuru la possibi­ lità di uscire — magari all’indietro — dalla tradizione metafisica, significa presumere che vi siano uno spazio e un tempo esterni a questa tradizione, una regione sepolta dove attingere l’autenticità dell’essere, dove « custodire il segreto dell’essere e vegliare sull’in­ violabilità del possibile » 13. In generale questa operazione non ap­ pare allora molto dissimile da quella, affatto opposta nel contenuto specifico, di Lukàcs il quale ricaccia Nietzsche nelle tenebre del­ l’irrazionalismo 14: come quest’ultimo ha emesso nei confronti di Nietzsche la condanna di irrazionalismo in base ad una nozione — presunta certa — di « ragione dialettica », così Heidegger ha for­ mulato l’accusa di metafisicità in base ad una nozione — tutta pro­ blematica —■ di metafisica dell’essente in quanto essente1516. Ora, al di là dei due diversi criteri di valutazione che sottendono questi due giudizi, il metodo del valutare in base ad una qualche verità discriminante risulta il medesimo. Tuttavia questo aspetto appare secondario rispetto a quello per cui l’imputazione di Volontà di potenza come modo della metafisica, rivolta da Heidegger a Nietzsche, ricade sullo stesso Heidegger. Viene qui a porsi, allora, la questione radicale del significato e del destino della filosofia. E ’ lo stesso Nietzsche che pone la questione in termini netti: « Quand’ero più giovane mi preoccupavo di capire che cosa fosse propriamente un filosofo, perché credevo di scorgere nei filosofi famosi caratteristiche contraddittorie. Mi venne fatto in­ fine di pensare che ci sono due tipi distinti di filosofi: quelli che hanno da mantenere una qualche configurazione di valutazioni, ossia di valori posti e creati in precedenza (logici o morali), e quelli invece che sono essi stessi legislatori nel campo delle valutazioni (...). Ma i filosofi veri e propri sono comandanti e legislatori, essi di­ cono: così deve essere! » “ . Nietzsche coglie qui con estrema luci­ dità due modi generali con cui si dà — e forse sempre si è data — la filosofia: da un lato come professione, come erudizione, storio­ grafia, sistemazione e classificazione filosofica17. In quanto tale essa 13. M. Heidegger, Saggi e discorsi cit., p. 64. 14. Cfr. G . Lukàcs, L a distruzione d o la ragione, tr. it. Torino, 1959, pp. 308-402. 15. Cfr. M. Heidegger, Che cos’è la m etafisica cit., p. 83. 16. F. Nietzsche, FP 84-85, p. 294. 17. Cfr. W. Benjamin, II dramma barocco tedesco, tr. it. Torino, 1971, p. 13: « Una concezione corrente ha subordinato troppo da vicino il

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si costituisce, si organizza e si diffonde in attività accademiche isti­ tuzionalmente riconosciute. Allora il linguaggio e le procedure lo­ giche con cui tenta di costruire un proprio, autonomo, discorso diventano funzioni dirette della sua costituzione come disciplina a statuto speciale. Dall’altro, essa si presenta come creazione, come invenzione di nuovi linguaggi e nuove procedure che spezzano tanto le parole calcificate del parlar comune, quanto i termini e gli ordini degli idiomi speciali: in ciò essa presenta una profonda affinità con la poesia1S. In quanto tale, allora, non pretende né tollera alcun riconoscimento accademico o anche solo pubblico — ché ciò com­ porterebbe l’accettazione di un sistema linguistico e concettuale dato e convenzionale — ; ma questa libertà a cui tanto tiene deve pagarla sopportando le accuse più diverse: di presunzione, di dilettantismo, di infamia, di eresia, di tradimento, di nichilismo. Coloro che colti­ vano il primo tipo di filosofia sono gli eruditi, i dotti, i «profes­ sori di filosofia », gli specialisti-in e gli esperti-di un singolo periodo, concetto, autore filosofico, ovvero in o di un singolo lin­ guaggio e sistema filosofico entro cui. cercano di far stare ogni concetto, ogni periodo, ogni filosofo: sono, insomma, coloro che pensano ancora di trattare la filosofia come una scienza e perciò m im ano la ricerca scientifica, col solo risultato di edificare un « grande colombario dei concetti — cimitero delle intuizioni » Coloro che, invece, fanno il secondo tipo di filosofia sono i « veri filosofi »: « coloro che comandano e legiferano: essi affer­ mano ”così deve essere” , essi determinano in primo luogo il "dove” e 1’ ” a che scopo” degli uomini e così facendo dispongono del la­ voro preparatorio di tutti gli operai della filosofia, di tutti i soggio­ gatori del passato — essi protendono verso l’avvenire la loro mano creatrice e tutto quanto è ed è stato diventa per essi mezzo, stru­ mento, martello. Il loro conoscere è creare,· il loro creare è una legislazione, la loro volontà di verità è. volontà di potenza »*°. Il senso di queste parole p u ò attraversare ed illuminare anche la pro­ filosofo al ricercatore, spesso ai ricercatore nelle Sue funzioni minori». Cfr. anche A. Schopenhauer, Parerga e paralipomena, tr. it. Torino, 1963, pp. 626-7 e 1178; ma anche pp. 202, 242-3, 1201-05; Cfr. anche G.C. Licntenberg, Osservazioni e pensieri, tr. it. Torino, 1975, aforismi 399, 442, 469, 524, 533, 536, 546, 715. 18. Cfr. M. Heidegger, Poesia, pensiero e scienza in Che cosa significa pensare, tr. it. Milano, 1979, II; Perché i poeti? in Sentieri interrotti cit.; « Poeticamente abita l’uomo » in Saggi e discorsi cit. 19. F. Nietzsche, L a filosofia rm l’epoca tragica dei Greci e Scritti dal 1870 al 1873, p. 368; cfr. anche CI, p. 214 e 298; e anche UTU II, pp. 73-4. 20. F. Nietzsche, ABM, p, 120.

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posta filosofica di Heidegger: invece di scervellarsi per stabilire — sulla scorta o sulla scia di questi — se Nietzsche sia ancora dentro o già fuori dalla metefisica occidentale, può risultare più interes­ sante ingenerare il sospetto che il giudizio di appartenenza alla me­ tafisica emesso da Heidegger contro Nietzsche si fondi in definitiva su un fare filosofia come un « comandare e legiferare », ossia nel senso e nella direzione della Volontà di potenza: ossia nella mede­ sima prospettiva di Nietzsche — e di qualsiasi altro filosofo « crea­ tore ». Nietzsche, allora, mostra di funzionare egregiamente da effi­ cace reagente anche nei confronti di Heidegger, nella misura in cui riesce a mettere a nudo il fondamentale motivo determinante di ogni filosofia: la Volontà' di potenza nella fattispecie concreta della va­ nità. Non è forse per impulso a conquistare cuori e cervelli che Nietzsche ha scritto? E non è forse per il medesimo impulso alla conquista di un pubblico che ciascun filosofo, da sempre e per sempre, ha parlato e pubblicato? E perché proprio Heidegger do­ vrebbe sfuggire a questa « legge di natura » che anima la riflessione filosofica? La sua eccezionale capacità di innovazione terminologica non è forse funzione intrinseca della sua eccezionale profondità teo­ retica, e q u e ste non sono forse in funzione della vanità, dello « smi­ surato orgoglio » che contraddistingue « l’esperienza intima del pen­ satore? » 11. Perché non potrebbe esser fatto giocare nei confronti di Heidegger il dubbio che Nietzsche insinua nei confronti di ogni pensatore, sé compreso?: « Come, i sapienti stessi sarebbero forse, visti da vicino, non "filosofi” , ma "filasofi” ? Amanti della buffo­ neria e buona compagnia per gente di teatro e per una folla stra­ vagante? E non per sé? » * . Se questo dubbio fosse almeno ammis­ sibile, ovvero se l’intento — per il quale intere vite sono state tra­ volte dalla « passione » per il formare nuovi linguaggi filosofici — fosse perlomeno probabile, allora avrebbe qualche ragione Benjamin a sostenere che « la filosofia, nel corso della sua storia, che è stata tanto spesso oggetto di scherno, è con fondamento una lotta per la rappresentazione di poche singole parole, che sono sempre di nuovo le stesse — le idee » **. 2. « Gli uomini hanno cominciato a filosofare, ora come in ori­ gine, a causa della meraviglia »**. Queste celebre osservazione di213 21. 22. 23. 24; testo si

Cfr. F. Nietzsche, UTU 11, af. 26, pp. 18-20. F. Nietzsche, FP 8 5 *7 , p. 166. W. Benjamin, op. cit., p. 18. Aristotele, M etafisica, cit. I, 2, 982b. Anche le altre citazioni nel riferiscono a questo passo.

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Aristotele coglie certo nel segno uno degli aspetti più caratteristici delle motivazioni del filosofare: lo stupore (thaumàzein) difronte alle cose, ai fenomeni e agli eventi. In base a questo stupore origi­ nario è evidente che chi ha cominciato o, ancor oggi, comincia a pensare, ricercava o ricerca « il conoscere solo al fine di sapere e non per conseguire qualche utilità pratica », ossia tendeva o tende semplicemente a « liberarsi dall’ignoranza ». Ma quanto è durata o dura questa limpida alba dello spirito? Una volta data spiegazione a « problemi sempre maggiori », una volta messi in cammino sulla strada di quella « liberazione », chi potrebbe sostenere che il filoso­ fare è rimasto puro, non tanto dalle tentazioni di « conseguire qual­ che utilità pratica », quanto dal desiderio di « far valere » nei con­ fronti di qualcuno i risultati raggiunti e le ignoranze sconfitte? Chi potrebbe sostenere con certezza che questi risultati e queste con­ quiste del conoscere non siano stati fatti valere come « titoli d’ono­ re » e come motivi di superiorità nei confronti di coloro che mai si sono « meravigliati » ? Chi potrebbe stabilire con sicurezza che una « meraviglia » soddisfatta — un concetto trovato, un fenomeno spiegato, un’idea formata, un teorema dimostrato — non sia stata utilizzata per meravigliare un pubblico, per conquistare un allievo, per stupire un interlocutore, o anche solo per far colpo sulla propria coscienza fatta spettatore? Un’interpretazione strettamente filologica del verbo thaumàzein non permette certo questa forzatura, in quanto esso significa « mi meraviglio, mi stupisco »; ma un’interpretazione mitologica che prenda spunto da una suggestiva indicazione di Pla­ tone “ può consentire una torsione « attiva » del verbo nel senso di « meravigliare, stupire »: Taumante (Thaumas) è infatti, nella mitologia greca, il padre di Iride, ossia di quella « messaggera degli dei » che si identifica in particolare con l’arcobaleno e in generale con tutto ciò che stupisce per la combinazione dei colori (coda del pavone, iride degli occhi, cristallo di rocca, fiore liliaceo). Taumante, cioè, è colui che stupisce gli uomini con la sua creatura, così come la filosofia stupisce gli animi con la sua parola. La filosofia che nasce con lo stupore davanti al mondo, cresce con il voler stupire il mondo: comincia con il meravigliarsi, continua con il desiderio di meravigliare. All’ingenuo stupore difronte all’ignoto subentra il piacere del noto e il desiderio di esibirlo. Se la meraviglia è la causa23* 23. Platone, Teeteto, I55d, in Opere, tr. it. Bari, 1967, I, p. 284: « E d è proprio del filoaofo questo che tu provi, di esser pieno di meraviglia; n i altro comlnciamcnto ha il filosofare che questo; e chi disse che Iride fu generata da Taumante, non shngllh, mi sembra, nella genealogia ».

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prima del filosofare, la volontà di meravigliare è uno dei suoi fini ultimi. Se ciò è vero, si può dire che la ricerca della fama è una variabile dipendente della volontà di sapere; a questa ricerca hanno contribuito in modo determinante due « tecniche » utilizzate da quasi tutti i pensatori: quella dell’imitazione e quella della critica. Quella dell’imitazione dei predecessori — sia nella forma del plagio occulto che nella forma della citazione dei predecessori come auctoritates — non solo è riscontrabile lungo le opere di tutti i filosofi, ma è anche stata teorizzata e consigliata come modo efficace per « passare alla storia » “ . Non meno efficace si è dimostrata a questo riguardo la « tecnica » della critica dei predecessori, il cui esercizio è stato il più delle volte complementare a quello dell’imitazione” . A questo « gioco » Nietzsche certo non si sottrae nonostante la sua radicale « critica della metafisica » ; ma non si sottrae nemmeno Heidegger, nonostante la sua radicale critica a Nietzsche: il suo intento di chiu­ dere Nietzsche nella Wunderkammer della metafisica non può sot­ trarsi al sospetto di essere anche un pretesto per sostituire la « me­ raviglia » e la fama di Nietzsche, oltre che quelle dell’intera storia della metafisica; così come l’intento di Nietzsche di bollare come metafisico tutto il pensiero precedente non può sfuggire all’impres­ sione di volersi sostituire a questo. «P e r non essere continuamente messi in croce, bisogna avere una maschera. Anche per sedurre gli altri... » 26728: il filosofare rischia di continuo — una volta caduta l’aurora della meraviglia — di trasformarsi in Entretien infini.

26. Cfr., per esempio, Dionysii Longini, De sublim i libellus, tr. la t, Veronae, J.A. Tumermani, 1733, sect. XIV, p. 96: «N am si quis ita sibi protinus diffidat, ut iisdem scriptorum suorum fata regionibus terminet quibus vitae nostrae spatium circumscriptum est; fieri nequit, quin, ea, quae tali mente conceperit instar imperfecti caecique foetus aboriantur, priusquam legi­ time perennaturae ad posteros famae partus tempora attingere potuerint». 27. Cfr., per esempio: Aristotele, M etafisica cit., I, Capp. I1I-X; Bacone, Opere filosofiche, tr. ft. Bari, 1965, I, Aforismi 44 e 61-67; I. Kant, Critica della ragion pratica, tr. it. Bari, 1966, I, 1, Scolio II, e Critica della ragion pura, tr. it. Bari, 1971 (adv. Aristotele, p. 115; Cartesio pp. 332, 474, 676; Hume pp. 42, 54, 128-9, 582-88; Locke pp. 128-9, 643; Leibniz pp. 85, 267-271, 474, 643); A. Schopenhauer, Il mondo come volontà e rappresenta­ zione, tr. it. Bari, 1968, II, pp. 537-684 (ad v .. Kant) e Etica, tr. it. Torino, 1961, pp. 191-259 (adv. Kant), pp. 259-264 (adv. Fichte), pp. 33-54 (adv. Fichte e Hegel); W. Goethe, Poesia e verità, tr. it. Milano, 1929, I, pp. 303-528; G.W.F. Hegel, Lezioni sulla storia della filosofia, in particolare Le filosofia moderna, tr. it. Firenze, 1967, Voi. Ili, tomo II; E. Husserl, Ricerche logiche, tr. it. Milano, 1968; Th. W. Adorno, Dialettica negativa, tr. it. Torino, 1970 (adv. Heidegger, Hegel e Kant) e Sulla metacritica della gnoseologia, tr. it. Milano, 1964 (adv. Husserl e la fenomenologia). 28. F. Nietzsche, PP Bl-82. p. 490, fr. 23.8.

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Dalla crìtica alTermeneutica Se con Nietzsche viene in chiaro che per il divenire del filo­ sofare risulta costituente intrinseco più l’esercizio della vanità che la ricerca della verità, sorge l’interesse di vedere come questo esercizio si dispieghi, nella riflessione filosofica di Nietzsche stesso, in una critica accerchiente proprio il concetto di verità. « Ma tutto è divenuto; non ci sono fatti eterni: così come non ci sono verità assolute. Per conseguenza il filosofare storico è da ora in poi necessario, e con esso la virtù della modestia » **. Il rela­ tivismo diacronico, che esce dal rifiuto di accettare fatti eterni e verità assolute, sembra comportare, però, una fede nella possibilità di cogliere il divenire dei fatti e la poliedricità delle verità, ossia una fede in una soggettività ancora più forte di quella che ctede sem­ plicemente a fatti eterni e a verità assolute: tanto forte da far stare salda la conoscenza nonostante abbia davanti un oggetto composto soltanto da mutanti frammenti di luce, come un caleidoscopio; e nonostante essa stessa sia un caleidoscopio di Standpunkte. In que­ ste condizioni non sarebbe allora la « virtù della modestia » ad essere necessaria al « filosofare storico », ma proprio la virtù con­ traria, quella dell’immenso orgoglio di poter cogliere, conoscere ed esprimere la natura, l’essere stesso del divenire: « v ir tù » , quindi, in senso forte, in senso classico, latino (virtus) e greco (areté), come sinonimo di « pienezza di forze », di « coraggio ». E in effetti di immenso coraggio ha avuto bisogno la conoscenza per affrontare l’ignoto e l’incerto, rinstabilità e l’incostanza: di quell’immenso co­ raggio che ha distinto, prima di Nietzsche, l’avventura filosofica di Eraclito2930, di Platone3132 e di Hegel83, ma anche il pensiero orien­ tale 38. Molto più modesto, molto più orgoglioso e « virtuoso » è il lavoro di chi, costruitosi o acquistato un solido principio, se ne va per il mondo ad analizzare e a comporre, a setacciare e a siste­ mare, a definire e a ordinare, sempre bisognoso di sicurezze e sempre desideroso di aggirarsi in un paesaggio ben assestato. Il principio di non contraddizione è stato per secoli uno di questi 29. F. Nietzsche, UTU I, 2, p. 16. 30. Cfr. Eraclito, framm. 51 e 67. 31. Cfr. Platone, Sofista in Opere cit., 247 XXXIV e 258 XLII d, p. 409 e p. 425; Repubblica in Opere cit., VI 510-11, p. 336. 32. Cfr. G.W.F. Hegel. Scienza della logica, tr. it. Bari, 1968, I, pp. 71-102. 33. Cfr. Lao-Tsc La regola celeste, tr. it. Firenze, 1954, p. 16; e Nagarjuna, Madhyamaka karika. tr. it. Torino. 1961, in particolare la parte inti­ tolala Le stanze del cammino di m etto.

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solidi strumenti d’orientamento, di queste bussole infallibili con cui la filosofia si è addentrata nei territori più bui ed insidiosi della coscienza e dell’esperienza: con esso si sono trovate stelle polari anche negli intrichi della morale, anche nei segreti dell’arte, anche nei misteri della religione; con esso la ragione ha raggiunto la pre­ sunzione — fondata sulla paura — di poter metter mano sulle cose più nascoste senza subirne l’ombra, di poter inoltrarsi nelle zone più terribili della coscienza senza uscirne sconvolta, di poter giudi­ care ogni azione senza subirne contraccolpi, di poter calcolare e stabilire ogni processo senza venirne coinvolta. D’altra parte se il principio di non contraddizione è stato, da Aristotele in poi, sempre alla base di un concetto analitico di verità, il metodo dialettico è stato alla base, almeno in Platone e in Hegel, di un concetto sin­ tetico di verità. Eppure questa diversità radicale non distrugge o cancella la presunzione di partenza in base alla quale una verità comunque si dà, sia essa nella forma della razionalità distinguente ovvero nella forma della razionalità conciliante. Anzi: il massimo della presunzione filosofica si dà proprio con la fede nel principio dialettico, con il quale si pretende, addirittura, di conoscere l’essere del divenire, di cogliere l’essenza del mutamento e di darne rap­ presentazione *\ Platone e Hegel hanno distrutto le pretese dei sa­ peri particolari ed anche quelle di ogni principio sedicente capace di distinguere sempre e comunque « ciò che è » da « ciò che non è »; tuttavia hanno mantenuto il primato della filosofia come forma di sapere totale, non nel senso che è in grado di conóscere gli oggetti e le procedure di tutte le diverse discipline, ma in quanto è in grado di cogliere' i limiti di queste, ossia la loto precarietà, la loro particolarità, la loro funzione soltanto convenzionale, utilitaria e, quindi, transitoria. Allora la filosofìa si fa metacritica delle scienze e presume di poter cogliere e di potersi dare come oggetto proprio tutto ciò che alla scienza non è consentito di conoscere. Uno sbar­ ramento alto e solido ai grandi princìpi e ai grandi metodi della filo­ sofia come sapere totale è stato innalzato da Kant: la messa a nudo delle antinomie della ragione dialettica3435 bloccano — forse per la 34. Cfr. G .W f. Hegel, op. d t., II, pp. 935-6: « L ’idea assoluta, così com’è risultata, è l’identità deU’idea teoretica e dell'idea pratica, ciascuna delle quali per sé ancora unilaterale, ha in sé l’idea stessa solo come un al di là che si cerca ad una meta non raggiunta (...). Essa è l’unico oggetto e contenuto della filosofia. Contenendo in sé ogni determinatezza ed essendo sua essenza di tornare a sé attraverso il suo proprio determinarsi o particolarizzarsi, essa ha diverse configurazioni, e il compito della filosofia è di conoscerla in queste». 35. Cfr. I. Kant, Critica detta ragion pura cit.. II. pp. 265-543.

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prima volta in modo forte — la folle corsa di una ragione che si pretende onnipotente, divina, assoluta. A questo punto, infatti, la strada di questa corsa si fa più stretta, perché i suoi cigli sono fra­ nati, perché la ragione può ed è sicura solo nello spazio contratto delle scienze fisico-matematiche: il resto, gli oggetti dell’etica, del­ l’estetica e della metafisica precipitano ai lati e, precipitando, solcano nuovi sentieri tanto ripidi, tanto strani e tanto diversi che alla ra­ gione diventano preclusi ed impraticabili. Soltanto Hegel, appunto, avrà l’ardire di dotare la ragione di un equipaggiamento dialettico tale da permetterle di scendere e di risalire più volte questi nuovi, terrificanti tracciati fino a poterne dare una mappa sicura e com­ pleta. Eppure nemmeno Hegel ha potuto dar resoconto definitivo di tutti questi tracciati, dato che essi sono in continua trasforma­ zione, e in continua trasformazione secondo « leggi » anch’esse in continua trasformazione. Il contenuto del pensiero ha mostrato — anche nella sua storia successiva alla sintesi hegeliana — di non poter sopportare alcuna forma, nemmeno quella più ampia della filo­ sofia come sapere assoluto, come « cerchio dei cerchi »: così come nessun io può dar spiegazione ad ogni esperienza, così come nessun orizzonte può comprendere tutti i paesaggi, così come nessun dise­ gno può comprendere tutti i segni; così come nessuna opera può comprendere tutti gli argomenti, o tutto di un argomento Difronte a queste presunzioni, a questi orgogli, sia analitici che dialettici, della filosofia, Nietzsche «p re d ica» la virtù della « modestia »: il non accettare né fatti eterni né verità assolute è la premessa e la condizione necessaria non per fondare una nuova soggettività dedita al relativismo e alla skèpsis, ma per mostrare come ogni nuovo concetto di soggettività ed ogni nuovo concetto di verità non possano pretendere di costituirsi come forma del pen­ sare. Significa, insomma, ricordare che l’attività del pensare e, ancor « prima » i suoi contenuti, hanno una polivalenza, una ricchezza, una « felicità » sempre traboccante l’orlo di qualsiasi contenitore, anche quello che si pretende tanto « elastico » da raccogliere ogni esuberanza. A testimonianza di questa impotenza della conoscenza di dar forma compiuta ai propri oggetti e alle loro trasformazioni sempre eccedenti, può esser ricordato un passo de La gaia scienza: « No. La vita non mi ha disilluso. Di anno in anno la trovo invece più ricca, più desiderabile e misteriosa — da quel giorno in cui36 36. Cfr. H. Heine, Oli spiriti elementari In G li dei in esilio, tr. it. Mi­ lano. 1978, pp. 31-57.

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venne a me il grande liberatore, quel pensiero cioè che la vita po­ trebbe essere un esperimento di chi è volto alla conoscenza — e non un dovere, non una fatalità, non una frode (...). La vita come mezzo deila conoscenza: con questo principio nel cuore si può sol­ tanto valorosamente, ma perfino gioiosamente vivere e gioiosamente ridere. E d ii saprebbe ridere e vivere bene, senza intendersi prima di guerra e vittoria? » 31. Ora « la vita come mezzo della conoscenza » non significa — come potrebbe apparire ad una prima lettura — « conoscenza come fine della vita »: se così fosse la vita si potrebbe dare nelle forme della conoscenza, nella spiegazione o quantomeno nella descrizione che questa ne potrebbe fornire; ossia la vita coinciderebbe con l’insieme delle rappresentazioni che la conoscenza sarebbe in grado di offrire. D’altra parte è evidente che se la vita fosse posta come fine della conoscenza, questa si ridurrebbe a semplice esperienza « vitale », ossia ad un momento o ad un segmento della vita intesa come totalità. Nel primo caso si avrebbe un impero della ragione, o, quanto meno, il dominio deirintelletto; ma nel secondo caso si assisterebbe al dilagare di una metafisica deìl’Erlebnis. La posizione di Nietzsche sembra invece essere eccentrica rispetto a queste due soluzioni: la vita è vista come mezzo della conoscenza nel senso che la sovrabbondanza della vita è strumento per togliere o almeno ridurre la povertà della conoscenza. Ciò significa che la vita irrompe dentro la vetrina di cristalli allestita dal conoscere, invade il « co­ lombario di concetti » da esso edificato, non per distruggere ma per dare corpo ai pensieri e aria alle idee. Se la vita strappa il mantello con cui la conoscenza sempre tenta di prenderla ed avvol­ gerla, non è per ridurlo a brandelli e farlo inservibile, ma è per renderlo più leggero. Se la vita supera l’orlo delle dighe còn cui la conoscenza tenta di imbrigliarla, non è per distruggerle ma, al contrario, per diminuire la pressione della propria massa su di esse, cioè per evitarne la rottura. Ecco allora che la vita può essere concepita né come un flusso sotterraneo né come un volo troppo alto — ossia come qualcosa che sempre scorre fuori dalla conoscenza — ma come qualcosa che irrompe dentro la conoscenza, e che a questa sempre sfugge: in­ somma come qualcosa che attrav e rsa la conoscenza e, attraversando, la trasforma. Questo può essere pertanto il senso della vita come « esperimento ». Se essa fosse un « dovere », diverrebbe una costri-37 37. F. Nietzsche, GS. p. 186. af. 324.

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zione, un modo della repressione e dell’autorepressione, una prescrizion incombente; se essa fosse una « fatalità », diverrebbe un peso da sopportare: nemmeno più un dovere cercato e accettato, ma un dovere trovato e subito. D’altra parte, infine, se fosse solo « frode », dovrebbe farsi carico delle conseguenze negative della libertà illimitata che caratterizza il sogno e l’illusione, e diverrebbe allora il semplice indeterminato che neppure si può nominare. In­ vece, vita come « esperimento » sta a significare che la vita mette alla prova la conoscenza; soltanto così essa è mezzo della cono­ scenza, soltanto così, infatti, essa serve alla conoscenza. In questo rapporto di « servizio » è chiaro, allora, che scompare ogni « senso della verità » ” : questo, infatti, non può essere rivendicato né dalla conoscenza, ché ogni sua parola che si pretenda definitiva viene sgretolata dalla vita; né, però, dalla vita stessa, ché ogni suo sgreto­ lare è relativo e contingente, sempre a ridosso di ciò che attraversa e trasforma. Anche in questo caso, quindi, la funzione della verità si riduce ad essere una funzione di utilità * : essa non è un oggetto che si indovina, si coglie, o si costruisce, né un fondamento che si scopre e si recupera, né un fine che si pone e si fa legge; né è un pro­ gressivo accaparramento o una sistematica archiviazione dell’ignoto: essa si pone molto più semplicemente, come reciproco processo di trasformazione della vita e della conoscenza. « Processo di trasfor­ mazione » che interviene, ovviamente, anche su di sé in quanto pos­ sibile definizione della verità. Questo « processo di trasformazione » che è la verità, è anche, infatti, proprio in quanto processo, un’atti­ vità che ha per oggetto se stesso: esso non si « applica » a qualcosa — come alla vita o alla conoscenza ;— , né vi è qualcuno che lo « applica » a qualcosa, ma esso trasforma e, trasformando, si tra­ sforma. Questo soprattutto perché non c’è alcun soggetto che, in base ad una finalità stabilita e mediante procedure fissate, lo usi per trasformare oggetti o altri soggetti, ma anche perché esso stesso389

38. Cfr. ivi, p. 74, af. 51. 39. Questa interpretazione, accanto a quella della logica come attività semplificante, è presente, oltre che ne La gaia scienza (cfr. p. 127, af. 121 e p. 248, af. 370), anche lungo i FP {81-82, p. 298 fr. 11.52; 84, p. I l i fr. 25.427, p. 131 fr. 25.509, p. 138 fr. 26.12, pp. 190-91 fr. 26.227; 84-85 p. 128 fr. 34.89, p. 142 fr. 34.131, p. 181 fr. 34.249, p. 338 fr. 4.44; 85-87, p. 226 fr. 6.14, p. 281 fr. 7.9; 87-88, p. 263 fr. 11.113; 88-89, p. 234-5 Fr. 15.57-58. p. 327 fr. 18.13).

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non può presumere di porsi come tale soggetto. La vita come mezzo della conoscenza significa quindi vita come esperimento, come messa alla prova della conoscenza, ossia come processo di trasformazione della conoscenza: ma questo processo di trasformazione e di autotrasformazione della conoscenza non possiede un punto fisso da cui partire ed uno, altrettanto fisso, a cui arri­ vare; non ha fondamento, né come principio, né come metodo; non ha verità che lo sostenga o verità che lo guidi, né verità da dichia­ rare: esso stesso, nel suo farsi, nel suo procedere per « prove ed errori », nel suo continuo autocontraddirsi ed autosuperarsi, sarebbe verità. «S areb b e» e non « è » , perché proprio il suo carattere di massima apertura, che consente ad ogni momento la sua messa in questione, impedisce che la rigidità di questa, come di altre defini­ zióni, lo congeli in una formula. Questa interpretazione di funzio­ nalità biunivoca del rapporto vita-conoscenza porta con sé la desti­ tuzione delle parole e dei concetti che hanno dominato — da So­ crate in poi — tutto il pensiero occidentale: queste parole « forti » della storia della filosofia sono innanzitutto « essere » e « soggetto ». Già in uno scritto dell’estate del 1873, Su verità e menzogna in senso extramorale, Nietzsche affronta in modo deciso il problema del linguaggio filosofico e, mettendone in luce Porigine, ne chiarisce i caratteri: innanzitutto, ogni concetto è frutto di una semplificazione che è funzionale alla conservazione dell’individuo; in secondo luogo — e in secondo tempo — questa semplificazione, proprio in quanto garanzia della sopravvivenza, diventa oggetto di un’abitudine40. Que­ sto processo di semplificazione comporta essenzialmente due feno­ meni: un’estrema riduzione di tutta la complessità inerente a ciascun oggetto della conoscenza, dove questa « complessità » non è defini­ bile come « ciò che è veramente », come « vera realtà », come « real­ tà ultima », proprio perché il suo carattere « complesso » investe e travolge anche ogni definizione che su di sé venga azzardata; pro­ prio perché ogni « vera realtà » contiene un intrico di « verità » e

40. Cfr. F. Nietzsche, S 70-73, pp. 355-372; cfr. anche C S, p. 148, af. 189: « E’ un pensatore: vale a dire se ne intende nel vedere le cose più semplici di quel che sono », e p. 147, af. 179: « I nostri pensieri sono le ombre delle sensazioni — sempre più oscuri, più vuoti, più semplici di queste» (sottolineatura nostra). Ma cfr. anche FP 81-82, p. 298 fr. 11.52, p. 350 fr. 11.211; FP 84, p. 102 fr. 25.392, p. 149 fr. 26.61; FP 84-85, p. 279 fr. 38.2, p. 331 fr. 40.33; FP 85-87, p. 198 fr. 5.65, p. 224 fr. 6.11, p. 285 fr. 7.14; PP 87-88, p. 40 fr. 9.89, pp. 71-2 fr. 9.140.

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« falsità », una continua interferenza di trasparenze e di opacità4142. D’altra parte il processo di semplificazione coinvolge anche Vagente di tale semplificazione, in base alla quale la complessità, l’indeterminatezza e la mutevolezza del soggetto viene ad essere coperta e ristretta da un concetto rigido: dal concetto di soggetto come centro di attività e/o di passività; laddove, invece, questo centro non è mai identificabile Il soggetto, come qualsiasi altra « cosa » che Sia oggetto di conoscenza, non è descrivibile come un punto fermo da cui partano o a cui arrivino o per cui passino infinite linee, ma può essere indicato soltanto come luogo mobile dove infinite linee si incontrano e si scontrano: « L ’io non è la posizione di un essere rispetto a più esseri (istinti, pensieri, e così via); bensì l'ego è una pluralità di forze di tipo personale, delle quali ora l’una ora l’altra vengono alla ribalta come ego, e guardano alle altre come un soggetto guarda a un mondo esterno ricco di influssi e di deter­ minazioni; il soggetto è ora in un punto ora in un altro » 43. Per­ tanto, come il carattere eterno e universale delle cose — il loro « essere » — è da considerare un’astrazione semplificante ed ima semplificazione occultante, e non certo verità, così il carattere tra­ scendentale dell’io come funzione centrale della conoscenza e del­ l’esperienza è da considerare un’estrema riduzione della ricchezza e della polivalenza incorporate dalle diverse facoltà ed attività, siano esse conoscitive, intuitive, o meramente sensitive: « Il nostro pen­ siero realmente non è se non un giuoco molto raffinato e compli­ cato della vista, dell’udito, del tatto; le forme logiche sono leggi fisiologiche delle percezioni dei sensi. I nostri sensi sono centri svi­ luppati di sensazione con forti risonanze e specchi » 44. « Essere » e « soggetto » vengono quindi fatti deflagrare in una miriade di prismi iridescenti per i quali non è possibile nessuna definizione univoca e certa, ma nemmeno un’interpretazione aperta 41. Cfr. F. Nietzsche, S 70-73, p. 361: «C h e cos’è dunque la verità? Un mobile esercito di metafore, metonimie, antropomorfismi, in breve una somma di relazioni umane che sono state potenziate poeticamente e retori­ camente, che sono state trasferite e abbellite, e che dopo un lungo uso smbrano ad un popolo solide, canoniche e vincolanti; le verità sono illusioni di cui si è dimenticata la natura illusoria... ». 42. Cfr. F. Nietzsche, FP 79-8t, p. 443: « L ’egoismo ingenuo dell’animale i completamente alterato dal nostro esercizio sociale: non riusciamo più affatto a sentire una unicità dell’ego, siam o sempre sotto una pluralità. Ci siamo scissi e continuiamo a scinderci (...) noi siamo il cosmo, nella misura in cui lo abbiamo compreso o sognato. Gli olivi e le tempeste sono diven­ tati una parte di noi: e anche la Borsa e il giornale ». 43. Ivi. p. 439, fr. 6.70. 44. Ivi. p. 318. fr. 6.443.

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ed indefinita; il carattere polimorfo e dinamico dell’esistenza non può essere racchiuso e bloccato nemmeno da una prospettiva che sia immensamente ampia ma che pretenda, per ciò stesso, di essere l'unica: « Il mondo è divenuto ancora una volta per noi "infinito” : in quanto non possiamo sottrarci alla possibilità che esso racchiuda in sé interpretazioni infinite » 454 678. Se « essere » e « soggetto » sono state, in qua'nto risultato di lunghi e profondi processi di semplifica­ zione, funzioni utili alla sopravvivenza, così pure « causa », « fine », « fondamento », « sostanza »: ma in quanto ciascuno di questi ter­ mini risulti ora — al setaccio della filologia — una forma, un involucro, un recipiente che mai riesce a contenere l’esuberante ricchezza del proprio contenuto, deve essere abbandonato come un guscio vuoto, ovvero fatto esplodere nelle infinite parti e nelle infi­ nite direzioni, nelle infinite possibilità e nelle infinite dimensioni che troppo a lungo esso ha racchiuso, spento e dimenticato. Con questa consapevolezza che ogni cosa ed ogni concetto sono in effetti non delle entità individuate e determinate ma degli universi in espansione, si può allora concludere o, meglio, passare a dire che « il concetto di causa è solo un modo di esprimersi, non di piò; un modo di designare » che « tutti gli ‘scopi’, le ‘mete’, i ‘si­ gnificati’ non sono che espressioni e metamorfosi dell’unica volontà che inerisce ad ogni accadere, la volontà di potenza » ” , che « se abbandoniamo il concetto di ‘soggetto’ e ‘oggetto’, rinunciamo anche a quello di sostanza — e quindi anche alle varie modificazioni di quest’ultimo, per esempio ‘materia’, ‘spirito’ ed altri esseri ipotetici, ‘eternità e immutabilità della materia’, ecc. » 4β. Con que­ 45. F. Nietzsche, GS, p. 253. 46. F. Nietzsche, FP 84-85,p. 240 fr. 36.28; cfr. anche Cr, pp. 84-90, e FP 84, p. 186 fr. 26.209, p. 215 fr. 26.329, p. 238 fr. 26.410;FP 85-87, p. 87 fr. 2.78, pp. 122-4 fr. 2.139-142, p. 138 fr. 2.167, p. 148 fr.2.193; FP 88-89, pp. 50-52 fr. 14.81, p. 62 fr. 14.95, pp. 64-66 fr. 14.98, pp. 117-18 fr. 14.144-145. 47. F. Nietzsche, FP 87-88, pp. 254-5 fr. 11.96. Per la critica al fina­ lismo cfr. anche GS, p. 117 af. 109, p. 229 af. 357, pp. 235-6 af. 360; FP 81-82, p. 319 fr.11.117, p. 365 fr. 11.258, p. 373 fr. 11.289, p. 381 fr. 11.311 (2), p. 383 fr. 11.320; FP 1884, p. 39 fr. 25.127; FP 84-85, p. 233 fr. 36.15 e p. 293 fr. 38.12, p. 237 fr. 7.1; FP 87-88, p. 71 fr. 9.144, pp. 294-5 fr. 11.226 (3); FP 88-89, p. 164 fr. 14.188 (3-4), p. 358 fr. 22.21. 48. F. Nietzsche, FP 87-88, p. 42 fr. 9.91 (D). Cfr. anche FP 79-81, p. 499 fr. 6.349, p. 616 fr. 10 D 81; FP 81-82, pp. 338-9 fr. 11.184 e 11.187; FP 1884, p. 256 fr. 27.8; FP 84-85, p. 103 fr. 35.35, p. 316 fr. 40.6, p. 321 fr. 40.16, p. 325 fr. 40.22; FP 85-87, pp. 12-13 fr. 1.38, 1.39, e 1.43; p. 21 fr. 1.72, p. 25 fr. 1.87, p. 80 fr. 2.67, p. 124 fr. 2.142, p. 127 fr. 1.152, p. 175 fr. 5.3; FP 77-88, p. 41 fr. 9.91 (B-C), p. 55 fr. 9.108, p. 115 fr. 10.19, p. 134 fr. 10.57, p. 175 fr. 10.136, p. 191 fr. 10.158; FP 88-89, pp. 48-9 fr. 14.79. Cfr. anche G.C. Lichtenberg, op. cit., p. 143.

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st’ultime parole è già data in anticipo risposta alla banale — ma perciò stesso sempre possibile — obiezione secondo la quale Nietz­ sche, dopo aver demolito ogni concetto di « soggetto », « oggetto », « causa » e « fondamento », riproporrebbe un fondamento materiale e finirebbe, quanto meno, per riformulare una metafisica sensistica. La superficialità di una simile obiezione sarebbe tale da non consi­ derarla nemmeno, ma poiché è abbastanza agevole reperire in Nietz­ sche stesso una serie di rafforzamenti alla propria tesi, vai la pena di ricordarne qualcuno: « ciò che veramente avviene, nell’eccitazione dei nostri affetti umani sono quei moti fisiologici e gli affetti (lòtte, e così via) non sono altro che interpretazioni intellettuali, là dove l’intelletto non sa nulla, ma presume di sapere tutto » 4β. Se da ciò appare chiaro che gli « affetti umani » (rabbia, amore, odio) non possono esser presi a fondamento di alcuna spiegazione, non altrettanto chiara sembrerebbe risultare la dichiarazione dell’impossibilità di assumere a fondamento quei « moti fisiologici ». Ora, se si intende per « fondamento » un fondamento incondizionato — e un fondamento, per essere tale, non può che essere incondizionato — , si può aggiungere che Nietzsche, a questo riguardo, precisa che « dal­ l’incondizionato non può nascere niente di condizionato. Ora tutto ciò che conosciamo è condizionato. Ne consegue che non vi è incon­ dizionato — si tratta di un’ipotesi superflua » 4950512. E ’, dunque, « ipo­ tesi superflua » anche quella di assumere come fondamento incon­ dizionato i « moti fisiologici ». Non è un caso, allora, che Nietzsche sostenga con forza: « Da mettere in testa: anche gli istinti sono divenuti; essi non mostrano niente per il soprasensibile, nemmeno per l’animale, nemmeno per il tipicamente umano » “ . Non è per­ tanto in alcun modo possibile sostenere che la critica di Nietzsche ai fondamenti metafisici sfoci in una riproposizione aggiornata di fondamenti fisici, fisiologici, sensistici o, in generale, « materia­ listici ». E’ la stessa nozione di « fondamento » che per Nietzsche va messa alla prova, sperimentata, nelle sue origini e nelle sue funzioni acquisite. Pertanto la critica all’incondizionato non ha limiti: essa si rivolge anche contro coloro che hanno pensato l’incondizionato fondamento nella forma dell’utilità M; anche contro coloro che hanno 49. F. Nietzsche, FP 81-82, p. 343. 50. F. Nietzsche, FP 1884, p. 243; cfr. anche p. 185, fr. 26.203. 51. F. Nietzsche, FP 84-85, p. 123. 52. Cfr. F. Nietzsche, FP 88-89, p. 161. fr. 14.185: «G li utilitaristi sono ingenui. E infine dovremmo nrlmu sapere che cosa sia utile: anche qui II loro sguardo non va oltre cinque passi».

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ritenuto di rinvenirlo nella coppia piacere-dispiacere53; ma anche contro coloro che hanno presunto di poterlo identificare con la vo­ lontà: « Ridurre tutto alla volontà — una distorsione molto ingenua! Allora, certo, tutto sarebbe più intelligibile! Ma questa è sempre stata la tendenza: ridurre tutto ad un processo intellettuale o sensi­ bile — per esempio a scopi, e così via » **. In uno dei molti passi polemici contro Schopenhauer, Nietzsche chiarisce assai bene il pro­ prio rifiuto di fondamenti incondizionati, qualsiasi sìa la forma o il senso con cui essi vengono intesi: « In opposizione a lui, stabi­ lisco questi principi: in primo luogo, perché il volere sorga, è necessaria una rappresentazione di piacere e dispiacere. Seconda­ riamente, il fatto che uno stimolo violento venga sentito come pia­ cere o dispiacere è una questione che riguarda l’intelletto interpre­ tante che, nella maggior parte dei casi, agisce a nostra insaputa in tale elaborazione; e un unico e medesimo stimolo può essere inter­ pretato come piacere o dispiacere. In terzo luogo, soltanto nell’es­ sere intelligente esiste piacere, dispiacere e volontà: la stragrande maggioranza degli organismi non ha niente di tutto questo » L ’im­ portanza di questo passo è tale che vale la pena di soffermarvi sopra l’attenzione almeno per un attimo. Il rimarcare innanzitutto che per il sorgere di « un volere » è necessaria la rappresentazione di piacere e dispiacere, significa che Nietzsche non pretende di poter distinguere nettamente tra sfera « materiale » del piacere-dispiacere, sfera « morale » della volontà e sfera « razionale » della rappresenta­ zione. La critica di Nietzsche si caratterizza, anche qui, come critica di ogni semplificazione, di ogni riduzione, di ogni astrazione. Questo carattere si evidenzia ancor di più nella seconda osservazione interna al passo citato, ossia in quella per cui la distinzione e la separazione tra piacere e dispiacere « riguarda l’intelletto interpretante »: ciò significa che è impossibile pretendere di fissare, una volta per tutte e in un modo per tutti, gli ambiti e i confini del « piacevole » e dello « spiacevole » come, in generale, di qualsiasi altro « affetto », « passione », « fenomeno » o « cosa ». Ma ciò che è ancora più im­ portante nell’osservazione nietzscheana sull’intelletto interpretante, è che esso non viene inteso come guida altèra, come principio rego­ latore, come chiaro e distinto « centro operativo » dell’attività del giudizio e, più in generale, dell’interpretazione razionale, ma viene534 53. Cfr. F. Nietzsche, FP 81-82, p. 297, fr. 11.51 e FP 85-87, p. 26, fr. 1.97. 54. F. Nietzsche, FP 81-82, p. 318, fr. 11.115. Cfr. anche FP 88-89, pp. 91-2, fr. 14.121. 55. F. Nietzsche, GS, p. 132, af. 127.

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immediatamente ridimensionato, reso incerto e poliedrico, in parti­ colare, reso relativo all’attività inconscia che lo anima e lo strut­ tura: l’intelletto interpretante non è visto, insomma, come soggetto, come ego, come « io penso » o, addirittura, come res cogitans che riflette, distingue e giudica sulla scissione tra « piacere » e « dispia­ cere », ma è colto come multi-verso, come fenomeno plurale e poli­ valente, come intreccio complesso e mai schematizzabile di impulsi e razionalità, di certezze e di passioni, di istinto e di coscienza. Il senso di questa varianza priva di fondamento che connota l’intelletto interpretante è resa sia mediante il ricorso all’« attività incon­ scia », sia col sottolineare la possibilità (« può essere interpretato ») di stabilire la natura e l’intensità del piacere o del dispiacere: ciò significa che, come non esiste nessun soggetto in grado di avere e di gestire criteri sicuri per operare distinzioni, così non esiste nem­ meno un piacere o un dispiacere in sé, oggettivo, materiale. Non è forse un caso, allora, se Nietzsche m a, per indicare « dispiacere », il termine Unlust che — a differenza di Kummer — indica, più che « dolore fisico » o « dispiacere psicologico », la condizione inde­ finita ed indefinibile del « disgusto » o della « noia ». Infine, però, Nietzsche evita di cadere in una posizione opposta a quella di un intellettualismo razionalista, e si premura di aggiungere che « soltanto per l’essere intelligente esiste piacere, dispiacere e volontà ». In tal modo l’andamento oscillante del passo indica e significa che, anche nel pensiero, ogni definizione sarebbe un arresto, ogni schema por­ terebbe a paralisi: l’asserire « in apertura » la necessità della rap­ presentazione; l’insistere poi sul fattore inconscio e semplicemente possibile di tale rappresentazione, e il concludere infine a favore dell’« essere intelligente », ossia dell’importanza deU’intelligibilità, non costituisce un’ondulazione meramente stilistica, ma sta ad espri­ mere quella ricchezza di contraddizioni, quell’abbondanza di in­ trecci inestricabili ma concepibili, insolubili ma percorribili, che costituiscono il pensare e l’agire al di là di ogni possibilità di porre fondamenti, di tracciare orizzonti fissi, di stabilire « soggetti », « cau­ se », « sostanze ». La radicale decostruzione di ogni saldo principio, di ogni alto valore e fine della conoscenza s’intreccia con lo smantellamento di ogni costruzione etica in quanto presunzione del poter cogliere e sistemare i moventi e gli sviluppi di ogni azione morale, oltre che gli elementi e i momenti di ogni giudizio morale: « Persone ingenue credono ancora che noi sappiamo perché vogliamo. Propriamente, anche prima di un’azione abbiamo soltanto delle possibilità che pos­

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sono spiegare la nostra azione, secondo il grado in cui ci cono­ sciamo: ma ciò che ci muove, non lo sappiamo neppure attraverso l’azione, anzi non lo sapremo mai! Noi interpretiamo la nostra azione, prima e dopo averla fatta, in base alla conoscenza della nostra ipo­ tesi sui motivi umani. Questa interpretazione può dar nel segno, ma neirinterpretazione stessa non vi è nulla che realmente muova o faccia l’azione » **. In tal modo un agire che non possa più utiliz­ zare categorie a lungo collaudate come quelle di « movente », di « fine », di « legge », si trova nelle medesime condizioni di un pen­ sare costretto a lavorare senza più i concetti di « soggetto », di « oggetto », di « sostanza », di « causa » e di « fondamento » o, al­ meno, a lavorare solo con questi concetti allo stato di frammenti, e di frammenti in continua trasformazione: costretto, insomma, a lavorare con un materiale sempre sfuggente, con degli strumenti mai classificabili, con dei procedimenti mai definibili una volta per tutte. Il mondo difronte al quale, o meglio dentro al quale, quell’agire e questo pensare si trovano non è più una molteplicità comunque ordi­ nata o comunque ordinabile di elementi e di fasi, non è più un uni-verso, un cosmo, ma un inebriante e nel contempo pauroso vuoto di direzioni fisse, un’abissale assenza di stabili punti d’orientamento, una galassia in espansione che ha per centro ogni sua stella, ma dove ogni stella è, a sua volta, una galassia in espansione. Nietzsche descrive in modo magistrale, più che questo multi-verso indescrivi­ bile, il senso di terrore ma, insieme, di ebbrezza; di insicurezza e insieme di libertà, che esso procura: è un celebre frammento del­ l’estate del 1885 a descrivere in forma sintetica i caratteri salienti di questo multi-verso565758, ma molti sono i passi in cui viene espressa la sensazione complessa che tali caratteri suscitano55. Una signifi56. F. Nietzsche, FP 79-8], p. 501, fr. 6361; cfr. anche p. 562, fr. 7.227 e G S, pp. 193-6, af. 335, oltre che, in generale, ABM e GM. 57. Cfr. F. Nietzsche, FP 85-87, p. 292-3, fr. 38.12: « E sapete che cos’è per me il mondo? Ve lo devo mostrare nel mio specchio? Questo mondo: un mostro di forza, senza principio e senza fine, una salda, bronzea massa di forza, che non diviene né più grande né più piccola, che non si consuma ma soltanto si trasforma, un complesso di grandezza immutabile, un’ammini­ strazione senza spese né perdite, ma del pari senza accrescimento, senza entrate, un mondo attorniato dal "nulla” come dal suo confine, nulla che svanisca, si sprechi, (...) come forza dappertutto, come giuoco di forze e onde di forza (...) un perpetuo riflusso (...un) perpetuo creare se stesso, (un) perpetuo distruggere se stesso...». 58. Cfr. F. Nietzsche, FP 1884, p. 77, fr. 25307; p. 132, fr. 25.515; p. 204, fr. 26.280: « La felicità dei grandi scopritori, nell’aspirazione alla certezza, potrebbe trasformarsi in felicità di constatare ovunque incertezza e temerarietà ». Cfr. anche FP 85-87, p. 201, fr. 5.71 (43.6); FP 87-88, p. 60, fr. 9.119; p. 277, fr. 11.148, p. 396, fr. 11.415; p. 26-7, fr. 9.60: « La misura

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catìva concentrazione del contenuto dì questi passi sta già nell’afo­ risma 125 de L a gaia scienza: «D o v ’è che si muove ora? Dov’è die ci muoviamo noi? Via da tutti i soli? Non è il nostro un eterno predpitare? E alPindietro, di fianco, in avanti, da tutti i lati? Esiste ancora un alto e un basso? Non stiamo forse vagando come attra­ verso un infinito nulla? Non si è fatto più freddo? Non seguita a venire notte, sempre più notte? (...). Non dobbiamo noi stessi di­ ventare dei, per almeno apparire degni di essa? Non ci fu mai azione più grande » w. L’azione di cui si parla è quella, notissima, del­ l’assassinio di Dio, dove per « Dio » si intende non solo ogni divi­ nità personale che sia stata al centro delle diverse religioni rivelate, ma anche ogni « ombra di Dio » “ , ogni facoltà dello spirito ed ogni prospettiva del pensiero resa assoluta, eterna, universale, ossia « divina ». L ’uccisione di « Dio » si estende ad uccisione di ogni « dio »; il vuoto che queste uccisioni procurano è immenso, incom­ mensurabile, ma non è un vuoto soltanto « negativo » , non è fonte di sola disperazione, non induce solamente alla caduta, alla cata­ strofe, non conduce solo in basso, non immerge solo nelle tenebre: proprio perché non sussiste più alcun criterio d’orientamento, alcun parametro di misura e di giudizio, non esiste nemmeno più alcun « alto » né alcun « basso ». In questo vuoto ci si muove « all’indietro, di fianco, in avanti, da tutti i lati »,, come in un cielo senza più stelle fisse, come in un oceano senza più terre da lasciare o da raggiungere, come in un paese senza più dimore né confini: « Non sappiamo ancora verso dove siamo sospinti, dopo di essere stati staccati in questo modo dal nostro vecchio terreno. Ma questo ter­ reno stesso ci ha instillato le forze che ora ci trascinano fuori, nella lontananza, nell’avventura, le forze da cui siamo sospinti verso una regione senza spiagge, non sperimentata, non scoperta — non ci rimane alcuna scelta, dobbiamo essere conquistatori, dacché non abbiamo più alcuna terra dove essere di casa, dove poter “ vivere” » **. La vita, dunque, si presenta come esperimento continuo e come continua conquista, il che significa che essa non può sostare ed abitare nei risultati del suo sperimentare e nelle zone del suo condella fo n a di volontà è data dal grado fino a cui si può fare a meno del senso entro le cose, fino a cui si riesce a vivere in un mondo privo di senso: perché se ne organizza un pezzetto». Cfr. anche FP 88-89, p. 141, fr. 14.168 (B); p. 386, fr. 24.1 (2): « Fare della propria vita stessa un esperimento - solo questa è libertà dello spirito, ciò mi divenne più tardi filosofia». 59. F. Nietzsche, G S, p. 129 e p. 130. 60. Cfr. ivi. p. 117, af. 108. Cfr. ivi. p. 138, af. 143; p. 143. af. 154. 61. F. Nietzsche. FP 81-87. p. 154. fr. 2.207. Cfr. anche ivi. pp. 264-5, fr. 7.6.

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quietare. Essa esige, in quanto volontà di potenza, il suo continuo autosuperamento. Ma per poter vivere in una situazione di continua trasformazione di orizzonti e di prospettive, bisogna dotarsi di una costituzione fisica, psichica, morale ed intellettuale completamente nuova o, meglio, in grado di potersi sopportare come continuamente nuova, come in eterna trasformazione: « Occorrono una forza ed una mobilità del tutto diverse per mantenersi in un sistema incom­ piuto, con prospettive libere e non ristrette, rispetto a quanto occorre in un mondo dogmatico » 82. Ora, benché sia ormai possibile « scio­ gliere le vele alle nostre navi, muovere incontro ad ogni pericolo » in un mare che non è « ancora mai stato così aperto » 8S, l’orizzonte in cui ci troviamo a viaggiare non è del tutto « sereno », perché la nostalgia degli « dei », delle antiche certezze, dei solidi valori, dei « gatti di granito », delle stabili dimore, stenta ad estinguersi. E stenta ad estinguersi perché questo stesso « terreno » che abbiamo abbandonato « ci ha instillato le forze che ora ci trascinano fuori »: perché « anche noi, uomini della conoscenza di oggi, noi atei e anti­ metafisici, continuiamo a prendere anche il nostro fuoco dall’incendio che una fede millenaria ha acceso, quella fede cristiana che era anche la fede di Platone, per cui Dio è verità e la verità è di­ vina » 84. L ’uscita da ogni universo dogmatico, l’abbandono di ogni rigida prospettiva metafisica, la distruzione del linguaggio filosofico tradizionale, sono tutte operazioni che devono passare attraverso il loro oggetto: per cui non è dato di poter vivere fuori e lontano da questi edifici corrosi, se non dopo che ci si è temprati a vivere a lungo in mezzo alle loto macerie. La skèpsis, la diffidenza filosofica48 è l’esercizio più idoneo a questo compitq soltanto se si applica anche a se stessa, ossia se, oltre che a demolire vecchie dimore, vigila affinché essa stessa non sia colta da alcuna nostalgia e non abbia la tentazione di ricostruire, con le loro macerie, nuove abi­ tazioni. D’altra parte questa diffidenza filosofica non può essere prati­ cata e fatta valere come nuova verità, come ennesimo approdo si­ curo: l’affermazione che « non vi è verità alcuna » è autoriflettente, ossia si applica anche su di sé, per cui non può venire catalogata nemmeno come affermazione scettica, in quanto non intende prender riposo nemmeno nella sicurezza dell’insicurezza, nella certezza del62345 62. 63. 64. 65.

F. Nietzsche, FP 84-85, p. 108, fr. 34.25. F. Nietzsche, G S, p. 205, af. 343. Ivi, p. 207, af. 344. Cfr. ivi, p. 210, af. 346: « Quanta diffidenza, tunta filosofia ».

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dubbio, nella « comodità » della diffidenza. La consapevolezza della necessità di questa continua autocritica è presente in Nietzsche in modo chiaro e determinato: « Scetticismo! Sì, ma uno scetticismo degli esperimenti! Non la pigrizia della disperazione » Ciò si­ gnifica che siamo heimatlosen M nel senso più radicale e nel modo più profondo: siamo cioè nella condizione di non poter più eleg­ gere a rifugio, a « porto », a dimora, nemmeno le mobili « tende » o le precarie « capanne » che l’impegno della skèpsis ha da sempre consentito di piantare o di costruire. I frammenti del pensiero di Nietzsche che finora siamo andati componendo sembrano, a questo punto, potersi disporre in un oriz­ zonte irraggiungibile ma visibile, in una figura incompiuta ma per­ cepibile: se la vita è da intendersi come mezzo della conoscenza, ossia come esperimento del sapere, ogni punto o piano fisso delle consuete prospettive filosofiche — dal concetto di causa a quello di fine, da quello di soggetto a quello di fondamento, fino a quello di verità — vengono spezzati, così che ogni configurazione comples­ siva non può più in alcun modo essere spiegata, ma soltanto de­ scritta, e descritta soltanto come costante trasformazione di forze, dove nessuna legge e nessun elemento — comprese le singole forze — possono venire definite, fissate e fermate. L’analisi e la descri­ zione di questo multiverso in espansione diventa, allora, un viaggio dentro complesse superfici — e non un semplice «viaggio di super­ ficie » — : dal momento che nessuna parola e nessuna rappresenta­ zione può più presumere di esprimere un « senso profondo », né del soggetto né degli oggetti, né, in generale, del mondo; ogni pa­ rola o rappresentazione parla soltanto di sé e, in quanto tale, intera­ gisce con altre parole o rappresentazioni che esibiscono o giocano se stesse soltanto come forme o complessi di forme. Questa avven­ tura tra costellazioni di forme in continua trasformazione è propria­ mene ciò che costituisce la gaia scienza, ossia una scienza che non si pone e non subisce alcun fine né alcun dovere, che nulla deve dimostrare ma tutto può descrivere, che nulla deve penetrare, ma 66. F.'Nietzsche, FP 79-81, p. 500, fr. 5.356. Cfr. anche ivi, pp. 306-07, ir. 3.19: « La novità della nostra attuale posizione verso la filosofia è una convinzione che finora non fu propria di nessuna epoca: che cioè non pos­ sediamo la verità. Tutti gli uomini del passato "avevano la verità": persino gli scettici ». 67. Cfr. F. Nietzsche. Die fröliche W issenschaft, Berlin, 1973, p. 310, af. 377. Cfr. GS, p. 255: « Siamo avversi a tutti gli ideali in cui, perfino in questa fragile, già frantumata età di trapasso, qualcuno potrebbe ancora sentirsi come a casti propria», Cfr, anche F. Nietzsche, FP 84-85, p. 368, fr. 41,4.

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tutto può attraversare. Essa è « gaia » perché più nessun soggetto attende o pretende il rendiconto delle sue ricerche, perché nessuna verità ordina di essere trovata, perché nessun fondamento ha più la forza di concentrare e dirigere su di sé tutti i suoi sforzi e la sua intelligenza: essa è danza, e gioco, e riso. Ma ciò non significa che non sia « seria »: al contrario, questa danza, questo gioco, questo riso, comportano — non « esigono » — una forza tale da poter sop­ portare viaggi senza mete, navigazioni senza porti, voli senza riposi. Ma questa forza non è innata, immediata, pura: essa è « scien­ tifica » perché, per diventare intensa e potente, ha dovuto a lungo esercitarsi in viaggi « normali », in « rotte » battute, in voli sicuri. Per poter diventare resistente alle avventure nel nulla ha dovuto attraversare infiniti mondi; per poter ridere del profondo, ha do­ vuto sopportare e patire i pesi e i dolori del profondo; per poter giocare con i valori ha dovuto a lungo stare al gioco da essi im­ posto; per poter, infine, danzare sugli abissi, ha dovuto vincere la paura e la vertigine, e ha potuto far ciò solo percorrendone Timmensità. Pertanto il viaggio attraverso superfici è consentito soltanto a coloro che, pur avendo a lungo peregrinato nel profondo — tra fondamenti e verità, e tra i loro ruderi — , hanno la forza e il potere, ossia possono in senso pregnante, scattare una volta in alto e, poi, per sempre, osservare l’abisso fino a trasformarlo in strati di nuvole colorate, in gioco di superfici: « Tutti gli uomini degli abissi ripongono la loro beatitudine nell’assomigliare una volta ai pesci volanti e nel giocare sulle estreme sommità delle onde » M. Come « gaio » non è da intendersi opposto a « serio », come « errore » non è da intendersi opposto a « verità » " , così « super­ ficie » non è da intendersi opposto a « profondo »: ma « superficie » non va colto nemmeno come concetto o immagine semplice di una semplice, lineare e compatta, realtà. I soggetti, le cose, le azioni e le loro motivazioni sono, sì, da intendersi ormai come apparenze, superfici, maschere, ma anche come apparenze complesse, come su­ perfici intrecciate, come maschere stratificate: rimpossibilità di par­ lare ancora di « essenza », di « profondo » e di « vero volto », non 68. F. Nietzsche, G S, p. 157, af. 256. 69. Cfr. ivi, p. 45, af. 11; pp. 118-19, af. 110. Sul tema dell’errore come elemento intrinsecamente necessario alia verità, cfr. F. Nietzsche, FP 79-81, p. 338, fr. 3.129; p. 404, fr. 4.292; p. 421, fr. 5.44; p. 537, fr. 7.78; p. 586, fr. 8.55; FP 8445, p. 78, fr. 32.8 (25); p. 47, fr. 31.36; p. 179, fr. 34.247; p. 213, fr. 35.51; p. 280, fr. 38.4; «"V erità” : nel mio modo di pensare ciò indica necessariamente il contrario dell’errore, ma, nei casi più tipici, solo la posizione reciproca di vari errori... ».

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rende più semplice il parlare dell’apparenza, della superficie e della maschera, ma, al contrario, libera questi termini dal giogo del loro opposto ™, e, liberandoli, crea le condizioni per rinfinito dispiega­ mento dei loro sensi, della loro ricchezza di figure, di direzioni, di combinazioni e di movimenti. Soltanto al dotto, all’erudito, a colui che impiega vita e « intelligenza » a cercare fondamenti e ad archi­ viare problemi per bisogno di sicurezza, è concesso e lasciato il la­ voro che imprigiona la policromia e il polimorfismo dell’esistenza. Ma chi avverte come mortale l’aria pesante in cui lavorano questi « operai della filosofia », non può sopportare un attimo di più di aggirarsi per le prigioni — magari magnifiche e grandi — costruite dalle certezze e dai discorsi sulle certezze: chi intende praticare la « vita come mezzo della conoscenza », come esperimento continuo, come continua trasformazione di prospettive e leggi prospettiche, deve saper cogliere ogni punto di queste antiche certezze, ogni prin­ cipio ed ogni cosa, ogni fatto ed ogni soggetto, come infinita plura­ lità di elementi, di momenti e di punti di vista: « Come? Vogliamo davvero far sì che resistenza si avvilisca in un esercizio di contabili e in una vita da talpa per matematici? Innanzitutto non si deve voler spogliare 1’esistenza del suo carattere polimorfo·, lo esige il buon gusto, signori miei, il gusto del rispetto di fronte a tutto quello che va al di là del vostro orizzonte » 11. Ma questa non è e non vuole presentarsi come ennesima versione della verità: questo polimorfi­ smo, proprio in quanto mai del tutto definibile, afferrabile e catalo­ gabile, non può pretendere di porsi come « vero senso » del mondo; pertanto la sua decifrazione e il suo coglimento infiniti non costitui­ scono un dovere, un fine ed un valore assoluti per la conoscenza, ma indicano un atteggiamento estetico complessivo, quello del « buon gusto ». Il polimorfismo non prescrive né si aspetta alcun impegno teoretico o morale: esso invita « soltanto » alla danza, al gioco, al riso, ossia alle cose più serie e più difficili. Esso invita all’interpretazione, ai giochi cte/i’interpretazione e tra le interpretazioni, ossia7 01 70. Cfr. F. Nietzsche, FP 88-89, p. 160, fr. 14.184: « Il "mondo appa­ rente" si riduce pertanto a un modo specifico di agire sul mondo, che muove da un centro. Ma non c’è nessun altra azione e il"mondo’’ è solo una parola per il gioco complessivo di queste azioni (...). Non resta più neanche l’ombra del diritto di parlare qui di parven za». Cfr. anche p. 61, fr. 14.93 e pp. 14044, fr. 14.168. Cfr. inoltre FP 8447, p. 228, fr. 6.23 e p. 296, fr. 7.49. 71. F. Nietzsche, C S. p. 232. af. 373; cfr. anche p. 155, af. 249;p.174, af. 299; p. 251, af. 372. FP 7941, p. 330, fr. 11.160; p. 336, fr.11.182; p. 246, fr. 11.202; p. 366, fr. 11.261; p. 418, fr. 12.197; p. 428, fr. 13.9; p. 468, fr. 18.5. FP 8 4 8 5. p. 336. fr. 40.42.

all’esercizio continuo dell’intelligenza come attività di un intus legere che si sa impedito ad attingere qualche fondamento o valore e che, proprio grazie a questo impedimento, si dispiega nella libertà asso­ luta. Se, quindi, l’intera esistenza e tutto il conoscere hanno a che fare con una realtà di forme complesse e di infinite prospettive, non sono più in grado di distinguere tra « illusione » e « realtà », e devono darsi il coraggio e la forza di poter vivere un’incessante avventura ermeneutica in una realtà « ridotta » — ma in effetti espansa — alle dimensioni dell'illusione: « Io perciò non contrap­ pongo "illusione" a "realtà", ma prendo viceversa l'illusione come realtà » ” . E a questa « illusione come realtà » non può non appar­ tenere lo stesso Soggetto: anch’esso, come ogni altro « punto fermo » delle antiche certezze si frantuma in un pulviscolo d’acqua, diven­ tando, in tal modo, un complesso illimitato di particelle entro cui giocano e da cui rimbalzano, in infinite combinazioni, infinite tona­ lità di colori. In tal modo tutte le partizioni, ritenute certe, della soggettività agente e conoscente non sono più in grado di « conte­ nere » il proprio interno, né riescono a funzionare come concetti chiari e distinti; in particolare, è la distinzione coscienza-inconscio che viene a mostrarsi come semplificazione astratta: non soltanto perché non sono esattamente definibili i due termini di essa (« co­ scienza » e « inconscio »), ma perché i limiti e i significati di essi sono del tutto indeterminabili: « Per lunghissimo tratto di tempo si è considerato il pensiero in generale: soltanto oggi ci balugina la verità che la maggior parte del nostro produrre spirituale si svolga senza che ne siamo coscienti, a noi inavvertito » ” . Il soggetto, come qualsiasi altro elemento della « realtà », diventa allora un incrocio di vettori, di forze, di superfici e di prospettive. E, come per qual­ siasi altro elemento della « realtà », non è possibile stabilirne il senso autentico, o il fondamento, o la verità, o il fine, o il valore, perché723 72. F. Nietzsche, PP 84-85, p. 341, fr. 40-53; Cfr. anche G S, p. 19: «...per vivere*occorre arrestarsi animosamente alla superficie, all’increspatura, alla scorza, adorare l’apparenza, credere a forme, suoni, parole, all'intero Olimpo dell’apparenza! » ; cfr. anche p. 79, af. 58; p. 241, af. 365. FP 85-87, p. 8, fr. 1.20; pp. 68-9, fr. 233. FP 88-89, p. 20, fr. 14.24. 73. F. Nietzsche, G S, p. 192, af. 333; cfr. anche pp. 193-4, af. 335: « 11 tuo giudizio "questo è giusto” ha una preistoria nei tuoi impulsi, ten­ denze, avversioni, esperienze e non esperienze». Sul polimorfismo della co­ scienza cfr. anche FP 81-82, p. 339, fr. 11.187; p. 341, fr. 11.193; p. 325, fr. 13.1; p. 438, fr. 13.44; p. 461, fr. 17.1. FP 8445, p. 336, fr. 40.42. FP 1884, p. 95, fr. 25.363; p. 256, fr. 27.8. ABM, p. 43, af. 36; FP 79-81, p. 301, fr. 2.70; p. 421, fr. 5.44; p. 439, fr. 6.70; p. 478, fr. 6.234; p. 479, fr. 6.238; p. 489, fr. 6.297; p. 522, fr. 6.448; p. 619, fr. 10.E93; p. 621, fr. 10.F98.

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tutti questi concetti e termini, a loro volta, possiedono la ricca ed imprendibile realtà deH’illusione. Pertanto l’avventura della conoscen­ za, la « beatitudine deU’infelicità della conoscenza » 74, consiste in un interpretare infinito: « Il mondo è divenuto per noi ancora una volta infinito: in quanto non possiamo sottrarci alla possibilità che esso racchiuda in sé interpretazioni infinite » 7S. Poiché « il mondo di cui possiamo avere coscienza è solo un mondo di superfici e di segni » 76 anche il soggetto, come qualsiasi altro elemento e fenomeno di questo mondo, risulta essere un com­ plesso, mai completamente determinabile, di segni: il soggetto di­ venta costellazione di maschere e fantasm a 77. « Costellazione di ma­ schere » nel senso che non si veste di una maschera o di più masche­ re, non indossa una parvenza o una serie di travestimenti, ma è questa serie incalcolabile di travestimenti: la condizione della ma­ schera diventa l’unica condizione possibile: la maschera non na­ sconde nulla, se non altre maschere: essa, propriamente, non è « tra­ vestimento » (vestis mutatio, Verkleidung, Disguise, Déguisement), ma persona (pròsopon, Tarnung, Mask, Masque), ossia apparenza in cui tutto il volto, tutta Γ« essenza », la « vera realtà », è stata risuc­ chiata, risolta. Ma questa maschera, in quanto « costellazione » infi­ nita di maschere, stratificazione incommensurabile di maschere, ossia in quanto mascherata continua, si dispiega anche come fantasma’, il soggetto diventa, innanzitutto, fantasma a sé stesso, ossia non og­ getto definibile e classificabile dalla coscienza, ma complesso di superfici trasparenti e riflettenti, intrico di prismi mutanti, luogo d’incrocio di vettori instabili, sfera di cristallo senza circonferenze: il soggetto diventa però anche fantasma per gli altri soggetti, ossia realtà imprendibile, grumo di esperienze, di gesti e di giudizi mai completamente classificabile, mai definitivamente descrivibile; il sog­ getto, infine, diventa fantasma anche in rapporto alle cose, nel senso che si « lascia attraversare dalle cose », ne assume l’angolo visuale, si fa cosa e cose per sperimentare la conoscenza da tutti i possibili punti di vista, con tutte le gradazioni di luce e di ombra78. D’altra parte anche gli altri soggetti e le altre cose, come qualsiasi « cosa 74. F. Nietzsche, F P 79-81, p. 551, fr. 7.165. 75. F. Nietzsche, G S , p. 254, fr. 374. 76. Ivi, p. 222, af. 222. 77. Cfr. ivi, p. 241, af. 365. 78. Cfr. F. Nietzsche, F P 81-82, p. 294, fr. 11.39: « L a s c i a r s i possedere dalle cose (non da persone) o da un àmbito il più ampio possibile di cose vereI Bisogna aspettare che cosa ne crescerà-, noi siamo terreno da coltivare per le cose! ».

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che esiste », non sono oggetti o fatti, ma complessi in divenire per cui, a rigore, non possono venir rappresentati né da linee né da superfici, ma possono soltanto esser designati come « correnti », come « forze che fluiscono » 79. Diventa evidente, allora, che la pratica dell’interpretazione mai conclusa, dell’ermeneutica interminabile, di­ venta l’unica « adeguata » — proprio perché mai adeguata, finita, definitiva — a descrìvere, e non a spiegare, questi complessi in divenire che costituiscono il mondo come galassia in eterna espan­ sione: « Interpretazione non spiegazione. Non c’è nessun fatto con­ creto, tutto è fluido, inafferrabile, cedevole; le cose più durature sono ancora le nostre opinioni. Conferire senso alle cose — nella maggior parte dei casi si tratta di una nuova interpretazione riguardo a una antica divenuta incomprensibile, che è ora solo un segno » 80. Ma ogni interpretazione, proprio perché non è spiegazione, è essa stessa «fluida, inafferrabile, cedevole», al punto tale che lo stesso soggetto dell’interpretazione, l’essere o l’individuo interpretante, di­ venta risultato di un’interpretazione. S e può essere accolta l’osser­ vazione per cui « Non c’è nessun avvenimento in sé. Ciò che accade è un gruppo di avvenimenti, trascelti e riassunti da un essere inter­ pretante » 8182, deve essere accolta anche l’osservazione secondo cui « Non si deve chiedere: " chi interpreta, allora?” . L'interpretare stesso, come una delle forme della volontà di potenza, ha esistenza come un affetto (ma non come un "essere” , bensì come un processo, un divenire) » Se ogni fatto, ogni cosa, ogni fenomeno, ma anche ogni soggetto ed ogni azione è oggetto di interpretazione senza che si possa mai stabilire chi interpreta, senza che si possa mai identifi­ care l’interprete, allora l’esegesi e l’ermeneutica non possono mai concludere il proprio lavoro: nulla è mai comprensibile, afferrabile e, quindi, spiegabile, perché ogni fatto ed ogni momento, ogni pa­ rola ed ogni esperienza, sono sempre più ricchi, più esuberanti, più « forti » di qualsiasi reticolo di giudizi o di spiegazioni che 79. Cfr. ivi, p. 331, fr. 11.163. 80. F. Nietzsche, FP 85-87, p. 88, fr. 2.82; cfr. anche p. 101, fr. 2.108; p. 147, fr. 2.190; p. 238, fr. 7.1 e FP 1844, p. 158, fr. 26.92; p. 165, fr. 26.119; p. 190, fr. 28321·. «Q uesto linguaggio ili segni, che raccoglie tutte le "leggi” osservate, non spiego tuttavia nulla — è soltanto una specie bre­ vissim a (abbreviatissima) di descrizione dell’accadere ». 81. Cfr. F. Nietzsche, FP 85-87, p. 29, fr. 1.115. 82. Ivi, p. 127, fr. 2.151; cfr. anche ibidem, fr. 2.152: « L a genesi delle "cose” è in tutto e per tutto opera degli esseri che formano rappresentazioni, vogliono, sentono. Ciò vale per il concetto stesso di ”cosa” come per tutte le qualità. Anche il "soggetto” è una creazione del genere, una "cosa” come tutte le altre: una semplificazione per indicare Ια fo n a che pone, inventa, pensa, come tale, distinta da ogni singolo porre. Inventare e pensare ».

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intendesse catturarli. Nessun tipo di ermeneutica, dunque, — né per una « via lunga » né per una « via breve » " — può presumere di concludere, di condurre a stabilire un senso proprio, originario e fondamentale, di un avvenimento o di un testo. Nella prospettiva di Nietzsche si può far giocare allora un senso nascosto della radice erm- di « ermeneutica », ossia quello che trae origine dal sanscrito varstna e che indica « ammasso di pietre », « prominenza »; ancora più in particolare, nel senso contenuto nell’espressione érmata themelìon = rovine dei fondamenti, il che conduce proprio al limite del­ l’opposto del significato primario di « erma », quello di « base », « sostegno ». Delle rovine si possono soltanto dare descrizioni: il « ciò che esse realmente erano » è andato perduto per sempre e, forse, non è mai esistito come qualcosa di univoco, di certo, per tutti gli uomini e per tutte le epoche. Su di esse si possono for­ mulare soltanto ipotesi relative, sia perché esse sono un testo infi­ nito, una stratificazione infinita di significati e di intrecci di signifi­ cati, sia perché anche chi interpreta, descrive, formula ipotesi, è una di queste pluralità incontenibili di significati e di intrecci di significati. In tale prospettiva non può più esser tenuta in vita la fede né in un fondamento oggettivo dell’interpretazione — nel si­ gnificato primo e più profondo da scoprire e portare alla luce — , né in un fondamento soggettivo — nell’interpretante che ricerca tale significato. Nietzsche è, a questo proposito assolutamente esplicito: « Noi non possiamo constatare nessun fatto ”in sé” ; è forse un’as­ surdità volere qualcosa del genere. "Tutto è soggettivo” , dite voi; ma già questa è un 'interpretazione, il "soggetto” non è niente di dato, è solo qualcosa di aggiunto con l’immaginazione, qualcosa di appiccicato dopo. E ’ infine necessario mettere ancora l’interprete dietro l’interpretazione? Già questo è invenzione, ipotesi » M. Diventa allora chiaro come questa ermeneutica interminabile, proprio in quanto ermeneutica senza fondamenti, comporti il massimo del co­ raggio, conduca a quella condizione-limite di ebbrezza e di terrore, di felicità dell’insicurezza, che connota la vita come esperimento: « La suprema misura di vigore è data da quanto uno può conti­ nuare a vivere sulla base di ipotesi, lanciandosi per così dire su di un mare infinito, invece che sulla base di una "fede". Tutti gli spiriti inferiori periscono » **. Pertanto solo il lavoro dell’ermeneu-834* 83. C fr. P. Ricoeur. Il conflitto delle interpretazioni, tr. it. M ilano, 1977, p. 20 e sgg. 84. F. Nietzsche. FP S5-Ä7. p. 299. fr. 7.60. 83. F. Nietzsche. FP 1S44. p. 132. fr. 23.515. C fr. anche p. 146, fr. 26.53: p. 204. fr. 26.280; p. 205. fr, 26.283; p. 243. fr. 26.432.

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tica interminabile, in quanto è anche, nel contempo, ermeneutica radicale che coinvolge e dirompe la sua propria « radice », la sog­ gettività interpretante, si pone all’altezza di una vita come esperi­ mento, di una vita come mezzo dèlia conoscenza, ossia di una filo­ sofia nuova: « Fare della propria vita stessa un esperimento-solo questa è libertà . dello spirito, ciò mi divenne più tardi filosofia » ee. L’ermeneutica allora, in quanto interminabile e radicale, è il dispie­ gamento di una vita come esperimento, è la pratica e-norme, im­ mensa, di una filosofia libera : libera-da tutte le metafisiche e liberadi inventare e creare all’infinito. Vi è tuttavia un tema problematico che scorre attraverso le ca­ denze dirompenti e dissolventi di queste proposte offerte da Nietz­ sche per un’ermeneutica della liberazione e della libertà assolute: è quello della volontà di potenza. Esso costituisce problema soprat­ tutto perché più volte interviene quasi come motivo risolutore, come spiegazione ultima, come fondamento di ogni azione « morale », di ogni fenomeno fisico, psichico ed intellettuale ” , ossia, in defini­ tiva, come ultimo residuo metafisico e dogmatico dentro e lungo un pensiero antimetafisico, « prospettivista e fenomenalista ». Eppure vi sono sufficienti indizi per demolire questa imputazione di residuo metafisico. Questa demolizione è effettuabile in due modi: indiretta­ mente, ricordando il rifiuto di Nietzsche di considerare alcunché come « incondizionato » fondamento del tutto ** e ribadendo il suo tentativo di sciogliere ogni concezione concettuale nella trama senza limiti dell’interpretazione * . Direttamente, evidenziando e connet­ tendo una serie di osservazioni die smentiscono frontalmente quel­ l'imputazione ®*. Si è già visto che Nietzsche, ancora in un fram-86790 86. F. Nietzsche, FP 88-89, p. 386, fr. 24.1.(2). 87. Cfr., per esempio, la conclusione del fr. 38.12 dell’estate 1885, già citato: « Questo mondo è la volontà d i potenza e n ien faltro ». Cfr. anche ABM, p. 177, af. 177; p. 84, af. 186. GM, p. 214. (Prefazione 2.). FP 85-87, p. 18, fr. 1.59; p. 146, fr. 2.190; p. 203, fr. 5.71 (10). FP 8889, p. 91, fr. 14.121. 88. Cfr. F. Nietzsche, FP 85-87, p. 301, fr. 7.62: «M i sembra che sia importante che ci si sbarazzi del tutto, dell’unità, di una qualunque forza, di un incondizionato; non si potrebbe fare a meno di prenderlo come istanza suprema e di battezzarlo "Dio” . Bisogna mandare tutto in frantumi; disim­ parare a rispettare il tutto; riprendere per le cose prossime e nostre ciò che abbiamo dato all’ignoto e al tutto». 89. Cfr. F. Nietzsche, ABM, p. 201, af. 301: «O gn i filosofia nasconde anche una filosofia; ogni opinione è anche un nascondiglio, ogni parola anche una m aschera». 90. Accogliendo, in tal modo, l’indicazione data da M. Montinari, Vo­ lontà d i potenza e critica del testo in Aa.Vv., Nietzsche e il nichilismo n. speciale di «P rassi e teoria», 1, 1979, pp. 50-52.

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mento dell’estate del 1881, aveva dichiarato che « ridurre tutto alla volontà » sarebbe una « distorsione molto ingenua » ossia sarebbe un’ennesima forma di « approdo », di rifugio in un fondamento mo­ tivato, soprattutto, dal terrore dell’insicurezza, dal pànico del vuoto. In questa prospettiva si muove gran parte della critica di Nietzsche alla metafisica della volontà proposta da Schopenhauer91; ma vi è un passo chiarissimo in cui è contenuta una smentita diretta del· l’interpretazione della volontà di potenza come ennesima versione del concetto di « sostanza »: « Non c’è una volontà: ci sono pun­ tazio n i di volontà, che accrescono o diminuiscono costantemente là loro potenza » 9293. Ciò significa che non è più ammissibile ima volontà come sostanza metafisica o come soggetto assoluto, ma, anche, che non è più proponibile una volontà empirica, ovvero una somma o una serie di volontà particolari semplici, individuali e indi­ viduabili83. La volontà di potenza non è quindi per Nietzsche né un assoluto eterno e universale che si determina pantelsticamente in ima molteplicità di particolarità, né è semplicemente una facoltà psi­ cologica e fisiologica di queste particolarità. A ben vedere, « p u n ta ­ zioni di volontà » non significa né che una Volontà generale si « puntua » in volontà specifiche, né che volontà specifiche si costi­ tuiscono come « punti » definiti, circoscritti, stabili: ma significa che delle correnti di potenza — e non delle linee — si incrociano in un campo di forze — e non in un punto geometrico. In tal senso ogni « puntazione di volontà » non costituisce un centro da cui parte o a cui arriva un numero definito di raggi, ma un luogo attra­ verso cui passa un insieme infinito di diametri non limitati da al­ cuna circonferenza. Il luogo in cui si determina la volontà di potenza non è, dunque, « punto », ma «p u n ta z io n e », spazio cangiante che accoglie, in modo mai definito e definitivo, un’immensa pluralità di forze. Ma perché — ci si potrebbe chiedere — «p u n tazion i di vo­ lontà di potenza » e non, più semplicemente, « puntazioni di po­ tenza », di forze, di energie? Forse perché con quest’ultima dizione si potrebbe intendere una « puntazione » stabile, una determina­

91. Cfr., per esempio: F. Nietzsche, FP 84-85, pp. 286-7, fr. 38.7: « E anche Schopenhauer, per quanto tuonasse contro Fichte, Hegel e Schelling, era in fondo sulla stessa strada quando scopri in una facoltà antica e nota, la volontà, una facoltà nuova — cioè di essere essa stessa "la cosa in sé" ». 92. F. Nietzsche. FP 884 », pn. 247-8, fr. 11.73. 93. Cfr. anche F. Nietzsche. VP 8 84», p. 204, fr. 15.13.

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zione della potenza che tende a conservarsi, e non a superarsi64. Volontà di potenza allude invece alla tensione di un’energia che mira alla propria espansione continua, al superamento e all’autosuperamento costanti. Ma come si esplica questo superamento, questa attività inesauribile? E ’ forse una analogia con l’accrescimento degli organismi ed una proiezione cosmica di questa analogia, una sua estensione al mondo delle azioni umane e agli orizzonti del pen­ siero? Ciascuna di queste ipotesi cade se si cerca di cogliere la volontà di potenza come volontà di interpretazione: « La volontà di potenza interpreta: nella formazione di un organo si tratta di un’in­ terpretazione; essa traccia confini, determina gradi, diversità di po­ tenza (...). In verità l’interpretazione stessa costituisce un mezzo per impadronirsi di qualcosa. Il processo organico presuppone costantemente l’interpretare » 9 49596. Volontà di potenza, proprio in quanto vo­ lontà di accrescimento, tensione all’autosuperamento e all’espansione, significa ermeneutica infinita: « infinita » non soltanto perché pla­ sma infiniti « oggetti », ma soprattutto perché si applica al soggetto interpretante stesso inteso come infinita pluralità di prospettive, come immensa stratificazione di segni, come « testo » illimitato. Ossia perché « vuole potere » su se stessa: si vuole potente fino al punto da rendersi oggetto d’interpretazione. La volontà di potenza come volontà di interpretazione si spinge così al suo estremo — ma non ultimo — limite: quello di trasformare il soggetto interpre­ tante in un oggetto infinitamente interpretabile per sé e per altri innumerevoli soggetti interpretanti, a loro volta infinitamente inter­ pretabili. La volontà come « soggetto » dell’interpretazione — quale emerge dalla locuzione « la volontà interpreta » — subisce, al pari di qualsiasi altro « soggetto », un processo inarrestabile di deflagra­ zione e di complicazione, per cui può presentarsi soltanto nella fi­ gura aperta di « puntazioni di volontà ». La volontà che interpreta, al pari di ogni altro « chi », appare come « processo », come « dive­ nire » " . Essa, al pari di ogni altra « essenza di una cosa », è anche 94. In ciò sta la differenza peculiare tra il concetto di potenza di Nietzsche e quello di Spinoza: cfr. F. Nietzsche, GS, p. 120, af. 110; p. 215, af. 349. FP 88-89, p. 91, fr. 14.121. Nonostante ciò, Nietzsche con­ siderò Spinoza un suo predecessore e un suo "maestro” : cfr. F. Nietzsche, FP 1884, p. 119, fr. 25.454 e la lettera a Franz Overbeck del 30 luglio 1881: « Sono pieno di meraviglia e di giubilo! Ho un precursore e quale pre­ cursore! Io non conoscevo quasi Spinoza: per "istinto” ho desiderato ora di leggerlo. Ed ecco che la tendenza generale della sua filosofia è identica alla m ia». (F. Nietzsche, Epistolario 1865-1900. tr. il. Torino. 1977, p. 158). 95. F. Nietzsche, FP 85-87. p. 126. fr. 2.148, 96. Cfr. F. Nietzsche, FP 85-87. p. 127. fr. 2,151. gl* citato.

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« solo un 'opinione sulla "cosa” . O piuttosto: Γ "essa è considerata” è il vero "essa è” , l’unico "essa è” » ” , A questo punto, quando tutti i « soggetti », compresa la volontà di potenza, si presentano e si dispiegano come multi-versi, come plu­ ralità incalcolabili e come trasformazione incessante di interpretantiinterpretabili, anche la dottrina dell’etemo ritorno può apparire in una nuova luce. « Nuova luce » che non è luce assoluta, non è « fondo-oro », luminosità totale che assorbe ogni differenza e con­ trasto: ma nuovo frammento di luce, nuova tonalità cromatica che con-fluisce — non si com-pone — con altre tonalità e sfumature, come in un celadon antico. E ’ per questa complessità, per eviden­ ziarne le componenti, che diventa necessario accennare alle diverse « versioni » dell’eterno ritorno. In questa prospettiva, aperta ad acco­ gliere ogni declinazione delle ipotesi di Nietzsche, può vantare risalto addirittura la versione cosmologica dell’etemo ritorno. Sup­ ponendo, infatti, la conservazione dell’energia complessiva in un tempo infinito, è evidente che le diverse combinazioni di forze in cui si determina tale energia dovranno ripetersi infinite volte: « Il principio della conservazione dell’energia esige Yeterno rito rn o »“ . D ’altra parte, non vi sono sufficienti motivi per respingere catego­ ricamente e preliminarmente neanche la versione etica dell’etemo ritorno: se l’eterno ritorno al suo estremo limite comporta la tra­ sformazione di ogni « così fu » in un « così volli che fosse », ciò significa la redenzione di tutto il passato, l’assunzione di tutta la storia umana come storia propria, come propria « creatura », e, quindi, l’assunzione di una responsabilità massima, della responsa­ bilità totale, ossia del carico di tutto ciò che — nel « male » e nel978

97. Ibidem , fr. 2.150. La volontà di potenza non è pertanto identifica­ bile, come ancora ritiene perentoriamente Wolff, con un « istinto fondamentale » (p. 125), con un’« unica fonte » (p. 185), con la « fonte di ogni attività um ana» (p. 189), col «fondam ento» della filosofia di Nietzsche (p. 190): cfr. H.M. Wolff, Friedrich Nietzsche. Una via verso il nulla, tr. it. Bologna, 1975. 98. F. Nietzsche, FP 85-87, p. 194, fr. 5.54. Cfr. anche FP 81-82, p. 382, fr.. 11.382 e FP 88-89, p. 165, fr. 14.188(5): « Se il mondo può essete pen­ sato come una determinata quantità di forza e come un determinato numero di centri di forza — e ogni altra rappresentazione rimane indeterminata e quindi inservibile — ne segue che esso deve percorrere un numero calcola­ bile di combinazioni. In un tempo infinito, ogni possibile combinazione sa­ rebbe una volta, quando che fosse, raggiunta; sarebbe anzi raggiunta infinite volte ». Non sarebbe impresa soltanto erudita mostrare quanto abbia influito su Nietzsche l'eccezionale opera di Ruggero Giuseppe Boscovich Theoria philosophUw naturatili, del 1758.

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« bene » — è accaduto9*. Ma la versione etica si fa ancor più forte nei confronti del presente e del futuro: in queste direzioni, infatti, significa che ogni azione da fare deve poter sopportare la dignità e il « peso » dell’eternità, ossia deve essere fatta come se dovesse essere e valere in eterno. L’eterno ritorno delFattimo com­ porta un dover essere, un imperativo etico che impegna l’uomo a far sì che non vi sia nessun attimo che non sopporti l’eterno ri­ torno, ossia a volere che ogni attimo, ogni cosa e ogni azione siano tanto pieni, felici, perfetti da poter essere infinitamente rivissuti, rifatti, ripercorsi. Ecco, allora, che chi decide sperimenta l’eterno ritorno come prova massima del valore della decisione e della re­ sponsabilità che tale decisione comporta: « valore » che non è com­ misurato ad un modello o ad un fine — trascendente o immanente che sia — , ma solo alla ripetibilità eterna: « responsabilità » che non significa il dover rispondere a qualcuno o a qualcosa, ma solo al valore intrinseco della decisione e dell’azione misurato sulla pos­ sibilità di ritornare in eterno 10°. Non può, peraltro, venire esclusa nemmeno una semplice inter­ pretazione psicologica dell’eterno ritorno, come « trucco » per so­ pravvivere nel migliore dei modi possibili, ossia cercando di espe­ rire ogni attimo, ogni situazione, ogni cosa come se fosse l'ultima della propria vita, in modo tale da dilatarne infinitamente 1’esistenza e il significato9910101. L’unica versione che non può venire ammessa in questo caleidoscopio di sensi messo in moto dall’eterno ritorno, è quella che intendesse assimilare o anche soltanto paragonare la 99. Per questa « conciliazione col tempo » ' cfr. F. Nietzsche, Z, pp. 167-173. Questa conciliazione appare meno come giustificazione e raziona­ lizzazione che come rimozione del passato che mette nelle condizioni di poter agire liberamente, ossia senza spirito di vendetta, fuori «d alla ma­ lattia delle catene» (cfr. G. Vattimo, Il soggetto e la maschera. Nietzsche e il problema della liberazione, Milano, 1974, p. 269). 100. Un’enfasi eccessiva su questa dimensione etica deU’etemo ritorno è stata posta per la prima volta da O. Ewald, Nietzsches Lehre in ihren Grundbegriffen: Die Ewige Wiederkunft des Gleichen und der Sinn des Uebermenschen, Berlin, 1903, ma è stata in una certa misura mantenuta anche nell’opera finora più importante sul problema dell’eterno ritorno, quella di K. Lowith, Nietzsches Philosophie der ewigen Wiederkehr des Gleichen, Stutt­ gart, 1956, dove si insiste particolarmente sull’inevitabile "scacco” in cui incorrerebbe la "conciliazione” nietzscheana (cfr., a questo proposito, anche K. Lowith, D a Hegel a Nietzsche, tr. it. Torino, 1949, pp. 308-321). Un’accen­ tuazione del significato etico della dottrina dell’eterno ritorno è reperibile anche in P. Klossowski, Un si funeste désir, Paris, 1963, p. 214. 101. Cfr. F. Nietzsche, FP 88-89, p. 291, fr. 16.44. E’ questa ('esperienza dell’«attim o immenso» (ungeheuren Blick) in cui il presente si trasfigura in momento degno dell’eternità, talmente intenso da dilatarsi sul passato e sul futuro. Cfr. L a gaia scienza, p. 202. af. 341.

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dottrina di Nietzsche alle antiche mitologie sulla ciclicità del tempo; ciò sia perché in effetti nessuna analogia è oggettivamente verificabile 102103, sia perché la posizione di Nietzsche è estremamente esplicita nella critica ad ogni possibile interpretazione ciclica dell’eterno ri­ torno ,#*. Ora, se la teoria dell’eterno ritorno fosse intesa soltanto nella versione cosmologica potrebbe dar luogo ad una riduzione dell’am­ bito dei comportamenti pratici, degli atteggiamenti estetici e di tutte le operazioni del pensiero, a quello — sempre, a torto, ritenuto più ristretto — delle processualità energetiche; laddove, invece, si tratta per Nietzsche soprattutto di una semplice analogia descrittiva con la spiegazione energetista dei fenomeni fisici. E questo non perché sarebbe poco « dignitoso » ridurre pensieri ed azioni ad og­ getti di una spiegazione fisica10410567, quanto perché opti riduzione a ' qualsiasi livello, prospettiva o elemento è per Nietzsche -— come abbiamo visto — impossibile da effettuarsi. Se poi la teoria dell’etemo ritorno fosse intesa soltanto nella versione etica, essa durerebbe fatica a non ricadere nelle maglie strette e grevi di qualche prospettiva centrata sul « tu devi »: pro­ spettiva che Nietzsche si è incaricato di polverizzare in tutti i modi lungo tutti i suoi scritti e per tutta la sua vita. Se, infatti, Γ « ίο voglio » risultasse essere in realtà un « io devo volere l’eterno ri­ torno », la volontà si trasformerebbe in imperativo categorico per ogni azione e per ogni pensiero. Si ritornerebbe in tal modo all’« in­ genua psicologia secondo cui solo la volontà è causa e secondo cui si deve sapere di aver voluto per poter ritenere se stessi causa » ** ; si fuggirebbe davanti al « nuovo brivido » che consente una libertà tale che « concede convinzioni, usa e consuma perfino le convin­ zioni, ma senza assoggettarvisi » si ricadrebbe a postulare qual­ cosa di incondizionato dimenticando che « esistente e incondizionato sono predicati contraddittori » 102. Cfr. M. Eliade, Le mythe de l’étemel retour. Archétypes et ripètition, Paris, 1949; l’analogia è invece mantenuta da L. Blaga, Orizzonte e stile, tr. it., Milano, 1946, p. 129. opera, peraltro, ricca di notevoli suggestioni. 103. Cfr. F. Nietzsche, Z, p. 192, p. 266-69. Cfr. anche FP 81-82, p. 365-6, fr. 11.258. 104. Nietzsche, pur rifiutando ogni riduzionismo fisicalista, esalta della fisica — più in generale, della scienza — l’attenzione per la com plessità della materia e l’istanza alla sperimentazione continua. A tale proposito, può esser ricordato, a titolo di esempio significativo, l’aforisma 335 de La gaia scienza intitolato, appunto, Lode alla fisica. 105. F. Nietzsche, FP JWMW. p. 98, fr. 14.126. 106. F. Nietzsche. FP H7M, p. 235. fr. 11.48. 107. F. Nietzsche. IT «W , p. 185, fr. 26.203.

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Se, infine, la teorìa deH’etcrno ritorno fosse intesa soltanto nella versione psicologica, si assisterebbe ad una variante « volgare » — empiricamente determinata — della versione etica: il « tu devi vo­ lere l’eterno ritorno » diverrebbe una semplice massima, un con­ siglio pratico e uno strumento valido per chi aspiri a godere più intensamente la vita. Ma ciò significherebbe, ancora una volta, muo­ versi dentro un’architettura poggiata sui presunti pilastri del « sog­ getto », dell’« azione », dei « motivi » dell’azione, delle « finalità » dell’azione, etc. Significherebbe, insomma, non aver ancora impa­ rato la lezione che insegna « che ogni azione, una volta compiuta, è stata compiuta in modo assolutamente unico e irripetibile; e che sarà lo stesso per ogni azione futura (...); che ogni azione, in una considerazione anteriore e posteriore di essa, è e resta una cosa impenetrabile (...). Limitiamoci, dunque, a epurare le nostre opinioni e valutazioni, e alla creazione di nuove tavole di valori che siano nostre: ma non stiamoci più a lambiccare sul ”valore morale delle nostre azioni!” » m. Ora, seguendo l’indicazione formulata da Fink secondo cui « nello Zarathustra l’Eterno Ritorno rimane indefinito » 1 080910 e man­ tenendo sempre presente l’avvertenza di Nietzsche per coltivare « non una filosofia come dogma, bensì come canone provvisorio dell’indagine » uo, è possibile, proprio partendo da quest’ultimo passo ci­ tato, arricchire ulteriormente la poliedricità in cui si dispiega la teoria dell’eterno ritorno. Due aspetti sono qui evidenziabili: in primo luogo il carattere irripetibile dell’azione, sia essa compiuta nel passato che da compiere nel futuro; in secondo luogo l’invito — non la prescrizione — a creare « nuove tavole di valori ». Per quanto riguarda il primo aspetto: ogni azione è irripetibile perché ogni azione è « cosa impenetrabile », ossia perché inesauri­ bile è la gamma delle motivazioni che la fanno ex-sistere, inafferra­ bili sono la quantità e la qualità delle circostanze in cui essa si effettua, imprendibili sono i ventagli degli effetti che essa genera. In altri termini: ogni azione è irripetibile perché è impenetrabile, ma è impenetrabile perché è infinitamente « penetrabile », ossia in­ finitamente interpretabile. Vale a dire: perché è un testo inesauri­

108. F. Nietzsche, GS, p. 195, af. 335. 109. E. Fink, L a filosofia' di Nietzsche, tr. it. Padova. 1975, p. 153. 110. F. Nietzsche, FP 1844, p. 243, fr. 432. Giustamente W. Kaufmann, quasi seguendo il suggerimento di Nietzsche, propone di cogliere la dottrina dell’eterno ritorno non come un dogma ma come un'Ipotesi, (t’fr. W. Kauf­ mann, Nietzsche filosofo, psicologo, anticristo, Ir. II. I lrcnzo, 1974, p. 352).

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bile111. Allora può chiarirsi anche il significato del secondo aspetto evidenziato, quello della creazione: se ogni azione è irripetibile per­ ché impenetrabile, ciò significa che di ogni azione passata non si può dare definizione così come di ogni azione futura non si può fornire previsione. Di ogni azione, quindi, si dà soltanto produzione: una « produzione » che si presenta autosufficiente ed autoconsistente, dal momento che non solo l’azione non è conoscibile nei suoi mo­ menti ed elementi costitutivi, ma anche e soprattutto perché è in­ conoscibile rispetto a qualsiasi parametro esterno, ossia perché è imparagonabile. Ma, a questo punto cosa ne è dell’eterno ritorno? A cosa può essere riferito? Che cos’è che « ritorna »? Se ogni azione, come ogni cosa, è talmente ricca, sovrabbondante, plurima da essere « impene­ trabile », ciò significa che è anche inconfrontabile sia rispetto alle altre azioni sia rispetto ad un’azione-modello fissata da un criterio esterno all’infinita catena delle azioni reali e possibili: ma ciò si­ gnifica, allora, che diviene impossibile anche stabilire se un’azione o una cosa ritorna. Per stabilire il ritorno di un’azione o di una cosa, infatti, sarebbe necessario poter identificare sia l’azione o la cosa « presente », sia l’azione o la cosa « passata » che si ripete in quella « presente ». Pertanto, se ogni azione o cosa sono multiversi impenetrabili e inesauribili, non può essere l’azione o la cosa in quanto tale che ritorna, né alcuno dei suoi elementi costitutivi dal momento che appaiono, a loro volta, come inafferrabili plura­ lità: ciò che risulta ritornare è allora soltanto l’irripetibilità, ossia l’impenetrabilità, ossia l’infinita penetrabilità, cioè l’infinita interpretabilità. Questa possibilità interpretativa — non « questa interpretazione conclusiva » — è formulabile anche e soprattutto utilizzando i testi di Nietzsche che stanno attorno, ma fuori, dallo Zarathustra che è quello più utilizzato per illustrare la teoria dell’eterno ritorno. Un suggestivo passo de La gaia scienza può essere fatto funzionare come prologo a questa possibilità interpretativa: « Non pregherai mai più, non adorerai mai più, non riposerai mai più in una fiducia senza fine — è questo che ti neghi: fermare il passo davanti ad un’ultima saggezza, a un ultimo bene, a un’ultima potenza, e togliere i fini­ menti ai cavalli dei tuoi pensieri (...) più non si dischiude al tuo U t. Ciò è stufo ben suggerito da P. Klossowski nel saggio Nietzsche, le polythéisme et la parodie contenuto in Un si funeste désir cit., ma è stato approfondito anello da I.M. Key. i.'vnjeu des signes, Paris, 1971 e da B. Puulrut, Versions da solcll, Parili. 1171.

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cuore un asilo di pace, in cui ci sia soltanto da trovare e non più da cercare, ti stai difendendo contro una qualsiasi ultima pace, tu vuoi l’eterno ritorno di guerra e p a c e » " *. L ’invito contenuto in questo passo può èssere esteso anche all’eterno ritorno: esso non va considerato come « un’ultima saggezza », come « un ultimo bene », come « ultima potenza »; esso non costituisce la parola fondamentale del pensiero di Nietzsche, la sigla della sua opera, la conclusione della sua architettura. Esso non solo costituisce uno dei tanti punti di vista per una delle infinite interpretazioni, ma anche consente che su di sé vengano applicate infinite interpretazioni: se così non fosse, il pensiero di Nietzsche sarebbe davvero un’ennesima variante della tradizione metafisica occidentale; se così non fosse, questo pensiero non farebbe che offrire ancora una volta «u n asilo di paèe », farebbe dell’eterno ritorno il porto sicuro di chi tende solo a trovare e teme la dura infelicità del cercare senza fine. Esso è da considerare soltanto una « breve abitudine » 1213 e non un’opinione pietrificata, una verità, un carattere sostanziale, un fondamento reale o un principio di metodo. La contraddittorietà con cui l’eterno ritorno viene annunciato e descritto costituisce la conferma più evidente e sicura di questa sua « imprendibilità »: anche quando viene inteso in una prospettiva fisica, viene spiegato a tratti con l’ipotesi della finitezza dell’energia complessiva1141567, a tratti con l’ipotesi dell’infi­ nita creatività dell’energia11819; pertanto a volte sembra comportare possibilità infinite ue, a volte possibilità finite m; quindi, ora appare consentire di imprimere i caratteri dell’etemo a ciò che è « fugge­ vole » 118, ora sembra costringere alla rassegnazione indifferente1W. E ’ proprio questa contraddittorietà infinita nell’enunciazione della teoria dell’eterno ritorno che rafforza l’ipotesi secondo cui è l’irri­ petibilità che eternamente ritorna: ma allora non è più possibile parlare nemmeno di « contraddittorietà », perché ogni enunciato, così 112. F. Nietzsche, G S, p. 165, a f . 285. 113. Cfr. ivi, pp. 171-2, a f. 295. Cfr. anche FP 81-82, p. 384, fr. 11.320 e FP 1884, p. 205, fr. 26.283: « Per sopportare il pensiero dell’etemo ritorno sono necessari: (...) il godimento di ogni tipo di incertezza, sperimentalità come contrappeso a queirestremo fatalismo ». 114. Cfr. F. Nietzsche, FP 81-82, p. 390, fr. 11.346, cfr. anche FP 1884, p. 4, fr. 25.7. 115. Cfr. F. Nietzsche, FP 81-82, p. 305, fr. 11.72; p. 322, fr. 11.127; p. 328, fr. 11.150; p. 383, fr. 11.319. 116. Cfr. ivi, p. 358, fr. 11.233. 117. Cfr. ivi, p. 362, fr. 11.244. 118. Cfr. ivi, p. 404, fr. 12.86; cfr. anche FP 87-88. p. 254. fr. 11.94 e ABM, p. 61. af. 56. 119. Cfr. FP 8182, p. 353. fr. 11.220.

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come ogni azione e ogni cosa, diventa imparagonabile, inconfronta­ bile. Non è quindi possibile concludere con tentativi di definizione del tipo « l’eterno ritorno è... »: poiché esso si annuncia soltanto come ipotesi interpretativa che ammette solamente la ripetizione deU’irripetibile, si apre come campo infinito dove infinite interpreta­ zioni entrano in gioco e in conflitto. Esso, come qualsiasi altra presunta verità, « non è pertanto qualcosa che esista e che sia da trovare, da scoprire — ma qualcosa che è da creare e che dà il nome a un processo (...) » m, dove questo processo, questo divenire incessante « deve apparire giustificato in ogni attimo (o noti valuta­ bile, il che riesce alla stessa cosa) » m. Questo processo mai con­ chiuso comporta che « principio » e « fine », « alto » e « basso », « causa » ed « effetto » non abbiano più senso (significato e dire­ zione) alcuno, dato che non sono dentro questo processo, ma sono essi stessi processi, « quanti dinamici, in un rapporto di tensione con tutti gli altri quanti dinamici » m. Ogni azione, allora, non è più costretta, in quanto processo im-menso, a stare sotto lo sguardo di una norma o sotto la minaccia di un giudizio: essa diventa fatto assoluto, ossia fenomeno talmente relativo, plurimo, ricco di motivi, di mezzi e di fini, da essere imparagonabile e, quindi, ingiudicabile e ingiustificabile. Così ogni cosa non è più costretta in definizioni rigide e in relazioni fisse, in spazi a dimensioni determinate e in concetti sigillati: essa diventa oggetto disperso, multi-verso in espan­ sione, costellazione di forze eternamente in azione, galassia di pro­ spettive talmente mutevoli in numero e in qualità che ogni defini­ zione viene travolta ed ogni classificazione frantumata. Parimenti ogni momento non è più stretto dentro le linee di un tempo scan­ dito dalla successione e dalla causalità, né più misurato in base alla distanza o alla vicinanza ad un éskaton o ad un télos: esso diventa attimo immenso (ungeheuren blick), vortice senza fondo né orlo, in cui passato e futuro vengono risucchiati e sciolti, dove la storia viene redenta nell’oblio e l’avvenire si apre come vuoto aperto a tutte le possibilità. Con ciò, non significa che l’eterno ritorno sia definibile come « l’essere universale del divenire » m e come « "mo­ bilità” dell’Ente » 1203124: sarebbe, ancora una volta, un rassicurarci fa-

120. 121. 122. 123. 124.

F. Nietzsche, FP 87-88, p. 43, fr. 9.91 (D). Ivi, p. 246, fr. 11.72. F. Nietzsche. FP 88-89. pp. 49-50, fr. 14.79. Cfr. O. Deleuze, N ialtscha e la filosofia, tr. it. Firenze, 1978, p. 111. Cfr. l·:. l ink, up. vit., p. 144.

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Mndo dell’eterno ritorno unu « proprietà eterne » l2s. L ’eterno ritorno eterno ripetersi della Irripetibilità, cioè della « impenetrabi­

oome

lità », è un’indicazione non determinata e una definizione solo prov­ visoria che colpisce il suo stesso concetto, per cui si può parlare soltanto per approssimuzioni complesse e si possono soltanto descri­ vere gli « effetti » di questa attività interminabile: « il carattere com­ plessivo del mondo è invece caos per tutta l’eternità » 12β. Dove "caos” non vale per nulla come giudizio negativo, ma indica — come ha ricordato Heidegger m — , immensa apertura, ossia spazio incommensurabile a disposizione di ogni possibilità, di ogni « caso »: « "Caso” — nei grandi spiriti, abbondanza di concezioni e possibi­ lità, per così dire giuoco di figure, di qui scelta e adattamento a qualcosa di scelto in precedenza » 12e. In tal modo l’eterno ritorno non può costituire una forma di imperativo etico per raggiungere la feli­ cità, ma può valere come uno degli inviti più « estesi » a partecipare alle infinite ricchezze offerte dall’irripetibilità delle azioni, dei fatti e degli eventi: « Non mirare verso beatitudini, benedizioni, grazie, lontane e sconosciute, ma vivere in modo tale che vogliamo vivere ancora una volta e vogliamo vivere così per l’eternità! Il nostro com­ pito ci si accosta in ogni momento » ***. Questo invito vale, allora, come proposta — davvero übermenschlich — di vivere in un eterno, inebriante Mittag m dove la condizione àeWek-stasis, ossia dello « spostamento fuori » e della perdita della soggettività, giochi come acquisizione della possibilità di attraversare infinite soggettività e infinite « oggettività »: come esperienza di infinite prospettive, in « una volontaria esplorazione dei lati terribili e problematici del­ l’esistenza » 18\ in una « grande prova » in un « supremo fata­ lismo, in realtà identico alla casualità e alla creatività » « Fata­ lismo » che non può più significare soltanto accettazione di un de­ stino che incombe, ma amor fati, ossia desiderio della infinita aper-125678930

125. Cfr. F. Nietzsche, F P 81-82, p. 384, fr. 11.320. 126. Cfr. M. Heidegger, Nietzsche, cit., I, p. 562. 127. F. Nietzsche, G S , p. 117, af. 109. 128. F. Nietzsche, F P 1884, p. 146, fr. 26.53. 129. F. Nietzsche, F P 81-82, p. 367, fr. 11.266. 130. Il tema del M itta g è stato efficacemente messo in risalto da F. Ma­ sini nel saggio II " mezzodì” come metafora cosmico-estatica dell'eternità in Lo scriba del caos, Bologna, 1978, pp. 195-219. 131. F. Nietzsche, f P 87-88, p. 106, fr. 10.3: cfr. anche p. 230, fr. 11.30. 132. Cfr. F. Nietzsche, FP 1884, p. 74, fr. 25.290. 133. Ivi. p. 271, fr. 27.71.

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tura dell’accadere e del fare, dell’e-venire e del creare, ossia, ap­ punto, della « casualità » e della « creatività ». Se il fatum si pre­ senta non come minaccia ma come condizione delle infinite possi­ bilità di evenienza e di crisi ( = decisioni), così il caos non si pre­ senta come terrificante spazio vuoto o come semplice disordine, ma come condizione delle infinite possibilità di ordini e di configura­ zioni. Analogamente, questo « testo » interminabile che è il mondo dei reali e dei possibili non è, semplicemente, confusione di cose e di parole, ma condizione di possibilità di infiniti « testi », ossia di infinite cose, di infinite parole, di infinite interpretazioni. In questo fatum, in questo caos e in questo « testo » ciò che ritorna non sono le combinazioni, ma la combinabilità dei loro elementi: ciò che ritorna è, quindi, la loro infinita apertura, il loro sconfinato nulla. « Pen­ siamo questo pensiero nella sua forma più terribile: resistenza così com'è, senza senso e scopo, ma inevitabilmente ritornante, senza un finale nel nulla: l’eterno ritorno » 134. Questo nulla è certo il « peso più grande » ma è anche ciò che consente un eterno « guardare altrove » 13S: esso non è la negazione dell’esistenza, ma la condizione di ogni possibile esistenza, così come il silenzio non è negazione della parola, ma condizione di ogni possibile parola. Irripetibilità, interminabilità, impenetrabilità, infinita combinabilità, infinito cium , infinito nulla: perché tanti nomi per una sola « cosa », l’eterno ri­ torno? Proprio perché esso non è non è una « cosa » e non è nemmeno una pluralità di « cose », o, al limite, nemmeno quella « cosa » detta « differenza » 13e. Tanti nomi perché nessuno corri­ sponde, è adeguato, né può esserlo, all’eterno ritorno: come per la « volontà di potenza » 13\ anche per 1’« eterno ritorno » valgono sol­ tanto descrizioni provvisorie, ipotesi temporanee, approssimazioni asin-

134. F. Nietzsche, F P 85-87, p. 201, fr. 5.71(6). 135. Cfr. F . Nietzsche, G S , p. 159, af. 276. Chi cerca di stabilire l’ideo­ logia di Nietzsche non ha certo accolto questo invito a « guardare oltre » (Ctr. M, Funke, N ie tz sc h e . Id e o lo g ie k r itik u n d ih re Id e o lo g ie , Stuttgart, 1974). 136. Lo smascheramento più efficace del residuo metafisico in cui ancora giacciono i contemporanei pensatori della differenza, è stato fatto da G. Vat­ timo, N ie tz sc h e e l a d iffe r e n z a in Aa.Vv., N ie tz sc h e (n. 68-9 di « Nuova Cor­ rente» 1975-76), pp. 681-702; in particolare p. 692: « L a arci-struttura della differenza prende il posto del significato, dell’idea platonica, dell’ontos or di tutta la metafisica ». 137. Cfr. F. Nietzsche, AH M . p. 28, af. 22: «(...) e ogni potenza in ogni momento trae la sua estrema conseguenza. Posto che poi anche questa fosse soltanto un’inicrpretazlone — e voi sareste abbastanza solleciti da obiettarmi ciò — ebbene, lutilo meglio».

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totiche. Il « lavoro » dell’interpretare IM diventa infinito: esso è tale se viene fatto su qualsiasi oggetto, ma in particolare lo è nel caso dell’eterno ritorno deH’irripetibile, perché il suo concetto permette che un’ermeneutica interminabile lavori anche su di sé.

138. Cfr. F. Rella, Dallo spazio estetico allo spazio dell’interpretazione in Aa.Vv., op. cit., p. 410: « L ’interpretazione per Nietzsche, così come per Freud, non è l’atto del dis-velamento della verità sia esso il dato empirico o l’essere della verità, il valore, ma è un lavoro, un operari, una costruzione che non riduce quindi l’indecidibilità arrestando il processo conoscitivo, ma costruisce il luogo in cui si scontrano conoscitivamente le istanze naturali e sociali, in un intreccio in cui non è più possibile "decidere" un primtim ontologico ».

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N IE T Z S C H E :

A T T IM O

IM M E N S O

E C O N -S E N T IR E

N e g a r e il te m p o è d u e n e g a z io n i: n e g a r e la su c ­ c e ssio n e d ei term in i d i u n a se rie , n e g a re il sin ­ c ro n ism o d e i term in i d i d u e se rie . In fa tti, se o g n i term in e è a sso lu to , le su e re la z io n i si rid u ­ c o n o a lla c o sc ie n z a d e l fa tto ch e q u e lle re la z io n i e sisto n o . J .L . B o r g e s, A ltre in q u isiz io n i S o lo c o lo ro c h e so n o tu tti in teri in c iò c h e fa n n o — p e n sa n o , se n to n o v e d o n o (...) — in u n a p a ­ r o la : ch e e n tra n o in u n r a p p o r to im m e d ia to sia co n le c o se s ia c o n i p e n sie r i, ch e in o g n i a ttim o so n o to ta lm e n te p re se n ti, so lo in c o sto r o so n o a p p a g a ti e p o te n ti p e n sa re e se n tire , v o lo n tà e sta to d ’a n im o . R . M u sil, D ia r i

1. L e p a r o le d i N ie tz sc h e c o n tro la b a n a lità c h e in te rp re ta l ’e te rn o rito rn o s e c o n d o la fig u r a d e l c e rc h io e d e ll’a n e llo , so n o d el tu tto e sp lic ite e d in e q u iv o c a b ili:

G uardiam oci dal pensare com e divenuta la legge di questo circolo, se­ condo la falsa analogia dei movimenti circolari dentro l’anello. Non vi è stato prim a un caos e poi, gradualm ente, un movimento più armonico e infine uno stabilmente circolare di tutte le forze: piuttosto tutto è eterno, indivenuto [...] dunque, per descrivere il circolo eterno, non bisogna ricorrere, m ediante un’analogia sbagliata, ai circoli che diven­ gono e periscono, per esem pio le stelle, il flusso e il riflusso, il giorno e la notte, le stagioni *. A n c h e i m a rg in i d i d u b b io c h e , n o n o sta n te l a c h ia r e z z a d i q u e ­ s te p a r o le d i sm a sc h e ra m e n to , so n o c re sc iu ti a tto rn o a lla q u e stio n e , so n o sta ti o r m a i d ra stic a m e n te r i d o t t i 12; tu tta v ia n o n a l p u n to d a a v e r b lo c c a to d e fin itiv a m e n te il p e ric o lo c h e e s s i to rn in o a d in tr a lc ia r e e a r a lle n ta re i la v o ri d i in te rp re ta z io n e su l te sto n ie tz sc h e a n o . P e r 1. F . N ie tz sc h e , I d illi d i M e ssin a . G S . F P 81-82, p p . 365 ss. 2. C fr . M . F o u c a u lt, « T h e a tru m P h ilo so p h ic u m » , P re fa z io n e a G . D e ­ leu z e, D iffe re n z a e rip e tiz io n e , tr. it. B o lo g n a . 1971, p p . V I I - X X I V ; G . V a t­ tim o , I l so g g e tto e la m a sc h e ra , M ilan o , 1974, II I , 2 ; G . D e le u z e , N ie tz sc h e e la filo so fia , tr. il. F iren ze 1978, II I ; A a .V v ., C ru c ia lità d e l tem p o. S a g g i s u lla c o n c e z io n e n ie tz sc h e a n a d e l tem p o . N a p o li, 1980.

c u i n on se m b ra s u p e r flu o te n ta re di lim ita re u lte rio rm e n te le p o s s i­ b ilità d i q u e sto p e ric o lo . C o n tra ria m e n te a q u a n to si è q u a si se m p re fa tto n e lla d e c ifr a ­ z io n e d e lla te o ria d e lF e te rn o rito rn o , è d a n o tare c h e le a n a lo g ie tra la te m p o ra lità lin e a re e la te m p o ra lità c irc o la re o c ic lic a so n o fo rti. A n c h e se si v u o le c o n sid e ra re la q u e stio n e d a u n p u n to d i v ista m e ra m e n te g e o m e tric o , si p u ò o sse rv a re co m e la n o zio n e d i c irc o n fe ­ re n z a p re se n ti a lc u n e a n a lo g ie e v id e n ti con q u e lla di lin e a re tta : in n a n z itu tto si tra tta , in e n tra m b i i c a si, di linee, s ia che v e n g a n o in tese co m e in siem i di p u n ti c o n tig u i, s ia ch e v e n g a n o sp ie g a te c o m e tra c c e la sc ia t e d a u n p u n to in m o v im e n to . In se c o n d o lu o g o , in e n tra m b i i c a si p o sso n o p e r e sse v e n ir sta b iliti u n in iz io e d u n a fin e : n el c a s o di u n a re tta si o ttie n e u n se g m e n to , nel c a s o d i u n a c irc o n fe re n z a si o ttien e un se g m e n to c ir c o la r e il c u i e stre m o in iz ia le è c o n tig u o al su o e stre m o fin a le . Q u in d i, ch e u n a linea finita a s ­ su m a la fo rm a c irc o la re o la fo r m a re ttilin e a , c iò n on m u ta n é il fa tto ch e si tra tta se m p re d i p u n ti d isp o sti se c o n d o u n a c o n tig u ità lin e a re , né il fa tto c h e in e n tra m b i i c a s i è p o s s ib ile d e te rm in a re il p u n to in iz ia le e q u e llo fin a le . U n ’a n a lo g ia a n c o ra p iù fo rte si o ttien e se si c o n sid e ra n o le d u e fig u r e d e lla re tta e d e lla c irc o n fe re n z a d a l p u n to d i v ista c in e m a ­ tic o : in fa tti, se u n a re tta infinita p u ò e sse r d e fin ita co m e tr a c c ia la s c ia t a d a u n p u n to in m o v im e n to lin e a re se n z a lu o g o d ’in iz io e d i fin e , u n a c irc o n fe re n z a p u ò d e fin ir si c o m e tr a c c ia la s c ia t a d a u n p u n to in m o v im e n to c irc o la re se n z a lu o g o d ’in iz io e d i fin e . T a li a n a lo g ie d iv e n ta n o a n c o r a p iù e v id e n ti se si c o n sid e r a la q u e stio n e d a l p u n to d i v ista d el tempo. In fa tti, la te m p o ra lità , s ia c h e v e n g a a ss u n t a n e lla fig u r a re ttilin e a ch e in q u e lla c ir c o la r e , p re se n ta u n a c a r a t te r is tic a c o m u n e , ta n to se v ien e in te sa c o m e te m p o ra lità fin ita c h e c o m e te m p o ra lità in fin ita : la c a ra tte r istic a d e lla successione li­ neare. N e l c a s o d i u n a te m p o ra lità re ttilin e a , sia e s s a fin ita o in fi­ n ita , q u e s ta c a r a tte r istic a è im m e d ia ta m e n te e v id e n te , m a è c h ia r a a n c h e n el c a s o d e lla te m p o ra lità c irc o la re o c ic lic a : in tal c a s o , se e s s a è fin ita , l ’o rd in e d e lla su c c e ssio n e d e i d iv e rsi m o m e n ti v a d a l­ l ’o rig in e a lla fin e d i o g n i c ic lo ch e si c o n c lu d e ; se e s s a è infinita, l ’o rd in e d e lla su c c e ssio n e v ien e c a lc o la to a n c h e se n z a c o n o sc e re la d is ta n z a c h e se p a r a c ia sc u n m o m en to d a l l ’o rig in e e d a lla fin e , d e lle q u a li si su p p o n e l ’e siste n z a , m a n o n è p o s s ib ile d e te rm in a re la collo c a z io n e . In o g n i c a s o l ’o rd in e d e lla successione è se m p re m a n te ­ n u to : p e r fin o nel c a s o in c u i a v v e n g a u n a c o n ta m in a z io n e tra tem ­ p o r a lità c ic lic a fin ita e te m p o ra lità lin eare in fin ita , co m e ò s ta b ilito 5·/

n e lla c o sm o lo g ia in d ù , d o v e i c icli d e fin iti d e lle re in c a rn a z io n i ( S a m s ä r a ) si su c c e d o n o n e ll’e te rn ità . Q u i, a d d ir ittu r a , l ’o rd in e d e lla su c c e ssio n e è d o p p io : q u e llo in tern o a d o g n i c ic lo , c h e re g o la le su e d iv e rse f a s i, e q u e llo e ste rn o a i c ic li ch e n e re g o la il ritm o n el te m p o in fin ito deH ’e te rn ità . C h e la co n c e z io n e lin e a re d e l te m p o e q u e lla c irc o la re n o n s ia n o an tite tic h e , m a a n a lo g h e s u lla b a s e d e lla c o m u n e c a r a tte r istic a d e ll’o rd in e d e lla su c c e ssio n e ch e le re g o la , è te stim o n ia to a n c h e n el p e n sie ro te o lo g ic o o c c id e n ta le , d o v e ta le o r ­ d in e si tro v a ta n to a lla b a se d e lla co n c e z io n e lin e a re d i T o m a s o d ’A q u i n o 3, q u a n to a lla b a s e d i q u e lla c ir c o la r e d i S c o to E r i u g e n a 4. A n a lo g ie g e o m e trich e , c in e m a tic h e e cro n o -lo g ich e tra fo r m a re t­ tilin e a e fo r m a c ir c o la r e c o n tr ib u isc o n o a sm e n tire l ’ip o te si d i u n a r a d ic a le o p p o siz io n e tra le d u e e , p e rta n to , in d ire tta m e n te , a r a f ­ fo r z a r e l ’o sse rv a z io n e di N ie tz sc h e se c o n d o c u i u n ’in te rp re ta z io n e se m p lic e m e n te c ic lic a d e ll’e te rn o rito rn o n on è ch e « u n a c a n z o n e d ’o rg a n e tto » , u n a b a n a liz z a z io n e d e lla te o ria d e ll’e tern o rito rn o ch e s o lo il n a n o e le b e stie p o sso n o so ste n e re : tale te o r ia , in v e c e , v u o le p o r s i co m e ip o te si ra d ic a lm e n te n u o v a r isp e tto a lle co n c e z io n i tra ­ d iz io n a li d el te m p o , sia n elle lo ro v a r ia n ti lin e a ri ch e in q u e lle c ic lic h e . C h e la fo r m a d e l c irc o lo a p p a r te n g a p iù a lla tra d iz io n e m e ta ­ f is ic a c h e a lla filo s o f ia d i N ie tz sc h e , è c o n fe rm a to a n c h e d a l fa tto c h e tale fo r m a im p lic a n e c e ssa ria m e n te u n rife rim e n to a l p r o p r io centro, o s s ia so p ra ttu tto , n el c a s o d e l te m p o , a d u n soggetto c h e si p o n g a c o m e c o n d iz io n e d ’e siste n z a e in sie m e co m e c rite rio d i m i­ s u r a : c h e q u e sto so g g e tto s ia u n in d iv id u o e m p iric o o u n ’in te lle tto tra sc e n d e n ta le o u n a v e r ità tra sc e n d e n te , n o n m u ta l a s u a fu n z io n e d i d a r e o rd in e e m isu r a a lla r e a ltà tu tta e a l l ’in te ra e sp e rie n z a . A n z i, p r o p r io in q u a n to c e n tro , e s s o c o stitu isc e il m a ssim o d e lle c a p a c ità d ’o rd in e e d i m isu r a : c o m e c e n tro , in fa tti, e s s o è in sie m e P rin c ip io , M e z z o e F i n e 5. O r a , in u n a co n c e z io n e c ic lic a d e l te m p o , il co m ­ p le ta m e n to d i u n c ic lo h a se n so s o lo se si am m e tte u n c e n tro d i q u e s to te m p o , u n so g g e tto in g r a d o d i m isu r a r e il p e rio d o d e l m o to

3. C fr. T o m a s o d ’A q u in o , S u m m a th e o lo g ic a , 1, I , q u a e st. 10; In V i l i 1. P h y sic o ru m A risto te lis e x p ., I l i , X I I I , 4 0 4 ; I I I , X , 3 7 4 ; IV , X V I I I 588-590; V I , IV , 7 7 7 ; V i l i , II, 9 8 2 ; D e c a u s is e x p ., 184, 4 50, 264-266; 2 7 1 , 4 4 1 , 4 5 0 , 4 6 1 ; In A risto te lis lib. D e c a c io et m u n d o . D e g e n e ra tio n e et c o rru p tio n e m e te o ro lo g ic o ru m e x p ., I, X V I I , 138; I, I I I , 19; II , IV , 160. (R isp e ttiv a ­ m en te: R o m a , 1965, 1955, 1952), 4. C fr. G . S c o lo l'riu ^ cm i, Ih · d iv isio n i· n atu rile, D u b lin , 1968, ü b e r I. 5. C fr. R. G u é n o n , S im b o li d e lla s d e n t a sa c r a , Ir, il. M ilan o , 1975, §8.

c ir c o la r e : t a n t’è v e ro , p e r e se m p io , ch e la c ic lic ità d e lle sta g io n i a ssu m e s ig n ific a ti a s s a i d iv e rsi a se c o n d a se a m isu r a r la so n o s o g ­ g e tti a p p a rte n e n ti a d u n a c iv iltà c o n ta d in a , o so n o so g g e tti m e m b ri d i u n a c o m u n ità n o m a d e ; c o sì la c ic lic ità d el g io rn o e d e lla n otte h a u n v a lo re c o m p le ta m e n te d iv e rso a se c o n d a se a m isu r a r la so n o so g g e tti in c lu si in u n a c iv iltà in d u stria le a v a n z a ta , o so n o so g g e tti a p p a rte n e n ti a d u n a c iv iltà trib a le . Q u e s ta fu n z io n e o rd in a tric e di u n so g g e tto co m e c e n tro d i u n a te m p o ra lità c ic lic a è ev id e n te m e n te a s s a i p iù fo rte d i q u e lla ch e p u ò a v e re un so g g e tto c o m e p u n to , o s s ia co m e m o m en to , d i u n a te m p o ra lità lin e a re in fin ita o a n ch e fin ita : n e lla te m p o ra lità lin e a re in fin ita , il, so g g e tto p u ò se m p lic e ­ m en te m isu r a r e la p r o p r ia p o siz io n e so lo in b a se a d u n a se rie d i ele m e n ti ch e c o stitu isc o n o u n « p rim a » ed u n « p o i » , m a n on sa d o v e f a r a rre sta re q u e sto « p rim a » e q u e sto « p o i » ; tu tta v ia , a n ch e n e lla te m p o ra lità lin e a re finita, p u r p o te n d o d e te rm in a re q u e sto « p rim a » e q u e sto « p o i » , o s s ia p u r p o te n d o m isu ra re l ’in iz io e la fin e d e l su o tra g itto , e sso rim a n e se m p re un elem en to d i q u e s to tra g itto , u n p u n to o u n a so m m a d i p u n ti d i p a s s a g g io . Q u e s ta c o n ­ d iz io n e in te rn a a lla linea di sv o lg im e n to d e lla te m p o ra lità , è p r o p r ia a n c h e di u n so g g e tto ch e si situ i lu n g o u n ciclo te m p o ra le , m a , in ta l c a s o , il c e n tro d i q u e sto c ic lo v e r r à o c c u p a to d a u n a d iv in ità , o d a u n a le g g e d i n a tu r a : c iò sig n ific a c h e , c o m u n q u e si c o n c e p isc a la c ic lic ità , se m p re se ne d o v r à am m e tte re un c e n tro . Q u a lu n q u e sia l a n a tu ra d i q u e sto c e n tro , e s s o , o ltre c h e c o n d iz io n e d i m isu r a ­ z io n e d i o g n i « p rim a » e d i q g n i « p o i » , è c o n d iz io n e a n c h e d e lla lo r o e siste n z a e d e l lo ro s ig n ific a to : il c e n tro d i u n c irc o lo e d i u n c ic lo n o n è e sse n z ia le so lta n to a lla d e te rm in a z io n e , risp e ttiv a m e n te , d e lla p o siz io n e d i o g n i p u n to d e lla c irc o n fe re n z a e d i o g n i f a s e d e l p e r io d o , m a a n c h e a lla lo ro e siste n z a e a l lo ro s ig n ific a to , o s s ia a lla lo r o o rig in e e a lla lo r o d ire z io n e . L a « m e d ie ta s h o m in is » c e le b r a ta d a g ra n p a r te d e l p e n sie r o rin a sc im e n ta le , e l ’id e a fo r m u la ta d a S c o to E riu g e n a d i u n D io co m e principio (n a tu ra q u a e c re a t e t n on c re a tu r) c o m e fine u ltim o (n a tu ra q u a e n e c c r e a tu r n e c c r e a t), m a a n c h e c o m e mezzo d e l lo g o s e d e l m o n d o s e n sib ile , so n o gli e se m p i p iù a lti, risp e ttiv a m e n te , d i u n a co n c e z io n e a n tro p o c e n tric a e d i u n a te o c e n tric a , d o v e a g isc e e si c o n su m a a fo n d o la fo r z a d e l­ l ’im m a g in e d e l c e n tro . 2* 2 . N u lla d i p iù lo n ta n o d a tu tto c iò d e lla te o ria d e ll’e te rn o r i­ to rn o d i N ie tz sc h e . In N ie tz sc h e , in n a n z itu tto , la n o zio n e di c e n tro e d i so g g e tto non s o lo v e n go n o m e n o , m a v e n go n o m iche a tta c c a te 56

c o n d e te rm in a z io n e e c o n tin u ità am m e tte re c h e « il so g g e tto è o r a in u n p u n to , o r a n e ll’a ltro » 67, sig n ific a a n ch e a tta c c a r e i fo n d a ­ m e n ti d i o g n i a n tro p o c e n trism o : T u tto l ’atteggiam en to « uom o contro m ondo » , l ’uom o com e p rin cipio « rinnegante il m on d o » , cóm e m isu ra di valo re delle cose, com e giu­ dice del m on d o, che fin isce per m ettere l ’esisten za ste ssa su lla b ilan cia e la trova tro pp o leggera: la m o stru o sa assu rd ità di qu esto atteggia­ m ento è en trata com e tale n ella n o stra coscien za e ci d is g u s t a 8. S e il so g g e tto p u ò e sse re m a n te n u to s o lo co m e « u n a p lu r a lità d i so g g e tti » 9, si d e v e g iu n g e re a d u n « ro v e sc ia m e n to d e llo sg u a rd o p r o sp e ttiv istic o » 10. L a te o ria d e ll’e te rn o rito rn o n o n p u ò q u in d i e s­ se re a sso lu ta m e n te in te sa co m e u n a v isio n e c ic lic a d el te m p o , d a to c h e o g n i v isio n e d i q u e sto tip o , d a q u e lla p iù se m p lic e c h e c o n ­ te m p la l ’a lte rn a rsi d el g io rn o e d e lla n o tte a q u e lla d e lle c o sm o lo g ie e c o sm o g o n ie p iù c o m p le sse , c o m p o rta il rife rim e n to a d u n p u n to d i f u g a , a d u n c e n tro , a d un so g g e tto — im m a n e n te o tra sc e n d e n ­ ta le , o tra sc e n d e n te — a ssu n to c o m e c o n d iz io n e d i u n ’e siste n z a e d i u n a c o n o sc e n z a o rd in a te , c o m p iu te e c o m p le te , c io è p r o p r io co m e il c e n tro d i u n a p r o s p e ttiv a , s ia s p a z ia le c h e te m p o ra le , d o v e o g n i lu o g o e d o g n i m o m e n to ric e v o n o m isu r a , d ire z io n e e siste m a z io n e . In d e fin itiv a , se s i a c c o g lie la m e ta fo ra d e lla « m o rte d i D io » 1112 e d e lla « s u a o m b r a » n c o m e m o d o d i d e sig n a re la p e rd ita d e l c e n tro , si p u ò in te n d e re a p p ie n o a n c h e c o m e e q u a n to s ia im p ro p o n ib ile u n ’in te rp re ta z io n e d e lla te o ria d e ll’e te rn o rito rn o c h e ne f a c c ia u n ’e n ­ n e sim a v a r ia n te d e lle tr a d iz io n a li p ro sp e ttiv e c ic lic h e . M a u n a v o lta a llo n ta n a ti d a lla te o ria d e ll’e te rn o rito rn o s ia il c o n c e tto d i c ic lo c h e q u e llo d i c e n tro , c o m e si p u ò d e te rm in a r la o , p e rlo m e n o , d e s c r iv e r la ? U n a d e lle in te rp re ta z io n i p iù su g g e stiv e h a su g g e rito d i in te n d e rla c o m e u n ’a n a lo g o d e ll’e tic a k a n tia n a fo n d a ta s u ll’im p e ra tiv o c a te g o r ic o , c o sì ch e la le g g e k a n tia n a « o p e r a in m o d o c h e la m a s s im a d e lla tu a v o lo n tà p o s s a se m p re v a le r e in o g n i te m p o c o m e p r in c ip io d i le g isla z io n e u n iv e rsa le » 13 s i tr a sfo r m a

6. Abbiamo cercato di evidenziare questa continuità in « Nietzsche, o dell’ermeneutica interminabile », in Aa.Vv., op. cit., pp. 131-183. 7. F. Nietzsche, F P 79-81, p. 439. 8. F. Nietzsche, G S. § 346, p. 211. 9. F. Nietzsche. F P 84 85, § 40-42, p. 336. 10. F. Nietzsche, F P 85 87. 2,67, p. 80. 11. F. Nietzsche, GS, p. 129. 12. Ibidem, p. 117. 13. I. Kant, Critica della ragione pratica. Ir II Huri. I9665, I, I, § 7, p. 38.

in « a g is c i in m o d o ch e la tu a v o lo n tà p o ssa v o lere l ’e tern o rip e te r si d e lla tu a a z io n e » 14. T u t ta v ia q u e sta su g g e stiv a in te rp re ta z io n e n a u ­ fr a g a , a l p a r i d i q u e lla « c o sm o lo g ic a » , su g li sc o g li fo rm a ti d a lle ro v in e d e l so g g e tto : e s s a , in fa tti, è a n c o ra tu tta fo n d a ta s u ll’ip o te si c h e N ie tz sc h e n on so lo m a n te n g a la n o zio n e e la fu n z io n e d el s o g ­ g e tto ag e n te se c o n d o u n ’in ten zio n e ed u n o sc o p o , m a c h e a d d ir it­ tu ra le r a ffo r z i a l p u n to d a fa rn e , co m e K a n t, il p e rn o d i tu tta la su a filo s o fia . N ie tz sc h e , in v e c e , o ltre ch e n e g a re al so g g e tto il m o n o p o lio d e lla c e n tra lità g n o se o lo g ic a , n ega a n ch e le su e p re te se d i p o r si co m e so g g e ttiv ità e tic a fo n d a ta su u n a lib e r a v o lo n tà I516. O r a , se la te o ria d e ll’e te rn o rito rn o n o n p u ò e sse re ra g io n e v o lm e n te sp ie ­ g a ta ric o rre n d o a p ro sp e ttiv e c ic lic h e d el te m p o , m a n o n lo p u ò e sse r e n em m en o a p p e lla n d o si a d u n a v o lo n tà d i e te rn a re , non re sta ch e te n ta re d i sp ie g a r la riv o lg e n d o si a lla n o zio n e d i attimo immenso (u n g e h e u re n b lic k ) c o n te n u ta n el c e le b re § 341 d e La gaia scienza ie. C e rc a n d o di c a p ir e ch e c o s a N ie tz sc h e v o g lia c o n n o ta re c o n q u e sta n o z io n e , è in n an z itu tto d a p r e c isa r e ch e, p r o p rio a p a r tir e d a q u a n to a b b ia m o d e tto fin o ra , e s s a n on p u ò a sso lu ta m e n te v e n ir in te sa in c o n tr a p p o siz io n e se m p lic e a lla co n c e z io n e lin e a re o a n c h e c ic lic a d e l te m p o : in tal c a so , in fa tti, l ’a ttim o im m e n so v e rr e b b e a c o stitu ir si so lta n to co m e ro ttu ra d e lla c o n tin u ità te m p o ra le c h e c a r a tte r iz z a il c o n te n u to d i e n tra m b e q u e ste c o n c e z io n i, c io è co m e ista n te e c c e ­ z io n a le ch e sp e z z a il flu s s o n o rm a le d e lla d u r a ta e s c a r d in a o g n i o rd in e con c u i la d u r a ta p u ò v e n ir m isu ra ta . In tal c a s o e s s o risu l­ te re b b e co m e u n ’a n o m a lia str a o r d in a r ia d i u n te m p o re g o la re e re g o ­ la to , co m e u n ev e n to p r iv ile g ia to d i u n ’e sp e rie n z a u n ifo rm e e d e q u i­ l i b r a t a : sa r e b b e , in so m m a , a ffa t t o re la tiv o a l su o o p p o s to ta n to d a n o n p o te r n é e siste re né e sse re c o n o sc iu to se n z a d i e sso . N o n so lo : e s s o p o tre b b e fin ire c o l p o r si co m e te m p o ra lità tra sc e n d e n te risp e tto a lla te m p o ra lità q u o tid ia n a , n o rm a le , in a u te n tic a , fin e n d o a d d ir it­ tu ra c o ll’a n n u n c ia r si co m e te m p o d e lla re d e n z io n e , re p lic a n d o in ta l m o d o la d o lo r o sa sc issio n e tra tem po -vero e tem p o -fa lso ch e è s ta ta p r o p r ia di tu tta la m e ta fisic a o c c id e n ta le . L ’a ttim o im m e n so , in v e c e , se m b ra p o te rsi d ire co m e sim u lta ­ n e ità ed a ttu a lità d i tu tti o , m e g lio , d e g li infiniti te m p i: d e lle in fi­ n ite te m p o ra lità p a s s a te , p re se n ti e fu tu re , n o n ch é d e g li in fin iti « c o n ­ 14. C fr. G . S im m e l, S c h o p e n h a u e r u n d N ie tz sc h e , L e ip z ig , 1907; K . J a ­ sp e r s, N ie tz sc h e , E in fü h ru n g in d a s V e rstä n d n is se in e s P h ilo so p h ie re n s, B e rlin , 1950; K . L o w ith , N ie tz sc h e 's P h ilo so p h ie d e r ew ig en W ied erk eh r d e s G le ic h e n , S tu ttg a r t, 1956. 15. C fr. F. N ietz sc h e. F P 79-81, p. 501; G S , p. 555; C r, pp. 72-87. 16. F. N ietz sc h e, G S , § 341, p . 202.

te n u ti » d i q u e ste te m p o r a lità , o s s ia d e lle in fin ite e sp e rie n z e , in d i­ v id u a li e c o lle ttiv e , ch e so n o sta te , so n o e sa r a n n o . P r o p r io p e r q u e sto è im m e n so : p e rc h é si a p r e a ll’in fin ito c o m e u n ’o riz z o n te m a i r a g g iu n g ib ile ch e a b b r a c c ia le in c a lc o la b ili sto r ie e g li in n u m e re v o li p ro g e tti d e ll’u m a n ità . A d iffe r e n z a di B e rg so n p e r il q u a le s i p u ò d ire , ch e « il n o stro p re se n te è p ra tic a m e n te il p a s s a t o » , e a d iffe ­ re n z a d i B lo ch p e r il q u a le si p u ò d ire c h e « il n o stro p re se n te è p ra tic a m e n te il fu tu ro » ” , p e r N ie tz sc h e si p u ò d ire c h e l ’a ttim o im m e n so s ia il te m p o in c u i il n o stro p re se n te è p ra tic a m e n te il p a s s a t o e il fu tu ro . In e sso s i re n d e re b b e p o s s ib ile , in so m m a , q u e l­ l ’a s s u r d o c h e te rrific ò A risto te le , p e r c u i « le c o se a v v e n u te d ie c i­ m ila an n i f a sa r e b b e r o sim u lta n e e a q u e lle a v v e n u te o g g ig io rn o , e n e ssu n a c o s a s a re b b e n é p r im a né d o p o in re la z io n e a d u n ’a ltr a » w. P e r N ie tz sc h e , in v e c e , q u e sta c o m p re se n z a n on s o lo è p o s s ib ile m a è a n c h e d e sid e r a b ile : Q u an to d ovresti am are te stesso e la vita, per non desiderare più alcu n ’altra co sa che q u esta u ltim a etern a san zion e, q u esto s u g g e llo ? 17819. C o g lie re l ’a ttim o im m e n so n on sig n ific a u tiliz z a re g li stru m e n ti lo g ic i e cro n o -lo g ici c o n su e ti p e r d e sc riv e re c o m p iu ta m e n te u n a p re ­ su n ta totalità d i e v e n ti: si fa r e b b e l ’in u tile fa t ic a d i v o le r c o n n et­ tere u n a q u a n tità ed u n a v a r ie tà in fin ite d i c a si s u lla b a s e d i q u a lc h e c rite rio sta b ile , n e lla p e re n n e illu sio n e d i p o te r « c h iu d e re » q u e sta in fin ità in u n a to ta lità c o m p iu ta . D ’a ltr a p a r te , n o n sig n ific a n em ­ m e n o a sso lu tiz z a r e u n ista n te p a r tic o la r e fin o a fa r n e u n p a r a d ig m a p e r tu tti g li a ltri, o a d d irittu ra fin o a fa rn e u n a to ta lità c o m p le ta c h e tu tti li in g lo b a e c o m p re n d e . S ig n ific a « so lta n to » r iu sc ire a c o g lie re le in te rm in a b ili in te rc o n n e ssio n i ch e su ssisto n o tra u n ista n te p a r tic o la r e e gli in fin iti a ltri ista n ti, re a li e p o s s ib ili, p a s s a t i e fu tu r i: d o v e i m o d i p e r c o g lie re ta li in te rc o n n e ssio n i n o n so n o f is s i, m a n em m en o a r b itr a r i, o so lta n to « e v e n tu a li » ; e ssi so n o in fin ita m e n te m o lte p lic i, a l p a r i d e lle in fin ite in te rp re ta z io n i c h e si p o sso n o d a re d i u n o g g e tto o d i u n te sto . C h e q u e sto c o g lim e n to n o n s ia p u r a ­ m en te fo rm a le , lo g ic o , in te lle ttu a le , N ie tz sc h e lo c h ia risc e a s s a i b e n e :

17. C fr. R . B o d e i, M u ltiv e rsu m . T e m p o e s to r ia in E rn st B lo ch , N a p o li, 1979, p . 94. 18. A risto tele, T isica, Ir. it. B ari 1973, IV , 2 1 8 a 28-30. 19. F. N ietz sc h e, O S . p. 202. In u n a n o ta p r e p a r a to r ia si p o te v a leg g ere : « Q u a n to d o v resti a p p r o v a r e le ste sso c lu v ita, p e r non se n tire q u e sto p e so co n te il più g rav e la rd e llo , lirn sl e«ime il p ia c e re s u p r e m o ? » .

v;

In effetti, qu esto è uno dei colori di tale nuovo sentim ento: chi sa sentire la storia d egli uom ini nella su a totalità com e la su a propria storia, p ro v a , gen eralizzan d olo enorm em ente, tutto q u e ll’an go scio so struggim ento d e ll’in ferm o che p en sa alla salu te, del vegliard o che ram m em ora i sogni g io van ili, d e ll’am ante che è strap p ato a ll’am ata, del m artire che assiste a l tram on to del p rop rio ideale, d e ll’eroe, la sera d ella b attaglia che non h a deciso nu lla, che tu ttavia gli ha recato ferite e la p erd ita d e ll’am ico; m a portare questo cum ulo im m enso d ’afflizio n i d ’ogni sp ecie, poterlo p o rta re, ed essere p u r sem pre an co ra l ’eroe che, a llo sp u n tar di un secon d o giorn o di b a tta g lia , sa lu ta l ’au ro ra e la su a felicità, essen d o l ’u om o che ha un orizzonte di m illenni d avan ti e dietro di sé, l ’erede d i ogni tratto aristo cratico di tutto lo sp irito p a ssa to , erede g rav ato di o b b ligh i; essen d o il p iù n obile di tutti i n obili deH’antich ità, e al con­ tem po il cap ostip ite di un a n o b iltà n u o va, di cui nessun tem po vid e e sogn ò l ’egu ale: prendere tutto qu esto su lla p ro p ria an im a, il più an tico com e il p iù nuovo, le perd ite, le speran ze, le con q u iste, le vittorie d e ll’u m an ità, possed ere infine tutto ciò in u n ’anim a so la e tutto insiem e strin gerlo in un unico sentim ento — qu esto d ovreb be avere com e risul­ tato un a felicità, che fin ora l ’u om o non h a m ai con osciu to: la felicità di un dio colm o di p oten za e d ’am ore, di lacrim e e di riso, un a feli­ cità che, com e il sole alla sera, non si stan ca di effon dere don i della su a ricchezza in estin guibile e li sp arg e nel m are, e com e il sole, so l­ tan to allo ra si sente assolu tam en te ricca, q u an d o anche il più povero p escato re rem a con un rem o d ’o r o ! 80. N o n c ’è b ra n o , n em m en o n e llo Zarathustra, ch e re n d a c o sì b e n e n o n s o lo la visione o la coscienza — d e ll’a ttim o im m e n so : in e s s a si d à u n a c o n d iz io n e talm e n te d e n sa e r ic c a d a p o te r e sse r e d e tta felice n el se n so p iù o rig in a r io e , in q u e sto c a s o , p iù p r o fo n d o d e l te rm in e , o s s ia n el se n so d e lla so v r a b b o n d a n z a , d e lla p ie n e z z a , d e lla fe c o n d ità talm en te g ra n d e ch e si e la r g isc e se n z a c a l­ c o lo , se n z a in te n z io n e , se n z a se c o n d i o u ltim i f i n i 21. N e ll’a ttim o im m e n so il p a s s a to e il fu tu r o d iv e n ta n o a tt u a li, risp e ttiv a m e n te , n o n se c o n d o le se q u e n z e d i u n a m e m o ria e se c o n d o le f a s i d i u n p ro g e tto , m a n e ll’im m e d ia ta e v id e n z a di un o riz z o n te p re se n te ed in fin ito . N e ll’a ttim o im m e n so a fflu is c e d a l p a s s a to e p rec i p i t a d a l fu tu r o l ’in fin ita q u a n tità e v a r ie tà d e g li e v e n ti s ia re a li c h e ' p o s s ib ili, i q u a li si d isp ie g a n o tu tti su u n a m e d e sim a su p e r fic ie se n z a lim iti, tu tti a « p o r ta ta di m a n o » , sc io lti d a o gn i re la z io n e c a u s a le , d a o g n i d isp o siz io n e siste m a tic a e d a o gn i o rd in e fin a li­ s tic o : i n o rm a li ra p p o rti tra ev en ti p a ssa ti, istitu iti d a lla m e m o ria ,

l’esperienza —

20. 21.

Ibidem, p . 197. Cfr. F. Nietzsche, Z , « D elhi virili ch e (Itimi · . 00

v e n g o n o in te rro tti e s o s p e s i, c o sì co m e q u e lli tra e v e n ti fu tu r i, p r o ­ g ra m m a ti d a i p ro g e tti d e i so g g e tti sin g o li o d a lle sc ie n z e d e lla p ia ­ n ific a z io n e . C iò ch e rito rn a , o s s ia si f a p re se n te e d a ttu a le , n e ll’a t­ tim o im m e n so , so n o g li e v e n ti, le c o se , i n o m i, i c o lo ri, i su o n i e g li o d o ri, le g io ie e i d o lo ri, le a z io n i e i sile n z i d e lla sto r ia p a s s a t a e fu tu r a d e ll’u m a n ità : m a n o n rito rn a n elle re la z io n i co n c u i m il­ le n n i d i c u ltu re d iv e rse h a n n o te n ta to d i o r d in a r li, m a co n m o d a ­ lità d i in te rc o n n e ssio n e d e l tu tto v a r ia b ili e talm e n te p o te n ti d a tra ­ v o lg e re q u e lle tra d iz io n a li re la z io n i fin o a l p u n to d a fa r le d iv e n ta re d e g li e v e n ti a l p a r i d i q u e lli ch e e sse te n e v an o in sie m e . S o p p o r ta r e l a visione d i q u e sto a ttim o im m e n so ch e n o n p re se n ta n em m en o la fo r m a r a ssic u ra n te d e lla to ta lità m a so lo i tra tti m u te v o li d e ll’in fi­ n ità , è g ià u n ’im p re sa so v ru m a n a ch e c o m p o rta u n o sta to d i a llu c in a ­ z io n e permanente, n el se n so ch e n o n vi p u ò e sse re u n a su c c e ssio n e d i a ttim i im m e n si — d a to ch e u n a su c c e ssio n e d i p iù in fin iti o d i p iù e te rn ità è , a n ch e in tu itiv a m e n te , n o n so ste n ib ile 22 — : l ’im m an e c o n te n u to d e lla v isio n e p u ò m u ta re n e lle c o m p o siz io n i, n e lle c o n fi­ g u ra z io n i e n elle c o m b in a z io n i, m a n o n c o n se n te di v e n ir c la s s if i­ c a to se c o n d o in sie m i s p a z ia li d e fin iti, né se c o n d o sta d i te m p o ra li d e te rm in a ti. T u t ta v ia q u e s ta a llu c in a z io n e p e rm a n e n te è so lta n to il modo della visione e te rn a d e ll’a ttim o im m e n so . In r e a ltà N ie tz sc h e , co m e si è g ià in p re c e d e n z a p o tu to n o ta re n el lu n g o b r a n o d e lla Gaia scienza c ita to , n on in te n d e a ffa tto p riv ile g ia r e q u e sto m o d o m a n te n e n d o a g li o c c h i d el c o rp o e a q u e lli d e ll’a n im a l ’e sc lu siv a d i p o te r c o g lie re l ’e sp e rie n z a d e ll’a ttim o im m e n so : l ’in siste n z a ςο η c u i N ie tz sc h e p o n e a tte n z io n e a v a lo r iz z a r e tu tti g li a sp e tti, le fa c o lt à e

22. A llo ra l ’a ffe r m a z io n e d i V a ttim o se c o n d o c u i « l ’u o m o ch e p u ò v o ­ le re l ’e te rn o rito rn o è l ’u o m o fe lic e , q u e llo la c u i v ita d à d e g li attim i " im ­ m e n si” » (c fr. op . cit., p . 207) n on è d e l tu tto e s a tta : e n on s o lo p e rc h é la lo c u z io n e « a ttim i im m en si » è lo g ic a m e n te im p r o p o n ib ile co m e « sp a z i in fi­ n iti » , m a so p r a ttu tto p e rc h é l ’u o m o v e ram e n te fe lic e , c o m p le ta m e n te fe lic e , n o n è c o lu i ch e « co lle z io n a » , lu n g o le lin ee d e l te m p o n o rm a le , u n a se rie d i a ttim i fe lic i, m a c o lu i ch e si p o n e o ltre q u e sto te m p o n o rm a le , lin eare, d e lla su c c e ssio n e , in u n tem p o co stitu ito d a un u n ic o a ttim o im m en so . S e c o sì n on fo sse , rie m e rg e re b b e ro tra i sin g o li attim i im m e n si, e c c e z io n a li, g li sp a z i v u o ti, « b a s si » , d e lla te m p o ra lità n o rm a le : e, co n q u e sta d istin z io n e , rito rn e re b b e la se p a ra z io n e tra te m p o d e lla fe lic ità e te m p o d e lla in fe lic ità , rito rn e re b b e , c io è , la fo rm a d e ll’o p p o siz io n e e d e lla tr a sc e n d e n z a c h e c o sti­ tu isc e p r o p rio q u e ll’o riz zo n te d a c u i è in g ra d o d i u sc ire l ’u o m o co m p ie tam en te fe lic e . E ’ ch ia ro ch e Z a r a th u str a non è a n c o ra q u e s t’u o m o , m a so lo q u e llo ch e, u n a v o lta v issu ta l ’e sp e rie n z a d i un a ttim o im m en so , ne v u o le la re p lica c , co n c iò , 6 a n c o ra d e n tro la d im e n sio n e di un tem p o ch e a m ­ m ette d u r a la , rico rd o , n o sta lg ia , a ltc su , sp e r a n z a : « Ila re o r rid o b a r a tr o m e­ rid ia n o ! O ttundo i ilici tal in le l’an in ia m i a ? » (F . N ie tz sc h e , Z , p . 3 37).

hi

i se n si d e ll’u o m o 23 sta a sig n ific a r e che l'e sp e rie n z a d e ll’a ttim o im ­ m e n so n on è c e n tra ta su lla v isio n e u su lla c o sc ie n z a , m a c o in v o lg e l ’in te ra c o rp o re ità , il sa n g u e e i n erv i: « C orp o io son o e an im a » — così p arla il fan ciu llo. E perché non si dovreb be p arlare com e i fa n c iu lli? M a il risvegliato e sap ien te d ice: co rp o io son o in tutto e per tutto, e n u ll'altro; c an im a non è altro che u n a p aro la per in dicare q u a lc o sa del c o r p o 24. C iò sig n ific a c h e l ’a sp e tto in sie m e te rrific a n te e su b lim e , o s s ia la p ie n a d im e n sio n e tr a g ic a , d i q u e sta e sp e rie n z a d e ll’a ttim o im m e n so c o n siste p e r N ie tz sc h e n el fa tto c h e e s s a e sig e di e sse re vissuta, n o n se m p lic e m e n te c o n te m p la ta . N e ll’a ttim o im m en so non so lta n to si guarda con gli o c c h i d e lla c o sc ie n z a , d e lla m e m o ria o d e lla fa n t a s ia , le in fin ità d i e v e n ti p a s s a t i, p re se n ti e fu tu ri, m a le si sente co n tu tti i se n si, e in tu tti i se n si: si ascolta il tie p id o v e n to c h e sc o m ­ p o n e g li u liv i d e l te m p o d i O m e ro , c o sì co m e q u e llo g e lid o c h e a v v o lg e ste lle e p ia n e ti d e l te m p o d i fu tu re o d ise e : si odorano le m ele di T e o c r ito e le g h irla n d e d i M e le a g ro , co m e i fio ri d i sid e r a li p ia n te a v e n ire ; n on so lo : si rie sc e a p a r te c ip a r e ai dolori d i P ro ­ m e te o , co m e a q u e lli d i o g n i fu tu r a m a d r e , e si gioisce d i ta le p a rte ­ c ip a z io n e ; e , a ltre tta n to in te n sa m e n te , si rie sc e a p a r te c ip a r e a lle felicità c a n ta te d a S a f f o ed A lc e o , co m e a q u e lle d i o g n i fu tu ro a m o re . C o g lie re l ’a ttim o im m e n so sig n ific a , p e r un a ltro v e rso , c o g lie re in sé il v a lo re d el d iv e n ire a ld ilà d ei modi sp e c ific i ed in fin iti co n c u i e sso si d isp ie g a , e a ld ilà d ei sin g o li ista n ti in c u i e sso si r a p ­ p re n d e : se , in fa tti un m o d o o un istan te v e n isse p riv ile g ia to , si d o v re b b e im p lic ita m e n te re in tro d u rre un so g g e tto v a lu ta n te ch e lo p riv ile g i risp e tto ag li a ltri, e q u e sto ste sso so g g e tto , a ssie m e al su o c rite rio e a l su o ista n te p riv ile g ia to , v e rr e b b e ro a d o rd in a re e a d o m in a re tu tti gli a ltri. A q u e sto r ig u a rd o le p a ro le di N ie tz sc h e so n o in e q u iv o c a b ili: Io cerco un a concezione del m ondo che fa c c ia giu stizia a questo fatto: si deve sp iegare il divenire senza ricorrere a tali intenzioni fin ali; il d ivenire deve ap p arire g iu stificato in ogni attim o (o non valutabile, il che riesce a lla stessa c o s a ) 25.

23. Cfr. F, Nietzsche, EH, pp. 279-281, 287, 291. 334. 341, 346. 384; C S, pp. 15-16; FP 79-81, pp. 418, 461, 486; FP 1884, p 227. 24. F. Nietzsche, Z, p. 34. 25. F. Nietzsche FP 87-88, p. 246.

. pp

2 0 0 , § 338. C fr . an c h e U T U / , fr. 19,9, p . 348

IhO-lhl

c re d e re n e lla d u r a t a 34356, d i c a p ire ch e « d i lu tto sia m o una p lu ra lità c h e si è im m a g in a ta u n ’u n ità » M, p e r cui « p o sto d u · d ic ia m o di sì a u n u n ico ista n te , c o n c iò a b b ia m o d etto di sì non so lo a noi ste ssi, m a a tu tta l ’e s i s t e n z a » 38. L ’a ttim o , d u n q u e , non ò l ’istan te e c c e z io n a le ch e ro m p e la c o n tin u ità d egli istan ti n o rm ali co m e p er T h o m a s M ü n z e r 37, p e r B l o c h 38, o p e r B e n ja m in 3“ : ò il tem p o d e lla p r e se n z a d e g li in fin iti ista n ti. E s s o è tem p o d e ll'im m a n e n z a p ie n a , in c u i o gn i v a lo re fo n d a n te u n a g e ra rc h ia di istan ti veri e di ista n ti f a ls i è c o m p le ta m e n te v e n u to m en o.

3. L ’a ttim o im m en so co m e tem p o d e lla c o m p re se n z a di in fi ista n ti n o n c o m p o rta so lta n to u n a d im e n sio n e d i sin c r o n ic ità 40: q u e ­ s ta in fa tti si r ife risc e a d e v en ti ch e a v v e n g o n o p e r lo p iù in lu o g h i d iv e rsi m a n el m e d e sim o te m p o , m en tre q u i s i tra tta d e lla p o s s ib i­ lità di r ife r ir si a d ev en ti ch e a v v e n g o n o n o n s o lo in lu o g h i d iv e r si, m a a n ch e in tempi diversi, o s s ia a lla p o s s ib ilit à d i c o g lie re , n e lla c o m p re se n z a , l ’in fin ità d i e v e n ti ch e, n e lla « c o sc ie n z a n o rm a le » , v e n g o n o o rd in a ti se c o n d o le c a te g o rie d i « p a s s a t o » , « p re se n te » , « fu tu ro » . A q u e sto p u n to la n o zio n e di tem p o s fu m a se m p re d i p iù v e rso q u e lla d i e te rn ità e , co n c iò , si p r o fila a l l ’u o m o la p o s s ib ilit à d i e sp e rire u n a c o n d iz io n e ch e il p e n sie ro c ristia n o h a c o n c e sso co m e p riv ile g io s o lo a D io : la distensio animi — c h e in A g o stin o e r a c o n ­ te n u ta e n tro i lim iti d e lla te m p o ra lità te rre n a , p s ic o lo g ic a , d e ll’u o m o , in c o n tr a p p o siz io n e a q u e lla u ltra te rre n a , e te rn a , d i D i o 41 — si d i­ la t a q u i a ta l p u n to d a c o in c id e re co n q u e sta s te s s a te m p o ra lità e te rn a , c o n l ’e te rn o p re se n te in c u i sta e v iv e D io . E p p u r e u n a g ra n d e d iffe r e n z a p a s s a tra l ’attim o im m en so co m e tem p o d e ll’e te rn o p re se n te e l ’e te rn ità co m e te m p o d el D io c r istia n o : q u i, in fa tti, l ’ete rn ità si c o n fig u r a co m e interminabilis vitae tota simul et perfecta

34. F . N ie tz sc h e , F P 1884, p . 148; c fr . an ch e N a c h g e la sse n e F ra g m e n te ( Ju li 1882 b is W in ter 1 8 8 3 -1 8 8 4 ), lin N ietzsch e- W erke, B e rlin -N ew Y o r k , 1977, p . 8 8 , fr. 29 3 . | 35. F . N ie tz sc h e , F P 81-82, p . 418, 12.197. 36. F . N ie tz sc h e , F P 85-87, p . 292, 7.38. 37. C fr. K . H o ll, « L u t h e r u n d d ie S c h w ä r m e r » , in G e sa m m e lte A u fs ä tz e z u r K irc h e n g e sch ic h te , T ü b in g e n , 1927. 38. C fr. E . B lo c h , T h o m a s M ü n z er, teo lo g o d e lla riv o lu z io n e , tr. it. M i­ la n o , 1980. 39. C fr. W . B e n jam in , A n g e lu s N o v u s, tr. it. T o rin o , 1962, p p . 74 ss. 40. C o m ’è sta ta stu d ia ta , p er e se m p io , d a C .C . |u n g , L a sin c ro n icità , tr. it. T o rin o , 19802. 41. C fr. A g o stin o , C o n fe ssio n i, X I, cu p p . X X I V X X X I .

possessio “

o s s ia c o m e condizione fissa d i u n p o s s e s s o sta b ile e c o n ­ c h iu so d e lla totalità d e g li e v e n ti; in v e c e l ’a ttim o im m e n so si c o n fi­ g u r a c o m e disposizione aperta a l l ’e sp e rie n z a d e ll 'infinità d e g li e v e n ti r e a li e p o s s ib ili: q u e s ta « a p e r tu r a » n o n h a u n s ig n ific a to p u r a ­ m e n te q u a n tita tiv o , n el se n so c h e s i d isp o n e a d a c c o g lie re u n numero in fin ito d i e v e n ti, m a a c q u is ta a n c h e u n sig n ific a to q u a lita tiv o , n el se n so c h e n o n « g iu d ic a » p iù q u e s ta in fin ità se c o n d o u n o rd in e ed u n a g e r a rc h ia te m p o ra li, m a li a c c o g lie se m p lic e m e n te co m e presenze, n o n c o m e ista n ti p re se n ti. C ia s c u n e v e n to , c io è , n o n è c o lto , in q u a n to fin ito , d e n tro u n a te m p o ra lità c h e lo d e te rm in a c o m e « p re se n te » , « p a s s a t o » o « fu tu r o » in o p p o siz io n e a d u n a te m p o ra lità , a ltr a ed a lt a , p iù « n o b ile » e c o m p le ta , c h e è q u e lla d e ll’e te rn o : n e ll’e sp e ­ r ie n z a d e ll’a ttim o im m e n so o g n i e v e n to merita l ’e te rn ità . C iò sig n ific a c h e la te m p o ra lità fin ita sc a n d it a in « p a s s a to » , « p re se n te » e « fu ­ tu ro » n o n è o p p o s ta a q u e lla in fin ita d a ta d a l l ’e te rn ità , m a « c o n ­ tien e » in c ia sc u n a su a sc a n sio n e q u e sta s te s s a in fin ita te m p o ra lità , se n z a c h e q u e sto « d e n o m in a to re co m u n e » d e ll’e te rn ità to lg a le d if ­ fe re n z e e le p e c u lia r ità d i o g n i sc a n sio n e e d i o g n i ev e n to c o m p re so d a q u e s ta sc a n sio n e : a n z i, l ’a ttrib u to d e ll’e te rn ità n o n f a c h e e sa l­ ta re , fin o a i lim iti d e lla m a ssim a te n sio n e q u a lita tiv a , la d iffe r e n z a e la p e c u lia r ità di c ia s c u n ista n te , la s u a u n icità . M a , a q u e sto p u n to , si p u ò to rn a re a c h ie d e rsi: e siste u n a « tr a d iz io n e » d i q u e sto p e n sie r o d e ll’a ttim o im m e n so co m e e te r n ità ? N e lla te rz a ip o te si c o n te n u ta n el Parmenide d i P la to n e se m b re re b ­ b e ro d a r si le p rim e tra c c e d i q u e sto p e n sie r o :

[...] q u esta natu ra d e ll’istan te è qu alch e cosa di assurdo che giace fra la quiete e il m oto, al di fuori di ogni tem po, e così verso l’istante e d a ll’istan te ciò che si m uove si m uta nello stare e ciò che sta si m uta nel m u o v e rsi4S. L a d e te rm in a z io n e fo n d a m e n ta le d e ll’ista n te ch e q u i è d a m et- 423 4 2 . C fr. S . B o e z io , D e c o n so la tio n e p h ilo so p h ia e , V , 6. 4 3 . P la to n e , P a rm e n id e , in O p e re , tr. it. B a r i, 1967, I, p . 562, 156 d. C fr . an ch e C ra tilo , in O p e re , cit., I, p p . 2 0 9 , 396 d , e R e p u b b lic a , in O p e re , cit., I l , 7, p p . 34 0 , 515 c . T u tta v ia , g ià in u n p a s s o d e lla R e p u b b lic a d i p o c o su c c e ssiv o a q u e llo o r a r ic o r d a to , P lato n e co n n ette l ’e sp e rie n z a AtW’e x a ip h n e s a lla v isio n e d e ll’id ea d el b e n e co m e « c a u s a d i tu tto ciò ch e è retto e b e llo ; e nel m o n d o v isib ile e s sa g e n e ra la lu ce e il so v ra n o d e lla lu ce , n e ll’in te lli­ g ib ile e la rg isc e e ssa ste ssa , d a so v r a n a , v e rità e in telletto . E ch i v u o le co n ­ d u rsi sa g g ia m e n te in p riv a to o in p u b b lic o d e v e v e d e r l a » (517 c ) : co n ciò , P la to n e b lo cca in a n tic ip o ogn i leg ittim ità di co n n e ssio n e co n la f ilo so fia di N ietz sc h e ch e si in c arica di lib e rare il p e n sie ro e l ’e sp e rie n z a p r o p rio d a q u e sta tiran n ia n o rm ativ a d el ben e in teso co m e v ero.

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tere in lu c e , è q u e lla c o n te n u ta n e ll’esp re ssiim i· « ni ili Inoi i ili ogn i te m p o » : e s s a in fa tti d e sig n a r is t a n t e non com i· un intimano ilei e n el te m p o , m a c o m e tem p o c h e sta tra gli in fin iti n in m in ii del e nel te m p o , o s s ia co m e forma del passaggio d a un m o m en to u ll'a ltro ; in d e fin itiv a , c io è , co m e c o n d iz io n e d e lle p o ssib ilità ili tigni p a s ­ sa g g io e , q u in d i, co m e c o n d iz io n e e te rn a del tem p o o , più p recisam e n te , d e lle in fin ite se rie m isu r a b ili d i tem p i d e fin iti, li a llo ra q u e l « v e rso » e q u e l « d a ll’ista n te » n o n d e sig n a n o ch e dei m o d i p a r ti­ c o la ri d e llo sv o lg e rsi d e l te m p o nell’ista n te , in te so , a p p u n to , co m e c o n d iz io n e p re lim in a re a d o g n i d e te rm in a z io n e e a d o g n i m u ta m e n to te m p o ra le . Il te m p o re a le , d e te rm in a to , e sp e r ib ile , in c u i q u e sto ista n te c o m e e te rn o a ttim o im m e n so si p u ò d a re a g li u o m in i, se m b ra e sse re il mezzogiorno di c u i lo s te sso P la to n e p a r la nel Fedro rico r­ d a n d o il m ito d e lle c ic a le : q u a n d o il so le è a l cu lm in e d el su o g iro , o gn i c o s a , c o m p re so il v en to e le fo g lie , ta c e e r ip o s a , m a q u e sto sile n z io e q u e sta im m o b ilità n on so n o se g n i d i m o rte o d i sta n c h e z z a . S o n o sin to m i di u n te m p o talm e n te p ie n o , e talm en te teso p e r q u e sta p ie n e z z a , ch e è p re lu d io a d o g n i fo r m a , a d o g n i p a r o la , a d o g n i m o m en to d i v ita ; o s s ia : è c o n d iz io n e d i o g n i p o s s i­ b ilità , d o v e q u e sto « o g n i » ric h ia m a la su a im m e n sità . E in fa tti S o ­ c ra te c o n c lu d e il su o d isc o r so d ic e n d o : « C o sì a b b ia m o m ille ra g io n i p e r d isc o rre re , in v ece d i sta rc e n e a p p is o la ti n el m e z z o g io rn o » 44. S i­ le n z io e im m o b ilità d el m e z z o g io rn o n on in d ic a n o a llo r a la « c a ­ d u ta » d i o gn i d ire e di o g n i fa r e , m a , a l c o n tr a rio , d e sig n a n o l ’in ­ fin ita a p e r tu r a , il c h a o s, ch e fu n z io n a d a p re-c o n d iz io n e d i o g n i d ire e fa re . Il m e z z o g io rn o d e sc riv e l ’ista n te c o m e fo r m a n on m isu ra b ile , im -m en sa, di o g n i p a s s a r e e d i o gn i risu lta to d i q u e sto p a s s a r e . S e P la to n e p re c e d e N ie tz sc h e su l se n tie ro d e ll’in tu iz io n e d e ll’a t­ tim o im m e n so , e g li g iu n g e p e ra ltro a d u n a z o n a c h e , b e n c h é a lta e la r g a , è c h iu sa o , p e r lo meno.eonchiusa. Il se g n a le di q u e s ta conc lu siv ità n on si r in tr a c c ia a lla f i n e d e l Parmenide, d o v e an z i si f is ­ sa n o co n so rp re n d e n te e ffic a c ia i c o n n o ta ti d e lla d ia le ttic a :

Diciam o dunque così e diciamo anche, come è risultato, l ’uno sia, sia che non sia, esso stesso e gli altri, rispetto e reciprocamente fra loro, sono tutto, secondo ogni m odo non lo sono, appaiono essere tutto, secondo ogni m odo non appaiono c o sì45.

4 4 . P la to n e , F e d r o , in O p e re , cit., I. p . 770. 254 il. 4 5 . P la to n e , P a rm e n id e , c it., p. 575. 166 c.

che sia che a se stessi di essere e di essere e

M a g ià v e rso la c o n c lu sio n e d e l Filebo u n a p re p o te n te « v o ­ lo n tà di v e r ità » si f a s tr a d a tan to d a p ro p o rre u n a g e r a rc h ia di v a lo r i: [...] il p rim o valo re è n ella m isu ra, nella giu stezza, n ella o p p ortu n ità e in tutto ciò che b iso g n a ritenere che, a questi sim ile, sia stato p re­ scelto ed assu n to d a lla n atu ra e te r n a 46.

Q u i l ’in fin ita a p e r tu r a ch e l ’ista n te e v o c a v a tro v a u n a su a m e­ to d ic a ed u n a su a siste m a z io n e p r e c ise : n e ll’in fin ita c o ste lla z io n e d e lle p o s s ib ilit à v ie n e o p e r a t a u n a se le z io n e c h e si c o n c lu d e c o n la d e c isio n e che « il p ia c e re n o n è il p r im o b e n e n é il se c o n d o » . N ie tz ­ sc h e p re n d e u n ’a ltr a s t r a d a , u n a s tr a d a c h e v a a d d ir ittu r a n e lla d ire ­ z io n e o p p o s ta , lu n g o la q u a le si n e g a la le g ittim ità d i p o te r tro v a re u n c rite r io , u n fo n d a m e n to , u n a v e rità in b a se a i q u a li p o te r p o i o p e r a r e d e lle se le z io n i: In fin e la m ia d iffid e n za per Platone h a rad ici p iù p rofo n d e: lo trovo c o sì ab erran te d a tutti gli istinti fon dam en tali d egli E llen i, così m ora­ lizz ato , co sì cristian o — in an ticip o — h a g ià il concetto del « ben e » com e concetto su prem o — , che p referirei u sare, per l ’intero fenom eno P laton e, invece di q u a lsia si a ltra, la d u ra esp ressio n e di « alto c ia rla­ tan o » o, se è p iù g rad ito a ll’orecch io, di id e a lism o 47.

S e il c o n c e tto p la to n ic o d i ista n te fo r n isc e so lta n to u n o sp u n to d ’a n a lo g ia c o n il c o n c e tto n ie tz sc h e a n o d i a ttim o im m e n so , a s s a i p iù c o n siste n te si p re se n ta in v e ce l ’a n a lo g ia d i q u e s t ’u ltim o con l a n o­ z io n e di e te rn ità sim u lta n e a s v ilu p p a ta d a l C u sa n o m e d ia n te il f a ­ m o so e se m p io d e lla tro tto la : a lla m a ssim a v e lo c ità d i ro ta z io n e , la c irc o n fe re n z a d e lla tro tto la a p p a r e im m o b ile co m e q u e lla d i u n c ir­ c o lo g e o m e trico fe rm o , il ch e sig n ific a ch e ogni punto d e lla c irc o n ­ fe re n z a d e lla tro tto la , n el m o m en to d el m a ssim o m o v im e n to ro ta ­ to rio , c o in c id e re b b e co n u n p u n to fis s o d i u n a c irc o n fe re n z a in q u ie te . A llo r a : S a tis sit ergo p h an tasm ate p o sse aen igm atice aliq u ater videri qu om o do , si B-C circu lu s sit ut aetern itas et aliu s D -E tem pus, non repugnare

4 6 . P luton e, F ileb o , in O p e re , cit., cit., p . 3 40, 317 c, 4 7 . I·'. N ìc I / hcIic . < >, p p I S V I 36.

I,

p.

6 5 1 , 66

a.

C fr.

R e p u b b lic a ,

aeternitatem sim ul totam esse in quolibct pinn Io innpoiln. it Dcum, principium et finem, simul esse totum in omnilm», d i|iiiiilibil lu lia48. C iò sig n ific a c h e , a lla m a ssim a v e lo c ità dì ro lii/io m ·, ogn i su c ­ c e ssio n e v ie n e a n n u lla ta e c h e in o gn i p u n to si coi i m i tra no tu tti i p u n ti, d i m o d o c h e o g n i m o m e n to d el te m p o racch iu d i· infiniti m o­ m e n ti, ra c c h iu d e , c io è , u n ’e te rn ità : p o ich é o gn i istan te del te m p o p u ò d ila ta r s i fin o a d e sse r e u n ’e te rn ità , la su c c e ssio n e d e g li ista n ti nel te m p o n o n e siste p iù , e d in o gn i ista n te si d à la c o m p re se n z a sim u lta n e a d i u n n u m e ro in fin ito d i ista n ti. Q u e s to istillile d e lla c o m p re se n z a sim u lta n e a se m b ra e sse r e l ’a n a lo g o di q u e llo ch e N ie tz ­ sc h e d e fin isc e c o n la p a r o la « a ttim o » n el c e le b re p a s s o su lla p o rta c a r r a ia co n te n u to n e « L a v isio n e e l ’e n ig m a » d e llo Zarathustra 49: l ’a ttim o in c u i c o n flu isc o n o il se n tie ro a l l ’in d ie tro d e ll’e te rn o p a s ­ sa to e q u e llo in a v a n ti d e ll’e te rn o fu tu ro , n on c o stitu isc e ta n to il lim ite ch e separa il p a s s a to d a l fu tu ro , q u a n to lo s p a z io im m en so in c u i e te rn o p a s s a t o e e te rn o fu tu r o « p re c ip ita n o » fin o a coinci­ dere in m o d o tale c h e n o n so lo sc o m p a r e la d istin z io n e tra p a s s a to e fu tu r o , m a a n c h e q u e lla tra p re se n te e p a s s a t o , e q u e lla tra p re ­ se n te e fu tu r o . In fa tti N ie tz sc h e si c h ie d e : E tutte le cose non son o fo rse an n od ate l ’u n a a ll’a ltra, in m od o tale che qu esto attim o trae dietro di sé tutte le cose av v en ire? Dunque — anche se s t e s s o ? 50. A n c o ra u n a v o lta a p p a r e q u in d i c h ia ro il g iro d i d isc o r so d i N ie tz sc h e n ei c o n fro n ti d e l teftip o: se o gn i ista n te è in g r a d o d i d ila ta r si a d a ttim o im m e n so , c a d e o g n i p o s s ib ilit à d i in tro d u rre d e lle d istin z io n i te m p o ra li, c o m p r e s a q u e lla , g e n e ra lissim a , c h e s e p a r a p r e ­ se n te , p a s s a t o e fu tu r o tra d i lo ro . E ’ c h ia ro c o m e la n o z io n e d i a ttim o im m e n so , a llo r a , s ia u n a n o z io n e d i te m p o divino, o ltre -u m an o ,

4 8 . N . C u s a n o , D e p o sse st, in S c ritti filo so fic i, a c u r a d i G . S a n tin e llo , B o lo g n a , 1 965, p . 2 5 6 . U n ’a n a lo g ia tra il p e n sie ro d i C u sa n o e q u e llo d i N ie tz sc h e è risc o n tra b ile an c h e a p r o p o sito d el tem a d e ll’a-ce n tralism o (c fr., p e r e s., D e d o c ta ig n o ra n tia I I , 11), an c h e se p o i, nel C u sa n o , p e rm an e l ’id e a d i u n a c e n tr a lità in te llettu ale d e ll’u o m o (c fr., p e r e s., D e lu d o g lo b i, I I ; I d io ta , I I I ; D e M en te, § 15) e su ssis te , o v v ia m e n te , l’id e a di D io c o m e a lte rità a sso lu t a (c fr. so p r a ttu tto D e v isio n e D e i). 4 9 . C fr . F . N ie tz sc h e , Z , p . 191: « Q u e s t a lu n g a v ia fin o a lla p o r ta e a l l ’in d ie tr o : d u ra u n ’ete rn ità. E q u e lla lu n g a v ia fu o ri d e lla p o r ta e in a v a n ti — è u n ’a ltr a ete rn ità. S i c o n tr a d d ic o n o a v ic e n d a , q u e sti se n tie ri; sb a tto n o la te sta l’u n co n tro l ’a ltr o : e q u i, a q u e sta p o r la c a rra iu , e ssi c o n v e n g o n o . In a lto sta sc ritto il n o m e d e lla p o r ta : " a n i m o ’’ » . 50. Ib id e m , p. 192.

70

p r o p r io c o m e è in d ic a to d a llo ste sso C u sa n o . M a la d ista n z a en o rm e c h e se p a r a N ie tz sc h e d a q u e s t ’u ltim o è d a ta d a ll’a r d ir e in a u d ito di p r o p o r r e la p o s s ib ilit à , per l’uomo, d e ll’e sp e rie n z a d i q u e sto te m p o d iv in o : in C u sa n o la p o s s ib ilit à d i e sse re e d i c o g lie re l ’e te rn ità « sim u l totam in q u o lib e t p u n c to te m p o ris » è r ise r v a ta a D io , m en ­ tre a l l ’u o m o è c o n c e ssa so lta n to -la d im e n sio n e d i u n a te m p o ra lità fin ita , se m p re e c o m u n q u e sc a n d it a d a lle re g o le d e lla su c c e ssio n e , se m p re e c o m u n q u e re le g a ta n e lla g e o m e tria b lo c c a ta d e lla c irc o n fe ­ re n z a f i s s a , risp e tto a lla q u a le q u e lla d e lla tro tto la , d o ta ta di un m o v im e n to m a ssim o , è c o m p le ta m e n te tra sc e n d e n te . L a p r o p o s ta di N ie tz sc h e — ch e ag li o c c h i d ei cre d e n ti d e v e a p p a r ir e co m e u n ’a s ­ s u r d ità b la s fe m a , m a a q u e lli d e i n on cre d e n ti può o ffr ir s i co m e sp e r a n z a d i lib e ra z io n e — c o n siste nel ro m p e re q u e sto r a p p o r to d i tra sc e n d e n z a , d i d ip e n d e n z a e d i a lte rità r a d ic a le tra te m p o ra lità « te rre n a » e te m p o ra lità « c e le ste » , tra tem p o ed e te rn ità , e nell ’istitu ire la lo ro c o in c id e n z a a l fin e d i re a liz z a re il c ie lo in te rra . C e rto , p e r f a r q u e sto , è n e c e ssa rio ip o tiz z a re u n n u o v o tip o d i u o m o il q u a le n on sia so lta n to « o ltre » l ’u o m o a ttu a le n el se n so ch e v e n g a « d o p o » , m a ch e s ia d a v v e ro u n super-u o m o , o s s ia un u o m o d o ta to di u n a fo r z a p a r i a lla su a c a p a c ità d i e sp e rire la te m p o ­ r a lit à d e ll’attim o im m e n so , o s s ia d i s o p p o r ta r e l ’in fin ita p lu r a lità d e lle e sp e rie n z e u m a n e p r e se n ti, p a s s a te e fu tu re . S e l ’u o m o , u n b e l g io rn o , sm e tte sse d i d e le g a re e d i re g a la re a D io le e sp e rie n z e p iù su b lim i e p iù p r o fo n d e , fo r s e r iu sc ire b b e a tr a sfo r m a r e questa v ita in u n « p a r a d is o » . E ’ se g u e n d o ten a ce m e n te q u e s ta ip o te si e q u e s ta sp e r a n z a c h e N ie tz sc h e a s s o c ia se m p re a ll’id e a d i « e te rn o rito rn o » la n e c e ssità .d i un p o te n z ia m e n to in a u d ito d e lle c a p a c ità um an e:

C ’era un lago che si rifiutò un giorno di far defluire le sue acque e che rialzò una diga laddove fino ad allora trovava deflusso: da quel momento questo lago cresce sempre più d ’altezza. Forse proprio quella rinuncia darà anche a noi la forza con cui può essere sopportata la ri­ nuncia stessa; forse l ’uomo a partire da ora crescerà sempre più in alto, non avendo più sbocco in un d io 5l. S e n o n c ’è u n d io , n o n c ’è , in g e n e ra le , n e m m e n o u n « se n so » d e lla v ita e d el m o n d o : è p r o p r io q u e sta a s s e n z a c h e c o stitu isc e la c o n d iz io n e d e ll’in fin ita lib e rtà d e ll’u o m o . E ’ q u e sta eterna m a n c a n z a di se n so , q u e sto etern o rito rn o d e lla m a n c a n z a di se n so , o s s ia q u e sto

51. I·'. N ie l/w lu ·, O S , |>

l(>5, iif. 2 8 5 ; c fr . A, p. 6 6 , a f. 90.

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e te rn o rito rn o d e l n u l l a 52 ch e si p o n e co m e c o n d iz io n e d e lla p o s s i­ b ilità d i c r e a r e co n tin u a m e n te c o se ed even ti ir rip e tib ili. S e l ’u o m o , rin u n c ia n d o a d o g n i tra sc e n d e n z a , rie sce a sp rig io n a re tu tte le su e fo r z e d e v ia te , c a n a liz z a te c irrig im c n ta te d a d u e m il­ le n n i, s a r à in g r a d o d i s o p p o r ta r e q u e sta id e a d e ll’a ttim o im m e n so in c u i c iò ch e rito rn a è , sì, l ’a s s o lu ta m a n c a n z a di se n so , m a — p o ic h é fin o r a q u e sto « se n so » è se m p re sta to sin o n im o d i « tra sc e n ­ d e n z a » — c iò c h e r ito rn a è so p ra ttu tto la lib e rtà ch e n a sc e d a q u e s ta m a n c a n z a d i se n so , è la p o s s ib ilit à d i c re a re c o n tin u a m e n te q u a lc o s a ch e è ir rip e tib ile , o s s ia q u a lc o s a ch e s ia d e g n o d e ll’eter­ n ità 53, q u a lc o s a ch e a b b ia se n so so lo in sé e n o n « p er-a ltro » . D o v e q u e sto « in sé » , p e rò , n o n è p e r n u lla lim ita tiv o , m a , a n z i, è in c lu ­ siv o d i in fin iti se n si:

Posto che diciamo di sì a un unico istante, con ciò abbiam o detto di sì non solo a noi stessi, m a a tutta l’esistenza. Perché nulla sussiste isolatam ente, né in noi stessi né nelle cose; e se la nostra anima ha, come una corda, vibrato e risuonato di felicità anche solo una volta, tutte le eternità furono necessarie per determinare questo unico acca­ dim ento — e tutta l ’eternità è stata, in quest’unico istante della nostra afferm azion e, approvata, redenta, giustificata e affe rm ata54. Q u e s ta in te rre la z io n e in fin ita è p e rò p o ssib ile se n e ssu n a c o o r­ d in a ta f is s a , se n e ssu n a rete d i f o q d a m e n t i , se n e ssu n a s c a la d i s ig n ific a ti e v a lo r i, la b lo c c a e la r e g o la : l ’e sp e rie n z a d i q u e sta c o r­ re la z io n e in fin ita è p o ssib ile s o lo a l l ’u o m o c h e n o n a b b ia b iso g n o d i c o n so la z io n i e d i ce rte z z e , so lo a d u n tip o d i u m a n ità c h e s a p p ia g u a r d a r e il n u lla n on c o m e u n b a r a tr o d i d isp e r a z io n e , m a co m e u n v u o to c h e c o n se n te o g n i tra g itto , co m e u n a b is s o se n z a lim iti e se n z a fo n d o c h e p e rm e tte o g n i v o lo :

H a cuore, chi conosce la paura, ma soggioga la paura, chi guarda nel baratro, m a con orgoglio55. A ffr o n ta l ’a ttim o im m e n so e l ’e te rn a a sse n z a d i s ig n ific a to s o lo chi

può a ffr o n ta r li, ch i ne è c a p a c e , ch i ne h a la fo r z a : o s s ia ch i

h a la c a p a c ità d i tr a sfo r m a r e o g n i ista n te d e lla v ita in u n a ttim o 5 2 . F . N ie tz sc h e , F P 85-87, p . 2 0 1 , 6. 53. F . N ie tz sc h e , F P 81-82, p . 3 5 6 : « S e p e r o g n i tu a a z io n e ti d o ­ m a n d i: ” E ’ c iò q u a lc o s a ch e io v o g lia fa re in fin ite v o lte ? ” — q u e sta d o m a n d a è il p iù g r a v e f a r d e l l o » . 54. F . N ie tz sc h e , F P 85-87, p. 2 9 2 , fr. 7,38. C fr . an c h e F P 87-88. p . 106, fr. 10.3; p . 2 3 0 , fr. 11.30; p. 253, fr. 11.94, c F P 8 8 8V. p. 281, fr. 16.32. 55. F . N ie tz sc h e , Z , p . 350.

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d e g n o d e ll’e te rn ità , c io è in u n a ttim o c h e n o n rim a n g a p ie tr ific a to d a v a n ti a q u e ll’a s s e n z a , m a , a n z i, r ie sc a a v e d e re in e s s a la p re c o n ­ d iz io n e p e r o g n i p o s s ib ile s ig n ific a to . Il c a ra tte re d e ll’u o m o n u o v o d iv e n ta a llo r a la c o in c id e n z a tra essere e potere. Q u i, a llo r a , a n c o ra u n a v o lta , p u ò e sse re la fo r m id a b ile r ifle ssio n e d e l C u sa n o a fo r n ir c i in d ic a z io n i u tili p e r c o m p re n d e r e p iù a fo n d o il d is c o r s o d i N ie tz sc h e : O m n is enim creatu ra actu existen s u tiqu e e sse p otest. Q u o d enim esse non p o test non est. [...] C u m igitu r actu alitas sit actu , u tiqu e et ip sa p otest esse, cu m im p o ssib ile esse non sit. N ec p otest ip sa ab so lu ta p o ssib ilita s aliu d esse a p o sse , sicu t nec ab so lu ta actu a lita s aliu d ab actu . [...] C o e te m a ergo sunt a b so lu ta poten tia et actu s et u triu squ e n e x u s 56. Il C u sa n o n o n h a d iffic o lt à a d id e n tific a re q u e s ta c o in c id e n z a tr a p o te n z a , a tto e n e sso tr a p o te n z a ed a tto , c o n D i o 57; e a v v e rte c h e « id e o istu m in fin ib ile m e t in te rm in a b ile m s e u in c o n c e p tib ile m c o n c e m p tu m o b su a m in fin ita te m e tia m d ic im u s n e c e ssa rio in e ffa b ile m » 58. N ie tz sc h e , in v e c e , n o n so lta n to a ffe r m a c h e q u e lla c o in ­ c id e n z a p u ò s u ssist e r e p e r u n n u o v o tip o d i u o m o c h e s i s ia lib e ra to p r o p r io d e l c o n c e tto d i D io , m a , a d d ir ittu r a , c h e p u ò e sse r e d e sc ritta , a n c h e se in m o d o m a i d e f in i t i v o 59. A n ch e in N ie tz sc h e le n o z io n i d i e sse re e p o te re , d i r e a ltà e p o s s ib ilit à , se m b ra n o c o in c id e re n e ll’e sp e rie n z a p a n ic a d e ll’a ttim o im ­ m e n so m a , m en tre in C u sa n o q u e sta e sp e rie n z a è a n c o r a v is ta co m e p riv ile g io e sc lu siv o d i D io , in N ie tz sc h e e s s a se m b r a p o te r su ssiste re p e r u n n u o v o tip o di u m a n ità ch e s ia in g r a d o d i s o p p o r ta r e l ’a s s o ­ lu ta lib e r tà d a o gn i co n ce tto di d io , a n ch e d a q u e llo a c u i c o rri­ sp o n d e la fig u r a d e ll’a sin o , u n a d elle u ltim e r a p p re se n ta z io n i d e lla fo r m a d e lla d iv in ità , n o n o sta n te la tr a sfo rm a z io n e in se n so « m a te ­

56. N . C u sa n o , D e p o sse st, cit-, p. 2 4 2 ; c fr . an c h e C o m p en d iu m , in S c r itti filo so fic i, cit., p. 3 4 6 : « E s t en im an te e sse et n o n e sse . N ih il enim e st nisi e sse p o ss it; n ec n on est si non e sse n on p o te st. A tq u e p ra e c e d it ta c e re et fie ri. N ih il en im fa c it q u o d fa c e r e n on p o te st, au t fit q u o d fie ri non p o t e s t » . 57. N . C u sa n o , D e p o sse st, cit., p. 2 4 5 : « [...] D e u s sit a b s o lu ta p o te n tia et a c tu s a tq u e u tr iu sq u e n e x u s et id e o sit actu o m n e p o ss ib le e sse [...] » . C fr . an ch e D e d o c ta ig n o ran tia , II , 8. 58. N . C u sa n o , D e p o sse st, cit., p. 276. 59. S u q u e sta p o ssib ilità , p r e c a r ia m a re a le , d i d ire l ’in d icib ile , fo n d a ta s u l l ’ip o te si se c o n d o cu i l'in d icib ile non è a ltro ch e un in fin itam en te d ic ib ile , c fr . M . F o u c a u lt, « N ietzsch e F reu d M arx » , in A a .V v ., C a h ie rs d e R o y a u m o n t, P a ris, 1967, pp. 183-192; c C i.lì. P a sq iin lo tio , « N ie t z s c h e o d e ll’e rm en e u tic a in te r m in a b ile » , cit., pp 131 183.

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ria le » , te rre n o , im m an en te del su o c o n t e n u t o 6061: q u e sto n u o v o tip o d i u o m o , a llo r a , q u e sto su p e r-u o m o è talm en te lib e ro d a o g n i c o n ­ c e tto d i D io , è a tal p u n to capace di lib e rtà , ch e è in g ra d o p e rfin o d i so p p o rta re u n a c o n d iz io n e in cu i né q u e sta su a lib e rtà , né la s u a c o sc ie n z a , né la su a e sp e rie n z a d e ll’attim o im m e n so so n o c o n si­ d e ra te divine. In so m m a : u n u o m o la c u i n a tu ra , la c u i « e sse n z a » si id e n tific a talm en te co n la p o s s ib ilit à , ch e rie sce a so ttr a r si a lla te n ta z io n e d i tr a sfo r m a r si e d i v o le rsi co m e d io . L a su a p o te n z a è talm e n te r a d ic a le , c o n n a tu ra ta a l su o e sse re , che p u ò p e rfin o non c o n sid e r a r si d iv in a , ch e p u ò fa r e a m en o d i so stitu ir si su l lu o g o v a c a n te di D io : M a noi non vogliam o n eppure entrare nel regno dei C ieli. S ia m o diven­ tati uom ini — perciò noi vogliamo il regno della terra el. E ’ c h ia ro a llo r a ch e la d iffe r e n z a d a l C u sa n o e , in g e n e ra le d a lla m istic a c r istia n a , è d o p p ia : n on s o lo l ’e sp e rie n z a d e ll’a ttim o im m en so è so ttra tta a l m o n o p o lio d i D io e c o n se g n a ta a l l ’u o m o , m a il co n c e tto ste sso d i D io v ien e a b b a n d o n a to a tal p u n to c h e il n u o v o c o n c e tto d i u o m o a c u i è d a to il p o te re di q u e s ta e sp e rie n z a n o n è p iù so lta n to — co m e p o te v a a n c o ra in te n d e rsi, p e r e se m p io , in F e u e rb a c h — il so stitu to d el c o n c e tto d i D io , m a è q u a lc o s a d i ta l­ m en te d iv e rso ch e può e sim e rsi d a q u e s ta auto- d iv in iz z a z io n e , d a q u e sta so stitu z io n e . S e q u e ste d iv e r sità m a rc a ijo -d a d ista n z a tra N ie tz sc h e e C u sa n o , v i è tu tta v ia , o ltre a l l ’a n a lo g ia tra il potest d e l se c o n d o e l ’id e n ­ tific a z io n e tra e sse re e p o te n z a d e l p rim o , u n a p r o fo n d a a ffin it à ch e r ig u a r d a , in e n tra m b i, l ’im p o ssib ilità d i d e sc riv e r e c o m p iu ta m e n te q u e s ta id e n tific a z io n e , l ’in e ffa b ilità d e ll’e sp e rie n z a d e ll’a ttim o im ­ m e n so . I m o d i p e r d ire q u e s ta im p o ssib ilità so n o d iv e r s i: l ’in te rru ­ z io n e d i u n a , se p p u r fr a m m e n ta ria , d e sc riz io n e d e ll’a ttim o p e r la p a u r a c h e p re n d e Z a r a th u str a p e r i su o i s te ssi p e n s ie r i6263; il sile n z io c o m e r is p o s ta a l l ’a tt e s a di u lte rio ri sp ie g a z io n i s u l l ’e te rn o rito rn o d a p a r te d e lle b e s t i e 83; le re ite ra te in v o c a z io n i-e v o c a z io n i d e ll’a ttim o e

6 0 . C fr . F . N ie tz sc h e , Z , p . 378. 6 1 . Ib id e m , p . 383. 6 2 . C fr . ib id e m , p p . 192-193. 6 3 . C fr . ib id e m , p . 2 7 0 : « D e tte q u e ste p a r o le , le b e stie a tte se ro in si­ le n z io ch e Z a r a th u str a d ic e sse lo r o q u a lc o s a : m a Z a r a th u str a non u d ì ch e e s se ta c e v a n o . P iu tto sto rim an e a g ia c e re m u to , gli o c ch i c h iu si, sim ile a d u n d o rm ie n te , se b b e n e non d o r m is se : eg li in lu lli si s la v a in tratte n e n d o co n la su a a n im a » .

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d e ll’e te rn ità , p r o p r io a lle u ltim e b a ttu te d e llo Zarathustra 64. E in e ffe tti, p a r o le p e r d e sc riv e r e l ’e sp e rie n z a d e ll’e te rn o rito rn o d e ll’a t­ tim o n on v e ne p o s s o n o e sse re , p r o p r io p e r u n eccesso di p o s s ib ilit à d e sc rittiv e , p e r l ’in fin ità di v ie e d i m o d i con c u i lo si p o tre b b e p r e d ic a r e , p e r u n s u r p lu s d i e n tro p ia in fo rm a z io n a le . D ’a ltr a p a rte a n c h e la sc e lta d el sile n z io n o n c o n d u rre b b e a d u n a so lu z io n e , in q u a n to a n ch e il sile n z io parla, in d ic a , s ig n ific a . M a so p ra ttu tto v i è u n a im p o ssib ilità in trin se c a a llo ste sso c o n c e tto d i a ttim o im m e n so c h e ne im p e d isc e la p r e d ic a b ilità e la d e sc riz io n e : se , in fa tti, e sso d istru g g e la co m u n e n o zio n e d i te m p o co m e su c c e ssio n e d i ista n ti, o g n i p a r o la ch e v e n isse d e tta o sc r itta o a n ch e o g n i se g n o ch e v e ­ n isse p ro p o sto in so stitu z io n e d e l lin g u a g g io p a r la to o d e lla sc rit­ tu ra , c a d re b b e in e v ita b ilm e n te n e lla fo r m a d e lla su c c e ssio n e te m p o ­ r a le : o gn i p ro p o siz io n e d el tip o « l ’a ttim o im m e n so è ... » , o « l ’e te r­ n o rito rn o è ... » rib a d ir e b b e lin g u istic a m e n te u n a sc a n sio n e te m p o ­ ra le ch e la n o zio n e d i a ttim o im m e n so n o n am m e tte . E d ’a lt r a p a r te , q u e sto ste sso a ffe r m a r e ch e la n o z io n e d i a ttim o im m e n so n o n a m ­ m ette la fo rm a d e lla sc a n sio n e te m p o ra le è u n a ltro m o d o , per viam negationis, d i te n ta re d i d e fin ire q u e sta n o z io n e . A llo r a : se il si­ le n z io non è n e g a z io n e d i o g n i p a r o la , m a è p a r o la p ie n a o , a d d ir it­ tu ra , c o n d iz io n e d ’e siste n z a p e r tu tte le p o s s ib ili, in fin ite p a r o le ; e se o g n i d e sc riz io n e c o n p re su n z io n i d i d e fin iz io n e re in tro d u rre b b e n e c e ssa ria m e n te q u e lla fo r m a di te m p o ra lità ch e lo s te sso c o n c e tto ch e si in te n d e d e sc riv e r e h a d istru tto , n on se m b re re b b e rim a n e re a ltr a so lu z io n e ch e q u e lla d i ric o rre re a lle te cn ich e d e lla m e ta fo r a , d e lla p a r o d ia , d e ll’a llu sio n e , d e ll’e llis s i, d e l fra m m e n to e d e lle e sp r e s­ sio n i n o n lin g u istic h e : si p o tre b b e a llo ra tro v a re u n a p r o fo n d a g iu ­ stific a z io n e d e lla fo rm a a fo r is tic a p re d ile tta d a N ie t z s c h e 65 e d e l su o rife rim e n to p riv ile g ia to a lle fo rm e e sp r e ssiv e d e lla d a n z a , d e l g io c o e d e l riso . S e q u e ste fo rm e p re se n ta n o il v a n ta g g io , risp e tto a lle p re ­ tese d e lle d e sc riz io n i d e fin ito rie , d i a c c o g lie re l ’in fin ita a p e r tu r a d i c u i è c o n n o ta ta l ’e sp e rie n z a d e ll’a ttim o im m e n so , tu tta v ia n o n p o s­ so n o n em m en o e sse so ttra rsi a lla n e c e ssità d i so tto m e tte rsi a lle sc a n ­ sio n i d e lla su c c e ssio n e te m p o ra le . A q u e sto p u n to , p e rò , se a lla fin e di q u e sto v ic o lo c ie c o n o n si p u ò né p ro se g u ire , né to rn a re in d ie tro , b iso g n a saltare il m u ro in c u i e sso te rm in a . Q u e sto m u ro è c o stitu ito d a l l ’o p p o siz io n e , a n c o ra v ig e n te , n o n o sta n te tutti gli sfo rz i lo g ici p ro d o tti, tra a ttim o im m en so 64. Cfr. ib id e m , pp. 392-393. 65. Cfr. M. nimichili, l.'i i i / i n i i o pp. 207-232. 7'*

in t r a t t e n im e n t o ,

tr. it. Torino,

1977,

e te m p o r a lità se c o n d o su c c e ssio n e . Q u a s i im p e rc e ttib ilm e n te si è v e ­ n u to c o stru e n d o d i n u o v o il c o n tr a sto tra te m p o ra lità a u te n tic a e te m p o ra lità in a u te n tic a e , q u in d i, tra e sp e rie n z a « v e ra » d e ll’a ttim o im m e n so c o m e e te rn a c o m p re se n z a e l ’e sp e rie n z a « n o rm a le » , v o l­ g a r e , q u o tid ia n a , d e l te m p o d e lla su c c e ssio n e d i ista n ti, d e l te m p o « m e c c a n ic o » d e g li o ro lo g i “ , d el te m p o a n a litic a m e n te sc o m p o n ib ile d a lle c ro n o -lo g ie . Q u e s ta o p p o siz io n e rim a n d a a q u e lla , p iù g e n e ­ r a le , tr a in fin ito e fin ito c h e g ià H e g e l a v e v a c o lto e ten ta to di su p e r a r e p a r la n d o d i u n ’in fin ite z z a a ffe r m a tiv a , d i u n « in fin ito a c tu » 667 c h e s ia n o n ta n to l ’e sp r e ssio n e d e ll’in fin ita c a te n a d e lle d if­ fe re n z e tra fin ito e in fin ito , m a la condizione d i o g n i fin ito , l ’o riz ­ z o n te e n tro c u i o g n i fin ito s t a e si ric o n o sc e : L ’infinito non sta q u in d i com e un che di g ià p er sé d ato sopra il fin ito, cosicch é il fin ito continui a restar fuori o al di sotto di q u e llo 68. p er cui [...] a n essu n o dei due sp etta p er av ven tu ra di fron te a ll’altro il pri­ v ilegio d ell’essere in sé e d ell’esserci a ffe r m a tiv o 69. Q u i H e g e l a n n u n c ia c h ia ra m e n te i term in i d i u n ’im p re sa ch e v e rr à te n ta ta sia d a N ie tz sc h e ch e d a H e id e g g e r, c io è q u e lla d i sp e z ­ z a re ta n to la r ig id ità d e i c o n ce tti d i 181).

c a ra tte re e a l te m p e ra m e n to , co m e u n e sse re a la to clic co n fa c ilità p u ò se p a r a r s i d a q u e lli e in n a lz a r si, q u in d i, m o lto al di s o p r a d i e ssi » 19. Il g e n io , d u n q u e , n on è p iù u n a v a ria n te del tita n ism o p ro ­ m e te ic o c o m ’e ra sta to p e r g ra n p a rte d e lF ic o n o g r a fia c d e lla m itog r a f ia r o m a n tic a : e s s o rim a n d a a d u n a c o n d iz io n e sp ir itu a le in cu i i c o n n o ta ti p sic o lo g ic i in d iv id u a li n o n si s fo r z a n o d i p ro d u rre in tu tti i m o d i e a tu tti i c o sti sig n ific a ti u n iv e rsa li o di p o rsi e s s i s te ssi c o m e v a lo r i u n iv e rsa li, m a la sc ia n o c h e l ’u n iv e rsa le si d isp ie g h i, c o ­ stru e n d o , a l m a ssim o , le c o n d iz io n i p e rc h é c iò p o ssa a v v e n ir e 20. L a c o n fe rm a d i q u e sta p r o g r e ssiv a rin u n c ia a d in te rp re ta re la fig u r a d e l g e n io c o m e m o d e llo d i u n ’u m a n ità p iù g ra n d e ch e, p e rò , soffre p e r la p re se n z a in se ste sso d e ll’a n n u n c io d i q u e sta n u o v a u m a n ità , si h a n e ll’im p o rta n te c a p . 3 7 0 d e La gaia scienza d e d ic a to a l p ro b le m a d i c o g lie re in ch e c o s a c o n sista il « R o m a n tic ism o » . L o sc h e m a ch e N ie tz sc h e p ro p o n e è in sin te si q u e sto : i m o tiv i fo n d a m e n ta li d e lla c re a z io n e a r tistic a e filo s o fic a so n o d a ric e rc a rsi in d u e d iv e rse ten­ d e n z e : u n a d o v u ta a l d e sid e rio d i e te rn iz z a re , d i essere; l ’a ltr a d o ­ v u ta a q u e llo d i « d istru z io n e , d i m u ta m e n to , d ’in n o v a z io n e , d ’a v v e ­ n ire , d i divenire » . M a c ia sc u n a d i q u e ste d u e ten d e n z e , n o ta N ie tz ­ sc h e , p o rta in sé u n a d u p lic ità : il d e sid e rio d i d iv e n ire p u ò e sse re l ’e sp r e ssio n e di u n a fo r z a so v r a b b o n d a n te , « g r a v id a d ’a v v e n ire » (D io n isia c o ), m a « p u ò a n ch e e sse re l ’o d io d e lla c r e a tu r a m a l riu ­ sc ita , in d ig e n te , f a llita , ch e d istru g g e , deve d istru g g e re p e rc h é q u e l ch e s u ssist e , a n z i o g n i su ssiste re , o g n i e sse re ste sso r im e sc o la il su o sd e g n o e a iz z a la su a fe ro c ia » . P a rim e n ti, il d e sid e rio d i e te rn iz z a re p u ò e sse re v isto in d u e m o d i: o co m e e sp re ssio n e d i « g ra titu d in e e d i a m o re » , o p p u re co m e e sp re ssio n e d i u n a « v o lo n tà tira n n ic a d i un u o m o stra z ia to d a l d o lo re , in lo tta , m a rto ria to , ch e v o rre b b e im p rim e re in q u e l che è p iù le g ato a lla su a p e rso n a , a lla su a sin g o ­ la r ità , in q u e l ch e è p iù in tim o in lu i, n ella c a ra tte r istic a id io sin ­ c r a s ia d el su o d o lo re , il sig illo d i u n a legge v in c o la n te e d i u n a fo r z a c o a ttiv a , e ch e p re n d e , p e r c o sì d ire , v e n d e tta di tu tte le c o se , in ci­ d e n d o , in c a stra n d o a v iv a fo r z a , m a rc h ia n d o a fu o c o in e sse la sua im m a g in e , l ’im m a g in e d e lla sua to rtu ra » 21. Q u e s t ’u ltim o è p e r N ie tz ­ sc h e il tip ic o a tte g g ia m e n to d el pessimismo romantico, d i c u i so n o sta ti g r a n d i e se m p i ed in te rp re ti S c h o p e n h a u e r e W a g n e r. Il p rim o m o d o d e lla v o lo n tà d i e te rn iz z a re sa re b b e in v ece ra p p re se n ta to d a

19. F . N ie tz sc h e , A , p . 2 3 7 , § 497. 20. Il c o n tra sto tra i d u e d iv e rsi tipi di a tte g g iam e n to è e se m p lific a to p e r N ie tz sc h e d a lle fig u re di B eeth oven e di G o e th e : e fr. O S , p. I l i , § 103. 21. F . N ie tz sc h e , G S , p. 249.

97

R u b e n s, H a fis e G o e th e , a u to ri d i « u n ’a rte ch e d iffo n d e u n o m e ric o c h ia ro re d i lu ce e d i g lo r ia su tu tte le co se » . N o n è d iffic ile v e d e re n e lla d iffe r e n z a tra q u e sti d u e m o d i d e lla v o lo n tà d i e te rn iz z a re la s te ssa d iffe r e n z a , g ià d e lin e a ta d a N ie tz sc h e tra , d a u n la to , i geni c h e sa n n o s e p a r a r si d a i lo r o tu rb a m e n ti s p ir itu a li p e r la s c ia r p o sto , g ra z ie a q u e sta se p a r a z io n e , a s ig n ific a ti e v a lo r i d i c a ra tte re u n iv e r­ s a le ;

e , d a l l ’a ltro , q u e lli

ch e

risu lta n o

in c a p a c i

d i o p e ra r e

q u e sta

se p a ra z io n e m e tte n d o si, m a g a ri so lo p e r u n m o m e n to , in d is p a r te , e ch e in v e ce si d e d ic a n o a « m a rc h ia r e a fu o c o » o g n i c o s a c o n il sig illo d e lla lo ro so ffe r e n z a e c o n l ’im m a g in e d e lla lo ro v o lo n tà di re d e n z io n e . N o n è tu tta v ia so lta n to q u e sta a n a lo g ia tra il c o n te n u to d e i d u e p assi di

Aurora e La gaia scienza m e ssi o ra a c o n fro n to c h e r is u lta

im p o rta n te a i fin i d e lla c o m p re n sio n e d e l tem a « u o m o » in N ie tz sc h e e in G o e th e :

c iò ch e a p p a r e

a n c o r p iù

d e c isiv o

p re se n z a d e l c o n ce tto d i « fo r z a so v r a b b o n d a n te » q u e llo c h e N ie tz sc h e c h ia m a

a

ta l fin e è la

s ia a lla b a s e d i

« d e sid e rio d i d iv e n ire »

(d io n isia c o ),

sia a lla b a se d i q u e llo ch e e g li d e te rm in a c o m e d e sid e rio di e te rn iz ­ z a re d o v u to a g ra titu d in e e a m o re (a p o llin e o ). Q u e s ta « fo r z a s o v r a b ­ b o n d a n te » c o m u n e a lle d u e te n d en z e se m b ra in fa tti a n n u n c ia r e u n a d e lle c a ra tte ristic h e fo n d a m e n ta li d e ll’o ltre -u o m o , in b a s e a lla q u a le

distruggere senza volontà di vendetta, di creare senza volontà di redimere. E , p e r N ie tz sc h e , se m b ra n o

q u e sti si p o n e in g r a d o d i 1) e 2)

c o n ta re a s s a i p iù q u e ste c a ra tte ristic h e d e lla so v r a b b o n d a n z a c h e i d iv e rsi m o d i in c u i q u e s ta s i e s p lic a :

e s s a , in fa tti, in q u a n to sin o ­

n im o d i u n p ro ro m p e re in n o c e n te , d i u n ’e su b e r a n z a se n z a sc o p o , d i un e la r g ir e se n z a fin a lità , p r e s e r v a s ia il c re a re c h e il d istru g g e re d a q u e lle co m e

fo rm e d i moralismo c h e in e ssi si d a n n o , risp e ttiv a m e n te , volontà di redimere e c o m e risentimento.

àeWesemplare — de\Videale — u m a n o p iù d e g n o d i a tte n z io n e , è r ib a d ita d a

L a s o v r a b b o n d a n z a c o m e c o n n o ta to s p e c ific o non

N ie tz sc h e a n c h e n e g li an n i su c c e ssiv i a l c o sid d e tto « p e r io d o illu m i­ n istic o » .

Un caso

s ig n ific a tiv o

a

q u e sto p r o p o s ito

p a s s o d i un fra m m e n to d e ll'a g o sto -se tte m b re

è

d a to

da

un

1 8 8 5 in c u i N ie tz sc h e ,

p a r la n d o d e g li « e sse ri p iù ra ri e m e g lio riu sc iti » e c ita n d o a n c o ra u n a v o lta gli e se m p i di H a fis e di G o e th e , o s s e r v a c h e « in tal c a s o u n a stra b o c c h e v o le ricch e z za d e lle fo rz e p iù d is p a r a te e in siem e la p iù a g ile p o te n z a di un « v o le re lib e ro » e di un d isp o r r e so v r a n o

a b ita n o in un u o m o a m o re v o lm e n te l ’u n a a c c a n to a l l ’a ltra » M. S o n o tu tta v ia a lc u n e o sse r v a z io n i d e ll’a u tu n n o d e ll’8 7 , p o i rip re se ed a r ­ ricc h ite n e ll’e sta te d e ll’8 8 , ch e rito rn a n o e sp lic ita m e n te sul tem a d e lla s o v r a b b o n d a n z a in re la z io n e a G o e th e ed a l su o c o n c e tto di u o m o : « G o e th e c o n c e p iv a u n u o m o fo rte , d i e le v a ta c u ltu r a , e sp e rto d i o g n i fa c c e n d a di q u e sto m o n d o , ch e tien e in fre n o se ste sso e h a risp e tto di sé , u n u o m o ch e p u ò c o n c e d e rsi tu tto l ’o riz z o n te e tu tta la ricc h e z z a d e lla n a tu r a lità , ch e p e r q u e sta lib e rtà è fo rte a b b a ­ s ta n z a ; l ’u o m o to lle ra n te n on p e r d e b o le z z a m a su lla b a se d e lla su a fo r z a , p e rc h é sa u sa r e a su o v a n ta g g io c iò di c u i p e rire b b e u n a n a ­ tu ra m e d ia ; l ’u o m o p e r cu i n on e siste p iù n u lla di p ro ib ito , sa lv o la debolezza, si c h ia m i e s s a v iz io o v im L ·. U n ta le sp irito divenuto libero sta a l c e n tro d el tu tto co n u n fa ta lism o g io io so e fid u c io so , n e lla jede ch e so lta n to sia b ia sim e v o le q u e l ch e se ne s ta se p a r a to , ch e o gn i c o sa si re d im a e si a ffe rm i nel tu tto — egli non nega più... M a u n a fe d e s if f a t t a è la p iù a lta di tu tte le fe d i p o s s ib ili; l ’ho b a tte z z a ta c o n il n o m e di Dionisio » 23. Q u e s to p a s s o v a a c c u r a ta ­ m en te a n a liz z a to p e rc h é i c a ra tte ri c h e N ie tz sc h e q u i a ttrib u isc e a l c o n c e tto g o e th ia n o d i u o m o p re se n ta n o d e lle fo rtissim e a n a lo g ie co n il c o n c e tto di su p e ru o m o r ic o stru ib ile n on s o lo a ttr a v e r so il te sto di Così parlò Zarathustra m a a n c h e e , fo r se , so p ra ttu tto a ttr a v e r so a l­ c u n i fra m m e n ti p o stu m i sc ritti d o p o ta le o p e r a , e d a lc u n i illu m in a n ti p a s s i d i Ecce Homo. N ie tz sc h e p a r la d u n q u e d i « u o m o fo rte » ; m a d i c h e n a tu ra è q u e s ta f o r z a ? G i à si è p o tu to v e d e rlo a p r o p o sito d e l rife rim e n to d i N ie tz sc h e a lla Novelle d i G o e th e , m a o r a è p o s s ib ile c e rc a re la ri­ s p o s t a o sse r v a n d o in c h e m o d o ta le fo r z a s i d e te rm in a : in n a n z itu tto e s s a a lim e n ta n e ll’u o m o il c o r a g g io d i « c o n c e d e rsi tu tto l ’o riz z o n te e tu tta la ric c h e z z a d e lla n a tu r a lità » , d o v e « ric c h e z z a » se m b r a sta re a d in d ic a re p r o p r io la m u ltifo rm ità , sin c r o n ic a e d ia c r o n ic a , la p o lie ­ d r ic ità s ia sp a z ia le ch e te m p o ra le , in u n a p a r o la la polifonìa d e lla n a tu r a la c u i ra g io n e risie d e in u n ’e su b e r a n z a c r e a tiv a , in u n ’in e sa u ­ r ib ile c a p a c ità d i p ro d u rre fo rm e . « R ic c h e z z a » , d u n q u e , p u ò r ife r ir si ta n to a l p o lim o rfism o d e lla

2 2 . F . N ie tz sc h e , F P 84-85, p . 3 7 0 , fr. 4 1 .6 ; c fr . a n c h e F . N ie tz sc h e , C W , p . 4 0 0 : « in G o e th e , p e r e se m p io , d iv e n n e c r e a tiv a la so v r a b b o n d a n z a , in F la u b e r t l ’o d io ... » . 2 3 . F . N ie tz sc h e , C r, p . 151, § 4 9 ; c fr . an c h e F. N ie tz sc h e , F P 87-88, p . 9 5 , fr . 9 .1 7 9 : « G o e th e (...) co n c e p isc e un u o m o di a lta fo rm a z io n e (...); l ’u o m o d e lla to lle ra n z a n on p e r d e b o le z z a m a p er fo rz a , p e rc h é sa u sa r e a p r o p rio v a n ta g g io c iò ch e ro v in a la n atu ra m e d ia, l'u o m o p iù v a sto p o ssib ile , m a n on p e r c iò c a o tic o » .

W >

n a t u r a , q u a n to a lla s o v r a b b o n d a n z a d i fo r z a c h e ne è l ’o rig in e . Il c o n c e tto d i « o riz z o n te » , p o i, c h e N ie tz sc h e u s a in q u e sto c o n te sto , r a f f o r z a l ’im m a g in e d i u n a n a tu ra la c u i fo r z a p r o d u ttiv a ed e sp a n ­ s iv a tr a v a lic a o g n i lim ite ta n to d a n on p o te r e sse r c o m p r e s a d a n e s­ s u n a lin e a f is s a d i c o n fin e , m a d a q u e lla , p u ra m e n te im m a g in a ria e d in fin ita , d e ll'o riz z o n te . 11 fa tto c h e il su p e ru o m o r ie sc a a « c o n c e ­ d e r s i » q u e sta ric c h e z z a e q u e sto o riz z o n te s ig n ific a c h e e g li è in g r a d o n o n so lo d i porsi difronte a d e s s i, m a d i tr a s fo r m a r li a d d ir it­ tu ra in c a ra tte ristic h e p r o p r ie , d i in tro ie tta rli a l p u n to d a fa r n e la propria natura. T u t ta v ia p o lim o r fism o e d in fin ita so v r a b b o n d a n z a di fo r z a n on rid u c o n o il su p e ru o m o a lla d im e n sio n e d i u n c o n fu so m i­ stic ism o p a n ic o : e g li s a p o rsi d ei lim iti, ta n to c h e « tien e in fre n o s e s te sso e h a risp e tto d i sé » ; c iò s ig n ific a c h e n o n la s c ia c h e il s u o io si d isc io lg a n e ll'im m e d e sim a z io n e co n q u a lc o s a d i d iv e r so d a s é , se n z a , p e r q u e sto , c o n sid e r a r si u n a s s o lu to ir rid u c ib ile e irrelaz io n a b ile . L im iti d e lla fo rm a e illim ita te z z a d e lla m a te r ia n on so n o q u i e sp e riti co m e term in i d i u n ’o p p o siz io n e , m a c o m e a sp e tti c o m ­ p le m e n ta ri, co m e fu n z io n i in te g ra te d i u n m e d e sim o o p e r a r e : D io ­ n iso ed A p o llo , in a ltri te rm in i, so n o d u e d iv in ità d iv e rse e d a n ta ­ g o n iste ; m a p r o p r io in q u a n to e n tra n o se m p re in c o n flitto tr a lo ro , si re n d o n o re c ip ro c a m e n te in d isp e n sa b ili e m o stra n o d i n o n p o te r v iv e re se p a ra ta m e n te . L ’« u o m o fo rte » d i c u i p a r la N ie tz sc h e a p r o p o sito d i G o e th e p re se n ta p o i u n a ltro tra tto tip ic o : q u e llo d e lla tolleranza. T o lle ­ r a n z a , p e rò , il c u i m o v en te n on è in d iv id u a b ile n e lla d e b o le z z a , o s s ia in u n a so rta di « fa ta lis m o tu rc o » 24 ch e f a so p p o r ta r e n el­ l ’a p a t ìa a v v e r sa r i ed a v v e r sità , m a è id e n tific a b ile c o n u n ’e n e rg ia c h e lo p ro ie tta a p e n sa re e a d a g ire oltre il risentimento co n tro o gn i a v v e r s a r io e oltre la recriminazione c o n tro o g n i a v v e r sità . In a ltre p a r o le e sse r to lle ra n te p e r 1’« u o m o fo rte » sig n ific a e sse r non reat­ tivo, non v iv e re di g iu d iz i e d i p r e g iu d iz i, n on e siste re so lo « di r ifle sso » , n on « n e g a re » p iù . C iò è q u a n to so stie n e ■ N ie tz sc h e a lm e n o d a Umano, troppo umano in p o i, m a ch e r ib a d isc e co n tin u a m e n te so p ra ttu tto d a llo Zarathustra in p o i 25 a p r o p o sito del su p e ru o m o . A c o stu i la d e b o ­ le z z a è q u a lc o s a di sc o n o sc iu to , al p u n to ch e e s s a n on lo to c c a né n e lla fo rm a d el « v iz io » n é in q u e lla d e lla « v irtù » . E ’ in te re ssa n te n o ta re ch e il rife rim e n to di N ie tz sc h e a q u e sti d u e term in i e c o n ­ 24. C fr . F. N ietz sc h e, U T U I, § 61, p. 68. 25. C fr . in p a rtic o la re I·'. N ie tz sc h e , Z , I I I, c I·'. N ietz sc h e, I II, pp. 274-281.

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P rim a c h e il s o le a s c e n d a ;

c etti o p p o s ti, a ssu n ti co m e « m o d i » d e l p o rsi d e lla d e b o le z z a , è s o lo a p p a re n te m e n te p a r a d o s s a le : se c o n d o u n a lu n g a tra d iz io n e non so lo m o r a listic a , il c o n n o ta to d e lla d e b o le z z a è p r o p rio d el v iz io , non d e lla v irtù ; m a se si c o n sid e r a , c o n N ie tz sc h e , c h e , a lm e n o a p a r ­ tire d a P la to n e e S . P a o lo , e sse r e v irtu o si h a sig n ific a to , p e r la c u l­ tu ra e la v ita o c c id e n ta li, q u a s i e sc lu siv a m e n te a g ire in c o n fo rm ità a d u n a le g g e m o ra le , si p u ò c o n c lu d e r e c h e « v irtù » non s ia sta to a ltro fin o r a , c h e u n sin o n im o d i « obbedienza » , c io è u n a fo rm a d i so tto m issio n e , o s s ia u n a fo rm a d i d e b o le z z a Q u in d i il v izio e la v irtù risu lta n o e sse re in d e fin itiv a n on due. term in i o p p o sti m a d u e m o d i d iv e rsi d i p o r si d e lla d e b o le z z a , d a i q u a li è e se n te e lo n ta n o s ia 1’« u o m o fo rte » d i G o e th e c h e il su p e ru o m o d i N ie tz sc h e : se p e r q u e s t ’u ltim o « v irtù » h a u n q u a lc h e sig n ific a to p o sitiv o , c e l ’h a s o lo n e ll’a c c e z io n e c la s s ic a , p a g a n a , q u a si- fisic a d el te rm in e , o s s ia c o m e sin o n im o d i c a p a c ità , d i q u a lità , d i p o te re in trin se co , co m e q u a n d o si p a r la d i « v irtù te ra p e u tic h e » d e ll’o ssig e n o , d el so le o d e ll’e l le b o r o 21. U n ’a ltr a c a ra tte r istic a c h e N ie tz sc h e a ttrib u isc e a l l ’« u o m o fo r ­ te » d i G o e th e è q u e lla d i e sse r e u n o s p ir ito « d iv e n u to lib e ro » : c iò sig n ific a e v id e n te m e n te c h e , in q u a n to già lib e ra to , non h a p iù il p ro b le m a o il c o m p ito di lib e r a r s i, m a s o lo q u e llo d i g o d e re i fru tti d i u n a lib e ra z io n e g ià a v v e n u ta . In a ltri te rm in i, la s u a è u n a li­ bertà-di ch e h a d e fin itiv a m e n te d im e n tic a to i p ro b le m i im p o sti d a u n a n e c e ssità d i lib e ra z io n e , g li elem en ti n e g a tiv i d a c u i e m a n c i­ p a r s i, le c o n d iz io n i sfa v o r e v o li a c u i so tt r a r s i: e s s a è a ld ilà d i tu tto c iò al p u n to ch e non h a p iù r ic o rd o n em m en o d e lla forma d e ll’o p p o ­ siz io n e , c h e in v e ce a n c o r a p e rm a n e n e ll’id e a d i u n a libertà-da; a n ­ c o r a u n a v o lta e s s a m o stra d i p o te r e sse re e v iv e re in u n a c o n d i­ z io n e in cu i il negare n on è p iù n e c e ssa rio . A n c h e a p r o p o sito d el tem a d e lla lib e rtà si rip re se n ta in fa tti il tra tto d e lla c a p a c ità d i « n on p iù n e g a re » ch e g ià si e ra e v id e n z ia to a p r o p o sito d e l te m a d e lla to lle ra n z a : m a q u e sto tra tto fin isc e p e r c o n n o ta re , « c irc o la rm e n te » , a n ch e la fo r z a c h e c o n c e d e a c c e sso a lla « ric c h e z z a » e a l l ’« o riz z o n te » di c u i si è g ià d e tto : ta le fo r z a , in fa tti, n o n si p o n e in c o n tr a sto o in c o n c o rre n z a co n q u e lle d e lla 267 26. P er N ie tz sc h e i m a g g io ri teo rici d e ll’o b b e d ie n z a so n o sta ti L u te ro e K a n t. 27. L e p r in c ip a li c o n sid e ra z io n i n ietz sch ean e su lla v irtù « lib e ra d a m o ra ­ lin a » si h a n n o n el c a p ito lo D e lla virtù c h e d o n a di C o sì p a r lò Z a ra th u stra e in m olti fra m m en ti d el b ie n n io 1887-1889. S u q u e sto tem a n ie tz sc h e a n o ci sia m o so ffe rm a ti in G . P a sq u a lo tto . N ie tz sc h e e il b u d d h ism o zen . in A n .V v ., N ie tz sc h e . V e rità /in te r p re ta z io n e . G e n o v a . 1 9 8 t. p p . 155-188.

n a t u r a , m a , a l c o n tr a r io , si d isp o n e a d a c c o g lie rle n e lla d iv e r sità d e lle lo r o fo rm e , d e lle lo ro in te n sità e d e lle lo r o q u a lit à ; si d isp o n e c io è a d a ssu m e re la p o lifo n ia se n z a d is c rim in a z io n i, se n z a p re c lu ­ sio n i, se n z a o p p o s iz io n i; in u n a p a r o la , a n c o r a : « se n z a p iù n e g a r e » . N o n è a llo r a u n c a s o c h e N ie tz sc h e , a l c a p . 5 0 d e l Crepuscolo degli

idoli, p a r la n d o d i q u e lle ch e a su o d ire e ra n o sta te le a sp ir a z io n i di G o e th e co m e p e r so n a , in d ic h i « u n a u n iv e r sa lità n e ll’in te n d e re , nell ’a p p r o v a r e , u n la sc ia r-a v v ic in a re -a -sé o g n i c o s a , u n a rd im e n to so re a ­ lism o , u n a v e n e ra z io n e d i tu tto l ’e ffe ttu a le » 28. Q u e s to a tte g g ia m e n to d i fro n te a lla re a ltà n on se m b ra d is c o s ta r s i m o lto d a q u e llo ch e N ie tz sc h e — c ita n d o u n p a s s o d e l c a p ito lo Della accortezza verso gli uomini d e llo Zarathustra — a ttrib u isc e in Ecce homo a l su p e ru o m o : « S u q u e sto p a s s o e su n e ssu n a ltro b iso g n a b a s a r s i se si v u o le co m ­ p re n d e re ch e c o sa Z a r a th u s tr a vuole: q u e sta sp e c ie d i u o m o , ch e e g li c o n c e p isc e , c o n c e p isc e la re a ltà come essa è: è a b b a s ta n z a fo rte p e r fa r lo — , non è e stra n ia to , s e p a r a t o d a e s s a , è identico ad essa, co n tie n e in sé tu tto c iò ch e la re a ltà h a d i te rrib ile e p ro b le m a tic o , e ciò solo può fare la grandezza dell’uomo » 29. L ’« a rd im e n to so re a ­ lism o » su c u i se m b ra n o c o n v e rg e re l ’u o m o d i G o e th e e il su p e ru o m o di N ie tz sc h e n on h a e v id e n te m e n te n u lla a ch e fa r e c o n il c o n su e to a tte g g ia m e n to d u a listic o c h e in ten d e la re a ltà c o m e q u a lc o s a d i d i­ v e rso o a d d irittu ra di o p p o s to risp e tto a l so g g e tto c h e la c o n o sc e e vi a g isc e : e sso sta a d in d ic a re in v ece un a tte g g ia m e n to in c u i la « ric­ c h e z z a » e 1’« o riz z o n te » d e lla re a ltà c o in c id o n o co n q u e lli d e l so g ­ g etto il q u a le si m o stra d o ta to di u n a « fo r z a » ta le d a p o te rsi p e r­ m ettere di fa r li p ro p r i, o s s ia d i la s c ia r e sse re d e n tro d i sé la p o li­ fo n ìa d e lla n a tu ra e d e lla re a ltà a l p u n to d a n on d istin g u e rsi p iù d a e sse . D i n u o v o è c h ia ro co m e, a n ch e in q u e sta o c c a sio n e , il re q u isito fo n d a m e n ta le p e r l ’e sp lic ita z io n e p ie n a di q u e sto la sc ia r -e sse re sia la c a p a c ità di « n on p iù n e g a re » . A lla fin e , d u n q u e , q u e sta c a p a c ità d iv e n ta ta n to d e te rm in a n te d a c o n d iz io n a re a n ch e il s ig n ific a to g e n e ra le di iiber-mensch: q u e sti, in ­ fa tti, è oltre-u o m o nel se n so di u n tip o d i u o m o e d i u m a n ità ch e non tan to v ien e dopo gli ideali di u o m o e di u m a n ità fin o ra te o riz­ zati ed in se g u iti, m a che si p o n e o ltre q u e sti ste ssi id e a li a l p u n to d a non c o n sid e ra rli n em m en o p iù co m e p u n ti d i p a rte n z a o co m e term in i di un c o n fro n to critic o .

28. F. Nietzsche, (> , p. 112. .Sottolineature nostre. 29. »··. Nietzsche, / II . p, 180.

Q u a n d o , v e rso la fin e d e l c a p . 4 9 d i Crepuscolo degli idoli. N ie tz sc h e , r ife re n d o si a ll’« u o m o » d i G o e th e , so tto lin e a l ’e s p r e s ­ sio n e « egli non nega più » , se m b ra v o le r sig n ific a r e ch e ta le tip o di u o m o n o n n e g a p iù n em m en o l ’u m a n ism o : l e p r o p rio di q u e sta ste ssa n e g a z io n e se m b ra ch e ne possa fa r e a m etto a n ch e il su p e ru o m o di N ie tz sc h e .

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K L E IS T E N IE T Z S C H E : U T O P IA D E L L A G R A Z IA E P E N S IE R O C O M E D A N Z A

1. In te rm in i q u a s i id e n tic i N ie tz sc h e d e d ic a a tte n z io n e a K le ist, in d u e p a s s i d i Al di là del bene e del male e d i Nietzsche contra Wagner. Il p o e ta te d e sc o v ie n e p o sto a c c a n to a B y ro n , M ü sse t, P o e , L e o p a r d i e G o g o l, e a ssie m e a q u e sti v isto in u n a d im e n sio n e di e siste n z a e d i in te llig e n z a tu tta p a r tic o la r e : U om ini d e ll’attim o, esaltati, sen su a li, b a m b in eggian ti, scon sid erati e su ­ bitan ei nella sfid u cia e nella fid u c ia ; con anim e av vezze a tener celata u n a qu alch e crep a; uom in i che sp e sso , nelle loro op ere, si pren don o ven detta di un a interiore so zzu ra, che sp e sso , nei lo ro slan ci, cercan o l ’ob lìo di un a m em oria tro pp o fed ele, sp e sso sm arriti n ella m elm a e q u a si in nam orati di e ssa , al punto di asso m igliare ai fuoch i fatu i erran ti intorno alle p alu di e di fingersi stelle — il p o p o lo allo ra li ch iam a id ealisti — , sp esso in lotta con un lungo d isgu sto , con un fan tasm a , ogn o r ritornante, d ’in credu lità che li rende gelidi e li costrin ge a sp a si­ m are per la gloria e a d iv orare la « fed e in se stessi » p ren d en d ola d alle m ani di ebbri lu sin gatori — q u ale martirio son o q u esti gran d i artisti e uom ini su periori per colui che li h a d ecifrati u n a v o lta! l . D i tu tte le c a ra tte ristic h e ch e N ie tz sc h e r in tra c c ia in c o sto ro , q u e lla ch e o ffr e m a g g io r i elem en ti di r ifle ssio n e è d a ta d a l « p re n ­ d e rsi v e n d e tta d i u n a in te rio re so z z u ra » : u n a c o n tin u a a n s ia d i tra ­ s fo rm a z io n e in a v a n ti, d i re d e n z io n e , d i sla n c io v e rso u n a p e rfe z io n e a l l ’in fin ito c o n n o ta le lo ro v ite e i lo ro sc ritti. U n a Sehnsucht in ter­ m in a b ile ed un c o sta n te Streben a g ita n o i lo ro p e n sie ri e i lo ro g e sti co n u n a in te n sità q u a si p riv a d i p a u s e , in m o d o d a p o rta rli q u a si 1. F . N ie tz sc h e , A H M , p p .

192-93. C fr . an c h e F . N ie tz sc h e , C W , p . 4 0 9 .

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se m p re a g li e stre m i lim iti, a l lim ita re d e ll’in so p p o rta b ile e , q u in d i, se m p re v ic in o a l p u n to d i ro ttu ra . N o n è un c a s o , a llo r a , ch e N ie tz ­ sch e re g istri « il so sp iro d i K le is t s u ll’in c o n o sc ib ilit^ fin a le » 2 a llu ­ d e n d o a lla fa m o s a le tte ra d a B e rlin o d e l 2 2 m a rz o \ 1 8 0 1 : q u a n d o K le ist si a c c o rg e che il la v o ro d i red e n z io n e non h a \ m e t a , q u a n d o si a v v e d e ch e la fo r z a ch e tien e in v ita la Sehnsucht a lla p e rfe z io n e n on h a sb o c c o , l ’a n im a p e rd e il filo ch e la te n e v a in p ied i e si a f f lo ­ sc ia co m e un c u sc in o v u o to . L e p a ro le co n cu i K le ist ste sso c o m ­ m e n ta q u e sta c o n d iz io n e sp iritu a le p r o v o c a ta d a lla le ttu ra d e lla Cri­ tica della ragion pura d i K a n t, so n o di u n a c h ia re z z a fin tro p p o lu m in o sa : D a q u an d o mi si è a ffa c c ia ta q u esta con vinzione, che q u aggiù cio è non è p o ssib ile trovare alcu n a v erità, non ho p iù toccato lib ro . H o girato indolente p er la m ia stan za, mi son o sed u to d avan ti alla fin estra, son o u scito a ll’ap erto , m entre u n ’in tim a in quietudine m i sp in gev a nei p iccoli e gran di c a ffè , ho frequ en tato teatri e concerti per d istra rm i, ho com ­ m esso , p er stordirm i, p ersin o un a scio cch ezza che sa rà m eglio che ti raccon ti C a rlo ; e tu ttav ia, l ’u n ico pen siero che la m ia an im a agitav a in q u e st’esteriore tum ulto con arden te an g o scia, e ra sem pre q u esto : il tu o unico, il tuo più alto scop o è crollato. (...) A him è, essere sen za una m eta verso la q u ale la n ostra m ente p ro ced a g a ia e affa cc e n d a ta è lo stato p iù d oloroso che ci sia — e in qu esto stato mi t r o v a v o 3. L a d e d iz io n e di tu tte le p r o p r ie en erg ie in te lle ttu a li e fisic h e a lla ric e rc a di un’unica verità, o a lla re a liz z a z io n e d i u n unico scopo, o a l ra g g iu n g im e n to d i u n ’u n ic a m e ta c o m p o rta lo sfo r z o im m en so d i o r g a n iz z a re la p r o p r ia v ita , in o g n i su o a sp e tto e in o g n i su o m o m e n to , in fu n z io n e d i u n fin e su p re m o sa c r ific a n d o o gn i « v a r ia ­ b ile » ch e n o n si la s c ia rid u rre a q u e sta fu n z io n e . Q u e s t ’o p e r a di c o n tin u a re d e n z io n e e , q u in d i, d i c o n tin u a vendetta n ei p ro p ri c o n ­ fro n ti a b b is o g n a d i u n a fede ra d ic a le ch e p u ò a n c h e p o r ta r e al fana­ tismo se è v is s u ta in m o d o d a v v e ro in te g ra le , m a c h e p u ò p o rta re a d u n a catastrofe a ltre tta n to in te g ra le q u a lo r a v e n ga m e n o . In q u e sto c a s o l’ottimismo a sso lu to ch e re n d e c ie c a o gn i v ita o rg a n iz z a ta in b a se a q u a lc h e fe d e r a d ic a le , si c a p o v o lg e nel su o o p p o sto , in un pessimismo a sso lu to ch e ren d e im p o ssib ile v iv e re n e ll’a sse n z a di q u e lla fe d e . C o sì Io sg o m e n to ch e c o g lie K le ist nel m o m en to in cu i la le ttu ra d i K a n t g li riv e la l ’im p o ssib ilità di u n a c o n o sc e n z a to tale e p e r fe tta d e lla r e a ltà , è ta n to te rrib ile q u a n to e ra te n a ce la su a fe d e 2. C fr . F . N ie tz sc h e , F P 84-85. 3. H . v o n K le ist, L e ttere a lla fid a n z a la , tr. il. M ilitilo. 1978. p . 115.

102

in q u e sto tip o d i c o n o sc e n z a . Il d o lo r e c h e a c c o m p a g n a q u e sto s g o ­ m e n to d iv e n ta in K le is t il sig illo c o n c u i m a rc h ia a fu o c o o g n i a ttim o d e lla s u a e siste n z a e q u a s i o g n i p a s s o d e i su o i sc ritti. In b a s e a c iò K le is t p u ò e sse re a c c o lto n e lla - p r o s p e t t iv a d e fin ita d a N ie tz sc h e in term in i d i pessimismo romantico, se c o n d o c u i i m o tiv i d i o g n i c re a ­ tiv ità so n o ric o n d u c ib ili a d u n d e s id e r io d i « f is s a r e in fo rm e im m u ­ ta b ili » , o s s ia a d u n a « v o lo n tà d i eternizzare » ch e, a d iffe re n z a di q u e lla « c la s s ic a » , « a p o lin n e a » , s ta a sig n ific a re q u ella volon tà tiran n ica di un u om o straz iato d al d olore, in lotta, m ar­ toriato , che vorrebbe im prim ere in quel che è p iù legato alla su a per­ so n a, a lla su a sin go larità, in quel che è più intim o in lu i, nella carat­ teristica id io sin crasia del suo d olore, il sigillo di u n a legge vincolante e di un a fo rz a co attiv a, e che pren de, p er così dire, vendetta di tutte le co se, in cidendo, in castran d o a v iv a fo rz a, m arch ian do a fu oco in esse la sua im m agine, l ’im m agine d ella sua to r tu r a 4. Il p e ssim ista ro m a n tic o , in g e n e ra le , e K le ist in p a r tic o la r e si d e lin e a n o d u n q u e co m e so ffe r e n ti c h e n e lle c o se e n elle lo ro o p e re v o g lio n o im p rim e re il d o lo re ch e a d e ssi d e riv a d a l m a n c a to p o s­ s e sso di u n a v e rità a s s o lu ta , d a l l ’a s s e n z a d i u n a m e ta ra g g iu n g ib ile o d aH ’ir ra g g iu n g ib ilità d i u n a m e ta im m a g in a ta . C iò c h e se m b ra c o n ­ n o ta re in m o d o d ra m m a tic o la lo ro v ita s p ir itu a le è p e rta n to u n a ir riso lv ib ile dialettica d’amore: il lo ro d e sid e rio d i a m a re q u a lc o s a al di s o p r a di tu tto e di tu tti è ta le d a c o n d u rli a d im m a g in a re e a p o stu la r e u n o g g e tto d ’a m o re a s s o lu to , c h e e sig a u n ’a s s o lu ta d e d i­ z io n e ; tale o g g e tto d ’a m o re d e v e fu n z io n a r e d ’a ltr a p a r te c o m e f a t ­ to re d i p ro te z io n e e d i sic u r e z z a , o n d e p o te r o r g a n iz z a re in b a s e a d e sso o gn i p e n sie r o , o gn i g e sto , o g n i p a r o la ; si s a tu tta v ia c h e ta le o g g e tto e so g g e tto d ’a m o re n on è m a i c o m p le ta m e n te a ttin g ib ile o , a d d ir ittu r a , co m e n el c a so di K le ist « illu m in a to » d a K a n t, c i si re n d e c o n to ch e non e siste : a llo r a la d e lu sio n e e il d o lo re ch e n e d e riv a n o so n o d o p p i, in q u a n to , d a u n la to , ci si a c c o rg e di n on p o te r amare n u lla in m o d o e sc lu siv o e , d a l l ’a ltr o , si sc o p re di n on p o te r essere amati d a n u lla e d a n e ssu n o in q u e sto m o d o . N ie tz sc h e , p u r n on a n a liz z a n d o a fo n d o in K le ist q u e sta d ia le ttic a d e l d e sid e rio d i a m a re e di e sse re a m a ti in m o d o in c o n d iz io n a to , c o g lie nel se g n o q u a n d o o s s e r v a ch e eg li « p erì p e r q u e sta m a n c a n z a d ’a m o re » 5. In e ffe tti lo ste sso K le ist n e lla g ià ric o rd a ta le tte ra a W ilh e lm in e e U lrik e — ch e N ie tz sc h e h a d e fin ito « la lettera p iù sc o n v o lg e n te ch e u n arti4. I;. N ietzsche, OS, p. 244. 5. Cfr. F. Nieizsi'he, 8 5 -8 7 . fr. 2.207.

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v a r e a d una v e rità c o m e a d u n a d im o ra . A llo r a i n o m i, le p a r o le , la lin g u a e i lin g u a g g i d iv e n ta n o , p e r la lo ro v a r ia b ilità e c o n v e n z io n a lità , le u n ich e « c o se » im p o rta n ti, e i p e z z i d e ll’u n ico g io c o c o n se n tito in q u e l v u o to e in q u e ll’a r ia g e lid a . E d è q u i ch e N ie tz sc h e in co n tra o , m e g lio , aspetta — d a to ch e c i è a rriv a to p rim a — la c o sid d e tta « c u ltu r a d e lla c risi » . In p a r tic o la r e q u e lla ch e si c o n c e n tr a , co m e in u n m ira c o lo so Kairos, n e lla V ie n n a d e lla C a c a n ia . E d è in fa tti so p ra ttu tto M u sil in g r a d o d i ra g g iu n g e re N ie tz sc h e , n e lla su a lu c id a c o n sa p e v o le z z a d e lla m o rte d e i sig n ific a ti, d e i fo n d a m e n ti, d e lla v e rità : « O g g id ì n o n si p u ò v in ­ ce re a v o lte l ’im p re ssio n e c h e i c o n c e tti e le re g o le d e lla v ita m o ­ ra le sia n o so lta n to a lle g o rie str a b o llite , in to rn o a lle q u a li o n d e g g ia u n v a p o r e in so p p o rta b ilm e n te u n tu o so d i u m a n ita rism o » 14. A l d i là d e lle a p p a re n z e n on vi so n o e sse n z e , so sta n z e , v e rità ch e le fo n d a n o ; e q u in d i e rm e n e u tic a n on p u ò sig n ific a r e r ic e r c a d e lla v e r ità , d isv e ­ la m e n to , d istru z io n e d e lle a p p a r e n z e , c ritic a d e ll’id e o lo g ia : e s s a s i­ g n ific a so lo c re a z io n e d i n u o v e a p p a r e n z e e g io c o q u e lle v e c c h ie , o co n q u e lle s o p r a v issu te .

di

q u e ste con

Q u i l ’in te ra , s o ffe r t a , p ro b le m a tic a d e l ra p p o r to tra F o rm a e V ita ch e o c c u p e r à la te sta e le o p e re d i S im m e l, è g ià su p e r a ta : q u i o r m a i si s a c h e le fo rm e n o n so n o d e te rm in a z io n i a c c id e n ta li di u n a so sta n z a a s s o lu ta (la V ita , la V o lo n tà , e tc .), n o n so n o se g n i di q u a lc o s a , m a s o lo s u p e r fic i, s o lo se g n i ch e rim a n d a n o a se s te ssi o , a l m a ssim o , a d a ltri se g n i. T r a c c e se n z a tra c c ia to . Il c o n te L e in s d o r f d ic e b e n e : « Il c o sid d e tto p ro b le m a e b r a ic o sa r e b b e r iso lto d e fin itiv a m e n te se g li isr a e liti si d e c id e sse ro a p a r la r e e b r a ic o , a rip re n d e re i lo ro a n tic h i n o m i e a v e stire a lla m a n ie ra o r i e n t a l e » 15. T u tto il p r o b le m a e b r a ic o si rid u c e a l fa tto ch e gli isr a e liti h a n n o n o m i p le b e i, m a fu n z io n i s o c ia li d i d irig e n z a : a l li­ m ite , d u n q u e , m e g lio u n fu n z io n a rio c h e n o n fu n z io n a m a c h e h a u n n o m e a r isto c r a tic o , ch e u n fu n z io n a rio fu n z io n a n te m a co n u n n o m e p le b e o ! E ’ il nome c h e d e c id e l ’im p o rta n z a d i u n a c o s a , n on la s u a fu n z io n e re a le , « v e ra » . L ’e rm e n e u tic a c o m e g io c o d e lle a p p a r e n z e , è l ’u n ic a a ttiv ità p o s ­ s ib ile in u n a so c ie tà se n z a fo n d a m e n to e se n z a « q u a lità » . In q u a n to g io c o d i s u p e r fic ie , e s s a c o n d u c e a tra sfo r m a r e il c o m p o rta m e n to e tic o tr a d iz io n a le , tu tto im p ro n ta to a l ra g g iu n g im e n to d i u n a M e ta S u p r e m a . L e m ete, o r a , n o n h a n n o v a lo re in trin se c o , so n o p u ri n o m i, fo rm u le , a b iti, m o d e , o g g e tti d i c o n su m o : « L a m e ta è p o sta a b re v e 14. R . M u sil, l 'u o m o se n z a q u a lità , tr. it. T o rin o , 1962, p . 576. 15. Iv i. |> 818.

141

d is ta n z a : m a a n c h e la v ita è b r e v e , e c o sì si o ttien e u n m a ssim o di b u o n i su c c e s s i; d i p iù n on o c c o rre a l l ’u o m o p e r e sse re fe lic e , p erch é il su c c e sso fo g g ia l ’a n im a , m e n tre q u e llo a c u i si isp ir a se n z a o tte ­ n e rlo la sto r c e s o lta n to ; p e r e sse re fe lic i n on h a im p o rta n z a lo sc o p o p r e fis s o , m a s o lo il fa tto d i ra g g iu n g e rlo » *6. In tal m o d o fo rm a lism o e n o m in a lism o d iv e n ta n o fu n z io n i d i u n pragmatismo d iffu s o , di u n a s o r ta di consumismo morale d o v e il v a lo re è c o stitu ito d a lla quantità d e i s u c c e ssi o tte n u ti. N o n c ’è u n ’a z io n e c o n , d ie tro , u n a v o lo n tà , so tto , un fo n d a m e n to e , d a v a n ti, u n a d ire z io n e d a d e c ifr a r e , d a p o r ­ ta re a lla lu c e , d a d isv e la r e : c ’è s o lo u n a m o lte p lic ità d i a z io n i co m e m o lte p lic ità d i r isu lta ti, di e ffe tti, d i fe n o m e n i a c ia sc u n o d e i q u a li si p u ò d ise g n a re a tto rn o u n a ra g g ie ra d i in te rp re ta z io n i. S e n z a , p e rò , ch e c iò c o m p o rti la n e c e ssità d i u n a az io n e -n u c le o , d i u n ’azion ea to m o , d i u n ’a z io n e-cen tro c h e d o v re b b e p o r si c o m e « re a ltà o g g e t­ tiv a » : a n ch e l ’a z io n e in fa tti, non è ch e u n m o d o d i in te rp re ta z io n e , u n ’o p in io n e p r a tic a ta , u n a m e ta fo ra g io c a ta . Q u e s to p rim a to d e ll’in te rp re ta re su l v e d e re , d e ll’e rm e n e u tic a su l­ la theoria, h a d e lle c o n se g u e n z e n o n d a p o c o s ia n e lla linguistica (c fr . F. M a u th n e r, Beiträge zur einer Kritik der Sprache, 1 9 0 1 ) sia neti'epistemologia. A p ro p o sito di q u e s t ’u ltim a p o sso n o e sse r fa tte v a le re q u e ste p a r o le di W . H e ise n b e rg : « N o n ogn i c o n c e tto o p a r o la ch e sia n o fo rm a ti in p a s s a to a ttra v e rso l ’a z io n e re c ip ro c a tra il m o n d o e noi so n o in re a ltà e sa tta m e n te d e fin iti risp e tto al lo ro s ig n ific a to (...) P e rc iò non sa r à m ai p o ssib ile co n la p u r a ra g io n e p e rv e n ire a q u a lc h e v e rità a sso lu ta . I c o n ce tti p o sso n o , tu tta v ia , e sse re d e fin iti rig u a rd o a i lo ro ra p p o r ti » 1617. U n a se m a n tic a d iv e n ta d u n q u e im p ro p o n ib ile : l ’u n ica a ttiv ità c o n se n tita è l ’a n a lisi e l ’in v en z io n e sin ta ttic a , o ssia l ’in te rp re ta z io n e ch e g io c a e n on sc o p re , in so m m a u n a ermeneutica ludica. M a q u e sto g io c o d ’in te rp re ta z io n i che s fa ld a i c o n ce tti d e fin itiv i e sc io g lie sig n ific a ti sta b iliti, v a lo ri c o n so lid a ti, p rin c ìp i u n iv e rsa li, n o n si p re se n ta m a i « p u ro » , in te g ra le e r a d ic a le : si p o rta d ietro e sp e sso a n ch e d e n tro fra m m e n ti d i n o sta lg ia p e r c iò ch e h a sp e z ­ z a to e d ilu ito e p e r c iò ch e c o n tin u a a sp e z z a re e a d ilu ire nel su o d is p ie g a r s i. S itu a z io n e e se m p la re d o v e q u e sti co cci d i n o sta lg ia sp u n ­ tan o co n m a g g io re fr e q u e n z a , è q u e lla d elle a rti, in p a rtic o la re q u e lla fo rn ita d a lla p o le m ic a di K lim t co n tro la p ittu ra a c c a d e m ic a , M a k a rt in te sta . C o m ’è n o to K lim t d e d ic a g ra n p a rte d e lla su a v ita d ’a rtista a d a tta c c a re l ’e c c e sso di d e c o ra tiv ism o p ra tic a to d a lla p ittu ra acca16. Ivi, p. 27. 17. W. Heisenberg, F i s i c a e f il o s o f i a . Ir. il, Milimo, 1966, pp.

t IO-1 II.

d e m ic a , e c c e sso ch e si riso lv e n e ll’u so e n e lla d isp o siz io n e e c lettici d i tu tti g li stili del p a s s a to , se n z a rig u a rd o a lle e p o c h e in c u i e ssi e ra n o so rti e si e ra n o s v ilu p p a ti. L ’u to p ia di K lim t c o n siste n el p r e ­ su m e re d i d istru g g e re q u e sto « d ile tta n tism o » ch e u sa di tu tti gli stili — e , q u in d i, d ile g u a r la n o z io n e ste ssa di stile — o p p o n e n d o v i u n n u o v o stile , u n o stile ch e non r ifu g g a in a sso lu to d a lla d e c o ra ­ z io n e m a tro v i le fo rm e di u n a d e c o ra z io n e a d e g u a ta a i tem pi. Q u e sto q u a n d o l ’e c le ttism o a c c a d e m ic o a v e v a già d istru tto il c o n ­ c etto ste sso d i te m p o ! Il p u ro kitsch d elle o p e re di M a k a rt c h ia risc e m o lto p iù la situ a z io n e d i q u a n to n on fa c c ia n o le r a ffin a te c o m p o si­ z io n i di K lim t: nel p rim o , in fa tti, l ’a sso c ia z io n e fo r z a ta di elem en ti fig u ra tiv i e d i stili c o m p o sitiv i a p p a rte n e n ti a d e p o c h e d iv e rse tra ­ v o lg e co m p le ta m e n te la ste s s a n o zio n e di te m p o sto r ic o , e , d i c o n se ­ g u e n z a , la p o s s ib ilit à d i rappresentare a d e g u a ta m e n te q u a lc h e su a f a s e . K lim t p re su m e a n c o ra ch e vi s ia la p o s s ib ilit à di d e fin ire un te m p o sto r ic o , le su e c a ra tte ristic h e p e c u lia r i, le su e lin ee g e n e ra li: c re d e a n c o ra in un te m p o -v e rità , in u n tem p o -o g g etto , in u n te m p o ­ d a to , o s s ia in u n ’e p o c a r a p p r e se n ta b ile co m e e p o c a s p e c ific a , d e li­ m ita ta , p u n tu a le . M a si sm e n tisc e d a s é : le su e o p e re so n o e non p o tre b b e ro non e sse re , s o lo d e c o ra z io n i d iv e r se , o s s ia so lo nuove in te rp re ta z io n i. N a tu ra lm e n te , n on in te rp re ta z io n i-d i, m a interpretazioni-a, o s s ia in ra p p o r to e sc lu siv o con a ltre in te rp re ta z io n i, co n a ltre fo rm e il cu i rife rim e n to c o n te n u tistic o è d a tem p o a n d a to p e r­ d u to . S te sso d e stin o u to p ic o to c c a a l l ’in ten to rifo rm a to re d i L o o s in a rc h ite ttu ra . C o n tro l ’e s a s p e r a t o d e c o ra tiv ism o c h e s o ffo c a v a l ’in te ra e d iliz ia v ie n n e se , L o o s sc riv e a d d ir ittu r a u n ’o p e r a (Ornamento e de­ litto, 1 9 0 8 ) p ro p o n e n d o co m e a n tid o to il rito rn o a lla fu n z io n e , a l « v a lo re d ’u so » d e g li o g g e tti e d e lle a b ita z io n i. L ’im p o rta n z a d i tale b a tta g lia n on v a so tto v a lu ta ta , se non a ltro p e rc h é a v r à n o n p o c h i rifle ssi e c re d iti n ei co n fro n ti d el B a u h a u s e d e ll’in tero fu n z io n a ­ lism o co n te m p o ra n e o . M a , d a l p u n to di v ista te o ric o e sto r ic o , era g ià u n a b a tta g lia p e rsa . D a l p u n to di v ista te o ric o , p e rc h é p r e su p ­ p o n e v a l ’e siste n z a di u n u so p u ro , im m e d ia to , a sso lu to d eg li o g g etti e d e g li e d ific i, che in re a ltà n on si è m a i d a to n é p o trà m a i d a rsi. N o n p u ò e siste re la m a n ig lia id e a le p e rc h é non p u ò e sse rv i u n m o d o id e a le , p e rfe tto , d i a p r ir e u n a p o r ta : le m ig lia ia d i fo rm e d iv e rse di m a n ig lia che p o ssia m o tro v a re c o rrisp o n d o n o a m ig lia ia d i m o d i d i­ v e rsi di a p r ir e u n a p o r ta , non n a sc o n d o n o , n on a b b e llisc o n o , non « c o p ro n o » un m o d o o rig in a rio , a rc h e tip o , di a p r ir e u n a p o rta . Q u e ­ sta sp e c ie di p la to n ism o d isto rto ch e m a rc h ia l ’im p re sa di L o o s m o ­ r ii

s tr a b e n p re sto la c o r d a : il d ise g n o e sse n z ia le , rid o tto a p u re « lin e e , p u n ti e su p e r fic i » , d e g li o g g e tti e d e g li e d ific i d a lui p ro g e tta ti e re a liz z a ti, non è a ltro c h e u n ’e n n e sim a , s e p p u r p re g e v o le ed o rig i­ n a le ,

interpretazione ch e risp o n d e , p a r la , d ia lo g a non co n un o g g e tto

p u ro o co n u n a fu n z io n e p e r fe tta , m a c o n a ltre in te rp re ta z io n i, con a ltre fo rm e , co n a ltri stili, c o n a ltre m e ta fo re . L e p re su n z io n i d i v e ­ rità , d i s v e la re e di in d ic a re , di s c o p rire e d i d e sc riv e r e il

vero u so

d e g li o g g etti non re siste c h e p e r u n a ttim o : b a sti a ffia n c a r e e c o n ­ fro n ta re l ’e ste rn o d e lla c a s a S te in e r a V ie n n a (1 9 1 0 ) con la s a la d a p r a n z o in te rn a d e lla s te s s a , p e r v e r ific a r e il fa llim e n to d e ll’u to p ia lo o sia n a . F o rse c h e le q u a ttr o c o rd ic e lle c h e re g g o n o il la m p a d a r io r isp o n d o n o a lla p u r a fu n z io n e d e ll’illu m in a z io n e o a lla p u ra fu n z io n e s t a t ic a ? F o r se c h e le fin e stre re tta n g o la ri a l l ’u ltim o p ia n o c o r r isp o n ­ d o n o a d u n a fu n z io n e « re tta n g o la re » d e lla v isio n e a l l ’e ste rn o o d e l­ l ’illu m in a z io n e d a l l ’e s te r n o ? In r e a ltà , l ’a r b itr a r ie tà « in te rp re ta ti­ v a » d e lle q u a ttr o c o rd ic e lle , sm a sc h e ra l ’a r b itra rie tà d e lle fin e stre re tta n g o la ri p a lu d a ta d i p re su n z io n e fu n z io n a lista . L a fu n z io n e , a l­ lo r a , n on p u ò e sse re la v e rità , m a è s o lo una v e rità d i fa c c ia o a c ­ c a n to a d a ltre v e rità , tra cu i a n c h e q u e lla , « fo lle » d ’o rn a m e n to , d e lla E rn st L u d w ig s-H a u s d i O lb r ic h : è so lo , in so m m a , m e ta fo ra tra m e ta fo re . M a la b a tta g lia di L o o s è p e rd u ta a n ch e su l p ia n o d e lla sto r ia , in p a rtic o la re su q u e llo d e lla sto r ia d e ll’a rc h ite ttu ra : l ’e c le ttism o , in­ fa tti, a v e v a m o stra to g ià d a tem p o — in isp e c ie co n V iollet-le-D u c — ch e l ’a sso c ia z io n e e la c o n ta m in a z io n e di tip o lo g ie fo rm a li e c o ­ stru ttiv e d iv e rse p o te v a d iv e n ta re fu n z io n a le a lla sp e rim e n ta z io n e di n u o v i m a te ria li (ce m e n to , v e tro , fe r r o ): non so lo , d u n q u e , u n a m a n ­ c a n z a d i fid u c ia d i rip ristin a re uno stile p e r un’epoca, m a a n ch e la c o n sa p e v o le z z a che tale m a n c a n z a , ta le v u o to , tale d isillu sio n e stili­ stic a p u ò d iv e n ta re p ro d u ttiv a di n u o v e te c n o lo g ie c o stru ttiv e lib e ­ rate d a lla n e c e ssità di d o v e r ra p p re se n ta re il se n so g lo b a le di un p e rio d o sto r ic o , o l ’a n im a di un p o p o lo , o la Weltanschauung di u n a c la s s e : v e n t’an n i d o p o la m o rte di V io llet-le-D u c, K lim t c o ltiv a a n ­ c o ra l ’u to p ia d i u n a F o r m a in g ra d o d i ra p p re se n ta re — o s s ia di c o ­ g lie re , c o m p re n d e re e tra d u rre — la V ita del tem p o n ella su a g lo b a ­ lità , nel su o se n so p ro fo n d o , n ella su a « a n im a » : e q u e sto q u a n d o la v ita-d el-tem p o , l ’e p o c a m o d e rn a , o ffr e o rm a i so lo in dizi di fr a m ­ m e n ta rie tà , d o v e l ’u n ico « se n so p ro fo n d o » ch e si p u ò c o g lie re ò la m a n c a n z a di q u a ls ia s i se n so p er la p re se n za — d in a m ic a e c o n flit­ tu a le — di tutti i se n si p o ssib ili. In lai se n so l'e c le ttism o e il Kitsch, che ne è la su a ra d ica liz z a /.io n e « in gen u a » e di m a ssa , ci d ic o n o

s u lla « c r isi » m o lto di p iù d i q u a ls ia s i in te rv e n to o illu m in a z io n e c r itic a . C o sì n e lla m u sic a : ai d iv e rsi p ro g e tti d i « o p e r a d ’a rte to ta le » v a i la p e n a di c re d e re m en o c h e a l l ’o p e re tta , a lla s u a s u p e r fic ia lità , a l su o rifiu to d e lla se rie tà . P a ra d o ssa lm e n te , l ’u n ic a « o p e r a d ’a rte to ta le » p o ssib ile n e ll’e p o c a m o d e rn a è p r o p rio q u e s ta fo r m a d i c o n ­ ta m in a z io n e tra p a r o la e su o n o c h e n u lla p re te n d e d i d ire , d i sp ie ­ g a r e , d i ra p p re se n ta re m a c h e in d ic a — in c if r a , p r e se n ta n d o si, l ’im ­ p o s s ib ilit à a priori di o g n i « to ta lità » n e lla v ita e n e ll’a rte . L ’u n ic o se n so — r in tra c c ia b ile m a n on d e fin ib ile — è , a n c h e q u i, la man­

canza d i u n se n so u n ic o o u n iv o c o d o v u ta a lla ridondanza d i se n si, a lla lo ro c o m p re se n z a e q u ip r o b a b ile , a lla lo ro c re sc e n te e n tro p ia . G iu sta m e n te — m a , fo r se , a n c o r tro p p o « se ria m e n te » — h a o sse r ­ v a to K a r l K r a u s a p r o p o sito d e lla m u s ic a : « N e ll’o p e r a l ’e le m e n to m u sic a le si b e ffa d e ll’ele m e n to te a tra le , e la n a tu ra le p a r o d ia c h e ri­ su lta d a l l ’a c c o sta m e n to d e lle d u e fo rm e ren d e r id ic o lo a n c h e il p iù c a u to e d e lic a to p ro p o sito d i re a liz z a re u n ’o p e r a d ’a rte to ta le . Q u e s ta è p o s s ib ile so lo n e ll’o p e re tta , d o v e a z io n e e c a n to si fo n d o n o , in q u a n to h an n o co m e p r e su p p o sto la b u ffo n e r ia » 18.

18. K . K rm is, D e tti e c o n tr a d d e tti . Ir. it. M ila n o .

14 5

1972, p.

124.

N IE T Z S C H E :

K R IS IS C O M E K A IR O S

« II p a sto r e p o i m o rse c o sì c o m e g li c o n sig lia v a il m io g r id o ; e m o rse b e n e . L o n ta n o d a sé sp u tò la te sta d e l se rp e n te : e b a lz ò in p ie d i » In q u e sto p a s s o , c o m ’è n o to , N ie tz sc h e in d ic a , m e ta fo ­ ric a m e n te m a in e q u iv o c a b ilm e n te , in ch e m o d o a v v ie n e la lib e ra z io n e d a lla co n c e z io n e c ic lic a d e ll’e te rn o rito rn o « c h ia c c h e ra ta » d a l n a n o : lib e ra z io n e ch e si p o n e co m e c o n d iz io n e p e r a ttin g e re u n ’e sp e rie n z a d e l tem p o co m e « a ttim o im m en so » 12. M a q u e sto p a s s o co n tie n e u n g ro v ig lio d i p ro b le m i ch e v a sc io lto . In n a n z itu tto , il fa tto c h e il p a ­ sto re m o rd a su consiglio d i Z a r a th u s tr a im p lic h e re b b e u n p re lim in a re ric o n o sc im e n to d i Z a r a th u s tr a co m e m a e stro , co m e g u id a sp ir itu a le ; m a s a p p ia m o ch e, p r o p rio p o ch e p a g in e p rim a , N ie tz sc h e m ette in b o c c a a Z a r a th u s tr a d u re p a ro le c o n tro chi a b b ia a n c o ra la d e b o ­ le z z a e il b iso g n o d i in te n d e rlo co m e fo n te di in se g n a m e n to , co m e so g g e tto d i v e rità : « V o i m i v e n e ra te ; m a che a v v e r r à , se un g io rn o la v o str a v e n e ra z io n e c r o lle r à ? B a d a te ch e u n a sta tu a n on v i sc h ia c c i! V o i d ite di c re d e re a Z a r a t h u s t r a ? M a ch e im p o rta di Z a r a th u str a ! V o i sie te i m iei c re d e n ti, m a ch e im p o rta di tutti i c re d e n ti! » 3. M a 1. F . N ie tz sc h e , Z , p . 194. 2. S u l co n ce tto d i etern o rito rn o co m e a ttim o im m en so ci p e rm e ttiam o d i r in v ia re a l n o stro sc ritto N i e t z s c h e : a t t i m o i m m e n s o e c o n s e n t ir e , in « N u o v a C o r r e n t e » , 1981 (85). 3. F . N ie tz sc h e , Z , p. 9 2, § 3. E ’ d a n o tare, a q u e sto p r o p o sito , u n ’in­ c re d ib ile a ffin ità — ce rtam e n te n on in te n zio n ale — tra il p e n sie ro di N ie tz sc h e e la filo so fia z e n : c fr ., p er e se m p io , S . S u z u k i, M e n t e z e n , tr. it. R o m a , 1976, p. 4 6 ; 6 2 : « L ’in se g n am e n to non si id e n tifica co n n o i, è so lo u n a c e rta sp ie g a z io n e di noi. P erc iò esse re a tia c c a ti uH’in segn n m en to o al m a e stro è un g ro sso e rro re . N el m om en to ste sso in cu i in c o n trate un m ae stro , d o v e te la sc ia re il m u estro ed esse re in d ip en d en ti » . (T r . an ch e M u m o n , L a

la q u e stio n e p iù im p o rta n te d a riso lv e re — ta n to c h e N ie tz sc h e s te s s o in v ita a in te rp re ta rg li l ’e n i g m a 4 — c o n siste n el s a p e r e chi è c o lu i c h e d e c id e d i m o z z a re c o n u n m o rso la te sta d e l se r p e n te ? Z a r a th u s tr a o il p a s t o r e ? In r e a ltà , p e r N ie tz sc h e il so g g e tto d e lla d e c isio n e non p u ò e sse r e d e te rm in a to : Z a r a th u s tr a p u ò e sse re la c o ­ sc ie n z a , o l ’in c o n sc io d el p a sto r e , m a p u ò e sse rn e an c h e , d a v v e ro , il m a e stro . C iò che c o n ta è p iù il risultato d e lla d e c isio n e ch e non i so g g e tti e le m o tiv a z io n i c h e ne sta re b b e ro a lla b a s e : q u e lli e q u e ste , in fa tti, so n o talm en te un in tre c cio , un « g ro v ig lio » 5, un « c a m p o di b a tta g lia di p iù v irtù » e, che la lo ro d e sc riz io n e non h a fin e. In se c o n d o lu o g o , per che cosa si d e c id e ? P er il p a s s a g g io d a u n o sta to d i n o n -v e rità, di in a u te n tic ità d o m in a to d a lla co n c e z io n e c i­ c lic a d e ll’e te rn o rito rn o , a d u n o v e ro , a u te n tic o , fo rn ito d a l l ’e sp e ­ rie n z a d e ll’attim o im m e n so ? M a , se c o sì fo sse , n on si re in tro d u rre b b e la d ic o to m ia tra v e ro e fa ls o , tra e sp e rie n z e in a u te n tic h e e d e sp e rie n z a a u te n tic a ? N o n so lo : a m m e tte n d o ch e ci p o s s a e sse re un « p a s ­ sa g g io » d a u n a c o n c e z io n e v o lg a re d e ll’e te rn o rito rn o a lla c o n ce z io n e d e ll’e te rn o rito rn o co m e a ttim o im m e n so , non si riam m e tte im p lic ita ­ m en te u n a te m p o ra lità lin e a re e , q u in d if la p o ssib ilità di d isp o rre lu n g o le su e sc a n sio n i le ta p p e di u n a re d e n z io n e , e di u n a « p e d a ­ g o g ia » d e lla re d e n z io n e ? In e ffe tti q u i N ie tz sc h e sc o n ta l ’a r d ir e di e sse r si sp in to fin o a g li e stre m i lim iti d e l lin g u a g g io filo s o fic o tr a d i­ z io n a le , a ffa tto im p re g n a to d i c a te g o r ie e di criteri m e ta fisic i e , q u in d i, a ffa tto in a d e g u a to a d e sp rim e re c o n ce tti d el tu tto n u o v i. N o ­ n o sta n te n o n si p o s s a p re su m e re d i sp in g e rsi p iù in là d e llo ste sso N ie tz sc h e , tu tta v ia si p u ò a z z a r d a r e u n ’in te rp re ta z io n e d e l p a s s o ch e c o n d u c a fu o r i d a l g ro v ig lio d i d o m a n d e c h e h a su sc ita to . In n a n z i­ tu tto si p u ò r ib a d ir e c h e n e ssu n o , e , n el c o n te m p o , tutti e tu tto d e ­ c id a : se , in fa tti s ia il p a sto r e ch e Z a r a th u s tr a so n o q u el « g ro v ig lio » c h e si d ic e v a , d ’a ltr a p a r te e ssi non so n o i so li ch e p o sso n o v e n ir ric o n o sc iu ti co m e i r e sp o n sa b ili d e lla d e c isio n e : a tto rn o a lo ro il p a e s a g g io , il c a n e ch e u lu la e lo ste sso se rp e n te c h e ten ta d i so ffo -

p o r ta se n z a p o r ta , tr. it. M ila n o , 1980, p . 6 1 : « I n c o n t r a n d o un m a e stro di Z e n lu n g o la s tr a d a n on a ffr o n ta te lo né co n le p a r o le n é c o l sile n z io . D ate g li u n p u g n o in fa c c ia , e vi d ira n n o ch e c a p ite lo z e n » ; e C h . H u m p h rey s, L o zen , tr. it. 1963, p p . 69-70: « Q u a n d o fo sh u tro v ò nel te m p io un m o­ n a c o , ch e sta v a a d o r a n d o l'im m a g in e d el B u d d h a lo c o lp ì co l b a s to n e : ” N on c ’è fo rse q u a lc h e g io v a m e n to n e ll’a d o r a r e il B u d d h a ” , c h ie se il m o n a c o . " N ie n te ” è m eg lio d i "q u a lc h e g io v a m e n to ” fu la fa m o sa r i s p o s t a » . 4. C fr. I \ N ie tz sc h e , Z , p. 194: « S c io g lie te d u n q u e l’e n ig m a ch e a llo r a c o n te m p la i, in te rp retatem i la v isio n e d el più so lita rio tra g li u o m in i! » . 3. Iv i. p. 31. 6. Iv i, p. 38.

147

io

c a r e il p a sto r e , c o n tr ib u isc o n o a c h e q u e lla d e c isio n e s ia p r e sa . A l­ lo ra il c o n sig lio (Rat) — n on l ’o rd in e — d i Z a r a th u str a e la v o lo n tà d e l p a sto r e non risu lta n o e sse re p iù fo r t i d e l g io c o m e ram e n te fis ic o tra il se rp e n te e il p a sto r e , g io c o ch e d e c id e d e lla so p ra v v iv e n z a d i q u e s t’u ltim o . In se c o n d o lu o g o , se è p la u sib ile q u e s ta in te rp re ta z io n e ch e flu id ific a le re sp o n sa b ilità d e lla d e c isio n e , è c h ia ro c h e n e ssu n p a s ­ sa g g io di sta to è d e c iso in b a se a d u n a n o z io n e d i te m p o -v e ro : a n ch e Z a r a th u s tr a ch e è il « m a e stro d e ll’e te rn o rito rn o » co m e a ttim o im ­ m e n so , non sp ie g a a l p a sto r e perché d e v e m o z z a re la te sta a l se r ­ p e n te c h e r a ffig u r a la v e rsio n e c ic lic a d e ll’e te rn o rito rn o , m a gli c o n ­ sig lia se m p lic e m e n te d i fa r lo . C o sì, il p a sto r e d e c id e d i se g u ire il c o n sig lio n on e sc lu siv a m e n te p e rc h é v o g lia in te n z io n a lm e n te re a liz ­ z a re l ’e sp e rie n z a d e ll’e te rn o rito rn o d e lP a ttim o im m e n so , m a a n ch e p e rc h é si se n te fisic a m e n te so ffo c a to d a q u e lla d e l te m p o c ic lic o . C o m e n on su ssist e p e r n e ssu n o d e i d u e u n m o tiv o d e te rm in a n te d e fi­ n ib ile , c o sì p e r n e ssu n o d e i d u e s u s s is t e u n a d e fin ib ile fin a lità . L a d e c isio n e , a llo r a , si p r o d u c e , in d ip e n d e n z a n on d e te rm in a n te e n on e s c lu s iv a d a i m o tiv i so g g e ttiv i e d o g g e ttiv i, e sa tta m e n te co m e n e lla d isc ip lin a zen d el tiro c o n l ’a rc o la fr e c c ia sc o c c a e c o lp isc e il c e n tro co n u n a tensione senza intenzione: « la v e r a a rte — e sc la m ò a llo ra il M a e stro — è se n z a sc o p o , se n z a in te n z io n e ! Q u a n to p iù le i si o sti­ n e rà a v o le r im p a ra re a f a r p a rtire la fr e c c ia p e r c o lp ir e sic u ra m e n te il b e rsa g lio , ta n to m e n o le riu sc irà l ’u n a c o sa , tan to p iù si a llo n ta ­ n e rà l ’a ltra » ’ . C o sì, p e r p r e p a r a r e le co n d iz io n i p ro p iz ie a lla d e c i­ sio n e ch e a p re a l l ’in tu iz io n e e a l l ’e sp e rie n z a d e ll’e tern o rito rn o co m e a ttim o im m e n so , n o n è n e c e ssa r ia u n a d isc ip lin a a u to r ita r ia ch e re­ g o li in m o d o u n iv o c o le ta p p e d elibazione p r e fissa n d o e c o n tro lla n d o p o i la lo ro sc a n sio n e partendo d a ll’a n a lisi d e lle m o tiv a z io n i, p a s ­ sa n d o p e r le tecn ich e d ’e se c u z io n e e terminando co n la d e fin iz io n e d e lle fin a lità : è in v ece su ffic ie n te u n a d isp o siz io n e a l l ’a p e rtu ra , al la s c ia r s i v e n ire tu tte le p o ssib ili m o tiv a z io n i — d a lle p iù p a le si, c o ­ sc ie n ti, m e d ita te , a q u e lle p iù re c o n d ite , in co n sc ie , ir r ifle sse — fin ch é e sse , a u to n o m a m e n te si c o m b in in o in u n p u n to c ritic o e in u n istan te fa v o re v o le ch e c o stitu isc a n o , risp e ttiv a m e n te , lo sp a z io e il tem p o d e lla d e c isio n e . L a d e c isio n e , in fa tti, n on si p o n e in N ie tz sc h e co m e a tto di u n a v o lo n tà d e te rm in a ta e d e fin ib ile v o lta a ra g g iu n g e re un 7 7. E . H e rrig e l, L o zen e il tiro con l'a rc o , tr. it. M ilan o , 1979, p p . 47-8. « L ’e sp e rie n z a zen , m en tre non im p lica u n a c o n d o tta sp e c ific a d i az io n e, g ia c c h é m a n c a di sc o p i e d i m o tiv i, si volge se n z a esitare a q u a lu n q u e c o sa si presen ti p e r esse re c o m p iu ta » (Λ . W atts, l a via d e llo re o , tr. il. M ilan o , 1980, p, 160).

d e te rm in a to e d e fin ito fin e in b a se a d u n a d e te rm in a ta e d e fin ita in te n z io n e , m a co m e il risu lta to , il « p r e c ip ita to » , d i u n a se rie in d e ­ fin ita e in d e c ifra b ile di ele m e n ti ch e si in co n tra n o in u n « c a s o fa v o ­ re v o le » 8. C o g lie re q u e sto c a s o fa v o r e v o le è p r iv ile g io d e l g e n io ch e la s c ia m a tu ra re tu tte le p o s s ib ilit à fin o a l p u n to g iu sto , o s s ia se n z a atte n d e re tr o p p o , ta n to d a la s c ia r s e lo sfu g g ir e , m a a n c h e se n z a e sse re ta n to im p a z ie n te d a f a r fa tic a a d o tte n e rlo . E ’ c h ia ro a llo r a ch e q u e sta e q u ilib r a ta te c n ic a p e r c o g lie re il c a s o fa v o r e v o le è a g li a n ti­ p o d i d i q u e ll’a g ire in b a se a c a lc o li ra z io n a li o a g iu d iz i m o ra li ch e s fo r z a g li ev en ti a d o r d in a r s i e a d a c c e le ra rsi in v ista d i u n o sc o p o sta b ilito : « U tiliz z a re e riconoscere il c a so sig n ific a g e n io . U tiliz z a re c iò ch e risp o n d e a u n fin e ed è n o to — m o r a lità ? » 9. C h i d e c id e , d u n q u e , n on è u n so g g e tto p a r tic o la r e , u m a n o o d iv in o che sia , m a il c a s o fa v o r e v o le s te sso : e s s o in fa tti, p ro p rio in q u a n to kairòs, sta a d in d ic a re — a n ch e a p a r tir e d a lla su a ra d ic e e tim o lo g ic a in d o e u ro ­ p e a krr — u n p u n to g iu sto in a rm o n ia con le v a r ia b ili, un m om en to o p p o rtu n o , u n ’o c c a sio n e c o n v e n ie n te ch e d e c id e d e lla situ a z io n e . In tal se n so « d e c isio n e » è a ssim ila b ile a l term in e e a l c o n ce tto g reco d i krisis, p r o p rio in q u a n to q u e sto non in d ic a a ffa tto un tu rb a m e n to , u n a c a d u ta o u n a c o rru z io n e d i u n o sta to p re su n to o rig in a rio e p e r­ fe tto , m a c o n n o ta u n discrimen, u n m o m en to d e c isiv o , u n p u n to r iso lu tiv o , p r o p rio n e ll’a c c e z io n e in c u i lo si tro v a u sa to n e lla ter­ m in o lo g ia c lin ic a d i G a le n o , d i Ip p o c r a te e d i S e n e c a , o in q u e lla b e llic a d i T u c id id e e d i P o lib io . A llo r a n on si tra tta , co m e n e lla tra d iz io n e c h ilia stic a c r is tia n a , d i in te n d e re il kairòs co m e m o m e n to in c u i si d à q u e ll’e sp e rie n z a d e ll’a s s o lu ta p re se n z a d e l tra sc e n d e n te n e lla sto r ia , in b a s e a lla q u a le il c re d e n te p u ò d e c id e re della s to r ia ;

8. F . N ie tz sc h e , F P 79-81, p . 2 8 1 . L a p o le m ic a d i N ie tz sc h e co n tro la c a u sa lità d el v o le re è n o ta : l'a b b ia m o r ib a d ita p iù v o lte (p e r e se m p io G .G . P a sq u a lo tto , N ie tz sc h e o d e ll’e rm e n e u tic a in te rm in a b ile , in A a .V v ., C ru c ia lità d e l tem p o , N a p o li, 1980), m a b a ste r e b b e leg g ere il 3 ° § d e llo sc ritto I q u a ttro g r a n d i e rr o ri c o n te n u to in C r (p p . 86-8) p e r e sim e rsi d a l r ib a d irla a n c o ra u n a v o lta . 9 . Iv i, p . 28 6 . L a rin u n c ia di N ie tz sc h e a lla co n c e z io n e « fo rte » d el­ l ’a z io n e se c o n d o in te n z io n e c o n sa p e v o le , p r o p ria d e lla tra d iz io n e g iu d aic o c r istia n a , è e sp lic ita in p iù fa si d el su o p e n sie ro : c fr ., p e r e se m p io , il fra m m e n to d e ll’83 in cu i a ffe r m a , a n c o ra u n a v o lta in sin to n ia co l p e n sie ro z e n , ch e « la n o n -azio n e, il la sc ia r a n d a r e , il n on d a rs i d a fa r e , il non d i­ str u g g e r e — q u e sto è il m io m ale . C h i c o n o sc e è an c h e chi n o n d e sid e r a » (F . N ie tz sc h e , N a c h g e la sse n e F rag m e n te . Ju l i 1882 b is W in ter 1883-1884, B er­ lin , 1977, p . 2 1 5 ); e q u a n to d ice in E c c e H o m o : « " V o l e r e ” q u a lc o s a , " a s p i­ r a r e ” a q u a lc o s a , a v e re in v ista un " f i n e ” , un " d e s id e r io ” — tu tto c iò io non lo c o n o sc o p e r e sp e rie n z a . A n ch e in q u e sto m o m en to lo sg u a rd o al m jo fu tu r o un v a sto fu tu ro ! — co m e a un m are lisc io ; n essu n d e sid e r io lo in c r e s p a » . (F . N ic lz sc h e . E l i . p. 3 0 3).

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m a si tra tta di in te rp re ta rlo co m e m o m en to in c u i la sto r ia si d e c id e , o s s ia si tro v a — m a g a ri an ch e g ra z ie a lla lib e ra v o lo n tà di q u a lc h e « c red en te » — a d un p u n to c ritic o , a d u n a sv o lta . In so m m a : n on c ’è a lcu n so g g e tto ch e p o ssa d e c id e re p e r il kairòs a l fin e di m u ta re u n a situ a z io n e , m a è il kairòs di u n a situ a z io n e ch e d e c id e il m u ta ­ m en to di q u e sta . G li e v e n tu a li so g g e tti a d e ssi in tern i so n o fa tto ri n e c e ssa ri m a non su ffic ie n ti p e r l ’e v e n ie n z a del su o kairòs. C o sì il p a sto r e di N ie tz sc h e , m o z z a n d o la testa d el se rp e n te , n on d e c id e d i c o g lie re il kairòs al fin e di a ttin g e re l ’e sp e rie n z a en o rm e d e l­ l ’e te rn o rito rn o co m e a ttim o im m e n so , m a è u n a se rie in fin ita di c irc o sta n z e n o rm ali — di cui il p a sto r e e lo s te sso Z a r a th u s tr a fa n n o p a rte — ch e « p re c ip ita n o » in q u e lla e c c e z io n a le d e l kairòs c h e a p re a l l ’e sp e rie n z a d e ll’a ttim o im m e n so . C o m e in fis ic a l ’e n e rg ia to­ tale di un c o rp o o di un siste m a di c o rp i si d e te rm in a in u n a c e rta p o siz io n e , in u n a c e rta v e lo c ità , te m p e r a tu ra , sta to e le ttric o o c o m ­ p o siz io n e c h im ic a , sia in b a se a lla lo r o n e c e ssità n a tu ra le , s ia in b a se ag li in terv en ti tecn ici e ste rn i; co m e n e lla sto r ia la se rie in fin ita d e lle c irc o sta n z e si d e te rm in a in u n e v e n to d e c isiv o s ia in b a se a lla lo ro p re se n z a e a lla lo ro a z io n e , s ia in b a se a g li in terv en ti d e g li u o m in i; co m e n ella te o ria d e ll’in fo rm a z io n e la m a ssim a e n tro p ia si d e te rm in a in u n ’a ltissim a in fo rm a z io n e sia in b a se a lla q u a n tità d i in fo rm a z io n i d isp o n ib ili, sia in b a s e a lla q u a lità d e lle sc e lte e ffe ttiv e ; c o sì n e lla filo s o fia di N ie tz sc h e l ’in fin ita s o v r a b b o n d a n z a e v a rie tà d i e sp e rie n z e si d e te rm in a in c a si fa v o re v o li sia in b a se a lla n a tu ra di tali e sp e rie n z e , sia in b a s e a lla c a p a c ità d i c ia sc u n o : c o sì in fin e la d e c isio n e d e l p a sto r e è il risu lta to d i un c a s o fa v o r e v o le d e te r­ m in a to d a l co n c o rre re di c irc o sta n z e o p p o rtu n e (tr a le q u a li il co n ­ sig lio di Z a r a th u s tr a ) e d e lla su a c a p a c ità di c o g lie rle a d e g u a ta m e n te (« e m o rse b en e » ) . N e l kairòs ch e d e c id e si in tre c cia n o d u n q u e le n e c e ssità d ei m o n d i e le lib e rtà d ei so g g etti. N ie tz sc h e ci c o n d u c e « so lo » fin q u i, a co g lie re q u e sto su p re m o kairòs ch e d e c id e d e ll’e sp e rie n z a d e ll’e tern o rito rn o co m e attim o im ­ m e n so . M a o gn i a ltro kairòs d a c o g lie re a p a rtire d a l l ’e sp e rie n z a d e ll’e te rn o rito rn o co m e attim o im m e n so , è q u e stio n e ch e rig u a rd a s o lo n o i e il n o stro tem p o .

IW

E T E R N O R IT O R N O E T R A D IZ IO N E *

1. U n ’id io s in c r a s ìa a n titr a d iz io n a lista d i N ie tz sc h e a p p a r e n e llo sc ritto Richard Wagner a Bayreuth l. T u t ta v ia q u e sta n o n g li im p e d isc e p o i d i c o g lie re a n c h e la fu n z io n e d ’u tilità ch e la tra d iz io n e sv o lg e s ia p e r la s ta b ilità so c ia le d i u n a c o m u n it à 2 s ia p e r la sta b i­ lità p sic o lo g ic a d i u n in d iv id u o 3: i « c o stu m a ti » , in fa tti, c o lo ro che o b b e d isc o n o a d u n c o stu m e , a d u n ’e tic a , co m e a d u n a tra d iz io n e di re g o le e d i c o m p o rta m e n ti, so n o e « v ia g g ia n o » sic u r i, se n z a d o v e r in v e n ta re u n a re g o la o u n c o m p o rta m e n to p e r o g n i lo r o a tto , p e n ­ sie ro o in iz ia tiv a . C h i è in g r a d o d i p o r si fu o r i d a o g n i tra d iz io n e è in p rim o lu o g o e tem p o u n o sp ir ito l i b e r o 4: tu tta v ia , n e lla m isu ra in c u i q u e sto su o p o rsi-fu o ri è a n c o ra u n p o rsi-c o n tro , lo sp ir ito li­ b e ro d im o stra a n c o ra d i e sse r s o lo re a ttiv o , re -a z io n a rio , p r iv o d i u n a p r o p r ia , a u to n o m a potentia; è , in so m m a , a n c o ra d e b o le . S o lo se h a la potentia d i tra sfo r m a r e q u e sta s u a d e b o le z z a , sin to m o d i m a s s im a lib e rtà , in d e c isio n e n u o v a , in p o siz io n e d i n u o v i o riz z o n ti d i v a lo re , eg li d iv e n ta esprit fort1. V i è d u n q u e sig n ific a tiv a d iffe ­ re n z a tra sp irito lib e ro e sp irito fo rte , a n a lo g a a q u e lla ch e se g n a le fig u re d el leo n e e d e l fa n c iu llo n ello Zarathustra 6; m a ta le d if­ fe re n z a è a s s a i m en o r a d ic a le di q u e lla c h e d ista n z ia e n tra m b i d a i « c o stu m a ti » , ch e s e p a r a leo n e e fa n c iu llo d a l c a m m e llo e d a lla ple* S c ritto in c o lla b o ra z io n e co n A . B ra n d a lise . 1. C fr . F . N ie tz sc h e , W aB , IV , p . 2 3 : « N o i v e d ia m o n e ll’im m agin e d el­ l ’o p e r a tr a g ic a d i B ay reu th p re cisam e n te la lo tta d eg li in d iv id u i co n tro tu tto c iò ch e si o p p o n e lo ro co n n e c e ssità a p p a re n te m e n te in v in c ib ile , co n il p o ­ tere, la leg g e, la tra d iz io n e , la c o n v en z io n e e in teri o rd in am e n ti d e lle c o s e » . 2. C fr. F . N ie tz sc h e , U T U I , § 9 7 ; e U T U I I , § 89. 3. F . N ie tz sc h e , A , 1, § 16. 4. C fr. F. N ie tz sc h e , F P 76-78, fr. 25.8. 5. C fr. F. N ietz sc h e, U T U I , § 230. 6. C fr. F. N ietz sc h e, Z , D e lle tr e m e t a m o r fo s i.

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g ià

b a g lia \ I v eri d e b o li, in fa tti, so n o c o lo ro ch e h an n o b iso g n o d i u n a n o rm a , d i u n c o stu m e e di u n a tra d iz io n e p e r d a r re g o la a i p ro p ri m o d i d i v ita e a lle lo ro id e e . P e rta n to la lo ro fo r z a è del tu tto a p p a r e n te : e s s a è ta n to m a g g io r e q u a n to p iù fo rte è il b iso g n o d i sic u re z z a ch e e ssi h a n n o e , q u in d i, q u a n to p iù g ra v e è la d e b o le z z a in cu i e ssi sta n n o . Il p e rsiste r e d i tale b iso g n o , riv e la to re d i d e b o ­ le z z a , si m o stra e sp lic ita m e n te n el fa tt o c h e , là d o v e il d iritto n on si fo n d a p iù su lla s o la tra d iz io n e m a è e sp re ssio n e d i c o striz io n e , i d e b o li te n d o n o a r ip ristin a re il c a ra tte re tra d iz io n a le d el d iritto , ig n o ra n d o n e la su a o rig in e co n tin g e n te e sto r ic a 78. M a p e r N ie tz sc h e l ’a f f id a r s i a lla tra d iz io n e non sig n ific a so lta n to n a r c o si c h e g a r a n tisc e s ta b ilità so c ia le e b e n e sse re p sic o lo g ic o . E s s o p ro d u c e in fa tti v a rie fo rm e d i p a r a lis i a l l ’a p p a r a t o g n o se o lo g ic o e a lla v ita d e lla s c ie n z a : al p e n sie ro d e lla tra d iz io n e , p e r il q u a le la « p ie ­ trific a z io n e d e lle o p in io n i h a p e r sé o g n i o n o re » , rip u g n a l ’a tte g g ia ­ m en to d e ll’u o m o d e lla c o n o sc e n z a , c o n siste n te so p ra ttu tto n e lla « d if­ fid e n z a p e r tu tto q u a n to in n o i v o g lia s ta b iliz z a r si » 910. P e rta n to la tra d iz io n e , a ssie m e a lla riv e la z io n e , c o stitu isc e u n a « d o p p ia m u ra ­ g lia » ch e b lo c c a o g n i « fa r e n u o v i e sp e rim e n ti e il v o le r c o n tin u a re n e ll’e sa m e e n e lla c e rn ita » F in q u i, d u n q u e , la p o siz io n e d i N ie tz sc h e nei c o n fro n ti d el p r o ­ b le m a d e lla tra d iz io n e è, p e r q u a n to ricc a di a rtic o la z io n i e s fu m a ­ tu re , c h ia ra . T u t ta v ia q u e sta su a ric c h e z z a n on ne f a q u a lc o s a d i ra d ic a lm e n te n u o v o risp e tto a lle critic h e « illu m in istic h e » m o sse a lla tra d iz io n e d a a lc u n i d e g li au to ri a N ie tz sc h e p iù « v ic in i » : p e r e se m p io M o n ta ig n e 11 ed E m e rso n 12. M a N ie tz sc h e su l p ro b le m a d e l­

7. N e ssu n a c o n n o ta z io n e so c io lo g ic a o p o litic a n e ll’a tta c c o di N ietz sc h e a lla p le b a g lia ( G e s i n d e l ) : e s sa è la « c a n a g li a d el p o te re, d e lla p en n a e dei p i a c e r i » (Z , D e l l a c a n a g li a , p. 116, v. 5 2 ); è « l ’in tr u g lio » ( M i s c h m a s c h ) di tu tti co lo ro ch e o b b e d isc o n o ai b u o n i co stu m i (c fr. iv i, C o llo q u i o c o n i r e , p . 2 9 7 ). 8. C fr . F . N ie tz sc h e , U T U I , 4 5 9 ; e U T U I I , § 30. C fr . an ch e F P 76-78, fr. 19.114 e fr. 25.7. 9. C fr . F . N ie tz sc h e , G S , IV , § 296. 10. C fr. F . N ie tz sc h e , F P 8 8 -8 9 , fr. 14.214. 11. C fr. M . de M o n taig n e , S a g g i , tr. it. M ilan o , 1970, I, c a p . X X I I I , p . 152: « C h i v o rrà lib e ra rsi d a q u e sto a ce rrim o p re g iu d iz io d e lla c o n su e ­ tu d in e tro v e rà m o lte c o se ac c e tta te co n sic u re z z a sc e v ra di d u b b io , ch e non h a n n o a ltro so ste g n o ch e la b a r b a b ia n c a e le ru gh e d e ll’u so ch e le a c c o m ­ p a g n a ; m a str a p p a ta q u e sta m asc h e ra, r ico n d u ce n d o le c o se a lla v erità e a lla ra g io n e , se n tirà il su o g iu d iz io co m e tu tto sc o n v o lto , e tu ttav ia rim e sso in ben più sa ld o a s s e t t o » . C fr. an ch e V a u v e n a rg u e s, I n lr o d u c t io n à lu co n n a i s s a n c e d e l'e s p r ìt h u m a in (1 7 4 7 ), P aris, 1981, § C C C X V I I , p. 235: « l.es h o m m es se d éfien l m o in s de la co u ttim e et de la trad ilio n , q u e de leni· raiso n » . 12. Cfr. R.W. Fmcrson, S a g g i, tr. it. Torino, 1969, pp. 56 57: « l a virtù

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la tra d iz io n e si p ro n u n cia a n ch e in m o d o p iù a m p io e d iv e rso ri­ sp e tto a q u e l tip o di c ritic h e : « C h i si d isc o sta d a l tra d iz io n a le è la v ittim a d e llo str a o r d in a r io : ch i rim an e nel tra d iz io n a le , n e è lo sc h ia v o . R o v in a ti si v ien e in o g n i c a so » 13. L a lo g ic a ch e in n e rv a q u e sto s tra o rd in a rio a fo r is m a non è e c c e z io n a le in N ie tz sc h e : in fo n d o è la s te ssa ch e a c c o m u n a gli sp iriti « c o stu m a ti » , v in c o la ti a q u a lc h e fe d e s a c r a o p r o fa n a , ag li « sp iriti lib eri » , a n c o ra tro p p o a ffe z io n a ti a lle ce rte zz e d e lla ra g io n e c r itic a , a n c o ra tro p p o fe d e li a lla n o rm a d e l d u b b io , a i p rin c ìp i d e llo sc e ttic ism o 14. C iò ch e è e c c e z io n a le è l ’a p r ir si d e i p ro b le m i co n c u i tale lo g ic a s c o m p ig lia il tem a d e lla tr a d iz io n e : se in fa tti o p p o rsi a lla tra d iz io n e p u ò c o m p o rta re il ri­ sc h io di fa r si m e m b ri cre d e n ti d e lla c ritic a a lla tra d iz io n e , o ssia d e lla tra d iz io n e d e ll’a n titra d iz io n e , e se , d ’a ltra p a r te , sta re in q u a l­ c h e tra d iz io n e sig n ific a rin u n c ia re a lla lib e rtà in c a m b io di sic u re z z a , è a llo ra n e c e ssa rio ra sse g n a rsi ad u n a d i q u e ste d u e so lu z io n i, o a l­ l ’o sc illa z io n e tra d i e sse , o v v e ro è p o ssib ile tro v a rn e u n a te r z a ? E q u e sta te rz a so lu z io n e in che fo rm a p u ò d a r s i ? N e lla fo rm a d e l­ l ’a b b a n d o n o d e lle p rim e d u e o in q u e lla d e lla lo ro Aufhebung? O , m a g a r i, n ella fo rm a di u n a lo ro u tiliz z a z io n e g a r a n tita d al p e ric o lo di c a d e re « v ittim a » di u n a o « sc h ia v o » d e ll’a l t r a ? E se a n ch e tale u tiliz z a z io n e fo s s e p o s s ib ile , si d o v re b b e p a r la r e d i u n a p o s s ib ilit à p u ra m e n te lo g ic a o filo s o fic a , o v v e ro d i u n a p o s s ib ilit à re a le , di un’esperienza p o s s ib ile ? S i tra tte re b b e in so m m a s o lo d i u n a solu­ zione, o v v e ro , a n c h e e so p ra ttu tto , di u n a condizione d iv e r sa e nuova? A q u e sta b o r d a ta d i d o m a n d e ra d ic a li è n e c e ssa rio te n ta re d i d a r r isp o sta a ffr o n ta n d o il p ro b le m a d e lla tra d iz io n e in m a n ie ra a l­ tre tta n to ra d ic a le . Q u i, in p a rtic o la re , c iò s ig n ific a a ffr o n ta r e tale p r o b le m a in ra p p o rto a q u e llo d el te m p o e a q u e llo d e ll’e te rn o ri­ to rn o . L e rifle ssio n i d i N ie tz sc h e su l te m a d e l te m p o n on so n o né n u m e ro se n é l i n e a r i 15, m a a lc u n i fra m m e n ti d el p e rio d o 1 8 8 4 -8 5 r isu lta n o a ffa tto illu m in a n ti. In u n o d i q u e sti eg li a n n o ta : « R ifiu ­ ta re " s e n z a te m p o ” » 16. Q u e s to « se n z a te m p o » n o n v a in te so co m e p iù ric e r c a ta è il c o n fo rm ism o . L a fid u c ia in se ste ssi è il su o c o n tra rio . E s s a a m a n on r e a ltà e c r e a to ri, m a n o m i e a b i t u d i n i » . 13. F . N ie tz sc h e , U T U I , 552. 14. C fr . F. N ie tz sc h e , C r , p . 2 1 0 , § 7 ; A , § 191; F P 7 9 -8 1 , fr . 3.129; F P 8 1 -8 2 , fr. 11.204; F P 8 4 -8 5 , fr. 3 9 .6 ; A B M , § 191; F P 8 5 -8 7 , fr. 2.93 e fr. 5 .2 2 ; C M , § 12; F P 8 7 -8 8 , fr. 9 .3 8 , fr. 11.99 e fr. 11.145; C r , F P 8 8 -8 9 , fr. 14.122 e fr. 14.153; F P 8 2 -8 4 , fr. 61, fr. 3.1.236, fr. 4.56. 15. C fr. F. N ietz sc h e. S 70-73, p . 3 6 7 ; F P 1 8 8 4 , fr. 25.327 e fr. 2 6 .4 4 ; F P 8 1 -8 2 , fr. 2 3.99, fr. 11.302 e fr. 11.150; F P 79-8 1 , fr. 1.80 e 1.53. 16. I N ie l/s e h e , F P 8 4 -8 5 , fr. 35.55.

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sin o n im o d i « e te rn ità » , m a co m e e q u iv a le n te di un tem p o a p rio ri, c o n d iz io n e d e lle m isu ra z io n i d ei tem pi e m p iric i, e ste rn o a lle « c o se » c h e m isu ra e im m u n e d a lla lo ro c a d u c ità . N on c ’è d u n q u e un tem p o u n ic o e p u ro a c u i ric o n d u rre , o n to lo g ic a m e n te o g n o se o lo g ic a m e n te , le m o lte p lic i te m p o r a lità : si d a n n o in v e ce s o lo q u e s t ’u llim e co m e o riz z o n ti c o m p re n siv i di m o lte in te rp re ta z io n i te m p o ra li c di d iv e rsi te m p i: « R ite n g o c h e il n u m e ro s ia u n a fo rm a p r o sp e ltiv istic a , a llo s te sso m o d o d el te m p o e d e llo s p a z io ( ...) in so m m a ch e l ’a n im a , la s o s ta n z a , il n u m e ro , il te m p o , lo s p a z io , la ra g io n e , il fin e s u s s i­ sta n o e cadano in sie m e » n . C iò n o n s ig n ific a ch e il tem p o e i c o n ­ c e tti ch e ne c o n d iv id o n o le so rti s ia n o in se n sa ti o in u tili, m a in d ic a c h e e ssi h a n n o se n so e u tilità s o lo « p e r l ’u so m a n u a le e d o m e stic o d e l p e n sie ro » , o s s ia ch e e ssi so n o c o stru z io n i c o n v e n z io n a li e p r o v ­ v iso r ie : c iò im p e d isc e a l tem p o d i tr a sfo r m a r si in « se n z a tem p o » , in c o stru z io n e in c r o lla b ile , in fo rm a p u r a , u n iv e rsa le e d e te rn a . D ’a ltr a p a r te , « se n z a te m p o » n on c o in c id e co n « e te rn o » : « C re d o a llo s p a z io a sso lu to c o m e s o str a to d e lla f o r z a : q u e sta è d e li­ m ita ta e p la s m a ta . Il tem p o è e te rn o . M a in s é n on e siste né s p a z io n é te m p o » 1718. Q u in d i il te m p o in s é , il « se n z a te m p o » , è p u r a ip o ­ sta si, stru m e n to d e ll’a stra z io n e p e r m isu r a r e ; m e n tre il te m p o è e te r­ n o , n el se n so ch e è d iv e n ire in c e ssa n te , il c o n tr a rio d i o g n i « im p e ri­ tu ro » 19. Il tem p o n on è p e r N ie tz sc h e misura d el d iv e n ire , m a è lo ste sso d iv e n ire . A n z i: i d iv e n ire r e a li, i m u tam e n ti e i m o v im en ti c o n c re ti c o stitu isc o n o e istitu isc o n o c ia sc u n o il p r o p rio te m p o . In ­ fa tt i: « A l c o rso re a le d e lle c o se d ev e c o rrisp o n d e re an ch e u n tem p o reale p re sc in d e n d o a sso lu ta m e n te d a l senso d e lla lu n g h e z z a e d e lla b re v ità p r o p rio d e g li e sse ri che c o n o sco n o — (...) la n o stra c irc o la ­ zio n e d el sa n g u e p o tre b b e av e re in v e rità la d u r a ta d e ll’o rb ita d e lla te rra o d e l so le » 20. Q u in d i i ritm i b io lo g ic i, co m e q u e lli g e o lo g ici e q u e lli c o sm o lo g ic i, non so n o so lta n to m a te ria li d a m isu r a r e in b a se a d un u n ic a fo rm a g e n e ra le d i tem p o in sé , m a so n o so p ra ttu tto pro­ duttori d i te m p i: c o n sid e ra n d o li d a ll’e ste rn o c o n il te m p o -m isu ra e ssi v e n go n o u n ifo rm a ti; c o n sid e ra n d o li daH ’in tern o , m o stra n o il lo ro in ­ trin se c o p o lim o rfism o .

17. Iv i, fr. 40.3 9 . 18. Iv i, fr. 3 6.25. 19. C fr . F . N ie tz sc h e , Z , S u lle iso le b e ate, p . 101, v v . 54-58: « O g n i Im p e ritu ro non è ch e u n sim b o lo ! E i p oeti m en to n o tro p p o . In v e ce i m i­ g lio ri sim b o li d e b b o n o p a r la re d el tem p o e d el d iv e n ire : u n a lo d e essi d e b b o n o e sse re e u n a g iu stific a z io n e di tu tto q u a n to è p e ritu ro ! » . 20. F. N ietz sc h e, F I · 81-82. fr. 11.302.

2. Il p e n sie ro d e ll’e te rn o rito rn o , a l d i là d e lle b re v i o s c illa z io n i e d e lle p ic c o le a m b ig u ità di c u i è c o n n o t a t o 21, h a u n a su a c h ia ra e n u n c ia z io n e a l § 2 8 5 d e La gaia scienza·. « N o n e siste p iù n e ssu n a ra g io n e in c iò ch e a c c a d e , n e ssu n a m o re in c iò ch e a c c a d r à — p iù n on si d isc h iu d e al su o c u o re un a silo d i p a c e , in c u i vi s ia so lta n to d a tro v a re e n on p iù d a c e rc a re , ti sta i d ife n d e n d o c o n tro u n a q u a ls ia s i u ltim a p a c e , tu v u o i l ’e te rn o rito rn o d i g u e rra e d i p a c e » 22. L ’e sp e rire l ’in c o n siste n z a d i o g n i v a lo re -g u id a e di ogn i v e rità -d a -rip o so ( « u n a q u a ls ia s i u ltim a p a c e » ) si a c c o m p a g n a a lla c o n d iz io n e d i un incessante divenire di conflitti e tregue ( « etern o rito rn o d i g u e rra e p a c e » ) : u n a v o lta s o sp e se le p o ssib ilità e la le g ittim ità d ei v a lo r i in g r a d o di d a r ra g io n e e sig n ific a to a d o gn i fa tto e a d o gn i d a to , rim a n e il n e sso se m p re a p e rto c o n flitto -tre g u a , e le d iv e rse fo rm e d a e sso p ro d o tte . A q u e sto p u n to la fo rm u la « e te rn o rito rn o d e ll’u g u a le » p u ò a n d a re ra d ic a lm e n te r ic o n sid e ra ta , so ttra e n d o la a lle in te rp re ta z io n i ch e in ten d o n o re n d e rla c a n o n ic a 23: se in fa tti « e te rn o » sig n ific a « te m p o ra lità se n z a in iz io e fin e » , e se 1’« u g u a le » ch e « rito rn a » n o n è ch e il b in o m io d in a m ic o gu errap a c e , o s s ia la fo rm a d i c o n flittu a lità p r e c a r ie , a llo r a si p u ò d ire ch e « e te rn o rito rn o d e ll’u g u a le » sta p e r « in c e ssa n te " r it o r n o ” di co n ­ flittu a lità p re c a rie » . C iò ch e in q u e sta rifo rm u la z io n e f a a n c o r a « re­ siste n z a » è il co n ce tto di « rito rn o » : c o m e c o n c e p ire in fa tti u n d iv e ­ n ire se n z a in iz io e fin e in tre c c ia to a d u n r ito r n a r e ? C o m e p o te r p e n sa r e c o n te m p o ra n e a m e n te u n d in a m ism o in c e ssa n te e d u n a rip e ­ tiz io n e c h e in tro d u c e s t a b ilit à ? « R ito rn o » im p lic a in e ffe tti il rife ­

2 1 . S u q u e ste o sc illa z io n i c fr . G .G . P a sq u a lo tto , A t t i m o im m e n s o e c o n ­ s e n t ir e , « N u o v a C o r r e n t e » , 1981, 2 8, p p . 271-312 e Id ., N i e t z s c h e o d e l­ l ’e r m e n e u t ic a in t e r m in a b ile , in A a .V v ., C r u c i a l i t à d e l t e m p o , N a p o li, 1980, pp.

131-183. 22. F . N ie tz sc h e , G S , p. 165. 23. C fr ., p e r e se m p io , le d u e p iù illu stri in te rp re ta z io n i d el p e n sie ro d el­ l ’e te rn o rito rn o , q u e lla di L o w ith e q u e lla di H e id e g g e r: en tram b e a ssu m o n o i co n cetti d i « rito rn o » e d i « u g u a le » nel lo ro sig n ific a to im m e d ia to , se n z a a p p r o fo n d ir e d i ch e si tr a tta ; c o sì la p r im a d e v e am m ettere ch e la fo rm u la d i N ie tz sc h e è u n en ig m a ch e sv e la Γ « l ’u n ità d i u n a sc issio n e » (c fr. K . L o w ith , N ie t z s c h e e l ’e t e r n o r ito r n o , tr. it. B a ri, 1982, p . 8 5 ); e la se c o n d a , p o stu la n d o l ’id en tità tra 1’« u g u a le » e la v o lo n tà d i p o te n z a , co strin g e a p e n sa re l ’etern o rito rn o co m e « sta b iliz z a z io n e p iù sta b ile d i ciò che è se n z a s t a b i l i t à » (M . H e id e g g e r, N ie t z s c h e , P fu llig e n , 1961, I I , p . 2 86). P er u n a c o n sid e ra z io n e c ritic a di q u e ste d u e in te rp re taz io n i, co n p a r tic o la r e rife ri­ m en to a q u e lla di H e id e g g e r, cfr. G .G . P a sq u a lo tto , N ie t z s c h e - H e id e g g e r : s p u n t i p e r u n c o n f r o n t o c r it ic o , « M u s e u m P a la v in u m » . 1984, I, p p . 165-172, c Id .. C o m m e n t o a « C o s ì p a r l ò Z a r a t h u s t r a » , M ila n o , 1985.

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rim e n to a u n a te m p o ra lità fin ita in c u i sia n o d e te rm in a b ili un p rim a e u n d o p o , m en tre « etern o » im p lic a , co m e a b b ia m o v isto in p re c e ­ d e n z a , l ’a sse n z a di o g n i lim ite e , q u in d i, c o m p o rta l ’e sc lu sio n e an ch e d e ll’id e a d i su c c e ssio n e n e c e ssa ria a lla fo rm u la z io n e del c o n ce tto di « rito rn o » . Q u e s ta e sc lu sio n e non è so lo lo g ic a . E ’ lo ste sso N ie tz sc h e ch e, n ello Zarathustra, p re n d e p iù vo lte le d ista n z e d a ogn i in te rp re ta ­ zio n e c irc o la re d e ll’e te rn o rito rn o fo n d a ta su llo sc h e m a d e lla c irc o ­ la r ità , o s s ia su lla fo rm a in g r a d o d i so ste n e re nel m o d o p iù fo rte ed a d e g u a to il c o n ce tto d i « rito rn o » M. S e q u in d i è d a re sp in g e r e u n a sp ie g a z io n e d e ll’etern o rito rn o in term in i d i c ir c o la r ità , e se , in g e n e ra le , il co n ce tto di « etern o » risu lta e q u iv a le n te a q u e llo d i « te m p o ra lità se n z a in izio e fin e » , se m b ra v e n ir m en o la p o s s ib ilit à d i p e n sa re u n a q u a lc h e fo rm a d i « rito rn o » . V e n e n d o m e n o q u e sta p o s s ib ilit à , il term in e « rito rn o » non p u ò c h e v e n ir in te so co m e m e­ ta fo r a ch e d e sig n a u n o d e i m o lti m o d i d e ll 'andare, d e llo sc o rre re , d e l p a s s a r e , d e l d iv e n ire . A llo r a la fo rm u la « e te rn o rito rn o d e l­ l ’u g u a le » p u ò e sse re riso lta n e lla fo r m u la « in c e ssa n te d iv e n ire d i c o n flittu a lità p re c a rie ». 3. « E tu tte le c o se non so n o fo rse a n n o d a te sa ld a m e n te l ’u n a a l l ’a ltra , in m o d o ta le c h e q u e sto a ttim o tra e d ie tro d i sé ( nach sich zieht) tutte le c o se a v v e n ir e ? Dunque a n ch e se s t e s s o ? » 2425. C o m ’è n o to , « attim o » è il n o m e sc ritto s u lla p o rta c a r r a ia in c u i c o n v e r­ g o n o d u e se n tie ri, q u e llo , in fin ito in a v a n ti, d e l fu tu ro , e q u e llo , in fin ito a l l ’in d ie tro , d el p a s s a t o : d u n q u e n e ll’a ttim o sta n n o l ’in fi­ n ito fu tu ro e l ’in fin ito p a s s a to . M a come s t a n n o ? C o m e possono s t a r c i? E ’ in n a n z itu tto ev id e n te ch e le d u e « e te rn ità » q u e lla a l l ’in ­ d ie tro e q u e lla in a v a n t i 26 n on so n o ch e una e te rn ià , d a to ch e d u e e te rn ità , co m e d u e in fin iti, so n o in c o n c e p ib ili. In se c o n d o lu o g o « e te rn ità » v a le non p e r « e te rn a s ta s i » , m a p e r « in c e ssa n te d iv e ­ n ire » , p e r « te m p o ra lità se n z a in iz io e fin e » , c o n ce tti c h e e sc lu d o n o la p o s s ib ilit à di d e te rm in a re p u n ti di p a rte n z a o p u n ti d ’a rriv o . P e rc iò l ’a ttim o non p u ò v en ir c o n sid e ra to né lu o g o d ’o rig in e né m eta fin a le . M a , a llo r a , co m e si d à , n e ll’attim o , l ’in ce ssa n te d iv e ­

24. C fr. la c ritic a d i l’etern o rito rn o d a ta d a l in L a v isio n e e l'e n ig m a , 25. F . N ie tz sc h e , Z , 26. Iv i, p. 191, vv.

Z a r a th u str a a lla v e rsio n e c ir c o la r e e fa ta listic a d e l­ n an o , d alle b e stie e d a ll'in d o v in o , risp e ttiv am e n te L ’in d o v in o , Il co n v a lescen te. L a v ision e e l'en ig m a, p. 192, vv. 58-41. 12-15.

n ir e ? U n fra m m e n to d e ll’e sta te 1881 ci p u ò a iu ta re a sc io g lie re il p r o b le m a : « l ’attim o in fin ita m e n te p ic c o lo è la re a ltà e v e rità su p e ­ rio re , u n ’im m a g in e su b ita n e a d al flu sso e te rn o » 27. L ’attim o è d u n q u e l ’ista n te in cui si fa p a le se il d iv e n ire , o p re n d e v isio n e del d iv e ­ n ire, m a nel se n so ch e il d iv e n ire si fa p re se n te : neH’attim o n o n si h a u n o sq u a r c io o u n o sc o rc io sul d iv e n ire , m a u n su o sp o n ta n e o a p p a r ir e , u n ’irru z io n e dal d iv e n ire . P e rta n to n e ll’a ttim o n o n si h a visione d el d iv e n ire m a si esperisce il d iv e n ire 28. M a cosa d e l d iv e ­ n ire si e sp e risc e : u n a su a p a rte o la su a t o t a lità ? In q u a n to in fin ito , l ’e sp e rirlo co m e to ta lità risu lta im p o ssib ile . S e ne d e d u c e ch e si p u ò e sp e rirlo so lo in p a rte . M a q u a le p a rte se , n el d iv e n ire in fin ito , « tu tte le c o se so n o sa ld a m e n te a n n o d a te ( fest verknotet) l ’u n a a l­ l ’a ltr a » 29? N e ll’a ttim o d u n q u e n on si e sp e risc e u n a p o rz io n e iso la ta d i d iv e n ire , u n fra m m e n to sta c c a to d a l p a s s a to e d a l fu tu ro , u n a sc h e g g ia a b b a n d o n a ta al v u o to : si e sp e risc o n o p e z z i di d iv e n ire s a ­ tu ri d i in n e rv a z io n i d e lle q u a li n on si c o n o sc o n o i te rm in a li. N e l­ l ’attim o il te ssu to d e l tem p o in fin ito n o n si d isp ie g a p ie n a m e n te , m a la s c ia c h ia ra m e n te p e rc e p ire ch e o g n i p iù p ic c o lo p e z z o di filo è p a rte d i u n in tre c cio se n z a lim iti: fo rse n e ll’a ttim o n on è d a to c o ­ g lie re l ’in te ra m o lte p lic ità d e lle tram e e d e g li o rd iti, m a è p o ssib ile e sp e rire la lo ro necessità. L ’attim o si c o stitu isc e c o sì co m e vertice di

più vortici in c u i tem p i p a s s a ti e fu tu ri p re c ip ita n o e s c o rro n o ; e tu tta v ia e s s o n o n c o stitu isc e u n punto, m a u n lu o g o d i p a s s a g g io p e r c iò c h e è sta to e c iò c h e s a r à , o s s ia un campo d i fo rz e te m p o ra li, u n ’a r e a d a i c o n fin i se m p re v a r ia b ili d o v e si d islo c a n o e d a g isc o n o , c o n d iv e rse in te n sità e c o sta n z e , le d iv e rse te m p o ra lità . In ta l se n so , n e ll’a ttim o , in o g n i a ttim o , a g isc e se m p re « tu tto » il te m p o , « tu tta » la v ita : in r e a ltà , p o ic h é te m p o e v ita in d ic a n o l ’in c e ssa n te sc o rre re d e l d iv e n ire se n z a in iz io e fin e , i c o n fin i d i q u e sto « tu tto » n on so n o tr a c c ia b ili. M a l ’a ttim o n on so ffr e d i q u e sta illim ita te z z a , p e r­ c h é e s s o ste sso è illim ita to , c o n n e sso a d u n n u m e ro illim ita to di te m p i, te ssu ti d i sto rie a n te n a te e d e r e d i: e s s o , in fa tti, n o n è q u a l­ c o s a d i fin ito nel te m p o in fin ito , m a è te m p o e , in q u a n to ta le , « p a r te c ip a » d e lla su a in fin ite z z a . E ’ a llo r a in n a n z itu tto p e r q u e sto 27. F . N ie tz sc h e , F P 81-82, p. 363, fr. 11.248. 28. G iu sta m e n te H e id e g g e r h a sc ritto : « v e d e r l ’ista n te sig n ific a : sta rc i » (M . H e id e g g e r, o p . c it ., I, p. 312. S u ll’attim o in N ie tz sc h e e H e id e g g e r cfr. G . W o h lfa rt, D e r A u g e n b lic k . Z e it u n d a e s t h e t i s c h e E r f a h r u n g b e i K a n t , H e g e l, N i e t z s c h e u n d H e id e g g e r , F re ib u rg , 1982). 29. C fr. a n c h e F . N ie tz sc h e , F P 8 5 -8 7 , cit., fr. 7.38, p. 2 9 2 : « P o sto ch e d ic ia m o di sì a un u n ico istan te , co n c iò a b b ia m o d etto di sì non so lo a noi ste ssi, m a a tu tta l’e siste n z a . P erch é n u lla e siste iso la ta m e n te , né in noi ste ssi né nelle co se » .

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ch e l ’attim o è im m e n so , in c o m m e n su ra b ile (ungeheure). M a lo è a n ­ ch e p e r un a ltro m o tiv o : p e rc h é e sso « trae d ietro di sé » a n ch e se ste sso . C iò sig n ific a che a n ch e l ’attim o d iv ie n e : ch e non è u n a so ­ sp e n sio n e su l d iv e n ire o u n ’e k s ta s i, un p o r si fu o ri d a l d iv e n ire , m a ch e è e sso ste sso d iv e n ire . P e rta n to , l ’attim o è fascio di innumere­ voli relazioni temporali; m a , in q u a n to tali re la z io n i so n o in c e ssa n te ­ m en te mutevoli, a n c h ’e sso d e v e , n e c e ssa ria m e n te , m u ta re se n z a p o s a : com e in u n a stru ttu ra radiale d o v e non v ’è c en tro in d ip e n d e n te m e n te d a i ra g g i; e co m e in u n a stru ttu ra ra d ia le in movimento, d o v e non v ’è m o v im e n to di rag g i che n on sia a n c h e , c o n te m p o ra n e a m e n te , m o ­ vim en to d el c e n tro . P erciò un attim o n on p u ò ven ire m isu ra to , p e r ­ ch é c iò p re su p p o rre b b e la p o ssib ilità d i u n attim o , q u e llo d e lla m i­ su ra z io n e , e se n te d a m u ta m e n to : l ’a ttim o non p u ò e sse re « v isto » , non so lo p e rc h é in n u m e re v o li so n o le re la z io n i ch e lo c o stitu isc o n o , m a an ch e p e rc h é non c ’è u n a p o siz io n e sta b ile , un p u n to p a n o r a ­ m ic o so ttra tto a l d iv e n ire d a cu i p o te rlo v e d e re 30. C iò c o n d u c e a ra d ic a li c o n se g u e n z e nei c o n fro n ti d e lla c la s s ic a trip a rtiz io n e d el tem p o in p re se n te , p a s s a to e fu tu ro . In fa tti; 1) se etern o rito rn o e q u iv a le a in ce ssa n te d iv e n ire , non e siste p o ssib ilità di d e lim ita z io n e tra c ia sc u n a d i q u e ste trip a rtiz io n i: il p a s s a to e siste so lo in q u a n to d e flu isc e , m e d ia n te il ric o rd a re , n el p re se n te , e il fu tu ro e siste so lo in q u a n to in -flu isc e , m e d ia n te l ’im m a g in a z io n e , nel p re se n te ; 2) se l ’attim o è l ’in co n tro d i q u e sti d u e flu ssi in fin iti, m a , c o n te m p o ra n e a m e n te , « trae d ie tro se s te sso » , sig n ific a c h e l ’in ces­ sa n te d iv e n ire a g isc e a n ch e su d i e s s o , o s s ia c h e e s s o s te sso f l u i s c e 31. 1. L ’io non è la posizio n e di un essere rispetto a più esseri (istinti, pensieri e così v ia ); bensì, l’ego è una p lu ralità di forze di tipo perso­ n ale, delle q u ali o ra l ’un a ora l ’a ltra vengono alla rib alta com e ego, e gu ard an o alle altre com e un soggetto gu ard a a un m ondo esterno ricco di in flu ssi e di determ inazioni. Il soggetto è ora in un punto ora nel­ l ’altro 32. T r a i lu o g h i alti e fissi d e lla tra d iz io n e filo s o fic a , q u e llo a b ita to 30. Si p o tre b b e p a r a g o n a re l ’attim o ad u n b l a c k hole·, non so lo p erch é in e sso « p re c ip ita n o » p a ss a to , presen te e fu tu ro , m a an ch e p erch é q u e sto « p re c ip ita re » p ro d u c e n u o v e en e rg ie e n u o v e c o n fig u ra z io n i sp az io -te m p o rali (c fr. W .J. K a u fm a n n Jr., L e n u o v e f r o n t ie r e d e l l ’a s t r o n o m i a , tr. it. F iren ze, 1980; ld ., G a l a s s i e e Q u a s a r s , tr. it. F ire n z e, 1984; F l.L . S h ip m a n , B u c h i n e ri, q u a s a r s e l ’u n iv e r s o , tr. it. B o lo g n a , 1982). 31. A q u e sto r ig u a rd o le a n a lo g ie d el d isc o rso di N ietz sc h e co n le a n a ­ lisi di B e rg so n so n o fo rtissim e , tu tta v ia nel co n cetto e neH ’im m agin e d el­ l ’a ttim o N ie tz sc h e p ro p o n e im p licitam e n te u n a sin tesi di d u ra la e istan tan eità ch e B ergson d ic h ia re rà im p o ssib ile. 32. F. N ie tz sc h e , l l > 7 9 -8 !, Ir. 6.70.

d a l l ’ Io e d a lla su a fo rz a di c o n fe rire id e n tità è sta to se n z a d u b b io u n o d ei p iù fr e q u e n ta ti, ta n to d a e sse re o rm a i c o n su m a to : a lu n g o e s s o è sta to e letto a sta z io n e te ra p e u tic a c o n tro il p à n ic o p ro v o c a to d a l « flu sso etern o » d el d iv e n ire . A b b a n d o n a ti i g ra n d i sa n a to ri in cu i ci si era a ffid a ti a q u a lc h e « im p e ritu ro » a sso lu to , la sa lv e z z a d a lla p re c a rie tà , d a c iò ch e è « p e ritu ro » , d a l d iv e n ire se n z a in iz io e fin e , è sta ta c e rc a ta nei rin o m a ti tem p li d e d ic a ti a q u a lc h e « im p e ­ ritu ro » r e la tiv o : al Cogito, all 'Ich Denke, aWIchheit. L ’e sp e rie n z a d e ll’e te rn o rito rn o e d e ll’a ttim o im m en so p u ò e sse re sa lu ta re se e in q u a n to rie sce a fa r su p e r a r e le p a r a lis i p ro v o c a te d a ll’in c u b o d i u n d iv e n ire se n z a in iz io e fin e , e , q u in d i, rie sc e a d e v ita re il « r ic o ­ v e ro » nei recen ti te m p li d e ll’ Io o il p e lle g rin a g g io a p iù a n tich e ro v in e d e ll’A sso lu to . Q u e s t ’a z io n e sa lu ta r e è p o s s ib ile p e rc h é l ’e sp e ­ rie n z a d e ll’e te rn o rito rn o f a sentire — e n on so lo vedere — che l ’id e n tità d e ll’ Io , a ssu n ta co m e fa r m a c o c o n tro le v e rtig in i p ro c u ra te d a l d iv e n ire , è in se s te ssa d iv e n ire : e s s a , in q u a n to id e n tità p u r a , n on e siste o, m e g lio , fu n z io n a , a l p a ri d el te m p o -m isu ra , so lta n to co m e se m p lic e a stra z io n e u tile « p e r l ’u so m a n u a le e d o m e stic o del p e n sie ro » . L ’id e n tità d e ll’ Io , in fa tti, o ltre a n on a v e re a u to n o m a c o n siste n z a logica al p a r i d i o g n i a ltra fo rm a d i id e n tità ” , non h a n em m en o c o n siste n z a empirica: l ’in d iv id u o « lotta p e r la su a e s i­ ste n z a , p e r il su o n u o v o g u sto , p e r la s u a p o siz io n e re la tiv a m e n te unica risp e tto a tu tte le c o se — la ritien e m ig lio re d e l g u sto g e n e ra le e d isp r e z z a q u e s t’u ltim o . V u o l dominare. M a , a q u e sto p u n to , sc o p re d i e sse re e g li ste sso q u a lc o s a d i m u te v o le e d i a v e re u n g u sto a lte rn o , co n la su a r a ffin a t e z z a g iu n g e a sc o p rire il m iste ro ch e n on v i è in d iv id u o , ch e n e ll’a ttim o p iù in a ffe r r a b ile e g li è q u a lc o s a d i d iv e rso d a c iò c h e è in q u e llo se g u e n te , e c h e le su e c o n d iz io n i di e siste n z a so n o q u e lle d i u n n u m e ro en o rm e di in d iv id u i » M. I m a n ia c i d e ll’e g o in a s p e s s o e sc o g ita n o o g n i fo rm a d i stra te g ia p u r d i n o n rin u n c ia re a lla b e a ta sic u re z z a c h e c re d o n o p o s s a e sse re lo ro o ffe r ta d a l p rin c ip io d i id e n tità . L a s tr a te g ia p iù n o ta è q u e lla c a r te sia n a ch e su p p o n e u n Io c o m e c e n tro d i rife rim e n to sta b ile di o g n i a tto e d i o gn i p e n s ie r o 3435. M a q u e sta s ta b ilità è illu s o r ia : sia

3 3 . C fr . G .W .F . H e g e l, S c ie n z a d e lla lo g ic a , tr. it. B a ri, 1968, I I , p p . 459-60: « C o sì è la v u o ta id en tità , cu i r e sta n o a tta c c a ti q u e lli c h e la p ig lia n o co m e tale p e r q u a lc o s a di v e ro , e se m p re m etto n o av a n ti ch e l ’id e n tità n on è la d iv e r sità , m a ch e id en tità e d iv e rsità so n o d iv e rse . C o sto r o n on v e d o n o ch e a p p u n to q u i d ico n g ià ch e l ’id en tità è un d iv e r so ; p o ic h é d ic o n o ch e l ’id en ­ tità sia d iv e r sa d a lla d i v e r s i t à » . 34. ( 'I r . I· N ietz sc h e. I P 81-82, fr. 11.248. 35. ( 'l ì C a rte sio , M e d ita z io n i m e ta fisic h e . II.

d a l p u n to d i v ista te m p o ra le , p e rc h é l ’in d iv id u o sc o p re ch e « n el­ l ’a ttim o p iù in a ffe r r a b ile eg li è q u a lc o s a d i d iv e rso d a c iò ch e è in q u e llo seg u en te » ; sia d a l p u n to di v ista s p a z ia le , p e rc h é « Vego è u n a p lu r a lità di fo rz e d i tip o p e rso n a le » , p erch é « l ’io co n tien e u n a pluralità d i e sse ri » 36. A sim ili risp o ste l ’e g o m a n e p u ò tu tta v ia re p lic a re a ttiv a n d o u n a se c o n d a , p iù r a ffin a t a , str a te g ia d i le g ittim a z io n e ch e fa n o ta re co m e ta li risp o ste , e p e r fin o la lo ro fo rm a r a d ic a le c o n siste n te n ella nega­ zione d e ll’io , d e v o n o am m e tte re la p re se n z a e l ’a z io n e di u n io ch e le fo rm u la : a d e se m p io , la fr a se « l’io c o n tien e u n a pluralità d i e sse ri » im p lic a la n o zio n e e l ’a ttiv ità di un unico io che la p e n sa e la p ro n u n c ia . V i è in q u e sta stra te g ia l ’illu sio n e ch e l ’id e n tità d e l­ l ’io e la sta b ilità d e ll’io p o s s a d a rsi fa c e n d o fa re a l l ’o sse rv a to re u n p a s s o in d ie tro risp e tto a ll’o sse r v a to , s p o sta n d o l ’a tte n zio n e a d un li­ v e llo d iv e r so d a q u e llo in c u i si sv o lg e c iò a cu i si p re sta atten ­ z io n e : q u e sto p ro c e d im e n to c o n d u c e a d u n p r o c e sso lo g ic o in fin ito sim ile a q u e llo e se m p lific a to d a l Serial time 37, se n z a a v v e d e rsi ch e p r o p rio l ’a rre tra m e n to e lo sp o sta m e n to d e ll’o sse r v a to r e risp e tto all ’o sse r v a to impedisce a l l ’io d i tro v a rsi u n a p o siz io n e sta b ile e s ic u r a . L ’ Io n on si c o stitu isc e se n on p re n d e n d o le d ista n z e d a a ltr o , m a p ro p rio q u e sto in c e ssa n te p re n d e r le d ista n z e d a a ltro m o str a ch e e s s o non p u ò c o stitu irsi co m e Io a u to n o m o : nel v o le rsi p o rre co m e sostanza l ’ Io m o stra di p o te rsi p o rre so lo co m e relazione. L e o p e ra z io n i d e lla m en te, q u in d i, non p o sso n o e sse r rico n ­ d o tte a d u n c e n tro o p e ra tiv o in teso co m e se m p lic e c e n tra le di r a c ­ c o lta e sm ista m e n to , in q u a n to e sso è c o stitu ito d a lle ste sse o p e r a ­ z io n i d e lla m en te: co m e l ’attim o non p u ò in te n d e rsi q u a le m o m en to p riv ile g ia to d a l q u a le si c o n te m p la l ’in ce ssa n te d iv e n ire , p ro p rio p e rc h é a n ch e l ’a ttim o è p a rte di tale d iv e n ire e « trae d ie tro sé ste sso » , c o sì l ’ Io non p u ò in ten d ersi q u a le z o n a fr a n c a in cu i si e la b o r a n o e d a cu i si d ira m a n o o rd in i a lla v ita , p ro p rio p e rc h é an ch e l ’ Io è p a rte di q u e sta , non e siste se n on co m e v a r ia b ile d ip e n d e n te d e l siste m a di v a r ia b ili ch e e ssa è. Q u e sto tip o di r a p p o rto e di fu n z io n a m e n to non è e cce zio n e o sb a g lio , m a c o n d iz io n e n o rm a le , norma vitale: co m e l ’e stra z io n e d e ll’a ttim o d al flu sso d el d iv e n ire sig n ific h e r e b b e la su a m o rte p e r e ssic c a z io n e , co sì l ’a stra z io n e d e l­ l ’ Io d a l flu s s o d e lla v ita sig n ific h e r e b b e la su a m o rte p er d e n u tri­ zio n e . C a d re b b e , c io è , n ella situ a z io n e d isp e ra ta di re R ic c a rd o rin ­ c h iu so n el c a ste llo d i P o m fre t: « H o p e n sa to co m e si p o ssa a s s o ­ 36. F. N ie tz sc h e . I l ’ 82-84, fr. 4.184. 37. Cfr. |.W. Dnnne, T h e se ria l iiiiire rse . I.omlon. Ι43(ν'.

m ig lia re a l m o n d o la p rig io n e in cu i v iv o ; m a n on m i rie sc e fa r lo , p e rc h é il m o n d o è p o p o la to e q u i non ci so n o c h e io » M. 2. Il co rp o è un a gran d e (V ielheit m it einem Sin n ), p asto re. Strum en to del tuo corp o è tu chiam i sp irito, un p iccolo r a g io n e 3B.

ragion e, un a p lu ra lità con un solo sen so un a gu erra e un a p ace, un gregge e un anche la tua p icco la ragion e, fratello , che strum ento e un g io cattolo d ella tu a g ran d e

Il c o rp o è d u n q u e p lu r a lità , m a non p lu r a lità s ta t ic a : la s u a è la p lu r a lità p r o p r ia di o gn i c o n flittu a lità p r e c a r ia ( « u n a g u e rra e u n a p a c e » ) . Il ch e s ig n ific a , p ro p ria m e n te , c h e il c o r p o n o n è p lu ­ r a lit à , m a produce p lu r a lità in m o d o p lu r a le ; o s s ia : « c o se » se m p re d iv e rse in modi se m p re d iv e rsi. L a « p ic c o la ra g io n e » , l ’I o , n o n è sig n o re d el c o rp o , m a prodotto d e l c o r p o 38940; e q u e sto p ro d o tto d el c o rp o n o n è m ai a sso lu ta m e n te sta b ile , co sì c o m e n o n è m a i d e fin i­ tiv a la fo rm a , si c h ia m i e s s a « p a c e » , « se n so » o « p a sto r e » : l ’ Io e q u e ste fo rm e non so n o ch e formazioni, e fo rm a z io n i p ro v v iso rie e p lu r a li. « Io » , « p a c e » , « se n so » , « p a sto r e » n o n so n o p rin c ìp i d ’o rd in e ch e re g o la n o d a l l ’e ste rn o u n c a o s d i fo rz e , m a ordinamenti ch e le m o lte p lic ità d e lle fo rz e g e n e ra n o d a l lo ro in te rn o . Q u e sti o rd in a m e n ti so n o variabili, p e rc h é v a r ia b ili so n o le n e c e ssità e le c o m b in a z io n i d e lle fo r z e : il p a s to r e , a llo r a , n o n è l ’a u to rità ch e im p o n e u n ordine a l g re g g e n el se n so ch e g li p r e sc r iv e u n a fo rm a f is s a , m a è la ra p p re se n ta z io n e d e g li ordinamenti se m p re d iv e rsi ch e il g re g g e s te sso si d à nei su o i sp o sta m e n ti nel p a s c o lo , cio è n e ll’a m ­ b ito d e lla s u a so p r a v v iv e n z a . L o sp o sta m e n to in c e ssa n te d e l g re g g e è in fa tti la g a r a n z ia d e lla su a so p r a v v iv e n z a , il m u ta m e n to d e i su o i c o n fin i è n e c e ssa rio a l l ’in te ra z io n e v ita le co n il p a s c o lo : il su o m e­ ta b o lism o e sig e n on u n c e n tro f is s o , m a b o rd i v a r ia b ili. Il « se n so » d e l g re g g e n o n s ta , im m o b ile , a l su o in te rn o , m a n e ll’a p r ir s i d e i su o i c o n fin i, c o sì co m e la p a c e n o n è b lo c c o d e fin ito d ei c o n flitti, m a pacificazione se m p re v a r ia b ile p ro d o tta d a i c o n flitti ste ssi. E , co m e il g re g g e c o n te m p o ra n e a m e n te « m a n g ia » e , s p o s ta n d o s i, p ro ­ d u c e i p r o p r i c o n fin i, c o sì i c o n flitti c o n su m a n o e c o n te m p o ra n e a ­ m en te p ro d u c o n o le p ro p rie p a c ific a z io n i. A llo ste sso m o d o il c o r p o , v iv e n d o , c re a e d istru g g e i p ro p ri io . L o s te sso p e n sa r e n on è se c re z io n e d e ll’I o , m a p ro d o tto d a l c o rp o 38. W . S h a k e sp e a r e , R ic c a r d o I I , tr. it., F ire n z e , 19654, p . 358. 39. F. N ie tz sc h e , Z , D e i d isp re g ia to ri d e l c o rp o , v v . 10-15. 40. Iv i, vv. 18-19: « Il tu o c o rp o e la su a g ra n d e ra g io n e : e s sa d ic e " i o " , m a la (lu i) ’’i o ” » .

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n on

in q u a n to c r e a e d istru g g e i p ro p ri io : il p e n sa re non d e riv a d ire t­ tam en te né d a l l ’ Io né d a l c o r p o , m a d a l l ’in c e ssa n te creare-d istru g gere-io che è p ro p rio d el c o rp o . O r a , in q u a n to il c o rp o , co m e il g re g g e , v iv e so lo in b a se al p o rre e to g lie re c o n fin i, m o stra di p o te r e siste re non co m e so sta n z a , m a s o lo co m e re la z io n e : il Körper, « c o rp o » in q u a n to o g g e tto fis ic o , è p u r a a stra z io n e ; il c o rp o di c u i si h a e sp e rie n z a è Leib, o rg a n ism o v iv e n te , c h e , p e r v iv e re , p ro d u c e , tra l ’a ltro , a n ch e la fo rm a a stra tta « k ö rp e r » . S e il c o rp o è r e la ­ z io n e e non so sta n z a , non è p e rò re la z io n e fissa: « I lu o g h i d e llo sp a z io non si d e fin isc o n o co m e p o siz io n i o g g e ttiv e in ra p p o rto a lla p o siz io n e o g g e ttiv a d el n o stro c o rp o , m a in scriv o n o a tto rn o a n o i la p o r ta ta v a r ia b ile d elle n o stre in ten zio n i o d ei n o stri gesti » 41423. Il c o rp o c o sì in te so non p u ò a p p a rte n e r e né a lle tra d iz io n i m a ­ te ria listich e né a q u e lle sp ir itu a listic h e : « S p ir ito » e « M a te ria » n o n so n o p iù v a lo ri a sso lu ti al c en tro di p ro sp e ttiv e o p p o s te , m a d u e tra i m o lti c o n fin i re la tiv i p ro d o tti d a l c o rp o p e r so p ra v v iv e re in c o n d iz io n i d iv e rse , su d iv e rse « terre di p a s c o lo » . N o n s o lo : il c o rp o , in q u a n to c o n siste o , m e g lio , e siste so lta n to co m e p ro d u z io n e d i c o n fin i, n on p u ò a p p a rte n e r e a nessuna tra d iz io n e : e s s o è in o g n i m o m e n to tu tto c iò ch e p u ò e sse r e , se n z a a lc u n rife rim e n to a m o d e lli o rig in a ri o fu tu r i; se q u e sti si d a n n o , si d a n n o so lta n to c o m e v a r ia ­ b ili d i « tu tto c iò ch e p u ò e sse re » il c o r p o in un m o m en to . C iò ch e è p e n sa b ile p e r i c o rp i in g e n e ra le , è v e r ific a b ile a n c h e p e r i lo ro co stitu e n ti m in im i: le p a rtic e lle c h e li c o m p o n g o n o , in fa tti, n on so n o p ro p ria m e n te « e le m e n ta ri » , o s s ia elementi, fra m m e n ti o p u n ti m in im i d i m a te ria , m a « p a c c h e tti d i e n e rg ia » , « d istrib u z io n i di p r o b a b ilità » , in te rc o n n e ssio n i di fo rz e . In q u a n to ta li, e s s e n on so n o « v a r ia b ili » so lta n to n el se n so ch e si m u o v o n o a d a ltissim a v e lo c ità , m a a n ch e e so p ra ttu tto nel se n so ch e e sse ste sse so n o m o v im e n ti, a g isc o n o co m e processia . C iò c h e è v e r ific a b ile p e r i c o rp i m in im i v a le p o i a n ch e p e r le g ra n d i m a s s e : p e r e se m p io , l ’e sse re in movimento d elle g ra n d i m a sse g a la ttic h e è in sie m e il lo ro e sse re in espansione; i lo ro spostamenti nello spazio so n o c o n tem ­ p o ra n e a m e n te produzioni di spazi 45. In fin e la s te s s a sc ie n z a d elle « tra d iz io n i » del c o r p o , la g e n e tic a , è g iu n ta a rile v a re ch e n on v i è 4 1 . M . M erleau -P on ty , F e n o m e n o lo g ia d e lla p e rce z io n e , tr. it. M ila n o , 1965, p . 199. 42. C fr. N . B o h r, T e o r ia d e ll'a to m o e c o n o sc e n z a u m a n a , tr. it. T o rin o , 1 965; K .W . F o r d , L a fis ic a d e lle particelle, tr. it. M ilan o , 1965; Y a n g C h c n g N in g , L a sc o p e r ta d e lle p a rtic e lle elem en tari, tr. it. T o rin o , 1969; Ρ .Λ .Μ . D ir a c , / p rin c ìp i d e lla m e c c a n ic a q u a n tìstic a , ir. it. T orino, 1959. 43. C fr . W .(. K a u fm a n n , G a la s s ie e q u a sa r s, c it ., c a p . 9.

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a lc u n te m p o lin e a re e c o n tin u o in cui i c a ra tte ri v e n go n o tra sm e ssi, m a c h e o g n i c e llu la p ro d u c e p ro p ri tem pi d i tra sm issio n e : « c ia ­ s c u n a d e lle n o stre c e llu le o p e r a u n a sc e lta c h e d e fin ir à il te m p o a le i p r o p r io » 4\ N o n v i so n o d u n q u e c a ra tte ri e re d ita ri d e fin iti che v e n g o n o tra sm e ssi in un te m p o o m o g e n e o , m a i modi di produzione d e i c a ra tte ri e re d ita ri ne d e te rm in a n o i modi di trasmissione. N o n s o lo : i m o d i d i p ro d u z io n e e d i tra sm issio n e n o n so n o a ffa tto s ta b ili, in q u a n to « a o gn i d a to m o m e n to d e lla v ita di u n a c e llu la n o n tutti i gen i so n o c o p ia ti in R n a m e ssa g g e ro e tra d o tti in p ro te in e » 445. P er­ ta n to « c iò che c o stitu isc e la p a rte o rig in a le e in d iv id u a le d el so g ­ g e tto è v e ra m en te im p o ssib ile d a tra sm e tte re » 4647. D istrib u z io n i di p r o b a b ilit à , o s s ia c a so e n e c e ssità in sie m e g o ­ v e rn a n o la v ita d el c o rp o co m e su un « ta v o lo d e g li d ei p e r d a d i d iv in i e p e r d iv in i g io c a to ri » {...für göttische Würfel und Würfel­ spieler) 47: nel g io c o d ei d a d i, in fa tti, si d à u n a situ a z io n e in cu i la n e c e ssità e s p r e s s a d a l n u m e ro lim ita to d i se g n i in scritti n elle fa c c e d ei d a d i si c o m b in a co n la p o s s ib ilit à d i un n u m e ro in fin ito d i lan ci c a su a li. N e lla fa ttisp e c ie « u m a n a » d el g io c o il ta sso di n e c e ssità è a ssa i a lto , in q u a n to se il n u m ero dei segn i in scritti su lle fa c c e dei d a d i è sempre lo ste sso , il n u m ero d e lle c o m b in a z io n i p o s s ib ili, in u n tem p o in fin ito , sa r à fin ito . L a c ita z io n e d i N ie tz sc h e in d ic a in ­ v e c e u n a fa ttisp e c ie d iv in a d i g io c o d e i d a d i: o r a , se co n « d iv in o » non si in ten d e a lc u n c h é d i tra sc e n d e n te m a l’infinita variabilità n el­ l ’im m a n e n z a d e l g io c o , si h a u n a ra d ic a le tra sfo rm a z io n e d e lla si­ tu a z io n e . In p a r tic o la r e , se « d iv in o » v ie n e a c o n n o ta re la qualità d el la n c ia r e , si h a c h e o g n i la n c io f a c a m b ia re il n u m e ro d e i seg n i in scritti su lle fa c c e d e i d a d i: c iò ren d e « d iv in i » gli s te ssi d a d i e i g io c a to ri. In tal m o d o il t a s s o d i n e c e ssità d im in u isc e se n sib ilm e n te risp e tto a lla fa ttisp e c ie « u m a n a » d e l g io c o : la n e c e ssità in fa tti n on r ig u a r d a p iù le re g o le e i d a ti d e l g io c o (se g n i in sc ritti su lle fa c c e d e i d a d i), m a so lta n to le re g o le . O r a , è p ro p rio la fa ttisp e c ie « d iv in a » d el g io c o d e i d a d i ch e d e sc riv e le c o n d iz io n i d i v ita d el c o r p o a lla lu ce d e ll’e sp e rie n z a d e ll’e te rn o rito rn o , n elle q u a li la v a ­ r ia b ilità in fin ita c o n v iv e co n la n e c e ssità : o g n i la n c io d i d a d i non è c h iu so in u n a d e te rm in a te z z a p r e c o stitu ita , n é, d ’a ltr a p a r te , pro44. A . R a n c h in , T e m p i c ritic i d e ll’a p p re n d im e n to -te m p i c ritic i d e llo s v i­ lu p p o , in A a .V v ., L e fro n tie re d e l tem p o, M ila n o , 1981, p. 180. 45. J.P . C h a n g e u x , L ’u o m o n eu ro n a ie, tr. it. M ilan o , 1983, p . 2 1 3 ; cfr. an ch e F. G r o s et al., U n sta b le rib o n u c le ic a c id re le a v e d by p u lse la b e llin g o f E sc h e ric h ia co li, « N a t u r e » , 1961, 90, p p . 581-585. 46. A. D n nch in, op. cit.. p. 177. 47. I N ic i/s il u ', P rim a ch e il s o le a sc e n d a , p. 202, vv. 108-09.

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d u c e v u o ta in d e te rm in a te z z a , m a istitu isc e se m p re n u o v e d e te rm in a ­ tez z e , a n a lo g a m e n te a q u a n to a v v ie n e in c a m p o g e n e tic o d o v e l ’R n a m e ssa g g e ro n on copia il D n a in u n n u m e ro fin ito d i m o d i, n é , a l­ l ’o p p o sto , lo inventa, m a lo traduce in m o d i se m p re d iv e rsi. In fin e , l ’im m ag in e d e l g io c o d ei d a d i e sc o g ita ta d a N ie tz sc h e p e r re n d e re il n e sso c a so - n e c e ssità p u ò c h ia rire a n c h e il sig n ific a to d e lP a ttim o in re la z io n e a lla v ita d e l c o rp o . C o m e o gn i r isu lta to d i la n c io d i d a d i è in d ip e n d e n te d a l risu lta to d i la n c i p re c e d e n ti e se ­ g u e n ti, co sì o g n i ista n te d e lla v ita d e l c o r p o è in d ip e n d e n te d a q u e lli p re c e d e n ti e se g u e n ti: in fa tti, co m e in o g n i r isu lta to d i la n c io d i d a d i v i è se m p re la c o n te m p o ra n e a p re se n z a d i tutti i d a ti n e c e ssa ri a l risu lta to , c o sì in o g n i m o m e n to d e lla v ita d el c o r p o vi è se m p re la c o n te m p o ra n e a p re se n z a d i tutti i fa tto r i v ita li n e c e ssa ri a q u e l m o m e n to di v ita . Il c o r p o è d u n q u e in c e ssa n te p ro d u z io n e -d istru z io n e di c o n fin i e , in o gn i ista n te in c u i è ta le , o s s ia diviene, è tu tto c iò c h e d e v e e p u ò e sse re . M a il c o rp o è a n ch e il Sé: « D ie tro i tu o i p e n sie r i e se n tim e n ti, fr a t e llo , s t a u n p o sse n te s o v ra n o , un sa g g io ig n o to — c h e si c h ia m a S é . A b it a il tu o c o rp o , è il tu o c o r p o » 48. C h e il Séc o rp o stia « d ie tro » a p e n sie r i e se n tim e n ti n on sig n ific a a ffa t t o ch e stia prima, co m e u n p u n to d i p a r te n z a d i q u a lc h e sv ilu p p o o co m e rife rim e n to c o sta n te d i q u a lc h e m u ta m e n to : e sso è sfo n d o p e r u n a m o lte p lic ità di fig u r e , e n on n el se n so di u n o sfo n d o ch e p e rm a n e fisso, che è, che sta q u a le sta b ile siste m a di rife rim e n to p e r il m u ­ ta re d e lle fig u r e , m a nel se n so d i u n o sfo n d o ch e m u ta in c e ssa n te ­ m en te in ra p p o r to a l m u ta re d e lle fig u re , co m e u n fo n d a le m a rin o ch e si m u o v e co n te m p o ra n e a m e n te a i m o v im en ti d e lle o n d e . T u t ta v ia il S é -co rp o n on è o g g e tto d i v isio n e , d i te o r ia : non v i è S é -c o rp o e , se p a r a to , u n o c c h io ch e lo v e d e o un Io ch e è c o n sa p e v o le . L ’ Io , in fa tti, è m o d o d i p r o d u r si d el c o rp o , c o sì co m e l ’o c c h io , in q u a n to o rg a n o del v e d e re , è m o d o d i e siste re d el c o rp o : q u e sto « p r o d u r si » e q u e sto « e siste re » d el c o rp o so n o m o d i d el 48. F. Nietzsche, Z , D e i d i s p r e g i a t o r i d e l c o r p o , vv. 31-33. Il Sé di cui parla Nietzsche non ha nulla a che fare con quello di cui tratta Freud (cfr. P.L. Assoun, F r e u d e t N i e t z s c h e , Paris, 1980, pp. 182-85) né, tantomeno, con quello di cui parla Jung per il quale il Sé ha « una posizione centrale fra coscienza e inconscio » ed offre perciò « alla personalità una nuova sicura b a se » (C.G. Jung, L ’io e l ’in c o n s c io , tr. it., Torino, 1967, p. 143): il Sé-corpo a cui allude Nietzsche è tutt’altro che un centro rassicurante: è, piuttosto, un’incessante attività di s - c e n tr a m e n t o . Inoltre per |ung il Sé « non è altro che un concclto psicologico, una costruzione, che deve espri­ mere un ente per noi inconoscibile» (ivi, p. 162), Per Nietzsche, invece, 6 corpo che produce concedi, che fa « io ».

I hl

sentire d e l c o rp o , m od i del su o sentirsi. E , co m e n on v i è s e p a r a ­ z io n e s p a z ia le , co sì non vi è s e p a ra z io n e te m p o ra le : q u e sto « se n ­ tirsi » n on h a u n p rim a e un p o i, non vi è , p rim a , u n q u a lc o s a d a se n tire e , p o i, u n q u a lc u n o c h e se n te , né v ic e v e r sa , m a è il S é -c o rp o c h e sen te se ste sso in o g n i m o m e n to , c o sì co m e il g re g g e si sen te in o g n i m o m en to n el p o rre e nel to g lie re , nel p ro d u rre e n el « m a n ­ g ia re » i c o n fin i d el p a s c o lo . Il se n tirsi d e l S é -c o rp o , in q u a n to v iv e n e lla d iffe r e n z a m a non n e lla se p a r a z io n e , è a n c h e gusto : « G u ­ sto : è il p e so e in sie m e la b ila n c ia e c o lu i c h e p e s a ( Geschmack: das ist Gewicht zugleich und Waagschale und Wägender) » 4950. 3.

...s e n z a u n s ì e n o p e r l a r e a l t à , s o l o r i c o n o s c e n d o l a d i t a n t o in t a n t o

al

m odo

N on

di un buon

d a n z a to re

la p in g u e d in e , m a la p iù

s u lle

p u n te

dei

p ie d i

g ra n d e sc io lte z z a e

b u o n b a l l e r i n o v u o le p e r n u t r im e n t o —

fo rz a

è c iò ch e u n

e n o n s a p r e i c h e c o s a lo s p i r i t o

d i u n filo s o fo p o tr e b b e d e sid e r a r e d i p iù c h e e s se r e

u n b u o n b a l le r i n o .

L a d a n z a , i n f a t t i , è il s u o i d e a le e a n c h e l a s u a a r t e , p e r f i n o , in d e f i n i ­ tiv a ,

la

su a

u n ic a

r e l i g i o s i t à , il

su o

« s e rv iz io

d i v i n o » 51.

Il b u o n d a n z a to re n o n si lim ita a c a m m in a re , n on u sa il su o lo c o m e u n ic a su p e r fic ie , m a n em m en o v o la , co m e se p o te sse fa r e a m e n o d i o gn i tip o d i su o lo . H a n e i c o n fro n ti d el su o lo lo ste sso a tte g g ia m e n to ch e il filo s o fo v o rre b b e a v e re nei c o n fro n ti d e lla re a ltà : se n z a u n sì o un n o in c o n d iz io n a ti. P e r o tte n e re q u e sto a tte g g ia ­ m en to « le g g e ro » , p e r c o n se g u ire « la p iù g ra n d e sc io lte z z a e fo r ­ z a » , d ev e im p a d ro n irsi di u n a te c n ica m ed ia n te u n lu n g o e se rc iz io , d e d ic a n d o si in te n sam e n te a d u n a p r a tic a d i àskesis: e tu tta v ia d ev e e sse re « le g g e ro » in n a n z itu tto e p r o p rio n ei c o n fro n ti d i q u e sto su o e se r c ita r si, m a n te n e n d o si e q u id ista n te sia d a l rin u n c ia r v i ch e d a l f a r ­ se n e sc h ia v o . S o lo q u e sta le g g e re z z a p e rm e tte c h e , n e ll’e se c u z io n e p e r fe tta , la te c n ica e la tra d iz io n e d e lla te c n ica si c o n c e n trin o e si in c o rp o rin o : se , in fa tti, i tem p i d e ll’a d d e stra m e n to e lo sto r ia d e l­ l ’a d d e stra m e n to v e n isse ro ric o rd a ti in u n a se q u e n z a lin e a re , l ’e se c u ­ z io n e p e r fe tta n on si a v re b b e m a i. L a te cn ica a ssu n ta c o m e p a s s a to , vista c o m e tra d iz io n e , sa r e b b e so lta n to applicazione d i u n a te o r ia : la te c n ic a p u ò p ro d u rre e se c u z io n e p e r fe tta s o lo s e sc io lta n el p re ­ se n te c h e d iv ie n e , n e ll’a ttim o c h e « tra e d ie tro se s te sso » , s o lo se se n tita co m e p re se n z a ch e a g isc e . L ’in c o rp o ra m e n to d e lla te c n ic a non è p e r ò u n su o « su p e ra m e n ­

49. I'. Nietzsche, Z , D e i s u b l im i, v. 25. 50. I Nietzsche, Γ Ρ 8 8 -8 9 , fr. 14.1. 51 Γ Nietzsche, G S , § 381. 16 5

to » : n e ll’in c o rp o ra m e n to n on v i è , o v v ia m e n te , c a n c e lla z io n e ; m a n em m en o Aufhebung in cu i si m a n tie n e in ta tta la fo rm a d e lla p ro cess u a lit à , o s s ia u n a fo rm a d e lla te m p o ra lità lin e a re . N e ll’in co rp o ram en to , in v ece, lo sc o rre re d e ll’a p p re n d im e n to si c o a g u la in u n p u n to , q u e llo d e ll’e se c u z io n e p e r fe tta : o r a , è v e ro che tale p u n to è in re a ltà u n m o v im e n to , in q u a n to è a ttim o ch e « trae d ie tro se ste sso » , m a è un m o v im e n to ch e si sente, non si vede co m e m o v im e n to . S e , in fa tti, si v e d e sse co m e m o v im e n to , se c o g lie sse in sé la fo rm a d e lla te m p o ra lità , non p o tre b b e p iù e sse re p u n to d i e se c u z io n e p e r fe tta : e se c u z io n e p e rfe tta e c o n te m p o ra n e a c o sc ie n z a d e ll’e se c u z io n e p e r ­ fe tta so n o in c o m p a tib ili co m e è im p o ssib ile ch e l ’o c c h io v e d a se ste sso . S p e s s o l ’e se c u z io n e p e rfe tta è in so p p o rta b ile p r o p r io p e r la su a c o n c e n tra z io n e d i te c n ica e di tra d iz io n e te c n ic a : a llo ra v ien e sm em ­ b r a ta nei su o i elem en ti c o stitu tiv i e rid o tta a lo ro e ffe tto . T e c n ic a e tra d iz io n e te c n ica v e n go n o in v o c a te a sp ie g a r e , in q u a lità di c a u se , l ’in sp ie g a b ile ch e è l ’e se c u z io n e p e r fe tta : l ’e v e n to c h e e s s a è vien e rid o tto a discorso. T u t ta v ia , se l ’e se c u z io n e p e rfe tta n on è rid u c ib ile a d e sp o siz io n e o r d in a ta e a d isp o siz io n e lin e a re d ei risu lta ti d e lla p r e p a r a z io n e , non è , a ll’o p p o sto , n em m en o u n se m p lic e r isu lta to di improvvisazione: p iu tto sto si fa se n tire co m e im p r o v v isa c o m p re ­ se n z a d ei risu lta ti d e ll’im p ro v v isa z io n e . N e ll’in c o rp o ra m e n to d e lla te c n ic a che l ’e se c u z io n e p e r fe tta e sig e v i è su b lim a z io n e d elle d ista n z e : di q u e lla ch e s e p a r a i m o m e n ti d e ll’a p p re n d im e n to d a i m o m en ti d e ll’e se c u z io n e , e di q u e lla ch e, a p o ste rio ri e d a ll’e ste rn o , c o n n o ta la durata di o gn i sin g o lo m o m en to d e ll’e se c u z io n e . N e ll’e se c u z io n e p e rfe tta il p a s s a to d e lla te c n ica e il su o p a s s a r e ci so n o a n c o ra , m a non co m e p a ssa to e co m e p a s s a r e : in e s s a q u e sti n on v e n g o n o rappresentati né so lta n to presentati, m a si fanno presenti. N e ll’e se c u z io n e p e rfe tta , a llo r a , le p a ro le d el c o rp o non m et­ ton o a ta c e re q u e lle d e l p e n sie ro 52 p erch é non c ’è d ista n z a tra c o rp o e p e n sie r o , tra m o v im e n to e c o sc ie n z a d el m o v im e n to , tra g e sto e v isio n e d el g e sto : ch i e se g u e , in fa tti, n on è il c o rp o se m p lic e né il p u ro sp irito , m a il S é -c o rp o , le « rag io n i » del c o rp o . 4.

L ’« e s p e r i e n z a

tro v a to u n

in t e r n a »

lin g u a g g io

e n t r a n e lla n o s t r a

c h e l ’i n d i v i d u o

c o sc ie n z a

intende...

s o lo

c io è u n a

dopo

aver

tr a d u z io n e

di

52. Come crede Mishima che, vittima dell’incredibile intelligenza con cui ha penetrato ed assimilato il tragico dualismo occidentale tra niente e corpo, è costretto a trovarne soluzione, a darne sintesi solo nella m o r ie (cfr. Y. Mishima, S o l e e a c c i a i o , Ir. il. Milano, 1*182).

u n o sta to

in s t a t i

m en te s o lo :

ad

e ssa

più noti



p o te r e sp rim e r e q u a lc o s a

« m i s e n t o m a le » —

un

neutralità di chi osserva;

t a le la

g iu d iz io p erso n a

« in t e n d e r e » p resu p p o n e in g e n u a

q u e l l o f a n n o sì c h e io m i s e n t a m a le — c h ia r o

so lo

T u tto

q u esto

quando

vede

io lo c h i a m o

una la

r a g io n e

sig n ific a

in g e n u a ­

d i v e c c h io , d i n o to , p e r e s e m p io

il s u o

di

una

d ic e

grande e tarda

se m p re:

q u esto

e

s e n t ir s i m a le g li v ie n e

s e n t ir s i

m a le ...

mancanza di filologia:

sap e r

le g g e r e

un

t e s t o c o m e t e s to s e n z a i n s e r ir v i u n ’i n t e r p r e t a z i o n e , è l a f o r m a p i ù t a r d a d e l l ’« e s p e r i e n z a

in t e r n a » , f o r s e u n a f o r m a i m p o s s i b i l e . . . 53.

L a n a tu ra di p r a s s i so stitu tiv a d e ll’in te rp re ta z io n e p ro c e d e d al

rovesciamento cronologico ch e si p ro d u c e in u n a c o ll’istitu z io n e — a p p u n to in te rp re ta tiv a — d el n e sso c a u s a le ; è d a l l ’e ffe tto ch e p r o ­ c e d e la ra p p re se n ta z io n e d e lla c a u s a . L a m e ssa in sc e n a d e l m o n d o e ste rn o si d e te rm in a n el m o n d o in tern o p e r p o i v e n ire p ro ie tta ta al d i fu o ri co m e v e r a im m a g in e d e l re a le , m a l ’e sp e rie n z a in tern a si o r g a n iz z a a p p u n to a ttr a v e r so l ’im p o siz io n e di un o rd in e sp az io -te m ­ p o r a le fo n d a to su lla d ista n z a e a n te c e d e n z a te m p o ra le d e lla c a u s a : co m e ta le e s s a è in te rp re ta z io n e -rid u z io n e d el p re se n te a c o sc ie n z a m e d ia ta d a l p a s s a to . Id e n tific a re -im p o rre la c a u sa s ig n ific a re c id e re il continuum d ei ra p p o r ti in cu i ciò ch e si d e g ra d e rà p o i a d « e f ­ fe tto » si p ro d u c e nel c o p ro d u rsi d i tu tti i te rm in i e d i tu tti i r a p ­ p o rti ch e lo d e te rm in a n o p e r d ista n z ia r lo d a lla p o siz io n e , c a rd in e d e lla c o n c a te n a z io n e c a u s a le , d i c iò c h e , p re e siste n d o , « fo n d a » e « c a u s a » : ta le ra p p re se n ta z io n e « sto r ic a » d iv ie n e p e r la c o sc ie n z a so stitu tiv a d e ll’e v id e n z a d e l p re se n te , e co n c iò s te sso d iv ie n e a n ch e m o d o d el su o p r o d u r si n el p r o p r io re strin g e rsi e in d e b o lirsi. In ciò, P « e sp e rie n z a in te rn a » si c o n fig u r a co m e lin g u a g g io o p e ra n te u n a c o n tin u a — p e r la c o sc ie n z a d e c isiv a e o r ig in a r ia — tra d u z io n e -rid u ­ z io n e di o g n i sta to in sta ti g ià n o ti. P e rta n to , q u a n to m a g g io r e è l ’a ffid a m e n to a lla c o n c a te n a z io n e c a u s a le ta n to m a g g io r e è l ’e q u i­ v o c o d e ll’« in te n d e re » ; q u a n to p iù , in a ltr i te rm in i, lo s g u a r d o in ­ te rp re ta n te è p e rv e rtito a fis s a r e la c a u s a , ta n to p iù e s s o v ie n e d i­ sto lto d a l lu o g o e d a l te m p o nei q u a li e m e rg e c iò d a c u i e s s o ste sso p ro c e d e e d o p e r a il su o ste sso v e d e re : la s u a v isio n e , a p p a re n te m e n te n itid a e c o n v in c e n te , è m io p ia . S e in v e ce lo sg u a r d o , p e r c o sì d ire , r ip ie g a v e r so l ’o c c h io , a p re n ­ d o si a lle e v id e n z e d e l c o r p o d i c u i è p a rte e q u in d i c o n se n te c h e il « v e d e re » te n d a a f a r lu o g o a l se n tire , la ra p p re se n ta z io n e d e lle c a u s e illa n g u id isc e la p r o p r ia e ffic a c ia d i filtro rid u tto re , p e r d a re

5V I

N ic l/n d ic . F I · 88-89,

fr.

15.90, p p .

167

247-48.

a lla c o sc ie n z a tr a sp a r e n z a su l te m p o d e l su o re a le a v v e n ire . « M i se n to m a le » c o stitu isc e u n ’a ffe r m a z io n e p iù r ic c a d i q u e lla ch e a s s e ­ risc e 1’e siste n z a d i c a u se c h e « sp ie g h e re b b e ro » ta le sta to . A sse c o n ­ d a n d o q u e sto m o v im e n to , Γ « e sp e rie n z a in te rn a » ten d e a d a ttra v e r­ s a r e la p r o p r ia ste s s a d e c isio n e o rig in a r ia , ra g g iu n g e n d o , n e lla « g r a n ­ d e e ta r d a n e u tra lità » d e lla s u a fa s e p iù m a tu ra , la p r o p r ia m a ssim a lim p id e z z a , e co n c iò m a ssim a m e n te a p p r o ssim a n d o il p u n to c ritic o d i ro ttu ra d e lla p r o p r ia fo r m a , o v v e ro , l ’e sito c a ta s t r o fic o d e l « ro v e ­ sc ia m e n to c r o n o lo g ic o » . N e lla su a p iù a r isto c r a t ic a d e c lin a z io n e ta r­ d iv a , Γ « e sp e rie n z a in te rn a » , e sa u r isc e le p ro p rie p o s s ib ilit à , p e r a p r ir s i tra u m a tic a m e n te a d u n a p r o p r ia « fo rm a im p o ssib ile » n e lla q u a le , p e r fe z io n a n d o si, e s s a a n c h e si o ltr e p a s s a ra d ic a lm e n te , d e ­ fo rm a n d o si. S n o d o e sse n z ia le d i q u e sto c o n tr o ro v e sc ia m e n to è l ’e m e rg e re d el n e sso c h e g e n e a lo g ic a m e n te co n n e tte ra p p re se n ta z io n e (e r a p p r e se n ­ ta z io n e f ilo s o f ic a ) , in te rp re ta z io n e e filo lo g ia . F u lm in e a e d e llittic a e sp lic ita z io n e r a d ic a le e d e fin itiv a d e l n u c le o p u lsio n a le e te o ric o di Wir Filologen, q u i l ’a p p a riz io n e d e lla filo lo g ia co n n e tte , su l d is c r i­ m in e tra 1’« e sp e rie n z a in te rn a » e la su a p e rfe z io n e im p o ssib ile , m i­ s e r ia e g ra n d e z z a d e ll’o p e ra r e filo lo g ic o . S e , d a u n a p a r te , la filo ­ lo g ia è u n a fo r m id a b ile p ro d u ttric e di p a s s a to in q u a n to c o stitu tric e d i te sti e d i tra d iz io n e , e s s a è n el c o n te m p o in g r a d o d i riv e la re , d isin c a n ta n d o lo , il m e c c a n ism o d e ll’« e sp e rie n z a in te rn a » , e v id e n ­ z ia n d o la n a tu ra d i in te rp re ta z io n e rid u ttiv a im p lic ita in o g n i le ttu ra e in o gn i e d iz io n e . E ’ la filo lo g ia ch e, ra d ic a liz z a n d o il p r o p r io g e sto e sse n z ia le , o ffr e la m e ta fo ra p iù e ffic a c e a d in d ic a re la fo r m a « im ­ p o s s ib ile » d e ll’« e sp e rie n z a in tern a » . « L e g g e re un testo se n z a in se ­ rirv i u n ’in te rp re ta z io n e » — a lla le tte ra q u a si la re p lic a p u r a e se m ­ p lic e d e l m o tto d e l m e c c a n ism o c ritic o -te stu ale la c h m a n ia n o — q u i d iv ie n e a ltr a c o s a sia d a lla fe d e p o sitiv ista n e ll’o g g e ttiv ità rico n o ­ sc ib ile d e llo sc ritto , sia d a lla p ro c la m a z io n e d e lla le g ittim ità e d e lla e q u iv a le n z a d i tu tte le in te rp re ta z io n i p o s s ib ili: e sso in d ic a in vece il p e n sie ro « im p o ssib ile » , non ric o n d u c ib ile a n u lla d i g ià n o to , ch e le g g a il testo co m e c iò ch e si sta o ra sc riv e n d o se n z a che n e s­ s u n a im m a g in e so stitu tiv a ne c h iu d a il r a p p o rto con la v ita . 5.

D a l m o m e n to

v i è u n ’a l t r a

in

cu i q u esto

p e n sie r o

e s is t e , o g n i

c o lo r e

si m u t a , e

storia 84.

I l p e n s i e r o a c u i a c c e n n a N i e t z s c h e in q u e s t o f r a m m e n t o è q u e l- 54

54. F. Nietzsche, h P 8 1 -8 2 . fr. 12.1.

/ 6.V

10 d e ll’e te rn o rito rn o : e s s o istitu isc e u n novum n el m o m e n to s te sso in c u i to g lie ra d ic a lm e n te le ra g io n i d i c a lib r a r e u n novum risp e tto a u n a tra d iz io n e d a ta . Il p e n s ie r o o , m e g lio , l ’e sp e rie n z a d e ll’e te rn o rito rn o c h iu d e le p o s s ib ilit à d i v iv e re il p a s s a to c o m e o g g e tto d i m a ­ lin c o n ia o co m e g a r a n z ia d i o g n i fu tu r a u to p ia ; e , q u in d i, c h iu d e a n c h e q u e lle d i v iv e re il fu tu ro c o m e ig n o to ch e in co m b e su l p re ­ se n te o c o m e se m p lic e s v ilu p p o d el p a s s a t o : a p re in v e ce a lla p o s s i­ b ilità d i a f f id a r s i a d o g n i a ttim o c o m e a d u n a c o n c e n tra z io n e ista n ­ ta n e a c h e è in sie m e r a c c o lta d i p a s s a t o e so rg e n te d i fu tu r o . N e l re n d e re p o s s ib ile q u e sto , l ’e sp e rie n z a d e ll’e te rn o rito rn o so sp e n d e la le g ittim ità d i o g n i ra p p re se n ta z io n e d e l te m p o n e lla fo r m a d e lla su c ­ c e s s io n e 5556. C o n c iò v ie n e s o s p e s a a n ch e la le g ittim ità d el r a p p o r to c a u se -e ffe tti c h e in q u e lla fo r m a h a il su o m ig lio re habitat: « D u e sta ti c h e s i su c c e d o n o , l ’u n o c a u s a , l ’a ltro e ffe tto : è fa ls o . I l p rim o sta to n o n h a n ien te d a c a u s a r e , il se c o n d o n on è c a u s a to d a n ien te. S i tra tta d e lla lo tta d i d u e ele m e n ti d i d iv e r sa p o te n z a : si ra g g iu n g e u n a d iv e r sa d isp o siz io n e d e lle fo rz e , se c o n d o la q u a n tità d i p o te n z a d i c ia sc u n o » **. Q u e s to rid im e n sio n a m e n to g e n e ra le d e l ra p p o r to c a u ­ se -e ffe tti p u ò tra rre c o n fe rm e d a a lc u n i sp e c ific i a m b iti d i v e r ific a . In n a n z itu tto d a q u e llo d e lle riflessioni sulla storia : « Q u a lu n q u e sia l ’a ttiv ità u m a n a stu d ia ta , il m e d e sim o e rro re a s p e tta a l v a r c o i ric e r­ c a to ri d i " o r ig in i” : c o n fo n d e re u n a filia z io n e co n u n a sp ie g a z io n e » 57. C o sì p u re d a q u e llo dell'epistemologia : « L a ra g io n e p r im a r ia p e r r ife rirsi a lla c a u sa di λ: è sp ie g a r e x. C i so n o tan te c a u se d i x q u a n te so n o le sp ie g a z io n i d i x » 58. N o n m en o im p o rta n te a p p a r e la c o n fe rm a ch e p u ò v e n ire d a u n a m b ito c lin ic o : « p o ssia m o a c c e tta re la situ a z io n e co m e è q u i ed o r a , se n z a c a p ire m ai p e rc h é è d iv e n ta ta ta le , m a a n c h e se ne ig n o ­ ria m o l ’o rig in e e l ’e v o lu z io n e p o ssia m o fa r e q u a lc o s a con (o su ) e s s a » 59. A l term in e d i u n g iro d i co n fe rm e p u r b re v e co m e q u e sto , 11 rid im e n sio n a m e n to d e l ra p p o r to c a u se -e ffe tti p u ò o tte n e re an ch e 55. C fr . A .N . W h iteh e ad , I l d iv e n ire d e lla religio n e, tr. it. T o rin o , 1963, p . 4 1 : « N o n c ’è n e ssu n a su c c e ssio n e p u r a , m a se m p re q u a lc h e p a rtic o la re fo n d a m e n to re la z io n a le » . 5 6 . F . N ie tz sc h e , F P 88-89, fr. 14.95. 57. M . B lo c h , A p o lo g ia d e lla sto ria , tr. it. T o rin o , 1969, p . 4 6 , m a , so ­ p ra ttu tto , c a p . V , p p . 161-66. S i p o tre b b e istitu ire u n ’a n a lo g ia n o n so lo fo r ­ m a le tra i co n cetti d i « c a u sa lità r e c ip ro c a » e « c a u s a lit à stru ttu ra le » u sa ti d a lla n o u v e lle h isto ire e il co n ce tto d i c o o r d in a z io n e u sa to d a N ie tz sc h e in so stitu z io n e di q u e llo « c a u sa -e ffe tto » (c fr. F . N ie tz sc h e , F P 1884, fr. 26.46. 58. N .R . H a n so n , I m o d e lli d e lla sc o p e r ta sc ie n tific a , tr. it. M ilan o , 1978, p. 69. 59. I’ . W at/.law ick , |.H . W eak lan d , R . F isc h , C h a n g e . S u lla fo rm a z io n e e la so lu z io n e d e i p ro b lem i, tr. it. R o m a , 1974, p. 93.

169

u n a rifo rm u la z io n e filo s o fic a : « S p e s s o r iu sc ia m o a sc o rg e re i fatti im p o rta n ti so lo d o p o a v e r so p p r e sso la d o m a n d a " p e r c h é ” ; a llo ra , nel c o rso d e lle n o stre in d a g in i, e ssi ci c o n d u c o n o a u n a risp o sta » 60. L ’e sp e rie n z a d e ll’e te rn o rito rn o , lib e ra n d o d a lla tira n n ìa d e l r a p ­ p o rto c a u se -e ffe tti, lib e ra a n ch e d a l l ’illu sio n e ch e in o gn i c a u sa si n a s c o n d a u n 'intenzione616 ·, in tal m o d o v ie n e re stitu ita in n o c e n z a al 4 3 2 d iv e n ire 6\ e lo sp ie g a r e i fa tti sto ric i non risc h ia p iù di rid u rsi ad u n ric e rc a re re sp o n sa b ilità M. L a lib e ra z io n e d a lla tira n n ìa d el ra p p o r to c a u se -e ffe tti in te re ssa e c o in v o lg e n on so lo la s to r io g r a fia , m a a n ch e il fare sto r ia . Il p a s ­ sa to non si d à p iù co m e p a rc o d i ev en ti d i c u i v e n d ic a rsi o su c u i c o stru ire , e il fu tu ro n on è p iù te rra di c o n q u ista p e r g li e ffe tti d e lle v e n d e tte o d el c o stru ire . P a ssa to e fu tu ro n on v e n go n o tu tta v ia a n n u lla ti: in o gn i a z io n e p re se n te v e n go n o m e ssi in g io c o co n te m ­ p o ra n e a m e n te , c o sì co m e n el la n c io « d iv in o » d i d a d i « d iv in i » v e n g o n o o g n i v o lta m e ssi in g io c o , c o n te m p o ra n e a m e n te , i n u m eri g ià u sc iti e q u e lli d a u sc ire . In ta l m o d o o g n i a z io n e n on h a p iù g a r a n ­ tita la su a d ig n ità o la su a b a s s e z z a d a u n a c a te n a d i c a u s e ch e la p o s s a n o , risp e ttiv a m e n te , g iu stific a r e o c o n d a n n a re : n o n h a p iù u n a c a s a p a te r n a o u n a c a sa - m a d re c h e la p ro te g g a , né u n trib u n a le c h e la g iu d ic h i. N o n p u ò rie n tra re in a lc u n a tra d iz io n e : n é in q u e lla p r o p r ia , d o v e p o te r tro v a re a c c o g lie n z a e d ife se , né in u n a a ltru i n e lla q u a le d o v e r su b ire re siste n z a e a c c u se . C o sì o g n i a z io n e è , n el c o n te m p o , m a ssim a m e n te responsabile e d e l tu tto innocentem: r e sp o n sa b ile n o n n el se n so ch e d e v e risp o n ­ d e re a q u a lc u n o o a q u a lc o s a d i d iv e rso d a e s s a , m a n el se n so ch e, m e tte n d o o g n i v o lta in g io c o tu tto il p a s s a to e il fu tu ro d i c u i è c a ­ p a c e , c o n c e n tra su d i sé u n ’in fin ita rete d i fo rz e a ttiv e e re a ttiv e ; in n o ce n te , p o i, n o n n el se n so ch e p o s s a e sse r p r o c la m a ta in n o cen te d a l trib u n a le d e lla sto r ia o d a q u e llo s u lla sto r ia , m a nel se n so ch e n o n c ’è a lc u n trib u n a le in g r a d o d i g iu d ic a r la in n o c e n te o c o lp e v o le b e n sì so lo un’altra azione o u n c o m p le sso d i a ltre a z io n i c h e p u ò a ssu m e r la co m e fa v o r e v o le o c o n tr a ria . I v a lo r i, in fa tti, non stanno s o p r a le a z io n i ch e in te n d o n o g iu d ic a re m a divengono a l p a r i di 60. L. Wittgenstein, R ic erc h e filo so fic h e , tr. it. Torino, 1967, pp. 177, 471. 61. Cfr. F. Nietzsche, F P 85-87, fr. 2.83 e 2.84. 62. Cfr. F. Nietzsche, C r, § 8, pp. 92-93. 63. Cfr. M. Bloch, o p . cit., p. 163: « La superstizione della causa unica, in storiografia, è molto spesso la forma insidiosa della ricerca di un re­ sponsabile ». 64. Cfr. F. Nietzsche, F P 1884, fr. 26.47, dove responsabilità e innocenza connotano la terza fase della saggezza, ccjnivfilculo alla condizione del fan­ ciullo tratteggiata in C o s ì p a r l ò Z a r a t h u s t r a , O e lle I r r m e t a m o r fo s i. 170

q u e ste . N o n so lo : so n o e ssi s te ssi « a z io n i » ch e a g isc o n o e re a g isc o n o c o n a ltre az io n i-v a lo re e co n a z io n i-c o sa , la cu i d iffe r e n z a n o n è p o sta v e rtic a lm e n te m a d is p o s ta o riz z o n ta lm e n te , co m e d iffe r e n z a tra fo rz e a g e n ti e re a g e n ti su u n ’u n ic a su p e r fic ie . O r a , la stru ttu ra d e lle a z io n i in q u a n to a z io n i-fo rz e in n o c e n ti m a « r e sp o n sa b ili » n o n e siste se n o n n e g li e ffe tti c h e p r o d u c e , c o sì c o m e il s ig n ific a n te e siste s o lo n e lla s u a fu n z io n e d i p ro d u tto re d i s e n s o 65. M a c iò è p o s s ib ile p e rc h é « il tren o d e l te m p o è u n tre n o ch e s p in g e d a v a n ti a s é le su e ro ta ie . Il fiu m e d e l te m p o è u n fiu m e c h e p o r ta c o n sé le su e riv e » “ . P e rc h é o g n i a ttim o d e l d iv e n ire « tra e d ie tro se s te sso » : o g n i m o m e n to d e l flu s s o , in c id e n d o l ’a lv e o , ne m o d ific a la p o r ta ta e la d ire z io n e e , q u in d i, tr a s fo r m a a n c h e se s te s s o ; « Q u e sto tra fig g e re e tra c c ia re il c o r so a p p a rtie n e a ” c iò ch e d à la v it a ” » ” , m a « c iò ch e d à la v ita » a p p a rtie n e e s s o s te s s o a l « c o r s o » tr a c c ia to : se c o n d o P in d a ro l ’e sse n z a d e i c e n ta u ri sta nel tra c c ia r e il c o r so e il lim ite d i fiu m i e se n tie ri; m a , n el f a r c iò , e s s i tr a c c ia n o a n ch e il proprio c o r so e i propri lim iti.

65. C fr. J. Lacan , L ’is t a n z a d e lla le t t e r a d e l l ’in c o n s c io o l a r a g i o n e d o p o in ld.. S c r i t t i , tr. it. T orin o, 1974, 1, pp. 488-523. 66. IL M usil, L 'u o m o s e n z a q u a li t à , tr. it. T orin o, 1962, p. 431, § 98. 67. Μ. I li-iili-ggcr, C h e c o s a s i g n i f i c a p e n s a r e , tr. it. M ilano, 1971, II, p. 65.

F reu d,

171

B E L L E Z Z A E N A T U R A IN N I E T Z S C H E

P e rc o rre n d o l ’in tric o di v ie se g n a to d a g li sc ritti di N ie tz sc h e , c i si p u ò im b a tte re in u n a « v e trin a » d o v e , in p o c o m a lu m in o so sp a z io , sta n n o in m o stra i su o i p iù p re z io si p e n sie ri s u lla n a tu ra . S i tra tta d e lle r ifle ssio n i co n te n u te nel fra m m e n to 1 0 .5 3 d e ll’a u tu n ­ no 1 8 8 7 , in tito la to La naturalizzazione dell’uomo nel X IX secolo, nel q u a le so n o se g n a la ti gli am b iti d o v e la « n a tu ra le z z a » , n e lla c i­ v iltà c o n te m p o ra n e a , g u a d a g n a se m p re m a g g io r i fa v o ri. L ’e so rd io d i ta le fra m m e n to c o stitu isc e s e n z ’a ltro il « p e z z o » p iù im p o rta n te di q u e sta « v e trin a » o « m a n ife sto » d e d ic a to a lla n a tu ra : « Non ” rito rn o a lla n a t u r a ” : p e rc h é non c ’è m ai sta ta sin o ra u n ’u m a n ità n a tu ­ ra le . L a s c o la stic a d ei v a lo ri in n a tu ra li e contro n a tu ra è la re g o la , è l ’in iz io ; a lla n a tu ra l ’u o m o g iu n g e d o p o lu n g a lo tta : n on v i " r i ­ to r n a ” m a i... L a n a tu r a : c io è o sa re di e sse re im m o ra li co m e la n a ­ tu ra » \ E ’ d a n o ta re in n a n z itu tto ch e q u i, co m e a l t r o v e 12, N ie tz sc h e en tra in p o le m ic a d ire tta con R o u sse a u e con p o siz io n i che c o ltiv a n o il m ito d i u n a n a tu ra o r ig in a ria , o rm a i p e rd u ta , ch e d o v re b b e e sse re rip r istin a ta c o n tro le « p e rv e rsio n i » p ro d o tte d a l p ro g r e sso e d a i 1. F .

N ie tz sc h e , F P

8 7 -8 8 ,

p.

130.

2. Cfr. F. Nietzsche, U T U I, p. 254, p. 227, § 221; A , p. 5, § 3 e p. 120, § F P 81-82, p. 396, fr. 12.25; F P 1884, p. F P 87-88, p. 75, fr. 9.146, p. 92, fr. 9.179, e p. 199, fr. 10.170. L ’unico luogo in cui

§ 463 e p. 293, § 617; U T U II, 163; F P 79-81, p. 369, fr. 4.112; 39, fr. 25.139, p. 52, fr. 25.178; p. 99, fr. 9.184, p. 105, fr. 10.2(3) Nietzsche si riferisce a Rousseau in termini non esclusivamente negativi è questo: « Quattro furono le coppie che a me, il sacrificante, non si negarono: Epicuro e Montaigne, Goethe e Spinoza, Platone e Rousseau, Pascal c Schopenhauer. (...) Qualunque cosa io dica, decida, escogiti per me c per gii altri, su questi otto fisso gli occhi e vedo i loro fissi su di in e ». ( U T U I I , p. 129, § 4 0 8).

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su o i a r tific i. E ’ tu tta v ia d a p o rre in risa lto c iò c h e N ie tz sc h e a f ­ fe r m a in p o sitiv o : o s s ia il fa tto ch e la « n a tu ra le z z a » è u n a c o n d i­ z io n e da conquistare. S u lla n a tu ra co m e p u n to d i arrivo, e n on d i p a r te n z a , N ie tz sc h e si so ffe r m a a n ch e n el Crepuscolo degli idoli: « P a rlo a n c h ’io d i " r ito r n o a lla n a t u r a ” , q u a n tu n q u e q u e sto n o n sia p ro p ria m e n te u n re tro c e d e re , q u a n to in v e ce u n andare in alto — in a lto v e rso l ’e c c e lsa , lib e r a , e a n c h e tre m e n d a n a tu ra e n a tu r a lità , u n a n a tu ra ch e g io c a e può g io c a re co i g ra n d i c o m p iti » 3. M a , p e r c a p ir e in ch e c o sa c o n sista q u e sta a sc e sa v e rso la n a t u r a , è n e ­ c e ssa r io s o ffe r m a r si in p a r tic o la r e su l co n te n u to d e lla fr a s e fin a le d e l fra m m e n to c o n sid e r a to : « L a n a tu r a : cio è o sa r e d i e sse re im m o ­ ra li co m e la n a tu ra » . Q u i, d u n q u e , l ’im m o ra lità d e lla n a tu ra v ien e p r o p o s ta co m e modello di c o m p o rta m e n to ; m a è d a p r e c isa r e , in ­ n a n z itu tto , ch e tale m o d e llo n on si p ro p o n e n e lla fo rm a del d o v e re , m a in q u e lla d e l potere, o s s ia d e lla capacità d i v iv e re in a sse n z a di p rin c ìp i e tici a s s o lu ti: osare d i e sse re im m o ra li co m e la n a tu ra non s ig n ific a c o m b a tte re la m o ra le fa c e n d o d e lla tra sg r e ssio n e u n d o v e re , m a sig n ific a p o te r « ig n o ra re » la m o ra le , e sse re in g r a d o d i v iv e re se n z a e sse re « c o stu m a ti » , a g g io g a ti a d u n a m o ra le , m a a n c h e se n z a e sse re « rise n titi » , c io è sc h ia v i d e ll’o d io c o n tro la m o ra le . P o co p iù in là , se m p re a l l ’in tern o d e l m e d e sim o fra m m e n to , N ie tz sc h e ci a v ­ v e rte in c h e se n so la n a tu ra è d a in te n d e rsi co m e im m o ra le : « e s s a non a s p ir a a lla v irtù » . C iò v u o l d ire ch e la n a tu ra n on te n d e a lla v irtù co m e a d u n v a lo r e , e n on p e rc h é te n d a a l su o c o n tr a rio , a l v iz io , m a p e rc h é è in trin se ca m e n te estranea s ia a l v iz io c h e a lla v irtù , p e rc h é è al di fuori di o g n i v a lu ta z io n e m o r a l e 4: p r o p r io in q u a n to la n a tu ra risu lta e sse re p iù « e str a n e a » c h e « c o n tr a r ia » a lla m o ra le , si d o v re b b e p a r la r e non di u n a su a « im -m o ra lità » , q u a n to d e lla su a a-moralità. L a c a ra tte riz z a z io n e d e ll’a m o ra lità co m e potenza p r o p r ia , co m e c a p a c ità s p e c ific a d e lla N a tu r a , n on è u n ’a c q u isiz io n e ta r d a d i N ie tz ­ sc h e : in fa tti g ià in u n a le tte ra d e l 1 8 6 6 a C a r l v o n G e r s d o r f f , sc riv e ch e « n o i p o ssia m o c a p ire v e ra m e n te la n a tu r a , so lta n to q u a n d o s ia ­ m o c o stre tti a tro v a re in lei rifu g io d a lle n o stre c u re e d a i n o stri to rm e n ti. C o s ’e ra m ai l ’u o m o p e r m e, co n la s u a v o lo n tà m a i p la ­ c a t a ! C o s ’e ra p e r m e l ’e te rn o ” tu d e v i” ! Q u a n to d iv e rsi il la m p o , la b u fe r a , la g ra n d in e , fo rz e lib e re , senza etica! » 5. C a p ir e la n a tu ra ,

3. F. Nietzsche, C r , p. 149, § 48. 4. F ’ evidente come all’origine e alla base di queste considerazioni stia Spinoza (cfr. E l i c a . Appendice alla Parte I e Prefazione alla Parte IV) 3. F. Nicl/sclic, E p i s t o l a r i o 1 8 5 0 -1 8 6 9 , tr. it. Milano, 1976, p. 422. 17 3

d u n q u e , s ig n ific a in n a n z itu tto godere d e lla su a lib e rtà d a im p e ra tiv i e n o rm e m o r a li, r in fra n c a r si g u sta n d o lo sp e tta c o lo di g io c h i d i fo rz e in lib e rtà , sc io lte d a o g n i c rite r io e g iu d iz io m o ra le : in tal se n so la n a tu ra c i g u a r isc e o , p e r lo m e n o , c i c o n so la d i u n a v ita d ro g a ta d i « m o ra lin a » , o p p r e s s a d a l d o v e re d i g iu d ic a re , o s s e ssio n a ta d a lla lo tta tra il B en e e il M a le . T u t ta v ia l ’a m o r a lità d e lla n a tu ra non si p o n e s o lo co m e fa tto r e di c o n so la z io n e . P e r N ie tz sc h e e s s a si p o n e a n c h e c o m e modello d i c o m p o rta m e n to : « N o n è p o ssib ile fo n d a re un’etica s u lla c o n o sce n z a p u ra d e lle c o se : q u i b iso g n a e sse re co m e la n a tu ra , n é b u o n i n é c a ttiv i » e. P e rta n to la « n e u tra lità d e lla g ra n d e n a tu ra » 7, 6 il fa tto c h e « n on c ’è né u n d iritto d i n a tu ra , n é un to rto d i n a tu ra » 8, o s s ia , in u n a p a r o la , l’innocenza d e lla n a tu ra p u ò e sse re p r e sa a m o d e llo d el p e n sa re e d e ll’a g ire d a c o lo ro ch e so n o in g r a d o , possono in se n so fo rte , rin u n c ia re a lla tira n n id e d e i g iu d iz i m o r a li: ch i è c a p a c e d i e sse re in n o ce n te c o m e la n a tu ra , di p o rsi a l d i q u a o a l d i là , in o g n i c a s o al di fuori del b en e e d el m a le , « n o n p u ò p iù lo d a re e b ia sim a r e la n a tu ra e la n e c e ssità . C o s ì co m e e g li a m a m a n on lo d a la b u o n a o p e r a d ’a rte , d a to ch e e ssa n ien te p u ò p e r se s te s s a ; co m e egli si a tte g g ia d i fro n te a lla p ia n ta , c o sì d e v e a tte g g ia rsi d i fro n te a lle a z io n i d e g li u o m in i e a lle su e ste sse . E g li p u ò a m m ira rv i fo r z a , b e lle z z a , p ie n e z z a , m a n on p u ò tro v a rv i m eriti » 9. S i p u ò q u in d i d ire ch e l ’a m o r a lità d e lla n a tu ra c o m u n ic a , a ch i sa e p u ò c o g lie rla , u n su g g e rim e n to p e r v iv e re lib e ra m e n te le az io n i p ro p rie e q u e lle a ltru i: c o n fo rm a n d o si a l l ’a g ire sp o n ta n e o d e lla n a tu r a , o s s ia fa c e n d o si in n o c e n ti, n o n si è p iù c o stre tti a v i­ v ere ten en d o la c o n ta b ilità d ei m e riti e d ei d e m eriti p r o p r i e a ltr u i, m a si è in g ra d o d i la s c ia r v iv e re sé e gli altri se c o n d o la c a p a c ità , le « p o te n z e » d iffe re n z ia te ch e c ia sc u n o p u ò e sp rim e re 10. E ’ ev id e n te a q u e sto p u n to che se la n a tu ra è a m o ra le e in n o ­ ce n te , e stra n e a al v iz io co m e a lla v irtù , lib e ra d a m eriti e d a c o lp e ,

6. F. Nietzsche, F P 76-7 8 , p. 329, fr. 17.100; cfr. anche p. 344, fr. 18.58. 7. Cfr. F. Nietzsche, U T U l i , p. 217, § 205. 8. Cfr. ivi, p. 155, § 31. 9. F. Nietzsche, U T U I , p. 83, § 107. 10. Il fatto che in natura non vi siano o p p o s i z i o n i non esclude il fatto che vi siano d iff e r e n z e . Anzi, si potrebbe dire che proprio la modalità del­ l ’opposizione, tipica proiezione « etica », antropomorfica, sulla natura, r id u c e la ricchezza e la molteplicità delle differenze. Nietzsche sembra aver chiaro questo rapporto inverso quando scrive; « L ’inesatta osservuzione comune vede nella natura contrasti dappertutto (come per es. "caldo e freddo”), dove non ci sono contrasti, ma solo differenze di g ra d o ». (F. Nietzsche. U T U I I , pp. 169-70, § 67). / 7·/

a llo r a p u ò a n c h e e sse r e e se n te d a o g n i tip o d i finalità n . L ’a fin a lism o d e lla n a tu ra è u n a d e lle p o c h e ste lle f is s e a c u i N ie tz sc h e non c e s s e r à m a i di g u a r d a r e p e r o rie n ta re il su o p e n sie r o : è v e ro ch e n egli sc ritti a u to b io g r a fic i r ic o rd a co m e d a g io v a n e c o n sid e r a sse g li sp le n d o ri d el « sa n tu a r io d e lla n a tu ra » c re a ti p e r l ’u o m o 1l2134, m a g ià n e lla te rz a d elle Considerazioni inattuali o s s e r v a ch e « il p ro c e d i­ m en to d e lla n a tu ra s o m ig lia a llo sp e rp e ro » e , in p a r tic o la r e , ch e tale fe n o m e n o è c o m p ro v a to d a l fa tto che la n a tu r a p ro d u c e l ’a r tista e il filo s o fo m e d ia n te u n a q u a n tità en o rm e d i te n ta tiv i a le a to r i, se n z a a m m in istra re o c u la ta m e n te i p r o p r i s fo rz i in v ista di u n fin e M. P iù ta r d i, in Umano, troppo umano, N ie tz sc h e rito rn a in m o d o c ritic o su l tem a d el fin a lism o , o sse r v a n d o co m e n a tu ra e sc ie n z a n on c o n o ­ sc a n o fin i u l t i m i H. N e g li an n i d i Aurora rip re n d e q u e sta c ritic a sp e c ific a n d o la m e d ia n te l ’e se m p io d e ll’o c c h io che n on si è p ro d o tto a l fin e d i v e d e re 1516, e r ib a d e n d o in g e n e ra le ch e « n ella n a tu ra non v i so n o sc o p i » ie. M a a n ch e n egli a n n i d e lla Gaia scienza q u e sta c ritic a si rip re se n ta , q u a n d o N ie tz sc h e a v a n z a l ’ip o te si c h e il fin a ­ lism o d e lla n a tu ra n on sia a ltro ch e u n ’u ltim a ra p p re se n ta z io n e di

11. A n ch e p e r q u a n to r ig u a r d a la c r itic a a d o g n i fo rm a d i teleo lo g ia N ie tz sc h e risu lta d e b ito re a S p in o z a : c fr . in p a r tic o la r e E tic a , A p p e n d ic e P a rte I. 12. C fr . F . N ie tz sc h e , L a m ia v ita. S c r itti a u to b io g r a fic i 1856-1869, tr. it. M ila n o , 1977, p . 7 3 : « O g n i v o lta ch e m i in o ltro n el sa n tu a r io d e lla n a tu ra m i co g lie un p e n sie r o : tu tti q u e sti sp le n d o ri so n o c re a ti p e r n o i, p e r noi si e rg o n o q u e ste a u g u ste v o lte o m b r o se , p e r n oi r isp le n d e il so le e b rilla la lu n a » . 13. C fr . F . N ie tz sc h e , C r, p. 4 3 4 : « L ’a rtista e il filo so fo so n o p ro v e co n tro il fin a lism o d e lla n a tu ra nei su o i m ez z i, se b b e n e fo rn isc a n o la p ro v a p iù ec ce lle n te d e lla s a g g e z z a d ei su o i sc o p i » . 14. C fr . F . N ie tz sc h e , U T U l , p. 4 8, § 3 8 : « L a sc ie n z a n on c o n o sc e r ig u a r d i p e r fin i u ltim i, c o m e a p p u n to non n e c o n o sc e la n a tu r a ; m a co m e q u e sta p ro d u c e ta lv o lta c o se d el p iù a lto fin a lism o se n z a a v e rle v o lu te , co sì a n c h e la v e ra sc ie n z a , con te im ita z io n e d e lla n a tu r a n ei c o n c e tti, p ro m o v erà o c c a sio n a lm e n te , a n z i, in p iù m o d i, l ’u tilità e il b e n e sse re d e g li u o m in i, e r iu s c ir à a l l ’o p p o r tu n o — m a p arim en ti se n z a a v e r lo v o lu to » . C fr . an ch e F P 76-78, p p . 425-6, fr. 2 3 .1 0 4 : « C o m e n ella n a tu r a n on vi so n o sc o p i ed e s s a tu tta v ia c r e a c o se d el p iù r a ffin a to fin a lism o , c o sì an c h e la sc ie n z a a u te n tic a la v o r e r à se n z a p o rsi d e g li sc o p i (u tilità , b e n e sse re d e g li u o m in i) e an z i d iv e n te rà u n a p a r te d i n a tu r a , c io è r a g g iu n g e rà in certi c a si il fin a lism o (u tilità ), se n z a a v e rlo v o lu to » . 15. C fr . F . N ie tz sc h e , A , p. 9 3, § 122: « L a v ista n on è sta ta lo sc o p o ch e ha a c c o m p a g n a to la n a sc ita d e ll’o c c h io , m a si è in v e ce v e n u ta a d ete r­ m in are q u a n d o H c a s o e b b e co m b in a to in sie m e l ’a p p a r a to v i s i v o » . 16. C fr. I'. N ietz sc h e, F P 79-81, p. 356, fr. 4 .5 5 ; c fr . an c h e p. 4 5 8 , fr. 6.151

17 5

D io ” , e n o ta c o m e n em m en o la v ita p u ò e s s e r in te sa q u a le sc o p o d e lla n a tu r a , p e r c u i la m o rte n on p u ò e sse r in te sa q u a le d i q u e sto sc o p o

fallimento

O r a , tu tte q u e ste c o n sid e ra z io n i d i N ie tz sc h e v o lte

a m o stra re c h e il fin a lism o in n a tu ra n on è c h e il risu lta to d i proie­ zioni u m a n e s u lla n a tu r a , non risu lta n o in te re ssa n ti so lta n to p e rc h é sm a sc h e r a n o n a tu ra —

un

m ille n a rio p r o c e sso

d o v u to

so p ra ttu tto

ad

d i a n tro p o m o rfiz z a z io n e

un

b iso g n o

d i sic u r e z z a ,

d e lla ad

un

d e sid e rio u m a n o d i a v e re a d isp o siz io n e u n a n a tu ra a lle a ta o d ip e n ­ d en te — , m a so p ra ttu tto p e rc h é in d ic a n o , in p o sitiv o , c h e l ’a fin a lism o d e lla n a tu ra d o v re b b e c o stitu ire il m o d e llo di c o m p o rta m e n to p e r l ’u o m o , a lm e n o d e ll’u o m o in g r a d o d i

pensare: « C o m e la n a ­

tu r a n o n p ro c e d e se c o n d o s c o p i, c o sì a n c h e il p e n sa to re

n on d o ­

pensare se c o n d o s c o p i, c io è n on v o le r c e rc a re , d im o stra re o c o n fu ta re a lc u n c h é , m a stare ad ascoltare c o m e av v ie n e p e r u n b ra n o m u sic a le : n e tra e u n ’im p re ssio n e c h e è p ro p o rz io n a le a quanto è v re b b e

r iu sc ito a se n tire » ie. A llo r a : in p re c e d e n z a si è v isto c h e il d isc o r so

dell’amoralismo d e lla n a tu ra n on h a so lo critica, d ire tta a d im o stra re l ’in c o n siste n z a , in n a tu ra ,

d i N ie tz sc h e a p r o p o sito u n a v a le n z a

d i o g n i rife rim e n to a c rite ri e a g iu d iz i d i v a lo r e , m a h a a n c h e u n a v a le n z a p o sitiv a , v o lta a su g g e rir e a l l ’u o m o u n c o m p o rta m e n to c o n fo rm e a l l ’« in n o c e n z a » n a tu r a le ; c o sì, o r a , il d isc o r so d i N ie tz ­ sc h e a p ro p o sito d e ll ’afinalismo in n a tu ra n on te n d e so lta n to a m o ­ stra re l ’illu sio n e n a s c o sta n elle a ttrib u z io n i di sc o p i a lla n a tu ra d a p a rte

d e ll’u o m o , m a c e rc a di in d ic a re ,

sc o p i, p r o p r ia d e lla

n a tu ra , co m e

in p o sitiv o , l ’e stra n e ità

c a r a tte r istic a

a

cui

da

c o n fo rm a rsi

p e r p e n sa re e a g ire in lib e rtà . A m o ra lism o e fin a lism o , q u in d i, co m e m o d i sp e c ific i di u n a « n a tu ra le z z a » in te sa non co m e stato di p e r­ fe z io n e o r ig in a r ia , m a co m e qualità d a c o n q u ista re m e d ia n te u n a d isc ip lin a di p e rfe z io n a m e n to . O r a , p r o p rio l ’e stra n e ità ai v a lo ri e ai g iu d iz i m o ra li, e l ’as17. Cfr. F. Nietzsche, F P 81-82, pp. 286-7, fr. 11.22: «P resunto fina­ lismo della natura — nell’egoismo, nell’istinto sessuale — , dove, a quanto si dice, essa si servirebbe dell’individuo — nell’irraggiamento di luce da parte del sole, e così via — tutte invenzioni! Forse, è l ’ultima forma di una rap­ presentazione di Dio ». 18. Cfr. ivi, p. 408, fr. 12.120: « La natura non prende partito né per il vivente né per il morto. Se qualcosa cessa di vivere, non è v ero ch e u n o sc o p o è sta to f a llito ! Le caratteristiche "utile” , "rispondente ad uno scopo” sono accessorie, u m ane». 19. F. Nietzsche, F P 79-81, p. 360, fr. 4.7. Sull'importanza della moda­ lità dell’ascolto nel pensiero di Nietzsche ci siamo soffermati ncW 'h itroduzione a Z a , pp. 5-15. 17 6

se n z a d i fin a lità so n o a n ch e le c a ra tte ristic h e d e lla bellezza 20. V i è u n p a s s o d e lla te rz a Inattuale in cu i ò lo ste sso N ie tz sc h e a d in d ic a re il n e sso ch e le g a n a tu ra e b e lle z z a , là d o v e , p a r la n d o d e i filo so fi d e g li a rtisti e d ei sa n ti, sc riv e ch e « al lo ro a p p a r ir e e p e r il lo ro a p p a r ir e la n a tu ra , ch e non sa lta m a i, fa il su o u n ico sa lto , un sa lto d i g io ia , p e rc h é p e r la p rim a v o lta si sen te g iu n ta a llo sc o p o , là d o v e c io è e s s a c o m p re n d e di d o v e r d isim p a r a r e a d a v e re d e i fin i e d i a v e r g io c a to tro p p o a lto il g io c o d e lla v ita e d el d iv e n ire . In q u e sta c o n o sc e n z a e s s a si t r a s fig u r a e su l su o v o lto p o s a u n a m ite sta n c h e z z a c r e p u sc o la r e , c iò che g li u o m in i c h ia m a n o " b e lle z z a ” » 21234. S e m b ra q u i ch e la n a tu ra im p a ri d a l l ’a r tista a n on a v e re s c o p i, m a si tra tta d i u n se m p lic e a r tific io re to ric o in ce n tra to su lla « p e r so ­ n ific a z io n e » d e lla n a t u r a ; in re a ltà n o i sa p p ia m o ch e p e r N ie tz sc h e l ’a r tis ta ste sso è un p ro d o tto d e lla n a tu ra 2Z: è v e ro , in fa tti c h e n e lla Gaia scienza N ie tz sc h e id e n tific a a rte e innaturalezza **, m a n on è m a i d a d im e n tic a re la se rie di c o n sid e ra z io n i sv o lte n e lla Nascita della tragedia ch e te n d o n o a m o stra re c o m e a n c h e Γ « in n a tu ra le z z a » , l ’a rtific io , le fin z io n i d e ll’a rte n a sc o n o d a u n a necessità naturale, co m e a n tid o ti fisio lo g ic i a l d o lo re e a lla so ffe r e n z a 2\ L a p r o d u ­ zio n e umana d e lla b e lle z z a , p e r q u a n to u tiliz z i d e i m e zzi « a r tifi­ c ia li » , h a se m p re e c o m u n q u e u n ’o rig in e n a tu r a le , in q u a n to l ’u o m o , a n c h e l ’u o m o « a rtista » , è u n p ro d o tto d e lla n a tu r a , u n ’e sp re ssio n e d e ll’in fin ita p o te n z a d e lla n a tu r a . L a p ro d u z io n e e il g o d im e n to d el b e lle z z a , d u n q u e , so n o d a c o n sid e ra rsi n a tu ra li in d u e se n si fo n d a m e n ta li: in q u a n to so n o il r isu lta to d i u n a n e c e ssità v ita le , q u a s i fisio lo g ic a , d i p o te r c o m p e n sa re o s u b lim a r e , m e d ia n te il p ia c e re a rtistic o ed e ste tic o , il d o lo re c h e in n e rv a l ’e siste n z a ; e in q u a n to so n o , in g e n e ra le , e sp r e ssio n i d e lla p o te n z a d e lla n a tu r a , m o d i d e l 20. C iò non sig n ific a ch e il p e n sie ro di N ie tz sc h e si m u o v a a q u e sto p r o p o sito su lle tra cc e d i q u e llo d el K a n t d e lla C r i t i c a d e l g i u d i z i o : la d if­ fe re n z a p iù c o sp ic u a c o n siste n el fa tto ch e K a n t si in te re ssa so p ra ttu tto dell 'o s s e r v a t o r e d el b e llo , m en tre N ie tz sc h e d el p r o d u t t o r e d i b e lle z z a (c fr. F. N ie tz sc h e , G M , § 6 ). 2 1 . F . N ie tz sc h e , C r, p . 406. 2 2 . C fr . iv i, § 7, p p . 432-4. 2 3 . C fr . G S , § 8 0 , p p . 90-92. 2 4 . C fr . F . N ie tz sc h e , N T , p . 2 6 : « L ’u o m o n on è p iù a r tista , è d iv e ­ n u to o p e r a d ’a r te : si riv e la q u i f r a i b riv id i d e ll’e b b r e z z a i l p o t e r e a r t i s t i c o d e l l ’in t e r a n a t u r a » . (S o tto lin e a tu r a n o stra ). A p o llin e o e D io n isia c o so n o intesi d a N ie tz sc h e c o m e « fo rz e artistic h e ch e e ro m p o n o d a lla n a tu r a ste s s a » , co m e fo rz e c o m p l e m e n t a r i ch e rie sco n o a tr a sfig u ra r e e ste tic a m e n te la so f­ fe re n z a d e lla v ita (c fr. iv i, p p . 36-7). In e q u iv o c a b ili, a q u e sto p ro p o siti», so n o le p a ro le ch e N ie tz sc h e sc riv e in un fram m e n to d e ll’e sta te 1877: « Il b e llo e l ’a r lc d e r iv a n o d a lla p ro d u z io n e d ire tta d e lla m a g g io re e p iù v a ria q u a n lilit p o ssib ile d i p i a c e r e » . (F . N ie tz sc h e , F P 76-78, p. 4 4 6 , fr. 2 4 .4 3 ).

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su o m a n ife sta r si, co m e lo so n o tutte le fo rz e

fisiche, co m e q u e lla d el

so le o d e ll’a c q u a . In q u e sto c o n sid e ra re l ’a rte co m e u n a fo rz a d e lla n a tu ra risu o n a c h ia ra l ’e co di u n a g e n ia le in tu iz io n e d i G o e th e : « O g n i o p e r a d ’a rte , b u o n a o c a ttiv a ch e s ia , n on a p p e n a c o m p iu ta , a p p a rtie n e a lla n a ­ tu ra » 2526. N ie tz sc h e se m b ra a p p r o p r ia r s i c o m p le ta m e n te d e l s ig n ifi­ c a to di q u e ste p a r o le , al p u n to d a c a ttu ra rn e a n c h e il se n so p iù p r o fo n d o , q u e llo p e r cu i n a tu ra le n on è so lta n to tu tto c iò ch e è a r tistic o , m a an ch e tu tto c iò c h e è umano. A q u e sto p r o p o sito N ie tz sc h e sc riv e p a ro le in e q u iv o c a b ili: « Q u a n d o si p a r la d i uma­ nità, ci si fo n d a s u l l ’id e a ch e d e b b a tra tta rsi d i c iò c h e separa e d istin g u e l ’u o m o d a lla n a tu ra . M a u n a tale se p a r a z io n e in re a ltà non e siste : le q u a lità " n a t u r a l i” e q u e lle c h ia m a te p ro p ria m e n te " u m a ­ n e ” so n o in scin d ib ilm e n te in tre c c ia te » 28. Q u e s te c o n sid e ra z io n i h an ­ n o u n a e c c e z io n a le p o rta ta non so lta n to p e rc h é te n d o n o a d e lim in a re la fra ttu r a tra l ’u o m o e la n a tu ra « e ste rn a » , m a a n c h e p e rc h é ten­ d o n o a sa ld a r e il ta g lio interno a l l ’u o m o s te sso , q u e llo c h e , p e r tro p p o te m p o , h a ten u to d a u n a p a rte a lc u n e fo rz e rite n u te p ro p ria m e n te « u m an e » , q u e lle ric o n d u c ib ili a lla ra g io n e , a lla c o sc ie n z a , a l l ’io e a l su p e r-io , e , d a ll’a ltr a , h a m e sso q u e lle fo rz e c la s s ific a te gen ericacam e n te co m e « n a tu ra li » , ric o n d u c ib ili a g li istin ti, a lle p a ssio n i, a lla « b a r b a r ie » d e ll’in co n sc io . D ire in fa tti ch e l ’u o m o è n a tu ra n on sig n ific a so lo d e m o lire la p ro sp e ttiv a che b lo c c a l ’u o m o difronte o , a n c o r p e g g io , sopra la n a tu ra , m a s ig n ific a a n ch e sc io g lie re q u e lla se p a ra z io n e ch e v e d e , nell'uomo, u n a p a rte « n o b ile » , p ro p ria m e n te u m a n a , ed u n ’a ltra , ig n o b ile , c a ra tte riz z a ta co m e n a tu ra le : c o g lie re l ’u o m o co m e modo d e lla n a tu ra , v u o l d ire , in so m m a , su p e ra re la sc issio n e tra c o rp o e a n i m a 27. A q u e sto p u n to la q u e stio n e d e lla b e lle z z a non r ig u a rd a p iù so lta n to la p ro d u z io n e a r tistic a e la c o n te m p la z io n e e ste tic a , m a , p iù in g e n e ra le , la vita, o s s ia la forma, l ’in fin ita m o lte p lic ità di fo rm e con c u i la n a tu ra p ro d u c e la v ita . A llo ra , ad u n a p ro sp e ttiv a ch e v e d e v a la b e lle z z a p ro d o tta e sc lu siv a m e n te d a lla p a rte « n o b ile » d e ll’u o m o contro la su a p a rte in fe rio re , « n a tu ra le » , su b e n tra u n a

25. J.W . G o e th e , M a s s i m e e r ifle s s io n i, tr. it., R o m a , 1983, v o i. I l , p . 232, 1.103; cfr. an c h e iv i, p. 227, 1.073 e Id ., L a m e t a m o r f o s i d e lle p ia n t e , tr. it. M ila n o , 1983, p. 153: « A n c h e la c o sa più in n a tu ra le è n a t u r a » . 26. F . N ie tz sc h e , A g o n e o m e r ic o , in S 70-73, p. 245. 27. S u l su p e ra m e n to di q u e sta sc issio n e cfr. il n o stro C o m m e n t o a F. N ie tz sc h e , Z a . p p . 430-443. A n co ra u n a v o lta è ev id en te, in q u e sto ten tativ o d i N ietz sc h e di sa n a r e la c r e p a tra c o rp o e a n im a , l'in flu sso po te n te di S p in o z a (c fr., in p a rtic o la re , li t i c a , l’ arte II).

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p r o sp e ttiv a in c u i la b e lle z z a è il p ro d o tto n a tu ra le , sp o n ta n e o , dell 'a rm o n iz z a rsi tra le d u e p a r ti. C iò è p o ssib ile p e rc h é , fin a lm e n te , la n a tu ra è v is ta c o m e fo n te c o m u n e sia d e ll'a n im a ch e d el c o rp o , c o m e fo r z a c h e fa c re sc e re ( physis) s ia le id ee c h e le c e llu le : la b e l­ le z z a , p e rta n to , n o n p u ò m ai r isu lta re d a u n o sforzo d i e m a n c ip a rsi d a lle p a s s io n i, d a u n a lotta c o n tr o g li istin ti, m a d a u n o sp o n ta n e o e q u ilib r a r s i, d a un n a tu ra le a rm o n iz z a rsi d e lle p a r ti o , m e g lio , d e i modi in c u i si d e te rm in a la v ita d e ll’u o m o . In so m m a , p a r a fr a s a n d o e sm e n te n d o S c h ille r , si p u ò d ire c h e la b e lle z z a c o m p o rta so lta n to « g r a z ia » (Anmut), n o n « d ig n ità » (Würde): è u n d o n o d e lla n a ­ tu ra , n o n d e lla m o ra le ; è u n p ro d o tto d e ll’« in g e n u ità » n o n d el « se n tim e n to » . Q u e sto è il se n so fo n d a m e n ta le d e lle p a r o le d i Z a r a ­ th u stra « ir ra g g iu n g ib ile è la b e lle z z a p e r o g n i v o lo n tà v io le n ta (unerringbar ist das Schöne allem heftigen Willen)28: è p e r q u e sto ch e la b e lle z z a « h a p e r l ’a r tis ta u n v a lo re c h e v a a l d i là di o gn i g e r a r c h ia » 2829. M a a sse n z a d i g e r a rc h ia e d i v io le n z a n ella p ro d u z io n e d i b e lle z z a n on sig n ific a im m e rsio n e n e ll’in d istin to , rin u n c ia a lle d iffe re n z e ; sig n ific a « so lta n to » rin u n c ia a i c o n tr a sti a s s o lu ti, o ssia a b b a n d o n o d el m o d o m o ra listic o d i in ten d ere e v iv e re b e lle z z a e n a t u r a : « L ’in e sa tta o sse rv a z io n e c o m u n e v e d e n e lla n a tu ra c o n ­ tra sti d a p p e rtu tto (co m e , p e r e s. « c a ld o e fr e d d o » ) , d o v e n on ci so n o c o n tra sti m a so lo d iffe re n z e d i g ra d o . O r a q u e sta c a ttiv a a b i­ tu d in e c i h a co n d o tti a v o le r c o n c e p ire e sc o m p o rre , in b a s e a ta li c o n tr a sti, a n ch e la n a tu ra in te rn a , il m o n d o sp iritu a le -m o ra le . U n a q u a n tità in d ic ib ile di d o lo re , p re su n z io n e , d u re z z a , e stra n e a m e n to e fre d d e z z a è e n tra ta nel sen tim en to u m a n o p e r il fa tto ch e si cre­ d e tte di v e d e re c o n tra sti in lu o g o di tra n siz io n i » 30. C iò sig n ific a tra l ’a ltro ch e, co m e n e lla n a tu ra « e ste rn a » n on si d à m ai o p p o si­ z io n e di fo rz e m a differenziazione d i fo rz e c h e p ro d u c o n o tr a sfo r ­ m a z io n i, c o sì, n ella n a tu ra « in te rn a » non si d à m ai c o n flitto r a d i­ c a le tra ra g io n i e p a s s io n i, m a si p ro d u c o n o m o lte p lic i c a te n e di d iffe re n z e co m e c o n d iz io n i di un m e ta b o lism o re c ip ro c o , d o v e le p a s ­

28. F . N ie tz sc h e , Z , p . 143, v v . 70-1; c fr . an c h e v v . 77-8: « Q u a n d o la p o te n z a d iv e n ta clem en te e sc e n d e g iù nel v isib ile : u n tale sc e n d e re g iù , io lo c h ia m o b e llez z a » . 29. F . N ie tz sc h e , F P 85-87, p . 246, fr. 7 .3 ; tu tt’a ltro ch e su p e r flu o è ri­ p o rta re l ’in tero p a s s o : « L a ra g io n e p e r la q u a le la " b e lle z z a ” h a p e r l ’a r­ tista un v a lo re ch e v a al di là di ogn i g e r a rc h ia , è ch e n e lla b e lle z z a i co n ­ trasti so n o d o m a ti, ciò ch e è il più a lto se g n o d e lla p o te n z a, o ssia risp etto a lla c o n tr a p p o siz io n e , e fra l ’a ltro se n z a ten sio n e: ch e non o c c o r ra più n es­ su n a v io len z a , ch e lu tto se g u a , o b b e d is c a co n tan ta d o c ilità , fa c e n d o a ll’o b ­ b e d ien z a il v iso più a m a b ile — c iò d e liz ia la v o lo n tà di p o te n z a d e ll’artista » . 30 I N ie lz se h e . U T U 11, pp. 169-70.

sio n i a c q u ista n o d e lle lo ro ra g io n i, e d o v e la ra g io n e si p re se n ta com e u n a d e lle tan te p a s s i o n i 31: la b e lle z z a n e lla n a tu ra « e ste rn a » , co sì co m e in q u e lla « in tern a » , si h a q u a n d o v ie n e ra g g iu n to u n o sta to d i e q u ilib r io , u n a c o m p o siz io n e a rm o n ic a d e lle d if f e r e n z e 32. T u tta v ia non è d a p e n sa re che q u e sta « c o m p o siz io n e a rm o n ic a d e lle d iffe ­ ren ze » in d ich i u n a c o n d iz io n e di stasi b e a ta , d i c o m p iu te z z a s o d d i­ s fa tt a di sé , d i p a c e g lo r ific a ta . A l c o n tr a rio : n ella b e lle z z a è se m p re p o ssib ile leggere la trama dei conflitti p ro d o tti d a lle d iffe re n z e e, p r o p rio p e r q u e sto , il risu lta to o tten u to è p e rc e p ib ile co m e provvi­ sorio. L a b e lle z z a d i un « tra m o n to su lle n ev i » la s c ia v e d e re i c o n ­ flitti, n on so lo c ro m a tic i, d elle forze in g io c o e , p r o p rio p e r q u e sto , n on c o n se n te che lo sp e tta c o lo si b lo c c h i in u n a forma f is s a ; co sì u n ’o p e ra d ’a rte n on e sp o n e so lta n to u n a se rie di se g n i, di c o lo ri, di su o n i, m a m o stra a n ch e i rapporti di te n sio n e tra i se g n i, i co lo ri o i su o n i e , p r o p rio p e r q u e sto c a ra tte re in trin se ca m e n te d in a m ic o e c o n flittu a le , su g g e risc e e c o m u n ic a la p r o p r ia p ro v v iso rie tà ; p arim e n ti, p e r q u a n to r ig u a r d a la b e lle z z a d e lla n a tu ra « in tern a » , la fo rm a z io n e di un c a ra tte re , il « d a re u n o stile al p r o p rio c a r a t­ tere » 33 la sc ia tr a sp a r ir e i d iffe re n ti, s p e s s o c o n flittu a li, m a te ria li d el la v o ro di c o m p o siz io n e , al p u n to d a in d ic a re c h ia ra m e n te ch e tale la v o ro n on è m a i d e fin itiv a m e n te c o m p iu to : la b e lle z z a di u n a c o stru z io n e d i c a ra tte re c o n siste n el la sc ia r e e v id e n ti il g io c o d e lle sp in te e d e lle c o n tr o sp in te m e sse in c a m p o d a g li ele m e n ti u sa ti, al p u n to d a m o stra re la precarietà d e lla c o stru z io n e . L a c a d u ta n el b ru tto , in fa tti, si h a q u a n d o si re p rim e il g io c o c o n flittu a le d e lle d iffe re n z e e si f is s a u n a fo rm a co m e p e r fe tta : q u a n d o non si c o m ­ p re n d e ch e « lo tta e in e g u a g lia n z a so n o a n c h e n e lla b e lle z z a » 34 e 31. P er q u e sto « m e t a b o l i s m o » c fr . il n o stro C o m m e n to a Z a , p p . 423-449. 32. A l c o n tra rio di q u a n to si p o tr e b b e p e n sa re , l ’a sse n z a di v io le n z a e d i g e ra rc h ia g a ra n tisc e l ’e siste n z a e l ’in c e ssa n te p ro d u z io n e d i d iffe re n z e , m en tre la v io le n z a in sita nelle p ro c e d u re fo n d a te su l c o n tra sto a sso lu to rid u c e le d iffe r e n z e : co m e a v v ie n e nel c a lc o lo m a te m a tic o co n il p ro c e d im e n to del1’« a rro to n d a m e n to » , d o v e , so stitu e n d o u n n u m ero a m olti d ec im ali co n u n o p r o ssim o , si so p p r im e la d iffe r e n z a sp e c ific a d i q u e l n u m ero , c o sì, nei g iu ­ d iz i m o ra li si ten d e a g iu d ic a re u n ’a z io n e o so lo b u o n a o so lo c a ttiv a , to­ g lie n d o le la p r o p ria n a tu r a s p e c ific a , c a r ic a d i d iffe re n z e . N ie tz sc h e a ffr o n ta q u e sto a rg o m e n ti so p r a ttu tto nel c a p ito lo D e l p a llid o d e lin q u e n te in Z , p p . 39-41. 3 3 . C fr . F . N ie tz sc h e , G S , p. 167, § 290. C fr. an ch e F P 1884, p. 9 5, fr. 2 5 .3 6 3 : « L ’in d iv id u o co n tien e m olte p iù p erso n e di q u a n to non c re d a . " P e r s o n a ” è so lta n to u n ’a c c e n tu a z io n e , u n a sin tesi di tratti c d i q u a l i t à » ; c fr . a n c h e p . 9 7 , fr. 2 5 .3 7 4 ; p. 11. fr. 2 5 .2 1 ; p . 37, fr. 25.120. 34. C fr . F. N ie tz sc h e , Z , p. 122, v. 110. O u e slo am m cU erc la n eces­ sità d e lla lo tta e d e ll'in e g u a g lia n z a non c o n tra d d ic e a ffa tto la c ritic a a c o lo ro c h e g iu d ic a n o in b a se a co n trasti. I.'arm o n ia, in la tli. co m e a v e v a g ià c a p ito

/HO

c h e b e lle z z a v i è là d o v e vi è c a p a c ità , " p o t e n z a ” d i « a m a r e e tra m o n ta re » * , o s s ia d i c re a re u n a fo rm a m a a n c h e d i s a p e r la d e sti­ n a ta a l tra m o n to . P e rta n to a s s o c ia to a l b ru tto è , in e v ita b ilm e n te , l’odio: n o n so lo l ’o d io in sito n e lla v io le n z a e n e lla v o lo n tà d i g e ­ ra r c h ia c h e u c c id e d iffe r e n z e e le fo rz e c h e d a e sse p ro m a n a n o , m a a n c h e l ’o d io v e r so la tra n sito rie tà d e lle fo rm e , v e rso l ’im p erm a n e n z a d e i v a lo r i, v e rso la c a d u c ità d e i m o d e lli. N o n a c a s o N ie tz ­ sc h e , p a r la n d o d e l b ru tto , a ffe r m a : « E ’ u n odio ch e q u i p ro ro m p e : c h e c o s a o d ia o r a l ’u o m o ? N o n v ’è d u b b io : o d ia il tramonto del suo tipo » 3e. M a s i p o tr e b b e a g g iu n g e re : il b ru tto n a sc e là d o v e vi è r ifiu to d i a c c e tta re la n e c e ssa r ia , n a tu ra le , in e v ita b ile p ro v v iso rie tà d i ogni tip o , d i o g n i fis s a z io n e d i v e rità . L a b e lle z z a , a l c o n tr a rio , so rg e là d o v e v i è l a c a p a c it à , la fo r z a , la « p o te n z a » d i la s c ia r s u s ­ siste re il g io c o - c o n flittu a le d e lle d iffe r e n z e , se n z a p riv ile g ia r e e d a d o r a r e u n a p a r tic o la r e fo rm a p r o d o tta d a lla n a tu ra « e ste rn a » o « in te rn a » . E c c o a llo r a , a q u e sto p u n to , ch e rito rn a la p r o fo n d a a ffin ità tra n a tu ra e b e lle z z a : la n a tu ra p ro d u c e b e lle z z a o , a d d ir ittu r a , è b e lla p e rc h é n o n a m a tro p p o n e ssu n a d e lle su e fo rm e e , q u in d i, non ne o d ia n e ssu n a ; il ch e v u o l d ire so p ra ttu tto ch e n o n o d ia la transi­ torietà d e lle su e p r o d u z io n i, il « tra m o n ta re » d e lle su e m a n ife sta ­ z io n i. S e n on p r iv ile g ia n e ssu n a s u a fo r m a , c iò sig n ific a c h e la n a ­ tu ra non h a n em m en o un criterio in b a se al q u a le p riv ile g ia r e , né u n o sc o p o in b a se al q u a le c la s s ific a r e g e ra rc h ic a m e n te le su e fo rm e : p e rc iò , in q u a n to e se n te d a m o ra lism i e fin a lism i, è c o stitu tiv a m e n te b e lla . O r a , q u e sto su o p ro d u rre in lib e rtà d a sc o p i e v a lo r i, la c o n ­ d u c e n e c e ssa ria m e n te a llo sperpero: la c re a z io n e g ra z ie a lla n e u tra ­ lità e a l l ’in n o c e n z a , e in fo r z a d e lla sp o n ta n e ità p iù rig o r o sa , esim e d a l c a lc o la to r isp a rm io e rich ie d e l ’a b b a n d o n o d i o g n i p rin c ip io e c o ­ n o m ico . C o m e si è g ià v isto , tra le m o d a lità u m a n e p iù a ffin i a q u e sto

p e rfe tta m e n te E ra c lito p rim a di N ietz sc h e, non si h a né in c o n d izio n i di in d ijfe r e n z a n é in co n d izio n i d i a sso lu ta co n tra rie tà , m a so lo d o v e a g isc a n o o p p o siz io n i c o m p le m e n ta ri, co m e nel c a s o d e ll’a r c o o d e lla lira , d o v e non si d a re b b e fu n z io n e se n z a ten sio n e. Il m o d e llo d i rife rim e n to , d u n q u e , non è la v io le n z a d e lla g u e rra ch e ten d e a so p p r im e r e il n em ic o , m a la co n flit­ tu a lità d e ll’a g o n e d o v e , p e r v in c ere, c io è p e r m o stra re u n a d iffe r e n z a , è n ec es­ sa r io la sc ia r viv ere l ’a v v e rsa rio . 35. C fr. F. N ie tz sc h e , Z , p . 148, v . 56 e v . 58. C fr . a n c h e F P 85-87, p. 101, fr. 2 .1 0 6 : « I l b ru tto è il m o d o di c o n sid e r a re le c o se , q u a n d o si v u o le r ip o n e mi se n so , un n u o v o se n so in ciò ch e è d iv e n u to p riv o d i s e n s o » . 36. I'. N ietz sc h e, C r, p. 121, § 20. S u lla q u e stio n e d el tram o n to c fr. il n o stro C o m m e n to n Z a , pp. 449-453.

m o d o d i p ro d u z io n e se c o n d o d issip a z io n e v i so n o l ’a rte , la sc ie n z a e la f ilo s o f ia : la n a tu r a , p e r o tten ere u n a r tista , u n o sc ie n z ia to o u n filo s o fo d e v e p ro d u rre m ig lia ia d i u o m in i: c o sì, si p u ò d ire c h e p e r p ro d u rre u n ’o p e r a d ’a rte , u n a te o ria o u n p e n sie r o , l ’a r tis ta , lo sc ie n z ia to e il filo s o fo d e v o n o p o te r p ro d u rre m ig lia ia d i o p e re , te o ­ rie , p e n sie r i. S e in fa tti le o p e re d e g li u o m in i so n o p ro d o tti d e lla n a tu ra c o sì co m e gli ste ssi u o m in i so n o p ro d o tti n a tu ra li, a llo ra v ig e p e r le o p e re u m a n e la ste s s a se le z io n e n a tu r a le c h e re g o la la v ita d e g li u o m in i e d i tu tti g li a ltri e sse ri v iv e n ti. P er N ie tz sc h e , a llo r a , la b e lle z z a n o n è il c a ra tte re d i u n ’o p e r a d ’a rte o d i u n fe n o m e n o d e lla n a tu r a , m a è il c o n n o ta to d e l comune m o d o d i p ro d u z io n e d e l­ l ’a rte e d e lla n a tu r a : p e rta n to d iv e n ta su p e r flu o d istin g u e re il b e llo di n a tu ra d a l b e llo a r tistic o , m a d iv e n ta in u tiliz z a b ile a n ch e un’este­ tica co m e d isc ip lin a sp e c ific a c h e si o c c u p a d e l b e llo e d e ll’a rte . S e la n a tu ra p ro d u c e le p o te n z e c re a tiv e d e g li u o m in i e , q u in d i, in d i­ re tta m en te a n c h e i p ro d o tti d i tali p o te n z e , e se la b e lle z z a c o in c id e c o n l ’a m o r a lism o , l ’a fin a lis m o e la d issip a z io n e di m e zzi c h e v ig o n o in q u e lle p ro d u z io n i, a llo r a l ’e ste tic a c o n tin u a , sì, a d e sse re « sc ie n z a d e l b e llo » , m a in u n a p ro sp e ttiv a in cu i « il b e llo » in te re ssa n e llo s te sso m o d o le o p e re d ’a rte , i fen o m en i n a tu ra li e le a z io n i d e l­ l ’u o m o . A llo r a la fa m o s a a ffe rm a z io n e d i N ie tz sc h e se c o n d o c u i « il m o n d o è u n fe n o m e n o e ste tic o » 37 v a a ssu n ta nel su o s ig n ific a to ra ­ d ic a le , n on co m e se v o le sse d ire se m p lic e m e n te c h e il m o n d o n on è a ltro ch e u n a se rie di a p p a re n z e so g g e ttiv e : il m o n d o è u n fe n o ­ m e n o e ste tic o p e rc h é la n a tu ra p ro d u c e in un bel m o d o , o s s ia se n z a sc o p i, se n z a v a lo ri, o s s ia se n z a v io le n z a e se n z a g e ra rc h ia . A q u e sto p u n to la q u e stio n e d e lla b e lle z z a v ien e a d in te re ssa re a n ch e l’etica, nel se n so ch e u n ’a z io n e buona è p e r N ie tz sc h e q u e lla c h e è fa tta se n z a sc o p o e se n z a rife rim e n to ad im p e ra tiv i di q u a lc h e s o rta , q u e lla , c io è , ch e è lib e ra , n e u tra le , bella co m e u n ’o p e r a d ’arte o un fe n o m e n o di n a tu r a : « L e tue b u o n e a z io n i d e v o n o c a d e re co m e r u g ia d a s u ll’e rb a q u a n d o la n otte è p iù sile n z io sa (...) N o n il m o tiv o e lo sc o p o d e lla tu a a z io n e la re n d o n o b u o n a , b e n sì il fa tto che n el­ l ’a z io n e la tu a a n im a trem a e lu c c ic a » 38. C h e le b u o n e az io n i d e b ­

37. Cfr. F. Nietzsche, F P 79-81, p. 619, fr. I0.E92. 38. F. Nietzsche, F P 82-84, II, p. 3, fr. 9.1. Cfr. anche p. 151, fr. 15.41: « Chi è perfetto è tanto poco utile intenzionalmente quanto poco è inten­ zionalmente dan n o so »; e fr. 17.61, p. 216: « l o non voglio che tu faccia nulla con i ”per” , i "perché” e gli "affinché” , bensì che tu faccia ogni cosa in grazia e per amore di essa. E ’ lo scopo che prolana ogni cosa e azione: infatti ciò che deve diventare mezzo viene profan alo». C fr, anche F P 82-84, I, p. 249, fr. 7.59: « N o n l'in t e n z io n e , ma proprio il mio aspetto iitv o lo n -

b a n o c a d e r e « co m e r u g ia d a » s t a a sig n ific a r e , a p p u n to , c h e la b u o n a a z io n e si p ro d u c e p e r n e c e ssità n a tu r a le , sp o n ta n e a m e n te , se n z a s fo r ­ z o e se n z a v io le n z a , p e rc h é la b e lle z z a n on è c h e « il fa r s i v isib ile d e lla g r a z ia » 39. C h e q u e s ta a c c a d a q u a n d o « la n o tte è p iù sile n ­ z io s a »

sta

a sig n ific a r e c h e la b u o n a

a z io n e n o n

h a b iso g n o

di

« p u b b lic o » , di ric o n o sc im e n to ; n o n a v e n d o in te n z io n i, n o n v a in c e r c a d i m e riti; e s s a h a q u in d i i c a r a tte r i d e lla b e lle z z a la c u i v o ce « p a r la

ten u e » 4°,

le

cui

« lu c i

p a r la n o

p ia n o » 41:

q u e s ta

d isc re ­

z io n e , q u e sto « sile n z io » , le d e riv a p r o p rio d a l fa tto c h e e s s a si a ttu a se n z a in ten zio n e, e n o n p u ò q u in d i c o ltiv a re a sp e tta tiv e d i a p p la u s i e d i lo d i. E c c o a llo r a ch e l ’a z io n e b u o n a è a n ch e n e c e ssa ria m e n te

involontariamente kalokagathìa, d el « b ello -e-b u o n o » q u a le sin o ­

b e lla , se n z a in te n zio n i e se n z a in te re ssi, risp o n d e a l l ’id e a le c la s s ic o d e lla

n im o d i p e rfe z io n e . In q u e sto « risp o n d e re » n o n v i è a lc u n m e rito : il b u o n o f a il b en e p e r fo r z a d i n a tu r a , p e rc h é n o n p u ò fa r e altro . L a p o te n z a che lo m u o v e a d a g ire b en e su p e r a le su e in ten zio n i: « a n ch e

l ’u o m o

n o b ile p r e sta

s o c c o rso

a llo sv e n tu ra to , m a

non

o

q u a s i n on p e r p ie tà , m a p iu tto sto p e r un im p u lso g e n e ra to d a lla so ­ v r a b b o n d a n z a di p o te n z a » 42. L ’u o m o b u o n o e l ’a r tista , d u n q u e , o p e ­ ra n o co m e la n a tu ra , co m e fo rz e d e lla n a tu r a : lo fa n n o p e rc h é v o g lio n o , m a p e rc h é di una

c iò c h e fa n n o non

possono. N o n si tra tta a ffa tto

superiorità risp e tto a q u e lli ch e non fa n n o o p e re b u o n e o differenza risp e tto a c o lo ro ch e non possono

o p e re d ’a rte , m a di u n a fa r e le u n e o le a ltre :

u sa n d o m e ta fo re p r o p r ie di N ie tz sc h e , si p u ò

d ire ch e la r a p a c ità d e ll’a q u ila n on è su o m e rito né su o d e m e rito , c o sì co m e la d e b o le z z a d e ll’a g n e llo n on è u n su o p re g io , n é u n su o d ife tto ; q u e ste so n o p e r e ssi so lo

qualità d e lla lo ro « p o te n z a » , c a ­

ra tte ri d e lla lo ro p r o p r ia n a tu ra . C h i è c a p a c e d i a z io n i b u o n e-e-b elle n on è

migliore d i chi non lo è : « N o n si tra tta a ffa t t o d i u n d iritto

d el p iù fo rte , b e n sì fo rti e d e b o li so n in c iò e g u a li: e ssi e ste n d o n o la

to rio è ciò ch e c o stitu isc e il v a lo re o il d isv a lo r e di u n ’a z io n e » . C fr . a n c h e F P 88-89, p . 21 0 , fr. 15.25: « Il g en io sta n e ll'istin to ; c o sì an c h e la b o n tà. S i a g isc e p e rfe tta m e n te so lo q u a n d o si a g isc e is tin tiv a m e n te » . 39. C fr . F. N ietz sc h e, F P 82-84. I l , p. 9 9, fr. 13.1. 4 0 . C fr . I·'. N ietz sc h e, / . p. I l i , v. 3. 4 1 . C fr . I· N ictzsch u . I P 8 2 8 4 . II . p. 9 8 . fr. 13.1. 42. I·'. N ietz sc h e. AH M . p. 179, fr. 260. C fr . a n c h e F . N ie tz sc h e , A C , p. 2 4 9 : « U n icam en te ag li nom ini più sp ir itu a li è c o n se n tito d i a v v ic in a rsi a lla b e lle z z a , a l lid io : so lta n to p ie s s o ili lo ro la b o n tà non è d e b o le z z a » .

lo r o p o te n z a q u a n to p o sso n o » 43. A q u e sto p u n to è p o s s ib ile a n d a re o ltre l ’a p p e llo di N ie tz sc h e « R id u z io n e d e lla m o ra le a e s t e t i c a !!! » 44, ed in d ic a re un n u o v o o r iz ­ zo n te e tico , nel q u a le estetica sia la n u o v a m o ra le . S e , in fatti si a b ­ b a n d o n a n o le este tic h e n o rm a tiv e irretite d a lla m a n ìa di g iu d ic a re e , n el c o n te m p o , si la sc ia n o a lla d e riv a le m o ra li o sse ssio n a te d a sc o p i e v a lo ri a sso lu ti, c o n d a n n a te a p ro d u rre v io le n z e e g e ra rc h ie , si p u ò g u a r d a r e v e rso u n p a n o ra m a p iù a m p io e lib e ro , d o v e la b e lle z z a si m a n ife sta co m e q u a lità comune ai fe n o m e n i n a tu ra li, a lle o p e re d ’a rte e a lle az io n i u m a n e : d o v e e s s a a p p a r e q u a le sin o n im o d i d isin ­ te re sse , n e u tra lità , in n o c e n z a , sp o n ta n e ità , « n a tu ra le z z a » . In tal se n so la b e lle z z a d iv e n ta u n a n e c e ssità v i t a l e 45 n on so lo p erch é ci ren d e so p p o rta b ile la v ita 4\ m a so p ra ttu tto p e rc h é m o stra d i e sse re u n a q u a lità d e lla n a tu ra ch e s ’ir r a d ia su lle a rti e le a z io n i u m a n e : e si d à d u n q u e co m e q u a lità d e lla v ita . L ’e ste tic a , a llo r a , si v ie n e a p o rre co m e c o ltiv a z io n e e co m e p ro m o z io n e , co m e c u ra ed e se rc iz io d i q u e sta q u a lità . D iv e n ta , in so m m a , u n a pratica: p r a tic a d e lla « n a ­ tu ra le z z a » . Il term in e « n a tu ra le z z a » n on c o m p o rta a ffa tto il r ife r i­ m en to a d u n o sta to c o n fu so di lib e rtà in c o n d iz io n a ta o d i a n a r c h ia d if f u s a , m a , a n z i, in d ic a la necessità in sita in o g n i fe n o m e n o n a tu ­ ra le c h e p u ò e sse r tro v a ta an ch e in a z io n i e in o p e re d ’a rte . 11 « g rid o » d i N ie tz sc h e « Ripristino della natura: L ib e r a d a M o ra ­ lin a » 47, n on sig n ific a , in fa tti, il se m p lic e ra g g iu n g im e n to d i u n a c o n d iz io n e n a tu ra le lib e ra d a p re g iu d iz i m o ra li, m a sig n ific a s o p r a t­ tu tto che tale ra g g iu n g im e n to c o m p o rta il ritro v a m e n to d e lla stru t­ tu ra o r ig in a ria d elle c o se e d e lle a z io n i, d e lla lo ro n a tu ra p r o p r ia , d e lla lo ro « n a tu ra le z z a » al di fu o ri d i o gn i m o ra lism o e d i o g n i fin a lism o . In p a r tic o la r e , p e r q u a n to r ig u a r d a l ’a rte , « rip ristin a re la n a tu ra » lib e ra n d o si d a l v iru s o d a lla d ro g a d e lla « m o ra lin a » si­ g n ific a in n a n z itu tto c a p ire la p ro d u z io n e a rtistic a in physiologicis, co m e risu lta to d e ll’« e b b r e z z a » in te sa co m e s o v r a b b o n d a n z a : « L ’e s­ se n z ia le n e ll’e b b r e z z a è il se n so d e ll’a u m e n to di fo r z a e d e lla p ie ­

43. F. Nietzsche, F P 8 2 -8 4 , II, p. 72, fr. 12.48. Cfr. anche Z , p. 219, vv. 39-42: « Se p o t e s s e r o diversamente, allora v o r r e b b e r o diversamente. I mezzi e mezzi rovinano qualunque cosa intera. Se le foglie appassiscono — che c’è da lamentarsi! ». I cattivi, dunque, fanno, letteralmente, quello che p o sso n o .

44. 45. 46. tico, ci 47.

Cfr. F. Nietzsche, F P 8 1 -8 2 , p. 320, fr. 11.121. Cfr. F. Nietzsche, F P 8 2 -8 4 , II, p. 9, fr. 9.23. Cfr. F. Nietzsche, G S , p. 115, § 107: « I n quanto fenomeno este­ è ancora s o p p o r t a b i l e l’esistenza...». Cfr. F. Nietzsche, F P 8 8 -8 9 . p. 112, Ir. 14.138,

n e z z a » 4S. M a q u e sta so v r a b b o n d a n z a n on è d a in te n d e rsi co m e se m p lic e c a p a c ità di ro ttu ra d e i lim iti, m a a n ch e co m e c a p a c ità di costruzione d i n u o v i lim iti: la « n a tu ra » s p e c ific a d e l p ro d u rre a rti­ stico c o n siste , sì, in u n ’e su b e r a n z a di forze, m a di fo r z e ta li d a p o ­ te rsi d a re d elle forme. L a c a p a c ità d i c re a re n u o v i lim iti, d i in v e n ­ ta re n u o v e fo rm e è e s s a s te s s a , p ro p ria m e n te , u n a « fo r z a d e lla n a ­ tu r a » : co m e le fo rz e ch e fa n n o c re sc e re u n a p ia n ta e q u e lle che c o n so lid a n o u n a ro c c ia producono u n a fo rm a a d e g u a ta , c o sì le fo rz e ch e d e te rm in a n o l ’a p p a r ir e d i u n ’o p e r a d ’a rte ne p ro d u c o n o la fo rm a . E c c o a llo r a ch e la lib e r tà d a lla « m o ra lin a » c o in c id e con la neces­ sità d e lla c re a z io n e ; il c re a to re è costretto a c re a re d a lla p r o p r ia , e su b e ra n te , « e b b r a » n a tu r a , e n e ll’e se rc iz io , n e ll’e sp re ssio n e di q u e ­ sta e su b e ra n z a n o n f a a ltro che o b b e d ire a lla n e c e ssità d e lla su a n a tu ra p r o p r ia : « L ’u o m o in q u e sto sta to tr a sfo r m a le c o se , sin o a che e sse risp e c c h in o la su a p o te n z a , sin o a ch e d iv e n tin o i rifle ssi d e lla su a p e rfe z io n e . Q u e sto dover tra sfo r m a r e in ciò ch e è p e rfe tto — è arte » 4849. C iò ch e v a le p e r l ’o p e r a d ’arte v a le a n ch e p e r l ’a z io n e : co m e si h a u n ’o p e ra d ’a rte q u a n d o necessariamente si la s c ia c h e le fo r ­ ze p ro d u c a n o u n a fo r m a , c o sì u n ’a z io n e è a z io n e p e r fe tta , « b u o ­ n a » (sa r e b b e d a d ire « a z io n e d ’a rte » ) , q u a n d o è sp o n ta n e a m e n te n e c e ssa r ia , o s s ia q u a n d o risu lta d a u n la s c ia r a g ire le fo rz e c h e la d e te rm in a n o finché si c o m p o n g o n o in u n a forma (e n o n : affinché ra g g iu n g a n o u n o scopo). A lla b a se d i q u e sto g ir o di c o n sid e ra z io n i s ta il « p ia n o » d i N ie tz sc h e p e r a v e re « in lu o g o d e i valori morali so lo valori naturalistici » 50, p e r o tte n e re u n « n a tu r a lism o m o ra li­ stic o » : « rid u z io n e d el v a lo re m o ra le a p p a re n te m e n te e m a n c ip a to so p r a n n a tu r a le , a lla su a ” n a t u r a ” : c io è aWimmoralità naturale, alΓ " u t i li t à ” n a tu ra le , e c c . P o sso d e fin ire la te n d e n z a d i q u e sto m o d o d i v e d e re c o m e naturalismo moralistico; il m io c o m p ito è d i r itra ­ d u rre i v a lo r i m o ra li a p p a re n te m e n te e m a n c ip a ti e d iv e n u ti senza natura n e lla lo ro n a tu ra — o s s ia n e lla lo ro n a tu ra le " im m o r a ­ lit à ” » 51. D is in to s s ic a r e l ’arte e l ’a z io n e d a lla « m o ra lin a » c o n d u c e q u in ­ d i a d u n m e d e sim o e ffe tto , a lla n a tu ra liz z a z io n e d e ll’a r te e d e l­

4 8 . F . N ie tz sc h e , C r, p . 112, § 8. C fr . an c h e Id ., F P 85-87, p . 3 1 1 , fr. 8.1. 4 9 . F . N ie tz sc h e , C r, p . 113, § 9 . E ’ o v v io ch e a n c h e l’a r tific io sità , l ’innatu ra le z z a p r o p ria d e ll'a rte (c fr. p e r e se m p io , F . N ie tz sc h e , F P 76-78, p . 455, fr. 2 4 .6 8 e (1 S. p p . 90-92. § 8 0 ) n on so n o c h e e sp re ssio n i p r o p rie d e lla n e c e s ­ s i t à d ell 'urte, d el su o « n a tu ra le » non p o te r o p e r a r e altrim en ti. 50. C’Ir. F. N ie l/.srlic, I P 87-88. p. 6. Ir. 9.8. 51. Ivi. p IH. li ·ΙΚΙ
, v . 4·). /· M

a p p lic a la d isc rim in a z io n e a n ch e tra sé e il m o n d o , m en tre il sa g g io la sc ia c a d e re la p re su n z io n e d i tale se p a ra z io n e e vive non so p ra o fu o ri d el m o n d o , m a nel e d el m o n d o . Il d isc rim in a n te non so lta n to n on c a p isc e che i « fili » d e lla re a ltà si in tre c cia n o tra lo ro , m a n em m en o c a p isc e ch e eg li ste sso è un p ro d o tto di tale in tre c c ia rsi: a l c o n tr a rio , il sa g g io co g lie e sp e rim e n ta la re a ltà co m e u n a rete e se ste sso co m e u n nodo di q u e sta rete, c o stitu ito d a g li ste ssi fili ch e c o stitu isc o n o le c o se , gli ev en ti e gli a ltri e sse ri v iv e n ti. In d e fin i­ tiv a , ch i v iv e di d isc rim in a z io n i fin isc e p e r v iv e re in u n a c o n d iz io n e d i c o sta n te ten sio n e e a lie n a z io n e , in u n o sta to d i ékstasis p e rm a ­ n en te 31; il s a g g io , in v e ce , a v e n d o la s c ia t o c a d e r e la v io le n z a d e lle se p a ra z io n i — m a n on la fo r z a d e lle d istin z io n i — , rie sc e a v iv ere d e n tro u n a p lu r a lità di d iffe re n z e , o s s ia in u n a c o n d iz io n e — se così si p o te sse d ire 32 — d i énstasis. M a n on b a s ta : il d isc rim in a n te a p p lic a lo sc h e m a d e lla s e p a r a ­ z io n e an ch e al tempo, d iv id e n d o il p a s s a to d a l p re se n te e d a l fu tu ro e v ic e v e rsa ; a l c o n tr a rio il sa g g io , sa p e n d o s i aH’in tern o d i u n a p lu ­ r a lità d i d iffe re n z e in movimento, v iv e il te m p o co m e p r o c e s s o , a n z i, co m e in tre c cio d i processi te m p o ra li, co m e « te ssu to » d i te m p o ra ­ lità d istin te m a non o p p o ste . Il s a g g io , in so m m a , h a la c a p a c ità di v iv e re o gn i m o m en to co m e « a ttim o im m e n so » 33, c o m e « n o d o » del p re se n te a ffa tto tra sp a re n te , c h e la s c ia tr a s p a r ir e , c io è , i « fili » d el p a s s a t o e d el fu tu ro d a i q u a li è fo rm a to : il sa g g io e sp e r isc e ch e «Vattimo infinitamente piccolo è la re a ltà e v e rità s u p e r io r e , u n ’im ­ m a g in e su b ita n e a d a l flu sso e te rn o » 34. A p p a io n o e v id e n ti a q u e sto p u n to i m o tiv i p e r c u i il s a g g io non è « b ilio so » , c o m p re n d e la n e c e ssità d e g li e rro ri e d e lle im p e rfe ­

31. 11 carattere patologico dell’é/cs/asis è ben indicato dal vocabolo greco che significa «d e v ia z io n e », «ag ita z io n e» ed «essere fuori di s é » . In effetti il discriminante risulta « agitato » perché è « deviato » rispetto alla realtà, fuori dal mondo, ma anche perché è « deviato » rispetto a se stesso, fuori di sé, appunto. 32. In realtà il vocabolo greco é n s t a s i s significa « istituzione originaria », «p rin c ip io » e « o sta c o lo » , «im p ed im en to». 33. Sull’attimo cfr. F. Nietzsche, Z , p. 191, § 2; C I , p. 264, § 1; S 70-73, p. 105; F P 85-87, p. 292, fr. 7.38; F P 87-88, p. 246, fr. 11.72. Sul problema dell’attimo immenso in Nietzsche cfr. il nostro A t t im o im m e n s o e c o n s e n t ir e , «N u o v a C orrente», 1981, 28, pp. 271-312 (ora nella presente raccolta di saggi); e C o m m e n t o a F. Nietzsche, Z a , pp. 464-472. 34. F. Nietzsche, F P 81-82, p. 363, fr. 11.248. Cfr. U T U II, p. 87, § 223: « L ’immediata osservazione di sé è ben lungi dal bastare per conoscere se stessi: abbiamo bisogno della storia, giacché il passato continua a scorrere in noi in cento onde; noi stessi infatti non siamo se non ciò clic in ogni attimo sentiamo di questo fluire».

z io n i, n on si m e r a v ig lia d i n u l l a 3δ, è a ffa b ile co n tu tti, e h a u n a « b u o n a d ig e stio n e » : a l c o n tr a rio d el d isc rim in a n te , in fa tti, n on p o n e m a i se p a ra z io n i n ette e d a sso lu te tra sé e la re a ltà n é , a l p r o p rio in ­ te rn o , tra u n a p a rte o sse r v a n te ed u n a p a rte o s s e r v a ta . Q u e s ta a sse n z a d i se p a ra z io n i p ro d u c e a sse n z a d i te n sio n e : n ei co n fro n ti di se ste sso n o n p u n ta a p o rre n o rm e a sso lu te a c u i o b b e d ire né a d a c c e tta re v e rità p e rfe tte d a c u i p a r tir e ; n ei c o n fro n ti d e lla re a ltà n on si sfo r z a d i fis s a r e m o d e lli p riv ile g ia ti d a a ttu a re ; n e i c o n fro n ti d e g li a ltri non s ’a ffa n n a a p re sc riv e re fin i e sc o p i su p re m i d a re a liz z a re ; n ei c o n ­ fro n ti d e l p a s s a t o n o n h a rim p ia n ti né n o sta lg ie , n ei c o n fro n ti del fu tu r o n on h a a tte se né a n sie . P e rta n to il sa g g io è « in d ip e n d e n te , p a z ie n te , iro n ico » 36 e « n on tro v a n e ssu n c o lp e v o le , né sé né gli a ltri » 37. T u tte q u e ste q u a lità c o stitu isc o n o la salute d e l s a g g io . M a ta le sa lu te n on v a in te sa co m e c o n d iz io n e di a s s o lu ta p e rfe z io n e , co m e sta to di c o m p iu te z z a c o n c lu sa : e s s a d e sig n a p iu tto sto u n a p r a ­ tic a di in c e ssa n te a ffin a m e n to , u n la v o ro di c o n tin u a c a lib r a tu r a d e lle « p o te n z e » ch e la c o stitu isc o n o . U n p a s s o d i Ecce homo c o g lie b en e q u e sta e sp e rie n z a d in a m ic a d e lla sa lu te : « c o n o ttic a di m a la to g u a r ­ d a re a co n cetti e v a lo ri più sani, o a ll’in v e rso , d a lla p ie n e z z a e sic u ­ re z z a d e lla v ita ricca f a r c a d e re lo s g u a r d o su l la v o ro se g re to d e l­ l ’istin to d e lla décadence — q u e sto è sta to il m io p iù lu n g o e se rc iz io , la m ia v e ra e sp e rie n z a , l ’u n ic a in c u i, se m a i, s ia d iv e n ta to m a e ­ stro » 3S. S i p u ò d ire a llo ra ch e il sa g g io è sa n o a n ch e q u a n d o è m a ­ la to , g ra z ie a lla su a c a p a c ità d i c o n n ettere sa lu te e m a la ttia , g ra z ie a lla fo r z a ch e gli im p e d isc e d i im m e d e sim a rsi co n la m a la ttia m a a n c h e co n la sa lu te , d i id e n tific a rsi co n un solo sta t o : il sa g g io n o n si in e b ria d el b e n e sse re , non si e sa lta p e r un p re su n to p o s s e s s o d e fi­ n itiv o d e lla sa lu te ; né si s p r o fo n d a n el d o lo re , n on si riduce a l m o ­ m en to d e ll’in fe rm ità o d e lla m e n o m a z io n e , p e rc h é , a n c o ra u n a v o lta , sa ch e « tu tte le c o se so n o in ca te n a te , in tre c c ia te , in n a m o ra te (Alle Dinge sind verkettet, verfäldelt, verliebt) » 39. A llo ra , p ro p ria m e n te , q u e s ta c a p a c ità di co n n ettere d o lo re e p ia c e re , m a la ttia e sa lu te , m a le e b e n e , si p u ò c h ia m a re « g ra n d e sa lu te » 40, o s s ia « u n a sa lu te

35. Cfr. ivi, p. 257, § 313. 36. Cfr. F. Nietzsche, F P 1884, p. 126, fr. 25.489. 37. Cfr. F. Nietzsche, U T U I I , p. 126, § 386. 38. F. Nietzsche, E H , p. 273, § 1. 39. Cfr. F. Nietzsche, Z, p. 392, vv. 12-13. 40. Cfr. F. Nietzsche, U T U l, p. 7, § 4; G S , p. 15, § 2. Si potrebbe dire che il concetto di « grande salute » formulato da Nietzsche corrispond a quello latino di s a n i t a s , che indica, oltre a « buona salute », anche « assen­ natezza ». mentre il vocabolo salus richiama piuttosto il significato di « inte­ grili! », «benessere m antenuto». /9 5

ch e non so lta n to si p o ssie d e , m a se m p re di co n tin u o si c o n q u ista e si d ev e c o n q u ista r e , p o ich é se m p re di n u o v o si s a c r ific a e si d ev e s a c r ific a r e » 41. Il sa g g io g o d e d i « g ra n d e sa lu te » p erch é sa ch e s a ­ lu te e m a la ttia n on so n o n u lla d i e sse n z ia lm e n te d iv e rso m a c o stitu i­ sc o n o « d u e fo rm e d i e siste n z a » tra le q u a li vi so n o « d iffe re n z e di g r a d o » 42 e non un c o n tra sto a sso lu to . E ’ ev id e n te ch e q u e sta c a p a ­ c ità di co n n ettere sa lu te e m a la ttia non è che u n c a so p a rtic o la re , u n m o d o s p e c ific o d e lla g e n e ra le c a p a c ità d i c o n n ettere elem en ti a p ­ p a re n te m e n te o p p o sti: è c h ia ro , cio è , che la « g ra n d e sa lu te » n o n è ch e u n a fo rm a in c u i si d e te rm in a la sa g g e z z a . A l c o n tr a rio , si p o ­ tre b b e d ire ch e lo sto lto , il d isc rim in a n te , l ’id io ta 43 g o d e d i « g ra n d e m a la ttia » in q u a n to è a ffe tto d a un m o rb o ch e gli p a r a liz z a o , a d d i­ rittu ra , g li n e g a la c a p a c ità di c o n n ettere le d iv e rsità , d i tra sfo rm a re i c o n tra sti in « d iffe re n z e di g r a d o » . P ro p rio p e rc h é l ’id io ta v iv e d a se p a r a to e di s e p a ra z io n i, è c o stre tto a d e sp e rire il ra p p o r to con le c o se , co n gli ev en ti e con gli a ltri e sse ri v iv en ti co m e u n a d u ra c o n d iz io n e di n e c e ssità , co m e u n in ce ssa n te sfo rz o p e r p o te r s o p r a v ­ v iv e re , p e r fo rz a re la re a ltà ad e sse rg li u tile : il v iv e re in c o m u n a n z a e in so c ie tà gli si im p o n e d u n q u e c o m e u n obbligo. A l c o n tr a rio il s a g g io , che c o n o sc e la stru ttu ra c o n n e ttiv a d e lla re a ltà e si s a e le­ m en to « te ssu to » d a q u e sta r e a ltà , n o n s o lo n o n v iv e la c o m u n a n z a co n le c o se e gli e sse ri v iv en ti co m e u n o b b lig o , m a si p u ò p e rm e t­ tere a d d ir ittu r a la g io ia d e lla so litu d in e , il p ia c e re d e lla d ista n z a . I l n e sso tra s a g g e z z a , sa lu te e s o lit u d in e 44 è r a d ic a to in fa tti n e lla c a p a c ità d i non p e rd e rsi nel p a r tic o la r e , d i n on b lo c c a r si in u n so lo p u n to , d i n on id e n tific a rsi co n u n a s o la situ a z io n e o d e fin iz io n e ; m a , n el c o n te m p o , la c a p a c ità di c o n n ettere c h e c o n n o ta sa g g e z z a e « g r a n ­ d e sa lu te » si p u ò e sp lic a r e g ra z ie a d u n a p r e s a d i d ista n z a d a g li ele m e n ti c h e si c o n n e tto n o , p r e sa d i d ista n z a ch e rie sc e p a rtico la r-

41. F . N ie tz sc h e , G S , p . 262, § 382. C fr . an ch e G M , p. 2 9 6 , § 2 4; E H , p . 346-8, § 2. 4 2 . C fr . F . N ie tz sc h e , F P 88-89, fr. 14.65; « S a lu te e m a la ttia non so n o n ien te d i e sse n z ia lm e n te d iv e r so , co m e c re d e v a n o i v ecch i m ed ici e co m e a n c o r o g gi c re d o n o a lcu n i p ratican ti. N o n se ne d e v o n o fa re p rin cìp i o e n tità d istin ti ch e si d isp u tin o l’o rg a n ism o v iv en te fa c e n d o n e il p r o p rio c a m p o d i b a tta g lia . Q u e ste so n o v ec ch ie c h ia c c h ie re e d icerie ch e non se rv o n o p iù a n u lla . In re a ltà , tra q u e ste d u e fo rm e d i e siste n z a ci so n o d iffe re n z e d i g r a d o : l ’e sa g e r a z io n e , la sp r o p o r z io n e , la d isa n n o n ia d ei fen o m en i n o rm ali c o stitu isc o n o lo sta to d i m a la ttia » . 4 3 . N el se n so e tim o lo g ic o d el term in e ch e , rifa c e n d o si a lla r a d ic e sa n ­ sc r ita ui, ric h ia m a l’a ttiv ità d el se p a ra r e , d el ten ere d iv iso . Il sig n ific a to di « p r iv a to » e « p a r tic o la r e » ch e si tro v a nel v o c a b o lo g re c o iilio s p r e su p ­ p o n e p r o p rio q u e sta attiv ità. 4 4 . C fr. F . N ie tz sc h e , F P 84-85. pp. 343-4, fr. 40.59.

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m en te e ffic a c e n e lla solitudine·. « N o n so n o in c o lle r a c o n n e ssu n o . S o lta n to m i se m b ra d i v e d e re i m iei a m ic i co n m a g g io r n itid e z z a e in m o d o m ig lio re ch e sta n d o in sie m e a lo ro » 45. C iò v u o l d ire che l a so litu d in e n on è a ffa tto il sin to m o d i un a tte g g ia m e n to d i s e p a r a ­ z io n e fo n d a ta s u ll’o r g o g lio , m a la c o n d iz io n e n e c e ssa r ia a lla p o s s ib i­ lità d i c o n n e tte re ; c o sì c o m e , n e lla c o n te m p la z io n e d i u n p a e s a g g io o n e lla le ttu ra di u n te sto , è n e c e ssa r ia u n a d ista n z a ta le d a co n se n tire la c o n n e ssio n e tra le p a r ti o le p a ro le ch e c o stitu isc o n o il p a n o r a m a o la fr a s e . L a so litu d in e d e l s a g g io , in so m m a , si d istin g u e n e tta ­ m en te d a \Yisolamento: s ia ch e l ’iso la m e n to si d e te rm in i c o m e a llo n ­ ta n a m e n to d a o g n i p o ssib ile re la z io n e , s ia ch e si sp e c ific h i co m e im m e d e sim a z io n e in u n ico elem en to d e lla re la z io n e . S o lo l ’id io ta p u ò p re te n d e re di e sse re p e rfe tta m e n te iso la to . T u t ta v ia la so litu d in e , co m e la « g ra n d e sa lu te » e la sa g g e z z a , n o n è il co n te n u to di u n d o v e r-e sse re , n on è tem a d i u n 'o b b lig a z io n e , m a e sp re ssio n e d i u n a potentia, d i u n a c a p a c ità , di u n ’in c lin a z io n e 46: p e rta n to n e ll’e sse re sa g g i e in « g ra n d e sa lu te » n on V i è a lc u n m e­ rito , c o sì c o m e , n e ll’e sse r id io ti e in « g ra n d e m a la ttia » n o n v ’è a lc u n d e m e rito . S i p u ò c o ltiv a re la p r o p r ia sa g g e z z a o d o r g a n iz z a re la p r o p r ia id io z ia , m a n on si p u ò voler d iv e n ta re sa g g i o id io ti. T u t ­ ta v ia an ch e tra sa g g e z z a e id io z ia , tra c a p a c ità e in c a p a c ità di c o n ­ n e tte re , tra so litu d in e e iso la m e n to , tra « g ra n d e sa lu te » e « g ra n d e m a la ttia » non vi è c o n tr a sto a sso lu to m a ‘s o lo ’ « d iffe re n z e di g r a d o » . L a p r o v a e v id e n te ch e e n tra m b e si r a d ic a n o in u n a stru t­ tu ra co m u n e è d a ta d a l fa tto ch e, d a u n la to , l ’id io ta , p e r d isc r im i­ n a r e , s e p a r a r si e is o la r s i, d e v e n e c e ssa ria m e n te ric o n o sc e re q u a lc o s a e q u a lc u n o da cui d iv id e rsi e, q u in d i, d ev e ric o n o sc e re la n e c e ssità d i u n a re la z io n e , s e p p u r n e g a tiv a ; d a l l ’a ltro , il sa g g io , p e r p o te r c o n ­ n ettere se n z a c o n fo n d e re , d e v e ric o n o sc e re la n e c e ssità d e l d istin ­ g u e re . C e rto , la d iffe r e n z a tra il sa g g io e l ’id io ta c o n siste n el fa tto che il sa g g io è consapevole d i d o v e r ric o rre re a l l ’o p e ra z io n e « id io ­ ta » d e l d istin g u e re , m en tre l ’id io ta n o n è c o n sa p e v o le d i d o v e r ri­ c o rre re a l l ’o p e ra z io n e « s a g g ia » d e l c o n n e tte re : m a q u e sta c o n sa p e ­ v o le z z a n on è il fru tto di u n c a lc o lo , né il r isu lta to d i u n ’in te n z io n e : il sa g g io la p ro d u c e co sì co m e p r o d u c e il c o m p o rta m e n to a ffa b ile v e rso tu tti, o s s ia « sen z a v o le rlo » . P e rta n to il sa g g io è d iv e rso non so lo d a l l ’id io ta , in c o n sa p e v o le d e lla n e c e ssità del c o n n e tte re , m a a n ­ c h e d a ch i vuole e sse re sa g g io e si sforza di e sse re c o n sa p e v o le di 45. F. N ietz sc h e, A , p. 234, § 485. 46. C'Ir. F. N ietz sc h e, I I ’ 79-81, p. 554, fi·. 7.I8Ü : « S e g u o n azio n e a lla so litu d in e , non p o sso lare d iv e rsam e n te » .

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la m ia in cli­

ta le n e c e ssità . O r a , p ro p rio il c a ra tte re in v o lo n ta rio d e lla c o n sa p e ­ v o le z z a d e l sa g g io , c o sì co m e la sp o n ta n e ità del su o c o m p o rta m e n to a f fa b ile , lo ren d e sim ile a lla n a t u r a , al p u n to d a fa rn e u n a « fo rz a d e lla n a tu ra » ch e ra g g iu n g e se m p re d e g li e ffe tti se n z a p o rli co m e s c o p i 41. A llo r a la c o n sa p e v o le z z a d e l sa g g io non p u ò e sse re fo n d a ­ m en to d i u n contrasto n ei c o n fro n ti d e ll’id io ta , m a d à fo rm a a d u n a differenza: u n a d iffe r e n z a d i c a p a c ità , d i potenza, non d i valore, c o sì c o m e n o n si p u ò p a r la r e di d iffe r e n z a d i v a lo re c o n fro n ta n d o n el re g n o a n im a le u n ’a q u ila e u n a g a llin a , o , nel re g n o v e g e ta le , u n a q u e r c ia ed u n ’o r tic a , o , n el c a m p o fis ic o , c a ld o e f r e d d o 4β. C iò sig n ific a c h e , a rig o re , n o n si d o v re b b e p a r la r e d i u n a maggiore p o ­ te n z a d e l sa g g io r isp e tto a l l ’id io ta , m a so lo d i u n a s u a diversa p o ­ te n z a : o , p e r lo m e n o , il term in e « m a g g io re » d o v re b b e e sse r e u sa to d e p u r a n d o lo d a o g n i ric h ia m o v a lu ta tiv o . In fa tti la c a p a c ità d i co n ­ n ettere, la « g ra n d e sa lu te » e la c o n sa p e v o le z z a d el s a g g io , in q u a n to su e d o ti naturali, n o n lo p o n g o n o a l cu lm in e d i u n a s c a la g e r a r ­ c h ic a , m a lo d islo c a n o al lim ite d ì u n o riz z o n te : n o n lo c o llo c a n o a lla v e tta d i u n a g r a d u a to r ia , m a a l m a ssim o d i u n a g ra d u a z io n e . In q u a n to « fo r z a d e lla n a tu ra » , il sa g g io n o n vale d i p iù d e ll’id io ta , m a può d i p iù : ed è d el tu tto a r b itr a r io p a s s a r e d a q u e sta c o n sta ta ­ z io n e a l l ’a ffe r m a z io n e c h e v a le d i p iù perché p u ò d i p iù .

4 7 . C fr. F . N ie tz sc h e , U T U 1, p . 4 8, § 3 8 e F P 76-78, p p . 425-6, fr. 23.104. 4 8 . C fr. F. N ie tz sc h e , U T U I I , p . 169-70, § 6 7 : « L ’in e satta o sse rv a z io n e co m u n e v e d e n ella n atu ra co n trasti d a p p e r tu tto (c o m e p e r es. « c a ld o e fre d d o » ) , d o v e non ci so n o c o n tra sti, m a so lo d iffe r e n z e d i g ra d o . O ra q u e sta c a ttiv a a b itu d in e ci h a co n d o tti a v o le r co n ce p ire e sc o m p o rre , in b a s e a tali c o n tra sti, an ch e la n atu ra in te rn a, il m o n d o sp iritu ale-m o rale. U n a q u a n ­ tità in d icib ile di d o lo re , p re su n z io n e , d u re z z a , e stra n e a m e n to c fre d d e z z a è e n tra ta nel se n tim en to u m an o p er il fa tto ch e si cred ette di v ed ere co n trasti in lu o g o di tra n siz io n i » . (S o tto lin e a tu re n ostre).