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Dr. Marco Paret
Oltre La Trance: Magnetismo Personale e Realizzazione Totale dell’Uomo
Guida semplice, pratica e progressiva all’autorealizzazione ed a risultati nella vita attraverso le millenarie chiavi fisiologiche, psichiche e spirituali dell’uomo. Realtà quantistica, tempo e non dualità Contiene anche: Fisiognomia Pratica Tecniche di Auto-magnetizzazione per la vita Terapeutica Naturale Ipnosi e tecniche Alchemico-Energetiche ISBN 978-0-9793997-8-7
NLP International Ltd
Prefazione Le pagine che seguono sono originariamente nate per dare ai nostri allievi una serie di chiavi per il mondo della presenza, del risveglio e dello sviluppo dell’uomo, ed una serie di tecniche pratiche ed inedite per trasmutare la propria realtà operando su sé stessi e la percezione del tempo. Abbiamo cercato quindi di essere il più possibile pratici, concisi, con un linguaggio immediatamente e volutamente comprensibile anche a non specialisti. Quello che segue è un compendio pratico della più profonda sapienza occidentale di sviluppo dell’uomo. Permette di dare risposta alle domande sul significato della sua vita, ed al contempo è una nuova finestra di conoscenza su conoscenze elaborate per millenni, spesso tenute celate e ne permette una comprensione all’uomo d’oggi. Gli antichi avevano capito molti millenni addietro la vera chiave per la realtà quantica, la strada che porta all’”homo totus”, cioè l’uomo totale e risvegliato, che sviluppa pienamente sé stesso, i suoi potenziali e la sua essenza. I vantaggi sono molti, ma i mezzi per accedere a questo percorso sono sempre stati mantenuti per secoli segreti in molte parti essenziali ed in parte sembravano dimenticati. Quello che facciamo è coniugare i due capi del tempo, il passato e l’oggi, di modo da rendere le saggezze eterne attuabili per l’uomo d’oggi. La tradizione occidentale è derivata storicamente dagli egizi che l’hanno elaborata, è passata ai greci ed ai romani e continuata segretamente e successivamente da vari gruppi, tra i più noti dei quali citiamo ad esempio i
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“Fedeli d’Amore” (un gruppo cui appartenne anche Dante Alighieri), e da altri1 ancora. Queste linee di pensiero sono ancora sotterraneamente2 vive3 nonostante secoli di dominio di un pensiero che si è allontanato a poco a poco da quello che è veramente importante e verticale per andare verso una orizzontalità sempre più manifesta. Ma la vera crescita dell’uomo è in un’altra direzione, nella verticalità, che è la vera chiave nascosta per manifestare i potenziali dormienti all’interno di tutti noi. Per millenni molte tecniche qui trascritte sono state trasmesse solo per passaparola, e nel mondo attuale vi era il serio rischio che andassero perse per sempre oppure non capite nel loro significato. Anche se vi è un considerevole “corpus” scritto, senza trasmissione orale il nucleo sfugge. Infatti l’uomo di oggi ha vissuto una profonda trasformazione della società che lo ha portato ad alienarsi da sé stesso. A chi cerca e vuole evolversi, chi vuole essere veramente, le tecniche qui descritte aprono delle porte in quanto gli danno qualcosa che nasce dalla sua cultura e tuttavia lui 1
Es. gruppi gnostici, alcune correnti rosicruciane, raggruppamenti iniziatici vari. Consigliamo il libro “Pour la Rose Rouge et la Croix d’Or” di J.P. Giudicelli per una disanima di parecchi di questi filoni. Anche il ciclo del Graal racchiude memoria e simboli della tradizione occidentale per l’evoluzione dell’uomo. Cfr. J.P. Sansonetti “Graal et Alchimie” 2 anche se di difficile accesso ed a volte di ancor più difficile comprensione “effettiva” 3 Ad esempio vari ordini iniziatici sono l’estensione nei loro rituali di tradizioni più antiche, (anche se nei gradi di base e nella maggior parte di essi la sussistenza della tradizione è solo simbolica e per chi la sa leggere). In alcuni gruppi esistono a volte filiazioni anche più interne e consapevoli (es. la tradizione orale degli “Arcana Arcanorum” della scuola di Napoli). Vedi sempre il lavoro di ricerca di J. Pierre Giudicelli de Cressac op. cit. pag. 16
3 stesso non conosce. Concetti che fino ad ora aveva visto nel mondo astratto delle idee possono prendere vita. E chi si interessa di cultura orientale potrà trovare qui una via alternativa e che sotto certi versi permette di capire pragmaticamente e a volte più semplicemente il “vero” senso di molte vie indiane o cinesi. Tali tradizioni, connesse all’occidentale dall’antica “via della seta”, hanno infatti elementi e simboli comparabili e vanno nella stessa direzione4. Abbiamo quindi inserito nelle note i riferimenti a queste, mentre abbiamo dedicato il testo alla tradizione europea, paradossalmente meno conosciuta. Qui vi è un messaggio di integrità e vi è la strada affinchè una persona possa raggiungere la sanità, realizzare pienamente sé stessa, trovare il senso della propria vita e sviluppare potenzialità che adesso neppure immagina. Per molti questa è una sensazione profonda, ma comunque presente, un anelito a qualche cosa di più, ma ciascuno di noi può essere molto di più del proprio limitato ego e delle limitazioni che la vita ci da. Le nostre ricerche
Gli antichi erano meno nelle parole dei moderni, e i loro elementi di saggezza sono di grande utilità anche per l’uomo d’oggi, intrappolato spesso in un mondo sempre più di cose, dove non si sa più chi si è, costretti a volte a lavori maniacalmente ripetitivi, oppure con una vita più nel virtuale di internet che nel reale. Le fonti alle quali abbiamo attinto sono dirette, molte volte orali, persone e gruppi che abbiamo conosciuto. Alcuni elementi non erano mai stati pubblicati fino ad ora. All’origine vi è infatti una serie di ricerche inedite, che, originariamente nate attorno al tema del magnetismo e 4
Cfr. l’analisi storica di White ne “Il corpo alchemico”
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della fascinazione5, si sono poi espanse allo sviluppo totale dell’uomo, rendendosi conto che quest’”homo totus” o “uomo totale” era, oltre che una possibilità, una realtà verificabile6. Quella contenuta in queste pagine è solo una parte delle ricerche e delle tradizioni orali che abbiamo raccolto. Un mondo intiero si è rivelato. Riteniamo che ce ne vorranno sette o otto per trasmettere la “summa” di tutto il sapere. In queste pagine vi è una via attraverso la quale l’uomo può esplicare pienamente sé stesso e sviluppare la sua vera essenza fino a trascendere il suo sé stesso abituale. L’uomo medio è molto al di sotto di quel che potrebbe essere. Preso tra le preoccupazioni quotidiane, si affanna dietro a mille problemi, gli sembra che gli manchi il tempo per vivere, è preda di malattie psicosomatiche, e non sa dove andare. Ma l’uomo non è solo quello. E’ così perchè si trova come a camminare senza gambe.
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Sono conoscenze veramente uniche a noi arrivate grazie ad una doppia fonte: una tradizione orale del Nord Italia detenute da una persona (Virgilio T.) che ci ha iniziato alla “scuola magnetica”, trasmettendoci conoscenze che altrimenti sarebbero state perse per sempre. Il cognome è abbreviato (T. ) in quanto questa persona, di circa ottant’anni, vive tranquilla in campagna e non vuole essere disturbata da persone che non siano amici. La seconda persona è Erminio Di Pisa, autore tra l’altro negli anni ’70 di un manualetto di ipnomagnetismo pratico, depositario a sua volta di una metodica simile. Si tratta di una ricerca molto approfondita. Abbiamo passato più di quindici anni ad imparare ed analizzare tali concetti, e continuiamo tuttora. 6 A questo proposito citiamo l’opera di ricerca del conte J.Pierre de Giudicelli de Cressac che ha ricercato praticamente tutte le vie di risveglio sia occidentali che orientali con un’opera colossale di ricerca colossale il cui sunto è il libro “Pour la Rose Rouge et de la Croix d’Or”.
5 Perchè “senza gambe”? Perchè che abbiamo perso il contatto con la presenza a noi stessi. L’uomo moderno è dominato dal mentale. Per chi riacquista queste gambe non esiste più né l’angoscia né la preoccupazione. Ma vi è altro. Molteplici sono i vantaggi per chi va verso quello che gli antichi avevano chiamato “oro” perché questo è il più prezioso dei metalli. Ad esempio basta osservare come vi siano potenzialità stupefacenti dell’uomo che si verificano in situazioni particolari, come capacità di auto guarigione, resistenza, fino ad una serie di capacità al limite dello spiegabile che l’uomo dell’abitudine non conosce e che la scienza ufficiale moderna guarda a volte con stupore. Queste capacità fanno parte delle capacità dell’”homo totus” e sono sviluppabili con le tecniche di questo libro. E’ parte di queste capacità anche l’accesso alla mente quantica, l’intuizione e la creatività e la scoperta di direzioni nella vita. Tutte queste sono cose che abitualmente dimostriamo nei nostri seminari. Ma vi è ancora un di più rispetto al quale questi frutti fisici sono addirittura secondari. Vi è il riappropriarsi cosciente di sé. Dietro l’efficacia delle tecniche ed i risultati spesso impressionanti che osservavamo e che per di più riuscivamo a riprodurre vi è qualcosa che solo i moderni paradigmi scientifici quantistici incominciano a considerare: un approccio che può essere compreso solo aprendosi all’integralità dell’uomo ed alla sua posizione centrale come essere cosciente. Lo sviluppo profondo che potremmo chiamare “sviluppo essenziale”. Il risultato finale è dare più vita alla vita e risvegliarci dalle “trances” nelle quali siamo, arrivando ad un livello di coscienza finalmente completo e superiore. Questo è uno stato tecnicamente verificabile, nel quale nulla è più come prima. Questo è il vero segreto che già gli Egizi avevano capito essere l’obiettivo finale dell’uomo,il fine delle
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alchimie cinesi e dello Yoga indiano, il punto finale di ogni via. La maggior parte delle persone vive infatti in un’ipnosi continua, dominata dai propri meccanismi mentali senza rendersi conto che in ciascuno di noi vi è un principio centrale riconnettendoci al quale la nostra vita può cambiare. Quali sono le chiavi rivelate in questo libro?
Nella nostra ricerca ci siamo però accorti che la sapienza millenaria che può condurre l’uomo al benessere, alla salute ed a ritrovare la potenza in sé, all’accesso a stati di supercoscienza non è più comprensibile per l’uomo moderno medio. Questi vive in un mondo diverso e trasformato, da sedentario, spesso sempre davanti al computer e senza più vero contatto con la natura. Molti sono sotterraneamente coscienti che per accedere alla sapienza servano delle chiavi legate al vecchio ordine delle cose, ma non sanno quali e non è neppure immaginabile tornare a vivere come cento anni fa. Siamo quindi partiti da una serie di interviste tese a scoprire quali erano quegli elementi essenziali sui quali se si porta attenzione, si può permettere all’uomo d’oggi di ottenere quei potenti risultati di cui gli antichi raccontano. Un primo elemento nascosto che abbiamo individuato è il rapporto col tempo. L’uomo attuale vive infatti in un tempo fittiziamente “ristretto”, sempre in preda alle “urgenze” e questa è la più grande difficoltà che gli rende difficile comprendere e praticare gli scritti degli antichi. Il tempo della “fretta” è tipico della nostra società. Non è il tempo reale che è il tempo dell’ora. E’ un tempo immaginario che vive invece sempre proiettato nel
7 futuro. Il tempo dell’urgenza corrisponde ad un funzionamento mentale specifico che ha lo scopo di superare situazioni di difficoltà e la sopravvivenza ed è caratterizzato da particolari reazioni biochimiche. Ne conseguono quindi ansie, tensioni e molti altri problemi psicosomatici, che sarebbero naturali risposte fisiologiche dell’organismo in situazioni di difficoltà, ma che fuori contesto tendono a divenire cronici ed ingenerare anche malattie. La civiltà progredisce e porta nuove malattie. Il differente rapporto al tempo è allora la chiave per una salute ed un benessere immediati. All’interno di questo libro vi è quindi la chiave di quella che è stata chiamata anche la “medicina filosofale”. Questo è però solo uno dei risultati. Quello che veramente importa è anche la riscoperta della propria vita e la possibilità di accedere agli stati di superiori di coscienza. Tutto può cambiare. Scoprire un rapporto al tempo più reale ed effettivo è una delle chiavi segrete per trasformare sé stessi e trovare il centro in sé stessi. Noi sappiamo più cose e possiamo molto di più di quel che pensiamo, ma ci siamo abituati a pensare con la testa degli altri e non con la nostra. I giornali, la televisione e gli altri media ci proiettano una realtà ed un modo di essere che si sovrappone al nostro vero noi stessi e ci separa così dalle nostre radici e dalla nostra vera potenza. L’uomo nei secoli passati era più vicino alla Natura, viveva un tempo espanso ed aveva una sensibilità ed un contatto con sé stesso, una verticalità ed una coscienza che manca nella civiltà odierna. Un’altra chiave importante è lo sviluppo del tono fisico. L’uomo già solo di quarant’anni fa aveva un differente rapporto col corpo.
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Se l’organismo è più energico, allora naturalmente molte paure tendono a sparire e cambia il rapporto con la realtà. Nell’opera inframmezziamo quindi sapienze millenarie e pratici esercizi anche fisici immediati in modo da dare a chiunque modo di acquisire o capire quanto spiegato con la certezza di avviarsi verso una trasformazione totale. Altre chiavi ancora sono poi accennate nel corso dell’opera. Coaching , Counseling filosofico e Psicologia quantistica
I principi qui esposti anche la base di una scuola di “coaching filosofico” e di un “counseling filosofico” degni di questo nome. Integrano una visione totale dell’uomo ed il fine originale della “filosofia”, il cammino verso la “pietra filosofale”, cioè l’uomo trasformato che riscopre sé stesso e si trasmuta in oro, il più prezioso dei metalli. I risultati che ottenete sono paradossalmente gli stessi ricercati dalla moderna psicologia quantistica, che è stata capace di formulare idee e metodiche a volte estremamente ardite, e che necessita per essere resa pratica nel quotidiano di tecnologie semplici ed adeguate. Una cosa è leggere una descrizione fisica delle onde del mare ed un’altra cosa è nuotare nel mare: Qui trovate tali metodiche. Come leggere queste pagine
Per trarre il massimo profitto da questi insegnamenti, vi invitiamo a sedervi in posizione confortevole, eliminando ogni tensione inutile, mantenendo il proprio peso sulla base, la colonna vertebrale diritta. Più sarete in stato di “presenza”, meglio potrete capire il significato di quanto qui è scritto. Assorbirete così anche interiormente le basi per un perfezionamento della
9 persona e per dare una direzione nuova alla vostra vita. Questo libro è una via completa di sviluppo e trasmutazione di sé e della propria realtà, e può anche essere letto pezzo a pezzo, meditandolo. Dopo non sarete mai più gli stessi. Un seme sarà depositato in voi. L’attenzione progressiva sui vari simboli in stato di presenza via via più accentuata e la loro vivificazione permetterà un contatto tra la vostra anima concentrata nel presente ed il vostro “hermes” producendo come risultato una sempre maggiore centratura e la chiave per l’accesso a dimensioni, poteri e possibilità superiori.
LIBRO I
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OLTRE LA TRANCE
INTRODUZIONE. Il Mistero della vita e del Tempo
Questo libro è nato per recuperare la vostra esistenza, il vostro tempo ed uscire dall’ipnosi quotidiana. Le implicazioni di quanto scritto vanno molto oltre l’aiutarvi semplicemente nell’organizzazione della vita, e vi guidano verso quello che siete veramente e nel realizzare la vostra salute e la vostra natura. Vi portano a sviluppare una calma ed una forza interiore che sono la base per il successo nella vita, per il magnetismo personale e per le più alte realizzazioni spirituali, cioè l’uscita dalla trance quotidiana e la scoperta del vero centro della vostra potenza. E’ una nuova genesi all’interno di voi. Vi portano infatti sicuramente ad ottenere tutto quello che avete sempre desiderato in quanto vi portano al punto centrale da cui tutto nasce: voi. La cosa più essenziale che vi sia per questo è scoprire il presente. Il presente è l’unica cosa che c’è. Ma non ce ne accorgiamo, ce lo lasciamo sfuggire, viviamo come in una “trance”. Perché? Una ragione è che in noi ci sono più meccanismi che regolano il rapporto col tempo. Paradossalmente il tempo è un argomento che pur influenzando tutta la nostra vita, che è costruita intorno ad esso, è poco conosciuto. Molto spesso ci sembra essere senza controllo. Capirne l’essenza è una chiave fondamentale per il percorso sul quale ci stiamo avviando in questo libro che di riscoperta di noi. Il tempo è pieno di paradossi. Ad esempio quando dormiamo il tempo passa in un attimo, ma anche quando siamo svegli se non facciamo attenzione il tempo sembra
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OLTRE LA TRANCE: IL TEMPO
passare altrettanto rapidamente. Capita quindi che siamo svegli, ma è come se dormissimo. Che cosa è che ci fa dormire e non vivere la vita? La vita passa e ci sembra magari di non essere mai stati noi stessi. Quello che ci ruba a noi stessi è il fatto di essere prigionieri dei nostri meccanismi automatici, del nostro ego. L’uomo medio non è libero. La libertà cui vogliono condurvi queste pagine è la libertà vera, libertà da una serie di meccanismi automatici che rubano l’uomo a sé stesso, gli prendono la vita ed il suo tempo sicchè di alcuni si può dire: ha vissuto ottant’anni, ma in realtà sono solo una ventina scarsi... L'uomo forgia colle sue mani le catene che lo stringono e che gli rubano il tempo della propria vita. Queste catene gli sottraggono non solo il tempo, ma anche il piacere, in quanto anche questa qualità sembra prigioniera di un fantomatico domani e l’uomo è incapace di riconoscerla nel presente. L'uomo che potrebbe dipendere solo dagli elementi naturali, incomincia ad occupare la sua esistenza ad ingabbiarsi in un meccanismo sociale dalla quale non può uscire sotto pena di infrangere certe convenzioni giudicate indispensabili alla riputazione della casta stessa. Poi si fa schiavo di una carriera che lo sballotta qua e là, alla mercè del capriccio altrui. Poi cerca di darsi una “posizione sociale” faticosa da mantenere . Poi, non contento ancora, si dà un partito politico. L'uomo moderno, da qualunque parte si volti, è circondato da una rete di ferro spinato che non si può varcare senza pericolo di morte. Non ha libertà né di disdirsi né di contraddirsi, ma deve sempre portare una maschera con un sogghigno stereotipo di autorità o di sottomissione. Ed inoltre c'è appunto anche un individuo col quale siamo a ogni momento a contatto, dal quale non ci è dato sfuggire, ed è il nostro ego. Il nostro “signor io”. Se vi è dunque un personaggio sul quale avremmo interesse ad
13 avere l'intero incontrastato dominio è proprio il nostro io, il nostro ego. Ma, ohimè! quanto più difficile è rendersi indipendenti dal nostro io e dal nostro ego che non dagli altri! Quanto più difficile è ridurlo obbediente al nostro volere! L'uomo sociale è ipnotizzato e schiavo delle convenzioni: ogni individuo è succube delle abitudini. L'abitudine impaccia la felicità non solo perchè è disarmonica, ma perchè ci vieta di sviluppare tutta la nostra potenza e inghiotte letteralmente la nostra realtà. Rompere l'abitudine è il primo passo per conquistare la libertà di noi stessi, per veder chiaro e lontano nella vita. Vi sono degli uomini i quali non vivono che di abitudini: esaminateli un momento e vedrete che si tratta di esseri inferiori, di gente il cui mondo si riduce a un angolo di un angolo minuscolo, fiori di serra che appena messo il capo fuori della vetrata cadrebbero uccisi dalla forte ventata della libertà. Se non rompete l'abitudine, alla fine dei vostri giorni vi accorgerete che il mondo lo avete visto dalla finestra, ma che non avete vissuto. Questo vale nel dominio fisico e nel dominio spirituale. L’abitudine nasce in un attimo. Se noi percorriamo una strada mai percorsa, questa abitualmente ci sembra più lunga all’andata che al ritorno. La ragione è che al ritorno la strada è già più abitudinaria, siamo quindi meno vigili, e meno alla ricerca di informazioni nuove; e ne consegue anche che quando viviamo nell’automaticità il tempo viene come inghiottito, e gli anni passano in attimi. La prima chiave del tempo
Abbiamo qui una prima chiave per recuperare il tempo: la sua misura dipende dalle cose: dalla quantità di informazioni nuove e dalla molteplicità delle esperienze. Ma non è solo lì la chiave di questo elemento misterioso.
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OLTRE LA TRANCE: IL TEMPO
Il tempo dipende da noi. Ma non arriviamo mai a rendercene conto, poiché la nostra natura umana è fissata nel nostro ego, cioè nell’insieme delle nostre abitudini e strutture di pensiero, e queste decidono anche del nostro tempo, ad esempio perché decidono quello che è bello e brutto per noi e ci spingono in corse senza fine per sfuggire a quella che chiamiamo ansia o noia. Chiunque può infatti notare che il tempo sembri passare differentemente a seconda delle situazioni. A molti i periodi belli sembra che passino più rapidi, mentre i periodi brutti o noiosi sembrano più lunghi. Ma proprio bello e brutto sono convenzioni fissate nell’ego che ci derubano del piacere dell’esistenza. Il bambino, che non conosce tali convenzioni, vive il tempo differentemente. I bambini normalmente hanno una percezione del tempo diversa dagli adulti, ed una giornata sembra infinita. La percezione adulta del tempo
Il normale stato di essere dell’adulto è invece uno stato paradossale. Cerchiamo sempre di far qualcosa per assorbire il tempo, e per far sì che il tempo passi velocemente senza che ce ne rendiamo conto. Il paradosso è che tutti vorrebbero più tempo nella propria vita, ma appena ce l’hanno lo utilizzano per farselo mangiare da elementi di distrazione. Per molti il tempo che passa lentamente infatti viene vissuto negativamente. Così il paradosso è che si cerca di aggiungere tempo alla vita oggettiva, per poi ridurlo il più possibile soggettivamente lasciandosi assorbire in mille distrazioni a cominciare dalla televisione.
15 L’uscita dal tempo
Vi è salvezza? Possiamo uscire dalla gabbia dell’oggidomani-ieri ? Vi è un'uscita da questa trappola. Vi è un altro stato dell'essere che trascende il tempo. Tale stato è dentro di noi, e la prima chiave per raggiungere tale stato e trascendere la dimensione del tempo è superare le proprie automaticità. Per far questo vi è bisogno di una dote essenziale, che si chiama “presenza”. Con “presenza” indichiamo un altro stato dell’essere, non più prigioniero del movimento tra lo ieri ed il domani ma finalmente “presente” all’adesso. E’ uno stato che è nel qui ed ora. E’ uno stato di reinteagrazione della nostra “energia” e quindi di potenza percettiva. Questo libro vi aiuta a superare i meccanismi dell’ego e può permettervi di aprirvi ad una nuova dimensione, modificare la percezione temporale, risvegliare alla coscienza tutte le potenzialità che non realizziamo e che non percepiamo, comprese quelle dette da molti “supernormali”7, ed integrare nella nostra vita nuove dimensioni avviandoci su quella che i cinesi chiamano “la via del saggio”. Allora la soddisfazione non è solo nell’avere più tempo. Superare l’ego significa poter superare i pensieri che costituiscono come una cortina fumosa che ci impediscono di percepire il nostro essere. Quello che ci attende è quindi finalmente la scoperta di noi e di un mondo che forse non avevamo mai visto veramente. Questo processo, oltre che per lo sviluppo individuale, è anche fondamentale per la nostra vita di relazione. Fino al momento in cui noi non superiamo i nostri meccanismi automatici, ci comporteremo con gli altri in maniera 7
Per un’analisi al riguardo vedi il libro “Mesmerismus”
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OLTRE LA TRANCE: IL TEMPO
automatica, e pretendendo da loro cose che non possono dare e che corrispondono solo a nostre compulsioni. Infine solo se sapremo rigenerarci potremo avere crescita reale nella vita, e far sì che il progresso esterno sia un riflesso del progresso interno.
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La Strada per l’essere Quella che descriviamo qui è quindi la via per recuperare la potenza dell’essere ed il vero significato della vita. Una prima regola per cui l’uomo possa ritrovare sé stesso può venire formulata così: sfruttare le cose, ma evitare di venirne sfruttati. Perciò giunti a un certo punto, rifiutarsi di prestarvi troppa attenzione e fare attenzione piuttosto al proprio essere. In natura tutto è moto, cambiamento, ingestione e digestione reciproca. Se noi facciamo schiave le cose, badiamo bene che le cose sono capacissime di fare schiavi noi stessi, di “mangiarci”8. Le cose anche inerti hanno un fascino loro che si sviluppa non appena noi le osserviamo con troppa attenzione. La bottiglia affascina l'ubbriacone perchè egli la guarda troppo, perchè ci pensa troppo. La donna affascina il giovane, la filosofia fa impazzire lo speculatore, ecc. ecc. per la stessa ragione. Ciascuno di noi, in quanto è un professionista oppure un esperto di una qualche materia, è almeno sino a un certo punto un monamaniaco, un anormale, uno cioè che ha diminuito il concetto integrale di umanità sviluppando in modo esagerato urna parte minuscola dell'attività umana. Non appena l'attenzione ci uncina, noi ci troviamo affacciati come sull'orlo di un baratro, il fascino ci prende e noi affondiamo senza accorgercene. Non si nega che 8
Fonte: questo, ed altri paragrafi che troverete nel libro, sono rielaborazioni di una fonte anonima che ha pubblicato vari libretti popolari verso gli anni ’30 del secolo scorso (l’arte di essere Felici, Ipnotizzate voi stessi etc…) e che ci è parsa in alcuni punti molto in linea con il pensiero di Di Pisa e Virgilio T. anche se sicuramente non a conoscenza del percorso finale di sviluppo. A questa fonte si deve anche nella seconda parte del libro la tecnica per corporeizzare un pensiero.
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OLTRE LA TRANCE: IL TEMPO
qualche volta ciò possa esser dolce; ma da ogni baratro, nella migliore delle ipotesi, bisogna poi risalire con sforzo grave e doloroso. Quello che dobbiamo imparare allora è la via per essere.9 Questa conoscenza della via dell’essere è fondamentale sia per sé, sia per chiunque operi nelle discipline psicologiche. Perché una tecnica psicologica trovi infatti una direzione è necessario avere un’idea di cosa vuole dire “sviluppo dell’uomo”. Quando siamo in connessione con la potenza dell’essere, siamo in connessione con un principio eterno e sempre presente, con la Vita Unica.
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tutte le civiltà creano sovrastrutture che “mangiano” l’uomo. Per lo stesso concetto in rapporto alla civiltà cinese, riportiamo la nota al “Fiore d’Oro del Grande Uno” (anche tradotto come titolo “Il Segreto del Fiore d’oro (testo orientale) in Ur e Krur vol 2 pag. 375: “l’uomo ordinario si è alienato dallo stato primordiale. “Il centro non è più difeso” e si è creato un rapporto invertito tra l’”animus” maschile yang e la femminile anima Yin nell’uomo. L’anima/vita yin orienta verso l’esistenza in un modo “rettilineo irreversibile” (come di chi sia spinto avanti) e porta dispersione e dissipazione della forza dell’uomo. Il segno che esprime tale essere individuo in cinese è “ho” che s’interpreta “forza circoscritta” cioè separata. “Non si guarda più indietro, si lascia alle spalle il suono unico (il nome dell’individuazione).
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Il mistero del tempo Cosa è il tempo? Se chiediamo ad un fisico, avrebbe difficoltà a spiegarci perché il tempo deve essere per forza sempre lineare ed unidirezionale, cioè dal passato al futuro. Il tempo esiste però nell’uomo e ne condiziona la vita. L’uomo ha la capacità di programmare utilizzando il confronto tra quello che è avvenuto e quel che pensa debba avvenire e corrisponde ad una sua funzione mentale. A differenza degli animali, l’uomo è in grado di crearsi una “programmazione” mentale di come vuole vedere le cose. L’idea del tempo è la base di tale programmazione. Ma l’idea stessa del tempo è umana e nasce nella nostra mente. Per realizzarla è infatti necessario “concettualizzare” in modo da determinare gli elementi che variano e seguirli nella loro variazione. E’ quindi il nostro “software” mentale che letteralmente ci “crea” la sensazione e la percezione del tempo per scopi di sopravvivenza e di attenzione; tant’è vero che in situazioni di non programmazione (es. stati di meditazione, di abbandono, di estasi) la percezione del tempo e della realtà cambia e si può accedere a “momenti senza tempo”. Anche la supposizione che il tempo debba sempre avere la stessa durata è illusoria. Molto hanno sperimentato ad esempio l’esperienza che nel sogno sembrano passare ore o addirittura giorni, mentre magari hanno chiusi gli occhi per pochi secondi di tempo di orologio. O ancora, in ipnosi possiamo creare la cosiddetta “distorsione temporale” fino ad arrivare a casi dove in un tempo esterno di pochi minuti il soggetto è in grado di vivere
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OLTRE LA TRANCE: IL TEMPO
ore se non giorni di esperienza all’interno della sua mente, completa di ogni dettaglio10. Soggettivamente non vi è quindi un solo “tempo” ed in un secondo può esservi l’infinito. Anche nei nostri corsi, ad esempio, spesso lavoriamo con la “distorsione temporale”. Dopo l’esercizio alcuni allievi ci raccontano di provare una profonda distorsione della realtà e di aver magari pensato che fosse passata mezz’ora, mentre in realtà non erano passati che pochi minuti. Il tempo soggettivo può quindi essere differente dal tempo fisico. L’uomo non è infatti solo programmazione. La programmazione lineare è solo un utilizzo particolare della mente umana con uno scopo finito legato ad un obiettivo. Invece, in quei momenti, quando si esce dalla programmazione e si vive l’ora, si può estrarre la vera potenza, cominciando dapprima ad accedere a quello che alcuni chiamano mente quantica, altri “superconscio”, altri “coscienza superiore” e poi infine facendo proprio uno stato nuovo nel quale realizzare i veri potenziali. Il nostro modo abituale di creare il tempo e programmare ci chiude però in quella che è chiamata la “legge del divenire”. Questa implica un susseguirsi orizzontale e conseguente di avvenimenti. E più siamo “mangiati” dalle cose, più queste si mangiano anche il nostro tempo presente, ed infine anche il nostro corpo stesso. Tutte le malattie psicosomatiche sono infatti legate ad un “tendere” verso le cose. Pensiamo ad esempio all’ansia. E’ un respirare più rapidamente per poter mettere in azione il nostro organismo e prepararlo all’azione. Ma se questa azione non avviene, poiché in realtà il rischio esiste 10
Vedi Milton Erickson e Linn F Cooper – Time Distortion in Hypnosis. Ho ripetuto io stesso varie volte nei seminari da me condotti queste esperienze con risultati sempre molto probanti.
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solo nella nostra testa, allora questo atto crea particolari reazioni biochimiche nel corpo che se mantenute troppo a lungo tendono a fissarsi. L’uomo medio, infatti anche quando potrebbe starsene perfettamente tranquillo, continua a crearsi pensieri sul futuro per distrarsi dall’attimo presente e “fissare” il tempo, e non si rende conto che sta passando davanti all’uscio dell’infinito senza neppure guardare dentro. Se guardasse, anche solo per un attimo, potrebbe trovare risposta sia alle più profonde domande esistenziali “che sono?”, “cosa faccio?” sia rendersi conto che il mondo del “divenire” è solo una piccola possibilità nella quale costringe il suo essere e che davanti vi è un universo intero che non vede. Come “costruiamo” il tempo?
Una breve analisi delle nostre percezioni ci porta a realizzare molto in fretta come l’idea del tempo appaia nella maggior parte delle persone strutturata in sequenze di avvenimenti.
L’immagine qui sopra mostra come ci creiamo una serie di immagini che manteniamo contemporaneamente nel
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nostro “spazio mentale” . In altre parole non siamo coscienti solo dell’ora, bensì mentre pensiamo ad un momento leghiamo assieme una serie di avvenimenti ed in particolare un futuro immaginario (quel che vogliamo fare) così come un passato ricordato nella nostra memoria. Possiamo estrarre facilmente come ciascuno di noi struttura il tempo determinando la posizione che le immagini mentali hanno soggettivamente e riunendole in una linea. E’ la tecnologia cosiddetta della “Linea del Tempo”. Questa linea è tuttavia diversa in ogni persona. Pera lcuni la linea passa attraverso la testa (come nell’immagine), per altri davanti, per altri ancora ha altre forme. Ciò mostra chiaramente come il tempo sia di base un costrutto interno soggettivo; ed è basato sul selezionare alcune informazioni invece di altre. Ad esempio, se saliamo in auto, la nostra mente se pensa che dobbiamo guidare riporterà alla superficie una serie di informazioni relative a come tenere la leva del cambio, come premere l’acceleratore etc… imparate in passato e depurate di una serie di elementi ritenuti non rilevanti (ad esempio la voce dell’istruttore di scuola guida). Allo stesso tempo disattiverà l’attenzione da elementi ritenuti “conosciuti” o “non rilevanti per l’esperienza”. Se pensiamo a quante cose vede un bambino quando sale in un’auto e quanti ne vede un adulto ci rendiamo allora conto della differenza. Per il bambino, non ancora condizionato dalle immagini mentali, tutto è nuovo. Osserva i tessuti, tocca gli elementi, sente l’odore, mentre magari l’adulto spesso è cieco a tutto ciò ed avrà la sua mente occupata a pensare dove deve andare. A livello soggettivo il bambino avrà vissuto una esperienza di tempo normalmente più lunga dell’adulto. Noi pensiamo di vivere nel presente, ma in realtà stiamo vedendo solo l’output di un complesso calcolatore, la nostra mente, che applica dei meccanismi di selezione e
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valutazione subconsci e che ci porta a conoscere la realtà solo come concetti ed cancellandone una grande parte. E anche il tempo viene “filtrato”. Le “sequenze”
La modalità mentale sopradescritta porta nel caso del tempo alla costituzione di “sequenze”. Infatti ogni azione lineare può essere vista come strutturata in tre: • un inizio • una fine • una parte centrale nella quale ci si muove in maniera automatica con minore attenzione all’ambiente attorno, concentrati solo su certi elementi e caratterizzata da una “visione tunnel” della realtà.
Questa visione tunnel per molti è tutta la vita. Infatti mentre sono in essa, sanno cosa fare! Se sono fuori da essa non sanno più come gestire la situazione. Appena hanno finito qualcosa allora ne iniziano un’altra. Ma proprio partendo e conoscendo questi concetti, in ipnosi effettuo spesso l’induzione di trance chiamata di “interruzione di schema”, dove la parola “schema” è un sinonimo di sequenza. In tale metodologia inizio un movimento in maniera consueta, ma poi introduco una variante inaspettata (ad esempio stringo la mano e poi la muovo verso il basso) e
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questa variante porta il soggetto fuori dalla sequenza in un “vuoto” che permette di iniziare una trance. In pratica il soggetto perde contatto con il suo “schema” entra in uno stato di “caos” che non sa come gestire ed è disponibile per un comando diretto. Ma da dove e perché nascono queste sequenze temporali, questo automatizzarsi della mente che regge la nostra vita? L’origine è in una forza, la nostra concettualizzazione applicata in una direzione. Possiamo paragonare questo processo ad una macchina elettronica che ci porta in una direzione selezionando automaticamente attorno a noi quello che ci interessa e distorcendo le cose stesse che vediamo e scartando quel che non è utile. Perché avviene questo fenomeno? In fin dei conti così facendo, ci priviamo di molte cose e percezioni che potrebbero essere utili in altri momenti e comunque di sensazioni. Questo fenomeno nasce però con funzione di “sopravvivenza” e “reazione immediata”. Infatti ci permette di reagire più in fretta, sulla base di “programmi” già acquisiti, alle situazioni esterne. La reazione basata su automatismi originariamente ci dovrebbe permettere di reagire in situazioni di pericolo, ma di fatto a poco a poco si estende ed occupa la nostra vita. Il tempo lineare
Se però viviamo sempre il tempo “a sequenze” o “a programmi mentali” procediamo solo come una macchina. Dove siamo noi? L’automaticità ci porta infatti a rinunciare a quello che nella nostra mente ci differenzia da un cervello elettronico. Un computer infatti per agire definisce delle entità, le concettualizza e questo da il via11. E la sua 11
In teoria delle macchine questo modo di agire è chiamato del TOTE (test operating test exit) e tale terminologia è stata ripresa da
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programmazione sarà allora tanto migliore più evoluta sarà la concettualizzazione. Nell’uomo, la continua concettualizzazione puramente arbitraria e decisa dal nostro mentale e dalle esperienze cristallizzate, che può essere valida in momenti di emergenza per reazioni rapide, porta a perdita di connessione con la realtà sottostante, ed a dare “origine all’illusione della separazione, da sé stessi e dal mondo che ci circonda. Il più grande ostacolo per sperimentare la realtà di questa connessione è allora l’identificazione con la mente, che a sua volta fa sì che i pensieri divengano compulsivi”12. In pratica questo nostro procedere “disconnessi” è anche all’origine stessa di quella che alcuni chiamano “angoscia esistenziale”. E questa illusione di separazione parte dalle immagini stesse che ci costruiamo per definire il tempo, che sentiamo esterne evediamo come “di fronte a noi”, o “attorno a noi”, pur creandole noi stessi. Oltre la sequenza
E’ possibile riconnettersi però all’ora e scoprire uno spazio infinito e nuovo. Oltre al tempo “sequenziale” dei “programmi mentali” ne esiste infatti un altro. Questo tempo non è necessariamente separato dalla realtà. Già gli antichi lo sapevano. Può corrispondere al concetto greco di “Kairòs” (καιρός) che può significare “fare le cose al momento giusto” e anche “essere sincronizzato nei confronti della realtà”, “allineato nell’ora”. Era il tempo nel quale il dio si manifestava. Questo dio, nella nostra interpretazione, può essere visto come la potenzialità. E’ il tempo nel quale possiamo accedere alcune discipline come la PNL. 12 Eckart Tolle – Practising the power of now – pag. 9
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OLTRE LA TRANCE: IL TEMPO
all’”homo totus”, cioè l’uomo globale, ed ai nostri potenziali. Mentre il tempo lineare nasce dalla programmazione , il “Kairòs” è un tempo intuitivo in “connessione” e “reintegrazione”col proprio essere. Questo agire non è una realtà statica come avviene quando la mente si blocca. E’ anzi il contrario ed è un funzionamento superiore. E’ un’apertura: un tempo di opportunità da prendere e corrisponde ad una più alta comprensione del momento presente. Ad esempio: non posso partire perché c’è uno sciopero. Se analizzo la realtà dal punto di vista del mio programma mentale ho un disappunto, mi arrabbio o cerco di agire. Se sono nel καιρός quello in cui sono è invece un momento in cui esiste una realtà e tutto è possibile. Qualsiasi azione prenda non lo faccio in base ad una programmazione passata, bensì in base a quello che è presente nell’ora, che è l’unico tempo che c’è. E’ come se il mio cervello nascesse e scoprisse in quell’istante il mondo. E’ uno scoprire l’accordo con un ritmo cosmico. E il tempo del “kairos” è anche superiore per un’altra ragione: è l’unico che permette di operare effettivamente con le cosiddette “realtà sottili”, ovverosia di toccare una dimensione nella quale ottenere effetti considerabili “al di là della realtà fisica” quali ad esempio la guarigione a distanza. E’ come se nel tempo del “kairos” l’uomo connettendosi con la realtà “andasse oltre” e raggiungesse una dimensione non più esprimibile nella realtà fisica dello spazio-tempo. Il kairos corrisponde infatti ad una espansione della coscienza ed a maggiore completezza. E proprio sperimentalmente abbiamo visto che lo sviluppo di tali stati è facilitato sempre da particolari esercizi che “fanno funzionare” meglio e in maniera più completa il cervello. E per la meccanica quantistica stati di alta coerenza cerebrale sono allora correlati alla
27 possibilità di effetti “non locali”, cioè non rientranti nelle tradizionali categorie di causa effetto.13
13
Vedi le ricerche sulla coscienza di Hameroff e Penrose.
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OLTRE LA TRANCE: IL TEMPO
Le due maniere di vivere il tempo
Riassumendo,
l’uomo ha quindi due maniere fondamentali nelle quali vive la realtà, 1) in modalità programmativa e 2) in connessione con la realtà stessa. Se siamo sempre in modalità programmativa, finiamo con il vivere nei nostri pensieri invece che vivere nella realtà della quale cancelliamo la
maggior parte. Possiamo però entrare in un altro modo di vivere e conoscere il tempo che chiamiamo “in connessione” e “nel presente”. Questo tempo, essendo nell’ora, è anche in armonia con i nostri ritmi fisiologici e ingenera già dal primo momento che uno lo capisce calma e benessere. E’ questa è la ragione per la quale quando pratichiamo delle metodiche di riconnessione a sé, di “grounding”, di “autoipnosi” o metodiche simili le persone stanno subito meglio. Ma vi è ancora di più. L’uomo può a questo punto sviluppare una dimensione differente che può permettergli di trascendere il tempo. Ricordiamoci infatti che la costruzione del tempo è nella mente. Per la fisica, è possibile determinare chiaramente che cosa è un prima oppure un dopo, ma l’”ora” dipende da un elemento in più: la persona che percepisce quest’ora, l’osservatore. In altre parole l’”ora” è ad un “livello logico” differente, quello della coscienza. La coscienza è la chiave del tempo. Se non vi è coscienza non vi è ora ed il tempo si annulla. Cominciamo allora a scoprire una cosa nuova. Se aumentiamo la coscienza possiamo per contro “allungare” il tempo e sperimentalmente è possibile vedere come in pochi minuti si possano anche concentrare ore. Ma cosa succede
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continuando allora ad “allungare” il tempo? Fino a che punto possiamo arrivare? Il tempo in realtà si allunga perché siamo noi che lo “creiamo”. Se andiamo alla base di questa creazione possiamo trascenderlo. Questo può però avvenire in un solo punto: l’ora, penetrando nel mistero del tempo presente. L’antica sapienza greca. I due “capi” del tempo
Per esplorare questa dimensione non servono macchine o attrezzature costose. Già gli egizi l’avevano capito, ma le testimonianze più chiare sono quelle dei Greci, che si erano resi conto del segreto legame tra coscienza e tempo. Secondo Alcmeone “l'uomo è mortale perché non può riunire il principio alla fine, sebbene vi siano delle anime che hanno questo dono divino”.14 Con queste parole intende sia dire che solo prendendo coscienza della nostra parte interiore, la nostra anima, siamo in grado di trascendere la percezione normale del tempo, sia afferma che questa possibilità esiste. Riunire i due capi, la nascita e la morte, il principio e la fine, è impresa impossibile per l'uomo comune e legato alle “cose”, dice Alcmeone. La nascita e la morte sono separate dal tempo; è il tempo che rende il problema umanamente insolubile. Ma quanti tempi esistono? Se guardiamo agli
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citazioni e riferimenti alla filosofia greca di A. Reghini - I Numeri Sacri nella tradizione pitagorica. Reghini è esponente della “Scuola Italica”, corrente di antica origine pitagorica che ha preservato sul suolo italiano antiche conoscenze. Ha inoltre intuito il legame tra la fisica quantistica e la tradizione alchemica. Abbiamo anche estratto nelle prossime pagine da un altro testo di Reghini vari paragrafi che trattano di questi argomenti che ci saranno utili per la nostra trattazione.
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antichi, Archita è il primo che si occupa della questione del tempo e distingue il tempo fisico dal tempo psichico15. Egli dice che il tempo “è la sfera del mondo” ed anche che il tempo è l'intervallo della natura del tutto. Galieno dice invece che il tempo è come una sfera che ci avviluppa; in altre parole il tempo è attorno a noi, ma al contempo non è noi. Ci circonda, ma vi è un’apertura per la dimensione fuori dal tempo e l’apertura è in noi. Plutarco ripete che 16 Pitagora diceva che il tempo era la sfera del periekon, ed in un altro passo17 riporta come Pitagora, interrogato cosa fosse il tempo, rispose che era l'anima del cosmo. Queste definizioni dicono quindi che il tempo umanamente concepito e vissuto è determinato dalla fascia che avviluppa il cosmo; affermano anche implicitamente, la relatività di questo tempo cosmico ed umano; e l’esistenza di un altro tempo al di là della fascia nel libero etere, cioè di un altro modo di essere, o di sentire e vivere il tempo. Archita lo chiama il tempo psichico, Dante che anche lui aveva studiato il problema lo chiama “la durata” o “l'eternità”. Di fatto questo è lo spazio cui si accede durante esperienze chiamate “mistiche” o in casi estremi. E’ un tempo che può avere delle grandi variazioni rispetto a quello che chiamiamo “tempo fisico”. E proprio se passiamo dal tempo fisico “umanamente concepito” al tempo “psichico”, 15
fram. 9, cfr. Chaignet, I, 275 – cfr. Reghini op. cit.
16
PLUTARCO, Placita Philosoph., I, 19.
17
PLUTARCO, Quaest. plat., VIII, 4. 3 e cfr. DELATTE, Etudes, 278.
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cioè interno, la difficoltà allora di riunire il principio con la fine diviene infine superabile; e notiamo come i due problemi della immortalità e del tempo si compenetrino. Dante ed il Tempo
Dante tratta la questione proprio in questo modo18. Egli chiama cielo quieto (Conv. II, 13, Par. XXX, 52) il decimo cielo, l'empireo o sfera del fuoco, e, mentre le altre nove sfere ammettono il movimento, questo cielo è invece quieto19 In altre parole Dante afferma che l’uomo può sperimentare l’eternità o comunque comprendere il tempo in maniera diversa da come è abituato, ma per raggiungere tale livello è necessario un percorso. Bisogna superare nove sfere, quindi nove maniere dell’ essere legate invece al movimento.20 Questo superamento rappresenta quello che nella tradizione alchemica, erede di antiche tradizioni, viene chiamata una distillazione e una sublimazione, un perfezionamento progressivo che avviene nel salire di sfera in sfera attraversando dunque i nove cieli del cosmo 18
Dante Alighieri era membro dei “Fedeli d’Amore”, una scuola che era depositaria di antiche sapienze. Cfr. Reghini (il quale ci è stato di guida per parte di queste pagine) e Guénon “L’esoterismo di Dante”. 19 Vedi ad esempio Opere Minori - Dante Alighieri - pag. 472. "Veramente, li cattolici pongono lo Cielo Empireo, che è a dire Cielo di fiamma, ovvero luminoso, e pongono, esso essere immobile, per avere in sè, secondo ciascuna parte, ciò che la sua materia vuole" 20 Nella nostra scuola abbiamo trovato connessioni (concettuali e di sostanza) con la tradizione dell’enneagramma (cioè di nove livelli) che è apparentemente Sufi, e tuttavia rappresenta una costante nella via della scoperta di sé. Il nonario rappresenta tutti i numeri prima del dieci. Il dieci corrisponde invece alla totalità. Nelle prossime pagine vedremo la tetraktys, che è infatti la totalità di dieci elementi.
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OLTRE LA TRANCE: IL TEMPO
astronomico-teologico, al di sopra dei quali si distende il Pleroma infinito (l’Empireo). Dante si collega alla concezione aristotelica e tolemaica; ma la visione è comune: anche secondo i pitagorici è il movimento, l'oscillazione, la vibrazione che stampa nel cosmo la successione del tempo; il tempo si pone in movimento e fluisce nell'attimo fuggente tra un passato che non è più ed un futuro che non è ancora. Ritroviamo in questi concetti l’idea che la nostra mente è fatta per programmare, e quindi immaginare un futuro ed un passato, ma questa funzione è legata alla sopravvivenza. Vi è una ulteriore dimensione di connessione al tempo che possiamo rappresentare simbolicamente come “il centro della ruota”. Le parole “calma”, “quiete” sono spesso collegate a questo concetto. La città santa è soltanto in questo cielo quieto; ed è qui che Beatrice trae Dante e gli dice:
Mira Quanto è il convento delle bianche stole! vedi nostra città quanto ella gira! (Par., XXX, 128-30) ed è soltanto dopo essere salito sino a questo cielo e tra le bianche stole che Dante può dichiarare di avere sorpassato lo stadio umano Io che al divino dall'umano All'eterno dal tempo era venuto E di Fiorenza in popol giusto e sano. (Par. XXXI, 37-39). Dante supera quindi l'antinomia di Alcmeone, cioè l’impossibilità di riunire il principio alla fine trascendendo la coscienza umana e passando a quella che chiama “coscienza divina”. Notiamo che lo esprime con dei simboli, in quanto se usasse delle parole ritornerebbe al “tempo comune”. I
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simboli sono allora una chiave per operare ed esprimere questo passaggio. Con questo passaggio diventa allora possibile il passaggio dal tempo fisico al tempo psichico, ed in questo tempo psichico il principio e la fine si riuniscono, e l'uomo non è più necessariamente mortale e sperimenta il tempo in maniera totalmente differente. In altre parole l’uomo ha in sé la possibilità di sperimentare un tempo che esiste sempre a livello profondo suo interno, e questo tipo di sperimentazione corrisponde a penetrare un mistero profondo della natura del cosmo. Linguistica e Tempo
Ma una delle barriere principali che ci impedisce di sperimentare il tempo non lineare è l’influsso del linguaggio che “impietra” la nostra mente. Il linguaggio comune è per sua natura sequenziale e si appoggia su “parole” che definiscono parti di una realtà. Questo concetto era stato osservato anche dal fisico Bohm il quale aveva notato come la maggior difficoltà nel comprendere le discipline quantistiche venisse dal linguaggio stesso che adoperiamo che crea “cose”. L’utilizzo di certe parole tende infatti a creare realtà mentali e “modi di vedere il mondo”. Sviluppiamo il concetto con un esempio: la parola “tempo” implica un movimento, un inizio ed una fine, mentre la parola “esistenza” implica uno stato, un essere. Se allora invece di utilizzare il termine “tempo” utilizziamo invece il termine “esistenza”, oppure “essere” ci rendiamo conto che la nostra percezione cambia. Esercizio 1: Esistenza e Tempo La nozione di “tempo” è in gran parte linguistica. La lingua ci porta naturalmente a costruire un “tempo programmato”. Ma cosa succede se cambiamo i termini? Se ad esempio, quando diciamo “non c’è
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OLTRE LA TRANCE: IL TEMPO
abbastanza tempo per fare tutto” sostituiamo con “non c’è abbastanza ESISTENZA per fare tutto” ci possiamo rendere conto che la nostra percezione cambia.21 Ad esempio possiamo renderci conto che mentre il concetto di tempo è limitato, il concetto di esistenza è illimitato in quanto già nel momento presente è oltre la nostra possibilità di concettualizzazione. Inoltre poniamo al centro noi stessi come origine della nostra realtà.
L’esercizio precedente ci mostra come il concetto di tempo evochi molte cose, parcellizzazioni della realtà, idee di “urgenza”, tempo che “manca”, “non farcela” ed è quindi intimamente connesso a delle idee di sopravvivenza, in altre parole ad un funzionamento cerebrale che è solo uno dei tanti possibili all’interno di noi. Iniziamo a prendere coscienza che quello che chiamiamo “tempo” è un concetto organizzato solo dalla nostra mente. Ed il linguaggio partecipa in questa strutturazione del tempo. Ogni lingua ha tempi verbali, e ci porta a pensare che un soggetto esegue un’azione (verbo) che si ripercuote su di un oggetto (complemento oggetto) e che questa sia l’unica realtà. La fisica dice che non è così: dapprima vi sono sempre “concause” ad esempio, e non vi è mai un’unica causa ad un avvenimento. E queste concause sono, sempre per la fisica, infinite. Così noi pensiamo di essere tristi per qualcosa, ma in realtà quel qualcosa è solo un elemento che evidenziamo dallo sfondo. Essere liberi comincia dal rendersi conto di ciò. E poi ancora ci sono fenomeni che sfuggono alla caratterizzazione di casua-effetto e che vengono definiti “sincronicità”. La realtà è un tutto, che si connette ad un tutto che siamo noi. Superare il tempo significa accedere ad una dimensione non verbale precedente alla dimensione verbale. E solo il simbolo ne può essere la chiave.
21
Stephen Wolinsky – Quantum Consciousness – pag. 135
35 Gli stati elevati di Coscienza ed il tempo
Recenti ricerche parlano di stati “elevati” di coscienza22. Uno stato elevato di coscienza è un livello nel quale cambia la percezione, la dualità svanisce e noi siamo nel presente. In pratica percepiamo il mondo in maniera non legata ad un impulso di sopravvivenza. Sentiamo allora che siamo l’universo ed ogni cosa in lui. Possiamo chiamarlo “il centro della ruota”. L’intero mondo materiale può dissolversi in quello che il mistico indiano Ramakrisna chiama “uno stato illimitato e brillante di coscienza dell’essere”. E’ come se fossimo entrati nell’essenza assoluta della realtà, la base di puro spirito che è sotto ogni cosa e penetra ogni cosa. Realizziamo che la coscienza è all’origine di ogni cosa, che il mondo ne è la sua manifestazione. Rispetto a quello che può avvenire in certe tecniche ipnotiche, dove si “modifica” la realtà, bisogna notare che questi stati dell’essere non sono stati “modificati” di 22
Le frasi che seguono sono state tratte (adattandole) da “Making Time” di Steve Taylor. Pagg. 134-135
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coscienza in quanto nel loro sviluppo non sono accompagnati da “distorsioni” della realtà. Sono invece stati di “no trance”, cioè di assenza di trance. Il cervello funziona meglio. Semplicemente è cosciente del suo stato naturale prima delle cogitazioni e dei pensieri mirati a scopi contingenti. Possiamo anche chiamarlo stato di “coscienza oggettiva”. Non vi è riduzione del funzionamento cerebrale, ma anzi potenziamento della mente. Siamo più coscienti del normale. E’ qualcosa di “più reale del reale”. Tali stati cambiano la relazione col tempo e portano alla realizzazione che il tempo non esiste. Perché tali stati portino a tale livello un elemento fondamentale è un concetto chiamato “trascendenza dell’ego”. L’ego è il nostro pilota automatico, ma è anche il nostro filtro nei confronti della realtà. Più le nostre percezioni divengono reali, e più alto è il grado di trascendenza dell’ego, più l’esperienza è intensa. E più è alto il livello dell’esperienza, più il senso del tempo si espande. Vi è una similitudine col concetto della teoria della relatività. Più aumenta la velocità, più il tempo rallenta. Nella stessa maniera più aumenta il livello di coscienza, più rallenta il tempo, fino ad arrivare al “momento senza tempo”. Possiamo fare un semplice esperimento con un metronomo: dopo averlo messo in movimento al ritmo di un battito per secondo, cominciare a sviluppare presenza al corpo. Più aumentiamo la presenza più il tempo sembra rallentare in funzione dell’allargamento della coscienza ad una sempre maggiore quantità di informazioni e sensazioni. Nei livelli più elevati degli stati di coscienza, il tempo e lo spazio si dissolvono nell’oceano dell’infinita ed eterna coscienza; i confini tra passato, presente e futuro svaniscono e si confondono. Nelle parole dell’insegnante di Zen D.T. Suzuki “nel mondo spirituale non ci sono divisioni di tempo come presente passato e futuro; in quanto si contraggono nel
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singolo momento del presente dove la vita è nel senso vero”. Oppure, come dice il mistico tedesco Meister Eckart “questo potere (l’esperienza mistica dell’anima) non conosce né ieri né il giorno prima né domani (in quanto nell’eternità non vi è né ieri né domani); vi è solo il presente adesso; quello che è successo cento anni fa, mille anni fa, sono qui nel presente e così i loro contrari”. Musica, Ritmo e tempo
Il canto, ed i suoni animano tutti gli organi, le vibrazioni si comunicano al sistema nervoso. L'uomo vive all'unisono con l'armonia dei suoni23. Il suono è anche utilizzato in terapia in ospedali. Vi è una connessione tra percezione del tempo e la maniera con la quale la nostra mente vive e percepisce il suono, tanto è vero che la musica può facilmente ingenerare esperienze di “distorsione temporale”. Il concetto del tempo era collegato anche presso i Greci al concetto della musica. La musica delle sfere e “l’armonia delle sfere” si riferisce a ciò. L’invenzione della teoria nota come armonia delle sfere viene comunemente ascritta alla scuola pitagorica o a Pitagora stesso. Nella sua scuola la musica era fondamentale e collegata agli studi matematici, geometrici, e astronomici. Queste quattro arti sono per i pitagorici interdipendenti24, e andranno a formare il “quadrivio” medievale, cioè le scienze di base per la comprensione della Natura.
23
Reghini op. cit. “Un nesso unico connette tra loro le varie scienze del pitagoreismo e le connette alla grande opera della palingenesi, cioè della rigenerazione dell’uomo, della sua rinascita, che può anche essere definita come la armonizzazione dell'individuo col tutto e la riconquista della sua totalità.” Reghini op. cit. 24
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OLTRE LA TRANCE: IL TEMPO
Secondo la testimonianza di Giamblico25 Pitagora trasmetteva nella sua dottrina la musica cosmica che udiva. Vi è quindi una percezione dell’equilibrio, e quest’equilibrio può essere trasmesso, e questo può essere il significato della leggenda che dice che Pitagora era riuscito a ridurre alla ragione un ubriaco furioso col semplice suono della sua lira26. Il cosmo si muove, vibra, e vibra con una armonia di cui i pitagorici trovano le leggi numeriche. La musica, scienza ed arte insieme, permette all'uomo di mettersi in armonia con l'armonia delle sfere. Eccoci così ricondotti all’armonia e scopriamo nel pitagoreismo il collegamento tra il tetracordo e la cosiddetta “tetractis”. La perfezione, ossia il completamento della manifestazione universale, è infatti raggiunta col dieci che è la somma dei numeri sino a quattro come appare nel disegno sottostante.
Il triangolo soprastante è la decade che contiene il tutto, come l'unità, che contiene il tutto potenzialmente. Il nome δεκάς è appunto questo per tale proprietà ricettiva δεχάς. I pitagorici esprimevano tale concetto con la tetractys, composta da 10 punti disposti a triangolo. E nei prossimi capitoli daremo la chiave per rendere questo potente simbolo attivo e di trasformazione.
25
La vita pitagorica, 65-67 La lira era considerata lo strumento più atto per la musica sacra, come oggi l'arpa o l'organo. 26
39 La reintegrazione
Gli antichi greci ponevano quindi attenzione su di un concetto chiamato “reintegrazione della totalità dell’uomo” rappresentandola con il numero dieci,nove sfere più una la culmine. Salire le nove sfere significa integrarle. Nulla deve andare disperso27. Infatti perché il numero 10 sia completo bisogna possederne tutti gli elementi. La sapienza non consiste infatti esclusivamente nell’innalzarsi come molti pensano. Bisogna possedere la parte più celeste, ma anche la terrena attraverso la quale bisogna passare. Solo così possiamo “portare tutto assieme”, e ricostruire il tutto, che è più delle parti. La tetractis così come anche il circolo, rappresenta il tutto, anche contenuto nel simbolismo del circolo. E’ un tutto che ammalia, come mostra Ulisse e il canto delle Sirene, le quali secondo gli acusmatici utilizzano nel canto l’armonia nella tetractys oppure, analogamente come dice Platone cantavano secondo l'armonia delle sfere. Cominciamo a vedere questo tutto in pratica allora. Come abbiamo detto ogni nota musicale stimola in maniera differente la mente. Quando creiamo un suono somma di tutte le armoniche possiamo quindi anche avere una “stimolazione globale”. Notiamo che succede quando sentiamo suoni composti. Ad esempio il rumore del mare, dove il rumore dell’onda è un composto della somma dei rumori di tanti piccoli elementi (sassi, ghiaia) traportati contemporaneamente ed ognuno con un rumore specifico. A sentire certi suoni composti la mente si rilassa, si abbandona ed accede a degli stati differenti, meno “impietrati” nel ragionamento. Molte tradizioni hanno concetti simili. Ad esempio il mantra indiano OM comprende la consonante 27
E’ questo il senso nell’alchimia occidentale del concetto che “le scorie vanno recuperate”
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OLTRE LA TRANCE: IL TEMPO
nasale M. Il suono M è un suono composito, contenente al suo interno tutte le vibrazioni28. Analogamente i greci chiamavano ON29 il cielo superiore. Esercizio 2: Il suono globale Con un metronomo in azione pronunciate il suono OM (oppure ON) lentamente (non cercate però di coordinarlo razionalmente con il metronomo, seguite il vostro ritmo). Noterete che proprio quando pronunciate la consonante “M” vi è la sensazione (lieve all’inizio) di un “rallentamento temporale”. Questo succede infatti perché il vostro cervello viene stimolato in maniera globale essendo il suono M una somma di armoniche differenti. Alla fine dell’esercizio proverete un senso di calma. Potrete pronunciare il mantra OM anche in altre occasioni e col tempo potenzierete questo senso di calma interiore. Casi nei quali la percezione del tempo è diversa dal “tempo fisico”
Torniamo ora al tempo, questa misteriosa e fuggevole entità. Quello che chiamiamo tempo psichico è il risultato di una serie di elementi. L'attimo fuggente vissuto, per quanto divenga irrimediabilmente passato, resta nella memoria, nella psiche, e si trasforma in una impressione che come tempo psichico sopravvive al fluire del tempo fisico. Cominciamo a giocare con quest’attimo. A riviverlo, allungarlo, accorciarlo. Mentre facciamo questo perdiamo cognizione del tempo esterno e d entriamo in un tempo interno. Ma esiste anche tutto un insieme di fenomeni che 28
La lettera M infatti, eccita tutte le cavità delle ossa del cranio, creando la vibrazione più ricca di tutte in lunghezza d'onde ed armoniche differenti. In pratica contiene, come si direbbe quantisticamente, una “superposizione” di stati e tende ad eccitare il neurone in maniera globale a livello uditivo. Il suono o è invece un suono definito. Il mantra potrebbe essere quindi letto come l’unione del definito e dell’indefinito, del determinato (O) e dell’indeterminato (M). 29 Citato ad esempio in Dalla Riviera – Il mondo Magico degli Heroi
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permettono di intravedere come quella che chiamiamo “coscienza” è qualcosa indipendente dalla nozione del tempo e dello spazio, e si potrebbero riferire molte esperienze che conducono alla stessa conclusione. Vi sono varie esperienze documentate30 che mostrano come molte persone, in punto di morte, vedono passare davanti agli occhi tutta la loro vita in pochi istanti e anche, nei casi simili di esperienze fuori dal corpo (OBE) vi sono esperienze lunghissime se tradotte in tempo ordinario. Tutti questi fenomeni trascendono chiaramente la nostra consueta nozione di questo. Vi è poi il caso del futuro che si mischia col presente. Tutti i casi nelle quali si verificano fenomeni come previsioni del futuro, le profezie, gli oracoli ed i così detti fenomeni di paramnesia. Molti negano in blocco la genuinità di questi fenomeni, oppure sostengono che è possibile darne semplici spiegazioni31. Altri dicono che i soggetti di queste esperienze sono degli squilibrati, degli anormali; e che perciò non occorre tenere conto delle loro esperienze. Ma queste sono opinioni. Nei fatti proprio la fisica attuale è dell’opinione che il tempo sia una dimensione alla pari delle altre, e quelle entità che chiamiamo passato e futuro siano comunque sempre là. Alcuni osservano che la nostra mente deve creare un senso del tempo lineare per organizzare l’esperienza e rendere possibile la sopravvivenza. Questa è anche l’opinione del filosofo Henri Bergson per il quale tutto il futuro e tutto il passato esiste ora, ma se avessimo accesso a questo livello di informazione la vita sarebbe impossibile. Saremmo bombardati da così tante informazioni che ci sarebbe impossibile concentrarci sul presente. In altre parole, il senso lineare del tempo è uno strumento di sopravvivenza.
30 31
Vedi Steve Taylor “Making Time” Le frasi seguenti sono un adattamento di Reghini op. cit.
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OLTRE LA TRANCE: IL TEMPO
Proprio alcuni fisici puntano il dito sull’idea che proprio questi fenomeni inspiegabili lo sono solo se manteniamo la nostra ridotta visione umana e pensiamo che il piano del tempo sia percorribile in un’unica direzione. Notando che la visione lineare monodirezionale del tempo non ha spazio nella fisica moderna, il fisico Paul Davies osserva che o la fisica non porta sufficientemente attenzione alla nostra mente conscia o piuttosto il passaggio del tempo è solo un’illusione creata dalla nostra mente. Vari studi sul comportamento delle particelle suppongono addirittura che vi possa essere un’influenza dal futuro al passato. In altre parole la fisica attuale vede il tempo come una realtà differente da quella esclusivamente lineare. Del resto, molte volte ci sono stati casi inspiegabili di previsione di fatti che poi effettivamente si sono verificati e ci sono anche delle tecniche che facilitano tale tipo di intuizione nell’uomo. La nostra esperienza e percezione deve essere quindi la base per valutare l’esperienza psichica del tempo. Come dice Galieno noi siamo circondati dal tempo fisico, ma non siamo tale tempo. E proprio così come l’esperienza personale basta a darci la conoscenza di parecchi fatti in cui affiora una coscienza del tempo ben diversa da quella consueta umana, si può pensare che anche altri ed in particolare gli antichi, ad esempio gli antichi greci ed i pitagorici abbiano avuto esperienze dello stesso genere. I pitagorici hanno quindi inserito questa percezione e distinzione del tempo fisico e del tempo psichico nella loro cosmologia, attribuendo o riconoscendo alla sfera dell'avviluppante la proprietà di operare o di corrispondere a questa distinzione tra tempo e durata. L’ascesi oltre il tempo
Passiamo ora dalla cosmologia pitagorica all’ascesi. Se infatti l'uomo ha la possibilità di trascendere il tempo fisico
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in esperienze spontanee e sporadiche, vi è uno spazio che può divenire uno degli obbiettivi della stessa ascesi. Uno tra gli obiettivi dell’ascesi e di quella che viene chiamata nella Tradizione occidentale “Grande Opera” è quindi anche trascendere il tempo. Tale opera per essere compresa nella sua completezza implica il confronto con la nostra percezione temporale rendendoci conto che è un semplice costrutto. L’uomo può stare in più tempi diversi, a anche contemporaneamente. Allora, le rare e spontanee esperienze da molti vissute sono come fuggevoli balenii della luce della realtà nell'oscurità della notte, che suggeriscono la speranza e nutrono l’aspirazione alla conquista deliberata, cosciente e permanente di tale visione, ossia una palingenesi ad una vita spirituale o divina. La moderna ricerca scientifica
Questi sono concetti che ad alcuni potrebbero apparire incompatibili con la scienza moderna. Ma è proprio la ricerca scientifica più avanzata che ha ormai da tempo abbandonato i postulati di una fisica lineare e per questo limitativa. Planck, lo scopritore del concetto del quantum, il fondamentale “pacchetto” d’energia, sottolineava che “nel quadro del mondo non esistono osservabili. Gli osservabili appartengono al mondo delle esperienze sensoriali…”, o, come dice Rosenthal-Schneider “il concetto del “mondo reale esterno” del nostro pensiero quotidiano si basa esclusivamente su impressioni sensoriali”. La teoria della relatività ha anche abbandonato i vecchi concetti dello spazio e del tempo ed ammette un continuo spazio tempo tetradimensionale, l’equivalente della tetractis nella scienza moderna, ed ha dovuto ridurre i concetti di massa e di energia a niente altro che dei rapporti numerici.
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OLTRE LA TRANCE: IL TEMPO
Attualmente le moderne scoperte della scienza quantistica non si sono diffuse popolarmente così tanto come quelle della vecchia conoscenza e la maggior parte non ne tiene conto. La visione del tempo della fisica moderna afferma chiaramente che le nostre comuni nozioni del tempo sono errate. Ma la possibilità che il nostro comune senso del tempo sia impreciso ci mette in confusione. Questa conoscenza raggiunta rende infatti molti scettici ed insoddisfatti perché scardina loro l'antico senso di sicura conoscenza prima posseduto. Vi è nell’uomo un innato senso di resistenza e di paura di fronte al caos che lo conduce ad appoggiarsi sui comodi concetti che a lui sono più famigliari. E’ questo del resto lo stesso fenomeno che crea in lui l’ego, cioè il suo piccolo io che vuole vedere il mondo sempre in una certa maniera. Torniamo alla realtà fisica. Come dice ancora Reghini (op. cit.): se diciamo, “mi siedo sulla sedia”, la frase sembra avere un senso compiuto e soddisfacente. Ma in realtà la solidità è solo un costrutto valido ad un livello di realtà. Di cosa è fatta la sedia? Di molecole composte a loro volta di atomi; e questi a loro volta di elementi ancora più piccoli che non trovano corrispondenza nella nostra realtà quotidiana. In definitiva la sedia si riduce ad una specie di nebbia di elementi in rapidissimo movimento ed a grande distanza mutua. Un secondo nebbione è il nostro corpo, vera ridda di elettroni, di atomi, di molecole di corpi organici digerenti, tenute insieme dalla misteriosa forza vitale, nebbione vivente cui è collegato l'altro mistero vivente che si chiama l'io che parlando del corpo dice: io mi siedo. Come si vede, ed abbiamo saltato molte questioni, con l’analisi si finisce col non sapere più che cosa significa sedersi, mentre riferendosi alla semplice nozione sperimentale della vita, le parole: io, sedersi, sedia richiamano ciascuna alla mente nozioni note per precedenti esperienze, e tutta la frase
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acquista dalla loro connessione un senso chiaro e preciso. L'analisi fisica della realtà concreta mostra il carattere immateriale della realtà della materia stessa, riduce tutto a puri rapporti numerici, e fa svanire il mito ingenuo della materia massiccia tangibile e resistente. Come dice il famoso fisico-astronomo inglese Eddington: “Io ho paura di questa parola, realtà, che non costituisce una caratteristica ordinariamente definibile delle cose cui viene applicata…” Il metodo analitico obbiettivo ci ha condotto dal problema della costituzione della molecola al problema della costituzione dell'atomo, e da questo ci porterà chi sa dove; ma per ora, almeno la vita, la morte, la coscienza, la memoria ecc., restano misteri, e la scienza non è in grado e non ha nessun titolo per giudicare sogno e pazzia la speranza di rischiarare il mistero seguendo vie che essa non percorre. La visione quantistica e l’antica conoscenza
La scienza moderna occidentale è una scienza sperimentale obbiettiva, ottenuta dall'esterno con strumenti in aiuto dei sensi; il suo scopo è osservare, capire, tenendo anche conto dell'inevitabile alterazione (Heisenberg) apportata nelle condizioni dell'esperienza dal suo intervento. Ma nella moderna visione quantistica è nata un’altra attenzione, parallela a quella esistente nell’ermetismo, nel pitagoreismo ed in genere nell'esoterismo di tutti i tempi, nella quale l'osservatore è anche oggetto dell'esperienza, che viene considerata dall'interno, direttamente, senza limitarne il campo a delle supposte colonne d'Ercole; si tratta più di sentire, di vivere, che di spiegare e teorizzare. Questa visione olistica, sincretica ed interattiva è indispensabile per queste scienze dove lo spirito che conosce e l’oggetto della conoscenza si confondono.
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OLTRE LA TRANCE: IL TEMPO
Le scienze alternative sono pragmatiche e dicono: L'organismo umano gode di queste facoltà, educhiamole ed usiamole e non facciamo come coloro che hanno orecchie e non sentono ed hanno occhi e non vedono. Occorre naturalmente volere ed osare, e non fare come quei bagnanti pusillanimi se pur vigorosi che si fermano tremebondi dinanzi al fondale di un metro forse aspettando che l'evoluzione della specie li trasformi in nuotatori. Un tuffo coraggioso, due bracciate, e si è bello e imparato a sostenersi nell'infido elemento. Naturalmente la grande opera è impresa più ardua. Mettere “il proprio naviglio per l'alto sale” è assai più che un semplice tuffo dove non si tocca. Ma per cominciare, invece di aggrapparsi con tutte le forze all'ancora nel sicuro porto del corpo, occorre affrontare l'alto mare aperto, occorre non sentirsi nel corpo ma sentire il corpo entro di sé, in pratica espandersi ad altre dimensioni, accorgersi che si vive nel mar dell'essere e non siamo in terra (DANTE, Inf. 91) come quasi tutti credono. E’ importante imparare a vivere sub specie interioritatis e non tenersi disperatamente a galla colle zucche per farsi sballottare dal flusso e riflusso della vita superflua e superficiale, cioè dal tempo del divenire. Abbandonato il corpo e l'aiuola che ne fa tanto feroci, ascesi i cieli, raggiunto l'empireo al di là della sfera del tempo, svincolato dalla nozione umana del tempo e dello spazio, il praticante potrà in fine accingersi alla visione suprema e dire con Dante: Nel suo profondo vidi che si interna. Legato con amore in un volume Ciò che per l'Universo si squaderna.
(Par. XXXIII, 85-87).
Quello che si squaderna mediante la tetractis nell'universo si sprofonda con un processo inverso nella pura interiorità dell'essere. In queste condizioni di coscienza, tra le bianche
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stole del cielo quieto, la contemplazione della tetractis, del delta sacro nel santuario del Dio cui Dante dedica l'ultima cantica consente la visione suprema, la intuizione sovrumana del cosmo, poichè La contingenza, che fuor del quaderno Della vostra matera non si stende Tutta è dipinta nel cospetto eterno. (Par.
XVII, 37-39).
L'altissimo poeta, il fedele d'Amore Dante Alighieri si inspira manifestamente al concetto della tetractis o quaderno pitagorico, del delta luminoso. Cittadino del cielo, cosmopolita nel vero senso della parola, egli si collega nella sua suprema visione al «nobilissimo filosofo Pitagora» (Conv. III, 41) facendo uso della stessa parola, dello stesso simbolo e dello stesso concetto.”
I Simboli La via ed i concetti cui vogliamo arrivare sono quindi “oltre il tempo”. Modificando la percezione del tempo e raggiungendo un livello di connessione il più possibile profonda e globale possiamo modificare la vita. Questa è la via per avere maggiore salute ed ottenere risultati quasi magici, oltre a permetterci di essere quello che effettivamente siamo. Ma quale è il percorso esatto? Un primo elemento sono i simboli. Il simbolo è un elemento fisico, che esiste nell’ora, nell’adesso. Attraverso di esso la nostra mente si avvia alla comprensione della realtà abbandonando la concettualizzazione discorsiva che è basata sul linguaggio, cioè tempi verbali e concettualizzazioni logiche. Entra in un’altra modalità di funzionamento non verbale e globale. La nostra epoca è molto sensoriale e dominata dalle parole e dalle definizioni. La maggioranza dei metodi moderni che mirano a migliorare l’uomo tende a lavorare su problemi specifici e dimentica gli aspetti non percepibili immediatamente. Si cercano soluzioni per problemi singoli, quasi si fosse ad un supermercato. Ma monteremmo sulla nostra auto dei pezzi di altra marca? Anche se li adattassimo non è detto che siano veramente funzionali. Per la trasformazione globale dobbiamo partire dall’idea che l’uomo è invece un tutto e sempre al tutto deve essere rivolta la soluzione. Esiste un parallelo tra l’azione fecondante, magica, del simbolo sopra la mente, e l’azione simile da questi esercitata nella politica e nelle religioni, dove sono catalizzatori di energie, entusiasmo, determinazione ed eroismo. Un simbolo religioso o politico può creare ardore e passione fino a portare una persona a mettere in giuoco la sua vita stessa. Si comprende quindi come anche nello spazio spirituale il
49 simbolo possa avere virtù energetica ed essere strumento di guarigione, oppure mezzo per l’elevazione spirituale. Vi è però una differenza essenziale: mentre in politica ed in religione il simbolo fa appello ai sentimenti, cioè all’amor di patria, alla passione di parte, alla fede ed al pregiudizio religioso; nella nostra disciplina il simbolo non fa mai appello al sentimento, bensì alle capacità più elevate di comprensione e di creazione della mente e dello spirito. Il sentimento, le credenze, le teorie, il senso stesso di un qualunque inquadramento e subordinamento alla massa, sono elementi umani, ed è un errore basarsi sopra di essi se vogliamo raggiungere la potenza e gli spazi superiori e financo supremi dell’evoluzione della coscienza umana32. Come oera il simbolo?
Un simbolo non è definito esattamente. E’ un crogiuolo33 all’interno del quale trovano confluenza contemporaneamente più livelli differenti della realtà, come il fisico, il mentale, lo spirituale. E’ una totalità. Ma anche quella che chiamiamo “realtà” nella quale siamo immersi è “un tutto, che sfugge ad un'analisi puramente analitica. Non consiste in mere "cose" bensì rappresenta un insieme di una incredibile sottigliezza e molteplicità di livelli.”34 L’unica maniera per operare efficacemente attraverso tutti essi è con il linguaggio simbolico. E’ il mezzo per i risultati più alti ed il vero sviluppo dell’uomo . Gli antichi egizi conoscevano bene questo concetto e scrivevano utilizzando simboli che i greci chiamarono 32
Questo brano è adattato da Pietro Negri “Conoscenza del Simbolo” tratto da: "Ur e Krur" - volume I 33 In greco la voce συμ-βολή designa l'atto del congiungere, accozzare insieme 34 Cosmologia Perennis – Titus Burckhardt
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“geroglifici” e continuarono a farlo anche dopo che altre civiltà avevano inventato la scrittura fonetica. Questo perché conoscevano la potenza dell’immagine. Il termine originale egiziano è infatti più corretto del termine greco. Il termine greco Geroglifico significa infatti "Scrittura sacra", mentre il termine egizio corrispondente è "Medu Neteru" che significa "principi trasmessi da un segno"35. In pratica, attraverso i segni ci connettiamo ad una realtà superiore, a dei principi sopra alla contingenza e sopra al tempo. Siamo obbligati infatti ad ampliare la nostra visione e della nostra coscienza ad una dimensione più ampia della semplice parola. Differenza tra “ancora” e “simbolo”
Varie discipline moderne, come la PNL, propongono il concetto di “ancora”, ma tale concetto è inadatto per capire il simbolo. L’ancora è una generalizzazione del riflesso condizionato. Il ricercatore russo Pavlov dava da mangiare ai suoi cani ed al contempo suonava una campanella. Dopo un poco bastava suonare la campanella perché i cani salivassero. Un’ancora è quindi un concetto limitato e lineare. E’ una risposta automatica ad uno stimolo. E la parola stimolo implica forzatamente qualcosa che è vissuto in maniera “separata” dal soggetto che lo sperimenta. Un simbolo non è legato ad una “risposta automatica”. Un simbolo è definibile piuttosto come un mezzo per ingenerare una modificazione totale nell’operatore e attivare la mente in maniera non automatica ma creativa. Il concetto più simile è quindi quantistico (vedi nota). 36
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Cfr. Schwaller de Lubicz “The temple of Man” pag. 80 E' fondamentale "far proprio" il simbolo. Non basta capirlo o dargli una definizione fissa, che anzi facendo così ne riduce la potenza. 36
51 Il simbolo opera sulla “totalità” del pensiero di una persona. Vi è anche un’altra radicale differenza. Mentre un’ancora è una risultante di un atto fisico, di una memoria e quindi deriva dal passato e dalla nostra concettualizzazione, il simbolo rappresenta una chiave che la nostra mente utilizza per comprendere e “creare” il reale. Il simbolo “precede” l’esperienza e da a questa il significato. Oppure, E' interessante notare come la potenza del simbolo possa forse essere spiegata anche secondo i paradigmi della cosiddetta Programmazione quantistica (Quantum Programming) una disciplina recentissima che studia la possibilita' della realizzazione di un nuovo computer avente funzionamento quantico . Questi computer operano su globalità di probabilità. Il simbolo è anche una globalità di significati che opera sulla globalità della vita. Una caratteristica dei nuovi computer quantici (dei quali finora sono stati realizzati solo dei prototipi e che rappresentano la nuova frontiera della ricerca) è appunto l'operare su più' livelli insieme, in quanto tutte le possibilita' durante il calcolo sono contemporaneamente presenti e vengono determinate solo al momento della soluzione. Per fare un esempio facilmente comprensibile e' come se operassimo su di una matrice matematica ( un insieme di numeri ). Le operazioni sulla matrice matematica sono effettuate su tutti i numeri contemporaneamente. Solo al momento della soluzione viene presa la soluzione che interessa. Per operare su tali elementi probabilistici si agisce sulla base di quello che viene chiamato un "pattern di interferenza" che potremmo anche paragonare con un'immagine ad un prisma, che ridirige la luce, indipendentemente dalla posizione del singolo fotone. Ed in questo breve sunto e' evidente la similitudine con l'effetto di un simbolo nella nostra vita. Di fatto ogni elemento della nostra vita non ha significato in sè. Acquista significato solo al momento in cui decidiamo di attribuirgli un significato. Fino a quel momento ogni elemento puo' avere una serie molto alta (potenzialmente infinita) di possibili significati. Durante lo scorrere della vita tutte le possibilita'
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quantisticamente possiamo dire che noi come osservatori vediamo una realtà (ordine esplicato). Questa realtà è varia ed espressione di una dimensione più profondo inconoscibile con gli strumenti di analisi che abbiamo (ordine implicato). Un simbolo è un elemento che opera a livello “implicato” e ci permette di operare su tutti i livelli in contemporanea. Proprio per questa sua molteplicità, un simbolo può e deve essere ”conosciuto” a più livelli contemporaneamente: fisico attraverso esercizi di “vivificazione” dello stesso e sentendolo direttamente nel corpo come il principio che si fa vivo nella sua fisicità, sia visivamente attraverso al sua forma, mentale, attraverso il suo significato in vari ambiti di vita, ed infine a livello morale e spirituale. Incominciando a lavorare un simbolo ad un livello i risultati si diffondono alla totalità dei livelli.37
sono quindi presenti contemporaneamente. Abbiamo quello che viene chiamato un “pattern” di probabilita' rapresentabile come una funzione d'onda. Il simbolo (anch'esso indefinito) e' anch'esso una funzione d'onda, con più' significati ad ogni livello della nostra vita. Per fare un esempio concreto il bianco ed il nero possono ad esempio significare il giorno e la notte, gli opposti, l'inizio e la fine ed altro ancora. Un aspetto molto interessante del simbolo e' quindi la sua pervasivita' che significa anche contemporaneita' di significato a tutti i livelli. Essendo la funzione d'onda della realta' che ci circonda non determinata esattamente ma fluttuante fra una serie di livelli, il simbolo interferisce quindi con tale funzione d'onda a tutti i livelli contemporaneamente. A livello di percezione fa si' che il significato finale prenda una direzione precisa, mentre a livello d'azione funge da strumento di controllo delle azioni. Se poi applichiamo il simbolo a noi stessi creiamo quella che in programmazione quantistica è chiamata una "funzione ricorsiva", amplificando progressivamente il risultato.
53 Via via che si procede, la comprensione potrà aumentare ed entrare in azione la voce interna (la cosiddetta «voce del cuore») e l’orecchio interno (le cosiddette «orecchie del cuore»).38 Per molti simboli che ora presenteremo indicheremo quindi una controparte di esercizio fisico con la quale abbiamo visto per esperienza che si può avere subito una “intuizione” del significato, punto di partenza per una interpretazione su tutti i piani. La parte fisica è importante e non va trascurata. E’ ovvio infatti che i simboli esprimendo una pluralità di piani esprimono anche quello fisico39. Inoltre l’origine di molti simboli va 37
Secondo Dante (Convivio 11, 1) esistono quattro modi di interpretare: il senso letterale, il senso allegorico, il quale, dice Dante, è «una verità ascosa sotto bella menzogna», il senso morale, e quello anagogico. In altre parole ogni simbolo ha una interpretazione fisica, una mentale ed infine una anagogica o spirituale. Anagogico viene definito come il senso riposto di una scrittura la quale, anche nel suo senso letterale, tratta argomenti di ordine spirituale; e va nettamente distinto dal senso allegorico e da quello morale che, in suo paragone, hanno, almeno dal punto di vista spirituale, un’importanza di gran lunga secondaria. Sia detto di passata: l’ interpretazione anagogica della «Commedia» è ancora da farsi. Metaforicamente, riferita agli argomenti spirituali, l’anagogia indica quindi l’elevazione spirituale, il levarsi in alto da terra; e, nel simbolismo dei «naviganti», indica il salpare da quella «terra» cui gli uomini stanno tenacemente ancorati, dalla terra ferma, come loro sembra, per alzar le vele e correr miglior acqua, mettendo il naviglio per «l’alto sale ».. 38 Pietro negri op. cit. “conoscenza del simbolo” 39 E questo spiega come mai alcuni (anche se non tutti) degli antichi alchimisti lavorasse con materie fisiche. Queste erano basi, simboli fisici, rispetto ai risultati interiori che dovevano essere raggiunti. La pietra da trasformare, il piombo da far divenire oro è infatti l’uomo. Tuttavia altrettanto valido è lavorare col proprio corpo, che è fatto ad
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proprio spesso ricercata nella necessità di esprimere le sensazioni interiori per mezzo della analogia (analogia che esiste, e che la mente umana riconosce ed adopera) tra queste sensazioni stesse e le sensazioni della vita consueta. Via via che si procede allora il simbolo finisce con l’imprimersi nella mente, e con la sua continua presenza arriva ad ispirarla, suggerendo naturalmente rapporti analogici tra le cose. E’ significativo come vi sia una stupefacente continuità di trasmissione di sapere sui simboli attraverso i millenni e attraverso le culture. La maggior parte delle forme grafiche di quelli che presenteremo deriva direttamente da geroglifici egizi o dalla tradizione degli antichi greci in una trasmissione continua ed ininterrotta. Il simbolo per l’accesso al “senza tempo”
Ogni simbolo deve essere reso realtà per agire sullo stato presente. Da lì diventa chiave d’accesso verso stati “fuori dal tempo” coi quali mette in contatto diretto. Mentre la descrizione verbale di un’idea infatti prende tempo, la diretta cognizione del simbolo no. Il simbolo agisce nella contemporaneità. L’utilizzo di essi produce allora nella vita il verificarsi di una serie di fenomeni tangibili. Dapprima è un organizzarsi differente delle cose e dello spirito, man mano che si procede vi sono effetti che vanno al di là del tempo e dello spazio, risultati che possono solo essere spiegato con una concezione non lineare e quantistica della realtà per la quale noi ed il
immagine e somiglianza dell’uinverso e permette un’intuizione immediata attraverso le sensazioni.
55 nostro atteggiamento siamo all’origine di quel che percepiamo.40
Il cerchio del tempo chronos F e la totalità
Il primo simbolo che andiamo a conoscere ora è quello della totalità rappresentata da un cerchio: F questo simbolo è anche il famoso “ouroboros” il mitico serpente che si morde la coda, in unione con sé stesso. Nel simbolismo greco rappresenta “en to pan”, l’uno nel tutto. Il cerchio di Ouroboros intorno all’Uovo Cosmico era chiamato Crono. Pitagora lo definì la psiche dell’Universo, e perciò il tempo e il destino erano entrambi cerchi. Chronos è il tempo, è qualcosa che scorre alla superficie dell’uovo cosmico, e quindi penetrare al suo interno permette di accedere alla dimensione “senza tempo”41. Quando viviamo il tempo e gli eventi della vita siamo sulla superficie orizzontale esterna della realtà, la periferia, quando lo trascendiamo entriamo all’interno e 40
Reghini (op. cit.) Questa è la dimensione dell’adesso, l’unico tempo esistente. Come dice Dom Pernety: Serpent qui dévore sa queue: Etait celui que l'on mettait à la main de Saturne, comme symbole de l'œuvre, dont la fin rend témoignage au commencement. In pratica l’alfa e l’omega coincidono, l’inizio coincide con la fine, e questo non è possibile che nel presente. 41
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vi è il vero essere. Nel cerchio possiamo vedere anche il simbolo di riunione del “principio con la fine”. In altre parole, la comprensione piena di questo simbolo corrisponde alla connessione con la totalità ed al superamento del concetto abituale di tempo/Chronos. La dimensione senza tempo è fuori dal divenire, è la dimensione verticale dell’ora. Nell’adesso tutto è nello stesso istante. Questo stato è allora meglio espresso dal simbolismo del sole , che è il cerchio con l’aggiunta di un punto . e rappresenta appunto, col puntino di individuazione e di autodeterminazione al centro, l’accesso alla dimensione “al di fuori del tempo”. Essere nell’ora significa essere totalmente nell’ora. Esercizi di vivificazione dell’”opus circulare” F a livello fisico
Diamo ora alcune chiavi pratiche per tradurre fisicamente nel nostro essere il simbolo del circolototalità42. Il concetto può tradizionalmente ad esempio essere strettamente legato all'"opus circulare" delle sostanze nel contenitore alchemico. Nella simbologia il “contenitore alchemico” è l’organismo umano. Ogni stimolazione globale dell’uomo tenderà allora a vivificare tale concetto F ricordando il tutto. Spieghiamolo fisiologicamente. Praticamente è come se solo una parte di noi operasse quando vediamo una parte della realtà. Questo è confermato anche da varie pratiche terapeutiche che sbloccano i traumi attraverso stimolazioni globali, come la stimolazione dei due emisferi od il recupero di “elementi mancanti”43. Se mettiamo in atto una stimolazione GLOBALE che porta attenzione alla nostra 42
La conoscenza a livello fisico può essere il livello di partenza dal quale comprendere il simbolo. E’ perciò essenziale essere assolutamente presenti durante l’esecuzione degli esercizi.
57 “totalità”, questa avrà allora il risultato di aprirci ad una “intuizione” della realtà globale. Ci avviciniamo a quello che alcuni chiamano il “livello quantico” della realtà, cioè ci predisponiamo al risveglio alla vera potenza in noi. NOTA: Effettuate le pratiche che seguono stando nel PRESENTE, cioè cercando di mantenere tutte le percezioni nell’ora (no immaginazioni). Inoltre “meditate”, cioè permettete alla vostra mente di cogliere il significato delle sensazioni che l’esercizio vi prova di modo da coglierne tutti i livelli di sottigliezza. Esercizio 3: Il circolo di energia che sale e poi scende Una traduzione dell’Opus Circolare è attraverso un duplice movimento, dal basso in circolo salendo, e poi riscendendo (un poco più lentamente) – vedi anche disegni che seguono. Esercizio 4: Le circolarità attorno al corpo Un’altra traduzione è eseguire una serie di circolarità che salgono lungo il centro del corpo (salendo dal centro) e ridiscendono lungo i lati del corpo.44
Le circolazioni di origine occidentale ora mostrate sono esteriorizzanti. Parallele a queste circolazioni espansive abbiamo le traduzioni pratiche orientali interiorizzanti di tale concetto: ad esempio esistono le tecniche cinesi di 43
Vedi ad esempio la tecnica chiamata EMDR che si basa su movimenti oculari rapidi i più direzioni, o le tecniche di PNL di “recupero strategie”. 44 una tradizione tibetana riportata da Alexandra David Neel riporta esattamente la stessa tecnica. In occidente la tradizione detta di “Catenaia”(una famiglia nobile fiorentina), offre schemi simili.
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circolazione dell’energia chiamate “orbita microcosmica” ed “orbita macrocosmica”. Notiamo la parola “cosmo” presente in queste orbite che corrisponde pienamente al senso di “tutto” contenuto anche nel simbolo del cerchio F. Esercizio 5 : L’orbita Microcosmica Una maniera molto utile di operare tale circolazione è sul piano antero posteriore. Nel tragitto dell’orbita microcosmica cinese l’attenzione viene condotta lungo la parte mediana del corpo con discesa nella parte frontale e risalendo lungo la colonna vertebrale45. 46
Oltre alla spirituale, vi è qui anche una chiara componente fisiologica. Ogni emisfero cerebrale controlla le percezioni duna metà del corpo. La linea mediana è quindi il punto di connessione tra i due emisferi cerebrali, per cui questo tipo di esercizio produce una sensazione positiva di equilibrio e agisce sul corpo calloso. Tale 45
La meditazione cinese dell’Orbita Microcosmica risveglia e dirige il Chi nel Canale Governatore, che parte dalla base della spina dorsale e arriva fino alla calotta cranica, e nel Vaso di Concezione, che scorre attraverso la parte anteriore del corpo. Questa meditazione è la base della circolazione energetica in tutto il corpo. La lingua, perché l’esercizio sia ben condotto, deve toccare il palato. E’ importante che la rotazione dell’energia sia eseguita in stato di PRESENZA. 46 La circolazione è anche una “non dispersione”. Far circolare la luce significa invertire la direzione, riportare la luce su sé stessa e all’origine, appunto come in un circolo. Nella filosofia cinese questo moto circolare della “Piccola Rivoluzione Celeste”(xiaozhoutian) permette di entrare in contatto con il ritmo dell’universo e di stabilire una circolazione ad anello che può essere paragonata alla rivoluzione che la terra compie attorno al sole in un giorno. Il corpo si trasforma: i due canali, di controllo e di funzione vengono riuniti e il Vero Liquore (la saliva) può scendere nel campo inferiore. (cfr. Monica Esposito “l’alchimia del soffio” pag. 55)
59 modo di operare la vivificazione ha somiglianze con la rappresentazione dell’ouroboros (dal manoscritto di San Marco 299 fl88v riprodotto a fianco). Anche in occidente sono infatti testimoniate pratiche di questo tipo47. Le circonduzioni: Una seconda maniera valida di effettuare la vivificazione è attraverso rotazioni o circonduzioni del corpo (anche immaginate), che portino l’energia a diffondersi in tutto il corpo. Questo è anche il metodo delle rotazioni utilizzato nell’antica pratica Sufi48. Esercizio 6: la circonduzione sufi In piedi, allargate le braccia e ruotate su di voi stessi. Già dopo aver effettuato qualche circonduzione si può avvertire una sensazione diversa. L’orientamento delle braccia può allora portare l’attenzione su zone del corpo diverse, ad esempio se le braccia sono a 90° col corpo (orizzontali) è un metodo efficace per portare l’attenzione al cuore. Esercizio 7: la circonduzione di testa Oltre che muovendo tutto il corpo, potete anche eseguire ora qualche circonduzione con solo la testa ruotandola con un ritmo di circa tre secondi ogni rotazione completa
Anche i risultati ottenuti attraverso il principio della circonduzione possono avere una spiegazione fisiologica aggiuntiva. Quando si opera fisicamente il principio della rotazione porta infatti ad irrorare fisicamente meglio il cervello rendendolo più vitale, allo stesso tempo ponendo più in movimento la realtà poiché più siamo vitali più 47
Una testimonianza al riguardo è riportata ad esempio nel 1930 da Parah Maya nell’opera “Die Macht der Spiegel” 48 La tradizione Sufi contiene anche l’idea di risveglio dell’uomo. A questo proposito citiamo il libro “La voie de l’Itlaq” di Charles Antoni che è al proposito depositario di una tradizione orale diretta
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tutto ci appare vivo. In altre parole vivifichiamo TUTTO l’uomo (incominciamo ad attivare l’”Homo Totus”). I nostri risultati sperimentali: Questi esercizi sono un vero toccasana naturale in tutta una serie di situazioni. Operando nei nostri seminari con circonduzioni di testa combinate con altri esercizi quantici abbiamo osservato praticamente una più veloce risoluzione di varie problematiche psicologiche ed un incremento della creatività (numero di idee) dei soggetti49. Tempo e circolazioni.
Analizziamo ora il legame sottile fra tutte queste circolazioni e le modificazioni della percezione del tempo. Il tempo è infatti vissuto sul corpo ed attraverso il corpo. Ad esempio i bioritmi vitali sono attivazioni periodiche delle varie parti del corpo. Le circolazioni ci portano ad essere più in noi, più globali cominciano a modificarlo rendendolo più “denso”. Lo sguardo. Un’altra maniera visiva in cui potete arrivare ad una prima “intuizione” di alcuni significati del simbolo F è aprendo lo sguardo. La forma circolare senza punto di individuazione corrisponde infatti anche all’apertura totale dello sguardo (cosiddetta visione periferica totale non fissata su nessun punto). Ripetiamo che tutti i simboli che adoperiamo in questo libro sono anche infatti realtà nella loro forma fisica stessa. Esercizio 8: Lo sguardo aperto
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Il dr. Lefebure in Francia riporta analoghi risultati. Lefebure ha operato migliaia di sperimentazioni con metodiche analoghe di circonduzione e ne ha esaminato con attenzione le componenti fisiologiche.
61 Sedetevi ed osservate calmamente l’ambiente. Rendetevi conto della sensazione che consegue all’allargamento dello sguardo. Lo sguardo aperto vi porta in uno stato chiamato tecnicamente di “seconda attenzione” dove invece che l’attenzione specifica si fa largo l’attenzione generale.
Un'interpretazione può anche vedere il serpente che si nutre di sè stesso come la coscienza indifferenziata. Infine l’Ouroboros è simbolo di manifestazione e di riassorbimento ciclico; è in unione sessuale con se stesso, autofecondatore permanente, come indica la coda infilata in bocca. Il sesso. Questo legame con il sesso non è casuale. Nell’atto sessuale molta gente sperimenta un trascendere la dimensione temporale abituale, e quindi il simbolismo è anche molto appropriato. C'è qui anche una stretta relazione con quello che viene chiamato l'”androgino”, ovverosia in alchimia l'unione dei principi maschili e femminile. Nell’ermetismo e nella tradizione occidentale la nascita (= liberazione della potenza) dell’androgino corrisponde al concetto del risveglio della kundalini nella tradizione indiana. Il manoscritto di San Marco citato precedentemente rappresenta l’ouroboros con il corpo mezzo nero e mezzo bianco, analogo al simbolo del Tao . Notiamo come gli esercizi di circolazione cinesi da noi precedentemente descritti mettono anche in relazione un canale “femminile” con un canale “maschile” (ren mai e du mai). E' quindi la riunione che da nascita a totalità e creazione. Questo principio è ben chiaro sia nella tradizione alchemica occidentale che in quella tantrica tibetana, così come in quella cinese ed indiana. Quando l'energia è utilizzata per il mantenimento di sè stessi è rappresentabile da un serpente che si morde la
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coda.50 Quando invece incomincia ad elevarsi è quando vi è un innalzamento del livello di coscienza. A questo punto vi può essere un movimento lungo i vari piani dell'esistenza fino ad arrivare al livello massimo dove quella che prima veniva chiamata “realtà” e con la quale ci si identificava non appare più invece che come una piccola parte di un tutto infinito.
Il simbolo del Sole/Oro Al cerchio F aggiungiamo un punto al centro. Il simbolo esprime un principio di individuazione. Questo è anche l’ “oro” alchemico: il sole lo stato ultimo di sviluppo dell’uomo. Meditando sul simbolo del sole possiamo meditare su concetti come Luce diretta, Ragione, Discernimento, Scoprire, Generare e Fecondare51, o semplicemente lasciarci percepire. Esercizio 9: osservare una luce.
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la tradizione indiana è identica: Il sonno della kundalini (il serpente di energia) si identifica con la materia ottusa, con la mortalità umana e con l’esistenza oppressa dalla morte e con la schiavitù dell’ignorante. La kundalini addormentata è allora assimilata al fuoco del tempo (kalagni) poiché il mortale che le permette di prosciugare il suo seme (inteso a tutti i livelli compreso quello di farsi “assorbire” dalle cose) è condannato ad essere consumato dal fuoco del tempo. (Cfr. White “Il corpo alchemico” pag. 239) 51 Cfr. Wirth “Il Simbolismo Ermetico”
63 Presso gli indiani vi è la tradizione del saluto al sole. L'osservazione della luce è infatti stimolante e ricorda alla mente qualcosa di questo stato. E’ una stimolazione globale a livello visivo, come già abbiamo visto a proposito del suono a livello uditivo. E' possibile eseguire questo esercizio anche senza osservare il sole. Osservate una luce diretta (non troppo forte, max 75 watt) e poi chiudete gli occhi ed osservate l’immagine residua senza pensare. Pensate che fate vostri alcuni dei principi di questa luce. Molte tradizioni praticano l’osservazione di luce o fuochi e candele o strumenti simili sono presenti fin dalla più remota antichità. Questa pratica ripetuta tende infatti a portare la luce all’interno ed incrementare inoltre spirito di iniziativa, energia, creatività ed altre qualità dell’uomo. Esercizio 10: portare il sole nel sonno Il sole è simbolo della veglia e della coscienza. Iniziate a praticare nella vostra vita la seguente pratica: cercare di rimanere “svegli” nel sonno, ovverosia “sapere di sognare”. Ovviamente questo è un esercizio progressivo che solo dopo un poco di tempo porterà pieno risultato. Una maniera efficace può essere aumentando la nostra coscienza di questi. Scriveteli o ripensateci la mattina. A questo punto potrete immaginare con fermezza che la notte successiva sarete svegli nel sogno. Immaginate che il sole sia presente nel vostro sogno. A poco a poco svilupperete uno stato nuovo avvicinandovi progressivamente alla “presenza costante”. Questo processo vi porterà ad avere più luce nella realtà interiore ed a rendervi conto della luce invisibile dell'io52. Reintegrazione, Coscienza ed Equilibrio
Perché la trasformazione della nostra materia interiore verso l’oro avvenga nella sua intierezza e si “fissi” è necessario seguire un cammino di sviluppo pratico che implica un agire sulla nostra vita stessa. Il primo passo è incominciare a prendere controllo della nostra vita ed ad essere presenti. Quando iniziamo a sviluppare la coscienza di noi stessi53 otteniamo uno stato particolare di equilibrio. Purifichiamo cioè noi stessi. Il simbolo 52 53
Vedi Ur e Krur per un esercizio analogo In questa fase iniziale anche senza specifici esercizi energetici.
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tradizionale in tal caso è : la croce sul cerchio indica lo stato di purificazione della materia prima, che permette di iniziare l’opera. In tale stato l’operatore ha operato la “divisione dei livelli” 54, ovverosia è uscito dalle “trance quotidiane” nelle quali le emozioni e le reazioni inconscie modificano la nostra percezione della realtà e può iniziare il processo di trasformazione. Tutti i piani dell’esistenza possono essere compresi e reintegrati attraverso il simbolo e la sua opportuna vivificazione. Il principio di totalità che possiamo rappresentare con un cerchio F è infatti anche l’equivalente dell’essere al di là delle mille apparenze (luna) che ha la vita. Esprimendolo in simboli, l’uomo medio non vede ciò, e passa attraverso la vita guidato esclusivamente dalle brame che lo portano (lo precipitano) verso il basso . Le apparenze sono simboleggiate nella Tradizione dal simbolo della falce di luna che non è altro che una parte del cerchio. Ogni apparenza della vita è infatti un frazionamento, un riflesso ed una riduzione dell’unica totalità F. Questa totalità è la nostra vera presenza ed è immediatamente accessibile a noi nel profondo di noi stessi. Riguadagnare coscienza di essa, di questa grandezza al di là di ogni nome è illuminazione ed il simbolo dello stato raggiunto è appunto il sole . Ma spesso dimentichiamo questa direzione all’interno di noi. L’uomo medio è in una perenne ricerca di persone e cose che pensa che lo possano rendere felice. Questa ricerca lo spinge in direzione orizzontale, nella quale dimentica allora la sua verticalità E. 54
E’ operazione spagirica. Come dice Dom Pernety; Spagyrique (Philosophie). Science qui apprend à diviser les corps, à les résoudre, et à en séparer les principes, par des voies, soit naturelles, soit violentes.
65 Per poter lavorare nella verticalità è indispensabile scendere all’interno di sé stessi, “rettificare” sé stessi, e sviluppare il principio centrale aureo all’interno di tutti noi. La Grande Opera
Chiamiamo Grande Opera il processo di crescita e di recupero del significato profondo dell’esistenza. E’ anche il recupero del tempo assoluto. La parola “Grande” allude sia all’immensità del cammino, sia al fatto che è lo scopo più alto cui un individuo possa anelare. Questo libro vuole permettere di attualizzare al mondo attuale i passaggi di questo processo di crescita che coinvolge l’integralità dell’essere umano portandolo ad una vera “palingenesi” cioè “rinascita“. Questo concetto di rinascita dell’uomo e sua trasformazione esiste anche nelle filosofie orientali, che potranno quindi essere ancora meglio comprese attraverso la comprensione del processo indicato qui. “Secondo la formola di Basilio Valentino la grande opera consiste nel visitare la parte interiore (od inferiore) della terra, ossia del corpo ed organismo terrestre, nel rettificare e nel rinvenire la pietra filosofale ed occulta .”55 Ma non possiamo conoscere questa dimensione finchè la nostra mente è agitata e preoccupata, o precipitata nell’inerzia. La legge dell’inerzia domina il mondo. Un corpo abbandonato a sé stesso cade verso il basso (da qui il simbolo delle “acque” ) e giace immobile nella postura dove maggiore è il suo equilibrio; cioè in un certo senso, sceglie le condizioni più favorevoli al suo riposo. Lo spirito, non incitato da nessun bisogno, va alla deriva 55
Reghini op. cit.
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come un sughero in balia delle onde , lasciandosi cullare senza resistere. L’ego dell’uomo non sviluppato è infatti una specie di “trance” continua nella quale tutto è meccanico: certe parole creano automaticamente certe emozioni ed i pensieri negativi si riflettono sul corpo. E’ questa trance continua che inghiotte la nostra vita. Lo stato più comune dell’anima umana è precisamente una fantasticheria indistinta, una mentalizzazione amorfa, abbandonata alla ventura delle eccitazioni esterne e degli impulsi interni, un’attenzione che si riduce ad una continua distrazione, un ragionamento che non è più che un abbozzo e devia ad ogni istante, senza curarsi del suo punto di partenza o di una conclusione sicura; più vicino alla semplice considerazione che al sillogismo: insomma una forma di coscienza più vicina allo stato di sonnambulismo e di sogno, che a quella che si chiama “coscienza chiara e distina”. In generale gli uomini non si rendono conto esatto di ciò che li circonda; in preda a un piacere vago o ad una noia indistinta, vivono in un’atmosfera interiore crepuscolare.56 Peggio: se notassimo il linguaggio interiore più abituale della maggioranza, così come gli psichiatri notano le parole dei pazzi, dovremo notare una forma di paranoia ideale ed emotiva frequente, tale che per uscirne occorre uno sforzo. Per sciogliere questa condizione è quindi necessario come prima fase avere decisione (il ferro, ares, marte Y) per proseguire sul cammino e poter così sviluppare una “regola” che permetta di separare dal nostro essere interno le preoccupazioni e di vivere la connessione alla vita. 56
E’ la selva oscura di Dante, che dice: "Io non so ben ridir come v’intrai, tant’era pien di sonno a quel punto che la verace via abbandonai" (Inf. I, 10-12).
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Il primo passo è anche l’acquisizione di alcuni elementi fondamentali chiamati “fondenti filosofici” che poi utilizzeremo all’interno del vaso che rappresenta l’uomo. Tale vaso è di vetro, a simboleggiare l’onestà che si deve avere con sé stessi ed il fatto che non si può nascondere niente in questo processo. L’assunzione di questi primi ingredienti può essere effettuata con esercizi energetici. La prima acquisizione è infatti quella di un tono alto e robusto, nel senso fisiologico e mentale della parola. Questo significa rendersi anche padroni dell'energia sessuale e verticale che è alla base di ciò. Il simbolo è il “salnitro” E, e l’idea del “nitro” ci ricorda la potenza di base che andiamo a recuperare, mentre il simbolo ci ricorda la verticale. Il raggiungimento della verticalità E può però solo avvenire attraverso l’abbandono dell’ego (l’orizzontalità) che vede la totalità F soggiacente all’automaticità dei riflessi. La strada per rompere le automaticità è incominciare a lasciar sciogliere col caos, cioè liberare dall’automaticità le reazioni automatiche (il simbolo per tale processo è k). Questo processo è anche chiamato “acquisizione del tartaro ”, cioè del potere di dissolvere. Tale assunzione può essere effettuata con tecniche di rilassamento oppure lasciando l’energia andare dove vuole. Era quello che faceva Franz Anton Mesmer, che vedeva le tensioni ed i problemi come “energia bloccata”, che doveva ricircolare. Praticamente possiamo prendere coscienza di questa energia, e lasciarle circolare e svanire, come un’onda svanisce nell’immensità del mare. Inoltre la densità corporea ed i vincoli che legano ad essa la parte spirituale vanno superati mediante una soluzione o scioglimento.
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Per Basilio Valentino tale separazione va ottenuta col solvente universale od acqua regia57 o vitriol, cioè con la coscienza chiara di questa direzione. Questo processo preliminare rende anche più facile l’acquisizione del successivo elemento: il sale d'armonia H. Possiamo allora farci guidare da quell’armonia (simbolo H) che intuiamo nel profondo di noi stessi e che può finalmente trovare espressione. Questo corrisponde ad una armonia energetica. Il processo fra più partecipanti può essere ottenuta facendo attenzione alle proprie energie. Ed a questo punto possiamo “separare i livelli” (simbolo +) facendo sì che non confondiamo più il nostro io coi nostri pensieri, le nostre emozioni, le nostre sensazioni corporee per ottenere un nostro noi stessi meno schiavo delle meccanicità, che finalmente riesce a percepire la realtà con più chiarezza. Questo operare ci permette di creare un nostro noi stessi differente J e sviluppato. Per raggiungere questo risultato è importante che impariamo a vivere nell’ora senza lasciarsi distrarre58. 57
L’acqua regia in chimica scioglie anche l’oro, e noi dobbiamo infatti disfare l’oro (cioè la vecchia personalità) per rifare l’oro. 58 “Questo vaso, l’athanor dei « Filosofi », va chiuso ermeticamente (la dizione «chiusura ermetica» è rimasta per designare la corrispondente operazione chimica), ossia in modo da potere operare nell’interno di esso, dopo di averlo isolato dall’esterno. La tradizione ermetica dice che a compiere l’Opera dal principio alla fine un solo vaso è sufficiente, od al più due (questo è un riferimento ad operazioni di incremento dell’energia di tipo sessuale, come sembra nel caso di Flamel, con mantenimento della coscienza dell’ora nell’atto sia a direzionalizzazione dell’energia). Il vaso, il grasale, il vaso del San Graal, è infatti di «terra»; ma la «terra», con un simbolismo arcaico di cui trovansi abbondanti residui in varie lingue,
69 La separazione richiede presenza a sé stessi ed all’adesso, e può essere simboleggiata con un colpo di martello che corrisponde alla volontà di essere PRESENTI. Se siamo presenti a noi stessi otteniamo un potere superiore, la REGOLA (antimonio puro) che si riferisce alla capacità di muoversi su di una linea oltre che la “terra rossa adamitica” cioè la coscienza del corpo. Il processo fin qui delineato libera lo spirito. Gli spiriti cosi liberati vengono raccolti, condensati e coagulati. E’ necessario ripetere l’operazione più volte al fine di distillare lo spirito più fine di noi stessi. L'ermetismo ricorre al simbolismo della distillazione intesa ad ottenere la quintessenza (quinta essenza) di un 1iquido. Si riscalda la materia prima nell'alambicco. si separa la parte densa dalla parte sottile mediante l'evaporazione, si condensa la parte sottile evaporata, si distilla a parte e si finisce con l'ottenere l'acquavite (aqua vitae), l'acqua della vita, l'acqua ardente. Quest’acqua è un livello di coscienza superiore. Possiamo definirla l’”essenza” della persona.59 Qualcuno vive questo stato di indifferenza ai colpi della vita solo in momenti di meditazione, ma la chiave è riuscire a mantenere tale stato in ogni momento della vita. è il corpo umano; gli umani (da humus, terra) sono i terreni, i terrestri; il loro corpo è plasmato col fango della terra (vedi etimologia di Adamo), esso è la loro dimora (ted. Boden = terreno; ingl. body, corpo e abode, dimora). Visitando le interiora di questo vaso, e rettificando (altro, termine tecnico rimasto in chimica a designare la corrispondente operazione) vi si rinviene la pietra dei fìlosofi. ” (adattato da Pietro Negri – “conoscenza del simbolo”). 59 Si possono immaginare più livelli della quintessenza, corrispondenti ai differenti piani dell’”athanor” (diviso normalmente in più piani).
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Sufficientemente distillata, questa quintessenza permette infatti ciò. Riguardo alla durata, è indispensabile che siano state superate tutte le compulsioni. Le compulsioni non sono altro che sviluppi eccessivi di quelle che altrimenti sarebbero facoltà dell’animo.60 Allora quest’acqua, congiunta alle ceneri (il caput mortuum) cioè a tutta una serie di elementi che prima avevamo lasciato da parte, come la fisicità61 ed altri a seconda delle fasi, fa nascere il «figlio dell'arte» od anche il piccolo re, o regolo d'oro, o basilisco, od anche Rebis, o Fenice, indicando con queste parole la rinascita dell’uomo. La parola rebis è interpretata Res bina, cioè cosa doppia, dagli ermetisti: ed indica appunto il carattere anfibio dell'essere nato ad una seconda vita senza perdere la prima, e quindi vivente di doppia vita, quella umana ordinaria e quella spirituale e superiore.62 E’ il superamento della dualità ad un livello energetico e di presenza superiore. L’elemento unificante dietro elementi opposti e separati. Il simbolo rappresenta l’unificazione del sole e della luna . La creazione dell’androgino ermetico è anche la via occidentale per l’attivazione di quell’energia suprema che in oriente nella filosofia indiana viene chiamata Kundalini63, e che nasce dall'unificazione delle energie disperse dei due canali laterali, schema che ritroviamo identico anche nella cabala e che è anche simboleggiato in occidente dal caduceo. Notiamo che il processo è progressivo. Il superamento delle dualità e l’acquisizione di un livello 60
Alchemicamente sono le distillazioni e sublimazioni Nel lavoro di “presenza a sé stessi” nulla va lasciato da parte 62 Cfr. Reghini – op. cit. 63 Cfr. Evola – op. cit. 61
71 superiore può avvenire in più fasi e le spire del caduceo, nei vari punti dove i due serpenti si incontrano che rappresentano altrettanti manifestazioni di questo simbolo. Ognuno è un punto dell’elementare unità, che riduce in stato di unione le dualità col superamento delle polarità.
Questo modo di essere si riflette praticamente nell’imperturbabilità di fronte alle situazioni, nella calma e nell’atteggiamento sicuro. Tutte queste denominazioni ed i disegni corrispondenti si inspirano sempre al carattere anfibio della nuova vita che è sia interiore che esteriore. E’ un modo di essere anche nella vita. Ad esempio la purpurea ed aurata Fenice è il fenicottero, uccello acquatico che può infine tra l’altro anche sollevarsi nell’aria muovendosi quindi tra tutti gli elementi. Il Rebis ceh abbiamo visto equivalente dell’indiana kundalini è quindi un importante simbolo ermetico per rappresentare il frutto della grande opera; ha la figura di un essere bicipite, regalmente incoronato, ed a confermarne la natura duplice ed anfibia viene spesso rappresentato in piedi sopra un animale anche esso anfibio come un drago od un coccodrillo. Il Rebis è un simbolo che fu adoperato nel trecento anche dai «Fedeli d'Amore» il gruppo di cui fece parte anche Dante Alighieri che ben conosceva questi principi, ed in specifico da Barberino da Mugello. Il processo porta quindi ad una dimensione via via più totale, uscendo anche dalla identificazione con il proprio corpo egoico. E’ dove raggiungiamo lo stato che chiamiamo “io-non io”, cioè uno stato dove siamo anche in connessione con la dimensione totale ed immanifesta di noi stessi (siamo “spirito” o “coscienza” che osserva – è testimone del corpo).
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Plurima, secondo gli ermetisti, è allora il frutto delle operazioni e che corrispondono alle capacità che possiamo risvegliare nell’”homo totus”: 1. la salute in tutti i suoi sensi cioè salute del corpo e salvezza dell'anima, o sopravvivenza ed immortalità, questo principio è anche definito come l'elisir di lunga vita, lo spirito puro o concentrato (Raimondo Lullo o pseudo Raimondo Lullo)”64. Infatti quando sganciamo l’identificazione col corpo sganciamo anche quelle reazioni psicosomatiche che fanno sì che i problemi psichici si riflettano sul corpo. 2. la sapienza e la perfezione (l’oro potabile). Deriva dalla pietra filosofale dissolta nell’alcoohol65. In pratica il progressivo miglioramento dell’uomo. In coda a questa parte riporteremo una antica metodica connessa a questo concetto dove l’uomo quintessenziato può avere una metodica utile per sviluppare sé stesso. 3. la potenza o ricchezza (intesa come ricchezza dell’animo) 4. la polvere di proiezione: cioè una sostanza e la capacità di trasmettere ad altri lo stesso “oro” 5. la luce inestinguibile che allude chiaramente al “vedere la luce” e connettere il principio con la fine, cioè lo stato assoluto di trascendenza dal tempo. 6. La capacità taumaturgica (cioè di guarire gli altri). Notiamo che Franz Anton Mesmer afferma chiaramente di aver estratto la sua metodologia da precedenti tecniche di tipo alchemico. Tale capacità taumaturgica ha infatti qualcosa di molto vicino con quello che successivamente è stato chiamato nella storia “magnetismo” ed è implicita nell’uomo giunta alla perfezione dell’opera, secondo la 64
Arturo Reghini – Dei Numeri Pitagorici – Cap VII Come dice il Pernety: Alcohol. C’est l’antimoine. L’antimonio è una “purità celeste” cfr. Evola “L’uomo come Potenza” pag. 199. 65
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massima alchemica VITRIOLUM che significa Visita Interiora Terrae Rectificando Invenies Occulta Lapidem Unicam Medicinam (visita l’interno della terra e troverai la lapide occulta, unica medicina). Abbiamo verificato in prima persona la potenza di ciò. Infatti gli esercizi permettono di sviluppare una vitalità anche trasmissibile e creano effetti non locali. Per nostra personale esperienza tale capacità che tutti hanno di base si raffina man mano che si procede nel cammino. Primi esercizi iniziatici fisiologici per la Vivificazione del Simbolo
Ci siamo espressi in simboli. Ma il simbolo per avere azione e diventare forza trasformante deve essere “conosciuto”. Tale “conoscenza” equivale alla sua vivificazione. Traendoli da varie tradizioni, molte anche segrete, abbiamo quindi individuato specifici esercizi fisici che ci aiutano a prendere coscienza e quindi vivificare ognuno dei simboli base. Molti di questi esercizi fanno anche parte di antiche tecniche iniziatiche. Non esiste a nostra conoscenza nessuna opera più completa di questo libro che descriva così chiaramente i correlati fisiologici dei vari simboli. Questi producono delle risposte che avviano il praticante alla comprensione di parte del significato del simbolo e lo “attivano” in lui. Non si tratta di una comprensione logica, quindi, bensì di una comprensione interiore e da effettuarsi senza parole. Vivificazione dei Sali
Quelli che seguono sono i primi tre simboli o ingredienti (Sali) utili per ottenere tutti gli effetti.
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Lo sviluppo della verticale e dell’energia E E Nitro – Questo simbolo rappresenta un segno verticale all’interno del cerchio F. il riferimento è all’energia soprattutto quella sessuale ed alla colonna vertebrale66. La chiave per lo sviluppo di questo sono sia la posizione verticale che lo sviluppo dell’energia sessuale. La schiena e la colonna vertebrale sono essenziali per un corretto sviluppo dell’energia. Meditare su questo simbolo significa fare attenzione all’energia verticale.Gli esercizi che seguono vi aiutano su questa via. NOTA IMPORTANTE: Vi invitiamo ad eseguire tutti gli esercizi di questo libro con la massima lentezza possibile, e come “Simboli Fisici” o con termine egizio “medu neteru”, segni fisici che mettono in comunicazione con principi superiori. Come sviluppare la verticale E
Un primo consiglio è nella vita di tutti i giorni di concentrarsi sul proprio peso sulla terra per individuare il miglior assestamento verticale. Vi sono poi vari esercizi utili. Facile ed efficace è il seguente: Esercizio 11: nitro 1 Posizione. - Retta, piedi giunti, mani dietro la schiena colle dita unite o intrecciate all'altezza dei fianchi.
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Notiamo il collegamento tra il concetto di “kundalini” indiana, il serpente di energia, e la colonna vertebrale. A questo stesso proposito, Dom Pernety commentando il “Nitro” dice “Basile Valentin l'indiquait par celui de Serpent de terre, Serpens terrenus”
75 Esecuzione. - Abbassare le mani strisciando lungo la schiena, scendendo più in giù che sia possibile. Le mani devono sempre rimanere in contatto tra loro.
E, per potenziare ancora maggiormente l’effetto Esercizio 12 : nitro 2 Posizione: Collocatevi colla schiena contro un palo, un albero, o in mancanza contro lo spigolo di una tramezza, di un armadio o di altro mobile qualsiasi purché si presti all'esercizio. 11 corpo dovrà scrupolosamente aderire al mobile, dalla nuca ai talloni. Braccia unite orizzontalmente davanti a voi Esecuzione: Mantenendo il corpo immobile, slanciate le braccia all'indietro, sempre tenendole orrizontali. Le braccia devono descrivere un arco di cerchio ampio il più possibile, e,in ogni caso superiore ai 180 gradi (mezza circonferenza).
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Esercizio 13: Distensione totale Posizione. - Di fronte a un muro, a un armadio, porta o altro. Gambe appena scostate, i piedi in squadra. Esecuzione. - Sollevare la destra e tentare di far giungere la punta delle dita il più alto possibile. Nello stesso tempo la sinistra dovrà essere tirata in giù, verticalmente, col massimo sforzo possibile, come se un peso la trascinasse. Alternarne le braccia. Nota. - L'effetto si deve sentire localizzato alla spina dorsale e non solo alle braccia.
Esistono poi ulteriori esercizi fisici che esulano per il momento da quest’opera che abbiamo deciso di mantenere concentrata sui punti essenziali. Vi è anche un aspetto sessuale di sviluppo di tale simbolo E che si riferisce alla direzione verticale delle energie (lungo la colonna) durante l’amplesso sessuale. Sviluppare la verticale nella maniera sopra descritta vi porterà a poco a poco ad una ripresa di contatto con il vostro io biologico primario. Corpo e mente sono uniti. Pensieri e le emozioni ci creano tensioni e malposizioni che ci allontanano dalla verticale. Continuando a lavorare sulla presenza si scopre invece che a poco a poco, man mano che le concrezioni psicoemozionali si staccano, si ha una migliore e differente percezione del corpo nel suo insieme.
77 Lo sviluppo della verticale e dell’energia interiore è un punto chiave per sviluppare il sole all’interno di noi. Infatti lo sviluppo del principio centrale . all’interno del cerchio richiede energia. Questa energia può essere progressivamente incrementata attraverso l’allenamento. La verticale o perpendicolare ci riporta alla presenza ai diversi livelli del nostro io biologico. L’uomo è verticale così come la perpendicolare è verticale. Esercizio 14: attenzione alle orecchie Praticando la presenza a sé stessi, ovverosia mantenendo consapevolezza del corpo per lungo tempo, sperimentalmente si osserva come portare l'attenzione sul corpo e soprattutto all'altezza delle orecchie (il senso dell'equilibrio) porta a poco a poco il corpo ad allinearsi spontaneamente.
L’allineamento alla verticale E è sia fisico che energetico. A questo punto vi è anche la scoperta dell'animalità interiore e della forza di vita. Sperimentare la verticale significa l'accesso ad una parte interiore che per molti è inconscia e che è un io vegetativo che a poco a poco si risveglia come io animale, che sa cosa è meglio per la persona. Anche il magnetismo animale è strettamente legato con tale tipo di verticalità, così facendo infatti connettiamo cielo e terra che sono anche i simboli di spirito e materia.67 La presenza è una reintegrazione tra spirito e materia che solo può avvenire nell’ora. La forza del nitro E può permettere allora di convogliare verso l’alto la forza di base, simboleggiata dall’ariete . 67
Un’altra tecnica che può aiutare lo sviluppo di tale stato la “respirazione dai talloni”, respirazione ch’an che consiste nell’immaginare l’aria che entra dai talloni ed esce dalla sommità della testa.
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Questo simbolo si riferisce all’energia alla base della colonna di tipo sessuale. Vi sono vari esercizi per operare tale vivificazione. Esercizio 15: circonduzione Un esercizio semplice per vivificare tale forza è compiere qualche circonduzione (cioè girare su sé stessi), assumere la posizione verticale e contemporaneamente stringere le natiche immaginando una forza che sale verso l’alto a spirale. Una volta attivata tale immaginazione sarà sufficiente immaginare la forza per avere la sensazione energetica.
Un altro simbolo correlato a quanto detto finora è , la primavera, che rappresenta la natura eccitata – In esso il simbolo si connette al simbolo F a creare uno stato di entusiasmo e decisione. Chiave per iniziare a vivificare in noi tale simbolo: cercare di ricordare un momento di primavera, e l’energia e la forza che sale nel corpo.
L’armonia H H Sale di armonia. Elemento fondamentale che va sviluppato con esercizi energetici armonizzanti68. In gruppo l’armonia può essere sviluppata con l’attenzione all’energia degli altri, mentre singolarmente facendo attenzione alla propria. Esercizio 16: armonizzazione Un semplice esercizio può essere rilassarsi progressivamente prendendo contatto con le energie dell’ambiente in cui si è. Si può procedere fino a raggiungere uno stato molto profondo, immergendo il corpo nell’armonia del tutto g. 68
Questo deve provenire da “combinazioni armoniche”. Come dice Dom Pernety: Quelques Philosophes ont donné le nom de Sel harmoniac à leur matière … parce que cette matière est une espèce de sel composé par combinaisons harmoniques, comme disent Raymond Lulle et Riplée.
79 Esercizio 17: sensazione energetica stendere la mano sinistro ed indicare col dito indice destro un punto sulla mano destra. La percezione di una sensazione in corrispondenza del punto indicato ci aiuta a prendere contatto con le nostre energie di base. L’armonia nei rapporti interpersonali in parte corrisponde al concetto di rapport, ed in parte si riferisce ad un rapporto energetico profondo.
Il caos k k69 Tartaro. Simboleggia il caos ed anche la capacità di lasciare andare. Il “lasciare andare” più efficace è relativo alle tensioni ed alle concettualizzazioni e fissazioni mentali70. Tale simbolo può avere infatti una valenza sia negativa che positiva. E’ negativa quando l’abbandonarsi non è accompagnato dalla luce della coscienza. Ma il vero lasciare andare è lasciarsi andare alla realtà sperimentata. L’uomo è ad esempio molte volte energia bloccata. Ci tendiamo per difenderci dall’esterno. Un esercizio per sviluppare tale simbolo in maniera positiva è allora combinare tale potenza con la coscienza e lasciare le energie del corpo diffondersi come vogliono, in altre parole farsi dominare dagli elementi (ecco perché il quadrato cioè gli elementi domina la croce) fino a far 69
Origine e significato del simbolo: questo simbolo porta l’attenzione su di un lavoro di evoluzione della coscienza ancora da fare (Wirth) in quanto la croce + è sotto al quadrato; il simbolo è attestato in questa forma identica fin dal 1651 70 Come dice Dom Pernety: Tartre. (Se. Herm.) Basile Valentin et quelques autres Philosophes ont dit que le tartre dissout les métaux; …Philalèthe dit qu'il faut expliquer le terme de tartre de la même manière que la tête du corbeau; et ceux qui sont les moins versés dans cette science, savent que ces expressions signifient la matière des Philosophes au noir. Tradotto, il lasciare andare è una fase iniziale dello sviluppo della persona e rappresenta lo “sciogliere” le concrezioni mentali inutili (i metalli).
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sciogliere e defluire l’energia71 e trovare allora la sensazione di armonia dentro di sè72. Egualmente va interpretato l’aspetto sessuale di tale simbolo: esso rappresenta la capacità di lasciarsi andare a “conoscere” le energie di base per poi successivamente dominarle portando allo sviluppo della verticale E precedentemente analizzata. I tre Sali o fondenti filosofici come base del lavoro terapeutico originale di Franz Anton Mesmer
Nella seconda metà del 1700 un medico austriaco, Franz Anton Mesmer, fece molto scalpore per una metodica da lui proposta: il “magnetismo animale”, con il quale operava una serie di guarigioni da malattie sia psicologiche che fisiche. Vi fu addirittura una commissione di inchiesta voluta dal re di Francia, ma Mesmer dice in un’opera successiva che questa non aveva conosciuto il suo “vero” metodo. Fu talmente famoso 71
Il processo in questa fase ha bisogno di una guda per essere effettivo e non perdersi. il “Tartaro” è la “discesa in sé stessi” che per essere effettuata con successo ha bisogno di un principio attivo – anche esterno - che guida (Virgilio che guida Dante ne è un esempio). Ecco perché vediamo le tecniche di Franz Anton Mesmer e le sue prime metodologie chiaramente derivate da pratiche di questo tipo e relative a questa fase dove un operatore guida un soggetto. 72 vi sono tre approcci di base per affrontare i problemi o blocchi. Una maniera è quella di mantenerli come blocchi, ma questa è una non soluzione, perché così non si risolvono. Un’altra maniera è permettere l’espressione, questo significa far esprimersi il sintomo (la sindrome) lasciando così in realtà esprimersi la causa. Un altro approccio è infine rendersi conto che tanto l’effetto che la causa non sono che un’illusione. Questa constatazione sarà progressivamente raggiunto ai livelli superiori di sviluppo della persona (cfr. Douglas Harding).
81 dall’essere all’origine di parole usate ancora adesso come mesmerizzare, mesmerico, ed è all’origine tanto dell’ipnosi che della moderna pranoterapia. Egli utilizzava tecniche derivate dai principi che abbiamo esposto a scopo curativo. Li aveva molto probabilmente estratti da varie pratiche cui aveva assistito e ci può dare un’idea di come utilizzarli assieme. Dapprima creava un ambiente armonico H con musica ed altri metodi. Contemporaneamente energicizzava E i suoi pazienti con il cosiddetto “baquet”. In seguito invitava i pazienti a far defluire l’energia attraverso movimenti e convulsioni k concentrandosi sull’energia bloccata. Tale processo può, se ben condotto, portare progressivamente a lasciar uscire l’energia oltre i ristretti schemi abituali e ad una espansione progressiva di coscienza. Una attenzione cosciente sostenuta rompe infatti il collegamento tra le tensioni corporee ed i processi di pensiero e porta ad un processo di trasformazione.
Lo STOP Ò . La presenza. Il “colpo di martello” che stacca gli attaccamenti Nel lavoro di Mesmer l’attenzione era guidata dal magnetista dall’esterno. Nel lavoro condotto su di sé bisogna prendere attenzione costante alla presenza a sé stessi73. L’attenzione alla presenza è rappresentata tradizionalmente dal “colpo di martello” in quanto, tale strumento, usato ancora adesso in tribunali ed altri luoghi significa una interruzione, un’attenzione, uno STOP, un momento dedicato alla “percezione globale”. In questi momenti ogni attaccamento all’esperienza viene rilasciato. E’ opportuno porre l’attenzione via dalle attività che si stanno facendo e stare nel momento. L’uomo ritorna alla Natura ed alla sua percezione diretta. “Osservare e sciogliere” le emozioni Esercizio 18: Lo “Stop” Effettuiamo degli “STOP” puri. Questo esercizio si può fare con un compagno o ancora meglio in un gruppo. Ad un certo punto una persona dirà “stop”. In quel momento fermatevi, come se foste delle belle statuine. Assumete una posizione di percezione globale. Il suono arriva, l’immagine batte, le sensazioni sono. La percezione è totale74.
Con lo STOP ci rendiamo conto dell’ORA. A questo proposito notiamo ancora: 73
Consigliamo di non avviarsi però sulla strada indicata da questo libro completamente da soli. Una guida, (un “Virgilio” dantesco) è necessario in questa prima fase. 74 Nella tradizione ch’an (cinese) esiste un esercizio simile chiamato”Tsin Tchen”. Nella tradizione tibetana (dzogchen) l’esercizio è identico e si basa sul suono Phat! ripetuto da tre a sette volte al giorno.
Esercizio 19: imparare a lasciar “battere l’immagine” 1) osservate un qualcosa 2) STOP! portate l’attenzione via dall’oggetto, prima di ogni conoscenza dell’oggetto. L’immagine batte sulla retina, lo sguardo è aperto.
In pratica lasciamo andare pensieri ed associazioni mentali e semplicemente “lasciamo l’immagine essere”. Il concetto si applica anche a livello delle sensazioni del corpo. Anche l’emozionale deve tacere così come ha già fatto il visivo e l’uditivo. Dopo qualche istante di osservazione, il risultato finale è lo “sciogliere” l’emozione. Esercizio 20: l’emozione 1) notate un’emozione 2) lasciatela essere ed andare dove vuole mentre mantenete presenza al corpo ed al suo calore.
Le emozioni si riflettono sul corpo, nelle nostre tensioni, in reazioni biochimiche. Ma proprio perché hanno una componente fisica, possiamo dissolverle col fisico. Questa pratica, è il promo passo di una “medicina filosofale” rivolta all’aspetto psicologico. Se osserviamo semplicemente le emozioni, senza identificarci con esse, ed al contempo manteniamo presenza alla totalità del corpo ed al suo calore, possiamo “sciogliere” la loro essenza nella più vasta dimensione corporea. Molti cercano di resistere alle emozioni. Ma così queste divengono più forti. Non bisogna resistere all’emozione, quanto ricomprenderla nella dimensione più vasta del noi globale, semplicemente. Allora effettivamente ne saremo maestri.
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ALCHIMIA PRATICA DELL’UOMO: LO STOP
Il risultato dell’equilibrio degli elementi Il risultato della presenza agli elementi è un senso di benessere. L’arrivo ad un livello di “acqua distillata” che ci apre alla fase successiva.
Panoramica Generale - La reintegrazione di tutte le facoltà . Il segreto della Tetraktis Troppo spesso noi non siamo noi. E utilizzando solo una piccola parte del nostro potenziale, non potremo mai essere realmente felici. La strada a cui vogliamo portarvi è il recupero della vostra totalità (“homo totus”). La vita quotidiana di ognuno è infatti caratterizzata da una serie di “trances”, cioè restringimenti del campo dell’attenzione e della coscienza, che riducono la percezione della realtà. Questi “buchi” (microtrances quotidiane) “inghiottono il tempo” e ci impediscono di vivere nell’ora. Come accennato, nel linguaggio ermetico, se rappresentiamo la realtà intera con un un cerchio F , ogni microtrance produce una riduzione di tale totalità, simboleggiata dal simbolo (luna) che sta a significare che ne vediamo solo una parte, un riflesso, di tale realtà. Anche i problemi fisici, come la medicina tradizionale nota, sia i problemi psicologici sono rotture dell’unità. Una paura è una mancanza di qualcosa, un blocco significa che manca quell’elemento che permette di andare oltre. Ma non solo. Anche la “piattezza” che alcuni sentono nella vita è una mancanza. Anche l’assenza di percezione spirituale. Tutto è in realtà già dentro di noi, basterebbe prenderne coscienza. Anche le possibilità più estreme di resistenza fisica e le facoltà più stupefacenti che sembrano extrasensoriali sono solo recupero di potenzialità. Ma da dove partire e come reintegrare? C’è una via migliore per effettuare questa presa di coscienza? Un punto di partenza è quello che c’è, la nostra fisiologia. Da lì giungiamo progressivamente allo sviluppo di tutte le facoltà possibili ed al tempo assoluto. Così l'uomo è riportato a sè stesso. Così come le discipline marziali,
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LA REINTEGRAZIONE
come il karate, utilizzano le potenzialità insite nei muscoli e nel corpo umano, la reintegrazione si basa sull'attenzione a sè e l'utilizzo delle potenzialità fisiologiche naturali dell'uomo recuperando quello che è uno stato naturale già insito in lui ma abitualmente latente. Ecco la “rivelazione del significato della Tetraktis”, il simbolo misterioso, il triangolo che gli antichi pitagorici rivelavano solo agli iniziati. Il suo schema75 è il seguente:
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Lo schema che segue è molto antico. Storicamente è riportato da Robert Ambelain in “Alchimie spirituelle” che dice di averlo confrontato con un discepolo di Fulcanelli e di averlo ricevuto direttamente dagli originali “Frères de la Rose Croix d’Orient” che si rifanno ad una filiazione molto antica. Poiché tale organizzazione esiste ancora ne abbiamo chiesto conferma all’attuale reggente che ce lo ha confermato. Al di là di ogni origine è indubbio che lo schema è estremamente valido ed è probabile ci porti il senso originario della “Tetraktis” pitagorica.
Questo percorso, parte dalla percettività, e si estende poi ai livelli successivi della vitalità biologica, dello spirito e del corpo “energetico” ed infine alla globalità dell’uomo. Ogni livello è una particolare maniere di percepire noi e l’universo. Sono livelli di compenetrazione (amalgama) col tutto. Si tratta anche di livelli di libertà. La materia prima del nostro lavoro sono le nostre percezioni. E iniziamo ora dal basso, dalla coscienza delle sensazioni base (calore, respiro, pesantezza, ossa) sulla prima riga76 cioè Il primo livello (il quaternario) che si riferisce all’integrazione della coscienza percettiva. Dobbiamo imparare a far tacere le “concettualizzazioni” che ci impediscono di vedere e percepire realmente il mondo. La chiave è partire dalle “sensazioni primarie”, (vedere, sentire, udire): iniziamo con l’attenzione alle “sensazioni esterne”, ad esempio la coscienza delle immagini che battono sul nostro occhio, dei suoni che arrivano al nostro orecchio, le sensazioni interne dove il peso del corpo, l’attenzione al respiro, l’attenzione al calore del corpo ed alla sensazione delle ossa costituiscono elementi essenziali. Dobbiamo superare le “microtrances” che sono i meccanismi automatici che ci rubano la percezione della realtà e del tempo. Ma cosa è questa realtà infine? Il secondo livello (il ternario) si riferisce agli elementi fisici e biologici che creano la “realtà”. E’ l’uomo che si riflette nell’universo e che lo percepisce attraverso di sè.
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Questa pratica occidentale di coscienza ha corrispondenza con l’ayurveda indiano: l’elemento terra corrisponde a quello che è solido nel corpo, l’acqua corrisponde ai fluidi corporei, il fuoco al calore del corpo e l’etere agli orifizi corporei. White “il corpo alchemico” pag. 227
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LA REINTEGRAZIONE
Il principio passivo si riferisce al nostro essere biologico e ghiandolare, e al nostro subconscio ed essere infracosciente, mentre la parola “principio attivo” trova riferimento nel nostro essere nervoso e volontario, il sé fisico nel nostro essere corporeo muscolare. Gli esercizi di sviluppo prendono quindi in esame questi elementi. Il primo punto per sviluppare la coscienza di sé stesso a quel livello è la respirazione ritmica, seguono poi degli esercizi corporei e lo sviluppo della verticale (come allineamento dei vari centri ghiandolari lungo la colonna vertebrale). Al terzo livello (aereo, il binario) procediamo nel “non fisico” ed integriamo elementi energetici e spirituali. Lo sviluppo di questi consegue quasi automaticamente ai livelli precedenti, ma può essere grandemente facilitata anche tramite vari metodi come l’utilizzo della luce bianca e l’attenzione al corpo all’altezza del cuore, e altro. In particolare lo stato indicato come “io esteso” corrisponde ad una vitalizzazione dell’essere sottile, mentre lo stato “io-non io” corrisponde ad un distaccarsi dall’attenzione alle strutture profonde del nostro ego. è il simbolo della “magnesia”. Potente stato di armonia e centratura su sé stessi con potenzialità attrattive ed espansive sia sugli altri sia nei confronti dei doni della vita.77 Tale stato permette di rendere stabile il nuovo essere. Per raggiungere il livello più alto è necessaria anche l’integrazione della sessualità. La sessualità rappresenta il mezzo con il quale riprendiamo contatto con energie profonde all’interno di noi. Reintegrazione e filosofia Rinascimentale
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La chiave per tale stato è specificato all’interno del libro Mesmerismus ©
Questa divisione su quattro livelli è anche presente nella filosofia rinascimentale sull’uomo. “ l'uomo è il riflesso di un ordine cosmico, ogni sua parte, anche la più grossolana e istintiva "partecipa" dell'insieme dei livelli di manifestazione. E’ un essere totale (l'Homo Totus), capace di reintegrare progressivamente piani sempre più elevati di coscienza. Quattro sono i livelli di compenetrazione tra il microcosmo (uomo) e il macrocosmo (universo): Il livello grossolano: corpo fisico con i suoi organi di cognizione sensoriale e di azione; il livello sottile: la mente e i suoi aspetti subconsci, inconsci e iperconsci; il livello causale comprende tutte le manifestazioni dell'anima che vive nel mondo del relativo, sperimenta i sentimenti del conflitto ed elabora i concetti di Bello, Vero, Utile e Buono (il Bene) e i suoi opposti (il Male). E' su questo terzo piano di coscienza che inizia l'Ottuplice sentiero di metamorfosi dell'anima vivente in consapevolezza di sè (La Vergine con il Bambino), in coscienza di sè (la Madonna con il Bambino) e intelletto intuitivo (La Madonna con il Bambino, gli angeli e i santi). Il sentiero della metamorfosi conduce a illuminare il "Mercurio interiore" e cioè quei fili di energia chimico/psichica, elettrica/creativa, magnetica/cognitiva che gradualmente dischiudono tutte le potenzialità cognitive, creative e intuitive del cervello. “78 Reintegrazione alchemica occidentale e confronti con l’Alchimia Cinese Il cammino di sviluppo descritto, è parallelo a processi dell’Alchimia interna Taoista79. Scopo infatti comune80 è elevare l’uomo. In Cina la divisione tradizionale è la seguente (possono esistere leggere varianti): 78
http://museohermetico.splinder.com/tag/filosofia+alchemica A questo proposito un gruppo che opera su questa via combinandolo con la via occidentale è attivo presso Emile Massone a Nizza. 80 Diffusa ultimamente molto da Mantal Chia. Anche di interesse è il libro “la Via del Soffio” di Monica Esposito 79
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1.
LA REINTEGRAZIONE
collocazione dei "cementi" (zhu ji lian yii)
2. raffinare l'essenza e trasformarla in energia (lian jing hua qi) 3. Raffinare l'energia e trasformarla in spirito (lian qi hua shen) 4. Raffinare lo spirito per raggiungere il "vuoto" (lian shen huai xu) 5.
Trasmutare il vuoto per incontrare il TAO
Più in specifico e raffrontandola col percorso ermetico:
•
• • •
La pratica della fase 1 (cementi) è analoga al lavoro sugli elementi (prima riga della Tetraktys che corrisponde all’elemento terra e notiamo come la parola “cementi” esprima un’idea simile). la fase 2 (raffinazione in energia) è parallela alla seconda riga della tetraktys (più il primo elemento della linea tre). La fase 3 (raffinazione in spirito) è parallela alla terza riga della tetraktys che appunto è il livello “aria” Le fasi 4 e 5 rappresentano i livelli più alti di trasformazione (livello “fuoco” nella Tetraktys).
Analizziamo ora le varie fasi: 1 - Collocare i cementi (zhu ji lian yi) In questa fase vengono utilizzate una serie di tecniche quali ad esempio: - interruzione del pensiero discorsivo - zhinian (corrispondente in occidente alla pratica del SILENZIO). - regolazione della respirazione - diaoxi (corrispondente in occidente alla pratica del controllo dell'elemento ARIA). In pratica operiamo sul corpo e sui suoi elementi. Nella pratica taoista è essenziale mantenere una buona salute di corpo, mente ed emozioni per poter proteggere i tre tesori (Jing, Qi, Shen, cioè essenza, energia e spirito) Il punto centrale è creare la "medicina" (yao) nel Dantian. La respirazione di tipo addominale (fushi huxi) è basilare in questa fase. Analogamente nell’ermetismo occidentale tale fase è
normalmente riferita al livello più basso dei tre forni sovrapposti dell’athanor (il forno alchemico) e viene utilizzata la respirazione bassa. 2 Raffinare l'essenza e trasformarla in energia (lian jing hua qi) In questa fase la essenza basale (yuan jing, connessa con l'energia sessuale) viene vaporizzata perchè si trasformi in energia (Qi). Questa energia si muove lungo il condotto spinale (meridiano Du) e discende nella parte frontale del corpo (meridiano Ren) in forma di anello, nella cosiddetta "Orbita Microcosmica" (xiao zhou tian). In questa salita l’attenzione viene portata all'altezza del coccige, al retro delle spalle, alla nuca. Nelle donne la pratica è leggermente differente e si chiama lian ye hua qi. Nelle donne le barriere da superare sono di fronte e non sulla schiena. Questa fase è parallela al lavoro sulla seconda linea della Tetraktys. Questa linea corrisponde infatti alla fase "acqua" che culmina nella presa di contatto con il nostro "doppio" lunare. Per esattezza la fase due dell'alchimia cinese corrisponde nella parte finale anche all'"albedo" (linea tre della tetraktys), ovverosia un punto che nella tetraktys è vicino al "mercurio aereo", risvegliato dall'energia. 3 - Raffinare l'energia e trasformarla in spirito (lian qi hua shen) Questa fase corrisponde al relazionare l'energa anche agli otto meridiani straordinari nella cosiddetta "orbita macrocosmica". Corrisponde a quello che avviene nella parte centrale della tetraktys (le frecce che vanno verso l'alto, verso il "rosso" ed il movimento verso la nascita del "piccolo re" (regulus). Nella pratica occidentale corrisponde al settenario di purificazione. In Dante corrsiponde alla salita lungo il Monte del Purgatorio e poi nei sette cieli. 4 Raffinare lo spirito per raggiungere il vuoto In questa fase della pratica, l'energia psichica (Shen) si evolve verso lo "spirito originale" ("Yuan Shen"). Le energie mescolate dello stato "posteriore al cielo" (hou tian) si si ricollegano ad un un tipo di
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LA REINTEGRAZIONE
energie primordiali chiamate "anteriori al cielo" (xian tian). Si crea un corpo formato esclusivamente di energia Yang. Nella Tetraktys tale fase corrisponde al salire verso il punto più alto attraversando il "settenario superiore" (andando verso l'oro ed il sole, in Dante è il salire oltre i sette cieli). 5 Dal vuoto al Tao Corrisponde al punto più alto della Tetraktys. Reintegrazione e tempo totale.
Più sviluppiamo la reintegrazione più ci avviciniamo alla percezione del tempo totale. Ogni divisione limita infatti la nostra percezione del tempo. Ad esempio la divisione tra “percezioni esterne” e “percezioni interne” elimina la coscienza di una parte del visssuto. E crea un tempo “assorbito”, in altre parole la nostra esperienza soggettiva del tempo appare inferiore a quella reale. Notiamo che alcune moderne neuroscienze parlano di uptime o grande acuità sensoriale. Il concetto che qui presentiamo va molto oltre, integrando TUTTE le componenti umane e mantenendo COMPLETA PRESENZA a tutte le dimensioni sensoriali. Scopriamo la differenza analizzando la definizione nella PNL: "L'uptime è la condizione in cui tutti i nostri canali esterni sono completamente aperti e operativi, consentendoci di rispondere con facilità ed immediatezza a ogni appropriato segnale esterno. " 81" ... dimensione in cui ci troviamo totalmente nell'esperienza sensoriale. Non siamo consapevoli di alcuna esperienza interna" 82. E’, come si vede, una definizione negativa. Il fine della reintegrazione alla totalità è invece positivo: risvegliarsi, 81
(Dilts, Bandler, Grinder, DeLozier Neurolinguistica) 82 (Bandler & Grinder Metamorfosi Terapeutica).
Programmazione
essere coscienti integralmente sia dell’esterno che dell’interno. Il paradigma è quello quantistico basato sulla totalità. La strada indicata qui è di consapevolezza totale ivi comprendendovi anche i nostri stati interni, le nostre immaginazioni dei quali possiamo essere coscienti. Niente viene gettato, tutto viene “lavorato”. A questo punto raggiungiamo una nuova dimensione, in cui il tutto è più della somma delle parti. Fisiologia del tempo assoluto
Raggiungere la totalità e l’unificazione è quindi il segreto per il “tempo assoluto” e per la “totalità dell’uomo” e per poter così “cogliere i frutti dell’albero della vita”. Diamone ora anche una possibile spiegazione fisiologica: nel nostro cervello vi sono varie strutture: • il cervelletto, cioè la zona della testa responsabile degli stimoli primari. • Il mesencefalo responsabile dell'aspetto emozionale dell'uomo • i due emisferi (destro e sinistro) responsabili l'uno per una serie di attività di adattamento alla realtà percepita in base ad una serie di meccanismi precostituiti di scelta (pensiero logico) e l'altro per la gestione delle nuove situazioni (creatività - pensiero non razionale) e che intervengono in connessione con il mesencefalo anche nella gestione della vita di relazione. • Il complesso della ghiandola pineale e dell'ipofisi in posizione centrale rispetto ai due emisferi. Per quello che si osserva, la percezione del tempo è tipica del meccanismo operativo dei due emisferi dove il pensiero logico tende a creare un tempo fisso basato sulle cose, mentre l'attività dell'emisfero opposto assieme a quella del mesencefalo tende a creare un tempo
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LA REINTEGRAZIONE
"assorbito" e coinvolto da quello che succede (assorbimento "passivo" del tempo emozionale e passionale). Il "tempo assoluto" si situa fuori dal mutuo intersecarsi dei due emisferi, non è infatti solo un lasciare andare la logicità, ma anche l'entrare in una nuova dimensione che va oltre e che sembra coinvolgere tra l’altro due ghiandole (epifisi ed ipofisi) situate nella zona mediana del corpo nella testa. E’ soprattutto su quest’ultima che sembra importante per la percezione di tale tempo. Nello yoga, ad esempio, particolare attenzione è rivolta allo sviluppo del "chakra della corona", e nelle tecniche di alchimia interna cinese, ad esempio, varie tecniche portano la persona a portare la propria attenzione in luogo analogo "dietro di sè". Gli antichi egizi erano coscienti di ciò e ponevano particolare attenzione alla parte della "corona" nelle loro rappresentazioni umane. I templi egizi ricalcavano (secondo Schawaller de Lubicz) il corpo di Osiride disteso con la parte più sacra in corrispondenza della testa (il fondo estremo del tempio). Del resto anche nelle cattedrali cristiane (in forma di croce e quindi anche qui simboleggianti l'uomo-cristo) la parte più sacra ed unificante è dietro l'officiante (o davanti nel vecchio rito, ma comunque sempre nella stessa posizione), nel luogo dove spesso vi è la cosiddetta "pala di altare" che contiene gli elementi più significativi. Le rappresentazioni della Grazia, del resto, simboleggiano questa che scende dall'alto, nella zona del chakra della corona. Possiamo quindi vedere che vi è una tradizione ininterrotta ed uguale tra varie culture anche molto distanti che pone estrema importanza a questo punto fisiologico, trasmettendo una “intuizione” della sua importanza.
Questa zona è infatti "unificante", anche se fuori dalla coscienza attiva e produttiva abituale83. La reintegrazione dell’uomo mira a mantenere tale connessione superiore ed allo stesso tempo le funzioni personali per operare efficacemente nel mondo. Notiamo che perché la connessione sia efficace è indispensabile creare “armonia” di base. Altrimenti non si tratterà di connessione, bensì di prevaricazione di una parte della mente inferiore su questo centro unificatore. Notiamo che il fattore discriminante è il tempo. Quando vi è armonia una parte della coscienza può essere nel “tempo assoluto” ed in connessione, mentre un’altra parte può operare nel mondo. L’uomo raggiunge allora il più alto stato di coscienza a lui concesso. Scoprire l’elisir di giovinezza e di energia
La strada della reintegrazione qui descritta è di salute. E’ la medicina naturale per eccellenza. Tutti desideriamo restare o ridivenire giovani e conservare la nostra gioventù. Osserviamo gli animali. L’animale anziano si mischia alle generazioni più giovani. Dall’esterno è spesso difficile determinare l’età. Ovunque volgiamo lo sguardo 83
Come dice E.Gley (citato dal De Lubicz) in un esperimento condotto di decerebrazione di un cane eliminando gli emisferi cerbrali: "quello che si elimina (eliminando gli emisferi) sono gli organi della memoria, dell'associazione di percezioni ed idee, di riflessione e sensazione e rappresentazione. In pratica gli organi delle "intelligenze" umane." In pratica la rimozione di questa parte della mente lascia vivi, ma senza "giudizio personale". La persona opera solo come intermediario dell'impulso astratto fuori dalla natura e la sua esecuzione senza scelta. La reintegrazione mira a mantenere tale connessione superiore ed allo stesso tempo le funzioni personali per operare efficacemente nel mondo. La persona diventa allora “re nei due mondi”. Cfr. il rebis.
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LA REINTEGRAZIONE
vediamo che la natura ha un’eterna giovinezza, che crea e ricrea, forma ed abbellisce. La Natura non invecchia mai, mentre l’uomo, che dovrebbe essere l’essere più evoluto si lamenta delle sue difficoltà, malattie e non è in grado di mostrare la sua perfezione.84 Quello che si semina si raccoglie. Dobbiamo quindi fare dapprima rinascere l’infanzia nel nostro organismo, dobbiamo dapprima superare certi ostacoli che possiamo trovare sul cammino e ristabilire le migliori condizioni nel nostro corpo. L’elisir di vita di cui tanto parlavano gli alchimisti non è un composto. L’Elisir di vita è un processo di energie emanative, dirette dalla potenza dello spirito e trasmesse alle varie parti del corpo grazie al nostro impegno. Per sviluppare questo elisir di salute e giovinezza vi sono vari passi. Il primo passo è una “separazione”: dobbiamo incominciare a distaccarsi dal tempo fisico programmato ed incominciare a percepire il “tempo connesso” fisiologico, cioè il nostro essere di base. Il tempo fisico è infatti una finzione che non è “umana”. Il vero tempo cui è soggetta la vita del’uomo dipende infatti dai ritmi suoi interiori (cuore, digestione, battiti cardiaci). Ed il tempo soggettivo varia con questi, ad esempio l’aumento di temperatura, aumentando il metabolismo produce anche una percezione di tempo più lungo.
Il nostro funzionamento ritmico viene inoltre perturbato dalle abitudini di vita che si scontrano coi ritmi naturali, pensieri ed emozioni negative, in altre parole dai nostri “programmi” mentali che ci portano in un tempo che non è il nostro e che ci disequilibra. Il secondo passo è a questo punto creare l’armonia coordinando questi centri: nel corpo ci sono vari ritmi del
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Varie parti di queste due pagine sono adattamenti da Hanish “Diagnostic Personnel”
tempo coordinati a livello inconscio e centri che si occupano di tale regolazione. Il tempo parte già a livello di DNA. Tutte le cellule sono soggette al tempo. E’ come se quindi vi fosse una coscienza generale del tempo. Vi sono però aree più specificatamente atte ad armonizzare tali percezioni, nella fattispecie i centri talamici e dell’ipotalamo-ipofisi. La regione dell’ipotalamo è considerata anche come il centro del sistema neurovegetativo. Vi sono poi ulteriori elementi che contribuiscono al funzionamento dell’uomo. Tutti questi meccanismi che si svolgono a nostra insaputa concorrono all’armonia del nostro corpo e del nostro benessere.
Se non vi è armonia da lì inizia il disequilibrio. Per la reintegrazione dei nostri elementi vitali è necessario un lavoro anche fisico ed energetico. Di queste energie i polmoni sono elemento motrice, gli organi genitali il volante ed il sangue l’agente della volontà. Questa è la vera base dell’elisir di giovinezza. E il passo finale è infine, mantenendo l’armonia, riconnetterci al tempo ed alla vita quotidiana, ma con maggiore calma e coscienza dei nostri ritmi, riportandoci al centro dell’universo. Più il nostro animo vive in armonia, più il corpo può allora durare secondo il suo tempo naturale.
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LA REINTEGRAZIONE
L’uomo in forma di Y 85 nella totalità in piedi sul “lapis niger”86. Quest’immagine può anche essere interpretata come “simbolo fisico” che porta l’attenzione sull’”elevazione” e la riunificazione dell’uomo. Le “stelle” entrano a far parte del tutto (il cerchio).
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La Y è anche un antico sigillo Pitagorico L’immagine è tratta da Agrippa von Nettesheim
Svegliarci e lavorare sulle nostre percezioni – Le Microtrance Quotidiane Cosa sono le “microtrances” quotidiane? Noi esseri umani non agiamo e non vediamo direttamente il mondo. Vi è un’irriducibile differenza tra il mondo e l’esperienza che ne abbiamo. In altre parole non ne siamo effettivamente coscienti. Quel che accade è che ciascuno di noi crea, a seguito dell'impatto con la società una rappresentazione del mondo in cui vive e questa diviene la sua realtà che però è totalmente immaginaria. Nel far questo si "dimentica di sè", cioè del fatto che è lui stesso l'osservatore ed il creatore della sua percezione. Gli indiani parlano a tal proposito del concetto di MAYA o illusione: con questo intendono che quello che percepiamo è solo quello che passa attraverso i nostri sensi e non è la realtà finale, che è impercettibile e si puo’ chiamare AKASHA. Arrivare alla realtà significa sapere ciò, essere liberi ed al contempo risvegliarsi. Essere risvegliati è al di là delle emozioni, anche se non nega l'esistenza del concetto di amore, cui da una definizione più vasta. In realtà l'uomo veramente "sveglio" è il solo capace di amare veramente in quanto è cosciente, totalmente, dei legami esistenti tra gli esseri. L’insieme di quest’arte può essere paragonata ad un risvegliare l’uomo ed aiutarlo a percepire il presente. L’umano medio normalmente percepisce la realtà che lo circonda come in una trance. In poche parole, distorciamo, modifichiamo la nostra percezione della realtà in base a meccanismi inconsci legati alla necessità umana di “catalogare per programmare il futuro” e ci siamo dimenticati che possiamo anche vivere nell’ora. Sono queste trance che ingoiano il nostro tempo.
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LA QUINTESSENZA
Facciamo alcuni esempi di modificazione e distorsione della realtà: Quando diciamo di qualcuno “è arrabbiato”, stiamo distorcendo la realtà, in quanto stiamo dando un nome ad una serie di reazioni biochimiche molto complesso e che non è uguale per tutti. Ma anche distorciamo quando con altre persone adottiamo le stesse reazioni automatiche e quando ci parlano in una maniera, ci viene da rispondere automaticamente. In pratica vediamo il mondo come attraverso una cortimna fumosa. Queste microtrance sono alla base del processo che porta alla formazione di quello che chiamiamo “ego”. Ogni microtrance, ogni reazione automatica che abbiamo è qualcosa che ci toglie alla percezione del tempo reale, cioè dell’ora, e ci porta in un mondo virtuale mentale più simile al sonno. La mente “ordina” la realtà e ne vede solo una parte, cancellando e non vedendo la globalità. Questo processo di “fissazione” può essere diviso in due fasi: 1. definizione: quando interpretiamo (concettualizziamo) in una data maniera un elemento che ci circonda. 2. contrazione: il processo di mantenere tale interpretazione. La dinamica di trasformazione può quindi essere ridotta a pochi principi di base: uscire dalle trance che ci circondano e percepire la realtà reintegrando le nostre facoltà e capacità. I simboli, rappresentando realtà non duali, sono utili strumenti lungo questa via. Allora possiamo accedere al potere del momento presente.
La prima microtrance: la “contrazione” delle nostre percezioni
La prima trance che esaminiamo nasce dalla tendenza del nostro cervello a “contrarsi” attorno alle nostre idee o concetti per “avere dei punti fermi”. Il termine di “contrarsi” è analogo con il principio del freddo, che spinge a “contrarsi” e “proteggersi” per difendersi. Questo processo è infatti creato abitualmente dalle paure. Come il freddo, ci portano ad aggrapparci alle emozioni che viviamo (principio dell’umido), oppure alle definizioni ed a delle definizioni di realtà (principio del secco). E' evidente che quanto più una sostanza è contratta, pesante e compatta, più il movimento vitale che in essa si produce è impacciato, diminuito, rallentato. Si tratta di un imprigionamento dell'energia vitale. La contrazione produce una pressione, una costrizione; genera anche quindi il dolore e la sofferenza. Aspetti fisiologici
Il corrispettivo fisico di quest’attività mentale sono le contrazioni muscolari che corrispondono spesso ad un principio di sopravvivenza, ad azioni non fatte, a bisogni che si sono “fissati” nel corpo. Molti mal di schiena ad esempio sono dovuti al fatto che abbiamo dei muscoli in perenne contrazione. Una parte del nostro corpo è come “congelata”, non in rapporto con la totalità. Una dimostrazione che eseguo spesso è la seguente: in ipnoterapia con la regressione, o con le tecniche di Linea del Tempo, possiamo ad esempio “riportare” una persona a vivere la situazione del passato prima dell’inizio di una particolare tensione muscolare (ad esempio quando era adolescente). A questo punto scopriamo che la tensione è scomparsa! E riportando la persona al presente possiamo allora far scomparire dolori che magari durano da anni!
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LA QUINTESSENZA
Anche nella visione troviamo qualcosa di analogo alla “contrazione”. Succede quando focalizziamo lo sguardo fino a vedere solo una piccola parte della realtà e nello stesso tempo perdiamo la capacità di percepire la totalità del campo visivo. Gli episodi della vita si accumulano in noi e causano spesso la “contrazione” della nostra capacità di percepire il mondo. La seconda Microtrance – L’umido – La “confusione” tra reazioni emozionali
Il secondo aspetto di trance dell’uomo può essere chiamato “confusione tra realtà emozionale interiore e realtà esteriore”. In poche parole, a seguito degli avvenimenti della vita, colleghiamo particolari stati fisiologici ed emozionali ad ogni situazione. Una parola ci ingenera uno stato emozionale, una situazione ci crea panico etc… Ma chi è che reagisce in noi? Viviamo qualcosa e proviamo un’emozione automaticamente. E’ un fenomeno in parte collegato al concetto dell’”ancora” da noi già descritto. Il principio dell’umido è il principio dell’emozione e delle reazioni ad essa collegate. La nostra mente tende a creare in noi una mappa di reazioni biochimiche, che chiamiamo emozioni, che pensa che possano essere utili per la nostra sopravvivenza. Queste legano realtà fisica e realtà emozionale e fa sì che al sopravvenire di certe circostanze automaticamente si crei un’emozione87.
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Se allora vediamo il concetto del “mercurio” come equivalente dei nostri dinamismi infrapsichici comprendiamo la frase di Dom Pernety. Humide: Dit simplement, signifie le mercure, dissolvant universel ..
Quando il processo si accentua non percepiamo più la realtà quale essa è, bensì solamente le nostre emozioni interiori. Il fenomeno è particolarmente vistoso nel caso di emozioni negative. E’ da lì che nasce ad esempio la tristezza. L'individuo triste indugia e si compiace dell'atmosfera nebbiosa, fumosa dove i fantasmi prendono consistenza di realtà. Cosa fare allora? Distacchiamoci e viviamo la presenza. L'individuo attivo guarda bene in faccia le sue immagini e dice loro seccamente: — Tu sei il ricordo ormai inutile di un dolore finito che vuol risorgere ; oppure : — Tu sei il rimorso antico di una colpa ormai scontata; ovvero: Oppure, più prosaicamente: — Tu sei un dispetto. Tu sei una scorpacciata. Tu sei una delusione d'affari. Così e solo così si riesce a chiarificare il nostro spirito, e sostituire a uno stato depressivo uno stato sereno e da questo passare allo stato attivo. La terza Microtrance - Il secco - La fissazione della forma Opposto all’umido è il secco. La definizione pura e semplice delle cose senza elementi emozionali. La secchezza solidifica o fissa una “forma” sul piano della “materia” definendola come “concetto”. Nel grafico sotto vediamo la formazione di una identità basata su di un concetto.
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LA QUINTESSENZA
REALTA’ GLOBALE
Idea
o
Concetto. De-finizione (contrazione)
Sono molte altre le realtà e concettualizzazioni: ad esempio se diciamo “ è difficile” stiamo creando un concetto su di una particolare realtà etc… Il linguaggio “secco” è un linguaggio molto legato alla sensorialità e poco alle emozioni (ad esempio il metamodello della PNL). Vi è pero’ un rischio. Se una persona è molto secca per paura delle emozioni che potrebbe vivere, in linguaggio psicologico si dice a volte che è dissociata dalle emozioni e si nega quindi una parte della realtà. Aspetti fisiologici della dissociazione
Fisiologicamente questo tipo patologico di dissociazione è caratterizzata da restringimenti del campo visivo con limitazione alla visione foveale. Stile miopia con concentrazione sul logico. Visione sul vicino. Nella dissociazione e' anche possibile una visione tunnel (foveale) con immaginazione di allontanamento (probabile dilatazione della pupilla), in altre parole la persona si tiene “distante”. L’ideale è invece la posizione nelle quali le rezioni fisiologiche di questo tipo non avvengono, il campo visuale può essere aperto e completo, ma noi siamo al di là delle emozioni. In altre parole, pur potendole vivere, non ci identifichiamo ad
esse. Un esempio può essere l’animo dell’attore, che è in grado di vivere un’emozione ma non farsi condurre da essa. Dialogo Mentale
Il fatto che elementi esterni creino stati emozionali in noi, e che la nostra mente cerchi di concettualizzare (cioè spiegare) gli avvenimenti da origine a quello che chiamiamo “dialogo interiore”. E’ il chiacchiericcio interno quotidiano. Il dialogo interiore è lo sforzo della nostra mente di definire la realtà in termini concettuali, di “fissarla”, e costituisce la base dell’ego. La maggior parte delle persone, appena non è assorbita in un’attività, comincia ad essere invasa da pensieri creati dai minimi stimoli esterni che svegliano meccanismi automatici di associazioni mentali. E’ il dominio della mente. Una effettiva crescita personale mira ad andare al di là dei propri pensieri e prendere contatto con la propria coscienza. Noi siamo infatti anche se non pensiamo, come succede ad esempio nella meditazione o stati analoghi. Ci parliamo nella mente molte volte più del necessario. "Devo fare questo", "ce la faccio", "non ce la faccio" sono esempi di frasi che diciamo a noi stessi. Alcune persone si tormentano la vita con pensieri negativi. Passano le notti a rimuginare, ripensare senza avere requie. Dobbiamo imparare ad interrompere ciò ed acquisire uno stato di sommo Silenzio Interiore. Ma questo sembra difficile se abbiamo troppi pensieri negativi. E' possibile però prendere controllo sul nostro mondo interiore con i tre strumenti della PAUSA, della SOSTITUZIONE e della SCOMPOSIZIONE. Ecco i nostri consigli:
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LA QUINTESSENZA
METODO DELLA PAUSA: fai ogni tanto delle PAUSE, dei break, degli stop mentali per allontanare i pensieri, utilizzando le tecniche di rilassamento e di autoipnosi. Questa è regola principe per prendere controllo su te stesso; METODO DELLA SOSTITUZIONE: fai attenzione alle espressioni negative che utilizzi, ed applica la SOSTITUZIONE: sostituisci tali espressioni mettendo delle contro affermazioni e delle immaginazioni positive; ad esempio quando ti viene da dire "non posso fare X" sostituisci con "cosa posso fare allora?". Oppure volgi al positivo: tutte le volte che pensi "va male" prova a dire "va bene!". La mente rimarrà in tale maniera in uno stato di stallo tra le due affermazioni contrastanti e non prenderà nè l'una nè l'altra. METODO DELLA SCOMPOSIZIONE potrai utilizzare ad esempio il "metamodello semplificato": ogni volta che ti si pone un pensiero negativo distruggilo! Utilizza con te stesso delle domande del tipo: come faccio a sapere specificatamente che va male? Come faccio a dire “X”? E’ sempre così? Poichè nessuno di noi conosce il futuro, è ovvio che tale metamodello semplificato, ripetuto, porterà alla constatazione: effettivamente non so se domani sarà come ieri ( e chi lo sa? ) oppure ti aiuterà a "scomporre" le tue impressioni globali (es. "tristezza") in impressioni sensoriali (ho una sensazione di respirazione un poco bloccata) più facilmente modificabili.
Questi pratici consigli riescono in breve tempo a farci entrare nell’ottica di pensiero che “noi siamo i padroni del nostro dialogo interno”. E ricorda: non c’è bisogno della logica cartesiana e del pensare continuamente per esistere, tu esisti comunque. Il principio del caldo
Il principio del caldo è l’opposto della contrazione. Il concetto del caldo è legato all’Espansione al “lasciare andare” i blocchi ed al creare nuove conformazioni così
come il caldo favorisce la crescita della vegetazione. Prendere coscienza di un’emozione significa ad esempio lasciarla espandere e scioglierla nel corpo. Esercizio 21: coscienza del caldo e dell’espansione 1 - rendersi conto di un’emozione o di una sensazione 2 - togliere l’immagine corrispondente 3 - lasciarla espandere e “sciogliere nel corpo” prendendo coscienza del corpo in quanto “totalità”. Sentiremo una maggiore energia ed una nuova conformazione di noi stessi.
Il principio del caldo è strettamente collegato al concetto di “coscienza” e presa di coscienza del corpo. Eccesso di caldo
Più una sostanza è leggera, sottile, più il movimento vitale è accelerato, più l'energia è libera di manifestarsi nei suoi effetti. Affermeremo con ciò che si debba ricercare esclusivamente l'espansione? No, certo. L'intensità eccessiva di vita non sarebbe compatibile colla natura umana. Dobbiamo cercare un correttivo nello stato di riposo. Lo stato di riposo non è stato d'inerzia, ma di libertà, cioè opposto ancora alla contrazione. Si potrebbe chiamarlo euritmia, mezzo del minimo sforzo, infatti il “lasciarsi andare” eccessivo se è accompagnato da una perdita di centratura genera un’espansione nella quale perdiamo coscienza di noi stessi. La creazione di nuove forme diventa eccessiva. In particolare nei rapporti interpersonali vi è il rischio di una iperespansione del principio io e di una non percezione dell’altro.
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LA QUINTESSENZA
Riepilogo delle caratteristiche simboliche delle microtrance di base FREDDO – Contrazione. Autoprotezione, creazione di barriere. Le caratteristiche sono quindi impassibilità, scetticismo, egoismo e tensione. UMIDO – Dissoluzione. E’ legato alle emozioni. A questo lato si connettono passività, variazione, assimilazione, desiderio passivo di sottomissione SECCO – Solidificazione. Creazione di definizioni. E’ legato alla assenza di emozionalità. Vi si connettono anche spesso reazione, opposizione, ritenzione, desiderio di dominazione. CALDO – Espansione, Istintività, rilascio dato dalla maggiore consapevolezza. Anche entusiasmo, azione, desiderio attivo di persuasione.
Sviluppare la quintessenza
La combinazione delle qualità di base da origine ad una serie di tipologie, come mostrato dal disegno soprastante. Le qualità sono sul bordo della circonferenza, in quanto sono la nostra maniera di percepire la realtà F88. Gli elementi rappresentano una croce +. il mozzo della ruota è la quinta essentia o quintessenza, termine con cui si vuole indicare anche la sostanza comune fondamentale che li contiene. 89 Il “sensorium commune” e la “quintessenza”
Si tratta di uno stato di equilibrio superiore. Possiamo notare che vi è una forte analogia tra il concetto di quintessenza ed il “sensorium commune” di Franz Anton Mesmer. Per Mesmer il “sensorium commune” non coincideva “con nessun senso, ma con il sistema nervoso nella sua intierezza”. E’ insomma un meta-senso, un senso al di là (dal greco meta) degli altri sensi. 88
Le nostre “trance” percettive
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LA QUINTESSENZA
Notiamo inoltre che la connessione tra questo “metasenso” e gli altri sensi influenza direttamente le percezioni. Il “sensorium commune” è per Mesmer anche il “sesto senso”, in quanto in grado di percepire elementi che i singoli sensi non percepiscono, in quanto bagna nella realtà stessa come totalità, mentre ogni singolo senso non fa che percepire che una parte della realtà. In maniera pratica se abbiamo un problema possiamo osservarlo coi sensi singoli (razionali), ma se non riusciamo a risolvere la situazione è utile entrare in contatto con la quintessenza che è al di là dei singoli elementi pur essendone alla base.90 Per spiegare il concetto possiamo anche ricordare il detto di Aristotele “il tutto è più della somma delle parti”. Rappresenta il raggiungimento di uno stato che pur essendo nella realtà fisica la trascende. E’ questa capacità di trascendere le situazioni, di essere sempre padrone di sé nelle circostanze e libero dalle paure un primo passo fondamentale. E allora, invece che “liberarci dai sensi” possiamo “liberarci nei sensi”, in altre parole adoprarli liberamente. E questo è un segreto molto importante. 90
Anche l’antico disegno sottostante (Quintessenza, amalgama filosofico primario) rappresenta chiaramente lo stesso concetto, riferendolo però al numero cinque (l’uomo più i quattro elementi, oppure anche i cinque sensi, nel qual caso l’amalgama filosofico primario verrebbe a coincidere con il “sensorium commune” di Mesmer).
Il Sensorium Commune e la riconnessione alla Natura
Questa quintessenza è quindi naturale. L’accesso è però solo possibile se noi siamo presenti. E’ l’uomo con le sue sovrastrutture mentali che se ne è allontanato. Infatti invece di dominare le attività sensorie permette a queste di turbarlo e portarlo fuori dall’equibrio. Più siamo in grado di rimanere nello stato di base più possiamo invece lasciare cadere i vecchi modi di agire. Nella tradizione tibetana, ad esempio, si insegna a prendere le decisioni partendo dalla quintessenza cioè dalla propria natura. Non deve essere il nostro io programmante a decidere, che è periferico e basato sulle abitudini, ma la nostra parte centrale in contatto con la nostra vera natura. In tale maniera il nostro fare può corrispondere al nostro essere. Anche per Mesmer, l’accesso al “sensorium commune” è uno stato di armonia91, ottenuto attraverso tecniche chiamate di “magnetismo animale”, in quanto permettono di riscoprire la dimensione primitiva, animale della persona. Un’espressione utilizzata per il raggiungimento di tale situazione di armonia con la natura era “la persona è ridivenuta animale” alludendo con queste parole all’eliminazione di tutta una serie di sovrastrutture mentali. Il simbolo del Leone Verde Il simbolo di tale stato di Natura è quindi anche il Leone Verde, vale a dire il recupero di forze primitive ed animali nell’uomo (il leone)92 legate ad un essere naturale (il verde). Il leone verde che ingoia il sole rappresenta la vecchia sovrastruttura mentale (il sole, la ragione fissa) 91
E infatti Mesmer chiamò la sua società “Societé de l’harmonie” La forza è anche fisica. In questo stato, non più bloccati dalle concrezioni mentali, si può facilmente aumentare la forza fisica. 92
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LA QUINTESSENZA
che viene sciolta dalla nuova, e questo può allora essere origine per un nuovo modo di essere più reale ed effettivo93. Ed il leone verde è anche il vetriolo verde (Vitriol), perché è la forza vitale che deriva dall’accesso all’interno di sé. Nel Vitriol vi è l’accesso alla vitalità animale94.
Tempo ed essenza
Arrivati ad un livello di essenza verifichiamo anche fenomeni significativi a livello di tempo: questo comincia a modificarsi. Il tempo è infatti una misura di movimento, di cambiamento95. Il tempo implica una trasformazione. Per gli antichi era però sotto il dominio di Saturno (o Chronos) che rappresenta la fissità. Infatti per chi non accede al “tempo psichico” questo possiede la “rigidezza della pietra”. E per misurare il tempo fisico bisogna avere un referente teorico che sia statico. Ma ad un livello (anche iniziale) di percezione della “quintessenza”, di accesso al “sensorium commune” la percezione cambia perchè non vi è più un referente statico. La realtà appare meno “fissa” e rigida e l’idea abituale di tempo comincia a sfumare. 93
Che da alcuni venne anche considerato la “materia prima” da cui procedere, in quanto ormai pulita e pronta. 94 Wirth op. cit. Il riferimento a Mesmer è anche del Wirth. 95 Aristotele lo considera “misura del movimento” che, per Eraclito suppone una trasformazione.
Certo, la capacità di programmare serve nella vita quotidiana in quanto se si deve effettuare un viaggio bisogna calcolare il tempo. Ma questo è uno scopo specifico e strumentale che si basa sulla concettualizzazione di alcuni elementi (la meta fisica da raggiungere per esempio). Ogni concettualizzazione è creata dalla mente e può cambiare. Quello che è importante in questo punto capire è che il tempo nasce come risultato di un processo di tipo mentale e proprio per questo può “cambiare”, allungarsi e restringersi, come verifichiamo sperimentalmente nella vita e quindi in un attimo potrebbero trascorrere giorni, ore o anche il tempo potrebbe fermarsi. Percepire ed intuire l’essenza
Raggiungere la quintessenza nella vita quotidiana è un percorso lungo che richiede di mettere in atto tutto quanto esposto finora. Ma percepire l’essenza è possibile anche prima.96. Quando siamo ad esempio in stato di rilassamento o con le metodiche ipnotiche possiamo avere qualche volta una “intuizione” di quello che è l’essenza. Ci troviamo in uno spazio “libero”, “allargato” nel quale siamo “prima” dei nostri sensi. Una maniera è ad esempio il “rilassamento progressivo”: Esercizio 22: rilassamento generale Sdraiati, rilassiamo tutto il nostro corpo partendo dai piedi e risalendo via via fino alla testa. L’esercizio deve durare circa dieci minuti ed essere condotto con la massima presenza alle nostre sensazioni corporee.97 96
Ed anche con finalità terapeutiche anche se non bisogna arrestarsi a questa fase. 97 Il processo di “gustare l’essenza” può anche essere condotto sperimentalmente con le metodiche magnetiche classiche (passi magnetici). Questo metodo è molto più efficace delle metodiche
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LA QUINTESSENZA
Le persone che praticano questo esercizio regolarmente ci riportano sempre di sentirsi meglio. Ciò è confutato anche da varie ricerche98. Un’altra maniera è infine la concentrazione sull’ombelico, praticata tra l’altro dai monaci del monte Athos. Infatti il punto centrale di questa prima fase dello sviluppo dell’uomo è l’attenzione nella zona dell’ombelico che simbolicamente, è il “centro della terra” (la terra per gli antichi è simbolo dell’uomo).99 Questa pratica può essere seguita in maniera guidata, per le persone che si stanno ancora avvicinando a comprendere queste metodologie, vedi esercizio del “massaggio magnetico” qui sotto, oppure autonoma e porta sempre una sensazione positiva. Esercizio 23: Massaggio Magnetico. Maniera guidata: attraverso lievi toccamenti condurre l’energia nella zona centrale (vedi disegno qui sotto)100 verbali in quanto non stimola l’ego logico. Con la metodica magnetica, l'approccio al primo stato di dissoluzione dell’ego è attraverso la trance magnetica. Grazie alla trasmissione di vitalità dell'operatore, la mente logica (il saturno) si eclissa permettendo alla coscienza secondaria, il cuore divino dell'inconscio di esprimersi senza limitazioni. La mente cerebrale volontaria viene dissolta nei gangli e nel “sensorium commune”. Il senso corporeo del corpo è rarificato come uno spirito acqueo. (cfr. Isrel Regardie – The Philosopher’s Stone) 98 Benson: “The relaxation effect” 99 Nella “seconda fase” quello che svilupperemo sarà poi il centro del cuore.
La pratica può anche essere effettuata in maniera autonoma. Esercizio 24: Concentrarsi al centro Calmi, concentrarsi sulla zona addominale (lo hara), il centro di sé stessi. Eseguire delle ampie respirazioni.
Notiamo la somiglianza tra questa fase e le tecniche di alchimia interiore cinese (da eseguire da fermi) mirate alla percezione interna: “ci si concentra sull’ombelico fino a raggiungere un perfetto stato di calma e un attento controllo della respirazione. Immersi in queste tenebre silenziose, i nostri organi raggiungono una sensibilità tale da percepire ogni movimento impercettibile all’interno del corpo. Improvvisamente qualcosa si muove: l’essenza, dopo essere stata a lungo concentrata riempie ora l’addome”.101 100
Il grafico è dato solo a titolo informativo. E’ necessario un training specifico per condurre al meglio la pratica e la conoscenza delle pratiche magnetiche base. 101 “Alchimia del Soffio” pag. 54. Mantak Chia propone un esercizio simile che chiama “fusione dei cinque elementi”. Ovviamente quest’esercizio ha senso solo se non rimane pratica isolata, ma si
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LA QUINTESSENZA
La parola Vitriol menzionata prima può in tal caso essere compresa anche in questo senso: visito l’interno di me (e la zona dell’ombelico ne rappresenta un equivalente fisiologico) ed incomincio a trovare la pietra nascosta (l’essenza). Con tali esercizi, inoltre ci stacchiamo dal tempo programmato ed entriamo nel tempo connesso, e comprendiamo meglio il significato delle due lettere finali di VITRIOLUM : Unicam Medicinam, cioè “la sola medicina”.
accompagna ad una presenza costante.
Note Aggiuntive: tempo ciclico e potere della Ritualità Se siete regolari negli esercizi che presentiamo in questo libro raggiungerete alti risultati . Eseguiteli magari ad ore fisse e con attenzione. Questo vi aiuterà sia a sviluppare la volontà sia accederete ad una dimensione di “non urgenza”, e creerete uno “spazio” nella vostra mente. Una formula per portare l’uomo verso la coscienza del tempo assoluto è: presenza a sé + simboli + ritualità ciclica Le religioni utilizzano la ritualità, ma non solo: questa caratterizza anche i momenti “sacri” di una nazione. E’ un modo di costituire un “tempo ciclico” dove le cose si ripetono, e “la fine si collega con l’inizio”. Per la nostra materia allora, fuori dal divenire, è più facile la trascendenza e lo sviluppo della “quintessenza”. 102 Il rito è un qualcosa che per definizione si ripete sempre uguale. Il tempo può rimanere come sospeso, poiché non vi è “divenire”. A questo punto l’uomo diventa centrale. Riportiamo l’io in quel posto fuori dal tempo cui appartiene da sempre e passiamo da io individuato dalle cose ad io individuante . Questa era tra l’altro anche una caratteristica delle società tradizionali e spiega come esista una relazione sottile tra ciclicità e centralità umana. Un tempo gli uomini vivevano in simbiosi completa con i ritmi della Natura. Anche questi ritmi sono ciclici. A questo punto si può accedere ad una diversa connessione alle cose che si distacca dal nostro abituale “vivere il tempo”. Cioè impariamo a non farci assorbire da esso. Ma analizziamo ora i “modi” di assorbimento nel tempo dell’uomo. 102
A questo proposito abbiamo notato come la linea del tempo descritta precedentemente possa tendere a divenire circolare.
GLI ELEMENTI DI BASE (livello )
Tipi psicologici di base – La Cenestesia. Noi creiamo la nostra esperienza soggettiva. Ad esempio creiamo la nostra tristezza, la nostra ansietà condensando e fissando in una certa maniera il mondo. Se lo capiamo possiamo smettere di farlo. Se comprendiamo che dietro tutto quello che percepiamo vi siamo noi e come viviamo, comprendiamo meglio l'unità ultima delle cose.103 Le microtrances descritte, cioè le maniere nelle quali modifichiamo la realtà percettiva, si combinano e fanno sì che viviamo la realtà e il tempo in maniere diverse a seconda della preponderanza dell’uno o dell’altro elemento.104 103
Questo può essere capito bene chiudendogli occhi ed immaginando, lasciandoci andare in una reverie. Ci appaiono immagini, spazio, ecc. ma in realtà siamo sempre noi. Ogni cosa che rimiriamo nel nostro spazio interiore è dentro di noi, anche se ci sentiamo separati da essa e ci sembra esterna. Ma è lo stesso ad occhi aperti. Noi non percepiamo lunghezze d'onda, ma colori. E’ la mente che interpreta e crea la realtà. 104 Come dice R. Ambelain in “Scala Philosophorum”: "l'uomo, coronamento della Natura, è un microcosmo esattamente composto così come il macrcosmo, del quale non è che il riflesso e la sintesi. In lui, come del resto in tutte le frazioni della materia si combinano (associandosi od opponendosi) le quattro qualità elementari (Freddo - Umido - Secco e Caldo) le quali formano in base alle succitate combinazioni i quattro elementi (Terra - Acqua - Aria e Fuoco). Tutte queste reazioni producono, nell'uomo, ciò che si ha l'abitudine di chiamare i temperamenti i quali evidentemente sono quattro e precisamente: il melanconico (detto anche nervoso), il linfatico, il sanguigno ed il bilioso. A loro volta questi quattro temperamenti generano nell'uomo i quattro umori, i quali non sono altro che la manifestazione dei quattro elementi. Questi quattro umori sono la merlanconia, Linfa, il Sangue e la Bile.”
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GLI ELEMENTI
Questi elementi si riflettono nell’aspetto stesso delle persone. Il carattere, ossia il modo di sentire e di volere infatti influisce sui muscoli volontari e plasma la fisonomia. Il volto subisce cambiamenti per l'azione continua dei muscoli. Gli uomini di un temperamento emozionale hanno in vecchiaia assai più rughe degli uomini calmi. L’atteggiamento rispetto al tempo partecipa in ciò. L’ansioso è più respiratorio. Chi si coinvolge passivamente più fisico. Tutto s'incatena quindi nell'organismo umano. E l’antica scuola Pitagorica ammetteva al tempio i candidati solo dopo un esame morfofisiologico105. Partiamo ora dall’analisi di come l’uomo “crea” la sua esperienza soggettiva del mondo e del tempo106 e lo collegheremo anche a vari tipi umani, visti sia come fisiologia che comportamento. A partire dagli egizi, l’uomo si è osservato e sono stati distinti quattro tipi, che vanno intesi come modi di essere nelle cose. Questa classificazione è passate indenne attraverso i millenni. Per ciascun tipo indicheremo una via di evoluzione e di maggiore accesso al tempo presente.
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I quattro temperamenti sono anche la base della medicina greca. In aggiunta ai tipi puri, ci sono dei temperamenti misti. I tipi puri sono rari. Il modello tipico è un temperamento duale, con un primo temperamento più forte ed un secondo temperamento con minore forza. Poche persone hanno tre temperamenti egualmente dominanti. L'elemento chiave è il temperamento che NON si esprime, che dovrà essere rinforzato ed incrementato. Vi sono quindi: temperamento semplice; temperamento duale (uno più forte dell'altro o entrambi eguali); e triplo temperamento con l'ultimo che rimane debole. 106 I due sono la stessa cosa.
Il primo tipo. Il tipo concettualizzante - colui che vive il tempo misurato e fisso Il livello più basso di esistenza è quello nel quale, presi dalla concettualizzazione, dalla nostra “mappa” mentale ci identifichiamo con la nostra mente, e condensiamo, cioè “congeliamo” la realtà in elementi staccati, e viviamo il mondo come realtà staccate e definite attraverso uno schermo di concetti, etichette, immagini, parole, giudizi. E’ un modo di essere nel quale tutto deve essere misurabile e quantificabile. Rapporto al tempo. La persona passa la vita a classificare le cose e misurarle senza rendersi conto che questa passa e finisce. Sempre nei suoi pensieri, tende a programmare molto ed a calcolare il tempo. Tecnicamente questo tipo di assorbimento del tempo è definito come “assorbimento attivo” ed è in rapporto con l’emisfero logico. Fisiologia. Corrisponde nella classificazione della medicina tradizionale greca al cosiddetto Melanconico: “Fisicamente il melanconico, detto anche nervoso, è debole, fiacco, la sua muscolatura è anemica, il contatto con esso risulta "secco e freddo", la sua pelle è smorta, la sua tinta terrea, il suo polso piccolo e duro, la sua digestione lenta, i suoi capelli ed i suoi peli sono radi e di colore impreciso, l'urina è poco abbondante, l'udito è duro.”107. Un tentativo di collegare questo tipo al funzionamento di particolari ghiandole collega questo tipo alla tiroide (il chakra della gola). Più che il tipo morfofisiologico, scopriamo come modo di essere che assumiamo in particolari momenti. Quando siamo in tale posizione percettiva rispetto alla realtà, siamo infatti preda del nostro dialogo interiore. 107
R. Ambelain “Scala Philosophorum” – pag. 103
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GLI ELEMENTI
Questo modo di fare al livello più basso tende a precludere ogni relazione vera e ci rende automatici. Questo schermo di pensieri ci da ance la falsa illusione di essere separati.
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L’immagine rappresenta questo concetto: è un uomo che dorme e non fa attenzione alla propria natura (rappresentata dalla donna). Diventiamo infatti freddi e riservati sentendoci separati dagli altri. E’ facile anche perdere contatto con il corpo109. Poichè questo modo di essere nasce dal voler concettualizzare, e concettualizzare è naturalmente legato al programmare, vi è anche una qualità positiva in tale modo di essere: la prudenza, la riflessione, la circospezione e la propensione allo studio. Interpretazione del simbolo della terra Per millenni questo modo di essere è sempre stato collegato alla terra. Notiamo come il principio del freddo applicato al secco “impietri” la realtà. Il secco insieme al freddo “fissa” la realtà in una particolare forma, le da una specifica “solidità”. La persona allora agisce in maniera meccanica, aderente alle cose, non conosce le emozioni ma se rimane troppo a
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Immagini ricavate da “Die vier Temperamente. Medizinhistorisches Museum Zürich” riportato a http://www.natura-naturans.de/artikel/elemente.htm 109 Ecco perché la muscolatura anemica e fiacca
questo livello neppure si può elevare spiritualmente. Ecco perché secco+freddo = terra Consigli per vivere il presente per il tipo terra – Sviluppare il Silenzio Interiore Imparate l’arte del “silenzio mentale”. La vita di tutti i giorni stimola infatti la nascita di un continuo chiacchiericcio mentale. Allora, fuori dalle parole, possiamo avere l’intuizione del tempo assoluto.
Il secondo tipo. Il tipo fluttuante - il tempo “assorbito” Se passiamo la vita assorbiti dalle emozioni che ci “avvinghiano” e per noi la vita è solo passione e null’altro, abbiamo allora il mondo delle brame, cioè dei desideri e delle emozioni che ci portano incessantemente. Il temperamento che ne risulta è allora fluttuante, emozionale e spesso manca di costanza. Rapporto al tempo: Il tipo acqua viene assorbito dalla vita. Si fa emozionare da tutte le cose. L’acqua simboleggia l’assorbimento e tecnicamente questo assorbimento viene chiamato “assorbimento passivo”. Quando guardiamo la televisione, ad esempio, veniamo “assorbiti” da quello che vediamo, ed il tempo viene assorbito. Vi è una sospensione dell’animazione attiva interiore. Dimentichiamo noi stessi e le cose attorno e cadiamo “fuori dal tempo”, così che i momenti passano senza che ce ne accorgiamo. Lo stesso accade nel sonno, oppure in vari avvenimenti della vita quotidiana, dove capita che viviamo come “addormentati”. In questi stati vi è anche poca attività cerebrale in quanto vi è pochissima attività percettiva.
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GLI ELEMENTI
Fisiologia: i gruppi fisici dominanti sono il ghiandolare ed il tattile, in altre parole questo tipo processa la realtà attraverso il corpo e le proprie reazioni biochimiche. Corrisponde nella antica classificazione tradizionale al Linfatico: “Fisicamente tende alla pinguedine110, la sua carne molle, il contatto con essa ce la presenta flaccida e fredda, i suoi muscoli sono molli, la sua taglia spesso corta, la sua tinta pallida e livida, i suoi polsi deboli, lenti e molli, il suo fiato talvolta cattivo, la sua saliva e l'orina abbondanti, i suoi capelli abbastanza folti.”111
L’immagine rappresenta un uomo coinvolto ed affascinato dalla natura. Anche qui, cerchiamo di capire un modo di essere che tutti abbiamo, ma qualcuno di più. Questo tipo vive infatti in un mondo emozionale. “L’emozione è il riflesso della mente nel corpo, e più siamo identificati con l’idea di piacere e dispiacere, giudizi ed interpretazioni, più sarà forte la carica emozionale”112 La chiave per lo sviluppo è allora reimpossessarci dell’energia che sta dietro alle emozioni. La differenza tra un pensiero ed un’emozione è che quest’ultima è vissuta nel corpo. Osservarla permette di disidentificarsi da essa ed iniziare a separare i livelli”.
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La frequente pinguedine è dovuta al fatto che si fa coinvolgere facilmente dal piacere del cibo. I muscoli molli alla prevalenza data alle sensazioni interne invece che alle esterne. 111 Scala Philosophorum - ibidem 112 Eckart Tolle – Practising the Power of now – pag 17
Interpretazione del simbolo dell’acqua Tradizionalmente il freddo applicato all’umido indica invece una direzione dove le emozioni e le brame ci guidano e non riusciamo a superarle, è il regime delle acque. Ecco perché freddo + umido =acqua Consigli per vivere il presente per il tipo acqua – Controllo degli impulsi sensori
I nostri cinque sensi sono senza tregua colpiti da una molteplicità d'impressioni che reagiscono sopra le nostre disposizioni mentali e ci portano ad essere “mangiati dalla realtà”. E le reazioni emozionali alle persone e situazioni che ci circondano sono abitualmente come delle “trances” nelle quali riviviamo le stesse emozioni che spesso abbiamo vissuto nel passato. Cosa eccellente è invece l'applicarsi a frenare queste impressioni. L'aspetto degli esseri, delle cose, altera, alle volte, profondamente le nostre disposizioni intime. L'abito e l'andatura delle persone modifica il nostro atteggiamento nei loro riguardi. La temperatura e il cielo grigio che dànno agli oggetti esterni una certa apparenza di tristezza e di spiacevolezza, turbano alle volte la nostra attività. Ecco tante occasioni per esercitare la padronanza su noi stessi. Il contatto di certe cose, di certi animali, ispira al nostro tatto la ripugnanza od anche un orrore insormontabile... in apparenza. Senza cercar questo contatto, subiamolo col maggior coraggio possibile quando se ne presenta l'occasione. I rumori discordanti, bruschi, inattesi producono una contrazione dei muscoli del volto, provocano un soprassalto, un'esclamazione: reprimiamo questi riflessi ed alleniamoci ad ascoltare tranquillamente lo strepito dell'officina, l'acredine stridente di una voce o il rumore dei veicoli. Quando un odore sgradevole urta il
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GLI ELEMENTI
nostro olfatto, cerchiamo d'allontanare la sorgente, sopratutto se questo odore segnala una possibilità d'intossicazione; ma, se è inoffensivo, non dobbiamo temerne gli effluvi. Si sa che le preferenze e le ripugnanze alimentari non corrispondono sempre all'eccellenza od alla nocevolezza dei commestibili che le generano. Anche in questo caso, bisogna fare appello all'intelligenza e lasciarla prevalere, per regolare le nostre ingestioni. Una enorme spesa di forza nervosa accompagna il soddisfacimento degli impulsi emozionali: per questo il miglior modo è quello di allenarsi a controllarli. Impariamo l’arte del distacco e del lasciar svanire queste reazioni al fine di percepire veramente la realtà e non le nostre reazioni ad essa. Allora potremo accedere ad una percezione più reale del tempo e della vita e sentire che c’è un mondo ancora più vivo e reale di quello che pensavamo.
Il terzo tipo. Il tipo dei piaceri passeggeri Infine possiamo vivere nell’espansione fino al limite della dissipazione. Rapporto al tempo: Questo tipo tende a vivere la vita come momenti staccati. Rischia di non mantenere una linea. In certi casi è preda del suo dialogo interiore. Fisiologia: I gruppi fisici più sviluppati in tal caso sono il respiratorio ed il ghiandolare. Praticamente si ingenerano facilmente emozioni (ghiandole), e la respirazione porta a variare abbastanza velocemente la fisiologia dissipandole. Nella classificazione tradizionale questo tipo è definito Sanguigno. “Fisicamente il sanguigno ha le carni sode, i muscoli pieni, le forme armoniose, la pelle è tiepida e cedevole, la tinta è chiara e
fiorente, il polso regolare e normale ed i capelli abbondanti.”113 Il temperamento che ne risulta può sviluppare la qualità dell’equilibrio, ma al contempo rischia di farsi prendere dai piaceri passeggeri della sessualità e della tavola.
Interpretazione del simbolo dell’aria L’espansione dell’emozione ed al contempo la sua dissipazione crea un tipo particolare. La coscienza applicata alle emozioni farà sì che queste si dissolvano. Questo è positivo per poter creare equilibrio. Se però questo processo è troppo forte il tipo tende verso l’incostanza e l’espansione eccessiva, verso la frivolezza e la dispersione senza “fissarsi” su niente. Consigli per vivere il presente per il tipo aria: controllo della parola
Fate attenzione all’espansività sotto ogni forma. In modo generale sforzatevi di osservare il silenzio. Se per esempio venite a sapere una notizia ed avete desiderio di comunicarla ad un amico, pensate che facendolo sprecherete una certa energia. Conservate questa energia: non dite nulla. Non manifestate le vostre impressioni, specialmente quelle che sono in voi svegliate dai propositi di chi vi sta intorno: ogni esclamazione, ogni parola, ogni gesto trattenuti, aumentano la vostra riserva nervosa. Non sprecate la vostra forza mentale in propositi di 113
Scala Philosophorum - ibidem
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GLI ELEMENTI
nessun conto, commentando gli avvenimenti del giorno, facendo apprezzamenti sulle persone che passano o sulle azioni alle quali assistete. Tutto ciò non significa già insociabilità, ma semplicemente trattenere attività inutili a voi stessi e agli altri. Quando dovete necessariamente parlare, non fatelo meccanicamente, automaticamente : pensate le vostre espressioni. Ascoltate con calma quello che vi si comunica senza esprimere il vostro giudizio, se non è indispensabile. Non lasciatevi costringere a parlare malgrado la vostra volontà. Se qualche ciarliero vi opprime col suo verbiloquio, abbiate l'aria di interessarvi a ciò che racconta, lasciatelo che sprechi la sua forza nervosa, e continuate a condensare la vostra. Sentirete una sensazione di forza allora, e potrete essere più nel presente
Il quarto tipo . Il tipo che prende quello che vuole e non assorbito dal presente L’eccesso di espressione quando assume una forma definita, secca, può creare un quarto temperamento. Questo temperamento è è molto espressivo su quello che vuole, istintivo ed irascibile, capace di reazioni rapide allo stesso tempo è sensoriale e poco emozionale. Rapporto al tempo: Questo tipo tende a vivere la vita in uno stato chiamato tecnicamente di “assorbimento attivo”, sempre creando nuove forme ed idee ed agendo sulla base di queste. Lo psicologo Mihaily Csikszentmihalyi ha fatto uno studio di questo tipo di assorbimento attivo che “assorbe il tempo” perchè sempre proiettato sul dopo114. L’eccessiva concentrazione sulle forme che crea (caldo + secco) fa sì infatti che il soggetto operi cancellando una parte della realtà attorno a sé. Questo può essere positivo per il successo, ma non 114
“Making Time”
permette di vivere nell’ora. Inoltre la persona può essere ansiosa perché sempre proiettata nell’avanti. La microtrance caratteristica è la sostituzione di un futuro immaginario al presente (Visivo futuro -> sensazione positiva e nascere di ansietà desiderando proiettarsi in avanti). Un problema può essere l’avidità. L’avidità è infatti il frutto di una forte individualità fisica, di un temperamento piuttosto bilioso e sanguigno piuttosto che nervoso o linfatico. L’uomo attivo-avido concepisce il mondo come una materia di sfruttamento Fisiologia: I gruppi fisici dominanti sono il respiratorio (soprattutto) e la tattilità. In pratica vuole toccare, mentre l’aspetto respiratorio si collega al cambiamento rapido di fisiologia. Crea immagini nella mente dalle quali si fa guidare e che divengono per lui obiettivi. “Fisicamente il bilioso ha dei tratti marcati e duri, è magro, caldo e rugoso al contatto. Il polso è duro rapido, sottile.”115 E' rapido ed irascibile in quanto gli manca un elemento moderatore. Questo provoca un eccesso di vitalità e movimenti. La persona può essere molto attiva e febbrile nelle sue attività ed essere troppo impulsiva, in pratica rischia di non utilizzare la sua testa per ragionare.
L’immagine rappresenta un uomo che fa forza, mortificandola, sulla propria Natura (rappresentata dalla donna). L’equilibrio vero viene invece dalla compenetrazione degli opposti. Questa persona quando è eccessivamente spontanea ed 115
Scala Philosophorum -ibidem
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immediata guadagna dall’integrare sia il controllo della sua concettualizzazione che la capacità di provare emozioni. Interpretazione del simbolo del fuoco Il simbolo del fuoco è essenzialmente un simbolo maschile . I termini istintività, espressività su quello che vuole espressi precedentemente vanno intesi in questa maniera. L’assenza di emozioni, ormai dissolte e contemporaneamente l’espansione dell’animo può portare la persona a manifestarsi intensamente. Consigli - Frenare le escandescenze.
La chiave è la forza interiore. Cominciando col dominare un leggero movimento d'impazienza, si riesce a mantenere un sangue freddo imperturbabile anche in presenza di provocazioni gravi. Il disappunto, l'irritazione, lo snervamento determinano espressioni fisionomiche, gesti, strepiti di voce e ci rubano a noi stessi: se riusciamo ad impedir queste manifestazioni, otteniamo il massimo vantaggio. L'esercizio dell'impassibilità contribuisce potentemente allo sviluppo della volontà ed all’evoluzione positiva di questo tipo.
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NOTE ULTERIORI La felicità
Il problema della felicità umana è legato intimamente al problema della nostra cenestesia, quindi al modo speciale, alla “tonalità”, alla “colorazione” con cui vengono ricevute le sensazioni dall'organismo che a sua volta è legata al nostro temperamento, cioè. Corpo e mente sono sempre strettamente connesse. La tristezza viene dal mentale, ed è sempre una non aderenza alla realtà; disadattamento a quella che è la percezione dei sensi, insomma. Esistono due vie che si aprono a questo punto: 1. la modificazione del temperamento 2. imparare a separare il legame mente corpo che fa sì che un particolare temperamento si rifletta sul corpo (processo anche chiamato “separazione dei livelli”) Nel primo caso significa agire sul temperamento agendo sul nostro fisico sia mediante cure fisiche adatte, sia agendo direttamente sullo spirito per mezzo di una rieducazione psichica. Ma la cura principe che consigliamo è un’altra. L'uomo che non è quasi mai triste, ha il potere di chiamare a raccolta, in soccorso di ogni situazione, anche le qualità di altri temperamenti, di equilibrarsi e nello stesso tempo di opporre una barriera ai pensieri che risultano inutili o indifferenti. Questa barriera è rappresentata dalla capacità di vivere nell’ora. Il centro della ruota è il luogo dove appunto gli elementi si toccano ed è anche il punto centrale che corrisponde all’essenza dell’uomo: il momento presente. Scopriamo ora come accederlo.
Vivificazione dei Simboli degli elementi
Una potente strada per sviluppare, combinare e superare i vari temperamenti è vivificarne i simboli: fuoco e calore, conoscibile tramite l’attenzione al calore del corpo. La potenza di tale esercizio può essere potenziata se connessa con la luce. Notiamo come tale tipo di attenzione tenda naturalmente a “sciogliere” molte emozioni e blocchi del corpo. Basta permettersi di sentire il calore del corpo ed allo stesso tempo una luce bianca. acqua, conoscibile tramite l’attenzione alla direzione orizzontale che la vita da, all’assorbimento che esercita ed attraverso l’attenzione al peso del corpo. E’ anche simbolo del sesso femminile e della recettività. aria, conoscibile con esercizi di rilassamento ed attenzione alla respirazione ritmica, e di spazio dato a sé stessi. terra, conoscibile con esercizi di tensione e rilassamento del corpo. La Metodica Linguistico-Simbolica
Perchè sia possibile salire di livello e raggiungere la quintessenza dice l’eterna saggezza che le opposizioni che separano gli elementi devono essere risolte: l'acqua deve farsi ignea, il fuoco liquido, la terra priva di peso e l'aria solida.116 Questo modo di operare giustapponendo parole che apparentemente appartengono ad insiemi differenti “rompe i blocchi” può anche essere eseguita a livello verbale ed è un’altra maniera pratica di accedere alla quintessenza. Le parole infatti rappresentano una realtà congelata, l’attuazione di un significato che viene attribuito ad un suono. Rappresentano “conoscenza intellettuale” che si svolge necessariamente in un tempo 116
Titus Burckardt – Alchimia - pag. 86
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fisico di dualità e successione di istanti. Rappresentano anche “inerzia”. Sono il riflesso del mondo esterno nell’uomo, delle cose che lo muovono. Le parole sono cose che esistono in una successione spaziale e temporale. E l’umano medio non è altro che una esteriorizzazione del linguaggio che usa, delle forme che crea. E’ l’uomo macchina che è limitato inoltre solo ad alcuni movimenti. Ma l’uomo ha in sé anche la capacità di risvegliarsi ad una dimensione meno congelata. Il passaggio che facciamo è passare dalla “divisione in attimi” alla “simultaneità”. Infatti le parole creano un tempo ed uno spazio a tre dimensioni che è la proiezione congelata all’esterno del nostro essere soggettivo in sé stesso unico e che rappresenta il “campo” sul quale si proiettano le immagini rappresentate dalle parole. Passiamo allora ad uno stato differente, che è di “movimento”. L’attenzione passa all’altezza del cuore117, che è anche il mozzo della ruota, il centro dell’individuo che crea queste immagini. Il processo è spezzare ciò che è coagulato in una certa forma, ed unire quello che è separato; solve et coagula. Esercizio 25118: solve e coagula linguistico Pensate a due concetti per voi “opposti”. La fase solve et coagula agisce allora sulle barriere esistenti tra realtà “congelate” che vengono “sciolte” per essere poi riunite (domandatevi quindi: è possibile sia a che b?). Continueremo allora con la fase “né a né b”. Questa fase è un solve differente che porta all’essere che contiene in sé sia a che b ad alle altre forme che può prendere. Infine 117
Il cuore è il centro. Dante, in principio della «Vita Nuova», sentenzia: «Dico veracemente che lo spirito della vita dimora nella secretissima camera de lo cuore ». 118 Così come presentato l’esercizio è di Tad James, ma è anche la trasposizione all’oggi di precedenti tecniche
continueremo spezzando e ricombinando tutte le combinazioni di forme (cioè di parole) già prestabilite.
Quello che miriamo a riottenere è la parola vivente, cioè la realtà. Nella sua semplicità abbiamo visto questo esercizio tra i più efficaci; ed è tra l’altro praticabile anche in maniera “nascosta” per risolvere problematiche. Spesso, utilizzo questa tecnica immergendo le varie combinazioni linguistiche nel dialogo. Possiamo cambiare le “preferenze” La mente di chi ascolta processa inconsciamente le varie coppie e senza che se ne renda conto si ingenera già il cambiamento che potrà essere completato successivamente con ulteriori tecniche. Conoscenza Statica dei quattro elementi
Pratichiamo ora un’altra metodica fisica. Esercizio 26: fisicità degli elementi Sdraiati, cominciate a tendere i muscoli del corpo e successivamente rilassateli . Fate ora attenzione al peso del corpo. Spostate l’attenzione sull’aria che esce dai polmoni , ed immaginate di vedere due colonne che escono dalle due narici. Infine tornate a porre l’attenzione sul calore ed il peso del corpo. Variate l’attenzione più volte tra questi elementi basici. Infine, lentamente tornate allo stato di veglia normale.
Molti, quando gli insegniamo questo esercizio, ci dicono poi che la realtà appare più viva e l’impatto dei colori più immediato. Infatti la realtà ci appare smorta a seguito della nostra “abitudine percettiva” che fa sì che la nostra mente si abitui progressivamente agli input sensoriali. E’ la stessa ragione che fa sì anche che il tempo ci appare più corto. Quando ad esempio percorriamo una strada al ritorno questa ci sembra abitualmente più corta a causa del minor numero di informazioni che il nostro cervello capta dall’ambiente.
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GLI ELEMENTI Conoscenza Dinamica dei quattro elementi
Esercizio 27: conoscenza dinamica Mentre camminate, rendetevi conto del peso del vostro corpo per terra , delle vostre ossa che vi sostengono , della vostra respirazione a livello soprattutto del petto e del calore del vostro corpo .
Noterete, facendo ciò, come vi apparirà naturalmente il significato dei vari simboli. Starete cioè così avvicinandovi alla “conoscenza intuitiva”. La separazione degli Elementi
Proseguendo incomincerà ad avvenire la prima fase del processo di “separazione degli elementi”. Con questo termine intendiamo la capacità di percepire le realtà sensoriale , emozioni , azioni , pensieri come realtà appartenenti a dimensioni differenti. Alcuni esercizi di presenza sono particolarmente utili per questo risultato di “separare gli elementi”. Una maniera ad esempio molto semplice di iniziare e sviluppare tale stato è aumentando sempre più la presenza al proprio corpo. Per far questo mantenete costantemente consapevolezza di una parte di voi stessi. Questo semplicissimo esercizio ha risultati potentissimi. Incominciate così ad essere coscienti ed ad impedire che gli stati emozionali, i pensieri etc… si confondano col corpo. Esercizio 28 Presenza continua Ogni giorno mantenete il più a lungo possibile coscienza di una parte del corpo, sia parlando, sia muovendovi etc…
Operare tale divisione porta a poco a poco a “rompere gli automatismi” che collegano emozioni ad elementi esterni,
pensieri ad emozioni, immagini ad azioni119. Il simbolo di tale separazione è la croce degli elementi + che è all’interno del simbolo della ruota degli elementi vista precedentemente.
“Separare gli elementi” in una visione quantistica
Anche la moderna ricerca quantistica può dare un significato al concetto di “separare gli elementi”. L'essere è infatti un qualcosa di vivo ed in movimento. Può essere considerata in termini quantistici come una "sovrapposizione coerente" di elementi, ciascuno dei quali si può manifestare. Ogni persona è multidimensionale, a partire dal funzionamento del suo cervello stesso, che coordina molti sottosistemi differenti. La nostra percezione del mondo è ad esempio contemporaneamente: 1. L'insieme delle percezioni visive, uditive, tattili, cenestesiche interne 2. L'insieme dei nostri stati d'animo a loro volta collegati alle varie ghiandole endocrine 3. L'insieme del sentire dei vari organi 4. etc... Ogni persona è quindi un tutto. Accade però che semplifichiamo la realtà e decidiamo di percepire solo una parte di quello che siamo. Magari siamo presi dai nostri pensieri e non percepiamo più le nostre emozioni. 119
La materia caotica prende anche il nome di “iliastro” (dal greco “hyle”). L’iliastro viene scomposto nei suoi elementi che divengono allora “elementi in atto” (separazione dei livelli e coscienza multilivello). Cfr. Wirth “il simbolismo ermetico” pag. 177.
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Ma il processo avviene anche ad esempio quando decidiamo che una parte di noi è "ok" e l'altra "non ok", cioè rifiutiamo una parte di noi. Reprimere una parte di noi stessi ci lascia con un sè ed una percezione limitata perché noi siamo un tutto e no possiamo rinunciare ad una parte di noi.120 Chiamiamo tale processo "collassare i livelli" oppure "ridurre gli stati di percezione della realtà". La chiave è allora l’attenzione e la consapevolezza. Più aumentiamo l’attenzione, più questi livelli divengono palesi e scopriamo nuove dimensioni percettive dell’infinità del reale. Il collasso della funzione d'onda ed il disequilibrio della salute.
Un collasso della nostra funzione d'onda della vita sempre in una ed in una sola direzione è quello che si chiama disequilibrio. Questo è una "riduzione" della varietà del mondo in maniera ineguale. Questo concetto ha anche implicazioni per la salute. Ognuno degli elementi è infatti una direzionalità della natura, una direzione di percezione della natura. Dire che ad un certo punto un elemento è in eccesso, questo è analogo al dire che quest'elemento guida (collassa) la nostra percezione e crea un disequilibrio. E’ come vedere troppo da un occhio e poco dall’altro. La realtà si deforma. L'equilibrio per contro è salute che in questo caso va intesa come armonia. In altre parole non si può 120
Il processo opera anche nelle relazioni sociali. A volte riduciamo gli stati possibili in cui potremmo percepire anche gli altri a poche possibilità. Nei casi estremi riduciamo una persona solo ad un suo aspetto, monetario, di utilità, di oggetto d'amore etc... ma ogni persona è molto più di tutto ciò.
incrementare o ridurre un elemento senza modificare il tutto. Se un elemento è sempre ridotto non vi è armonia. Come dice Eraclito: “la struttura armoniosa del mondo dipende dalle tensioni opposte, come nell’arco o nella lira”. La teoria dei 4 elementi è una mappa che ha una base negli organi del corpo e ci aiuta ad armonizzarlo. Ci permette di capire l'ordine implicato mentre si manifesta in ogni individuo a livello di salute e di temperamenti. Come opera sulla percezione del tempo la “separazione dei livelli”
Tra i primi effetti della separazione dei livelli è un inizio di modificazione della percezione temporale. Il tempo sembra più “calmo” in quanto aumentano il numero di impressioni che arrivano contemporanemante al cervello senza sovrapporsi. Mentre in stato di attenzione focalizzato le impressioni sensorialisi si confondono, quando separiamo i livelli accade invece è che viviamo più intensamente nella realtà. Esercizio 29 la croce
+
Come detto ogni simbolo è anche una realtà. Al simbolo della croce è anche connesso un esercizio: sono le oscillazioni (oppure presenza) alle varie parti della testa (destra – sinistra, avanti – indietro). Tale esercizio può anche essere eseguito camminando e rendendosi conto delle oscillazioni a destra e sinistra e avanti ed indietro della testa 121. Facendo così si ha una stimolazione cerebrale molto potente in tutte le dimensioni e migliora anche l’efficienza mentale. Ritroviamo quindi in questo esercizio di nuovo un simbolo della totalità che è l’attributo pieno della presenza.
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Esercizio citato in “l’Apprentissage du sorcier blanc” e dal dr. Lefebure
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Esercizi ulteriori per reintegrare la percezione e presenza a sè Perchè e cosa reintegrare? Perchè reintegrazione? La risposta è in un'altra domanda: quanto siamo nei fatti dis-integrati? Quante volte non riusciamo a fare quello che vorremmo fare? Quanto siamo realmente presenti a noi stessi in una giornata? e quante volte pensieri idee non voluti nè utili ci attraversano la mente? Quante volte non siamo noi stessi veramente? Nei fatti, la libertà umana (il cosiddetto libero arbitrio) esiste, ma è molto, molto limitata. L'uomo è normalmente praticamente irresponsabile finchè non è cosciente. La chiave di tutto, per poter "cavalcare il proprio destino" è essere coscienti. Questo significa coscienza del proprio essere. Vi è uno stretto legame tra il concetto di coscienza oggettiva e quello che succede con certe tecniche di ipnosi. Come dice Ouspensky: "un uomo ordinario può essere condotto artificialmente ad uno stato di coscienza oggettiva e riportato in seguito al suo essere abituale, ma non si ricorderà di niente e penserà semplicemente che ha perso conoscenza per un certo periodo." Si tratta di uno stato naturale: "tale stato di coscienza costituisce il diritto naturale dell'uomo tale quale questi è, e se l'uomo non lo possiede, è unicamente perchè le sue condizioni di vita sono anormali. Senza nessuna esagerazione, si può dire che all'epoca attuale tale stato di coscienza non appare che per brevi e rari lampi ed è impossibile renderlo permanente senza uno speciale allenamento. Per la maggior parte delle persone, il principale ostacolo sulla via della coscienza di sè che credono di possederla...." Un
primo essenziale passo in questa strada è imparare a togliere i pensieri inutili. Con questo primo passo otteniamo molto perchè poniamo da parte quello che ci ingombra, se togliamo i pensieri quello che resta è noi stessi, la nostra coscienza. Togliere i pensieri inutili inizia infatti la strada per la coscienza di sè stessi. Volere seguire questa strada di reintegrazione significa acquisire naturalmente maggiore padronanza di sè stessi e più potere nelle varie situazioni. E' una strada che può solo nascere da una scelta interiore e da una spinta che una persona sente all'interno di sè. Essere maggiormente sè stessi è infatti di sè stessa una scelta. L'essenziale è quindi, per chiunque, arrivare a creare in sè uno stato che ci permetta di scegliere, di decidere, di agire in vista del raggiungimento dei nostri scopi. Esercizio 30: io sono cerchiamo semplicemente di prendere coscienza del nostro essere. Pronunciamo in noi stessi le parole "io sono". Che sensazione si ingenera nel vostro corpo? Accettare l'"io sono" distaccandolo da tutte le idee collegate ad esso e che non gli appartengono è la base per lo sviluppo di tutte le capacità. A volte diciamo "sono un medico", "sono uno studente" etc... ma la vostra vera realtà è prima di ogni termine che possiamo mettere col verbo sono.
Questo esercizio, esclusivamente linguistico, vi prepara ad una tappa successiva, in cui anche la linguisticità della vita verrà superata. La presenza non è solo un atteggiamento filosofico: è una realtà pratica. Uno stato mentale tecnicamente verificabile e caratterizzato da un differente rapporto con la realtà che ci circonda, con noi stessi e con il tempo. La presenza può essere acquisita attraverso una serie di esercizi che agevolano l'attenzione e presenza in ogni singolo momento dell’esistenza. Nostra meta è la
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coscienza diretta dell'Universo, anche chiamata "coscienza oggettiva" che è l'unica vera libertà. L'uomo normale ama o non ama in funzione delle sue illusioni mentali, senza rendersi conto del fatto che i suoi sentimenti sono legati ad influenze esterne o allo stato di salute dei suoi organi. Si tratta quindi di una filosofia pratica che può condurre una persona ad uno stato di coscienza superiore indipendentemente dalla sua appartenenza confessionale. Vi è un legame stretto tra le osservazioni dell'attuale fisica quantistica ed i concetti sviluppati dalla tecnica della presenza. Infatti la Presenza aiuta a superare la dualità "pensiero" ed "essere". Noi possiamo raggiungere un livello superiore di coscienza dove possiamo essere coscienti del nostro flusso di pensieri ed al contempo essere. Normalmente questo non capita. Tendiamo ad essere non consci del fatto che pensiamo tutto il tempo. Il flusso continuo di pensieri che passano attraverso la nostra mente ci lascia poco spazio per la quiete interiore e per noi stessi. Tendiamo troppo spesso a reagire invece che ad agire, facendoci trascinare dal torrente della vita. Le tecniche che insegnamo sono una strada per imparare ad essere noi stessi e ritrovare anche il nostro potere interiore dove veramente è. Lo scopo è essere voi stessi... osservando voi stessi nella vostra vita quotidiana con interesse, con l'intenzione di comprendere piuttosto che giudicare, in completa accettazione di tutto quel che può emergere, accettandolo per il semplice fatto che è lì, voi incoraggiate il profondo a venire alla superficie ed ad arricchire la vostra vita e la vostra coscienza con le energie che contiene. Questo è il grande lavoro della coscienza: rimuovere gli ostacoli e rilasciare le energie comprendendo la natura della vita e della mente.
L'intelligenza è la porta della libertà e l'attenzione risvegliata è la madre dell'intelligenza. Nisargadatta Maharaj, I Am That
ESERCIZI DEL PUNTO DI CONCENTRAZIONE Esercizio 31: Il punto di concentrazione. Immaginate un punto, un piccolo punto di fronte a voi. Rendetelo il più piccolo possibile e concentratevi su di esso per una decina di secondi. Chiamiamo questo un "punto di concentrazione". Rappresenta la direzione dell'attenzione. Per raggiungere il massimo dei risultati dovete essere capaci di guidare la vostra attenzione. Esercizio 32: Proiezione del punto. Immediatamente dopo l'esercizio precedente, guardatevi ora in uno specchio ed immaginate di proiettare il punto di attenzione sull'immagine nello specchio, nella zona tra i due occhi. Affermate semplicemente: "ora decido di intraprendere la via verso me stesso". Chiudete gli occhi, allontanatevi dallo specchio e non pensateci più fino a domani. Esercizio 33: Presenza allo specchio. Semplicemente fissatevi nello specchio senza battere le palpebre. Fissatevi tra i due occhi. Noterete varie sensazioni facendo questo esercizio ed in certi momenti perderete coscienza di voi stessi. Esercizio 34: Coscienza costante di una parte del corpo Mantenere coscienza costante di una parte del nostro corpo (es. una mano). Col tempo questo esercizio potrà essere accompagnato anche dall’attenzione ad un piede (possibilmente sull’altro lato del corpo)
Il fine di questi esercizi è incominciare a “ricordarci di noi stessi”. Il fine è lo sviluppo ulteriore della Presenza come via di libertà. Un altro esercizio interessante è essere coscienti della respirazione mentre mangiate. Esercizio 35:coscienza del respiro mangiando.
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Estendete ora la vostra coscienza alla respirazione mentre mangiate. Abbiate coscienza del fatto che mangiate. Esercizio 36: coscienza del parlare. Estendete ancora la vostra coscienza al parlare. Ascoltatevi parlare. rendetevi conto che state parlando. Questo esercizio ha un effetto percepibile anche dalle persone attorno a voi. Se parlerete ASCOLTANDOVI PARLARE, la vostra voce sarà più chiara e netta.
L'IDEA GENERALE DELLA SUBORDINAZIONE DELL AUTOMATISMO ALLA COSCIENZA. – Il processo per lo sviluppo di consapevolezza di sé passa anche attraverso l’allineamento tra decisioni prese ed azioni. Un esempio mostrerà chiaramente il giuoco di questi due centri della personalità: uno studente si siede per studiare. Fuori brilla il sole e dalla finestra semiaperta gli arriva, insieme a deliziose buffate d'aria fresca, l'eco dei mille rumori gioiosi. II nostro ragazzo è tentato di mettere da parte il suo libro fastidioso, e di uscire per incontrarsi con amici. Ma questo movimento dell'automatismo, questo « impulso » incontra una resistenza nel giovane: l'esame si avvicina con un programma sovraccarico; solo l'assiduità nello studio gli permetterà d'assimilarlo. Allora comincia la « lotta interna » dal cui risultato dipenderà la condotta dello studente. Se noi ci sforziamo metodicamente di dominare prima gli impulsi insignificanti, poi gl'impulsi più importanti, ci assicureremo a poco a poco la subordinazione rapida e facile dell’automatismo alle rappresentazioni della riflessione e lo sviluppo di un principio centrale nell’uomo. Si tratta di riappropriarsi di sé, di gesti e movimenti altrimenti guidati dal nostro sé inconscio. RICORDARSI DI SE' Il controllo delle attività è una tappa per risvegliare l'uomo a sè stesso. Questa è una strada molto diretta, il cui fine è elevarsi dall'automaticità
e dall'incoscienza ai livelli superiori nei quali possiamo avere a disposizione l'insieme delle nostre possibilità conscie ed inconscie. Gurdjeff diceva "ricordarsi di sè". Molto spesso non siamo presenti a noi stessi. Un esempio è quando promettiamo qualcosa, a noi stessi o agli altri e pochi secondi dopo ce ne siamo dimenticati. Tecnicamente cadiamo in una “trance”, ovverosia in una maniera automatica di reagire. Ad esempio, una donna promette a sé stessa di non indulgere più nel mangiare eccessivo. Pochi istanti dopo passa davanti ad una pasticceria, vi entra, e compera un dolce al cioccolato che mangia subito dopo. Tecnicamente questa donna ha avuto 1. Amnesia della sua promessa a sé stessa. 2. Regressione ad un momento dell’infanzia quando il dolce al cioccolato rappresentava per lei una grande soddisfazione. In altre parole questa donna ha vissuto in trance senza essere “presente a sé stessa”. L’ipnoterapia può essere di aiuto in questi casi, in quanto realizziamo in maniera controllata una trance che normalmente avviene in maniera incontrollata. Tuttavia l’ipnoterapia è un rimedio parziale: dobbiamo imparare ad essere fuori dalla trance in ogni momento della vita. Allora la realtà ci sembra più viva, e diveniamo capaci di decidere veramente. Normalmente ci facciamo "mangiare dal mentale", cioè prendere in preoccupazioni, pensieri, riflessioni ed in automatismi. Ma esiste una base più profonda. Quello che noi chiamiamo "risveglio", è il più alto grado di coscienza che l'uomo possa raggiungere. E’ uno stato nel quale percepiamo la realtà quale essa è veramente. Ouspenski, per indicare lo stato in cui l'uomo comincia almeno un poco a "ricordarsi di sè" fa il paragone con come ci sentiamo durante un viaggio in un paese straniero. Siamo normalmente più presenti di quello che
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siamo quando siamo nella nostra nazione: i suoni ci appaiono più forti, le sensazioni più vere. Siamo più noi stessi in quanto l’ambiente nuovo stimola la nostra sensorialità. Quando si dice che l'uomo utilizza solo una parte del suo potenziale si intende dire ciò. E' anche proprio per questo il risveglio è una via di evoluzione che può andare molto avanti. Nel primo gradino incominciare ad avviarsi sulla via può anche essere la base di una terapia per i problemi dell'animo. Proseguendo è una trasformazione del proprio essere che rende più semplice ed immediato il vivere in quanto più cosciente. Aumenta anche naturalmente il potere personale, in quanto porta l'uomo nel solo punto dove risiede la sorgente di questo potere: sè stesso. L’unica maniera di ottenere il risultato
L’unica maniera è il risveglio della coscienza. Anche se nelle pagine successive saranno descritti vari metodi basati sull’energia per elevare la coscienza, l’attenzione e la vigilanza, da sole e mantenute con costanza, possono permettere di raggiungere i gradi più alti. In altre parole non cercate tanto in là. Già gli esercizi esposti finora, condotti in maniera continuativa, possono portare al risultato finale.122”. 122
Come dice Jean Pontanus: “Voici quelle est cette pratique : il faut prendre la matière avec toute diligence, la broyer physiquement et la mettre dans le feu, c’est-à-dire dans le fourneau; mais il faut aussi connaître le degré et la proportion du feu. A savoir, il faut que le feu externe excite tant seulement la matière; et, en peu de temps ce feu, sans y mettre les mains en aucune manière, accomplira assurément tout l’oeuvre. Parce qu’il putréfie, corrompt, engendre et parfera tout l’ouvrage, faisant paraître les trois principales couleurs, la noire, la blanche, la rouge. Et moyennant notre feu la médecine se multipliera si elle est conjointe à la matière crue, non seulement en quantité mais
Il simbolo sovrastante è chiamato “il fuoco di ruota”, che, per gli antichi alchimisti, deve ardere “dall’inizio alla fine dell’opera”. Automaticamente, con il fuoco dell’attenzione continua, l’ego si dissolve ed appare la vera realtà. L’attenzione fissa sul corpo incomincia a farci distinguere tra realtà esterne, pensieri ed emozioni e appare il vero tempo. In questa chiave può anche essere letta la frase evangelica “beati i bambini perché di loro è il Regno dei Cieli”. Il bambino infatti, che ancora non ha costruito la propria realtà ed il proprio ego vive il tempo in maniera differente dall’adulto ed è “fuori dal tempo”. Analogamente noi possiamo recuperare tale dimensione primaria ed “uscire dal tempo” attraverso l’attenzione continua all’adesso. O, per citare il filosofo Origene: A noi non preme accertare lo scopo della vita, ma il valore della vita. Se la mia vita non è che un bagliore di lucciola, un razzo d'aerolito nel buio d'una notte estiva, a me non importa che la notte sia eterna, ma importa solo l'attimo del mio transito. Non vi è nessun dubbio filosofico che se io non sono nulla per gli altri, sono per me l'essere più importante che esista. Io sono la realtà. aussi en vertu.Lettre de Jean Pontanus consernant la pierre dite philosophale. In Theatrum Chemicum (1614 vol III)
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Ciò che io vado dunque cercando non è un significato universale, ma un significato personale delle mie azioni, o per dir meglio, personalità e universalità si confondono perchè io sono l'universo.
L’uomo in forma di croce (allusione ai quattro elementi)
Ulteriori Considerazioni pratiche sul denaro, il piacere e la Salute Il piacere.
Come raggiungere il vero piacere? Prima di tutto, esiste? Dolore e piacere infatti sono due vette tanto esigue che non si può mantenervisi in equilibrio per più di un attimo 123 ; felicità e infelicità sono invece due stati. Il piacere normalmente è per molti vissuto solo nella « variazione di stato » conseguente ad uno stimolo. Ma è legge fisiologica che stimoli eguali ripetuti rendono insensibile l'organismo ricevente, e quindi perchè il piacere possa esser continuato occorre o che lo stimolo sia sempre più forte o che sia tanto raro da permettere che l'organismo lo accolga come una novità. In poche parole il piacere si comporta come il tempo, viene ingoiato dalle abitudinarietà ed apparentemente dopo un po’ svanisce. La persona che va a teatro una volta il mese, imagina volentieri che gli abbonati provino un piacere eguale al suo, moltiplicato pel numero delle recite fissate dall'abbonamento. Invece l'abbonato..... sbadiglia! Il venditore sempre in viaggio non prova affatto il piacere di muoversi dello scolaro in vacanza; il figlio del pasticciere non mangia mai dolci. La storia dei tossicomani: fumatori, morfinomani, cocainomani, alcoolisti, insegna che le sensazioni per rinnovarsi hanno bisogno di dosi sempre più elevate. Notiamo questo: il punto culminante del piacere per l’umano medio qual è? L'attimo stesso del possesso, anzi: se fosse lecito dire — il primo attimo. Subito dopo si inizia 123
Abbiamo estratto (modificandoli) alcuni di questi paragrafi da un trattatello degli anni ’30 “Lineamenti di Edonistica”
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DENARO, PIACERE, SALUTE
la scala discendente. Perche? Sempre per lo stesso motivo: perchè la tensione cessa. Il piacere della tensione esiste nell’alterazione del corpo. I fisiologi ci specificheranno: attività cardiaca aumentata, polso più forte, plenitudine dei vasi capillari, respirazione accelerata, ecc. ecc. Chi gode di più e anche chi soffre di più è in tal caso colui che maggiormente è sensibile agli stimoli. Ma esiste un piacere sempre rinnovato? Si, esiste, ed è quello cui vi guidiamo in quest’opera. La sua chiave non è nella tensione, bensì nell’attenzione. Esso nasce dall’essere nell’istante presente, saper vedere la realtà quale essa è, dall’uscire dai meccanismi abitudinari che ci impediscono di meravigliarci di fronte al mondo. Il piacere è nell’ora. La noia nasce solo quando noi ci facciamo prendere dall’abitudine ed entriamo in meccanismi automatici. La chiave della serenità è quindi provare piacere nell’adesso. In questa visione, l’unico desiderio che esiste è il desiderio logico, desiderio attivo, in via di realizzazione. Ovverosia è il sapere che una cosa si realizza e perciò mettiamo in moto l’organismo. Un desiderio irreale o impossibile è per ciò stesso un desiderio morto, privo di virtù dinamica. Io non desidero andare sulla luna, i desideri in questo momento fuori della mia possibilità non mi fanno né caldo ne freddo. In conclusione la gioia non é nelle cose, ma nella ricettività organica.124 Questo da accesso alla vera felicità che più che una somma di piaceri, è uno stato generale 124
Cfr White “il corpo alchemico”: Nella filosofia indiana, come spiega il Mahabharatha, il praticante desidera la liberazione (moksa, mukti) dall’esistenza condizionata; allo stesso tempo però cerca di realizzare per sé stesso la fruizione (bhoga, bhukti) che l’assoluto, cioè Shiva, conosce nella sua autentica natura. Ciò è possibile solo nel presente. Allora il bhoga del praticante prende la forma del piacere che egli fruisce.
organico, una disposizione a provar piacere, una sensibilità orientata verso il piacere ed uno stato d’animo che gode di ciò, natura che gode di sé stessa. E che porta a saper esser sensibile al piacere che è nell’ora ed essere insensibili al dolore. Il denaro
La legge del dare, ricevere e prendere risulta dalla pratica dell’attività umana di tutti i giorni… e non vi sono alternative possibili che possono eluderla, siano quali siano gli ordinamenti sociali e politici esistenti (Amedeo Armentano)125 Tutti dicono “il denaro non dà la felicità”. Tuttavia nessuno applica questa massima. Non vi è uomo che non ami aver del denaro e non consideri il suo acquisto come una delle migliori garanzie di felicità. C’è quindi una contraddizione. Incominciamo a osservare quanto realmente succede. Il giovane in generale non ha molti quattrini. Oh quante belle cose non farebbe se ne avesse! Ma il giovane si consola e trova il modo di divertirsi anche se è al verde. Diventato adulto, cacciato in una carriera come un puledro in una stalla sperimentale, irreggimentato,incasellato, bollato, incomincia a produrre e a diventare un valore economico. L'uomo allora pensa di valere tanto. Più rende e più guadagna. Se è intelligente e sa farsi strada, incomincia ad accumulare. Più il gruzzolo è forte e più è tentato di accrescerlo. Il concetto di ricchezza cessa di essere un concetto economico, ma diventa puramente rappresentativo, e il suo valore non è più intrinseco ma comparativo. L'uomo non guarda mai che davanti a se, o se prova qualche 125
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Amedeo Armentano – Massime di Scienza Iniziatica – Massima
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fugace orgoglio paragonandosi a chi sta addietro, subito ne è offuscato misurandosi con chi sta avanti. Il denaro è così come un miraggio fatato: appena stendete la mano per raggiungere la felicità promessavi, eccola più lontana e inafferrabile. Credevate di esser felici quando avreste raggiunte i centomila euro, ma ora che li avete vi sembra che non sarete felici a meno di un milione. Questo accade perchè la serie dei numeri è infinita e non vi può mai essere una quantità massima; e inoltre perchè, come notava acutamente Schopenhauer, il denaro è il bene assoluto, quello che non provvede a un solo bisogno, ma a tutti i bisogni in astratto. Chi agogna un campo, un'automobile, una ballerina, sta pago quando ne abbia raggiunto il possesso concreto ; ma non così può avvenire del denaro che è una « possibilità » e non un « fatto ». Il denaro è la forma di successo più ricercata perchè più facilmente accessibile e ostensibile. Un arcimilionario, anche se è stupido o ignorante, trova sempre chi lo riverisce e lo proclama il più bell'uccello del creato. Nella nostra società moderna si ha troppa fretta, ci moviamo troppo, vediamo troppa gente per aver tempo di dare un valore reale a ciascuno. Si fa più presto a leggere l'etichetta che ciascuno di noi porta in giro. Siamo un po' tutti come i camerieri di albergo che si precipitano incontro all'azzimato signore, alla donna imbrillantata e mostrano il più cordiale disprezzo per il filosofo vestito alla penultima moda. Tutti sono convinti che il denaro compra tutto e ancor più che senza denaro nulla è possibile. E' vero: senza denaro oggi non si può viaggiare, non si può studiare, non si può avere né una bella casa né una bella donna. Col denaro invece potete tutto avere: foste anche paralitico e bavoso e vi prendesse desiderio di partire da casa vostra e scegliere sul posto una giovane circassa, col denaro troverete l'automobile, il treno, l’aereo, il piroscafo e se volete la portantina, col denaro potreste
corrompere il padre, la madre, il sacerdote, i giudici e i testimoni. Stabiliamo dunque che se il denaro non è la felicità, la mancanza di denaro è oggi una causa di infelicità, ciò che non era nel passato. Troppe volte oggi, secondo il detto di Lutero « il denaro è un'arpa affidata alle zampe di un asino » perchè non ci venga voglia di suonarla, anche perchè ci sembra che sapremmo farlo magistralmente. Concludiamo esortando il nostro lettore a guadagnare del denaro, molto, moltissimo denaro, ma avendo presente quanto segue. Primo: il denaro non è confondibile col piacere. Il piacere è una cosa che deriva da - una ricchezza non monetabile, cioè dalle riserve tratte da noi stessi: il piacere fisico dalla integrità e vigoria delle nostre forze, il piacere morale e intellettuale dai nostri sentimenti, dal nostro ingegno. L’abbiamo visto poc’anzi. E' evidente che un dispeptico a cui venga offerta una torta di marzapane invidia il garzone di muratore che sgranocchia la sua pagnotta sdraiato al sole. Inutile insistere su ciò. C'è poi la legge dell'assuefazione. Il ragazzo ricco che aspira a possedere una Ferrari prova una felicità vertiginosa quando il padre gliela compra, ma al quinto giorno già non ci fa più caso. Chi desidera qualcosa crede felici tutti coloro che ce l’hanno: ma quando l'avrà è matematicamente certo che dopo poco gli sembrerà tanto naturale di averlo come di avere i polmoni per respirare e non ne proverà gioia per ciò. Ma accade ancor peggio, e cioè: ogni possesso porta con sé la necessità di un più alto tenore di vita. Anche qui è in gioco la legge che l’abitudine uccide il piacere. E' insomma come se ci alzassimo di un gradino. Se possedete una casa la spesa che dovete sopportare non è solo quella dell'acquisto, ma avete le tasse, i muratori, l'amministratore, il giardiniere, ecc. Se comperate uno yacht dovete affittare il posto barca, trovare lo skipper,
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pagare il carburante e via via. Peggio ancora, ogni possesso di ricchezza crea infiniti obblighi, perdite di tempo, limitazioni della libertà personale. Un ricco « che voglia viver da ricco » ha il suo da fare, come chi deve guadagnarsi il pane per vivere. Concludendo non è tutto oro quel che luccica. Il problema che ciascuno di noi dovrebbe risolvere è decidere in maniera centrata e trovare il punto « ottimo » della propria condizione economica. Quello cioè prima del quale il non fare, l’inopia, provocherebbe una sofferenza e oltre il quale la ricchezza diventerebbe un inutile peso. La soluzione è strettamente personale. Dapprima dobbiamo capire cosa vogliamo. La nostra mente infatti, è programmabile sul raggiungimento di un “optimum” che corrisponde a quello che pensa sia necessario per vivere. Una volta assorbitolo come credenza, tenderà ad andare in quella direzione e tenderà a mandarci messaggi negativi se non vi siamo. Se lasciamo che lo faccia l’ambiente, può darsi che si fissi obiettivi troppo bassi (semplicemente pagare le bollette) o troppo alti e faticosi. Una « stella » del cinema non può esser felice senza automobili, gioielli, tutte cose delle quali un professore di matematica fa magnificamente a meno. Controllare la nostra mente essere sé stessi, sapere l’obiettivo e poterlo cambiare. Quando poi la nostra ricchezza è arrivata a un punto tale da eguagliare i nostri obiettivi, ogni di più è di peso anziché un utile. Ma l'uomo è sicurissimo che potrà godere domani quel che non può godere oggi. Questo domani è il mese dopo, l'anno appresso, il lustro di poi; come se potessimo godere di più quando saremo più vecchi, più stanchi! E intanto si lavora accanitamente, senza tregua, non solo perchè così si vuole, ma perchè così sembra necessario. In affari, chi non va avanti va indietro. Pochissimi sono gli uomini che hanno il buon senso di ritirarsi in tempo. Schopenhauer dice che un uomo che
abbia una sostanza tale da non esser più obbligato ad alcun lavoro, padrone delle proprie forze e del proprio tempo, l'uomo che può dirsi ogni mattina “la giornata mi appartiene”, è di una stoffa diversa dei paria obbligati a sgobbare. Ma fra chi ha una rendita media, ma sufficiente a vivere in libertà, e chi ne ha una molto grande, la differenza è infinitamente più piccola che tra il primo e chi non ha nulla. Ma anche chi si ritira fa un cattivo affare se non ha più le forze o la voglia di godere della sua libertà. Concludendo praticamente, ciascuno dovrebbe trovare il modo di guadagnare più denaro che può, faticando meno che può. La cosa è più facile di quel che sembra, purché ci si decida a prendere responsabilità di sé stessi e si parta restando presenti e lasciando andare le “fissità” emozionali e di pensiero che sono il più grosso ostacolo al nostro avanzamento. Ciò significa in pratica: 1) Eliminare tutte le scorie, le azioni, i pensieri, le parole inutili. 2) Organizzare l'attività, anziché lasciarla al caprìccio dell'automatismo psicologico, in modo tale che il fine supremo da noi propostoci si avvìi ad ogni minuto verso la sua realizzazione e ogni nostro pensiero, ogni nostra parola, ogni nostro atto, ci avvicinino o almeno non ci allontanino da tale scopo. 3) Coltivare la nostra mente creativa e comprendere l’intima connessione del tutto. Questo libro può anche aiutarvi anche in ciò, nell’ottenere gli esercizi indicati nella seconda parte, mentre nell’assumere l’atteggiamento adeguato la prima parte. Fondamentale è la forza di mantenersi presenti a se stessi e aderenti alle necessità del proprio compito, di adattarsi immediatamente alle varie circostanze, colla rapidità colla quale un liquido si adatta al vaso in cui è versato senza per questo perdere la propria natura, ciò che ci dà la chiave del successo, e che fa sì che nell’operare
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abbiamo anche il punto culminante dell'evoluzione umana. L’ego e le automaticità ci rinchiudono infatti altrimenti in una linea, un filo, che alla fine ci richiude di nuovo in noi stessi e ci mantiene nelle stesse situazioni di sempre. Il prezzo della libertà e il pregio della vita anche qui non consistono che nello sforzo di liberare progressivamente il nostro sé dall'ego fino a uccidere quest'ultimo soffocandone la voce. Solo allora possiamo accedere al “vero fare” ed al “vero tempo” nel quale è possibile l’unica “vera azione”. Tempo connesso, Salute, Medicina
Infine alcune considerazioni sulla salute. L’uomo reintegrandosi, seguendo la strada che qui vi indichiamo, ne ha la chiave. Come si è visto possiamo distinguere due tempi: un tempo lineare, che può dare origine ad un senso cronico di ansia o di urgenza, portando a vari tipi di “malattia della fretta”126 ed oltretutto riducendo la nostra efficienza e creatività, ed un’altra dimensione, fuori dal tempo lineare. Quando usciamo dal tempo lineare, noi usciamo dal modo cronico, abituale di sentire il tempo come un inesorabile processo di scorrimento e passiamo ad un modo alternativo di percezione dello stesso. In pratica “fermiamo” il tempo. Per comprendere quest’altra dimensione possiamo pensare cosa succede nella nostra mente quando usiamo la facoltà dell’immaginazione. Mentre immaginiamo, il senso del tempo che abbiamo comunemente, quello della fretta e del passato-presente-futuro sembra sospeso. Pur avendo delle immagini che cambiano non vi è la stessa
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Larry Dossey “Spazio, Tempo e Medicina”
qualità di passaggio del tempo. La “fluenza” del tempo appare diversa. Questo è quello che corrisponde allo sviluppo del “principio centrale” dell’uomo. E’ anche una posizione di salute. Infatti quando viviamo in una dimensione non lineare del tempo certe malattie possono essere letteralmente “sradicate”. E’ la medicina dei filosofi che “scioglie” le malattie psicosomatiche, le incrostazioni sul corpo create da come ci rapportiamo al tempo ed al “divenire”.
Fase 2: Le differenti corporeità umane e la “persona”. Salire al di là dell’Ego e delle “Brame” (livello )
FASE 2 – La “Medicina di Primo Grado” L’ego e il tempo
Tutti coloro che accedono al tempo “psichico” e “connesso” si rendono conto che significa conoscere una differente maniera di operare ed essere nell’universo. Possono incominciare ad agire sul corpo influenzandone le reazioni fisiologiche, e l’operare acquista un altro senso. Per questi alti risultati è necessario però una coscienza della nostra connessione col tutto. E per questo, la nostra materia richiede in un approccio differente dalle correnti teorie psicologiche. Il primo concetto che andiamo ora ad analizzare e sminuzzare è l’ego e la sua natura. Chiamiamo “ego” il nostro sé separato, la nostra identità egoica. Questo ego abbiamo visto è all’origine del tempo. L’uomo medio vive nell’illusione della separatezza”127 e nel tempo del divenire. La connessione è però un requisito della vita. Noi siamo parte ed in continua comunicazione con l’ambiente circostante. Il nostro stesso organismo si rinnova con lo scambio con l’ambiente, respirando. Ad un altro livello, l’uomo è un animale sociale e vi è un continuo scambio tra noi e gli altri.128 Le persone che si separano o che sono isolate dal gruppo spesso si ammalano. Quando siamo innamorati oppure quando lo scambio con gli altri è profondo, possiamo spesso arrivare a “sentire” sensazioni di persone non presenti in maniera non esplicabile in maniera lineare, abbiamo la sensazione di percepire l’uno le emozioni dell’altro. Ma l’uomo medio percepisce solo sprazzi tutto ciò, si “chiude in sé stesso” e nelle sue credenze ed abitudini fisse. Si fa condurre dalle sue 127 128
Ken Wilber “Lo spettro della Coscienza” Dossey “Spazio, Tempo, Medicina”
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automaticità, riduce la sua attenzione e permette solo ad una frazione piccolissima degli stimoli che pervengono di registrarsi nella coscienza. Dietro al mantenimento di queste meccanicità vi è il desiderio di “difendersi dal caos”. Vogliamo avere un ruolo esatto, una maschera, perché abbiamo paura altrimenti di “non sapere chi siamo”. E’ la mente allora si “congela” in attitudini imparate in passato, e successivamente le utilizza per reagire alle situazioni attuali. Quest’ego è quindi la maschera che ci condiziona e che ci mettiamo con gli altri, o il ruolo che rappresentiamo129 ed è uno strumento di sopravvivenza con il quale finiamo però con l’identificarci pensando di essere solo quello e che abbiamo paura di abbandonare. Ma la realtà vera è un continuo cambiamento. Pensare di essere solo l’ego significa negarsi le potenzialità dell’uomo globale. Bloccarsi significa sia rispondere con le soluzioni del passato ad un presente che è invece sempre nuovo, sia non immaginare un futuro diverso da quello che conosciamo, perdere la profondità del presente e ci impedisce di accedere a quello che abbiamo chiamato “kairos” cioè il tempo espanso della manifestazione. Ma dietro l’ego vi è uno sfondo che possiamo recuperare. Il nostro sfondo, quello che condensiamo è sempre lo stesso ed è la nostra coscienza. Essa non ha in sè stessa nè limiti né tempo130. Essa è l’oro vero. 129
Oswald Wirth op. cit. Vi è somiglianza tra questo concetto e quello che nell’alchimia cinese “è chiamato “intenebrare il cuore” (mingxin), facendo allusione all’ora del crepuscolo, momento magico che segue il tramonto del sole e precede l’alba. E’ l’ora in cui la luce, propagandosi in modo uniforme, ci offre un panorama di equanimità su tutto ciò che ci circonda: i contorni sfumano e svaniscono insieme con la volontà di riconoscere gli oggetti come proiezioni 130
L'uomo moderno ha però spesso troppa fretta per sviluppare se stesso e ricercare chi veramente è e capire che può crescere al suo interno ampliando la sua visione: preferisce sviluppare le cose, gli affari, le ricchezze, tutto ciò che abbandona morendo, o anche solo invecchiando, e solo allora si accorge di essere stato il trastullo di un'illusione. La soluzione della vita sembra essere nel muoversi e correre sulla sua scena per ottenere qualcosa. L'uomo antico, l'uomo nel senso umanistico della parola, badava meno alle cose e molto allo spirito. Egli sapeva che le cose non valgono se non in quanto abbiamo la possibilità di elaborarle nel nostro spirito e di connetterci ad esse. Le più alte creazioni del genio non dicono nulla a chi non ha facoltà di comprenderle, cioè di “prenderle entro di se”, di arricchirsene. Vi sono momenti nei quali siamo sdraiati su un prato e contemplando il cielo, lasciamo vagare il nostro pensiero dietro la scia d'una nuvola bianca nell'azzurro infinito. Ma per fare questa semplicissima cosa, ce ne occorre un'altra: dimenticare il nostro apparentemente importantissimo io e connetterci con l'Universo. Un salto all'insù, che pochi spiriti sanno compiere a rari intervalli e che questo libro vuol permettervi. Il tempo che manca
La nostra epoca è l’epoca dell’urgenza. A volte ci sembra di soffocare perché il tempo ci sembra mancare. Il tempo ci manca perché ci poniamo di fronte a lui in una certa maniera. Il tempo abituale è dato dalle cose che lo occupano, ma siamo noi stessi, ovvero la nostra mente, soggettive, e le cose sono percepite come sono, senza più alcun giudizio emotivo. Ecco allora che il cuore-centro, invisibile maestro che sta all’origine di tutto, può risplendere nella sua piena lucentezza” Esposito “Alchimia del soffio” pag. 60
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che le definiamo e fissiamo poi quelle che devono essere fatte in un determinato “intervallo”. E’ questo il simbolismo del serpente che si morde la coda. La parola mente del resto contiene in sé già l’idea di “limitare”: proviene infatti dalla radice indeuropea “ma” che significa “misurare”. Se non prendiamo coscienza che siamo più dei nostri meccanismi mentali non ne verremo mai a capo e continueremo a girare in tondo. Per uscire dalla dicotomia è necessario rendersi conto che vi è un livello superiore che, come già diceva il greco Archita, implica una congiunzione e superamento di principi. Dobbiamo accedere alla parte di noi stessi che potremmo chiamare “coscienza” o “consapevolezza”e che è quella che viene prima dei nostri processi mentali.131 Più aumentiamo la coscienza e l’ora più il tempo abituale è allora trasceso. Accadono anche avvenimenti che sembrano “fuori dal tempo”. Cioè appaiono sempre più “coincidenze” o “sincronicità” che sono un inizio di superamento del principio di causa-effetto. Per molti queste non sono comprensibili, perché apparentemente non rispondono alla logica, oppure cercano di darsene ragione con il calcolo delle probabilità. Ma ricercatori avveduti li hanno osservati, come ad esempio lo psicologo svizzero Jung, che aveva scritto un libretto sulle “sincronicità”. L’origine di queste è infatti nel cambiamento del “senso” che diamo alla nostra vita. Con lo sviluppo diventa meno orizzontale, più verticale ed aperta alla manifestazione globale del creato. In quel momento incominciamo ad accedere ad un nuovo livello.
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Vedi per i correlati fisiologici, tra i tanti, gli studi di Stuart Hameroff e Penrose
La spaccatura tra osservante ed osservato ed il tempo
Veniamo ora ad un secondo concetto che è fondamentale per la nostra materia e troviamo poco riflessa nell’attuale psicologia. Il fisiologo ci dice che ogni cosa che vediamo è ricreata all’interno del cervello sulla base di dati raccolti dagli organi di senso e nostre reazioni interne e quello che pensiamo di vedere non è la realtà stessa, bensì il frutto dei meccanismi cerebrali interiori di pensiero che operano una selezione inconscia e subconscia di “elementi significativi” per cui quello che arriva alla coscienza è solo una “rappresentazione interna filtrata” del nostro mondo. Il concetto allora è che siamo quindi all’origine della nostra realtà. Quello che succede in pratica è che mentre pensiamo di semplicemente “osservare” la realtà la “definiamo”, cioè la dividiamo arbitrariamente in unità che presupponiamo staccate. E per fare ciò dividiamo anche la nostra neurologia in due creando distinzione tra “osservatore” ed “osservato”. Le diverse strutturazioni di tale coppia ci portano a vedere il tempo in un dato modo. Ogni tempo rappresenta solo una scelta tra totalità dei “tempi possibili”, che a sua volta esiste nel “tempo assoluto”. Nell’immagine qui sotto la donna vede le immagini (che possono corrispondere a oggi, domani etc…) ad una certa distanza l’una dall’altra.
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Ma se vediamo un bambino, spesso possiamo scoprire che per lui il domani è “molto più lontano”, che per l’adulto. In altre parole da una parte abbiamo la “potenzialità” e dall’altra la “definizione”, il manifestarsi di un particolare vita tempo possibile che cambia a seconda delle persone in quanto è dato dalla maniera in cui ci rapportiamo alle cose. Ogni percezione della durata breve o lunga del tempo, della sua assenza, o qualsiasi sua modificazione è quindi una creazione. James Gleick, nel suo libro intitolato “Chaos”, dice che il sistema nervoso umano è impostato in modo da “creare ordine in un universo caotico”. Siamo letteralmente immersi in un “minestrone quantico” di atomi e molecole in continuo cambiamento e trasformazione. I colori che vediamo sono prodotti del nostro sistema nervoso. Il fatto che gli oggetti ci appaiano solidi è solo frutto della nostra percezione.
In pratica ciascuno di noi si sintonizza su certe frequenze che, trasformandole attraverso la propria percezione prendono la forma della propria versione di realtà. Ogni illusione che ci siano “cose separate” nel mondo è per i fisici un frutto, un’illusione della nostra mente. Il concetto di “parte” è una contrazione operata dalla mente per fini esclusivamente pratici, ma non è una realtà. L’unica cosa che esiste infatti, è il tutto. Dice Bohm: “l’intero universo (con tutte le sue particelle, incluse quelle che costituiscono gli esseri umani, i loro laboratori, i loro strumenti d’osservazione, etc…) deve essere inteso come un unico tutto indiviso, nel quale l’analisi di parti esistenti separatamente ed indipendentemente non ha fondamentale ragione di essere”132. Ora, secondo la meccanica quantistica è proprio per questo, poiché non esistono elementi “separati” che è l’operatore che conosce un fenomeno e lo vuole vedere come “definito” quello che ne causa il mostrarsi in una determinata maniera. In un universo quantico ognuno di noi è creatore della realtà, in quanto sceglie, consciamente o inconsciamente, dove puntare il proprio focus e, di conseguenza, il tipo di esperienza che uno sta vivendo. Non solo, ogni osservazione modifica la realtà stessa osservata. A qualcuno può sembrare impossibile che anche la coscienza e l’osservazione possa avere un effetto sulla determinazione di una realtà che sembra fisica ed addirittura sul tempo, ma tutti gli studi della fisica moderna vanno in questa direzione e convalidano questa osservazione133. Ma, se la concretezza del mondo non è altro che una realtà secondaria e ciò che esiste non è altro che un turbine olografico di frequenze e se persino il cervello è solo un ologramma che seleziona alcune di queste frequenze trasformandole in percezioni sensoriali, cosa 132 133
David Bohm “Wholeness and the Implicate Order” Von Neumann 1955, Wigner 1962, London e Bauer 1983
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resta della realtà oggettiva? L’unica cosa che sappiamo è che esiste una coscienza o spirito dentro di noi. E’ a questa che vogliamo condurvi. Notiamo che il lavoro della coscienza nella percezione non è mai riducibile a quello di una macchina, in quanto quest’ultima, quale oggetto materiale, è incapace di auto osservarsi. Una macchina può solo registrare e non si proietta all’esterno nella ricerca di dar senso ed ordine a quello che vede. LO SPECCHIO. Utilizziamo un altro modo per comprendere ciò. Mettiamoci davanti ad uno specchio. Guardiamoci. Ciò che osserviamo dipende da noi, perché se ci muoviamo vediamo una persona che si muove, se ci giriamo o ce ne andiamo non ci vedremo più e non ci sarà più nessuno nello specchio. Se cambiamo l’angolazione di osservazione vediamo più o meno spazio. Quella che osserviamo è sì una realtà, ma che siamo sempre noi. Così è anche la vita e la realtà che viviamo. E’ il nostro specchio. E prima dello specchio, c’è qualcuno che osserva e crea questa realtà. Vi è la nostra coscienza o consapevolezza che è il “fuoco” alla base del tutto. Questo libro è il punto di partenza per un cambiamento che attraverso l'allenamento od una guida può insegnarvi a trascendere le limitazioni della percezione che prima che esteriori sono essenzialmente interiori. Accedete ad un livello di realtà differente, l’unica vera realtà. La riunione delle dinamiche base
Cerchiamo ora di ricapitolare gli elementi in gioco. Questa divisione della nostra neurologia tra osservatore ed osservato può essere vista anche come: 1. Un principio attivo (quello che guarda sé stesso allo specchio nell’esempio precedente). Questo è il “noi” di coscienza che quando è prigioniero delle cose diventa l’ego e pensa che l’immagine che vede nello
specchio sia diversa da lui. E’ allora l’”osservatore” determinante e limitato dai nostri stessi processi interiori, ma che potrebbe ampliarsi a dimensioni per l’uomo medio non immaginabili 2. Un principio passivo (il “noi” che vediamo nello specchio). In pratica quell’io che non pensiamo sia “io” e che crediamo sia la realtà, quindi in pratica i nostri dinamismi infracoscienti che creano le nostre rappresentazioni interne, l’”osservato” e la nostra “visione del mondo” 3. Un principio neutro fisico (il corpo di cui possiamo avere coscienza diretta e che fa da sostegno e che “subisce” l’incontro dei due). Gli antichi avevano, millenni prima della fisica quantistica, capito questi concetti. E questa è la porta stretta e le cognizioni che dobbiamo avere per capire come trascendere il tempo abituale e cominciare a vivere le cose da una nuova dimensione dove si verificano coincidenze, percezioni temporali differenti. Vi è maggiore salute e la capacità di trasmettere in parte tale benessere agli altri. Ecco perché avevano battezzato tale risultato “medicina di primo grado”. Il simbolo per”intuire”
Gli antichi avevano intuito ciò e l’avevano espresso in simboli. Col simbolo possiamo “andare oltre”. Esso travalica la mente logica, normalmente anch’essa espressione dell’ego. Quando leggiamo un testo, siamo infatti abituati a mettere assieme delle lettere per creare un'immagine. Facendo così creiamo l'immagine con le nostre abituali categorie mentali ma così è molto difficile accedere a realtà diverse da quelle che conosciamo. Il simbolo è infatti già un'immagine e può evocare in una persona che abbia una preparazione una serie di stati d'animo contemporaneamente con una unificazione
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sull'immagine simbolica. Questo crea allora un senso centralizzante. Concentriamoci ora sul simbolo centrale, il sole , la nostra coscienza, che vogliamo riscoprire e liberare. Possiamo anche pensarla come il “fuoco ” o come “luce” che “crea il mondo”. Ma questa luce è bloccata dalle “abitudini” di pensiero che condizionano la nostra esistenza, prigioniera della terra. La saggezza ermetica paragona allora la prima scoperta di questa coscienza o fuoco nell’uomo all’estrazione del minerale di zolfo (=I) dalla terra. elemento che contiene in potenza il principio fuoco che deve essere acceso e rappresentato con il triangolo del fuoco con sotto una croce D , ad indicare l’evoluzione di consapevolezza da compiere. Dice il Cosmopolita “lo zolfo è prigioniero del Saturno”134. Saturno (=) è la terra e le cose da cui la nostra luce deve essere estratta, il tempo lineare135 dal quale la nostra coscienza deve essere liberata.136 SCAVARE: Noi dobbiamo quindi scavare in noi, e prendere coscienza delle nostre percezioni, di quello che vediamo, udiamo, sentiamo. Usciamo dalle automaticità. Incominciamo ad “estrarre” la coscienza dalla “miniera”. PULIRE: Pulire significa separarne le parti attaccate, vale a dire le identificazioni con l’esterno che ci rendono così difficile essere veramente noi stessi. Iniziamo con la scorza opaca del nucleo sulfureo, cioè le identificazioni con le mille apparenze della vita che abbiamo sovrapposto al nostro essere, che, diventano anche, le tensioni e rigidezze che si accumulano sul nostro essere 134
Reghini in Ignis “Brevi Note sul Cosmopolita” Saturno è a anche il nome latino di Chronos, il tempo 136 Il concetto dell’”oro prigioniero” è anche nel ciclo del Graal, cfr. Sansonetti (op. cit): il primo castello attraverso cui passa Perceval è chiuso, un grande carapace di pietra, anche se attraverso la fessura della porta può vedere una donna portare delle monete d’oro. 135
fisico, spesso causa di problemi anche dolorosi. Sciogliendole rendiamo allora “trasparenti gli strati salini”137, ripuliti dal fango che li offusca. In pratica sviluppiamo coscienza sempre più piena del corpo. Questo, può allora servire da supporto per stati superiori. Il nostro essere fisico è in relazione dinamica con l’universo, parte di esso ed anche mezzo per conoscerlo.138 SEPARARE: Nel “pulire” l’uomo separiamo anche le dinamiche che si confondono nell’uomo medio e che ci portano a creare il tempo del “fluire”. La prima dinamica è quella attiva, solare (=) e “determinante”. L’attività del sistema nervoso centrale o volontario ne è un’espressione. E’ infatti la volontà, l’espressione che ciascuno conosce ed attua nella vita quotidiana della propria coscienza, cioè del principio centrale, o fuoco vitale (simbolo D 139). Tornando allo specchio, è l’io che è davanti e decide di osservare. 137
Wirth op. cit. Tale triplice costituzione è parallela alla divisione della costituzione dell'uomo in tre principii: Il corpo visibile, complesso di organi (G), quello che l'anatomia descrive pezzo per pezzo e di cui la fisiologia studia il funzionamento, la “physis”; Un secondo corpo, animatore dell'organismo fisico e la cui sostanza, identica a quella del piano astrale dell'Universo, gli ha fatto attribuire il nome di corpo astrale (A) o con termine greco “pneuma”; Finalmente un'entità cosciente (I). Tra l'uomo e l'Universo esiste un triplice rapporto il cui esame ci conduce ad affermare che i nostri mezzi di azione e di conoscenza non si limitano all'influenza diretta che i nostri organi corporali ci permettono di esercitare sulla natura visibile. Col nostro corpo astrale noi agiamo su di un piano dove ogni futura manifestazione tangibile preesiste allo stato virtuale; e d'altra parte il nostro principio superiore, la nostra personalità cosciente, corrisponde all'essenza spirituale del Cosmos da cui emanano le cause prime. 138
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La seconda la dinamica recettiva. Questa è anche il nostro dinamismo o “spirito vitale” (simbolo A140), poiché noi siamo all’origine delle nostre percezioni. E il nostro “io di base”. E’ il nostro essere infracosciente141. Facciamo un esempio. Se una luce viene proiettata in una stanza, ogni elemento che vediamo in una stanza è in realtà la stessa luce che riflessa sui singoli oggetti arriva a noi. Così nello specchio, l’immagine che vediamo è ancora noi, però da un altro punto di vista. E’ quindi una luce riflessa (da qui la somiglianza col principio “lunare”). La realtà esterna arriva a noi mediata (riflessa) dal nostro essere infracosciente col quale dobbiamo allora entrare in contatto. Il terzo principio neutro è il principio corporeo fisico, sede delle funzioni sensoriali142 simboleggiato dal simbolo
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Questo segno geroglifico è derivato direttamente dalla tradizione greco-bizantina. Un esempio identico è Hyginus nel 1482. Segni simili trovati in manoscritti greci (Berthelot) sono . Nostra opinione è che vi sia in tale simboli una continuazione grafica, del simbolismo del pilastro djed degli antichi egizi il quale rappresentava la verticale, aveva egualmente due serpenti sulla cima e veniva “rizzato” in particolari momenti (così come il segno del mercurio A viene eccitato in particolari occasioni creando il simbolismo r). Cfr. il disegno egizio sottostante rappresentante il pilastro djed in forma umana e accanto il geroglifico per “pilastro” (non djed).
(Pilastro Djed) (geroglifici per “pilastro”) Utilizziamo questo termine invece di “inconscio” o “subconscio” in quanto ci sembra più appropriato e faccia capire meglio l’intreccio di questo con la nostra coscienza. 142 e quindi può anche essere definito simbolicamente “corpo saturniano” , da Saturno dio della terra 141
G143. Normalmente percepiamo il corpo solo attraverso la lente delle nostre emozioni e dei nostri pensieri. E’ quello che si chiama “insieme psicosomatico”. Continuando la pratica della presenza alla propria corporeità è la via attraverso la quale “scindiamo” la percezione del corpo dai pensieri che abbiamo. A questo punto incominciamo a sviluppare il fuoco contenuto “in nuce” in tale zolfo I.144. Esercizio 37: Attenzione al corpo Un esercizio può essere portare l’attenzione nel nostro corpo, ma ogni volta con uno schema differente. Ad esempio camminando possiamo incominciare a sentire la nostra testa, e poi il nostro stomaco, e poi il piede, e poi le orecchie, ecc.. cambiando via via lato e schema di attenzione. Noteremo lo svilupparsi di uno stato espanso.
SEPARARE E POI RIUNIRE: Dopo aver separato ad un livello ricongiungiamo ad un livello più alto e vasto. Possiamo allora ritrovare la verticale, dove ampliamo nuovamente il campo di osservazione del sé. Molti si appoggiano alla “ragione” alle “convenzioni” per vivere. Come detto, la ragione e il falso ego sono è il nostro principio spirituale I “rigido” ”tirato” verso il basso” . Dopo essere “sciolto” può essere ricomposto in una dimensione più vasta.145 Quando liberato, a questo punto lo zolfo (=I) rigido può trasformarsi e divenire un fermento vivificante se dissolto nell'argento vivo (=), cioè se lo liberiamo dai limiti concettuali. Questo “fermento” che si ottiene è uno stato nuovo, più centrale, in grado da fungere di principio centrale nel percorso della presenza. E’ “vivente” e allora capace di trasformare gli altri metalli, cioè di operare una trasmutazione totale dell’essere. L’elemento neutro della terna (= G) e la Derivato dai due simboli F (cerchio totalità) e (orizzontale) = G Vedi Abraxas in Ur & Krur e “Luce” in Ignis 145 E’ quello che si intende con la frase “disfare l’oro per rifare l’oro”. 143
144
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presenza del corpo opera allora come “fissativo” per questi stati espansi. SALIRE DI LIVELLO ENERGETICO: Questa dissoluzione e successivo ricongiungimento è possibile solo ad un livello energetico del nostro essere differente, raggiungibile sia con gli esercizi fisiologici specifici che spieghiamo più oltre, sia con un’attitudine differente rispetto alla vita. Il concetto è rappresentato dagli ermetisti con il simbolo r, simbolo doppio, dove il simbolo 146, l’anima vegetale dell’uomo si connette al simbolo che indica il risveglio dell’animo operato con tecniche specifiche, soprattutto respiratorie. Questa è allora non più la potenzialità umana percepita come determinata, ma una potenzialità via via più libera ed “indeterminata”. E mentre la moderna conoscenza scientifica può definire quantisticamente questo processo come “percezione dello stato quantico”, l’antica sapienza occidentale della “Grande Opera” può portare utili tecniche per realizzarlo praticamente e conoscerlo all’interno di noi.
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Notiamo la corrispondenza tra questo principio e quello che nella letteratura indiana è chiamato “rasa”. Il termine rasa, (derivato dalla medesima radice indoeuropea dalla quale proviene il nostro “resina”) possiede uno dei campi semantici più ampi della lingua sanscrita. Impiegato originariamente nei Veda per indicare le acque ed i liquidi in generale – fluidi vitali, succhi animali e linfe vegetali …. È anche reso omologo all’acqua (ap), al seme (retas), al fluido vitale (ojas), alle medicine a base di erbe (osadhi) al nettare (amrta), al soma come luna etc… in altre parole è un fluido di vitalità (cfr. David Gordon White “il corpo alchemico” pag. 206)
NOTA: non è importante che comprendiate “logicamente” tutto quanto detto sopra. Lasciate i simboli agire sulla vostra mente. Meditateci sopra pensando a tutti i possibili significati. L’alchimia del simbolo porterà allora l’alchimia della mente. A poco a poco liberete un’intuizione in voi ed il processo di trasformazione (sicuramente già avviato anche da altre parti di questo libro) potrà avvenire. Dall’uomo orizzontale e bloccato all’evoluzione verso la verticale
Il falso ego è un concetto, una conclusione che ci aiuta ad organizzare il mondo. Nel lavoro terapeutico si nota come l’ego sia un aggregato di memorie fisse. La maggior parte delle abitudini comportamentali è generata prima dei 21 anni. Ne consegue che è dopo che comincia il periodo delle “automaticità”. Questo concetto di “congelamento” è espresso dall’antica simbologia ermetica col geroglifico del toro 147 . 147
Simbolo antichissimo di origine geroglifica. Infatti vi è una derivazione chiara ed una continuazione precisa dell’originale geroglifico egizio. Il simbolo antico egiziano è (Stobart) e anche (Spiegelberg) oppure che evolvono presso i greci (Stobert) sia in che nella forma che in successiva evoluzione è (Janua 1400) da lì si arriva al simbolo attuale nella tradizione grecobizantina (Hyginus 1482) .
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Questo simbolo contiene infatti in alto il simbolo della luna e sotto il cerchio F della totalità a rappresentare il “fissarsi” della nostra percezione in una particolare maniera (F + = ). Quello che mantienela fissazione umana è essenzialmente la paura del “caos”. In pratica cerchiamo un ordine nelle cose, qualcosa a cui tendere per non dover affrontare la realtà. La persona diviene allora non cosciente di quello che è veramente, dimentica la sua natura e si fa prendere dalle “brame”, costruendo un falso ego oppure muovendosi in maniera meccanica verso altri ego comensativi o brame per evitare lo shock della realizzazione di sè. La costruzione dell’ego, la fissazione dell’osservazione dell’uomo in “natura fissa” è un tentativo operato dalla nostra neurologia per dare un ordine al caos ed una ragione per la sua esistenza. Per questa ragione, l’ego, che è la persona, la maschera, la facciata, diventa così integrato ed appare essere così tanto una parte di voi che gli altri immaginano che siate voi. E come Narciso cade innamorato della sua immagine, che vede specchiata nelle acque, simbolo della direzione verso le “brame”, voi cadete innamorati del vostro ego e dell’immagine che gli altri ne hanno. Narciso muore cadendo nelle acque, ed è esattamente quello che accade a chi è preda del proprio ego, che viene preso nel “vortice del tempo”. L’uccisione del Toro ovverosia delle fissazioni : Notiamo che negli antichi Misteri mitraici vi era l’uccisione simbolica del toro148, ed ancora adesso le corride spagnole si possono considerare derivate da questi antichi riti che simboleggiavano il superare il 148
Vedi Evola in Ur e Krur
“principio organizzante”149 della nostra mente, la base della nostra psicologia e della nostra “persona”. I metalli: Gli antichi chiamavano metaforicamente le nature fisse “metalli”, e le simboleggiavano con i nomi dei pianeti in quanto corrispondono a differenti “orbite” della personalità umana che si “fissa” ad un determinato livello. Perché l’uomo possa essere libero è necessario dapprima “sciogliere i metalli” di modo da poter permettere alla persona di essere più libera. La liberazione della natura della coscienza non può essere infatti raggiunta senza la dissoluzione delle restrizioni, molte delle quali sono conseguenza di eventi di vita e situazioni che si sono “fissati” nella persona. Abbiamo due scale successive che debbono essere salite. Infatti le stesse cose che sono dei limiti ad un livello, quando ne siamo dominati ed agiamo per “necessità”, possono essere anche delle facoltà dell’uomo quando sono realizzate consciamente e le dominiamo. Tempo lineare: Un elemento focale in ciò è il “tempo lineare” Nella pratica terapeutica ci rendiamo conto che all’origine di molti comportamenti e visioni limitative vi sono spesso “congelamenti” di eventi temporali che hanno portato a vedere la realtà in maniera “fissa”. L'intera struttura mentale deve essere allora distrutta al fine di permettere il riarrangiamento in una migliore forma e di percepire la verticalità150. 149
Cfr. Wolinsky “The way of the human” – pag. XII Come dice Jean d'Espagnet: "La scienza di fare la pietra filosofale (ndr. cioè di perfezionare l’uomo) consiste a cercare i principi dei metalli per risoluzione, e, una volta che questi principi sono resi migliori di prima, a riunirli nuovamente, per creare una medicina universale, che può, sia perfezionare i metalli imperfetti, sia rendere la salute ai corpo indisposti. (Titolo 3 - le condizioni dell'opera in “L’oeuvre secrete de la philosophie d’Hermes”) 150
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Il lavoro è un proseguimento ed un ampliamento di quello effettuato da molte terapie cosiddette regressive (ad esempio l’ipnoterapia), che riportano la persona a “liberarsi” delle fissità nel passato. Stare nel presente. Si opera ad un livello più elevato, astraendo dal fattore tempo e mantenendosi nel presente, stando nel momento in cui siamo (vedi esercizi già accennati). Se manteniamo presenza, evitiamo di entrare in una visione limitativa (che è paragonabile all’”entrare in una trance”). E’ il presente che scioglie allora le concrezioni. Ci rendiamo conto che ogni momento è unico e le fissità non hanno ragione di essere. La “sublimazione”. Il rompere gli elementi cristallizzati della sfera personale spontaneamente rilascia allora il potere ivi contenuto. Questo rilascio è l'equivalente di una sublimazione, cioè il passaggio diretto dal solido al gassoso, ovverosia il passaggio da una forma più bassa di coscienza ad una più alta.151
151
Israel Regardie “The philosophers’ stone”
Le Sublimazioni, la respirazione e l’”echineis”
152
Le sublimazioni sono una componente essenziale della “Grande Opera”, cioè del percorso di ascesi dell’uomo. A seguito di queste l’uomo ritorna al suo “asse centrale” |. Simbolicamente queste sublimazioni (anche chiamate nella tradizione “aquile” ad indicare il processo di elevazione153) possono essere in numero di sette o nove. Corrispondono infatti alle compulsioni o vizi eccessivi che catturano l’animo. Bisogna pulire sé stessi. Notiamo che il simbolo delle sublimazioni b (molto simile al simbolo
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L’aquila – Gustav Doré Il simbolo dell’uccello che sale in alto ricorre anche nella letteratura indiana e nella Mesopotamia. In queste narrazioni un uccello è connesso al furto di un elisir di vita eterna, di cui un serpente (che recupera la sua giovinezza ogni volta che cambia pelle) sarebbe stato un tempo il custode. Questo tema ricorre in India (Mahabharata) con la lotta tra l’uccello divino Garuda ed i serpenti progenie di Kadru cfr. White “il corpo alchemico” pag. 234. 153
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della bilancia154), allude all’”equilibrio” che ogni volta viene raggiunto. Come dice il Filalete “bisogna purificare il mercurio almeno sette volte. Allora il bagno per il re è pronto.” Allora il lavacro è per chi, re essendo di natura, torna di nuovo dominare155. E anche Raimondo Lullo indica in numero di sette le sublimazioni b da effettuare “dovete rettificare sette volte, gettando ogni volta il residuo”. Quello che resta è allora lo “spirito” ed infatti il simbolo dello “spirito” per Basilio Valentino è dove il punto centrale allude al principio centrale presente e ravvivato ogni volta. Un antico testo siriaco menzionato da Evola accenna a sette specchi e proprio allo specchio fa anche riferimento una antica e misteriosa tradizione tedesca che abbiamo incontrato casualmente ed opera fisicamente in sette stanze corrispondenti ai pianeti .156 Il risultato delle 154
Alcuni lo rappresentano anche con lo stesso simbolo. La distinzione qui proposta è di Basilio Valentino. Il simbolo è assolutamente identico presso i greci (vedi sotto) ed era anche utilizzato ad indicare il cielo dove dimorano gli dei immortali e quindi il cielo oltre il tempo (Berthelot) . Nel significato del segno della bilancia è derivato chiaramente dal geroglifico egizio della bilancia che ha anche forma simile attraverso la forma del secondo secolo (Stobart) . 155 Evola “La Tradizione Ermetica” pag. 78. cfr. il simbolismo del “regolo” o “piccolo re” che sarà esposto più oltre. 156 Para Maya “Die Macht der Spiegel” – In quest’opera misteriosa che parla di una tradizione di antica origine si allude ad una tradizione di sette stanze e si specificano modalità del trattamento. Anche se l’utilizzo è essenzialmente terapeutico, vi si scorge una forte somiglianza. La persona avanza progressivamente di stanza in stanza man mano che procede nel suo sviluppo. La tecnica è utilizzata attualmente dal gruppo francese di Parigi FRA (fraternitas rosicruciana auri).
sublimazioni è allora la “pulizia” dell’uomo dalle scorie che lo avvolgono e la riscoperta della sua “essenza”157. Tecnicamente uno strumento principe utile per le “sublimazioni” è la respirazione e proprio per questo il simbolo ne è l’aquila (elemento aereo)158. Il risultato è la stabilizzazione della presenza ad un livello più alto. Un altro simbolo di ciò è l’”echineis”, pesce leggendario che è in grado di mantenere le navi ferme nonostante le 157
Notiamo che il termine “essenza” o “quintessenza” ricorre a più livelli in quanto ogni volta giungiamo ad un livello più fino salendo lungo i vari livelli dell’”athanor” che possono corrispondere ai “campi di cinabro” della tradizione orientale. In questo caso il livello è il secondo dell’athanor, corrispondente al cuore. Si può effettuare un paragone con lo “scioglimento del vincolo del cuore”, cioè dalle passioni che ci portano all’esterno. Confrontandoci con la filosofia cinese, ne il “Fiore d’Oro del Grande Uno” si fa appunto menzione ad un libro chiamato “il libro dell’elixir” ed alla formula “il cuore stando sempe in ascolto”. Allora, è detto, “l’energia del calore non subisce interruzione giorno e notte “e lo spirito primo si desta alla vita”. Ciò però non può avvenure prima che il cuore – indiviso e raccolto – si faccia uno (pp. 126-7). Il cuore che va “ucciso” è il “cuore inferiore” ed il procedimento mira quindi a “raffreddare il cuore” di modo che “si muova da sé” e non più per effetto degli oggetti esterni e delle emozioni. Nella filosofia cinese si parla allora di “moto del cielo”, moto dello spirito superiore e “azione nell’inazione”. Fare attenzione allora quando “una calda liberazione, appartenente alla vera luce, incomincia letargicamente a muoversi, allora si è trovato il luogo giusto. E’, (nella tradizione ermetica) il “fuoco magico” o “androgine”. 158 Il simbolismo dell’aquila è infatti un simbolismo legato al controllo dell’aria ed anche le tradizioni indiane portano molta
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tempeste, così come l’uomo può stabilizzarsi, simbolo per il quale vi è un parallelismo con lo Yoga e si può supporre un’origine interculturale.159 Questo simbolo di stabilità significa che l’uomo ormai stabilizzato è pronto ora per l’ascensione a livelli più alti in un nuovo processo diviso in sette fasi. L'asse verticale e la manifestazione.
Il simbolo esprime l’unione della linea orizzontale e della linea verticale ed un tempo diverso. E’ l’unione tra la potenzialità ed il definito, la coscienza, contemporaneamente determinata dalla vita ed allo stesso tempo cosciente della globalità infinita e del tempo “verticale” | ”160. Il tempo assoluto è una verticale | ma il soggetto che osserva vede di questa totalità solo una parte. L’estremo del restringimento di tale visione è la linea orizzontale , che riporta al dinamismo del “divenire” ed alla “linea del tempo unica” . In questa linea è l’ego che comanda costruendo uno specifico ordine del mondo.161. importanza al riguardo. 159 Il tema del pesce è anche nella letteratura indiana nella quale si dice che utilizzando la rete dell’energia yogica (sakti-jalam dove sakti corrsiponde al simbolo D) il pescatore Matsyendra prese il suo pesce (contenente gli insegnamenti del kula) traendolo dai sette oceani (ovverosia dai sette chakra). White “Il corpo alchemico” pag. 250. Il termine “ventre di pesce” è anche indicato nella letteratura indiana con riferimento alla tecnica respiratoria, ed il termine “lo yogin deve stabilizzarsi applicandosi fedelmente alla condizione del ventre di pesce” riporta alla condizione di “stabilità” dell’echineis (White op. cit. Pag. 157). 160 Tarthang Tulku “Tempo Spazio e Conoscenza” pag. 109 161 Tartang Tulku “Tempo, Spazio e Conoscenza” pag. 138
La verticale del tempo | è il simbolo del tempo assoluto ed è il punto centrale attorno al quale ruotiamo. Questo centro della ruota degli elementi e del cosmo 162 è anche il punto nel quale il concetto del fattore tempo non ha più importanza. E’ extratemporale. Il tempo naturale ed il suo asse centrale
Poiché il tempo deriva dall’uomo, capire il tempo significa quindi capire come si pone nel mondo. Dice Ilya Prigogine “la Natura è parte di noi, come noi siamo parte di essa. Possiamo riconoscere noi stessi nella descrizione che ne diamo”163. Quello che questo libro vuole fare è portarvi oltre il concetto astratto e separato dall’uomo che ha nostra cultura occidentale moderna ha del tempo ed aprirvi lì nuove possibilità. Le ore, i minuti con i quali misuriamo la nostra vita non corrispondono a fenomeni naturali, sono solo divisioni matematiche del tempo. Anche i termini giorno, anno etc... sono pensati in termini di sequenza e facendo astrazione dall’uomo. In pratica il 162
I greci infatti utilizzavano tale segno anche per indicare le “sfere” cosmiche come appare da Berthelot: una forma medievale è (menzionato da Crosland 1962) 163 M. Lukas “The world according to Ilya Prigogine”, Quest/80, Dicembre 1980
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tempo è un’idea che abbiamo creato, ma successivamente ci facciamo dominare dal concetto stesso che abbiamo creato. Per l’uomo il concetto di “ora di orologio” ha lo stesso interesse del concetto di “era geologica”, non è un qualcosa che è vissuto direttamente. Il tempo reale dell’uomo è quello che lui vive. Ovviamente questo non ha nulla a che vedere con concetti tecnici come l’essere puntuali o meno. Vogliamo dire che è possibile dominare il tempo invece che esserne dominati. Per fare un esempio, la sera siamo agitati, ma la mattina, quando vi svegliate, il tempo sembra avere una valenza diversa. Perché lì siamo coscienti che siamo chiaramente noi la misura. La coscienza che il centro del tempo siamo noi cambia la nostra vita. Per molte culture il tempo è la natura. In altre parole non vi è divisione tra attività dell’uomo e tempo in quanto quest’ultimo è misurato su base umana164 e non può esistere in forma astratta. E fin dall’antichità il tempo è stato misurato sulla base del moto dei corpi celesti che sono stati a loro volta riferiti all’uomo. Simbolicamente il punto centrale dell’ora è allora l’asse centrale del cosmo, il centro dello zodiaco che “non appartiene al tempo”165. E lo zodiaco, nell’interpretazione tradizionale, mostra nelle sue varie posizioni i “modi di essere” dell’uomo, come il “sole”, cioè la nostra coscienza, si trasforma. Quando siamo al centro non c’è né movimento né trasformazione. “Noi percepiamo infatti simultaneamente movimento e tempo. Se ci sembra che un certo tempo sia trascorso ci sembra che un certo movimento si sia prodotto simultaneamente”166. 164
Steve Taylor “Making Time” – pag. 114 Per Aristotele l’ora non appartiene al tempo inteso come fluire, e così è anche per la moderna fisica che ha impossibilità di fissare la dimensione “adesso” senza un osservatore. 166 Aristotele: “Fisica” 165
La relazione tra rallentamento temporale e “verticalità” dell’uomo non è una semplice idea, può anche essere verificata sperimentalmente in ipnosi. Alcuni esperimenti di Naish (2001) mostrano ad esempio che il nostro orologio interno funziona più lentamente man mano che una persona si distacca dalla realtà (in pratica siamo meno preso dalle acque e dalle emozioni) e genera la sua esperienza interiormente (cioè partendo dal suo centro).167 Man mano che prendiamo coscienza nell’ora e ci centralizziamo ci rendiamo conto che i piani diversi dell'esistenza sono come “circoli” attorno all’asse centrale. E’ come una spirale. Si tratta né più né meno del simbolo primordiale del serpente o del drago che si avvolge attorno all'asse dell'albero del mondo.168 Il percorso di trasformazione può essere immaginato come una spirale che si innalza e diventa sempre più aderente al principio centrale. Ogni volta che “sciogliamo” le nostre compulsioni nella nostra globalità e torniamo alla Presenza realizziamo uno delle spire. Quando descrivendo l’opus circolare al’inizio di quest’opera abbiamo citato l’esercizio dell’attenzione che sale a spirale e poi ridiscende più lentamente. Era una pallida immagine per iniziare a “conoscere” questo simbolo attraverso la vostra neurologia. La discesa si riferisce al fatto che l’”homo totus”può essere in due 167
E quindi, “Poichè il tempo accompagna il movimento ne consegue che accompagna anche i movimenti dell'anima e quindi ne consegue che tanti sono i movimenti tanti sono i tempi.” 168 Titus Burchardt “Alchimia” pag. 114
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tempi contemporaneamente, sia nel tempo assoluto che nel tempo “lineare”. La tradizione indiana ha un simbolo simile con i chakras. Ogni chakra è anche un “tempo” differente. Lo “sciogliere” le varie nature può essere allora anche rappresentato come un’ascesa lungo questa scala che a sua volta può essere rappresentata come un “cosmo” immerso nell’uomo. La differente velocità di rotazione dei pianeti (dal veloce mercurio al lento saturno) ben si presta a questa definizione di tempo ed ascesa attraverso i vari “cieli”. Non possiamo separare noi stessi dall’universo. L’universo e la vita umana sono intrecciati indissolubilmente.
Il percorso simbolico di ascesa
La comprensione che il divenire retto dalla necessità non è l’unica possibilità è già nella visione dei greci riguardo al fato ed al tempo ed alle “sfere celesti”. Platone parla di sette sfere ruotanti, rette dalle “figlie della necessità”, e così dice il “Corpus Hermeticum”: l’ente intellettuale ed androgino che è la vita e la luce, genera col Logos un’altra intelligenza creatrice, ..., che a sua volta forma sette
ministri, chiudenti nei loro cerchi il mondo sensibile. Il loro dominio si chiama fato – eimar m e n h ”169 La disposizione nell’antica tradizione riporta quindi i pianeti in ordine discendente rispetto alla terra come simboli psichici ed universali del mondo delle “necessità”. Abbiamo citato i greci, ma vi è un’unità in tutte queste descrizioni, in quanto l’uomo è sempre uguale sotto il sole.170 171 Se esaminiamo ora le varie “orbite umane”172 in ognuna vi è un grado differente di consapevolezza e di rapporto con il tempo. Sciogliere le fissità equivale allora a “sciogliere il tempo”. Nella metodica indiana ogni chakra è elaborato e “purificato”. E’ possibile elevarsi tramite l’incontro degli opposti. Fra i due poli estremi della passività e dell’attività si allineano tutte le facoltà e le maniere di rapportarsi al
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Corpus Hermeticum I,9 Anche i cieli di Dante hanno la stessa struttura. Come dice Guénon : “è certo che quanto ritroviamo in Dante è in perfetto accordo con la dottrina araba e con le teorie indù sui mondi e sui cicli cosmici, senza essere tuttavia rivestito della forma, quella soltanto, che è propriamente indù. E tale accordo esiste per necessità fra tutti coloro che hanno coscienza delle medesime verità, in qualunque modo ne abbiano acquisito conoscenza” “L’esoterismo di Dante” pag. 63. 171 Ricordiamo che ai tempi dei greci non vi era stata ancora la possibilità di esplorare lo spazio, i moti dei cieli erano visti allora come riflessi dei movimenti delle anime umane ad un livello superiore. Esplorare tale configurazione permette quindi di esplorare l’animo umano. Espresso chiaramente anche in Dante: “A vedere quello che per lo terzo cielo s’intende…Dico che per cielo io intendo la scienza e per cieli le scienze” Convivio Tratt. II, cap. XIII cfr. Guénon op. cit. 172 analisi basata su quanto esposto da Titus Burckardt “chiavi simboliche dell’astrologia islamica”. 170
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tempo che vengono riunificati progressivamente in uno stato di coscienza sempre più globale. E’ lo sciogliere i sette metalli che porta quindi anche alla realizzazione dell’unione dei principi maschili e femminili, alla riunificazione ed equilibrio delle doti dell’animo173 che, ad un altro livello può anche essere vissuto come un riequilibrio corporale. Abbiamo precedentemente parlato dell’assorbimento attivo e passivo. Attivo è quello del fare, passivo è quello ad esempio del dormire o stare davanti alla televisione. Il primo vincolo del tempo da superare è quello attivo. Sono i modi nei quali il nostro tempo viene “occupato” attraverso il nostro “appassionarci” attivamente alle cose. Questo accade nel mondo fisico nel concettualizzare. La sfera più distante è appunto il tempo misurato e fisso del nostro cervello logico, l’animo più distante dalla percezione diretta. Per gli antichi è Saturno 174, la cui orbita rapportata alla terra è la più larga, che è la “ratio”, la sensorialità della ragion pura “impietrata” nelle cose. Tale impietramento può cominciare ad essere superato con stati di meditazione e di abbandono, cioè la sfera opposta dell’assorbimento passivo, l’inglobarsi nelle cose (il simbolo è la luna , la cui orbita è la più vicina al centro terrestre rappresenta la facoltà generatrice ed anche lo "spirito vitale" che costituisce il legame tra il 173
Lo schema che segue riprende lo schema presentato da René Schwaller de Lubicz in “Aor, La Doctrine. Trois conférences faites à Suhalia” – terza conferenza 174 Origine e Significato: Il geroglifico tradizionale di Saturno è composto dalla croce + che domina sul simbolo della luna (la mente, l’immaginazione). Significa quindi l’”impietramento”. La forma greca era molto simile: (Omont). La forma egizia era della sfera corrspondente era invece con quattro lati, quadrata e forse è all’origine del glifo greco.
corpo e l'anima175). Questa integrazione può poi proseguire. L’assorbimento attivo comprende anche l’essere eccessivamente nel mentale (dagli antichi simboleggiato dal pianeta Giove 176 la facoltà di decisione che rappresenta la forma intellettuale), equilibrato dal pensiero emozionale (Mercurio è in questo schema il prototipo del pensiero emozionale analitico). Una maniera può essere “sentire” le concettualizzazioni mentali (valori, credenze) come “fissazioni” corporee e lasciarle andare. Infine l’assorbimento corporeo del fare, (la volontà che appartiene per gli antichi a Marte 177 al quale appartiene anche l'immaginazione attiva178) può equilibrare il polo dell’assorbimento passivo del desiderio (legato al principio femminile), corporeo e caratterizzato da
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Titus Burckardt – Alchimia – pag. 78 Origine e Significato: Nel simbolo di Giove la luna passa sopra alla croce + a simboleggiare la mente che domina gli elementi (immaginazione attiva). Il simbolo è attestato identico nella tradizione greco-bizantina (Hyginus 1482 ) e precedentemente (Berthelot) . Il simbolo simile antico egiziano è . 177 Origine e Significato: Il simbolo è identico già nella tradizione greco-bizantina (Huginus 1482) a sua volta molto simile al simbolo 176
utilizzato dai greci antichi (Berthelot) . La freccia può essere interpretata come analoga all’elemento fuoco e che esce dalla materia F. Il simbolo egizio è 178 al-Jili
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trances passive (per gli antichi Venere 179 è l'astro della passione amorosa, ma anche dell'immaginazione passiva180). Essere al centro e nell’ora fisicamente avviene allora al cuore, analogo al sole per la sua posizione centrale; è l’organo della conoscenza intuitiva che unisce e trascende tutte le facoltà dell'anima. Il cuore richiama per analogia la facoltà che anima i cinque sensi sintetizzandone le impressioni ed è quindi il prototipo dell'anima sensibile (definito da 'Abd Aal-Karim come al-Jili181). Il cuore è il punto centrale dal quale può partire la crescita verticale. Il percorso di integrazione appena esposto è quello del disegno della “Theosophia Pratica” del Gichtel: i centri dell’uomo sono collegati da una spirale che si conclude al cuore, il punto di partenza per una ulteriore evoluzione. tale disposizione può essere facilmente sovrapposta alla disposizione dei chakras indiani e può essere considerata una mappa analoga alle pratiche indiane che può essere utilizzata per creare equilibrio partendo dal livello fisiologico a tutti i livelli. 179
Origine e Significato: Simbolo identico anche nella tradizione greco-bizantina (Hyginus 1482 ) . Altri simboli precedenti sono che mostrano somiglianza col geroglifico egizio demotico . al-Jili 181 Nel libro sull'uomo universale (al-insan al kamil) 180
Nel percorso di integrazione e sempre maggiore presenza ogni forma di assorbimento attivo viene bilanciato con la corrispondente forma passiva. Torniamo ad essere “uno e possiamo allora percepire la “durata”, il tempo assoluto. Esercizio 38 biconcentrazione Ogni simbolismo può essere anche pratica fisica di evoluzione. Il concetto che pratichiamo nei nostri seminari è la “bi concentrazione”, ovverosia la capacità di fissare l’attenzione su due punti contemporaneamente. Questo ne congiunge le nature . Con essa ci si porta in uno stato nuovo, in un “centro”. Dapprima l’attenzione va contemporaneamente alla sommità della testa ed all’inguine. Subito dopo al punto tra gli occhi ed alla pancia, immaginando due punti contemporaneamente, ne cosnsegue una sensazione di riequilibrio. (anche popolarmente si dice “connettere la testa alla pancia)”182. Infine portiamo l’attenzione nella zona attorno al cuore ed al cuore stesso. Ne consegue un senso dell’ora potenziato, ed un riequilibrio del corpo.
Le immagini ci aiutano ad aprire la mente ed unificare anche dimensioni superiori. L’incontro degli opposti è rappresentato mitologicamente dall’incontro tra sole e luna (ovverosia tra principio maschile e femminile) e la stabilità raggiunta dall’isola di Delo, normalmente ricoperta dall’acqua, che emerge dal “mare filosofico”, e dove nascono Apollo e Diana che rappresentano il sole e
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Questo effetto è confermato anche dai lavori del dr. Lefebure
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la luna.183 L’isola rappresenta “l’acqua tratta dal centro del centro e resa da occulta manifesta”184 In altre parole è il “centro” dove avviene l’incontro tra le due nature e la prima formazione del rebis : cioè l’acquisizione nell’umano della potenza data dall’unione degli opposti. La somiglianza quindi tra i caratteri umani ed i simboli è quindi su più livelli: nella psichicità, nella morfofisiognomia in quanto ogni modo di pensare si riflette nel corpo, e in relazione al fattore tempo che viene da questi scandito ed alle sfere temporali. L’uomo reintegrato è così simile al cosmo185.
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La tradizione occidentale ed orientale sono a questo proposito identiche. Esiste un parallelismo completo tra “l’isola di Delo” e nella tradizione indiana “l’isola della Luna” (Candra-dvipa) ed il monte della luna (Candra Parvata). Si tratta di localizzazioni del corpo sottile man mano che determinate pratiche sono portate a compimento. L’isola in oggetto (che anche nella letteratura indiana sparisce sotto le acque) può immaginarsi situata nella cavità addominale e successivamente (come monte della luna o Candra Parvata) sulla volta cranica. Sempre nella letteratura indiana si parla di “città della luna” fondata da Minanatha con la luna, Mesapada con il sole e Kurmanatha con il fuoco, l’incontro di sole (apollo), luna (diana) e fuoco. La nostra interpretazione è che l’”isola” incomincia ad apparire ed a manifestarsi sempre più, fino ad essere “monte” (cioè manifestata totalmente). Sulla cima (corrispondente alla “salita” dei vari livelli) vi è l’incontro tra le due nature (il rebis). Nella Divina Commedia l’isola infatti incomincia ad apparire come la montagna del Purgatorio (in mezzo alle acque) e si realizza totalmente sulla cima (il Paradiso Terrestre) con l’incontro delle due nature (Dante che incontra Beatrice). 184 Dalla Riviera “Il mondo magico degli Heroi, pag. 66
Il simbolismo in Dante
L’uomo più a contatto della Natura, quale era ad esempio l’uomo del Medioevo, comprendeva questi concetti più chiaramente di quello d’oggi e li esprimeva in molti modi. Capiva che era importante evolvere sé stessi e che vi era una via per essere sereni e veramente sé stessi. E’ solo la nostra epoca che non riesce più a sapere quale è la vera strada per la crescita umana che non è solo nelle cose, ma bensì nell’essere che è al di là del divenire. Lì è la vera potenza. La simbologia è anche molto chiara in Dante che, come abbiamo detto, aderiva a gruppi depositari di insegnamenti segreti. Abbiamo dapprima il Purgatorio con sette cornici (equivalenti terreni dei pianeti) ove vengono sciolte le “compulsioni” che ci allontanano dal centro e ci impediscono di riunificarci ed essere veramente uomini. Superate i sette gironi, si è cima al monte del Purgatorio, nel paradiso terrestre, ovverosia il massimo stato raggiungibile prima dell’elevazione energetica. Qui avviene l’incontro con Matelda, che rappresenta la felicità perfetta. Tale fase avviene su di una montagna, che è ancora parte della terra, cioè dell’uomo, e precede quella successiva di salita attraverso i sette cieli ed il “superamento” dei principi stessi. Successivamente Dante potrà ancora salire ancora attraverso i sette cieli (l’espressione “essere al settimo cielo” viene proprio da questa antica tradizione). E’ la fase dell’”esaltazione”. Lo spirito liberato dal peso delle compulsioni sale quindi i livelli supremi di coscienza. E’ l’espansione dello spirito che Dante descrive con termini come “transumanare” e “indiarsi” (diventare Dio). Dopo i sette cieli, simboli delle differenti personalità,
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si raggiunge il cielo delle “stelle fisse”, gli archetipi e le costellazioni che sono nell’uomo e trascendendo ulteriormente questo livello si giunge infine al “cielo della durata186” “Nel ciel che più della Sua luce prende, Fui io e vidi cose che ridire, Né sa né può chi di lassù scende” (Par. I, 4-6). L’essere ed i passaggi a lui afferenti non sono esprimibili a parole.
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Ed il “cielo della durata” è quello dove il tempo si ferma. Vi è un parallelo esatto nella tradizione indiana: “Kundalini risvegliata – dice in Tantrasadhbhava – è “tempo sottile”, cioè non è il tempo, ma l’elemento o atto intemporale da cui il tempo procede ed in cui è compreso. Evola “L’uomo come Potenza” pag. 253.
Fase 2. Parte Pratica. Regole per liberare i vari principii Nelle pagine precedenti ci siamo espressi per concetti e immagini. Questi devono essere resi sempre più realtà. Per risvegliarsi, per connettersi ai diversi livelli della cosiddetta “quintessenza superiore” e della verticalità fuori dal tempo abituale, la prima chiave assoluta è sempre l’“essere presenti” 187 che abbiamo introdotto nella prima parte del libro. La seconda, di potenziamento, sono i vari esercizi energetici che ora presenteremo che portano ancora di più a sciogliere le fissità. Infine la terza è la meditazione attenta sul significato profondo dei simboli e delle parole di questo libro. Infatti perchè il processo di trasformazione avvenga la vostra mente deve essere capace di “ragionare simbolicamente” e quindi non solo in entità fisiche, ma con tutta la profondità quantica di cui è capace. L’ego e la sua fissazione fisiologica nel corpo
Perché sviluppare l’attenzione all’ora? Noi non ce ne rendiamo conto, ma siamo prigionieri delle memorie. E, come dice Ram Dass: “per poter uscire da un prigione bisogna sapere che vi si è dentro”. La ragione di tutte le difficoltà psicologiche oppure psicosomatiche è infatti sempre in una fissazione di un atteggiamento del passato, un modello che viene perpetuato che entra in contrasto con la nostra naturale flessibilità. 187
Come dice “De Pharmaco Catholico” come riportato in “Introduzione alla Magia” – Vol. 1 - Sappi anzitutto, che da tre essenze ogni cosa fu formata e fatta, in corpo analogo e simile per astrale impressione ed elementare operazione.
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Quello che rende pensieri, emozioni, credenze così persistenti e difficili da cambiare è che sono divenute come parti del vostro sistema nervoso e del corpo. Di questo potete facilmente rendervi conto quando ad esempio una persona tocca un elemento della vostra personalità/identità e provoca allora in voi una reazione fisiologica. La rabbia può provocare problemi di stomaco, la depressione influenza il sistema immunitario ecc. Le malattie psicosomatiche sono appunto normalmente causate da reazioni emozionali mantenute a lungo. Questo fissarsi limita la nostra coscienza e ci allontaniamo dalla percezione della “quintessenza” e dal poter liberare le nostre facoltà superiori. Possiamo però sciogliere tali “nature fisse”, in modo da permettere all’uomo di prendere maggior contatto con la sua totalità e ridivenire “homo totus” o “uomo globale”. Tale risveglio richiede presenza a noi stessi, continuamente mantenuta. Può inoltre essere facilitato attraverso metodiche fisiche. Attivandoci fisiologicamente possiamo “sciogliere” la fusione tra nostro noi stessi mentale e la dimensione biologica. La ragione per cui certe problematiche sono maggiormente presenti nel mondo moderno è anche perchè costui si “dimentica” del corpo. In altre parole l’attivazione fisiologica dell’uomo medio è ben lungi dall’essere ottimale. La sedentarietà a cui ha costretto il suo corpo dopo l’invenzione migliaia di anni fa dell’agricoltura ha reso ancora più facile il “bloccarsi” e
“fissarsi”. Vi proporremo quindi nelle pagine seguenti degli ulteriori esercizi, una specie di “Yoga” occidentale, atto a rimettere in funzione alcune delle vostre possibilità. Sommario degli esercizi di sviluppo dei vari gruppi
Per poter quindi muoversi sulla strada dell’evoluzione è importante osservare tre punti188: •
• •
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La pratica di una respirazione cosciente: I “patterns” respiratori fissi mantenuti automaticamente sono infatti il modo in cui una particolare fisiologia ed una particolare psicologia viene mantenuta. L’attenzione alla respirazione sviluppa inoltre la consapevolezza di un fenomeno normalmente inconscio, e quando ritmata è uno strumento principe per sviluppare anche la volontà che riprende controllo sulla fisiologia. La respirazione ritmica dissolve allora il “falso oro” ovverosia gli aspetti bloccati della persona staccandoli a poco a poco come con uno scalpello. Un'alimentazione sana ed esercizio fisico. Sono consigliati inoltre esercizi di stiramento e rilassamento. Un'attenzione al proprio sistema ghiandolare attraverso metodi appositi. Può allora seguire la liberazione di dinamismi infracoscienti e del sistema nervoso simpatico che è responsabile della distribuzione dell’energia facilitando la risalita dell’energia (il concetto di kundalini indiano). In
I punti seguenti sono stati estratti dalla letteratura Mazdznan, un’antica tradizione proveniente dalla Persia che abbiamo trovato sperimentalmente molto appropriata per lo sviluppo pratico di tali concetti
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particolare dobbiamo fare attenzione all'apparato genitale. Il fine di questo gruppo è la "conversione" dell'energia organica (rigenerazione) e propagazione della vita attraverso l'atto generatore (generazione). Si potrebbe anzi dire che tutte le energie non sono che una riverberazione, una trasformazione dell’energia sessuale. Dovremo quindi aver cura della nostra vigoria genetica, sia amministrando con saggezza il patrimonio elargitoci dalla Natura, sia cercando di accrescerlo, cosa che è anche possibile. Metodo pratico per la risalita lungo le “sfere”
Mentre sviluppiamo la nostra fisiologia, scopriamo che “saliamo” di livello di coscienza. Questo processo è solo in parte fisico. Per essere efficace ha bisogno del simbolo. Va condotto anche “distaccando” le concettualizzazioni in cui spesso una ne nasconde un’altra. . Ogni sfera umana ha infatti una sua “vischiosità” collegata alle parole, credenze e valori corrispondenti. Esercizio 39: andare alla base delle cose che ci muovono (o ci bloccano). Per incominciare a superare le concettualizzazioni vi è un metodo moderno molto valido che consiste nel chiedere ogni volta che appare un elemento significativo alla coscienza. Ad esempio se appare “ho paura di non farcela” potete chiedere: “se togli questo cosa c’è dopo?”. Nel suo susseguirsi togliendo paura dopo paura questo metodo porta a poco a poco alla sfera centrale ad una maggiore consapevolezza ed alla presenza a sé nell’ora189. Coscienza ed attenzione al cuore
Perché quanto detto sia efficace bisogna come detto che quando eseguiamo qualsiasi esercizio siamo senza 189
Il metodo è di Stephen Wolinsky “Qauntum Consciousness”
pensieri, in stato di presenza. Le orecchie devono sentire, ma non devono “concettualizzare” la realtà che odono. Gli occhi devono vedere, ma non dare nome a quel che vedono. L’immagine batte sulla retina. Gli esercizi vanno anche eseguiti scoprendone le sensazioni interne non esclusivamente fisiche. Si sente uno specifico qualcosa, anche se non vi diamo nè nome, nè una direzione. Si è semplicemente coscienti di una certa energia. Così incominciamo ad accorgerci che il pensiero non è fisso nella testa bensì che il pensiero si sviluppa dal cuore, e da lì arriva alla testa.
L’uomo in forma di Stella
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Esercizi per il primo Componente: Consapevolezza e Spirito attivante D Il Principio Attivo Esercizi per vivere ed attivare in sé questo simbolo. Far proprio questo concetto significa meditare sul principio centrale attivo strettamente connesso alla propria consapevolezza e attenzione. In una pratica precedente abbiamo detto di mettersi davanti ad uno specchio e guardarsi. Avrete notato che potete perdervi in quello che vedete nello specchio (il vostro io esterno, le apparenze esteriori), che però non sono altro che un riflesso di voi stessi! Nello stesso tempo c’è anche “qualcuno che osserva”. E’ questo il principio attivo. Voi potete essere infatti prigionieri dell’orizzontalità (come è nella maggior parte delle persone che si fanno prendere dalle cose della vita e si “dimenticano di loro stesse”, e come Narciso cadono nello specchio che le riflette190) ma potete anche prendere
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Cfr. Evola op. cit.
coscienza della verticalità ed allora avete la base della crescita.191 192 La chiave fisiologica primaria per sviluppare tale principio è rappresentata dalla “respirazione consapevole”. La respirazione è l’atto vitale per eccellenza, l'attività di base dell'uomo, che lo mette direttamente in contatto con la sua natura e con la natura esterna. Essa ci aiuta a comprendere intuitivamente che non siamo un’unità in contrapposizione all’universo, ma bensì una parte dell’Universo stesso. Quanto meno ci scostiamo dalle leggi della Natura e tanto più ci sentiremo 191
Varie tradizioni iniziatiche fanno corrispondere a tale principio attivo, “l’azione squadrata” in cui vi è vi è chiarezza di movimento e non storture derivate dai pensieri e dall’ego. Vedi R. Ambelain (“i simboli dell’arte reale”). Questa è la conoscenza e la continuità nell’azione, la gnosi. La linea retta allude alla continuità nella vigilanza. Notiamo anche cosa scrive Arturo Reghini a proposito dell’unione tra verticale ed orizzontale (la squadra ma anche la croce): “si produce un cambiamento profondo che prepara gradualmente alla fase della morte iniziatica; deve essere tutto un processo di mortificazione (interiore e non della carne), di spersonificazione, di rinunzia alle speranze ed ai desiderii egoistici, di liberazione da ogni paura e da ogni legame.” (Le Parole Sacre e di Passo – Arturo Reghini – pag. 104). 192 Nella scolastica medievale e nella visione di Lullo questo principio è invece collegato alla FEDE. Ma bisogna notare che per Lullo il termine “Fede” ha un significato differente da quello che ha assunto successivamente. E’ uno stato di consapevolezza e trasparenza. “La Foi naît de la pratique de la Justice et de la Tempérance. Foi, avant tout, prend sa source dans la vérité et la franchise. Foi, c'est Franchise ! Ne mens pas, car le Mensonge tue la Foi. Ce faisant, tu tisses autour de toi-même un voile qui te cache Dieu, suprême Vérité. Pour croire juste. il faut imaginer ou agir véridiquement. Ce faisant, tu fais naître en toi-même une Foi, fille de Certitude. Et Certitude est seule Réalité... »
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sani ed energici. Anche la nostra crescita spirituale ne trarrà giovamento193. La parola “spirito” è tra l’altro intimamente ed etimologicamente legata al concetto della respirazione, che è il primo dei fattori naturali sui quali andiamo ad operare. Vedendolo in maniera simbolica, il fuoco contenuto nel simbolo D viene appunto mantenuto con una respirazione adeguata. FASI: Nella fase iniziale di lavoro su sé stessi la respirazione viene condotta partendo dalle parte bassa dei polmoni, al fine di “equilibrare gli elementi”. E’ questo tipo di respirazione alla quale vi abbiamo introdotto nel capitolo “gustare l’essenza”. Quando dopo un certo tempo avrete superato le ansie e realizzato una calma olimpica in noi, allora potrete eseguire sessioni di respirazione incentrate soprattutto sulla parte alta dei polmoni ove questa tenderà per effetto riflessologico a stimolare la positività e la vitalità. Lavorare in tal modo porta allora ancora di più a coordinare la volontà194. Crescendo nello sviluppo psichico, scoprirete infatti che la volontà si trova associata costantemente e 193
Notiamo che anche nella tradizione cristiana vengono praticati esercizi respiratori (presenti ad esempio nell’Esicasmo, la pratica dei monaci del monte Athos) il fine è lo sviluppo di questo principio. 194
Recenti ricerche scientifiche del dr. Hugh Garavan, neuroscienziato del Trinity College di Dublino convalidano questo concetto attraverso la risonanza magnetica che mostra come l’autocontrollo sia un’attività che coinvolge soprattutto i lobi frontali del cervello, in particolare il lato destro. Un’area che continua a crescere e modificarsi anche dopo i 20 anni. Nelle nostre osservazioni, gli esercizi di respirazione che coinvolgono la parte alta dei polmoni sembrano avere un effetto riflessologico proprio su tale parte. Ecco perché questi esercizi possono aiutare a sviluppare il dominio di sé che è anche base per la propria autocoscienza.
intimamente all' « Io» centrale ed alla consapevolezza. Quando sarete a questo livello sarete “re” in voi stessi. Sarete un voi stessi superiore, non più identificato col vecchio “io”. La volontà vi permetterà allora di dirigere i propri pensieri, di moderare o di esaltare secondo i casi, le emozioni o gli impulsi, e di regnare sovranamente sopra gli stati sensori. Quando siete a questo livello, decidete di non sentire un dolore, e potete non sentirlo. Di stare bene, e lo state. Di fare qualcosa, e lo fate. Lo sviluppo della facoltà volitiva è ovviamente graduale. Dovete essere in grado anche di raggiungere obiettivi nella vita195, nei primi passi si creerà l'impulso rappresentandosi i vantaggi a cui tende196, ma man mano questa immaginazione sarà sempre meno necessario, ed ogni nuovo tentativo renderà più energico e più facile il susseguente. Notiamo come la subordinazione delle diverse attività psicologiche alla coscienza, costituisce anche la qualità maggiore per il successo, perchè rende idonei ad agire malgrado ostacoli o difficoltà, conformemente ad una decisione o ad un principio fissati in anticipo. Essa è anche la qualità base per il massimo d'armonia interna. Svilupparla porta ad un primo grado di magnetismo personale. L'influenza psichica individuale s'accresce infatti anche col ridurre la molteplicità degli stati d'animo ed imparando a pensare con energia. Possiamo allora divenire effettivamente creatori della nostra realtà,
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Parafrasnado Kremmerz si può dire che “non potete fare oro dentro di voi se non siete in grado di farlo all’esterno”. 196 E’ la tecnica di motivazione della PNL e di alcune metodiche ipnotiche. Tuttavia man mano che il Rebis, l’unione dei principi crescerà in voi, sarà sempre meno necessaria, in quanto volontà ed immaginazione saranno fusi e nascerà una terza forza, incentrata sul corpo che vi permetterà di “fare”, semplicemente.
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ottenere quel che vogliamo ed influenzare le persone attorno a noi. Un secondo elemento molto importante nella respirazione è il ritmo. Abbiamo parlato dei pensieri che affollano la mente; il respiro ne è in parte un derivato in quanto le ansie le angosce ed ogni stato dell'animo modificano il nostro respiro e ne alterano l’equilibrio. Bisogna allora, sviluppare la volontà imparando a stabilire in sé un ritmo respiratorio volontariamente determinato durante sedute specifiche dedicate a ciò. Con la respirazione profonda cosciente e controllata invece di essere conseguenza degli avvenimenti esterni, impariamo allora a divenire elemento equilibrato partecipante ed in connessione con la realtà. La nostra volontà diventa allora volontà della natura. La respirazione migliora e trasforma l'organismo e l’uomo ed è il mezzo migliore per far crescere il fuoco interiore ed effettuare le varie “sublimazioni” dell’energia197. Ecco ora alcuni semplici esercizi. Esercizio 40 – Esercizio semplice di respirazione Riempite totalmente i polmoni, trattenete il più possibile e poi espirate totalmente (eseguire una sola volta poi fare una piccola pausa).198 Abbiamo visto con i nostri allievi come questo esercizio aiuti molto nell’aumentare la confidenza in sé stessi. Continuando nel tempo si arriva inoltre ad una 197
Lo stato che emerge è uno stato di stabilità, simboleggiato da un pesce leggendario, l’”echineis” in grado di fermare le navi. Questo simbolo alchemico occidentale trova una corrispondenza in oriente. Nell’alchimia indiana la tecnica del “ventre di pesce” è appunto la tecnica respiratoria cfr. White “il corpo alchemico” 198 Così proposto l’esercizio è di scuola occidentale, anche se esistono analoghe tecniche orientali.
specie di “rilascio” dove tensioni, ansie accumulate negli anni si rilasciano e spariscono per sempre. Esercizio 41: rivitalizzazione respiratoria Posizione. - Corpo eretto. Spalle ben indietro. Testa eretta. Mento proteso. Esecuzione. – Questo esercizio è una maniera alternativa di eseguire il precedente. Sollevare bene il petto facendo un'ispirazione forzata. Poi espirare vuotando totalmente. Questo esercizio è un ottimo vitalizzatore e rinvigoritore del sistema nervoso simpatico. E’ possibile combinare tale movimento anche con la stimolazione della colonna vertebrale. In tal caso, con un movimento dall'avanti all'indietro, far rientrare il mento (senza però abbassarlo) mentre si manda indietro la nuca. Esercizio 42: respirazione di potenza e circonduzione Variante. - Arrivati all'estremo limite del movimento, girare il capo a destra o a sinistra il più possibile o abbassare il mento. Anche questo esercizio tende a raddrizzare la colonna vertebrale ed ad ampliare l’efficienza ed energia respiratoria.
Altro esercizio utile per espandere la cassa toracica ed assecondare lo sviluppo del principio respiratorio è il seguente: Esercizio 43: apertura Esecuzione. - Alzare sul capo le braccia moderatamente scostate. Le dita allargate e nella massima estensione. Tendersi energicamente senza abbandonare il suolo coi talloni inspirando. Anche questo esercizio tende a raddrizzare la colonna vertebrale ed ha un ottimo effetto energetico Nota. - La testa deve rimanere rovesciata all'indietro e guardare le mani. Si deve sentire la tensione ben localizzata nella spina dorsale.
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I TRE PRINCIPII VITALI Respirazione ritmicai
Esaminiamo ora gli esercizi ritmici cui è utile dedicare sessioni specifiche. Il metodo tradizionale un ritmo di otto secondi per inspirazione ed espirazione e quattro secondi per un trattenimento intermedio, che è bene raggiungere progressivamente. Un modo alternativo199 è sette secondi di inspirazione e tre di trattenimento200. Esercizio 44: Esercizio ritmico base In posizione perfettamente diritta e seduta, cominciare con una lunga espirazione. Se possibile, manteniamo di fronte a noi una luce accesa, od una candela incominciare ad inspirare profondamente e regolarmente, progressivamente, contando mentalmente sette secondi, od ancor meglio, scandendo su sette pulsazioni del cuore. Mantenere lo sguardo sul punto di concentrazione. L'espressione del viso deve essere calma e soddisfatta. Seguire mentalmente le correnti d'aria all'interno del corpo. Dopo aver inspirato, trattenere durante tre o quattro secondi. Dopodichè espirare durante ugualmente sette secondi. Rimanere a questo punto a polmoni vuoti per quattro secondi, prima di riprendere una inalazione di sette secondi. E' possibile anche ridurre la durata di queste inspirazioni ed espirazioni, ad esempio 4 secondi di inspirazione e 2 secondi di tenuta. L'esercizio può essere eseguito tre volte al giorno per tre minuti: un totale di nove minuti dedicati al benessere ed alla crescita individuale. Infatti progressivamente questo esercizio migliora la percezione di sé e dell’ambiente e l’autodeterminazione nella vita. Sul piano fisico
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Utilizzato ad esempio nella tradizione Mazdaznan del dr. Hanish. Una tradizione parallela circassa (kebzeh) utilizza un ritmo 8-2-8. Nella tradizione alchemica occidentale (Catenaia) un ritmo è 8-4-8. Vi è una varianza relativa attorno ad un universale umano. 200 Perché queste durate? Notiamo che la respirazione media in assenza di esercizio è invece intorno ai 10 secondi (inspirazione+espirazione). Ma i migliori atleti in stato di riposo possono avere tre respirazioni al minuto. Forse questa è una durata ideale.
quest'esercizio tende anche ad incrementare la vitalità generale ed è alla base degli "esercizi di ringiovanimento".
Notate le sensazioni alla fine dell'esercizio. Esercizio 45: esercizio respiratorio per il perfezionamento dell’uomo. Quando inspirate, pensate a delle doti che pensate di voler acquisire. Mentre trattenete il fiato, sentite queste doti dentro di voi. Espirando pensate che la vostra energia va nel tutto cui siete connessi oppure alla loro applicazione pratica. Noterete man mano che lo farete un’accentuazione di queste nella vita quotidiana.
Questi esercizi oltre all’aspetto interiore tendono a riequilibrare l’uomo e ad aiutare un funzionamento più sincrono degli elementi muscolari, nervosi e ghiandolari che lo compongono. Prendere coscienza delle Memorie
Le azioni automatiche della nostra vita sono memorie. Un comportamento acquisito è una memoria. Se non siamo coscienti, queste interferiscono col presente e tendono a portarci ad avere sempre reazioni uguali, a mantenerci nella meccanicità201, in altre parole negli “stati di trance” (cioè di riduzione della nostra coscienza e libertà). E’ dalla memoria che nascono le "compulsioni a ripetere" della vita. Se osserviamo, la vita di tutte le persone sembra girare attorno agli stessi modelli, e spesso le situazioni si ripetono.
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Il meccanismo della “Proiezione” ad esempio descritto da Freud, o gli “ancoraggi” della PNL sono classificabili come “memorie non controllate” che si incollano sul presente.
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Nelle relazioni, ad esempio, spesso molti ripetono gli stessi errori. Questo perché la mente cerca di ripetere quel che già conosce. Si è “vittime” della memoria. L’uomo che “dorme”, che non ha consapevolezza, non ricorda consapevolmente e non si ricorda certamente neppure di sé. Ma se invece di farci condurre dalla memoria la conduciamo la situazione cambia. L’”ars memoriae” era tenuta in alta stima dagli antichi. Lo sviluppo del principio attivo è legato al controllo della “Memoria”. Per Giordano Bruno, per ricordare è necessario prima creare uno stato di pace interiore e poi utilizzare la consapevolezza per fissare le immagini. Aumentare la consapevolezza significa creare allora anche un collegamento voluto tra traccia mnesica ed azione e non farsi dominare dalle “nebbie”202. 202
Quando nasciamo, tutte le cose sono nuove. Dopo un poco pero' alcune cose sono conosciute. Linguisticamente queste cose conosciute sono caratterizzabili dalla parola «stesso». Le cose che appaiono diverse vengono qualificate come «altre». Questo è l’inizio del processo di distorsione della realtà. Centrale nello sviluppo dell'uomo e' a questo punto il processo di amnesia. Se un'esperienza appare simile ad una precedente, il gruppo di esperienze viene amnesizzato e la coscienza amnesizzata. La parola «stessa» applicata ad un'esperienza ne facilita il collegamento con la traccia mnemonica corrispondente e l’oblio. Così vediamo sempre meno realtà (e verifichiamo anche la sensazione di un “restringimento” temporale). Notiamo come non esiste una sola traccia mnemonica. Esistono una serie di tracce mnemoniche, ed ogni traccia mnemonica corrisponde ad un io. Questi io od identita' rappresentano il modo in cui il corpo e la personalita' si sviluppa e gestisce le informazioni che arrivano dall'esterno. La parola stesso rappresenta a livello linguistico la maniera di legarsi ad una traccia mnemonica. Un esempio ne e' la persuasione. Es. Questo prodotto e' lo stesso che utilizza una diva del cinema. on la parola «stesso» ci leghiamo ad una traccia mnemonica che magari corrisponde ad una
Esercizio 46 Memoria e Consapevolezza. Un esercizio della via del Tao ( tradizione orientale) suggerisce di prendere coscienza della propria vita atraverso un lavoro di ricapitolazione serale consistente nel rivedere gli eventi della propria giornata all’incontrario. Un esercizio simile è anche diffuso in occidente. Questo semplice esercizio sia ci permette col tempo di avere una memoria perfetta, sia ci abitua ad uscire dai vincoli di causa-effetto che condizionano la nostra esistenza ed acquisire maggiore consapevolezza. Esercizio 47 Metodi vari di operare sulle memorie. Le memorie si attaccano al presente perché rappresentano spesso “situazioni non risolte” e vissute con “bassa consapevolezza”. Un primo metodo può essere allora tornare al passato e “risolvere” la situazione che si attacca al presente. Un altro metodo ancora più efficace è tornare al passato e rendersi conto che noi non siamo quell’avvenimento, né quella situazione. Allora possiamo essere liberi. Data la quantità di metodi esistenti al riguardo ci ripromettiamo di trattare l’argomento in un prossimo libro. Alcune chiavi tradizionali e corrispondenze ermetiche per sviluppare meglio il simbolo D Corrispondenza pratica: rettitudine nell’azione Elemento sensoriale che lo sviluppa: capacità di rivivificazione mentale (memoria) Compulsione/Difetto da risolvere : orgoglio Colore del Prisma che lo attiva meglio: rosso Arte che può svilupparlo: Arte dell’espressione (Retorica) Forma Magnetica: l’utilizzo dell’occhio (fascinazione) Dice Goethe: “ la presenza dell’uomo, il suo viso, la sua fisiognomia, sono il miglior testimone di quanto si può dire sul suo conto.
identificazione dell'io del cliente. La creazione delle identita' Più si cresce più si crea un insieme (un reticolo) di tracce mnemoniche. Queste tracce mnemoniche sono rivolte all'esterno per ottenere risultati.
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Come abbiamo detto infatti una particolare struttura può col tempo “fissarsi” in un inviduo. La mente si fissa sul corpo. Nasce allora una morfofisiognomia specifica. Caratteristiche del tipo a predominanza del gruppo Respiratorio Lo sviluppo predominante del sistema respiratorio, quindi dominato dal principio attivo, porta ad un tipo che sviluppa strategie e piani dominato dal principio “voglio”. Così come la coscienza domina l’organismo, il tipo respiratorio ha spesso la tendenza a dominare in ambito sociale ed a volte rischia a volte di portare all’estremo tale inclinazione. Ha facilità di studio e di deduzione. I tipi con tale predominanza devono molto controllare la respirazione. E' bene che si tengano diritti per rinforzar i muscoli respiratori. Abitualmente hanno una respirazione ampia e potente. Tuttavia, se la respirazione non è corretta, può avere problemi. Deve poter respirare con facilità. Il nutrimento deve essere semplice. I bagni caldi gli sono di utilità e gli danno notevole piacere. Una caratteristica di questi tipi è normalmente una cassa respiratoria ampia e sviluppata anche nella parte alta. Meno sono sviluppati (cioè più sviluppano una sola componente a detrimento delle altre) più tendono a respirare solo con la parte alta della cassa toracica. Gli schizzi che seguono sono per aiutare nella comprensione dei concetti, ma devono essere completati da un’analisi dettagliata. ______________________________________________ _
Tipo Respiratorio - Muscolare Il tipo qui sopra ha base respiratoria ed inclinazione fisica. Collegato anche alle ghiandole adrenali. Ha gusto della pratica. E' dinamico ed attivo. I disturbi nascono dai polmoni (cattiva respirazione) il cuore soffre, segue poi il fegato e poi il tutto arriva allo stomaco. Può corrispondere al “conquistatore” oppure al “realizzatore”. Tende a corrispondere al “Marziale” . Vizio/compulsione da superare: collera/impazienza/crudeltà ______________________________________________ ___
Tipo Respiratorio – Ghiandolare
(Orson Welles)
Se sviluppa la seconda inclinazione può corrispondere al Gioviale e la compulsione da superare è la ghiottoneria. Tende a dominare, ma con maggiore dolcezza. La valutazione lo aiuta infatti ad essere meno rigido nei mezzi che utilizza per raggiungere i suoi obiettivi rispetto al tipo respiratorio-muscolare ; ha più riguardo per gli altri. Se però la seconda inclinazione si sviluppa troppo c'è un
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disequilibrio. In questo caso il tipo tende all’adiposo, ed a dominare le situazioni con la sua espansività- Abbiamo osservato come quando la seconda inclinazione non è sviluppata il tipo appare con il volto scavato e tende ad avere aspetti del “Saturnino” e ad avere un temperamento “giudicante”. E' spesso dotato di buone capacità, ma deve mantenere attiva la seconda inclinazione, cioè quella muscolare per non compiacersi troppo nell'astrazione o in un'eccessiva minuzia.
Esercizio per il secondo Componente: Il Principio Vitale infracosciente (io vegetale/ghiandolare) A Il Principio Passivo (sviluppo dell’io verticale |) Esercizi e concetti per vivere ed attivare in sé questo simbolo. Come abbiamo detto, il nostro io riflesso nello specchio è una metafora del “principio passivo” in noi. Esso infatti è noi, ma non corrisponde a dove sentiamo il nostro “io” e la nostra “volontà”. A noi sembra un altro “io”. E’ l’”osservato”. Anche il suo “tempo” è indipendente da noi, e corrisponde ai processi fisiologici. I molteplici significati del simbolo Meditare su questo simbolo significa meditare sull’anima percettiva dell’uomo. Il simbolo è una guida utile per capire questo “io che normalmente non sentiamo noi” questo principio mercuriale, “Hermes”, e farlo proprio. Inconscio, subconscio, anima mundi, osservato etc… sono infatti solo espressioni parziali per indicare qualcosa che comprende sia i dinamismi subconsci che i dinamismi interni con i quali creiamo le percezioni alla base delle rappresentazioni mentali delle quali siamo consci. In pratica in ogni nostra percezione è presente questo principio, perché in pratica ogni percezione trae la sua origine in noi, anche se ci sembra separata. Il simbolo di questo elemento ha due forme: nella sua forma dormiente e quotidiana è . Questo geroglifico è composito e può essere letto in più maniere. Una prima lo può leggere come la croce degli elementi +
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dominata dal cerchio F a sua volta sottomessa al mondo delle apparenze . La posizione alta del simbolo corrisponde alla testa, come a significare che la visione “contratta” del mondo si crea lì e da lì scende nel corpo. Infatti lì sono le nostre “trances” che costruiscono la nostra visione del mondo. Ma vi è anche un’altra maniera di leggere il simbolo : come (simbolo di venere) dominato dal simbolo della luna come a dire che la nostra “connessione” e “congiunzione” al mondo è normalmente dominata dalle apparenze e non è “totale”. In questa lettura vi è in nuce la ragione dell’importanza anche dell’integrazione dell’aspetto sessuale per lavorare sulla nostra “congiunzione” alla realtà (vedi capitoli seguenti). Continuando nell’analisi simbolica, il simbolo completo del “mercurio”203 comprende più elementi204, che partono dall’elemento dell’energia di base corrispondente all’energia generativa.205 Sviluppando tale energia si può passare da una fase vegetativa (biologica) ad una fase aerea (di sviluppo dell’energia) simboleggiata allora dal simbolo . 203
Anche chiamata la “monade geroglifica” Dalla Riviera “Il mondo Magico degli Heroi” 205 E’ l’”umido radicale” che si rinviene scendendo all’interno della “terra”e dal quale, mediante la padronanza delle proprie immagini mentali e di sé (il “mercurio fissato” ) procede la “Grande Opera”. Nella filosofia indiana è kundalini, che è la radice del corpo ed il principio della sua fondamentale unità. Cfr. Evola “l’Uomo …” pag. 243. La “discesa all’interno della terra” è la scoperta di quest’energia radicale vitale. Il concetto è parallelo e diffuso anche in occidente dove talvolta nella massima vitriol invece di “interiora terrae” è stato scritto “inferiora terrae”. 204
In un paragone interculturale, il sistema delle ghiandole endocrine è in relazione col sistema dei chakra indiani che rappresentano la struttura del nostro animo. Il simbolo nella forma più completa si riconnette quindi a questo concetto ed al risveglio della potenza di queste. Aspetti fisiologici
COME SVILUPPARE LA PRESENZA. Lo sviluppo della presenza a sé a questo livello viene ottenuto aumentando la coscienza dell’io infracosciente e soprattutto dell’io biologico/animale che è “noi” prima dei costrutti mentali che ci allontanano dal nostro allineamento naturale nell’universo. Il primo passo pratico implica quindi la presa di coscienza della posizione del corpo, e del nostro allineamento, e soprattutto della sensibilità alla verticale.206 La realizzazione della nostra essenza biologica è la coscienza del nostro essere fisico che si espande dalla testa fino ai piedi. Per arrivare a ciò è necessario un riallineamento che avviene a poco a poco spontaneamente più lavoriamo con la presenza. Allora l’energia verticale simboleggiata dal simbolo del nitro E
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Anche in questo caso vi è una corrispondenza tra tradizione ermetica e tradizioni iniziatiche citato da Ambelain. La perpendicolare è il “filo a piombo” che ci riporta ci riporta alla presenza ai diversi livelli del nostro io biologico. L’uomo è verticale così come la perpendicolare è verticale.
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può entrare in azione. 207 Questo è anche elemento essenziale per la stabilizzazione della presenza. Il secondo passo per lo sviluppo fisico e l’accesso ad esso è allora lo sviluppo delle differenti ghiandole endocrine, alla base del funzionamento del nostro essere neurovegetativo. Lungo la verticale del corpo, che è anche legata all’idea di energia e “nitro” E 208 sono infatti le ghiandole endocrine. 207
Come dice il Riviera ne il “Magico Mondo degli Heroi” pag. 37: se separiamo dalla croce geroglifica il sole simbolico assieme alla luna () e se lo incliniamo verso destra, se ne forma l’alfa (a), prima lettera dell’alfabeto greco e simbolo del principio. Del pari, capovolgendo la parte inferiore del carattere dell’ariete () simbolo del fuoco, esso viene a raappresentarci l’ultima lettera di questo stesso alfabeto greco, cioè l’omega (w ), significante la fine. E quindi nel simbolo vi è l’alfa e l’omega dell’uomo. 208 Il termine di profondità va inteso in tal caso anche come “verticalità” e congiunzione alla base dove vi è il “nettare”, l’energia. Nella letteratura indiana vi è il simbolismo del “pozzo” come dice Gorakanath: “nel cerchio dell’etere c’è un pozzo rivolto verso il basso che è il luogo del nettare. Colui che ha un guru (una guida) ne beve in abbondanza; colui che non ha alcun guru rimane con la sua sete…a livello del microcosmo corporeo, l’interpretazione è la seguente: la base del pozzo è il muladhara, il più basso dei chakra da cui il seme spirituale dello yogin, materia prima della sua trasformazione corporea, viene fatto ascendere. Nella sua ascesa lungo la centrale sushunna nadi, questo seme si trasforma in nettare. Il processo ha il suo culmine nel supremo sahasrara chakra – il loto a mille petali situato nella volta cranica, eterea sfera del vuoto (questa fase è l’albedo nella letteratura alchemica) … Quando poi lo si lascia fluire nuovamente verso il basso inonda il corpo dello yogin con il suo fluido di immortalità (realizzando allora la cosiddetta “rubedo” della letteratura alchemica o
Quando le nostre ghiandole funzionano in maniera sincrona si può produrre un fenomeno di “elevazione” della percezione del proprio essere infracosciente, cioè del background delle nostre percezioni; avviene allora il fenomeno chiamato “ascensione della kundalini” nelle tecniche indiane. La verticale è il percorso lungo il quale avverrà allora la salita dell’energia.209Lo sviluppo verticale è essenziale per la reintegrazione alla presenza ed il raggiungimento della percezione finale di non dualità, efficamente rappresentata dagli obelischi egizi al mezzogiorno, quando il sole non da più ombra ed il tempo si ferma. Colore e Sensorialità connessa: immaginazione
Questo principio connesso al nostro essere naturale “vegetale” il colore appropriato a tale principio è il verde che domina nel mondo vegetale. E’ l’immaginazione che “crea” la realtà. O per dirla con gli indiani, la realtà è Maya, illusione. Infatti, noi non ce ne rendiamo conto, ma la realtà che appare ai nostri occhi quando li chiudiamo ad esempio, è una costruzione alla pari della realtà che vediamo quando questi sono aperti. Entrambe sono apparenze costruite dal cervello e dal nostro essere infracosciente che cerchiamo ora di “fissare”
“connessione al corpo”). Cfr. White op. cit. pag. 263. La verticale | è essenziale per la connessione all’energia di base. 209 Anche nell’alchimia taoista esistono una serie di esercizi specifici (tragitti di spinta) dove la perla, cioè la stabilità acquisita con l’esercizio di “fusione dei cinque elementi viene fatta muovere lungo la verticale. Questi vengono chiamati “tragitti energetici di salita”.
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I TRE PRINCIPII VITALI Esercizi di “fissazione del mercurio”
La persona media è costantemente in movimento. La maggior parte di questi movimenti, agitazioni, sono il frutto delle sue reazioni inconscie. “Fissare il mercurio” è l’esercizio fondamentale. Significa sviluppare la padronanza ed il controllo di sé.210 Il primo esercizio è camminando e sedendo l’attenzione alla verticale, cioè alla linea sulla quale si trovano allineate le ghiandole endocrine. Un secondo esercizio è quindi l’”immobilizzazione” del mercurio sia col corpo che con la mente, impedendo che si “volatilizzi” o si “disperda”. Esercizio 48: Fissazione del mercurio col corpo.
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In India analogamente esiste un samskara (processo di trasformazione), corrispondente chiamato “Bandhana” (preceduto dal Marcchana = stordimento del mercurio). Si tratta di una serie di posture e blocchi. Esse sono giustificate in questa maniera: “l’instabilità è la caratteristica naturale del mercurio e della mente. Quando il mercurio è fissato, quando la mente è fissata, chi è che in questo mondo diventa un realizzato (siddhyati). Il termine usato è anche quello di legare o “prendere al laccio”. Le tecniche indiana hanno oltre il blocco corporale molto sviluppato la pratica della ritenzione del respiro. La fissazione è anche simboleggiata in India con “tagliare le ali” del mercurio per impedire che si volatilizzi. Il fatto è che la natura di maya, il mondo delle apparenze, è duplice: limitativa e dispersiva. La maniera di sfuggire alle pastoie dell’esistenza è legando colui che lega. White “Il corpo alchemico” pag. 300
Seduti, come una statua egizia, rimanete immobili211. E’ difficile mantenere l’immobilità a lungo. Appena incomincerete ad assumere tale posizione i pensieri vi verranno addosso come mosche. Quest’esercizio è la base per salire via via a livelli più alti. Esercizio 49: Fissazione del mercurio con la mente. Essere capace di mantenere una immaginazione chiara e sotto il proprio controllo. Guardare un oggetto e rivederlo davanti agli occhi mentali “come se fosse lì” Esercizio 50: VUOTO MENTALE. La cifra 1. La cifra 1. Si tratta di visualizzare, tracciare col dito e pronunciare mentalmente insieme la cifra 1 tre volte di seguito senza alcun pensiero intermedio. Inoltre fra ogni 1 mentalmente visto e pronunciato deve esistere un intervallo di riposo variante da 1/2 a un secondo. Esempio: 1 - riposo - 1 - riposo - 1 - riposo. Norme. - Per eseguire l'esercizio, l'allievo deve sospendere mediante un comando della volontà ogni lavoro cerebrale, poi scrivere l'1, parlarlo e udirlo mentalmente nello stesso tempo.Tutto deve cancellarsi durante un secondo, poi si ricomincia. Si tratta in sostanza di una riconcentrazione eseguita varie. Occorre osservare che se il riposo fra gli 1 non esiste, la difficoltà sparisce, ma l'esercizio non ha alcun valore. Questo esercizio obbliga l'allievo a prendere possesso in modo completo del proprio cervello ed è in ciò che consiste la difficoltà. Naturalmente si potrebbe scegliere un altro numero qualunque, oppure un segno, un punto, ecc. Per facilitare l'esatta comprensione dell esercizio noi raccomandiamo di sforzarsi di raccogliere mentalmente tutte le proprie idee e di fissarle, per così dire, sull'uno. Vale a dire, lo scolaro pronuncia mentalmente uno, quando si sente sicuro che tutti i suoi pensieri sono ricondotti a un unico pensiero. Per ciò egli può raffigurarsi graficamente l'esercizio, immaginando, per esempio, un cerchio nel quale tutti i raggi (pensieri) convergono 211
Questo esercizio è descritto splendidamente da Mayerink ne “il volto verde”
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all'1. Con questo processo impariamo a creare una realtà mentale ed a farla scomparire Esercizio 51: Eliminazione Infine dovrete arrivare a pensare ed eliminare volontariamente e adagio adagio questa cifra. Ecco come procedere: 1.° Egli scriverà mentalmente la cifra in caratteri sempre più piccoli fino alla sparizione completa; 2.° Egli può anche raffigurarsi l'1 che si allontana sempre più diventando impercettibile. 3.° Invece di allontanare l'1, l'allievo aumenterà progressivamente gli intervalli di riposo che debbono esistere nella concentrazione. Questo riposo sarà dapprima di 1 secondo, poi di 2, 3, 4 secondi. Resta inteso che negli intervalli l'allievo deve eliminare ogni idea. 4.° In quest'ultimo procedimento, dopo una prima concentrazione sull'1, si mette il cervello in riposo, prolungando questo riposo il più a lungo possibile. Non appena un pensiero si presenta, tosto lo si allontana con una nuova concentrazione sull'l, e così via. Questo esercizio potenzia di molto il potere individuale di controllo.
Esercizi per potenziare il sistema ghiandolare212 Quella che gli indiani chiamano Kundalini è equivalente sul piano fisico ad una serie di punti lungo la colonna vertebrale che possiamo far corrispondere fisicamente alle ghiandole endocrine. Noi non possiamo parlare di un unico sistema ghiandolare. Dobbiamo parlare di parecchi sistemi che operano ciascuno indipendentemente, si autocontrollano ed influenzano il cervello. Ma a sua volta il cervello può coordinare tutti questi sottoinsiemi.
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Gli esercizi che seguono sono derivati dalla pratica del Mazdaznan del dr. Hanish.
Esistono una serie di esercizi specifici per lo sviluppo del sistema ghiandolare che si basano su di una serie di principi specifici e basati su di una visione olistica, e cioè globale dell’essere umano. Il concetto di base degli esercizi che seguono è portare attenzione sulle varie ghiandole, quasi illuminandole e riscaldandole. Può essere utile immaginare un movimento circolare rotatorio nelle varie zone di volta in volta stimolate, che potenzierà il risultato. Notiamo tra l’altro che il calore non è solo immaginario, è anche reale, in quanto con specifici esercizi fisici possiamo facilitare la circolazione del sangue in particolari zone del corpo. Si può immaginare che nel freddo non si può crescere. Solo il caldo permette la crescita. Esaminiamo ora gli esercizi più adatti per ogni zona del corpo iniziando dall’ipofisi, corrispondente al cosiddetto “chakra della corona” per gli indiani. Esercizio 52: per l'ipofisi. Ruotare la lingua indietro come a volerla inghiottire. Toccare la parte alta del palato Esercizio 53: per il Timo Incrociare le braccia e massaggiare ritmicamente la zona del timo. Possiamo arrivare ad una vibrazione connessa alla pulsazione del cuore che ci porta una sensazione di felicità. Lavorare sul timo è molto utile per lasciar cadere limitazioni interiori.
Successivamente possiamo risvegliare anche le altre ghiandole: Come operare con la Tiroide La tiroide rinforza il pensiero in tutte le maniere. Finchè funziona bene ci si sente giovani. La tiroide è anche in connessione con le
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ghiandole sessuali e quindi ci si sente pieni di amore. Bisogna essere innamorati, ma della vita. Quando non funziona porta conseguenze in tutto il corpo in quanto la mancanza di tirossina rallenta le altre funzioni. La sua buona operatività porta a sentirsi instancabili. Molte persone di successo che hanno creato dal nulla un'attività hanno le ghiandole della tiroide ben funzionanti. Esercizio 54: risvegliare la tiroide fisicamente Per risvegliare il sistema della tiroide può essere utile pizzicare il collo fino al petto. Questo esercizio aiuta anche a migliorare le corde vocali. Si può ripetere l'esercizio una dozzina di volte anche rasandosi. Esercizio 55: risvegliare la tiroide vocalmente La forza della tiroide si mostra anche sulla voce. Più allarghiamo le vocali più controlliamo la tiroide. Esercizio 56: altri modi Un'altra maniera è lasciare cadere la testa sul petto. Anche buttare la testa indietro rinforza la tiroide ed in generale le oscillazioni della testa possono essere benefiche. Esercizio 57: emi-rotazione Posizione. Corpo eretto. Per eseguire l'esercizio il collo deve essere completamente libero. Esecuzione. - Mantenendo immobili le spalle abbassare il capo appoggiando il mento sul petto poi strisciando col mento sul petto portare il mento sulla spalla destra. Ripetere portandolo sulla sinistra. Nota. - L'esercizio, specie nella sua ultima fase, non riesce bene se si tiene il capo irrigidito. Bisogna invece che il capo si abbandoni al suo peso come se fosse attaccato al tronco con un semplice filo. Fare il movimento colla massima ampiezza possibile.
Esercizio 58: capo indietro Esecuzione. - Rovesciare il capo all'indietro il più possibile, e mantenendolo cosi rovesciato portarlo il più possibile, verso la spalla destra e sinistra, alternativamente. Esercizio 59: esercizi combinati Variante: si possono connettere tutti gli esercizi descritti in una rotazione unica Come operare con le Adrenali
Le adrenali hanno importanza nel sentire che le cose sono giuste per noi. Le adrenali si connettono col timo. Per risvegliare le adrenali è utile massaggiare i fianchi, con una vibrazione frottando. In questa maniera si può procedere fino alla zona pelvica. Un altro utile esercizio è piegare le ginocchia in avanti portandole contro il corpo.
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Infine per stimolare i reni può essere utile il seguente: Esercizio 60: reni Posizione. - Per eseguire correttamente questo esercizio bisogna sedere a terra a gambe molto allargate mettendo i piedi sotto un mobile basso (un armadio, un letto) in modo che restino fissi. Braccia conserte. Esecuzione. - Inclinare alternativamente il torso a destra e a sinistra, dando al movimento la maggior estensione possibile.
Come operare con le Gonadi
Le gonadi sono le ghiandole sessuali ed il loro sviluppo è particolarmente importante per stimolare lo sviluppo della forza di vita di base . Esercizi utili per sviluppare le gonadi sono i seguenti: Esercizio 61: esercizio di base per le gonadi Sedersi e poi mettere una gamba piegata sotto l'altra allungata. Eseguire una serie di esercizi allungando e portando indietro le braccia. Quest'esercizio funziona ancora meglio dopo aver aperto la tiroide Esercizio 62: piegamento
In punta di piedi, Mantenendo le gambe riunite, i talloni, i polpacci e le ginocchia congiunti per la loro faccia interna, si piegano le ginocchia per far toccare le natiche ai talloni, ciò che si ottiene allargando un poco le ginocchia. Successivamente rialzarsi senza perdere l’equilibrio. Ripetere due o tre volte (non è necessario coordinamento con la respirazione).
Questi movimenti devono sempre essere praticati mantenendo la colonna vertebrale perfettamente diritta. Infine particolarmente utili sono tutti gli esercizi che involgono un movimento di gambe come i seguenti: Esercizio 63: altro esercizio Posizione. — Collocatevi di fianco a un tavolino, un baule, una cassa, una qualunque superficie piana, insomma, che abbia il suo livello a metà della vostra coscia, o più o meno, secondo la vostra forza iniziale. Quanto più il piano è elevato, e tanto maggiore è lo sforzo. Esecuzione. — Sollevate la gamba e posate il piede sul tavolo. La mano corrispondente potrà, volendo, appoggiarsi al ginocchio, per aiutare il movimento. Premendo col piede salite sul tavolo. La gamba deve stendersi completamente. Scendete. Ripetete. Dopo una gamba esercitate l'altra. Esercizio 64: Rinforzo generale (complesso) Un rinforzo generale ghiandolare può invece essere ottenuto mettendo le gambe avanti ed indietro più volte mentre ci si tiene quasi seduti (come nelle danze russe)
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r mercurio aereo – E’ il risultato dell’eccitazione e sviluppo delle ghiandole combinato con gli esercizi respiratori, corrispondente ad una sempre maggiore coscienza di sè. Questo simbolo indica la presa di coscienza di uno stato di eccitazione energetica su di un livello superiore. Meditare su di esso è possibile solo dopo aver incominciato a lavorare effettivamente sugli stati superiori di coscienza e dopo aver compreso il concetto di presenza consigliamo quindi di leggere prima i capitoli seguenti sull’ascesa energetica. Gli stati di entusiasmo e di “carica” partecipano di tale simbolo e così anche gli stati di eccitazione dell’energia sessuale di base ed in genere le stimolazioni che provengono dalla parte più profonda della mente. Il simbolo ermetico del mercurio aereo può essere visto come il simbolo dell’ariete sul simbolo del mercurio. E’ anche chiamato “mercurio igneo”: rappresenta il mercurio attivato dal principio energetico (quindi + = r). Come detto, la vivificazione dell’energia ignea dell’uomo è simile a quella dagli indiani chiamata kundalini e del genere di quella che avviene nell’atto sessuale, per cui possiamo leggere il simbolo anche come composto di venere + = r). E’ uno stato di eccitazione dell’animo che rappresenta il risveglio della forza ignea all’interno dell’uomo.
Alcune chiavi tradizionali e corrispondenze ermetiche per sviluppare meglio il simbolo A Corrispondenza pratica: profondità nell’osservazione Elemento sensoriale che lo sviluppa: Accesso alle chiavi dell’Immaginazione/Fantasia Compulsione/Difetto da risolvere : Collera Colore del Prisma che lo attiva meglio: Blu Arte che può svilupparlo: Logica Forma Magnetica: La voce Tipi morfofisiologici a predominanza ghiandolare Come dice Vincenzo Gioberti: “ La fisionomia dell’uomo simboleggia l’anima”. Il tipo in cui predominano gli elementi ghiandolari è in diretta relazione con gli organi sessuali e le inclinazioni si muovono secondo questi. Quindi se la prima inclinazione è fisica tende verso la lussuria. Se invece la prima inclinazione è intellettuale tende verso il giudizio morale. Questo tipo ha tendenza ai disturbi nervosi. Ha anche troppa tendenza a contare sulla naturale sorgente di forza vitale e rischia di non prendersi sufficientemente cura di sè. Se si disequilibrano rischiano eccessiva esteriorizzazione ed instabilità. A volte tendono anche ad assolutizzare. Se invece si equilibra può essere un uomo coscienzioso, prezioso, inestimabile. E' un esecutivo molto preciso. Inoltre è portato ai lavori minuti e di precisione. Può mostrare altruismo, giustizia, lealtà. Si adatta con facilità agli altri, e può controllare, armonizzare ed equilibrare. E' utile per loro seguire il cambiamento delle stagioni. ______________________________________________ _
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Il tipo soprastante ha base ghiandolare ed inclinazione verso l’elemento fisico. Se tale inclinazione non è mantenuta in equilibrio, può divenire solo interessato al guadagno e perdere ogni misura e dignità; diviene allora avaro, teasurizzatore, e questo finchè non si rende conto che la sua funzione fisica è un aiuto e non un punto di partenza per lui. Tende anche ad essere un sognatore. L'autosuggestione può essergli di grande aiuto.Se invece sviluppa anche la sua seconda inclinazione l'intelletto gli può permettere di raggiungere dei buoni risultati. Potrà essere un capo intelligente, giusto e buono, una guida in tutte le attività. Comprende facilmente quel che gli interessa e ci tiene. Tende a corrispondere al “Venusiano”. Compulsione da superare: lussuria/gelosia ______________________________________________ _
(Lincoln) Il tipo sopra a volte viene preso come respiratorio- intellettuale. Infatti qualora il tipo respiratorio ghiandolare non sviluppi la seconda inclinazione è molto simile. E' un fervente della ricerca.
Tuttavia se ha delle difficoltà diviene invidioso, anarchico o ancora spirituale di apparenza alla ricerca del misterioso e del soprannaturale. Può avere problemi di cuore. Tuttavia la causa della difficoltà originaria è ghiandolare, che trascina dietro i polmoni che a sua volta si riflette indietro e peggiora la situazione. A questo punto il tutto arriva al cuore ed infine al fegato ed agli organi digestivi. Nel caso abbia difficoltà nella digestione sono indicati bagni caldi ed olio d'oliva. E' anche importante fare attenzione alla temperatura dell'ambiente dove si trova. Tende a corrispondere al Tipo Saturnino – compulsione da superare: avarizia
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Esercizi per la Terza Componente: Il Principio Corporeo e Fisico G Il Principio Neutro (io orizzontale) Esercizi per vivere ed attivare in sé questo simbolo. Il corpo, la fisicità è il principio neutro. Esso è simboleggiabile dalla linea orizzontale. Normalmente nell’uomo medio, preso dalle cose, tale principio non è vissuto come neutro. Infatti invece di percepire direttamente il corpo, proiettiamo su di esso le nostre emozioni ed i nostri pensieri. Questo è accentuato dal vivere in stato di “urgenza”. Da qui malattie e problemi di salute. Un altro problema sono le “identificazioni”, ovverosia quando noi trasponiamo sul corpo gli stati d’animo che pensiamo gli altri possono sentire. Se vissuto male il processo genera l’”invidia”. Per “conoscere” in maniera adeguata il corpo bisogna imparare a sviluppare un grado di presenza ove il corpo possa invece apparire come “a sé stante”. Il simbolo del sale (P) che corrisponde nell’ermetismo a questo grado di evoluzione può essere interpretato come il “giacere” di questo espresso nel tratto orizzontale all’interno del cerchio. 213 Per capire il simbolo possiamo anche pensare che in esso è presente una parte superiore (l’anima spirituale, pura, inalterabile ed impercettibile ) ed una parte inferiore (accessibile ai sensi, sottomesso agli elementi). 213
Nelle tradizioni iniziatiche che hanno incorporato l’ermetismo tale simbolo corrisponde alla “livella” cfr. Ambelain “Scala Philosophorum”. La livella corrisponde in tale tradizione infatti ad un “abbandonare”. Nella scolastica il simbolo del “sale dei filosofì” è invece collegato alla virtù ascetica della “povertà” ed alla carità.
In pratica è importante che arriviamo a spezzare il legame degli automatismi mente-corpo che ci portano ad esempio a tenderci inconsciamente quando siamo spaventati e giungiamo a vivere la realtà corporea quale essa è. Le domande attuali della nostra società tendono spesso a portarci fuori da quello che il corpo può fare ed a sostituire la presenza corporea con concetti emozionali o di pensiero. La strada è reintegrare la consapevolezza della propria fisicità214. Possiamo iniziare dapprima con esercizi di rilassamento. Esercizio 65 Rilassamento da seduto Mettendovi a sedere, abbandonatevi sulla sedia come corpo morto, in modo da sentirvi veramente sostenuti dalla sedia. Esercizio 66 camminare rilassati Camminando, concentrate lo sforzo muscolare nelle lasciando in riposo il resto del corpo.
gambe,
Esercizio 67 altre situazioni In vettura, in treno, non tendetevi con uno sforzo di irrigidimento, come se voleste con ciò aiutare il veicolo ad arrivare più presto. State tranquillo e rilassato. Ascoltando parlare, assistendo ad un concerto, al cinema rimanete in uno stato di perfetto abbandono fisico, in modo da dimenticare il vostro corpo.
Infine eseguite completo:
esercizi
metodici
di
rilassamento
Esercizio 68 Rilassamento globale Allungatevi sul letto e incominciate una rassegna del vostro corpo per constatarne il grado di tensione. Allora, partendo dalle braccia, provatevi a lasciarle ricadere pesantemente come se si trattasse di Ed infatti nello schema generale della tetraktys il giacere G (sale) nasce dall’incontro del fuoco e della terra, cioè della coscienza di sé e della propria fisicità. 214
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braccia di legno articolate alla spalla al gomito e al polso. Altrettanto fate colle gambe. Esaminate i muscoli del collo, quelli del torace, le vertebre cervicali, la lingua, le dita delle mani e dei piedi, gli organi interni (diaframma, polmoni, intestini). Quando vi sentirete perfettamente rilassato, rimanete cosi per un tempo abbastanza lungo, chiudete gli occhi e studiatevi di non percepire nessun rumore esterno, di eliminare ogni pensiero, rifiutando dolcemente di prestargli attenzione non appena si presenta nel campo del cosciente. Un riposo di questo genere prolungato per un quarto d'ora e preso durante il corso della giornata, vi ristorerà più di un paio d'ore di inutile ozio sulle seggiole di un caffè.
Seguono poi gli esercizi di “presenza al corpo”. Imparare la presenza a livello del corpo significa imparare a sviluppare la “sensazione della corporeità” Esercizio 69: più referenti allo stesso tempo mantenere più referenti corporali contemporaneamente (ad esempio consapevolezza della manodestra e del piede sinistro del corpo)
Esercitarsi continuamente a mantenere coscienza del nostro corpo ci aiuta a lasciare cadere letteralmente gli aggregati di pensiero che noi giustapponiamo alle nostre sensazioni fisiche (tanto che alcuni utilizzano l’espressione “psicosoma” per intendere quest’aggregato) e sentire realmente il corpo. A questo punto la parola "io" perde significato, e ci accorgiamo che era semplicemente un qualcosa che attaccavamo a qualcosa di profondamente diverso. Io, me, e mio sono solo nomi che l’insieme psicosomatico usa per definirsi, ma non sono la coscienza. La parola “io” è connessa prima di tale stadio al corpo. Il corpo non è un concetto ma una realtà fisica. Anche ogni elemento attorno a noi ha una sua corporeità dello stesso tipo. Nel percorso della presenza a poco a poco ci rendiamo conto che il nostro corpo è nella realtà.
In altre parole ci “ricordiamo di noi” e sentiamo la nostra corporeità come qualcosa di tangibile al pari dell’ambiente esterno. E’ questa la livella che è tra noi e gli altri, ma anche tra noi è l’ambiente. Tale livello porta anche a “sentire l’altro”. Se infatti la nostra coscienza è oltre il corpo, può anche percepire il prossimo. Nell’antica scolastica questo livello corrispondeva alla “carità” ed anche nella via del Tao vi sono degli esercizi che consistono nell’”entrare nell’altro”. “La realizzazione finale a questo livello è che il nostro corpo è fatto della stessa sostanza di ogni altra cosa e che non esiste un corpo individuale separato”. Una tra le difficoltà da superare per essere presenti è infatti la differenza tra “interno” del corpo ed “esterno” del corpo. Ma sia interno che interno partecipano alla medesima realtà di “percezione. Ad un livello superiore possiamo essere presenti alla corporeità delle persone attorno a noi ed alla nostra corporeità. Una possibile analogia tra l’alchimia taoista è quanto succede a questo livello sono le circolazione della “perla” (piccola e grande) e l’inizio della costruzione di un corpo di luce all’esterno, così come il “guardarsi da dietro”. Quando ci guardiamo da dietro infatti, vediamo il nostro corpo agire nella realtà. Il nostro corpo diventa fisicità pura come tutto quanto lo circonda. L’atteggiamento è di amore. L’essenza del corpo è AMORE. Lo sviluppo di questa dote corrisponde al sentire le sensazioni corporee, proprie e degli altri.
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A livello di presenza implica anche comprendere gli altri a livello primario, prima delle concettualità che possiamo costruire su di loro. Esercizio 70 : Ren Chen Una tecnica molto potente ed utile nello sviluppo di questo principio con corrispondenze occidentali215 è chiamata in oriente REN CHEN216. Consiste nel sentirsi nell'altro. Per sviluppare tale abilità partite da voi stessi. Cominciate a sentire le vostre sensazioni a caso. Cercate di essere PRESENTI a voi stessi. Passate poi all'altro. In tale tipo di lavoro si ha anche quella che viene detta una “soluzione di ritmo”: “d’improvviso ti trovi dentro chi ti sta innanzi. Sei lui. Segui lo svolgimento dei suoi pensieri…e poi ti ritrovi in te stesso. La cortina ricade. La legge dello spazio ritorna…Man mano che l’intero tuo essere si adusa ed armonizza ed unifica anche nel profondo, le “soluzioni di ritmo” si faranno meno improvvise, meno discontinue”217 Sensorialità connessa: udito
Classicamente questo stadio di evoluzione è legato al senso dell'udito. Un grado evoluto di presenza permette di sentire un suono universale, come una vibrazione. Si tratta di un suono “cosmico”. L'ascolto di tale suono è ovviamente solo possibile mantenendo il silenzio mentale. La rinuncia all’ego
L’attenzione al corpo è un primo livello di rinuncia all’io.218 Paradossalmente più vi facciamo attenzione, 215
Ci è anche stata insegnata da uno dei nostri maestri (Virgilio T.) Anche in tal caso vi è un parallelismo con l’insegnamento cristiano della “condivisione” 217 Abraxa “Soluzioni di ritmo e di liberazione” in “Introduzione alla Magia” edizione italiana – pag. 109 218 Nella scolastica cristiana corrisponde infatti alla “povertà”. 216
meno ci identifichiamo con l’io fisico. Anche il temine “mio” perde significato. Il termine “mio” è infatti una estensione del concetto di io. Invece di dire “il mio corpo”, ci veine spontaneo dire “il corpo”. Proseguendo con ulteriori esercizi e con l’attenzione a sé potrete arrivare allora in certi casi anche a vedervi come da fuori oppure in quarta posizione. Questo stato particolare può essere facilitato da alcuni esercizi: Esercizio 71 : sguardo da dietro Stare presenti alla percezione del corpo fisico ed osservarsi come “da dietro. Immaginare di essere come “dietro di sé”219 Esercizio 72: il dolore e la presenza a sè Essere presenti ad una sensazione corporale (anche dolorosa) ed al corpo contemporaneamente e rendersi conto che è il corpo che la sente, “esso” sente dolore, ma questo non ci coinvolge. Esercizio 73: tensioni e rilassamenti Eseguire tensioni muscolari seguite da rilassamenti. Esercizio fisico di distensione globale della schiena per rompere le “pietrificazioni”
Sulla schiena possiamo localizzare vari punti di tensione. Può essere utile oltre al rilassamento globale sopradescritto eseguire una distensione globale della schiena. Abbiamo osservto come questa distensione globale è particolarmente efficace in concomitanza di esercizi per lo scioglimento di tensioni emozionali (eseguiti in altra posizione) e porti a “fissare” definitivamente il risultato così ottenuto.
219
Esercizio consigliato nella “voie du Tao” – prima edizione
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I TRE PRINCIPII VITALI
Esercizio 74: Cerchio e stiramento totale Posizione. - Coricarsi a terra. Piedi congiunti, braccia posate al suolo, in prolungamento del corpo. Esecuzione. - Con una energica spinta sollevate i piedi facendo descriver loro un arco di cerchio sopra il vostro capo. Alla fine del movimento le punte dei piedi toccheranno il suolo. Potete completare il movimento arrivando con le ginocchia accanto alle vostre orecchie
. Se non siete capaci di tanto, accontentatevi di spingere i piedi in alto il più possibile. Nota. - Prima di iniziare il movimento fate una forte inspirazione. Si avrà allora una compressione addominale che si risolverà in un massaggio automatico del plesso solare. Molto Importante: Come ritornare alla posizione di partenza. Tornate indietro molto lentamente facendo delle piccole tappe progressive. Questo per evitare una controtensione della schiena.
Nota: Questo esercizio (con le ginocchia piegate) riporta nella posizione fetale. Un mio amico mi disse di essere in tal modo arrivato alla comprensione chiara della frase di
Nirgadatta per definire l’illuminazione“tornare come otto giorni prima di essere nato”.
Troviamo immagini in posizioni simili anche nella tradizione egizia e specificatamente nella posizione assunta da Geb, il marito di Nut220. L’inarcamento circolare del corpo ha in tali casi il significato di “completamento”, di fusione dell’inizio e della fine che troviamo anche nell’ouroboros.
Alcune chiavi tradizionali e corrispondenze ermetiche per sviluppare meglio il simbolo G Corrispondenza pratica: serenità nell’applicazione Elemento sensoriale che lo sviluppa: udito (e silenzio mentale) Compulsione/Difetto da risolvere : invidia (identificazione negativa) Colore del Prisma che lo attiva meglio: giallo Arte che può svilupparlo: senso del ritmo / grammatica Forma Magnetica: la mano (magnetismo) Descrizione dei tipi morfofisiognomici sensoriali a predominanza Fisico Muscolare L’elemento muscolare o in alternativa adiposo, qualora il tipo non faccia esercizio, è il più corrispondente a tale simbolo. E’ un tipo 220
Immagine tratta da Linsay “Le origini dell’Alchimia nel mondo greco-romano” pag. 282
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I TRE PRINCIPII VITALI
molto coinvolto dalle situazioni della vita e quindi dominato dall’elemento acqua . In particolare il tipo della prima linea (faccia tonda) si fa facilmente coinvolgere nelle situazioni e tende verso l’adiposo. Il tipo della seconda riga (faccia a “patata”), invece, comprende elementi ignei ed è più deciso. E’ questa maggiore decisione che “secca” l’aspetto ed impedisce la formazione di elementi adiposi. Quando vi è lo sviluppo predominante del gruppo muscolare si hanno persone di carattere attivo e realizzativo, che amano lavoro e risultati utili. La base fisica porta l'individuo ad essere sanamente positivo e diretto. Lavora e realizza. E' bene che faccia parecchio sport (due ore al giorno). In tale tipo l'apparato digestivo è fondamentale. E' bene che respiri profondo. Finchè il fegato opera efficacemente, tutto è bene ed in ordine; ma quando il fegato non funziona, allora incominciano una serie di disturbi. L'alimentazione è di grande importanza. I tipi fisici valutano i risultati sulla base della realtà e della realizzazione pratica dei loro concetti. Alcuni cibi consigliati sono insalate, verdure al vapore, cereali cotti. Tale tipo ha più bisogno di olio nei cibi degli altri in quanto è utile per gli organi della digestione. Di cosa ha bisogno per evolversi? Il tipo fisico-muscolare ha bisogno di esercizio giornaliero: marcia, esercizi fisici (in particolare movimenti circolari e flessioni del tronco) , esercizi ritmici respiratori. La respirazione è importante per tutti i tipi e costituisce un elemento fondamentale. La respirazione da un equilibrio mentale e corporeo sul quale il malessere non può far presa. Il canto e la recitazione sono anche molto utili per il fisico. Il far niente è nocivo a tutti, ma soprattutto al tipo fisico. Senza lavoro il giudizio funziona male e possono anche ammalarsi. Bisogna anche fare molta attenzione all'igiene alimentare.
Caricatura del volto: la luna piena Questo tipo sarà nella pratica guidato dal sentimento, dal tatto, dall'intuizione. La sua spontaneità domanda un buon equilibrio. Altrimenti rischia di perdersi troppo nell'immaginazione. Questo primo tipo tende al “lunare” dei tipi planetari la cui compulsione è la pigrizia. _______
Questo tipo si basa sul calcolo e sull'osservazione, sulla perspicacità per trovare vantaggi e profitti. Se equilibrato agirà lealmente. Se invece eccessivamente sviluppato a livello Intellettuale, lasciando da parte tatto, sentimento ed intuizione, sarà tenace ed egoista. Può in tale caso corrispondere al tipo tre dell’ennegramma. Quando ha problemi di cuore, si tratta di un riflesso dei disturbi della base quindi alimentari. E' necessario intervenire allora drasticamente per ristabilire l'equilibrio.
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I TRE PRINCIPII VITALI
Questo tipo tende a corrispondere al “mercuriano” dei tipi planetari A volte la compulsione è l’invidia o la menzogna.
La modificazione della percezione del tempo Come costruiamo la nostra percezione del momento? Quella che chiamiamo "realtà dell’adesso" non consiste in mere "cose" bensì rappresenta un insieme di una incredibile sottigliezza e molteplicità di livelli.”221Se ci connettiamo alle nostre dinamiche essenziali con gli esercizi precedenti può cambiare allora la percezione del tempo. Come dice Titus Burckhardt: “Nel mondo in cui siamo i modi di essere corporei, psichici e spirituali si intrallacciano in un insieme che sfugge ad un'analisi puramente analitica. Ogni percezione, il fatto di percepire attraverso i sensi un oggetto, di incorporarlo alla rete di immagini interiori in modo che lo spirito lo riconosca come vero e reale, costituisce un processo indivisible che dimostra come condizioni molto diverse si connettano l'una all'altra. Psichi Spiritua
cità
lità
Corporeità
UOMO
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Cosmologia Perennis – Titus Burckhardt
PERCEZIONI
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La Struttura del Tempo
Tempo e Destino Nella vita di chiunque ci sono situazioni che si ripetono, elementi che ritornano. Alcuni lo chiamano “karma”, o “destino”. Come è possibile che la freccia del tempo, oltre ad essere unidirezionale, fluisca secondo dei movimenti che sembrano predeterminati? Chi è che li predetermina? Esaminiamo la questione più in dettaglio. Voglio – Posso – Faccio222: intenzione e determinazione del “tempo”
Noi non vediamo che una parte dell’universo. La moderna scienza quantistica dice che ogni momento della vita è fatto di possibilità in sovrapposizione per cui per dire che cosa è l’ora la risposta più adatta potrebbe essere quella di Socrate: “io so di non sapere”. Questo è un atteggiamento realistico di fronte alla vita. Ma non tutti lo vivono. Inconsciamente creiamo il tempo in una certa maniera e l’”adesso” in cui l’umano medio vive normalmente è solo un’eco dell’”incandescente presenza del reale”. Il volere il tempo e le cose in una certa maniera, il nostro “programmare” all’interno di un determinato “campo di possibilità” ci porta a non percepire il presente, ma solo una pallida immagine di questo. E’ questa rigidezza che ci porta a realizzare le nostre situazioni quotidiane in una determinata maniera e che da origine ai differenti destini individuali, quello che gli indiani chiamano “karma”. La “brama” delle cose, i nostri “desideri” alterano infatti la nostra percezione dell’istante attuale : mentre la funzione della realtà avanza in una certa maniera 222
Utilizziamo questa tripartizione voglio-posso-faccio che ci sembra quella originale (cfr. anche la tecnica di auto-magnetizzazione che utilizza questo concetto nella parte iniziale)
contenendo migliaia di possibilità e tutto è teoricamente possibile, il suo incrociarsi con l'idea mentale della nostra intenzione (l’onda proveniente dal futuro) e della nostra scelta in mezzo alle possibilità possibili risulta nell'evento mentale che percepiamo e che pensiamo sia l’unica realtà.
La percezione soggettiva di ogni evento fisico è quindi caratterizzata da un'intenzionalità che dipende dall'incrocio tra questi due flussi. Ecco perchè chi arriva nell’ora può essere libero. Il kairos, il tempo della manifestazione, è libertà. Questo libro vi vuol guidare al di là delle parole e delle costrizioni del mondo di oggi ad effettivamente scegliere e decidere della vostra vita. Non possiamo percepire il presente nè decidere veramente se siamo sempre tesi verso un immaginario futuro. Altrimenti viviamo solo nel tempo del “divenire” che è virtualità, in quanto nasce dall'interazione tra due onde, la percezione sensoriale e la nostra immaginazione. Come programmiamo?
La nostra mente è ancora quella primitiva del cavernicolo e mira, anche nel nostro secolo dove tutte le necessità immediate sono soddisfatte, prima di tutto alla sopravvivenza. Lo svilupparsi del tempo mentale può essere cioè visto come un modello interno la cui base
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La Struttura del Tempo
effettiva è molto differente dalle nozioni di tempo lineare, in quanto nasce dall'integrazione di memorie passate con pianificazioni per il futuro mirate alla sopravvivenza che sono come due onde che si incontrano. Mentre il passato è basato su memorie, il futuro è basato su elementi complementari di computazioni e predittività, cioè una computazione basata sia su attrattori sia su elementi connessi alla non località quantica, intuizioni, idee alcune della quali sono a volte vere e proprie “premonizioni”.
Es. sono in un fosso e devo uscire. L'idea di uscire è il desiderio di uno stato futuro (voglio) che si incontra dapprima con le memorie del passato dove vicino a me ho trovato aiuto (posso) e così crea l'attenzione attorno dove si incontra con gli elementi circostanti. Vedo una corda per terra. La corda eccita una sovrapposizione quantica contenente tutti gli usi passati della corda e le memorie corrispondenti questa sovrapposizione quantica si incontra con l'idea di uscire e decido di provare ad utilizzare la corda (faccio). In altre parole l’utilizzo della corda dipende dal mio stato
di attenzione presente ed è il frutto dell'incontro tra lo stato del futuro (voglio) e lo stato del passato (posso). Un aspetto interessante è che il futuro verso cui mi dirigo è l'"onda di conferma" che mi fa scegliere tra le molte impressioni del passato, ma parti di esso stesso nascono molte volte anche dal passato. Infatti significativi eventi emozionali o situazioni famigliari possono essere all'origine dei valori che ci guidano, ed esperienze singole all'origine delle credenze. Molta parte del futuro desiderato è data dal passato, nel desiderare ripetere le stesse situazioni. Ecco quello che crea l’apparente “destino”. Questo porta però ad un gioco a somma zero in quanto più la struttura del futuro è data dal passato, più non viviamo la vita ma siamo vissuti da questa. Il simbolo dell'ourobouros, il serpente che si morde la coda, può anche essere letto come riferimento al concetto che molta parte dei nostri processi mentali sono di questo tipo. Possiamo uscire da tale chiusura solo sviluppando coscienza e presenza. In questo modo facciamo attenzione alla parte della nostra esperienza che è oggettiva, che non è nè memoria, nè idea del futuro. Questa parte oggettiva è solo nell'ora. E’ strettamente legata alla pura percezione sensoriale non interpretata, in quanto qualsiasi interpretazione nasce dall'incontro tra passato e futuro. I modi di costruire il tempo Ogni
uomo può visto come un aggregato di più elementi che determinano il suo presente e che possono essere visti: - l’attivo come forma, (definizione simile ad un certo livello “cervello logico” basato sulle “forme” e le “definizioni”) – VOGLIO
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La Struttura del Tempo
Il passivo come apertura, possibilità (simile al concetto di “cervello creativo” basato sulle possibilità) – POSSO Il neutro come “percezione sensoriale” (faccio), oppure in mancanza di estrinsecazione fisica, “riflessione” (in quanto il processo di pensiero agisce con “cose”, forme mentali cristallizzate ed è una sorta di “movimento” mentale). La “quintessenza” nell’azione
“Perchè si abbia equilibrio e quindi salute, funzionamento normale, conviene che i principi si armonizzino nell'individuo.” 223 L’ideale sarebbe andare con quello che c’è, che si “fa da solo”. Se riuniamo Voglio, Posso e Rifletto (o faccio) si arriva ad uno stato di armonia nel quale le cose si fanno da sole. I fenomeni non sono più voluti ma sono costruiti dalla quintessenza. Questa va al di là del “voglio”, “posso”, “devo” anche se li comprende.224 Il tempo allora cambia dimensione e si passa da un “tempo lineare” a delle “singole insorgenze di tempo”: 223
Oswald Wirth “il Simbolismo Ermetico” – edizione spagnola – pag. 97 224 A questo proposito è interessante una interpretazione (René William Leon 2007 http://www.cairn-alliance.com) del simbolo dei Templari riportante due templari su di un cavallo. Nello sciamanesimo sciita e dell’Asia vi sono una serie di artefatti che troviamo anche nello stemma dei templari. Il cavallo è l’energia. Il primo templare è quello che opera ed il secondo templare è la quintessenza (anche se ha volte viene confuso con animali totemici) Si tratta quindi di una araldica di iniziazione templare. In pratica meglio che appoggiarsi sul dualismo del voglio, posso, devo, rifletto indica di appoggiarsi su si una coscienza più alta che non opera da causa ed effetto e che è ad un livello più elevato.
Per capire ciò è utile il seguente: Esercizio 75 “superare le “sequenze” mentali Il più spesso possibile, senza nessuna associazione, ricordo o pensiero osservate la realtà. Pensate di essere come se “usciste dall”uovo” ed in quel momento siate nell’atteggiamento di “adesso inizia tutto” lasciando espandere la visione e la percezione. Eventualmente ditevi “adesso inizia!”. Quest’esercizio vi porterà ad un potente allargamento temporale vi pone a ragionare “senza sequenza”.
Dato che strutturiamo il tempo in “sequenze”, con questa tecnica ci mettiamo “all’inizio” della sequenza, e i sensi si allargano. Perché questo allargamento sia effettivo e permanga bisogna però superare le “fissità”. “Se rappresentiamo ognuno dei principi umani con un circolo, otteniamo, attraverso la penetrazione mutua dei tre circoli, lo schema della rappresentazione settenaria dell'uomo.”225 Che può anche essere vista come i tre primi piani della Tetraktys visti dall’alto. Nell’uomo equilibrato queste intersezioni sono l’estrinsecazione di un dinamismo libero. Nell’uomo disequilibrato certe aree, cioè certi modi di vivere e percepire il tempo e la vita prevalgono costantemente sulle altre dando origine ad una particolare personalità ed anche ad un particolare tipo fisico226. Le varie intersezioni ricevettero presso gli antichi il nome ciascuna di un pianeta. Infatti il differente 225
Oswald Wirth “il Simbolismo Ermetico” – edizione spagnola – pag. 97 – Oswald Wirth è l’autore più chiaro a darci la chiave profonda per capire questo schema anche come “tipi di personalità” che verifichiamo nella quotidianità
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La Struttura del Tempo
movimento dei pianeti ha fatto sì che fin dall’antichità questi corpi siano stati messi in relazione con gli uomini. Dal dosaggio delle influenze settenarie risultano infatti le varietà del tipo umano che in tal modo ha sia una mappa che un simbolo per realizzare l’equilibrio perfetto tra Spirito, Anima e Corpo anche nell’organismo godendo quindi di una perfetta salute.
Nello schema è riassunto il risultato del lavoro delle pagine precedenti: la reintegrazione dell’uomo a sé stesso può essere completa solo quando avremo sviluppato e “conosciuto” in maniera completa tutte le “orbite di vita”227 cioè i livelli simboleggiati dai pianeti e corrispondenti a differenti compulsioni e facoltà umane uscendo dal dinamismo “fisso” che questi rappresentano. Questa “conoscenza” deve avvenire in due maniere: abbandonando delle compulsioni dell’animo e delle necessità sviluppando le capacità corrispondenti Il solo modo per ottenere il riequilibrio è di conoscere le leggi ed il sottile gioco di azione e reazione che opera incessantemente in ogni essere umano. Ecco intanto le deviazioni tipiche228 che sono paragonabili a delle 227
228
Wirth (op. cit.)
“trances” nelle quali una natura prevale in maniera non fluida sull’altra Il “Realizzatore”: Questo tipo può essere definito “faccio”. Molta materialità e sensorialità. Il soggetto è completamente rivolto ai dati sensoriali esterni. a scapito della crescita spirituale. Per lui la realtà sono solo le cose che si possono vedere, toccare, udire. Per crescere deve sviluppare apertura alle possibilità, e trovare spazio per sé stesso. SOGNATORE. Tipo poco “faccio”. Il soggetto rimane “sospeso nei pensieri” che non “collassa” mai in azione. Flemmatico, incentrato sul pensiero, con poca realizzatività Vive nel sogno e nella fantasia mentale. Il tempo può ridursi, in quanto occupato essenzialmente ad un livello non sensoriale. “Pacifico”. Il desiderio di adattamento invade il Tipo “posso”. Tutto appare come possibilità. A volte è difficile la costruzione di una direzione. Alta recettività. Il soggetto non fissa un punto centrale. Vive il tempo in “assorbimento passivo”, preso tra emozioni, situazioni e pensieri
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La Struttura del Tempo Conquistatore. Molto “faccio” e “voglio”. Il futuro deve essere uno solo. Poca attenzione alle possibilità ed all’immaginazione . Molto attivo. Il suo tempo è vissuto e consumato in “assorbimento attivo”.
Egoista. Tipo molto “voglio”. Il soggetto si basa sulle sue idee per definire la realtà. La persona vuole le cose come vuole lei. Il suo tempo è vissuto e consumato in “assorbimento attivo”
Altruista: Tipo poco “voglio”. Mostra a volte uno sviluppo insufficiente dei lati positivi del ragionamento. Il suo tempo è vissuto e consumato in assorbimento passivo.
Simbolismo dell’enneagramma, apertura dei sensi e superamento delle compulsioni Usciamo per un attimo dalla traccia delle tradizioni occidentali viste finora per un simbolismo parallelo: l’enneagramma, metodica che conosco molto bene in quanto la nostra scuola insegna da anni anche tale tipo di tecnica e per averla anche collegata alla PNL nel modello da noi chiamato della PNL3, individuando per ogni tipologia quali sono i sistemi sensoriali più utilizzati per le rappresentazioni interne. STRUTTURA DELL’ENNEAGRAMMA ED INTERPRETAZIONE: Tradizionalmente l’enneagramma indica nove tipi di personalità, disposti attorno ad un cerchio a simboleggiare la fondamentale unità dell’uomo, che però “si fissa” nella vita in vari punti ognuno caratterizzato da una particolare “compulsione”. Queste compulsioni sono “brame”, cioè direzioni orizzontali rispetto allo sviluppo verticale e centrale che impediscono all’uomo di prendere contatto con l’essenza. Gli rubano anche il suo tempo, creando vari tipi di assorbimento per raggiungere idee che esistono solo nella mente. La direzione di evoluzione è nel sciogliere le compulsioni e rompere così le fissità
L’enneagramma ed il tempo Ciò che mantiene la struttura fissa non sono altro che paure interne.
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La Struttura del Tempo
Sono compensazioni per proteggere e difendere per non vedere in faccia il mondo e per mantenerci in un costante “flusso” verso l’avanti, che ci impedisce di vivere l’istante presente. L’essere connesso, il tempo dell’ora, è rappresentabile come il centro dell’enneagramma, ed anche come l’integrazione del “sé intimo” che lasciamo fuori dalle nostre azioni.
La società accentua ancora questo processo. La nostra società tende infatti a portare una rottura tra tempo dell’essere, cioè il tempo nell’istante presente ed il tempo del “fare” che viene vissuto come una serie di processi mirati a certi risultati che richiede continua programmazione con la minaccia di “non essere abbastanza” se non “facciamo” una certa cosa.
Paura
Azione di compenso
Comportamento
Paura di essere non abbastanza…
Fare X
Costruzione dell’ego in maniera rigida
Questo ci mette progressivamente sempre più in stato di tensione e crea sempre più il cosiddetto “tempo lineare e fisso”, che è un succedersi obbligato di reazioni nei quali non si può “essere” e contemporaneamente “fare”. A questo punto, poiché in tale stato di coscienza ristretta l’uomo pensa che non può fare i due contemporaneamente sperimenterà l’”essere” solo nei “tempi morti”, cioè quando:
1.
L’uomo riesce a raggiungere i suoi obiettivi, ed allora solo in subordine a ciò (poiché “ha tempo”) gusta un poco tale “essere connesso” in maniera positiva (posizione di riposo dell’enneagramma) 2. oppure nel caso di fallimento. Se i suoi percorsi e programmi mentali non funzionino, non riesce a raggiungere il proprio obiettivo e rimane “bloccato” e non può “fare”. In tal caso sperimentare l’”essere” viene associato al “perdere tempo” e coincide con un “essere” bloccato (posizione di stress dell’enneagramma). La situazione è paradossale. Acquisire cose sperando in tal modo di essere prende tempo e porta a “riempire” tutto il tempo disponibile. E’ la “dimensione orizzontale dell’esistenza”. Il tempo diventa tutto consacrato ad avere. Si crea quindi un circolo vizioso dove c’è sempre meno disponibilità ad andare all’interno perché non c’è il tempo. Andare all’interno appare legato al “perdere tempo” mentre sarebbe la vera maniera di “recuperare il proprio tempo”. Come dice Dante parlando del Paradiso Terrestre, dicendo che l’uomo vi si allontana: Per sua difalta qui dimorò poco; per sua difalta in pianto e in affanno cambiò onesto riso e dolce gioco (Purg. 95) Più si allontana dal centro più infatti l’uomo si trova allora diviso, staccato da sé stesso ed che cerca di colmare il vuoto con le cose (l’”affanno” di Dante). Comincia a rompersi anche il tempo dell’alternanza tra sonno veglia e poi altri ritmi. Vi è quindi rottura con il “tempo giusto” che permetterebbe di agire rispettando i nostri ritmi e l’uomo finisce col vivere alla superficie del tempo e delle cose. Il passo per la crescita è quindi andare al centro. Essere nel giusto tempo significa infatti che si manifesti la direzione in noi più che “scegliere” tra differenti reazioni possibili.
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La Struttura del Tempo
Osservazioni sperimentali: Fissazioni della struttura dell’ego e pensieri ricorrenti che ci portano nel “Tempo” T E
Paura di base: Ho paura di…
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1
…essere Imperfetto
Ego (faccio come se fossi…) / driver comportamentale Cerca la perfezione. “Sii perfetto!!
Comportam. Egoico Ira contro ciò che è imperfetto
2
…non valere niente
Cerco di provare che valgo. “aiuta! Mostra che fai!”
Orgoglio
3
…non essere capace a fare
Provo di essere capace a fare “fa!” “abbi successo!” Voglio provare di essere adeguato
Menzogna
Avarizia (paura
Vanità
4
…essere inadeguato
5
…non essere niente/non avere niente …essere solo/debole
Voglio provare di valere “sii perfetto (dettagli)!” Devo connettermi “fai attenzione agli altri!”
Paura
7
…essere incompleto
Ingordigia
8
…non avere potere/vulnerabi lità
Devo completarmi/ sperimentare “fa!” Devo provare che ho potere sugli altri
6
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Invidia
di perdersi dando)
Tipologia dell’enneagramma
Lussuria
La Salita Energetica Se avete seguito il libro fino a questo punto eseguendo e soprattutto capendo gli esercizi, siete arrivati alla soluzione delle vostre compulsioni e delle cose che vi “legano” alle apparenze, ed avete realizzato un grande risultato simboleggiata dall’equilibrio e dal non bisogno di proiettarsi all’esterno. Siete sufficiente a voi stessi ed in contatto con la vostra vera essenza. Anche Dante conosceva questo punto del percorso, e lo simboleggia con la “felicità perfetta” (Matelda) ed il Paradiso Terrestre. Lo sommo Ben, che solo esso a sé piace, fé l'uom buono e a bene, e questo loco diede per arr'a lui d'etterna pace. (Par. Canto XXVIII 91-93) Nella tradizione, la persona che ha completato le sublimazioni è in possesso allora della “Medicina di Primo Grado”, ha cioè una capacità di guarigione naturale ed allo stesso tempo manifesta un carattere positivo, integrato nella realtà e centrato. Nella vita, osservate aumentare coincidenze e sincronicità. Ma è possibile spingere l’elevazione e la reintegrazione dell’”homo totus” anche oltre, ad un livello sublime nel quale l’uomo può rendersi effettivamente conto anche della realtà oggettiva (e quantica) del mondo. Per raggiungere questo successivo grado di elevazione è necessario “superare il corpo” ed elevarsi tramite una serie ulteriore di procedimenti energetici. Sia nelle tradizioni occidentali che nelle tradizioni orientali è
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PIANI DI COSCIENZA SUPERIORI
presente questo tema.230 Dante parte dalla montagna del Purgatorio con in cima il paradiso terrestre per innalzarsi ancora. Questa salita corrisponde ad una modificazione totale della percezione del tempo. Ed è anche un abbandono della vecchia “persona” oltre (ma senza negarla) la fisicità stessa. La fenice e l’uomo
Il simbolo di tale rinascita è la fenice che rinasce dopo essere stata bruciata.231 Rinasce fisicamente, ma in una 230
Ad esempio nella tradizione greca vi erano i “Piccoli” ed il “Grandi” misteri. Come dice Olimpiodoro “le iniziazioni sono doppie, quelle di quaggiù che sono una preparazione, e le altre”. L’iniziazione ai Grandi Misteri (quindi il secondo livello) si svolgeva in settembre, sotto il segno della bilancia (l’”equilibrio” raggiunto). Le prove non erano le stesse per tutti, ma in tutti i casi vi era una morte e resurrezione rituale. Dapprima un viaggio nell’Ade. Poi, dopo aver bevuto l’acqua del Lete (simbolicamente) si avviavano verso la piena luce. Anche Dante immagina che nel Lete, situato nel paradiso terrestre, si lavino le anime purificate prima di salire nel Paradiso celeste. 231 Vi è un parallelismo tra il simbolismo occidentale del fuoco che brucia la fenice e l’indiano “Marana”. Il termine si riferisce al “deporre insieme” i fuochi sacrificali che caratterizzano la vita sociale. Nella tradizione yogica i fuochi sacrificali vengono riuniti nel corpo. Essi vi fungono sia da pira da cremazione (significando che il corpo terreno, obsoleto, non serve più). Questo sacrificio interiore è chiamato pranagnihotra.Un altro detto significativo è “come il respiro il rasa, se ucciso, resuscita sé stesso”. L’espressione è anche utilizzata nello hatha yoga, ove il fuoco dello yoga acceso alla base del corpo sottile, rende il canale centrale un “campo di cremazione”. Da qui il simbolismo delle ceneri che è anche alla base di una serie di iniziazioni. White op. cit. pag. 306
dimensione diversa. E’ quindi la realizzazione della “palingenesi” (rinascita) dell’uomo. Questa fase è anticamente chiamata la “fissazione dello zolfo”. Lo zolfo è simbolo del principio spirituale e ciò significa quindi che la presenza diventa costante e presente, fissata al di là dell’ego ormai superato. Ecco quindi il significato del simbolo riportato a fianco232 che riporta l’immagine della fenice all’interno del simbolo della coscienza I233.234 Effetti non locali
Nel percorso di elevazione energetica si ha anche naturalmente la realizzazione di una serie sempre maggiore di fenomenologie “non locali” quali visioni, chiaraudienza etc… in quanto nell’accesso alla realtà superiore e quantica vi è un superamento della dimensione spazio temporale prodotta dai sensi e dalla mente.
L’uomo nella sua massima espansione di dimensione ed in tutte le sue fasi (ogni costellazione rappresenta un’operazione di sviluppo)
232
Contenuto della raccolta “Die geheime figuren der Rosenkreutzer” pubblicata da Franz Hartmann 233 Wirth op. cit. 234 Nella tradizione indiana il mercurio “ucciso”, viene naturalmente attivato dalla combinazione con lo zolfo.
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Incremento dell’energia - Livello “Aereo” ()
FASE 3 – Segreti per il risveglio del potenziale nervoso L’uomo come base della percezione
Questa nostra cultura ufficiale non è che una ben povera cosa. A scuola nessuno insegna a sviluppare l'uomo. Tuttavia è proprio il nostro corpo ed i suoi equilibri la base dell’esperienza spaziotempo che chiamiamo “realtà”. Ad esempio, se anche se ci sembra di vivere in un mondo tridimensionale, la moderna fisica quantistica ci insegna che non è così. E’ la nostra neurologia che lo percepisce. I sensi danno messaggi che la nostra mente interpreta. 235 La realtà nasce dalla nostra energia vitale. Possiamo fare il paragone con lo schermo di un computer. Su di esso appaiono “cose”, “immagini” staccate, ma in realtà queste sono solo la stessa energia elettrica del computer che eccita certi punti dello schermo invece di altri. E lo schermo è sempre uguale. Nell’uomo lo schermo è la nostra fisiologia che interpreta i dati che ci arrivano dall’esterno e crea le nostre immagini. Ed è la nostra visione di “trance” quotidiana, l’ego, che ci fa percepire i nostri eventi come unità 235
Questo non vuol necessariamente dire che le apparenze esterne non “esistano” ad un certo livello. Significa solamente che la realtà è più vasta.
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separate. Quest’ego decide che certe cose esistono ed altre no, fissa l’attenzione su alcune di queste, vuole fare il padrone di casa. Ma nel momento in cui è trasceso, allora la visione si amplia ed altre entità, prima non considerate, appaiono. Il desiderio di andare oltre e di “salire di livello energetico” è insito in ogni umano. Per essere efficace la crescita deve però essere effettuato con PRESENZA. “…A livelli inferiori (l’incremento energetico senza presenza a sè) si traduce in spinte deleterie, in quanto il di più va verso le compulsioni, ma ad un livello superiore ha un significato di crescita. La causa di ciò è il richiamo dell’eternità in ogni essere umano. Eternità non significa altro che infinito, l’infinito di qualche cosa che si constata nel definito. Questo infinito può essere visto come l’aspetto della “mistica” immediata. Tutti provano questo desiderio: l’ingegnere vorrebbe l’infinito delle possibilità fisiche, il musicista la musica sempre più sublime. La causa profonda di questa mistica è il desiderio d’infinito, che esprimendosi diviene senso dell’eccesso. Se questo senso conserva il proprio carattere libero, impulsivo, può causare la distruzione più assoluta come la più alta evoluzione. Si tratta di una forza che la società ha ridotto all’impotenza con mutilazioni chiamate ‘motivi di bene sociale’, eliminazione di ciò che può essere fastidioso per la società, ma che invece può essere una forza salutare per l’individuo. …L’umanità è presa dalla mediocrità, e cosa ne sarebbe di essa, se ogni tanto non nascessero degli “eccessivi”, dei geni che la governano e le infondono le idee?”236 L’eccessivo conduce facilmente alla patologia fisica perché pochi esseri sono capaci di dominare questa forza che diventa allora illuminazione e genio in quanto porta
236
Schwaller de Lubicz “Adamo l’uomo rosso” – pag. 134
alla luce ed all’abnegazione di sé, al confondersi cosciente237. “In pratica ci sono due vie: una che porta alla negazione, e l’altra che porta alla luce e che risponde al nostro slancio spontaneo, che ci collega al cosmo vivente. Questa via è la via della verità.”238 Il genio, la creatività, è l’espressione di tale stato superiore. Nell’antica scolastica a questi stadi superiori corrisponde l'”intelligenza”, cioè l'attributo di ciò che corrisponde alla visione, all'intuizione, alla penetrazione239. L’effetto del raggiungimento di tali stati superiori di “sovrabbondanza energetico” è anche con gli altri. Se siamo in grado di sviluppare e mantenere la forza, entriamo in rapporto differentemente con gli altri e gli altri ci rispondono anche differentemente. La persona che disperde l’energia si pone in posizione di dipendenza dall’ambiente. Infatti, poiché si ha meno forza di creare le proprie immagini mentali, si è più abituati ad essere “assorbiti” e si prendono allora le idee dell’altro. L’elevazione energetica porta quindi naturalmente allo sviluppo di una qualità nuova ed altamente utile nei rapporti con gli altri: il magnetismo personale. E’ la capacità di esercitare influsso sull’ambiente circostante240.
237
Schwaller de Lubicz op. cit. pag. 166 Denis Labouré “secrets de la FM Egyptienne” pag. 169 239 Ambelain – Scala Philosophorum 240 Perché il magnetismo sia vero la presenza all’adesso è dote essenziale al fine di evitare che la persona sia sì magnetica, ma in maniera non patologica, cioè non accompagnata da vera serenità interiore. Il magnetismo sano è sempre superiore al magnetismo patologico. 238
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L’antico simbolo che riportiamo mostra una forza che si irradia dalla materia verso l’alto241. E’ evidente che colui che ha imparato a dominarsi, a ragionare sulle proprie impressioni, a conservare una perfetta sicurezza in presenza di chicchessia, influisce, a causa di questa stabilità, su quelli coi quali tratta. Uno sguardo che esprima la determinazione, un discorso preciso e condotto con giudizio, un atteggiamento calmo ed energico, impressionano in modo considerevole. E l’impatto può andare anche oltre, fino ad una vera influenza tele psichica. Oltre a ciò colui che va sulla strada della volontà impara a conservare, in presenza di ogni eventualità, la massima calma e lucidità di spirito per agire e reagire; discerne senza turbamenti la condotta più vantaggiosa da tenersi: infine, esegue ciò che ha progettato in maniera manifestamente attiva, con piena attenzione a quello che egli sta facendo, passando nel momento previsto all'occupazione successiva, mantenendo nel corso di tutte le fasi del proprio lavoro una stessa direttiva esprimente una medesima volizione. E’ in pratica indipendente dalle circostanze. Possiamo quindi divenire più padroni del nostro destino e questo è espresso nella terminologia antica dicendo che siamo figli un re e che ci spetta di governare. 241
Riportato da Gineste “L’alchimie à travers ses symboles”
Energia e Magnetismo Personale, Influenza e Vitalità
Se eseguiti non come semplici esercizi fisici ma con attenzione ai principi più alti, tutte le pratiche di questo libro si traducono prima in un impulso all'iniziativa mentale, poi in una sensazione di sicurezza, di « potere » non solo sugli altri quanto anche su sé stessi: si ha la coscienza di essere capaci di sforzi di volontà. Esercizio 76 Levarsi - sedersi. Trovandovi seduto, alzatevi volontariamente, vale a dire avendo ben chiara nello spirito l'idea che voi non vi alzate in piedi per un moto meccanico delle vostre gambe, ma per un comando volontario partito dal cervello, per una deliberazione del vostro libero arbitrio. Fate l'esercizio inverso, sedendovi quando siete alzato.Complicate l'esercizio alzandovi a sedere sul letto e coricandovi sul medesimo. Esercizio 77 Azione Determinate un'azione dapprima facilissima e brevissima, ed eseguitela avendo ben chiaro il concetto che ciò accade per un proposito deliberato della vostra volontà. Potete per es. proporvi di andare in un'altra stanza senza nessun scopo. Scendere in corte, oppure infilare il soprabito o avvicinarvi ad uno scaffale e prendere un determinato libro. Il compito - ripetiamo ancora una volta - non consiste nell'eseguire l'azione, ma nell'eseguirla concentrandovi sopra unicamente il pensiero ad esclusione di ogni pensiero estraneo.
Nasce allora l’uomo volontario. E il tono alto ha anche forti risultati dal punto di vista psicoemotivo ed aiuta a superare le paure. A poco a poco la fiducia in se stessi diventa continua, le idee parassite, gli stati emotivi dissolventi, le sollecitazioni sensorie sono dominate. La padronanza di se stessi aumenta, e ben presto i propri sensi, la propria sensibilità, il proprio intelletto si dirigono con la più grande soddisfazione. Si diventa capaci di “far succedere” le cose. Esercizio 78 La mano.
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Per “intuire” ciò, stendete la mano e concentrate la vostra mente sul pensiero che essa a poco a poco si chiude. Se la concentrazione è ben fatta, le dita incominceranno a flettersi, dapprima insensibilmente, poi con moto sempre più rapido, fino a che le loro punte incontrandosi colle palme, finiranno per farvi male. Eseguite allora la concentrazione inversa, immaginandovi che la vostra mano a poco a poco si apre.
Divenuto idoneo a concentrare la propria energia psichica sopra un'immagine precisa, il potere della volontà può agire in un modo regolarizzatore, ed anche per medicare o anestetizzare gli organi fisici. Quello che avviene anche congiungendosi con l’energia è quindi anche lo sviluppo naturale dell’influenza terapeutica. Proprio perciò questo sviluppo umano corrisponde a quella che era stata definita dagli antichi la “Medicina di primo grado”. L’influsso magnetico può allora esercitarsi in tre maniere di base collegabili ai tre principi base: la mano (magnetismo, affine alla moderna pranoterapia e collegata al principio G), l’occhio (fascinazione dello sguardo collegata al principio D) e la voce (voce che incanta collegata al principio A)242. Energia e aumento della Coscienza
Quando aumentiamo l’energia vitale aumentiamo anche l’energia mentale e la coscienza. La formula è: Energia vitale Potenza mentale La maggiore potenza mentale può essere elemento fondamentale per aiutare chi ha fatto gli esercizi precedenti a capire che noi non siamo semplicemente nel divenire, cioè il tempo lineare rappresenta solo una parte della realtà. In pratica possiamo scoprire una nuova dimensione che porta ad essere in due
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Quest’associazione è basata sulle nostre esperienze personali.
tempi differenti allo stesso momento: il tempo assoluto e quello lineare. Sviluppare la vitalità non ha nulla a vedere con la vigoria muscolare o colla robustezza del temperamento fisico. Queste sono condizioni desiderabili in quanto le frequenti malattie e la debolezza muscolare costituiscono delle cause di inferiorità. Tuttavia una persona di settant’anni può avere più vitalità di una di venti, in quanto la vera vitalità è un’eccedenza, è come avere del denaro da spendere in bamca. Quello che diciamo è infatti che la vera coscienza di sé ed il vero volere hanno le radici in un’eccedenza di tensione nervosa, o forza neurica. Che cosa dobbiamo allora fare? Dobbiamo imparare a creare ed a mettere in serbo, ad accumulare tensione all’intermo dell’organismo equilibrato. Questo stato viene chiamato “eretismo vitale”. Noi ci troviamo in uno stato di eretismo vitale ogni qual volta il nostro potenziale nervoso è alto, vale a dire ogni qual volta abbiamo un’energia che chiede di venir liberata. Ad esempio abbiamo un eretismo gastrico quando le papille del nostro stomaco sono sollecitate dai succhi che chiedono di elaborare il cibo; in parole povere quando si ha appetito. Noi stiamo bene quando constatiamo nel nostro bilancio dell'energia di riserva, proprio come un bilancio commerciale è buono quando vi è un eccedente attivo. Abbiamo un eretismo muscolare quando la nostra fibra muscolare ben nutrita e riposata chiede di esercitarsi; cioè quando ad esempio le gambe si mettono quasi in movimento da sole, quando faremmo volentieri quattro salti, o una corsa oppure una capriola. Insomma l’eretismo deriva sempre da un eccedente di forza disponibile. Chi non attende questo eccedente per compiere un’azione fisiologica volontaria, non solo si priva di tutte le gioie che derivano dal soddisfare un bisogno fisiologico, e cioè
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in sostanza dell’ottimismo che è bisogno soddisfatto; non solo riduce il proprio corpo in uno stato di esaurimento muscolare e nervoso che lo priva di ogni energia, ma cammina a grandi passi verso la malattia cronica e la senilità nervosa. L’essenza dell’epicureismo non era la soddisfazione del godimento, ma l’arte di preparare il godimento e cioè il complesso di norme per saper godere, per comprendere ed assaporare la gioia. La prima di queste regole è capire che la vera sorgente del piacere è dentro di noi. Allora può anche essere che l’astinenza, la quaresima volontaria, il digiuno, vengano deliberati ed accettati non per uno scopo di mortificazione ascetica, ma in vista di un godimento venturo. L’eretismo o potenziale nervoso, inteso nel senso spiegato e non già spinto fino a provocare una monomania nervosa, è la vera fonte dalla quale zampilla la disposizione a volere, ad agire a compiere realmente quelle funzioni specifiche proprie dell’individuo sano e vivente. Questo potenziale nervoso può essere trasmesso ad un’altra persona ed avere anche potenzialità terapeutiche. Esercizio 79: assorbire vitalità dall’universo Ditevi: “io assorbo energia dall’universo cui sono connesso”. Assumete un ritmo lento di inspirazione ed espirazione, ed al contempo portate la mente all'idea di assorbire vitalità dall'universo, sentendola aumentare. Energia aumentata ed espansione del senso del tempo
Un modo di generare e stabilizzare stati di coscienza elevati è quindi intensificare l’energia in noi sviluppandone tutte le forme, armonizzarne la diffusione e chiudere i canali attraverso i quali spendiamo energia mentale. Questo fa sì che la mente non abbia più il problema risparmiare energia e si debba appoggiare sugli
automatismi, così come non abbiamo più bisogno di risparmiare quando riceviamo un assegno con molti zeri243. Come risultato noi arriviamo ad avere la possibilità di percepire la realtà dell’ambiente che ci circonda e che normalmente ci sfugge. Quando possiamo prendere più informazione dall’ambiente che ci circonda, ciò ha l’effetto di allungare il tempo. Noi infatti prendiamo coscienza dell’ambiente coi sensi. Più è forte il nostro sistema nervoso, più è forte la nostra percezione di quello che sta attorno a noi. Vi è un differente funzionamento del cervello, che passa a stati che la fisica quantistica definirebbe “di maggior coerenza” e di “funzionamento quantico”.
Il circolo virtuoso
Il fenomeno è anche inverso: divenire presenti all’adesso, all’ora, alla percettività, porta anche gradatamente ad un aumento dell’energia mentale e della vitalità. E questa maggiore vitalità può a sua volta aumentare la presenza e la coscienza in un “circolo virtuoso”. A questo punto il vigore differente sgancia e scioglie sempre di più i “blocchi” percettivi, cioè le abitudini. Presenza all’istante Aumento di Vitalità 243
Making Time – Steve Taylor – pag 135
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Vitalità + Attenzione Presenza La presa di coscienza che possiamo cambiare la durata percepita del tempo è molto importante. Per l’uomo medio il tempo è qualcosa di fisso ed immodificabile. Se incominciamo invece a capire che possiamo modificarlo ci si apre la strada a capire la sua realtà e quanto esso tempo dipenda da noi. Comprendendo il processo è più facile allora connettersi, avvicinarsi, ed infine stabilizzarsi nel “tempo assoluto”. Con la coscienza della possibilità di questo tempo (del tempo lento o assoluto) nasce allora la vera calma vitale. E quella che chiamiamo calma è una sensazione interiore intimamente legata a questa situazione di “tempo lento”. Infatti quando il tempo rallenta è come se alla periferia ci fossere più input (più potenza percettiva), mentre al centro vi è una calma sempre più profonda244. Questa è appunto anche l’esperienza raccontatami da un mio allievo che è stato vice campione del mondo di Karate negli anni scorsi. Il karate è infatti anche una via per il “risveglio” dell’essere. Praticamente, al momento in cui arrivava al momento del combattimento, era come se il tempo rallentasse. La prima volta accadde in maniera inaspettata e lui stesso non capiva, infatti vedeva il colpo dell’avversario arrivare lentissimamente. I suoi colpi andavano invece a velocità normale.245 244
Alcune discipline come la PNL hanno osservato questo fenomeno e lo descrivono in termini di “movimenti in periferia maggiori” o simili. Tuttavia non è possibile raggiungere tale stato “programmando” il cervello. E’ necessario invece utilizzare delle metodiche di “potenziamento” 245 Sarebbe divenuto campione del mondo, ma quell’anno i giapponesi introdussero una regola provvisoria che fece vincere un giapponese . Ne seguì una scissione all’interno della Federazione di karate che perdura tutt’ora.
Esercizio 80: Sperimentare il tempo lento. Rilassatevi. Ditevi: Ora vado nel mio tempo. Mettete un metronomo al ritmo di un battito ogni due secondi. Immaginate di compiere una operazione semplice in ogni intervallo di tempo (ad esempio tracciare una linea mentale). Dopo un poco ci renderemo più conto che possiamo tracciare una linea più lunga, e così di seguito.
E’ abbastanza facile “fermare il tempo” nell’inazione e nel rilassamento come nell’esercizio sopra. Ma è anche possibile farlo, e più utile ancora, mentre sviluppiamo un tono alto . La chiave è essere nell’ora e sviluppare un “tono alto” senza per forza “mirarlo” ad un obiettivo immaginario fuori danoi. Basterà invece prendere coscienza e presenza alla nostra vitalità. La vitalità non dipende dai risultati fisici; la vitalità è un modo di essere. Quantità di informazioni Stima della durata elaborata soggettiva del tempo Più Ampliata Meno Diminuzione I due modi di rallentare il tempo
Esistono quindi due livelli di rallentamento temporale che possiamo combinare, come è avvenuto per il karateka che abbiamo menzionato. Il primo tipo di rallentamento è legato al contenuto mentale processato. E’ aumentato dalla nostra vitalità. Come dice la psicologa svedese Marianne Frankenhauser: “l’esperienza della durata è legata all’ammontare dell’esperienza (sensazioni, percettive, cognitive, processi emozionali ecc…) che avvengono in un determinato tempo, in pratica è correlato all’ammontare di contenuto mentale”
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Ritroviamo questo primo tipo di rallentamento nei cosiddetti “stati di flusso” delle discipline sportive. Il secondo tipo di rallentamento temporale (che può arrivare fino al “tempo fermo”) è legato alla deconcettualizzazione. Più deconcettualizziamo più il tempo rallenta poiché prendiamo coscienza del “grande tempo”. Tempo e creatività
Il “tempo espanso” è in legame stretto con la creatività. La creatività è la manifestazione quotidiana di un mondo eterno ed atemporale nel quale sbirciamo. Anche se il nome è “creatività” noi non creiamo nulla, perché tutte le cose esistono già. Scopriamo soltanto quello che prima non era stato scoperto. Vediamo cioè qualcosa di già esistente, ma in precedenza non percepita o conosciuta. “La scoperta è un processo nel quale certe manifestazioni del comportamento della natura “entrano” nel flusso del tempo da un mondo eterno ed esterno”246. L’aumento di energia e la “Grande Cottura”
Anche gli antichi avevano capito esattamente come l’energia poteva essere la chiave per le dimensioni superiori. Nella simbologia del cammino di sviluppo della Grande Opera sviluppare il livello energetico è l’equivalente di alzare il calore del fuoco interiore247. Nel processo di sviluppo dell’uomo la terza fase è infatti chiamata la “Grande Cottura”. Con questo termine si intende il livello energetico che viene progressivamente 246
B. Russel – Mysticism and Logic Franz Anton Mesmer utilizza appunto questo termine (fuoco) per indicare il magnetismo 247
alzato, fino a sviluppare stati più accentuati di nondualità. E’ una nuova creazione dell’uomo. L’elemento di partenza è l’”uovo filosofico”. Nell’uovo vengono messi gli elementi preparati nelle fasi precedenti248, (significando quindi che non si può lasciare da parte niente dei risultati del lavoro precedente), e vi è allora una nuova reintegrazione totale. L’uovo è il simbolo dell’ambiente della generazione e per questo nelle opere dei filosofi ermetici si legge questa espressione “l’uovo del mondo”, espressione che si trova anche nei libri sacri indiani249. Dopo ventun giorni nasce allora il pulcino. Quanto alla funzione, questa può (come dice Schwaller de Lubicz) non avere immagine migliore del coito250 e quindi le tecniche sessuali possono anche avere utilizzo in questa fase. Infatti il rapporto tra maschio è femmina è parallelo simbolicamente al rapporto tra definizione e potenzialità, tra principio attivo ( = ) e passivo (luna ). Uovo è sinonimo in generale di vaso, cioè dell’uomo, ma in questa fase il simbolismo può fare anche 248
Il simbolo greco per uovo (Berthelot) è Il serpente sostiene l’uovo aureo dell’universo. Anche nella tradizione giapponese, secondo lo shintoismo, nel mezzo del caos inestricabile si trovava un germe. I principi maschili e femminili non avevano esistenza. Le forze contenute nell’uovo portarono allora la separazione di questo in una parte alta, chiamata Izagani e di una parte bassa chiamata Izanami. La prima manifestazione della creazione è una piccola isola che porta nel suo centro un roseto, il germe che preesisteva nell’uovo cosmico. Da questo nascono gli dei e la loro nascita simboleggia le diverse tappe dell’organizzazione del mondo. Cfr. “Le Temps” pag. 106 La nozione di uovo primordiale si trova anche in Tibet ed in altre tradizioni. 250 Scwaller del Lubicz “Adamo l’uomo rosso” – pag. 80 249
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riferimento alla congiunzione di sole e luna che genera l’uomo completo (vedi l’immagine, dove ai piedi di sole e luna vi è un gallo ed una gallina). Nell’uovo filosofico deve essere introdotto il soggetto dell’opera “liberato da ogni corpo estraneo” (cioè deve aver effettuato una purificazione preliminare).
Le fasi della Cottura nella fase superiore della grande Opera
L’antica saggezza vedeva varie fasi nell’energicizzazione e presenza che possono essere “conosciute” e “vissute”. Nella “grande cottura dell’uovo filosofico”, che coincide con la fase energetica, le fasi sono teoricamente sette, ma quattro (dopo la prima che coincide con la chiusura dell’uovo filosofico) hanno particolarmente importanza, chiamate, a seconda dei colori nero (nigredo) bianco (albedo) e rosso (rubedo). La prima fase, nigredo, è di nuovo il “regime di Saturno” , cioè la fase al nero di eliminazione, di “morte” dell’ego che è ancora più intensa della precedente.
Il bianco (albedo)251 rappresenta successivamente allora la vivificazione energetica portata in massimo grado, fino allo sviluppo ultimo del “corpo energetico” ed ai cosiddetti “stati estatici”. Il simbolo è . La fase “bianca” realizza la “magnesia” dei saggi. Energicizzato, l’uomo non subisce più l’influsso magnetico dell’esterno, e quindi di converso ha un effetto magnetico sugli altri. E’ in grado di accedere alle doti dell’intuizione e della comprensione dei simboli. Vi è significato ed armonia, ed una maggiore sensibilità alle energie che emanano dall’ambiente. Vi è un senso di essere connesso all’ambiente. Si scopre l’unità e la vita del tutto. La respirazione può essere una chiave fondamentale per completare tale sviluppo. Infine il passaggio successivo consiste nel “ridiscendere nel corpo”. Il rosso simbolicamente è la riunificazione di tale spirituale corpo al corpo fisico (il sangue) ed il nascere di una posizione ancora superiore, che potremmo anche chiamare “io – non io”. E’ di nuovo una posizione di quintessenza e di reintegrazione a livello superiore. Per raggiungere tali stati superiori, tradizionalmente possono essere utilizzati ausili, come lo specchio, tecniche sessuali o altro che possono essere di grande aiuto per questi stati nei quali è fondamentale l’attenzione all’ora. E’ essenziale un atteggiamento attivo, e nello stesso tempo la percezione del corpo che deve essere nell’ora. In una coscienza aperta, libera rispetto alla propria individualizzazione, cioè aerea, il momento orgasmatico può portare ad un’altra forma di coscienza. L’entrare delle forze profonde può favorire il passaggio allo stato estatico. L’individualità viene trasformata in uno stato 251
Simbolo: Berthelot ha individuato come simbolo (un doppio fuoco) per questo concetto nella tradizione degli antichi greci
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trascendente.252 Si tratta di livelli “al di là dell’essenza” in quanto non sono più legati all’aspetto individuale. “E l’essere queste esperienze altra cosa che l’ordinaria attività della mente, fa sì che le verità scoperte dall’anima in questi suoi intimi rapimenti non sono necessariamente suscettibili di una esposizione logica. Queste esperienze trascendono la ragione umana; e sono percettibili a quel supremo io, cui la logica non è che una corda della settemplice lira”253. I due momenti bianco e rosso possono essere visti come successivi: ad esempio sperimentalmente esercizi di respirazione possono aiutare a creare la fase “bianco”, mentre la fase “rosso” è solo ottenibile integrando il corpo (le scorie) con coscienza. Ad un altro livello, la fase “bianca” è la fase mistica, mentre la fase “rossa” è la fase “del guerriero”. Ad un altro livello ancora, la fase “bianca” è la “prima realizzazione del caduceo ermetico”, mentre la fase “rossa” ne è la “seconda realizzazione del caduceo ermetico” Tecniche a due vasi e lo sviluppo del “fermento” nelle tecniche basate sull’”energia vitale”
Come detto, una chiave è sviluppare un’eccedenza di potenziale nervoso richiede impegno. E perché vi sia un’eccedenza vi sono sempre due termini, l’assorbente e l’emettente. Le induzioni magnetiche che si diffusero verso la fine del 1700 sono derivate storicamente dalla volgarizzazione di alcuni elementi di precedenti pratiche alchemiche del “terzo livello” che operavano sui due elementi attivo ( = ) e passivo ( = ) . 252 253
Ur e Krur, pag. 186 Reghini - Per una concezione Spirituale della Vita - pag. 95
Storicamente ne semplificano il procedimento, scindendo in due la coppia interna all’uomo di coscienza I (voglio) e reazioni infracoscienti (posso/elemento passivo) e mettendole in “due vasi”, cioè operando con due persone differenti (Il vaso è il simbolo della persona). In pratica i due vasi sono l’operatore che assume sempre il ruolo attivo, lasciando al soggetto il ruolo passivo. Portare il soggetto al livello più passivo possibile ha come risultato il fatto di incrementare il ruolo attivo dell’operatore. Pur essendo efficaci per la risoluzione di certi problemi, le dinamiche magnetiche e mesmeriche richiedono la presenza di due persone e mantengono la scissione dei ruoli, sicchè ciascuno si trova a sviluppare tendenzialmente solo una posizione (attiva o passiva). Questo modo di fare può essere utilissimo a livello terapeutico ed infatti sia lo pratichiamo che lo insegnamo nei nostri seminari. Può avere dei limiti però per lo sviluppo della presenza e rischia di mantenere sempre in uno stato di “dualità” a meno che l’operatore stesso non sfrutti l’intenso campo creato per realizzare uno stato di trascendenza dirigendo l’energia verticalmente (ma deve conoscere le tecniche ed il percorso di questo libro per farlo non accidentalmente). Specializzandosi in una sola posizione vi è però il vantaggio che si ha bisogno di meno energia per iniziare. Questo rende meno necessari allora gli esercizi di armonizzazione preventiva in quanto vi è meno energia e meno rischio di debordamento patologico. Ritornando alle induzioni magnetiche, si passa attraverso una serie di fasi nelle quali si osserva una somiglianza tra la fase iniziale del “lasciarsi andare” e la cosiddetta “putrefazione” (con l’isolamento progressivo dall’ambiente esterno che è particolarmente accentuato dall’uso dei passi attorno alla persona), tra l’“estasi magnetica” e l’innalzamento energetico chiamato
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”albedo”, mentre il cosiddetto “sonnambulismo”, dove il soggetto agisce staccato ormai dalla sua personalità corrisponde ad una forma di “rubedo”. Una semplice maniera di operare
Se invece, negli esercizi indicati poc’anzi, dopo un poco il soggetto cambiasse ruolo e inviasse di nuovo la vitalità all'operatore, ne conseguirebbe un potente cambio psichico.254 Questo dovrebbe però avvenire sempre più rapidamente per favorire un effetto di risonanza. Poiché il nostro scopo con quest’opera è guidare il lettore e praticante (perché quest’arte non si può capire se non con la pratica) ai massimi risultati spieghiamo quindi ora una maniera semplice di eseguire ciò da soli con un’antichissima e semplicissima tecnica, alla quale vi abbiamo introdotto nei capitoli precedenti e che ci è stata trasmessa direttamente dai nostri maestri: lo specchio. Dapprima bisogna “purificare” sé stesso, passando attraverso tutte le sublimazioni e prese di coscienza indicate precedentemente. Bisogna poter stare davanti ad uno specchio e fissarsi senza battere le palpebre. Il primo effetto di tale pratica è “accorgersi di sé”. 255 Normalmente ci dimentichiamo di noi. Di fronte allo specchio incominciamo a divenire a poco a poco più presenti a noi stessi. 254
Israel Regardie – “The Philosophers’ Stone Charles Antoni mi ha raccontato di aver effettuato un esercizio simile in India fissandosi però con un compagno. 255
Successivamente accade un fenomeno di “moltiplicazione”. Si scopre allora che a poco a poco si passa innumerevoli volte da soggetto ad oggetto ed allora avviene un cambiamento di stato, una "fermentazione" di qualche cosa di nuovo.256 Si ha infatti lo svilupparsi di un gioco delicato tra il soggetto e l’immagine257. Si sente un’energia svilupparsi. Si può agevolare lo stato osservando anche solo l’occhio sinistro, in quanto la fase “albedo” che realizziamo con questo tipo di respirazione è essenzialmente lunare e quindi legata al lato sinistro del corpo. Con lo specchio possiamo poi anche aumentare l’energia o far nostri dei simboli con la “respirazione dell’”aquila”. Esercizio 81 La respirazione combinata. In piedi, davanti allo specchio, incominciate a riempire gradatamente i polmoni. Visualizzate brevemente un simbolo del quale volete impregnarvi. Nello stesso tempo per una decina di volte innalzate adagio lateralmente le braccia che prima erano allungate ai fianchi, continuate a inspirare sempre elevando le braccia tese fino a che i pollici vengano a toccarsi in alto. A tal punto i polmoni dovranno essere perfettamente riempiti. Allora tornate lentamente alla posizione e condizione primitiva, emettendo il fiato e abbassando gradatamente le braccia. Ne ritrarrete una sensazione di energia e tempo espanso.
Più si va verso l’energia più si va verso la quintessenza. E’ importante mantenersi sempre presenti. Un nostro amico una volta è svenuto a forza di osservarsi! Questo è un 256
Come scrive il Dalla Riviera: “esso è detto latinamente “fermentum”, perché “fert mentem”, e per questa ragione è anche chiamato anima che reca al nostro parto (la nascita di un qualcosa di nuovo) una vita perenne e incorruttibile” In “Il mondo Magico degli Heroi” pag. 73 257 Notiamo che non bisogna passare nell’immagine, bensì essere i due allo stesso tempo
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errore. Se in quel momento manteniamo invece il controllo possiamo arrivare invece anche ad una percezione non duale del tempo. Altro risultato spingendo la pratica dello specchio è anche che si può arrivare anche a “essere oltre il tempo” fino a percepire “tempi diversi”, cioè quei famosi fenomeni di precognizione e visione a distanza correlati ad uno stato di non dualità.258.
In questo percorso si ha dapprima una esacerbazione della ghiandola pineale ed una visione del corpo energetico. Se osserviamo invece essenzialmente tra i due occhi (dove il naso incontra la fronte) il processo è più equilibrato (anche se più lungo) e si ha un “ congiungimento di luna e 258
Il fenomeno si può anche ottenere ancora più velocemente con la cosiddetta palla ipnotica che defocalizzando gli occhi ci porta ad astrarci dalla visione fisica diretta. Dapprima si vede una tinta opalina o lattiginosa. Poi questa tinta si lacera come una nube per lasciar vedere l'imagine allucinatoria completamente formata. La maggior parte dei soggetti vedono l'imagine nel globo, ma credono di vederla di grandezza naturale. Alcuni si credono trasportati nel paesaggio che vedono e si ha allora non solo un'allucinazione della vista, ma di tutti i sensi. La formazione dell'imagine allucinatoria è la stessa in tutti i casi, sia che l'impressione visuale sia imaginaria o contenga l'espressionedi un fatto vero, passato, presente o futuro. Questa visione non corrisponde sempre ai desideri dello sperimentatore. Non è che dopo un allenamento abbastanza lungo che la chiaroveggenza diventa volontaria e si orienta nettamente versole persone o le cose che si cerca di vedere.
di sole” (il nostro lato attivo e passivo). “Cotesta preponderanza conduce allo stato ove la mente si congiunge con sé e realizza l’esperienza di una indipendenza, sussistenza e superiorità rispetto a tutto ciò che è corporeo ed animale... una luce intellettuale, in cui realizzerai un senso diverso di te nuovo, possente, trasformato259. Dice Filalete (Introitus, capp. I e XIII): ‘Per il nostro oro ( = sole che è il nucleo destato e costituito dalla preparazione), avviene lo stesso (che per il seme); da principio esso è morto o, meglio, la sua virtù vivificante è nascosta sotto la dura scorza del nostro corpo…Non appena si è bagnato della nostra acqua (che è A, il fluidico) rinasce, riprende vita e diventa l’Oro dei Filosofi).” Magnetismo e spinta sessuale
Il procedimento a due vasi può anche essere eseguito oltre che con lo specchio, anche con altri metodi, ad esempio utilizzando l’energia del desiderio sessuale con un partner adeguato260 Ricordiamo che il significato più profondo deve sempre andare oltre la fisiologia, ed essere “conosciuto” simbolicamente ed attraverso l’attenzione continua alla presenza.261 Il pericolo non è infatti tanto fisiologico,
259
Abraxa “Ur et Krur” pag. 85 – Vol. 1” Questa è anche la ragione per cui molta parte delle letteratura alchemica è impossibile a comprendere a chi non ne ha le chiavi. Il concetto del “desiderio” può essere visto come presa di contatto con il “doppio” emozionale e venereo dell’uomo, quello stato che si manifesta in particolari condizioni, nel quale possiamo prendere contatto con un’altra dimensione di noi. 260
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quanto nel fatto che l’altra persona alimenti il bisogno di appoggiarsi, di affidarsi a qualcuno diverso da sé per la propria crescita che invece può solo partire dall’interno.262 Dapprima l’energia deve essere risvegliata. In quest’ottica possiamo osservare il significato della “Donna Angelicata” di Dante (Beatrice) come “scala al Fattore”. 263 Essa è la rappresentazione divina di un principio femminile che può rappresentare una forma di attirare quello che Platone o altri chiamerebbero “le idee”.
262
Bernard Freon “Eveil Solaire et Corps de Gloire” E’ infatti notevole il divario tra il trattamento effettivamente riservato per le donne nel medioevo e la letteratura dell’epoca. Per questa ragione è quasi certo che quest’ultima avesse come centro una “donna di mente” che essenzialmente viveva nell’immaginazione. Il mito quindi di una donna irraggiungibile (vista magari di sfuggita) è legato ad un piano “sottile”. Nella letteratura provenzale si parla di “donnoi” intendendo con questa parola una pratica che non aveva a che fare col possesso reale della donna. Del resto anche i templari (che facevano voto di castità) avevano una “donna angelicata” (cfr. Evola op. cit.). I “Fedeli d’Amore”, gruppo cui appartenne Dante sembra avessero avuto contatto anche storico con i templari. La poesia del “dolce stil novo” aveva una analoga funzione. Si tratta quindi di un linguaggio d’amore simbolico anche se la scelta della donna come simbolo di gnosi, di salute e conoscenza trascendentale mostra chiaramente come essa fosse anche supporto per la creazione di stati emotivi. Pratiche simili (cioè senza contatto sessuale ma con vivificazione emotiva) esistono ancora attualmente in Nepal ed in Tibet come ci confermano i nostri corrispondenti. 263
In pratica si crea un’immagine che può risvegliare un’energia nel vaso maschile umano. Come dice Dante la miracolosa “donna di virtute”, è detta destare il “dritto appetito” e da lei promana un fuoco che “rompe li vizi innati”264. In questa maniera è possibile l’elevazione e la trascendenza. Come dice Dante: “Io tenni li piedi in quella parte de la vita di là da la quale non si puote ire più per intendimento di tornare”265. E ancora Dante “Amore è potenza capace di far uscire lo spirito dal suo “albergo”, di farlo volare nudo, senza scorza.266 Ovviamente l’”Amore” cui si riferisce Dante è differente dall’amore sentimentale, come confermato da Nicolò de Rossi267 che paragona l’estasi di “amore” a quella di “San Paolo”, alludendo quindi all’apertura dello spirito a stati superindividuali dell’essere.268 E’ uno strumento. E’ parallela a questi concetti anche l’idea della “Vergine” nell’iconografia occidentale.269 Questo concetto corrisponde infatti ad una “venerazione della Donna”. Vi sono chiare corrispondenze con le tecniche orientali per la trasmutazione dell’energia basate sul concetto delle “Dakini”. Il risveglio delle energie attraverso l’atto fisico
Ma il processo di risveglio delle energie può essere sviluppato anche su di un piano più fisico. 264
Convivio III, 2,8 Vita Nova XIV 8, 14 266 Convivio IV, 16; XII, 4. 267 Come Dante altro Fedele d’Amore 268 Evola op. citate 269 Sempre riguardo alla nota precedente, ancora adesso vi sono pratiche simili in Nepal. 265
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Data la potenza dell’energia sessuale (paragonata dagli antichi ad “acqua corrosiva”) è però in tal caso necessaria molta preparazione. Come impariamo e cosa significa governare la nostra forza sessuale? Perché il tutto sia efficace dobbiamo infatti incominciare dalla base, a dominare dapprima le perdite più abituali di energia, come i movimenti inconsci e le gestualità incontrollate, arrivando infine a gestire anche questa forza. Non ha senso infatti pensare di poter partire dal livello superiore senza la maestria dei livelli inferiori.270 Il risultato è allora su tutti i livelli. Coloro che sono più pieni di vita, energici e magnetici utilizzano infatti intelligentemente anche la loro forza sessuale. Dal punto fisico dall’atto sessuale completo per l’uomo ne consegue spesso una perdita di energia, che è contenuta nei liquidi sessuali. Il seme umano è la parte più fine, così come il seme della pianta contiene le parti più fini della pianta.271 Troppo spesso la spinta sessuale è stata però considerata in maniera non corretta. Fanatici religiosi l’hanno condannata ed hanno cercato di staccarsi dal mondo attraverso preghiera, digiuno e castità. Questa è una contrazione ed un mantenimento dell’energia che produce una certa sublimazione, ma è possibile utilizzare tale potenza in maniera più naturale.
270
A questo proposito notiamo come nella classificazione di Ko Chang Ken (citato in J.P. Giudicelli – La Rose Croix etc.. op. cit.) l’alchimia esoterica interna sviluppa tre metodi: nel primo il corpo è il piombo. Nel secondo (fase due) la respirazione è il piombo e l’animo il fuoco. Nella terza lo sperma è il piombo, cioè l’energia che viene raffinata. 271 Il concetto è ripetuto in maniera simile sia nelle tradizioni occidentali che nelle tradizioni orientali (dove ad esempio dal Wuei Tan –alchimia esterna, si passa al Nei Tan –alchimia interna)
Così come l’espansione eccessiva anche la contrazione eccessiva è un problema. Possiamo osservare questi principi all’opera in tutta la Natura. Si mostrano come vita, movimento ed energia e li chiamiamo spirito e materia, movimento e materia, forza centrifuga e centripeta, caldo e freddo, positivo e negativo, maschile e femminile etc… Sono due poli della stessa cosa, l’uno non è completo senza l’altro. Non è bene che l’uomo (Spirito, forza o principio positivo) stia solo. Ogni cosa nell’universo ha bisogno del principio complementare. Il significato di “quello che Dio ha unito, l’uomo non deve dividere” è riferito a questo principio. Le caratteristiche maschili e femminili nelle aree più alte dell’essere umano sono saggezza ed amore, pensieri ed emozioni, giustizia e temperanza, sapienza ed arte. La vita personale e sociale è incompleta, quando un principio governa sull’altro. Anche qui l’uomo non può dividere l’uno dall’altro o sviluppare solo uno, senza dividersi o danneggiarsi. Il denudamento della potenza di vita
La sessualità è uno sviluppo di polarità. Ed entrambi i poli sono espressione della stessa energia in quanto non si può avere un polo più forte dell’altro. Simbolo di questo sviluppo è il caduceo che mostra le due polarità che si avvolgono attorno all’asse centrale e che è già presente presso gli antichi egizi.272 272
Vedi l’immagine riportata più avanti della tomba di Osorkon II a Tanis. Infine un simbolo spesso intagliato su scarabei o insetti simili è quella del pilastro Ded, con un serpente appeso da ogni lato sulla cima, le cui teste sono rivolte in direzioni opposte.
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Il primo sviluppo del caduceo ermetico è allora la crescita dell’energia, mentre la preparazione seconda ne è la connessione al principio corpo. In un esercizio insegnatoci da uno dei nostri maestri, lo sviluppo di sensazioni complementari sui due lati del corpo ha come conseguenza la nascita di una sensazione centrale di potere, espressione unitaria dell’unica energia che in realtà circola. Analogamente nell’uomo la sessualità può essere un modo di sviluppare l’energia risultante dal differenziale tra i due poli fino ad arrivare a coscienza del potenziale unitario.
273
Il pilastro Ded contiene poi in sé anche altri simboli: quello di albero, di colonna vertebrale, di essere benedetto. Inoltre veniva “elevato” con una speciale cerimonia. Jack Lindsay op. cit. pag 200 273 L’immagine delcaduceo è molto antica e vi sono corrispondenze egizie. L’immagine sora riportata è tratta dal libro del mondo sotterraneo (tomba di Osorkon II a Tanis)
Ci sono momenti in cui è invece possibile sorprendere la forza di vita. L’orgasmo è uno di quei momenti e rappresenta un momento di superamento dell’ego ed è più caratteristico come uso della “via secca”274. Nell’atto sessuale è il sistema nervoso autonomo, la parte vegetativa e vitale dell’uomo che manifesta sé stessa in maniera indipendente dalla volontà conscia. Il simbolismo
Il simbolismo dell’orizzontale (= G) e della verticale (= E) può anche essere interpretato come incontro tra il principio femminile ed il principio maschile, fino ad arrivare alla congiunzione (= ) e, dominando il principio solare, al punto centrale quintessenziale (= ) come nell’antico codice a fianco275. E’ possibile infatti condurre l’amplesso corporale in maniera che, a mezzo dell’orgasmo erotico, sia “costretta a palesarsi nella coscienza la potenza di vita allo stato puro, nel momento in cui ci amalgamiamo ad essa e la portiamo fino al limite”.276
274
Nella via secca si lava con il fuoco I. Nella via umida si lava con l’acqua, liberando il principio di vita A. 275 Johann Joachim Becher Tripus hermeticus fatidicus Frankfurt, 1689 276 Questo è quello che avviene nel tantrismo, ma vi sono anche molte tradizioni ed ordini iniziatici occidentali segreti che sviluppano tali tecniche, ad esempio certe filiazioni dei cosiddetti “Riti Egiziani” (in particolare erano sviluppati all’interno dell’Oriente Osirideo Egizio).
284
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Anche il senso del tempo può allora essere ampliato nel momento in cui siamo in grado di trascendere l’ego e raggiungere un livello centrale. Il senso di separazione dal mondo può dissolversi ed ai livelli più alti si può avere un senso di unità col mondo. In quel medesimo punto, o stato, in cui si manifesta appieno la nuda trascendenza277, è possibile infatti produrre una trasformazione e la chiusura del circuito che “uccide”278 di modo da stabilizzare lo stato elevato così raggiunto. Spezzare l’oro
Un punto chiave dello sviluppo della presenza è “spezzare l’oro per rifare l’oro”. Questo è un altro modo di dire che bisogna trascendere l’ego limitato per raggiungere un livello più alto. In altre parole spezzare la vecchia personalità279 conservando però in tale stato una “quintessenza”, cioè il principio attivo, sottile ed essenziale di quest’oro stesso. L’oro comune è abitualmente in “nature fisse”, in altre parole noi viviamo un tipo particolare di ego, ma ci precludiamo tutti gli altri stati dell’essere profondo. E’ importante per ciò passare dapprima in uno stato “fluido” lasciando andare le fissità. Aumentando la carica energetica incominciamo ad ottenere questo primo risultato. Il punto chiave è “salvarsi dalle acque” (maya), anziché essere fissato e mosso dai vari impulsi ed oggetti ed essere assorbito nella realtà.
277
Il centro della croce, che rappresenta anche in questo casot un principio di trascendenza. 278 Ur e Krur, pag. 331 279 Evola La Tradizione Ermetica pag. 120
Superare l’utilitarismo e stare nell’ora
L’ego è composto dei nostri processi automatici, delle nostre credenze, delle nostre memorie. Più cresciamo più l'ego si sviluppa. Varie esperienze e ricerche moderne hanno mostrato come tutto il processo dell’ego sia un processo predittivo e mirato ad una utilità280. La mente utilizza la conoscenza del tempo per anticipare le proprie reazioni e preparare le proprie azioni. Una chiave fondamentale è essere capaci di compiere un’azione al di là degli utilitarismi determinati dalla ricerca di un guadagno immediato, cioè senza appoggiarsi ai meccanismi mentali di proiezione nel tempo immediatamente futuro. La chiave è farlo e stare presenti nell’ora281. Nell’ora possiamo passare oltre l'ego e percepire il “tempo assoluto”. Se andiamo al di là dell’utilitarismo, cioè della nostra proiezione nell’istante successivo, significa che andiamo al di là del “tempo lineare” ed andiamo in contatto con la parte della mente che è in connessione diretta con l’essere al di là del tempo. Questo è il significato delle antiche pratiche di controllo della direzione dell’energia. Così come una tensione statica (cioè la tensione di un muscolo e del suo antagonista, bloccando quindi il movimento ed al contempo utilizzando energia) va al di là dell’utilitarismo e può ingenerare energia neurica, in quanto è una “non azione”, così è per altri metodi anche più potenti quali il corretto uso dell’energia sessuale che può essere diretta in maniera non utilitaristica immediata
280
Time and the Brain: How Subjective Time Relates to Neural Time - The Journal of Neuroscience, November 9, 2005, 25(45):10369-10371; doi:10.1523/JNEUROSCI.3487-05.2005 281 Come dice Lu-tzu ne il “Fiore d’oro del Grande Uno”: “non cercate il risultato che vien da sé”
286
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(riproduzione) attraverso l’atto accompagnato dalla cosiddetta ritenzione del seme e dell’energia. In altre parole la Natura profonda dell’io è potenza, e tale potenza può allora essere realizzata all’interno del conato profondo che vuole la vita, e che si manifesta negli impulsi alla conservazione e riproduzione. In altre parole l’atto sessuale stesso diventa momento di recupero della forza di vita. Il concetto base è lo stare nell’adesso. Si risale quindi ai principi trascendenti attraverso l’essere umano organico. Il fine è vivere divinamente funzioni vissute altrimenti materialmente. Nell’amplesso vi è l’incontro tra fuoco ed acqua , ed anche l’incontro tra io ed altro e quindi vi può anche essere il raggiungimento dello stato io-non io cioè l’amalgama: L’amalgama è il superamento della distinzione io-non io. Quest’incontro rappresenta quindi anche l’atto dell’eterna autogenerazione secondo potenza. Realizziamo in tale maniera il nucleo che resiste alle “acque”. I due regimi
282 282
Il simbolismo dell’immagine sopra (tratto da Michael Maier – Atalanta Fugiens – emblema 20), mostra appunto un uomo vestito di un’armatura di ferro spinto da una donna nuda ad entrare nel fuoco. Sono i due regimi chiaramente simboleggiati.
Per raggiungere tale risultato vi sono due passaggi successivi o regimi.283 La prima parte è realizzare un momento di instabilità attraverso l’eccitazione per distruggere il fisso, cioè la nostra natura fissata. Bisogna prendere il “ritmo” con la volontà. L’energia sessuale ha infatti dato un corpo e ci riappropriamo della potenza che è dietro ad essa. Possiamo in tale processo agire sull’immaginazione e col mantra. E’ importante che il processo sia collegato all’entusiasmo (vivificarla con una immagine saturata – cioè entusiasmo) mentre un suggerimento può essere di “avvolgere il partner di un fluido ardente che agisca come evocazione”: cioè collegarla ad un archetipo. A questo punto con questa preparazione così intensa, vi sarà anche superamento dell’”archetipo” della donna.284 Notiamo che il concetto qui esposto può comunque essere esteso anche al superamento di altri archetipi. La tecnica in questo caso sarà di vivificare un’immagine ed impadronirsi della sua forza assumendo uno stato superiore di comando. Il rebis è il simbolo fondamentale e allude al superamento delle polarità. Un metodo che
283
Come dice Abraxa in “Ur e Krur” “Conformemente ad una formula della tradizione, che per “disciogliere” un metallo bisogna arroventarlo e poi immergerlo nell’acqua, eccita, esalta, esaspera un istinto, una brama e poi, bruscamente, al punto in cui essa crede di giungere alla soddisfazione, sospendila”. 284 La pratica può anche essere eseguita da una donna. Cfr. la metodica indiana. Poiché la donna è fornita di maggiore abbondanza di flusso vitale (prana) rispetto all’uomo, l’ascesa della kundalini per lei è più facile, addirittura naturale.
288
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può aiutare285 è portare l’attenzione dietro la testa ed ivi creare un’immagine contenente entrambe le energie286. 287 Il fuoco con tale passaggio incorpora il nettare (lunare)288. Il primo regime è il regime dell’acqua, dove il solfo volgare, il maschio, si fa assorbire dalla femmina che lo assorbe nell’ebbrezza-vortice.289E’ il regime dell’acqua. In questo punto si deve esercitare il “fuoco contro natura”, o “nostro ferro”, a sospingere in alto la corrente290 ed a produrre la trasformazione, ponendo inizio alla seconda fase, restituendo il potere al maschio che reagisce, inverte le polarità. Questo processo deve avvenire nel momento della crisi o acme erotico che porterebbe all’emissione del seme, ma
285
Ricordiamo che il concetto fondamentale non è comunque metodo bensì “presenza” che include naturalmente anche il precedente. 286 L’utilizzo di immagini durante l’attivazione psicoerotica è documentato sia nell’alchimia interiore taoista sia in occidente. A questo proposito citiamo Swedenborg che dice che bisogna: “keep the ideas of their thoughts on high and hold them in the air, as it were, so that they don’t descend or press on that which makes that love”. (citato in Shuchard “William Blake’s Sexual Path”) 287 Il processo raggiunge il suo culmine nella volta cranica. Notiamo che nella letteratura indiana, il termine samarasa, per cui raggiunto il quale uno è “sapiente nello yoga”, pur essendo stato collegato al samadhi e con altri stati di estasi e beatitudine, rappresenta anche l’unione delle due gocce assimilate a sakti e siva la cui unione da l’immortalità (da intendere sia in senso pitagoricoche come “elisir di vita) cfr. White “il corpo alchemico” pag. 222. 288 E’ infatti l’unione dei due principi che bisogna realizzare. 289 Qualora invece la pratica sia eseguita da una donna il processo è quasi identico con inversione ovviamente dei termini. 290 Il processo può essere aiutato contraendo l’ano e con l’immaginazione.
che occultamente è anche il denudarsi del potere di vita.291 A questo punto il piacere della donna “aspirato”, si fa anche piacere dell’uomo.292 Il simbolismo può anche essere visto come quello dell’acciaio il sui simbolo ricorda quello di marte (il ferro) ma ancora più potenziato293. Il ferro è la capacità di por fine al regime delle acque. “ad una durezza ed infrangibilità ricavate dal ferro per trattamento con acqua e fuoco – a quella dell’acciaio – si è particolarmente rivolto il simbolismo dei filosofi. Il cosmopolita assimila la virtù del magnete all’”acciaio dei saggi”, che qui va intesa come la “durezza” trascendente dello spirito dominatore e del solfo incombustibile dalle 291
Scritti cabalisti del 1700 (citati in Blake’s Sexual Path – op.cit.) si riferiscono appunto ad una porta (cfr. l’accenno alle sette “porte” utilizzate nel rituale mitraico che dato che i simboli sono polivalenti può anche avere quel significato. In particolare l’immagine del Gichtel può anche essere interpretata secondo questa chiave). 292 Anche la donna può procedere in maniera simile “aspirando” l’uomo. 293 L’acciaio è spesso confuso col ferro ed è comunque legato a Marte: dice Pernety: Les Philosophes ont beaucoup parlé de leur acier, entre autres le Cosmopolite et le Philalèthe. Ce qui a donné occasion à plus d’un Chymiste de chercher la pierre philosophale dans l’acier, métal que I’on emploie à faire des outils; mais en vain travaillent-ils sur ce métal comme sur les autres. L’acier des Sages est la mine de leur or philosophique, un esprit pur par-dessus tout, un feu infernal et secret, très-volatil dans son genre, et réceptacle des vertus supérieures et inférieures, le miracle du monde, que Dieu a scellé de son sceau, enfin la clef de tout l’oeuvre philosophique. C’est la partie la plus pure et volatile de la matière, dont les Sages font le grand oeuvre. Il n’a point d’autres noms dans aucune langue, qui ne signifie la quintessence des choses de l’Univers. Les Philosophes lui ont donné le nom d’acier, parce qu’il a une telle sympathie avec la terre d’où on l’extrait, qu’il y est sans cesse rappellé, comme à son Aimant.
290
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quali le forze mercuriali allo stato puro sono soggiogate, come femmina da maschio294. Alcune Tecniche Mentre controllare l’energia per la donna è più semplice e può applicare direttamente la versione più completa, per l’uomo è più complesso e vi sono due maniere base per l’uomo di raggiungere questo risultato. La prima maniera base (volgarizzata anche da vari manuali) è con la contrazione del muscolo pubo-coccigeo. Questa è una maniera meccanica. Ha il vantaggio della semplicità tecnica, ma costituisce solo un punto di partenza. Si agisce sul muscolo che controlla anche il flusso dell’urina, e che ben sviluppato impedisce la fuoriuscita di seme; questa maniera porta comunque alla perdita di un poco di energia. Questa prima via presenta quindi alcune difficoltà e la non completezza295. La seconda maniera è attraverso l’attenzione alla propria eccitazione mantenendosi il più possibile nel presente – coscienza al corpo - e controllando le proprie azioni. E’ questa seconda maniera la più efficace ed in linea con il risultato finale che vogliamo raggiungere (aumento sempre maggiore di presenza). Infatti normalmente la coscienza del corpo nell’atto sessuale si restringe ai genitali. Espanderla al corpo permette di raggiungere un livello superiore. Il praticante deve “deconcettualizzare” e vedere le sensazioni sessuali solo come energia. Il processo è allora: tensione carica espansione (guardarsi attorno ed integrare la realtà) tensione carica espansione (guardarsi attorno ed integrare ulteriore realtà) etc… in un crescendo continuo
294
Evola “la tradizione ermetica” pag. 103 comunque può essere utile in certi casi, eventualmente contrarre dita delle mani e dita dei piedi in contemporanea per conseguire l’effetto. Ci si può inoltre esercitare contraendolo “a freddo” una ventina di volte al giorno. 295
L’energia sessuale deve essere vista solo come “energia”. Man mano si raggiungono livelli sempre più elevati. Man mano la sensazione di “energia” può essere espansa al corpo, all’ambiente etc… I seguenti due esercizi (citati da Wolinsky) sono estremamente efficaci. Esercizio 82: Fantasia sessuale Abbiate una fantasia sessuale296. Portate l’attenzione via dalla concettualizzazione e notate dove e come sentite le sensazioni. Sentitele solo come energia della quale siete parte e della quale siete anche costituito. Espandete la presenza fino ad inglobare in essa tale fantasia. Esercizio 83: Con un partner Rendetevi conto dell’esperienza. Mentre l’energia sale, deconcettualizzate sia voi che il vostro partner e sentite l’energia come sensazione pura che è parte di voi. Espandete la coscienza il più possibile anche all’ambiente.
296
Cfr. Wolinski “Quantum Consciousness” pag. 75
292
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L’ultima descritta è la via regia, la più potente. In ogni caso la contenzione e l’immaginazione possono aiutare in ogni caso e comunque condotte (anche con la contrazione muscolare). Il massimo di potenza si ha ovviamente nell’essere presenti nell’ora anche nel momento sessuale. Normalmente infatti anche in tale situazione concettualizziamo. Superare le concettualizzazioni è allora molto potente. Usciamo dalla “costruzione del mondo” operata dalla mente ed essere nella “realtà pura”. Per far questo dobbiamo però portarci al di là della diade osservatore osservato. Dobbiamo acquisire quindi una meta-posizione. Nell’alchimia cinese viene fatto immaginare di essere dietro alla testa. (l’immagine accanto, intitolata “fourneau” di J. De Vries, con una donna che nasce dietro alla testa della stessa rappresentata come un “fornello” può alludere a questo nella tradizione occidentale). Questa posizione mentale, dapprima costruita con l’immaginazione diventa infine una realtà percettiva297. Siamo allora testimoni di noi stessi. Ma anche senza comunque complesse immaginazioni, è la coscienza di sé ad essere fondamentale che se allargata è questa la vera rosa che nasce dalla sommità del cranio nell’azione “rossa” (cioè collegata al corpo - rubedo) e che porta ad una differente presenza. L’”oro dei Saggi”. Il regolo o “piccolo re”
La presenza (comunque sviluppata) porta ad una consequenzialità ed una ispirazione dell’azione che 297
Cfr. Mantak Chia che descrive due passaggi successivi con la costruzione prima di un primo sé stessi “testimone” e poi di un secondo sé stesso dietro al primo
diventa così “diretta” e “misurata”. Una dote della presenza è la “saggezza”. Infatti l’uomo integrato può operare più rettamente, senza le deviazioni dovute ai processi mentali indipendenti e legati all’ego. Nella “grande opera” questo è “l’oro dei saggi”. Infatti il saggio nel suo operare non si disperde.298 Un antico simbolo utilizzato per il livello dell’oro dei saggi, la saggezza, è il “regolo” che in latino è “regulus”299, piccolo re, ad indicare lo scettro acquisito. Contemporaneamente il regolo è anche uno strumento di misura ad indicare la capacità di controllo. Il concetto di “misura” diventa sempre più importante più sale il nostro livello energetico ed ha particolare significazione per rapporto alle tecniche magneticosessuali ampiamente spiegate precedentemente. Nell’antico disegno seguente al di sopra del re appare la rosa300. Vi è somiglianza con il simbolo egizio dell’Ankh dove al di sopra del Tau appare il sole.301
298
Questa frase ha ovviamente oltre al significato pratico nella vita diu tutti i giorni anche un significato sessuale relativo a quanto esposto prima. 299 Un simbolo è infatti la corona (Worlidge 1651). 300 La rosa è simbolo importante anche in Dante e ricorre proprio in questa fase di “esaltazione” e salita “attraverso i cieli”. Notiamo che il cielo di Dante si compone di una serie di cerchi divisi da una croce, ed al dentro di questa croce fiorisce la “rosa”. La dottrina dei “Fedeli d’Amore” (anche se come detto non usavano tecniche sessuali, bensì un’esaltazione ottenuta in modo diverso con immagini mentali) è infatti simile alla cosiddetta dottrina originaria rosacroce (da non confondere con gli ordini attuali) cfr. Guénon op.cit. pag. 49
294
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302
Athanor e Tan Tien: i tre livelli
ATHANOR (dall’arabo “Al Tannur”). Una antica tradizione occidentale è quella dell’athanor. L’athanor è un forno a tre piani ed è simbolo dell’organismo umano nel quale la grande opera della rigenerazione si attua.303
Il simbolo a tre piani304 è analogo al concetto orientale dei tre tan tien, che distingue tre aree nel corpo (campi di 302
INDIA. Nella letteratura indiana Il “piccolo re” è anche la realizzazione del corpo perfezionato ed adamantino dello yogin. La rosa in tal caso allude al “chakra” superiore della testa. Come dice un testo indiano: “Nella vuota volta del cranio vi è un bambino che emette dei suoni. Come gli si può dare un nome? (infatti non vi può essere parola per definire lo stato, altrimenti torneremmo nella dualità) cfr. White op. cit. pag.222 303 Reghini “Dizionario Filologico” pag. 30 304 Cfr. anche il simbolo utilizzato della Tetraktys in quest’opera, nel quale ogni livello corrisponde ad una fase differente
cinabro) che corrispondono alla zona dell’ombelico, del cuore e della testa.305
Nella tradizione cinese vi è un lavoro che progressivamente si innalza dal tan tien inferiore fino al superiore. Analogamente la volontà può guidare nella sessualità l’energia risultante verso l’alto. Un processo simile avviene nell’athanor come si evince da un altro antico simbolo: l’ACCIAIO nel quale l’energia
viene guidata verso l’alto
305
.306
Ad esempio. Fabre du Bosquet “Concordance Mytho-PhysicoHermétique” La conservazione del corpo dipende dallo spirito. E’ il vero archeo che ha la maggior forza al cuore ed all’orifizio dello stomaco.
296
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Notiamo infatti la similitudine tra il simbolo dell’acciaio ed un altro simbolo dell’athanor, dove questo viene inteso semplicemente come “luogo della combustione”.
Acciaio Athanor . L’athanor può quindi essere visto come la materia vieppiù animata, a questo punto paragonabile all’uomo che durante l’atto sessuale che ridesta la potenza. Il simbolo contiene una A,che si può scomporre in L, segno di fuoco, ed una barra orizzontale (segno dello zolfo e della consapevolezza). E infine la lettera t (tau) che si rapporta alla croce ansata, cioè la venere ermetica. In sovrimpressione il circolo, cioè il rapporto tra ciò e la materia. L’acciaio appare lo strumento che dirige l’energia. L’Athanor è quindi il punto di partenza dell’energia, che l’acciaio guida verso l’alto (la testa). Come dice il Pernety307.: “l’Athanor è la materia animata da un fuoco filosofico, già presente in essa ma che normalmente è
307
Come dice Pernety : En termes de Chymie vulgaire, est un fourneau ayant la forme d’un quarré, ou d’un quarré long, au-près duquel est une tour, qui communique à un des côtes par un tuyau. On remplit de charbons cette tour, on l’allume, et la chaleur se communique au fourneau par le tuyau. Je ne m’arrêterai pas à en faire une description plus détaillée, parce que chaque Chymiste la fait faire à sa guise. On lui a donné le nom d’Athanor par similitude au fourneau secret des Philosophes, qui conserve son feu continuellement et au même degré. Mais ce dernier n’est pas un fourneau de l’espèce de celui des Chymistes. Leur Athanor est leur matière animée par un feu philosophique, inné dans cette matière, mais qui y est engourdi, et ne peut se développer que par l’art. Voyez FOURNEAU, FEU.
addormentato, e che non si può sviluppare che con l’arte.” Il percorso dell’energia ed il fiore
Con l’acciaio, l’energia può allora essere guidata verso l’alto fino alla testa. “Nel momento in cui si risveglia infatti la virtù dell’acciaio, si è avviati verso il conseguimento del potere spiritualmente virile capace di portare gli elementi dell’essere umano ad uno stato che non appartiene più al “flusso”. 308 L’attraversare le acque o la terra da parte dello “stelo” e poi il suo aprirsi in fiore, adombrano ermeticamente questi stessi significati. Fisiologicamente il fenomeno avviene con l’apertura del fiore nella parte più alta della testa. Questa parte del corpo, corrispondente nella filosofia indiana al chakra più alto è attribuita a Saturno che, originariamente nell’uomo medio evirato, cioè privato della sua potenza, viene invece con questa metodica riportato a dominare, ad essere “Dio dell’età dell’oro” 309. Il magnete
Il concetto ha anche applicazione nel magnetismo personale. Come dice Kremmerz “il segno alchemico del magnete è analogo alla simpatia degli estremi sessuali”. E’ quindi chiaro il significato di quello che dice Pernety: “Il centro del magnete contiene un sale nascosto, un mestruo che può calcinare l’oro filosofico. Questo sale 308
Cosmica esaltata beatitudine, voluttà sciolta dalla materia sensazione, non individuale. E’ un misticismo erotico, al quale deve succedere la via osiridea del potere del ferro, che purifica la materia dalla umidità. 309 Evola: la tradizione ermetica – pag. 101
298
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preparato forma il loro mercurio, con il quale compiono il magistero dei saggi al bianco ed al rosso. Diviene una miniera di fuoco celeste, che serve di fermento alla pietra per moltiplicarla, farne l’elisir, la polvere di proiezione, e la medicina universale. E tutto ciò si fa con un’operazione semplice, senza molta spesa, ma in un tempo un po’ lungo” In pratica l’utilizzo della forza sessuale è una delle chiavi per potenziare l’uomo.310 Il sale nascosto che può calcinare l’oro è questa forza. Questa forza è anche alla base del mercurio igneo (cioè il mercurio dei saggi), che è la base della pietra al bianco ed al rosso. Il magnete è il binomio attivo e passivo del corpo umano. Ecco quindi come il segno del caduceo si riconnetta al magnete. Dice ancora Kremmerz che “il magnete si sviluppa per potestà di circolazione del mercurio” grezzo nell’uovo ed è calore non fisso (pietra al bianco), che deve
310
Pernety : Les Sages n’ont pas fait moins d’éloges de leur aimant que de leur acier. Mais il ne faut pas s’imaginer que cet aimant soit l’aimant vulgaire. Ils ne lui ont ordonné ce nom qu’à cause de sa sympathie naturelle avec ce qu’ils appellent leur Acier. Celui-ci est la mine de leur or, et l’aimant (gli organi sessuali) est la mine de leur acier. Le centre de cet aimant renferme un sel caché, un menstrue propre à calciner l’or philosophique. Ce sel préparé forme leur mercure, avec lequel ils font le magistère des Sages au blanc et au rouge. Il devient une mine de feu céleste, qui sert de ferment à leur pierre, pour la multiplier, en faire l’élixir, la poudre de projection, et la médecine universelle. Et tout cela se fait par une opération simple, sans beaucoup de frais, mais dans un temps un peu long. (con questa parola indica l’accumulazione di potere progressiva. E’ come un amperaggio della pila che aumenta egualmente). Les Sages donnent aussi le nom d’aimant à leur mercure déjà fait, et à la partie fixée de la matière qui fixe le volatil.
per fissazione diventare fisso (è il passaggio successivo della pietra al rosso).311 Questa “potestà di circolazione del mercurio” si riconnette all’utilizzo della respirazione. Nota
L’utilizzo delle tecniche sessuali è estremamente potente per aprire la mente e permettere una “intuizione” di quello che è il “tempo assoluto”. Tuttavia la presenza deve essere un impegno di vita. Solo così si evita che l’utilizzo esclusivo della metodica sessuale possa avere infatti dei gravi contraccolpi312 e che una eventuale perdita di controlle accidentale possa portare ad un tono mentale molto inferiore a quello che si aveva avanti con difficoltà a riprendere. Non serve infatti avere un elemento e non gli altri. Questo è il vero significato dell’espressione “acque corrosive” con la quale un tempo venivano indicate.
311
Kremmerz “Corpus Philosophicum” pag. 88 C0me ci è riportato accade spesso in oriente a quelli che si concentrano solo su tale pratica. 312
300
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Superare l’ego ed il tempo abituale La realtà è quantica ed imprevedibile. Il fine cui vogliamo portarvi è superare le sovrastrutture mentali con cui cerchiamo di arginare il caos della realtà, costruendoci una fissità fittizia ed accedere finalmente alla vostra alla mente quantica, l’”homo totus”. Il sesso è solo uno tra i metodi energicizzanti, e che rappresenta tramite l’eccitazione una maniera di ottenere il “caos visibile”. Ma il risultato è anche egualmente infatti raggiungibile con la semplice presenza continua che crea il “caos invisibile”, che progressivamente ma con sicurezza distrugge le sovrastrutture che impediscono all’uomo di essere sé stesso.313.
Il passaggio per recuperare il proprio tempo è infatti superare il nostro piccolo io che programma e che pensa di essere tutto, andando al di là dell’utilitarismo, e la presenza all’istante ne è sia la prima che l’ultima chiave. Nel tempo presente vi è allora la vera eternità. Quello che è essenziale è la presenza, non la singola tecnica. Riesaminiamo da capo ora quindi le varie fasi dell’eccitazione energetica” già esposti con riferimento alle tecniche “dello specchio” e sessuali facendo attenzione ora agli altri aspetti profondi contenuti in tale opera affinchè il lettore possa meglio interiorizzarne il significato. 313
L’immagine è del dr Sibly, citato in Schuchard “Willam Blake’s etc…”. pag. 247. Caos Visibile assieme a Caos Invisibile formano la “Fornace Filosofica
Il “Bianco” ed il “Rosso” (albedo e rubedo) La rinascita dell’uomo
La morte dell’ego significa allora la rinascita dell’uomo in una dimensione superiore globale e verticale simboleggiata col simbolo |. Nella tradizione dei simboli il bianco (albedo) ed il rosso (rubedo) si riferiscono ai due momenti successivi conseguenti a questa “rinascita” dell’uomo e della sua presenza fino a raggiungere un livello di coscienza diverso e più ampio. In questo percorso la connessione si estende all’ambiente ed alle altre persone. “Analizzando la natura della coscienza si trova che il concetto comune della coscienza umana, il concepire, cioè, la coscienza individuale come separata dalle altre coscienze e necessariamente limitata e dipendente dal suo piccolo universo, non corrisponde ai fatti. La coscienza subliminale, studiata nell'ipnosi, nel sonnambulismo e nella medianità si manifesta molto più larga e perfetta della coscienza ordinaria. F.H.Myers non ha esitato ad attribuire alla coscienza subliminale facoltà e poteri senza confronto più estesi di quelli della coscienza ordinaria, ed Edoardo von Hartmann ha fatto dell'incosciente una specie di divinità praticamente onnipotente. Tutti i mistici, orientali ed occidentali, in base alla loro esperienza personale, concordemente ci asseriscono che la coscienza umana nel samadhi o nell'estasi si estende e si trasforma in modo meraviglioso...Lo svolgersi della vita nello spazio e nel tempo,” (cioè le necessità di sopravvivenza) “è molto probabilmente una delle cause che originano e mantengono il senso di separazione della coscienza.”314 314
Reghini - Per una concezione Spirituale della Vita - pag. 92
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Albedo,Esaltazione e Percezione Spirituale “Argento dei Saggi ” : Principio Superiore “Lunare” Tutte le tradizioni di sviluppo ammettono dimensioni di sviluppo non fisiche e che il mondo non è solo quello che tocchiamo. Per la fisica quantistica la fisicità del quotidiano è solo una fallace impressione dei sensi. Di tanto in tanto anche l’uomo medio sale per caso oltre tale impressione. In alcuni momenti è allora come se potesse dare un’occhiata al passato oppure al futuro. La realtà sembrerebbe essere che il tempo lineare è un’illusione, e che la totalità del tempo esista come un tutto unico, accanto al presente. Per l’uomo medio queste sono però eccezioni, momenti nei quali l’ego e l’abitudinarietà dell’osservare solo le “cose” in una sequenza temporale abbandona un’attimo la presa. Egli cerca allora poi di dimenticare o razionalizzare questi momenti di sguardo su un mondo che non conosce. Sono attimi nei quali lo spirito sembra liberarsi dalle catene che paiono legarlo alla carne e vede cose a lui normalmente celate. Ma chi cerca, integra tutto. Per chi vuole essere veramente presente la percezione e la presenza si estende ora dal corpo alla visione ed all’intuizione.315. E’ una 315
Nel disegno del Rebis di Barberino di Mugello questo stato è simboleggiato da un compasso da questi tenuto nella mano detra, ad indicare l’apertura della mente acquisita. Analogo simbolo è presente in varie tradizioni iniziatiche sia occidentali ma anche orientali. Può essere interpretato come apertura della mente ma non solo. Infatti la forma del compasso che è puntata verso l’alto Î ricorda la rinascita ( e risalita) dopo le fasi precedenti e che appunto corrisponde all’”albedo”: l’uomo dopo essersi purificato rinasce dell’uomo (cfr. R. Ambelain e Reghini – le parole sacre etc…).
reintegrazione che prosegue anche quello che viene da alcuni chiamato “il corpo energetico” e l’anima vitale. Che può anche essere vista come percezione ed integrazione dei dinamismi infracoscienti che reggono sia il corpo che la percezione della realtà. E’ anche una comprensione profonda della dimensione simbolica, di quegli elementi profondi alla base della nostra comprensione della realtà. Reintegrarsi è infatti una elazione che ci porta a connetterci, allargarci, espanderci anche a dimensioni non direttamente sensoriali e più spirituali. Gli antichi che ben conoscevano tale fase la chiamavano “lunare” o “opera al bianco” (albedo). In questi stati si vede la luce spirituale. Come tutti i simboli, vi è anche una componente fisica. Infatti approcciando questi stati superiori, fisiologicamente vi è anche un diverso funzionamento del cervello, accompagnato da effettive sensazioni luminose e dalla visione di luce bianca. Esercizio 84: la convergenza oculare Questo esercizio sviluppa la sensibilità al corpo sottile : osservate il punto dove il naso si collega alla fronte (il terzo occhio). Prendere coscienza a livello del terzo occhio delle immagine apparenti316. Dopo aver effettuato questa pratica ditevi: il mio spirito può muoversi al di là del tempo e dello spazio. Esercizio 85: le aure per sviluppare la sensibilità al corpo sottile: cercare di vedere le “aure” delle persone (esercizio Tchan) Dote tradizionalmente connessa: intelligenza
Nell’antica scolastica, derivata a sua volta dalla tradizione classica tale livello di sviluppo del potenziale umano è legato all’”intelligenza”, cioè un livello di comprensione e 316
Questo esercizio può anche essere utile per sviluppare il viaggio astrale
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visione superiori a quelli correnti, limitati dall'ignoranza. E’ anche la capacità di comprendere i significati. E’ la reintegrazione del livello anche spirituale che permette infatti di seguire la via. Finchè si rimane sul livello fisico si è infatti connessi alla fisicità ed alle sue limitazioni. La lucidità mentale
Nell’opera al bianco si nota un riconnettersi ad una serie di percezioni che vanno al di là del fisico. E’ caratterizzata da fenomeni di “lucidità”. La parola deriva da "lucido", a sua volta è connessa alla radice della parola "luce". Nei fatti da sempre la luce è connessa al fatto di avere "idee chiare", "una visione del futuro". La lucidità mentale è anche la base dell’intuizione. L’intuizione (dal latino “in tueri”) indica il volgere dello sguardo verso un mondo interiore317. L’intuizione è la voce del cuore, quella coscienza che permette all’uomo di orientarsi senza errori riguardo al giusto compimento e realizzazione della sua individualità. In altre parole quello che accade in questa fase è il risveglio delle forze e del pensiero dell'individuo, l’affinamento dell'apparato sensoriale ed un sempre più 318
317
Arturo Reghini “Dizionario Filologico” pag. 97 L’intuition est cette voix du cœur, de la conscience, qui, lorsqu’on le lui permet ---- en vivant selon les lois vraies de pureté, d’harmonie, de se faire entendre et de guider ---- indique à l’homme, dont elle représente la plus pure manifestation, l’émanation, ce qui est conséquent avec ses buts véritables, et qui doit lui permettre de s’orienter sans erreur ni retards aux fins de juste accomplissement et de réalisation de son individualité. Originalité, paix, confiance en soi, loyauté et évolution constamment accélérée par l’emploi des appuis et occurrences convenables sont le lot de l’individu que guide son intuition. Dr. Hanish 318
largo campo di espansione e realizzazione delle facoltà dell'individuo. Contemporaneamente anche aumenta il magnetismo. Utilizzo della luce per eccitare il cervello
Oltre alla disposizione interiore, un ausilio per lo sviluppo dell’”intelligenza” è la luce, intesa anche come elemento fisico che impatta ed agisce sulla nostra fisiologia. Presso la nostra scuola abbiamo svolto una serie di ricerche probanti sul suo utilizzo per potenziare l’uomo. La luce fisica è utile ad esempio in fase iniziale, per aiutare a creare l’immagine mentale della luce stessa319. Possiamo poi aumentare il magnetismo con l’accorto uso della luce bianca320 321. E' possibile raggiungere stati di pienezza anche senza il suo uso fisico, ma il percorso sarebbe molto più impervio e comunque si passerebbe lo stesso in fasi in cui questa apparirebbe mentalmente. Molte tradizioni di sviluppo dell’uomo utilizzano come aiuto fisiologico la luce, sotto forma di fuochi, candele, lucerne ecc.. Gli antichi zoroastriani pregavano ad esempio guardando un fuoco e possiamo pensare che 319
Nelle Nozze Chimiche di Christian Rosenkreutz il protagonista riceve nella seconda giornata una moneta con sopra il simbolo del sole. Nel racconto del Graal nel primo castello si intravede attraverso la serratura una figura che trasporta delle monete d’oro. 320 La luce è una “superposizione” di stati e corrisponde alla massima eccitazione della corteccia visiva. 321 Anche la luce polarizzata è utile (uno specchio ci permette di ingenerare tale tipo di luce). La luce riflessa porta ad un cambiamento neurologico nell’animo ed alla percezione più attenta del “diafano”, cioè allo sviluppo della polarità ricettiva e percettiva delle energie
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erano su di una strada importante. Vi è un segreto lì dietro che ci arriva dalla più remota antichità e la scienza moderna non ha ancora pienamente studiato e svelato. Quello che è sicuro è che la luce eccita il neurone al suo massimo grado (almeno per la parte visiva). Recenti ricerche confermano anche ad esempio come col suo utilizzo possiamo creare uno stato di sviluppo della creatività. La luce fisica è quindi un FACILITATORE “moltiplica” quello che c’è nella mente. Per tentare di dare una spiegazione della sua utilità ricorriamo ora ad una serie di riflessioni basate sulla moderna teoria quantica. L'Universo è un tutto. In questo tutto la nostra percezione "taglia" certe parti. Queste parti corrispondono a certi stati di vibrazione dei nostri neuroni. Per esempio, per vedere un albero, i neuroni della corteccia visiva devono attivarsi in maniera differente di quanto noi vediamo una montagna. Questo concetto è anche al cuore della teoria olonomica di Pribram e di Bohm: "ogni senso funziona come una lente, rifocalizzando le onde visive sia percependo specifici elementi ripetuti come base, sia dicernendo quantità discrete. Se togliamo le lenti quello che rimane è un ologramma. Poichè ogni senso funziona rifocalizzando secondo certi meccanismi, è molto difficile riaccedere al TUTTO. Potremmo chiamare questo tutto un "tutto totipotente", utilizzando la similitudine con il concetto di "totipotenza" nella biologia delle cellule staminali che possono evolvere in qualsiasi cellula dell'organismo. La luce bianca è un "tutto totipotente", in quanto contiene, in superposizione quantica, tutti i colori. Quello che chiamiamo realtà è solo la luce che si riflette sui vari
oggetti. Nella luce bianca ogni oggetto visibile è già presente in principio. Molte esperienze hanno in comune l'esperienza della luce. Quando osserviamo la luce, e, ancora più importante, quando siamo in grado di vedere, od immaginare, luce bianca anche con gli occhi chiusi, ci stiamo avvicinando al "campo totipotente", che è molto vicino al concetto di "campo quantico" Gli antichi legavano ad esempio a ciò la chiaroveggenza, e ci sono popoli che osservavano ancora oggi il fuoco per ispirarsi. Esercizio 86: la potenza della luce osservate una luce (max 60 watt ad almeno un metro e mezzo di distanza) oppure una candela (ma l’effetto in tal caso è meno accentuato) in una stanza buia per 30 secondi. Poi chiudete gli occhi e manteneteli chiusi fino alla scomparasa del residuo luminoso. Noterete una sensazione interiore, mentre fisserete la traccia luminosa residua. Praticate questo esercizio quotidianamente sviluppando la concentrazione sulla traccia. Comincerà a "svegliare la vostra mente" e rendere più facile tutto il lavoro successivo.
Anche altri elementi come suoni e ritmi possono aiutare la “coerenza cerebrale”. Il fine ultimo è anche qui l’unificazione del pensiero.322 Senso connesso: vedere oltre il tempo
Nell’antica tradizione, la dote abitualmente connessa a questa fase è quella dell’intuizione fino ad arrivare alla
322
Chiamiamo LuxMind questo metodo di sviluppo della persona, che porta assieme una serie di tecniche per lo sviluppo dell'individuo derivate dalla fisica quantistica, da principi di Yoga Zoroastriano e da un raro manoscritto intitolato "a system of caucasian Yoga".
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chiaroveggenza.323 Realizziamo cioè una trascendenza di tempo e spazio.324 E’ infatti chiaro che più trascendiamo l’ego più ci avviciniamo a stati nei quali il tempo assume un valore differente. Il tempo è qualche cosa che non esiste al di là dell’ego, nella stessa maniera come in fisica il tempo non esiste al di là del campo gravitazionale. Kant diceva che non esiste il tempo. Il tempo è solo una categoria della nostra mente della quale abbiamo bisogno per ordinare le esperienze, qualcosa che imponiamo al mondo, come parte del nostro “apparato percettivo”. Come dice lo psicologo Kurt Dressler “nella sua vera essenza la realtà sembra conoscere solo unità ininterrotta e presenza. Alla nostra coscienza si mostra come successione temporale”. Anche in Cina la via del Tao comprende degli esercizi per sviluppare tale qualità di chiaroveggenza come una “integrazione” dell’uomo nel quale l’anima può percepire una dimensione maggiore delle cose. Tale tipo di percezione (di natura Yin) è essenziale per successivamente applicare il lato Yang dell’azione (ed allora arriveremo alla fase di “rubedo” e saggezza).
Espansione della coscienza - sdoppiamento e “corpo magico” 325 - Il percorso verso l’elisir Il nostro spirito, la nostra coscienza è al di là dello spazio e del tempo. Oltre che il tempo anche quindi lo spazio può essere trasceso. Lo sdoppiamento è una pratica antichissima per l'accesso al mondo spirituale il cui fine è permettere di comprendere che la coscienza non è in nessun posto preciso, bensì che tutto può essere considerato coscienza. Continuando può aiutare a capire 323
Ambelain op. cit. Cfr. Ambelain “Scala Philosophorum” 325 Liberamente adattato da Ur e Krur 324
che la coscienza è ovunque ed è un appoggio che può aiutare per conseguire il concetto di non dualità. Un primo livello di sdoppiamento cui porta la presenza è quello tra “attore” della nostra rappresentazione mentale e “testimone”. Questo atteggiamento già è utile. Su questa linea, la dimensione del cosiddetto “sdoppiamento” è anche presa di contatto con la dimensione del “corpo sottile” abitualmente prigioniera del corpo fisico. E così come la mente può operare nel corpo, questa può operare nella dimensione dell’ambiente che è una creazione della nostra stessa mente. La dualità tra noi e l’ambiente svanisce e tutto appare come manifestazione della stessa energia. La pratica porta alla coscienza che il corpo è composto degli stessi elementi che compongono l’ambiente. Nella via cinese del Tao un passaggio iniziale su tale strada è lo sviluppo della “telepatia”. Il significato di tale esercizio è infatti un primo passo per “uscire dal proprio io” e “sentire l’altro come se fossimo noi”. Le tecniche sessuali possono agevolare ciò. L’atto sessuale è possibile il superamento della dualità io-non io e per questo può essere una valida base per il raggiungimento di tale stato. Questa facoltà porta al superamento della divisione “io – non io” attraverso una prima fase che potremmo chiamare di “io esteso”. E’ questo sviluppo che è curato nel cosiddetto “sdoppiamento”. E’ ‘accesso ad una dimensione “quantica” retta dal principio della sola coscienza. Il punto di partenza per la pratica tradizionale è lo stato di “nudità” realizzato attraverso la morte iniziatica dell’ego. La prima operazione è passare allora ad un rapporto diretto con ciò di cui il mondo dei pensieri, delle rappresentazioni e delle stesse emozioni rappresenta un pallido esteriorizzato riflesso. A tal uopo bisogna procedere alla realizzazione dello stato fluidico e sottile
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che fa da mediatore tra i due mondi, quello dell’esteriorità sensibile e quello dell’immanenza solare326. Nello stato “fluidico” () di sdoppiamento, pensare ad un luogo, ed essere di presenza reale effettiva, in quel luogo è una virtù. 327 Oltre che allo spazio, lo spirito è al di là del tempo. Con questo stato fluidico possiamo prendere contatto con le forze profonde incatenate nell’organismo simboleggiabili dal “regno animale” collegato allo stato di sogno, regno vegetale, collegato allo stato di “sonno”, stato di morte apparente collegato al “regno minerale”. I simboli rappresentano in tale processo il modo di mettersi in contatto con gli “Archetipi” delle varie specie animali, cioè gli enti dei quali le forme sono solo corpuscoli dei loro “corpi”. Abbandono dell’ego stato fluidico ()328 “mediatore” connessione ai simboli L’uno e il periekon
Vi è un passo ulteriore in tale pratica. “Lo sviluppo di tale corpo può andare anche oltre e portare al riconoscimento di un principio “uno” (non duale) che in sé stesso è invulnerabile ed immortale.329 Questa è un’elevazione sempre maggiore ed è anche la palingenesi che gli antichi Pitagorici negli ultimi due versi dei Detti aurei promettono categoricamente al discepolo che sappia lasciare il corpo ed elevarsi sino al libero etere e che corrisponde esattamente a pratiche simili eseguite in oriente dagli “immortali” taoisti. Anche Dante accenna chiaramente alla pratica che costituisce l’essenza della 326
procedimento anche chiamato “estrazione del mercurio” Ur e Krur – volume 1 – pag.221 328 Il simbolo indica abitualmente il “fluido”. 329 Ippocrate scrisse “se l’uomo fosse uno non sarebbe mai malato” 327
Divina Commedia stessa. La palingenesi è dunque la nascita alla vita immortale e divina, mentre la prima nascita accorda soltanto l'ingresso alla vita umana, altrimenti la palingenesi diverrebbe superflua. E, siccome i Detti aurei erano rivolti al discepolo umanamente vivente, essi riassumono il da fare dicendo che, abbandonato il corpo a sé stesso, occorre pervenire coscientemente, anima e spirito, sino al libero etere, cioè oltre la fascia dell'avviluppante (il periekon o empireo). La persona rinasce allora al principio superiore, e la grande opera si attua mediante l’amalgama, l’assimilazione della coscienza individuale in quella non differenziata in uno stato di non dualità. E’ durante questa estasi si compie la palingenesi. Il corpo sussiste come sussiste nel sonno profondo o nelle perdite di coscienza, ma non è più una catena, una limitazione, una tomba, come dicevano i pitagorici, per la coscienza del discepolo, il quale, avendo gradatamente acquistato autonomia ed attività nel risveglio delle sue facoltà spirituali, ascende nei cieli sino al decimo cielo od empireo ed in questa condizione del corpo e della coscienza può compiere la palingenesi.”330 331. Alcune chiavi tradizionali e corrispondenze ermetiche per sviluppare meglio il simbolo Corrispondenza pratica: esattezza Elemento sensoriale che lo sviluppa: chiaroveggenza Compulsione/Difetto da risolvere : non discernimento/accecamento Colore del Prisma che lo attiva meglio: Violetto Arte che può svilupparlo: Astrologia/Divinazione Scientifica
330 331
Arturo Reghini op.cit. pag. Il concetto è anche quello del corpo di luce tibetano
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L’azione retta : Il regolo e lo I zolfo (o oro) dei saggi Comportamento esterno: La tradizione egizia, greca ed anche quella cinese sono pragmatiche. Perché vi sia completa integrazione all’esaltazione dell’animo deve incorporarsi anche un’azione “retta”, cioè diritta ad una scopo. Deve esplicarsi non solo nel misticismo, ma anche nella pratica essendo capaci di irradiare anche sugli altri la luce attraverso gli atti. Così l’uomo realizza l’integrazione ultima, la tri-unità di spirito (volontà) animo e corpo332. L’uomo deve essere padrone di sé. L’atteggiamento esterno dell’uomo padrone di sé non è come molti immaginano, quello di un invasato mosso dalla tarantola e che butta a soqquadro mezzo mondo. E’ quella di un uomo calmo, sempre uguale a sé stesso, senza boria e senza umiltà. Il volontario ha uno sguardo diritto e sicuro, parla lentamente e la sua voce è piena, dice, se è il caso, “non lo so” e “chiedo scusa”. Ha un’aspetto correttissimo ma non affettato. Il suo discorso è esatto, preciso, ma senza fiorettature stilistiche. Non critica alcuna persona, bada piuttosto a fare. Esprime sinceramente la propria opinione se richiesto, ma si guarda dall’imporla quando non occorre farlo. E’ nell’azione. Lavora ed è in grado di mantenere sé stesso al livello che vuole. Quando lavora, lavora; quando mangia, mangia; quando si diverte, si diverte; e quando dorme, dorme. Non fa nulla di inutile, e da sempre uno scopo preciso, chiaro e immediato alla propria attività. Anche nell’alchimia cinese vi è il concetto del “TE”. 332
E’ una componente essenziale della rubedo che in sé implica anche l’integrazione di tale elemento nell’agire
Il “TE” è l’azione retta del saggio che opera secondo la via del TAO (cfr. Tao Te King). Ma perché l’azione sia “retta” è necessario che sia anche conforme ad una serie di elementi che la mente razionale stessa non può concepire nella sua linearità e finitezza e quindi di una particolare sensibilità e saggezza.333 Senso connesso: chiaraudienza
Per arrivare a questa fase è necessario quindi sviluppare la “chiaraudienza”, cioè la percezione diretta della saggezza (ed anche del cosiddetto “livello dell’angelo”). E’ l’ascolto della saggezza immediata che dice come operare nella realtà. Sono le “orecchie del cuore” da cui nasce l’azione diretta. Il concetto è espresso chiaramente da Meister Eckart “da questo più profondo principio tu devi agire le opere, senza un perché. Lo affermo decisamente: finchè operi le opere per il regno dei cieli, per Dio o per la santità, eppero spinto da un altro, dall’esterno, fino ad allora non sarai veramente nel giusto334…se chiedi ad un vero uomo, ad un uomo che agisce dal suo profondo (= dal principio sole ): “Perché operi le tue opere?...egli ti risponderà giusto solamente se dirà: “non agisco che per l’azione stessa”. Nell’enneagramma è l’azione compiuta dalla persona che è al centro e che è in grado di prendere dalla quintessenza la radice della sua azione. In pratica si 333
Anche la tradizione massonica ingloba il simbolo del regolo. Da un rituale dell’Ambelain: “l'équerre, qu'il doit y avoir dans notre caractère des bornes si réfléchies qu'elles soient capables de nous faire estimer d'un chacun ; le niveau, la droiture des actions de notre vie si difficile à conduire ; et la règle, les proportions de chaque chose selon leur étendue” 334 È il “volere senza volere”. Nel Bhagavad Gita : Azione motivo a sé stessa. Cfr Evola “L’Uomo come Potenza” pag. 199
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è avuta una conversione nella più profonda radice donde sgorgano le azioni. E’ quindi uno stato molto elevato in quanto di “assoluto autopossesso” della volontà.Le impressioni subliminali, le brame, non legano più la persona. E’ il vero significato della persona che può “fare quello che vuole”. Il volere è ora inteso come autonomia, connessione a sé e la strada e far affiorare alla luce della coscienza quello che vi si sottraeva. L’immaginazione che opera sul corpo
Per la persona a questo stadio, saldamente nel presente, ogni immaginazione diviene l’equivalente di una realtà. Ecco perché gli antichi tenevano segreta questa via, rendendosi conto dei rischi cui andava incontro chi non era padrone della propria mente. Nella realtà dell’ora tutto è possibile. E’ l’ego che blocca le possibilità ed impedisce che le cose si facciano da sole. Superandolo possiamo permettere alle cose di manifestarsi ed è quindi possibile operare direttamente sul corpo e suggerire nuovi modi di essere.335 Alcune chiavi tradizionali e corrispondenze ermetiche per sviluppare meglio il simbolo del regolo o “oro dei saggi” Corrispondenza pratica: regolarità nell’applicazione Elemento sensoriale che lo sviluppa: chiaraudienza Compulsione/Difetto da risolvere : Inesattezza, Errore Colore del Prisma che lo attiva meglio: Arancione Arte che può svilupparlo: La scienza Ermetica
335
Anche qui è utile la tecnica dello specchio restare semplicemente presenti davanti allo specchio.
La seconda unione di sole e luna e la Rubedo (non dualità nell’unione di io e non-io)
336
La fase “rossa” (rubedo) realizza pienamente quella che i cinesi chiamano “la via del saggio”. Classicamente questo livello è legato all’idea della SAGGEZZA o azione consapevole. E’ “L’anima che sostiene il corpo”, la luce che si connette al calore del corpo. Anche nelle tradizioni medievali questo colore simboleggia il livello dove le paure sono superate e solo i principi superiori guidano l’azione337. Il colore rosso ricorda il colore del sangue, la riunione tra spirito e realtà fisica. Poiché nasce dalla comprensione della nostra connessione del tutto e dal superamento dell’ego, è un modo di essere altruista e disinteressato. E’ uno stato non duale nel quale siamo testimoni. Non vi è infatti uno stato di diminuzione, ma anzi uno stato di superiore elevazione nel quale la reintegrazione di sé prende in oggetto anche la corporeità, ma senza più l’identificazione con essa che caratterizza l’uomo medio. Potremmo definirlo come uno stato di trascendenza in cui il corpo “fa” e la persona “opera”.
336
Immagine da Philip Ulstad, Coelum Philosophorum, Strasburg, 1526. 337 Ad esempio nel Parzival di Wolfram parlando del re Artù: “il suo cavallo era tutto rosso, rosso l’elmo e lo scudo” J.P Sansonetti op. cit.
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Infatti un altro termine appropriato è iosis che è stato riferito sia a ruggine sia a violetto338. E’ simbolicamente la luna (l’argento dei saggi) che si connette al sole (l’oro dei saggi). Il saggio è al di là dell’identificazione con sé. E’ azione pura. Quando sviluppiamo pienamente la coscienza anche alla materia ( il corpo ) completiamo quindi lo sviluppo dell’uomo. Vi è un “essere coscienti” che non si è né l’osservato né l’osservatore. Le cose avvengono. E’ la seconda unione tra il principio attivo (il sole ) e il principio passivo (l’osservato, la luna ). Il simbolo di questa non dualità è . Lo spirito si ricongiunge al corpo. Tale ricongiungersi avviene ad un livello superiore. Questo è uno stato nel quale è possibile vivere ed operare, ma ad un livello differente. C’è semplicemente coscienza di una situazione non duale che comprende tanto l’osservato che l’osservatore. Tale coscienza non ha una identità. In tale stato “io-non io” la coscienza non è più legata al limitato “ego” umano né semplicemente alla limitazione della persona corporea, bensì si estende ad un livello più completo. Vi è una connessione con il concetto di “intelligenza del corpo” o “intelligenza immediata” nel senso che il movimento non è mediato (ostacolato) dal mentale dell’ego.
338
Le viole sono “ia” in greco. Un testo greco. La Suda, afferma che quando Zeus condusse via Io (identificata in questo caso con Isis) da Argo la trasformo in una giovenca e per non farla riconoscere questa era prima bianca, poi nera, poi violetta. Vi è comunque un legame tra viola e rosso: le violette erano infatti ritenute simbolo della rinascita del giovane dio Attis e del sangue di Persefone dopo il suo ratto. Cfr. Lindsay op. cit. Il colore violetto è anche presente in Mantak Chia come colore supremo.
“Vi è un io che è pura coscienza, che è cosciente del ‘grande vuoto’ e nello stesso tempo non è toccato dall’esperienza”.339
340
Salute
Questo “elisir di rigenerazione” non allora solo un’immagine poetica, è una realtà da intendersi però non come un prodotto, bensì come un risultato. La direzione nella quale ci siamo mossi in queste pagine è infatti di salute, nel senso della perfetta armonia. La salute è un movimento fluente e parte dall’interno. Per l’uomo medio la cura della salute ha luogo solo al livello esplicato materiale in un dinamismo di causa-effetto. Quella che chiamiamo salute è l’esplicazione in un piano materiale di un livello più profondo, un ordine implicato 339
Wolinsky “The way of the human III” – pag 144 Nell’immagine il rebis di Barberino di Mugello. Esso rappresenta l’integrazione di tutte le energie, ed il dominio sull’aspetto orizzontale dell’esistenza (simboleggiato dal dragone), come appare chiaramente dall’antico emblema che si può vedere sopra. Nelle mani tiene una squadra ed un compasso , mentre attorno appaiono i sette pianeti. 340
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delle cose. E’ possibile accedere a questo livello più profondo, nel quale anche la manifestazione umana può essere diversa. E’ ciò che avviene nel caso delle guarigioni miracolose, ed anche delle manifestazioni di forza al di là dello spiegabile. A questo punto il corpo è recuperato come flusso e lo spazio ed il tempo sono percepiti in modo non ordinario. La malattia, il problema, sono infatti un qualcosa che si rigenera, e che viene ricreato in ogni momento dalla nostra specifica “fissità” mentale. Il percorso che abbiamo delineato guida anche ad accedere a stati nei quali usciamo dalla fissità che “rigenera” lo stesso stato e possiamo avere un’”apertura”, un momento di “Kairos” vissuto anche a livello corporale con un recupero od un incremento di sanità. Il processo non è solo individuale, ma anche nei confronti di altre persone, poiché non vi è divisione reale tra noi e gli altri e noi possiamo facilitare che questo avvenga anche negli altri. E così l’uomo recupera anche la sua capacità taumaturgica.
La non-dualità - oltre il tempo Spazio e Tempo sono la stessa cosa. Come dice il fisico David Bohm: “secondo la teoria della relatività, non può essere mantenuta una netta distinzione tra spazio e tempo…quindi, poiché la teoria dei quanti implica che elementi separati nello spazio sono generalmente proiezioni, relate causalmente e non localmente, di una realtà di dimensione superiore, ne consegue che anche momenti separati nel tempo sono proiezioni di questa realtà” 341 Il concetto di regressione e le considerazioni effettuate precedentemente possono incominciare ad aprirci a nuove maniere di operare sul nostro noi stessi e questo indipendentemente dalla nostra capacità attuale soggettiva darci delle chiavi per trascendere il tempo. L’applicazione immediata è dapprima psicologica. Il tempo allora può essere pensato come un modo accidentale con il quale l’uomo si rappresenta le cose e gli eventi, i quali però, in sé stessi, vanno pensati liberi dalla legge lineare del tempo. L’ego è quello che costruisce l’esperienza del passato e che crea il tempo “lineare”.
Le nostre esperienze psicologiche relative ai ricordi possono essere considerate meccanismi dell’ego, regressioni temporali. Se una persona ci dice qualcosa e ci ingenera un’emozione, questo è un automatismo psicologico, per il quale rievochiamo un avvenimento del passato. 341
151
Bohm, citato da Larry Dossey “Spazio, Tempo e Medicina” – pag.
320
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L’ego umano è praticamente costituito da questi meccanismi di causa effetto che impediscono di vivere nel presente e tra l’altro ci portano a non rispondere “a livello”. Rimanere “bloccati” dal passato è quello che ad esempio nelle relazioni crea problemi interpersonali, in quanto non vediamo l’altro, ma l’immagine del passato che è rimasta bloccata in noi. Possiamo chiamare regressione d’età i vari modi automatici che il nostro cervello utilizza per non integrare (adattarsi) ad un’esperienza e continuare a vivere in una “trance”. E’ importante capire quando abbiamo una regressione involontaria. Si può dare carattere di realtà al tempo solo se non assumiamo una visione deterministica identificando il possibile al reale. Infatti una idea non si distingue dalla realtà che per essere una possibilità, cioè per essere qualcosa che può realizzarsi ma non si è ancora realizzato. Domandarsi se si è liberi quindi rispetto agli avvenimenti significa domandarsi se si è liberi rispetto a sé stessi. La domanda è “come divenire liberi”? Certo vi è un momento, posto fuori dal tempo, dove l’io è signore della nascita. In quel punto si definisce il “corpo casuale”. Quel punto è prima che nascessimo, in quanto ancora non eravamo nei meccanismi del tempo, sia “sopra al tempo”. La tecnica circolare ed il tempo “sferico”
Ma il tempo lineare non è unico342. Vi sono varie maniere di “rompere il tempo lineare”. 342
Ad alcuni capita saltuariamente un tempo diverso. Un 12% della popolazione afferma ad esempio di aver vissuto dei momenti nel quale il tempo sembrava eterno.
Psicologicamente una tecnica molto efficace per incominciare a rompere gli automatismi che ci legano alla visione lineare del tempo è la tecnica circolare. La tecnica circolare consiste nel passare molto velocemente avanti ed indietro tra due eventi temporalmente posti in momenti differenti e tra loro complementari. Ad esempio un momento nel quale siamo estremamente tristi con un momento nella quale la supposta causa della tristezza non era presente (quindi un momento felice). Per chi la pratica il risultato è una desensibilizzazione, ma, comprendendone chiaramente il senso, la tecnica circolare pone gli eventi fuori dal divenire, per cui essi non divengono, ma sono, retti da un rapporto di simultaneità. A questo punto si passa ad uno stato nel quale l’io può essere supremamente attivo e centrale, svincolato dalla sequenza degli avvenimenti che appaiono allora sulla “sfera del tempo”. L’uomo può allora realizzare l’esperienza umana secondo il fine voluto, senza confusione tra parte rappresentata ed attore che la esegue. Come dice Platone “diventare osservatore del tempo è la cura per il significato dell’anima”.
Oltre il tempo “sferico”. Metodiche sperimentali per essere “sopra il tempo” – portare la coscienza dietro la nuca
Nell’ascesi possiamo però passare anche oltre il tempo sferico e la sua apparente “consistenza” a livello di “immagini in diversi posti”.
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PIANI DI COSCIENZA SUPERIORI
"I pensieri sono delle onde sul lago della mente" (metafora indiana) Se osserviamo il mare e guardiamo le onde che si formano alla superficie, abbiamo l'idea di una serie di onde. Queste onde si spostano lungo la superficie del mare. Tuttavia, se ponessimo un turacciolo su queste onde, noteremmo come si alzerebbe ed abbasserebbe al passaggio di ogni onda ma in realtà non si muoverebbe. Il fatto che le onde si muovano come entità a sè stanti è quindi un'illusione data dal movimento del mare. Lo stesso è col tempo. Apparentemente si muove, ma queste è solo un risultato della nostra ristretta percezione sensoriale. “Il tempo” non è un modo sostanziale delle cose . Esso infatti impone la sua legge solo sul piano del desiderio e delle cose che ci determinano lo spazio. Il desiderio è il nostro “identificarci con passione” alle cose. L’elemento quindi che ci blocca nello stato di “divenire” è il desiderio. Il desiderio è l’opposto dello stato di “essere” e conoscenza che invece è verticale ed eterno. E quando è solo sulla base di questa esperienza di desiderio che si attualizzano le possibilità della vita, non solo il senso di essa sfugge, ma in effetti tutto si svolge come in uno stato di sogno o sonnambulico. Dobbiamo risvegliare l’io allo stato di signore della nascita, di libertà trascendentale. In uno stato di liberazione dal desiderio vi è la liberazione di sé e dell’oggetto. Il tempo prende un’altra dimensione: non si parla più del tempo cronologico o del “divenire”, bensì di un tempo “ritmico” nella quale vi è connessione tra l’io e l’esperienza, ed i singoli elementi sono parte integrante di un tutto che è il senso della vita. Nella conoscenza suprema non vi può essere tempo. Gli eventi non divengono ma sono.
Dato che il soggetto sperimentante crea la sua realtà stessa, la sua “individuazione” è necessario per fare ciò “cambiare di livello”. Poiché l’identificazione tra soggetto sperimentante e saperimentato avviene anche a livello corporeo dobbiamo allora adottare dei metodi che ci portino “fuori da noi stessi”. Esercizio 87: oltre lo spazio tempo Un esercizio che permette di iniziare a “conoscere” ciò fisiologicamente è riportare la nostra attenzione dietro di noi, nella posizione della nuca. In tale posizione è più agevole che normalmente deconcettualizzare. Se a questo punto operiamo una convergenza oculare all’altezza del naso si ha anche un superare dell’abituale percezione spazio-temporale. Il rapporto che iniziamo allora a superare è tra io individuato ed io individuante.
Questo può anche essere effettuato con la tecnica sessuale dove l’uomo ogni tanto accede ad un momento di orgasmo, in cui il desiderio non esiste più. In quel momento anche il tempo può non esistere. Se notate in quel momento anche gli occhi tendono a convergere
Oltre la sfera abituale. Il tempo non duale La non dualità ed il “livello del fluido”
Come dice Wolinsky citando Nirdagatta: “la base di tutto è il ‘vuoto’. Questo ‘vuoto’ condensa e crea una realtà”. Più sviluppiamo la nostra conoscenza, più la realtà ed il tempo perdono la loro abituale “consistenza”. Questo livello “più sottile della realtà” è quello del quale, probabilmente attingendolo da qualche tradizione con la quale era venuto a contatto, Franz Anton Mesmer
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PIANI DI COSCIENZA SUPERIORI
parla nella sua opera “Théorie du Monde” 343 nella quale accenna al concetto di “fluido universale”, uno stato più sottile ancora di quello della “materia elementare”. Questo livello esiste a livello mentale e percettivo. Quando la mente arriva a tale livello arriva al “livello del fluido”. E’ un livello “sotto” alle divisioni abituali, di infinitamente sottile, in cui “tutto è connesso”. Nella meccanica quantistica è “l’ordine implicato”.
Vi è somiglianza di tali concetti con il seguente esercizio di Tarthang Tulku:
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PIANI DI COSCIENZA SUPERIORI
Esercizio 88: “sotto” il tempo “di solito abbiamo una deplorevole tendenza a localizzarci in forma estremamente stabile. Aprendoci al tempo possiamo avere un’esperienza interessante. Abitualmente dividiamo la realtà in “punti temporali”. Ma tra ogni punto temporale possiamo individuare ulteriori “punti temporali”. Possiamo allora incominciare con un secondo del tempo orario ed osservare con la massima attenzione il passare degli intervalli che lo compongono. Divenuti più esperti, possiamo suddividerlo in dieci periodi. Continuando possiamo notare i millisecondi. Continuando possiamo proseguire la divisione in dieci. Continuiamo in questa divisione ed ogni volta che notate che vi è un’entità “atomica” notate come mentalmente possa ancora essere divisa. Sembra di poter procedere all’infinito, ma ad un certo punto arriviamo a contatto con frazioni temporali che sono “troppo piccole” per la nostra “consapevolezza ordinaria”, per rimanere attive. Siamo andati “sotto” all’insorgere del “modellamento temporale. Questo è un modo di intravedere il “Grande Tempo”. Da questo nuovo punto d’osservazione “al di sotto” del tempo possiamo vedere che la coscienza e la percezione ordinarie, immerse come sono nel tempo, sono in effetti prive di rapporto con il vivo, immediato, appagante carattere della realtà” 344. Questo è il livello del “nulla”, non esprimibile con termini convenzionali e dal quale però “fuggiamo” e che è fuori da ogni “definizione”.345 Altri esercizi utili Esercizio 89 : incrementare la presenza
344
Tarthang Tulku “tempo spazio e conoscenza” – Appendice – pag. 237 345 Anche Dante utilizza termini simili e compara il cielo del Sole all'aritmetica perché «come del lume del Sole tutte le stelle si alluminano, cosi del lume dell'aritmetica tutte le scienze si alluminano, e perché come l'occhio non può mirare il sole così l'occhio dell'intelletto non può mirare il numero che è infinito». In altre parole il numero, che esprime divisione, può arrivare ad una grandezza tale infinita che l’intelletto normale non lo può più comprendere e permette allora di andare “al di là”.
Pensare al presente, sentendosi nell’ora. E poi essere testimoni che la sensazione di presente di qualche attimo prima rappresenta solo un ricordo. Si avvertirà un fenomeno di incrementazione della presenza nell’ora. Ripetere varie volte. Esercizio 90: oltre il tempo Inspirando portare gli occhi a vedere (immaginativamente) la parte superiore del cranio (la rosa mistica nella dottrina occidentale, il chakra superiore nella dottrina yoga). Normalmente l’osservazione in questo punto superiore si accompagna anche a fenomeni luminosi. Come dice Dante: " Noi siamo usciti fore, del maggior corpo al ciel ch’è pura Luce”. ((Paradiso XXX 38). A questo punto immaginare o ricordare eventi e situazioni della propria vita, meglio se apparentemente “opposti” da un punto di vista del “divenire” (ad esempio gli stessi con i quali si è già operato con il “tempo circolare” precedente”). Osservare quello che accade. Si avrà un fenomeno di “coesistenza” nel “nulla”.
328
PIANI DI COSCIENZA SUPERIORI
Salire ulteriormente L’antica tradizione individuava sette forze planetarie che reggono il mondo. In ciò è parallela allo Yoga che individua sette chakra o punti pischici particolari nell’uomo. La corrispondenza con elementi celesti non è casuale. Il paragonare l’uomo al cosmo rende più facile la sua connessione ad esso. I sette principi planetari osservati precedentemente possono essere osservati in due maniere: come necessità e come principi superiori che comunque devono essere vissuti e “conosciuti” per poter essere superati come fa Dante che così arriva all’empireo. Non si tratta di due ordini distinti, ma di una stessa realtà in due modi di essere. 1. Dapprima abbiamo le parti della nostra fisiologia che come “staccate” dal principio centrale della coscienza e della volontà ci portano in direzioni periferiche e si mostrano come “compulsioni” che bloccano le nostre facoltà e ci impediscono di scorgere l’essenza (nel “purgatorio” di Dante ad esempio abbiamo i golosi guidati dal desiderio per il cibo e quindi dominati da questo principio, e via dicendo). Il processo nel mondo moderno è a questo proposito continuo, con la creazione di “necessità” che non sono tali. 2.
Liberati da tali compulsioni possiamo allora accedere ai principi immoti che sono alla base di tali compulsioni (i
pianeti, il “paradiso” di Dante che allora può librarsi attraverso le varie sfere planetarie). Con un’immagine transculturale analoga, nel mithraismo, l’anima per liberarsi deve attraversare sette sfere, contrassegnate da sette porte. Le porte sono i suggelli, le necessità che impediscono la realizzazione dei principi superiori 346. Ma contemporaneamente oltre al superamento della porta, è necessario il “salire” alla sfera superiore. Il processo è duplice perché quello che deve essere condotto è di “superamento” della dissociazione che possiamo provare al riguardo di ogni principio da cui siamo altrimenti dominati. O, per dirla con Platone “Il mondo non è solo la sensazione del mondo. Il mondo è anche dentro l’uomo, così che l’uomo può conoscere dall’interno come dall’esterno”. Il “trascendere” il simbolo corrisponde ad una distillazione via via più raffinata di quello che è la parte centrale dell’uomo. Infatti, il punto centrale della presenza è che l’uomo ha la qualità di essere potenzialmente qualsiasi cosa, è la neurologia che crea. Ogni simbolo rappresenta “condensazioni” della coscienza che finchè sono vissute come separate, o “fonte” di energia, mantengono la persona in una posizione “mistica”. In altre parole, finchè ci “facciamo ispirare” da questo siamo in posizione duale. Questa posizione può permettere dei risultati terapeutici, ma per arrivare alla non dualità assoluta deve egualmente essere trascesa. In pratica i simboli sono un mezzo e non devono diventare un fine. E’ essenziale comprendere invece che “noi” creiamo invece tali energie e createle poter poi “distillare” il nostro noi stessi prima della “condensazione”. L’identificazione non è una soluzione, infatti “un sistema non può mai andare al di là di sé stesso” 347. Queste energie hanno
346 347
Cfr. Evola “La Tradizione Ermetica” – pag. 73. Wolinsky “The Way of the Human” – pag. 95
330
PIANI DI COSCIENZA SUPERIORI
infatti ciascuna una profonda base fisiologica. 348 La loro “spiritualizzazione” porta in un’altra “trance”, quella degli archetipi. Questi principi archetipali non vanno giudicati o ritenuti negativamente, ma solo come stati che possono essere trascesi. In altre parole per andare oltre ognuna di queste dimensioni bisogna riconoscerla, accettarla e superarla in quanto quello che noi siamo è sempre più di quello che pensiamo di essere. Nella “Divina Commedia” la loro trascendenza è rappresentato dall’ascensione effettuata da Dante attraverso il Paradiso celeste, cosa che effettua volando ad altissima velocità dopo aver attraversato la “sfera fuoco”. Non vi è nel Paradiso infatti un “meglio” oppure un “peggio” come stato dell’essere, ma al limite una maggiore o minore distanza dal principio centrale.
348
Cfr. nella tradizione indiana il Nirvana-tantra: i principi che presiedono a quanto appare fenomenicamente come natura si trovano presenti nel corpo in una serie di sentri sottili (chakra) che ripetono l’ordine gerarchico della manifestazione e che d’altra parte governano le funzioni organiche. … Nel corpo le varie potenze si trovano in forma dormiente”. Il primo passo è quindi risvegliarle dalla forma “addormentata” (tamas), presa dalla materia e dalle compulsioni. Il secondo passo è “andare oltre”. Analogamente, nella gnosi ofita di cui si ha notizia da Ireneo (C. Haeres. I XXX, 5) ad una “ebdomade celeste” (i pianeti – i principi immoti, i signori dei corpi celesti) ne corrisponde una inferiore (le “vesti” di potere). (cfr. Evola “L’uomo come potenza” pag. 240).
A poco a poco più si sarà invertita la fuga dall’essenza di ogni livello più si potrà naturalmente salire ad un livello superiore.
332
PIANI DI COSCIENZA SUPERIORI
Le Distillazioni dell’essere e la “Grande Opera” Al superare queste condensazioni possiamo riferire il simbolismo della distillazione intesa ad ottenere la quintessenza (quinta essenza) superiore di un liquido. La distillazione si riferisce ad un prodotto già infatti lavorato. Si riscalda la materia prima nell'alambicco e si separa la parte densa dalla parte sottile mediante l'evaporazione, si condensa la parte sottile evaporata, si distilla a parte e si finisce con l'ottenere l'acquavite (aqua vitae dove il simbolo della verticale, dell’asse centrale, si fonde con quello dell’acqua ), l'acqua della vita, l'acqua ardente, l'elisir di lunga vita, lo spirito puro o concentrato (Raimondo Lullo o pseudo Raimondo Lullo).349 La “moltiplicazione” di queste distillazioni può portare a raggiungere allora la “luce inestinguibile” corrispondente al “satori” giapponese
Il fine è andare nel “cielo” oltre anche alla dimensione archetipale e vedere questa per quello che è, una contrazione della realtà. Quello che è l’obiettivo ultimo è andare oltre la mente e le sue fissazioni. Per raggiungere tale stato è opportuno riprendere e lasciare andare tutte le concettualizzazioni che possiamo aver fatto anche sul risveglio stesso e tornare ancora una volta alla presenza. Tutto deve essere bruciato per rinascere ad un piano più alto.
349
Citato da Arturo Reghini op. cit.
Appoggi fisiologici per le dimensioni archetipali dei “pianeti” Per aiutarvi in questo tipo di pratica ad ogni simbolo abbiamo fatto corrispondere un colore così come un esercizio. Padroneggiare tali colori significa infatti padroneggiare la “signatura” corrispondente. A questo punto è possibile utilizzare tale forza in maniera utile per sé e riconnettersi all’aspetto centrale 350.
L’uomo ed i pianeti 1 Sol – una chiave iniziale per questo simbolo è l’osservazione della luce diretta, e, per utilizzi più pratici, la luce di una lampadina. Gli indiani per uno scopo simile fanno osservare la fiamma di una candela. Effetti fisiologici di tale metodo di vivificazione: il nostro organismo è molto sensibile ai cicli veglia sonno a loro volta regolati dalla luce del sole. Capiamo allora come l’osservazione della luce questa sveglia quindi attività e spirito di iniziativa. Il colore connesso è il giallo aureo. Il giallo è un colore caldo che rinforza i nervi ed il corpo.351
A mercurio semplice (verde in colori lievi) – la chiave per lo sviluppo fisico di questo simbolo è lo sviluppo delle differenti ghiandole in maniera sincrona e la percezione del proprio essere infracosciente. Il 350
Nella tradizione del Graal, la coppa è circondata di pietre preziose dette “di virtù”. Questa è al centro “prima” di questi. 351 Goethe
334
PIANI DI COSCIENZA SUPERIORI
verde domina nel mondo vegetale. In tutte le sue gradazioni aiuta la serenità. Saturno (colore nero) – Questo simbolo si riferisce al nostro essere più profondo, ad una sensibilità che arriva alle ossa. La chiave per questo simbolo è chiudere gli occhi e prendere coscienza del corpo. Anche le immaginazioni devono sparire. Un’altra chiave fisiologica è la tensione muscolare seguita dal rilassamento. La coscienza infatti si toglie dai sensi interiori e si rivolge a sé stessa. E’ la prima fase di accesso al mondo spirituale. A tale accesso corrisponde anche il nero, la Separazione dal mondo esterno. Giove (colore porpora o anche blu) – la chiave per questo simbolo è la convergenza oculare al terzo occhio (l’ajna chakra degli indiani). Tale convergenza tende ad attivare la ghiandola pineale. Tale simbolo aiuta a sviluppare creatività. Il blu è un colore che leggermente passivo ed ha un effetto raffreddante, tranquillizzante sui nervi è collegato all’espansione e ricorda il cielo. Come dice Burckardt “sotto l’influsso di Giove l’anima risorge dalla terra”. Fisiologicamente notiamo che, in stato di rilassamento, dopo un poco gli occhi tendono verso l’alto, in una convergenza naturale. Luna (colore argenteo) – l’osservazione della luce riflessa è la chiave per questo simbolo. La luce riflessa è infatti polarizzata. Fisiologicamente quindi la nostra mente ed i nostri neuroni vengono stimolati in maniera che facilita la creazione di “campi di coerenza” nella mente. L’osservazione della luce riflessa sveglia l’intuizione e varie capacità paranormali. n venus (rosa) – la chiave per questo simbolo è il piacere sensuale. E’ anche la potenza femminile e l’atteggiamento recettivo. La chiave è l’abbandono. o marte (rosso) – la chiave per questo simbolo è l’azione diretta e la volontà. E’ anche la potenza maschia e l’atteggiamento indicatorio. Il
rosso ha un potere eccitante ed è appropriato per le persone energeticamente sane.
Aspetti vocali ermetici Vi è anche un aspetto vocale di corrispondenze di antica origine352. L’idea di base è che l’insieme delle vocali copre l’insieme dell’articolazione umana. Le vocali possono anche essere utilizzate per risvegliare varie zone del corpo. A luna re diesis est E venere do diesis nord E (lunga) mercurio si bemolle ovest I sole la (particolarmente potente) sud O marte sol terra U giove fa aria Omega Saturno mi cielo
353
Come dice Sant'Isacco il Siriaco: "La scala di questo Regno è nascosta dentro di te nella tua anima".
352 353
Riportato da Ireneo. In Lindsay op. cit. pag. 139 Immagine da Fludd, Utriusque Cosmi historia Tom II, 1619.
336
PIANI DI COSCIENZA SUPERIORI La chiusura ermetica
Superate ed integrate le energie dei pianeti, la chiusura ermetica opera una trasmutazione ancora superiore dell'energia, in quanto ne riduce la dispersione. Platone diceva che ci sono due tipi di poteri divini,quelli esterni e quelli interni. Sotto il dominio di quelli esterni l’anima è come ubriaca. Rivolta verso l’interno comincia a divenire sana e ricordare. Nell'alchimia orientale questa formula è chiamata "sigillare i cinque sensi", mentre in termini occidentali è definita come "chiusura ermetica" ed una maniera di realizzarla a livello sottile è attraverso l'utilizzo di lettere (mantra) relativi alle aperture di senso del corpo. Un'altra maniera è sigillare egualmente attraverso la chiusura degli organi di senso (silenzio, chiusura occhi, digiuno, etc...). Questo porta a maggiore connessione con il nostro centro, dove la mente può acquietarsi e l'energia può essere utilizzata per raggiungere gli stati di coscienza più elevati.
La paura del “nulla” E’ possibile conoscere? - E’ possibile - Come? - Dominando il pensiero, facendo a meno di credere e liberandosi dalle passioni e dalla paura del nulla354 “Così tutta la vita della gran massa degli uomini prende il senso di un fuggire dal centro, di una volontà di stordirsi e di ignorare il fuoco che in essi arde e che essi non sanno sopportare. Tagliati fuori dall'essere, essi parlano, si agitano, si cercano si amano e sia ccoppiano in ricerca reciproca di conferma. Moltiplicano le illusioni e così erigono una grande piramide di idoli...così l'uomo vaga, simile a colui che insegue la propria ombra, creando e divorando incessanetemente forme che sono e non sono (Plotino)” 355
Il fine è quindi non fuggire da quest’essenza ma anzi partire da essa per ricostruire l’uomo. Per raggiungere l’essenza è necessario accettare il vuoto.
354
Amedeo R. Armentano – Massime di Scienza Iniziatica – Massima
77 355
Evola: Dioniso e la via della mano sinistra
338
ALCHIMIA PRATICA: IL TEMPO ASSOLUTO
4 – La Luce Inestinguibile – Il Culmine della Coscienza (livello )
FASE 4 Protocollo del Vuoto PROTOCOLLO DEL VUOTO Nota: Il protocollo che segue è per prendere coscienza del “Vuoto” e poi ricostituire uno stato di presenza a partire dai suoni I A O. Stop! Immobile! Prendi coscienza di te e del tuo corpo. Prendi Coscienza di quello che senti, vedi, odi. (fine stop) Mentalmente ripeti: La coscienza è forza. In me ed attorno a me. D'ora in poi farò attenzione a questa forza. Ad occhi aperti guardate la luce cominciate a ritirare l'attenzione da essa STOP Vedere - Sentire - Udire FINE STOP CHIUDETE GLI OCCHI Osservate ora il muro delle palpebre I pensieri arrivano vanno via
340
ALCHIMIA PRATICA: IL TEMPO ASSOLUTO
Ora porta davanti ai tuoi occhi mentali persone che conosci e con il massimo di particolari posti che conosci. (aspettare qualche sec...) STOP nello spazio - vedi senti odi La coscienza è al di là dello Spazio. Lo Spazio non ha ruolo. La coscienza domina lo spazio. Cerca di ripensare e rivedere di fronte a te costruzioni o ambienti ora non più esistenti. Vedeteli come erano una volta. Nel tuo sguardo è presente l'immagine di questi (aspettare qualche sec..) STOP nel tempo - vedere sentire udire fine stop La Coscienza è centro Ora prenderai contatto con questa coscienza dentro ed al di là del corpo. Immagina una sfera al di sopra della testa una sfera al di sotto Tendi il corpo Blocca il respiro Pensa - voglio risvegliarmi alla presenza
Espira Rilassa il corpo Ora condurremo un viaggio per tornare all'origine Immagina ora una barca scendi al centro di te stesso. con una barca arriva all'altezza ombelico quando sei lì dai una sensazione benefica ai tuoi organi Allo stomaco Al cuore Al fegato Ai Reni Ai Polmoni Alla milza Il corpo è spazio Senti lo spazio del corpo sali ora al cuore Di la parola io
342
ALCHIMIA PRATICA: IL TEMPO ASSOLUTO
Nota la forma e la sensazione io e lasciala sciogliere nel corpo lascia andare ogni pensiero che hai al riguardo Ora prenderai coscienza del vuoto Occhi chiusi Presenza al vuoto a destra sinistra alto basso avanti dietro lascia gli occhi andare verso l'alto nota che non hai nessuna posizione senti il vuoto in tutte le direzioni senti il vuoto dentro di te Nota il grande vuoto nel quale galleggia la sensazione che hai adesso, lasciala sciogliere Ora pronuncia le parole IAO Fai scendere lo iao nel corpo Queste due vocali unite, iao esprimono l'origine dell'essere nella sua pienezza iao vive nel corpo unico
ia esprime alto basso la linea - muovi da destra a sinistra la testa o esprime il volume Gira la testa sull'o apri gli occhi e fissa la luce senti l’aria che entra passando attraverso la luce chiudi gli occhi Continua a sentire l'aria che passa attraverso la traccia luminosa ed entra Continua a farla entrare dopo aver distolto lo sguardo dalla luce Pronuncia rapidamente un mantra ki ki ki rapido nel corpo Ripeti: "io sono coscienza" Stop Fine Protocollo del Vuoto
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ALCHIMIA PRATICA: IL TEMPO ASSOLUTO
Il tempo Assoluto Che cosa è l’essere? L’esistente manifestato e immanifestato. (Amedeo Armentano)356 357 Per Erigene (X a.c) la “mente prima” è fuori dallo spazio e dal tempo.358
356
Massime di scienza Iniziatica – Massima 265 Come dice Schwaller de Lubciz "l'essere umano considerato nelle sue possibilità di coscienza è triplo: 357
•
l'automa
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Il Testimone-me (Testimone coscienza del me)
• Il Testimone Spirituale (testimone-coscienza di sè) Il programma di questa realizzazione totale sarà quindi: in primo luogo la padronanza dell'automa attraverso il testimone del me, maestria che avrà come risultato finale un essere umano cosciente dei suoi istinti, ed in grado quindi di cercare le corrispondenze nella Natura. La condizione essenziale è che l'intelligenza razionale si contenti rigorsamente della constatazione dei risultati, senza interpretazione. Il secondo obiettivo è l'allargamento di questa coscienza del me nella coscienza del sè, obiettivo per il quale la collaborazione dei due "testimoni" è indispensabile. Ora, il testimone spirituale è presente e non attende che questa esperienza.Tutto lo sforzo deve venire dal "testimone personale" per eliminare, attraverso una veglia continua, gli ostacoli che impediscono alla coscienza spirituale di manifestarsi all'uomo diventato "coscienza del me"…”Il fine è la realizzazione del regno sovrumano attraverso il risveglio e l’unificazione della coscienza del Me e quella del Sé.”
Neppure Dante riesce ad esprimersi quando desidera vedere il cerchio centrale del Paradiso, il “tempo assoluto” sottostante ad ogni cosa. ma non eran da ciò le proprie penne: se non che la mia mente fu percossa da un fulgore in che sua voglia venne. A l'alta fantasia qui mancò possa; ma già volgeva il mio disio e 'l velle, sì come rota ch'igualmente è mossa, l'amor che move il sole e l'altre stelle. (Paradiso 136-145)359 Per Tarthang Tulku è il luogo del “grande spazio” e del “grande tempo” dove “grande” esprime qualcosa che è “totale”. Per gli antichi egizi il simbolo dell’obelisco era fondamentale. Un simbolo similare è lo gnomone che con la sua verticalità congiunge cielo e terra e porta l’attenzione sulla congiunzione con l’universo. Lo gnomone nella meridiana segna il tempo rimanendo immobile e la presenza è al di là del tempo. La tradizione dice che sia stato Anassimandro che, a Lacedemonia, drizzò uno gnomone per osservare gli equinozi ed i solstizi. A mezzogiorno vi è un punto nel quale lo gnomone fa il minimo di ombra. 359
Nella Tetraktys quello che stiamo descrivendo adesso è il decimo punto partendo dal basso. E’ al di là di ogni forma e simbolicamente Dante fa morire Beatrice al nove di giugno, nota che in Siria giugno è il non mese ed aggiunge che questo accade quando “lo perfetto numero nove era compiuto”. La morte di Beatrice è il livello ultimo del trascendere della mente sopra a sé stesso.
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ALCHIMIA PRATICA: IL TEMPO ASSOLUTO
Al solstizio il sole non da più ombra. E’ come se il tempo si fermasse. Questo è il punto dove il principio si congiunge con la fine, la trascendenza del tempo.
L’uomo totalmente verticale
TAVOLA RIASSUNTIVA La seguente tavola riassume il percorso di sviluppo dell’uomo. E’ una “traduzione” di alcuni termini alchemici. Nomi Simbolici Acquisizione dei FONDENTI FILOSOFICI
Significato Preparazione: Armonia, energia, liberazione iniziale
Lotta fra le Nature, Colpo di Martello, Regolo
Presenza a sé ed aquisizione della REGOLA
Rotazioni attraverso la croce degli elementi
Separazione dei livelli: tra emozioni, realtà fisica, immaginazioni e pensieri. Superamento delle compulsioni che “portano fuori dall’essenza”
Aquile (Sublimazioni)
Il “pesce” (echineis)
Acquisizione di uno stato di stabilità e di verticale
Rebis
Presenza ed Integrazione delle energie Presenza con Procedimenti energetici Raggiungimento dello stato Io-non Io Presenza con Superamento anche degli “archetipi” quali “forze universali” Non Dualità
Grande Cottura Pietra al rosso Moltiplicazioni Ripetute Ascesa lungo le “sfere celesti” Amalgama, Luce
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OLTRE LA TRANCE: TAVOLA RIASSUNTIVA
Inestinguibile Cielo della “durata”
Appendice 1: Nota sull’uso dei sensi e delle arti per la reintegrazione all’ora Quanto abbiamo insegnato in queste pagine è l’Arte di costituirsi come un nuovo uomo, “homo totus” nel quale a poco a poco le virtù aumentano e si attua una progressiva elevazione. Per questo processo l’intelligenza da usare non è unica e quindi va sviluppata in tutte le sue forme. Anche adesso , ad esempio in oriente, un buon Yogi deve sapere disegnare, comporre musica etc… in quanto solo così si ha uno sviluppo completo della persona. Lo stesso era vero anche in occidente nel passato. L’”uomo rinascimentale” era inteso come uomo dal “multiforme ingegno”. Il simbolismo della tetraktys corrisponde anche ad una salita progressiva attraverso nove punti che rappresentano l’ascesi della “scala filosofica” delle arti e dei sensi360. Solo una piccola parte dell’immensa sapienza antica è giunta a noi, ed ovviamente si può anche variare leggermente riguardo all’ordine proposto ed aggiungere qualche arte moderna, ma è fondamentale capire la logica dietro a questa filosofia. Il fine è lo sviluppo reintegrativo COMPLETO dell’uomo che solo può avvenire se noi effettivamente esplichiamo noi stessi. Tutto infatti è nel presente. E’ solo una cortina di fumo creata dalla nostra mente il pensare che qualcosa non è lì. Lo sviluppo delle facoltà è stato paragonato allo sviluppo di “doni”. Dono deriva dal latino “donum” ed è sinonimo della parola “facultas”, la quale significa capacità, talento, mezzi, forza d’azione. 360
Ambelain “Scala Philosophorum”
350
LIBRO II
La Reintegrazione al tempo presente attraverso i Sensi
Il primo passo in tale percorso che in parte abbiamo già visto è la ginnastica dei sensi. Si parte dai sensi esterni, e si includono successivamente anche l’immaginazione (ginnastica della fantasia) e la memoria (arte della memoria) ed infine a livello superiore della scala i sensi interni o “sottili” come intuizione/chiaroveggenza e chiaraudienza,. La via dei sensi è un modo fondamentale per portare alla reintegrazione nell’ora. Significa portare assieme i sensi esterni così come anche le cosiddette “contractiones” dell’anima, per usare la formula di Giordano Bruno che così indicava lo stato nel quale l’anima si ritira all’interno di sé stessa ed avere altre percezioni. Questo perché in un tutto non può esistere qualcosa di separato e poiché il tutto è più della somma delle parti i sensi nella loro singolarità non descrivono sufficentemente la realtà. In altre parole il progresso della conoscenza è progresso in percezione dell’unità. In pratica significa essere capaci di essere con la propria coscienza contemporaneamente su più livelli di “quintessenza”. Nel “centro della ruota”, immaginazioni, ricordi, sensorialità interne ed esterne sono tutte egualmente presenti poiché sono tutti modi di essere dell’ora che è l’unica cosa che c’è. A questo punto possiamo capire che quello che apparentemente manca “davanti a noi” (in una visione lineare del tempo) in realtà è già dentro di noi. Per questo scopo è indispensabile schiarire i sensi bloccati altrimenti nelle “trance” percettive.
Non bisogna imaginarsi infatti che educare i sensi significhi renderli più acuti. Gli esercizi di educazione dei sensi servono a due scopi: • Addestrare, rinvigorire, affinare l'osservazione e l'attenzione sui dati forniti da ogni senso. • Abituarsi a ricavare dal minor numero di dati sensibili il maggior effetto conoscitivo possibile, colla « maggior prontezza ed esattezza ».
Gli esercizi dei sensi sviluppano il potere di osservazione e di pensiero, iniziano alla riflessione e al giudizio, combattendo la superficialità e l'apatia nell'osservare e nel confrontare. Nella prima parte di questo libro abbiamo indicato molti esercizi utili all’uopo, ma lo schema soprastante potrà essere utile allo studente che desidera migliorarsi ancora ulteriormente.
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LIBRO II
La reintegrazione delle Arti come strumento di vita dall’antichità ad ora
Altro strumento efficace per l’affinamento dei sensi sono le nove Arti. Ogni arte sviluppa una capacità differente361. La connessioni tra le arti è fondamentale. Tutto è connesso in una scala di armonia.362 Questa è la ragione dell’insistere dell’uomo antico sulla loro importanza. Il nostro maestro Virgilio T.363, che ottiene effetti magnetici molto forti ad esempio dipinge egregiamente, suona bene la musica, recita, studia, e praticamente lavora su parecchie delle arti principali. Così è anche per molte persone di nostra conoscenza che manifestano doti che vanno al di là dell’abituale. L’ideale dell’uomo rinascimentale era l’uomo dal multiforme ingegno ed anche per i greci le muse erano fondamentali.364 Lo schema seguente riporta la progressione tramandataci dalla saggezza antica e sempre potentemente valida. I due livelli inferiori corrispondono ad Arti classiche, e già nell’antichità nell’iniziazione greca ai “Piccoli Misteri” vi era lo studio di queste arti. 361
Oltre che per lo sviluppo diretto dei sensi e delle facoltà umane operato dalle arti, e che riteniamo primario anche sulla base delle testimonianze dirette che abbiamo, vi è anche l’aspetto che le arti di base (come la geometria o la matematica) possono avere dei risvolti simbolici. 362 Questa è anche la visione Platonica 363 Vedi nota nell’introduzione del libro 364 I loro nomi erano: Calliope, dalla bella voce, la Poesia epica; Clio, colei che rende celebri, la Storia; Erato, che provoca desiderio, la Poesia amorosa, con la lira; Euterpe, colei che rallegra, la Poesia lirica, con un flauto; Melpomene, colei che canta, la Tragedia, con una maschera; Polimnia, dai molti inni, il Mimo; Talia, festiva, la Commedia; Tersicore, che si diletta della danza, la Danza; Urania, la celeste, l'Astronomia, con un bastone puntato al cielo.
I due livelli superiori sono arti legate a livelli di coscienza differenti. Corrispondono al pià alto grado di coscienza dell’uomo quando accede a tali piani (doti che nell’antichità erano sviluppate coi “Grandi Misteri”).
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Così come per i sensi, questo è solo un accenno e svilupperemo in un’altra opera significato ermetico nascosto ed elementi profondi di questo schema.
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Abbiamo reso leggermente più attuale il disegno. In particolare abbiamo sostituito alla parola “dialettica” il concetto di “logica”, alla “retorica” il più moderno “espressione”. Notiamo che il termine “linguaggio” può anche riferirsi alla danza ed all’espressione corporea. In fine nel triangolo superiore abbiamo messo dei doppi nomi per trasmettere meglio il concetto.
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LIBRO II
LIBRO II
ULTERIORI UTILI TECNICHE PRATICHE Mentre il LIBRO I è dedicato allo sviluppo verticale, in questo LIBRO II diamo ora tecniche ulteriori che possono: 1) trasformare la potenza interiore permettendo di acquisire anche potenza nel mondo del divenire. 2) Aiutare nel cammino di perfezionamento attraverso il miglioramento delle doti dell’animo. Il concetto fondamentale è infatti sempre la “presenza” a sè.366 Ecco quindi indicazioni, tecniche e metodi aggiuntivi e complementari per prendere controllo sulla propria vita fin dal primo momento in cui uno segue la strada di reintegrazione indicata precedentemente. Il principio comune per i quali queste tecniche vi portano ad ottenere risultati fisici è che tutto è uno. Questo fondamentale concetto deve essere dapprima fatto vero in voi stessi. Allora esse vi portano ad accedere ad alcune delle potenzialità dell’”homo totus” per creare nella vostra vita .
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Permettere di essere più decisi e sicuri nel percorso verticale, poiché questo è condotto non perché non si riesce nel mondo, ma bensì perché si vuole avere quello che non è ottenbile delle cose
Basi per la Trasmutazione e Attivazione di immagini e simboli Per la trasmutazione e perfezionamento della persona l’utilizzo di immagini e simboli è fondamentale e documentato fin da tempi antichissimi.367 Anche per la psicologia corrente così facendo ci avviciniamo al nostro subconscio nella maniera a lui più appropriata, l’immagine. La costruzione di immagini è fondamentale per la realizzazione dell’incontro tra volontà ed immaginazione, cioè tra volontà e mondo delle possibilità, ed è la chiave che permette di dare una particolare direzione al presente nel mondo fisico e creare le situazioni che vogliamo. Per chi è invece solo interessato alla non dualità, rispondiamo che è vero che il cammino verso la non dualità nella fase finale passa attraverso il conoscere e superare tutte le condensazioni della mente compresi i simboli. Ma prima di arrivare a tale livello questi sono degli strumenti di trasformazione necessari ed insostituibili anche per chi ha fini esclusivamente spirituali. FASE 1 : Per iniziare in questa pratica sottile di dominio della nostra immaginazione, o, per esprimerla in termini ermetici, presa di contatto con il nostro “mercurio”, si 367
Corpus Hermeticum IV 11 “Tale è dunque, Tat, l’immagine di Dio che ho disegnato per te al meglio delle mie capacità: se la contempli nel modo giusto e te la rappresenti con gli occhi del cuore, credimi, figlio, tu troverai il cammino che conduce alle cose celesti. O, piuttosto, è l’immagine stessa che ti mostrerà la strada. Perché la contemplazione possiede una potenza propria: di coloro che hanno contemplato essa prende possesso, e li attira a sé come il magnete attira il ferro”.
può iniziare a costruire immagini che appaiano nella mente rilassata di fronte agli occhi chiusi. Il corpo deve allora essere rilassato. Non bisogna tendersi. Sforzarsi è la maniera più sicura di rendere meno chiare le immagini mentali. Ma questa fase, che chiamiamo immaginazione passiva, è solo un passaggio iniziale nella quale non indulgere troppo. Infatti se rimaniamo troppo tempo nella fase passiva la possibilità di dare un impulso al nostro inconscio diviene sempre più debole, e finiamo con l’essere dominati dalle immagini che appaiono. Entriamo in una trance negativa dove l’immaginazione ci domina. Rischiamo di assumere lo stato d’animo del tipo “pacifico sognatore” da noi descritto precedentemente. FASE 2: La trance positiva è il passo successivo. E’ più faticosa e consiste nell’immaginare quello che si vuole368. E’ la riunione di volontà e di immaginazione. E’ allora un primo livello di realizzazione del caduceo ermetico 369. 368
Ricordiamo che vi sono dei rischi in questa pratica. E’ importante infatti rimanere “svegli”, per non farsi ingoiare dalla nuova realtà che si crea. Infatti più si arriva a dare realtà all’immagine interna, più ci avviciniamo al centro del nostro essere. Il pericolo è allora di non distinguere più realtà interna ed esterna. Ognuno vive in un mondo di esperienze che chiama realtà. Ma la realtà si forma sempre in noi. 369 Vedi ad esempio Oswald Wirth
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Nota sulle immagini. Ricordate che le immagini che dovete creare sono totali, in altre parole quando parliamo di “immaginazione”, intendiamo un qualcosa che è sia visivo, sia auditivo, sia si può toccare e sentire370. Per raggiungere in massimo grado la capacità di modellare con l’immaginazione la nostra materia mentale ci vuole tempo, ma i risultati lo meritano e sono anche esterni. Noterete un aumento dell’ influenza personale, e vi renderete conto spesso le persone accanto a voi sentono le stesse emozioni che sentite voi. A questo fenomeno di “correlazione” (per usare un termine quantistico) si lega anche un’arte antichissima, la fascinazione, ovverosia la connessione attraverso gli occhi ad un’altra persona, alla quale dedicheremo un libro intiero. Con questo tipo di tecnica diretta un’immaginazione di calore in una mano si riflette nella persona che ci guarda, un’immaginazione di prurito egualmente, e via dicendo. Ma perché questo avvenga senza parlare oltre ad avere una immaginazione molto evoluta371 dovrete accompagnare il tutto anche con esercizi energetici372. Questi sono però risultati di “alta scuola”. Infatti la coscienza delle immagini mentali è normalmente nella persona media troppo debole per dare un risultato 370
E al contempo può esistere in un piano non fisico. Ad esempio, dovete essere in grado di immaginare la rigidezza senza che i vostri muscoli fisici si tendano. Questo è un segreto per l’influenza a distanza. 371 Virgilio T., uno dei nostri maestri, padroneggia tantissimo quest’arte ed è grazie a lui che scriviamo queste parole. Tutte quelle raccontate sono esperienze effettivamente realizzate. 372 Se accompagnata da esercizi energetici è anche simile alla realizzazione del “mercurio igneo”: questo rappresenta il mercurio attivato dal principio energetico (quindi immaginazione + energia = r).
apprezzabile tranne che nel caso di “rapport” molto intenso, come gli innamorati, o di forti emozioni. Utilizzo di immagini. Il nostro maestro ci consigliava di osservare immagini illuminate, con “un riflesso”. Poi chiudere gli occhi e ricordarla ESATTAMENTE. La luce riflessa migliora la memoria retentiva. In pratica farete cadere una luce molto forte sulle immagini che volete fissare. In molte tradizioni vi è proprio l’abitudine di mettere sorgenti luminose vicino a simboli importanti. Per rimanere nella tradizione occidentale l’osservazione di icone ed immagini è un elemento fondamentale per la trasmutazione dell’uomo.373 Spesso queste immagini sono illuminate. Accanto al simbolo è quindi fondamentale l’uso della luce, che porta alla “moltiplicazione” dell’effetto dell’immagine.374 Importante. Non sono comunque solo gli ausilii tecnici che vi daranno il risultato finale. Questa è infatti un’arte per giungere alla quale dobbiamo aumentare la nostra consapevolezza. In pratica dobbiamo renderci conto che quello che chiamiamo il nostro subconscio siamo noi. E’ il nostro essere più primitivo e profondo che immagina, la radice del nostro io. FASE 3: Se, dopo aver seguito le istruzioni, potete osservare l’oggetto tranquillamente con gli occhi chiusi siete pronti allora per la fase successiva. La proiezione nello spazio fisico. Cominciate con il proiettare l’immagine su di una superficie bianca o scura. 373
Manuel Insolera “la trasmutazione dell’uomo...” op.cit. La luce esterna può aiutare la percezione della luce interiore. Reichlin in “La trasmutazione dell’uomo” pag. 68 “partendo da un oggetto presente, il senso esterno …passa al senso interno … e alla Mens, e la Mens alla luce, che illumina l’uomo mentre, illuminato, lo porta a sé" 374
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Un aiuto. Possiamo legare l’apparizione ai riflessi condizionati. Ogni posizione o suono che viene ripetuta può servire a questo scopo. Attraverso questi esercizi portate il vostro spirito a non essere schiavo della vostra testa, bensì a divenire reale. Alcuni chiamano questo stato “trance positiva”. Ed a questo proposito notiamo il rapporto tra l’arte dell’immaginazione e l’arte della memoria375. Quest’ultima si può infatti definire l'abilità di richiamare al proprio spirito, al momento opportuno, immagini, avvenimenti, ragionamenti e sentimenti già provati a seguito di uno stimolo. Anche la memoria consiste quindi nel “fissare il mercurio”, cioè l’immaginazione normalmente libera e vaga nell’uomo. Il principio passivo (=A) viene fissato dal principio attivo (=D) collegato alla memoria ed all’attenzione. Lo zolfo della coscienza attiva opera come principio animatore del mercurio. E’ allora la volontà che guida l’attenzione che si imprime nel nostro inconscio. E allora, immaginazione e memoria fondendosi assieme forniscono all’intelligenza, cioè la penetrazione nel significato profondo delle cose come già detto dai greci, per i quali Mnemosine era madre delle nove muse, a significare che è la base per l’educazione dello spirito umano. La memoria getta così un ponte tra il presente e ciò che fu ed anche l’immaginazione fa lo stesso, perché connettendo il mondo delle possibilità e la nostra volontà possiamo determinare un presente.
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Constantinus afferma la funzione didattica delle illustrazioni, quando giudica che quelle inserire nel suo trattato servono a far funzionare meglio l’immaginazione, e far conoscere gli errori che accecano l’”arte”. Secondo Maier (Atalanta Fugiens) le figure emblematiche sono al servizio dei sensi e dell’intelletto perché ne tragga piacere e PROFITTO
Sviluppo della concentrazione per l’immaginazione e la memoria
Per fissare e mantenere le immagini mentali, la concentrazione e l’attenzione sono necessarie. La prima è l'atto col quale tutte le nostre energie vengono polarizzate più o meno a lungo verso un solo oggetto ed è una dimensione fondamentale della volontà. La seconda opera successivamente, ed è lo scoprire che l’immagine è nella nostra mente. Osserviamo a questo proposito che abbiamo due maniere di operare: totalmente passiva: osserviamo un oggetto, chiudiamo gli occhi e lo ricordiamo. Manteniamo allora l’immagine residua nella mente il più a lungo possibile. All’inizio ponete un oggetto semplice un simbolo davanti a voi. Preparate in modo da poterlo osservare senza essere disturbati. Osservate l’immagine tranquillamente e rilassati. Lo sguardo sull’oggetto, il respiro tranquillo, la mente silenziosa. Cercate di battere il meno possibile le palpebre. Ad un certo punto la vostra coscienza si “aggancia” all’oggetto. Il campo visivo si annebbia intorno. In quel momento subconscio e conscio si avvicinano. Allora lasciate entrare l’immagine nell’inconscio. Non perdete mai coscienza. A questo punto chiudete gli occhi e mantenete l’immagine davanti ai vostri occhi mentali. Sparisse, riaprite gli occhi e ricominciate. Dovete ripetere più volte: osservare con gli occhi reali, osservare con gli occhi dello spirito. Ad un certo punto l’immagine è entrata in voi, forte e immobile. mista. In quest’ultimo caso la concentrazione non consiste solo nello sforzo di contemplare passivamente una cosa per un tempo sempre più lungo. Il tempo della concentrazione sarà lungo o breve secondo che noi avremo trovato nell'oggetto preso in considerazione un maggior o minor numero di punti di vista interessanti. In
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sostanza una concentrazione lunga su un solo oggetto può venir considerata come un lungo seguito di brevissime attenzioni e concentrazioni sulle varie parti che costituiscono il soggetto stesso anche se il nostro sguardo rimane fissato tecnicamente solo su di un punto. In quest’ultimo caso se ne deduce che la facoltà di concentrarsi su un soggetto corrisponde alle facoltà di analizzarlo più o meno profondamente e di trovare in esso dei punti più o meno numerosi di raccordo con quanto costituisce il nostro capitale mentale. Quest’abilità “mista” è particolarmente importante per soggetti ermetici e potrà essere alternata con la precedente per far emergere particolari ed idee non colte in una prima osservazione. Esercizio 91 - Acuità visiva. Prendete un oggetto comune, una chiave, per es., e disponetela sulla tavola davanti a voi. Seguitene coll'occhio i differenti contorni e dopo aver ripetuto attentamente quest'operazione più e più volte, chiudete gli occhi e tentate di ricordarvi con precisione la forma della chiave. Con tutta probabilità molti particolari vi saranno sfuggiti. Ad ogni modo riaprite gli occhi e studiate ancora l'oggetto, poi richiudeteli e completate la vostra imagine mentale fino a che sia perfetta. Esercizio 92 il disegno Quando ritenete di possedere l'imagine mentale perfetta della vostra chiave, provatevi a disegnarla a memoria su un pezzo di carta, poi confrontate il vostro schizzo coll'originale. Constaterete delle dimenticanze e degli errori che necessiteranno una nuova contemplazione seguita da un nuovo disegno. Per giungere il più rapidamente possibile alla perfezione, agite con metodo. Portate anzitutto la vostra attenzione sulle proporzioni generali dell'oggetto. Paragonate la sua lunghezza (dopo averla valutata) alla larghezza della parte superiore e a quella della parte inferiore. Studiate quindi separatamente queste due parti valutando le loro superfici rispettive: finalmente occupatevi dei particolari della parte inferiore. Non è indispensabile disegnare il modello in grandezza naturale, ma occorre eseguire uno schema esattamente proporzionato.
Esercizio 93 la meditazione Scegliete tre soggetti di meditazione ben distinti fra loro, per es. una questione d'interesse personale, una d'interesse professionale e una d'interesse astratto, filosofico o altro. Guardate l'ora. Applicatevi subito a pensare unicamente alla prima delle vostre tre questioni. Datele tutta la vostra attenzione. Se non . siete già a un certo grado padrone della vostra ideazione, ben presto vi accorgerete di esservi distratti. Non scoraggiatevi: il primo passo è proprio questo di accorgervi che siete distratti, e se riescite ad accorgervene, riescirete anche a ricondurre il pensiero sul vostro primo soggetto. Ai nostri scolari noi suggeriamo un sistema pratico. Dispongano sul loro tavolo un oggetto inconsueto, preso da un'altra stanza ; un portacenere, una statuetta, qualcosa insomma a cui l'assuefazione non ci abbia ancora reso ciechi. A questo oggetto colleghiamo mentalmente il soggetto delle nostre riflessioni. Se la mente si distrae, riportando automaticamente lo sguardo sull'oggetto noi ce ne accorgiamo e riprendiamo la riflessione interrotta. Non scoraggiatevi dunque: riconducete una, due, venti volte la vostra coscienza sulla questione scelta e continuate per dieci minuti.Passate allora bruscamente al secondo soggetto e finalmente, dieci minuti dopo, al terzo. Maggior difficoltà incontrate in questo lavoro e più vi converrà accanirvi per raggiungere lo scopo.
Vi sono ancora altri esercizi, difatti solo durante il sonno i nostri sensi non sono occupati e qualsiasi oggetto, dal paese più magnifico, e dallo stupendo spettacolo che offre il cielo stellato, fino alla piccola penna d'acciaio colla quale scriviamo, tutto può servire ad acuire la facoltà d'osservazione e a migliorare la nostra memoria. Esercizio 94 : l’osservazione rapida Entrate in una stanza la cui vista non vi sia troppo familiare, esaminatene i particolari concernenti le grandi linee: situazione delle finestre, natura dell'impiantito, delle tappezzerie, colore e composizione dei mobili. Passate allora in un'altra stanza e annotate i particolari osservati nella prima, sforzandovi dì ricordarveli colla maggiore abbondanza e fedeltà possibili. Rientrerete poi nella stanza per il controllo della lista.
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Nota: Invece d'una stanza si può osservare un quadro, una costruzione, una vetrina, un paesaggio, ecc.
La comprensione rapida (rapidità di veduta intellettuale) è una facoltà strettamente collegata alla memoria visuale, e consiste nel vedere e capire gli oggetti completamente, anche se in moto, in un tempo minore di quel che occorre alla maggior parte degli altri uomini. Esercizio 95: vari Quando camminate in strada, guardate da entrambi i lati, e non solo da un lato, come molti fanno. Quando pensate a una scena già vista, a un luogo non più presente, sforzatevi non solo di ricostruirli nelle linee, ma anche nel colore, nella piena luce ambiente, colla vividezza della cosa reale. La potenza evocatrice è alla portata di tutti, non costa nulla, può essere esercitata nei ritagli di tempo. Per acquistarla, attaccatevi a un soggetto finché sarete in grado di rievocare ogni particolare di forma e di colore.. Esercizio 96: il disegno Da principio cominciate con un soggetto solo, complesso ; ed es. un quadro. In un primo tempo osservate ogni tratto del quadro, sforzandovi di riprodurlo poi a matita nelle sue linee essenziali. Si vedrà come, più di quel che sembri, la pretesa inabilità di disegno celi l'inabilità della memoria. E' sempre possibile infatti riprodurre un segno ben chiaro nella mente, una curva, una proporzione. La matita si arresta incerta là dove si arresta la memoria.
Metodica di auto-magnetizzazione o autofascinazione Introduciamo ora una tecnica il cui fine è il perfezionamento individuale. E’ questo un antico esercizio estremamente potente che rischiava seriamente di perdersi nell’oblio del tempo376. E’ un esercizio di autofascinazione. Cosa è il fascino? Il serpente esercita il suo fascino sull'uccello, paralizzandone i liberi moti di questo e traendolo a certa morte. Un fatto può, in determinate circostanze, esercitare il suo fascino su di noi. Ad es. la lettura di un suicidio caratteristico spinge alcuni a darsi la morte in quel determinato modo. Anche un semplice aspetto naturale: la vista di un burrone profondo, di una cascata, può esercitare il suo fascino su di noi. Una donna è affascinante quando ha tale potenza da spingere colui che essa ha affascinato a possederla, a dispetto di ogni ostacolo, passando magari sui propri sentimenti d'onore, di responsabilità, ecc. Come si vede, in tutti questi casi si tratta di un rapporto tra soggetto e oggetto. L'oggetto affascina; il soggetto resta suggestionato, affascinato. L'oggetto è il polo positivo che attrae a sè il polo negativo. La fascinazione è magnetismo: il soggetto finisce per polarizzarsi unicamente verso il magnetizzatore, abolendo in se stesso ogni coscienza del mondo esterno. Può per altro accadere che nello stesso soggetto si voglia produrre la polarizzazione fascinatoria, l’incontro tra il principio attivo (= I) ed il principio passivo (= A) e quindi sviluppare la nostra forza creativa al fine di creare “enti”. 376
L’abbiamo infatti estratto da un libretto anonimo degli anni ’20, praticato collegandolo agli insegnamenti a noi trasmessici da Virgilio T.
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Se vogliamo ottenere lo stesso risultato su noi stessi noi dovremo trovare in noi stessi tanta forza di concentrazione quanta basta per polarizzarci verso l'idea da ricevere. Chiameremo quindi la seguente metodica: “auto-magnetizzazione” La direzione dell’attenzione
Il primo passo, consiste nel sostituire all'anarchia dei propri pensieri uno sforzo direttivo di attenzione, contenente in sé il principio di centralizzazione (=). Per ciò bisogna imparare a rimanere il più possibile in uno stato di spirito calmo, raccolto, riflessivo: esaminare con sangue freddo ogni idea che si presenta, ogni impulso fisico astrale o mentale, cercare di rendersi conto della sua importanza, dell'effetto che può produrre, della virtualità che può creare e di quello che può impedire. Quindi è importante studiare gli esercizi della prima parte che aiutano sia ad accrescere la propria forza nervosa sia portano alla padronanza della concentrazione e dell’attenzione ed in particolar modo quelli davanti allo specchio che vi forniranno di tali qualità. Come applicare il metodo
La costruzione volontaria del destino di ciascuno ed il perfezionamento delle nostre qualità si può paragonare alla costruzione di un edifìcio. L'edificio presuppone i piani di un architetto il quale ha lungamente meditato sulle dimensioni, l'importanza e gli scopi dell'edifìcio da innalzare; ma la costruzione di questo edificio ha luogo piano per piano senza che l'architetto debba rivolgere la sua attenzione sull'insieme, bastandogli concentrarla su ogni fase successiva del lavoro. Così a noi non occorre vivere in una perpetua
tensione di spirito che somigli a un'idea fìssa, ma basta aver di mira in modo generale lo scopo della nostra attività. COSA CHIEDERE?
I nostri allievi chiedono di tutto e con successo. L’importante è che l’atteggiamento sia mirato. In altre parole voi dovete operare con la perfetta convinzione che la qualità da acquistare vi è indispensabile ed è per voi un dovere possederla; e con fede che con l'automagnetizzazione potrete facilmente conseguirla.377La ragione per la quale la gente non cambia è che chiede cose che solo “desidera”, oppure che non pensa possibili con questo già bloccandosi in anticipo. Un altro errore è chiedere “cose” singole staccate dal contesto del proprio miglioramento globale. Se chiedete “cose” staccate potreste anche ottenerle, ma se non sarete in linea con le chiavi della prima parte potrebbe non essere quello che veramente volete e vi rende felice. Questa pratica era dagli antichi compresa come evoluzione e perfezionamento. E’ profondamente educativa e morale e può dare un mirabile aiuto al perfezionamento individuale e sociale. Per iniziare, occorre un esame di ciò che realmente ci necessita e dobbiamo ottenere; poiché non possiamo scindere l’uomo dall’universo, conviene collegare i motivi del fatto con tutta l'organizzazione individuale e cosmica. Non abbandonatevi quindi ogni sera a cercare di ottenere risultati disparati378. La via del perfezionamento fisico e 377
Queste pratiche non devono essere considerate come un giuochetto buono per trastullarsi, «per vedere se è vero ». E' quindi fatica sprecata utilizzarlo a semplice titolo sperimentale. 378 Cioè non utilizzate la tecnica per troppi scopi cambiando direzione e scopo della formula che utilizzate tutte le sere
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morale è fatta di gradini: non affrettatevi a posare il piede sul secondo prima di trovarvi ben saldi sul primo. Esame di sé come punto di partenza
Studiate voi stessi, i vostri bisogni, i vostri difetti, vedere quale vi rechi più danno e sia nello stesso tempo più facile da eliminare. Solo dopo questo esame, e dopo esservi bene impossessati della tecnica, iniziate la pratica nella via scelta, insistendo in essa fino a quando il risultato divenga certo e durevole. Nessuno può conoscere il cammino da percorrere se non sa da che punto incominciare il suo viaggio. Se riusciamo a convincere noi stessi che il nostro corpo è la dimora dell'anima e che questa vi si trova tanto più a suo agio quanto più l'abitazione è sana e piacevole, ci rendiamo conto che molto ci resta da fare in questo campo, sia abolendo le abitudini nocive che ci rubano energia inutilmente, sia imponendone a noi stessi delle altre migliori e frutto di scelta effettiva. Eccoci dunque disposti a confessare noi stessi. Cominciamo dal nostro fisico. Noi non siamo soltanto quel che natura ci ha fatto, ma ciò che siamo divenuti per una serie di abitudini. Noi possiamo abbellire ogni parte del nostro corpo. Alcuni si imbruttiscono in seguito a malintese pratiche di cura personale. Altri - i più - per una deplorevole trascuratezza della propria persona. La gola, l'intemperanza, gli abusi, gli strapazzi, una cattiva distribuzione tra l'attività ed il riposo, sciupano anzitempo. Vi sono di quelli che non danno mai al proprio corpo la gioia di un po' di moto violento : in altri la cattiva igiene alimentare, le abitudini malsane, la sporcizia, hanno fatto perdere ogni freschezza, ogni bellezza, ogni vigore.
L'esame del nostro spirito ci apre un cammino immensamente più vasto. I sette peccati capitali e i mille peccati veniali si combattono in noi. Non vi è che la consolazione di pensare che nessuno è senza difetti. Studiatevi dunque di guarire i vostri difetti, ma studiatevi sopratutto di educare le vostre virtù (e chi non ne ha?) mediante la pratica assidua della tecnica qui descritta. Ecco ora un quadro sinottico, un canovaccio sui quale ciascuno può mettere ciò che gli suggeriscono le sue necessità personali ed utile per la pratica del perfezionamento: Esame del sè Fisico-Morale
Passato Futuro Difetti e compulsioni da superare
Qualità da sviluppare
Faccende da sbrigare
Faccende da sbrigare
Consigliamo caldamente il lettore di esercitarsi a riempire questo quadro trasportandone ogni sezione su un apposito foglio di carta e spingendo l'analisi il più avanti possibile Ognuno deve quindi .essere l'autore della propria formula di cambaimento, e - staremmo per dire - ogni formula non deve servire che una sol volta, anche in casi identici. Come abbiamo diffusamente spiegato, la formula non è una cosa a sé, ma è il risultato di una serie di operazioni spirituali che bisogna compiere sotto pena di fallire la propria auto-magnetizzazione. La condizione psicologica necessaria di ogni formula è l'intensità dell'idea, intensità che è sopratutto un effetto dell'attenzione. L'idea che tende a realizzarsi è quella sulla quale l'attenzione si è particolarmente concentrata. Nel fenomeno si hanno dunque tre tempi: 1.° Idea di una modificazione;
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ALCHIMIA PRATICA: AUTO MAGNETIZZAZIONE
2.° Lavoro di realizzazione, incosciente per il nostro io attuale; 3.° Comparsa della modificazione pensata.
Schema Generale Spieghiamo ora dettagliatamente “come” ottenere il cambiamento. A facilitazione del principiante, facciamo precedere un brevissimo schema della tecnica. Tale schema sarà capito meglio dopo una prima prova e servirà all'allievo volonteroso che desideri avere chiara la visione complessiva del procedimento, prima d'iniziarne ogni singola parte. Esistono due maniere di operare: 1) Durante il giorno 2) La sera. Le più efficaci auto-magnetizzazioni avvengono la sera, prima di coricarsi, nelle condizioni più favorevoli d'isolamento e di silenzio. Ecco ora lo schema: FASE LEGGERA 1. Entrate nel presente, fuori dal tempo del “divenire” 2. Davanti ad uno specchio oppure nel rilassamento, predeterminate il soggetto, esaminatelo e coloritelo pensando che volete, potete e decidete di raggiungerlo. FASE PROFONDA 3. 4. 5. 6. 7. 8.
Create uno stato di calma Create la formula e fateci scendere la luce. Bevete ed Assorbite la formula. Coricatevi. Automagnetizzatevi Addormentatevi e lasciate che la vostra mente si autoorganizzi
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ALCHIMIA PRATICA: AUTO MAGNETIZZAZIONE
Creazione dell’Idea Per creare dobbiamo partire da un’idea, cioè definire come sarà la nostra personalità al raggiungimento del nuovo modo di essere379. Ovviamente vogliamo fare di più di quello che faremmo con la semplice mente abituale. E’ importante creare quindi una “accumulazione di tutti i pensieri già disponibili” per andare oltre ancora se necessario e stimolare i migliori risultati. Partendo da un'idea generica, noi quindi continueremo finchè ci sembrerà di avere osservato la situazione sotto tutti i suoi aspetti. Eseguiremo un esame vero e proprio del soggetto. Questo è anche definibile come “plasmare l'idea pura”, o disegnare la tela che verrà successivamente colorita. Ci si può dare una qualità di cui è sprovvisto, o togliersi un difetto che ci danneggia. Si può dire anzi che i due casi normalmente non ne formano che uno. Infatti ad ogni difetto corrisponde una possibilità parallela di elevazione. Si tratta sempre, insomma, di perseguire un ideale di miglioramento. Esame preventivo Questa fase di esame comprende tre punti: 1. Esame dello stato attuale. - Definizione circostanziata del proprio vizio o difetto o debolezza, rafforzata dalla rimemorazione e dalla visione chiara del danno che tale stato ci procura.380 379
Dobbiamo quindi avere la determinazione preventiva che il soggetto sarà esaminato in tutte le sue parti, in tutte le sue proprietà, sotto tutti i lati dai quali può presentarsi.
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ALCHIMIA PRATICA: AUTO MAGNETIZZAZIONE
2. Esame dello stato futuro. - Definizione circostanziata della virtù o pregio che vorremmo acquistare, rafforzata dalla previsione dei vantaggi che tale stato ci può procurare. 3. Analisi di tutti i mezzi che sono in nostro potere per abolire lo stato nocivo e conseguire lo stato desiderabile. Tale analisi dei mezzi è ciò che gli studi anatomici e pittorici sono per l'artista. A costui non basta avere davanti il soggetto o la tela su cui riprodurlo mediante i colori, ma gli occorre una somma di conoscenze che nel nostro caso raffiguriamo nell'esame del soggetto quale noi lo descrivemmo. Se infatti un inesperto si pone davanti lo stesso soggetto presentato al pittore, egli non vedrà affatto tutto ciò che l'occhio esercitato dell'artista vi scopre. L'artista invece vi scopre tanti particolari? perchè ha una somma di cognizioni provenutegli dall'abitudine di esaminare un soggetto pittorico sotto mille aspetti. Così dunque l'esame del soggetto serve per darci i mezzi per giungere alla sua integrazione. Quest’analisi è fondamentale. Colorite il soggetto.
Del tutto diverso è invece il procedimento che dobbiamo seguire in questa successiva fase della nostra analisi del soggetto. Noi dobbiamo ora non più mettere a raffronto lo stato difettoso con lo stato che desideriamo; ma, dopo aver cancellato completamente dal nostro spirito lo stato difettoso, cosi come ci spoglieremmo di una veste sudicia, presentare unicamente dinanzi alla nostra mente, all'anima nostra, la qualità desiderata, non in forma statica, ma in forma dinamica; vale a dire, non come una fredda raffigurazione obbiettiva ma come qualche cosa di immedesimato con noi, ravvivando l'immagine colla
previsione di tutto ciò che di bello, di buono, di piacevole porta con sé il possesso di tale qualità. Utilizzando tutti sensi. In particolare la vista, l’udito, il tatto e l’emozione. Altro punto. Mediante un esercizio di ginnastica psichica che il nostro allievo non troverà difficile, noi dobbiamo progressivamente far passare questa visione dallo stato futuro allo stato presente, vale a dire - dopo aver cancellato la memoria dello stato difettoso - immaginarci già forniti fin d'ora delle qualità di cui vogliamo ornarci, considerare noi stessi come dei privilegiati possessori di tale ornamento. Ecco in tal modo il quadro colorito e compiuto. Notiamo che più che una frase381, l'allievo arrivato a questo punto non avrà davanti a se che la visione concreta, quasi diremmo un'allucinazione di se stesso, libero dal vizio dannoso, di se stesso che passa imperterrito davanti agli spacci di tabacco, di se stesso che non accetta la sigaretta offertagli dall'amico, di se stesso pieno della gioia di sentire finalmente la freschezza del proprio alito, di vedere tornato il colore sul proprio viso, di sentire il cuore battere regolarmente in petto, ecc. Ecco la visione dinamica; diversa come si vede dalla visione statica.
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E' chiaro che l’idea al termine di questa fase non può più essere che positiva, ad esclusione di ogni forma negativa o anche semplicemente dubitativa. L'allievo a questo punto, non dirà più per esempio a se stesso : Io non fumerò più; e nemmeno: Io mi propongo di non fumare più; dirà invece: Io non ho mai fumato. Io non sono un fumatore. Io non ho il vizio di fumare, perchè mi è impossibile fumare, perchè so che l'astensione dal fumo significa salute, economia ecc.
376
ALCHIMIA PRATICA: AUTO MAGNETIZZAZIONE
Quest'arte di creare scene coll'immaginazione, o ideoplastica382 nell'intento che esse si verifichino nella realtà, venne già considerata da Paracelso come una magia vera e propria. La maggior parte di noi ripetiamolo ancora - desidera troppo poco o in guisa così debole che non ne risulta alcun sforzo cosciente. Siamo allora come calamite troppo deboli per attirare a noi ciò che vogliamo. Bisogna dunque imparare a calamitarci fortemente ed a questo scopo il precedente lavoro con le immagini trova tutto il suo senso.
382
Ochorowicz
FASE PREPARATORIA Decisione e Coscienza di quello che si vuole Accesso alla presenza
Ponetevi nel presente. Praticate magari un esercizio come quelli indicati nella prima parte di reintegrazione all’ora. Quando saremo in questo punto saldo, allora potremo creare. Affermazione Globale
Dovete dirvi che il metodo funzionerà. Questo predispone al vostra mente. Che volete, potete e siete decise ad applicare la metodica per il vostro miglioramento individuale.383 Volete, Potete, Siete decisi a Fare?
Una simile domanda può sembrare assai strana. Affrettiamoci dunque a spiegarne il significato importantissimo. Ogni situazione della nostra vita è frutto di un particolare nostro rapportarci al tempo. Quella che chiamiamo “realizzazione nel presente” nasce da tre condizioni psichiche: 1. Sapere ciò che si vuole (Volere) 2. La possibilità percepita di ciò che si vuole (Potere) 3. La sincerità e la verità del volere nell’ora. (Decidere di fare) 383
Tecnicamente questa è una “meta affermazione”, vale a dire una affermazione che influenza tutte le affermazioni successive e crea un quadro operativo.
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ALCHIMIA PRATICA: AUTO MAGNETIZZAZIONE
Sono gli elementi che condizionano il nostro “creare il tempo e le situazioni”.
Questi tre elementi abbiamo visto precedentemente che sono alla base dei cosiddetti “metalli” o differenti tipi umani. Vi sono infatti persone che sono troppo nel “posso” e mai nel “faccio” e sono “sognatori”, oppure persone che sono nel “voglio” ma non nel “faccio”. E’ il nostro permanere in tali “nature fisse” che ci fa continuare ad ottenere quello che abbiamo sempre ottenuto e ci impedisce di vivere esperienze diverse. Noi dobbiamo equilibrare questi tre elementi in quanto solo dal loro equilibrio consegue l’azione retta. Esaminiamo ciascuna condizione. 1. Sapere ciò che si vuole. - Spesso si crede di sapere ciò che si vuole, ma l'idea è invece troppo imprecisa, fluttuante. Alcuni, anche confondono il “volere” con il “desiderare”. Non ci si può fissare su un'idea priva di corpo, il risultato è nullo. Pensiamo che volere per noi implica un’azione. Essere capaci di formulare una immagine chiara e netta di quello che si vuole dirige ed orienta la mente, e tale immagine può essere riassunta con una formula. Dovremo perciò abituarci a formulare in una frase rappresentativa ciò che vogliamo volere. Nel nostro caso la formula è semplice: Voglio ottenere il tal risultato!
2. La possibilità di ciò che si vuole. - E' inutile volere una cosa
3.
impossibile: il nostro noi stessi se ne accorgerebbe rifiutandosi di fare uno sforzo che saprebbe già essere inutile. In altre parole il nostro inconscio tenderebbe ad impedirci di sprecare inutilmente energia. Si vuole perché si può. Il vedere che un altro è per esempio stato capace, apre la mente alla possibilità e permette all’atto di volontà di manifestarsi. Un’altra chiave è pensare se già nel passato non abbiamo avuto tale possibilità. Dite quindi a voi stessi: - Sì, lo posso. La sincerità e la verità del volere. – Significa “decidere di fare”. Delle tre condizioni psichiche dello sforzo di volontà, la sincerità del volere è quella che più spesso difetta, e si può ben dire che la maggior parte dei casi di cattiva riuscita si deve a questa mancanza di sincerità. Le cause sono molteplici: anzitutto il dubbio che paralizza, il terrore di uno sforzo che spesso giunge fino a una specie di sofferenza del « dover volere ». Abbiamo poi la classe di coloro che « vorrebbero volere » ma all'ultimo momento si sottraggono all'atto volitivo, e finalmente la classe degli incoscienti che si accontentano del « tentativo di volere », e che cioè sono sinceri nel desiderio di volere, ma non sanno decidersi a volere. Per superare questo scoglio è bene esprimersi all’indicativo presente: faccio, decido di ecc…
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ALCHIMIA PRATICA: AUTO MAGNETIZZAZIONE
Esercizio di Base Quest’esercizio può essere condotto in due maniere: o davanti ad uno specchio oppure in un leggero rilassamento e con una respirazione tranquilla, ad occhi chiusi, visualizzando il presente che desiderate. La prima maniera è la più efficace, semplice e rapida384. Vi guardate nello specchio ed è come se parlaste ad un amico e lo convinceste. Prendete calma, uscite dal tempo dell’urgenza, siate nel tempo del presente, in un “inizio”. Alternate il pronome “io” con il pronome “tu”. Sempre guardandovi vi direte ogni tanto “tu puoi fare” ed altre volte “sì, posso fare”. Siate coloriti, descrivete lo stato che può essere raggiunto in maniera chiara. Se volete incrementare l’effetto quando utilizzate il “tu” guardatevi nell’occhio sinistro e quando utilizzate l’”io” guardatevi nell’occhio destro. Dovrete applicare i passaggi posso – voglio – decido sia a quello che volete raggiungere sia anche alla metodica che applicate. Questi tre passaggi, infatti, riuniscono i tre momenti del vostro essere e permettono di costruire il presente. Es: Tu sei una persona in armonia con gli elementi, ti senti bene, oggi è una giornata meravigliosa! Sì oggi è proprio una bella giornata e sono pieno di energia! Etc…
Questo esercizio è già un modo in cui un’immagine entra nella nostra mente e può anche essere eseguito da solo quotidianamente per dare più carica e stimolo alla propria vita385.
384
E’ la maniera che ci è stata insegnata oralmente da Virgilio T. (per il T. vedi la nota nell’introduzione) e che troviamo la più pratica. 385 Alcune cose che potete dirvi sono ad esempio che “siete in equilibrio con gli elementi”, “in armonia” ecc.
LA CORPOREIZZAZIONE La formula chiave – La Formula
Già solo pensando nella maniera prescritta all’idea desiderata (davanti allo specchio oppure in lieve rilassamento), noi possiamo considerare che siete arrivati ad un primo grado di assorbimento parziale386. Ma noi vogliamo fare di più. Possiamo e Vogliamo entrare nella fase di assorbimento vera e propria della nostra idea attraverso il supporto del vostro corpo stesso. Così facendo potremo eliminare in poche sedute anche abitudini che sono anni che allignano, comportamenti che con nessuna altra tecnica siamo riusciti a sradicare, e sviluppare nuove virtù e capacità. Sinceramente, avendo provato anche tecniche di PNL, metodiche ipnotiche varie etc… possiamo testimoniare che quella che descriviamo qui, se praticata alla lettera, è una tecnica potentissima e senza eguali. Non è necessario, ma potete anche aggiungere una formula, un mantra, un simbolo tale che possa venire facilmente assorbito dalle nostre facoltà psichiche. Le due regole generali che devono governare la compilazione della formula sono queste: 1.° La formula deve essere affermativa ed al presente. - Noi non dobbiamo dire per es. : « Non sarò più triste » ma « Sono di buon umore ». 2° La formula deve essere brevissima. Voi dovete infatti concentrare il pensiero su una affermazione, per un atto di fede. Tutto 386
La prima fase corrisponde grosso modo a quello che viene fatto con varie tecniche di ipnosi o di visualizzazione creativa (anche se quando si utilizza lo specchio il risultato è più forte).
382
ALCHIMIA PRATICA: AUTO MAGNETIZZAZIONE
l'atto di fede del popolo cristiano è concentrato in una sola parola: CREDO.
PREPARAZIONE E METODO Come assorbire la formula.
Potete utilizzare un simbolo oppure una formula. Il meglio è utilizzare entrambi. Il simbolo sarà un disegno, e la formula delle parole. Stabilita la vostra formula suggestiva, scrivetela su un foglio di carta in caratteri molto grandi. Procedete allora così: Sviluppate dapprima uno stato centrale in voi. La vostra mente si deve trovare in uno stato calmo come la superficie d'un lago in bonaccia. Ogni impulso istintivo, ogni movimento passionale, ogni stato affettivo abitualmente intenso sono contrari a questa condizione. Aver seguito un regime poco carneo, una vita ritirata sono invece favorevoli. Tale stato è simboleggiabile dal dominio degli elementi. Opererete ora con uno specchio ed un tavolino (od un sostegno) davanti a questo. Disponete allora la carta verticalmente. Il foglio deve stare in posizione verticale o coll'aiuto di un libro, o di un sostegno d'altro genere. Il foglio deve trovarsi ad un'altezza uguale a quella dei vostri occhi, e a una distanza tale che voi possiate leggerlo comodamente stando col capo appoggiato allo schienale della vostra poltrona. Davanti al foglio disponete un bicchiere colmo d'acqua o della bevanda da voi preferita.
La luce
Mettete una fonte luminosa nella stanza in modo che essa vada a cadere colla massima intensità sul foglio di carta e sulla superficie liquida, di modo tale da creare un riflesso nell’acqua, che questa sia luminosa, abbagliante il più possibile. Il resto della camera dovrebbe rimanere immerso nell'ombra. Se possibile voi stesso dovete esser fuori del cono di luce. Ancora meglio è se potete fare sì che la luce arrivi dal basso rispetto a voi. PRIMO LIVELLO
Per il migliore risultato Voi dovete dapprima dimenticare il vostro corpo, per dare tutta la vostra attenzione allo spirito. Incominciate a rilassarvi progressivamente. Muscolo dopo muscolo lasciate andare le tensioni. Chiudete gli occhi. Lasciatevi scendere nel rilassamento. Noterete dapprima un’impressione di nero, appena avrete chiuso le palpebre, poi progressivamente, più scenderete, più potrà apparire come un maggiore chiarore, immagini. Soprattutto la sera, se perduraste potreste scendere nel sonno allora, ma invece vi metterete davanti allo specchio. DAVANTI ALLO SPECCHIO
Di nuovo, in uno stato di calma e guardandovi incominciate a parlarvi mettendovi in piedi, dicendovi che volete, potete e decidete di avere il cambiamento. Guardatevi sia al centro che alternativamente nell’occhio sinistro e nell’occhio destro. Mentre vi guardate nell’occhio sinistro utilizzate il “tu”, mentre quando vi guardate nell’occhio destro utilizzate il pronome “io”. Parlatevi come se parlaste ad un amico.
384
ALCHIMIA PRATICA: AUTO MAGNETIZZAZIONE ACQUISIZIONE VISIVA PASSIVA DEL MANTRA E DEL SIMBOLO SCRITTO
Se avete deciso di utilizzare anche una formula, fissate ora intensamente la formula ed il simbolo in modo che ogni parola resti impressa profondamente nella vostra mente. Dopodiché, Immediatamente dopo letta la formula o la frase, portate gli occhi sulla superficie liquida, fissando il riflesso della luce nell’acqua con tutta l'intensità di cui vi sentite capaci, ed immaginando di proiettare nel liquido le vibrazioni del vostro pensiero. Nello stesso tempo voi dovete vedere apparire colla fantasia nella porzione luminosa del liquido l'imagine della vostra persona dotata della qualità o dell'aspetto che desiderate essa abbia.387 Se si tratta di una qualità morale raffigurerete voi stessi dotati dell'aspetto corrispondente a tale qualità, in virtù del noto parallelismo tra le qualità dello spirito e l'aspetto fisico. Se vi riesce difficile imaginare il vostro fisico, collocate 387
Per ben riuscire l'esperimento, occorre che vi troviate in uno stato calmo come la superficie d'un lago in bonaccia. Potete esercitarvi anche utilizzando una palla di cristallo. Quando si guarda alcuni istanti il centro della Palla, si sente un pizzicore caratteristico negli occhi e all’inizio si è obbligati di chiudere momentaneamente le palpebre e, con ciò, distruggere tutti gli sforzi fatti sin allora. Lo sbattimento delle palpebre è dovuto al nostro essere impulsivo ed è un puro fenomeno riflesso. Bisogna quindi combatterlo colla volontà. Al momento in cui si sente il pizzicore caratteristico degli occhi, bisogna tendere la volontà per impedire alle palpebre di chiudersi. Ottenuto questo primo risultato, si vedrà dapprima la Palla prendere una tinta differente dalla normale, poi si vedrà come una nebbia e poi potranno aversi delle visioni. L’incisione riportata qui di seguito rappresenta chiaramente tale tecnica operata invece con uno specchio.
vicino un vostro ritratto e proiettatelo modificato entro il liquido, colla forza della suggestione. Ricordate che ogni impulso istintivo, ogni movimento passionale, ogni stato affettivo abitualmente intenso sono contrari a questa condizione di “visione”. Dovete vedere veramente voi stessi, come l'Homunculus del mago Dottor Faust, agitarsi, inchinarsi, sorridere, erigersi, assumere insomma gli esatti atteggiamenti che voi vorrete avere all'indomani. ASSORBIMENTO NEL CORPO
La fase che arriva adesso è l’inizio del “ritorno alla materia”. Pensate che l'acqua che bevete è stata vitalizzata attraverso una discesa ed una graduale corporeificazione dello spirito nel mondo prendendo la forma di perfezione da voi immaginata sulla superficie delle acque. Prendete la tazza di liquido e bevetela lentamente, continuamente, coll'idea che le vibrazioni gettatevi dentro dal vostro pensiero, tornano tutte in voi e circolano nel vostro essere. Perchè l'operazione possa dirsi ben riuscita, voi dovete sentirvi alla fine di essa in uno stato di calma felice,
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ALCHIMIA PRATICA: AUTO MAGNETIZZAZIONE
come se il compimento del voto espresso nella formula fosse già avvenuto fin da quel preciso istante. Raccomandiamo all'allievo di studiare bene tutto questo paragrafo, di valutarne ogni sua parte. Il successo dipende dall'esatta esecuzione, non solo materiale, ma spirituale. Secondo Grado – abbandono totale dell’ego abituale ed accesso ai livelli più fini - Coricatevi.
Se è ora di andare a dormire potrete procedere all'assorbimento della formula nella vostra stanza da letto, in modo da dovervi muovere il meno possibile. Sarà da raccomandare comunque uno stato di inerzia mentale, paragonabile al rilassamento muscolare. Eccoci finalmente giunti al punto culminante del nostro metodo. La fase che conduciamo ora è di accesso della nostra idea ad una dimensione dove essa si amalgama con il corpo: si “corporeizza”. Il corpo non ha tempo e quindi rappresenta il supporto ideale per fissare la nuova idea. IL BUIO E LA FASE DI MAGNETIZZAZIONE
Non appena in letto o seduti in una poltrona, guardate una luce e ripetete mentalmente la vostra formula. Attivazione Antero/Posteriore. Sfregate ora dolcemente una palma della mano contro l'altra, fino a tanto che entrambe siano riscaldate. Ponete allora la
palma della mano destra dietro il capo, sul cervelletto; e la palma della mano sinistra sulla fronte. In tale maniera mettete in contatto la parte davanti di voi (il futuro) con al parte dietro (il passato) e sarete per qualche istante in uno spazio mediano: quello in cui state creando. In tale posizione respirate ritmicamente fino alla scomparsa della traccia luminosa (per un tempo quindi di 1-3 minuti), concentrandovi sull’idea che volete corporeizzare. Questa concentrazione ben compresa deve essere come una visione di noi stessi nell'atteggiamento desiderato, o nel possesso di quelle qualità fisiche o spirituali che volete.388 Diffusione Energetica
Levate allora le mani dal capo e sfregate di nuovo le palme. Colla palma destra incominciando dalla spalla, passate sul lato sinistro del vostro corpo da un minimo di quattro ma volendo anche fino a 25 volte. In tal modo in questa parte del corpo voi polarizzerete il fluido suggestivo che irradia dal vostro cervello durante l'operazione. Non è necessario passare fortemente la mano sulle membra. Basterà a tale scopo sfiorare semplicemente o anche tenersi colla mano alla distanza di un millimetro o due toccando saltuariamente. L'importante è che la mente non perda la propria concentrazione durante l'atto materiale. Sfregate ancora le palme e, colla palma sinistra, passate sul lato destro del corpo. 388
Ripetiamo ancora e sempre: Essa è semplicemente e puramente la visione chiara, vivificata da una fede profonda e incrollabile della vostra personalità perfezionata, già fin d'ora in possesso di tutti quei pregi che avete ambito di possedere o che dovete immaginarvi di possedere a partire da quel momento.
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ALCHIMIA PRATICA: AUTO MAGNETIZZAZIONE Il Cuore
Sfregate ancora le palme, e colle mani incrociate l'una sull'altra passatele sul petto per circa 1-2 minuti. Questo omogeneizzerà le sensazioni anche al cuore, il centro di voi stessi Circolazione ed Omogeneizzazione
Sfregate ancora le palme e, sempre tenendole incrociate, passatele sul ventre, sul pube, sulle gambe, fin dove giungerete, senza perdere il rilassamento. In tal modo, a poco a poco, per mezzo di operazioni successive, voi avrete polarizzato tutto il vostro essere. L'irradiazione dell'idea, partita da voi, torna in voi e circola completamente.389 Attivare la connessione con l’infinito
Tutto il frutto dell'esercizio andrebbe perduto, se dopo aver eseguito le operazioni descritte l'allievo lasciasse vagare la propria mente in balia di altri pensieri. Alla polarizzazione completa del corpo deve quindi seguire immediatamente uno stato di “assenza di pensieri” paragonabile al sonno. Un momento nel quale accediamo al “niente”. Il sonno, oppure il “niente” è infatti lo stato dal quale il nostro essere diurno è “sognato”. Possiamo pensare che la nostra vita individuale è un miraggio che dipende da un contingente modo di equilibrio dei differenti “enti” che la compongono: azioni, pensieri, valori etc… Per poter 389
Trattandosi di un procedimento alquanto complicato bisognerà imparare perfettamente il meccanismo da sveglio, sino a poterlo poi eseguire in modo automatico.
modificare questo intreccio dobbiamo dapprima annullarci, per permetterci di ricomporci in nuova maniera. Il sonno rappresenta quotidianamente un modo di questo annullamento. Entriamo quindi oltre la soglia della conoscenza diurna, nello spazio della potenza. Perciò, non appena terminata la polarizzazione del corpo disponetevi nella posizione che vi è più comoda per dormire e rilassatevi ancora, meglio che potete. L’infinito
Osservate una luce di fronte a voi e poi eseguite dei movimenti ad otto coricato (∞) con la testa, di modo che le vostre pupille siano obbligate ad eseguire tale movimento. Dopo una trentina di secondi chiudete gli occhi, ponete le palme delle mani sugli occhi e manteneteli chiusi fino alla completa scomparsa dell’immagine residua luminosa. Durante il permanere dell’immagine residua non pensate assolutamente a niente, osservate solo la trasformazione delle luminosità. Dopo un poco aprite gli occhi e l’esercizio è finito. Metodo alternativo
Ovviamente potete eseguire l’esercizio anche col sonno normale. Se siete nel vostro letto, appoggiate il polpastrello del dito medio della mano destra sul centro della fronte, nell'infossatura che si trova poco sopra la radice del naso, fra le due sopracciglia, ed esercitate, senza però esagerare, una pressione energica e ininterrotta sulla scatola cranica, Voi dovete addormentarvi in questa posizione. Prima però, concentrate, il pensiero sul segno dell'infinito matematico: Si tratta di tracciare mentalmente senza
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ALCHIMIA PRATICA: AUTO MAGNETIZZAZIONE
discontinuità e per un tempo sempre crescente il segno matematico dell'infinito ∞ simile ad un 8 coricato390. Immaginatevi perciò di vedere questo segno immensamente grande spiccare luminoso su di un fondo buio. Voi dovete, incominciando da un punto qualunque, seguire la curva continua, senza mai staccare gli occhi della mente. Lasciatevi poi andare. Non appena addormentati, la pressione del dito cesserà naturalmente. Questa leggera pressione tenderà a facilitare la “convergenza oculare” (punto ) ed a creare uno stato propizio all’accesso alle dimensioni più sottili. Considerazioni finali
Il risultato finale è brillantissimo, superiore ad ogni aspettativa; tutti i nostri allievi riportano di sentirsi meglio già subito dopo la fine dell’esercizio. Ma errerebbe e sarebbe totalmente disilluso chi si accingesse a quest'opera senza aver prima seguito gli esercizi della prima parte utili a migliorare l’attenzione e la presenza a sé stessi. Note Pratiche
Allo stato di veglia successivamente, aiutate più che potete la vostra suggestione, sforzandovi di ubbidire al comando che vi siete dato. “E' legge psicologica che ogni volta che si cede ad una passione, la resistenza diventa sempre più difficile quando una occasione analoga si
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Il simbolo dell’antimonio (rappresentato da vari autori come zolfo
nero v) è a volte rappresentato da tale simbolo che allude anche alle due polarità ed al dominio della forza di base raggiungibile con l’equilibrio.
presenta; mentre ogni sforzo che tende a reprimerla rende più facile la vittoria seguente”391. Riflettete al senso di questa verità, ed agite di conseguenza. Chi vorrà dedicarsi a queste pratiche, constaterà che spesso la prima volta non sarà stata sufficiente ad assicurare il successo, o che questo sarà stato di breve durata. Non importa: quand'anche lo scopo non fosse stato raggiunto, questa prima auto-magnetizzazione non sarebbe andata perduta, perchè essa vi avrà spianato il cammino, e vi avrà reso più facili le successive. Perseverate: la sera successiva o quando potete datevi una seconda formula uguale alla prima e insistete regolarmente, con fiducia incrollabile nel successo finale. Ripetiamo, possiamo eliminare facilmente abitudini inveterate e cristallizzate da anni in pochi giorni di pratica. Vi sono alcuni che non estraggano dalla metodica tutti i frutti che esso può dare, perchè pur avendolo ben compresa, se ne stancano presto. Ora accade qui ciò che avviene di ogni altro campo: il cervello deve abituarsi, allenarsi e raffinarsi in questa via. Se dunque volete i migliori risultati, esercitatevi. La tecnica, quale noi l'abbiamo descritta, può sembrare lunga. Ma ciò è solo quando si impara. A poco a poco le varie operazioni che la costituiscono si succederanno rapidamente. Ai nostri scolari bene allenati bastano pochi minuti al massimo per compiere l’intera procedura.
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(Lèvy)
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ALCHIMIA PRATICA: AUTO MAGNETIZZAZIONE
Formule per utilizzi quotidiani. Diamo ora alcuni esempi di formule. Sono solo esempi. Sbaglia infatti chi crede di servirsi di formule gia fatte: esse non rispondono che ad una generalità di casi per lo più inutile all'individuo. Sono solo state scritte per far capire la nettezza di immagini che bisogna creare. Osservazione riguardo alla forma linguistica. Potete utilizzare tanto il pronome “io” (es. “io sono capace”) quanto un’espressione del tipo “il mio essere” (es. “il mio me stesso è capace”) od ancora il proprio nome (ad esempio per chi si chiama Mario Rossi: “Mario Rossi è veramente capace”). Abbiamo dato la prevalenza alla terza persona singolare poiché supponiamo che il nostro allievo abbia già fatto un sufficiente lavoro su sé stesso per astrarre dal proprio “ego”. Se invece siete all’inizio utilizzate senza problemi la forma “io”. Tuttavia il linguaggio è secondario. Infatti in teoria è possibile comporre anche formule basate non già sui vantaggi conseguenti all'esercizio d'una data virtù, ma sui danni derivanti dal vizio che si vuol guarire. Ripetiamo per l'ultima volta che la formula non è che l'espressione
verbale
della
visione.
Quel
che
importa
è
quest'ultima, cioè l'imagine viva, palpitante di noi stessi privi del difetto e dotati della qualità desiderata.392 1.
Per l'inappetenza:
Il mio corpo ha appetito che migliora. - Ad ogni pasto sente fame. - Il nutrimento si trasforma in energia. 392
E’ quindi un approccio differente da quello linguistico utilizzato attualmente, dove la parola crea l’immagine. In questo caso la parola è solo un supporto per “ricordarsi” che immagine creare.
2.
Contro l’ignavia e la pigrizia fisica.
E’ naturale vivere fisicamente una vita attiva. - Domani il mio corpo compie una lunga passeggiata a passo energico (oppure una determinata serie di esercizi). 3.
Guarire dolori locali, ecc.
Il paziente, dopo aver assorbito col procedimento noto una formula di guarigione, per es. : « sto bene. Il dolore è sparito, etc… » ecc. dovrà ripetersi questa formula ancor più energicamente in letto, passando insistentemente colla mano magnetizzata sulla parte sofferente. 4. Contro la timidezza. Il mio me stesso è sano, forte, intrepido – E’ naturale esprimermi. 5.
Contro la collera.
La mia mente è lucida, agisce con calma e parla senza precipitazione. Il mio mentale riflette prima di parlare e di agire. 6. Contro l'egoismo. Il mio me stesso ha facilità nel far piacere a quelli che lo circondano dal mio spirito emana una grande letizia, che attira così numerose e giovevoli simpatie. 7. Simpatia, fascino, magnetismo. Il mio me stesso manifesta sempre più sé stesso. – E’ naturalmente calmo ed in buoni rapporti con il prossimo. 9. Ottimismo. La libertà, la felicità e la sanità è condizione del mio essere. – Il mio essere ascolta solo la voce della sua coscienza che gli dice che è sul buon cammino. – E’ lieto e felice di vivere tra persone che lo amano, in un mondo dove tutto converge verso il bene. 10. Per sviluppare la forza di concentrazione. La mia mente è capace di concentrare la sua intelligenza su qualunque problema, applicarsi a qualsiasi lavoro. –
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ALCHIMIA PRATICA: AUTO MAGNETIZZAZIONE
11. Per ottenere successo in un'impresa. Il mio agire è quello di un uomo energico, intrepido, intelligente. – Può e riesce in tutto quanto intraprende – X (vostro nome) E’ un essere di successo. - - Ogni passo è un passo sulla via del successo. 12. amore. « Il mio essere è capace di dare e ricevere amore. – E’ naturale per il mio essere parlare e conoscere un altro essere che sia suo partner – è per il mio essere naturale esternare quello che sente, allo stesso momento astraendo da ogni emozione autoindotta ». 13. Metodo immaginativo per vincere ed avvincere un’altra persona La formula è qui determinata dalla necessità a cui si vuol provvedere. Ciò che importa è di vedere in tal caso nel liquido o nel vetro luminoso il vostro avversario sbaragliato e vinto dalle vostre ragioni. E’ inutile dare altre formule dal momento che nessuna di esse può servire definitivamente allo scolaro per le ragioni anzidette. Ognuno deve creare le sue. D'altra parte le necessità alle quali può applicarsi il processo sono infinite, ad esempio: Lavorare molto senza sentirsi affaticato. Acquistare la facoltà della pronta percezione. Essere suscettibile al bello. Studiare o leggere con profondità e serietà. Perdonare e dimenticare nemici ed ingiurie. Abolire lo stato di vagabondaggio cerebrale. Diventare influenti. Altre infinite suggestioni ciascuno di noi troverà considerando la propria condizione sociale, la propria professione, le necessità vicine e lontane alle quali deve far fronte.
Ulteriori metodi di trasmutazione Sperimentalmente nei nostri seminari abbiamo verificato la possibilità di ottenere modificazione della persona attraverso l’utilizzo della luce accompagnata eventualmente dalla pronuncia di una parola chiave. Successivamente chiudendo gli occhi e sbiancando la mente si ha una moltiplicazione dell’effetto della parola, ancora incrementato portando393 la luce residua nel cuore. Proprio questa considerazione è alla base di una nostra variante ad un’antica pratica alchemica. Altra nostra variante alla “Metodica del Gichtel” per vivificare le immagini
L'attrazione per il divenire, per le cose è la base della "brama". Per il Boehme una maniera di risolvere tale limitazione è allora rivolgere la "brama" interiormente verso l'elevazione. Le limitazioni dell’ego sono allora superate attraverso l'espansione verso il "sole". Il principio, enunciato è che la “fame” è il principio sia della nascita creaturale che della rinascita, e ciò che sospinge verso il corpo è anche ciò che sospinge verso l’eternità. Come mettere in atto tutto ciò? Un metodo di sviluppo394 è portare allora ad una abnorme intensità le forze del desiderio, dirette su di un simbolo di crescita. Il processo descritto è il seguente: “il desiderio magnetico della volontà animica è il creatore della … nobile e dolce luce di Dio. Sotto il possente desiderio, l’anima si accende in una chiara luce, ove la vergine celeste si leva trionfante…il fuoco interno 393
E’ più un immaginare di portare ovviamente. Un “sentire” che la luce arriva al cuore. 394 Evola, La Tradizione Ermetica pag. 138
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ALCHIMIA PRATICA: AUTO MAGNETIZZAZIONE
dell’uomo desiderante inghiotte questa celeste presenza della luce, che l’anima immagina con brama, attira a sé diventa presente – poi brucia chiaramente e produce in sé una bella e chiara luce”. Quindi abbiamo: 1. preparazione 2. luce 3. immagine nella luce 4. desiderio della luce 5. attenzione sul cuore Basandoci su questi elementi, possiamo proporre la seguente metodica: 1. calma 2. produzione dell’immagine della luce nel seguente modo: osservare una luce e chiudere gli occhi di modo da avere l’immagine residua della luce 3. vedervi un’immagine 4. attrarla a sé (desiderarla) 5. attenzione al cuore ed al calore del corpo Abbiamo osservato con questa metodica le virtù dell’immagine si mischino alla luce e nasca un nuovo modo di comportarsi, più naturale e vero.
Programma per essere Creatori della propria Realtà Nessuno vive su di un’isola ed anche la persona più spirituale deve risolvere delle necessità quotidiane che è bene risolva al meglio. Così come cambiamo noi stessi possiamo allora anche cambiare costantemente la realtà attorno a noi. Si tratta di un livello evoluto di cambiamento, che deve sempre essere effettuato in concomitanza ad un effettivo cambiamento personale quale è delineato nella prima parte del libro.395. Solo se ha seguito con scrupolo e coscienza tali indicazioni il suo “voglio” sarà rivolto a cose che effettivamente possono avere un senso per l’evoluzione. Può allora prendere coscienza del suo processo creativo. Le fasi della proiezione e creazione di una nuova realtà sono quattro: Ispirazione, proiezione, scrutazione, epurazione. a) “ISPIRAZIONE e CREAZIONE”. — Questa prima fase consiste nel definire cosa si vuole e dare una direzione. In pratica è fare appello alla parte di noi che è nella “globalità” per trovare direzioni e possibilità. Possiamo eseguirla in due maniere che chiameremo “classica” e “accelerata o moderna”. La maniera “classica” comprende due momenti distinte: un primo la sera terminato il lavoro 395
Il concetto è simile a quello che in alcuni seminari moderni viene chiamato “legge di attrazione”. La differenza in questo libro è che riteniamo che l’uomo non possa veramente attrarre se non sa quello che veramente vuole e chi è.
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OLTRE LA TRANCE
quotidiano (ancora meglio poco prima di andare a dormire) ed un secondo la mattina (meglio a digiuno). Alla sera ci poniamo i dati per i quali si desidera una ispirazione, gli elementi del problema da risolvere. “Ecco cosa voglio”. Isolandosi più che si potrà porteremo il nostro pensiero sugli ostacoli che dobbiamo vincere, sui diversi punti per i quali non vediamo chiaramente come riuscire. In questa maniera creeremo una “accumulazione di pensiero”. Pensiamo anche a possibili soluzioni, ma senza sforzo eccessivo. Pensiamo che comunque ne verremo a capo. Bisogna dire a se stessi: ecco ciò che voglio avvenga malgrado tutto. Il tempo necessario per creare l’accumulo di pensiero adatto ad attivare la risposta è da dieci a quindici minuti. Se vi sono più problemi, classificarli prima in ordine di urgenza e applicare la propria attenzione isolatamente su ciascuno di essi. Allora, quando i dati, gli elementi del problema posto dalle circostanze sono ben presenti allo spirito, bisogna (pur mantenendo la propria attenzione su questa pittura mentale) rivolgersi ad un altro piano più vasto in noi, come se ci si aprisse all’infinito, e formulare internamente la determinazione di ottenere una risposta. La forma più efficace è una forma aperta, ma anche una forma chiusa può creare stimolo: «Devo trovare il modo di venire a capo di ciò » — o ancora meglio « Io attiro a me le ispirazioni utili in questo caso » — « Io voglio averne un'idea chiara di ciò che devo fare », “chissà in quante maniere creative potrò risolvere tale situazione” o ogni altra analoga. Le persone eccezionalmente dotate, quelle che pensano nettamente e fortemente, si pongono
le domande ben definite e le accompagnano con un desiderio così intenso di risposta che il risultato sopraggiunge con straordinaria rapidità. La seconda fase, cioè quella in cui ci poniamo in uno stato riflessivo per raccogliere le ispirazioni determinate nel giorno o nei giorni precedenti, si fa allora al risveglio, quando l'anima essendo più passiva risponde meglio alle vibrazioni che le giungono. Tutto lo sforzo da fare consiste nel mantenere il proprio pensiero orientato verso le domande alle quali si attende risposta. Spesso la risposta non avviene in una volta sola, tanto più quando le condizioni necessarie perchè sopraggiunga sono alquanto complesse. La maniera accelerata o “moderna” è quella da noi più praticata ed è uguale nei due momenti alla precedente, solo non sarà più necessario essere di sera o di mattina e potrà essere eseguita in qualsiasi ora del giorno o della notte ed è quindi quella che normalmente facciamo eseguire nei nostri seminari. Utilizzeremo come aiuto una luce. Dapprima penseremo a quello che desideriamo (come nella maniera precedente fino a creare un “accumulo di pensiero”), poi fisseremo la luce per una trentina di secondi, infine chiuderemo gli occhi senza pensare a nulla, stando nel presente e semplicemente guardando la traccia luminosa sul fondo dei nostri occhi chiusi. Quando questa sarà scomparsa, apriremo gli occhi ed individueremo una risposta, presupponendo che vi sia. Qualsiasi cosa vi venga scrivetela o notatela. Poi. Se volete, ripetete il procedimento. A volte arrivano alcune soluzioni subito e poi altre, ancora più valide, in seguito.
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Per la moderna visione quantistica, entrambe queste maniere si rivolgono alla nostra mente “totale” o “quantica” ed attivano un ragionamento che non è lineare, bensì avviene in un’altra maniera che non opera su parti, bensì su totalità. Ricordate di stare nel presente, nell’ora, quando guardate l’immagine residua. Nell’ora vi può essere reintegrazione. Così facendo non è la mente conscia, la nostra ragione limitata396 che trova la soluzione, ma bensì il nostro noi stessi globale. E’ come se accedessimo al mondo che gli antichi greci chiamavano “degli universali”. Questo è essenziale per far sì che quel che vogliamo non solo sia valido, ma anche corrisponda a noi. 2) “PROIEZIONE”. — Dopo aver definito cosa desideriamo, passiamo adesso a quella che possiamo definire più propriamente la “creazione” nella realtà fisica di una nuova realtà. Questa fase è stato a volte volgarizzata sotto il nome di “legge dell’attrazione” et similia ed è la parte delle metodiche quantiche più nota al grande pubblico. Il fine nostro deve essere di migliorare l’uomo, non solo di attirare cose che forse non ci sono veramente necessarie. Il momento della giornata in sentiamo una maggiore attività psico-fisica sarà il migliore. In alternativa, a volte possono essere eseguiti esercizi energetici per raggiungere lo stato necessario. L'isolamento facilita la proiezione, ma quando si è allenati si può astrarsi, monoideizzarsi anche in mezzo alla folla, perdendo ogni contatto con quanto ci circonda.
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Quella che gli ermetisti definivano come lo zolfo prigioniero del saturno, cioè il fuoco bloccato dalle circostanze e dal tempo. Vedi capitoli precedenti.
Come effettuare la Proiezione: questo secondo esercizio consiste nel metter in moto quotidianamente il piano delle possibilità (virtualità) trasmettendogli delle rappresentazioni mentali accompagnate da volizioni imperiose che tendono alla loro realizzazione. Si possono utilizzare metodiche in più passaggi, come l’auto-magnetizzazione spiegata precedentemente oppure semplicemente potete contemplare la vostra ideazione e dirvi: Ecco ciò che desidero e che in più si realizza —, e ciò sotto forma concreta. Dovete sentirlo come un dato di fatto, qualcosa che esiste già. Un’altra maniera anche valida, man mano che divenite più presenti a voi stessi, può anche semplicemente essere chiedere all’universo che si esprima il vostro potenziale. Voi siete infatti già in potenza “homo totus” con tutte le possibilità e capacità per realizzare quel che volete. L’atteggiamento mentale è fondamentale. Dovete sentire che l’universo è uno, ed è quindi come se intorno a voi si stendesse un invisibile agente la cui funzione principale consiste nel registrare le vostre volizioni e armonizzarle cogli elementi della natura per assicurare le esecuzioni. Come detto, non mirate solo ad obiettivi materiali. consacrate anche tempo ad affermazioni come : « Io attiro gli elementi necessari per mantenere in perfetto stato la mia salute fisica e morale». — «Sono in equilibrio” – “Io allontano gli agenti contrari”, ecc. ecc. 3) ”SCRUTAZIONE”. — Per quanto buona sia la volontà impiegata, accade che praticando ciò che si è detto e realizzando l'auto controllo continuo senza il quale tali pratiche resterebbero inefficaci, si commettono
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sempre degli errori. Così, costruendo le immagini mentali, si può omettere qualche particolare essenziale, e benché il concetto generico si realizzi, gli effetti sono diversi da quanto ci aspettavamo. E' allora facendo appello alla memoria e paragonando quanto accade a quanto abbiamo desiderato, che si arriva a rendersi conto delle omissioni o degli errori che abbiamo tendenza a commettere, e mettere in fuoco per così dire il nostro modo di concepire e di volere. D'altra parte, scrutando tutto ciò che si è imposto alla nostra attenzione da qualche tempo: l'andamento degli affari, le persone nuove con le quali siamo entrati in relazione, gli incidenti diversi ai quali siamo stati partecipati, e cercando i rapporti che essi presentano coi nostri precedenti stati d'animo, si impara enormemente e si sviluppa quel «senso causale» la cui acutezza permette di dirigere il più giudiziosamente possibile la nostra attività fisica e psichica. I momenti di rilassamento e di riposo sono quelli che meglio convengono per tale esercizio. 4) “EPURAZIONE”. — Questa è infine una pratica da condurre costantemente e che può anche essere chiamata “ecologia di pensiero”. Infatti bisogna sempre aver presente la legge generale delle azioni psichiche: “I pensieri di egual natura si attirano; I pensieri di natura opposta si respingono”. Ad esempio è bene non rivolgete mai ad alcuno un pensiero di diffidenza; non formulare mai su nessuno la domanda se egli potrebbe mancare di parola, condursi in modo svantaggioso, ecc. ma è piuttosto meglio dirsi : « A che cosa può essere utile? quali sono i suoi lati buoni? ».
Se avete dei pensieri negativi come quelli detti sopra, quando una persona qualunque entra in relazione con voi, non dimenticate mai che essa può forse rispondere col suo comportamenti alla vostra suggestione precedente, anche se non è stata espressa a voce, ed esaminatela quindi con imparzialità o meglio con benevolenza, prima di formulare un giudizio o prendere una decisione. Chi pratica queste tecniche deve sentirsi abbastanza forte per eliminare di per se stesso ogni altro atteggiamento che non sia la benevolenza, più imperturbabile verso i suoi simili. Coloro il cui modo d'agire sembra giustificare il disprezzo o l'oblio, sono del resto individui la cui condizione psicofisica non ha permesso ancora di scorgere la vera via. Bisogna allontanarsi da costoro fino a che non ci sentiamo abbastanza potenti per influenzarli utilmente, ma è un'assurdità e un delitto rivolgere loro un pensiero che non sia di rammarico per vederli in tale stato e un incitamento morale a trasformare il loro carattere. Il più avveduto commerciante riserva sempre nella sua contabilità una rubrica « perdite e profitti ». Le sue combinazioni più sapienti possono presentare un debole che cagionerà delle perdite. Nello stesso modo noi dobbiamo registrare freddamente le eventuali disillusioni come avvenimenti normalissimi ma passeggeri, e dobbiamo volere ancora scoprire da dove deriva il male cercandone l'origine in noi stessi senza attardarvici. Chi esperimenterà il nostro metodo vedrà spesso sorgere una circostanza senza apparente rapporto con le sue volizioni, ma un esame accurato farà spesso scoprire
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che essa cela delle occasioni che abbiamo ricercato o desiderato. Le eventualità in apparenza più inattese e funeste non devono sconcertare colui che sa. Egli deve reagire in modo calmo secondo le sue ispirazioni del momento e cercando la causa.
Terapeutica e Benessere Fra i “frutti dell’albero della vita”, cioè tutto quello che è ottenibile sviluppando le pagine precedenti un accenno infine alla cosiddetta “Terapeutica” o “arte della salute”. Prima di tutto è una terapeutica su sé stessi. Le tecniche insegnate in questo libro sono una base fondamentale per essere in buona salute e vitali. Sono infatti un ricongiungersi al tempo presente, all’ora, rompendo in tal modo l’influsso psicosomatico della mente sul corpo. “La malattia (è) una frattura dell’armonia397”. Quando diciamo che la salute emana dall’interno di noi, intendiamo che questo avviene in una maniera che è funzione infatti della nostra armonia con il tutto. La vitalità di una persona armonica che va verso la globalità può allora anche essere trasmessa. Gli antichi infatti, oltre che con dei prodotti fisici, curavano anche con la cosiddetta “imposizione delle mani”398. Ciò è spiegabile per la scienza attuale solo con criteri quantistici e presupponendo che l’uomo possa in certe circostanze produrre effetti “non locali”. Di fatto è quello che si verifica e che i nostri allievi stessi che seguono le indicazioni del libro riescono a replicare. Gli antichi distinguevano una cosiddetta “Medicina di Primo Grado” che era conseguente al primo raggiungimento della quintessenza, ed una terapeutica di “Secondo Grado”. Questi sono essenzialmente livelli di coscienza con i quali possiamo portare la trasformazione nel soggetto. Vediamole ora in maggiore dettaglio.
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Bohm, riportato da Larry Dossey “Spazio, Tempo e Medicina” Vedi ad esempio il libro di Oswald Wirth “L’imposition des Mains” dove lui racconta la sua esperienza personale con tali metodi. 398
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Maniera base:può essere effettuata in due maniere che vengono chiamate attiva e passiva (o “elettrica” e “magnetica”) Nella maniera attiva, attraverso il suo sguardo, l'energia di coscienza e vitale del magnetista, il suo “fuoco” interno, passa nell'interlocutore. E’ la nostra forza vitale scaldata, che si irradia ed impatta l’interlocutore. Volete che l’altra persona stia bene. Nella maniera passivamagnetica, utilizziamo la “polarità” negativa . E’ l’attrattività, definibile come una “forza avvolgente” da cui nella terapia i “passi magnetici” coi quali si “avvolge” la persona, simile come effetti nella pratica alla pranoterapia. Dal magnetismo è nata l'ipnosi terapeutica. Ma questa si è poi evoluta a parte ed è più limitata. Molti incredibili risultati descritti sui libri di ipnotismo dell'inizio secolo, ad esempio, non sono raggiunti con le moderne. Queste infatti lavorano quasi esclusivamente sulla parola che è limitata. Maniere superiori (che richiedono maggior sviluppo dell’operatore). Queste sono solo per chi è già avanzato molto su questa strada, lavorando sullo sviluppo e la crescita della sua energia e del suo ”oro” () ed abbia connesso ancora più strettamente, superandole e dominandole, le polarità. In questi livelli vi è superamento della barriera io-non io. Il magnetista è l’altro che è lui. Infine all’ultimo livello vi è solo più una realtà globale dove le cose “succedono”. E’ il livello delle cosiddette “guarigioni miracolose” e corrisponde allo stato di coscienza della “rubedo”
Appendice 1: Metodi di Ipnosi ed “Homo Totus” Gurdjeff guardava all’ipnosi occidentale come una parte di una scienza più vasta, la scienza dell’uomo. Abbiamo cercato di tratteggiare nelle pagine precedenti alcuni aspetti di essa. Proponiamo ora al lettore una visione dell’ipnosi, questa disciplina capace di operare tanti “miracoli” come ad esempio analgesia, gurarigioni, ed anche esperienze extrasensoriali. Cosa è intanto l’ipnosi? Cominciamo dal nome. La parola “ipnosi” è una neoformazione linguistica ottocentesca (prima la scienza della realizzazione dell’uomo era unica) con la quale sono indicate alcune tecniche normalmente utili per creare “trances”, cioè distaccare il soggetto dalla sua realtà abituale. Queste tecniche nascono storicamente (attraverso Mesmer ed altri) da metodologie soprattutto legate alla “prima parte” della Grande Opera che abbiamo descritto, e soprattutto da quella parte che mira a separare la persona da elementi che lo bloccano gli rendono la vita “oscura”. Nella pratica terapeutica corrente questo concetto si è progressivamente ristretto al trattamento di difficoltà. L’ipnosi attuale consiste quindi nella capacità di produrre “trances” nel paziente per poterlo aiutare a trascendere certe limitazioni dell’ego. Questo può però sempre essere un primo passo che aiuta la successiva trasformazione e permette di percepire che la coscienza ha più livelli.
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OLTRE LA TRANCE La separazione in ipnosi
L’ipnosi parte da una “separazione” dalla nostra realtà esterna logica e consensuale. Classicamente il processo è definito come depotenziare la mente critica, in quanto ci stacchiamo da un certo di modo di pensare che sarà successivamente “ricostruito”399. Un caso in cui ciò ad esempio viene effettuato è ad esempio il blocco oculare, dove l’ipnotista dice al soggetto che non può aprire gli occhi (prova ad aprire gli occhi, non puoi…). Abbiamo quindi una realtà soggettiva che prevale sulla realtà esterna. Questo permette allora di incominciare a modificare certi “programmi” mentali. La mente logica (chiamata popolarmente “conscia”) è anche quella che “programma” la nostra vita. Quello che facciamo con l’ipnosi è quindi staccare la persona (il “soggetto”) dalle sue “sequenze” di pensiero e portarlo in uno stato diverso, più nell’ora. Il soggetto abbandona l’io logico, e si connette ad alcune delle potenzialità insite nell’”io che lui non riconosce come sè”. Il soggetto può quindi adottare un nuovo modello di comportamento perché è fuori dal programma mentale abituale, è uscito dalla “sequenza”. La suggestione
Questo spiega perchè il risultato se si procede solo per suggestioni e non per integrazione è limitato, in quanto rischiamo di sostituire solo una sequenza temporale (suggestione) con un’altra.
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A questa idea corrisponde il simbolisme delle “scorie” che vengono successivamente recuperate.
Accettare una suggestione significa in questa visione accettare una specifica “sequenza temporale” o costruzione sul futuro proposta da un’altra persona. Esiste però anche un altro metodo di operare con l’ipnosi dove possiamo però accedere ad un contatto maggiore con le potenzialità all’interno della persona ed avere una “moltiplicazione” dei risultati. E’ quello che Erickson chiamava “ristrutturazione della vita”400 Tempo ed ipnosi
In ipnosi la distorsione temporale è frequente. Il tempo sembra non esistere. Proprio questa separazione dal tempo ci apre una prima porta per accedere all’immutabile in noi. E’ infatti il “tempo connesso” che creiamo in ipnosi che ci permette di agire sul nostro essere fisiologico. L’accesso all’inconscio
Vi sono alcuni metodi (come appunto l’ipnosi ericksoniana) dove noi prendiamo contatto con il “consigliere interiore”, la parte interna di noi, con il mercurio all’interno di noi, ed il termine hermes, inteso come consigliere interiore, è qui più che appropriato. Il concetto base di queste metodiche è l’accettazione dell’esistenza di questa parte, l’accesso al suo antro, che, parafrasando Dalla Riviera, “non è così distante come si pensa”. La chiave è quindi la “presa di coscienza” dei nostri dinamismi infracoscienti. Lo scopo della Grande Opera è più vasto, però. L’attenzione è sull’uomo nella sua totalità ed il contatto con il mercurio interiore è accompagnato successivamente dalla creazione del Rebis, cioè la separazione delle dicotomie nella vita quotidiana. 400
Milton Erickson “La ristrutturazione della Vita con l’Ipnosi”
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OLTRE LA TRANCE Metodi di induzione
Entrare in trance è naturale e le popolazioni primitive entrano più velocemente in stati utili di trance rispetto all’uomo “civilizzato”. E’ il nostro ancoraggio alla realtà esterna, alla terra dei pensieri e la confusione dei livelli che impedisce alla persona di entrare in ipnosi. Se noi siamo solo nei nostri pensieri siamo distaccati dalla vera presenza alle cose. Quando siamo nei nostri pensieri siamo infatti in una nuvola programmativa che mi impedisce di vedere la realtà. Quindi le dinamiche ipnotiche possono anche essere definite come dinamiche di attenzione. Questo è evidente ad esempio nell’ipnosi non verbale: incrementa l’attenzione al presente in quanto lascia da parte le concettualizzazioni verbali. Anche l’ipnosi shock funziona nella stessa maniera. Entriamo in uno stato di maggiore presenza dove la nostra mente logica non “programma” più. Siamo oltre alla sequenza temporale. Concettualizziamo di meno anche di fronte a persone di autorità, cioè “persone che possono cambiare il corso dei nostri pensieri” e quindi anche lì siamo in uno stato di ipnosi. Quello che la gente chiama stato di impressionabilità è infatti uno stato che può anche essere molto positivo, in quanto significa il raggiungimento di uno stato “aperto” nel quale, non vi è più una sequenza stabilita e possiamo quindi imparare oppure accedere alla parte creativa della mente. Un concetto fondamentale è quindi la “presenza” alla situazione cioè la “percezione non raziocinata” della realtà, accettazione del “caos” dell’esistenza.
E’ importante il concetto del “non sapere”, dove impariamo a non essere in una programmazione mentale e dove “non sappiamo” quel che deve succedere. Perché vi sia un buon risultato è bene quindi che l’ipnotista non abbia fretta, in quanto se lui è in una sequenza mentale anche il soggetto manterrà la sua, ma se per lui il tempo non esiste anche per il soggetto il tempo non esiste. La voce dell’ipnotista aiuta quindi a creare ipnosi quando concentra la persona sul presente, ed una buona voce è quella che crea attenzione. Lo stesso risultato può aversi con la presenza di più persone e questo spiega i grandi risultati ottenuti nell’ipnosi dimostrativa. E’ questa attenzione che stacca la persona dai suoi pensieri. Questa attenzione stacca la persona dai suoi pensieri. L’induzione verbale
Una classica induzione verbale è ad esempio la cosiddetta induzione del “ricalco e guida”. Con tale induzione noi guidiamo l’attenzione del soggetto ad elementi presenti e lo distacchiamo dai suoi pensieri. L’induzione non verbale
Passiamo ora ad osservare anche l’ipnosi non verbale in quest’ottica, come metodo che distacca dai pensieri e porta l’attenzione sul presente. L’induzione non verbale rappresenta una sintesi di molti utili elementi che svegliano i dinamismi inconsci dell’uomo.401 401
Storicamente, il Prof. Stefano Benemeglio che stimo per le sue capacità, è stato il primo nel mondo moderno ad offrire tale
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E’ un’operazione a due vasi, nella quale l’operatore agisce su di un soggetto (il “vaso ermetico”) attuando un “blocco di scarichi emozionali”. A questo punto incomincia a “scaldare la materia”. In un contesto interpersonale è attraverso una serie di stimoli di vario tipo che incrementano l’attenzione e mettono in funzione sottili meccanismi di vigilanza. Di fatto, la nostra posizione del corpo, il nostro essere, è una concettualizzazione. Anche il corpo è pietrificato normalmente in posizioni ed atteggiamenti che sono sempre gli stessi, così come la nostra percezione di esso e che costituiscono la struttura del nostro io logico. Quello che allora facciamo è rompere questa concettualizzazione. Tali stimoli saranno: • Cinematici, come la prossemica e la cinesica. • Uditivi, come mantra ripetuti • Tattili, piccoli toccamenti Il regime iniziale è basato su stimolazione non troppo forti, un “fuoco lento” per evitare che si “rompa il vaso” o “salti il coperchio”, vale a dire che la disponibilità di ascolto della persona sia insufficiente a bloccare gli scarichi cioè le reazioni automatiche non controllate (es. non capisco etc…) che tenderebbero a bloccare il processo. Il vaso è la capacità di volontà della persona. In pratica vogliamo evitare che si abbia una reazione con una fuoriuscita della reazione della persona. Ma se procediamo con attenzione dopo un poco avverrà che la persona entrerà in una dimensione nuova meno legata alla realtà consensuale e più legata alla realtà soggettiva. Avremo risvegliato quella parte di io che non è logico. In metodologia in una dinamica interpersonale estraendola a sua volta da antiche pratiche. Ne diamo di seguito una spiegazione in linea con le definizioni simboliche al fine di offrirne il più vasto utilizzo.
altre parole la materia incomincerà ad essere pronta ed a diventare più aerea. Potremo incominciare ad osservare ad esempio delle oscillazioni: simbolicamente è il mercurio (cioè i dinamismi infracoscienti) che incominciano a subire l’influsso del fuoco (le stimolazioni) che noi immettiamo ed a divenire aereo r. Tale volatilità si esprimerà con delle oscillazioni se la persona sarà in piedi. Dopo un poco potremo allora “sollevare il coperchio” e controllare se quello che stiamo preparando è pronto, in altre parole se la persona è uscita sufficentemente dall’attenzione alla realtà consensuale ed il suo mercurio è stato sufficentemente attivato. Questo avviene attraverso l’inserimento di poche parole verbali (bene, bravo, da adesso, ottimo). Se il soggetto non reagisce significa che il suo io logico non viene attivato dalle parole e quindi il soggetto è uscito dall’attenzione automatica alla realtà consensuale. In quest’ultimo caso un elemento interessante da osservare sarà l‘aspetto cereo, dato dal fatto che la persona prenderà facilmente le posizioni da noi suggerite (in termini tecnici si definisce tale stato “risposta alle suggestioni subliminali”). Queste suggestioni subliminali vanno date con attenzione, in quanto se troppo forti l’intero composto evapora (in pratica il soggetto reagisce). A questo punto il soggetto risponde, ed il mercurio, risvegliato risponde ai comandi dell’operatore (che costituisce in questa diade la coscienza solare che dirige). Lo spirito non deve fuggire
Per gli alchimisti, il vaso dove si compie l’opera deve essere ermeticamente chiuso. Come dice Artefio “non
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lasciare esalare lo spirito, perché se uscisse dal vaso l’opera sarebbe distrutta”. Quindi non si deve utilizzare un fuoco troppo violento, altrimenti la forza degli spiriti (cioè delle energie) potrebbe rompere il vaso e tutto sarebbe perso senza profitto. E’ quindi importante che il vetro del matraccio sia spesso (il vetro è allusione al lavoro su sé stesso che una persona può fare per il quale nulla deve essere nascosto a sè) e che anche la chiusura sia ermetica (no scarichi emozionali, piccoli movimenti etc…). E’ importante soccorrere il corpo quando, per l’allentarsi del vincolo, l’anima si dilata402. Applicazioni allo sviluppo dell’uomo
Nell’induzione alchemico-energetica differenti stimolazioni sono integrate per creare un nuovo stato più fluido. Analogamente l’integrazione di differenti esperienze nella nostra vita senza che avvenga uno “scarico della tensione” nel mondo del divenire possono aiutare il nostro sistema nervoso a riorganizzarsi.
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Evola, La Tradizione Ermetica pag. 85
Appendice 2: riassunto di Alcuni Antichi simboli spiegati nel testo Nella nostra ricerca abbiamo esaminato l’origine storica grafica dei simboli utilizzati nell’opera e per la maggior parte è possibile stabilire una continuità storica fin dal periodo greco ed ellenistico. Riepiloghiamo qui di seguito alcuni simboli essenziali. F simbolo della totalità Simboli degli elementi: Fuoco – il simbolo si trova anche in India assolutamente identico. Acqua – il simbolo ri riferisce anche alla parte femminile Aria Terra Fondenti Filosofici E Salnitro H Sale d’armonia Tre Principi base I zolfo (principio spirito) mercurio (principio animo) G Sale (principio corpo) Livelli superiori r mercurio igneo: rappresenta il mercurio attivato dal principio energetico (quindi + = r) ruota degli elementi e anche “verderame” (il rame è quasi oro ed il verde ricorda la naturalità) dato anche da (G+ E= )
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oro e sole
SOMMARIO PREFAZIONE..................................................................................................1 LIBRO I........................................................................................................9 INTRODUZIONE. .................................................................................11 LA STRADA PER L’ESSERE.............................................................................17 IL MISTERO DEL TEMPO.................................................................................19 I SIMBOLI...................................................................................................48 Il simbolo del Sole/Oro ..................................................................... 62 LO SVILUPPO DELLA VERTICALE E DELL’ENERGIA E............74 L’ARMONIA H..........................................................................................78 IL CAOS K.................................................................................................79 LO STOP Ò. LA PRESENZA. IL “COLPO DI MARTELLO ” CHE STACCA GLI ATTACCAMENTI............................................................................................82 Il risultato dell’equilibrio degli elementi...........................................84 PANORAMICA GENERALE - LA REINTEGRAZIONE DI TUTTE LE FACOLTÀ . IL SEGRETO DELLA TETRAKTIS........................................................................................85 SVEGLIARCI E LAVORARE SULLE NOSTRE PERCEZIONI – LE MICROTRANCE QUOTIDIANE................................................................................................99 SVILUPPARE LA QUINTESSENZA.....................................................................109 NOTE AGGIUNTIVE: TEMPO CICLICO E POTERE DELLA RITUALITÀ.......................117 GLI ELEMENTI DI BASE (LIVELLO ).................................................118 TIPI PSICOLOGICI DI BASE – LA CENESTESIA..................................................119 Il primo tipo. Il tipo concettualizzante - colui che vive il tempo misurato e fisso.................................................................................121 Il secondo tipo. Il tipo fluttuante - il tempo “assorbito”................123 Il terzo tipo. Il tipo dei piaceri passeggeri ....................................126 Il quarto tipo . Il tipo che prende quello che vuole e non assorbito dal presente......................................................................................128 NOTE ULTERIORI..............................................................................132 ESERCIZI ULTERIORI PER REINTEGRARE LA PERCEZIONE E PRESENZA A SÈ.............140 ULTERIORI CONSIDERAZIONI PRATICHE SUL DENARO, IL PIACERE E LA SALUTE.....149
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FASE 2: LE DIFFERENTI CORPOREITÀ UMANE E LA “PERSONA”. SALIRE AL DI LÀ DELL’EGO E DELLE “BRAME” (LIVELLO )....................................................158 FASE 2 – LA “MEDICINA DI PRIMO GRADO”..............................................159 FASE 2. PARTE PRATICA. REGOLE PER LIBERARE I VARI PRINCIPII.....................193 ESERCIZI PER IL PRIMO COMPONENTE: CONSAPEVOLEZZA E SPIRITO ATTIVANTE...198 D Il Principio Attivo.........................................................................198 ESERCIZIO PER IL SECONDO COMPONENTE: IL PRINCIPIO VITALE INFRACOSCIENTE (IO VEGETALE /GHIANDOLARE)............................................................................211 A Il Principio Passivo (sviluppo dell’io verticale |).........................211 Esercizi per potenziare il sistema ghiandolare................................218 ESERCIZI PER LA TERZA COMPONENTE: IL PRINCIPIO CORPOREO E FISICO..........228 G Il Principio Neutro (io orizzontale)..............................................228 LA MODIFICAZIONE DELLA PERCEZIONE DEL TEMPO..........................................239 TEMPO E DESTINO.....................................................................................240 SIMBOLISMO DELL’ENNEAGRAMMA, APERTURA DEI SENSI E SUPERAMENTO DELLE COMPULSIONI.............................................................................................249 OSSERVAZIONI SPERIMENTALI: FISSAZIONI DELLA STRUTTURA DELL’EGO E PENSIERI RICORRENTI CHE CI PORTANO NEL “TEMPO”...................................................252 LA SALITA ENERGETICA.............................................................................253 INCREMENTO DELL’ENERGIA - LIVELLO “AEREO” () ....................................256 FASE 3 – SEGRETI PER IL RISVEGLIO DEL POTENZIALE NERVOSO......................257 SUPERARE L’EGO ED IL TEMPO ABITUALE.......................................................300 IL “BIANCO” ED IL “ROSSO” (ALBEDO E RUBEDO)..........................................301 ALBEDO,ESALTAZIONE E PERCEZIONE SPIRITUALE “ARGENTO DEI SAGGI ”......302 : Principio Superiore “Lunare”.....................................................302 Espansione della coscienza - sdoppiamento e “corpo magico” - Il percorso verso l’elisir......................................................................308 L’AZIONE RETTA........................................................................................312 : Il regolo e lo I zolfo (o oro) dei saggi............................................312 LA SECONDA UNIONE DI SOLE E LUNA E LA RUBEDO (NON DUALITÀ NELL’UNIONE DI IO E NON-IO).................................................315 LA NON-DUALITÀ - OLTRE IL TEMPO.............................................................319 SALIRE ULTERIORMENTE..............................................................................328 LA PAURA DEL “NULLA”.............................................................................337 4 – LA LUCE INESTINGUIBILE – IL CULMINE DELLA COSCIENZA (LIVELLO ).....338 FASE 4 PROTOCOLLO DEL VUOTO..............................................................339
IL TEMPO ASSOLUTO..................................................................................344 TAVOLA RIASSUNTIVA...................................................................347 APPENDICE 1: NOTA SULL’USO DEI SENSI E DELLE ARTI PER LA REINTEGRAZIONE ALL’ORA...................................................................................................349 LIBRO II...................................................................................................354 ULTERIORI UTILI TECNICHE PRATICHE.....................................355 BASI PER LA TRASMUTAZIONE E ATTIVAZIONE DI IMMAGINI E SIMBOLI...............356 Metodica di auto-magnetizzazione o auto-fascinazione..................365 SCHEMA GENERALE...................................................................................371 CREAZIONE DELL’IDEA...............................................................................373 FASE PREPARATORIA......................................................................377 Decisione e Coscienza di quello che si vuole...................................377 ESERCIZIO DI BASE....................................................................................380 LA CORPOREIZZAZIONE.................................................................381 PREPARAZIONE E METODO........................................................382 FORMULE PER UTILIZZI QUOTIDIANI...............................................................391 ULTERIORI METODI DI TRASMUTAZIONE..........................................................394 PROGRAMMA PER ESSERE CREATORI DELLA PROPRIA REALTÀ...........................396 TERAPEUTICA E BENESSERE.........................................................................404 APPENDICE 1: METODI DI IPNOSI ED “HOMO TOTUS”.....................................406 APPENDICE 2: RIASSUNTO DI ALCUNI ANTICHI SIMBOLI SPIEGATI NEL TESTO.......414 SOMMARIO.......................................................................................416 SOMMARIO E NOTE SUGLI “ESERCIZI”............................................................419 CONTATTI.................................................................................................424
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OLTRE LA TRANCE
Sommario e note sugli “esercizi” Tutti gli esercizi indicati nella presente opera spesso possono essere anche utili immediatamente e dare dei piacevoli risultati pratici, come maggiore energia, benessere etc… possono però dare un risultato molto maggiore qualora si capisca che non sono altro che spinte verso la “reintegrazione” ed il “risveglio” di voi stessi, stato finale che nessun “esercizio” può dare in quanto tale livello superiore dipende esclusivamente dall’attivazione di un vostro principio centrale che è differente dal comune senso dell’io. In altre parole è necessario un “salto di paradigma”, un salto di livello, che nasce da una sinergia di più elementi e che il singolo esercizio, pur efficace, raramente è in grado di effettuare. Vi invitiamo quindi ad eseguirli, ma allo stesso tempo a ricercare anche una pratica guidata e se possibile di gruppo. Un gruppo ben formato e guidato può riuscire a creare una maggiore concentrazione energetica e permettere di raggiungere in poco tempo quello che magari da soli vi prenderebbe anni. ESERCIZIO 1: ESISTENZA E TEMPO.................................................33 ESERCIZIO 2: IL SUONO GLOBALE..................................................40 ESERCIZIO 3: IL CIRCOLO DI ENERGIA CHE SALE E POI SCENDE......................................................................................................57 ESERCIZIO 4: LE CIRCOLARITÀ ATTORNO AL CORPO............57 ESERCIZIO 5 : L’ORBITA MICROCOSMICA...................................58 ESERCIZIO 6: LA CIRCONDUZIONE SUFI ......................................59 ESERCIZIO 7: LA CIRCONDUZIONE DI TESTA ............................59 ESERCIZIO 8: LO SGUARDO APERTO..............................................60
ESERCIZIO 9: OSSERVARE UNA LUCE............................................62 ESERCIZIO 10: PORTARE IL SOLE NEL SONNO...........................63 ESERCIZIO 11: NITRO 1........................................................................74 ESERCIZIO 12 : NITRO 2.......................................................................75 ESERCIZIO 13: DISTENSIONE TOTALE...........................................76 ESERCIZIO 14: ATTENZIONE ALLE ORECCHIE...........................77 ESERCIZIO 15: CIRCONDUZIONE.....................................................78 ESERCIZIO 16: ARMONIZZAZIONE..................................................78 ESERCIZIO 17: SENSAZIONE ENERGETICA...................................79 ESERCIZIO 18: LO “STOP”...................................................................82 ESERCIZIO 19: IMPARARE A LASCIAR “BATTERE L’IMMAGINE”..........................................................................................83 ESERCIZIO 20: L’EMOZIONE..............................................................83 ESERCIZIO 21: COSCIENZA DEL CALDO E DELL’ESPANSIONE ....................................................................................................................107 ESERCIZIO 22: RILASSAMENTO GENERALE .............................113 ESERCIZIO 23: MASSAGGIO MAGNETICO...................................114 ESERCIZIO 24: CONCENTRARSI AL CENTRO.............................115 ESERCIZIO 25: SOLVE E COAGULA LINGUISTICO....................134 ESERCIZIO 26: FISICITÀ DEGLI ELEMENTI................................135 ESERCIZIO 27: CONOSCENZA DINAMICA....................................136 ESERCIZIO 28 PRESENZA CONTINUA............................................136 ESERCIZIO 29 LA CROCE +...............................................................139 ESERCIZIO 30: IO SONO.....................................................................141 ESERCIZIO 31: IL PUNTO DI CONCENTRAZIONE......................143 ESERCIZIO 32: PROIEZIONE DEL PUNTO.....................................143
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OLTRE LA TRANCE
ESERCIZIO 33: PRESENZA ALLO SPECCHIO...............................143 ESERCIZIO 34: COSCIENZA COSTANTE DI UNA PARTE DEL CORPO.....................................................................................................143 ESERCIZIO 35:COSCIENZA DEL RESPIRO MANGIANDO.........143 ESERCIZIO 36: COSCIENZA DEL PARLARE................................144 ESERCIZIO 37: ATTENZIONE AL CORPO......................................171 ESERCIZIO 38 BICONCENTRAZIONE ............................................189 ESERCIZIO 39: ANDARE ALLA BASE DELLE COSE CHE CI MUOVONO (O CI BLOCCANO)..........................................................196 ESERCIZIO 40 – ESERCIZIO SEMPLICE DI RESPIRAZIONE....202 ESERCIZIO 41: RIVITALIZZAZIONE RESPIRATORIA..............203 ESERCIZIO 42: RESPIRAZIONE DI POTENZA E CIRCONDUZIONE.................................................................................203 ESERCIZIO 43: APERTURA ...............................................................203 ESERCIZIO 44: ESERCIZIO RITMICO BASE.................................204 ESERCIZIO 45: ESERCIZIO RESPIRATORIO PER IL PERFEZIONAMENTO DELL’UOMO. ..............................................205 ESERCIZIO 46 MEMORIA E CONSAPEVOLEZZA........................207 ESERCIZIO 47 METODI VARI DI OPERARE SULLE MEMORIE. ....................................................................................................................207 ESERCIZIO 48: FISSAZIONE DEL MERCURIO COL CORPO....216 ESERCIZIO 49: FISSAZIONE DEL MERCURIO CON LA MENTE. ....................................................................................................................217 ESERCIZIO 50: VUOTO MENTALE. LA CIFRA 1..........................217 ESERCIZIO 51: ELIMINAZIONE.......................................................218 ESERCIZIO 52: PER L'IPOFISI...........................................................219 ESERCIZIO 53: PER IL TIMO.............................................................219
ESERCIZIO 54: RISVEGLIARE LA TIROIDE FISICAMENTE....220 ESERCIZIO 55: RISVEGLIARE LA TIROIDE VOCALMENTE.. .220 ESERCIZIO 56: ALTRI MODI.............................................................220 ESERCIZIO 57: EMI-ROTAZIONE.....................................................220 ESERCIZIO 58: CAPO INDIETRO......................................................221 ESERCIZIO 59: ESERCIZI COMBINATI..........................................221 ESERCIZIO 60: RENI............................................................................222 ESERCIZIO 61: ESERCIZIO DI BASE PER LE GONADI..............222 ESERCIZIO 62: PIEGAMENTO...........................................................222 ESERCIZIO 63: ALTRO ESERCIZIO ................................................223 ESERCIZIO 64: RINFORZO GENERALE (COMPLESSO).............223 ESERCIZIO 65 RILASSAMENTO DA SEDUTO..............................229 ESERCIZIO 66 CAMMINARE RILASSATI.......................................229 ESERCIZIO 67 ALTRE SITUAZIONI.................................................229 ESERCIZIO 68 RILASSAMENTO GLOBALE..................................229 ESERCIZIO 69: PIÙ REFERENTI ALLO STESSO TEMPO ..........230 ESERCIZIO 70 : REN CHEN................................................................232 ESERCIZIO 71 : SGUARDO DA DIETRO..........................................233 ESERCIZIO 72: IL DOLORE E LA PRESENZA A SÈ ....................233 ESERCIZIO 73: TENSIONI E RILASSAMENTI...............................233 ESERCIZIO 74: CERCHIO E STIRAMENTO TOTALE..................234 ESERCIZIO 75 “SUPERARE LE “SEQUENZE” MENTALI...........245 ESERCIZIO 76 LEVARSI - SEDERSI.................................................261 ESERCIZIO 77 AZIONE........................................................................261 ESERCIZIO 78 LA MANO. ..................................................................261
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OLTRE LA TRANCE
ESERCIZIO 79: ASSORBIRE VITALITÀ DALL’UNIVERSO........264 ESERCIZIO 80: SPERIMENTARE IL TEMPO LENTO..................267 ESERCIZIO 81 LA RESPIRAZIONE COMBINATA........................275 ESERCIZIO 82: FANTASIA SESSUALE............................................291 ESERCIZIO 83: CON UN PARTNER..................................................291 ESERCIZIO 84: LA CONVERGENZA OCULARE...........................303 ESERCIZIO 85: LE AURE.....................................................................303 ESERCIZIO 86: LA POTENZA DELLA LUCE .................................307 ESERCIZIO 87: OLTRE LO SPAZIO TEMPO..................................323 ESERCIZIO 88: “SOTTO” IL TEMPO................................................326 ESERCIZIO 89 : INCREMENTARE LA PRESENZA.......................326 ESERCIZIO 90: OLTRE IL TEMPO...................................................327 ESERCIZIO 91 - ACUITÀ VISIVA.......................................................362 ESERCIZIO 92 IL DISEGNO................................................................362 ESERCIZIO 93 LA MEDITAZIONE....................................................363 ESERCIZIO 94 : L’OSSERVAZIONE RAPIDA.................................363 ESERCIZIO 95: VARI............................................................................364 ESERCIZIO 96: IL DISEGNO...............................................................364
Contatti Questo manuale raccoglie tecniche e metodologie per lo sviluppo dell’uomo di tradizione prettamente occidentale. Come guida per la scelta degli autori di riferimento abbiamo cercato di essere il più attenti possibili alla vera tradizione pratica. Molti concetti sono stati estratti direttamente da rare fonti italiane, anche orali, di probabile antichissima origine. L’Italia è stata una terra in cui l’ermetismo è stato molto studiato ed è ragionevole supporre che qualcosa di queste antiche tradizioni sia rimasto più vivo che altrove. Abbiamo completato con nostre considerazioni ed esperienze personali in linea con quanto sopra. Tutto quello che qui trovate è quindi prima di tutto una pratica, che illuminata dallo studio può permettere di raggiungere serenità, salute, risultati nella vita e di veramente sviluppare sé stessi verso l’”homo totus”. Mettetevi in contatto con noi per approfondire quanto esposto con ulteriori tecniche e per una pratica di gruppo particolarmente efficace grazie al sommarsi di più energie. Un gruppo permette nel campo della presenza di ottenere in un giorno quello che per il singolo richiede mesi. [email protected] +39-3482213449