Intervista sull'identità
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Zitiervorschau

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2003, Gius. :tatierza & Figli e Polity Ptess Prima ·edizione 2003

Traduzione di Fabio Galimberti

Zygmunt Bauman

INTERVISTA SULI1IDENTITÀ aeuradii Benedetto Veccm

Editori Laterza

Premessa di Benedetto Vecchi

Proprietà letteraria riservae:a Gius.. Laterza & Figli Spa, Roma-Bari Finito di stampare nel maggio 2003 Poligrnfico Dehoniano StabìIìmenro di Bari per contO della Gius . Laterza & Figli Spa CL 20-7008-1 ISBN 88"420"7008-4

La lettura di un testo di Zygmunt BlOlUman è sempre spiazzante, che si tratti di un sa,ggio, di un libro o di una risposta data a una domanda rivolta con lo scopo di scanda,gliare il tema dell'identità, come accade in questo libro-intervista. Va subito detto che è un'intervista «anomala», nel senso che non è stata condotta con un r,egistratore, né ha visto l'intervistatore e l'intervistato l'uno di fronte all'altro. Lo strumento scelto è stata la posta dettroni.ca, che ha impresso un ritmo rapsodicoall'alternarsi delle domande e delle risposte. Venendo a mancare il vincolo temporale dì una conversazione vis-à-vis, il dialogo a distanza è stato infatti segnato da molte pause di riflessione, richieste di chiarimenti, piccoli. «sconfinamenti» su territori diversi da quelli che inizialmente si vol,eva esplorare.. Ad ogni risposta di Bauman il sentimento di smarrimento non poteva che aumentare, perché cresceva la consapevolezza di trovarsi, via vìache il materiale si ac,cumulava, in un continente sempre più vasto dì quello immaginato e dove le mappe conosdute quasi Il nulla servivavano per orientarsi in esso. Già, perché Zygmunt Bauman ha una caratteristica

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che lo differenzia da altri sociologi o «scienziati soda·· li».. La sua è infatti una riflessione in progress, che non si accontenta mai di defmire o ·«concettualizzare» un evento, ma punta a stabilire connessioni ed echi con fenomeni sociali o con maniifestazioni dell' ethos pubblico che sembrano lontani miUe miglia dall'oggetto iniziale di indagine. Nelle pagine che seguono questa erraticità della sua riflessione, che rende impossibile stabilire parentele intellettuali certe o l'appartenenza a scuole di pensiero, è più che evidente. In molte occasioni, Zygmunt Bauman è stato definito come un sociologo edettico.. Una definizione che sicuramente non dispiace all'interessato. E tuttavia la metodologia che egli mette in campo punta a «svelare» principalmente i mille fili che legano l' oggetto indagato con altre manifestazioni del vivere assodato.. Per il sodologo di origine polacca, è infatti fondamentale cogliere la «verità» di ogni sentimento, stile di vita, comportamento collettivo. E questo è possibile solo se, oltre ai tema indagato, si svela il oontesto sociale, cultural,ee politico in cui quel particolare fenomeno si colloca. Da qui dunque il carattere erratico della sua riflessione, sia che affronti la ~crisi;fJ;~UA,~~US~~A\I'~hti€Q:s come accade nel volume La solitudine del cittadino globale (FeltrineUi, Milano 2000), sia che si tratti de~!lJato ruo~i~ntt:~~lh~~~~~_~~~i~!~A:I!~~ll~k4a\tgorfféiiNYènefesséla trama dtTvotume~La decaaenza degli intellettuali (Bollati Boringhieri, To,ri.· no 1992). La sua è quindi manifestazione di un pensiero inquieto, ma rigoroso; ader'ente al presente,. ma attento a definirne la genealogia. O meglio, le genealogie. VI

Nella nostra intervista l'argomento è quello dell'i. , ,doè un argomento che per sua,,2!!~ili!dg:' re e Bauman non si è sottratto scommessa, in primo luogo, a compiere un doppio salto mortale: ha riletto., doè, la storia della moderna sociologìaalla luce proprio gs:ll':~§~çA­ ~t?!!~~~,~SU!~!,U~~J!1~_a~dld)J!l:jJk»~i!ÀP~ll~~&k~-

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da» si è proiettati in un mondo dove tutto è sfuggente e le ansie, ì dolori, i sentimenti di insicurezza provocati dal P.~~~fi5t~,*M~~Cr;:;W4;$@

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Uno :stage di un anno alla London School of EcoBauman non ama molto parlare della sua vita, ma qualche dato della sua biografia può essere utile per ~/ OC)mìlCS, molte conferenze in quasLtutte le grandi universil:à europee.. Questo fino ~:Ù>~19~". che deve essere comprendere l'andamento della s~a riflessione. CQIIS1dterato un llinno q.jksv:dtà:~;~tl&,mta",aSQlidal~ Zygmunt Bauman è nato Pol()nia da unafamiglia eQrea. Fuggito in Unione Sovietica all'inizio della Seco~da guerra mondiale, ha fatto parte dell'eserdto polacco che ha combattuto le armate naziste a fianco dell'Armata rossa. Nel libro Sodetà, etica, politica (Raffaello Cortina, Milano 2002) racconta che il ritorno a Varsavia ha stato impedIto l'insegnamento, coinciso con gli studi e la laurea in Sodologiae che i Zygmunt Blliuman si è quindi trasferito in Inghilterra, suoi primi «maestri» sono stati Stanislaw Ossowski e JuIian Hochefeld, due int,ellettuali polacchi poco codove tutt'ora vive.. In quasi tutti i suoi libri, e particolare in Modernità e Olocausto (TI Mulino, nosduti fuori dalla Polonia, ma fondamentali nella sua Eormazione intellettuale, in primo luogo per averBologna 1992),. esprime gratitudine infinita a Janina, compagna di vita a cui è legato da un forgli trasmesso quella capacità di guardare in «faccia il mondo» senza fare leva su ideologie precostituite. sodalIZIO sentìmentale e intellettuale. È lei forse Diventato una delle figure di rilievo della «scuola delle figure intellettuali più importanti nella risodologica» di Varsavia, Bauman, se interrogato, deflessione di Bauman sulla «modernità solida» prìm.a scrive i duri anni Cinquanta e Sessanta senza nessun «modernità liquida» dopo. rancore veliSO chi osteggiava iI suo lavoro. Anzi, usa Llli sua permanenza in Inghilterra ha coinciso con una sottUe ironia per paragonare la difficile libertà ac" un'intensa fertilità intellettullJ1e. Di alcuni testi si è già fatto cenno.. M.a è indubbio che a partire dalle Sfide cademica nella Polonia con il conformismo dell'accademiaeuropea o statunitense. Ha altresì parole dideltetica (F'eltrinelli, Milano 1996), Bauman si è concentrato§;qpral:Ultto..sull:~i ... .. .. . scret,e sul suo ruolo nell'«Ottohre polacco» deI 1956, quando prese parte a queI forte movimento riforma" fenomeno tore che contestava il ruolo guida dei Poupa! potere questo assune la sottomissione del suo paese ai volere di Mosca. Un'esperi,enza, quella, che ha segnato Bauman, in to sodologia europea,. nonché doparticolar modo per la «resa dei conti» con l'ideolocente all'Università di Leeds, è partito alla scoperta gia ufficiale- il marxismo sovietico - attraverso An" dei ::C':_:

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mettono insieme solo per lasciarsi di nuovo... Un altro arguto editorialista inglese osserva che il matrimonio è come «imbarcarsi per un viaggio in mare su una zattera fatta di carta assorbente». Animali o esseri umani, cani o partner, ha importanza? .~221~~,!1:!1~La\d,J?"~t,,,L9zc!t~i,~~s;;"J;1"9;g,§J.)J!dj (o g'lllmlQ!!1~!:laQ,iI>~~,'t,,91!~~~fl;,,~b~filt/t~~~)· Se non soddisfano, diventano privi di qualsiasi scopo e quindi anche di qualsiasi ragìone per tenerli con noi. Possiamo dtare la famosa osservazione di ~QQj GiGi: ~~~~e(:ondo cui la vecchia idea romantica delI'a~

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>, qn~/x~l~jg­ e non un istante di più, cb~ essa ai due n-"'_-_n

sempre meno, fatta eccezione per gli oggetti sottratti al flusso della vita quotidiana e mummificati per il piacere del turista, le cose che hanno visto epoche precedenti alla nascita dell'individuo; ,e ancora di meno quelle che, nate più tardi, abbiano ragionevoli speranze di sopravvivere ai loro spettatori. La regola del «rinvio della gratificazione» non sembra più un consiglio assennato come ancora appariva ai tempi di MaxWeber. Le inquietudini registrate da Pascal hanno preso una piega diversa e ina· spettata: chiunque abbia interesse per cose di lunga durata, farà meglio a investire nel prolungamento della propria vita corporale che in «cause eterne». Noi, soldati delle unità più avanzate dell'esercito della modernità liquida, non riusciamo più a compr,en· dere gli attentatori suicidi che sacrificano la propria vita, con tutti i piaceri che essa potrebbe avere in serbo,. in nome di una causa immortale o della beatitudine eterna. Palesemente fragili e transitorie, tutte le cose diverse dalla sopravvivenza individuale appaio,· no investimenti di scarso valore. L'unico loro uso sensato è al servizio della sopravvivenza individuale. È meglio assaporare e consumare suhIto, qui sul posto,. il loro potenziale di gratificazione e piacere, prima che esso comincia svanire come di sicuro farà ben presto. Si potrebbe dire che questa sia la sfida più grande che il «sacro»abbia mai affrontato nella sua lunga storia. Non è che oggi noi d giudichiamo autosuffi~ denti ,e onnipotenti e abbiamo srrresso di sentirei inadeguati, indifesi, senza risorse sufficienti (non ci siamo, in altre parole, liberati di quelle che Kolakowski identificava come la fonte dei sentimenti religiosi). È

piuttosto che siamo stati addestrati a smettere di preoccuparci di cose che apparentementecontlluano a rimanere ostinatamente al di là del nostro pOf{~­ re Ce dunque anche di quelle cose che si estendono oltre l'arco della nostra vita}, e a concentrare invece la nostra attenzione ed energia sui compiti alla nostra (individuald portata, competenza e capacità di consumo. Siamo reclute diligenti ,e intelligenti; e perciò chiediamo che le cose e le tematiche,. prima di cercare di ottenere, 'e avere garantito, il nostro interesse, ei spieghino perché meritano la nostra attenzione. E possono farlo offrendoci una prova convincent,e della loro utilità e della loro capacità di consegnaI1e ra~ pidamente dò che promettono. Non essendo più considerata sensata la scelta del rinvio della gratificazione, la consegna e l'utilizzo delle merci, così come la gratificazione che esse promettono, devono essere istantanei. Le cose devono essere pronte per essere consumate sul posto, i compiti devono produrre ri" sultati prima che l'attenzione si rivo~ga da un'altra parte ,e si concentri su altre imprese, le tematiche devono portare frutti prima che l'entusiasmo si esaurisca. Immortalità? Eternità? Bene: dov' è il parco a tema dove posso sperimentarle, subito? Siamo atterrati in un paese completamente e vera· mente straniero... Una terra sconosciuta, inesplorata, di cui non esiste mappa: non s.iamo mai stati qui prima cl' ora, non ne abbiamo mai sentito parlare.. Tutte le culture di cui s.appiamo,. in tutte le epoche, hanno cercato, con alterno successo, di colmare il divario fra la brevità della vita mortale e l'eternità dell'universo. Ogni cultura ha offerto una formula per l'alchimisti ~ ca impresa: riforgiare sostanze umili, fragili ed effi-

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mere in metalli preziosi I\esistenti all'erosione ed eterni. Noi siamo forse la prima generazione che ,entra nella vita e la vive senza una simile formul!a. TI cristianesimo ha caricato di un tremendo significato il nostro ridico1mente breve soggiorno sulla terra come unica chance per decidere la qualità dell'esistenza spirituate eterna. Baudelaite vedeva la missione dell'artista nell'estrarre il nocciolo immortale dal guscio dell'attimo fuggente. Da Seneca a Durkheim, i saggi non hanno fatto altro che ricordare, a tt;l.tti coloro avveduti abbastanza da ascoltare, che la "era fe" Heità (a differenza degli inafferrabili e momentanei piaceri) si può ottenere soltanto legandosi a cose che durano più a lungo della vita corporale di un essere umano. Per il lettore medio contemporaneo, queste affermazioni sono incomprensibili e suonano ridondanti. I ponti che collegano la vita monate all'eternità, laboriosamente costruiti nd corso di millenni, sono stati banditi dall'uso. Gli uomini non sono ancora mai stati in un mondo privo di questi ponti. È troppo presto per dire cosa potrebbero scoprire, o in quatecondizione potrebbero trovarsi vivendo in una terra siffatta.

bire le coste dello Stato di Israele. Cosa ne penJia del fondamentalùmo rdigioso?

D. Uno deifenomenipiù inquietanti acui assistiamo in questo periodo è il fondamentalismo religioso. Al di là delle dispute teologiche cbe banno accompagnato la diffusz:one di questi movimentz: il loro carattere essenzialmente politico mi sembra lampdnte, si tr:atti dell'lndia, del mondo arabo o della moral majority negli S'tati Uniti. Questofenomeno è ar:rivato perfino a lam-

R Tutte e tre le grandi religioni- cristianesimo, islam ed ebraismo- hanno i loro fondamentalismi. E possiamo avanzare 1'ipotesi ,che il fondamentalismo religioso contemporaneo sia l'effetto combinato di due sviluppi in parte collegati e in parte separati tra loro. Uno ,di questi. sviluppi è l'erosione, e la minaccia di un'erosione ancora maggiore, del «nocciolo duro», il solido canone che tiene insieme la congregazione dei fedeli: i suoi margini si fanno sempre più sfilacciati e confusi, le commessure si allentano o saltano via.. Le sette, che le Chiese v,edono con apprensione, e a ragione, come la maggior,e minaccia alla loro unità, si moltiplicano, e le Chiese ripiegano su posizioni di fortezza assediata o permanente controriforma. TI canone della fede deve ,ess'ere difeso con le unghiee coi denti e riaffermato quotidianamente, la di· sauenzione è un suicidio, l'ordine del giorno è vigi1anza, la «quinta colonna» (gli indifferenti e gli incerti all'interno della congregazione) deve essere individuata per tempo e stroncata sul nascere. Un altro sviluppo può forse essere ricondotto alle stesse radid (vale a dire alla nuova forma liquida che la nostra vita moderna ha assunto), ma concerne in primo luogo gli sceglitori involontari.!compul!sivi che noi tutti. siamo diventati nel nostro ambiente sociate deregolamentato, frammentato, sottodefinito, sottodet,erminato,. imprevedibile, disarticolato,. sgangherato e largamen't!e incontrollahile. Ho già sottolineato diverse volte che, pur con tutti i suoi ambitissimi van-

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taggi, la condizione di vita di uno sceglitore-per-necessità è anche un'esperienza assolutamente sfibrante. La vita di uno sceglitore è una vita insicura. TI valore di cui si sente grande mancanza è la sicurezza di sé e la fiduda, e perciò anche la fiducia in sé. TI tondamentalismo (anche il fondamentalismo religioso) offre quel valore.. Invalidando preventivamente tutte le proposte concorrenti e rifiutando un dialogo e un dibattito con i dissenzienti e gli «eretici», instilla la sensazione di certezza e offre un codke di comportamento semplice e facile da assorbire, da èui tutti i dubbi sono stati spazzati via.. Elargisce quel contor-· tevole senso di skurezzache si prova all'interno delle alte e impenetrabili mura che tagliano fuori il caos che regna all'esterno. Certe varietà eli Chiese fondamentaliste sono particolarmente attraenti per quella parte della popola" zione svantaggiatae impoverita, spogliata di dignità umana e umiliata, persone che non possono fare molto di più che guardare con un misto di invidia e risentimento lo stile di vita spensierato e la baldoria consumistica dei più abbienti (i Musuhnani N eri negli Stati Uniti, o la sinagoga oriental.e in Israele che raccoglie gli immigrati sefarditi in un paese governato dagli askenaziti sono esempi spettacolari, anche se certo non gli unici). Per queste persone, le congregazioni fondamentaliste forniscono un invitante egra" dito riparo che non trovano altrove. Queste congre" gazioni raccolgono i compiti e i doveri abbandonati dallo Stato sociale in ritirata. Forniscono inoltre quell'ingrediente di una vita umana decem,e di cui più dolorosamente è sentita la mancanza e che la società nel suo insieme ha rifiutato di offrire: il senso di uno sco122

po, di una vita che abbia significato (o di una morte che abbia significato...), di un posto legittimo e dignitoso nello schema generale delle cose. Promettono inoltre di difendere i fedeli dalle «identità» conferite, stereotipanri e stigmatizzanti imposte dalle forze che governano 1'ostile e inospitale ->--~-'----'-''"tnC}-''--''-~''''

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25. I(} Cito da Hanna Mamzer, Tozsamosc w podr:6zy, Wydawnictwo Naulww,e w Poznaniu,. Pozna' 2002, p.. 13. Il Mon1ka Kostera, Postmoderni:r.m W