I Lettori Rispondono A Rousseau [PDF]

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Zitiervorschau

I lettori rispondono a Rousseau: la costruzione della sensibilità romantica Che cosa era la lettura nella Francia settecentesca? Ancora oggi l'atto di leggere rimane un mistero nonostante lo compiamo ogni giorno. La lettura è sicuramente una costruzione attiva di significati all'interno di un sistema di comunicazione ma come gli uomini leggevano in altri tempi e in altri luoghi? L'esempio di Bali della lettura dei riti funebri illustra un punto importante quando si tenta di ricostruire l'esperienza della lettura: essi quando preparano una salma per la sepoltura si raccontano l'un l'altro delle comunissime storie tratte dalle raccolte di fiabe più diffuse. Le leggono senza fermarsi, ventiquattr'ore al giorno per circa due o tre giorni di seguito, non perchè abbiano bisogno di distrarsi ma per il pericolo dei demoni. La lettura di queste fiabe rappresenta per loro la protezione delle anime in quanto tengono a distanza dai morti i demoni, i quali battono il capo contro questo labirinto narrativo costruito dai lettori. In generale è difficile disegnare una storia della lettura, tutto ciò che possiamo fare è rintracciare ciò che resta dell'esperienza della lettura nelle biblioteche e negli archivi. Particolarmente interessante è il fascicolo proveniente dagli archivi della Société Typographique de Neuchatel, un'importante casa editrice svizzera, che riguarda Jean Ranson, un uomo benestante alla morte del padre aveva rilevato l'azienda di famiglia ed ereditato dal padre una discreta somma di denaro, alla quale si aggiungero poi le doti delle sue due mogli. Le lettere di Ranson qui conservate, danno l'immagine di un uomo serio, responsabile, gran lavoratore e instancabile lettore. Che cosa leggeva Ranson quali erano i suoi gusti e le sue abitudini di lettura? Diverse sono le letture di tipo religioso da cui emerge la sua fede protestante e il suo interesse per Rousseau, diversi sono anche i libri di storia, geografia e deiviaggi, molti i libri di letteratura di autori suoi contemporanei all'interno dei quali rientra di nuovo Rousseau, ancora leggeva libri di medicina e libri di pedagogia per l'infanzia. In che modo leggeva? Innanzitutto i libri nel 700 erano assai diversi da ciò che sono oggi come diverso era anche il modo in cui i lettori li percepivano. Possiamo capire le percezioni di Ranson nelle lettere che scrive alla STN in cui spesso si sofferma sull'aspetto fisico dei libri, sui particolari tipografici e sulla materia prima dei libri. Il libro preferito di Ranson era un manuale di Nicolas-Antoine Viard in cui si tratta della lettura, dell'ortografia, della punteggiatura e in generale di elementi di grammatica e prosodia francese, che Ranson lesse per la prima volta durante gli studi. Particolarmente interessante per Ranson è il concetto di lettura espresso da Rousseau per la Nouvelle Eloise, un romanzo epistolare in cui Saint Preux e Julie, due amanti, si insegnano reciprocamente a leggere esattamente come s'insegnano ad amare. Per Rousseau infatti leggere, vivere e amare erano atti inseparabili. Rousseau, qui, non si limita a descrivere la lettura come lui stesso ed i personaggi dei suoi libri la vivevano, ma si spingeva oltre fino a dirigere addiruttura la lettura dei lettori, i quali non dovevano aspeettarsi niente a che fare con la letteratura e per questo gettar via tutto il bagaglio culturale posseduto e leggere con l'anima, con l'emozione. Ranson era affascinato all'opera di Rousseau, tanto come a Rousseau in quanto persona. Dalla corrispondenza con la STN si capisce che Ranson era ansioso, oltre che di ricevere opere dell'artista, di avere informazioni circa la sua salute. Molteplici sono i riferimenti che Ranson fa a Rousseau, quasi tutti vengono fatti come accompagnamento alle riflessioni sulla propria vita. Ad esmepio lo cita in occasione del suo matrimonio, facendo riferimento a tutto ciò che Rousseau scrisse sui diveri degli sposi, e ancora nel momento in cui starà per diventare padre per richiedere un'opera sull'educazione fisica dei bambini. Ranson continuò a parlare di Rousseau anche dopo la sua morte in una lunga serie di lettere, continuò a coltivare sempre il suo interesse per questo autore leggendo ogni sua opera, comprese quelle postume attribuitegli. Dunque tornando alla domanda in che modo leggeva Ranson, possiamo rispondere che costui leggeva non per gustare la letteratura bensì per affrontare la vita, in particolare quella familiare. Oggi un modo di leggere come quello di Ranson è impensabile. Moltissimi lettori di questo tempo non saprebbero sobirsi volumi carichi di sentimento in cui non s'incontra una scena erotica o un episodio di violenza; per i lettori settecenteschi invece dominava il sentimento di cui parlava Rousseau. Ranson non era quindi un'anomalia e la lettura roussiniana era quindi un fenomeno importante nella Francia di questo periodo. Si ipotizza che dette il via a una rivoluzione nella lettura che vede da una parte i lettori che leggevano intensivamente (pochi libri letti di continuo per capire e riflettere) e dall'altra quelli postrivoluzione che leggevano estensivamente (ogni testo una volta solo per divertimento). Ma non ne siamo sicuri, ciò che è certo è che la qualità della lettura mutò.