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SCRITTI DI
STORIA LEnERARlA E POLITICA
II
BENEDETTO CROCE
LA
RIVOLUZIONE NAPOLETANA
DEL
1799
BIOGRAFIE, RACCONTI, RICERCHE TERZA EDIZIONE AUMENTATA
GIUS.
BARI LATERZA & FIGLI
TIPOGEAFI-KDITOEl-LIBBAI
1912
PBOPBEETÀ LSTTEKARIA A
NORMA DBLLE VIGENTI XBGGI
Stampato in Trani, col
tipi della Ditta
Vecchi e C.
Tipografica Editrice
all'amico
GIUSEPPE OECI IN
RICORDO DI COMUNI STUDI GIOVANILI
PREFAZIONE ALL'EDIZIONE PRECEDENTE
fatti
I
accaduti in Napoli nel 1799 sono una delle
parti più note,
derna storia Chi larità,
e
si
si
e,
quasi direi, più luccicanti della mo-
d' Italia.
faccia a cercare le ragioni della loro popo-
hanno sempre destatp, esame con qualche ampiezza di ves'accorge subito che quei fatti non fu-
e del vivo interesse che
accinga a
duta storica,
tal
uno svolgimento importante e originale. Nello stesso anno Novantanove i più accorti patrioti chiamavano la loro rivoluzione una rivoluzione « passiva »; e il Saggio rono
la
conseguenza o
stoìHco di Vincenzo
mente questo
la catastrofe
Cuoco doveva poi
illustrare larga-
come in altre movimento d'idee
giudizio. C'era in Napoli,
parti d'Italia e d'Europa,
e di fatti contro
i
un vivo
resti del
clesiastico, e l'aspirazione ciale,
di
feudalismo, laico ed ec-
a un maggior benessere
con l'appoggio della monarchia,
la quale,
so-
da oltre
un mezzo secolo, era entrata risolutamente nella via delle riforme.
La mutazione
d'indirizzo politico
del
PREFAZIONE ALL'EDIZIONE PRECEDENTE
vili
governo, pel contraccolpo degli avvenimenti cia,
non poteva non contrariare
dice lo spirito
tempi, ossia
dei
sentimenti
i
Fran-
di
lunga ciò che
alla
si
una
di
grande e miglior parte della popolazione. Senonché,
immediatamente, solo un piccolo manipolo ad atteggiamento
ostile, e
fu spinto
trovò alleati nei giovani e
E una
nei malcontenti d'ogni sorta.
società
segreta,
sorta per istigazioni francesi, raccolse insieme le forze rivoluzionarie, che andò disciplinando.
Ma
intervenne
pronta, severissima, la repressione; molti dei
cospi-
ratori furono colpiti con la morte, col carcere o
scamparono con
la relegazione; altri
con
recan-
la fuga,
dosi in Francia e poi nelle città italiane via via con-
quistate dalle armi
francesi.
A
Napoli, non
potè
si
tentare nient'altro di concreto; e per quanto
se-
si
guitasse, da parte del governo, a sospettare, a carcerare, a processare, tutta quell'attività di tribunali statari riuscì vana, per
— Ci
teria su cui lavorare.
plicazioni
Francia e
internazionali: dell'
Sicilie, e
un intreccio
le
di di
interessi opposti
relazioni di
commercio con
Francia ad escludere
porti napoletani, in
aiuto per
poliziotti
e
ma-
comdella
Inghilterra ad assicurarsi l'unadi fronte
all'altra favorevoli la
volle gli
di
mancanza
le
l'Inghilterra
due dai
questa trovava appoggio ed
cui
operazioni
militari
nel
Mediterraneo;
una guerra provocata stoltamente, o perfidamente re di Napoli; una se-
fatta provocare, dall'inconscio rie di
sconfitte, nelle
l'insipienza di
quali rifulse
un dotto
in
modo
ufficiale austriaco,
classico
che poi do-
veva riuscire esiziale anche alla sua patria;
la
con-
sequente occupazione francese; tutte queste e simili
PREFAZIONE ALL'EDIZIONE PRECEDENTE
avvenimenti inaspettati
complicazioni ed
IX
ci
per dar vita a una repubblica democratica lia
vollero, nell'Ita-
meridionale.
E
quella repubblica, passato
il
e di sbalordimento,
si
entusiasmo
primo momento
La sua situazione era, in non poteva
e senza forze.
tradittoria e disperata. Essa
non a patto ressi,
di
di
trovò senza radici verità,
con-
sostenersi se
formare intorno a sé una rete d'inte-
con l'abolizione totale del feudalismo, con
la
li-
quidazione della proprietà ecclesiastica, col garantire le
carte dei banchi, e col fare
mutazioni che
si
durante
il
pizie,
compirono
insomma
tutte quelle
poi, in condizioni più pro-
decennio francese e costituirono
la
base del governo murattiano. Per ispiegare questa attività, aveva bisogno di un esercito, che la difendesse e garantisse, e
le
procacciasse la calma neces-
Ora, l'esercito non
saria.
forze nazionali, che o
poteva crearsi subito con
non erano mature
plebi delie città e delle
campagne,
contro. Unico appoggio, dunque,
il
zione francese, che aveva aiutato
mare
repubblica,
la
come
essi
penetrare in Napoli, e alla cui
avrebbe dovuto crescere e
i
era un
Il
di
occupa-
patrioti a procla-
ombra
rafforzarsi.
appoggio precario;
arbitri,
cie e
le
il
aiutato
a
nuovo Stato
Ma
sempre
quel corpo sul
punto
richiamato sui teatri delle guerre europee,
contribuzioni, con gli
come
erano volte
si
corpo
l'avevano
francese, fuori delle linee militari, di essere
le
o,
le
attizzava
impediva
la
suo restare e
le
d'altra
di
suo partire
parte,
d'ogni
insurrezioni
formazione
il
e,
spogliazioni
con
le
sorta, con
delle
Provin-
un esercito nazionale. recavano pericolo
di-
X
PREFAZIONE ALL'EDIZIONE PRECEDENTE
verso,
ma
eguale \ In verità, se
avuto
avessero
piena
coscienza
Napoli
patrioti di
i
della
situazione,
e
avessero seguito T istinto della propria salvezza, una
presentava semplice e di-
sola linea di
condotta
ritta: fare ai
francesi ciò che, poco dopo,
quando gno di
si
i
francesi,
loro interesse lo richiese, non ebbero rite-
il
fare ad essi: abbandonarli, e intendersela coi
propri sovrani.
Per fortuna,
i
patrioti di Napoli erano grandi idea-
e cattivi politici.
listi
cesi, e
Nessuno pensò a tradire
fran-
i
a entrare in trattative coi sovrani; moltissimi,
amanti disinteressati della repubblica, erano pronti a difenderla sino all'estremo, e qualunque cosa accadesse. Cosi tennero in piedi, anche
dopo
la
partenza
dell'esercito francese, la loro barcollante repubblica,
tra illusioni smisurate e piccoli effetti, propositi arditi
e mezzi
media
deficienti:
e
prevalse.
Ma
se
la
una
vita che oscillò tra la
tragedia, finché
Di
fine,
La repubblica cadde. patrioti di Napoli, per
i
la loro ostinazione e la loro
i
com-
quest'ultima, alla
ciò si
rendeva ben conto
lo
il
loro
mancanza
idealismo,
di senso
po-
Championnet, un generale repub-
blicano in cui viveva ancora tanta parte delle idealità dei primi anni della rivoluzione francese.
Ma
dallo
Macdonald, per discendere via via Sulle idee dello
Championnet
si
Championnet
si
passò al cinico
fino al venale e traditore
possono vedere
le
Méjan,
—
notizie date dal
Saint-Albin, Championnet, 2.^ ediz., con documenti, Parigi, 1861, pp. i doc, pp. BlO-21, lo scritto Essai sur le système po-
203-208; e cfr. tra
la campagne de Napìes, in data del 12 nevoso (2 dovuto a un francese, che appare onestissima persona e assai esperta nelle cose d'Italia, e dove si prevedono in gran parte
litique
à suivre dans
genn.
'99),
i
eh' è
mali che accaddero. Sui quali succose notizie
TELLi, Apergu historique, Berne,
an IX, pp.
43-50.
si
hanno
nel Pigna-
PREFAZIONE ALL'EDIZIONE PRECEDENTE
andarono incontro a certa rovina, furono que-
litico, sti
XI
stessi
dell'opera
loro. Nella
potrebbe dirsi
vi
un'eroica caduta.
che salvarono
storia, è
l'efficacia
quando
specie
circostanze
e
fatti
grandissima
che
ciò
dell'esperimento non riuscito,
aggiunga
si
frutto
il
E quale
la
consacrazione
tentativo
fallito
di
ebbe più
feconde conseguenze della Repubblica napoletana del
Novantanove? Essa servi a creare una tradizione
ri-
voluzionaria e l'educazione dell'esempio nell'Italia meridionale. Si potrebbe istituire tiva sui superstiti e
Novantanove: il
la
una ricerca assai istrut-
discendenti dei repubblicani del
i
storia
delle
famiglie acquisterebbe
carattere di storia sociale. Essa, mettendo a
nudo
bisogno
le
condizioni reali del paese, fece sorgere
di
un movimento rivoluzionario fondato sull'unione
il
delle classi colte di tutte le parti d'Italia, e gittò
il
primo germe dell'unità italiana; mentre spinse i Borboni ad appoggiarsi sempre più sulla classe che li aveva meglio sostenuti in quell'anno, ossia sulla plebe,
trasformando
via via
l'illuminata monarchia
di
re
Carlo Borbone in quella monarchia lazzaronesca, poliziesca e soldatesca,
che doveva
finire nel
finalmente, dette ai liberali italiani
1860 K Essa,
moderni
i
rudimenti della saggezza politica, insegnando a
dare delle parole dei è
ci
modo
utili e di
1
di
al
diffi-
governi stranieri, quando non
assicurarsene
l'aiuto
con
ricambi di
servigi. Cosi, per eff'etto del sacrificio e delle
Si veda, tra le parecchie lettere di
cenna
primi
programma
del
nuovo
Maria Carolina in cui si acmaggio
stato borbonico, quella del 23
1799 al cardinal Ruffo {Carteggio, in Arch.
stor.
nap., V, 567).
PREFAZIONE ALL EDIZIONE PRECEDENTE
XII
repubblica del Novantanove,
illusioni dei patrioti, la
che per sé stessa non sarebbe stata altro che un aned-
doto, assurse alla solenne dignità di storico.
E
a cercarvi
ad essa le
ragione
avvenimento
rivolge ora lo sguardo, quasi
origini sacre della
Ma un'altra la
si
si
nuova
aggiunge
Italia.
alla prima, e spiega
fortuna e la divulgazione, anche internazionale, che
hanno avuto quei tempo,
zio di
si
fatti.
É
raro che, in cosi breve spa-
trovino affollati e mescolati tanti av-
venimenti e tanti personaggi straordinari e caratteristici.
Esaltazione utopistica dei repubblicani, e fana-
tismo
di plebi
guidate da istinto infallibile dell'utile
loro immediato; esempi
bontà
eroismi di
di
di
ge-
nerosità, e feroci violazioni d'ogni pietà e d'ogni giu-
accorgimenti
stizia; sottili
politici, e
l'
a ogni passo; e poi, sullo stesso suolo,
impreveduto
di
Napoli e
le
masse
dei
più
le
nazioni, francesi e inglesi, turchi e russi,
i
varie
lazzaroni
contadini di Calabria; e
i
più diversi e straordinari individui: un re e una regina, l'uno e
l'altra, nel
loro
genere, eccezionali;
più grande degli ammiragli inglesi, emulo di
il
Bona-
parte sui mari, e un cardinale, capo di masnade. Questi
personaggi, queste passioni, questi contrasti non
potevano non attirare
la curiosità; svegliare
derio dell'analisi psicologica; promuovere la giudizio morale.
E
trattato di quei fatti
si
sione e
hanno serie
il
di
alle
il
desi-
discus-
molte storie che
è aggiunta
una lunga
opere artistiche, drammi, romanzi, pitture,
quasi a prova di questo interessamento della fantasia e del sentimento.
PREFAZIONE ALL'EDIZIONE PRECEDENTE
XIII
II
Appunto
la
maggior parte
sto tratto di storia
dei libri scritti su que-
rendono aspetto degli
atti d'istrut-
toria e di dibattimento di
un gran processo. Abbon-
dano
non sono mancati neppure
accuse e
le
gii avvocati in
le difese, e
titolo,
borbonici e liberali.
materiale
gran copia e ben vagliato.
dei fatti è ora raccolto in
Ma
Il
l'intrusione delle tendenze
politiche e delle
im-
pressioni sentimentali mantiene ancora qualche tur-
bamento intorno ai criteri del giudizio. É appena necessario ricordare che ogni fatto storico può essere oggetto di una doppia misurazione, o doppio criterio: l'ovvio criterio morale, e quello pro-
priamente storico.
Il
primo
mentari del giudizio etico, intorno ai
e convinzioni
di
fonda sui principi
si
della
togliere
storia e
storia e al
anzi della
stessa storia
di vista liberale o progressista
aveva ragione e presentava
il
i
corso
un esempio da un
Napoli, nella lotta tra Ferrante d'Aragona e
da un punto
ele-
secondo sulle persuasioni
fini
del progresso. Cosi, per altro periodo
il
i
di
baroni,
Ferrante
baroni avevano torto: l'uno rap-
progresso, gli
altri
il
regresso; l'uno
voleva fondare la monarchia assoluta sulla forza delle città e sullo gli altri
feudale. nostri,
svolgimento delle
arti
e del
commercio,
volevano continuare l'anarchia e la barbarie
Che
se poi
ci
fosse ancora qualcuno, ai tempi
che vagheggiasse
il
feudalismo come forma
pica della vita sociale, è evidente che per lui
ti-
le parti
PREFAZIONE ALL EDIZIONE PRECEDENTE
XIV
sarebbero invertite, e
i
re Ferrante
brutta.
la
parte
baroni avrebbero la bella, e
Ma non
per
meno
giudizio morale sui mezzi, più o
questo
leali
il
e legit-
timi, che l'uno e gli altri usarono, verrebbe a mutarsi.
Ora,
condanna della reazione bor-
noti bene, la
si
Novantanove
bonica del
è
una
delle
più fiere con-
danne morali, che abbia pronunziato
la
storia.
Si,
certo, le nostre simpatie personali sono per quei vinti
contro quei vincitori: sono pei precursori dell'Italia
nuova contro
i
conservatori dell'antica: sono pel flore
dell'intelligenza meridionale contro l'espressione mas-
sima dell'oscurantismo internazionale. Ma, per quei vinti e contro quei vincitori, ci è, di più, la ribellione
del nostro sentimento etico; e la
condanna non
è qual-
cosa di vano o di superfluo, non è un postumo infie-
una
rire: è
dì
quelle colonne infarai che la civiltà
deve innalzare per ricordare sarie lotte sociali,
non è
i
limiti che, nelle neces-
lecito calpestare,
da chi non
voglia trarsi fuori dell'umanità.
Invano sovrani e
s'invocarono, i
tra le varie
sudditi,
paragonarsi a il
le
non sono applicabili
superano e contestano. Le
diritto
classi di
in
norme
del diritto
ai fatti
che questo
lotte tra sovrani e
un popolo, debbono
vere e proprie guerre e
vincitore cerca di rendere
Ma,
queste repressioni
ragioni dei
legulei, le
doveri dei sudditi e
positivo, che
cui
dai
inoffensivo
civili,
e nelle battaglie, c'è un'illusione
battaglie, in
come (e sia
il
vinto.
nelle guerre
pure un pre-
che rende o realmente scusabile e rispettabile, formalmente incensurabile, chi combatte e vince,
testo),
chi
opprime ed uccide:
l'illusione, o la finzione, di
XV
PREFAZIONE ALL' EDIZIONE PRECEDENTE
operare pel bene generale, per un alio dovere, per
la
volontà del cielo.
Questa credenza o questa pretesa ha gica,
non può
e
conciliarsi
con
sua lo-
la
violazione delle
la
Non
regole elementari della giustizia e della pietà. possibile proclamarsi punitore in zia divina (punire
i
« ribelli a Dio
scriveva re Ferdinando),
gere
parola data e
la
nome
i
e,
nel
fatti
me
e a
tempo
è
della giusti-
come
»,
stesso, infran-
giuramenti e
le
consu-
mate capitolazioni, formare tribunali di sangue, prendendo sfacciatamente i cosiddetti giudici di tra pari
meno
tigiani
scrupolosi
(gli « scelti
come diceva lo stesso re); e ria, mandando a morte, non
ma
politica,
ministri sicuri
infierire,
dopo
più per alcuna necessità
per saziare odi e vendette
accompagnare quest'orgia
di
»,
la vitto-
sangue
personali.
e di sevizie,
già col cupo fanatismo del despota,
ma
col
E
non
ghigno
di
un carnefice pulcinella, che tripudia
nell'opera sua.
L'illusione è squarciata, la finzione
inverecondo
è svelata,
un
delitto
La
vincitore diventa un assassino, la guerra
il
comune.
ricerca dei responsabili della sanguinosa rea-
zione borbonica del 1799 è stata fatta; e l'istruttoria
può
si
parte
i
ormai
compiuta.
considerare
Lasciamo da
consiglieri per cortigianeria o per esaltazione,
e gli esecutori secondari, e quelli più o scienti, e
sto a
i
il
canagliume
tutto ^
Ma
La questione
dirsi risoluta dallo
i
eh' è
grandi
meno incon-
sempre pronto
responsabili
e dispo-
restano tre;
della capitolazione dal lato storico e giuridico
può
Huffer, che ne ha trattato nel modo più com-
PREFAZIONE A LL EDIZIONE PRECEDENTE
XVI
re Ferdinando,
Ferdinando
un
dolo
Carolina d'Austria e
il
che farebbe
re
onore chiaman-
forse troppo
fatto
è
si
tiranno;
A
Nelson.
il
supporre,
per lo
meno, l'ambizione della forza e del potere. Egli pensava alla caccia, alle femmine, alla buona tavola; e
purché a
intimare
guerra,
la
a
fuggire,
promettere, a
a
perdonare e ad uccidere, spesso
spergiurare, a
dendo
allo spettacolo
di
nel
lui
era pronto
gli si lasciassero fare le dette cose,
momento
bizzarro
'.
Il
chiama un
e della fuga in Sicilia, lo
regno
perdita del
della
critico
ri-
Nelson, scrivendo
filosofo,
a phi-
losopher] e giacché, per una serie di curiosi passaggi
parola « filosofo » ha anche, vol-
e mediazioni,
la
garmente,
il
significato
nostro, la
denominazione può
Carolina
che
sono
spingono
si
zione,
si
ma
solo
conviene
restare. Della
non solo
caso
regina
completa giustifica-
alla
anche all'ammirazione. Come
pleto ed equilibrato.
al
tempi recenti, molte difese,
fatte, in
una donna che,
stificare
che
oltre le
si
possa giu-
scorrettezze e tur-
Qualche buona osservazione
e rettifica
può
si
vedere nel recente opuscolo di Robby Kossmann, Lord Nelson und der
Herzog Franz Caracciolo^ Hamburg, 1895 (nella raccolta di conferenze pubbl. dal Virchow e dal Wattembach), pp. 19-24.
—
E
noto che
cardinal Buffo ha guadagnato in questa revisione; ed
Emma
appare un semplice portavoce del Nelson
con parte
fatto secondaria, e
time.
Tra
i
rispettabile,
non senza lagrimette
e di Carolina,
personaggi della reazione ce n'è qualcuno assolutamente
come quel diplomatico Antonio Micheroux, che
fu
il
la
opera è stata ora degnamente illustrata dal Maresca (in Ardi.
1
Si
af-
di pietà sulla sorte delle vit-
ideatore della benigna capitolazione conclusa coi patrioti, e
nap., voli.
il
Lyons
XVIII
e
vero cui star,
XIX).
veda (per citare un esempio)
la
sua lettera
al
Ruffo
dell' 11
aprile 1799 (in Dumas, I Borboni di Napoli, voi. di Documenti, pp. 231-2).
PREFAZIONE ALL' EDIZIONE PRECEDENTE
XVII
pitudini della vita privata, è stata còlta in
una serie
menzogne
di
flagranti e di
violazioni d'impegni
non riesco ad
sull'onore e sulla fede, io
lenni presi
so-
intendere \ Circa poi all'ammirazione per la sua ener-
suo ingegno, confesso che anche mi
gia e pel
sce abbastanza
e
fin
chiacchiera.
la'
con
continuo
il
danno suo
ultimi mesi
che, negli
della
in
modo
ebbe
non
e
prudenza;
E vero
tutti.
dopo molte-
vita,
diceva che, se avesse
regnare,
ricominciare a
e di
sua
plici lezioni dell'esperienza, ella
potuto
l'irrequie-
torbido,
Spirito
né elevatezza mentale, né accorgimento e fece di
sarebbe condotta
si
diverso; ma, per fortuna, un
affatto
di apoplessia, ad
rie-
quando almeno l'energia
non diventino tutt'uno
e l'ingegno tezza
oscura,
Hetzendorf,
le
impedi
colpo
ricomin-
di
ciare.
Più il
giudicare l'opera
difficile è
Nelson, forse non pari in tutte
genialità
militare
un uomo come
di
sue facoltà alla
le
ma
che possedeva,
dominatore e
1 Anche di fuori del periodo del '99, basterebbe ricordare l'indegna commedia dei due trattati del settembre 1805 (cfr. Maresca, I trattati ecc., in Arch. sfor. tiapoL, XII, 1887, pp. 589-698), in cui impegnava
la
sua
leone,
«
parole sacrée
»
,
la
cia, e l'alleanza
con
«
parole d'honneur
la coalizione; e le
sassini del decennio e
guire da
lei
il
{Carteggio^ ed. è provato
Gorani, e paeselli e
la
>
,
per ingannare Napo-
neutralità con la Fran-
infami congiure e
Palumbo,
i
tentati as-
combattere per briganti. Sul furto fatto
delle carte dell'ambasciatore francese
sua confessione, e quasi
italien
sua
mentre trattava contemporaneamente
il
Mackau,
suo vanto, in una lettera ad
p. 211).
Come
vendicasse
si
Emma
le offese
ese-
veda
la
Lyons
personali,
da quella compagnia di assassini che mise alle calcagna del che perseguitarono lo scrittore democratico per non so quanti
campagne
du siede
della Svizzera! (cfr.
Marc-Monnier, Un aventurier
dernier, Parigi, 1884, p. 244 sgg.).
XVIII
PREFAZIONE ALL' EDIZIONE PRECEDENTE
creatore
di
attingere
grandi
superiorità.
sotto la suggestione delle preghiere di
quali non
dai
fatti,
serenità e
moine
delle
Che
poteva non operasse
egli
Emma
di
Lyons
e
Maria Carolina, sembra da esclu-
dere: al più, quelle moine e preghiere potettero avere
sull'animo suo un'efficacia secondaria. Parrebbe piuttosto che l'odio dell'inglese, contro partigiani, lo
e sleali; e
pendenti,
con
lui
accecasse e spingesse ad
vedere qualcuno degli
il
come
in
francesi e
i
tali
il
at'ti
ufficiali
capitano Trou bridge,
questa idea. Un'altra ipotesi è stata il
son. Si è detto che egli
loro
selvaggi suoi di-
gareggiare
confermarci
sentimenti, potrebbe
terebbe in diversa luce
i
fatta,
in
che met-
carattere e l'opera del Nel-
ubbidisse ad ordini
segreti
del governo inglese, che volevano perpetuare nell'Italia
meridionale
l'antitesi e la discordia
e sudditi, in
modo che
un piede
queste
due
in
pei
Sicilie
l'Inghilterra
vere
sulle
»
labbra, avrebbe
terribili doveri,
zione
del
impuri.
con
la
spesso
militari.
compiuto uno la
strumento puro
di
quei
condidi
fatti
addotte a conforto di
ragioni
tutte le
delle
parola « do-
che rendono cosi dolorosa
militare,
Non
valersi
commerciali e
scopi
Nelson, che spirò a Trafalgar
sovrani
avesse sempre
regioni, e potesse
suoi
tra
questa ipotesi mi paiono sostenibili; ma, certo, essa
spiegherebbe
molte
cose, e
a
me
tornano
innanzi
mente le fredde parole con le quali lord Grenville nel parlamento inglese rispondeva all'attacco che se il del Fox per la violata capitolazione:
alla
—
cardinal Ruffo aveva avuto ragioni lodevoli per con-
cludere
quel
trattato,
il
Nelson ne aveva avuto
di
PREFAZIONE ALL'EDIZIONE PRECEDENTE migliori
ancora per romperlo! K
—
XIX
Data come ac-
certabile questa ipotesi, la responsabilità del Nelson
ridurrebbe, in parte almeno, a quella della politica
si
inglese, e quest'ultima, a sua
contro
gli altri,
rovina e la
con
la
popoli gli uni
prosperità che nasce
come
dalla
capita
cause degli avvenimenti uma-
le
dove credevamo dapprima
ni,
i
rovina dalla prosperità. E,
spesso a chi indaghi
gran parte,
volta, per
alla condizione obiettiva che mette
trovare
di
l'arbitrio
degli individui, urtiamo nella necessità delle cose.
Ili
Le pubblicazioni antiche e recenti, italiane e straniere, sui fatti del Novantanove sone copiosissime: e
potrebbe quasi dire che
si
non
è più
piena
da
fare, se
la storia di
quel periodo
questa frase potesse avere mai
applicazione in fatto di storia, in
cui le
mu-
tazioni dei punti di vista per effetto degli interessi e
delle esperienze dell'ora
1
rendono necessa-
presente,
L'opinione anzidetta è sostenuta con molto acume da M. Kossr,
Nuova
luce risultante dai
veri fatti avvenuti in
Napoli pochi anni prima
del 1799, Firenze, Barbèra, 1890, pp. 308-335, e passim. le
Noterò che tra
prove addotte dal Rossi non mi sembra abbastanza esatto ciò ch'egli
dice
(p.
288) della parte
poletane
(cfr.
le
avuta dal Nelson nell'incendio
notizie raccolte
Storia d'Italia dopo
il
1789,
p.
350
delle navi na-
su questo punto dal Franchetti, n);
né è sicura
la versione ch'egli
accetta della morte del corriere Ferreri, pp. 287-8; troppo benevola
mi sembra
la
sua interpetrazione delle parole del feroce Troubridge,
pp. 318-9: e sarebbe stato desiderabile
menti personali del Nelson contro
i
un esame
francesi e
i
particolare de' senti-
giacobini napoletani.
XX ria
PREFAZIONE ALL'EDIZIONE PRECEDENTE
una continua revisione
e rielaborazione delle
co-
struzioni letterarie del passato.
Alla massa delle pubblicazioni ho contribuito anch'io, anni sono, con le biografìe ora raccolte in questo volumetto; le di
reazione alle
nacquero come una specie
quali
biografie
spesso vuote, degli
monotone, e
rettoriche e
scrittori patriottici e
liberali.
E
mio desiderio di obiettività, mi spinsi tanto da vedermi proclamato, non senza mia maravisu di una rivista positivistica e radicale, come
anzi, nel
oltre glia,
« affetto di pregiudizi conservatori
zione
ho procurato
togliere
di
e talvolta scherzoso, che
metodo Quantunque
quel tono polemico
potè dare appicco all'ina-
spettato rimprovero; pur non tare nel
In questa edi-
».
mu-
avendo nulla da
delle indagini. tratti
si
di scritti
composti in vari
tempi e per varie occasioni, non sarà
diffìcile
scor-
gere tra essi un certo nesso e una certa dipendenza. Nella biografìa di Eleonora de Fonseca
ha un esempio
sua
zionarie, e nella
parte
i
monarchiche
alle idee
dei
repubblicani
rappresentanti
quest'ultimo
non
è
vita che per le sue
di
quella
meno
forte
tra
i
più com-
generazione; e
interessante
intenzioni
si
Novantanove.
del
Essa poi e Vincenzio Russo furono pleti
rivolu-
veggono governo della
opera giornalistica
sistemi e gli espedienti di
migliore
si
del passaggio degli scrittori regalisti
napoletani dalle idee
concentrati
Pimentel,
per
la
sua
socialistiche. L'episo-
dio di Luisa Sanfelice e dei Baccher è l'esempio più terribile e scandaloso della feroce reazione, e insieme
una
storia
commovente, che sembra un romanzo.
PREFAZIONE ALL'EDIZIONE PRECEDENTE
Lo
scritto
che segue
una
offre
serie
di
XXI
notizie,
che
valgono a meglio illustrare l'attraente periodo delle
movimento rivoluzionario a Napoli; e in quello sulla « domanda di grazia » del Cirillo ho
origini del
fatto
di
tentativo
il
uno
di
delineare la
fisonomia politica
dei personaggi principali che
governo della repubblica napoletana, notevole
come
scienziato e
si
trovarono
al
e eh' è forse più
come onest'uomo che come
rivoluzionario ed eroe politico.
Non mi nascondo che a trattare, sono, qua e
tali
ma, avendo una volta messi ho desiderato
argomenti da
là e in generale,
in
Napoli, giugno 1896.
me
presi
po' tenui;
istampa questi lavori,
di ripresentarli in
e corretta.
un
forma più compiuta
PREFAZIONE A QUESTA EDIZIONE
una
Nel ristampare ancora anni, questi saggi col titolo
:
cati
non solo
1897),
tenendo conto delle posteriori
che ve ne ho aggiunti parecchi di
dopo quindici
andare scrivendo dipoi, e
chivio storico
per
le
ricerche,
altri,
tutti,
il
anche
il
ho
li
ritoc-
ma
an-
che mi accadde
salvo uno, per V Ar-
provincie napoletane, del quale
sono vecchio collaboratore. Queiruno, messo dice, è
volume
in
Studi storici sulla rivoluzione napoletana
Roma, Loescher,
del 1799,
volta,
(che furono pubblicati
in appen-
solo che non concerna direttamente
periodo storico trattato negli
altri,
benché non sia
con esso senza qualche legame.
Ho
lasciato quasi intatta la prefazione, scritta quin-
dici anni fa,
quantunque ora non
ripeterei senza cir-
condarlo di maggiori riserve qualcuno degli accenni
che
contiene,
quale
si
specialmente
rispetto
veda, nel corpo del volume,
intorno a
un opuscolo
del
al il
Nelson, sul
breve scritto
Badham. Avverto,
che non sono compresi nei saggi qui raccolti
infine, le
note
PREFAZIONE A QUESTA EDIZIONE e
i
XXIII
documenti, che inserii neWAlbo della Rivoluzione
napoletana del 1799, pubblicato da Ceci, D'Ayala
e
Di
Giacomo
me
(Napoli,
nell'occasione del centenario di quel
e dagli amici
Morano,
1899),
memorabile
venimento. Napoli, agosto 1911.
B. C.
av-
ELEONORA DE FONSEGA PIMENTEL E IL
MONITORE NAPOLETANO
I
La letterata (1752-1792)
E.lleonora tra
de Fonseca Pimentel non può
annoverarsi
pensatori e ricercatori originali cui spetta
i
nella storia di
un posto
una determinata scienza o disciplina. Ma noi di donna sempre in prima
troviamo questa nobile tempra
linea nelle battaglie intellettuali e politiche dei suoi tempi: nella
mente vigorosa
allora viva,
di lei si rifletteva la migliore cultura
e nel suo
animo gentile acquistava calore
di
sentimento ed energia di volontà.
Venuta a Napoli giovinetta, appena può considerarsi A Napoli la dicevano, e si diceva ella medesima
italiana.
talvolta, portoghese;
liana,
e la sua famiglia, di fresco fatta ita-
conservava parentele e relazioni col paese d'origine,
e coi connazionali che
dimoravano
Per cause delle quali non colare, circa la
Portogallo a :
con
moglie Caterina Lopez, e
la
di
di
recavano dal
Clemente, oriundo della città di Braganza, l'altra
Ferdinando Fonseca, con due
età Michele e Giuseppe, e
i
si
congiunte famiglie de Fonseca Pi-
mentel
vedova
in Napoli.
conservata notizia parti-
metà del secolo decimottavo
Roma due
runa
ci è
D'x\yala, Vite dei
1843, p. 408 sgg., e Z.
un
fratello,
di
Maria Lopez,
figliuoli di
tenera
abate Lopez K
piti celebri capitani e soldati napoletani,
Da
Napoli,
Padula, Elogio funebre di Ferdinando Lopes Fon-
ELEONORA DE FONSECA PIMENTEL
4
Clemente
Lopez nasceva
e Caterina
in
Roma
naio 1752 una bambina, cui furono imposti
i
13 gen-
il
nomi
di Eleo-
nora Anna Maria Felice ^
Cominciata
romana per tasi in
la
contesa tra la corte di Lisbona e la curia della cacciata dei gesuiti, ed inaspri-
effetto
modo da sembrare
impossibile ogni accomodamento,
Roma
nel luglio del 1760 l'ambasciatore portoghese in
dinava da parte del suo re a che
ivi
Stato
dimoravano,
Romano^. E
tutti
termine di tre mesi dallo
di uscire nel
tra
i
or-
sudditi della corona
i
non pochi che
in quell'occasione
prescelsero di recarsi nella vicina Napoli, fu Clemente con
con
la moglie,
Eleonora, con altri due
la pìccola
Michele e Girolamo, nati anche in Roma, e
coi
s'accompagnava l'abate loro
zio.
nipoti, ai quali
seca,
Catanzaro, 1840, pp.
8-9.
Lo
scrittore delle
Memorie
figliuoli
due suoi
segrete,
edite
dallo Helfert, p. 140, dice che la famiglia Fonseca trovò rifugio a poli dalle persecuzioni politiche
di Eleonora involto in
del suo paese, essendo stato
una congiura contro
il
il
re, e giustiziato:
Na-
padre
donde
cava motivo di un'accusa d'ingratitudine contro Eleonora. Tutto ciò è
una 1
La
fede di nascita, in data del 26 gennaio, della parrocchia di
Maria
di S. tili
favola.
del popolo, fu ritrovata dalla signora Clelia Bertini
e pubblicata
casa,
gnata
dove abitava
nella
Nuova
la famiglia
At-
728.
La
Fonseca, è quella in Via Ripetta,
se-
Antologia,
16
agosto 1899,
p.
col n. 22.
2 « Per non essere in queste indecorose circostanze possibile che medesimo signore abbia da conservare in Roma un ministro pubblico ed un numero di vassalli onorati e fedeli, solo per esser testimoni degl'insulti che contro la sua autorità regia e contro il decoro pontificio si sono accumulati e vanno crescendo in parole et in il
iscritto, ecc. ecc. ». I tre editti dell'ambasciatore
portoghese in
Roma
Francisco Dalmada de Mendoza, l'uno del 2 luglio, l'altro sospensivo del 4 luglio, e l'ultimo del 6 luglio, che assegna per termine «
sino al mese di settembre inclusivo
togallo. Diversi, a. 1760-2, fascio 920,
»
,
si
leggono in copia in Por-
Arch. di Stato di Napoli.
LA LETTERATA
I.
Agli stranieri
O
apriva a Napoli una facile strada nella
si
milizia e in altri uffici; e numerosi erano in ispecie gli
spagnuoli, che continmìvano un'immigrazione che durava
da
ritrovavano
tre secoli e
nali venuti di recente
schi dì Clemente,
un
e
allora
in
Napoli
con Carlo Borbone.
i
due
1
connaziofigli
ma-
nome Giuseppe, nato
terzo, a
a
Napoli nel 1764, entrarono nell'esercito; e dei due nipoti,
Giuseppe, anche militare, divenne poi generale d'artiglieria, e Michele, datosi alla magistratura, fu giudice nel Molise
e consigliere di corte d'appello in Napoli K Nel 1777 Cle-
mente Henriquez de Fonseca Pimentel Chaves, che da diciassette anni dimorava « in questa capitale con figli e neimpiegata nel real servizio
poti, parte dei quali trovavasi
e parte applicata al foro
ed otteneva dal riconoscimento
re, «
»,
dava
le
sue prove di
agli individui della famiglia
in Napoli di tutte quelle prerogative
dimanano
loro generosa nobiltà
La giovinetta Eleonora
che dalla medesima
» ^.
comporre versi
brità.
e
latini
Un
letterato toscano,
parla di
gli
per
italiani,
la
anche
sua facilità all'improv-
Nel 1768 è già ammirata come una piccola cele-
Domenico Saccenti, scrivendo
suo amico abate Ciaccheri di Siena,
al
notare
varie e sode cognizioni
le
che veniva rapidamente acquistando, e per
viso.
il
Pimentel nati
faceva intanto
si
l'ingegno pronto e vivace, per
nel
nobiltà,
con dispaccio degli 11 gennaio 1778,
questa
circa sedici anni
»,
«
giovine
che
«
il
15 giugno del '68,
gentildonna portoghese
di
sa varie lingue, oltre la latina
1
D'Ayala, Padula,
2
Supplica di Clemente de Fonseca del 22 agosto 1777. Si veda an-
11.
ce.
che un diploma di re Giuseppe di Portogallo del 17 agosto 1767, e il Camera di Napoli del 23 giugno 1775, nel quale si tratta
parere della R. la
questione del
siderata in
uno
modo
uno stato debba essere condocumenti ho sott'occhio una
in cui la nobiltà di
stato straniero. Di questi
copia antica, favoritami dal sig. avv. Raffaele de Fonseca Pimentel.
ELEONORA DE FONSECA PIMENTEL
t)
che molto bene intende, e poesia
il
alla
latina che italiana »; e promette di far sentire a
si
un amico «
buone cose riguardo
fa
del
Ciaccheri, venuto in quei giorni a Napoli, ». Tre anni dopo, lo donna Eleonora, « che,
talento della apollinea Eleonora
stesso Saccenti riparla della signora
piena di vivacità, talora anche improvisando dice qualche cosa buona »; e
manda
suo ritratto fatto da sé stessa giudicato
che
il
»
,
di
si
».
Peccato
immaginare, fu subito aggregata a parec-
facile
nome
di
«
Epolnifenora Olcesamante
» 2;
Filaleti
e circa
tempo, in Arcadia, con quello più vago di
lo stesso
tidora Esperetusa
»
.
E
dalle poesie a lei dirette,
conoscere alcune delle sue relazioni letterarie. Belforte Antonio di Gennaro, tori napoletani del secolo
un sonetto
il
ritrovi più K
chie accademie: nel 1768 era' nell'accademia dei col curioso
«
lei:
che certo egli non avrebbe
disprezzabile in tutte le sue parti
«
sonetto non
Com'è
un sonetto
all'amico
uno
dei migliori
decimottavo
^,
le si
si Il
«
Al-
possono
duca
di
verseggia-
rivolgeva con
di esortazione e di augurio:
Eleonora, che, nel verde aprile
Degli anni vostri, pel sentier non
Di Minerva movete
Né dumo
i
gno
Le due 1768,
lettere di
da Napoli,
il
trito
passo ardito.
o sasso arresta
il
Domenico Saccenti
e del 23 aprile 1771
pie gentile,
all'ab. Ciaccheri del 15 giu-
da Portici, sono state da
me
rinvenute nel carteggio del Ciaccheri, Bibl. Comunale di Siena, E. VII. 20. 2
Cosi innanzi al Tempio della Gloria. Quest'accademia è ignota al
MiNiEBi Riccio, Cenno stor.
3
napoL,
a.
IV
sulle accad. fior, nella
città
di Napoli, in Arch.
e V, 1879-1880.
Mori a settantaquattro anni nel 1791. Cfr. intorno a lui le Monti al Bertela del 25 settembre, 5 novembre
tere di Vincenzo
dicembre 1779;
e
1811, VII, 210-223.
Signorelli,
let-
e 3
Vicende della coltura, 2.* ediz., Napoli,
LA LETTERATA
I.
E E
i
donneschi
avendo a
trastulli
d'amori e piacer calle
'1
Seguite delle
Muse
il
i
vile,
fiorito,
dolce invito
Col già maturo e dilicato stile; variar di stato e di stagione
Il
Deh non
rallenti quel vigor fecondo.
Quel di saper desio, che v'è di sprone
E un
di voi sola mostrerete al
Che nel giugner
di gloria alle corone
L'ingegno femminil non
Un
1
mondo,
secondo ^
è
letterato leccese, Baldassarre Papadia, la collocava
tra le ninfe delle sue egloghe pastorali: la gentile
Inclita pastorella
alma Altidora,
Cosi dolce nel canto che
Pianger fa di dolcezza
Ed Emmanuele Campolongo,
il
!
le pietre
^.
bizzarro autore del Pro-
della Polifemelde e della MergelUna, nell'altra sua
teo,
meno
bizzarra opera del Sepulcretum amicabile, che con-
tiene diciannove centurie di epitaffi sepolcrali,
mezzo burleschi per
meno
suoi
Eleonora,
^
«
musarum
Poesie di D.
Lo
in
—
volgare superstizione,
26.
amici e per
gli
mezzo
seri,
uomini più o
quando i tucome in disfida di ogni ne componeva anche due per la
chiari della società napoletana, scrìtti
mulandi erano ancora
I,
non
vita e
regina
» ^.
Antonio di Gennaro, duca di Belforte, Napoli, 1796, anche il Conforti, Napoli nel 1799, 2.» ediz., pp.
riferisce
159-160. 2
Baldassarre Papadia, Egloghe pastorali, Napoli, 1770: egl. cfr. Napoli Signorelli, op. cit., VII, 139-141.
ul-
tima. Sul Papadia 3
1781,
Sepulcretum amicahile Emanuelis Campolongi, pars I,
182, II, 173.
Ecco
il
primo
:
«
I et II,
Vians paidi'/per mane
\
Neap.,
hoc enim in
.
ELEONORA DE FONSECA PIMENTEL
8
Ma
giovine poetessa, nel primo fiorire del suo inge-
la
gno, non poteva non aspirare a ricevere una voce di in-
coraggiamento da colui che era considerato allora come il gran maestro della forma poetica, e che aveva destato le sue ingenue ammirazioni e e glorioso Metastasio. zioni a stampa, e
spondeva, secondo
A
i
lui
suoi entusiasmi: dal vecchio
mandò
poeta cesareo
il
il
sue prime composi-
le il
9 ottobre 1770 le ri-
suo costume, con una assai
fiorita
epistola ^
La corrispondenza continuò per parecchi anni
com-
tra
plimenti, lodi iperboliche, invii di versi, preghiere di presentarli a tale o tal'altra persona illustre, e saluti alle jco-
muni conoscenze.
sarcophago
\
a quoquain
|
Eleonora Fonseca Pimentd sui cevi cceleberrimo
brari potuerit 1
«
In qualche lettera par di leggere tra le
|
\
tot laudibics
digna poetria
nedum a Campolongo
inglorio
\
\
ut vix
concele-
»
saggi poetici, e specialmente l'epitalamio, di cui ha V. S.
I
illu-
strissima avuta l'obbligante cura di provvedermi, cosi per la nobile ed
armoniosa franchezza, con cui sono verseggiati, come per
la
vivace
immaginazione che gli anima e li colora, e non meno per l'abbondanza delle notizie storiche e mitologiche onde sono arricchiti, sarebbero già degnissimi di somma lode considerati unicamente in sé stessi:
ma di
dove
una
si rifletta
esser queste le prime produzioni dei felici talenti
gentil donzella, che
ha incominciata ora appena la carriera assumono ragion
del quarto lustro, crescono a dismisura di merito ed di portenti.
Ha
ben Ella veduto che codesta specie d'usurpazione dei mia avrebbe potuto essere in me per avven-
dritti del sesso e dell'età
tura cagione di qualche geloso rincrescimento gegnosa,
me
;
e,
cortese quanto in-
ne ha somministrato l'antidoto, asserendosi debitrice della
luminosa fermentazione del nativo suo fuoco poetico all'assidua lettura degli scritti miei. Io presto ben volentieri senza verun esame tutta la mia fede a cotesta, forse puramente tentissimo di poter congiungere
al
officiosa, asserzione,
dovere della giustizia che
le
con-
rendo,
anche l'interesse dell'amor proprio. Continui, con progressi corrispondenti a cosi mirabili principi, a fare onore ed invidia alle sue pari e
quindi innanzi costantemente mi creda,
ecc., ecc. ».
:
LA LETTERATA
I.
un po' d'impaccio e
linee
»
poeta pel culto
del
di fastidio
troppo premuroso di quella ch'egli chiamava
sima musa del Tago
».
«
ciel
Il
l'amabilis-
«
mi guardi (scriveva
ri-
spondendo a una lettera di auguri pel capodanno del 1775), il ciel mi guardi dalla peccaminosa temerità di voler prescrivere
gentilezza di V. S. illustrissima nel-
alla
limiti
ma mi
l'onorarmi co' suoi caratteri;
guardi egualmente
da' giusti rimorsi che io soffrirei se Ella defraudasse per
mia cagione le muse di quei pochi momenti di ozio che a lei rimangono, e che tante lodi a lei e a noi tanto diletto producono, cosi lodevolmente impiegati. A chi mai potrebbero non essere gratissime in
me
cagionano
io
sue lettere?
le
misuro
Da
che
quello
piacere che debbono cagio-
il
nare in chicchessia. Prova convincente del mio è appunto quello che
mi hanno
perché procedenti da
recato,
suoi felici auguri in occasione
dell'ingresso del
nuovo anno:
l'enorme abuso che se n'è tro che la tari ».
coi
Ma
vendemmia il
lamenti
scorse sante feste
fatto, è ridotto a
delle poste ed
e
che per
per altro
ufficio
i
non esser
al-
il
flagello dei segre-
perfetto adulatore risorge
subito nelle altre
per
corrispondenza della
delle
lei,
la
»,
e
interruzione della
con
gli
cosi
«
invidiabile
scherzi leggiadri sul desiderio
Eleonora d'imprendere apposta un viaggio a Vienna
per vederlo di presenza
(o,
com'egli s'esprime
Danubio
rere dal tepido Sebeto all'agghiacciato
«
di cor-
solo
per
esaminar da vicino una misera anticaglia romana, che casualmente vi
si
ritrova »); o, infine, nelle proteste (e basti
quest'ultimo saggio della sua sapienza nell 'accumulare parole senza nulla dire) su questo andare: tica,
morale,
metafisica, seduttrice,
«
All'ultima poe-
anzi incendiaria sua
non mi arrischiereì d'intraprendere una categorica risposta, ancorché mi trovassi sulle spalle una mezza lettera, io
dozzina di olimpiadi di meno.
il
mio
rapidi voli del
suo.
Altro bisogna che
stanco ingegno, per tener dietro
ai
.
ELEONORA DE FONSECA PIMENTEL
10
che, scorrendo con invidiabile franchezza tutte le più re-
condite e disastrose regioni dello scibile, contrasta, sicuro
preminenza al mio sesso. Io gliela cedo buona voglia senza cimentarmi a difenderla; ma non perdonerò però mai la soperchieria di tentarmi di va-
della vittoria, la di le
eh 'è
nità,
il
debole dei poeti, sinché non mi riesca di sco-
prire qual è veramente
il
suo e ch'io possa allora vendi-
ma
carmi imitandola; sarà forse vana,
lunga certamente
l'inchiesta e difficile »; e via discorrendo ^
Che cosa sono queste poesie
Eleonora che
di
contem-
i
poranei, con tanta galanteria, lodano ed esaltano?
A
per-
correre la serie, faticosamente messa insieme, dei rari bercoletti che le
contengono ^
li-
viene innanzi un epita-
ci
lamio del 1768, Il tempio
della gloria, per le nozze di Ferdinando IV con Maria Carolina; e poi un sonetto alla
regina per la nascita della seconda sonetti per altri
matrimoni
nascita d'Orfeo, per la nascita della coppia regale
(1775);
e
tico Il trionfo della virtù, in
Pombal
ancora
del
primo
(1777); e un'altra
figlio
La
maschio
un componimento drammaoccasione di un attentato alla
primo ministro del Portogallo,
vita del di
figlia (1773); e
e per morti; e una cantata
«
cantata
famoso marchese
il
»
perla venuta dei
granduchi di Russia a Napoli, con un sonetto
alla
grande
Caterina (1782); e un'altra ancora, Il vero omaggio, pel
ri-
torno dei sovrani dal loro viaggio per l'Italia (1785); un sonetto per la fondazione della colonia di S. Leucio (1789),
1
Due
lettere
degU 8 marzo
1776, e
dei 22
luglio 1777 sono già
stampate nelle Opere postume del signor ab. Pietro Metastasio, pubbl. dall'ab. conte
otto
altre
D'Ayala, Vienna, 1795,
III, 201-205, 210-213.
degli anni 1770-1776, in Tutte
le
Insieme con
opere di P. 3/., Firenze,
Borghi, 1832, pp. 1048-50, 1088-1093. Queste relazioni epistolari col Metastasio sono diventate pel
amore 2
:
*
Botta
{Storia, libro
dal Metastasio lodata ed anche
Se ne veda la bibliografia in
amata
lllusfr. e
XVIII) relazioni >
doc, n.
I.
di
I.
ed altre cose simili.
LA LETTERATA
—
Le quali
11
tutte si potrebbero
defi-
nire in brevi parole: contenuto adulatorio in forma metastasiana.
Ma, anche di sotto l'adulazione suggerita dal cattivo vezzo dei tempi, in queste poesie cosa che meglio risponde
si
può riconoscere qualsvolgimento del ca-
al posteriore
rattere e della vita dell'autrice.
Non occorre
ricordare quei
che fosse l'assolutismo illuminato del secolo decimottavo,
ed enumerare i
cause che spìnsero
le
mano
sovrani di Europa a dare la
viva e operosa, che formava
il
allora
generalmente
alla classe sociale più
loro sostegno contro
feu-
il
dalismo e contro la chiesa, e accresceva la ricchezza dei loro stati.
un
Lodare
il
il
bene dei popoli, d'incoraggiare
opere di civiltà, di celebrare, insomma, tempi.
modo come
sovrano era, perciò, un
promovere
altro di
Le vecchie forme adulatorie
il
perdevano
dei migliori uomini di allora,
progresso di quei
e cortigiane, in il
bocca
carattere di ser-
vilismo e di utilitarismo con cui erano nate già nelle corti dei tiranni del rinascimento e dei principi della italiana, e
assumevano nuove
La cantata La nella
prima
si
nascita di Orfeo è divisa in due parti;
ritrae la favola di Orfeo,
mandato da Giove
a redimere gli uomini giacenti in barbarie, e e
Venere insignito dei loro doni; senonché,
succede, dopo
decadenza
e più nobile significato.
un periodo
da Pallade
alla
barbarie e
Io
stesso dio e le stesse dee spediscono perciò sulla terra
un
bambinello, eh' è
il
di
civiltà,
la
corruttela,
neonato Carlo di Borbone,
il
figlio del-
l'imitatore di Apollo Ferdinando, e dell'emula di Calliope
Carolina ^ Tale
il
goffo
macchinario mitologico, che
principino Carlo mori
la
no-
dicembre 1778 nell'epidemia del Maria Carolina per questo figliuolo (non dissimili da quelle dello Hébert contro Maria Antonietta) fa giustizia lo Helfert, M. K., Anklage und Vertheidigungen, Wien, 1884, p. 92. 1
II
il
17
vainolo. Delle accuse lanciate poi a
ELEONORA DE FONSECA PIMENTEL
12 stra tato,
Eleonora non ha neanche
siasmo sincero in
il
demerito di aver inven-
essendo ricalcato su modelli ben noti. sente subito in versi
si
bocca a Pallade
come
Ma un
entu-
questi, messi
:
Dei studi miei, Degli ingegni sublimi, in ogni etade,
Le
sicule contrade
Sarann' ampio teatro;
Ma
Fernando
l'età di
Ogni
altra avanzerà, che l'alme illustri,
Dai regi sguardi accese. Ardite muoveranno a nuove imprese.
Propagherassi allora Col verace sapere
La verace Il
verace
Più evidente è
dramma che
virtude,
pensiero
il
e,
di lei figlio,
valor....
celebra
dell'autrice
marchese
il
di
che è pre-
e
ceduto da una lunga prefazione in prosa, dove l'altro:
«
Non
vi è cosa più difficile a
venuta più piacevole quanto
il
agli
piccolo
nell'altro
Pombal
si
dice tra
rinvenire, né rin-
occhi del cielo e della
terra,
mirare un giusto re servito da saggio ministro,
ed ugualmente fermo
il
secondo, che costante
il
primo
in affidarsi ai
secondo
del primo. Imperciocché, se
il
consigli
in sacrificarsi
re è
ai
del
servigi
l'immagine della Di-
vinità perché
il
distributore della giustizia e della provvi-
denza eterna,
il
ministro non solamente è l'immagine del
re,
come
quello per cui ogni civil ragione dal trono
fonde ne' popoli; cui e
i
ma
bisogni e le
è insieme
preghiere di questi
trono: onde nel duplice
salda base, su cui
si
dilicato
appoggiano
regio potere e la fermezza
si dif-
l'immagine de' popoli, per si
sollevano al
impiego diviene
egli
la
del pari e la dignità del
della pubblica felicità ». Ac-
cennata questa teoria sul sovrano e sul ministro e sulla
.
LA LETTERATA
I.
13
loro missione etica, l'Eleonorta rifa a larghi tratti la storia
una nazione
del piccolo Portogallo («
ma
nacqui,
son
della quale
figlia
nella quale
»),
degli arabi e dal felice stabilimento di
senza
malanno del feudalismo
il
io
non
dallo
scacciamento
uno
stato cristiano
all'epoca delle sco-
fino
perte e conquiste, per discendere via via al triste periodo del dominio spagnuolo, nell'Indie,
dividere
i
«
con
smembramenti
gli
popoli, le lamentevoli
alterazioni intruse negli
studi, e soprattutto la negligenza delle scienze
che i
»
;
«
giacché
(vi si
sofferti
seminar diftìdenza e
introdotti per
abusi
gli
matemati-
soggiunge) nelle nazioni illuminate
gradi di felicità son da calcolarsi in quelli degli avvan-
zamenti in queste scienze l'opera di Giuseppe
I
».
E un
risorgimento
ministro Pombal,
e del
dell'università di Coimbra, creatore delle arti
le
appare
fondatore della pace
e della guerra, valido riparatore della desolazione prodotta in Portogallo dal
cui
«
terremoto; l'uomo, infine, per
terribile
l'Europa imitatrice vide
nire in lei
norma
il
regno di Portogallo dive-
movimento
e principio d' inaspettato
Dopo questa introduzione,
sopportano più volentieri
si
ridda delle allegorie e delle personificazioni, la
Virtù e
il
Tradimento,
Livore, l'Invidia e lo Zelo, e
e delle Deità
i
cori delle Ninfe del
la
i
»
la
contrasti tra
Fedeltà e
il
Tago, delle Belle Arti,
marine dell'Asia, dell'America e dell'Africa! più una pura cortigianeria le frasi, al-
E non sembrano
quanto comuni, con cui
lodano
Te serbi
»
E
serbi a
Il fido
Il
La cantata
si
il
te,
il
re ed
il
ministro
:
Cielo a noi,
signore,
esecutore,
saggio consiglier.
pel ritorno dei sovrani di Napoli ha
il
suo
punto saliente negli accenni alla formazione della marineria napoletana per opera del ministro Acton e della re-
ELEONORA DE FOXSECA PIMENTEL
14
gina e alla creazione del porto di Miseno, e nelle esortazioni,
che
l'attività
il
dio marino Proteo fa a Partenope, di rivolgere
sua
mare, datore di forza e di salute ^
al
col sonetto per la colonia di S. Leucio, ella
voce
(col
longo,
il
Buonafede,
il
Calsabigi,
il
univa
Cunich,
il
—
E
la sua
Campo-
Mattei, l'Ignarra, e coi futuri giacobini. Clemente
Filomarino, Antonio Jerocades, Francesco
al
coro
delle lodi che s'intonò per quella legislazione, che è
sem-
brata ad alcuni
decimottavo
Owen
»,
«
un codice
Salfi)
pieno secolo
in
socialistico
un esperimento che anticipò quelli degli San Leucio era una ma-
e dei Fourier^. In realtà.
nifattura reale privilegiata, impresa nella quale
^
il
Odi, città regale,
Ove il valor e l'arte De le greche contrade Crebbe, e dove trovò nido e riposo
:
Natura a te compose Di fertili colline Nobil diadema al crine,
E
tuo ministro a fortunate imprese
Il
mar
Usa
ti
pose al piede;
gli antichi
esempi,
Di chiari geni erede,
E
'l
Te
tuo destino adempì. già
'1
Fenicio navigante industre
Trasse a nobile vita:
Spiega per l'acque
il
volo,
Navigatrice ardita;
E E E
gli ozi dilettosi
a sdegno prendi:
i
faticosi spirti,
i
chiari studi del tuo Prence imita.
Cosi ai nativi mirti
Intrecciando per lui l'italo alloro
Sovra
le
regie gloriose chiome,
Crescer vedrai la tua possanza e 2
Dumas, I Borboni di Napoli, Napoli,
1862-3,
'1
I,
nome. 354.
re pro-
LA LETTERATA
I.
fondeva parecchio danaro, e
vevano buoni
le
15
famiglie degli operai rice-
stipendi, cure speciali d'igiene, d'educazione
e d'istruzione, ed erano sottomesse ad alcune regole di
modo
uniformità nelle vesti e nel
lutamente
testamenti,
i
di vita, ed, esclusi asso-
ad alcune restrizioni successorie.
me
mente quella « ménagerie d'iiommes heureux », che il marchese d'Argenson disegnava una volta di fondare. Comunque, la legislazione di San Leucio mosse le fantasie, e parve diretta a risolvere, come allora si disse, il problema: « se gli uomini saran sempre tra loro nemici, o se vi è mezzo di renderli tra loro amici e quindi beati » ^ Dai saggi dati si può anche scorgere il valore dei versi Capriccio di sovrano, che a
della Eleonora, che sono cili
e
diceva
non
fa venire in
appunto semplici versi, assai
fa-
privi talora di qualche vivacità. Del resto, ella
vero professandosi
discepola
del Metastasio;
e
metastasiana e convenzionale era la forma nella quale
si
il
venivano effondendo periodo.
le
nuove aspirazioni
Con lentezza ed a
chia forma
il
civili
quel
di
fatica si svincolava dalla vec-
Parini, e con atto di ribellione, che
dava
in
altro genere di eccessi, le si levava contro Vittorio Alfieri.
A
Napoli
metastasianismo visse vita più lunga e tenace
il
che altrove, e servi
a rivestire cosi
i
del Jerocades
entusiasmi
repubblicani,
più
tardi,
zionalisti,
il
e
gii
movimento
che ebbe
il
dei
concetti massonici
della Carboneria
e
dei
suo poeta in Gabriele Rossetti,
provvisatore, librettista, arcade, metastasiano che
forma
1
«
si
imtras-
» *.
Cosi nella prefazione alla raccolta dei Componimenti poetici per
leggi date alla
ora S. Stefani, 2
come, costitu-
nuova popolazione di Santo Leucio, Napoli, 1789
Una
[Si
le
veda
colonia socialistica nel regno dei Borboni, E-oma, 1907].
Sono parole del Carducci. Un'eccezione formava Ignazio Ciaia,
del quale per isfortuna
avanzano pochissime
poesie.
ELEONORA DE FOXSECA PIMENTEL
16
Nel 1777, a venticinque anni, Eleonora prese marito,
sposando un Tria de entrato
ufficiale
Pasquale
napoletano,
dell'esercito
nativo di Napoli, nobile, quarantenne, che,
Solis,
come cadetto
nel reggimento di Abruzzo
aveva percorso dal 1765
tutti
ultra,
reggimento di
gradi nel
i
tenente e l'anno dopo
fanteria del Sannio, ed era allora
divenne aiutante maggiore ^ Da queste nozze nacque un
bambino, che mori due anni dopo: sventura che ispirò nostra poetessa
i
che accento veramente poetico, cinque sonetti per del figlio (1779), nei quali singhiozza
porgeva
le
consuete cure
Figlio,
mio caro
figlio,
E
morte
le
ore nelle quali
bambinello:
al
Ch'io soleva amorosa a
la
disperato dolore
il
materno. Tornano invano nel loro giro ella
alla
componimenti che abbiano qual-
soli suoi
ahi
!
l'ora è
questa
te girarmi,
dolcemente tu solei mirarmi
A me
chinando
vezzosa
la
testa.
Del tuo ristoro indi ansiosa e presta cibava
l' ti
La
;
tenerella
e tu parevi alzarmi
mano, e
i
primi darmi
Pegni d'amor: memoria
Altra volta
gli
sembra
al cor funesta!..,.
di averlo
ancora accanto, vivo:
Sola fra miei pensier sovente
E
gli occhi
i'
seg-gio,
gravi a lagrimar m' inchino,
Quand'ecco, in mezzo
al pianto,
Improvviso apparir
figlio
Egli scherza, io Gli usati vezzi e
'1
il
lo
i'
a
me
vicino
veggio.
guato, e in lui vagheggio
volto alabastrino
;
Ma, come certa son del suo destino,
Non
i
La data
liani, p. 287.
de vita
et
credo agli occhi, e palpito, ed ondeggio.
del matrimonio, 17 ottobre, nel
Le
moribus, fascio 192,
chivio di Stato).
D'Ayala,
Vite
degV ita-
notizie sul Tria de Solis ho tratte dalla serie di Libri
volume
del
Regg. Sannio del 1780 (Ar-
I.
Ed
E
or la
LA LETTERATA
mano
stendo, or la ritiro,
accendersi e tremar, mi sento
Finché
La
E
il
17
petto,
il
al cor rifugge.
sangue agitato
dolce visione allor sen fugge; dell' error diletto,
senza ch'abbia
La
mia perdita vera ognor sospiro
Circa questo tempo la
si
^
ritrova anche in corrispondenza
poetica col vecchio latinista e poeta beneventano, l'abate
Filippo de Martino, che la celebrava in una sua enumera-
zione dei letterati napoletani: Altera quae Sappho, nec
Quam decimam
te,
Fonseca, silebo,
dixit Grsecia Pieridum,
Quse concepta Tagi, sed Tibridis orta, virenti Littore Sebethi deinde iugata viro;
patria certant septem urbes dulcis Homeri:
De
Post aliquot de te ssecula, tres
1
Ai cinque sonetti segue
salvata in quali, 2
un suo aborto:
uii'Oc?e al
fluvii
^ !
chirurgo Pean, che l'aveva
assai curioso pei particolari patologici, nei
da studiosa di scienze naturali,
la poetessa insiste.
Hirpini poeta Penthecatoslicon in Germamim, Napoli, 1789, ex typ.
Simoniana. L'invettiva del De Martino è diretta contro le scioccherie e le impertinenze scritte dal tedesco Archenholz su Napoli nel suo England und
Italien (Leipz., 1785, trad.
parecchie poesie del le
De Martino
dice che Francesco Ricciardi
loroso avvocato e
desiderio.
Ma
i
disertore di Parnasso
versi
non vengono, il
»
gli
mandargli dei
la stuzzica, la
giungono finalmente, ed ecco
un epigramma
futuro ministro del Decennio), va-
(il
lettera che ella s'apparecchiava a
un'invettiva in cui
frane, Gotha, 1786). Ivi anche
dirette alla Fonseca. In
e
aveva
scritto in
versi, e
li
seguono cinque epigrammi e
rimprovera,
De Martino
la schernisce. I versi
a cantar la palinodia:
Versibus attonitum densa ceu grandine totum Obruis, aurato Il
De Martino mori
meque
una
affretta col
tridenti feris
nel 1794, a settantacinque anni.
ELEONORA DE FONSECA PIMENTEL
18
Ma
come ben
in Eleonora,
poesia formava
una piccola parte
che l'adornavano
Vincenzo Cuoco,
disse
e col passare dalla
»;
tante
delle
«
la
cognizioni
prima giovinezza,
parve dalla poesia sempre più distaccarsi, concentrandosi in quegli studi che allora attiravano
La sua cultura
i
più nobili intelletti.
nelle scienze matematiche, fìsiche e na-
moda, com'è
turali era, certo, sopra del volgare. Studi di
provato dalle molte donne che predilezione in Napoli: la
li
grande
coltivavano con
principessa
di
Colubrano Fau-
stina Pignatelli, Giuseppa Eleonora Barbapiccola, Isabella
Pignone del Carretto, Maria Angela Ardinghelli. thematicis,
astronomia prcesertim apprlme Imhuta
della nostra Eleonora
mattematica
» si
un contemporaneo
^ ;
e
come
Ma-
«
», «
dice
donna
trova non so bene se lodata o schernita nei
tempi della sua miseria^. Era amica di Vito Caravelli, che fu poi maestro del principe ereditario
^,
e del
del Falaguerra e di altri scienziati napoletani.
giarne
il
De Fiìippis, Ebbe a pre-
valore Lazzaro Spallanzani nei viaggi scientifici
che condusse, circa quel tempo, per l'Italia meridionale ^
Per quanti legami pline sociali era a
lei
scienze
tali
nei suoi scritti.
Ma
aveva prescelto
gli studi di
che formavano
il
a
si
uniscano con
le disci-
ben noto, e più volte vi torna sopra
campo principale economia e
della
sua attività
di diritto pubblico^
tramite per mezzo del quale la gente colta
Si vedano le note al poemetto del De Martino, In Getnnanum, p. 44. D'Ayala, Vite, p. 294. 3 II Metastasio lo ricorda nelle sue lettere all'Eleonora del 1776. 4 Nelle opere dello Spallanzani non mi è riuscito di trovare nessun ricordo della nostra; ma cfr. D'Ayala, Vile, p. 286. Nell'opera del La Cecilia, Storia ser/ reta delle famiglie reali, ecc., Genova, 1860, III, 493-4, si riferisce una lunga iscrizione del letterato toscano Gherardo Drai
2
gomanni, composta nel 1854, nella quale lentissima nella botanica
»,
e
«
si
dice che Eleonora fu
«
va-
collaborò collo Spallanzani alla ricerca
e alla scoperta dei vasi linfatici
».
LA LETTERATA
I.
19
napoletana partecipava allora alla vita pubblica del pro-
Come
prio paese.
sconoscere l'efficacia politica dei Filan-
Pagano, dei Galanti e dei Conforti,
gieri e dei
dei Pal-
mieri e dei Delfico?
Compose
tempo un
in quel
argomento econo-
libro di
mico, che non pare fosse messo a stampa, o almeno non si «
conserva nelle biblioteche ed è ignoto
Una dama napoletana
poli tra
il
1786 e
(scrive
il
Gorani, che visitò Na-
prima
1788), la quale s'è
il
bibliografi.
ai
fatta notare
per alcune poesie piacevoli ed ingegnose, e s'è poi dedicata a studi aridi
ma
importanti, donna Eleonora de Fon-
seca Pimentel, ha scritto un
libro
sopra
un progetto
di
banca nazionale, dove sono idee molto profonde, che potrebbero interessare gli uomini più istruiti in tali ma^
terie »
Ma ritto
un saggio
resta invece
pubblico nella
in regno neapolitano
della chinea
aveva richiamato
che
-,
la
in vita
comparvero allora da una parte
^.
di-
vecchia
della
Nullum
e classica dissertazione del Caravita:
maximi
conoscenze di
delle sue
traduzione e comento
ius pontlficis
recente abolizione
Ai molti
e dall'altra
^
scritti
che
volle contri-
buire l'Eleonora col suo lavoro, diretto specialmente ad opposizione di una Breve istoria del dominio della sede apostolica nelle Sicilie di
un avvocato della corte
pubblicato con dedica al re
1
Gorani, Mémoires
2
Si
veda
la
A
tale
stor. ^
pontificia, e
1790, nell'anniversario del-
secreta et critiques des cours,
Bibhogr.
inedita al duca Vargas {lUustr. 3
il
pubblicazione
Parigi, 1793, si riferisce
I,
76-77.
la lettera
e doc., n. II).
G. LioY, L'abolizione della chinea da inediti documenti, in Arch. nap., a. VII, 1882.
Un
ricco catalogo di tali scritture dà lo Scaduto, nel suo
Stato e Chiesa nelle due Sicilie dai normanni ai giorni nostri,
Amenta,
1887, p. 58 sgg.
volume
:
Palermo,
ELEONORA DE FONSECA PIMENTEL
20
La
l'abolizione di quel vergognoso segno di vassallaggio.
traduzione è ricca di aggiunte fatte dalla traduttrice (contrassegnate con asterischi), che adattano
polemiche. Nella prefazione l'Eleonora si
il
testo alle
espone,
nuove
come ora
direbbe, la storia della questione, dall'opera del Danio
del 1701 e da quella del Caravita del 1707 agli scritti del
Giannone, zionale scritti
»,
«
campione
illustre
di cui
si
e
martire della causa na-
può ben dire
formata quasi
di noi
all'opera del Troyli, a quella
«
ch'egli abbia con
suoi
i
una nuova Nazione
anonima
»,
degli Abusi ch'è at-
tribuita all'avvocato Brusconi, a quelle del Rapolla, di Gi-
Grimaldi e
nesio «
di
contemporaneo Giuseppe
del
Sarà certamente
un regno, oggetto
Cestari.
dice) la quistione della feudalità
(ella
o di stupore o di riso alla generazione
futura e materia più da eruditi dissertatori che da politici o da giuspubblicisti:
modo
pur noi dovremo sempre in ugual
ammirare
coloro, i quali hanno nella mente saputo anticipare a sé medesimi quest'epoca e mercé l'opera loro condurla a noi ». Ma il volume pubblicato non era se non il saggio dell'opera completa, che doveva contenere una serie d' illustrazioni in appendice al testo del Caravita, i cui posti sono segnati da numeri ro-
rispettare ed
loro
mani, e una speciale dissertazione della traduttrice nella quale avrebbe guardato ossia
avrebbe esaminato
la «
la
questione sotto nuovo aspetto,
natura de'
trattati,
che possono
passare fra popolo e popolo, e quindi fra principe e principe «
».
E avrebbe
indagato in primo luogo se
tali trattati
possano giammai essere o irredemibili o invariabili
»
;
in
secondo luogo, mostrato l'impossibilità di trarre regole per le relazioni dei popoli e dei principi dal
di la
mezzo; e finalmente natura dei
secondo
i
fatti
si
accaduti tra
i
normanni
documenti originali e l'indole
isfortuna, la sua
giure dei tempi
sarebbe provata a interpretare
malferma salute
le
e
i
pontefici,
di quei tempi.
Per
impedi di metter su-
I.
bito a
stampa
il
resto
LA LETTERATA del
21
lavoro, e gli avvenimenti
che
incalzarono resero presto impossibile di pubblicarlo dipoi.
Ma
a quale indirizzo politico appartenesse Eleonora
si
può
vedere da questi rapidi aforismi, che traggo da una delle note apposte alla traduzione:
«
È sempre una
fallace
ma-
niera di ragionare (ella scrive) quella di argomentare dagli stabilimenti del diritto privato, cangiabili secondo le varie
circostanze e le varie idee dei popoli o dei legislatori, a quelli del diritto pubblico, fondato sulla natura
dell'uomo e
le relazioni
ed
i
diritti
che da questi costantemente de-
uomo padronato, non
rivano nell'associazione di ciascun
cogli altri suoi
primogenifedecommesso, non è dote: il Regno è amministrazione e difesa dei diritti pubblici della nazione, conservazione e difesa dei diritti privati di ciascun
simili.
11
Regno' non è
è
tura, non è
cittadino. Per questa amministrazione
servazione
ci
lativa nel Principe delle forze,
dunque
per queste forze al
e per questa
con-
vogliono delle leggi, dunque la facoltà legis-
Principe; e
i
ci
per questa duplice difesa
;
vogliono
ci
la forza militare e civile nel
Principe
vogliono delle rendite, dunque
tributi
i
;
tributi
hanno perciò una misura relativa non sempre eguali, della Na-
e proporzionata ai bisogni,
zione y>K Con che possiamo quasi ricostruire
zione rimasta inedita.
1
Nota 35 a pp.
140-1.
la
disserta-
Il
La giacobina (1792-1799)
C.'ome
mai questa donna, che ancora nel 1790 appare
sostenitrice
dei diritti del principe ed encomiatrice di re
Ferdinando,
e
premiata e pensionata dalla corte per
opera sulla chinea
^,
qualche anno dopo
si
sua
la
cangia in un'ar-
dente giacobina, che ordisce congiure contro
lo stato
ed
ha parte non piccola nella rivoluzione repubblicana del '99? All'osservatore superficiale la cosa potrà destare stupore;
non ha mancato, con intenzione che vorrebbe essere sagace o maliziosa ed è semplicemente gretta e volgare, di raffrontare le lodi, tribuite pochi anni prima e qualcuno
ai sovrani,
tazione di rico, gli
con stile
le
parole acerbe, scritte con rapida
mu-
pochi anni dopo. Ma, all'occhio dello sto-
uomini di quel periodo
di transizione,
che adem-
pirono parti tanto varie e perfino opposte, svelano una fisonomia dai tratti assai fermi.
Le tempre
intellettuali
all'altro,
sioni, e
sono invece
di codesti trapassi
accordi e conclusioni
l'idealismo monarchico
Annua a
hanno
da un
che sembrano contraddizioni e sconclu-
estremo
e
intime.
Tra
l'idealismo democratico, tra
rege munificentia ditata
est
»
{In
germanum,
p. 44).
il
II.
culto fantastico di
Numa
LA GIACOBINA
23
Angusto
e di
e quello degli Spar-
comune: un primo momento, viene cercato nell'opera altamente morale di un sovrano assoluto, concepito come il protettore del suo popolo, e, in un secondo momento, dissipata dall'esperienza la prima tani e dei
Romani, c'è qualcosa
di sostanzialmente
desiderio del bene sociale; che, in
il
illusione,
si
ricerca
invece
nella
forza popolare, vindice
dei propri diritti e chiaroveggente
da
indicatrice delle
vie
seguire.
Lo spettacolo
della rivoluzione francese, con la fede e
entusiasmi che l'accompagnarono, sarebbe bastato da
gli
solo a introdurre a poco a poco nelle menti di molti napo-
questa nuova persuasione
letani
;
ma
ad affrettarla con-
corse, com'è noto, la mutata politica dei sovrani di Napoli,
che, quasi di colpo, misero da parte
il
programma
delle
Roma
(gin-
riforme, composero alla meglio le contese con nastica
fin
allora di ardimento e di libertà pei sudditi del
Regno), adottarono una serie di provvedimenti restrittivi d'indole poliziesca, e volsero le loro cure agli armamenti e ai trattati di alleanze offensive e difensive. C'era di già
a Napoli un
partito di scontenti, formato
forte
categorie di persone,
mal soffrivano e
il
ma
principalmente
da varie
da coloro che
soverchiare degli stranieri nelle cariche
negli uffici più alti e gelosi,
promosso dall'Acton e
se-
condato dalla regina^; e questi scontenti guardarono su-
Il
•
merto oppresso,
Carco d'onor Ck)si in
quel sonetto:
«
—
il
e gloria
nazional mendico.
ogni straniero...
Sire, tu torni al
fatto trovare al re sul suo tavolino.
tuo letargo antico
—A
conferma
»,
che fu
di quest'avver-
si veda il maggio 1792 dall'ambasciatore francese in Napoli Cain A. Franchetti, Le relazioni diplomatiche fra la corte di Napoli
sione pel forestierume protetto dall'Acton e dalla regina, dispaccio del 15 cault, e la
Francia dal 1791 al 1793, in Rivista
a. I, fase.
VII- Vili, estr., pp. 10-11.
slor. del
Risorgimento italiano,
ELEONORA DE FONSECA PIMENTEL
24 bito con
rando.
interesse
Ma
rivolgimenti che s'andavano prepa-
ai
c'erano anche gl'idealisti, che vedevano
verno allontanarsi dal programma clamato, e
stesso
lo
gico e inflessibile
programma trovare un
radicale e lo-
tratti
per conseguenza a disperare de-
tra quella sfiducia e quest'ammirazione,
mutando da regalisti appartenne
idealisti,
È
nel rivoluzionario popolo di
metodi e ad acquistare fede nei nuovi: e che
gli antichi
cosi,
in
la
tempo,
«
me sembra
le
persone
«
ella fosse già ascritta alle società
società patriottiche
pubblicane ^ a
E
se
si
si
»
gettarono e delle
i
dell'ammiraglio e degli
ufficiali francesi
e accolsero
un movimento rivoluzionario con
massoniche,
germi delle
i
si
recarono
suggerimenti
d'iniziare a Napoli
società segrete secondo
di Marsiglia^.
D'altra parte,
si
rubare da quel suo francese
trame che
si
vuole che, quando Maria Carolina fece fido Luigi
si
Custode
le
carte dell'amba-
Mackau per venire a conoscenza
ordivano
compromettenti
È
»
dovesse credere a una notìzia, che
Latouchc
sciatore
illuminate
cospirazioni re-
quei napoletani che, nel dicembre del 1792,
forma
venivano
per altro poco sicura, sarebbe stata già tra
sulle navi francesi del
la
si
questi ultimi, agli
nostra Eleonora.
nelle quali, a Napoli e altrove,
posteriori
A
giacobini.
probabile che, come tutte
di quel
go-
seguito e ac-
esecutore
Francia; ed erano
il
fin allora
in Napoli,
tra
gli
altri
delle
documenti
rinvenisse una lettera di Eleonora
^.
assai difficile seguire le vicende dei singoli giacobini
napoletani per la mancanza dei documenti processuali, che,
com'è noto, furono
1
tutti distrutti
per ordine di re Ferdi-
vedano specialmente, G. Pepe, Memorie, Lugano, 1847, prima del 1799. D'Ayala, Vite, p. 289. Memorie segrete, edite dallo Helfert, p. 104. Si
15-17; e in questo volume: I giacobini napoletani 2
3
I, 9,
LA GIACOBINA
II.
25
nando nel 1803. Nei pochi frammenti che movimento,
cipali di quel
il
nome
Eleonora s'incontra
di
stati indicati dal reo di stato
sal-
tratti prin-
i
ma
nel 1794-5, non già tra quelli dei processati,
che erano
ne sono
se
determinare
vati, e sui quali si è cercato di
di coloro
Annibale Giordano
*;
ed è poi certo, che non fu imprigionata fino all'ottobre
Notiamo
1798.
masta vedova
Che è
passaggio che dal febbraio 1795 era
di
ella fosse già
da tempo considerata come sospetta,
provato, del resto, dal racconto messo in istampa nel
1799, durante la repubblica, da
un Giuseppe
era stato accusato di aver fatto cedenti,
che
e
riconosce,
stesso
le spie e
regina e della Giunta di stato. Ora un
agente del Giaquinto
•^,
principe di Torella era giacobino.
nei suoi
poliziotti della
i
De Simone,
tal
quartieri.
«
Senti (gli spiegava),
Giunta di stato
Ho
notato tutte
io
ho diviso Na-
le case,
gono conversazione in ciaschedun quartiere. Ho le persone che vanno a ciascuna conversazione, che variano or questa or quella casa. In il
quadro civile
pre-
aveva
diceva un giorno all'Albarelli che
in questa occasione della
poli
Albarelli, che
spia negli anni
la
com'egli
infatti,
avuto molta intrinsechezza con
il
ri-
^.
di tutta Napoli;
tal
che tendistinto e quelli
modo tengo
ed ho combinato
le
mie
operazioni di appurar cosi per la Giunta di stato, col decidere de' caratteri delle persone per la frequenza del tratto fra loro ».
1
il
—
Torella?
di
Ma com'è
domandò
nato
sospetto del giacobinismo
il
l'Albarelli.
—
E
il
De Simone,
Indice dei processi delV inquisizione dei rei di Stato dal
1795, ins. della Bibl. della Soc. stor. napol., 2
D'Ayala,
3
E
«
il
Vite,
ff.
1792
sin
di
dopo
26, 85.
p. 287.
noto infamissimo spione Pasquale de Simone, sublimato
pe'suoi meriti all'onore della croce costantiniana», di cui zione nel Monitore, n.
4.
si
fa
men-
ELEONORA DE FOXSECA PIMENTEL
26
—
primo moto: mentel
»
E qualche via.
Perchè frequenta
«
madama Fonseca
Pi-
'.
altra notizia ci è pervenuta
per tutt'altra
Eleonora aveva coltivato sempre relazioni coi compa-
trioti del
suo paese d'origine, e specialmente coi compo-
nenti dell'ambasciata di Portogallo in Napoli. Era da molti
anni ministro portoghese alla corte di Napoli
il
commen-
dator don Giuseppe de Sa Pereira, amico della Eleonora,
per mezzo della quale
il
come per mezzo
saluti;
Metastasio soleva mandargli del
De Losa,
i
suoi
segretario d'amba-
sciata, ella aveva- fatto pervenire alcune sue composizioni
poeta cesareo
al
Nel 1798
^.
il
ministro
De Sa
ricato di affari
segretario
il
il
De Souza, scrivendo
trovava inca-
don Giuseppe Agostino De
Souza, parimente amico e intrinseco di
Ora
si
come
in licenza a Lisbona, e in Napoli lo sostituiva
lei.
suo superiore
al
De Sa per
informarlo privatamente di ciò che accadeva in Napoli, gli
parlava della loro comune conoscenza donna Eleonora de
Fonseca, e come fosse accesa per
le
cose della politica, e
dei poco cauti discorsi che le uscivano di bocca.
A
que-
«
donna quanto dotta altrettanto pazza, imprudente e » (tale, dal suo punto di vista, doveva sembrargli), De Souza non cessava di raccomandare calma e mode-
sta
sciocca il
razione, di non impacciarsi di ciò che di
badare a non incorrere in
erano ammonimenti
1
II
inutili, e ai principi di
cobini napoletani Si
riguardava,
la
guaio.
Ma
ottobre del 1798
Decennio del cittadino Giuseppe Albarelli, NapoH, anno primo
di nostra libertà, pp. 48-9. Cfr. in questo
*2
non
qualche grosso
vedano
glio 1777.
Lo
prima
le lettere al
stesso
parte- di Eleonora al
volume
lo
scritto sui Gia-
del 99.
Metastasio del 16 ottobre 1775 e 22 lu-
Metastasio prendeva incarico di presentare per
duca don G-iovanni
per Vienna, un esemplare dell 'Or/eo, e
le
di
Braganza, di passaggio
comunicava
duca aveva fatto della poetessa italo-portoghese.
gli elogi
che
il
II.
il
De Souza dava
tere
in
la notizia
A
prigione.
complotti,
ma
27
LA GIACOBINA
dir
che l'Eleonora s'era fatta met-
vero, non
la
credeva capace di
imprudenze; tuttavia, dal modo co-
di sole
m'era stata arrestata, conveniva supporre che il governo napoletano avesse indizi sicuri, ed in questi tempi di depravazione generale
(egli
soggiungeva) era stato ben fatto
carcerarla ^
Eleonora, arrestata, dunque, in circostanze e per cagioni che non
conosciamo esattamente, fu condotta alla Vicaria, in quella prigione che si diceva del « Panaro »,
dove stavano rinchiusi
Ma
era destino del
altri sospetti di
De Souza che
giacobinismo
le relazioni
con
^.
la
sua
ardente compatriota dovessero attirargli qualche fastidio. Dalle prigioni della Vicaria, Eleonora gli diresse una tera in lingua
portoghese.
La
lettera
fu
let-
sequestrata;
e,
quantunque non poco oscura e misteriosa, apparve da essa non solo la grande intrinsechezza fra il diplomatico portoghese e la rea di Stato, ma anche che quest'ultima aveva ricevuto, per
mezzo
del
De Souza
e pel tramite della le-
gazione portoghese, un carteggio riconosciuto sedizioso.
governo napoletano
scrisse
Il
subito al suo ambasciatore a
Lisbona di fare vive rimostranze per tale accaduto
al go-
verno portoghese; e quel primo ministro Finto, dolentissimo pur del semplice sospetto, si affrettò a dare ordine all'incaricato di mettersi a disposizione del governo napo-
letano per chiarire
De Souza
suo operato. Vero è che più tardi,
il
potè provare la sua innocenza
1
Illustr. e
2
«
doc, n.
III.
Sul principio dell'ottobre 1798 fu arrestata e condotta in una
di quelle orribili segrete
che in Napoli
restò fino al giorno della rivoluzione zionale,
il
^.
numero
3 Illustr.
46, terzodi 3 ventoso, a.
D'Ayala,
Hbertà). Cfr. e
»
doc, n.
Vite,
III.
p. 289.
si
chiamano criminali, dove Roma, foglio na-
{Monitore di
VII repubblicano e II della
.
ELEONORA DE FONSECA PIMENTEL
28
prigionieri politici sospiravano in quegli anni col loro
I
poeta, Ignazio Ciaia:
t'ama di catene
Gallia, chi
Già l'urna e
il
è cinto;
ferro la vendetta
Gallia, t'affretta!
Se più
chiama;
tardi, estinto
Vedrai chi t'ama! ^
Ma, poco dopo che l'Eleonora era stata gettata cere'^,
in car-
seguiva rapidamente la catastrofe della monarchia di
Napoli: la deliberazione della guerra contra la Francia, l'entrata in
campagna
dell'esercito napoletano sotto
il
Mack
il
24 novembre, la riscossa offensiva dei francesi cominciata il
5 dicembre, e la fuga di re Ferdinando in Sicilia
il
23
di quel mese.
Per
rivolgimenti, ella riacquistava la
effetto di questi
libertà,
a
mezzo
del
gennaio
1799,
quando
i
lazzaroni,
mossi alla notizia dell'armistizio di Sparanise concluso dal generale
vicario
Pignatelli,
si
armarono ed aprirono
le
carceri; donde vennero fuori, misti coi delinquenti comuni, i
perseguitati politici. E, tosto uscita dal carcere, prese
parte con gli altri patrioti alla formazione di quel comitato centrale, che, fra
i
governo aristocratico
tentativi di
plebea,
della città e l'anarchia
raccolse gli
degli
eletti
sforzi
dei fautori della repubblica democratica e si mise
Elmo
1
Ode
2
Alla Fonseca altresì viene attribuito dalla tradizione quel sonetto
scritta in S.
contro Maria Carolina: altri attribuisce nali,
con un
nel 1797.
«
Eediviva Poppea, tribade impura
«
si
vuole
»
ms. Bibl. Naz., segn. X. B. 4b-4,
gelo Cicconi (D'Ayala,
Vite, p.
», ecc.,
che
a Mario Pagano (Marinelli, Gior-
167), e
I,
p. 325), e altri
a Michelan-
me sembra
scritto tra le
che a
persecuzioni e prigionie che precedettero
il
99 (come traspare dall'ul-
tima terzina). Noto che nel Monitore napolitano, n. 14, H germile, ossia 23 marzo, si legge che la cittadina Pimentel recitò nella sala d'istruzione pubblica < un sonetto fatto durante la sua prigionia alla Vicaria
»
LA GIACOBINA
II.
in
29
lo Championnet per mezzo degli esuli accompagnavano da militari e da consi-
comunicazione con
napoletani, che
glieri l'armata francese
K
Nei giorni del combattimento, Eleonora gli altri patrioti nel castello di
zione fu
maggiore aiuto che
il
città porsero all'armata
gennaio, stello, o
Sant'Elmo,
«
disarmati,
lazzaroni e
i
parte i
noto,
il
19
villani dei contorni che
i
per
giorno e nel seguente
per
ricovero
e
della
città. Il
giorno 20 vi
vi accorsero,
molti,
Com'è
» ^.
con abile stratagemma, furono cacciati dal ca-
se n'erano impadroniti; e in quel
ogni
occupa-
dell'interno della
quelli
liberatrice
trovò con
si
la cui
due
Riarì,
il
Logoteta,
presidio,
e
Eleonora
vide sventolare
Il
21
si
patrioti
Bisceglia, lo
il
Vincenzo Pignatelli, ^.
i
da
entrarono, tra
i
Schipani,
parecchie donne, a capo delle quali sul
castello
ban-
la
Cham-
diera francese, e al tempo stesso l'esercito dello
pionnet, diviso in tre colonne, mosse all'assalto di Napoli. Si
può immaginare con quanta ansia, con quale
nazione di speranze e di timori,
Sant'Elmo, seguissero
patrioti, dall'altura
i
movimenti
i
alter-
delle colonne
di
francesi
e spiassero gli attruppamenti dei lazzari, gl'incendi delle
i
II
comitato centrale
Niccola Fasulo:
si
radunò dapprima nella casa dell'avvocato
Arrighi, Saggio
storico, III, 205,
e
B. N. (Nardini),
Mémoires, Parigi, 1808, p. 48. 2
Sull'importanza di quest'aiuto bisogna vedere
le
poco note osser-
vazioni del Pignatelli, Apeì^gu historique, Berne, an. Vili, pp. 42-8. Le popolazioni dei contorni aspettavano il risultato del primo attacco dei francesi;
e, se la
rebbero sollevate
resistenza di Napoli fosse durata ancora,
alle loro spalle,
mettendo
il
si sa-
corpo d'operazione fran-
cese tra due fuochi. 3
Memoria
degli avvenimenti popolari seguiti in
In Napoli l'anno VII della Libertà
(rist.
Napoli in gennaio 1799,
dal Dumas, nel voi. dei Do-
cum., in append. ai primi quattro dei suoi Borboni di Napoli, Napoli, 1862, p. 93). Cfr.
anche Nardini, Mémoires, pp.
57-8.
ELEONORA DE FONSECA PIMENTEL
30
formazioni
case, le
sanguinosa che
lotta città.
I
colpi dei
barricate,
delle si
combatteva
E
agli
sero
ad abbandonare
i
lazzari
in
episodi della
punti della
tanti
cannoni del forte servivano da segnale
e indicazione i
vari
i
assalitori.
quei colpi anche costrin-
il
posto dal Reclusorio, che
francesi occuparono. Più tardi,
giorno 22,
nello stesso
un distaccamento francese, con a capo il napoletano Pipartendo da Capodimonte, dopo molte perdite,
gnatelli,
giungeva, trafelato, malconcio, pieno di
feriti, in
mo; ed era
accolto a festa, tra le grida di
pubblica
Dopo un breve
».
le ore 21 e 22,
colonna che
ma
l'avanzare
accompagnato da cinquanta si
aspro
uscivano dalle case, al castello. i
e,
la Re-
patrioti, scese
intenzione di riunirsi con
coli'
dirigeva al
era
Sant'El-
Viva
riposo, quel distaccamento, tra
per la via dei Settedolori, la
«
dello Spirito Santo;
largo
tra
grandine dei colpi che
la
notte, fece ritorno
al calare della
Senonché, dei patrioti non
si
videro tornare
due giovani, Francesco Palomba e Antonio Moscadelli,
restati morti per via. Il giorno 23,
spazzava
il
cannone
il
Sant'Elmo
di
largo di Castelnuovo e sosteneva l'assalto e la
presa di quel castello, eseguiti dalla divisione del Keller-
mann, con l'aiuto di patrioti napoletani. Fra i tuoni del cannone, nasceva intanto lassù, Sant'Elmo, la Repubblica Napoletana. La mattina del i
patrioti si erano radunati
sulla piazza del castello.
fu piantato l'albero della libertà, dichiarata la della monarchia, e proclamata la
tana una «
e
indivisibile,
grande nazione francese
getto
di
decretazione
Logoteta ^
1
.
fatti si
vedano
approvarono
della il
pro-
dal cittadino Giuseppe
scossa
la
protezione
la
I patrioti
che,
Qui
decadenza
Repubblica Napole-
sotto
presentato
Ed Eleonora
Per tutti questi
»
in
22,
concitata
e
Memoria
della stessa Eleonora nel Monitore napolitano, n.
1,
citata,
e
il
il
dagli
racconto
Progetto di de-
LA GIACOBINA
II.
31
Straordinari avvenimenti, aveva composto, in Sant'Elmo,
un Inno tendo alla
a coro
patrioti di
tra
gli
applausi,
ripe-
odio ai re e di giuramento
armi
le
Sant'Elmo,
e
occupata
un elenco
contare per gli dirsi
di
nomi
uffici
da
di
la città dai francesi,
giorno 23, presentarono
lo stesso
Championnet, insieme con
allo
prese,
può
le strofe di
Libertà ^
Appena posate i
declamò
alla Libertà, lo
tutti
le
deliberazioni da
persone sulle quali
istituire
prontamente
-.
si
essi
poteva
Cosicché
che dalla vecchia ròcca angioina uscirono, belli
e formati,
governo provvisorio e
il
la
rappresentanza mu-
' nuova Repubblica ^. Ed usciva anche, da Sant'Elmo, con Eleonora de Fon-
nicipale della
seca Pimentel, la giornalista della Repubblica.
cretazione e Vhidirizzo dei Patrioti di Sant^ Elmo, in
Colletta, Proci,
e
sanzioni, Napoli, 1863. 1
Monitore napolitano, n. 14.
2
Indirizzo dei Patrioti, citato di sopra.
3 I
patrioti di
Sant'Elmo figurarono in prima linea nelle cerimonie quando la domenica 27 gennaio fu piantato l'al-
di quei giorni. Cosi,
bero della libertà nella piazza del palazzo regio,
ticolarmente
no
»
i
patrioti di Castel Sant'
{Monitore, suppl. al n.
I).
»
furono invitati par-
Eramo, che vi ballarono intor-
Ili
La giornalista (gennaio-giugno 1799)
wuesta
s'era scelta Eleonora, in
parte
quel fervore
d'operosità dei patrioti napoletani al primo stabilirsi della
Repubblica, in quei bei giorni del gennaio '99 che fecero palpitare tanti cuori generosi,
speranze impennarono
l'ale
e in
cui
tante variopinte
per l'azzurro cielo partenopeo.
Monitore napoletano fa subito annunziato ^
Il
voso, ossia
il
ne comparve
2 febbraio,
il
14 pio-
Il
primo numero
(un foglio di quattro grandi pagine con supplemento), che
cominciava con un grido
di giubilo:
ed è giunto anche per noi
il
«
Siam
liberi in fine,
giorno, in cui possiamo pro-
gliuoli; a' popoli
uguaglianza, ed come suoi degni fiRepubblica Madre liberi d'Italia e d'Europa, come loro
degni confratelli
».
nunciare
i
sacri
annunciarne
Oltre e
nei
il
nomi
alla
di
libertà e
Monitore, furono iniziati in quegli stessi giorni,
mesi seguenti,
molti
altri
un bilingue Corriere di Napoli
1
«
di
E annunziata
la
stampa
tizie di tutte le operazioni del
martedì 29 gennaio).
di
giornali,
e Sicilia,
un Monitore
Groverno
»
tra
i
quali
ch'era sussidiato
napoletano, che darà no-
[Diario napol. del
De
Nicola,
III.
Governo
dal
giornalismo
Fu
allora
politico di Napoli.
Prima
durò poco ^
e
óó
LA GIORNALISTA
come
natale del
il
tempo,
di
quel
le
nuove
pubblicavano alcuni aridi notiziari con
si
dei paesi
con pochi ragguagli sulle cerimonie di corte, le recite dei teatri, le vestizioni monacali e
le
esteri e feste,
mentre continuava
materie;
mili
per
manoscritti
La stampa
venne
politica
giornali
principali
introdotta
ed
repubbliche italo-francesi;
l'uso
cisalpini,
degli
recondite
più
notizie
le
noto
è
in
avvisi
«
»
scandalose.
o
con
Italia
che
di
Termometro
del
si-
uno
le
dei
politico
di
Lombardia, fu direttore, per un pezzo, un esule napoletano,
Francesco
calabrese
il
straniere e italiane, che
avidità delle
la il
tanto
pericolo
i
solevano
divorare
trovava
ofifre
tutta la
i
suoi
bra fossero
anni
precedenti e
due volte
la
settimana,
sabato; e gli articoli e le osservazioni sem-
il
scritti
interamente
da
nessun altro nome né sapendosi di
lei,
non apparendovi
altri redattori.
Sulla stampa periodica repubblicana di Napoli
tizie raccolte in Illustr. e II
negli
tanta
della Eleonora durante
vita
repubblica. Usciva, di regola,
2
gazzette,
^.
Monitore
martedì e
i
queste
patrioti napoletani con
persecuzioni, Eleonora
modelli Il
e
In
Sai fi.
si
vedano
le
no-
doc, n. IV.
Monitore napoletano fa cosi annunziato dal suo confratello
Monitore di
Roma:
.
(N. 46
cit.,
B ventoso, 21 febbraio).
ELEONORA DE FONSECA PIMENTEL
34
Non Il
non
distrazioni,
come
discettazioni,
discorsi di letteratura
anche
in altri giornali
Monitore va rapido e
concentrato
diritto,
nelle questioni essenziali ed esistenziali che in quei pochi
mesi,
parecchi ^nni.
E
ansie prolungate,
i
mezzo
forma e
la
prendevano nell'animo le
il
della voce della loro vicolorito individuale che
di lei.
dei problemi vitali
sue relazioni con la
nuova repubblica erano
della
repubblica madre, ossia con
Francia, e col corpo d'occupazione francese.
per ragioni di molteplice prudenza, non rere in pubblico. Fin dalla
metà
la
di ciò,
il
governo
deputati
suoi
i
Ma
poteva discor-
si
di febbraio,
aveva spedito a Parigi
provvisorio
affollarono
propositi e le aspettazioni dei patrioti
compagna, con
Uno
si
tempo.
assorbito
in esso ritroviamo le fuggevoli gioie, le
napoletani, manifestate per rile
e
per intensità di vita valsero
quali
i
o astratte
di quel
per
compiere pratiche rivolte a ottenere l'indipendenza del
nuovo
stato
e sforzi
^ ;
non
torità militare francese
contribuzioni
inique
compiute da
di
ufficiali e
piccoli
facevano presso l'au-
si
per l'alleviamento delle stolte e
guerra e contro
impiegati.
—
Il
di applaudire al decreto di espulsione
colpi
commissario Faypoult per
il
dace ruberia
che
lo
i
p.
II
»
^
.
«
onde
documento
e la lettera
la costui sfacciata au-
volume
lo
il
rapporto del JuUien del 15 ventoso, pp. 347-357 ;
,
scritto sulle
«
5,
chargé d'affaires de la (pp. 357-362). [Si
In que-
veda ora in que-
Relazioni dei patrioti napoletani col Diret-
torio e col Consolato].
N.
ai cittadini
è pubblicato nel Saint- Albin, Championnet, 2.* ediz.,
da Genova, 10 messidoro, a. VII st'ultimo documento la data è di certo sbagliata. »
mancò
Championnet
e pj^^ tardi pubblicava la bella lettera
Sieyés del cittadino Celentani,
al
Répuhl. napol.
2
lo
Championnet, nel partire, aveva diretto
331 sgg. Cfr. ivi
sto
spogliazioni
le
Monitore non
28 piovoso, 16 febbraio.
LA GIORNALISTA
III.
Ó5
napoletani, quasi invito a resistere ai soprusi degli inviati
A mezza
del Direttorio.
pra qualche
general
rapina fatta dal
la
portato
privati
procaccio
dal
generale,
per suo
conto
danaro dei
del
Lecce;
nella
e,
stessa
Rey, che aveva mandato a prendere
il
decorazioni e collane
le
esistenti presso l'ufficiale l'altra volta
Duhesme di
poco cerimoniosa, commessa dal-
guisa, l'appropriazione l'altro
col-
i
nel marzo, come semplice notizia, pubblica-
pevoli: cosi,
va
voce, richiamava l'attenzione so-
scandaloso, quasi per intimidire
fatto
del carico:
suscitando l'una e
sembra finanche
proteste, e
Toson d'oro,
del
sequestro del
il
giornale ^
Ma
libera
aveva
parola rispetto all'altro problema
la
da tenere verso
capitale, ch'era la politica città
la plebe della
ed Eleonora ne fece
fremente;
di Napoli, vinta e
uno studio amoroso, e tornò con insistenza sulle proposte che aveva meditate. Bene riconosceva, e da animo forte si
rallegrava, che
alla
«
resistenza, se
il
popolo napoletano, allorché insorse
mostrò accecamento di ragione, svelò
insieme un vigor di carattere che ignoravano in connazionali
stessi suoi
colo nelle provincie: stri
cata
dipartimenti
ma
si,
»
«
(ella
*.
E guardando
sono
le
lui gli
simile spetta-
al
funeste insurgenze dei no-
scriveva)
«
una
mal appli-
forza
forza son di carattere. Piangendo in esse
lorosi effetti di
un carattere
viziato
da
tanti
i
do-
secoli di as-
surdo sistema politico e dalla recente corruzione... consoliamone almeno gittando
gli
sguardi sul felice avvenire,
che ne presenta questo carattere stesso, lato dalle salubri leggi
lacerare,
1
N.
13,
ma
a sostenere e difendere la patria
N.
rego-
»
'^.
26 ventoso, 16 marzo, e n. 14, 3 germile, 23 marzo. Pel
sequestro cfr. Diario napol. del 2
rettificato,
repubblicane, e rivolto non a di-
10, 15
De Nicola,
sotto
il
28 marzo.
ventoso, 5 marzo: cfr. n. 26, 20 fiorile, 9 maggio.
ELEONORA DE FONSECA PIMENTEL
36
una gran linea di separazione » dis« la numerosa minuta popolazione della città » e quella « più rispettabile delle campagne » dal rimanente del popolo; e in ciò èia causa degli ultimi moti e della presente inquietezza. « La plebe tuttavia diffida dei patrioti, perché non gì' intende > ^ Per isfortuna,
giunge presso
di
sfuggiva;
lei
noi
-di
Quali fossero
a
«
i
motivi intimi e reali di questa diffidenza mettendoli in una semplice
e,
linguaggio e
non cessava
di cultura,
differenza
di battere
sulla
necessità di farsi intendere dal popolo per conciliarlo col
nuovo ordine
di cose.
Molteplici espedienti escogitava diretti a questo scopo.
Fin dal secondo numero, esortava a scrivere locuzioni
in dialetto
»
legrarsi di
una
dell'omino
e
civiche al-
«
numero seguente poteva
ben intesa graziosissima arringa
«
pubblicata
polo)
e nel
;
'
lo de
li
lo
de lo patriota
'
(al
ral-
po-
mese che chiove dall'amico
».
Più
usciva a pro-
oltre,
porre una gazzetta vernacola con estratto delle notizie più importanti e delle leggi e dei provvedimenti del Governo,
volendo per giunta
che questo foglio sia ne' di
«
letto in tutte le chiese di città e di
campagna
;
che
festivi le sei
nostre municipalità tengano ciascuna degli uomini pagati il dopopranzo ne' gruppi del popolo; metodo della centrale sìa comune a' dipartimenti » ^. Anche questo suo desiderio fu in parte contentato e il buon prete Michelangelo Cicconi venne pubblicando La Eeprubbaca spiegata co lo santo Evangelio, mentre l'al-
apposta per leggerlo e che questo
;
tro patriota,
il
dava
1
2
del
fuori an eh 'egli
e spiegazioni
N. N.
3,
Gualzetti (autore della popolare
cittadino
riduzione italiana
dramma
un
dei principi
della
21 piovoso, 9 febbraio.
10, 15
di Adelaide e Comingio),
foglio napoletano,
ventoso, 5 marzo.
società,
con notiziario
dei
doveri del-
LA GIORNALISTA
III.
37
l'uomo e del cittadino e delle altre massime democratiche ^ Proposte consimili erano quelle di concioni in dialetto tre
il
capolazzaro Michele
felici,
il
poeta Luigi Serio),
il
(ol-
pazzo, ne tenne alcune, molto perfino, di riduzioni
e,
demo-
cratiche dei teatrini delle marionette e dei castelletti di burattini,
quali, invece delle gesta dei paladini,
i
avrebbero do-
vuto rappresentare drammi e cantare canzoni patriottiche
*.
L'altra molla che Eleonora voleva adoperare era la re-
E proponeva
ligione.
perciò
«
missioni civiche, siccome ve
n'erano prima delle semplicemente religiose sioni », che
ancora oggi
paeselli del Napoletano)
nostri
non men
e si rallegrava
padri
«
liguoristi »
mis-
^
fanno nei
e chiedeva a tal fine l'aiuto
;
dei
«
che civici e zelanti ecclesiastici
dotti
quando
»,
governo nominò una commis-
il
per comporre un Catechismo dì morale
sione di sacerdoti
aW intelligenza
i
(le
»
dì tutto
il
popolo^.
Ma una
profonda im-
pressione sulla religiosità del popolo credeva che sarebbe stata prodotta dal miracolo di san Gennaro. Si legga quel
che scrisse per
il
miracolo ricorrente nel maggio, vigilato
con tanta cura dai francesi e dai patrioti:
È degno
buon
dell'attenzione di ogni
Cittadino, merita di aver
sensazione per gradi ricevuta
luogo nella
filosofia della Storia, la
dal Popolo
sabbato scorso in occasione del consueto miracolo di
san Gennaro; e deve esser Il
riferita
ogni parola detta allora da
sistema quel non so che di acerbezza, eh' è sconfitta.
La cosa più
difficile
suadersi di non aver ragione.
i
lui....
Popolo Napoletano.... serbava tuttavia nell'animo pel nuovo
per ciascun
figlia del dolore della
uomo
Con giudizio
è quella di per-
visibile
san Gennaro
Gli annunzi dell'una e dell'altra pubblicazione sono nel Monitore,
n. 20 e D,3l. Il Cicconi e
il
Gualzetti furono entrambi impiccati nella
reazione. 2
N.
2,
3
N.
2, e n. 6,
17 piovoso, 5 febbraio; n. 6, ventoso, 19 febbraio. sopracitati.
.
ELEONORA DE FONSECA PIMENTEL
38
doveva ora decidere
il
gran piato tra questo sistema ed
vedeva questo con piacere romaggio prestato leste dal
Commessario
certo che
il
al
il
Popolo:
suo Patrono ce-
Generale francese, ed avendo per
e dal
Santo avrebbe, col ricusar
il
miracolo, giudicato per
tripudiava anticipatamente, e dalla presenza del Commessario
lui,
e del Generale traeva dieci minuti
plessità.
può
gioia di più al suo futuro trionfo. e l'umore
Ma
appar liquefatto dentro l'am-
Nel primo momento, sorpresa e stupore! Nel secondo, per-
polla.
naro
una
non passano,
Nel
terzo, decisione e slancio alla gioia.
giacobino
si è fatto
»
!
:
«
Pure san Gen-
ecco la jprima voce del Popolo.
Ma
Popolo napoletano non essere quel eh' è san Gennaro ? Dun-
il
Viva
que....
Repubblica! Le devote spettatrici
la
riflettono,
che
questa è la prima volta eh' è pur ad esse permesso di assistere al
miracolo^; lagrime di tenerezza vengono loro su gli occhi. Esse
sostengono allora che vennero anche al generale Macdonald, e so-
stengono che per asciugarle egli appose femminili
si
un paragone, che
il
san Gennaro, e l'ha sario
il
fazzoletto: gli sguardi
un favorevole bisbiglio, ed fu re non accompagnò mai la processione di ora accompagnata il Generale ed il Commis-
fissano su lui, comincia
organizzatore:
il
Popolo
si
Guardia Nazio-
colla
affratella
nale; mille amorevolezze seguono fra l'uno e le altre:
tutto
il
sabbato, tutta la domenica sera, in fin da quel punto in poi, la
Carmagnola
canzone
è la
di tutte le bettole
E, notando l'opportuna
2,
presenza del generale Macdo-
nald e del suo stato maggiore, lamentava che
1
componenti
del governo della repubblica fossero mancati, e che dall'avvenuto miracolo non si fosse tratto tutto il vantaggio
che
si
poteva, con
le
prediche che avrebbero dovuto seguire
nelle chiese per renderne chiaro al popolo
per mettere in risalto
1
*
Una nota
i
avverte a questo punto:
nobile di sedile
'
ed andava in
sedile
'
assistervi solo le nobilissime e quelle del
denti della balia di san Gennaro 2
N.
26,
20
fiorile,
il
significato e
molteplici segni dati dal
9 maggio.
*
*
'
cielo a
Quando san Gennaro era
a far
Molo
il
miracolo, potevano
piccolo, parenti e discen-
III.
favore dei francesi e contro
speranza che non
la
gire l'occasione
il
tiranno. Conchiudeva con
sarebbe dai patrioti lasciata sfug-
si
della
39
LA GIORNALISTA
prossima festa del Corpus Domini^
per operare sullo spirito popolare. In verità,
il
male era più profondo che non pensasse
il
nostra Eleonora; la quale prendeva troppo alla lettera
la
proverbio che
già che
il
tendeva: meglio
ghe
si
»
verso
ossia
la
sospetto verso le
Il
borghesia,
esperienze accumulate. di
era
gì' in-
sarebbe detto che non voleva inten-
perché ne diffidava.
derli
Non
popolo è un gran fanciullo.
popolo diffidasse dei patrioti, perché non
il
era
La gagliarda
insito
giamber-
«
per
vecchie
difesa delle giornate
gennaio aveva avuto uno spiccato carattere proletario
contro
il
duplice sfruttatore,
lo
non vede
e
« civile »,
sua fautrice all'interno.
non concepisce
se
straniero
non come
E
che
tale,
il
popolo
e la gente
fu allora che
si
senti
questa sentenza, detta dai lazzari e che uno scrittore del
tempo
ci
ha conservato:
sarria arriccuto Napolef
N'auto iuorno che durava,
«
»
se
^ La stessa pronta conversione
e sottomissione del 23 gennaio è cosa solita nei movimenti proletari anarchici e incoscienti. I giornali
letto!
Ma
il
la fabbrica
vernacoli, la letteratura educatrice in
popolo,
quando ha bisogno
dia-
di letteratura, se
da sé stesso assai bene. E, qualche mese dopo,
sapeva comporre versi sinceri ed entusiastici, per esempio su questo andare:
A
lu suono de la grancascia,
Viva sempe lu popolo bascio!
A
lu suono de
So risurte
A
Memoria
li
li
tammurrielli,
puveriellil
lu suono de le
Viva viva
^
li
campane,
pupulane!
degli avvenimenti popolari, p. 99.
40
ELEONORA DE FONSECA PIMENTEL
A
suono de
lu
Sempe morte
O come quali
questi
Giacobbini!....
che non sono privi di vigore, coi
altri,
salutarono re Ferdinando al suo ritorno^
lazzari
i
violini,
li
a'
abbattuta la repubblica:
mpennimmo
Signò,
Priévete,
muonace
chi t'ha traduto, e cavaliere!
Fatte cchiù, fatte cchiù Uà,
Cauce nfacce a
Se
i
la Libbertà!'.
giornali vernacoli popolari consigliati da Eleonora
da
e messi in atto
altri ingenui,
restarono senza efficacia,
a che cosa poteva condurre l'altro espediente di chiamare
coadiutore
clero?
il
francescani, e
i
I
predicatori liberali, specialmente frati
preti che
si
ascrissero alla guardia nazio-
nale (come Nicola Pacifico e
rono
lo
preti
e
Falconieri),
desta-
scandalo religioso del popolino^; che per contrario
dipoi assai
fu
Ignazio
edificato
da quelle figure brigantesche
di
che
ai
con sciabole e pistoloni
frati
ai
fianchi,
giorni del cardinal Ruffo fecero bella mostra di sé per le
Napoli.
vie di
a screditare
—
il
E
l'intervento di san Gennaro? Valse
santo a beneficio del suo collega
il
porto-
ghese Fernan Belen, ossia sant'Antonio di Padova, che agli occhi della plebe difendeva una causa assai migliore^.
L'animo buono con
orrore
dalle
di
Eleonora rifuggi sin dal principio
terribili
repressioni
fatte
dai
francesi
delle insurrezioni nelle provincie:
^
2
Croce, Canti politici del popolo napoletano, Napoli, 1892, pp. 57, «
Per Napoli anco
la republica,
ma
il
si
45.
fanno predicare dei monaci francescani per
popolo se ne beffa e la religione ne patisce
>
{Diaria
napoL, 30 maggio). 3
Per
la storia dei
« docum., n. V.
due santi nel
1799,
si
vedano notizie in
Illustr.
LA GIORNALISTA
III.
Ma le i
qual sarà
riniedio a tanto
e
Comunità, fucilar chiunque porti
le
faziosi,
disingannare
armi francesi
colle
stati
si
perdono
il
alle
male? Brugùar
obbligati
a prenderle dagli stessi
sé stessi.
la generalità.
fucilati col fatto;
Dunque bisogna pu-
Bisognerebbe perciò, che
accompagnassero quai commissari del Go-
verno de' nostri Cittadini,
clamar
si terribile
armi? No. In molti comuni
han dovuto obbedire per non esser
han prese per difender
in molte le i
sono
Cittadini
pacifici
insurgenti, ed
nire
il
41
i
quali, ministri di pace, potessero pro-
comuni che rientreranno nell'obbedienza;
che potessero proclamar a nome del Governo una legge utile Provincie: e
coir altra legge, e colla loro fatto
stessa missione, dar
alle
una
e
una pruova
di
questa è l'abolizione della feudalità; e
coli'
che Napoli è sotto un Governo Repubblicano, e che questo
governo
è più utile a' Popoli.
E dopo Vandea, e
avere rammentato le
gli
spierre, e l'opera pacificatrice dello
Non
esempì
della
Hoche, esortava
gittiamo di grazia nel cuor della nostra
Provincie
recenti
opposte opinioni del Vergniaud e del Robe-
un seme
di dispetto e di risentimento,
«
plebe
»
:
delle
che per quella
tenacità con cui ogni plebe, e più quella delle campagne, ritiene
impressioni una volta ricevute con qualche forza, può in
lei
propagarsi da generazione in generazione, e tenendola sempre
di-
le
visa ed indispettita col resto de' cittadini, preparare lunga e rina-
scente serie di privati delitti e di pubbliche disgrazie ^
In
un
altro
numero, riferendo
le notizie di
imprese delle bande del Pronio. faceva valere
le
Abruzzo e le
ragioni
attenuanti: Invitiamo qui dini
ad una
il
nostro filosofico Governo ed
riflessione.
r insorgere, nel
Grand' è
saccheggiare
le
il
delitto
di
i
nostri Concitta-
tali
insurgenti nel-
case de' patrioti, attentar
sulle
persone della Municipalità e portarle in arresto: poteva però esser più grande,
1
N.
5,
potevano trucidarle. Or dev'esser un principio
28 piovoso, 16 febbraio.
ELEONORA DE FONSECA PIMENTEL
42
ed amministrativa,
di giustizia legislativa
di tener conto a' rei di
ogni atrocità che potevano e non hanno commessa; perché giova
che anche in mezzo
alla società
non commetta l'ultimo eccesso: sia spento in lui
delitto
al
reo
il
si
trattenga e
reo mostra cosi, o che tutto non
il
un interno sentimento
di
umanità, o che è
fre-
nato da salubre timore; e nell'uno e nell'altro caso mostra faci-
almeno disposizione
o
lità
al
dunque
regresso. Se
la
legge ha per
iscopo di migliorar ciascun uomo, e per quanto è possibile diminuire le atrocità particolari, la giustizia amministrativa dev'esser sollecita più di salvar
i
col prevenir
Cittadini
delitto o gli ul-
il
comandando la morale, medesimi, che si opponga gran
timi eccessi del delitto, che di vendicarli; la ragione,
de' Cittadini
l'utilità
differenza fra Proni, che saccheggia, arresta,
che
ai Cittadini, e coloro
E
agli
«
insorgenti
gli
han
ma
preserva la vita
trucidati o gli trucidassero
^
rivolgeva direttamente la sua pa-
»
infiammata di carità patria:
rola,
Cittadini, che
sangue degli
in
altri
tante e,
Comuni bagnate
le
mani
uni nel
gli
non arrossendo associarvi ad avvanzi
di
carcere e pubblici infestatori di strada, partecipate con essi del brutto titolo d'
Non per
chi?
«
insurgenti
centra la patria; perché iDugnate e per
»
l'aristocrazia
avete sempre reclamato
;
ed
il
baronaggio, avverso
non pel fuggito despota, che
il
quale
tutti
ave-
vate in esecrazione e vilipendio; non pel nostro culto, la nostra Religione, che voi vedete intemerata ed intatta
;
non per
le
vostre
sostanze, che cosi disperdete a vicenda.
Qual biasimevole contrasto opx)onete ora Voi
a'
vostri avoli de'
tempi del gran Masaniello! Senza tanto lume di dottrine e di esempì, quanti ora ne avete, die Napoli
le
vostri avoli, insorsero da per tutto contro la Repubblica, tentarono
nevole
istinto
mosse, proseguirono
i
diritti i
dell'Uomo.
nobili;
la
per solo ragio-
Ora proclamano
sdegnano
le
popola-
I
N.
6,
1 ventoso, 19 febbraio.
i
dispotismo, gridarono
stabilir la democrazia, e
reclamarono
l'uguaglianza e la democrazia zioni
il
Tornava sa queste idee
nel n.
Non
vedete voi
i
vostri Vescovi,
come
Repubblica ed inculcarvela
nome
atterrisce ancora col
onde
gli odi,
i
vostri Parrochi, unirsi
dell'avvilito
reciprocamente accesi, e
siete
alla
Voi? Qual fantasma vi despota fuggitivo? Se tra
utile a
v'immergete, deste campo alla verità dei voi, sapreste
4o
LA GIORNALISTA
III.
ne' quali
tra' delitti
fatti di
che la squadra inglese non è più in
pervenir sino a Sicilia,
che quel
despota, tremante, disarmato, destituito di forze e di mezzi, e non
men
di qui odiato colà, anzicché poter venire a soccorrere e pre-
miar
voi,
e sostenga
non trova chi soccorra
per fuggir
lui, e sta
o essere arrestato in Sicilia ^
Ma il
indarno! e
pili
doveva annunciare, coprendosi
tardi
volto per l'orrore, le stragi di Andria e di Trani:
È
pur troppo vero
patrioti
lagrime
il
che
l'eccidio
i
ribelli
giorno innanzi della loro resa.
suflEìcienti
Tranesi han fatto de'
Non
a descriver e piangere o
genti prima di esser vinti, o
vi sono i
delitti
delitti de' vincitori in
i
Andria dopo averle prese. Tiriamo un pietoso velo su
Finanche negli ultimi giorni, quando blicò la legge sul
convertirsi per
la
parole
né
degl'insur-
Trani ed in tutto
^.
Repubblica pub-
sequestro dei beni degl'insorgenti da
metà
in
premi
ai « difensori della Patria »
ossia ai soldati repubblicani, ella protestava: Sia permesso riflettere che questa legge, assai diversa da quella
che aveva domandata
la Sala
Patriottica, nella
maniera onde
si
truova compilata contiene una parte ingiusta, un'altra che potrebb' essere illusoria. Questa legge mette l'interesse della
Repub-
blica, eh' è di distinguere
dall' in-
esattamente
surgente, in contrapposizione
coli'
per assicurar ed accrescere
il
rare insorgenti da per tutto, ed
ventoso, 9 marzo.
i
N.
11, 19
N.
17, 17 germile, 6 aprile.
pacato Cittadino
interesse della truppa
;
la quale,
suo premio, è obbligata a desideil
generale, per contentar la truppa,
forse obbligato a trovarne di fatto.
2
il
Promuove
in materia cosi de-
ELEONORA DE FONSECA PIMENTEL
44
un giudizio tumultuario, qual
licata
non disgustarsi
e nella necessità di
che può dar un Geun luogo ad un altro, non soldati, ma volon-
è quello,
nerale trascinato dall'azione velocemente da i
suoi
tari commilitoni.
È
questa legge dunque quasi una intimazione di guerra, e con-
danna anticipata
de' privati benestanti cittadini delle Comuni riognun sa che formano sempre la classe pacifica e vorrebbero, ma non possono, slanciarsi verso la Repubblica per tema degl'insurgenti, quasi tutti (se se n'ecdettuano pochi prepo-
voltose,
i
quali
tenti) o ex-nobili
o gente che nulla possiede e fa dell' insurgenza
pretesto della rapina.
il
Inoltre, se tutti o quasi tutti, posto che potessero avere cogni-
zione della legge e maniera di avvalersene, dimandassero
dono, quanto sarebbe della
magnanimità della Nazione premio
il
alla
mano per mezzo
a' «
rerà beni nazionali
è
il
i
de' suoi
e
determinare su' beni nazio-
difensori della patria
nali
per-
il
premio della truppa? Della giustizia
il
tribunali
»
«
;
dessa poi
pubblicherà
co' processi »
e dichia-
beni de' privati insorgenti. Quanto è detto per
truppa in questo secondo caso, s'intenda detto per l'indennità
la
giustissima e dovuta a coloro che han sofferto dall' insurgenza. Per nulla dire delle gare e gelosie che tra questi cittadini e la truppa
potrebbero e dovrebbero sorgere nella divisione e distribuzione addossata al generale
^.
Queste sue proposte e polemiche dovettero fermare tenzione, e se
il
Cuoco
le
ricordava poi nel suo Saggio
l'at-
Ma
^.
contengono molte parti giuste (specialmente circa
le
crudeltà militari e le minacce alla proprietà, e nell' insistere sull'utile che
sarebbe ottenuto con
si
lizione del feudalismo),
1
2
N. e
3B, 13 pratile, 1
II
(scrivea
cura non §
non
si
saggia e sventurata
riesce,
XXXVIII).
non
se
abo-
giugno.
terrorismo cogli insurgenti la
l'efifettiva
può dire che rivelino un'ana-
si
provò sempre inutile.
E
che?
Pimentel) quando un metodo di
ne saprà tentare un altro?
»
{Saggio
storico,
III.
45
LA GIORNALISTA
troppo penetrante dei molteplici fattori concorrenti in
lisi
quelle insurrezioni: moti proletari, irritazione per le contribuzioni prelevate dai francesi, dissoluzione dell'esercito
regio che
aveva sparso per
intrighi dei
boni in
feudatari;
Sicilia,
campagne
le
disoccupati,
i
in aggiunta a tutto ciò,
e,
i
Bor-
cardinal Ruffo con un'armata di ricon-
il
quista sul continente, e gli inglesi sul mare, che davano
moto
unità e
indirizzo
che
rendevano, per
le
al
delle
insurrezioni:
debole
la
cose tutte
Repubblica,
quasi
in-
vincibili.
Quanto era diversa nei metodi,
e particolarmente nella
tattica, la politica consigliata dal cardinal Ruffo e accolta
dai sovrani! al ministro
guardo
Il
marzo,
3
Acton
«
:
cagioni
alle
il
Ruffo scriveva da Monteleone
Infinite cose dovrei dire a V. E. ri-
che mi
determinano a fare ciò che
prego a credere che le circostanze di utinecessità mi conducono, non già la volontà di beneficare o di dominare. Ho trovato che si lagnavano delle cose che troverà abolite o sospese nell'editto faccio.... la
lità e
da la
me
emanato. Dei
metà
fiscali
ho fatto qualche
rilascio, anzi
del focatico ed industria ai braccianti e poveri di
quei paesi che
tornando
sono dimostrati
si
al loro
i
più fedeli ed arditi
ri-
nutrendo sempre la gelosia
dovere,
fra il popolo e il ceto medio, ed esonerando il povero, che è veramente troppo caricato di pesi, ma non sciogliendolo interamente » ^ E, pochi giorni dopo, il 19 marzo, inviando
la notizia
sue bande:
1
«
della
Spero che
Lettere pubbl. in Arch.
scritto
il
16 febbraio:
«
il
presa di Cosenza eseguita dalle
popolo basso abbia saccheggiato
napoL, Vili, 244.
stor.
Animare
La regina aveva
quelle provincie a unircisi, con
varle dazi per dieci anni, abolire feudalità, ius proibitivi a,nticipare tutte quelle cose che
renderanno graditi
i
alle popolazioni
(sic),
francesi faranno e con le quali »
(ivi, p. 383).
le-
insomma si
è
ELEONORA DE FONSECA PIMENTEL
46
insieme con
ed
bili
i
gli aggressori,
paglietti
»
^
mantenga a freno i nomarzo avvertiva ch'egli catasto), « come quello eh'
e cosi Il
avrebbe riformato l'onciario
23
(il
ingiusto e formato per cabala dei ricchi
duceva
effetti cosi
portentosi che
il
» ^.
Ruffo
il
Il
sistema pro-
21 giugno, dal
ponte della Maddalena, scriveva con qualche sgomento «
Spesso
il
pretesto è
il
giacobinismo, è l'affare che
si
:
no-
mina; ma veramente è la rapina che produce de' proprietari Giacobini »^. E forse aveva dovuto già sentire risonare intorno
a sé
canto dei sanfedisti
il
:
Chi tene pane e vino,
Ha da
esse giacubbino
La Repubblica non sapeva sta via:
qualche
^
:
sembra, per
^
—
non poteva mettersi per que-
e
come come
tardivo accenno,
dazio sulla farina, fu interpretato lezza
1
l'abolizione
del
indizio di debo-
che l'abolizione rapidamente
altro,
attuata della gabella del pesce giovasse a guadagnare alla
1
Ivi, pp. 488-9.
2
Ivi, p. 494.
3 Ivi, •1
p. 654.
Ruffo, invertite le parti, fini col dare consigU di moderazione
II
il quale gli rispondeva il 25 agosto 1799 da PalerConvengo con voi su quanto mi dite relativamente al Popolo, quale, per quanto buono e fedele sia, sempre è una brutta be-
a re Ferdinando;
mo: il
«
stia, potendo da
un momento
all'altro,
condotto da qualche malin-
tenzionato che s'impadronisca del suo animo, esser perniciosissimo;
non
vi dissi perciò di doversi assolutamente, a corpo perduto, buttar
nelle sue braccia,
che
si
è
ma
mantenuto
il
farne quel conto che
più fedele
»
(nel
si
doveva, essendo
voi. dei
del Dumas, p. 263). 5
S'è levata la gabella alla farina....
Evviva Ferdinando Croce, Canti
politici, p. 43. Cfr.
e
Carolina
il
ceto
Documenti dell'opera
!
Cuoco, Saggio, § XLII.
III.
Repubblica
«
animi di quasi
gli
scatori della capitale
Tornando
»
tutti
47
marinai ed
i
pe-
i
^
Monitore e guardando alla scarsa attività
al
legislativa
che
legge
feudi
sui
LA GIORNALISTA
il
nuovo
stato
potè
Eleonora sostenne
spiegare, il
circa alla
disegno dell'Alba-
un compromesso tra il parere troppo moderato del Pagano e quello radicalissimo del Cestari, abolendosi per esso senza compenso i diritti proibitivi e lanese, ch'era
sciandosi ai baroni in piena e libera proprietà la quarta
parte delle terre feudali. tas estof »,
esclamò
il
Adversus fures ceterna auctori-
«
Logoteta, nel sostenere, dalla
buna, la proposta dell'Albanese*. La legge elaborata dalla Commissione legislativa,
a
sui
lei
parve che
non rispondesse alla pubblica aspettazione, perché che confermare, specificandone l'ipoteca,
fa
la
tri-
banchi,
non
«
legge con
passato Provvisorio aveva già posto sotto la garan-
cui
il
zia
della
Nazione
il
debito
ma
de' banchi,
niun
mezzo
somministra per accelerare l'estinzione delle polizze e
minuir l'enormità dell'aggio, colPaccrescere del danaro »; ed esponeva l'idea di
«
beni nazionali da pagarsi con
bero per altro perduto
sarebbero state scritto
^.
—
^
Cuoco,
2
La
1.
il
dichiarate
nulle
oltre
un termine pre-
Delle questioni costituzionali
(si
sa che Mario
e.
La
scrittrice
si
legge nel Monitore, n. 18, 20 ger-
soggiunge l'osservazione storica che
giorno dai normanni di Francia, ora e la protezione della
Francia
»;
si
que' torti, che fece
Magno,
distruggono
cosicché
*
la
«
feudi,
sotto gli auspici
come nazione una volta come nazione serva di un re ».
27, 22 fiorile, 11
i
nel mezzo-
Provvidenza guida
vitta e generosa nazione francese a compensare,
N.
»,
vendita dei
polizze, le quali avreb-
le
introdotti nel resto d'Italia dai franchi di Carlo
3
la
quarto del valore nominale e
discussione in proposito
mile, 9 aprile.
la circolazione
un buon cittadino
che consisteva nel bandire senza indugio
di-
l'in-
libera,
maggio. Questo articolo fu vivacemente com-
ELEONORA DE FONSECA PIMENTEL
48
Pagano preparò un disegno
non ebbe tempo
di statuto)
di toccare; e solamente nell'occasione della riforma intro-
dotta dal commissario Abrial, che divise
«
Cosi vien già a stabilirsi,
mero,
la
nella
si
osservava:
ella
forma se non nel nu-
futura pianta costituzionale
Eleonora credeva che
governo nelle
il
due commissioni legislativa ed esecutiva, »
^
un
potesse formare
esercito re-
pubblicano per virtù di entusiasmo e di arringhe infiammatorie.
E quando
fu
messa insieme un po'
zionale, bisogna leggere
come
di guardia
na-
subito ella la trasfigurasse
e abbellisse nell'ansiosa fantasia:
Presentò la g-iornata di lunedì chio,
nel passar rivista alla
truppa Francese
cora alla nostra truppa Nazionale. sta,
più vago spettacolo
il
più dolce al cuore del vero Cittadino.
il
Le
e Cisalpina, la
tre legioni già
dopo esser passate in marcia per molti
all'oc-
Generale in capo
Il
passò an-
formate di que-
quartieri, si schiera-
rono tutte a doppia riga di fronte dal largo di San Nicola alla Carità fino
a quello delle Pigne, e componevano
tutt'
insieme
il
colpo
d'occhio più sorprendente, più piacevole e più maestoso. L'aria
marziale e vivace, che stava ne' loro l'abito, che,
non ancora
tutto in
volti, la stessa
punto una truppa civica e dove ciascuno soldato,
ma
varietà del-
uniforme militare, additava apè sull'armi,
non perché
perché cittadino; l'ondeggiare de' pennacchi,
il
con-
corso degli spettatori ne' balconi e su le strade, la giornata co-
verta e non molestata né da sole né da vento o acqua, tutto con-
correva ad accrescerne la gioia. il
Il
vario suono delle belliche marce,
veder questa truppa creata ad un
libertà,
battuto nel Giornale estemporaneo, n.
deva
cosi la
le leggi
sua censura:
appena sanzionate
e
contraddette
§
XLI. 1
N.
tratto quasi
un miracolo
della
faceva insieme tenerezza e meraviglia. Qual madre non
dai
«
E come
8,
20, 27 germile, 16 aprile.
».
fiorile,
maggio che chiu-
18
potrà stabilirsi
e pubblicate
gazzettieri?
29
si
la
Repubblica, se
sono impunemente disprezzate
Pei
banchi,
cfr.
Cuoco, Saggio,
come
senti allora capace di dire,
sentavan
scudo
lo
non desiderò, come
zella
le
nuovi volti: cominciamo l'aspetto e del contegno
La sua
uomini
alfìn
che
sensibili le descrizioni,
»
Sannitiche, di esser per
le
patria data in premio al più forte?
scrisse, eran
Spartane, quando ai
Torna o con questo o su questo
«
:
49
LA GIORNALISTA
III.
Nuove
;
pre-
figli
qual don-
mano
della
nuove fisonomie,
arie,
noi a comprendere con immagini
Greci ne lasciarono del-
antichi
gli
de' loro
eroi;
quegli eroi, e chi gli de-
^
liberi
gelosia per la purità repubblicana di queste mi-
quando sorse il pensiero di formare nella guardia civica un corpo di cavalleria, Eleonora diresse una lettera al Cittadino Presidente combattendo la proposta come antidemocratica, perché una truppa nazionale a cavallo non si sarebbe potuta comporre se non di era
lizie
tale
che,
turbando l'eguaglianza e indebolendo
ricchi,
della libertà.
Consigliava piuttosto
cosi
comoda fortuna che
valli
;
se
v'invitino
n' esercitino
pure
sono averli; se
i
alle
«
che
A
giovinetti
i
di
possono, abbiano cavallo o cacorse, a' giuochi,
gli associno,
di
seco loro
si
a'
maneggi
comparir per
La pubblica
addestrino,
;
le
si
svez-
strade su due
o
opinione, la derisione de' coe-
tanei dovrebbe riprovare coloro che giovani chio.
garanzie
giovani di minor fortuna, che non pos-
zino tutti dall'abuso
quattro ruote.
il
le
vanno
in coc-
campagiovani veri Repubblicani ». Gen-
piedi per la città; a piedi o a cavallo, per la
gna: ecco
le
vetture de'
naro Serra, capo della guardia nazionale, cendole notare saggiamente, che prima del
le rispose, fa-
ben essere
perfetto bisognava cominciare dall'essere, e che
un buon
corpo di cavalleria sarebbe assai proficuo per assicurare
l'esistenza della Repubblica^.
i
N.
15, 10 germile,
2
N.
21, 1 fiorile,
30 marzo.
20 aprile.
ELEONORA DE FONSECA PIMENTEL
50
Come
modelli da imitare,
le
stavano sempre in mente
costumanze dell'antica Roma. Cosi, narrando
le
il
valore
dell'ufficiale Spezzaferro nel disgraziato fatto d'armi dello
Schipani a Sicignano, soggiungeva:
Roma
subito promosso a capitano. in presenza di tutti
nerale, adornato di
La Repubblica
«
lo
ha
antica lo avrebbe di più,
i suoi compagni e per mano del geuna corona civica. Perché si trascura
mezzo di destare e di premiare il civico entusiasmo ? K Vero è che anche a proposito di quella famosa salvazione della Repubblica (che noi narreremo in alquesto
facil
—
•»
povera Sanfelice,
tra parte di questo volume), operata dalla
non non
si
riteneva dallo scrivere
«
:
Il
Senato romano accordò
solo la libertà allo schiavo, che scovri la congiura de'
Bruto,
figli di
ma
turo Vindicta (dal
ne eternò
nome
il
di lui
nome
col
Vindició)
chiamare in l'atto
lenne della manomissione degli schiavi;
nome
di questa
illustre
Cittadina
»
prodigi di valore
»,
gioventù Cisalpina
l'Italia »
carezzare
Una
^.
d'arme, dei
che faceva nei Grigioni
la legione Ci-
!
«
Viva
Ogni lode italiana è lode di tutta
Le prime aure
di
gloria militare venivano a
le fronti dei risorgenti italiani.
parte assai gentile del Monitore sono gli accenni
alle vittime delle persecuzioni, a coloro
in Napoli
il
movimento democratico,
bertà e della patria le
e
Con maggiore
salpina comandata dal generale Lochi, esclamava: la
Re-
fatto
fatti
opportunità, nel riferire le notizie dei «
—
^.
il
fu-
più so-
la nostra
...
pubblica altresì non deve trascurar d'eternar il
il
» (fu
allora che
si
che avevano iniziato ai
«
martiri della
li-
udi presso di noi per
prime volte questa locuzione, che doveva risonare per olun secolo, ed essere tanto abusata dipoi). Fin dal
tre
2
N. N.
19,
3
N.
17, 17 germile, 6 aprile.
1
17, 17
germile, 6 aprile.
24 germile, 13 aprile.
III.
LA GIORNALISTA
51
primo numero scriveva: « Il passato esoso governo, se per lo spazio di quasi nove anni ha dato non più veduto esempio di cieca persecuzione e
ha pur questa Nazione
feroce,
somministrato un maggior numero di martiri, dentro criminali più orribili, in mezzo
ed
morte ad ogni istante
alla
a'
trattamenti più acerbi
a'
lor minacciata, invitti
sem-
pre ad ogni promessa d'impunità e di premio, ed ha opposto a' vizi della passata tirannia altrettante private e
pubbliche virtù
E appoggiava
».
proposta del Forges
la
Davanzati d'innalzare un monumento a Emanuele De Deo, «
giovane di ventun anni non compiti, chiaro nella proces-
sura per virtuoso silenzio e lealtà verso chiaro negli ultimi ricordi per pietà
per placida costanza
al supplicio
suoi
i
filiale
compagni
ricordando insieme
»,
;
chiaro innanzi
;
i
due giovani Palomba e Moscadelli ^ La calma e l'elevatezza morale che rifulgono nel Monitore sono rotte solo dalle parole violente scagliate contro il
sovrani fuggitivi e nemici:
i
pauroso
«
tiranno Ruffo,
regi,
liti
»,
1'
»,
il
1'
amazonica
«
come
vilissimo
moglie
sua
Cardinale Mostro
«
«
Ferdinando
imbecille
«
il
»,
e
»,
»;
despota
»,
stupido
lo
«
e
contro
qualcun altro dei
il
satel-
l'odiato Castelcicala, al quale sono rivolte
invettive fierissime, che talvolta diventano perfino ingiurie triviali
1
N.
2
Si
2.
11, 19
ventoso, 9 marzo.
veda nel
n. 6 la critica della lettera del
side di Cosenza. Alle
parole:
«
Castelcicala al pre-
Qualche testa scellerata ch'Ella farà
» è messo tra parentesi: « Scellerato uomini sono melaranci o pere? Se teste scel-
cadere servirà d'argine, ecc. ecc.
tu stesso; lerate
masso
le teste degli
devono
farsi cadere,
di brutture,
è soltanto
il
degno
dunque
la
tua.
dei concittadini
soffondarti nel lezzo
»
.
Il
.
A Rua
verità.
vendette popolari dei
documento, eh' è un brano di
tera del cardinal Ruffo al direttore di polizia Della
24 agosto 1799:
«
Si
è
Rossa
si
trovino esposte delle dipinture inde-
centissime, rappresentanti atti crudelissimi, e specialmente di corpo
umano
dilaniate ed
presentate su dei piatti
».
Il
esposte in
mano
ogni
modo
la
pace tra san Gennaro e
tardò a rifarsi, tacendosi ogni trista oblio le andate cose
1
«Al?
di
uomini
cardinale raccomandava in
verissimo di togliere questi oggetti di scandalo
A
let-
in data
osservato in questa Capitale che nella
Rua Catalana
strada della
Catalana
quadri tutt'altro
esposti molti
le glorie delle
Eccone in conferma
lazzaroni.
santo.
il
racconta:
rue Catalane exposèrent un grand tableau,
où Saint-Antoine, arme de
presso Porto erano
si
memoria
parti e rap-
modo
se-
^.
suo popolo non
il
e
ponendosi
«
in
».
settembre 1799. Dovendosi nel corrente mese di settembre
celebrare la festa nella
venerabile cappella del glorioso protettore
san Gennaro, perché nulla manchi nelle consuete solennità e del solito, vuole il Re che si proibisca il passaggio delle carrozze, galessi ed altre vetture per
la
strada e largo dove esiste la Guglia, dalle ore ventitré
fino alle quattro della notte nei giorni 17, 18 e 19.
La Real
Segreteria
di Stato, Giustizia e Grazia lo partecipa di Real Ordine a V. S.
affinché ne disponga l'adempimento. Parisi gistro
.
dei Reali Dispacci pervenuti al Direttore
1798-99, p. 165). 2
»
Registro
cit.,
pp. 120-122.
111.
ma
(Archivio di Stato. Regenerale
della
Polizia,
ELEONORA DE FONSECA PIMENTEL
82
VI Il cuohe di re Ferdinando
Le impressioni di re Ferdinando sull'ecatombe del 20 agosto^ messa a morte Eleonora de Fonseca, ci sono serbate in una lettera del 23 da Palermo al Ruffo: « Eminentissimo mio » (egli scriveva), « ricevei ieri la vostra lettera del 20, che mi ha in cui fu
gran bene, sentendo che
fatto
l'allegria
riprendendo
tinui a cantare
mento
il
di grazie
il
non
costi
vi sia nulla di allarmante»
suo solito corso nel popolo; che
Tedeum da
all'Altissimo
tutte
che
;
si
con-
Congregazioni in rendi-
le
siano incominciate le ese-
si
cuzioni dei Rei, e che la Giunta di Stato travagli senza intermis-
sione
».
Il
giorno 25, sullo stesso proposito
deve sbrigarsi nelle sue operazioni,
quando
rapporti, e
in ventiquattr'ore carli. si
i
li
Spero che non
doveva
avea
fatti,
si
»
(si
veda
dei Bianchi, i
che mi
si
dice
timore, siete fritti, e l'aver
il
il
si
faceva, era
popolo ad aspettar tante
volume
spiegare
a re Ferdinando pareva avesse guastato si
di Stato
e generali
con tanto apparato di truppe mi
A
boni di Napoli, pp. 262, 266-7).
buon popolo,
vaghi
mentre più semplicemente
dispiaciuto,
ed impazientarsi
far
capi e senza cerimonie impic-
i
meglio, e lesto lesto, senza far star ore,
La Giunta
«
sia dilazionata la giustizia
far lunedi; se mostrate
sommamente
:
non
bisognava ordinarle di verificare
fatti,
prendere
fatto eseguir l'altra [quella del 20]
è
e
il
appendice
di il
ai
Bor-
piccolo ritardo, che
divertimento del suo
noti che esso era stato chiesto dalla confraternita
come necessario per compiere
gli uffici religiosi
presso
condannati.
VII Notizie varie
Della Fonseca Pimentel non
si
ha nessun
ritratto
autentico»
perché quello che se ne vede nel Pantheon dei martiri della bertà italiana (Torino,
1852),
e
li-
più volte riprodotto (anche nel-
83
ILLUSTRAZIONI E DOCUMENTI
VAlbo della rivoluzione napoletana del 1799, a cura di B. Croce, G. Ceci, ecc., Napoli, 1899, tav. XXVII), è fatto con l'immaginazione,
secondo ricordi tradizionali. Deriva anche da esso
busto, ese-
il
guito dallo scultore Busciolani e collocato nell'università di Napoli l'anno 1865. Nell'A^^^o citato (tavv.
facsimile del
XXII
XXVII)
e
si
vede
il
suo autografo e della prima pagina del Monitore
napoletano.
Eleonora lasciò due
moglie e
figli,
fratelli,
Michele, che viveva in Chieti con
Clemente de
e Giuseppe, che fa padre del generale
Fonseca (costruttore della prima ferrovia nel regno da una seconda moglie
lo stesso
gliuoli, l'avvocato Raffaele, fa,
Giuseppe ebbe,
di
Napoli);
tra gli altri
fi-
morto più che ottantenne non molti anni
del quale sono stato amico.
Giuseppe Fonseca, cugino
di Eleo-
nora, che nel 1798 era generale d'artiglieria, fu processato e con-
dannato per cito se
non
anno dopo
la parte
alla
presa alla repubblica e non rientrò nell'eser-
venuta
(1808).
Ne
di
Giuseppe Bonaparte
scrisse la biografia
il
;
ma
mori qualche
D'Ayala, Vite dei più
celebri capitani e soldati napoletani, pp. 408-410.
II
VINCENZIO RUSSO
I
Cospirazioni e fuga da Napoli Il suo sistema sociale
kjappiamo dal D'Ayala che Vincenzio Russo nacque il Palma Campania. Ebbe a maestro nel seminario di Nola il sacerdote e autore di un assai noto 16 giugno 1770 in
manuale
di rettorica, Ignazio P^alconieri (anch'esso vittima
del '99); e recatosi dipoi a Napoli,
si
dette all'avvocatura,
nome per ingegno
nella quale assai presto acquistò
e fa-
condia \
Come
tanti altri giovani di
generoso sentire,
Russo
il
prese parte alle cospirazioni allora iniziate, e s'iscrisse di certo alla
«
Società patriottica
rivoluzionario
»,
che
si
»,
e
fors 'anche
formò nel 1794
al «
Club
alla dissoluzione di
quella.
Ma
ciò che
non
è chiaro
dal racconto del D'Ayala, e
ch'io dirò invece senza ambagi, è che la vita politica di
Vincenzio Russo
fu,
proprio nel suo principio, macchiata
da una colpa*. Su questo punto possediamo
la
testimonianza esplicita
di Guglielmo Pepe, confermata da quel che dice
1
Rodino
F. LoMONACo, nel noto Rapporto al cittadino Carnot.
D'Ayala, Vite, p. 550. E erroneo che partisse da Napoli insieme Pagano, il quale usci di carcere non prima del luglio del '98.
2
col
il
88
VINCENZIO RUSSO
nei suoi Racconti.
Russo era nipote dei Vivenzio, uno
Il
dei quali, Giovanni, fu protomedico del regno, e l'altro, Nicola, storico e giurista di molto valore, raggiunse alti
gradi in magistratura. Pepe),
il
il
«
Sedotto da questo suo zio (scrive
Russo aveva una volta accettato l'indulto, con
promessa regia che
nome sarebbe
suo
il
taciuto;
ma, due
anni dopo, vistosi notato in un bando insieme con due-
centocinquanta
Giunta
altri
Infatti,
rS marzo
per comparire
patrioti
4i stato, fuggi,...
»
innanzi
la
^
1797 un editto della Giunta di stato
citava trentaquattro denunzianti a presentarsi per confer-
mare
denunzie di due anni prima a carico di cen-
le loro
totredici accusati espressamente nominati.
Tra
questi cen-
non dugentocinquanta come dice il Pepe) si troCome mai egli, nonostante l'indulto, fosse di nuovo nel 1797 tra gli accusati fé, si noti, per colpe che sarebbero state commesse alcuni anni prima), è un'oscurità che non mi è riuscito dissipare.
totredici (e
vava anche Vincenzio Russo
'^.
Troppo scarsi, come ho già avuto occasione di dire, sono processi da permeti documenti che ci avanzano di quei tere di seguire passo per passo le vicende di tutti coloro
che vi furono involti Russo,
Il
con
i
la
alla
fuga ^
—
^.
nuova persecuzione, scampò, dunque, Suscita un sentimento doloroso il dovere
Pepe, Memorie, Lugano, 1847, in Arch.
contif
LOMONACO,
1.
nap.,
stor.
VI
voi.
'(1881),
pp. 89-90. Cfr. Rodino, Rac-
I,
270-1
;
e
anche un accenno del
e.
2
Cfr. l'elenco in
3
Sembra per
gina Carolina
M. Rossi, Nuova
luce,
pp. 199-206.
altro ch'egli facesse confessioni extralegali alla re-
(cfr.
Lomonaco'
;
e, infatti,
il
suo
nome non
dei trentaquattro denunzianti, pei quali cfr. Rossi, op.
Né a,
è tra quelli
pp. 195-197.
sue confessioni dovettero essere gravi se non parvero sufficienti
le
fargli *
cit.,
«
perdonare
le
colpe.
Sorpreso nella sua casa di Napoli da un battaglione di grana-
riconoscere
1.
COSPIRAZIONI E FUGA DA NAPOLI
il
numero non scarso
minacce o
alle
alle blandizie della
gari, datisi alla
teressato
mento e,
convinzioni
dell'animo e per
dopo
e,
uomini non vol-
causa della libertà per un puro e disin-
sentimento
negli studi;
e precipitare nella degradazione,
tata, affrontarono
risollevarono,
si
causa per un momento diser-
alla
morte sui campi
la
nate
anziché giacere nell'avvili-
fallo,
il
tornando arditamente
patiboli ^
innanzi
fiacchezza
di
Giunta di Stato e della
tra costoro erano
Eppure alcuni
Corte.
quei primi congiu-
di
prova
napoletani, che dettero
rati
89
Onde a me sembra
per
che,
battaglia e sui
di
equa-
giudicare
mente, bisogni tenere conto dell'inesperienza di quei pri-
mi
istitutori di congiure,
senza tradizioni, senza prossimo
insegnamento d'esempio, senza quel particolare e vigile esercizio casistico che
si
sviluppa nella pratica delle cospi-
razioni e della vita politica
:
delle dubbiezze e perplessità
mano
che sono proprie di chi mette
pel
primo a un'opera
ardita. Si
può espiare una colpa? Ahimé, non
è fatto, e l'azione riprovevole
mutare e,
si
il
danno che è
canctella.
Ma
fatto
si
può
sé stessi, estirpando dall'animo le radici del male,
del proprio temperamento,
accorti ormai delle insidie
sottomettersi a dura e implacabile disciplina. Se codesta è la sola e
pienamente.
vera espiazione, Vincenzio Russo «
tenza del suo
Egli (dice fallo,
il
Pepe)
menava una
coll'esilio
talché
il
un modello
conosceva sospetto d'affettazione
Si
».
dava a chi noi
Soverchio di rigidezza
pose alle fiamme gran quantità di sue scritture, e per
uscita segreta fuggi e ^
di pro-
chiamavano un novello Catone:
anzi, tanto rigida era la sua condotta, che
tieri (?},
raggiunse
vita cosi austera ed irre-
prensibile, che divenne d'allora in poi
bità e di virtù,
la
facendo peni-
si
rimpiattò
»
{D'Ayala,
1.
una
e.)-
veda in questo volume: 1 giacobini napolefani prima
del 1799.
VINCENZIO RUSSO
90
che sta a provare un carattere morale diffidente
di sé
me-
desimo e vigile a ogni suo atto ^ Il
Russo, intorno alla metà del 1797, s'aggirava per la
Svizzera, e dimorò a Ginevra ed a Berna, esercitando la
medicina,
cui studi aveva coltivati
i
-.
E
mentre, con
le
privazioni stoicamente sopportate e con la tenace medita-
temprando
zione, veniva
me
i
il
suo carattere, maturava insie-
suoi convincimenti politici, di guisa, che, pochi mesi
dopo, lo troviamo in mezzo alle nuove repubbliche italiane,
un intero sistema
tutto armato, con pronto
politico-sociale,
che cercava di spingere all'attuazione.
Quel suo sistema
fondava
si
sull'
idea di una repubblica
popolare, in cui ciascuno possederebbe
da coltivare direttamente e da trarne stenza.
Non
testamenti e non
cessioni legittime;
un pezzo i
quota di
la
sarebbe tornata alla repubblica per una nuova
lui
buzione. Gli
uffici esercitati dagli
epperò senza stipendio, altro che
tori,
tempo
a coloro cui fosse tolto
il
uopo
si
la terra; al qual
i
stessi
Pepe, e
cfr.
Rodino,
stenti,
con pratiche severe,
mezzi di sussistenza
di lavorare
sarebbero
distri-
cittadini agricol-
personalmente
fatti leggieri
preleva-
Par quasi che ripensasse a sé stesso Che altro fa con dure vigilie, con lunghi l'uomo amico di sé stesso e degli uomini, ce.
11.
nello scrivere queste parole:
i
sussi-
neanche suc-
atti tra vivi, e
morte del possessore
alla
di terra
mezzi di
«
non cercare di strapparsi al generale torrente della corruzione; vivere in mezzo al disordine di tutto, giusta un ordine di cose ch'egli ricreare, per dir cosi, i si ha formato nel romito de' suoi pensieri suoi sensi e le sue idee, ed andar distruggendo la ruggine, che una perversa educazione ha sparsa sul forbito delle sue sensazioni? Avventuroso purtroppo se co' suoi sforzi mal secondati, anzi contrariati quasi da tutto quanto di uomini e di cose lo circonda, giunga infine se
;
là
dove in una società ben ordinata
beggiare della sua esistenza morale! 2
D'Ayala,
Vite,
1.
e.
si »
sarebbe egli
trovato suU'al-
{Pensieri politici, %
XXX).
COSPIRAZIONI E FUGA DA NAPOLI
I.
menti
quote dei coltivatori. L'industria, domestica
sulle
ristretta
pari, a
91
permuta
di
e
commercio ridotto, del cose necessarie. Nessun lusso di nessuna
puro necessario
al
sorta; l'istruzione
si
;
e
il
sarebbe ristretta principalmente alla
morale repubblicana e
Nessuna
ai principi dell'agricoltura.
« un tal quale vincolo di fratellanza una idea sublimemente tenebrosa » e quindi, sacerdotale. Non grandi città una serie di pic-
religione, tranne forse
nel centro di
;
non
classe
coli
villaggi costituirebbero le nazioni. E, tra le nazioni,
:
non più guerre, tranne quelle per liberare
le
presse o per respingere tentativi d'oppressione. in
unione tra
ultimo, la
È
loro,
una
il
che questo sistema
parte, con le costituzioni di alcune repubbliche
dell'antichità, e
rante
nazioni,
».
facile avvertire le strette relazioni
ha, da
Le
avrebbero poi formato, come termine
Società universale
«
nazioni op-
dall'altra
con
le
varie utopie sorte
du-
secolo decimottavo, animate da entusiasmo pei sel-
vaggi, per lo stato di natura, per la frugalità, per la po-
Mably e da altri quel tempo \ E molta so-
vertà, e vagheggiate dal Rousseau, scrittori, assai noti in Italia in
miglianza
ritrova tra esso e le istituzioni politiche del
si
Saint- Just;
una volta
dal
onde non al
senza ragione
il
Cuoco, scrivendo
Russo, usciva a ricordargli
di Saint-Just ».
Senonché,
Russo era più comunistica sca, del Saint- Just,
la
«
la
repubblica
repubblica contadinesca del
di quella, anch'essa contadine-
che serbava
la piccola proprietà e le
successioni legittime, sebbene ne escludesse le linee collaterali^. Sull'animo del
1
e pubblicata
2
altresì,
L'opera più divulgata del Mably era quella Dei
del cittadino,
najj.,
Russo operarono
sotto
il
come mo-
diritti e
doveri
che nel 1799 fu anche tradotta da Francesco Lomonaco
con una prefazione che destò molto scandalo
(cfr.
Diario
12 maggio).
Circa l'utopia del Saint-Just
si
può vedere
lo
studio del dott. S.
92
VINCENZIO RUSSO
delli reali,
ossia
due paesi estremi ch'egli toccò
i
campano,
villaggio
il
mosse, e la Svizzera, dove «
Chiunque ha
si
la
in sua vita,
sua nativa Palma, donde
spinse nel suo viaggio d'esilio.
visitato (egli scrive, parlando dell'industria
domestica) la schiena degli Appennini di Napoli e la Svizzera montagnosa, avrà veduto dei cento,
i
quali la facevano
a sé stessi da calzolai, da sartori, ecc., e vi
si
adoperavano
XXIV). E un po' più innanzi: « Chiunque ha passato alcun tempo alla campagna, sa che gran parte del commercio loro noi fanno altrimenti contadini. Là dove ognuno ha tutto o quasi tutto il sufficiente molto acconciamente
»
(§
i
per un vivere agevole e tranquillo, perché mai
bero fare ampi commerci? l'entusiasmo frugalità
Russo per
del
dei costumi nei
zera (esclamava
il
il
la
Lomonaco
Il
dovreb-
si
poi ci ridice
povertà, la semplicità, la
monti dell'Elvezia.
La
«
Sviz-
Russo), la Svizzera solamente, è capace
di libertà nell'Europa!
Pure,
—
».
»^
Russo dichiara nella prefazione dei suoi Pen-
sieri politici'.
«
Io
non ho volta
la
mente né
antiche
alle
repubbliche né alle moderne, non alle nuove né alle vetuste legislazioni:
verità Non abbiamo ricordato, ».
il
ho consultato nelle cose stesse
ma non
si
soddisfece in essi e ragionò
suo sistema deducendolo da principi
con
ciò
la
già che non avesse innanzi gli esempì che
lo stabilire
che
il
filosofici.
diritto di proprietà si
sogni e non va oltre di questi. Pei quali
«
E
comin-
fonda sui bi-
bisogni
non dice
»
che cosa intenda; senonché è chiaro, da tutto l'insieme, che
accenna a quelli che
si
chiamano, in economia,
«
bisogni
B. Kritschwesky, St. Justs Utopie, Ein Beitrag rur Beleuchtung der rischen Stelluvg der Bergpartei, nella
Neue
Zeit^ a.
XIII, voi.
II,
histo-
nn. 39-
40, pp. 388 segg., 420 segg. i
La
Svizzera, del resto, era
un esempio continuamente
nella letteratura socialistica del secolo decimottavo.
ricorrente
COSPIRAZIONI E FUGA DA NAPOLI
I.
primari o necessari
»
La
.
ricerca di
93
una scala assoluta
di
bisogni, che era già stata tentata dai nostri vecchi eco-
nomisti
dal Genovesi),
e.,
(p.
considera ora, dopo
si
remi formolati dal Jennings, infruttuosa.
guardò pel
sottile, e
tenne
qualcosa di nettamente determinabile, su di cui
fondare
tal
modo
sono
dippiù, che
il
presso
il
non
necessari, o
non
non risponde a
Russo, al dilemma: o vi
uomini privi dei mezzi
altri
loro; se
potesse
a ciascun individuo la proprietà
bisogni necessari,
i
bisogni, dà luogo,
tali
come
»
si
calcolo politico.
il
Misurata per
secondo
teo-
i
Russo non
il
bisogni necessari
«
i
Ma
di soddisfare
i
bisogni
vi sono. Se vi sono, quel dippiù spetta
vi sono (e qui la deduzione è curiosa),
dip-
il
più neppure può essere oggetto di proprietà, in virtù della
determinazione già data della proprietà, che
si
fonda
sol-
tanto sui bisogni necessari. Si
potrebbe dire che
di proprietà, ricorra a
Russo, per regolare
il
vergere sullo stesso oggetto: butiva, pel quale
i
disfare
i
il
con-
;
e
un
l'uomo debba restringersi a sodastenendosi dal comodo e dal
bisogni necessari,
avendo provveduto per mezzo del concetto
di bisogno necessario ai bisogni di tutti, e per alla
fa
principio di giustizia distri-
beni della terra spettano a tutti
altro quasi ascetico: che
lusso. Cosicché,
rapporti
i
due diversi principi, che
conseguenza
cessazione della lotta e dell'asservimento dell'uomo
all'uomo, non trova ostacolo nella considerazione che la
dipendenza e di lusso;
la lotta
dappoiché
stazione, ossia
cosa
come
di
«
1
peccaminoso
Qualche volta
—
Il
il
di
nuovo oggetto
comodo
o
di conte-
beni che chiama superflui, facendone qual-
i
alla severità della
in fine).
rinascerebbero pei beni
egli annulla
«
»,
o
almeno
di
non conveniente
democrazia K
superfluo
»
per lui vale
«
inutile
Russo tenta anche un'altra deduzione
>
(cfr. §
XVIII,
del suo sistema,
94
VINCENZIO RUSSO
Per codesto suo tratto
ascetico
«
» il
socialismo del Russo
diverge fortemente da quello^moderno, che non già la regressione della vita
ma
lesca dei contadini,
umana
propone
si
anima-
alla vita quasi
vuol anzi conservare
beni
i
tutti,
materiali e spirituali, raggiunti dallo svolgimento della civiltà,
con diversa forma di produzione che ne renda pos-
sibile
non
ma
una diversa distribuzione,
solo
quell'incre-
mento ora impedito. Né meno ne divergeva nei mezzi onde cercava di conseguire
il
suo ideale.
sua eccellente Storia d' Italia dopo è
un discepolo
di
Baboeuf ^
socialismo democratico
come suo sostegno alla rivoluzione;
Ma
il
il
il Russo Baboeuf rappresenta il
che ha, dietro
e forza,
laddove
il
una
Franchetti, nella
Il
1789, dice che
i
suoi programmi,
classe sociale interessata
Russo, quantunque appaia for-
temente scosso dagli avvenimenti della rivoluzione francese e intoni a ogni
non mostra
ordo,
di
passo
il
magnus ab
menti proletari che s'accennarono nel corso
nuove repubbliche, riconosce
nelle
dere di
il
una
per
né,
da persua-
classe contro un'altra.
Il
si
può
Russo cominciava con l'accettare, in
Ita-
nuove repubbliche,
lui,
movi-
rivoluzionario a mettere l'opera propria a servizio
descrivere cosi. lia, le
ai
essa;
di
antitesi tali
procedimento del suo metodo
Il
nascitur
intiegro
aver dato molta attenzione
rinnovazione
di
istituite dalle
armi francesi. Ma,
queste repubbliche erano (come ebbe ad esprimersi
una volta
in
un suo
articolo di giornale)
distinguendo la proprietà in delle quali solo la
«
attuale
»
e
«
prima reputa conforme a
piani di edu-
«
permanente giustizia.
»
Ma
(o
«
futura
»
} :
non prosegue
questa teoria, nella quale appare una certa tendenza alla critica della proprietà privata dei mezzi di produzione (confusi coi
futuro 1
s.
a.,
.
loro qualità, vedi in Illustr. e doc, n. IV, 6; e cfr.
il
tografia italiana, eh' è adottata dalla famiglia, e scrivo 3
si
libro del Sansone, che si cita più oltre, p. cliv.
«
I.
DUE FAMIGLIE PRIMA DEL 1799
121
stro nel reggimento Moliterno; Giovanni e Camillo, rispetti-
vamente capitano
primo tenente nel corpo dei cacciatori reali. L'ultimo dei figliuoli, Placido, impiegato nel commercio, divenne poi un personaggio assai noto nella Napoli e
borbonica degli ultimi tempi, come rettore della chiesa del
Gesù Vecchio, autorevolissimo erano maritate con due
sta di negozianti napoletani
Quali relazioni
Baccher, non
si
si
sul popolino.
Le due
figliuole
Ghio, famiglia anche que-
fratelli
^
fossero stabilite tra Luisa e
può dire con sicurezza
;
il
giovane
e mettere innanzi
congetture arrischiate ripugna, in questo caso, in
modo
una speche raccontiamo, non tarda
particolare. Perché, se finora ci siamo aggirati in cie di farsa domestica, la storia
a mutar carattere, percorrendo e del terribile.
testimonianze e dai figliuoli di
tutti
i
gradi del pietoso
Quel che solo risulta chiaro, da molteplici che seguirono, è: che uno dei
fatti
Vincenzo de Gasaro Baccher, Gerardo
-,
aveva
concepito per Luisa Sanfelice un affetto cosi tenero, che
poteva forse essere, anche, amore.
i
Registro dei dispacci al Direttore di Polizia: ISOO, p. 89, Arch. di
Stato. 2
€
Gerardo
»
è
nominato dal Palermo
Naz., X. F. 68, pp. 29-30), e tre:
«Camillo
ceva di avere scrive:
«
il
»
«
G-ennaro
mi fu indicato
»
in
una sua
storia (ms. Bibl.
nella Cronachetta citata più ol-
dal rimpianto cons. Casella, che
la notizia dalla sorella dei
capitano Baccher,
Baccher, E-osa.
fratello del
Il
mi
di-
Colletta
capo dei congiurati
»,
e
sembra alludere a Gerardo. [La mia identificazione è stata poi confermata da un documento edito da C. Crispo Moncada, in Arch. stor. nap.,
XXV,
485, e dal Sansone, p. cxxxiii].
II
La congiura e la scoperta
N.ella
rivoluzione di Napoli e nella proclamazione della
Repubblica
la
coppia Sanfelice, com'era da aspettare, non
prese alcuna parte. Può darsi che
cavalier don
il
carezzasse le sue personali convinzioni politiche,
alcuno ha affermato,
mente
ai
offrisse
il
Andrea e, come
valido appoggio della sua
Borboni \ La Repubblica
lo
toccò per un altro
verso, perché nel febbraio, nel prepararsi l'abolizione della feudalità e delle primogeniture, furono tolte le
denze
»
«
soprinten-
costituite per le case nobili minaccianti rovina
-.
E, nel marzo, gli venivano rinnovate e intimate le lettere esecutoriali di
due anni prima, con
della prigione
^.
Ciò afferma
il
i
lettera da 2
«
me
vista
21 febbraio.
la
congiunta minaccia
Dumas, I Borboni di Napoli, si Il
definisce
«
uomo
III, 120-1.
di lettere
governo provvisorio
si
provvisorio la determinazione di abolirsi
». le
e
In una sua
!
sta occupando della abo-
lizione della feudalità, e delle sopraintendenze che
case magnatizie per impedirne la rovina
»
si
accordavano
alle
22 febbraio. Si è fatta dal
sopraintendenze, restando
libero ai creditori di servirsi di lor ragioni nei tribunali ordinari
(Diario napol. del 3
De
Nelle carte citate. Decreto del cittadino giudice della
zionale
De
Bellis,
»
Nicola}.
26 marzo 1799 v.
s.
Gr.
C.
Na-
II.
LA CONGIURA E LA SCOPERTA
123
Vogliono alcuni che Luisa s'invaghisse delle nuove idee;
ma me
di ciò gli scrittori
contemporanei non sanno nulla, e a
pare un' induzione fantastica di tempi posteriori ^
Dumas
riferisce,
per tradizioni da
lui raccolte,
Il
che in quel-
l'anno Luisa Sanfelice abitava al Largo della Carità, nel
palazzo segnato col n.
6,
piano inatto a destra della
al
aveva per sua
scala; e che
amica una signora na-
stretta
poletana, calorosa fautrice della Repubblica, Eleonora Ca-
pano, duchessa Fusco. La prima notizia è confermata da
un documento, che ho rinvenuto
i
II
JRoDiNÒ:
«
^ ;
e la
seconda è assai
giovane avvenente e di culto spirito .... non era
massime in quel tempo favorite » {Racconti, in Arch. stor. nap., VI (1881), p. 477). Ma il Bodinò, quantunque contemporaneo, scriveva mezzo secolo dopo, quando già nella storia del '99 era prevalsa la visione convenzionale, creata dalle passioni politiche; onde l'esattezza di lui, in parecchi punti, mi sembra dubbia. Nello stesso
ella
avversa
senso
il
alle
Dumas, I Borboni di Napoli,
III, 119 sgg.,
che ne discorre sopra
informazioni dategli da sopravvissuti di quell'anno, viventi ancora di Eoccaromana, un vecchio meMa, quantunque egli protesti di avere
nel 1862, quali Nicola Caracciolo
dico più che ottantenne, e altri.
romanzo della Sanfelice scritto il romanzo, e nella storia la storia; quantunque alcuni particolari da lui riferiti siano di certo genuini, altri sembrano inesatti e fantastici. 11 D'Ayala, Vite, p. 559: e Certamente allora la Sanfelice fu tra le donne cittadine più operose e no-
nel e
tevoli nella Repubblica.... tica,
ecc.
*
.
Si noti
il
E
si
riunivano spesso nella Sala patriot-
passaggio dal
l'affermazione di fatto:
e
si
«
riunivano
Cuoco, che la conobbe dappresso:
«
certamente ». Cfr.,
»
congetturale
in senso contrario,
Ninna parte aveva avuta né
alil
nella
rivoluzione né nel governo.... la sua generosa umanità.... era indipen-
dente da ogni opinione di governo, da ogni spirito di partito §
XLIX),
e
il
modo come ne discorrono
il
»
{Sergio,
Colletta, el'ULLOA, Anno-
che ho visto di lei non mi donna di notevole cultura. 2 Nelle carte citate. Richiesta di pagamento del fitto annuo di ducati centoquindici presentata dal marchese Nicola Mastelloni. Atto
tamenti, p. 155.
hanno
Soggiungo che
le lettere
lasciato l'impressione che fosse
intimato alla Giunta di Stato per la riapertura dell'appartamento, ch'era restato chiuso.
LUISA SANFELICE E LA CONGIURA DEI BACCHER
124
probabile:
duchessa Fusco, che mori ottantenne nel
la
1841, era quasi coetanea
Sanfelice K Certo, se pure
della
Luisa ebbe a concepire simpatie per la repubblica, non ispiegò nessun 'attività patriottica,
donne né prometteva, ;
come
allora parecchie
povera creatura, di diventare un
la
personaggio politico.
Ma
rivolgimento repubblicano ebbe invece grande
il
importanza per
la
d'esso, spinta sulla
che
^,
i
capi del
Per intendere
^.
ciò avvenisse, è necessario ricordare
a cagion
fu,
scena politica, e messa tra
reazionario o realista in Napoli
partito
come
famiglia Baccher
rapidamente
le
condizioni del popolo napoletano, dopo l'entrata dei francesi e la
proclamazione del nuovo governo.
Non senza
ragione Eleonora de Fonseca
si
dava tanto
pensiero, nel suo giornale, dei sentimenti e dell'atteggia-
mento
della plebe, e studiava
vertirla
^ Quantunque
i
rissimi pel disarmo
della
devano scoperte
ripostigli
di
modi da adoperare per conmandati fuori editti seve-
fossero
si
città,
quasi
ogni giorno acca-
d'armi, ora nelle case del
Molo e della Marina, ora nei conventi, ora presso donne. E giacché i lazzari apparivano temibili anche senza armi da taglio e da fuoco, era stata proibita cosiddette
i
piroccole
«
»,
la
vendita delle
bastoni corti e nodosi, dei quali
Eleonora Capano, dei principi di Pollica e baroni di Celso del Nido (1761-1841), aveva sposato il duca Giacomo Fusco.
se-
dile di 2
[Sembra che già nella resistenza opposta dalla plebe napoletana
ai francesi
il
20 e 21 gennaio,
19,
i
fratelli
Baccher, a capo di alcune
centinaia di soldati e di lazzari, combattessero a Capodichino, a Casa-
nova
e a
Porta Capuana. Si veda l'opera del Sansone,
pp. cxx-xxi 3
I fratelli
De Gasaro
la ripartizione della
gento ducati, e ^
Si
cit.
più oltre,
n.].
i
e
i
fratelli
Ghio sono segnati
contribuzione militare francese,
secondi per trecento.
veda in questo volume,
p.
35 sgg.
i
nelle liste per
primi per du-
II.
LA CONGIURA E LA SCOPERTA
125
notava ch'essi facevano incetta ^ Altro cattivo segno
si
erano
frequenti uccisioni di soldati francesi
le
e
^,
tu-
i
multi e gl'improvvisi attacchi, che accadevano or qua or
contro
là,
vano e
le
sentinelle
e
propagavano con
si
ronde
le
Gli
^.
allarmi
facilità straordinaria; in
che fu vietato, sotto pena di morte,
sorge-
modo
suono delle cam-
il
frati e monache collettivamente come esempio, un fatto assai carat-
pane, rendendone preti, responsabili K Darò, teristico
^.
reprimere, sulla fine di
francesi, nel
I soldati
avevano preso alcune
febbraio, un' insurrezione a Nocera,
bandiere regie, e
27 febbraio
il
verso sera, sopra una carrozza. popolo,
basso
sulla carrozza,
tolanti
vincitrici.
Il
Monitore racconta:
che
nel vederle, credè
nesse a un despota differente,
portarono a Napoli,
le
con
tre imperatori
'
;
il
Championnet dette peso
alla sciocchezza
taluni gridarono
'
viva
un
era giunto
;
bisbiglio, un'inquietitudine a
del detto; altri
per vedere, chi per
Re
il
accorse la forza armata a reprimerlo zione,
figlio
sapersi la partenza del generale
lo ripeterono: molti si affollarono, chi
sentire;
ma
Alcuni quindi, o per malizia o per ignoranza,
cominciarono a dire che Ferdinando e suo '
Il
vederle cosi sven-
nel
e,
credè bandiere non vinte,
le
«
ciascuna apparte-
'
;
a questo grido
nacque una commovicenda comunicata
e ricevuta: qualche segreto emissario, qualche fazioso tentò
trarne profìtto; tutti coloro, che abitano nei rioni di porta
1
Diario napoL, mesi
di
febbraio
e
marzo. Cfr.
la
Cronachetla,
ms. Bibl. Naz., busta IX. A. 34. 2
Diario napoL, e Cren., 29 e 31 marzo.
3
La
regina Carolina scriveva ad
cideva ogni notte dei francesi e che
«
lumbo,
de
cette
faqon
»
«
en
Emma
Hamilton che
les laissant
entrer chez
ne erano stati uccisi 450
(!).
la plebe ucles
femmes
»,
{Carteggio, ed. Pa-
p. 192).
4
Cronachetla, 24, 25, 26 marzo.
5
Diario napoL, 7 marzo. Legge del 14 ventoso, art.
12.
LUISA SANFELICE E LA CONGIURA DEI BACCHER
126
Capuana
e sue vicinanze, si chiusero; furono
governo;
truppa francese passò
la
mandati av-
visi
al
armi
e furono raddoppiate le pattuglie a cavallo
per tutta la città: e
ed a piedi
truppa nazionale accorse da per tutto
la
trovò con fi'ancesi
si
la notte sulle
»
^
Di un terreno cosi propizio alla conflagrazione
non mancava suoi agenti ed
tito realista
spediva
i
;
isperanza di premi,
Barche
tanti.
vive
modi
e
tra l'isola e
si
par-
il
corte di Sicilia
per convinzione o per
o
altri,
La
facevano da sé agenti e rappresen-
si
pescherecce
le relazioni
altrettali
di profittare.
di
mantenevano
trasporto
continente, e per codesti e
il
diffondevano manifesti sediziosi e lettere
foggiate per seminare sospetti e diffidenze, e notizie vere e talora fantastiche di concussioni e oppressioni francesi
A
Napoli vennero più volte arrestate persone che
buivano danaro
al popolo,
e tra di esse
anche qualche
gnora dell'aristocrazia^. Rimanevano nella alti ufficiali fedeli ai
Borboni,
tenente colonnello Federici,
il
il
De Gambs,
brigadiere Bock, ed *.
Come
naturale di tutte queste cause e condizioni,
1
Monitore napoletano^ n. 10, 15 ventoso, 3 marzo.
2
Carteggio di
d'Ischia pretexte
le
et
Maria Carolina,
spediva del pesce:
; p. 192, inviando ad
di manifesti:
si-
città parecchi
maresciallo
che davano appicco a continui sospetti
-.
distri-
il
altri,
risultato
si
andavano
il
governatore
pour avoir un
Emma un
involto
quelles se repandent airisi; tout ce que les
anglais devroit faire dejetter ces lettres a la poste de Naples a Livourne .... elles
arriveront ou non, cela m'est egale, mais quelque une arriverà;
les battre
avec leurs armes, je conte en faire encore d'autres
»
.
Serbo
il
faut
la biz-
zarra ortografia della regina, aggiungendo solo la punteggiatura per chiarezza. 3
Sugli emissari,
si
veda
la
motivazione della legge del 14 ventoso.
Cfr. notizie in Cronachetta, Diario napol., Monit. napoletano. ^
Furono
9 marzo.
arrestati nel
marzo; vedi Monit.
napol., n. 11, 19 ventoso,
.
LA CONGIURA E LA SCOPERTA
II.
127
formando vari embrioni di congiure, che la poco esperta polizia repubblicana non riusciva a scoprire K Di questi nuclei reazionari o controrivoluzionari è serbata memoria segnatamente di dissero del Cristallaro, di stallaro cristalli,
come appare
era,
»
«
»
e dei Baccher. Il
«
dal nome, un venditore
chiamato
è
da un contemporaneo,
uno spilorchio
di Ghiaia
»
:
e servitore
sembra
si
Cri-
che aveva arrolato un grosso stuolo di lazzari
Don Gennaro Tanfano Ghiaia
che dai loro capi
tre,
Tanfano
di 2.
primo glubista di
«
quale soggiunge ch'era
il
messe in una delle chiese
di
che ordisse le sue trame negli ultimi
giorni della repubblica e con tanta astuzia da passare per
buon gno
patriota, ed entrò in azione scoperta solo
il
13 giu-
acquistò poi importanza dopo la reazione sotto
'^
:
i
Borboni, e giunse all'ufficio di governatore dell'Aquila,
dove (per un curioso destino) fu ucciso, oltre quarant'anni dopo, in uno di quei moti sporadici che precorsero
La cospirazione formata
dalla famiglia
ma una
il
'48
^.
Baccher fu non solo
la
prima per tempo,
la
qualità dei componenti e l'estensione che assunse e gli
appoggi che in
si
un momento
giura, lasciano
^
in
delle
carte della polizia repubblicana
Cfr. Cuoco, Saggio, §.
gli abitanti 2
3
nali, *
all'oscuro
attori superstiti
tempo
sul
preciso in cui era organizzata.
un paese
XXXVI
:
«
le
in
né la lingua
Gapo
congiure
e
con-
di essa
sembra
tramavano quasi non conoscevano né
si
»
3, 28.
Colletta, ivi; Nardini, Mém., pp. 163-5. ms.
della
cui nacque e sai
diverso, di cui gli agenti della polizia
Colletta, IV,
ai fatti
assai pericoloso.
silenzio serbato dipoi dagli
modo
più importanti, e per
procurò, e perché stava per passare
La mancanza il
delle
Cfr.
Marinelli, Gior-
cit., I, 438.
N. Nisco, Ferdinando II
e il
suo regno, Napoli, 1884, pp. 56-7.
,
LUISA SANFELICE E LA CONGIURA DEI BACCHER
128
che fosse più specialmente uno dei e forse
figliuoli
ma
primogenito Gennaro;
il
del Baccher, della famiglia
altri
erano nell'intesa e nell'azione, anche il vecchio Vincenzo che passava come amico e favorito del ministro Acton.
Secondo
il
D'Ayala,
nerbo di essa era formato da un
il
paio di centinaia di giovani sotto gli ordini immediati di
un Vincenzo Vinaccia, capitano Cavalleria
»,
del reggimento
Abbruzzo
«
addestrati dall'aiutante di piazza Michele Ar-
nomina alcune
turi: lo stesso scrittore
erano nel complotto, tra
le quali
altre persone
generale Dillon,
il
che
il
ca-
un prete Giuseppe Stellato, e certi Angelo Criscuolo e Salvatore Ronga ^ E si possono aggiungere con sicurezza i nomi di un Natale d'Angelo, tintore al Serraglio, e di due fratelli Ferdinando e Giovanni La Rossa, impiegati del Banco di S. Eligio. Anche sembra che vi partecipassero molti ufficiali borbonici, che improvvidamente erano stati minacciati di licenziamento dalla repubblica come « servitori del tiranno » ^. La corte valiere Gaetano Ferrante,
1
D'Ayala,
Vite, p.
Lo
560.
confuso, menziona anche
«
la
autore, nel
stesso
suo
solito
modo
congiura del capitano della seconda
le-
gione Saverio Agresti e del frate Bonaventura da Ogliastro dell'Ospedaletto
»
(1.
e,
p. 561).
Eenzis, contenente tale frase:
questo
cento famiglie che avean qualche tale: se volete vivere, fate
segnò l'epoca della il
'
«
nome
che ritorni
congiura degli
dir volea a mille e cinquee
il
molte aderenze nella capi-
vostro re. Questo proclama
uffiziali
'
»
(Saggio, §
proclama del De Renzis del 16 germile, ossia 5
D'Ayala la frase
di cui
(op. cit., p. 244), è
da
il
Baccher?
lui ricordata.
Cuoco parla
È
il
cosi
più mite che non dica
Quale fu poi
la
«
ma
il
il
XXVI).
Cuoco, né contiene uffiziali
vagamente? Ebbe relazione con quella
proclama
primo, o già esser noti altrimenti
De Renzis
i
propositi del
Certo, nel Diario napoL, sotto la data del 4 aprile,
si
De
legge:
»
del
(5 aprile)
D'Ayala potette non
riferito dal
Ma
aprile, riferito dal
congiura degli
vero che la data del proclama del
l'escluderebbe; sere
De
Cuoco, accennando al proclama del ministro della guerra
2 II
es-
Renzis. «
Si dice
LA CONGIURA E LA SCOPERTA
II.
doveva avere qualche notizia
di Sicilia
già cosi minute e frequenti da essere
di
129 essa,
ma non
grado di
in
diri-
gerla e di determinarne gli scopi prossimi e le opportunità. Si disse, in séguito,
che vi entravano nientemeno che
cinquantamila lazzari, e non so quanti soldati della guardia nazionale e
ufficiali dell'esercito regio;
probabilmente visioni
somme
di
della
ma
paura. Si parlò
danaro raccolte in casa Baccher,
distribuite agli affiliati,
nevano pronte,
e
queste furono
anche delle
e di altre già
insegne realiste che
delle
dei nascondigli
di
armi che
si
te-
scopri-
si
rono in vari posti: bandiere, armi e danaro, che sono ingredienti necessari di tutte le congiure K
Ciò che appare evidente è che la congiura
a scoppiare, quando comparve
il
si
preparava
2 aprile nel golfo la squa-
dra composta di navi inglesi, portoghesi e napoletane, co-
mandata dal Troubridge, luogotenente del Nelson *. Non sembra che il Troubridge fosse già dapprima in relazione coi congiurati. Il Nelson, nelle sue istruzioni, vietandogli
che al suono a gloria della campana di San Martino debba esserci mozione interna, e
si
crede che tutti gli
ufficiali della
truppa
dell'ex-re,
malcontenti perché sono rimasti senza situazione, abbiano formato dei partiti per mettervisi alla testa
».
Diario napoL, e Cronachetta. Nel Moniteur, n. 230:
A
grandes sommes distribuées aux conjurés sous
Pàques Arch.
»
.
le
[Le pubblicazioni posteriori, fatte dal Crispo
star,
nap.,
nelle dtie Sicilie^
XXV,
467-88)
Palermo,
e dal
1901),
dei
«
ireste
de plus
pretexte des étrennes de
Moscada
Sansone {Gli avvenimenti
del
(in
1799
documenti serbati nell'Archivio
Palermo, hanno gettato gran lume su queste cospirazioni e additato quasi tutti i più importanti componenti di esse. Tra i
di Stato di
capi erano
il
duca
sone 2
il
cap. IV:
«
il duca della Salandra, i Baccher, la veda in particolare nell'opera del San-
di Calabritto,
famiglia Criscuolo, e
La
altri. Si
cospirazione realista
»].
Sull'azione della squadra del Troubridge, B. Maresca,
marittima della Repubblica napol. del 1799, in Arch. (1886), p. 791 sgg.
stor.
La
napoL,
difesa a.
XI
LUISA SANFELICE E LA CONGIURA DEI BACCHER
ISO
di tirare «
senza espresso comando sulla
salvo che
aggiungeva:
città,
non rendessero necessario un
circostanze
le
bombardamento passeggiero, come per esempio abitanti pigliassero le armi contro
i
francesi
•»
se
leali
i
E
K
la re-
gina Carolina, scrivendo nel tempo stesso alla figliuola imperatrice, diceva semplicemente:
bloccar Napoli, e vedremo quale effetto pro-
è andata a
durrà
ciò....:
vilito
dalle
il
popolo
frequenti
è
ma
fedele,
fucilazioni
» 2.
disarmato
non
bridge trovassero
denza segreta
movimenti
1
congiurati e
di mettersi
nella
il
Trou-
in corrispon-
^.
città,
per l'apparizione della squa-
sopraggiunta
notizia
la
avevano fatto delle isole una serie d'indizi paurosi
gl'inglesi
sciuto da
i
modo
subito
turbamento della
dra e per
av-
sapevano dare su questo punto istruzioni
si
più precise. Sembra per altro che
11
e
che prova che,
Il
pure essendoci speranza o sentore di città,
squadra inglese
la
«
Nelson, Dispatches and
letters, III,
dell'occupazione del golfo e di
^,
che
fu accre-
cartelli
di pro-
Helfert, Fa-
308-10, citati in
brizio Ruffo, p. 111. 2
Lettera del 2 aprile '99 (in francese), in append. allo Helfert,
op. cit., pp. 417-8.
dei Baccher, è in 3
Cuoco, §
Una lettera immaginaria di Carolina, in cui si parla La Cecilia, Storia segreta dei Borboni, III, 216.
XXXVII:
«
Il
primo progetto dei congiurati era che
gl'inglesi dovessero occupare Ischia e Procida
come
difatti l'occu-
parono, onde aver maggior comodità di mantenere una corrispon-
denza in Napoli operazioni
»
Pahl, Storia
.
Le
e di
tempo opportuno la mano alle altre Troubridge afferma esplicitamente il
prestare a
relazioni col
della repubblica partenopea (1801), trad.
Maresca, Trani,
Vecchi, 1889, pp. 111-12. Cfr. anche la citata notizia del Moniteur.
Procida
si
salvarono
il
Criscuolo e
il
Ronga: D'Ayala,
1.
A
e.
« Tutto il cratere si è posto in arme, e la città si è allarmata temendo di bombardamento. Nello stato di effervescenza in cui siamo, l'avvicinamento di questi legni potrebbe accelerare qualche mossa "*
popolare
>
{Diario napoL,
8,
4 aprile).
LA CONGIURA E LA SCOPERTA
II.
vocazione, che di
trovarono
si
una congiura
vole,
Si parlava
^
re era sbarcato a Precida, e
il
un
cipe ereditario, con
vagamente le tante
di ufficiali licenziati. E, tra
diceva che
si
affissi
131
il
fa-
prin-
esercito, in Calabria*.
giorno 5 aprile un cronista scriveva nel suo segreto
Il
diario
« Il
:
nostro stato è di vera fermentazione.
popolo
mutazione dì governo. Le
esulta, perché crede vicina la
navi inglesi apparse sotto Procida
guardia di numerosissima
Il
vuole che siano van-
si
che
flotta
aspetta.
si
dice
Si
che abbiano sbarcati da trecento uomini armati di truppa di linea
ad Ischia e Procida e cento
vato a dire che su quelle sia
ed ha parlato a
il
Re, che
una lancia un ammiraglio
nire su
si
arri-
è fatto vedere è
veduto ve-
inglese, che
è sbarcato
d'uno. Qaest'oggi poi
piti
Hanno
forzati.
si
portato Macdonald
ed
hanno avuto insieme un congresso. V'è chi crede che
sia
castello
al
intimato
dell'Uovo,
ai francesi di
dove
si
è
evacuar Napoli, che
l'arrivo della truppa, che vien per terra
dalla Puglia; intanto
ed
sce,
i
degli uffiziali
la
dalle Calabrie e
molta soggezione e
in
ha detto che hanno
nei castelli ad ogni rumore,
mente,
di far fuoco. Sicurafelici;
non manca
chi crede che vi sia qualche trattato segreto coi
Napoli
remo
^
in
Uno
mezzo
diceva:
grise p'accidere
nerdì sentirete
erano
i
li
le
al
Re; da un giorno
ai torbidi e alle stragi di
la vita fosse
umane vicende ordina ad onore
darsi al sole di Napoli. Cosi Dio le
si
dal Basti, che era gran conoscitore di cose di
scriverà
fare, in Miscellanea
libro,
il
augurato dal Dejob {Un
D' Ancona, Firenze, 1901, pp.
teratura degli esuli italiani in Francia, capitolo, e le lettere a lui, che
si
il
bel libro
133-143), sulla let-
Basti offrirà argomento a
conservano presso
la
un
nostra Società
daranno un buon materiale. Una lettera dell'Angeloni del 1839 il cambiamento di cognome fatto allora da Nicola Basti, dalla
storica,
concerne
forma 1
A
logo di
«
Basti
»
in
«
Basta
»
questi documenti fece
una
scelta biblioteca
da
(ms.
cit.,
f.
un accenno
62). il
JRuggiero, nel suo Cata-
vendere, Napoli, 1873,
I,
131, II, 173: pro-
mettendone un elenco minuto, che poi non diede. Cfr. ivi anche pel Basti, I, 47. Del Basti provenne anche al Kuggiero quella Memoria di Amodio Ricciardi, che il Maresca pubblicò da una copia trattane dal principe di Belmonte, nel voi. XIII (1888) àoiV Archivio storico napoletano.
RELAZIONI DEI PATRIOTI NAPOLETANI bardia presso
i
discendenti del Paribelli, per procacciarsi
notizie concernenti quest'ultimo, e, se mai,
da
lui
lasciate,
273
relative a quegli
anche
le carte
avvenimenti. Le
stessi
mercé la cortese sollecitudine del generale Giuseppe Mauri Mori, raggiunsero un risultato assai felice. Si ricerche,
seppe, cioè, che le carte del Paribelli
presso
il
discendente di
Milano; in parte presso parte presso un ciato dal
lui, il
si
trovavano in parte
avvocato Cesare Paribelli, in
signor Osnago, industriale, e in eredi: e l'avv. Paribelli,
altro degli
Mauri Mori, con liberalità
di cui gli
offi-
rendiamo
vi-
vissime e pubbliche grazie, inviò alla Società storica tutti
documenti da
copiati e legati in
un volume, come
erano state ordinate e legate
ha poi voluto affidare a
me
i
che furono per cura di questa
lui posseduti,
un
in
altro
volume
La
Società
le carte del Ciaia.
l'incarico di trascegliere quei
documenti, e del Ciaia e del Paribelli, che avessero maggiore interesse, e di pubblicarli, illustrandoli brevemente; il
che viene fatto nelle pagine seguenti. Avverto che col
titolo:
Fondo Ruggiero,
si
cita
venienti dal Ciaia, e con l'altro: di quelle provenienti
Marzo
1
volume delle carte proFondo Paribelli, il volume
il
da Cesare Paribelli
*.
1902.
Ringrazio cordialmente l'amico Augusto Franchetti, che ha ag-
giunto a questo scritto parecchie note, con notizie attinte ai docu-
menti degli archivi francesi, da cerne la rivoluzione napoletana.
lui investigati
per la parte che con-
La Deputazione della Repubblica napoletana AL Direttorio francese
sentimento comune dei contemporanei che
F,u
nerale Championnet, francese,
si
ticamente
nell'occupare
con
Napoli
il
ge-
l'esercito
proponesse sul serio di rigenerare democra-
il
paese,
una Repubblica napoletana,
creando
robusta e vitale. Vero è che
i
patrioti
napoletani erano
politicamente molto ingenui: della qual cosa
si
accorgeva
marzo del 1799, uno dei francesi collaboratori dello Championnet, il cittadino Jullien, che, pur facendo l'elogio dei componenti il Governo provvisorio, osservava, in una sua relazione: « Si vede che non hanno
finanche, nel
conoscenza della nostra rivoluzione nei suoi precisi particolari,
perché prendono per moneta sonante tutte
le belle
cose che noi scriviamo e stampiamo, e restano assai maravigliati, e
come
sbalorditi, della profonda
cui spettacolo ripugnante le parti
»
K
Ma
si
circa le intenzioni dello
non s'ingannarono:
lo
corruttela,
Championnet,
Championnet
col quale
reciproche simpatie, era della stessa loro
1
Relazione (in frane.) con
la
data del 15 ventoso
(5
essi
ebbero tante
stoffa, e,
parlava sinceramente, operava lealmente. Tutti
poli,
il
moltiplica loro intorno da tutte
i
come
documenti
marzo} da Na-
in A. R. C. DE Saint-Albin, Championnet, 2.a ediz., Parigi, 1861,
pp. 347-357, cfr. p. 348.
RELAZIONI DEI PATRIOTI NAPOLETANI
276
che sono venuti in luce, o che
mano
si
vanno scoprendo, confer-
questo giudizio ed escludono ogni dubbio in pro-
posito.
Repubblicano entusiasta, vissuto tra
campo
ma
di battaglia
gnatore di pace e
che
di lui
di carattere
felicità sociale
demente coloro che fetti,
accomodamenti
intrighi e dagli
dagli
lo
;
le
armi
e lontano
bravo sul
politici,
mite e ottimistico, so-
tale lo
descrivono concor-
conobbero dappresso.
I
medesimi
notavano, lumeggiano queste virtù.
si
un uomo dabbene
(scrive
il
«
di-
Era
Botta), eh 'è qualche cosa più
che uomo ingegnoso; perciocché l'ingegno suo era piuttosto
che grande; ma, come buono, si rimetteva facilmente nell'opinione dei buoni, o di coloro che buoni reputava * ^ E il rivale dello Championnet, il generale Macsufficiente
donald, pur insinuando che avesse scarso ingegno politico e che lo stesso alto grado militare
dovesse piuttosto alla
fortuna e alle opinioni repubblicane che non alla capacità,
un molto brav'uomo
lo dice «
molto facile
Il
» 2.
», « di
carattere molto dolce,
Pignatelli Strongoli, che nel 1799 fece
parte dell'esercito dello Championnet, scrivendo parecchi
anni dopo una storia di Napoli riconosce che quegli era sincero
promotore di repubblica
«
benché
»,
«
uomo
di
poco talento ed incapace d'immaginare un ordine di cose, transitorio cia
il
nente
ma
efficace a
render meno malagevole alla Fran-
sostenere la nuova Repubblica, e renderla perma»
^.
Al contatto dei patrioti e letterati napoletani, dei perseguitati
1
dalla
«
tirannia
»
che giungevano ora
al
potere
Storia d^ Italia dal 1789 al 1814 nella sua integrità riprodotta,
Prato, Giachetti, 1862, 2
Macdonald,
3
Brano
ined.
1.
XVI,
p. 518: cfr.
1.
XVII,
p. 592.
Souvenirs, Parigi, 1892, p. 58.
pubbl. nella Rivoluzione napoletana del 1799, Albo
(Napoli, 1899), p. xxvii n.
LA DEPUTAZIONE DELLA REPUBBLICA NAPOLETANA
I.
dello Stato, lo Chèimpionnet sentiva rinascere
più generosi della sua prima gioventù.
veva
al cittadino
«
sentimenti
i
Napoli (egli scri-
Richard, ministro di Francia in Toscana)
presenta in questo
momento
Francia nel
lo spettacolo della
1790. L'entusiasmo è nel grado più alto. Forse un'illusione,
rendere
il
ma
è un'illusione
»
^ — Ma
mi
faccio
soave: io credo di poter
nome
popolo di Napoli in tutto degno del
pubblicano
277
di re-
della bontà dei suoi intenti testimo-
niano, meglio che le parole, tre fatti: uno dei quali molto noto, perché fu cagione del suo allontanamento e del pro-
cesso iniziato contro di civili
per
ruberie che noti:
anche
lui,
cioè
il
dissidio coi commissari
contribuzione militare e
la
si
facevano in Napoli;
gli
esazioni e
altre
le
due,
altri
meno
disegno di una spedizione in Sicilia per discacciare
il
di là
Borboni
i
democratico;
e assicurare lo stato
e l'invio, da lui voluto, di una deputazione del Governo
provvisorio napoletano al Direttorio di Francia.
Un Piano tomesso
al
di sollevamento della Sicilia era già stato sot-
generale Joubert, e poi allo Championnet, da
quell'Andrea Vitaliani (fratello di Vincenzo, giustiziato nel 1794), che, esule,
aveva avuto parte nelle rivoluzioni della
Cisalpina e della Repubblica Ligure; e fu dei più efficaci,
sebbene non
sia rimasto dei più celebri tra
napoletani
Altro disegno consimile era stato inviato al
-.
i
repubblicani
Direttorio francese dal cittadino Benoit Borde toso, a. Ili (9
marzo
1795), che
antecedente del 1794, da
lui
il
19 ven-
ne richiamava pure uno
trasmesso
al
console Lachèze
Massena; e molti più se ne trovano negli archivi di
pel
Stato dei ministeri degli esteri e della guerra, in Parigi,
nome
col
1
2
Brano
o senza, compilati
da militari e da diplomatici,
di lettera in Saint-Albin, op. cit., p. 191.
Saint- Albin, op.
cit.,
docum., pp. 306-308;
voi., pp. 218-20, e cfr. p. 358.
si
veda nel presente
RELAZIONI DEI PATRIOTI NAPOLETANI
278
da francesi
da
e
ugualmente
italiani,
intesi a favorire l'in-
vasione e la liberazione delle provincie meridionali. Basta ricordare, oltre quelle assai note del Cacault, dello Hénin, del Bonaparte,
una memoria inedita mandata dal cittadino al cittadino Serbelloni il 12 vendemmiatore primo della libertà lombarda (13 ottobre
avvocato Poggi dell'anno
V
e
1796) per esporre quale via avesse
tenuta Carlo di Bor-
bone e quale converrebbe prendere per conquistare gno di Napoli ^
E quando
era ancora alle porte di Napoli,
(14 gennaio '99), lo
presa
di
in
Sicilia,
re-
il
25 nevoso
il
Championnet già discorreva della imuna lettera al direttore Barras^; e
quella impresa entrò nel piano militare delle varie operazioni che dispose nel febbraio cie.
Che non
sperata,
per sottomettere
le
Provin-
trattasse
di
un'impresa fantastica o
possono mostrare
le
ambasce che destava nella
si
corte in Sicilia, espresse per bocca del Nelson, nelle
di-
let-
tere di costui del 13 e 16 febbraio al Saint Vincent e allo
Stuart e col
:
«
In quale stato
ci
troviamo noi qui
!
Senza truppe,
nemico prossimo! giacché, quantunque
vi siano qui
quattromila napoletani di truppa regolare, non c'è da fidarsene. Si stanno levando tredicimila soldati di truppa siciliana e ventiseimila di milizia;
1
Archivio del Ministero degli
ma
io
temo che prima
affari esteri di Francia,
Fonds de
Naples, T. 128, pp. 198 e 201, e T. 124, p. 33. Il primo indicato è
disegno anonimo, forse dettato dal Mackau, dove
vadere
la penisola fino
si
pro-
uomini. Cfr. per altri documenti dello stesso genere
Corrcsp. de Nap. I (ed. imp.), II, 3,
p.
I,
Saint-Albin, op.
I,
569 e seg.
;
55 e seg.; Franchetti, St. d* Italia dal
103, e III, 2, p. 105, e III, 2, p. 159 (in corso di
stampa); Bouvier, Bonaparte en 2
e di
sarebbe potuta conquistare con
Sybel, Hist. de V Europe pend. la Rév. (trad. Bousquet),
1189 al 1799,
un
suggerisce d'in-
ad Ancona, dalla parte di Genova,
ceder da Napoli alla Sicilia, che 10 o 12 mila
si
cit.,
Italie (III, 15 e 16),
docum., pp. 322-3.
163 e seg., 172 e seg.
LA DEPUTAZIONE DELLA REPUBBLICA NAPOLETANA
I.
che questi siano riuniti, ranno impadroniti
i
Direttorio fu composta di Girolamo
al
Pignatelli, ex-principe di ^[oliterno, e di Marcantonio
ex-principe di Angri, ai quali
ria,
Leonardo Fanzini
siglieri
com'è noto,
literno,
sa-
si
chiave della Sicilia »\
di Messina,
La deputazione
Francesi, cosi attivi,
279
e
aggiunsero come con-
si
Francescantonio Ciaia cavalleria,
di
ufficiale
Bo-
si
^.
Il
Mo-
era battuto
valorosamente nella campagna di Lombardia del 1796, e in quella del 1798 presso Capua, e nelle giornate di gennaio
era stato, per breve tempo, capitano generale del popolo
napoletano. signori
Il
Doria era uno dei più nobili e ricchi tra che avevano aderito
Napoli
di
alla
i
Repubblica.
letterato, nativo di Mola, aveva acquifama con una bella Vita di Pietro Giannone (Londra, 1766), e, dopo avere servito per molti anni nella segreteria
Leonardo Fanzini, stato
degli figli
esteri, era stato
affari
chiamato come istitutore dei
del principe di Valacchia Ypsilanti, e impiegato in vari
negoziati con la corte di Vienna
Francescantonio Ciaia,
^.
finalmente, era fratello minore (nato nel 1771) del poeta
Ignazio Ciaia, già tra
primi cospiratori giacobini, a lungo
i
restato in prigione ed allora dei venticinque del Provvisorio:
una
gegni
1
Lettera
and Despatches,
(V Italia
dopo
il
Si
veda
il
2
zione, firmato
Proclami poli, 3
4
e
uno
dei più squisiti
in-
III,
263, 267
:
in Fkanchetti, Storia
cit.
1789, ed. Vallardi, annot., p. 410. decreto del 18 piovoso, con cui s'istituiva la Deputadal
e sanzioni
Laubert
e controfirmato
dei generali in capo
A. Nobile, 1799, tomo Monitore napoletano, n.
30 dicembre 1739:
Mola
anime
delle più belle
di quella generazione"*.
cfr.
II, 5,
parte
I,
dallo
Championnet
Championnet, in e
Macdonald, Na-
pp. 96-7.
16 febbraio 1799.
Il
Fanzini era nato
intorno a lui G. de Sanctis. Ricordi
il
storici di
di Bari, Napoli, 1880, p. 160.
Fondo Ruggiero,
f.
20.
Lettera a firma del Laubert, diretta al
tadino F. A. Ciaia, 13 piovoso
(1 febbraio):
«
Il
Governo provv.,
cit-
cre-
dendo necessario spedire in Parigi una Deputazione per manifestare
.
RELAZIONI DEI PATRIOTI NAPOLETANI
280
24 piovoso (12 febbraio) furono ai deputati conse-
Il
gnate
firmate dal Laubert, da Ignazio Ciaia,
le Istruzioni,
dal Bisceglia e dal Paribelli, nonché dal Jullien, segretario
Governo provvisorio ^ Le quali portavano che
del
putazione dovesse, anzitutto, tributare
al
la
De-
Direttorio esecu-
francese la gratitudine del popolo napoletano, e de-
tivo
vivamente
scrivere poi
delle popolazioni, uscite
lo stato
dall'oppressione del dispotismo,
ma non
ancora del tutto
conscie del gran benefizio ottenuto: donde
non ancora domate,
nelle provincie.
insurrezioni,
le
Per queste gravi con-
dizioni interne, era opportuno sollecitare dalla Repubblica « un atto solenne con cui sia riconosciuta l'indipendenza della Repubblica Napoletana, per mostrare cosi
Francese
al
popolo traviato che non
ma come la
si
vuol considerarlo come vinto
amico, non come schiavo
sua religione e
le
ma come
libero
garanzia della prima potenza d'Europa; e che, sarà sempre territorio
».
;
che
sue proprietà sono assicurate dalla infine, esso
napoletano e conserverà l'integrità del suo
Certamente era impossibile che fosse nel pen-
siero del Direttorio esecutivo di lasciare che questo paese
tornasse sotto trario
alla
«
il
giogo del suo antico padrone
ben conosciuta
lealtà della
ritorno con-
:
nazione francese
e agli stessi interessi di questa », per essere
i
Borboni di
Napoli nemici affatto irriconciliabili della democrazia francese.
al
far
Il
di
Napoli una Repubblica indipendente non
Direttorio della Ropubblica Francese
riconoscenza per
lo
i
blica Napoletana
ha già ottenuta mercé
Nazione Francese
e
voi, ecc. 1
f£.
il
valore della
la
libertà, che
la
Repub-
generosità della gran
sua invitta armata, ha prescelto
»
Una
24-27:
sentimenti della più viva
dono inestimabile della
copia originale con le firme autografe è in Fondo Ruggiero,
ma
si
trovano già stampate dal Saint- Albin, op.
pp. 331-B8, dove per altro le sottoscrizioni
esattamente
riferite.
cit.,
docum.,
non sono compiutamente né
I.
LA DEPUTAZIONE DELLA REPUBBLICA NAPOLETANA complicazioni
susciterebbe
internazionali, né
281
irriterebbe
troppo la Spagna, e neanche l'Imperatore. Posto dunque essere impossibile cosa che
si
Borbone, conveniva far notare
pensasse a transigere col
al
governo francese
l'im-
«
portanza d'inoltrarsi nella Calabria e nella Sicilia per assicurare cosi la sua potenza nell'Italia intera, l'espulsione assoluta degl'Inglesi dal
con l'Egitto,
Mediterraneo,
sussistenze
le
comunicazioni
le
delle isole francesi del Medi-
terraneo, ed anche in parte quelle della Repubblica; giac-
ché
la Sicilia,
che fu in
altri
tempi
granaio dei Romani,
il
supplirebbe abbondantemente alle biade barbaresche Direttorio,
«
».
Il
anziché perdere la sua influenza sulle con-
trade napoletane col dichiararle indipendenti, la conserverà
sempre
tutta la sua forza sopra
in
un governo
dalla volontà e sostenuto dalle armi di Francia il
trattato
di
costituito ».
Che
se
riconoscimento e d'alleanza avesse dovuto
richiedere troppo tempo, sarebbe giovato adoperarsi
affin-
Direttorio proclamasse l'indipendenza almeno
come
ché
il
principio.
Inflne,
conveniva insistere sulla condizione
disastrosa delle finanze pubbliche e private, che rendeva
necessario procedere con discretezza nella riscossione delle contribuzioni, evitando esazioni troppo rapide e gravose,
che avrebbero reciso
le
radici
vitali
giovane
della
Re-
pubblica. Il
significato
guerra tra
politico
la Paranoia e
di
quest'atto risulta
chiaro:
la
Napoli era scoppiata senza voglia
alcuna da parte del governo francese, che
si
era mostrato
alieno dal tirarsi addosso anche la questione dell'Italia meridionale e della Sicilia; la la
né la
facile
vittoria
proclamata repubblica davano ragioni linea
politica
del
Un accomodamento rità,
riportata e
sufficienti
perché
governo francese dovesse mutare.
col re di Napoli
non sembrava,
in ve-
tra le cose impossibili, specialmente a cagione
l'atteggiamento
del-
dell'Imperatore e delle minacce di una
RELAZIONI DEI PATRIOTI NAPOLETANI
282
nuova guerra europea ^ Ad accrescere la perplessità si aggiungevano le misure depredatorie, iniziate dal commissario civile Faypoult, ch'era stato per l'appunto scac-
Champion net, con decreto
ciato da Napoli dallo
del 18 pio-
voso, a. VII (6 febbraio), ossia sei giorni prima della data delle Istruzioni. Ottenere
denza della Repubblica,
riconoscimento
il
dell'indipen-
un procedere moderato
e insieme
nelle esazioni a prò dell'erario francese, era l'intento co-
mune
Championnet e del Governo provvisorio napo-
dello
letano,
che spiega l'invio della Deputazione^.
il
La quale
parti tra
il
15 e
cipe d'Angri col Fanzini,
due coppie
si
l'Angri e
Fanzini erano
il il
il
il
16 febbraio:
il
16
il
15
il
prin-
Moliterno col Ciaia. Le
il
seguirono a distanza di qualche giornata: il
22 a Firenze,
il
27 a Milano,
marzo a Torino, il 13 a Lione; il Moliterno e il Ciaia, 19 febbraio a Roma, il 3 marzo a Milano, il 9 a Torino,
6
1
II
re di Napoli (dice
il
Paribelli in
una sua memoria intorno
allo
Championnet, di cui parleremo più oltre) « malgrè tous les torts qu'il avait envers la Natioti Frangaise, ne manquaUpas de proiecteurs dans le sein du Directoire viéme et panni ses ministres mémes Ics plus influents, qui avaient lieit d''
de la générosité avec laquelle la Cour de Sicile récompensait
étre bien contents
sospettavano specialmente del Talleyrand.
leurs faveurs ». I patriotti 2
Si
veda anche Thiébault, Mémoires^
dello sfratto, cioè
Direttorio:
«
se
les sidtes
ceci
ne
il
me
au Directoire,
aussi proclamò velle difflculté
di Francia,
reconnait et
à me
civil.
retirer
les
il
con
prima al
du
Directoire,
Je suis réduit à rendre compie de
tout
à Rome.... Le general Championnet a République Napolitaine. Voilà une nou»
.
Arch. degli p. 79.
—
Il
aifari esteri
Paribelli,
esplicitamente allo Championnet l'inten-
governo francese a riconoscere l'indipendenza del
nuovo Stato napoletano, con e
les arrétés
Fonds de Xaples, tomo 126 (A. VII),
zione di spingere
giorni
de s'emparer de tonte Vadmini-
corabinaisons diplomaiiques
nel ms. citato, attribuisce
moneta,
la
Nove
Faypoult scriveva
de la nouvelle conquéte. Le General con-
Il vieni
2:>hts....
V indépendance de
dans
il
mettre en insurrection cantre
qui ont créé un Commissaire stration;
II, 450.
9 piovoso (29 gennaio 1799),
Je redoute
....
querant vieni de
il
altri atti
l'invio della Deputazione, col far battere
che impegnassero l'onore
e la lealtà francese.
LA DEPUTAZIONE DELLA REPUBBLICA NAPOLETANA
I.
il
15 a Lione
:
Ciaia
Parigi. Il
comandazione dal
^
cittadino
20 marzo
il
membro
«
tutti quattro in
ne ebbe una a
di repubblicani italiani:
Bonelli,
Ciaia aveva tutti
napoletana,
trovavano
raccolse sul suo passaggio lettere di rac-
delle relazioni estere il
si
»
diretta
primo
«
a Torino, nella quale
si
Roma
uffiziale
diceva che
rappresentare la Repubblica
diritti a
i
Villa,
al
perché nessuno più di
suo fratello,
lui e di
Governo provvisorio, travagliò
del
283
alla liberazione
sua patria, disprezzando per anni la morte e l'im-
della
placabile livore di chi crudelmente resisteva alla rigene-
razione di tanti popoli, che lottarono già di gloria contro
Roma,
cui poi divennero parte. Ciaia ha sortito dalla
di
un'anima intrepida, infiammata dall'amore
natura
santa libertà,
A
sanniti.
come un vero discendente
della
dei democratici
questa gloria egli aggiunge l'avere convertito
in proprio
sangue
massime degli antichi
le
legislatori filo-
sofi,
che furon padri delle rinomate repubbliche italiche
alla
sinistra
che ha
del
Tevere.
lingua e
la
il
Il
farvi conoscere
un
cittadino,
petto pien di valore e di senno, è
mezzo, e più prezioso, ch'io m'abbia, d'esservi
l'unico
grato, soddisfacendo cosi alle simpatie per l'anime grandi,
infiammate della sacra libertà
Ramondini
lo
A
» -.
Milano
il
cittadino
forniva di una lettera pel cittadino Masche-
roni, del consiglio dei luniori
della Repubblica Cisalpina,
che era in Parigi^; e un'altra gliene aveva data tinengo, ex-ambasciatore cisalpino presso
per
il
che
duca
è stato
2
3 *
:
—
Viaggio da Cfr.
un
diario del principe d'An-
cortesemente messo a nostra disposizione dall'amico
d' Eboli e principe
intitolato pp. 134.
Mar-
il
re di Napoli,
segretario dell'ambasciata cisalpina ^
Questi particolari sono ricavati da
i
gri,
il
d'Angri, Francesco Dpria, senatore del regno.
me
anche
il
fatto nell'anno
1799
fino all'anno.... [1801], e
passaporto del Ciaia, Fondo Ruggiero,
Da Roma, 1 ventoso, a. VII (Fondo Da Milano, 12 ventoso, a. VII (ivi, Da Roma, 2 ventoso, a. VII (ivi, f.
Ruggiero, ff.
ff.
31 òis-32).
16;.
30-1).
È
conta
ff.
28-9.
II
I
PATRIOTI NAPOLETANI
ALLE PRESE COL MaCDONALD E COL FaYPOULT
L
Direttorio della
.1
«
Grande Nazione
quale
», al
av-
si
viava la Deputazione napoletana, composto allora dal Barras e
dai
quattro colleghi, Rewbell, La Revillière,
suoi
Merlin e Treilhard, aveva ben altro pel capo che l'indi-
pendenza
della Repubblica napoletana,
finanze di questa, e la
berare
la Sicilia dal
buon ordine
delle
nuova spedizione militare per Tiranno
«
il
».
li-
Se avesse potuto darsi
pensiero di assestamenti finanziari, avrebbe provveduto a quello della Repubblica madre, che, nell'ultimo anno, sopra seicento milioni previsti di entrate, aveva a stento potuto
riscuoterne trecentotrentacinque;
buchi più grossi,
si
per rattoppare
i
erano opportunamente aggiunti, come
entrate straordinarie,
da Napoli appunto
ai quali,
se
i
milioni di
Roma
e di Napoli, e altri
ne aspettavano con premura.
E
per
quel che concerneva la guerra, anziché stendersi fino in Sicilia,
occorreva tenersi pronti sul Reno e sull'Adige; e
circa la propaganda rivoluzionaria, quel Direttorio, tra le altre
difficoltà,
doveva pensare a difendersi dal partito
estremo o giacobino, che non
uno degli pubblicano
eroi »,
prediletti era
Parigi,
dava tregua,
per l'appunto
il
e del quale «
vero re-
Championnet.
Cosicché, prima che
a
gli
un'implicita
i
deputati napoletani giungessero
risposta
alle
loro
richieste,
una
II.
I
PATRIOTI, E IL MACDONALD E IL FAYPOULT
manifestazione
chiara
ebbe a Napoli con (2 febbraio), del
intenzioni del
delle
commissari
Direttorio,
la sostituzione, accaduta
il
civili,
e delle sue
«
del suo procedere verso
dilapidazioni
».
donald era tutt'altro uomo dallo Championnet: idealità
ma
non
lo
si
9 piovoso
general Macdonald allo Charapionnet, chia-
mato quest'ultimo a render conto i
285
ammaliavano
e disviavano.
Il
Il
le
Macvaghe
suo program-
consisteva nel tenere in buon assetto l'armata di Na-
poli a disposizione del
governo francese e a vantaggio della
propria brillante carriera militare; e nello spremere quanto più danaro potesse alle popolazioni meridionali, per inviarlo, in parte, alla cassa dello Stato in Parigi, e, in parte
forse il
anche più larga,
Thiébault,
sari »).
E
il
ai suoi
amici politici (egli era, dice
generale della combriccola dei
poi, qual
male
ci
«
commis-
sarebbe stato se avesse fatto
per suo conto qualche speculazioncella finanziaria,
altresì
accumulato un discreto peculio, raccolto
offerte (beninteso,
spontanee) per mettere insieme, per esempio, un suo privato museo di statue, pitture, vasi e altre anticaglie? Sono gl'incerti della guerra, che
codesti
sa cogliere a volo. tani, si
Il
un uomo
intelligente
concetto, ch'egli aveva dei napole-
riassumeva in poche parole: «gente da non meri-
tare troppi complimenti, gente da nulla
pei napoletani lo
accompagnò durante
»,
Questo disprezzo
tutta la sua vita.
Allorché, parecchi anni dopo, essendo quasi in disgrazia
dell'imperatore Napoleone, ricevette l'offerta di Giuseppe
Bonaparte di recarsi ad organizzare l'esercito napoletano, il
bravo avventuriere irlandese, nel rifiutare
mette se
si
di
fosse
orrore, pensando com'egli sarebbe
messo a capo dei
«
codardi
»
l'
invito, fre-
sceso basso,
soldati napoletani,
che aveva cosi facilmente sbaragliato a Civita Castellana,
ad Otricoli, e nelle altre fazioni della campagna del 1798 ^
Souvenirs, p.
19A.
Cfr.
Franchetti, Macdonald secondo
i
suoi
ri-
RELAZIONI DEI PATRIOTI NAPOLETANI
286
Con un generale immaginare
compagnia dei suoi
le tribolazioni dei
Addìo
napoletana.
Faypoult che tornò
cosi benevolo, col
trionfante e avido in
colleghi, è facile
governanti della Repubblica
Cham-
speranze, suscitate dallo
liete
pionnet! L'idillio repubblicano s'andava mutando in dura prosa, appena infiorata dalle vuote formolo della rettorica ufficiale, nel
messaggio
«
inviato dal
»
Direttorio ai Cin-
quecento
il
19 piovoso (7 febbraio) e nella conclone pro-
nunziata
il
giorno stesso dal Garat, nell'Assemblea degli
Anziani
— A noi
^.
sono note per molti racconti
pali di quelle tribolazioni
come
particolari, cosi
le
ma
;
le princi-
sarà bene leggerle nei loro
versavano nel petto di France-
scantonio Ciaia, sotto l'impressione immediata degli avvenimenti,
i
compagni
suoi
tello Ignazio,
Macdonald
cordi, e
glio 1892.
del
governo napoletano
l'amico Paribelli,
— Altri
Laubert, e
il
Rep. nnp.j in Nuova Antologia,
e la
1
giugno
esempì di dispregi, che giungevano fino
commessi dal Macdonald contro
i
:
il
fra-
gli altri del
e 1 lu-
al delitto,
campagna
napoletani durante la
di
Spagna, sono narrati dal generale barone Desverxois, Mémoires, ed.
Dufourcq, Paris, 1898, pp. 399-402. 1
11
messaggio diceva, tra
le altre cose:
V energie
«
des patriotes na-
politainsy si longtemps comprimée, s'était ranimée avec force....: réunie
à
un saint enthousiasme pour
la
la clémence des liberto le et la
vaitiqueurs, elle convertii en
fanatisme qu'on avait soufflé dans
République najìolitaine
Garat era questa indépe7idante
et
our la commission
et
demi...
et
»
(Thiébault, Mémoires,
II, 492-3).
Felix Bodard, qui le
système des re-
à deux millions
et
RELAZIONI DEI PATRIOTI NAPOLETANI
306 nostra stima.
suo predecessore Fajpoult è destinato
Il
Hambourg; ma, prima
lato di
conso-
al
d'andarvi, passerà per Parigi ^
Saprete la sorte di Championnet. Egli è arrestato e posto in
Bonnamy, Bassal, Duhesme sono ancora ma la sensibilità dei popoli non favore come per lo primo, cui non si rim-
giudizio a Torino, Rey,
inviluppati nella di lui disgrazia si
è interessata in lor
provera che una certa abusi e vizi degli
compianto
tutti
^.
;
facilità di carattere,
che diede luogo agli
Jullien è ancora arrestato, e costui è da
altri.
Bassal è riuscito a sottrarsi finora alla perse-
cuzione, che merita forse più di ogni altro. Cotesti atti segnalati della giustizia
grandi buoni lasciò ci
il
del Direttorio
nostro servizio
fu dato dal generale
non
volevamo per
lo
Una cano, e
flotta di si
esecutivo dovrebbero produrre de'
effetti in sollievo de'
poveri popoli Italiani. Arcambal
Brémont, ex-mÌHÌstro di guerra in Roma,
^.
Macdonald per generale
rispetto agli
di Brigata.
cinque vascelli ed alcune fregate inglesi
più gran barbarie, eccitando
i
partiti al
fra di loro, stabilendo l'anarchia in quelle isole
stando tutte
le autorità costituite
infelici,
repubblicane e
bloc-
hanno messo a
ed arre-
canale di Pre-
terra alcune centinaia di soldati del Reggi-
estero, e circa 200
scono sempre
massacro
loro famiglie
le
sino ai fanciulli. Essi sono già da più giorni nel
mento
ci
sono impadroniti di Procida e d'Ischia^, commettendo
al loro solito le
cida;
Noi
ordini del Direttorio Francese.
galeoti
portatisi
da
Sicilia,
ove spedi-
legni corrieri, forse per sollecitare altre forze.
Ab-
biamo però predato un loro cutter con un tenente ed otto mari-
Faypoult fu poi prefetto con Bonaparte, ministro delle finanze nuovo nei cento giorni. nel 1817, non lamorendo, onesto; personalmente fosse e che Sembra i
II
in Ispagna con re Giuseppe, e prefetto di
sciò 2
nessuna ricchezza. In data del 19 germile
(8 aprile)
è
un
attestato a
stampa a
vore del Jullien e della sua irreprensibile condotta verso
il
fa-
popolo
napoletano, firmato dal Manthoné, dal Paribelli, dall'Albanese, da I.
come Presidente {Fondo Paribelli, ff. 6-7). L'Arcambal era stato ministro della guerra e della marina nella
Ciaia, e dall' Abbamonti 3
Repubblica napoletana. 4 La squadra inglese comparve a vista
di
Napoli
il
2 aprile.
II.
PATRIOTI, E IL MACDONALD E IL FAYPOULT
1
nari, quale cutter fu gittate
307
tempesta sulle spiagge di Ca-
dalla
stellammare. Mandarono un parlamentario a terra col pretesto di
reclamare
mobili di Hamilton. Voi
i
sapete quanto
ridicolo?
è
mandò a vedere il palazzo di Hamilton, che trovarono vuoto. Ognuno vede che il motivo era di vedere lo stato della Città e delle coste, che raserò nel venirvi. La comparsa di Macdonald
li
questo parlamentario diede luogo a mille dicerie. Si era pregato il
ma non ha
Generale di smentirle con un proclama,
conveniente di
farlo. Si
forze terrestri, che
si
sparge venir dalle Calabrie colle maritime
inglesi, e di mille altre cose di esaltare
alquanto
de' malcontenti.
rento
:
dalla
da
Gl'Inglesi
ma
fanciulli;
gli spiriti, e di
tutto ciò
animare un poco
lascia
speranza
seconda incendiarono
respinti, nella
cinque felluconi, che a gran stento sorta di provisioni per le isole
di
eransi
qui caricati di ogni
Malta e Corfù. Questa perdita
suo valore e ne' suoi
effetti,
quattro simili felluche, già spedite prima,
si
tanto più che altre
sono naufragate nel
golfo di Salerno. Di Corfù se ne parla male;
ma non
comunicata per anche dal Generale Francese, né da notizia uffiziale,
non
la
insultarono Capri e la punta di Sor-
prima furono
è incalcolabile nel
giudicato
parla di cambio, di vendita, di unione di
onde speriamo che sieno
false
tutto ciò a chi si conviene. Procurate al più
ci è stata
altri
alcuna
voci. Partecipate
presto farci ricono-
scere solennemente, e di fare accettare la legge feudale, che vi si
trasmette, giacché da questi due punti dipende
la nostra
sal-
vezza. Istruiteci intorno al carattere ed al credito costà di Abrial e degli altri, quali sono fra noi, che possono avere influenza. I
membri, che
Gennaro, Vaglio, Molti
si
si
sono dismessi, sono Porta, Doria, Bruno,
e Paribelli,
che dice
agitano per occupare
ritirarsi alla
le sedi
vuote, e per essere nella
nuova rappresentanza nazionale. Medici, Colombrano Imperiale ^ non tralasciano veruno sforzo per essere
i
Luigi Medici,
il
Sant'Angelo
in carica.
e
Voi
Cesare Paribelli.
principe di Colubrano Francesco Carafa,
cipe di Sant'Angelo Imperiale.
cana.
e
Vincenzo Porta, Baffaele Dorià, Vincenzo Bruno, Domenico di
Gennaro, Diego Pignatelli del Vaglio, 2
De
sua patria ^
Erano
tutti di
il
prin-
dubbia fede repubbli-
RELAZIONI DEI PATRIOTI NAPOLETANI
308
conoscete troppo bene stimolo a farne
Dal decreto
Non
individui, per
non aver bisogno
ben conoscere a chi l'ignora. Benevento rileverete quanto poco abbian
di
^
dimostranze su
effetto le nostre
tuto, e nella
si fatti
di
carattere
il
tal
rapporto
:
affare
tanto
fatto
dibat-
ragion politica deciso a nostro vantaggio.
dovete dismenticare quanto
ci
sarebbe ruinoso
smem-
lo
brare da noi gli Abruzzi. Sappiamo inoltre de' piani che la corte
presentò nelle trattative di Gampoformio per estendere
che sembrerebbero più
territorio: piani,
portuni, ve I vostri
li
giusti.
Se
li
il
nostro
stimate op-
invi eremo.
ragguagli sieno più frequenti e più prolissi, e noi in
cambio faremo
stesso con voi.
lo
Le
notizie,
che possono concer-
nerci, ci dovrebbero pervenire per lo vostro mezzo,
bocche degli
prima che nelle
fossero invecchiate.
altri
Avvisateci se trovasi un certo Scillari, che cosa faccia e quale sia
suo carattere.
il
Gl'Inglesi
sonosi impadroniti di Capri. Questi attentati, anzi-
ché scoraggire, destano energia, che
ci
blico sia per la libertà. Si è costrutta
assicura che lo spirito pub-
una
batteria dalla parte di
Miseno, la quale difende quel sito del Cratere. In siti si
La
son corretti
i
menomi
spedizione di Calabria
tutti
gli
altri
sbagli nelle batterie. si è
sospesa, mentre per ordine di
Schérer Macdonald ha dovuto far retrocedere parte delle sue truppe; e le nostre
comandate da Pignatelli scorreranno
la Puglia.
Salute e Fratellanza.
Abbamonti P. AzziA S.
^
Insieme con queste lettere, Francescantonio Ciaia riceveva documenti e memoriali sugli affari, dei quali in esse si toccava: la copia della lettera che il Faypoult aveva scritto il
20 ventoso (18 marzo)
1
II
al
decreto del Macdonald del 4 germile (24 marzo), che aggre-
suo territorio alla Eepubblica Francese:
gava Benevento
e
nitore, n. 16, 13
germile, 2 aprile.
2
Governo provvisorio intorno
il
Fondo Ruggiero,
ff.
94-95.
cfr.
Mo-
8
11.
ai
I
PATRIOTI, E IL MACDONALD E IL FAYPOULT
309
beni ch'egli stimava di spettanza della Repubblica fran-
cese
copia di una transazione, proposta dal Governo
la
' ;
provvisorio^; la copia della
risposta
data del 29 piovoso (19 marzo)
^;
germile (28 marzo) del Provvisorio contro
del
Provvisorio in
una rimostranza dell' al generale Macdonald
suo ordine del di precedente di esecuzione del
il
una memoria
decreto del Faypoult*;
sulle
ragioni della
legge per l'abolizione della feudalità, della quale
donald impediva
la
promulgazione
^.
Il
Ciaia, in
il
Mac-
Parigi,
redigeva a sua volta memoriali su tutte codeste faccende: sue carte
tra le
si
legge l'abbozzo di un ragionamento,
che tendeva a dimostrare l'ingiustizia delle pretese del
Faypoult^; e di un altro circa visto
Championnet,
lo
memoriali erano
di
diretti
caricato di propiziare
la necessità,
scacciarlo
in cui
da Napoli
~.
si
Questi
ad un personaggio, che s'era
il
Direttorio
era
in-
esecutivo francese ai
desideri della Repubblica napoletana.
Fondo Ruggiero^
43-4.
2
jyi,
ff.
45-6.
3 Ivi,
ff.
47-8.
4
Ivi,
ff.
48-51.
5 Ivi,
ff.
96-105.
6
Ivi,
ff.
55-60.
7
ff.
1
Ivi,
74-6.
Tra
ff.
le stesse
Faypoult: Coup d'oiU sur
carte
la conduite
dilapidations commises en Italie (ivi,
ff.
si
trova l'opuscolo a stampa del
du General Championnet 61-73).
et
sur
les
.
Ili
Missione del Paribelli
Ln
mezzo a questi
dubbi tormentosi,
sti
i
mezzo a queGoverno provvisorio si
dibattiti e conflitti, in
patrioti del
determinarono a spedire un de' loro a Parigi per
mare a viva voce
i
infor-
Deputati di quel che succedeva, e con
La
istruzioni segrete su quanto conveniva tentare ^
scelta
cadde su Cesare Paribelli; né, in verità, poteva trovarsi persona più sicura e capace. Il
Paribelli fu
uno dei più
attivi e
repubblicani del '99; sebbene anche a e a qualche altro, sia toccata
i
come
Fondo Ruggiero^
f.
53
6«s,
lettera al Ciaia, che dice:
è «
al
minor fama rispetto
Pagano, cosi per non essere,
ai Caracciolo, ai
una
ragguardevoli tra lui,
i
Laubert
ai Cirillo,
al pari di
un foglietto di appunti, inviati in Può mettersi molti sospetti del ge-
nerale Macdonald: molta durezza, avarizia, aristocrazia; tratta con
commettono essi delle cose e non usa rappresaglia nemmeno coi prigionieri del cotter^ mandato a fomentare insorgenze nelle provincie e nella capitale: è disgustato del Governo e lo avvi-
gl'Inglesi e nulla ne fa sapere al Governo:
centra nostri, riceve e
lisce, il
favorisce
i
manda parlamentari
baroni e ne riceve danaro. Cerca screditarci presso
Direttorio per tradirci:
noi indegni
della
libertà,
dice ciò abbia scritto al Direttorio, essere
per venderci, e dice che la Corte tenga
agenti costi per comprarci. Opporsi a tutti
avrà una persona fidata: saprete tenzioni
»
le
i
maneggi. Tra breve,
nostre angustie e
le
nostre in-
MISSIONE DEL PARIBELLl
III.
311
questi ultimi, già noto per alta situazione letteraria o sociale,
come perché
consegnò tante
sfuggi all'ecatombe della reazione, che
teste al carnefice e tanti
Era nato a Sondrio nobile famiglia.
ma
suoi anni;
Non
in Valtellina
ci è
nomi alla storia. marzo 1763, di
17
il
noto come trascorresse
sappiamo da
lui stesso che, in
impiegato presso
riore al 1790, stette per quattro anni
viceré di Sicilia ^ Nel 1791
troviamo
lo
primi
i
tempo anteil
uffìziale ai servigi
del re di Napoli, in qualità di secondo tenente, aggregato al 2.«
reggimento Esteri (Svizzeri): nel maggio
l'anno, con
patente in data del giorno
real
condo tenente compagnia del
effettivo del 1.° 3.° battaglione
di
quel-
passò se-
6,
reggimento Esteri, nella 9.^
-.
Qualche giorno dopo, ebbe
ordine di recarsi a Palermo per la causa di un cadetto del
reggimento Esteri, accusato di omicidio, nella quale
2.^
Paribelli fungeva
settembre
del
^.
da difensore
;
Due anni dopo,
nel
novembre del Sant'Elmo
fu imprigionato in Napoli nel castello di
motivo stesso
di discorsi sediziosi e democratici
anno per ordine reale fu
di
Messina'*: dopo
in
Sant'Elmo. In carcere
il
trasferito
1796, forse, passò di il
il
e tornò a Napoli sulla fine
»
;
e
nella
il
1793, «
per
26 dello
cittadella
nuovo a Napoli
Paribelli rimase per circa sei
anni; anche nella generale liberazione dei detenuti poli-
i
Fondo
Paribelli,
f.
41. Dall'aprile 1786 era stato viceré di Sicilia
Francesco d'Aquino principe di Caramanica, succeduto
al celebre
mar-
chese Domenico Caracciolo, l'amico degli enciclopedisti. 2
Archivio di Stato di Napoli. Sezione
politica.
Eamo
Guerra.
Riviste militaì^i, voi. 202, parte II.
Ivi: cfr.
4
Riviste militari, voi. 203.
cembre 1793: si
anche E-anio Guerra, Heali Ordini,
3
segna
la
cfr.
Nota marginale
Reali Ordini, voi. 77,
fol.
voi. 7.o, fol. 225.
alla Rivista del 13 di-
76; dove però, per errore,
data del 1792. [Sembra che fosse denunciato dall'ufficiale
marina Francesco de Simone, che poi anche lui prese servigio nella e combatté sotto il Caracciolo: cfr. Sansone, Gli avvenimenti del 1799, p. 329, dove per errore si leg^e « Parchelli ».J
di
Repubblica
RELAZIONI DEI PATRIOTI NAPOLETANI
312
25 luglio
del
tici
mantenuto
fu
1798,
maggiore
in
arresto ^
In-
Giovanni Paribelli
tanto,
il
fratello
quale,
si
narra, recatosi a compiere gli studi a Vienna,
di
lui,
aveva concepito odio profondo contro sere
messo per lieve
stato
fallo in
per es-
gli austriaci
dura prigione
(il
-),
ebbe
parte importante nei rivolgimenti di Lombardia: contribuì
a staccare la Valtellina dai Grigioni e ad unirla alla Cisalpina;
nella
e
Gran Consiglio
del
membro,
Cisalpina fu
poi
e
Repubblica^. Onde
della
presidente, cittadino
il
Martinengo Colleoni, giunto a Napoli ambasciatore della Cisalpina presso re Ferdinando nel luglio del 1798, fece
pratiche per la scarcerazione di Cesare Paribelli;
settembre credette di poter rivolgersi in stro
marchese
sollecitazione
di Gallo
per rinnovargli
iscritto
le
istanze
e
il
13
al
mini-
«
per la
riguardanti quei cisalpini, che
dei processi
trovansi detenuti nelle carceri, accusati di avere esternate opinioni contrarie a questo governo, o di aver fatto unioni sospette al medesimo, particolarmente poi per ciò che
guarda
ri-
detenuto Cesare Paribelli, fratello di un rappre-
il
sentante
del
cisalpina
»,
popolo al Gran Consìglio della Repubblica
invocando,
infine,
«
quei
solleciti
effetti
di
giustizia,
che convengono ad ogni ben regolato governo».
Al che
marchese
il
di Gallo
vero, con molta dignità) di Gallo
i
«
preso
».
prima del e
è segnato:
tal
arresto
«
il
marchese
Il
e
a Messina
>,
o semplicemente:
Nicola Marcha, era accusato di avere,
1799, cospirato contro la
monarchia,
«
pagando
i
Giacobini,
confabulando col reo di Stato Cesare Paribelli, dete-
nuto allora in Sant'Elmo
»:
Sansone, op.
cit., p. 280.]
Dizionario biografico universale, edito dal Passigli (Firenze, 1840),
sub nom. 3
bisogna dire
suo signore della nota pas-
al re
in
«
[Un francese,
mandando 2
(e,
24 settembre:
Rivide militari dal 1793 al 1799, voli. 203 e 204, dove accanto al
nome
suo
ha dato conto
rispondeva
il
Fo}ido Paribelli,
£f.
40-1.
III.
dal
sata
MISSIONE DEL PARIBELLI
cittadino
Martinengo, ministro
plenipotenziario
della
Repubblica cisalpina. relaljLvamente
ed
processo di Stato contro
al
Cesare Paribelli; e
313
si
il
.alla
detenzione
tenente d'infanteria don
trova in dovere di rispondergli, per
ordine di S. M., che la qualità del detto Paribelli di ziale al servizio
che
M. S. rende inopportuni
della
gli
signor ministro plenipotenziario ha voluto passare a
il
riguardo suo; siccome non può neanche appartenere
gnor ministro ogni altra forme giudiziarie
le
offi-
ofiBci
al si-
riflessione sulle leggi interne e
di questo
governo
\
»
Cosi Cesare Paribelli restò in carcere lino alle giornate di gennaio del '99,
patriottico
assunto tra
i
Accettato
quando probabilmente
casa Fasulo:
di
fu del comitato francesi,
i
venticinque del Provvisorio
venne
^.
segreto incarico, del quale furono a cono-
il
scenza solo pochissimi, sione dal
entrati poi
il
Paribelli presentò la sua dimis-
Governo provvisorio, adducendo come pretesto
doversi recare nella Cisalpina sua patria; e
il
9 aprile la
dimissione fu accolta, con lettera controfirmata dal nuovo
commissario Abrial
^.
Corrispondenza pubblicata da G. M. Bonomi,
^
nago
e i conti
Il Castello
di Caver-
Martinengo Colleoni, Bergamo, 1884, pp. 503-4. Di questi
ed altri documenti, concernenti
il
Paribelli, dovette
avere notizia
anche Cesare Cantù, Corrispondenza di diplomatici della Repubblica e del Regno d'Italia (Milano, 1884), che a p. 19, parlando del soggiorno
Martinengo a Napoli, scrive
del
strano cervello: il
«
A
lui ricorrono
seguenti parole, degne del suo
le i
molti prigionieri di Stato, fra cui
noto colonnello Paribelli di Sondrio,
e cosi 2
è di 3
(!)
essi stessi
fanno
i
quali denunziano delle spie,
la spia (!) ».
Nelle Riviste militari, voi. 204: rivista del 23 germile (12 aprile),
nuovo segnato come secondo tenente «
Napoli
il
di 20 germinale (9 aprile)
centrale al cittadino Cesare Paribelli.
—
del l.o reggimento Esteri. anno VII. — Il Comitato
Si è proposta
in seduta ge-
nerale la vostra dimissione, che avete domandata. Se fosse stato possibile di
non accordarvela, certamente
il
governo non avrebbe per-
314
RELAZIONI DEI PATRIOTI NAPOLETANI
Macdonald
Il
una commendatizia
lo forniva, intanto, di
pel generale in capo dell'armata d'Italia Schérer,
menticando, neanche in questa occasione,
non
di lanciare
di-
un'im-
pertinenza all'indirizzo dei patrioti napoletani, colpevoli di
non
lasciare spogliare le popolazioni con la docilità, ch'egli
pretendeva
Au
:
quartier general de Naples
publique Francaise une
26 germinai An 7 de
le
la Re'-
et indivisible.
Macdonald General en chef de Varme'e de Naples au General en chef SCHÉREK.
mon
Je vous recommande, Citoyen Paribelli
lettre, le
cher General,
étoit
il
;
visoire, et des affaires l'ont force
qu'un autre
il
anime
res pour la liberté, et
pour
pro-
de donner la démission. Mieux
vous mettra au courant de ce qui
ce pays, et l'esprit qui
crifìces
porteur de cette
le
membre du Gouvernement
les habitants.
aucun d'eux
s'est
passe dans
Trés peu sont sincè-
dispose à faire des sa-
n'est
elle.
Le citoyen
vous dira
Paribelli
et l'impossibilitò
les
réformes de
par notre peu de force
l'état
napolitain
et les insurrections partiel-
les et générales des provinces des réalistes.
messo mai
di perdere dal
numero
membri un
dei suoi
cittadino, di
cui per lo sperimentato zelo, e per la sua troppa conosciuta probità,
poteva
la
nazione far gran capitale. Ma, poiché non è permesso di
violentare la volontà di alcuno, mossa certamente da necessarie circostanze,
il
governo vi accorda, cittadino,
il
permesso
di potervi ri-
non lascerete, secondo il vostro fortissimo attaccamento che sempre avete dimostrato per la nostra tirare dalle vostre funzioni. Voi
repubblica, di ricordare di ritornare, ove
il
crediate confacente alle
vostre circostanze, in questa nostra repubblica, la quale non dimenticherà mai
Abamonte vi' a été
i
servigi che
Pres.,
volontairement donnée
nement provisoire à Naples gaise.
—
litains.
le
avete prestati. Salute e fratellanza.
Albanese per le
par
il
le
Segr.o
»
{Fondo
Paribelli,
citoyen Paribelli, mevibre
f.
6).
—
J'ai requ la démission qui
20 germinai an 7 de
La Commission du Gouvernement
Abrial
—
la
frangais dans
du gouver-
République franles
États Napo-
III.
MISSIONE DEL PARIBELLI
315
Ce citoyen peut vous rendre quelques services:
et je
vous
in-
vite à utiliser ses talents.
Saint et amitié.
Macdonald
Giunto
il
Roma, incontrò Leonardo Fanzini,
Paribelli a
reduce da Parigi, dal quale seppe che
Deputazione na-
la
poletana non solo nulla aveva ottenuto,
nemmeno
^.
ma non
era stata
ricevuta dal Direttorio; che anzi, dopo aver fatto
più tentativi per essere ascoltata, in luogo di risposta
le
ne tornasse
in
erano
spediti
stati
passaporti, perché
i
E, dopo quattro giorni da questo invio,
Italia.
aveva mandato un commissario
di polizia
Deputati per domandare la cagione che
li
al
il
ministro
domicilio dei
aveva impediti
aveva richiesto da ciascuno
Parigi, e
di lasciare la
se
di
essi
che sarebbe partito fra due giorni
parola d'onore,
2.
vengono narrati dal principe un suo inedito diario. La Deputazione aveva
Altri particolari in proposito
d'Angri in dato avviso degli
stro
sare
2 germile (22 marzo)
affari
al
Talleyrand, mini-
del suo arrivo, pregandolo di
esteri,
giorno in cui avrebbe potuto presentare
il
ziali.
il
Il
23,
mattina;
e,
il
Talleyrand
fis-
creden-
a passare da lui di
andata, le disse di tornare alle ore tre per sen-
tire la risposta del Direttorio.
trovò, fu questa:
napoletana;
invitò
la
le
—
Il
ma non
E
alle tre la risposta,
che essa
Direttorio ringrazia la Repubblica
crede di dovere ricevere per ora la
sua Deputazione, non essendo essa repubblica ancora tranquilla.
Vi dice che torniate subito a Napoli, essendo voi
1
Fondo
Paribelli,
f.
8,
2
Pondo Ruggiero,
f.
88.
—
Anche Carlo Botta, rappresentante
del
Piemonte a Parigi, ebbe nel giugno '99 ordine di partire dal ministro di polizia Dnval ordine al quale egli si oppose, e che non ebbe :
poi séguito per le
vedano
le
mutazioni avvenute nel Direttorio
Lettere inedite
di
lui, ed.
il
30 pratile
(si
Pavesio, Faenza, 1875, pp. 142-5).
RELAZIONI DEI PATRIOTI NAPOLETANI
316
persone di cui
la
mandato
conto, prova ne sia che vi ha inoltre, torio, I
quale potrete comunicare
al
che intendevano spedire
napoletana rio;
ma
il
alto
fa
qui. Vi fa sapere,
al fine di
al
i
il
—
governo della Repubblica
comunicargli
la risposta del Diretto-
passaporti per tutti
man-
componenti della De-
i
'putazione, e che fossero subito partiti ^
conoscere
sentimenti.
vostri
i
passaporto per un cor-
il
Tallej^rand rifiutò, e ribattette che avrebbe
dato invece
—
Chi desiderasse
dietroscena dell'insuccesso, ossia le ragioni
probabilmente
di quel trattamento indecoroso, troverebbe
qualche lume nella corrispondenza che
Macdonald teneva
il
ministro della Guerra e col Direttorio
col
e
che a Napoli c'è un Commissario civile del Diret-
Deputati, sbalorditi, chiesero
riere,
ha bisogno
nazione
vostra
menzione del Commissario
ma
^;
già la
bocca del Talleyrand,
civile, in
è più che suftlciente per ispiegare tutto. Il
principe d'Angri era ripartito senz'altro
Fanzini;
col
medico
il
una certa cura
masto a Parigi come privato, mandando poli la sua rinunzia al e, altresì
grado
come
seguitava
politici; e
Paribelli lesse in
dal governo
di
di
di
governo di Na-
generale del Popolo na-
tuttavia a occuparsi
Roma, per
Napoli, lettere di
lui,
del Laubert, dalle quali apprese che
gno
di bagni, era ri-
al
privato, era rimasto
quest'ultimo il
un cooperatore nelle sue
a raggiungerlo a Parigi; quando
1
Principe d'Angri, Viaggio da me
2
I registri di
il
Ciaia
di
facoltà
Principe d'Angri, Viaggio^ pp.
avutane
mezzo
disponeva cosi
rovesci dell'armata fran-
fatto,
42-3.
Ma
Ciaia aveva biso-
ecc.,
corrispondenza del Macdonald
nirs^ p. 60 n.
^.
maneggi
inviate per
fatiche. Si i
il
ms. si
cit.,
pp. 39-40.
conservano negli
Archives historiqnes del Ministero della Guerra in Parigi:
3
5 aprile,
Moliterno, avendo ottenuto un certificato
sulla necessità di
poletano;
il
cfr.
Souve-
MISSIONE DEL PARIBELLI
III.
317
cese d'Italia, la disfatta di Cassano, l'occupazione di
Mi-
lano per parte degli austro-russi, l'irruzione di questi nel
Piemonte,
lo
condussero, con tanti
fuggiaschi
altri patrioti
Genova; dove ritrovava anche il 26 maggio scriveva al Ciaia la se-
di altre parti d'Italia, a
Celentani \ e donde
guente
lettera, alla
il
quale
Celentani faceva in ultimo una
il
postilla:
Eguaglianza
Libertà
Genova
Al
anno 7.mo
7 prairial {26 maggio)
li
cittadino Frakcesco Antonio Ciaia IL
CITTADINO CeSARE PaKIBELLI
Cittadino Amico,
Le
disgrazie
dettaglio
dell'armata
cittadino
dal
Cisalpino, latore della presente
i
A
Milano
Genova era riparato il
una
ti
saranno
riferite
in
^,
hanno prodotto un inceppamento
principe d'Angri, e v'era giunto da
il
6 fiorile (25 aprile).
(scrive in
che
d' Italia,
Dandolo, già Rappresentante del Popolo
«
Qui
è
rifugio di tutti
il
li
forestieri
lettera a F. S. Ciaia del 15 pratile, B giugno):
siamo
molti napoletani, e l'altro giorno arrivò qui Giuseppe Serra di Cas-
sano per ministro di quella Repubblica. Panzini per Napoli fin dal giorno 17 floréal,
ma
lettera da Livorno, ove erano giunti
questrati per quasi lettera.
che vogliano f.
80). Cfr. 2 II
un mese
Questa mattina finire
Viaggio
si
in
il
la flotta
;
gli
cit.,
cittadino Vincenzo Dandolo era
democratizzazione
,
eletto dal
S. «
di
Ve-
molta parte nella
Marco,
e fu
quindi del
Nuovo magistrato comu-
Fece ogni sforzo per salvare l'indipendenza
pace di Carapoformio e mandato con lo Spada a Parigi, il 27 ottobre, a portare il voto cittadino per la libertà, venne costretto a tornare indietro dal Bonaparte, che, avutolo a sé, di Venezia,
anche dopo
la
;
318
RELAZIONI DEI PATRIOTI NAPOLETANI
nelle comunicazioni, che
ti
avrà lasciato all'oscuro di tutte
cende della nostra Repubblica, e
gli fosse
le vi-
Governo, conoscendo
rendere di tutto informata la Deputazione, prima
la necessità di
che
dell'Italia. Il
noto
il
pessimo
Lei accoglimento, mi avea fatto
di
prendere la mia dimissione dal governo per venirvi ad informare di tutto
verbalmente, non vedendo né sicura né politica una cor-
rispondenza per e
mi sono prestato
iscritto. Io
Lui volontà,
alla di
facendo mistero della cagione del mio richiesto congedo a
tutti
fuorché ad alcuni più puri membri del Governo, sono partito da
Napoli col pretesto di recarmi nella Cisalpina mia Patria.
mi hanno
dell'armata d'Italia
sci
dotto di tutti
i
principali Patrioti Italiani, che
pieni di buona volontà,
Deputazione da
costi, la
coltà de' viaggi,
ma
venute per un
sti,
da
me
Governo ed loro
e a'
ulteriori
Il
ri-
qui stanno tutti utili
rinvio della nostra
posizione degli affari di Italia, la
diffi-
molto più alcune notizie provenienti da co-
felice
terminato a sospendere riere
rove-
attendendo Foccasione di rendersi
causa comune o di sacrificarsi per Lei.
alla
I
forzato a venire a Genova,
azzardo a mia cognizione, mi hanno de-
mio viaggio sino
il
da Celentani, che
è qui
al
ritorno d'un cor-
meco, spedito a Napoli al
nostri amici per informarli di tutto e per ricevere oracoli. Intanto,
mi
presenta l'occasione del Cit-
si
tadino Dandolo, ch'io credo opportuna per iscriverti molte cose, e
per
farti
mettere verbalmente al fatto di molte altre fino
mio
al
arrivo costì, che sarà fra pochi giorni; tanto più che ho rilevato
in Milano lo accolse con violenti rimproveri
:
ma
egli
ribatté con
li
dignità e con fermezza, tanto che la sua disperata eloquenza commosse lino alle lacrime
il
Generalissimo corso.
Il
quale (secondo
Marmont,
il
ma
presente alla scena) non solo non gliene serbò rancore,
per lui
dimostrò, da quel giorno, singolare predilezione. Infatti, volendo in-
trodurre subito una dozzina di fuorusciti veneziani nel corpo legislativo della Cisalpina, aggiunse
Dandolo; nel 1806 di
«
1789
—
suo pugno alla
»
lista
ed ancora conte, senatore,
Marmont, Mémoires,
X, 186-192, 269 1799 (IV, 16
al
di
il
nome
del
governatore della Dalmazia, col titolo antico
Provveditor generale
l'Istituto, ecc. nezia,
lo creò
e seg., 299 e sgg.
I. ;
membro
del-
188; Homanin, St. doc. di Ve-
Franchetti, Storia
e 24), 257, 285 e segg.
d' Italia dai
MISSIONE DEL PARIBELLI
III.
mandate per mezzo
dalle tue lettere lessi a
Roma
319
Laubert a Napoli,
di
e ch'io
per autorizzazione avutane dal Governo, che tu avevi
bisogno d'un cooperatore ne' tuoi travagli. Le cose d'Italia in generale le saprai da Dandolo; quelle di Napoli in particolare sono seguenti.
le
Dopo
la tua
partenza ed
richiamo di Championnet
il
le
nostre cambiarono molto d'aspetto. Macdonald, successore di pionnet, sebbene nulla
cose
Cham-
cambiasse pubblicamente del sistema del
suo predecessore, non mancava però di contrariarlo in segreto e indirettamente.
Le operazioni energiche
trionfante, e sitibondo
rapace sopra tutte
le
d'oro
del
Governo venivano
sua mano
di vendetta. Estese la
e
proprietà pubbliche e private
cosa di qualche valore nella Centrale e in tutta
;
non
i
Banchi,
le Caccie, le Delizie, l'azienda
Dogana,
esclusi
li
Le
le Ville,
Gesuitica, quella d'Educazione, la
le saline di Barletta, le
case degli assenti da Napoli e dei
seguaci della Corte, qualificati come emigrati
non
civile.
Fabbriche ex-Regie,
le
vi era
Repubblica,
la
che non fusse munita d'un suggello della Commissione casse pubbliche, la Zecca,
tutte
orda divoratrice, venne a Napoli
paralizzate. Faypoult, colla sua
beni maltesi e costantiniani e
gia collazione, erano muniti del
;
tutto
in
somma,
abbazie di Re-
l'altre
suggello. Faypoult,
fatale
dando
un'interpetrazione latissima ed arbitraria all'articolo 7.mo del decreto Championnet, circa le riserve a favor della Francia dei beni
personali dell'ex-Re e sua famiglia, volea pubblica.
mo
Tuo
Fratello,
Laubert ed
a
io,
divorarsi tutta la Re-
nome
del Governo, ci sia-
opposti, totis viribus, a tali usurpazioni, tutte
contrarie alla
giustizia ed allo spirito di generosità della gran Nazione. Si pro-
posero da noi varie transazioni ragionevoli e generose, proporzionate alla nostra gratitudine ed ai meriti cese, nostra
Liberatrice.
nostre vedute,
e,
agiva per via di
cuni oggetti, e
ci
si
della Repubblica Fran-
lusingava
eludevano
fatto, e si
d'essere
le
ci
si
entrati
nelle
facevano insor-
nostre speranze. Intanto,
operava dispoticamente sopra
s'impediva di tirare dagli
che la necessità de' tempi ciò, si
si
quando doveasi concludere,
gere nuove difficoltà e si
Ci
altri
al-
quelle risorse,
rendea indispensabili. Malgrado tutto
dovea fornire per 200000 ducati
il
mese
in numerario per la
sussistenza delle truppe, per le quali richiedeansi 32000 razioni e
RELAZIONI DEI PATRIOTI NAPOLETANI
320 10000
malgrado che non vi fussero neppure
di cavalli,
questo numero di truppe.
Il
Governo
tante ingiuste pretese; e ciò indispose molto
ma
Francesi contro di lui;
le autorità
la
metà
di
oppose vigorosamente a
sj
Generale
il
e tutte
sicuro della rettitu-
egli,
dine delle sue intenzioni e della giustizia della sua condotta, senza
mezzo
tralasciare alcun
fermezza. Finalmente
il
che mantenevasi ancora
generale Macdonald ab
tal decreto, e riJSutò di
consenso per l'esecuzione. e laconica,
confermando
saluto. Allora
nel mentre
Il
Il
ac-
felice
avvalorava tutte
col quale
ingiuste e stravaganti pretese di Faypoult.
un
alto, e
Governo nella lusinga d'un
il
comodamento, pubblicò un decreto, contro
mantenne nella sua
di riconciliazione, si
mano
prestarvi la sua
e
suo
il
Generale rispose con una lettera fiera suo decreto e ommettendo perfino
il
le
Governo rappresentò
il
Governo, che avea spossato ogni mezzo di con-
il
ciliazione, risolvette di dimettersi
tutto, piuttosto
la
mano
il
Commissario organizzatore Abrial con ampli
allo spoglio della
Nazione
;
che di prestar
ma, essendo in punto arrivato poteri,
sospese
l'esecuzione della sua determinazione, per vedere se codesto nuovo
venuto potesse colla sua mediazione, o colla sua autorità, accomodare
Discordarono dalla sospensione Bruno, Porta, Riario,
l'affare.
De Gennaro, Doria
e Vaglio, che
diedero
le loro
dimissioni par-
motivate sulle ragioni di sopra allegate. Le loro dimissioni
ziali,
furono accettate risoluti di
;
ma
i
migliori del Governo stiedero al loro posto,
non abbandonare
la
causa pubblica, finché c'era ancora
qualche speranza di poterla salvare. gno; perché Abrial,
uomo
loro
Infatti, riusci
savio, onesto, giusto, discreto e
tenzionato, valutò le ragioni del Governo, e indusse
Faypoult a intavolare una seconda negoziazione. chiudere la bocca a Faypoult, che allegava
i
Il
il
il
dise-
ben
Governo, per
bisogni
dell'armata
per motivo delle di lui esorbitanti pretensioni, avea proposto
da principio di mettere
una massa di trecento
alla disposizione della
di beni Nazionali pel valore
mille
prima
Commissione di due,
ducati di rendita, valutandone
gione del prezzo medio di tutte
le
il
in-
Generale e
fin
civile
eppoi sino
capitale a ra-
vendite pubbliche e private,
che seguirebbero nel corso d'un anno nei luoghi de' rispettivi beni
;
e ciò a
buon conto
delle contribuzioni, lasciando alla
deci-
sione del Direttorio Esecutivo Francese l'interpetrazione dell'arti-
MISSIONE DEL PARIBELLI
III.
321
colo delle riserve e la fissazione della contribuzione totale: giac-
ché
famoso decreto
il
di
Championnet
circa la contribuzione
non
era stato accettato ed era stato da lui stesso con sua lettera al
Governo dichiarato ingiusto ed esorbitante. Nella seconda negoziazione, intavolata sotto gl'auspici di Abrial
da Albanese
tello,
e
da Abbamonti,
si
da me, da tuo Fra-
ritornò alle stesse offerte,
che non furono accettate. Si propose poi una transazione, che fu accettata
da principio e dopo ributtata. Infine,
conchiudere nei seguenti
di
era al punto
si
termini: che la Republica Francese
avesse rinunziato all'articolo delle riserve, e restando
tutti
i
beni
supposti ex-Regi alla Nazione, questa avrebbe pagato in tutto una contribuzione di 12 millioni di ducati in dieci anni a rate eguali.
A
questi termini fu da
me
lasciato
il
ma non
trattato,
più con
Faypoult, eh' era stato richiamato, ed era partito portando l'esecrazione
tutta
di
Francesi; giacché a della
prima
e
i
l'Italia
lui,
e
l'indignazione di
tutti
ed a poch'altri suoi pari,devesi
seco
i
buoni
la
ruina
rovesci dei secondi, resi (sebbene ingiustamente)
partecipi dell'odio de' popoli, che spesso confondono con pochi rei
molti innocenti. lia,
Le nuove vicende, sopraggiunte
che l'obbligarono a riunire tutte
sciar
le
all'armata d'Ita-
sue forze, e perciò a
la-
Napoli abbandonata al suo fato e alle sue proprie forze,
mutarono
all'
intutto la posizione degli affari, e resero inopportuno
quel trattato. Abrial, riconoscendo la cattiva organizzazione
del
primo Go-
verno Provvisorio, già stata osservata dal Governo stesso, che tentò rimediarvi,
membri
ma non
dello stesso
politica le piccole
in
vi potè riuscire per
il
dissenso di alcuni
Governo, che portarono anche nella grande
gelosie forensi, riformò
il
Governo
e lo rifuse
due Commissioni, come vedrai dalle carte stampate che
piego.
La riforma
avanti
il
è nel
di lui arrivo.
Essendomi
io
sop-
reso privato per una dimis-
sione parziale per l'oggetto indicatoti tutte le autorità
ti
senso di quella progettata dal Governo
di
sopra,
ma
ignorato da
Francesi e Napoletane, fuorché da pochi Patrioti,
ho potuto parlare liberamente ad Abrial, presso trovato grazia per essere egli onest'uomo e
il
amante
quale avevo de' suoi pari
;
ed ho avuto una massima influenza nella nomina delle due Commissioni, specialmente dell'Esecutiva, nella quale ero stato collo-
322
RELAZIONI DEI PATRIOTI NAPOLETANI
ma non volli accettare. nomina spontanea d'Abrial. Costui
cato io stesso,
II
di
è
d'Agnese fu
solo Ercole
un napolitano
di Piedi-
monte, stato già da 30 anni in Francia, ove fu amministratore del
Dipartimento del Rodano, e nominato anche Egli
avendo
ed,
al
corpo Legislativo.
non par
è fatto ricco, è di mediocri talenti,
si
uomo,
cattivo
la pratica della rivoluziono e la confidenza d'Abrial e
de' Francesi, si potea trarne molto partito senza che potesse fare
molto male
non fosse
(se
contro quattro ^
Non
male intenzionato), essendo solo
stato
posso dire quanto moto
ti
si
diedero
gì' in-
triganti in occasione della rifusione del Governo. Medici, Sant'An-
gelo Imperiale, Colombrano,
credevano in pugno;
ma
Ricciardi,
i
furono
ed
altri
tutti esclusi e
simili
se lo
^,
svergognati. Abrial,
avendomi domandato una nota io
di Patrioti da mettere nel Governo, una d'inclusione e l'altra di perpetua
gliene presentai due,
esclusione: in questa erano in capolista pirai
di
non veder
fra
i
i
sopramentovati. Ti stu-
governanti Laubert, Fasulo, Bisceglie,
come anche di vedervi Galante. Questo mia partenza, ed era nella mia nota come
Cestari, e qualche altro, vi fu collocato
un uomo da
per
le
sue cognizioni prattiche dalla Re-
da non mai situarsi nel Governo: malgrado tutto
ciò, vi si è intruso,
mille modi
la
utilizzarsi
ma
pubblica,
dopo
non
come
so
^.
Laubert poi fu calunniato in
dagl'intriganti, che giunsero perfino a farlo
da quattro bricconi della Guardia Nazionale senz'ordine, testo ch'ei volesse fuggire stretto
dopo data
a domandare la punizione
sicurezza individuale,
come uno
non avendo ottenuto piena
la
il
per
punire
prima
il
al
pregiudizio d'alcuni
lo zelo
indiscreto
Sul D'Agnese, La Rivol. Nap. del 99, Albo, nota 77. Pei primi
p. 807.
la
Governo; ma,
J
veda sopra,
pre-
fui co-
d'un tale attentato contro
2
tre, si
col
sua dimissione. Io
del Popolo,
giustizia
membri, che pretendevano che
arrestare
della
— Ricciardi, forse Francesco
Ricciardi, che fu poi ministro di giustizia nel Decennio.
Giuseppe Maria Galanti, autore della Descrizione del regno delle e di altre opere storiche ed economiche pregevolissime, riusci a schermirsi dal prendere parte al governo repubblicano. Sono 3
due
Sicilie
da leggere presso
il
sul proposito
le
sue inedite Memorie, che
signor Vincenzo Galanti, suo discendente.
si
conservano
MISSIONE DEL PARIBELLI
III.
Guardia Nazionale potea raffreddarne a ricorrere
323
l'ardore, sono stato costretto
Generale, che ordinò la severa punizione di codesti
al
perturbatori della pubblica quiete. Laubert fu la vittima d'alcuni suoi primi moti e dell'odiosa commissione avuta per l'esigenza della tassa, che jjortò la calunnia sino a dire ch'egli e Piatti ser-
vivansi di falsi pesi per pesare
Tu
metalli preziosi de' contribuenti.
i
conosci la persona, puoi facilmente giudicare del valore d'una
Laubert però era in ottimo credito
accusa.
sciocchissima
tale
presso Abrial, e mi avea promesso d'impiegarlo presso di sé: ciò
che sarebbe stato assai più nel Governo
Repubblica che
utile alla
Cestari è stato escluso
^.
di metterlo
per la sua imprudenza,
e,
per quanto sia un buon uomo, non può negarsi che non fosse un
pessimo governante^; Bisceglie era troppo paglietta ed attaccato
ma non
alla clientela, 2.
ragione.
Tu
sulo
1
^
si è
detto molto male, e forse con qualche
si è
che costui era un intruso nel patriottismo
sai
imputata
Pel Laubert,
2 II
sarà obliato nelle alte cariche della magi-
Di Rotondo
stratura
sua relazione con Medici,
la
veda sopra, pp.
si
letterato Giuseppe
Provvisorio nel febbraio;
In un Compendio
ma
*.
A
Fa-
calunniosa-
210-18.
Cestari fu nominato dei venticinque del cfr. Monitot^e, n. 5,
28 piovoso, 16 febbraio.
Napoli del
storico della rivoluzione e controrivoluzione di
cittadino Fabrizio de' Fabriciis, ms. della Società storica napoletana,
anche proveniente dal Ruggiero,
si
legge che
il
Cestari fu tra
i
pri-
missimi giacobini napoletani, e che alla venuta della squadra francese nel 1792
touche,
«
il
una
invitò ad
suoi, vi trovò
una
si
mangiò, e
13 giugno, combattendo contro 3
viceammiraglio La-
il
portato in compagnia di
parecchi dei
scelta società dei più bravi patrioti napoletani:
stette allegramente, e il
colezione in casa sua
quale, essendovisi
si
le
bevve
alla Libertà
»
Fu
.
si
ucciso
orde del Ruiìb.
L'avv. Domenico Bisceglie, dei venticinque del Provvisorio, già
processato prima del
'99,
fu poi giustiziato nella
il
28 no-
storico^ e.
XXII.
reazione
vembre. ^
Fu
Sul Rotondo e
giustiziato 5
il
le
accuse mossegli, Cuoco, Saggio
30 settembre.
L'avv. Nicola Fasulo tra
letani, giustiziato poi
tato dalla corte (narra
il il
i
più caldi e benemeriti patrioti napo-
29 agosto
'99.
ras. citato del
Allorché
il
Medici fu sospet-
De' Fabriciis),
«
un
tal
Michele
324
RELAZIONI DEI PATRIOTI NAPOLETANI
mente. Egli però
è
anche riservato agli
impieghi di magistra-
alti
nuovo Governo ha spiegato una massima energia,
tura. Il
l'universale confidenza di tutti
come
dal resto degli Italiani
i
partiti in Napoli;
d'energia. Mantiene
buon ordine
il
a Baia,
scelti
A
gode
e
riguardato
è
che tentano gl'Inglesi nei
Salerno, a Sorrento, a Castellamare,
superbi Tiranni del mare fuggirono malconci davanti
i
La
organizzata, e piena
nella città, ed accorre a re-
tutti gl'insulti
diversi luoghi della costa.
è
l'ancora sacra delle sue speranze.
Guardia nazionale di 12 m. uomini spingere valorosamente
ed
bravi Patrioti Napolitani, e vi lasciarono morti,
a'
feriti e prigionieri.
Diverse legioni di linea sono organizzate, ed hanno già dato prove del loro valore contro gl'insurgenti della Puglia, ch'hanno
del tutto ridotti, e contro quelli della Calabria, contro
i
quali
quasi
hanno
già combattuto più volte con vantaggio, e ultimamente vi fu luogo di
avanzare 70 individui benemeriti
ziale
per
viltà.
degradare un solo
e di
uffi-
Matera comanda una spedizione in Puglia, Fran-
cesco Pignatelli da generale di brigata un'altra in Abruzzo e Ba-
una
silicata,
quarta
menti
il
di cavalleria quasi completati.
sezione di linea ed organizzati. in
modo da
un dato numero
Le guardie nazionali
Ogni dipartimento avrà una di
sono già
gian darmi, che
de' dipartimenti sono organizzate
poter prevalersene in linea nei casi urgenti, e sono
Perier, francese, offerse al Fasulo a
nome
della
Kegina
lora avesse Medici denunziato. L'avv. Fasulo, qual
ne intese
una
terza da capo di brigata Schipani in Calabria, ed
generale di cavalleria Federici alla testa di 4 reggi-
offesa, e, recatosi nella segreteria di
la toga,
uomo
qua-
di onore,
Acton, coraggiosamente
sua casa era assediata da una turba di emissari, che tentavano di sedurlo; ch'egli rinunziava alla toga, allorché la dovea gli disse
che
la
avere a prezzo
si vile;
ma
ministeriale per perdere
conosceva bene che quell'era un intriga un magistrato d'onore qual era Medici. In'
trigo ministeriale! (col veleno sulle labbra rispose Acton). Badi bene,
signor Fasulo, che di questa parola Lei mi darà conto
'.
Dì
fatti, la
notte de' 27 febbraio (1795) furono per ordine del re arrestati e tradotti in orridi ergastoli Luigi de Medici, l'avv. Fasulo ed altri amici loro al
numero
di quattordici, tra
i
quali
il
padre abate don
Emma-
nuele Caputo, benedettino, l'avv. Saponara e Giuseppe Danieli, segretario della Cassa Sagra
».
MISSIONE DEL PARIBELLI
III.
comandate da un secondo,
capo e da un patriotto in
offiziale di linea in
buona fede
lazzaroni fraternizzano di
I
325
Governo,
col
e,
poiché questo ha abolito la gabella delle farine, amano
il
Repubblicano; ed una deputazione di 12 capi lazzari
andiedero
a ringraziarne
mosse Clero
ad
tutti si
Governo, che
il
offiziali
sistema
accolse amorevolmente e
li
della Guardia Nazionale.
11
li
pro-
Cardinale e
prestano di buona fede alle mire del Governo.
il
Cardi-
Il
nale ha dichiarato caso riservato a lui qualunque atto o pensiero controrivoluzionario, o pubblico o segreto.
tamente
Napoletane e Francesi, con stupore disfazione. Tutti
per impedire la
di
e
i
che
fece pron-
autorità costituite
le
spese fatte dai Baroni
primo
dal
de' feudi, fatta
sospesa per qualche tempo in
restò
Macdonald, non riuscirono a mandarla a vuoto in mano
d'Abrial. Ella è giusta, sebbene
un poco
rigida; è ora in vigore
ed ha non poco contribuito a guadagnarci lizze
le
molti e con universale sod-
di
maneggi e sanzione della Legge sforzi,
li
Governo Provisorio
mano
San Gennaro
miracolo alla presenza di tutte
il
acquistano un poco di credito,
le
ma una
Provincie ^ Le po-
legge già fatta in-
torno ai banchi dall'antico Governo Provvisorio, che non
si
è
ancor
pubblicata perché ha bisogno di molti preliminari, potrà rimediare in tutto a codesto sconcerto. In Napoli regna l'abbondanza d'ogni
che di formaggio,
cosa, tranne
baionette. Il
e
i
lazzaroni, nelle loro
effusioni
che andranno in Sicilia a provedersene
di cuore, dicono
Governo adesso
è
indipendente, e fuori
di
colle tutela.
Abrial è in Roma, e non se ne mischia più. Egli ha fatto una requisizione volontaria di cavalli e n'ebbe due mille in 24 ore solo in Napoli.
Pare che
blica, tanto pili
tutti
concorrano di buon cuore alla causa pub-
dopo che
la
veggono
affidata a loro
stessi. L' or-
goglio Nazionale raddoppia l'energia, a segno che, dovendosi rial-
zare la batteria del Molo, opera che avea bisogno di più settimane
per compiersi corso di
tutti
coi i
indefessamente.
mezzi ordinari, fu fatta in poche ore col con-
buoni cittadini d'ambi
Non sono
e poch'altri a Capua e Gaeta: tutto Il
i
sessi,
il
resto è nelle nostre mani.
progetto di costituzione è già stampato.
Per
la
che vi travagliarono
rimasti che 300 Francesi in Sant'Elmo,
È veramente
legge sui feudi, Cuoco, Saggio, cap.
XXIV.
democra-
RELAZIONI DEI PATRIOTI NAPOLETANI
326 Ora
tico.
la
Governo
il
si
occupa della
di lui discussione,
Federazione avrà luogo. Si può dire che vi
ed in breve
è la tranquillità in
tutte le Provincie, tranne in Calabria, ove l'antipapa Ruffo fa cose
degne del suo nuovo carattere
purgheranno
blica,
ma una
;
legione di volontari ca-
già organizzata in Napoli, e le altre forze della Repub-
labresi,
Magna Grecia
il
quel mostro e restituiranno alla
terra di
la
suo antico onore. Egli ha scomunicato
il
Governo
Provvisorio, e questi lo farà scomunicare dal Cardinale di Napoli;
moneta vien ricambiata
cosi la falsa
cademia dei Cavalieri
è stata
le sale Patriottiche, delle
seduta, deliberando sopra
porre
dero
i
primo esempio, coscrivendosi
fra
i
rei di Stato.
i
quali
Da
^ ;
e nella
prima
militare, e le società die-
tutti
severità,
spontaneamente. L'alta
ma
senza crudeltà né
Quattro degli assassini del Duca della Torre,
parrucchiere, sono stati fucilati.
il
codesto quadro della nostra posizione, e da quello di più
che ho incaricato Dandolo di se
già Ac-
pericoli della Patria, si risolse di pro-
Commissione militare punisce con abuso,
La
riunione di tutte
la
quali è presidente Salii
Governo l'universale coscrizione
al il
in false cedole.
assegnata per
mai
a voce, e che tu gli domanderai
dirti
scordasse di dirtelo, potrai vedere ciò che
si
conviene
ti
di fare,
ed essere in grado di agire un poco più a causa cognita.
Se non
ci
tare che
viene
il
male da coloro dai quali non dovremmo aspet-
bene, noi
il
ci
sosterremo a dispetto di qualunque altro
ostacolo. Sta in prevenzione che Faypoult, e tutta l'orda
ammini-
suoi aderenti, vengono in Francia irritati di
non aver
strativa e
li
potuto fare a Napoli tutto quel male che volevano, e che hanno fatto nell'altre parti della
Nazione ed
il
misera
Italia, e pronti
a calunniare la
Governo, tanto per vendetta che per loro giustifica-
zione, affine di rifondere sul poco
Libertà e per la Francia
tutti
i
amore
de' Popoli Italiani
mali, che
la
di
loro
per la
scellerata
condotta ha cagionato all'armata nell'insurgenza universale delle Nazioni, che, disperate per la miseria dotte per la rapacità di costoro,
i
veda
Francesco il
Salii
:
».
quale veggonsi
121-6,
dove per errore
ri-
stolte di trovar
per la sua presidenza della Società patriottica
Nardini, Mémoires^ pp.
tonio Salfo
nella
hanno creduto da
è detto:
«
si
An-
III.
MISSIONE DEL PARIBELLI
327
ma non
tardarono ad aver
armi nemiche,
sollievo nei sostenere le
occasione da ricredersi del loro errore, e molte ritornano amiche
Per disgrazia, alcuni Generali, chi per scusare
dei buoni Francesi. i
propri
torti,
per sostenere la propria opinione, chi per spi-
chi
rito di partito,
sono entrati nella cabala amministrativa e appog-
giano
calunnie;
le di lei
ma
i
più ed
i
migliori la smentiscono e
sono per noi. Ciò
serva di regola, ed opponiti
ti
atroci calunnie.
Al mio arrivo
per la nostra difesa. giusto, troppo le
Il
ti
Governo
amante della sua
totis liribus all'effetto di si
porterò di
documenti irrefragabili
i
saggio, troppo
costi è troppo
convenienze e gF interessi, per non volere abbandonare
La Ragione
accrescere quelle della stessa Francia.
dilegua avanti
lo
mando per Dandolo
la
ma
primo raggio
al
mia traduzione
scorso della Boezia sulla Schiavitù volontaria ^ Questo di cifra
trove. Il metodo, che terrai, sarà questo:
meri:
il
sotto,
come
ti
servirà
la
linea,
il
secondo
lettera nella stessa linea. Serviti di questo
portanti. Celentani
ti
saluta.
Le
le
al-
pagine con
ogni lettera avrà due nu-
p. e.: 40; e poi
primo indicherà
marcherai
di
del Di-
per scrivere a Celentani ed a me, qui in Genova o
un segno
coi
splendore della verità. Può
sorprendere per un momento nell'oscurità, luce è perduta. Ti
ben
e l'interesse
adunque da temere? La cabala
inteso son per noi: che ci resta si
l'Italia,
possono solo consolidare e
la di cui salvezza, libertà e prosperità
suoi oscuri maneggi
bene
Patria, di cui conosce troppo
la posizione
per tutte
le
della
cose im-
tue genti stavano bene alla
partenza, ed anche dall'ultime notizie che ne
ho.
Selvaggi, Adamucci, e tutti gli altri buoni amici
mia
Salutami tanto di
costi.
T'ab-
braccio con tutta la pienezza del sentimento. Addio di vero cuore P. S.
Caro Amico. Ti ho
scritto
costantemente dopo
tenza da Milano. Ti ho informato di
hanno avuto luogo larti di
1
la
e dei passi
da
me
la
^.
mia par-
avvenimenti che
tutti
gli
dati.
Non ho
potuto
par-
Napoli, perché senza la venuta di Paribelli ne sarei stato
Le Discours de
la servitude volutitaire,
ou
le
Cantre un di Etienne de
Boétie (1530-1563), fatto celebre dall'amicizia del Montaigne. 2
Qui termina
la lettera del Paribelli. Il poscritto,
tro carattere, è del Celentani.
che segue d'al-
RELAZIONI DEI PATRIOTI NAPOLETANI
328
airoscuro al pari di
te,
La mancanza
nicazioni.
essendo rimaste interrotte tutte
mi
di tue risposte
fa dubitare
comu-
le
che non
ti
siano pervenute le mie lettere, e ne vivo in angustie perché con-
tengono delle cose molto interessanti. Dal canto mio, ho
fatto
quanto ho potuto per rendermi degno della Patria e dei miei principi.
Ardo
altri
amici
intanto di voglia d'andare in Napoli per divider cogli le
pene,
i
pericoli e la gloria.
sare ben vedi che la nostra Patria bertà, cui
da lungo tempo aspira
;
si
Dandolo, come
voce delle altre cose,
le quali
ben lontano
ti
scrive Cesare,
;
e
son persuaso
al-
che,
le notizie di
Napoli.
dunque a comunicarcele fedelmente per sua consolazione.
Ti continuerò a scrivere per la posta e per tutte
ed
dirà a
ti
daranno maggior coraggio ed energia.
Scrivo all'ottimo amico Testi, che tu gli darai Ti prego
li-
tutti gli ostacoli
a quest'ora sono ancor note ad
amici in Napoli
dall'avvilirli, gli
Dal dettaglio di Ce-
ed in mezzo a
risorge più gloriosa.
cuni solamente dei nostri
—
mostra ben degna della
al presente specialmente
che abbiamo una
le altre occasioni,
cifra.
Amami
e cre-
dimi costantemente tuo vero amico. Addio. Cklestani ^
Fondo Ruggiero,
ff.
82-87.
IV L'idea dell'unità d'Italia
Sii
sarà notato quanta fiducia spiri dalla lettera pre-
cedente.
ma i
La
situazione di Napoli era, in verità, disperata;
patrioti sentivano tal gioia di essersi
i
protettori
«
francesi,
»
che
da ogni banda
coi nemici, che
al
paragone
li
tolto di
dosso
la feroce
lotta
attorniavano, era da essi
affrontata serenamente. Questo sentimento, che ci è atte-
dagli storici del
stato
tempo, riceve ora una piena con-
ferma dai carteggi che mettiamo
in luce. Agli occhi
degli esuli, che
Genova
giugno del teplici
s'accoglievano in
'99, la
e
poi
principi del
Repubblica napoletana, resistente
ricca di tanti sinceri
assalti,
ai
ai
mol-
animosi difensori,
appariva come un segno di speranza per l'Italia tutta.
A
dare un più vigoroso avviamento a queste speranze
sopravvenne (18
il
giugno):
la
rivolgimento
in
Francia del 30 pratile
caduta dell'antico Direttorio,
mento del nuovo con prevalenza di elementi giacobini, le minacce di mettere sotto processo villière e
loro
il
il
Merlin, e gli agenti e commissari che
La Recon
le
rapine avevano eccitato contro la Francia l'odio dei
popoli già a
lei
devoti, la
liberazione dello Championnet
dalla prigione e dal processo, e, poco dipoi, la lui a
l'insedia-
radicali e
generale dell'armata delle Alpi.
nomina
di
RELAZIONI DEI PATRIOTI NAPOLETANI
330
Quei rifugiati ed
Genova
di
esuli
unanimi nella persuasione che
e di Francia
la fortuna del
furono
sistema re-
pubblicano non potesse restaurarsi in Italia se non sulla base dell'indipendenza e
vano
cosi concrete,
mento
unità
dell' «
»
italiana. Diventa-
assumevano carattere
e
collettivo, quelle idee di
qua
timi anni erano apparse
unità
«
»,
di convinci-
che negli
E
sporadicamente ^
e là
ul-
furono
compilati, e sottoscritti "largamente, indirizzi e petizioni ai
nuovi legislatori francesi per esporre questo voto dei paNapoli era stata già occupata
trioti italiani.
ma
13 giugno;
il
non si era avuta ancora notizia, e i castelli, a ogni modo, ancora resistevano. Jj' Indirizzo, che possiamo dire primo per data tra quelli nel senso suindidi
fatto
tal
cato, fu scritto dal nostro Cesare Paribelli. 11 i
Botta, che gli era amico e che doveva ben conoscere
casi di lui, ci
ha conservato una notizia importante, che
modo
spiegherebbe anche in qual
parte dell'aprile e del maggio '99;
sua lettera effetto
al
degli
francesi,
Ciaia.
arbitri,
suscitò
si
È
Tra
i
che non appare dalla
arroganze e delle oppressioni
delle
principi
ai
di
quell'anno
italiana, del quale
Lahoz, Pino e Teuillet, e un
generali
mona. Per ottenere
1
il
primi
libertà
la
cìie le espresse
fu
del 1794 ed autore nel 1796 del libro
pubblica in Italia.
impiegasse
Paribelli
risaputo che nella Cisalpina, per
mento per l'indipendenza i
il
il :
e
un movi-
furono capi
Birago
l'indipendenza,
il
Cre-
costoro
napoletano Matteo Galdi, esule Sulla necessità di stabilire una Re-
— Si vedano per la storia dell'idea unitaria:
CHETTi, Storia d'Italia dopo
di
A. Fran-
1789, pp. 397-408; D'Ancona, Unità
e
Fe-
derazione, studi retrospettivi, 1792-1814, in Varietà storiche e letterarie, II,
pp. 299-347; Franchetti, Dell'unità italiana nel 1799, in
1890; C. Tivaroni, L^ Italia durante
logia, 1 aprile
Torino, 1889,
II,
àoXVArch.
Nuova Anto-
dominio francese,
450-466; Franchetti, Storia moderna d'Italia (in corso
di stampa), pp. 39-41 estr.
il
;
[S.
Pivano,
stor. italiano,
Il concetto dell'unità italiana nel
1911].
1796,
l'idea dell'unità D'ITALIA
IV.
avrebbero anche appoggiato
per sua parte,
(e cosi infatti fece poi,
narono a
gli
memori
quali,
avevano
la cui
sede prin-
«
dei
Botta) era contrastato
il
amatori della libertà e dell'indipendenza, dei servigi fatti loro dai francesi che gli
alcuni
liberati,
anche da peggio,
altri
francesi
quella società era detta
Questo tentativo (scrive
da coloro tra i
i
donde spargendosi per ogni parte
d'Italia a guisa di raggi, ». «
contro
Lahoz)^: e ordi-
il
scopo una società segreta,
tale
cipale era in Bologna,
Raggi
gli austriaci
331
carcere,
dal
altri
dall'esilio
ed
che senza l'aiuto di
persuasi
e
Francia era impossibile resistere ad un tempo stesso alla parte che
in Italia desiderava
l'antico
stato
ed all'armi
austriache, mal volentieri sopportavano che per acquistare
un'indipendenza dubbia
ma
dine,
non solamente
volesse
si
dai francesi medesimi, verso
i
anche voltar l'armi contro
renze dei tempi insisteva Cesare
il
di loro,
Fra questi
volessero.
Paribelli,
il
scostarsi
quali professavano gratitu-
ove
le
occor-
ultimi, più di tutti,
quale era stato mandato da
Milano in Romagna ed a Napoli
-
per consultare
su di
queste faccende coi novatori del paese. Pure, essendosi col
tempo viepiù scoperto che
il
Direttorio di Francia aveva
l'animo troppo contrario alla libertà e d'Italia, questi
venuti a voler
Queste cose
ma
si
l'
indipendenza contro e a dispetto di
tramavano,
vennero poco dopo
cesi,
per
all'indipendenza
medesimi, e Paribelli principalmente, erano
le quali,
i
e già
i
tutti.
semi se ne spargevano;
tempi grossi e
le rotte dei fran-
soprabbondando un'estrema forza
di genti
settentrionali, tutti questi sentimenti diventarono vani
i
Cfr.
Botta,
2
Qui
il
dal 1789 al 1814, il
1.
XVIII,
;
pp. 632-6.
Paribelli mosse
può darsi che, prima di Recarsi a Genova, Romagna e nella Lombardia. 3 Botta, op. cit., 1. XIV, pp. 465-6.
Napoli in
ma
Sto}^ia d'Italia
Botta sembra confondere, giacché
si
» ^.
da
spingesse
RELAZIONI DEI PATRIOTI NAPOLETANI
332
Per
tali
vicende sarebbe passato, secondo
Botta,
il
il
disegno dell'Indipendenza e Unità italiana nella niente di Cesare Paribelli,
quando, dopo
18 giugno 1799, prese
il
forma nel seguente:
Indirizzo dei Patbiotti Italiani AI
,
DlRETTOEI E LeGISLATOEI FRANCESI
Cittadini Legislatori e Direttori,
Voi avete finalmente aperti
gli occhi sul precipizio,
ciava d'ingoiare la Libertà. Voi avete riprovato tevole di concussione e di
tirannide, che
avea troppo
gravitato
lungamente sopra alcune contrade sventurate,
che minac-
sistema spaven-
il
all'am-
sacrificate,
bizione, all'avidità, alla perfidia di certi uomini inetti o scellerati,
che usurpavano con impudenza
il
nome
Repub-
e l'autorità della
blica francese.
È
permesso una volta
sentire
di farsi
voce della verità.
alla
Ci è lecito finalmente di mettervi sotto gli occhi di tutti
che compromettevano in Italia. No, noi
non imputiamo né a
del
né
voi,
sgrazie; noi ne
accusavamo soltanto
avevano intorno
i
misfatti
francese
alla nazione
gene-
nostre
le
intrighi,
soliti
i
nome
che riempi tutto l'orbe delle sue prodezze,
rosa,
sato
la gloria e la sicurezza
che potevate e volevate reprimere
di voi,
di-
che addengli
abusi, le tenebre dell'errore.
La corrispondenza non della Francia
sarà ormai più interrotta.
non saranno ormai più chiuse
rifugiati e proscritti pel solo delitto
ai
amato
d'aver
che nella loro disperazione, nel mentre che
Le
frontiere
Patriotti
la lor
i
Italiani
Francesi,
e
patria era in-
vasa dai barbari, s'erano veduti oppressi e disarmati da
tanti sup-
posti agenti della Repubblica Francese. Si,
Legislatori e Direttori,
si,
che portavano
il
nome d'amba-
sciadori Francesi coloro che, invece d'accogliere le nostre suppli-
che per essere associati
colmavano Iloti
ai
di persecuzioni
a Sparta o schiavi in
portar l'armi per la patria.
vostri vessilli, e d'ignominia,
Roma,
respingevano e
ci
e
ci
cui niegato
trattavano
ci
quasi
veniva l'onore di
l'idea dell'unità d' ITALIA
IV.
Troppo numerosi sono
i
fatti,
che presentar vi
333 devono
si
rela-
tivamente alla condotta amministrativa, militare e politica degli
una semplice me-
agenti Francesi, per poter essere contenuti in
moria, che
Repubblicani Italiani non possono più a lungo
i
ri-
tardare di farvi pervenire.
Noi dimandiamo
ai
Rappresentanti e
popolo Francese, che in
nome
ai
supremi Magistrati del
di questo popolo
magnanimo,
e al
cospetto dell'Europa, per eterna vergogna dell'insolente casa d'Au-
che crede d'aver già disonorata
stria,
Francia,
1'
i'
Legislatori e Direttori,
il
concepire l'atroce idea di patteggiare
che
da
la
in pezzi la
tanti secoli
nemica giurata
tra
colla
mai
voi potrebbe
di
casa d'Au-
cavillosa
e naturale
della
Repubblica francese deve per sistema isolare
smembrare
meno
vostro interesse lo esige, non
del nostro. Chi potrà impedirvelo? Chi
stria,
messa
Italia e
Indipendenza Italica sia proclamata.
Francia, e
dall'Italia, e
o distruggere? Chi vi sarà fra di voi che possa dubi-
tare de' successi che otterrà la Libertà, restituita nel suo primiero
ascendente e a quei generosi slanci, che sono
stati
cagione di
tanti prodigi?
Pensate che
i
piccoli stati Italiani, ducati e regni, sono già di-
sorganizzati, e che se
non
come
non
vi è più verun'altra alternativa per
dominazione Austriaca o
di vederli inghiottiti dalla
in
un
fascio per x^resentare
una nuova Repubblica
loro,^
riuniti all'uni-
verso. Potrete voi ancora esitare?
Proclamate dunque legioni che
uniranno
si
la
Repubblica
alle vostre, e
Italica, e voi
non sarà
gue francese che verserassi per difesa
avrete
allora solo
delle
il
san-
dell'Italia e della Francia.
Porzia diceva a Bruto ch'ella non era soltanto qual concubina la
compagna
del suo letto,
ma
che dovea essere associata
alle
sue
imprese, e partecipare della sua buona e cattiva fortuna. Cosi noi altri Italiani
non vogliamo essere semplici ed
delle battaglie
dei vostri guerrieri
;
ma
spettatori
inutili
vogliamo essere a parte
dei loro perigli, dei loro avvantaggi e della lor gloria.
In questo momento, nel quale
né Repubblica;
la Cisalpina,
il
Piemonte non
è
né Monarchia
troppo lungamente governata da certi
proconsoli tiranni e briganti, che le davano a
un tempo
leggi e signori ben lungi dalla sua scelta; la Toscana,
la
stesso a di
cui
RELAZIONI DEI PATRIOTI NAPOLETANI
334
pretesa rivoluzione non è stata che
un semplice
della
passag-g-io
potenza suprema dalle mani del suo Granduca a quella d'alcuni
Commissari ed agenti Francesi; mana, ove
i
nomi
deplorabile Repubblica
la
Ro-
non sono
di Tribuni
di Consoli, di Senatori e
che una feroce e barbara ironia; la Repubblica Napoletana, che sola offre
una democrazia nascente,
ma
sorgenze che la circondano, e che,
soffocata in culla dall'in-
dagli
create
eccessi e
dagli
assassini di taluni agenti Francesi, sono state nutrite e mantenute
—
a suo profitto dalle cure della Corte di Sicilia;
che non presentano
le parti d'Italia,
Patria, né
un regolamento
runa forma
insomma
né libertà né
né alcun punto centrale, né ve-
implorano ad alta voce dal Popolo e dal
di g-overno.
Governo Francese un
stabile,
tutte
ai loro abitanti
che solo può contenere la
atto sollenne, e
loro salvezza, che riattacchi e riunisca gli avanzi dispersi di que-
gran Tutto,
sto
e
renda all'anima Italiana l'energia,
di
sono
cui
ormai prive, proponendo loro una molla potente ed un segno determinato, cioè la Repubblica Italica.
Allora tutti gl'Italiani a gara prenderanno le armi, e sapranno
almeno per quale cagione mentare
la loro vita.
e per
tosto organizzata sotto
il
i
stro
Italica per
ro-
barbari del Nord.
voi, Francesi, voi sarete giustificati agli occhi
della posterità di tanti orrori si
ci-
e guerriera verrà
gran vessillo dell'unione
vesciare, disg-regare o cacciare
E
quale avvantaggi avranno a
Una Repubblica ambulante
dell'Europa e
lungamente commessi
nome, sebbene senza vostra saputa,
in
sotto
il
vo-
quelle contrade, alle
quali voi avevate promessa la libertà.
Voi proclamerete
al cospetto di tutta Italia delle leg-g-i e de' re-
golamenti severissimi per prevenire
che hanno desolata ricevute sotto
i
vostri auspici
finire gl'attributi o
i
tranno ancora da voi guisa,
la
la nostra Patria, e
rinnovazione
essere
venendo distrutta
la
non tarderanno a calmarsi;
a'
delitti
una garanzia,
o per limitare e de-
poteri degli agenti militari e politici, che poinviati
nei
paesi
stranieri.
In
tal
prima sorgente delle insurrezioni, esse e gl'insurgenti
ricoverare sotto gli stendardi repubblicani,
più
dei
per offrire alle Repubbliche
stessi e
si
verranno a
non riguarderanno
Russi e agli Austriaci, che quali nemici delle loro proprietà
e della loro libertà.
l'idea dell'unità
IV,
Noi vi proclameremo nostri
liberatori, e troverete in noi degli
Noi saremo
alleati e degli amici fedeli e pronti a tutto.
coraggio e amor Patriottico. Noi imiteremo
stri in
€sempì; e
la prospettiva della nostra
diventerà contagiosa per gli
felicità
partecipare de' nostri
Noi non
ci
un
i
rivali vo-
vostri sublimi
indipendenza e della nostra altri
che vorranno
popoli,
felici destini.
brigheremo più
imputazioni, con cui
335
d' ITALIA
ci
rispondere a quelle calunniose
di
denigrano
nostri
i
comuni nemici per avere
pretesto di mantenerci in quello stato di oppressione e di spo-
quale riposavano
glio, sul
le
speranze dei Re.
Legislatori e Direttori, osate alfine di soddisfare
il
voto uni-
versale dell'Italia, e di proclamare la sua indipendenza e la sua riunione,
di cui centro esiste già nella santa
il
del Vesuvio, nello
spirito
repubblicano
dei
energia dei
figli
montagnari Liguri,
nello sdegno invano ritenuto dei figli dell' infelice Vinegia, e nella
disperazione di tutti
rifugiati Piemontesi,
i
Romani
non resta più ormai verun'altra alternativa, che o via d'una morte volontaria un asilo nella tomba, bel nuovo, per
mezzo d'una volontà ferma
e Toscani, cui
di
cercare per
o di crearsi
e determinata,
il
di
felice
avvenire, ch'era stato promesso alla loro Patria. Legislatori e Direttori del popolo francese, parlate, e la blica Italica esisterà.
Un'assemblea Nazionale
e
visorio, riunito in Firenze nel centro dell'Italia, tutti gl'abitanti di
queste belle contrade
;
Repubun Governo provsaranno invito a
un'armata ausiliaria sarà
formata, lo stendardo Italico sventolerà nell'aria accanto al vessillo tricolorato, e gl'intrighi stranieri
volta; e
il
saranno sventati ancor questa
secolo decimonono vedrà folgorare questi due astri vitto-
riosi e protettori,
che annunzieranno all'Austria e
al gabinetto Brit-
tanico la vicina distruzione, o ai discendenti dei germani e agli abitanti delle tre isole,
Un
Italiani,
hanno
ormai troppo serve,
gran numero di
Patriotti,
i
la
prossima loro
libertà.
più pronunziati di diversi Stati
non temendo dichiararsi l'organo della Nazione
intera,
riunito le loro firme al piede di codeste memorie, affine di
ottenere dai
Repubblica
Legislatori e Direttori
Italica
indipendente,
una,
del Pox)olo indivisibile,
Francese, che la e
alleata
della
Repubblica Francese, venga prontamente e solennemente proclamata.
RELAZIONI DEI PATRIOTI NAPOLETANI
336
Questo indirizzo fu firmato dalla maggior parte dei patrioti italiani,
Circa
che
trovavano in Genova ^
si
tempo,
lo stesso
10 messidoro (28 giugno) Nic-
il
abbiamo visto compagno in Genova del Paribelli, scriveva una lettera al Sieyès, che faceva parte del nuovo Direttorio e al quale il Celentani era legato d'amicizia, esponendo sensi simili a quelli del Paribelli. La lettera doveva essere consegnata al Sieyès dal cola Celentani, che
Ciaia^. Vi
dipingeva un quadro molto vivace delle ru-
si
berie dei francesi in Italia; e della Repubblica Napoletana
(che
Celentani credeva sempre in piedi)
il
fatto
è,
d'Italia
diceva:
si
Napoletana è forse
che la Repubblica
dove c'è maggiore
la
«
Il
parte
nazionale ed energia
spirito
repubblicana; e questa
osservazione è avvalorata da ciò
eh' è accaduto a Napoli
dopo
La partenza
partenza dei francesi....
la
dell'esercito francese
ha dato luogo all'energia
napoletana di manifestarsi intera.
abbandonati
ai
Il
popolo e
il
governo,
loro mezzi soltanto e che s'erano egual-
mente compromessi per
la
causa
della
libertà,
non han
voluto esporsi ad essere preda o degl'inglesi o della corte
Palermo, che sarebbe tornata trionfante; e vi è stata
di
un'imponente riunione rando o illudendosi: si
sono già battute
1
Fondo
Paribelli,
quest'ultima des revers des
si
£f.
di
forze e di volontà, per prepa-
Repubblica
rarsi a rassodare la
«
E
».
soggiungeva, esage-
Le colonne spedite
nelle provincie
con successo, e ventimila uomini di
12-13.
Un' altra copia in francese,
legge nell'intitolazione:
Armées Frangaises en
Italie
«
Adresse
etc.
ff.
44-47.
presentée
au
In
tenis
après la journée du mois de
Juin 1799, la dentière arrivée en faveur des princìpes républicains. Vauteur
Va
redigée
à Génes,
et
Va faite signer de la plus part des patriotes Va presentée personnellement à Paris » Per
Italiens qui s'y trouvaient, et
isfortuna, né in
.
questa né nella copia italiana, sono trascritte
firme. 2
È
in Saint-Albin, op.
cit.,
docum., pp. 357-362.
le
l'idea dell'unità D'ITALIA
IV.
337
guardia nazionale, levati prestamente in Napoli, come altre leve per effetto di una coscrizione militare, hanno mostrato
può l'ardore della
ciò che
libertà. Io
che, tra breve, la Repubblica
gliato
non
meravi-
sarei
Napoletana potesse
fornire delle forze ausiliarie alla Repubblica Francese per
combattere
rendere anche più nazionale
austriaci, e
gli
l'odio contro
despotismo
il
».
Le stesse illusioni nutriva Francescantonio Ciaia a Parigi. Tra le sue carte è un ragionamento sulla situazione dei partiti politici in Francia in relazione con la Repubblica Napoletana, nel quale
dimostra che Napoli repub-
si
blicana era nemica naturale della fazione realista e dell'or-
non aveva
leanista, e
aveva protetto
il
interessi
con quella termidoriana, che
Faypoult e imprigionato
Championnet;
lo
e che tutto spingeva all'intesa e alleanza della parte re-
pubblicana del nuovo governo con Napoli, contro
comuni
i
nemici ^
Fondo Ruggiero^
1
fif.
137-157.
Giova
riferirne integralmente le ul-
time pagine: Tout Van 6
«
se
et
tout l'an 7 se
passa
clone
de manière que
le
Direcfoire
trouva entre deux sortes d'opposiiions contraires:
Les
«
que
le
.
restes
Les républicains,
«
dans
trer
le
Corps
quand
il
meure
isole et
le vii
emigrés,
les
qii'il destituait,
prétres refractaires
legislatif.
dénué de
Il se erogali le
pasqu'un gouvernement
ses
y
aux anciens consentali.
limites, la chute des
Tout à coup,
de 1788, la royauté d^ Espagne
d'Orléans, d'un autre coté
approche:
les
du
s'écroule
car alors
il
de-
les
les restes
se réveillent
d'un
le
trahissaient: elles
nouvelles républiques;
de Clichy ou
les
roya-
coté contre la royauté
républicains se réunissent, l'ennemi
républicains s'emparent de la revolution,
lière sont précipités
lui,
apuis.
appuyé des puissances etrangères qui
retour
Directoire
fusillait.
qu'il décimait, qu'il empechait d'en-
y a deux partis d'opposition contraires contre
exigeaient
listes
lea
Cet ignorant gouvernement ne savait
«
«
de Clichy d'un coté avec
gouvernement thermidorien enclouait, déportait, mitrallaif,
et
et le
Merlin
et
danger Bevil-
trone dictatorial.
«2
338
RELAZIONI DEI PATRIOTI NAPOLETANI 25 giugno egli scriveva in cifra al fratello a Napoli
Il
Gli
prendono buona piega:
affari
uopo
è
profittare
:
mo-
del
mento. Spedite subito una persona colle credenziali per far rico-
Quelles sont les suites de cettes journéef Elies seront nécessairenient le»
«
oscillations
d'un mouvement imprimé contre
parti d^ Orléans
le
partis contraires; la république toujours en minorité
au républicaim pour
de 1788, unis
cette fois
léanistes, sera
triomphante
par deux
détestée des royalistes
la première fois contre les Or-
ne commet pas
si elle
et
les
fautes que Merlin
d'une
pari avec Talleyrand, en place ou hors de place, lui feront commettre, ainsi que Clichy.
Quant au pauvre Clichy, qui
«
pour son et
pauvre Clichy
proftt, le
uni au républicains contre d'Or-
s'était
léans 2icirce qu'il espérait tout des Russes
qu'il croyait que la journée serait
et
moment-ci avec Merlin
fait la jjaix en ce
son parti.
Et alora
«
le
Gouvernement actuel va
se
trouver assailli
par
la doublé
opposition royale:
de Clichy royaliste de 1188 unie à
«
1.
«
2. d'Orléans, qui est son
«
Et comme mon ouvrage
ennemie jurèe.
et la
nature démontrent que deux oppositions
contraires détruisent un gouvernem£nt:
Le gouvernement républicain peut dans
*
simultanee opposition, alors surtout que
cette
liberté
par
s'empareront de la
de la Presse.
«
Resultai
«
De
«
1.
—
Naples
et
la République.
tout ceci il résulte:
Que
la
avec Clichy :
il
«
quelqiie tems d' ici deperir
les royalistes
République Napolitaine n'a aucune sorte d'éléments miscibles
Vennemi des réjmbliques,
est
2. Il résulte
il était
l'ennemi de Bonaparte.
que Naples république n'a aucune miscibilité avec Ther-
midor, qui n'en a voulu qu'à son or, parce que Thermidor, voulant une royauté orléaniste, ne peut vouloir fonder en Italie des républiques. «
3. Il
résulte
République; car *
que Naples
elle
seule peut
4. Il résulte que
espagnole; mais
c'est
peut avoir des
Jie
intéréts
réeb qu'avec la
vouloir créer des gouvernementa analogues.
Naples peut avoir des
intéréts avec la faction
entre Naples royaliste et la
France
Barra»
royaliste et espa-
gnolisée. «
Il résulte, enfin,
que dans
Championnet républicain, livré
par
le
nouveau Directoire;
concours des brigands de Faypoult
le
celui ci
a du
et
étre enchainé
par Thermidor
viceversa pour Faypoult
».
et et
de de-
l'idea dell'unità D'ITALIA
IV.
noscere la nostra Repubblica
se è opportuno,
e,
339 conchiudere un
trattato di alleanza.
Date
tutte le vostre cure
molto danaro
si
:
tutta la nazione sia
qui non vi è bisogno di
forza:
alla
spenda dunque
alla forza
armata per fare che
ad un cenno su Tarmi. Organizzate dei club
nei cantoni tutti dei dipartimenti.
Badate
ai
maneggi
della
Non
procurarsi un partito.
Spagna
nella nostra
Repubblica per
permettete mai alcuno sbarco delle sue
truppe.
Spero tra breve spedirvi un corriere con consolanti nuove.
Questa
è la
me
quinta lettera da
scrittavi in cifra. Parigi sette
messidoro ^
Mentre
egli cosi scriveva,
Castelnuovo, era di quelli
il
fratello Ignazio, chiuso in
che sconsigliavano
la
sortita
violenta e l'abbandono dei vecchi, delle donne e dei fanciulli:
ad abbellire (scrive
« solito
e placida
fantasia
tutte le
quell'estrema sventura
» *,
umane e
si
il
Botta) colla innocente
cose, abbelliva ancora
consegnava
ai carnefici di
portatore
deW Indirizzo
re Ferdinando.
Poco
dipoi,
Cesare
Paribelli,
munito delle firme dei
patrioti, partiva
da Genova
alla
volta di Parigi per presentarlo di persona al Consiglio dei
Cinquecento. Egli passò per Grenoble, dove rivide pionnet, nominato
l'armata
A
delle Alpi.
questo,
protettore provato degl'italiani, del disegno della
«
lo
Cham-
17 messidoro (5 luglio) generale del-
il
come ad il
antico
Paribelli
Repubblica Italica
»,
amico e
tenne parola
e della necessità
di dare agli italiani, per ottenere l'attaccamento di essi alla
Francia, una
«
garenzia
coraggiò, gli procurò quali,
il
«
».
Lo Champion net approvò,
potenti appoggi
Paribelli prosegui per Parigi.
1
Fondo Ruggiero,
2
Botta, Storia,
3
Fondo
1.
Paribelli,
fP.
106-7.
XVIII, ff.
p. 620.
29, 30, 32.
» ^:
in-
confortato dai
RELAZIONI DEI PATRIOTI NAPOLETANI
340
In questa città
trovava di certo nell'agosto, quando
si
Carlo Botta (in data del 26 di quel mese) scriveva al Fantoni a Grenoble:
Ho
«
visto ieri Paribelli e Ciaia.
Oh Dio!
che atroci scene in quella sgraziata Napoli! Ci han nostri più cari,
i
occupano
la
i
più virtuosi amici; ed
mondo
più bella parte del
l'Indipendenza italiana era
»
russi
^
Il
ed
i
tolti
turchi
disegno del-
comune
pensiero
il
i
degli esuli
raccolti in Francia. Nel luglio del '99 veniva sottoscritta,
da ventotto
di
una
essi,
Petizione
indirizzata
da Italiani
rifugiati in Francia al Consiglio dei Cinquecento^. Erano, tra
firmatari, Carlo
ì
Mascheroni,
il
Botta, Giulio Robert,
Labus;
e
rifugiato. Fedele Grécy.
due
due napoletani,
Sguardo
sulle cause che
in Italia
e
sul
modo
dei Cinquecento
il
altri
Il Grido
altro
d'Italia, e l'altro:
hanno depresso
14 termidoro
^.
Ciaia, e
lo
spirito pubblico
di rialzarlo, fu presentata al Consiglio (1
una commissione per esaminarli, ne parlò
il
Questa petizione, insieme con
agosto) dall'ardente de-
nominò che vuol dire che non
putato giacobino Briot (del Doubs), e
se
Lancetti,
altro
intitolati, l'uno:
scritti
il
un
il
Il
Consiglio
Grécy, per sua parte, scrisse
una
fruttidoro (24 agosto)
il
il
il
7
lettera al ministro della guerra
general Bernadotte, chiedendo con appassionata eloquenza «
garenzia, garenzia, garenzia
pubblica
italica,
visibile »
«
»
per gl'Italiani, e la Re-
una, indipendente, democratica e indi-
*.
Sostegno e alimento delle speranze degli italiani erano i
due generali posti a capo degli
1
Lettere inedite,
belli e Gioia »;
ma
164-66. L'edit. stampa: « Parisembra evidente che debba leggersi «e Ciaia »,
ed. Pavesio, pp. ci
che era l'inseparabile compagno 2
È
eserciti francesi in Italia,
dell'altro.
stampata in C. Dionisotti, Vita di Carlo
pp. 509-5] 2. 3
Dionisotti, op.
4
Saint- Albin, op.
cit.,
pp. 507-8.
cit.,
docum., pp. 362-370.
Botta, Torino, 1867,
l'idea dell'unità
IV.
lo
Joubert e
d'Italia
(dice
fuit),
fra
i
repubblicani
autorevole
per
questi
che, cacciati dalla patria,
Francia, molto
cercato riparo in
avev^ano
Quelli
«
testimone
Botta,
il
quorum pars magna
fatti,
con
Championnet.
lo
341
D' ITALIA
insistevano, e
parole e con gli scritti e con le opere, nel proposito
le
della Indipendenza e dell'Unità italiana, persuadendosi che
con questo nome in fronte avessero con loro, a far correre
tiva
secondava questi
ma
altresì,
solo
con l'animo,
il
i
con volontà sincera. Li secondava
sforzi
Direttorio, desideroso di riacquistare
lo
Championnet
viva corrispondenza. dei vostri
fratelli
«
il
do-
che questo generoso ed alto
mezzo potente dell'esecuzione
proposito fosse per essere
Con
Francesi, e chi sen-
con qualche dimostrazione esteriore e non
d'Italia, e confidando
minio
i
popoli in loro favore. Joubert
Generale
^
una
Paribelli tenne in quei mesi
il
•»
scriveva), le speranze
(gli
dei napoletani che vi
italiani, e specie
appartengono anche più strettamente, sono riposte in
voi,
vostro valoroso fratello d'armi, Joubert. Essi tutto
e nel
aspettano dal coraggio, dalla bravura, dalla lealtà, dalla
prudenza e dalle buone intenzioni e tanto degni della loro fiducia.
di
due uomini
ranze cosi belle fossero rese vane?
».
E, quando,
dopo, lo Joubert fu ucciso a Novi (15 agosto
esortava
ribelli
propria persona
il
;
superstite
che
coglievano tutte in
lui.
«
falange o di un battaglione sacro
certi
paese
di ;
i
vostri amici;
prodigare
il
ormai
Pa-
si
;
le
la
raci
virtù, d'una
chiamate intorno a voi
assicurateli ch'essi
stiano pur
loro sangue per la libertà
del loro
cercate di procurarne loro qualche garenzia solenne,
che possa indurli a dimenticare
1
il
Generale, circondatevi, come
grandi capitani dell'antichità, di cui imitate
gl'italiani,
'99),
poco
Championnet a risparmiare
speranze italiane
le
celebri,
Sarebbe possibile che spe-
Botta, Storia,
\.
XVIII,
p.
sciagurato
lo
592; cfr.
1.
XVI,
trattato di
pp. 559-61.
RELAZIONI DEI PATRIOTI NAPOLETANI
342
Campoformio
vergognosa consegna
e la
da loro ogni timore
stria, e distorni
conda volta vittime plomatica
di
di
Venezia all'Au-
una
se-
qualche perfida combinazione
di-
di diventare
ed essi voleranno da ogni parte a servirvi di
;
baluardo, e ad affrontare ogni sorta di pericoli per difen-
dere l'Eroe, ch'essi
considerano come loro liberatore e
padre. Voi conoscete, Generale,
il
voto nazionale degl'Ita-
per l'Unità delle loro Repubbliche
liani
;
e voi
non potete
ignorare in che cosa consisterebbe la garenzia, di cui vi parlo: voi ne avete trovata vole ed utile, forze,
e l'avete
ma come
come uomo
la
richiesta giusta,
appoggiata
con
tutte
ragionele
vostre
semplice privato. Degnatevi di farlo ora
pubblico, e di dimostrarne al vostro governo
la necessità per
aumentare
vostre forze e materiali
e
morali, e
sicuro che, ottenendola, raddoppierete
il
siate
vostro esercito
Ma
il
»
le
\
Direttorio, a tutte le
insistenze del Paribelli
e
degli altri italiani, e dei loro protettori, per la proclama-
zione dell'indipendenza ed unità italiane, rispondeva col
rimandare ogni trattativa ture vittorie
»
-.
i
Fondo
Paribelli,
2
Ivi,
28.
f.
flf.
28-9.
di quella
sorta
«
a dopo
le fu-
Il Paribelli e il Ciaia in soccorso dei patrioti
wuei lora, e
i
napoletani
grandiosi disegni politici furono interrotti per al-
loro autori distratti ad altro,
voglia del Direttorio,
ma
non
solo dalla
mala
da più dolorose necessità soprag-
giunte, cui bisognava provvedere senza indugio. Alla notizia della
caduta della Repubblica napoletana e degli eccidi
che l'avevano accompagnata, erano seguite
e devastazioni
quelle della violata capitolazione e degl'iniqui processi, e delle
condanne
ribelli e si
il
andavano eseguendo. Il Padel governo della Repubblica,
di morte, che si
Ciaia, già inviati
trovarono naturalmente, in Parigi, alla testa del movi-
mento
di proteste e di ricorsi presso
Al quale
rivolsero
si
subito
il
governo
perché, in
di Francia.
nome
del diritto
delle genti, spiegasse un'azione diplomatica verso
Napoli, a
garanzia
della
capitolazione. Ma,
poiché
giorno di ritardo portava seco nuove vittime, scrisse
anche
allo
il
il
Championnet come a generale
re di
ogni
Paribelli in
capo
dell'armata d'Italia. «
Tutti
i
vostri amici napoletani (gli diceva
vi supplicano per
mezzo mio a non tardare un
il
Paribelli)
solo istante
a far intimare per via di parlamentari ai generali nemici di costringere
il
re di
Sicilia a cessar
d'infrangere, e ad
osservare in quel eh' è ancora possibile, gli impegni cosi
RELAZIONI DEI PATRIOTI NAPOLETANI
344
solenni e sacri d'un trattato, ch'egli viola con tanta impu-
denza
E
».
illustrava allo
Championnet
completa
la
re da chi aveva
i
vali-
nome
dità della capitolazione: 1.° perché sottoscrìtta in
del
suoi pieni poteri; 2.° perché già messa
in esecuzione dai patrioti nella parte ch'era loro di detri-
mento;
perché l'eccezione, che quelli erano
3.°
reggeva, sia per la considerazione che
donato
i
propri Stati e lasciato che vi
si
ribelli,
stabilisse un'altra
potenza, sia per la ragione che coi ribelli non e
non
aveva abban-
re
il
si
negozia,
re aveva negoziato; 4.° perché gli articoli della capi-
il
tolazione di Sant'Elmo, circa la consegna dei sudditi regi,
non potevano avere alcuna efficacia sulla capitolazione anteriore ^ Poco dopo, il Paribelli gli scriveva di nuovo: « Dopo suppliche le mille volte ripetute, siamo finalmente riusciti ad ottenere dal Direttorio un ordine, che voi avete
—
forse già ricevuto o che vi giungerà immantinente,
il
quale
vi autorizza a spedire al re di Napoli, e ai capi delle ar-
mate
alleate,
della
capitolazione
mandava
di
dei
parlamentari, per
conclusa
coi
l'esecuzione
esigere
patrioti
E
».
comprendere nella intimazione
gli
la
racco-
salvezza
della vita e delle proprietà cosi di coloro ch'erano restati in patria,
come
degli espatriati; e di badar bene alla scelta
dei parlamentari
Le
2.
stesse suppliche
il
Paribelli e
il
mandavano
Ciaia
al
generale Bonaparte, che nell'ottobre 1799 era dall'Egitto tornato in Francia. Riassunta la storia della Repubblica
napoletana, e lasciando d'indagare
il
destino che la Re-
pubblica francese riserbava alla loro patria:
«
giamo a domandare
Direttorio
(essi
cutivo voglia salvare
i
dicevano) che
resti
dei
il
patrioti
noi ci restrinese-
napoletani, che
ancora esistono, esigendo con intimazioni precise e solenni
1
Lettere allo Championnet, senza data {Fondo Paribelli,
2
Ivi,
f.
33.
ff.
81-2).
PARIBELLI E CIAIA IN SOCCORSO DEI PATRIOTI
V.
due capitolazioni
la Stretta esecuzione delle
»
^
Il
ebbe allora anche un'udienza dal Bonaparte, che con molta benevolenza, e
gli parlò
345
Paribelli lo accolse
con simpatia del fratello
di lui, Giovanni, che gli era stato cooperatore negli affari
prima campagna d'Italia-.
della Cisalpina durante la
Accaduto
rivolgimento del 18 brumaio,
il
Paribelli
il
presentò subito
al
Consolato provvisorio una nota, nel senso
sopraindicato
E
scrisse al
^.
nome
generale Berthier, a
durlo a proteggere presso lettera in data
Alla sua
vembre
1799)
vembre)
:
il
il
nuovo ministro
Primo Console la causa loro *. 23 brumaio a. Vili (15 no-
del
Berthier rispose cosi
Paris,
della Guerra,
dei patrioti napoletani, per in-
il
3 frimaio (24 no-
3 frimai re an 8 de la Eép. Fran9aise, etc.
le
Le
ministre de la guerre
AD CITO YEN PaRIBELLI, EX-MEMBRE DU GoUV. PrOV. NaPOLITAIN J'ai refu, Citoj^en, la lettre
nom
mois dernier au
tes sur la violation
que vous m'avez adressée
des Napolitains réfugiés à Paris
de
la
:
le
23 du
vos plain-
Capitulation concine pour la reddition
des forts Neuf et du Chàteau de l'Oeuf ne pourroient qu'étre accueillies
par
le
Gouvernement Fran9ois
raison de croire qu'
il
;
et
vous avez parfaitement
ne negligerà pas de réclamer
la stride exé-
cution d'un traité, qui devoit étre sacre de part et d'autre. J'écrirai en
conséqueuce au Ministre des Relations extérieures
pour l'engager à
le moyens qui seront en son pouGouvernement Napolitain actuel ce que d'exiger en vertu de cette Capitulation. Dans le
viser
de tous
voir pour rappeller au
nous avons droit
cas ou les représentations que nous ferons à cet égard seroient
infructuenses, je proposerai alors aux Consuls
i
Fondo
2
Ivi,
Paribelli,
ff.'
40-1.
3 Ivi,
ff.
57-8.
Ivi,
ff.
49-50.
4
f.
47.
d'adopter des me-
RELAZIONI DEI PATRIOTI NAPOLETANI
346
sures propres à faire respecter par nos ennemis les engag-ements qu'ils prennent avec nous, ou
au moins
telles qu'elles le feroient
repentir de les avoir violés.
Saint et fraternité. Bbrthieu. P. S, J'ai écrit aussi
Paribelli
Il
promessa fosse mantenuta,
per intimidire
tentassero
si
la
Certo, nel gennaio 1800,
da Marsiglia, per
notizie
proteste del
d' Italie
il
e quali
governo napoletano.
il
Paribelli e
il
Ciaia ricevettero
poterono credere che
le quali
^
nuove esortazioni*.
ringraziò, e aggianse
Noi non sappiamo se passi
au General en chef de l'armée
le
Governo francese avessero prodotto qualche napoletani, giunti allora a Marsiglia, rac-
effetto. I patrioti
contavano che c'era stata una sospensione nelle esecuzioni
commutazioni di pene. « Qualche cosa si dunque ottenuto (essi si affrettarono a scrivere il 10 pio-
capitali e molte
è
voso, o 31 gennaio 1800, al Berthier)
La
;
ma
è ancora poco
».
non doveva cavarsela col commorte pronta in una più lunga e peuna
perfida corte di Sicilia
mutare
ai patrioti
ma
nosa,
rimetterli in libertà e reintegrarli nei loro beni
^.
Altre cure richiedevano quei patrioti, che giungevano
a frotte di più centinaia in Francia, vecchi, giovanetti, malati, con
donne
necessario. Erano
e
bambini, quasi
tra essi molti che
tutti
sprovvisti
del
avevano coperto im-
portanti uffici civili nella Repubblica, moltissimi militari,
genere, assai persone capaci e degne. Dall'agosto del
e, in
1799 al maggio del 1800, approdarono a Marsiglia
i
ba-
stimenti carichi di tutti quei miserandi avanzi della gran ruina. Talvolta,
erano
vano
stati i
ritrovavano fra
si
i
già creduti vittime del carnefice
particolari orribili della fine
i
B'ondo Paribelli,
3
Ivi,
ff.
superstiti alcuni
8-9.
f.
18.
di
2
lyi,
f.
50.
^
Ivi,
f.
37.
altri.
'^
:
che
e si sape-
La Francia
PARIBELLI E CIAIA IN SOCCORSO DEI PATRIOTI
V.
esercitò allora verso gli esuli napoletani (che erano
come
gior numero), nobile si
ospitalità
;
maguna
verso quelli di altre parti d'Italia, e dalle carte del Ciaia e del
^
il
347
potrebbe cavare una statistica
di
Paribelli
quell'emigrazione, che
illustrerebbe in molte parti gli elenchi, conservatici nelle Filiazioni dei rei dì Stato, che sono a stampa
Spontaneamente dapprima, ciale,
Paribelli e
il
poveri esuli.
adoperarono in favore dei
i
napoletani a recarsi all'esercito;
e
il
rivolse allo
alle armi, nei
Soggiungeva dato
uffi-
Championnet per sapere di quanti poteva disporre, per coloro che non erano adatti
si
posti egli
si
^.
senza alcuna veste
ministro della guerra aveva invitato con
Il
un suo proclama Paribelli
Ciaia
il
e
suoi
uffici
amministrativi e negli ospedali.
quell'occasione che, vedendo ormai ritar-
in
disegno dell'Indipendenza italiana, egli stesso de-
il
un piccolo impiego militare in qualche mezza Championnet; e che, a ogni modo, si recherebbe all'armata d'Italia, « sicuro di trovarvi un fucile e un pane » ^. E, valendosi di un permesso già ottenuto, parecchi esuli napoletani gl'indirizzo siderava
brigata, o presso la persona dello
perché
li
adoperasse^. Nel
poi,
XVI,
essendo stata
i
Botta, Storia d'Italia dal 1789 al 1814,
2
Elenchi e ricevute di sussidi in Fondo Ruggiero,
altri elenchi simili, il
novembre
che
conservano tra
si
le
1.
ed. cit., pp. 559-561.
carte di
quale col grado di capo di brigata reggeva
il
ff.
197-299.
Andrea
Di
Valiante,
deposito degli emi-
grati italiani in Tolone, dà notizia Alfonso Pekkella, L'anno 1799 nella provincia di
Campobasso, Caserta, 1900, pp. 517-544. Erano in Mar-
30 ventoso
siglia
il
diati.
Con
a.
Vili (21 marzo 1800) 548 esuli napoletani sussi-
questi elenchi
si
possono fissare alcune date biografiche. Tra
Vili (19 marzo 1800) sono segnati Gabriele Pepe, Giovanni Bausan, Lorenzo de Montemayor, Oronzo de Donno;
gli arrivati
il
28 ventoso
tra gli ai-rivati 3
Fondo
*
Ivi,
dei loro
il
a.
15 fiorile (5
Paribelli,
f.
maggio
1800),
Vincenzo Cuoco.
28.
ff. 32-3. Allo Championnet il Paribelli dava notizia della sorte comuni amici di Napoli. In una lettera gli diceva ch'erano
RELAZIONI DEI PATRIOTI NAPOLETANI
348
una Commissione
costituita
liani in Francia,
chiamati in essa come
soccorso per gli esuli
di
Paribelli e
il
deputati dei napoletani
«
la razione completa, in
I
due deputati curarono
il
E provvidero
danaro.
che pi'eferivano con
all'oziare
naio 1800)
il
Paribelli e
ufficiali
di artiglieria e
al
pro-
il
1."
piovoso (31 gen-
Ciaia scrivevano al Berthier,
il
recente arrivati erano una ventina di
gli esuli di
una decina
marina
di
du premier
«
che desideravano entrare nelle armate della Re-
»,
pubblica
somme con
combattere nella imminente campagna
che tra
inerite
essi le
di questi sussidi,
a trovare impiego ai militari,
mezza paga. Cosi
la
il
danaro, nella ragione
in
personal pagamento
per quindicine, spesso anticipando prio
cor-
si
tutti gli altri patrioti esuli
natura o
di 75 centesimi al giorno per
Per la
».
legge del 7 frimaio (28 novembre 1799) ai militari
rispondeva la mezza paga, e a
ita-
Ciaia furono ufficialmente
il
Per
2.
oggetto
stesso
lo
Paribelli
il
rivolgeva
si
vice-ammiraglio La Touche Tréville (quello stesso che
nel 1792 aveva fatto la dimostrazione navale contro Napoli, e sparso in questa città
semi delle prime società giaco-
i
bine), richiedendolo dei suoi buoni uffici presso
mano
periti per
del carnefice
ììiéme qui combattit
Naples,
et
doni
cution royale
le
votre coté
il
f.
Caracciolo,
au moment de
frère avoit subì
(ivi,
»
à
le
méme
28). Il Paribelli s'
«
et
le
ministro
il
brave Vitaliani,
le
votre entrée triomphante dans
sort
durant la première perse-
interpose anche presso lo
Cham-
pionnet a favore dei patrioti italiani dimoranti in Grenoble, ch'erano stati accusati
*
d'aver presentato un piano di costituzione
fatto altre mozioni sediziose in
in Grrenoble,
come anche
Direttorio cisalpino, che
nome
di questo,
di si
una
aver accusato e proscritto
trovava a Chambéry
ne aveva mosso lamento
al
».
1
Fondo Ivi,
f.
Paribelli, 9.
f.
9.
d'aver
Il
i
membri
del
Serbelloni, in
presidente del Direttorio
francese, che minacciava perciò provvedimenti severi
2
e
pretesa Società patriottica italiana
(ivi,
f.
31).
PARIBELLI E CIAIA IX SOCCORSO DEI PATRIOTI
V.
marinai
della
Legione Leclii
italica,
Molti
al Paribelli, in
napoletani furono accolti nella
dei
che costituiva in Dijon
^ Ed è da leggere
349
data del 6 germile
generale Giuseppe
il
una
sul proposito
lettera del Lechi
Vili (27 marzo 1800):
a.
Légion Italique
Au
quartier general de Dijon,
le
6 germinai an 8 de la Rép.
Lkchi, general de Bkigade, commandanx la Légion Italique all'amico Paeibelli
Amico, quanto m'è stato possibile fare per
amo
tanto
che tanto meritano,
e stimo, e
i
Napoletani, che
io l'ho fatto,
anche con
visibile predilezione, assicurato sulle loro cognizioni e bravura.
Non
impiegare alcuno che non fosse presente,
è stato possibile
perché assolutamente mi fu proibito dal Ministro. sarà col suo grado nel deposito, e farò per
vostro Fasulo
Il
lui
quanto mi sarà possibile. Fate che
vostra lettera. Per nulla: egli luti tutti
non
si
presenti a
me
con una
povero De Leon non m'è stato possibile far
il
armi, e per quartiermastro
è atto alle
Francesi. L'ho però
munito d'una rotta
e
li
han vo-
d'una prov-
visoria commissione per Parigi.
La quali
legione è già tutta partita per Bourg. Amico, che bel corpo!
speranze
Dio!, se
li
si
sente rinascere nel cuore
solo tozzo di
pane nero
la nostra Patria.
—
Oh
Italiani!
confidenza che mi mostra
Fondo
Ma, oh
Paribelli,
capitano di fregata
f.
37.
il
i
piangevano
;
di
primi passi verso
oh Patria!
Amico, quello che mi rende l'uomo
1
Italiano!
eppure nessuna lagnanza
;
contento nel partire da Dijon col dire: Ecco
il
un
vedeste in quale orribile nudità, senza paga, con un
soldato;
ti
il
più
felice, è
l'amore e la
giuro, avranno
Menzionava tra
Tommaso Montanari,
gli ufficiali
in
me un
da impiegare
e l'aspirante di l.a classe
Michele Starazio. 2
Sul generale G-iuseppe Lechi
mata Teodoro Lechi di Brescia
e
si
la
Risorgimento italiano (Torino), 1898.
veda A. Lumbroso,
Il generale d^ar-
sua famiglia, in Rivista storica
del
.
RELAZIONI DEI PATRIOTI NAPOLETANI
350
amico ed un padre, che non
li
deve assolutamente servirsi
di
prima
vestirlo, nutrirlo
abbandonerà giammai.
Il
governo
questo corpo, e farne conto
ma
;
per un paio di decadi, poi armarlo, ed
io
rispondo del successo di qualunque impresa.
Aggiungerò che
vestiario
il
Legione a Bourg
la
pochi giorni. Mi
tra
vada confezionandosi a gran
cheranno in avvenire
di nulla: lo voglia
passi, e che
si
dice
non man-
Cielo.
il
deposito della Legione è già forte di mille e più individui^
Il
quasi tutti
offiziali.
Ho
fatto
un progetto
al
Ministro per utilizzare
quegl' individui, e m'aspetto riscontro. Scrivimi, Amico, ed
amami. Leghi
Il
Paribelli
e
Ciaia protestarono
il
per la non esecuzione de^li
paga ed
alla
perché
nie. Forfait,
messi agli
razione si
^
al
;
il
Bertbier
mezza
alla
ministro della marina e colo-
i due mesi di soldo promarina napoletana, che insieme
avevano contribuito
coi francesi
presso
relativi
pagassero
della
ufficiali
ordini
^.
alla difesa della libertà
^»
Al ministro di giustizia Abrial (già commissario organizzatore della Repubblica napoletana)
cava notizie degli
molti
esuli,
il
Paribelli
dei quali
comuni-
T Abrial aveva
conosciuto a Napoli, e faceva vive raccomandazioni per la famiglia Fasulo. Famiglia di magistrati e avvocati, stimata
prima del 1799
e agiata
;
che nell'anarchia del gennaio di
quell'anno aveva avuta saccheggiata la casa dai lazzari, e gli
uomini cercati a morte e
le
donne
arrestate, tutti
per sospetto di corrispondenza coi francesi
1
Fondo
Paribelli,
ff.
data del 22
la nota, in
10-11.
la carriera delle
ad andare 2
al
campo
Ivi,
f.
9.
3 Ivi,
f.
36.
di
i
È
da vedere tra
le
infatti
it
carte del Vallante
maggio 1800), dei « rifugiati quali hanno dichiarato di voler conti-
fiorile a.
miUtari giunti da Napoli,
nuare
—
(e
Vili
(12
armi per difendere
la patria, e di esser
organizzazione che sarà loro indicato
»
pronti
V. PARIBELLI E CIAIA IN
SOCCORSO DEI PATRIOTI
351
radunava in casa Fasulo) nella maschi erano stati, uno componente del Governo provvisorio, il secondo, caposquadrone comitato patriottico
Repubblica,
della
cato
gendarmeria,
E
tale. ;
si
:
tre figliuoli
i
terzo,
il
reazione,
nella
amministratore dipartimen-
primo, Nicola, era stato impic-
il
secondo, sepolto nelle fosse della Favignana
il
terzo, scacciato dal regno.
Anche
;
il
Marghe-
la loro sorella,
rita,
che aveva attivamente partecipato all'opera patriot-
tica,
era stata esiliata ed era sbarcata in Francia.
madre ottuagenaria, inferma, liberata ridotta a mendicare, per un vero miracolo chia
terno
di
e ivi languiva sopra un
pagliericcio, idropica, senz'altri
Commissione e
—
Allorché
turato loro pari!
*.
nuova campagna
d'Italia,
il
avendo
di qualche sven-
Bonaparte mosse per dato ordine che
egli
rifugiati napoletani partissero per la frontiera,
Fouché,
di polizia, il
amor ma-
era trascinata fino a Parigi, presso la figliuola;
si
soccorsi che quelli della
e
La vec-
dal carcere e
li
il
Ciaia
Paribelli ottennero la revoca dell'ordine, inviando
protesta a costui e al ministro degli
Nelle carte del Paribelli e del Ciaia lare parecchi aneddoti.
Il
esteri, si
i
ministro
il
ma
scacciò tutti da Parigi;
la
una
Talleyrand ^
potrebbero spigo-
Paribelli prestò la sua
penna
al
vecchio letterato Pietro Napoli Signorelli, che non sapeva scrivere
francese, per
il
1
Fondo
2
Ivi,
3
Ecco
ff.
Paribelli,
Primo Console
^.
84-5.
ff.
la supplica:
acquis quelque
nom dans
la bienfaisance
de
avec tant de succès «
al
37-39. «
S'il est vrai que la Fratice soit la métropole de
la République des lettres, ceux qui
à
una supplica
et
cette
cette
par
leicrs
travaux peuvent
se flatter
République, doivent avoir des
Nation grande
et
titres
d'avoir
speciaux
généreuse, qui cultive les sciences
protège leurs secfateurs avec tant de libéralité.
Plu^ de trente volumss sur différentes matières, doni douze existans
ménie dans la Bibliothèque Nationale de Paris, courrant l'Europe avec
mon
*
RELAZIONI DEI PATRIOTI NAPOLETANI
352 Il
Ciaia era in corrispondenza con la
Belmonte Pignatelli Spinelli
»,
«
cittadina Chiara
ossia l'ex-principessa di Bei-
monte, anche lei degli esuli, sussidiata con novanta lire al mese ^ Un poeta, dei parecchi che si trovavano tra quegli emigrati, dirigeva
novi, et
seguente sonetto
il
non sans qiielque
m'ont acquis un rang quelconque panni
succès,
cultivateurs des lettres et sous ce rapport
tes
m'ont constitué votre confrère.
Souffrìrez-vous dono qu'avec cette qualité je perisse, fante des vioijens de subsistance en France, et «
Mon
pendant
qu'elle est
proscription, la place de Legislateur que stence de
aìxiient
République napolitaine,
la
Sciences que
gouvernée par vous?
àge au delà de soixante cinq ans, mes mallieurs, moti injusfe
fai remplie
fai occupée pendant
la courte exi-
de secrétaire de VAcadèmie des
et celle
l'espaee de seize ans soìis le gouvernement
du Roy,
déterminé votre illustre frère Lucien à m'accorder une pension de
100 francs par mois sur les fonds du Ministère de Vlnterieur: son successeur, quoique mon confrère lui-méme, a jugé à propos de me retirer ce secours et m'a plongé dans cette saison rigide dans Vétat du dénuement le compiei.
]ilus «
Je vous supplie donc
cours en ordonnavt que
très
humblement de vouloir bien venir à mon
pension
cette
me
soit continuée
se-
jusqu'au printems pro-
chain, afin que je ne perisse point de misere sous vos yeux avant que la saison puisse perviettre
jusqu'en Italie 1
»
à un
vieillard valétudinaire
{Fondo Paribelli,
La Belmonte prima
del 1799
parecchi aneddoti intorno a
In una sua lettera al Ciaia sussidio, e dice:
«
Se
ci
ff.
lei si si
è chi
comme moi de
se
tratner
71-2).
un'arrabbiata
era
leggono nel
lamenta
di
cit.
ms. del
non aver
abbia fatto de'
«
realista
De
»
:
allora ricevuto
sacrifizi,
e
Fabriciis. il
sono io; e se
mi vedono andare in carrozza non è l'effetto dell'opulenza (che manco ma di una lunga abitudine, che la mia età e la mia salute non mi permette di ommettere: so che ci sono alcuni napoletani, che cercan farmi del male, come ne ho le pruove... so che nel mio paese, ove avevo dell'influenza, ho fatto bene a tutti: questo mi rende contenta, e, malgrado la loro ingiustizia, se fossi nel caso, gli farei ancora del bene, e mi vendicherei colla beneficenza » ecc. ecc. {Fondo Ruggiero, ff. 306-7). Ivi anche (ff. 382-5) sono altre lettere di una dama, di tutto),
,
che crediamo
la
duchessa di Capracotta.
V.
PARIBELLI E CIAIA IN SOCCORSO DEI PATRIOTI
A
LI CITTADINI
PaEIBELLI E ClAIA
DEPUTATI DEI PATRIOTI KIFUGIATI
Se del Sabato
Vider
patrio suolo,
Il
figli,
i
di proprio
IN
FeANCIA
allor che tutto
sangue asperso e
tinto
d'atri globi cinto,
e,
natio lor soggiorno arso e distrutto,
Il
Di tante morti avvanzo
E
353
di rei ferri
Questo
e tanto lutto
onde ciascun fu avvinto.
di Libertà sacro recinto
Tolse al furor di procelloso flutto;
E
se nel vostro cor, nel vostro ingegno,
Della Patria conforto, invitti Eroi,
La
speme ha
lor
serbato,
Qual tempio un
di,
il
lor sostegno;
sciolta da' lacci suoi,
Pautenope inalzar potrà, che degno Sia del franco valor, di sé, di
Ed della
era un elogio meritato. pietà, bisogna
—
Voi?^
Accanto a queste cure
porre l'omaggio che
il
Paribelli, fa-
cendosi interprete dei sentimenti dei patrioti napoletani,
rendeva
in quei giorni allo
Championnet, morto
il
9 gen-
una lunga memoria col titolo Notes historiques sur le general Championnet et son expédltion dans le royaume de Naples pour servir d'éclaircissement au citoyen Rosselin, secretaire general du Ministre de la guerre Bernadotte, qui compile la vie de Chamjnonnet. È un racconto minuto e fedele di tutto ciò che lo Championnet fece nella conquista di Napoli e naio 1800 a Antibes. Vi è tra le sue carte :
nella fondazione della Repubblica napoletana. «
cittadino Rosselin »?
selin
1
de Saint- Albin,
Fondo
Paribelli,
f.
Nessun
altri
la cui Vita dello
E
chi era
il
che quel conte Rous-
Championnet, venuta
IL 83
RELAZIONI DEI PATRIOTI NAPOLETANI
354
decenni dopo postuma per cura del figliuolo abbiamo più volte citata in questo nostro lavoro. E un altro compito il Paribelli si assunse: la vendetta
in luce molti
di
lui,
patrioti, calpestati
dei
francese di
e
dell' 11 luglio 1799.
È
dal
traditi
Sant'Elmo, con
noto che
Méjan, comandante
vergognosa capitolazione
la
il
tenente Boquet ed altri
ufficiali francesi della
guarnigione, appena sbarcati a Mar-
siglia, sottoscrissero e
divulgarono per
data del 28 messidoro
la
stampa, con
la
VII (16 luglio 1799), un atto di
a.
Championnet nell'agosto un consiglio di guerra ^ Il processo si trascinò per le lunghe. L'anno dopo, il Boquet, che si trovava di guarnigione in Olanda con la 27.^ mezza brigata di fanteria leggiera, scriveva da Bergpzoom accusa contro
Méjan, e che
il
lo
fece arrestare costui, deferendolo a
il
24 termidoro (13 agosto)
promessa che quanto capo
i
Oonseil
per ricordargli la
d'inviargli
i
particolari di
Méjan:
Méjan (scrivea le
al Paribelli,
fatto
repubblicani di Napoli avevano da imputare al
di brigata
auprès des
aveva
gli
il
officiers
Boquet) mendie
sans
cesse des certificats
de notre Demi Brigade. Ceux qui composent
d'administration lui ont constamment refusé ce qu'il
sans
couverts du
demandait.
Mais quelques uns,
masque du
patriotisme, viennent de lui signer une attestation en
sa faveur.
De manière
résistence qu'il
que,
si
caractère
vous ne vous hàtez de seconder
nous faut opposer aux coups que
porter contre les braves
et
officiers,
l'on
la
cherche à
qui se sont déclarés protecteurs
de vos compatriotes persecutés ou devenus victimes du despotisme, il
que l'innocence prit la place du crime.
serait possible
E
soggiungeva:
J'envoie par
exemplaire de
i
Sul Méjan
XXIV,
478-484.
le i^résent
courrier au Ministre de la guerre
mon Mémoire
si
veda
un
Historique, joint à une copie de notre
lo scritto
del
Bertaux, in Arch.
stor. nap.,
E CIAIA IN SOCCORSO DEI PATRIOTI
V. PARIBELLI
première dénonciation contre J'en saurai bientót
qui vous a
le perfide
le résultat.
et je
lement à faire connaìtre au Ministre de
dans
le
Bureau de
maltraités.
demande
Mais, avant tout, je vous
des faits dont j'ai déjà parie,
le détail
si
355
vous invite essentiel-
la guerre,
ou à déposer
tribunaux militaires, une copie
la police et des
des pièces que vous m'aurez envoyées, au lieu de les aventurer
auprès du président du Conseil de Guerre de Grenoble. Évitez tonte espèce de retard en
nouvelles Il
le
circonstance, et donnez de vos
cotte
plus promptement possible ^
Paribelli, ricevuta la lettera del Boquet, si
in
forma di lettera a un amico, del quale
sue carte una copia, che sembra
Lo
scritto a
stampa
del
mise su-
un memoriale,
bito al lavoro, e raccolse le accuse in
monca
della line
Boquet (notava
scritto
ci resta tra le
il
^.
Paribelli) si
estendeva in ispecial modo sugli avvenimenti, accaduti nel
Sant'Elmo e nei contorni,
castello di
ma non
era stato testimone oculare; di ciò ch'era passato tra
il
Méjan e
e dei fatti che, durante la difesa di
il
e dei quali vi
si
l'autore
parlava punto
governo napoletano,
Sant'Elmo, accadevano
Napoli ed avevano, con quella, immediata relazione.
in
Tale ignoranza rendeva, qua e verso
descriveva lati
là,
il
Boquet più benevolo
Méjan, che costui non meritasse.
il
il
castello di
—
Il
Paribelli
Sant'Elmo, pentagono per quattro
inaccessibile, e molto forte altresì nel quinto, rivolto
verso la salita della Cesarea e dell'Infrascata. Si faceva poi a dimostrare che il
modo
il
Méjan, diventatone comandante, aveva
di procacciarsi tutti
senza neppure interrogare disporre di tutti
i
forti,
il
i
mezzi di difesa occorrenti,
governo napoletano, potendo
magazzini e depositi d'armi e d'arMéjan, mandando a chie-
tiglieria.
Ai principi del giugno
dere
governo napoletano alcune torce incendiarie ed
i
al
Fondo
2 Ivi,
ff.
Paribelli, 15-27.
f.
14.
il
356
RELAZIONI DEI PATRIOTI NAPOLETANI oggetti simili, soggiungeva nella sua lettera (ch'era
altri
stata vista
dal
Ferdinando Carcani):
cittadino
vous m'aurez procure ces faut
faurai
ohjets,
Quand il me
«
qu'
tout ce
E, in quanto agli approvvigionamenti di bocca, al
».
momento
della resa ce n'erano per più di sei mesi, com'era
attestato
dai
Rossi, che
si
cittadini
Fonsi, Pelusio, Agresti e Gaetano
trovavano nel
Cosicché (conclude questa
forte.
prima parte del memoriale)
o
«
di difesa, e la colpa ne spetta al
non era
castello
il
Méjan; o
era,
in istato
ed allora la
sua difesa doveva essere proporzionata ai mezzi ch'egli
aveva
e all'importanza della cosa
Le
istruzioni,
nald, erano
che
il
rigorosissime; e
le
fece
generale in capo
il
comunicate, prima di partire, rassicurarlo;
».
Méjan aveva ricevuto dal Macdoal
leggere, inoltre,
nel suo Livre d'ordres ai due fratelli
gata napoletani, e
Vi
le
et
nel
1800 a Parigi
Amato, capi
confermò verbalmente
diceva, tra l'altro:
si
nière once de pain
al
di
et
ne
le
bri-
Paribelli.
consumera jusqu'à
Il
«
de poudre,
aveva
le
governo napoletano per
la der-
rendra jamais
qu'aux dernières extremités, ni avant qu'on y aura ouverte une brèche pratlcahle, et en tout cas il ne separerà jamais son sort
et celui
vernement
et
de la garnìson frangaise de celui
des Patriotes Napolitains, qu'
méme
dre dans la
capitulation
difesa estrema era stato scelto
Sacripante o Rodomonte.
Il
». il
il
Anzi appunto per una
Méjan, che aveva arie da
Macdonald era convinto che
Méjan, da Sant'Elmo, poteva in ogni caso dettare ai vincitori Il
du Gou-
fera compren-
la
il
legge
^
Méjan peccò, anzitutto,
di
negligenza e d'imprevi-
denza.
Non curò
fatti le
batterie nemiche, che maggiori danni recarono al
1
II
di liberare
Macdonald, anche nei Sant'Elmo.
la capitolazione di
il
terreno all'intorno;
Souvenirs.
p.
82,
e
in-
giudica severamente
PARIBELLI E OIAIA IX SOCCORSO DEI PATRIOTI
V.
castello, furono
357
quelle costruite nelle due ville del nego-
ziante Sinno e del principe di Montemiletto, e nel piccolo villaggio
Antignano.
di
queste case,
o,
muniti di artiglieria;
che non fece, anzi non avendo
il
alcuni pezzi di artiglieria, che erano nella città,
ritirato
che
lasciò
Méjan avrebbe potuto radere
Il
almeno, occuparle con piccoli distaccamenti
le
masse del Ruffo
ne servissero contro pre a monte tutte
il
se
spedizioni, che
le
vano, accompagnate dai francesi, cangiata la sorte delle armi
somme
scopo
ne impadronissero
castello. Egli, inoltre, i
e tuttavia
;
patrioti
le quali
e se
mandò semconcerta-
avrebbero forse
richiese a questo
di danaro, che, non essendoci allora nelle
vennero pagate del proprio dal
casse della Repubblica,
D'Agnese, presidente della Commissione esecutiva, e da Antonio
Piatti,
tesoriere
il
Méjan osava scagliare
vuol
passare per
farli
formato l'ammirazione
E
nazionale K
questi patrioti, che a nulla
si
alla
memoria
di
ricusarono, tutto tentarono,
insulti nella
sua Apologia.
Egli
«
ed effeminati, laddove hanno
vili
universale, e specie dei
che sono giudici molto competenti
in
fatto
francesi,
di coraggio,
pei prodigi di valore che fecero in ogni occasione, e per la
fermezza con cui difesero fino all'ultima estremità, nono-
stante tutti gli ostacoli moltiplicati, la santa causa della bertà, della quale dopo essere stati
furono
i
martiri più costanti
La plebe napoletana era
1
A
li-
difensori più ardenti,
».
assai timorosa dell'azione
del
Méjan avesse minacciato la avrebbe impedito o raffrenato lo scatenamento dei
castello città,
Sant'Elmo. Se
i
di
ciò
al Paribelli
allude anche in
si :
«
il
un
viennent d^envoyer leurs réclamatiom
Demi-Bngade
poscritto
Les malheureux, qui forment
et
auprès
le
le
della lettera del
Boquet
restant de la famille Piatti,
au Conseil dJadministration de
Ministre de la guerre, pour ce qui leur
Je vous engagé à conseiller à la vem^ Agnese d^en faire autant
».
notre
est
du.
RELAZIONI DEI PATRIOTI NAPOLETANI
358
lazzari e la strage
non sostenne, nem-
patrioti. Egli
dei
meno con qualche
colpo di cannone,
mine; non sostenne
i
t'Elmo, per molti giorni vi
bande il
San-
difesero ostinatamente ^
si
Le
del Ruffo poterono, senza essere disturbate, stabilire
loro quartiere generale sotto e
tello;
castello del Car-
il
patrioti, che, trincerati presso
Cardinale e
il
palazzo Angri a Toledo. Ciò che ottenere, è mostrato da
tiro del forte, al
il
Merca-
Micheroux prendere dimora nel
il
Méjan avrebbe potuto
il
un aneddoto,
del quale fu
prota-
gonista Andrea Vitaliani: Sdegnato dalla condotta del Méjan (scrive
Paribelli),
il
il
citta-
dino Vitaliani (ch'era emigrato dalla sua patria nel 1794 per sottrarsi alla
rifugiato
prima persecuzione della corte contro presso
i
loro esercito col grado
capitano
di
i
patrioti, e s'era
ed era stato ammesso dapprima nel
francesi
del genio e poi aggregato a
quello della Repubblica Cisalpina, che l'aveva dichiarato suo tadino, stito
cit-
ritenendo pur tuttavia l'uniforme francese, onde era ve-
quando
si
chiuse in Sant'Elmo come parte della guarnigione),
questo bravo patriota, disperato di veder la sua patria in preda a
tutti gli orrori,
senza che
dirlo, fece tirare di
bombe vano
il
forte di
sulla città. Il popolo e gl'insorgenti, che
e che riposavano
tranquilli
del cavaliere Micheroux,
sulle
nero furibondi,
Il
se l'aspetta-
castello di Sant'Elmo, diven-
e corsero in folla dal cardinale
che succedeva.
non
promesse del cardinale e
che l'avevano assicurato che non ave-
vano nulla da temere da parte del
ciò
Sant'Elmo cercasse d'impe-
suo capo alcuni colpi di cannone e lanciare due
a chieder conto di
cardinale, spaventato del tono audace e mi-
naccioso con cui l'avevano affrontato, e temendo conseguenze ancor
più funeste, credette di dovere svelare
il
mistero per rassicurarli,
dichiarando loro che non avevano veramente nessuna
temere da parte dei Francesi accaduto era solo un ultimo
1
Era
di Castel
ostilità
da
Sant'Elmo, e che ciò ch'era
effetto della
rabbia dei giacobini na-
fra costoro l'Agresti, ritiratosi con settantadue patrioti su-
perstiti dal posto di
Capodimonte sopra Sant'Elmo.
PARIBELLI E CIAIA IN SOCCORSO DEI PATRIOTI
V.
poletani, ch'erano nel castello; fra pochi giorni
dopo,
ma
che
sarebbe rimediato, e
Sant'Elmo sarebbe in potere del Re. Alcuni giorni
parole del cardinale erano
le
ci si
359
su tutte
dei realisti e gii amici del cardinale, tra
bocche, e
le
quali
i
i
capi
prelato Carafa
il
di Colubrano, le ripetevano. Il
Méjan era
stato sentito a dire dal cittadino Giacinto
Sozio a un suo compagno:
«
Le 13 de
ce
mois
le
cardinal
Ruffo entrerà dans Naples : je ferai une bonne capitulation avec luiy et nous rentrerons en Provence ». E, infatti, dopo
avere concertato coi patrioti una contemporanea sortita da
Castelnuovo e da Sant'Elmo, non ne fece altro. La conse-
gna
del castello alle truppe coalizzate fu cagione di stupore
pei suoi stessi ufficiali.
Il
suo infierire contro
i
patrioti na-
poletani, che cercavano di mescolarsi ai francesi per
essere
non
consegnati ai regi, è noto: l'emigrato Dionigi Pi-
pino narrava che, quando era sui bastimenti, domandato dal
accortamente di
un
Méjan
s'egli fosse francese, rispose
altro,
che fu scoperto per napoletano, venne immediata-
mente
scacciato.
Dopo
la resa,
laddove
i
si;
e
francesi della guar-
nigione di Capua furono accolti con insulti e sputi,
il
Méjan
potè, senz'essere insultato, scarrozzare per le vie di Napoli, in
compagnia
di
Queste sono ribelli in
una sua ganza!
le linee principali della
memoria
del
Pa-
aggiunta all'atto di accusa del Boquet contro
il
Méjan ^
1
Circa
lo stesso
tempo veniva pubblicato contro
il
Méjan
il
Rap-
porto ai cittadino Carnot di Francesco Lomonaco, altro esule napoletano.
VI
Parere del Paribelli al Bonaparte circa la riconquista del regno di napoli
Gìiunta
notizia
della
grande vittoria
di
Marengo (14 al Primo
giugno 1800), gli esuli napoletani indirizzarono Console un nuovo memoriale, che fu redatto, al Paribelli e sottoscritto da molti di essi.
solito, dal
Dopo avere
rias-
sunte le colpe della Napoli regia verso la Francia, e mostrata l'impossibilità di lasciare la nazione napoletana sotto
l'iniquo governo borbonico, stere «
memoriale tornava a
il
convenienza politica, per
sulla
di riunire tutta
l'Italia
sotto
un
insi-
la
pace di Europa,
solo
governo analogo
a quello della Francia, abbastanza potente da essere in
grado di garantire con
pendenza
e
la
sua
le
sue proprie forze la sua indi-
felicità,
e
da servire di baluardo
tutti gli altri popoli repubblicani,
tro la
il
che
lo
a
circondano, con-
furore e l'ambizione della loro implacabile nemica,
casa d'Austria;
politica,
mine che dominio
la
quale,
mercé questa combinazione
sarebbe confinata di là dalle Alpi italiane,
».
la
natura stessa sembra avere segnato
Solo cosi,
al
ter-
suo
aggiungendo alla massa repubblicana
francese un altro grande stato repubblicano, era possibile «
stabilire
tiche,
un
equilibrio di forze tra le due opinioni poli-
dominanti attualmente in Europa, e che ne minac-
ciano la totale ruina, per
gli
sforzi
che fanno d'inghiot-
PARERE DEL PARIBELLI AL BONAPARTE
VI.
runa
tirsi
resse
l'altra »
361
tanto più che la Francia aveva inte-
;
stendere la sua influenza sulle due Sicilie, per
di
combattere l'eg-emonia inglese nel Mediterraneo. Tuttavia (soggiungevano, per bocca del Paribelli, tani), « se la felicità
i
patrioti napole-
generale richiede che
le si sacrifichi
quella degli sventurati paesi napoletani, noi vi preghiamo,
Cittadino Primo Console, di avere a cuore in lare, nei negoziati
di
modo
partico-
che seguiranno, gl'interessi individuali
martiri della libertà e della loro devozione pei
tanti
francesi,
gemono ancora
quali
i
nei ferri del Tiranno, o
in penosi esigli, privi dei loro parenti, della loro patria, e
di tutti
i
loro beni ». Senonché, nel negoziare con la sleale
corte di Napoli, bisognava procedere con «
somma
Noi vi supplichiamo, Cittadino Primo Console,
cautela. di
sce-
gliere tra noi quelli, che voi crederete più adatti ad esser
sempre presso fornire tutti
di voi, o presso
sari in simili occasioni
Come
i
negoziatori della pace, per
schiarimenti di particolari locali, neces-
gli
»
^
vede, l'idea dell'Unità italiana, prima
si
cosi
speranzosa e baldanzosa, è diventata qui modesta e timida: essa sentiva intorno a sé l'ambiente poco favorevole. possibilità di
una pace
della Francia col re di Napoli
La era
spuntata suU'oi-izzonte politico. Pure, questo era ancora
molto incerto
;
e perciò la
prima
—
niva abbandonata del tutto.
e grandiosa idea
non ve-
Un'altra lettera scrisse
il
mese dopo; e fa in occamacchina infernale » del 3 ne-
Paribelli al Bonaparte, qualche
sione dell'attentato della
voso
a.
IX
(24
«
dicembre 1800). Proprio il giorno seguente recava al Paribelli la lettera di un
all'attentato, la posta
suo amico, da Firenze, nella quale
si
riferiva, tra l'altro,
che Maria Carolina aveva scritto da Vienna di Fuscaldo queste parole:
i
Fondo
Paribelli,
f.
54.
«
Daiis
un
mo'is
al
marchese
envlron vous
RELAZIONI DEI PATRIOTI NAPOLETANI
362
entendrez Véclat d'un tonnerre^ qui fera ébranler l'Europe
Parole che
».
Paribelli volle che fossero subito Dote al Bo-
il
naparte, perché potesse cercare nella giusta direzione gli autori dell'attentato,
reazionario
partito
realista,
primi tempi non
nei
attribuito
e
ma
centinaia di questi vennero deportati.
vava:
Maria Carolina annuncia
«
Il
al
che
ai giacobini, tanto
Paribelli osser-
alla fine di ottobre a
uno
dei suoi cortigiani ciò che deve accadere press'a poco tra
un mese,
e che accade
Essa aveva dunque cono-
difatti.
scenza perfino della maniera in cui
il
colpo doveva essere
dato, giacché
si
esprime con una metafora che contiene
precisamente
la
natura del fatto
remmo né
né su quella
dell'
»
^
—
Noi non giure-
parole di Maria Carolina,
sull'esattezza delle
interpetrazione malevola del Paribelli;
ma neppure giureremmo
sul contrario. Gli attentati contro
Napoleone furono concertati con l'intesa dei governi nemici; e Maria Carolina non rifuggiva dagli assassini: l'attentato della Paribelli
macchina infernale
ben supponeva,
mano anche cune
«
—
Giorgio Cadoudal.
notizie, che si
»
si
come
dovette,
alla fazione realista, e forse
Riferendosi poi ad al-
leggevano nella stessa
contento delle popolazioni del regno, l'occasione per aggiungere:
«
La
il
lettera, sul
mal-
Paribelli coglieva
lettera v'indica
anche
quali sono le disposizioni degli sventurati napoletani e ciliani, che, aiutati e
dare
lo
il
v'ebbe
si-
secondati dalla Francia, potrebbero
scacco alla politica inglese e sconcertare
i
suoi di-
segni di dominazione esclusiva sul Mediterraneo. Se mai
entrerà nel vostro disegno di fare qualche impresa in quei paesi, io vi avverto che
Francia, per loro patria,
le
molti dei napoletani rifugiati in
relazioni e pel
credito che
hanno nella
potrebbero ben esservi di qualche
utilità, e
che non vi sarà nulla che non siano pronti a imprendere
i
Fondo
Paribelli,
f.
52, cfr.
f.
74.
VI.
PARERE DEL PARIBELLl AL BONAPARTE
36a
contrade
dei
per sottrarre mostri che
le loro belle
tiranneggiano
le
»
giogo di ferro
al
\
In conseguenza di questa lettera, o in previsione di
durante
possibili complicazioni
giugno 1800 e alla
pace di Lunéville,
gno
di
il
questionario
«
1*^)
domande
sette
del
dise-
il
di
Napoli; e propose
»
di sette
domande,
con una speciale memoria
alle quali l'altro rispose
il
Marengo
Bonaparte volle studiare
una nuova invasione del regno
perciò al Paribelli un
Le
periodo che scorse tra
il
febbraio 1801, dalla battaglia di
il
^.
Bonaparte erano queste:
Quelles sont les dispositions des différentes classes d'habi-
tans pour leur Gouvernement et pour les Fran9ais dans Naples, les Provinces, 2^)
en Calabre
et
en Sicile?
Quelles sont les ressources en
hommes, en
argent, contri-
butions, denrates et objets nécessaires à l'armée? S^)
Quelles sont les ressources pour la marine, et les moj^ens
de communication avec l'Egypte? 4^*)
Quel système politique
les états
6°)
Quel système fìnancier faudrait-il y adopter? Quel système militaire faudrait-il y établir?
7")
Quels sont les ménagements à garder,
5°)
des Franpais, soit pour
le
modo
il
l'intérét
il
Paribelli,
che
il
miglior
:
il
il
suo popolo.
E
il
dominazioni straniere con
intenti fiscali, facevano soffrire la classe
era soddisfatta,
Fondo ff.
popolo napoletano
sistema feudale, la mostruosa legislazione,
tribunali stabiliti dalle varie
2 Ivi,
un po-
proprio governo, è la conoscenza del proce-
dere di questo verso era infelice
i
pour
e più sicuro di conoscere le disposizioni di
polo verso
biltà
soit
bien du pays?
Rispose alla prima d'esse
i
convenable d'adopter pour
serait-il
de Naples?
Paribelli,
156-171.
f.
51.
insidiata
media; né
la no-
abilmente dal Tanucci e
RELAZIONI DEI PATRIOTI NAPOLETANI
364
brutalmente maltrattata dall'Acton; e
medesimo doveva
il
La persecuzione contro
dirsi del clero.
patrioti e la guerra
i
disastrosa e le depredazioni della Corte in fuga, fecero ac-
cogliere nel 1799
tamente, questi
francesi
i
come
Ma, sfortuna-
liberatori.
condussero in modo assai biasimevole,
si
ed eccitarono contro di sé l'odio delle popolazioni. Ciò nonostante,
i
una ostinata resistenza
fecero
patrioti
masse reazionarie; e
il
la sua vittoria e restaurazione,
tro di esso, talché
ma
gli odi
la spedizione.
Paribelli) che, se
medesima reputazione
della
zione,
il
«
Io
civili,
non dubito (diceva
generale in capo fosse Moreau, o
il
con-
condotta pas-
la loro
Tutto dipenderà, dunque, dai capi militari e
che guideranno
il
ha accresciuto
francesi sono ora invocati di nuovo;
i
importa che facciano dimenticare
sata.
alle
procedere del governo regio, dopo
di lui per
il
altri
saggezza e modera-
rivolgimento accadrebbe senza colpo
ferire.
E
se
commissario del governo fosse un uomo probo, prudente
e dolce, un'organizzazione qualsiasi si farebbe
sima
facilità.
L'unico
general Pommereul,
missione sarebbe
il
adorato
e
stratore,
con
la
mas-
uomo per questa importante com-
rispettato
dalla
grande ammini-
nazione
napoletana,
della quale conosce tutte le inclinazioni, le circostanze, le risorse militari e politiche, per la lunga fatto
come
ispettore generale
tore di quell'arma nel
Ferdinando
».
—
Per
salvoché la nobiltà e
ha ora
vi
ha
della
la Sicilia si
dominazione pacifica di
può ripetere
lo stesso,
clero sono ivi favorevoli al re, che
stabilito nell'isola la sua corte.
Quanto
alla
seconda domanda, dopo avere affermato
fertilità del paese,
fare
il
tempo
dimora che
dell'artiglieria e organizza-
assegnamento
il
Paribelli osservava che
sulle risorse in
tre lo sperpero della
non
si
numerario, giacché,
guerra e dei saccheggi,
la corte
la
poteva ol-
aveva
portato via in Sicilia settanta milioni di franchi in oro e argento, e altri trenta milioni almeno
i
francesi. C'era in-
PARERE DEL PARIBELLI AL BONAPARTE
VI.
vece abbondanza di derrate; e di queste
vano in
una
in ciò
modo
tal
la
le
365
Sicilie forni-
Francia pel passato, che è da cercare
delle ragioni per le quali lo stesso Comitato di
salute pubblica evitò di dichiarare la guerra alla corte di
Napoli. Che se
dendo
si
venisse all'idea d'isolare gl'inglesi, chiu-
due
porti alle loro mercanzie, gli stati delle
i
Si-
potrebbero supplire per parecchi generi coloniali, con
cilie
la coltivazione dello
zucchero, del tabacco e dell'indaco.
Potrebbero dare inoltre in abbondanza buoni soldati: Gli abitanti di
sono bellicosi
;
ma
amano
lernitani
gono con
un soldo
armi da fuoco,
le
che
si
gitti
per
aria.
Non
nemici della loro patria e per
come
e
questo esercizio, che col-
in
di Napoli,
tra di loro
con
tirare
di perfezione
di battersi coi
ammazzano
sa-
i
armi più delle loro donne. Imparano prima
unicamente, a
la palla
provincie del regno di Napoli calabresi e gli abruzzesi e
la
miserabili, battendosi par-
contro partito, quasi in battaglia ordinata. I francesi hanno
tito
fatto
una dura prova
loro destrezza nel
da
feriti
ad
i
grado
tal
avendo occasione gloria, si
le
le loro
forse
di tutto, e
giungono a
quasi tutte
specialmente
del loro coraggio, della loro energia e della
maneggio
loro erano
delle armi, giacché
colpiti in
mezzo
della
tutti gli
fronte;
e
uccisi o
hanno reso
avessero conosciuto la disci-
essi la giustizia di dire: che, se
plina e la tattica militare, non avrebbero ceduto in nulla ai francesi stessi.
Ma il
occorre mettere in onore lo stato militare, che sotto
governo regio era schivato, tanto che
le
famiglie repu-
tavano infamia avere un dei loro nell'esercito, reclutato laddove, sempre
quasi
del tutto tra galeotti e briganti;
che
re formò corpi distinti e privilegiati,
il
die italiane e
i
Liparotti, nei quali
onesta, gli aspiranti
La
terza
si
si
come le guarammetteva solo gente
presentarono in gran numero.
domanda riceveva
risposta favorevole, essen-
dovi nel Napoletano e nella Sicilia molti ottimi porti, e facilità pel
passaggio in Egitto.
«
Questo passaggio (diceva
RELAZIONI DEI PATRIOTI NAPOLETANI
366 il
Paribelli) è tanto più facile e sicuro, in
è bisogno di varcare né la Sicilia e l'Africa
cerebbe molto
Ma di
la
È
quanto non
non nuo-
e perciò la crociera inglese
;
ci
Messina né quello tra
».
quarta domanda porgeva occasione e svolgere la
ripigliare
Italiana
lo stretto di
sua idea
al
favorita
Paribelli
dell'Unità
:
impossibile
con esattezza
rispondere
senza sapere qual sistema politico d'Italia, dal
quale
a
domanda
questa
adotterà per tutto
si
il
resto
sistema politico da adottare a Napoli deve
il
essere assolutamente dipèndente e subordinato. Se la Francia, in
questo la
momento che
sue vittorie l'han messa in grado di dettar
le
legge e di eseguire
considerare se non
cosa che
tal
come un voto
i
del
politici
loro
non hanno osato
cuore, troppo lontano
dalla possibilità dell'esecuzione, avesse voluto veramente pronun-
ziare la
una parola
sua
risolutiva, e assicurar per
felicità e la
sempre
la
propria gloria,
sua tranquillità, e quella dell'Europa
intiera,
essa non avrebbe certamente lasciato sfuggire questa occasione,
che probabilmente non tornerà più per un lungo avvenire, di fare
uno Stato
di tutta Italia
Non importa posto che una delle Alpi stranieri,
fino
solo.
la costituzione
al
che questo Stato avrebbe adottato,
medesima voce
sola e
Mar
Ionio,
fosse
risonata dalla
cima
almeno pei suoi rapporti con
conformandosi pel governo interno
alle circostanze,
gli
che
non permettono forse pel momento
l'unità
questo Stato, finché gl'italiani non
adusino a guardarsi tra loro
come
figli di
una medesima patria
tudini, che, a cagione del
portati a considerarsi
si
e
e
l'indivisibilità di
abbandonino
frazionamento dei loro
come
le
antiche abi-
Stati,
rivali e stranieri, piuttosto
li
hanno
che com-
patrioti.
Per questa felice combinazione si giungerebbe a stabilire una nuova bilancia politica in Europa, tanto più durevole in quanto non sarebbe fondata solamente sopra una proporzione di forze reali particolari, soggette a mille alterazioni in ogni istante,
una proporzione più generale
di forze,
ma
sopra
appoggiata da due opinioni
diametralmente opposte, che dividerebbero l'Europa in due grandi
PARERE DEL PARIBELLI AL BON APARTE
VI.
parti
;
367
monarchie assolute,
cioè le costituzioni rappresentative e le
terrebbero in dovere, osservandosi ed equilibrandosi
che
si
con
le altre.
le
une
Restringendosi al caso di Napoli, sarebbe necessario da
un governo rigoroso, nome, che impedisse le reazioni e
principio, fatta la conquista, stabilire
militare senz'averne
il
vendette dei sedicenti patrioti.
Il
generale in capo,
com-
il
missario straordinario del governo francese, un altro francese che avesse l'incarico delle finanze, e alcuni degli uo-
mini
di
maggior credito ed autorità del paese, dovrebbero
formare un consiglio supremo, che reggerebbe sto
modo,
se la sorte delle
cedere di nuovo
il
armi costringesse
tutto. la
A
que-
Francia a
paese al suo antico sovrano, non
si
sa-
rebbe compromessa troppa gente. In ogni caso, anche nel
breve periodo di un'occupazione militare, bisognava
meno, per migliorare
le
ultime tracce del feudalismo, in
lire fin le
rimetterlo in
impossibile
al-
condizioni delle popolazioni, abo-
piedi
;
e
fare
modo che
il
fosse
medesimo
di
tutte le altre leggi, usi e costumi, che gli somiglino. Cosi il
popolo ti-arrebbe almeno un profitto da tutte
e sacrifici,
che
le
avrebbero arrecato.
giamento
le
disgrazie
rivoluzioni e l'invasione francese
— Che se convenisse
di dinastia,
i
gli
accettare un can-
francesi stessi dovrebbero lasciare
al
paese una costituzione monarchica moderata. Se però
si
volesse farne
uno Stato
libero, occorrerebbe,
dopo
sei
mesi, porvi un governo regolare, sul genere press'a poco
Dubisognava raccomandare di
di quello di Francia e delle altre repubbliche italiane.
rante
il
periodo di transizione,
tenere distinti gli interessi francesi da fissando con
esattezza le
quelli
nazionali,
contribuzioni, che converrebbe
dividere in più anni.
La quinta domanda concerneva il
quale,
per
le
il
condizioni del paese,
sistema finanziario;
dove
la
ricchezza
era quasi interamente fondiaria, non poteva essere se non
RELAZIONI DEI PATRIOTI NAPOLETANI
o68
quello delle imposte dirette.
L'industria vi è quasi nulla,
«
non serve tutt'al più se non fornire molto imperfettamente ^i primi bisogni dei popoli, senza giammai arricchire coloro che l'esercitano. Anche il commercio serve e
modo
soltanto a facilitare in qualche dell'agricoltura, e
dei
prodotti
non procura grandi ricchezze,
fatta ec-
l'esito
cezione di alcuni monopolisti delle derrate principali
comuni dovevano essere le terre
del loro
».
resi responsabili delle esazioni
tenimento. Occorreva abbattere
Alla sesta domanda, sul sistema militare, le
le bar-
commercio.
riere e gli ostacoli di ogni sorta al
rispondeva che, nell'ipotesi che
1
per
due
il
Paribelli
Sicilie costituissero
Stato da sé, conveniva introdurvi la coscrizione generale,
disciplinando una parte dei coscritti con
l'
irreggimentarli
formando dei depositi d'armi per gli esercizi militari nei comuni. Accanto a queste milizie, dovevano stabilirsi alcuni
e
corpi di truppe regolari
come nucleo per
servire in qualche occorrenza pati gli ufficiali. Questi corpi coi francesi, e forse era
l'esercito, e
per
improvvisa e tenere occu-
dovevano stare sempre
uniti
bene formarli come battaglioni
al
séguito delle mezze brigate francesi. La cavalleria, per la natura montuosa del paese, doveva essere poca; preferibili le truppe leggiere: per la polizia interna, istituire gendarmi da serbare e preparati al modo dei mich eletti spagnuoli ;
perfezionare gli artiglieri litoranei. Sull'ultima domanda,
il
Paribelli
mostrava ancora una
volta l'importanza per la Francia di assicurarsi un
dominio nell'Italia meridionale, e
la
difficoltà
di
pre-
averla
un re invece di una repubblica. Dava, infine, consigli sui modi di guadagnarsi il clero con le promozioni, e col rinnovare da cima a fondo il clero alto. ligia se
vi
si
stabiliva
VII
La pace
di
Firenze
_Lie cose per allora volsero alla pace fatto
d'arme a Siena,
prima l'armistizio
marzo tani,
1801).
il
di Foligno, e poi la
Paribelli e
Il
:
dopo un piccolo
Murat concluse col re di Napoli,
il
Ciaia,
pace di Firenze (26 deputati dei napole-
spiegarono anche in questo periodo, e con miglior
successo, l'attività loro. Sin da quando, nel febbraio 1801, il
marchese
di Gallo, inviato dal re di Napoli, si era recato
a Parigi per aprire le trattative (trattative rotte per
di
non aver voluto
pace col Talleyrand il
Gallo accettare le
condizioni disastrose e umilianti, che vennero poi accettate
a Firenze), essi avevano scritto al Primo Console per avvertirlo
di
procedere cauto in quelle trattative. Vero è
dicevano) che
(essi
uomo capace suoi,
il
il
marchese
aveva mandato
re di Napoli
e probo e
di Gallo;
ma
spione contro
i
patrioti al
zione, spione della regina
di «
tempo
presso
il
Orazio de Mat-
della
prima persecu-
Gallo, cosi nella sua
alunno in diplomazia
perseguitati politici,
come
i
tal
missione a Vienna come allora in Parigi, sotto
non nobile,
solo
l'aveva circondato con uno
sciame di spioni, capo dei quali era un tei,
il
galantuomo che possedesse tra
».
titolo,
lui
Per garantire
non bastava un semplice
i
articolo ge-
si
era fatto con l'Imperatore; e ciò per varie
ragioni, tra le
quali che la lealtà della corte di Vienna
nerico,
370
RELAZIONI DEI PATRIOTI NAPOLETANI
era ben superiore a quella della corte di Napoli, e che
l'Imperatore non
nemico
»
Abbozzavano
politici.
introdurre
come
era,
si
personale
«
coltà di restare o
di Napoli, costituito
re
andar
»
dei suoi avversari
uno schema degli
inoltre
libertà di tutti
:
il
e « vendicativo
articoli
con
prigionieri di Stato
i
richiamo degli
via,
esuli,
da fa-
garan-
francese e russa per questi, reintegrazione nei beni
zia
e restituzione di ciò che la corte aveva indebitamente confiscato, facoltà di
lunque maniera rendite o
le
i
i
vendere, permutare o alienare in quabeni mobili e immobili, per trasportarne
valori capitali dove
si
volesse, senza alcun
impedimento. Davano poi chiarimenti sulle varie forme della proprietà nel regno di Napoli, distinguendole in cin-
que: proprietà libera, fedecommessi in linea diretta, fede-
commessi con sostituzione
in
linea trasversale, proprietà
feudali, pensioni vitalizie dei cadetti di famiglie nobili; e
sui vari accorgimenti, che ciascuna di queste classi richie-
deva nella formolazione degli
me
cose ripetevano
il
^ Le medesiuna lettera al
articoli relativi
Paribelli e
Ciaia in
il
Berthier, in cui tra l'altro l'esortavano a far uffici presso
ministro degli esteri Talleyrand,
un appunto
del Paribelli,
si
quale,
il
teneva generalmente dai na-
poletani corrotto dall'oro di Carolina
1
Fondo
Paribelli,
ff.
2
Fondo
Paribelli,
f.
Napoli Luigi
si
racconta che
XVI
58-62. 64.
In uno scritto del Paribelli sulla corte di
il
barone di Tillemont, ambasciatore di re
ma Maria
une viaison de jjsrtinence royale
le
et
^,
a Napoli, non avendo voluto giurare la costituzione del
1791, fu destituito;
enfants
il
come appare da
et
Carolina
des pemions très généremes
crédit de cette famille ayant
de Naples, où
elle
«
logea tonte sa famille dans
donna de Vemploi dans au pére
et
donne de Vombrage à Acton,
ne fut rappellée que
les
troupes aìtx
à la mère jusqii'à il
la
fit
ce
que
chdsser
quand Vevéque d^Autun entra au
Ministère des rélations extérieures en France. Alors on lui dépécha un courrier extraordinaire
à Vienne pour Vinviter à retourner à Naples, où
les
LA PACE DI FIRENZE
VII.
Mentre
pace
la
presero che
il
si
negoziava,
371
patrioti napoletani
1
ap-
re di Napoli aveva ottenuto la mediazione,
l'intercessione e la protezione dell'imperatore delle Russie.
Paribelli
Il
personalmente
non pose tempo
mezzo. Egli conosceva
in
generale barone di Springponten, primo
il
negoziatore russo, venuto a Parigi in quel tempo. Al ba-
rone di Springponten presentarono
una nota,
tani
quale fu presto seguita da una più lunga
la
memoria, indirizzata
czar Paolo
allo
documenti furono redatti dal
La nota
al
deputati dei napole-
i
I.
Entrambi questi
Paribelli.
barone di Springponten è in data
dell' 11
febbraio 1801, e prende le mosse dalla lettera del 5 pio-
voso del general Murat sultava che
».
E
all'imperatore di Russia faceva appello non
solo per questa qualità di protettore del re di Napoli,
anche per
come uno
sione
particolari, a noi
dei firmatari, chiarendo in questa occa-
ben
noti,
ribattendo tutte le obiezioni che le
La memoria
ma
da colui presa nella capitolazione dei
la parte
castelli i
ri-
Napoli dipendeva dal grado
M. l'imperatore di Russia voleva ac-
di protezione che S.
cordargli
general Damas, dalla quale
al
la sorte del re di
«
diretta a
Paolo
I
^
della capitolazione, e si
potevano fare ^
aveva per iscopo
di
svelare l'intenzione segreta dei coalizzati, che volevano
ingannare
la
buona fede dell'imperatore di Russia, e di decommessa dalla corte di Napoli con la
nunciargli l'iniquità
rottura della capitolazione.
deux baronets
dame de ayant le
sont colonnels
et
Il
Paribelli vi
se battirent
contre
les
si
estende ad esa-
franqais, la mère
est
par
an,
la cour de la Reine avec seize mille francs d'appointem£nt
été déclarée
telle
sur
les
vaisseaux anglais au
moment de
la fuite, et
baron jouit d^une pension annuelle de vingt-quattre milles francs » {Fondo
Paribelli^
f.
1
Fondo
2
Ivi,
ff.
147).
Paribelli,
81-127.
ff.
76-80.
372
RELAZIONI DEI PATRIOTI NAPOLETANI
minare
la situazione politica del
tempo, e a mostrare l'in-
una grande coalizione delle potenze del Nord, accompagnata dal blocco continentale contro teresse di costituire
La
l'Inghilterra.
violazione della capitolazione qui è attri-
buita specialmente all'Acton, che avrebbe avuto l'intento di screditare per tal
modo
notare in questa memoria
cosi nel testo francese
Ces
È da
Micheroux.
il
caldo elogio, che
Paribelli
il
Czar di Russia, dei patrioti napoletani. Esso suona
fa allo
leur
Ruffo e
il
il
hommes
avaient été
célèbres, ces illustres martyrs de leur
ceux
étaient
Patrie,
:
qui,
appellés par le
amour pour
désignés par l'estime publique,
vainqueur à remplir
premières
les
places de l'Etat et qui, cédant à la nécéssité, consentirent à les accepter.
dévouement qu'on avait dù
C'était à leur
le
bonheur, rare dans
de semblables circostances, de voir un royaume changé en république sans une seule arrestation, ni aucun acte de vengeance ou
de tyrannie,
de voir un gouvernement nouveau compose
et
mes vertueux
et
d'
hom-
sans autre passion que celle du bien de leur
Pays.
La conduite
qu'ont tenue ces
hommes dans
fonctions, a bien justifié la réputation qui zèle le plus ardent
pour
le
les
l'exercice de leurs
avait précédés.
Le
bien public, un désintéressement trop
rare dans ceux qui concourrent à une revolution, une
àme exempte
d'ambition et de toutes vues personnelles, une activité, une sagesse,
une pureté d'intentions à toutes épreuves, signalèrent leur
administration. Mais
ce qui
doit
plus surprendre
le
extréme modération, qui, ayant donne à
un
si
grand caractère de douceur,
offrit
spectacle jusqu'à présent nouveau d'un
citoyens.
Une
telle
leur
étonné le
à l'univers
changement de gouverne-
ment sans échafauds, sans proscriptions de sion de sang des
c'est
de Naples
la revolution
partis, et
modération
sans effu-
était
d'autant
plus admirable chez eux, qui presque tous avaient été victimes
de longues
et cruelles persécutions excitées
par les
mis, qu'ils avaient en leur puissance et auxquels
mémes
ils
enne-
surent par-
donner. Qu'on veuille comparer cette noble superiori té
d'esprit,
.
LA PACE DI FIRENZE
VII.
373
cette élévation de sentimens des patriotes Napolitains avec l'atro-
des traitemens que la Cour et les Royalistes leur firent éprou-
cité
d'hommes
ver; et qu'on juge à laquelle de ces deux classes posterité doit adjuger la
Mais ce qui
fit
palme de
la
la vertu.
encore briller leur héroisme dans tout son éclat
ce fut le courage, la formeté inébranlable, par lesquelles, enten-
dant gronder l'orage
Romains
lors
sur leurs
semblables aux sénateurs
tétes,
de l'invasion de Brennus, qui périrent sur leurs
chaises curules,
aimèrent mieux mourir à leur poste que ra-
ils
cheter leur vie au prix d'une bassesse ou d'un làche abandon de leur Patrie et de leurs Concitoyens.
Voila quels étaient les
publique
hommes
qui furent voués à l'exécration
en spectacle sur les échafauds!^
et trainés
Queste pratiche, fatte presso «
un pieno Intanto,
come
risultato », si
divulgava
parve
governo russo, ebbero
il
sapere
concernente
agli esuli insufficiente, e in
voco. Priiga che
il
Paribelli stesso
i
perseguitati poli-
qualche parte equi-
trattato fosse ratificato,
il
^.
di pace di Firenze; e
trattato
il
l'articolo settimo di esso, tici,
ci fa
il
Paribelli e
il
Ciaia scrissero al Primo Console, richiamando la sua atten-
zione sulle difficoltà che l'articolo incontrava. Si diceva in quell'articolo:
1
Fondo
Paribelli,
«
Tutti
f.
100.
A
i
f.
sudditi
104
si
del
re di Napoli, che
conferma che
il
Cirillo ricusò
una domanda al Re. A f. 103 si legge, a proposito dell'iniquo procedere della Giunta di Stato, quest'aneddoto concernente Mario Pagano: « Ce fut dans une de ces occala grazia, offertagli a patto di firmare
sions que le célèbre philosophe et jurisoonsulte '
Essais politiques
',
des
'
Réflexions sur
sieurs autres ouvrages estimés,
prononga
ce
le
Mario Pagano, auteur des
procès criminal
gesse et sa constance. Lorsque le monstre Speciale voulait
viontrer son innocence,
il lui
mori; la Cour Vabhorre, song froid de Socrate:
*
dit:
et le
'
Tout
est
est
'.
Fondo
Paribelli,
f.
65.
de plusa-
Vempécher de de-
àia
Ce héros rèpondit avec
le
maintenant égaré; mais je mourrais
content si ce peuple avait une volontà, qui put en imposer 2
et
inutile: ta téle est dévouée
Peuple la veut
Le peuple
'
grand mot, qui honorera sa
à
ses
magistrats
'
»
374
RELAZIONI DEI PATRIOTI NAPOLETANI
non siano
stati perseguitati, banditi o costretti
volontariamente se non per
a spatriare
relativi al soggiorno dei
fatti
francesi nel regno di Napoli, potranno tornare e saranno
Ma non
reintegrati nei loro beni
».
coloro, che fossero
condannati prima di quel tempo
stati
vi
diceva che
si
a cagione delle loro opinioni politiche e del loro alla
tutti
affetto
causa della libertà e dei francesi, sarebbero chiamati
a godere del benefìcio dell'articolo. Si parlava in esso di «
tutte le persone presentemente detenute a cagione delle
loro opinioni politiche
bertà;
ma
«
detenuto
»,
»,
importa semplicemente un
dannato
».
da dover essere rimesse in
e
li-
nel linguaggio giuridico napoletano, «
accusato
»,
non ancora
«
con-
E, infine, l'articolo non provvedeva alla libera
disposizione dei beni di coloro, che non fossero tornati in patria K
Anche questa nota ebbe buoni associato per corrispondenza
l'articolo set-
risultati:
timo ricevette una maggiore estensione, e
Paribelli fu
il
cittadino Alquier,
al
amba-
sciatore a Napoli, per concertare insieme l'esecuzione del trattato per ciò che
concerneva
i
patrioti. L'Alquier, cosi
istruito e sostenuto, tenne fermo;
nati d'ogni specie
e
i
detenuti e condan-
furono messi in libertà, e
gli esuli ri-
chiamati con ogni garanzia. Gli è per ciò che
scrivevano
al
Primo Console per manifestargli
menti dei loro rappresentati, ed esprimere si
la
i
deputati
ringrazia-
i
speranza che
ottenessero nuovi risultati per ciò che concerneva
non
solo dei patrioti superstiti,
ma
anche dei
figli
di coloro, ch'erano stati vittime della reazione
E
poiché, passati alcuni
aveva ancora messo
mesi, la corte di
in esecuzione
st'ultimo punto, essi intervennero di
1
Fondo
2 Ivi,
ff.
Paribelli, 67-8.
f.
66. Cfr.
^.
nuovo presso
ff.
beni
Napoli non
le stipulazioni
Fondo Ruggiero,
i
ed eredi
311-4.
su queil
Primo
VII.
Console, nel
LA PACE
375
DI FIRENZE
momento che stava per concludere
la
pace di
Amiens. Scopo del ritardo della corte era probabilmente per qualche tempo ancora
la voglia di godersi
dei beni confiscati K
venire, trioti
quando
la
E
corte di Napoli
rimborsassero secondo
quel tempo
le
il
pretendeva che
valore nominale
carte di banco, con cui
quei pagamenti, perdessero
somme che avevano
proventi
i
un'ultima volta dovettero inter-
esatto
i
(e
i
pa-
benché
in
erano effettuati
si
tre quarti del loro valore), le
come impiegati ed
ufficiali della
Repubblica napoletana; e ciò senza resa di conti, ch'era per altro impossibile, essendo state distrutte tutte
le
della Repubblica. Iniqua pretensione: sia perché
patrioti
non avevano potuto opporre matosi per al
rifiuto al
;
sia
suo ritorno, aveva esatto da capo tutte ai
carte
nuovo governo,
effetto della diserzione del re
chiarando nulle quelle versate
i
for-
perché costui,
le
imposte,
di-
francesi e ai repubbli-
cani; e sia, infine, perché la corte aveva goduto per due
anni
le
rendite dei beni sequestrati; anzi, per altri cinque
mesi dopo stipulata
la
pace di Firenze. Anche quest'ul-
timo passo dei deputati dei napoletani venne coronato dal successo
1
^.
Fondo
2 Ivi,
ff.
Paribetli, 69-70.
ff.
68-9.
vili
Conclusione
I
documenti, da noi passati in rassegna, mettono in
bella luce le due figure di Cesare Paribelli e di France-
scantonio Ciaia, e illustrano l'attività da essi spesa a prò della Repubblica napoletana, e per
alleviare le sventure
cagionate dalla caduta di questa. Prima di chiudere, sarà
bene dare un cenno intorno
alla vita posteriore
due
dei
protagonisti del nostro racconto. Il
Ciaia
si
trovava ancora a Parigi nella seconda metà
tempo
del 1806. In
quel
mandava da
Napoli, tornata di
suo
amico Boccapianola
nuovo
una copia dell'ode d'Ignazio
francese,
Sant'Elmo: amico
il
(gli
«
E
notte alfine
scriveva
È
la
«
te
e
a
le
tava a tornare tra Il
Ciaia
anni
momento
nel e
Fondo Ruggiero,
tue e le mie
le
piaghe del tuo bel cuore le
Fasano
ff.
».
E
lo esor-
braccia dei suoi amici, lasciando Pa-
tornò difatti
visse da allora in
1
il
tre
parola data. L'ho copiata piangendo: quanto
lagrime sanare
*.
in
scritta
mio carissimo
me, posso mandartela
mai piangerai tu nel leggerla! Possano
rigi
Ciaia,
Eccoti,
finalmente arrivato
quale, senza nuocere a
mantenere
ecc.
gli
dominio
il
Boccapianola) l'ode, che
il
sono mi domandasti.
»,
sotto
126-7
o,
in patria
in
quel
tempo, e
presso la sorella, in Massafra.
CONCLUSIONE
vili.
377
Nel decennio fu consigliere d'intendenza a Lecce, e poi a
dopo
Melfi e a Barletta: ufficio, che lasciò
la rivoluzione
del 1820. Nel 1829, avendo sposato in Martina Franca la
signora Desiati, vedova
Basile, prese
dimora
stabile
in
quella città. Gli piacque sempre vivere in corrispondenza
Novantanove.
coi suoi vecchi amici del
chiuse l'onorata vita
A
Martina Franca
10 ottobre 1849, nell'età di settan-
il
tanove anni ^ Il
Paribelli
ebbe nel 1802 una missione in Elvezia,
tembre
di quell'anno scriveva
da Milano
e pro-
Ma
nel set-
al Ciaia,
comuni-
priamente a Berna, come agente diplomatico.
candogli che la missione era cessata subito, per essere egli valtellinese e quindi in opposizione d'interesse coi Grigioni,
appartenenti alla Confederazione elvetica; e parlava del posto, che
il
vicepresidente della Cisalpina gli destinava,
d' ispettore alle riviste della
guardia del governo, con grado
Ma non
ed onorario
di
speranze
adempissero presto. Cesare Paribelli fu dal go-
si
capo di brigata
^.
pare che
le
sue
verno del Regno d'Italia nominato sottoispettore delle rassegne di seconda classe nel gennaio del 1809; e nell'aprile 1813, delle rassegne di
cesco
1
d'Austria, ebbe
I
cinque
le
di
colonnello, col
quale
figliastri del Ciaia.
Ruggiero,
ff.
315-20. Nella lettera del 18
di avere-riveduto in Svizzera
», e in Ginevra Gaetano Rossi, che mi
seppe Piatti
alla
grado
il
Nel 1819, sotto Fran-
notizie al sacerdote Giuseppe Sampietro di Faha attinte dal signor Angelo Basile, ultimo superstite dei
Fondo
contava colo,
classe.
Dobbiamo queste
sano, che
2
prima
duchessa di Capracotta,
rita (Fasulo), al Battiloro, al
e
il
loro
«
lo scopritore della
fece ridere a crepare al
«
buon Cassano
JuUien
e a tutta
settembre 1802 rac-
sventurato amico Giu-
»
,
la
quadratura del
famiglia di lui
cosi via. In un'altra lettera del 27 ottobre 1802 parlava
sua cugina e del bravo amico Imbonati Atimonelli.
»
,
di
cir-
Mandava saluti all'amica Marghe».
«
;
e
dell'amabile
Titta Mastelloni e di
RELAZIONI DEI PATRIOTI NAPOLETANI
378
venne poi pensionato. Aveva una vena appartenne anche, dal 1811 in di
Mantova,
e,
durante
i
lieti
La madre ottuagenaria
belli iuniore,
che
lo
di letterato e poeta;
airAccademia virgiliana
lunghi anni della vecchiaia, fece
spesso cantare la musa, nei amici.
poi,
avvenimenti
di parenti
ed
dell'avvocato Cesare Pari-
ricorda perfettamente, lo dice persona
di carattere allegro, piacevole, e molto gradita in società. Il
23 marzo 1847, a ottantaquattro anni, mori in Milano
quest'uomo, che, nativo dell'Italia settentrionale e vissuto a lungo nella meridionale, fratello del presidente del Gran Consiglio della Repubblica Cisalpina ed egli stesso compo-
nente del Governo provvisorio della Repubblica napoletana, zelatore in e
compagnia
di
napoletani d'interessi nazionali
napoletani, sembrò per qualche tempo impersonare in
medesimo le aspirazioni, due parti d'Italia. sé
i
sentimenti e
i
destini delle
ILLUSTRAZIONI
e
DOCUMENTI
Nuovi particolabi sulla eivoluzioke
Tra titolo:
le carte del Paribelli si
trova
Notes sur la Cour de Naples
qui Vont amenée {Fondo Paribelli, dotta fino al
tempo
et
ff.
una sur
di
Napoli
scrittura incompleta col
Revolution
la
132-154).
et les
causes
La narrazione
è con-
tradimento del Dumouriez (aprile 1793);
del
e vi s'incontra qualche notizia
non priva d'interesse
sulla politica
dell'Acton.
Maggiore importanza hanno
Notes historiques sur
le
Championnet, menzionate di sopra lato nel 1800 pel
(p. 353), ch'egli
le
general
aveva compi-
Rousselin de Saint-Albin, biografo di quel ge-
non furono adoperate,
nerale. Queste note
o
molto poco, nel
men
che mediocre lavoro del Saint-Albin. Da esse apprendiamo alcuni particolari nuovi, specialmente intorno alla cooperazione
Championnet ebbe nella sua impresa dai
Appena messosi a capo dice
il
dell'armata di
che
lo
patrioti napoletani.
Roma,
lo
Championnet,
Paribelli:
s'entoura
des
meilleurs
parrai
les
patriotes
napoHtains exilés ou
échappés de leur patrie du temps de la persécution royale, afin de s'aider de leurs conseils pour la réussite d'une entreprise aussi grande et aussi difficile.
Laubert
extraordinaire sous tous
miration de toutes lui
avaient mérité
les l'
était
les
le
premier de ce nombre.
Homme
rapports, et digne de l'amour et de l'ad-
honnétes gens, ses talents et ses vertus, qui
estime et l'amitié de Joubert, ne tardèrent pas
RELAZIONI DEI PATRIOTI NAPOLETANI
380 à gagner
le
coeur du bon Championnet.
Il
se concerta clone
avec lui
bonne disposition et de l'enthousiasme des patriotes napolitains, dont Laubert jouissait à bon droit d'une entière confìance. sur
le
moj^en de tirer parti de
la
Giunto a guerra incominciata,
Macdonald continuasse neva per certo che re di Napoli
mercé
e ch'era spia di tera,
la
Championnet impedi che
lo
ritirata
sopra Ancona.
il
Macdonald fosse
la
duchessa Lanti
Maria Carolina
;
Il
il
Paribelli te-
stato disposto in favore del di
Roma,
ch'egli corteggiava
e afferma ciò in
base di una
let-
a costei diretta dalla duchessa Lanti, e che sarebbe stata in-
Vasto dai patrioti abruzzesi.
tercettata a
Entrato negli Stati napoletani, voulant d'un coté récompenser ces
lo
Championnet,
officiers
de l'armée royale, qui
avaient principalement contribué à ses victoires, et empécher eeux qui s'étaient tenus dans l'indifférence de se déclarer contre lui de crainte
méme ceux qui étaient encore attachés Cour par l'assurance d'étre conservés dans leurs rangs sous le Gouvernement républicain, fit une proclamation par laquelle il assurait à chacun leurs places et des larges récompenses à ceux de perdre leur état, et gagner
au
parti de la
qui s'étaient déjà distingués, ou se distingueraient ensuite, en faveur
de
la liberté.
Cette première opération produisit
car presque tous Il
les officiers
embrassèrent
le
le
plus grand
effet,
parti de la République.
organisa ensuite une Commission composée des exilés napolitains,
qui étaient rentrés dans leur patrie avec son armée, afin de
lier
une
correspondance plus étroite et plus suivie avec leurs compatriotes de l'intérieur, et surtout de la capitale. Cette
par Laubert, et produisit
Commission
plus grand bien. Elle
le
était présidée
commenda d'abord
à dépécher par ordre du General plusieurs apótres dans toutes
communes pour y précher toutes les calomnies, que
les le
principes révolutionnaires,
Royalisme
et les prétres
les
y démentir
y avaient
dé-
bitées depuis dix ans afin de rendre partout les Fran^ais odieux et les faire
regarder
ser à recevoir en
comme
des vrais antropophages, et afin de les dispo-
amis leurs libérateurs. Elle Ha ensuite une corre-
spondance directe avec les patriotes les plus inflaents de la capitale, pour concerter les mésures à prendre pour effectuer le changement du gouvernement avec le moins de désordres possibles dans une capitale immense, oìi le Royalisme ne cessait pas de s'agiter dans tous les sens, et
de travailler
et séducteurs.
les
peuples par tant de raoyens mensongeux
La Commission, connaissant
tous les principaux pa-
ILLUSTRAZIONI E DOCUMENTI
381
triotes des armées, et jouissant de leur confiance,
ne tarda guère à
dans l'armée qui restait encore, et
se pratiquer des intelligences
tout dans
la forteresse
de Capone, au
moyen
siir-
desquelles cette der-
Mack et du Gouvernement Na polita! n devait étre aux Fran9ais sans coup ferir, en empéchant en méme temps la
nière ressource de livrèe
désorganisation totale de l'armée royale et la disposant à passer en
ben ordre sous l'étendard de
Macdonald
Il
la
è biasimato
République.
anche dal Thiébault per avere
nanzi a Capua esposto l'esercito tutta la campagna, a uno scacco.
punto
in-
francese, fin allora vittorioso in Il
Paribelli illustra bene questo
:
sages et humaines {dello Championnet)^ desquelles bon succès de tout le reste, avaient été si bien concertées qu'elles ne pouvaient manquer de réussir, si la précipitation du general Macdonald, commandant l'avant-garde, qui s'était presque tout-à-fait émancipé de la subordination du general en chef, pour la sotte ambition de faire un coup d'éclat, ne les eùt pas faites échouer. En effet, lorsque tout était arrangé dans la place pour que au mo-
Ces mésures
dépendait
le
ment de l'attaque des
franQais toutes les batteries extérieures et in-
térieures fussent servies par des officiers et des soldats
qu'on espérait garnison sous
méme les
du complot,
et
de faire marcher sur Naples une partie de la
ordres des généraux patriotes pour
Mack et les autres chefs qui avait été communiqué au general
Lazzaroni, et d'arréter
y contenir
tenaient pour
les le
fran^ais pas des que ce pian patriotes qui au risque de leur vie étaient sortis de la place à cet effet et par l'ambassadeur cisalpin Martinengo, qui se retirait de
roi, et
Naples; Macdonald, sans attendre l'heure marquée, sans concert, sans artillerie,
la place
avec environ mille
de Capone et
la fait
hommes de sommer de
cavalerie, se presènte devant se rendre.
Mack d'abord
se
une rèponse très fière; mais, voyant son insistence, et ne pouvant concevoir qu'un general en son bon sens puisse oser de bonne foi sommer avec une poignée d' hommes sans artillerie une place assez forte, dèfendue par une bonne et nombreuse artillerie, avec une garnison de deux-milles hommes commandos par un general en chef, soutenue par des ouvrages extérieures assez considérables et par une rivière, dont les bords escarpés étaient mit à
rire de cette
gasconnade, et lui
fit
impraticables à la cavalerie, qui l'attaquait,
de
la vérité et
il
commen9a
à se douter
de ce qui se passait, et ayant observé que
niers tiraient toujours de volée et
manquaient
la
les
canno-
colonne ennemie
RELAZIONI DEI PATRIOTI NAPOLETANI
o82 avec
la mitraille,
menala d'en
fit
il
sur
fusiller
autant avec tous
faire
canon quelques
le
artilleurs et
autres qui manqueraieni leurs
les
coups. Alors la colonne franpaise fut forcée de se retirer, laissant sur le
pavé environ cinquecents hommes, et de cette manière
tant de peines et de
tant_,
Le conseguenze furono coraggiando cesi.
—
fruit de
disastrose, scoraggiando
i
patrioti e in-
popolazioni già irritate dalle violenze dei fran-
le
Dopo
le
de risques des patriotes fut perdu.
rottura
la
dell'armistizio
Sparanise,
di
ch'erano in Napoli, operarono sugli Eletti della
città,
i
patrioti,
perché
si
mettessero in corrispondenza con lo Championnet. Quelli accettarono, e
mandarono una
lettera per
che era rientrato in Napoli;
liati,
mezzo
di
ma
messo, nel recarsi dal
il
uno dei
generale francese, fu arrestato dai lazzaroni, e non
morte se non perché inghiotti
la lettera
literno, dal quale,
sua ambizione
promesse
e
quantunque non
e pei suoi rapporti
gli
si
il
salvò dalla
Anche
pericolosa.
fecero nominare generalissimo del popolo
trioti
patrioti esi-
i
pa-
principe di Mo-
avessero molta fiducia per la
con
la regina,
avevano ottenuto
giuramenti solenni.
Durante l'anarchia popolare,
lo
Championnet
s'occupait à Capoue de l'organisation
composée de tous
les
d'une Legion Campaniemie^
déserteurs napolitains qui avaient passe de son
coté et de tous les soldats qui venaient lui la dissolution
de l'armée royale.
Il
demander du
service après
confia ce soin au prince Pignatelli
Strongoli, exilé napolitain militaire.
Allora, résolut 9aise
club
«
il
dei patrioti, ch'era in Napoli
»
de tout tenter pour
dans
la capitale*, mais,
plus prompts
pour
faire
empècher
en
méme
cesser
l'entrée de
l'armée
fran-
tems, de viser aux moyens
l'anarchie.
le
Les patriotes, voulant
toujours conserver une espèce de régularité dans la
:
les affaires,
malgré
conduite très-équivoque, et quelquefois ouvertement perfide, du Maet souhaitaient que son qu'on allait entreprendre avec les donc prier Championnet de lui en faire l'ouverture
gistrat de la ville,
le
ménageaient encore,
autorité intervint dans fran^ais.
On
fit
le
traité
il eut la bonté d'3^ consentir pour contenter les patriopour gagner du tems, jusqu'à ce qu'il fut en mesure de pouvoir donner la lei, et méme parce qu'il était lui mème convaincu que l'entrée de son armée en conquérante dans une ville comme celle de
le
premier, et
tes et
ILLUSTRAZIONI E DOCUMENTI Naples, aurait été désastreuse pour
le
ble l'indiscipline et la démoralisation
au Magistrat de
lettre
nommé
Poerio
i,
pour
la lui
du
donc une
soldat. Il écrivit
remettre. en
les
le
un
à
patriote napolitain,
chargeant de l'accompa-
moyens de persuasion propres à
mémes dans
entrer les royalistes
peuple et aurait porte au com-
la ville, qu'il confia
gner de vive voix de tous
383
ses
vues salvatrices.
Il lui
faire
déclara
en outre qu'en cas de refus il aurait avance sur Naples: mais qu'il n'aurait pas hazardé d'y pénétrer sans que les forts de la ville, ou au moins celui de St. Erme, ne fussent entre les mains des patriotes. Poerio, à son arrivée à Naples,
communiqua
Magistrat de
que sous
la ville, afin
au club membres du messager de Cham-
sa mission
un
centrai patriotique, et celui-ci envoya chercher
ses auspices ce
des
pionnet put traverser la ville sans accidents, et se transférer à la
maison de
ville
pour y remplir
la
commission de Championnet. La
en public, on y écouta toutes les autres réflexions verbales, general avait chargé Poerio de l'accompagner. Les membres
lettre, lue
dont
le
du Magistrat, qui étaient du parti des patriotes, entraient parfaitement dans les vues de Championnet; mais les autres, qui formaient grande majorité, étaient dans des dispositions tout à fait difàia proposition, traitèrent la lettre d'apo-
la plus
férentes, et loin d'accèder
cryphe et Poerio d'imposteur, et poussèrent ce qui ne s'exécuta que pour
un
reste de
méchanceté jusqu'au
la
point de délibérer s'ils ne l'auraient pas livré
aux fureurs
populaires:
pudeur de quelques uns
d' entre eux.
Les patriotes, indignés de cette conduite équivoque et perfide de la part
en
lui
du Magistrat de
la ville, firent partir
l'assurant que
le fort St.
Erme
triotes de St.
Erme
signaux d'intelligence entre
pa-
les pa-
et l'armée francaise.
Cosi lo Championnet d'
main des
à son arrivée serait en
triotes, et concertèrent plusieurs
anche
incéssamment Poerio,
enjoignant de solliciter Championnet à avancer sa marche, et
si
avanzò su Napoli.
impadronirsi del Castelnuovo
;
ma
I patrioti
tentarono
furono prevenuti
ed
impediti dai lazzari col negoziante Verrusio, già deputato del Po-
1
Giuseppe Poerio
Murat, deputato nel
(1775-1843), dipoi
1820-1, deportato in
consigliere di
Stato sotto
il
Austria nel 1821, celebre av-
vocato, e padre di Alessandro e Carlo Poerio:
si
veda
la biografia
che quest'ultimo scrisse del padre, in Commemorazione di giureconsulti napoletani (Napoli,
Morano,
1882).
384
RELAZIONI DEI PATRIOTI NAPOLETANI
polo, alla loro
zato
il
racconta che, allorché fu innal-
testa. Il Paribelli
vessillo tricolore su Castel Sant' Elmo,
non comprese
ciò ch'era accaduto, tratto in
naio astuto e ferocissimo contro quello non
il
vessillo francese,
popolo dapprima
il
inganno da un mari-
francesi, che assicurava essere
i
ma
l'olandese.
Segue nel manoscritto una narrazione minuta del governo dello Championnet dopo la conquista, fino al suo richiamo per ordine del Direttorio.
II
Intoeno a Girolamo Pigkatelli peincipe di Moliterko
Girolamo Pignatelli, principe primi anni appassionato per devoto
suo
al
re,
di
Moliterno
fu sin dai
2,
l'arte della guerra,
^
suoi
entusiasticamente
avverso alla rivoluzione democratica. Se egli è
principalmente noto come generale del popolo napoletano nel gennaio del 1799, che passò dipoi ai servigi della Repubblica, è bene avvertire che codesto fu, nella sua vita,
un episodio fuggevole e tempo
bizzarro, in cui si trovò costretto a rappresentare per poco
una parte
affatto discorde dal
Appena scoppiata naria,
Moliterno
il
la
parti
qualità di aiutante di cito austro-sardo,
Nel
fatto
suo genuino carattere.
prima guerra contro
la
Francia rivoluzio-
da Napoli come volontario, e servi in
campo presso
il
generale in capo dell'eser-
barone Devins, nelle campagne del 1792 e 1793.
d'armi di Giletta gli venne affidato
il
comando
di
un
piccolo corpo di cacciatori, col quale protesse la ritirata dei resti della colonna
mento
1
di
Da
comandata dal luogotenente colonnello del reggi-
Caprara:
ma,
ferito
e
restato sul
campo
di battaglia,
alcune carte del Moliterno, donate alla Biblioteca della So-
marchesa di Niquesa Gentile Sono ora legate in un volume, se-
cietà storica napoletana dalla signora
Pignatelli, pronipote del Moliterno.
gnato XXIV. A. 18. 2 Era figlio di Giambattista, principe di Moliterno e Marsiconovo, e di una Luisa o Elena D'Avalos.
ILLUSTRAZIONI E DOCUMENTI cadde prigioniero. Verso
la fine del 1793, fu
rale francese Casabianca e tornò a Napoli.
385
scambiato col gene-
Ma, poco dopo,
riparti
per la guerra, combattendo di nuovo a fianco degli austriaci. Di essi si
vantava discepolo nell'arte militare, ricordando
primo luogo,
in
e
altresì,
come
maggiore Weser, capo dello sarda, e
amici
suoi
di
Devins
il
tempo,
quel
il
maggiore dell'armata austro-
stato
capitano del genio Martinitz. Riparti come capo di
il
squadrone del reggimento Regina (uno dei quattro reggimenti napoletani di cavalleria, mandati in aiuto degli austriaci), con quei
. In margine: « Il giudice Paterno affretti il disbrigo della relazione sull'assunto: 31 genn. 1785 >. Altre accuse, mosse per simile ragione, a Martino e Michele Bonavoglia di Ricigliano, nello stesso fascio (6 giu-
—
gno
1785).
.
ANGIOLILLO (ANGELO DUCA)
448
Appena spuntata
l'alba,
fucilieri si disposero all'assalto.
i
Peppe Russo si svegliarono e, vedendo la gente armata che s'andava radunando, per iscampare dalla morte Angiolillo e
;
corsero al superiore e Il
superiore
li
gitt^irono nelle sue braccia.
si
nascose nell'impalcatura del
tetto, e fece
d'ubbidienza di non dire dove
i due si troraddoppiavano i colpi al portone; e vi avevano messo fuoco, quando fu aperto. Al frate, che aperse, furono subito sopra con la domanda: dov'erano Angiolillo e Peppe Russo? Il frate giurò per tutti I fucilieri lo afferrarono, mii santi di non saperne niente. nacciando di gittarlo nel fuoco che ardeva; e il frate, messo
ai frati precetto
vassero.
I
fucilieri, intanto,
alle strette, confessò.
La gente d'arme sale sopra a furia; e al posto indicato, un mucchio di legna, accende un fuoco. Le fiamme divamparono alto; e allora Angiolillo, col coraggio e la svelfatto
tezza solita, fa un'apertura nell'impiantito e riesce sul tetto,
cercando di
l'ammalato Peppe, che teneva
tirarsi dietro
rato pel petto con la
mano che aveva
sana.
Ma
gli
affer-
mancò
la
Peppe cadde di colpo sull'impalcatura, che, già mezzo bruciata, non resse al peso, e il disgraziato rovinò forza, e
giù sui tizzoni accesi. Subito
ma
i
fucilieri lo presero,
si
rialzò e si liberò dal fuoco;
mentre bestemmiava e piangeva e
pregava che non l'ammazzassero. « Dov'è Angiolillo? ». Queste furono le quali
l'aggredirono.
—
«
Angiolillo?
le
prime parole con
Non
esiste più. S'è
bruciato vivo. Per non essere preso, s'è gittato nel fuoco. Io
volevo fare
lo stesso,
ma
poi
mi son
fatto vincere dalla
paura
della morte. Se cercherete nella bragia, troverete le ossa
O loro
fosse fedeltà e generosità d'amico, o
\ questa
fu la risposta di
un concerto
Peppe Russo. E già
i
»
tra
fucilieri
i II Bartels, l.c, racconta che Angiolillo, vista chiusa ogni via di scampo, persuase il suo amico a gettarsi giù, e dire, se fosse preso, che
Angiolillo era restato bruciato; cosi ch'egli avesse tempo di fuggire non si desse poi pensiero, perché avrebbe sa-
pei tetti: della prigione
puto liberamelo a ogni modo. L'amico conosceva Angiolillo troppo bene da non prestargli fede, e gli obbedì fedelmente.
PRESA E MORTE DI ANGIOLILLO
VI.
gli
credevano, e
si
passavano
stato preso e l'altro bruciato, e
loro posti, e
si
voce che uno dei due era rimovevano le guardie dai
faceva diligenza tra
si
fuoco per ritrovare
il
morto.
le ossa del
In quel
la
momento
stesso, l'arditissimo Angiolillo dal tetto, in
un mantello
Involto, salta in aria com' uccello
E cadeva da
tra
forte.
Sente
un gran
dolore,
scappa, arrancando per la caduta.
fucilieri,
i
1
un'altezza di trenta palmi, di fianco, sul ter-
reno, battendo rialza, e
449
senza che alcuno
gli
E
ma se la
subito
si
svignava
badasse, e già era di-
un trecento passi, e s'era ficcato nel canale di un acquedotto, quando un tale dette l'allarme: « Angiolillo è vivo; è entrato nella canna dell'acqua » ^ Uno della squadra, ch'era appiattato li presso, gli tira una fucilata che gli passa sotto il braccio e non lo colpisce. Ma ormai non ne può più. Scoraggiato, disperato, palscosto
—
ferma: lacrime gli cascano dagli occhi, che non lo uccidano perché si vuol confessare. Il fuciliere, che l'ha raggiunto, risponde: « Non t'uccido, ma renditi! ». Corrono gli altri, lo legano tra grida d'allegrezza, e lo uniscono al suo Poppe Russo. I due si guardano tra loro, e dicono: « Oimé, a che siamo ridotti! »:
lido, Angiolillo si
e prega
Pareva
Ed
il
Russo un'anima dannata.
Angiolillo
un santo disperato!
Intanto, la fama spargeva dappertutto la grande presa
che s'era fatta: Corse la fama veloce per tutto, Che annunziava si gradevol fatto; Gradevol si, ma i stolti furo in lutto. Che '1 disiavan libero ed intatto; E vi fu pur chi malamente istrutto Di sua condotta, non avria riscatto
Risparmiato:
'1
volgo pazzo e
tristo
Cambiato avria pur Baraba per Cristo! ^
Secondo
la Storia, l'attacco
sarebbe avvenuto
il
sabato santo. 29
anCtIolillo (angelo duca)
45.0
giorno dopo, ben legati,
Il
il
tenente Quintana ordinò che
fossero condotti direttamente alla
Gran Corte,
cosi
com'erano
infermi e malconci K Ma, pervenuti ad Avellino, giunse or-
dine superiore di condurli messi
al sicuro, e si
al preside in Salerno. Colà furono sarebbe dovuto cominciare a istruire il
si accingevano in lor difesa ^. L'on s'attendait à voir instruire son procès (scrive l'ambasciatore sardo), et cette espérance le tranquillisait dans sa prison ; car il était notolre qu' il n'avait commis aucun crime qui meritàt la mort aux yeux du public. Le Roi recevait chaque jour des requétes de toutes parts j^our qu* il lui accordai sa défense: un avocai accrediti osa méme lui demander la permission de la soutenir à ses propres frais.... ». Ma non era questa l'intenzione del Re: « il falla it nécessairemeni dans un pays, oii les iétes se montent aisement, se
processo, e valenti avvocati «
défaire d' Angiolillo et avertir hles de ne
come
pas
se rendile si
par son chdtiment
populaires
» ^.
Un
ses sembla-
biglietto reale,
forma di processo, ordinò che Peppe Russo fossero subito impiccati. Il Russo, nel frattempo, moriva in prigione. Il 26 aprile 1784 Angiolillo e il cadavere del compagno furono appesi è già detto, senz 'altra
si
Angiolillo e
Salerno
alle forche in
*.
Poi, troncate le teste e fatti
membra
e le
un tempo
stati
i
corpi in vari pezzi, le teste
furono mandate a esporre nei luoghi, ch'erano quelli dei
maggiori
trionfi
dell'eroe di
San
Gregorio.
Con qualche
i
condo
il Bahtels, 1. e. Secaduto dal dito l'anello
piccola diversità di particolari
la tradizione popolare, nella
fuga
gli era
fatato.
tenente Quintana fu poi premiato e promosso. Leggo nella 10 die. 1784: e II tenente de' fucilieri di montagna D. Emanuele Quintana ha ottenuto dalla r. munificenza la compagnia di milizie di Melfi, in considerazione de' suoi lunghi servigi ». 2 11
Gazz.
3 •*
TOLo. bili,
civ. napol.y n. 9,
Relazione
cit.
del
De Bréme.
sua morte compunta, si legga il D'Aiuconservano i registri della Congrega dei noche accompagnava i condannati a morte.
Per
A
la descrizione della
Salerno non
si
VII.
451
CONCLUSIONE
VII
Conclusione
Che
plebi ammirassero ed amassero Angiolillo, è na-
le
ma
turale;
può sembrare ch'egli destasse come appare dalle cose che dall'accenno del Fortunato a quegli en-
alquanto strano
simpatie anche nelle classi colte,
abbiamo narrate
e
tusiasti,
cui saltava
il
grillo
Di voler fare come un Angiolillo
Queste simpatie
si
spiegano in parte per
1
le
qualità
non
ordinarie di lui e per l'incarnazione, di una compiutezza
quasi artistica, ch'egli presentava,
del tipo del
buon
la-
drone, del brigante umanitario. Ma, secondo me, bisogna anche tener conto delle polemiche politiche di quei giorni, che rendevano Angiolillo interessante come documento o come argomento. I pubblicisti, presso dì noi e altrove, combattevano allora il feudalismo, mettendone in luce i mali e le ingiustizie; e del feudalismo Angiolillo appariva ribelle e vittima. Il
Corani poi, che pubblicava
il
suo libro quando la
ri-
voluzione francese era nel suo apice e sorgevano speranze
democratizzazione e si gettava lo sguardo anche su Napoli come sul resto d'Italia, non manca di dire: che « quest'uomo, situato in modo più vantaggioso, avrebbe potuto rendere servigi segnalati ai napoletani, specialmente in una rivoluzione simile a quella che s'è operata in Francia ». Ma io non saprei davvero risolvere l'ipotetica questione: di universale
si sarebbe messo dal lato dei giaconon piuttosto da quello dei capimasse borbonici, dei
se Angiolillo, nel 1799, bini,
ANGIOLILLO (ANGELO DUOA)
452
degli Sciarpa e dei
Pronio, fede
1
anno.
si
fra
Diavolo.
Anche
la
Santa
presentò come reazione di popolo oppresso ^
I resti della
Ne
banda
di Angiolillo furono distrutti
era rimasto luogotenente Costantino Rocco,
dopo più il
«
di
un
re di Bai-
vano
>, il quale, preso Angiolillo, ne divenne capo effettivo, insieme con Grianiaco, ossia Gian G-iacomo Barberio di San Gregorio; e cosi si andò difendendo e sostenendo. Era conosciuta col nome di « banda dei compagni d'Angiolillo », ed è da credere, che, spento quell'uomo straordinario, diventasse una banda delle solite, coi soliti delitti, e senza quel carattere, dirò cosi, ideale, che vi aveva impresso il suo primo capo. Con loro andava una donna, della quale ai tempi d'Angiolillo non s'ha notizia. Il 4 febbraio 1785 la Gazz. civ. napoL, n. 17, stampava: « Si dice eh' è stata carcerata quella donna, che andava con la compagnia
dei soci di Angiolillo del
Duca:
dicesi che, oltre diversi furti e misfatti,
abbia essa commessi tredici omicidi ». Lo stesso giornale recava nel settembre la presa di Costantino e di Gianiaco nel convento dei capQualche anno dopo, erpuccini di Muro, traditi da un loro amico. ravano per la Basilicata le bande di Michelangelo Natale di San Fele e di Antonio Franco di Melfi, che furono spente per opera del caporuota Francesco Petroli, al quale è indirizzato un sonetto elogiativo, eh' è in fondo al poema del Fortunato.
—
NOTA BIBLIOGRAFICA
biog-rafia affatto I. Della Fonseca Pimeiitel si aveva qualche immaginaria, come quelle di un G. Vitali, nella Biographie generale del Firmin Didot, e di C. Pbrronk {Storia della repubblica par-
tenopea, Napoli, 1860, pp. 570-2). In questa è sbagliato perfino
nome
il
Née à Naples en 1758, elle appartenait à une des familles les plus illustres du royaume.... ent pour maitres Métastase et Spallanzani. Le mariage avec le marquis di Eleonora, e l'altra
comincia
:
«
de Fonseca fut suivi de sa présentation à la cour
»
,
ecc.
;
al
che basti
osservare che Eleonora non nacque in Napoli, non nel 1758, non ap-
parteneva a famiglia napoletana, non ebbe per maestri né Metastasio né Spallanzani,
presentata alla cortei
non sposò il marchese di Fonseca e non fu Una prima raccolta di notizie storiche fu
messa insieme per opera del D'Ayala {Vite, pp. 285-96). La bioda me, comparve la prima volta come articolo di rivista e in estratto (Roma, 1887); e fu del tutto rifatta nella edizione
grafia, scritta
del 1897. II.
Di Vincenzio Russo scrisse una biografia abbastanza bene
informata
il
D'Ayala (innanzi
alla
ristampa dei Pensieri
politici,
Napoli, Lombardi, 1861, e nelle Vite, pp. 548-56), alla quale nulla aggiungono le « ricerche » pubblicate da B. Peluso (innanzi alla
ristampa dei Pensieri
politici.
Napoli,
De Angelis
e Bellisario, 1894),
dove si legge anche un saggio di E. de Maeinis su La mente di V. R. Il mio scritto fu pubblicato la prima volta nella Riforma sociale di Torino (a. Ili, 1896, voi. VI, f. 6), e di nuovo nel volume del 1897. III. Sulla Sanfelice poco si ha nel D'Ayala {Vite. pp. 548-56) e nel Conforti {Napoli nel 1799, 2.^ edizione, Napoli, 1889). Il mio scritto è del 1888 (Trani, Vecchi) e dette origine a una breve di;
NOTA BIBLIOGRAFICA
454
scussione nel Fanfulla della domenica, e fu assai
a.
X, un. 49, 51, 52;
XI, 4;
a.
rimaneggiato nell'edizione del 1897. Ivi anche era una
polemica (pp. 285-7) col Conforti, che mi è parso superfluo riprodurre, perché la mia opinione, nei punti contestati dal Conforti, è stata confermata in questi ultimi anni da un profluvio di documenti, segnatamente per opera del Ckispo Moncada e del Sansone, già citati ai loro luoghi.
Le
IV.
inserite la
notizie sui giacobini
napoletani prima del 1799 furono
prima volta nel volume del 1897.
V. Lo scritto sul Di Lorenzo, noìV Archivio storico per le prov, napoL, XXIV, 245-50 ricompare ora ampliato con un'esposizione del lungo racconto autobiografico, colà inserito testualmente (pp. :
251-302).
VI. Nel volume del 1897, lo scritto aul Cirillo storico per le prov. napol.,
del
XXV,
;
e neìV Archivio
105-8, la recensione dell'opuscolo
Badham. VII. I documenti sulle relazioni dei patrioti napoletani col Di-
rettorio
col
e
Consolato, noìV Archivio storico
235-81; e ivi anche, XXVIIT, 763-9,
cit.,
le notizie
XXVII.
94-168,
sul Moliterno.
VIII. I due scritti sulle agitazioni e gli intrighi politici del 1801 e 1802, noìVArchivio storico
IX.
Il
cit.,
XXX,
XXXI, 125-38. Duca fu pubblicato
468-80,
racconto delle gesta di Angelo
la
prima volta in un opuscoletto (Napoli, Pierro, 1891); ma lo rifeci nel 1896 sopra nuovi documenti, e lo pubblico ora secondo quel rifacimento, che ritrovo tra le mie carte.
—
A
p. 66 (Bibliografìa degli scritti della Fonseca, Di questo libro il signor De Araujo ha ora acquistato un esemplare, che ha postillo manoscritte del Figuereido e una nota-dedicatoria in portoghese della Fonseca, che dice cosi: « Bem conforme a toda està doutrina da Analyse do meu doutissimo mestre he a laconica, erudita, theologica, e christd Carta do Siimmo Pontifìce Ganganelli, de immortai memoria, dirigida em i7
Aggiunte.
n. 18: Analisi ecc.).
de Maio
de i7oi ao Bispo de Spoleto, o qual the escretéra sabre
as Reliquias dos Santos remettendo-lhe teria,
35 da
e
persuade
o dito
colleccào impressa
hum
escrito sobre està
Bispo pS^ que o imprima
em Paris em 1776
».
etc.
He a
ma-
carta
NOTA BIBLIOGRAFICA
A
73 (La stampa periodica durante la Repubblica, ecc.):
p.
due Europa, dei
giornali, il
tizia nel
il
Corriere di Napoli e di Sicilia e
Beltrani ha
suo pregevole
XXIX,
n. 4, aprile
il
Corriere di
dato testé una diligente descrizione e noscritto, a
stampa giornalistica napoletana a.
455
me
cortesemente dedicato: Nella
del
i799
1912, pp. 121-36).
(in
Rassegna pugliese^
INDICE DEI NOMI
Abbamonte Giuseppe, 59, Abbamonti P., 308, 321. Abbenante,
60, 200.
256, 323,
305,
(d'),
266, 407,
150
47, 264, 271
Giuseppe, 25, 59, 60, 198, 201, 202, 207
Aléthy, 74, 196, 415, 416. Alfieri Vittorio, 15. Alquier, 374, 413, 422. Amalia di Borbone, 64. Amato, 356.
Alessandro, 330 Saverio, 395.
n. 1.
Angelis (de) Donato, 119. Andria, 43, 297, 305.
Angelo
(d'}
Natale, 128, 138, 139,
Angeloni Luigi, 271 n. 1. AngeUicci Liborio, 295. Aniignano, 357. Antonio (sauf), 40, 79 a 81. d'),
392.
Arcambal, 306.
vescovo di Sira-
194, 195, a 210.
(d') (d')
Aquila, 127. (il maresciallo
n. 1, 321.
Albarelli
Ancona Andrea
Aquino
cusa, 394.
Albanese Giuseppe,
392.
n. 2.
141, 142, 183.
Agropoli, 118. Aiutolo (d') Pompeo, 429, 430, 435 a 437, 439, 443, 450.
Alagona
d'),
Ancona, 404, 406.
139.
Abrial, 48, 77, 105, 215, 252, 302, 305, 307, 313, 320 a 325, 350. Abruzzo, 41, 289, 294, 297, 308, 324, 389, 406, 409. Acampa Salvatore, 186. Acerno, 415. Acton Giovanni, 13, 23, 265, 372, 379, 395, 403, 406, 409, 410, 412, 413, 415. Adamucci, 327. Agnese, 415. Ag-nese (d') Ercole, 77, 147, a 152, 322, 357. Agresti Saverio, 128 n. 1. Agresti, 356.
Amatrice, 409. Ambrosio (il generale Amodeo Federico, 211
Arcella Michele, 67. Archenliolz (il capitano), 17, 386. Arcovito, 295 n. 1.
Arcucci Gennaro, 158. Ardinghelli Maria Angela, 18. Arditi Michele, 63. Arezzo Maria Teresa, 157. Ariano, 418. Arrighi G. M., 29 n. 1, 197, 201, 255.
Arturi Michele, 128. Ascoli Piceno, 404, 406 a 408. Ascoli Satriano, 434, 438. Astalunga, 211 n. 2. Astore F. A., 151, 152. Auriol Ch., 422. Aurora, 264. Avella Antonio, detto Pagliucchella, 220.
458
INDICE DEI NOMI
Avellino, 433, 450.
Baschi Luigi, 203
Avery
Basilicata, 433, 446. Bassal Francesco, 287, 306. Basset, 154, 211 n. 2. Basseville (la vedova), 195. Basti Nicola, 271, 272, 393. Battirolo Pietra, 157. Battirolo Giov. Vincenzo, 157 n.
(d'),
78.
Avigliano, 434. Avolio Natale, 186. Atimonelli, 377 n. 2. Ayala (d') Mariano, 3 n. 1, 16 n. 1, 24 n. 2, 25 n. 2, 67, 208 n. 1, 224, 304 n. 1, 453. Aj-ala (d') Michelangelo, 195 n. 2. Azzia S., 110, 308.
n. 2.
Bausan Giovanni, 347
Begani Alessandro, 202, 207, 208. Bella, 435. Bellis (de) Ferdinando, 199. Belpulsi Antonio, 418 a 420. Beltrani Giovanni, 73, 197 n.
Baboeuf, 94. Baccini (il cittadino), 97.
Baccher
(famiglia), 124, 127, 128, 129, 132, 137. 138, 139, 141, 159, 160, 161. Baccher Camillo, 120, 121, 143. Baccher Gennaro, 120, 121. 128, 141, 142, 177, 178, 179, 18Ó n. 1, 182, 183, 186. Baccher Gerardo, 120, 121, 133, 141, 142. Baccher Girolamo, 120. Baccher Giovanni, 120, 121. Baccher Orsola, 120, 121. Baccher Placido, 120. 121, 139, 143 n. 1, 145, 169, 170. Baccher Rosa, 120, 121, 170. Baccher Vincenzo, 120, 128, 159, 168, 177, 178, 183 a 185. Badham, 262 a 266. Baffi Pasquale, 98. Bagni Francesco, 202. Baia, 107, 324. Ball, 264. Balvano, 433. Banchi di Napoli, 47, 247, 299, 300. Baracchini, 408.
Barbapiccola Giuseppa Eleonora, 18.
Barberi J. Ph., 271 n. 1. Barberi© Gian Giacomo, 433, 451 n. 1.
Bari, 171, 305, 422. Barletta, 297. Barras, 278, 284. Bartels F. I., 427, 430, 440.
1.
n. 2.
2,
455.
Benchi Giuseppe, 199. Benchi Michele, 200. Benevento, 308, 418. Benevento (de) Giovanni, 203 Berna, 90. Bernadotte
(il
n. 2.
generale), 340.
Berr, 416.
Bertaux
E.,
Berthier
(il
354
n. 1.
generale), 345, 348,
370. Bertini Attilli Clelia, 4 n. 1. Biancardi, 197. Bianchi della Giustizia (confraternita dei), GÌ n. 1, 151, 152, 165. Bianco Vincenzo, 200, 201. Birago, 330. Bisceglie Domenico. 29, 280, 822, 323. Boccapianola, 376. Bock (il brigadiere), 126. Bodard Felice, 303, 305. Bologna, 401, 408. Bonaventura (fra) da Ogliastro,
128 n.
1.
Bonavoglia Martino, 447 Bonavoglia Michele, 447 Bonazzi (il barone), 157 Bonelli
(il
Bonnamy
n. 1. n. 1. n.
1.
cittadino), 283. (il generale), 223, 288,
30G.
Bonomi
G. M., 313 n. 1. Boquet, 265, 354, 355, 359.
Bordo Benoit, 277. Borrelli Pasquale, 153 n. Bosco Pasquale, 209, 210.
1.
459
INDICE DEI NOMI Botta Carlo, 10 n. 11.
347
1,
218 n.
271
2,
276, 330, 331, 340, 341,
1, 11.
1.
Bourcard
(il
generale de}, 409.
Bourrienne, 413. Bouvier, 278 n. 1. Bregali Pasquale, 203
Capece Zurlo (arcivescovo
di
Na-
poli), 77, 78.
Capitanata, 441. Capitolazione dei Castelli di Napoli, 56, 57, 343 a 345, 354, 358, 359, 371.
Capodimonte, 185.
n. 2.
427, 430, 450. generale), 306. Brienti Pasquale, 200.
Caposele, 433. Capozzoli Francesco Saverio, 202, 203 n. 2. Capracotta (duchessa diì, 377.
Brigantaggio, 433 n.
Capri, 307, 308, 389.
Breislak, 80.
Bréme (de), Bremont (il Briot
Bruno Bruno
2.
Capua, 325, 381. Caputo Emmanuele, 323 Caputo Severo, 202.
deputato), 340. Vincenzo, 307, 320. (il barone), 438.
(il
Brusconi (l'avvocato), 20. Bulow, 388. Buonocore Francesca, 157. Busciolani
n. 5.
Caravelli Vito, 18. Caracciolo di Roccaromana Nicola, 123 n. 1. Caracciolo Domenico, 311 n. 1. Caracciolo Francesco, 259, 266,
(lo scultore), 83.
267.
Caracciolo Francesco, duca di Martina, 431, 432. Caracciolo Giuseppe, principe di
Cacault, 278. Cacciatore A., 161 n. 1. Cadoudal Giorgio, 362.
Caggiano, 435.
Torella, 25, 59, 60, 73, 432. Carafa Ettore, 207, 297.
Cagli, 408.
Carafa
di
207,
Colubrano (monsigno-
Cagnazzi Luca, 415, 416. Calabria, 110, 223, 239 a 241, 244,
Carafa Francesco, principe di Co-
245, 281, 289, 297, 305, 307, 324, 326. Calabritto (duca di\ 129 n. 1. Calitri, 434, 435, 438, 444, 446.
Carafa Francesco Maria, principe di Belvedere, 213 n. 1. Carafa Gherardo, conte di Poli-
Calubrie Enrico, 203
7,
14.
Cancellieri Filippo, 209.
Canclaux (ambasciatore francese a Napoli), 254.
Cangiano Filippo,
Canosa (principe
di),
n. 2.
sano, 144.
Popoli, 144.
Caramanico (principe di), 311
139.
Cantiano, 408. Cantigona, 73. Cantù Cesare, 313 n. 1. Capano Eleonora, duchessa Fusco, 123, 124.
Capano Saverio, 203 n. 2. Capece Giovanni (vescovo ria), 63.
Carafa Giulia, 63. Carafa Giulia, duchessa di CasCarafa (il maresciallo), 392. Carafa Margherita, 144. Carafa Mariantonia, duchessa di
199.
Caniso Eustachio, 203 Canneto, 416.
lubrano, 307, 322.
castro, 63.
n. 2.
Campolongo Emmanuele,
re), 359.
di
0-
n. 1,
394.
Carascosa (il generale), 391, 392. Caravita Nicolò, 19, 66. Carboneria, 15, 390. Carcani Ferdinando, 151 Cardia Pietro, 203 n. 2. Cariello Antonio, 199. Carinola, 185.
n. 1, 356.
460
INDICE DEI NOJII
Carlo di Borbone, 11, 189. Carmine (chiesa del), 166. Carminello (monastero del), 79, Carolina di Borbone, duchessa di Berry, 162 n. 1. Carreras Giacomo, 404, 407.
Casablanca
(il
generale), 385.
Cassano, 140, 433, 439. Cassaro (principe del), 158, 164. Castagna Nicola, 391 n. 1. Castelcicala (principe di), 51. Castellamare, 324. Castellana di Bari, 200 n. 1. Castel del Carmine, 60, 151, 165, 238.
Castel dell' Ovo, 131, 223, 263. Castelnuovo, 30, 141, 142, 182, 238, 263, 339, 383, 399.
Sant'Elmo, 29 a 31, 131
223, 264, 206, 295, 311, 325, 354 a 359, 383 a 385. Castrone Giuseppe, 209. Caterina di Russia, 10. Celano Carlo, 79. n. 3,
Celentani Nicola, 34
n. 1.
203 n.
2,
291, 292, 317, 327, 328, 336. Cerchiari (il generale), 404. Ceruti, 271 n. 1. Cervelli Donato, 176. Cesena, 405. Cestari Giuseppe, 20, 47, 215, 322, 323. Cetrani o Cetrara, 408, 409.
Championnet,
29, 31, 34, 73, 75,
76, 103, 125, 215, 219, 220, 229, 252, 255, 275 a 278, n. 2, 282, 284 a 290, 292 a 295 n. 1, 298, 306, 309, 321, 329, 337, 339. 341, 344, 347, 353, 354, 379 a 386, 401. Chieti, 419.
Ghinea, 65. Ciaccheri (l'abate), 5, 6. Ciaia Francesco Antonio,
223,
279 294, 319, 343, 384,
271, 279, 282, 283, 286, 292 a 301 a 304, 308, 309, 316 a 336 a 340, 343 a 359, 369, 373 a 375, 377, 416. Ciaia Giuseppa, 804. 272, 298, 328, 370,
319, 321, 328, 376.
Ciaia Maria Vittoria, 296, 304 n. Ciaia Michele, 296 n. 1. Cicconi Michelangelo, 28 n.
1.
2,
36, 136.
Caserta, 253.
Castel
Ciaia Ignazio, 28, 217 a 225, 279, 280, 286, 292 a 296, 301 a 304,
Cinque Cherubina, 120. Ciranno Francesco Antonio, 203 n. 2.
Cirillo
Domenico, 251 a 261, 373
n. 1, 454.
Cisternino, 304. Ciuffelli Panfilo, 199. Civita Campomarano, 155. Civita Castellana, 221, 285, 409. Civitavecchia, 295.
Clappié Michele, 151 n. 1. (/olaianni Giambattista, 410, 411. Colletta Pietro, 57, 172, 174, 188, 189, 211 n. 2. Colonna Giuliano, 59, 60. Colucci Latilla Francesco, 296 n. 2.
Commissione esecutiva, 142, 253. Commissione legislativa, 105,252, 256, 257.
Commissione militare, Comunanza, 408.
140, 141.
Conforti Francesco, 19, 154, 207 n. 2.
Conforti Luigi, 7 n. 453, 454.
Congiure
1,
205 n.
1,
realiste, 126, 127, 129,
131 a 135. Consalvi (il cardinale), 408, 409.
Coubayon Gilberto, 76. Cordy Jeaffreson, 251 n.
1.
Corfù, 297, 307. Corigliano (duca di), 237. Cornacchia Salvatore, 129. Corriere d'Eurojja, 73. Corriere di Napoli e di Sicilia. 32, 35, 73.
Corsi Falconi Giuseppe, 205 n. 2. Corsi Giuseppe, alias Galiano,
203 n. 2. Cosenza, 45. Costantini Giuseppe,
408,
406, 407.
Cotrone Leopoldo, 203
u. 2.
404,
INDICE DEI NOMI
Brusco Pietrabondio,
Cotti Luigi, 202. 207. Cotugno Domenico, 183, 184. Cozzenti Nunzia, 236. Criscuolo Angelo, 128.
Crispo Moncada, 131
n. 3,
461
Duca Angelo,
detto 427 a 452, 454.
Duclos, 78.
153 n.
2,
Duhesme,
il
generale, 35, 306.
Dumas
Alessandro, 29 n. 2, 76, 123 n. 1, 167, 173 a 175, 180.
454. Cristallaro (il), 127, 160. Crivelli (il maresciallo), 392. Crivellucci A., 406.
Dumas Duomo
(il
generale), 173.
di Napoli, 77.
Curtis (de) Angelo, 203 n. 2. Cuoco Barbato, 155 n. 1. Cuoco Michelangelo, 155 n. 1.
Cuoco Vincenzo,
E
18.
44, 60, 91, 134, 136 n. 1, 156, 171, 172,
108, 111, 112, 138, 142, 155, 181, 223 n. 3, 251, 260, 265, 347 n. 2, 387, 388.
Custode Luigi,
67, 213. Angiolillo,
258 386
n, 1, n.
1,
Eboli, 305. Egitto, 297.
Erba Erba
(dell')
Francesco, 200
(dell')
Vito, 200.
n. 1.
Errico Michele, 186. Esperti Saverio, 117. Esposito Filippo, 186.
24.
Dalmada de Mendoza FranceFabriciis (de) Fabrizio, 328 n.
sco, 4.
Damas
generale), 402. Feliciano, 145, 148, 207,
(il
Damiani 208.
Danieli Giuseppe, 323 n. Danio, 20.
Deo
(de)
Emmanuele,
2.
51, 104,
204
a 207, 213, 226.
Dejob Ch., 271
n. 1.
Delfico Melchiorre, 19, 415, 416. Devins (il barone), 384. Diedrichstein (conte di) Maurizio, 386, 387. Dillon (il generale), 128. Direttorio francese, 280, 281, 284 a 286, 291, 293, 294, 297 a 299, 302, 306, 309, 310 n. 1, 315, 316, 320, 329, 336, 341 a 344. Dolfin Caterina, 64.
Dolomieu, 173.
Donna Regina (monastero 205 n.
Donno
di),
2.
(de) Oronzo, 202. Doria Marcantonio, principe d'Angri, 279, 282, 315, 316, 317 n. 1. Doria Raffaele, 154, 307, 320. Dragomanni Gherardo, 18 n. 4.
2.
Falaguerra, 18. Falcigno Pasquale, 416. Falco (de) G. B., 200. Falco (de) Pietro, 199, 201. Falconi, 408, 409. Falconieri Ignazio, 40, 87. Falzi Francesco Saverio, 208 n. 2. Fasano, 296, 376. Fasulo Ignazio, 186. Fasulo Margherita, 296, 851, 377 n. 2.
Fasulo Nicola, 29
n. 1, 215, 255, 322, 323, 349, 851, 416.
Faure Maurice, 406 n. Favignana, 158, 194.
1.
Faypoult, 34, 282, 287, 292, 303, 305, 308, 309, 319 a 321, 326, 327.
Fazio Egidio, 203 n. 2. Federici (il colonnello), 126. Federici Francesco, 324.
Ferdinando IV,
10, 11, 22, 28, 51, 63, 82, 125, 138, 142, 150, 154, 160, 162, 189, 282 n. 1, 343, 388
a 390, 392, 393, 418.
Fergola Nicola, 211
n. 2.
462
INDICE DEI NOMI
Ferrante Gaetano, 128. Ferrarelli Giuseppe, 201 n. 1. Ferrari, 408. Ferri Ferdinando, 133, 134, 141 n. 1, 155, 156, 170, ITI, 174, 180, 181. Feudalità, 46, 47, 100, 215 n. 2, 300 a 303, 307, 325. .
Filaleti
(accademia
dei), 6.
Filangieri Gaetano, 19, 111 n.
432 n.
2,
Fiore Angelo, 145. Fiore Domenico, 416, 418 a 420. Fiore Tommaso, 75. Fiorillo Venceslao, 199. Firenze, 247, 369 a 375. Fiscariello Giuseppe, 236. Foggia, 418, 434, 436. Foligno, 369. Fonseca Pimentel (de) Clemente, 3 a 5. Fonseca Pimentel (de) Eleonora, 3 a 83, 124, 214, 458. Fonseca Pimentel (de) Ferdinando, 3.
Fonseca Pimentel
(de)
Gerolamo,
(de)
Giuseppe,
4, 5.
Fonseca Pimentel 5, 83.
195n. 3,218 285 n.
317 n.
1,
n.
1, 94,
273 n. 1, 330 n. 1.
n. 2, 254, 2,
Franco Antonio, 451 n. Freda Tommaso, 433. Fresca (l'abate), 203 n.
1.
2.
Froncillo Donato, 197, 198. Fusco Antonio, 292 n. 2.
G Gabotto
F., 77 n. 2. Gaeta, 226, 325, 400. Gaetani, duca di Miranda, 139. Gagnière, 175 n. 2. Galanti Giuseppe Maria, 19, 256,
322.
Galdemar
(il
generale), 392.
Caldi Matteo, 200, 330 n. 1. Galiani Vincenzo, 199, 204, 226. Galli Michele, 207. Gallo Giovanni, 237. Gallo Giovanni (il brigante), 483, 443.
Gallo (marchese di), 72, 261, 312, 369, 412 a 423. Gambs (il maresciallo de), 126. Garat, 286. Garigliano (dipartimento deli, 297, 289.
Fonseca Pimentel 3, 4, 5,
Franchetti Augusto, 23
2.
Filippis (de) Vincenzo, 18, 291, 292. Filomarino Ascanio, 140, 326. Filomarino Clemente, 14, 140, 207.
3,
357, 364, 385, 388, 389, 401, 404 a 406, 412, 417, 418, 421, 422.
(de) Miphele,
83.
Fonseca Pimentel
(de) Raffaele,
83.
Fonsi, 356.
Foote (il capitano), 265. Forges Davanzati, 51, 216, Fortunato Giustino, 158 n. 1, 171, 429 n. 1. Fortunato Pasquale, 429, 430, 433 a 435, 437, 441 a 445, 451. Fouché, 351. Fourrier, 96.
Francesco (de) Luigi, 200. Francesi, 23, 24, 28, 30, 102, 125, 126, 131, 132, 140, 194, 223, 229, 230, 246, 254 a 256, 279 a 281, 295, 297, 302, 325, 331, 336, 341,
Gazzetta civica, 74. Gennaro (di) Antonio, duca di Belforte,
Gennaro
6,
(di)
7.
Domenico, 307, 320.
Genova, 218, 219, 317, 318, 327, 335.
Genovese Carlantonio, Genovesi (l'abate), 93.
186.
Gentile Carlo Antonio, 199. Gentile Giovanni, 192 n. 1, 212 n. 1.
Gesù vecchio (chiesa
del), 169.
170. Ghetti, 408.
Ghio
(i
commercianti), 121, 124
n. 3, 186.
Ghio
(il generale), 170. Giaccio Gennaro, 67.
463
INDICE DEI NOMI
Giaquinto Giuseppe, 25. Ginevra Luigi, 200. Gioacchino Murat, 169, 369, 371, 391,
392,
401,
402,
417 n. 1. Giordano Annibale,
1, 11 n. 1, 56 n. 1, 389 n. 1, 411. Henin, 278. Henzeler Pietro, 197, 198. Hessen Philippstadt (principe di),
Helfert, 3 n.
GiacoDietti Paolo, 173. Giannone Pietro, 20.
408,
412,
400, 409.
Hue-o Victor, 76. 25, 199, 211,
226, 227.
Giordano Michele, 211
n. 2.
Giornale estem/poraneo, 73. Giornale letterario, -74. Giornale patriottico, 74. Giorno (del), 200, 201. Giudice (del) Andrea, 207. Giunte di Stato, 25, 57 a 59, 82, 88, 89, 145 a 150, 152, 154, 198, 199, 201, 202, 209, 211 n. 2, 227, 246.
Giuseppe Bonaparte, 285. Gerani Giuseppe, 19, 427, 430, 440 a 442, 451. Governo provvisorio, 105, 106, 215
Imbonati, 377 n. 2. Imperiale, principe di S. Angelo, 307, 322, 414. Inglesi, 107, 129 a 131, 281, 297, 306, 308, 310 n. 1, 365, 389, 418, 419, 421, 422. Insorgenti, 41 a 43. Ippoliti, 415. Ippolito Nunzio, 186. Ischia, 126 n. 2, 130, 131, 306, 400. Isernia, 418.
a 217, 252, 255, 282, 286 a 292,
304 a 310, 325, 326.
Grabowski
(il
generale), 208.
Granito Angelo, principe di Bei-
monte, 182. Granito Silvestro, 141 n. Grasso Gennaro, 238. Grazialo Carmine, 186. Grecy Fedele, 340. Grieco Saverio, 186.
4,
182.
Jannelli Cataldo, 61 n.
Jase
Jorio (monsignor de),
Jerocades Antonio, 14, 15, 194, 195, 203 n. 2, 208. . Jesu (de) Nicola, 199, 200. Joubert (il generale), 219, 277, 341, 379, 400. Jullien, 34 n. 1, 377.
Keith
306,
(il
generale), 30.
banchiere), 413.
Hamilton Emma,
175, 251 a 253,
258.
Hamilton William, 251, 258, 307.
275, 280,
(lord), 266.
Kellermann
(il
139, 142,
182.
Grjgioni, 312. Grimaldi Ginesio, 20. Gualtieri, 408, 409. Gualzetti, 36. Guardia civica, 295. Guardia nazionale, 48, 49, 106, 107, 140, 142, 177, 237, 238, 295, 322, 324, 325. Guidobaldi Vincenzo, 145. Gustavo di Svezia, 194.
Haller
1.
Giovanni, 186. Jatta Antonio, 147 n. 1. Jennings, 93. Jorio (de) Michele, 139, 142, 182. (di)
265,
Labus, 340. Lachèze, 277. Laghezza Giuseppe, 201
Lahoz
(il
n. 3.
generale), 330, 331, 406.
464
INDICE DEI NOMI
La Marra
Scipione, 152.
Lampredi Urbano,
100, 271 n.
394. Lancetti, 340. Lanti (la duchessa), 380. La Reprubbeca spiegata co to Evangelio, 36.
Larretani Vincenzo, 203
lo
1,
san-
Lucca, 401. Lucchini, 408, 409. Lucerà, 418, 434, 444, 446. Lumbroso A., 349 n. 2. Lupo Giacomo, 435. Lupo Vincenzo, 59. Lustri Filippo, 199.
n. 2.
Lauberg
Carlo, 103, 194, 195, 210 a 218, 229, 279 n. 2, 280, 286, 296 a 298, 310, 316, 319, 322, 323, 379, 380. Laurent Prota, 52, 144, 208. Lauri a Francesco, 104, 134. Lauriano, 117. Lausanne, 246.
Laviano. 414 n.
1,
Lazzari, 39, 124,
140 n.
143, 325, 381, 383. Lecco, 247. 4,
125, 127, 129, 235, 238 a 244,
Lechi Giuseppe, 349. Lechi Teodoro, 349. Lechi (il generale), 404, 422, 423. Legione italica, 246, 247. Lentini Rocco, 154, 196.
Leon
(de), 349.
M Mably, 91. Macdonald,
77, 131, 288, 292, 293, 298 n. 3, 306, 307, 308, 310 n. 1, 314 a 316, 319, 320, 325, 356, 380, 381. Macerata. 404, 407, 409. Mack, 28, 381, 385 a 388. Mackau, 24, 195. Madonna d'alto Sele (convento della), 446. Mahan, 262 a 266. Magliano Nicola, 112. Maio (di), duca di S. Pietro, 238. Malaspina (marchesa diì, 166. Malta, 290, 297, 307.
259
38,
n. 1,
53,
276,
76,
285, 299,
Leonessa D. M., 211, 415, 416. Levi Davide, 173.
Mammone
Liepteich (il generale), 385. Lieto (di) Antonio, 186.
Mammone
Liguoro Biase, Lioy G., 19 n.
186.
Maniscalchi, 417.
3.
Manna Domenico, 199. Manna Vincenzo, 198, 199, Manco Gabriele, 203 n. 2.
Lisciano, 406.
Andrea, 202. Logoteta Giuseppe, 29, 30, 47. Litteriis (de)
255.
Gaetano, 399 a 405,
416.
Luigi, 400 n.
3,
405,
410.
Manthoné Gabriele, 299 Marcha Nicola, 312.
225.
n. 1.
Lombardia, 312.
Marche, 389.
Lomo
Marcilly, 73. Marco (de) Carlo, 220, 257, 415.
(club), 196.
Lomonaco Francesco,
73, 74, 92, 95 n. 1, 97, 158, 208 n. 3, 254, 256 n. 2, 265, 359 n. 1. Longano, 187, 188.
Lopez Caterina, 3. Lopez (l'abate), 3. Lopez Maria, 3. Lorenzo (de) Alessandro,
n. 1,
Marescalchi, 396.
Maria Carolina,
lO, 11, 13, 24, 51, 56, 63 a 65, 125 n. 2, 130, 142, 163, 197, 257, 259 n. 1, 261 n. 1,
236.
Lorenzo (de) Giovanni, 234, 454. Lorenzo (de) Giuseppe, 233 a 247. Losa (de), 26. Lucarelli Crescenzio, 186.
Marco (de) Giuseppe, 220. Maresca Benedetto, 264, 272
361, 362, 370, 389, 395. Clementina di Borbone, 162. 163. Marinelli Angelo, 187, 188. Marinelli Antonio, 187, 188.
Maria
465
INDICE DEI NOMI Marinelli Diomede, 28 n.
2, 105, 153, 161, 187, 188. Marinelli Gaetano, 187, 188. Marinelli Luigi, 187, 188. Marinelli Raimondo, 187, 188. Marinelli Vincenzo, 187, 188. Marini (marchese di Genzano),
151, 152.
Marinis (de) E., 453. Marmont, 317 n. 2. Marsiglia, 246.
Martina Franca, 304, 377. Martinengo Colleoni, 312, 313, 381.
Martinitz
Martino
(il
capitano), 385.
(de) Filippo, 17, 18 n. 1.
Martone Michele,
199, 200.
Martucci Giuseppe, 186. Marulli (l'ufficiale), 422. Marnili Sebastiano, 438, 439.
Mase (de) Nicasio, 233, Massa Flaminio, 199. Massa Oronzo, 57.
234.
Mascheroni, 340. Masci Filippo, 299 n. 1. Massei, 408. Massoneria, 195. Mastelloni Nicola, 123 n. 2. Mastelloni Titta, 377 n. 2. Mastriani Francesco, 173. Matera, 324. Mattei Gregorio, 74, 106, 107, 196, 197, 204, 225, 226, 229, 416.
Mattei Saverio, 74, 106. Mattei (de) Orazio, 369. Mattia (de) Giuseppe, 203 n.
Mauro
(di)
Mercatello (piazza del), 240, 358.
Mercato (piazza
del), 60, 112, 158, 165, 224. Merlin, 284. Messina, 116, 291, 311. Metastasio Pietro, 8 a 10, 15, 18 n. 3, 26. Michele il Pazzo, 37. Micheroux, 264, 358, 372, 395. Milano, 247, 404, 409, 415. Milon, 247. Minervino Murge, 205 n. 2, 206. Minieri Riccio Camillo, 68. Miracolo di S, Gennaro, 37, 38, 75 a 81, 325. Miseno, 14, 308. Modica, 397, 394. Moles (l'avvocato), 145, 147. Molinari (il presidente), 241. Molino (de) Pietro, 115, 116, 175, 176. Monitore di Roma (il), 33 n. 2, 98, 100.
Monitore napoletano
(il),
Montalto, 403, 405, 407. Montalto Gaetano, 199, 200. Montanari Tommaso, 349 n. 1. Montecassino, 118. Montecorvino Rovella, 118, 119, 429.
Montedinove, 403, 408. Montella, 439.
Montemayor 2.
Gennaro, 186.
di S. Marco, 197. Medici (de) Luigi, 197, 198, 204, 211 n. 2, 224 a 227, 307, 322, 323 n. 5. Méjan, 354 a 359.
(de)
Lorenzo,
Montemiletto (principe Monteoliveto (convento Monticchio, 442, 444.
di), di),
Montrone (marchese
di),
203 n.
Montuori
Moreau
S.,
211 n.
1.
Moscadelli Antonio, 30.
Melzi, 417.
Mugnano,
Merande Giuseppe,
241.
2,
237, 238.
Melfi, 446.
(de) Nicola, 147, 148, 150 a 152.
357. 238.
Monticelli (l'abate), 415, 416.
Melchiorre Stanislao, 200. n. 2.
367
n. 2.
generale), 364. Moreno, 264.
Meo
a
Montemarano, 433.
Mazzitelli Antonio, 203 n. 2. Medici (de) Caterina, marchesa
Mendia Francesco, 203
32
55, 67.
(il
140.
Muro, 429, 433
n. 2, 434, 444, 447,
451 n. 1. Musella Gaetano, 186.
Muscari Carlo, 237, 246.
INDICE DEI NOMI
4G6
N
Palmieri
Napoleone Bonaparte, 246, 247, 278, 285, 344, 345, 360 a 368, 873, 374, 385, 401, 402, 413, 414, 416, 418, 420, 423. Napoletano Nicola, 186. Napoli, 3 a 5, 13, 23 a 25, 29, 39, 50, 53, 61, 103, 124 a 126, 130, 131, 143, 164. 169, 171, 194, 211, 277, 284, 285, 294, 303, 311, 324 a 326, 336, 337, 382, 416, 418. Napoli (de) Giovanni, 140. Napoli (di) Gennaro, 186. Napoli Signorelli Pietro, 351. Nardini, 29 n. 1, 77, 78, 265. Nardo Antonio, 199. Naselli-Aragona, 195. Natale Angelo, 186.
Natale Michelangelo, 452 n. 1. Natale Michele, vescovo di Vico, 59, 61.
Nelson Orazio,
129, 251 258, 260, 262 a 267. Netti Raffaele, 200. Newmann, 413, 414, 416, 422. Nicola (de) Carlo, 32 n. 1, 146, 147, 187. Ninno (de) Giuseppe, 200 Nobile Aniello, 74. Nocera, 118, 125.
a 253,
419 a
(il
marchese),
19.
barone), 414 n.
30, 134 n. 1. Pandolfelli Vincenza, 115.
Fanzini Leonardo, 279, 282, 815, 316, 317 n. 1. Pantelleria (isola della), 201. Paoletti, 416. Paolo I, imperatore di Russia, 371, 372.
Papadia Baldassarre,
7.
Parapiglia, 433. Paribelli Cesare,
216, 272, 273, 280, 282 n. 1, 286, 292, 298, 307, 310 a 328, 330 a 384, 394 a 396, 415, 416. Paribelli Giovanni, 312, 345. Parigi, 271, 283, 284, 316, 369, 417 a 421. Parisi Emmanuele (il ministroì, 164, 186. Parisi Emmanuele (il generale\ 410. Parisi Raffaele, 429 n. 2. Parisi© Nicola, 117.
Parsons (il luogotenente), 259 n. 1. Pastore Vincenzo, 200, 203 n. 2. Patarini, 198, 202, 213.
75, 76, n. 1.
Nola, 87. Nelli
(il
Palomba Francesco,
1.
Paterno Vincenzo, 428, 429, 446. Pecher Giovanni, 200. Pecorari Vincenzo, 189. Pelusio, 356.
Peluso B., 453. Penalver (de) Chiara, 171. Renza Gaspare, 203 n. 2.
Pepe Camilla, 296. Pepe Gabriele, 347 n. 2. Pepe Guglielmo, 24 n. 1, 87 a Olivieri, 406, 407. Olivieri G., 153 n.
Ormesson
(d')
89, 233, 234, 1.
L. F., 422.
271
n. 1, 402, 403.
Pepe (il maresciallo), Pepe Ludovico, 292 n.
392. 2,
304
n. 1.
Pereira del Figuereido Antonio,
Otricoli, 285.
66.
Pacifico Nicola, 40, 59, 207.
Pagano Mario,
19, 28 n. 2, 47, 77, 98, 102, 108, 109, 202, 215 n. 2, 216, 227, 228, 256, 257. Palermo, 161, 162, 164, 291, 311,
394.
Palma Campania,
87, 92.
Perrella Alfonso, 347. Perrone C, 453. Petagna Luigi, 168. Petra Prospero, 203 n.
2.
Petra Ugone, 203 n. 2. Petra (de) Ignazio, 203 n. 2. Petrella Pompeo, 203 n. 2. Petrillo (di) Gennaro, 186. Petrioli Francesco, 451 n. 1.
467
INDICE DEI NOMI Petrucci Giuseppe, 117.
Pommereul
Petti, 409. Piatti Antonio, 59, 357. Piatti Domenico, 59.
Ponticelli, 224. Ponza, 389. Porcinari Ippolito, 198, 199. Porta Vincenzo, 307, 320. Portici, 245.
Piatti Giuseppe, 377 n. 2. Pietà dei Turchini (chiesa della),
171 n. 1. Pignatelli Antonio, principe di Belmonte, 413. Pignatelli Chiara, principessa di Belmonte, 352. Pig-natelli del Vaglio Diego, 307, 320. Pignatelli Faustina, principessa
(il
generale), 364.
Portogallo, 3, 4, 13, 71, 72. Potenza, 446. Pozzuoli, 171. Precida, 130, 131, 306. Pronio, 41, 403, 408. Puglia, 288, 294, 296, 305, 324, 405, 415, 438.
Puoti Gioacchino, 111, 165.
di Colubrano, 18.
Pignatelli di Strongoli Ferdinando, 220, 224, 402. Pignatelli di Strongoli Francesco, 29 n. 2, 151, 152, 161 n. 1, 221 .a 223, 276, 305, 324, 401 a 404, 409. Pignatelli di Strongoli Mario, 151, 152, 224, 402. Pignatelli di Strongoli Vincenzo, 29, 224, 402, 404, 408, 409. Pignatelli Girolamo, principe di Moliterno, 279, 282, 316, 384 a 392, 412 a 416, 418, 421 a 423. Pignatelli Nicola, 151 n. 1. Pignatelli (vicario generale), 28, 209, 210. Pignone del Carretto Isabella, 18. Pino (il generale), 330, 404, 408. Pinto de Souza Luigi, 27, 69, 72. Piovigo, 408. Pipino Dionigi, 199, 271 n. 1, 359. Piselli Francesco, 403, 407. Pisticci, 140 n. 4.
Pivano
Silvio,
330
n. 2.
Rapolla, 20.
Renzis (de) Leopoldo, 128
Pomarici Francesco, 199, 203
Reviollo Maria, 183.
Rey
(il generale), 35. 306. Riario, 29, 59, 60, 215.
Ricciardi Amodio, 58 n. 264, 272 n.
2,
di),
59 n.
1,
1.
2,
322.
scana), 277.
1.
n. 2,
416.
marchese
n. 2,
291.
Rieti, 408.
(l'avvocato), 278.
(il
Racioppi Giacomo, 433 Raia Nunzio, 186. Ramondini, 283.
Ricciardi Francesco, 17 n.
Polacchi, 404, 415. Polopoli Luigi, 199.
Pombal
Quagliarella Michele, 203 n. 2. Quagliarelli (il barone), 414 n. 1. Quarenda Giovanni, 447. Quintana (il tenente), 446, 447, 450.
Richard (ministro francese in To-
n. 1.
Pizzeghettone, 247. Pizzoli Maria, 157. Piati Bernardino, 140 n. 4. Poerio Alessandro, 189, 383 n. Poerio Carlo, 383 n. 1. Poerio Giuseppe, 383.
Poggi
Q
10, 12.
Rimini, 401. Rionero in Vulture, 429, 434, 445, 446.
Riso Giambattista, 203 n. 2. Rizzo Giuseppe, 203 n. 2. Robert Giulio, 340. Robertis (de) Matteo, 203 n. 2. Roccaromana (duca di), 389, 390. Rocco Costantino, 443, 445, 451 n. 1.
468
INDICE DEI NOMI
Rodino Gaetano,
52, 87, 111, 172, 197, 208, 224, 233, 234. Rodio, 400, 403, 405, 406, 407. Rodriquez Ferdinando, 201, 202.
Roma,
3, 4, 97, 98, 101, 221, 227, 228, 295, 325, 401, 407, 409, 415.
Romanìn, 317
Francesco, 199. Gaetano, 356. Giovanni, 404, 405, 407. Michele, 193 a 203, 208,
210, 215, 219, 220.
Prosdocimo,
151,
152,
215, 216, 323.
Ruffo Fabrizio, 45, 46,
51, 79, 81,
110, 138, 143, 149, 158, 233, 238, 242 a 244, 259 n. 1, 262 a 264, 289, 297, 305, 358, 372, 400, 402 n. 2, 403, 407, 408. Ruggi Ferdinando, 154. Ruggiero Carmine, 186. Ruggiero Francesco Paolo, 271, n. 1,
292
pubblica,
52,
della), 64, 129.
Salerno, 107, 108, 307, 324, 433, 450. Salfi
Francesco, 14, 33, 110, 203 (il
ministro), 389.
Salinero Anna, 116. Salinero Camilla, 115 a 117, 168. Salinero Tommaso, 116.
Rossetti Gabriele, 15, Rossi (ministro a Genova), 396.
272
Salandra (duca
Saliceti
Ronga Salvatore, 128, Rosa (de) Tommaso, 117.
Rotondo
d'istruzione
103, 104.
n. 2, 326.
n. 2.
Romano Raffaele, 186, 200. Romo (il club), 196, 197.
Rossi Rossi Rossi Rossi
Sala
Sambuto,
145.
Sanctis (de) Giuseppe, 279 n. 3. Sanfelice Andrea, 115, 117 a 119, 167, 168, 177. Clotilde, 168.
Sanfelice Sanfelice Sanfelice Sanfelice Sanfelice
Emmanuella,
Luisa, 50, 115 a 189,
453.
Sanfelice Maria
Giuseppa, 117,
168.
Sanfelice Michele, 115.
San Gaudioso (monastero di), 79. San Germano, 289. San Gregorio Armeno (monastero di), 79,
205 n.
3.
San Gregorio Magno,
n. 2.
Ruoti, 434.
117, 168.
Gennaro, 115, 117, 168. Girolamo, 115.
431, 433,
450.
Russia (granduchi
65.
di),
Russo Antonio, 186. Russo Giuseppe, 433,
435, 445 a
450.
Russo Vincenzio,
74,
87 a 112,
Sangro (di) Beatrice, 64. Sangro (di) Placido, 433 n. 2. San Martino (convento di), 139. San Nicola da Tolentino (convento
di),
239.
San Nicola dell'Alto, 271 n. 1. San Pietro a Maiella (convento di),
216, 453. Ruvo di Puglia, 297.
240.
S Sa Pereira
(de) Giuseppe, 26, 66,
70.
Sabini Gaetano, 200. Sabini Gerardo, 110 n. Saccenti Domenico, 5. Sacchi Cr., 203 n. 2.
5, 203.
Sacchinelli Domenico, 264. Saint-Albin (de) A. R. C., 219, 275, 277, 278 n. 1, 280 n. 1, 289 n. 2, 336 n. 2, 353, 379. Saint-Cyr (il generale), 422.
Sansevero, 288, 289. Sansone, 111 n. 2, 129 n. 1, 134 n. 2, 141n. 1,181 n. 1, 211 n. 2, 311 n. 4, 312 n. 1, 400 n. 3. Santa Chiara (monastero di), 79. Santa Eufemia, 237. Santagata Luigi, 186. Santa Maria Apparente (carcere di), 245, 246.
Santa
Maria
(chiesa
Saponara 415.
di),
di
Costantinopoli
61.
(l'avvocato),
323
n. 5,
469
INDICE DEI NOMI Sarti Vincenzo, 203 n. 2. Savarese Antonio, 199, 203 n. 2.
Souza
Scaduto Francesco, 19
Sozio Giacinto, 359. Spallanzani Lazzaro, 18. Sparanise, 28, 381. Speciale, 59, 145, 152, 153, 373. Spezzaferro, 50. Spinazzola Vittorio, 233 n. 1, 292
n. 4.
Scasacasa, 209. Schérer (il generale), 314. Schettino Santolo, 186.
Schiano Raffaele, 236. Schipani, 29, 50, 297, 305, 324. Sciret, 317 n. 1.
Sciwich Antonio 203 n.
alias
Kanuso,
Giuseppe Agostino,
(de)
26, 27, 72.
n. 2.
Spinelli
Chiara,
principessa
Scognamiglio Raffaello, 186. Scoino Antonio, 429.
Spinelli Troiano, 413.
Scordamag'lia Antonio, 203 n. 2. Scrofani Saverio, 271 n. 1, 393 a 396. Scudiero Carolina, 151 n. 1. Scudiero Gaetano, 151 n. 1. Sebastiani Gabriello, 188.
Starazio Michele, 349 n.
Seca Aniello, 186. Seca Maddalena, 186.
Sulmona, 409.
Springponten
Serra Gennaro, 49, 59, 60. Serra Giuseppe, 317. Serra Luigi, 63. Serra Maddalena, 63. Settembrini Luigi, 143, 169. Sicignano, 50. Sicilia, 73, 219, 277 a 279, 281, 284, 291, 294, 297, 298, 306, 325, 364, 365, 393. Sieyès, 336. Simone (de) Francesco, 311 n. 4.
Simone (de) Pasquale, Simoni Saverio, 104.
25.
(il
barone
Giuseppe, 203 n. 2. Storno Bolognini N., 292 n. Stuart (il generale), 389.
Talleyrand, 370, 423.
315, 316, 351, 416, 418, 419,
414,
369, 420,
Tanfano Gennaro, 127. Taranto, 173.
Teano, 211.
Teramo, 406, 407. Termoli, 418.
Termometro
politico di dia, 33. Terra di Lavoro, 305.
Lombar-
Thiébault, 76, 77, 215, 217, 282, 285, 305 Tesoro di
n, 3.
S.
Gennaro (cappella
del), 75, 76.
Solimena Francesco,
Torino, 283, 415. Torre del Greco, 140. Tortoreto, 406. Trani, 43, 305, 419. Trapani. 116.
199.
Carlo, 423 n.
2.
1.
Teuillet
(di)
371.
1.
Stillo
Siniscalchi Diodato, 199. Siniscalchi Giuseppe, 203 n. 2, 209. Sinno, 357. Sirchio Salvatore, 200. Società patriottica, 24, 87, 103, 194 a 198, 225 a 227, 229, 326.
Sondrio, 311. Sora, 289, 400. Sorrento, 307, 324.
di),
Stellato Giuseppe, 128. Stile Ignazio, 216.
Sybel, 278 n.
Sele (dipartimento del), 289, 296. Selvaggi Gaspare, 271 n. 1, 327. Sementini Antonio, 208, 209. Sementini Luigi, 208, 209. Serio Luigi, 37, 63, 133.
Somma
di
Belmonte, 413, 414, 416, 420.
2.
1.
(il
generale), 330.
Tillemont (il barone), 370 n. 2. Tivaroni C, 330 n. 1. Toma Gioacchino, 174. Tommaseo Nicolò, 271 n. 1. Torelli Giuseppe, 389 n. 1, 411 n. 1.
INDICE DEI NOMI
470
Treilhard, 284. Tremiti, 201, 418. Tria de Solis Pasquale, 16. Trinità a Magnocavallo (monastero della), 118. Trinità Maggiore (chiesa della), 76, 241.
Tron Andrea,
64,
Troubridge, 129, 264. Trouvé, 254.
Villamarina, 165. Villari Antonio, 152, 153. Vinari L. A., 153 n. 1. Vinaccia Vincenzo, 128. Visconti Ferdinando, 201. Vitale Antonio, 199. Vitali G., 453. Vitaliani Andrea, 196, 218 a 220, 277, 358. Vitaliani Vincenzo, 197, 204, 226. Vittoria Raffaele, 104.
Troyli, 20.
U Ugoni, 271
Vicaria, 27, 58, 60, 111, 157, 199, 226, 227, 410. Vienna, 279, 312. Vigliotta Francesco, 186.
n. 1.
Vivenzio Giovanni, 88. Vivenzio Nicola, 88.
Vaccaro Gennaro, 201. Vaccaro Geronimo, 200. Vaccaro Michele, 200. Valacchia (principe di), 279. Valiante Andrea, 246, 347 n.
W Weser 2.
(il
maggiore), 385.
Williams Helen Mar3% 58 Winspeare Davide, 427.
Valtellina, 312. Vanni, 209.
Wirtz, 237.
Vanvitelli Gaspare, 145, 147, 149. Vargas Macciucca Michele, 66, 68. Vasto, 380. Vecchione Aniello, 186. Vecchioni Giambattista, 139. Veditore repubblicano, 74, 106 a
Zanelli, 416.
108, 196.
Vero Repubblicano (il), 73. Venezia, 317 n. 2, 395. Ventotene, 389. Verrusio, 383.
n. 2.
Zappa, 203 n. 2. Zarrillo, 414 n. 1. Zavaglia Carlo, 203 n. 2. Zuccarino Francesco, 433, 443, 447.
Zurlo Giuseppe, arcivescovo di Napoli, 140 n. 2, 325, 326.
INDICE
Prefazione all'edizione precedente
pag.
Prefazione a questa edizione I.
»
Eleonora de Fonseca Pimejstel e letano I.
II.
III.
IV.
il
«
Illustrazioni e
Monitore napo-
documenti
III.
IV.
Lettera inedita della Fonseca Pimentel
.
La prigionia della Fonseca nel 1798 La stampa periodica durante la Repubblica .
.
napoletana del 1799 Il
cuore di re Ferdinando
VII. Notizie varie II.
22
» »
32 56
»
63
»
68
»
69
»
72
»
75
»
82
»
tri
Vincenzio Russo. I.
Cospirazioni e fuga da Napoli.
Il
suo sistema so-
ciale II.
III.
III.
3
»
:
V. San Gennaro e Sant'Antonio VI.
^
Bibliografia degli scritti di E. de Fonseca
Pimentel II.
xxu
».
La letterata (1752-1792) La giacobina (1792-1799) La giornalista (gennaio-giugno 1799) La martire (giugno-agosto 1799) I.
vu
Nella Repubblica
Romana
Nella Repubblica Napoletana
»
87
»
97
»
103
»
115
»
122
Luisa Sanfeuce e la conqiura dei Baccheb. I.
II.
Due famiglie prima del 1799 La congiura e la scoperta
472
INDICE
III.
La
Sanfelice e
repubblica.
IV.
V.
Due Il
Il
Baccher negli ultimi mesi della
i
13 g-iugno
pag. 136
volte nel confortatorio
»
145
compimento della vendetta
»
157
»
167
»
175
Illustrazioni e I.
:
Baccher
e dei II.
documenti
Gli altri attori dell'episodio della Sanfelice
Su Luisa de Molino, Andrea
Sanfelice e le
loro famiglie III.
Sulle circostanze della scoperta della con-
giura IV. Sui Baccher fucilati e
i
superstiti
...
V. Cronisti e storici
*
177
»
182
»
187
»
194
IV. I GIACOBINI NAPOLETANI PKIMA DEL 1799. Noterellc. I.
II.
III.
La Società Patriottica Le denuncie e il processo La lettera di Emmanuele de Deo
IV. I Giacobini e la polizia
V. Carlo Lauberg VI.
Andrea Vitaliani
VII. I fratelli Pignatelli Vili. Luigi de Medici
IX.
Un
sonetto di Mario
Pagano
X. L'opera dei Giacobini
di
Napoli
V. Nel furore della reazione (dalle memorie di un milite della guardia civica della Repubblica napoletana)
»
197
»
204
*
207
*
210
»
218
*
220
»
224
»
227
»
228
»
231
VI. Il Nelson, Domenico Cirillo b la capitolazione. I.
La domanda
II. Il
Nelson
di grazia di
Domenico
Cirillo
...
e la capitolazione
»
251
»
262
»
271
»
275
VII. Relazioni dei patrioti napoletani col Direttorio e col
Consolato e la prima idea dell'unità italiana.
Avvertenza I.
La deputazione
della Repubblica napoletana al
Direttorio francese II. I
patrioti napoletani alle
col III.
Faypoult
Missione del Paribelli
IV. L'idea dell'unità d'Italia
prese col Macdonald e >
284
»
310 329
»
473
INDICE V.
Il
Paribelli e
il
Ciaia in soccorso dei patrioti napay. 348
poletani VI. Parere del Paribelli al Bonaparte circa la ricon-
VII.
quista del regno di Napoli
»
La pace
»
360 369
»
376
»
379
Moliterno
»
384
Intorno a Saverio Scrofani
»
393
di Firenze
Vili, Conclusione Illustrazioni e I.
Nuovi
documenti
:
particolari sulla
rivoluzione di Na-
poli II.
III.
Intorno a Girolamo Pignatelli, principe di
Vili. Agitazioni e intbiqhi politici all'alba del nuovo secolo.
Un tentativo Mammone
I.
d'insurrezione nel 1801 e la fine di »
399
»
412
Introduzione
»
427
Giovinezza e uscita in campagna
»
430
L'emigrazione napoletana a Parigi nel 1802
II.
Appendice
.
.
:
Angiolillo (Angelo Duca), capo di banditi. I.
II.
ni. Lotte e vittorie IV. Provvedimenti economici e morali
V. Trionfi VI. Presa e morte di Angiolillo VII. Conclusione
Nota
biblioobapica
Indice dei nomi
.
....
»
434
»
»
437 443
»
446
»
451
»
453
»
457
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