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Italian Pages 54 [57] Year 2003
Martin Heidegger
Che cos°è la filosofia?
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In copertina: Paul Klee, Tempio di rocce, 1925
Progetto grafico: Christoph Radl
opuscula 7 8 «La filosofia è la fatica più radicalmente libera della finitudine dell”uomo, perciò è nella sua essenza più finita di ogni altra fatica».
ISBN 88-HH 8-296-7
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DELLO STESSO AUTORE:
L 'arte e lo spazio L 'abbandono La svolta L 'autoaffermazione dell 'università tedesca. Il rettorato '33/'34. Concettìfondamentalì Iproblemifondamentali dellafenomenologia
Principi metafisici della logica Prolegomeni alla storia del concetto di tempo Concettìfondamentali della metafisica
Mondo - finìtezza - solitudine
Martin Heidegger
Che cos°è la filosofia? Testo originale a fronte
, À. il melangolo
Titolo originale Was ist das - die Philosophie? Traduzione di Carlo Angelino
Copyright © 1956, Günther Neske, Pfullingen Copyright © 1981, il melangolo s.r.l. Copyright © 1997, il nuovo melangolo s.r.l. Genova - via Brigata Liguria, l-5 ISBN 88-7018-296-7
wAs 1sT DAS - DIE P1-iiLosoP1-IIE? CHE cos*E LA 1=iLoso1=iA?
Was ist das - die Philosophie?
Mit dieser Frage rühren wir an ein Thema, das sehr weit, d.h.
ausgedehnt ist. Weil das Thema weil ist, bleibl es unbestimmt. Weil es unbestimmt ist, können wir das Thema unter den verschiedenartigsten Gesichtspunkten behandeln. Dabei werden wir immer etwas Richtiges treffen. Weil jedoch bei der Behandlung dieses weitläufigen Themas alle nur möglichen Ansichten durcheinanderlaufen, kommen wir in die Gefahr, daß unser Gespräch ohne die rechte Sammlung bleibt. Darum müssen wir versuchen, die Frage genauer zu bestimmen. A ufsolche Weise bringen wir das Gespräch in einefeste Richtung. Das Gespräch wird dadurch aufeinen Weg gebracht. Ich Sage: auf einen Weg. Damit geben wir zu, daß dieser Weg gewiß nicht der
einzige Weg ist. Es muß sogar offen bleiben, ob der Weg, auf den ich im folgenden hìnweisen möchte, in Wahrheit ein Weg ist, der uns erlaubt, die Frage zu stellen und zu beantworten. Nehmen wir einmal an, wir könnten einen Wegfìnden, die Fra-
ge genauer zu bestimmen, dann erhebt sich sogleich ein schwerwiegender Ein wand gegen das Thema unseres Gespräches. Wenn wirfragen: Was ist das-die Phi1osophie?, dann sprechen wir über die Philosophie. Indem wir auf diese Weisefragen, bleiben wir offenbar auf einem Standort oberhalb und d.h. außerhalb der Philosophie. Aber das Ziel unserer Frage ist, in die Philosophie hineinzukommen, in ihr uns aufzuhalten, nach ihrer Weise uns zu verhalten, d.h. zu “ philosophieren ". Der Weg unserer Gespräche muß deshalb nicht nur eine klare Richtung haben, sondern
diese Richtung muß uns zugleich auch die Gewähr bieten, daß wir uns innerhalb der Philosophie bewegen und nicht außen um sie
herum. Der Weg unserer Gespräche muß also von einer Art und Rich-
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Che cos'è la filosofia?
Con questa domanda tocchiamo un tema molto vasto, cioè esteso. Perché vasto, sembra destinato a restare indeterminato. Perché indeterminato, può essere trattato dai punti di vista più diver-
si. In ogni caso giungeremo comunque a qualche risultato. Tuttavia, dal momento che nella trattazione di questo tema tanto ampio tutte le considerazioni possibili si intrecciano vicendevolmente, possiamo incorrere nel rischio che il nostro colloquio non attinga il raccoglimento meditativo che la questione richiede. Dobbiamo perciò cercare di determinare in modo più preciso la domanda. Così facendo daremo una direzione stabile al nostro colloquio; lo porremo perciò stesso su un cammino. Dico: su un cammino. Infatti diamo per scontato che non si tratta certamente
dell'unico cammino. Un problema resta comunque aperto, se il cammino che io qui di seguito indicherò è in verità tale da consentirci di porre la domanda e di darle una risposta. Se diamo per scontato di poter trovare un cammino per determinare con maggior esattezza la domanda, sorge immediatamente, contro il tema del nostro colloquio, un”obiezione difficilmente evitabile. Domandandoci infatti: che cos'è la filosofia, noi parliamo sulla filosofia. Ponendo la domanda in questi termini, ci collochiamo in una zona che si trova al di sopra e quindi al di fuori della filosofia. Ma lo scopo della nostra domanda è piuttosto quello di penetrare nella filosofia, di prendervi dimora e di comportarci nel modo che le è proprio, vale a dire di filosofare. Il cammino del nostro colloquio non deve perciò avere soltanto una direzione chiara, ma deve al tempo stesso far si che tale direzione ci dia la certezza di muoverci all'interno della filosofia e non di girarvi intorno restandone fuori.
Il cammino che dobbiamo percorrere deve perciò essere di tal
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tung sein, daß das, wovon die Philosophie handelt, uns selbst angeht, uns berührt (nous touche), und zwar uns in unserem Wesen. Aber wird die Philosophie dadurch nicht zu einer Sache der Afƒektion, der Affekte und der Gefühle? « Mit den schönen Gefühlen macht man die schlechte Literatur. ›› « C'est avec les beaux sentiments que l'on fait la mauvaise littérature. ››* Dieses Wort von André Gide gilt nicht nur von der Literatur. es gilt mehr noch für die Philosophie. Gefühle, auch die schönsten, gehören nicht in die Philosophie. Gefühle, sagt man, sind etwas Irrationales. Die Philosophie dagegen
ist nicht nur etwas Rationales, sondern die eigentliche Verwalterin der Ratio. Indem wir dies behaupten, haben wir unversehens etwas darüber entschieden, was die Philosophie ist. Wir sind unserer Frage mit einer Antwort schon vorausgeeilt. Jedermann hält die Aussage, daß die Philosophie eine Sache der Ratio sei, für richtig. Vielleicht ist diese Aussage dennoch eine voreilige und überstürzte Antwort auf die Frage: Was ist das-die Philosophie?
Denn wir können dieser Antwort sogleich neue Fragen entgegensetzen. Was ist das-die Ratio, die Vernunft? Wo und durch wen wurde entschieden, was die Ratio ist? Hat sich die Ratio selbst zur Herrin der Philosophie gemacht? Wenn “ ja ”, mit welchem Recht? Wenn “ nein ”, woher empfängt sie ihren Auftrag und ih-
re Rolle? Wenn das, was als Ratio gilt, erst und nur durch die Philosophie und innerhalb des Ganges ihrer Geschichte ƒestgelegt wurde, dann ist es kein guter Rat, die Philosophie zum voraus als
Sache der Ratio auszugeben. Sobald wir jedoch die Kennzeichnung der Philosophie als eines rationalen Verhaltens in Zweiƒel ziehen, wird in gleicher Weise auch bezweifelbar, ob die Philosophie in den Bereich des Irrationalen gehöre. Denn wer die Philoso-
phie als irrational bestimmen will, nimmt dabei das Rationale zum Maßstab der Abgrenzung und zwar in einer Weise, daß er wiederum als selbstverständlich voraussetzt, was die Ratio ist. ° André Gide, Dostoiewsky. Paris 1923, p. 247.
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natura e muoversi in una direzione siffatta che ciò di cui la filosofia tratta ci riguardi direttamente, ci tocchi e in verità ci tocchi nella nostra essenza. Ma in tal guisa non diventa la filosofia qualcosa che ha a che fa-
re con il mondo degli affetti e dei sentimenti? «Con i buoni sentimenti si fa la cattiva letteratura ››. « C'est avec les beaux sentiments que l'on fait la mauvaise littérature ››*. Questo motto di André Gide non vale solo per la letteratura ma anche, a maggior ragione, per la filosofia. I sentimenti, anche i più belli, non appartengono alla filosofia. Dei sentimenti si suol dire
che sono qualcosa di irrazionale. La filosofia, per contro, non solo è qualcosa di razionale ma rivendica a sè per sua natura il governo della ragione. Con questa affermazione abbiamo già in qualche
modo inavvertitamente deciso su ciò che la filosofia è. Abbiamo sopravanzato con una risposta la nostra domanda. Del resto, chiunque considera giusta Paffermazione che la filosofia è una questione
della ragione. Ma forse tale affermazione è una risposta affrettata e precipitosa alla domanda: che cos'è la filosofia? Poiché infatti ad essa possiamo contrapporre nuove domande. Che cos'è la ratio, la ragione? Dove e grazie a chi si è deciso che cos'è la ragione? Non è la ragione stessa ad aver affermato la propria signoria sulla filosofia? Se “ si ", con quale diritto? Se “ no ”, da dove riceve la sua missione e il suo ruolo? Se ciò che s'intende per ragione è stato determinato inizialmente ed esclusivamente dalla filosofia e all'interno del suo processo storico, non vi è alcun valido motivo per spacciare in partenza la filosofia come una questione esclusiva della ragione. Nel momento stesso in cui mettiamo in dubbio la caratterizzazione della filosofia come comportamento razionale, allo stesso
modo dobbiamo anche dubitare dell'altra affermazione secondo cui la filosofia apparterrebbe al dominio dell'irrazionale. Infatti chi
pretende di determinare la filosofia come irrazionale, assume il razionale a norma della sua definizione e lo fa in modo tale da presupporre nuovamente come di per sé evidente ciò che la ragione è. ' André Gide, Dostoevskij, tr. it. di Maria Marocchin, Milano 1946.
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Wenn wir andererseits auf die Möglichkeit hin weisen, daß das, worauf die Philosophie sich bezieht, uns Menschen in unserem Wesen angeht und uns be-rührt, dann könnte es sein, daß diese Affektion durchaus nichts mit dem zu tun hat, was man gewöhn-
lich Affekte und Gefühle, kurz das lrrationale nennt. Aus dem Gesagten entnehmen wir zunächst nur dieses eine: Es
bedarf einer höheren Sorgfalt, wenn wir es wagen, ein Gespräch unter dem Titel “ Was ist das-die Philosophie? " zu beginnen. Das erste ist, daß wir versuchen, die Frage aufeinen klar gerichteten Weg zu bringen, damit wir nicht in beliebigen und nicht in
zufãlligen Vorstellungen über die Philosophie umhertreiben. Doch wie sollen wir einen Wegfinden, auf dem wir in einer zuverlässigen Weise unsere Frage bestimmen? Der Weg, auf den ich jetzt hin weisen möchte, liegt unmittelbar vor uns. Und nur deshalb, weil er der nächstliegende ist, finden wir íhn schwer. Wenn wir ihn aber gefunden haben, dann bewegen wir uns trotzdem immer noch unbeholfen auf ihm. Wir fra-
gen: Was ist das-die Philosophie? Wir haben das Wort “ Philosophie “ schon oft genug ausgesprochen. Wenn wir aber das Wort “ Philosophie “ jetzt nicht mehr wie einen abgebrauchten Titel verwenden, wenn wir statt dessen das Wort “ Philosophie ” aus seinem Ursprung hören, dann lautet es: oiitooocpía. Das Wort “ Philosophie “ spricht jetzt griechisch. Das griechische Wort ist als griechisches Wort ein Weg. Dieser liegt einerseits vor uns, denn das Wort ist uns seit langer Zeit vorausgesprochen. Andererseits liegt er schon hinter uns, denn wir haben dieses Wort immer schon gehört und gesagt. Demgemäß ist das griechische Wort rptkooocpía ein Weg, auf dem wir unterwegs sind. Doch wir kennen diesen Weg nur ganz undeutlich, obwohl wir viele historische Kenntnisse über die griechische Philosophie besitzen und ausbreiten können.
Das Wort rptkooorpía sagt uns, daß die Philosophie etwas ist, was erstmals die Existenz des Griechentums bestìmmt. Nicht nur das - die goútooorpía bestimmt auch den innersten Grundzug unserer abendländisch-europäischen Geschichte. Die 0ft gehörte Redewei-
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Se al contrario ci richiamiamo alla possibilità che ciò a cui si ri-
ferisce la filosofia riguarda noi uomini nella nostra essenza e ci tocca, allora potrebbe verificarsi il caso che un modo siffatto di essere toccati non abbia nulla a che fare con ciò che abitualmente s'intende per affetti e sentimenti, in breve, per irrazionale. Da quanto si è detto, possiamo innanzitutto desumere questo
solo punto: è necessaria un'attenzione più scrupolosa se vogliamo arrìschiarci ad iniziare un colloquio che ha per titolo « che cos'è la filosofia? ››. Per prima cosa dobbiamo cercare di porre la questione su un cammino chiaramente orientato, per non vagabondare fra rappresentazioni della filosofia arbitrarie ed occasionali. Ma come trovare un cammino siffatto, su cui poter determinare la nostra do-
manda senza correre rischi? Il cammino cui vorrei ora accennare ci sta immediatamente davanti. E solo perché è il più vicino lo troviamo con tanta difficoltà e, una volta trovatolo, ci muoviamo pur sempre in esso in modo
maldestro. Ci chiediamo: che cos'è la filosofia? Abbiamo già pronunciato a sufficienza la parola filosofia. Ma se non utilizziamo più tale parola come un termine scontato, se invece ascoltiamo la parola “ filosofia ” a partire dalla sua origine, allora essa suona tpútooorpíu. A questo punto la parola “ filosofia ” parla greco. La parola greca, in quanto greca, è un cammino. Questo cammino, per un verso, ci sta di fronte poiché la parola da lungo tempo si è rivolta a noi precedendoci; ma si trova, per altro verso, già alle nostre spalle poiché da sempre abbiamo associato e pronunciato tale parola. La parola greca tpikooooíu è perciò un cammino su cui camminiamo. Eppure conosciamo molto confusamente questo cammino, anche se sulla filosofia greca possediamo e possiamo divulgare innumerevoli conoscenze storiografiche. La parola qnXooocpíu ci dice che la filosofia è qualcosa che innanzitutto determina l'esistenza del mondo greco. Non solo. La qnkocotpíu determina anche l'intimo fondamento della nostra storia europea occidentale. Questo modo di dire sovente ripetuto, “ filosofia eu-
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se von der "abendländisch-europäischen Philosophie ” ist in Wahrheit eine Tautologie. Warum? Weil die “Philosophie “ in ihrem Wesen griechisch ist -, griechisch heißt hier: die Philosophie ist im Ursprung ihres Wesens von der Art, daß sie zuerst das
Griechentum, und nur dieses, in Anspruch genommen hat, um sich zu entfalten. Allein - das ursprünglich griechische Wesen der Philosophie wird in der Epoche seines neuzeitlich-europäischen Waltens von Vorstellungen des Christentums geleitet und beherrscht. Die Herrschaft dieser Vorstellungen ist durch das Mittelalter vermittelt.
Gleich wohl kann man nicht sagen, die Philosophie werde dadurch christlich, d.h. zu einer Sache des Glaubens an die Oƒfenbarung und die Autorität der Kirche. Der Satz: die Philosophie ist in ihrem Wesen griechisch, sagt nichts anderes als: das Abendland und Europa, und nur sie, sind in ihrem innersten Geschichtsgang ursprünglich " philosophisch “. Das wird durch die Entstehung und Herrschaft der Wíssenschaften bezeugt. Weil sie dem inner-
sten abendländisch-europäischen Geschichtsgang, nãhmlich dem philosophischen entstammen, deshalb sind sie heute imstande, der Geschichte des Menschen auf der ganzen Erde die spezlflsche Prägung zu geben.
Uberlegen wir uns einen Augenblick, was es bedeutet, daß man ein Weltalter der Menschengeschichte als “ Atomzeitalter " kenn-
zeichnet. Die durch die Wíssenschaften entdeckte undfreigesetzte Atomenergie wird als diejenige Macht vorgestellt, die den Geschichtsgang bestimmen soll. Die Wíssenschaften gãbe es freilich niemals, wenn ihnen nicht die Philosophie vorher- und voraus-
gegangen wäre. Die Philosophie aber ist: ñ qnkooooía. Dieses griechische Wort bindet unser Gespräch in eine geschichtliche
Uberlieferung. Weil diese Uberlieferung einzigartig bleibt, deshalb ist sie auch eindeutig. Die durch den griechischen Namen qn).ooo