1Libro-Trading MorAle Avanzato 2.0 [PDF]

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ALESSANDRO MORETTI

STRATEGIA MORALE

AVANZATA

Titolo: Strategia MorAle Avanzata. Autore: Alessandro Moretti Copyright © 2018 Madability SA Prima edizione: novembre 2018 Tutti i diritti sono riservati. Ogni riproduzione dell’opera, anche parziale, è vietata.

Non è importante che tu abbia ragione o torto, ma quanti soldi si fanno quando hai ragione e quanto si perde quando si ha torto. George Soros

Alessandro Moretti

INDICE

MODULO 1 1.1 Analisi Fondamentale 1.2 Raccogliere i titoli in contenitori 1.3 Aziende Monoprodotto vs Aziende Multiprodotto 1.4 Aziende Value vs Aziende Growth 1.5 Value Investing vs Growth Investing

11 11 12 12 13 14

MODULO 2 2.1 EPS 2.2 Sales 2.3 Tutorial EPS e Sales esempio 1 2.4 Tutorial EPS e Sales esempio 2

15 15 16 17 19

MODULO 3 3.1 Multipli di mercato 3.2 P/E 3.3 PEG Ratio 3.4 P/BV 3.5 P/S 3.6 P/CF 3.7 Tutorial multipli di mercato

21 21 21 23 23 24 24 25

MODULO 4 4.1 Indici di redditività 4.2 ROE 4.3 ROA 4.4. ROI 4.5. Tutorial Indici di Redditività

29 29 29 30 31 31

MODULO 5 5.1 - Indice di solidità 5.2 - Il quick ratio 5.3 - Il debt ratio 5.4 - Debt to equity ratio 5.5 – Tutorial indici di solidità e indebitamento

35 35 35 36 37 37

MODULO 6 6.1 - Lo studio degli insider 6.2 - Big gainers 6.3 - Il beta 6.4 - Gli screeners

41 41 42 44 45 7

Strategia MorAle Avanzata

6.5 - La strategia sulle news 6.6 - Tutorial strategia sulle news 6.7 - Tutorial siti di analisi 6.8 - Tutorial sito investing.com 6.9 - Tutorial sito finviz.com 6.10 Tutorial SimplyWall.St 6.11 Tutorial 4-Traders.com 6.12 Tutorial screener 1 6.13 Tutorial screener 2 6.14 Tutorial screener 3 6.15 Tutorial screener 4 6.16 Tutorial screener 5 6.17 Tutorial screener 6 6.18 Tutorial screener 7

47 48 54 63 71 77 88 98 101 103 104 106 107 109

MODULO 7 7.1 - Analisi Tecnica 7.2 - Ripasso strategia 7.3 - Strategia alternativa 7.4 - Approfondiamo gli short 7.5 - Tutorial Analisi del consolidamento 7.6 - Tutorial Analisi del break 7.7 - Tutorial impostare la Prorealtime (PRT)

111 111 114 115 116 118 124 126

MODULO 8 8.1 - Forza relativa 8.2 - Il canale di Donchian 8.3 - Canale di Donchian vs bande di Bollinger 8.4 - Pro e contro del canale di Donchian 8.5 - Settaggio ideale 8.6 - Directional movement 8.7 - Tutorial forza relativa 8.8 - Tutorial canale di Donchian e bande di Bollinger 8.9 - Tutorial Directional Movement 8.10 - Tutorial su aggiornamento indicatori principali: la MMS a 200 giorni

143 143 145 146 147 148 148 149 150 152 156

MODULO 9 9.1 - Indicatori secondari 9.2 - Directional movement settimanale 9.3 - Sistema di medie mobili 9.4 – Point and figure 9.5 - Tutorial directional movement weekly 9.6 - Tutorial sistema di medie mobili 9.7 - Tutorial point&figure

157 157 157 158 159 160 161 163

MODULO 10 10.1 - Analisi del trend 10.2 - Gestione del capitale 10.3 - Tutorial su quanto investire in ogni trade e stop loss fissi o variabili

165 165 166 168

8

Alessandro Moretti

10.4 - Tutorial riassunto analisi fondamentale e analisi tecnica 10.5 - Tutorial watchlist di analisi fondamentale su PRT 10.6 - Tutorial esempio finale su titolo FIAT

171 173 175

APPROFONDIMENTI177 A - Gli istituzionali 177 B - I dividendi 178 C - Ebit e Ebitda 179 CONCLUSIONI181

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Alessandro Moretti

MODULO 1

1.1 ANALISI FONDAMENTALE

L’analisi fondamentale è quella disciplina che ti permette di decidere quale società acquistare sulla base dello studio dei dati di bilancio. Non studia il movimento dei prezzi ma si concentra sulle cause che lo generano. L’analisi fondamentale lo scopo di individuare quelle società che hanno bilanci sani e che sono in forte crescita, cosa che non sarebbe possibile solo con l’analisi tecnica. Essa riduce le probabilità di andare ad investire in quelle società che sono in difficoltà economiche e molto indebitate. L’analisi fondamentale ha un problema: dato che non studia il movimento dei prezzi, si potrebbe andare ad investire in una società che è sana oppure che è in forte crescita, ma i cui prezzi non stanno salendo, ovverosia si stanno muovendo magari in laterale o addirittura stanno scendendo. L’analisi tecnica invece, attraverso lo studio del movimento dei prezzi, riduce le probabilità di investire in società sane ma i cui prezzi non stanno salendo. Quindi con l’analisi fondamentale si decide quali società comprare, quelle sane e in crescita, mentre con l’analisi tecnica si decide di comprarle solo nel momento in cui i prezzi stanno salendo. L’analisi tecnica ha il limite di non guardare i dati di bilancio perché ritiene che nel movimento dei prezzi sia riflesso comunque l’andamento di una società. Facendo però soltanto analisi tecnica pura non si ha davvero la consapevolezza di che cosa si sta acquistando. Si potrebbe acquistare un titolo i cui prezzi stanno salendo ma effettivamente quella società potrebbe essere fortemente indebitata, potrebbe avere un business in calo, potrebbe avere difficoltà economiche di qualsiasi tipo e quindi potrebbe essere nella sua fase di declino. L’analisi fondamentale invece ha principalmente tre limiti: • Il primo è che ci vogliono mesi se non addirittura anni prima di impararla correttamente. • Il secondo è che occorrono settimane per analizzare il bilancio completo di una singola società. • Il terzo è che una volta individuata una società sana non è poi detto che i suoi prezzi crescano sicuramente. 11

Strategia MorAle Avanzata

La metodologia che ho sviluppato permette di eliminare i difetti di entrambe le tipologie di analisi. Con l’analisi fondamentale si pone l’attenzione su quelle società che sono in fortissima crescita, invece con l’analisi tecnica si va a comprare le azioni di quelle società in crescita ma che sono anche premiate dal mercato, quindi che stanno riscuotendo molto interesse da parte del mercato stesso. Quindi si comprano le azioni che hanno prezzi in crescita e che hanno fondamentali letteralmente esplosivi. Nel 99% dei casi questo è il mio approccio ai mercati, ma ci potrebbero essere delle eccezioni. Eccezioni di cui ho la piena consapevolezza e quindi sono particolarmente più prudente. Molti mi chiedono che peso attribuisco all’analisi tecnica e all’analisi fondamentale. Se dovessi dare delle percentuali direi 70% analisi tecnica e 30% analisi fondamentale. Questo perché se una società ha dei bilanci in forte crescita ma non rispetta i criteri di analisi tecnica, nel 99% dei casi, non la compro, viceversa se una società ha dei bilanci non buonissimi ma rispetta tutte le condizioni tecniche per un ingresso, allora, a volte, queste operazioni le faccio, ma sono consapevole che quell’operazione è più rischiosa delle altre.

1.2 RACCOGLIERE I TITOLI IN CONTENITORI

Lo scopo dell’analisi fondamentale che farai durante questo corso sarà quella di creare dei contenitori, con l’aiuto anche degli screener, che rispecchiano quelle specifiche caratteristiche che si individuano di volta in volta. Ti ritroverai, così, ad avere la scatola delle società “in forte crescita”, quella delle società “sottovalutate”, e delle società che sono “in difficoltà economiche”. Una volta creati questi contenitori dentro cui ci sono i rispettivi titoli, si andrà ad usare l’analisi tecnica per decidere quando comprare le società che hanno dei business in forte crescita o per esempio decidere quando vendere short quelle società che hanno business in declino.

1.3 AZIENDE MONOPRODOTTO VS AZIENDE MULTIPRODOTTO

Cominciamo a fare una prima distinzione tra aziende monoprodotto e aziende multiprodotto.

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Alessandro Moretti

Le aziende monoprodotto sono quelle aziende che vendono un singolo prodotto, un singolo servizio oppure che hanno il grosso del fatturato proveniente dalla vendita di un singolo prodotto. Un esempio tipico di azienda monoprodotto, un po’ al limite ma che comunque può essere considerata come tale, è Apple. Questo perché il grosso del fatturato, circa il 75%, deriva dalla vendita di iPhone, questo significa che se il segmento smartphone dovesse andare in crisi per qualsiasi motivo, Apple stessa si ritroverebbe ad avere delle grandi perdite. Le aziende multiprodotto sono invece tutte quelle società che vedono il proprio fatturato derivare dalla vendita di molteplici prodotti e servizi, quindi non c’è un singolo prodotto, un singolo servizio che genera il grosso del fatturato ma tutto il fatturato è più o meno distribuito sui vari servizi e prodotti che vende quella società. Rimanendo sul settore tecnologico un tipico esempio di azienda multiprodotto può essere Microsoft, che vede il suo fatturato essere più o meno distribuito tra diversi servizi e prodotti. Un’azienda multiprodotto tende ad essere più stabile rispetto ad una azienda monoprodotto che per definizione è più rischiosa. Ad esempio un’azienda multiprodotto potrebbe vedere in crisi un proprio prodotto o servizio ma il fatturato non ne risentirebbe in maniera importante perché sarebbe comunque sostenuto dalla vendita di altri prodotti, di altri servizi. Sapere se un’azienda in cui si vuole investire è una società monoprodotto o una società multiprodotto è un’indicazione molto importante perché immediatamente è possibile dedurne il grado di rischiosità. Se si vuole andare ad individuare possibili operazioni short da fare sul mercato, ci si potrebbe ad esempio concentrare su quelle società monoprodotto che hanno delle vendite o utili in calo perché potrebbe essere un’indicazione che il business della società sta andando in difficoltà, viceversa, per le società che si vogliono compare ci si potrebbe concentrare quelle società multiprodotto perché sono tendenzialmente più stabili e meno rischiose.

1.4 AZIENDE VALUE VS AZIENDE GROWTH

Vediamo le aziende di tipo Value e le aziende di tipo Growth. Le aziende Value sono quelle aziende che normalmente hanno dimensioni molto grandi, sono solide, hanno dei grandi vantaggi competitivi rispetto ai competitors ed hanno delle aspettative di crescita comunque più o meno contenute. Un esempio di società Value possono essere Coca-Cola, Walt Disney, Johnson & Johnson, Procter & Gamble e così via, queste sono tutte società leader nei loro settori che hanno dei business molto solidi, hanno dei flussi di investimento e ricavi facilmente prevedibili.

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Strategia MorAle Avanzata

Le aziende di tipo Growth sono invece quelle società normalmente di piccola o media capitalizzazione che sperimentano delle grandi crescite, in termini di fatturato, di utili e di clienti. Sono aziende che normalmente appartengono a settori innovativi e tendenzialmente molto dinamici, un esempio tipico di questi settori possono essere il settore di software, il settore della tecnologia e il settore della cybersicurezza. Una differenza tra queste due tipologie di aziende è possibile trovarla nel rapporto prezzo-earnings (che poi andremo ad approfondire). Normalmente le aziende di tipo Value si possono trovare a PE abbastanza bassi mentre invece le aziende tipo Growth si possono trovare a PE molto elevati questo perché il mercato su questo tipo di aziende si aspetta delle crescite sempre maggiori in futuro e quindi è disposto a pagare prezzi normalmente molto elevati pur di prendersi delle quote di questa società.

1.5 VALUE INVESTING VS GROWTH INVESTING

Adesso andiamo a vedere la distinzione tra due stili di investimento diversi, il Value investing e il Growth Investing. Il Value investing è quello stile di investimento che predilige la selezione di quelle società sottovalutate rispetto al loro valore reale. Per farla molto semplice, attraverso l’analisi di bilancio si attribuisce un valore intrinseco ad una società. Supponiamo che la società che si sta analizzando gli venga dato un valore di 100, dopodiché si va sul mercato a vedere a che prezzo quotano le azioni di quella società: se valgono meno di 100, significa che la società è sottovalutata perché ad esempio le azioni di quella società valgono 50 mentre invece, il loro valore reale è di 100. Mentre se quota più di 100 è sopravvalutata e quindi non è interessante. il Growth investing invece è quello stile di investimento che predilige l’acquisto di società che sono in forte crescita. Al Growth investor non interessa se quella società è sottovalutata o meno rispetto al suo valore reale attuale, ma interessa solo concentrarsi su quelle società che sono in fortissima crescita. Normalmente quando compra le azioni di quelle società è disposto anche a pagarle di più rispetto al loro valore reale. Per la nostra attività di trading ci concentreremo sul Growth investing.

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Alessandro Moretti

MODULO 2

2.1 EPS

Cominciamo con gli EPS (utili per azioni), gli utili di una società sono l’elemento più importante nel business di un’azienda perché un’azienda è sul mercato per fare utili. C’è da dire anche che il valore attuale di una società è dato dalla sua capacità di produrre utili, non solo in questo momento ma soprattutto in futuro. Gli investitori investono in quelle società che ritengono passono creare degli utili in forte crescita in futuro. Analizziamo gli utili attraverso l’indice EPS, earnings per share quindi utili per azione. L’EPS si ricava attraverso il rapporto tra gli utili della società e il numero di azioni che sono in circolazione. Se io società produco €100 di utile e ho 100 azioni in circolazione gli eps saranno €100 diviso 100 azioni per un totale quindi di €1 per azione. La situazione ideale sarebbe quella di vedere società che hanno non solo EPS positivi, ma che siano anche in forte crescita. Avere solo Eps positivi non è sufficiente in quanto a noi interessa il trend. Essendo il rapporto tra due variabili, la crescita degli EPS può derivare principalmente da due situazioni: • Aumento di utili a parità di numero di azioni • A parità di utili diminuiscono il numero di azioni in circolazione Per cui attenzione nell’analisi degli EPS, devi sempre controllare che la crescita degli EPS, sia effettivamente data da un aumento degli utili piuttosto che una riduzione del numero delle azioni in circolazione. Fortunatamente il numero di azioni in circolazione non cambia spesso, però è sempre bene sapere questo aspetto. In alcune società il management potrebbe essere tentato di ridurre il numero di azioni in circolazione con lo scopo di camuffare al mercato gli utili in diminuzione. In questo caso il mercato vedrebbe degli eps in aumento dovuto però ad una riduzione del numero di azioni in circolazione piuttosto che ad un aumento degli utili.

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Strategia MorAle Avanzata

2.2 SALES

L’analisi delle Sales, è molto importante soprattutto se affiancata all’analisi degli utili per azione. Attraverso le vendite la società ottiene il fatturato, dal quale poi estrarre utili. L’analisi delle vendite è molto importante perché attraverso quest’ultima si riesce a capire se una società è in crescita oppure no. Un’azienda per crescere deve necessariamente aumentare il suo fatturato. Noi investitori di tipo Growth, vogliamo investire in quelle società che vedono le proprie vendite, e quindi il proprio fatturato, aumentare in maniera importante. Attenzione perché gli utili di una società potrebbero infatti derivare dalla vendita dei suoi prodotti e servizi principali ma potrebbero anche derivare in determinati periodi di alcune vendite straordinarie. Esempio, io società che vendo determinati prodotti e servizi mi accorgo in un trimestre che le vendite dei prodotti principali sono in diminuzione. Per “camuffare” il calo di queste vendite che mi generano quindi meno utili, comincio a vendere delle componenti straordinarie che possono essere ad esempio un terreno con fabbricato alcuni materiali eccetera. Chiaramente un aumento di utili generato da vendite straordinarie non è mai un bel segnale. Io voglio investire in quelle società che hanno degli utili in crescita derivanti da un aumento delle vendite dei prodotti e servizi principali. Nella situazione ideale voglio trovare utili in crescita abbinati al fatturato in crescita. Questo significa che la società sta crescendo perché vende di più e perché attraverso quelle vendite riesce ad ottenere utili in crescita. Ricapitolando brevemente, non interessano quelle società che hanno utile in forte crescita ma vendite che non stanno crescendo insieme agli utili: le scartiamo. Non interessano quelle società che hanno vendita in forte crescita non accompagnate da utili in forte crescita: le scartiamo. Non interessano quelle società che hanno utili e vendite che non stanno crescendo: le scartiamo.

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2.3 TUTORIAL EPS E SALES ESEMPIO 1

Dunque, partiamo da un titolo americano Coresite Realty Corp con il codice ticker cor.us

Questo è l’andamento del titolo negli ultimi due anni. La risposta a questa salita è da ricercare proprio nell’analisi degli utili, perché per incentivare i compratori ci deve essere un catalizzatore sotto.

In questa schermata troviamo dal 2012 a 2016 come sono andate le sales e gli EPS. Possiamo vedere come sono cresciuti di anno in anno e soprattutto gli ultimi due anni hanno aumentato i loro tassi di crescita. È stato probabilmente questo il motivo per cui gli investitori sono stati disposti a pagare sempre di più per le quote di questa società. Perché è una società che vende sempre di più e produce utili per azione in crescita. In questo modo l’investitore che è fuori è disposto a pagarle prezzi sempre più alti pur di ottenerle, mentre chi le ha già in portafoglio non le vuole vendere. Compratori aggressivi e venditori che latitano producono una forte spinta rialzista sui prezzi delle azioni. 17

Strategia MorAle Avanzata

Vediamo come dal 2013 al 2017 il titolo è andato a guadagnare il 290% Salita che è stata catalizzata molto probabilmente dall’incremento costante degli utili e delle vendite. Quindi non è questo aumento di prezzi che genera l’aumento delle sales e degli eps, ma è l’aumento degli eps e delle sales che ha portato il titolo a crescere.

In questo grafico si possono vedere dei grandi macro segnali, nel 2012, 2014, 2015, 2017 e vediamo come da tutte queste rotture, i prezzi non hanno mai ritracciato, hanno sempre dato movimenti vita a movimenti rialzisti. È in questo modo che aumentiamo le probabilità di trovare titoli esplosivi.

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Alessandro Moretti

2.4 TUTORIAL EPS E SALES ESEMPIO 2

Vediamo il caso di Walter Investment Ticker: Wok.Us Questo è l’andamento del titolo Dal 2010 al 2017, possiamo vedere che ha una crescita molto importante fino al 2013 fino a quota 45 per poi scendere fino a 1.45$. La risposta risiede sempre nell’analisi degli utili e della sales, andiamo a vedere il perché.

Possiamo vedere come dal 2013 al 2016 la società ha visto una progressiva riduzione del fatturato e un’accelerazione negativa degli EPS molto forte. Vediamo i prezzi come dal 2013 hanno perso il 90%. 19

Strategia MorAle Avanzata

Quindi in contesto con EPS e Sales in diminuzione è difficile trovare azioni che facciano il 200%. È molto più facile trovare un titolo che perda il 99% come in questo caso. Un titolo che perde il 99% non può avere fondamentali buoni. Per cui se ci concentriamo su titoli che hanno fondamentali in miglioramento (Eps e sales in aumento), li dentro potremmo trovare titoli che hanno più probabilità di fare bene. Al contrario sarà più facile trovare titoli come quello appena visto. Quindi l’analisi degli eps e le vendite è fondamentale per selezionare quei titoli che hanno il potenziale migliore per fare grossi movimenti in un lasso di tempo più stretto.

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Alessandro Moretti

MODULO 3

3.1 MULTIPLI DI MERCATO

I multipli di mercato sono degli indicatori molto utili soprattutto per chi va a fare Value investing. Abbiamo detto nel modulo precedente che la nostra metodologia si concentra sul Growth investing, ma in questo modulo voglio parlarti di questi indici perché comunque è bene conoscerli. I multipli di mercato vengono utilizzati principalmente per la valutazione di aziende industriali assicurative e bancarie. Alla base dell’utilizzo dei multipli di mercato c’è una considerazione: aziende di dimensione simili appartenenti ad uno stesso settore e ad uno stesso mercato, devono avere più o meno lo stesso valore in relazione al prezzo di mercato. Per spiegartelo in parole ancora più semplici, devi comparare l’azienda che stai analizzando con un campione di competitor che siano più possibili simili a quella presa come riferimento. Questi campioni vengono detti peers. ES Unicredit, Intesa San Paolo, Deutsche Bank ecc.. Devi comparare i multipli di mercato e calcolare la media dei campioni di riferimento. Poi confronti i valori della società che stai analizzando contro i valori medi del campione. In questo modo riesci a capire se l’azienda è sopravvalutata o sottovalutata rispetto alla media dei suoi competitor. Tra i multipli di mercato più utilizzati, abbiamo i multipli di prezzo, in cui mettiamo in relazione il prezzo dell’azione contro una sua variabile di bilancio (Utili, Cash flow ecc.).

3.2 P/E

Price to Earnings, praticamente si fa il rapporto tra il prezzo dell’azione e gli eps, quindi Prezzo/EPS. È l’indicatore più utilizzato dagli investitori ma è spesso interpretato male, soprattutto dai non professionisti. 21

Strategia MorAle Avanzata

Es: se una società ha P/E 20 vuol dire che se noi investiamo in quella società, assumendo che mantenga costante i suoi utili futuri, rientreremo dal nostro investimento in 20 anni. Il P/E rappresenta il numero di anni in cui gli utili ripagano il nostro investimento. Questo indicatore presenta due svantaggi principali: 1. Se l’utile della società è negativo non può essere calcolato. 2. Questo indicatore è influenzato dal numero di azioni in circolazione. Il P/E un rapporto in cui EPS sono al denominatore, e gli EPS sono al loro volta un rapporto tra utili e numero di azioni. Questo vuol dire che se aumenta il numero delle azioni in circolazione a parità di prezzo delle azioni e a parità di utile, succede che il P/E aumenta e viceversa, se a parità di prezzo a parità di utili il numero di azioni viene ridotto allora il P/E diminuisce. Analizzare il P/E di una società senza confrontarlo con quello di altre società, non ha sostanzialmente senso. Quello che dobbiamo fare, così come ti ho detto all’inizio di questo modulo è quello di confrontare il P/E della società che stiamo analizzando con quello medio del suo settore o con quello medio di un campione di competitor che noi ci andiamo a creare. In questo modo possiamo definire se l’azienda è sopravvalutata o sottovalutata rispetto al suo settore. Vedere che il P/E di Amazon è pari a 200 di per sé non dice nulla. Devi prendere il P/E di Amazon e confrontarlo con i suoi competitor, se il P/E medio del settore di Amazon è 300, allora Amazon sarà sottovalutata e viceversa. Vale lo stesso discorso fatto all’inizio del modulo, i campioni presi devono essere quanto più simili per dimensione e mercato di appartenenza all’azienda che stiamo analizzando. Normalmente gli investitori tendono ad analizzare il P/E in maniera errata. Quando vedono il P/E di una società superiore a quello medio del settore, dicono che la società è sopravvalutata e tendono a scartarla. Viceversa tenderanno a concentrarsi su quelle società con P/E più basso, ossia a loro dire, a sconto. Questa interpretazione però è sbagliata, per un motivo particolarmente importante, se un’azione è sottovalutata probabilmente un motivo ci sarà. Se il mercato sta sottovalutando quell’azione, probabilmente si aspetta delle difficoltà future che tu in quel momento non stai vedendo. D’altro canto se un mercato sta sopravvalutando un’azione, significa che crede particolarmente in quella società e negli sviluppi futuri del business di quella società. Il P/E dovrebbe essere utilizzato come una misura del sentiment di mercato. Un P/E alto quindi significa che il mercato ha delle grandi aspettative per quella società e viceversa, P/E molto bassi significa che il mercato non crede nel futuro di quella società. Quando noi andremo ad analizzare invece quelle società che presentano utili in forte crescita e vendite in forte crescita, attenzione perché nel 99% dei casi troveremo anche dei P/E elevati. Per cui non farti spaventare perché normalmente le società che crescono tanto e che crescono in fretta, le tipiche società Growth presentano quasi sempre P/E molto elevati. Ciò significa che il mercato crede negli sviluppi futuri di quella società e quindi per noi è un buon segnale. 22

Alessandro Moretti

3.3 PEG RATIO

Il PEG Ratio non è nient’altro che il rapporto tra il P/E e il tasso di crescita degli utili futuri. Questo indice è più facile da analizzare perché: • Quando è minore d 1 significa che il mercato si attende dei tassi di crescita degli utili futuri maggiori rispetto agli utili attuali. Questo è un buon segnale per la società perché oggi ha degli utili, ma il mercato si attende degli utili in crescita in futuro. • Quando è maggiore di 1 invece è un elemento negativo perché gli utili attuali sono maggiori degli utili futuri attesi dal mercato. • Quando assume valori inferiori a zero non è necessariamente un elemento negativo perché magari potrebbe avere P/E negativo inferiore a 0, ma un tasso di crescita degli utili futuri positivo. Questo sta a significare che attualmente la società non sta producendo utili ma che in futuro il mercato si attende degli utili in crescita positiva. Viceversa, se questo indicatore assume valori negativi, ma ad essere negativo non è il P/E ma il tasso di crescita degli utili, questo non è un bel segnale. Significa che oggi sto producendo utili ma in futuro il mercato si attende dei dati negativi. È particolarmente di aiuto nella valutazione di quelle piccole società che hanno forti prospettive di crescita future.

3.4 P/BV

Il P/BV è un indice che mette in relazione il prezzo dell’azione di quella società che stiamo analizzando con il suo book value per share. Il book Value per share è il valore di libro di una società ossia il patrimonio netto. Il patrimonio netto di una società è il valore di bilancio di quella società. Te la faccio ancora più semplice. Supponiamo che io società ho soltanto un capannone e un macchinario dentro quel capannone, nulla di più. Il mio book Value è dato dal valore di mercato di quel capannone e di quel macchinario. È il valore che avrebbe la società se dovesse fallire domani. Il book value per share quindi è il book value fratto numero delle azioni. Il price to book value per share è il rapporto tra il prezzo di quell’azione e il price to book value. 23

Strategia MorAle Avanzata

Questo indicatore può assumere valori superiori o inferiori ad 1. Quando assume valori superiori ad 1 significa che attualmente i prezzi di mercato dell’azione sono superiori al loro valore di bilancio. La lettura di questo indicatore è interessante quando è inferiore ad 1. Significa che quelle azioni stanno quotando addirittura a prezzi più bassi rispetto al loro semplice valore di bilancio. Quando troviamo valori di molto inferiori ad 1 (anche inferiori a 0,5), troviamo delle aziende fortemente sottovalutate. Attenzione quando le aziende sono fortemente sottovalutate probabilmente un motivo ci sarà. Potrebbero esserci diverse condizioni che spingono il mercato a sottovalutare l’azienda in questione. Attenzione perché questo ti dà delle cattive informazioni quando analizzi delle società che hanno elevati asset intangibili come ad esempio molti brevetti e pochi asset materiali come ad esempio macchinari capannoni eccetera. In questo caso questo indicatore funziona particolarmente male. Un esempio di società che hanno elevati asset intangibili,sono le società del settore tecnologico o di servizi.

3.5 P/S

Il multiplo Price to Sales: prezzo delle azioni fratto il fatturato. Questo indicatore mette in relazione il prezzo delle azioni con il suo fatturato e ci mostra quanto il mercato è disposto a pagare il fatturato di quella società. Questo indicatore è particolarmente utile per valutare le aziende che sono nella fase iniziale del loro ciclo di vita. Molte di queste società infatti, nei primi anni di vita, non riescono a coprire con il fatturato gli interessi sui debiti e gli alti investimenti. Utilizzare il P/E per analizzare società che non producono utili non serve praticamente a niente. Il P/S invece, ci aiuta a capire quanto gli investitori sono disposti a pagare il fatturato di queste società. Esempi classici sono Tesla oppure Spotify.

3.6 P/CF

Prima di definire questo indicatore andiamo a vedere cos’è il cash flow. Il cash flow di una società è dato dalla somma tra l’utile netto più gli ammortamenti. Praticamente si tratta di una forma di autofinanziamento con cui la società riesce a coprire il suo fabbisogno finanziario riducendo quindi la necessità di fare ricorso al debito. 24

Alessandro Moretti

Facendo il rapporto tra il prezzo dell’azione e il cash flow di quella società troviamo il numero di anni in cui il cash flow di quella azienda riesce a ripagare il nostro investimento. Quindi un Price to cash flow pari a 20, significa che il nostro investimento sarà ripagato attraverso il cash flow di quella società in vent’anni. Come per il P/E anche sul P/CF valgono le stesse regole per cui il suo valore in sé per sé non vale niente. Bisogna confrontare il P/CF di una società con quello medio del suo settore per capire se quella società è sopravvalutata o sottovalutata rispetto alla media dei suoi competitors. Deve essere utilizzato soprattutto per le analisi di società industriali e non deve essere mai utilizzato per bancari e assicurativi.

3.7 TUTORIAL MULTIPLI DI MERCATO

Durante questo modulo abbiamo visto i multipli di prezzo. Adesso vediamo dove andare a trovare queste informazioni su internet.

INVESTING.COM • Selezioniamo un titolo • Andiamo nella sezione Bilancio • Nella sezione Bilancio, clicchiamo su INDICI

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Strategia MorAle Avanzata

Qui troviamo tutte le informazioni che ci servono: • Prezzo vendite: Price to Sales confrontato con quello dell’Industria per capire se rispetto all’industria sopravvalutato sottovalutato • Il prezzo rispetto al cash flow • Il prezzo rispetto al Free cash flow • Il Price to book Value

FINVIZ.COM • Selezioniamo un titolo Nella seconda colonna da sinistra troviamo tutto ciò di cui abbiamo bisogno: • • • • • • •

P/E Forward P/E (quello futuro) PEG ratio P/S P/B P/C P/FCF

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Alessandro Moretti

SIMPLYWALLST • Selezioniamo un titolo • Scendiamo dopo Value • Vediamo tre Tachimetri

Questi tre tachimetri indicano: • P/E • PEG • PB

MARKETSCREENER.COM (EX 4-TRADERS) • Selezioniamo un titolo • Clicchiamo su Financial

Troviamo: • P/E • P/B(price to book value) 27

Alessandro Moretti

MODULO 4

4.1 INDICI DI REDDITIVITÀ

In questo modulo andiamo a vedere gli indici di redditività, sono indici che mettono in relazione una componente reddituale di un’azienda contro una sua componente patrimoniale, esempio mettono in relazione l’utile netto con il suo patrimonio netto. I tre principali indici di redditività che vengono utilizzati sono: • ROI • ROA • ROE

4.2 ROE

ROE: Return of Equity, ci dice la capacità dell’azienda di creare valore per gli azionisti. Più alto è il ROE maggiore è la capacità dell’azienda di creare valore per investitori. Maggiore è il ROE maggiore è il rendimento per gli azionisti. Il ROE è un rapporto tra utile netto (componente reddituale) con il patrimonio netto (componente patrimoniale). Vediamo la differenza con il ROA (Return of Assets): ROE: Utile netto/attivo-passivo ROA: Utile netto/attivo+passivo Entrambi vengono misurati in percentuale, a differenza del ROA però che viene confrontato contro i tassi di interessi sui debiti, il ROE viene confrontato contro il tasso risk free. 29

Strategia MorAle Avanzata

Il tasso risk free è il tasso di rendimento degli investimenti privi di rischio che oggi può essere considerato zero. Viene considerato zero perché l’attività priva di rischio è il BUND Tedesco, che ha ad oggi un rendimento pari a 0. Si confronta il ROE con il tasso risk free perché in questo caso si riesce a capire quanto è il premio per il rischio per aver investito in quella società. Chiaramente deve essere sempre superiore a il tasso risk free. Il ROE ha un problema. Non tiene conto dell’indebitamento. Dato che al denominatore abbiamo attivo-passivo questo significa che se la società aumenta il suo passivo, ROE aumenta. Questa è un’indicazione fuorviante perché il ROE aumenta, ma causato da un aumento di indebitamento e non di utile. Per risolvere questo problema normalmente si confronta con il ROA, perché se aumenta l’indebitamento, ROA diminuirà (dato che al numeratore il passivo viene sommato all’attivo). Ecco perché si analizzano entrambi gli indicatori insieme, e solitamente si ricercano quelle aziende che abbiano sia ROE che ROA elevati.

4.3 ROA

ROA: Return of asset, ci dice quanto la società è in grado di far rendere i suoi attivi. Per asset della società indichiamo i macchinari, i capannoni ecc. Il ROA è calcolato facendo il rapporto tra utile netto (componente reddituale) con l’attivo di bilancio (componente patrimoniale). ROA: Utile netto/attivo+passivo Chiaramente il ROA indica la capacità dell’azienda di saper far rendere i suoi attivi. Più alto è il ROA e meglio è. Normalmente si utilizza confrontare il ROA con i tassi interesse sull’ indebitamento della società nel paese in cui lavora. Esempio se dovesse essere più basso dei tassi di interesse, significa che il denaro preso in prestito dall’azienda costerebbe di più di quanto in realtà è in grado di farlo rendere. Per cui il ROA di una società normalmente deve essere superiore ai tassi di interesse sull’indebitamento. Particolarmente utile anche per confrontare società appartenenti ad uno stesso settore.

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4.4. ROI

Concludiamo gli indici di redditività con il ROI: Return of investment. Questo indicatore è particolarmente utile per i proprietari della società e gli azionisti di maggioranza. Il infatti ROI indica il rendimento degli investimenti. Solitamente i proprietari dell’azienda tendono a confrontare il ROI con il tasso di interesse sul debito. Fanno questo perché se il ROI è superiore al tasso di interesse sul debito, questo significa che all’azienda conviene prendere in prestito denaro per finanziare investimenti perché il ritorno di questi investimenti sarà superiore al costo del tasso di interesse. Quindi quando le aziende presentano dei ROI molto elevati, i proprietari preferiscono finanziare gli investimenti per espandere il business dell’azienda facendo ricorso più all’indebitamento. Questo perché il costo di quell’indebitamento è inferiore al rendimento atteso degli investimenti che faranno con quell’indebitamento.

4.5. TUTORIAL INDICI DI REDDITIVITÀ

INVESTING.COM • • • •

Selezioniamo un titolo Andiamo nella sezione Bilancio Clicchiamo su indici Guardiamo “Efficacia di Gestione”

Troviamo: • ROE • ROA • ROI 31

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FINVIZ.COM • Selezioniamo Titolo • Guardiamo 4 colonna da sinistra

Troviamo: • ROE • ROA • ROI Quando evidenziati in verde sono positivi, nero neutrale, rossi negativi

SIMPLYWALLST • Selezionare Titolo • Andare in performance last year

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Troviamo: • ROE • ROA • Ritorno sul capitale

MARKETSCREENER.COM • Selezionare titolo • Andare in Financial • Guardare Profitability

Troviamo: • ROE • ROA

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MODULO 5

5.1 - INDICE DI SOLIDITÀ

Andiamo a vedere adesso gli indici di solidità di un’azienda. Per solidità, s’intende la capacità di un’azienda di adattarsi al mutare delle varie condizioni di mercato. Diciamo che, in linea teorica, l’azienda dovrebbe avere un equilibrio tra passività a breve termine e attività a breve termine, passività a lungo termine e attività a lungo termine. Detta in altre parole, un’azienda dovrebbe finanziare gli investimenti a lungo termine attraverso il ricorso all’indebitamento di lungo termine, diversamente dovrebbe finanziare gli investimenti di breve termine, facendo ricorso a passività di breve termine. Questo nella situazione ideale, ma nella realtà, il più delle volte non è così, perché spesso le aziende si ritrovano in situazioni di difficoltà, perché magari ad esempio non hanno liquidità sufficiente per far fronte ad esempio a passivi di breve termine. Andiamo a vedere tra gli indici di solidità, quello più importante e più utilizzato che è il quick ratio.

5.2 - IL QUICK RATIO

Il quick ratio è un indicatore che mette in relazione le liquidità immediate dell’azienda più i crediti a breve termine, fratto le passività a breve termine. Questo indicatore esprime la capacità di un’azienda di far fronte alle uscite correnti dovute alle passività a breve termine, attraverso l’utilizzo delle liquidità immediate e l’uso dei crediti a breve termine. Questo indicatore può assumere valori superiori o inferiori a 1. Quando assume valori superiori a 1, esprime un’azienda particolarmente solida, che ha quindi liquidità sufficiente per far fronte alle uscite immediate.

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Viceversa quando assume valori inferiori a 1, mostra delle situazioni di criticità, perché in questo caso l’azienda non ha liquidità o crediti a breve termine sufficienti per far fronte ad uscite immediate. Quindi maggiore è questo indice, e più l’azienda ha liquidità a disposizione per far fronte alle uscite più imminenti. Questo valore chiaramente varia da settore a settore, ci sono settori che hanno quick ratio più elevati, e settori che hanno quick ratio tendenzialmente più bassi. Pertanto è utile, come abbiamo visto anche in precedenza, confrontare questo indicatore con l’indicatore delle società appartenenti ad uno stesso settore della società che stiamo analizzando.

5.3 - IL DEBT RATIO

Andiamo adesso ad analizzare il livello di indebitamento di una società, attraverso il debt ratio. Il debt ratio non è nient’altro che il rapporto tra i passivi della società fratto gli attivi. Praticamente ci dice la capacità di un’azienda di far fronte ai suoi debiti attraverso la vendita dei suoi attivi. Questo indicatore può assumere valori superiori o inferiori a 1. • Quando questo indicatore assume un valore pari a 1, esprime una situazione potenzialmente rischiosa. Significa che l’azienda potrebbe coprire tutti i suoi debiti vendendo tutti i suoi beni, ma facendo ciò, poi non potrebbe più produrre e quindi non potrebbe più andare avanti. • Quando questo indicatore assume valori superiori a 1 significa che la società non avrebbe neanche attivi a sufficienza per coprire tutti i suoi debiti, e quindi esprime una situazione maggiormente rischiosa. • Se assume invece un valore ad esempio uguale a 0,5, significa che l’azienda riuscirebbe a coprire i suoi debiti vendendo la metà dei suoi beni, e quindi avrebbe anche la capacità di andare avanti e proseguire il suo business. • Quando questo indicatore assume valori inferiori a 1, esprime una situazione diciamo abbastanza sostenibile per l’azienda. Più è basso e meglio è. • Quando invece assume un valore pari a 0, significa che la società non ha indebitamento. Poniamo particolare attenzione alle aziende che assumono debt ratio troppo elevati, perché un calo degli eps, oppure delle vendite, potrebbe essere percepito in maniera particolarmente negativa da parte del mercato e quindi potrebbe generare forti vendite sui titoli in questione. Non esiste un valore ottimale di debt ratio, ogni settore ha il suo.

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Esistono settori mediamente più indebitati, come ad esempio il settore delle utilities e settori meno indebitati, come ad esempio può essere il settore tecnologico. Quindi è sempre utile confrontare il debt ratio di una società con quello medio del suo settore di appartenenza.

5.4 - DEBT TO EQUITY RATIO

Andiamo a vedere un altro indicatore importante nell’analisi di indebitamento di una società, sto parlando del rapporto Debt to Equity Ratio. Questo indice, mostra il rapporto tra il totale dei passivi di una società e il totale dell’equity. Ci dice se la società finanzia il suo business facendo più ricorso all’indebitamento oppure più al capitale degli azionisti. Fare ricorso al debito è potenzialmente più costoso e più rischioso che non fare ricorso al capitale degli azionisti. Quindi le aziende che fanno più ricorso all’indebitamento sono società tendenzialmente più rischiose e meno stabili delle società che invece fanno più ricorso al capitale degli azionisti. Questo rapporto può assumere valori superiori o inferiori a 1. • Quando assume valori pari a 1, significa che l’azienda fa uguale ricorso a indebitamento e capitale degli azionisti. • Quando assume valori superiori a 1 la società fa più ricorso al debito che non al capitale degli azionisti, e ciò evidenzia un’azienda potenzialmente più rischiosa e instabile. • Quando assume invece valori inferiori a 1, significa che la società fa più ricorso al capitale degli azionisti piuttosto che all’indebitamento, e quindi esprime situazioni di aziende più stabili e meno rischiose. Anche in questo caso non esiste un valore ottimale, ma cambia da settore a settore. Ci sono aziende che fanno più ricorso all’indebitamento e aziende che fanno invece lo usano meno.

5.5 – TUTORIAL INDICI DI SOLIDITÀ E INDEBITAMENTO

Vediamo adesso come andare a trovare e dove trovare gli indici debt to equity ratio e il quick ratio, cominciamo dal sito:

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INVESTING.COM. Come sempre selezioniamo prima il nostro titolo, poi selezioniamo bilancio, indici e poi scorriamo la pagina fino ad arrivare a potere finanziario.

Per quanto riguarda il potere finanziario, abbiamo il quick ratio che è l’indice di liquidità immediata, e nell’immagine sottostante, vediamo quello della società che stiamo analizzando (1,65) contro quello medio del suo settore di riferimento (2,06).

La parte relativa al debito, dove troviamo il debt to equity ratio, è divisa in due.

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Il debito totale sul capitale si riferisce proprio al debt to equity ratio, e nella riga sopra, il debito a lungo termine contro il capitale, quindi il long term debt fratto l’equity ratio. Possiamo vedere sia il rapporto del debito a lungo termine contro il capitale, sia il debito totale contro il capitale, il tutto in relazione contro quello del settore in cui opera la società. Il valore è espresso in percentuale, per cui nel caso ideale dovrebbe essere inferiore al 50%, in questo esempio stiamo analizzando una società casuale, ultra indebitata.

FINVIZ.COM Anche su finviz.com possiamo vedere questi dati, in verde se particolarmente positivi o in rosso se particolarmente negativi. Possiamo vedere in ordine: il quick ratio, il debt to equity ratio, e ancora sotto il long term debt fratto l’equity ratio.

Il sito 4traders, (che attualmente si chiama marketscreener.com) e simplywallstreet, non forniscono ad oggi indicazioni particolarmente utili su questi valori, quindi ti consiglio investing.com, utilizzabile su tutte le società, e finviz.com, utilizzabile però, solamente per le società americane.

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MODULO 6

6.1 - LO STUDIO DEGLI INSIDER

Gli insider di una società sono tutti coloro che hanno accesso e godono di informazioni privilegiate, grazie al ruolo che ricoprono all’interno della società stessa. Alcuni esempi di insider possono essere l’amministratore delegato, il direttore finanziario, l’executive management, o comunque tutte quelle persone che ricoprono ruoli molto importanti all’interno dell’azienda. Queste figure sanno per prime come sta andando il business di quella società e quali saranno gli sviluppi futuri. Ad esempio possono sapere per primi se quella società firmerà un accordo commerciale importante con un’altra azienda e così via. Sono tutte informazioni che gli insider, per via della propria posizione, sanno prima rispetto al mercato. Capire quello che stanno facendo queste figure (se stanno comprando o vendendo le azioni della loro società) può essere particolarmente di aiuto per capire il potenziale futuro dell’azienda. L’analisi del movimento degli insider in sé per sé non è particolarmente d’aiuto, ma se analizzata congiuntamente all’ andamento dei prezzi, può essere invece molto efficace. Ora ti spiego come. Immagina di essere l’insider della tua azienda che osserva la discesa dei prezzi. Se sai che la tua società gode di ottima salute e vedi i prezzi che scendono, la prima cosa che ti viene in mente di fare è comprare le azioni, perché sai che in futuro potrebbero crescere. Viceversa, se vedi i prezzi della tua società salire, ma sai che la società non gode di buona salute e che in futuro potrebbe andare incontro a delle grandi difficoltà, la prima cosa che vai a fare è vendere le tue azioni. In realtà in questo secondo caso, gli insider non sono molto affidabili. Non essendo professionisti finanziari sono soggetti a tutti gli errori che commettono gli investitori tradizionali. Ossia tendono a vendere le azioni della propria società dopo un’importante salita perché pensano che ormai sono cresciute troppo.

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Queste sono le due situazioni che ci interessano: • prezzi in diminuzione e insider che stanno comprando. Gli insider ono interessati a quei prezzi più bassi perché probabilmente sanno qualcosa sullo sviluppo futuro della società. • prezzi in aumento e insider che stanno vendendo. Significa che si stanno sbarazzando delle azioni di quella società a prezzi elevati, perché sanno che quei prezzi non saranno sostenibili a lungo (questa seconda opzione meno forte ed importante rispetto alla prima). Tutte le altre situazioni dove i prezzi salgono e gli insider comprano, i prezzi si muovono in laterale e gli insider comprano o vendono, oppure i prezzi scendono e gli insider vendono, non ci interessano. Ci interessano solo queste due situazioni: prezzi che scendono insider che comprano, prezzi che salgono insider che vendono. La prima è potenzialmente positiva, la seconda invece è potenzialmente negativa. Quello che dobbiamo fare noi al verificarsi di una discesa dei prezzi con insider che comprano, è mettere in watchlist quell’azienda o quella società, ed aspettare che arrivino segnali rialzisti concreti attraverso l’analisi tecnica. Non dobbiamo mai inseguire il movimento degli insider senza l’ausilio dell’analisi tecnica.

6.2 - BIG GAINERS

Parliamo adesso di un argomento particolarmente interessante ossia l’analisi dei big gainers. I big gainers sono quelle azioni che nell’ultima seduta hanno fatto dei grandi movimenti: ad esempio +10%, +15%, +8%, +9%, con volumi in espansione. Ti saranno sicuramente capitate nell’analisi dei migliori titoli azionari del giorno precedente aziende che hanno fatto +7%, +8%, +10%. Questi movimenti sono causati da vere e proprie ondate di compratori, che pur di accaparrarsi quelle azioni sono disposti a pagare prezzi sempre più alti. La domanda è: perché in quella determinata giornata si creano quelle ondate di compratori super aggressivi, che spingono i prezzi così in alto? Queste ondate di compratori possono essere normalmente generate da nuovi accordi commerciali che la società stipula, nuovi piani industriali, nuovi piani strategici, nuovi contratti con dei grandi clienti, oppure più semplicemente trimestrali sopra le attese. L’uscita di notizie estremamente positive per l’azienda, normalmente genera ondate di acquisti che fanno schizzare i prezzi in alto con percentuali molto elevate. 42

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Dopo la presentazione di un nuovo piano industriale particolarmente interessante, o dopo l’uscita di una trimestrale sopra le attese, non è raro vedere i prezzi di una società, subito dopo l’esplosione iniziale, continuare a salire anche nelle settimane o mesi successivi. Quando questi grandi movimenti che si generano in una singola seduta vengono catalizzati da uno di questi fattori che ti ho appena specificato, la situazione è potenzialmente positiva e molto interessante. Viceversa, il pericolo si presenta quando questi grandi movimenti non vengono generati da alcuna notizia. Ti sarà capitato (è abbastanza frequente) di vedere azioni di una società che esplodono senza news di rilievo. Ci troviamo quindi di fronte a una situazione in cui c’è un’orda di compratori super aggressivi, ma non sappiamo perché si stanno riversando su quella società. Quando questi movimenti non sono generati da news importanti come quelle che ti ho detto poco fa, la situazione è super pericolosa e adesso ti spiego perché. Immagina di possedere un quantitativo di azioni molto elevato di una determinata società, magari una società a piccola capitalizzazione che scambia poche azioni. Se tu andassi a vendere un così elevato numero di azioni sul mercato, potresti generare un crollo dei prezzi perché andresti ad assorbire tutta la domanda, favorendo così la discesa. Come ti puoi comportare in una situazione del genere? Adesso ti spiego come fanno. Esistono dei siti finanziari che hanno a disposizione centinaia di migliaia di indirizzi email, di potenziali piccoli e medi investitori. Normalmente i siti utilizzano le email di questi investitori per mandargli news, analisi e quant’altro, e gli investitori leggono queste email per prendere decisioni in merito ai loro investimenti. Io investitore che voglio sbarazzarmi del mio quantitativo elevato di azioni di questa società a piccola capitalizzazione senza far crollare il prezzo, ho bisogno di un’elevata domanda per quell’azione. A questo punto contatto questi siti di informazione finanziaria, li pago e gli dico: “Signori, fate comprare le azioni di questa società ai vostri sottoscrittori e ai vostri utenti”. Loro creano un’analisi dell’azione X dicendo che è un’ottima società, che ha un bilancio bellissimo e che nei prossimi anni crescerà, triplicherà di valore e che è un’azione assolutamente da comprare. Confezionano una mail e la mandano a centinaia di migliaia di persone. Nello stesso istante tutti questi piccoli e medi investitori iniziano a comprare le azioni di questa società generando un’esplosione di domanda, e i prezzi delle azioni letteralmente decollano. E chi è che gli vende le azioni? Sarà proprio il grande investitore che voleva sbarazzarsene e ha trovato domanda sufficiente per non far crollare i prezzi. Ovviamente questo movimento non può essere duraturo. Dopo qualche giorno, quando questa domanda si esaurisce, i prezzi sono alti e non sono più supportati da ulteriore domanda. Di conseguenza i prezzi delle azioni crollano letteralmente e difficilmente torneranno a quei valori così elevati. 43

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Questo procedimento chiaramente può essere fatto sui titoli a piccola e piccolissima capitalizzazione, che scambiano pochi pezzi al giorno. Non può essere assolutamente fatto con titoli come Amazon, Apple o tutte quelle società a media e grande capitalizzazione che scambiano tante azioni ogni giorno. Attenzione perché soltanto quei siti che hanno un elevato numero di iscritti (migliaia e migliaia) possono attuare questa procedura di mercato. In Italia puoi stare relativamente tranquillo perché la maggior parte dei siti finanziari non hanno un numero sufficiente di iscritti per poter spostare i titoli a piccola capitalizzazione. Per siti finanziari non intendo il sole24ore, milano finanza o i grandi player. Intendo piccoli siti che parlano di finanza e che possono essere avvezzi a questi giochi. Soltanto siti americani o comunque in inglese che veramente godono di migliaia se non milioni di iscritti possono avvalersi di questa opportunità. Concludendo, quando vedi dei grandi movimenti di prezzo delle azioni accompagnati da un’esplosione di volumi, controlla sempre se questi movimenti sono generati da notizie davvero positive. Se non ci sono notizie che generano questi movimenti, allora stai particolarmente attento ed evita questi titoli come la peste, perché potrebbero sgonfiarsi nel giro di pochi giorni o addirittura di poche ore.

6.3 - IL BETA

Andiamo ora a vedere un indicatore particolarmente utile per capire la rischiosità di un titolo. Stiamo parlando del Beta, un coefficiente che indica la relazione che c’è tra il rendimento di un titolo e il rendimento del mercato stesso. Il Beta ci mostra la variazione attesa del prezzo del titolo a fronte della variazione dell’1% del mercato. Ecco un esempio per capire meglio: • Se il beta è uguale a 1, significa che se il mercato fa +1%, il titolo tende a fare +1%. Ciò significa che il titolo tende a muoversi come il mercato. • Se il beta assume un valore uguale a 2, significa che se il mercato fa +1% la variazione attesa sul titolo è del +2%, ma se il mercato fa -1%, la variazione attesa sul titolo e del -2%. Ciò significa che il titolo tende a raddoppiare il movimento del mercato, sia in positivo che in negativo. • Infine se il valore del beta è inferiore a 1, e quindi ad esempio pari a 0,5, significa che se il mercato fa +1%, il titolo tende a fare +0,5%, ma se il mercato fa -1%, il titolo tende a fare -0,5%. Ciò significa che il titolo tende a smorzare i movimenti del mercato, sia in positivo che in negativo. Ricapitolando, valori del beta superiori a 1, individuano titoli o settori più aggressivi che amplificano, nel bene e nel male, i movimenti del mercato. 44

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Valori del beta inferiori a 1, individuano titoli o settori difensivi che tendono a smorzare, nel bene e nel male, i movimenti del mercato. Valori del beta uguali a 1, stanno ad individuare quei titoli o settori che si muovono in maniera più o meno speculare rispetto al mercato. Storicamente tra i settori più difensivi troviamo le Utilities e il Food & Beverage, mentre tra i settori più aggressivi troviamo le Automobili e il bancario.

6.4 - GLI SCREENERS

Arriviamo alla parte conclusiva del modulo di analisi fondamentale dove vediamo cosa sono e come impostare gli screener di analisi fondamentale. Gli screener sono dei filtri che ci permettono di scansionare il mercato in modo automatico alla ricerca delle società che rispettano i parametri che vogliamo. Ogni screener lo possiamo vedere come un contenitore all’interno del quale andiamo ad inserire le aziende con le stesse caratteristiche. Vediamo come settare gli screener. Screener numero 1: sono le società in rampa di lancio. In questo screener andremo a mettere le società che sono in forte crescita. È il nostro screener principale. Le nostre variabili e i nostri criteri di ricerca sono: • • • •

Eps trimestre su trimestre maggiori del 15% Eps annuali maggiori di 0% Sales trimestre su trimestre maggiori del 20% ROE maggiore del 15%

Tutte quelle società che rispecchiano questi criteri di ricerca, andranno inserite in questo screener, e sono potenzialmente da comprare e vanno inserite in una specifica lista. Attenzione! Non da comprare immediatamente ad occhi chiusi, ma dopo averle valutate attraverso l’analisi tecnica e aver rilevato gli opportuni segnali di ingresso. Screener numero 2: azioni sottovalutate amate dagli insider. È uno screener molto semplice costituito da due criteri di ricerca: • P/B inferiore a 1; • Transazioni degli insider negli ultimi sei mesi superiori al 20%. In questo screener ci saranno tutti quei titoli sottovalutati che però gli insider stanno comprando negli ultimi mesi. 45

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Sono aziende potenzialmente long, ma prima di essere acquistate devono rispettare i criteri della nostra strategia attraverso l’analisi tecnica. Screener numero 3: azioni che sono sui minimi e che sono amate dagli insider. Sono tutte quelle azioni i cui prezzi stanno scendendo, ma che vengono comprate dagli insider. I criteri di ricerca che andremo ad impostare sono: • Transazioni degli Insider superiori al 20% negli ultimi mesi; • Prezzi delle azioni che si trovano ad un massimo di un 10% dai minimi a 52 settimane. Anche queste sono azioni potenzialmente da comprare, che andranno valutate attraverso l’analisi tecnica. Screener numero 4: aziende sopravvalutate e potenzialmente pericolose. Andremo a selezionare tutte quelle aziende che sono sopravvalutate, che hanno elevati livelli di indebitamento e che quindi si trovano in una situazione abbastanza rischiosa e pericolosa. I criteri di ricerca che andremo a selezionare sono: • P/E maggiore di 40; • Debt to equity ratio maggiore di 1; • Sales inferiori allo 0%. Tutte le società che verranno inserite in questo screener sono potenzialmente pericolose e quindi adatte per operazioni short (ma soltanto dopo averle valutate attraverso l’analisi tecnica). Screener numero 5: (versione alternativa dello screener numero 4) andremo semplicemente a sostituire l’indicatore P/E con l’indicatore P/B e quindi avremo: • P/B maggiore di 10; • Debt to equity ratio maggiore di 1; • Sales trimestre su trimestre inferiori a 0. Anche le azioni di questo screener sono delle candidate per operazioni short, che dovremo poi valutare attraverso l’analisi tecnica. Screener numero 6: aziende sopravvalutate vendute dagli insider. In questo caso andremo a selezionare tre criteri di ricerca: • P/E maggiore di 30; • P/B maggiore di 8; Transazioni degli insider maggiori del -20% (gli insider che stanno riducendo le loro posizioni di oltre il 20%). In questo caso troveremo tutte quelle aziende sopravvalutate che gli Insider stanno vendendo. 46

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Tutte le società presenti in questo screener sono candidate per operazioni short, che dovremo valutare poi con l’analisi tecnica. Screener numero 7: andremo a vedere tutte quelle società che sono sane e in crescita: I criteri di ricerca sono: Eps annuali maggiori di 0; • Eps trimestre su trimestre maggiori del 15%; • Sales trimestre su trimestre maggiori del 20%; • ROA maggiore dello 0%; • ROE maggiore del 10%; • Debt to equity ratio inferiore allo 0,2%. In questo screener ci saranno tutte società candidate per posizioni long e quindi pronte per essere acquistate dopo attenta valutazione attraverso l’analisi tecnica. Screener numero 8: è il Trend Hunter, il cacciatore di trend. I criteri che deve rispettare questo screener sono i seguenti: • Prezzi delle azioni superiori rispetto alla media mobile semplice a 40 giorni • La media mobile semplice a 40 giorni deve essere superiore rispetto alla media mobile semplice a 140 giorni; • La media mobile semplice a 140 giorni deve essere superiore rispetto alla media mobile semplice a 200 giorni; • La media mobile semplice a 200 giorni deve essere crescente da almeno due mesi; • I prezzi si devono trovare non oltre il 30% sotto, rispetto ai massimi a 52 settimane; • La forza relativa del titolo contro il suo mercato di riferimento (che è lo STOXX600 se il titolo è Europeo, oppure S&P500 se il titolo è Americano) deve essere maggiore rispetto alla sua media mobile semplice a 52 settimane. Quest’ultimo screener ti permette di individuare tutti quei titoli che sono in forte trend, nei moduli successivi ti spiegherò passo dopo passo come impostare gli screener sulla prorealtime.

6.5 - LA STRATEGIA SULLE NEWS

Ora ti parlerò di una strategia speculativa che mira a fare delle operazioni di brevissimo termine lavorando proprio sulle news. Per prima cosa andiamo a prendere i 20 migliori titoli del giorno sul mercato americano che quotano sotto i 10$. Successivamente concentriamo la nostra attenzione su tutti quei titoli che si sono mossi sulla base di news importanti come essere trimestrali sopra le attese ecc. 47

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Evitiamo tutti quei titoli che si sono mossi a seguito di rumors oppure senza news. I movimenti di questi titoli devono essere fatti con volumi in espansione. Il giorno seguente a questi movimenti andremo a comprare alla rottura dei massimi del giorno precedente. Andremo poi a vendere, alla rottura dei minimi del giorno precedente. Ogni giorno che passa andremo ad alzare gli stop loss sotto i minimi del giorno precedente. L’operatività può essere fatta su timeframe h1, h4 o daily. Nel tutorial che segue ti spiegherò come attuare questa strategia.

6.6 - TUTORIAL STRATEGIA SULLE NEWS

Partiamo dalla creazione del nostro screener sul sito:

FINVIZ.COM. Selezioniamo Screener e ci appariranno una serie di titoli in ordine alfabetico

Ora dobbiamo prendere i primi 20 migliori titoli della seduta precedente che quotano sotto i 10$, per fare questo nel campo Price andiamo a settare il valore Under $10 dal menu a tendina.

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Successivamente cliccando ripetutamente su Change ordiniamo i titoli dal migliore al peggiore.

A questo punto abbiamo i primi 20 titoli che quotano sotto i 10$ ordinati dalla variazione percentuale più importante (evidenziati in verde). Ora dobbiamo verificare che i movimenti di questi migliori titoli siano fatti a seguito di news importanti, dunque ci viene in aiuto un altro filtro. Nel campo Earnings Date scegliamo Previous 5 Days.

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E a questo punto abbiamo i nostri migliori titoli che quotano sotto i 10$ che hanno fatto importanti movimenti a seguito della trimestrale pubblicata al massimo 5 giorni fa. Ora cliccando su Snapshot possiamo vedere i grafici e le news dettagliate di ogni titolo.

Scorriamo la pagina e prendiamo ad esempio il titolo Cogint (COGT) che ha fatto +23% a seguito di una trimestrale positiva.

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Ora è il momento di analizzare il titolo sulla nostra prorealtime. Ti avviso che su questa strategia utilizziamo anche il timeframe orario, se non lo puoi vedere sulla prorealtime, lo puoi comunque consultare gratuitamente su investing.com. Analizziamo il titolo Cogint (COGT) sul grafico orario e vediamo come si sviluppa l’ultima seduta di giovedì 15 e notiamo la serie di candele positive.

Ora assecondando la nostra strategia, ci spostiamo sul time frame giornaliero per controllare che i volumi siano in forte espansione, e questo lo possiamo vedere appunto nell’ultima candela.

La strategia sulle news prevede un ingresso sopra i massimi della seduta, (quindi noi entriamo sopra area 3,65) e prevede degli stop sotto i minimi di giornata, che sono stati fatti a quota 3, quindi mettiamo lo stop sotto quota 3.

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Strategia MorAle Avanzata

A questo punto abbiamo un ingresso sopra area 3,65 con degli stop in area 3. Questa distanza prevede una perdita potenziale del 18% circa.

I target vanno posizionati almeno al doppio della perdita, quindi con una perdita potenziale del 20% circa il take profit andrà posizionato al 40%, in area 5,10.

A questo punto abbiamo imbastito la nostra operazione con i livelli di stop loss e take profit. Se volessimo lasciar correre i profitti, andremo ad alzare lo stop loss ogni giorno sotto i minimi precedenti, in questo modo il nostro profitto potrebbe proseguire anche oltre il nostro target. Questa è una strategia molto interessante che può essere applicata su tutti i mercati, eviterei il mercato italiano perché non fa grandi movimenti di questo tipo, ma per esempio può essere utilizzato tranquillamente sul mercato tedesco, spagnolo, francese, canadese ecc. La puoi anche applicare tramite il sito investing.com andando su Strumenti, Selezione titoli azionari, e selezioni per esempio il mercato francese. 52

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Ora clicchi su Prezzo poi selezioni Ultimo e nei campi vai a mettere fra 0 e 10 in questo modo puoi vedere i migliori titoli del giorno che quotano al di sotto di 10.

Ecco i risultati del tuo screener.

Ora puoi selezionare il titolo e vedere da che cosa è dovuto questo movimento, analizzare le news della società e poi spostarti sulla prorealtime per analizzarlo tecnicamente. 53

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Questa è la strategia sulle news, quindi ricapitolando: entriamo a seguito di una news importante o di una trimestrale particolarmente apprezzata dal mercato e cavalchiamo il movimento di euforia per alcuni giorni, fino a un massimo di una settimana o 10 giorni. Questa può essere considerata un’operatività di brevissimo termine basata sulle news.

6.7 - TUTORIAL SITI DI ANALISI

In questo modulo parleremo dei 4 principali siti di analisi fondamentale, che ti serviranno per crearti gli screener. Ora faremo una panoramica generale, mentre nei prossimi moduli andremo ad approfondirli singolarmente.

INVESTING.COM Andando su Strumenti, Selezione titoli azionari ti ritrovi in questa pagina,

Qui puoi selezionarti il mercato di riferimento, le borse oppure i settori.

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Inoltre puoi andare a controllare le sezioni Indici (indici di bilancio) e Fondamentale (dati fondamentali).

Hai anche la possibilità di salvarti gli screener, ad esempio io se clicco su Le mie Schermate posso vedere i miei screener divisi per paese.

Andando oltre puoi vedere i titoli selezionati dallo screener con i parametri da te impostati e li puoi ordinare per variazione, utili, vendite e quant’altro. 55

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Investing.com è utile sia per gli screener sia per l’analisi di bilancio dei singoli titoli, quindi dalla lista dei titoli selezioni una società, poi clicchi su Bilancio poi Indici.

In questa pagina puoi vedere tutti i dati fondamentali della società che hai scelto. Ti voglio ricordare che con investing.com puoi analizzare i titoli di tutti i paesi del mondo. 56

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FINVIZ.COM Questo sito ti permette di realizzare screener molto interessanti sia di natura fondamentale che di natura tecnica e ti permette di approfondire a fondo i singoli titoli.

Di ogni titolo ti mostra ad esempio dati come EPS e Sales dell’ultimo anno o dell’ultimo trimestre e quelli attesi. Puoi vedere anche gli indici di redditività e altri importanti indici di solidità,

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Molto utile è la sezione delle news con i movimenti degli analisti.

Finviz.com è un sito molto completo ed accurato, ma è limitato soltanto al mercato Americano. Sia Investing.com che Finviz.com sono gratuiti, ma il secondo ha una sezione Elite che costa $25 al mese che ti permette di accedere a grafici più avanzati, correlazioni, screener più approfonditi e backtests.

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SIMPLYWALL.ST Anche questo sito ti permette di creare degli screener cliccando su Ideas e poi New Filtered View.

Puoi impostare un nome, una descrizione, selezionare il mercato e poi sulla sinistra impostarti tutti i parametri dei tuoi screener.

Simply wall è molto efficace sulla parte di analisi di bilancio del singolo titolo, lo puoi utilizzare su tutti i titoli e con tutte le nazioni.

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È gratuito, ma è limitato a 10 titoli oppure è previsto un abbonamento del costo di 115$ l›anno, per poi scalare ad 80$ se lo utilizzi per alcuni mesi. 60

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4-TRADERS.COM (ORA MARKETSCREENER.COM). Anche questo portale permette di creare gli screener e possiede delle pagine molto approfondite sul bilancio dei singoli titoli. Recentemente il sito ha cambiato indirizzo e lo trovi come marketscreener.com, ma lo puoi raggiungere ugualmente con l’indirizzo precedente. 4-traders è completamente gratuito e ti permette di analizzare tutti i titoli di tutte le nazioni del mondo, nella sezione screener possiamo impostare i nostri parametri di analisi fondamentale. Ritengo comunque 4-traders un ottimo sito per l’analisi di bilancio piuttosto che la parte relativa agli screener, nella quale emergono sicuramente investing.com e finviz. com.

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Strategia MorAle Avanzata

C’è anche una sezione premium, ma per la nostra operatività non è necessaria. Nel complesso, è un sito molto completo anche se non graficamente accattivante come Simply Wall Street. Per concludere, abbiamo investing.com e finviz.com che sono molto approfonditi nella creazione degli screener mentre SimplyWall.st e 4-traders.com offrono una visione più approfondita del bilancio della società. Questi 4 siti, utilizzati per gli screener e l’analisi fondamentale, sono tutti gratuiti o semi gratuiti.

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6.8 - TUTORIAL SITO INVESTING.COM

In questa sezione andiamo ad approfondire le funzionalità del sitoi nvesting.com. Faremo una panoramica selezionando criteri solo a scopo di esempio, mentre per i singoli screener ti rimando alle sezioni specifiche. Per prima cosa la sezione principale che ci interessa è strumenti, selezione titoli azionari; da questa schermata noi possiamo andare a selezionare il mercato italiano, americano, tedesco o quello che vogliamo.

Scegliamo ad esempio il di voler analizzare tutti i titoli riferiti ad un singolo paese, gli Stati Uniti.

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A questo punto vado a selezionare per esempio la sezione indici e seleziono utili per azione. Vogliamo tutte quelle società che presentano una crescita degli utili per azione trimestre su trimestre almeno del 30%.

Poi vogliamo che il fatturato delle vendite sia in crescita di almeno il 20% nell’ultimo trimestre.

Voglio anche gli EPS, quindi gli utili per azione positivi nell’ultimo anno quindi superiori a zero.

Nella sezione fondamentale potremmo aggiungere il margine operativo superiore a zero, quindi positivo. 64

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Via via che aggiungiamo criteri di filtro la nostra lista di titoli si restringe. Ora supponiamo di aver creato il nostro screener con i nostri criteri, per poterlo richiamare in ogni momento lo possiamo salvare: è sufficiente cliccare su salva e dare un nome allo screener ad esempio, Fondamentali Usa.

Ora so che dentro questo screener ci sono tutte le società americane che rispettano i criteri che ho richiesto. Abbiamo poi la possibilità di riordinare i titoli per esempio per variazioni di prezzo,

Oppure possiamo scaricare l’elenco dei titoli per analizzare le società in un secondo momento. 65

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Successivamente possiamo crearci su prorealtime delle liste con i migliori titoli raccolti dallo screener di analisi fondamentale, ma questo lo vedremo più avanti. Ora, cliccando su un titolo possiamo andare a vedere l’analisi di bilancio.

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Se scorriamo la pagina, vediamo anche il settore in cui opera l’azienda, che cosa produce, e da quanti dipendenti è costituita.

Spostandoci su bilancio e poi indici possiamo vedere una serie di dati, sia riguardanti la società stessa che il rapporto con il suo settore.

Sul grafico della redditività ad esempio, è importante che la colonna blu sia in crescita rispetto alla colonna grigia, questo sta a significare che questi dati nell’ultimo anno stanno crescendo di più rispetto a 5 anni fa.

Proseguendo nella pagina possiamo vedere nella sezione efficacia di gestione gli indici di redditività: il ROE, il ROA, e il ROI. 67

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Sempre scorrendo la pagina troviamo i dati sulla crescita e qui ci fa vedere l’aspetto più importante. Sono interessanti i valori utili per azione e vendite all’interno della sezione crescita, e in questo esempio come possiamo vedere c’è stata una forte crescita degli utili per azione e delle vendite rispetto al suo settore.

Nella sezione potere finanziario possiamo vedere quanto è indebitata la società. Ti ricordo che questi dati sono da confrontare con quelli dello stesso settore, per goderne di una maggiore utilità.

Se il titolo ci piace possiamo analizzarlo sulla prorealtime per stabilire il timing di ingresso oppure impostare degli allarmi. 68

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Concludiamo la trattazione del sito investing.com andando a vedere la sezione portafoglio. Quando trovo un titolo interessante posso aggiungerlo ad una watchlist, se non ce l’ho posso crearne una.

Una volta creata la posso trovare nella sezione portafoglio, all’interno di questa watchlist ci trovo tutti i titoli che ho inserito e posso navigare fra le sezioni, ad esempio è interessante la sezione grafici, ma ti consiglio di analizzare il titolo sempre sulla prorealtime, per non creare confusione. 69

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Ora passiamo a scandagliare il prossimo sito. 70

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6.9 - TUTORIAL SITO FINVIZ.COM

È arrivato il momento di approfondire il sito finviz.com. Appena raggiungerai l’home page di finviz.com, troverai subito le prime interessanti schermate.

Puoi vedere l’andamento degli indici americani, i titoli che stanno crescendo contro i titoli che stanno scendendo, i titoli che stanno facendo nuovi massimi contro i titoli che stanno facendo nuovi minimi, i titoli che sono sopra la media mobile semplice a 50 e titoli che sono sotto la media mobile semplice a 50, quelli che sono sopra la media mobile a 200 e quelli sotto la media mobile a 200.

Tutti i parametri interessanti che ci danno un’indicazione di massima sull’andamento dei titoli e dei mercati. Più sotto ci fa vedere una serie di titoli che stanno guadagnando di più, che stanno facendo nuovi massimi, qualche titolo ipercomprato, altri con forti volumi, e titoli che sono comprati dagli insider.

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Passando con il mouse sopra il codice del titolo ci fa vedere rapidamente il grafico del singolo titolo.

L’altro aspetto interessante è lo screener che su finviz funziona molto bene.

Da questa pagina possiamo scegliere e raggruppare i titoli per Exchange, Index, Sector (mercato, indice, settore) ecc. Ad esempio come primo filtro potremmo richiedere tutti quei titoli che hanno pubblicato la trimestrale nei precedenti cinque giorni.

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Nella parte fondamentale possiamo andare inserire i nostri parametri ad esempio voglio mettere la crescita degli eps trimestre su trimestre superiore al 30%.

La crescita delle vendite trimestre su trimestre superiore al 20%.

La crescita degli EPS di quest’anno positiva, quindi maggiore di zero.

Istantaneamente lo screener mi mostra i titoli che rispecchiano i criteri impostati. 73

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Successivamente la prima cosa da fare è quella di ordinare i titoli per variazione dalla più alta alla più bassa cliccando ripetutamente su Change. In questo esempio le percentuali sono tutte a 0% perché i mercati sono ancora chiusi.

Il passaggio successivo molto importante, è la sezione snapshot, dove ti fa vedere per ogni titolo il grafico, i dati di bilancio come per esempio gli EPS, le sales, quante azioni possiedono gli insider, quante ne possiedono gli istituzionali.

Possiamo vedere il P/E, il market capitalization, il target degli analisti, e la data di pubblicazione delle trimestrali. 74

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Se c’è scritto “a” significa after (dopo la chiusura dei mercati), se c’è scritto “b” significa before (prima dell’apertura dei mercati).

Sotto il grafico possiamo vedere le news relative alla società, tutto questo vale per tutti i titoli nello stesso ordine che hai impostato tu precedentemente.

Se clicchiamo direttamente su un titolo vediamo un approfondimento che ci mostra altri dati di analisi fondamentale, più il giudizio degli analisti, le news e qualche volta anche i movimenti degli insider, ma non per tutti i titoli.

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L’altra sezione interessante del sito sono i gruppi dove possiamo vedere l’andamento dei settori o le industrie.

Ad esempio possiamo vedere quali sono state le migliori o le peggiori in un giorno, nell’ultima settimana, nell’ultimo mese e così via.

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Questa sezione ti può essere molto utile per capire qual’è stato il settore leader che ha trascinato l’indice. Questa è la panoramica di finviz. un sito molto approfondito riservato al mercato americano, e questo, forse, è il suo unico difetto.

6.10 TUTORIAL SIMPLYWALL.ST

Andiamo ad analizzare il sito simplywall.st, è un portale molto accattivante dal punto di vista grafico, può essere utilizzato sui mercati americani ed europei, sia per gli screener che per l’analisi dettagliata di ogni titolo, per il quale è particolarmente indicato l’uso. Ti ricordo che il sito prevede una parte free e una parte a pagamento che costa 115$ l’anno. Supponiamo di voler analizzare il titolo Apple, il primo che ci appare. Notiamo subito un grafico a torta che ci mostra il valore della società, lo stato di salute, le attese future, i rendimenti passati, il dividendo.

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Per ogni campo, al passaggio del mouse ci mostra un punteggio molto semplice costituito da spunte e croci.

Cliccando su uno di questi campi del grafico a torta ci rimanda immediatamente all’approfondimento relativo. Rimanendo all’inizio della pagina, possiamo avere informazioni di base della società, come le compagnie competitor, oppure possiamo stampare l’intera analisi. Ci viene mostrato anche un piccolo grafico degli ultimi tre mesi e un indice di volatilità a 5 anni della società rispetto al suo settore.

Dal grafico a torta cliccando value (valore della società) possiamo vedere se il prezzo corrente delle azioni del titolo è sopravvalutato o no., così anche per le stime future del cash flow. In questo caso possiamo vedere che per esempio il prezzo del titolo è sopravvalutato (e questo è perfettamente in linea con la politica delle aziende Value).

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Cliccando sul fumetto puoi anche interagire con l’analisi dicendo che non l’hai capita o pensi che sia sbagliata o non sei d’accordo oppure hai un suggerimento, trovi questa funzione in ogni paragrafo.

Proseguendo arriviamo all’analisi del prezzo, vediamo il P/E che quota ad un prezzo 18 volte superiore quello degli utili, messo anche in relazione con quello del settore di appartenenza e con quello del mercato.

Sulle performance future ci fa vedere quelle che sono le attese degli analisti: ad esempio la media di 36 analisti corrisponde al 6,2% di attese di crescita da 1 a 3 anni. Questo dato è in relazione con quello del settore di appartenenza e con il mercato. In questo caso per esempio possiamo vedere che la crescita degli utili è minore rispetto a quella del suo settore di appartenenza e del mercato, anche per i ricavi ci sottopone la stessa analisi.

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Proseguendo possiamo vedere le aspettative di crescita fino ad oggi e quelle stimate, gli utili in verde e i ricavi in viola.

Arriviamo ad un altro paragrafo molto importante: l’andamento degli utili per azione passati e futuri, trimestre dopo trimestre. La parte tratteggiata sono le stime degli analisti minime e massime, e quindi possiamo vedere se gli EPS hanno battuto le stime degli analisti.

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Vediamo qui il ROE della società confrontato con quello del suo settore, in questo caso molto alto.

Per quanto riguarda le performance passate, ci fa vedere quelle dell’ultimo anno e quelle degli ultimi 5 anni in relazione come sempre al settore di appartenenza e al mercato.

Possiamo vedere gli utili e i ricavi negli anni passati, e qui vediamo come i ricavi in viola stanno accelerando nell’ultimo periodo.

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Arriviamo quindi agli indici di redditività dell’ultimo anno, come sempre confrontati con quello del settore di appartenenza.

Proseguendo con la sezione health (salute), possiamo vedere il valore netto della società.

Nella prossima schermata possiamo vedere l’andamento del valore netto in verde e l’andamento del debito, in questo caso vediamo come la società sta incrementando di molto il valore del debito mentre il ricavo netto non cresce alla stessa velocità del debito. 82

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Nell’analisi del dividendo possiamo vedere dal grafico come si è comportato durante gli anni e le previsioni future (linee tratteggiate), la linea azzurra è il tasso del dividendo e quella rosa è il tasso medio del settore di appartenenza.

Nei grafici successivi, possiamo vedere in percentuale quanto viene pagato agli azionisti il dividendo e quanto viene trattenuto dalla stessa società, abbiamo sia il grafico attuale che il grafico futuro stimato.

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Successivamente vediamo informazioni riguardanti il management dell’azienda: quindi il CEO, da quanti anni è in carica, l’età, lo stipendio e così via.

Il grafico successivo ci mostra il movimento degli insider trimestre su trimestre.

Possiamo vedere chi detiene le azioni della società, quindi una parte è degli istituzionali, una parte del pubblico generico, e una piccola parte è delle compagnie pubbliche.

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Normalmente quando il quantitativo di azioni è quasi tutto in mano agli istituzionali non è un bel segnale perché solitamente sono loro che spingono e sostengono la crescita graduale dei prezzi della società. Concludiamo con le news della società, alcuni dettagli sul market capitalization, il numero di azioni in circolazione, il mercato dove viene scambiata la società, quando è stata fondata e così via.

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Al fondo della pagina vediamo il numero di impiegati da cui è composta l’azienda, l’andamento delle assunzioni e poi vediamo il settore e l’industria di appartenenza.

Un’ulteriore interessante funzione è la comparazione con un’altra società: è sufficiente cliccare su compare per paragonare le stesse informazioni con un’altra società a nostra scelta. Vediamo adesso la funzionalità dello screener, lo puoi raggiungere cliccando su ideas poi new filtering view. Qui puoi settare il mercato, la capitalizzazione, la crescita futura degli utili, e così via.

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Strategia MorAle Avanzata

Una volta che abbiamo trovato lo screener che ci soddisfa possiamo inserire un titolo e una descrizione e salvarlo.

Questa è la panoramica di SimplyWall Street, un sito molto approfondito per quanto riguarda l’analisi di bilancio di una società. Te lo consiglio, soprattutto per questo utilizzo, piuttosto che per la creazione di screener.

6.11 TUTORIAL 4-TRADERS.COM

Il sito 4-Traders.com è completamente gratuito, è presente un’area premium a pagamento, ma per il nostro utilizzo non è necessario.

Anche questo portale è più indicato per l’analisi di bilancio piuttosto che per la realizzazione di screener, lo puoi utilizzare su tutti i titoli di tutte le nazionalità. Dalla home page selezioniamo ad esempio il titolo Activision Blizzard (ATVI), possiamo vedere subito una serie di voci molto interessanti. 88

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Nella sezione Summary possiamo vedere i dati più importanti: l’andamento delle quotazioni, una descrizione della società, un rating, le ultime news, un piccolo grafico che possiamo sistemarci nella maniera più idonea a noi, le news sul settore, un sommario sul bilancio, i manager dell’azienda e i suoi principali competitor.

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Per la nostra analisi fondamentale ci interessano 3 sezioni, la prima è Calendar. In questa pagina possiamo vedere subito i prossimi eventi dell’azienda, ad esempio ci dice che il 28 marzo staccherà il dividendo, oppure ci farà vedere quando ci saranno le trimestrali. Possiamo vedere notizie passate e future sul settore e sulla società che stiamo analizzando.

Scorrendo la pagina possiamo vedere due tabelle, una annuale e una trimestrale sull’andamento del bilancio. In queste tabelle a noi interessano le Sales e gli EPS, possiamo vedere sia quelle presenti, passate e future. I tre valori sono rispettivamente: in grassetto i valori attuali, poi le stime degli analisti, e per finire lo spread, quindi la differenza fra i due valori espressa in percentuale, quando è verde significa che i dati hanno battuto le attese. 90

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Osservando la tabella trimestre su trimestre a noi interessa soprattutto vedere la crescita negli ultimi due trimestri sia delle Sales che degli EPS.

I medesimi dati annuali e trimestrali li possiamo vedere sotto forma di grafico, possiamo notare come l’andamento delle Sales, sia trimestre su trimestre, che anno dopo anno, sia stato in costante crescita, mentre gli EPS hanno subito un calo costante: questo per la nostra operatività non è un bel segnale. La prossima sezione importante è Revisions, qui possiamo vedere le attese sugli EPS degli analisti sul titolo. In verde vediamo le stime che sono aumentate, in grigio quelle che non hanno subito cambiamenti, e in rosso quelle che sono cambiate negativamente rispetto al periodo precedente. Le tre linee rappresentano i valori massimi delle stime, i valori medi, e i valori minimi. Troviamo anche le stesse tabelle riguardanti i ricavi.

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Sulla destra della sezione, abbiamo rispettivamente le tabelle degli eps e dei ricavi però semplificate.

In questa pagina per esempio è importante trovare le società i cui analisti stanno rivalutando a rialzo le stime di crescita. L’altra sezione interessante è Financials, qui ci interessa vedere l’andamento delle Sales anno dopo anno, poi possiamo vedere altri dati interessanti come il P/E, il Price to book Value, i livelli di ROA e ROE per il 2018 e quelli futuri.

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Queste erano le sezioni più importanti, abbiamo ancora la pagina Company dove ci fa vedere il profilo della società, l’andamento delle vendite suddiviso per settore e per zone geografiche.

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Strategia MorAle Avanzata

I manager e gli azionisti più importanti della società.

Spostandoci nella sezione Analisys, possiamo analizzare dei commenti sui punti di forza e punti di debolezza della società e anche un interessante confronto con i competitor.

Cliccando su Charts poi Sector Chart ci fa vedere l’andamento del titolo che stiamo analizzando contro i suoi principali competitors, posso scegliere se aggiungerli o toglierli dal grafico per il confronto, il tutto sui diversi orizzonti temporali.

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È interessante anche l›analisi di forza relativa nella sezione Relative Strenght Chart contro un indice o contro un altro titolo. Nella sezione News, chiaramente puoi trovare le notizie che sono importanti per la società e per il settore in cui opera. In questo esempio stiamo guardando le news di Catena Media (CTM), un competitor di Activision (ATVI).

Analizziamo adesso, la sezione relativa allo screener.

Dal menu principale del sito cliccando su Screener possiamo scegliere il paese, la capitalizzazione, il rating (lasciamo sempre quello a 5 stelle). 95

Strategia MorAle Avanzata

Non abbiamo molti filtri a disposizione, ma per esempio possiamo andare a selezionare quello della massima crescita sui ricavi, la qualità degli utili, le stime degli EPS negli ultimi 7 giorni a rialzo e le stime degli EPS negli ultimi quattro mesi a rialzo.

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Per ogni titolo abbiamo una piccola anteprima del grafico al passaggio del mouse, per avere la conferma della rottura di qualche livello chiave.

Lo screener non è possibile salvarlo nella modalità gratuita.

Se clicchi un titolo i parametri dello screener vengono resettati e quindi perdi la lista dei titoli. La cosa che puoi fare è che quando trovi un titolo interessante è: click con il tasto destro sul titolo e scegli dal menù Apri in un’altra scheda. 97

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In questo modo non perderai dalla pagina i titoli filtrati dallo screener. Ora ti lascio ai prossimi moduli, dove andremo a vedere i singoli screener.

6.12 TUTORIAL SCREENER 1

AZIENDE IN RAMPA DI LANCIO FINVIZ.COM: Clicchiamo su screener andiamo nella sezione fondamentali e andiamo ad impostare gli eps trimestre su trimestre maggiori del 15%, le Sales trimestre su trimestre superiori al 20%, eps di quest’anno positivi quindi maggiori di 0%, ed infine ROE maggiore del 15%.

Ecco quindi i nostri titoli suddivisi 20 per pagina, possiamo esportare la lista, oppure cliccando su Snapshot analizzare più approfonditamente ogni titolo.

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Possiamo inserirli sulle nostre liste di analisi fondamentale sulla prorealtime per andarli ad analizzare dal punto di vista tecnico. INVESTING.COM: Dalla home page principale selezioniamo strumenti, selezione titoli azionari, selezioniamo il nostro mercato di riferimento e nei criteri selezioniamo indici ed impostiamo utili per azione ultimo trimestre superiori al 15%,

vendite trimestre su trimestre superiori al 20%,

utili per azione negli ultimi 12 mesi positivi, quindi maggiori di 0. 99

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Attenzione perché investing non fa selezionare il ROE come criterio, per cui è bene controllarlo nei dati di bilancio, lo screener può essere salvato, per poi essere richiamato cliccando su le mie schermate.

Molto utili sono le funzioni per riordinare i titoli filtrati dallo screener.

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6.13 TUTORIAL SCREENER 2

AZIENDE SOTTOVALUTATE AMATE DAGLI INSIDER FINVIZ.COM: Nella sezione screener, fondamentali, andiamo ad impostare un P/B inferiore ad 1, insider transactions superiori al 20%.

Come sempre cliccando su snapshot possiamo andare ad approfondire ogni titolo per poi metterlo in watchlist sulla prorealtime. INVESTING.COM: Raggiungiamo la pagina cliccando su strumenti, selezione titoli azionari, poi andiamo a selezionare indici, Prezzo/Valore contabile andiamo a inserire 0 e un massimo di 1.

Su investing non possiamo filtrare il movimento degli insider quindi non possiamo inserire questo criterio.

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Strategia MorAle Avanzata

SIMPLYWALL.ST: Possiamo creare uno screener analogo selezionando ideas, new filtering view, nella sezione Market Ratio spuntiamo PB e lo impostiamo su 1.

Scorrendo la pagina abbiamo un filtro per un bilanciamento in percentuale di quanti insider stanno vendendo o comprando. Mettiamo la spunta e impostiamolo a 100%, avremo così i titoli che hanno solo gli Insider che stanno comprando, i titoli filtrati appariranno in tempo reale.

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6.14 TUTORIAL SCREENER 3

AZIENDE SUI MINIMI CHE SONO AMATE DAGLI INSIDER FINVIZ.COM: Nei criteri del nostro screener andremo ad inserire insider transactions superiori al 20%,

nella sezione di analisi tecnica andremo a selezionare 52 week High/Low, 0-10% above Low, quindi andremo a trovare tutte le aziende tra lo 0 e il 10% che stanno sui minimi.

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INVESTING.COM: Dalla pagina dello screener selezioniamo la sezione prezzo e poi variazione % dal minimo di 52 settimane inseriamo tra 0 e 10.

Non possiamo vedere i movimenti degli insider da investing, ma potremmo andarli a controllare da Simply Wall Street una volta filtrati.

6.15 TUTORIAL SCREENER 4

AZIENDE SOPRAVVALUTATE CHE INIZIANO A CEDERE (VERSIONE 1) FINVIZ.COM: Andiamo a selezionare P/E over 40%, le Sales trimestre su trimestre negative quindi inferiori di 0, e poi il debt to equity ratio maggiore di 1.

Su Snapshot possiamo andare a cogliere le società che offrono posizioni short. 104

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INVESTING.COM: Nella sezione Popolare selezioniamo ratio Prezzo/Utile maggiore di 40,

nella sezione Fondamentale, troviamo il debito totale sul capitale andiamo a mettere minimo 100.

Nella sezione Indici, selezioniamo vendite trimestre su trimestre che devono avere un valore massimo di 0.

Ricordati che puoi sempre salvarti lo screener per richiamarlo dalla sezione le mie schermate. 105

Strategia MorAle Avanzata

6.16 TUTORIAL SCREENER 5

AZIENDE SOPRAVVALUTATE CHE INIZIANO A CEDERE (VERSIONE 2) Questa è la versione modificata dello screener n. 4. FINVIZ.COM: Al posto del P/E impostiamo Price to book Value superiore di 10.

INVESTING.COM: Clicchiamo sulla croce per eliminare il filtro Ratio/prezzo utile e nella sezione indici selezioniamo Prezzo/Valore Contabile e impostiamo come minimo 10.

Vi ricordo sempre di analizzare i titoli trovati dallo screener attraverso l’analisi tecnica prima di aprire posizioni ribassiste.

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6.17 TUTORIAL SCREENER 6

AZIENDE SOPRAVVALUTATE PRONTE AL CROLLO FINVIZ.COM: P/E over 30, P/B over 8 e le insider transactions inferiori al -20%.

Puoi anche aggiungere un altro filtro, la crescita delle Sales trimestre su trimestre negativa minore dello 0%. Attenzione perché quest’ultimo è un criterio molto selettivo.

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INVESTING.COM: Nella sezione indice puoi mettere un Prezzo Valore/Contabile minimo 8,

nella sezione Popolare un Ratio Prezzo/Utile di minimo 30,

per finire non potendo mettere le transazioni degli insider, dalla sezione indici Vendite Trimestre su Trimestre massimo 0.

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6.18 TUTORIAL SCREENER 7

AZIENDE SANE E IN CRESCITA FINVIZ.COM: Contempla diversi valori, EPS in crescita di quest’anno positivi quindi maggiori di 0%, crescita EPS trimestre su trimestre maggiore del 15%, Sales in crescita trimestre su trimestre maggiori del 20%, ROA positivo maggiore di 0%, ROE positivo maggiore del 10%, debt to Equity ratio inferiore allo 0,2.

INVESTING.COM: Non possiamo inserire il ROE e il ROA perché non sono disponibili. Nella sezione indici vado a selezionare vendite ultimo trimestre maggiori di 20, utili per azione ultimo trimestre maggiori di 15, utili per azione nell’ultimo anno positivi quindi maggiori di 0. Infine nella sezione fondamentale seleziono debito totale capitale di massimo 20

Ecco quindi i nostri 7 screener di analisi fondamentale che ti serviranno per scandagliare a fondo il mercato, e riunire i titoli migliori per analizzarli tecnicamente, o semplicemente, per tenerli d’occhio. 109

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MODULO 7

7.1 - ANALISI TECNICA

Se l’analisi fondamentale studia il bilancio di un’azienda, e quindi le cause che generano il movimento dei prezzi, l’analisi tecnica studia soltanto il movimento dei prezzi, quindi gli effetti che sono generati dalle cause. Tutta l’analisi tecnica, si fonda su un principio importantissimo che risale all’inizio del 1900, un principio scritto da Charles Dow. Questo principio dice letteralmente che: una volta che un trend si stabilisce (quindi che una tendenza si stabilisce) è più probabile che continui piuttosto che cambi la sua direzione. L’opposto vale per una tendenza ribassista, la conseguenza diretta di questo principio è che noi dobbiamo tradare, operare, in direzione del trend, per avere le probabilità a nostro favore nel lungo termine. Si, hai letto bene ho scritto proprio probabilità: secondo te un casinò, come fa a sopravvivere e a guadagnare nel lungo termine, quando a ogni ora del giorno, tutti i giorni, tutte le settimane, decine e decine, centinaia e centinaia di persone sono lì pronte a prendere i loro soldi? Grazie alle probabilità, il casinò potrà avere un bilancio negativo per un’ora, per un giorno, per una settimana, ma a fine anno non esiste casinò che paga più i suoi giocatori di quanto ha incassato. Questo grazie proprio al concetto delle probabilità. Il casinò nel lungo termine guadagna sempre, perché ha le probabilità a suo favore, la stessa cosa dobbiamo fare noi. Dobbiamo investire, dobbiamo tradare, con le probabilità a nostro favore per poter essere profittevoli e poter sopravvivere nel lungo termine. Come si fa ad avere le probabilità a nostro favore? Operando in direzione del trend. La differenza tra un trader profittevole e un trader perdente sta proprio nelle probabilità. Il trader profittevole, è quello che investe e fa trading con le probabilità a suo favor; il trader perdente è quello che investe e fa trading con le probabilità contro.

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Strategia MorAle Avanzata

Solo chi ha le probabilità a favore, così come il casinò, riesce ad avere successo. Se hai le probabilità contro, nel lungo termine, non puoi avere successo, così come non hanno successo i giocatori che vanno a giocare al casinò. Quando guardi un grafico, ricordati sempre che i movimenti dei prezzi sono generati dagli esseri umani, che comprano e vendono, oppure da software, comunque programmati da esseri umani. Quando si tratta di comprare e vendere, gli essere umani tendono a ragionare e prendere decisioni sotto il peso delle proprie emozioni. Il bello delle emozioni e della psicologia umana è che non cambiano: le emozioni rimangono sempre le stesse, sia se una persona ha vissuto a Roma nel 1800, sia se una persona ha vissuto a New York nel 2010. E ancora non cambiano se una persona è plurilaureata, o se una persona non ha studiato, così come non cambiano in base al loro background culturale. Le persone, sotto il peso di determinate pressioni psicologiche che possono essere ad esempio l’ansia e la paura, oppure l’euforia e l’avidità, tendono a prendere sempre le stesse decisioni e a commettere sempre gli stessi errori. Così è stato, e così per sempre rimarrà, perché la psicologia umana non cambia, rimane sempre la stessa. Ti hanno sempre detto che per guadagnare in borsa devi fare quello che le altre persone non fanno: devi comprare quando tutti vendono, e devi vendere quando tutti comprano. Il tuo ragionamento è questo: quando i prezzi stanno scendendo, lo interpreti come una situazione in cui tutti stanno vendendo, per cui reputi quei prezzi particolarmente a sconto rispetto a prima, rispetto alla situazione precedente. Reputandoti quindi più furbo rispetto a tutti quelli che stanno vendendo, vai lì e compri quelle azioni che pensi siano a sconto, nulla di più semplice, se non che nei mesi successivi, i prezzi di quel titolo continueranno a scendere, e l’unica cosa che salirà saranno le tue perdite. Accumulerai perdite su perdite fin quando non ce la farai più a sostenerle, e alla fine arriverà un momento in cui venderai, ma sarà ormai troppo tardi. Ti è mai successo? Sono sicuro di sì, perché in realtà succede a tutti, e anche tu, avevi comprato mentre i prezzi scendevano (quindi stavi facendo una cosa che gli altri non stavano facendo) ed era quello che ti avevano detto che dovevi fare per guadagnare. Come mai hai perso, semplicemente perché hai fatto la cosa che fanno tutti, la cosa che fa la massa, che ragiona esattamente come te. La massa compra quando i prezzi scendono, perché pensa che tutti stanno vendendo. Così facendo, comprano prezzi che scendono. Se tu compri mentre i prezzi scendono (credendo in un affare), ti stai comportando né più né meno di come si comporta la massa. Quello che ti ho appena detto ti sembrerà strano, quindi adesso ti spiegherò passo dopo passo come avviene il ragionamento comune. Siamo nati e cresciuti in un contesto che ci insegna a comprare quando le cose sono a sconto. 112

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Quando andiamo al supermercato ad esempio, siamo sempre attratti dalle offerte: sconto del 20%, sconto del 30%, 3X2, e così via. Quando andiamo a comprare la macchina, cerchiamo gli sconti, oppure andiamo dal venditore e gli chiediamo di pagarla di meno rispetto al valore di mercato. Quando andiamo a comprare i vestiti, aspettiamo i saldi, gli sconti, in questo modo avremo sempre la certezza di aver fatto un affare. Cresciamo in un contesto socio-economico che ci insegna a ragionare nell’ottica dello sconto, a risparmiare il più possibile rispetto ai prezzi di mercato, per fare degli affari. Quando le persone comuni si immergono per la prima volta nei mercati finanziari, la prima cosa che pensano è questa: dobbiamo spendere dei soldi per comprare qualcosa. Per cui andiamo a caccia degli sconti, per cercare di pagarla il meno possibile. Quindi vediamo i prezzi di un’azione scendere e la prima cosa che pensiamo è: “Caspita, questo sì che è un affare, sto comprando oggi a 5 le azioni che fino a qualche giorno fa costavano 10, sto comprando con il 50% di sconto!”. Ragionare così per un investitore alle prime armi, è normale, perché nella sua vita quotidiana è abituato a ragionare, giustamente, in questo modo. Lo stesso succede quando invece vediamo i prezzi crescere: se io oggi vedo i prezzi di un’azione a 10, quando qualche giorno fa stavano 5, quello che penso immediatamente è che è un pessimo affare, perché sto pagando 10 per un qualcosa che qualche giorno fa costava 5. Sto pagando di più, e sto facendo un pessimo affare. Questo è quello che fa la massa, compra quando i prezzi scendono perché crede in un affare, salvo poi rivendere quando i prezzi sono ancora più bassi perché non riesce a sopportare più quelle perdite. Se vuoi sapere quindi come ragiona la massa… la massa ragiona così! Tu stesso hai fatto questo ragionamento la prima volta che ti sei avvicinato ai mercati finanziari, perché da trader inesperto, hai ragionato come la massa dei trader principianti o degli investitori inesperti. Operando in questa maniera tra l’altro si viola anche il principio fondamentale dell’analisi tecnica, che è quello di investire in direzione del trend. Se compri mentre i prezzi scendono, stai comprando in un trend ribassista e quindi, stai comprando quando le probabilità sono a tuo sfavore. Quindi stai ragionando come la massa e stai violando anche la regola principale dell’analisi tecnica: investire in direzione del trend. L’errore di fondo, sta nella differenza che c’è tra fare un acquisto al supermercato, e fare un acquisto in borsa. La borsa non è un supermercato, né tantomeno un autosalone, quando vai al supermercato vai a comprare un bene per soddisfare un bisogno, quindi per consumarlo. Ad esempio vai al supermercato a comprare un pacchetto di latte, perché devi consumarlo a breve scadenza. Dato che lo devi consumare, meno paghi e meglio è. In borsa non compri azioni per poi consumarle, ma compri azioni per rivenderle, per cui non è una spesa, ma è un investimento. Il tuo obiettivo è rivendere le azioni a prezzi più alti rispetto a quanto le hai pagate inizialmente, va da sé che non devi necessariamente comprare le azioni a prezzi più 113

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bassi rispetto al mese precedente perché stai facendo un affare, ma puoi comprarle anche a prezzi più alti rispetto al mese precedente. L’importante, è che riesci a vendere a prezzi ancora più alti. Tra l’altro, quando i prezzi scendono, significa delle persone stanno vendendo, e non stanno vendendo le persone comuni come la massa, ma stanno vendendo nella maggior parte dei casi gli investitori professionisti, gli istituzionali e i trader professionisti. E perché stanno vendendo, perché si aspettano prezzi ancora più bassi, si aspettano una continua e progressiva discesa dei prezzi, perché magari quella società sta in difficoltà. Quindi se vuoi fare qualcosa che sia realmente contro intuitivo devi fare qualcosa che la massa non fa…e che cos’è che la massa non fa? La massa, non compra quando i prezzi stanno salendo, perché li percepisce come cari e quindi un cattivo affare. Devi comprare quindi, mentre i prezzi stanno salendo in direzione di un trend rialzista. Indovina chi ti venderà quelle azioni che tu comprerai mentre i prezzi stanno salendo? Proprio la massa, perché riterrà in quel momento che le azioni sono salite troppo e che non potranno salire ancora di più in futuro. La logica di questo approccio e di questa strategia, è quella di comprare a prezzi alti e vendere a prezzi ancora più alti. Non comprerai mai sui minimi e non venderai mai sui massimi, ma lavorerai con le probabilità a tuo favore. Opererai quindi come un casinò, ossia con le probabilità a tuo favore, e la mia strategia è la massima espressione di questo ragionamento.

7.2 - RIPASSO STRATEGIA

Cominciamo con il ricapitolare brevemente tutti gli elementi principali della mia strategia operativa. 1. La forza relativa del titolo che stiamo analizzando, deve essere superiore rispetto a quella del suo mercato di riferimento, che può essere lo Stoxx Europe 600 se il titolo è europeo o l’S&p500 se il titolo è americano. 2. La forza relativa deve essere superiore rispetto alla sua media mobile semplice a 52 settimane, e poi deve esserci un breakout rialzista o ribassista del canale di Donchian a 10 settimane. 3. Dobbiamo operare in direzione del trend di fondo. 4. L’adx line dell’indicatore directional movement a 18 giorni, deve essere crescente sotto quota 15. 114

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5. Deve esserci un breakout di una resistenza, il breakout dovrebbe avvenire con una candela che ha un lungo real body, e possibilmente deve essere fatta con volumi in espansione, se avviene anche con un gap è ancora meglio (pattern GVC, Gap-Volumi-Candela). 6. Lo stop loss, deve essere messo sotto il minimo precedente. 7. L’individuazione del target deve avvenire sotto le resistenze più importanti principali, se ci troviamo sui massimi storici si può posizionare un target che sia almeno due volte la distanza dello stop loss. 8. Il rapporto di rischio rendimento minimo, deve essere di almeno 1:2 per cui per ogni euro rischiato ce ne dovrebbero essere due di potenziale guadagno. Se questo rapporto di rischio rendimento è pari a 1:3 è ancora meglio. 9. La perdita potenziale per singolo trade, deve essere sempre inferiore al 2% del capitale destinato al trading. 10. Dobbiamo attendere con pazienza che il mercato faccia il suo corso.

7.3 - STRATEGIA ALTERNATIVA

Molti utenti che hanno testato la mia strategia, hanno trovato difficoltà soltanto in un caso, ossia nell’individuazione dei target e degli stop loss. Questo è abbastanza normale, perché sono gli unici elementi discrezionali della mia strategia, e non possono essere fatti oggettivamente. Saper riconoscere dove posizionare i target e gli stop loss quindi, richiede pratica ed esperienza. Molti mi chiedono: come fai a metterli così precisi? Riesco a essere così preciso, perché ho diversi anni di esperienza, e quindi mi viene abbastanza naturale. Per una persona inesperta alle prime armi, che magari ha appreso la mia strategia da poco, mi rendo conto che l’individuazione dei target e degli stop loss in modo così soggettivo e discrezionale, può essere all’inizio un po’ difficile. Ho pensato di aiutarti con questa variante della strategia di base: praticamente il target e gli stop loss non li posizioneremo più in modo discrezionale, ma utilizzeremo la banda del canale di Donchian opposta alla nostra direzione come stop loss e trailing stop. Questo significa, che se stiamo facendo un’operazione rialzista, andremo a mettere il nostro stop loss sotto la banda inferiore del canale di Donchian. Mano a mano che l’operazione proseguirà verso l’alto, quindi nella nostra direzione, la banda inferiore del canale di Donchian salirà insieme alla nostra posizione. Settimana dopo settimana, andremo ad alzare il nostro stop loss, seguiremo in maniera meccanica la banda inferiore del canale di Donchian. Quindi la banda inferiore del canale di Donchian, fungerà da trailing stop per la nostra posizione.

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Manterremo la nostra posizione long fino a quando i prezzi non raggiungeranno il nostro stop loss che via via aumenteremo. Non andremo a posizionare dei target, così potremo seguire il nostro trend per tutta la sua durata. Quali sono i pro di questa strategia: • Lasciamo correre il trend all’infinito fino a quando non deciderà di cambiare la sua direzione, quindi fino a quando non violerà al ribasso la banda inferiore del canale di Donchian. • Seguiremo il trend con un trailing stop, quindi alzando via via il nostro stop in profit, proteggendo una parte dei profitti accumulati. • Il processo è completamente meccanico. Il contro di questa strategia è che non usciremo mai sui massimi di un trend, ma dovremmo dare sempre indietro una parte dei profitti accumulati; perché noi andremo ad uscire quando i prezzi inizieranno a scendere. Chiaramente, se dobbiamo andare a fare l’operazione short, vale tutto quello che ti ho appena detto, ma al contrario, quindi ribaltato.

7.4 - APPROFONDIAMO GLI SHORT

La strategia e la sua variante funzionano bene sia per operazioni long che per operazioni short, ma dovremmo porre particolare attenzione ad una serie di motivi, quando andremo ad operare short. • Quando si fanno le operazioni short si ha un costo aggiuntivo, dovuto al prestito titoli. Nelle operazioni short sostanzialmente vendiamo titoli con l’obbligo di ricomprarli, per cui letteralmente la banca ci presta i titoli, che noi dovremmo andare a vendere con l’obbligo poi di ricomprare. Su questo prestito titoli che ci fa la banca, noi dobbiamo pagarci un tasso di interesse. Il tasso interesse è un tasso annuo che può andare da un 3-4%, ma può anche superare il 10% annuo. Questo tasso di interesse, viene applicato giornalmente, per cui quando facciamo le operazioni short, dobbiamo sapere che abbiamo un costo aggiuntivo, e più teniamo in portafoglio le operazioni short, e più questo costo aumenta. Quindi, occhio quando si fanno le operazioni short, attenzione a questi costi aggiuntivi. Le operazioni short per definizione, dovrebbero essere più speculative e quindi di più breve termine.

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• La legge delle percentuali. Se io compro un titolo potenzialmente quel titolo può crescere all’infinito, potrei comprare tranquillamente un titolo a 10, e rivenderlo a 20, a 50, a 100, oppure a 1000. Può letteralmente crescere fino all’infinito. Pensa alle azioni Amazon, che in 18 anni sono passate da 10$ a 1500$ ad azione, un profitto letteralmente inimmaginabile. Quando io compro un’azione, potrei fare il 100%, 200%, 1.000%, o addirittura anche il 10.000%, non c’è limite alla crescita. Ancora, quando compro un’azione, la mia perdita massima potenziale è del 100% fissa. Se io compro un’azione a 10 a 20 o a 1000, quando quella stessa azione va a 0 io perdo il 100%, indipendentemente dal prezzo a cui l’ho acquistata. Quindi ho dei guadagni illimitati e delle perdite limitate, quando faccio l’operazione short, questa relazione è capovolta. Potrò infatti avere dei guadagni limitati al 100% perché se io vendo un titolo a 10 a 100 o a 1000, se quella società fallisce io guadagno il 100%, ma non posso guadagnare di più. Viceversa la mia perdita potenziale non è limitata al 100%, ma è illimitata. Immagina ad esempio di vendere un titolo short a 10$, ma poi quando lo vai a ricomprare non prezza più 10$, ma 100$. Quindi le vendi a 10$ incassando 10$. Quando le devi ricomprare, le ricompri a 100$ spendendo 100$. Quanto ti è costata questa operazione? 100$-10$=90$, ti è costata 90$. 9 volte di più rispetto al tuo investimento iniziale di 10$. Va da sé, che le operazioni short sono molto più delicate, e vanno trattate solo ed esclusivamente per fini speculativi, e di brevissimo termine. • I movimenti rialzisti, non sono come i movimenti ribassisti, se io compro un titolo a 10€, e questo titolo fa il 10% al giorno per 10 giorni, al termine del decimo giorno il titolo varrà €26, quindi avrò guadagnato il 160%.Se vendo un titolo short a €10, e il titolo perde il 10% al giorno per 10 giorni, al termine del decimo giorno il titolo varrà 3,5€, quindi avrò un guadagno del 65% contro il 160% che avrei avuto nel caso in cui l’operazione fosse stata rialzista. Come vedi, c’è una bella differenza tra operazioni long e operazioni short a parità di movimento percentuale. • I movimenti ribassisti sono causati da paura e panico, e per natura tendono ad essere più rapidi è più violenti. Viceversa i movimenti rialzisti, per svilupparsi hanno bisogno di calma tranquillità e fiducia, quindi tendono a crescere più a lungo nel tempo, con variazioni più leggere. Per tutti questi motivi, fare un’operazione long è molto diverso che fare un’operazione short. Quando facciamo un’operazione long, possiamo permetterci di mettere target più distanti, far durare l’operazione più a lungo, e mettere stop loss più lontani. Quando invece andiamo a fare un’operazione short, non ci possiamo permettere tutti questi lussi.

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Quando operiamo short, dobbiamo farlo nel breve o brevissimo termine, mettere dei target e stop più vicini, e dobbiamo essere pronti anche ad una volatilità e un’oscillazione molto superiore e violenta sul mercato. Viceversa, per un’operazione long possiamo spingerci come target tranquillamente oltre il 50% di guadagno potenziale, mentre nelle operazioni short superare il 50% di guadagno potenziale non ha particolarmente senso, proprio per la legge delle percentuali che ti ho spiegato prima. Le operazioni short infine, tendono ad avere dei rapporti di rischio/rendimento più bassi rispetto a quelle long, per cui quando andiamo ad operare short sul breakout dobbiamo essere più chirurgici. Spesso dopo un breakout, dobbiamo attendere un piccolo rimbalzo prima di poter entrare per poter avere i giusti rapporti di rischio/rendimento, cosa che invece con le operazioni long possiamo anche non fare. Spesso nelle operazioni long i rapporti rischio/rendimento sono così elevati, che possiamo permetterci di entrare anche subito dopo un breakout, senza attendere necessariamente una piccola correzione.

7.5 - TUTORIAL ANALISI DEL CONSOLIDAMENTO

Andiamo ad analizzare la fase di consolidamento, un argomento molto importante perché ci permette di capire se il breakout è di rilievo oppure no. Non tutti i break sono uguali, ad esempio nella figura possiamo notare una fase rialzista, una piccola correzione e poi un nuovo break, però il trend successivamente, lateralizza.

Invece, dopo una lunga fase di consolidamento, il break successivo dà il via a una nuova fase rialzista.

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Non tutti i breakout sono di rilievo o importanti. Dobbiamo andare a cercare tutti quei break che rispettano i parametri della strategia, ma che avvengono non dopo una correzione secca in una settimana, ma dopo una lunga fase di consolidamento, che può durare da 3 settimane fino a 3/4 mesi. Ogni fase di consolidamento ha le sue caratteristiche, ci sono fasi di consolidamento che portano ad un’inversione del trend, e altre che portano a una ripresa del trend. La prima caratteristica che dobbiamo osservare è il tempo, la durata (da 3 settimane fino a3/4 mesi). La fase di consolidamento, si deve sviluppare necessariamente in laterale, e poi dobbiamo analizzare le correzioni all’interno della fase di consolidamento. Ricordati sempre che la fase di consolidamento la puoi analizzare e confermare una volta che hai avuto il segnale di ingresso, quindi dopo la candela di rottura. In questo caso abbiamo una lunga e complessa fase di consolidamento, ma possiamo comunque andare a rilevare tutte le correzioni che ci sono state all’interno.

Adesso ti chiedo: che cosa noti all’interno della fase di consolidamento lato prezzi? Si nota che le correzioni, all’inizio della fase di consolidamento sono più violente, poi via via che si esaurisce il consolidamento, le correzioni diventano più piccole e la volatilità diminuisce. 119

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Se andiamo ad analizzare per esempio le ultime tre fasi correttive in termini percentuali, notiamo che la prima è del 30%, la seconda del 14%, e la terza infine del 9%, quindi le correzioni diventano sempre più piccole nella loro entità.

È importante anche la compressione della volatilità che avviene durante la fase di consolidamento. Possiamo notare come le prime correzioni presentino dei corpi di candele abbastanza lunghi, poi mano a mano che si sviluppa la fase di consolidamento, i corpi delle candele sono sempre più piccoli.

Notiamo come nell’ultima fase i corpi sono minuscoli.

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Un altro aspetto fondamentale è l’analisi dei volumi, la prima correzione è avvenuta con volumi altissimi mentre la seconda con volumi alti anche se in diminuzione.

La terza con volumi ancora più bassi, e nelle ultime due correzioni i volumi si sono abbassati fino ad essere quasi assenti.

Quindi l’assenza di volume nell’ultima fase correttiva, associata ai corpi delle candele piccolissime, ci dice che non ci sono più venditori, non c’è più pressione in vendita, quindi una volta che si è esaurita la pressione in vendita, basta una piccola scintilla dei compratori per spingere i prezzi molto in alto. 121

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Nel nostro caso ideale quindi, le correzioni della fase di consolidamento devono diminuire di entità in termini percentuali, i corpi delle candele devono rimpicciolirsi, e i volumi devono diminuire fino ad essere bassissimi. Nell’ultima correzione vogliamo il break con forti volumi, che ci sta ad indicare che i compratori stanno tornando forti sul titolo.

Questo è un esempio di analisi del consolidamento. È complesso perché abbiamo avuto cinque fasi correttive. Generalmente possiamo avere 2/3 fasi correttive (raramente una sola). In questo caso il consolidamento, è durato da maggio fino a gennaio, più lungo e più complesso, ma se ci concentriamo sulle ultime tre fasi correttive, sono quelle del nostro caso ideale: da settembre a gennaio, circa 4 mesi.

La fase di consolidamento, abbiamo detto che si sviluppa all’interno di un range ristretto di minimo-massimo. Questo aspetto lo possiamo misurare con i ritracciamenti di Fibonacci, prendendo l’ultima gamba rialzista prima del consolidamento.

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Generalmente, non dovrebbero superare il 50% come limite massimo, nel caso ideale si appoggiano sul livello 38% di Fibonacci. Normalmente meno tempo durano e minore dovrebbe essere l’entità del ritracciamento.

Se i prezzi ritracciano oltre il 50% del movimento precedente, non possiamo più parlare di consolidamento. Analizzando il segnale di ingresso, possiamo notare che stiamo andando ad acquistare al di sotto delle resistenze della fase di consolidamento.

Ma in questo caso, ti devi concentrare sulle ultime tre fasi correttive che rappresentano il nostro pattern ideale di consolidamento, associandolo alla forte entità del segnale di ingresso che sin dalla prima candela rompe le tre resistenze precedenti.

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7.6 - TUTORIAL ANALISI DEL BREAK

Andiamo ad analizzare tutte le caratteristiche che deve avere un break per aumentare l’affidabilità del segnale di ingresso. Concentriamoci quindi sulla rottura. Il break dovrebbe rispettare un pattern che io chiamo GVC, ossia pattern Gap-Volume-Candela. La candela innanzitutto si deve formare in gap in direzione del segnale. Il gap rappresenta una fortissima pressione in acquisto.

I volumi devono essere esplosivi, più alti della media dell’ultimo periodo e devono accompagnare la candela, questo mi indica una grande attività.

La candela deve essere una long white candle, ossia una candela con un lungo corpo verde che deve aprire possibilmente vicino ai minimi e chiudere possibilmente vicino ai massimi. In poche parole non deve avere una lunga upper shadow.

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Se così fosse, si dovrebbe attendere un ulteriore segnale di conferma. Se mancano i volumi in caso di segnale rialzista, è un segnale che dovrebbe essere scartato, a meno che non si tratti di un segnale ribassista, che generalmente non necessita di volumi. Possiamo derogare soltanto la presenza o l’assenza del gap, ma i parametri di volume e corpo candela vanno assolutamente rispettati per la bontà del segnale di ingresso. Oltre alle caratteristiche grafiche del pattern, sarebbe opportuno verificare per la bontà del segnale, la presenza di qualche news o rumors il giorno del gap/rottura, oppure nelle settimane o mesi precedenti. Se così non fosse sarebbe opportuna una maggiore prudenza, e magari considerare l’ingresso a una rottura successiva con uno stop sotto il minimo precedente in area 4,32.

Quindi ci possono essere rotture anche senza gap, nell’immagine successiva possiamo vedere un’altra rottura dopo la fase di consolidamento.

Nell’immagine superiore, possiamo vedere la candela che apre sui minimi e chiude quasi sui massimi con corpo lungo, rottura con volumi esplosivi e trend che prosegue. 125

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Abbiamo visto come rotture con queste caratteristiche, possono generare trend più lunghi e duraturi e di entità superiore.

7.7 - TUTORIAL IMPOSTARE LA PROREALTIME (PRT)

La prorealtime è una piattaforma modulare che puoi costruire in linea con la tua strategia. In questo tutorial, la andremo a costruire in linea con la mia strategia, e potrai così mettere in pratica tutto quello che abbiamo visto insieme fino ad ora. Ecco come apparirà la tua piattaforma di analisi tecnica prorealtime una volta terminato questo tutorial

Andiamo a costruire ed impostare passo dopo passo la piattaforma prorealtime. La prima volta che aprirai la piattaforma, ti troverai probabilmente in una situazione di questo tipo: menu e barra degli strumenti in alto, lista titoli sulla sinistra e grafico prezzi in centro.

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Una premessa ogni volta che leggerai la frase “Ripetiamo il processo duplica grafico” dovrai tornare sulla prima finestra del grafico prezzi, cliccare col tasto destro in una zona bianca, e selezionare la voce duplica grafico così come da figura.

Adesso possiamo partire. Clicchiamo quindi col tasto destro in una zona bianca del grafico e selezioniamo proprietà prezzo e andiamo ad impostare dai relativi menu a tendina il grafico a candela, e la scala logaritmica, poi clicchiamo su chiudi.

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Ora sul grafico, dobbiamo impostare due indicatori (volume e directional movement), clicchiamo sull’apposito tasto per aggiungere gli indicatori.

Ci apparirà così la lista degli indicatori, sono in ordine alfabetico e noi dobbiamo cercare volume, possiamo anche digitarlo nel campo di ricerca, poi clic su aggiungi.

Si aprirà una nuova finestra sulla quale dobbiamo cliccare nuovamente su aggiungi indicatore, scegliamo media mobile, e andiamo ad impostare 20 nel campo numero di periodi. Possiamo anche scegliere lo stile della linea, e impostiamo tratteggiata, poi clic su chiudi.

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Clicchiamo nuovamente su aggiungi indicatore e andiamo a selezionare il directional movement, clic su aggiungi impostiamo 14 poi clic su DI e la impostiamo invisibile dal menù stile, poi clic su chiudi.

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Clic e trascina verso il basso su una zona bianca dell’indicatore, trasciniamo quindi fino a far combaciare la linea dello 0 con la fine dell’indicatore.

Ripetiamo il processo duplica grafico Il nuovo grafico lo andiamo ad agganciare sulla destra, regolandolo con l’aiuto dei bordi magnetici, andiamo subito a settare il time frame su settimanale, e chiudiamo gli indicatori di volume e directional movement cliccando sulla X come da figura. 130

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Clic su aggiungi indicatore, andiamo a selezionare forza relativa paragone,

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Nella nuova schermata scriviamo s&p500, e selezioniamo la voce s&p500 index, clic su chiudi.

Ora seleziona aggiungi indicatore, e seleziona media mobile e scrivi 52, così aggiungiamo una media mobile semplice a 52 settimane, poi clic su chiudi.

Ora ripeti gli ultimi tre passaggi contrassegnati con ## per andare ad aggiungere il paragone con lo Stoxx600 Price Eur Index, poi aggiungiamo nuovamente una media mobile semplice a 52 settimane e clic su chiudi. 132

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Fatto questo dovremmo ritrovarci così.

Ora andiamo ad aggiungere il canale di Donchian, quindi come prima, clic su aggiungi indicatore selezioniamo canale di Donchian, poi nella schermata successiva impostiamo 10 e clic su chiudi.

Ripetiamo il processo duplica grafico Questa volta lo spostiamo in basso a sinistra sulla piattaforma, regolando la sua grandezza spostiamo il timeframe sul settimanale e chiudiamo come sempre il volume e il directional movement. 133

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Clic su aggiungi indicatore e scegliamo directional movement e impostiamo 14.

Nella sezione DI scegliamo invisibile dal menù stile e clic su chiudi. 134

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Ora clicchiamo sul tasto ingrandisci indicatore per avere soltanto il directional movement settimanale dato che abbiamo già il grafico dei prezzi nella finestra superiore.

Ripetiamo il processo duplica grafico Lo spostiamo in basso in una zona più o meno centrale, adattandolo alle dimensioni del nostro schermo. Chiudiamo i due indicatori (volume e directional movement clic su X) e rimaniamo su base giornaliera.

Ora andremo a settare il sistema di tre medie mobili, che avranno spessore e colori diversi. Clic su aggiungi indicatore e andiamo a selezionare media mobile, la settiamo a 200 e aumentiamo lo spessore dal menù stile, poi scegliamo un colore. 135

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Rimanendo in questa finestra clic su aggiungi indicatore, media mobile, mettiamo 150 e scegliamo un colore, in questo caso lasciamo il rosso. 136

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Ripetiamo il processo aggiungi indicatore, media mobile, settiamo 50 periodi e scegliamo un colore (io utilizzo il verde) e andiamo a scegliere lo stile tratteggiato, che ci aiuta a riconoscere il trend di breve termine.

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A questo punto clic con il tasto destro nell’area bianca, proprietà prezzo e scegliamo la linea continua dal menù stile.

Cliccando sulla catena possiamo mantenere lo stesso colore e scegliere per esempio nero, avremo così una linea nera (che sono i prezzi di chiusura) con il suo sistema di tre medie mobili che ci identificano il trend. 138

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Ripetiamo il processo duplica grafico Adattiamo la finestra nello spazio libero avanzato, chiudiamo gli indicatori volume e directional movement cliccando sulle piccole X.

Nell’area bianca clic tasto destro selezioniamo proprietà prezzo, dal menù stile scegliamo Point and figure.

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Settiamo formato della scatola 1 percentuale soglia di rimbalzo 3, e tipo scala, logaritmica.

Poi clic su aggiungi indicatore, scegliamo media mobile e inseriamo 21 e clic su chiudi.

La piattaforma prorealtime è così completamente configurata, puoi regolarti in ogni finestra le altezze dei diversi indicatori. Ti potrebbe capitare di selezionare un titolo dalla lista dei titoli e di vederlo soltanto sulla prima finestra, per disattivare questa funzione e avere tutte le finestre collegate 140

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allo stesso titolo, accertati di aver selezionata l’opzione collega al gruppo bianco cliccando nella parte bassa di ogni finestra il simbolo apposito come da figura.

In questo modo selezionando un titolo si aggiornerà su tutte le finestre. Se dovessi trovarti delle linee rosse e verdi, come ad esempio queste

Puoi semplicemente spuntare la funzione scegliendo la scheda Pro Real Trend dal menu opzioni della piattaforma, come mostrato in figura.

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Per approfondire le funzionalità della piattaforma Pro Real Time ti rimando al modulo 7.8

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MODULO 8

8.1 - FORZA RELATIVA

Uno degli indicatori principali della mia strategia, è proprio la forza relativa. La forza relativa, è un indicatore che mette in relazione un titolo contro un’attività finanziaria, può essere un settore o un mercato di riferimento. Sostanzialmente è un rapporto tra due attività finanziarie. Attraverso l’analisi di forza relativa, riesco a capire quale delle due attività finanziarie analizzate sta facendo meglio in un orizzonte temporale. La forza relativa è espressa da una linea che sale e scende sopra e sotto lo zero. La linea di forza relativa crescente mi indica che il titolo al numeratore sta facendo meglio del titolo al denominatore, una linea di forza relativa decrescente mi dice che il titolo al numeratore sta facendo peggio del titolo al denominatore. Normalmente si calcola la forza relativa per capire appunto se il titolo o il settore sta facendo meglio o peggio del suo mercato di riferimento. Fare meglio del mercato, può voler dire due cose: • che il titolo al denominatore sta salendo, ma quello al numeratore sta salendo ancora di più; • che il titolo al denominatore sta scendendo, ma quello al numeratore sta scendendo meno velocemente. In entrambe le situazioni, avremo una situazione di forza relativa crescente. In qualsiasi fase del mercato avremmo titoli che stanno facendo meglio del mercato e titoli che stanno facendo peggio del mercato. L’analisi di forza relativa ci serve per fare una prima scrematura, perché è importante trovare quei titoli che stanno facendo meglio del mercato di riferimento. C’è un principio molto importante secondo cui una volta che un titolo inizia a fare meglio di un mercato (e quindi lo sta sovraperformando) è più probabile che continui a fare meglio nel tempo, piuttosto che cambi il suo stato di sovra-performance in uno stato di sotto-performance. 143

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Quindi, quando un titolo sta facendo meglio del suo mercato di riferimento è più probabile che continui a fare meglio piuttosto che inizi a fare peggio. Chiaramente un titolo non sarà sempre meglio del mercato, parliamo sempre di probabilità, però questa è una buona indicazione che abbiamo e che possiamo sfruttare a nostro vantaggio. Posso darti un altro motivo che probabilmente può essere più semplice da capire: se devi sceglierti una guardia del corpo, te la scegli grossa forte e muscolosa, oppure piccola e debole? Io personalmente, sceglierei una guardia del corpo forte e grossa, perché in qualsiasi caso può difendermi. Lo stesso vale per i titoli. Se devo investire i miei soldi su un titolo, preferisco concentrarmi su quei titoli che stanno facendo meglio del mercato, quindi che stanno esprimendo forza; piuttosto che investire i miei soldi in titoli che stanno facendo peggio. Una domanda che sorge spontanea è: contro quale mercato confronto il mio titolo? Abbiamo sostanzialmente due scelte: se il titolo è Italiano o Europeo lo confrontiamo con lo STOXX EUROPE 600, quindi contro il mercato Europeo, se il titolo è Americano, lo confrontiamo con l’S&P500. Attenzione a non confrontare mai un titolo italiano con il FTSE MIB, perché è un indice composto prevalentemente da finanziari (banche, assicurazioni), quindi sarebbe come confrontare un qualsiasi titolo italiano, contro il settore finanziario. A volte può essere utile confrontare il titolo con l’indice del suo settore di riferimento. Ad esempio, se sto analizzando una banca europea, potrebbe essere utile analizzarlo con l’indice settoriale bancario europeo, che in questo caso è lo STOXX EUROPE BANKS. L’analisi di forza relativa è anche utile per gli approcci di tipo top-down. Ora ti spiego come funziona questo metodo. Per prima cosa vado a trovare quei settori che sono più forti all’interno dei mercati. Successivamente con l’aiuto della forza relativa, vado a trovare quelle azioni più forti, all’interno dei settori più forti, all’interno di un mercato. Per capire la tendenza della linea di forza relativa ci viene in aiuto la sovrapposizione di una media mobile semplice a 52 settimane, quindi quella annuale. A questo punto se la linea di forza relativa si trova sopra la media mobile, allora abbiamo una tendenza rialzista e quindi una forza relativa crescente. Viceversa se la linea di forza relativa si trova al di sotto della media mobile, allora abbiamo una tendenza ribassista, quindi una forza relativa decrescente e quindi un titolo che sta facendo peggio del suo mercato di riferimento. Questa è una metodologia completamente meccanica che non richiede discrezionalità. In alternativa possiamo andare a disegnare le trendline sul grafico della forza relativa, per capirne la tendenza: posso tracciare trendline rialziste unendo massimi e minimi crescenti, e posso tracciare trendline ribassiste unendo massimi e minimi decrescenti. 144

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La rottura a rialzo di una trendline ribassista, mi indica un cambiamento della tendenza di forza relativa, viceversa, una rottura al ribasso di una trendline rialzista, mi indica la fine di una tendenza positiva della forza relativa. Quando sul grafico posso individuare dei minimi e dei massimi crescenti, sono di fronte a una tendenza rialzista della forza relativa, quindi il titolo sta sovraperformando il suo mercato di riferimento. Quando sul grafico posso individuare dei massimi e dei minimi decrescenti, sono di fronte a una tendenza ribassista della forza relativa, quindi il titolo sta sottoperformando il suo mercato di riferimento. Il punto debole della forza relativa, è che non mi dice se i prezzi del titolo che stiamo realizzando contro il suo mercato stanno crescendo o stanno scendendo. Una forza relativa crescente infatti come abbiamo detto, mi dice solo che quel titolo sta facendo meglio del suo mercato, ma non mi dice se i prezzi stanno crescendo oppure scendendo. La forza relativa crescente, si può verificare anche se i prezzi del titolo stanno scendendo, ma in maniera minore rispetto a quelli del mercato. Noi però, abbiamo detto che vogliamo investire su quei titoli in cui prezzi stanno salendo. Per aggiungere quest’informazione introduciamo un altro indicatore principale che è il canale di Donchian che ti spiego nel prossimo modulo.

8.2 - IL CANALE DI DONCHIAN

Il canale di Donchian, è un indicatore creato negli anni ‘60 da Richard Donchian che ci permette di capire la direzionalità dei prezzi in maniera meccanica, ed è tanto semplice quanto efficace. Questo indicatore, è costituito da due bande, una banda superiore e una banda inferiore. La banda superiore è rappresentata dal massimo che hanno fatto i prezzi negli ultimi X periodi, dove X periodi lo decidiamo noi. La banda inferiore, rappresenta invece il minimo fatto registrare dai prezzi, sempre negli ultimi X periodi. Se io definisco come periodo 10 giorni, la banda superiore del canale di Donchian mi definisce il massimo fatto dai prezzi degli ultimi 10 giorni, e la banda inferiore mi definisce il minimo fatto dai prezzi negli ultimi 10 giorni. Via via che i prezzi oscillano, i massimi e i minimi si modificano, e la banda superiore e inferiore del canale di Donchian, si aggiustano per seguire i nuovi massimi e i nuovi minimi, sempre degli ultimi 10 giorni. 145

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Come si legge e come si usa questo indicatore. Quando i prezzi rimangono all’interno del canale (quindi tra le due bande), non ci danno alcuna informazione. Segnali interessanti invece, ci vengono dati quando i prezzi escono e chiudono fuori dalle bande, sia sopra che sotto. Quando i prezzi chiudono sopra la banda superiore del canale di Donchian, ci dicono che hanno rotto al rialzo delle importanti resistenze, quindi che i prezzi sono riusciti a portarsi al di sopra di livelli importanti per il mercato. Questo è un forte segnale rialzista. Viceversa, quando i prezzi chiudono sotto la banda del canale di Donchian, ci dicono che hanno rotto importanti livelli di supporto, per cui i venditori sono stati così aggressivi da spingere i prezzi sotto i minimi degli ultimi X periodi, che avevamo impostato nel nostro canale di Donchian. Concludendo, abbinando la forza relativa e il canale di Donchian, possiamo trovare quei titoli che stanno facendo meglio del mercato, e che stanno crescendo aggiornando i loro massimi, rompendo a rialzo la banda superiore del canale di Donchian. Viceversa possiamo trovare quei titoli che stanno facendo peggio del mercato, e che stanno aggiornando i loro minimi rompendo a ribasso la banda inferiore del canale di Donchian.

8.3 - CANALE DI DONCHIAN VS BANDE DI BOLLINGER

Molti utenti mi hanno chiesto perché utilizzo il canale di Donchian invece delle bande di Bollinger. Il motivo è molto semplice: i canali di Donchian mi mostrano quei livelli che sono stati importanti per il mercato, e quindi mostrano quei livelli dove realmente si è concentrata domanda oppure offerta, e che sono davvero rilevanti per gli operatori. Viceversa, le bande di Bollinger non mostrano livelli che sono stati importanti per il mercato (dove si sono formati massimi o minimi importanti), ma mostrano soltanto livelli statisticamente rilevanti, e quindi, dove non necessariamente il mercato ha mostrato interesse. Vediamo adesso come si costruiscono le bande di Bollinger. Le bande di Bollinger, si costruiscono a partire da una media mobile semplice, che normalmente viene presa a 21 periodi. Presa questa media mobile semplice ci si sommano e sottraggono due deviazioni standard, ma che cos’è la deviazione standard? La deviazione standard non è nient’altro che la volatilità del titolo. Maggiore è quest’ultima, maggiore è la sua oscillazione, e più le bande di Bollinger si aprono a ventaglio sopra e sotto la media. Viceversa, se il titolo riduce la sua volatilità, le bande si restringono sia sopra che sotto la media. 146

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Perché le deviazioni standard sono proprio due? Questa scelta, ha una natura prettamente statistica e probabilistica. Ipotizzando che i prezzi abbiano una distribuzione standard, statisticamente il 95% dei prezzi dovrebbe rimanere all’interno delle due bande. Quindi, quando i prezzi escono dalle bande di Bollinger, ci troviamo in una situazione statisticamente anomala, per cui presto dovrebbero rientrare all’interno delle bande. Tutto questo ragionamento, presuppone che i prezzi abbiano una distribuzione normale, ma se il titolo che stiamo analizzando, non rientra in questi presupposti, questo ragionamento cade. I trader utilizzano le bande di Bollinger in questo modo: acquistano le azioni quando i prezzi escono al di sotto della banda inferiore, e vendono quando i prezzi escono al di sopra della banda superiore, sempre sperando che questi ultimi rientrino velocemente all’interno delle rispettive bande. Quindi gli svantaggi delle bande di Bollinger sono tre: • Si basano su un concetto di distribuzione normale dei prezzi, che potrebbe non essere vero; • Identificano livelli grafici di mercato, che potrebbero tranquillamente non essere importanti; • Ti possono far operare contro la direzione del trend.

8.4 - PRO E CONTRO DEL CANALE DI DONCHIAN

I vantaggi del canale di Donchian: • Ti permettono di entrare nella direzione in cui si muovono i prezzi. Se entro alla rottura della banda superiore, entro mentre i prezzi stanno salendo; • Ti permettono di entrare mentre i prezzi stanno esprimendo la loro massima forza,perché stanno rompendo dei livelli chiave. Gli svantaggi del canale di Donchian sono: • Particolare inaffidabilità nelle fasi trendless del mercato, quindi, quando il mercato si muove in orizzontale, senza trend; • Impossibilità di identificazione della forza del titolo contro il mercato. Se utilizziamo questo indicatore singolarmente nelle fasi trendless, riscontreremo gli svantaggi, ridando indietro al mercato quello che abbiamo guadagnato nelle fasi trending. Ma se lo abbiniamo ad un indicatore che ci filtra la presenza di fasi trending, allora possiamo ridurre notevolmente i falsi segnali.

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Nei prossimi moduli ti parlerò dell’indicatore directional movement, che utilizzerai abbinato al canale di Donchian.

8.5 - SETTAGGIO IDEALE

Concludiamo la trattazione del canale di Donchian, parlando del settaggio di questo indicatore. Come sempre non esiste un settaggio perfetto, ma esiste un settaggio ideale per la nostra operatività. Donchian utilizzava il suo canale impostato a 4 settimane, per la nostra operatività e nella mia strategia, ho testato e confermato un settaggio ideale impostato a 10 settimane.

8.6 - DIRECTIONAL MOVEMENT

L’indicatore directional movement, è il terzo e ultimo indicatore principale della mia strategia. Questo indicatore, ci permette di risolvere l’ultima mancanza del canale di Donchian, ossia che non riesce a riconoscere le fasi trendless da quelle trending del mercato. Il directional movement è un indicatore introdotto nel 1978 da J. Wilder, ed è composto da tre linee, la linea direzionale positiva (D+) di colore verde, la linea direzionale negativa (D-) di colore rosso, e la ADX line di colore nero. A noi interessa la ADX line, che ci dice semplicemente se il titolo è in una fase trending o è in una fase trendless, ossia in una fase senza trend. Quando la Adx line è crescente, sta ad indicare che c’è un trend, ma non la sua direzione, mentre quando è decrescente ci dice che siamo in assenza di trend. Ci sono due situazioni che dobbiamo evitare osservando la ADX line. Quando la ADX line è decrescente o piatta sopra le due linee direzionali, oppure sopra quota 40. Quindi meglio evitare i titoli che presentano queste condizioni. Ricapitolando ADX line crescente, significa che abbiamo un trend in corso, rialzista o ribassista, ADX line decrescente, significa che siamo in una fase senza trend. Questo indicatore, non ci dà segnali di acquisto, ma ci dice semplicemente lo stato del trend. Il settaggio ideale nella nostra strategia è di 18 periodi. Il valore assoluto della ADX line lo possiamo utilizzare per capire in che fase si trova il trend. Un trend può trovarsi in tre fasi: una fase iniziale, una fase di sviluppo e una fase di maturità. 148

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• Quando la ADX line è crescente sotto quota 15, oppure crescente al di sotto delle due linee direzionali, ci troviamo nello stadio iniziale del trend. • Quando ci troviamo con la ADX line crescente all’interno delle due linee direzionali, siamo in una fase di sviluppo del trend. • Infine quando la ADX line è crescente sopra le due linee direzionali oppure sopra quota 40, ci troviamo nella fase di maturità del trend.

8.7 - TUTORIAL FORZA RELATIVA

La forza relativa è quell’indicatore che ci permette di capire se il titolo sta facendo meglio o peggio del suo mercato di riferimento.

Come regola di base, se il titolo è italiano o europeo lo confrontiamo contro lo STOXX600, se invece è americano lo confrontiamo contro l’S&P500.

In questo caso stiamo analizzando MARR titolo italiano, quindi lo analizziamo guardando l’indicatore di forza relativa paragone sullo STOX600 Price Eur Index. 149

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Quello che dobbiamo vedere per avere un segnale rialzista sull’analisi di forza relativa, è che quest’ultima si trovi sopra la sua media mobile di riferimento.

Tutti quei segnali che hanno la forza relativa al di sotto della sua media mobile, li scartiamo.

8.8 - TUTORIAL CANALE DI DONCHIAN E BANDE DI BOLLINGER

In questo tutorial ti voglio parlare delle differenze tra il canale di Donchian e le bande di Bollinger, in questa figura puoi vedere in celeste il canale di Donchian e in viola le bande di Bollinger, la parte più scura è dovuta alla sovrapposizione delle aree dei due indicatori.

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Come puoi vedere la differenza è abbastanza importante fra i due indicatori, mentre il canale di Donchian ti mostra un livello tecnicamente importante, reale, una resistenza, un’area dove veramente si è concentrata offerta, le bande di Bollinger si contraggono e si espandono semplicemente in funzione della volatilità, senza tener conto di quei livelli che i prezzi hanno realmente e tecnicamente toccato.

Ad esempio nella figura sopra, in area 0,25 il canale di Donchian segna un’area di supporto e continua a segnarla fino a che il tempo non passa e i minimi si aggiornano, mentre le bande di Bollinger oscillano sopra e sotto, mostrando delle aree sulle quali il mercato non ha mostrato particolare interesse. Un’altra particolare differenza, è che la volatilità influisce sulla distanza delle bande di Bollinger, osserva la prossima immagine. In questo punto della figura abbiamo i corpi piccoli e le bande di Bollinger che si restringono.

Sotto, possiamo vedere corpi delle candele lunghi e le bande che si allargano.

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In una situazione di questo genere la banda inferiore del canale di Donchian, segue e accompagna il trend, permettendoci di impostare degli stop poco sotto la banda inferiore. Se invece dovessimo seguire le bande di Bollinger, ci ritroveremo ad avere degli stop loss sempre più lontani, cosa che non è assolutamente fattibile sul piano operativo. Quindi da questo esempio, ti ho fatto capire come i livelli del canale di Donchian siano realmente validi per il mercato, mentre quelli delle bande di Bollinger siano puramente statistici, e quindi non per forza di particolare interesse per il mercato.

8.9 - TUTORIAL DIRECTIONAL MOVEMENT

Il directional movement, è un indicatore molto importante che ci aiuta a capire se c’è un trend e in quale fase siamo. Adesso ci concentriamo sulla linea nera, la ADX line.

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Quando questa linea nera è crescente ci sta ad indicare che siamo in una fase trending, quindi c’è una tendenza, ma non ci dice se è rialzista o ribassista, ci conferma solamente che sta tenendo una direzione.

Se la linea nera ADX è decrescente siamo in una fase trendless, cioè senza trend.

Quando la linea direzionale verde (D+) è sopra la linea direzionale rossa (D-), e la ADX line è crescente, siamo in un trend rialzista, e lo puoi confermare perché l’area fra le due linee direzionali si colora di verde.

Quando la linea direzionale rossa è sopra la linea direzionale verde e la ADX line è crescente, siamo in un trend ribassista, e lo puoi confermare perché l’area fra le due linee direzionali si colora di rosso. 153

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Quindi noi dovremmo andare a sfruttare l’andamento della ADX line e cogliere tutti quei segnali di ingresso, che oltre a rispettare i parametri della strategia (gap volumi e corpo della candela) presentano anche una ADX line crescente possibilmente sotto quota 15 nel caso ideale, oppure quando è crescente sotto quota 20, e si trova in mezzo alle linee direzionali.

Sarebbe meglio evitare tutti quei segnali che presentano la ADX line crescente al di sopra delle due linee direzionali. Qualora si presentasse un segnale rialzista con ADX line decrescente, sarebbe opportuno evitarlo. La ADX line è un indicatore filtro che ci permette di entrare in tutti quei titoli che presentano una fase trending. Ogni trend, ha una fase iniziale, una fase di sviluppo, e una fase di maturità. Quindi una ADX line crescente da valori bassi, al di sotto delle due linee direzionali, mostra un trend nella sua fase iniziale.

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Una ADX line crescente in mezzo alle due linee direzionali, mostra un trend nella sua fase di sviluppo.

Una ADX line crescente su valori vicino al 40 e al di sopra delle due linee direzionali, mostra un trend nella sua fase di maturità quindi che si sta esaurendo.

Quando la ADX line inizia a decrescere non ci dice che è iniziato un trend ribassista, ma che sta lateralizzando, quindi è in assenza di trend. Nella prossima ed ultima immagine, possiamo vedere alla fine del grafico quello che potrebbe essere un possibile nuovo ingresso con ADX line crescente da valori bassi in mezzo alle due linee direzionali, candela con lungo corpo verde e volumi.

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8.10 - TUTORIAL SU AGGIORNAMENTO INDICATORI PRINCIPALI: LA MMS A 200 GIORNI

Come in qualunque strategia ci sono dei parametri che vanno sempre monitorati ed eventualmente migliorati. In questo modulo andiamo ad apportare dei piccoli aggiornamenti alla mia strategia che ne migliorano l’affidabilità e la redditività. Fino ad ora ti ho parlato dei tre indicatori principali, la forza relativa, il canale di Donchian, e l’indicatore directional movement. A questi si va ad aggiungere la media mobile semplice a 200 giorni. Nei miei test, ho rilevato la sua particolare efficacia nell’operatività trending, che è la caratteristica principale della mia strategia. Quindi basandoci sulla media mobile semplice a 200 giorni, ti aggiungo come regola che il nostro segnale di ingresso rialzista, si deve verificare al di sopra della media mobile semplice a 200 giorni.

Tutti i break ribassisti che si verificano al di sotto della media mobile a 200 giorni sono da considerarsi segnali short. Il nostro segnale rialzista deve anche avvenire con le altre due medie mobili allineate al rialzo (il sistema di medie mobili lo vedremo in seguito). Come puoi vedere nell’immagine sopra quindi, le condizioni da rispettare sono: • Segnale di ingresso al di sopra della media mobile a 200. • Media mobile a 200 crescente da almeno un mese. • Sistema di tre medie mobili allineate a rialzo.

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MODULO 9

9.1 - INDICATORI SECONDARI

Quelli che abbiamo visto fino a questo momento, sono gli indicatori principali della strategia, quelli imprescindibili, le cui condizioni devono essere sempre rispettate. Adesso andiamo a vedere invece gli indicatori secondari, quindi gli indicatori aggiuntivi, che possono aiutarci nella selezione dei titoli, ma le cui regole possono anche essere derogate. Questi indicatori secondari possono essere di aiuto per migliorare l’affidabilità dei segnali della strategia, oppure aiutarci a scegliere, quando siamo indecisi, tra titoli che rispettano tutti quanti le condizioni degli indicatori principali. Molte volte ti troverai di fronte svariati titoli che rispettano tutte le condizioni degli indicatori principali della strategia, e dovendone scegliere solo uno o due non sai quale scegliere. Utilizzando gli indicatori secondari, potrai capire quelli che sono meglio impostati degli altri e applicare una sorta di selezione aggiuntiva.

9.2 - DIRECTIONAL MOVEMENT SETTIMANALE

Cominciamo con il Direction movement settimanale. Quello che abbiamo appena visto è stato il directional movement visto sul time frame giornaliero. Ora ci concentriamo sul directional movement impostato sul time frame settimanale, in questo caso andremo a cambiare le regole di interpretazione. Mentre prima abbiamo analizzato soltanto la ADX line, adesso andremo ad analizzare le due linee direzionali. Quando abbiamo un segnale rialzista long, andiamo a controllare il directional movement settimanale, e nello specifico, dovremmo controllare dove si trova la linea più bassa delle due linee direzionali (D+ e D-). Per esempio in un segnale rialzista, la linea direzionale rossa si trova più bassa di quella verde, quando la linea rossa si trova posizionata fra un valore di 10 e 20, non ci sono problemi. 157

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Se invece (sempre parlando di un segnale rialzista) si verifica con la linea direzionale rossa che si trova sotto quota 10, allora ci troviamo in una situazione di pericolo e sarebbe opportuno evitare quel segnale. Diversamente, quando abbiamo una posizione in essere e vediamo la linea direzionale più bassa (D+ oppure D-) che scende sotto quota 7, allora ci troviamo in una situazione dove il trend potrebbe prendersi un momento di pausa, quindi potrebbe consolidare in un movimento laterale, e poi riprendere la sua direzione. Per concludere quindi, dobbiamo solamente controllare il valore assoluto della linea direzionale più bassa delle due.

9.3 - SISTEMA DI MEDIE MOBILI

I sistemi di medie mobili, sono sistemi che prevedono l’utilizzo di due o più medie mobili. Normalmente si utilizzano due, tre, o quattro medie mobili, ma io personalmente uso il sistema a tre medie mobili. Quest’ultimo, è un sistema che nasce con le medie mobili settate a 3-9-18 periodi. Io ho modificato questo sistema di medie mobili plasmandolo sulla mia strategia e sul mio orizzonte temporale, e ho scelto di utilizzare le medie mobili a 20-40-200 giorni (anche se in questo momento sto sperimentando le medie 50-150-200). La media mobile a 200 giorni mi definisce il trend di lungo termine, mentre l’incrocio delle due medie mobili di brevi, mi definisce il trend di breve termine, per cui utilizzo una media lunga e due medie brevi. Una variante di questo sistema, è quella di utilizzare due medie mobili lunghe per definire il trend di lungo termine e una media mobile breve per definire il trend di breve periodo. Quando i prezzi si trovano sopra la media mobile a 20 giorni, che si trova sopra la media mobile a 40 giorni, che si trova sopra la media mobile a 200 giorni, abbiamo un perfetto allineamento di trend rialzisti e quindi è la nostra situazione ideale per fare operazioni rialziste. Viceversa quando i prezzi si trovano al di sotto della media mobile a 20 giorni, che si trova sotto la media mobile a 40 giorni, che si trova sotto la media mobile a 200 giorni, abbiamo un perfetto allineamento di trend ribassisti quindi operare short è l’unica soluzione. I segnali rialzisti, che avvengono con il perfetto allineamento del sistema di medie mobili al rialzo, tendono ad essere più affidabili. Allo stesso modo i segnali ribassisti che avvengono con il perfetto allineamento del sistema di medie mobili al ribasso, tendono ad essere più efficaci. È consigliabile evitare tutti quei segnali che non presentano un perfetto allineamento del sistema di medie mobili, e soprattutto tutti quei segnali long che avvengono sotto la media mobile a 200 giorni. 158

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Sarebbe opportuno evitare anche i segnali long quando la media mobile a 200 periodi è piatta o ancora decrescente. Allo stesso modo è consigliabile evitare i segnali short, quando i prezzi si trovano sopra la media mobile a 200 giorni.

9.4 – POINT AND FIGURE

Il point&figure è un metodo di rappresentazione grafica diverso dai metodi tradizionali come ad esempio le candele, le barre, o i grafici lineari. I metodi di rappresentazione grafica tradizionali, mettono in relazione il prezzo con il tempo, per cui ci fanno vedere le variazioni di prezzo in funzione del tempo. I grafici point&figure invece, vengono detti grafici atemporali, perché esprimono il puro movimento dei prezzi e quindi non mettono in relazione il prezzo in funzione del tempo. Che cosa significa questo? Nei grafici tradizionali, se i prezzi non si muovono, oppure si muovono in range ristretti, il grafico comunque si muove per il semplice trascorrere del tempo. Nei grafici point&figure invece se i prezzi non si muovono, oppure se si muovono in range molto ristretti, il grafico point&figure non si muove. Un grafico point&figure può rimanere fermo anche per 10 anni se i prezzi continuano a muoversi in range molto ristretti. Quindi il grafico point&figure misura il puro movimento dei prezzi, e non viene distorto dallo scorrere del tempo. Questi grafici si presentano come una successione alternata di colonne delle X e colonne delle O. Le colonne delle X rappresentano prezzi crescenti, mentre le colonne delle O rappresentano prezzi decrescenti. In questo modulo, ci concentriamo solamente sugli aspetti che ci interessano maggiormente. Andiamo a vedere subito il settaggio: • Dimensione del box 1%; • Reversal 3%; • Media mobile a 21 colonne. Questi settaggi significano che ogni X e ogni O valgono 1%, e che per passare da una colonna delle X a una colonna delle O, serve un’inversione del 3%. Fai attenzione, perché la media mobile 21 non è a 21 giorni, ma a 21 colonne. Questo perché nei grafici point&figure il tempo non esiste. Non considerare quello che ti mostra la prorealtime, perché come puoi osservare l’andamento del tempo è distorto nell’asse orizzonale.

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Andiamo a vedere gli aspetti operativi: • Quando l’ultima colonna delle X aggiunge una nuova X al rialzo rispetto alla colonna delle X precedenti, e questo segnale si verifica al di sopra della media mobile a 21 colonne, è un segnale rialzista. Il segnale di chiusura dell’operazione si verifica quando l’ultima colonna delle O aggiunge una nuova O sotto il minimo della colonna precedente. • Quando l’ultima colonna delle O aggiunge una nuova O al ribasso rispetto alla colonna delle O precedenti, e questo segnale si verifica al di sotto della media mobile a 21 colonne, è un segnale ribassista. Il segnale di chiusura dell’operazione si verifica quando l’ultima colonna delle X aggiunge una nuova X sopra il massimo della colonna precedente. Come si integra il segnale della nostra strategia con il point&figure? Un segnale rialzista della nostra strategia, tende ad essere più affidabile quando si verifica in concomitanza o subito dopo il segnale rialzista sul point&figure, il quale deve essere al di sopra della media mobile a 21 colonne. Se il segnale rialzista della nostra strategia non sarà accompagnato da una conferma del point&figure tenderà ad essere meno affidabile, e quindi sarebbe meglio scartarlo. Anche l’andamento della media mobile a 21 colonne, ci può fornire una conferma dell’affidabilità del segnale quando tende ad essere crescente. Viceversa in una situazione decrescente, il nostro segnale, tenderà ad essere meno affidabile.

9.5 - TUTORIAL DIRECTIONAL MOVEMENT WEEKLY

In questo modulo ti spiegherò come andare ad interpretare la lettura del directional movement settato su time frame settimanale. Quando una delle due linee direzionali, (D+ oppure D-) va sotto quota 10, aumentano le probabilità di un consolidamento o di una fase correttiva, prima che il trend possa riprendere la sua direzione. Nella prossima immagine ti mostrerò alcuni momenti di consolidamento del trend in concomitanza con una delle due linee direzionali che vanno sotto quota 10. I segnali di questo indicatore non devono portarti a operare contro trend, ma bensì, nel caso di un’operazione in essere, ad aspettarti un consolidamento o una piccola fase correttiva, e nel caso di un segnale rialzista, la possibilità di rinviare l’ingresso.

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Un esempio di segnale rialzista, non confermato da directional movement su time frame settimanale con linea direzionale sotto quota 10, lo puoi vedere nell’immagine sopra verso la fine del grafico. Noterai, come dopo il segnale di ingresso rialzista con la D- sotto quota 10 il trend ha generato una fase laterale di consolidamento di quasi un anno. Rispettare i segnali di questo indicatore sul settaggio settimanale, aumenta le probabilità di affidabilità del segnale rialzista, generando così nelle settimane successive una direzionalità più stabile. Quindi concludendo, dobbiamo solamente controllare al nostro segnale di ingresso, che le due linee direzionali D+ e D-, si trovino sopra quota 10, viceversa è preferibile ridurre la size dell’operazione, oppure scartare il segnale.

9.6 - TUTORIAL SISTEMA DI MEDIE MOBILI

Abbiamo detto che possiamo utilizzare due tipologie di sistemi a tre medie mobili, una breve e due lunghe, oppure due brevi e una lunga. Quello che sto utilizzando adesso mentre ti scrivo, è quello con una media breve e due lunghe, settate a 50, 150, e 200 giorni. Nella figura, puoi vedere la media mobile di breve termine a 50 giorni tratteggiata di colore verde, la media mobile a 150 giorni di colore rosso, e infine la media mobile blu più spessa a 200 giorni.

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Un segnale rialzista ha la sua massima affidabilità quando si verifica al di sopra delle 3 medie mobili allineate a rialzo. Qui possiamo vedere la media mobile di breve termine a 50 giorni sopra la media mobile di medio termine a 150 giorni, che sta sopra la media mobile di lungo termine a 200 giorni.

Alla fine del grafico puoi notare la nostra situazione ideale, un segnale di ingresso rialzista con medie mobili allineate a rialzo, con media mobile a 200 giorni, crescente. Nella prossima immagine puoi vedere un punto del grafico in cui si è verificato un segnale di ingresso, senza rispettare i criteri del sistema di medie mobili.

In quest’ultimo caso, dopo la rottura c’è stata una fase laterale e subito dopo la partenza del trend, con un altro segnale di ingresso. L’importante è che non vengano presi in considerazione tutti quei segnali di ingresso che si generano al di sotto della media mobile a 200 giorni, vanno scartati.

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9.7 - TUTORIAL POINT&FIGURE

Questo è un grafico point&figure, si presenta con un’alternanza di colonne delle X e delle O, la sua caratteristica principale è quella di essere atemporale, e quindi sull’asse delle ascisse, puoi trovare il numero delle colonne. Sulla prorealtime ti segna comunque il tempo, ma le distanze chiaramente non sono regolari, per cui conviene non tenerne conto. Abbiamo detto che è un indicatore secondario a supporto della nostra strategia, ecco quindi cosa ci interessa saper leggere sul grafico point&figure. Ogni volta che si genera un segnale di ingresso rialzista, vado a controllare sul mio grafico point&figure, che ci sia un double top buy signal. L’ultima colonna delle X, deve aver superato i massimi della colonna delle X precedente. Questo segnale sul point&figure, deve avvenire sopra la media mobile a 21 colonne, ecco un esempio.

Nel prossimo esempio ti mostrerò un caso dove è consigliabile scartare il segnale, e cioè quando ad un segnale rialzista sul grafico dei prezzi, corrisponde un nuovo minimo della colonna delle O sul point&figure. 163

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Nella prossima immagine, ti mostro un altro segnale che sarebbe meglio scartare: cioè dato un segnale di ingresso rialzista sul grafico dei prezzi, corrisponde un segnale rialzista sul point&figure, ma questo è avvenuto al di sotto della media mobile a 21 colonne.

Il point&figure richiede una trattazione teorica molto ampia ed esaustiva, quindi se ne vuoi sapere di più, se sei incuriosito, ti invito a seguire il corso gratuito che puoi trovare sul sito ScuoladiTrading.me. È un video corso che dura dalle cinque alle otto ore, interamente dedicato al Point & figure. Nell’ultimo esempio, ti voglio mostrare comunque come il point&figure può essere utilizzato anche come indicatore a supporto del segnale.

Generato il segnale di ingresso con i parametri della mia strategia tutti rispettati, nell’analisi del point&figure possiamo vedere come l’ultima colonna delle X abbia generato un segnale rialzista molto forte al di sopra della sua media mobile, di conseguenza ne aumenta l’affidabilità del segnale stesso. 164

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MODULO 10

10.1 - ANALISI DEL TREND

Abbiamo sempre detto che bisogna investire in direzione del trend, la domanda però che sorge spontanea è: quale trend? Infatti, non esiste un solo trend specifico, ma esistono tanti trend quanti orizzonti temporali riusciamo ad identificare. Infatti nello stesso momento, possiamo avere un trend di brevissimo, un trend di breve, un trend di medio termine, un trend di lungo termine e di lunghissimo termine e così via. Ogni orizzonte temporale ha il suo trend specifico. Che cos’è un trend? Un trend è una tendenza, rappresenta la direzione che un titolo sta seguendo in un determinato orizzonte temporale. La direzione quindi, è la successione di massimi e minimi. Possiamo identificare un trend rialzista come una successione di massimi crescenti e minimi crescenti. Unendo i minimi crescenti con una trendline possiamo identificare un trend rialzista. La rottura al ribasso di questa trendline identificherà il cambiamento del trend. Viceversa il trend ribassista può essere identificato come una successione di massimi e minimi decrescenti. Unendo i massimi decrescenti con una trendline possiamo identificare un trend ribassista. La rottura al rialzo di questa trendline identificherà il cambiamento del trend. Classificazione delle durate del trend: 1. Trend di brevissimo termine - Lo possiamo identificare unendo i massimi i minimi degli ultimi 2 o 3 mesi; 2. Trend di breve termine - Lo possiamo identificare unendo massimi minimi degli ultimi 12 o 18 mesi; 3. Trend di medio termine - Lo possiamo identificare unendo massimi e minimi degli ultimi 4 o 5 anni; 4. Trend di lungo termine - Lo possiamo identificare unendo massimi e minimi di oltre 5 anni. 165

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Questi orizzonti temporali, non vanno visti in maniera troppo rigorosa, ogni titolo infatti necessita della sua corretta lettura. Potresti anche trovare un trend di brevissimo termine che dura 4 mesi. L’importante è riuscire ad identificare 3 o 4 tipi di trend per ogni titolo che stiamo analizzando. Questi orizzonti temporali di trend li possiamo classificare come: • Rialzisti quando sono caratterizzati da una serie di massimi e minimi crescenti; • Ribassisti quando sono caratterizzati da una successione di massimi e minimi decrescenti; • Laterali quando sono caratterizzati da una successione di massimi e minimi orizzontali o indefinita, con massimi crescenti e minimi decrescenti, oppure massimi decrescenti e minimi crescenti. La situazione ideale, è quella dove troviamo tutti gli orizzonti temporali dei trend allineati nella stessa direzione. Va da sé che più trend sono allineati nella nostra direzione e meglio è.

10.2 - GESTIONE DEL CAPITALE

La gestione del capitale e del rischio, è un aspetto importantissimo e molto delicato, che merita una trattazione a parte e più approfondita. In questa sede invece, approfondiremo tutte quelle regole più importanti che devono essere assolutamente inderogabili, che devi quindi sempre rispettare per poter proteggere il tuo capitale e ridurre al minimo la possibilità di fare danni irreparabili. Rispettare queste regole, significa mettersi il più possibile al riparo da situazioni davvero spiacevoli. Chiaramente non elimini il rischio, ma comunque lo riduci in maniera considerevole. Vediamo queste regole: • Mai mettere a rischio più del 2% del nostro capitale in ogni singolo trade. Questo significa che in ogni singola operazione, non dobbiamo mai perdere più del 2% del nostro capitale (meglio se si rimane sotto l’1%). In altre parole se io ho 10.000€ di capitale da investire nel trading, significa che in ogni singola operazione non devo mai perdere più del 2% di questi 10.000€, che sono 200€. Ciò significa che, identificato un livello d’ingresso, identificato il livello di stop loss, devo definire la size, (la dimensione della mia operazione) in modo tale che se dovessi raggiungere lo stop loss, la mia operazione non mi farebbe perdere più del 2% del mio capitale, e quindi non mi farebbe perdere più di 200€. Più riduciamo questa percentuale, più la nostra strategia diventa difensiva. Rischiare meno dell’1% del nostro capitale, soprattutto all’inizio, sarebbe una buona prassi perché corrisponderebbe ad un approccio particolarmente prudente. 166

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Non esiste, come in tutte le cose, un livello ideale di perdita potenziale, per cui l’importante è che ti tieni sotto al 2%. In questo modo limiterai al minimo la possibilità, che una serie di perdite consecutive azzerino, oppure compromettano in maniera irreparabile, il tuo capitale. Devi sempre considerare che prima o poi, arriverà un momento in cui farai una serie di perdite consecutive che possono essere 5, 6, 7, 10, 15, ma mettendo a rischio meno del 2% in ogni singola operazione, una serie di perdite consecutive non comprometterà il tuo capitale. La perdita massima potenziale per trade è molto soggettiva, per cui non c’è un livello ideale per tutti. Ipotizziamo che io e te abbiamo entrambi 10.000€. Per me 200€, potrebbero essere pochi, mentre per te potrebbero essere tantissimi. Per te potrebbe essere intollerabile perdere 200€ per trade, per cui dovrai utilizzare una gestione del rischio più prudente o investire meno capitale. Il livello di perdita massima potenziale per trade viene definito dal tuo livello di tolleranza alle perdite. Quindi se ad esempio ti senti tranquillo con una perdita per trade di 50€, allora dovresti lavorare con questa gestione del rischio. Se non ti senti tranquillo con una perdita di 50€ per trade, allora riduci la percentuale di rischio per trade oppure il capitale da destinare al trading. • Non investire più del 10% del tuo capitale in ogni singolo trade. Questo serve per poter diversificare in maniera opportuna il tuo portafoglio, ma soprattutto ti mette al riparo da movimenti improvvisi del mercato contro la tua direzione. Può succedere ad esempio, che tu hai rispettato il criterio di massima perdita potenziale e hai posizionato il tuo stop loss, ma improvvisamente un titolo, magari per una notizia negativa uscita durante la notte, il giorno dopo apra ad esempio un 60% contro la tua direzione. Quindi tu andrai a chiudere quell’operazione con un -50%. Se avessi investito ad esempio il 50% del tuo capitale, avresti avuto una perdita del 25% sul tuo capitale. Viceversa, se avessi investito ad esempio il 10%, avresti avuto una perdita del 5% causata da un evento straordinario negativo. Tale perdita è grande, ma comunque recuperabile quindi, non avresti compromesso il tuo capitale. Perciò mai investire più del 10% del proprio capitale in ogni singola operazione. Se 10% è il massimo, cerca di iniziare le posizioni con size minori come ad esempio il 5%. In questo modo potrai poi incrementare la posizione nel tempo fino ad arrivare al 10%. Ricordati che devi metterti sempre al riparo da eventi imprevisti e imprevedibili, come appunto un titolo che ti apre contro la tua direzione del 50%, 60%, 70%. Ti potrà sembrare magari impossibile che proprio il titolo che compri, il giorno dopo o qualche giorno dopo possa fare il 50%, 60% contro la tua direzione, ma realtà ti posso garantire che succede, e durante l’anno almeno una due volte ti capiterà. • Dopo una serie di pertite consecutive, oppure semplicemente dopo una fase di drawdown, non aumentare il rischio per cercare di recuperare il prima possibile quelle perdite. 167

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Fai il contrario, riduci il rischio, riduci il numero delle operazioni, e riduci la size delle operazioni stesse. Se necessario prenditi una pausa di tempo stando fermo due, tre settimane o un mese. Ricordati che quando stai perdendo, quando sei in fase di drawdown, è perché non sei allineato con il mercato, perché la tua strategia non è allineata con il mercato. La cosa migliore da fare non è forzare l’operatività per recuperare il prima possibile quelle perdite, ma fermarsi, aspettare che questa fase di disallineamento finisca, e quindi ricominciare quando si è nuovamente in linea con il mercato. Abbi pazienza, e non aver fretta di recuperare.

10.3 - TUTORIAL SU QUANTO INVESTIRE IN OGNI TRADE E STOP LOSS FISSI O VARIABILI

Ora ti spiegherò, quali sono le caratteristiche per avere una strategia di money management efficiente. Devi investire in ogni singola operazione, una quantità di capitale che se viene preso lo stop loss, ti permette di non perdere più del 2% del tuo capitale. Ipotizzando un capitale di 10.000€ quindi, la tua massima perdita potenziale non deve superare i 200€. Ora ti spiegherò qual è il tuo ragionamento iniziale che devi fare, per definire la tua strategia di money management.

Come puoi vedere nella figura, i primi dati importanti da definire, sono la quantità di capitale che hai deciso di destinare al trading, e il rischio massimo per ogni singola operazione. Questo valore, ti ricordo ancora una volta non deve mai essere superiore al 2%. All’inizio della tua operatività, potresti pensare di rimanere sull’1%, o addirittura scendere allo 0,5%, per avere una strategia molto difensiva. Altri due dati importanti, sono quindi di non investire più del 10% in ogni singolo trade, e più del 25% nello stesso settore. Quindi una volta stabiliti il capitale iniziale e rischio massimo per trade, hai due modi per impostare la size della tua operazione: puoi scegliere uno stop loss variabile, decidendo la percentuale di distanza dai prezzi di ingresso, e quindi la size aumenta o diminuisce in base alla distanza, oppure puoi scegliere uno stop loss fisso, ad una percentuale stabilita che ti genera una size fissa. Ora ti spiego nel dettaglio questi due metodi di operatività. 168

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STOP LOSS E SIZE VARIABILE Ad esempio, se vogliamo fare un’operazione su Reno De Medici, andiamo ad impostare il prezzo limite, quindi il prezzo massimo a cui voglio acquistare il titolo, poi inserisco il valore del mio stop loss e il mio target.

Come puoi vedere dalla figura, la percentuale dello stop loss in base ai nostri valori è del 32%. In base a quest’ultima, rischiando massimo 50€, corrisponde l’1,5% di capitale investito, che ha un controvalore di 154€ pari a 260 azioni.

Se cambio il valore del mio stop loss, la percentuale in termini di distanza diminuisce, e quindi per avere una perdita potenziale di massimo 50€, il capitale investito deve essere del 3,2%, che ha un controvalore di 322€ e corrisponde a 543 azioni.

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Quindi abbiamo visto come al variare del valore del mio stop loss, si adegua la percentuale di capitale investito e il numero di azioni. Quindi la size è variabile così come lo stop loss.

STOP LOSS FISSO E SIZE FISSA Partendo dalla medesima ipotesi di capitale di 10.000€ e rischio massimo per trade 0,5%, impostiamo per esempio il nostro prezzo limit a 0,6€, e il sistema ci calcola in automatico uno stop loss fisso del 10%.

Quindi questo, è uno stop-loss monetario e non tecnico, quindi non scelto dalla nostra analisi e dalla nostra discrezionalità. Di conseguenza anche la size può essere fissa. Quindi la perdita massima di 50€, corrisponderà al 5% del capitale investito, con un controvalore di 500€ e 833 azioni. Avere uno stop loss fisso, ha comunque una sua logica in quanto permette di limitare le perdite ed evitare di complicarci la vita con degli stop loss troppo lontani. Sono due modalità operative entrambe valide, sicuramente stop loss fisso e size fissa sono molto più semplici perché le quantità e le distanze sono sempre le medesime. La scelta di queste due strategie dipende unicamente da te, utilizza quella con la quale ti trovi più a tuo agio. 170

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10.4 - TUTORIAL RIASSUNTO ANALISI FONDAMENTALE E ANALISI TECNICA

Vediamo insieme per concludere, un riassunto di come combinare l’analisi fondamentale e l’analisi tecnica. Vediamo un esempio sul titolo Fiat. Possiamo vedere come la società dal 2015, presenta una crescita degli eps e delle vendite, che fino ad allora erano in calo, mentre dal 2015 al 2016 per esempio gli eps sono passati da 0,22 a 1,18.

Nel prossimo esempio possiamo vedere l’andamento degli eps trimestre su trimestre.

Possiamo vedere una prima accelerazione al primo trimestre del 2016 e un’altra al 30 settembre 2016. Ci sono stati due forti incrementi di eps. 171

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Vediamo ora dal grafico, il lato tecnico dei prezzi.

Dal 2015 al 2016 notiamo un calo dei prezzi, poi nonostante i due forti incrementi di eps, vediamo come il mercato sia rimasto in laterale. Da questo esempio puoi capire quanto è importante dopo l’analisi fondamentale, avere una conferma anche dall’analisi tecnica, e quindi dal mercato. Proseguendo, il mercato acquisisce fiducia e inizia a salire nell’ultimo trimestre del 2016. Possiamo ancora notare come nel 2017, lato prezzi, il mercato si presenti ancora in un trend laterale nonostante ci sia stata comunque una crescita continua degli eps.

In un esempio di questo tipo, la cosa giusta da fare è mettere il titolo in watchlist e aspettare il giusto setup d’ingresso. Quando arriva il break, è il momento di fare le considerazioni riguardo la candela, i volumi, e successivamente devo analizzare tutto il consolidamento. Con l’ausilio dei ritracciamenti di Fibonacci, considero i livelli minimo-massimo e vedo che è stato toccato il livello del 38% di Fibonacci, quindi un ritracciamento modesto.

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Successivamente vado a fare l’analisi delle correzioni. All’interno del consolidamento notiamo quattro correzioni che diventano sempre più piccole, con corpi delle candele sempre più schiacciati e volumi in diminuzione.

Abbiamo anche il segnale della strategia sul directional movement, ma potrei non fidarmi e non fare subito l’operazione per via delle resistenze precedenti. Poche candele più avanti notiamo un altro break in area 11, che mi permette di operare in maniera più serena.

Nella prossima immagine, da quel livello, possiamo vedere come i prezzi hanno fatto un 88% in 5 mesi, andando a fare dei massimi in area 20. Quindi concludendo, possiamo dire che il titolo ha lateralizzato quasi per un anno durante la fase degli eps in crescita, per poi generare un segnale di ingresso rialzista che ha spinto i prezzi sui massimi.

10.5 - TUTORIAL WATCHLIST DI ANALISI FONDAMENTALE SU PRT

Sfruttando la potenzialità delle liste su prorealtime, andremo a crearci dei contenitori dove mettere tutti quei titoli che presentano utili e fatturato in forte crescita. Quindi ogni lista deve avere specifiche caratteristiche. I titoli dentro una lista vanno poi monitorati, perché trimestre dopo trimestre escono nuovi dati che potrebbero cambiare la situazione. Partiamo da quando troviamo un titolo dai fondamentali buoni ed interessanti. 173

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La prima cosa da fare, è aggiungerlo alla nostra lista, cliccando tasto destro, aggiungi a lista e scegliamo quella che ci siamo creati precedentemente.

Successivamente lo andremo ad evidenziare per ritrovarlo meglio. Cliccando con il tasto destro seleziono evidenzia nelle liste e scelgo il colore verde.

In questo modo, ogni volta che apro le diverse liste, ritroverò sempre il mio titolo e a colpo d’occhio avendolo evidenziato di verde mi ricorderà che ha dei fondamentali ottimi. Quindi trovato il setup di ingresso giusto dal lato tecnico, è un titolo pronto per l’operazione. Supponiamo ora di voler catalogare dei titoli con dei pessimi fondamentali candidati per operazioni short. Sarà sufficiente cliccare col tasto destro, evidenzia nelle liste e scegliere per esempio il colore rosso.

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Posso andarmi a selezionare ed evidenziare anche quei titoli che hanno dei fondamentali buoni, ma non ottimi, con lo stesso procedimento utilizzato precedentemente e scegliendo il colore arancione. In questo modo posso vedere a colpo d’occhio i titoli con ottimi fondamentali in verde, i titoli con pessimi fondamentali in rosso e quelli con buoni fondamentali in arancione.

10.6 - TUTORIAL ESEMPIO FINALE SU TITOLO FIAT

Concludiamo con un riassunto finale, dove ti mostro le mie linee guida per trovare i titoli e analizzarli dal punto di vista fondamentale e poi tecnico. Il primo dato fondamentale da osservare nell’analisi di bilancio sono sicuramente gli utili, perché il prezzo delle azioni riflette molto quello che è l’andamento degli utili dell’azienda. Il secondo sono le vendite. Ad esempio, come puoi vedere in figura, la nostra situazione ideale che ci piace vedere, è questo tipo di accelerazione nella crescita degli utili.

La stessa situazione nel grafico dell’analisi di bilancio, la dobbiamo vedere nei ricavi. Quindi ricavi in crescita accompagnati da utili in crescita. Poi dal lato tecnico vogliamo vedere delle rotture a seguito della fase di consolidamento. Se sei indeciso su quali parametri cercare per trovare le società esplosive, ti devi concentrare sugli eps in crescita trimestre su trimestre, le vendite in crescita trimestre su trimestre, e un ROE elevato.

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Questi sono i tre aspetti che valuto applicandoli alle piccole e medie imprese, quindi le società a piccola e media capitalizzazione. Ricordati infine, che se un titolo è posseduto dagli istituzionali già al 90%, allora è poco probabile aspettarsi una crescita dei prezzi delle azioni.

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APPROFONDIMENTI

A - GLI ISTITUZIONALI

Gli istituzionali sono tutti i grandi operatori professionisti come ad esempio fondi, banche e grandi società finanziarie. Insieme agli insider sono dei player che ci forniscono informazioni molto utili sul mercato. A differenza degli insider, gli istituzionali non ricoprono ruoli chiave all’interno di una specifica società, ma dispongono dei migliori analisti e strumentazioni per scandagliare il mercato azionario a caccia di società con ottime prospettive di crescita future. Un’altra differenza importante rispetto agli insider è il capitale che hanno a disposizione. Gli istituzionali infatti possiedono un capitale enormemente superiore a quello degli insider e quando decidono di muoversi su un titolo, riescono spesso a spostarne i prezzi. Quando vedi i prezzi di un’azione fare il 300%, il 500% o ancora di più nel giro di pochi mesi, questi movimenti sono generati per forza dall’ingresso progressivo degli istituzionali. Chi è che ha la forza per spingere le quotazioni di un titolo tanto in alto in pochi mesi. Sicuramente non è il pubblico generico e sicuramente non sono gli insider. Non possono essere quindi che gli istituzionali. Tieni conto che quando un istituzionale individua una società interessante da acquistare, non lo potrà fare con un singolo ordine d’acquisto. Dovrà invece spalmare gli acquisti su più settimane e più mesi per non dare troppo nell’occhio e soprattutto non generare forti ed improvvisi movimenti dei prezzi. Il loro capitale è troppo grande per poter completare gli acquisti in un singolo giorno. Soprattutto se stiamo parlando si società a piccola e media capitalizzazione. Quindi analizzare il comportamento degli istituzionali è una prassi importante che può fornirci indicazioni particolarmente utili. La regola principale è che non dobbiamo cercare di anticipare il loro comportamento, ma dobbiamo seguirli. Quindi dobbiamo andare alla ricerca di quelle società in cui gli istituzionali non detengono una percentuale eccessiva delle azioni in circolazione e in cui stanno incrementando le loro esposizioni. Qui non ci sono valori ideali, cerca di focalizzarti sulle tendenze. 177

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Tieni conto che più alta è la percentuale che gli istituzionali possiedono delle azioni in circolazione di una società e minore potrebbe essere il potenziale apprezzamento futuro dei prezzi. Questo perché se gli istituzionali hanno già fatto gli acquisti che dovevano fare, chi è che spingerà ancora più in alto i prezzi di quel titolo? Probabilmente nessuno e quindi il potenziale diminuisce.

B - I DIVIDENDI

I dividendi sono la quota di utili che l’azienda ha ottenuto nell’esercizio (anno) precedente, che decide di distribuire agli azionisti. Se l’azienda quest’anno fa 100€ di utile, l’anno prossimo può decidere di reinvestirli tutti oppure distribuirne una parte con gli azionisti. Supponiamo che ci siano 100 azioni in circolazione e che l’azienda decida di distribuire il 30% degli utili, quindi 30€. Ogni azionista otterrà quindi 0,3€ (30€ diviso 100 azioni) per ogni azione che possiede. Se io ho 10 azioni riceverò 3€ di dividendi. I dividendi producono redditi di capitale e non redditi diversi come le plusvalenze dovute alla compravendita delle azioni. Quindi i profitti dei dividendi non possono recuperare minusvalenze pregresse e saranno perciò sempre tassati al 26%. Attenzione per i dividendi di società estere che potrebbero essere tassati 2 volte. Una prima tassazione alla fonte del paese di origine e una seconda tassazione del 26% in Italia su quello che rimane. Non tutte le società che producono utili distribuiscono i dividendi. Alcune lo fanno, altre li reinvestono nella crescita. Nello stile di investimento Growth si dovrebbero preferire tutte quelle società che non distribuiscono i dividendi. Questo perché reinvestendo tutti gli utili, potrebbero crescere maggiormente. Viceversa lo stile Value può essere più orientato verso quelle società che pagano i dividendi anche se in questo caso non è una regola netta. I dividendi servono all’investitore solo quando ha bisogno di un flusso di cassa per poter sopravvivere. Se ha altre fonti di reddito, oppure vive con le plusvalenze generate dalla compravendita delle azioni, i dividendi sono perfettamente inutili. Anzi sono un danno. Quando una società stacca il dividendo, il prezzo dell’azione perde automaticamente il valore del dividendo pagato. Ossia se l’azienda stacca un dividendo del 10%, il giorno dello stacco i prezzi delle sue azioni perdono immediatamente il 10% per il solo effetto del dividendo. In fondo è giusto che sia così altrimenti si creerebbero delle opportunità di arbitraggio. Ma perché questo è un danno per l’investitore che non ha bisogno dei dividendi per vivere?

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Facciamo un esempio. Io compro 1 azione di una società a 100€ il giorno prima dello stacco del dividendo del 10%. Il giorno dopo la società stacca il dividendo e le azioni perdono il 10%. Io intasco il dividendo di 10€, ma rivendo le azioni a 90€ perdendo 10€. Il conto potrebbe sembrare pari, ma se consideriamo la tassazione cambia completamente. Io otterrò 10€ - 2.6€ di tassazione: 7.4€. Da questa operazione apparentemente equa avrò perso il 2,6%. Alcuni prendono i dividendi per reinvestirli nella stessa società oppure in altre società. Facendo questo perderanno sempre il 26% dei dividendi che ricevono e poi reinvestono. Se invece si scelgono società che reinvestono direttamente i loro utili, allora non avremo questa inefficienza fiscale e potremo quindi massimizzare i nostri investimenti. Se invece un investitore ha bisogno di un flusso costante per sopravvivere, allora non può far altro che orientarsi su azioni che pagano i dividendi. Ma questa scelta è legata ad una necessità.

C - EBIT E EBITDA

Ebit ed Ebitda sono degli indici che servono per misurare la profittabilità di un’azienda. L’Ebit sono gli utili prima di toglierci gli interessi sul debito e le tasse (Earnings Before Interest and Taxes). L’ebit è usato per misurare le performance di una società senza l’influenza dei costi per le tasse e per gli interessi sul debito. La formula è molto semplice Ebit = Utile netto + Tasse + Interessi Spesso l’ebit viene associato al reddito operativo dell’azienda, ma ci sono dei casi in cui possono essere diversi. L’Ebitda sono gli utili prima di toglierci gli interessi sul debito, le tasse, gli ammortamenti e le svalutazioni (Earnings Before Interest Taxes Depreciation Amortization). Questo è un altro indicatore ampiamente utilizzato per valutare le performance finanziarie di una società. A differenza dell’Ebit tiene in conto anche del costo degli ammortamenti e delle svalutazioni. La formula è: Ebitda = Utile netto + tasse + interessi + ammortamenti + svalutazioni O anche: Ebitda = Ebit + ammortamenti + svalutazioni

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CONCLUSIONI

Spero che questo percorso di formazione che abbiamo fatto insieme fino a qui ti sia chiaro e che tu abbia compreso pienamente la strategia. Ora non ti resta che applicare tutte le regole che ti ho fornito ogni singolo giorno per ogni operazione che andrai a fare sul mercato. Adesso hai finalmente tutti gli strumenti necessari per poter analizzare i mercati come un vero professionista. Studia ed esercitati ogni giorno con impegno e dedizione. Solo attraverso la pratica e l’esperienza potrai migliorare sempre più e raggiungere livelli superiori. Se hai dubbi o domande non esitare a scrivermi a [email protected] Ti auguro buon studio e buon trading, Alessandro Moretti

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Ringrazio Sergio Merletti, Matteo Cacciarelli e Paola Moretto per aver contribuito alla realizzazione di questo manuale.

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