Seconda Rivoluzione Industriale [PDF]

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Zitiervorschau

Seconda Rivoluzione Industriale: riassunto della storia e le invenzioni

La differenza tra prima e seconda rivoluzione industriale . La prima riguarda prevalentemente il settore tessilemetallurgico e comporta l'introduzione della macchina a vapore, La seconda si sviluppa con l'introduzione dell'elettricità, dei prodotti chimici e del petrolio Mentre nella prima rivoluzione industriale lo sviluppo si concentrò soprattutto nell’Europa occidentale e in America, nella seconda rivoluzione industriale, esso si diffuse anche nei paesi più periferici come il Giappone e la Russia. Un’altra differenza fondamentale tra la prima e la seconda rivoluzione industriale fu che mentre nella prima le regioni più avvantaggiate furono quelle più ricche di carbone e ferro, mentre nella seconda furono quelle, si sprovviste di materie prime, ma ricche di capacità tecniche culturali che permisero le innovazioni tecnologiche. Con l’affermazione dell’energia elettrica come motrice al posto del vapore si affermarono di conseguenza le industrie produttrici di energia elettrica.

sviluppo industriale, le invenzioni e le conseguenti trasformazioni su società ed economia della Seconda Rivoluzione Industriale (dal 1870 al 1914)

SECONDA RIVOLUZIONE INDUSTRIALE: RIASSUNTO DELLA STORIA E LE INVENZIONI La seconda rivoluzione industriale è uno degli avvenimenti storici da studiare bene per comprendere gli eventi successivi.

SECONDA RIVOLUZIONE INDUSTRIALE INVENZIONI Il tratto distintivo dell’epoca fu il grosso impiego dell’acciaio grazie a nuove tecniche di fabbricazione meno costose; permise anche la costruzione di grandi edifici e ponti.

Furono importanti anche gli sviluppi dell’industria chimica (coloranti, dinamite, fibre tessili artificiali). Legati a questo sviluppo furono anche l’industria farmaceutica e l’industria alimentare.

La Seconda Rivoluzione fu caratterizzata dall’invenzione del motore a scoppio, che nel 1885 portò alla nascita delle prime automobili che usavano benzina; si diffuse così anche l’estrazione del petrolio, soprattutto in Nord America.

Un’altra industria tipica fu quella dell’elettricità, la cui invenzione decisiva fu, nel 1879, la lampadina di Edison. Negli anni ’80 nacquero così le prime grandi centrali termiche per l’illuminazione privata e pubblica e per i mezzi di trasporto; furono costruite anche centrali idroelettriche. Legate all’elettricità furono l’invenzione del telefono nel 1871 da Meucci e del cinematografo nel 1895 dai fratelli Lumiere.

Sviluppo industriale Tra il 1896 e il 1913 ci fu uno sviluppo generalizzato della produzione e crebbe il livello medio dei salari e il reddito pro-capite. La crescita dei redditi portò un allargamento del mercato, con la diffusione dei prodotti in serie e una rete commerciale più estesa. Nel 1913 fu introdotta la prima catena di montaggio, che riduceva i tempi di lavoro ma lo rendeva anche ripetitivo e spersonalizzato. La razionalizzazione produttiva ebbe come sostenitore Taylor.

Il Taylorismo e la catena di montaggio Con il prezzo calante dei prodotti e il conseguente aumento del reddito procapite, si allargò il mercato e si ebbe sempre più bisogno di prodotti. Per venire incontro ai cittadini James Taylor inventò la catena di montaggio per la produzione di massa. La prima catena di montaggio fu introdotta nel 1913 nelle officine automobilistiche Ford di Detroit; la catena di montaggio fu un'innovazione rivoluzionaria che consentì di ridurre i tempi di lavoro, ma frammentando il processo produttivo in una serie di piccole operazioni, ciascuna affidata a un singolo operaio, rendeva il lavoro ripetitivo e spersonalizzato. Le tecniche del Taylorismo permisero alta produttività e alti salari, ma i lavoratori si lamentarono di essere privati di autonomia dalle macchine e quindi del proprio orgoglio professionale. SECONDA RIVOLUZIONE INDUSTRIALE: I CAMBIAMENTI NELLA SOCIETA'. Gli sviluppi industriali portarono a dei cambiamenti della società, in particolare si approfondisce il contrasto tra borghesia e proletariato.

Un nuovo capitalismo L'innovazione tecnologica e organizzativa comportò una progressiva concentrazione di imprese: solo quelle che avevano a disposizione maggiori possibilità di investimento, un maggior numero di

addetti e macchinari tecnologicamente più avanzati riuscivano a sopravvivere. Nacquero così i monopoli (organizzati in cartelli o trust), che detenevano il controllo su un prodotto o un settore produttivo. per far fronte alle nuove esigenze di imprese più grandi, anche nel mondo della finanza sorsero grandi banche che assunsero un ruolo sempre più importante come finanziatrici dell'industria (capitalismo finanziario). Un'analoga crescita interessò anche il mondo del commercio: le industrie acquistavano materie prime e compensavano queste uscite con il ricavato dello sfruttamento sempre più aggressivo delle risorse coloniali e con l'espansione dei mercati, ossia con la crescita delle aree in cui vendevano la proprie merci. In questa economia sempre più mondializzata, molti Stati adottarono fin dagli anni Sessanta il sistema monetario aureo, in cui il valore della moneta era calcolato in rapporto al prezzo dell'oro, che era stabilito a livello mondiale. L'espansione dell'industria e della tecnologia non si tradusse, però, in sviluppo dell'economia e tra il 1873 e il 1896 si ebbe una delle più lunghe crisi dell'età moderna, definita lunga depressione. La fragilità dell'economia rese più feroce la competizione tra le nazioni più forti per acquisire nuovi territori coloniali. La “lunga Depressione”.(1873-1896) Mentre prima i prodotti come i cereali importati da altri stati erano molto costosi a causa dell’alto costo dei trasporti, durante la seconda rivoluzione industriale i prezzi calarono moltissimo, perché con l’affermazione della ferrovia e della macchina a vapore i trasporti costavano meno. La conseguenza fu che: i produttori del continente europeo che prima erano protetti dai prodotti industriali d’oltreoceano a causa dell’alto prezzo che veniva imposto in conseguenza del prezzo dei trasporti, si videro investiti dai prodotti oltre oceanici (in particolare cereali) che ora potevano esseri commerciati a prezzo basso, così da fare concorrenza ai paesi europei. Il prezzo basso dei prodotti d’oltreoceano dipendeva dal fatto che paesi come Stati Uniti, Canada, Argentina, Australia, India e Nuova Zelanda (chiamati “i nuovi granai del mondo”) disponevano di estensioni enormi di terreno coltivabile, manodopera a basso costo e nel caso degli Stati Uniti, strumenti agricoli meccanizzati altamente produttivi. Gran parte dei prodotti europei restavano invenduti, così i produttori dovettero prima abbassare la produzione, poi licenziare gli operai ed infine cessare l’attività. Chiesero il ritorno al protezionismo ed ai dazi doganaliprezzi aumentano ed i consumatori vengono penalizzati. INOLTRE si scoprono miniere d’oro in Sudafrica  oro scende di prezzo  inflazione nuovo aumento dei prezzi!! Questa crisi di sovrapproduzione con successiva caduta di prezzi è chiamata “Grande Depressione” Movimento socialista e cattolicesimo sociale Con l'industrializzazione si affacciò sulla scena politica e sociale una nuova protagonista: la classe operaia o proletariato industriale. Essa creò progressivamente delle forme associate che, ben presto, assunsero la forma di organizzazioni sindacali e politiche. Le prime conquiste furono l'acquisizione del diritto di sciopero, la creazione di una legislazione sociale che regolamentava i rapporti e le condizioni di lavoro, il miglioramento della situazione sociosanitaria sui luoghi di lavoro e l'accesso all'istruzione elementare per tutti. In ambito politico si affermò il movimento socialista, che si raccolse in associazioni transnazionali, punti di riferimento per i partiti e le associazioni dei lavoratori operanti nei vari Stati. Sulla questione sociale intervenne anche la Chiesa cattolica, che fece appello alla responsabilità delle parti sociali, sostenendo il diritto dei lavoratori a un salario giusto e il dovere dei proprietari a un uso sociale della ricchezza, contrapponendosi così sia al socialismo sia all'individualismo egoistico del liberalismo. L'intervento più significativo della Chiesa fu l'enciclica Rerum Novarum, dedicata ai problemi della condizione operaia,promulgata nel 1891 da papa Leone XIII. vi era la condanna del socialismo, l’auspicio di realizzare la concordia fra le classi e di creare delle società operaie e artigiane ispirate ai valori cristiani. Oltre a questo, la

Chiesa si impegnò anche in un'intensa attività di assistenza e favorì la crescita di un associazionismo cattolico (casse rurali, società di mutuo soccorso, cooperative). Maggio 1891: Leone XIII emana l’enciclica Rerum novarum,

Scienza e tecnologia La vera novità fu l’applicazione delle scoperte fatte in vari rami dell’industria e il legame stretto tra scienza e tecnologia e tecnologia e mondo della produzione.

La società di massa Nacque a partire dalla fine dell’800 grazie alla diffusione dell’industrializzazione e dei fenomeni dell’urbanizzazione. Il boom demografico Fu caratterizzato dalla caduta della mortalità, grazie ai progressi della medicina e dell’igiene e dell’industria alimentare, e dalla riduzione della natalità, con il controllo della fecondità e la diffusione di metodi contraccettivi. I caratteri della società di massa furono: gli agglomerati urbani, le grandi istituzioni nazionali, l’economia di mercato. Aumentò anche la stratificazione sociale, con la distinzione fra manodopera generica e lavoratori qualificati e la nascita di nuovi ceti medi, più vicini alla borghesia.

Un ruolo importante nel plasmare la nuova società fu assunto dalla scuola, che divenne un vero servizio pubblico da cui nessuno doveva essere escluso. Attraverso la scuola lo stato poteva diffondere i suoi valori tra le giovani generazioni, oltre che favorire la promozione sociale. A partire dagli anni ’70 i governi cercarono di rendere l’istruzione elementare obbligatoria e gratuita, che portò ad un aumento della frequenza scolastica e ad una diminuizione del tasso di analfabetismo. Legato a ciò ci fu la diffusione della stampa quotidiana e periodica.

Un contributo allo sviluppo della società di massa fu dato anche dall’introduzione del servizio militare obbligatorio dagli anni ’70. Gli ostacoli erano però di carattere economico e politico, in quanto non si poteva ora più negare il diritto di voto.

I fattori che spingevano verso la trasformazione dell’esercito erano di carattere politico-militare, in quanto serviva un esercito che fungesse da deterrente anche in tempo di pace, ed inoltre era ora possibile la produzione in serie di armi e la possibilità di spostamento veloce grazie allo sviluppo delle ferrovie.

Suffragio universale, partiti di massa, sindacati La partecipazione alla vita politica aumentò. Nel 1890 il suffragio universale maschile era presente solo in Francia, Germania e Svizzera; esso negli anni successivi si diffuse anche in altri paesi, tra cui in Italia nel 1912. Con la diffusione del suffragio universale nacquero anche i partiti di massa. Crebbero anche le organizzazioni sindacali, soprattutto quelle dei lavoratori, dopo la diffusione del movimento socialista, che fecero valere i loro diritti contro le classi dirigenti conservatrici. Si svilupparono anche le associazioni sindacali cattoliche.

La questione femminile Le donne erano ancora escluse dall’elettorato e a a volte anche dagli studi universitari. In Gran Bretagna il movimento femminile riuscì ad imporsi all’opinione pubblica, combattendo soprattutto per il diritto al suffragio (suffragette). Nel 1918 esse riuscirono in Gran Bretagna ad allargare il voto anche alle donne.

Riforme e legislazione sociale Anche grazie ai sindacati furono introdotte forme di legislazione sociale: assicurazione contro gli infortuni, previdenza per la vecchiaia, sussidi per i disoccupati. Per sopperire alle nuove spese sociali i governi dovettero però aumentare le imposte dirette.

I partiti socialisti e la Seconda Internazionale I partiti socialisti diffusero il modello del partito di massa. Il più importante partito socialista fu quello socialdemocratico tedesco, nato nel 1875, di base ideologica marperista. In Francia il partito di ispirazione marxista fu la Sfio (sezione francese dell’Internazionale operaia), nata nel 1905. In Inghilterra l’ideologia marxista non riuscì a diffondersi; nacque nel 1906 il Partito laburista.

Tutti i partiti operai europei erano però accomunati dal voler superare il sistema capitalistico e dal creare una gestione sociale dell’economia e si ispiravano a ideali internazionalisti e pacifisti.

Nel 1889 ci fu la Seconda Internazionale, in cui i partiti europei, soprattutto di ideologia marxista, si riunirono a Parigi e approvarono deliberazioni→ giornata lavorativa di 8 ore, primo maggio. Essa fu una federazione di partiti nazionali autonomi e sovrani.

Il movimento operaio adottò come sua dottrina quella marxista, nella versione elaborat da Engels e interpretata dal leader della socialdemocrazia tedesca, Kautsky. La dottrina marxista ebbe due aspetti: Democratico-riformistico→ l’esponente principale fu Bernstein, secondo il quale i partiti operai dovevano collaborare con le altre forze progressiste; la società socialista sarebbe nata solo grazie ad una trasformazione graduale realizzata dalle organizzazioni operaie e dal movimento sindacale. Le tesi di Bernstein furono definire revisioniste, perchè implicavano una revisione della teoria marxista. Rivoluzionario→ formato da correnti estrema sinistra. Particolare fu la corrente della socialdemocrazia russa, guidata da Lenin; egli voleva un partito votato alla lotta. Il partito in seguito siu divise in due correti: bolscevica, guidata da Lenin, e menscevica (minoritaria). In Francia nacque il sindacalismo rivoluzionario, guidato da Sorel, per cui il compito dei sindacati era quello di educare i lavoratori alla lotta contro la società borghese, con il mezzo dello sciopero, utile per prepararli al grande sciopero generale rivoluzionario che avrebbe fatto cadere la società borghese.

I cattolici e la “Rerum novarum”

In politica, soprattutto in Italia e in Francia, nacque la democrazia cristiana, che voleva conciliare la dottrina cattolica con la democrazia. Legato a ciò fu la nascita di una corrente di riforma religiosa, il modernismo, che voleva reinterpretare la dottrina cattolica in chiave moderna.

1903: Pioper nuovo papa; legato ad una visione più tradizionale della Chiesa, che limitò l’azione della democrazia cristiana e probì il modernismo.