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Zitiervorschau

GENTE

Il grande servizio che abbiamo pubblicato due

Scottano le verità raccontate Pietro Fioravanti, il difensore di Pacciani, aveva detto: «La storia delle sette può anche essere vera». Così ora si rafforza la pista degli omicidi su commissione di alcuni satanisti di Gennaro De Stefano Firenze, febbraio gni volta che l’inchiesta sul mostro di Firenze riprende quota, nelle redazioni dei giornali si ammucchiano lettere, si intensificano telefonate, si affollano persone più o meno interessate, più o meno attendibili, che hanno da dire la loro, riemergono vecchie testimonianze mai prese in considerazione, racconti apparsi sempre fantasiosi e che oggi, invece, si trasformano in carte processuali. Scremare non è facile, ma ci sono rivelazioni, che, una volta controllate, suscitano più di una sorpresa e vanno riferite, perché vengono seriamente prese in considerazione proprio dagli investigatori. Le rivelazioni dell’avvocato Pietro Fioravanti, già difensore di Pietro Pacciani e depositario di molte verità, anticipate nelle scorse settimane da Gente, hanno avuto una eco che è rimbalzata dalle nostre pagine al Maurizio Costanzo Show e sui maggiori quotidiani nazionali. Ma l’onda lunga dei colpi di scena è inarrestabile, anche se a volte questi riguardano dettagli minori, il cui sviluppo, però, come dimostrato dai precedenti di questa tormentata vicenda, possono essere imprevedibili.

O

I “MOSTRI” AI FUNERALI DELLE VITTIME. Pietro Pacciani e Mario Vanni parteciparono ai funerali di Pia Rontini e Claudio Stefanacci, i fidanzatini uccisi dal mostro di Firenze nel luglio del 1984. Lo dice a Gente, in esclusiva, il giornalista veneto Roberto Fiasconaro (che è anche testimone nell’inchiesta sui delitti 102 - GENTE

delle colline toscane). «Subito dopo i funerali», ha raccontato una congiunta dei Rontini, «i due entrarono in un bar e Pietro Pacciani, commentando il duplice omicidio, disse: “Hanno avuto ciò che si meritavano”». A distanza di 20 anni, questa novità, se risultasse confermata, po- Il servizio di “Gente” ha riacceso le polemiche. trebbe rafforzare il teorema investigativo secondo cui i “compagni di merende” (Pietro Pacciani, Mario Vanni e Giancarlo Lotti) erano esecutori di delitti commissionati da un gruppo satanista.

Accuse precise

IL “99” E LA RITUALITÀ DEGLI OMICIDI. Su almeno tre targhe delle automobili delle coppiette assassinate, e sulla Ford Fiesta di Pietro Pacciani, compare la cifra 99 o in successione (come nel caso della Golf di Nadine Mauriot) o sovrapposta (come nel caso di Stefano Baldi e Susanna Cambi). Una coincidenza? «Secondo esperti di satanismo», spiega Roberto Fiasconaro, «la cifra indicherebbe un destino tragico, una sorta di condanna a morte. Non tutte le auto hanno quella combinazione numerica, perché le vittime predestinate, scelte durante gli appostamenti preparatori proprio in base alla targa, a volte non si sono presentate all’appuntamento con la morte». Fantasie, forse, ma non meno suggestive di quelle (continua a pag. 105)

La Squadra indaga Firenze. Michele Giuttari, dirigente della Squadra anti-mostro, è uno dei responsabili, con il sostituto procuratore Paolo Canessa, dell’inchiesta sul mostro di Firenze. Già da tempo Giuttari aveva puntato l’attenzione sulla setta “Rosa rossa”, la stessa di cui ha parlato a un suo amico lo psicologo Maurizio Antonello

settimane fa ha riacceso l’inchiesta del secolo

GENTE

da Gente sul mostro di Firenze ●

Il gruppo che si chiama “Rosa rossa” compare più volte nelle investigazioni: in quelle sul

suicidio dello psicologo Antonello, nelle deposizioni di un fotoreporter e della scrittrice Corti

prima di suicidarsi. «Un mio paziente che apparteneva alla “Rosa rossa”», aveva detto Antonello, «mi confessò in punto di morte tutti i crimini di cui si erano resi protagonisti i soci dell’organizzazione e mi aveva anche fatto il nome del mostro di Firenze». La scrittrice Maria Consolata Corti aveva dichiarato qualche anno fa: «So

chi è il mostro. È noto, fa parte dei servizi segreti e di una setta satanica». Ora la scrittrice dice di avere esagerato in quella deposizione, alla quale però si è aggiunta quella di un fotoreporter che, durante un’inchiesta sul mostro, era venuto a conoscenza delle confidenze di un tedesco che si era infiltrato nella setta “Rosa rossa”. GENTE - 103

GENTE Mostro di Firenze: le novità (continua da pag. 103)

per le quali è in piedi l’attuale inchiesta sulle sette sataniche. IL SUICIDIO SOSPETTO. Molto concreti, invece, sono i dubbi sulla morte, per apparente suicidio, dello psicologo mestrino Maurizio Antonello, 49 anni, trovato impiccato il 14 maggio del 2003 sulla ringhiera delle scale del suo appartamento, in una posizione tanto innaturale da far ipotizzare un omicidio. Il professionista, specialista nello studio delle sette esoteriche, s’era confidato, prima di morire, con un suo amico avvocato, raccontando: «Avevo in cura una persona che apparteneva alla setta della “Rosa rossa” [la stessa sulla quale hanno appuntato la loro attenzione Michele Giuttari, coordinatore della Squadra anti-mostro, e Paolo Canessa, sostituto procuratore della Repubblica, che conduce l’inchiesta, ndr] che, in punto di morte, mi rivelò tutti i crimini di cui s’erano resi protagonisti i soci dell’organizzazione; mi aveva fatto il nome del mostro di Firenze e spiegato come e perché venne uccisa a Scicli, in provincia di Ragusa, Elisabetta Ciabani, l’amica del cuore di Susanna Cambi, una delle vittime del mostro». Una morte, quella di Antonello, che si aggiunge al lunghissimo elenco di decessi inspiegabili che accompagnano da sempre la vicenda del mostro e sulla quale attualmente stanno indagando sia la magistratura di Firenze sia quella di Perugia (che conduce l’inchiesta sull’apparente suicidio del ginecologo Francesco Narducci). I DUBBI DELLA REGISTA. Colpi di scena a ripetizione, anche con parziali ritrattazioni e nuove rivelazioni. Come vi abbiamo raccontato su Gente numero 7, nel 1990 una regista televisiva raccontò di aver parlato con l’assassino delle coppiette. La testimone, Maria Consolata Corti, 57 anni, scrittrice, un passato di lavoro con Corrado Augias e Donatella Raffai nella trasmissione televisiva Telefono

“Giuttari, non esagerare!” Una lettera, che arriva dai dirigenti della polizia, censura gli atteggiamenti troppo disinvolti del responsabile della Squadra fiorentina anti-mostro na lettera duristemporanea uscita sima è stata redell’ultimo libro del capitata al respongiallista Giuttari, sabile della Squadra con le perquisizioni anti-mostro, Minelle case degli indachele Giuttari, e per gati per i delitti delle conoscenza al procoppiette. curatore capo della La sovraesposiRepubblica di Fizione mediatica renze Ubaldo Nan(con continue partenucci, dall’ufficio cipazioni a talk pubbliche relazioni show) e la fuga di del Dipartimento di notizie sulle indagiPubblica Sicurezza. ni devono avere Il contenuto, spinto il ministero che riveliamo in dell’Interno a prenesclusiva, fa esplodere la decisione di dere il malessere stoppare il poliziotche, negli ambienti to-scrittore. Non è la del Viminale, serprima volta che il peggiava da mesi capo della polizia e il (se non da anni) per responsabile della i metodi con i quali Sam (Squadra antiMichele Giuttari si è mostro) entrano in proposto all’opiniourto. ne pubblica. Non Le interviste non ultima, la parteciautorizzate, alcune pazione a una punrilasciate dinanzi al tata del Maurizio caminetto della sua Costanzo Show, casa con atteggianella quale ha ribamenti “gigioneschi”, dito le accuse di sgraditissimi al suomertà ai cittadini per riservato Gianni di San Casciano e De Gennaro, hanno Mercatale Val di Pecolmato la misura, sa, dove risiedono cui va aggiunto il diprevalentemente i sappunto (per dirla cosiddetti “mancon termini contedanti” dei delitti del nuti) dei responsamostro. bili della Unità anti “Perplessità e Dissapori Roma. Il capo della polizia Gianni De crimine violento imbarazzo”, scrive Gennaro (nella foto grande) non condivide le opinio- (Uacv), vero e proil questore Roberto ni che Michele Giuttari (nel riquadro) ha rilasciato in prio gioiello investiSgalla, firmatario interviste non autorizzate, tanto che nella lettera di gativo della polizia, della missiva e uo- ammonimento si preannunciano misure disciplinari. per le affermazioni mo vicinissimo al estemporanee di capo della polizia Gianni De “qualora non espressamente Giuttari sui serial killer che Gennaro, “hanno suscitato ne- autorizzata dal Procuratore non trovano riscontro nei magli ambienti locali i giudizi della Repubblica di Firenze, nuali di criminalistica. espressi sui cittadini di quelle vorrà astenersi in futuro dal riIl ministero dell’Interno è lasciare dichiarazioni e inter- un elefante burocratico, ma comunità. “Tali dichiarazioni si inten- viste. quando si mette in moto la “In difetto verranno adotta- macchina “disciplinare”, allodono rilasciate a titolo personale, non risultando pervenute te le opportune misure discipli- ra è molto difficile arrestarla. alla S.V. le necessarie autoriz- nari”. Giuttari si difenderà come ha Ma come si è arrivati a que- sempre fatto: «Vogliono ferzazioni né dalla Procura né da sto punto di scontro? questo ufficio. marmi perché le mie indagini Negli ambienti della polizia mirano in alto». “La Signoria Vostra”, proG segue la lettera-ultimatum, è tangibile il fastidio per la conGennaro De Stefano

U

(continua a pag. 107) GENTE - 105

GENTE Mostro di Firenze: le novità (continua da pag. 105)

torio), nel quale Giuttari ha lagiallo, è stata interrogata da Mi- vorato a lungo per trovare richele Giuttari che, su disposi- scontri. «Nel mio lavoro», raczione del pubblico ministero, ha conta Fiasconaro in esclusiva a secretato il contenuto della de- Gente, «entro spesso in contatto posizione: «Conosco il mostro con giornali stranieri che hanno di Firenze, so dov’è, con chi vive, redazioni a Roma. La segretaria che cosa pensa. Gli ho parlato di un periodico, quando venne a parecchie volte. È un personag- sapere che mi ero occupato del gio molto noto e molto potente mostro di Firenze, mi disse una con una doppia personalità. cosa apparentemente incredibi«Faceva parte dei servizi se- le. Circa vent’anni fa un uomo, greti, ma anche di una terribile un tedesco, le telefonava contisetta satanica. Un insospettabi- nuamente dicendole che era in le. Ha combattuto anche la ma- grado di far luce sui delitti e sulfia», aveva detto all’epoca Ma- la “Rosa rossa”, una setta sataria Consolata Corti. nica nella quale si era infiltrato. Adesso, invece, la scrittrice L’uomo gestiva una casa albergo (che è la compagna del giorna- tra San Casciano e Mercatale. lista Giorgio De Rienzo del Cor- Secondo lui, il mostro in realtà riere della Sera, a sua volta auto- aveva più teste: un gruppo di re del romanzo giallo Indagine, persone insospettabili che comnel quale si parla anche del mo- missionavano i delitti a dei mastro e dell’ambiente dei servizi novali del crimine che uccidevasegreti dal quale no le coppiette e proverrebbe), si asportavano parti limita a dire al di seno e pube, da nostro giornale: consegnare ai «Quello di quatmandanti. Il tedetordici anni fa fu sco disse anche un atto scellerache il “numero 2” to, uno scivolone della setta era un che non ripeterei. medico fiorentino Vivevo un periochiamato “l’ado veramente fricano”, perché molto difficile aveva imparato della mia vita e nel Continente mi comportavo Nero i riti esercicome una che attati poi sulle vittitraversa la strada me. Il tedesco era Pietro Pacciani senza guardare, in grado di racincurante dei camion che pos- contare tutto perché si era infilsono travolgerti. Posso soltan- trato nella setta e aveva assistito to dire che quella mia testimo- anche ad alcuni degli omicidi. nianza non servì a molto, forse Ma allora, nel 1980-1981, nessupotrà risultare utile adesso che no gli diede retta. A quel punto si è imboccata la pista delle set- l’uomo decise di scrivere un mete sataniche. L’unica cosa reale moriale che consegnò alla seè che mio padre Ilio, che era un gretaria, sua connazionale. E questore, morì in circostanze sparì nel nulla». misteriose pronunciando la frase che non dimenticherò TROPPI MOSTRI, NESpiù: “Assassini, siete tutti una SUN MOSTRO? Questi i tasmafia”». selli che Michele Giuttari e Paolo Canessa cercano di fare IL MEMORIALE DEL TE- combaciare. Ma la verità proDESCO. Un altro testimone è cessuale appare ancora lontaappunto Roberto Fiasconaro, il na: dove sono le prove che infotoreporter di Venezia che a chioderebbero il farmacista, Michele Giuttari ha fatto un l’avvocato, il ginecologo, i proracconto (credere o non credere fessionisti fiorentini presunti appartiene al libero convinci- adepti della setta “Rosa rossa”, mento, noi ci limitiamo a rive- ai reati del mostro? G larvi il contenuto dell’interrogaGennaro De Stefano GENTE - 107