Quaderni. Sistema-Psicologia-Soma e CEM-Sensibilità-Memorie [Vol. 3]
 8845902986, 9788845902987 [PDF]

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Zitiervorschau

Biblioteca Adelphi 199

Paul Valéry

QUADERNI VOLUME TERZO

In questo terzo volume dei Quaderni di Paul Valéry si troveranno alcune sezioni (e innanzitutto la prima: Sistema) che illuminano il meccanismo stesso dell'enorme impresa di Valéry. La parola Sistema non va intesa, per Valéry, nel senso che essa ha in filosofia, ma piuttosto come procedimento mentale, identificazione degli invarianti e delle variabili su cui far giocare le operazioni della coscienza: «Questo "sistema" che chiamo ... talvolta YAssoluto, o Riduzione all'assoluto, consiste semplicemente, in linea di principio, in una specie dì proiezione di tutto, o di checchessia - sul piano del momento, - che consenta una riduzione di questo oggetto a dei caratteri, qualità, potenze ecc. che siano sensibilmente miei e che lo siano molto distintamente». Siamo qui vicino al cuore dell'impresa di Valéry — e da qui si proietta la luce che investe le altre sezioni: Psicologia, Soma, Sensibilità, Memoria. Ora potremo renderci conto di come il procedimento di Valéry sia del tutto autosufficiente, tanto da permettergli la costruzione di una intera psicologia che non deve sostanzialmente nulla alle grandi scuole contemporanee (inclusa la psicoanalisi).

"Non ho potuto sopportare di non cominciare ciall'inizio». « Il mio dovere non è facile — Si tratta di riafferrare tutto ciò che rappresenta l'uomo, di ridiscendere ai veri fenomeni così nascosti sotto le parole, sotto le abitudini, sotto la stessa logica, di percepire ciò che è diventalo invisibile per eccesso di evidenza - di riunire ciò che l'uso immemoriale separa, di diffidare di tutto, di descrivere esattamente i fatti più instabili, di costruire di sana pianta nozioni nuove, nello stesso posto in cui l'umanità ne ha via via stabilito di grossolane». «Ci sono due grandi specie e anche tre di "psicologia". Io non appartengo a nessuna di esse». Dei Quaderni di Paul Valéry (1871-1945) è stata avviata solo nel 1988, presso (lalliinard, una edizione a stampa. Una edizione in lacsitnile, in ventinove volumi, fu pubbhtata dal (1N.R..S. fra il 1957 e il 1961. Al sottile lavoro di Judith Robinson-Valéry si deve invece l'ampia scelta dai Cahiers apparsa nella Plèiade, di cui Adelphi va pubblicando la prima traduzione integrale in sei volumi. Dopo l'uscita dei volumi curati dalla Robinson-Valéry, la scoperta della straordinaria importanza di questi Quaderni si è diffusa in ogni direzione. In particolare possiamo segnalare come alcuni grandi scienziati di oggi, quali Prigogine e Thom, si siano sentiti attratti da quest'opera senza dimensione, dove la riflessione tanto spesso si concentra su molti temi che la scienza oggi considera centrali, dalla coscienza all'irreversibilità, dalla natura del meccanismo a quella della rappresentazione.

In copertina; P'oglia di acanto (incisione, 1856).

BIBLIOTECA ADELPHI 199

Scansione a cura di Natjus, Ladri di Biblioteche

DELLO STESSO AUTORE:

Cattivi pensieri Quaderni, I Quaderni, Il Quaderni, IV Quaderni, V Sguardi sul mondo attuale

Paul Valéry

QUADERNI VOLUME TERZO

Sistema • Psicologia • Soma e C EM Sensibilità • Memoria A CURA DI JUDITH ROBINSON-VALÉRY

ADELPHI EDIZIONI

TITOLO ORIGINALE:

Cahiers

Traduzione di Ruggero Guarini

Prima edizione: settembre 1988 Seconda edizione: maggio 2007 © 1 9 7 3 ÉDITIONS GALLIMARD PARIS 1 9 8 8 ADELPHI EDIZIONI S.P.A. MILANO WWW.ADELPHI.IT ISBN 978-88-459-0298-7

INDICE

Nota editoriale

ix QUADERNI

SISTEMA

3

PSICOLOGIA

103

SOMA E C E M

369

SENSIBILITÀ

405

MEMORIA

467

VARIANTI E PASSI INEDITI DELLA CLASSIFICAZIONE DEI QUADERNI

523

NOTE

531

NOTA EDITORIALE

Per questo terzo volume dei Quaderni di Paul Valéry ci siamo attenuti ai criteri generali adottati dalla curatrice francese dell'opera, Mme Judith Robinson-Valéry, e al testo da lei stabilito per l'edizione della Bibliothèque de la Plèiade. Si rimanda pertanto il lettore alla c Prrfazione » del primo volume, pp. xi-xxxvi. Il singolare uso, da parte di Valéry, di segni di punteggiatura, di tratti marginali, rinvìi, aggiunte, eventuali disegni che illustrano un pensiero, sigle, ecc., è stato sempre rispettato adottando una serie di convenzioni tipografiche di cui si dà ampia e dettagliata spiegazione nel primo volume (« Presentazione dell'edizione », pp. xxxvn-xuv). Qui di seguito diamo solo i segni, le abbreviazioni e le sigle che si riferiscono al presente volume. SEGNI E ABBREVIAZIONI

• Esitazione di Valéry davanti a una sola parola. •• Esitazione di Valéry davanti a più parole (in questo caso e nel precedente, la parola o le parole in questione sono contornate nel testo originale da un cerchietto o da una specie di rettangolo). < > Parole cancellate (segnaliamo soltanto le cancellature particolarmente significative, ad esempio per mo-

X

NOTA EDITORIALE

tivi stilistici; al contrario segnaliamo sempre i passi che Valéry ha cancellato completamente sia per mostrare che egli non li approvava più, sia per ricordarsi di averli inseriti in una delle due opere pubblicate, il più delle volte in qualche raccolta di massime). [ ] Parole completate o aggiunte dalla curatrice francese. [...] Passo non riprodotto integralmente. a, b, c, ecc. Note a piè di pagina: 1. Aggiunte (si tratta di parole o frasi aggiunte da Valéry die sviluppano o riassumono un aspetto del suo pensiero, non integrate nel testo dallo stesso Valéry sia per mancanza di spazio sia per non interrompere il movimento generale della sua argomentazione); Aggiunte marginali; Aggiunte con rinvio (tutte quelle aggiunte che Valéry collega a un luogo ben definito del testo principale mediante una freccia, una croce, ecc., scritte ora alla fine del passo, ora a piè di pagina, ora nella pagina seguente o, più di rado, in quella precedente). 2. Tratti marginali (segnaliamo le prime e ultime parole alle quali sembra che si riferiscano i tratti usati da Valéry per sottolineare l'importanza di una frase o di un intero passo). 3. Disegni (segnaliamo soltanto i disegni che siciuramente, o quasi sicuramente, si riferiscono al testo, svolgendo in qualche modo una funzione di commento). 4. Indicazioni sulle frasi incompiute, i passi incompiuti, le parole illeggibili e le letture incerte. 1, 2, 3, ecc. Note della curatrice francese e del traduttore italiano alla fine del volume: identificazioni di persone, citazioni, allusioni letterarie, filosofiche, scientifiche, ecc.; traduzioni di espressioni in lingue straniere; indicazione dei passi dei quali sia apparsa una prima versione in un quaderno precedente; indicazione dei passi riprodotti in alcune delle opere edite di Valéry. (/), (2), (3), ecc. Varianti della dassificazione alla fine del volume. agg. Aggiunta, agg. d. Aggiunta della classificazione, agg. marg. Aggiunta marginale, agg. marg. ci. Aggiunta marginale della dassificazione. agg. marg. rinv. Aggiunta marginale con rinvio.

NOTA EDITORIALE

XI

agg. marg. rinv. ci. Aggiunta marginale con rinvio della classificazione, agg. rinv. Aggiunta con rinvio, con var. Con varianti, senza var. Senza varianti, tr. marg. Tratto marginale, var. ci. Variante della classificazione, var. pr. vers. Variante della prima versione. CEM Ch DR E GÌ., H L Mn N+S, n+s R RE, RI S, Sist. S. T f) 2 q> (};

ELENCO DELLE SICLE PRINCIPALI

Corpo, Mente (Esprit), Mondo Cambiamento (Changement) Domanda, Risposta Energia Gladiator (la nozione di addestramento della mente) Homo; (più raramente) storia (Histoire) Linguaggio Memoria Numeri più sottili (la matematica valeriana della mente) Sogno (Réve); (più raramente) Riso Ritomo, inizio (recommencement) Sistema Scienza Tempo Theta Sensibilità Filosofia; l'aspetto «fisico» (sensoriale) del pensiero Psicologia; l'aspetto « psichico » del pensiero (il lavoro della mente che sfocia nella produzione delle idee)

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SISTEMA 15

Io pongo che: La Scienza matematica svincolata dalle sue applicazioni quali la geometria, l'aritmetica scritta ecc. e ridotta all'algebra, ossia all'analisi delle trasformazioni di un ente puramente differenziale, composto di elementi omogenei - è il più fedele documento delle proprietà di raggruppamento, di disgiunzione e di variazione della mente. (1894. Diario di Bordo, I, 36)

Ci sono due grandi specie e anche tre di « psicologia». Io non appartengo a nessuna di esse. La 1"" è soprattutto letteraria, con un aspetto giuridico. La Rochefoucauld, Montesquieu ecc. A volte ha il carattere di un'osservazione alla quale l'arbitrio non lascia altra virtù che quella del racconto - Stendhal La Bruyère ecc. Constant ecc. Balzac. La è scientifica. Essa conosce il cervello, ma soprattutto quello dei piccioni. Studia le facoltà e gli organi. È ancora molto dispersa, alla ricerca di un esordio. Quel che conosce meglio sono gli errori dei sensi, le turbe nervose. È tuttora dominata da un

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malaugurato metodo medico. Tuttavia è proba, accumula molti fatti, intravede leggi particolari. D'altra parte ha dei limiti stretti che tenta di far arretrare cessando di proscrivere l'osservazione self-interiore. (Ibid., I, 44) Anche se non riuscirò a fare altro, almeno saprò di che cosa non bisogna occuparsi. (Ibid., I, 53) Riflessioni sull'algebra. Invenzione di una lingua simboleggiante le operazioni della mente. Per riuscirci, analizza ciò che è una lingua in rapporto a queste operazioni, e il suo gioco. (1896. Log-Book. TI = 16, I, 129) Le differenze fra le cose conosciute costituiscono la conoscenza, e la conoscenza è come un luogo geometrico. Tutto ciò che è, è conosciuto, in virtù di una proprietà comune. Che c'è di comune fra questo, quello, questo colore, quest'altro, questo suono, queste combinazioni? e poi anche le cose immaginarie. Ecco il problema. Fisicamente e dal lato dei sensi, questa osservazione può suggerire un'ipotesi meccanica. Ma una tale soluzione — che del resto è interessante — non è più una soluzione per colui che conosce la natura e l'àmbito dei meccanismi. (Ibid., I, 130) La filosofia ha sempre preteso di essere la Scienza delle scienze. Ma ciò che in essa colpisce quando la si attraversa, è l'assenza di ogni soluzione precisa e di ogni indicazione pratica circa la natura dei fatti intellettuali. Essa non mostra per nulla i procedimenti reali del pensiero. [Non] fornisce mai una ricetta per utilizzare il proprio pensiero, per captare tutto ciò

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II

[che] vi accade e prevedere i risultati di una fantasticheria, di una meditazione, di un calcolo. (Ibid., I, 131) Data una qualsiasi t[eoria] della mente, su che cosa verte la differenza fra le « menti »? (1896-1897. Selfbook, I, 84)

La psicologia in quanto studio di funzioni, non bisogna studiare le porzioni particolari - discontinue ma le relazioni generali in cui può introdursi il continuo. {Ibid., I, 105) Forse nei f[enomeni] nervosi c'è una legge paragonabile all'induzione. Una certa azione ne modificherebbe un'altra - a mezzo delle sue variazioni e non della propria intensità (entro certi limiti). (1897. Senza titolo, I, 793) 0[r]e 10. Sono ubriaco, ebbro di fisica e mi sembra che occorrerebbe introdurre nella psicologia una sagacia di quel genere. - (1897-1899. Tabulae meae Tentationum - Codex Quartus, I, 306) La psic[ologia] sarebbe la geometria del tempo — ossia una convenzione o il compendio delle leggi in base alle quali si susseguono gli stati conoscitivi. (1898. Senza titolo, I, 383) Dato un qualsiasi insieme ci sono connessioni fra le parti. Queste connessioni sono classificabili. È possibile definirle così : Se A è collegato a B ciò vuol dire che ogni variazione in A si traduce in B.

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Essere vivente. Numero di connessioni fra 2 punti, esseri più o meno collegati." Ordine di connessione. Combinazione della connessione col tempo. Connessione nel tempo. Una connessione può essere diretta o indiretta - A-B o ACB'' - collegare tutto questo alla connessità di Riemann. A tal fine basta chiamare connessione la linea® cc'. Natura della trasformazione connessa. SA dà SJB. La comparazione fra SA e SB misura la connessità SA ^ se O K Casi principali - nei corpi O ^ essendo A alterato B è alterato, ma C lungo il percorso può essere o non essere alterato. Se AC è infinitamente piccolo a poco a poco si ha una connessione. Se dC = 0 la connessione è massima. Ma si fa sempre l'ipotesi del poco a poco - perché? (1898. Senza titolo, I, 446) Trovare. Spingersi al limite. Poter scrivere il proprio pensiero. Sottrarlo alla particolarità di uno dei suoi punti. Vedere gli insiemi. Sostituire ogni fatto mentale con la sua legge più qualche cosa. Poter operare, trasformare. a. Disegno in margine di un cerchio irregolare collegante due punti A c B. b. Disegno in margine rappresentante questi due generi di connessione con un triangolo i cui tre angoli sono segnati A, B e C. c. Piccolo 'disegno rappresentante una linea cc' all'interno di una figura irregolare. d. Disegno di una linea ACB circondata da un tondo.

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Trovare - il legame incessante tra il formale e il significato. Sostituire ogni cosa con la sua formula o espressione di una successione di operazioni intellettuali. Resistenze. Difficoltà. Simmetria. Misure. Potere. Rappresentazioni diverse, conformi ecc. Trasformazioni. (1898. Paul Valéry, I, 467-468)

Ogni metodo in fondo consiste nell'isolare con cura e nel conoscere i propri elementi - il resto è niente, si fa da sé. Il massimo in questo genere viene ra^iunto quando si arriva alla quantificazione = alla sostituzione al dato di un insieme di elementi uguali o uguagliabili anch'essi sostituiti da uno di essi e a operazioni semplici, anch'esse ridotte mediante un sistema di notazione. Ripeto che il resto è niente. (1899. ElSwXoXaxpta, I, 522) Non ho potuto sopportare di non cominciare dall'inizio. (1899. Senza titolo, I, 615) La conoscenza considerata come una varietì a n dimensioni^ - è interessante sapere le relazioni generali fra ogni varietà a n e ogni varietà a n-1 dimensioni. La porzione q) della conoscenza ha una varianza variabile secondo le circostanze e va da 0 a 7 o 8. - (1900. Senza titolo, I, 842) Sento che ogni progresso filosofico futuro dipenderà dalla voglia che si avrà di rappresentare più o meno

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precisamente la conoscenza e il pensiero. (1900. Senza titolo, I, 870) In questi anni, ho studiato la lingua e il tempo. Più in generale le notazioni, e le operazioni. Penso a un linguaggio più generale di quello comune e assolutamente preciso per rappresentare la conoscenza. Giungo al punto di concepire di ^rifiutarmi di discutere o comprendere qualsiasi risultato enunciato nel linguaggio comune*. Mi rifiuto di *non* tener conto di ciò che è questo linguaggio quando mi si pone un quesito che esso riveste e trasforma. La questione del valore delle rappresentazioni è immensa. (Ibid., I, 876)

Difficoltà Tutte queste carte sono i monumenti delle mie difficoltà. Le quali sono o quelle classiche in questi argomenti o le mie. Fra le classiche c'è la questione dei sentimenti, delle emozioni e in generale delle corrispondenze fra il fisico e il morale. Più in generale, la questione delle novità e delle produzioni brusche nel sistema della conoscenza. Altra difficoltà - affine - ciò che in questo sistema somiglia a un potenziale - la memoria ecc. Difficoltà generale - il tempo - il linguaggio - e sui mio sentiero - la fabbricazione di strumenti destinati a sostituire il linguaggio ordinario per questa ricerca. Una difficoltà molto profonda è il dubbio se devo limitarmi agli elementi coscienti - o no. (Ibid., I, 882)

La psic[ologia] è una teoria di trasformazioni - bisogna estrarne gli invarianti e i gruppi, vale a dire le figure, le distanze per stabilire lo spazio psicologico.

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Se A è uno stato, B un altro stato, spesso si ha (p = A(p (B). (1900. More imporfant - Operazioni - (Gruppi, trasformazioni), I, 915) Metodo Mi proposi' di apprezzare le opere umane e quasi anche le altre cose soltanto in base ai procedimenti che vi potevo osservare. In altri termini, dapprima ingenuamente e poi con tutte le mie forze, immaginavo ogni volta di dover eseguire la costruzione della cosa data; - e cercavo di ridurla ad azioni successive il cui carattere principale era il mio sapere o non saper produrle. Di modo che, scartai dalla mia ricerca, - non dal mio sentimento — ogni giudizio incerto W o vago, e mi limitavo a misurare ogni volta le mie forze o, se si vuole, a dividere il già dato per quel tanto che era possibile alla mia mente. Di modo che, ogni cosa proposta diventava una serie di problemi e io la consideravo soltanto in quanto capace di esigere da me nient'altro che una serie di operazioni. Queste operazioni, alcune, non le può fare nessuno; altre sono per alcuni e il resto per tutti. Da parte mia, quando ero bloccato, consideravo alla stregua di un nuovo problema .il fatto di non poter risolvere quello originario. (1900. Ceneri, II, 2-3) È possibile che si trovi, che io trovi! quel linguaggio senza metafore materiali che produrrà la vita mentale - vera - ? ? ? ? Seguire queste metaf[ore] nel ling[uaggio] ordinario - algebra - ? ? L'àmbito mentale è ancora sconosciuto a causa di questa mancanza. (1900-1901. Senza titolo, II, 78) Io tento a mio rischio e pericolo quello che hanno tentato e realizzato Faraday^ in fisica, Riemann in

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matematica - Pasteur in biologia - e altri in musica. Tento di dare alla teoria della conoscenza un metodo abbastanza rigoroso per ridurre il numero dei fantasmi che essa comporta e per rendere più connesse le branche pratiche che essa ha sempre avuto, al di là delle sue successive teorie. Ma in questo àmbito più che negli altri è difficile praticare separazioni, stabilire un sistema omogeneo di notazione - Essenzialmente io cerco l'espressione più conforme e più comoda delle incessanti trasformazioni della conoscenza. Tutti i risultati, tutte te costruzioni conosciute non tengono nessun conto apparente della durata. Essi implicano una ridda di assiomi conservativi. Mi preme determinare la situazione vera o relativamente uniforme dell'insieme delle nozioni... {Ibid., II, 102) Il coraggio di dirsi; in quel campo non m'inoltro lì penso con le cose belle e fatte - le parole di tutti la vaghezza dell'istruzione e dell'esteriore. (1901. Senza titolo, II, 308) — Quello che sempre meno riesco a capire - è che si possa parlare, parlare, parlare (scrivere, scrivere, scrivere - ) tutto a un tratto su dei fatti particolari senza prima fermarsi - sufficientemente - per aver voglia di andare in fondo... E se non c'è fondo, tacere. {Ibid., II, 309) Io cerco una purezza inedita nei materiali e nelle operazioni del pensiero costruttivo. Voglio ottenere i suoi procedimenti e le sue azioni allo stato puro. Questo non è possibile senza sbandamenti o errori. (1902. Senza titolo, II, 625)

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Quel che bisogna cercare di concepire è il funzionamento d'insieme dell'essere umano. (1902. Senza titolo, II, 770)

Il mio dovere non è facile — Si tratta di riafiEerrare tutto ciò che rappresenta l'uomo, di ridiscendere ai veri fenomeni così nascosti sotto le parole, sotto le abitudini, sotto la stessa logica, di percepire ciò che è diventato invisibile per eccesso di evidenza — di riunire ciò che l'uso immemoriale separa, di diffidare di tutto, di descrivere " esattamente i fatti più instabili, di costruire di sana pianta nozioni nuove, nello stesso posto in cui l'umanità successiva ne ha stabilito di grossolane. (1902-1903. Algol, II, 839) Così come il geometra si districa nel caos fisico cercando ciò che può misurare e riducendo la speculazione alle combinazioni di misure — e il suo scopo a una misura, ugualmente io voglio ridurre ogni speculazione a degli atti rappresentativi. Deve essere impiegato soltanto il mio potere reale e tutto aver fine con esso. {Ibid., II, 898) Nello studio della mente - ossia dell'uomo totale occorre introdurre delle nozioni nuove, pure - vergini, fondate direttamente e visibilmente sull'esperienza e sull'osservazione. In genere il senso delle parole usate dai filosofi non è osservabile. (Ibid., II, 921) Io cerco ciò che potrebbe permettermi di considerare o immaginare il sonno come il ragionamento, la sorpresa, la collera come la metafora, - l'abbreviazione come lo sviluppo, l'eccitazione come l'accasciamento e a. Tr. marg. fino a: nozioni nuove. Agg. marg.: A H

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seguire, anche, legittimamente persino nel bambino, persino nell'animale, nell'ubriacone, nel malato, nel folle e nell'idiota - la traduzione letterale del loro essere completo. (1903. Jupiter, III, 23) Gruppi di operazioni « — possibilità di delimitare di trovare uno stato iniziale e uno finale — il finale è identico all'iniziale, ritorno come giustificazione delle operazioni. Il libro è finito quando ci si ritrova come prima, senza libro. Le operazioni sono intelligibili e comprensibili soltanto grazie a questa proprietà. Applicare questo ai riflessi. L'inconscio come illimitato - dunque inafiEerrabile. Si introduce mediante artificio — la coscienza la successione delle operazioni diretta e tendente a uno stato stabile parimenti finale e iniziale. Possibilità dell'abbreviazione mediante i gruppi. L'ordine, notazione che fissa un percorso di operazioni costituente un insieme completo, monodromo, e ciclico. [...] {Ibid., Ili, 69) L'analisi dei sensi delle parole impiegate in psicologia deve far parte anch'essa della psicologia - e perciò quei sensi stessi non possono essere utilizzati come strumenti. (Ibid., Ili, 120) Gli schemi che si è costretti a tracciare per considerare il sistema nervoso provano quanto poco questo sistema di relazioni e interventi sia conosciuto, esplicativo— Qual è la potenza di quel sistema ideale per spiegare o rappresentare la mente? ... Questi schemi sono costituiti da masse separate e da legami. Io traduco con indipendenze e dipendenze. A a. Tr. marg. fino a: parimenti finale e iniziale.

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quale scopo dei termini anatomici o fisiologici che rappresentano soltanto situazioni e strutture in fondo irrazionali con altre nostre conoscenze? Le masse sono certe cose della medesima specie. I legami sono tempi - Tempi - immediati - mediati - Indipendenze - Ecco. 10 propongo di fare astrazione dalle immagini fisiologiche - e da psicologiche. Cercare degli invarianti. Battezzare nozioni pure. Mescolare i 2 àmbiti. Il fisiologismo sbocca sull'infinito - porta ai sensi e verso i loro limiti. - Lo psicologismo è un circolo vizioso. {Ibid., Ili, 132)

Trovare una rappresentazione intuitiva del funzionamento totale del vivente Una superficie alla Riemann - Piano della coscienza - Piano degli immaginarli, ossia dei fen[omeni] fisiologici. (1903-1905. Senza titolo. III, 217) AH. Se lo scopo è una rappresentazione comoda - conforme, ridotta — la psic[ologia]fi[sica] ofiEre certe indicazioni figurate - ma da sé sola non può sostenere tutto il compito — poiché è anch'essa una rappresent[azione]. Qual è la rappres[entazione] delle f[unzioni] fisiche? 11 mio metodo di risalire sempre alle funzioni vere ripassare attraverso l'informe — cercare l'insieme dei percorsi di un dato stato - disegnare il contomo del possibile - assegnare gli intermediarli, i mezzi relativi - separare le figure - cercare le trasformate - agire completamente sull'argomento dato, — ma dopo averne fissato la realtà pura, soltanto - (Ibid., III, 250) Una classificazione ben fatta degli elementi della coscienza sopprime gran parte dei problemi classici — e al loro posto - scorgiamo dei problemi più profondi -

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meno linguistici Ma questo per essere vero - deve essere preceduto dal problema generale della linguistica o notazione, ossia: una simile classificazione è realizzabile in un solo modo? Bisogna risalire allo stato in cui non è ancora istituito un linguaggio. {Ibid., Ili, 277) Io ho considerato tutte le nozioni e astrazioni di uso corrente come bisognose di essere rifatte - come : il risultato di esperienze, bisogni e tendenze anonimi, immemoriali e tali da poter essere rifiutati, ripresi - a scopo di rigore e di sviluppi. {Ibid., III, 281) ... Potrò servirmi della parola attenzione - ma non bisogna dimenticare che una rigorosa teoria psicologica dovrebbe comprendere soltanto i fenomeni rappresentati sistematicamente mediante nozioni - nuove, speciali, - uniformi - esteriori le une rispetto alle altre - senza di che i giudizi enunciati sono equivoci e l'argomento inesauribile. {Ibid., Ili, 284) I termini psicologici classici hanno perduto in primo luogo il loro valore di metafora — ma non hanno acquistato un valore netto, convenzionale, uniforme, identico. Nelle frasi sono quasi chiari - e isolatamente oscuri — Cattivi strumenti di ricerche. {Ibid., III, 314) La psicologia non deve essere esplicativa, ma soltanto rappresentativa, {Ibid., Ili, 392) La psicol[ogia] « è possibile (come insieme scientia. Tr. marg. fino a: deve essere una rappresentazione.

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fico) soltanto se ci si adatta a osservare l'uomo come un sistema - vale a dire un insieme di parti, isolate insieme e separate da tutto e poste tutte al di fuori dell'occhio che le osserva, sottoposte similmente e interamente alla medesima conoscenza - quali che siano le loro (inferenze interne / tra di esse / - e le loro relazioni. Se essa è una scienza possibile - tutto l'uomo deve essere una rappresentazione. Egli deve mostrarsi tutto intero sulla scena non soltanto come appare a se stesso e agli altri - ma senza prospettiva e con tutte le prospettive. Psicologia, Scienza di ciò che nel pensiero non cambia - di ciò che in ogni pensiero è più generale di quel pensiero. {Ibid., Ili, 421) Il nostro dovere è di formarci una figura dell'uomo tutto intero che ci permetta di abbracciare in modo globale, l'ampiezza delle sue modalità - dei suoi poteri - delle sue trasformazioni, per ordine così come pressappoco tutti i n[ostr]i movimenti sono contenuti in una buona conoscenza dell'anatomia. Per questo bisogna determinare gli àmbiti parziali, la loro estensione, le loro dimensioni, e poi le loro reciproche restrizioni — nel che la psicologia potrà essere utile. (Ibid., Ili, 428) Analysis situs ' e psicologia Situazione e localizzazione integrale delle sensazioni - diversità — Intus et extra - Mondo esteriore Immagini - Localizzazione dei fatti mentali. Tempo. L'analysis situs ricerca i princìpi - le notazioni pure di tutti quei rapporti che si esprimono a mezzo di intus, extra, trans, inter, circum, ossia suddivisione di uno spazio oo« in regioni, mediante figure di qualsiasi forma - ma determinate quanto al numero di dimen-

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sioni e all'estensione - intendo dire continuità." La destra e la sinistra sono relazioni appartenenti all'analysis situs, essendo le posizioni di un punto fra altri 2 i[n] rapp[orto] a una data rotazione - ossia costante - posizione che nell'altra figura è inversa se si conserva la rotazione. {Ibid., Ili, 438) Metafisica ardita Nel corpo ci sarebbero masse in connessione reciproca o no, e altre (o le stesse sotto altri riguardi) senza connessioni. Ci sarebbero quindi sistemi conduttori e sistemi dielettrici. Mentre le correnti di conduzione sarebbero la regola - le correnti di spostamento sarebbero - coscienza.^ La volontà sarebbe l'azione delle sulle Le relazioni irr[azionali] sarebbero magnetizzazione. Sia questo circuito di forma c.'' La coscienza sarebbe allora illustrata come modo singolare di connessione. {Ibid., Ili, 454) Per conto mio io chiamo filosofia tutto ciò che è ricerca di purezza negli elementi, ordine, rigore, prolungamento dell'insieme, volontà nell'intento e persistenza di volontà. {Ibid., Ili, 474) Una scienza troppo verbale e che non si possa trasporre in immagini, schemi e trasformazioni regolate, è superficiale, estranea alla mia organizzazione profonda. (1905. Senza titolo. III, 641) a. Piccolo disegno in margine di due cerchi intersecantisi, uno dei quali situato su un piano verticale e l'altro su un piano orizzontale. b. Disegno di un circuito elettrico elementare comprendente una corrente di conduzione e una corrente di spostamento.

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Tutta la mia « psicologia » o se si vuole il mio desiderio e il mio oggetto più persistente, è di - esprimermi - ovvero di fare un linguaggio per il mio pensiero — il che equivale a cercare delle leggi elementari e delle convenzioni costanti. (Ibid., Ili, 655) Ogni sistema di psicologia è mille volte troppo semplice e cento volte troppo complicato. {Ibid., Ili, 679) Avverto sempre di più il bisogno (quasi doloroso) di possedere uno strumento più energico del linguaggio per raffrontare i miei diversi risultati. Così le mie abbastanza numerose proposizioni sulla memoria non rientrano nel loro stato in una rappresentazione. (1905-1906. Senza titolo. III, 687) lo cerco" le definizioni psicologiche mediante lo stato delle parti costitutive del sistema. E cerco il sistema a mezzo degli invarianti e delle trasformazioni, mediante l'osservazione dei modi che si escludono fra loro e di quelli che si trasformano gli uni negli altri sia reciprocamente sia unilateralmente. {Ibid., Ili, 719) Un linguaggio 1 Un linguaggio! per esprimere non le immagini ma la loro costruzione, ma la loro sorte e tutto ciò che, quantità, forze, trasformazioni regolate o elementari... le fa - vivere. {Ibid., Ili, 720) Forse noi abbiamo bisogno di esprimere tutto con funzioni a una sola variabile. {Ibid., IH, 794) a. Tr. marg. fino a: parti costitutive del sistema.

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A[nalysis] S[itus] ... Contenente e contenuto sono nozioni che hanno potuto essere generalizzate in quanto espressione di una f[unzione] discontinua di una certa variabile continua. La conoscenza può - d'altronde in generale è considerata sotto questo aspetto e il suo tipo generale è funzione discontinua di variabili continue. (Domande - risposte - continuità). L'insieme delle sensazioni e degli adattam[enti] esterni fa da contenente in rapporto all'insieme intemo. Ho l'idea di un corso continuo che provenendo dalle cose viste e toccate passa attraverso la mia testa e là si perde - poi si ritrova all'uscita. Ogni pensiero esce soltanto nelle sensazioni. E d'altra parte l'insieme dei pensieri fa da contenente relativamente alle sensazioni e agli adattamenti in quanto collezione di funzioni possibili e considerandosi esso stesso come valore particolare di un lui stesso che può anche rappresentare o diventare il mondo esterno." Ogni sensazione va soltanto verso il pensiero. E queste 2 facce a seconda che uno consideri una specie di legge o l'altra, le 2 specie essendo ugualmente implicate in ciascun caso. (Ibid., Ili, 820-821) Problema Consideriamo un sistema DR.. E dall'altro lato un pensiero qualsiasi. Occorre scomporre il pensiero dato in sistema DR. Sarebbe questo l'oggetto della geometria psicologica. (Ibid., Ili, 881) a. Agg. rinv.: Cod un colossale problema di analysis situs: che è il problema più generale dell'adattamento istantaneo centrale - o coscienza - e talmente esteso che bisogna farci entrare delle trasformazioni continue come l'inversione del contenente in contenuto e viceversa - Il tutto diventando parte.

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Paragone. Paragonare il problema classico della distribuzione (lei colori su una superficie di un dato tipo ' - con certi fenomeni della coscienza - coesistenza di m impressioni senza confusione. (1906-1907. Senza titolo, IV, 156)

Materiali impuri - Mani sporche Musica - Definizione della gamma - Uso di questo sistema puro e completo. Storia - ancora in piena impurità - Non pone quesiti. Tentativo degli scolastici - Scacco - Vanità della logica sul linguaggio comune. Tentativo moderno - Simbolica logica - Algebra. Purezza e ordine - Netta separazione delle operazioni e delle sostanze. Sistemi chiusi - Qualunque sia la nota emessa - essa è in relazione semplice con ogni altra - relazione definita e ordinata - e distinta. (19071908. Senza titolo, IV, 185) ... Rièccoti, vecchio desiderio (suggeritore periodico) di ricostruire tutto in materiali puri; nient'altro che elementi definiti, nient'altro che relazioni nette, nient'altro che contatti e contorni delineati, nient'altro che forme conquistate, e niente di vago.^ (1910. D 10, IV, 461) , Il mio gusto del netto, del puro, del completo, del sufficiente conduce a un sistema di sostituzioni che riprende il linguaggio come dalle fondamenta - lo sostituisce con una specie di algebra, - e alle immagini tenta di sostituire delle figure - ridotte alle loro proprietà utili.' - In questo modo si compie automaticamente una unificazione del mondo fisico e dello psichico. (Ibid., IV, 472)

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Origine delle mie idee preferite Molto giovane, ho avuto la certezza che dovessero esistere fra tutte le cose, tutti i dati, sensazioni, sentimenti e durate e idee — rapporti analoghi alle relazioni numeriche, poiché, la conoscenza esige necessariamente una specie di commensurabilità di grado supremo fra tutto ciò che cade sotto il suo segno. Chiamavo questi rapporti: numeri più sottili e osservavo con tutte le mie forze tutto ciò che poteva fortificare questo modo di vedere, o che sembrava verificarlo. Ero dunque portato a tentare di completare ogni esperienza o idea con elementi che intuivo o immaginavo che fossero impliciti, ma scarsamente sensibili, e che mi permettevano di soddisfare quella specie di logica in cui il soggetto, il supporto, l'essere era la conoscenza stessa e anche io. A ogni cosa, frammento per definizione, si ag^ungeva un uomo e tutte le sue conseguenze - : da una parte limitazione, restrizione dall'altra, estensione e arricchimento a causa delle ripercussioni inerenti all'uomo tutto intero — Niente che non fosse umano in questo sistema; niente di umano che non ci fosse. Governato dal mio sistema o da ciò che governava il sistema stesso, cominciai a osservarmi. Misi una grande cura nel precisare i miei modi e le mie funzioni, nel ben separare le immagini e il linguaggio, i ragionamenti e le formazioni spontanee, nel ridurre tutto ciò che accadeva davanti a me in elementi reali, ossia psicologicamente definiti — ritenendo che nulla fosse compiuto se non fosse stato spinto al limite di una notazione puramente psicologica e fisiologica. (1912. G12, IV, 679) Solo una cosa importa - quella che si sottrae, infinitamente, indefinitamente, zìYanalisi, — quel nonnulla, quel resto, quel decimale estremo. Ed è per questo che bisogna fare delle analisi, e

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sempre più fini, serrate, sottili, precise - insopportabili. (1913. L 13. V, 10) Quantificazione psicologica. {Ihid., V, 16)

L'opera importante in psicologia generale sarà trovare le nozioni che analizzano il soggetto meccanicamente - nozioni semplici e pure come quelle di gruppo, di modi£[icazione] reversibile, di equilibrio - ecc. Queste nozioni, che io apprezzo e desidero e che devono detronizzare quelle vecchie, - hanno la caratteristica di essere arbitrarie e indiscutibili. Non le si vede " necessariamente ma dal momento che le si è viste non si può più non vederle; e al contrario si vede attraverso di esse - Come quelle figure dell'attenzione in un campo uniforme e che si impongono al loro inventore, una volta percepite o create. Scacchiera. - Così il meccanico vede i centri di gravità e gli assi istantanei ecc. e vede meno i corpi. È una nuova intuizione, propria del calcolo. (1913. M 13, V, 40-41) T. Il lavoro è doppio - 1. Epurare - ridisegnare, risignificare le cose, ridissolvere e far ricristallizzare le relazioni - Preparare dei corpi puri - Gamma. E, 2: far passare questi nuovi elementi nel disponibile, nel futuro spontaneo, nell'immediato, - nell'automatico e nella sensibilità. ... Il mio ideale non è stato di presentare una spiegazione del mondo, ma di accrescere i poteri, l'addestramento del sistema umano: In particolare, di prepararlo contro i suoi sentimenti e i suoi pensieri, le sue emozioni — tentando di aggiungere a queste fluta. Due tr. tnarg. fino a: più non vederle.

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tuazioni la nozione della relatività del loro valore e dell'indeterminatezza del loro significato. (1913. P 13, V, 169)

Il mio scopo principale è stato raffigurarmi nel modo possibilmente più semplice e chiaro il mio proprio funzionamento dUnsieme, — mondo, corpo, pensieri. Non si tratta di uno scopo filosofico. La filosofia, di cui ignoro la definizione, — parla di tutto — e in gran parte per sentito dire. Non c'è né permanenza del punto di vista né purezza dei mezzi. Niente può essere più falso del miscuglio (per esempio) di osservazioni interne e di ragionamenti, se questo miscuglio viene fatto senza precauzioni e senza che si possa sempre distinguere il calcolato dall'osservato; ciò che è percepito e ciò che è dedotto, - ciò che è linguaggio e ciò che fu immediato. (1914. Q 14, V, 211) Ci si può rendere conto abbastanza chiaramente del sistema psichico, della sua singolarità soltanto mediante un confronto costante col mondo della fisica. Intendo un confronto fine - cioè tentando di applicare i concetti della fisica, il suo linguaggio, e le sue analisi ai fatti psicologici. Allora, fra le proposizioni fisiche alcune sono affermate, altre negate dal mondo psichico (ma con riserva della possibilità di confronto, naturalmente). {Ihìd., V, 212)

« Materialismo » La conoscenza delle proprietà materiali è la migliore introduzione a quella delle proprietà mentali. La conoscenza della fisica è importante per la conoscenza della psichica, e la conoscenza di quest'ultima indifferente o nociva a quella della prima.

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II

Sarebbe un'acquisizione positiva ridurre un evento psicologico a una meccanica, e sarebbe una perdita, una riduzione di potenza ricondurre l'espressione (li fenomeni fisici a nozioni psicologiche. Questa pietra vuole cadere. Questo cristallo agisce .su questa onda. Questo ago intuisce, esita, indovina il Nord. Eccoci ben progrediti. (1914. R 14, V, 218)

Irresistibilmente io vedo il sonno - l'attenzione — ( ome « equazioni ». È il fondo della mia teoria delle fasi. Io ragiono come se queste equazioni esistessero. Le mie osservazioni tendono a vedere ciò che le può precisare, a non vedere ciò che non avrebbe alcun rapporto con esse. Suppongo dunque un'omogeneità tra fen[omeni] certamente irriducibili - ma non più eterogenei « di calore e movimento, angolo e linea: mi basta una limitazione reciproca - e io cerco di trovarla nelle osservazioni; e questo suggerisce osservazioni che non avrei fatto senza questo istinto. E a volte ne trovo. Così la relazione (che ho posto da tanto tempo, fin dall'inizio delle mie riflessioni), fra

A, IX, 746) C'è certamente una « Geometria del Tutto » che è possibile - grazie a una posizione singolare dell'osservatore. (1924. ràypa, X, 98) Grandezze che dovrebbero essere prese in esame nella Geometria del Tutto {pensiero, vita, senso ecc.). L'idea di questi numeri + sottili fu la mia prima idea. Illusione molto illusoria, ma molto utile, giacché essa mi ha preservato da molti idoli eccetto lei stessa e costringe a una precisione fallace che addestra la mente, e che del resto è meno nociva, più feconda della vaghezza fallace. Giacché impedisce la soddisfazione. Essa induce a riprendere tutte le nozioni della Conoscenza, - a distinguere gli àmbiti, a tornare sull'inizio delle scienze per osservare bene il passaggio dal fatto ai concetti ecc. {Ibid., X, 106) Metodo - Occorre considerare e conservare soltanto i problemi che si riferiscono al funzionamento osservabile dell'essere. {Ibid., X, 122) Arte di ridurre il numero delle idee. Arte degli inizi, arte di fare dei primi princìpi le convenzioni fondamentali. {Ibid., X, 169) Analysis situs — mentale Tornare su questo problema. Tavola delle connessioni. (1924. SéX-za, X, 188)

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Ultimo giorno di M. Teste Il mio sogno sarà stato di poter pensare un giorno valendomi di princìpi, di definizioni, e di giudizi sui pensieri, rifatti da me secondo le mie riflessioni, e non ricevuti con il linguaggio, con le sue forme e con le abitudini transitive che esso comporta e impone. Le mie precisioni sostituite alle mie vaghezze. {Ibid., X, m)

Il mio « sistema » fu esattamente di riferirsi sempre a un insieme chiuso, finito, ma diversamente dai sistemi di categorie puramente intellettuali e delle facoltà il mio sistema quasi naturale / spontaneo / tende a vedere « funzioni », ossia registro di elementi discreti costituente una diversità più o meno complessa - alcuni di questi registri essendo dati (colori ecc. - altri possono essere istituiti - educazione ecc.). Questa concezione è molto flessibile - ma richiede un'analisi serrata - nelle sue basi - e una grande generalizzazione nell'applicazione. È una teorìa del funzionamento. Ogni registro ha delle proprietà generali e altre singolari. Per determinare queste idee - ho analizzato in base ad esse, l'attenzione, il sonno, le modulazioni degli stati o passaggi. Poiché la mia tendenza è la rappresentazione corretta dell'uomo e non la spiegazione. Ad esse si adatta un'idea capitale - Quella dell'equilibrio e dell'adattamento generalizzato. Teoria dell'atto. Trama riflessa - / riflessi sono enumerabili. Tutto tende ad accadere per cicli chiusi. Un ciclo costituito ° tende a una certa indipendenza.* Un esempio di queste formazioni appropriate è l'abitudine. Anche il ritmo ne è un esempio. Un sistema umano o animale è un sistema di cicli. a. Tr. marg. fino a: ne è un esempio. b. Agg. marg.: Io - Non-io, Veglia - Sonno

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Ma allora si è indotti a tener conto dell'accidentale. Concezione delle « 3 Leggi ». Concezione degli n + s - vale a dire delle relazioni nascoste esistenti fra le cose più diverse - cfr, energia. (Ibid., X, 291-292)

Sono sempre ossessionato dall'idea di trovare delle nozioni per la Conoscenza generale. Deve essere possibile trovare delle nozioni quasi quantitative (ossia non numerabili ma combinabili e meglio combinabili di quelle fornite dal linguaggio e dalla logica) - che riassumano certe condizioni permanenti della con[oscenza] e si estendano alla percezione cosi come alla trasformazione. Percezione generalizzata. Le trasformazioni più generali - della conoscenza. (1924. e. Fare senza credere, X, 353) Einstein ha creato un punto di vista, ma non c'è nessun occhio umano che vi si possa situare. Non c'è nessun occhio che possa vedere a un tempo la faccia e il profilo di un uomo, tutto d'un colpo. - È possibile creare un punto di vista analogo - (formale) per l'intus e l'extra? per il fisico e lo psico-afiEettivo? (1925. T]. Mai in pace!, X, 562) Ho appreso un po' di fisica per i miei bisogni cercando dove potevo immagini, modelli, esempi di prolungamenti di idee — per rappresentarmi il funzionamento di ciò di cui la coscienza è l'atto. {Ibid., X, 578) Trovo un'immagine della mia idea cosi antica della costanza relativa del campo di coscienza" nell'analisi statistica che si applica all'equilibrio radioattivo, a. Agg. marg.:

assorbe i raccordi - e rende organo diretto quello che è indiretto. Tutte le nostre proposizioni nascondono, implicano una somma di queste condizioni « sottintese » e in particolare della condizione Io. N[o]i pensiamo una massa di cose come se fossimo o al di fuori o degli esseri analoghi a uno spazio euclideo che lascia che i fenomeni si producano senza modificazione delle sue proprietà. (Questo deriva precisamente da una strumentazione). [...]

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L'idea di funzionamento è per me essenziale. Ogni filosofia e ogni conoscenza la deve « conservare ». Non c'è proposizione che non debba essere considerata in primo luogo in quanto prodotto di un funzionamento ed elemento - evento di un sistema nascosto. {Ibìd., XII, 343)

Idea piuttosto pericolosa Come i fisici hanno un tempo completato il mondo elettrico aggiungendo le correnti di spostamento alle conduzioni e hanno ammesso che nei dielettrici accadeva q[ual]c[he] cosa, forse si potrebbe (come un semplice tentativo diffidente di se stesso, e per esercitare la mente) - considerare i momenti « coscienti », gli atti « coscienti » ecc. paragonati agli altri —, o come dielettrici, o come conduttori — ma collegati.^ Così le disposizioni assunte dagli oggetti di coscienza quando sono liberi, senza legami coscienti sarebbero l'indizio di strutture e di leggi AAVambiente. Ora queste leggi sono di 2 specie: la prima, associazioni; l'altra, similitudine, simmetrie. Ogni elemento 4/" è infatti su 2 famiglie di sostituzioni.'' L'attenzione volontaria, costrizione del campo. Il sogno, altra struttura. Ma le sostituzioni quali che siano possono agire sul campo e modificarlo. L'azzardo dei pensieri successivi può addurre un elemento che sveglia, che® {Ibid., XII, 424)

Il funzionamento mentale = capacità di risposte. Tutto ciò che è mente è risposta. (1927-1928. x. XII, 443) a. Due ir. marg. fino a: 2 famiglie di sostituzioni. b. Disegno rappresentante una rete di elementi psichici all'intersezione di due famiglie di curve. c. Passo incompiuto.

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Mondo percepito - costruito da una data specie animale. Leggi generali di queste costruzioni, ognuna delle (|uali è il reale per la specie E ed è il limite e anche b legge statistica delle sue esperienze. Mondo dell'embrione, del dormiente, dell'alga - di liuto ciò che esiste per reazione e deve conservare più ( he la sua massa e la sua energia, ma la sua distinzione, il suo regime, i suoi diversi potenziali. - In ognuno di questi mondi, assiomi - gli uni di conservazione, gli altri di variazione, p[er] es[empio] ; esistenza di infinite rette - o no. - Assioma" di nonripetizione integrale, di non-ritorno-totale '— (che forse non si avvera p[e]r una data specie). Niente prova che il « tempo » non sia un anello. {Ibid., XII, 452) Il pensiero'' è l'abuso della notevole facoltà posseduta dal sistema cerebro-spinale dell'uomo di agire su se stesso : Egli si parla e si ascolta; si apprende e poteva dunque ignorarsi. Ciò che IO sono istruisce, stupisce ciò che io sono. E c'è un tempo fra me e me. Io nasce da io. Cosi le relazioni io a me non sono di una natura essenzialmente diversa dalle relazioni T u a me e io a Te - ? Ci vuole un linguaggio per l'una e per l'altra. - Io induce io — crea Io-altro. Per giunta i misteriosi rapporti di questi scambi o fenomeni coi sistemi cer[ebro]-spin[ali] sono indiretti e peraltro mescolati. Il pensiero" più svincolato giunge a mettere fuori circuito, fuori causa il sistema C[erebro]-S[pinale]. Esso per lui non esiste, durante questa fase. Lo ignora. L'arrivo del sonno. {Ibid., XII, 524) a. Tr. marg. fino a: una data specie). b. Due tr. marg. fino a: poteva dunque ignorarsi. c. Tre tr. marg. fino a: Lo ignora.

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Nota" - Se ci si esercita a eseguire dei movimenti indipendenti simultanei (mano destra e sinistra p[er] es[empio]). L'indipendenza è tanto più difficile da mantenere quanto più i movimenti sono accelerati. Al limite, - nell'istante, è possibile una sola legge di movimento. Ma mi chiedo se questo resta vero nelle produzioni di idee. {Ibid., XII, 531)

Se, come credo, il funzionamento complessivo di ogni vivente si scompone in una certa quantità di funzionamenti semplici, ciclici - (da zero a zero) e monodromi, - ognuno corrispondente a un organo o apparato che può eseguire soltanto un'unica e medesima operazione ripetuta - a partire da uno stimolo qualsiasi allora è possibile un'analisi - il cui programma consisterà nel cercare l'enumerazione di questi elementi e in seguito i loro collegamenti, gli intralci reciproci sia alle loro composizioni mediante l'effetto delle azioni « esteriori » sia ai loro rapporti con l'energia libera o legata. Ma con « la mente » interviene la facoltà di formazione o creazione di funzioni nuove - e anche quella di inversione. D R - RD. (Ibid., XII, 555)

Principio di ripetizione. Questo è capitale. Come può essere che non si sia meditato su questa struttura di ricominciamenti che è la cosa più evidente, più essenziale? Quella che ordina tutto e il cui relativo disordinamento, il conflitto delle funzioni con gli eventi è il soggetto stesso della sensibilità e della conoscenza. Sensibilità è perturbazione; — e potenzialmente, essa è possibilità - occasioni di a. Tr. marg. fino a: movimento.

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perturbazioni. Intelletto è possibilità, potere, atto di ristabilire il tipo del ritorno (relativamente a una data funzione o a un gruppo di funzioni). L'elongazione, lo scarto da questo tipo - sono attesa. - Gran parte della fatica della mente è di costituire in sistemi capaci di ripetizione — le combinazioni di impressioni e " È questo ciò che si chiama esprimere. Forse il segreto della melodia. (Ibid., XII, 605) Rarità degli atti « reversibili » negli animali. Deporre un peso senza scossa. Sollevarsi per stati di equilibrio. {Ibid., XII, 610)

Tutto è fondato su questo: la maggior parte delle cose e noi stessi non cambiamo durante un certo periodo di tempo o quanto meno i cambiamenti sono correlativi e funzioni continue e la grandezza* dei cambiamenti apprezzabili è in ragione inversa alla grandezza delle cose che cambiano cosi se si considera la media. Stabilità àeW'universo individuale - funzioni cicliche - un solo linguaggio - linguaggio principale. Tendenza umana a stabilizzare.*^ Ma ci sono 2 stabilità, una per se^ l'altra statistica. Ora nella veglia tutto accade in uno stato di stabilità sufficiente che è come una convinzione organica e psichica in noi. {Ibid; X l t , 612)

a. Frase incompiuta. b. Due tr. marg. fino a: la inedia. c. Agg. marg.: In generale le piccole cose cambiano più delle grandi - m X w.

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p[e]r un pensiero significa vincere alle corse - come lo spermatozoo che verrà eletto. Cosi la velocità sarà fattore di esistenza.

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l'espressione si modifica talvolta in modo inatteso e lascia che un altro « pensiero » si formi, mercé il semplice effetto della composizione in parole, dal primo - il quale non può, in q[ual]c[he] modo, sostenere la sua espressione iniziale.

Il linguaggio» è dunque (nello stato in cui è implessivamente nel soggetto) uno degli autori del pensiero — uno degli autori principali'' — pressappoco come gli atti appresi e i loro strumenti lo sono delle azioni. Giacché queste acquisizioni suggeriscono i progetti tanto quanto li eseguono. Ciò che si ha moltiplica ciò che si vuole — Saper nuotare, guidare, cucinare. Io tendo a volere tanto quanto posso. Principio del possibile nel vuoto. (1941. Interim Marseille et Suite, XXV, 110) Sist. Per me, ciò che viene chiamato Mente, Pensiero ecc. è il produttore o il prodotto di un certo funzionamento E e svolge un ruolo variabile, a questo o a quell'altro titolo che sto per dire, in un altro funzionamento C che comprende il primo e gli è essenziale. A. È dunque possibile scrivere a priori le condizioni generali di ogni funzionamento per via di ipotesi — ipotesi che si precisa mediante questo postulato: il funzionamento E (che figura nel prodotto soltanto per eccezione) non deve potersi allontanare ALL'INFINITO in natura dal tipo dei funzionamenti ordinari. Esso è celato come lo è lo scheletro nell'animale, la circolazione nel vivente. Per es[empio] — Ogni funzionamento è regolato in а. Due tr. marg. fino a: autori del pensiero. Agg. marg.: L 4» б. Tr. marg. fino a: delle azioni. c. Due tr. marg. fino a: quanto li eseguono.

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tempi di reazione. I tempi di reazione " sono legati (p[er] esempio) alle dimensioni degli arti,'' alla sensibilità delle soglie, all'andata e ritorno, alla risposta memoria, o alla risposta secrezione-contrazione (gastrofìsica). Insomma, bisogna combinare E ( < C) con la produzione E di I]; ® così come nel cammino c'è un ASPETTO funzionale,'' deambulazione, ciclo uniforme e che può essere appena cosciente, - e un aspetto sensitivo - significativo, il cammino percorso, le cose viste, - che sono quasi produzione del regime di marcia. La mia locomozione prodotto della distanza e del paesaggio. E ci sono molte relazioni fra i 2 aspetti, ma essi sono virtualmente, implessivamente, indipendenti. B. D'altra parte, l'osservazione diretta di mostra che (]uesto funzionamento E ammette delle proprietà straordinarie. « La mente » è capace di un'infinitezza di percezioni, rappresentazioni, idee.® Essa possiede un implesso enorme e che può crescere (memoria) senza limiti conosciuti. E infine sembra agire su se stessa. Ma le proprietà funzionali E si mostrano chiaramente nei limiti che incontrano questi sviluppi non funzionali — nella durata di ognuno di essi e nel numero dei costituenti indipendenti di ogni coordinazione.' È la finitezza funzionale. Infine, i prodotti appaiono sempre transitivi. È impossibile fissarli. È possibile mantenere per qualche tempo soltanto ciò che occorre per conservare lo stimolo che essi ricevono o danno -. (Ibid., XXV, 146-147)

a. Due ir. marg. fino a: sensibilità delle soglie. h. Agg. marg. rinv.: Cfr. misure fisiologiche] - sorsata, boccone. c. Agg. marg.: E (4») e \parola illeggibile] »|('(E) d. Tr. marg. fino a: cose viste. e. Agg. marg.: Capacità. f. Agg. marg.: né a lungo né molti in una volta

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RI Come il vitello marino è costretto a tornare a respirare alla superfìcie, così l'organismo è costretto in molti modi a dei ritorni - ricariche o sonni. E questo domina il suo « tempo ». E la specie si ritempra nella morte degli individui combinata con la riproduzione. Ma coloro che hanno la mente hanno di che non capire, né accettare questa condizione della loro esistenza e di quella della mente. La mente " è una proprietà di ignorare l'essenza e l'essenziale al fine di conoscere l'accidente. Perché è soltanto l'accidente che importa conoscere, per preservare e conservare quell'essenza che è già data. Cosi l'occhio non vede che esteriorità. (1941. Senza titolo, XXV, 187) Fisica della mente Corpo della mente Come ogni curva descritta da un punto della mano o del braccio è chiusa in rapporto al corpo, così... c'è una elongazione ed escursione finita, — uno scarto da qualcosa - che io potrei chiamare Corpo della mente. Il « Corso naturale delle cose » esige l'insensibilità peculiare di questo « corpo » — paragonabile all'insensibilità propria della maggior parte degli atti normali che permette di confondere una parte di questi atti con il pensiero, con la sensazione a cui essi si adattano e obbediscono; e un'altra parte con le cose che ci colpiscono. A queste nozioni si collegano quelle di Presente - dì Tempo (percepito) - di Attenzione. Insomma,^ la sensibilità richiesta da ogni conoscenza è normalmente insensibile," di guisa che l'apparato a. Due ir. marg. fino a: importa conoscere. b. Due ir. marg. fino a: sia non-conosciuto. c. Agg. marg.: Principio di esclusione: quello che io vedo esclude la visione stessa.

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vivente sia non-conosciuto, e il suo operare quasi assorbito nella produzione delle sensazioni, percezioni, (lei pensieri e persino degli atti motorii semplici (che non richiedono né grandi sforzi né coordinazioni rare). Così nella visione normale l'occhio non si lascia percepire, le cose viste non parlano affatto dell'occhio. Similmente gli scambi psichici sono come combinazioni o sostituzioni dei loro oggetti. C'è confusione istantanea della funzione col suo prodotto. Conoscere, pensare ecc. sono funzionamenti e devono dipendere, per quanto attiene ai loro risultati, da questa organizzazione - in parte. L'insensibilità in questione ha fatto si che i filosofi non hanno nemmeno rilevato ciò ch'io chiamo da 40 anni self-varianza - o variazione peculiare e irresistibile dell'oggetto della conoscenza — conformemente alla legge della sensibilità = istantaneità - (... la quale deve essere ricondotta al meccanismo della vita riflessa). Ogni sensazione o percezione che non riceve la sua risposta e che persiste, determina una sensazione del Corpo della mente e una modificazione, che interessano, entrambe, anche il Mio-Corpo. Ora, tutto questo comporta dunque due stati ovvero due espressioni della stessa presenza mentale: Una, semplice - in cui non figura nessuna menzione di un funzionamento più generale di ogni formazione attuale - e questo permette di passare, senza avvedersene, da percezione interna a percezione esterna, di confondere il mentale e il reale, i tempi ecc. L'altra, che nota che l'infinita varietà degli oggetti dell'istante soggiace alla dipendenza da condizioni funzionali — del tipo sensibilità. E non può sottrarlesi più di quanto lo possa la varietà delle cose visibili alle esigenze dell'occhio. Le condizioni visive sono molto suggestive come modello particolare di un tipo generale della conoscenza. Ho tratto molto profitto nel 1900-1904 dall'aver con-

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siderato l'attenzione come adattamento - e dedotto da questo una teoria del Punto, nozione generale — determinazione unica di un sistema di variabili - Chiarezza - Interruzione. Torniamo alla vista. Normalmente, quello che viene visto non dà adito a nessuna sensazione propria dell'occhio. Quello che viene visto viene tuttavia sentito come se facesse parte di un 00 di visibili - (00, perché si sente che quello che si vede, qualunque cosa sia, può,® dato che viene visto, essere sostituito da un visibile completamente diverso. Cosi, il vago sentimento del possibile infinito - di un'indipendenza della funzione e del suo prodotto, fa parte del funzionamento. Ma,'' osservata diversamente, questa vista si rivela dipendente, senza che se ne abbia coscienza, - da p variabili di adattamento, e da una variabile essenziale, la ricarica energetica - chimica - degli elementi sensibili alla luce. È anormale che queste variabili entrino in scena. Il prodotto perfetto della visione potrebbe essere espresso dallo zero delle sensazioni di condizione. L'occhio viene escluso. (Ibid., XXV, 284-286) Analogie Tutta la vita della mente — è scarto. Pensare è allontanarsi, Elongazione. Sentire fortemente è un impulso. C'è una « forza » o piuttosto un potenziale che tende a riportare verso lo zero. Il «peso». a, l'altra tende a cessare.*" C'è dunque un limite, un quantum totale che esse si spartiscono. Questo quantum (variabile del resto) essendo paragonabile alla potenza meccanica, introduce il « tempo ». Il «tempo» - incompatibilità, limitazione.® (1942. Senza titolo, XXVI, 138) Il pensiero' nacque in un certo giorno dall'»indeterminazione » E non cessa di nascere in questo modo. Esso ebbe come aculeo il bisogno - di determinare un'azione. (L'animale in difficoltà - la bestia davanti al vetro insuperabile e insussistente; davanti alla pista bloccata e al punto multiplo; davanti alla falda verde, liquida a. Agg. marg.: E c'è una fiducia, certezza di questo equilibrio che è anche un prodotto di sensibilità. b. Passo incompiuto. c. Agg. marg.: La coscienza facendo va-e-vieni fra queste attività d. Agg. marg.: Spartizione di potenza. e. Agg. marg.: Tempo vero /. Tr. marg. fino a: come aculeo il bisogno.

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o solida... ecc., tale è l'ostacolo. Cfr. i geometri del 169. davanti a V - 1. I fisici davanti a Michelson.^ La filosofia davanti al Male — ecc. ecc.). Questa pressione porta a riesaminare di nuovo i dati. RI è la condizione iniziale del tentativo di trasformare il problema di fatto = la molteplicità delle possibilità o quella delle esigenze opponentisi all'azione. « Pensare » (nel senso di lavoro mentale) è dunque ri-pensare. È anche tentare di fare intervenire un'altra « dimensione ». 11 primo momento del pensiero è dunque un'interruzione. Successivamente una ri-veduta, un'esplorazione retroattiva o retrospettiva, in partita doppia. Innanzitutto, quella della situazione data; in seguito, quella dei poteri, c o n tentativi: brancolamenti. N.B." 3 casi: o 1 soluzione, e niente ritardo - Tazio- ! ne unica si deduce dai dati; o nessuna soluzione; o la pluralità. i - Ma bisogna completare questo con la nozione dell'esigenza che la soluzione deve soddisfare. Per es[em- ' pio]: il rigore o la prontezza o l'economia dei mezzi, • o una data qualità - p[er] es[empio] in poesia, l'armonia continua. (1942. Senza titolo, XXVI, 173) Fasi. L'idea d i fase è quella di possibilità immediata. Io posso, in u n dato stato, fare una data cosa. Quell'altra esige una trasformazione preliminare. Così, io non posso correre subito - Occorre che mi alzi. Interrogato, occorre che io rifletta. Eccitato, occorre che mi riprenda e m i calmi. Ecc. Questo si combina con la self-consciousness. Eseguire a mente il montaggio di un atto - È come innervare in anticipo le variabili di questo atto - riempire il suo a. Due tr. marg.

fino a: o la pluralità.

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conto - cambiare il possibile in potenziali. (1942. Senza titolo, XXVI, 401) - Implesso - possibili — sensibilità La semplice parola « sensibilità », grazie al suffisso (ibile) che essa contiene, indica la caratteristica di un implesso — vale a dire la possibilità, con più o meno probabilità. Un insieme di possibilità di reazioni o di trasformazioni - come effetti di cause qualsiasi, legato a un sistema conservativo e ciclico è implesso. I riflessi, la memoria, le sensazioni o piuttosto la capacità di sensazioni. (Ibid., XXVI, 431) È strano che le nozioni Semplice-Complesso coniugate siano state così poco ri-pensate. C'è qui tuttavia un riferimento diretto all'organizzazione della mente e alle sue possibilità di trasformazione — = il suo peculiare mestiere. Tutte le nostre funzioni « sono trasformatrici - e le funzioni puramente fìsiche sono cicliche. Il sangue è a un tempo il prodotto di trasf[ormazioni] funzionali, che si trasforma a sua volta in condizioni di funzioni che lo producono. (1942. Senza titolo, XXVI, 504) Come la visione fa dimenticare l'occhio, così quello che si pensa fa dimenticare il pensiero. L'occhio è assente da ciò che si vede - Il pensante da ciò che egli pensa, e quando essi si fanno sentire, è un altro ordine di cose che interviene. « L'occhio » diventa allora una sensazione che interferisce con la visione. Il pensante si oppone al pensiero ed è stimolato dalle sue interruzioni, dalle sue pene, dai suoi limiti specifici. (Ibid., XXVI, 519) a. Due tr. marg. fino a: trasformatrici.

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La velocità'^ del pensiero dovrebbe essere ritenuta altrettanto significativa che quella della luce (la quale ci ha messo dal 1675 al 1905 circa, per essere valorizzata). Questa velocità, proprietà della sensibilità, e che è relativa ad altre percezioni, fra le quali si situa anch'essa, — dovrebbe svolgere un ruolo in una vera «teoria della conoscenza». (1942. Lut. 10.11.42 con mtickets», XXVI, 609) N[o]i non siamo, in fondo, che il sentimento o sensazione di una possibilità, circondata, investita, di eventualità. Il prodotto di queste due quasi-grandezze è il presente. {Ibid., XXVI, 626) Riso. Riflesso senza relazione (come ogni riflesso) con la sua « causa » — che risponde a molti stimoli, fra i quali molti stim[oli] psichici - rappresentazioni o percezioni. Si chiede cosa avrebbero in comune tutte queste cose? C'è sempre contrasto. Rifiuto - rigetto - Reazione liberatoria - negazione - Rendere inoffensivo l'essere o il pericolo. Espellerlo dal mondo di cui IO faccio parte. Mentre le lacrime sarebbero, anziché affermazione di potenza, - un segnale d'impotenza con tendenza a ritirarsi, ritirare SE STESSI, dal mondo in cui quella certa cosa dolorosa è possibile. Le lacrime lo velano. (1943. Senza titolo, XXVI, 838) Sulla Riflessione Pensare -

Ri-pensare.

a. Tr. marg. fino a: che è relativa.

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È un'applicazione " della facoltà RI (Riflettere). È ripassare dal Noto all'/gnofo. La meditazione dì questo genere è di SENSO INVERSO. Ciò che sapevo, non lo so più. Ciò che superavo, è un ostacolo. Giacché è un fatto o una legge ^ notevole e fondamentale - (di discontinuità - ) che quel che si compiva con la velocità del non-pensare, si compie alla velocità del cosciente soltanto difficilmente o per nulla affatto. Questa legge dipende dalla natura della reazione. - Allora che si ottiene Rl-pensando? (1943. Senza titolo, XXVII, 4) Come l'uomo in piedi (e il suo sistema attuale di possibilità di azione) ignora ma esige innumerevoli condizioni attive celate che conservano il suo equilibrio insensibilmente - di modo che stare in piedi è un'azione continua, mantenuta - Così la conoscenza e lo stato di veglia (dunque il « mondo » e la distribuzione C E M di riferimento), sono mantenuti in modo da celare questo mantenimento, e in modo che tutto sembri accadere senza la mia partecipazione, come se esistesse mercé sua, come se gli oggetti non dovessero niente a « me » - o piuttosto a certe condizioni che, non figurando normalmente nella mia sensibilità, sono dunque in me - (la sensibilità essendo esteriorizzante - e opponendosi a questo Io). Ma ci sono turbe che fanno disgregare questa solidità e architettura - e diventare cosciente - la composizione dell'edificio che sembrava un blocco. Le corrispondenze istantanee delle forze celate e delle sensazioni viscerali o di altro tipo si offuscano. Ci sono rotazioni, vuoti, cadute, richiami - che ci dicono a. Tr. marg. fino a: di SENSO INVERSO. Agg. marg.: stupefacente b. Tr. marg. fino a: per nulla affatto.

Rendere

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che la figura di questo mondo passa - che questo mondo è una costruzione che deve essere costantemente prodotta, che è un prodotto che deve essere continuamente fornito, un alimento indispensabile a ogni istante al nostro Io; che le cose sono soltanto come il sostegno dell'uccello nell'aria, e cadono alla minima cessazione dell'atto dell'ala - che dunque c'è un peso, una gravità, o una curvatura di... nulla. Tutto questo fa pensare a una Relatività. Il sistema vivente allo stato normale è organizzato in modo tale da ignorare tutto ciò che produce, fabbrica tutto ciò che è. Sicché si arriva alla proposizione che c'è qualche altra cosa oltre tutto ciò che è, o piuttosto che tutto ciò che è non basta affatto poiché è qualcosa di sensibile (esteriorizzato o no), e l'esplorazione del sensibile non rivela' che dell'insensibile... N[o]i sappiamo che ci sono modificazioni che portano al di fuori di tutto. Disordine. Insomma:'' Ciò che cela, o non rende manifesto, «fa», «iproduce:», «è condizione di» ciò che è conosciuto... come se si dicesse che la rotazione della Terra è condizione della nostra sensazione che essa è immobile. Ciò che cela mostra — Ciò che è mostrato cela. Così la Terra gira e non gira la materia pensa e non pensa. Al che risponde un distinguo, un'evoluzione o cariocinesi della parola Terra o materia — e a ognuna, 2 o n sensi differenti - il che esige a sua volta, dalla « mente », di cercare la modulazione che va da uno di questi sensi all'altro. Fra la Terra-piana e la Terra-sfera, c'è una successione di trasformazioni. a. Agg. marg.: male? b. Tr. marg. fino a: ciò che è conosciuto.

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La Terra-piana è quella dell'esperienza immediata e densa. Essa è piana per tutto il tempo e per tutti i sensi. Ma un fatto costante insulta a volte questa certezza. Quando il vascello si allontana, il suo scafo sparisce prima della sua alberatura - come se esso passasse al di là di una cresta. Si constata che in ogni punto ci si trova in fondo a un'altezza, dietro la quale discende il vascello. Si forma l'immagine di una convessità isotropa - ecc. e la parola TERRA se la annette." La Terra è sferica, tutte le volte che... Essa è piana in t[utt]i gli altri casi. (Scala)." Nella Relatività è la stessa cosa. Lo spazio è euclideo, e distinto dal tempo in certi casi. È curvo e spazio del tempo in certi altri. Questo è generale. Dei fatti nuovi '' - (e dunque, abbastanza rari e risultanti da osservazioni abbastanza delicate, non incombenti, noti essendo stati visti o presi in considerazione dagli osservatori precedenti per costituire novità - e imporsi - ) richiedono modificazione, innanzitutto, delle idee esistenti, e quindi formule di trasformazione e ricerca di invarianti {tensori). Qui, mi sono richiamato alle sensazioni di disordine. Similmente, il dolore non rientra nel quadro di una fisica. Come trovare la rappresentazione che comprenda tutti questi costituenti e le trasformazioni? (1943. Senza titolo, XXVII, 285-287)

a. Agg. marg.: Trasformazione b. Agg. marg.: relatività. Tr. marg. fino a: in certi altri. c. Tr. marg. fino a: imporsi. Altro tr. marg. fino a: (tensori).

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HvJ» ... Strofino dei fiammiferi - che non si,accendono. È una resistenza. L'impazienza mi vince. Questo diventa un - poema. La non-riuscita diventa qualcosa di molto sensibile; la riuscita, il previsto-compiuto sarebbe stato cosa nulla. Questo mi dà finalmente la seguente illuminazione: niente di più minimo della causa probabile del fallimento del mio atto. Ma questo fallimento infiamma i diversi implessi, che il successo avrebbe lasciato inesistenti in atto. Ora, generalizzando, l'immensa maggioranza dei funzionamenti della vita sono riusciti e muti. Il risveglio di quesiti, di valori e degli implessi *senza limiti propri* è dovuto a resistenze, fallimenti ecc." Donde... tutto! Lavoro, tracce, ricerche, invenzioni di spiegazioni - fisica e metafisica. Dunque, gli stimoli di Tutto - fisica, metafisica ecc., non sono affatto le specifiche in^ortanze assolute. Non è che la vita e la morte siano di per se stesse più importanti, o degne di interesse, per il fatto che si sviluppano così energicamente nella mente — E così pure gli avvenimenti «storici». (1943. Senza titolo, XXVII, 678) Tutta la mia «filosofia» è dominata dall'osservazione del carattere finito - per ragione funzionale - di ogni « conoscenza ». Questo carattere è reale - mentre ogni non-finito è fiduciario. Questo finito è richiesto dal ciclico. (Ibid., XXVII, 680) Chiamai Fase (1901) la modificazione di tutto un essere in quanto capace di modificazioni non definitive - che lo rende capace o più capace di fare certe cose e a. Agg. marg.:

Il fuoco non ha limiti propri - inerzia.

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incapace o meno capace di farne certe altre. (Fare, e anche sentire, subire, produrre). Il passaggio da una fase a un'altra è più o meno sensibile. Esso è talvolta rapido, talaltra per gradi insensibili (modulazioni). Questa nozione è comune al fisico e allo psichico. (1943. Senza titolo, XXVII, 706) Io ho (1901) visto l'adattamento come tipo, forma da generalizzare - questo tentando di farmi una buona idea dell'attenzione. Perché? - il fatto capitale è questo: la stessa situazione «mentale», resistenza sul percorso di un atto da compiere, di una risposta viene risolta, sciolta o no, dal sedicente Stesso individuo, in maniere molto diverse, a seconda che esso si trovi in un certo stato o in un altro. In generale, la soluzione sarà più pronta, più economica, più completa ecc. se l'individuo si è modificato, volontariamente o meno, - ed è diventato Vanti-caso, il produttore di corrispondenza uniforme fra lo stimolo e la sua risposta, allorquando il meccanismo riflesso immediato non esiste allo stato permanente. È come se allora le «risorse della mente», al pari di quelle delle coordinazioni sensitivo-motorie, trovassero il loro migliore RENDIMENTO. Ciò che ho acquisito, ciò che posso ecc. — i miei implessi. Ora, è chiaro che le mie idee sono risultati di trasformazioni nascoste dipendenti dal trasformatore. Posso dire che una certa opinione o produzione di una mente vale (almeno, provvisoriamente) quello che vale il processo di elaborazione, il quale, del resto, comporta una maggiore o minore coscienza di sé — e impegna numerose sensibilità o sensibilizzazioni ecc. Un po' più di attenzione-durata, e « il volto delle cose » ne è completamente cambiato. Donde, una nozione di relatività da me sviluppata. Donde la tentazione di fare una teoria delle fasi vale a dire delle trasformazioni sensitivo-mentali in cui il sistema vivente-senziente-pensante può essere considerato come un Sist[ema] isolabile.

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L'immagine guida era quella della messa a fuoco visiva completa. Visione « nitida » = in presenza di un certo sistema di variabili - illuminazione, curvatura, diametro, e d'altra parte, sensazioni, percezioni, = distanza ecc. Questo sistema di coordinazioni tende a conservare la nitidezza - e tutto questo somiglia alla conservazione dell'equilibrio dei sistemi eterogenei per variazioni correlative." Ecco la mia analogia preferita del 190. N[o]i siamo lontano dalla «filosofia». Trovai molto piacere e profitto {per me, stimolo ecc.) su questa strada. Pensai che non ci fosse alcuna assurdità nel cercare delle specie di Equazioni di condizione e di equazioni generali della coscienza. Vedevo allora il sogno, l'attenzione, l'azione come jasi fra le quali dei passaggi bruschi o modulati.^ Qui, ruolo della musica di Wagner, prodigioso registratore di modificazioni, che mi sembrava aver lavorato p[e]r me e aver avuto il « genio » di percepire con chiarezza in sé quelle variazioni dei valori e delle funzioni cardinali dell'udito -, e di produrre i mezzi, gli stimoli che ricostituiscono gli stati in questione mediante una specie di mimetismo o di mimica irresistibile. Wagner mi faceva intendere (che è vivere) quel che vedevo o... modellavo delle mie quasi-sensazioni motorie, quel susseguirsi di modificazioni - lungo una durata - in equilibrio reversibile con? ? ? [...] (Ibid., XXVII, 739-741) Duchenne de Boulogne ® Preparare una lezione del Corso® in cui parlerò di lui. a. Agg. marg.: b. Agg. marg.:

Gibbs Wagner

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Mi ricordo l'interesse che mi prese nell'osservare il suo album - Ancora un caso! Questa anatomia funzionale mediante la stimol[azioiie] elettrica. Tutta la vita affettiva esprimibile dissociata in funz[ioni] semplici, e le combinazioni o sintesi (li sentimenti ottenute - Alcune completamente inedite. [...] (Ibid., XXVII, 748) « Dignità del pensiero! ». Come si può ricamare su questo! (in argot 1830 broder, ricamare = écrire, scrivere -). La minima cosa - mosca ecc. dissipa. Il dolore - sopprime ecc. Ci sono anche gli imbecilli — e che pensano - [...] (1943-1944. Senza titolo, XXVII, 924) L'uomo è dotato di tutto quello che occorre per vivere e la quantità di mente che egli ha fa parte di questo materiale. Ma la mente che egli possiede, come i germi che egli porta, è necessariamente sovrabbondante. Egli porta troppi germi: per es[empio] 1.000.000.000 di cui saranno probabilmente utilizzati ^QQ QQQ QQQ ma questo numero 10' si oppone alle possibilità di perdita - che sono enormi. E egli ha troppa mente - per fronteggiare gli innumerevoli imprevisti ai quali il meccanismo uniforme non può rispondere. La mente è un'invenzione che tende a realizzare il meccanismo multiforme - con ciò che occorre per sfociare nell'azione uniforme. È un problema." E mi sembra che prima di averlo risolto non ci sia da fare nessuna metafisica. N.B. Ma lungo la strada si trova il problema della vita in comune - giacché l'Homo solus non ha quasi per niente mente. - E in che cosa la vita in comune produce la mente} fabbrica della «mente»? a. Tr. marg. fino a:

metafisica.

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- E infine, dico: lo studio profondo del sistema motorio, delle meravigliose proprietà del muscolo e delle combinazioni muscolari potrebbe farci concepire le proprietà della mente in quanto essa percepisce e controlla le sue stesse composizioni." Penso allo Stereografo von Orel. (1944. Senza titolo. XXVIII, 181)

Osservazione - Trasporto un pacco piuttosto pesante per me. Esso mi pesa - Mettiamo 2 o 3 kg. Mi siedo nella metropolitana. Un uomo, dall'aria robusta, si trova là. Ai suoi piedi, un grosso sacco molto gonfio di non so che cosa. Alla fermata, lui e io ci alziamo, e io lo vedo sollevare il suo sacco con uno sforzo molto evidente. Io mi drizzo col mio pacchetto - che mi sembra leggero, di un peso insignificante, come se lo sforzo dell'uomo mi avesse suggerito uno sforzo proporzionale al peso probabile del suo sacco, attraverso o mediante la sua mimica, e questo sforzo virtuale trovasse in me da sostenere soltanto i miei 2 o 3 kg. Contrasto, specie di sorpresa, — analoga a quella del corpo quando esso trova lo scalino da scendere meno alto di quanto non si era aspettato di trovarlo. Chi si era plasmato, composto implessivamente si scontra col suo troppo. Questo accade in tutti i modi di preparazione fisica o morale. (Ibid., XXVIII, 219) Quando dico che il mio pensiero proviene dalla mia testa, sta nella mia Testa, non faccio un'ipotesi, faccio un'osservazione. Constato che ciò che mi sono appena a. Due disegni in margine raffiguranti queste proprietà dei muscoli e della mente come cicli chiusi di domande e risposte.

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detto, percepito ecc. accade là, sempre là, soltanto là. Che cos'è questo Làì Questo luogo ha delle singolari proprietà, fra cui quella di... contenersi. {Ibid., XXVIII, 233) Conoscenza Il troppo breve e il troppo intenso vanno contro la conoscenza. {Ibid., XXVIII, 239) L'azione è un composto di possibili la cui scelta, il cui ordine di utilizzazione, le cui intensità di energia dipendono da una « pressione » interna e da un ambiente - materia ecc., con esclusione® della conoscenza o percezione dei mezzi - al di là di ciò che occorre per il loro impiego. Del mio braccio io so soltanto ciò di cui ho bisogno per servirmene senza pensarci. (1944. Senza titolo, XXVIII, 285) Fiducia.®' Vedere è di qualche utilità soltanto mediante una credenza nelle proprietà non viste che è ricordata o suggerita da ciò che si vede e che di per sé non significa né può significare niente. Vedere - è credere di vedere — e produrre una sostituzione. Questo colore appartiene all'acqua. Questa acqua si trova a cento passi da me. Quella piccola macchia è una grande casa. La credenza è utile in ragione del suo automatismo — Sostituzione uniforme e istantanea e che prende completamente il posto della sensazione, la assorbe, in modo da preparare per l'azione una determinazione immediata. È,® insomma, uno sviluppo del tipo: atto-riflesso, mediante il quale certi stimoli sono provvisti di risposte a. Tr. marg. fino a: per il loro impiego. b. Due tr. marg. fino a: atto-riflesso.

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acquisite. I modi di acquisizione di questa costituzione di uniformità sono diversi, ma il funzionamento è lo stesso. (Tuttavia, gli stessi riflessi non sono impeccabili). In queste acquisizioni, la memoria svolge il ruolo che la struttura anatomica svolge nei riflessi puri. Si tratta di un grande mistero. Ma induce a pensare che la memoria abbia un sostrato nella struttura. Quando si pensa che uno spermatozoo trasporta una quantità incredibile di virtualità, dei caratteri futuri, dei tic, senza contare l'essenziale — sotto una dimensione microscopica e un'apparenza così semplice - si può pensare nello stesso modo alla memoria. È chiaro che la sostanza vivente ha inimmaginabili virtualità di sviluppi. Su questo argomento non bisogna fare della mistagogia, perché per quanto poco essi siano, questo spermatozoo e un cervello - occorre tuttavia che essi siano, e svolgano un ruolo. Per giunta le loro straordinarie proprietà soggiacciono a delle condizioni materiali dirette e indirette. Indirette? - Penso all'enorme numero degli spermatozoi emessi per uno solo eletto. È una funzione in cui intervengono le probabilità. (Ibid., XXVIII, 294-295)

Atteggiamento - Stato di equilibrio a partire dal quale sono possibili direttamente — mediante minime modifìcazioni, certi atti e non altri. L'uomo coricato non può mettersi a correre senza passare per degli stati intermedi. C'è dunque una classificazione dei possibili-a-partiredaNon è possibile riflettere, calcolare in media ira,® o in piena emozione. Bisogna tornare a uno stato-incrocio. (1944. Senza titolo, XXVIII, 535)

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Tutto ciò che " induce a concepire l'attività e i prodotti di ciò che si chiama « Mente » come attività e prodotti di un sistema organico - ossia paragonabile a una funzione fisiologica e sottoposto ad analoghe condizioni - è di capitale importanza. 1° Queste condizioni stanno alle nostre idee e conoscenze come le condizioni materiali e le condizioni convenzionali di una carta geografica — o di un disegno stanno a ciò che essi rappresentano. Carta delimitata, alterabile, scala - ecc. Qualunque cosa è sottomessa a questo. 2° La nostra conoscenza di questo funzionamento di base è evidentemente limitata dai limiti della nostra « fisiologia ». La mente, e il suo impiego, è possibile - grazie all'assenza attuale di questa conoscenza. Così la coscienza del funzionamento mentale è contraria all'esercizio della funzione, - come quella del dettaglio del movimento di un arto lo è alla sua azione normale. Tuttavia, essa viene imposta in certi casi quelli in cui l'atto da compiere esige una coordinazione coi sensi che si esercita sui limiti di percezione. Infilare un ago. Analisi degli atti sottili. (1944. Senza titolo, XXVIII, 818) Il quantum di mente necessario è un troppo. Poiché il troppo è necessario. Poiché se dovessi spiegarmi la mente, la conoscenza, il pensiero - e altri oggetti del mondo verbale - « filosofico » - ragionerei così : La cosa manifesta ed essenziale è il mantenimento, la conservazione della vita, la quale esige degli atti, e atti molto variati poiché devono essere compiuti in ambiente molto variabile - (N.B. alcuni esseri cambiano prodigiosamente ambiente durante la loro esistenza continuata - (ma sono poi gli « stessi »? - bruchi - mea. Tr. marg. fino a:

di capitale importanza.

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tamorfosi) tuttavia le loro straordinarie modificazioni avvengono attraverso cambiamenti sostanziali - e non attraverso atti, altrinienti occorrerebbe supporre che abbiano una « intelligenza prodigiosa » tanto quanto è prodigioso il loro cambiamento). Per questi imprevedibili atti conservativi richiesti dalle circostanze, il meccanismo riflesso è insufficiente. Donde, delle « facoltà » — una previsione che non è più « a una sola variabile » sostanziale - ma che introduce questo raccordo straordinario, lo psichismo," - quel MASSIMO di possibili, di eterogeneità che occorre per ottenere un minimo o un sufficiente di composizione d'azione. - Donde questa indicazione, che occorrerebbe cercare ciò che è indispensabile, il minimo di intelligenza indispensabile alla vita, e precisarlo. (Poiché questa parola vita comprende anche la variazione probabile media dell'ambiente inseparabile dal sistema vivente). E per illustrare questo, esame dei casi patologici degli esseri deficienti o mutilati e della loro perdita sicura - ciechi ecc.; idioti; bambini - ecc. le cui facoltà conoscitive o ragionatrici sono abolite o ridotte. (1944. Senza titolo, XXVIII, 908-909)

Cosi come il teorico della relatività cerca di scoprire che cosa sussiste delle leggi della fisica originaria quando le condizioni dell'osservazione siano modificate dal moto, ci si potrebbe (senza speranza) chiedere che cosa sussiste della coscienza quando le condizioni della conoscenza siano alterate da una certa intossicazione o da una certa turba funzionale. Per es[empio] le allucinazioni acustiche dei maniaci di persecuzione — la personalità pervertita ecc. (1945. Senza titolo, XXIX, 485) a. Tr. marg. fino a:

composizione d'azione.

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Credenza. La funzione reale e indispensabile del credere è di ordine pratico. Non si può fare niente senza trascurare alcune parti delle percezioni, e senza aggiungere a ciò che sussiste dei valori non accertati. Non posso camminare senza credere in base alla mia vista che il terreno è solido, ma trascuro le mie percezioni crurali in generale. Se esse si impongono, l'atto si modifica, e lo stesso avviene se dubito del suolo. {Ibid., XXIX, 541)

Cosi come al funzionamento degli esseri agenti nel loro ambiente è necessario che essi percepiscano molte più cose di quelle che loro interessano e che possano compiere molti più atti di quanti non ne debbano fare per i loro bisogni, esattamente soddisfatti, allo stesso modo, si può immaginare che n[o]i dobbiamo produrre innumerevoli idee, opinioni e invenzioni, a volte fra le più strane e aberranti, per poter formare quelle sole di cui la nostra vita non può fare a meno — La sovrabbondanza necessaria è uno dei fatti più notevoli. Non si tratta affatto di spiegarla. Si osserverà che essa coesiste nei viventi con l'esattezza che si riscontra, d'altra parte, nelle loro funzioni, e con la ristrettezza delle condizioni del loro funzionamento organico. Si direbbe che questo rigore è sostituito dal ricorso alla prodigalità statistica, in tutti i casi in cui l'individuo si trova in rapporto con l'ambiente. E questa è quasi una definizione dell'individuo. All'interno del sistema, tutto avviene mediante corrispondenze uniformi di modificazioni. L'uniformità decresce con la sensibilità che è creazione e creatrice di esteriorità — (al di fuori di questo, non c'è né Io né non-io). Così esteriorità s multiformità. Il ciclo" di azioni e operazioni che tende a soddisfaa. Tr. marg. fino a:

lampada-segnale

S.

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re il bisogno S - (a spegnere la lampada-segnale S) comporta una parte « non lineare » - di brancolamenti. Il « mondo esterno » è diversità non ordinata. Ci sono più percorsi - Ci sono tuttavia istinti, - e ci sono sensibilità che determinano percorsi più brevi. Il percorso più breve dal cane alla preda non è la linea geodetica, ma la linea dell'odore lasciato sull'erba. Esso è un percorso più breve nel senso che è il solo che conduca alla meta, mentre ogni altro svia - forse considerato come fatto di crocevia. — (Ibid., XXIX, 565-566)

Vecchia invenzione [18J94-1900 Chiamo fase lo stato in cui ci è possibile fare, immaginare, sviluppare in ogni modo certe cose, - mentre certe altre sono proibite o differite. È " per questo che secondo i momenti noi differiamo tanto da n[o]i stessi. È, insomma, una nozione che riassume la variazione del fatto: Potere. Questa nozione si ricollegava in me 1903 - a quella di funzione — ossia di divisione dell'essere in variabili che facessero e sapessero fare soltanto alcune manifestazioni. Per es[empio] un elemento retinico produce soltanto la gamma dei colori e delle luminosità, fra cui lo zero. E qualùnque possibile stimolo ne trae sempre soltanto uno di questi effetti. D° un elemento muscolare. Ma queste funzioni elementari sono raggruppate in sistemi complessi — i quali si accordano o meno, si compongono o si escludono, con conseguente variazione del Potere (attivo o passivo). Qui, gli antagonismi interni. Tutto questo si deve tradurre anche in tempo, ciò a. Tr. marg. fino a:

n[o]i stessi.

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clic si lascia notare nel passaggio da una fase all'altra. Modulazioni. Salti bruschi. Infine, deve essere considerata l'energia libera (e la sua distribuzione come la sua quantità). Un sistema vivente impegnato in una certa fase può cambiarla soltanto mediante certe condizioni. Soglie. Ogni azione ne interdice qualche altra. (1945. Senza (itolo, XXIX, 613) Sist.

La riflessione e analogia della vista mi ha sempre Tornito molte idee, ossia modelli. Cosi verso il 1900 il tipo dell'adattamento-attenzione. Modificazione di un sistema di variabili fra i cui valori simultanei qualcuno è privilegiato e dà «visione nitida » - vale a dire determinazione attraverso un senso (la vista) di una coordinazione motoria propria dell'azione esatta; e, a poco a poco, di tutto un « mondo nitido » di figure e di possibilità di sostituzioni o movimenti; dunque, di previsioni, arricchite d'altra parte, dallo stimolo di ricordi, di acquisizioni diverse, automatismi, - ed effetti del linguaggio, ri-coaoscimenti. Questo, in generale, mascherato dalla prontezza con cui si instaura l'adattamento, poiché i suoi eflEetti si producono più velocemente di ogni osservazione del loro giungere. È necessario supporre un rallentamento - che talvolta è realizzato in modo anormale. Un altro beneficio delle mie riflessioni sulla vista fu la mia riflessione sui complementari. Ma su questo argomento si dovrà ancora riflettere. Così su quelle condizioni assai gejierali e quasi troppo evidenti della visione che sono la luce, le cose, il vedere stesso." Perché se io vedo, questo vedere è suscettibile di 3 modi di modificazione o di alterazione indipendenti, a. Agg. marg.: A

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che possono ricevere i suddetti nomi. Niente di più semplice. Cosi come l'adattamento mi oflEriva un modello dell'attenzione in generale, involontaria o no, con le su« conseguenze di inuguaglianza, di produzione dell'inuguaglianza di conoscenza con una specie di atto - e di conservazione questa considerazione delle condizioni A potrebbe essere utilizzata per un modello della coscienza. Il ruolo della luce (questa, non nel senso dei fisici, ma nel significato più ingenuo e comune di potenza esterna, indispensabile alle « cose » così come il suolo solido lo è al cammino —) deve essere - nella coscienza, svolto dall'energia stimolatrice proveniente dall'esterno. Ed è per questo che credo che non ci sia coscienza senza qualche sensazione più o meno oscura. Se ogni sensazione fosse abolita la coscienza non potrebbe sussistere grazie ai soli psichismi. I pensieri vivono, senza saperlo, di uno stimolo dì esistenza che produce e rinnova una sorda attività di sensazioni qualsiasi - p[er] es[empio] quella della tensione generale del corpo, di equilibrio ristabilito della figura del sistema materiale del corpo, quella di tatto periferico, degli appoggi, dei muscoli della faccia, della bocca, della lingua, ecc. ecc. Insomma, il mantenimento della sensibilità generale. (1945. Turning Paint, XXIX, 783-785)

S O M A E C E M 14

Niente di più estraneo del nostro corpo. I suoi piaceri e le sue sofferenze sono per noi incomprensibili. È una figura bizzarra piena di forme bizzarre e in cui non appare nulla delle idee che abbiamo. In che linguaggio esso traduce quel che noi sentiamo di lui? oppure in quale noi traduciamo ciò che esso ti (1901. Senza titolo, II, 293) Il braccio conosce i suoi gesti e i colpi che riceve — e i suoi dolori, ma non la propria struttura. (1902. Senza titolo, II, 645) A volte il corpo è separato dalla conoscenza, a volte vi appare; a volte predomina l'uno, a volte l'altra. Qual è la le^e di queste unioni, di queste separazioni, di queste sostituzioni? (1902-1903. Algol, II, 869) La maggior parte del corpo parla soltanto per soffrire. Ogni organo che si lascia conoscere è già sospetto

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di disordine. Felice silenzio delle macchine che fun* zionano bene. (1905-1906. Senza titolo. III, 761)

Da ultimo il mio corpo pone sempre fine a ogni commedia. Ogni commedia finisce grazie al ritomo del mio corpo sulla scena. {Ibid., Ili, 855) Il pensiero è serio soltanto grazie al corpo. È l'apparizione del corpo a conferirgli il suo peso, la sua forza, le sue conseguenze e i suoi effetti definitivi. « L'anima » senza corpo saprebbe fare soltanto giochi di parole e « teorie ». Che cosa potrebbe sostituire le lacrime per un'anima senza occhi, e donde essa potrebbe trarre un sospiro e uno sforzo? {Ibid., Ili, 881) Il « corpo », lo strumento di riferimento - Il regolatore, la lampada della veglia - Il campione di misura della certezza - L'orologio del presente. (1906-1907. Senza titolo, IV, 139) Se l'uomo fosse puro spirito, — non ci sarebbero né sorpresa, né la diversa importanza delle cose, né quei brancolamenti e quei turbamenti che rendono sensibili i lavori che costituiscono il pensiero, gli conferiscono un corpo, un tempo per essere, un tempo in cui esso non c'è e uno in cui c'è. E che sarebbe quel certo pensiero," se esso non avesse una gola da stringere, delie glandole da disseccare, una testa da infiammare, un respiro da comprimere, delle mani da agitare, delle membra da paralizzare? Ciò che fa pensare al puro spirito è soltanto la mola. Tr. marg. fino a:

da paralizzare?

SOMA E CEM

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teplicità o diversità degli effetti e dei momenti di una «lata idea. Ma se questo o quell'altro effetto non è propriamente necessario tuttavia ce ne vuole sempre qualcuno. (1912. G 12, IV, 675) Le proprietà dei corpi sono tanto meno conosciute ([uanto più sono costanti. Più esse sono come separabili dai corpi, o variabili, più noi le afferriamo. Il calore ci è più accessibile del peso. (1913. P 13, V, 162) Speculazione Mi sembra che per gli esseri viventi le proprietà intime della « materia » siano celate dalla loro stessa struttura, la quale possiede quelle proprietà a titolo di invarianti. Intendo dire che (entro certi limiti) tutto ciò che è atomico, la meccanica atomistica, i movimenti disordinati, le radiazioni ecc. sono come oltrepassati in un primo o primitivo o preliminare lavoro*, quello che è sfociato nella costituzione della sostanza vivente. Tutto questo ordine di piccolezza e questa complicazione, questi « casi », sono come rimossi, contenuti entro i limiti dell'esistenza e della stabilità delle molecole organiche e delle cellule. Il più piccolo dettaglio del corpo ha a che fare con questo dettaglio, si sistema completamente con queste leggi - e l'edificio più elevato le ignora - poiché a un edificio importa poco di essere realizzato in mattoni o in pietra. A questo corpo costruito e all'insieme dei suoi movimenti, delle sue azioni, si oppongono soltanto altri edifici, le cui leggi di azione e reazione sono la meccanica ordinaria. « La nostra scala » è determinata dalle leggi della

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nostra azione su questi edifici e della loro azione su di noi — Nozione del finito." II nostro corpo è l'oggetto capitale che fissa questa scala, ci nasconde un certo infinito e ci dà un certo infinito. (2 sensi qui La stessa idea di questo infinito nascosto è presa a prestito da quella dell'infinito presente. Il nostro tempo in tutti i sensi di questa parola, il nostro presente, come il passato e il futuro, sono legati al nostro corpo e possono raggiungere soltanto ciò che non è più piecolo di ogni modificazione che conservi l'edifìcio. D'altra parte questa stessa divisione del tempo — e le dimensioni dello spazio sono relazioni nell'edificio e sono estranee o inapplicabili agli eventi contenuti nell'ordine di grandezza dell'elemento vivente. Il nostro corpo è come un'astrazione. E tutto il no- ; stro pensiero, la nostra azione sono astrazione. i Al mio corpo importa poco camminare su un suolo ^ di pietra o di terra. L'essenziale è il solido, il piano, i( j rugoso. Il movimento sarebbe precario se le intime proprietà del suolo ci entrassero per qualcosa. Io avanzo, procedo e dunque: vivo, trascurando. Se i posso trascurare certi termini, non è perché non esistano - ma io sono fatto in modo che il mio dettaglio nascosto pareggia quel dettaglio nascosto. (A tal punto che la stessa semplificazione che ha permesso di scoprire nei movimenti celesti le leggi della meccanica generale (finita), - già permetteva a degli esseri di vivere - di passare attraverso circostanze diverse - ecc.). a. Tr. marg. fino a: ci dà un certo infinito. Agg. rinv.: L'operazione, per esempio, che consiste nell'accumulare delle parti per ottenere un tutto - o rop[erazi]one inversa - appartiene alla nostra scala. Ci si può chiedere se questa operazione simulata nell'immaginazione e apparentemente proseguita indefinitamente ha un senso. Si può dividere ciò che si cessa di poter prenderei La nozione di grandezza non si dissolve? b. Lettura

incerta.

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Vivere ci sembra dunque un'indipendenza. Volere equivale a non tener conto di tutte le cose. Immaginare, progettare, ricordarsi è: non percepire iK'iinche che l'idea non è della stessa sostanza della cosa stessa. È passare da uno stato all'altro per un percorso semplicemente sufficiente. È scambiare una cosa por un'altra in rapporto a una 3™. Ma noi periamo a causa di un'alterazione nell'edificio elementare. La molecola viva non può sostenerci indefinitamente al di fuori del commercio universale degli elementi più piccoli. Io vivo, per non entrare nel dettaglio infinito... A questa indipendenza si riferiscono le impressioni di mente, di libertà - ecc. La mia conoscenza, inoltre, esagera ancora questa curiosa semplificazione. Giacché essa trattiene soltanto una parte di questa parte. E la sua attenzione è una restrizione ulteriore sul tutto che essa potrebbe cogliere. - Insomma noi dobbiamo questa strana vita alla costituzione preliminare di un sistema che è... soltanto ima parte di se stesso; una specie di parte del quale si annulla annullando tutto un ordine dell'ambiente - in modo che il resto agisca e si muova nell'ambiente come se - non sussistesse più che " Cfr. la quiete apparente di un oggetto. (1914. U 14, V, 336-338) L'organismo felice si ignora. II capolavoro in questo genere consiste dunque nel silenzio etemo di tutta una parte della sensibilità possibile. E la perfezione risulta dall'assenza di certi fenomeni, di certe sensazioni positive. Allora, sì giunge a considerare spontaneo, naturale ciò che, lungi dall'essere in realtà semplice e uno e immediato, richiede una macchina di macchine in cui a. Frase

incompiuta.

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non vengono risparmiati né il numero né le complicazioni né le previsioni, né le deviazioni. (1916. B, V, 881)

Noi siamo costruiti in modo da non percepire la forza W centrifuga terrestre / i movimenti /, né tante altre azioni - In noi c'è di che ignorare molte / l'infinità / delle cose dalle quali non dobbiamo essere intralciati. E può essere che poiché l'alterazione dei meccanismi che equilibrano segretamente queste azioni e le mantengono al di fuori della sensibilità, si contrassegna mediante dei turbamenti, questi turbamenti siano tutto ciò che n[o]i possiamo direttamente conoscere del nostro stato reale di corpi terrestri e cosmici. La stessa morte ci priva di questa organizzazione che ci distingue dalle masse ordinarie e che compensa a ogni istante la nostra assimilazione a una parte dell'universo sconosciuto, o a una parte del nostro assoggettamento a questo Tutto. Occorre quel che occorre per distinguersi dalla nostra materia. - La vita è una vigilanza, un atto, uno scarto - e come un equilibrio di grado piii elevato dell'equilibrio immobile. La conoscenza o il mondo è l'apparenza stabile di questo equilibrio mobile. Quando essa cede periodicamente alle forze costanti, si ha il sonno. (1918. if, VI, 829) La sostanza del nostro corpo non è alla nostra scala.' I fenomeni più importanti per noi, la nostra vita, la nostra sensibilità, il nostro pensiero sono legati intimamente a eventi più piccoli dei più piccoli fenomeni accessibili ai nostri sensi, maneggiabili con i nostri atti. Noi non possiamo intervenire direttamente e vedendo quel che facciamo. La medicina è intervento indiretto - e cosi pure le altre arti. Può anche darsi che in questa piccolezza, se noi vi ci fossimo trasportati, i nostri atti conosciuti sarebbero

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ìiicflìcaci, inadeguati, perché possono esservi leggi mollo diverse da quelle per le quali siamo fatti. Il sistema nervoso," fra le altre proprietà, o funzioni, ha quella di collegare ordini di grandezza molto diversi. P[er] es[empio] esso collega ciò che appartiene al chimico a ciò che appartiene al meccanico. (1918-1919. /, VII, 171-172) 11 sentimento del nostro corpo istantaneo è un elemento capitale della psicologia. (Pertanto, non lo si è affatto notato). A ogni istante questo sentimento assai variabile fa parte della nostra coscienza, e spesso la costituisce completamente. È la variabile soggettiva capitale.*" Esso cede alle immagini dell'oggettività, le respinge; separa le specie psicologiche, le situa. È l'Io n° 1; l'Io n° 0 essendo l'io invariante puro. Questo sentimento è in fondo generato dall'azione del corpo stesso sul suo sistema nervoso. (1920. L, VII, 554-555) Ogni Sistema filosofico in cui il Corpo dell'uomo non svolge un ruolo fondamentale, è inetto, inabile. La conoscenza ha come limite il corpo dell'uomo. (1920-1921. M, VII, 769) Scorrimento dell' universo energia attraverso il vivente — che gli oppone degli ostacoli - donde tempo, senso, - e altresì come un bicchiere di uranio al « contatto » della luce invisibile, produce il visibile, così il vivente dà molto diversi.

a. Tr. tnarg. fino a: b. Agg. marg.: (p -f- ij/ = AT

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luogo al «mondo» mediante la sensibilità" — Eui$ trasforma qualcosa in cose, in sé. (1921. N, Vili, 29) s

La mente è un momento della risposta del corpo al mondo. (1921. O, Vili, 153)

La sensibilità è un'interruzione nelle leggi (ordii narie). Essa è legata a organizzazione - subordinazione - , • una COSTRUZIONE COMPLESSA. L'essere vivente è essen^ zialmente quello, in cui le forze ordinarie ^ si annuii»' no - vengono oltrepassate, diventano equilibrio, - It forze esterne non agiscono più come su una massa dinaria — o quanto meno alcune forze esterne - (« entro certi limiti t-t'). Durante tutto il tempo in ci dura l'essere vivente la sua temp[eratura], la sua pr sione, la sua composizione chimica restano vicine a u^ valore. ^ Affinché questo sia realizzato, governato, ristabiliti^ richiede una complessità - una variazione in senso iinà verso delle variabili esterne — una regolazione. L'azio* ne su un punto deve estendersi alla massa. La reazione non è più p[roporziona]le all'azione. Tutto accade come se l'ambiente non esistesse. L'e»»\ sere prende in prestito dall'ambiente di che fare come se questo ambiente non esistesse. Una scoperta fisica consiste nell'avvedersi di una parte delle proprietà dell'ambiente che noi nascondiamo a noi stessi / la nostra vita ci nasconde /, che sono in letargo i[n] r[apporto] a noi, nel disfare quel che ha fatto la nostra organizzazione. Ma n[o}i lo scopriamo ancora mediante questa stessa organizzazione. (/&id.. Vili, 184-185) a . Agg. marg.: Senso b. Tr. marg. fino a: c. Tr. marg. fino a:

certi limiti t-t'. ha fatto la nostra organizzazione.

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Le 3 dim[ensioni] della conoscenza Il corpo, il mondo, la mente. Questa divisione semplicistica è tuttavia capitale. Esita t- celata in ogni conoscenza. I/uomo che si sveglia ritrova questi 3 gruppi. 11 corpo comprende le forze. Quando si dice: Questo albero Il tutto si rivolge alla mente. Albero appartiene al inondo. Questo appartiene al corpo - asse di riferimento. Dal punto di vista accidentale - il corpo è mondo. L'azione / effetto / del mondo sul corpo è mente - (sensazione - domanda). L'azione / effetto / della mente sul mondo è atto. La pluralità dei ruoli, dei simboli del nostro corpo. Servo, padrone, - una parte è nostro schiavo, e il lutto è il nostro padrone. {Ibid., VIH, 203) Corpo e Io L'io è il ruolo più o meno nascosto del corpo vero nella coscienza. Corpo vero - cioè non il corpo visibile e immaginabile, quello anatomico ma l'intimo lavoro e funzionamento che è autenticamente il nostro corpo, il nostro fattore. Il nostro corpo la cui materia si rinnova continuamente è dunque paragonabile a una formula (chimico-energetica -) di formule. Formula di equilibrio mobile, in cui lo stabile deriva dagli instabili. (1921-1922. Q, Vili, 497) Somatismo (Eresia della fine dei Tempi). Adorazione, culto della macchina per vivere. Come, invero, è strano che il corpo non svolga un ruolo nelle filosofie conosciute, o vi svolga soltanto un ruolo modesto, o vergognoso, o dissimulato...

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Per ognuno la vita è l'atto del proprio corpo. Ecct* (1922. R, Vili, 543)

Lo studio approfondito della mano umana (sistemi articolato, forze, contatti ecc.) è mille volte più racco* mandabile di quello del cervello. - Questa concentrazione dell'afferrare e del sentirei - Durata di stretta. - Mov[imenti] ultra-rapidi - (Questi più rapidi deli la coscienza). - Carezzare, pizzicare, spingere, tracciare, tirare, sfio rare, colpire, picchiare, mostrare — ' ' Universalità della mano. (1922. S, Vili, 683)

Occorre fare meglio dei filosofi, e scoprire nozioni indip[endenti] tali da ritrovarle utilmente in ogni pr(^blema. Il corpo mi sembra cosa da studiare attentamente.: Giacché esso è collegato a tutto, e in ogni eventó^^ 9 o ij;. le sue parti hanno valori determinati. Esso è^ l'unico, il vero, l'eterno, il completo, l'inoltrepassabile sistema di riferimento. — Ma come mai non lo sappiamo sempre? Come distinguiamo quella « conoscenza » che lo celai Mentre d'altra parte, questo corpo è soltanto una delle cose che essa contiene, che essa definisce? Che cos'è dunque questa conoscenza? Vero è che la parte di una cosa è più generale del tutto, la materia di una cosa più universale della cosa stessa. Bisogna dunque tentare di partire da una doppia affermazione - L'una, sul valore assoluto del corpo, l'altra sulla condizione assoluta della conoscenza. Adorazione - Culto del Corpo Il corpo visto dalla mano.

a. Agg. rinv. (a guisa di titolo): certa] b. Agg. marg.:

[lettura in-

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Noi dobbiamo sempre ritrovare questo corpo - in Mini i nostri problemi - e mostrare persino come esso liii invisibile. Come si è potuto non averne coscienza? I', noi dobbiamo sempre, tuttavia, dato che esso ap))iue così di rado (e addirittura mai nella sua pienezza), - tener conto del fatto che una cosa così legata a « me », così immediata sia al tempo stesso una cosa, un (»f(^etto fra gli oggetti. Da un lato questo corpo è tutto, o quasi tutto e in (Ulto; dall'altro è un possibile. IVIa se si facesse vedere che questo oggetto particolaip riappare necessariamente, quasi a ogni istante, che 111 forma delle sue modificazioni normali è la forma Nic'ssa della conoscenza, che le singolarità dell'uno corI ispondono a certe singolarità dell'altra, che insomma la conoscenza può, anziché essere con«iderata intrinsecamente (in senso geometrico), esserlo atrinsecamente a mezzo di un riferimento, allora... Così questa « tavola » è una cosa diversa per t[utt]i i corpi-conoscenti che la valutano. N[o]i non la vediamo sotto lo stesso angolo ecc. Ma pensiamo soltanto ad alcuni invarianti. Sottintendiamo delle esperienze che lìanno appunto l'effetto di eliminare il nostro corpo per ognuno, e di liberare una « tavola » in sé. (1922. T, Vili, 752-753) ...A ogni istante c'è una relazione corpo, mondo w (S, K) ce n'è una corpo, mente d (ij/, 2) ce n'è una mente, mondo' y (4*' K')-^ Il mondo K e il mondo K' differiscono. Queste relazioni sono corrispondenze plurivoche o imivoche. (Ibid., Vili, 754) Che il nostro pensiero possa esistere senza che il nostro corpo vi compaia esplicitamente è un fatto straor-

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dinario, di primaria importanza. Corpo, intendo dirt poteri di atto e condizioni di atti. Corpo ovvero vi» ta — {Ibid., Vili, 838)

Unità. Sist[ema] delle misure naturali — spontanee* — Ci sono 3 grandi variabili che compongono tutta la conoscenza. I loro nomi volgari - sono — Corpo, Mon* do, * Io-anima / mente /*. Le loro distinzioni o le loro confusioni apportano tutti gli stati. Le unità K unità di realtà. unità di varietà, di possibilità '' - di dubbio - di assenza. ; S unità di identità. Uio è origine^) (1922-1923. V, IX, 144) «d

Detettore - Uomo - Percipiente le oscillazioni dey l'anima del mondo. Esse sono turbate dalle vibrazioni' parassitarie provenienti dallo stesso strumento. Ma e»!trambe le perturbazioni sono ugualmente reali, primars rie e secondarie. Questa immagine insegna qualcosa, a fa vedere bene gli interessi di vari e diversi ordini che si susseguono, si intralciano, si combinano, sull'unica «durata» o istante del punto vivente. (1923. X, IX, 228)

La mente, oh -, è ciò che il mondo fa di / trae da / un corpo - e ciò che il Tutto trae dalla parte. Relazione ternaria. La relazione del Tutto con la parte si chiama Dio. a. Parola

illeggibile,

b- Agg.: oggetti

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Quella della parte con il Tutto si chiama mente. (1923. Y. IX, 470)

Intorno al corpo c'è ambiguità. Esso è ciò che noi vediamo di noi stessi. Ciò che sentiamo sempre attaccato a noi. Ma anche ciò che non vediamo e non vedremo mai. (Ibid., IX, 543) Come" si sopprime il vivente dandogli per niente, e nello stato migliore, ciò che gli danno il suo organismo e i suoi atti.' Considera il vivente. Ciò che tu vedi e che occupa in primo luogo la tua vista, è questa massa tutta d'un pezzo, che si muove, corre, salta, vola o nuota; che respira e agisce, e moltiplica i suoi atti e le sue apparenze, le sue devastazioni, le sue costruzioni e se stesso nell'ambiente materiale... Questa massa, questa attività, questa specie che ti colpiscono sono composite. Tu riconosci abbastanza presto che gli apparecchi di propulsione, gambe, zampe, ali, sono una parte generalmente considerevole / enorme* / della massa totale, - che gli organi digerenti e respiratori occupano altresì un volume e svolgono nella durata dell'animale un ruolo eccessivamente importante, - che quasi tutta questa durata viene spesa per alimentare questi insaziabili consumatori di materia. Ma tu sai anche che quello che viene cercato in questo modo e con dei mezzi che costituiscono quasi l'intera bestia, in massa e in durata, - non le è tuttavia essenziale, quantunque sia necessario. Effettivamente se l'animale fosse situato in un ambiente creato appositamente, se gli fosse dato il calore, se la pressione esterna dell'aria rendesse inutile l'artificio del respiro polmonare, se il suo sangue ricevesse già completamente preparate le sostanze la cui elaborazione indiretta a. Tr. marg. fino a:

e i suoi atti.

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richiede tutto un sistema di vasi, di filtri, di glandoICf la frantumazione, la triturazione, e in primo luogo It ricerca - coi suoi organi di senso, la sua mobilità e 1 motori, gli istinti, ecc. - allora l'animale sarebbe stranamente ridotto e tutta* via la stessa vita sarebbe mantenuta, e persino mantenuta in modo più esatto di quanto non lo sia, mediati* te i meccanismi naturali. Ma che sarebbe questa vita? - Non ci sarebbero più istinti, né sensazioni, né im» magini, né movimenti, né memoria. I nervi spariti in» sieme ai muscoli e ai sensi... Se il sangue venisse rigenerato direttamente e il calore offerto, da un ambiente perfettamente appropriato, l'animale si ridurrebbe alla vita elementare. La mente sparirebbe insieme a ciò che le oflEre l'occasione di apparire, insieme all'incertezza e alla varìcr tà delle circostanze. Tu vedi attraverso questo ragionamento che l'essenziale dei prodigi della vita può essere ricondotto all'accessorio di questa medesima vita. Tutte le passioni e le azioni, e il sentire come il conoscere sono sviluppi incalcolabili a priori di un funzionamento che corrisponde all'insufficienza dell'ambiente. Né ci sarebbero opere d'arte se la natura fosse più bella, se vi si trovassero dimore deliziose - ecc. — se la musica nascesse dai fiori. L'anima, la mente, l'individualità, il pensiero ecc.* - sono prodotti ancora instabili di un adattamento al fortuito. La grande varietà delle specie, la stramberia delle forme e dei mezzi di ognuna, la loro parentela e le loro differenze fanno pensare che la coscienza e la sensibilità avrebbero potuto anche non esserci o che proprietà completamente diverse le potrebbero sostituire. Basta come ho mostrato fornire immediatamente e accuratamente al sangue quello che le funzioni gli forniscono mediante macchina e in modo approssimatia. Agg. marg.:

Linguaggio

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vo, per sopprimere tutto lo splendore, tutta la varietà, tutta la potenza, tutta la profondità e l'avvenire della vita. Poiché nel vivente la mente non è altro che l'avvenire dell'adattamento. Qui dirò che il carattere più stupflacente della mente è l'instabilità - il cui effetto (fra ^li altri) è di rendere impossibile o quasi improbabile la compiuta soddisfazione. La mente o la sensibilità possono sempre rendere insopportabile lo stato di benessere, - l'adattamento perfetto. Questa strana caratteristica deve forse collegarsi al C.itto che la vita ha abbandonato i suoi ambienti originari e perfetti — per affermarsi in qualsiasi terreno? Per giunta li ha lasciati indubbiamente sotto la pressione di se stessa. Poiché, per la pluralità dei viventi, la vita comprime se stessa. Gli effetti di questa specie (li pressione sono 1° selezione di coloro che divorano gli altri o li privano del necessario - essi si separano [ler la potenza 2° selezione di coloro che si separano per allontanamento e vanno a cercare fortuna negli amÌ)ienti meno favorevoli. Così svolge un ruolo anche la riproduzione e intern. viene il numero. — V - Insomma, se si spoglia la vita, degli accessori, delle forme, e delle funzioni che è possibile immaginare sostituite da modificazioni dell'ambiente (e che, d'altra parte, in effetti, sono variabili insieme alle specie e possono ricevere x sostituzioni) questa vita si riduce a niente. Essa è dunque... per accidensl Cfr. vita embrionale. È la vita essenziale. E allora questo niente, o quasi niente, può essere trasmesso da... quasi niente — un germe, - ed è a questo germe che noi ci riduciamo quando ci sentiamo essere, spogliandoci degli accessori che danno alla vita la sua figura esterna, la sua varietà, le sue energie, i suoi effetti, le sue potenze, le sue vicissitudini, ecc. Significa risalire con un ragionamento a una cellula

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semplice - unica. E chi sa se questa cellula non esista in ognuno, in un certo punto dell'organismo - e non nel sist[ema] nervoso? In un ambiente perfetto, l'essere si riduce. {Ibìd., IX, 566-569) Il corpo è ciò che frapposto nel flusso dell'energia dà anima, vita e il resto. Questo corpo si risolve più da vicino in fen[omeni] chimico-elettrici. Alla morte, il suo modo di trasformi mazione del flusso è cambiato. (1923. Z, IX, 668) •

Schizzo - La vita interiore è dovuta alle riflessionli o rifrazioni delle azioni esterne." Io attribuisco a mt' ciò che proviene indirettamente da non-me. ^ Centro di deviazione, di dispersione, di relazione, di j classificazione. {Ibid., IX, 677) Il cervello riceve qualcosa e restituisce qualcosai (1924. 0ìi-ca, IX, 812) Il Corpo Quante cose vediamo vagamente! La vita di una psiche è una vita eccessivamente vaga in media. Ma l'organismo è precisione. La bocca può confondere i sapori. Le si può mascherare un sapore, ingannarla. Ma il tubo digerente non si lascia irretire dalle apparenze - e quello che gli si dà agisce su di lui soltanto mediante la sua realtà. (Ibid., IX, 866) a. Tre piccoli disegni in margine raffiguranti le diverse forme as' sunte da queste « riflessioni o rifrazioni ».

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Due dita ferite, fuori uso comportano una diminuzione del gruppo degli atti - 2 note sottratte alla gamma, combinazioni ridotte. Gli atti hanno un registro liiiiile, motorio. L'uomo è stato studiato cosi poco e così male (grazie ai filosofi) che n[o]i non sappiamo ( iilcolare la diminuzione d'azione dovuta alla soppressione di certi,strumenti. Teoria della mano - sensi -iioi ze. {Ihìd., X, 43)

l'esame della nozione di organi. Teoria dello strumento. Tutto accade come se il braccio e la mano non esistessero, come se gli occhi non lavorassero in ogni istante - la messa a fuoco è insensibile. Stanchezza è l'entrata in campo di quegli organi nascosti nella loro perfetta obbedienza. La durata percepita è il venire alla luce o sulla scena (li qualche organo - e insomma una inugualizzazione. (1924. rdwm, X, 162) Posto del corpo - ossia del funzionamento perché (juesto corpo è soltanto funzionamento e conservazione. Ecco perché Leonardo è più grande di Pascal - e anche della maggior parte dei filosofi. (1924-1925. Z, X, 440) Il corpo è uno spazio e un tempo - nei quali si svolge un dramma di energie. Uesterno è l'insieme degli inizi e delle fini. {Ibid., X, 440) Tutta la meditazione e la conoscenza interna possibile è incapace di rivelarci che siamo sangue in movimento e in trasformazione. (1925. 'IwTa, XI, 24)

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La coscienza è sostenuta dal corpo, e vacilla e si regpge sulla pressione tremolante del sangue come il guscio d'uovo su uno zampillo d'acqua. L'equilibrio stazionario del percepire e del conoscere è assicurato dall'incessante lavoro della vita. La certezza intima, l'identità, la non-nausea, la gran quantità di corrispondenze incrociate che dà la sensazione del solido, quella di restituzione in integrum sono reciproche, reazioni, di tutta un'attività alla quale i muscoli e i nervi, le loro oscure azioni di presenza e reazioni sono essenziali. (1926. p XXVI, XI, 572) La nave Mente galleggia e fluttua sull'oceano Corpo. (1926-1927. -c 26, XH, 50) Ho « l'impressione » che un gran numero di turbe del corpo - e senza dubbio tutti gli inizi di turbe sono dovuti a una variazione locale di resistenze dei conduttori che genera spesso una diminuzione di reversibilità - voglio dire una sopravvivenza degli effetti alle cause. L'equilibrio mobile è alterato. (1927. O, XII, 418) I movimenti di bilanciamento, di tamburellamento, di battito periodico — che compaiono nell'attesa corrispondono a una pressione costante si producono sempre alle estremità - dita, polpacci, piedi, coda - labbra, fischiettamenti compensano, sono dissipazione — sono uguaglianza all'atto che non si produce — e assumono forma ritmica a causa dei collegamenti - introdotti dalle resistenze opposte alla produzione di un atto determinato. Circuito oscillante. (1927-1928. X. XII, 498)

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L'invariante reale di tutte le trasformazioni mentali dipende dal corpo umano - e deve trovarsi implicato il (jualche titolo nell'idea vaga che noi designiamo con presente. Forma che si conserva. (A) Ma questo corpo - non è affatto il corpo anatomico, il quale forse non è la sola macchina che potrebbe «ompiere le funzioni e soddisfare a tutte quelle condizioni di funzionamento che assicurano sensazione, percezione, coscienza e atti. Bisognerebbe dimostrare che altri apparati e un'altra materia non potrebbero - ecc. - e rifiutare la possibilità di sostituire apparato ad apparato. Il « corpo » nella mia frase (A) è ciò che nella conoscenza assume le funzioni di conservazione continua, di interruzioni, di trasformazione con conservazione. (Ibid., XII, 511) In rapporto a una piccola regione tattile della pelle l'insieme mobile del corpo è paragonabile all'insieme degli apparecchi di messa a fuoco i[n] rapporto alla rètina. Il corpo si sposta, si predispone, preme e ottiene le condizioni di pressione chiara — di contatto chiaro. Ugualmente p[er] l'udito. (Ibid., XII, 578) L'uomo in piedi Io faccio questa « domanda trabocchetto » a tutti i fisiologi - Policard de Lyon - Froment - D' Gley* qui ecc. Ho finito per chiedere a me stesso quel che intendevo con questa domanda: In che modo l'uomo sta in piedi? N.B. Questa domanda è capitale. Se l'essere in piedi è essenzialmente umano, le condizioni nascoste dell'equilibrio sono circostanze storiche capitali. Os sublime dedit.® Perché e come In piedi?

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Questo, la mano, il linguaggio - la memoria ARTIMa il problema preciso sarebbe il seguente : Nell'uomo in piedi e immobile, qual è lo stato di ogni muscolo dai piedi alla testa? Il centro di gravità - proiettato sull'orizzontale ecc. e lo stato nervoso - e la durata di questa stazione. Ogni durata di questa specie è collegata a una potenza. C'è dunque una novità, una creazione nervosa quando appare la sostituzione del bipede al quadrupede. (1928. a XII, 902) COLATA.

Il « mio corpo » si fa sentire da « me » come corpo estraneo. Esso scompare per diventare atto-io, e non ne ho più coscienza quando è autenticamente il «mio» corpo. Più esso è mio, più è insensibile — ossia ha la stessa assenm di massa dell'io — Senza inerzia. Nella sensazione viva, questa ha la stessa potenza di me - sia che essa vi si sostituisca come nel piacere - sia che tenda a divorarlo, come nel dolore. (1930-1931. an, XIV, 714) Lo scopo di tutto il funzionamento è il sangue. Lo scopo del sangue è soltanto il mantenimento del funzionamento. Questo sangue, complesso — Opera incessante del tutto organico. « In margine » a questo ciclo si trovano soltanto (probabilmente) la mente e il germen. ( 1 9 3 1 . X V , 356) A causa della stanchezza, il « corpo » diventa cosa estranea.® Sono il silenzio e l'obbedienza immediata a far sì che QUESTO corpo sia il mio corpo. Questa confua. Agg. marg.:

Ma questo « corpo » non è quello dell'anatomia.

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sioiie - che cessa e ricomincia - Talvolta parziale, talaltra completa. Consente " gli atti controllati. Poiché, durante l'atto, è « la mente » che agisce come da sé —finquando l'atto non incontra troppe resistenze. Cfr. scrivere. L'atto è dunque pensiero strumentale — e fino alla stanchezza, o allo sforzo — i quali, diventando troppo sensibili (mentre essi erano fin lì, in equilibrio con l'eccitazione impulsiva), oppongono fra loro dei componenti che prima erano legati. [...] (1933. Senza titolo, XVI, 150) Questi turbamenti e queste vertigini cosi spiacevoli " sono caratterizzati da un « movimento » di universo irresistibile. Come se la nuca fosse artigliata - le orecchie ingombre. Non c'è più corrispondenza reciproca istantanea fra le sensazioni-reazioni. Un equilibrio insospettato viene turbato. Smarrimento delle funzioni dello spazio. Specie di nausea spaziale. Chi sospetterebbe che lo stomaco, il piloro sono fondamenti dello spazio? che la quiete e i relativi movimenti d'insieme delle cose sono legati alla sensibilità di questi organi? - che le variazioni dello spazio o le accelerazioni soprattutto in rapporto alla verticale agiscono di rimbalzo sui nervi del tubo digerente? ciò che è il mal di mare — il mal d'ascensore. Ruolo della reazione del suolo saldo - Pesantezza. Ruolo degli occhi. Forse compressione degli emisferi? Forse irrigazione del cervello? carotidi strette? Perché queste rotazioni? Non si sa a che cosa appigliarsi. È difficile concepire il movimento dell'immagine del luogo. Forse si potrebbe pensare a q[ual]c[he] cosa di anaa. Tr. marg. fino alla fine del passo.

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logo a una specie di principio di azione e reazione che interverrebbe - come nel caso del pattinatore? Essendo abolite o ridotte certe « forze esterne » - ogni sforzo ha come contropartita una tendenza « uguale » e di senso contrario, un « rinculo ». Nel mal di mare, la pesantezza viene abolita da una caduta libera - beccheggio - la ptosi agisce senza opposizione. Ma qui, bisogna tradurre tutto in linguaggio del sistema della sensibilità generale. E non è facile. Osservare anche i limiti angolari - rotazione dello sguardo. Fissazione di un punto." La fissazione di un punto produce un movimento « apparente », e questo movimento tende a trascinare tutto il sistema. Ora questo è verificato per tutti i punti. Non si sa dove fuggire il movimento delle cose donde disordine delle membra, aggrapparsi, angoscia - come se l'oggetto che si sta per afferrare venisse scacciato dall'avvicinarsi della mano. È un altro mondo. Cfr. il sogno. {Ibid., XVI, 255-256)

Conoscenza del Corpo Il « Corpo » percepito direttamente - senza visualità — non più come un oggetto, una forma. Così, chiudendo gli occhi, agitare dolcemente la mano (ma questo nome è di troppo), muovere le dita. Tentare di non introdurre c\Vit\\'Altro ~ che è la figura estema conosciuta, l'opera degli occhi e del ricordo. Allora incomincia il senza-linee — lo spazio informe. Se la mano resta immobile e non si irrigidisce, non si sa se essa c'è o no, né che cos'è. Il neonato apprende la sua mano osservandola come a. Disegno in margine raffigurante questo processo. Due tr. marg. fino a: seguiti da un solo tratto fino alla fine del passo, b. Tr. marg. fino a: e d e l ricordo.

tutto il sistema,

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il bambino apprende a leggere. Tutto si apprende — Si apprende che esiste il sonno, che si è dormito. Cosi si forma (mercé questa educazione di brancolamenti convergenti) la funzione fondamentale delle risposte immediate alle sensazioni. II «corpo», il « mondo » sono convergenze uniformi, distinte in tal modo dalle « conoscenze » che potrebbero essere diverse, e che sono soltanto memoria - mentre queste non sono soltanto memoria, ma SEMPRE VERIFICABILI DIRETlAMENTE e d'altra parte, così frequentemente - che la loro produzione si confonde con la stessa presenza e non si distingue più dalle sensazioni - nella maggior parte dei casi. Bisognerebbe combinare queste vedute col carattere di va-e-vieni della coscienza desta. La coscienza di sogno è senza ritorno. È una presenza pura. L'Io determinato dall'evento stimolato si riduce a questa determinazione - esso è necessario e sufficiente. L'insieme delle risposte è divergente. Il sistema-coscienza del sogno appartiene a un universo senza risposte secondarie. Non c'è corda sotto l'arco. (1933-1934. Senza titolo. XVI, 896) La mente si meraviglia della straordinaria particolarità delle cose -, degli organi della vita, soprattutto che essa trova così lontani e tuttavia cosi essenziali. Essa si scontra con queste forme e leggi del «corpo» - (come è difficile esprimere questo!) il proprio volto, le mani (estranee e Sé), i bizzarri « attributi » del sesso - gli occhi, la bocca e le complicazioni interne delle funzioni e parti di questa cavità organizzata Questo contrasto che ha fatto nascere l'opposizione - anima o mente e corpo - deve essere oggetto di riflessione. Forse bisognerebbe cercare di dirigere il proprio

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QUADERNI

pensiero " in modo tale che esso si mantenga in costan» te o frequente collegamento col sentimento di queste strane forme e funzioni - ? Non dimenticare che tu non avresti mai immaginato, inventato questi strumenti che sono per te essenziali. E '' tutto quello che tu inventi lo inventi al largo di quello che sei. (1934. Senza titolo, XVII, 155)

Problema infantile Come si può pensare senza sentire il corpo? intendo dire senza che la cosa vivente che pensa sia tanto sensibile nel pensiero, quanto la mano e il braccio nell'atto che essi compiono? La visione ignora l'occhio. In che modo ciò che è fa ciò che non è e si ignora? - non si fa? Questo per me esprime ingenuamente Vesterìorità del pensiero. Allora, la « vita interiore » (espressione ancor più ingenua) sarebbe l'effetto o lo sforzo espresso dall'atto di rendere sensibile questo corpo, questa cosa vivente del tutto diversa dal suo prodotto. E dirigersi verso il massimo di profondità del pensiero, sarebbe andare verso una specie di conoscenza del conoscente, - di presenza del cervello — L'essere e il conoscere si escludono. (1936. Senza titolo, XVIII, 689) La « mistica » psicoestetica Il punto centrale di ogni meditazione - è la divisione del presente qualunque esso sia in 3 lobi Il «mondo esterno» o (pi Il « mio corpo » sentito o