Nonno di Panopoli, Parafrasi del Vangelo di S. Giovanni, Canto A [PDF]

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Zitiervorschau

EIKA5MOS Quaderni Bolognesi di Filologia Classica· Studi 6

CLAUDIO DE STEFANI

NONNO DI PANOPOLI PARAFRASI DEL VANGELO DI S. GIOVANNI CANTO I Introduzione, testo critico, traduzione e commento

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PÀTRON EDITORE

Bologna 2002

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Copyright © 2002 by Pàtron editore - Quarto Inferio...--rl!'lll:l!!llt" --emog~ l diritti di traduzione e di adattamento total 0 .. _ sono riServati per tutti i p . E' . • . e Parztale, con qualsiasi mezzo .al aest. mo1tre VIetata la riproduzio e h Zl -e, compresa la fotocopia anche ad uso i t d'd . n • anc e par-

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Premessa

attrco, non autoriz-

Prima edizione, febbraio 2002

Opera pubblicata con il contributo del Ministero deli 'U . Ricerca Scientifica e Tecnologica.

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mversita e

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PÀTRON EDITORE- Via Badini, 12 40050 Quarto Inferiore (BO) Tel. 051.767003 Fax 051.768252 E-mail: [email protected] Sito: www.patroneditore.com

Stampa: Stabilimento Editoriale Pàtron VIa Badini 12- 40050 Quarto Inferiore- Bologna

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Questo libro è la rielaborazione della mia tesi di dottorato, gestita durante tre anni di lavoro all'Università di Firenze (1992-1994), e discussa nel dicembre del 1995; il dattiloscritto fu successivamente ripensato e modificato, soprattutto per quanto riguarda l'introduzione, negli anni seguenti, in particolare nel biennio 1998-1999, durante il quale potei avvalermi di una borsa postdottorato messami a disposizione dall'Università di Macerata. L'edizione commentata del canto primo della Parafrasi intende iscriversi nell'àmbito di un'impresa iniziata nel 1989 da Enrico Livrea con un volume sul canto diciottesimo, e proseguita nel 1996 da un analogo lavoro di Domenico Accorinti sul canto ventesimo. I debiti da me contratti con gli studì nonniani di figure prestigiose come Arthur Ludwich, August Scheindler, Heinrich Tiedke e Joseph Golega appaiono chiari, credo, ad apertura di pagina: di questa dipendenza sono lieto. È per me compito gradito ringraziare il prof. Francis Vian, che lesse la redazione originaria del lavoro, inviandomi una lunga lettera fitta di annotazioni, che fornirono lo spunto per riflessioni e miglioramenti; il prof. Enrico Livrea, che seguì la tesi in qualità di relatore, incoraggiandomi e soccorrendomi con la dottrina che tutti gli riconoscono; il prof. Paolo Eleuteri, al quale devo importanti chiarimenti sulla tradizione manoscritta; i proff. Dieter Harlfinger, Filippo Di Benedetto e Roberto Palla, nonché mons. Pau! Canart, per informazioni codicologiche; il prof. Andrei Rossius, che mi inviò il microfilm del codice di Mosca; la dott. Susy Marcon della Biblioteca Marciana, che mi assistette con competenza nello studio dell'Aldina; la pro f. Daria Gigli Piccardi, prodiga di osservazioni sul commento e la traduzione; infine, soprattutto, il dott. Enrico Magnelli, che cortesemente lesse tutto il dattiloscritto, corredandolo di note preziose. Ringrazio il personale della biblioteca Marciana di Venezia, della Laurenziana di Firenze e dell'Universitiitsbibliothek di Heidelberg; la redazione di Eika-

2

Prefazione

sm6s (in modo particolare e sentito, il dott. Camillo Neri, che mi aiutò con abnegazione, discutendo con me varie parti dell'opera) e infine quanti, colleghi ed amici, contribuirono a migliorare questo libro: imprecisioni, errori ed arbitri sono da imputare alla mia inesperienza, e me ne scuso in anticipo con i lettori. Spero che questo volume contribuisca ad accrescere l'interesse per il Nonno 'minore' e a far superare pregiudizi classicisti nei confronti di un poeta cui forse non sorrisero le Cariti, ma che è tra le figure più interessanti della letteratura greca, e non solo tarda. Esprimo infine una sentita riconoscenza al prof. Enzo Degani, che, accordandomi una fiducia di cui mi onorò sin dai miei primi lavori, acconsentì ad accogliere nella sua collana quest'opera, che purtroppo non fece in tempo a vedere in stampa.

Venezia, estate 2000

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meiner Orna Gerda Koch

Introduzione

L l Nonno e la Parafrasi di Giovanni.

La testimonianza non unanime dei manoscnttt attribuisce a Nonno Panopolitano una versione poetica del Vangelo di Giovanni 1, i cui ventuno capitoli sono resi in altrettanti canti per circa 3640 esametri; si deve però tener conto del fatto che nel corso della tradizione sono cadute alcune porzioni di testo: la lacuna più lunga sembra occorrere dopo il verso 161 del sesto canto 2. L'esemplare del Cf. Golega, Studien 4s. Cf. Scheindlcr Xs.; in questo punto del testo, N presenta uno spazio vuoto di tredici versi (f. l 07r; sei nella colonna di destra, sette in quella di sinistra). A 2,59 dev'essere caduto un solo verso (tra OtxocrTaolrJV 8è IJ-EVOLII~S' e ~9Eutv ÙKÀLVÉEcrcnv Èmun.JcravTo 1J-U8flTa(): qualcosa come aùn)Ek !-lat!n8lowtv cbropp(~aVTES' ci~TGLS' (il Koechly, nella copia dell'edizione del Passow da noi consultata - cf. 79 n. 311 ~ aveva già proposto, in calce, a inchiostro rosso: «post 59 deest tale quid ~EplotS' PL$avTES ... à~TOLS', vid 114. 319h)); a 2,116, invece, non riteniamo necessario postulare una lacuna, come fece lo Scheindler, sulla scorta del Koechly; a 3,171 manca un solo verso, del tipo: (w~v ÒIJ.~poalrw oÙK Òl.pETUL, ÒÀÀ' È:rrì. KELV(fl (il Koechly, in margine al Passow aveva invece integrato, a lapis: oòpavlrw (wiw oÙK &peTm, ÒÀÀci oi miToU); a 4,214 manca un verso come ad es. XpwTÒS" 'lou8alT}S" On 8ÉOKEÀov oÙOaS" df1Elj)wv (per la ripetizione di oÙOaS" al verso 214a, cf. 14,10s. IJ.ETà 8ÉaKEÀov oÙOa XL V 9 P. Chuvin, Nonnos de Panopo IS en culti egiziani nella Parafrasi è postulata dal (1986) 389 e Id., Mythologie 25 e 280s. Influenza el

mtenX~

r; .

. . fco riflesso culturale egiziano è segnalato da D. Kuiper 261-263. IO Gigli, Nonno e un altro Id ll Dionisiache di Nonno di Panopolj «Byb) Accorinti, Note critiche ed esegettche al canto 4 e e

I'EgJtt~;

tpot~

. . Cf. Chuvin, Mythologie 196-253. Accanto alla Dian. XL (Tiro) e XLI-XLIII (Bento).. . . he dalla tradizione encomtashca · tf to forse 1sptraz1one anc f tradizione dei nchpw, Nonno avra a .m f· L d t prof Univ. Bervi. 33 (Heitsch l 99), c-· . d,· cui-sono rimaste tracce mteressan L au a. XC (1997) 354s. Il

acca dcm1ca, B]EpEÒTJS" rrÉ8ov ~uKÒIJO[to.

8

Introduzione Nonno e la Parafrasi di Giovanni

nell'Osroene {tra il449-451 e il457-470/471) 12, o con l·1 cosi·dd etto Pseudo Non d. autore l scol1 mitologici a Gregorio di Nazianzol3 La lettura dei due dot;i no: sembra suggerire la figura di un grammatico del g~nere di Museo 14 poemi

~;~~~t!~~~tuti:. letterari\era tutt'altro che incompatibile con la cari~aa~~~~o:~~~rsa m lZ!ana e a datazione, che si regge

SUI

!abili fondamenti della

12 Ci riferiamo agli studi del Livrea L, . . . . Falkenburg, nella prefazione alle D. . . l .. C omommJa aveva suggcnto quest'Ipotesi già al · wmswc 1e > LXXXIV [1986] 60s.), che ne fa un contemporaneo di Agazia. La cronologia da noi ritenuta segue all'ingrosso quella stabilita da Livrea (445-450, ribadita recentemente in l. due Taziani in un 'iscrizione di Afrodisia, «ZPE)> CXIX [ 1997] 46 n. 20).

IO Introduzione

violente interpolazioni sia stravolgimenti dell' . . 22. . . dJlatazwni della Vor!age dovut·1 d . t . . ongmale ' SI nscontrano, tuttavia ' a In enti sta merame t rt' · · · ' te esegetici: tendenza questa . , I n e a ISIICJ sm concretamend . . ' , pm vo te notata dalla c ·r sommanamente dal Kuiper23 I I. .. . n Jca mo ema, e nassunta · non mo 11 cas1 m cm No . . . barando, con tecnica abilissima nno aggmnge dJ suo, nelamenti cruciali del racconto co, un~ spunto del testo gwvanneo, segnalano mo( I 1,162- I 66) o la celebrat~ d me . a Vlttona sulla morte nel canto undicesimo (18, I 6-21 ), o Io stesso esord,·o deelscnztwne delle fiaccole nel canto diciottesimo can o pnmo. Non poche coincidenze !ematiche accomun . che. I tratti 'evangelici' dell I' , . ano la Parqfras1 alle Dionisiapatenti24, Vi si affiancano nel~ persona Ila dJ Dioniso, nell'epos pagano, sono del Cristo25, A questo rigu~rdo a. Parqfrast, elementi dJ?nisiaci nella presentazione . . , e ormm pacifica e quasi flrust II' I' . . , descnz1one della trasformaz· d II' . . a ne ana 1s1 cn!Jca la w ne e acqua m vmo 11 d· 26 che notoriamente richiama l'an I . a e nozze l Cana ; segmento a oga metamorfosi delle acque del lago Astacide,

"~- Koechly 426s.; Smolak 2· ( ex' Wl e es 1m lateinischen Bereich • . • 13 Kuipcr 228: ..U&aJ.lOV òrrWpTJV l yuLOTTÉOT]LJ EÙf3oTpuv àvÉaTTaaE b.TlPWBiìos- (Dion. XXXVI 377-383). 28 Ma il Golega, Studien 75 era giustamente cauto sull'utilizzo di elementi stilistici. 29 P. 21. In questo caso, infatti, è ben possibile che abbia ragione la Gigli, Nonno e l'Egitto, che ipotizza - allegando un ampio dossier documentario - un 'influenza delle feste egiziane in occasione delle piene del Nilo (77-81): durante l'inondazione, le acque del fiume assumono un colorito rossastro a causa di depositi femJginosi, e Nonno alluderebbe proprio a tale fenomeno, celebrato nei riti locali da tempi antichissimi: se l'ipotesi della studiosa coglie nel segno, i due passi in questione sarebbero dunque il frutto di un'influenza del culto nilotico, e non- o non solo- il risultato di una contaminazione di elementi cristiani c dionisiaci. 30 Stadien 77s. l passi in questione sono Dian. XXV 281-285 e Par. Jo. 9. 31 Golega, Studien 63 opportunamente ricorda Par. Jo. 2,ll2s. EÙ6(wv ETt rr6oxa. Kal cipvorpciywv iEpr'jwv l Òpyta J.LUOTLTTÒÀEVE 4>tX6KpoTa 9utà5' ÉopTTj, versi tanto più vistosi in quanto la menzione dei riti giudaici , da Nonno definiti - impropriamente- sfrenati e orgiastici come quelli di Bacco, è improntata al più radicale disprezzo. Passi del genere possono ben spiegare l'ipotesi di un'abiura, da parte dello scrittore, delle sue precedenti convinzioni pagane, espresse nel poema maggiore (era la tesi del Bogner). 12 Ad esempio, i termini in cui è rilevata l'analogia vinolsangue in Dion. Xl 91-93 ci sembrano richiamare - sia pure all'inverso - una tematica eucaristica: aTTov8iìs 8' È:oooJlÉVT]S' aùT6yyEÀos- a'i)-taToç ÙÀK4'J l ì..6wos aliJ-aÀÉms- È:pu8alvETO f5wllÒ5' ÈÉpams, l otvov ÀEt{)ùiJ-Évmo tPÉ pwv TinTO l!.

12

introduzione 33

Aura Appare evidente la vicinanza, per Nonno, delle figure di Dioniso e Gesù Cristo; tale contiguità è confermata, per l'Alto Egitto, dai referti archeologici 34 • Come si è detto, la Parcifrasi è un'opera dotta: l'autore maneggia con perizia gli istituti retorici dispiegati nell'epos pagano, e l'eleganza dello stile è segnata dalla medesima cura. Non35 si può parlare, concretamente, di una metrica diversa da quella delle Dionisiache . La narrazione evangelica è fregiata di omerismi 36 e riprese dalla poesia alessandrina e imperiale 37 La lingua è caratterizzata da una 33

rrveò~~v. on

Dian. XLV Hl 834 OUK 18o". où rrapSù·us Uta ÀOXEÙEL salda assieme un emistichio omerico (Od. XXlJI 40) e un passo di isaia (7,14), ripreso in Matth. l ,23 i6oiì rrapSéuosÈ" yauTpÌ E/;n Kaì TÉ(nm uiòP (Golega, Studien 68). Un segmento ancora più significativo è la famosa apostrofe di H ermes ad Elettra in Dion. IIJ 425-428 f>LÒS' EÙVÉTL, xaipt. ywaucWv l rraaciwv [lETémwEk JlOKapnhfl, éhn KpovlE'povTa KaTà Xpoò:; a'lJlan ad Conpp. laud. Iust. II l 04s . M Wh' b O ) ome quellr del! rmperatore (cf. Averi! Cam C · ., · lt y n t/re 0 1 · · ,r eron onstantmople: Candidati C . l ,. msswn oJ a Ceremonv in Mid-S: th C , [1987] 486s.). , wopa atus, Stlentiarii, E"(cubitores and Oth;rs «Historl:T XeXnXtuVry 83 , 13)) J Cf. 19,9-11 Ka( JlW ÒL!EXÀa(vwaav , . .. , ao..aaaT)s-, l aVI-l~OÀa KOL avl En: ~po~. lTETIÀa ~aMvTEs- l Lt6ovlTjs- aT().J3ovTa f3poxov aqwn KC)XÀou. Naturalmente ., ~r. . T)S' KOL Ev aÀyEaw; 19,23 TTop . A fronte della presentazione giovannea di un'intrinseca familiarità degli apostoli con Gesù, Nonno risponde accentuando, attraverso specificazioni assenti

an

on

come Constant. De Cerimon. I 14,3 PiTTTEt aÙTÒv TTPÒS' TOÙS' TT68a::; TOV ~aatÀÉwç e altri casi di «expression énergique pour exprimer ce rite de l'adoration>) come si esprime R. Guilland, Recherches sur /es institutions byzantines, l, Berlin-Amsterdam 1967, 145 = ((REG» LIX-LX [1946-1947] 254). Alcuni atteggiamenti dei personaggi nonniani sembrano chiaramente suggerire un'influenza de li 'etichetta di corte: il Padre indica al Figlio il suo compito terreno con un cenno (17 ,l Os. ai.JTÒS' ÈyW (JE yÉpmpov ÈTIÌ. x9ovòs- Epyov àvVaaas-. l VEVj.lapa TEÀÉaaw); Iris si prosterna in silenzio ai piedi di Rea, che con un gesto severo ordina ai Coribanti di versarle da bere: Dion. XIII 10-15 àQ>wVJlnll8È mwTrfl l aES, ava/; ijÀLE, WKpòV T~V [rrrraa[av, l CÌVcl1TOVOOV TOÙS 'lrr1TOUS aou, ÀVOOV TOÙS XOÀLVOUS aou l KOL OÒS Tji rroÀEL aou TWV awv CÌKTLVWV 6 KopwS~vm (vv. 16s.}" , nonché Carm. hist. 11,31-38 Tcixa aou, SEtE ~aaLÀEÙ, TÒ OWilU ... T~S ~ÀLOK~S >LÉPOS ÈOTLV OÙOLOS, l Kat TOUTOU XclPLV KapTEpEl TàS OUVEXElS KLVljGELS l Kal T~ V KOO!lOOWT~pLOV l1T1Tcl (ETa l OLpdav l TÒV EÙTUX~ (wowKÒV TÉ>Lvov T~S VLKI]S KUKÀov 97 • L'apporto della Parafrasi alla sperimentazione stilistica successiva è comunque difficilmente riconoscibile"; lo stesso vale 95

Cf. ad 160. Il luogo prodromeo è ricordato anche da Kantorowicz 151. 97 Per Giorgio di Pisidia, vd.la nota dello Sternbach, ad Carm.lned. 4,130. 98 Sophron. Anacr. 20,70 Gigante {JayÈv W:; àWOe;· EpKos l TÙTE navnivaç 6 p~/;aS', -etc.: cf. Par. Jo. 11,165s. (ma la rappresentazione è tutt'altro che isolata, cf. Livrea, Iuy6&e~vos (2,11; l'aggettivo, apparentemente sconosciuto al di fuori di Nonno - e il lemma non è registrato dal Lampc - occorre inoltre 16 volte nelle Dionisiache, per lo più di dee e ninfe pervicacemente vergini) che connota la 96

94

Non a caso Emst 198 parla di «forensischer Aspekb>; cf. anche Id

122_, ___

29

30

llllroduzione

per ii poema maggiore: nonostante la celebr f . . smtoma del gusto medioevale bizantino l' e a fermazwne di Pasquali sulla e quel suo stile esasperatamente t con,9 ammus dell'epos bacchico di Nonno . . re onco non s · 1 contmmtà formale dopo Agazia e Paolo s·J , . . IOO' puo parare, pensiamo, di 1 enz1ano .

31

', JII, Fenomeni stilistici, lingua, metrica. J1 ricorso alle figure di suono - prima fra tuttè, l'espediente più amato, ·l'allitterazione- consente a Nonno di arricchire il suo dettato ·in modo funzionale ...all'espressività del racconto. Nel primo canto questi elementi fonici si notano, e si direbbero intenzionali, a partire dai primi versi, dove richiama l'attenzione soprattutto l'insistenza del suono a- rilevato dal poliptoto cios ÈK aEOS'- quasi avo~c--- -ler trascrivere nell'euritmia del verso la formula (Apoc. 1,8; 21,6; 22,13) Èyw ELIJ.L TÒ aÀa KaL TÒ W: !'ixpovos :i'no. (j,K[ xwos, Èv (j,ppr\T\1! Àoyos (ipxìJ, lcrou~s yEVET~pos OIJ.rlÀLKOS' ulòs (Ì,IJ.rlT(I!p, KaL ÀOYOS' aÙTOUTOLO 0EOU QQs, ÈK cpaEOS' cp~s· Successivamente (38) un'allitterazione in fine di verso - luogo convenzionale c privilegiato per queste assonanze- chiude solennemente un periodo piuttosto lungo (31- 38), caratterizzato da vari artifici stilistici: aÀÀà 0EOU yqaaOLV àvrjpoTa TÉKva TOK~OS'IOI, A 72 un vistoso omeoteleuto: otjJ~

'H).[as rraÀLVOOT~ EL S' xOova

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102

Ve_rgine Maria, riecheggia forse in Jo. Geom

la /Unctura

KO[patJE

OTPEKlT)s-, KolpaVE xa

.

~:t::ll- 2,43 Sa]dak ~PG_ l06,857D) a( VEL presente storico - forse a ragione 128 • In altri due luoghi, 31 ÈyÉpacpov - Jo. TTapÉÀa~ov e 56 aKorr(a(Ev - Jo. ÉwpaKEV, si può pensare ad un utilizzo catacrestico dell'impf., peraltro consueto 129 : così va senz'altro inteso rrÉÀov (76), inserito m un enunciato al presente per ragioni metriche (cf. ad l.).

1

~° Keydcll* 59, che a p. 60 annovera tra gli esempi il simile Dion. II 445s. CJEÀÒyL(E ... > V (1974) 9-23; cf. anche le tabelle . d 1 s esquemas del hexamet1 o, « .r Brioso sanchez, Ntcan ro y o . d . . d' l Cunningham The Hexameter O; t · degli alessan nm - I · · ' 11 1 -con attenzione specifica a a me nca XXV (1977) 96s L'enumerazione degli esametri con o Fragmentary Hellenistic Poets, .. , O , •ce J casuahta: cf. ad es. II 382s al 8È '~ÀL{30f1ÉV~OLV ... l À( yvu"( Kal VEcf:JÉÀlJ~LV a~:XJL4~0lW\! TrÀOKci,ftWV ~.TTLf3ftTOf)ES' Ò.oTpWv, 496s: OiJTw t8oq..t': 2)0-254 TrparrlòEoOL ... l ... drrÀa,VÉEa , s. jurrTaÒLTJc; E~pOLfll l ... aùxÉva YVflVÒv .6.0VOOLO, V 96s. KGÌ. YOI-l(lJ aci.ÀmyyL l 0~1 ·:· ... n~l'EÀÀTJVEOcrt ... l ... Llavao"io ... l 0 TIPOXÉouatv 1 ' ··· ~'TL TVTrov ouptyvt ' • · 1 ' 449 - 451 lXVEUOUCJt ·:· ••• TTllXitVOUOL ... l ... 157 . Ctnquc versi: 16, 47, 76, 103 125 s· . . perc:ntuah consuete- una ricognizi~ne c'ursor.ia l t~att~ d.' u_n dato _rc~ativarnente elevato rispetto alle 12 r~correnze: I lOS, 531, Jl l Ol, 31 O 567 Il l S~UI pnmJ cmque hbn delle Dionisiache ci ha fornito specificare che in quattro dei versi m~ . , . -, 324,381, IV 86, 94, 298, V 613- ma occorrerà nome . . . nzJonah del canto primo l . . . pr~~no dJ angine semitica. Lo scavo di Ausilia Sa'" a c~sura prmcipale è preceduta da m «Studi m onore di Anthos A d' . IJa, La metr:ca di Dioscoro di Aljir d't f· . . r IZZonm, IJ, a c. di E L. G . . o 1 opo 1, registra un caso di due spandei conii. . . p . tvrca c . A. PnvJtera, Roma 1978 846 n 4 nuJ m amprep fr 3 83 L. . . . , . cesura pentemJmcre: cf. E. Calderon Do d El l .. . , Ivrea- dtvtsi, come in Nonno dalla d · r a, temmetro de p( · ' 353 -:_e uc m lo. Gaz. (l ,27 e 96). II dato sul Ga . , . unprep~o,

v

(1897) 26-

32; A. Da in, Histoire du texte d 'Élien le Tacticien, Paris 1946, 324-328; Pierleoni, Xenoplwn-

tis opuscula. G.P. reccnsuit, Romae 1954

2

,

XV-XLVI; Widdra, EévqiJVT05' 1Tépi i7T1TtKfj:;.

45

I codici

ficiente ad infirmare la paternità nonniana del poema collazionato su microfilm e sull'originale.

195

. Il codice è stato da me

Edidit K. W., Lipsiae 1964, V -XXIV; Delebecque, Xénophon. L 'art de la chasse. Texte établi

La bibliografia fino al 1968 è meticolosamente raccolta alle pp. 90-96 in A. Turyn, Dated

et traduit parE. D., Paris 1970, 35-48; Canart-Pcri 520; Id., Xénophon. Le commandant de la cavalerie. Textc établi et traduit parE. D., Paris 1973, 29-31; Id., Xénophon. De l'art équestre, par E. D., Paris 1978, 29-32; Livrea, Paraji-asi 72; Buonocore II 865; Accorinti 77s.; Cercsa, 198/-1985 363; Id., 1986-/990440.

Greek Manuscripts ofthe Thirteenth and Fourteenth Centuries in the Libraries ofItaly. By A. T., I, Urbana-Chicago-London 1972; Lotte Labowsky, Bessarion 's Library and the Bibliotheca Marciana. Six Early Inventories, Roma 1979, 176 nr. 456, 226 nr. 645, 256 nr. 210, 298 nr. 195; R. Aubreton-F. Buffière, Anthologie Grecque II. Anthologie de P/anude, XIII, Paris 1980, 4-6; Mariarosa Formentin, La grafia di Massimo Planude, «lÒByz>> :XX:XII/4 (1982)

N Marcianus Gr. Z 481, cart., a. 1301. ff. 100'-102'. Questo codice famosiss_imo: scritto da Massimo Planude, contiene i'Anthologia P/anudea e alt! test! mmon (Menandro, Sententiae monostichae, [Pau!. Sii.] in thermas Pytlncas, operette di Euclide, il rr(va/; delle opere di Plutarco, Max. Pian. De homophonia ). Alla Parajì·asi è premessa un'inscriplio (f. 100'), che attribuisce l'opera al filosofo e r~tore ~m~onio, cui è premessa, nel margine superiore del foglio, l'annotazw~e: ~~~LKOV E!J.!J.ETpOV TOUTL TÒ opCÌ!J.a· ElS TÉp. a c. di G. F., Napoli 1994, 403; M. Manfredini, I manoscritti plutarchei del Bessarione, >. Collazionato su microfilm. Lambros II 122-138; Golcga, Studien 5; Livrea, Parafrasi 76s.; Accorinti 76 n. 109.

K Vindobonensis Phil. Gr. 157, cart., sec. XV. Al foglio 3' contiene i vv. 1-4 del canto primo: s'interrompe con Collazionato su microfilm.

49

I codici

z

Vaticanus Pal. Gr. 429, cart., sec. XVI, ff. 145. Contiene solo un'inedita raccolta degli epiteti nonniani che ricorrono nella Parafrasi. Stevenson 278; Accorinti 77 n. III.

Tra i mss. elencati spicca per antichità L, l'eccellenza delle cui lezioni era già stata riconosciuta 197 . Come si vedrà, L costituisce un sussidio determinante per la ricostruzione dell'archetipo a, in quanto rappresenta, da solo, uno dei due rami della tradizione della Parafrasi.

a~EPL> .

Di fatto, molte delle correzioni di P 5 si ritrovano nel testo del Bordatus

228



Ora, che l'umanista francese avesse preso visione di P, sembrerebbe assai improbabile. In primo luogo, la storia di P nel Rinascimento è fortunatamente ben nota: quando uscì l'edizione del Bordatus, il codice faceva parte della collezione

226 Cf. Livrea, Parafrasi 82, e Accorinti 85s. 227 In un epigramma allo stesso Jacobus Solomo, il Bordatus ricorda l'aiuto dell'amico: ao[ 1TOTÉ !J.OL KLxpaL!TL ~[~ÀOV xcipLV olOa !J.Eyianw l KOi. GOL à~EL~ÒJlEVOS' [scripsi: Cqwi~- Bord.] v"ùv miÀLV oiJ!J.oÀoyW. In un altro carme l'umanista rievoca con toni ispirati la scelta di curare l'edizione di Nonno: di notte, mentre il creato era avvolto nel sonno, egli rifletteva sul senso della vita, quando gli apparve un angelo di Dio, con l'opera di Nonno tra le mani, incoraggiandolo ad intraprendeme la pubblicazione. 3 228 Si vedano le correzioni assegnate a P nell'edizione deli'Accorinti (ad es. 20,3 yalu, oUOai.mo, etc.). Distinguere gli interventi dell'umanista da quanto egli" sostiene di avere trovato nel manoscritto dell'amico non è facile: in alcuni casi~ pochi- crocifigge il testo, stampando in margine la correzione: si tratta per lo più di ripristini della lezione dell'Aldina contro congetture di edizioni successive, che si erano insinuate nel testo (ad es. 1,210 à6pijaT]TE] Ela&.j;Ea6E Juvenis- non fu dunque il Herrnann a reintrodurre la lezione originaria, come appare dall'apparato dello Scheindler; 7,31 ~ETÉÀ8ET€] àvÉÀ6ETE Juvenis?) o di congetture che correggono con successo la princeps (3, l VOOTIÀavÉwv] yoonÀavÉwv P, Ald. Juvenls) o peggiorano il testo (21,131 àvtdjTOLO] ÒKLV~Toto P, Ald.). In più, a p. 196 il Bordatus dà un elenco di diversae Jectiones, alcune delle quali correggono il testo (ad es. 19,19 voonÀaVÈS] VEonÀavÈs). Quanto alle emendazioni più sostanziose, quelle che coincidono con P5 sono invece stampate senza segnalazione: può darsi dunque che l'urnanista volesse distinguere in tal modo quanto avrebbe trovato nel ms. del suo amico e quanto era dovuto invece a divinazione. Va detto comunque che l'apparato di Schcindlcr non è esente da sviste nell'assegnazione delle congetture (cf. anche le nostre note alle pp. 58 n. 231 e 73 n. 289), alcune delle quali sono erroneamente attribuite al Bordatus, come: 4,119 xpÉos-] xp6voc;- codd. (et Bord J; un errore di stampa dà poi luogo ad un assurdo KEKO!J.W~Évoç (Sylburg); s'intenda così: 5,6 KEKOKw~Évoc;- LVN, coniecerat Sylburg, prob. Wemieke, adTriphiod. 259] KEKOUIJ.Él.IOS" P et plerique edd., )'E KEKOU\lÉ.VOS" Bordatus.

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58 )'

privata di Ulrich Fugger: appare ben difficile dun ue . .•. o addirittura postillato· in secondo l , q , che potesse essere utilizzato: cogente nel!, d. . , uogo - e questo CI sembra un argomento p., dina ( err- . d. e IZIOne del Bordatus compaiono delle lezioni erronee già dell' llu . on ' stampa o di lettura), che sono assenti in P· l' . esammato, certamente le avrebbe correttem , . se umamsta lo avesse p ,r. . ' cosi come corresse molti .d mff~·asz per congettura o grazie ali' ausilio del ms. venuto alla luce LÉvwv V; 142 pa~~[v] pa>t~Ì.v V et item v. 200; 151 È/;E[vwaEv] È/;ELVLtttTTEoov aùT69L] KUÌ. aÙT68L E>tTTEÙa ~' E>LTTEÙOV V; 142 TT69L]TTOTE ~; 186 nvì.] ÈvÌ. ~; 208 ÀEUtELWV yM; e dai casi in cui V e M sono solidali in errore contro y ed L: 39 aÙToTÉÀEws [l-3] Sine tempore erat: incomprehensibile in indicibili uerbum . principio. Aeque existens patri coaeuo. filius sine matre. Et uerbum per se existentis dei. Lumen ex lumine lumen. Sunt vero carminum tria millia ac septem et qua" draginta: quae circiter ab hinc triennium imprimenda quidem curauimus, sed quia, propter summas occupationes nostras, non unquam ea poruimus in latinum traducere: adhuc premuntum. Da questo annuncio, si direbbe che Nonno dovesse uscire come quarto tomo dei Poetae Christiani 258 • Come appare dalle parole di Aldo, la stampa nonniana era probabilmente pronta da tempo (). Il progetto risaliva dunque a qualche anno addietro, come appare anche dalla prefazione del tomo primo dei Poetae, edito nel gennaio 1501 259 Nella lettera di Aldo a Daniele C lario di Parma, che segue l 'indice delle poesie di Prudenzio, si dà per imminente la pubblicazione di Nonno, accanto a Gregorio: «luuencum praeterea, Sedulium, Aratorem, quos tandiu Typi nostri parturiunt ob circiter octomillia Graegorii Nanzanzeni [sicJ Carminum, et Nonnum, qui Euangelium KaTà 'lwciVVJlV heroico carmine elegatissime [sicl scripsit, et id genus caetera quae graece addidimus cum latina interpretatione, perbreui parient, confestimque nata ad te aduolabunt>/60. La stampa di Nonno, a sua volta, è probabilmente coeva a quella dei Centoni Omerici compresi nel secondo volume dei Poetae Christiani, ed è possibile che questa dovesse essere la sede concepita inizialmente per la Parafrasi. Ciò è dimostrato: l) dalla serie temaria della fascicolazione di Nonno (aaa-(((8, KKK4), che risulterebbe insolita in un volume autonomo, mentre apparirebbe normale dopo una serie greca binaria, che si ritrova punrualmente negli 'Of11JPDKEvTpa (interfoliata con la fascicolazione latina della traduzione); 2) dal tipo di carattere utilizzato, che appare del rutto identico a quello dei Centoni 261 ; 3) dalla narura dei due testi, che Aldo doveva sentire affini. La ragione del ritardo poté essere dovuta al 258

Cf. Lowrv 196. Non si tr~tta di gennaio 1501 [m. v.(= more veneto)], cioè gennaio 1502, perché dal1497 Aldo aveva rinunciato, per la data delle sue edizioni, alla convenzione del calendario veneto (che faceva iniziare l'anno dal primo marzo): cf. M. Sicherl, Di e Editio Princeps Aldina des Euripides un d ihre Vorlagen, «RhM>> N. F. CXVIII (1975) 205 n. l. 26 Cf. Agosti 93. 261 Come mi fa notare la dott. Marcon, l 'Q maiuscolo presenta nel Nonno un piccolo difetto di legatura tra la prima asta e la base; mentre, ove nella stessa pagina ricorra almeno un altro O, questo appare regolare: le stesse caratteristiche si rinvengono negli 'Of.11]p6KEVTpa. Il carattere utilizzato fu il terzo tipo, che fu il più duraturo e fortunato tra i quattro coniati da Aldo (cf. N. Barker, Aldus Mmwtius and the Developme11f ofGreek Script & Type in rhe Fijieenth Centra); New York 1992, 59). 259

°

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Introduzione

desiderio di realizzare l'annunciata - e mai realizzata - traduzione latina. Aldo si sarebbe poi rassegnato a far circolare Nonno privo di versione latina, probabilmente in pochissimi esemplari, per pochi . ' " u cr e u r vernachliissigt wurdc, mel1r R"·uck

.302 Cf ·1 y·. l Kin~el, nel Vorwort della sua dissertazione Iedke.lvonniww 1883 Cf d , . · · ·a es. l Accorinti, ad 20,81.

JOJ

sul complesso sostrato culturale e religioso della Parafrasi, rifacendosi in ciò ai . della 'scuola di Amsterdam' degli anni '30, quella del Kuiper e del Preller' 04 . La prima traduzione della Parafrasi, come si è detto, si dovette al Hegendorf OQV""'. Il Bordatus accompagnò la sua edizione con una versione letterale. Il ,, 11est.o del Bordatus fu poi ristampato e ritradotto dal medico Erhardus Hedeneccius (1571) 306 Alle versioni del Bordatus e del Hedeneccius si rifece quella del Nan.. sius, mentre un anno dopo l'importante edizione del Sylburg che, si è visto, ristampava lo Hedeneccius, uscì la prima traduzione metrica, per opera di Ulrich Bollinger (1597). Il Possevinus (Antonio Possevino) si limitò a rendere in latino i primi 45 versi del primo canto (1603) 307 ; alcuni anni dopo (1620), uscì a Leida una versione anonima completa in prosa dell'opera308 . Non dello stesso Abram ma del Cramoisy è la traduzione che compare n eli' edizione parigina del gesuita francese (1623). L'anatema del Heinsius incise così profondamente che dal primo Seicento si salta alla metà dell'Ottocento, in cui il conte Marcellus pubblicò la sua edizione tradotta in elegante francese ( 1861 ); due eccezioni - che non ebbero né eco né diffusione- vanno ricordate: la rarissima traduzione del Marinerius (1636) e quella

3 1}4 Sul recente Thesaurus di Coulie-Sherry, indice in microfiches del poema, si veda la recensione di D. Accorinti, «Gnomom> LXXI (1999) 492-498. 305 «Schr ungeniigende», la definisce il Kuhn l 04. Il Hegendorf dichiarò, nella prefazione Ad /ectorem, che aveva originariamente aspirato a rendere il poema in versi, ma la difficoltà a rendere con brevità uno stile così ricco- il problema si presenta anche ai traduttori di Nonno ai nostri giorni lo aveva trattenuto: «Conabar equidem versus versibus exprimere, verum cum id praeterquam quod magno labore constituturn era t, etiam nonnihil mihi à8VvaTov videretur, et propter mira Poetae nostri gracca epitheta, quae non nisi multis vocibus Latinis verti apte poterant, et quod uno saepe versiculo graeco tantum complexus est, quantum duo bus aut tribus versiculis latinis aegre quis comprehendah>. 306 Su questo studioso, vissuto a Villach (Carinzia), cf. C.G. JOcher, Allgemeines Ge!ehrten Lexicon, I, Leipzig 1750, 1419; P.O. Kristeller-F.E. Cranz, Catalogus translationum et commentariontm: Mediaeval and Renaissance Latin Translations and Commentaries, II, Washington 1971,93. 307 Cf. Agosti 90 n. 4. 308 Il testo greco riprodotto ci sembra quello del Sylburg. La traduzione è letterale (sostanzialmente corretta) ed è rispettato persino l'ordine delle parole In greco, il che causa durezze (cf. ad es. 2,6s. Christus tergum versus crines jlexos habentium hominum epuloni populo/ vocatus era t conviva, che rende XpLaTÒS' òma8oK6(lwV j.1Ep6rrwv Smv~TopL \a4l/ KÀllTÒS' E11v aUvùop1TOS') c talvolta errori (ad es. 2,12-14 olvou 8' ll8urr6TOLO SuW&EE$ ÙJltf>Lopi)E'S è tradotto: Vino autem dulcis potionis bene olemes amphorae l omnes nudatae erant assiduis poculis l potato [non a torto, Marcellus propose TTLVO!J.Évwv]).

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Introduzione

dei primi 129 esametri della Parafrasi ad opera di Anton Maria Salvini 309 . In questo secolo, segnaliamo quelle dell'Ebener e dello Sherry.

Criteri della presente edizione

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VI. Criteri della presente edizione.

L'apparato che accompagna il testo da noi costituito è negativo e selettivo. Omette le lectiones singu/ares e gli errori palesi non comuni ad altri testimoni, qualora non risultino interessanti per lo stile o per la storia del iesto 310 Per ogni lemma, tuttavia, viene presentata una documentazione completa della tradizione. Per una lista delle /ectiones singulares e delle varianti grafiche il lettore è gentilmente rinviato alla trattazione precedente dei singoli manoscritti. Abbiamo dato largo spazio alle congetture, accompagnandone la menzione con il titolo abbreviato (che rimanda alla bibliografia) e la pagina, affinché possano essere più agevolmente individuate311 ; le congetture da noi ritenute improbabili sono menzionate 310

309

Su quest'opera del Marincrius, cf. Agosti 99 n. 51. La traduzione del Salvini in endecasillabi e fino a poco tempo fa inedita, è stata pubblicata da D. Accorinti, Aifton Mana 'sa/Vini e la «Parafrasi» di Nonno, «SFh XLVI (1988) 265-279.

Per es. al v. 98 abbiamo ricordato una lezione isolata del descriptus I che è servita come spunto per un intervento congetturale. 311 Ci siamo affidati all'apparato dello Scheindlcr per quanto riguarda le congetture manoscritte del Wernicke e del Fritzsche; gli interventi marginali del Kocchly (già noti anch'essi allo Scheindler} li abbiamo invece controllati personalmente: sono contenuti in una copia dell'edizione del Passow, ora posseduta dalla Universitiitsbibliothek di Heidelberg, con la collocazione 365,214. Il volume è fitto di annotazioni: a quanto pare, le congetture più antiche (c più numerose) sono quelle segnate a lapis nero, tra cui ad l ,3 y6voç?, che poi il Koechly, evidentemente convinto della sua modifica (poi recepita nel testo dallo Schcindler) riscrisse con inchiostro rosso, senza punto di domanda; in questa fase iniziale del lavoro, lo studioso segnò di fianco al testo anche le modifiche del Hennann. Molte delle congetture del Koechly sono accompagnate da un punto di domanda, il che potrebbe indicare che furono prodotte ad una prima lettura attenta del poema. Alcune sono infatti gratuite, altre- si direbbe- furono poi ripudiate dallo stesso autore, come ad es. a 1,45 EpaTEtvfì codd., yovo,; Koechly 7 (~ 427), 6Eo,; Sherry, Thesaurus X, ft. recte l comma post cj>dos primus posuit Hermann, Censura 992 Il 6 àevcicp] à///vd({J P, deva P4 mg. 119 Èv OÙTl\ì] ÈTTaUT0 L, Èrr' aùn~ v ]IlO Tiaaq.tÉAouaa] rraat IJ.ÉÀouaa y: lTOCJL IJ.É:ÀÀouaa L l l 1 et l 2 mg. sup. P 1111 TTOVTp6o:; Golega, Zum Tex t der Johannesmetabole 35] mlvTpooç codd. Il 15 .-iipui; V et Koechly mg.] K~puç LMy

nome era divino Giovanni salvatore dei popoli.

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8E'ioç 'lwcivv!]s- Àaoooooç. ouToç ÈTTÉOTT] ayyEÀOS' ÈJ.!TTEOOJ.lV8oç, OTTWS' TTEpl wTÒS' Èv[t!J\1 J.!OpTUpl!]V, '[va TTclVTES' ÉVÒS' K~pUKOS' LWij òp8~v rr[anv i'xoLEv, ciTÉpJ.!ova J.ll]TÉpa KOCJJ.lou· où J.!ÈV KELVOS' ET]V vOEpÒv cioç, ciH' '[va J.lOVvov rrO.mv civarrTu/;;ELE 8ET]yopov civ8EpEwva KOL ciEOç rrpoKÉÀEu8os- ciK!]pUKTOLO avd !], /;;uv~v J.lapTup[ T] V ÈVÉTTWV 8EOOÉYJ.!OVL Àaw. Kat yàp Éou J.lETà rraTpòs- ÈT~TUJ.lov àpx~yovov wsJ.louvoyEv~s- Myoç ~Ev, oç àvÉpa rrcivTa Ka8a[pEL TTVEUJ.IOTLKOLS' riKTLOL KaTOUyci(wv UOLV àv8pwV ÈPXOJ.!Évwv ÈTTL ya'iav· El]V 8' Èv cirrEL8ÉL KOOJ.IW cirrpof8~s-. Kat KOOJ.IOS' cirrE[pL TOS' ECJKE 8L' aÙT~u. Kat Àoyov où y[vwaKEv Èrr~Àuoa KOOJ.IOS' ciÀ~Tl]S'. ~yyù~ El]V l8[wv, 'l8toL 8É J.ILV dpovL ÀUaalJ wç /;;Evov OÙK ÈyÉpmpov· oom 8É J.ILV EJ.lpovt 8UJ.!W cirrÀavÉES' 8ÉI;avTo Kat où vòov ETxov ciÀ~Tl]V, ' OÙpav[ T] V TTclVTECJOL J.lLaV OWp~CJaTO TLJ.l~V TÉKva 8EOU YEVETfjpoç ciEL(WOVTOS' ciKOlJELV, ous- ums- oÙK w8LVE ÀEXwtcis-, où ~[oç i'yvw civ8poJ.!Éou ~ÀciaTT]J.la 8EÀ~J.laToç, où8È Kat aÙT~ aapKÒS' ÈpwToTÒKmo yaJ.l~ÀLOS' fìpoaEv EÙv~, ciÀÀà 8EOU yEyaaOLV àv~pOTa TÉKVa TOKfjoç. ~a[ Àoyos- aùToTÉÀEaToç ÈaapKw8!], 8Eòs- àv~p ot!Jtyovoç rrpoyÉvE8Àoç, Èv cipp~T4J TLVt8EGJ.l0 /;uvwaaç (a8ÉT]V ~pOTOELOÉL au(uya J.!Op~v. m[ 8EÒS' oTKov EVOLE aùv civ8pcim, Ka[ KÀÉo~ aÙTou • > E,LO~J.IEV civopoJ.!Émmv Èv OJ.IJ.lamv, o[ ci TE TLJ.l~V ULOU J.lOUVOYOVOLO TTap' UtVLCJTOLO TOKfjoç· Kat xciptTos- rrÉrrÀ11 8E Kat ciTpEK[!]s- yEvETfìpos-.

era il messaggero dalla ferma parola, perché portasse testimonianza della luce, ;:!perc:ne tutti, al grido di un solo araldo, abbracciassero là vera fede, eterna madre

20

. Non era lui la luce intellegibile, ma solo per aprire a tutti la sua bocca ispirata, ed t:_~~]pp::triJre il precursore della luce non annunziata, comunicando la testimonianza al

· popolo che accoglie Dio. Ed infatti, assieme a suo Padre, la luce vera, signora della nascita, era il Verbo

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: unigenito, che purifica ogni uomo illuminando con raggi spirituali la natura degli . uomini che giungono sulla terra: era sconosciuto al mondo incredulo - e il mondo infinito esisteva per mezzo suo- ma il mondo peccatore non riconobbe il Verbo

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che era giunto. Era vicino ai suoi, ma i suoi con rabbia insensata, come se fosse straniero, non lo onorarono; ma a quanti con animo saggio lo accolsero fermamente e non si deviarono nell'anima, a tutti offrì un onore celeste, quello di essere chiamati figli

35

di Dio Padre eterno, figli che non furono partoriti da una natura puerpera, che non furono riconosciuti dalla vita come il frutto di un umano desiderio, e neppure furono arati dal letto nuziale della carne che suscita amore, ma furono i figli non

40

arati del Dio Padre. E il Verbo creato da sé s'incarnò, Dio, uomo, venuto dopo, nato prima, riunendo in modo indicibile la forma divina con quella umana. E Dio abitò tra gli uomini, e con occhi umani vedemmo la sua gloria, qual è la gloria del Figlio unigenito che viene dal Padre altissimo. Ed era pieno della grazia

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HLMNPP3 P 5V lf20 ~È v Lehrs 263] ~~v LMy, ~~v ÈKEivos V 1125 ~Ev] È~v LV 1127 ÈPXO~Évwv (ÈPXD~Evwv P)] Èpxo llE~atS' ~~rmann, Censura/9211_39 aVToT~ÀEGTOS"] aÙTOKÉÀEUGTOS MV (-ÀEa- M) 1140 6EG1-U~] 8E 0 114> ex 8 I, ÒE & BE mg. P), 8UilTE 8~ ÙpOjlOV ano v ÉKll~OÀOS ~yayEv ~ws, ayvòs 'lwciVV'lS avTWTTLOV OjljlO TLTOLVWV 'l11aovv ÈVOl')GE Kat ayXLKÉÀEu8ov [6VTa ÙclKTUÀOV Òp8waas ÈTIEÙELKVUE jltÀOTIEu8ÉL Àawvij oaTLS ÈllÈ npoÉllKE naÀtyyEvÉwv oÉ11as avopwv ~anT[(nv am!potaL KOL anvEi>aTowL ÀoETpo'ì.s· Els Èaa8pljanas uTil')VÉjlLOV KaTa~a'ì.vov nvEujla 8EOu voEpo'ì.o KOL EjlTIEoov aùT68t llL!lVEL, OUTOS cic!>wTLaTOLaL c!>cios jlEp6nwmv òmiaaEL Èv nup[ ~aTITL(wv KOLTIVEVjlOTL · KOL jlLV onwnij doov Èyw Kat EELnov aÀl')8Éa jlcipTUpa c~>wvljv, oTn 8Eou yévos olìTos aEL(wOLo TOK~os. an· OTE 6~ q,aos aÀÀo 1TOÀLVOpOjl0S ~yayEV ~ws, 8E'ì.os av~p EGTl')KE, 6uw oÉ ol èiyxL jla8wa[ XpwTou 8mnmL'lS a6aljjlOVES ElaÉTL jlopc!>~s· XpwTÒV lowv OTELXOVTO ~OT~V x86va 1TE(Òv OOLTl')V

Ma quando l'aurora lungisaettante intraprese un'altra corsa, il santo Giovanni tenendo l'occhio fisso di fronte scorse Gesù e tendendo il·dito lo indicò al popolo 105

dopo verrà un uomo, che era prima di me: io non lo conoscevo prima di vista, ma perché apparisse con un volto ignoto a tutti i figli d 'Israele privi di guida, venni io Il O

come precursore del suo cammino non annunziato, battezzando il popolo non istruito, ignaro, traviato». E aprendo la sua bocca divina a tutto il popolo ansioso di credere, testimoniò con la sua voce che tutti ammalia, dicendo di aver visto scendere dalle eteree volte lo

115

spirito di Dio trasportato dal battito sapiente delle ali a guisa di colomba, finché giunse su di lui e lì restò: «lo prima non lo conoscevo, ma me lo disse con la sua voce che guida colui che mi inviò a battezzare il corpo degli uomini che rinascono con lavacri senza fuoco e

120

ov

senza spirito: su chi vedrai scendere, portato dal vento, lo spirito di Dio intellegibile e lì restare saldo, questi donerà alle genti senza luce la luce, battezzando col fuoco e lo spirito: ed io lo vidi con gli occhi e pronunciai un detto

125

di verace testimonianza, che costui è il figlio del Padre Eterno». Ma quando l'aurora nel suo cammino di ritorno riportò la luce, l'uomo divino era lì, e gli erano vicini due discepoli ancora ignari della forma divina del Cristo; vedendolo passeggiare sulla terraferma come un viandante appiedato,

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LMNPV

11112 cineu8Éa] Èv U8an Koechly mg. 11122 Èaa8p~aELOS' Tiedke, Nonniana

che ne avrebbe recato testimonianza, mentre si avvicinava: «Ecco, è vicino l'agnello sapiente di Dio Padre di tutti: questi è colui di cui dicevo:

ov

1878 536] àv àEJp~aEL­ codd. l KaTa~alvov] KOTa~alvetv F1·itzsche et Koechly mg. 1!123 Kal Ef.lTTEÙov aÙT68L L (coniecerat Hermann 818)] Kal aùn)8t €1-LTTEÒO ~. EI-'-TIEÙOV V 11-lll-l-VEL] 1-lll-lvov Nansius, Sylburg, f.lli-l-VELI-' Fritzsche, Koechly mg. l! 131 XpwTÒV U3Wv] Ka[ IJ.LV lO{~l' Tìedke, Nonniana--1-883-4s.,--Kal -:-òv Kocchly mg. l aTelxovTa] (JTlxovTa LM

as

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Testo

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97

iip[laTOciEoS' c!>ws-· TTOTpÒS' EllV Ù~ÉpLOTOS', ÙTÉWOVL cruv9poVOS' €8p1J· Kal 9EÒS' iR)Jt yÉvE8ÀOS' EllV Myos1, l iv dpxij i}v 6 ÀO)'OS", Kai 6 ÀO)'OS" i)v rrpÒS" TÒV fk6v, Kai eE6S" i)v OÀO)'OS".

Il parafraste impiega quasi cinque versi per rendere il primo versetto di Giovanni. I primi tre sono dedicati al primo membro (È v àpxìj ~v 6 Àoyos-), in un'effusione loquace di determinazioni appositive. Alla seconda frase (Kal ò A6yos~v TTpòs TÒV 8Eòv) è consacrato un verso intero; qui l'amplificazione rispetto. al modello consiste nella presentazione dello stesso concetto m forma negatiVa (TTaTpÒS ~EV Ù~ÉptaTOS') e positiva (ÙTÉWOVL auv8pOVOS' E8p1J): si tratta di un modo di procedere attestato anche in altri autori (cf. Tert. Adv. Prax. 8 "et sermo erat apud Deum" et numquam separatus a Patt·e). Alla terza frase è riservato un verso fino alla dieresi bucolica. l axpoVOS' ~V, ÙKLX!lTOS', ÉV àppftT((l ÀÙyOS' àpxìj: l'ineffabile dimensione atemporale del Logos è rappresentata con toni simili nella precisazione d1 Cynll. Al. In lo. I l (PG 73,29C) TÉ6EL TOl yàp Èv TOUTOLS' TÒ "~v", d S' ~a8ELÙ~ TLVO: KOL d K_a TaÀllTTTOV, KOL TTÌV .?l;w xpovwv cfpp!lTOV YEVVlllJLV avaTELVOV TOU 8EWpOUVTOS' T~V i'vvowv ·(cf. anche Jncam. Unigen. 704,30s. [SC 97,27? = PG 75,1237B] 6 TTpÒ TTOVTÒS ~ÈV OLWVOS' ÈK TiaTpÒS ÙTTOPPTtTWS 'YEYEVVll~E~O~); S! noti comunque che Nonno non condivide l'interpretazione del gwvanneo EV apxlJ offerta da Cyrill. In Jo. I 2 (PG 73,32B), 'in Dio, nel Principio primo' (presente anche ad es. in Bas. Horn. 23,4 [PG 31 ,597B], cf. Schnackenburg I 293 n. 4) e SI confonna invece alla lettura dell'incipit in senso cronologico, 'all'inizio', com'è suggerito da Gen. 1,1.

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Commento

axpovos: l'aggettivo qualifica Cristo anche in Greg. Naz. Carm. I 1,2,7; I 1,5,55;

Il 1,11,649; lo Spirito a II 1,14,41; il Padre a l 1,2,21 e ibid., vv. 18s.: Et xpovos E> (Preller 136). È possibile che Nonno s'ispiri a qualche luogo tragico, cf. ad es. il più comune avTo2 . cj>uljs in Eur. fr. 593,1 N. = Critias fr. 19,1 (D."K. II 384), interpretato da uno dei testimoni, Clem. Al. Strom. V 14,114,3 (II 403,20 St.), come riferito al 81]f.lLOup'YLKÒS vovs (e cf., dello stesso frammento, il v. 3 rrÉpL f.lÈV .tovurros €v ~Èv Tuj Spo vty Toiì L'>.tòs d ~É ptCJTOS KTÀ., Iulian. Or. 11,43 (Twv 8Ewv) TTEPL aìnòv (scii. TÒv ~Àtov) à~EPLCJTWS TTÀYJ8uvo~Évwv KaL ÈVOEt6ws aÙT.t6vurros (add. Kroll) TEÀEum[os 8Ewv j3aatÀEÙSTTapàTOUL'>.tos·o yàp TTGT~p (8puEL TE aÙTÒV EV Tuj j3aCJtÀELty 8povty Kai ÈYXELPL(Et TÒ CJKijTTTpov Kal j3aCJtÀÉa TTOlEL TWV ÈyKorr~[wv drrdvTwv BEwv. 5 iJtjJLyÉvE8Àos: si riferisce a Àoyos: Èpl-

:commento

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È. fa parte di quegli aggettivi nonniani che ricorrono per la prima volta in ' Greg. Naz. (Carm. Il 2,7,179): cf. Golega, Zum Text der Johannesmetabo:~ lO n. J. Alla base della formazione potrebbe essere sottesa una LUnctura d~l tipo E!-LTTEo~ : !lu8~uau8m, cf. Hes. Op. IO ET~TU!la !-LUST]CJUL!-LTJV, Nicand. Ther.4 E!-LTTEiìa wvT]aaL!ll. · {J:yyEÀos: cf. Jo. Chrys. Hom. 6 In Jo. (PG 59,59) olÒ Kal a'Y)'EÀOS TTpOaT]y6pEu. Tm. àyyÉÀou oÈ cipET~, Tò !11]8Èv toLOv d TTE'iv KTÀ. 1TEPL wTÒS €vlt)Jl]: l'aderenza al modello consen.te di ripr?dume con ,discreta approssimazione lo stile, dove !1UPTVPE'ia8m TTEpl TlVOS e pecuhanta gwvannea (Schnackenburg I 318 n. 77: occorre ancora a 1,15; 2,25; 5,31; 1b1d. 32, 36, 37, 39; ;•,..::...... /., 7; 8,13; ibid. 14, 18; 10,25; 15,26; 18,23; 21,24; il costrutto è comunque già classico, cf. Plat. Apol. 2la).

· 18 TTUVTES Évos: ÉYYEL e la nota in calce a Orph. fr. 245,6 K. Si dirà dunque che, anche in questo caso, nel Panopolitano la tradizione cristiana e quella pagana convergono, arricchendo l'espressione di risonanze molteplici. 21 8ET]y6pov civ9EpEwva:- Par. Jo. 6,141, 8,47; cf. anche 3,158 iJ.GpTupa iJ.u8ov i'8EKTO 8ETjy6pov civ9EpEwvos; a Dian. XXXVI 378 la gola di Deriade è detta 8Eou8Éos àv8EpEwvos (Golega, Studien 39), cf Par. Ja. 3,94 8ET]IJ.CÌXOV àv8EpEwva, detto dell'uomo riottoso alla fede. civ8EpEwv è voce america, 'mento' (Il. I 501, III 372, V 293, XIII 388; cf. Maehler, LfgrE s. v.): in poesia ricompare direttamente in età ellenistica, ove al significato tradizionale (Nicand. Ther. 444) si affianca quello di 'gola' (Euph. fr. 92,1 CA 46 = 96,1 Gron., q. v. per l'esegesi antica; poi Quint. Smym. I 110, Nestor AP IX 129,4, Claud. Gig. 32 [fr. 2 H. = Zam.]), ma era già nella prosa ippocratica, Oss. 18,4, e ricorre con una certa frequenza in testi medici successivi (cf. ThGL II 755s. s. v.). In Nonno vale per lo più 'bocca', 11 termine 8ET]y6pos ricorre IO volte nelle Dionisiache: cf Peek s. v. Cf ad 74.

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22 cj>deos rrpoKÉÀEu9os ciou~ ÈptÀa~rrÉt ÀVXV0 l KTJpuxSelç rrpo8eovn yovov, rrpo8eovn OE ~u8ov. Con rrpOKEÀEu8os Nonno riproduce probac . bilmente l'epiteto rrp66po~os, già diffuso- si veda Sundermann ad Greg. Naz: . . Carm. l 2,_1,324- e poi canonico nella chiesa ortodossa. Una reminiscenza di questo verso e probabilmente responsabile della variante avTOKÉÀeu8os al simile Far • Jo. 3,108 '[enm OVTOKÉÀEVGTOS, OTTl] cj>aos, ocj>pa cj>aVELTJ- ma la corruttela puÒ essere stata mdotta anche dal precedente àyxtKÉÀEv8os (l 05). àKTjpvKTos è vocabolo prevalentemente prosastico (cf. LSJ 's. v.): in poesia è circoscritto alla tragedia, si veda il Longo, ad Soph. Trach. 45. 23 evVT]V ~apTvp(YJV: cf. Par. Jo. 8,25. 8eo6Éy~ovt: sul valore dell'aggettivo in Nonno, cf. la nota della Chrétien, ad Dion. IX 162 e Livrea, Parafi-asi, ad Par. Jo. 18,73. Col senso di 'divino' occorre in Archestr. SH 144,8 = fr.l3,8 Mont. 8eo8Éwova TITJyTjv, cf. Par. Jo. 4,137 8Eo8Éy~ovt TITJYTI (si ipotizza un modello comune, cf. Livrea, WTL(El TÒ cpWS, ~ OVTÒ TÒ tOVOtOU, Theos. Tiibing. 34 (23 Erbse) KOO>tOV aÀ~>tOVa. Cf. altrest Greg. Naz. Carm. I 2,1,515 KOO>tOLO pÉovTotOV éinavw KOL émn6aa T(ì8' aÀdÀT)TOL, Theod. Stud. Epigr. 3,1 Sp. ÉK KOO>tOU TTÀdVOU e si ve~ da ad 32. Si notino anche Orac. Sib. VIII 317 a8Éa>tOL'> ~8mt KOO>tOU e l'espresSIOne, veramente giOvannea (cf. 3,19), qualunque ne fosse il contesto originario, di Orac. Cha/d. fr. 181 d. P!. 6 >ttaoaiìs KOO>tOS. 30s. ÉyyÙ 1TOTE KOO>tO'> È8~>tOVL Àa[Àam ÀUOOT)tpovL L], XLVII 146; cf. altresì Aesch. Eum. 377 im' d povL ÀU >t Q (Àuaaq Portus), che forse contribuì all'elaborazione della chiusa nonniana. Il termine Àuaaa, con i derivati Àvaa~EL'> e ÀuoawÙT)'> (su cui cf. Wernicke 343), è un Lieblingswort di Gregorio Nazianzeno, col quale qualifica principalmente il diavolo, Carm. I 1,9,9; II 1,1,52; II 1,13,43; Il 1,42,14; II 1,55,4; II 1,59,2 (cf. Areth. AP XV 32,3) così come, per es., a Par. Jo. 13,124 Giuda, in cui era ormai entrato Satana (v. I 15 ouaaTO 8al>tWV), è detto >tE8uwv ... LÀOKEpOÉL ÀUOOTJ, con cui è espressa la sua cupidigia, al v. IO definita dpyupÉT)V ... Àuaaav (cf. Constant. Rhod. Ecci. SS. App. 908 IX (1896] 63 di Giuda: Twv XPTJ>tGTWV TE Àunav i)ypLW>tÉVT)V). Altrove indica l'incontinenza sessuale, come a Carm. I 2,29, 262; II 1,11,751; II 1,12,620; II 1,34,30, della gola ibid. v. 163, la brama di potere II 1,11,1556 e in generale le intemperanze della carne, II 1,17,84; II 1,28,8; II 1,45,93; II 1,46,20. Pazza è la materia (cf. Prud. Cath. 4,80 insanos acuensfurore dentes, Syn. Hymn. 1,4s. UÀT]yEvÉatpovl eull0 Ù1TÀavÉEtlav 8wp~OOTO TL>t~V TÉKVa 8Eoù YEVETÌÌPO'> CÌEL(WoVTOÉCJTTJKE. 8mrt0: la variante minoritaria 8mrt0 introdurrebbe un'immagine in sé plausibile, soprattutto in poesia: 8mrt0/ /;vvwaas-; tuttavia, i passi patristici riportati supra, in cui l'incarnazione è detta un T p6 rros- ineffabile, oltre alle ragioni di stemma, ci inducono a preferire 8mrt0; la cui oscillazione con &art0 nella tradizione ms. della Parafrasi si riscontra in altri luoghi (3,36, 8,119, 10,129 [8mrt0 Tiedke, Specimen 32: 8mrt0 codd.], 14,59 [8mrt0 Tiedke, Specimen 36: 8Eart0 codd.]) nonché in Triphiod. 364, Musae. 147 e cf. le correzioni del Marcellus 8mrt0 per 8mrtw a Dian. XXTII 132 e 8ECrrt0 per 8mrtw a XLI 54. La sostituzione di 8mrt6S' a 6mrt6se viceversa è del resto frequente in espressioni formulari, cf. Dian. XLII 271 (Musae. 147) fl.EÀ[cj>pova 8Eartòv ÈpwTWv e Colluth. 94, 156 fl.. OEO'fl.ÒV È., dove cf. Livrea (ad 94); cf. anche il bisticcio di Orac. Sib. VIII 328 Ka\ ElEartoùs- à8Éov~v: cf. ~poTon8Éa fJ.Opcj>~v (Par. Jo. 8,15), l'immagine terrena del Cristo, avrtcJ>uÈaÀaKpQ.) VOfl.l(E KOTECJK~VTJKEVat TOV VOVV, ?ve tuttaVIa un ascendenza neoplatonica dell'espress10ne e panmenll P.~aus1b1l~,, co~e ~ostr~ Porph. Abst. IV 9,1 (241,1ls. N 2 =III !3 Pat.-Seg.-Bnss.) OUTE npwT68poos, 7 86 i!vvo 11 a ... Mwoiios ... 8Eoflà, 9,145 8€o~oT6Kou Mwoiios. Tuttavia, facendo di yEvÉTT]S il soggetto di wnacrE, Nonno può aver voluto sottolineare il ruolo puramente passivo e strumentale di Mosè nella concessione della legge a Israele da

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Commento

parte di Dio: in modo simile è interpretato È868T] da Jo. Chrys., Horn. 14 (13) In Jo. (PG 59,95) TÒ llÈV yàp 8taKOVOU!1Évou ~v TÒ '"E868Tj", Àa~OVTOS' rrap' ÉTÉpou Kat OOVTOS' oL, rrpOl ~Ewv !37,1:)!, KUL TO,i1EV OU~ ' . l EL yàp KUL Tà !lUÀLaTU TUXOL TETEÀEai1EVOV -E Kat aaaa ÀEyw TTEPL rravTwv f 133 l D ', , 1 , , , S' oÙK oloE· 86KOS' 8' Èrrlrrdm TÉTUKTm, Emped. r. • s. ·.: EliTWV, auTOS' O~W " -w iTEÀàaaa8m ÈV Òcp8UÀ!10LITLV Ècpi.KTOV l ~!lETÉpOLS' 11 K. (I, 3À6~,~s.)(ouKI TEO~ 'eE-Lov) accostato al Vangelo dallo stesso testimone (Clem. XEPaL a~ELV sc1 . • 2 h v;· 12s (?aAl. Strom. V 12,81,2 di 1 1 pyrus Bodmer XXIX) . . ncor a lim H 11111 5,10ls. 3. Platonica e 0 15 1,2: 'ÀÀ' 'K aÙTOTTpOaWiTWS' ÈITEXELPY]CJUS' TY]S' '+'u~E;"S' UUT V ' ' ~ _ ~heolo~lat. TI Il (64,21-3 s.-W.) wl o'lov ~ÀLOv_ avL~x,ov,;a rrpo;rK~~Y]aavT~~ . IlE) . ' - ( ' Ò 8É LS' àvTWiTELV OUÙE UÀÀO TWV OVTWV OU EV ' llliKÒaL TolS' ocp8aÀ!lOLS' ou y p 111 . d'Dio e quella del sole, già presente in KTÀ., con il confronto tra la coP~e;'~/z;olnOe-1~ Geff., Min. Fel. 32,6 (cf. anche 1~1 Xen. Men1. IV 3,14, m Orac. • • ' . d' Cf Orph fr 245 8-10 K. ELS' . ) . 4 ortica oracolare e mno Jca. · · · ' • 4 han. Caes. , ~te., . , . ' , . l , pàa 8vnTwv e 15s. rrdmv yàp 8VY]TOLS' " ' ' EVnS' OUÙE TLS' UUTOV EUJO , •t , ECJT , UUTO)' ·~ ', ···, ,, J , S , O' lOÉ:ELV LJ,[a TÒV TTciVTWV ~E8EOVTU, 8vYJTUL Kopm EWLV Ev.oaa?'S'è ~~S' E:l~S'Kan8ElV 8uvaTm 8Eòv oaamS'; IV 100rac. Sib. Ill,l2, 17STLS' Hyap 123-125 àTEVÈS' oÈ 8paKELV l ÈTTL aOÙS' rrupaoÙS' 13, fr. 1,10-3 Geff., yn. ymn. '

E. .

[~· 380,5~11 ns:h]~,ii~~:]g~~e::;: t~~~~~~~~~ d~· divi~to

~~~:~:t~~i::\~u ;~t ~~;,;'~;4~~~:o;~t ~ ~~i S~n., R~~~~s:a~~~~!~· !~~~/.

v{

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l SÉflLS oÙÙÈ BEo!: s. Il tema si ritrova poi nella poesia bizantina, cf. Sophron.

10,86 Gig. TtS 8EÒV ÉK xeov[wv EOpOKEI! OUTWS, Georg. Pis. Hex. 866-872 (PG 92,1501) KOL rréìs ÉpEUI!WI! TOU 8EOU T~V oùa[av, l oaov 8EwpE[ TOOOUTOV OUflflUEL. l El yap TLS ElS Ù~UOOOI! ÙJTÀ~OTOLS KOpats l~ KOL lTUI)C!U""Iii\' 8iaKOV ~ÀtOU ~ÀÉrrwv l oaov ÙTEI!t(El Tàs KOpas Ùfl~ÀUVETC!L, l TTOLOS TTC!VOITT!]s ::- . EÙTOV~OEL I!OUS ~ÀÉTTELV (cf. ad 197) l TÒV TOÙ Ka8' ~flQS ~ÀtOU wToarropov.;. > Pers. III 422 Pert., Theod. Stud. Epigr. 33,2 Sp. &òv yàp où8Eis, TJaiv, àvtlpw' rrwv 1&v, Cristoph. Mityl. Carm. 122,lls. K. flUW &È TÒv vouv warrEp OÙK É!;wxvwv l rrpòs ~Àtov a~s ")'VWaEws àrr[o~ÀÉrrELv (suppl. Stembach). Év Ùl!Ttrropmaw òrrwrral:s: da intendersi non come un futile ampliamento a Giovanni, dettato dallo stile (così il Kuhn 13ls.): come risulta dai luoghi raccolti, la visione dell'assoluto è diretta, senza velarsi il volto o guardando Dio da dietro, come nel VT (cf. Exod. 33,22s. e Bultmann 18ls.); si veda Greg. Naz. Carm. II l, 13,118, di Mosè: os flOÙvos VEÉÀ!]S da w 8Eòv /!8paKEV iiVTl]l! (KOTEVOVT[ov Orac. Sib. fr. 1,12 Geff.). Così, a Par. Jo. 21,70, i discepoli non osano guardare in faccia Gesù àvTwrrol:s ~ÀEapowt. Su àvT[ rropos in Nonno, cf. Chuvin, ad Dian. III 71. à. è vox tragica, come mostrano le occorrenze di Aesch. Pers. 67, Suppl. 544, Eur. Med. 210, Iph. Aul. 1493; ripresa in età tarda, cf. Musae. 215, 284, Paul. Si l. AP V 255,15 = 58 V. e prediletta da Nonno (24 volte nelle Dionisiache). òrrwrral:s: equivale ad 68aÀflOLS, cf. Kost, ad Musae. 101 e Livrea, ad Colluth. 76b. 56 lìLETTÉpa&:: ricorre in Horn. Il. XVlll 9; XX 340; Od. VI 47; XVII 590; Ap. Rh. I 848 (cf. Ardizzoni, ad/.), II 846; III 741; Opp. Ap. Cyn. IV 377; Quint. Smym. III 80; IX 409. È attestata solo questa forma, e solo nell'epos, come retaggio omerico.

57 6 ... flOUVO")'EVTjs: (Svensson 119): L'articolo si accompagna spesso a ouTos in apostrofi sprezzanti (Dian. XVII 185, 249; XLVI1498) e a ~Ms in osservazioni sarcastiche (Dian. II 567; III 107s.), oppure viene usato per evidenziare un contrasto, come ad es. a Dian. XVI 234 BaKxos 6 TOÀflJlELS LKÉTT]S TTÉÀE À ÈÀciTllS, tTJ MatvcioEio 41wn, Lugdnni Batavorum 1749, 5ls.); l'osservazione è ripresa da Wemicke 275; Herrnann 825; Kost, ad Musae. 93; Hollis, ad Callim. Hec. fr. 115,2 H. (= 298 Pf. ). Le prime attestazioni come sostantivo sembrano essere Aesch. Choe. !018 (cf. Sideras 65s.) e la teogonia orfica del P.Derveni ( XLVII [1982]), c.XX3. jlETOV> XC (1988) 399-410.

Òfl~Àu&s: OflYJÀUS sembra confinato a Nonno, dove ricorre 26 volte nelle Dionisiache; ha un precedente formale in Arai. 178 Ò[lYJÀua( YJ. Cf. aVVYJÀVS" (Il volte nel poema maggiore: aUVYJÀUatY} in Agath. AP IX 665,4 = 37,4 V.). 66 TLS aù rrÉÀElS; fllÌ XplaTÒS i'us: = Par. Jo. 8,61 T. a. rr., 165 flh a. rr., 18,119s. flh a. l ... rr. [Ludwich: rrÉÀES f$]. 11 [l~ interrogativo senza precedente~ occorre a partire dalla tragedia, Aesch. Suppl. 295, Agam. 683, [Aesch.] Prom. 247, 959, cf. Kiihner-Gerth ll 524, Fraenkel, ad Agam. cit.; passim nella poesia alessandrina, cf. Callim. frr. 607, 747 Pf. Nella Parafi"asi corrisponde con fedeltà, nel più dei casi (7, 178, 185, 190; 9, 182; 18,80, 119), alla sua presenza nel modello; l'uso del fl~ interrogativo non è estraneo all'uso poetico del tempo, cf. es. la sequenza di Greg. Naz. Cann. li 1,12,211-3 flh w8~p1JS 8m[16vwv; l flh ÀErrpòv Èi;D.ms- (ji.), flh VEKpòv niou; l flEÀwv TE rr~i;lV flh M~m rrapElflÉvos; 66-68

wl Ò[lOlj$6.81 wvij EL lTE Ka\ OUK EKpVlflOS 'H)..[as rraÀlv6aTtflOS Els x?ova ,l$m~w .. , n aù~ Éa" òs EELlTEV 6.vtrrTorro8wv LEPYJWV Kat opa o ,. , • • ~"'nTnS • • Ol KaÀÉOOOl, 8ET]"YOp0S Eaal rrp"'~',"' "' ' flllau f1 ' , 'A ·r "L "U8w· /iyyEÀOS ÉWVT]V, TJ>lÉOS' òl npoÉT]KOV nella Parafrasi.con la sua omtsstone · · del Vangelo (l 209) e delle traduzioni latme (b ff' e: cf. anche in alcum tesdttmloTm hendorf 748) , ma si tratta di casi frequenti (cf. Livrea, ad ['apparato e lSC ' · ll V. l 18, 174) e, nel complesso, poco significativi per la ncostruzwne de. a or age. ', . 'A Dea appellatus' ve!· 'ubì Deus invocatur', et dtcttur de tempio, 77 8EOKAT)TWV · « · · · do esauriente dal de altari de sacerdotìbus» (Preller 95); l'aggettivo e trattato m m.o tt t ta nelle . ,d P ' 1898 Nelpoemamìnoreèassenteun'accezwnea es a Ltvrea a ar. JO. , · v 92 ; XLVI 298 ' e . '. G"tt 0 r eingeladen werdem> (Peek s. v.): DioniSiache: «WO e . M ·- 1 36 (CA 70) Il senso attivo riconoscìbilde nel tra i due significati), 0 , , che qm st eve P ' 8EpEWVL XXXV 68 ' e invoca Dio', sì ritrova a Dian. Xlll484 8EOKAllT((l ".' a~ , . . ch ' , "'wvu". Applicato agli empi sacerdoti, l'aggetttvo e finemente tromco. eEOKA!lT((l .. · 'P ,

pr~~~a~est~:::n~e~~~gf.:;:~e~~ n~~s ~scìllì

79 r.tUOTLJTOÀOLOLV: cf. ad 65.

,

,

v· =Dian XXXIV 235 (Go lega,

E: la lezione di L è da preferire ad Èv- di ~. , , , . . ) · ~v~ypacf.>E ~ Isolato m Nonno (Scheindler, Zur Kritik der Para hrase 220 stato (Scheindler, Quaestionum :arsI 46). ' mentre ETTEypacf.>E e amp~amentc atte-

165

: del canto ispirato in Horn. Od. I 328; VIII 498; Hymn. Horn. 4,442; Eur. 425 (eÉamv ciot6civ); Hes. Theog. 32 (eElT)V codd., ewrrca[T)v Aristid.: corr. 5oe1tling); Soph. Ichn. fr. 314,250 R. (TrGF IV 292): 8Èamv aù6q(v o del cantore Horn. Od. XVII 385 (eÉamv àot86v); Christod. 377s. eÉ ams ÙT)owv, l aptaa(wv, 4,10 = 7,177 àKI]À~Twv ., 11,236 òoÀoppaÉwv ., 18,13 clPXEKclKWV . 89-93

tcal aoòv avòpa 8ETlYOPOV E'iPETO ~U8([l' KOL Tl OÌJ ~OTTTt(Etc;; TT08Ev UOOTl wTa Ka8atpElc; d J.llÌ XptaTòc; i!vc; Ùtj!i(vyoc;, oÙÙÈ où òipou iiprrayoc; 'H\iac; ÈÀaTTjp rrupc\c;, OÙÙÈ rrpo~TT]S TTVEUJ.laTt rraÀci(wv, 8EOOLVÉoc; EYKVOc; o~~c;;

1,25 Tl oùv fJaTTT[?:éc;. d

CJÙ

OVK d 6 XpwTòc; OVOÈ' 'H).[ac; ovU 6 7rp0(/JiiTT;c;;

Nonno non esprime l'articolo di ò rrpo~TT]c;: è possibile che si tratti di una deliberata scelta d'indeterminatezza (>); meno probabile l'ipotesi che

. . . oeta. Può anche darsi che la ragione ·mancasse nel\' originale a dlspoSIZ!One del/ella lingua epica, che non c? nasce ·. sia imputabile alle eslge?ze l . tuazione del versetto 21, il para. se non in casi particolan: nel\ ana aga SI . '!'!!Fam.we•r,va ricorso ad una perifrasi (74). 'ov- cf ad21. ' 8El]YDP . . ~ lK hly rifatta su Par. Jo. 3,114 Yat'lS ·. wTa: alla buona congett_ur~ uÀa de oe~ I 166 al6Àa DÀa) è quasi ù).a cmcJ>~ (cf. Opp. P;emente T]v NuKTÒS 8van8Éa

!lUTÉPOS "Yrrvou, XXXlll

153s. Baaaap[8wv ÒÀET~pa

tl1!!Q.U!S!!1.2'5....!~~2:Ql! l KOL LaTvpwv BpoJ1[mo rroSoBMTwv ÈÀaTftpa, XLIV 306 c){d[pp•aTL 8' ~~J\aas crÉ8EV VLÉOS E'[vEKO VU!lPDS l Kwpri(EL > (Beitriige 113). où8È lTpocPTlTTJS': cf. [Apolin.]73,18 où8' imocf>T\TTJS', Greg. Naz. Carm. I 1,9,19 oùx ùTiocf>J\TaLS (Golega, Der homerische Psalter 89); nella Parafrasi non ricorre urroc!>~TTJS, mentre in [Apolin.] è assente rrpoc!>~TTJS' (Golega, Der homerische Psalter 114s.). Secondo il Ludwich, Nachahmer, 233s., i vv. 9ls. di Nonno sarebbero un'eco di Greg. Naz. Carm. I 2,1,32ls. KOL LoÀopwv aocf>LTJS rrpwTov KÀÉoç. où8È lTpOcf>TJTWV l À~aopm · 'H;\.[av ÙÈ rrpòs oùpavòv f\prraaEv iippa. 93 TTVEUflOTL rracf>M(wv: cf. [Apolin.] TTpoe. 37 rrvEupan Swrr[(wv (Golega, Der homerische Psalter 34). rrac!>M(w è adoperato due volte in modo coloristico ad indicare le asperità della lingua aramaica: Par. Jo. 8,141 'E~pa[wv ÈTTETTacf>ÀaaE Àaos e 19,65 rracf>M(ovn Lupwv ... pu84J (si vedano il Livrea, Parafrasi 28 n. 22 e il Preller 112; cf. Aesch. Pers. 406, 635s. e la definizione di S. Gerolamo della fonetica ebraica, citata dall' Abram 75: Epist. 125,12 stridentia anhelantiaque verba). Per il nostro verso, cf Musae. 91 KOL Kpa8[TJ rracf>Àa(Ev àvL~Tov rrvpòs oppi] e Opp. Ap. Cyn. IV 163 (ÀÉwv) 8up0 rracf>Àri(wv 'LKEÀOS ò[maL KEpauvo'lç. Il significato originario dell'onomatopeico rracf>M(w è 'ribollire', detto delle onde del mare (Horn. Il. Xlii 798; con questo valore ancora in Georg. Pis. Pers. I 181 Pert.), come KnXÀri(w: l'uso metaforico deriva dal naturale accostamento tra il mare in tempesta e i moti dell'animo, cf. Kost, ad Musae. 91. Per l'imagerie della burrasca nella rappresentazione dell'impulso profetico, cf. ad es. Plut. Pyth. Orac. 404e tVUX~S' ~avx[av a)'ELV )lTJ OUVO)lÉVT]S )1TJ8È Tl{i KLVOUVTL rrapÉXELV ÉaVTTJV àKLVTJTOV È/; auTfìS KQL K08EaTwaav, àU' W(JlTEP ÈV aaÀ(jl tt!Jauoucrav [aùTT]v] KOL wvfìs JÌEPLTJS 8E08LvÉa ~O)l~OV, in 4,67 specifica ]o zampillare dell'acqua viva aÀÀÒ)lEVOV VOEpoLO

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~u8ou 8EOOLVÉL fllTTÌÌ in 6 81 S O , ~ · miracoloso · senza rematori Per' 'l,. ' .' EO lVEl TTUÀIIW ,... . , }o sl an ciO d ll . . · tmmagme, cf. Aesch A . e a · 99 . gam. 7 TEÀECfEpoùs Tiooas !108T]Twv l TIOÀci!lOLS i'vmTE 8Eims (i piedi degli apostoli), Ioseph. Hymn. In S. Barbar. 84-87 (p. 300 Gonz.) ~~110 oEmoD aov Tiooòs (sci/. Bap~cipas) l 'l0110 yÉyOVEV TILOTOlS, EVOO/;E, f 08EV ~OW l Tpl~OUS ~TJilOTL(ELV. 8EOTIVEUOTOLO: in poesia per la prima volta in [Phocylid.] Seni. 129 [T~S oÈ 8EoTIVEUCJTOU ooLT]S Myos Ècn[v èiptaTos] (ccinterpolation ancienne, probablement d'origine chrétienne>>: Derron, ad/.), poi in Orac. Sib. V 308,406, è tra i vocaboli comuni alla lingua poetica di Nonno e Gregorio Nazianzeno (cf. Golega, Zum Text der Johannesmetabole l O; Sunderrnann, ad Greg. N az. Carm. T2, l ,331 ); per lo più attributo delle sacre scritture sulla scorta di li Tim. 3,16 Tiiìoa ypa~ 8EoTIVEUOTOS: Par. Jo. 2,89 8EOTIVEUOT4J ... ~[~Àlfl (cf. Carm. I 2,1,331 ~[~ÀOLOL 8EOTIVEuOTOLOLV, II 2,8,261 S. 8EOTIVE1JOTWV ... l ~l~ÀWV nonché II l, 12,57 8EOTIVEUOTOLS fpaats, TI 1,39,10 Twv 8EoTivEÙoTwv- scii. fpawv, II 2,8,185 8EOTIVEUOTOLS fpaa1s, II 2,8,319 8EoTivEùcnwv fpawv, Georg. Pis. Carn1. ined. 3,11 St. 8EoTIVEUOTOLS fpaa[s) o di 11D8os, come a Par. Jo. 10,136 8EOTIVEUOTl[J TLVL !1U8l[l (cf. Carm. I 1,35,11 8EoTivEuoTms èv\11ù8ms); a 4,2 è applicato ai ÀoE"T'pa dei pri-

:

. . . . e il carattere di battesimo pneumatico rispetto a discepoli d! Gesu, a sottolmeam . l'espressione paolina a più riprese negh ' . del Battista. Nonno trovava poTI .· I 386 40 (SC 231 134 = PG 75,664A), · · d" C" rillo cf ad es De 1111 • ' ' tt scritti teo loglcl l l , . (ISO= 672C), etc. Inutile 8EOOTpÉTITOLO- non a e. I 391,4 (146 = 669B), l 3~2,22 d" 2 83 e congetturale)- del Marcellus 155s., ·stato e rifatto su TIOÀLOTpE1TTOILO d' fi, "to(~~~entoriamente un'ccabsurdité>>. Malgraal posto di 8EoTIVEUOT~LO, da Ul . e ~:~abilmente sano ed equivarrà a ~ElOS (così, do questa condanna, l aggettiVO e P .k d p hrase 221) cf. 8Eou8EOS al verso giustamente, lo Scheindler, Zur Kntl er arap , seguente. 100

BT]8av[ llS TIÉÀE TOUTO 8Eou&os Éyyùs cipo~pfJS s. XEUilaTOS civn TIÉpT]8Ev 'lop&av[ou TIOTO!lOLO

l 28 m Dm c'v Bl)eav{ç ÈyÈVETO rripav mD 'fop8dvov, o~ov i)v 0 '/wdwl)> (3arrT{(wv non expnm1t N.

. . s Hom. 17 (16} In Jo. (PG 59,107) - cf. ~OTIT[rwv non è rilevante per la La comc!denza con J_?· Ch,ry; 'l , , ' . ne dt OTTOU 'flV O waVVf!S' t-' '=> ' Janssen 2- ne 11 omlSSlO . . t tta infatti di un'inciso che poteva ricostruzione della Vor/age dl Nonno: ts't. ram quae antecedit TOUTO Év BfJSO' )) Cf ( cquae verba post no a wne , apparire supe rfl ~o < _ , , • d siderantuf)): Koechly 14 [= 43 4 · · VlO ÈyÉVETO TIEpOV TOU fopoaVOU VlX e an~he il Golega, Studien 119 n. 2 e cf. ad 61. . , , , . uò darsi che Nonno scamb!asse la Beta100 BT]8avLT]S ... 8Eou&os :·: apoupT]~s~lemme ricordata a 11,1 =Par. Jo. 11,2; nia del Battista con quella vlc~a a G~ . 'ciò sembra suggerito da 8EOu8rjs 12 3 5 11,18 =Par. Jo. _11,63, 12,1 -7:r. lÌ Ì19, àyvòv 'lou8a[T]s ... KOÀTIOV cipouche equivale a 8ELOS", ef. znfra e ar .. o. ,.'t rpretazione che trovava ad es. in Jo. PllS". Il poeta avrebbe m tal caso s~~u:~7~~~~~a ÈyÉvETo Èv BT]8av[c,r. oaa oÈ TWV Chrys. Horn. 17 (16) In Jo. ~PG , ' B e ~ ii c\>llo[v (per questa lezione, cf. R. 6.vnypawv ciKpL~ÉoTEp~v _EXELdEvNo~v:a:pr~stament, ccRBi>> X [1913]495). ~ Lagrange, Une nouvelle edllwn u, '8" , . T~S ÉPrJilOU ~v cill' Éyyus TIOU yàp BT]80VLO OUXL TIÉpav TOU 'lopoavou, OU E Emfico è dovuto se~plicemente alla . F invece l'epiteto onon l b"l TWV 'IEpOÀOOU!lWV. orse, , d li redicazione di Giovanni e proba l e considerazione di Betama come centro eka pb 94) È altresì probabile che . G ' ( f Schnac en urg 1 3 · d luogo del battesimo l . esu e. d" h" . dai moderni biblisti attraverso l'ana. Il d ec!Sl Reahen lSC !USI . "l . 1' aggettiVO a u a a pr . ' h lo ici. due edifici di età bizantma, 1 pnmo o stati individuati nel 1902 nella lisi delle fonti e del ntrovamentl are eo g_ . . · ·1 econdo successiVO son . . dell'epoca d t Anastasw, 1 s . . . 'lt là dove la carta di Madaba mdipresunta località ave Giovanm battezzava, mo re,



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ca Bethabara, alcune testimonianze attestano l . G!llstm.ano, di un importante c a sopravvivenza, ancora al tempo 129s.), e un luogo di culto onvento e una chtesa dedicati al Battista IU,llmori ., consacrato al Battista fa l mo.numentale di Procopio (A ed. V 9,19 d TÒ - . a .sua ,co';'parsa. nella rassegna pEap ); che questo sito fosse presente a Ns T~u aytou lwavvov Ev T0 'loplì6vu ne, sarebbe almeno plausibile U . onn_o, orse anche per personale ispezio' na spdtegazwne alternativa per è Betania si fosse guadagnata eh l d' const erazwne a causa di d'ff e a tceva prossima alla collina d Il' . . . una ' usa tradizione 8EOu8Éos· il significato o . . . e assunziOne dt Elia (Dalman 128) · ngmano dell'aggettivo è 't' . · f c . J.-L. Perpillou, Les graupes initiaux !5 tmoroso dt Dio'(= *8Eo8f~s: L [ 1976] 42), ancora presente nella forr!i ~ d;ns la prosadw épique, «RPh>> XIII 202, etc.) Kn[ otv v6os Èo-l e . u a o/m. d. VI,121; VIII 576; IX 176· poesia ellenistica compare l'acce · c m · XIX 364 e. 8uf1ÒV EXOVTa. fi 35 9 p · , : così in Eratosth. r. , ow., CA 66 (cf. Powell zwne d .qUI rappresentata . . ' 'd' . Ivmo 0 1 .,h«gottesfiirchllg>>, mtendeva invece il Wilamowitz, E in Weihge~chenk d E, . w·tssenschaften zu Gottingem> ' es latast enes «Nachricht d K _' . cn er . Gesellschaft der [ 1894126 (CA 121); questo significato recenzìore è ~/chriftenll 60), Antag. AP VII 103,1 Qumt Smym. I 65· Ili 775· V 587· G ppresentato nella poesta Imperiale cf 119,1 («pieux>> il Walt )· 'chreg.N daz. Camz. I 2,1,198, forse Anon. Àpj t' l . , , , z , nsto . 352 mentre .l e Imo ogtco e sicuro per Greg N C , ' permanere del valore 1,19,73; II 2,1,13; II 2,3,138.; Aa:;,· V~~mJ; /.'8,60; I 2,1,82; II 1,13,94, 168; Il , , 95,1 (Sundermann, ad Carm l 2,1,493) e probabilmente è d canto, dove si adatta eEou8Ét XEtp[ al v. 199 di pw as 1 atanaele. 101 aVTL ' ' TTEpT)8Ev: avverbio attestato rt' d . 613, 977 II 1174· IV . a pa tre alla poesia alessandrina Ap Rh 1 . , , , co gen II 1030 , . , , . . 470 1 Qumt Smym. XIII 482 à 8uoa. 'A., . avTtrrEpT)8Ev l vT)aov 'ApT)nàiìos . Cf . EOS pKToupoto Dton p 571 , , , Tawv. . anche Antiphil. AP IX 551 = GP ' · er. a. ayauwv 'AfJ.vt5 845 e cf. Livrea, ad Ap. Rh. IV '. . • Man. Ili 579, Anon. AP 1 10,60 68 l O, 141 s. (Gesù si allontana da G e Gtg1 II, ad Cosm. Strasb. 39v. Simile Par J,o erusa emme - ·· · · · xnpòs 'Ioplìav[mo pEÉepou /rrÉ(nv ' ' ' e SI r~ti~a m Perea) OUOOE~Éwv àrrò 'lopòav[ou: 'lopOcivT)s è tra i nomi ~f ~~T~:Epmav EXa(ETo (cf. Livrea, ad 18,2). doli m aggettivi: l'elenco è in Preller 113g e ebraica che Nonno muta, trasforrnan-

qu~sta

8Eou8~s eh~

e

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~

Nell~

benissim~ ~~:supplorrdepNer

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in~ece

0

102-106

~),), ·, O~E 8~ 8pOfJ.OV aUov EKT)~OÀOS ~yayEV T)' ws ayvos ' • " ' , - IwavVT)s , , OVTWTTLOV Oflflù TL TQLVWV I~aovv EVOT)OE Kal UYXLKÉÀEuSov l6vm 8aKTv.\ov òpewa US ElTE · 8ELKVUE , , fJ.ùpTVpl .\aQ·

l')vl&, TTUYYEVÉTQO SEOU axE8Òv GfJ.VÒS ÈXÉpwv Tfj irraupwv (3Ài7TEL TÒI'

'/~JOUIJ

ipXOfléVOI/ ;rpÒc; auTÒi! KGÌ ÀÉyEL' f& O

roD !koD TT/1! aJlapT{av TOV KOOflOV ft. non invenerat N. in Jo. Sia qui che a 1,36- dove tuttavia la sentenza è documentata solo in una della tradizione: lj:l 66 (cf. Elliott-Parker 131), il C odex Ephraemi (C), il Codex ~cwashinf(ton,imws I (W), 892, 1241 e altri mss. greci, a aur rr'- Nonno omette di parafrasare 6 atpwv T~V afJ.UpTLQV TOU KOOflOU: cf. Koechly 12 [= 431], Janssen 3. L'assenza dì questa frase importante (su cui cf. soprattutto Strack-Billerbeck 363non può che addebitarsi ad una versione abbreviata, oppure ad una lacuna nella tradizione della Parafrasi, essendo impensabile che il parafraste la trascurasse.

102 EKT)~6.\os: =Dian. XXXIV 124 É.... lÌ· Nonno applica all'aurora nelle Dioni. siache 13 diversi epiteti (po6oEt8~s, po86nç, po8ooTET]s, po8o6àKTUÀOS, àpyÉTLS, aw6pos, oE.\aoc!>6pos, ÉKT)~6.\os, àKpoc!>ar'is, àKpoav~s, xtov6rrE(a, ÈuOflÌÌPL yl;, xopoTEpTT~S ), per la maggior parte rrpwTa oppure tratti dali' epos ellenistico; solo po6o8àKTuÀOS (XVI 46) ed É. ricorrono ìn Omero, e la novità con··~~:t- siste nell'attribuzione ad Tjws di un costante epiteto di Apollo (Hom. Il. I 14, 373, etc.): cf. A.W. James, Night and Day in the Epie Narrative of Nonnus an d Others, IV (1981) 123s. Nella Parafì'asi, Nonno amplia sistematicamente le brevi indicazioni temporali del modello, cf. Kuhn 128-130. Cf. anche Eud. S. Cypr. I 252s. à.\.\' OTE 8~ po86rrT)XUS Èrrr].\ueEv àpyÉnàpwv àvTW· mov a'[yÀT)V. Su à., cf. anche ìl Chuvin, ad IV 8, ci t. OflflO TLTalvwv: una delle più frequenti iuncwrae della poesia di età imperiale. Cf. Anon. Encom. Due. Romm1. 2,2 H. (l 121): Grcg. Naz. Carm. Il 2,4,93 (Keydell, ad IV 32; Golega, Der homerische Psalter 88), [Apolin.] Met. 10,9 = 108,7; 68,35; Triphiod. 371; Dian. III 156; IX 32; X 252; Xll344; XIII219; XV!374; XXII62,

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176 Commento

108; XXV 143, 408; XXVII 328· XXX 39· 5; xxxv 103; xxxvm3I8· xxxix ,xxxi 126; xxxm 199, 288; XXXIV 134; XLVII 552; XLVIII 39S 501· M256, ~~ 353; XLI274; XLII 40, 45; XLVI , . , usae. 6, Chnstod. 60, 225, 353. Cf. Livrea, ad Colluth 131 (" 0 ~~a Tavuaaas) e Kost, ad Musae 1 . · L• . probabilmente sulla scorta di Horn. Il. VIII 266 TTa.\' . ..c. esp:esswne sorse te npreso dalla poesia successiva (cf K t d M LVTova Tol;a n Tmvwv, piÙ voi- . " · os , a usae l 7) opp d· il I · ' ure l . I 390 = XII 58 awa n w[vwv (= Orac s·b II 187 . D. Sid. AP VII 172,3 = HE -·G;e· Naz' wn. XXXVII 2~0). Cf. anche Antip. 314 Chald. fr. 146 2 d Pl '< _g._ · Carm. I 2,9,!00 KwÀa nTa[vwv Orac . , . . Olu~a 'LTatvov Orac Sib VII 80 " ' . Chnstod. 286 ÈT[ TaLVEV ÒTTWTT~v 1 G ' I ·_ · , o~~aTa TE[vas 99 aas (= Pau!. Si!. S. Soph. 286, 3~·8 ~~7 yuta Tl Tmvwv, 287 o~~a Tavua: TLTaLVELV 22 51 vo'ov • ' ' ), Sophron. Anacr. 9,65 Gig. TT68a~ '

'

· · · Tl TULVWV.

::.

104 ÙYXLKÉÀEu8ov: non attestato prima di Non ( ripreso da Agath. AP VII = V .. no 12, v~l~e ?elle Dionisiache), è 220 1 26 1 · .À • , . EpTTwv ELS E"-upT)v ·"' "B ayXLKE Eu8ov cf. Par Jo 6 12 "B , . '>, Scheindler, Zur Kritik der Paraphrase 221); inoltre, la presenza di tre epiteti non disturba, in un'opera come la Parafrasi caratterizzata da grande abbondanza aggettivale (Livrea, Parafrasi 57); più probabile sarebbe semmai àrrEL8Éa - presupposto dalla traduzione del Hedeneccius 5 «incredulum populunm, cf. Nansius 12 -data la relativa frequenza della iunctura Àaòs cirrEL8~s (cf. infra): tuttavia, cirrEu8~s, unicum in questo poema e Bis Acy6f1Evov nelle Dionisiache (III 324; IX 293), è difficilior; inoltre, à8[8aKTov e tÀOTTEU8Ét (113) suggeriscono un aggettivo di significato simile, pur essendo possibile che un originario cirrEL8Éa sia stato mutato in CÌTTEU8Éa proprio a causa del precedente à8i8aKTov e del seguente tÀOTTEU8Ét. Nei due luoghi citati, clTTEU8~S ha valore passivo (CÌTTEU8ÉOS aprraya VU~T]S; CÌTTEU8ÉOS 'LXVOS àvciaal]s): «unerforschl>> (Peek s. v.), mentre qui si richiede un senso attivo: 'ignaro', attestato sin da Horn. Od. III 184, poi nella letteratura alessandrina, Callim. Hec. fr. 109, l H. = 282 Pf., Cercid. fr. 2,3 Lom. = Livr. (ulteriori dati in DGE s. v.), e registrato dai lessici, cf. Hesych. a 6086 L. cirrEu8~s· ou8Èv àKOvaas, Suda a 3092 A. cirrEu8ÉEs· èirrnpm, cirrat8EUTOL. Àaòv aÀ~TI]v: cf. Orac. Sib. l 204; III 668; VI Il; VIII 301 ÀcriJv cirrn8fi. Cf. Usher, Sixth Sibylline Oracle 35. Per àÀEtTI]V di L, cf. ad 32.

KalnETw EPET!lWV. Livrea ad l (tra le . . v auTO!lOTTJ VT)ÌÌS', mutuato da Ap. Rh. lV 23 cf ' · nprese s1 aggmngano G p· D , · Geom.] Parad. 24 l) e l' '·n ~ d' G , eorg. Is. e Vit. Hum. 50 Gonn., [Jo. , , epi an m I esu a Par Jo 20 87 h . ws- lTTEpòv ~È VOTJ!lO llETcipato ov . · · , . ' c e appare a1 discepoli 1 S'' e I modello formale e naturalmente Od. V l! 36

!83

vÉES' WKEtm WS' EÌITTEpÒv ~È VOTJ!lO, arricchito, nella ripresa nonniana, delle , varie risonanze, soprattutto platoniche: cf. Accorinti, ad /. Anche per il nostro comunque, è ipotizzabile un'influenza del luogo omerico, in forza della nota QU:IZ!lJn~ remo= ala (richiamata giustamente dall' Accorinti, /.c., e per la quale si !a fondamentale nota del West, ad Hes. Op. 628). Formalmente simile Jo. I l JTTEpOELS' IlE Ol' ~Épos Ellpovt pot(4J. Sui composti in -pwv in Nonno, Schwabe 29.

·1TU·'~'!c: termine prosastico, la cui presenza in Nicandro (cf. schol. Ther. 744 [269, Cr.] èiÀÀOTE rraÀilOS'' wL yàp rraÀ!lOS' Èanv ~ TWV vEupwv ml TÌÌS' wpotaS' TWV ÀE~wv vooT)acivTwv KLVfJGlS' e schol. f Alex. 27 [40,6 Gey.]rraÀ!lOS'' si direbbe dovuta all'influenza della prosa medica, cf. H. Schneider, Ver,:,I!Leic.he,,ae Untersuchungen zur sprachlichen Strnktur der beiden erha/tenen Lehr:)!edichtedes Nikandervon Kolophon, Wiesbaden 1962,74. ciVTlTuTiov llLilTJflU: =Par. Jo. 3,29; 13,68 civTtTurrov ... lllllTJilO (il Golega, Studien 34 ricordò Dian. VIII 23 civT[ TUTIOV llUKfJilO ~OÒS' llUK~OaTo Àat!l0, detto ·di Semele incinta del dio, ove il Keydell approvò l'emendamento lllllTJilU del Koechly [in Wortwiederholung bei Nonnos, XLVI (1953) 3s. = Schriften . 535s. e nell'edizione del poema], mentre lo Chuvin preferisce conservare llUKfJ!lO, .rimandando al Vian a Dian. I 47l11EPOEV flUKTJilO v68 ~ ~~e~ sa~." OTE · · · l··· l · ·· !J.Écrov KUKÀmo xapcicrcrEL, o da Turrov, per cui si ved~ il

cf

pwn.

118 aÙToel . ' bb IJ.LIJ.VEv: =Par. .lo. 3 ' 112 ' 4 ' 190' 7 '_2·' 4_, 207 _ · Cf· v. 123 . La zunctura d' . per se a astanza banale, nsente nel linguaggio poetico dell'america a 'e , , I Ili 291, di c?nfigura spesso come variazione, cf. • ·( F III 218) auTou wvwv; l'espressione è frequente anche nella lette tura alessandnna, cf. Callim. Hec. fr. 69,10 H.= SH288~ 260 pf 'e o· , raSimm (?] AP Vll 647 _ , , · av l uE IJ.l!J.Vov, · · ,3 - HE 3298 avel IJ.EVOl TTclVTO TTOlrJaEl>: w\ aÙTÒTElTE' o! ~E· E19 • - ' f1 S' OUTOUS' OKdou(JouvTa~ ÀE,"'E' au' ., ' 'U• 7TOV OUTW' pa(3(3' "À' ' ' oKaAE, JToD fi • er uso

:~

~ppare

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Ka8ap~

_lZz~taper

No~no ~~j

:bizantino posteriore, cf. Christoph. Myt. Can. Nov. 48s. Foll., Can. fan. 58. L'elstfmsiorle semantica di auvwpi> è parallela a quella di (Eùyos, che dal significato 'coppia' (di animali) passa ad indicare, soprattutto in poesia, 'coppia' (di persocome per esempio iu Cerci d. fr. 65 Lom. ~ 58 Livr., in Strat. AP XII 246, l ~ G. R. (Eùyos àlìEÀ>, anche se ÀEoum e paleograficamente plausib'J nm.2.La. caduta di Kal davanti a 13,31, _cf. Scheindlcr, a.c. 249). È v~:o(~n cas? Sl~lle e reperibile anche a Par. gmdico li Kinkel Il) e che an h " he Kat puo appanre un riempitivo (c , l d Il . ' C e OTTEp atte t t . M OSI O' a o Juvems) darebbe senso oltre a ' sa o m (e congetturato in pass . KaÀÉouow nonché di 6 l O n; , godere dell'appoggio del v 165 ITÉTpo "alo minoritaria dal punto ,Ìi a TOrrE p KaÀÉouot; quest'ultima. lezione , emmal!co· e SI nof h b . ' Ia, e nE p servi a restaurare metricame t .l . . 'c e pro abilmente anche a 180. anche n e 1 verso (m quel caso ' la lezion e e· comune ~ ,ad L). TTlJ, rro8t va[EL t tf · ~ .ru lVI _P?ssono considerarsi Dian. XXIX 112 ~mu À~ ' m~errogazioni, paralleli a_KXOV optvn; (cf. Eur. Hec. 930 TrOTE 8' , WTEL 11 L:aTupou TTOTE rrou, TrOTE ÀEuow ypaus-), XLVIII . . 11 TTOTE, Troad. 191 rroD rrci ya[a~ o 500 TTOTE TTOU TTOTE 8 'À J3) " • , uOU' Par. Jo. 9,87no[11v ~iìnv IWVOS a&ÀtOU, wì. nmljow U>téìS aÀLELS àv8pwnwv", ou OLTJTTOpTJOE npòs T~V napci8o/;ov TUUTTJV {mooxEtci8DS on TàS'

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apxàs T~S' TTLOTEWS' O ÙÒEÀcpÒS' "ò TT . anche a 21 94 àvòpollÉriS' à ',\ ~. ~ ~o~aTE.~aÀÀETO. Il luogo smottico è TTOVTLOV ", . f YE. ~S'a LEUS Ecp8Ey(;aTO Ll!lWV. ayp~v. c · Soph. Atax 879s q, ,\ · ~ 1 · Theocr. 7,60 éç 0.,\òs a . : '. orrovw_v a.\w8av ... Mmvovs aw"'~' Tib. lii.APIX 370 7 typc'/~6Lx8uos aypEuT~PES', Mosch. fr. 1,10 G.= 150 l 8 o',\ . f, , e c. c . ow, ad Thcocr. 7,60). X v.,o ov. c . LJvrea ad Par .J, 18 71 A 133s. lx8u~6À4J ... llaxavà (il trid.en~· , . . ncora. aggetllvo in Aesch. alessandrina col valore sostantivato di ; ~~ PosJd,one), L occorre nella lettenltur.... '' (Calli m. Hymn. 4,15 - direttamente dai p:~~tore , ~~ concorrenza con lxeu~oÀEus Aesch. Sep t. /.c., cf. anche Femàndez G l' o esc ' eo secondo Groeneboom, ad 2372, NJcand. Ther. 793, [Hes.] fr 37-2; ~no Il ~29- Leon. AP VII 504,2 = HE AP VII 295 IO = HE 2083 .. , .-W.- Euthyd. Ath. SH 455 2)· Leon ' , successivamente m Bian AP IX 22? 2 ' · · · , . , = GP 1684, 0 pp. An. Hai. III 18 (sost. [lxeu~é.\OLo Fa· (sost.), IV 301 (sost.), 492 (sost) 635 (s J~nÌ; cf. Id., 260: LX8u~oÀoLm codd.], 73 3?0 (sost.), 409 (agg.), 415 (;o~t.), 42~s~s~st4)7 ~~~t.), V 112 (sost.), 223 (sost.), EVOTL~ÈS' al8u(ms lxeu~6.\owL ÀÉrra ., . (sost.), [Zon.] AP VI 23,2 ci t.), Theaet. Schol. AP VI 27 l A ~ (co~l palese :'chiamo al luogo cal!imacheo lxSu~oÀos, cf. soprattutto 6,24 ~~6e ne I~ Parajr~sz Sl al.ter:'ano lxSu~oÀEUS' e cf. anche il Prcller 143 e James 8· i~ou LllWVOS' aÒEÀcpEOS' LX8u~oÀ~os. Su l., ' baslel agh elementi costitutivi dell'aggetti~ vo, l'accezione origina:ia dovev l' a essere que a specifica d' 'fi . . , epoca ellenistica esso è utilizza! l ' IOCimere ' ma sin dal~ Page, ad Leon. 2083 l c) e così lo eneo ~e~so generico di 'pescatore' (cf. Gowd 11 . · · X u.,oAEus e -os compaiono 11 d · · e a pesca miracolosa cm ò(KTua a 21,24-34 Ib' , . ne a esenzione Tos, sembra valere 'pescoso' d' . zd. 28: l aggettivo, nfento a n6v1 sulla scorta di 21,80 lxeu~oT; a me~~ co:regge.re m lx8u~OT4J col Marcellus Johannesmetabole 34, sorretto L~a-Di~nll~~ ;~x8u~oÀoL col Go lega, Zum Text der 4 gh1 opp1anei citati supra lxev~o,\ fi s.. m effetll, anche m 7 de1 13 Juologica riserva che questa 'e· OL gmnge mo alla cesura tritemimere - con la . comunque una delle sedi ~ . l' nambiche: cf. E.G. O'Ne'll T.'h L . . pre erenzJa 1 per le parole co~ 1 , u e ocahsatwn of Metr'c 1 w, d · 1 ','exam~ter, «YCIS>> Vl!I [l9 421144 ). a or types lll the Greek aÒEÀcpEos: nella Par Jo 1 1 EL S' 8É ns mhwv: cf H~~cc/,o/ rrle14a4s (Preller 140): s'incontra infatti a partire da Pindaro (0/. 8,80; 12,14; Pyth. 3,39; 9,108; Nem. 11,12), poi in tragedia, cf. LSJ 9 s. v. Euwotvos: l'epiteto occorre 3 volte nella Parafrasi: oltre che a 170, ancora a 19,143, dove è attributo della Vergine e partecipa forse dell'estensione di significato di Ò.TTElpwolv (non 'partus dolores non experta' ma 'èiLE~ 8LOEV v (Afrodite), Opp. Ap. Cyn l 15 cj>m8pci 8L6wa' ÈpaTELva auv JlUKO>tOLS X~pLTECJNCJLtura\mente la CJTLÀTTVOTT)S- più di rado ' 8ÉEL KÀUTÒLE L8 Lowaa . . d \t dtvimtà a cominciare da Dwmso, c . la vnvE" la - vtene attnbmta anche a a re , ' , XVII 9 oùpav[ 'l" ., "' . À. ( aTauya(ouoa rrpoawrrou, Dian. lX ,\04 r.ta~r.taPU'Yll OE a:L E ~IX 42s. yEÀOWVTL TipoaWTTtp / BCÌKXOt>tOTl r.tEL8LOWVTL rraTT)P KEXaPJlTO pOVLA : 12 H [Il 44] 'HÉÀLO · s. · , . ghi, ad Syn. Y;"";. ' , KOL ev TYl DLCÌvma yEÀéi- KOL KOCJ>tOpuol 8V!lOV Ka EOUcrl 0

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.. EYO!lEVos L8U!los). Per l'assunziOne del nuovo nome da parte di Pietro si veda, con attenzione al retro terra aramaico, H. Rheinfelder Il nome d.p. t leo 16, 18), XCI 0963 ) 5_29 _ , l 1e ro ,. at-

/M

ÈJTwv_vlllTJV ~ KaÀUtj>EL: cf. Dian. XXVIIl 307 È. 8. uMcrawv (Gole a Studien 39). EJTWVU!lLa nsulta attestato a partire da Aesch "ept 829 S l 45 g,, • ' .' · . "'' · ' upp - ElTWVU!lOS e gm omenco- poi soprattutto in prosa (cf LSJ9 s v)· a Non 1 · · del so t t' . · · ·, no a caratura poetica Aet. II~ ~~ ~; l~ap;s~c~;;~ dal suo ricorrere nella poesia alessandrina, Calli m. ' . 65,15, Hymn. 3,205; Ap. Rh. II 910; III 245 (ave cf

Commento

213

Campbell), IV 658. Per la sensibilità che il Panopolitano sembra dimostrare per i veriloquia, cf. Par. Jo. 20,129 Els È!lÈ '6LJTÀÙos' €acro (sci/. 8tù!làS), con il commento dell'Accorinti; Dian. !X 20-2 KLKÀ~crKwv /:,.tovucrov, ÈTTELTio8l opTov àdpwv l TJLE xwÀa[vwv KpovliÌT]S ~E~pL80TL llllPCÌÌ, l vvaos OTL yÀwCTcrlJ IupaKOOCJLOL xwÀÒS ciKouEL; XLVIII 256s. (Aura) ÈTTWVU!lLTI 8È KOL EPY4l l òi;vTaTOV opO!lOV dxEv òpELcicrL cruv8po1-1ov aupms. Anche questo gusto potrebbe essere ereditato dalla poesia ellenistica, specialmente da Euforione (cf. A.S. Hollis, Attica in Hel/enistic Paetry, XClll [1992]10 e n. 49), anche se la creazione di etimologie è notoriamente diffusa da Omero in poi (ad es., per Alcmane, cf. il Magnelli, ad Alex. Aet. AP VII 709,3 = HE 152 = 8 M.) sia in poesia che in prosa (cf. la bibliografia citata da H. van Looy, TJAPETYMOAO['E! O EYPITJILlHZ:, in Zetesis. > CXLI [1997] !45-148). Cf. anche Triphiod. 209 vvKTa rraÀ[vanov. 170 EUWBLva: cf. ad !55. «Poeta fortasse Bethsaida vocat TTOÀLV EÙw8Lva, propterea quod Petrus et Andreas ibi nati sunt; confer Par. XXI, 91: Zi11wv, àyÀa6rrm6os'lwàvvao yEvÉ9Àll, ve! quod Bethsa!da partu fecunda CJVJtas est>>, Preller 137; probabilmente l'epiteto onorifico (accostato alla città ad imitazione dell'omenco ~aÀ­ ÀLyuvmKa) è dovuto invece allo sguardo di sim~ati~. che N~.nno nvolge a1 Gahle1, per cui si veda infra. Cf. anche Dian. I 29~ xeovos- EuÀoxov E8pf1v. TavUTTÀOKclllWV faÀLÀa[wv: sui composi! m Tavu- m Nonno, c'f. la, rass~gna ~ello Scheindler, Zur Kritik der Paraphrase 85. Cf. Par. Ja. 4,252 EL S' TTOÀLV ayÀaoTTm6a T. r. (4,101 TavuaKOTTÉÀwv ... 'lpoaoÀullwv); gli epiteti assegnati m Gahle1 ~~­ no prevalentemente positivi (àKEpaLKOiJ-OL di 7,35 non ha di per sé valenza po~ltl­ va, ma è piuttosto espressivo e pittorico, come il suo comspo~dente Tm:urrÀoKa~ iJ-OS'): 4,9 cpLÀOOTopyOL, 195 cpLÀOXPLaTOL, 202 9EOULS TÙ TTEpl ÉaUTOU, Matth. JJ,J3 miVTES yàp o[ rrpocf>ÌÌTaL Kal Ò v61.1os EWS 'Iw6.vvou Èrrpo (Marcellus, a.c.): Gesù ne ammira anzi la pronta dichiarazione di fede (206). Per T., cf. Hesych. a 7046 L. àpyLf.Ll\Tas Taupos· mxuf.LTJTLS. ~ ÀEuKòs TTapaywyws [-ous H, corr. Mus. f 62': inspexi]. ÀÉ)'ETOL 6È ÈlTL TOU OLaKOflLGOVTOS T~V EùpwlTTjV c~ Phryn. Trag. fr. 16 Sn.-K., TrGF l 77). 185 Na(apÉ8: il maggioritario ÈK Na(apÈS è probabilmente interpolazione da Giovanni. Va dunque accolta la lezione di M. La correzione del Hermann, Cens. 992 aveva incontrato la totale approvazione del Kinkel 12 (), ma è da ritenersi impossibile (Ludwich, Zur Metabole 498s.), ·per due ragioni: l. A causa dell'anastrofe intollerabile che verrebbe in tal modo introdotta (cf. Lehrs 281: taaL KaL TTpaTT[IìEacn TÒV OÙ TTapEOVTa OoKEUWV

l ,48

ÀÉ)'El aÙTw NaBaval)'À. rra'n0 , , , _ , , U• v flE )'lVWCJKolr· drrcKpl'B '' • 0 ' ' OVTW' 7TpO TOV CJ, cf;',\ , , l) ll)CJOVS' KOL EÌTroV ' E l l TrTrOV tTTEAOU KQL nalmente come un fico con le c t /u,.' protbttt della Genesi, interpretato tradizioll ' Ut 10g te st veste Adamo do a uderebbe all'ombra fallace della Le e d . . . poaver peccato: qui si sodio presenta inoltre delle analog· ggl:. a cm Gesu dtstoghe Natanaele. L'epi. te con mcontro tra Cnsto e Za h h . cc eo, c e si arramptca sul sicomoro (Luc 19 1 1O) p b b'l . · · , - · ro a t mente ti senso · t d · gwvannet va cercato nella tradizio bb' . ( npos o et versetti . . ne ra mtca Schnackenburg ) Al gazwm contemplano l'ipotesi d' . f1 b . . , a.c. . tre spiel, originale aramaico del Va ,• mp uenze uddtste o dt un fraintendimento del. b 'b . . nge o. er una completa pa . noramtca t hografica ed esegettca sull'argomento si rinv· Il nae/ unter dem Feigenbaum Dta ~ a ~uggesttva monografia di R. Stichcl, Natharatur und Kunst der byzantinfsc;:n J/e~t ~~~:r eine:9~iblischen Erziihlstaffs in Litecome un esempio di opaaLs vo6~ , gart 5. Nonno mterpreta la vicenda >,come appare evtdente dal v. 197 (cf. ad l.). , , 1 91 ETTE>tLYVUE 8av>taTL tEV OTTWTTaLS, [Apolin.J 30,15 ' Iellsc e sa ter 110) p 1 1 · po la cesura principale «als stei d d .' er a re alt va negativa dogern es un auszetchnendes Stilmittei>> (come

:Horn. Od. XXIII 226 EÙV~S ~JlETÉpT)s, TTÌV où ~poTÒS aÀÀOS' òm{mEL), cf. Kost, ad ,''"'uo".o, 268.

193 8ÉaKEAov aùoljv: = Arg. Orph. 707 OÉCJKEÀov aù8~v, v. l. a 1276 eÉaKEAov (a018~v ME: aù8ilv Mosch.). Cf. anche Arg. Orph. 88 (= Par. Jo. 3,49; ,106; 8,139) 8ÉaKEÀov Ò>ttt TTE8ov aù81jv, ove il soggetto sono i miracoli di Cristo (rende >tapTupEi del! 'evangelista). Forse - rispetto, ad es., a El m"iv - ÈpEuyw8m esprime un 'dire con forza, con energia'; così, almeno, doveva sentirlo Nonno. L'origine dell'abusio ÈpEuyw8m 'parlare', è acutamente individuata dallo Smolak 8s. in Psalm. 44,2 È/;T)pEu/;aTo T] wpo(a >tOU Myov, di cui è una ripresa quasi ad verbum Par. Jo: !4,40 ÈK Kpao[T)s OTE JlÌÌSov ÈpEUYOIJ.aL, parafrasi di i:ì Èyw AaÀw. Prova ne sarebbe il «mehnnaliger Gebrauch der Metapher in der Periphrase des Sprechens Iesm> (l.c.). In realtà, il fenomeno ha un 'estensione molto più ampia. Non solo le attestazioni veterotestamentarie si possono moltiplicare (ad es. Psalm. 18,2 Tj>tÉPtÉP\1 ÈpEuyETm pftiJ.a, 118,171 È/;EpEV/;CJLVTO Tà XElÀT) JlOU V>tVOV, 144,7; cf. Matth. 13,35); ma si constata una diffusione di questo sviluppo semantico nella poesia alessandrina: cf. Callim. Aet. III fr. 75,7 Pf. È/; ... ~puyEs laropLT)V ('ejfutisti': in questo caso si dovrà comunque convenire che il verbo ha anche un tono spregiativo), fr. 714,4 Pf. iùym ... È/;Epu'Yl] [È/;EppuT) Stob.: corr. Pfeiffer], forse fr. 785 Pf. t8lKpavov ~puyE tEVOS, Ap. Rh. Il827 8' ÈpuyovTOS [Friinkel: & TuTTÉVTOS ve! -ES codd.], Theocr. 13,58 Tpls- >tÈV "Hav èiuaEv, oaov ~aeùs ~puyE ÀaLIJ.OS. Alla base di quest'uso non può essere Horn. Il. XX 403s., dove la metafora non è ancora sviluppata (aÙTàp ò 8u>tÒV èùa8E KaL ~puyEv, ws oTE Taiìpos l ~puyEv ), ma una generica tendenza della KOL v~ ad espressioni 'forti' come «Kpauyo~4l Tou àt&ous TE ' WucrLV 8EÒV EÙTTaLOEUTWS ÙW~E~aLOU~EVOS.

~04 8E 0 -

u

205-208

KUL ~LV ava/; eapuvVEV ÈS ÈÀTTLO~ É~TEpo~ E~KWV' rrlcrTlv EXELS Elva ~ovvov àeafJ.~Ea ~veov aKov~as' OTTL CJE ~ouvov EELTTOV l&iv UTTÒ rrue~éva uu";'ls; O~~aCTL TTLCTTOTÉpOLOLV UTTÉpTEpa eau~aTa ÀEUCJCTELS

234

1,50 GTTéKpfery 'frycJOV5' Kai EÌTTéV az!njj·

Commento

Commento

an drr6v Ual an di56v Ué VTTaKdTw 'ÌÌ5'

235

tradizione lessicografica è chiosato ii>. È da considerarsi tra gli errori che possono provare l'esistenza dell'archetipo (Scheindler XI). All'intervento del Tiedke associamo in apparato una nostra proposta (cf. Dian. XL VI 245 TUT9òv àEipwv, stessa sede metrica). Ci sembra infatti che la paradosis presenti una ripetizione alquanto goffa (Eva !lOilvov ... ihn oE !lOilvov), e proprio dal verso seguente potrebbe essersi insinuato 110uvov. Si noti, a sostegno dell'intervento, che anche a 2,107 al posto di !lOVvov il Koechly aveva congetturato 11D8ov. La corruzione di TUT9òv in 11u8ov sarebbe facile, presupponendo un errore di onciale. Riconosciamo ad ogni modo che il testo tràdito può essere difeso: sia per la chiusa (cf. Ho m. Il. Ili 76 llÉya 11u8ov CÌKouoaç) che per la ridondanza dell'avverbio, cf. Dian. XIX 15s. 11oilvov 6rrwpT)V, i11oDvov iow KPTJTiìpa; XX 400-402 yu11v~v T ELpEO[aç 9Tj~­ uaTo !lOilvov 'AS~VY]V, l ... / EllTTTJS' llouvov orrwrrE. ci8a11~Éa: ha il senso di 'où 8au11aoT6s;'. L'aggettivo è altrimenti usato nel senso di 'audace, temerario', anche 'àvm8~s' (Ibyc. PMGF 286,11; Bacchyl. 15,58; Phryn. Trag. fr. le Sn.-K. [TrGF, l 73]; Meleag. AP V 177,3 = HE 4192, Lycophr. 558; GVJ 1249,1 [Creta, Il-I a.C.], cf. Jebb, ad Bacchyl. /.c. [- 14,58 M.]; nella

l l l

lc

236

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(PG 92,1578) àvnKcillTITEL, 1856 G. (PG l.c.) CJUilTiaToucn, 1858 G. (PG l.c.) Èydpnm. Per l'atmosfera di àTioKaÀtx\JLS concentrata nel verso, cf. Greg. Naz. Carm. II 2,7,121 TÒ òÈ TIÀÉov, uamTov ~11"iv, Orph. fr. 32b IV l K. 8au11a llÉY' àv8pwTIOLS ;ravTwv MciTYjp ;rpòiKvun. 209-215

11cipTupov ÈllTIEÒO!lu8ov à11Jiv, à~~v aÉ~as ECJTW" Oupavòv à8pJlCJYjTE KEXYjVOTa 9ÉCJTTLÒL pl TTij TIETTTallÉVWV CJTE (Scheindler, Zur Kritik der Paraphrase 247, cf. 12,115), si contrappone forse ad ~EpooLTT]S (215): secondo Porph. fr. 293 S. ap. Aug. Civ. Dei X 9 e X Il, agli angeli è assegnato l'etere, ai demoni l'aria, e questo parrebbe rispecchiato nei due aggettivi che illustrano il movimento della schiera angelica (Keydell, Echtheit 253 = Schri.ften 580). Si vedano Syn. Hymn. 6,35s. Kal DaLIJ.OVLCJS òoous, l pa8tvàv xucrLV ciÉpos e 8,32s. Tà KaT' ~Épos àcrrrETa l TpÉOEV €8vw 8m116vwv. Per Nonno, cf. i passi raccolti dal Keydell, a.c. A queste due aree si riferisce evidentemente Orac. Chald. fr. 223,1-3 d. Pl. TOÙS IJ.ÈV ... Epuwv àrr' at8pT]S l ... l TOÙS oÈ IJ.ÉCIOUS IJEaclTOl> (Scheindler, Zur Kritik der Paraphrase 224).

240

Commento

TjepOo[TllV: cf. Par. Jo. 19,105 Ko[pavos Tjvqt6: 218

aUv8pollos:224 avvwpiç; 198, 199 TaxUyouvos: 225 TOXUJ.lT)TLS: 223 TOXVTTEL6rls: 231 UnTJVÉIJ.Los: 186 l/1TWpÒL05': 201 utJ;iCuyos-: 167 Utj;irropoç: 193 LÀ01TEv9~5': 162

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