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Zitiervorschau

n. 107 ed. italiana

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E D I Z I O N E

I T A L I A N A

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I DANNOSI EFFETTI DELLE TECNOLOGIE WI-FI FITOLACCA: UN ANTICO RIMEDIO TERAPEUTICO RISCHIO GLIFOSATO PER GLI ALIMENTI OGM VI-AQUA, UNA RIVOLUZIONARIA TECNOLOGIA PER L’AGRICOLTURA CONTATTI ET ED EVOLUZIONE UMANA IL FENOMENO DEL CERCHIO FIRENZE 77 Rivista bimestrale nr. 107 - dicembre 2013 - gennaio 2014

Novità Nexus Edizioni

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ACCEDI AL CODICE DEL TUO CERVELLO Vol. II - Stato Theta NEUROSONIC PROGRAMMING Questo secondo volume di Accedi al codice del tuo cervello è stato studiato per aiutarci a incrementare le onde theta nel nostro cervello. Le onde cerebrali theta sono frequenze che vibrano tra i 4 e i 7,9 cicli per secondo e sono presenti quando ci stiamo per addormentare o per risvegliare. La presenza di onde theta potenzia le nostre capacità cerebrali e la sincronizzazione tra i due emisferi, ma normalmente è più difficoltoso attivare lo stato theta rispetto allo stato alfa o all’abitudinario stato beta.

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EDIZIONE ITALIANA Periodico Bimestrale Anno XIX - Numero 107 DICEMBRE 2013 - GENNAIO 2014

LETTERE AL DIRETTORE

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EDITORIALE

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VILLAGGIO GLOBALE

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Parliamo della ricodificazione del genoma di un batterio, dell’eruzione che causò una mini-era glaciale, dei piani del Queensland per confiscare terreni agricoli da cedere all’industria carbonifera, degli antenati degli ebrei aschenaziti, dei delfini dichiarati in India “persone non umane”, degli impianti cerebrali per connetterci a Internet, dell’isola di rifiuti tossici creata dallo tsunami in Giappone, e molto altro.

LA TECNOLOGIA WI-FI: UN ESPERIMENTO SENZA CONTROLLO

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Di Marko Markov e Yuri G. Grigoriev. Decenni di ricerche scientifiche sui rischi dei campi elettromagnetici mettono in guardia verso l’uso delle tecnologie di comunicazione mobile e wi-fi, specialmente perché le radiazioni nocive possono penetrare in profondità nel tessuto cerebrale.

OGM, GLIFOSATO E FUTURO

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Un’intervista di Chris Walters al Dr. Don Huber. Un agente infettivo di recente scoperta, minuscolo come un virus, è correlato alla diffusione di patologie fra le piante trattate con il glifosato, nonché a gravi problemi di salute fra gli animali nutriti con i prodotti OGM contaminati.

I POTERI CURATIVI DELLA FITOLACCA

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Di Shabari Bird. La ricerca moderna conferma l’antico sapere dei Nativi americani e della medicina popolare sull’uso delle bacche e delle radici di fitolacca per curare vari problemi di salute, fra cui cancro, mastite, reumatismi, artrite, osteofiti e infezioni cutanee fungine.

CONTATTI ET E LA NUOVA RAZZA UMANA

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Di Mary Rodwell. Sono sempre più numerose le segnalazioni di bambini e adulti in cui si ravvisano capacità avanzate in seguito a contatti con creature extraterrestri e multidimensionali, tanto che è il caso di chiederci se questo possa rappresentare un’evoluzione della specie umana.

SCIENCE NEWS

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Presentiamo un articolo sulla tecnologia Vi-Aqua, che utilizza le onde radio per energizzare l’acqua e aumentare la crescita delle piante, e due tributi per ricordare la scomparsa del Capitano Bruce L. Cathie, che ha scoperto il sistema della Griglia Globale, e di Cleve Backster, che ha scoperto che le cellule rispondono alle nostre emozioni.

CERCHI NEL GRANO 2013: LA NUOVA ERA?

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Di Andy Thomas. Nonostante la stagione dei cerchi del grano in Inghilterra sia partita in ritardo, a causa forse di un inverno più lungo del normale o di fattori più complessi, alla fine i campi hanno sfoggiato disegni bellissimi e interessanti, soprattutto nel Wiltshire, ai quali si accompagnano anche abbondanti esemplari nel resto d’Europa.

AVVISTAMENTI DI UFO SUL KAZAKISTAN

DICHIARAZIONE DI INTENTI NEXUS riconosce che l’umanità è sottoposta ad un massivo processo di trasformazione. Tenendo presente tutto ciò, NEXUS cerca di fornire informazioni «difficili da ottenere», per assistere le persone attraverso tali cambiamenti. NEXUS non ha legami con alcuna ideologia od organizzazione religiosa, filosofica o politica. POLITICA DI AUTORIZZAZIONE ALLA RIPRODUZIONE Mentre incoraggiamo attivamente la riproduzione e la diffusione delle informazioni di NEXUS, chiunque colto a guadagnarci soldi, senza la nostra espressa autorizzazione, finirà nei guai quando lo becchiamo!

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Di Paul Stonehill. Le segnalazioni raccolte da spedizioni ufficiali e ricercatori locali indicano che il Kazakistan è stato uno dei fulcri dell’attività ufologica negli ultimi decenni dell’era sovietica. Fra gli avvistamenti vi erano ghirlande di luce, sfere argentee e grossi fusi neri.

THE TWILIGHT ZONE

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In questo numero ripubblichiamo un’intervista a Sixto Paz Wells, un peruviano contattato dagli ET, che racconta di interazioni telepatiche e dirette con evoluti esseri originari di Orione e attualmente stanziati su Ganimede, una delle lune di Giove. Racconta dei suoi viaggi attraverso il portale dimensionale Xendra e delle profezie riguardanti il futuro della Terra .

PUNTO ZERO

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La presunta scoperta del “Bosone di Higgs” contrapposta al “Vuoto Quantomeccanico” di Corbucci, il resoconto della spedizione Inkari 2013 sulle tracce del mitico Paititi, l’inspiegabile fenomeno del Cerchio Firenze 77, il fenomeno della cimatica e l’introduzione a un Pensiero Sferico.

RECENSIONI

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Lettere al direttore [email protected]

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Il bicarbonato di sodio allevia la gotta Caro Redattore, lei deve essere uno dei pochi a cui non ho ancora raccontato la mia storia sulla gotta. Ho maturato la convinzione che si possa sconfiggere questa malattia in soli tre giorni con il bicarbonato di sodio. È una magia! In due giorni, sono passata dal barcollare sostenendomi con due bastoni al camminare con due bastoni, fino a quella che per me è la normalità, ovvero un solo bastone. Una mattina mi ero dovuta alzare prima dell’alba perché le lenzuola mi irritavano il piede dolorosamente. Ho deciso di fare un pediluvio con l’acqua più calda che riuscissi a sopportare e, impulsivamente, ho aggiunto del bicarbonato. Mentre facevo scorrere il liquido avanti e indietro sul piede, i miei polpastrelli mi avvisarono che dal piede si stava staccando qualcosa, mentre l’acqua stava diventando piuttosto torbida. Quando ho osservato la bacinella alla luce del giorno, ho visto uno strato di sedimento piuttosto alto sul fondo. La mia ipotesi è che si trattasse di acido urico che il bicarbonato aveva fatto uscire dal mio piede. Dopo aver passato 5 o 10 minuti con il piede a bagno, l’ho asciugato accuratamente e sono tornata a letto. Le lenzuola ora non davano più fastidio: ero meravigliata. Ho raccontato

del bicarbonato a chiunque fosse disposto ad ascoltarmi. Per quanto sono riuscita a scoprire, finora nessuno aveva mai usato il bicarbonato per combattere la gotta, ma funziona... e in tempi rapidi. Credo che tutti coloro che soffrono di questo disturbo dovrebbero conoscere i benefici del bicarbonato. Sono certa che NEXUS potrà dare spazio a queste informazioni. Grazie per l’ottima rivista. Saluti, Viv B., Williamstown, SA, Australia L’insabbiamento dell’AIDS senza HIV Spettabile Redazione, sono milioni i casi di AIDS infettivo senza HIV (come il mio) che vengono celati dalla classificazione ICD [Classificazione Internazionale delle Malattie] sotto l’etichetta di sindrome da fatica cronica (CFS). Neenyah Ostrom, nel suo libro del 1993 America’s Biggest Cover-up… The Chronic Fatigue Syndrome Epidemic And Its Link To AIDS, affermava: “Alcuni casi di CFS potrebbero essere in realtà dei casi di AIDS senza HIV.” Sempre nel 1992 notava che “il ricercatore sulla sindrome da fatica cronica Dott. Paul Cheney ha annunciato di avere nella sua clinica 20 pazienti con CFS che hanno lo stesso tipo di immunodeficienza

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dei casi di AIDS senza il virus HIV”. La Dott.ssa Lorraine Day ha dichiarato a The Power Hour di Joyce Riley (24 settembre 2012): “[...] i casi di AIDS HIV-negativo falsamente diagnosticati e trattati come CFS potrebbero rappresentare uno dei più grossi insabbiamenti mai visti.” La Dott.ssa Judy Mikovits, in un’intervista su In Short Order (4 novembre 2012) sulla CFS e l’encefalomielite mialgica (ME), ha dichiarato: “[...] consideratelo come un AIDS senza HIV.” L’AIDS HIV-negativo è stato censurato dai media generalisti fin dal 1992. Potremo mai raggiungere qualche progresso nella cura della CFIDS [sindrome della disfunzione immunitaria e della stanchezza cronica] o dell’AIDS finché non prenderemo atto di questa orrenda verità? Il mio caso è stato presentato agli Istituti Nazionali di Sanità, ai Centri di Controllo per le Malattie, alla Casa Bianca, all’Organizzazione Mondiale per la Sanità e alle Nazioni Unite. Ho testimoniato in un’udienza federale a Washington D.C. e il mio caso è stato pubblicato 16 volte in 4 continenti. “My Life with Non-HIV AIDS” (con la trascrizione della mia testimonianza) è disponibile su www. cfsstraighttalk.blog spot.com. Spero che anche voi diffonderete la notizia. Karen Lambert, USA

DIRETTORE RESPONSABILE Tom Bosco [email protected] REDAZIONE E AMMINISTRAZIONE Tel. 049 9115516 - Fax 049 9119035 [email protected] [email protected] [email protected] HANNO COLLABORATO Massimo Corbucci, Marco Zagni, Enrico Ruggini, Deborah Maffizzoli, Barbara Tutino Elter, Jacopo Castellini, Lea Glarey, dall’estero: Giorgio Iacuzzo TRADUZIONI Denise Misseri ILLUSTRAZIONE DI COPERTINA [email protected] IMPAGINAZIONE [email protected] EDITORE NEXUS Edizioni S.r.l. Via Terme 51 - 35041 Battaglia Terme (PD) UFFICIO STAMPA Lea Glarey [email protected] PUBBLICITÀ [email protected] SERVIZIO ABBONAMENTI [email protected] WWW.NEXUSEDIZIONI.IT [email protected] NEXUS NEW TIMES Pubblicazione bimestrale registrata presso il Tribunale di Padova n.1466 del 27/07/95 Iscritta al R.O.C. n.5090 In questo numero la pubblicità non supera il 45% Tutti i diritti riservati La responsabilità dei contenuti degli articoli firmati è lasciata agli autori. Il materiale ricevuto e non richiesto, anche se non pubblicato, non sarà restituito. L’editore si dichiara disponibile a regolare eventuali spettanze per quelle immagini di cui non sia stato possibile reperire la fonte. DISTRIBUZIONE LOGISTICA MESSAGGERI PERIODICI SpA - Milano STAMPA COOPERATIVA TIPOGRAFICA DEGLI OPERAI - Vicenza Prodotto con autorizzazione di Duncan M. Roads editore di NEXUS NEW TIMES REDAZIONE CENTRALE EUROPEA Per la corrispondenza in inglese: PO Box 30, Mapleton, Qld 4560, Australia Tel +61 (0)7 5442 9280 Fax +61 (0)7 5442 9381 E-mail: [email protected] Internet: www.nexusmagazine.com

Editoriale Duncan M. Roads

Sebbene sia in chiusura della rivista, ho altre cose per la testa. Derivano dalla “soffiata” di “una fonte affidabile” all’inizio di quest’anno (2013). Il nocciolo è che dal novembre 2013 al febbraio 2014 dovrebbero entrare “in gioco” almeno tre o quattro comete, oltre a una gran quantità di grosse rocce e detriti che pioverebbero sulla Terra contemporaneamente a possibili blackout elettrici a catena derivanti dall’attività solare (un evento di tipo Carrington?). Come al solito, posso solo scrollare le spalle, aspettare e vedere. Dunque, a che punto siamo? È l’11 novembre e, mentre scrivo questo editoriale, i media generalisti danno notizia di quattro comete in transito: C/2012 S1 ISON, C/2013 R1 Lovejoy, 2P/Encke e C/2012 X1 Linear. Internet trabocca di segnalazioni di bolidi e meteoriti che solcano i cieli in quantità inaudite, e soprattutto dalla metà di ottobre il nostro Sole è passato da una fase di relativa quiete ad una assai attiva, con brillamenti di classe X e M ogni giorno o due, al momento. Forse guardare il film documentario American Blackout di American Geographic ha annebbiato il mio punto di vista; nondimeno, noto che verso metà gennaio 2014 la Terra attraverserà la zona dove è passata ISON in novembre, il che significa che se ISON si trascinasse una nuvola di detriti nella propria “scia”, quello sarebbe il momento in cui potremmo aspettarci qualcosa. Dunque, dove si trovano in questo momento tutte queste rocce in arrivo, e potremmo aspettarci anche di peggio prima che sia finita? Sempre in tema di faccende cosmiche, ho il piacere di offrirvi un estratto da un’intervista col peruviano Sixto Paz Wells, che da quasi quarant’anni vive esperienze di contatto con extraterrestri. Si tratta di un caso straordinario in quanto il primo di questi contatti avvenne con un gran numero di persone. Col passare degli anni, Sixto ha più volte accompagnato dei giornalisti a vedere coi propri occhi gli atterraggi e le visite, col risultato di numerosi libri (in spagnolo) che raccontano tutto. Noto con interesse il punto di vista scientifico degli alieni, secondo i quali le energie emozionali e mentali negative degli esseri umani sono in grado di provocare la collisione di comete ed asteroidi con la Terra. Considerando la mia scarsa conoscenza del caso Sixto, mi viene da domandarmi quanti altri casi di “contatti in corso” vi siano in altri paesi, là dove la barriera linguistica ha limitato la loro diffusione. Sulla copertina di questo numero (nell’edizione australiana, così come l’articolo che sarà pubblicato nella prossima uscita, NdR) avrete notato un volto mitico, cosa che non abbiamo fatto in maniera così evidente in passato. Ciò riconduce a un intrigante articolo che esplora le relazioni tra “gli dèi” che in molti oggi associano agli Anunnaki e gli dèi della mitologia nordica. Erano la stessa razza, divisa da contrasti interni? Sembra sempre più evidente che la storia dell’umanità sulla Terra sia prevalentemente quella di svariati umanoidi alieni in visita sul nostro pianeta alla ricerca di risorse necessarie, e che poi hanno usato, addestrato e persino soggiogato mentalmente gli umani a seconda dei loro desideri. Malgrado la “soffiata”, rimango eternamente ottimista sui futuri in costante mutamento che abbiamo di fronte, e a livello interiore sento che è il nostro punto di vista a modellare realmente il futuro di cui facciamo esperienza. I miei migliori auguri per le festività e oltre.

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Villaggio Globale

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L’ERUZIONE VULCANICA CHE HA CAUSATO UNA MINI-ERA GLACIALE Un vulcano sull’isola di Lombok in Indonesia nel XIII secolo produsse un’eruzione tanto potente da scatenare per tutta l’Europa delle carestie dovute a una mini-era glaciale. Un testo del XIII secolo, scritto in giavanese antico su pergamena di foglie di palma e conservato in una biblioteca olandese, descrive il cataclisma dell’eruzione a Lombok. Questa scoperta ha condotto Franck Lavigne, geografo dell’Università Panthéon-Sorbonne di Parigi, insieme ad altri ricercatori sull’isola, dove hanno rinvenuto frammenti di carbone e strati di detriti vulcanici intorno a un grande lago formatosi in un cratere. Hanno ritrovato il luogo dell’eruzione del 1257, che è stato probabilmente il più intenso evento vulcanico in 7.000 anni. Fu talmente potente da annientare il vulcano Monte Samalas, da lungo tempo dimenticato, e da distruggere un intero regno. Nei tardi anni Cinquanta del Duecento, gran parte del mondo fu interessata da fenomeni meteorologici insoliti, tipici di un’atmosfera perturbata vulcanicamente. Le cronache europee dell’epoca descrivevano una pioggia eccessiva che rovinava i raccolti scatenando carestie, il che probabilmente contribuì al diffondersi di epidemie. Matthew Paris, monaco di St. Albans, a nord di Londra, annotò le condizioni: “Nessuno, in verità, potrebbe ricordare di aver assistito in precedenza a una simile miseria e carestia.” Lo scorso anno si è parlato in toni vividi delle proporzioni della calamità quando i ricercatori del Museo Ar-

cheologico di Londra hanno pubblicato i dettagli degli scavi in cui sono stati rinvenuti oltre 10.500 scheletri in fosse comuni all’Ospitale St. Mary di Londra, che fu un monastero in epoca medievale. La datazione al radiocarbonio delle ossa indicava che appartenevano per lo più a persone morte nel periodo dei cattivi raccolti, dalla fine del 1257 al 1260. (Fonte: NewScientist.com, 18 ottobre 2013, http://tinyurl.com/kxrupl9) UN BATTERIO RIPROGRAMMATO PARLA UN NUOVO LINGUAGGIO DELLA VITA Il linguaggio della vita è stato riscritto. Un batterio è stato sottoposto a ricodificazione del genoma in modo da liberare una delle sue “parole” genetiche affinché assumesse un diverso significato, consentendo la creazione di proteine che non esistono in natura. Il lavoro è stato descritto come il primo passo verso una nuova biologia, poiché le tecniche usate dovrebbero aprire le porte alla reinvenzione del significato di diverse parole simultaneamente. Ciò potrebbe portare a: nuovi tipi di biomateriali e farmaci dalle proprietà originali; l’integrazione di organismi geneticamente ricodificati (OGR) negli organismi viventi; l’aggiunta di amminoacidi che conferiscono proprietà insolite alle proteine, come la capacità di legarsi ai metalli; o lo sviluppo di enzimi che si attivano solo in presenza di altre molecole, un’applicazione utile in farmacologia. “Il codice genetico si conserva per tutta la vita, dunque è un fondamentale passo in avanti”, dice Philipp Holliger del Laboratorio di Biologia Molecolare dell’MRC di Cambridge, Regno Unito, sostenendo che dato

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che gran parte del codice genetico è ridondante, potrebbero esserci altri codoni potenzialmente riassegnabili per espandere la chimica degli organismi viventi. “Il potenziale per il futuro è immenso: anziché un solo codone qua e là si potrebbero sostituire tantissimi codoni e creare dei biopolimeri completamente nuovi fatti di cellule”, dice Holliger. “È un primo passo sulla strada di una biologia completamente nuova.” (Fonte: NewScientist.com, 23 ottobre 2013, http://tinyurl.com/l6xqxsj) ALTRI DIPENDENTI DELL’NSA INTENDONO SEGUIRE L’ESEMPIO DI SNOWDEN Il Government Accountability Project (GAP) sostiene che il coraggio dell’informatore Edward Snowden ha generato un afflusso di altre “talpe”. Il “coraggio” di Edward Snowden è “contagioso”, dice l’avvocato Jesselyn Radack, sostenitrice della trasparenza secondo cui anche altri dipendenti dell’Agenzia di Sicurezza Nazionale (NSA) si starebbero facendo avanti denunciando alcune pratiche dei loro datori di lavoro che considerano discutibili. Secondo Radack, molti altri informatori si sono avvicinati al GAP – la maggiore organizzazione nazionale per la protezione e il sostegno agli informatori, di cui è direttrice per la Sicurezza Nazionale e i Diritti Umani – da quando è emersa la storia di Snowden all’inizio del 2013. La “guerra alle talpe” dell’amministrazione Obama, secondo lei, non fa che produrre l’effetto contrario. In una lettera aperta inviata da Snowden al governo tedesco in merito alla possibilità di collaborare con le autorità locali per fornire dettagli

Villaggio globale

sulle intercettazioni telefoniche del cancelliere tedesco Angela Merkel da parte dell’NSA, Snowden ha espresso osservazioni simili: “Sono rincuorato dalla reazione al mio atto di espressione politica, sia negli Stati Uniti che altrove. I cittadini di tutto il mondo, oltre che alcuni alti ufficiali – anche negli Stati Uniti – hanno accolto come un servizio pubblico la rivelazione che esiste un sistema inaffidabile e pervasivo di sorveglianza. Il fatto che questo spionaggio sia emerso ha generato molte nuove proposte per leggi e politiche per contrastare quelli che prima costituivano abusi della fiducia pubblica camuffati”. (Fonte: CommonDreams.org, 1 novembre 2013, http://tinyurl.com/pu2jhzl) FU UN FIUME SCOMPARSO SOTTO IL SAHARA A GUIDARE I PRIMI UOMINI Ormai da qualche decennio i ricercatori ipotizzano che le rotte migratorie dei nostri antenati abbiano seguito tre corsi d’acqua, oggi prosciugati, in Nord Africa. “Nessuno è ancora riu-

scito a scoprire esattamente quando e dove scorressero questi fiumi, né quanto si estendessero lungo il deserto”, dice Tom Coulthard dell’Università di Hull. Oggi, Coulthard e i suoi colleghi hanno creato un modello della regione così come appariva 100.000 anni fa per comprendere i flussi delle piogge monsoniche all’interno del paesaggio. Hanno scoperto che probabilmente l’acqua scavò tre grandi fiumi in mezzo al deserto, che scorrevano verso nord. Due fiumi si trovavano nella parte orientale del continente, attraversando buona parte della moderna Libia. Il terzo, l’Irharhar, era a ovest, in Algeria. Secondo Michael Rogerson, collega di Coulthard, fra i tre fiumi ricostruiti il più promettente doveva essere l’occidentale Irharhar, in quanto seguendolo si poteva raggiungere una regione umida posta fra il deserto e la costa. Chi avesse seguito gli altri due fiumi, spiega Rogerson, si sarebbe ritrovato arenato nelle zone aride della Libia. (Fonte: NewScientist.com, 16 settembre 2013, http://tinyurl.com/mg9vcoz)

Probabilità

Media età della Pietra (compreso Ateriano)

I reperti archeologici rivelano la migrazione di antiche popolazioni a nord lungo il fiume Irharhar, oggi scomparso, prima di spostarsi verso est (immagine: Coulthard e all.)

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COMPAGNIE ESTRATTIVE SI ACCAPARRANO TERRE E ACQUE L’amministrazione del Queensland ha ammesso che esproprierà terre, cederà carbone e scavalcherà i legittimi processi pur di permettere alle compagnie estrattive di creare le più grandi miniere di carbone d’Australia. Stando alla strategia di sviluppo per il bacino Galilee, di recente pubblicazione, la sua apertura all’estrazione del carbone è antieconomica. Drew Hutton, presidente della Lock the Gate Alliance, afferma: “È da non credere che stiano considerando di promuovere per l’ennesima volta l’industria del carbone a spese dei contribuenti, viste le proporzioni dell’impatto che queste miniere avranno sulle falde acquifere e la biodiversità della regione. Parlano di espropriare le terre alla gente – terre agricole fertili – e di costruire ferrovie per un paio di compagnie estrattive indiane che non hanno abbastanza liquidità per costruirsi le miniere da sole. “Queste miniere priveranno di oltre 1.000 miliardi di litri d’acqua di falda una regione semi-arida e attualmente soggetta a siccità. Offrire l’acqua pubblica a prezzi stracciati a quelle compagnie non fa che aggiungere al danno la beffa per i tanti allevatori in difficoltà.” (Fonte: Lock the Gate Alliance, 7 novembre 2013, http://www.lockthegate.org.au) RIVOLUZIONARIA SCOPERTA PER CONVERTIRE IL WI-FI IN ENERGIA ELETTRICA Configurando e sintonizzando dei materiali a basso costo in modo da captare i segnali a microonde, i ricercatori della Pratt School of Enginee-

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Villaggio Globale

in un telefono cellulare, permettendo la ricarica senza fili della batteria del telefono quando non è in uso. In linea di principio, questa caratteristica permetterebbe anche a chi vive in luoghi senza accesso a prese di corrente convenzionali di prendere l’energia dai vicini ripetitori. (Fonte: Duke University, 7 novembre 2013, http://tinyurl.com/kaz3blh)

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Questa matrice in metamateriali a cinque celle, sviluppata presso la Duke University, capta l’energia con un’efficacia del 36,8%, analogamente a una cella fotovoltaica. (Fonte: Duke Photography, Durham, Carolina del Nord, USA)

ring della Duke University, Carolina del Nord, hanno progettato un dispositivo in grado di assorbire energia elettrica con un’efficienza analoga a quella dei moderni pannelli solari. Il dispositivo converte, senza fili, il segnale a microonde in tensione di corrente continua in grado di ricaricare la batteria di un cellulare o di altri piccoli apparecchi elettronici, secondo un rapporto pubblicato sulla rivista Applied Physics Letters nel dicembre 2013. Il funzionamento si basa su un principio simile a quello dei pannelli solari, che convertono l’energia della luce solare in corrente elettrica. Ma secondo i ricercatori questo versatile collettore di energia si potrà sintonizzare in modo da raccogliere il segnale da altre fonti di energia, fra cui segnali satellitari, segnali sonori o segnali wi-fi. Il segreto del collettore è l’applicazione di metamateriali: strutture artificiali in grado di cap-

tare varie forme di energia d’onda e sintonizzarle per applicazioni utili. I ricercatori hanno usato una serie di cinque conduttori d’energia in vetroresina e rame collegati insieme su un circuito stampato per convertire le microonde in energia elettrica a 7,3 V. Per fare un confronto, i caricatori USB per piccoli dispositivi elettronici forniscono circa 5 V di energia. Proseguendo su questo filone, si potrebbero usare questi materiali per svariate applicazioni di consumo. Per esempio, rivestendo il soffitto di un ambiente con un metamateriale si potrebbero ridirezionare, recuperare e convertire i segnali wi-fi. Un’altra applicazione potrebbe essere l’ottimizzazione dell’efficienza energetica delle apparecchiature attraverso il recupero dell’energia attualmente dispersa durante l’uso, il tutto senza fili. Con ulteriori modifiche, a detta dei ricercatori, i metamateriali collettori di energia si potrebbero integrare

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NUOVI DATI SULLE ORIGINI DEGLI EBREI ASCHENAZITI Le origini degli ebrei aschenaziti, ovvero gli ebrei che hanno ascendenti recenti nell’Europa centrale e orientale, sono oggetto di una lunga disputa. È generalmente accettato che i loro progenitori fossero migrati in Europa dalla Palestina nel I secolo d.C., dopo la distruzione del Secondo Tempio da parte dei Romani, e in seguito abbiano intrecciato matrimoni misti con gli europei. Tuttavia, qualcuno ha ipotizzato che la loro ascendenza fosse principalmente europea e derivasse dalla conversione al Giudaismo di europei indigeni, specialmente in Italia. Altri hanno perfino sostenuto che fossero stati prevalentemente assimilati nel Caucaso settentrionale nel periodo dell’Impero Cazaro, intorno al X secolo d.C. L’archeogenetica può contribuire a risolvere questa disputa. Gli studi sul cromosoma Y mostrano che la linea di discendenza maschile sembra risalire al Medio Oriente, ma la linea femminile, messa in luce dagli studi sul DNA mitocondriale, finora si è dimostrata molto più difficile da interpretare. Il Prof. Martin Richards e colleghi dell’Archaeogenetics Research Group hanno studiato i grandi numeri di in-

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teri genomi mitocondriali, attraverso il sequenziamento delle 16.568 basi della molecola, di numerosi soggetti provenienti da tutta l’Europa, il Caucaso e il Medio Oriente. Hanno scoperto che, nella maggior parte dei casi, le linee di discendenza aschenazite sono imparentate più strettamente con lignaggi dell’Europa occidentale e meridionale presenti in Europa da molte migliaia di anni. Ciò significa che è possibile che degli uomini ebrei fossero migrati in Europa dalla Palestina circa 2.000 anni fa, ma senza portare con sé le mogli, se non in rari casi. Apparentemente sposarono delle donne europee, prima nell’area mediterranea, specialmente in Italia, e in seguito (ma probabilmente in numero minore) nell’Europa occidentale e centrale. (Fonte: Università di Huddersfield, Regno Unito, 8 ottobre 2013, http://tinyurl.com/kqe7yt3) PATTI PER IL LIBERO SCAMBIO O MINACCIA PER LA SOVRANITÀ? L’arbitrato nelle controversie statiinvestitori (ISDS) è una disposizione dei trattati sugli scambi internazionali e sugli investimenti che concede agli investitori il diritto di perseguire un governo straniero in base alle leggi internazionali e commerciali. Se, per esempio, una compagnia estrattiva non è soddisfatta delle norme ambientali che restringono il suo operato, se una compagnia farmaceutica non è contenta dei prezzi a cui deve vendere i suoi prodotti, se un’azienda chimica è contraria al divieto di usare un certo pesticida, se un’azienda del tabacco si oppone alle leggi che limitano le vendite di sigarette, le disposizioni dell’ISDS negli

accordi commerciali offrono a tutti loro i mezzi per intentare una causa. E sono sempre più numerose le aziende che lo fanno, spesso rivendicando risarcimenti esorbitanti. L’Australia è l’unico paese che finora è riuscito a resistere all’insistenza degli USA perché inserisse le clausole ISDS nei suoi accordi commerciali. Aveva dato ascolto a chi avvertiva che questa disposizione avrebbe posto una grande minaccia alla sovranità nazionale. Il nuovo governo australiano però sembra voler acconsentire, e non a un singolo caso di ISDS, ma a una ventina, per diversi tipi di accordi commerciali. E ora sta arrivando il più grande di tutti, l’accordo voluto dagli USA del Trans-Pacific Partnership (TPP), in corso di negoziazione fra USA, Australia, Canada, Nuova Zelanda, Messico, Perù, Cile, Singapore, Brunei, Malesia, Giappone e Vietnam. Fra le controverse richieste avanzate dagli USA per il TPP figurano molte di quelle che l’Australia aveva rifiutato nei precedenti accordi sul libero scambio, come l’AUSFTA, che contiene disposizioni ISDS. Il lato ironico è che se l’Australia firmerà, non guadagnerà alcun vantaggio commerciale rispetto all’America oltre a ciò che è già previsto dall’accordo AUSFTA. (Fonte: The Global Mail, 20 settembre 2013, http://tinyurl.com/myduf7x) SPIAGGIAMENTO DI MASSA DELLE BALENE ATTRIBUITO AI SONAR AD ALTA FREQUENZA Una giuria indipendente di revisione scientifica ha tratto la conclusione che lo spiaggiamento di massa, nel 2008, di circa 100 balene della specie peponocefalo nella laguna di Loza, a nord-est del Madagascar, fu dovu-

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to principalmente a stimoli acustici: più precisamente, un sistema di ecoscandaglio multifascio a bordo di un mezzo di ricognizione usato dalla divisione del Madagascar settentrionale di ExxonMobil Exploration and Production Limited. Si tratta del primo spiaggiamento di mammiferi marini di queste proporzioni ritenuto correlato a sistemi di mappatura sonar ad alta frequenza. Queste informazioni sollevano preoccupazioni per quanto riguarda l’impatto del rumore sui mammiferi marini, poiché simili sistemi di mappatura sonar ad alta frequenza sono utilizzati da molti soggetti con vari interessi in gioco: l’industria degli idrocarburi, l’apparato militare e altri settori che utilizzano mezzi di ricerca. Il rapporto completo è consultabile su http://iwc.int/2008-mass-strandingin-madagascar. (Fonte: ScienceDaily.com, 25 settembre 2013, http://tinyurl.com/kf3zwjd) L’INDIA DICHIARA CHE I DELFINI SONO “PERSONE NON UMANE” E METTE AL BANDO LA CATTIVITÀ Dopo settimane di proteste contro un delfinario nello stato del Kerala e varie altre strutture d’intrattenimento con mammiferi marini la cui costruzione era prevista per quest’anno, l’India ha ufficialmente riconosciuto i delfini come “persone non umane” i cui diritti alla vita e alla libertà devono essere rispettati. I delfinari in corso di costruzione nel paese verranno chiusi. Il Ministero dell’Ambiente e delle Foreste indiano ha ordinato alle amministrazioni statali di vietare delfinari e altre strutture d’intrattenimento commerciali che prevedono la cattura e la prigionia di cetacei. Il

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Ministero ha emesso una dichiarazione secondo cui “la ricerca ha stabilito con chiarezza che i cetacei sono altamente intelligenti e sensibili” e che i delfini “dovrebbero essere considerati come ‘persone non umane’ e in quanto tali dovrebbero godere di diritti specifici”. L’India diventa il quarto paese al mondo a vietare la cattura e l’importazione di cetacei per l’intrattenimento commerciale, insieme a Costa Rica, Ungheria e Cile. (Fonte: White Wolf Pack, 29 ottobre 2013, http://tinyurl.com/lukazv2) GLI IMPIANTI CEREBRALI VI CONNETTERANNO A INTERNET ENTRO IL 2020 Vi piacerebbe navigare in Internet, telefonare e mandare messaggi usando nient’altro che il vostro cervello? Vi piacerebbe “scaricare” un libro direttamente nella vostra memoria in meno di un secondo? Vi piacerebbe avere dei nanorobot che circolano costantemente per il vostro corpo monitorando che non ci siano malattie? Vi piacerebbe poter accedere alla conoscenza collettiva dell’umanità, ovunque vi troviate, all’istante?

Secondo alcune delle più potenti aziende di hi-tech del mondo, entro l’anno 2020 sarà davvero possibile realizzare queste tecnologie. Tuttavia, insieme a tutti i possibili “vantaggi” che queste tecnologie porterebbero, c’è anche il potenziale per un’enorme tirannia. Questi impianti verrebbero usati anche per controllarci e manipolarci? In questo momento, ci sono circa 100.000 persone nel mondo a cui è stato inserito un impianto nel cervello. Per la maggior parte di loro la motivazione è medica, ma questo non è che l’inizio. Secondo il Boston Globe, la DARPA (Agenzia per progetti di ricerca avanzati) del Ministero della Difesa USA sta pianificando di “spendere oltre 70 milioni di dollari in cinque anni per portare gli impianti cerebrali al livello successivo”. Questo nuovo progetto è stato chiamato SUBNETS (Neurotecnologia basata su sistemi per terapie emergenti) e il suo obiettivo è riuscire a monitorare la “sanità mentale” di soldati e reduci. Un recente articolo di CNET descriveva SUBNETS: “SUBNETS si ispira alla Stimola-

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zione cerebrale profonda (DBS), un trattamento chirurgico in cui nel cranio del paziente viene impiantato un pacemaker cerebrale che interferisce con l’attività del cervello alleviando i sintomi di malattie come l’epilessia e il Parkinson. Il dispositivo della DARPA sarà simile, ma anziché prendere di mira un sintomo specifico sarà in grado di monitorare e analizzare i dati in tempo reale e attuare un intervento specifico in base all’attività cerebrale.” Anche il settore privato sta lavorando allo sviluppo di questo tipo di tecnologia. Infatti, secondo Scientific American, gli scienziati sono sempre più entusiasti per i possibili usi degli impianti cerebrali per “riavviare” i cervelli dei soggetti con depressione. In ogni caso, la maggior parte di noi non avrà bisogno di impianti cerebrali per motivi medici. In che modo, dunque, saranno commercializzati? Se per esempio vi dicessero che possono darvi dei “superpoteri”? Lo vorreste un impianto cerebrale, allora? Quello che segue è un estratto da un recente articolo di Scientific American: “Il nostro mondo è determinato dai limiti dei nostri cinque sensi. Non possiamo sentire suoni troppo acuti o troppo gravi, né vedere la luce ultravioletta o infrarossa, sebbene questi fenomeni non siano sostanzialmente diversi dai suoni e immagini che le nostre orecchie e occhi sono in grado di rilevare. Ma se fosse possibile ampliare i nostri limiti sensoriali oltre i vincoli fisici della nostra anatomia? In uno studio pubblicato di recente su Nature Communications, gli scienziati avevano usato impianti cerebrali per insegnare ai ratti a ‘vedere’ la luce infrarossa, che in genere è invisibile per loro.

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Le implicazioni sono incredibili: se il cervello è così flessibile da riuscire a imparare a elaborare segnali sensoriali nuovi, un giorno le persone con protesi agli arti potrebbero recuperare il tatto, oppure chiunque potrebbe vedere il calore con la luce infrarossa o persino sviluppare un sesto senso per il nord magnetico.” Alcune aziende di Internet molto in vista danno ormai per scontato che molti di noi finiranno per avere impianti al cervello che ci connetteranno direttamente al Web. A questo punto forse starete pensando che non succederà mai, perché inserire un impianto nel cervello è un intervento molto complesso e costoso. Ebbene, secondo un articolo del Wall Street Journal, non è proprio così: infatti la procedura tipica è molto veloce e in genere è sufficiente una sola notte in ospedale. Ma allora, quanto è già avanzata questa tecnologia? Secondo un articolo

di Computerworld UK, “entro l’anno 2020 non ci sarà più bisogno di una tastiera e un mouse per controllare il computer, a detta dei ricercatori Intel. Gli utenti potranno invece aprire documenti e navigare in rete senz’altro strumento che le proprie onde cerebrali”. A un certo punto del futuro, un impianto al cervello sarà comune tanto quanto possedere uno smart-phone oggi. (Fonte: The American Dream, 29 ottobre 2013, http://tinyurl.com/m3lhhmu) UNA GIGANTESCA E TOSSICA ISOLA DI RIFIUTI COLPIRÀ LA WEST COAST Un’enorme isola galleggiante di detriti formatasi dopo lo tsunami del 2011 in Giappone si sta spingendo verso la costa occidentale degli USA, portando con sé oltre un milione di tonnellate di rifiuti che occupano un’area pari a quella del Texas. Il trat-

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to più concentrato, ribattezzato da Fox News il “mostro tossico”, attualmente si trova a circa 2.700 km dalla costa, fra le Hawaii e la California, ma altri milioni di tonnellate di detriti restano sparsi per il Pacifico. Se i rifiuti dovessero continuare ad aggregarsi, l’area combinata di questa discarica galleggiante sarebbe più estesa di quella degli Stati Uniti. Fra i numerosi oggetti inglobati nell’isola di spazzatura si trovano barche, case, elettrodomestici e prodotti di consumo: tutti trascinati via dalle coste settentrionali del Giappone dopo il devastante tsunami del marzo 2011. Le statistiche giungono da un rapporto del Dipartimento nazionale statunitense per l’amministrazione commerciale oceanica e atmosferica (NOAA). Il NOAA aveva commissionato il rapporto nel tentativo di prevedere esattamente quando e dove la gigantesca discarica galleggiante avrebbe raggiunto le coste. I dati indicano che il movimento dei detriti resta per lo più imprevedibile, e gli esperti ritengono che il nucleo più grosso di rifiuti potrebbe riversarsi in un qualsiasi punto fra l’Alaska e le Hawaii nei prossimi anni. Alcuni dei detriti però potrebbero già avere attraversato il Pacifico, come indicano le segnalazioni di pescherecci giapponesi trascinati sulle coste del Canada già nell’inverno 2011. Se è così, il livello di rifiuti tossici che inquineranno le spiagge statunitensi probabilmente sarà altissimo. Il Ministero dell’Ambiente giapponese dice di ritenere che solo il 30% dei rifiuti sia giunto a galleggiare al largo nel Pacifico. (Fonte: The Independent, Regno Unito, 5 novembre 2013, http://tinyurl.com/n6rwjvq)

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FALSO STUDIO SCIENTIFICO INGANNA 157 RIVISTE

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Uno studio scientifico-bufala è stato recentemente accettato per la pubblicazione da 157 riviste scientifiche di tutto il mondo, dimostrando quanto siano fallibili alcune pubblicazioni ad accesso libero. Il falso studio faceva parte di un’operazione sotto copertura orchestrata da John Bohannon, corrispondente della prestigiosa rivista a revisione paritaria Science. Bohannon aveva scritto il rapporto sotto il falso nome di “Ocorrafoo Cobange”, presunto biologo dell’Istituto Medico Wassee di Asmara. Né l’istituto né il biologo esistono in realtà. Bohannon, in un articolo pubblicato sull’ultimo numero di Science, descrive così il falso documento: “La molecola X della specie di lichene Y inibisce la crescita della cellula tumorale Z. Per sostituire queste variabili, ho creato un database di molecole, licheni e linee cellulari tumorali e ho scritto un programma per computer per generare centinaia di studi tutti diversi fra loro.” L’informazione di partenza può sembrare abbastanza sensata, ma lo studio era infarcito di errori e contraddizioni evidenti che un esperto in materia avrebbe dovuto riconoscere immediatamente. Bohannon non si è fermato qui, e ha cambiato leggermente ogni versione dello studio prima di inviarla alle varie riviste. “Inviare degli studi identici a centinaia di riviste sarebbe stato come darsi la zappa sui piedi”, spiegava. Per creare delle varianti per le affiliazioni, per esempio, ha combinato in modo casuale parole in swahili e nomi africani insieme a nomi generici di istituti e capitali africane. “Mi auguravo che l’uso di autori e istituzioni di paesi in via di sviluppo avrebbe destato meno sospetti se un redattore curioso non avesse trovato informazioni a riguardo su Internet”, scriveva Bohannon. Per essere credibile come straniero che scriveva in una lingua diversa dalla sua lingua madre (tutti gli studi inviati erano in inglese), ha tradotto il testo in francese con Google Translate e poi ha ritradotto il risultato in inglese, correggendo gli errori più palesi. Per garantire che le versioni del documento fossero “credibili come studi da pubblicare ma al tempo stesso piene di gravi errori”, ha fatto rivedere il testo a due gruppi

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indipendenti di biologi molecolari di Harvard per modificare gli errori scientifici in modo che, come dice Bohannon, “fossero evidenti oltre che grossolani”. Poi ha sottoposto le varie versioni dello studio, al ritmo di 10 alla settimana, a 304 riviste a revisione paritaria e ad accesso aperto nel mondo. Nonostante gli incredibili errori presenti nello studio, 157 riviste hanno accettato di pubblicarlo. Solo 36 riviste hanno risposto con commenti che riconoscevano i problemi scientifici del testo. Inoltre, Bohannon ha scoperto che alcune delle riviste non avevano sede nei paesi dichiarati. Nonostante i titoli richiamassero l’America e l’Europa, molte di queste pubblicazioni avevano sede in India. Paul Ginsparg, fisico della Cornell che ha fondato una piattaforma editoriale per il suo campo, lamenta che un numero troppo alto di riviste scientifiche ad accesso aperto non compie revisioni adeguate degli studi. “Le riviste senza un controllo qualità sono dannose”, ha detto Ginsparg a Bohannon, “specialmente per i paesi in via di sviluppo i cui governi e università si stanno popolando di gente con finte credenziali scientifiche”. (Fonte: Science, 4 ottobre 2013, http://tinyurl.com/probwhg)

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La tecnologia Wi-Fi: un esperimento senza controllo di Marko Markov e Yuri G. Grigoriev

Tratto dall’articolo pubblicato su Electromagnetic Biology and Medicine (giugno 2013, vol. 32, n. 2, pp. 200-208) © 2013

Decenni di ricerche scientifiche sui rischi dei campi elettromagnetici ci suggeriscono di adottare un approccio più cauto verso l’uso delle tecnologie di comunicazione mobile e wi-fi, specialmente da parte dei bambini, in quanto le radiazioni nocive possono penetrare in profondità nel tessuto cerebrale.

Il XXI secolo è caratterizzato da uno sviluppo esponenziale delle tecnologie che permettono la comunicazione senza fili. All’inquinamento atmosferico dato dai segnali radio e televisivi si vanno ad aggiungere non solo le comunicazioni satellitari, ma anche varie tipologie di reti wi-fi. Nel 2010, negli USA, si contavano 285 milioni di abbonamenti di telefonia cellulare su poco più di 300 milioni di abitanti. La stima a livello mondiale è di oltre 5 miliardi di utenti di telefonia mobile, su circa 7 miliardi di persone che abitano il pianeta. All’incirca due anni fa, la IARC (Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro) ha classificato i campi elettromagnetici usati nelle comunicazioni mobili come potenziali agenti cancerogeni. Questo articolo si occupa dei principali rischi per la salute e dell’assenza di valutazioni scientifiche e provvedimenti normativi per la protezione della vita sul pianeta. Il problema: radiazioni ionizzanti e non-ionizzanti La scienza contemporanea sta sfruttando e studiando sempre di più due fattori fisici, le radiazioni ionizzanti e le radiazioni non-ionizzanti, nel tentativo di trovare dei meccanismi comuni di azione e di valutarne i vantaggi pubblici contro i rischi per la salute. Nonostante la parola “radiazione” in comune, dal punto di vista della Fisica si tratta di due fattori distinti che si possono trovare in un ambiente. È importante notare che agiscono simultaneamente ma vengono considerati separatamente, trascurando del tutto la presenza di fondo dell’altro fattore. È ormai appurato che le radiazioni ionizzanti in genere provocano effetti basati sui meccanismi energetici e la ionizzazione dei tessuti. Questa azione è caratterizzata da livelli di soglia e potrebbe svilupparsi entro breve tempo dopo l’irradiazione. Scienziati ed esperti di salute pubblica, parlando delle radiazioni ionizzanti in base a decenni di indagini, sono oggi a conoscenza di un’ampia gamma di effetti negativi e potenzialmente nocivi che si sviluppano a ore (e a volte giorni) di distanza dall’irradiazione. Ciò è stato ulteriormente confermato nella valutazione degli effetti sulla salute, e durante le cure prestate al personale e alla popolazione dopo l’incidente di Chernobyl, verificatosi un quarto di secolo fa (Grigoriev, 2012a, 2012b; Sage, 2012). Che cosa sappiamo delle radiazioni non-ionizzanti? Sostanzialmente nulla. Anche i comportamenti più semplici e più studiati dei campi magnetici, elettrici ed elettromagnetici in natura sono noti solo in piccola parte. D’altra parte, il pianeta è esposto a vari campi elettromagnetici che hanno origine nello spazio. L’analisi più sofisticata dell’evoluzione della biosfera dal punto

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di vista delle relazioni spazio-Terra è stata effettuata diverso tempo fa da Chizevskii. Più di 35 anni fa, il famoso magnetobiologo sovietico Kholodov (1976) scrisse un libro intitolato Man in the Magnetic Web. Molto prima dell’avvento delle comunicazioni mobili, Kholodov fece notare che l’intera biosfera è immersa in un oceano di onde elettromagnetiche. Eppure, questa non è che una parte del problema. Il rapido sviluppo delle comunicazioni satellitari, seguite dalle comunicazioni senza fili (wireless) e recentemente dalla tecnologia wi-fi, ha trasformato drasticamente l’ambiente elettromagnetico. L’intera biosfera e ogni organismo vivente sul pianeta sono esposti all’azione continua di campi elettromagnetici complessi e ignoti (per origine, ampiezza, frequenza). In genere non ci curiamo di questa rete complessa, che include trasmissioni radio e televisive, segnali satellitari, telefoni cellulari, ripetitori e comunicazioni wireless. Parlando dei potenziali rischi delle tecnologie wi-fi, non dovremmo dimenticarci che non riguardano solo i telefoni cellulari, ma soprattutto i mezzi che emettono e distribuiscono segnali wi-fi in toto, e in particolare antenne, ripetitori e satelliti. In molti luoghi pubblici sono presenti

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L’intera biosfera e ogni organismo vivente sul pianeta sono esposti all’azione continua di campi elettromagnetici complessi e ignoti.

sistemi di questo tipo per facilitare la produttività lavorativa, il che tutto sommato può essere comprensibile. Tuttavia, perché assicurare le comunicazioni wi-fi anche nei tunnel sotterranei della metropolitana? Chiaramente ciò comporta un’esposizione elevata e direzionata che colpisce tutti i passeggeri dei treni... solo per garantire la comodità di usare telefoni cellulari o altre apparecchiature wi-fi. Specificamente, parlando di tecnologia wi-fi si indicano: • la tecnologia popolare che consente a un dispositivo elettronico di scambiare dati senza fili (usando le onde radio) su una rete di computer, fra cui la rete Internet ad alta velocità; • un dispositivo che usa questa tecnologia per collegarsi a una risorsa di rete come Internet attraverso un access point di rete senza fili. L’access point ha una portata di circa 20 metri negli ambienti chiusi e una portata superiore all’aperto. I campi elettromagnetici nella biosfera Per le radiazioni non-ionizzanti non si può mai dire, se non in rarissimi casi, che gli effetti siano visibili durante o appena dopo l’irradiazione; effetti che non si sviluppano in modo analogo a quelli delle radiazioni ionizzanti. Anche quando si considerano i meccanismi “termici” e l’approccio del tasso di assorbimento specifico (SAR), si riconosce la necessità di un certo periodo di tempo prima che gli effetti si sviluppino e si manifestino (Markov, 2006).

Immagine di Nickolay Lamm che rappresenta come apparirebbe il wi-fi se fosse visibile all’occhio umano. (Fonte: http://tinyurl.com/mwd9vu7)

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La nostra lunga esperienza in radiobiologia e magnetobiologia ci permette di affermare che gli effetti biologici dei campi elettromagnetici sono non-termici e devono essere discussi secondo criteri di bassa energia, quali le variazioni conformazionali nelle strutture biologiche, gli effetti sui processi di trasduzione del segnale e la loro manifestazione a livello di biomolecole importanti. Più plausibilmente, gli effetti dei campi elettromagnetici hanno un carattere informativo, e per questo occorre un certo tempo perché si manifestino e avviino ulteriori cambiamenti di ordine biochimico e fisiologico (Markov, 2012). Dopo il 1976, sono emerse due gravi problematiche all’interno del dibattito sulla salute pubblica: il potenziale rischio dei campi elettromagnetici a bassa frequenza dovuti a linee elettriche (nei tardi anni Settanta e Ottanta) e, in seguito, le comunicazioni mobili (telefonini, Internet wi-fi e ripetitori) che utilizzano campi elettromagnetici ad alta frequenza e rappresentano un rischio attuale. Uno degli autori evidenziava che oggi il genere umano partecipa a un esperimento globale che il settore delle telecomunicazioni sta conducendo senza norme, regole né controlli (Grigoriev, 2012b). Durante gli ultimi due decenni, le comunicazioni wireless (telefonini, Internet e tecnologia wi-fi) sono diventate la tecnologia a più rapido sviluppo e diffusione in tutto il mondo. Sono quasi 5 miliardi i telefonini registrati nei paesi sviluppati e in via di sviluppo. Oltre agli utenti di queste tecnologie, l’intera popolazione mondiale è esposta a rischi da radiofrequenze (RF) in crescita esponenziale per via dei ripetitori e delle antenne satellitari. Girando in ambienti pubblici come scuole, supermercati e ospedali, nonché sui mezzi di trasporto, ci possiamo accorgere che quasi tutti i giovani hanno con sé un dispositivo elettronico, dalle console portatili per videogame all’ultima versione dello smartphone. È questo che offrono la tecnologia e l’industria contemporanee come segno di progresso. La domanda è: a che prezzo? Il telefono cellulare produce una potenza specifica di radiazioni RF di circa 2 milioni di volte maggiore rispetto a quella naturalmente presente nell’ambiente. Dato che i telefonini sono fatti per funzionare a contatto con la testa dell’utente, una grande quantità dell’energia trasmessa viene irradiata direttamente nel cervello della persona. L’energia assorbita è potenzialmente in grado di causare effetti pericolosi e dannosi all’interno del cervello. I piccoli telefoni cellulari sono in grado di depositare una grande quantità di energia in piccole aree della testa e del cervello dell’utente. Il problema dell’emissione e dell’assorbimento dei campi elettromagnetici È ragionevole osservare che questo problema, che si è aggravato nel corso del tempo, non è nuovo. Nel 1995, Robert C. Kane diceva: “Mai, nella storia umana, si è vi-

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sta una pratica simile a quella odierna nel promuovere e commercializzare prodotti ostili al sistema biologico umano da parte di un settore industriale a conoscenza di tali effetti” (Kane, 2001). Che cosa si potrebbe aggiungere a questa eloquente dichiarazione fatta proprio da Kane, ex dirigente di Motorola? Uno dei primi studi sull’assorbimento dell’energia elettromagnetica era stato pubblicato da Schwan e Piersol (1954), e collegava l’assorbimento alla composizione dei tessuti. È importante notare che la composizione dei tessuti è molto complessa e varia da organo a organo e da persona a persona. Dal punto di vista biofisico, l’assorbimento dell’energia dipende anche dalla profondità di penetrazione per la gamma di frequenza specifica; per una gamma da 825 a 845 MHz, la profondità di penetrazione nel tessuto cerebrale va da 2,0 a 3,8 centimetri (Polk & Postow, 1986). Quarant’anni fa, Michaelson (1972) scriveva: “Si dovrebbe comprendere che un effetto cumulativo è l’assommarsi dei danni risultanti da esposizioni ripetute, ciascuna delle quali è singolarmente in grado di produrre un danno di esigua entità. In altre parole, una singola esposizione può produrre un’invisibile lesione termica, che però si autoripara nell’arco di un periodo di tempo sufficiente, per esempio ore o giorni, e dunque è reversibile e non progredisce a uno stato permanente o semi-permanente osservabile. Se una seconda esposizione o varie esposizioni ripetute avvengono con intervalli di tempo più brevi di

Dal punto di vista biofisico, l’assorbimento dell’energia dipende anche dalla profondità di penetrazione per la gamma di frequenza specifica; per una gamma da 825 a 845 MHz, la profondità di penetrazione nel tessuto cerebrale va da 2,0 a 3,8 centimetri. quelli necessari all’autoriparazione, il danno può progredire a livelli osservabili.” In altre parole, la ripetuta irritazione di una particolare area biologica, come una minuscola zona del cervello, può provocare danni irreparabili. Data l’esistenza dell’assorbimento di energia, i “punti caldi” sommati a ogni esposizione dannosa alle radiazioni RF creano una nuova opportunità perché il danno diventi permanente. Una parte del problema risiede nel fatto che il soggetto esposto non si accorge mai della penetrazione né del danno. Come abbiamo visto, dagli anni Cinquanta agli anni Novanta, la scienza ha provato che i campi elettromagnetici ad alta frequenza possono avere effetti nocivi sull’organismo umano, e in particolare sul cervello. È stata persino individuata la gamma di frequenza interessata: da 900 a 2500 MHz. Numerosi studi hanno evidenziato

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che l’energia elettromagnetica nella regione dei 900 MHz potrebbe essere più nociva per via della sua maggiore capacità di penetrazione rispetto ai 2450 MHz; dunque, è soprattutto l’energia nella gamma di frequenza dei 900 MHz che si deposita in profondità nei tessuti biologici. Nel 1976, Lin concluse che l’energia a 918 MHz costituisce un rischio maggiore per la salute del cervello umano rispetto all’energia a 2450 MHz per una potenza specifica incidente analoga (Lin, 1976). Vogliamo ricordare che gli studi sulle applicazioni diatermiche mostrano in modo coerente che l’energia elettromagnetica a frequenze vicine a 900 MHz e minori ha più probabilità di penetrare nel tessuto cerebrale. La profondità di penetrazione è notevolmente maggiore in questa gamma di frequenza, che include le frequenze del telefono cellulare, rispetto a frequenze maggiori. Importante è anche la dimostrazione del fatto che può avvenire riscaldamento dei tessuti profondi senza che si rilevi un surriscaldamento di rilievo sui tessuti superficiali. Per lo-

Vogliamo ricordare che gli studi sulle applicazioni diatermiche mostrano in modo coerente che l’energia elettromagnetica a frequenze vicine a 900 MHz e minori ha più probabilità di penetrare nel tessuto cerebrale. 16

ro natura, apparentemente le frequenze che forniscono il miglior riscaldamento terapeutico sono anche le frequenze che, in una situazione non controllata, possono essere le più rischiose per l’uomo. L’alto assorbimento avviene nel tessuto interno come quello cerebrale, mentre l’assorbimento nell’adipe e nelle ossa è notevolmente inferiore (Johnson & Guy, 1972). Problemi con standard e linee guida Sorge un’ovvia domanda: se la scienza aveva già sviluppato queste conoscenze vari decenni fa, perché questi interrogativi non sono una priorità della ricerca odierna? Qui sottolineeremo i due principali motivi: il potere politico del settore industriale e il fallimento della comunità scientifica. I principali standard e le linee guida stabiliti dalla comunità ingegneristica – l’IEEE (Institute of Electrical and Electronics Engineers) nel 2005 e l’ICNIRP (International Commission on Non Ionizing Radiation Protection) nel 2009 – offrono un approccio e una terminologia che non sono accettati dalla comunità di fisici e biologi, e ciononostante continuano a regolamentare il settore. Ci si può solo chiedere come sia possibile parlare di potenziali “effetti sulla salute” delle RF anziché di “rischi per la salute”. Probabilmente, il termine fuorviante “effetti per la salute” viene usato appositamente per non allarmare il pubblico sui rischi dell’uso di radiazioni di micro-

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onde in vicinanza del cervello umano. Altrove (Markov, 2006) è stato evidenziato che le commissioni di ingegneri secondo le quali non esisterebbero effetti biologici nontermici stabiliti delle RF, sostanzialmente indirizzano la scienza e la società nella direzione sbagliata. Già declinare la possibilità di effetti non-termici non è ragionevole, ma soprattutto, in questo modo, si è creata confusione fra “effetti” e “rischi”. Nella letteratura magnetobiologica, sono stati pubblicati centinaia di articoli che discutono di genotossicità, di mutazioni del DNA e di altre importanti molecole biologiche. Nell’articolo di Israel, Zaryabova e Ivanova (2013), si sottolineava giustamente che persino la definizione di effetto termico adottata da questi enti internazionali non è accurata. I team epidemiologici sostengono che non esistano prove coerenti del fatto che avvengono dei cambiamenti. Inoltre, sostengono che “non ci sono prove definitive e coerenti secondo le quali le radiazioni non ionizzanti emesse dai telefoni cellulari siano associate a rischio di cancro” (Boice & Tarone, 2011). È da notare che questo articolo è stato pubblicato dopo che la IARC ha definito le RF come “potenzialmente cancerogene per l’uomo”. In un articolo recente, Markov (2012) ha notato come la tardiva pubblicazione dei dati dello studio Interphone abbia prodotto un’insolita situazione, in cui due gruppi di partecipanti al progetto hanno pubblicato due studi che sostanzialmente si contraddicono l’un l’altro. Un ulteriore punto critico da considerare, è che le caratteristiche dell’assorbimento di energia che rendono desiderabili le frequenze di 750 e 915 MHz per i trattamenti con ipertermia e diatermia sono esattamente le stesse caratteristiche che rendono tanto pericolose le bande di trasmissione del cellulare da 825 a 845 MHz (Kane, 2001). Per più di mezzo secolo, un gruppo di autorevoli politici e persino scienziati ha giocato con il termine “SAR”. Si presume che il SAR, dato in termini di watt per chilogrammo (W/kg) o milliwatt per grammo (mW/g), offra una misura dell’energia assorbita in un dato tessuto: quindi l’assorbimento, non l’emissione. Questo termine è particolarmente vantaggioso per l’industria, in quanto l’assorbimento di energia nei corpi biologici e negli organi specifici non è uniforme e non dipende dalla frequenza. Tuttavia, fino a oggi, è stato il SAR la misura più usata per descrivere l’energia emessa dalla fonte di campi elettromagnetici. Non possiamo che chiederci in che modo un dispositivo possa essere caratterizzato dal SAR. Ripetiamo che il SAR identifica la quantità di energia che viene assorbita in un grammo di tessuto. L’uso improprio del SAR induce i sostenitori della tecnologia wi-fi ad affermare che dato che non c’è riscaldamento del cervello da parte di campi elettromagnetici RF, non c’è rischio per il cervello umano, trascurando completamente il fatto che la maggior parte degli effetti biologici sono

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non-termici. Siamo convinti che gli standard di sicurezza dovrebbero essere riaffermati in termini di assorbimento interno di energia.

BAMBINA ‘A’ DA 5 A 16 ANNI ESPOSTA AL WI-FI A SCUOLA Possibili danni alla prima generazione e successive Le irradiazioni da microonde possono causare stress ossidativo e nitrosativo ai mitocondri; questo DNA è 10 volte più sensibile ai bassi livelli di radiazione cronica da microonde rispetto ad altri tipi di DNA. Basso contenuto in proteine istoniche, ovvero mitocondriopatia; N2 e O2 sono essenziali per il cervello/sistema immunitario, qualsiasi danno al DNA è irreparabile e si può trasmettere a tutta la discendenza femminile.

Wi-fi e comunicazioni mobili: gli effetti sui bambini Siamo tutti esposti alla vasta gamma di campi elettromagnetici ad alta = 400.000 FOLLICOLI frequenza: dai bambini agli anziani, = 400 DESTINATI A MATURAZIONE = 14 PER OGNI CICLO PRODURRANNO gran parte dei quali non ha alcun inUOVA CHE POSSONO ESSERE FECONDATE teresse nelle comunicazioni mobili. L’esposizione è estremamente pericoBAMBINA ‘B’ FETO DELLA BAMBINA ‘A’ CHE ORA È ADULTA E INCINTA losa, specialmente per i bambini che Con possibili danni al DNA usano i telefonini fin dalla tenera età, • 100 giorni per la formazione dei follicoli: non c’è struttura definita senza controllo da parte dei genitori. dunque 150+120 gg. per la maturazione • Assenza di proteina 53 (x4) per combattere le radiazioni Nel valutare il rischio dei campi • Assenza di proteine del complesso del poro nucleare (x30) per ladifesa elettromagnetici dei telefonini per • Assenza di proteina fattore 1* (apoptosi) • Di 100.000 strutture proteiche, solo 600 sono note i bambini, il problema principale è l’effetto diretto dei campi elettromaLa donna potrebbe non 7 gg = 100 cellule Il corpo inizialmente è gnetici sul cervello, l’organo critico * I GANGLI FOTOSENSIBILI sapere di essere incinta rovesciato, ovvero gli 28 gg = cuore in questa fase, quindi organi principali sono *40 gg = occhio ASSORBONO RADIAZIONI: EFFETTI per antonomasia. SU FUNZIONI CORPOREE non prende precauzioni i più irradiati 47 gg = dita Dovremmo ricordare che il cervello di mani e piedi del bambino sta ancora attraversando il processo di sviluppo fisiologico. OlLA BAMBINA ‘B’ È INCINTA DI ‘C' tretutto, usando i telefoni cellulari i C da adulta potrebbe essere già stata irradiata’ bambini sono esposti ai campi elettro• Ogni aspetto della vita di C corre il massimo magnetici ogni giorno e per anni, con rischio dalle fasi 1, 2 e 3. effetti non solo sul cervello ma an• Il rischio maggiore deve ancora venire: dalle irradiazioni del wi-fi nelle scuole che sulle complesse strutture nervose dell’orecchio interno, responsabili del I primi 56 giorni sono il momento in cui gli normale funzionamento dell’udito e embrioni sono più vulnerabili. Durante le degli analizzatori vestibolari (Grigoriprime 4-6 settimane, la madre può non sapere di essere incinta e quindi non proteggere ev, 2006a, 2006b, 2012b). l’embrione dalle radiazioni. Esaminiamo ora i principi fondamentali per la stima del rischio da campi (Fonte: Barrie Trower, “Humanity at the Brink”, http://rense.com/general96/trower.html) elettromagnetici di microonde relativamente alla fascia di popolazione che usa più spesso gli attuali mezzi di comunicazione senza (2008), oggi non è possibile trascurare il fatto che anfili: i bambini e i giovani adulti. che durante lo sviluppo embrionale il bambino può essere Per la prima volta nella storia della nostra civiltà, i sistemi esposto a influssi elettromagnetici. più critici dell’organismo umano – il cervello e le strut- È utile ribadire la posizione dell’Organizzazione Mondiature nervose dell’orecchio interno – sono esposti a livelli le della Sanità (OMS) per cui “i bambini sono diversi dacomplessi e ignoti di campi elettromagnetici. gli adulti”: “I bambini sono particolarmente vulnerabili. Per motivi fisiologici, il cervello di un bambino presenta Durante la crescita e lo sviluppo, si verificano ‘finestre di tassi di assorbimento specifico dei campi magnetici più vulnerabilità’: periodi in cui i loro organi e apparati poselevati rispetto al cervello dell’adulto. Questo comporta sono essere particolarmente sensibili agli effetti di deterche più compartimenti del cervello sono esposti ai campi minate minacce ambientali” (OMS 2013). magnetici ad alta frequenza, compresi quelli responsabili Purtroppo, non si dispone di sufficienti dati scientifici e dello sviluppo intellettivo. analisi esaustive sulle stime dei potenziali rischi della coRecentemente, sono stati pubblicati dei dati circa l’in- municazione mobile. Nessuno conduce indagini complefluenza negativa dei campi elettromagnetici sulla funzio- te sui potenziali danni al cervello che possono verificarsi ne cognitiva del cervello (Grigoriev, 2012b). durante lo sviluppo (Markov, 2012). Non esiste neppure Inoltre, come dimostrato da Divan, Kheifets e Obel uno studio sul potenziale sviluppo di mutamenti a lungo

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termine delle funzioni cerebrali nei bambini il cui cervello è stato esposto alla continua irradiazione da campi elettromagnetici ad alta frequenza. Dunque bisognerebbe partire da zero. Allo stesso tempo, le agenzie internazionali e nazionali responsabili degli standard prendono tempo per consentire la crescita esponenziale delle tecnologie e, in linea di principio, trascurano completamente il rischio per i bambini (Grigoriev, 2008; Markov, 2012). Oltre 10 anni fa, a un meeting organizzato dall’OMS per l’armonizzazione degli standard, uno degli autori fece notare che trascurare i rischi dei campi elettromagnetici ad alta frequenza per i bambini è un crimine contro l’umanità (Markov, 2001).

Nel 2003, l’IEEE ha pubblicato uno standard secondo cui gli effetti biologici possono essere solo termici (Cho & D’Andrea, 2003). Niente calore, niente effetti. La politica è ben asservita all’industria, ma crea una deplorevole barriera che impedisce una valutazione della salute umana basata sulla biologia. Inoltre, lo sviluppo della medicina nucleare e dell’energia nucleare innalza le radiazioni di fondo in tutto il pianeta, senza considerare i disastri di Chernobyl e Fukushima (Akahane e all., 2012; Grigoriev, 2012c). È ora che si faccia sentire la comunità scientifica nel suo complesso, e non solo i radiobiologi e i magnetobiologi. È ora di riconoscere e stimare il potenziale rischio per la salute umana dei livelli sempre più elevati di radiazioni di fondo.

Un appello a scienziati e ingegneri È bene sottolineare che con le radiazioni ionizzanti il rapporto di dipendenza dosi-effetti è presente in ogni caso considerabile, mentre con le radiazioni non-ionizzanti l’effetto soglia è sostanzialmente assente e occorre del tempo prima che i bioeffetti si sviluppino, e oltretutto

Osservazioni conclusive In conclusione, vorremmo sottolineare i seguenti punti: 1. Per diversi motivi, negli ultimi 60 anni si è studiata la valutazione e prevenzione dei rischi da radiazioni ionizzanti. 2. Il problema del potenziale rischio delle radiazioni nonionizzanti è stato studiato per un tempo decisamente minore, e inoltre da un paese all’altro si riscontrano notevoli differenze negli standard. Infatti nel Nord America si basano su criteri ingegneristici, mentre nell’ex Unione Sovietica e nell’Europa dell’Est su criteri biologici. Nonostante gli sforzi di armonizzazione da parte dell’OMS, oggi gli standard non considerano il reale inquinamento da radiazioni non-ionizzanti nell’ambiente. 3. Il confronto fra le due fonti di radiazioni porta alla conclusione che l’esposizione continua e non controllata dell’intera popolazione a campi elettromagnetici a bassa intensità oggigiorno rappresenta un problema più grave per l’umanità rispetto alle radiazioni ionizzanti, nel cui caso le fonti delle radiazioni sono sotto stretto controllo e ben localizzate. 4. Per la prima volta nella storia dell’umanità, dato l’uso intensivo dei telefoni cellulari, i bambini sono esposti a pericolose radiazioni non-ionizzanti e sono potenzialmente soggetti a rischi maggiori rispetto agli adulti. Anche se la dose ricevuta dal cervello è la stessa che per gli adulti, a causa delle specificità delle dimensioni corporee e dello sviluppo fisiologico, i bambini corrono maggiori pericoli. Si può fare un’analogia con il rischio dei campi elettromagnetici per alcuni gruppi professionali. 5. All’inizio del 2012, il Parlamento Europeo ha votato con 512 voti a favore e 16 contro una direttiva per esortare i paesi membri a imporre limiti più severi per l’esposizione alle radiazioni da telefoni cellulari e tecnologie wi-fi, specialmente tenendo conto della popolazione infantile, più sensibile. 6. La comunità scientifica e medica ha l’obbligo di dare l’allarme: le istituzioni sanitarie e normative devono sviluppare con urgenza standard e azioni per la protezione della popolazione, e in particolare dei bambini.

È ora di riconoscere e stimare il potenziale rischio per la salute umana dei livelli sempre più elevati di radiazioni di fondo. 18

potrebbero essere ridotti o aumentati dalla modulazione (Grigoriev, 2006a, 2006b). È disdicevole che fino ad ora scienziati, politici e legislatori abbiano sottovalutato gli effetti nocivi per la salute umana che possono derivare da un’esposizione prolungata e continua a radiazioni non ionizzanti (spesso dovuta a fattori diversi). Noi riteniamo che la comunità scientifica debba insistere di più per comprendere i potenziali rischi che lo scambio mobile di informazioni provoca potenzialmente negli organismi umani. A questo proposito, è significativo che la IARC abbia classificato i campi elettromagnetici da RF come possibili agenti cancerogeni (2B). È importante notare che da meno di due anni questa agenzia internazionale di riferimento è passata dalla dicitura “nessuna prova definitiva di rischi per la salute” a “possibile agente cancerogeno”. Allo stesso tempo, l’ICNIRP continua ad affermare che “la tendenza riscontrata attraverso le prove recenti va contro l’ipotesi che l’uso di telefoni cellulari possa causare tumori al cervello negli adulti” (Boice & Tarone, 2011). Alla fine sorge una domanda: perché l’ICNIRP prende questa posizione? Possiamo offrire due risposte diverse ma, in ultima analisi, complementari: la prima è che la maggior parte dei fondi per l’ICNIRP proviene dal settore industriale; la seconda, più importante, è che la maggior parte dei membri dell’ICNIRP sono ingegneri convinti che solo gli effetti termici possano causare effetti biologici.

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7. Dovremmo smettere di dire a scienziati, politici e al pubblico generale che il wi-fi non fa male. 8. Dovremmo essere onesti e dire che non sappiamo quali potrebbero essere gli effetti a lungo termine. Se non noi, chi altri? Se non ora, quando? ∞ Gli autori: • Il Dott. Ric. Marko Markov è biofisico e presidente di Research International a Williamsville, New York. Fa parte anche della commissione scientifica della Nura Life Sciences Corporation. Markov può essere contattato per posta elettronica all’indirizzo [email protected]. • Il Dott. Ric. Yuri G. Grigoriev è presidente della Commissione nazionale russa sulla protezione da radiazioni non ionizzanti, e fa parte dell’Accademia russa delle scienze per l’ingegneria elettrica, della commissione internazionale del Progetto Internazionale per i Campi Elettromagnetici dell’OMS e dell’Istituto di ingegneria elettrica ed elettronica. Nota di redazione: Questo articolo è tratto da “Wi-Fi technology: an uncontrolled global experiment on the health of mankind”, pubblicato su Electromagnetic Biology and Medicine (giugno 2013; 32[2]:200-208) da Informa UK Ltd. L’articolo originale è disponibile (a pagamento) sul sito di Informa Healthcare, http://tinyurl.com/pj25odw. Riferimenti • Akahane, K., S. Yonai, S. Fukuda, N. Miyahara, H. Yasuda, K. Iwaoka K, Matsumoto M, e all. (2012), “The Fukushima Nuclear Power Plant accident and exposures in the environment”, The Environmentalist 32(2):136-143 • Boice, J.D. e R.E. Tarone (2011), “Cell Phones, Cancer, and Children”, J. Natl Cancer Inst. 103(16):1211-13 • Cho, C.K. e J.A. D’Andrea (2003), “Review of effects of RF fields on various aspects of human health”, Bioelectromagnetics 24:S5-S6 • Divan, H.A., L. Kheifets, C. Obel, J. Olsen (2008), “Prenatal and postnatal exposure to cell phone use and behavioral problems in children”, Epidemiology 19(4):523-529 • Grigoriev, Yu. (2006a), “Mobile telecommunication: radiobiological issues and risk assessment”, Proc. Latvian Acad. Sci. B; 60(1):6-10 • Grigoriev, Yu. (2006b), “Development of electromagnetic field somatic effects: Role of modulation”, Proc. Latvian Acad. Sci. B; 60(1):11-15 • Grigoriev, Yu. (2008), “Russian NCNIRPG and standards. New condition of EMF RF exposure and guarantee of population health”, verbali della conferenza internazionale “EMF and Health: a Global Issue”, Londra • Grigoriev, Yu. e A. Sidorenko (2011), “Nonthermal electromagnetic fields and estimation of the probable development of the convulsive syndrome”, Biophysics 56(2):351-357 • Grigoriev, Y.G. (2012a), “Cellular communications and public health”, Radiat. Biol. Radioecol. 52(2):1-4 • Grigoriev, Y.G. (2012b), “Mobile communications and health of population: the risk assessment, social and ethical problems”, The Environmentalist 32(2):193-200 • Grigoriev, Y.G. (2012c), “Six first weeks after Chernobyl nuclear accident”, The Environmentalist 32(2):131-135 • “Requisiti igienici per la collocazione e il funzionamento di sistemi radiomobili di terra” (in russo), SanPiN 2.1.8/2.24.1190-03, appro-

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vato dall’autorità medico-sanitaria della Federazione Russa il 31 gennaio 2003, Mosca • IARC, OMS, “IARC classifies radiofrequency electromagnetic fields as possibly carcinogenic to humans”, comunicato stampa n. 208, 31 maggio 2011 • IARC (2011), “Carcinogenicity of radiofrequency electromagnetic fields”, Lancet Oncology 12(7):624-626 • Israel, M., V. Zaryabova, M. Ivanova (2013), “Electromagnetic field occupational exposure: non-thermal vs. thermal effects”, Electromagn. Biol. Med. 32(2):145-54 • Kane, R.C. (2001), Cellular Telephone Russian Roulette, Vantage Press, New York, pp. x, 6 • Kholodov, Y.A. (1976), Man in the Magnetic Web, Nauka, Mosca • Lin, J.C. (1976) “Interaction of two crosspolarized electromagnetic waves with mammalian cranial structures”, IEEE Trans. Biomed. Eng. BME-23(5):371-375. • Markov, M.S. (2001), “Magnetic and electromagnetic field dosimetry – necessary step in harmonization of standards”, verbali del meeting dell’OMS, Varna, aprile 2001 • Markov, M.S. (2006), “Thermal vs. nonthermal mechanisms of interactions between electromagnetic fields and biological systems”, in S.N. Ayrapetyan e M.S. Markov (a cura di), Bioelectromagnetics: Current Concepts, Springer, Dordrecht, Paesi Bassi, pp. 1-15 • Markov, M.S. (2012), “Cellular phone hazard for children”, The Environmentalist 32(2):201-209 • Michaelson, S.M. (1972), “Human exposure to nonionizing radiant energy: potential hazards and safety standards”, verbali dell’IEEE 60(4):389-421 • Polk, C. e E. Postow (a cura di) (1986), Handbook of Biological Effects of Electromagnetic Fields, CRC Press, Boca Raton, Florida • Sage, C. (2012), “The similar effects of low-dose ionizing radiation and nonionizing radiation from background environmental level of exposure”, The Environmentalist 32(2):144-156 • Schwan, H.P. e G.M. Piersol (1954), “The absorption of electromagnetic energy in body tissues”, Am. J. Phys. Med. 33(6):371-404 • OMS, “Healthy environments for children: WHO backgrounder No. 3”, aprile 2003

"Lo aiuta anche ad abituarsi a una vita sotto le telecamere di sorveglianza"

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OGM, Glifosato e futuro Intervista a Don Huber di Chris Walters

© 2011 Tratta da Acres U.S.A. (Vol. 41, N. 5, maggio 2011) Sito Web: http://www.acresusa.com

Un agente infettivo di recente scoperta, minuscolo come un virus, è correlato alla diffusione di patologie fra le piante trattate con il glifosato, nonché a gravi problemi di salute fra gli animali nutriti con i prodotti OGM contaminati. Uno scienziato preoccupato cerca di intervenire prima che sia troppo tardi.

I semi si sono evoluti per milioni di anni prima che l’uomo inventasse il business dell’industria agraria. La selezione genetica per migliorare i raccolti ha avuto inizio solo con la nascita dell’agronomia. Prima di allora, nell’immensa varietà di piante a disposizione, i semi venivano selezionati in base a diverse caratteristiche di robustezza, crescita, qualità, produttività o resistenza alle malattie. Anche dopo anni di intensa selezione e la creazione di vari ibridi da parte di diligenti ricercatori del secolo scorso, la maggior parte di questa eredità non è brevettabile e dunque non è utile per acquisire potere o profitti aziendali. L’ingegneria genetica applicata alla modificazione delle colture esiste perché la maggior parte dei coltivatori del mondo ha bisogno dei semi, e i nuovi metodi per manipolare i geni sono una risorsa ancora inviolata per avere il controllo della proprietà intellettuale. Ad oggi, ci sono due tratti che caratterizzano praticamente tutte le specie geneticamente modificate [OGM] del mondo. Un tipo sfrutta la tolleranza agli erbicidi attivata da una forma del codice genetico EPSPS insensibile al glifosato (questo OGM è basato sul batterio del suolo Agrobacterium tumefaciens). Gli altri utilizzano la resistenza agli insetti dovuta a uno o più geni di tossine derivati dal batterio del suolo Bacillus thuringiensis. Quello che ci interessa qui è il primo tipo, poiché senza il glifosato l’industria biotech non sarebbe altro che un’orfana senza ragion d’essere. Il glifosato, forse più noto con il nome commerciale di Roundup® adottato dalla Monsanto, ma presente anche sotto altre forme da quando il brevetto è scaduto nel 2000, è il complemento obbligato per le piante OGM. Si tratta di un ingegnoso erbicida ad ampio spettro che blocca l’accesso ai nutrienti delle piante infestanti, anziché ucciderle direttamente. Per molti anni è stato osannato come un sostituto relativamente benigno dei terribili erbicidi alla diossina usati in passato. Le cifre non mentono: gli OGM fanno aumentare le vendite del glifosato. Ne parliamo con il Dott. Don Huber, fitopatologo delle piante con un’esperienza cinquantennale, oggi professore emerito alla Purdue University, con un’intensa attività post-accademica. Huber è considerato a livello internazionale un’autorità in materia di malattie delle piante dovute a carenze di nutrienti, ed è la persona giusta per fare commenti sul glifosato che, come detto, possiede appunto la funzione di bloccare gli elementi nutritivi senza essere di per sé tossico. Dopo il pensionamento, Huber è nuovamente in piena attività da quando è trapelata una lettera da lui inviata al Segretario per l’Agricoltura Tom Vilsack. Sebbene molti dei media generalisti non se ne siano interessati, la lettera [datata 16 gennaio 2011] ha fatto immediatamente scalpore. Huber informa-

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va Vilsack della scoperta di un nuovo agente infettivo. È “diffuso, molto pericoloso e si trova in concentrazioni elevatissime nella soia e nel mais Roundup Ready (RR)”, scriveva. Lanciava un appello al Segretario perché aiutasse gli scienziati procurando risorse per la ricerca. La lettera ha scatenato un turbine di allarmismo e diniego, e come ci racconta Huber nell’intervista, il Ministero dell’Agricoltura statunitense [USDA] sta indagando sul problema nonostante, ascoltando cattivi consigli, abbia recentemente approvato l’alfa-alfa OGM. Gli abbiamo chiesto di commentare la sua lettera e di offrirci pensieri e opinioni su questa onnipresente sostanza usata in agricoltura. — Chris Walters, redattore di Acres U.S.A. INTERVISTA AL DOTT. DON HUBER Acres U.S.A.: Che differenza c’è fra il glifosato e gli erbicidi che si usavano in precedenza? Don Huber: Le differenze fra il glifosato e la maggior parte degli altri erbicidi sono numerose. Gli erbicidi sono quasi sempre chelanti di minerali che agiscono immobilizzando fisiologicamente uno specifico nutriente mine-

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"...nonostante il glifosato venga immobilizzato rapidamente in diversi tipi di suolo, in seguito può essere riattivato oppure liberato e riattivato per danneggiare successive colture." rale necessario per uno specifico enzima critico. Quando questo percorso fisiologico viene bloccato, la pianta infestante a cui è applicato muore. Anche il glifosato è un chelante chimico che può legarsi a elementi nutritivi di origine minerale e immobilizzarli fisiologicamente, in modo che non siano più disponibili per le funzioni fisiologiche che regolano. La differenza del glifosato è che non è specifico per un solo nutriente minerale, ma ne immobilizza diversi e non colpisce un meccanismo primario per causare direttamente la morte. Semplicemente, disattiva i meccanismi di difesa della pianta, così che i funghi che si propagano nel suolo, che normalmente impiegherebbero settimane o mesi per danneggiare una pianta, riescano a ucciderla in pochi giorni una volta applicato il glifosato. Quando si usa la tecnologia di tolleranza al glifosato, si immette un ulteriore gene che mantiene in qualche modo attivo il meccanismo di difesa della pianta, così da poter mettere il glifosato direttamente sulla pianta coltivata senza che questa venga uccisa. Ma la tecnologia non influisce in nessun modo sul glifosato, che continua a legarsi agli elementi nutritivi minerali. Ogni volta che si inserisce il gene, si riduce la capacità della pianta di assorbire nutrienti, anche se non al punto da distruggere la sua capacità di sopravvivenza. Ma, per lo meno fisiologicamente, la pianta è “handicappata”. Acres: Prima che venissero introdotti i geni tolleranti al

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glifosato, come facevano i coltivatori a scongiurare il rischio di uccidere anche le piante buone? Huber: Si occupavano della disinfestazione del terreno prima di seminare le piante buone o prima che spuntassero dal terreno. All’epoca, non c’erano molti erbicidi che si potessero applicare direttamente sulla pianta. Ce n’era qualcuno, il 2,4-D e qualche altro, che era semi-selettivo e molto efficace contro le latifoglie, che hanno una fisiologia diversa rispetto alle piante erbacee. Succede una cosa simile con il Tordon®: lo si può spargere su una coltivazione erbacea, e uccide le pianti infestanti a foglia larga per tre o quattro anni. Ha una discreta azione residuale, ma una volta sparite le piante infestanti a foglia larga, l’erba sembra appena fertilizzata. Acres: L’innovazione per cui il glifosato è diventato così potente sul mercato c’entra con il fatto che concentra tutto un arsenale in un’unica arma? Non serve più usare tanti erbicidi diversi? Huber: Gli erbicidi avevano un’azione selettiva. Il glifosato, sulle piante non dotate del nuovo gene, ha un effetto ad amplissimo spettro, quindi agisce su tutte le piante infestanti. Vengono tutte uccise dai funghi del suolo. Anche se non è proprio la stessa cosa, potremmo dire che quando si usa il glifosato si fa ammalare la pianta di AIDS. Si disattiva il sistema immunitario, il sistema di difesa. Acres: In che modo l’immobilità del glifosato, dato che è un chelante di metalli pesanti o di elementi nutritivi, si traduce negli effetti a lungo termine dell’accumulo di glifosato dopo anni di uso costante? Huber: Finché è legato strettamente a quegli elementi minerali, non è disponibile, o per lo meno non in forma attiva, per danneggiare le piante. Se avviene qualcosa che spezza quel legame, allora può essere nuovamente rilasciato e disponibile per essere assorbito dalle radici e danneggiare le piante. Dipende da quanto tempo sopravvive nel suolo, e questo a sua volta dipende principalmente da due fattori: il primo, importante per la stabilità, è il pH del suolo; l’altro è il contenuto di argilla. Più il pH è alto, meno il glifosato è stabile, mentre maggiore è il contenuto di argilla, più è stabile. In un suolo molto argilloso, potrebbe sopravvivere per vari anni. In una soluzione acquosa può degradare piuttosto in fretta e non avere più molta azione residua. Credo che probabilmente questo sia uno dei motivi per cui la Corte Suprema francese, due anni fa, ha sentenziato che sarebbe considerata frode affermare che il glifosato è biodegradabile nel suolo: perché non è davvero sempre prevedibile. In certi tipi di suolo può sopravvivere per tempi lunghi, mentre in altri per periodi significativamente più brevi. Con le informazioni di cui attualmente disponiamo, non è assolutamente possibile dare delle cifre prevedibili. Sappiamo che, nonostante il glifosato venga immobilizzato rapidamente in diversi tipi di suolo, in seguito può essere riattivato oppure liberato e riattivato per danneggiare successive colture.

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Acres: Che cosa deve succedere perché si riattivi? Huber: Una delle cose che, secondo una scoperta recente, lo riattiva è l’applicazione di fertilizzanti a base di fosforo alla coltura. Da un punto di vista nutritivo, questi fertilizzanti sono in grado di liberare il glifosato che così ritorna attivo, può essere assorbito dalle piante e danneggiarle. Acres: I ricercatori hanno dimostrato che ha un impatto sulle colture quando viene rilasciato? Huber: Sì. Può essere piuttosto dannoso per i raccolti ed effettivamente limita l’assorbimento dei nutrienti necessari per le piante fino al 60-70%, e ciò avviene in modo abbastanza indiscriminato. La maggior parte degli elementi si riduce di circa il 60%, e alcuni intorno al 70%. In questo modo, la pianta è sottoposta a una carenza nutrizionale piuttosto grave, anche se magari nel suolo gli elementi nutritivi sono presenti, ma la pianta non riesce a utilizzarli a causa della tossicità del glifosato. Acres: I suoi colleghi hanno riscontrato un impatto simile? Huber: Sì. Diversi microbiologi del suolo stanno segnalando lo stesso tipo di impatto sulla biologia del suolo. Uno studio dice che il glifosato è un potentissimo erbicida, ma al contempo un potentissimo biocida. È piuttosto selettivo, nel senso che stimola alcuni organismi del suolo mentre è fortemente tossico per altri organismi: è tossico per i batteri contenuti nei noduli delle leguminose che fissano l’azoto; è piuttosto tossico anche per gli organismi che rendono disponibili il manganese e il ferro per l’assorbimento delle piante, e questi sono nutrienti importantissimi; stimola invece i patogeni del suolo che uccidono le piante infestanti, ma ne stimola anche altri creando una sorta di super-patogeno letale. Questo super-patogeno permane poi nel suolo e attacca anche altre piante nelle successive rotazioni delle colture. Acres: La lettera che ha mandato al Segretario per l’Agricoltura Tom Vilsack nel gennaio del 2011 è stata attaccata su vari fronti, com’era prevedibile. Dato che l’agente patogeno scoperto non è stato descritto dettagliatamente in una pubblicazione scientifica, la sua esistenza è stata messa in dubbio. Come è stato scoperto? Chi ha condotto la ricerca? E la ricerca è idonea alla pubblicazione? Huber: La lettera che ho scritto al Segretario non era intesa per essere divulgata pubblicamente. Era una richiesta d’aiuto. L’intento era di portare alla sua attenzione ciò che molti di noi riscontrano nei campi: veterinari e allevatori, ma anche agronomi, fitopatologi e coltivatori. Volevo che si rendesse conto della situazione, e chiedergli aiuto per fare sviluppare più rapidamente la ricerca scientifica, rispetto a quanto possiamo fare noi individualmente. L’ho fatto perché la situazione che molti agricoltori stanno vivendo è grave. Finora è stato svolto un ottimo lavoro, scientificamente ben fatto, ma c’è ancora tantissimo da fare. Molte ricerche sul problema degli animali non sono state pubblicate, ma sono stati completati i postulati di Koch – i criteri scientifici usati per stabilire una relazione di causa-effet-

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to – e per quanto riguarda la questione degli animali, gli aspetti scientifici sono ormai quasi totalmente definiti. Su questo non ci sono dubbi né perplessità: i veterinari sono stati scrupolosi. Hanno suddiviso i campioni mandandoli a diversi laboratori per escludere qualsiasi altra causa nota delle condizioni riscontrate; e quando hanno fatto i test per questo nuovo organismo, ecco cos’hanno scoperto. L’hanno trovato nei bovini e suini, nei cavalli e nel pollame. Dunque la gamma degli ospiti è piuttosto ampia. Nel cercare di identificare in che modo gli animali siano stati infettati, hanno iniziato a esaminare i mangimi, scoprendo che quelli a base di soia pullulavano dell’agente patogeno. È stato riscontrato anche nell’insilato e nei prodotti a base di mais. Sembra che i prodotti fermentati in genere promuovano l’organismo, che oltretutto ha una forte sinergia con altri patogeni. Il fungo Fusarium, che causa la sindrome della morte improvvisa (SDS), è assai compatibile con questo nuovo organismo. Inoltre, è interessante la forte compatibilità evidenziata con il Clavibacter, causa dell’avvizzimento batterico di Goss, oltre che con altri batteri. Nei due anni passati, abbiamo avuto un’estesa epidemia di SDS e avvizzimento batterico di Goss, ed è qui che riscontriamo tangibilmente un titolo elevato di questo organismo. Sembra che ci sia una forte sinergia fra le due malattie e il patogeno appena scoperto. Il nuovo organismo potrebbe essere un opportunista che è in grado di sfruttare una condizione di debolezza a proprio vantaggio. Acres: Che cos’è un “titolo elevato”?

"Nel cercare di identificare in che modo gli animali siano stati infettati, hanno iniziato a esaminare i mangimi, scoprendo che quelli a base di soia pullulavano dell’agente patogeno." Huber: Una popolazione più numerosa. In altre parole, ce ne sono molti di più. Sembra che crescano meglio, forse perché c’è un maggiore potenziale di infezione. Acres: È la prima volta che compare questo patogeno in natura? O è qualcosa che c’è sempre stato e aspettava solo di essere scoperto? Huber: Siamo abbastanza convinti che ci sia sempre stato, ma che prima fosse benigno, e che non costituisse un problema finché non abbiamo modificato qualcosa che ha aumentato la sua virulenza o il suo opportunismo. Penso che le ricerche a oggi indichino che si tratti più che altro di cambiamenti nella predisposizione delle piante, nella popolazione dell’agente patogeno e nel potenziale di infezione per gli animali. Ci sono molti organismi che per la scienza sono nuovi ma che in realtà esistono da sempre: è quello che abbiamo visto con i prioni. Non sapevamo che esistessero finché non abbiamo dovuto indagare molto più a fondo per rispondere a un interrogativo, e così li

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abbiamo scoperti. Questo organismo è stato scoperto più o meno allo stesso modo. Quando hanno escluso tutte le altre fonti note, i veterinari hanno continuato a cercare e hanno trovato questa, quindi l’hanno convalidata come causa attraverso i postulati di Koch. Poi hanno fatto un passo in più chiedendosi: da dove veniva questo patogeno? Come facevano gli animali a contrarlo? Quindi hanno fatto un controllo sui mangimi e l’hanno trovato. Nella scienza si passa da una cosa all’altra, a volte all’interno di un processo, e non ci si sofferma necessariamente a pubblicare ogni minimo frammento scoperto finché non si ha una visione d’insieme attraverso la quale interpretare il tutto. In agricoltura più che mai si parla di un sistema, e non di soluzioni perfette. Acres: Per il pubblico è più facile capire le analisi di singoli fattori e le soluzioni perfette, ma non è così che funziona in natura, giusto? Huber: Stiamo parlando di come le parti di questo sistema interagiscono e si influenzano a vicenda. È su questo che si è davvero concentrata la ricerca, e non su come farsi pubblicità e soddisfare la curiosità popolare pubblicando ogni

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"...abbiamo bisogno di fondi, e abbiamo bisogno che ci vengano stanziate un po’ di quelle risorse e del personale che sono a disposizione del Segretario..." minima informazione. Si cerca di andare a fondo nella ricerca in modo da capirne davvero la portata e l’impatto sull’intero sistema produttivo. È stata questa la mia preghiera nella lettera al Segretario: abbiamo bisogno di fondi, e abbiamo bisogno che ci vengano stanziate un po’ di quelle risorse e del personale che sono a disposizione del Segretario ma non a disposizione di ogni singolo scienziato. Lo scopo era allertarlo del problema così che si interessasse ad esso, come poi è stato, a interpellare chi avrebbe potuto fornire risorse aggiuntive. Abbiamo bisogno di comprendere in che modo tutto questo si colloca nello schema ecologico generale e nel sistema di produzione agricola. Acres: Nonostante la recente approvazione lampo degli alfa-alfa OGM, è ottimista sulla possibilità che l’USDA stanzi al più presto le risorse o si adoperi per questo problema? Huber: Be’, certamente lo spero. Acres: Questo agente patogeno non ha un nome. Lei come lo chiama? Huber: Questo in effetti è stato un ostacolo. Nella lettera lo chiamavo microfungo. Era un errore, perché quando si pensa a un microfungo, si pensa automaticamente a un organismo simile alle muffe, e di certo questo non lo è. È migliaia di volte più piccolo di una muffa, molto più piccolo di un batterio, più o meno delle dimensioni di un virus. La categoria è quella, se non per il fatto che può autoreplicarsi ed essere passivo.

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Acres: Ma sicuramente non è un virus? Huber: Non secondo la nostra attuale definizione. Acres: La sua teoria si può sintetizzare così: questa situazione non è causata dalla mutazione di un patogeno esistente, ma piuttosto è stata una variazione delle condizioni a far moltiplicare a livelli problematici un patogeno esistente, e si sono creati dei percorsi che non erano comuni in passato? Huber: Esatto. L’organismo appare prominente nell’ambiente ma è nuovo per la scienza. Su una scala molto più ampia, sarebbe come quando avevano inserito nel mais del Texas il gene della sterilità maschile. Per qualche anno non successe nulla di strano. Poi all’improvviso, quando ci fu l’epidemia di ruggine delle foglie del mais del Sud, nel 1970-71, ci rendemmo conto che là fuori c’era un organismo nuovo per la scienza. In precedenza avevamo fatto la stessa esperienza con il gene Victoria nell’avena. Acres: Può fare i nomi di alcuni dei ricercatori che sono coinvolti? In particolare, chi ha scoperto il patogeno? Huber: No. Perché non è necessario che vengano infastiditi o assillati come lo sono stato io. Abbiamo troppo lavoro da fare. Acres: Ma lei può garantire per loro? Huber: Sono scienziati esperti. Non c’è bisogno di attaccare tutti quanti, ed è esattamente ciò che succede quando si scopre qualcosa di nuovo. Acres: In altre parole, agli scettici si può garantire che c’è più di una persona coinvolta in questa ricerca, che si tratta di scienziati rispettabili, che i risultati verranno pubblicati appena pronti e che queste patologie delle piante e degli animali non se ne andranno? Huber: Il Clavibacter sopravvive nel residuo del mais da tre a quattro anni come minimo; quindi, se continueremo a fare le stesse cose dovremo aspettarci lo stesso risultato. Ci sono ricerche che dimostrano che quando si applica glifosato formulato a una pianta di mais tollerante al glifosato che è normalmente resistente, alcuni ibridi diventano completamente vulnerabili a quell’organismo. Il glifosato può annullare la resistenza genetica al Clavibacter, come anche quella alla Rhizoctonia nella barbabietola da zucchero o al Fusarium in alcune piante. Acres: Quali altri esiti prevede? Huber: Elevati tassi di infertilità e aborto negli animali alimentati con mangimi a base di mais e soia contenenti popolazioni elevate di questo organismo. Acres: Alcuni oppositori rifiutano del tutto l’idea che il problema della morte improvvisa delle piante e degli aborti fra il bestiame si stia aggravando. Huber: Non è un fenomeno universale, proprio come la maggior parte delle epidemie può essere circoscritta. Io credo che le critiche, comunque, siano smentite dalle statistiche. Se osserviamo le previsioni dell’USDA sulla produzione di mais pubblicate ad agosto e poi sottraiamo l’effettiva produzione pubblicata a gennaio, abbiamo quasi un miliardo di bushel in meno [35 miliardi di litri],

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nonostante le condizioni per il raccolto fossero pressoché ideali. Dov’è finito questo miliardo di bushel? Per documentare il cattivo raccolto dello scorso anno, non occorre far altro che guardare i prezzi. Non stiamo più parlando di $ 3 per bushel di mais, ma di $ 6 per bushel. E ciò non è motivato dal maggiore uso di etanolo, ma da una forte penuria del raccolto. Come mai la soia è passata da 5 a 12 dollari? Si ha un cattivo raccolto perché in agricoltura il rapporto domanda-offerta è inelastico. Credo che le cifre lo documentino. In alcune aree non ci sono stati questi problemi quest’anno perché magari c’erano stati l’anno scorso, e questo avviene perché per le malattie contano anche le condizioni ambientali. Acres: Su che cosa si era concentrato maggiormente il suo lavoro durante gli anni precedenti al pensionamento, o meglio al suo attuale stato di professore emerito? Huber: Per 50 anni la mia ricerca si è concentrata soprattutto sulla biologia e il controllo dei funghi patogeni che si propagano nel suolo, sull’ecologia microbica, sul controllo biologico, le interazioni microbiche e la fisiologia ospite-parassita, nel tentativo di comprendere la resistenza e la vulnerabilità in un’ottica fisiologica. Mi sono occupato a lungo del processo di sviluppo degli inibitori della nitrificazione e ho anche lavorato per individuare percorsi dei nutrienti nel mais, nella soia e nel frumento. Sono stato uno dei curatori del libro dell’American Phytopathological Society, Mineral Nutrition and Plant Disease, pubblicato nel 2007. Inizialmente mi sono interessato al glifosato pensando, quando fu introdotta la soia tollerante a questa sostanza, che fosse una situazione vantaggiosa per molti coltivatori che non volevano intervenire con un ulteriore passaggio fra le piante per ovviare alla carenza nutritiva di manganese. Se fosse stato possibile aggiungere il manganese alla miscela di trattamento, sarebbe stato un buon modo per scongiurare la carenza di questo elemento riscontrata in varie aree dell’Indiana e, allo stesso tempo, controllare le erbe infestanti. Ma ci bastò un solo tentativo per capire che non avrebbe funzionato, perché il glifosato immobilizzava il manganese che cercavamo di rendere disponibile per la pianta. Gli ultimi 15-16 anni sono stati dedicati soprattutto alla comprensione e alla ricerca di modi per rimediare ai problemi di assorbimento dei nutrienti che la chimica e la tecnologia provocavano nelle piante. Naturalmente, questo mi ha indotto a ritornare a osservare le interazioni suolomicrobi, che sono di importanza essenziale per rendere disponibili gli elementi nutritivi alle piante... Acres: L’ingegneria genetica è una scienza relativamente nuova. Questo aggiunge un nuovo livello di gravità al problema, dato che non sono tratti che si possono semplicemente rimuovere come, per esempio, si potrebbe fare interrompendo il programma per un ibrido che non dà i risultati auspicati? Huber: Di certo è più facile mettere che togliere. Ogni volta che si aggiunge un gene estraneo, si aggiunge ulte-

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riore stress alla pianta, producendo un rallentamento del rendimento che è stato ampiamente documentato. Qui stiamo parlando di tecnologie potenti e, in genere, con un po’ di tempo, si riesce a trovare un modo di renderle più compatibili. L’ingegneria genetica è uno strumento che può servire in situazioni specifiche, ma di cui molto facilmente si abusa. Io credo che quando si mette troppa carne al fuoco, si finisce per aumentare drasticamente la vulnerabilità e i potenziali fattori di rischio. Credo anche che dovremmo cercare di seguire i principi scientifici e usare molta cautela finché non avremo capito che cosa succede nell’intero processo... Acres: Nonostante le difficoltà incontrate in particolare dai ricercatori americani, oggi ci sono molti dati che non erano disponibili all’epoca dell’introduzione degli OGM? Huber: Esiste una certa quantità di dati tossicologici che denuncia problemi molto seri con alcuni dei prodotti. Questo, fra l’altro, è uno degli aspetti considerati per i casi di infertilità e aborti spontanei. Nella nostra catena alimentare c’è un livello di glifosato sempre maggiore e, secondo i dati tossicologici che oggi abbiamo a disposizione, i livelli spesso sono di gran lunga superiori a quelli che sarebbero considerati seriamente preoccupanti in un laboratorio clinico. Alcuni di questi dati mostrano che dei livelli di glifosato relativamente bassi sono estremamente tossici per le cellule del fegato, dei reni, dei testicoli e del sistema endocrino, e ciò diventa importante perché tutti questi apparati sono correlati. Stiamo trovando livelli di glifosato piuttosto alti nel letame. Ci si deve chiedere come è arrivato all’interno di polli, di suini e bovini, e ovviamente la risposta è attraverso i mangimi. Ma la sostanza si limita a passare attraverso l’animale o finisce anche nelle carni e in altri tessuti? In realtà, non abbiamo molti dati in merito. Alcuni degli altri paesi stanno facendo ricerche e analisi, e qui siamo appena agli inizi. Ma, per lo più, la mentalità dominante è che non ci siano pericoli, così chiudiamo gli occhi e ci diciamo che questo lavoro non serve... ∞ L’intervistato: Il Dott. Don M. Huber è professore emerito di fitopatologia alla Purdue University, nell’Indiana. Ha conseguito la laurea e il master presso l’Università dell’Idaho (1957, 1959) e il Dottorato presso l’Università statale del Michigan (1963), inoltre si è diplomato presso il Command and General Staff College dell’Esercito statunitense. Per otto anni è stato patologo dei cereali presso l’Università dell’Idaho prima di passare al dipartimento di Botanica e Fitopatologia della Purdue University nel 1971. Ha svolto ruoli di consulente per il Ministero dell’Agricoltura degli Stati Uniti. Può essere contattato all’indirizzo [email protected]. L’intervistatore: Chris Walters è redattore di Acres U.S.A., pubblicazione fondata da suo padre Charles Walters (1926-2009). Acres U.S.A. ha sede a Austin, Texas, e da 40 anni si occupa di agricoltura sostenibile e problemi correlati. Per maggiori informazioni, si visiti http://www.acresusa.com.

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LA LETTERA DEL DOTT. DON HUBER AL SEGRETARIO USA PER L’AGRICOLTURA TOM VILSACK

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Egregio Segretario Vilsack, un’équipe di autorevoli scienziati esperti in piante e animali ha recentemente portato alla mia attenzione la scoperta di un agente patogeno, visibile solo al microscopio elettronico, che appare altamente nocivo per la salute delle piante, degli animali e probabilmente degli esseri umani. In base all’analisi dei dati disponibili, il patogeno è diffuso, molto pericoloso e si trova in concentrazioni elevate soprattutto nella soia e nel mais Roundup Ready (RR), il che suggerisce un legame con il gene RR o più plausibilmente con la presenza di Roundup. Questo organismo appare NUOVO per la scienza! Queste sono informazioni altamente riservate che potrebbero causare un crollo nei mercati di esportazione della soia e del mais statunitensi, nonché problemi alla fornitura nazionale di alimenti e mangimi. D’altra parte, questo nuovo organismo potrebbe avere già compiuto danni significativi (che descrivo più avanti). Io e miei colleghi, quindi, stiamo proseguendo le nostre indagini con rapidità e discrezione, e chiediamo l’assistenza dell’USDA [Ministero dell’Agricoltura USA] e di altri enti per identificare l’origine e la prevalenza del patogeno, le sue implicazioni e i possibili rimedi. Nello specifico, se informiamo l’USDA delle nostre scoperte in questa fase precoce è per via della decisione attualmente in corso per l’approvazione dell’alfa-alfa RR. Naturalmente, se il gene RR, o lo stesso Roundup, è un promotore o co-fattore per questo patogeno, tale approvazione potrebbe rivelarsi una calamità. In base alle prove attuali, l’unica azione ragionevole in questo momento sarebbe ritardare la deregolamentazione almeno fino a quando, eventualmente, ci saranno sufficienti dati tali da escludere un’implicazione del sistema RR. Negli ultimi 40 anni, ho lavorato come scienziato presso agenzie professionali e militari che valutano e contrastano minacce biologiche naturali e artificiali, fra cui armi biologiche ed epidemie. In base alla mia esperienza, ritengo che la minaccia posta da questo patogeno sia unica nel suo genere e presenti uno status di rischio elevato. In parole povere, sarebbe opportuno trattarla come un’emergenza. Svariati ricercatori che hanno indagato sul problema hanno fornito diversi pezzi del puzzle, presentando complessivamente il seguente scenario inquietante: l’organismo, precedentemente sconosciuto, è visibile solo al microscopio elettronico (36.000x) e il suo ordine di grandezza è approssimativamente quello di un virus di medie dimensioni. È in grado di riprodursi e appare simile a un microfungo. Se lo fosse, sarebbe il primo microfungo di questo tipo mai identificato. Ci sono prove convincenti che indicano che questo agente infettivo promuova le malattie sia nelle piante che nei mammiferi, il che è molto raro. È stato trovato in concentrazioni elevate nei mangimi di soia e mais Roundup Ready, nelle borlande, nei mangimi fermentati, all’interno dello stomaco dei suini e nella placenta di suini e bovini. L’organismo prolifera nelle piante infettate da due malattie che stanno decimando i raccolti e gli introiti degli agricoltori: la sindrome della morte improvvisa (SDS) e l’avvizzi-

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16 gennaio 2011

mento batterico di Goss. Il patogeno è stato trovato anche nell’agente causativo fungino della SDS (Fusarium solani f. sp. glycines). I test di laboratorio hanno confermato la presenza di questo organismo in capi di bestiame di svariati tipi colpiti da aborti spontanei e infertilità. Con i risultati preliminari delle ricerche in corso è stato inoltre possibile riprodurre gli aborti in ambiente clinico. Il patogeno potrebbe spiegare la frequenza sempre maggiore, negli ultimi anni, dell’infertilità e degli aborti spontanei negli allevamenti statunitensi di bovini, mucche da latte, suini ed equini. In questo quadro si collocano i recenti rapporti sui tassi di infertilità delle giovenche da latte (20%), e degli aborti spontanei fra i bovini, la cui percentuale sale fino al 45%. Per esempio, 450 su 1.000 giovenche da latte alimentate con insilato di frumento hanno avuto aborti spontanei. Nello stesso periodo, fra altre 1.000 giovenche della stessa mandria, nutrite con fieno, non ci sono stati aborti. Sono state confermate elevate concentrazioni del patogeno nell’insilato di frumento, su cui presumibilmente sono stati usati diserbanti al glifosato. Raccomandazioni Riepilogando, dato il titolo elevato di questo nuovo patogeno animale nelle colture Roundup Ready e la sua associazione con malattie delle piante e degli animali che stanno raggiungendo proporzioni epidemiche, richiediamo la partecipazione dell’USDA in un’indagine multi-agenzia, nonché un’immediata moratoria sulla deregolamentazione delle colture RR finché non sarà possibile escludere la relazione causale/di predisposizione con il glifosato e/o le piante RR come minaccia per le produzioni agricole e animali e per la salute umana. È urgente esaminare se gli effetti collaterali dell’uso del glifosato possano aver facilitato la crescita di questo patogeno o aver aggravato i danni alle piante o animali ospiti indeboliti. È ben documentato che il glifosato promuova i patogeni del suolo, ed è già stato implicato nella diffusione di oltre 40 tipologie di malattie delle piante, di cui smantella le difese attraverso la chelazione dei nutrienti vitali, e riduce la biodisponibilità dei nutrienti nei mangimi, il che a sua volta può causare disturbi negli animali. Per valutare correttamente questi fattori, richiediamo l’accesso ai dati pertinenti in possesso dell’USDA. Personalmente studio i patogeni delle piante da oltre 50 anni. Stiamo assistendo a una tendenza senza precedenti nell’aumento di malattie e disturbi fra piante e animali. Questo patogeno potrebbe essere la chiave per comprendere e risolvere il problema. Merita attenzione immediata e risorse adeguate per scongiurare un crollo generalizzato della nostra infrastruttura agricola critica. Cordialmente, Col. (Rit.) Don M. Huber Professore emerito, Purdue University Coordinatore della Società Fitopatologica Americana (APS), Sistema nazionale di recupero per le malattie delle piante dell’USDA (NPDRS)

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I poteri curativi della fitolacca di Shabari Bird

© 2008, 2013 Quantum Agriculture Consultancy Sito Web: www.quantumagriculture.com

La ricerca moderna conferma l’antico sapere dei Nativi americani e della medicina popolare sull’uso delle bacche e delle radici di fitolacca per curare vari problemi di salute, fra cui cancro, mastite, reumatismi, artrite, osteofiti e infezioni cutanee fungine.

Nel 1973, mi venne diagnosticato un linfoma non-Hodgkin al quarto stadio. Uscii dall’ospedale Sloan-Kettering completamente sconvolta. Avevo 24 anni e davanti a me si prospettava una promettente carriera di agente di borsa. Al mio cuore venne voglia di natura, così decisi di trasferirmi nella casa di vacanze dei miei genitori sulle Blue Ridge Mountains, nel nord della Georgia. Saggiamente, avevo deciso di combattere contro questa condanna a morte. Scelsi la dieta di Gerson e per quasi un anno mi nutrii solo di succhi di carote e di altri vegetali. In questo periodo, per la prima volta nella mia vita, coltivai un giardino. Nel piantare i semi degli ortaggi e dei fiori, mi capitava di estrarre dal terreno delle enormi radici, a volte lunghe ben più di un metro. Avevo fatto amicizia con alcuni anziani del posto che mi insegnarono le virtù delle piante e delle erbe. Presi la decisione imprudente di mettere questa radice misteriosa dentro la centrifuga insieme alle carote. Nel giro di 30 minuti dopo aver bevuto la miscela, fui colta dalle allucinazioni ed ebbi terribili attacchi di vomito e diarrea. Andò avanti così per quasi otto ore. I miei vicini vennero in mio soccorso e fecero del loro meglio per starmi accanto. Sapendo che avevo il cancro, immaginarono che stessi per morire. In quel momento, io stessa pensavo di stare per morire, e in effetti stavo così male che avrei preferito la morte. Ma la morte non arrivò. Due settimane dopo, stavo meglio che nei due anni precedenti, e i miei edemi linfatici e la milza ingrossata sparirono completamente. I vicini, vedendo il mio aspetto e i miei comportamenti, commentarono dicendo che sembravo una persona completamente nuova e diversa. Questa radice potente e magica apparteneva alla pianta della fitolacca. Da allora, è diventata mia alleata per quasi 40 anni e ogni anno ho passato del tempo a studiarla: come usarla, come sfruttarne le proprietà, come coltivarla e raccoglierne le parti. Uno sciamano Cherokee, che è stato mio insegnante, mi ha parlato dell’uso della fitolacca per gli osteofiti. Durante il mio progetto di ricerca quinquennale, più di 30 persone sono guarite da osteofiti al collo, alla colonna vertebrale e ai piedi usando tre bacche di fitolacca al giorno per un mese (le bacche essiccate vengono ingerite intere, senza masticarle). Venti persone che conosco stanno attualmente assumendo una bacca di fitolacca al giorno e ne segnalano l’efficacia per tenere a bada il dolore di artriti e reumatismi. Due donne mie conoscenti hanno sconfitto i tumori al seno usando tre bacche e un cataplasma di radici di fitolacca quotidianamente per tre mesi.

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La fitolacca è detta anche vite di Spagna o uva lacca. È un cespuglio perenne che cresce nei boschi umidi, nelle siepi e in luoghi incolti. Le parti di questa pianta usate a scopi medicinali sono le radici e le bacche. Il nome del genere Phytolacca deriva dalla parola greca phyton, che significa “pianta” e dal francese lac che si riferisce alla capacità della pianta di produrre un “colorante rosso”. La parola usata in inglese, pokeweed, deriva dal termine nativo-americano pocan, che denota qualsiasi pianta produca un colorante, e pak, “sangue”, unita a weed, “erba infestante”. Il colorante estratto dalle bacche fermentate veniva usato come inchiostro e tintura per canestri. La stessa Costituzione degli Stati Uniti fu scritta utilizzando l’inchiostro della fitolacca.

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tumori ai testicoli, al seno e altri tipi di cancro. Era giustamente considerata una potente medicina da usare con cautela per contribuire a curare gravi disturbi. Oggi si usano preparazioni omeopatiche e radioniche di Phytolacca, piccole dosi della tintura, bacche essiccate e estratti della radice o delle bacche. Si impiegano in casi di infezioni croniche o acute come immunostimolante e alterativo del sistema linfatico, come efficace antinfiammatorio nell’artrite reumatoide e patologie simili e come parte del trattamento per malattie del seno quali mastite, cisti e cancro. Vengono inoltre utilizzate per la dermatofitosi e altre malattie micotiche della pelle. Le bacche della fitolacca sono molto interessanti in quanto contengono più sostanze benefiche e meno tossine riDai guaritori tradizionali alla ricerca moderna spetto ad altre parti della pianta, ad eccezione dei semi. I medici eclettici che resero popolare la botanica indigena, Alcuni anziani abitanti degli Appalachi ingeriscono da conoscevano la fitolacca come un potente stimolante del una a tre bacche intere, senza masticarne i semi, come sistema linfatico e un rimedio per l’artrite nonché per va- tonico per i reumatismi. Dicono che i semi non facciano rie malattie della pelle. Oggigiorno, gli erboristi usano con male purché non li si schiacci con i denti. cautela la fitolacca per condizioni simili mentre gli scien- Le ricerche condotte in Italia hanno dimostrato che gli ziati ricercatori hanno confermato le proprietà antivirali, enzimi delle bacche sono in grado di neutralizzare le tossine nei semi. Io consiglio sempre di ingerire le bacche essiccate intere, e di non masticarle mai. Sapevano che la fitolacca era un potente L’unico caso documentato di decesso dovuto alla fitolacca rimedio per i casi di mastite, cisti mammarie, che sono riuscita a trovare in 35 anni di ricerche è il caso tumori ai testicoli, al seno e altri tipi di cancro. di un bambino morto dopo aver ingerito del “succo d’uva” fatto con una grande quantità di bacche spremute, in antitumorali, antimicotiche, antireumatiche e immunosti- cui i semi erano stati schiacciati. molanti della pianta. Tornando ai medici eclettici sopra ci- La verità è che la fitolacca, se usata correttamente, è sitati, un gruppo di dottori interessati alla botanica attivi fra cura ed efficace. Può essere tossica se ingerita in modo la fine del XIX e l’inizio del XX secolo, lasciarono un am- improprio, ma è decisamente meno velenosa rispetto ad pio corpus di scritti sull’uso clinico delle piante dei Nativi altre piante e a numerosi farmaci. Uno studio pubblicato americani, fra cui la Phytolacca. Sapevano che questa era nel 1995 da Krenzelok e Provost analizzava dati su un peun potente rimedio per i casi di mastite, cisti mammarie, riodo di 10 anni ottenuti dai centri antiveleni americani. I due ricercatori hanno scoperto che la fitolacca era la settima pianta velenosa per frequenza di ingestione, ma che nel 65,3% dei casi non aveva dato “nessun effetto”, nel 5,8% dei casi “effetti lievi” e nello 0,4% dei casi “effetti moderati”; non era riportato nessun caso di decesso. Gli scienziati continuano a studiare nuovi potenziali usi di questa potente erba. In Africa si sta considerando la capacità della pianta di controllare la schistosomiasi, una parassitosi che si contrae bagnandosi in acque che contengono una certa specie di lumache. Le saponine che si trovano nella Phytolacca americana e nella Phytolacca Foglie, fiori e frutti di Phytolacca americana, fotografati nella contea di Warren, Indiana (Fonte: Wikimedia Commons)

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dodecandra sono infatti letali per i molluschi che costituiscono l’ospite intermedio della schistosomiasi (J. M. Pezzuto e all., 1984). In Argentina, è stato dimostrato che l’estratto metanolico delle bacche di Phytolacca tetramera, una specie locale, ha un’azione antimicotica contro funghi patogeni opportunisti. Le proteine antivirali della fitolacca sono di grande interesse per le loro potenti proprietà antivirali ad ampio spettro (anche contro il virus dell’immunodeficienza umana) e antimicotiche (P. Wang e all., 1998). La fitolacca è un potente stimolante del sistema immunitario, che promuove la proliferazione dei linfociti T e B e maggiori livelli di immunoglobuline. Uno studio aveva come obiettivo la verifica degli effetti antitumorali della radice di fitolacca sulle cellule cancerose del seno. La radice di fitolacca veniva essiccata a freddo e ridotta in polvere. I materiali in polvere venivano poi estratti per tre volte con una miscela di acqua-metanolo e/o acqua. Gli estratti erano somministrati in concentrazioni da 0,0 a 1,0 mg/ml nelle colture di cellule cancerose del seno (ATCC ZR-75-30) mantenute in un medium RPMI integrato con 10% FBS [siero fetale bovino] e in presenza di una diluizione seriale di estratti grezzi per 24, 48 e 72 ore. L’attività antiproliferativa degli estratti grezzi della radice di fitolacca sulle cellule cancerose era stata misurata usando il test MTT. Gli estratti in acqua-metanolo riducevano notevolmente la proliferazione e la crescita delle cellule tumorali a una concentrazione di 0,6 mg/ml e superiori. L’estratto in acqua mostrava un minore effetto inibitorio sulla crescita delle cellule tumorali. Si sente l’esigenza di indagini più dettagliate sui meccanismi di modulazione degli estratti di fitolacca, in base a cui identificare un possibile agente terapeutico attualmente utilizzato in varie applicazioni chemioterapiche. La ricerca ha rivelato che nella fitolacca comune si può trovare una possibile cura per la leucemia infantile. La anti-B43-pokeweed antiviral protein, B43-PAP, è una tossina della fitolacca. La B43 trasporta l’arma – la PAP – contro le cellule della leucemia. In uno studio, 15 su 18 bambini partecipanti hanno raggiunto la remissione. Una ricerca del Parker Hughes Institute ha mostrato un elevato successo della PAP per il trattamento della leucemia infantile: “Le due parti di questo farmaco sono l’anticorpo B43 (o anti-CD19) e l’immunotossina pokeweed antiviral protein [PAP], un prodotto naturale della pianta della fitolacca. La B43 riconosce le cellule B specifiche della leucemia nello stesso modo in cui gli anticorpi naturali attaccano e riconoscono i germi. Quando l’anticorpo trova una cellula della leucemia, vi si lega e la B43 libera l’altra parte del farmaco, la PAP. All’interno della cellula, la PAP viene rilasciata dall’anticorpo e disattiva i ribosomi che producono le proteine necessarie alla cellula per sopravvivere. Quando non riesce più a produrre proteine, la cellula specifica della leucemia muore. Oltre 100 pazienti sono stati

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trattati con il B43-PAP e hanno evidenziato solo effetti collaterali di minima entità.” La PAP blocca i “generatori di energia” ribosomiali nelle cellule infettate dall’HIV. I mitogeni della fitolacca stimolano la produzione di cellule B e T da parte del sistema immunitario. Tuttavia, incrementano anche l’ipersensibilità alle lectine negli alimenti. Si è riscontrato che le saponine triterpeniche della radice di fitolacca contrastano il gonfiore e gli edemi causati da reazioni allergiche acute. Preparazioni, precauzioni e coltivazione L’uso esterno della radice di fitolacca, ad esempio nei cataplasmi, non comporta rischi. Le foglie della fitolacca sono commestibili se sottoposte a doppia bollitura, ma il consumo di foglie e radici crude può indurre gastroenteriti con forti attacchi di vomito e diarrea. La fitolacca in genere viene usata sotto forma di tintura, con un dosaggio di una goccia al giorno. È sicuro assumere tre bacche essiccate al giorno per un mese, ingerite intere senza masticare, seguite da una bacca essiccata al giorno per un mese. Non eccedere nella dose. La fitolacca si trova spesso in applicazioni topiche come pomate, unguenti e oli. Alcune persone usano la tintura di radice di fitolacca per una o due settimane consecutive per combattere i sintomi di raffreddore, influenza, mal di gola, mastite o tonsillite. Per trattare la pelle infiammata a causa di eczemi o psoriasi, usare un fazzoletto di 12x12 cm imbevuto in 60 ml di acqua calda con 5 gocce di tintura fino a tre

L’uso esterno della radice di fitolacca, ad esempio nei cataplasmi, non comporta rischi. Le foglie della fitolacca sono commestibili se sottoposte a doppia bollitura, ma il consumo di foglie e radici crude può indurre gastroenteriti con forti attacchi di vomito e diarrea. volte al giorno per un massimo di due settimane. Dieci gocce di una miscela di succo di bacche mature e alcol in parti uguali si possono somministrare ogni 30 minuti per trattare il croup membranoso e spasmodico. L’uso della radice di fitolacca per trattare linfedema, infiammazioni ai testicoli, dolore alle ovaie o come alterativo per il cancro dovrebbe essere supervisionato da un medico. Ci sono delle precauzioni da osservare. L’ingestione delle radici, delle foglie e dei frutti può essere tossica per gli animali, ivi compreso l’uomo. I sintomi dell’avvelenamento da fitolacca includono sudorazione, bruciore alla bocca e alla gola, gastrite grave, vomito, diarrea emorragica, offuscamento della vista, conta elevata dei globuli bianchi e svenimenti. Se il consumo delle bacche o radici è superiore ai 14 grammi, o a 10 bacche nel caso di bambini, possono verificarsi coma e

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morte per paralisi respiratoria. Non sono stati definiti parametri di sicurezza per le donne in gravidanza o allattamento o per i bambini al di sotto dei sei anni. Non usare la radice di fitolacca in presenza di malattie del fegato o dei reni. “L’esposizione accidentale ai succhi della Phytolacca americana tramite ingestione, contatto con ferite sulla pelle e con la congiuntiva ha indotto effetti ematologici in vari soggetti, fra cui i ricercatori che studiavano la specie.” (G. K. Rogers, 1985) La fitolacca cresce più facilmente nei climi temperati. La parte superiore della pianta muore in inverno. I germogli giovani, simili ad asparagi, si formano in primavera e possono svilupparsi dalle radici sollevate o dissotterrate in inverno. La fitolacca fiorisce nei mesi caldi, da luglio a settembre (nell’emisfero boreale). Negli Stati Uniti la fitolacca non è comunemente coltivata, tuttavia il nuovo mercato farmaceutico per la chemioterapia viene rifornito da alcuni coltivatori in India. La fitolacca è soprattutto una pianta selvatica e, da sempre, io personalmente me la procuro cercandola fra la vegetazione spontanea. Cresce nei grandi pascoli, nei terreni incolti, nei giardini, nelle

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Negli Stati Uniti non si trovano in commercio estratti di fitolacca, in quanto la FDA li considera troppo tossici per essere usati senza controllo dal grande pubblico... radure dei boschi e lungo le siepi. Si sviluppa su suoli profondi, ricchi, ghiaiosi, ma anche nei terreni calcarei e nelle colline sabbiose che si trovano in Florida. È una pianta perenne, che si riproduce tramite i semi o a partire da una grande radice a fittone. Negli Stati Uniti non si trovano in commercio estratti di fitolacca, in quanto la FDA li considera troppo tossici per essere usati senza controllo dal grande pubblico, ma è possibile imparare a usare questo medicamento con la guida di un erborista esperto o di un naturopata. In Australia, invece, la tintura può essere acquistata nelle parafarmacie. ∞ L’autrice: Shabari Bird è esperta di fermentazione, un processo che ha imparato dal padre in gioventù e che ha utilizzato per guarire dal cancro in età adulta, dopo che le erano stati prospettati solo sei mesi di vita. Shabari tiene dei corsi in cui insegna a preparare il natto, il koji, il miso e il kimchi, nonché a usare la fermentazione per trasformare le piante spontanee in fertilizzanti, insetticidi ed erbicidi. La sua passione per l’agricoltura biodinamica e biologica è nata insieme a un cambiamento del suo stile di vita, così come l’interesse per le proprietà naturali e medicinali della fitolacca, su cui ha concentrato le proprie ricerche per 35 anni. Dato l’intento spirituale del suo operato, ha fondato diverse scuole fra cui The Native Wisdom School, The Gaia Institute (Atlanta, Georgia) e Sacred Drums of the Earth, e inoltre è diventata guida della Ricerca di visione [un rito di passaggio della

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cultura Sioux, NdT]. Vedova di Christopher Bird (coautore di The Secret Life of Plants e Secrets of the Soil), Shabari si è risposata con l’amico di lunga data Hugh Lovel, agricoltore biodinamico e scienziato multidisciplinare. Insieme hanno fondato Quantum Agriculture Consultancy, che si occupa delle applicazioni agricole delle nuove ricerche scientifiche sulle energie sottili. Dividono il proprio tempo fra l’Australia e gli Stati Uniti. Shabari Bird può essere contattata per posta elettronica all’indirizzo [email protected] e tramite il suo sito www.quantumagriculture.com. Nota di redazione: Questo articolo si trova sul sito di Quantum Agriculture, http://tinyurl. com/mgx7kx7, ed è stato pubblicato per la prima volta in versione integrale sulla rivista Explore! (vol. 17, n. 6, 2008). Per maggiori informazioni sulla fitolacca e la ricerca contro il cancro, si visiti il sito di Quantum Agriculture, http://tinyurl.com/p64py83. Riferimenti selezionati • Armesto, J.J., G.P. Cheplick e M.J. McDonnell, “Observations of the reproductive biology of Phytolacca americana (Phytolaccaceae)”, Bulletin of the Torrey Botanical Club 1983; 110:380-383 • Barbieri, L., G.M. Aron, J.D. Irvin, F. Stirpe, “Purification and partial characterization of another form of the antiviral protein from the seeds of Phytolacca americana L. (pokeweed)”, Biochemical Journal 1982; 203(1):55-9 • Bolognesi, A., P.L. Tazzari, F. Olivieri, L. Polito, B. Falini, F. Stirpe, “Induction of apoptosis by ribosomeinactivating proteins and related immunotoxins”, International Journal of Cancer 4 nov 1996; 68(3):349-55 • Bolognesi, A. e L. Polito, “Immunotoxins and other conjugates: pre-clinical studies”, Mini-Reviews in Medicinal Chemistry 2004; 4:563-83 • Bonness, M.S., M.P. Ready, J.D. Irvin, T.J. Mabry, “Pokeweed antiviral protein inactivates pokeweed ribosomes; implications for the antiviral mechanism”, The Plant Journal 5 feb 1994; 5(2):173-83 • Caulkins, D.B. e R. Wyatt, “Variation and taxonomy of Phytolacca americana and P. rigida in the southeastern United States”, Bulletin of the Torrey Botanical Club 1990; 117(4):357-367 • Girbés, T., J.M. Ferreras, F.J. Arias, F. Stirpe, “Description, distribution, activity and phylogenetic relationship of ribosome-inactivating proteins in plants, fungi and bacteria”, Mini-Reviews in Medicinal Chemistry 2004; 4(5):461-76 • Goktepe, I., B. Milford e M. Ahmedna, “Investigation of anticarcinogenic activity of Poke root (Phytolacca americana)”, meeting annuale del 2004 dell’Institute of Food Technologists, 12-16 luglio 2004 • Krenzelok, E.P. e F.J. Provost, “The Ten Most Common Plant Exposures Reported to Poison Information Centers in the United States”, Journal of Natural Toxins 1995; 4(2):195-202 • Rogers, G.K., “The genera of Phytolaccaceae in the southeastern United States”, Journal of the Arnold Arboretum 1985; 66(1):1-37 • Terenzi, A., A. Bolognesi, L. Pasqualucci, L. Flenghi, S. Pileri, H. Stein, M. Kadin, B. Bigerna, L. Polito, P.L. Tazzari, M.F. Martelli, F. Stirpe, B. Falini, “Anti-CD30 (BER=H2) immunotoxins containing the type-1 ribosome-inactivating proteins momordin and PAP-S (pokeweed antiviral protein from seeds) display powerful antitumour activity against CD30+ tumour cells in vitro and in SCID mice”, British Journal of Haematology mar 1996; 92(4):872-9 • Wiley, R.G. e D.A. Lappi, “Targeted toxins in pain”, Advanced Drug Delivery Reviews 28 ago 2003; 55(8):1043-54

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I contatti con gli extraterrestri e la nuova razza umana di Mary Rodwell © 2013 Sito Web: www.acern.com.au Tratto dalla presentazione “Children’s Contact with Extraterrestrial and Interdimensional Beings” alla NEXUS Conference 2013

Sono sempre più numerose le segnalazioni di bambini e adulti in cui si ravvisano capacità avanzate in seguito a contatti con creature extraterrestri e multidimensionali, tanto che è il caso di chiederci se questo possa rappresentare un’evoluzione della specie umana.

... Qualcosa di grande importanza sta per accadere su questa Terra. Non durante la tua vita ma durante la mia. Riguarderà tutte le unità di coscienza, siano esse Minerali, Vegetali, Animali o Umane. Ha a che fare con la coscienza globale, un enorme cambiamento della coscienza, ed è per questo che mi trovo qui in quest’epoca: per vivere questo cambiamento. — Mike Oram, autore di Does it Rain in Other Dimensions?, in un discorso che fece a sua madre all’età di quattro anni. L’ACERN (Australian Close Encounter Resource Network; Rete australiana di risorse sugli incontri ravvicinati) ha un database di oltre 2.000 testimonianze di incontri umani con intelligenze non umane. La maggior parte di queste esperienze è legata a linee familiari e genetiche. Le testimonianze che presentano un legame intergenerazionale possono offrire delle risposte alla nostra concezione del perché queste intelligenze non umane siano tanto interessate a noi come specie, e perché noi siamo tanto profondamente e intimamente connessi con loro. Un pregiudizio comune è che gli individui che dicono di aver avuto un incontro siano persone che credono a priori nella possibilità di un Contatto, e che la convinzione che esso sia avvenuto non sia in realtà che un prodotto delle loro esperienze. La verità, invece, è che la prova di questo Contatto si manifesta nella trasformazione delle profonde convinzioni dei soggetti a livello emotivo, psicologico e spirituale. Nei dati che accompagnano i casi di Contatto, si riconoscono dei “modelli” che trovano conferma nella ricerca ufologica e in dati correlati provenienti da antropologia, archeologia, psicologia, teologia, metafisica, mitologia, testimonianze di informatori, biologia, parapsicologia, scienza, astronomia e fisica quantistica. Il Dott. Rudy Schild, astronomo ricercatore di Harvard, mi ha offerto una sua personale definizione della realtà del Contatto quando l’ho incontrato nel 2010 a Newport, Rhode Island: “Essendo un astronomo che fa ricerche sui buchi neri supermassicci e i campi gravitazionali che li circondano, voglio fare una dichiarazione riguardo alla ricerca di Mary sulla natura dell’universo e su come il fenomeno degli UFO oggi contribuisca alla nostra conoscenza generale della struttura dell’universo. “Studio questo argomento da oltre 15 anni. Oggi siamo consapevoli che la velocità del pensiero è di gran lunga superiore alla velocità della luce, e che viviamo in un universo quantistico in cui l’effetto quantistico risiede nel campo

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della ‘energia oscura’. Questo universo quantistico supporta il trasferimento di informazioni da mente a mente attraverso lo scambio di ologrammi quantistici, e procedendo alla velocità del pensiero esso consente quelli che la società chiama ‘miracoli’, come la telepatia, le esperienze di vite passate, la visione a distanza, i cerchi nel grano... tutte cose che la scienza non vuole affrontare.” Schild inoltre ha spiegato il proprio punto di vista sul perché le esperienze siano tanto variegate: “Gli UFO, in particolare, giungono qui a una velocità molto maggiore rispetto a quella della luce e permettono ai loro ospiti alieni di interagire con noi in vari modi. C’è stata confusione perché i veicoli possono essere molto diversi, e anche le ‘creature’ segnalate possono essere decisamente differenti. Ciò indica semplicemente che là fuori ci sono tantissime civiltà che interagiscono con noi. “I miei colleghi in realtà non ne sono sorpresi, perché noi ci rendiamo conto che fondamentalmente tutte le stelle della nostra galassia ospitano una famiglia di pianeti, un po’ come succede nel nostro sistema solare. E quale dog-

...nel corso degli ultimi 200.000 anni, dei segmenti del genoma umano si sono fusi, lasciando tracce di un processo di estrazione, inversione e riunione dei singoli geni. 32

ma di quale fede religiosa ci vorrebbe per dire che la vita è emersa solo nel nostro pianeta?” Essendo stata in passato infermiera e ostetrica, ho cercato degli indizi biologici e antropologici. Mi chiedevo come fosse stata possibile la comparsa del cosiddetto “anello mancante” e poi dell’uomo moderno (Homo sapiens sapiens), il cui cervello è raddoppiato in dimensioni, a meno che – come diceva il Dott. Francis Crick, coscopritore della molecola di DNA e autore di Life Itself: The Seed of Life – non provenisse dallo spazio. Ciò mi ha riportato alla mente i legami di familiarità fra gli incontri e la raccolta continua di materiale genetico, una parte così importante delle esperienze extraterrestri, nonché il fatto che le generazioni successive sembrano caratterizzate da livelli superiori di consapevolezza. Crick non è il solo autorevole scienziato sul DNA a offrire spunti sulla manipolazione genetica del DNA umano. Un informatore genetista che desidera tuttora restare anonimo, ha inviato una lettera a Lloyd Pye, autore di Intervention Theory Essentials, riguardo alle sue indagini sul teschio Starchild: “Attraverso certi metodi di datazione del DNA, è possibile dire che di recente sono stati aggiunti numerosi geni al genoma umano. Se chi lavora nel mio campo dicesse certe cose apertamente, verrebbe ostracizzato e costretto a vivere in una tenda. Qualsiasi lavoro che segue questa linea sarebbe rifiutato senza appello. Quindi, cosa possiamo fare?”

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Il DNA umano: un codice extraterrestre? Il fisico Vladimir shCherbak, dell’Università nazionale kazaka al-Farabi, unitamente all’astrobiologo Maxim Makukov, dell’Istituto astrofisico Fesenkov sempre in Kazakistan, nel loro articolo “The ‘Wow! signal’ of the terrestrial genetic code”, ci dicono che il codice genetico umano fu creato al di fuori del sistema solare diversi miliardi di anni fa come messaggio matematico e semantico intelligente: un “SETI biologico” che avrebbe una longevità e una potenzialità di individuare gli extraterrestri molto maggiore che non una trasmissione radio transitoria extraterrestre. Gli autori dichiarano: “Il segnale presenta segni riconoscibili di artificialità, tra cui il simbolo dello zero, la sintassi decimale privilegiata e le simmetrie semantiche [...] “Per essere considerato, senza ambiguità, come un segnale intelligente, qualsiasi modello nel codice [...] deve essere di alta rilevanza statistica e [...] possedere caratteristiche di intelligenza, ma deve essere fondamentalmente incoerente con qualsiasi processo naturale [...]” Con le recenti scoperte sul genoma umano, il puzzle diventa ancora più sorprendente. Il biologo molecolare Dott. Ken Miller, della Brown University, nel Rhode Island, identifica l’umanità non già come il risultato della selezione naturale ma come una creazione con un genoma unico che si è trasformata rapidamente. Suggerisce che, nel corso degli ultimi 200.000 anni, dei segmenti del genoma umano si siano fusi, lasciando tracce di un processo di estrazione, inversione e riunione dei singoli geni. È interessante come alcune di queste avanzatissime teorie siano emerse negli anni anche parlando con i miei clienti. Tracey Taylor aveva solo 22 anni quando è entrata a far parte del mio gruppo di supporto in Australia Occidentale, e ha fornito alcune citazioni di incredibile profondità per il mio libro Awakening: “Una sera ho provato una sensazione intensissima prima di andare a dormire. Mi sono messa a scrivere, coinvolta in un processo sul quale avevo poco controllo, un qualcosa che andava ben oltre le mie conoscenze dell’epoca e contrario a tutto ciò che mi era stato insegnato. Diceva che la razza umana era stata creata da extraterrestri; che c’era stata una manipolazione genetica del DNA umano ed extraterrestre per creare un’altra specie. “Il DNA del Bambino delle Stelle contiene dieci volte più informazioni; cose come la telepatia, la manipolazione del tempo e dello spazio, la comunicazione non verbale, tutte abilità consce di questi nuovi bambini, ed è naturale. Le capacità di apprendimento sono più avanzate. Nei loro corpi sono avvenute molte alterazioni fisiche che li rendono più forti rispetto ai bambini umani, ovvero i bambini con una percentuale più alta di geni umani. “La loro struttura molecolare permette al corpo di vibrare più in fretta; tutto è accelerato, compresa la risposta im-

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munitaria, in quanto il DNA è codificato in modo tale da riconoscere tutti gli oggetti estranei.” L’ascesa dei Bambini delle Stelle John White, ricercatore sulla coscienza, usa il termine Homo noeticus per denotare la creazione di una nuova specie di umani che vanta una maggiore consapevolezza multidimensionale. Questo fenomeno è indicato anche con termini come “Bambini delle Stelle” o “Bambini Indaco”. Tracey Taylor, attraverso le informazioni ricevute tramite i suoi incontri, più di dieci anni fa, ben prima che questi termini diventassero comuni, aveva detto: “C’è una razza di creature su questo pianeta che dal punto di vista fisico e visivo non differisce dalla maggior parte degli umani: sono qui per guidare il risveglio della coscienza terrestre. La consapevolezza cosciente dei nuovi bambini può vincere sui condizionamenti prevalenti e sulla programmazione che avviene fin dalla nascita. Le capacità mentali e analitiche superiori collegano direttamente il subconscio al superconscio, con un legame innato con l’universo, bilanciato dalla conoscenza spirituale. Il DNA avanzato contiene il decuplo delle informazioni. Tutto è accelerato, e gli organismi estranei vengono riconosciuti e trasformati in elementi nutrienti e funzioni corporali avanzate.” Paul Dong e Thomas Raffill, nel loro libro China’s Super Psychics, avanzano inoltre la nozione che oggi esista una “razza diversa” di bambini che popolano il pianeta. Questi bambini sono in grado di muovere gli oggetti con il pensiero e possono persino modificare la natura del DNA con un processo simile. Più di recente in Cina, è nato un bambino dagli occhi azzurri che apparentemente brillano come gli occhi di un gatto, ed è in grado di vedere anche nel buio più completo. Nel frattempo, in Messico, è stato segnalato che alcuni bambini sono in grado di vedere attraverso varie parti del proprio corpo. Il “popolo delle lettere” e l’ADHD Nel 2013, sono stata contattata da una scienziata che per il momento preferisce restare anonima. La chiamerò “LOG”. Le sue credenziali scientifiche sono di alto profilo. Ha un dottorato in Tossicologia molecolare, una laurea in Biochimica e un diploma universitario in Biologia molecolare. Nella sua vita personale, ha vissuto una “esperienza ai confini della morte” (NDE, near-death experience), una guarigione istantanea e degli incontri con creature che lei definisce “teste coniche”, oltre che con altri esseri verdi luminescenti. È consapevole del legame intergenerazionale, dato che anche suo padre e suo figlio hanno avuto degli incontri. LOG dice di far parte del “popolo delle lettere”, persone che sono affette da una combinazione di sindrome da deficit di attenzione-iperattività (ADHD) e sindrome di

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Asperger. Lei ritiene che gli individui con ADD, ADHD, Asperger e autismo non abbiano geni “difettosi” ma siano piuttosto una versione più avanzata di esseri umani, ovvero il “popolo delle lettere”. LOG ha commentato: “Io non credo nella teoria che i geni siano ‘rotti’; credo invece che essi offrano nuove capacità multidimensionali per impedire la riprogrammazione limitata di una realtà di terza dimensione. Non è semplice come parlare di DNA estraneo. È una combinazione fra un corpo geneticamente avanzato e anime provenienti da luoghi diversi del nostro universo, che si incarnano in questi corpi ‘migliorati’. Le anime hanno frequenze/vibrazioni diverse a seconda del loro stato evolutivo, e svolgono un ruolo nell’attivazione del DNA in quel particolare corpo. Io credo che dovremmo considerare anche l’anima collettiva dell’Homo sapiens.” LOG proseguiva dicendo: “Il ‘popolo delle lettere’ presenta un handicap nella comunicazione fra le due metà del cervello, perciò ne utilizza solo un lato per risolvere lo stesso problema. Dicono che siamo disfunzionali; comunque, potrebbe essere un modo per liberare spazio all’interno del cervello per risolvere problemi difficili. L’Asperger potrebbe essere la parte responsabile per le conoscenze ‘superiori’, che non si interessano all’apprendimento tradizionale.” Nella sua ricerca, ha trovato delle differenze chimiche uniche: “Ho osservato che i livelli misurati di acetilcolina e dopamina nel cervello sono ‘superiori’ nel popolo delle lettere. L’acetilcolina deriva dalla colina, della famiglia delle vitamine B, e il ‘popolo delle lettere’ ha bisogno di più

"Non è semplice come parlare di DNA estraneo. È una combinazione fra un corpo geneticamente avanzato e anime provenienti da luoghi diversi del nostro universo, che si incarnano in questi corpi ‘migliorati’. Le anime hanno frequenze/vibrazioni diverse..." colina (ma anche di altre vitamine del gruppo B) perché ne impiega di più. Ecco dunque cosa si nasconde dietro la ‘cura’ per il ‘popolo delle lettere’: più vitamine del gruppo B e MSM (metilsulfonilmetano) per favorire le reazioni enzimatiche nel cervello e la formazione di acetilcolina dalla colina. L’effetto sopraggiunge qualche giorno dopo la prima assunzione; se si smette di prendere gli integratori, i primi segni di squilibrio (ADHD e così via) si possono notare dopo pochi giorni, a seconda dello stress a cui si è esposti.” Prosegue identificando alcuni problemi con cui si scontrano costantemente questi individui: “Avevo inoltre ipotizzato che il ‘popolo delle lettere‘ si caratterizzasse per una maggiore sensibilità e consapevolezza, e questo generasse sofferenza nell’attuale pro-

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grammazione umana della realtà, limitata e limitante. Per queste persone sarebbe più facile mantenere la consapevolezza multidimensionale se non fossero programmate tanto facilmente nella presente realtà sociale di terza dimensione, limitata e scorretta.” È stato rincuorante ricevere delle conferme attraverso le mie comunicazioni con il Dott. William Brown. Dottore di ricerca in Biologia, Brown ha credenziali scientifiche prestigiose e di grande rilievo. La sua dichiarazione avvalora le informazioni sia di LOG che di Tracey Taylor. Scrive: “Io credo che stiano avvenendo delle modifiche genetiche proprio ora in utero, e che queste stiano effettivamente producendo un Uomo Nuovo. Gli ibridi sono una specie di esseri umani completamente nuova. Lo si vede con l’aumento esponenziale di bambini autistici, Indaco e con ADD. La nuova architettura genetica permette loro di vedere il mondo nella sua multidimensionalità. Io credo che la ricerca dimostrerà che nel sistema biologico si stiano integrando regioni genetiche dormienti, e che questo stia

"Questi bambini costituiscono letteralmente la fase successiva, e sanno cose che l’Homo sapiens non ha mai neppure immaginato. Loro ci aiuteranno ad aprirci agli extraterrestri. È molto importante." 34

avvenendo in tutti noi per produrre una consapevolezza espansa. I loro cervelli funzionano più rapidamente e hanno accesso a più informazioni. In classe, l’apprendimento è molto più rapido del normale. Io credo che loro ‘conoscano’ già ciò che gli viene insegnato. La comprensione ‘intrinseca’ di certe conoscenze e informazioni ha origine nel livello biomolecolare, in cui l’attività senziente del cervello avviene in effetti nella struttura atomica delle molecole di DNA. È un’informazione transgenerazionale. L’informazione è codificata all’interno della struttura atomica della molecola di DNA. Viene recuperata con maggiore efficienza e produce le caratteristiche del savant. La modifica del DNA è più che altro il rimodellamento del genoma per rendere nuovamente accessibili delle aree dormienti.” Neil Gould, ufologo e testimone, nonché autore di Close Encounters of the ADHD Kind, da bambino ha avuto esperienze di percezione espansa e incontri con extraterrestri. La sua difficoltà era cercare di comprendere un mondo di terza dimensione, limitato e limitante, e rapportarsi con esso. Molti testimoni adulti hanno figli a cui sono attribuite simili etichette, e questi bambini spesso hanno interazioni con spiriti ed extraterrestri. Che questi individui siano stati programmati con delle capacità che non siamo ancora in grado di comprendere? Nuove versioni di uomo: Homo noeticus, Homo novus Nel frattempo, ho avuto il grande piacere di conosce-

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re una deliziosa giovane donna, Lea, che vive a Melbourne, Australia. Inizialmente era stata la madre di Lea, una scienziata, a contattarmi perché era perplessa riguardo alle esperienze di sua figlia. Lea riusciva a ricordare molte delle sue vite precedenti e aveva ricordi consci di incontri con molte diverse intelligenze/ambasciatori. La ragazza spiegava: “Mi confondeva rendermi conto di quante persone su questo pianeta non sanno. Avevo otto anni quando ho scoperto che ero in grado di guarire con le mie mani. Ho praticato la guarigione su mia madre. Sapevo che mia madre non poteva fare ciò che io riuscivo a fare. Mi mettevo in contatto con vari extraterrestri e loro mi spiegavano il significato delle cose e mi insegnavano ciò che vedevo. Le ‘creature di energia’ erano i miei insegnanti. In una vita precedente ero legata a uno di loro, e una volta l’ho visto fuori dal suo costume [forma solida]. Riuscivo a vedere del ‘bianco’ intorno a lui. Non ho avuto paura, perché quand’ero più piccola mi si erano mostrati in forma umana. Crescendo, li ho visti in modo diverso. Fra gli extraterrestri ci sono delle categorie, come quelli extradimensionali. Alcuni sono dei ‘vagabondi’: possono viaggiare attraverso le dimensioni; bisogna fare attenzione a come interpretarli. Alcuni lavorano per gli extraterrestri e alcuni sono delle guide. Gli umani sono empatici naturali.” I testimoni, come ad esempio Tracey Taylor e Lea, fanno riferimento alla nostra evoluzione verso un’umanità con maggiore coscienza multidimensionale, per cui dall’Homo noeticus finiremo per evolverci nell’Homo novus (“uomo nuovo”). Lea spiega: “L’umanità si sta evolvendo nell’Homo novus. Siamo in una fase di transizione, e l’Homo novus ha vari compiti, principalmente volti alla sopravvivenza dell’umanità: tutto ciò che si può fare per impedire la distruzione è fare risvegliare le persone. L’Homo sapiens alla fine diventerà l’Homo novus. I nati dopo il 2000 fanno parte della specie Homo noeticus. Questi bambini costituiscono letteralmente la fase successiva, e sanno cose che l’Homo sapiens non ha mai neppure immaginato. Loro ci aiuteranno ad aprirci agli extraterrestri. È molto importante. L’Homo noeticus [i bambini] non si risveglierà completamente fino agli anni della pubertà, ovvero dal 2012 in poi, e il motivo è che deve avvenire un contatto aperto.” Paul (nome fittizio) ha la metà degli anni di Lea e vive nel Queensland, in Australia. A soli otto anni, disegna simboli e alfabeti misteriosi, creature e veicoli extraterrestri, ed è anche convinto di poter comunicare con gli animali: “Da quando sono piccolo disegno ciò che ho visto e ciò che mi appare in mente, e a volte ciò che vedo sui pianeti o sulle navi spaziali. Gli altri non li hanno visti, ma io sì.” Gli extraterrestri hanno comunicato a Paul il suo scopo, ciò che dovrebbe fare: “Mi dicono se le cose intorno a me sono buone o cattive. Io sono qui per aiutare gli animali e per fare in modo che le persone non li maltrattino. Il resto è più complesso e io non posso dirlo. Vedo la creatura-Mantide,

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la creatura-Leone e questa [indicando una figura sul suo libro]. Questo è mio zio; è un angelo. Loro hanno le ali.” Ho chiesto a Paul quando ha visto gli extraterrestri per la prima volta: “Avevo tre, quattro anni; a volte in sogno, a volte in casa. Pensavo che tutti li vedessero. Salgo sulla navicella con alcuni dei miei compagni di scuola e vedo delle creature blu con la testa ovale. Eravamo dentro delle capsule, in un liquido strano, non acqua, una specie di gelatina. Non riuscivo a muovermi. Pensavo che fosse un sogno. Loro sono come questi”, mi ha detto, indicando l’immagine di un extraterrestre blu nel mio ufficio. Gli ho chiesto che cosa gli avessero fatto. Paul ha risposto: “È per la mia visita medica annuale. A volte ci sediamo in cerchio insieme ad altre creature, a studiare matematica o storia.” Gli ho chiesto se i suoi amici si ricordassero di queste esperienze, e Paul si è agitato: “La mamma si è arrabbiata. Non voleva che io parlassi con loro.” Quindi, naturalmente, ho rivolto la domanda alla madre di Paul, che era con noi. Mi ha detto che non voleva che Paul fosse etichettato come diverso solo perché gli altri non capiscono. Paul ha continuato a parlare della comunicazione telepatica sulla nave spaziale. “Comunichiamo con le onde cerebrali. Imparo la storia e faccio puzzle nell’aria, e mentre facciamo queste cose gli oggetti galleggiano. Ero con due miei compagni di scuola e altri bambini; alcuni hanno gli occhi strani.” La famiglia delle Mantidi e il trasferimento dell’anima Il legame con gli extraterrestri apparentemente si intensifica sfociando in sentimenti di profondo trasporto emotivo nei confronti di una “eredità extraterrestre”. A volte questo legame, per loro, è più significativo di quello con la famiglia umana e viene espresso sia dai bambini che dagli adulti. Paul ha provato una forte commozione verso la propria famiglia Mantide, quando ha imitato il “suono cinguettante, trillante” emesso dalle creature Mantidi. Discorrendo con il consigliere comunale britannico Simon Parkes, ho scoperto che lui prova le stesse emozioni verso la sua famiglia Mantide, e ha avuto molte esperienze insolite simili a quelle di Paul. Simon mi ha detto che le Mantidi sono la sua vera famiglia, e che lui ha una madre Mantide. Associati ad altre esperienze personali con le creature Mantide sono i suoni cinguettanti e trillanti che le Mantidi producono quando sono felici. Paul aveva imitato il suono per me, e Simon lo ha confermato. Tuttavia, un’esperienza molto profonda e identica ricordata sia da Paul che da Simon riguarda il trasferimento della coscienza dell’anima sotto forma di Mantide a bordo della nave spaziale. Paul ha descritto delle sporadiche esperienze in cui si sentiva “evaporare” o “pixellare” sotto forma di Mantide sul veicolo spaziale. Inoltre Simon ha

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Illustrazione delle “creature di energia”, una delle intelligenze non-umane che hanno contribuito a creare l’Homo sapiens. (Fonte: Mary Rodwell)

Se si considerano le differenze di cultura, età e posizione geografica, si tratta di prove convincenti di una realtà che indica legami incredibili e profondi con queste intelligenze extraterrestri. commentato che la sua “coscienza dell’anima” occasionalmente si recava sotto forma di Mantide sulla nave quando dava il suo contributo con gli umani, e poi si “ritrasferiva” di nuovo nel suo “contenitore umano”. Ci sono molte altre somiglianze esclusive fra i racconti di queste persone. Se si considerano le differenze di cultura, età e posizione geografica, si tratta di prove convincenti di una realtà che indica legami incredibili e profondi con queste intelligenze extraterrestri. Oltretutto, il “trasferimento dell’anima” in altre forme di vita per un certo lasso di tempo a bordo di una nave spaziale non appare insolito. Lea, che avevo già citato in precedenza, descrive come la sua “coscienza dell’anima” si abbandoni in una forma/ contenitore quando lascia il suo corpo umano: “Il mio vero corpo non è umano: in realtà è un Ezoni. L’anima si ricorda una forma preferita e vuole duplicarla; quindi ogni volta che viaggio in uno stato extracorporeo, il mio aspetto è Ezoni.”

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La missione dell’Homo noeticus: il risveglio Ricevo lettere da ogni parte del globo. Molte sono scritte da genitori di bambini “diversi”. Una madre del Nord Europa mi ha scritto: “Durante la mia prima gravidanza, ‘una voce’ mi ha detto che i miei figli non sono miei. Non appartengono a nessuno. Mia figlia riceve messaggi importanti in lingue extraterrestri. Le ho fatto vedere la sua presentazione [“The New Human”, per Exopolitics Great Britain, 2010]. [Nella presentazione] una donna effettua guarigioni e scrive in lingue extraterrestri. Cathy, mia figlia, ha nove anni; ha reagito con gioia ed entusiasmo, e ha detto: ‘Lei sa quello che ho scritto’. “Cathy possiede capacità di guarigione, pronuncia parole di guarigione in lingue extraterrestri per purificare l’acqua che dopo, come ho notato, ha un sapore diverso. Lei mi ha detto che la sua missione è purificare l’acqua e aiutare la sua famiglia a ‘risvegliarsi’. L’acqua ha davvero un sapore migliore.” Se certe lingue, con le loro frequenze, sono in grado di cambiare la natura cristallina dell’acqua, questo principio

Il DNA umano, con simili proprietà, sta espandendo la consapevolezza attraverso lo stesso campo quantico della coscienza? 36

si estende anche al DNA umano? Ed esistono delle prove scientifiche di questo? Lo scienziato russo Dott. Pjotr Garjajev, dell’Accademia delle Scienze russa, collabora con biofisici, biologi molecolari, embriologisti ed esperti di linguistica. Suggeriscono che il DNA non codificante segua le regole della sintassi di base: un linguaggio biologico. I codoni formano vere e proprie parole e frasi simili al linguaggio umano, ed è concepibile che la grammatica del DNA serva da progetto per lo sviluppo del linguaggio umano. Hanno scoperto che i codoni del filamento di DNA possono essere riprogrammati dal linguaggio umano se questo è modulato sulle frequenze di trasporto corrette. Se il linguaggio umano può alterare la configurazione del DNA, è possibile che le frequenze del cosiddetto “linguaggio stellare” siano la chiave per riprogrammare il DNA umano ai fini dell’avanzamento dell’umanità? DNA e coscienza Il DNA causa modelli di disturbo nel vuoto, producendo cunicoli spazio-temporali magnetizzati! Gli equivalenti microscopici dei cosiddetti ponti di Einstein-Rosen nelle vicinanze dei buchi neri (lasciati da stelle morte) collegano aree completamente diverse dell’universo attraverso le quali si possono trasmettere informazioni al di fuori dello spazio e del tempo. Il DNA attrae questi frammenti di informazioni e li trasmette alla nostra coscienza. Ciò potrebbe spiegare fenomeni come la chiaroveggenza, l’in-

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tuito, gli atti di guarigione spontanea e a distanza, l’autoguarigione, le strane aure di luce intorno alle persone, l’influenza della mente sui modelli meteorologici e altro ancora. Il DNA umano, con simili proprietà, sta espandendo la consapevolezza attraverso lo stesso campo quantico della coscienza? LOG ha offerto il suo punto di vista esclusivo: “Io credo che la maggiore risonanza – frequenza – tanto dallo spazio quanto dalla Terra stia ‘forzando’ il DNA in una sorta di configurazione tridimensionale, e in questo modo i geni dormienti nel cosiddetto DNA spazzatura si stiano allineando e possano attivarsi per contribuire alla nostra evoluzione, come un nuovo gradino della scala evolutiva attivato a tempo. Ma questa non è che un’ipotesi.” Cathy, la bambina di nove anni del Nord Europa che parla tre lingue stellari, ha spiegato: “Le lingue stellari vengono da un luogo ‘al di fuori’ dell’universo. I miei ‘aiutanti’ mi guidano e mi insegnano. Sono qui per contribuire al risveglio. Tutti noi abbiamo origine nel Dayland [Terra del Giorno]. Dayland è dove vive la ‘luce’ e dove vive una creatura che non ha genere, un ultraterrestre. È da lì che veniamo noi ed è lì che vivono l’amore e gli angeli. La mia guida, Emoke, è blu, senza capelli né orecchie; ha occhi umani, solo più grandi. La ‘creatura verde’ è un maschio. I miei amici stanno qui tutto il tempo. È pericoloso venire ad aiutare su questo pianeta, perché i nostri ricordi possono essere cancellati alla nascita, oppure attraverso l’educazione e le droghe.” Le lingue stellari non sono che una parte di queste insolite espressioni di contatto. Molti “contattati” inoltre disegnano strani glifi e simboli, anche a soli tre anni di età. Deborah Lapatina, statunitense che parla e scrive lingue stellari, sente l’esigenza di cantare: “Sono formule di luce e trasmissioni in linguaggio cosmico. Per me è difficile non cantare, perché cantare le frequenze è una parte integrante della trasmissione. Queste lingue trasportano miliardi di informazioni in un formato ‘ponte’. Il linguaggio umano è lineare; il canto del ‘linguaggio di luce’ ha piuttosto una forma di spirale e onda. La sensazione è di essere inondata da strati di sapere che, pur essendo compreso, non può essere articolato in una stringa di parole lineare. Le creature avanzate usano la telepatia, o il trasferimento diretto di pensiero.” A offrirle una prospettiva più scientifica è il fisico Terrence McGrath, che fornisce questa spiegazione: “Molti dei vostri glifi sono in realtà formule che mostrano il percorso seguito dalla luce durante la formazione della materia.” Traduttori di informazioni multidimensionali Alcuni individui scoprono, più o meno coscientemente, di essere in grado di tradurre o comprendere questi linguaggi, simboli e alfabeti stellari, che possono manifestarsi come un “download” di sapere o essere insegnati loro sulla nave spaziale.

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Alcuni anni fa, ho conosciuto Terry Mace, una psicoterapeuta, mentre mi trovavo alla Probe Conference per tenere una presentazione. Terry aveva avuto una reazione traumatica di oppressione vedendo i simboli e gli alfabeti mostrati nella presentazione: “Quando ho visto i disegni di Tracey, sono rimasta traumatizzata. Avevo la nausea e pensavo di essere in preda a un esaurimento nervoso. I disegni sono stati un vero colpo per me, metafisicamente e spiritualmente: un’implosione interna, una luce continua, e degli interruttori premuti, flashback, esperienze che intuivo e capivo... qualcosa che in teoria non avrei dovuto sapere, e ora mi sentivo spiritualmente risvegliata. Era qualcosa che avevo dimenticato, ma per cui ero stata addestrata. Ero in grado di attivare un canale, usando la mia mano come un codice a barre e il mio terzo occhio come scanner per ricevere l’equivalente di tante centinaia di terabyte e ‘uploadarlo’. Ero sopraffatta da ciò che ricevevo. Come un fulmine, le informazioni e i dati mi colpivano alla velocità della luce... la consapevolezza dei tanti livelli di cui in realtà erano composti quei disegni. Mi rendevo conto del potenziale di tutto questo per l’umanità. Riuscivo a interpretare codici, cifre, segni, formule geometriche, schemi, progetti, modelli, criptazioni, metalinguaggi, geroglifici, diagrammi. Si era attivata una stele di Rosetta interiore. Capivo, a livello conscio e superconscio.” È affascinante che alcuni individui siano in grado di comprendere questi dati insoliti a un livello più profondo della coscienza. Esiste la possibilità che alcuni di questi dati contengano informazioni complesse in formato compresso e che forse “inneschino” il nostro risveglio a una coscienza superiore. Gli antenati cosmici e la missione Lea, a 19 anni, ha le idee straordinariamente chiare sulla missione che è chiamata a svolgere qui. “La mia missione è rappresentata dai miei disegni degli ambasciatori, che servono a desensibilizzare la gente rispetto alla realtà degli extraterrestri. Posso anche aprire delle linee temporanee e aprirmi alla Mente Universale. Focalizzandomi su qualcosa, sono in grado di scoprire che cosa sta succedendo: ecosistemi planetari o trame oscure. Io faccio sapere ‘a loro’ che cosa ha in mente il governo ombra e loro si interessano alla questione. Ci sono altri come me che agiscono da raccoglitori di dati; noi indaghiamo sulla verità. Alcuni di noi Nuovi Umani si concentrano magari sulla politica, mentre altri esplorano la psiche umana.” Lea vorrebbe trasmettere il suo messaggio di pace e amore: “Non abbiate paura. Loro sono normali, e più umani di quanto immaginiate. Perché non aprirci a loro? Ciò che ho imparato della razza umana è che per poter cambiare ha bisogno che accada qualcosa di tragico. Non è la fine del mondo; loro non lo permetterebbero. Loro ci amano incondizionatamente e rischierebbero la propria vita per

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lasciarci vivere. Loro vogliono aiutarci, non controllarci. L’Homo novus cammina fra di noi. Non ce n’è in gran numero. Cercano di ridurre al minimo la propria presenza.” Il risveglio alla nostra eredità cosmica Fra l’altro, sembra che l’avanzamento della coscienza umana riceva aiuto su molti piani, compreso quello dei raggi solari. Mitch Battros, autore di Solar Rain, crede che il nostro Sole rivesta una ruolo fondamentale per il risveglio che sta avvenendo: “Le particelle cariche provenienti dallo spazio influenzano gli umani tramite il campo magnetico della Terra, e attivano i magnetorecettori che risiedono nel DNA umano. Il ciclo solare 24 è iniziato, e l’attività del Sole è del 50% più intensa rispetto al ciclo 23. Questo non influisce solo sul nostro pianeta ma anche sul campo magnetico del corpo umano e sulle emozioni umane. I raggi del Sole sono essenziali per ciò che è stato descritto dai nostri antichi antenati come ‘transizione’, rendendo possibile un nuovo stato dell’essere.” L’ex Sergente Maggiore Robert Dean, che negli anni Sessanta aveva accesso a materiale classificato Cosmic Top Secret, scoprì che cosa sapevano i militari sugli extraterrestri che avevano visitato la Terra in quell’epoca. Dean rivelò di aver fatto visita agli extraterrestri su una nave spaziale in cui gli era stato mostrato il futuro dell’umanità. Gli era stato detto che l’Homo sapiens ha un genoma unico di 12 specie diverse e che, per la sua creazione, sono intervenu-

Esiste la possibilità che alcuni di questi dati contengano informazioni complesse in formato compresso e che forse “inneschino” il nostro risveglio a una coscienza superiore. te culture superiori. Inoltre aveva saputo che, nonostante ci attendessero alcuni anni difficili, saremmo stati trasformati in una nuova specie. Durante un’intervista del 2012 per Project Camelot, aveva esclamato. “Mi è stato mostrato il futuro. Ed è magnifico!” Anche io ho motivo di sperare per il meglio... Sarebbe illogico che questi meravigliosi Nuovi Umani fossero nati proprio adesso, se non per annunciare un nuovo futuro per l’umanità. ∞ L’autrice: Mary Rodwell, ipnoterapeuta britannica ed ex infermiera, è la direttrice dell’Australian Close Encounter Resource Network (ACERN), che ha contribuito a fondare nel 1997. È autrice di Awakening, produttrice di una serie di CD di meditazione guidata fra cui Inner Alchemy, nonché vice-presidente dello Star Kids Project. Fa anche parte della consiglio dell’Exopolitics Institute alle Hawaii, e le sue presentazioni sono molto richieste alle conferenze internazionali.

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LETTERA DA UN’INSEGNANTE DI TERZA ELEMENTARE Questa lettera è stata inviata a George Filer di Filer’s Files (n. 31, 31 luglio 2013)

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Voglio parlarvi di qualcosa che aprirà una porta nel vostro operato in materia di UFO. Innanzi tutto mi complimento per l’ottimo lavoro che state facendo con le vostre informazioni, ma ci tengo a farvi sapere che siete più vicini di quanto non crediate. Quella che vi darò è la versione abbreviata... Sono una maestra di terza elementare in una scuola pubblica e insegno da 16 anni. Dopo l’anno 2000, i bambini hanno iniziato a comportarsi in modo diverso. Qualche anno fa, ho iniziato a rendermi conto che i bambini nati dopo l’anno 2000 erano ancor più differenti. Questi bambini non sono come gli altri: il concetto dei bambini Indaco/Cristallo è vero. Presumibilmente loro rappresentano il livello successivo dell’evoluzione umana. Sono molto intelligenti e hanno dei superpoteri. Il bambino Indaco a volte vede delle aure, sotto forma di luci o colori, intorno ad altre persone, e mostra una capacità soprannaturale di avvertire la disonestà. Spesso questi bambini vengono etichettati con erronee diagnosi psichiatriche di deficit di attenzione (ADD), a volte con disturbo di iperattività (ADHD). Tristemente, quando ricevono i trattamenti, gli Indaco in genere perdono la loro meravigliosa sensibilità, le loro doti spirituali e l’energia da guerrieri. Circa un terzo dei bambini di ogni classe è Cristallo, e sanno entrare in contatto con quelli che voi chiamate “spiriti”. Tuttavia, come capirete fra poco, questo non è che un termine di convenienza. Molti sono quelli che voi definite “extraterrestri”, e molti possono assumere la forma umana. Questi bambini li chiamano “fratelli delle stelle”. Hanno ricevuto l’ordine di mantenere il segreto con chiunque non sia spiritualmente risvegliato. Se un adulto fa loro delle domande, chiederanno al loro spirito se hanno il permesso di divulgare l’informazione. Se lo “spirito” dice che possono, allora rispondono. Altrimenti, faranno finta di non sapere di che cosa si stia parlando. Questo non è che un breve riassunto. Dovete capire che il lavoro che state facendo è limitato a una versione 3D degli UFO. Questi ragazzi hanno a che fare con la versione 5D, o Mary Rodwell può essere contattata tramite l’ACERN su http://www. acern.com.au. Riferimenti: • Battros, Mitch, Solar Rain: The Earth Changes Have Begun, Earth Changes Press, 2005; citato da un articolo su http://www.earthchangesmedia.com • Brown, William, dichiarazione per Mary Rodwell, 2012; cfr. anche http://williambrownscienceoflife.com • Crick, Francis, Life Itself: Its Origin and Nature, Simon & Schuster, 1981 • Dean, Bob, intervista di Kerry Cassidy, Project Camelot, febbraio 2012, www.projectcamelotportal.com • Dong, Paul e Thomas E. Raffill, China’s Super Psychics, Marlowe, 1997 • Fosar, Grazyna e Franz Bludorf, Vernetzte Intelligenz (“Network Intelligence”), Omega Verlag, 2001

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– Red.

superiore. Alcuni di questi bambini parlano direttamente con gli UFO. Possono invocarli in pieno giorno e specialmente di notte. Non importa dove ci si trovi – in campagna, in città, nei sobborghi – loro appariranno ovunque. Io li ho visti volare appena a poche centinaia di piedi sopra la città. Inoltre li “fanno arrivare” per “coloro che non capiscono”, ovvero voi e le generazioni precedenti: in altre parole, chi vive ancora nel mondo 3D. Gli UFO si manifesteranno a voi per contribuire a risvegliarvi alla loro presenza fra noi. L’UFO – o la squadra che è sull’UFO – determina se la gente della Terra avrà una vibrazione sufficientemente alta per accettare l’avvistamento. Se sì, allora si faranno vedere. Tutto questo avviene nel giro di pochi secondi. Gli UFO usano quelli che conoscete come poteri “ESP” per comunicare con i bambini. Tuttavia, le creature sull’UFO sanno sempre che cosa stiamo facendo e pensando. Solo per fare un esempio, mio padre, che ha 70 anni, è un conservatore borghese. Tutto ciò di cui gli importa sono i soldi e la posizione sociale. Non crede negli UFO e in cose del genere. Così gli UFO non si manifestano a lui per il momento, ma dicono che lo faranno in futuro. Invece noi li vediamo quasi in ogni notte di cielo sereno, e a volte li vediamo addirittura volare sotto le nuvole. Comunque, questo è solo l’inizio! Se i bambini si fideranno di voi spiritualmente, allora collaboreranno con voi e vi diranno la loro futura missione. E, credetemi, arriverà prima di quanto immaginiate. Vi darò solo un breve indizio: dicono che “ricostruiranno l’umanità”. Buona fortuna a voi, state facendo un grande lavoro! P.S. Non ho problemi con ciò che farete di queste informazioni, perché ai bambini è stato detto che è giunto il momento di divulgarle pubblicamente. Tuttavia, personalmente desidero rimanere anonima, per evitare di perdere il mio lavoro di insegnante. Cordialmente, un’insegnante di terza elementare (Fonte: tratto da http://www.ufoinfo.com/filer/2013/ff1331.shtml) • Gould, Neil, Close Encounters of the ADHD Kind, AuthorHouse, 2010 • Miller, Kenneth R., http://www.millerandlevine.com/km/ • Oram, Mike, Does it Rain in Other Dimensions? A True Story of Alien Encounters, O Books, 2007 • Pye, Lloyd, Intervention Theory Essentials, 2011, www.lloydpye.com • Rodwell, Mary, Expressions of ET Contact: A Communication and Healing Blueprint? (DVD), ACERN, 2004 • Rodwell, Mary, Awakening: How Extraterrestrial Contact Can Transform Your Life, New Mind Publishers, 2010, 3a edizione • Rodwell, Mary, “The New Human”, presentazione per Exopolitics Great Britain Expo, Leeds, Regno Unito, 8 agosto 2010 • shCherbak, Vladimir I. e Maxim A. Makukov, “The ‘Wow! signal’ of the terrestrial genetic code”, Icarus maggio 2013; 224(1):228-242, http://tinyurl.com/c7gtwlz • Schild, Rudy, dichiarazione per Mary Rodwell, Newport, USA, 2010

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L'acqua trattata con onde radio potrebbe trasformare l'agricoltura Una nuova e rivoluzionaria tecnologia irlandese, che potrebbe rappresentare la più grande innovazione agricola dopo l’aratro, è destinata a cambiare per sempre il volto dell’agricoltura moderna. Si tratta dell’acqua energizzata con onde radio, che aumenta la produzione di ortaggi e frutta addirittura del 30%. Non solo le piante diventano molto più grandi, ma sono più resistenti alle malattie, e ciò rappresenta un forte risparmio poiché permette di abbattere i costi di fertilizzanti e pesticidi nocivi. Il trattamento dell’acqua è poco costoso: testato in Irlanda e in diversi altri paesi, si inizia ora a utilizzarlo in tutto il mondo. Questa tecnologia rende obsoleti gli OGM e risponde anche al timore del surriscaldamento globale dovuto alla troppa anidride carbonica nell’aria, dato che converte la CO2 in eccesso in massa vegetale edibile. Sviluppata dal Prof. Austin Darragh e dal Dott. J. J. Leahy del Dipartimento di Scienze chimiche e ambientali dell’Università di Limerick, questa solida tecnologia ecologica non usa nient’altro che elementi naturali: luce solare, acqua, l’anidride carbonica dell’aria e i minerali del suolo. L’apparecchiatura compatta, grande come una scatola da biscotti, chiamata Vi-Aqua, ovvero “acqua della vita”, converte 24 volt di elettricità in un segnale radio che carica l’acqua tramite un’antenna. Quando il dispositivo viene collegato a un irrigatore, si possono caricare a un costo minimo migliaia di galloni d’acqua in meno di 10 minuti. Parlando della nuova tecnologia, il Prof. Darragh dice: “Vi-Aqua rende l’acqua più permeabile e vi introduce l’azoto atmosferico sotto forma di nitrati, dunque aggiunge gratuitamente un fertilizzante. Inoltre, produce il miracolo di ringiovanire il suolo dando nuovo vigore ai microrganismi del terreno. “In più si ha un risparmio di acqua del 30% minimo. Quando l’acqua è trattata, diventa un solvente migliore, il che significa che può trasportare più nutrienti alle foglie e allo stelo, e percolare meglio nel suolo per nutrire le radici, potenziando quindi l’apparato radicale. Ecco dunque perché serve meno acqua e perché si ottengono raccolti più abbondanti e resistenti”, spiega. Dopo lunghi test presso all’allora Warrenstown Agricultural College, la tecnologia è stata salutata come un miracolo dei nostri giorni. Harold Lawler è il più noto agronomo irlandese. Come direttore del Giardino Botanico nazionale, già specialista in Scienze agricole presso il Warrenstown Agricultural College, ha svolto più ricerche di chiunque altro al mondo sulla tecnologia Vi-Aqua: “Abbiamo notato anche che le piante trattate richiedevano meno fertilizzante rispetto a quelle non trattate. Le radici assorbivano meglio i nutrienti, mentre nelle altre piante normali avviene la lisciviazione dei minerali”, spiega Lawler. Sbalordito dai risultati, il suo team di ricerca ha svolto molti altri test su un’ampia gamma di piante. Durante gli esperimenti condotti con successo su campi di pomodori in Italia, tre delle maggiori cooperative agricole del paese sono rimaste tanto colpite dai risultati da decidere di consigliare la tecnologia all’intera comunità agricola nazionale. Riconoscendo la grande innovazione di questa tecnologia, il

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Giardino Botanico Reale di Kew, a Londra, recentemente ha concesso al Prof. Darragh e al suo team l’inedito privilegio di usare il proprio stemma secolare per la nuova tecnologia: è la prima volta in assoluto che i Kew Gardens assegnano una simile onorificenza. I botanici dei Kew Gardens non erano semplicemente rimasti colpiti dalla ricerca: avevano usato la tecnologia per riportare alla vita una rarissima orchidea che giaceva morente sotto una campana di vetro nella serra dal 1942. Incredibilmente, ora l’orchidea è di nuovo rigogliosa. Un altro aspetto interessante è che gli ovini e i polli alimentati con l’acqua energizzata si sono trasformati in giganti... ma questa è un’altra storia! La tecnologia Vi-Aqua è attualmente prodotta dall’azienda ZPM Europe Limited, affiliata all’Università di Limerick. (Fonte: Sunday Independent, Irlanda, 25 agosto 2013, http://tinyurl.com/kkhqadu)

BRUCE L. CATHIE, 1930-2013

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Il Capitano Bruce Cathie nacque nel 1930 ad Auckland, Nuova Zelanda, e studiò presso il Politecnico di Otahuhu. Finiti gli studi, iniziò l’apprendistato come ingegnere, per poi arruolarsi nella Regia Aeronautica della Nuova Zelanda dove iniziò l’addestramento come pilota. Terminato l’addestramento, trascorse tre anni nell’aviazione agricola. Fu in questo periodo, e in particolare nel 1952, che insieme a un gruppo di amici venne coinvolto in un lungo avvistamento di UFO a Mangere, Auckland. Questo evento pose le basi per un’attività di ricerca durata 45 anni e la pubblicazione di vari libri sulle sue scoperte, fra cui Harmonic 33 (1968), Harmonic 695 (1971), Harmonic 288 (1977), The Harmonic Conquest of Space (1995) e The Energy Grid (1997). Nel 1955, il Capitano Cathie entrò nella compagnia aerea di bandiera neozelandese e diventò comandante degli aerei di linea DC-3, Fokker Friendship e Viscount. Si ritirò dall’attività di pilota nel 1981 e per diversi anni gestì una piccola casa editrice.

Bruce Cathie, fotografato nella primavera del 1992.

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SCIENCE n e w s Bruce Cathie è morto il 2 giugno 2013, lasciando la moglie e due figli che vivono a Auckland. Pressioni per interrompere le ricerche Nei suoi libri, Bruce Cathie sosteneva di aver scoperto sulla Terra uno schema simile a una griglia, utilizzato forse dai dischi volanti ma anche da gruppi segreti di ricerca scientifica. Già agli inizi della sua ricerca, Cathie si convinse che dietro al fenomeno degli UFO si nascondesse una potente élite internazionale. Rivelò che i rappresentanti di questa élite lo avvicinarono varie volte, offrendogli cospicue somme di denaro a patto che smettesse di indagare. Queste esperienze lo spinsero a sostenere che fra di noi ci siano degli alieni e che la loro presenza sia nota ad alcuni scienziati. “Ho la sgradevole sensazione che il mondo stia cadendo lentamente e furtivamente in mano a un’élite dai poteri illimitati. Spero solo che, se avranno successo, il loro fine ultimo sia nobile”, scriveva. (Harmonic 288, p. xviii). Intervista con Bruce Cathie Nella primavera del 1992, l’ufologo svedese Jan-Ove Sundberg fece visita a Bruce Cathie e lo intervistò. Jan-Ove: È una sorta di gruppo privato ad avere in mano tutto questo? Bruce: Si tratta di un gruppo mondiale. Un gruppo potentissimo supportato dalla finanza e in cui è coinvolta una cerchia relativamente ristretta di scienziati. È gente molto, molto potente. Il mondo è in mano loro. Jan-Ove: È possibile identificarli? Bruce: Io ho avuto contatti con persone che fanno parte di questo gruppo. Hanno cercato di comprarmi, ma ho rifiutato. Comunque non è possibile avvicinarsi ai pezzi grossi. Jan-Ove: Da dove vengono queste persone? Da quale paese? Si tratta di una cerchia ristretta? Bruce: Vengono da tutti i maggiori paesi della Terra: il mondo occidentale, la Russia, il Giappone, l’America e, ovviamente, l’Inghilterra. Ce ne sono alcuni anche qui in Nuova Zelanda. Jan-Ove: Quindi lei intende dire che in realtà ci sono degli scienziati che cooperano con questo gruppo che manda della gente sui dischi volanti? Bruce: Eh, già. Jan-Ove: Da quanto tempo va avanti tutto questo? Bruce: Dall’inizio dell’epoca moderna, dal 1870. Jan-Ove: Lei dice che queste persone dispongono di dischi volanti. Ma in origine i dischi volanti non potevano venire dalla Terra, mi sbaglio? Bruce: Chi conosce la vera storia del nostro pianeta sa che noi siamo gente proveniente dallo spazio. In passato sapevamo viaggiare nello spazio... So per certo che nel corso della storia questo sapere è stato nelle mani di un certo gruppo sulla Terra. (Fonte: Håkan Blomqvist’s blog, 4 giugno 2013, http://tinyurl.com/pcwh82o)

Un software per mappare la rete mondiale Il software Gridpoint Atlas® 4.0 è il risultato di oltre vent’anni di collaborazione fra Bruce Cathie e Rod Maupin di Rainier, Washington, USA. Il sof-

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tware illustra tutti i concetti che Bruce ha descritto nei suoi libri sul sistema della Rete mondiale (World Grid), e permette di calcolare i punti della griglia in qualsiasi posizione del pianeta. Inoltre, permette di creare una mappa e sovrapporre la Rete mondiale su Gridpoint Atlas per visualizzare la sovrapposizione in Google Earth. (Fonte: http://www.worldgrid.net)

CLEVE BACKSTER, 1924–2013

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Grover Cleveland “Cleve” Backster, Jr (nato il 27 febbraio 1924) è noto soprattutto per i suoi esperimenti con il poligrafo sulla biocomunicazione fra le cellule di piante e animali, da cui ha avuto origine la sua Teoria della percezione primaria. Backster iniziò la propria carriera come specialista in interrogatori per la CIA, e in seguito divenne presidente della Commissione per la ricerca e gli strumenti dell’Accademia di Scienza dell’Interrogatorio. Alla fine degli anni Cinquanta, sviluppò il Backster Zone Comparison Test, una tecnica per la lettura del poligrafo tuttora usata da agenzie militari e governative. Negli ultimi 30 anni, ha gestito la Backster School of Lie Detection, nel centro di San Diego, California. L’opera di Backster è diventata popolare con il libro The Secret Life of Plants, pubblicato nel 1973, nonostante le prime pubblicazioni delle sue scoperte risalissero al 1968. Dopo l’uscita del libro, presenziò in vari talk-show e diversi media parlavano di lui in riferimento agli studi sulla percezione delle piante. Inoltre partecipò come oratore a varie conferenze scientifiche. Nel 2003, Backster pubblicò il libro Primary Perception: Biocommunication with Plants, Living Foods, and Human Cells. Si tratta della prima trattazione completa del suo lavoro scritta personalmente. Qui descrive in dettaglio tutti i vari aspetti da lui osservati: da piante, batteri e uova fino alle cellule animali, come il sangue di una bistecca, e alle cellule umane. “L’aspetto affascinante di tutto questo – dichiarò in un’intervista – è che anche se il lavoro è partito dalle piante, alla fine riguarda le cellule umane. Prendendo un campione di cellule umane in una provetta e portandole ad analizzare

Cleve Backster nel suo laboratorio di San Diego.

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SCIENCE n e w s in un luogo lontano, queste cellule restano in armonia con il donatore, e per me questo è straordinario. Comporta implicazioni di ogni tipo.” In effetti, Backster ha scoperto che le nostre cellule reagiscono alle nostre emozioni pur trovandosi all’esterno del corpo, addirittura a 100 miglia di distanza. Quando nel donatore avviene un cambiamento emotivo, si verifica una reazione abbinata nelle cellule, che si manifesta elettricamente. “In realtà le piante sono state un ostacolo che mi ha permesso di scontrarmi contro il fenomeno, e da quel momento ho continuato a dargli la caccia cercando tutto ciò che sembrasse causare una reazione nelle piante, che si trattasse di batteri dello yogurt oppure uova, eccetera.” Backster scoprì che rompere un uovo o tuffarlo nell’acqua bollente causava una reazione nelle piante, come se queste fossero sensibili agli organismi vicini che subivano un danno. Anche se non è intuitivo pensare che le uova siano vive, sembra che abbiano una sorta di attività biologica. Curiosamente, scoprì anche che le piante reagivano quando qualcuno usava il bagno di fianco al suo ufficio: il motivo a suo avviso poteva essere l’urina che entrava a contatto con il disinfettante delle tavolette per orinatoi. Backster in seguito osservò i batteri, scoprendo reazioni simili a quelle delle piante. Inoltre misurò l’attività elettrica nelle uova, scoprendo che anche queste sembrano reagire all’ambiente. Alla fine misurò l’attività nelle cellule umane, come ad esempio i globuli bianchi. Nonostante negli anni Settanta i risultati di Backster avessero suscitato un forte interesse popolare, la comunità scientifica non si è ancora entusiasmata all’idea. Una motivazione verosimile è il tentativo fallito da parte di un altro gruppo di scienziati di replicare il primo esperimento pubblicato da Backster, apparso sulla famosa rivista Science nel 1975. Ma secondo quanto sostiene Backster nel suo libro, questi scienziati non avevano osservato tutti i corretti criteri scientifici. Un criterio particolarmente importante, e ritenuto imprescindibile da Backster, è che non è possibile osservare la reazione della pianta (o di qualunque cosa si stia monitorando) mentre avviene il fenomeno: il fatto di osservarla nel corso dello svolgimento dell’esperimento la blocca. Con un fenomeno insolito come la percezione primaria, non rispettare tutti i criteri che secondo il ricercatore originale sono necessari per suscitare gli effetti equivale a condurre un’indagine scientifica approssimativa. Tuttavia, la possibilità che osservare la reazione influisca sui risultati non ha senso all’interno dei moderni paradigmi scientifici, quindi chi svolgeva le repliche probabilmente non riteneva che questi criteri avrebbero fatto qualche differenza. Nonostante Backster non abbia pubblicato ipotesi su una possibile spiegazione della percezione primaria, una delle piste più promettenti per comprenderla, secondo i termini di teorie esistenti, ha a che fare con un fenomeno della Fisica quantistica noto come non località. La non località è qualcosa che la Fisica quantistica prevede e che Einstein chiamava “azione fantasma a distanza”: l’idea che le particelle possano essere in qualche modo connesse le une con le altre indipendentemente dalla distanza che le separa. Cleve Backster è deceduto il 24 giugno 2013. (Fonti: KeelyNet.com; Epoch Times, 9 e 18 luglio 2013, http://tinyurl.com/mst2dj7)

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ALBERTO ROCCATANO

Da non perdere

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In questa ricerca, fondata su solide basi documentali, poste a perfetta vista del lettore, si cerca di capire se esista, ben nascosta all’interno dello Stato, una struttura, ancora operante in Italia, che non solo tace ciò che sa, ma che dirotta l’attenzione di chi può giungere a scomode verità. Un gruppo ristretto di deviatori, che si cela nell’ombra, controllando tutte le istituzioni del Paese e tutti gli organismi con funzione di governo. Un gruppo che ha rischiato di venire allo scoperto, organizzando l’operazione Mario Monti, e su cui vengono accesi ora, per la prima volta, i riflettori. Disponibile nelle principali librerie e nel nostro shop: shop.nexusedizioni.it

Cerchi nel grano 2013 La nuova era? di Andy Thomas

© settembre 2013 E-mail: [email protected] http://www.truthagenda.org http://www.vitalsignspublishing.co.uk

Nonostante la stagione dei cerchi del grano in Inghilterra sia partita in ritardo, a causa forse di un inverno più lungo del normale o di fattori più complessi, alla fine i campi hanno sfoggiato disegni bellissimi e interessanti, soprattutto nel Wiltshire, ai quali si accompagnano anche abbondanti esemplari nel resto d’Europa.

Benvenuti nella Nuova Era. Finalmente ci troviamo nel periodo preannunciato da tante profezie e previsioni che abbiamo citato spesso nelle nostre antologie degli anni passati. Visto, fra l’altro, che numerosi cerchi nel grano classici avevano fatto riferimento direttamente o indirettamente al ciclo di 5125 anni presente in molte antiche culture, c’era grande attesa per ciò che sarebbe successo durante o dopo la data di svolta del 21 dicembre 2012, a cavallo fra due cicli. Il gran giorno è finalmente arrivato, e numerosi sono quelli che in tutto il mondo si sono radunati e messi in ascolto, ma per fortuna nessuno dei presagi più oscuri si è realizzato. Inevitabilmente, visto che la transizione da un’era all’altra è avvenuta senza eventi significativi, i media hanno reagito con sarcasmo, anche se per lo più non hanno fatto che sfatare i falsi miti semplicistici che essi stessi avevano creato. La maggior parte dei ricercatori seri non ha mai creduto che questo periodo comportasse la “fine del mondo”, su cui invece hanno posto un’esagerata enfasi i giornalisti sensazionalisti, ma piuttosto vi scorgeva l’inizio di una più impalpabile “trasformazione epocale”, che ci avrebbe traghettati verso una vera consapevolezza di ciò che ci troviamo di fronte e ciò che conta davvero per il nostro futuro, con relativa crescita della coscienza e maggior risoluzione ad agire. Considerando come quasi ogni settimana i notiziari portino allo scoperto episodi di corruzione e scandali insabbiati, dilemmi ambientali e nuovi conflitti internazionali che minacciano di esplodere, di certo parrebbe che i tempi di cui si è così a lungo parlato siano arrivati. Solo se le cose emergono in superficie sarà infatti possibile affrontarle adeguatamente e produrre una trasformazione. Di sicuro, la nostra migliore opzione per il futuro è considerare questi tempi come un’opportunità, anziché viverli con apprensione. È interessante notare che molti dei problemi attuali, come l’incredibile ed esteso stato di sorveglianza, l’esistenza di società segrete come il gruppo Bilderberg e la realtà degli abusi istituzionali, sono aree che molti “cercatori della verità” – fra cui anche i ricercatori dei cerchi nel grano – hanno identificato da anni. I media rifiutano di ammetterlo, naturalmente, ma i pensatori “alternativi” possono andare fieri di come la loro attenzione abbia sicuramente contribuito a fare emergere tutto questo. Eppure, allo stesso tempo, i cerchi nel grano inglesi – veri e propri fari che hanno catalizzato il risveglio di molte persone – hanno perso rilevanza nel 2013, con la partenza più lenta rilevata negli ultimi decenni e un palese ca-

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Hoden, vicino a Evesham, Worcestershire. Segnalato il 13 luglio. Immagine: Jim Peyton © 2013

Wessex Ridgeway, vicino a Roundway, Wiltshire. Segnalato il 24 luglio. Immagine: Lucy Pringle © 2013, www.lucypringle.co.uk

Avebury Trusloe, vicino a Avebury, Worcestershire. Segnalato il 7 luglio. Immagine: Jim Peyton © 2013

Stonehenge, vicino a Amesbury, Wiltshire. Segnalato il 1° agosto. Immagine: Lucy Pringle © 2013, www.lucypringle.co.uk

Haunsheim, Baviera, Germania. Segnalato il 27 luglio. Immagine: Klaus Leidorf © 2013, www.leidorf.de

Hackpen Hill, vicino a Broad Hinton, Wiltshire. Segnalato il 13 agosto. Immagine: Lucy Pringle © 2013, www.lucypringle.co.uk

lo numerico: alla fine se ne contano solo 30 nel Regno Unito, per un totale globale di 66 cerchi segnalati al momento in cui scrivo. La prima formazione inglese si è presentata solamente il 2 giugno: dobbiamo tornare indietro al 1988 per trovare un anno con meno casi, e addirittura al 1985 per una data di inizio più tardiva nel Regno Unito. Ciò non significa – come hanno insinuato i media (vedere più avanti nel testo) – che quest’anno i cerchi non si siano affatto visti nelle zone in cui tradizionalmente si

presenta il fenomeno. Infatti, prima della fine di agosto l’attività nel Wiltshire aveva finalmente recuperato il suo passo abituale, anche se con troppo ritardo per raggiungere il numero annuale medio. Ma un’annata così insolita per il mistero dei cerchi in Inghilterra ha sollevato alcuni interrogativi da approfondire. Altre parti del mondo sono rimaste attive e, anzi, il loro profilo ha guadagnato dall’assenza di una concorrenza di rilievo delle controparti inglesi. Finora, la maggior parte degli osservatori si era

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West Kennett, vicino a Avebury, Wiltshire. Segnalato il 13 agosto. Immagine: Jim Peyton © 2013, www.cropcircleconnector.com

Cooks Plantation, vicino a Beckhampton, Wiltshire. Segnalato il 23 agosto. Immagine: Philippe Ullens © 2013, www.hengeshop.com

affidata all’epicentro per avere un’idea dei temi cerealogici importanti di una data stagione, così l’improvviso calo di rilevanza del fenomeno nel Regno Unito si è dimostrato disorientante. Banalmente, un possibile motivo per il calo numerico e l’avvio tardivo potrebbe essere l’inverno lungo e deprimente che ha caratterizzato la Gran Bretagna all’inizio dell’anno, tanto rigido che in alcune parti del paese il riscaldamento centralizzato è rimasto in funzione fino a giugno. Di conseguenza, le colture erano in ritardo e questo potrebbe aver condizionato le statistiche. Coloro che ipotizzano che la luce solare abbia un’influenza diretta sulle “energie della terra” si sono persino chiesti se anche la riduzione della loro fonte energetica possa aver giocato un ruolo attivo. In alternativa, e inevitabilmente, molti giornali britannici nella prima settimana di agosto hanno riferito che l’assenza di cerchi era dovuta a un problema di mezzi degli artisti umani, che a loro avviso ne erano gli unici artefici. Una spiegazione fin troppo debole a sostegno di questa tesi era che un presunto artista fra i più attivi si era ammalato di febbre da fieno. Questa notizia ampiamente diffusa si basava chiaramente su un comunicato stampa originale, il che solleva dubbi su chi lo abbia emesso e perché. Le notizie sulla fine dei cerchi nel grano non sono una novità (in particolare ne erano circolate nel 2006), ma tutte finora si sono dimostrate premature. Il pessimismo precoce è stato incoraggiato da una rivolta di vari contadini del Wiltshire (in passato tolleranti con i visitatori dei cerchi) che avevano minacciato di chiudere completamente i campi in questa stagione, anche se poi il clima si era un po’ rappacificato grazie al piano proposto da alcuni ricercatori di provare a disciplinare l’accesso ai campi, attraverso l’introduzione di “biglietti” per placare i proprietari terrieri sempre più stanchi dei turisti. Anche

se alla fine alcuni agricoltori hanno aperto i campi con l’usuale sistema del salvadanaio, le prime preoccupazioni per la possibile chiusura hanno gettato un’ombra sul mondo dei cerchi che ha rovinato l’atmosfera festosa del Wiltshire con un senso di apprensione. Comunque questi fattori potrebbero essere stati tutti incidentali nello spiegare l’annata lenta. Coloro che credono che non conti se le formazioni nel grano vengano dall’alto (extraterrestri

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Banalmente, un possibile motivo per il calo numerico e l’avvio tardivo potrebbe essere l’inverno lungo e deprimente che ha caratterizzato la Gran Bretagna all’inizio dell’anno... o extradimensionali), o dal basso (dall’uomo o da forze della natura), sostengono che in ogni caso il fenomeno sia una valida espressione di un impeto collettivo che vuole farsi notare. In quest’ottica, il diverso comportamento e le impressioni suscitate nel 2013 non si possono ignorare, quale che ne sia la causa. I pensatori di più larghe vedute, quindi, si sono chiesti legittimamente se questo cambiamento sia un segnale che – forse perché nel mondo sta finalmente avvenendo un cambiamento rapido e reale – i portenti simbolici ora stanno cedendo il passo alla realtà, e i cerchi potrebbero iniziare gradualmente a “ritirarsi”, avendo ormai svolto il proprio compito di risvegliare una massa critica di popolazione all’abitudine di pensare con maggiore apertura mentale. Alcuni ricercatori avevano già ipotizzato che potesse verificarsi un ritiro simile nel post-2012. D’altra parte, è anche possibile che questo rilassamento

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The Ridgeway, vicino a Avebury, Wiltshire. Segnalato il 6 luglio. Immagine: Lucy Pringle © 2013, www.lucypringle.co.uk

Monument Hill, Devizes, Wiltshire. Segnalato il 6 agosto. Immagine: © 2013 www. cropcircleconnector.com

Tuttavia, è stata la Repubblica Ceca lo stato apparentemente più toccato da questo fenomeno in quel mese, con una serie di glifi complessi di una tipologia che il paese aveva già ospitato spesso in passato...

cune delle formazioni non britanniche, con un disegno bellissimo e ben definito che ricorda una bussola a Cavallo Grigio, vicino a Robella in provincia di Asti, Italia, il 30 giugno: uno dei migliori esemplari fra gli interessanti disegni italiani comparsi tra quel mese e l’inizio di luglio. Anche Russia e Ucraina hanno presentato dei particolari cerchi a giugno. A luglio si sono visti disegni interessanti in Francia, Svizzera, Polonia, Slovenia e Slovacchia, mentre la regione della Baviera, in Germania, ha avuto il “sequel” del meraviglioso mandala del 2012, questa volta con un motivo più semplice ma accattivante a fiocco di neve, presso Haunsheim il 27 luglio. Tuttavia, è stata la Repubblica Ceca lo stato apparentemente più toccato da questo fenomeno in quel mese, con una serie di glifi complessi di una tipologia che il paese aveva già ospitato spesso in passato, prima di un periodo di inattività durato vari anni. Questa stagione ha visto diversi pittogrammi complessi e avventurosi, fra cui degli esempi a Rozsec nad Kunštátem il 22 luglio, e fra i villaggi di Sychrov, Pacerice e Jeníšovice il 28 luglio. Nel frattempo, l’Olanda ha migliorato i cerchi sull’erba piuttosto approssimativi visti nelle stagioni recenti con dei disegni di maggior interesse: i migliori sono rappresentati da una serie di cerchi con falce di luna a Stadskanaal, Groningen, il 27 luglio, e un pittogramma a Standdaarbuiten, vicino a Oudenbosch, il giorno seguente. Come se stesse avvertendo che gli altri paesi minacciavano, insolitamente, di eclissare i suoi sforzi, il Regno Unito si è ulteriormente ripreso in luglio, a partire da una serie semplice ma molto precisa di cerchi concentrici che si restringono elegantemente ad Avebury il 6 luglio, seguita da un disegno molto più complesso, quasi indescrivibile, di uno “yacht cosmico” nella vicina Avebury Trusloe il giorno successivo, che con la sua complessità compensa

dei cerchi non sia che una pausa per prendere fiato in attesa di nuovi sviluppi ancor più sorprendenti nei campi. Staremo a vedere. Sarà il tempo, come sempre, ad avere l’ultima parola. Intanto, dobbiamo dedicarci a ciò che abbiamo, e ciò che ci ha dato il 2013 rimane comunque significativo. La stagione è finalmente iniziata in Inghilterra con un emblema complesso, sebbene non ben definito, in un campo di colza presso il famoso East Field di Alton Priors, Wiltshire, il 2 giugno. Data la crescente delusione per non aver visto fino a quel momento nessuna formazione – in genere le prime offerte compaiono a metà aprile – era meglio di niente. Con altri sette eventi in Inghilterra entro la fine di giugno, ma pochi capolavori, è interessante notare come il principale sito Web per la segnalazione dei cerchi nel grano, Crop Circle Connector, avesse scelto per la prima volta, da quando è online, di inserire anche le formazioni di oltremanica, per riempire le pagine con degli eventi più significativi. Il Regno Unito ha finalmente iniziato a reagire con una classica “croce celtica” a Yatesbury il 21 giugno e un disegno più interessante a Silbury Hill il 25 giugno, richiamando finalmente alla memoria le glorie passate. Quest’ultimo era reso curioso dalla presenza intorno ai bordi di una serie di cinque motivi a barre, di quelli usati per contare i giorni, apparentemente scritti a mano: che cosa contino, dobbiamo ancora scoprirlo. In tutta onestà, sicuramente meritano più attenzione al-

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Chute Causeway, vicino a Tidcombe, Wiltshire. Segnalato il 10 agosto. Immagine: Lucy Pringle © 2013, www.lucypringle.co.uk

Hackpen Hill, vicino a Broad Hinton, Wiltshire. Segnalato il 15 luglio. Immagine: Bert Jansen © 2013, www.BertJanssen.nl

alcune imprecisioni geometriche. Comunque, è stata la formazione a “girandola a nove punte” giunta a Hoden in Worcestershire il 13 luglio, il primo disegno britannico ad avvicinarsi davvero al livello qualitativo più consueto, notevole anche per essere uno dei soli quattro cerchi del grano al di fuori del Wiltshire nella stagione 2013. Quest’anno, infatti, alcune contee che in genere vedono un po’ di azione non sono state quasi del tutto toccate. Successivamente, nel Regno Unito hanno iniziato a mostrarsi dei glifi più ambiziosi, come il motivo di triangolo nel cerchio a All Cannings il 15 luglio, e un’interessante “collana” di cerchi di varie dimensioni a Giant’s Grave vicino a Oare il 22 luglio, mentre un disegno più complesso di triangolo e cerchi, con un’aggiunta simile a dei pianeti orbitanti, è comparso a Roundway il 24 luglio. A luglio, però, ciò che più si avvicina all’effetto volutamente sbalorditivo, a cui tante formazioni inglesi aspirano, è comparso a Hackpen Hill il 15 luglio sotto forma di intricato mandala con otto petali, cerchi e anelli: il primo disegno dell’anno a lasciare davvero senza fiato. Mentre nel resto del mondo non accadeva nulla – se si eccettuano due modesti eventi nella zona di Hoeven in Olanda, un altro glifo schematico in Repubblica Ceca e un singolo cerchio nel mais a Wylatowo in Polonia – agosto è stato il mese in cui la verve delle formazioni britanniche si è riavvicinata ai suoi standard più elevati. Inutile dire che i giornali che avevano sbandierato la morte dei cerchi nel grano nella prima settimana del mese, ora non parlavano di queste opere di migliore qualità, scegliendo di mostrare solo gli esempi più deludenti dell’inizio di stagione. Eppure, nel Regno Unito un impulso di attività ha dato luogo a tre nuove formazioni il solo 1° agosto: un elegante emblema a stella è comparso a Milk Hill; un mandala ingegnoso e ipnotico giocato sul principio

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49 Giant’s Grave Trusloe, vicino a Oare, Wiltshire. Segnalato il 22 luglio. Immagine: Jim Peyton © 2013

Questa politica ha diffuso un senso di urgenza fra gli ansiosi fotografi aerei, che speravano di riuscire a fare almeno qualche scatto prima che arrivassero le lame delle mietitrebbiatrici. geometrico della “quadratura del cerchio” vicino a Stonehenge, e un motivo floreale all’interno di un “anello di diamanti” a Roundway hanno completato la trinità della giornata. Quest’ultimo è stato subito falciato via nel tentativo di dissuadere i visitatori, come aveva minacciato in precedenza il già citato consorzio di agricoltori ostili, e vari altri glifi di quest’anno hanno subìto una fine altrettanto repentina. Questa politica ha diffuso un senso di urgenza fra gli ansiosi fotografi aerei, che speravano di riuscire a fare almeno qualche scatto prima che arrivassero le lame delle mietitrebbiatrici. La guerra dei nervi è sembrata allentarsi con il prosieguo del mese: infatti, due o tre formazioni di agosto sono rimaste intatte fino al momento del raccolto, giunto molto più tardi del solito a causa dell’estate tardiva, che per lo meno, una volta iniziata, è stata però molto calda.

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Collina di Cavallo Grigio, Robella, Asti, Italia. Segnalato il 19 agosto. Immagine: Roberto Giordano © 2013

Etchilhampton Hill, vicino a Devizes, Wiltshire. Segnalato il 19 agosto. Immagine: Lucy Pringle © 2013, www.lucypringle.co.uk

Il 6 agosto, Monument Hill vicino a Devizes ha ospitato un complesso motivo che circondava la strana illusione di un “cubo” dai lati curvi, non si sa se per errore o volutamente, mentre dei mandala più semplici e tradizionali sono giunti a Tidcombe il 10 agosto e a Besford, sempre nel Worcestershire, il 12 agosto. Una sorta di mandala invertito, invece, presentava un motivo a stella di Davide creato sistemando l’intreccio di uno strato di grano tagliato all’interno di quello che, altrimenti, sarebbe stato un cerchio semplice, a Hackpen Hill l’11 agosto. Chiude apparentemente la stagione del Wiltshire, almeno fino al momento in cui scrivo, un quartetto di glifi più tradizionali e complessi a Beckhampton, il 23 agosto, con un motivo a “occhio” circondato da una ruota in stile Maya, come a voler rimarcare la Nuova Era (mentre il mese si conclude ad Ashmore nel Dorset con un disegno a stella il 30 agosto). Dato che tanti campi erano ancora in attesa delle mietitrebbiatrici a causa del ritardo stagionale, l’arrivo di una “estate di San Martino” per i cerchi inglesi non sarebbe poi improbabile. Comunque, eventi dell’ultimo minuto a parte, all’apparente chiusura dei battenti per il 2013 dopo una stagione concentrata e con un numero generale di eventi certamente ridotto, rimane un enigma assillante su cui riflettere prima del prossimo anno. Cosa possiamo aspettarci dal fenomeno in futuro? Dato che non ci sono più “date chiave” su cui riporre un qualche tipo di aspettativa collettiva, e che la geografia del futuro è apparentemente slegata da profezie specifiche al di là delle più vaste implicazioni della Nuova Era, il mondo alternativo ora si trova davanti un foglio bianco. Sarà affascinante osservare in che modo risponderanno i cerchi nel grano, e se finiranno per diradarsi o esaurirsi – avendo ormai svolto il loro vero scopo – per quanto sia triste pensare a un futuro privato di queste forme bellissime e incantevoli. Il revival in extremis dell’arte campestre che abbiamo visto nelle settimane conclusive di questa estate boreale, ci fa pensare che il fenomeno non sia ancora giunto al termine, dunque potrebbe esserci ancora qual-

cosa da vedere, sebbene con tutt’altra frequenza. Insomma, la Nuova Era è di fronte a noi, e attende un nostro apporto. Forse lo scorso anno, dopo tutto, c’è stata davvero la fine del mondo, o per la meno la fine del vecchio mondo. Ciò significa che ora possiamo godere della gioia di contribuire a crearne uno nuovo. Alla fine non abbiamo assistito al manifestarsi di un ipotetico potere superiore che potrebbe essere responsabile dei cerchi nel grano, come qualcuno aveva sperato, ma in verità i glifi avevano sempre suggerito qualcosa di un po’ più impalpabile e non invadente. Non è da escludere che da qualche parte ci siano delle energie cosmiche e delle forze spirituali disposte ad aiutarci, ma di sicuro il grosso del lavoro spetta a noi. I cerchi sono stati una “stampella” per aiutare a evolverci, ma senza costringerci o darci facili risposte. Ora, forse, la lezione è che dobbiamo iniziare a imparare a camminare da soli. ∞

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L’autore: Andy Thomas è uno dei maggiori ricercatori sui misteri al mondo, ed è autore dell’acclamatissimo libro The Truth Agenda: Making Sense of Unexplained Mysteries, Global Cover-Ups and Visions for a New Era (Vital Signs Publishing, 2009, 2011, 2013), ora disponibile in una terza edizione aggiornata e ampliata. Thomas è anche autore di cinque libri sul fenomeno dei cerchi nel grano, tra cui Vital Signs, da molti considerato la più completa delle guide disponibili. Il suo ultimo libro, Conspiracies: The Facts, The Theories, The Evidence, è stato recentemente pubblicato da Watkins Publishing. Andy tiene conferenze in Gran Bretagna e nel resto del mondo e partecipa spesso a programmi televisivi e radiofonici sui media generalisti. Maggiori informazioni si trovano sui siti: • http://www.truthagenda.org • http://www.vitalsignspublishing.co.uk • http://www.glastonburysymposium.co.uk Andy Thomas può essere contattato per posta elettronica all’indirizzo [email protected].

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Avvistamenti di UFO sul Kazakistan di Paul Stonehill

© 2013 E-mail: [email protected]

Le segnalazioni raccolte da spedizioni ufficiali e ricercatori locali indicano che il Kazakistan è stato uno dei fulcri dell’attività ufologica negli ultimi decenni dell’era sovietica. Oggetto degli avvistamenti erano fenomeni anomali come ghirlande di luce, sfere argentee e grossi fusi neri.

Introduzione I cieli dell’URSS sono stati sorvolati da UFO nel corso dell’intera storia della nazione, a dispetto della segretezza del regime comunista e del suo desiderio di opporsi alla presenza degli ospiti misteriosi. Il forte aumento dell’attività degli UFO fra il 1977 e il 1978 nell’Unione Sovietica (specialmente dopo il famoso caso di Petrozavodsk), indusse i reparti competenti dell’Accademia delle Scienze sovietica a “concordare” con i leader sulla necessità di creare un programma di ricerca per i fenomeni atmosferici anomali. Il nome in codice per questo programma era SETKA-AN (Akademii Nauk Set’, Rete dell’Accademia delle Scienze). Il Ministro della Difesa sovietico avviò un programma simile, denominato SETKA-MO (Ministerstva Oboroni Set’). Presumibilmente, era stato il Comitato Militare-Industriale a ordinare questa ricerca. Il potente Comitato Militare-Industriale aveva deciso di creare due centri di ricerca sugli UFO nell’URSS: uno presso l’Accademia delle Scienze, l’altro presso il Ministero della Difesa. I due centri collaboravano alle rispettive ricerche e si scambiavano informazioni. Secondo l’esperto di ufologia e scrittore russo Mikhail Gershtein, i responsabili delle ricerche accademiche del programma SETKA in sostanza scartarono e allontanarono coloro che erano sinceramente appassionati di ricerca ufologica fra i partecipanti al programma SETKA-AN. Negli anni successivi, insieme agli specialisti di agenzie segrete militari, restarono nel programma solo gli scettici. Gli appassionati di ufologia dovevano essere sorvegliati, e potevano lavorare solo ai progetti assegnati; non era tollerata alcuna fuga di notizie all’esterno. Tuttavia, nel 1979, era rimasto ancora qualche appassionato a lavorare ad alcune ricerche su casi ufologici interessanti in cui si era imbattuto il SETKA-AN. La spedizione del SETKA-AN Il Kazakistan, un vasto paese dell’Asia Centrale, era stato una delle repubbliche dell’Unione Sovietica fino al 1991. A ovest, il Kazakistan è bagnato dalla parte nordorientale del Mar Caspio, un mare chiuso che è anche il lago più grande del mondo. Situata fra la Russia, l’Uzbekistan e il Turkmenistan e bagnata da due mari, nelle pianure caspiche (a sud del basso corso dell’Emba) e a ovest dell’Altopiano di Ustyurt, si trova la penisola di Mangyshlak (nota anche come Mangystau), terra dell’antica tribù degli Aday. La terra arsa dal sole è per lo più spoglia di alberi, e venti incessanti sof-

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fiano sulle vaste steppe ricoperte di vegetazione rada. I monti Mangystau (Eterni) si estendono da nord-ovest a sud-est della penisola. All’estremo sud-est, l’altopiano di Ustyurt cade a precipizio da un ripido pendio sulla pianura sottostante. La parte nordoccidentale dell’Oblast di Mangyshlak adiacente al Mar Caspio è ricoperta da vaste aree di solonchak (un suolo di colore chiaro, ricco di sali solubili). Questa terra è avvolta da misteri, alcuni dei quali hanno un sapore paranormale. Li descriveremo più avanti. Alla fine degli anni Settanta, l’area veniva chiamata Oblast (regione) di Mangyshlak, e faceva parte della Repubblica Socialista Sovietica. La superficie dell’Oblast era di 167.000 km2; contava 3 città e 11 insediamenti urbani. Il centro amministrativo era Shevchenko (che oggi si chiama Aktau). Il 7 agosto 1979, una spedizione scientifica di ricercatori dell’IKI (Istituto di ricerca spaziale, un ente partecipante al programma SETKA-AN) fu mandata nell’Oblast di Mangyshlak. Il gruppo vi lavorò fino al 31 agosto. Era

Ora la velocità dell’oggetto era di quasi 700 km/h. I suoi spostamenti non corrispondevano alle rotte di volo dell’aviazione civile. 52

composto da quattro persone: il segretario scientifico del SETKA-AN, I. G. Petrovskaya; N. F. San’ko; Y. G. Lifschitz e S. Yegorov. Per 10 giorni, B. A. Feshin dell’NII-4 (Istituto di ricerca scientifica) lavorò insieme al gruppo. L’NII-4 controllava lo sviluppo, la produzione e l’integrazione di tecnologie strategiche missilistico-spaziali nelle Forze armate sovietiche: prestava assistenza e rifornimenti per satelliti e navi spaziali. Il rapporto prodotto dal gruppo è citato nel libro di Mikhail Gershtein Tayni NLO i prisheltsev (I segreti di UFO e alieni) (San Pietroburgo, 2007). Nel rapporto, i ricercatori dicevano che la spedizione costituiva una prima fase esplorativa e metodica per accertare entro l’estate del 1980 l’utilità, il rendimento delle attività e l’efficienza di un piccolo gruppo di spedizione. Gli obiettivi erano modesti, ma il “rendimento delle attività” era interessante. Il gruppo ricevette 85 segnalazioni di UFO e fece “il massimo possibile” per analizzare tutti i casi. Gli scienziati determinarono che per 35 segnalazioni di UFO una possibile spiegazione era costituita dai lanci di razzi; la convergenza di satelliti spiegava altre 5 segnalazioni; un bolide motivava 1 segnalazione, mentre 36 segnalazioni riguardavano oggetti non identificati: fra queste, 10 casi potevano riguardare esperimenti scientifici e tecnici, mentre i restanti 26 erano effettivamente anomali. Con ogni probabilità, B. A. Feshin del NII-4 aiutò il team a separare gli “esperimenti scientifici e tecnici” dagli altri avvistamenti.

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Il rapporto riferiva che erano stati studiati con attenzione i dati raccolti dai piloti, in particolare il Rapporto n. 44 che descriveva il rilevamento sui radar di un oggetto non identificato, dalle caratteristiche anomale. Il 14 agosto 1977, fra le 20 e le 23, Raisa Gopachenko, controllore di volo all’aeroporto di Shevchenko, rilevò qualcosa nel raggio di copertura del radar. Immaginò che si trattasse di un oggetto militare. L’oggetto apparve all’improvviso sopra la città di Aksu, in Kazakistan, rimanendo immobile per circa un minuto. Gopachenko fece rapporto al responsabile delle operazioni di volo, Vyacheslav Irin, che verificò se ci fossero restrizioni per le rotte di volo di quel giorno, ma non ce n’erano. Oltretutto, al momento del rilevamento dell’oggetto, il campo visivo del radar non indicava la presenza di alcun aereo. Non più di un minuto dopo il rilevamento, l’oggetto iniziò a muoversi seguendo la curva della costa in direzione di Yeraliyev. Prima di raggiungere questa città, l’oggetto fece una brusca virata verso Uzen’ e accelerò a 500 km/h. L’ufficiale contattò immediatamente l’aeroporto militare di Krasnovodsk, da cui ebbe conferma che non c’erano aerei in volo. L’oggetto oltrepassò Uzen’ e virò verso Muynak, una città che un tempo era stata un importante porto logistico dell’Asia Centrale. Ora la velocità dell’oggetto era di quasi 700 km/h. I suoi spostamenti non corrispondevano alle rotte di volo dell’aviazione civile. Il controllore del traffico aereo avvisò l’aeroporto di Nukus, in Uzbekistan, che l’oggetto si stava avvicinando alla zona coperta dai loro radar. Simultaneamente, apparve un aereo An-24 proveniente da Muynak che volava verso Shevchenko. L’oggetto si muoveva in direzione dell’An-24, senza cambiare rotta. Il controllore del traffico aereo contattò l’aereo, il cui equipaggio rispose che loro non avevano osservato nulla. Per scongiurare un incidente, il controllore del traffico aereo dirottò l’An-24 dalla traiettoria dell’oggetto quando i due velivoli distavano 220-250 km da Shevchenko. L’oggetto si allontanò, e a una distanza di 300-350 km, uscì dalla vista del radar di Shevchenko e scomparve. In quel momento, il responsabile delle operazioni di volo dell’Aeroporto di Nukus comunicò a Shevchenko che loro non vedevano l’oggetto. Furono quindi contattati gli aeroporti militari delle città di Astrakhan, Rostov, Volgograd, Baku, Tashkent, Alma-Ata e Mosca, ma tutti risposero che non avevano aerei in cielo (era un giorno festivo) e domandarono all’aeroporto di Shevchenko le circostanze dell’avvistamento. L’oggetto riapparve circa 5-6 minuti dopo sul radar dell’aeroporto di Shevchenko, proprio nel punto in cui era scomparso. Seguì esattamente la stessa rotta a gran velocità, ma in direzione opposta verso Uzen’. Secondo il responsabile delle operazioni di volo, percorreva circa 40 km a ogni rotazione dell’antenna radar: circa 7.200 km/h. Il controllore del traffico aereo di Shevchenko chiese nuo-

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Carta del Caucaso e dell’Asia Centrale (fonte: Wikimedia Commons)

vamente a Nukus se ci fossero aerei su quella rotta, e la risposta fu ancora negativa. Il responsabile delle operazioni di volo contattò le unità della Difesa aerea a Krasnovodsk. La risposta ufficiale fu che non c’erano restrizioni di rotta. Da Uzen’ l’oggetto tornò verso Aksu e scomparve nello stesso punto in cui era apparso, anche se, a distanza di 170 km, era ancora in un raggio attendibile per essere rilevato dal radar dell’aeroporto di Shevchenko. L’impressione del controllore del traffico aereo sulla scomparsa dell’oggetto era che il raggio del transponder potesse essere stato disattivato. Nel tempo in cui l’oggetto era osservabile, i controllori di volo svolsero il monitoraggio usando il sistema di interrogazione di terra “domanda-risposta”. Usarono il sistema radar P-35 (Mech’, che significa “spada”) e la velocità dell’antenna era di 3 rotazioni al minuto. Per essere rilevato dal radar l’oggetto doveva essere in possesso di un dispositivo che fungesse da radiotrasmittente sintonizzato sulla frequenza operativa dell’aviazione civile. Sullo schermo del radar, l’oggetto assomigliava a un aereo ad alta quota. Durante l’avvistamento non stabilì alcuna comunicazione. L’unità della Difesa aerea cercò di localizzare l’obiettivo e determinò la posizione fornita dall’ufficiale delle operazioni di volo solo quando ormai era già scomparso dallo schermo del radar. Durante le successive discussioni sugli eventi, il tenen-

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Per essere rilevato dal radar l’oggetto doveva essere in possesso di un dispositivo che fungesse da radiotrasmittente sintonizzato sulla frequenza operativa dell’aviazione civile. Sullo schermo del radar, l’oggetto assomigliava a un aereo ad alta quota. te-colonnello delle forze di radioingegneria dell’unità di Difesa aerea di Krasnovodsk dichiarò che, a suo avviso, l’avvistamento di UFO era in realtà un fenomeno generato dal rilevamento di un altro aereo da parte del lobo laterale del radar a bordo dell’aereo da cui partiva l’osservazione. Il secondo aereo volava dalla direzione opposta a Nukus, sul mare. Tuttavia, il responsabile delle operazioni di volo non fu soddisfatto di questa spiegazione, per via dell’assenza di aerei nel cielo (a eccezione di un An-24) e dell’assenza di fenomeni simili nei precedenti 14 anni di lavoro con lo stesso radar. Il rapporto concludeva: “L’evento descritto era caratterizzato dalle seguenti manifestazioni anomale: stazionamento in volo, cambio di velocità da 0 a 7.200 km/h, trasmissione alla frequenza operativa del sistema di interrogazione a terra. Quest’ultima caratteristica è particolarmente importante: permette di tracciare un’analogia fra questo evento e l’incidente

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dell’RB-47 dell’Aviazione statunitense, avvenuto negli USA nel 1957, che resta uno dei casi più dettagliati, documentati e studiati.” La natura dell’UFO non fu mai determinata. Tuttavia, il gruppo della spedizione scientifica fece ulteriori indagini a Mangyshlak nell’agosto 1979, fra cui alcune vennero svolte su possibili avvistamenti di UFO. Nella ricerca c’erano state interazioni con unità locali del KGB e unità militari. Le loro esplorazioni e scoperte nella penisola di Mangyshlak furono oggetto di analisi dettagliate, che vanno al di là dell’ambito di questo articolo. Basti però dire che queste terre remote di pianure cupe, coperte di cespugli d’assenzio e deserti di salsola, con piccole macchie di vegetazione sul suolo bruno, ricche di petrolio e gas naturale, rappresentano uno dei territori in cui gli UFO furono avvistati con maggior frequenza durante l’epoca sovietica.

...tutte le sfere dell’UFO a ghirlanda iniziavano a muoversi nello stesso istante in una sola direzione precisa, mantenendo inalterata la distanza fra l’una e l’altra. La disposizione reciproca delle sfere assumeva forme geometriche... 54

Gli UFO della depressione di Karagiye In questa parte dell’Asia Centrale si avvistano UFO da migliaia di anni, e i popoli hanno registrato le loro osservazioni con petroglifi, leggende, manoscritti e, più recentemente, fotografie. La penisola di Mangyshlak presenta tanti tipi di formazioni geologiche che non si trovano in nessun’altra parte del mondo. La prima di queste attrazioni è il punto più basso del Kazakistan e dell’Asia Centrale, la depressione di Karagiye, nota anche come la “Bocca Nera”. Si tratta di una delle aree più anomale di tutta questa parte del globo. Si trova 132 metri sotto il livello del mare, è lunga 40 km e larga 10, ed è nota come la quinta depressione più bassa del mondo. Fra i segni distintivi di questa terra figurano locuste, scorpioni, serpenti, sabbie mobili nel deserto roccioso e piante nane. Molti secoli fa, da qui passava la grande Via della seta. Nell’area si sono conservate centinaia di antiche necropoli. È qui che sono stati avvistati ripetutamente degli oggetti volanti non identificati che assomigliavano a delle sfere rosse. Apparentemente, nella depressione di Karagiye c’era qualcosa che li attirava. Una segnalazione risale alla primavera della memorabile annata del 1979, quando l’ingegnere sovietico Valery Rozhkov osservò una sfera rossa che volava a bassa quota ma a gran velocità. Gli scienziati del SETKA-AN indagarono sul caso mentre lavoravano in quest’area.

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Ipotizzarono che gli UFO fossero attratti da Karagiye perché dista solo 40 km da Aktau, dove dal 1973 era operativo un impianto nucleare (poi dismesso nel 2001). In ogni caso, le segnalazioni di UFO sopra la Bocca Nera restano numerosissime. Le ricerche ufologiche del Gruppa Fakt La penisola di Mangyshlak non è facilmente accessibile, ed esplorare l’area è piuttosto pericoloso, oltre che costoso. Molti avvistamenti di UFO non sono stati documentati, e fra quelli documentati non tutti sono finiti nei dossier del SETKA-AN. Il 10 aprile 1992, il giornale russo Molodyozh Tatarstana [Gioventù del Tatarstan] pubblicò vari articoli sugli investigatori di UFO nella penisola del Mangyshlak. I ricercatori locali del Gruppa Fakt studiavano il fenomeno degli UFO da oltre 10 anni. Classificarono i diversi tipo di UFO osservati sopra la penisola: negli anni ’60-’70 erano “oggetti a forma di ghirlanda”; negli anni ’70-’80 erano “sfere argentee” e nei primi anni ’90 erano “giganti neri”. Vediamo più in dettaglio le loro ricerche. • UFO a forma di ghirlanda Il periodo più intenso degli avvistamenti di “ghirlande” nel Mangyshlak e nell’altopiano di Ustyurt fu alla fine degli anni Sessanta e inizio degli anni Settanta. Al termine del decennio gli avvistamenti si ridussero di parecchio. Negli anni Ottanta ci furono solo pochi avvistamenti verificati, soprattutto nell’Ustyurt. L’ultimo avvistamento, secondo il Gruppa Fakt, avvenne nel 1986. Il gruppo ipotizzò che in alcuni casi si trattasse di fulmini globulari. Ma tutti gli altri casi? Questi UFO, molto insoliti, in genere si presentavano come catene di luci apparentemente sospese nell’aria, a volte in leggero movimento. Le luci di solito erano di colore rosso. Dopo aver studiato gli avvistamenti, i ricercatori del Gruppa Fakt determinarono che il numero medio delle luci variava da tre a sei. In genere le “ghirlande” erano avvistate di notte, e il bagliore delle sfere era opaco, non brillante. Solo due casi di avvistamento avvennero all’ora del crepuscolo, quando in cielo c’era ancora un po’ di luce. Le sfere che formavano la ghirlanda in questi casi assomigliavano a “oggetti di metallo di colore scuro, con una tinta rossastra, del diametro di 7-8 metri”. Nonostante le sfere non apparissero collegate da una struttura visibile, eseguivano diverse manovre in modo simultaneo e armonioso, come se fossero legate insieme da fili invisibili. In apparenza questo legame invisibile si manifestava in due modi: in un caso era un sistema bloccato rigidamente, mentre nell’altro caso era flessibile. Nel primo, tutte le sfere dell’UFO a ghirlanda iniziavano a muoversi nello stesso istante in una sola direzione precisa, mantenendo inalterata la distanza fra l’una e l’altra. La disposizione reciproca delle sfere assumeva forme geometriche: trian-

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goli, rettangoli e poligoni. Nel secondo caso (flessibile) il movimento era invece avviato da una delle sfere e le altre ne ripetevano la traiettoria. I ricercatori notarono che la sfera principale poteva essere una qualsiasi delle sfere della cosiddetta “ghirlanda”. Il volo degli “UFO a ghirlanda” era assolutamente silenzioso. Non reagivano a segnalazioni luminose e non esercitarono in nessun caso un’influenza sulle tecnologie. Neppure gli apparecchi fotografici ne erano influenzati, tuttavia le immagini non erano mai a fuoco per via dell’orario notturno e della mancanza di pellicole di buona qualità. Gli ufologi locali ritengono che i famosi triangoli belgi fossero esempi tipici di “ghirlande” rigide costituite da tre sfere. Probabilmente anche gli oggetti di grandi dimensioni, con una gamma di colori dal giallo al rosso, avvistati come singola entità o a coppie appartenevano alla stessa varietà. Erano caratterizzati dal volo a bassa quota e dall’assenza di rumori. Un caso in particolare suscitò notevole interesse fra i ricercatori. Avvenne nella calura estiva, quando tre geologi parcheggiarono il loro veicolo ai margini di un precipizio, e si arrampicarono sul tetto per dormire. Mezz’ora dopo, una sfera gialla, che inizialmente scambiarono per la Luna, si mosse armoniosamente lungo la costa verso di loro. Quando fu vicino, l’oggetto stazionò in volo e divampò in una luce bianca accecante. Il veicolo dei tre geologi si venne così a trovare all’interno di un bozzolo. I testimoni oculari riferirono di aver avvertito fisicamente la luce. Il raggio formava per terra un anello colorato e luminoso, di circa 10 metri di diametro. Il veicolo e i suoi passeggeri erano al centro dell’anello. I geologi avevano molta paura, non tanto per l’evento in sé, ma per il fatto che fosse così improvviso. Uno di loro si ricordò di aver avuto un solo pensiero in mente: “Adesso ci spareranno; ci spareranno.” Cercò di divincolarsi fuori dal sacco a pelo, strappando le cinghie. Fu interessante soprattutto come nessuno di loro urlò: tutto avvenne in un silenzio denso e assoluto, e poi la luce scomparve. Il giorno dopo, quando i geologi si svegliarono, nessuno di loro ricordava cosa fosse accaduto. La storia riaffiorò alla memoria di due di loro – e simultaneamente, tre anni dopo – quando lessero, in modo indipendente l’uno dall’altro, il famoso articolo di un giornale sovietico su un caso assai sinistro risalente al 1984 (si tratta di un caso noto e toccante sull’incontro fra un presunto UFO e un aereo. Un articolo sull’incidente, intitolato “Alle 4:10 esatte”, di V. Vostrukhin, fu pubblicato sul quotidiano sovietico Trud [Lavoro] il 30 gennaio 1985). I ricordi ritornarono all’improvviso, come se fossero sempre esistiti in fondo alla memoria, come se i geologi avessero ricordato qualcosa che avevano sempre saputo ma a cui non avevano prestato attenzione perché sembrava poco importante o comunque privo d’interesse. Quando uno dei geologi lesse l’articolo, si precipitò nel

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suo precedente posto di lavoro e vi trovò uno degli altri testimoni. Era convinto che l’evento – una “fantasmagoria”, per come lo descrisse il Gruppa Fakt – non fosse un sogno. Entrambi si ricordarono rapidamente i dettagli. Un aspetto piuttosto incredibile è che nella mente dei geologi, dopo la partenza dell’UFO, si era materializzata una spiegazione. La spiegazione era simile fin nei minimi particolari per tutti e tre, e fu sufficiente a calmarli al punto che riuscirono a distendersi pacificamente e addormentarsi; ma al mattino e nei giorni seguenti non ricordavano più gli eventi di quella notte. La spiegazione era questa: “Era un elicottero appartenente alle truppe della Guardia di Frontiera. Ci aveva illuminati per controllare il numero di licenza del veicolo sul tetto.” Era come se ai partecipanti fosse stata “fornita” questa spiegazione logica, tuttavia sul tetto non c’erano numeri e nessuno aveva mai incontrato prima di allora elicotteri simili. Questa spiegazione non poteva essere logica, disse con fervore uno dei geologi ai ricercatori, perché dei controlli simili erano impossibili. Un dettaglio importante: se un elicottero avesse potuto raggiungere una quota sufficiente a non far sentire il rumore del motore (perché l’UFO era silenzioso), non sarebbe riuscito a illuminare quella zona sulla terra, e non esistono fari del genere sugli elicotteri. Inoltre, la luce indicata dai geologi era “densa”, come se fosse possibile toccarla e sentirla. 55

Il raggio formava per terra un anello colorato e luminoso, di circa 10 metri di diametro. Il veicolo e i suoi passeggeri erano al centro dell’anello. • Sfere argentee All’inizio degli anni Ottanta, il team di indagine ufologica Gruppa Fakt venne a sapere di voci che riguardavano strane sfere argentee. Attesero per anni che qualche governo rivelasse qualcosa sugli eventi, o che si desse la notizia di un satellite di ricognizione straniero abbattuto sulla penisola, ma non successe nulla. Dobbiamo ricordare che gli articoli del Molodyozh Tatarstana erano stati pubblicati nel 1992, quando il programma SETKA era ancora sconosciuto alla popolazione dell’ex Unione Sovietica (scioltasi nel 1991). È possibile che le sfere argentee appartenessero a quello stesso tipo che aveva attirato l’attenzione dei ricercatori ufologici del SETKA sovietico. Il team di Gruppa Fakt venne a sapere di strani racconti che circolavano a Shevchenko: i residenti parlavano con circospezione di eventi incredibili quanto quotidiani relativi a sfere argentee. Un avvistamento era avvenuto fuori dalla città, vicino al Mar Caspio. Gli osservatori erano troppo lontani dalle sfere per riuscire a determinarne le dimensioni e il loro resoconto non era stato preso sul serio

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finché non fu confermato dai geologi. Questi ultimi non solo avevano osservato le sfere, ma avevano anche cercato di avvicinarsi agli oggetti. Fu qui che ebbero davvero inizio le stranezze. Il loro veicolo non riusciva ad avvicinarsi agli UFO, nonostante i geologi avessero effettivamente percorso cinque chilometri nella loro direzione. Era come se l’auto fosse stata immobilizzata. Alla fine le sfere svanirono: “scoppiarono come bolle di sapone”. Da quel giorno, iniziarono a girare in città voci di avvistamenti: i racconti, narrati da testimoni oculari, erano tutti simili. Le dimensioni delle sfere che si citavano, però, erano in genere sui 30 metri di diametro. Un’altra caratteristica interessante era che le sfere comparivano solo a gruppi. Ben presto i geologi locali smisero di occuparsi delle sfere. C’erano anche delle foto degli oggetti, ma la qualità

Si voltò lentamente, si aggrappò al veicolo e vide in alto, a circa 200 metri di distanza, qualcosa di nero e colossale. All’inizio gli sembrò che coprisse metà del cielo. In seguito riuscì a determinare che era lungo circa 150 metri. 56

era pessima, dato che era difficile fotografare un oggetto argenteo nel deserto: non si vedevano altro che macchie bianche inespressive. Comunque, almeno una foto aiutava a determinare che le sfere non svanivano nel nulla, ma ascendevano con gran velocità. Con l’evolversi degli eventi, nelle vicinanze della frontiera, il fatto venne reso pubblico. Il team scoprì che in città erano arrivati gli ufficiali di un comitato, avevano noleggiato un veicolo da un ente governativo ed erano partiti per una località sconosciuta. Il gruppo era poi tornato, ma senza le attrezzature che aveva con sé all’andata, e ripartì rapidamente. Le sfere furono osservate per un altro mese, e poi scomparvero. L’autore degli articoli sul Molodyozh Tatarstana, che non si era firmato, apparteneva al team di Gruppa Fakt, e aveva rimarcato che chi aveva osservato le sfere riferiva una sensazione straordinaria dopo gli incontri, come se l’estraneità degli oggetti nell’ambiente fosse palpabile. Anche se l’autore non aveva osservato personalmente le sfere, in quel periodo stava lavorando nel deserto e aveva fatto delle scoperte interessanti. Aveva trovato cinque siti in cui il terreno era completamente morto, il cui diametro andava da 3 a 5 metri. Aveva inoltre scoperto dei cerchi aridi più piccoli di circa 90 centimetri di diametro. I siti erano di forma perfettamente arrotondata e non vi crescevano neppure i licheni. Ipoteticamente, potevano essere i punti di atterraggio delle misteriose sfere argentee. C’erano dei testimoni che avevano trovato nel deserto una poltiglia

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gelatinosa nelle aree degli avvistamenti: forse questa era la causa dell’assenza di vita in questi siti. Il team di Gruppa Fakt non scoprì mai (almeno fino al 1992) quale fosse il comitato che aveva visitato l’area dove erano state portate le attrezzature, né se ci fosse un collegamento fra la partenza del comitato e la scomparsa delle sfere argentee. Ma il mistero non si conclude qui. All’autore anonimo era stata riferita da conoscenti l’esperienza su un volo Mosca-Krasnovodsk nel 1990, in cui erano state osservate sfere simili che volavano in un’unica fila lungo la costa di Turkmenbashi, una città portuale sul Mar Caspio, nel Turkmenistan occidentale. Avvistamenti simili, relativi al periodo 1988-1990, erano stati segnalati anche dai media turkmeni. L’autore degli articoli del Molodyozh Tatarstana aveva ricevuto un’ulteriore conferma da un conoscente che aveva servito nelle truppe sovietiche della Guardia di Frontiera, nella flottiglia del Caspio. Durante un pattugliamento, egli aveva osservato con il binocolo, da una distanza di vari chilometri, delle sfere simili su un tratto di acqua poco profonda. L’avvistamento era avvenuto nell’area della baia di Kara-Bogaz. Il gruppo di ufologi locali si chiedeva che cosa celassero i gusci argentei delle sfere: tecnologie militari segrete, tecnologie aliene, delle illusioni che causavano ipnosi di massa, una manifestazione di forme di vita multidimensionali o qualcos’altro... • Il fuso nero Un incontro avvenne un sabato dell’estate del 1990, quando cinque ricercatori del team di Gruppa Fatk erano in viaggio per studiare la leggendaria depressione della baia di Kara-Bogaz. Purtroppo, persero l’occasione di osservare un UFO incredibile altrove, in un’altra parte del deserto in cui peraltro si erano fermati proprio quella mattina. La loro carovana di veicoli aveva fatto una sosta nel pomeriggio, aspettando di essere raggiunti da una delle auto che era rimasta indietro. I geologi stavano tenendo una riunione nel veicolo del personale, ma uno degli scienziati più giovani cercò di sfuggire all’impegno. Inciampò e cadde vicino alle ruote, e sentì sopra di lui qualcosa di inspiegabile. Aveva la sensazione di avere dietro alla schiena qualcosa di grosso e spaventoso. Si voltò lentamente, si aggrappò al veicolo e vide in alto, a circa 200 metri di distanza, qualcosa di nero e colossale. All’inizio gli sembrò che coprisse metà del cielo. In seguito riuscì a determinare che era lungo circa 150 metri. L’oggetto metallico nero che aleggiava sopra il geologo era a forma di fuso. Aveva un aspetto vellutato, e la luce del sole non si rifletteva sulla sua superficie. L’UFO stazionava in aria sopra il geologo, a una distanza molto ravvicinata. Praticamente galleggiava sopra di lui, lasciandosi

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indietro una lieve nebbiolina argentea. Anche se il movimento dell’oggetto era molto lento, l’UFO era visibile. Il primo pensiero del geologo fu che nessuno gli avrebbe creduto. I suoi colleghi raccontano che saltò dentro al veicolo del personale, strillando qualcosa di incoerente. Allora tutti corsero di fuori e furono testimoni di una scena assolutamente indimenticabile. Gli osservatori erano dieci. Le condizioni erano decisamente adatte per l’osservazione: poca distanza dall’oggetto, visibilità ideale, assenza di nuvole e vento. Lentamente, l’oggetto si allontanò a una distanza di 1,5 km e poi, all’improvviso, svanì. Tutto ciò che ne restava era una leggera scia simile alla scia di condensazione di un aereo che vola ad alta quota. Alcuni testimoni udirono un suono come di uno scoppio quando l’UFO scomparve. Calato il buio, il veicolo rimasto indietro finalmente si ricongiunse alla carovana, e i passeggeri ritardatari dissero al resto del gruppo che anche loro avevano osservato l’UFO. Il “fuso” aveva accompagnato il loro veicolo per 20 minuti. Aveva volato per un tragitto parallelo ed era scomparso senza alcun rumore. Tutti concordavano che l’UFO assomigliava a un aereo senza ali né coda. Un dettaglio interessante fra quelli riferiti era la presenza di aperture nella fusoliera, da cui usciva della luce. Gli osservatori non erano concordi sul numero effettivo delle aperture, ma la maggior parte sosteneva che fossero quattro. Alcuni dicevano che la luce era di colore verde o blu. I raggi luminosi erano corti, simili più che altro a coni di luce. L’autore degli articoli del Molodyozh Tatarstana invitava

a notare che gli avvistamenti erano avvenuti di giorno. Quello stesso giorno, tre osservatori videro un UFO a forma di fuso a una distanza di due chilometri dalla costa. Era grosso e di colore nero, e atterrò nella zona di un lago di acqua dolce. I testimoni si recarono nell’area ma non ne trovarono traccia. I ricercatori di Gruppa Fakt avevano raccolto altre segnalazioni di UFO “neri”, osservati solo in primavera ed estate nell’area compresa fra la penisola di Mangyshlak, la baia di Kara-Bogaz e l’altopiano di Ustyurt. Nonostante i tentativi dell’autore di rintracciare i ricercatori di Gruppa Fakt, non sono disponibili altre informazioni in merito. I documenti del progetto SETKA sono inaccessibili, chiusi a chiave negli impenetrabili Archivi di Stato russi. ∞ L’autore: Paul Stonehill è un ricercatore, scrittore e conferenziere specializzato in fenomeni anomali, e in particolare nelle ricerche di militari sovietiche e russe sull’argomento. È autore di numerosi articoli per riviste di ufologia e di vari libri tra cui Paranormal Mysteries of Eurasia (Galde Press, USA, 2011), UFO Case Files of Russia (con Philip Mantle;11th Dimension Publishing/Healings of Atlantis, UK, 2010), The Soviet UFO Files: Paranormal Encounters Behind the Iron Curtain (Quadrillion Publishing, UK, 1998). I suoi articoli “UFO sulle regioni remote della Russia artica”, “Il mistero dei ‘fantasmi dell’Oceano’” e “Avvistamenti sovietici di UFO in acque internazionali” sono stati pubblicati rispettivamente su NEXUS n.ri 105, 95 e 92. Paul Stonehill parla correntemente russo e ucraino e può essere contattato all’indirizzo [email protected]

Nel prossimo numero Karen Hudes: informatrice della Banca Mondiale I migliori 25 articoli di Project Censored La terapia rigenerativa a elettropressione La tecnologia OGM sta cambiando volto Le armi nucleari del III Reich Gli dèi nordici e l’enigma Anunnaki I treni fantasma dell’Eurasia e altro... 107

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Intervista a un testimone peruviano di contatti extraterrestri Sixto Paz Wells è nato a Lima, in Perù, il 12 dicembre 1955. Ha studiato storia presso la Pontificia Universidad Católica. Quello che segue è un estratto di un’intervista che ha rilasciato, pubblicata per la prima volta nel 2004. – Red. D: In che modo si è avvicinato all’ufologia? R: Mio padre, per hobby, faceva ricerche in materia negli anni Cinquanta, motivato dal progetto americano Blue Book. Insieme ad alcuni amici dell’Aviazione peruviana, nel 1955 aveva fondato un istituto ufologico, l’Instituto Peruano de Relaciones Interplanetarias, o IPRI. Nel gennaio 1974 era apparsa una notizia su El Comercio, il quotidiano più autorevole e conservatore di Lima. Diceva che grazie ai voli aerei e ai radiotelescopi si era scoperto che, contrariamente a quanto si credesse, lo spazio non era immerso in un silenzio totale, ma anzi era molto rumoroso, ed era possibile che i suoni o le onde radio presenti fossero messaggi inviati da civiltà avanzate di altri pianeti. L’articolo motivò mio padre, Don Carlos Paz García, a organizzare una conferenza per commentare questo articolo. La conferenza fu tenuta dal Dott. Víctor Yáñez Aguirre, medico dell’Hospital de la Policía di Lima ed esoterista appassionato di parapsicologia che, durante la sua dissertazione, approfondì la possibilità di una comunicazione telepatica da parte di ipotetici visitatori interplanetari. La conferenza ispirò il mio desiderio di fare esperimenti con la telepatia. Già da un anno praticavo lo yoga e le tecniche di meditazione e allora, sfruttando questa precedente preparazione, quasi per gioco, insieme a mia madre e mia sorella provammo a ricevere un messaggio. Fu nella notte del 22 gennaio 1974 che, durante la meditazione, ricevemmo un messaggio psicografico, ovvero una forma di channelling telepatico che innesca un processo di scrittura automatica ma conscia, senza alcuno stato di trance. Contatto telepatico D: Che cosa diceva il messaggio? R: “Il soggiorno di questa casa è adeguato per la comunicazione. Il mio nome è Oxalc e vengo da Morlen, che voi chiamate Ganimede, uno dei satelliti di Giove. Siamo in grado di entrare in contatto con voi. Ci vedrete presto.” D: Come poteva dimostrare che il messaggio fosse autentico? R: Subito dopo aver ricevuto il messaggio, mi sono confrontato con mia madre e mia sorella, ed entrambe avevano ricevuto lo stesso messaggio, sebbene non lo avessero scritto. Ciononostante, contemplando che potesse trattarsi di uno scherzo della nostra immaginazione, il giorno dopo tentammo una nuova ricezione insieme a un gruppo di 20 amici e, con grande sorpresa di tutti, successe di nuovo. Inoltre, durante questa ricezione era stata richiesta una conferma, così a tutti era stato detto di recarsi il 7 febbraio nel deserto di Chilca, circa 60 km a sud di Lima.

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D: Cosa accadde in quella occasione? R: Erano tutti radunati lì, e tutti scettici, ma esattamente all’ora annunciata un bagliore strano e intenso apparve dietro alle colline. Per alcuni secondi la notte divenne luminosa come il giorno e all’improvviso, da dietro le colline, apparve una luce che cominciò a spostarsi lungo il profilo dei monti e si fermò sul lato destro dell’orizzonte. Da lì, iniziò a oscillare, avvicinandosi e scendendo, e nel gruppo si diffuse la paura. La luce si trasformò gradualmente in un oggetto metallico a forma di disco che ruotava su se stesso e aveva una mezza dozzina di finestrelle e luci colorate laterali. Una volta che si trovò sopra il gruppo, proiettò una luce – sembrava mezzogiorno – e la luce durò per diversi minuti che sembravano interminabili. Poi tutti avvertimmo qualcosa di simile a un messaggio mentale che ci diceva che loro “in quel momento non erano scesi perché il gruppo non sapeva come controllare le proprie emozioni”. Il messaggio diceva che in seguito ci sarebbe stato “un tempo e un luogo”. Dopodiché, l’oggetto iniziò a muoversi e se ne andò a grandissima velocità. Il gruppo era visibilmente scosso. D: Lei fu l’unico a ricevere un messaggio psicografico? R: No. Dopo circa un mese almeno otto delle persone presenti ebbero esperienze di channelling e ricevettero messaggi, non solo da Oxalc ma anche da altre creature come Kulba, Xanxa, Sampiac, Anitac, Meth e Lertrad. Queste creature non erano tutti maschi. C’erano anche degli extraterrestri femmina. D: E come proseguì l’esperienza dei contatti extraterrestri? R: Qualche giorno dopo, cercando di capire con certezza che cosa fosse capitato, invitammo mio padre e i suoi amici ricercatori a un’escursione affinché potessero verificare anch’essi la realtà di ciò che si era palesato. Furono impressionati da ciò che videro. In quell’occasione apparve un oggetto cilindrico e stimammo che misurasse 150 metri di diametro e si trovasse a circa 1.000 metri di quota. Nei mesi successivi gli avvistamenti continuarono, e sempre nell’area di Chilca. Queste osservazioni potevano avvenire sia di giorno che di notte. A volte un oggetto o persino tre oggetti apparivano in formazione. A volte uno di essi si divideva in tante parti o liberava piccoli oggetti rotondi chiamati caneplas, che sono come occhi elettronici o telecamere telecomandate, che poi precipitavano nell’aria tutt’intorno a noi. Ma nel giugno 1974 ci furono esperienze molto più strane. Contatto diretto D: Che cosa accadde nel giugno 1974? R: Fummo invitati a un tipo di contatto più diretto, una preparazione a quello che in seguito sarebbe stato un contatto fisico. Questa particolare esperienza era chiamata la “Xendra”. Il gruppo si era notevolmente ingrandito. Eravamo circa 50 o 60 persone a partecipare al lavoro sul campo, e queste creature che iniziammo a chiamare “le guide extraterrestri” ci dicevano di spostarci in gruppi non superiori a 7 persone, gruppi in cui c’era un buon affiatamento. Una volta in cui i sette individui selezionati stavano camminando nel deserto, io mi misi insolitamente in testa al gruppo e all’improvviso mi ritrovai dietro una collina, di fronte a una mezza cupola lucente che misurava circa 10 metri di diametro. Dall’interno di questa cupola uscì una figura umana che mi invitò per tre

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Twilight Zone volte [ad avvicinarmi]. Poi fui preda della paura dell’ignoto e titubai a fare il passo decisivo finché vidi questa creatura entrare nella luce, costringendomi a seguirla. Una volta all’interno, provai diverse sensazioni – come se il mio corpo bruciasse, e poi capogiri e nausea – finché riuscii a distinguere una persona dall’aspetto umano davanti a me. Era alto più di 1,80 m, con un viso ampio e orientaleggiante, capelli radi e per abito un indumento largo e lucente che sembrava una tuta sportiva. Fece dei gesti con le mani e la comunicazione fu telepatica. Poi percepii che questa creatura chiamava questo fenomeno Xendra, e si trattava di una porta dimensionale o una soglia spazio-temporale. Come mi spiegava, loro erano stati capaci di concentrare l’energia in modo da riuscire a smaterializzare un individuo, cancellando sia la sua coesione molecolare che il suo peso atomico, per proiettarlo in un altro luogo. Secondo questa creatura, io avrei viaggiato su Morlen, uno dei satelliti di Giove, il pianeta più grande del sistema solare, a circa 600 milioni di chilometri dalla Terra. Inoltre mi disse che il tempo trascorso lì non corrispondeva con il tempo sulla Terra. D: Quanto tempo passò, e cosa vide lì? R: Credo che lì fossero stati circa cinque giorni, ma quando tornai sulla Terra erano passati solo 15 minuti: un tempo sufficiente perché il gruppo arrivasse e mi vedesse uscire dall’interno della luce. Ciò che ricordo è di aver visto una città chiamata Città di Cristallo, piena di cupole, edifici sferici: non c’era nulla di spigoloso ma era tutto circolare. Il motivo era che secondo queste creature gli angoli interrompono il flusso di energia e tendono più facilmente a intrappolare la negatività, dunque non sono adatti per la salubrità delle case abitate. Per strada avevo visto uomini, donne e alcuni bambini. Secondo queste creature, su Ganimede la vita non è naturale, bensì artificiale, nel senso che sulle loro città, che si estendono per lo più nella sottosuperficie del satellite, sono stati creati un microclima e una microatmosfera. Queste creature [in buona parte] provenivano da quella che conosciamo come la nebulosa di Orione. Avevano mantenuto la divisione sessuale e il contatto sessuale, e la base della loro società è la coppia. La loro telepatia e chiaroveggenza sono molto sviluppate, e per questo non esistono divorzi né infedeltà. Inoltre fra loro non ci sono elezioni democratiche, ma tutti capiscono e avvertono chi sono coloro chiamati a guidarli sia politicamente che spiritualmente. Sixto Paz Wells fotografato sull’Ayers Rock, Uluru, durante un viaggio in Australia nell’ottobre 2013. (Fonte: http://sixtopazwells.org)

Il futuro della Terra D: Qual era lo scopo di quel viaggio attraverso l’esperienza della Xendra? R: Da uno schermo luminoso e verdognolo sospeso a mezz’aria all’interno di un edificio a forma di tronco di cono, Oxalc mi mostrò una serie di immagini di come potrebbe essere il futuro della Terra. Ciò che vidi era che la tensione nel mondo era talmente forte da attirare la pericolosa possibilità che un asteroide o una cometa passassero tanto vicino alla Terra da creare un’interferenza con la gravità. Lo scopo di questo viaggio era allertare gli altri attraverso persone giovani disposte a impegnarsi a diffondere il messaggio della necessità di un cambiamen-

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to, partendo dall’intimo di ciascuno di noi, per generare la reazione a catena che avrebbe impedito questo destino planetario. D: Il futuro si può modificare? R: Secondo gli extraterrestri, dato che il futuro è il prodotto di cause e effetti, lo scopo delle profezie non è necessariamente attendere che si verifichino, ma anche evitarlo. Esistono per allertarci e farci correggere la rotta. Il futuro non è immobile, poiché altrimenti dove starebbe la nostra libertà? D’altra parte, quando le profezie sono positive, dobbiamo cooperare in modo che si avverino. D: Com’è possibile modificare il futuro? R: Bisogna crederci per poterlo creare. La mente umana è potente, e se molti di noi si impegnano insieme con uguale intenzionalità e con fede, possiamo farlo. Ma ciò che conta è cambiare il nostro atteggiamento verso la vita. Bisogna essere più ottimisti, positivi e costruttivi. D: Altre persone hanno vissuto la stessa esperienza? R: Sì, due settimane dopo altri sei compagni entrarono con me in una nuova Xendra ed ebbero esperienze simili. In seguito molti altri fecero quest’esperienza individualmente o collettivamente. Inoltre, il 25 aprile 1977, un caporale cileno, Don Armando Valdés del reggimento Rancagua, un uomo che insieme ad altri soldati aveva pattugliato l’area a nord di Putre, nella zona di Arica, osservò una luce sopra una collina e chiese ai soldati di proteggerlo mentre andava a vedere di cosa si trattasse. Andò verso la luce da solo e dopo 15 minuti tornò con una barba di cinque giorni e l’orologio avanti di cinque giorni. Aveva vissuto un’esperienza identica, anche se non ricordava cosa fosse successo dentro la luce. Il viaggio interdimensionale D: In che modo possiamo spiegare il concetto della Xendra come incrocio interdimensionale? R. Negli ultimi anni, gli scienziati che si occupano di fisica quantistica hanno sviluppato una teoria basata su scoperte avvenute nei laboratori con grandi acceleratori di particelle: gli elettroni eccitati che ruotano intorno al nucleo dell’atomo non producono un’orbita completa ma scompaiono e riappaiono dalla parte opposta. È come se trovassero una scorciatoia. Queste scorciatoie che esistono nel microcosmo esisterebbero anche nel macrocosmo e sono state chiamate “cunicoli spazio-temporali” o “passaggi interdimensionali”. Ciò può rispondere alla domanda su come i presunti extraterrestri riuscirebbero a spostarsi nell’universo percorrendo immense distanze, ed è valido anche per la Xendra. Gli avvistamenti continuano D: I contatti sono andati avanti? R: Certo che sì. Gli avvistamenti e i contatti fisici si sono moltiplicati con il tempo, e siamo stati in grado di osservare le creature mentre uscivano dalla loro nave in pieno deserto. Questi contatti e tutte le esperienze sono stati descritti al mondo dal reporter spagnolo Juan José Benítez, autore di molti libri famosi. Juan José Benítez lavorava come corrispondente per l’agenzia spagnola Agencia EFE quando fu mandato in Perù per un servizio sulla strana notizia di un gruppo di adolescenti peruviani che dicevano di aver avuto dei contatti [con extraterrestri]. La vita del reporter cambiò drasticamente quando diventò egli

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Twilight Zone stesso un testimone diretto, imparziale e oggettivo, di questi contatti. Il primo avvenne quando si recò nel deserto di Chilca con un gruppo il 7 settembre 1974 e vide apparire due UFO, proprio come gli era stato predetto. Ciò che vide e l’esperienza stessa del contatto lo impressionarono tanto che, quando fece ritorno in Spagna, non si limitò a diffondere la sua testimonianza alla stampa e alla TV spagnola, ma pubblicò anche il primo libro in cui narrava tutto questo: OVNI: S.O.S. a la Humanidad. L’anno seguente, Benítez tornò in Perù insieme a Manuel Mujica, un altro reporter dell’Agencia EFE, e insieme al gruppo si recarono nel luogo in cui era programmato un avvistamento, che in questo caso avvenne su una spiaggia a nord di Lima. Ancora una volta, un avvistamento che era stato annunciato alla stampa si era verificato, e fu pubblicato [da Benítez] un altro libro, intitolato Cien Mil Kilómetros Tras los Ovnis. D: Che cosa accadde in seguito? R: Come ho detto, i contatti sono continuati con una miriade di avvistamenti ed esperienze, alcune delle quali straordinarie, come quelle di tante persone che in oltre 40 paesi hanno attraversato passaggi interdimensionali Xendra. Inoltre qualcuno ha ricevuto degli strani cristalli, detti “cristalli di cesio”. Questi cristalli vengono incorporati all’interno dei testimoni dopo aver ricevuto una forma piramidale. Inoltre, in almeno tre occasioni, sono avvenuti degli incontri fisici notevoli con tanto di salita a bordo sulle navi spaziali. Attraverso queste esperienze, sappiamo di una visita a una base sottomarina e anche, in due occasioni, ad altre città su Morlen [Ganimede]. Nel corso di tutti questi episodi di contatto, i media internazionali sono stati chiamati per sette volte a testimoniare l’autenticità e realtà di queste esperienze e, soprattutto, l’importanza contemporanea delle esperienze per quanto riguarda il messaggio ricevuto e trasmesso di piantare un seme di speranza per un futuro positivo del pianeta: un futuro che chiaramente è affidato anche alla nostra trasformazione collettiva e personale. Nella quinta occasione in cui sono stati chiamati dei rappresentanti dei media – grazie alla credibilità acquisita negli anni – nel deserto sono venuti 40 reporter provenienti da 8 paesi. Fra loro c’erano: José Gray di Channel 23 Univisión di Miami, Leticia Callava di Telemundo, Beatriz Parga del Miami Herald, Gilda Muñoz di Radio WADO di New York, Rolando Veras di Channel 2 di Buenos Aires, Lizet Zelman della Televisión de República Dominicana e altri che hanno assistito alla realtà, ancora in corso, del contatto. D: Lei crede che le cose cambieranno, e in tempi brevi? R: Se non l’avessi creduto, non farei quello che faccio. Il nostro mondo non può resistere ancora per molto. Questo cambiamento deve avvenire adesso, ma tutto parte da noi e con noi. E poi continua con le nostre famiglie e così via, come la reazione a catena delle tessere del domino che cadono una dopo l’altra. ∞ (Fonte: prima pubblicazione su Alternate Perceptions Magazine, n. 79, maggio 2004. La trascrizione originale è disponibile su http://tinyurl.com/l8n3kqv. Per ulteriori informazioni, fra cui i libri e gli eventi di Sixto Paz Wells, si visiti http:// sixtopazwells.org)

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ASSOCIAZIONE SALUSBELLATRIX

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Venerdì dicembre ore 20:30

www.salusbellatrix.it - cell. 328 4790669

Aula magna Collegio Dante via Nicolò Tommaseo, 10 località Serravalle Vittorio Veneto

Relatore Massimo Mazzucco Introduzione di Tom Bosco direttore Nexus New Times

LE GRANDI MENZOGNE DELLA STORIA

Sabato 14 dicembre - ore 9:30 - Aula magna collegio Dante Proiezione pubblica del film 11 SETTEMBRE LA NUOVA PEARL HARBOR (durata 3 ore) a seguire dibattito con il regista Massimo Mazzucco.

All’ingresso sarà previsto un contributo economico di autofinanziamento per l’Associazione

conferenza n° 52/2013

PuntoZero Rubrica a cura della redazione italiana

Editoriale Tom Bosco

Uno dei modi con cui in passato ho cercato di sintetizzare l’attività di una rivista così atipica e pionieristica come NEXUS New Times è stato “l’informazione che fa la differenza”: era sicuramente vero allora quanto e forse ancora di più lo è oggi. In un momento storico caratterizzato da cambiamenti epocali di ogni sorta, crisi apparentemente irreversibili e irrisolvibili (vedi le terrificanti prospettive che ultimamente stanno emergendo su Fukushima) e opportunità scientifiche e tecnologiche che anche solo pochi anni fa risultavano utopistiche se non per pochi pionieri e sognatori che nel prefigurare in anticipo gli eventi contribuivano a tradurle in realtà, dimostrando che nulla è impossibile. Un buon metro di valutazione del nostro operato è il numero di mesi o, spesso, anni di anticipo con i quali abbiamo divulgato notizie e informazioni solo in seguito diventate di pubblico dominio; un altro è senza dubbio il loro grado di utilità, dimostrandosi un benefico ausilio nell’attenuare e talvolta risolvere determinate problematiche dei nostri lettori, nei più svariati campi. Questo modo alternativo di fare informazione ha contribuito in questi anni a creare una nuova visione, ispirando un gran numero di “cercatori di verità”. Nonostante l’impegno e la soddisfazione per il lavoro fatto sino a qui, ho realizzato l’ineluttabilità, espressa peraltro anche nel mio scorso editoriale, di una trasmutazione sociale, che si adopera tramite il singolo individuo divenuto cosciente del passaggio epocale a cui tutti siamo chiamati; la responsabilità di questo cambiamento grava oggi su ognuno di noi. È in atto un grande Rinnovamento, che lo si voglia o meno: in che forma si manifesterà, dipende esclusivamente dal nostro aggancio ad una nuova visione della realtà; una presa di coscienza del nostro potere creativo e realizzativo. La realtà che si manifesta all’esterno non è altro che la proiezione, spesso inconsapevole, del nostro mondo interiore, e il grado di caos e confusione che perdura e caratterizza i nostri tempi ne è solo il riflesso, la dimostrazione più palese. La famosa esortazione inscritta sull’entrata del tempio dell’Oracolo di Delfi, Conosci te stesso, sembra rimasta lettera morta. Diamole insieme nuova vita. I prossimi mesi ci chiariranno quale degli infiniti, possibili futuri si sta prefigurando davanti a noi: sarà la manifestazione visibile delle nostre aspirazioni più nobili o delle nostre peggiori paure? Tutti noi, siamo chiamati forse ad essere impavidi eroi o partecipi codardi? Dato che per motivi tecnici per questo numero salta la terza parte di “Lascio che le cose mi portino Altrove”, ho pensato di proporvi in alternativa materiale che possa ispirarvi positività e armonia in vista dei tempi che verranno, come i luminosi messaggi divulgati dal Cerchio Firenze 77, o stimolare una prospettiva diversa dalla quale interagire con la realtà manifesta, come propone il concetto del “Pensiero Sferico”. Nell’augurarvi buona lettura, vi rammento che il 13 dicembre avrò il grande onore di introdurre Massimo Mazzucco durante la serata organizzata a Vittorio Veneto per parlare delle “grandi menzogne della storia” e presentare il suo monumentale documentario “11 settembre. La nuova Pearl Harbor”. Vi aspetto, “rinnovati” e numerosi!

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TUTTA LA VERITÀ SULLA “PARTICELLA DI DIO” di Massimo Corbucci

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Il 6 marzo 2013 i fisici del CERN hanno confermato ufficialmente la scoperta del Bosone di Higgs, la mitica “particella di Dio”, anche se i dati sulle sue caratteristiche risultano ancora incompleti. Massimo Corbucci, il fisico noto per la sua ipotesi del Vuoto Quantomeccanico, considera questo annuncio del tutto inattendibile, e ci spiega perché. Il conferimento della massa La Scienza sa quant’è importante, per trovare le risposte corrette, porsi le domande nel modo giusto, tanto da poterle esporre in modo concettualmente chiaro. Quella sul “conferimento della massa” è una domanda posta con una certa supponenza, relativamente al fatto che è stato dato per scontato che fosse già noto come si conferisse il peso. Infatti è sembrato ovvio, ma ovvio non lo era affatto, che il peso fosse conferito dalla forza di gravità per effetto della “corrente di quantità di moto”, mediata dai bosoni gravitoni.

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In altre parole, non è minimamente balenato il dubbio che la meccanica newtoniana presentasse un inquadramento concettuale completamente errato, e che il dare per certo che a conferire il peso fosse il bosone gravitone, sebbene non fossero mai state rilevate onde gravitazionali e tanto meno fossero stati rintracciati bosoni di questo tipo, potesse essere causa di gravi inciampi scientifici. Pertanto il punto chiave per superare l’impasse in cui è caduto il CERN, con l’inestricabile dilemma “bosone di Higgs” o “bosone compatibile” o “cos’altro?”, è proprio la presa d’atto di una possibilità nemmeno vagliata dai Fisici: il conferimento del peso è del pari da chiarire, come lo è il conferimento della massa e, sorpresa nella sorpresa, anche il conferimento della carica. Soltanto dopo questo lavoro scientifico di corretto inquadramento del problema, e tenuto conto che l’incognita non è solo da dove viene fuori la massa delle particelle sub-atomiche e sub-nucleari, ma anche da dove viene fuori la carica e infine da dove viene fuori il peso della materia fatta di atomi, si può pervenire ad un risultato utile, tenuto anche conto della regola del “rasoio di Occam”, la quale suggerisce ragionevolmente di mettere in campo meno enti che sia possibile. Già l’ultima considerazione dovrebbe far riflettere, dacché appare di per sé incoerente con la semplicità della natura che possa esserci un meccanismo atto a spiegare la

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massa, un altro per spiegare il peso e infine un altro ancora per spiegare la carica (spiegazione finora mai cercata). Peraltro non è detto che i conferimenti di massa, carica e peso debbano avvenire per effetto di “meccanismi” veri e propri, di ordine fisico. Certamente su questo punto i Fisici reagiscono all’ipotesi che non siano “meccanismi”, mostrandosi sconcertati. La natura però funziona come piace all’ordine naturale delle cose, non già come piace ai Fisici. Qualora si voglia togliere il velo al mistero della consistenza materiale delle cose esistenti nell’Universo e togliersi anche dall’impaccio della fastidiosa materia oscura, non è proprio il caso che si rimanga attaccati ai vizi percettivi della mente umana. Il CERN, pur consapevole del vizio concettuale della forza di gravità, dovuto a secoli di presunzione sull’attendibilità totale delle nozioni newtoniane, e ben conscio di non avere le idee chiare sulla natura della materia oscura e sul perché nell’Universo è presente solo materia e non anche antimateria, per voler essere adempiente ad una funzione scientifica in ultima analisi ha scelto la strada più antiscientifica. Ha annunciato di aver scoperto una particella, prima qualificata elusiva, che indurrebbe a concludere possa essere la fatidica “particella di Dio”, sebbene non presenti quelle caratteristiche ipotizzate e mostri molte facce di sé da destare profondi dubbi, anziché quell’entusiasmo scientifico proprio delle grandi scoperte che finalmente

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schiudono nuovi orizzonti e rendono tutto molto chiaro. È certo al 100% che il CERN è lungi dall’aver chiarito il conferimento della massa, e credo che lo stesso Peter Higgs preferisca sapere come stanno veramente i fatti, piuttosto che vedersi assegnare un Nobel che resterà segnato da un senso di avvilente debolezza fintanto che non sarà chiarito col massimo rigore scientifico se il Modello Standard è valido o no. L’ipotesi del Vuoto Quantomeccanico È una soluzione che dà ragione del conferimento di peso, massa e carica. Un unico “quid” spiega perché i gravi cadono a terra con una certa accelerazione e, peraltro, il cosiddetto “paradosso gravitazionale” della diversa “g” di caduta dell’alluminio e del ferro, che ha portato fuori strada la Fisica con l’introduzione antiscientifica della quinta forza. Con la nozione di vuoto quantomeccanico si spiega anche la natura dei buchi neri e in che modo si formano per collasso gravitazionale degli atomi. La gravitazione si inquadra tra i fenomeni che coinvolgono l’interno dello spazio e non lo spazio esterno, dando ragione dell’assenza di onde gravitazionali e della istantaneità della propagazione di un fenomeno gravitazionale. Pertanto la nozione nuova viene ad essere quella di interno dello spazio, che ricalca un concetto già espresso in

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Nuova Tavola Periodica di Corbucci

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embrione dal Fisico americano David Bohm come “prespazio”, ovvero Luogo dell’ordine “implicato” della materia. Si è arrivati a questa nozione nel dicembre 1976, rifacendo l’aufbau elettronico dell’atomo in un modo conforme all’ordine con cui gli elettroni si dispongono, per livelli atomici, intorno al nucleo atomico (Ordine di Riempimento dei Livelli Atomici, © Corbucci). Nel 6° livello atomico accade qualcosa di notevole: tra l’elettrone 71 e l’elettrone 72 è come se lo spazio e il tempo

Nel 6° livello atomico accade qualcosa di notevole: tra l’elettrone 71 e l’elettrone 72 è come se lo spazio e il tempo colassero a picco e la materialità presentasse una soluzione della continuità. colassero a picco e la materialità presentasse una soluzione della continuità. Come se si aprisse un baratro. Come se vi fosse un buco nero. L’ultima espressione concettuale è la più rispondente in termini gravitazionali, e fa comprendere come dal medesimo “pre-spazio” vi sia la possibilità per i leptoni, ovvero gli elettroni, di “mangiare” massa e carica. Nell’8° livello atomico l’interruzione di sequenza si presenta tra l’elettrone 103 e 104, relativi ad elementi non

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presenti naturalmente, che fanno parte dei trans-uranici, con tempi di dimezzamento reali talmente rapidi da non consentire la conservazione nel tempo di quantità di materia visibile e soggetta a misurazione quantitativa. Nella Tavola Periodica corrispondente a questo “Modello Atomico” (Nuova Tavola Periodica © Corbucci) il “buco nero” materiale si inserisce tra le caselle degli elementi Lutezio e Hafnio. Si ripete anche tra le caselle degli elementi Laurenzio e Rutherfordio. In questo modo la Tavola Periodica mostra eloquentemente l’origine della materia. Dopo aver compreso il conferimento della massa, del peso e della carica, inerente gli elettroni, si apre il quesito inerente la massa e la carica adronica, vale a dire il modo con cui le particelle sub-nucleari, che costituiscono il nucleo, mangiano la massa. Detto in modo concettualmente più pregnante, si è trattato di risalire ad una Tavola “periodica” barionica, che mostrasse praticamente quali barioni entrano in gioco, man mano che si sale di numero atomico, nell’aufbau degli Elementi chimici. Esempio: l’Idrogeno numero atomico 1 presenta nel nucleo l’unico barione detto protone. Compare anche il neutrone con l’elemento Elio numero atomico 2, portando a 2 il numero di barioni. Con il Litio e il Berillio non cresce il numero barionico, essendo presenti nel nucleo di questi elementi di numero atomico rispettivamente 3 e 4, solo protoni e neutroni. A partire dal numero atomico 5 del Boro si verifica l’entrata, nella topografia del nucleo, anche del barione lambda zero.

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Aver determinato l’intera topografia barionica fino al numero atomico 112 ha reso visibile l’altro “buco nero”, presente questa volta nel nucleo atomico, oltre che negli shell elettronici, per effetto dell’essere i barioni in numero di 103, rispetto al numero 112 degli elettroni. La “mancanza” di 9 barioni rappresenta il Vuoto Quantomeccanico adronico, ovviamente della stessa natura del Vuoto Quantomeccanico leptonico, responsabile del conferimento di massa e carica di ciascuno dei 103 barioni sub-nucleari. Il conferimento del peso non riguarda, come erroneamente si è sempre supposto in Fisica, le singole particelle sub-atomiche e sub-nucleari, bensì l’atomo nella sua interezza. Un atomo di Idrogeno pesa, mentre il suo elettrone e il suo protone hanno solo massa e carica. Il peso quindi, che dall’etimologia della parola è il participio passato del verbo appendere o pendere, rappresenta non già la forza con cui la massa dell’atomo viene sospinta verso un centro di attrazione gravitazionale terrestre, ma invero la tendenza della struttura atomica a “galleggiare” (il verbo galleggiare viene dalla parola “galla”, che è una sorta di soluzione di continuità che viene a formarsi durante una fusione metallica, per esempio) nel Vuoto Quantomeccanico che separa gli atomi tra loro, fino a riunirsi insieme raggiungendo una velocità di avvicinamento, in un moto uniformemente accelerato, dove “g” è tanto più elevata quanti meno sono gli elettroni nell’edificio atomico coinvolto nel fenomeno gravitazionale. Praticamente l’Idrogeno è quello che presenta maggiore “g”, mentre l’Uranio (elemento naturale più massiccio) presenta minore “g”. I valori di “g” non sono tanti quanti sono i numeri atomici dall’Idrogeno all’Uranio, dacché, coerentemente con il fatto che le strutture nucleari di alcuni Elementi di diversa struttura elettronica sono perfettamente uguali e contenenti lo stesso numero di barioni, alcuni elementi del Sistema Periodico presentano identica “g”. Rispetto alla Tavola Periodica dei 112 Elementi, i valori di “g” teorici (considerando che i transuranici oltre il numero atomico 100, per il rapidissimo tempo di dimezzamento, non sono disponibili concretamente) sono 103. Tanti quanti sono i barioni, nella Tavola barionica. Questo dato scientifico è di fondamentale importanza per fondare una Nuova Fisica. Al momento i Fisici, dopo l’esperimento gravitazionale del ferro e dell’alluminio, che ha fatto rilevare il “paradosso gravitazionale”, non hanno la minima idea su come uscire dall’impasse creato dall’introduzione della 5° Forza (la gravità che dovrebbe tirare in su). (Per spiegare il “paradosso gravitazionale” dell’arrivo a terra anticipato della sfera di alluminio, rispetto a quella di ferro, in caduta da tubi di Torricelli, i Fisici sono ricorsi estrema ratio alla ipotesi “forzosa”, che oltre alla gravità che tira in giù, possa esserci anche la gravità che tira in

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Tavola della composizione barionica in quark

su. Molto più debole della gravità normo-versata, ma in grado di frenare la caduta degli atomi con molti protoni addensati nel nucleo, per via di una sorta di “attrito”, sempre più debole, man mano che si scende di numero atomico. La teoria è assurda, ma questo hanno pensato i Fisici, che non vogliono revisionare completamente la gravitazione e non rinunciano ad aver titolo a spiegare un fenomeno davvero impressionante.) Compendio concettuale Il peso riguarda l’intero atomo di un dato elemento. Non riguarda le singole particelle di cui si compone un atomo. La “g” relativa agli elementi del sistema periodico è funzione del numero atomico e del numero barionico, inoltre gli isotopi di un determinato elemento presentano una “g” lievemente inferiore, tanto più aumenta il numero di neutroni. (Es.: l’Idrogeno ha la “g” più elevata del Sistema Periodico, tuttavia il Deuterio la ha più elevata ancora e

Al momento i Fisici, dopo l’esperimento gravitazionale del ferro e dell’alluminio, che ha fatto rilevare il “paradosso gravitazionale”, non hanno la minima idea su come uscire dall’impasse creato dall’introduzione della 5° Forza (la gravità che dovrebbe tirare in su). ancor più il Tritio. Questa nozione è importante per comprendere la formazione delle stelle, per effetto di nuclei di precipitazione formatisi nell’Universo. Non tenendo conto degli isotopi, i valori di “g” teorici sono 103 su un Sistema Periodico di 112 elementi. La teoria della stabilità del nucleo al numero atomico 114 è errata concettualmente, a prescindere dal fatto che non può esistere, per limite strutturale dell’aufbau, un atomo con 114 protoni.

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PuntoZero legame dei quark. Dove giustamente tale legame dev’essere fortissimo in condizioni di stabilità e deve persino annullarsi, nel caso di un collasso gravitazionale, per consentire che rimanga il “buco nero” e la materia sia “resettata”, per usare un termine dell’informatica. La gravità è un fenomeno interno agli atomi, che non impegna lo spazio esterno. Scorre nel Vuoto Quantomeccanico, vale a dire quella soluzione della continuità materiale che nel nucleo atomico è ben configurata dalle “caselle nere” della “topografia barionica”, risultante dalla differenza di 9 che c’è tra il numero di elettroni e il numero di barioni, presenti nel più grande atomo: quello con numero atomico 112 e numero barionico 103.

Una visualizzazione dell'esperimento con tre sfere di litio, berillio e boro, volto a dimostrare l'esistenza del vuoto quantomeccanico negli atomi

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Salendo di numero atomico e aumentando il numero neutronico dell’Idrogeno, aumenta vieppiù la radioattività e diminuiscono i tempi di dimezzamento. Perché è inattendibile la “scoperta” della particella di Dio Il CERN ha prima dichiarato di aver “salvato” il Modello Standard, scoprendo “il” tassello mancante, poi ha ammesso che ancora manca all’appello del Modello Standard il bosone gravitone, che è il 2° tassello mancante. Pertanto erano 2 i tasselli mancanti, non uno! Quindi il Modello Standard non è affatto salvo, piuttosto sarebbe stato il caso di dire che potrebbe essere errato, sul punto che le “forze fondamentali” comprendono anche la forza gravitazionale. La gravità, inquadrata come forza, stride con la meccanica quantistica e con la relatività einsteiniana. La ragione è di una semplicità disarmante: la gravità non è quantizzabile! Dal Sole non ci proviene in faccia una raffica di gravitoni. Come pure a conferire la massa non è un bosone! Conclusioni Il Modello Standard è errato! Le forze fondamentali sono compendiabili in 2. La forza elettromagnetica e la forza debole si unificano in elettrodebole. Poi c’è la nucleare-forte. La prima che diminuisce col quadrato della distanza, giustamente, poiché riguarda l’esterno dell’edificio atomico e sulla quale si basa l’emissione delle onde elettromagnetiche e della luce, e la seconda che, al contrario, aumenta col quadrato della distanza essendo responsabile del legame delle particelle sub-atomiche e del

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Come si dimostra incontrovertibilmente che è così Facendo cadere da 300 metri di altezza 3 sfere di elementi diversi: Litio, Berillio e Boro. L’ordine di arrivo: Litio e Berillio allineati e perfettamente simultanei e Boro in ritardo di qualche milionesimo di secondo, conferma che nel nucleo degli atomi c’è Vuoto Quantomeccanico e che la gravità non è una forza. E che massa, peso e carica sono conferiti dal Vuoto Quantomeccanico. Si deve concludere che la ricerca del CERN non ha portato alcun risultato scientifico. Con la nozione di Vuoto Quantomeccanico si spiega l’origine dell’Universo, si esclude l’esistenza della materia oscura e si dà ragione al fatto che nell’Universo non ci sia antimateria, ma soltanto materia. La teoria del Big Bang va rivista sul punto che all’origine dell’Universo, prima del Big Bang, era già presente la gravità. Un altro modo per dire questo: l’Universo era un Infinito buco nero.  L’autore: Massimo Corbucci è Fisico e Medico. Attualmente detiene la Teoria alternativa a Peter Higgs sull’origine della materia, avendo formulato un nuovo Modello di atomo che presenta nella struttura il “Vuoto Quantomeccanico”. Il suo nuovo modello prevede anche che in un atomo non possano esserci più di 112 elettroni. Inoltre egli afferma perentoriamente che l’attuale inquadramento della gravità in Fisica sia errato e che la gravità non sia una Forza, bensì qualcosa di completamente diverso. È autore dal 1976 della “Nuova Tavola Periodica”, che riporta 112 elementi e il Vuoto Quantomeccanico, con pubblicazione coperta da Copyright avvenuta nel 1998 con i Tipi delle “Edizioni Scientifiche Mondiali”. Per ulteriori informazioni: www.atomo112.info

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SULLE TRACCE DEL PAITITI: SPEDIZIONE INKARI 2013 di Marco Zagni

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L’affascinante resoconto del noto esploratore italiano, partito con una spedizione nel cuore della foresta amazzonica, fra misteriose strutture nascoste dalla vegetazione e strani avvistamenti nei cieli, alla ricerca del mitico “ultimo rifugio” degli Incas in fuga dai Conquistadores spagnoli. A dire la verità, non sentivo il ricercatore francese Thierry Jamin dal lontano 1998, quando l’avevo conosciuto a Parigi espressamente per organizzare una spedizione nella zona amazzonica della Madre de Dios peruviana (verso le cosiddette Piramidi di Pantiacolla), spedizione che però in seguito non si era concretizzata. Ma nel 2010, dopo anni di ricerche personali e spedizioni nel Sud Perù, rendendomi conto sulla base delle mie esperienze precedenti che zone di grande interesse archeologico potevano celarsi in realtà tra le foreste a Sud della zona del Rio Timpia – nel distretto amazzonico di Cusco, un affluente del famoso fiume Urubamba, quello che passa per la cittadina incaica di Ollantaytambo e ai piedi di Macchu Picchu – avevo pensato di ricontattarlo,

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l'autore a Cusco insieme a Marco Venancio, Tierry Moises e José

dato che, da quello che avevo sentito dire, anche lui era interessato a esplorare quella stessa zona. Nel 2011 il contatto si verificò, visto che altri esploratori con cui avevo già collaborato si erano dimostrati restii a intraprendere una spedizione nella zona, e così mi misi in relazione costante, attraverso delle e-mail, con Thierry Jamin. In tutti questi anni Jamin si era dato molto da fare: si era trasferito definitivamente a Cusco in Perù dal 2005,

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Al Pongo di Mainiqui e la confluenza dell'Urubamba Timpia

località che risulta essere punto nevralgico di partenza per tutte quelle spedizioni che hanno, ancora oggi, delle velleità di trovare antiche città perdute nella foresta peruviana, di cui il Paititi, ovvero l’ultimo rifugio degli Incas in fuga dai Conquistadores spagnoli, secondo la leggenda, è sempre stata la preda più ambita. Allo stesso tempo l’esploratore francese aveva costituito un’associazione privata di ricerca archeologica (una ONG): la Inkari Cusco. Quest’anno 2013 l’occasione di organizzare insieme qualcosa si verificò definitivamente. In quest’ultimo periodo le ricerche e le scoperte dell’esploratore francese nella zona di Macchu Picchu, relative alla presunta identificazione – tramite analisi geo-radar – di una cavità segreta (3mt. X 3mt.) situata all’interno di un palazzo di Macchu Picchu che dista solo 30 metri dalla Piramide dell’Intihuatana, nel cuore dell’antica città andina, erano state bloccate dal governo peruviano, in teoria per “vederci più chiaro”. In realtà si trattava di una sospensione bella e buona, in

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attesa di decidere se affidare di fatto esclusivamente all’esploratore francese un’indagine così delicata in un luogo archeologico tra i più visitati del mondo… Si parla infatti di una possibile tomba regale incaica. D’altra parte, c’era allora il tempo necessario per preparare qualcos’altro di enormemente interessante, e cioè un’esplorazione della foresta amazzonica a Sud del Rio Timpia, in direzione di un “fantomatico” altopiano quadrato e di un’altra zona che, da tempo, mi premeva personalmente esplorare più di ogni altra cosa: un ingrandimento satellitare Landsat delle mie foto aveva rivelato infatti una strana struttura ovale di circa 1 km. di lunghezza, alle coordinate 72° 28’ W e 12° 10’ S, e questo già diversi anni or sono (2001). Thierry Jamin però, come capo spedizione, avrebbe voluto verificare prima le voci indigene sull’esistenza di una “Fortezza quadrata” apparentemente irraggiungibile – sull’Altipiano quadrato, a circa 2.000 metri di altezza – mentre la media della foresta di esplorazione nella zona è

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PuntoZero sui 1.000 metri di altitudine. In seguito, se ci fosse stato tempo, ci si sarebbe avvicinati al mio punto “ovale”: in fondo, tra le due zone di interesse c’erano solo circa 10 chilometri di distanza… Questo a grandi linee era il piano di base: risalire il fiume Urubamba e poi il Rio Timpia il più possibile con delle canoe o delle zattere a motore ed entrare nella foresta a ridosso, se del caso, delle nostre particolari zone di interesse. Ecco un estratto del mio diario, in data 7 ottobre 2013: “Sarà una battaglia. Si spera nell’uso del battello peke-peke [un tipo di canoa con motore ad albero orizzontale, che si può usare quindi soprattutto in fiumi con un basso pescaggio], ma Josè [Josè Casafranca, il “braccio destro” di Thierry Jamin] è pessimista: se no si deve risalire il fiume a piedi [Timpia] per 70/80 km. Thierry dice che il luogo è a circa qualche chilometro a Est del mio punto [l’Ovale di cui sopra], io pensavo il contrario. Egli ha individuato un massiccio con un altipiano a forma perfettamente quadrata (800 mt. X 800 mt.), vicino alla laguna quadrata della leggenda.” La faccenda della “laguna quadrata” è una vecchia storia: più volte individuata dall’osservazione aerea e più volte perduta, indica da sempre la sua stretta vicinanza con la città perduta d’oro del Paititi. Ma questa volta sapevamo esattamente dove si trovava. Dopo varie peripezie, il giorno 12 ottobre giungevamo alla comunità di Timpia, alla confluenza cioè tra il fiume Urubamba e il Rio Timpia appunto, che dovevamo risalire senza indugio. Leggiamo: “12 ottobre – scoperta dell’America – siamo arrivati al traghetto di Ivochote (il ponte si è rotto) dove attraverso il Pongo di Mainiqui in canoa arriveremo a Timpia credo nel pomeriggio avanzato [il Pongo Mainiqui è un famoso e pericoloso cañon fluviale costellato di barche naufragate, famoso anche perché vi furono girate alcune sequenze del film Fitzcarraldo, del regista Werner Herzog, con Klaus Kinski e Claudia Cardinale]. Ore 19.10, siamo arrivati a Timpia, e abbiamo un tetto per dormire, su una palafitta offerta da un indigeno: ci hanno chiesto di dormire elevati per via degli animali che di notte si spostano. Nessun collegamento telefonico, né Internet. Possiamo solo usare il nostro telefono satellitare.” Per dovere di cronaca e non certo per creare emozioni a buon mercato, visto che a Timpia ci dissero che “cose come queste” accadevano molto spesso, una pantera, proprio la prima notte verso le 2, mentre stavamo dormendo sulla palafitta, saltò da terra direttamente sul primo piano del nostro rifugio, ma poco dopo se ne andò, sempre molto silenziosa: “Era solo curiosa, e qui i giaguari attaccano, a volte, solo i nostri cani”, disse Osvaldo, il nostro padrone di casa... Nei giorni successivi il tempo cambiò moltissimo – per via del cambio stagionale dall’inverno alla primavera, le stagioni sono inverse rispetto alle nostre, nel Continente

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73 Foto satellitare del Rio Timpia e della zona a sud del fiume

La faccenda della “laguna quadrata” è una vecchia storia: più volte individuata dall’osservazione aerea e più volte perduta, indica da sempre la sua stretta vicinanza con la città perduta d’oro del Paititi. australe – e cominciò a piovere molto seriamente, in genere durante la notte: purtroppo l’Urubamba e il Timpia, essendo fiumi generalmente stretti e bassi, si gonfiarono moltissimo e il Timpia non divenne più navigabile. Dovevamo abbandonare l’idea originaria di proseguire in canoa il nostro viaggio. Inoltre le sue sponde sabbiose, dove speravamo di poter, al limite, proseguire l’avanzata a piedi, vennero irrimediabilmente sommerse. Si poteva solo cercare di risalire in peke-peke per un po’ un altro Rio, situato immediatamente a Nord del fiume Ticumpinea, parallelo al Timpia, e poi continuare a piedi per decine di chilometri tra le colline amazzoniche in direzione Est, verso la “Fortezza quadrata”, come ormai la chiamavamo tutti. Infatti gli indigeni Machighengas della comunità ci dissero di essere certi che in cima alla Montagna quadrata,

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In navigazione verso Ivochote; Tierry Jamin col telefono satellitare a Timpia

meta finale della spedizione, c’erano vestigia antichissime pre-incaiche, molto temute e mai visitate perché ancora oggi abitate da “diavoli” e guardate dai temuti Cocapaquori, fieri indigeni isolati che vivevano ancora completamente nudi, rifiutando ogni forma di “civilizzazione”. Thierry Jamin infine, e da tempo, aveva raccolto numerose notizie su avvistamenti di oggetti volanti non identificati che, come delle sfere di luce bianco-azzurre, atterravano e ripartivano dalle zone di nostro interesse, soprattutto negli ultimi mesi. Lui stesso, con Josè, aveva assistito a queste apparizioni. Il cambiamento nella tabella di marcia e l’allungarsi della spedizione, che da fluviale diventando terrestre, mi avrebbe fatto perdere sicuramente l’aereo di ritorno, e infine alcune incomprensioni con degli indigeni del luogo – rivelateci dalle nostre fidate guide Venancio e Moises – che potevano sembrare banali (alcuni portatori, gelosi perché esclusi dalla selezione, creavano mille pretesti per metterci in difficoltà) ma che potevano veramente mettere in pericolo la mia incolumità personale e quella di altri membri della spedizione, mi obbligarono ad abbandonare la zona di Timpia, per il bene stesso della spedizione “Inkari 2013”, e dopo alcuni giorni difficili, ritornare a Cusco intorno al 20 ottobre. Ma lo stesso Thierry Jamin, in realtà, era ben conscio che non avrebbe potuto proseguire a lungo a piedi, senza

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molti viveri, ed infatti ho da poco saputo dal mio amico e corrispondente da Lima Paul Mazzei (sto scrivendo questo articolo nei primi giorni di novembre 2013), che anche Thierry Jamin è sulla via di Cusco: mancavano circa 30 chilometri per raggiungere l’altopiano quadrato. Sarà doveroso organizzare allora una nuova spedizione, la “Inkari 2014”, più organizzata e con più mezzi, compreso un elicottero, mezzo risolutivo per svelare una volta per tutte il mistero della “Fortezza quadrata” del Paititi.  Bibliografia indicativa: Carlos Neuenschwander Landa: Paititi en la bruma de la Historia, Cuzzi s.a., Arequipa, Perù 1983. Juan Carlos Polentini: El Paititi – Padre Otorongo!, Editorial Salesiana, Lima, Perù 1999. Marco Zagni: L’Impero amazzonico, MIR, Firenze 2002. Thierry Jamin, Pierre Albert Ruquier, L’Eldorado inca. A la recherche de Paititi, Hugo & Cie, Paris 2006. Thierry Jamin: Pusharo - la memoria recobrada de los Incas, Edisa, Lima Perù 2007.

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L’INSPIEGABILE FENOMENO DEL CERCHIO FIRENZE 77 di Enrico Ruggini

Oltre ad essere stato il fulcro di un’attività medianica unica nel suo genere per la quantità e la qualità dei messaggi canalizzati di un gruppo di “guide spirituali”, il CF77 è stato e continua ad essere un fenomeno inspiegabile anche dal punto di vista sociologico. L’inspiegabile fenomeno del Cerchio Firenze 77 “Com’è possibile vivere se non possiamo affatto penetrare gli elementi di questa vita? Se perpetuamente siamo insufficienti nell’amare, nel decidere incerti e incapaci di fronte alla morte, com’è possibile esistere? Gli uomini da millenni hanno consuetudine con la vita e la morte e stiamo ancora oggi (e per quanto tempo ancora?) di fronte a questi primi, più immediati, e anzi precisamente unici compiti (che altro mai abbiamo a fare?) così sprovvisti, come novellini, tra sgomento e delusione, così miserabili. Non è incomprensibile?” Da queste vibranti parole di Rainer Maria Rilke sorgono le domande che da sempre hanno assillato l’essere pensante, consapevole della propria esistenza, colui che l’evoluzione delle specie e quella della coscienza hanno

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posto sul gradino più alto della scala dei viventi: l’uomo. E se queste domande – perché si nasce, perché si vive, perché si muore? – sono domande antiche e non hanno fino ad oggi trovato una risposta esauriente, libera da dogmi e misteri, mai come in quest’epoca la sete di sapere è stata così dichiarata. Dichiarata dal frantumarsi delle ideologie, dai movimenti separatisti in seno alle varie Chiese, dalla scomparsa di valori imposti e non sentiti, dalle innumerevoli manifestazioni paranormali, dall’accresciuta sensitività degli individui, dalle statuette che piangono, dal proliferare di tutto quel mondo del magico e del segreto, dall’emergere quotidiano di movimenti misticheggianti, di sette di ogni genere, di mode spirituali, dottrine e profezie: le sibille di un tempo vestono oggi i drappi delle madonne. L’orientalizzazione dell’occidente – e la fiorente economia che ne è derivata per gli operatori/guru che la promuovono – con tutte le sue discipline e pratiche fisico-spirituali e le sue promesse di raggiungimenti facili e immediati, aggiungono motivi di preoccupazione ad un clero in difficoltà al quale è stato irrimediabilmente sottratto il ruolo di unico intermediario tra il nostro mondo e le “dimensioni altre”. Mille e non più mille recitava una vecchia profezia, che pare ormai superata. In realtà e secondo una diversa lettura di quella profezia, la fine di un mondo fa posto al nuovo mondo; il vecchio trascorre e precipita nel passato e il nuovo si avanza, annunciato da fermenti confusi, convulsi e dolenti come le doglie di un

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Durante le sedute medianiche del Cerchio Firenze 77 si verificavano spesso delle materializzazioni, tecnicamente definite "apporti". In quello mostrato in questa foto, pare sia nascosta una frase.

Dai misteriosi recessi dei mondi immateriali, voci nitidissime si sono fatte veicoli del pensiero di possenti personalità che hanno trasmesso per via medianica, nel corso di incontri quasi segreti, messaggi carichi di significato sui principali problemi conoscitivi ed esistenziali dell’uomo. parto gigantesco, quello dell’umanità del futuro. In questa pletora di voci dell’occulto, di maghi, di veggenti, di santoni, di cartomanti e fattucchiere, di gruppi, di cenacoli, di cerchie e comunità, in mezzo a tanta confusione da mercatino rionale – che pure disperatamen-

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te testimonia della domanda e dell’esigenza dell’uomo di oggi – da oltre 60 anni ha fatto la sua apparizione, quasi in sordina, un insegnamento desueto e innovativo, che ha dichiarato la propria natura non con il fasto della liturgia, non con la pompa rituale, non con l’austerità delle cattedre o con la potenza delle istituzioni, ma con la forza della semplicità e della chiarezza; e la natura che ha dichiarato e dichiara è una natura oltre-umana. Dai misteriosi recessi dei mondi immateriali, voci nitidissime si sono fatte veicoli del pensiero di possenti personalità che hanno trasmesso per via medianica, nel corso di incontri quasi segreti, messaggi carichi di significato sui principali problemi conoscitivi ed esistenziali dell’uomo. Dove ? A Firenze, per oltre 37 anni. Tra gente semplice

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PuntoZero e ignara, all’inizio, del fenomeno (“miracoloso”? naturale? spirituale? sapienziale) al quale stava dando vita; un nucleo esiguo che è poi diventato un cospicuo gruppo di persone dallo spirito libero e dalla mente sgombra da ogni pregiudizio. Cerchio Firenze 77 è l’anonima sigla editoriale che, in senso riduttivo, indica il gruppo dei fortunati testimoni di questa esperienza straordinaria, addirittura sconvolgente nella sua manifestazione esteriore; e in senso più ampio e vero indica l’insieme delle ormai migliaia di persone che in tutta Italia condividono il messaggio di queste alte “guide spirituali”. Un patrimonio conoscitivo, etico e metafisico di incalcolabile valore è stato, da queste voci, lasciato in eredità a tutti, ovvero a chiunque senta l’intima esigenza di orizzonti più ampi di quelli, ormai angusti, delineati dalle ortodossie “ufficiali”. Con un linguaggio amorevole, scorrevole e armonioso, scevro di qualunque sfumatura sentimentale o fanatica, queste parole sagge e ispirate si rivolgono  all’uomo del duemila; la scansione trentennale di queste vere e proprie lezioni dall’oltre ha dato origine a pagine profondamente belle e suggestive, pagine di una grande dignità costruite con una ineccepibile coerenza di concetti e una rigorosissima logica di ragionamento che impediscono voli fantasiosi e chiudono il cerchio di un costrutto completo, perfetto ed esaustivo come nessuna precedente filosofia o dottrina aveva potuto od osato, e nel loro insieme formano la grandiosa trama di una teoria unitaria della Realtà. Questo insegnamento salda una frattura fino ad oggi ritenuta insanabile, quella che ha diviso per lunghi secoli oscuri l’universo sensibile da quello sovra-sensibile. Laddove, infatti, le religioni e le filosofie avevano sempre cercato di spiegare l’universo e il ruolo dell’uomo, le une basandosi sulla rivelazione, e le altre sulla osservazione e sul ragionamento, qui le une e le altre si fondono e si superano: questa grande teoria filosofico-spirituale che si presenta come una rivelazione (giunta in forma mantica) fonda invece sé stessa sui pilastri della osservazione e della logica, così unificando e trascendendo sia l’aspetto magico e divino della rivelazione che quello razionale e speculativo della constatazione logica, analitica e sintetica di ciò che appare. È il punto di incontro dell’essere, dell’essenza, con il divenire, con ciò che scorre, che diventa, che si trasforma. Fonde in sé il tempo che tutto divora e l’immobilità, l’immutabilità, l’eterna presenza di ciò che è. Ecco le risposte alle domande di Rilke e di ogni uomo, facili, chiare, semplici, per tutti; ecco risolte compiutamente le infinite contraddizioni dell’esistenza, al di là di miti, dogmi, tabù di qualsivoglia genere e provenienza, che vengono qui infranti dalla ferrea logica di questi maestri immateriali.

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Roberto Setti

Questo insegnamento salda una frattura fino ad oggi ritenuta insanabile, quella che ha diviso per lunghi secoli oscuri l’universo sensibile da quello sovra-sensibile. Per oltre 37 anni queste voci hanno parlato nel buio di una stanza, poi, il 29 febbraio 1984, il fenomeno si è definitivamente interrotto con la scomparsa di Roberto Setti, un uomo la cui semplicità e trasparenza appaiono oggi enigmatiche se accostate alla grandezza del suo ruolo e alla potenza delle manifestazioni che avvenivano per suo tramite: un ponte vivente tra la nostra confusa e affannata dimensione e quella luminosa dalla quale è precipitata in forma di parola la sapienza allo stato puro; questa, la funzione di Roberto Setti, svolta per anni nel segreto di pochi intimi, e rimasta ignota ai più fino al giorno del suo trapasso quando centinaia di persone, anche sconosciute tra di loro, ma unite da un legame indissolubile, ne hanno salutato, grate e commosse, la partenza. La scomparsa di Roberto Setti ha coinciso con la lezione conclusiva di questo grande insegnamento etico-filosofico-spirituale, amorevolmente raccolto e pubblicato in alcuni volumi,

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tutti editi dalle Edizioni Mediterranee, e oggi letto e discusso in numerosi gruppi di studio in tutta Italia o sul forum ad esso dedicato sul sito che prende il nome dal fenomeno: www.cerchiofirenze77.org; divenuto argomento di tesi universitarie e addirittura utilizzato a scopo didattico nelle università. C’è chi ne ha fatto il proprio personalissimo e maturo viatico spirituale, chi l’ha introdotto nella propria attività professionale di medico, psicologo o sociologo, chi ne studia le potenzialità di applicazione sul piano sociale e produttivo, e chi ne ha raccolto frammenti in dispense per i malati terminali. Un fenomeno, questo della grande crescita di attenzione per il Cerchio Firenze 77, inspiegabile dal punto di vista sociologico, tanto che ad un convegno sulle varie tipologie associative, questo fenomeno è stato indicato come un esempio unico della negazione di tutte quelle regole che individuano un movimento, un gruppo, una compagnia, una setta, una con-

Pare quindi giunta l’alba del nuovo giorno. E fra le tante occasioni di incontro con le Verità e con l’Amore – perché la vera sapienza è prima di tutto Amore – il Cerchio Firenze 77 si pone all’attenzione di chi sia “in cerca” e senta l’urgenza di risposte chiare a domande chiare, quelle che sorgono nell’intimo dell’individuo. A costoro le guide spirituali dicono : “Noi siamo uno dei moltissimi mezzi che l’evoluzione mette a disposizione dell’uomo... siamo solo una voce senza corpo, un’identità senza nome, una dottrina senza autorità, un messaggio scritto sulla sabbia di un deserto ventoso... ti diciamo: vieni a noi, eppure noi abbiamo da darti solo quello che tu vuoi che possiamo; siamo per te solo quello che tu permetti che siamo....Tu non devi delegare, non devi attendere, non devi rinunciare. Abbi fiducia in te stesso! Tu hai! Tu puoi! Basta che tu lo voglia. E quando avrai “compreso”... allora tu stesso sarai la nostra voce, il nostro vivente messaggio, la testimonianza del nostro potere.” 

Un fenomeno, questo della grande crescita di attenzione per il Cerchio Firenze 77, inspiegabile dal punto di vista sociologico...

L’autore: Enrico Ruggini è uno dei “testimoni” dell’ultima parte del fenomeno medianico del Cerchio Firenze 77. Laureato in Psicologia Clinica e in Scienze Psicologiche dell’Intervento Clinico, contemporaneamente agli studi universitari inizia quelli di recitazione e comincia a scrivere racconti e saggi. L’interesse per il teatro diventa professione nel 1979, quando viene scritturato dal Teatro Stabile di Roma. Lavora fianco a fianco con i maggiori nomi del teatro italiano, ma non trascurando la scrittura: due drammi, alcuni soggetti cinematografici, sceneggiature, saggi e numerosi racconti con i quali ottiene i più ambiti riconoscimenti, e nei quali traspare sempre più deciso il suo interesse per la dimensione psicologica e spirituale dell’uomo. Professional Counselor CNCP con formazione in Psicosintesi Clinica; Membro della Società Italiana di Psicosintesi Terapeutica; Conduttore di Costellazioni Familiari con molteplici metodiche; Docente di formazione in area psico-oncologica. Si occupa prevalentemente di sviluppo personale in contesti pubblici e privati. Collabora con la Scuola di Psicosintesi Clinica e Counselling S.I.P.T. Svolge attività di ricerca in campo psico-oncologico presso il Centro Studi Roberto Assagioli. Svolge attività professionale di counselling individuale e di gruppo. Tiene conferenze e partecipa a convegni nazionali e internazionali, su temi inerenti la crescita evolutiva e i sistemi di relazione. È anche conosciuto come uno dei più appassionati divulgatori dell’insegnamento del Cerchio Firenze 77, del quale è stato un diretto testimone e per il quale ha curato il volume “Il libro di François”.

sorteria, una qualsiasi forma di associazione. Infatti non vi è organizzazione, né programmi di divulgazione, non vi è un telefono né una sede, non corrono soldi, non vi sono capi, rappresentanti o figure carismatiche, niente pubblicità; come pure non vi sono analogie particolari tra coloro che vi aderiscono, essendo questi delle più varie estrazioni e condizioni sociali e culturali, delle più diverse opinioni e appartenenze politiche; ciò che altrove divide anche aspramente, qui si affratella in nome di qualcosa che supera gli steccati convenzionali della società. Quel pochissimo di divulgazione che c’è – nella convinzione che chiunque sia pronto incontra inevitabilmente le verità dello spirito in qualsiasi forma queste si mostrino – è per libera e personale iniziativa di qualcuno che ha, o anche non ha, vissuto direttamente questa vicenda e che se ne sente coinvolto al punto da sentire il desiderio di “fare qualcosa”, di condividere con altri la bellezza del dono ricevuto. È, in definitiva, un contagio d’amore, ancora più anomalo in un mondo in cui tutto si compra, tutto ha un prezzo e niente si dà per niente. Qui, per niente, si dà tutto! Tra le molte iniziative personali ve ne è almeno una da segnalare, ed è quella degli incontri pubblici che alcuni amici organizzano in un albergo di Firenze per ascoltare e commentare le voci originali registrate delle guide spirituali del Cerchio Firenze 77.

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ALCUNI BRANI A CARATTERE MISTICO TRATTI DAI LIBRI (per i brani di insegnamento vero e proprio rimandiamo alla lettura dei testi) È l’ora che prendiate coscienza del fatto che la realtà materiale e spirituale sono una sola cosa e soprattutto che questa unica realtà è assolutamente razionale. È finito il tempo in cui la morale veniva imposta, perché la Verità dello spirito non appartiene al fantasioso mondo delle favole. Una nuova era sorge e l’uomo esce dal confuso mondo del fanciullo per entrare in quello più consapevole dell’adulto. Per voi è già l’alba del nuovo giorno! ... Vedi coloro che ti circondano? Gioiscono, soffrono, si muovono, vivono e ciò che tu vedi di loro avviene per te. Vedi che accade nel mondo? Accade per te! Anche ciò di cui hai avuto solo una scarna notizia, sentito una lontana eco, è avvenuto per te, figlio mio. Il sole sorge e tramonta, le stagioni si susseguono, i pianeti

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percorrono le loro orbite, gli universi nascono e periscono, e tutto ciò io lo faccio accadere per te, figlio mio! Dunque io sono la sostanza che ti costituisce e lo spirito che ti anima, poiché tu sei in me ed io sono in te, figlio mio! Ma non mi fermo solo a questo, perché rendo partecipe di me stesso ogni essere ed a ciascuno mi dono interamente senza riserve, fino al punto che ogni distinzione – io e te – ogni separazione, sono solo illusorie e lo sono solo quel tanto necessario a farti esistere, a donare all’essere la coscienza assoluta. Questo io sono! ... Quando, dopo aver imparato a non uccidere, a non rubare, a non desiderare la roba di altri, a non rendere falsa testimonianza, a onorare il padre e la madre, a non fornicare, a non desiderare la donna d’altri, a santificare le feste, a non nominare il mio nome invano, a non avere altro Dio fuori di me, e perciò a pormi sopra ogni cosa, tu, PER AMORE, dimenticherai tutto ciò, allora amerai veramen-

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te di quell’amore che non conosce condizioni, timori, riserve, ed Io ti dirò: “Hai molto amato e molto ti è perdonato!” Amando veramente tu comprenderai che nulla più ti importa di te stesso e che la più grande felicità è nella comunione con l’oggetto del tuo amore, scopo e coronamento finale della tua esistenza. ... Egli non è il Dio di Abramo, né di Confucio, non è Brahama, non è il “Padre” del Cristo, né l’Allah di Maometto. Non è né bene né male, non è amore contrapposto all’odio, non è giustizia, ma non è parzialità, non è misericordia, ma non condanna. Egli è al di là del gioco dei contrari, ma essendo la “somma pienezza” è tutto ciò che vi manca: amore per chi non è amato, beatitudine per chi soffre, Tutto per chi nulla è. Egli è l’Uno che appare come molteplice, ma non è l’apparenza, perché “È ciò che È”. È infinito perché l’Unico, eterno perché immutabile, in Realtà indivisibile perché in Realtà è il solo che esiste. Egli è completo, perché è il Tutto che tutto comprende, ma non è il tutto, perché il tutto trascende. Egli è Assoluto Sentire ed Essere, nostra reale condizione di esistenza. Invoco lo Spirito che è in voi, il solo a dare senso al mio misero balbettare. Kempis ... Sono pronto ad andare là dove posso essere di aiuto; l’Universo è la mia patria, l’umanità la mia famiglia, il mio prossimo me stesso. Tu che mai fosti, mai nasci, mai muori, pur essendo causa e finalità del Tutto, immergimi cosciente nell’infinita profondità del Tuo Essere, ove va a completezza tutto ciò che è incompleto, ove si dissolve ogni separazione, cade ogni limitazione, ove passato e futuro sono presente eterno. ... Figlio mio, più che amare e suscitare l’amore, voglio che tu sia l’amore stesso. Così, se è l’amore materno che può avviare un tale miracolo, ti farò madre e io sarò tuo figlio. Se è l’amore sensuale,

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allora non mi scandalizzerò ad esserti amante. Se sarà l’amicizia a potere tanto, io sarò il tuo fedele amico. Ma se sarà l’amore agli altri, anonimi, allora in ognuno di essi mi vedrai quale veramente io sono e comprenderai, essendolo tu stesso, l’essenza del vero amore. ... Se l’opinione del gregge non sarà tua regola di condotta, se sarai tollerante con gli altri quanto lo sei con te stesso, se saprai comandare più a te stesso che agli altri, se sarai giusto più che buono, indulgente e comprensivo specie con i deboli, se lavorerai pazientemente, se mai risponderai con un rifiuto ad una richiesta o ad un’offerta, se potrai avere ricchezze ed onori, ma non esserne schiavo, se potrai godere della solitudine, ma non avrai paura della compagnia degli uomini e viceversa, se saprai essere povero e parsimonioso, se potrai sopportare di buon grado l’oblio e l’ingratitudine degli uomini, se saprai camminare da solo, senza grucce, eccitanti ed illusioni, se saprai essere infantile coi fanciulli, gioioso con i giovani, pacato con gli anziani, paziente con i pazzi, felice coi saggi, se saprai sorridere con chi sorride, piangere con chi soffre, e saprai amare senza essere riamato, allora, figlio mio, chi potrà contestarti il diritto di esigere una società migliore? Nessuno, perché tu stesso, con le tue mani, l’avrai creata! ... Sperate! Sperate in un domani migliore, nella virtù trionfante, nel buon senso che prevale, nella coscienza che si desta, nella volontà di creare un mondo più bello, nella speranza che ritorna. Perché sperare è carezzare, è concepire il bene, è cullare, è infondere fiducia, è nutrire, è pascere, è rinverdire, è dare forza, sperare è creare! Che la speranza sia con voi.

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CIMATICA: LE VIBRAZIONI DELLA NATURA COME COMUNICAZIONE di Deborah Maffizzoli

Una breve introduzione alla scienza (che qualcuno si ostina ancora a definire “teoria”) della cimatica, che insieme ad altre discipline sta letteralmente riconfigurando la nostra percezione della realtà e delle sue manifestazioni sul piano fisico. “La filosofia è scritta in questo grandissimo libro che continuamente ci sta aperto innanzi a gli occhi (io dico l’universo), ma non si può intendere se prima non s’impara a intender la lingua e conoscer i caratteri ne’ quali è scritto. Egli è scritto in lingua matematica, e i caratteri son triangoli, cerchi ed altre figure geometriche, senza i quali mezzi è impossibile a intenderne umanamente parola; senza questi è un aggirarsi vanamente per un oscuro laberinto”. (Galileo Galilei) Diverse volte abbiamo letto articoli che trattavano l’argomento delle vibrazioni e delle frequenze: attraverso questo scritto vedremo come le forme create dalle vibrazioni sulla materia sono una prova tangibile dell’olismo nel senso più ampio, e del fatto che la natura comunica. Le vibrazioni che tanto osanniamo in diverse discipline,

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come la medicina naturale, l’omeopatia, l’informatizzazione dell’acqua, l’influenza che hanno sul corpo umano (a diverse frequenze; i famosi 8 hertz), hanno un forte riscontro anche in natura nel senso più ampio del termine. Ma iniziamo dal principio. L’Olismo sta prendendo oggettivamente piede in questa società e più adottiamo una visione olistica della Vita, più l’immagine all’interno della quale ci muoviamo diventa ampia. Dalla più piccola cellula del nostro organismo, dal nostro organismo inserito in un ambiente, dal più piccolo pianeta nella sua galassia, fino all’universo tutto, osserviamo lo stesso principio di base: tanti dettagli inseriti in un contesto via via più grande. Tutto ciò che c’è di più perfetto nel cosmo, può essere ricondotto a un ordine numerico che svela l’armonia di ogni sistema vivente. Ed è proprio questo il criterio di perfezione: una rispondenza ad un ordine matematico, comune e costante. Da questo presupposto è partito il viaggio di conoscenza che ci porta ad analizzare i numeri e le sequenze numeriche come assunti base di tutte le forme più perfette in natura, dai fiocchi di neve al nostro codice genetico, dall’assetto del fogliame delle piante alla natura frattale del fegato umano, arrivando fino alla configurazione dell’intero universo. La ricerca di una vera e propria spiegazione “palpabile” di questo legame arriva a questi studi, che partono dalla fisica, si immergono nella matematica e terminano con la musica, ma ormai consapevoli del fatto che abbiamo una

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PuntoZero grande maestra a disposizione: la natura. La natura così semplice superficialmente, ma così complessa se la si vuole comprendere fino in fondo. Riconoscerla e coltivarne le qualità ci dona una vita più semplice, sana, prospera, appagata e responsabile verso l’ambiente e le generazioni future. Infatti tutt’intorno a noi questa perfezione si esplica senza nessuna fatica, e noi non le diamo la giusta importanza: come dimostrano le vibrazioni che emette la natu-

Ogni particella di materia, ogni quanto di energia, ogni atomo, cellula, oggetto, organismo emette una sinfonia di onde intorno a sé, ognuna caratterizzata da una definita ampiezza e frequenza.

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ra. Le vibrazioni sono propagazione tremolante di un suono o una luce: la vibrazione delle note; una vibrazione di luce (definizione Enciclopedia Treccani). Esse, variabili a seconda delle lunghezze d’onda (quindi della frequenza), hanno tutte determinate caratteristiche diverse: l’unica visibile ad occhio umano è la luce, alla quale corrispondono tutti i diversi colori dell’arcobaleno. Le uniche vibrazioni udibili dall’orecchio umano sono corrispondenti ad un intervallo che va da 20 Hz a 20.000 Hz ca. Ogni particella di materia, ogni quanto di energia, ogni atomo, cellula, oggetto, organismo emette una sinfonia di onde intorno a sé, ognuna caratterizzata da una definita

ampiezza e frequenza. Ogni atomo produce onde. Quando miliardi di atomi si uniscono a formare una cellula, le onde emesse da ogni atomo si sintonizzano su una banda assai più ampia e complessa. In un organismo multicellulare, come una pianta o un essere umano, le onde si uniscono a formare un campo estremamente più vasto e complesso. La complessità della sinfonia è proporzionale al livello evolutivo ed organizzativo. Come in una orchestra infinita, ogni elemento suona la sua musica secondo uno spartito per produrre un’armonia universale: basta una singola nota stonata per creare disarmonia in tutta la sinfonia universale. Materia ed energia sono come i mattoni che, senza il progetto della casa, da soli non hanno uno scopo: l’informazione, il progetto sottostante indirizza, collega, fa vibrare le singole parti in un’armonia comune: la sinfonia della vita. Il mondo è suono, dunque. Tutta la creazione è una sinfonia di suoni, di vibrazioni, in cui le singole parti si inseriscono attratte dalla risonanza con i suoni simili. La cimatica è la scienza che studia le forme prodotte dalle onde ossia dalle frequenze che possono essere sonore, elettromagnetiche, ecc.: è la scienza che studia il suono e la vibrazione resi visibili, tipicamente sulla superficie di una piastra, diaframma o membrana. Essa studia il fenomeno dell’onda ed ha dimostrato la stretta relazione esistente tra forme e frequenze di onde sonore. L’apparecchiatura impiegata può essere semplice, come ad esempio una piastra di Chladni (una lastra di ottone piatto eccitato da un archetto di violino) o avanzata come il CymaScope,

A sinistra, l'esperimento di Chladni; a destra Hans Jenny

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Un esempio delle figure di Chladni e due immagini ottenute mettendo in risonanza l'acqua

do la superficie vibrante con polvere sottile (ad esempio polvere di licopodio, o anche semplice farina o sabbia fine). Quest’ultima, infatti, si sposta per effetto della vibrazione e si accumula progressivamente nei punti della superficie in cui la vibrazione è nulla. Dal punto di vista fisico-matematico, tuttavia, la forma dei reticoli nodali è predeterminata dalla forma del corpo posto in vibrazione (nel caso di onde acustiche in un gas, dalla forma della cavità in cui il gas è contenuto). L’onda sonora incidente, pertanto, non influenza affatto la forma del corpo vibrante né la forma dei reticoli nodali: l’unica cosa che cambia per effetto della vibrazione è la disposizione della sabbia

uno strumento da laboratorio co-inventato dall’ingegnere acustico John Stuart Reid e dall’ingegnere Erik Larson, che rende visibili le geometrie intrinseche nel suono e nella musica. La cimatica, definita da Hans Jenny come “studio che riguarda le onde”, è l’olos per eccellenza, in quanto unisce tutti gli esseri in un’armonia universale attraverso le vibrazioni, il tutto come insieme, i frattali e la comunicazione unitaria, invisibile e perfetta che possiede la natura. Il termine di per sé deriva dal greco kymatika (κυματικά) [da kyma (κΰμα) che significa “onda, flutto”] e lo studio di tale scienza (scienza vera e propria) inizia già nel XVII secolo, quando il musicista e fisico tedesco Ernst Chladni osservò che i modi di vibrazione di una membrana, o di una lastra, possono essere visualizzati cospargen-

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Ogni figura è semplicemente la forma visibile di una forza invisibile. Ogni forma contiene le informazioni delle vibrazioni che l’hanno generata. di cui il corpo è stato cosparso. L’immagine formata dalla sabbia, a sua volta, è influenzata dallo spettro di frequenze della vibrazione incidente solo in quanto ogni modo di vibrazione è caratterizzato da una specifica frequenza: pertanto, dallo spettro del segnale che eccita la vibrazione dipende quali reticoli nodali siano effettivamente visualizzati. Ogni figura è semplicemente la forma visibile di una forza invisibile. Ogni forma contiene le informazioni delle vibrazioni che l’hanno generata. Jenny dimostrò che la musica produceva una struttura simile a quella di un tessuto: il suono crea la forma. Hans Jenny notò che de-

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PuntoZero terminati suoni corrispondono sempre alle stesse figure; inoltre, scoprì che acclamando i suoni di antichi linguaggi come il sanscrito o l’ebraico, le figure che si producevano, disegnavano il simbolo alfabetico che si pronunciava. Nei suoi esperimenti realizzò le figure di Chladni. Come vediamo nelle immagini successive, infatti, le figure rispecchiano forme già presenti in natura: interconnessioni globali infinite, ed una forma di comunicazione. L’informazione contenuta nella vibrazione viene trasmessa attraverso la stessa vibrazione e a seconda della frequenza, la materia assume una forma diversa. 

L'autrice: Deborah Maffizzoli, 22 anni, si è appena laureata in Scienze della Comunicazione con una tesi di ricerca personale riguardante la Cimatica come fonte di Comunicazione. Subito dopo la Laurea, ha iniziato un nuovo percorso di studi riguardante la Naturopatia e tutte le discipline del Naturale. La Cimatica è comunque il motore di tutte le ricerche che continua a portare avanti da alcuni anni, ed è stata l'inizio e il collante tra ciò che lega l'essere umano alla natura. Naturalmente questo rapporto è molto vasto e abbraccia tantissime discipline diverse, motivo per cui ritiene che questo sia solo l'inizio di una vita dedicata a questi studi.

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INTRODUZIONE A UN PENSIERO SFERICO di Barbara Tutino Elter

Il concetto del “pensiero sferico”, che sembra abbia addirittura origini medievali, è oggetto di questa interessante dissertazione, che prelude a un più che mai necessario “cambio di paradigma” da parte della società umana alla quale apparteniamo. Da un’osservazione di carattere empirico dell’ambiente che ci ospita, ci circonda e del quale facciamo parte, abbiamo la conoscenza di un mondo di forma rotonda, di avvenimenti ciclici, di movimenti circolari: nel complesso una rotondità che non sembra fermarsi soltanto alla forma esteriore delle cose, ma invece investe ogni aspetto dell’esistenza. Si tratta di un numero infinito di esempi che fanno pensare a una globale (!) sfericità dell’esistenza. Una Sfera infinita... Normalmente in questo stesso modo viene definito lo Spazio (che contiene il nostro mondo, che coincide con esso) ed è appunto definito come una Sfera di raggio infinito, dal più generale concetto di Sfera aperta. Dal concetto di Sfera Aperta inevitabilmente si passa a quello di Sfera chiusa, descritta quale: “Solido delimitato da un superficie dove tutti i punti sono equidistanti da un punto dato, il centro della Sfera.” Una definizione, quella di Sfera Chiusa, che presuppone uno spazio vuoto e una distanza di osservazione. Un solido, pertanto, esterno al punto d’osservazione. Esterno all’osservatore.

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Noi possiamo osservare il cielo con un telescopio e individuare corpi celesti di forma sferica dappertutto. Come possiamo sezionare una cellula (anche lei globulare) e osservarne al microscopio atomi e molecole di forma rotondeggiante. Dal nostro punto di osservazione, esterno agli uni e alle altre, noi abbiamo percezione delle superfici rotondeggianti di un’infinità di Sfere chiuse. Ma considerando lo Spazio nella sua interezza, non ci è dato determinarne la superficie, poiché il nostro punto di osservazione non è più esterno alla Sfera, ma interno ad essa. Pertanto nel caso dello Spazio, potremmo affer-

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PuntoZero mare che la Sfera aperta equivale a una Sfera chiusa vista da dentro. Tornando ai corpi celesti e alle cellule, quali esempi di Sfere chiuse, scopriamo che questa definizione, presumendo uno spazio vuoto e una distanza d’osservazione, risulta insoddisfacente per descrivere il nostro mondo, l’esistente. Anche il ciclo vitale, infatti, come quello delle stagioni, o i moti delle maree o la stessa respirazione, hanno un andamento circolare, ma non si svolgono in uno spazio vuoto! Al contrario si producono in un ambiente denso di presenze.

Tutte queste individualità, queste sfere che si amalgamano, differenziano, scontrano e incontrano, in un cosmico movimento, obbediscono per definizione alle proprietà di ogni Sfera.

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Da che cosa è dunque riempito lo spazio che separa il ciclo vitale dall’ambiente in cui esso si produce? In realtà questo spazio appare totalmente riempito da un numero infinito di altre forme rotonde, di altre Sfere: noi stessi, insieme a tutti gli altri oggetti ed entità che popolano lo spazio conosciuto e, presumibilmente, anche quello ancora sconosciuto, che perfino il linguaggio corrente definisce come tali. (Una cerchia di persone...Una Sfera di interesse) Il richiamo etimologico non è casuale, dal momento che una riflessione sui termini ci introduce già nel corpo del problema di una possibile legittimazione dell’armonia delle sfere. (...risulta utile ricordare come il termine stesso di armonia si ricolleghi al convergere di opposti, e come questa connessione si effettui all’interno di una dimensione continua che sfuma, senza soluzione di tale continuità, dall’uno all’altro estremo. – Richelmi) Le superfici, dalle più varie e transitorie (e perciò apparenti) forme che determinano le infinite Sfere di cui è popolata la Sfera/Spazio, tra loro separandole, sarebbe quindi di ordine non-materico (immaterico, spirituale) e definito dall’Individualità. (Nell’individualità è interessante riconoscere

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un’attitudine estetica, come vedremo oltre. Laddove una forma esteriore – peraltro transitoria – occulta la sfericità sostanziale del soggetto.) Tutte queste individualità, queste sfere che si amalgamano, differenziano, scontrano e incontrano, in un cosmico movimento, obbediscono per definizione alle proprietà di ogni Sfera. La distanza «On retrouve ainsi, par un biais inattendu, la musique secrète des Pythagoriciens, qui n’est perceptible qu’aux oreilles adaptées à leur écoute. Dans le Songe de Scipion, Cicéron disait que la musique des astres ne pouvait s’entendre qu’en quittant la Terre pour rejoindre les orbes gigantesques du ciel. La théorie des supercordes nous suggère que la musique des particules microscopiques ne pourrait s’appréhender qu’en plongeant au coeur de l’infiniment petit.» (Rey- Luminet) Studiamo a scuola che la distanza è definita in matematica da tre assiomi. Il primo dice che la distanza è sempre quantitativamente maggiore o uguale a zero. Quando la distanza è 0 avviene una sovrapposizione o unione tra i due punti. Altrimenti la distanza si misura sempre in un numero maggiore di zero, per quanto infinitesimale. La seconda proprietà dice che la distanza tra due punti è simmetrica, cioè quella che intercorre tra A e B, è uguale a quella che intercorre tra B e A. La terza dice che, dato un terzo punto C, la distanza tra il primo e il terzo punto è sempre minore o uguale alla somma delle due distanze separate. Cioè, tra A-C la distanza è sempre minore o uguale a quella tra A-B + quella tra B-C. Per collegare A-C ci sono due possibilità, una diretta e una passando attraverso B. Graficamente questo si può rappresentare con un triangolo. E infatti si chiama disuguaglianza triangolare. Esiste poi una proprietà della distanza, detta distanza non archimedea, che rafforza prepotentemente il concetto di disuguaglianza triangolare. Dati tre punti, la distanza tra il primo e il terzo punto è sempre minore o uguale al massimo della distanza tra i punti presi separatamente.

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PuntoZero Cioè la d(A-C) è sempre minore o uguale al massimo della d(A-B) + d(B-C) Questa introduzione della distanza massima si addice a uno spazio sferico, alle superfici curve, che ci portano a scoprire di colpo una legge curiosa e fondamentale della Sfera secondo cui: Tutti i punti di una Sfera Aperta sono il suo centro. Per riassumere, abbiamo dunque finora scoperto che: La Sfera aperta è una Sfera chiusa vista da dentro. La superficie delle Sfere chiuse è di ordine spirituale e determinato dall’Individualità. c) Ogni punto di un Sfera coincide con il suo centro. Quest’ultimo assioma è comprensibile alla nostra percezione di profani solo in una condizione dinamica. Cioè se consideriamo il punto centrale di un Sfera a sua volta quale Sfera, in considerazione del fatto che il punto è a sua volta definibile come una Sfera di raggio = 0. Cioè il punto è una condizione estrema della Sfera, detta infatti Sfera degenerata, al pari dello Spazio – la Sfera di raggio infinito – anch’esso detto Sfera degenerata. Varrebbe la pena aprire una parentesi sul significato semantico del linguaggio, ma ci limitiamo a notare che sono degenerate le due condizioni estreme in cui le sfere non sono più riconoscibili, ovvero si “conoscono”, ma non si “riconoscono”, sono diventate un’altra cosa in virtù della distanza d’osservazione. Sarebbe dunque la distanza una misura soggettiva? In tal caso esisterebbe un’uguaglianza tra punto d’osservazione e punto di vista. Con un’implicazione morale, dal momento che non si può prescindere dal soggetto, nell’osservazione dell’oggetto. Tornando al punto C (ogni punto di una Sfera coincide con il suo centro), ogniqualvolta si prenda in considerazione un punto qualsiasi di una Sfera, esso sarà a sua volta centro di una “nuova” Sfera; e determinerà pertanto una uguaglianza tra le due – con uno scarto minimo temporale (anch’esso legato alla soggettività dell’osservatore). E quest’ultima considerazione sfocia nel concetto e nella percezione di Tempo, e introduce automaticamente quello/la di simultaneità temporale, probabilmente il più appropriato ad un pensiero sferico, poiché qualsiasi punto della Sfera non è solo una Sfera altra, ma è anche la Sfera stessa. Un concetto applicabile all’esistente solo introducendo una dimensione che vada oltre alle coordinate comuni di verticalità, orizzontalità e profondità, una dimensione non misurabile, che definirei perciò spirituale. Chiunque abbia studiato a scuola un po’ di Storia dell’Arte sa che fino a Piero della Francesca (1416-1492) l’Umanità non fu in grado di rappresentare graficamente la prospettiva nel senso comune che oggi conosciamo. In altre parole, il concetto di profondità non era radicato

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nel pensiero umano. E benché i navigatori, Vichinghi, Maori ed Etruschi, avessero già puntato il timone verso l’orizzonte anziché navigare sotto costa, anche loro non avevano mai disegnato altro che figure piatte. È dunque abbastanza recente, nella Storia dell’Umanità, l’introduzione della visione prospettica con un punto di fuga, la terza dimensione, quella della profondità. Assunto che coincise con le grandi esplorazioni per mare e le scoperte geografiche. Nonostante ciò, l’Uomo abitava il pianeta da diecimila anni muovendosi, come oggi appare chiaro anche a un bambino, in uno spazio tridimensionale. Allo stesso modo l’Uomo contemporaneo abita e specula sul pianeta in uno spazio multidimensionale, ma non contempla la dimensione spirituale se non in chiave religiosa. Mentre l’analisi scientifica accademica, rifiuta ostinatamente questo aspetto. Perché? Forse la difficoltà sta nella sua rappresentazione. Come esprimere con mezzi materiali una dimensione, per eccellenza, non-materiale?

...l’Uomo contemporaneo abita e specula sul pianeta in uno spazio multidimensionale, ma non contempla la dimensione spirituale se non in chiave religiosa. Nella rappresentazione di sfere concettuali, si passa convenzionalmente dal linguaggio corrente a linguaggi simbolici. Anche il linguaggio corrente (i vari idiomi), come il linguaggio figurativo (disegno), sono simbolici, ma la loro adozione è universale e perciò di immediata comprensione. Se prendiamo la musica, un linguaggio simbolico per eccellenza, vedremo che essa nasce da un idioma simbolico comprensibile a pochi, ma usufruibile da tutti. L’Arte in genere appartiene a questa “Sfera concettuale”.

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PuntoZero la ciclicità. Due sfere complementari, con un centro inalterabile e una periferia rarefatta elastica.

Forma e movimento ... incontanente che furono dentro [alla porta d’esso Paradiso], udirono lo suono della rota del cielo che si volgeva; lo quale suono era di tanta dolcezza e suavitate e di tanto diletto, che quasi non sapevano lo sito dove erano, anzi si posono a sedere dentro della porta, tanto erano allegri e dilettosi di quello suono della rota del cielo! (Leggenda del Paradiso Terrestre, ne Le sette opere di penitenza di San Bernardo)

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Se tutti i punti di una Sfera sono il centro della Sfera, se ne deduce che la Sfera coincide con i suoi punti e che la differenziazione tra gli infiniti punti di una Sfera è data solo dall’individualità, un concetto spirituale. È altrettanto vero che un punto (r=0), per quanto come abbiamo detto coincida con Infinito, non abbia con Infinito alcuna relazione diretta. O meglio abbia la stessa relazione che esiste tra un atomo e l’Universo. Tra una cellula e un pianeta. (Tra il bosone e l’esistenza?) L’infinitamente piccolo sembra coincidere con l’infinitamente grande, anche se può sembrare che non comunichino tra loro, se non attraverso una concatenazione di passaggi intermedi. Di sfere intermedie. Di altre individualità. Nella nostra esperienza siamo consapevoli delle difficoltà di comunicazione, per noi occorre costantemente mantenere un equilibrio tra identità ed estraneità. Ossia un ritmo, tra dentro e fuori. Tra Sfera aperta e Sfera chiusa. Un moto ritmico. (Il moto ritmico potrebbe concernere la “meccanica” del movimento sferico?) C’è infatti da considerare il movimento della Sfera, ciò che specularmente abbiamo sempre travisato come tempo vettoriale. La Sfera ha poche leggi essenziali. Tra queste, quelle relative al movimento. La Sfera è in movimento (rotazione, rotolamento , compressione, espansione). La Sfera è soggetta a tensioni centrifughe e centripete anch’esse soggette alla legge fondamentale della Sfera: la combinazione (infinita) di queste forze dà origine alla Forma, che assume la Sfera soggetta alla combinazione di queste forze. La Forma sarebbe il risultato di una somma di tensioni di diversa forza. Ogni Sfera è costituita di nsfere (in numero minore o uguale agli n-punti che la costituiscono). Possiamo visualizzare bene questo concetto nel simbolo dell’Ying e Yang, la rappresentazione grafica dell’infinito. Il simbolo del movimento infinito. Della sfericità e del-

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Per concludere, alcuni vantaggi dall’assunzione di un pensiero sferico Come avvenne nel XV secolo con l’assunto della terza dimensione, forse non è assurdo ipotizzare che, in seguito all’adozione di un pensiero sferico, potremmo improvvisamente raffigurarci lo Spazio e il Mondo quali effettivamente sembrano essere. Senza dilungarmi potrei citare alcuni vantaggi che potrebbero derivarne. Primo tra tutti, quello di un pensiero che non-esclude e non-separa in considerazione del fatto che molte delle cause di conflittualità presenti in tutta la Storia dell’Umanità, essendo determinate dall’esclusione, automaticamente sparirebbero, come inghiottite in un buco nero! Non ci si sentirebbe disperati di fronte alla morte o all’invecchiamento, poiché il tempo, nell’accezione comune, non esiste e tutto invece avviene simultaneamente in espansione. Inoltre, come allora, l’Umanità si aprirebbe a infinite nuove esplorazioni, compiendo uno straordinario salto evolutivo. Perché, dunque, ostinarci a mantenere un pensiero rettilineo?  L'autrice: Barbara Tutino Elter è pittrice, è stata disegnatrice archeologica e viaggiatrice; ha trascorso l'infanzia nelle grandi città, tra Roma, Parigi e Torino, prima di stabilirsi definitivamente in Valle d'Aosta, nel paese d'origine della madre, che proviene da una famiglia lussemburghese, ivi stabilitasi all'inizio del secolo scorso. Allieva di Riccardo Chicco e Giacomo Soffiantino, alla pittura si dedica dall'età di tredici anni. Espone in Italia e all'estero dall'età di quindici anni e sue opere sono presenti in collezioni pubbliche e private. Ha lavorato in Iraq con le campagne di scavo dell'Università di Torino alla fine degli anni settanta, operato a Berlino tra il 1988 e il 1991 e collaborato al restauro delle pitture murali degli anni venti nelle Centrali idroelettriche valdostane, tra il 2000 e il 2004. Ha ideato e curato mostre etnografiche ed eventi multimediali con altri artisti italiani e stranieri. È inoltre autrice di libri d'artista, di poesia, di narrativa e biografie. Vive e lavora a Valnontey nel Parco nazionale del Gran Paradiso.

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che visse in prima persona durante la fase di rientro a Terra dello storico volo dell’Apollo 14, quando osservando il nostro piccolo pianeta blu avvertì “...di essere connesso con l’intero Universo”. Fu da questo episodio che la sua vita prese una piega del tutto diversa, dedicata all’esplorazione di una nuova e assai più vasta frontiera, quella della consapevolezza umana, cercando di svelare il mistero dell’esistenza stessa. A tal fine, nel 1972 lasciò la NASA e fondò l’Istituto di Scienze Noetiche, un organismo scientifico multidisciplinare per la ricerca sui fenomeni psichici, i processi mentali e gli stati alterati di coscienza, in un cammino che lo ha portato a sviluppare quello che definisce “modello diadico” e che per certi versi riecheggia il dualismo espresso dal Tao Te-Ching. In definitiva, questo “diario di bordo” dell’esploratore Edgar Mitchell, corredato dalla appassionata prefazione di Paola Leopizzi Harris, è tanto avvincente quanto utile a risvegliare le coscienze verso una realtà più grande di quanto immaginiamo, un regno di armonia e bellezza che aspetta solo di rivelarsi davanti a noi, dentro di noi. Il che è la stessa cosa. (t.b.)

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L’AUTORE Marco Della Luna, avvocato e studioso dei sistemi di dominazione sociale, è autore del best seller Euroschiavi - I segreti del signoraggio (Arianna) e di altri saggi tra cui Polli da spennare, La moneta copernicana editi da Nexus Ed., Basta con questa Italia (Arianna), Neuroschiavi - Macro Ed., Le chiavi del potere - KOINè Ed.

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Teodoro Brescia

Marco Della Luna

OLOS O LOGOS: iL tempO deLLa SceLta

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Marco Della Luna

Dopo l’apertura del Cuore, quella del Logos: l’opera di Metafisica Realizzativa che il lettore occidentale da molto tempo aspettava, per superare la palude delle troppe esperienze e dei troppi Maestri, per volare alla meta con la propria Ragione, scoprendo in essa le radici delle più luminose intuizioni dei Saggi Vedici. Attraverso i capitoli del libro, il mondo dell’Illusione, Mâya, viene gradualmente spogliato dei suoi veli, si apre una conoscenza del Sé libera da morte, dualismi e angosce, e dal bisogno di ricorrere alla fede per convincersi di ciò che non ci si può dimostrare: si crede finché non si sa. Allora appare la risposta positiva e puramente razionale al vero dubbio dell’Uomo: la Vita Eterna. E si delineano, nel superamento del relativismo, i fondamenti di un’etica universale.

di Teodoro Brescia

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Teodoro Brescia

IL CODICE DI MÂYA

Marco Della Luna

IL CODICE DI MÂYA

IL SEGNO DEL MESSIA L’ENIGMA SVELATO

Collana scientifica

Collana scientifica

Tempo, illusione, eternità

In questa ricerca, fondata su solide basi documentali, poste a perfetta vista del lettore, si cerca di capire se esista, ben nascosta all’interno dello Stato, una struttura, ancora operante in Italia, che non solo tace ciò che sa, ma che dirotta l’attenzione di chi può giungere a scomode verità.

L’AUTORE Teodoro Brescia, studioso di olismo e simbologia universale, è dottore di ricerca in filosofia e docente del Master in “Consulenza Bioetica e filosofica” presso l’Università degli Studi di Bari, dottore in fisioterapia, specializzato in MTC e istruttore di arti marziali. Fondatore del Progetto “La Scienza Olistica” (2000), Premio della Cultura (2001), Socio onorario UNSA (2003) e Premio CucurachiAchille (2010), è autore di numerosi articoli e volumi tra cui ricordiamo: Il Tao dello spirito (2000), Il Tao della medicina (2001), Le eterne leggi dell’anima (2004), I misteri del cristianesimo (2006).

€ 25,00

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Un’opera che esprime in modo assai semplice un pensiero complesso e si propone di mostrare il legame che unisce la civiltà alla natura, l’identità delle leggi naturali e di quelle della ragione, l’industriosità umana come complemento dell’opera della Creazione.

LA GUERRA DELL’EUROPA di Monia Benini

PAGINE 352 e 20,00

PAGINE 440 e 25,00

PAGINE 286 e 18,00

I S B N 978-88-89983-06-5

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Il Codice di Mâya è dedicato alla fine dell’Illusione, alla bellezza della Coscienza e delle sue opere. Oltre a svelare i metodi di condizionamento mentale usati nelle sette e nelle religioni organizzate, delinea e sviscera con grande nitore ed eleganza i principali temi filosofici ed esistenziali: morte e immortalità, tempo ed eternità, la realtà ultima.

Stiamo vivendo, spesso inconsapevolmente, una rivoluzione epocale diventata irreversibile nell’ultimo quarto del Novecento: il passaggio dal modello scientifico e culturale riduzionistico (logos) a quello olistico (olos). Un modo nuovo, per il mondo moderno e occidentale, di concepire la natura, la vita e la salute

La presente ricerca, partendo dallo studio della simbologia sacra, ha dimostrato che ciò che i Magi videro era un segno atteso e ben preciso e ne ha verificato la presenza astronomica nella mezzanotte del giorno indicato dall’antica tradizione cristiana.

LA FRANCIA IN COSTA D’AVORIO GUERRA E NEOCOLONIALISMO

MEDIOEVO SCONOSCIUTO

IL PATTO

ISBN 978-88-89983-26-3

ISBN 978-88-89983-25-6

di Paolo Cortesi

di Paolo Cortesi

di Tony Akmel

ISBN 978-88-89983-23-2

ISBN 978-88-89983-08-9

Disponibile anche come ebook (e-pub)

Disponibile anche come ebook (e-pub)

Disponibile anche come ebook (e-pub)

Disponibile anche come ebook (e-pub)

PAGINE 144 e 8,50

PAGINE 144 e 8,50

PAGINE 240 e 8,50

PAGINE 304 e 15,00

C’è una nuova guerra in Europa. Una guerra che si combatte senza fucili, senza cannoni, senza bombe, ma con le sofisticate armi di distruzione di massa della grande finanza internazionale. Una guerra che viene da lontano e che dilaga e contagia anche i paesi europei.

Una illuminante riflessione sulla recente tragedia del paese africano e sulle sue cause storiche, basata su fatti ben poco conosciuti e ancor meno divulgati, mette in luce le pesanti responsabilità della Francia e più in generale dei potenti interessi economici internazionali nella destabilizzazione della sovranità nazionale ivoriana.

Nexus New Times

Esistono ancora isole inesplorate nel grande mare del Medioevo? Pare proprio di sì. Basta guardare, con curiosità irriverente, tra le pieghe della Storia per avere sorprese: episodi, figure, usanze che pure hanno fatto il Medioevo ma che sono stati dimenticati o travisati. In questo saggio, brillante ma basato su fonti storiche, tutto sembra inventato e invece nulla lo è.

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Cosa si farebbe pur di ottenere il potere assoluto sulla terra? Nella ricerca del misterioso eone che assicura il dominio totale, tutti i colpi sono ammessi, in una lotta segreta e senza quartiere. Seguendo una oscura rete di segnali, due studiosi si trovano al centro di ciò che è molto di più che un complotto le cui origini risalgono ai RosaCroce.

I libri di Nexus Edizioni LA MONETA COPERNICANA

POLLI DA SPENNARE

LA VIA DEL DENARO

CONTATTISMI DI MASSA

di Nino Galloni e Marco Della Luna

di Marco Della Luna

di Salvatore Tamburro

di Stefano Breccia

ISBN 978-88-89983-11-9

ISBN 978-88-89983-07-2

ISBN 9788889983164

ISBN 978-88-89983-04-1

RISTAMPA

Disponibile anche come ebook (e-pub) PAGINE 256 e 15,00

PAGINE 240 e 15,00

PAGINE 424 e 20,00

PAGINE 168 e 15,00

La capacità rigenerativa della moneta, che le banche tengono nascosta all’economia reale. Perché restare sottoposti a un sistema banco-centrico basato su una scarsità artefatta delle risorse, che ormai si sostiene solo attraverso continue trasfusioni di denaro sottratto ai contribuenti? Ecco come uscirne...

Vivere in un sistema capitalistico, guidato dal profitto significa essere governati da soggetti che ci trattano come l’allevatore tratta i polli allevati nel capannone: anonime parti del ciclo aziendale, con una funzione e un destino programmati di sorveglianza totale e privazione delle libertà per realizzare il massimo della resa, lo sfruttamento sino all’osso.

Nato dall’esigenza di comprendere gli aspetti economici della Banca d’Italia, del sistema bancario in generale e delle principali istituzioni del libero commercio, questo documentatissimo volume espone tutte le anomalie e i veri e propri “conflitti di interesse” che ruotano intorno a queste istituzioni.

All’epoca in cui prese piede il fenomeno dei “dischi volanti”, in molti affermarono di essere entrati in contatto con i loro occupanti. Questo libro racconta come interi gruppi di persone, per prolungati periodi, abbiano direttamente interagito con entità extraterrestri sul nostro pianeta.

GRA(D)AL Il segreto della torre

EARTH UNDER FIRE Il codice dell’Apocalisse

LA RELIGIONE CHE UCCIDE

NOI E LORO

di Alessio di Benedetto

di Paolo di Girolamo

di Devana

di Paul A. LaViolette

ISBN 978-88-89983-01-0

ISBN 978-88-89983-02-7

ISBN 9788889983157

ISBN 978-88-89983-12-6 13 13

Paolo Di Girolamo

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della CBA giapponese di Yusuke Matsumura. In seguito ha formato il gruppo italiano della Contact International, di cui è stato il responsabile fino al 1972, anno in cui il CUN si è 978-88-89983-12-6 qualificato come Centro Unico Italiano di ricerca. Il suo I SIBS BN N978-88-89983-12-6 primo libro, Dossier UFO, è pubblicato da edizioni Mediterranee (1980).

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PAGINE 544 e 25,00

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Appassionatosi all’argomento fin dal 1955, ha avuto la sua prima esperienza ufologica nel 1959. Ha creato nel 1966 il gruppo romano della ISSI (International Sky Scouts), organo della CBA giapponese di Yusuke Matsumura. In seguito ha formato L’AUTORE il gruppo italiano della Contact International, di cuiha è stato il reAppassionatosi all’argomento fin dal 1955, avuto la sua sponsabile fino al 1972, anno in cui il CUN si è qualificato come prima esperienza ufologica nel 1959. Ha creato nel 1966 il Centro Unico Italiano di ricerca. Il suo primo libro, Dossier UFO, gruppo romano della ISSI (International è pubblicato da edizioni Mediterranee (1980).Sky Scouts), organo

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PAGINE 208 e 14,00

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Questo libro dal dal tentativo di darediuna spiegazione logica Questo libronasce nasce tentativo dare una spiegazione a fatti che coinvolgono, assai più di assai quantopiù possa a logica a fatti che coinvolgono, di sembrare quanto possa prima vista,al’uomo strada, l’anonimo cittadinol’anonimo o addirittu-cittasembrare primadella vista, l’uomo della strada, ra il semplice contadino, in un gioco delle parti diinautore ignotodelle dino o addirittura il semplice contadino, un gioco e condiepilogo modo diinimmaginabile. contattare messoIl in parti autoreinimmaginabile. ignoto e con Ilepilogo modo dalle entità aliene è tra i più inafferrabili, se è visto con l’otdiopera contattare messo in opera dalle entità aliene è tra i più tica della ragione umana; ma rivela invece una precisa programinafferrabili, se è visto con l’ottica della ragione umana; ma mazione di eventi che, se analizzati attentamente, sembrano rivela invece una precisa programmazione eventi che, portare inevitabilmente all’accettazione della lorodipresenza e se analizzati attentamente, sembrano portaredi inevitabilmente alla preparazione psichica e fisica ad un contatto massa. Tale all’accettazione della loro presenza programma, probabilmente nato dalla volontàeo alla dalla preparazione necessità psichica e fisica ad un dicontatto di massa. Tale programma, di accelerare il processo assimilazione di una realtà di per sé sconvolgente, è stato avanti in o fasi alterne e da un lungo probabilmente nato portato dalla volontà dalla necessità di acceltempo,il ilprocesso che sta a di dimostrare quanto gli sianodipreerare assimilazione di ufonauti una realtà per sé occupati di non ètraumatizzare la psiche degli umani. sconvolgente, stato portato avanticollettiva in fasi alterne e da un Un’assimilazione le generazioni, ad lungo tempo, il graduale, che staattraverso a dimostrare quanto porta gli ufonauti un’accettazione inevitabile di concetti e verità rivoluzionari. siano preoccupati di non traumatizzare la psiche Frutcollettiva to di un lungo lavoro, finalmente il diario personale dell’ufologo degli umani. Un’assimilazione graduale, attraverso le Paolo Di Girolamo viene dato alle stampe, e non mancherà di generazioni, porta ad un’accettazione inevitabile di concetti suscitare grande interesse e curiosità all’interno dell’ambiente eufologico, verità rivoluzionari. Frutto di un lungo lavoro, finalmente il ma soprattutto al di fuori di esso. diario personale dell’ufologo Paolo Di Girolamo viene dato alle stampe, e non mancherà di suscitare grande interesse e curiosità all’interno dell’ambiente ufologico, ma soprattutto alL’AUTORE di fuori di esso.

PAGINE 200 e 17,00

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Dalle stirpi degli dei che scesero sulla Terra al DNA dell’immortalità, dall’antico Calice al misterioso Zed: un percorso di ricerca che si snoda lungo sentieri insoliti per riannodare i fili spezzati di un remoto passato caduto nell’oblìo. Questo libro presenta una delle ipotesi più originali e controverse sulle vere origini e l’autentico significato del Graal.

Un codice nello Zodiaco astrologico farebbe riferimento ad una Superonda Galattica, fenomeno ciclico determinato da esplosioni nel centro della galassia e responsabile dei disastri tramandati dalle tradizioni di tutte le culture umane. Quest’opera illustra un’ipotesi brillante e originale, confermata da recenti scoperte scientifiche, e rivolta verso il futuro...

Un libro che ripercorre la documentazione dei crimini più efferati del cattolicesimo, andando in definitiva a spiegare come il vero spartiacque per la comprensione della storia è costituito dal Vaticano, non dalla politica.

Questo libro nasce dal tentativo di dare una spiegazione logica a fatti che coinvolgono l’uomo della strada, l’anonimo cittadino o addirittura il semplice contadino, in un gioco delle parti di autore ignoto e con epilogo inimmaginabile. Frutto di un lungo lavoro, finalmente il diario personale dell’ufologo Paolo Di Girolamo viene dato alle stampe, e non mancherà di suscitare grande interesse.

BASTA SEGRETI BASTA BUGIE

ATLANTIDE RISORGE

NIENT’ALTRO CHE SÉ STESSI

ANIMA E REALTÀ

di Patricia Cori

di Carlo Dorofatti

di Carlo Dorofatti

ISBN 9788889983140

ISBN 9788889983188

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di Patricia Cori

ISBN 978-88-89983-03-4

ISBN 978-88-89983-09-6 7

L‘AUTRICE Nativa di San Francisco, Patricia Cori ha utilizzato le sue capacità chiaroveggenti nel corso di tutta la sua vita, in gran parte dedicata allo studio del misticismo e della filosofia, delle antiche civiltà, delle guarigioni metafisiche, della spiritualità e della vita extraterrestre. In Italia dal 1983, organizza corsi, seminari e gruppi di lavoro su una vasta gamma di argomenti. Patricia ha attivamente canalizzato i Portavoce dell’Alto Consiglio Siriano sin dai tempi della sua prima visita ai cerchi nel grano inglesi, nel 1996, e continua a tenere conferenze e a scrivere messaggi per coloro che li cercano.

PAGINE 264 e 17,00 € 17,00

Anno Maya 2012. L’umanità si trova sulla soglia di un cambiamento epocale, una “ascensione planetaria”. Questo libro smaschera le oscure élite che controllano il mondo e i meccanismi con cui cercano di mantenerci soggiogati e impedire che si compia la meravigliosa trasmutazione di Gaia. Un imperdibile inno al futuro in arrivo, se sapremo coglierlo.

Patricia Cori

ATLANTIDE RISORGE Perché Atlantide, la mitica civiltà perduta che si sarebbe inabissata oltre tredicimila anni fa, continua a riemergere nella nostra coscienza collettiva, sospinta da memorie ancestrali rimaste sinora profondamente sepolte nell’inconscio di ognuno di noi? Probabilmente perché mai come in questa epoca il genere umano si è ritrovato a ricalcare le orme di quegli antichi progenitori, con la prospettiva di ripeterne gli errori e seguirne il tragico destino. Come allora anche oggi, infatti, le forze contrastanti e le sfide poste in essere da una ristretta cerchia di potere, intenta a fare di tutto per limitare il potenziale dell’umanità e mantenere il totale controllo sulla Terra e le sue risorse, potrebbero portare la nostra civiltà sull’orlo della catastrofe. In questo secondo volume dedicato alle rivelazioni dei Portavoce dell’Alto Consiglio di Sirio, viene svelata la storia mai raccontata dell’umanità, con particolare riguardo a come e perché la grande civiltà Atlantidea fu infiltrata e manipolata da una cultura aliena che la condusse infine alla propria distruzione. Il nostro autentico destino, la nostra libertà come individui e custodi del Pianeta Terra, sono seriamente messi in pericolo da metodi e tecnologie paurosamente simili a quelle utilizzate nei confronti dei nostri antenati.

ATLANTIDE RISORGE

Patricia Cori

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Patricia Cori

ATLANTIDE RISORGE La lotta tra luce e oscurità

PAGINE 224 e 17,00

PAGINE 176 e 15,00

Il libro svela la storia mai raccontata del genere umano, come e perché la civiltà atlantidea venne manipolata da una cultura aliena, che ne decretò la fine. La caduta di Atlantide rivela come modificare l’esito della nostra stessa realtà e liberarci dalla morsa del Potere, realizzando il nostro potenziale come partecipanti liberi all’evoluzione del nostro mondo.

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Questo originale saggio analizza lucidamente tutti gli aspetti che caratterizzano questa Nuova Era, annunciata da spiritualisti e profeti di ogni continente, allo scopo di comprenderla pienamente e di realizzare il nostro ruolo in essa.

Nexus New Times

PAGINE 256 e 17,00 In quest’opera l’autore entra nel merito dei contenuti specifici dei suoi studi quali la fisica spirituale, la cabala esoterica, l’alchimia interiore, l’anima, la morte e la reincarnazione, fino a parlare di universo olografico, archeologia “misterica” e viaggi nel tempo, proponendo rinnovate chiavi di lettura alla luce della sua esperienza spirituale.

I libri di Nexus Edizioni CONTROLLO MENTALE di Armen Victorian

ISBN 978-88-89983-05-8

432 Hertz LA RIVOLUZIONE MUSICALE

ALL’ORIGINE FU LA VIBRAZIONE

di Riccardo Tristano Tuis

di Alessio Di Benedetto

di Sabina Marineo

ISBN 9788889983133

ISBN 978-88-89983-10-2

ISBN 978-88-89983-21-8

PAGINE 232 e 17,00 Un agghiacciante resoconto sui metodi di controllo mentale. Milioni di dollari stanziati per lo studio delle tecniche di percezione extra-sensoriale, visione a distanza, microchip impiantabili, lavaggio del cervello, nonché degli effetti di droghe, sperimentate su cavie umane spesso inconsapevoli, nel contesto della ricerca di nuove ‘armi non-letali’.

RISTAMPA

RISTAMPA

PAGINE 192 e 17,00

PAGINE 336 e 19,00

Quest’opera tenta di svelare il grande arcano che si cela dietro a ciò che definiamo suono, mettendo in correlazione la musica e la misconosciuta scienza dell’intonazione alle più moderne ricerche dell’epigenetica, della fisica quantistica e delle neuroscienze.

L’Universo è un immenso campo vibratorio nel quale innumerevoli dimensioni si interpenetrano, esplicandosi in quella che noi definiamo “realtà”. La musica offre inimmaginabili capacità di interpretazione e comprensione dello spazio-tempo, quale ad esempio la gravitazione.

PRIMA DI CHEOPE LE ORIGINI

PAGINE 240 e 18,00 Chi erano, in realtà, i leggendari fondatori delle prime grandi culture? Da dove giunsero gli dèi, signori d’Egitto e di Sumer? Tornando alle origini, scavando nel passato e indagando intorno alle radici, possiamo comprendere perché il progresso dei nostri progenitori, pur contando millenni di storia, non fu distruttivo come il nostro.

La vetrina COME GUARIRE DALLA PRESBIOPIA di Giorgio Ferrario

IL CODICE DELLA GUARIGIONE

IL DESTINO COME SCELTA

IL LIBRO DELLA PLACENTA

di Thorwald Dethlefsen

di Robin Lim

ISBN 9788827200063

EAN 9788878690738

di Alexander Loyd - Ben Johnson

EAN 9788864120935

ISBN 8862291655

94 LIBRO+DVD 65 min. € 17,50

PAGINE: 320 € 14,50

Thorwald Dethlefsen con quest'opera provoca la scienza moderna, fornendo, sulla base delle antiche dottrine segrete, una immagine esoterica del mondo. La sua psicologia esoterica, nella quale egli introduce gradualmente il lettore, consente a tutti di capire meglio la propria vita e specialmente di vedere il significato della malattia e della morte.

E' una lettura per chiunque voglia saperne di più sulla placenta sia da punto di vista della fisiologia, che da quello spirituale: un illuminante viaggio attraverso le tradizioni, i miti, le pratiche e i rituali che riguardano la placenta.

IL POTERE DI REALIZZAZIONE DELLA PREGHIERA...

MANUALI DEI TRANSITI ASTROLOGICI

GOING DEEPER

di Ernest Holmes

di Antonella Dalla Benetta

ISBN 9788862281959

ISBN: 9788866231875

Il libro affronta la presbiopia in modo chiaro e intuitivo, attraverso semplici spiegazioni, e una serie di esercizi e proposte concrete, strutturate sulla base di un’esperienza pluriennale che nel tempo ha portato la maggior parte delle persone che le utilizzano a ridurre, se non addirittura eliminare, l’uso dei classici occhiali per la lettura e a riprendere a leggere senza sforzo.

Il Codice di Guarigione sviluppato dal dott. Alex Loyd rappresenta una rivelazione per tutti coloro che sono alla disperata ricerca di risposte rispetto alle sfide da affrontare nella vita quotidiana.

LETTERA DA BABBO NATALE di Andrea Bizzocchi

ISBN: 9788865930373

PAGINE 66 € 9,90 I tempi cambiano, Babbo Natale si evolve e decide di scegliere un Natale green, con maggiore attenzione verso l’ambiente. Quest’anno la lettera la scriverà lui! E proporrà ai tanti bambini che ogni anno gli scrivono una festa sempre più allegra, ma pensata anche nel rispetto della Natura… perché sia davvero Natale per tutto il Pianeta.

PAGINE: 256 € 12,90

PAGINE 208 e 12,95

PAGINE: 208 € 9,80 Il metodo di Holmes sprigiona una forza sconosciuta anche per chi prega abitualmente. Quest’opera rafforza la predisposizione mentale e la fede nell’intelligenza superiore di Dio, ingredienti fondamentali perché la preghiera sia efficace e ci cambi davvero la vita.

Nexus New Times

PAGINE: 160 € 25,00 Cos'è un tema natale? Cosa sono i transiti astrologici? Come ottimizzare la qualità del tempo? Le risposte sono qui, nel Manuale dei Transiti Astrologici, un'esauriente guida per comprendere e analizzare il transito di tutti i pianeti. Lo scopo è appropriarsi dell'arte del tempo.

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di Jean-Claude Koven

ISBN: 9788862150057

PAGINE: 392 € 19,50 Un libro di non facile catalogazione: un compendio di saggezza universale e un manuale di istruzioni per aiutarci a superare con successo – attraverso una visione metafisica della vita – questi anni di grandi cambiamenti.... esposti attraverso la struttura di un romanzo magico, ironico e intelligente.

La vetrina OGM I RISCHI PER LA SALUTE

LA RIVOLUZIONE ALIMENTARE

di Jeffrey Smith

di Frank Laporte - Adamski

EAN 9788865880357

ISBN 9788866231738

SUCCHI VERDI DI Colette Hervé - Pairain e Nadège Pairain

di Massimo Citro

IEAN 9788880938781

PAGINE 108 e 15,00

PAGINE: 368 € 14,50

UNA MEDICINA INTELLIGENTE ISBN 9788897623724

PAGINE 176 e 12,90

PAGINE 128 e 9,90

Quanto è pericoloso comprare e mangiare cibi geneticamente modificati? Quali sono i reali rischi per la nostra salute? E che pericoli corrono i nostri figli? Il famoso esperto di OGM Jeffrey M. Smith, risponde a tutte queste domande e offre un’agghiacciante dimostrazione di come gli effetti di questi alimenti non siano assolutamente sottoposti ad analisi da parte delle aziende alimentari.

Recenti scoperte scientifiche evidenziano che la pancia è il nostro secondo cervello: lì si trovano le difese immunitarie. La Rivoluzione Alimentare è un libro frutto di molti anni di pratica e di centinaia di casi risolti destinato a tutti coloro che hanno a cuore il proprio benessere e che vogliono una risposta concreta a molti problemi fisici.

IL SETTIMO SENSO

NON A SUA IMMAGINE

di Lyn Buchanan

John Lash

ISBN 9788880935315

EAN: 9788897623564

I frullati a base di ortaggi a foglia verde e frutta sono la soluzione ideale per consumare il fabbisogno giornaliero di minerali, proteine, vitamine, fibre, clorofilla e sostanze nutritive essenziali. Le ricette originali, rapide da seguire e facili da portare anche al lavoro, ti permettono di coniugare alimentazione sana e ritmi di vita.

Moltissime malattie si possono risolvere facilmente eliminando gli alimenti che intossicano il tuo corpo. Infatti ci sono cibi che ti fanno stare bene e altri a cui sei intollerante e ti fanno ammalare di più. Finalmente la verità su questo contrastato argomento, attraverso pagine ironiche, divertenti e soprattutto innovative.

L’AMORE NON MUORE MAI

CHIESA ROMANA CATTOLICA E MASSONERIA

di Hernan Huarache Mamani

di Mauro Biglino

ISBN 9788897623526

ISBN 8890369736

95 PAGINE 616 e 18,50

PAGINE 320 e 14,90

PAGINE 91 e 11,00

PAGINE 408 e 16,90

Nel corso degli ultimi trent’anni, il governo degli Stati Uniti ha addestrato segretamente un corpo militare scelto nell’arte della “visione telepatica” (la capacità di percepire i pensieri e le esperienze degli altri attraverso il potere della mente umana). Per la prima volta, Lyn Buchanan, oggi esperto di fama mondiale, racconta in modo esaustivo e sincero le proprie esperienze.

Il libro descrive il ricco mondo spirituale dell'Europa classica pre-cristina - i Misteri Pagani, la Grande Dea, la Gnosi, il mythos di Sophia - e il suo futuro come forza per ristabilire la nostra connessione con la terra. Non a Sua Immagine ci restituisce la nostra vera storia e ci guida oltre lo stato caotico e distruttivo della società attuale, verso un futuro ecologico e sacro.

ATLANTIDE

IL SENTIERO DELLA DEA

IL MIRACOLO DELL'ACQUA

di John Michael Greer

di Phyllis Curott

di Masaru Emoto

ISBN 9788887944983

EAN 9788897688235

ISBN 9788880935605

Questa è la storia reale di due esseri che vissero, si amarono, al di là delle parole, sopravvivendo a fatica, ma sempre con l’idea di crescere nel futuro, Antòn, un indio nato in una casa umile, ma con un’intelligenza straordinaria e una forte volontà, e Karen, una donna che è il suo esatto opposto: ricca, bianca...

Il libro è indirizzato a tutti coloro che desiderano approfondire per comprendere e scoprire che spesso la realtà è profondamente diversa da ciò che comunemente si crede. L'autore da circa trent'anni si occupa di storia delle religioni e da più di dieci si interessa di Massoneria come organizzazione iniziatica e simbolica che ha avuto notevole influenza nelle vicende dell'occidente.

LA BIBBIA NON È UN LIBRO SACRO di Mauro Biglino

PAGINE 256 e 19,50 L’autore ci accompagna in un viaggio nel tempo alla ricerca di risposte su uno dei più grandi misteri del passato: Atlantide. Iniziando con le prime visioni originali del mito nei dialoghi di Platone, Greer segue l’evoluzione del mito attraverso le logge delle società segrete occulte e della storia alternativa e non ufficiale, fino alle ultime scoperte scientifiche sul passato preistorico.

PAGINE 128 e 12,90

PAGINE 384 e 22,00 In questo libro l’autrice racconta il viaggio spirituale che l’ha portata sulle tracce della Dea, alla riscoperta del sacro dentro di noi, in un connubio inviolabile con le energie della Natura. Il suo Libro delle ombre traccia le tappe della sua scoperta della Wicca e di un’arte tanto antica quanto contemporanea, racchiusa tra i segreti delle piante, i fenomeni atmosferici, le parole e gli spiriti invisibili.

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Masaru Emoto introduce e spiega il concetto chiave di risonanza, il veicolo attraverso cui viene trasmessa l'energia della forza vitale. Una conoscenza applicabile alla nostra vita quotidiana per ristabilire la nostra salute, avere relazioni più armoniose e migliorare la nostra comunicazione.

Nexus New Times

ISBN 9788897623755

PAGINE 178 e 13,90 Chi è intervenuto nei secoli modificando la Bibbia? Siamo vittime di un grande inganno? La divinità spiritualmente intesa non è presente nell'Antico Testamento. In particolare nella Bibbia non c'è Dio e non c'è culto rivolto a Dio. Ecco perché il titolo afferma che la Bibbia non è un libro sacro.

La vetrina L'ALOE

GUARIRE CON L'APITERAPIA

di Alasdair Barcroft

di Muriel Levet

EAN 9788879381482

EAN 9788862293945

ALCALINIZZATEVI E IONIZZATEVI

LA MIA VERITÀ SULLA MEMORIA DELL'ACQUA

di Theodore A. Baroody e Rocco Palmisano

di Jacques Benveniste

ISBN 9788862282000

ISBN 8862290071

PAGINE: 184 € 9,80

PAGINE 144 e 7,95

PAGINE 184 e 14,50

PAGINE 322 e 21,00

Fin dagli albori della civiltà, l'aloe è stata conosciuta per le sue proprietà terapeutiche, ma solo di recente gli scienziati hanno potuto verificare le sue innumerevoli caratteristiche terapeutiche. Questo autorevole libro rappresenta una pratica guida all'uso dell'aloe per diversi problemi che ha dimostrato di poter risolvere.

Le api hanno un ruolo essenziale nella vita quotidiana dall'uomo: oltre a svolgere il loro compito di insetti impollinatori, creano ogni giorno prodotti naturali che possiamo utilizzare per il nostro benessere e per sconfiggere numerose malattie. Dalla bronchite all'insonnia, dalla menopausa allo stress, dal raffreddore al mal di testa, tantissime le patologie che possono essere curate.

Il mondo sta affrontando la più grande crisi della salute mai registrata nella storia. Lo studio esaustivo e le scoperte cliniche del Dr. Baroody e le ricerche ultraventennali del Dr. Palmisano indicano come gli stati di malessere e di malattia siano direttamente connessi con una condizione iperacida dell'organismo.

In diversi settori scientifici è ormai evidente che l’acqua è capace di trasportare informazioni molecolari come pure è accettata la possibilità di registrare, trasmettere e amplificare queste informazioni, ad esempio, con il suono e la musica. Non tutti sanno che queste scoperte vennero fatte da Jacques Benveniste.

SEMI DALLE STELLE

WAROLOGY

LIBRI SCOMPARSI NEL NULLA

L'ESECUTORE

di Patricia Cori

di Pierre Lassalle e Brigitte Maffray

di Marco Cortesi - Paolo Cortesi

di Simone Berni

ISBN 9788889382844

ISBN 9788897265016

ISBN 9788889177990

EAN: 9788897016656

96 DVD 89' PAGINE 36 e 24,50

PAGINE 174 e 14,50

FILM DVD PAGINE 128 e 15,50

PAGINE 262 e 16,00

L'autrice è una contattista, ossia una persona che è stata contattata da entità extraterrestri ed è stata da loro scelta per riferirne i messaggi agli uomini. In questo libro trascrive il botta-e-risposta con una specie più evoluta, gli abitanti di un sistema stellare che attualmente si trova in uno stato di progresso più avanzato di quello terrestre...

Esperti di strategia militare, ufficiali di punta dell'Esercito, scienziati e uomini politici si confrontano in una conversazione serrata. Cos'è la guerra ai giorni nostri? Quali sono le differenze col passato? Attraverso tematiche scomode e ai più sconosciute, WAROLOGY delinea il quadro di una nuova cultura del conflitto. Più di un'inchiesta, un viaggio ai confini dell'impensabile...

Un altro possibile titolo per questo lavoro avrebbe potuto essere "I libri che Loro non vogliono che siano letti", dove per Loro dovete intendere i "potenti" della Terra: politici, industriali, grandi personalità in campo artistico, musicale, sportivo e letterario, associazioni, chiese e congregazioni.

9 ottobre 1981: la Francia abolisce la pena di morte. Dopo 190 anni, la ghigliottina cessa di uccidere. L'ultima vittima era stato un ragazzo di 28 anni, decollato dalla lama pesante 40 chili che gli aveva staccato la testa dal corpo. Per due secoli, un solo uomo, il boia, è stato padrone della vita di centinaia di altri.

CORPO SOTTILE

LE BASI DELLA BIOLOGIA DELLE CREDENZE

LA MAPPA DEL SUCCESSO

IL CIBO DEGLI DEI

di Cyndi Dale

di Napoleon Hill

di Jasmuheen

di Bruce Lipton

EAN 9788862282024

PAGINE 464 e 23,50 L'autrice ha realizzato una vera e propria Enciclopedia di Anatomia Energetica Sottile. Quest'opera presenta in maniera chiara e completa le energie che sono alla base della realtà materiale e del nostro corpo fisico. Fornisce tutte le informazioni che ci consentono di operare cambiamenti energetici e produrre una reale guarigione.

EAN 9788864120942

ISBN 9788862282345

PAGINE: 224 € 9,80

DVD 260' e 19,50 Per la prima volta, riunite in uno speciale cofanetto dvd, le conferenze che costituiscono la genesi del pensiero del famoso autore Bruce Lipton e che stanno alla base del bestseller internazionale La Biologia delle Credenze. I geni non controllano la nostra biologia, è invece l'ambiente e di conseguenza il nostro pensiero a influenzare il comportamento delle cellule

Nexus New Times

Hai grandi idee e grandi sogni ma ti perdi facilmente quando provi a realizzarli? Tendi a farti distrarre dalle opinioni di altre persone e non riesci a mettere a fuoco il tuo obiettivo nella vita? Pensi di avere delle capacità ma non sai come coltivarle e come metterle a frutto? Il maestro Napoleon Hill ha sviluppato una mappa per il successo con 15 chiare indicazioni.

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ISBN 8862291264

PAGINE 128 e 16,50 Il Cibo degli Dei nasce per soddisfare un bisogno innato, che accomuna tutti noi. Queste pagine, intense e appassionate, diffondono un metodo che permetterà a chiunque lo desideri di sentirsi nutrito e appagato anche nell'anima, oltre che nel corpo.

La vetrina L'ALCHIMIA SPIRITUALE di Omraam Mikhael Aivanhov

LA CHIAVE ESSENZIALE

LA NUOVA TERRA

di Omraam Mikhael Aivanhov

di Omraam Mikhael Aivanhov

EAN 9788885879065

EAN 9788885879980

LE LEGGI DELLA MORALE COSMICA di Omraam Mikhael Aivanhov

EAN 9788895737089

Pagine 248 e 19,00

Pagine 288 e 19,00

EAN 97888858795652

Pagine 249 e 19,00

Pagine 352 e 19,00

Perchè, fra gli esseri umani, i più lasciano che le proprie tendenze istintive si sviluppino liberamente, senza permettere alle facoltà superiori di intervenire per dominarle e orientarle?... Oppure essi le attaccano per annientarle, come se queste fossero nemiche della loro evoluzione. Ebbene, in entrambi i casi commettono un errore perchè introducono una divisione fra l'alto e il basso.

Il maestro Omraam Mikhael Aivanhov orienta il suo insegnamento in una direzione più ampia e più essenziale: la sua principale preoccupazione è d'ordine pedagogico; vuole presentare una scienza accessibile a tutti e immediatamente utilizzabile tanto nella vita pratica che nella vita spirituale.

Nel presente saggio sono riuniti nuovi metodi, semplici ed efficaci, che l'autore Omraam Mikhael Aivanhov ha indicato nel corso delle sue conferenze. Essi sono rivolti a coloro che avvertono il bisogno di applicarli nella loro vita quotidiana. Alcuni di questi esercizi riguardano certi aspetti concreti della vita, altri invece sono rivolti ad un'attività spirituale.

I contadini sono stati i primi "moralisti", dichiara il Maestro Omraam Mikhael Aivanhov. Quando non seminano, non si aspettano nessun raccolto, e, se piantano dell'insalata, sanno che non raccoglieranno delle carote. Allora perchè un uomo che semina odio e discordia dovrebbe sperare di raccogliere amore e pace?

AMORE E SESSUALITÀ

LA PEDAGOGIA INIZIATICA I

LA PEDAGOGIA INIZIATICA II

LA PEDAGOGIA INIZIATICA III

di Omraam Mikhael Aivanhov

di Omraam Mikhael Aivanhov

di Omraam Mikhael Aivanhov

di Omraam Mikhael Aivanhov

EAN 9788885879423

EAN 9788885879294

EAN 9788885879867

EAN 9788895737232

97

Pagine 288 e 19,00

Pagine 251 e 19,00

Pagine 284 e 19,00

Pagine 288 e 19,00

La sessualità è una tendenza egocentrica che spinge l'uomo a cercare soltanto il proprio piacere, perfino a detrimento altrui. L'amore, invece, pensa prima di tutto alla felicità dell'altro ed è basato sull'abnegazione e il sacrificio: sacrificio di tempo, di energie, di denaro, sacrificio perfino della propria soddisfazione pur di aiutare la persona amata.

L'essere umano è paragonabile ad un regno i cui abitanti sono le sue stesse cellule e di cui egli è il re. Purtroppo, nella maggior parte dei casi, il re è detronizzato: è stato destituito dal suo popolo, poichè egli non ha saputo saggiamente governare nè educare. Mentre era al potere, si abbandonava tranquillamente ad attività inutili o persino criminose.

Accusate sempre le condizioni, sentendovi vittima del destino, della società, della vostra famiglia... Non è così, poichè siete voi, con il vostro atteggiamento, ad aver scelto - consciamente o inconsciamente - le vostre attuali condizioni di esistenza. Cambiate atteggiamento e le condizioni cambieranno di riflesso.

Fino a quando gli esseri umani anteporranno il proprio interesse personale a quello della collettività, non vi sarà soluzione ai loro problemi. E quando dico l'interesse della collettività', non mi riferisco solo alla collettvità degli esseri umani, bensì all'intero universo, del quale essi vogliono sempre servirsi per il proprio soddisfacimento.

IL SENSO DEL SILENZIO

LE PORTE DELL'INVISIBILE di Omraam Mikhaël Aïvanhov

REGOLE D'ORO PER LA VITA QUOTIDIANA

CRESCERE NELLA FIDUCIA

di Omraam Mikhael Aivanhov

di Justine Mol

di Omraam Mikhaël Aïvanhov

EAN: 9788885879454

PAGINE 192 e 10,00 Ci si sbaglia enormemente quando si pensa che il silenzio altro non è che il deserto, il vuoto, l'assenza di ogni attività, di ogni creazione, in poche parole: il nulla. In realtà c'è silenzio e silenzio. Infatti, in linea generale, si può affermare che esistono due tipi di silenzio: quello della morte e quello della vita superiore.

EAN 9788885879515

EAN 9788885879324

PAGINE 240 e 10,00

PAGINE 206 e 10,00

Se volete entrare in comunicazione con le entità celesti, con lo splendere divino, dovete prima di tutto purificarvi, poi espandere la vostra coscienza e inoltre lavorare per un ideale molto elevato. La fratellanza tra gli uomini è la realizzazione del Regno di Dio sulla Terra.

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Abituatevi a considerare la vostra vita quotidiana, con le azioni che siete obbligati a compiere, le situazioni che vi si presentano e le persone con le quali dovete vivere o che incontrate regolarmente, come materia prima sulla quale lavorare per ottenere la trasformazione. Non accontetatevi di ottenere ciò che ricevete e di subire ciò che vi accade, non rimanete passivi...

Nexus New Times

EAN 9788897623533

PAGINE 132 e 10,00 Crescere nella fiducia guarda alle conseguenze negative che i premi e le punizioni hanno sui bambini e sulla relazione tra bambini, genitori, insegnanti e ambiente. La via delle ricompense e delle punizioni è la via preferenziale per portare i nostri bambini alla vergogna, alla paura, alla competizione, alla manipolazione. L'alternativa è il metodo basato sulla fiducia.

La vetrina Prodotti Naturali CARAFFA ALLADIN

SET 6 BICCHIERI MYTHOS

CAPACITÀ 1,3 LT E 60,00

PIATTO ENERGY 22 CM

TAZZA DI TÉ E CAFFÉ SHINNO

DIAM. 22 CM E 40,00

CAPACITÀ 0,25 LT E 54,40

CAPACITÀ 0,30 LT E 18,90

Produzione a mano, vetro privo di piombo. Il design è basato sulle 6 sezioni sequenziali, in cui ogni sezione o meglio ogni onda corrisponde al suo equivalente della sequenza di Fibonacci, allineandosi con la geometria che si trova ovunque in natura. L'acqua revitalizzata forma delle strutture di 6 lati a livello cristallino che confermano l'aumento della forza vitale.

Realizzati a macchina, vetro privo di piombo Il bicchiere Mythos è disponibile anche nelle 6 versioni con un'affermazione per ogni bicchiere. Sono una combinazione di simbolo, colore e parola. I bicchieri sono stati realizzati per promuovere un maggiore riconoscimento delle proprie capacità e potenzialità.

Vetro lucidato a mano con fiore della vita in oro. Il piatto TC Energy è in vetro lucidato a mano decorato con il simbolo del fiore della vita. Il simbolo è realizzato in oro (23,9 carati). L'intenzione di questi piatti è di rafforzare energeticamente e revitalizzare ciò che viene posto su di essi. Il piacevole design esagonale lo allinea con i movimenti ciclici. Non è indicato per bevande e cibi caldi.

Realizzazione: secondo antica lavorazione della porcellana. Materiale: porcellana in tinta avorio, lavabile in lavastoviglie. La tazza Shinno è realizzata in porcellana color avorio. E' ideale per il tè o il caffè. Il design elegante e raffinato viene perfezionato magnificamente unendo design e rapporto aureo. Il fiore della vita in color argento all'interno della tazza dona luce e intensifica il piacere di gustare il tè o il caffè.

SAPONE DI ALEPPO

OCCHIALI STENOPEICI

GREEN PLUS

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Il Sapone di Aleppo combina ingredienti completamente naturali come olio di oliva e di alloro, soda (per la saponificazione) e sale marino. Il sapone di Aleppo può essere usato per detergere con delicatezza viso, corpo e capelli. Viste le sue proprietà antiallergiche, se ne consiglia l’uso anche per lavare la biancheria.

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Gli occhiali Naturalight aiutano a ridurre la dipendenza dalle lenti graduate e le tensioni provocate dalle difficoltà di visione migliorando la qualità della vista. Sono particolarmente adatti a tutti coloro che hanno disturbi di vista uguali o inferiori a +/- 4 diottrie.

GreenPlus è fonte naturale di iodio e microelementi essenziali bilanciati e completi, ottimo supporto nell'ambito delle diete ipocaloriche per l'equilibrio del peso corporeo ed ha un'azione tonificante. Grazie alla fucoxantina e degli alginati, l'alga è utile come supporto nei regimi dietetici volti alla perdita e all'equilibiro del peso corporeo.

POLVERE 160 GR. E 16,00 Calmag Life è un supplemento di magnesio, calcio (4,5 parti si magnesio - 1 di calcio), vitamina C e vitamina D3, con aggiunta di potassio e boro, utili in caso di aumentato fabbisogno o scarso apporto di tali nutrienti, coinvolti in numerosi processi organici.

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60 CAPSULE da 200mg E 15,80 La Melatonina Zinco-Selenio è stata sviluppata con la giusta selezione e combinazione di principi attivi eccipienti allo scopo di riprodurre nell’organismo il picco notturno fisiologico di melatonina prodotta dalla ghiandola pineale, che è tipico dell’età giovanile.

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