La tradizione aristotelica nel Rinascimento [PDF]

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Zitiervorschau

PAUL OSKAR KRISTELLER

LA TRADIZIQNE ARISTOTELIGA NEL RINASCIMENTO

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LA TRADIZIONE ARISTOTELICA NEL RINASCIMENTO

EDITRICE

ANTENORE - PADOVA MCMLXII

Tutti i diritti riservati © corYRIGI~I'r BY IIDITRICB ANTENORE ~ PADOVA PRINTED IN ITALY

AD MEMORIAM DIEI GELEBRANDAM Quo Dna PAULUS osKAR KRISTELLER BT BRUNO NARDI PATAVINI COLLEGII ARIs'roTELIcI socn IN PATAVINA STUDIORUM UNIVERSITATE PIIILosoI›I-IIAF. Doc1¬oRF.s HoNoRIs cAUsA ADGLAMATI sum' coI.LEc.IUM .›.RIsToTEI.IcUM I-Iuxvc LIBEI.I.UM EDENDUM cuxmvnPATAVII IN U.\'l\'ERSl'I'ATE X KAL. DEC. !Vl(`}.\{LXlI

LA TRADIZIONE ARISTOTELICA NEL RINASCIMENTO

Questo saggio sviluppa una conferenza tenuta nella Università di Padova e nella Università Cattolica di Milano nelYaprile 1962.

Se cerchiamo di capire il significato storico della tradizione aristotelica nel Rinascimento, ci troviamo di fronte ad alcune difiìcoltà serie e quasi insuperabili. Sembra quasi impossibile trovare una formula 0 una descrizione unica che valga ugualmente per il numero grandissimo dei rappresentanti dell'aristotelismo o che tenga conto della diversità notevole delle loro dottrine. Dobbiamo tener conto dell”attacco continuo a cui la scuola aristotelica fu soggetta da parte di varie correnti rivali, da1l°umanesimo del Petrarca fino alla fisica matematica del Galileo. Per complicare ancora le cose, gli aristotelici del Rinascimento non furono affatto immuni dall°influsso di idee e di metodi che ebbero la loro origine fuori della loro propria tradizione, e viceversa molti dei nemici più violenti dell'aristotelismo ne subirono l°influsso più profondamente che non sapessero. Si aggiunge il fatto che Paristotelismo del Rinascimento è stato piuttosto trascurato dalla maggior parte degli storici della filosofia, e, malgrado le ricerche importanti e numerose di studiosi italiani e stranieri, rimane ancora oscuro in molti aspetti. Mentre Pumanesimo e il platonismo sono sempre stati considerati movimenti caratteristici (lvl Rinascimento, sicché le loro fonti medie-

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vali sono state studiate soltanto recentemente, Paristotelismo si presenta così chiaramente come continuazione del periodo medievale che la maggior parte degli storici del Rinascimento lo hanno disprezzato come un residuo poco importante dell'età precedente, e hanno ripetuto senza esame le accuse e le invettive dei suoi nemici contemporanei. D'altra parte gli storici della filosofia medievale hanno rivolto la loro attenzione quasi esclusivamente al pensiero del dodicesimo e tredicesimo secolo, e hanno sacrificato volentieri .la cosiddetta scolastica decadente dei secoli successivi al disprezzo dei suoi nemici. Quindi abbiamo appena cominciato, grazie alle ricerche del Nardi, del Randall e di altri, a capire e ad apprezzare il vero significato storico dell°aristotelismo nel Rinascimentol. L'importanza filosofica e storica d'Aristotele costituiscono per noi un fatto così ovvio che dobbiamo notare, quasi con sorpresa, che durante la tarda antichità il suo influsso e la sua autorità furono assai limitati, e certamente superati da quella di Platone e degli Stoici. Gli scritti filosofici più importanti di Aristotele furono poco diffusi, e mentre la sua scuola fiorì fino al secondo secolo d. C., epoca del grande commentatore Alessandro d°Af`rodisia, le sue dottrine non ebbero un influsso molto forte fuori della sua scuola. La sua opera fu studiata più intensamente solo a partire dal terzo secolo cl. C., quando la scuola neoplatonica cercò di compiere una sintesi di Platone e Aristotele e produsse un gran numero di commenti piuttosto voluminosi alle opcrc di Aristouflc. Ma gli autori latini dell°antichitz`1 seppero relativamente poco della dottrina aristotclica, e soltanto alcune

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opere logiche, certamente le Categorie e il De interpretatione, furono tradotte in latino da Boezio e furono quindi note fin dal principio al medioevo occidentale. Nell°oriente bizantino Aristotele fu noto e studiato durante tutto il medioevo, ma la sua autorità non superò mai quella di Platone, e lo studio del suo pensiero non fu mai separato da quello della poesia e letteratura greca dcll'antichità. Avvenne soltanto col pensiero arabo medievale che Aristotele fu riconosciuto come l”autorità principale e quasi esclusiva nel campo della filosofia. Quando gli Arabi cominciarono a tradurre nella loro lingua gli scritti dei Greci antichi, omisero quasi interamente la teologia, la storia, la poesia e la prosa letteraria, e scelsero invece soltanto la filosofia e le scienze, specialmente la medicina, le matematiche e Pastronomia, e anche l°astrologia, Palchimia e le altre scienze occulte. L'autorità d'Aristotele si impose agli Arabi per varie ragioni: essa era stata stabilita dalla scuola neoplatonica e dai suoi commentatori, e questa fu la scuola con cui gli Arabi ebbero il contatto più diretto. Aristotele fu ammirato da Galeno, che era l°autorità principale in medicina; finalmente il Corpus delle opere aristoteliche costituì in un certo senso un'enciclopedia completa delle discipline filosofiche e scientifiche, ricco di contenuto, compatto nella sua presentazione, sistematico nella sua disposizione e quindi molto adatto per l'insegnamento. Così la filosofia araba si sviluppò in gran parte sulla base di Aristotele, con qualche aggiunta di origine neoplatonica, e i due pensatori arabi più importanti, Avicenna nell°undicesimo secolo e Averroè nel clotliwsimo, furono anche i commentatori più autorevoli degli scritti aristotelici.

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La cultura e il pensiero del medioevo occidentale almeno fino all°undecimo secolo, ebbe un carattere piuttosto elementare ed enciclopedico. Ebbe come suo centro le cosiddette sette arti liberali che includono la logica elementare, ma non le altre discipline filosofiche. Gli interessi filosofici e scientifici si affermarono soltanto coll”ascesa della scolastica dopo la metà dell°undecimo secolo, e si nutrirono al principio del Timeo di Platone, delle opere di S. Agostino e di altre fonti latine dell'antichità. Ma presto questo sviluppo prese un indirizzo diverso che culminò poi nel secolo decimo terzo. Lo studio della logica sostituì quello della grammatica come base principale delle discipline più avanzate, e Pinsegnamento nelle scuole si orientò verso due forme d'espressione che produssero pure le due forme principali della letteratura dotta dell'alto e tardo medioevo: la lectura, cioè la recitazione, e Pinterpretazione da parte del professore d°un testo autorevole, a cui corrisponde il commento; e la disputatio, cioè la difesa pubblica di una proposizione con argomenti formalizzati favorevoli o contrari, a cui corrisponde la Quacstio, e anche la Summa che in fondo non è altro che una raccolta sistematica di Quaestiones. Per di più, le scuole nuovamente fondate, le università, non insegnarono soltanto le sette arti liberali, ma anzitutto le discipline più avanzate e specializzate della teologia, giurisprudenza, Inedicina e filosofia. Finalmente un vasto numero di scritti filosofici e scientifici furono tradotti dall°arabo e dal greco in latino, il cui volume e la cui sostanza sup(-,rò grandemente tutto ciò che si poteva trovare nella letteratura latina dell'antichità 0 del primo medioevo. Per le discipline filosofiche, gli scritti di Aristotele e

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dei suoi commentatori arabi costituirono la fonte più importante, e quindi non c°è da meravigliarsi se, dopo qualche resistenza iniziale, furono generalmente accolti nelle università del tredicesimo secolo come manuali nell”insegnamento della filosofia. La vittoria dell°aristotelismo sull”agostinismo nel Duecento si spiega in parte con questo fatto, cioè con la recezione delle opere aristoteliche come manuali nei corsi di logica e filosofia naturale, e anche di etica e metafisica, e questo si riflette ancora oggi nell°uso di chiamare alcune discipline filosofiche e scientifiche secondo i titoli di scritti aristotelici, quali fisica e metafisica, etica, politica ed economica. Questo fatto, diciamo accademico, spiega anche alcuni tratti caratteristici della tradizione aristotelica durante i secoli successivi. Siccome gli scritti di Aristotele e dei suoi commentatori furono i manuali generalmente adottati nell°insegnamento delle discipline filosofiche, ne risulta una terminologia comune (fatto molto importante), un certo numero di concetti fondamentali comuni, e un numero ancora maggiore di problemi che furono discussi da tutti. La tradizione della lectura e della disputatio produsse poi un tipo speciale di ragionamento formalizzato e di argomentazione cumulativa che si chiama metodo scolastico. E non rimase limitato alla filosofia scolastica, ma si estese ugualmente alle altre discipline della scienza medievale come alla teologia, alla giurisprudenza e alla medicina. Aristotele è ambiguo o incoerente su molti problemi filosolici importanti e tace addirittura su altri. Già i suoi commentatori greci e arabi avevano discusso sull°intcrpr