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Italian Pages 587 [586] Year 2006
"Prima della Klein si erano fatti ben pobhi tentativi di convalidare le scoperte di Freud con l'a'~;~alisi diretta dell'infanzia. Spetta a lei il merito di avér portato la
psi~oe~n;!i~b~~b.'.~olgao s~~=t~~;~~~c~~;~~ee~~ee ~~~~~i~e~~~ii~ ~~ore delle fantasie della primissima infanzia, nelle quali compare il tagliare a pezzi, il dilaniare, lo squarciare, il divorare, ha tutti i requisiti perché la maggior parte delle persone si ritragga con orrore esclamando: 'Sapevo che le teorie di Freud erano vere, ma non immaginavo che fossero tanto vere!"' (Ernest Jones)
Gli scritti più significativi di Melanie Klein, ossia quelli compresi fra l'arrivo a Berlino nel 1g21 - chiamata da Abraham - e il 1959, due anni prima della morte, vengono finalmente resi accessibili agli studiosi italiani. Si offre cosi l'opportunità di seguire l'evoluzione del pensiero della Klein e di apprezzarne l'eccezionale contributo non solo nelrambito dell'analisi infantile, ma anche in quello, ben più chiuso e sospettoso a una prospettiva psicoanalitica, dell'alienazione psichica vera e propria.
MELANIE KLEIN
SCRITTI 1921·1958
BORINO H IERI
O 1978 Editore Boringhieri r~dttd per lnitmi Torino, corso Vittorio Emanuele 86 CL 74-8136-3 Tit~Jo
origin11lt
Contributions to Psycho-Analysis 19li-I~S Tbt Hog11nh Prest- L~ndr11 - 194fJ Devclopmenu in Psycho-Analysis The Hogi!Ytb Pren - Londra - t9fZ Tradtm~nt
di
Armand~
Gug/itlmi
Indice
Titoli originali e [011ti degli scritti
Presentazione di Ernest ]ones 1
Lo sviluppo di un bambino (1921)
17
La scuola nello sviluppo Iìbidico del bambino (1913)
74
Analisi infantile (1913) 4 Contributo alla psicogenesi dei tic (1925) 5 I principi psicologici dell'analisi infantile (1926) 6 Contributo a un simposio sull'analisi infantile (1917) 7
Tendenze criminali nei bambini normali (1917)
94 126 1)0
162
197
8 l primi stadi del conflitto edipico (1918)
214
9 La personificazionc nel gioco infantile (1919)
227
10
Situazioni d'angoscia infantile espresse in un'opera musicale e nel racconto di un impeto creativo (1919) 2J9
11
L'imponanz.a della formazione dei simboli nello sviluppo dell'Io (19]0) 249
12
La psicoterapia delle psicosi (1930)
26)
13
Contributo alla teoria dell'inibizione intellettiva (1931)
269
14
Il primo sviluppo della coscienza morale nel bambino (19j})282
29J
15
Criminalità (1934)
16
Contributo alla psicogenesi degli stati maniaco-depressivi (1935) 297
17
Il lutto e la sua connessione con gli stati maniaco-depressivi (1940) J26
18
Il complesso edipico alla luce delle angosce primitive (1945)
J55
19 Note su alcuni meccanismi schizoidi (1946)
409
43J
20
Sulla teoria dell'angoscia e del senso di colpa (1948)
21
Sui criteri per la conclusione di un trattamento psicoanalitico (1950) 4H Alcune conclusioni teoriche sulla vita emotiva del bambino nella prima infanzia (1951) 460
22 23
Sull'osservazione del comportamento dei bambini nel primo anno di 494 vita (1951)
24
Le origini della traslazione (1951)
25
Le influenze reciproche nello sviluppo dell'lo e dell'Es (tgp) J36
26
Sullo sviluppo dell'attività psichica (1958)
CTonologia
J.26
Bibliografia
"'m
Indice analitico
m
l saggi che costituiscono i c:apitoll 1·18 sono tratti da Ct>ntributitms to Ps:tcho· AMI:yris (Hogarth Prcss, Londra 1948); queW che costituisconO i capitoli 19, 20. u, 23, sono tratti da De'lldopments in Psycho-An~lysis (Hogarth P.re:ss, Londra 19J1). 1. The D~lopmem o( 11. Cbild, "lntcrnational }ournal of Psycho-Analysis", vol. 4 (1913). [Pubblicato per la prima volta in ted~o in ~lmagon, vol. 9 (1911).] t uno scritto costituito da due parti: b prima fu letta nel luglio 1919 a un convegno deUa Società psicoanalitica unghcusc e 13 seconda, ne! febbr:a.io 1911, a un convegno della Società psico:malitica di Berlino. 1. The ROle of the Schot>l in the libidin~l De'llelopmtnt of tbe Chi/d, "International Journal of Psycho·AnalY$isn, vol. s (19>4). Dapprima pubblic:ato in tedesco in klntemationale Zcitschrift fiir Psychoanalyse", vol. 9 (19>J). 3·
lnf~nt
An11lytit, ulntemational }oumal of Psycho·Analysis", vol. 7 (1916). Dapprima pubblicato in tedesco su ~lnugon, vol. 9 h9•J). Basato su tre inediti precedenti: Obtr die Hemnmng 1111d Em1Jlicklung det Orientienmgssinnu, letto alla Società psicoanalitica di Berlino nel maggio 1911; Die in(1111tife Angn und ihre Btd~tung fiir die EnMJJickl1111g der Persiinlicbkeit, letto alla stessa Società nel rnuzo 19n; e Die Eni'Wicklung und Henrmung '1.1011 Fibigkeiten, letto al 1o Congresso psleo-analitico internazionale di Berlino nel settembre 19n. ·
4· A Contriburion to the Psycbogenetit o{ Tics, in Contributions to Psycho·An~/;ysis 19l1·194S (Hoganh Prc:ss, Londra t948), versione inglese, supcrvisionata dall'au·
uice. Dapprima puùùlieato in tedcseo in "Jntemationale Zeitschri!t flk Psychoana· lyse", vol. 9 (191f).
s.
Tht Psychologica/ Principlts of lnfant Anal;ysis, •tntemational joumal of Psycho· Analysis•, vol.7 (1916) e "Imago•, vol. n (1916). 6. Symposium on Chi/d Am~lysit, "lntemational Joumal of Psycho.Analysisn, vol. 8 (1917). Letto in occasione del simposio tenuto dalla Società psicoanalitica briunniea il 4 c ilt8 maggio 1917. 7. Criminal Ttndtncits in NormJI Children, "British Joumal of Medicai Psychology", vol.7 (19>7). Letto a un convegno della. Medicai Scction della Società psicologica britannica il 11 mano 1917. 8. Ewl;y Stagu of the Oedif1Ul Cqnfiict, "Intemational Journal of Psycho-Analysis", vol. 9 h918). Dapprima in tedesco in "Intcrnationale Zeitschrift flk Psychoana· lyseH, vol. 14 (1918). Letto al to" Congresso psicoanalitico intcrmz.ionale a Inns· bruck,il3 settembre I9J7. 9· Personi/ic11.tion in t be Pfa;y of Childr.m, "Intemational Jou.mal of Psycho-Analysis•, vol. 10 (1919al c "lntemationalc ZcitK'hrift fiir Psyehoao3lyse•, vol. rs {1919). ro. ln{~ntilt Ataiet;y...SitwtiOM Re/Wcttd in a Work of Art and i1l the Crtativt b~ pufte, "lntcrnational Journal of Psycho-Analysis•, vol. 10 (r919b) e "Jntemationalc Zeitschrift fiir Psychoanalyren, vol. 17 (19JI). Letto alla Società psicoanalitica britannica il1s nuggio 1919. ;;:"Tht Jmportanct of Symllol·Form~~rion in tht De'lle/opmmt of tbt Ego, "Inter·
Titoli cwJt111•ll • folltl
n.
IJ.
14-
IJ.
national Joumal of P5)'cho-Analysi.s", vol. 11 h93oa), e "lnternationale Zeitschrift fiir Psychoanalyse~, vol. r6 (J9JO). Letto al Congresso psieoanalitieo internaz.ionale di O.dord nel luglio 1919. Tbt Psycbotberapy of tbe Psychoses, "British Journal of Medictl Pw930b). Contributo a un simposio su ~The Ròle of Psy Congnsso psieoanalitico internazionale a Zurigo, nell'agosto 1949u. Some Tbtortticlo primo
Il lavoro oltremodo interessante è istruttivo da lei presentato all'ultimo Congresso (Hug-Hellmuth, 1911) ci ha dato molte infonnazioni sulle modifiche da lei apportate alla tecnica dell'analisi pCr adattarla alle esigenze della psiche infantile. La Hug-Hellmuth ha praticato analisi con bambini che presentavano fonne morbose o anomale di sviluppo della personalità ma ha precisato che a suo giudizio l'analisi si confà soltanto a bambini di età superiore ai sci anni. In questo articolo io avanzerò tuttavia il problema se si possa applicare anche al bambino al di sotto dci sei anni ciò che abbiamo imparato dalle analisi degli adulti e di bambini in età superiore, e questo perché è ben noto dalle analisi delle nevrosi che i traumi e le cause dei danni psichici risiedono in avvenimenti, impressioni e vicissitudini che hanno luogo in età molto precoce, vale a dire anteriore ai sei anni. Come possiamo rendere fruttifere queste cognizioni a fini profilattìci? Che cosa si può fare da parte nostra, già in quell'età di cui l'analisi ci ha fatto apprendere l'enonne importanza, non solo per evitare eventuali malattie future ma anche per agevolare una valida e stabile fonnazione del carattere e lo sviluppo intellettivo? Il primo e il più ovvio precetto che deriva dalle nostre cognizioni è di evitare di commettere quegli errori che la psico:malisi ha dimostrato essere di gravissimo pregiudizio per la psiche infantile. Dovremo pertanto indicare come imprescindibile necessità che il bambino fin dalla sua nascita non condivida la stanza dei genitori; dovremo essere più moderati, nel porre coattive esigenze eriche alla piccola creatura in sviluppo; di quanto gli altri lo furono a suo tempo con noi. Gli pcnnetteremo di restare il più a lungo possibile naturale e privo d'inibizioni, frustrandolo meno di quanto si sia fatto finora; gli consentiremo di diventare conscio delle sue varie tendenze pulsionali c del piacere che ciò gli procura, evitando che il suo impulso a conoscere sgomini immediatamente questa 1 candida consapevolezza. Dovremo mirare a !asciarlo sviluppare abba·, stanza lentamente da dar tempo alle sue pulsioni di diventare parzialmente consce e con ciò di poter essere sublimate. Al tempo stesso non negheremo al destarsi della sua curiosità sessuale di potersi manifestare e dovremo gradualmente soddisfarla, a mio parere, senza nascondere nulla. Dovremo sapere come dargli l'affetto che gli occorre evitando tuttavia pericolosi eccessi; soprattutto rinunceremo alle minacce e alle punizioni fiSiche e ci assicureremo l'obbedienza indispensabile per l'educnzione ritirandogli all'occnsione il nostro affetto. Non è necessario approfondire qui nei particolari tutte le altre misure che possono essere istituite a questi fini e che conseguono più o meno naturalmente daJle nostre cognizioni. Peraltro non rientra nell'ambito di questo lavoro sviscerare la questione di come si possano soddisfare tutte le esigenze che
Jotlluppo dl un barn"lno
derivano dall'attuare un'educazione che non danneggi lo sviluppo del bambino come individuo civilizzato e non lo gravi di difficoltà panico~ lari nei rapporti con ambienti di diversa mentalità. Ciò che ora voglio mettere in risalto è solo che questi precetti educativi possono essere perfettamente realizzati (me ne sono potuta convincere personalmente in parecchie occasioni) e hanno conseguenze chiaramente benefiche oltre che permettere uno sviluppo più libero sotto molti riguardi. Sarebbe una grande conquista se potessero diventare dei criteri comuni dell'educazione, ma a questo proposito devo esprimere una riserva. Temo infatti che anche quando esiste la comprensione e la buona volontà per assolvere a questi precetti, può mancare, nell'educatore non analizzato, l'interiore capacità di metterli in atto. Ad ogni modo, per semplificare le cose, continuerò a trattare l'argomento presupponendo la sussistenza del caso più favorevole, quello in cui sia il conscio sia l'inconscio dell'educatore hanno fatto propri questi precetti educativi che quindi possono essere messi in pratica senza diffì.colcl. A questo punto possiamo porci il nostro quesito di fondo: l'attuazione di queste misure educative profilattiche è sufficiente a impedire l'insorgere di nevrosi e di dannosi sviluppi del carattere? Quanto ho potuto osservare mi ha persuasa che perlopiù lo scopo si raggiunge solo in parte perché. spesso solo una parte delle misure che le nostre cognizioni ci permettono di impiegare sono effettivamente operanti. Dall'analisi dei nevrotici apprendiamo in~ fatti che soltanto una parte dei danni deriwnti dalla rimozione si può far risalire a erronei comportamenti dell'ambiente o ad altre pregiudizievoli situazioni eSterne. Un'altra parte, e non la minore, deriva da un atteggiamento che il b3mbino può assumere gU in tenerissima età. Accade infatti spesso che il bambino, sulla base di una iniziale rimozione spontanea di una forte curiosità sessuale, manifesti un'invincibile avversione a tutto ciò che è sessuale, un'avversione che solo un'analisi completa potrà poi far superare. Dalle analisi degli adulti non è sempre possibile scoprire - specie sulla base della mera ricostruzione - in quale misura l'insorgere della nevrosi sia stato causato da situazioni che hanno disturbato lo sviluppo e in quale misura da predisposizionc alla nevrosi. In questo campo si ha a che fare con componenti quanto mai varie e indeterminabili. Quell_o che è ceno, però, è che quando esiste una fotte predisposiz.ione alla nevrosi bastano lievissime mortificazioni da parte dell'ambiente per~ ché si produca una spiccata resistenza all'educazione sessuale c una rimozione estremamente gravosa per tutta la struttura psichica. Ciò che apprendiamo dall'analisi dei nevrotici ci viene confermato dall'osservazione dei bambini, che ci offre la possibilità di conoscere l'evolversi degli eventi al momento stesso in cui si produce. Così appare chiaro, per esempio, che benché si sia disposti a soddisfare senza riserve la curiosità sessuale del
C.pltolo primo
bambino, spesso il bambino non dà libero sfogo a questo suo bisogno. Questo atteggiamento negativo può assumere le forme più diverse sino a giungere a un'assoluta avversione al sapere. A volte si manifesta come
~ :e~~;:r:e ::~~::~st:~h~u~l=~~~:,o•I:nc!:er;: ~~:s:~e=e:;:::~ i si instaura dopo aver già ricevuto una parziale educazione sessuale; in questa evenienza il bambino, invece del vivo interesse mostrato in precedenza, manifesta una forte resistenza ad accettare ulteriori chiarimenti o semplicemente non li recepisce. Nel caso da mc esposto particolarcggiatamente nella prima parte di questo lavoro, le benefiche misure educative riferite più sopra conseguirono dci buoni risultati specie per quanto riguardava lo sviluppo intellettivo. Il bambino fu illuminato sullo sviluppo del feto nel corpo materno, sul parto, su tutti i particolari che lo interessavano. Invece la funzione del padre nella nascita e l'atto sessuale non furono oggetto di domande dirette; ciò mi fece pens:~re già allora che questi problemi esercitassero sul bambino un forte peso a livello inconscio. C'erano molte domande che egli tornava a riproporre anche quando aveva avuto in merito risposte chiare e soddisfacenti. Eccone qualche esempio: "Mamma, per favore, da dove vengono il pancino, la testolina e tutto il resto?" "Come fa una persona a muoversi, cç.me fa a fare le cose, a lavorare?" "Come fa a crescere la pelle sopra il corpo delle persone?" "Come fa a venire lì?" Queste e altre domande furono ripetute spesso nel periodo delle spiegazioni sessuali e nei due o tre mesi successivi caratterizzati dal notevole progresso nello sviluppo a cui ho accennato. All'inizio non afferrai bene il significato di questo suo ripetere le domande; ciò era in parte dovuto al fatto che lo attribuivo semplicemente al piacere che il bambino traeva dal tornare a formularle. Inoltre, visto come si sviluppavano il suo bisogno di sapere e la sua intelligenza ritenevo che la richiesta di ulteriori chiarimenti sarebbe stata inevitabile, ed ero anche convinta di dovermi attenere al criterio di informarlo man mano che egli avrebbe posto consciamente le sue domande, Dopo questo periodo si verificò invece un cambiamento: ricorsero continuamente le domande che ho citate prima e altre che tendevano a diventare stereotipate, mentre le domande originate da un palese impulso a conoscere diminuirono e assunsero perlopiù un carattere astratto. Nello stesso tempO cominciarono a fare la loro comparsa domande molto superficiali, fatte senza pcnsarci e chiaramente senza ragione alcuna. Chiedeva continuamente di che cosa e come fo~ro fatte le cose. Per esempio: "Di che cosa sono fatte le pone~", "Di che cosa è fatto il letto?", "Come si h il legno?", "Come si fa il vetro?", "Come si fi. la sedia?" Alcune domande chiaramente futili erano: "Come fa la terra a mettersi sotto-
Sviluppo di un bombino
terra?" oppure "Da dove vengono i sassi, da dove viene l'acqua?" Era fuor di dubbio che il bambino aveva perfettamenre afferrato le risposte che già gli erano state fomite al riguardo c che perciò non era per difetto d'intelligenza che egli tornava a chiedere. Che egli fosse realmente indifferente alle risposte era dimostrato dall'assenza di attenzione e di interesse con cui accoglieva le risposte, sebbene, al contrario, ponesse veementemente le domande. Anche il numero delle volte in cui le poneva era aumentato. Tutto ciò costituiva insomma il ben noto quadro del bambino che tormenta coloro che lo circondano con domande chiaramente del tutto prive di senso e alle quali non serve a niente rispondere. Passata questa seconda fase, durata un po' meno di due mesi e caratterizzata da queste insignificanti e superficiali domande, si assistette a un altro cambiamento. Il bambino divenne sempre più taciturno e sempre meno incline al gioco. Egli non aveva mai mostrato di divertirsi molto nei quieti giochi di fantasia ma gli avevano sempre fatto piacere i giochi movimentati che si fanno con i compagni. Anche quand'era solo aveva passato ore a giocare rumorosamente al cocchiere o all'autista utilizzando cassette, panche e sedie per rappresentare i diversi veicoli. Ora giochi e svaghi di questo genere cessarono, e cessò anche il desiderio della compagnia di altri bambini, con i quali, nelle occasioni in cui si ritrovava con loro, non sapeva più che cosa fare. In terzo luogo, e questo non era mai accaduto prima, mostrò di annoiarsi anche quando stava con la madre. &:guitò, sl, a sollecitare le sue tenerezze e il suo affetto ma non manifestava alcun piacere quando essa si metteva a raccontargli qualcosa. Quell'atteggiamento assente e annoiato che aveva mostrato nel periodo delle domande senza ragione e senza scopo divenne molto frequente. Benché il cambiamento non potesse sfuggire a un occhio esercitato, esso tuttavia non era propriamente da definirsi "patologico". Il suo stato generale di salute e il suo sonno si mantennero perfetti. Data la mancanza di svaghi aumentò un po' la sua irrequietezza ma il suo carattere bonario, a volte scherzoso, rimase sostanzialmente immutato. Indubbiamente il suo comportamento nei riguardi dell'alimentazione già nel corso degli ultimi mesi aveva lasciato molto a desiderare, ma ora egli cominciò a fare lo schizzinoso e a mostrare una spiccata ripugnanza per ceni piatti; in compenso mangiava molto volentieri i cibi che gli piacevano. Nonostante che, come ho detto, con la madre si annoiasse, il suo attaccamento a lei divenne sempre più forte. Si trattava insomma di uno di quei cambiamenti che di solito non vengono rilevati da parte di chi accudisce un bambino, o, se vengono rilevati, non viene loro attribuita nessuna importanza, In genere i grandi sono talmente assuefatti a osservare nel corso dello sviluppo di un bambino cambiamenti passeggeri o permanenti di cui non vedono una ragione specifica, che per loro diventa
Copllolo prl,.
un'abitudine considerare questi cambiamenti del tutto normali. D'altro canto non è irragionevole vedere le cose a questo modo perché non c'è bambino che non mostri qualche tratto nevrotico. t solo la quantità di questi tratti o il loro ulteriore sviluppo che costituisce una malattia. lo però ero stata particolarmente colpita dalla riluttanza del bambino ad ascoltare le storie, in quanto ciò era in stridente contrasto con l'enorme piacere che aveva mostrato in precedenza. Quando misi a confronto il suo antico gusto a porre domande, gusto che si era fonemente svegliato a seguito delle prime spiegazioni parziali ricevute, e che era poi diventato in buona pane angosciosamente reiterativo e in buona parte superficiale, con la successiva repulsione a fare domande e con la riluttanza addirittura ad ascoltare le storie, e quando inoltre mi tornarono in mente alcune delle domande diventate stereotipate, si fece strada in me il convincimento che l'intenso impulso a conoscere del bambino era entrato in conflitto con una tendenza alla rimozione altrcuanto intensa e che il rifiuto delle spiegazioni desiderate dal suo inconscio dimostrava che la seconda aveva prevalso. Dopo aver posto molte e diverse domande in sostituzione di quelle che aveva rimosse, il bambino era arrivato al punto non solo di non fare più domande ma addirittura di non ascoltare, perché l'ascoltare poteva fornirgli ciò che rifiutava di avere. Vorrei ora riprendere alcune considerazioni fatte nella prima parte di questo scritto sugli effcui della rimozione. Ho parLtto dei ben noti effetti nocivi della rimozione sull'intelligenza dovuti al fatto che l'energia pulsionale rimossa resta kgata e non è più disponibile per la sublimazione e che, insieme ai complessi a cui sono connesse, anche le catene associative vengono sommerse nell'inconscio. Ho inoltre prospettato l'idea che la rimozione può incidere sullo sviluppo dell'intelligenza sia nell'una che nell'altra delle sue due dimensioni, e cioè nella dimensione dell'estensione e in quella della profondità. Forse i due periodi del caso da mc osservato potrebbero illustrare convenientemente l'idea da me prospettata. Nel periodo in cui il bambino, per effetto della rimozione della sua curiosità sessuale, cominciò a fare molte domande superficiali, si era probabilmente verificato un danno dell'intelligenza nella dimensione della profondità. Nell'altro periodo, quando non faceva domande e non voleva ascoltare, il danno interessava la dimensione dell'estensione, sicché egli evitava di soddisfare Ì'ampiezza superficiale dell'interesse a conoscere ed era indotto a concentrarsi esclusivamente sulla dimensione della profondità. Fatta questa digressione, ritorno in argomento. La mia crescente convinzione che la curiosità sessuale rimossa costituisca una delle cause principali dei cambiamenti che intervengono nella mente del bambino è stata confermata quando mi sono resa conto dell'esattezza di una preci~one
SYlluppooll•nbi.ml>lnco
critica che mi era· stata fatta. Nella discussione seguita alla lettura della prima parte di questo scritto davanti alla Società psicoanalitica ungherese, Anton von Freund rilevò che se le osservazioni e le classificazioni che avevo esposto erano indubbiamente analitiche, non altrettanto poteva dirsi delle mie interpretazioni e ciò in quanto io avevo tenuto conto solta.nto delle domande consce e non anche di quelle inconsce. In quell'occasione replicai che, a mio parere, finché non emergevano esigenze che fornissero valide ragioni di fare diversamente, bastava occuparsi delle domande consce. Ma, come ho dettO, mi sono poi resa conto che l'osservazione era giusta e che corrispondere soltanto alle domande consce non è sufficiente. Ho quindi ritenuto opportuno dare al bambino tutto il .resto delle spiegazioni che in precedenza non gli erano state fornire. Traendo lo spunto da una delle sue domande, posta nel periodo in cui egli ne faceva molto rarnmente, che chiedeva se tutte le piante crescono dai semi, gli spiegai che anche gli esseri umani derivano da un seme e lo illuminai sull'atto della fecondazione. Tuttavia egli mantenne un atteggiamento distratto e assente e interruppe le spiegazionl con una domanda del tutto irrilevante, lasciando chiaramente intendere di non avere alcun desiderio di apprendere altri particolari. In un'altra occasione disse di aver sentito dai compagni che affinché la gallina deponga le uova è necessario anche il gallo. Ma appena introdotto l'argomento dimostrò subito il chi:rro desiderio di abbandonarlo. Dava insomma la precisa impressione di non avere affatto capito le spiegazioni che gli avevo date e di non avere nessun desiderio di capirle. Le nuove nozioni. non sembrarono influenzare minimamente il cambiamento psichico che era sopravvenuto in lui e che ho riferito più sopra. Un giorno però la madre, con uno scherzo e.una storiella, riusci a suscitare di nuovo il suo interesse e a riconquistare la sua.adesione. Dandogli un dolce disse che questo dolce era rimasto per molto tempo in attesa e ci costrul sopra una storiel\a. Il bambino si divertl immensamente e pretese che la mamma gliela ripetesse parecchie volte. Successivamente ascoltò con gran piacere la storiella della donna a cui spunta una salsiccia sul naso dopo che il marito ne ha espresso il desiderio. Dopo di ciò cominciò egli stesso a raccontare spontaneamente e da allora in poi narrò storie fantastiche più o meno lunghe che talvolta traevano origine da altre_che gli erano state raccontate ma che perlopiù erano completamente originali (sicché fornivano una massa di materiille analitico). In passato il bambino aveva mostrato una scarsa inclinazione a raccontare storie per gioco. È vero che nel periodo immediatamente successivo al momento in cui aveva ricevuto le prime spiegazioni sessuali aveva manifestato un fone impulso a raccontare storie e ci si era anche provato varie volte, ma in complesso si era trattato di eccezioni. Le sue storie attuali, che mancavano
Copltolo prlmo
completamente di quell'arte primitiva di cui i bambini si avvalgono per· ché, a imitazione di quelli degli adulti, i loro racconti abbiano una cena quale coerenza, facevano l'effetto di sogni privi dell'elaborazione secon. daria. Talvolta cominciavano con il racconto di un sogno della notte precedente e poi erano portati avanti come storie, ma erano esattamente dello stesso tipo anche quando cominciavano fin dall'inizio come storie. Egli le raccontava con enorme piacere; di tanto in tanto allorché, a causa di interpretazioni cspressegli sia pure con molta cautela, sorgevano delle resistenze, egli le interrompeva, ma solo per riprendcrle poco dopo con lo stesso piacere. Riferirò ora qualche brano di alcune sue fantasie. "Due vacche camminano insieme, poi una salta in groppa all'altra c la cavalca, allora l'altra le salta sulle corna e ci si aggrappa strettamente. Anche il vitellino salta sulla testa della vacca e si aggrappa strettamente alle redini [corna].~ (Alla richiesta del nome delle vacche dà quelli delle due domestiche.) "Poi vanno tutti all'inferno: Il ci sta un vecchio diavolo con certi occhi cosl scuri che non ci vede, però sa che c'è gente. C'è pure un diavolo giovane, anche lui con gli occhi scuri. Poi vanno al castello, quello della favola di Pollicino, cd entrano con un uomo che li accompagna in una stanza dove si pungono con un fuso; allora cadono· addormentati per cento anni; quando si risvegliano vanno tutti quanti dal re che è molto contento di vederlì e che chiede all'uomo, alla donna e ai bambini se non vogliono rimanere con lui." (Alla domanda su che fine avessero fatto le vacche aveva risposto che c'erano pure loro e che c'erano anche i vitellini.) Una volta che si stava parlando di cimiteri e di morte, disse: "Ma quando un soldato spara a qualcuno, questi non va al cimitero perché il cocchiere del carro funebre è pure lui un soldato e allora non lo vuole seppellire." (Gli chiesi: "A chi spara, per esempio? Nominò allora il fratello Karl ma subito, un po' turbato, aggiunse vari altri nomi di pa· renti e di compagni.) LJ Una mattina, dato il buongiorno alla madre, mentre lei lo accarezzava le disse: "Adesso salgo su di te: tu sci una montagna e io mi ci arram· pico." Qualche minuto dopo soggiunsc: "Io so correre più di te: io posso correre su per le scale c tu no." In questo stesso periodo riprese a giocare. Ora giocava con piacere e senza stimcarscnc, specie in compagnia; col fratello e con i compagni giocava a qualsiasi cosa, però cominciò a giocare anche da solo. Giocava all'impiccagione; oppure proclamava di aver decapitato il fratello e la "Qua!c:he tempo prima aveva ossenoato: •Mi piacerebbe vedere morite qualcuno; non c:om'~ uno quando è già mono, ma vedere quando sta mor~ndo e poi com'è qu1ndo
~ mono.~
sorella e di aver preso a schiaffi le loro teste, spiegando: "Si può fare cosl con queste teste, tanto non si possono vendicare" e diceva che lui era un "carnefice". Una volta lo vidi fare questo gioco con i pezzi degli scacchi: i pezzi erano persone, uno era un soldato e un altro era il re. Il soldato diceva al re: "Sporco animale." Perciò veniva condannato e imprigionato. Poi veniva picchiato ma non sentiva niente perché era morto. Allora il re incuneava la sua corona nel foro del piedistallo del soldato e lo faceva risuscitare. Poi chiedeva al soldato se l'avrebbe rifatto ancora e poiché il soldato rispondeva "No" lo faceva arrestare soltanto. Uno dei suoi primi giochi fu il seguente: impugnava la sua trombetta e diceva di essere contemporaneamente un ufficiale, un alfiere e un trombettiere; poi aggiungeva: "Se papà era un trombettiere e non mi voleva portare alla guerra io mi sarei preso la mia trombetta e il mio fucile e sarei andato in guerra da solo senza di lui." Giocava anche con delle figurine, ua le quali c'erano due cani: uno lo chiamava "bello" e l'altro "brutto"; quando nel gioco i due cani rappresentavano persone, "bello" era lui e "brutto" era il padre. Sia i giochi sia le fantasie denotavano un'enorme aggressività verso il padre nonché, ovviamente, la sua già ampiamente manifesta passione per la madre. In questo stesso periodo divenne chiacchierone e allegro, passava ore a giocare in compagnia di altri bambini, e in ultimo mostrò un sempre maggiore desiderio di conoscere in generale, di apprendere tutto, tanto che in breve tempo e con un':assistenza minima da pane dei grandi imparò a leggere. Manifestò una tale avidità nella lettura da apparire quasi un bambino precoce, Le sue domande persero la caratteristica ossessiva della monotona ripetizione. Questi cambiamenti erano senza dubbio il risultato della liberazione della sua fantasia dai vincoli che precedentemente la frenavano; e le caute interpretazioni che gli avevo dato solo occasionalmente avevano avuto l'unico scopo di essergli in una certa quale misura d'ausilio in tutto questo, Riferirò ora una conversazione di straordinaria importanza che ebbe luogo tra noi due. Prima però debbo fornire una precisazione. Per Fritz lo stomaco aveva un significato tutto particolare. Nonostante le spiegazioni e i ripetuti chiarimenti egli restava attaccato all'idea, espressa in varie occasioni, che i bambini crescono nello stomaco della madre. Lo Stomaco aveva inoltre per lui significati diversi c carichi di emotività. "Stomaco" era una parola che aveva sempre sulle labbra e che usava nelle occasioni più disparate e impensabili. Per esempio a un compagno che un giorno gli disse: "Vattene nel tuo giardino", lui replicò: "E tu tornatene nello stomaco tuo." Spesso si prendeva dei rimproveri perché alle domestiche che gli chiedevano dove stesse una certa cosa era solito rispondere: "Nello stomaco tuo." Inoltre a tavola si lamentava talvolta,
Copltolo primo
ma piuttosto di rado, di "freddo allo stomaco" e affermava che era dovuto all'acqua fredda; in effetti aveva una spiccata antipatia per i piatti freddi. Una volta manifestò a sua madre la sua curiosità di vederla completamente nuda e subito precisò: "Vorrei vedere pure il tuo stomaco e quello che ci sta dentro." Alla mamma che allora gli chiese: "Intendi dire il posto nel quale stavi tu?", rispose: "Sl, vorrei guardare dentro il tuo stomaco per vedere se dentro ci sta un bambino." Qualche tempo dopo dichiarò: "Io sono molto curioso, io voglio sapere tutto quello che si pUò sapere a questo mondo." Chiestogli cos'era che bramava tanto conoscere disse: "Come sono fatti il tuo buco per la vivì e quello della cachi. E [ridendo] guardarci dentro quando tu stai al gabinetto e, senza che tu lo sai, vedere il tuo buco della vivl e della cachi." Qualche giorno più tardi suggerl alla madre che si poteva andare tutti insieme al gabinetto e "fare la cachi" contemporaneamente uno sopra l'altro, la madre, i fratelli, le sorelle e, sopra tutti, lui. Alcune osservazioni da lui espresse sporadicamente avevano già fatto chiaramente intendere quale fosse la sua teoria sessuale, poi chiaramente manifestata nella conversazione che fra poco riferirò. Nella sua teoria i bambini erano fatti con il cibo c identificati con le feci. Una volta aveva parlato delle sue "cachi"' come di bambini cattivi che non volevano venire. In un'altra occasione era stato immediatamente d'accordo con un'interpretazione che gli era stata fornita e cioè che le feci che in una delle sue fantasie andavano su c -giù per le scale erano dci bambini. Una volta disse all3 sua "cachi" che l'avrebbe picchiata perché veniva giù così piano e cosl dura, Ecco ora la conversazione tra me e lui, t di mattina presto; lui sta seduto sul vasetto da notte e mi racconta che le "cachi" sono già sul terrazzo, che sono risalite di sopra e non vogliono scendere in giardino (tennine che egli usava anche per designare il vasetto). Gli chiedo: "Allora sono loro i bambini che crescono nello stomaco?" Mi accorgo subito che l'argomento lo interessa e perciò proseguo: "Sì, è vero che le cachi sono fatte con la roba da mangiare; i bambini veri però non sono fatti con la roba da mangiare." E lui: "Questo lo so, sono htri con il latte," "No, non con il latte, con qualcosa che il papà fabbrica e con l'uovo che sta dentro la mamma." Ora presta molta attenzione e chiede maggiori dettagli, Quando riprendo a spiegare cominciando dal piccolo uovo m'interrompe per dirmi "Questo lo so." Proseguo: "Papà col suo vivì può faòbricare qualche cosa che effettivamente somiglia al latte e che si chiama seme; non ne fa tanto. Il vivì di mamma è differente da quello di papà." Lui torna a interrompermi: u Ma sl, questo lo so!" e io continuo: "Quello di mamma assomiglia a un buco. Se papà mette il suo vivi in quello di mamma e ci mette il seme allora il seme penetra nel corpo della mamma e quando incontra qualcuna delle ovicine che stanito
SvlluppodlunHm&lno
dentro la mamma succede che il piccolo uovo conùncia a crescere e diventa un bambino." Fritz ascolta con molto interesse e dice: "Quanto mi piacerebbe vedere come si fa là dentro un bambino a questo modo!" Gli spiego che ciò è impossibile fin quando lui non sarà diventato grande e che allora lo farà da sé. "Ma io allora vorrei farlo con la mamma." "Non sì può, perché la mamma non può essere tua moglie, è già moglie di papà; poi papà non avrebbe più moglie." "Ma potremmo farlo tutti e due con lei." "No, non si può: ognuno ha soltanto una moglie e quando tu sarai grande mamma ormai sarà vecchia: allora tu ti sposerai con una ragazza giovane e bella e quella sarà tua moglie." A questo punto, con le labbra uemule e gli occhi umidi di pianto, dice: "Ma non potremmo stare tutti insieme nella stessa casa con mamma?" "Sicuro, e mamma ti vorrà sempre bene, solo che non ti può essere moglie," Si mise allora a chiedere molti particolari: come si nutre il bambino quando sta dentro la mamma, di che è fatto il cordone ombelicale, come fa ad andar via; era estremamente interessato e non manifestava la minima resistenza. Alla fine concluse: "Ma mi piacerebbe vedere almeno una volta come si fa dentro un bambino e come esce." In questa conversazione, che dissolse quasi completamente la sua teoria sessuale, egli manifestò per la prima volta un autentico in.teresse per quelle spieguìoni sessuali che in passato aveva rifiutate e che solo ora assimilò veramente, Come dimostrarono successive osservazioni da lui fatte occasionalmente, egli incorporò veramente queste nozioni nell'insieme delle sue conoscenze. Dopo questa conversazione anche il suo straordinario interesse per lo stomaco diminuì fortemcnte. 2o Tuttavia non mi sentirei di asserire risolutamente che questo interesse perse totalmente la sua peculiarità emotiva né che il bambino rinunciò completamente alla sua teoria sessuale. A proposito della pcrsistenza parziale di una teoria sessuale infantile anche dopo che è stata resa conscia, ho sentito una volta Ferenczi esprimere l'opinione che una teoria sessuale infantile è in un certo senso una costruzione astratta che ha come punto di partenza delle sollecitazioni piacevoli di alcune funzioni e che, finché tali sollecitazioni permangono, continua in una certa qu:J.!e misura la pcrsistenza della teoria. In un lavoro, presentato all'ultimo Congresso, Abraham (1910) ha
Di nonna continuò ad an d~ re regolarmente di col'pO; qualche volra però lcnumente e con un po' di difficolt~. L'analisi insomma non provocò c:ambiamcnti pennanenti né nell'alimentaz.ionc né nella digestione, ma soltanto delle ~lterazioni che si presentavano O'TA AL MOMENTO DELLA COIUI.EZION"E DELLE IIOZZE
(1925)
Dopo aver completato la stesura di questo scritto ho cominciato l'analisi di un bambino di cinque anrù e mezzo, W alter, il cui sintomo principale consiste in un movimento stereotipato. La tenera età del paziente e i progressi compiuti dall'analisi (che dura già da sei settimane) mi hanno permesso di esplorare a fondo l'interagire dci fattori che sono alla base del sintomo e di influire molto vantaggiosamente sul sintomo stesso, insorto peraltro da non molto tempo. Ma la sussistenza nel bambino di una nevrosi ossessiva e di un'incipiente deformazione del carattere richiede che l'analisi venga portata molto più a fondo. Anche in questo caso, ad ogni modo, si rivelano operanti gli stessi fattori che si sono dimostrati decisivi negli altri due casi. AI riguardo, per amore di brevità, riferirò pochissimi dati. A due anni aveva avuto la percezione uditiva del coito nella stanza adiacente e alla stessa età avevano fatto la loro compa~ un'esagerata agitazione motoria e una paura dei rumori dei colpi. Regolarmente ogni settimana, in analisi, W alter ripete ossessivamentc, benché con delle varianti, una rapprescnt:1zione del teatro dci burattini, lo spettacolo di "Kasperle" (che è in ceno qual modo simile allo spettacolo dei burattini inglesi "Punch e Judy").18 A queste rappresentaziorù io devo dare l'avvio come direttore d'orchestra picchiando alcuni colpi con una bacchetta o qualcosa del genere e poi devo continuare a battere come se stessi facendo musica; seguendo il ritmo di queste battute Waltcr fa dci giochi di acr.obazia. Molti particolari dimostrano che lo spettacolo di "Kaspcrle" rappresenta il rapporto sessuale nel quale egli assume il ruolo " [Premesso che ~Ktuperltthr11rer", in tedesco, e "Punch dnd Judy #Jf)'W~, in inglese, hanno l'identico significato di ~ttatro dci burauìnin, il "Punch 11nd Judy shf)'W" ~in pankolare una rappresentazione che ha un cmovaccio farsesco convenzionale, centrato sulle disavventure tragicomichc dì un grottesco personaggio gobbo c dal naso adunco (Punch) e di sua moglie (Judy).]
ll.polooeo-1de111c
della. madre. In Wa.lter è inoltre evideme la paura. della. masturbazione, connessa a. un fatto traumatico verificatosi quando aveva tre anni. Finora. le rappresentazioni teatrali sono sempre state seguite da esplosioni di rabbia accompagnate da scariche motorie aggressive e da manifestazioni di impulsi a insudiciare mediante produzioni anali e uretrali; tali scariche e manifestazioni appaiono dirette contro i genitori che attuano il rapporto sessuale. Si può qui osservare chiaramente la base sadico.anale dei sintomi motori. Le conclusioni a cui sono giunta nei primi due casi trovano quindi una confenna puntuale in questo terzo caso, e ciò è particolannente istruttivo in quanto i tre casi attengono a periodi dello sviluppo diversi e molto importanti. A mio parere risulta ora chiaro che il tic si basa su quell'agitazione e irrequietezza fisica che si notano tanto spesso nella prima infanzia e che perciò meritano seria considerazione, Se questa diffusa, esagerata attività motoria, anche nei casi in cui non si trasfonna in tic, sia invariabilmente detenninata dalle percezioni uditive del coito, potrà dircelo solo l'ulteriore esperienza. Sta comunque di fatto che tali percezioni costituivano un fattore basilare in tutti e tre i casi da me esaminati e che in essi l'esagerata attività motoria si è trasformata in tic o in movimenti del tipo del tic. La condensazione in sintomi motori si è verificata, nel caso di W alter e di Werner, nel corso del sesto anno di età. Con ciò mi richiamo al fatto, riferito da Ferenczi, che nel periodo della latenza i tic si mani· fcstano spesso come sintomi passeggeri. In due dei miei casi è indubbio che a far fallire il superamcnto dei complessi edipico e di evirazione abbiano concorso impressioni traumatiche (il terzo caso non è ancora stato analizzato sotto questo aspetto). Ciò ha dato origine, dopo l'epoca del tramonto del complesso edipico, a una forte lotta contro la masturbazione della quale quindi il sintomo motorio è diventato il sostituto di· retto, Si può ritenere che anche in altri casi i tic e i movimenti stereotipati del periodo della latenza- spesso passeggeri- si trasformino in autentici tic allorché sopraggiungono come fattori scatenanti - specie nella pubertà, e perfino più tardi, - recrudescenze dci conflitti della prima infanzia o esperienze traumatiche.
Capitolo 5 l principi psicologici dell'analisi infantile 1
Nel presente scritto mi propongo di trattare particolareggiaramente del fauo che differenze ben precise fra la vita psichica dei bambini piccoli c quella degli adulti richiedono l'impiego di una tecnica adatta alla psiche infantile, Cercherò di dimostrare che una particolare tecnica analitica, la tecTJica del gioco, soddisfa a tale esigenza, Questa tecnica è stata ideata in confonnità a detenninati punti di vista, che quindi esporrò qui alquanto dettagliatamente. Come sappiamo, i bambini stabiliscono i rapporti con il mondo esterno dirigendo la libido legata in origine esclusivamente al proprio Io su oggetti da cui uaggono piacere. Il rapporto del bambino con questi oggetti, animati o inanimati, è dapprincipio meramente narcisistico. Tunavia è proprio per questa via che i bambini pervengono al rapporto con la realtà. Cercherò ora di illustrare con qualche esempio il rapporto infantile con la realtà. Dopo una sola seduta analitica, T rude, una bambina di tre anni e tre mesi, fece un viaggio con sua madre e l'analisi fu ripresa sei mesi più tardi. Soltanto parecchio tempo dopo la ripresa dell'analisi mi parlò del viaggio c di cose che le erano accadute nel periodo dell'interruzione, ma solo in quanto gliene fornì l'occasione il racconto di un sogno che aveva fatto, Aveva sognato di trovarsi di nuovo in Italia con sua madre, in un ristonnte in cui andavano di solito, c la cameriera non le aveva dato il consueto succo di lampone perché non ce n'era più. L'interpretazione del sogno miSe in luce, tra l'altro, che la bambina soffriva ancora della privazione del seno materno subìta con lo svezzamento, e rivelò che ella invidiava la sorellina più piccola. Di solito Trude mi parlava di ogni 1 [Nota aggiunta nel 1947·1 Qucsco scritto costituisce la base sulla quale luppato il primo capitolo del mio libro lA psico~n~lisi dti b~rmbini (1931).
~stato
svi-
sorta di cose chiaramente irrilevanti, riferiva molto spesso particolari della seduta analitica iniziale avvenuta oltre sei mesi prima, ma a farle venire in meote i suoi viaggi, che altrimenti non avevano per lei il minimo interesse, era stato esclusivamente il nesso con l'esperienza della privazione. l bambini imparano a conoscere la realtà attraverso le privazioni che essa impone loro quando sono molto piccoli. Per proteggersene la rifiutano, mentre è fondamentale, perché diventa poi la base di ogni loro futura capacità di adattarsi alla realtà, che essi riescano in una certa misura a tollerare le privazioni derivanti dalla situazione edipica. Un rifiuto esagerato della realtà (spesso mascherato sotto un'apparenza di "adattabilità" e di "docilità~) è quindi, anche nei bambini piccoli, segno di nevrosi, e si differenzia dalla fuga dalla realtà dei nevrotici adulti solo per il modo in cui si manifesta, Perciò, anche nell'analisi dei bambini piccoli, il risultato finale da conseguire è il valido adattamento alla realtà. IL conseguimento di questo risultato si rileva, tra l'altro, dal fatto che le difficoltà che si incontrano nell'educarli sono diverse, attenuate; in altri termini, i bambini si dimostrano capaci di tollerare le privazioni causate dalla realtà. Noi possiamo osservare chiaramente che i bambini mostrano spesso, già al principio del loro secondo anno di vita, una spiccata preferenza per il genitore di sesso opposto c altri segni delle tendenze edipiche allo stadio iniziale. Quando, invece, comincino i conseguenti conflitti, c cioè in qllllle momento il bambino soggiaccia effettivamente al complesso edipico, non si osserva altrettanto chiaramente; la presenza del complesso la deduciamo infatti soltanto da taluni cambiamenti che notiamo nel bambino. Le analisi di un bambino di due anni e nove mesi, di un altro di tre anni e tre mesi, e di parecchi altri di circa quattro anni, mi hanno portata a concludere che in essi il complesso edipico esercitava una potente influenza già quando avevano due anni.Z A illustrazione riferirò il caso di 1 A questa conclusione ne è inti!mmente legata una seconda, di cui mi limiterò a dare brevi cenni. In numerose ~nalisi di bambini ho risc:ontnto c:he nelle femmine la scelta del padre come oggetto d'amore consegue allo !;Veua.mento. Questa privazione, seguita dall'cducn.ione al controllo degli sfinteri (un processo c:he rappresenta per b bimba una nuova e dolorosa sottr:azione d'amore), allenta il legame con la madre e attiva l'attrazione etcroscssu~lc, c:he viene intensifi~ta dalle affettuose ~reue paterne on percepite come seduzione. Quale oggetto d'amore, inoltre, il padre ~ssolve in primo luogo a fini di sod-
~~[~~itf::~~~J:~:~~!ti~~t~*~~~~ic:a~~?=b~~ :~~~~o~~:l~a~~~i~j Nei
ma~chi,
credo c:hc l'azione di queste privazioni sullo svilup
del complesso
suoatteggQmento tr.tumatichc, di cui è bstric~ta la stnda che pona ~1 c:omple:sso di evirazione, derivino dal nppono con la madre spiega anche perc:hi!, a quanto ho potuto rilev~re, negli strati più profondi
C:.pltolo ....tnto
uni piccola paziente, Rìta. Fino all'inizio del secondo anno di età ella moStrò una spiccata preferenza per la madre; dopo manifestò invece una straordinaria preferenza per suo padre. A quindici mesi, per esempio, pretendeva spesso di restare nella stanza sola con il padre c di sedere sulle sue ginocchia a guardare insieme dei libri. A diciotto mesi però il suo atteggiamento cambiò di nuovo e tornò a preferire la madre. Comemporaneamente cominciò a soffrire di p1111or nocturnus e di pàura degli animali. Si produsse in lei una fissazione esagerata alla madre e al tempo stesso una spiccatissima identificazione con il padre. Poco dopo il compimento dei due anni mostrò un'ambivalenza sempre più forte e divenne tanto difficile da allevare ed educare che a due anni e nove mesi mi fu condona per un trattamento analitico. A quest'epoca aveva già manifestato da alcuni mesi fortissima inibizione nei riguardi del gioco, incapacità a sopportare privazioni, enonne sensibilità al dolore e una tristeua molto accentuata. A tutt.o questo dovevano aver contribuito i seguenti fatti. Fino ai due anni circa, Rita aveva donnito nella camera dei genitori e l'incidenza della scena primaria appariva chiaramente nella sua analisi. La sua nevrosi era però esplosa in occasione della nascita di un fratellino. Subito dopo si manifestarono disturbi ancora più gravi, che aumentarono rapidamente. Non può mettersi in dubbio che esista uno stretto legame tra la nevrosi e l'azione profonda del complesso edipico provata in cosi tenera età. Io non sono in grado di stabilire se l'operare precoce del conflitto edipico incide cosl profondamente perché i bambini sono già nevrotici o se essi diventano nevrotici perché il complesso si instaura troppo presto.~ certo, comunque, che esperienze del genere da me riferite rendono il conflitto più grave e perciò o aumentano la nevrosi o ne causano l'erompere. Gli aspetti peculiari che emergono dal C2SO di Rita sono gli stessi che l'analisi di bambini di età diversa mi ha insegnato a ritenere tipici. Essi si osservano più immediatamente nell'analisi di bambini piccoli. In numerosi casi nei quali .ho analizzato attacchi di angoscia in bambini molto piccoli, gli attacchi si sono dimostrati ripetizioni di pll'llor nocturnus occorso nella seconda metà del secondo anno di età o all'inizio del terzo. Queste angosce sono al tempo stesso azioni ed elaborazioni ncvrotiche del complesso edipico. Le elaborazioni, o sviluppi, di questo genere sono numerosissime e ci conducono a talune conclusioni precise circa l'agire del complesso_ edipico. 3 dell'in.eonsc:io dci bambini di enm.mbi i sessi la madre sia p:articolannente temuta come eviratriee. D'altro c;anto, ruttavia.le privazioni d'amore a livello orale e anale 11g~olmo lo sviluppo della situazione edipica nei maschi, percM li spingono a mutare la colloazione della loro libido e a desiderare la madre come 08'Betto d'amore genitale. 'In ~Analisi infantile~, dove ho m.ttato del rappono tra angosda e inibizione, ho sii dimostrato lo stretto legame m. tali elaborazioni e l'angosda.
Prlnclpl polcologld ftll'anallollnf•"'ll•
Tra questi sviluppi, il cui legame con la situazione edipica è del tutto evidente, sono da enumerare il frequente cadere e farsi male dei bambini, l, la loro esagerata sensibilità, l'incapacità a tollerare privazioni, le inibizioni~ nei confronti del gioco, l'atteggiamento fonemente ambivaJente verso festeggiamenti e regali, e infine complicazioni varie connesse all'allevamento e all'educazione che si manifestano perlopiù in età straordinariamente precoce. Ho tuttavia scopeno che la causa di questi fenomeni molto comuni risiede in- un senso di colpa particolarmente forte, la cui espressione prenderò ora in esame più dettagliatamente. Dall'esempio seguente si rileva come il senso di colpa agisca intensamente anche nel pavor noctuT11Us. Trude, quando aveva quattro anni e tre mesi, giocava spesso nell'ora di analisi a fingere che era diventato notte e che dovevamo andare a dormire. Dopo usciva da un angolo della stanza che chiamava la sua camera da letto, mi si avvicinava furtivamente e mi rivolgeva ogni sorta di minacce. Voleva trafiggermi la gola, buttarmi dalla finestn, danni fuoco e consegnarmi alla polizia. Immaginava di legarmi mani e piedi e, sollevando la copertura del divano, diceva di star facendo upo-kacki-kucki",• il che voleva dire che stava cercando di vedere le kacki, che per lei rappresentavano i bambini, fra le natiche della madre. Oppure, in altri casi, desiderava colpirmi al ventre e proclamava che così mi faceva uscire fuori le "a-a" (altro modo di indicare le feci) e mi riduceva in poverù. Dopo aver fatto queste varie cose, prendeva i cuscini, che spesso chiamava ubambini", e coprendosi con essi si rannicchiava in un angolo del divano dando segni di paura fonissima; là si nascondeva, si succhiava il pollice e si faceva la pipì addosso. Questa situazione seguiva sempre le aggressioni nei miei riguardi, ma corrispondeva al suo modo di comportarsi nel lettino quando, non avendo ancora due anni, aveva cominciato a soffrire di intenso ptwor noctumur. A quell'epoca per di più soleva spesso correre in piena notte nella camera dci genitori senza sapere neppure dire che cosa volesse. Era stato appunto quando aveva due anni che era nata una sorellina, e l'analisi riuscì a mettere in luce quali fossero stati i suoi pensieri a quel tempo nonché quali fossero le cause della sua angoscia e del bagnare e sporcare il letto. Con ciò l'analisi riuscì anzi a eliminare i sintomi. A quell'eli la bambina aveva desiderato depredare la madre, che era incinta, dei suoi bambini, ucdderla e prendere il suo posto nel rapporto sessuale con il padre. Questi impulsi di odio e di aggressività (che si erano fatti panicolarmente intensi all'eli di due anni) erano la fonte sia della fissazione alla madre sia del senso di angoscia e di quello di colpa. Nel periodo in cui, nel corso • Po stava ~r "popo~, natiche, sedere; k11cki per feci; kucki era una contruione di kucken che nel suo linguaggio penonale voleva dire guardare, vedere, scoprire.
Capitoloqlllnto
dell'analisi, questi fenomeni apparivano più cospicui, Trude, prima di venire alia seduta, riusciva quasi sempre a farsi male, Trovai che gli oggetti contro i quali urtava e si faceva male (tavoli, credenze, stufe) simboleggiavano per lei la madre (confonnemente alle prime identificazioni infantili) o, talvolta, il padre che la punivano, Ho comunque costatato come un fatto comune e generale, soprattutto nei bambini molto piccoli, .·!che il continuo "conciarsi male", il cadere e danneggiarsi è in stretto / rapporto con il complesso di evirazione e con il senso di colpa. I giochi dei bambini ci consentono di farci alcune idee precise in merito al senso di colpa in tenerissima età. Per tornare a Rita, già nel suo secondo anno di età le persone che erano in rapporto con lei restavano impressionate dai suoi rimorsi per ogni anche minima malefatta e dalla sua ipersensibilità per ogni fonna di rimprovero. Bastava per esempio che suo padre minacciasse per scherzo un orso riprodotto in un libro illu~ strato perché lei scoppiasse in lacrime. In questo caso ciò che detenni~ nava la sua identificazione con l'orso era la paura ài essere rimproverata veramente àal paàre. La sua inibizione nel gioco derivava anch'essa àal senso ài colpa. Quanào aveva ancora due anni e tre mesi àiceva spesso, mente giocava con la bambola (un gioco che non la diveniva molto), che lei non era la madre clelia bambola. L'an:disi chiarl che ella non osava giocare a fare la mamma perché per lei la bambola rappresentava tra l'altro il fratellino che aveva desiderato portare via a sua madre. aààirit~ tura quando ne era incinta. In questo easo il àivieto del desiderio infantile non proveniva più àalla maàre reale ma da una maàre introicttata il cui ruolo mi rappresentò in molti modi e che esercitava su di lei un'influenza più dura e più cruàele di quanto non avesse mai fatto la maàrc vera. Un altro sintomo, ossessivo, che si era manifestato in Rita allorché aveva àue anni, era costituito da un lungo rituale al momento di andare a letto. L'elemento essenziale stava nel voler essere strettamente avvolta nelle coltri per paura che uun topo o un 'Butun' 5 entrati dalla finestra potes~ sero strapparle con un morso il suo proprio 'Butun' (il gcnitale)".6 I suoi giochi rivelavano anche altre determinanti. La bambola doveva sempre essere avvolta come lei e una volta le mise accanto al letto un elefante. Nella sua mente l'elefante doveva impedire alla bambola di alzarsi; altrimenti la bambola si sarebbe introdotta furtivamente nella ca~ mera da letto àci genitori e avrebbe fatto loro àel male o avrebbe portato loro via quaU::osa. L'elefante (un'imago del padre) era visto nella funzione • [BuiZNJ signifie11, tra l'altro, nanerottolo, spauracchio.] 'Il complesso di evirazione di Rita si manifestava in una quantid di sintomi nevro-tici nonché nello sviluppo di ceni tratti dd cua~:~:ere. l suoi giochi, inoltre, mostnvano nettamente una fonis:sima identificazione con il padre e la paura di non riuscire nel ruolo mascolino, un'~ng0$Cia, quena, dcriv~nte appunto dal complesso di evirazione.
Prhtclpl p1lcologkl chll'•n•ll•l lnfwltlle
di colui che impedisce; e per lei era questa la funzione che il padre inuoiettato aveva svolto nel periodo in cui, fca i quindici mesi e i due anni, ella aveva desiderato usurpare il posto della madre nel rappono con il padre, di depredare la madre del bambino di cui era incinta e di fare del male a entrambi i genitori ed evirarli. Le reazioni di rabbia e di angoscia che facevano seguito alle punizioni, che nel corso dei suoi giochi infliggeva al"bambino", mostravano inoltre che Rita, dentro di sé, recitava due parti: quella delle autorità che giudicano e condannano e quella del bambino che viene punito. Uno dei meccanismi di base sempre presente nel gioco di recitare delle parti assolve al compito di distinguere e isolare le idenòficazioni diverse, ma tendenò a formare un tutto unico, operanti nel bambino. Con la separazione delle pani egli riesce a espellere le figure del padre e della madre assorbite nel Sé nel corso dello sviluppo del complesso edipico e che ora lo tormentano dal di dentro con la loro severità. Il risultato di questa espulsione è una sensazione di liberazione che contribuisce in larga misura al piacere tratto dal gioco. Il gioco di recitare una parte appare perlopiù assolutamente naturale e sembra non essere aluo che la rappresentazione di identificazioni primarie, ma questa è soltanto la facciata. Andare al di là della facciata è di grande imponanza nell'analisi infantile. L'effetto terapeutico può essere conseguito appieno solo se l'indagine pona alla luce tutte le cause e le identificazioni sottostanti e, soprattutto, se riesce a pervenire al modo di operare del senso di colpa. Nei casi da me analizzaò l'azione inibitoria del senso di colpa appariva chiaramente già in tenerissima età. In questa età si incontra già ciò che corrisponde negli adulti a quello che conosciamo come Super-io. Il fatto che tutò riteniamo che il complesso edipico raggiunga il suo culmine attorno al quarto anno di vita e che consideriamo il Super-io come il prodotto finale del complesso non mi sembra contraddire affattO queste osservazioni. Quei fenomeni ben definiti e tipici, che riscontriamo sussistere nella loro forma più nettamente evoluta quando il complesso edipico ha raggiunto il suo culmine, e che ne precedono il tramonto, non sono altro che la conclusione di uno sviluppo che dura ttmli. L'analisi dei bambini molto piccoli dimostra che essi cominciano a elaborare il complesso edipico non appena esso insorge e con ciò a sviluppare il Super-io. L'azione di questo Super-io infantile nel bambino è analoga a quella del Super-io negli adulti, salvo il fatto che sul più debole lo infantile essa pesa molto di più. Come ci insegna l'analisi dei bambini, quando con.( il trattamento analitico freniamo le pretese eccessive del Super-io raffor-J ziamo l'Io. ~ indubbio che l'Io dei bambini piccoli è diverso da quello' dei bambini più cresciuti o degli adulti. Quando però si è riusciti a libe-
rare l'Io del bambino piccolo dalla nevrosi esso si dimostra perfettamente eguale, quanto a capacità di far fronte alle esigenze della realtà, a quello dei grandi, tenendo conto ovviamente che queste sono meno gravi di quelle imposte agli adulti? Proprio come la psiche dei bambini più piccoli differisce da quella dei più cresciuti, cosl il modo di reagire al trattamento psicoanalitico è diverso nella prima infanzia da quello che si dà più tardi. È davvero sorprendente la facilità con cui in taluni casi i bambini accolgono le nostre interpretazioni, talvolta manifestando addirittura notevole piacere. Il motivo per cui questo pra6), scrive: 'Avendo imparato a osservare con maggiore chiarezza siamo portati ad affermue che il manifcstani d'una nevrosi nell'infanzia non rappresenta l'eccezione, ma la regola. Sembra che ciò sia inevitabile nel cono della transizione dalla situazione infantile alla vita sociale dell'adulto.'~ 'l sentimenti, le paure e le difese del bambino sono sempre lcg:ati alle sue fissazioni e ai suoi desideri libidici, per cui l'esito dello sviluppo sessuale inhntile e i processi esposti in questo scritto sono sempre intcrdipcndenti. Credo che lo sviluppo libidico infantile ci appuirebbe sotto una luce nuova se lo prendessimo in esame nel suo rapporto con la posiUone depressiva e con le difese impiegate contro di es5a. L'argomento è però di tale importanu da richiedere di oceuparsene a fondo, cosa che va ben oltre l'ambito di questo scritto. dtlf'~n,/isi
persecutori interni con sistemi violenti oppure subdoli c astuti, Di queste paure c difese ho trattato minuziosamente in altre occasioni. Della seconda categoria di sentimenti che concorrono a formare la posizione depressiva ho parlato prima senza fornirne una definizione particolare. Propongo adesso di avvalerci, per definire questi sentimenti di pena e di preoccupazione per gli oggetti d'amore, le paure di perderli e la brama ·di riavcrli, di un'espressione tratta dal linguaggio quotidiano: "struggersi per l'oggetto amato". La posizione depressiva, insomma, è costituita per un verso dalla persecuzione (da parte degli oggetti "cattivi~) e dalle peculiari difese contro di essa, e per l'altro dallo "struggimento" per l'oggetto d'amore ("buono"), Quando si instaura la posizione depressiva, l'Io è costretto a creare (in aggiunta alle difese primirive) sistemi di difesa diretti specificamente _contro lo "struggimento" per l'oggetto d'amore. Essi sono essenziali per l'intera organizzazione dell'lo. In precedenza ho definito alcuni di tali sistemi avvalendomi di espressioni come difese mtmiacali, o posizione 11lll· niacale, per via della loro connessione con gli stati maniaco-depressivi.6 L'oscillare tra la posizione depressiva e quella maniacale è pane integrante dello sviluppo normale. Mosso d::lile angosce depressive (timore della distruzione dell'oggetto amato e timore della distruzione di sé stesso) l'Io crea immagini fantastiche onnipotenti e violente volte in parte a controllare e dominare gli oggetti "cattivi", pericolosi, e in parte a salvare e restaurare quelli amati. Queste onnipotenti immagini fantastiche - le distruttive al pari delle restauratrici - stimolano e compenetrano tutte le attività, gli interessi e le sublimazioni del bambino. Il carattere estremamente sadico e, sull'altro versante, estremamente costruttivo delle immagini fantastiche del bambino in tcncressima età concorda esattamente con il carattere estremamente spaventoso dei suoi persecutori e, sul versante opposto, con l'estrema perfezione dci suoi oggetti "buoni".7 L'idealizza• Vedi il mio ~Contributo alla psicogene$i degli $[ati m3niaeo-deprusivi". 'Ho messo in risalto parecchie volte (innan~itutto nei "Primi $[adi del conflitto edipico~) che la paura di persecutori fantllsdcamente ~cattivi• e la fiduda in oggetti fantastktmente "buoni" sono strettamente unite. Perciò per la psiche del bambino pi.;eolo, che non è an.;ora in grado di far fronte in qualche altro modo alle sue paure di persecuzione (conseguenza dei suo $tCSSO odio), l'idealiua.zionc costituisce un processo C$Senzia\e. Finché infatti le primissime angos~ non sono adeguatamente mitigate da espericn~e che ao;crescono l'amore e la fiducia, quel pro~sso di somma importanza che comporta l'integrazione c la sinte$Ì delle diverse c contrastanti apparenze degli oggetti (intemo ed esterno, ~buono" e ~cattivo~, amaro e odiato) non può istituirsi, e quindi l'odio non può essere ctfcuivamcnte temperato dall'amore, cosa che implica una diminuzione dell'ambivalenu. Fintanto ehe la separazione di queste ~pparrn-u contrastanti - avvenite nell'inconscio come oggetti contrastanti - resta intensamente attiva, anche i sentimenti di odio e di amore restano tanto isolati, scissi, l'uno dall'aluo che l'amore non può tcmperue l'odio. Nel processo di idealiZZ~~zione al quale il bambino piccolo fa normalmente ricorso nelle sue ango!ice depressive rientra anche quella fuga nell'oggetto ~buono• interiorizzato che Mclitta Schmidcbcrg h9JO) ha riscontrato essere uno dci meccanismi più
C.pltolodlcl....tteslmo
ziones ha una pane di primo piano nella posizione maniacale, nella quale si trova strettamente unita con un'altra componente, il diniego. Senza un diniego parziale e temporaneo della realtà psichica l'Io non potrebbe sopportare la catastrofe dalla quale si sente minacciato quando la posizione depressiva giunge al culmine. Sono l'onnipotenza, il diniego e l'idealizzazione, strettamente uniti all'ambivalenza, a mettere in grado l'ancora debole Io infantile di difendersi almeno fino a un certo punto dai suoi persecutori interni nonché da una dipendenza servile e rischiosa dagli oggetti d'amore, e quindi di progredire nello sviluppo. Al riguardo riporterò un brano del mio scritto a p. 313): " ... nella primissima fase dello sviluppo, nella psiche del bambino gli oggetti persecutori e gli oggetti 'buoni' (seno) sono tenuti ampiamente separati tra loro. Quando, in concomitanza con l'introiezione dell'oggetto reale e totale, essi si avvicinano per ricongiungcrsi e unificarsi, l'Io deve ricorrere continuamente a quel meccanismo di grande importanza per lo sviluppo delle relazioni oggettuali che è la scissione delle imago in amate e odiate o, che è lo stesso, in buone e pericolose. ":t lecito ritenere che sia in realtà a questo punto e in queste circostanze che si instauri l'ambivalenza, la quale in fin dei conti attiene alle relazioni oggettuali, riguarda cioè oggetti totali e reali, L'ambivalenza che si istituisce in unn scissione delle imago mette in grado il bambino in tenera età da un lato di acquistare più fiducia e di credere maggiormente nei suoi oggetti reali e di conseguenza in quelli interiorizzati, nonché di amarli di più e di dar vita in misura sempre crescente a fantasie di restaurazione degli oggetti amati. Dnll'altro essa fa sì che le angosce paranoidi e le difese connesse siano indirizzate agli oggetti 'cattivi'. Il sostegno che l'Io riceve da un oggetto reale 'buono' è quindi incrementato da una sorta di meccanismo di fuga, grazie al quale può oscillare tra i suoi oggetti buoni esterni e quelli interni.~ (Idealizzazione.) "In questo stadio dello sviluppo l'unificazione degli oggetti esterni e interni, amati e odiati, reali e immaginari, pare compiersi in maniera tale per cui ogni passo avanti nell'unificazione induce a una nuova scis~ sione delle imago. Ma, con il crescere dell'ad:mamento al mondo esterno, questa scissione viene compiuta a distanze di ricongiungimento sempre minori e sempre più prossime alla realtà. Questo processo continua finché l'amore per gli oggetti reali e per quelli interiorizzati, e la fiducia in essi, non si stabiliscono saldamente. A questo punto, nello sviluppo normale, impon~nti della schizofunia. Melitta Schmidcbcrg ha inoltre ripctutamente richiamato l'attenzione sulla ulazione fra idealizzazione e diffidenza nei riguardi dell'oggetto. ' [Per la definizione di Freud del processo di idealizzazione vedi Introduzione ~l n~rcitismo (1914:1, p. 464). La concezione di questo processo in funzione difensiva è ulteriormente C5pOSta dall'autrice in Note su alcuni mccc:mismi schizoidi 8 c in a Alcune conclusioni teoriche sulla vita emotiva del bambino nella prima infantia~.] N
l'ambivalenza, che è in parte una protezione contro il proprio odio e contro gli oggetti odiati che incutono spavento, si riduce in misura più o meno grande." Come ho già detto, nelle prime fantasie, sia in quelle distruttive che in quelle restauratrici, l'onnipotenza è predominante, e influisce sulle sublimazioni non meno che sulle relazioni oggetruali. Essa è però cosi intimamente unita nell'inconscio alle pulsioni sadiche, alle quali era inizialmente connessa, da far si che il bambino abbia sempre la sensazione che i suoi tentativi di restaurazione non siano riusciti o non riusciranno. Egli sente che le sue pulsioni sadiche possono avere facilmente il sopravvento. Non potendo quindi confidare a sufficienza nei propri sentimenti costruttivi e riparatori, il bambino piccolo ricorre all'onnipotenza maniacale. Nei primi stadi dello sviluppo, inoltre, e per le medesime ragiorù, l'Io non dispone di mezzi adeguati per far fronte efficacemente al senso di colpa e all'angoscia. Ciò induce nel bambino- ma allo stesso riguardo in qualche misura anche nell'adulto - il bisogno di ripetere ossessivamente detenninati atti (cosa, questa, che dal mio punto di vista rientra nella coazione a ripetere)~ come sistema aggiuntivo e alternativo a quello del ricorso all'onnipotenza e al diniego. Quando infatti falliscono le difese di tipo maniacale (e cioè quelle difese che in forza dcll'onnipotenza negano o minimizzano i pericoli provenienti da fonti diverse) l'lo è spinto a combattere simultaneamente o in tempi alterni le paure di deterioramento c disintegrazione mediante sforzi di riparazione compiuti in modo ossessivo. Ho esposto altrove ' 0 perché a mio giudizio i meccanismi ossessi vi costituiscano sia una difesa contro le angosce paranoidi sia un mezzo per attenuarle; pcnanto mi limiterò qui a esporre in breve esclusivamente il legame intercorrente tra difese maniacali e meccanismi ossessivi collegati alla posizione depressiva nello sviluppo normale. Proprio il fatto che le difese maniacali operino in tale stretto collegamento con quelle ossessive concorre a determinare nell'lo la paura che anche la restaurazione compiuta con mezzi ossessivi non abbia buon esito. Il desiderio di controllare l'oggetto, il soddisfacimento sadico di supcrarlo e di umiliarlo, df avere la meglio e di trionfare su di esso, possono permeare cosl intensamente l'azione restauratrice (eseguita mediante pensieri, attività o sublimazioni) che il circolo "benigno" avviato da questa azione si rompe. Gli oggetti che dovevano essere restaurati si tramutano allora di nuovo in penecutori c tornano a risorgere le paure paranoidi. Queste paure rafforzano tanto i meccanismi di difesa paranoidi (implicanti la distruzione dell'oggetto) quanto i meccanismi maniacali (che ne implicano il controllo o il mantenerlo in animazione sospesa e 'Vedi L4 psicom11/iU dd b11111bini ( ): "Tra la vita intrauterina e l"inbn~1a ven c propria [primissima] vi ~ molta più continuità di quel che non ci lasci c~dere la impressionante cesusa dell'atto della nucita. ~
con la perdita della condizione intrauterina sono sentiti da lui come un'aggressione da parte di forze ostili, cioè come persecurione.4 In quanto egli è soggetto inevitabilmente a privazioni, l'angoscia persecutoria entra quindi fin dal principio a far parte delle sue relazioni oggetruali. La tesi che le prime esperienze procurate al neonato dall'allattamento e dalla presenza della madre diano l'avvio a una relazione oggettuale con lei C\Jstiruisce un Concetto base da me avanzato ed elaborato anche da altri colleghi.5 Questa relazione si istituisce inizialmente come relazione con un oggetto pàrziale, in quanto agli esordi della- vita le pulsioni orali, sia libidiche sia aggressive, sono dirette specificamente al seno materno. Noi pensi3ino che esista sempre un'intenzione tra impulsi libidici e impulsi aggressivi;un'interazione che si produce in proporzioni variabili ed è in rapporto all'impasto tra pulsione di vita e pulsione di morte. ~ da ritenersi che negli intervalli in cui il lattante è libero dalla fame e da tensione esista un .equilibrio ottimale tra impulsi libidici e aggressivi. L'equilibrio è turbato ogni volta che privazioni derivanti da fonti interne o esterne rafforzano gli impulsi aggressivi. A mio parere lo squilibrio tra libido e aggressività fa insorgere quell'emozione che denominiamo bramosia, e la cui natura è in primo luogo orale. Ogni aumento di bramosia intensifica il senso di frustrazione e ciò a sua volta incrementa gli impulsi aggressivi. Nei bambini con una forte componente aggressiva innata, l'angoscia persecutoria, il senso di frustrazione e la bramosia insorgono facilmente, e questo accresce la diffi~oltà naturale del lattante di tollerare la privazione e far fronte all'angoscia. Sarebbe dunque la maggior forza degli impulsi aggressivi nell'intt111zione con quelli libidici a provvedere la base costituzionale dell'intensità della bramosia. Se tuttavia in certi casi l'angoscia persecutoria può aumentare la bramosia, in altri (come ho indit:ato nella Psicoanalisi dei bambim) essa può diventare la causa delle\ primissime inibizioni all'alimentazione. 11 continuo ripetersi di esperienze di soddisfacimento e di frustrazione 1 opera da stimolo potente di impulsi libidid e di impulsi distruttivi, di amore e di odio. Di conseguenza il seno, in quanto è fonte di soddisfacimento è amato e sentit.o come "buono", in quanto è fonte di frustrazione è odiato a· sentito come "cattivo". Questa contrapposizione tra seno b~ono e cattivo è anche da attribuirsi in gran parte sia alla insufficiente •]o ho penltro focmulato l'ipotesi che la lotta tra pulsioni di vita e di morte sia gill :~ttiva nella dolorosa esperienza della nascita e che accentui l'angoscia persecutoria da essa wscitata (vedi ~Sulla teoria dell'angoscia e della colpan, t 4). !Vedi in particolare "Sull'osscrvaz.ione del comportamento dci bambini nel primo ann.o di vita" (19s:l, che segue questo scritto. nonché, per esempio, J~acs (1941l c Hc1n1ann (•9snl.
integrazione dell'Io sia ai processi di scissione dell'lo e del rapporto con l'oggetto. Non mancano tuttavia ragioni valide per ritenere che, anche nei primi tre o quattro mesi di vita, nella psiche del lattante l'oggetto buono e quello cattivo non siano totalmente distinti e separati. Per il lattante, infatti, ì1 seno della madre, sia nel suo aspetto buono che in quello cattivo, sembra fondersi con la presenza corporea della madre; e in tal modo già dai primissimi stadi dello sviluppo si costituisce a poco a poco il rapporto con lei come persona. Oltre alle esperienze di soddisfacimento e di frustrazione originate da cause esterne, vi sono numerosi processi endopsichici - in primo luogo l'introiezione e la proiezione - che contribuiscono al duplice rapporto con il primo oggetto. Il lattante proietta i suoi impulsi d'amore e li attribuisce al seno soddisfacitorio (buono), così come proietta all'esterno i suoi impulsi distruttivi e li attribuisce al seno che frustra (cattivo). Contemporaneamente, mediante l'introiezione, si insediano nel suo interno un seno buono e uno cattivo.e L'immagine dell'oggetto, esterno e introiettato, viene quindi distorta nella psiche del lattante dalle fantasie connesse alla proiezione dei suoi impulsi sull'oggetto. Il seno buono, esterno e interno, diventa il prototipo di tutti gli oggetti benefici e soddisfacitori, il seno cattivo il prototipo di tutti gli oggetti persecutori esterni e interni, Tutto ciò che contribuisce alla sensazione di soddisfacimento del lattante, come l'alleviamento della fame, il piacere della suzionc, l'eliminazione della pena e della tensione, cioè delle privazioni, e il sentirsi amato, è attribuito al seno buono. Viceversa ogni frustrazione e ogni pena è attribuita al seno cattivo (persecutore). Illustrerò ora che cosa deriva dal duplice rapporto del bambino con il seno. Se prendiamo in esame l'immagine del seno cattivo esistente nella psiche del lattante - così come ci si presenta retrospettivamente nelle analisi di bambini e di adulti - rileviamo che il seno odiato viene ad acquisire inizialmente le proprietà distruttive delle pulsioni orali proprie del piccolo allorché prova frustrazione e odio, Allora, nelle sue fantasie distruttive, il lattante lo morde c lo strappa via, lo divora, lo annienta; e per ciò stesso sente che ne sarà aggredito nella medesima maniera. A mano a mano che in lui si fanno più foni le pulsioni sadico-uretrali c sadico-anali egli aggredisce immaginariamente il seno con urina velenosa e con feci esplosive, e quindi si aspetta che anche il seno lo aggredisca in modo velenOso ed esplosivo. Le configurazioni particolari delle Sile fan• Questi primi OlllJctti introiettati costituiscono il nucleo del Super-io. t mia opinione - come ho chiarito in vui sc:ritti - che il Supcr-io inizi a formarsi con i primissimi processi di introiezione e si eosuuisc:a eon le figure buone e ean:ive interiorizzate- in .stati psichici di amore e di odio- nei vari rudi dello sviluppo e a poeo a poeo assimilate e integrate daU'Io.
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tasie sadiche fissano il contenuto della sua paura di persecutori interni ed esterni, e tale contenuto è in primo luogo il seno (cattivo) che si vendica con la rappresaglia.7 Poiché le aggressioni all'oggetto compiute nella fantasia sono fondamentalmente influenzate dalla voracità (bramosia orale), la paura della voracità dell'oggetto, dovuta alla proiezione, diventa una componente di fondo dell'angoscia persecutoria: il seno cattivo divorerà il lattante con la stessa voracità con cui egli brama divorare il seno. Anche in questo primissimo periodo, tuttavia, l'angoscia persecutoria è in qualche mistJra contrastata dal rapporto del lattante con il seno buono. Ho accennato prima al fatto che sebbene le sensazioni e i sentimenti del lattante si incentrino sull'elemento dell'alimentazione nel rapporto con la madre, rappresentata dal seno, altri aspetti della madre entrano già a far parte del rapporto; infatti il piccolo reagisce al suo ·sorriso, alle sue mani, alla sua voce, all'essere tenuto in braccio e accudito da lei. Il soddisfacimento che prova e l'amore che avvene in queste situazioni concorrono a neutralizzare l'angoscia persecutoria e persino il senso di perdita e il senso di persecuzione che hanno origine dall'esperienza della nascita. Il contatto fisico con la madre durante l'allattamento - sostanzialmente il suo rapporto con il seno buono - lo aiuta, con la sua costante periodicità, a superare la bnma di uno stato precedente ormai perduto, allevia l'angoscia pcrsecutoria e aumenta la fiducia nell'oggetto buono. (Nota 1.)8
La ·cantteristica delle emozioni dei bambini molto piccoli è la loro enorme intensità e il loro tendere all'estremo. Così l'oggetto (cattivo) che frustra viene sentito come un persecutore terrificante e il seno buono tende a essere trasformato nel seno "ideale" che dovrebbe appagare la brama ingorda di un soddisfacimento immediato, illimitato e perenne. Si origina di qui la rappresentazione di un seno perfetto e inesauribile, sempre disponibile, sempre appagante. Ma un altro fattore che promuove l'idealizzazione del sen·o buono è l'intensità della paura di persecuzione, che ingenera il bisogno di avere protezione contro i persecutori e concorre quindi ad accrescere la potenza dell'oggetto "onnisoddisfacitorio".
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:~;:~~js~~:i~:~t a~~~:;~ ~u~~~:. ~~~:~~id~.~~:~a~J-:,n:~~~~
QUCii~a ipo_tcsi già n~Ua Psic011n11lift dd bnnbini (eapp. 8 e u), ove ho anche spicg2to l~ nua_ttlil che le angosce infantili pdmitivc hanno un earattcre p.~icotico c costitui· scono il terreno di londo delle furun: psicosi. ' (l testi delle note indicate tra parentesi sono riponari aUa fine dd capitolo.}
li seno idealizzato costituisce quindi una conseguenza necessaria, una sorta di corollario, direi, del seno persecutore; e l'idealizzazione, in quanto detenninata dal bisogno di avere protezione contro gli oggetti persecu~ tori, costituisce un sistema di difesa contro l'angoscia. l processi che operano nell'appagamento allucinatorio del desiderio possono aiutarci a capire come avviene l'idealizzazione. In tale stato di appagamento la frustrazione e l'angoscia generata da varie fonti sono abolite, il seno esterno perduto è riconquistato e il lattante rivive la sensazione di avere dentro di sé (possedere) il seno ideale. Potremmo perfino dire che in tale stato egli rivive allucinatoriamente la situazione prenatale di cui ha tanta nostalgia. Poiché nell'appagamento allucinatorio il seno è inesauribile, l'ingordigia è momentaneamente soddisfatta. (Ma ben presto la sensazione di fame riorienta il bambino sul mondo esterno ed egli torna a provare la frustrazione, con tutte le emozioni che essa determina,) Nell'appagamento allucinatorio del desiderio entrano in funzione una serie di importanti meccanismi psichici e di difesa. Uno di essi è il controllo onnipotente dell'oggetto interno ed esterno; l'lo, infatti, assume il pieno possesso sia del seno esterno che di quello interno. Nell'allucinazione, inoltre, il seno persecutore e quello ideale, come anche l'esperienza della frustrazione e quella dell'appag~mento, sono tenuti ampiamente distinti e separati, dissociati. Questa dissociazione, che equivale a una scissione dell'oggetto e dei sentimenti a suo riguardo, appare intimamente connessa al diniego. Nella sua fonna estrema - quale la rinveniamo nell'appagamento allucinatorio - il diniego consiste nell'annientamento di ogni oggetto o situazione frustrante, ed è perciò in stretto rapporto con il forte sentimento di onnipotenza predominante nei primi stadi della vita. Il soddisfacimento e il sollievo dall'angoscia persccutoria sono conseguiti in forza della rappresentazione psichica che la situazione dì frustrazione, l'oggetto che la determina, i sentimenti penosi e cattivi ai quali la frustrazione dà luogo (come pure le p~rti scisse dell'lo), sono posti fuori dalla realtà, sono annientati. L'annientamento dell'oggetto persecutorio e di situazioni persccutorie dipende dunque dal controllo onnipotente dell'oggetto nella sua forma più drastica. In certo qu~l modo, a mio giudizio, questi processi sono gli stessi che operano nell'idealizzazione. Il meccanismo di annientamento di un aspetto scisso dell'oggetto e della situ~zìone pare essere impiegato d~li'Io primitivo anche in stati diversi da quelli dell'appagamento -:.llucinatorio del desiderio. Nelle allucinazioni persccuto'rie, per esempio, l'aspetto terrifìcmte dell'oggetto e della situ-:.zione sembr~ predominare a tal punto che l'aspetto buono è sentito come fosse stato totalmente distrutto; un processo, questo, di cui puruoppo non posso qui trattare diffusamente. Pare comunque c~e·Ia
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misura in cui l'Io tenga separati i due aspetti varii considerevolmente negli stati diveni e che dipenda da essa che l'aspetto denegato sia sentito o meno totalmente estromesso dalla realtà. L'angoscia persecutoria incide sostanzialmente in questi processi. Possiamo presumere che quando l'angoscia penecutoria è meno forte la scissione sia di portata minore e l'lo sia pertanto più capace di integrare sé stesso e di operare una certa sintesi dei sentimenti relativi all'oggetto. Può anche darsi che questi progressi nell'integrazione si producano solo nei momenti in cui l'amore per l'oggetto predomina sulle pulsioni distrut_tive (cioè, in ultima analisi, quando la pulsiorie di vita predomina sulla pulsione di morte), La tendenza dell'lo a integrare sé stesso può quindi considerarsi, a mio parere, un'espressione della pulsione di vita. La sintesi tra sentimenti d'amore e impulsi distruttivi nei riguardi di uno stesso oggetto - il seno - dà origine all'angoscia depressiva, al senso ili colpa e alla spinta a riparare l'oggetto d'amore leso, il seno buono. Essa comporta quindi ilei momenti ili ambivalenza relativi a un oggetto parziale, il seno materno.9 Nei primissimi mesi ili vita questi stati ili integrazione sono ili breve durata; la capacità dell'lo di acquisire e conservare l'integrazione è infatti naturalmente ancora molto limitata e a siffatta limitazione concorre l'intensità dell'angoscia persecutoria e dei processi di scissione che a quest'epoca sono al loro culmine. A mano a mano che lo sviluppo procede gli stati ili sintesi c, conseguentemente, di angoscia depressiva si fanno più frequenti e durano più a lungo; e tutto ciò contribuisce alla crescita dell'integrazione. Con il progredire dell'integrazione e della sintesi delle emozioni contrastanti relative all'oggetto, diventa possibile l'attenuazione degli impulsi distruttivi ad opera della libido,10 cosa che, dal canto suo, detennina quella dimùmzione effettiva dell'angoscia che costituisce una condizione di base dello sviluppo normale. Come ho già detto, la forza, la frequenza e la durata dei processi di scissione variano moltissimo (non solo nei diversi individui ma anche in momenti diversi nello stesso individuo, nello stesso lattante). ~ insito nella complessità della vita emotiva nella primissima infanzia che una gran quantità di processi optrino alternandosi rapidissimamente, o addirittura, a qilanto pare, simultaneamente. Per esempio sembra chiaro che "Nel mio ~Contributo alla psicogenes.i degli stati maniaco-depressivi• (19JS) formulai l'ipotesi che l'ambivalenu fosse sperimentata per la prima volta, ndla posi·done depressiva, in rappono all'oggetto totale. Coerentemente con la modifica del mio punto di vista a rigundo dell'esordio dell'angoscia. depressiva {vedi ~sulla uoria dell'angoscia c del senso di colpa", t948), ritengo oggi che anche l'ambivalenza si2 sperimentata in rappono all'oggetto paniale. •;Questa forma di intenzione tra libido e aggressività corrisponderebbe a una pamcolare situazione di impasto delle due pul.sioni.
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insieme alla scissione del seno in due configurazioni, quella del seno amato e quella del seno odiato (cioè del seno buono e cattivo), operi una scissione di tipo diverso, quella che dà origine alla sensazione che l'lo, alla pari del suo oggetto, sia in frantumi; tali processi sono alla base di stati di disintegrazione,n Questi stati, come ho precisato più sopra, si alternano ad altri nei quali si producono, in quantità progressivamente maggiore, una certa misura di integrazione dell'Io e una certa misura di sintesi dell'oggetto. l primi meccanismi di scissione influiscono profondamente sul modo in cui, in uno stadio un po' più avanzato, si attua la rimozione, sicché essi finiscono per detenninare il grado di intenzione tra conscio e inconscio. In altri termini, il grado in cui i diversi sistemi psichici restano "permeabili" tra loro è determinato in gran parte dalla forza o dalla debolezza dei primi meccanismi schizoidi. 12 Ma nei meccanismi schizoidi hanno una funzione capitale, sin dall'inizio, anche fattori esterni; vi è ragione di ritenere, infatti, che ogni stimolo esterno della paura di persecuzione rafforzi i meccanismi schizoidi, vale a dire la tendenza dell'lo a scindere sé stesso e l'oggetto; di converso, ogni esperienza piacevole rafforza la fiducia nell'oggetto buono e favorisce l'integrazione dell'lo e la sintesi dell'oggetto.
Alcune conclusioni di Freud sottintendono che l'lo si sviluppa con l'introiezione di oggetti. Nella primissima fase, a mio giudizio, è il seno buono, introicttato in stati di soddisfacimento e di contentezza, che diventa una componente vitale dell'Io e che rafforza la sua capacità di integrazione, Il seno buono interno, infatti,- che concorre anche a formare il lato benigno e protettivo del primo Super-io- rafforza la capacid. del lattante di amare e di confidare nei suoi oggetti, incrementa lo stimolo di introiettare oggetti e situazioni buoni, e costituisce perciò una fonte primaria di rassicurazione nei confronti dell'angoscia; il seno buono diventa così il rappresentante, all'interno, della pulsione di vita. L'oggetto buono può però assolvere a queste funzioni solo se è sentito indenne, il che implica che sia stato interiorizzato sotto il predominare di sensazioni
tipo demeno consiStente, ed essi sono pressivo, invece, l'isolamento tra conscio per7 a Londra" c critica ·vivaccn{cntc il lavoro di Anna Freud. Esce contemporaneamente in tedesco e in inglese la Pric01111a/isi dei bambini, il suo primo libro. E:.ee una recensione critica del libro, serina da un vecchio seguace delle sue teorie, E. Glovcr.
1934 In primavera muore a ventisette anni, per un incidente in montagrua, il figlio Hans. Pubblicazione del Contributo idio pricognuri d~gli nati -ni.zco-depressivi, serino nel 1934. che costituisce l'abbouo dd Msistema ldeini:mo~. Pubblicazione de n Juno ~ la sua ctnmesrione con gli nati mmriaco-deprtsrivi, serino nelr9J8. Dibattiti critici fra kleiniani e antiklciniani in sedute plenuie della Socicti psicoanalitica britannica. Pubblicazione di una violenta critica di Glover, Ctmridnnioni sul rinm~~~ kfeinùmo di psicologia inf.mtile, in ~Psychoanalytic Study of the Child~, vol. 1. La proposta di Glover di espellere i klciniani dalla Socicti psicoanalitica bri· tanoica ~ rapiota e Glovcr lucia la Società. 19~7 Pubblicazione di lnviditt e gratitudin~. 1959 Morte di Emes1 Jones. 1nill di Lt0111Jrdo d11. Vinci (191oa). - Osserotnioni psico1J1111liticbe su un t/JSO di p111r11noi• (dtmentiiJ p111r.moides) detcritto • rmtobiogr•ficamente. (CQso clinico del presidrote Schreber.) h91ob), - Contributi""" psicolo8'Ì/I del/• t/itQ amorOtiJ (1910-17): J.Su/111. più comune degr~d11· ozione della vit~ Q17111rOI~. - Precistniom sui due principi ddl'lfctQdere psicbico (1911). - Totem e t111bù (1911-13). -Introduzione Q/ '1lllTcisismo (1914a). -Dal/Q stori11 di una nl"'lrosi infantile. (C111so clinico de/fuQ111o dri lupi;) (1914b), ...:.... MttQpsicologiiJ: LA rimoziU11e (I91Ja). - Metlllpsicologilll." L'inc0111ciO (191fb). - M~t~psicologi11: Lutto e mel~nconi~ (191fC). - Trasfol"'nnioni pulsion1111i, p~rticollfrmrnte d~ll'erotismo lf1llllt (1915d). - lmrodr.aione Q/fa psiCQli1JQ/isi (1915·17). -Alcuni tipi di CllTillttere tr111tti d111llworo psicoil/nQ/itico (1916). -Al di /il del principio di pi•cere (19lO). -Due voci·di ent:iclopedi~: "Psico•n~lisi• e ~Teoria del/g libido" (19na). -L'lo e fEt (19nb). - L'org111niwnitme genitQ/e inf11ntile (1913). - Il probiC11111 ecommDco del 7111Jtocbismo (1914a). - Il tTQ111onto del complesso edipico (1914b), in !A vita sttiUIJie (Univenale scientifica Boringhicri, N. sd.
-Alcune
cons~gunne
psicbicbe del/11
di/fertm~~ 1m~tomic11
tr11 i stui (191Ja), ibid.
-l:nibizion~, rintomo ~ ). Groddeck G~ in Irm~go, vol. 8 (1911). Gross 0., Di~ zer~bra/e Sekundiirfunktion (sJ. 1901). Himik }., Di~ Okontmàst:brn Beziehungen zwiscben dtm St:buldgefiibl t.md dm~ weiblicbrn NarzissiJmUs, Int. Z. Psychoanal., vol. 14 (1918l. Heimann Paula, Sub/imoticm 1-8. - PIIUra, si!I'JJo di colpa e odio (1919), in Teori11 delsimbolirmo cit. Klcin Mclanic, Dtr F91 1 JH, 161, J8S, '394. 4Hi e ~ppren dimcntn-, 78, 88n.; c curiosid. (o desiderio dì sapere), 158; c fissazioni, 111; c fissazioni sadico-anali, 1g8; e frustnUone, J9S: c funUonc genitale, 379; e gioco, fl, 211; e gnvidaliU matema, 153; e paura di cvinzione, !J9n., uo; c senso di colpa, 170,194,317, J86. 405; e seruo (o senJimcmo) di perdita, 317, 396, 4Hi e Supcr-io, 1&j; imp:I.Stata con libi?o, 187, 394; in seduta analidca, 144, 15JSg., 185, 101sg., J6!; nei confron1i del pene paremo, 157: paun della propria, J7n., 361; proiezione dell', 6), 1'11 · SJ·i verso gli oggetti esterni, 16o, 184 sg.; verso i genitori, u, 1os, ]61Sg., 378, }86; -wdi tmche Pulsione distrut· ti va Alexander F., 90n., 9(Sn., 99, 116 Alimentazione e allattamento: alla b3Se della percezione e dell'apprendimento, Sol; anificiale o al poppatoio, 473n., J00 1 fOI-; infantili, 4f4i nella mania, l'li pulsionalc, 436, 491 sg.; spostamento del, 1lJ sg., 136; tr.I amore e odio, zo1, 195, ) l i · 1), 407sg.; w:di anche Complesso edipico Contatti sociali, 16o, 1o6 Contatto (e m:'lncanza di contatto) emotivo, 154,161,166 Controllo maniacale, 310, 31], 341, }SJ; osscssivo dell'oggetto, 411 Coprolilia, 29,115 Cordoglio, 448, 4SS, 477, so8; tltdi ar.chr Afflizione Corpo, IO), 115, 146sg., 197; wdi 4ncM Angoscia relativa al c:orpo; Madre, cor· po della Corpo della madre, wdi Madre, corpo della Cosc:ienzarn.oralc,zn,181-ll4,186,z9I, 193. JJ, 444 e n.; vtdi ancbe Colpa, senso di; Rimorso Crimine, 19{1, 104-o I07•Il; vedi ancbe Delinquenza Cunnilingio,115
Curiosità,1J, J7,4S.4858'~ SI, 1),71, 104 ~s~ 1111, 111, 143 sg., 116. zsll, no; v~dì 11ncbe Coito, desiderio di s~pere sul; Domande; Impulso
,,,
Deficienza (ritardo) mentale, .4•9, 473n., Delinquenza, uo., u), z'}6; wdi 1mtbt:
Crimine Deliri, 415Sg., 431 Dm~rori11 pr•ecoz, 161, 163 sg., 434 Denti, 199o 141,1118,368 DentiUone, 4I4, 480,511 Desiderio(i): cannibaleschi, 4Hi del pene, 394 (vtdi ~mcbt Invidia del pene); eterosessuali, 131, IJJ; incestuosi,7o, 117n. (v~di •ncbt Complesso edipico); genitale,9'•14J, U7,IJI,18Sn., z86,zBII, 36o sg., 36s-61, 369. 371sg., n8-h, 384. 3ll7, 397-400, 40358'·· 4o6sg.; infantile, 69, Io6, 156; Hbidico, 163, 184, z87, z99, nzn., 386, 398, 406; orale, •sB, 117 sg~ 199, 316 sg., 391, 397 sg., 407 (vedi 11ncbe Pubioni orali); sadiei 454; vedi anche Cnmplesso edipico; Pubione Desiderio di possesso, 117; del pene, u9, UJ. 177, 393. 401; del seno materno, )68 Do:uiSeh Hclenc, no, 311sg. Dcpcrsonaliunionc, 419 c n. Depressione, 198, 311, 331, 417Sg., 4411, 455SII·• 474, 48on.; diminuzione della, ns. 37llsg., 3ll4; c angoscia, 24458'~ 347, J74, 391; e mania, z98; e mccclnismi osscssivi, 378; e nevrosi, l"• J9I; e paranoi1, z91f, 307, Jll, JJ4, Jsz, 313 sg.; c paura degli oggetti morti, JOI; e perdita dell'oggetto d'amore, 309-11, 316, JS1 sg., n8 sg.; c posizione dcpn:ssiva, 311, 31358'·, 3171 JHi e sviluppo libidico, JH, 395, 397; genesi della, 197-)00, Jll, JZJsg., 317, 3Sli infantile, 1115, nll, JOI, 356sg., J74i maniacale, 411, 4ZS-l7, 446 c n., 4U sg., 473n., 4711, 491, SII, 514; negli adulti, JOI, 309-11, 314; supcramento della, 319, JJ7i wdj •ncht Mclanconia Difesa(e): :uocbli, z86, •96; contro gli impulsi distrutdvi, 150511., 154, 161-65, z84; contro il senso di colpa, J17Sg., 350, J6s; contro b depressione, JII, 348, JSO, 3H. 373 sg., 456; contro la paura di cvirnionc, 139, 363; contro la paura di persec:u:donc, 196-99, J1J, 331, )Jl, 389; contro la posi:cionc depressiva, )lo, 314. 310, 314, no, H9. JS•, lHi contro tendenze pubionali, 161 sg., 181; e
desideri edipici, 1S)8, 186, )u,)8l· che Invidia del pene); c odio, 191 sg., 116-18, 319. J39,J6J, 387, 396; c senso di colpa, 436; c senso di realtà, 475i c sospensione dell'analisi, 359, )6); e svczumcnto, •so, •sm., •Bo, 114, 110 ~ .• 364, 396; frontcggiamcnto della, zo8, 343 sg.; in siruarione di alimen· ta~ionc, ~~. ~1· soo-o•; intcma cd cstcma, 150, 134, J4Jsg., )6J, 387, 47Si nella posilione femminile, 387sg., 398 sg., 401; odio che nasce dalla, 461, 47Si Orale, 191sg., 117, I)Jn., 14JSg., I6J, )17, J6.t, 461·64, 466, soo-o); privazio· ne sentita come, 461; vrdi ll>lthe Risentimento Fuga, meccanismi di, )I)Sg., nm., 3)1, JS1,J6.fsg. Funzioni (orpni) corporei: controllo
]ndl••nolltlco 1~-48, 351, )iklsg., 363, no, 38:, 387 sg., J90i relazione con i, 69. n6sg., 16o, 164, 17!5. 189, 191Sg., 194,181,194, )IO• 13, 381sg., Jil4·87, 393, J96n .. J97i reGdosia, 187,ZOO.ZIBsg,.nJS8',.Zl4.>70. lazione dinurbata con i, 484; relazione 318. 339. 363, 377, J8o. 386; vedi tmche stabile con i, 4P, 481 sg., 488; riparaEmozioni; Invidia; Rivalità . rione o restauro dci, 319 sg~ 341 sg.; Genio, 107 rivalità con i, 41k>; sentimenti neg:uivi Genit~le: femminile, u1, 366n.. 400> 401 per i, u7, 178, tll9sg., 191, 100; rubi(1Jtdi tmche Vagina); materno (rapprcliti all'interno dell'lo, J36, 3,.6, JSJi scntaz..ionc), 89. 99> 117n., IJI, 135, u8, v~di 11neht Coito; Madre; Padre Genitalid, 110, 1J1Sg., 159, 381, 4h; e Giocattoli (baiocchi), 171, 101sg., !Opg., •H, 189, sos, 516-19; vedi 11ncbt Bamimpubi pregçnitali, 478, 48>sg.; 'lltdi bole; Gioco llncbt·Scssualid · Gcnilori,71,JOSi18'B'n:ssividvet!oi, 188, Gioco: analogia col sogno, 156sg.. ur; appaga.menro di desiderio nel, u8-JI, 198Sg., 141, 149. 377, 390, 396; amore IJJn.; ça) seno, 496SS'·i come prova per i, 176, 178, 18o. 191sg., n6sg., 3~; dell'amore della madre, 507 sg; di caangoscia per i, J17Sg., J71·77, 394,479. 481; aspetto "buono~ e ~canivo~ dei, rattere osscssivo, s6sg., 111, 158n., 384 sg., 390; e analisi, 111, 155, 157• 159Sg., Jo8, J41SS'.. 345, 350, JHSS'.. 177, 381 · sg.; autodtiì. dei, 13, 34, 403 sg.; che 168, 170•7J, zoug., J)O, 155, z69sg., esercitano rappresaglia, 19J,J41, n6-78, >86, 189, J91i c angoscia, 59, lfS, 186, 396; come oggetti interni mani, )ol, 361, J8s, 391; c atteggiamento nei « 114-o JBSB.', l38. 14JS8'., 159; t!~di /Jncbe Scuola !nsk:u.l'etta,scnsodi,z4,38s Inrcgnzione, 318, 335, 385, 391, 4n, 414, 417, 4•3, 445""47. 4SS. 459, 465 sg., 4697), 476, 481s:g., 486sg., 49'· 493, soli, $19. 511; t~edi 11ncbe Sintesi lnteussi: creativi, 107,178, 400; e aggressività, zs8sg.; e angoscia, 318n.; eriparazione, ))l; e simbolismo, IOJ, 151; e sublimazione, ID), 146., 154; inibizione deg\i,4i!,91,94. 108,111, n6, 1)0, 356, 38o; m3ncanza di, 40, 113, >09. >51 sg.., IJJ, 159; per o~«i ii'Uinimati, 155, 158; per suoni e tumor~ utsg., n7, Ù9-JI, 141, 147; rimozione di, ID7-G9. 119-JI;Sil base anale, 119-11 Interiorizzazione: cannib:licsca, )1458'-. 313; ilei genitori, 181, 199> )18-lo, )IJ, 3>7, J4Ug., 347, uo, 374. 376-78, -JB•; dell'oggetto parziale, )Oz, 3o6; dell'oggetto totale, 301, 304; del pene paumo, IJ'7, 175sg., 396. 400, 401; di ogge"tti ~mati ~buoni~, 199, )OISg., )07, )IOsg,', JSJSg., 401; di situazioni interne, p8, HO; C angos.;i~, >49, )oli, )19; C COSI111zionc del mondo interiore, 318, 353 sg.; e suti psicotici, 1'}11 sg., JIO; vedi am:be lntroiezionc; Mondo interno; Oggetto interiorizuto lntroiczione: come meccanismo di difeso, 300, 415; come processo fnndamentalc,476; dei genitori, 154,115,130,141, 146Sf.,176,')19.405,446,48o,48z,488; dell'oggetto "buono", 197, 314, 346.. 411, 415,418, 4z9en., 461, ~sg.; dell'ogsetto "catdvo~, 4" sg., 438, 441, ~~. 468; dell'oggetto d'amore "buono~, UJ, 197, >99Sg., )o6, }14, 314, )1958-, )45\ dcll'owttoparzialc,307, )11,314,396, 445, 461; dcll'nggetto perduto, 477; delJ'nggctto totale, 304-oll, )]o, 411, 411, 4-U, 454, 471-74, 476, 480, 491; di imago o ligure, 131, :94, 458; disturbi dell', 1975{1:'., )ÒO, )ZZ, 419Sg., 4l4S{I:'., 476Sg., 500; c angoscia, 314, 3JO; c avidità, z8o sg., 199, 500; c complesso edipico, 410; c crc:nione del mondo intcrinrc:, 474; e fame, 4•9; c formazione del Super-io, 410,46>,471;cidcntificazione,446,~,
47>; e incorpnrazione ol1!1e,
.(6~. ~8;
c: libido on.Je, ~ss, 194; e proiezione, >79. 197, no, 341 sg., 397; c sadismo orale, 149; c scissione, 41$-11, 43~; c senso di colp;, 115, Jzz, 377; c S...pcr-io, 136, ZJ7,z8s, ~94. 346; e sviluppo dell'lo, 410, 411, 418-zo, 466, 470; intensità dell', 401; ncUa depressione, z'}ll, 307, 345 sg.; nella pa111noia, Jo6sg., no; nello sviillppo normale, )OJ; nel lutto normale, )41; 0111lc, 149, 1Bs; proiezione che inleragisce con b, 410, 419. 469 sg.; v~di /Jnche lntcrioriziazione; Oggetto interiorizzato lntrospczione, 457 Investimento libidico: delle attività e degli interessi dell'lo, 77, 90, 95, 119, 111 sg.; delle tendenze dell'lo, 98, 100, 101; distacco o riciro dell', 431, soSn.; e identificazione, JOJ; c inibizione, 101, 119; c proiezione, 469; e ripanz.ionc, 397; c simboli, 95; simbolico sessuale, 100·0),119, IZ) lnterprctazionc(i), n-s6, S~J. 71, 86, 117, IJD, 156sg., IJ9, 169-•1), 178, 188, 195, zo•, znsg., z56sg., 159, 3oB, J141D, J)l-41, JJS-jS, )7Z-76. 416, 4>8-)lj simbolica, 170 sg.; vedi IIJiehe Psìeo:tnalisi Invidia, 63, 150, 119-14, n9sg., J88Sg.., J9l• 4o6; del pene, 113Sg., 339, )88, J9J, 401-o, 314·16, 331; c riconoscimento della realtà psichica, 311; e rimozione, 4JS, 487i eriparazionc,473, 483, 4S6;cscnso di colpa, 3o6, JII, HJ, J71i c situuioni d'angoscia, roo, !41, 148, 301-o5, 311 sg.., 319, 314, JJ), 371; c sublimazionc, 483; e Supcr-io, rss, •6o, t79S8'., us sg., u8sg., 141,177, >79, 281, aB4, aS6, all9sg., )O), )II, )71,40}, 45So 474,48689,491Sg.; c tendenza a riparare, Jossg.., ))I; c tentativi di evitare l'angoscia, 96, uhg., 134, aso, aRpg.; c vita di fantasia, 254, 193, 457; fattori costituzionali che inftuiscono sull', 467n.; fona dcii', 457i funzione di sintesi deU', 44S· 48, 465, 469, 473, 47Si funzioni dell', 178, )o8n., 413, 472; ideale, t81Sg., rBs, U4. 314, 313; impulsi distrunivi contrOllati dall', 47)Sg., 493; infantile, 155, 167, 171,179, •90,!16, 187, z98sg.,)n, 3)1, 389; minacciato, 4SSSi·i non integrato, 411, 461, s>l; nuclei dell', "~di "Nuclei ddl'fo~; oggetti stabiliti all'intemo dcii', 197S8•• )O!Sg., )U-14, J36, 346, 354, 397; organizzazione dell', 198, 301, nr, 346; primo (primitivo), 411-14, 470sg., 519, su; profondità dell', 4J:7i pulsioni dell', 98, 1otsg., 43li raffonato dall'analisi, 155, 16o, assn., a6o, 177, ~90. 457; scissione dd!', 413, 415->J, 419, 431, 411n., 461, 464sg.; soddisf~eimcnto nareisistico dell', 129. 116, 341; v~di ancb~
Sé
Io, sviluppo dell', IJJ, ZJ6, 138, 249-H• 16o; distutbi nello, 251, 156, 176, 181, 394; e fotmazionc dci simboli, nt-1!14; c introiezione, 410, 417•10, 466, 470; c meccanismi ossessivi, 486; c proiezione, 471; e relazione oggeuuale, 41), 445,
471sg., 475, 481, 491, 493; e senso di realtà, 413, 471, 473, 475, 48s; e sviluppo libidico, 481; nella posizione depre$Siva, 471·75i nel secondo anno di età, 48s; progressi neUo, a78-8o, }31 lpcranivit:à, J•J lpercines.i, z61, z66 lpocondria, J07·11, 357,484 hrcquictata, 117, IJOSg., IJ)Sg., 1)8Sg., 143 sg.., 148; vtdi ancbt Mobilitoì. lsaacs Susan, )>m., 537Sg. Isolamento, come difesa, 376 lsreda, 97, •04-08, 411, 484; d'angoscia,
"
Joncs E.., 77n., 101, 150, z8Jn., ziiJn., ~ Jokl R., 76n. Lactìme, 339. J4Isg. Latcnza, periodo di, 456, ,.St, 48'7 Lattante, vedi Bambino piccolo Latte, IJB, 174, 181, ]17, 374, 391, 400; vtdi am:h~ Cibo; Suzionc, stadio della Lavoro dd !urto, 455, 458 Leonardo da Vinci, 41, 10-4-o6 Lcwin B., 31Jn. Libido: anale, 397; di5tacco della, 98n.; c angoscia, 59.96,toosg., to8, J9S.43SS8·i e fissazioni, 481; e impulro disrrunivo, 411, 4Jl, 451, 46osg., 46s, 467, 469. 471S~ .• 488,491, 49), S•9; e pulsione di vita, 443, 4Sli e relazione oggettualc, 434; e rimozione, 486n.; e trani del Cl!· ratte1e, 18tn.; fissata a oggetti, 104, IJO, 105, )16, 341Sg.; genitale, 114, 117-11; 111, I'}Osg., 483, 4S6sg.; impastata con la pul5ione distruttiva, 184, 187, 39Si mobiliti della, 74- 316, 365. 39S sg., 397 sg.; narcisistica, 104. 140sg., 1sosg., >B4; nel narcisismo, 434; orale, uo, 397· 99, 404sg., 416,467,476,478, 491; prcgeniulc, 190; regressionc delb, 1~, 172n.., )87: rimotlonc della, 96sg.., roo, IOJSlJ.; scarica della, 89. 101, 1o8; spo· stamcnto della, 103; stadio prcambiva· lente dclb, 467n.; sviluppo della, >)!, 16osg., 199, J9S· 4S9i urctnle, 397 Linguaggio prcvcrbalc, 494i "tdi ~nch~ Parola; Verbalizzatlonc Lutto: dolore nel, 316, JJ7, 343 sg.; c connessione con gli stati maniaco-depressi- . vi, )I6-19; cd esame della realrà, )16 sg.; c idcalizzatlonc, ))8; e intcriorit:zuione,477S8'.; e oggeui imcriorizzati, .. J4lol46.J4B,JS3S8'.;emelanconia,J45i e perdita ddl' oggetto buono intcmo,
lndl.. an•lltlto
335 sg., 343 sg., l54i e penecuzione, 336, }4li e posizione depressiva, 411, 423, 474, 476-78, 514 sg.; e posizione depressiva infantile, 317, nssg., 341-45, 35) sg.; e primi processi psichici, 326, n6, 344-46, Hl 58'., 455; e rappono col mondo esterno, ns. )41, 345i e riparazione, 474o 476; esame di realtà nel, 4n, 515; c trionfo, 3J4-J7i lavoro del, 4H, 458; norm~lc c anormale, 317, 337, 351-54; odio nel, 338, J4Ji supcr:unento del, 319,344, JH. 47558'., 478; wdi 1mcbc. Melanconi~; Perdita; Scpn:~zionc (o distacco), paura della Mack-Brunswick Ruth, Jlon. Madre: aggrapparsi alla, 47 58'., JSIS, 364, 381, 386, 391; aggi'CSSività nei confronti della, 86,105, 113; u8sg., 143, 14(Ssg.;· 149ol49o364,J67S8'.,}8o,)8),]87,391 sg.; allontanamento dalla, 130, 136, 151 n., ZOO, 10),10J, 21758'., Hl, zpn., ]OJ, 363,404, soS; amata e odiata, 413,456, S•4i amminzione perla, 147, 381; amore pc:t Ja, 31n., p, 70, 1)1, 1)6, IJISg., 186, 199. 11], 217, 1n, z]zn., 147, 301, )IO, 310, 3nsg., }SJSg., 357o 363, 365, 374, J78-9J,J8s, 391, 393; angoscia per b, 318,344.363,383, 392-94; aspetto distruttivo della, 375, 377, 3815g.;,attaccomc:mo alla,48, 70, 168,305, 404o4o6; avvcnita come oggetto totale, 311Sg., )91, 45Si ubuona", 1]1n., 136Sg., 144, 301,341,)45,)61~J74-78,381,)9158'.,
J96ss., 399sg., 403, so5sg., 518,·sn-z4; •cattiva•, IH, 18), uosg., 231n., 136 sg., 144. 301, 336.363-65, J15. 379. J&j, 390SS.,J96,402,505S8'.,J18,51Z-1.4i che contiene il pene del padre, 218 sg., 111, 140, 242, 146, 149o ZS7, 171, 176, 188, )18, 361, 363, 379Sg., }81, )99, 401, 4o6; che esercita la nppresaglia, 3J7,383, 387, )8'9sg., 391, 399, 401; che frustra, 375, 383; che punisce, 105, 146 sg., zn, )]8; coito con la (nella fantasia), 86, 1095g., 115, 119, 131, 18}, 111, 17l-7St }17, )19$8'.• )51, )66, 368·71, 400; come persona ~cale (oggetto totale), 446, 4(Sz, 4(S9, 471sg., 49t; con il pene, 61, ·,, 85, 104, IIJ, 133 sg., IJ6, 404, 407; danneggiata, 309, 3t7, 361 sg., 365-67, )81, 387, 391Sg., 398-400, 4o6; depredata degli organi sessuali, uS-10, 111, 149; depredata del pene del padre, u9, z4(Ssg., z49, z57; desideri gcnit;li nei confronti della, s8sg., 64, 91, 1o6,
I)JSg., )61, )68Sg., 379-h, 398, 404o6; desideri orali nei confronti del-
la, 1JZ5g., 397; desideri sadici nei confronti della, 183, 199Sg., zo3, 105, z48, 339sg., 388; desiderio di mone della, 153, 187, 199. 391; desiderio di vedct nuda l;, 51Sg., 111; dipendenza d~lla, 450, 510; distinta dal nutrimento, 497, 504, 511; divorata nella fantasia, 86, 199,101, 105, utsg., 149, 301, 377Sg., 38zsg., 405; estero;, 154o 159, 1Bo, 13JSS., 14(5, 317Sg., 318, 344 sg., 315, 384, 401; e Supcr-io, 119, 111, 39tsg., 405; evifatrice, 77, So, 136, 151 -n., 1185g., 383; fantasia di ptendere il posto delta {presso il padre), 6osg., Ilo, 1)1, 148', 199, 130, 38ssg., 401; !ed della, 51, u8, 14(5, 149, zs6, 158 sg. (wdi ~ncbc Feci); figura della, 363, 365, 381, 390 (wdi ~ntbc Imago); fissazione alla, n8sg., 151n., Ijzsg., 100. 186, JOI, 38t; "genitale~, 136sg., 363, · 36pg., 381; 9ravidanu della, ISJ-ss, 100, 119Sg., 1)00 170, 1760., 386, 390i idHiizzata, 337, 364, 375, 378, 38o, )6)Sg., 396; idcntific:~zionc con la, 115, 119, 1)958'-t 147Sg., 117-11, 214$8' .• 384, 368, 394, 401-os, 446; int.:~go delb, 61 sg., 70, 114Sg., IJI, 133n.; indiffcrenu nei confronti ddla, sos; in rappono sessuolc con il podte, 6o, 1)0, 18zsg., 38.sg.; intcriorizzata, lf4Sg., 146sg., 301, )00), )1758'-. )18, )ofO, 341, J44Sg., 348sg., 315. 377-79, 383, J7; fissazione libidica al, ]u; fuso con il Sé, 491; giocare con il, 496sg.; idealizzazione del, 364, 378sg., ]81, )'}ti, 415, 463Sg.; im· pulsi ndiei verso il,119.149o 187,197, 391, 399. 405; indenne, 414. 467i introiezionc del, 396. 400, 405, •Ù4, 441· 4J,46z,466,469.48J,499,S04,SU,sJI; odiato c amato, 391, 396, 401; perdita /
!~o!:::.g~i2~~~~~~!~~~:r:r~u~~~ st~nte,
441, 461sg., 47JSg., 481, 504, SIOSg.; privazione dc\, 68, ISOSg., JJI, 310, 364, 395; ~pprcsentantc di ogni bontà, ,.61, 499sg., su; relazione col,. JIJ, 391, J9PS·• 398.4o5; ricercato per rutta la vita, 491, su; simboli (sostiroti) del, soo-os, susg., 518, su Malattia: e angoseìa, nBn.; e dep«Mione, 48on.; e perdita del seno, su; e persecuzione interna, 484en. Malattia psichiea, 181, nBsg.; cause di, 17, 41, 247sg., u8, 3117, 476; c atteggiamento VetSO la realtà, 235 sg.; e bisogno di analisi, 167, 177, 191, 194; c introiezione, 1')11; e siruazionì infantili, 476, 5o6, 510, Sl4i11Clla prima infanzia, 356; "'cdi tlnchc Nevrosi; Psicosi 1\hnia, 491; c diniego, JU, 314; e fame d'oggetti, 314; e ideale dell'lo, 314, 3>3; e insuccesso nell'identificazione, 3~4; e lo, 314, }u; e onnipole!IZ:I, JIJ, 333-JSi e rimuginne, 104; e stati depressivi, 198, )1!, 338; genesi delia, )lO, }SJ Masochismo, 439 sg. Masrurbn.ione: e angosei2 di evirazione, 6osg., n7, 147, 188; e complesso cdi-· pico, 18B; c dcsided fallici, 401; e desideri sadici, 188; e giochi, u8, 137 sg.; c narcisismo, 143, 145; c senso di colpa, 188, 153; c tic, n6-~9. 133, IHSg., 143, 146; lotta contro la, 79n., n6-z9, 141, 149, n1; pane:~ della, 141, 145, 148; piacere nella, 68; reciproca, 131, •o4; ripresa per effetto dell'ana\isi,78-8o,IJ1,137iSOStirutin,uB, 137, 141, 149; vedi onchc Fantasie (spccilichcl; Onanismo
llldlce1nalltlal
Mastll.fbazione, fantaSie di: analisi delle, u8, 131, 146; componenti anali nelle, IJISg.; contenuti delle, 131, 13}·35, 137 sg~ 145, 147; e angoscia, 138sg.; e gioco, 158n., ZJS, ZJ7i e interessi, 141, 146; e isteria, 108; elementi sadici nelle, 131 sg.; e osservuione del coito, 116sg., 158n.; e sintomi ncvrotici, 147; c sublimatione, 108-•o, 130, IJ8sg., 146sg., 158::1~ ZJSi e tic:, u6-z9, IJ3Sg., 139, 14Jn., 145•47i rimozione delle, 1)0, 137, 158n~ 1)4sg.; soddisfadmcnto medialite, no; vedi mcbe Onanim~o l\b1emità, 11J, us Mcccanismo(i): depressivo, JOO, 3o8n.i oss~-ssivo, 18osg., z98, )zo, Jl4·39i par.:anoidi, )oo, 49-11 (vedi anche Angoscia pcrsccutoria); psieo1ici, 179sg.; scl!ìzoidi, 409-IJ, 465,476, 4B7, sos, Sl9 Mclanconia: e introiezionc, z98, "34ssg.; c lutto normale, 345, 477, 491 sg.; c ma11ia, Jlli c paranoia, JOO; e perdita degli oggetti d'amore, 1.,&:; e schizofrenia, 417; c Super-io, JOJi genesi della, 1)111., )nn., )IOn., ]17i 11egli adulti, Jlli wdi 11nel~ Depl"CSSione; Lutto Memoria o rieordi, 18 sg., 71, 104, 119, IJSSS'·· 184; nel lattante, 507 Middlcmore M., 497 sg. Mobilità, 89Sg~ 99, IO}, 1o6Sg., 11) 0 n8, 14G-41. 144n., 14758"~ 161; wdi tmche lrrequictczz:z Mondo cnerno: adattamento al, 313, JJ1; angosce e fantasie sul, 197Sg., }Ili assorbito nell'lo, 301; c corpo della madre, 164sg., 171, z76n., z88, )Ili c:ome difesa contro situazioni interne, SIS; c:omc persecutore, 410. 441•13, 468; distacco, ri1iro dal, 410, 4llo sos; distruzione del, 411; e funzioni dell'lo, 471; e mondo interno, 118, 341, J4So 419,413,441,454,471,474, 488; fiducia nel, 194, J74i introiczione del, 419, 474; paura di inrroicttare il, 410; percezione del, 413, SIS; prime relazioni con il, 441, 46o-71, 474, 499i proiezione nel, 419, 411·)4, 441,469.474. 483; proiezione dei pericoli nel, 199> )>4i proiezione di oggetti interni nel, J97i nppotto col, IJI,>S9,16Jn.,l77·8o,188,JCJ.4,3o6, 311, ]u, }36-38, 344, )7J, 401; rifiuto del, n7; sicurezu e fiduc:ia nel, 459, 476, SI$; spostamento del c:onflitto nel, 133 sg., 136; vedi tmcht Reald. Mondo interno, 318, 346; armonia nel, 318, 334, 344. 354, 364; conttollo rna-
.niacale del, 341 sg.; conrutione del, 474; diniego deU'csisterw~. del, 313; distrurione del, 413 sg., 4f6; e imago o figure primarie, 336, 396; e mondo esterno, 419,413, 4Ho441o471o474o488; c n:altà, 179, 318, 341, 344sg.; Jibenà nel, )4>; pericoli per il, 3)6, 344-sg.; rei.nsrallnione e reintegrazione del, 334• ))6, 341, 347, JS4i ritiro nel, 410, so6; ricomuiro nel lutto, 477; sicurezza del, ))j, 341, J44Sg., JS4o )7JSg., 401, 4!'• ,.SJ, .S8; wdi 11ncbe IntcrioriuaMondo oggetruale, JU Money-Kyrle R. E., 449n. Monlid.sfinterica,>ISS8"-o444 Mordcrc, 197, IOJ, 154, 307, 363, 379sg., 399, 40S, 468, 497 SB"-i vedi .11nche Cannib3lismo; Sadismo orale Motte: dell'oggetto d'amore, 309, JIJ sg., 119sg., 311, 338, 346-so, 379, 391, 404; dc:sidcri di (omicidi), JS, 6osg., ISJ, 181 sg.; disconi infantili sulla, JS sg., so; fant3$ie $U]b, 118, 173 sg., )SO; paura della, n8sg., 383, 413, 411n., 438·41, 455, 490; pulsione di, vedi Pulsione di mone; wdi 11nche Perdita Moto (spinta, impulso) puhionale, 44 sg., 6çl, 171, 1841 188, 19JSg., 114, 2}1Sg., 161, 184, 190; wdi tmcbe Pu\sionc(i) Musica, 91, 111, 117·31, 138, 14o-43, H6; wdi 11ncbe Concctto Narcisisrno,n7,140,I4J, 145, IS9 Nascita: affetti alla, \)'Ssg.; domande sulb, 10, 14, z6sg., 45, 65, 118; c angoscia penecutoria, 411, 441, 4S4, 46osg., 495; fantasie sulla, 109. IS9, zoJ, z88i teorie sulla, 6ug., 99, 114n., 117, zoo, zoJ, 288 Nevrosi: d'angoscia, 436; di traslazione, 101, 176 sg.; c addestramento alla pulizia, •s8; e analisi, IfS, 156n., 181,!8890, zo6, 141, 393; e angoscia, 96, 107Sg., 141, 394; e complesso edipico, 151, 188; c fantasie di manurhaz.ione, I)8sg.; e fissazione, 1o8, nz, 114; e formu:ione dei sintomi, 98, n6; e formazione dd carattere, 187n.; e meccanismi di fulfl, ]14sg., )51; e perversione, 101, ll>i e primo sviluppo, 411, 47Jn., 509n.; e regressionc, 47Jn.; e svezz:~mcnto, 509n.; e IÌC, 1)8Sg., 14Ji etiologia, 45sg., 71, 101, 1ossg., 1o8, 114, HOi e Supcr·io, 190sg., 1JOi infantile, 90sg., J19Sg., JlSS8"-.J41,JSlo4>4t4S6,480,464,489, 50911·• 516; negli adulti, 71i nei l»mbini,
India "':'"lhlco 66, 7~. •s•sg., •n. 168, '90-9'· 1o6sg., ~~~. 231n~ 151, 16osg., ~68sg., )191"1., 385, 396. 456; ossessiva, 104. 148, •sB, J84sg., 188, 20758~ Z27, 21'}-)2, l)f, >81, 314, 390, 4''• 4116; pRvcnzionc della, 44 sg.; v~di ~ndM Malattia pi.ichica Nucleo orale dell'lo, 198 ~Nuclei dcii'Ion, 198,411
Obbedienza, 44, 69. 151,151,261, 166sg. Odio: come difesa, 3o6, 349; dell'Es, )Il; diminuzione dell', 349. lUi diretto contro l'oggetto Mcattivo~, JOI, 3o6, )Ili e ambivalenza, }14, 331, 336; e amore, 1oosg., 195, )IO, }Il, )11-1), ))In.,)}), )}5, ))7Sg., 341, )51, )8), 387, )97o4Hi eanlloscia,zll,191,195oJ41,)49iC avvcuamento alla pulizia, 186, 191; e frostnzione, 19ng., 117, 318sg~ )6), )87,41h,475legclruia,u9,111,11)-15i e pc~ecul.ione, ~.sosg., JJ>n., Js>i e senso di eolpa, •86, 191, 100, )o6, )H, HO; e situnione edipica, 191 SII., 19&, J79, 387l c tendenze distruttive, ISJ, 100, 111, 301, J1J, 397; fronteggiamento dell', 110, u1, 304. 363, 386sg~ nella melanconia c nel lutto, 311, l37i per H p3drc, )Bo, )86-So}, 39>, 399; perla madre, 186sg., 117, Ul-1), J17Sg., 348, 386, J91Sg., )Jsg., ))IO., 454sg.; idealizzazione deU', zoo, 305, JJI, nB, J96,4•S.418, 410.463sg., 471, $11; imago dcU', 176, 136, 186, 197; impulsi aggressivi nei confronti dell', 141, 165, 1!4sg., 199, Jlli instc:~Uato neU'Io, z81sg., JOI, JOJ, JU sg., no. 346sg., JSJi interiorizzato (inrroieltato), 18o, 115, 141,17IISg.,J8S,187, 194,197)0B, )I)Sg., 318-24. 317, )19Sg., )J1 0 H4-39· J46sg., Jsz sg., ns. 377, n8n., )84. )91Sg., 396sg., 401,40$-07, 41)Sg., 418,410, 4)4. 438,441, 455• 461sg., 46'}- . 11, 475, 477, 491sg., 4945g. (vedi Q,;cbt fdentificnionc); leso o danneggiato, ns, 363, 198, 401; feso o danncggbto, rappresaglia dell', 447, 461, 510. 519; libido fissata all', 150, 1915g., Jl6, 341; monedell', Jo•, )il, JIJ, )1914, 378 sg.; odbto e amaro, 100, ung., 18$,19$,)o6,)11,)11-14oHin.,)4fSB".; parziale, 19Bsg., )o6sg., jo8n., )zo-n, 314, J98-JOS, )li, )H, 404, 4Q6sg.; e Super-io, 154, zBr, zr8, 317, no, 335-18,340, J41-.1f,"J91, 397, z)o, z69, z88, 40)Sg.; evin.tore, 93, 136 4~SS" .. 47J,477.479.495.S09-11,511i sg., 118, no, 141, 147, )66, 169sg., 379 poppatoio come, s•6; protezione dell', n., 390, 393, 399, 401, 4o6; feci assimilate al, J71sg., 181sg.; tigur.~ del, IS4. 1!)9!lg.,]Q4-o6, )Il, )14SS"·.ll'· 141. )6) sg., 379, 391, 199. 4o6; reinsediato 101, 130 (vtdi ancbt Imago; Super-io); nell'lo, )o6, 346, JSI-SJi rcbzione con fntcllo che rappresenta il, 513; funl', 101, 1.11, 101: riparnione dell', 189. zionç del (nella procrcuione), zo, •s, 3oosg., J04Sg., 111, 310, JlJ, )]l-14, 4SSg., 61, 6, 236, m~chictto col, IJJ, •4osg., 198, 111, 143, 157, zBssg., 188, 190, J6ssg., 369, 364, )68, J71, 314, 389, 399, 4o6; simbo371,379, )81, )14, )94, 400, 40)Sg. lìzzato dall'insegnante, ?S. 93, 117-39; Organiunione libidica, 8], 88, 119, 394, volgersi al, 48o, su; vtdi tmcbt Complesso edipico; Genitori; Oggetto 396,405,417,478,481,483, 487sg., 493 Organo genitale maschile, 'Vedi Pene Pa4i c introiezione, 1')8, )O]; e lutto anormale, 353; e meccanismi di difesa, 198sg., 111; c nevrosi OSSCS!liva, •Br, nn e paura di persecuzione, z66, 171 sg., 199, 3o6-o8; c ccgrcssione libidiea, 163 sg.; c sadismo orale, 198n.; e senso di realtà, 3o6; c stati depressivi, >98, JOO, )u7-n; c vin di fantasia, 136, >71 sg.; genesi della, z&J, 171 sg., 195 sg.,
'"
Par:uimia, 491 Parola (parbre), 77, 90, IO], n9 sg., llJ, IJ7, 170·74. 178,196, u6, lfU!f., IH cn., zs6-59. 169; sviluppo della, 481, 515; vedi ancb~ Lingua(lgio prcvcrbale Passeggiare, IID-IJ, 119, 1H Paun: c:irca la f11nz.ionc genitale, 178, Jj"l, 359-63, 379-11•, 391; degli escrementi, 171, >76; degli estranei, 484, JOI, sos, soli, s•S; dci (leni•ori, 137, •sm., 154, 181, 105, 1t9, 111, 11]Sg., l)ln., 141, 146, 17$", 18]-llj,]J6, ]66, 369sg., )7], 377,379,383, 390, 399; della masturbazione, 141, 14j", >Sii delb monc, 413, 411n., 43~41, 490i dcll'annicnramcnro, 454; della perdiu, 413, 436, 449, 473, 479, s•:; della punizione, 188, zos, 115, u8,149,>S7, n6,3J8,)41SS".,J70;dclla solir11dinc, 412, soo; dell'Es, 313, 361sg.; del pene patemo, 154, 157, :,6, 387-89, 392, 396,399;dcl Super-io, 157,178, z8r, 295; di avvelenamento, 61, 171, 197,
199, i71, 399, 410; di essere divorali, 410, 441, 463, 497; di mutib:ùone, u8 sg~ )76n., 399; di perdira dell'oggetto amato, JO!, 307,330, l)j", 344,371, 3~9. 387, 39>, 397, 404; di persecuzione, u8,J61,171,>8o,z8],197,199,)04,3o6sg;,. ]IO, )14, "JlO, 334, ]41Sg., J7zSg., 177, 379Sg., 390, 391, 396, 399. 401 (wdi ancb~ Angoscia, paunoidc); di nppre$:1glia, 199, 1o6, u1, us, u)sg., 241, 146, •so, 165, 171, z89, 193 sg., 319, H6, 34158., )6), ]8], ]87-90, )91Sg., 396, 399. 401; di tipo fobico, 57-61, 6~, 148, 151, 188, 156, 183, >911, 355, 361, 376n., 37958-i cd esame dì realtà, 199; e odio, 191, 341 sg.; in tempo di guerr:a, 451; manClll"ll!a di, zu, 451; relativamcnre a situaz.ioni in1cmc, 197, HJ, 348sg., 390; wdi 11nr:hc: Angoscia; Fo· bic; Paura di evirazione Paura di evirazione: e analisi, 115, 167, 366; c angoscia infantile, 456, 481; c angosce primitive, 399, 4opg., 481; e angoscia della nascita, 99; c avvcuamento alla p11lizia, 118sg.; c ancggiamcnto verso l'insegnante, 91; c attività. dell'Io, 90, 99; e complc$$o edipico, 99, 117,114,117,111, 379. 399. 405; c difese, 139, J6.t; c genitori uniri, 142, 377, 383, 399; c inibiz.ioni, 89sg., 9>, 95, ull, 138; c interessi, 75, "-fn., 8f, ll9n., 9Qn., 109n., n8, 138; c masturbazione, 117, 147, 188; c padrc,91, IJ7, 139,147, ull10, 14z, ]SI, ]66, 369,390, 39), 399; 401, 406; c pau.n degli csmti, 74; c p~un della monc, 4)9, 441; c npporto sessuale, 411; e rappresaglia, 1o6, ullsg., 399; c rimozione, 115, 119, I)Jsg., 405 sg.; c sadismo, 111, J79SS., J99i c sensazioni genitali, 399, 405 sg.; c Supcr-io, 18•; !rontcg(liamcnto della, 372, 400 sg.; vedi ~i1cb~ Evir:az.ionc; Paura P4Vor noc/urtmr, 59, 151 sg., 386, 484; v~ di anr:bt Angoscia; Incubi nonumi; Sonno Pene: all'interno del corpo mncmo, 118, lS4; assimil~to a bambino, 111, J79SS~ 404, 407; assimilalO a pani del corpo, IJ), 105, 110, IJ)Sg., 276, 397i «bontà~ del, 379Sg., 384. 398, 400; come pcrsccu•orc, 171, 38o; come strummto o organo del sadismo, 158 sg., 161 $!f., 171·7j", 178, )Boss~ 400; de.sidcrio della bambina di ricevere il, 11458"·· 194.400os, 407; e aggrc$$ioni al corpo materno, · >S7o )8Jsg.; e senso dì onnipotcn~,
fncll .. •n•Utlao
, 7a. ucaniveria" del, 361, 364sg., 368, 1, J98, 40Ji distruUone dd, zso, 3 399 , 405 ; fantasie sul, 6), IO), 109Sg., Il)ll•, ua, 1)9Sg., t8), ~99, 171, 400j imlllllginario della bambtna, 389, l9li
RG4
~~~=0::~1:\;:: :::;;,;~~~}~~~:
1o4, 114, 1)1, t)6Sg., 40J•!J7i mancanza del, u1, 124, }U; parificato alle feci, a1, 171 sg~ 400; paterno, vedi Padre, pene del; paura del, 411 (v~di 11nc!Jt Padre, ·pene del); paura per il, 6osg~ 189, 194, 350, )81, 393, )9958"~ 40Jsg.; posso:sso dd (da p~rte del bambino), 114, 119, u1-15, 177sg.; rappresentan· te dell'lo, z7EI; senso di colpa relativo al, 3Jii simboleggiato da ~amboloo;i o pupazzi, 15711., >JISg.; simboleggiato nell'attività scolastica, 75, 79-83; vedi 11nche Complesso di evir.J"tione; Masturbnione; Padre, pene del Pensiero, 17sg.,}7, 39, 41, 48, 6o, 97,911 n., 157, )Bi disturbi sehizoidi del, 411,
..,
Pcrdita,dell'amore,ts9.>ot6,JH,317,404> 407, 4;6, 444, 450, 491, 514; dci genitori, 317, H4i della madre, lJJ, 144• 387; della sicurezza, 316sg., J-14i dell'oggetto ~mato, 141, 14(5, >911· 301, }04Sg., )11 1 )H, }16, ))OSg., ])5· 38, J40, 341·44, 354, 391, 397; del seno, )usg., 344sg., 391; e lutto, 136, 344> 477i c senso di colpa, 317; termine dcll'aoulisi come, 458; paura della, 344. J86sg., 391, 411, 436, 449sg., 471,479, su; supenmento della, pq, 478, JIJ· 15; vedi 1111cbe Lutto; Mone Perfezione, )O}, )os, })1, JJ9Sg.; v~di 1mcht ldcalizzuione Pericolo, situazione di, v~di Angoscia, situazione di Periodo di btcnza, 19, tt9, 149, 174, 18o, 184, 194· 1)1•]4,191 Persecutori: esterni, 197 sg., 310, 371, 379 sg.; interni, 17JSS., 176, 197·JOJ, 307 Sg., ]U, )19Sif~ )14. }9o-8J, 390, 391, 397, 399i oggetto d'amore trasformato in, 3o6, B7, 341 sg.; pari fie ati al pene, 17I·7J, J8oo parificati al seno, JIO, 396; paura dci, 171, 179, 197-99. 301, 307, . }lO, }>4, J~osg., 3J4,J79, J90, 391 (vedi mche Angoscia, paranoide)o proiezione dei, 314
Pe~f:Zi::~r~:~4 :!:.~g~ ::s~~n~ ~~:
l"lllc, 30J; c dipcndcm:a dall'oggetto,
J4JS8".; c idealizzazione, 418, 410, 464. 4710 e lutio, n6, 343, e mcbneonia, ]opg.; c nascita, 441, 4(\1; e odio, 343, J$1; e paranoia, z66, 171 sg., 304; e pericolo per l'lo, 196-304; e protezione de\\'o~ctto, 3o4sg.; e pulsione di monc, 441·44; esterna. 195, 319; bntasic di, ZJS, >7JSg., 195, JlOi frustruione stn· tita come, 4t), 441; interna, ]oosg.,JoJ; inrema ed esterna, 410, oi(SJ, 468, 484; paura della, u8, zn, 166, 279, 183, zw, 199.. Jo6-oS,)Jo-H, nzsg~ J79Sg.,J99, 401; proiettata all'cnemo, 441•4}, 468; r:tfforzata dall'odio, 491; vedi ancbe Angoscia, pannoidJI, 1)6sg. Personalità, nsg., qon., u6, IJ8sg., 146, IBJ, 197,100, JSJ, 385; base della. szo; c analisi, 4IS-17i non sociale, 100; radicata nella prima infam:ia, 489, 496, s•o; sdssione della, 416, 418, 43osg.; tratti orali nella, 49Si vedi llncbe CaPcrsonificazionc, JJD-34• n8-41; v~di an· che Drammatizz3Z.ionc; Rappresentazione Perversione, Jot,-10}-DJ, li) Po:ssimismo, 41, 1l)n. Piacere: anale, 1 nel parlare, nosg.; primario, 9JSg.; sessuale, 95, IOJsg., 149; siruaUonc di, tos, 107; vedi anch~ Soddisfacimento Piccolo Hans, 43, 71, 161 sg., 165 Positione depressiva: angoscia pcrsecutoria nelb, 445 sg., 448, 41S sg~ 4Bo; cambiamenti nel periodo della, 490 sg., so8; e complesso edipko, 478-Bo, fil sg.; e depressione maniacale, 446 e n., 4f4 sg~ 473n., 477 sg., 5•40 c difese, }II, }14,]10,JIJ·lf,JJO•)J,Jl8,JS1,JS5Sg"~
473 sg., 485; e introiczionc dell'oggetto buono, 314. iJo; e lutto normale, )16 sg., )]6, 341-45, Jnsg., 474, 476sg.; e malattia psichica, f14i e melanconia, 477; e nevrosi infantile, no, 353; e paure paranoidi, ]10. no, 331, 341sg.; e posizione paranoide, 307 sg.; e posizione schizoparanoide, 409, 411, 41)-IJ, 469, 473, 476, 49li e rclaUone oggettuale, 307, J14, )lo, ]u, J19"J1, J34, 343, 379. J9t, 397i e relazione con l'og-
getto totale, 4n, 413,445-47, 469, 4?Z· 74,476, 48o, 4930 c senso di colpa, 307, 311, 336sg.o e situazione edipica, 317, 391, 393, 3970 e stati depressivi, JIOSg .•. 3•Jsg., J17,J5J,4540 esvezz.1mento, }U, 327, 391, 5oS-n, suo e sviluppo libidieo, JJOn., 355, 395, 397i imponan· za ddla,4t1,47)R.,480;inizio della,447, 465, 469-71, 490, 491; integrazione nel13, 413, 445sg., 465,469,471,493. su; mancato superamento della, 315, 4•3· •s, 446, 457, 47Jn., 484, 5140 nello sviluppo normde, )n, 314, JZO, )H, 315, no, 333, ])6; rielaborazione della, 457, soperamcnto della, JIJ-IS, 319, 33458-. 351-54. 413, 474. 476, 4l!osg., 488, 493, 511-16,p) Posizione fenuninile: nel bambino, 105 sg., 1)3, 139, U7•Jo, 114, 179, 398sg.; nella bambina, u8, n), z8pg., 39JSg., 401 Posizione libidiea, U4, u6, 118-zo, J71, 394-99.404 Posizione maniacale, Jl4o )IO-l), 315, )li sg., JJ4, 337,340 Posizione mascolina, 154n., n9, )88, 393, 399.401 Posizione oma5essuale, 388 Posizione paranoidc, 307 sg., 314, )19 sg.,
'"
Posizioni psicotichc, Jlln., 314sg., }IO Posizione schi7.0-pannoide: angoscia depressiva nella, 444, 446, 465, 469, 471, angoscia pcrseeutoria nella, 454, 46o-61; 47li carartedsriche delta, 470 sg.; desideri di riparazione nelb, 465; difese ndla, 410, 431, 463-66, 470, 48so e disintegrazione, 46s; e posidonc depress.iva,40Q,411,411-IS,469,47l.476,493i ineapaciti di superare la, 411,413, soo, 513; nello sviluppo nonnale, 411, 513; predominio della, 46o-6z, 470; regl'C$sione alla, 414, 473, 476, 514; scissione Mlla,410,418,445,46J-65, 485,4870 sensn di colpa nella, 444, 465,469 Potenza sessuale, 91, no, 163, 173, 178, 366-68, 4oosg., 417, 457; v~di mch~ Impotenza Predisposizione alla depressione, punti di fissaz.ione per b. 311 Prcdisposizionc ncvrotica, 45 sg. Prepubcrtà (periodo), n6, 173, 181 Primato genitale, 1o6, 119, 145,131, 138, 190, 40)-05, 4S6 Principio di piacere, JG-J4. 41, 103, 159.
'"
Principio di realti, 17 sg., )o, )) sg., 41,
'"
Privnione, 461, su Processi creativi, 343• 349 Pra74sg., 178; c sublimazioni, 44. 89; renitdi, us, uo, •Bsn., 186, 88, 471, 478, 481-83; impasto delle, z84, z87, 395. 436, 438, 441, 447, 45158-. 461, ~567, 489sg., 5•9; inibizione delle, 4)7, 469, 47ZS8"-· 486; orali, •7, 363, 366-68, 377-8z, 387, 194> )99, 47rsg., 478, 488; prerenitali, 114. u8, ZJ>Sg., 149, :88; proiezione di, J8ZSf.; rimozione delle, 161, 185, 187, uoSf., >JO; sadiche, 144, 179sg., 188, 1975g., ZOO, 104-D7, 115, Z17, l~48, 154sg., nzsr., z76, z8s·88, 197,301, nl, 35o, 161, 366-68, ns. J77-8t, JBJ sg., 387, 390, J94, 399, 438, 451, 49); sadico-anali, 185-87, 1, 34, 333.335, 400;tcndenu alb, >89, >9-J, JJ5, 348, J8)Sg.;vedi ancbe Resuuro Risentimento, H6, u1, 363, 388; vedi 11n· che Frustrazione Ritiro o distacco: dai genitori, >OO; dalla ~c:dtà, J)Oen., >H, 261, 166; dalla rcbl.ione oggcttualc, 4>3, 431, 504 sg., 514; dall'oggetto d'amore, 201; d.al mondo ~temo, 4~0. 431, so6; dell'attcnz.ione, )9, ~58 sg.; nella prima infanzia, 504, so6, so8n., f>)sg.; st:lti di,
'"
Ritorsione, vedi Rappresaglia Rituale, wdi ~rimoniale Rivalità, ll)Sg~ 187, 19B, li9Sg., 1HSg., )>6, 36pg., 368, )7osg., 377, 384, 387, 389, 39•, 399. 406; wdi 11ncbe Gelosia Riviere Joan, >8Jn., 543 ROhcim G., 54n. Rohr, 8>n. Roscnfcld H., 419n., 4>0n., 547 Rovesciamento, 274 sg., 369-71 Sachs !1., IO)n., u1 Sadger J., 74, 76n., 88n. Sadismo: an~lc, 241, 249sg., z63, ]oo; del lattante, 4311-41,451, .;61, 467, 493; dell'Es, 119, 171; del pene, >s8, >6), ~71, 174, >7B;diminuzionedci,14J,186,}14i c angoscia, u9, >49Sg., 174, 178, 185, >94SIJ., 30458'-, 3•4: c avidità, Jlo; · eccesso di, 150, 301; c difese, 150, 154, >6Jsg., >66, >86; c frustrazione, 144; c impano delle pulsioni, >114; elaborato nel gioco, 111; c dio, J>Ji c osservazione del coiro, uo; cspr)li c Supcr-io, 107, H9, 177,181, z6ssg., >90, z9(5; e tendenze edipiche, u8, 14z, 149, >6); fa~c di lfUis:simo, 217, Z41Sg., 249, 251, Z6), 271, 197, JOJi miiSCOiare, 1JO, 16), 265; orale, zso, 263,165, 27zn., z8s,z98, 300; pregcnitalc, 290,444,461, 467; primario, 119, 141; proiezione del, ~s6sg.;
rivolto contro l'Es, H'}-JI, Ju; urctrale, 141, 149, 263, z6s, 171, i87, 300,' 379sg., 416, 46z; vtdi 11nt:bt Pulsionc Sadismo orale, >49. z6J, >7zn.; e dentizione, 414, 4670 c disturbi di alimenta-· zionc, 509; e frustraz.ionc, >6J$g.; t innoiezionc, 467sg.; e paranoia, 198n.; c proio:zionc, 414; c schizofrenia, zOjJIIn.; c suz.ionc, 467; vedi 1mcbe Mordere Scariche motoric, 138, 141•44, 147sg. Scelta oggcttuale, IJD-JJ, 136, 145, 14;, 403; cterosomualc, 136, 145; omoscssualc,76n.,I)0,14J Scena primatia, 109, 111,134, t)7sg., 144, 1p, 1s8n., 161, 188, 1o6, ~4• sg., 388 sg.; wdi 11nche Coito, ow:rvuionc del, da pane del bambino; Genitori, rappono ses:sualc dci; Rappono sessuale Sc:cnicismo, 69 Sc:hizofrcnia, 194. 117, 137, z6z, z66sg .. 19B, )o8n., 314, 331n.; angoscia brente nella, 418-)o; angoscia pcrscculoria nel~ · la, 44,Jllll. Scibala, come persecutore, J71Sg, Sc:issione: dellafiguralfUitcma,61,zJm., J6z sg., 365 sg.; della pcrsoll:l.lit:ì, 416, 418; dell'lo, 414-13, 419, 4JI·lJ, 459. 461,464. 466; del Supcr-io, 13Ji di emozioni, 410, 418, 445, 464; di imago o figurc,J1J,))z; cambivalcnu,nz,]6z sg.; c angoscia pcrsccutoria, 411, 464, 466 sg.; c dcpcrsonaliu.azionc, 419; c disintegrazione, 419. 411, 465, 467; c dissociazione, 419; c disturbi del pensiero, 413; e introiez.ionc, 415·18, 431; e paun derJ), J}6sg., 415-18, 411, 413; c relazioni oggcttllali, 3>3 sg.; c rimozione, 465, 487; in oggetto ~buono~ c "cattivo~, )04n., 363, J74-76, 410, 414-17, . 419. >(61, 465, 491, sos, 518, 513; nella posizione depressiva, 473, 445 sg.; nella
lndlce•MIItlco posizione schizoparanoide, 410, 431, 445• 461-65, 485, 487; nella schizofre-. nia, 414,410,418 Scopofilia, 131, rnsg., 141, 147 Scott C., ;o8n., 415n., 417n. Scuola, 51, 59. 74-79, 91sg., 95. Il), 116
Sessualità, r8, 91, 93, u6sg., r;Bsg., zo;, lJI, z;B, 190, 437; inbntile, 437; wdi ~nche Geniralirà Sfiduda, zBo, 310, H-l• ;;6; e perdita del SCIIO, 424, jOO, jOI, 504 Sharpe E., 1B9n. Sicurczza,.J17-19, 354, 178, 396; wdi ;.~, ;ozn., 317, 348, 361, 363,
con la realtà, zsr; c sublimazionc, n;, 1SOS(I., 483, 488; genitale, n;; nel comportamenro infamilc, zss sg.; nelle fantasic infanrili, 438sg.; nel gioco, rs6sg., 17osg., 174sg., zo:sg., 439; onìrico, 156, 314-18, H9-4J, 347-51; sviluppo del, 1oug., 113; sessuale, 75, 8rsg., 89sg., 95, 99sg., 103 sg., ;6osg., 367; vedi .:mcbt Rappresmtuione
~~\~~:~·~~~ :na;::!~~. 1::3~~·6;~;: Si:::i,4~~~~'4.:,'~7::~~~~77,f~~~·. "::;
171, 199, zo8, 111, uo, ••J, 133, JO>n.; c attività sessuali, us, 153; e avveiumento alla pulizia, 15Bn., 1915g.; cccesso di, )65,37•• 385, ;>;.~;e complesso edipico, 188, 191sg., us, 118, Hl, 126, ;87. 39-t, 401, 404sg.; e cordoglio, )o6, 317, ns. 3J9Sg., JSli e crimine, uo, 11); c fant:~sie sadiche, 199. 363, l77• 179, ;Blsg., 397, 405, 450; c fissazioni, 186, rBB, 199, 11.5, ;Br; e gioco, 1.54, 171, 1)4; c idcntilica:cioni, rss, ;os; e inuoiezione, 115, ;n, 377 sg.; c odio, 186, 191sg., zoo, Jo6, J49i c oggetto intcriorizzato, ;u, JSI, )')Osg.; e p~vor nocturnus,ISJ; c posi~ionc "deprcssiva, Jo6, ;n, n6sg.; e pu15ioni (o impuhi) prcgcnif3li, 114, u6; c punizione, 154, 107, 111, 111; e relazioni oggcttuali, 310, ;n; e rimo:cione, 175Sg~ 107, 1)6, 4o6; .e ripara:cione, 189, 194> ns. 197 sg.; c stadio sadico-orale, us; c sublimazioni, J)Sn., 189, 194; c Supcr-io, 155, rs8n., rB], 107, Jlf, 186, 189, 191, 196, 389, 403 sg.; c wiluppo libidico, u6, J9?i e trionfo, H4. B7, B9-4Ji frontcggiamcnro del, 171sg., 1oeisg., H3, Jn, 364, 371, 398; inconscio, 97, 19.5, )]9; nei confronti della madre, 91sg., ;om., J49Sg., 383, 390-94. 4o6 Scmo di supcrioricl, Jl9 Senso sociale, 186, 189sg., 1g6 Separazione (o distacco), paura della, 411; 'Vedi 1111cht Lutto; Perdita
sg., 491, 493, so8, 521sg.; wdi anche Inrcgra:cionc Sintomo(i): depressivi, 473, ,.SO; di conversione, 145, n;sg., 483; di dementi~ prlltco:;c, 161, 16)Sg.; di isteria, 104SQ"., 107sg., 484; c analisi, .59, 64, 109, 146, 148, 153, 176sg.; e angoscia, 94-100; e personalità, n6; e sublimnione, IOJ-G?i fonn3:cione del, 96-roz, 105, un, u6; motorio, 141sg., 146sg.; narcisistico, 143, 14pg.; negli stati maniaco-dcpressivi, 41.5; nella nevrosi infantile, 483-86; ncvrotici, u6, 147, 1541\., a69, zBo, 485; ossessivo, 154, r8s, a)ln., 1J5, zB1, JB, 379, 384; paranoidi, 117, 410; ralfreddore come, 356,37); tcmpornnco, 96, IJJ, 149 Sirua~ione edipica: c analisi, r68sg., 188 sg.; e crimine, 111Sg.; e posizione deprcssiva, 317, )36; e privazione, IJI, 191; e rivalità con la madre, 391; e scnso di ignoranza, u6 sg.; ncpriV~~, 127, rsm., 379. )87i posidva, uo, 370, 379, )81, ;8?; primitiva, 379, 386 Soddisfacimcmo: allucinatorio, 415, 464, 470; anale, 186; autocratico, .504; bisogno pcnnancnte di, 463, soo; da cibo, soo; desiderio del lattante di illimitato, 395; c madre, 184n., 399; e riparazione, 398; c sublimazione, 34, zu; 8"'1nitalc, n); in analisi, 71, 176; libidico, r8pg., 1)1, 149, 187, 191, l9f, 398; mediante masrurba~ionc, 68, nr; narcisistico dd-
l'Io, JIJ, 187, 114,
u9, 116, 341; orale, 1pn., J)>, 395sg.; pulsionale, to6, •8ssg., I) l, 191, 371Sg., 395, 398; ricerca del, u1, 395; sadico, n8, Hll vedi ~mtht Piacere So!fllo(i): a occhi apeni, 1o8, 170, 195; analogia col gioco, 156sg., n7; associazioni col, 157, 173, 171, JIJ-17, 33840, 346-48; e angoscia, 59sg., 6pg., 98 n., 170; e osservazione dd coito, 1:6; infantili (esempi), so, 54, 75, 15osg., 173, 187sg., 170; interpretazione dci, f4Sg., 59, IJO, 156, 170, 174. 195, )o8, Jl4·>o, H9-41, 346·49. 416, 419; in rappono a storie, favole, 49 sg., 54; vedi tmcbe Incubi notturni Sonno, 59, 64, 118, 185; disturbi del, SOJ, 507,$13 Solitudine, 412, soo Sorella: aggressività nei confronti della, 188sg., 194, 317; effetto della nascita dclb, •n; fissazione alla, uo sg.; gelosia della, 150, 187, 100, 118; interiorì=ta, )to; rç\azionc con la, 189, >oo. 189; senso di colpa verso b, 100, )Io; sentimenti nelf:ltivi verso la, 187, 191, IOOSg., 110,118, )17, 334 Sospetto, ;o6o09, ns. 141 sg., ;6>, n1 Sopravvalutazionc narcisisrica del pene,
"'
Speranza (o fiducia), J19, J4>·44· 348 sg., )67, 377"79. )84, 401 Spcrbcr H., IOISJ.. Spielrein Sabino, non. Sovracompensazione, 119, 1)7, 139, 171, J!ISg., H9-U Spostamento, 45sg., 104, 119. IJS, 145, 110, u8sg., 1)4, >J6sg., >74sg., 185 Stabiliri, )Ili\., 159, )66, n>, ;9t Stadio: anale, 89, 118, >OJ, 115, 141, 149 sg., 16)sg., 171, ;oo; cannibalesco, 115, 187; fallico, IH, )tHg., 166n., 401-os; genitale, 483; narcisiSiico, 101 sg., 143 sg., z64; prcgenitale, 83, 1o6, 116, 110 sg., 114, z:6, 1)>, 187, 190, J6ssg.; sadico, zoo, 117, 141·41, 187, 194; sadicoanale, 117, 145• 103, llf·>o, us. 187; sadico-orale, lO), 115, 185n., ;89 St:irckc A., 61:1; 99,171 Stato(i): confusionali, 419; ipomaniacali, 198, 3J4Sg., 374; schizoidi, 418sg.; puanoidi, )IJSg. Stckel \V.,74 Srcreo1ipb, 148sg., 161,167 Straehcy J,,175o457n. Strofinarsi gli occhi, 117, IJI, 134-)7
Sublimazionc: base della, ,.SJ; capaci1à di, 90, 98sg., 101, 105, 113, >.JSn.; del·l'erotismo anale, 191\.; di pulsioni par.·· z.iali,B'), 104; di tendcnze~ggrcssive,104, ZII; e analisi,69sg., 109, IJ9.>J5n., 190; e angoscia, w. n8, 137·39,419n.; e attività anistichc, 88sg., 91, >89; e attività scolastiche, 74, 88, 91-; c lanusie onanistiehc, t]8sg., 146sg., 158n., >JSSg.; e fissazione, •os-o8,no, IH·1S,I04;eforma-· zionc del sin1omo, 104, 1o6sg.; e lutto, 343 sg:., 35Ji e ricerca ddl'o1f8eUo ideale, 485; e rimoUone, 36, 48, 104, 1o6, 117, u4sg., t;8,107 1 ln;criparaz.ionc,>89,· )OJSg., JIO, JJI, lJ), 41), 474, 48~; e senso di colpa, 135n., JSJ; e simbolismo. llJ, 15osg., IHi e soddisfaeimento, 113; e sviluppo dell'lo, 91, 98 sg., 101j e talenti, 105, 1~6, lfOj genitale, ' 481; inibizione delle, 107 sg., uo; insuccesso nella, 48~ sg.; nel parlare, 90. uo, n); primt~ria, 90, llJ; primissima, 483; riuscita, •os-09, u8sg., llJ, 146; sviluppo della, JO>Sg., 1o8sg., 1>458'· Supcr-io: 31lo stadio geniule, 486; aspetti vari del, 458; ~peno Hbuono- del, IJO, 390n., 405, 45Si cannibalesco, 181; come persecutore, 1JO, 157, 185, 390; crudc\ti c severità del, 179Sg., 190,107, >11-1),115,116,114,1)1,1)6-]8,181 1 18],184n., 185sg., 188,190, 29),195, JOJ sg., ;89-91, 393; culmine nc\la formazione del, n6; degli adulti, 155, 179-81, 183, 183, 389; diminuzione del potere del, 178, 181; e aggrcssivitiì, 100, 184, 405; e analisi, uSo, 189sg., I9JSg., IJI, 117sg., 171, 190, 190sg., 193; e angoscia, Ilio, I8J, 111, H9, 119, 1)7S!J., 178, 18ssg., 19SSB'·· 389, J9t; e complesso edipico, IJS, 18o, 181·84, 198, 113, n6, 111,141, >8:, z8sn., 397,4035g.; c coscicnzamoralc,11J,I81,I86,191,19Ji cd etfcuo sulle n:la~ioni Ol.lllCttUali, 186, >90.40S; cd Es,u8-;t, 171, J7>; e difese, 100.150, 186; c fasi pregcnitali, 115, 1Jl,1J6,>90,40S;cti.ssazioni,lii·IJ, 117sg., u6, 1J1Sg.; e 1r0nitori, 179-81, 107, 181sg., 194,397,401, 405; c identificazioni, 1llo, J8J, 115, us, IJl, 136, 197, 40)Sg.; c introic:zionc, 77, •J6, 138, 185, JOt, 346. 401-os; e lo,
155, 16o, 179, z16, u8sg., ~41, 177,179, 184, 186, z89sg., 304~~ ]H, 391, 40J,
!~;e~:7i::~~:::xi~:~~~~~f.~~:~ 466. 470>71; e padre, 18o,
~24sg.,
390,
:O~~f~i=i~~n~~~:::nf~c~~~:;~: i:~:
30: 397, 4os; e psieosi, zJG-]8, JOJ; e
~~~~~~es:.~ ~o~04J~~:. ~~~.a~~7~a~~
..S7 sg.; e riparuione, 449; c sadismo, 107, 119, 141Sg.,·z81, 18ssg., 190, 196; e sen~o di colpa,. 115, 158n., 107, IIS sg., z86, z91, z96, 389, 40]sg., 417n., 444en.,449; c sell$0 crio;o, 1QO; esigenze (pretese) 'del, r6o, 1Josg., 179, z81sg., .z86, 304; intesrazione del, 133.391,487 sg.; miil~ccioso, IJISg., 117, 18ug., ~ss sg., 194; nei b:lmbini, u4, 403-os; nel !altante, 155, 157sg., 176, 179"85, •8Qsg., 193, 197sg~ 107, u8·Jo, 149. 18'::-QJ, 390; nelle b:Jmbine, H4Sg., J&g.9'• 40H1s; paterno c materno, u8sg., uug., u4sg., nosg., 390, 405; primi . smdi del, 448, 466; s3dico c primi1ivo (selvaggio), t8>, 111, upg., 119, 171, 405, 4-40. +Wo 448; scissione del, 1lli severo c che proibisce, 4J7, 486n.; Sln.JttUta del, 176, 181Sg., 1lfSg., JpSg., 1]7, JO], J465g., )97 Svpcr-io, sviluppo del: c comp\mo cdipico, 487: c introiezionc c proiezione, 410, .461, 47osg., 474, 487sg.; fondamcntidcllo,44J,470Sg. Suzionc, 496-98, j'_lli disturbi dclla, IH (vtdi am:bt Alimentazione, disrurbi di); stadio ddla, 1Bsn., ]u, )l6, 356, 379i wdi ancbt Latte Svalutazione, 314 Svezzamento: angoscia depressiva nello, 469, 473, 48o, so8-Io, susif.; angO'lcia pcrsccvtoria nello, 480, flosg.; come punizione,· 391, 4H: dall'ultima poppata con poppatoio, 385, 391; diflicold. c disturbi di, J8s; c complesso edipico, Ipn., 18o, UJsg., uo; e fantasie di avvelenamento, sto; c malania psichica, 414 sg., 5oS c n.; c perdita dell'oggetto "buono~, 301; e perdita dc\l'oggcuo d'amore, 473, so8-11, Jl!SIJ.; e perdita del seno, 150, 311 sg., 391; c posizione depressiva, )IJ, 317, 391,480 ~g., 508-11, sn; c privazione anale, 110; metodi di, su; reaz.ioni allo, 414. 454. soS-tt; vedi 111/Cbe Allattamento
Sviluppo: affettivo, 457; crimin:~le c analisi, 113; emotivo, JJS,l94""9S.404i eterosessuale, 381; genitale, 158n., a1, 131, 357•59.l71,)81,]8},)94.481·8];intc\\ettivo, 18, 14Sg., 40, 46sg~ 66, ZC6ssg., 456; c introiczionc, }ozsg., 418sg.; c rimozione, 118; c Supcr-io, 346; introinionc c proiezione nello, 418sg.; meccanismi psicotici nello, )fin~ }Jfi meccanismi sehiwidi nello, 411 sg.; posizione dcprmiva nello, 314. J10,l>S, 327, SI]; posizione maniacale nello, 314, Jzo, Jzs, ))l; posizione puanoidc nello, J14SIJ.; posizione schizo-par:anoidc nello, 411, 513; scissione nello, 418, 431, 475 e n.; tendenze osscssivc ncllo,485 S11icidio, )II, H' Superficialità, 39,66 Talenti, 91, 9-1, 101, 105, 1o7, 1u, ns. 117SIJ., 146, 250 Teatro, 111,140,I41 Tecnica del gioco, vedi Gioco. tecnica dol
Tecnica psic9)Sg.; ·creative, tD6sg., 1u sg., ZDJ, u4, 1)9-41, 178; criminali, 199"ZOt,z8s,z9J-96;dinrunivc,88,z~,
109-:11, 21!1, UJ, 140, 141, 189, 194Sg., JD4n-, J•7sg., 3J4, )47, JS!i o:sil.>U:ionistiche, 8); cteroscssualc,94sg., •n, 137, '4'· •s•n., 117, )8o; gcniuli, ao, z49, 154, J6J, 381, 404; non sociali, 65-67, 197, zo1-o5; omosessuale, 117, IJD, 111 sg., 1]5-)8, 141, 147, 199sg., 104, 398; osscssivc, 411sg., 485; sadico-anali, 16o, 187, 1