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Italian Pages 231 Year 2002
Filippo Mignini
L'ETICA DI SPINOZA Introduzione alla lettura
Carocèi editore
1a ristampa, marzo 2007 1a edizione, "Seminario filosofico" 1995 © copyright 1995 e 2002 by Carocci editore S.p.A., Roma
Finito di stampare nel marzo 2007 per i tipi delle Arti Grafiche Editoriali Sri, Urbino ISBN 978-88-430-2350-9
Riproduzione vietata ai sensi di legge (art. 171 ·della legge 22 april~ 1941, n. 633) Senza regolare autorizzazione, è vietato riprodurre questo volume anche parzialmente e con qualsiasi mezzo, compresa la fotocopia, anche per uso interno o didattico.
Indice
Tavola delle sigle e delle abbreviazioni
II
Introduzione
I.
La "fortuna" dell'Etica Una filosofia per la vita I. 3. Obiettivi del presente lavoro
I.I.
1 .2.
2.
Genesi e struttura dell'opera
2I
2.I.
La redazione del testo
2I
2 .1 .1.
La storia redazionale del testo sulla base dei documenti
esterni 2.2.
Struttura del testo
25
Una via di liberazione I dell'opera
2.2.1.
2.2.2.
Piano formale e materiale
30
2.4.
Il metodo geometrico La lettura dell'Etica e le altre opere di Spinoza
3.
Dio
39
2.3.
3. I
.
34
Fondamenti dell'argomentazione 3.I.1. Definizioni (1-8)
I
3.I.2. Assiomi (1-7)
3.2. Deduzione della sostanza e dei modi (P1-29S) 3.2.1. Natura e proprietà della sostanza: Natura naturans (P1-20) I 3.2.2. Gli effetti de11a causalità immanente de11a sostanza: Natura natura/a (P21-29S)
7
49
3. 3. Confutazione di pregiudizi concernenti la natura. e l'azione dèlla sostanza (P30-36 e Appendice)
68
3.3.r. La creazione mediante intelletto (P30-3r) I 3+2. La crea·. zione mediante volontà (P32) I 3·3-3- La contingenza delle cose create (P33-36) I .3· 3+ L'imperfezione delle cose create (P33S2) I 3. 3. 5. La creazione in vista di un fine. Origine e natura dei pregiudizi, in particolare di quello teleologico (Appendice)
4.
Della natura e dell'origine della mente
4. 1. Introduzione 4.2. Fondamenti dell'argomentazione
75 76 77
4.2.r. Definizioni (r-7) I 4.2.2. Assiomi (r-5)
4-3- Origine della mente umana (Pr-9) 4.4. Natura della mente umana (Pro-47)
82 86
4.4.r. Elementi di una dottrina dell'uomo I 4.4.2. Gli oggetti immediati della mente umana: dottrina della immaginazione (Pr4-23) I 4+3· La conoscenza mediante Le affezioni del corpo (immaginazione) è inadeguata (P24-3r) I 4·4+ Differenza tra conoscenza inadeguata (errore) e conoscenza adeguata (verità) (P32-36) I 4+5· Fondamento, forme e proprietà della conoscenza adeguata (P3 7-47)
4. 5. Confutazione del pregiudizio concernente la volon~
5.
tà (P48-49)
104
Della natura e dell'origine degli affetti
109
5. 1. Prefazione
rro
5. 2. Fondamenti dell'argomentazione
III
5.2.r. Definizioni (r-3) I 5.2.2. Postulati (r-2)
5. 3. I due possibili stati della mente umana: attività e
passività (P1-3) 5 + La forza di autoconservazione (conatus) come essenza dell'affetto (P4-8) 5. 5. L'ordine della deduzione geometrica degli affetti (P9-59)
I20
5.5.r. Leggi generali del dinamismo degli affetti (P9-r8; 27-28; JI; 53-57) I 5.5.2. Gli affetti-passione (Pr9-52) I 5.5.3. Gli affetti-azione (P58-59)
5 .6. Esposizione sintetica delle definizioni degli affetti
8
1 33
6.
Della schiavitù umana o delle forze degli affetti
137
6. 1. Prefazione: del concetto di perfezione 6.2. Fondamenti dell'argomentazione 6.2.r. Definizioni (r-8) I 6.2.2. Assioma unico
Radice ontologica delle passioni: l'uomo è parte della natura ed è soggetto al suo ordine (Pr-4) La forza delle passioni (P5-r8) 6+ r. Principi generali che regolano la forza delle passioni (P5q) I 6.4.2. La conoscenza vera, in quanto vera, è impotente a moderare la forza delle passioni (Pr4-q) I 6+3· La cupidità che nasce da gioia è più forte della cupidità che nasce da· tristezza (Pr8 e S)
La virtù, attuazione della potenza d'agire dell' uomo, come ricerca dell'utile (Pr9-40) 6.5.r. La virtù consiste nel conservare il proprio essere, ricercando il vero utile sotto la guida della ragione (Pr9-25) I 6.5.2. Quali sono le cose che la ragione considera sommamente utili? (P2640) .
Del bene e del male negli affetti (P4 r -5 8) La determinazione all'azione da parte della ragione (P59-73)
153
155
6.7. r. Capacità e proprietà della ragione nel determinare all'azione (P59-66) I 6.7.2. La condotta dell'uomo reso libero dalla ragione (P67-73)
6.8. Appendice: le regole della vita razionale (capp. r32)
157
7.
Della potenza .dell'intellettQ o della libertà umana
161
7.r. Prefazione 7.2. Fondamenti dell'argomentazione (Ax1-2 e P1) 7. 3. Il potere o i rimedi della mente sugli affetti (P2-20) 7 + Della durata della mente senza relazione al corpo (P2I-40)
162
7+r. L'etetnità della mente (P21-23) I 7+2. La conoscenza di terzo genere (P24-3r) I 7+3· L'amore intellettuale verso Dio (P32-37) I 7.4+ La perfezione della mente (P38-40) I 7.4.5. La ragione prescrive che la beatitudine consiste nell'esercizio della virtù (P4r-42)
9
163 165 173
8.
Conclusione
187
8.I. I nuclei teorici dell'Etica 8.2. L'Etica nella prospettiva storica della civiltà occidentale
187 193
Cronologia della vita e. delle opere
197
Nota bibliografica
199
Indice dei nomi
233
IO
Tavola delle sigle e delle abbreviazioni
Edizioni di riferimento
G
M
AT
Spinoza, Opera, im Auftrag der Heidelberger Akademie der Wissenschaften, hrsg. von C. Gebhardt, C. Winter, Heidelberg 1925, 4 voll.; rist. 1972; voi. v, Supplementa, hrsg. von C. Gebhardt, C. Winter, Heidelberg 1987. Tutte le opere, ad eccezione del Breve trattato, sono citate da questa edizione, indicata con la sigla, seguita dal numero romano del volume e dai numeri arabi della pagina e delle righe. Benedictus de Spinoza, Korte Verhandeling van God) de
mensch en deszelvs welstand (Breve trattato su Dio) t uomo e tl suo bene, introduzione, edizione, traduzione e commento di F. ·Mignini, Japadre, L'Aquila-Roma 1986). L'edizione viene indicata con la sigla, seguita dal numero progressivo della pagina. René Descartes, CEuvres, par Ch. Adam, P. Tannery, Cerf, Paris 1897-1913. Sigle e abbreviazioni deUe singole opere
TIE KV
Tractatus de intellectus emendatione. Korte Verhandeling 1, II: parte prima, parte seconda; il primo numero arabo che segue il numero romano indica il capitolo, il secondo numero arabo indica il paragrafo: I, 3, 5 = parte prima, cap. 3, par. 5.
ZI) Z2: Eerste Zamenspreeking, Tweede Zamenspreeking (I Dialogo, II Dialogo). VR: Voor Reeden van)t twede deel (Prefazione della seconda parte). II
L'ETICA
or SPINOZA
Ar, 2: Appendix I, Appendix 2. PPC Renati Des Cartes Principiorum Philosophiae Pars r... (si impiegano le stesse sigle ·dell' Ethica). CM Cogitata Metaphysica (ad esempio CM r, 3 = parte r, cap. 3)
TTP Tractatus Theologico-Politicus. E
Ethica. r,
2,
3, 4, 5: parte prima, seconda ecc.
A: Appendix AD: A/fectuum Defim~io Ax: Axioma C: Corollarium D: Definitio Ex: Explicatio L: Lemma P: Propositio Post: Postulatum Praef: Prae/atio S: Scholium (ad esempio E 2 P40S 2
=
sizione 40, scolio secondo).
TP Ep
Tractatus politicus. Epistola, Epistolae.
I2
Ethica, parte seconda, propo-
I
Introduzione Il mio proposito non è di spiegare il significato delle parole, ma ]a natura delle cose, che indico con quei vocaboli il cui significato, tratto dall'uso, non si allontana del tutto dal significato in cui li voglio impiegare. Basti averlo avvertito una sola volta. Spinoza, Etica 3, AD20 I.I
La "fortuna" dell'Etica 1 L'Etica fu pubblicata tra le Opere postume di Spinoza, sul finire del 1677. L'autore era deceduto il 21 febbraio' dello stesso anno, non ancora quarantacinquenne. Prima di morire~ egli aveva affidato agli amici alcuni manoscritti, tutti incompleti, ad eccezione di un'opera che due anni prima aveva tentato di pubblicare: il timore di persecuzioni teologiche lo aveva indotto a desistere. Quando quel manoscritto vede la luce, uscendo dalla stretta cerchia di amici che da anni ne discuteva 2 , si avverte subito che esso raccoglie quasi l'intera filosofia dell'autore, esponendo un modello di mondo nuovo e antico, alternativo alla cultura cristiana dominante. L'Etica diviene il bersaglio di un'ampia polemica: già in vita considerato cartesiano e accusato di ateismo, sullo scorcio del secolo xvn e in buona parte di quello successivo, Spinoza assurge al ruolo simbolico di eroe negativo. Arnauld lo definisce «luomo più empio e pericoloso di questo secolo». Le chiese mettono all'indice la sua opera. Per accusare qualcuno di ateismo, materialismo, fatalismo, libertinismo, epi~ ·cureismo o di qualunque altra dottrina ritenuta perversa, è sufficiente ormai chiamarlo spinozista. Se Bayle accredita, nel celebre articolo del Dictionnaire, l'immagine di Spinoza «ateo virl. Per maggiori informazioni sulla fortuna dell'opera dr. F. Mignini, Introduzione a Spinoza, Laterza, Roma-Bari 1983, 19944, pp. 173-206, e la Bibliografia di questo volume, par. lo: in seguito, i riferimenti a tale Bibliografia verranno indicati con la sigla Bibl., seguita dal numero del paragrafo a cui si rinvia (ad esempio, Bibl. io). 2. Cfr. Bibl. 12, in particolare Steenbakkers.
13
1
L ETICA DI SPINOZA
tuoso», ladeguazione non può dunque prescindere dalla verità, ossia dalla convenienza con loggetto. L' adeguazione presuppone in tal caso la verità, distinguendosi adeguazione e verità solo con una distinzione di .ragione. Vediamo ora se l'idea di una affezione del corpo può essere vera e quindi adeguata. Il criterio generale adottato da Spinoza per decidere della questione è il seguente: adeguata sarà l'idea che la mente formula mediante la sola potenza della sua propria natura; infatti ciò che trae da se stessa non può che esserle chiaro e distinto, mentre ciò che trae da altre idee non può esserle noto se non in modo parziale e confuso, ossia· inadeguato. Ora, che cosa costituisce la natura dell'idea-mente umana? Essere una determinazione dell'attributo del pensiero (essere cioè un modo finito del modo infinito mediato dell'attributo pensiero) corrispondente a una determinazione dell'estensione. In quanto tale determinazione si dà in un modo infinito· - ed è solo in tale contesto che essa si costituisce e sussiste - è necessariamente adeguata, perché implica in modo simultaneo la conoscenza dell'essenza del corpo umano e di tutte le ·sue affezioni. Infatti ogni idea del modo infinito mediato è conosciuta dall'intelletto infinito (modo infinito immediato) nella simultanea e perfetta relazione con tutte le altre idee che la determinano, implicando così lessenza del corpo di cui sono menti (E 2
4·
DELLA NATURA E DELL'ORIGINE DELLA MENTE
De/2). Perciò la mente umana, considerata nella sua costituzione mediante il modo infinito ed eterno del pensiero, implica la conoscenza adeguata dell'essenza del corpo umano e dell' essenza degli attributi di Dio. Tuttavia, se consideriamo in se stessa, separatamente da tutte le altre, ciascuna idea costituente il modo infinito mediato, troveremo che ogni mente, essendo idea di un oggetto composto (il corpo umano), è anche un'idea composta implicante le idee di tutte le parti del corpo umano e dei corpi con cui il corpo umano entra necessariamente in relazione per costituirsi e sussistere. Ora, degli altri corpi e delle parti del proprio corpo che possono essere separate da esso, senza che muti come intero (P24), si danno nel modo infinito mediato altre idee, diverse da quella costituente la mente umana. E questa:, per poter intendere adeguatamente il proprio corpo, dovrebbe intenderlo mediante le idee dei corpi costituenti il proprio corpo e dei corpi esterni aventi una natura diversa dalla sua (P25-26). Infatti, per la P11C, il corpo umano è conosciuto non solo mediante l'idea del corpo umano, ma anche mediante molte altre idee di corpi costituenti o afficienti il corpo umano. Perciò, mentre nell'attributo del pensiero si danno simultaneamente tutte le ·idee, e di tutte le cose si danno idee adeguate, all'idea che rappresenta l'essenza del corpo umano, _considerata per sé, mancano tutte le altre idee dei corpi (individui o parti) costituenti il corpo umano o degli altri corpi afficienti. Pertanto, delle parti del proprio corpo, dei corpi esterni e di ogni cosa conosciuta mediante le affezioni del proprio corpo - quindi anche di se stessa - la mente umana ha soltanto una conoscenza parziale e confusa, perché tali idee non dipendono dalla sua natura, ma dall'ordine comune della natura, ossia dalla serie delle cause esterne (P27-29). Poiché anche la durata del nostro corpo e dei corpi esterni dipende dall'ordine comune della. natura, di essa possiamo avere un'idea del tutto inadeguata (P3031).
4.4.4. Differenza tra conoscenza inadeguata (errore) e conoscenza adeguata (verità) (P32-36)
Il ·criterio della verità delle idee, come si è detto, è la loro convenienza con l'oggetto; poiché tale convenienza si dà necessariamente tra le idee quali sono in. Dio e le cose ad esse corrispondenti, tutte le idee, in quanto sono riferite a Dio, sono ve97.
L'ETICA or St>fNOZA
re (P32). Nei termini del Breve trattato, si può dire che la verità è Dio. · Le idee della mente umana sono vere quando dipendono dalla sola natura della mente, ossia quando si danno nello stesso modo in cui si danno in Dio, considerato come costituente l'essenza della mente umana (P34). In altri termini, quando non implicano altre idee per essere formulate. Ora, poiché tutto ciò che si dà di reale è in Dio, o perché coincide con la sua sostanza o perché· ne è un modo, segue che nelle idee non può darsi nulla di positivo o reale per cui si dicano false; infatti, se così fosse, la falsità dovrebbe essere in Dio CP33). Poiché la falsità non consiste in qualcosa di positivo e neppure nella semplice ignoranza, essa consiste nella privazione o mancanza di conoscenza implicata dalle idee inadeguate (P35). Infine, le idee che, in quanto sono "in Dio", seguono tutte con la medesima necessità e tutte sono adeguate, sono invece inadeguate e confuse in quanto si riferiscono alla mente particolare di qualcuno, dalla cui essenza o assolutezza non dipendono e dalla quale, quindi, sono conosciute solo parzialmente e in modo inadeguato. Si può concludere perciò che le idee adeguate e quelle inadeguate seguono con la medesima necessità (P36), poiché sono le medesime idee, nel medesimo ordine, considerate quali idee di un modo infinito (in cui nessuna è priva di relazione con tutte le altre) e quali idee di un modo finito, in cui si danno con una parziale relazione ad altre.
4+ 5.
Fondamento, forme e proprietà della conoscenza adeguata (P37-47)
La trattazione della conoscenza adeguata è svolta in tre momenti. I. Viene dimostrata la possibilità di una conoscenza adeguata, intesa come conoscenza di ciò che è comune a tutti i corpi: secondo genere di conoscenza o ragione (P37-40). 2. Viene indicata la natura del terzo genere di conoscenza o intelletto (P40S 2) . 3. Si indicano le proprietà· del secondo e terzo genere di conoscenza: a) proprietà comuni rispetto alla conoscenza del veto (P4143 );
4·
IJELLA NATURA E DELL'oRrGrNE DELLA MENTE
b) proprietà della ragione di conoscere sotto l'aspetto della necessità (P44); e) proprietà dell'intelletto di conoscere 1'essenza eterna e infinita di Dio (P44-47).
Dimostrazione della possibilità e natura della conoscenza adeguata (P37-40) La dimostrazione vera e propria, data nelle P38-39, ha una premessa nella P3 7, la quale afferma che ciò che è comune a tutte le cose e che si trova identicamente nella parte e nel tutto di ciascuna cosa non può còstituire l'essenza determinata di cosa alcuna. Se infatti ne costituisse l'essenza, ciò che è comune non potrebbe essere concepito senza quella cosa singolare