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Italian Pages 268 Year 1965
S. TOMMASO D'AQUINO
LA SOMMA TEOLOGICA TRADUZIONE E COMMENTO A CURA DEI DOMENICANI ITALIANI TESTO LATINO DELL'EDIZIONE LEONINA
xm LA LEGGE EVANGELICA LA GRAZIA (I~H,
qq. 106, 114}
CASA EDITRICE ADRIANO SALANI
Nihil obstat
Fr. Ludovicus Merlini O. P. Lcctor S. Theologiae fr. Albertus Boc:canegra o. P. Lector S. Theologiae
Imprimi potest Fr. Innocentimi Colosio Prior Ptovincialis S.
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J lorE.>ntiae die Vl1 Maii MCMLXV IME'RIMATUR
Faesulis die V 111 Ma ii MCMLXV
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Antonius Episcopus Faesolanus
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DJRITTl SONO RISERVA.TI
MC.lfl.XV - 0ftsa Eifilrfr·e.
.A dr icmo Salani S. P· A.
------------ -------- ·-------------Ofiidne Guti-.he Stianti, Sanc~s.ci.a.no • MCML.XV - Printed in ltaly
LA LEGGE EVANGELICA (I - II, qq. 106-108)
LA LEGGE EVANGELICA (1-[I, qq. 106,1081
THADUZIONE, INTI~ODUZIONE E NOTE del P. Tito S. Cent1 O. P.
INTRODUZIONE 1 - A prima vista le tre questioni, che presentiamo all'inizio
del vol. XIII, sembrano proprio maltrattate dalla nostra divisione, che purtroppo è dettata anche da criteri materiali di spazio. Le qq. i06-108 rientrano logicamente nel trattato De Lege: eccole invece affiancate al trattato De Gratia. Diciamo pure che la mole del De T~ege consigliava questo smembramento tutt'altro che naturale. Però è anche vero che abbiamo voluto dare a questa divisione un significato polemico. Affermiamo così in maniera evidentissima, che la Legge Evangelica nella partizione dell'Opera appartiene più alla grazia che alla legge. Le ragioni le vedremo subito in questa introduzione,: e meglio anr.ora appariranno a coloro che si daranno premura· di leggere il testo di S. Tommaso. Abbiamo già notato in altri volumi che il Dottore Angelico non mira tanto a stendere trattati monografici, quanto a curare l'unità della sua sintesi teologica. Per questo ricorre con insistenza a degli allacr.iamenti con anticipazioni e richiami continui, svolgendo qua o là nei punti chiave tesi che si prestino a un naturale trapasso dall'uno all'altro argomento. Possiamo dire che in questo caso il tentativo è evidentissimo, ed è riuscito alla perfezione. Dalla legge alla grazia il passaggio si fa attraverso la legge evangelica. Questa posizione chiave del trattatello non poteva sfuggire a una ricerca meticolosa cmne quella di Dom Ghislain Lafont: l gesuita Francesco Suarez [t i617) e del domenicano Giov. Vincenzo Patuzzi [t i 763], che in senso lato si possono considPrare illustrazioni dell'analogo trattato tomistico. I teologi e i moralisti più re,·enti non si sono molto interessati del nostro argomento nei loro manuali. Rare sono le loro monografie; mentre è più facile incontrare studi accurati in proposito da parte dei cultori delle scienze bibliche. 3 - Il disinteresse dei moralisti per la legge nuova è concomitante al favore incontrato in questi ulti1ni secoli dalla casistica e da certo probabilismo, che ci hanno regalato una morale minirnista, preoccupata di salvare una libertà che non è quella cristiana. In proposito condividiamo quanto ha scritto il P. Antonio Di M.onda O. F. M. nell'unica rnodcrna monografia teologica suJ nostro argo1nento (cfr. f...a Legge Nuova della libertà secondo S. Tornmaso, NapoJi, J954, pp. 290 ss.): cc Senza dubbio, il fatto che la legge Nuova è una legge di libertà, potrebbe apparentemente legittìn-1are o forni re un argomento di più a dei sistemi, il massimo sforzo de1 quali è tutto nel tentativo di alleggerire l'onere della legge, nei confronti della libertà .... Preoccupazione costante dei casui:::ti » e di certo probabilismo, (( è di rendere l'osservanza deUa legge più facile che sia possibile, dissimulandone le obbligazioni. Da ciò il ricorso a tutte le sottigliezze, a tutte le opinioni altrui, le determinazioni meticolose della legge e della sua obbligatorietà, le divisioni e suddi-
INTRODUZIONE
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visioni, il ricorso, in una parola, a tutti i possibili sotterfugi .... >>. « Tale scopo, teso evidentemente a una liberazione materiale ed effettiva dalla legge, comporta, inevitabilmente, un accentuato pericolo di licenza che non può sfuggire a nessuno. E ciò non può essere certo in accordo con i principi della legge Nuova. Una ricerca storica sullo stesso famoso principio: "La legge positiva non obbliga con grave incomodo", ci direbbe fino a qual punto la soavità e libertà del1a legge Nuova siano state tradite )) (ibirl., pp. 293 s.). II
Natura delJa legge evangelica.
4 - Nel definire il concetto di legge evangelica ci troviamo subito dinanzi a una certa ambiguità del termine principale~ cui dobbiamo ricorrere. Il termine legge implica un concetto univoco, o un concetto analogico? S. Tommaso all'inizio del suo trattato {q. 90) ha fatto una ricerca accuratissima della definizione della legge, ricapitolando il suo pensiero in una formula ormai classica: « Quaedam rationis ordinatio ad bonum commune, ab eo qui curam communitatis habet promulgata n (q. 90, a. 4). Nonostante la precisione e la chiarezza di questi dati essenzia1i, la legge non è un concetto univoco, ma analogico. Basti pensare che il termino si applica anche a1la legge eterna, la quale in sostanza s'identifica con Dio stesso. È mai possibile che un concetto possa applicarsi a Dio e alle creature in senso univoco? Anche applicato alla leggo evangelica il conr,etto di legge subisce degli adattamenti considerevoli, i quali lo differenziano non poco dal conretto che ricaviarno dalla legge positiva òivina dell'Antico Testamento, o dal la leggo positiva umana. 5 - I caratteri essenziali della legge si applicano anche qui in ~aniera. analogica. Ce1'tamente anche la legge nuova è « un ordinamento di natura :razionale», ma non nel senso che derivi da un'intelligenza creata, o rhe possa essere cc compresa» da un intelletto creato: è infatti legge positiva divina concflpita per un ordine squisitamente soprannaturale. Tale ordinamento tr~sce~de ogni esigenza della rreatura, e costituisce un disegno 1!11ster1oso, in cui si armonizzano in modo arcano i rapporti del1 uomo con Dio. L'uomo peccatore ottiene misericordia in forza dell'opera salvifica dell'Uomo-Dio, che costituisce il nuovo pattNo, o Testamento. Precisamente: la legge nuova non è che il uovo Testamento. I..a legge evangelica è una « ordinatio rationis » anche nel sog-
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LA LEGGE EVANGELICA
getto che la riceve e ne partecipa, cioè nell'uomo battezzato. Questo però non va inteso nel senso di un risanamento al livello della pura razionalità; perchè la grazia di cui il giusto è invùstHo non si limita a guarire l'uomo, ma a formare un figlio di Dio. Anche il :
\ UÌ in ~e stessa (q. 106)
b) in rapporto alla legge antica (q. JOìi
I
Dio, nrìncipio e.strin:-:.cco degli atti umani: /
e)
contenuto (q. 108)
\
\ a) sua necessità (q. 109) 1) I a grazia in se
~tessa:
I
II) aiuta mediante LA GR.\Zl.\:
b) essenza (q. 110)
(
e)
divisione (q. 111)
2) cnusalità (q. 112)
\ a! git1stifìcazjone del peccatore (q. 113
3; effetti:
I b) '.
il merito \q. 114)
AVVERTENZE
1. Nel testo italiano sono stati eliminati i richiami e le indicazioni delle opere citate, perchè figurano a fronte nel testo latino. Dove l'intelligibilità della frase lo richiedeva è stato inserito qualche termine o qualche espressione tra [ ], per facilitare la comprensione del testo senza ricorrere a perifrasi. Nella punteggiatura si segue ordinariamente il latino, per dare agio al lettore di controllare la traduzione e di consultare il testo originale. I richiami delle note sono tutti nel testo italiano, esse però continuano anche sotto il testo latino e talvolta nelle pagine seguenti. 2. Il testo critico latino dell'Edizione Leonina è riprodotto con la. più scrupolosa fedeltà. La sola enumerazione degli articoli all'inizio della Quaestio è stata fatta senza capoversi. Manca però, nella nostra edizione, l'apparato critico. Le sole varianti di un certo interesse vengono prese in considerazione nelle note. Le citazioni, o i dati complementari delle citazioni, che I1 Ed. I ,eonina riporta in margine, sono state inserite nel testo tra [ ]. Soltanto i versetti della Sacra Scrittura - in corsivo - figurano senza altri contrassegni. Le citazioni e i luoghi paralleli sono semplificati con criteri tecnici moderni. Le Opere dei SS. Padri sono citate secondo le diciture più comuni: per non infarcire troppo il testo di elementi estranei, abbiamo trascurato i titoli e le enumerazioni meno usuali. Dove i richiami sono vere correzioni del testo della Somma, vengono riportati in nota.
:J - Xlii
Ql!l~STIONE
106
La legge evangelica, o legg·e nuova, in se stessa.
1
Eccoci a c·ousidel'arc la ll:'gge evaugelica, che viene denon1inala legge nuova. Prin10, tratterenw di codesta legge in se stessa; secondo, in rapr,orio all'uuUca legge; terzo, parlere1no del contenuto di essa. H.iguunlo al primo argo1nellto csa1nineremo quattro cose: 1. La sua qualìtà, cioè se codesta legge sia scritta o infusa; 2. La sua vìru'i, cioò .se essa >. Sed lex nova est maxime spiritualis. Ergo lex nova non debuit dari a principio mundi. RESPONDEO DICENDUM quod triplex ratio potest assignari quare lex r
~
....
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All'unico luog-o parallelo cita lo d~I tesi o latino qui a fronte potremmo aggiungere. per la sua grande affinità, III, q, t. a. 5 con i rispettivi ll. pp. 2
L~\ SU.M~L\
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TEOLOG i CA, I-II, q. 106, a. 3
vu legge 11011 andava dat.a all'inizio del rno11do. La pri 111a sta nel fatto che codesta legge principaln1ente consiste, com.e nbbiarno detto, nella grazia dello Spi.rito ::;anto; la quale non doveva concedersi in abboi1da11za prima di aver tollo dal genere u1nano, con la redeuzione di Cristo, l'ostacolo del peccato. 1 Ecco perchè nel Vangelo si legge: ((Non c1·a stato ahcora dato lo Spirito 1 perchè Gesù non era arH.'.ora stato glorificato)). E questa la ragione portata espressamern e dall' Apostulo nella /~cl tr ra ai Il omani; in cui, dopo aver ricordalo la u legge dello :-=:pi rito di vita H, aggiuuge: «Dio, iu viando suo Figlio in can1c simile a quella deJ peecato, condannò il peccato nel1a carne, affinchè la. giustificazione della legge si coinpisse in noi n. La seconda ragione si vuò desu1nere dalla perfezione della nuova legge. Infatti niente raggiunge la perfezione all'inizio, nla con il te1npo: prhna. si è lian1binì, e poi uomini. Anche questa ragione 1a troviarno negli scritti dell'Apostolo: {{La legge è stata il nostro pedagogo a Cristo, affinchè per via della fede f ossirno giustiHcati. Venuta però la fede non siarno più sotto il pedagogo H. La terza ragione si desurn.e dal fatto che la nuova legge è legge di grazia: perciò era necessario che l'umno fosse lasciato a se stesso nello stato deU. antica legge, perchè, cadendo in peccato, constatas~e Ja propria infermità, e riconoscesse di aver bisogno della grazia. L'Apostolo eosì ncct:>1nia a codesta ragione: «La lPggc sopraggiunse sl clw abbondò il peccato; rna dove abbondò il peccato, sovrabùondù la grazia)), 2 Sou:zioNE DELLE DlFHCOLTÀ: L ll genere u1wu10 per il peccato del suo progenitore rneritò la privazione deHtaiuto della grazia. Pc~r eiù i< verso coloro cui esso non è concesso, si ha un atto di giustizia; e pel' coloro cui si concede, si rHt nn dono gratuito n, come not.a ~. . AD PRIMU).1 EH.GO IHCENDU:U quod hurnanum genus propter peccatum primi parentis 1neruit privari auxilio gratiae. Et ideo ridìonalìs h:Yhitata, quoniam potus antarticus elevatu1• eis" (C'A.IF.TA'{l·s in h.. a.\
LA 801\fMA TEOLOGICA, I-II, q. 106, a. 4
ARTICOLO 4 Se la nuova. legge debba durare sino alla fine del mondo. SEMBRA che la nuova legge non dehba durare sino alla fine del Jnondo. Infatti: 1. Comr. l'Apostolo insegna, . Et dicitur habere pro- .. issa sp1r1 ualia et aeterna, quae sunt obiecta virtutis, praecipue caritatis. Et ita per se in ea inclinantur, non quasi in extranea, sed quasi in propria. - Et propter hoc etiain lex vetus dicitur u cohibere manum, non animum >> [cfr. MAGISTR., 3 Sent., d. 40]: quia qui timore poenae ab aliquo peccato abstinet, non simpliciter eius voluntas a peccato recedit, sicut recedit voluntas eius qui amore iustitiae abstinet a peccato. Et propter hoc lex nova, quae est lex amoris, dicitur cc animum cohibere )) [ibid. ]. 1 Fuerunt tamen aliqui in statu veteris Testa1nenti habentes cari tatem et gratiam Spiritus Sancti, qui principaliter expectabant pro missiones spirituales et aeternas. Et secundum hoc pertinebant al legem novam. - Similiter etiarn in novo Testamento sunt aliqui car, nales nondurn pertingentes ad perfeciionem novae legis, quos oportuit etia1n in novo Testamento induci ad virtutis opera per timorem poenarum, et per aliqua temporalia pro1nissa. Lex autem vetus etsi praecepta caritatis daret, non tamen per 1 eam dabatur Spiritus Sanctus, per quem u diffunditur caritas in cordibus nostris n, ut dicitur Rom. 5, 5. AD TERTIUM DICENDU.M quod, sicut supra [ q. 106, a. 2] dictum est, ~-d.ic.it.ur « Jex fl~§i.E.,. inqnantum.._eiq.§_Jrr.tfil..UH;ùit.aa_c.onsistit .. UJ ipria .gra.tia qlilae i~Q.8..-datur..credeotib~ unde ~i~itu~,_c:_g_!.2. t.1.a.....fid.~.i.-». Habet autem secundario aliqua facta et moralia era1nentalia: sed in his non consistit principalitas legis novae, si cut principalitas veteris legis in eis consistebat. llli autem qui i veteri Testamento Dco fueruut accepti per tiden1, secundum hoc ad novu1n Testa1nentum pertinebant: non enim iustiflcabantur nisi per fidem Christi, qui est auctor novi Testa1nenti. Unde et de Moyse dicit Apostolus, :td Heb. 11, 26, quod eome abbian10 detto, sta alla legge antica, come una cosa pnza. dubbio l'artJrolo centrale della questione. che definìs lato 1~_.Jeg.gc uuyva dà _y_uello . che J~a)_il!ca aveva prornesso, secoHdo le parole di S. Paolo: J, cioè in Cristo. - Inoltre da questo lato ~~filt. ~~ eomph:nento a quanto i' antica legge preligurava. S. Paolo inratLi afferiuà, a proposito det précettr cerrmoniatt,··~he erano « 0111, bra delle cose future, n1a il corpo n, cioè la verità, u è Cristo)). Ecco perchè la legge nuova si denomina «legge della verità»; 1neutre quella antica si dice « dell'ornlJra u o i. 1 1 - Col suo ìnsegnarnento 1 poi, diede con1pirnento alla legge in tre niotl i. Primo, spiegandone il vero signifìooto. Ciò è evidente nel caso ve1 r< flgurae)). Praecepta vero veteris legis adimplevit Christus et opere, et doctrina. Opere quidern, quia circumcidi voluit, et alia legalia observare, quae erant illo tempore observanda; secundum iHud Gal. 4, & : « Factum sub lege li. Sua autem doctrina adimplevit praecepta 1egis tripliciter. Primo quidem, verurn intellectum lcgis exprimendo. ~icut patet in homicidio et adulterio, in quorurn prohibitione Scribae et Pharisaei non intelligebant nisi exteriorem ac'tum prohibitum: nnde Dominus legen1 age.~I. Rovigo. 195::1. pp. 345-::1!12). - "L'lndissoluJ)ilitil del ma11·ìmonio nnn p:ltii;:;re ('cre1ion\ (Mr .. 10. ff: Le .. 16. 18; I. cor,, 7. 10 s.). e l'apparente ~rre1.ione qui infrol rom men tare quèf'p~iss-o evangeliro: dPIJ~ numa lei!~ il rnorimo, come atti che concorrono a produrre ragfazia. l·~ tali sono le azioni sacran1entali istituite neHa nuova legge: cioè il battesilno, l'eucarestia, ecc. Ci souo in-\·ece altri atti esterni che sono prodotti sotto la mozione della grazia. ::vra1ù questi s1 deve---not-a-re·-ttftft-·distffizigne. Infatti akuni hanno un'affinità. o una contrarietà necessaria con la grazia interiore, che consiste nella fede operante mediante la carità. E codesti atti sono, o comandati, o proibiti dalla nuova legge; rosì è comandato di confessare la fede, ed è proibito di negarla: u Chi 1ni a\Tà confessato daYanti agli uomini, anch, io lo confesserò (lavanti al Padre mio. Chi invece nli avrà rinnegato davanti agli uornini, artch'io lo rinnegherò davanti al Padre mio n. 1 Altri alti invece non hanno nna contrarietà o un'affinità necessaria con la fede che opera nella carità. E codesti. atti non sono comandati o proibiti nella nuova legge in fo1·za della sua prima istituzione, ma dal suo legislatore, doò da Cristo, sono lasciati a ciascuno secondo la funzione di guida che egli __cfev·é-· eser·citare. E quindi ognuno è libero ·1u codesti atti di rletérrninar·e ·-qùè.Ucr Cl'Ye gl.fseinbra di dover fare, o evitare; e a ciascun· superiore è dato in proposito di orllinare ai propri sudditi quello che devono fare, o non fare. Perciò anche per questo la legge evangelica è chiamata legge fiPlla liurrtà; iufat ti la legge aniira deterrninava moltissime cose, e poche ne lasciava da determinare alla libertà degli uomini. 2 So1xz1o:SE DELI,E Dff'I.·lCoLTÀ: 1. Il regno di Dio consiste principal~ urnnte negli atti interiori: ma indirettamente vi appartengono an~ che tutte quelle cose, senza le quali gli atti interiori non possono prodursi. Se il rPgno di Dio, IL e.s., è giustizia interiore, pace, P. gioia spirituale, è nece8gario che 1utti gli atti esterni coni rari alla pacc 1 o alla gioia spirituale, siano contrari al regno di Dio: e quindi. devono esser proibiti nel Vangelo del regno. Invece tut1 o 1 Frarn'Psco D~ Vitoria ì t 15116] al testo di S. Tommaso ta seguire il commento ( he seguP · « na. 1r11r~tl) artiroro si t·Hcv:i d1e quanto non f. indispens~1bi1e pe1· la ~alvC'lza rwn è rii !1.·~~c (li,·ina - Quì si (> solit.i