Il Codice Della Verità Rivelazioni Finali [PDF]

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Zitiervorschau

Francesco Cardullo

IL CODICE DELLA VERITÀ Rivelazioni Finali REALE EDITORIAL

Francesco Cardullo

IL CODICE DELLA VERITÀ Dossier Rivelazioni Finali

Ricerche di immagini, testi, appunti e manoscritti a cura di Francesco Cardullo

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«Acquista verità e non la vendere, acquista saggezza, istruzione e intelligenza.» Proverbi 23:23 «La somma della tua parola è verità; tutti i tuoi giusti giudizi durano in eterno. (SIN)» Salmi 119:160

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IL CODICE DELLA VERITÀ, Dossier Rivelazioni Finali Ricerche di immagini, testi, appunti e manoscritti a cura di Francesco Cardullo

© Copyright: Creative Commons Attribution-NonCommercial Non commercial Edizione cartacea gratuita destinata alla diffusione gratuita. Farne richiesta a Francesco Cardullo [email protected] 3

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Ricerche completate nel 2023 Palermo, Sicilia Questo Dossier non è in vendita È gratis

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Indice Prefazione_________________________________________7 Cosa c’è dopo la morte?_____________________________8 La Bibbia è vera lo dice la scienza ____________________16 Il libro di Enoch di cosa parla?_______________________ 43 I giganti sono esistiti _______________________________ 93 Ritrovamenti Arca di Noè, arca dell’alleanza, Sodoma e Gomorra_________________________________________104 Lettere ebraiche e codice Bibbia parlano di Gesù____________________________________________187 La Scritta sulla croce dice che Gesù è Dio ____________202 Salmo 119 parla di Gesù____________________________205 Elohim cosa significa?_____________________________329 1948 si è compiuta una profezia Biblica___________________________________________345 Testimonianza dell’Autenticità e Autorevolezza della Bibbia___________________________________________350 Conclusioni_______________________________________355 Bibliografia e sitografia_____________________________360 6

PREFAZIONE Questo è un Dossier che intende dimostrare che la Bibbia è la Parola di Dio, ed è l’unica verità, ove in questa società moderna l’uomo cita sempre quel versetto di Tommaso « Ma egli disse loro: «Se non vedo nelle sue mani il segno dei chiodi e se non metto il mio dito nel segno dei chiodi, e se non metto la mia mano nel suo costato, io non crederò».» Vangelo secondo Giovanni 20:25 Nella speranza che chi leggerà questo volume, possa riconoscere che oggi la conoscenza della verità sta aumentando come ha profetizzato il profeta Daniele nella Bibbia. Il mio desiderio è che questo dossier sia di utilità nella conoscenza e ricerca di Gesù Cristo come Messia e Salvatore Dio in primis per gli ebrei, poi per tutti coloro che non sono nella fede in Cristo Gesù, per gli atei, gli agnostici, e gli uomini di tutto il mondo di ogni religione, lingua e tribù. Non occorre alcuna autorizzazione per citazioni, è riproduzioni parziali di questo dossier (che non è un libro , ma un documento di raccolta di informazioni) in qualsiasi forma avvengano, si invita soltanto a citare l’autore ricerche di immagini, testi, appunti e manoscritti, il titolo del dossier e la data di pubblicazione. In merito alle foto prese da libri, parti di libro, quotidiani, riviste o articoli dalla rete internet, che si trovano in questo dossier, vengono usati secondo usi consentiti dalla legge italiana: È consentita la libera pubblicazione attraverso la rete internet a titolo gratuito, d’immagini e musiche a bassa risoluzione o degradate, per uso didattico o scientifico e solo nel caso in cui tale utilizzo non sia a scopo di lucro (Articolo 70 della legge sui diritti d’autore, 1bis-). 7

Ciò che leggerai è un dossier storico, scientifico, archeologico, biblico. Se alla fine della lettura del dossier potresti rimanere sorpreso, ma anche rincuorato perché avrai ricevuto delle risposte definitive ad alcune domande che fino a poco tempo fa ti sembravano irrisolte e senza risposta, oggi queste risposte sono arrivate adesso dipende solo da te credere nel Dio vivente il Signore Gesù Cristo. Dio ti benedica

COSA C’È DOPO LA MORTE? C’è vita dopo la morte? | La risposta in queste sconvolgenti testimonianze. Le esperienze di queste persone potrebbero aver assistito all’esistenza della vita dopo la morte. La questione dell’aldilà è in realtà un tema eterno che trascende secoli e culture fino alla venuta dell’unico Cristo, che, come Figlio di Dio, ha vinto con successo la morte attraverso la sua risurrezione. La sconvolgente miriade di esperienze di pre-morte Tuttavia, negli ultimi secoli, grazie all’avvento dei mass media, molte storie di uomini e donne che hanno avuto esperienze di pre-morte sono venute alla luce o nell’aldilà riprendere conoscenza. In questo modo è stata trovata una prova molto tangibile che la vita non finisce in questo mondo, ma continua dopo la morte. Alcuni di questi casi di pre-morte sono anche molto noti e hanno vissuto l’aldilà in prima persona. Ad esempio, queste persone hanno visto la luce in queste storie e sono persino riuscite a incontrare i loro cari defunti. Infatti, nel Catechismo della Chiesa Cattolica, si parla di una vera e propria “risurrezione della carne”, attraverso la quale lo stato finale dell’uomo non sarà solo la separazione dell’anima spirituale dal corpo, ma il corpo sarà riportato in vita. Poi si spiega che la vita 8

eterna comincerà subito dopo la morte, che non ci sarà fine alla vita eterna, e che ogni persona sarà soggetta a un giudizio specifico di Cristo prima di essere riconosciuta dal giudizio finale. Per questo si dice che Gesù «verrà di là per giudicare i vivi ei morti». Vita dopo la morte: medici che indagano il problema da una prospettiva scientifica Negli Stati Uniti, ci sono diversi medici che hanno cercato di analizzare il problema da una prospettiva scientifica sin dal secolo scorso. Ad esempio, il medico americano Raymond Moody, nel suo libro “Life Beyond Life”, ha analizzato le testimonianze di persone che “sono morte clinicamente” e sono successivamente resuscitate. La sorprendente scoperta del dottore è stata che tutte queste persone mostravano una cosa in comune: un senso di disincarnazione e di pace interiore. Vedere un tunnel di luce, incontrare immortali, un senso di guardarsi indietro davanti agli occhi, la sensazione di una vita. Ad un certo punto, però, tutte queste persone si presentano a “un’entità immateriale” che le rimanda nel mondo dei vivi. Proclamando così che il loro tempo non è ancora arrivato. Ad esempio, Valerie, 47 anni, ha detto: “Mi sentivo come se stessi fluttuando. Il dolore era scomparso e non avevo paura. Ho solo provato una felicità indescrivibile. Poi ho visto una luce, un uomo all’inizio del tunnel. Non so se la luce proveniva da quell’uomo, o il tunnel lo illuminava. Era una luce accecante, ma non ti ha fatto male agli occhi. Anzi, abbastanza soddisfacente.”

Esperienze di pre morte: testimonianze da non credere Kati Irrente 14 Luglio 2014 Le seguenti esperienze di premorte ci fanno chiedere ancora una volta cosa succede quando si muore? L’anima resiste al corpo? C’è 9

un aldilà? Dalle testimonianze raccolte in giro per il mondo si potrebbe dire che sono davvero tante le persone che hanno vissuto (e raccontato) esperienze del genere, trovandosi tra la vita e la morte. Le esperienze ai confini della morte sono note anche come NDE. Abbiamo raccolto alcune di queste storie pazzesche che riguardano esperienze di premorte, racconti su cui riflettere, se non altro! Sono veramente migliaia le storie di persone che da clinicamente morte poi sono tornate in vita. Tutte queste persone raccontano di essere state inondate da una luce bianca e calda, confortevole, vista alla fine di una sorta di tunnel buio. In alcuni casi c’è chi ha visto amici e parenti morti, quasi tutti raccontano la sensazione di benessere e di avvolgente amore e pace che li ha pervasi. Ma c’è pure chi ha avuto esperienze di premorte negative. Anita Moorjani: il paradiso è uno stato mentale Morendo ho Ritrovato Me Stessa è il titolo di un libro scritto da Anita Moorjani. Partendo dall’esperienza di premorte, Anita Moorjani ha voluto condividere in modo toccante e con grande ispirazione tutto quello che ha imparato sulla malattia, sulla guarigione, sulla paura, sull’amore e sulla potenziale grandezza riposta in ciascuno di noi. “Ho avuto la possibilità di tornare indietro... oppure di restare dov’ero. Ho scelto di ritornare quando ho capito che il ‘paradiso’ è uno stato mentale, non un luogo da raggiungere“, ha detto. Nata e cresciuta in una famiglia tradizionale hindu, fin da bambina Anita è stata condizionata dagli usi e costumi della cultura e della religione. Nel 2002 le fu diagnosticato il cancro e la malattia progredì nei quattro anni successivi. Nel 2006 il cancro era allo stadio terminale, e secondo i dottori non le restavano che poche ore di vita. Pesava solo 37 chili. Il due febbraio 2006 gli organi smisero di funzionare e andò in coma. Ciononostante era consapevole di tutto quello che avveniva intorno a sé. “E fu un’esperienza assolutamente straordinaria“, racconta Anita “Mi sentivo connessa con tutto e tutti. Ero libera e leggera, non provavo più dolore né 10

disagio. Poco dopo ebbi altre esperienze in quella dimensione. Incontrai mio padre che era morto dieci anni prima, mi resi conto che non era ancora giunto per me il momento di morire. Inoltre capii perché mi era venuto il cancro. Capii a che cosa era collegato e capii alcune cose del mio passato, della mia infanzia che avevano contribuito allo sviluppo del cancro. Così mi resi conto che se avessi scelto di tornare alla vita, di tornare nel mio corpo, sarei guarita dal cancro. Mi fu data la possibilità di scegliere se tornare alla vita oppure no. Ed è ciò di cui parlo in dettaglio nel mio libro e parlo anche di alcune cose della mia infanzia. Uno degli argomenti principali del libro è di come abbia vissuto una vita di paura. La mia esperienza di premorte mi ha liberato da questa paura e mi ha portato a vivere una vita molto più libera, leggera e felice. Ed è proprio quello che vorrei condividere con tutti voi, perché credo che tutti noi meritiamo una vita simile senza bisogno di andare in uno stato di premorte. ” Eben Alexander, la sua esperienza è una bufala? Eben Alexander è un neurochirurgo americano diventato celebre in Usa dopo aver pubblicato A Proof of Heaven (in Italia pubblicato da Mondadori con il titolo Milioni di farfalle), un libro autobiografico in cui parla di un’esperienza di pre-morte che Alexander avrebbe vissuto quando, a causa di una malattia che colpì il suo sistema nervoso, rimase in stato di coma per sette giorni, dal 10 al 17 novembre 2008. Nel libro, Alexander afferma l’esistenza di un luogo “che è molto più che un paradiso“, e in cui ciò che resta della persona si fonde con un’entità che lui chiama Dio. Dopo circa un anno dalla pubblicazione, nel 2013, il magazine Esquire ha pubblicato una lunga inchiesta del giornalista Luke Dittrich, il quale ha fatto a pezzi l’argomento principale sul quale è fondato il libro. Secondo Dittrich le esperienze raccontate da Alexander non possono essere scientificamente compatibili con il suo quadro medico. Alexander sostiene che durante il coma il suo cervello “non 11

funzionava per nulla“. Per questo, sostiene, non sarebbe stato scientificamente possibile avere visioni, anche di tipo allucinatorio oppure onirico. Ma Dittrich contesta e ricostruisce la biografia di Alexander, mettendo pesantemente in dubbio la sua sincerità e correttezza. Ad ogni modo, nel libro viene spiegata la storia di Eben, che è la seguente. Ricoverato dopo un’infezione causata dal batterio Escherichia coli, Alexander arrivò all’ospedale di Lynchburg con le sue funzioni cerebrali già ridotte al minimo. La dottoressa Laura Potter, di turno quando Alexander arrivò in ospedale, dispose il coma farmacologico. Da quel momento iniziarono le visioni; Alexander ha raccontato di essersi trovato in un posto quasi idilliaco, assieme a altre persone in abiti da contadini e a milioni di farfalle. Intorno a lui sentiva una melodia soffusa e celestiale. Appena avvertì di essere arrivato in questo luogo, una donna che cavalcava una farfalla gli si avvicinò, sussurrandogli: “Sei amato e benvoluto, non hai nulla da temere. Non hai fatto nulla di male“. Oliver Sacks, il famoso neurochirurgo inglese ha fornito una possibile spiegazione di quanto è successo a Alexander. Secondo Sacks spesso le allucinazioni sembrano così reali perché “attivano le stesse aree cerebrali che vengono stimolate dalle percezioni tangibili". L'ipotesi più plausibile, nel caso del dottor Alexander, è che la sua esperienza pre-morte sia avvenuta non durante lo stato di coma, ma quando si stava risvegliando da esso, cioè mentre la sua corteccia cerebrale stava tornando a funzionare“. Howard Storm, l’uomo tornato dall’inferno Esistono anche esperienze di premorte negative. Non tutti sperimentano sensazioni positive o che lasciano addosso un senso di pace. L’incredibile esperienza di premorte di Howard Storm è stata scritta in un libro, non ancora tradotto in italiano, My Descent into Death. Lui spiega come sia precipitato all’inferno “dove c’erano ombre cattive che mi mordevano e mi volevano sbranare“. Prima 12

della sua NDE, Howard Storm, insegnante d’arte all’Università del Kentucky, ha vissuto la sua vita dando molto spazio alla collera. In pratica non era una persona molto gradevole. Ateo dichiarato, ostile a qualsiasi forma di religione ed a coloro che la praticavano, era il tipico ‘San Tommaso’ che non crede se non vede con i suoi occhi. Nel giugno 1985, all’età di 38 anni, Storm ebbe una esperienza di premorte in conseguenza di una perforazione allo stomaco, mentre era in viaggio in Europa. I medici gli avevano dato cinque ore di vita. Ma la sua esistenza era destinata a cambiare per sempre. Questo cambiamento fu così radicale da indurlo a dare le dimissioni dalla sua attività di professore ed a dedicarsi allo studio della teologia presso un seminario, fino a diventare pastore della United Church of Christ. Howard ha detto di aver visto l’anticamera dell’inferno e ha detto che è un posto brutto, disgustoso e orribile. Di certo abitato da malvagi. “E’ peggio di qualsiasi cosa abbiate mai visto o immaginato in un film dell’orrore, molto peggio“. Dopo essere stato ricoverato e avere perso i sensi, l’uomo ritiene di essere morto, di avere lasciato il proprio corpo e di avere seguito delle voci misteriose che lo hanno chiamato dal corridoio, fuori dalla stanza dove era ricoverato. “C’erano tutte queste persone, uomini e donne adulti, ma era difficile vederli. Mi hanno subito circondato, si avvicinavano e man mano che aumentava l’oscurità lo spazio si faceva più angusto. Ero completamente terrorizzato, hanno iniziato a spingermi e a tirarmi, stavano cercando di provocarmi dolore. All’inizio mordevano e graffiavano. Poi la situazione è decisamente peggiorata. Avevo le loro bocche dappertutto, mi stavano sbranando. Io urlavo e cercavo di oppormi“. Pur non essendo una persona religiosa, Storm ricorda di avere pronunciato alcune preghiere che aveva imparato a catechismo da piccolo, “Dopo aver sentito la parola Dio, sono diventati più violenti e agitati. Con quanto fiato avevo in gola ho urlato ‘Gesù salvami’ e lui è venuto da me, mi ha toccato e mi ha 13

tranquillizzato abbracciandomi e colmandomi di tutto il suo amore“. Dopo l’intervento allo stomaco Storm si è ripreso, e ha voluto dare un consiglio a tutti gli esseri umani: “Quella doveva essere la porta dell’inferno, l’ingresso degli inferi. La gente deve rendersi conto che in ogni momento sta costruendo la propria vita eterna, anche in questo preciso istante. Cosa dice la Bibbia riguardo le esperienze extra-corporee e la risurrezione?

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LA BIBBIA È VERA INIZIA AD AMMETTERLO ANCHE LA SCIENZA: Ancor prima che lo confermasse, o scoprisse la Scienza, l’Universo con il Sole e la Terra erano stati descritti nella Bibbia, e precisamente nel Libro di Giobbe, in cui già 3.500 anni fa (Età del Bronzo), era specificato che la Terra aveva una forma sferica ed era sospesa nel nulla, e si parlava del suo viaggio intorno al Sole, che sorgeva e tramontava dando vita ai giorni e alle notti. Ma non è tutto, poiché riportava anche che all’interno della Terra c’era il fuoco, si parlava del ciclo dell’acqua, e di tutte quelle cose che, seppur sommariamente descritte, fanno parte delle moderne scoperte scientifiche. Non tutti però credettero alla Bibbia finché, nel 1687, Newton non provò che la Terra fluttuava realmente nello Spazio, attraverso la Legge di Gravità. Prima che nascesse la Scienza, infatti, la Bibbia veniva considerata parte della mitologia, tant’è che neanche le antiche civiltà le avevano dato credito, dal punto di vista scientifico (o astronomico), sviluppando una personale teoria sulla composizione della Terra e del cielo, ivi compresi il Sole e l’Universo. Alcune addirittura credevano che la Terra fosse sostenuta da elefanti ed una gigantesca tartaruga. Adesso, invece, con l’avvento della Scienza Spaziale, la Scienza stessa prova che la Bibbia è vera. Sono tutte cose trascritte nel Libro di Giobbe, che noi abbiamo scientificamente scoperto in tempi moderni, ben lontani da 3.500 anni fa, quando queste cose già si sapevano, e come si sapevano, questo resta un mistero. Anche in un versetto biblico di Isaia, risalente a 2700 anni fa, viene ribadito il concetto, affermando che Dio è seduto sul globo della Terra (testuali parole), “Egli distende i cieli come un velo e li dispiega come una tenda in cui abitarvi”. 16

Oltre a ciò, comunque, ci sono innumerevoli reperti archeologici che confermano le parole della Bibbia, luoghi citati che sono perfettamente coincidenti, ancora oggi. Dunque la Bibbia non ha puramente valenza religiosa ma anche storica, addirittura scientifica. Duemila anni prima della scoperta delle Americhe, essa già specificava che la Terra era tonda, eppure neanche la Chiesa le credé, ancora convinta che la Terra fosse piatta e poggiata sulle acque per miracolo divino, e che Dio sosteneva i quattro angoli della Terra tra le mani. Questa concezione comunque è abbastanza remota, fa riferimento a teorie di natura poetica risalenti a pochi secoli dopo Cristo, quello che è certo è che la maggior parte della popolazione diceva che la Terra era piatta su imposizione della Chiesa. Ma, già dal VI secolo a.C., tra Pitagora e Aristotele, si teorizzava che la Terra fosse una sfera, e nel III secolo Eratostene ne misurò la circonferenza, quei calcoli che poi vennero usati da Cristoforo Colombo per intraprendere il suo viaggio verso le Indie. Si dice che la Chiesa impose questa visione della forma della Terra proprio per non contraddire la Bibbia, ma probabilmente ciò derivò da una personale e canonica interpretazione della stessa. In effetti, la lingua biblica non è perfettamente decifrabile, a maggior ragione a quell’epoca in cui ci si affidava più al misticismo che alla descrizione dei fatti. Generalmente tutto veniva trasformato in favola, per incrementare la potenza assoluta di Dio, creatore e distruttore al tempo stesso, padrone del mondo e di tutte le anime che lo abitavano. Questo dimostra che le realtà storiche leggono i libri in maniera diversa, e che la verità emerge solo quando esiste libertà da preconcetti e convinzioni assolutistiche. Testi originali di Video&Magie, data 18 giugno 2017 LA BIBBIA È VERA LO CONFERMA LA SCIENZA: Circa 3.500 anni fa, la Bibbia affermava che la terra è sospesa “sul nulla”. (Giobbe 26:7) 17

Nell’VIII secolo a. Cristo Isaia menzionò il “circolo [o sfera] della terra”. (Isaia 40:22) L’immagine di una terra sferica sospesa nel vuoto, senza nessun sostegno visibile, non è eccezionalmente moderna? Nei tempi antichi molte credenze errate avevano il consenso della maggioranza. Le idee riguardo alla terra andavano dalla concezione che fosse piatta a quella che fosse sostenuta da oggetti o elementi tangibili. Nel nostro tempo la scienza ha fatto grandi progressi. Teorie obsolete hanno ceduto il passo a nuove concezioni. Idee che un tempo erano inoppugnabili oggi hanno perso ogni credibilità. I libri di scienze hanno bisogno di essere rivisti spesso. LA BIBBIA non è un libro di scienze, eppure quando parla di argomenti scientifici si distingue non solo per quello che dice ma anche per quello che non dice. Anziché raccontare le fantasiose teorie dell’epoca, come quella secondo cui la terra era sostenuta da elefanti, la Bibbia dichiarava ciò che è stato poi dimostrato come verità scientifica, cioè che la terra è ‘sospesa’ nello spazio. Oltre a ciò, più di duemila anni prima di Cristoforo Colombo, la Bibbia diceva chiaramente che la terra è rotonda. — Isaia 40:22. Canale youtube laBibbia

Gli scienziati dicono di aver trovato tracce del Diluvio Universale È del tutto coerente che il Diluvio abbia provocato la rapida erosione e il deposito dei sedimenti Pezzi misteriosi di metalli scoperti sul fondo dell'oceano hanno posto gli scienziati davanti a un rompicapo, ma finora questo fatto non ha provocato altro che tiri a indovinare “Queste palline metalliche forniscono una prova consistente del fatto che la maggior parte dei sedimenti del fondale marino è stato 18

depositato rapidamente, non in modo lento e graduale, durante milioni di anni. Sono una prova del Diluvio della Genesi?”, ha scritto lo scienziato Jake Hebert. Anche se in passato erano stati scoperti altri pezzi, nessuno di questi era stato trovato in una zona tanto concentrata, per cui gli scienziati evoluzionisti sono perplessi. “Erano molto, molto circolari, il che è strano”, ha commentato Colin Devey, responsabile scientifico della spedizione e vulcanologo del Geomar Helmholtz Centre for Ocean Research a LiveScience. Per Hebert, ad ogni modo, si tratta di una prova del Diluvio della Genesi e dell'Arca di Noè. “Verso la fine del Diluvio della Genesi, le acque, ritirandosi dai continenti, avrebbero provocato una rapida erosione e riversato enormi quantità di sedimenti nelle cavità oceaniche”, ha scritto Hebert. “Per gli scienziati, di fronte alla presenza di caratteristiche geologiche chiamate superfici piane in tutti i continenti è molto difficile dare una spiegazione uniforme, ma è perfettamente coerente che il Diluvio abbia provocato la rapida erosione e il deposito dei sedimenti. Dall'altro lato, gli oceani caldi e ricchi di minerali durante e dopo l'inondazione sono stati propizi allo sviluppo di fitoplancton come le alghe”. [Traduzione dallo spagnolo a cura di Roberta Sciamplicotti] It.aleteia.org Ci sono prove geologiche del diluvio universale? Vari studiosi l' ammettono da parecchio tempo. Per esempio, nel 1761 Alexander Catcott scrisse A Treatise on the Deluge, dove citó quella che a suo avviso era una prova del cataclisma. Egli avrebbe detto:" Ci appelliamo ancora una volta alla Natura e riscontriamo che, in questo giorno, esistono sulla terra prove del Diluvio così evidenti, così chiare, così incontestabili….. come se fosse stato l'anno scorso… Cercate nella terra; troverete l'alce americano, nativo dell'America, sepolto in Irlanda; elefanti, nativi dell'Asia e 19

dell'Africa, sepolti nel cuore dell'Inghilterra; coccodrilli, nativi del Nilo, nel cuore della Germania; molluschi, sconosciuti nei mari americani, insieme a scheletri interi di balene, nelle regioni più interne dell'Inghilterra; alberi di vaste dimensioni, con le radici e la cima, e certuni anche con le foglie e il frutto, in fondo alle miniere". Per non parlare di ritrovamento di dinosauri e simili bloccati nel ghiaccio della Siberia e Mammut ancora con l'erba nello stomaco, a riprova del modo repentino in cui si abbatté il Diluvio biblico. Nella mia zona c'è un paesino di nome Pietraroja, dove durante il prelevamento di pietre da lavorazione, fu rinvenuto un piccolo di T Rex, che chiamarono Ciro. Come si è ritrovato a più di 800 m, fossilizzato nella pietra? Il diluvio universale ha provocato uno sconvolgimento tale nella crosta terrestre da non poterlo nemmeno immaginare, la bibbia narra:" Stabilì la terra sulle sue fondamenta: mai e poi mai sarà smossa. Tu la copristi con profonde acque come una veste. Le acque stavano sopra i monti; al tuo rimprovero fuggirono, al fragore del tuono scapparono in preda al panico verso il luogo che stabilisti per loro; i monti si sollevarono e le valli si abbassarono"(Salmo 104:5–8). Si formarono profondi abissi marini per accogliere una quantità d'acqua incalcolabile scesa dal cielo, e piccoli colli lasciarono il posto a catene montuose come oggi le conosciamo. Non importa se sia stata ritrovata o meno l'arca di Noè. Gesù fece riferimento a quell'evento catastrofico come una prova certa poiché ne fu testimone oculare dai cieli, e disse:" Come furono i giorni di Noè, così sarà la presenza del figlio dell'uomo. Infatti come nei giorni prima del diluvio mangiavano e bevevano, gli uomini si sposavano e le donne erano date in moglie, fino al giorno in cui Noè entrò nell'arca, e non si accorsero di nulla finché venne il diluvio e li spazzò via tutti, così sarà la presenza del Figlio dell'uomo (Gesù Cristo)". Questo è il tempo di prestare attenzione alle parole di Gesù, poiché ciò che disse circa 2000 anni fa, sta per adempiersi nei nostri giorni 20

e questa pandemia è una delle tante prove che la fine della malvagità è imminente, ma che anche è prossima la liberazione di chi ascolta le verità contenute nella Bibbia e si sforza di applicarle a livello individuale nella propria vita, come Noè e la sua famiglia. Quora.com Le parti della Bibbia la cui veridicità è stata confermata dalla scienza

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IL LIBRO DI ENOCH DI COSA PARLA?

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Come si è potuto osservare anche il libro di Enoch parla del Dio d’Israele, parla di Gesù Cristo il Signore. Il libro di Enoch è un libro canonico ed la chiesa ortodossa etiope in particolare il libro etiopico di Enoch. I primi cristiani avevano grande considerazione verso gli scritti di Enoch, infatti li consideravano parola ispirata, basti leggere Giuda verso 14 nella Sacra Bibbia. Tra tutti gli scritti il libro di Enoch Etiope è la versione originale secondi gli studiosi copti. Quanto alla tradizione ebraica, il libro di Enoch venne definito come apocrifo, cioè non accolto tra i libri canonici biblici durante il Concilio di Jamnia ( fine 1 ° secolo d.C.) forse anche perché non era scritto in Ebraico. Il libro poi fu riscoperto è tradotto dalla lingua etiope antica. La più recente fu la traduzione del 1912. Il libro di Enoch come avete potuto leggere narra di angeli e del paradiso, degli elementi del vento, fuoco, grandine,pioggia ecc.. Forse è stato escluso dal canone ebraico anche perché parla di Cristo e del suo ritorno. La visione di Enoch è adatta al Cristianesimo, come si può leggere dagli scritti, ci sono tantissimi riferimenti e collegamenti tra i versetti del libro di Enoch e la sacra Bibbia. Questi scritti narrano del figlio di Dio il Messia Gesù Cristo, Enoch narra della divinità di Gesù. Forse non è stato inserito nella Bibbia per motivi teologici o per la sola fede nella Bibbia una cosa è certa. Il libro di Enoch non narra di macchine spaziali, ne di ufo o alieni, è questo dossier vuole dimostrarlo con le prove che abbiamo riportato. Spieghiamo invece cosa sono gli extraterrestri. Il credo dice : Credo in un solo Dio Padre Onnipotente, creatore del cielo e della terra e di tutte le cose visibili e invisibili (senza corpo umano o spesso visibile ad occhio nudo) , ( entità diversa da quella 70

umana, originata e creata da Dio stesso). 1 Colossesi : 13 Poiché egli ci ha riscossi dalla potestà delle tenebre e ci ha trasportati nel regno del suo amato Figlio, 14 in cui abbiamo la redenzione per mezzo del suo sangue e il perdono dei peccati. 15 Egli è l'immagine dell'invisibile Dio, il primogenito di ogni creatura, 16 poiché in lui sono state create tutte le cose, quelle che sono nei cieli e quelle che sono sulla terra, le cose visibili e quelle invisibili: troni, signorie, principati e potestà; tutte le cose sono state create per mezzo di lui e in vista di lui. 17 Egli è prima di ogni cosa e tutte le cose sussistono in lui. 18 Egli stesso è il capo del corpo, cioè della chiesa; egli è il principio, il primogenito dai morti, affinché abbia il primato in ogni cosa, 19 perché è piaciuto al Padre di far abitare in lui tutta la pienezza, 20 e, avendo fatta la pace per mezzo del sangue della sua croce, di riconciliare a sé, per mezzo di lui, tutte le cose, tanto quelle che sono sulla terra come quelle che sono nei cieli. Dagli anni 70’ si parla di extraterrestri che dominano la cultura occidentale, oggi dominano il mondo privo di una vera spiritualità nel Dio vivente e vero Gesù Cristo. Il mondo si aggrappa a menzogne perpetrate da chi specula con gli alieni tra film, libri e documentari. Questi cosiddetti extraterrestri dell’ ultimo secolo sono entità ingannatrici in realtà angeli caduti, che in principio angeli creati da Dio ma in seguito ribellandosi a Dio, espulsi dal cielo hanno generato il male unendosi con l’essere umano facendo nascere così i giganti (nephilim) i caduti- eroi caduti, seminano ancora oggi il male. Questi eroi dell’antichità uomini famosi Dio li distrusse con il diluvio universale ma gli spiriti non morirono e o giganti non si erano estinti completamente (vedi Golia), ora questo spiriti maligni dipartiti dai giganti continuano ad ingannare

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(sono gli spiriti maligni sulla terra, sono spiriti dei giganti) a confondere l’umanità e ad allontanare dal vero Dio è Signore Gesù Cristo. Quindi gli extraterrestri non sono altro che angeli caduti ribelli a Dio oggi sono i demoni contro l’umanità. Il culto degli extraterrestri diffuso negli anni 60’ non è casuale, vuole portare l’umanità lontano dalla verità con un inganno finale. Facciamo attenzione perché attraverso proiettori olografici e i droni di oggi, tecnologia 5g e 6 g+, il mondo viene ingannato con un progetto di proiezione di luci e di immagini nel cielo come per intrattenere il pubblico, ma in realtà si vuole ingannarlo con il Blue beam project della NASA per illudere la gente di una finta invasione aliena e per presentare l’anticristo. La tecnologia si fonda nel riscaldamento della ionosfera, così che le luci inviate ad essa anziché attraversare, vengono riflesse verso il basso creando con i proiettori olografici immagini tridimensionali.

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Non cadete nell’inganno a causa di un assente spiritualità e fede nel Signore Gesù, tra propaganda di insabbiamento della verità. Gesù ha detto : IO SONO LA VIA, LA VERITÀ E LA VITA! L’uomo uomini del mondo monderai ormai oggi crede a tutto, gli uomini di oggi credono a cose che fino a qualche tempo fa erano ritenute folli, e che oggi molti invece considerano normali e veritiere. Gilbert Keith Chesterton disse: «Quando la gente smette di credere in Dio, non è vero che non crede in niente, perché crede in tutto» aggiungo crede in tutto ciò che gli propinano.

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Il progetto Blue Beam Project potrebbe essere utilizzato per terrorizzare le popolazioni a causa della finta invasione aliena, facendole rinunciare spontaneamente ai loro diritti in cambio di protezione da parte delle autorità (del nuovo ordine mondiale). Negli ultimi anni questo è stato già testato, con la pandemia “covid -19 che hanno voluto come primo step per assoggettare il mondo, attuare l’agenda 2030 e il nuovo governo mondiale con la nuova religione mondiale dell’anticristo con il suo marchio della bestia per chi lo seguirà. Chi ha deciso già che doveva esserci la cosiddetta pandemia da coronavirus (vedi Davos, World Economic Forum, Harari, Bill Gates ecc..).

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Fino a poco tempo fa non riuscivano a proiettare le immagini nel cielo, oggi con la collaborazione del progetto HAARP riescono a proiettare le immagini nel cielo molto più volte rispetto al passato, questo è uno dei motivi per cui sono aumentati i cosiddetti “avvistamenti ufo” e in concomitanza abbiamo assistito alla diffusione delle false dottrine sull’esistenza degli alieni con il l sostegno dei governi del mondo ad uno sviluppo di investimenti e per l'intelligenza artificiale, digitalizzazione e transizione ecologica. Quindi molti dei cosiddetti ufo che abbiamo visto nei cieli negli ultimi anni sono in realtà proiezioni olografiche.

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I GIGANTI SONO ESISTITI: Dai miti che ci hanno affascinato, alle scoperte e alle prove che ci portano ad una realtà poco conosciuta. I giganti sono presenti in innumerevoli testi, storie e tradizioni dei popoli di tutto il mondo antico. In molti siti archeologici mondiali, sono stati scoperti resti umani di giganti. La Genesi della Bibbia, menziona la presenza di giganti. "A quel tempo vi erano dei giganti sulla terra e anche dopo, quando i figli di Dio andarono con le figlie degli uomini, e divennero padri. Questi erano i famosi eroi dell'antichità. Il prodotto dell'unione tra le figlie degli uomini e i figli di Dio, i Nephilim. Nella Bibbia, ci sono alcuni passaggi che dicono: Yahweh parlò a Mosè, dicendo: Invia alcuni uomini a esplorare il paese di Canaan " Dopo 40 giorni al ritorno, gli esploratori hanno detto quanto segue: La terra che abbiamo percorso ed esplorato è un paese che divora i suoi abitanti. Gli uomini sono di grande statura. Abbiamo visto i giganti, i figli di Anak; Ci sembrava di essere come cavallette in confronto a loro. Parlano dei Refaim. La tribù Refait è conosciuta con diversi nomi. E' nota come "Refaíta" il nome che avevano prima del diluvio. Dopo, erano conosciuti come Anakim. La tribù refait, i Moabiti, come Emim. Secondo le scritture, Og, re di Basan era presumibilmente l'ultimo dei Refaim. Og è descritto come un gigante alto circa 4,20 metri. Gli Emim sembra fossero stati numerosi, e alti come gli Anakim. Og, re di Basan, aveva Il letto fatto di ferro lungo 4,50 mt, e largo 1, 90. Anakim o figli di Anak, un'altro nome dato ai Refaim dopo il diluvio, si suppone discendesse da un gigante di nome Anak. Si può dedurre che i Refaim erano discendenti dei Nephilim. Golia, probabilmente, fu un discendente dei Nephilim. 93

Tra la Bibbia e il Libro di Enoch c'è una forte somiglianza sull'origine dei giganti. Il Libro di Enoch racconta come 200 angeli ribelli, noti anche come "osservatori" decisero di trasgredire alle leggi celesti prendendo mogli fra le donne umane. Il sito in cui si sono verificati gli eventi è la vetta del Monte Hermon o Monte Libano, a nord della Palestina. Attraverso queste unioni, sono nati figli giganti che chiamiamo Nephilim, una parola ebraica che significa "coloro che sono caduti" ma per i greci erano i giganti. Purtroppo, questi esseri, divoravano tutti i prodotti del lavoro degli uomini, fino a quando divenne impossibile dar loro da mangiare. Si rivoltarono contro gli uomini e cominciarono a uccidere gli uccelli e tutte le specie animali, rettili e pesci, per mangiare la loro carne uno dopo l'altro. Sia la Bibbia che il Libro di Enoch dicono che moltissimi morirono durante il diluvio. Secondo le leggende, i giganti furono distrutti dal cielo attraverso il diluvio come giusta punizione per la loro iniquità. Essi possedevano una grande conoscenza, soprattutto in agricoltura, in metallurgia, nell'artigianato, nel creare gioielli, ecc, e probabilmente furono loro a costruire enormi templi di pietra sparsi nel mondo. Varie tribù native del Nord America ancora raccontano leggende sui giganti dai capelli rossi e come i loro antenati ebbero lunghe lotte contro questi esseri colossali circa 15.000 anni fa. Purtroppo la storia si è disinteressata di queste storie e di tutte le leggende dei popoli antichi. Dalla pagina Facebook:La verità rende liberi andrei lì Osvaldo

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23 I figli di Agar, che cercano sapienza terrena, i mercanti di Merra e di Teman, i narratori di favole, i ricercatori dell'intelligenza non hanno conosciuto la via della sapienza, non si son ricordati dei suoi sentieri. 24 Israele, quanto è grande la casa di Dio, quanto è vasto il luogo del suo dominio! 25 È grande e non ha fine, è alto e non ha misura! 26 Là nacquero i famosi giganti dei tempi antichi, alti di statura, esperti nella guerra; 27 ma Dio non scelse costoro e non diede loro la via della sapienza: 28 perirono perché non ebbero saggezza, perirono per la loro insipienza. Baruc 3:23-28

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RITROVAMENTI ARCA DI NOÈ: L’Arca di Noè e il suo presunto ritrovamento è una questione che ormai viene discussa da secoli. L’avvistamento di un’anomalia attraverso fotografie satellitari confermano soltanto le numerose testimonianze storiche presenti già dall’antichità. La presenza dell’Arca di Noè sul Monte Ararat, secondo numerose fonti, pare quindi essere reale. Il Monte Ararat Il Monte Ararat è la montagna più alta della Turchia, la sua cima tocca i 5.200 metri ed è considerata la montagna più grande del mondo per volume. Il significato del nome “Ararat” in armeno significa “la madre del mondo“, in turco “il monte impervio” mentre gli iraniani la definiscono semplicemente “la montagna di Noè“. Sorge sulla parte orientale della Turchia e dista solo 240 chilometri dall’Iraq. È indispensabile sapere che la cima del monte è ricoperta da un grande strato di ghiaccio permanente che raggiunge la grandezza di 40.000 metri quadrati il cui spessore è invece di 91 metri. È dunque facilmente intuibile la grande difficoltà nel raggiungere e praticare questo luogo così impervio. Oltre alle difficoltà geografiche e climatiche si aggiunge anche la politica. La zona in cui sorge il monte infatti è altamente militarizzata per cui è molto difficile farsi concedere un permesso per poterla visitare. Arca di Noè, riferimenti storici Nonostante le grandissime difficoltà, durante l’arco del XX secolo, le spedizioni non sono mancate affatto. Ma perchè ostinarsi a cercare questa leggendaria Arca? Le testimonianze durante il corso degli ultimi 2.000 anni, ritrovate all’interno dei testi antichi e attraverso le testimonianze di alcuni personaggi, sono bastate per far ostinare qualche ricercatore avventuroso. La Bibbia

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La storia dell’Arca di Noè si trova all’interno della Genesi, esattamente dal sesto al nono capitolo. Narra la storia di Noè che, incaricato da Dio, costruisce una grande imbarcazione con la quale si mette in salvo dal Diluvio Universale insieme alle specie animali. Uno dei versetti citati “nel settimo mese, il diciassette del mese, l’arca si posò sui monti dell’Ararat” (Genesi, 8,4). Questo è bastato per incoraggiare numerosissimi archeologi ed esploratori ad avventurarsi. All’interno della Genesi sono anche riportate con esattezza le misure che l’arca avrebbe dovuto avere. Grazie a tutte queste informazioni riportate all’interno della sacra Bibbia è stato facilmente possibile individuare una strana anomalia proprio sul Monte Ararat. Altri testi antichi La Bibbia non è l’unico testo antico nel quale si racconta la storia di una grande nave costruita per scampare ad un grande Diluvio. Infatti sia nel Corano, nell’Epopea di Gilgamesh che nella storia dell’antica Grecia, sono presenti molti riferimenti che parlano di una misteriosa arca. Insomma, tante, se non tutte le civiltà antiche sono a conoscenza di questa incredibile storia. Forse è un mito di tutti i popoli arcaici? Un mito dal quale la Bibbia si è ispirata? Chissà. Una cosa però è certa, delle prove sono state effettivamente trovate.

Le testimonianze Nel 1274 un uomo citò la presenza di uno strano oggetto sul “monte più alto del mondo“. Lui era il re Aitone d’Armenia il quale giurò di aver visto uno “strano oggetto nero” sulla vetta del Monte Ararat. Ma non è l’unico, anche Marco Polo raccontò di aver incontrato numerosi testimoni che gli avrebbero confermato la presenza dell’Arca. Le esplorazioni nel 1869 un nobile inglese dal nome James Bryce andò sull’Ararat e tornò in patria con una prova tangibile. Raccolse in loco un pezzo di legno lungo più di un metro. Ma dato che il 105

sistema di datazione al carbonio 14 non era ancora stato scoperto, l’oggetto venne abbandonato. Per un po’ le esplorazioni si fermarono finché nel 1936 un giovane archeologo, Hardwicke Knight, trovò delle enormi assi di legno al di sotto del grande strato di ghiaccio che copre il monte. Da quel momento durante tutto il XX secolo si scatenarono ossessive ricerche e spedizioni nel tentativo di scoprire la reale presenza dell’Arca. Le prove Nel 1955 per la prima volta nella storia furono filmate alcune immagini dell’Arca con le quali Fernand Navarra produsse un documentario. L’ingegnere francese Navarra, riuscì anche a recuperare un pezzo di legno che venne però datato negli anni successivi. Negli anni ’50 infatti non era ancora possibile effettuare la datazione al carbonio 14. Ma nel ’69 sì. In quello stesso anno ci fu un’altra spedizione guidata, ancora una volta, da Fernand Navarra. Trovarono altro legno sotto i ghiacci e grazie alla datazione al carbonio 14 si scoprì che i due legni erano identici. Il legno, oltretutto, appartiene ad una quercia che non è reperibile per centinaia di chilometri dal luogo del ritrovamento. Spedizione recente Durante la spedizione sul Monte Ararat del 2010, condotta dalla “Noah’s Ark Ministries International“, in accordo tra la Turchia e Hong Kong, è stata trovata una misteriosa caverna con pareti in legno. In un luogo dove non sono mai esistiti insediamenti umani. Il legno ritrovato risale inoltre a 4.800 anni fa. Yeung Wing-Cheung, membro della spedizione, ha dichiarato di essere sicuro al 99,9% che si tratti della famigerata Arca di Noè. Rebecca Romano

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Foto del monte Ararat dove si fermò l’Arca di Noè come descritto nella Bibbia

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Immagini da Google Maps Noemova archa (Noah’s ark) https://maps.app.goo.gl/WErkgwsy4qD6qxzx9?g_st=ic Unnamed Road, 04400, Üzengili/Doğubayazıt/Ağrı, Turchia

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Prove del diluvio:

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Dal libro Cosa sta facendo Dio sulla terra? Di Rob Clark

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Riguardo ai fossili come quelli visti nelle immagini precedenti occorre parlare della creazione del mondo. i pesci erano del tutto simili a quelli odierni. • Un intero banco di piccoli pesci preistorici incastonato per sempre in una lastra di calcare; • è il meraviglioso fossile scoperto dagli scienziati nella ricchissima Green River in Colorado , Wyoming e Utah, • uno dei siti paleontologici più importanti al mondo relativi all'Eocene . • La scena immortalata è così vivida e descrittiva del comportamento degli animali – si muovevano tutti assieme come fanno i pesci moderni – da renderlo uno dei fossili più belli mai recuperati, • al pari del meraviglioso nodosauro“scolpito” nella roccia scoperto in Canada nel 2011. A scoprire e descrivere lo spettacolare fossile è stato un team di ricerca internazionale guidato da scienziati dell'Università Statale dell'Arizona, che hanno collaborato con un collega dell'Oishi Fossils Gallery del Mizuta Memorial Museum, che fa capo alla Josai University Educational Corporation (Giappone). I paleontologi, guidati dal professor Stephen C. Pratt, docente presso la Scuola di Scienze della Vita dell'ateneo di Tempe, hanno analizzato, misurato e mappato ogni singolo pesce presente nel fossile. In totale hanno contato ben 259 giovanissimi esemplari (avannotti) di Erismatopterus levatus, un pesce ormai estinto.

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Gli esemplari adulti di questa specie misuravano poco più di 6 centimetri, mentre i piccoli rimasti fossilizzati erano lunghi appena una ventina di millimetri. Sono morti tutti insieme migliaia di anni fa. Secondo gli autori dello studio a uccidere i pesci potrebbe essere stato il crollo improvviso di una duna di sabbia sulle acque basse in cui si trovavano. L'aspetto più affascinante del reperto risiede nel fatto che mostra un comportamento presente ancora oggi in questo eterogeneo gruppo di animali, quello di spostarsi in banchi per ridurre le probabilità di essere divorati da un predatore. Per essere sicuri del movimento all'unisono gli scienziati hanno condotto oltre mille simulazioni al computer, che hanno dimostrato chiaramente la relazione tra i singoli esemplari. • Dai fossili può essere molto complicato determinare il comportamento di animali vissuti migliaia di anni fa. • ma questa piccola finestra sull'Eocene ci descrive i processi per aumentare le chance di sopravvivenza, perfettamente uguali da migliaia di anni. I dettagli sul fossile sono stati pubblicati nell'articolo “Inferring collective behaviour from a fossilized fish shoal” pubblicato sulla rivista scientifica Proceedings of the Royal Society B. Gli avannotti di migliaia di anni fa, erano del tutto simili a quelli odierni. Questo conferma che non c’è stata evoluzione ma bensì una creazione. Dalla pagina Facebook la verità rende liberi

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Dal libro Cosa sta facendo Dio sulla terra? Di Rob Clark (ex ingegnere meccanico nella marina militare Monte Ararat, trovata l’Arca di Noè? 9 Maggio 2021 Comunque la si pensi.... in quasi tutte le religioni antiche si trova traccia di un disastroso diluvio in epoca remota, dal quale si sarebbero salvati solo in pochi. E sarebbero scampati alla morte grazie a un vascello costruito appositamente: l’arca. Oltre alla Bibbia, ne parlano leggende e testi sacri sumeri, babilonesi, assiri, greci, indiani, esquimesi, persiani, scandinavi, irlandesi, hawaiani, cinesi, aztechi, maya. Il mito non riguarda quindi una zona circoscritta, ma l’intero globo e tutti, o quasi, questi racconti hanno in comune alcuni particolari, il più importante dei quali è che l’arca, oltre che per salvare un gruppo di persone dell’ umanità, fu costruita anche per salvare un certo numero di animali. — L’Arca di Noè ai 4000 metri d’altezza del monte Ararat. Questa l’incredibile rivelazione annunciata nei giorni scorsi da un gruppo di ricercatori turchi e cinesi, che avrebbero ritrovato, nelle cavità della roccia, resti di legno risalenti a circa 4.800 anni fa. Esattamente il periodo temporale in cui si vuole collocare l’episodio dell’Antico Testamento. Autori della scoperta 15 ricercatori, metà di nazionalità turca, metà cinese. Gli studiosi ci lavoravano da tempo, e del resto il Monte Ararat, la vetta più alta della Turchia che supera i 5.100 metri, sarebbe stato indicato dalle stesse Antiche Scritture come possibile sede della mitica imbarcazione. L’Arca infatti, si sarebbe arenata proprio sulla cima di quel monte quando le acque si ritirarono al termine del diluvio. Secondo quanto riportato dalla stampa turca, si troverebbe a 4000 metri di altezza. Qui i ricercatori hanno rinvenuto pezzi di una struttura di legno, che, in base a quanto emerso dal test del 138

carbonio 14, risalirebbero a circa 4800 anni fa, l’epoca in cui si suole collocare il diluvio universale. I resti quindi sarebbero appartenuti niente meno che all’Arca di Noè. A conferma di questa incredibile ipotesi, ci sarebbe il fatto che la struttura è suddivisa in vari compartimenti, che potrebbero essere stati destinati al trasporto di animali. “Non possiamo dire al cento per cento che si tratti dell’Arca di Noè avrebbe dichiarato un documentarista del team, Yang Ving Cing, all’agenzia turca Anadolu -, ma pensiamo di poterlo affermare al 99,9 per cento”. ANKARA, Turchia, di Valentina d’Angella I resti di legno dell’arca di Noè; La cima del monte Ararat alta 5.137 metri, su cui la storia biblica vuole si sia fermata l’Arca di Noè dopo il diluvio, è stata riaperta all’alpinismo dalle autorità turche. La vetta più alta della Turchia, con la sorella del “piccolo Ararat”, alto 3.925 metri, e’ situata nell’estremo est della Turchia, ai confini di Iran e Armenia. Considerata sacra dagli armeni, finì sotto controllo di Ankara nel 1921 in seguito al trattato di Kars. Una concessione di Stalin alla nuova Turchia di Mustafa Kemal Ataturk, con il leader sovietico interessato più al controllo di Georgia, Armenia e Azerbaigian. Da allora una ferita aperta per gli armeni, ma anche una zona in passato non facile da controllare per Ankara. L’ascensione è stata vietata a partire dal 1984 a causa del conflitto tra la Turchia e la guerriglia separatista curda del Pkk. Tra il 2004 e il 2015 vi si poteva salire solo con un permesso militare, accompagnati da guide della federazione turca. Poi un divieto totale che ha iniziato ad avere delle eccezioni nell’ultimo anno, fino alla riapertura di questi giorni. Una buona notizia per gli alpinisti di tutto il mondo, ma soprattutto per la popolazione locale, di etnia curda, che potrà contare su una importante risorsa per il turismo, nell’organizzazione di una escursione non difficile tecnicamente , ma che per scarsità" di acqua e rarefazione dell’ossigeno richiede almeno 4 giorni e l’allestimento di 2 campi. 139

“Il Pkk ha smesso di arruolare gente nei villaggi ormai da anni, ma la povertà prima spingeva verso la guerra, ora spinge i giovani ad emigrare. Questa riapertura per noi rappresenta l'opportunità" di chiudere con il passato. Se c’è lavoro nessuno si arruola con il Pkk e i giovani smetteranno di andare via”, afferma Mehmet, uno dei portatori impegnati nell’organizzazione di spedizioni sulla cima. Comunque la si pensi.... in quasi tutte le religioni antiche si trova traccia di un disastroso diluvio in epoca remota, dal quale si sarebbero salvati solo in pochi. E sarebbero scampati alla morte grazie a un vascello costruito appositamente: l’arca. Oltre alla Bibbia, ne parlano leggende e testi sacri sumeri, babilonesi, assiri, greci, indiani, esquimesi, persiani, scandinavi, irlandesi, hawaiani, cinesi, aztechi, maya. Il mito non riguarda quindi una zona circoscritta, ma l’intero globo e tutti, o quasi, questi racconti hanno in comune alcuni particolari, il più importante dei quali è che l’arca, oltre che per salvare un gruppo di persone dell’ umanità, fu costruita anche per salvare un certo numero di animali. Le origini del racconto. Secondo alcuni studiosi, il fatto si riferirebbe a un immane cataclisma avvenuto sulla Terra tra 10500 e 12 mila anni fa. L’austriaco Otto Munch, basandosi su documenti e ricerche archeologiche, si dice addirittura certo che il disastro avvenne nel 8496 avanti Cristo. In quell’anno il nostro pianeta sarebbe stato colpito da un asteroide e l’impatto avrebbe provocato terremoti e maremoti in tutto il globo. I resti non si trovano? Ricerche più recenti fanno risalire l’impatto al 2300 a. C. A cercare l’arca, o almeno i suoi resti, ci hanno provato in molti. Nel 1960 il maggiore dell’aviazione turca S. Kurtis durante una ricognizione aerea sul monte Ararat, sul quale, secondo la Bibbia appunto, si sarebbe posata l’arca, fotografò uno strano oggetto dalla forma ovale stranamente simile a una nave. Conferme e smentite si sono da allora succedute, ma a nulla di preciso hanno portato le numerose spedizioni organizzate periodicamente fino a

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oggi in quella regione, compresa quella del novarese Angelo Palego. Da segnalare l’ultima catastrofe sul monte biblico. Ci sarebbe un terremoto all’origine della catastrofe naturale che nel 1840 sconvolse la regione turca alle pendici del monte Ararat, il vulcano coperto dai ghiacci dove, secondo la tradizione, si sarebbe incagliata l’arca di Noè dopo il diluvio universale. A ricostruire la dinamica di questo recente ma oscuro episodio è lo studio pubblicato sulla rivista Geomorphology dall’Università Statale di Milano in collaborazione con l’Università di Firenze e l’Università dello Utah. Lo studio di immagini da satellite del versante nord-est del vulcano evidenzia la presenza di un profondo canyon, chiamato Ahora, descritto anche nei resoconti di viaggio di alcuni esploratori di fine ‘800 e inizio ‘900. Le cronache raccontano in particolare di un disastro avvenuto allo sbocco del canyon nel luglio del 1840, definito da alcuni autori tedeschi come ‘katastrophe diluviale’. Questo diluvio provocò la distruzione di villaggi e centinaia di vittime, ma la sua natura rimase poco chiara. Per ricostruire l’accaduto, i ricercatori della Statale di Milano hanno esaminato anche i rilievi del terreno effettuati in collaborazione con il Comitato Scientifico Centrale del Club Alpino Italiano. Hanno così scoperto che tutto sarebbe cominciato con un evento sismico connesso a un’eruzione vulcanica laterale, che avrebbe causato la rapida fusione di parte della calotta glaciale del monte Ararat: questa avrebbe generato l’imponente colata di fango e detriti lungo la gola di Ahora che distrusse i villaggi alla base del vulcano. L’evento portò all’approfondimento della gola e alla costruzione di un enorme cono di detriti alla base del vulcano. I ricercatori hanno messo in evidenza anche la presenza di un ghiacciaio coperto da detriti sul fondovalle che si è sviluppato dopo l’evento del 1840 e che ha rimodellato la morfologia della gola di Ahora.

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La ricerca conferma dunque l’importanza del glacialismo quale agente geomorfologico nella regione ed evidenzia la possibilità che simili catastrofi possano ripetersi in futuro, rappresentando un rischio per la popolazione. Storia Sacra: Ritrovata l’Arca di Noè sul monte Ararat? Un gruppo di quindici archeologi cinesi e turchi ha annunciato di aver ritrovato sul Monte Ararat, nell’est della Turchia, qualcosa di molto simile a quella che le Sacre Scritture indicano come l’Arca di Noè. Secondo il tabloid britannico The Sun, il gruppo ha spiegato di aver individuato i resti di una struttura in legno e di aver sottoposto alcuni campioni al test del carbonio 14. Da questo esame sarebbe risultato che il reperto risale a circa 4.800 anni fa, epoca in cui avvenne il diluvio universale raccontato dalla Bibbia. La spedizione, la prima che ha visto coinvolto il governo turco, risale allo scorso ottobre e ha visto impegnati, oltre ai funzionari di Ankara, anche il Media Evangelism di Hong Kong e il Noah’s Ark Ministry International. A circa 4000 metri di altitudine sul monte Ararat, in un punto di cui non sono state rivelate le coordinate, i quindici archeologi hanno rinvenuto una struttura dai tratti curvi, con contenitori, porte, chiodi e resti di funi, che potrebbero essere cavezze per legare animali. Un archeologo turco presente sul posto, Oktay Belli, dell’Università di Istanbul, ha spiegato che è impensabile che si tratti di ciò che avanza di un insediamento umano perché non sono mai stati trovati villaggi o abitazioni sopra i 3.500 metri d’altezza. Un altro ricercatore, l’olandese Gerrit Alten, ha dichiarato alla stampa di Hong Kong che «c’è un’eccezionale quantità di prove concrete che la struttura trovata sull’Ararat sia l’Arca di Noè». Uno degli esploratori, Yeung Wing-cheung, di Hong Kong, ha affermato che «non possiamo dire al 100% che si tratta dell’Arca di Noè, ma pensiamo di poterlo dire al 99,9%». Il gruppo di archeologi ha spiegato di aver già invitato le autorità turche a richiedere all’Unesco che il sito sia inserito nella lista del patrimonio mondiale 142

dell’umanità e di proteggerlo fino a quando un’indagine archeologica più approfondita non possa esservi condotta. Misure precise nel luogo dove si poggió l’Arca di Noè La prima fase di studio, prima parte dello studio è stata quella di esaminare l'oggetto e prendere le sue misure. La forma assomigliava allo scafo di una nave. Un'estremità a forma di punta come ci si aspetterebbe dalla prua [ di seguito: D ] e l'estremità opposta è stata smussata come una poppa. La distanza da prua a poppa era di 515 piedi, o esattamente 300 cubiti egiziani. La larghezza media era di 50 cubiti. Queste erano le misure esatte menzionate nella Bibbia. Genesi 6: 13 E DIO disse a Noè: «Ho deciso di porre fine ad ogni carne, perché la terra a motivo degli uomini è piena di violenza; ecco, io li distruggerò insieme alla terra. 14 Fatti un'arca di legno di gofer; fa' l'arca a stanze, e spalmala di bitume di dentro e di fuori. 15 Or tu la farai in questo modo: la lunghezza dell'arca sarà di trecento cubiti, la larghezza di cinquanta cubiti e l'altezza di trenta cubiti.

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Immagini esplicative e satellitari e del professore Branderburg del luogo dove si fermò l’Arca di Noè

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L’asteroide di Sodoma e Gomorra Gli scavi archeologici condotti nei resti dell'antica città mediorientale di Tall el-Hammam hanno portato alla luce quelli che potrebbero essere gli indizi di un evento molto simile alla catastrofe di Tunguska, ma avvenuta nel 1650 a.C. La testimonianza di questo evento potrebbe spiegare il passo della Genesi in cui si parla della distruzione di Sodoma e Gomorra Albino Carbognani Gli scavi archeologici condotti nei resti dell'antica città mediorientale di Tall el-Hammam hanno portato alla luce quelli che potrebbero essere gli indizi di un evento molto simile alla catastrofe di Tunguska, ma avvenuta nel 1650 a.C. La testimonianza di questo evento potrebbe spiegare il passo della Genesi in cui si parla della distruzione di Sodoma e Gomorra Poco più di un anno fa su Scientific Reports uscì un interessante articolo in cui si esponevano i risultati ottenuti analizzando l’insediamento preistorico di Abu Hureyra in Siria. In base alle tracce di vetro fuso e di nano diamanti ritrovati in sito i ricercatori concludono che circa 12.800 anni fa la zona poteva essere stata colpita da una piccola cometa. Ciò renderebbe Abu Hureyra il più antico insediamento umano conosciuto distrutto a causa di un impatto. Probabilmente Abu Hureyra non è il solo caso di questo tipo: i risultati degli scavi archeologici effettuati nell’antica città mediorientale di Tall el-Hammam (TeH), mostrano che ha tutte le carte in regola per essere considerata una Tunguska protostorica. Tutto inizia nel 2005 con l’inizio degli scavi archeologici condotti a Tall el-Hammam, un’antica città fortificata che si trova nella valle del Giordano meridionale, a nord-est del 149

Mar Morto: le rovine di questo antico insediamento sono situate all’estremità meridionale della valle tra il Lago di Tiberiade e il Mar Morto. Il sito archeologico contiene i resti di un centro urbano fortificato che è stata la più grande città dell’età del bronzo della zona. Più che una semplice città, TeH comprendeva il nucleo urbano di una città-stato che fiorì senza sosta per circa 3000 anni a partire dal 4700 a.C. fino a quando fu distrutta circa nel 1650 a.C.. La cosa interessante è che TeH non era una città isolata. Attraverso la bassa valle del Giordano ci sono i resti di altre 15 città e più di 100 villaggi più piccoli che furono tutti abbandonati contemporaneamente alla fine della media età del bronzo per rimanere in gran parte disabitati per circa 300-600 anni. Che cosa determinò questo abbandono contemporaneo e generalizzato di così tanti nuclei abitati peraltro in una delle zone più fertili del Medio Oriente? Lo scopo principale della ricerca degli archeologi era proprio cercare di risolvere questo mistero, e per questo si sono concentrati sui resti databili nel periodo che va dal 1800 al 1550 a.C. circa. La parte superiore di TeH aveva mura spesse circa 4 metri con massicce fondamenta che sostenevano bastioni fatti con mattoni di fango, edifici a più piani (sempre in mattoni di fango). Mappa creata con Google Earth che mostra la collocazione geografica del sito archeologico di Tall el-Hammam (Crediti: Google Earth).complesso di palazzi e un ingresso monumentale. Oggi quasi nessun mattone di fango rimane sulle fondamenta in pietra, fatta eccezione per una dozzina di strati di mattoni sopravvissuti sul lato nord-est della parte superiore alta 33 metri. Tutti i muri sono stati apparentemente tranciati quasi a livello con la cima delle fondamenta delle mura della città alta. In sintesi, i pochi 150

mattoni di fango rimasti dalle sezioni di muro disintegrate sono per lo più polverizzati, raramente sono stati trovati intatti e talvolta arrossati dal fuoco. Non sono stati trovati segni di erosione naturale né da parte del vento né dall’acqua, il che significa che i mattoni di fango mancanti non si sono erosi nel tempo: all’appello manca il materiale equivalente a milioni di mattoni. Gli archeologi, analizzando il sito, hanno trovato grani di quarzo shockati che possono essersi formati solo a pressioni di circa 5-10 GPa, ceramiche – che fondono a temperature superiori a 1500 °C – con vescicole, mattoni di fango e tegole di argilla fusi, processo che può avvenire solo a temperatura superiore a 1400 °C; elevate concentrazioni di sale nei sedimenti, compresi i sali di cloruro di potassio (KCl) e cloruro di sodio (NaCl) incorporati in mattoni di fango fusi, pezzi di carbonio simile al diamante che si sono formati ad alta pressione e temperatura, fuliggine, carbone e cenere che indicano la presenza di incendi avvenuti ad alta temperatura e sferule ricche di ferro e silicio, alcune delle quali fuse a temperature superiori a 1590 °C. Infine, nei sedimenti della città è stato trovato iridio, elemento molto raro nella crosta terrestre, ma abbondante negli asteroidi. Analizzando i diversi eventi che potrebbero dare luogo almeno a una parte dei ritrovamenti (attività umane, fabbricazione di ceramiche, incendi, terremoti, guerre, fulmini, airburst e craterizzazione da impatto), gli archeologi hanno concluso che l’unico meccanismo che può spiegare l’intera gamma di prove raccolte è un impatto in grado di formare un cratere o un’esplosione cosmica. L’estensione dell’esplosione di Tunguska sovrapposta all’area del Mar Morto. L’esplosione di Tunguska era larga circa 75 km nella direzione N–S, con un’area di 2200 kmq. Questa immagine mostra che un'esplosione cosmica con un’energia simile a quella di Tunguska potrebbe coprire un ampio segmento del Mar Morto e della Valle del Giordano. Notare che questa sovrapposizione è solo a scopo di confronto; la posizione, 151

l’orientamento, la direzione di arrivo dell’asteroide e le dimensioni dell’area dell’impatto proposto per la distruzione di TeH sono sconosciuti (Crediti: Bunch et al., Scientific Reports 11, 2021). atmosfera, molto probabilmente con un’energia un po’ più grande dell’esplosione avvenuta a Tunguska nel 1908. I dati raccolti nel sito archeologico suggeriscono che si sia verificata un’esplosione in atmosfera pochi chilometri a sud-ovest di Tall el-Hammam causando, in rapida successione, un’onda termica ad alta temperatura – generata dalla palla di fuoco dell’esplosione – che ha fuso i manufatti più esposti, tra cui tetti, mattoni e oggetti in ceramica. A questa è seguita un’onda d’urto ad alta temperatura e ipervelocità che ha demolito e polverizzato i muri di mattoni di fango, livellando la città e causando un’ampia mortalità umana. Gli effetti dell’onda d’urto si sarebbero fatti sentire a decine di chilometri di distanza causando l’abbandono di villaggi e città vicine. Si spiegherebbe così il cessare simultaneo di un gran numero di insediamenti, grandi e piccoli. Fra gli insediamenti abbandonati ci fu anche la città di Gerico, che si trova 22 chilometri a ovest di TeH, che venne ripopolata solo 300 anni più tardi. Nel complesso, si stima che la popolazione dell’area passò da circa 40.000-60.000 abitanti del periodo prima dell’impatto a solo alcune centinaia dopo l’impatto. Qualche testimonianza oculare di questo probabile evento catastrofico che 3600 anni fa distrusse Tall el-Hammam potrebbe essere stata tramandata oralmente e alla fine potrebbe essere diventata il racconto biblico della distruzione di Sodoma e Gomorra riportato nella Genesi, che narra: Il sole spuntava sulla terra ... quand’ecco il Signore fece piovere dal cielo sopra Sodoma e sopra Gomorra zolfo e fuoco proveniente dal Signore. Distrusse queste città e tutta la valle con tutti gli abitanti delle città e la vegetazione del suolo. Abramo ... contemplò dall’alto Sodoma e Gomorra e tutta la distesa della valle e vide che un fumo saliva dalla terra, come il fumo di una fornace. 152

Gli scritti che compongono la Genesi sono databili al VI-V secolo a.C., quindi il passo che descrive la distruzione delle due città deriverebbe da una tradizione orale o scritta (andata perduta), risalente a circa 1000 anni prima. La descrizione delle due città bibliche si adatta abbastanza bene agli effetti di un’esplosione in atmosfera paragonabile a quella di Tunguska. In effetti sappiamo che i piccoli asteroidi di “classe Tunguska” sono molto più numerosi degli asteroidi più grandi (quelli in grado di provocare un’estinzione di massa tanto per intenderci), quindi è statisticamente lecito aspettarsi un certo numero di impatti avvenuti in epoca storica, una frazione dei quali possono senz’altro venire alla luce con gli scavi archeologici di antichi insediamenti o città del passato. Tutto sommato, i nostri antichi progenitori avevano i loro buoni motivi per temere l’ira degli Dei. Per saperne di più: Leggi su Scientific Reports l’articolo “A Tunguska sized airburst destroyed Tall el-Hammam a Middle Bronze Age city in the Jordan Valley near the Dead Sea” di Ted E. Bunch, Malcolm A. LeCompte, A. Victor Adedeji, James H. Wittke, T. David Burleigh, Robert E. Hermes, Charles Mooney, Dale Batchelor, Wendy S. Wolbach, Joel Kathan, Gunther Kletetschka, Mark C. L. Patterson, Edward C. Swindel, Timothy Witwer, George A. Howard, Siddhartha Mitra, Christopher R. Moore, Kurt Langworthy, James P. Kennett, Allen West & Phillip J. Silvia Guarda il servizio video su Media Inaf Tv:

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BIBBIA: SCOPERTE ARCHEOLOGICHE Egitto: ritrovati ruote e pezzi vari dei carri egiziani che attraversarono il Mar Rosso e furono sommersi nelle acque... Recenti scoperte archeologiche confermano la veridicità della bibbia! Alcuni esempi dei numerosi reperti archeologici che hanno confermato l'autenticità della narrazione e degli eventi della Sacra Bibbia. Le prove sono così schiaccianti che il rinomato archeologo Nelson Glueck ha dichiarato: "Si può affermare categoricamente che nessuna scoperta archeologica abbia mai contraddetto i riferimenti biblici". Huston Smith, uno studioso, ha giustamente affermato che se i canoni rigorosi impiegati per verificare l'affidabilità storica della

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Bibbia fossero stati applicati anche agli studi classici, la nostra visione del mondo Greco-Romano oggi sarebbe in frantumi. Relativamente all'Antico Testamento, l'evento biblico maggiormente documentato è quello del diluvio descritto nella Genesi. Il racconto del diluvio si trova in più di 500 miti, nelle diverse civiltà, in popoli lontani geograficamente e culturalmente. Di particolare rilevanza sono i ritrovamenti Babilonesi, Sumeri, e Assiri. Molti di quelli Babilonesi ne parlano con dovizia di particolari; un esempio è l'undicesima tavoletta del poema epico su Gilgamesh, che descrive accuratamente gli eventi secondo lo schema biblico (si veda anche questo documento). La scoperta dell'archivio di Ebla, nel nord della Siria, verso la fine degli anni 1970 ha dimostrato che il racconto biblico che riguarda i Patriarchi è attendibile. I documenti scritti su tavole di creta a partire dal 2300 a.C. circa confermano che diversi nomi di persone e di luoghi nella narrativa della Genesi sono autentici. Ad esempio, era in uso ad Ebla il nome "Canaan", che un tempo i critici dichiaravano non usato in quell'epoca e quindi adoperato a sproposito nei primi capitoli della Bibbia. Si affermava che la parola "tehom" ("l'abisso") in Genesi 1:2 fosse una parola tardiva e quindi una prova della tarda composizione del racconto della Creazione. Ma "tehom" faceva parte del vocabolario in uso ad Ebla, circa 800 anni prima del tempo di Mosè! I costumi antichi riflessi nelle narrative dei Patriarchi sono stati confermati anche da tavole di creta rinvenute a Nuzi e a Mari. Le "cinque città della pianura", citate nella Bibbia, fra cui Sodoma e Gomorra (il cui nome attuale è Bab edh-Dhra e Numeira) e altre città della valle di Siddim, erano iscritte su una tavoletta dell'archivio del palazzo di Ebla addirittura nella stesso ordine di Genesi 14:2. 156

"La distruzione catastrofica di Sodoma e Gomorra avvenne verosimilmente intorno al 1900 a.C." - scrive nel 1951 lo scienziato americano Jack Finegan. "Un minuzioso esame dei documenti letterari, geologici ed archeologici porta alla conclusione che la scomparsa terra di quella regione (Genesi 19:29) era situata nel territorio attualmente sommerso sotto le acque che vanno lentamente crescendo nella parte meridionale del Mar Morto, e che la causa della distruzione fu un grande terremoto, probabilmente accompagnato da esplosioni e da fulmini, dallo sprigionamento di gas e da fenomeni ignei". Intorno al 1900 a.C.: l'epoca di Abramo! Inoltre, nel settembre del 1977 in un numero di "Scientific American" apparve un articolo delle scoperte fatte ad Ebla. Vi si legge: "La lista delle "cinque città della pianura", Sodoma, Gomorra, Adma, Tseboim e Bela (cfr. Genesi 14:2), è ripetuta in un testo di Ebla e i nomi appaiono nello stesso ordine". Due mesi dopo, in una conferenza, il prof. Noel Freedman, direttore dell'Istituto di Ricerca Archeologica di Gerusalemme W.F. Albright, confermò la notizia. Fu reso noto perfino il numero della tavoletta (n° 1860) che menziona le cinque città nello stesso ordine di Genesi cap. 14. Nelle tavolette era anche menzionato anche il re Birsha, lo stesso nome che il re di Gomorra aveva nel tempo di Abrahamo (Genesi 14:2). Si potrebbe dire molto di più su questa sensazionale scoperta che, via via che le tavolette sono lette dall'epigrafista, fornisce costantemente nuove rivelazioni (le tavolette ritrovate nelle rovine del palazzo di Ebla che nel 1975 erano circa 15.000, salirono poi a circa 20.000 durante gli scavi del 1976-77). Gli Hittiti (o Ittiti, o Hittei) una volta si pensava fossero una leggenda biblica, fino a quando nel 1906 la loro capitale e i loro archivi furono scoperti a Bogazkoy in Turchia.

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Ancora, molti pensavano che le descrizioni bibliche delle ricchezze di Salomone fossero fortemente esagerate. Ma i documenti recuperati da epoche remote mostrano che ai tempi antichi, la ricchezza era concentrata in mano ai re, e che la ricchezza di Salomone era perfettamente verosimile. Una volta, si pretendeva che non fosse mai esistito un re assiro di nome Sargon, come riferito in Isaia 20:1, perché tale nome non era noto da nessun'altra fonte. Poi il palazzo di Sargon fu scoperto a Khorsabad nell'Iraq. Proprio lo stesso evento menzionato in Isaia cap. 20, cioè la sua conquista di Asdod (Ashdod), veniva ricordato sulle pareti del palazzo! Inoltre, frammenti di una stele che commemorava la vittoria furono rinvenuti ad Asdod stessa. Gli scavi della biblica Sichem presentarono nel 1960 nuove prove a favore di una data per il regno del re Abimelec, il figlio del giudeo Gedeone. Quando si scavò il tempio di Baal Berith a Sichem, menzionato in Giudici cap. 9, gli archeologi furono in grado di datare la distruzione di quel tempio da parte di Abimelec. Tale data era in accordo con quella del breve regno di tre anni di Abimelec a cui si era già arrivati esclusivamente sulla base dei dati cronologici trovati nella Bibbia. Un altro re la cui esistenza era stata messa in dubbio era Baldassar (o Belshatsar), re di Babilonia, nominato in Daniele cap. 5. Secondo gli storiografi, l'ultimo re di Babilonia era stato Nabonide. Poi furono ritrovate delle tavole che mostravano che Baldassar fu il figlio di Nabonide e che regnò come suo co-reggente a Babilonia. Così, Baldassar poté offrire di costituire Daniele "terzo signore del regno" (Dan. 5:16), la posizione più elevata a disposizione, per essere riuscito a leggere il testo scritto sulla parete. Qui risalta la natura di "testimonianza oculare" del testo biblico, come tante volte viene messo in evidenza dalle scoperte archeologiche. 158

Coerenti con la narrazione biblica sono anche un antico elenco di re Sumeri (il prisma Weld-Blundell, composto da molti frammenti il primo dei quali fu scoperto nel 1906 a Nippur, in Iraq), e una tavoletta sumera che descrive la confusione risultante dall'evento della Torre di Babele, attribuendola al "dio della sapienza". Nel secolo scorso scavi hanno portato alla luce i resti di una grande città. Lo storico W. Keller riepiloga così i risultati: "Nel 1899 la Società Orientale Tedesca inviò una grossa spedizione sotto la direzione del Professor Robert Koldewey, per esaminare i famosi resti di Babil. Gli scavi richiesero molto più tempo del previsto. Durante un periodo di 18 anni, fu portata alla luce la più famosa metropoli del mondo antico, il regno di Nabucodonosor, e al tempo stesso, una delle Sette Meraviglie del Mondo, i Giardini Pensili, e "E-temen-an-ki", la leggendaria Torre di Babele. Nel palazzo di Nabucodonosor e sul Cancello di Ishtar, che si trovava dietro di esso, furono scoperte innumerevoli iscrizioni" (W. Keller, The Bible as History, 1980, p. 302). La cattività di Ioiachin, re di Giuda, in Babilonia (2 Re 24:15-16) è riportata in alcune tavolette in cuneiforme contenenti la cronaca dei primi anni di regno di Nabucodonosor. Esse si riferiscono alla presa di Gerusalemme, alla sua cattività e all'internamento di Sedekia, l'ultimo re di Giuda, il 16/17 marzo del 697 a.C. (riferito al nostro calendario). La dinastia del re Davide è confermata dalle iscrizioni in aramaico su una tavoletta commemorativa rinvenuta a Tel Dan (a nord di Israele), datata IX secolo a.C., probabilmente parte di un monumento ad Hazael, re di Aram. La tavoletta cita diversi eventi registrati nel primo libro dei Re.

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La campagna del faraone Shishak contro Israele (1 Re 14:25-26) è riportata sulle mura del Tempio di Amun a Tebe, in Egitto. La rivolta di Moab contro Israele (2 Re 1:1; 3:4-27) è descritta nell'iscrizione di Mesha. La caduta di Samaria (2 Re 17:3-6, 24; 18:9-11) per mano di Sargon II, re d'Assiria, è descritta sulle mura del suo palazzo. La sconfitta di Ashdod per mano di Sargon II (Isaia 20:1) è descritta sulle mura del suo palazzo. La campagna del re assiro Sennacherib contro Giuda (2 Re cap. 18 e 19; 2 Cronache 32; Isaia 37) è riportata dal prisma Taylor, e nelle diverse stele biografiche di Tirhaka in Nubia. L'assedio di Lachish da parte di Sennacherib (2 Re 18:14,17) è descritto nei bassorilievi di Lachish. L'assassinio di Sennacherib per mano dei suoi stessi figli (2 Re 19:37) è descritto negli annali di suo figlio Esarhaddon. La caduta di Ninive predetta dai profeti Nahum e Sofonia (2:13-15) è riportata sulla tavoletta di Nabopolasar. La caduta di Gerusalemme per mano di Nabucodonosor, re di Babilonia (2 Re 24:10-14) è riportata nelle cronache Babilonesi. La caduta di Babilonia sotto i Medi e i Persiani (Daniele 5:30-31) è riportata sul cilindro di Ciro.

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La narrazione biblica del profeta Balaam è confermata dalle iscrizioni su 119 frammenti rinvenuti a Deir 'Alla.

Nel 1868 fu rinvenuta una tavoletta Moabita. Clermont-Ganneau ne prese l'impronta prima che gli arabi la rompessero in più parti per venderla. L'iscrizione convalida il contenuto del capitolo 16 del primo libro dei Re e del capitolo 3 del secondo libro dei Re. Essa cita anche il nome (Yahweh) con cui Dio si fece conoscere a Israele in Esodo. La liberazione degli schiavi in Babilonia per mano di Ciro il Grande (Esra 1:1-4; 6:3-4) è riportata sul cilindro di Ciro. L'obbligo di lasciare Roma per tutti i Giudei durante il regno di Claudio (41-54 d.C.) è riportato da Svetonio. La scoperta di un grosso altare di pietra fornito di corna, negli scavi di Beer-Seba nel 1973 fece luce su due versetti del libro del profeta Amos (5:5 e 8:14) che sembravano suggerire che in quella città esistesse un santuario. La distruzione di Tiro, famoso porto fenicio dell'antichità noto per il culto orgiastico e crudele di Baal, fu profetizzata nei minimi dettagli (Ezechiele 26:3-14) dal profeta Ezechiele nel 586 a.C., l'anno che precedette la sua caduta. Arca di Noè è stata trovata... Il governo turco ha condotto una ricerca con archeologi nel sito di Arca di Noè nelle montagne di Ararat. le strutture erano state scoperte nel 2007 e nel 2008 . Sono ritornati nel sito nell’ottobre del 2009 per filmarlo...

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(L’archeologo Mike Pitt fa però notare come manchino ancora delle prove inoppugnabili: “Se c’è stato un diluvio capace di sollevare una grande nave a 4 km di altezza sul lato di una montagna 4800 anni fa, penso che ci sarebbero delle notevoli prove geologiche per questa inondazione del mondo. E non ce ne sono”.) L'esistenza di Gesù Cristo è riportata anche dal Talmud Babilonese e da diversi autori non cristiani, tra cui Giuseppe Flavio, Svetonio, Plinio il Giovane, Luciano, e altri, che confermano anche eventi come quello della crocifissione e la vita dei primi cristiani. SE L'ARCA DELL'ALLEANZA FOSSE IL GRAAL. LA STORIA DI RON WYATT di Enrica Perucchietti La “chiamata” Poche persone hanno suscitato reazioni così controverse nel mondo accademico e nell’opinione pubblica come Ron Wyatt. Archeologo dilettante e autodidatta, Wyatt ha dedicato la sua vita alla ricerca delle massime reliquie del mondo ebraico. Gli scavi che lo hanno reso famoso sono stati quelli sul Monte Ararat dove avrebbe rinvenuto i reperti dell’Arca di Noè. Sostenuto da una fede incrollabile in Dio ha indirizzato le sue ricerche nella direzione che “segnali” da lui ritenuti soprannaturali gli hanno indicato. Non si è fermato di fronte a nulla, neppure davanti alle avversità o al biasimo dei colleghi accademici. L’unica cosa che l’ha fermato è stata la malattia. Morto di cancro alle ossa nel 2000, fu davvero un personaggio singolare. Infermiere anestesista di Nashville, a un certo punto della sua vita dichiarò di essere stato “chiamato” da un’entità angelica a scoprire alcuni dei misteri dell’Antico Testamento. Sarebbe stata la prima di diverse “visioni” o miracoli che avrebbero costellato la sua 162

esistenza. Semplicemente egli si sentiva “chiamato” a intraprendere una missione, solo indirettamente religiosa. Avrebbe dovuto riportare alla luce i misteri della religione ebraica. Nelle sue ricerche arrivò a ad affermare di aver identificato il luogo in cui sorsero Sodoma e Gomorra, il punto in cui Mosè ricevette le tavole della Legge sul Sinai, il punto in cui gli ebrei avrebbero oltrepassato il Mar Rosso, il posto esatto della crocifissione, la tomba di Cristo, i dodici altari costruiti da Mosè, la tomba di Abramo, l’Arca di Noè e ovviamente il luogo dove venne nascosta l’Arca dell’Alleanza. Sicuramente un po’ troppi reperti per essere stati rinvenuti dalla stessa persona nell’arco di una sola vita… Il suo operato fu discusso e screditato a priori dall’archeologia ufficiale in quanto si trattava di un dilettante autodidatta. Il sapere accademico può essere davvero tremendo con gli “eretici” che arrivano ad abbracciare dottrine alternative bollate come fantastiche, figurarsi un ex infermiere che un bel giorno aveva deciso di calarsi nei panni di Indiana Jones. Allo stesso modo le sue dichiarazioni furono accolte con scetticismo. Nonostante abbia avuto contro tutto il mondo scientifico, è passato alla storia come uno dei maggiori scopritori di reperti antichi. Molti hanno pensato alla sua mala fede. Non lo ha aiutato ad avere una moltitudine di seguaci tra gli aderenti di numerose sette pseudo cristiane che allignano negli Stati Uniti. Ho avuto modo di lavorare con persone fidate che l’hanno conosciuto quando era ancora in vita e che hanno continuato a sentire via mail la moglie e che mi hanno assicurato – lontano da orecchie indiscrete - che magari poteva essere una persona naif, sicuramente originale, che si sentiva chiamata a compiere una missione, ma in buona fede. Non potrei però giurare che queste stesse dichiarazioni private potrebbero essere confermate pubblicamente. A uno studioso “conviene” sempre spalleggiare i

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colleghi per non finire anch’esso deriso dai più. Sarebbe la sua fine accademica. Poi esiste una classe limitata di soggetti che antepone il bene comune, il sapere, la verità e dunque il progresso dell’umanità, al plauso dell’ortodossia scientifica, a costo di finire deriso, bollato come “eretico” o come un venditore di miracoli. Ron Wyatt era uno di questi. Alla ricerca dell’Arca: la tomba di Gordon La teoria di Wyatt sull’Arca dell’Alleanza partiva da premesse indubbiamente logiche. L’ultima citazione che ci parla dell’Arca nella Bibbia è quella di Cronache 35,3. Dopo questo passo, abbiamo il Secondo Libro dei Maccabei, che ci racconta come Geremia nascose l’arca: “Il profeta, avvertito da un oracolo, ordinò che la tenda e l’arca lo seguissero, mentre egli si recava al monte sul quale Mosè era salito per contemplare l’eredità di Dio”. Qui ovviamente il testo fa riferimento al Monte Nebo in Giordania, come citato in Deuteronomio 34,1: “Giunto là Geremia trovò un abitacolo a forma di antro; vi introdusse la tenda, l’arca e l’altare dei profumi e ne ostruì l’accesso. Alcuni di quelli che l’avevano seguito, s’avvicinarono per segnare la via; ma non riuscirono a trovarla. Quando Geremia lo seppe, rimproverandogli disse loro: ‘Il luogo resterà ignoto sino a quando Dio avrà radunato la comunità e gli userà misericordia’”. Questo passo di Maccabei sostiene dunque che Geremia salì sul Monte da cui Mosè vide l’eredità del Signore e trovò una grotta nascosta. Questo però non sta a significare necessariamente che la grotta fosse sul monte Nebo, ma semplicemente che dal Nebo si poteva vedere la Grotta dove Geremia nascose la reliquia. E’ un’interpretazione che ha la sua validità e che forse in futuro potrebbe anche trovare conferma, se solo l’archeologia ortodossa non si facesse inutilmente beffa dei dilettanti come Wyatt. Sono stati infatti molti coloro che hanno accettato questa teoria anche 164

perché sembra più facile cercare una grotta visibile dal Nebo che mettersi a cercare un antro su quella montagna. Ovviamente Wyatt prese in considerazione il fatto che l’Arca potesse essere stata nascosta prima dell’assedio di Gerusalemme da parte di Nabucodonosor nel 586 a. C., dato che non risulta che essa sia stata trafugata e portata a Babilonia. Nelle sue ricerche del luogo Wyatt seguì le indicazioni del Generale Gordon che nel 1882, di ritorno dalla Campagna Cinese, aveva scoperto il sito di una tomba che credeva potesse essere il sepolcro di Cristo. Dalla scoperta di Gordon Wyatt arrivò a identificare la collina adiacente alla tomba come quella del Golgota, proprio come ipotizzato dal Generale. I padroni del terreno, un arabo e un europeo diedero a Wyatt il permesso di scavare. Il fatto avveniva nel 1979. Su quel sito, in breve tempo, Wyatt dichiarò di aver trovato una tomba. Gli sembrò addirittura che potesse corrispondere alla descrizione del sepolcro di Cristo, in quanto scavata nella roccia, in un giardino nelle vicinanze della collina. In prossimità del sepolcro, trovò una pietra che copriva un buco squadrato. Vicino a quello ne trovò altri simili che gli parvero scavi fatti per infilarvi le basi delle croci romane, come quelle usate per la Crocifissione. Ritenne dunque di aver individuato i fori delle tre croci della Passione di Gesù. Un radar che venne utilizzato per analizzare il sottosuolo, gli rivelò la presenza di una vasta grotta sotterranea. Trovò anche una grande pietra circolare, molto pesante, che ritenne potesse essere quella che era stata usata per chiudere il sepolcro. Non cercò di estrarla perché era sepolta in profondità, ma dai rilevamenti sembrava coincidere con le dimensioni dell’apertura della tomba. La pietra non poteva essere rotolata a destra a causa di un’altra pietra che era stata intagliata nella fossa, presumibilmente per arrestare il movimento.

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Riscontrò anche una spaccatura della roccia in prossimità del foro della croce più elevato e concluse che potesse essere stato causato dal terremoto descritto da Matteo 27, 51 quando Cristo morì. Fra le macerie furono inoltre trovate delle monete, nessuna delle quali risalenti a un periodo posteriore al 130 d. C. La visione Dopo circa due anni di ricerche, Wyatt non aveva però ancora trovato tracce dell’Arca. Neppure l’entrata della grotta. Il lavoro quotidiano era estenuante e gli uomini iniziavano a perdere la speranza di venire a capo della missione. Wyatt iniziò ovviamente a essere preoccupato per i permessi e per lo scavo. Ma ancora una volta fu un intervento esterno, che egli giudicò soprannaturale, a incoraggiarlo a continuare nelle ricerche. Un giorno come un altro, Wyatt stava scavando alla base del solco, quando alzò lo sguardo e vide sopra di lui un uomo molto alto che vestiva i classici abiti degli arabi. "Dio ti benedica Ron, per ciò che stai facendo", gli disse l’uomo. "Chi sei? come fai a sapere che cosa sto facendo?", gli chiese meravigliato Wyatt. "Io so tutto", rispose l’arabo. "Vivi qui vicino?", lo incalzò Wyatt. "No" rispose l’uomo. "Come fai a sapere il mio nome? Da dove vieni?", continuò a interrogarlo Wyatt. "Vengo dal Sud Africa e sto andando alla Nuova Gerusalemme, Dio ti benedica" si limitò a concludere lo sconosciuto. Vedendolo andar via Ron balzò su dallo scavo. Raggiungendo la cima del fosso chiese agli altri 2 compagni che stavano scavando in superficie che strada avesse preso l'uomo, ma loro risposero che non avevano visto nessuno nei paraggi. Fu allora che Ron capì di aver conversato con un “angelo”, che gli era stato mandato per incoraggiarlo a proseguire gli scavi. Con ritrovato entusiasmo continuò la missione che di cui si sentiva incaricato di svolgere.

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L’entrata nella grotta Così facendo trovò una grotta. Mandò un bambino – il figlio del proprietario arabo del terreno - per lo stretto cunicolo ma quando questi tornò indietro non osò riferirgli che cosa aveva visto. Era pallido e spaventato. Così dovettero allargare il cunicolo in modo che lo stesso Wyatt potesse entrare. Erano le due del pomeriggio del 6 gennaio 1982. Erano passati quasi quattro anni dall’inizio delle ricerche, tre dagli scavi. Quando finalmente Ron riuscì ad accedere alla cripta, vide molti cimeli, che ritenne essere appartenuti al Tempio di Salomone. I cimeli erano coperti da pelli. Tra questi la Tavola per la presentazione del pane, il candelabro a sette braccia e una spada gigantesca che pensò potesse essere addirittura quella di Golia! In un angolo c’era una nicchia in cui vide una cassa d’oro, sul coperchio due cherubini che la proteggevano. Fu certo, in quel momento di essere in presenza dell’Arca. Dall’emozione ebbe un sussulto e perse conoscenza. L’aria rarefatta, la stanchezza, lo shock per essersi trovato dinanzi al reperto più importante della storia ebraica ne causarono lo svenimento. Rinvenne 45 minuti dopo. In tutto rimase nella grotta per circa un’ora. Quando uscì raccontò quanto aveva visto e informò le autorità dell’incredibile scoperta. La notizia ovviamente trapelò in fretta. Avvertito il Direttore del Museo di Antichità, questo accorse sul luogo del ritrovamento, ma urtò la schiena, cadde e fu ricoverato in ospedale per due settimane. Sembrava che una forza potente impedisse ad altri di penetrare nella grotta. Una forza sovrannaturale come quella che causò morti e sciagure al ritrovamento della tomba di Tutankhamon da parte di Carter e Carnavon. La storia della “maledizione” del Faraone è nota. Meno nota la considerazione che certi luoghi “sacri” non possono essere profanati, le “divinità” che vi dimorano per quanto “antiche” - non gradiscono l’accesso sconsiderato da parte dei profani… 167

Una nube dorata avvolge l’Arca Avvisate le autorità, in vista delle implicazioni politiche che la scoperta dell’Arca avrebbe potuto avere, un funzionario avrebbe cercato di proibire la continuazione dei lavori che in effetti vennero presto interdetti per evitare disordini data l’affluenza di curiosi sul luogo dello scavo. La scoperta dell’Arca avrebbe infatti indotto i fedeli a voler ricostruire il terzo Tempio a costo di distruggere il Duomo della Rocca arabo che sorge sul luogo su cui si crede che Abramo fosse stato sul punto di sacrificare Isacco. Ciò avrebbe significato un conflitto tra Israele e l’intero mondo islamico di portata inaudita. Nel frattempo quel funzionario e un altro curioso che aveva intenzione di rivelare per primo la notizia della scoperta ai giornalisti vennero colti da un malore e trovati misteriosamente morti. Wyatt scattò diverse fotografie con diverse apparecchiature ma tutti gli scatti dell’arca risultarono offuscati da una misteriosa nube dorata mentre il resto della grotta era ben visibile. Era come se l’Arca volesse impedire al mondo di essere vista. Si utilizzarono diverse apparecchiature, persino una telecamera, ma l’Arca non rimaneva impressa su pellicola. Il parlamento israeliano costrinse in ogni caso Ron a sigillare l’apertura della grotta e a confondere l’accesso con arbusti e pietre. Il sangue sull’Arca Appena uscito dalla grotta, Wyatt raccontò ai colleghi che nella fenditura sul coperchio dell’Arca aveva visto e toccato una strana sostanza scura che aveva prelevato per farla analizzare. Si chiedeva perché mai Dio avesse potuto permettere a una sostanza di colare su un oggetto tanto sacro come l’Arca. I campioni analizzati confermarono i dubbi di Wyatt. Quella sostanza era sangue.

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Secondo l’analisi un sangue con una stranissima peculiarità. Invece di 46 cromosomi ne aveva solo 24 di cui 22 autosomi e un cromosoma x e un cromosoma y. Quindi, secondo Wyatt, doveva essere per forza essere sangue di un uomo che non aveva avuto padre umano. Ritenne così che si trattasse del sangue di Gesù Cristo. Che per un vero e proprio miracolo era colato dalla croce sull’Arca. Ricapitolando. L’arca si trovava nascosta in una grotta proprio sotto il Golgota in prossimità della tomba dove sarebbe stato sepolto il corpo di Gesù. Al momento della morte di Cristo la terra avrebbe tremato squarciandosi. In questo modo il sangue sarebbe potuto colare dalla ferita del costato, prodotta dalla Lancia di Longino, prima lungo tutta la lunghezza del legno della croce, poi attraverso la fenditura della roccia nella terra fino a depositarsi sull’Arca. Ora, nessuno ha sottolineato l’importanza simbolica di questo ritrovamento. La scoperta di Wyatt è rimasta inascoltata. Se effettivamente il sangue di Cristo fosse colato sull’Arca dell’Alleanza ciò andrebbe interpretato come un vero e proprio miracolo: il sangue di Cristo rappresenta il frutto della Nuova Alleanza tra Dio e gli uomini, Alleanza che si ottiene proprio tramite il sacrificio di Gesù. Il sangue che cola sull’Arca – che lo ricordiamo è il simbolo della Vecchia Alleanza – avrebbe segnato il passaggio supremo dalla Vecchia alla Nuova Alleanza, proprio attraverso il sangue che sarebbe poi stato raccolto da Giuseppe d’Arimatea nella coppa che noi tutti conosciamo come Santo Graal. In realtà, avremmo già una prefigurazione della coppa: è l’Arca stessa che si rivela essere un contenitore. Così il sacrificio di sangue di Gesù sarebbe stato il perfetto sacrificio dell’Agnello di Dio effettuato nel Tempio, ovvero sopra l’Arca dell’Alleanza secondo i dettami della legge ebraica – contenuta sotto i piedi della Croce. Tutto ciò a insaputa dei romani che non potevano sapere

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che sopra il luogo della Crocifissione sorgesse la grotta dove Geremia aveva nascosto l’Arca. Il sangue di nessun animale offerto in sacrificio a Dio poteva infatti lavare via le colpe dei fedeli: era necessario il sangue del Figlio di Dio che prendesse su di sé i peccati dell’umanità e li mondasse attraverso il suo omicidio cruento, come scritto in Ebrei 9: 12, “Tu non hai voluto ne' sacrificio ne' offerta, ma mi hai preparato un corpo, non hai gradito ne' olocausti ne' sacrifici per il peccato. Allora ho detto: Ecco Io vengo per fare, o Dio, la tua volontà”. Non solo. Nel Vecchio Testamento l’Arca custodisce le Tavole della Legge, e proprio il significato supremo della teologia ebraica si esprime nella Legge che Dio dona a Mosè. Supponendo ovviamente che l’Arca sia stata nascosta sotto il luogo della crocifissione di Gesù, il sangue colando sull’arca avrebbe reso l’Arca stessa – contenitore delle Tavole della Legge.. Un contenitore del sangue simbolo del sacrificio del Figlio di Dio. Tra l’altro alcuni teologi medioevali assimilavano il Sangue di Cristo all’Arca dell’Alleanza, mentre secondo alcune tradizioni l’Arca avrebbe contenuto al suo interno il graal il che il terzogenito di Adamo, Seth, era riuscito a ritornare in possesso per tramandarlo di padre in figlio in un luogo sicuro. dove, forse, riposa ancora. E nelle scritture stesse si conteneva come il profeta per avviso datogli da Dio, ordinò, che il tabernacolo, e l'arca andassero seco, fino che arrivò a quel monte, sul quale salì Mosè, e donde vide l'eredità di Dio: 5 E giunto colà Geremia trovò una caverna, e vi ripose dentro il tabernacolo, e l'arca, e l'altare degli incensi, e ne accecò l'ingresso. 6 E alcuni di quelli, che lo seguivano si avvicinarono per notare il luogo, ma non poteron poi rinvenirlo. 7 E quando Geremia seppe tal cosa gli sgridò, e disse: Il luogo sarà ignoto, fino a tanto che Dio riunisca tutto il popolo, e faccia 170

misericordia. 8 E allora il Signore manifesterà tali cose, e apparirà la Maestà del Signore, e verrà la nuvola, quale fa veduta da Mosè, e quale apparve allorché Salomone domandò che il tempio fosse consacrato al grande Iddio. 9 Perocché egli fece grandiosa mostra di sua sapienza, e come sapiente offerse il sacrificio della dedicazione, e santificazione del tempio. 10 Come Mosè fece orazione al Signore, e scese fuoco dal cielo, e consumò l'olocausto; così ancor Salomone fece orazione, e scese fuoco dal cielo, e consumò l'olocausto. 2 Maccabei 4-10 Allora si aperse nel cielo il tempio di Dio e in esso apparve l'arca del suo patto, e ci furono lampi, voci, tuoni, un terremoto e una forte tempesta di grandine. Apocalisse 11:19 E dopo queste cose, io vidi, ed ecco aprirsi nel cielo il tempio del tabernacolo della testimonianza. Apocalisse 15:5 E udii una gran voce dal cielo, che diceva: «Ecco il tabernacolo di Dio con gli uomini! Ed egli abiterà con loro; e essi saranno suo popolo e Dio stesso sarà con loro e sarà il loro Dio. Apocalisse 21:3 L’Arca è stata nascosta al suo posto” (Talmud – Yoma).

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Leggete questa relazione sull’ arca del patto, che nel 586 aC è scomparsa e solo fino ad oggi, dopo più di 2500 anni è stata trovata. Cosa c'era di così speciale dentro, a causa di lei, che il re Salomone costruì un tempio inestimabile? Perché ora si sta trovando il suo segreto ancora mantenuto? Ron Wyatt a Gerusalemme ha fatto diverse scoperte. Ha trovato il posto giusto la crocifissione di Gesù Cristo, vicino alla roccia del Golgota, come la tomba probabile in cui fu sepolto Gesù. Sotto il Calvario ha fatto la più grande scoperta nella storia. È stata scoperta da contratti di petto e sopra la fenditura nella roccia che conduce alla croce su cui Cristo fu crocifisso. L’Arca dell'Alleanza è una grande prova che Gesù Cristo è il vero Messia, e che il suo sangue è stato versato per i nostri peccati. Tutto l'Antico Testamento ha sottolineato che le vittime tipiche degli agnelli a questo evento, in cui Gesù Cristo ha versato il suo sangue, il propiziatorio Dopo questi risultati diciamo Gesù sta preparando il mondo per la sua seconda venuta. 8 Tre ancora sono quelli che rendono testimonianza sulla terra: lo Spirito, l'acqua e il sangue; e questi tre sono d'accordo come uno. 9 Se noi accettiamo la testimonianza degli uomini, la testimonianza di Dio è ancora più grande, poiché questa è la testimonianza di Dio che egli ha dato circa il suo Figlio (Gesù Cristo). 1Giovanni 5:8-9

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L'APERTURA DEL MAR ROSSO SCOPERTE A FAVORE DELLA BIBBIA L’apertura del Mar Rosso: riscontri storici ed archeologici dell’evento Numerosi ricercatori hanno tentato per anni di reperire l’esatta località in cui si svolse il miracolo dell’Apertura del Mar Rosso. Per secoli, nessuno di essi fu in grado di spiegare dove fosse scomparso il possente esercito del faraone, finché alla fine del XX secolo, avvenne una notevole svolta in questo senso. Il seguente approfondimento espone dati di notevole interesse riguardo ai risultati delle nuove ricerche.

L’itinerario dell’Esodo All’epoca della schiavitù, gli ebrei vivevano nella regione del delta del Nilo, in una località denominata Ra’msès. I figli d'Israele partirono da Ra’msès verso Sukkòt, circa seicentomila uomini a piedi, oltre ai bambini. (Shemòt 12, 37) Usciti dall’Egitto, gli ebrei sostarono nella località di Sukkòt, situata all’estremità settentrionale dello Stretto di Suez.

Fotografia ripresa dal satellite, dove è segnato l'itinerario percorso dagli ebrei, dall'Egitto fino a Etàm. La localizzazione di Sukkòt Esiste una località denominata “Tharu”, “T’aru” o “Takut” che corrisponde precisamente alla descrizione di Sukkòt. Da alcuni 175

antichi manoscritti emerge che “Tharu era situata presso il delta” o Ra’msès, “dove gli ebrei avevano risieduto. Era anche il luogo dove l’esercito egizio si preparava per uscire verso il nord”. Giuseppe Flavio, nella sua opera Antichità (libro II, cap. X) scrive: “In quanto guida militare, Moshè conosceva Tharu; fu lì che preparò il suo enorme esercito all’Esodo. Da lì partirono per Etàm”.

La tappa successiva: Etàm Partirono da Sukkòt e si accamparono a Etàm, all’estremità del deserto (Shemòt 13, 20) Etàm era situata all’estremità del deserto, presso il Mar Rosso (o Mare dei Giunchi): Dio fece quindi deviare il popolo attraverso il deserto, verso il Mare dei Giunchi; i figli d'Israele erano saliti armati dal paese d’Egitto (Shemòt 13, 18)

Dal deserto al mare Mentre il popolo ebraico percorreva il deserto, in fuga dall’esercito egizio, Hashèm disse a Mosè di dirigersi verso sud e di raggiungere il mare. A quel punto gli ebrei dovettero percorrere un wadi che portava appunto alla costa: «Parla a figli di Israele, che tornino indietro e si accampino dinanzi Pi Hakiròt, tra Migdòl e il mare, dinanzi a Ba’al Tzefòn, di fronte a esso, accampatevi presso il mare. Par’ò dirà dei figli di Israele: “Essi sono intrappolati, il deserto li ha serrati!” (Shemòt 14, 2-3). Da un’attenta analisi delle descrizioni bibliche emerge che per giungere dal deserto del Mare dei Giunchi alla costa, gli ebrei 176

avrebbero dovuto attraversare un wadi con le seguenti caratteristiche: che fosse circondato da alte montagne dalle quali non ci fosse possibilità di fuga o ritirata, affinché fossero intrappolati; che esso potesse accogliere alcuni milioni di persone, oltre al loro bestiame e ai loro averi; che li portasse a una spiaggia abbastanza grande da poterli contenere tutti.

Vista della spiaggia di Nuweiba da Wadi Watir, nel punto in cui esso si incontra con la spiaggia. Si noti la vicinanza tra la spiaggia e l'Arabia Saudita, di fronte.L’unico wadi della regione che risponda a questi requisiti è quello denominato Wafi Watir. Esso è l’unico tratto che avrebbe potuto ospitare il numero ingente di ebrei usciti dall’Egitto e portarli dal deserto al mare. Sempre nella sua opera Antichità (Libro II, cap. XV) Giuseppe Flavio aggiunge interessanti informazioni concernenti l’inseguimento del popolo ebraico da parte delle milizie del faraone: “Essi inoltre ostruirono i passaggi da cui ritenevano che gli ebrei potessero fuggire, rinchiudendoli fra i precipizi inaccessibili e il mare. Così bloccarono gli ebrei nel punto in cui le montagne si rinchiudevano presso il mare”.

La spiaggia presso la quale avvenne l’Apertura del Mare

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Esaminando la piantina della regione si può trovare un’unica spiaggia abbastanza grande da contenere almeno due milioni di persone: Nuweiba. Fotografia satellitare della spiaggia di Nuweiba,

Si notino le dimensioni della stessa e il grande wadi che conduce dal deserto al mare.Questa spiaggia si estende su un’area particolarmente vasta, nella quale gli ebrei poterono facilmente sostare, con il loro bestiame e i loro beni. Giunti alla costa, gli ebrei si trovarono letteralmente intrappolati. Non potevano tornare indietro a causa delle milizie egiziane al loro inseguimento, né potevano dirigersi a nord, in quanto all’estremità settentrionale della spiaggia si ergeva una fortezza egizia, tutt’oggi esistente (in ristrutturazione). Quanto all’estremità meridionale della spiaggia, come scrive Flavio (Antichità, Libro II, 3-15) era chiusa dalle montagne: “Là si ergeva infatti una catena montuosa impossibile da valicare, che impediva la loro fuga”.

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La spiaggia di Nuweiba La fortezza egizia presso la spiaggia di Nuweiba.

Le colonne Nel 1978 furono scoperte due colonne di granito uguali fra loro, che si ergevano ai due lati dello stretto del Mare dei Giunchi.

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La colonna ritrovata sulla spiaggia di Nuweiba Una di esse, rilevata nella spiaggia di Nuweiba, era in parte immersa nell’acqua e l’iscrizione che la caratterizzava era quasi del tutto cancellata. All’epoca Nuweiba era ancora in territorio israeliano. In seguito la colonna fu trasferita dall’altra parte della strada. L’altra colonna, invece, fu ritrovata sull’altra sponda dello stretto, in territorio arabo-saudita. Su di essa le scritte, in ebraico, erano ancora leggibili: ‫( מצרים‬Egitto); ‫( מתו‬morirono); ‫( שלמה‬Shelomò); ‫( אדום‬idumea); ‫( פרעה‬Par’ò); ‫( משה‬Moshè); ‫( מים‬acqua) e il Nome di Hashèm.

La colonna rinvenuta sulla sponda saudita.Si presume che re Shelomò avesse eretto queste colonne quattrocento anni dopo il miracolo dell’Apertura del Mar Rosso. Il suo porto si trovava all’estremità settentrionale dello stretto, ossia il Golfo di Aqaba, che corrisponde all’odierna Eilat. Egli conosceva bene il punto in cui gli ebrei attraversarono il Mare, in quanto si trovava proprio in prossimità. Re Shelomò costruì una nave a ‘Etziyòn Ghèver, che si trovava presso Elòt, sulla costa del Mare dei Giunchi, in terra di Edòm (Melakhìm I, 9-26). Inoltre, è probabile che il seguente versetto tratto da Yesha’yà si riferisca alla colonna di cui sopra: In quel giorno verrà eretto un altare per Hashèm in terra d’Egitto e una stele (o colonna) presso il 180

suo confine, per Hashèm, e sarà un segno e una testimonianza per il Dio delle Schiere in terra d’Egitto (19, 19).

Le ruote dei carri Da quanto esposto, emerge che gli ebrei attraversarono il Mar Rosso partendo dalla spiaggia di Nuweiba e raggiungendo quella che si trovava di fronte, nell’attuale Arabia Saudita, che all’epoca, in base a tutte le mappe antiche, corrispondeva alla terra di Midyàn. I figli di Israele entrarono nel mare, all’asciutto, e l’acqua faceva loro da muro alla loro destra e alla loro sinistra. Gli egizi – tutti i cavalli di Par’ò, i suoi cocchi e i suoi cavalieri - [li] inseguirono andando loro dietro fin dentro il mare. E fu all’alba, che Hashèm scrutò l’accampamento egizio [per distruggerlo] con una colonna di fumo e una nube, scompigliando l’accampamento degli egizi. Staccò le ruote dei loro cocchi e lo trattò con durezza. Gli egiziani dissero: «Fuggiamo da Israele, poiché Hashèm combatte per loro contro gli egizi!» (Shemòt 14, 22-25). Nel 1978, un ricercatore di nome Ron Wyatt (uno dei più noti nel campo) si immerse nell’area in cui, in base a quanto esposto sopra, avvenne l’Apertura del Mare, ossia nella parte meridionale della spiaggia di Nuweiba. Vi trovò dei resti di carri ormai ricoperti da uno spesso strato di corallo, che ne aveva consentito la preservazione nel corso dei millenni.

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Una delle ruote d'oro ritrovate da Ron Wyatt, rimaste quasi intatte in quanto i coralli si attaccano difficilmente a questo materiale. Sul fondo del mare furono poi ritrovate ruote a quattro, sei e otto raggi. Wyatt riuscì a portare in superficie il perno di un carro a cui erano attaccati otto raggi di ruota. Lo portò al Cairo a farlo esaminare dal professor Nassif Muhammad Hassan, direttore del reparto di ricerca sulle antichità. In seguito a un rapido esame, Hassan informò Wyatt del fatto che il reperto risaliva alla XVIII dinastia egizia, che corrisponde a quella che sottopose il popolo ebraico alla schiavitù. E’ interessante notare che furono ritrovati residui di carri d’oro sulla sponda egiziana del golfo, ossia a Nuweiba, il punto cioè in cui ebbe inizio l’attraversamento del mare. Questo genere di carri veniva utilizzato nelle cerimonie e apparteneva alle caste più alte della società dell’antico Egitto. Non erano adatti alle battaglie come gli altri, fatto che rende comprensibile il luogo in cui furono ritrovati: infatti, è logico che in capo all’esercito, ossia i primi ad entrare nel 182

mare, fossero i soldati addestrati alla guerra, mentre i nobili e i principi si tenessero sulla retrovia e fossero, quindi, gli ultimi a entrare. Per questo motivo, quando il mare si chiuse dietro di loro, essi erano ancora vicini alla costa, ossia a Nuweiba. Wyatt inoltre ritrovò sul fondo marino ossa equine e umane.

Uno dei reperti rilevati da Bill FreyNel dicembre del 1998 i ricercatori Bill Frey e Ron Wyatt, accompagnati da altre otto persone, si recarono a Nuweiba per un’ulteriore immersione nelle acque in cui in passato lo stesso Wyatt aveva trovato i reperti di cui sopra. Frey e un collega si immersero e ben presto trovarono il perno di un carro a una profondità di circa sessanta centimetri sotto il fondo marino, a cui era ancora attaccata una ruota a sei raggi; entrambi erano ricoperti di coralli. Per accertarsi che si trattasse effettivamente di residui di carri e non di semplici coralli, utilizzarono un rilevatore di metalli che emise segnali positivi in tutti i casi, provando che i coralli coprivano materiali di questo genere. Gli altri ricercatori rilevarono ulteriori ruote e persino telai di carri. Ciò che più li sorprese, tuttavia, fu il rilevamento di ossa umane, in parte sparpagliate qua e là e in parte raggruppate, racchiuse all’interno di coralli.

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A destra l'osso di un arto inferiore umano ricoperto di coralli, esaminato all'università di Stoccolma. Fu attribuito a un uomo dell'altezza di circa un metro e sessanta. A sinistra un altro osso dello stesso genere, a titolo comparativo.Un osso ritrovato Costole umane Nel maggio del 2000 furono effettuate ulteriori immersioni da gruppi di ricerca guidati dal norvegese Mark Krassberg e da altri noti ricercatori, fra i quali l’australiano Ron Peterson, la svedese Vioka Fonten, i britannici Michael Redman e Aron San e il norvegese Thor Larsen. Fra loro si trovava anche il dott. Lanert Mullar, che disponeva di una sofisticata macchina fotografica subacquea, dotata di un telecomando. Egli si unì al gruppo, insieme ad altri

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ricercatori che disponevano di altri apparecchi molto sofisticati per la ricerca sottomarina.

Una delle ruote ritrovate sul lato saudita del fondo (fotografia di Vioka Fonten)Con la loro imbarcazione, navigarono in direzione dell’Arabia Saudita (l’altra sponda del Mare dei Giunchi) e riuscirono a superare il segnale di “metà strada” (tra Nuweiba e l’Arabia Saudita); si immersero con l’Excalibur 1000, un apparecchio che consente di rilevare metalli che giacciono anche a grandissime profondità. Durante un’immersione a ventotto metri di profondità scoprirono dei reperti a forma circolare ricoperti di coralli, della stessa misura delle ruote di un carro. Il perno e i sei raggi della ruota erano chiaramente visibili. Con l’ausilio del rilevatore,

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furono ritrovati, inoltre, numerosi oggetti di metallo, anch’essi ricoperti dai coralli. Anche sulla sponda saudita, infine, trovarono dei resti di carri, fatto che confermò l’ipotesi secondo cui l’itinerario dell’attraversamento del mare partisse da Nuweiba e raggiungesse l’Arabia Saudita.

Fonte: Khumash: Esodo – Shemòt, edizione gennaio 2010, Mamash (da pag. 819 a pag. 826). Data di pubblicazione: 10/06/2010 12:50:00 AM Pinterest Parole chiave: Approfondimento, Storia Si invita ad ascoltare e guardare l’intervista a Ron Wyatt nel canale YouTube Carlo Fanni 2.

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LETTERE EBRAICHE E CODICE BIBBIA PARLANO DI GESÙ CRISTO MESSIA E DIO:

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Gesù Disse: distruggete questo tempio e io in tre giorni lo farò risorgere… parlava del Tempio del suo corpo. (Giovanni 2:19-21)

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SOPRA LA CROCE DI GESU' LA SCRITTA IN EBRAICO RIVELA CHE EGLI E' DIO: Il Titulus Crucis, conservato a Roma nella Basilica di Santa Croce in Gerusalemme, riporta la scritta in greco, in latino (Iesus Nazarenus Rex Iudaeorum, il cui acronimo è INRI) e in ebraico (il cui acronimo è YHWH, cioè Jahvè, il nome di Dio dell'Antico Testamento) di Daniele Di Luciano In Esodo 20,2 Dio rivela il suo nome a Mosè: "Io sono il Signore, tuo Dio, che ti ho fatto uscire dalla terra d'Egitto". La parola tradotta con "il Signore" è il famoso Tetragramma che gli ebrei non possono neanche pronunciare: "YHWH", vocalizzato in diversi modi tra i quali "Yahweh". Le quattro lettere ebraiche che lo compongono sono queste: .yod-he-waw-he. Ricordiamo che l'ebraico si legge da destra verso sinistra ,"‫"יהוה‬ Nel Vangelo di Giovanni, capitolo 19 versetti 16-22, leggiamo:

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"Essi presero Gesù ed egli, portando la croce, si avviò verso il luogo detto del Cranio, in ebraico Gòlgota, dove lo crocifissero e con lui altri due, uno da una parte e uno dall'altra, e Gesù in mezzo. Pilato compose anche l'iscrizione e la fece porre sulla croce; vi era scritto: «Gesù il Nazareno, il re dei Giudei». Molti Giudei lessero questa iscrizione, perché il luogo dove Gesù fu crocifisso era vicino alla città; era scritta in ebraico, in latino e in greco. I capi dei sacerdoti dei Giudei dissero allora a Pilato: «Non scrivere: «Il re dei Giudei», ma: «Costui ha detto: Io sono il re dei Giudei»». Rispose Pilato: «Quel che ho scritto, ho scritto»." IL TITULUS CRUCIS Nonostante il brano in questione sia famosissimo, la scena che si è svolta davanti a Gesù crocifisso dev'essere stata un po' diversa da come ce la siamo sempre immaginata. Giovanni, forse, ha provato a sottolinearlo, ma il lettore, non conoscendo la lingua ebraica, è impossibilitato a comprendere. L'iscrizione di cui parla Giovanni è la famosa sigla "INRI", raffigurata ancora oggi sopra Gesù crocifisso. L'acronimo, che sta per il latino "Iesus Nazarenus Rex Iudaeorum", significa appunto "Gesù il Nazareno, il re dei Giudei". Ma Giovanni specifica che l'iscrizione era anche in ebraico. Non solo: in un momento così importante l'evangelista sembra soffermarsi su dei particolari apparentemente di poco conto: 1) il fatto che molti Giudei lessero questa iscrizione, perché il luogo dove Gesù fu crocifisso era vicino alla città 2) i capi dei sacerdoti che si rivolgono a Pilato per far modificare l'iscrizione 3) Pilato che si rifiuta di cambiarla. Ponzio Pilato, che era romano, probabilmente non capiva che, senza volerlo, aveva creato un po' d'imbarazzo - se vogliamo definirlo così - agli ebrei che osservavano Gesù crocifisso con quell'iscrizione sopra la testa. LA CLAMOROSA SCOPERTA 203

Henri Tisot, esperto di ebraico, si è rivolto a diversi rabbini per chiedere quale fosse l'esatta traduzione ebraica dell'iscrizione fatta compilare da Pilato. Ne parla nel suo libro "Eva, la donna" nelle pagine da 216 a 220. Ha scoperto che è grammaticalmente obbligatorio, in ebraico, scrivere "Gesù il ."‫ "ישוע הנוצרי ומלך היהודים‬Nazareno e re dei Giudei". Con le lettere ebraiche otteniamo Ricordiamo la lettura da destra verso sinistra. Queste lettere equivalgono alle nostre "Yshu Hnotsri Wmlk Hyhudim" vocalizzate "Yeshua Hanotsri Wemelek Hayehudim". ,"‫ "יהוה‬Quindi, come per il latino si ottiene l'acronimo "INRI", per l'ebraico si ottiene "YHWH". Ecco spiegata l'attenzione che Giovanni riserva per la situazione che si svolge sotto Gesù crocifisso. In quel momento gli ebrei vedevano l'uomo che avevano messo a morte, che aveva affermato di essere il Figlio di Dio, con il nome di Dio, il Tetragramma. Non poteva andar bene che YHWH fosse scritto lì, visibile a tutti, e provarono a convincere Pilato a cambiare l'incisione. Ecco che la frase del procuratore romano "Quel che ho scritto, ho scritto" acquista un senso molto più profondo. Sembra incredibile? Pensate che Gesù aveva profetizzato esattamente questo momento. In Giovanni 8,28 troviamo scritto: "Disse allora Gesù: «Quando avrete innalzato il Figlio dell'uomo, allora conoscerete che Io Sono" Per "innalzare" Gesù intende la crocifissione. "Io Sono" allude proprio al nome che Dio ha rivelato a Mosè in Esodo 3,14: "Dio disse a Mosè: «Io sono colui che sono!». E aggiunse: «Così dirai agli Israeliti: «Io- Sono mi ha mandato a voi»" Titolo originale: Sopra la croce di Gesù non era scritto solo INRI. Ecco il vero significato dell'iscrizione ebraica Fonte: Sito del Timone, 5 febbraio 2016 Pubblicato su BastaBugie n. 694 204

SALMO 119 PARLA DI GESÚ:

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I codici ELS della Bibbia sono un "marchio di qualità" del Libro Sacro. È un'impronta lasciata da Dio per testimoniare la Sua grandezza e intelligenza infinita. Sono stati pubblicati molti libri e articoli riguardo ai codici ELS della Bibbia. Anche Time e Newsweek ne hanno parlato. Negli USA sono anche stati oggetto di trasmissioni alla radio e alla televisione. Di che cosa si tratta? I codici ELS della Bibbia sono una specie di sigillo, di marchio di qualità per il libro più importante dell'umanità. Sono come l'impronta digitale dell'autore che nel corso di molti secoli ha ispirato gli scrittori nella redazione del testo. Vi si possono trovare dettagli su eventi accaduti migliaia di anni dopo la redazione. Chi, se non Dio stesso, avrebbe mai potuto codificare tutti questi dettagli? È vero che possediamo già molti indizi sulla veridicità della Bibbia. L'archeologia ne è un esempio. Il più famoso archeologo ebraico di questo secolo, dott. Nelson Glueck, ha passato la sua vita alla ricerca di reperti archeologici nella terra d'Israele. Il risultato delle sue ricerche ha permesso al dott. Glueck di affermare che la Bibbia è assolutamente precisa in ogni settore in cui è stato possibile confrontarne il contenuto con le scoperte archeologiche. Egli riassume così le migliaia di scoperte archeologiche di questo secolo: "Si può affermare categoricamente che nessuna scoperta archeologica ha confutato un testo biblico. Sono stati scoperti dozzine di reperti archeologici che confermano a grandi linee o nei minimi dettagli delle affermazioni storiche della Bibbia." (Nelson Glueck, "Rivers in the Desert: History of the Negev", 1969) Alcune delle ricerche più affascinanti riguardo ai codici ELS sono quelle fatte da Yacov Rambsel, che in Isaia 52-53 ha scoperto i nomi di Gesù, dei Suoi discepoli, di Maria, Giuseppe e molti altri protagonisti della vita di Cristo, compresi re Erode e il sommo sacerdote Caiafa. Questi dettagli sono contenuti nei capitoli di Isaia 239

sul Servo di Dio sofferente, scritti più di sette secoli prima che Egli nascesse! I codici Yeshua – dal nome ebraico di Gesù – rivelano e confermano per chi non crede ancora che Gesù di Nazaret è il vero Messia, e ne sono il "marchio di qualità". Che cosa sono i codici ELS della Bibbia? I testi antichi della Torah non hanno spazi né punteggiatura. Ecco per esempio i primi due versetti di Genesi in italiano: 1. Nel principio Dio creò i cieli e la terra. 2. La terra era informe e vuota, le tenebre coprivano la faccia dell'abisso e lo Spirito di Dio aleggiava sulla superficie delle acque. Negli antichi testi ortodossi sarebbero scritti così: N E LPR I N C I PI O D I O C R E O I C I E LI E LAT E R R ALAT E R R AE R AI N FO R M E E V U O T ALE T E N E B R E C O PR I V AN O LAFAC C I AD E LLAB I S S O E LO S PI R I T O D I D I O ALE G G I AV AS U LLAS U PE R FI C I E D E LLE AC Q U E Usando questo testo in italiano, vi si possono trovare codificate parole come RAME, LATO, TIRI, DARE, EST, SOLE, TERRA, LEA, eccetera. Difficilmente si trovano delle parole più lunghe, ma aumentando la lunghezza del testo è possibile trovarne. Ecco qui un esercizio. Cerca alcune delle parole indicate sopra e trovane anche delle nuove. Per facilitare il compito si mette il testo in modo da formare una griglia. Disponendo diversamente la lunghezza delle righe diventa più facile o più difficile trovare determinate parole. Esempio: Partendo dalla 17a lettera (R), e contando per tre volte ogni 16 lettere, si ottiene la parola RAME. Evidentemente questo testo non è l'originale, e la traduzione non mantiene le codifiche. Inoltre è un fatto che qualsiasi testo sufficientemente lungo contiene dei codici ELS. La domanda che si pone è se questi sono significativi o meno, cioè se sono presenti dei codici multipli in prossimità (vicini l'uno all'altro), e se sono in 240

relazione con il testo "in superficie", quello che si legge direttamente. La storia dei codici ELS Gli ultimi anni ci hanno dato molte informazioni sui codici ELS della Bibbia. Ma già molti secoli fa sono state fatte delle scoperte riguardo a essi. 600 anni fa, Rabbi Bachya, un rabbino europeo, scrisse un libro in cui descriveva la sua scoperta di una struttura di lettere della Torah, disposte a intervalli, che formano delle parole con un senso. Egli scoprì che iniziando dall'ultima lettera "tav" (‫ )ת‬della prima parola di Genesi 1:1 – "nel principio", bereishit (‫ – )תישארב‬e saltando 49 lettere, si formava la parola Torah (‫)הרות‬. In altre parole, partendo dalla prima "tav" di Genesi, e contando ogni 50a lettera si forma la parola ebraica Torah, che significa "legge" o "dottrina" (per antonomasia i primi 5 libri di Mosè). Rabbi Bachya scoprì che pure in Esodo si formava la parola Torah partendo dalla prima "tav" e contando ogni 50a lettera. Ma non con Levitico. Esaminando il primo versetto di Levitico non trovò Torah. In sua vece scoprì che partendo dalla prima apparizione di "iod" (‫)י‬, e contando ogni 8a lettera, si formava la parola ebraica HaShem, che significa "il Nome" – sottinteso, "di Dio". Esaminando "Numeri" trovò che Torah era codificato ogni 50a lettera, ma all'inverso (haroT), mentre in "Deuteronomio" trovò Torah all'inverso, ma ogni 49a lettera, iniziando dal versetto 5. Il dott. Daniel Michelson ha calcolato che statisticamente la probabilità che Torah sia stato codificato per caso all'inizio dei 4 libri di Mosè è di 1 a 3'000'000. La riscoperta Rabbi Michael Dov Weissmandl (1903-1957) fece delle ricerche simili e negli anni '40 scoprì con stupore codificati molti altri nomi. I suoi studenti continuarono il suo lavoro, che sfociò in uno studio approfondito all'Università Ebraica. Questi codici sono oggi noti con 241

il nome di "sequenze equidistanti di lettere" (ELS). Durante gli ultimi 15 anni l'introduzione dell'uso del computer ha NELPRINCIPIODI OCREOICIELIELA TERRALATERRAER AINFORMEEVUOTA LETENEBRECOPRI VANOLAFACCIADE LLABISSOELOSPI RITODIDIOALEGI AVASULLASUPERF ICIEDELLEACQUE permesso di esplorare il testo della Torah in un modo mai immaginato. Nel 1988 tre matematici dell'Università Ebraica e dell'Istituto Tecnologico di Gerusalemme (dott. Doron Witztum, dott. Yoav Rosenberg, dott. Eliyahu Rips) hanno completato il progetto di ricerca iniziato da Rabbi Weissmandl. Come possiamo essere sicuri della precisione dei testi oggi a disposizione? Per trovare dei codici significativi è necessario che il testo sia preservato, senza alterazioni nelle parole e nel numero di lettere che lo compongono. Alcune lettere in più o in meno, oppure un sinonimo, possono alterare completamente la codifica ELS, rendendo il testo inutilizzabile per una parte delle ricerche e degli esperimenti. Diversi fattori contribuiscono a darci una certa garanzia sulla genuinità dei testi oggi disponibili. L'estrema cura nella trascrizione dell'AT Mentre per il Nuovo Testamento esistono letteralmente decine di migliaia di copie di interi brani o di NT completi, ma non sempre scritti con la dovuta cura, l'Antico Testamento ha a suo vantaggio che i testi sono stati copiati in modo estremamente meticoloso. I talmudisti dovevano seguire minuziosamente le regole per la copiatura dei rotoli della Legge (Codici). Ne riassumo alcune. 1° Ogni pergamena deve contenere un certo numero di colonne, sempre uguale per tutto il Codice. 2° La lunghezza di ogni colonna non deve essere inferiore a 48 linee né superiore a 60. 3° Un originale autenticato deve servire da riferimento e lo scriba non deve assolutamente deviare dal testo. 242

4° Nessuna parola né lettera, nemmeno uno iod (‫)י‬, deve essere scritto da memoria, senza che lo scriba abbia guardato il codice davanti a lui. 5° Fra ogni consonante si deve lasciare lo spazio di un capello o un filo. 6° Fra un paragrafo (o sezione) e il successivo si lascia lo spazio di nove consonanti. 7° Fra un libro e il successivo si lascino tre righe. 8° Il quinto libro di Mosè deve terminare esattamente con una riga, i rimanenti non necessariamente. 9° Lo scriba deve essere vestito dell'intero ambito giudaico. 10° Dev'essere lavato. 11° Non può scrivere il nome di Dio con una penna appena intinta nell'inchiostro. 12° Anche se un re gli rivolgesse la parola mentre scrive quel Nome, non deve prestargli attenzione. Seguono poi le istruzioni per il tipo di pergamena, le corde per legarla, la ricetta per l'inchiostro. I rotoli che non venivano copiati secondo queste regole erano destinati ad esser sepolti o bruciati, oppure venivano banditi dal servizio sacro e utilizzati come libri di lettura. I masoreti (500-900 d.C.) hanno applicato un complicato sistema di verifica dei rotoli. Per esempio contavano quante volte ogni lettera dell'alfabeto compariva in un libro. Sapevano quale lettera si trovava esattamente a metà di ogni libro, del Pentateuco, e della Bibbia (per loro era l'AT). Sapevano quanti erano i paragrafi, le parole e le lettere di ogni singolo libro; conoscevano quali versetti contenevano tutte le lettere e quali ne contenevano solo una parte, eccetera. Questi dettagli apparentemente banali erano finalizzati ad avere la massima precisione nella trasmissione del testo sacro. Si può dire con certezza che nessun altro documento dell'antichità è stato trasmesso con altrettanta cura come l'Antico Testamento. 243

Senza tale meticolosità nella trascrizione dei testi sacri sarebbe stato impossibile scoprire i codici ELS della Bibbia. L'età dei più antichi manoscritti e l'intervallo fra la redazione e il più antico reperto Fino alla scoperta dei rotoli nelle grotte di Qumran del Mar Morto negli anni '50, il più antico testo dell'AT risaliva al 900 d.C. Considerando che la redazione dell'AT era praticamente terminata nel 400 a.C., rimanevano 1300 anni d'intervallo fra la redazione e la copia più antica. Questo poteva indicare che l'AT non era più affidabile di altre opere antiche. Con la scoperta dei rotoli del Mar Morto la situazione cambiò drasticamente. All'improvviso, per un certo numero di libri dell'AT, erano disponibili dei rotoli di 9 secoli più antichi. Il confronto fra questi rotoli e quelli fino ad allora disponibili ha permesso di confermare l'accuratezza del testo oggi a nostra disposizione. Il credente può dunque prendere in mano la sua Bibbia senza temere, sapendo di avere in mano la vera Parola di Dio, ricopiata con cura e precisione da una generazione all'altra nel corso dei secoli. Il rotolo di Isaia trovato nelle grotte di Qumran nel 1947 era 1000 anni più antico del più vecchio manoscritto disponibile fino a quel tempo (980 d.C.). Il confronto ha rivelato una corrispondenza del 95%. Il rimanente 5% è costituito da variazioni ortografiche e qualche lapsus; e il messaggio biblico non ne è minimamente alterato. Gli esperimenti Per cercare se i testi sacri contengono veramente informazioni codificate è stato necessario fare alcuni esperimenti. Le 300 coppie di parole I tre ricercatori, Doron Witztum, Yoav Rosenberg ed Eliyahu Rips, hanno fatto un esperimento nel quale hanno scelto 300 coppie di parole in relazione logica, per esempio martello – incudine, albero – foglia, uomo – donna. Avendo introdotto le coppie nel programma 244

contenente la Genesi in ebraico, hanno chiesto di trovare le coppie di parole codificate nel testo. I ricercatori furono stupiti di trovare ogni parola della coppia in stretta vicinanza all'altra parola. I 66 rabbini famosi L'esperimento dei "rabbini famosi" è stato pubblicato su diverse riviste bibliche e statistiche. In questo esperimento i ricercatori israeliani hanno cercato i nomi e le date di nascita o di morte di una serie di rabbini. Inizialmente sono stati selezionati 34 rabbini vissuti fra il 90 e il 1900 d.C. Erano i rabbini con le biografie più lunghe nell'Enciclopedia degli uomini famosi d'Israele. Hanno introdotto i nomi e le date nel programma contenente la Genesi, con il compito di cercare le codifiche. Per tutti e 34 i rabbini si sono trovati i nomi codificati in stretta prossimità con le date di nascita o di morte del rabbino. La probabilità che questi nomi si trovassero in prossimità alle rispettive date è di 1 su 700'000'000. Per eliminare ogni possibilità di trucchi, la rivista Statistical Science chiese di ripetere l'esperimento con altri 32 rabbini (i successivi, in ordine d'importanza), prima di pubblicare l'articolo dell'esperimento. Alla sorpresa dei critici più scettici, l'esperimento fu nuovamente coronato da successo. L'esito mostrò che le date di nascita o di morte dei rabbini erano codificate in stretta prossimità con i nomi. Per cui l'editore di Statistical Science fu costretto a pubblicare l'articolo. Nel suo commento egli scrisse: "I nostri critici erano perplessi: le loro convinzioni erano che il libro della Genesi non potesse contenere riferimenti sensati a individui dell'era moderna [...] L'articolo viene perciò offerto ai lettori come una sfida." In un articolo di Bible Reviev il dott. Satinover riferisce che la probabilità matematica di ritrovare codificati i nomi di 66 saggi ebrei associati alle loro date di nascita o di morte è inferiore a 1 a 2,5 miliardi. Quando i ricercatori hanno provato a rifare l'esperimento analizzando altri testi religiosi ebraici, come il Talmud, non hanno ottenuto risultati significativi. Perfino con il Pentateuco samaritano – 245

che è una variante dei 5 libri di Mosè con numerose piccole differenze di testo e di dettagli – non si sono trovati risultati di valore. Il professor Harold Gans, matematico e autore di più di 180 saggi tecnici, è stato un autorevole ricercatore al Pentagono. Quando è venuto a conoscenza di questi fatti era scettico, e dichiarava "ridicole" le affermazioni fatte. Però, avendo a disposizione dei computer, nel 1989 creò un programma per verificare le affermazioni di Witztum, Rosenberg e Rips. Durante 19 giorni e notti il programma esaminò il testo della Genesi (78'064 caratteri). Alla fine Gans concluse che i codici ELS sono effettivamente presenti nella Bibbia – e che è impossibile che vi siano apparsi per caso o per disegno umano. In seguito continuò le ricerche e scoperse che oltre ai nomi e alle date dei saggi, erano codificate anche le città dove ognuno dei 66 rabbini era nato. Oggi il dott. Gans insegna nelle sinagoghe di tutto il mondo e condivide l'incredibile evidenza che dimostra l'autenticità divina della Bibbia. Eminenti matematici di importanti università (Università Ebraica di Gerusalemme, Università di Tel Aviv, Università di Yale, Harvard) riconoscono e confermano la presenza di codici. Altri ricercatori Guy Cramer e Lori Eldridge hanno pubblicato su internet (http://www.cadence.bc.ca/trinity/ye- shuacodes.html) una ricerca sui codici Yeshua. Eccone un riassunto. Queste frasi hanno un certo significato che è dovuto alla loro posizione nel testo. La colonna di destra indica la probabilità di ottenere questo codice – cioè in quanti testi di simile lunghezza è necessario cercare per trovarlo (s'intende l'intero Genesi, o Levitico, eccetera). Testo codificato Probabilità Yeshua trionfa 1 / 59'394 Yeshua aiuta (assiste) 1 / 367 246

L'evento di Yeshua / Maestro di Giustizia 1 / 58'507'687 Ecco! Il sangue di Yeshua 1 / 69'711 Deuteronomio 34:4 Salmo 22:1-12 Salmo 22:14-17 Salmo 41:9-12 Yeshua Torah 1 / 99 Yeshua Messia 1 / 480. Un segno di Yeshua 1 / 1'182 Yeshua, il gioiello lucente 1 / 145 Osservazioni È chiaro che qualsiasi testo contiene dei codici ELS. Gesù è codificato anche in altri libri, così come Buddha, Maometto, Lenin, Hitler eccetera. Queste sono codifiche casuali poiché la loro probabilità statistica di apparire è alta. Più un codice è complesso – per esempio nella sua lunghezza, nella combinazione di diverse parole, nella formazione di frasi oppure nella diretta relazione che ha con il testo – più difficilmente appare. Nel testo biblico si può anche trovare "Gesù falso profeta", oppure "Gesù bugiardo", o altri ancora, ma sono: 1° rari, 2° posti a intervallo molto grande, 3° normalmente non in diretta relazione con il testo in cui si trovano. In pratica non hanno importanza dal punto di vista statistico. Sono casuali e prevedibili in qualsiasi testo. Inoltre è da notare che la ricerca dei codici ELS è ancora allo stadio iniziale. Una certa dose di prudenza è utile. Passaggi biblici che potrebbero riferirsi ai codici ELS Proverbi 25:2 Daniele 12:4 Daniele 12:9 Domande aperte È gloria di Dio nascondere le cose; ma la gloria dei re sta nell'investigarle. Tu, Daniele, tieni nascoste queste parole e sigilla il libro sino al tempo della fine. Molti lo studieranno con cura e la conoscenza aumenterà.

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Va' Daniele; perché queste parole sono nascoste e sigillate fino al tempo della fine... La ricerca per codici nel Nuovo Testamento non è ancora così avanzata come per l'AT. Sembra che sia più difficile trovarne, oppure appaiono diversamente. Conclusioni Come agisce il Signore? Tramite la parola! Con la Sua parola ha creato l'universo (Genesi 1; Salmo 33; Salmo 148); la Sua parola è diventata carne e ha abitato fra di noi rivelandoci la natura di Dio Padre (Giovanni 1); con la Sua parola guarisce, scaccia demoni, controlla la tempesta della natura, offre il perdono dei peccati; "di' soltanto una parola e il mio servo sarà guarito" (Matteo 8:8), "Gesù sgridò il demone, che uscì da lui; e da quell'istante il fanciullo fu guarito" (Matteo 17:18)... Ci sono molte testimonianze sulla veracità della Bibbia, i codici ELS ne rappresentano soltanto una. Sommando tutta l'evidenza siamo costretti a considerare seriamente la sua importanza per la nostra vita. Se non siamo indifferenti dovrebbe essere una sfida costante al nostro modo di pensare, scegliere, decidere, agire, parlare... La Bibbia è importante per noi perché Dio si è rivelato essa. Egli ci ha dato la parola scritta affinché potessimo avere qualcosa di affidabile a cui affidare la nostra vita e il nostro pensiero, qualcosa che non cambia con il tempo. A che cosa mi servono i codici ELS della Bibbia? Per me personalmente, i codici ELS sono un'ulteriore dimostrazione che la Bibbia è d'ispirazione divina. Una volta accertato questo fatto devo chiedermi che cosa ne faccio di questa evidenza. Se rimango indifferente e la mia vita non cambia, sarò maggiormente responsabile davanti a Dio. Se, invece, permetto alla Parola di Dio di cambiare il mio modo di pensare, allora si apriranno orizzonti completamente nuovi. È chiaro che le mie idee ed opinioni dovranno conformarsi a quelle che il Signore ha rivelato nella Sua

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Parola. E si dovranno anche poter osservare dei cambiamenti esterni: nel modo di parlare, negli atteggiamenti, nelle azioni. Ciò non significa che diventò perfetto, ma che permetto al Signore di portare alla luce ciò che in me non è giusto, con tutte le sue conseguenze. La parola di Dio mi serve... · per conoscere la natura di Dio Padre, del Figlio, dello Spirito Santo, e il loro modo di operare, di manifestarsi, pensare... · per conoscere la Sua volontà e le sue intenzioni per me personalmente, i Suoi piani per Israele, il Suo popolo eletto, per le nazioni, e per il futuro dell'universo; · per conoscere le realtà e le leggi del mondo spirituale; · per trasformarmi completamente, se le permetto di permeare ogni sfera della mia vita, se mi conformità ad essa; · per combattere contro le insidie e le menzogne di Satana. L'essenziale Per concludere vorrei dire che la cosa fondamentale è conoscere Dio personalmente, stabilire una relazione con lui. Nella Sua parola posso trovare tutte le indicazioni a proposito. Se mi adeguo a ciò che sta scritto – anche se mi costa – avrò una speranza per il presente e il futuro, quando Gesù ritornerà e instaurerà il Suo Regno sulla terra. Alcuni riferimenti utili sulla Parola Questi ci aiutano a focalizzare il significato della Bibbia per noi. Deuteronomio Il Signore ti ha umiliato, ti ha fatto provar la fame, poi ti ha 8:3 nutrito di manna che tu non conoscevi e che neppure i tuoi (e vangeli) Salmo 119:105 (e Giovanni 1:9) Geremia 23:29 Matteo 7:24 Giovanni 6:63 Efesini 6:17 Ebrei 4:12

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I padri avevano mai conosciuto, per farti comprendere che l'uomo non vive soltanto di pane, ma vive di ogni parola che procede dalla bocca del Signore. La tua parola è una lampada al mio piede e una luce sul mio sentiero. "La mia parola non è come il fuoco?", dice il Signore, "e come un martello che spezza il sasso?" Chiunque ascolta queste mie parole e le mette in pratica, io lo paragono a un uomo avveduto, che ha edificato la sua casa sopra la roccia. È lo Spirito che vivifica, la carne non giova a nulla. Le parole che vi dico sono spirito e vita. Prendete anche l'elmo della salvezza e la spada dello Spirito, che è la parola di Dio. La parola di Dio è vivente ed efficace, più affilata di qualunque spada a due tagli e penetra fino alla divisione dell'anima e dello spirito, delle giunture e delle midolla, ed è in grado di giudicare i pensieri e le intenzioni del cuore. Il suono delle lettere dipende dalla posizione e, nella lingua moderna, dai segni aggiuntivi. L'alfabeto ebraico contiene 22 lettere, alcune delle quali possono avere diverse forme quando appaiono alla fine della parola. Queste lettere "finali" non cambiano il significato della parola, e nell'analisi dei codici ELS della Bibbia vengono trattate allo stesso modo come quelle che si trovano in un'altra posizione. Dati sui testi biblici Genesi Esodo Levitico Numeri Deuteronomio Tutto il Pentateuco Ci sono certamente nuovi libri in italiano. Per i link non garantisco il funzionamento poiché possono cambiare senza preavviso. Grant R. Jeffrey Grant R. Jeffrey Yacov Rambsel 250

Yacov Rambsel Josh McDowell Lee Strobel Ebraico ‫ חישמ‬Messia: Mashiach ‫ עושי‬Gesù: Yeshua Altri appunti Quando Dio si manifesta, non è limitato nei Suoi mezzi. Può rivelarsi ai Suoi servi e parlare in vari modi, per esempio: · ad Abrahamo · con Mosè · a Giuseppe · a Daniele · a Maria · a Balaam apparve parlava faccia a faccia diede dei sogni diede delle visioni inviò un angelo parlò tramite un asino Genesi 12:7; 17:1 Esodo 33:11; Numeri 12:8; Deuteronomio 34:10 Genesi 37:5; 37;9 Daniele 2:19; 7:1; 8:1; 10:7 Matteo 1:20; Luca 1:26 Numeri 22:21-34 Il Signore può parlarmi tramite un libro, un giornale, un amico – o anche un nemico –, in una preghiera o una profezia. Ma in qualsiasi modo Egli mi parli, posso star certo che non contraddirà mai la Sua parola scritta! Ecco perché la Bibbia è così importante. Autore e osservazioni Pubblicazione Homepage & Webmaster Sandro Ribi, compilato usando fonti da internet e dalla bibliografia (vedi sopra). Ringrazio il signor Bixio Monti per le sue indicazioni.

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Codice della Torah

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La scoperta di parole significative enunciate in sequenze di lettere saltate equidistanti nel testo originale della Bibbia ebraica è una prova evidente che la Bibbia è un'opera di Dio piuttosto che un'opera degli uomini. La via della giustizia di Dio è mediante la fede in Gesù Cristo. La fede implica una decisione di fidarsi, senza prove. Per coloro che fanno quel passo, Dio manda lo Spirito Santo per rendere viva la Bibbia e porta il credente in un viaggio dove la fede cresce e matura. Abbiamo l'opportunità di aumentare la fede quando comprendiamo quello che è stato chiamato il Codice della Torah, uno schema sottostante di parole enunciate in sequenze di salti equidistanti in tutto il testo originale della Bibbia ebraica. Un esempio ... Usando il testo masoretico troviamo la parola TORAH enunciata in sequenze di salti di lettere equidistanti all'inizio dei libri della Genesi, dell'Esodo, dei Numeri e del Deuteronomio. La parola ebraica TORAH (che significa “legge) è il titolo che i rabbini usano per descrivere i primi cinque libri della Bibbia, la Legge di Mosè. Trovare questo schema non confonde la Bibbia. È semplicemente lì. È un fatto. Può essere verificato contando le lettere manualmente o con programmi per computer. Che lo schema ci sia è notevole. Si verifica troppe volte per essere considerata una coincidenza. È un'indicazione – un sigillo per così dire – della paternità divina. La prima parola in Genesi 1:1 è BERESHEET ("In principio"): L'ultima lettera di questa parola ebraica è una tav: Tav è la prima lettera della parola TORAH: Conta sette volte sette lettere, o 49 caratteri, da quella tav. La 50a lettera nel testo ebraico è vav – la seconda lettera nella parola TORAH: Continua in questo modo, ogni 50 lettere, e TORAH viene enunciato. Nel libro dell'Esodo, a partire dalla prima occorrenza della lettera 254

tav, la parola TORAH è scritta nello stesso modo. Facciamo lo stesso esercizio nel quarto e quinto libro della Bibbia – Numeri e Deuteronomio – e troviamo lo stesso fenomeno, tranne per il fatto che la parola TORAH è scritta al contrario; rivolto verso l'interno, per così dire. E il Levitico, il libro centrale dei primi cinque libri della Bibbia? In quel libro troviamo enunciata la parola ebraica che rappresenta il nome di Dio: Partendo dalla prima lettera yud, saltando sette lettere e contando l'ottava, troviamo la parola YHWH, che alcune persone traslitterano in inglese come Yahweh o Jehovah (ma guarda il nostro video che insegna " Il nome di Dio " per una spiegazione più completa). È impossibile che ciò sia potuto accadere per caso. L'unica conclusione è che lo Spirito di Dio ha diretto gli uomini che hanno scritto il testo. Come vedrai nella prossima sezione, le ricerche sul computer hanno scoperto altri codici di parole che indicano eventi che si sono verificati nella storia. Questa non è numerologia. Non sta usando la Bibbia per predire il futuro. Dio ci dice di non farlo. Il semplice testo della Bibbia dà avvertimenti sugli eventi che si verificheranno negli ultimi giorni, ma ci viene detto che nessuno può prevedere il tempo della fine. Non dovremmo cercare di essere predittivi. La profezia è data per due ragioni: Pietre miliari Si verificano eventi che erano stati predetti nella Bibbia – come il raduno di Israele nella Terra Promessa – e ci rendiamo conto che solo Dio avrebbe potuto conoscere queste cose. La nostra fede è rafforzata. Motivazione Quando vediamo svolgersi gli eventi predetti, è un segnale per essere pronti, per prendere Dio sul serio.

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La conoscenza del codice della Torah conferma semplicemente che la nostra fiducia nella Parola di Dio poggia su un fondamento sicuro.

Scoperte informatiche L'esistenza della parola TORAH incorporata in una sequenza di salto equidistante nel testo ebraico è stata scoperta dai rabbini molto. Non si trovi tra voi nessuno che... pratichi la divinazione o la stregoneria, interpreti presagi, si dedichi alla stregoneria, o faccia incantesimi, o che sia medium o spiritista o che consulti i morti. Chiunque fa queste cose è in abominio al Signore ...” (Deuteronomio 18:10-12) Tempo fa hanno contato le lettere a mano. Tuttavia, negli ultimi 20 anni, utilizzando i computer, è stata trovata un'incredibile complessità di codici di parole. La Bibbia è unica. Porta il sigillo di Dio Naturalmente, in qualsiasi campione di testo abbastanza grande un computer può trovare parole in sequenze di salto di lettere equidistanti. Non sarebbe degno di nota. Ma quando una parola come TORAH ricorre come accade, e nel modo in cui accade, nei primi libri della Bibbia, non può essere liquidata come una coincidenza. Le probabilità contro di esso sono troppo grandi. Negli ultimi anni ciò che è stato fatto con i computer è cercare nel testo biblico una parola come, diciamo, Hitler. In questo caso, è stato trovato all'interno di un passaggio in Deuteronomio 10, contando ogni ventiduesima lettera. Il programma per computer è quindi impostato per trovare parole correlate, come nazista, nemico, massacro e uomo malvagio. Tutte queste parole sono state trovate nella stessa parte del testo biblico in diverse sequenze di

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salto. Le probabilità che un tale fenomeno si verifichi per caso possono essere calcolate e sono astronomiche. I matematici che hanno lavorato a questo progetto hanno applicato il processo a testi diversi dalla Bibbia. Hanno eseguito il modello al computer sulla traduzione ebraica di Guerra e pace di Tolstoj e sul Talmud. Il codice compare solo nella Bibbia ebraica. Migliaia di gruppi di parole correlate sono stati scoperti incorporati nel testo ebraico. A titolo di esempio ecco un piccolo esempio di parole che sono raggruppate insieme: 1. Uomo sulla luna - astronave - Apollo 13 2. Shakespeare – Macbeth – Amleto – palcoscenico 3. Hussein – scuds – missile – guerra 4. Rabin – assassino – Amir – Tel Aviv 5. Edison – elettricità – lampadina 6. Presidente Kennedy - a morire - Dallas 7. Rivoluzione francese – Bastiglia – Louis Gli studi di matematica e informatica sono stati rigorosamente testati dall'inizio degli anni '90 e le prove sono inconfutabili. Un articolo sul fenomeno di tre matematici di fama mondiale ha superato tre revisioni senza precedenti prima di essere pubblicato sull'autorevole rivista Statistical Science nel 1994. La Bibbia è unica. Porta il sigillo di Dio. Il codice della Torah rivela il Messia Rivelato anche nelle sequenze saltate nella Bibbia ebraica è il nome ebraico di Gesù, YESHUA: Esempio 1: A partire dallo yud in BERESHEET, la prima parola in Genesi 1:1, e saltando 521 lettere consecutivamente, la frase è enunciata: YESHUA YAKOL, che significa: "Gesù è capace". Esempio 2: Il libro del Levitico dà istruzioni sui sacrifici di sangue per coprire il peccato. Tutti indicano il perfetto sacrificio di Gesù sulla croce. Il 257

Levitico descrive anche le regole per i sacerdoti e per il Sommo Sacerdote. Gesù è il nostro grande Sommo Sacerdote. Levitico 21:10 dice: "E il Sommo Sacerdote, quello tra i suoi fratelli a cui è stato versato l'olio dell'unzione sulla sua testa ..." Iniziando con heh, la seconda lettera in ebraico: VE HA'COHEN HA'GADOL, "E il sommo sacerdote ..." e contando ogni terza lettera, rivela la frase: HAIN DAM YESHUA, che significa: "Ecco il sangue di Gesù." Esempio 3: Isaia 53 è uno dei grandi passaggi della Bibbia ebraica che indica l'opera e la persona del Messia. Isaia 53:8-10 recita: Con l'oppressione e il giudizio Egli fu portato via. E chi può parlare della sua discendenza? Poiché fu reciso dalla terra dei viventi; per la trasgressione del mio popolo fu colpito. Gli fu assegnata una sepoltura con i malvagi e con i ricchi nella sua morte, sebbene non avesse commesso violenza né vi fosse alcun inganno nella sua bocca. Eppure era volontà del Signore schiacciarlo e farlo soffrire, e sebbene il Signore faccia della sua vita un'offerta per la colpa, vedrà la sua progenie e prolungherà i suoi giorni, e la volontà del Signore prospererà nelle sue mani. Incorporata in questo passaggio c'è la frase YESHUA SHMI (che significa "Gesù è il mio nome"). Si trova iniziando dal secondo yud nella parola YARIK – “Egli prolungherà” – nel versetto 10, e contando a ritroso attraverso i versi ogni ventesima lettera. Dio sta chiamando Israele e il mondo a riconoscere il suo Messia e Dio. La prova che la Bibbia è la Parola di Dio – Messaggi correlati: La Bibbia è vera e accurata?

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La Bibbia è storia accurata, con uno scopo, uno standard morale, un piano di salvezza e una spiegazione per ogni cosa. Profezie su Gesù adempiute La Torah contiene molte profezie della venuta del Messia che si sono adempiute in Gesù di Nazareth. Israele si è riunito Dio avvertì Israele che li avrebbe dispersi se gli avessero disobbedito. Promise anche che li avrebbe riuniti negli ultimi giorni. Quelle profezie, date migliaia di anni fa, si stanno adempiendo ora.

Dr Eliyahu Rips , uno dei maggiori esperti mondiali di teoria dei gruppi, un campo della matematica che è alla base della fisica quantistica. Il dottor Rips è stato responsabile delle rivoluzionarie scoperte informatiche del codice della Torah. Codice biblico Salmi 22: Gesù Messia Pubblicato in Codice biblico , Senza categoria Mio Dio! Mio Dio! Perché mi hai abbandonato? Perché sei così lontano da [aiutare, salvare, liberare] me, le mie parole e il mio gemito? Salmi 22:1 (o 2 in ebraico), Matteo 27:46, Marco 15:34 Due anni fa, ho partecipato alla Quaresima, dove il Signore mi faceva digiunare e leggere i Salmi 22 ogni giorno, scomponendo 1 versetto in ebraico al giorno. Ho conosciuto bene questo Salmo, e ho sentito di averne sondato un po' in profondità. Ciò che mi interessava di più erano le parole morenti del nostro Signore e 259

Salvatore, Gesù Cristo, mentre era appeso alla croce. Ci stava indicando questo Salmo per ottenere intuizioni dalla sua prospettiva nei suoi ultimi giorni? Due famosi capitoli sono usati dai cristiani per indirizzare i non credenti ebrei a Gesù Cristo, Isaia 53 e Salmi 22. Per i cristiani, è piuttosto ovvio a chi si riferiscono questi due capitoli, Gesù Cristo. Gli ebrei lottano con questa accettazione o la negano completamente. Mentre sto viaggiando attraverso il Codice della Bibbia, sono andato da solo e ho cercato un messaggio in codice nei Salmi 22. Come Isaia 53 con un ELS di 20 fornito alla fine del capitolo, Yeshua Shemi (Gesù è il mio nome, o ristabilirò su Gesù il mio nome), ho trovato il nome Yeshua Meshi che appare in un ELS 45 nei Salmi 22, eccetto questa volta era all'inizio. Le ultime tre lettere sono le stesse lettere ebraiche di Isaia 53, ma un ordine diverso. Ho pensato che questa potesse essere una derivazione della parola per nome, come il suo nome, ma la parola Meshi tradotta come seta o indumento pregiato. Ecco un'altra lezione di ebraico e scritture. Avevo tralasciato il titolo del Salmo, che gli ebrei usano come primo versetto. Dopo aver incluso il titolo, l'ELS di 45 terminava con Yeshua Maschiach, o Gesù Cristo, o Gesù Messia. Oh! Nascosto in forma ELS in Isaia 53 e Salmi 22, Gesù è il mio nome e Gesù Messia. Dato che ho imparato questo metodo di studio ELS, non sono ancora convinto del codice biblico. Non posso attribuire questo alla coincidenza che due diversi scrittori, a più di 500 anni di distanza, abbiano usato nel loro passaggio per il Messia queste due frasi nascoste. Ho fatto una ricerca su YouTube per codice biblico e Salmi 22, che un'altra persona aveva trovato la stessa frase. Ok, quindi non sono stato il primo, ma è stato divertente trovarlo da solo e farlo convalidare. Come con Isaia 53, ho creato una matrice utilizzando l'ELS in cui è stato trovato il nome Yeshua, 45 colonne, e ho fatto 260

una ricerca di parole per vedere cosa potevo trovare. Ricorda, sono limitato all'ebraico perché non parlo la lingua e mi sono dilettato nella lingua antica solo da due anni. Ecco la matrice: Nella colonna 35, righe da 1 a 8, evidenziate con un riquadro azzurro e cerchi arancioni, è dove si trova Gesù Messia. La matrice dei Salmi 22 non era carica come quella di Isaia 53. I professori ei rabbini che usano il codice biblico insegnano una volta trovata una parola o una frase, le altre parole trovate dovrebbero corrispondere. Più lunga è la frase, maggiore è il significato statistico che non è una coincidenza. Ho trovato un lungo messaggio in questa matrice che scende diagonalmente da destra a sinistra, evidenziato in riquadri rossi pieni e lettere bianche. Per rafforzare il messaggio, ho ricordato che c'era una parola ebraica contestata e una traduzione tra cristiani ed ebraismo. Ho evidenziato questa parola nella quattordicesima riga , colonne da 27 a 24. L'ultima lettera è in blu, per un motivo. Il testo ebraico che sto usando ha la parola Ca-Ari, che il giudaismo traduce come "come un leone"; tuttavia, i cristiani lo traducono come trafitto. Quando ho fatto ricerche su questa parola controversa due anni fa, ho scoperto che nei rotoli del Mar Morto, datati prima del testo che sto usando, c'era scritto la parola CARaVa, che significa che hanno scavato. Sebbene sia solo una differenza di lettera, fa una grande differenza per il "codice nascosto". ‫חדתא יש עיפ היום שי ואלי יכחד‬ Al meglio delle mie abilità nell'ebraico antico, usando la Bibbia, parole radice e lessici, ho tradotto questo come: Un nuovo fuoco arde, il giorno un tributo (o dono), e il mio Dio sarà stroncato. Questo messaggio è biblico? Ti lascerò decidere, ma qui ci sono alcuni versetti da considerare.

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"Sono venuto a mandare il fuoco sulla terra, e come vorrei che fosse già acceso!" Luca 12:49 “Poiché il salario del peccato è la morte, ma il dono [gratuito] di Dio è la vita eterna”. Rm 6:23 ." )‫ [ יכרת‬E dopo le sessantadue settimane il Messia sarà stroncato" Daniele 9:26a Ecco le altre parole che ho trovato che si riferiscono a Gesù Messia. Alcuni indicheranno questi Salmi dal punto di vista del re David, quindi potrei avventurarmi nell'usare l'ELS per vedere se si può trovare qualcosa per David. Dato che Isaia 53 e Salmi 22 hanno Gesù è il mio nome e Gesù Messia, sto cominciando a chiedermi se questo metodo di "codifica nascosta" abbia qualche validità dopo tutto, e forse può essere usato per rispondere alle domande sui passaggi che ho. Per prima cosa, questo strumento di studio richiede più tempo rispetto agli altri metodi che imploro. Codice biblico: Yeshua Shemi Pubblicato in Senza categoria È stato tratto dalla prigione e dal giudizio, e chi annuncerà la sua generazione ? Poiché fu reciso dalla terra dei viventi; Per le trasgressioni del mio popolo è stato colpito. Isaia 53:8 Per avere uno sfondo in questo studio, si prega di leggere Isaia 52:12-53:13, che è indicato da ebrei e cristiani allo stesso modo come il Servo sofferente. Ci sono opinioni diverse, ma da quello che ho studiato, la maggior parte di entrambe le parti concordano che questo passaggio si riferisce alla venuta del Messia. Quanto segue è stato scoperto (o pubblicizzato per la prima volta) da Yacov Rambsel, un ebreo messianico che ha ricercato un noto metodo di studio chiamato ELS (Equidistant Letter Spacing) per circa cinquant'anni. Con l'invenzione dei personal computer è stato coniato un termine più comune, il codice biblico. Sono ancora nelle prime fasi dello studio di questo metodo, ma sono limitato nella mia 262

conoscenza della lingua ebraica, lasciandomi in balia dei moderni motori di traduzione o, se del caso, delle traduzioni utilizzate nell'Antico Testamento. Questo è il mio terzo articolo sul Codice biblico, che ho usato per dimostrare il mio programma e ottenere informazioni su come Dio possa avere messaggi nascosti codificati nella Bibbia. Mentre studiavo parte del lavoro di Yacov Rambsel, ho sentito che se la sua scoperta è un messaggio in codice, Dio avrebbe dato un suggerimento nelle scritture. Come ho letto il contenuto, ci sono tre domande poste: Chi ha creduto alla nostra predicazione? Versetto 1 Chi è il braccio del Signore rivelato? Versetto 1 Chi dichiarerà la Sua generazione? Versetto 8 Nella ricerca di un Remez o di un accenno, la terza domanda sembra “fuori posto” nella linearità del modo in cui leggo il testo. Chi è questo Servo sofferente? Ebbene, secondo Yacov, se si inizia con la terza parola per chi , che in ebraico è ‫“ מי‬mi” e si conta sempre la ventesima lettera dopo, si arriva a chi è il Servo sofferente. Gesù è il mio nome. Questo è piuttosto interessante. Ho visto il suggerimento e la soluzione; tuttavia, non so perché venga utilizzato un ELS di 20, né riesco a trovare un accenno che mi indichi a 20. Sul lato critico, il professore di ebraico che studio afferma che 1/6 della popolazione ai tempi di Gesù era chiamato Yeshua, ma solo un Yeshua è risorto dalla tomba, vincendo il peccato, la morte e l'inferno. Ora, faremo un ulteriore passo avanti con l'uso dei computer e costruiremo una matrice attorno alla scoperta di questo fenomeno ELS per i versetti 8-12 con un conteggio delle colonne di 20. Come ho imparato e attualmente capisco, non c'è manipolazione delle scritture, si legge ancora lo stesso da destra a sinistra, è solo inserito in una matrice per ulteriori studi. Per coloro che potrebbero non saperlo, gli spazi non erano usati nei tempi antichi per separare 263

le parole, motivo per cui sono state implementate le forme finali delle lettere ebraiche. Dopo aver costruito la matrice, ho utilizzato colori diversi per distinguere le interruzioni di parole accettate. Le prime 7 righe della colonna all'estrema sinistra indicano Yeshua Shemi. Il numero sette è considerato un numero di immersione, con una rappresentazione di completamento. Ora che è stata sviluppata una matrice, i professori e gli studiosi ebraici in Israele che hanno lavorato con il codice biblico usando i computer, ti diranno di cercare altre parole che circondano la frase o la parola che hai trovato. La matrice diventa un gioco di ricerca di parole, ed è qui che ho raggiunto i miei limiti nell'antica lingua ebraica, trascorrendo molto tempo a rintracciare potenziali parole. Questo è un esercizio più impegnativo rispetto agli altri metodi di studio che imploro. Pronto a vedere le parole che circondano Yeshua Shemi? Innanzitutto, se continuo l'ELS di 20 fino alla fine del capitolo, che sarà anche la ventesima colonna completa, ho trovato una frase: .ristabilirò su Yeshua il mio nome ‫אשקקם על ישוע שמי‬ Utilizzando i metodi del codice biblico, inizia il gioco di ricerca delle parole e, a causa della mancanza di ridondanza della lingua ebraica (nessuna vocale), ci sono molte parole e significati che possono essere raggiunti. Attorno alla frase Yeshua Shemi si vede una relazione familiare. Il nome Mary è in realtà al contrario, poiché l'ebraico va da destra a sinistra. Maria (Mem-Resh-Yod) è una parola che significa amaro, e gli studiosi cristiani hanno problemi con la madre di Gesù che ha questa associazione. Il Peshittant, la Bibbia aramaica, traduce il suo nome in Maryam, che è il nome usato nel Corano. Sì, la vergine Maria e Gesù sono nel Corano. C'è un inno su Gesù: "È mio padre, mia madre, mia sorella, mio fratello, è tutto per me". Tutte queste parole si trovano intorno a Yeshua Shemi; tuttavia la parola sorella è ‫אחוֹת‬, ed è arrivata 264

riordinando le lettere che ho evidenziato. Quali sono le probabilità statistiche di trovare questo raggruppamento? Una colonna a destra della parola madre è una frase "e un padre risplende" o "il padre risplende". La parola per brillare inizia con la lettera taw, che indica che si tratta di un'azione incompleta o che deve ancora venire. Accanto alla parola padre c'è la parola manna, che termina con Final Nun, a segnalare la fine di una parola. Mi piace associare questa parola e relazione al Messia con: “Questo è il pane che è venuto dal cielo, non come i vostri padri che mangiarono la manna e morirono. Chi mangia questo pane vivrà per sempre». Giovanni 6:58 Questo probabilmente viola le regole stabilite dai professori del Codice biblico e viola le regole del nostro gioco di ricerca di parole, ma la radice per crocifiggere ‫ צלב‬è raggruppata. Poiché questo è il mio terzo articolo sul codice biblico, non sono sicuro di dove andrò da qui con esso. Ho scritto il programma e ho imparato come l'hanno usato i professori in Israele. Usare il codice biblico è un metodo di studio che richiede più tempo. Personalmente non mi piace l'uso del codice biblico per cercare di prevedere eventi futuri, ma voglio usarlo per trovare i messaggi che Dio potrebbe averci nascosto per farci vedere quando i computer sono diventati disponibili. Immagino che in sostanza, in che modo il codice biblico mi aiuti ad amare Dio e ad amare le persone? In che modo mi rende un testimone migliore? Mi ha mostrato la vastità della parola di Dio, e perché è un bene che studiosi, antichi rabbini e saggi, o i meglio addestrati non raggiungano mai le sue profondità. Come ha detto una persona del codice biblico, i programmi per computer sembrano solo bidimensionali, c'è qualcos'altro tridimensionale? Tutto questo conta davvero? Non lo so, forse fa parte di una profezia secondo cui le persone alla fine dei tempi si sarebbero aggrappate agli ebrei. Il più delle volte, i miei studi biblici scendono 265

al cuore di Dio, creano una relazione con Lui e costruiscono la mia fede. Spero che tu l'abbia trovato interessante, ma per me mi ha mostrato quanto sono veramente piccolo. Anche se alcuni mi considererebbero una persona che studia la Bibbia, in apparenza, questi tre studi sul codice biblico mi hanno mostrato che non sono neanche lontanamente in grado di comprendere Dio o la sua parola. Dalla trilogia Codice Genesi (Rizzoli):

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(Occorre citare questa spiegazione per chi avrebbe detto che nell’anno ebraico citato sopra 1996 non accadde alcuna guerra 269

atomica è per un semplice motivo, le profezie devono adempiersi al tempo fissato e prestabilito da Dio, è quel tempo è in corso adesso, guardiamo oggi cosa sta accadendo nel mondo con guerre, rumori di guerre ed epidemie, quelle profezie si stanno adempiendo e si adempiranno in questo tempo attuale)

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E disse: «Ecco, io ti faccio conoscere ciò che avverrà nell'ultimo tempo dell'indignazione, perché riguarda il tempo fissato della fine. Daniele 8:19

Poiché la visione è per un tempo già fissato, ma alla fine parlerà e non mentirà; se tarda, aspettala, perché certamente verrà e non tarderà».Abac 2:3 Annunciate ciò che avverrà nel futuro, e così sapremo che siete dèi; sì, fate del bene o del male affinché rimaniamo sbigottiti nel vederlo insieme. Isaia 41:23

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È chiaro che alla luce di queste scoperte, si comprende ulteriormente che la sacra Bibbia non è un libro qualunque ma il libro della Vita vero l’unico. In questa ultima immagine si riporta il codice salverà, ma non è questo il senso reale, in questa fine dei giorni del mondo che stiamo vivendo questo codice con la mole di scoperte a conferma della Sacra Bibbia deve condurre il lettore a credere che la Bibbia è la Parola di Dio e unica verità così da riconoscere che Dio c’è ed essere così salvati da Gesù Cristo il Signore. 287

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Che cos’è l’orologio dell’apocalisse? Gli scienziati atomici hanno ripristinato l’orologio dell’apocalisse, spostando le lancette a 90 secondi dalla mezzanotte, l’ora più vicina che mai alla catastrofe. Che cos’è l’orologio dell’apocalisse? Il Doomsday Clock, è un segnatempo simbolico che mostra quanto il mondo sia vicino alla sua fine. La mezzanotte segna il punto teorico dell'annientamento. Le lancette dell'orologio si avvicinano o si allontanano dalla mezzanotte in base alla lettura degli scienziati rispetto per esempio alle minacce di un olocausto nucleare. Un'organizzazione senza scopo di lucro con sede a Chicago chiamata Bulletin of the Atomic Scientists aggiorna ogni anno l'ora in base alle informazioni sui rischi nucleari per il pianeta e l'umanità. Per minacce apocalittiche si intendono quelle situazioni derivate per esempio da tensioni politiche, armi, tecnologia, cambiamenti climatici o malattie pandemiche. In base alla lettura che gli scienziati danno di questi eventi le lancette dell'orologio si avvicinano o si allontanano dalla mezzanotte. Un team di scienziati composto da esperti di tecnologia nucleare e di scienza del clima, tra cui 13 premi Nobel, discutono degli eventi mondiali e determinano, ogni anno, la posizione delle lancette dell'orologio. L'orologio è stato creato nel 1947 da un gruppo di scienziati atomici, tra cui Albert Einstein, che aveva lavorato al Progetto Manhattan per sviluppare le prime armi nucleari al mondo durante la Seconda guerra mondiale. Che ore sono adesso? Martedì 24 gennaio gli scienziati atomici hanno stabilito che siamo a 90 secondi dalla mezzanotte, il Doomsday Clock non è mai stato così vicino alla mezzanotte. È la prima volta che si sposta da quando è stato fissato a 100 secondi dalla mezzanotte nel 2020. 327

L'avvicinarsi della catastrofe nucleare è imputabile «In gran parte, ma non solo, all'invasione dell'Ucraina da parte della Russia e al rischio crescente di un'escalation nucleare» hanno scritto gli scienziati atomici, che quest'anno per la prima volta hanno diffuso il comunicato con la loro decisione, oltre alla lingua inglese anche in russo e in ucraino nel tentativo di far arrivare il monito alle capitali più interessate. L’invasione russa dell'Ucraina ha ravvivato i timori di una guerra nucleare. Durante la Seconda guerra mondiale, più di 75 anni fa, l'orologio aveva iniziato a ticchettare a sette minuti dalla mezzanotte. Il tempo più lontano segnato dall’orologio dal giorno della catastrofe invece è di 17 minuti alla mezzanotte, rilevato nel 1991, quando la Guerra Fredda finì e gli Stati Uniti e l'Unione Sovietica firmarono il Trattato di riduzione delle armi strategiche che diminuì sostanzialmente gli arsenali di armi nucleari di entrambi i Paesi. Fonte Reuters di Stella Tortora 25 gennaio 2023

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ELOHIM COSA SIGNIFICA? "Negli ultimi tempi alcuni apostateranno dalla fede, dando ascolto a spiriti seduttori e a dottrine di demoni" (1 Timoteo 4:1)

(Glossario Biblico N.D.)

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Biglino parla di ufo in vista dell’anticristo satana inganna il mondo con false dottrine, dottrine di demoni. Il NUOVO ORDINE MONDIALE VUOLE ATTUARE IL PROGETTO BLUE BEAM vorrebbero usare una tecnologia sofisticata per creare l’illusione ottica attraverso immagini ad ologrammi di un’invasione da parte di UFO e PER PRESENTARE L’ANTICRISTO. Ciò darà ai governi e alle Nazioni Unite la scusa per proclamare uno Stato globale di emergenza e tutti i poteri straordinari e i decreti presidenziali saranno attuati e in seguito una nuova unica religione mondiale. Moltissima gente cosa segue? E chi seguirà? RIFLETTETE e non prendete nulla alla leggera perchè questi demoni vogliono rubare l'anima in tutti i modi possibili sottomettendo i popoli e facendo deviare su strade finte, la povera gente e allontanarla da Dio Padre che è nei cieli, date la mano a Gesù Cristo e a nessun altro intercessore tra Dio Padre e noi, siate forti sulla Sua Roccia, solo così non avrete nulla da temere . Elohim riferito a YHWH è inteso come il Dio unico di Israele[3]. Viene utilizzato il termine al plurale per riferirsi ad una entità singola per vari motivi. Il principale è quello di esaltare la grandezza di Dio, ma è anche perché "Elohim" significa letteralmente "Essere sovrannaturale", quindi nella Bibbia viene usato per indicare "gli angeli", "Dio e gli angeli". Con il significato di "dio, divinità", il nome è attribuito anche ad altre divinità individuali[4], ad esempio Astarte, Moloch, Chemosh e Kos, dèi nazionali rispettivamente dei Sidoni, degli Ammoniti, dei Moabiti[5] e degli Edomiti[6]. Anche il Sinedrio, Mosè e Davide vengono chiamati "elohim", in questo caso con il significato di "legislatore".

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La parola elohim ricorre più di 2.500 volte nella Bibbia ebraica, solo circa un centinaio di parole al plurale. Con significati che vanno da "dio" in senso generale (come in Esodo 12:12[23], dove descrive "gli dèi d'Egitto"), ad un dio specifico (per esempio in 1 Re 11:33[24], dove descrive Camos "dio dei Moabiti", o ai frequenti riferimenti a Yahweh quale "elohim" di Israele), a demoni, serafini e altri esseri soprannaturali, agli spiriti dei morti fatti evocare da Re Saul in 1 Samuele 28:13[25] e persino a re e profeti (per es. Esodo 4:16[26]).[11] Elohim occupa il settimo rango su dieci, nella famosa gerarchia angelica ebraica del rinomato rabbino e filosofo medievale Maimonide. Maimonide afferma: "Devo premettere che ogni ebreo [ora] sa che il termine elohim è un omonimo e denota Dio, gli angeli, i giudici e i sovrani delle nazioni..."[27] Letteralmente è il plurale di El (ebraico ‫אל‬, greco Ἔλ) o Eli, in accadico Ilu 𒀭 (sumero An) con il suffisso ebraico -im che indica un plurale maschile, che significa individuo che sta sopra quindi linguisticamente significa individui superiori.[10] Tuttavia con elohim la costruzione è grammaticalmente al singolare, (cioè regge un verbo o aggettivo singolari) quando si riferisce al Dio ebraico, ma grammaticalmente al plurale (cioè reggendo un verbo o aggettivo plurali) quando usato per divinità pagane (Salmi 96:5[28]; Salmi 97:7[29]).[30] Il fenomeno è definito "plurale astratto concretizzato".[31]. Da notare che anche gli esseri umani possono avere nomi che finiscono al plurale, come Efraim, figlio di Giuseppe. elohim è usualmente plurale, "dèi" o "potenze".[Nota 3][33] Generalmente si pensa che elohim sia una forma derivata da eloah, a sua volta una forma espansa del sostantivo semitico il (in ebraico: ‫אֵ ל‬, ʾēl[4]). Con verbi al plurale la parola è anche usata come vero plurale nel significato di "dèi"[4], per esempio quelli egizi in Esodo 12:2[34].[5] Fanno eccezione alcuni passi della Genesi, dell'Esodo, 334

di Samuele e dei Salmi in cui elohim viene generalmente tradotto con Dio nonostante sia seguito da un verbo coniugato al plurale[35][36][37][38]. I nomi correlati elohah (in ebraico: ‫ )אלוה‬e el (in ebraico: ‫ )אֵ ל‬sono usati sia come nomi propri che come generici, nel qual caso sono intercambiabili con elohim. In altri passi elohim viene tradizionalmente tradotto con angeli (Salmi 8:6; 97:7; 138:1[39] e, con riferimento allo spettro di Samuele, in Samuele 28:13[40]), nonostante tale significato non sia filologicamente fondato[41]. In Esodo elohim viene anche attribuito come titolo vicariale a Mosè (4:16; 7:1)[41] come titolo proprio della divinità suprema, non è generalmente considerato sinonimo del termine elohim, "dèi" (plurale, sostantivo semplice). La grammatica ebraica consente questa forma nominalmente plurale a significare "Egli è la potenza (singolare) sopra le potenze (plurale)", o grossomodo "Dio degli dèi". Il rinomato studioso rabbinico Maimonide scrisse che i vari altri usi sono comunemente intesi come omonimi.[27] La forma plurale terminante in -im può essere intesa anche come astrazione, vedi la parola ebraica chayyim ("vita") o betulim ("verginità"). Se inteso in questo modo, elohim significa "divinità" o "deità".[Nota 5] Elohim, uno dei nomi di Dio, è considerato uno di questi casi. Infatti, quando la parola si riferisce al Dio d'Israele, è il più delle volte concordata con aggettivi al singolare (es.: Elohim tzaddiq, il Dio giusto, Salmo 7:10); non mancano le eccezioni, che il Gesenius ritiene comunque spiegabili. Elohim quindi non significherebbe dunque semplicemente "Dio" o "Dei", ma "Divinita' Olamim (Eternità) è per il Gesenius un plurale di durata.

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Elohim è quindi grammaticalmente un plurale accrescitivo che, in ebraico, indica la massima espressione di un concetto. Elohim pertanto non indica una pluralità di dei ma il Dio per eccellenza.[45] «Dio disse: facciamo l'uomo, con la nostra immagine, a nostra somiglianza […] Ecco, l'uomo è diventato come uno di noi» (Genesi 1,26; 3,22) "Elohim" con verbi al plurale Modifica Il nome elohim è usato con un verbo plurale in 1 Samuele 28:13[47]. La Strega di Endor, negromante, evoca lo spirito di Samuele e dice a Saul di aver visto "essere divino" (elohim) salire (olim ‫עֹ ִלים‬, verbo plurale) dalla terra.[Nota 8] In Genesi 20:13[48] Abramo, davanti al re filisteo politeista Abimelech, dice che "gli dèi (elohim) mi hanno fatto (verbo plurale) errare lungi dalla casa di mio padre". Nella Bibbia ebraica elohim, quando significa Dio d'Israele, è di solito grammaticalmente al singolare. In Genesi 1:26[51] abbiamo un connubio di entrambe le forme(singolare prima e plurale poi): "E Dio disse: 'Facciamo (plurale) l'uomo a nostra immagine, a nostra somiglianza'." Gesenius commenta che Elohim singolare deve essere distinto da elohim (dèi) al plurale e asserisce che: «la supposizione che Elohim sia da considerarsi semplicemente un residuo di precedenti vedute politeiste (cioè come originariamente solo un plurale numerico) è perlomeno altamente improbabile e, inoltre, non spiegherebbe i plurali analoghi (sotto). Alla stessa classe (e probabilmente formata sull'analogia di elohim)

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appartengono i plurali kadoshim, che significano "il Santissimo" (solo di Yahweh, Osea 12:1[52], Proverbi 9:10,30:3[53] - cfr. El hiym kadoshim in Giosuè 24:19[54] e il singolare aramaico "l'Altissimo", Daniele 7:18,22,25[55]) Esistono alcune eccezioni alla regola che elohim venga accordato al singolare quando ci si riferisce al Dio d'Israele, tra cui Genesi 20:13; 35:7[58]; 2 Samuele 7:23[59] e Salmi 58:11[60] e in particolare l'epiteto del "Dio vivente" (Deuteronomio 5:26[61] ecc.), che è costruito con l'aggettivo al plurale, elohim hayiym in ebraico: ‫?אלהים חיים‬ gli Elohim saranno conosciuti anche come il coro angelico delle Potestà.[64] In alcuni passi della Septuaginta (LXX), del resto, l'ebraico elohim col verbo plurale, o in contesto plurale implicito, veniva reso con angeloi ("angeli") o pros to kriterion tou Theou ("davanti al giudizio di Dio").[65] Questi passi vennero poi messi prima in latino nel Vulgata, poi in italiano con "angeli" e "giudici" rispettivamente. Da qui il risultato che per esempio fa mettere a James Strong (nella sua Concordanza)[66] "angeli" e "giudici" quali possibili significati di elohim con verbo al plurale; lo stesso vale per molte altre opere di riferimento dei secoli XVII-XX. Sia il Dizionario Ebraico di Gesenius che quello di Brown-Driver-Briggs[67] elencano sia angeli che giudici come possibili significati alternativi di elohim con verbi e aggettivi plurali. Salmi 82:1[80] Dio si alza nell'assemblea divina, giudica in mezzo agli dèi. Salmi 82:6[81] Io ho detto: "Voi siete dèi, siete tutti figli dell'Altissimo".

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«Carissimi, ora siamo figli di Dio, ma non è stato ancora manifestato ciò che saremo. Sappiamo che quando egli sarà manifestato saremo simili a lui, perché lo vedremo come egli è.» Prima lettera di Giovanni 3:2 NR06 «Perché se siamo stati totalmente uniti a lui in una morte simile alla sua, lo saremo anche in una risurrezione simile alla sua.» Lettera ai Romani 6:5 NR06 Il termine ebraico benei Elohim ("figli di Dio", Figli di Dio (in ebraico: ‫?בני האלהים‬, Bənê hāʼĕlōhîm,[1] Benei Elohim. «Poi Dio disse: «Facciamo l’uomo a nostra immagine, conforme alla nostra somiglianza, e abbiano dominio sui pesci del mare, sugli uccelli del cielo, sul bestiame, su tutta la terra e su tutti i rettili che strisciano sulla terra».» Genesi 1:26 NR06 «e giurò per colui che vive nei secoli dei secoli, il quale ha creato il cielo e le cose che sono in esso, e la terra e le cose che sono in essa, e il mare e le cose che sono in esso, dicendo che non ci sarebbe stato piú indugio.» Apocalisse di Giovanni 10:6 NR94 Gli EBREI rispondono a BIGLINO: – Il prof biglino può far dire quello che gli piace al primo verso di Genesi se estrapolato dal suo contesto, ma poi… della grammatica che se ne fa? Il primo termine “‫ ”בראשית‬significa “nel principio di” e non semplicemente “nel principio”, questo termine si attacca sempre al successivo. Quindi abbiamo ” nel principio di creare” con “‫ ”ברא‬vocalizzato all’infinito. Il professore ha poi detto che il testo parli di Elohim al plurale. Una cosa che desta non poca meraviglia che un professore di ebraico non sappia distinguere un semplice plurale da un plurale di astrazione, che è un singolare a tutti gli effetti. 338

I verbi ad esso collegati sono infatti singolari ed “Elohim” non ha l’articolo determinativo ed è quindi un nome proprio. “Eloha” di radice “alah”=comporre norme giuridiche. Quindi significa “Legislatore” che con il plurale di astrazione (“Elohim) diviene: Legislatore Supremo.

Il termine “shemim” di cui parla il prof. non esiste, il termine rimane “shammaim” anch’esso plurale di astrazione, che significa “Cielo”. Il termine “‫ ”רקיע‬è di radice “‫ ”רקע‬da cui deriva anche il termine “‫”קרקע‬ che significa “suolo”.
Il professore dice che le sue deduzioni provengono dalla Bibbia, ma a me pare che siano solo frutto della sua fantasia o qualcos’altro. (…) Il divenire spirito dopo la morte deriva proprio da questa concezione antica del ritorno alla polvere assimilata al vento che la porta via. In ebraico infatti vento e spirito sono espressi con il medesimo termine ruach da cui deriva reach. Il reach nichoach è il vento che sale con la cenere che successivamente si riposa, ossia torna allo stato di non vita e provoca soddisfazione nella divinità perché così facendo gli umani mostrano la buona volontà di intraprendere un cammino verso la perfezione ove si predilige la ragione agli istinti animali. Sugli ufo occorre dire che il termine extraterrestre può essere considerato vero ma non con il significato attribuito da Biglino, o con il significato che l’uomo da come essere viventi di altri pianeti, no. Ma semplicemente extraterrestri cioè al di fuori di ciò che è visibile dalla terra, quindi invisibili.

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Gli extraterrestri sono gli angeli caduti che si sono ribellati a Dio e gettati fuori dal suo regno, sono cioè gli spiriti malvagi, i demoni che causano il male nel mondo. Quelli che vengono spacciati per navicelle ufo in realtà sono ologrammi e tecnologie Militari utilizzate nel corso degli anni e nel futuro prossimo (vedi Blue beam project) per ingannare l’essere umano della presenza di altre forme di vita al di fuori della terra. Sono ologrammi, satelliti e oggetti lanciati nei cieli dall’uomo. La Bibbia non ha parlato molto di altri pianeti e dello spazio. Gesù disse: "12 Se ti ho detto cose terrene, e tu non credi, come crederai, se ti dico delle cose celesti? (Giovanni 3:12) La Bibbia parla della "terra abitata avvenire" . Gesù fu il primo uomo che ascese al cielo, e la Bibbia mostra che andrà in cielo un esiguo numero di persone scelte per uno scopo specifico. Accanto a Gesù "esse regneranno sulla terra" ( Rivelazione [Apocalisse] 5:9, 10; Luca 12:32; Giovanni 3:13 ). Nel principio, il Dio infinito creò i cieli e la terra, e l'uomo a Sua immagine; e dopo aver finito dichiarò che il tutto era buono (Genesi 1:1-31). Egli pose l'uomo e la donna in un ambiente perfetto, nel quale tutti i loro bisogni erano soddisfatti, dandogli una sola restrizione: per evitare la morte, non dovevano mangiare del frutto dell'Albero della conoscenza del bene e del male ( Genesi 2:17 ). Solo del nostro pianeta la Sacra Bibbia dichiara che Dio "la formò pure per essere abitata". La Parola di Dio dichiarò che i cieli appartengono al Creatore, "ma la terra l'ha data ai figli degli uomini"(Sal. 115:15, 16). La Bibbia indica che è molto improbabile che finora Dio abbia creato creature materiali intelligenti su altri pianeti all'infuori del nostro. Comunque, il semplice fatto che le sonde spaziali non hanno rivelato nessun segno di vita intelligente non significa che non ci sia vita intelligente nello spazio extraterrestre. C’è senz’altro ma non come si vuole fare intendere oggi all’uomo. 340

Le persone intelligenti che esistono al di fuori della terra furono create da Dio, e la loro creazione ebbe luogo ancor prima che il pianeta Terra fosse preparato come dimora umana. La Parola di Dio parla di quel tempo in cui Dio fondò la terra. A quel tempo, egli spiega, “le stelle del mattino gridarono gioiosamente insieme, e tutti i figli di Dio emettevano urla d’applauso”. (Giob. 38:4-7) Questi “figli di Dio” sono angeli che in realtà hanno capacità e conoscenza assai maggiori delle nostre. Nel passato furono spesso usati da Dio per comunicare con gli uomini. Non tutte le visite alla terra, comunque, sono state fatte da persone angeliche mandate da Dio con importanti comunicazioni da Lui. Infatti, alcuni angelici figli di Dio si ribellarono e abbandonarono il loro posto celeste, vennero sulla terra in forma di uomini, e “si presero delle mogli, cioè tutte quelle che scelsero”. La Bibbia dice che questi “angeli che non mantennero la loro posizione originale ma abbandonarono il loro proprio luogo di dimora [Dio] . . . riservati al giudizio del gran giorno”, tempo in cui dovranno smettere di affliggere il genere umano. Che sollievo sarà quello! — Gen. 6:1, 2; Giuda 6. Quindi, le leggende interpretate da alcuni scienziati come possibili indicazioni di visite dallo spazio extraterrestre hanno davvero un fondamento, furono effettivamente compiute visite sulla terra da persone intelligenti non umane dotate. Occorre dire infine che questi però non erano organismi di altri pianeti che avessero sviluppato un’intelligenza superiore a quella dell’uomo, come possono supporre alcuni scienziati, ma furono disubbidienti creazioni angeliche di Dio. — 1 Piet. 3:19, 20. Biglino ha cercato di utilizzare la Bibbia (con ogni sorta di menzogna...) per "dimostrare" che DIO non esiste e per NEGARE il Figlio di Dio. Per lui Satana (è una creatura ovviamente che nega totalmente...)

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Nei nomi dei Profeti di Dio e nel nome di Gesù Dio Figlio c’è il nome di Dio padre che è uno (Yahweh): ZACCARIA Eb. ZEKARYAH (" Yah [weh] ricorda") Il nome "Zekar-Yah" significa "YHWH si è ricordato Geremia eb. YIRMEYAHU ("Yah[weh]) Yirmeyah come un nome a sé stante, gli danno il significato di "possa YHWH esaltare", "YHWH ha innalzato" o anche, al rovescio, "sublimità del Signore" o "esaltazione del Signore". Isaia eb. (Yesha'yahu) che significa "YHWH è la salvezza", dalle radici ‫( י ַָשׁע‬yasha') che significa "salvare" e ‫( יָה‬yah) che si riferisce a DIO. Neemia eb.(Nehemyah ), che significa "confortato da YHWH " [1] oppure "il Signore conforta" [2] (o "ha confortato"). Abdia eb.nome ebraico ‫' ( עֹ בַ ְדיָה‬Ovadyah, Obhadyah), che significa "servo di Yahweh ", in quanto basato su abhadh ("egli servì", "egli venerò"). Sofonia. In ebraico, «Yhwh nasconde» Malachia dall'ebraico ‫( ַמ ְלאָ כִ י‬Mal'âkhî) che significa "mio messaggero", "mio angelo", in quanto basato su mal'akh, "messaggero" (la stessa radice da cui deriva il nome Malak); alcune fonti ipotizzano poi che nome completa del profeta possa essere stato Mal'âkhiyyah, un composto di mal'akh e Yah, contrazione di YHWH, quindi "messaggero di Dio", "inviato di Dio". Gesù " deriva in dall'aramaico Yehošuah (in ebraico Yēshūa῾ ) e che pacificamente significa "Yahweh è salvezza", molto simile (e corrispondente per significato) al nome ebraico Yěhōshūa῾. 342

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1948 SI È COMPIUTA UNA PROFEZIA BIBLICA:

«Il Signore udì le vostre parole, mentre mi parlavate; e il Signore mi disse: “Io ho udito le parole che questo popolo ti ha rivolto; tutto quello che hanno detto sta bene. Oh, avessero sempre un simile cuore da temermi e da osservare tutti i miei comandamenti, affinché venga del bene a loro e ai loro figli per sempre! Tu invece resta qui con me e io ti dirò tutti i comandamenti, tutte le leggi e le prescrizioni che insegnerai loro, perché le mettano in pratica nel paese che io do loro in possesso”. Abbiate dunque cura di fare ciò che il Signore, il vostro Dio, vi ha comandato; non ve ne sviate né a destra né a sinistra; camminate in tutto e per tutto per la via che il Signore, il vostro Dio, vi ha prescritta, affinché viviate e siate felici e prolunghiate i vostri giorni nel paese che voi possederete.» Deuteronomio 5:28-29, 31-33 «Tu li scongiuravi per farli tornare alla tua legge; ma essi si inorgoglivano e non ubbidivano ai tuoi comandamenti, peccavano contro le tue prescrizioni che fanno vivere chi le mette in pratica. La loro spalla rifiutava il giogo, essi irrigidivano i loro colli e non volevano ubbidire.» Neemia 9:29 Sunday, September 9, 2012 345

1948: Israele compie le profezie della Bibbia

Prima del 1948, Israele ultima esistita come una nazione indipendente nel 606 a.c. quando i primi prigionieri di Israele sono stati presi da Nabucodonosor. La distruzione di Israele per mano dei Babilonesi fu completata nel 587 a.c. con la distruzione di Gerusalemme e il tempio. Per 70 anni biblici (circa 69 anni del calendario gregoriano), il popolo ebraico si tennero come prigionieri in Babilonia. Nel 537 a.c., il re persiano Ciro conquistò Babilonia ed emise un decreto per gli ebrei a tornare alla loro terra e ricostruire il tempio. Fu durante la cattività babilonese e questo ritorno in Israele che Ezechiele è apparso come un profeta e fornite le seguenti informazioni sulla futura esistenza di Israele come una nazione indipendente: "Ora si trovano sul lato sinistro e posizionare i peccati di Israele su te stesso. Vi sono a sopportare i loro peccati per il numero di giorni che ci si trovano sul lato. Si sopporterà i peccati di Israele per 390 giorni – un giorno per ogni anno del loro peccato. Dopo di che, gira e si trovano sul lato destro per 40 giorni – un giorno per ogni anno del peccato di Giuda. Ezechiele 4:4-6 (nuova traduzione vivente) Secondo questo passo, il popolo di Israele non sarebbe libero fino a questo periodo di punizione passata. Questa volta è conosciuta come la "servitù della nazione", e il tempo assegnato da Dio è 430 anni. Tuttavia, 70 anni di espiazione per i loro peccati erano già state servite durante la cattività babilonese, così solo 360 anni di punizione rimase. Gli ebrei che ritornarono in Israele nel 537 a.c. rifiutarono di pentirsi dei loro peccati come Ezechiele ha avvertito. Di conseguenza, Israele ha continuato ad essere governata da potenze straniere: i Persiani, i greci e i Romani. Nel 70 d.c., Tito e le legioni romane distrussero il tempio e sparse il popolo ebraico 346

come schiavi tra le varie province dell'Impero romano. Anno 176 a.c. era venuto e non andato, ancora Israele mai emerso come una nazione indipendente. Così che cosa è accaduto? La Bibbia ha sbagliato? Dio cambiò la sua mente? Assolutamente no. Vari passaggi precedenti al vecchio testamento fanno luce su questo mistero. Nel libro del Levitico, essi rivelano che se, al loro ritorno in terra di Israele, il popolo avesse rifiutato di obbedire a Dio, egli avrebbe aumentato le loro punizioni seven-fold. Questo è ripetuto più volte: 'E se nonostante ciò, ancora disobbedite me, io punirò voi per i vostri peccati sette volte sopra. Levitico 26:18 "Se anche poi restano ostili verso di me e si rifiutano di obbedire, infliggeranno si con sette ulteriori catastrofi per i vostri peccati." Levitico 26 "E se non si riesce a imparare una lezione da questo e continuare la tua ostilità verso di me, quindi io stesso sarà ostile verso di voi, e io personalmente colpirà voi sette volte sopra per i tuoi peccati". Levitico 26-24 "Se dopo questo ancora si rifiutano di ascoltare e rimangono ancora ostili verso di me, poi darà pieno sfogo alla mia ostilità. Io punirò te sette volte sopra per i vostri peccati." Levitico dichiarerò-28 Nell'anno 537 a.c., 360 anni di punizione è rimasto sul calendario di Dio. Tuttavia, quando il popolo di Israele ha rifiutato di pentirsi dei loro peccati, questa punizione è stata moltiplicata sette volte da 360 347

anni a 2.520 anni. 360 giorni comprendono un anno biblico, così il tempo eguagliato 907.200 giorni. Tuttavia, in tempi moderni, non utilizzare il calendario ebraico, ma piuttosto il calendario gregoriano che ha 365.2425 giorni in un anno. Se i giorni di 907.200 sono divisi da 365.2425, otteniamo circa 2,483.8292 anni. Gli storici hanno stabilito che Ciro il persiano ha emesso la sua proclamazione per ricostruire il tempio di Gerusalemme a volte nella prima metà dell'anno 537 a.c. Non sappiamo il giorno esatto della proclamazione, ma la Bibbia rivela che doveva essere prima del settimo mese del calendario ebraico, perché in quel mese, "gli Israeliti erano insediati nella loro città, tutte le persone assemblati insieme come una sola persona a Gerusalemme." Esdra 3:1 (Senza una data esatta di partenza, è più preciso contare all'indietro 907.200 giorni dal giorno della restaurazione di Israele. Israele dichiarò lo stato come una nazione indipendente il 14 maggio 1948. Numerosi strumenti di conversione calendario online sono disponibili per contare i giorni così come conversione tra il calendario gregoriano e il calendario ebraico. Basta provare Googling "conversione calendario ebreo" a trovarne uno. Sottraendo 907.200 giorni dalla data gregoriana del 14 maggio 1948, la calcolatrice rivela una data del 15 luglio del 537 a.c. Calendario gregoriano: 14 maggio 1948 è stato rifondato lo stato d’Israele è da quel giorno più di 6 milioni di ebrei sono rientrati nella loro terra. Calendario ebreo: 5 Iyyar 5708 -907.200 giorni (360 giorni x 2.520 anni) 348

Calendario gregoriano: 15 luglio 537 a.c. Calendario ebreo: 15 Av 3224 Si concilia con l'istruzione biblica che gli ebrei avevano reinsediati a Gerusalemme nel settimo mese del 537 a.c.? La data equivalente sul calendario ebraico è 15 Av 3224 - il quindicesimo giorno del quinto mese. Poiché circa 900 km separano Babilonia e Gerusalemme (la distanza geografica è minore, ma l'itinerario di viaggio antico è stimato a 900 km) e roulotte antiche raramente viaggiarono più di 20 km al giorno, questa data non sembra contraddire il racconto biblico. Gli ebrei avrebbero avuto solo 74 giorni per rendere il loro viaggio. Contabilità per il giorno di sabato di riposo, che lascia circa il viaggio effettivo 63 giorni per raggiungere Gerusalemme prima della fine del settimo mese. Per coprire 900 km in quel momento, avevano bisogno di media 14,29 km / giorno, 6 giorni alla settimana - un compito ben a portata di mano. Inoltre sembra molto probabile che Cyrus ha fatto sua proclamazione in questa parte dell'anno, perché la festa ebraica Tisha b'AV, una settimana tre veloce che commemora la distruzione del tempio di 50 anni precedenti finisce il 9 di Av 9 Av 537 a.c. era all'interno di una settimana il 50 ° anniversario della distruzione del tempio, un raccordo a tempo per la proclamazione di un re a ricostruirla. «Hanno rifiutato di ubbidire e non si sono ricordati delle meraviglie da te fatte in loro favore; e hanno irrigidito i loro colli e, nella loro ribellione, si sono voluti dare un capo per tornare alla loro schiavitù. Ma tu sei un Dio pronto a perdonare, misericordioso, pieno di

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compassione, lento all’ira e di gran bontà, e non li hai abbandonati.» Neemia 9:17 «Voi nazioni, ascoltate la parola del Signore e proclamatela alle isole lontane; dite: “Colui che ha disperso Israele lo raccoglie, lo custodisce come fa il pastore con il suo gregge”.» Geremia 31:10 ( Ezechiele 39:25-29, Geremia 30:3) Anche se il 15 luglio del 537 a.c. non può essere verificata da fonti esterne come il giorno esatto della proclamazione di Cyrus, sappiamo che 537 a.c. fu l'anno in cui egli ha fatto. Come tale, possiamo sapere per certo che la Bibbia, in una delle profezie più notevole nella storia, ha previsto con precisione l'anno della restaurazione di Israele come una nazione indipendente circa duemilacinquecento anni prima che l'evento si sia verificato.

TESTIMONIANZA DELL’AUTENTICITÀ E AUTOREVOLEZZA

DELLA BIBBIA TESTIMONIANZA DELL’AUTENTICITÀ E AUTOREVOLEZZA DELLA BIBBIA LA SCRITTURA CONFERMA LA SCRITTURA

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Le testimonianze ebraiche Per gli Ebrei i vari libri dell’Antico Testamento sono stati normativi fin dalla loro redazione. Infatti, gli scritti di un profeta (o di un autore cui si riconosceva l’ispirazione divina) si imponevano da sé. Inoltre, il fatto che il Nuovo Testamento indichi l’Antico Testamento con il termine tecnico di “Scrittura” (il sostantivo gr. graphê vanta 30 ricorrenze al singolare e 20 al plurale) suggerisce l’esistenza di una raccolta ben definita di scritti riconosciuti come ispirati. Diverse prove estrinseche quali, ad esempio, le testimonianze di Giuseppe Flavio confermano come la raccolta di 39 libri oggi ritenuti canonici fosse chiaramente riconosciuta fin dal primo secolo. Da Artaserse in poi fino ai nostri tempi attuali, benché si sia registrato ogni cosa, pure questi libri non sono reputati degni di quella fede che si ha per i precedenti, dal momento che la successione dei Profeti non è stata [da allora] sufficientemente chiara. Ora i fatti mostrano con evidenza quale fede noi abbiamo nelle nostre Scritture dal momento che durante tutti i secoli che sono trascorsi non c’è stato nessuno che abbia osato aggiungervi, o togliervi, o cambiarvi alcunché. Anzi, tutti i Giudei, fin dal loro nascere, portano innestata la credenza che siano dei comandamenti di Dio e la volontà di metterli in pratica e, se occorra, di morire per essi. Giuseppe Flavio, Contro Apione 1.8 Dal canto suo, anche il Nuovo Testamento accenna sovente alla tripartizione dell’Antico Testamento propria del testo ebraico Legge, Profeti, Scritti,(vd. ad es. Luca 24:44) e cita spesso alcuni passi dei vari libri, riconoscendone l’autorevolezza.

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«Poi disse loro: «Queste sono le cose che io vi dicevo quand'ero ancora con voi: che si dovevano compiere tutte le cose scritte di me nella legge di Mosè, nei profeti e nei Salmi». Allora aprí loro la mente per capire le Scritture e disse loro: «Cosí è scritto, che il Cristo avrebbe sofferto e sarebbe risorto dai morti il terzo giorno, e che nel suo nome si sarebbe predicato il ravvedimento per il perdono dei peccati a tutte le genti, cominciando da Gerusalemme. Voi siete testimoni di queste cose.» Vangelo secondo Luca 24:44-48 1 Timoteo 5:18 cita un passo tratto da Luca 10:7 introducendo con l’espressione già usata per i testi dell’Antico Testamento: “La Scrittura dice...”. Con riferimento alle lettere di Paolo, Pietro parla di “altre Scritture”: ciò significa che l’apostolo riconosceva le lettere paoline come “Scrittura+” (vd. 2 Pietro 3:15-16). Successivamente al ministero di Gesù iniziarono ben presto a circolare le prime lettere di Paolo (“l’apostolo delle genti” iniziò a scrivere intorno al 50 d.C.) e, in seguito, i Vangeli (quelli di Matteo, Marco e Luca a partire dal 60-70 d.C.) Nella storia della Chiesa questi primi libri hanno iniziato a diffondersi rapidamente quale “deposito” prezioso da conservarsi fedelmente (vd. 1 Timoteo 6:20; 2 Timoteo 1:13-14). Antichi scrittori cristiani citano i passi del Nuovo Testamento come insegnamenti autorevoli: E neppure pregate come gli ipocriti, ma come comandò il Signore nel suo vangelo, così pregate: “Padre nostro che sei nel cielo, sia santificato il tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta la tua volontà, come in cielo così in terra. Dacci oggi il nostro pane quotidiano, e rimetti a noi il nostro debito, come anche noi lo rimettiamo ai nostri debitori, e non ci esporre alla

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tentazione, ma liberaci dal male; perché tua è la potenza e la gloria nei secoli”. Didachè+ 8.2 (in cui si cita Matteo 6:5, 9-13) Credo che voi siate molto versati nelle sacre lettere; esse non hanno più per voi alcun segreto, cosa che a me non è concessa. Questo solo vi ricordo, come è detto nella Scrittura: sdegnatevi pure, ma non vogliate peccare e il sole non tramonti sopra l’ira vostra. Beato chi se ne ricorderà, come io credo che facciate voi. Policarpo+ di Smirne, Lettera ai Filippesi 12:1 (citando Efesini 4:26, tra il 110 e il 120) Diversi passi biblici indicano che gli autori ispirati consideravano i propri scritti come parte di un insieme coeso e ben definito (Matteo 5:18; Apocalisse 22:7, 18-19). I libri apocrifi se fai delle ricerche vedrai che sono (l'interpretazione) che venne fatta per votazione nel concilio di Nicea. Nel concilio delle Chiese di Antiochia furono scelti i 4 vangeli detti canonici poi la Chiesa Cattolica Romana li aggiunse ufficialmente alla sua Bibbia durante il Concilio di Trento a metà del XVI sec. Queste aggiunte furono considerate ufficialmente dalla chiesa cattolica romana "scrittura ispirata da Dio" solo nel 1546, col concilio di Trento. E quindi parliamo di interpretazione.. aggiunzioni, non parliamo della bibbia di 3500 anni fa tradotta dal greco e letta così com'è senza aggiunzioni nel corso del Tempo. La maggior parte dei vangeli apocrifi non stravolgono i fatti descritti nei quattro vangeli canonici, ma aggiungono interpretazioni o aneddoti di dubbia veridicità. In alcuni casi, i vangeli apocrifi sono nati dall’influenza di altre correnti di pensiero, come lo gnosticismo, 353

considerate posizioni eretiche non in linea con l’insegnamento della Chiesa. Vangeli apocrifi e gnostici Come abbiamo detto, alcuni dei vangeli apocrifi fanno riferimento allo gnosticismo. Si tratta di una corrente filosofica e spirituale, in parte legata anche a religioni esoteriche antiche, secondo cui l’anima si salva grazie a una conoscenza superiore e illuminata, derivante da esperienza personale e ricerca della verità. Fin dall’inizio, le interpretazioni cristiano-gnostiche vennero considerate eretiche dalla Chiesa: secondo la dottrina ecclesiale infatti l’uomo non può salvarsi da solo, ma ha bisogno del Salvatore Gesù Cristo.

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CONCLUSIONI: Con questa raccolta di informazioni si è voluto dimostrare in definitiva che la Bibbia è veritiera e perfetta, oggi più che mai urge il bisogno di credere in Dio nel nome di Gesù perché solo in lui c’è la salvezza. Non trascurare nulla di ciò che è riportato in questo dossier, oggi puoi ancora leggere e documentarti per conoscere la Bibbia e Cristo, domani forse potrà essere tardi, non sprecare l’opportunità più grande della tua vita la salvezza dell’anima per mezzo del sangue di Gesù Cristo alla croce. Fai un passo verso Dio e lui ne farà molti di più verso di te perché egli ha gli occhi su di te, aspetta soltanto te che vai a lui per cercarlo. Ringrazio Dio per i fratelli: Marco, Giuseppe, Antonio e Rosario per avermi incentivato a studiare l’ebraico e fare ricerche. Ti lascio con un versetto per ogni argomento di ogni capitolo che è stato affrontato, a conferma di ciò che è stato scritto fin qui. Dio ti benedica nel nome di Gesù il Figlio di Dio “E tergerà ogni lacrima dai loro occhi; non ci sarà più la morte, né lutto, né lamento, né affanno, perché le cose di prima sono passate” Apocalisse 21:4 «e che fin da bambino hai avuto conoscenza delle sacre Scritture, le quali possono darti la sapienza che conduce alla salvezza mediante la fede in Cristo Gesù. Ogni Scrittura è ispirata da Dio e utile a insegnare, a riprendere, a correggere, a educare alla giustizia,» Seconda lettera a Timoteo 3:15-16 «Dio, che aveva già parlato nei tempi antichi molte volte e in diversi modi ai padri per mezzo dei profeti, ultimamente, in questi giorni, ha parlato a noi per mezzo del Figlio» Ebrei 1,1-2 355

«Poiché non vi è nulla che sia nascosto se non per essere manifestato; e nulla è stato tenuto segreto se non per essere messo in luce. Se uno ha orecchi per udire oda».» Vangelo secondo Marco 4:22-23 «Oh, profondità della ricchezza, della sapienza e della scienza di Dio! Quanto inscrutabili sono i suoi giudizi e ininvestigabili le sue vie! Infatti «chi ha conosciuto il pensiero del Signore? O chi è stato suo consigliere?» «O chi gli ha dato qualcosa per primo, sì da riceverne il contraccambio?» Perché da lui, per mezzo di lui e per lui sono tutte le cose. A lui sia la gloria in eterno. Amen.» Lettera ai Romani 11:33-36 «Ora vi sono ancora molte altre cose che Gesù ha fatte; se si scrivessero a una a una, penso che il mondo stesso non potrebbe contenere i libri che se ne scriverebbero.» Vangelo secondo Giovanni 21:25 Nel principio era la Parola e la Parola era presso Dio, e la Parola era Dio. Giovanni 1:1 E la Parola si è fatta carne ed ha abitato fra di noi; e noi abbiamo contemplato la sua gloria, come gloria dell'unigenito proceduto dal Padre, piena di grazia e di verità. Giovanni 1:14 «Quando sentirete parlare di guerre e di sommosse, non siate spaventati, perché bisogna che queste cose avvengano prima; ma la fine non verrà subito». Allora disse loro: «Insorgerà nazione contro nazione e regno contro regno; vi saranno grandi terremoti e, in vari luoghi, pestilenze e carestie; vi saranno fenomeni spaventosi e grandi segni dal cielo. Quando vedrete Gerusalemme circondata 356

da eserciti, allora sappiate che la sua devastazione è vicina. Allora quelli che sono in Giudea fuggano sui monti, e quelli che sono in città se ne allontanino; e quelli che sono nella campagna non entrino nella città. Perché quelli sono giorni di vendetta, affinché si adempia tutto quello che è stato scritto. Guai alle donne che saranno incinte, e a quelle che allatteranno in quei giorni! Perché vi sarà grande calamità nel paese e ira su questo popolo. Cadranno sotto il taglio della spada e saranno condotti prigionieri fra tutti i popoli; e Gerusalemme sarà calpestata dai popoli, finché i tempi delle nazioni siano compiuti. Vi saranno segni nel sole, nella luna e nelle stelle; sulla terra, angoscia delle nazioni, spaventate dal rimbombo del mare e delle onde. Gli uomini verranno meno per la paurosa attesa di quello che starà per accadere al mondo, poiché le potenze dei cieli saranno scrollate. Allora vedranno il Figlio dell’uomo venire su una nuvola con potenza e grande gloria.» Vangelo secondo Luca 21:9-11 «Allora, se qualcuno vi dice: “Il Cristo è qui”, oppure: “È là”, non lo credete; perché sorgeranno falsi cristi e falsi profeti, e faranno grandi segni e prodigi da sedurre, se fosse possibile, anche gli eletti. Se dunque vi dicono: “Eccolo, è nel deserto”, non vi andate; “Eccolo, è nelle stanze interne”, non lo credete; infatti, come il lampo esce da levante e si vede fino a ponente, così sarà la venuta del Figlio dell’uomo. Dovunque sarà il cadavere, lì si raduneranno le aquile. Subito dopo la tribolazione di quei giorni, il sole si oscurerà, la luna non darà più il suo splendore, le stelle cadranno dal cielo e le potenze dei cieli saranno scrollate. Allora apparirà nel cielo il segno del Figlio dell’uomo; e allora tutte le tribù della terra faranno cordoglio e vedranno il Figlio dell’uomo venire sulle nuvole del cielo con gran potenza e gloria.» Vangelo secondo Matteo 24:23-24

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«Ora, fratelli, circa la venuta del Signore nostro Gesù Cristo e il nostro incontro con lui, vi preghiamo di non lasciarvi così presto sconvolgere la mente, né turbare sia da pretese ispirazioni, sia da discorsi, sia da qualche lettera data come nostra, come se il giorno del Signore fosse già presente. Nessuno vi inganni in alcun modo; poiché quel giorno non verrà se prima non sia venuta l’apostasia e non sia stato manifestato l’uomo del peccato, il figlio della perdizione, l’avversario, colui che s’innalza sopra tutto ciò che è chiamato Dio od oggetto di culto; fino al punto da porsi a sedere nel tempio di Dio, mostrando se stesso e proclamandosi Dio. Non vi ricordate che quando ero ancora con voi vi dicevo queste cose? Ora voi sapete ciò che lo trattiene affinché sia manifestato a suo tempo. Infatti il mistero dell’empietà è già in atto, soltanto c’è chi ora lo trattiene, finché sia tolto di mezzo. E allora sarà manifestato l’empio, che il Signore {Gesù} distruggerà col soffio della sua bocca, e annienterà con l’apparizione della sua venuta. La venuta di quell’empio avrà luogo, per l’azione efficace di Satana, con ogni sorta di opere potenti, di segni e di prodigi bugiardi, con ogni tipo d’inganno e d’iniquità a danno di quelli che periscono perché non hanno aperto il cuore all’amore della verità per essere salvati. Perciò Dio manda loro una potenza d’errore perché credano alla menzogna; affinché tutti quelli che non hanno creduto alla verità, ma si sono compiaciuti nell’iniquità, siano giudicati.» Seconda lettera ai Tessalonicesi 2:1-12 «O Timoteo, custodisci il deposito; evita i discorsi vuoti e profani e le obiezioni di quella che falsamente si chiama scienza;» Prima lettera a Timoteo 6:20 «Dio dunque, passando sopra i tempi dell’ignoranza, ora comanda agli uomini che tutti, in ogni luogo, si ravvedano,» Atti degli Apostoli 17:30

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«Infatti, «ogni carne è come l’erba, e ogni sua gloria come il fiore dell’erba. L’erba diventa secca e il fiore cade, ma la parola del Signore rimane in eterno». E questa è la parola della Buona Notizia che vi è stata annunciata.» Prima lettera di Pietro 1:24-25 Stiamo vivendo nell’ultima generazione sul pianeta terra, come lo è oggi. «Così anche voi, quando vedrete accadere queste cose, sappiate che egli è vicino, alle porte. In verità vi dico che questa generazione non passerà prima che tutte queste cose siano avvenute. Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno.» Vangelo secondo Marco 13:29-31

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In “Il Codice della Verità“, Francesco Cardullo ha raccolto dati scientifici e archeologici di ricercatori, studi da lui effettuati, articoli e altro ancora, per illustrare come scienza e fede oggi hanno una relazione profonda. L’autore vuole portare il mondo a riflettere per poter scegliere al meglio il proprio futuro alla luce delle “Rivelazioni finali“.

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