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Conservatorio “Luigi Cherubini” – Firenze VII SEMINARIO DI INTERPRETAZIONE – LARCIANO 2014 docente: prof. Giovanni Clavorà Braulin
Larciano 2014 – VII Seminario di interpretazione organistica
“G. Frescobaldi Fiori Musicali” – G. Clavorà Braulin
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GIROLAMO FRECOBALDI FIORI MUSICALI
CENNI BIOGRAFICI Girolamo Frescobaldi nacque a Ferrara nel 1583. Nel sedicesimo secolo il ducato di Ferrara era uno dei più prosperi possedimenti italiani: confinante con Venezia, Bologna e Mantova, i suoi territori occupavano il centro della Pianura Padana, comprendendo anche Modena, Reggio Emilia e Comacchio. La ricchezza della fiorente industria (ad esempio delle fonderie di cannoni) accresceva la prosperità delle risorse naturali. La corte, soprattutto per merito dell’ultimo legittimo duca Alfonso II Este, era uno dei centri più brillanti della vita musicale in Italia. Così venivano descritti i ferraresi da un legato fiorentino: “Gli uomini inclinazione hanno grandissima alla musica, della quale e de’ musicali istrumenti sono studiosissimi. Le donne della musica e sonar di diversi istrumenti si dilettano tanto, e molte ve ne sono eccellentissime in questa professione”. Musicisti di diversa provenienza erano attratti dall’ambiente musicale ferrarese; i più famosi che visitarono la corte furono Carlo Gesualdo da Venosa, Luca Marenzio, Claudio Merulo, John Dowland, Jaques de Wert, e in seguito Bardi, Corsi, Rinuccini e Caccini. La cappella musicale comprendeva maestri italiani e fiamminghi, cantanti ed esecutori dei più diversi strumenti. I tastieristi disponevano di cinque organi, cinque clavicembali e quattro claviorgana. La biblioteca musicale comprendeva 254 volumi: messe, motetti, madrigali e musiche profane. Il gioiello più straordinario di Ferrara era il concerto delle dame principalissime, concepito per il privato diletto del duca, geloso tanto delle esecutrici che del loro repertorio. Il virtuosistico insieme era composto da tre soprani (che suonavano anche arpa, viola e liuto), un tastierista (Luzzasco Luzzaschi) e un suonatore di arciliuto o pandora (Ippolito Fiorino). Grazie ai rapporti familiari (il padre, probabilmente organista, era amico di Luzzaschi e Fiorino) il giovane Girolamo entrò in contatto con questo mondo musicale, e grazie alle sue precocissime doti – col suo dolcissimo canto e suavissimo suono di tutti gl’istrumenti – attirò l’attenzione di Luzzaschi e divenne suo allievo. Insieme a Claudio Merulo e Giuseppe Guami, Luzzaschi era considerato uno dei più grandi organisti del suo tempo, tra l’altro uno dei pochissimi capaci di suonare e comporre per l’archicembalo di Nicolò Vicentino. Come Luzzaschi, Girolamo divenne uno dei pochi esecutori in grado di suonare su strumenti enarmonici. L’annessione al papato e la Controriforma segnarono il declino della Ferrara rinascimentale. La concentrazione del prestigio musicale si manifestò nelle corti maggiori: Venezia, Firenze, Napoli, e soprattutto Roma. Girolamo era a Roma probabilmente sin dal 1604 e nel 1607 vi si stabilì, al servizio del cardinale Guido Bentivoglio. Fu per un certo periodo organista a S. Maria in Trastevere e pubblicò le prime opere. Alla nomina del Bentivoglio come nunzio nelle Fiandre, Frescobaldi partì con il sontuoso seguito cardinalizio per Bruxelles. Nel 1608 fece ritorno in Italia e “la vigilia di tutti i Santi prese il possesso dell’Organo di S. Pietro con molta soddisfattione et applauso di quelli signori Canonici, et d’altri virtuosi della professione”. Il rapporto di Frescobaldi con S. Pietro durò per il resto della sua vita, periodo nel quale la basilica assunse gradualmente la forma che oggi conosciamo. Il suo debutto è stato tramandato dal Libanori: “Sparsasi la voce di questo stupendo, e meraviglioso Musico, & Organista miracoloso, la prima volta, dicono, ch’ebbe più di trenta milla Auditori, e gl’istessi antichi, e celebratissimi Organisti ne restarono attoniti, e non pochi tocchi d’invidia”. Larciano 2014 – VII Seminario di interpretazione organistica
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3 Nel 1628 “stanco poi il Frescobaldi, di stare à Roma, chiamato dal Gran Duca Ferdinando II si ritirò à Fiorenza, e per molt’anni servì la Corte, & hebbe l’Organo di S. Croce, e vi svegliò i soliti stupori, amato generalmente dà tutti, e dà pochi anco invidiato”. Nel 1634 Frescobaldi tornò a Roma, ove riprese il suo posto in S. Pietro sino alla fine della sua vita: la famiglia papale regnante, quella dei Barberini, lo aveva convocato al suo servizio. Dall’elezione al soglio pontificio di Urbano VIII, complici i suoi nipoti cardinali, Roma si andava trasformando verso quella grandeur ancora oggi ben visibile. La magnificenza dell’architettura si rispecchiava nella grandiosità delle realizzazioni musicali: nel 1636 la festa dei santi Pietro e Paolo venne celebrata con vespri a cinque cori; l’anniversario della Consacrazione fu festeggiato con sei cori, ognuno dei quali dotato di un proprio continuo all’organo, accompagnati da coppie di violini, viole contralto e tenore, cornetti, tromboni e tiorbe, oltre che da tre violoni e due spinette. Nell’ultimo decennio della sua vita Frescobaldi continuò le sue attività precedenti, organista della Cappella Giulia in S. Pietro e musicista di Casa Barberini, ma si produsse particolarmente in quel nuovo milieu costituito dall’oratorio e dal concerto pubblico, in una delle più celebri istituzioni musicali della Roma secentesca: l’Oratorio del Crocifisso di S. Marcello. Nei venerdì di Quaresima, dalle tre alle sei pomeridiane, avvenivano le esecuzioni più importanti, per le quali venivano ingaggiati i migliori musicisti presenti a Roma. Frescobaldi si spense la notte di domenica 1 marzo 1643 e fu sepolto nella basilica dei SS. Dodici Apostoli. Il ruolo cruciale di Frescobaldi nella formazione dello stile tastieristico fu riconosciuto non solo in Italia, ma nei vari paesi europei, soprattutto nei paesi di lingua tedesca, dove troviamo il più gran numero di copie manoscritte.
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4 OPERE PER STRUMENTI A TASTIERA 1608 IL PRIMO LIBRO DELLE FANTASIE A QUATTRO, DI GERONIMO FRESCOBALDI Ferrarese, Organista. NUOVAMENTE DATE IN LUCE IN MILANO, per l’herede di Simon Tini & Filippo Lomazzo. 1608 (Contiene dodici Fantasie a uno, due, tre e quattro soggetti, redatte in partitura a quattro voci) 1615 RECERCARI ET CANZONI FRANZESE FATTE SOPRA DIVERSI OBLIGHI IN PARTITURA DA GIROLAMO FRESCOBALDI Organista di San Pietro di Roma, LIBRO PRIMO. IN ROMA, Appresso Bartolomeo Zannetti. MDCXV. CON LICENZA DE’ SUPERIORI (Contiene dieci Ricercari e cinque Canzoni, redatti in partitura a quattro voci) 1615 TOCCATE E PARTITE D’INTAVOLATURA DI CIMBALO DI GIROLAMO FRESCOBALDI ORGANISTA DI S. PIETRO DI ROMA. Nuovamente da lui date in luce, & con ogni diligenza corrette LIBRO PRIMO Con licenza delli Superiori 1615 In Roma da Nicolò Borboni. (Contiene dodici Toccate, Partite sopra Ruggiero, Partite sopra la Romanesca, Partite sopra lamonicha. Volume in intavolatura inciso su rame) 1624 IL PRIMO LIBRO DI CAPRICCI FATTI SOPRA DIVERSI SOGGETTI, ET ARIE IN PARTITURA DI GIROLAMO FRESCOBALDI ORGANISTA IN S. PIETRO DI ROMA IN ROMA. Appresso Luca Antonio Soldi M D.C. XXIIII. CON LICENTIA DE SUPERIORI (Contiene dodici Capricci, redatti in partitura a quattro voci) 1627 IL SECONDO LIBRO DI TOCCATE, CANZONE, VERSI D’HINNI MAGNIFICAT GAGLIARDE, CORRENTI ET ALTRE PARTITE D’INTAVOLATURA DI CIMBALO ET ORGANO DI GIROLAMO FRESCOBALDI ORGANISTA IN S. PIETRO DI ROMA (Contiene undici Toccate, Madrigale Ancidetemi pur d’Archadelt passaggiato, sei canzoni, quattro inni, tre Magnificat, Aria detto Balletto, cinque Gagliarde, Aria detta la frescobalda, sei Correnti, Partite sopra Ciaccona, Partite sopra Passacagli. Volume in intavolatura inciso su rame) 1635 FIORI MUSICALI DI DIVERSE COMPOSITIONI TOCCATE, KIRIE, CANZONI, CAPRICCI, E RECERCARI IN PARTITURA A QUATTRO UTILI PER SONATORI AUTORE GIROLAMO FRESCOBALDI ORGANISTA DI SAN PIETRO DI ROMA. OPERA DUODECIMA. CON PRIVILEGIO. IN VENETIA, Appresso Alessandro Vincenti. MDCXXXV (Volume redatto in partitura a quattro voci) Molte di queste opere ebbero successive ristampe, nuove edizioni e significativi ampliamenti, a testimonianza del grande successo incontrato nell’ambiente musicale italiano e straniero. Moltissimi sono inoltre i manoscritti.
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5 FIORI MUSICALI I Fiori Musicali rappresentano dunque il culmine della fatica compositiva di Frescobaldi in quanto autore di musica per organo e suggellano il definitivo ritorno di Frescobaldi al suo ufficio di organista in S. Pietro. La pubblicazione, stampata a Venezia, è dedicata ad Antonio Barberini, uno dei cardinali nipoti di papa Urbano VIII. I Fiori Musicali sono pubblicati in partitura e non in intavolatura. La redazione in partitura disponeva le quattro voci su quattro sistemi, uno per ogni voce, ed era particolarmente adatta alle composizioni di carattere strettamente polifonico (in partitura Frescobaldi aveva infatti già pubblicato le Fantasie, i Ricercari e i Capricci):
Battute finali della Toccata per l’Elevazione dalla Messa degli Apostoli – stampa del 1635
La scrittura in intavolatura (intavolatura italiana) era invece disposta su due sistemi, uno per la mano destra ed uno per la sinistra, e riservata soprattutto alle composizioni libere, quali le Toccate. Dal punto di vista tipografico si presentava in una veste più elegante, essendo incisa su lastra di rame:
Inizio della Toccata II del II libro – stampa del 1627
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6 Vale la pena ricordare che nei paesi di lingua tedesca vigeva allora la cosiddetta nuova intavolatura tedesca, che usava per le note i caratteri alfabetici e disponeva le voci su quattro sistemi. Le composizioni di Frescobaldi, come anche quelle di altri autori, dovevano essere trascritte nella intavolatura tedesca prima di poter essere eseguite dagli organisti tedeschi. Questo tipo di scrittura ha il vantaggio di indicare sempre con estrema esattezza l’alterazione delle note, ed è oggi un utilissimo mezzo di raffronto nei casi dubbi:
dal Tabulatur Buch di B. Schmidt – Strassburg, 1607
Titoli come Fiori Musicali e persino Sudori Musicali erano luoghi comuni della stampa musicale secentesca; si trattava in pratica di antologie (ἂνθος: fiore) di brani diversi. I Fiori di Frescobaldi sono un compendio dei generi da lui trattati nelle precedenti opere (la toccata, la canzona, il ricercare, il capriccio, il versetto organistico) ordinati in tre messe d’organo, secondo una tradizione che risaliva a Girolamo Cavazzoni, Andrea Gabrieli e Claudio Merulo. Dopo la consueta ampollosa dedica, Frescobaldi – come già aveva fatto in precedenza in altre sue pubblicazioni – si rivolge direttamente ai fruitori della sua opera con alcuni preziosi avvertimenti. Innanzitutto dichiara: il mio principal fine è di giovare alli Organisti. Spiega il perché della scrittura in partitura: stimo di molta importanza à sonatori il praticare le partiture... tal maniera quasi paragone distingue e fa conoscere il vero oro delle virtuose attioni dal Ignoranti… Seguono preziose indicazioni sull’agogica, soprattutto per quanto riguarda le Toccate. Viene poi lasciata libertà nello stacco dei tempi dei versetti per il Kyrie e si permette agli esecutori di non tener conto delle note lunghe legate, qualora siano di impedimento ad un’agevole esecuzione.
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8 Le tre messe scelte da Frescobaldi erano le tre gregoriane più celebrate in Italia: 1) La Messa della Domenica, corrispondente alla Missa in Dominicis infra annum “Orbis factor” (XI), impiegata per i riti delle feste ordinarie. 2) La Messa degli Apostoli, ossia la Missa in Festis Duplicibus I “Cunctipotens Genitor Deus” (IV), adottata per le feste solenni dell’anno liturgico. 3) La Messa della Madonna cioè la Missa in Festis Beatae Mariae Virginis I “Cum jubilo” (IX), per le feste della Vergine. La messa d’organo italiana consisteva in brani corrispondenti sia all’Ordinarium (Kyrie, Gloria, Sanctus e Agnus Dei) che al Proprium (Graduale, Offertorio, Elevazione, Postcommunio). Le norme per l’uso dell’organo in sostituzione di parti del Proprium e dell’Ordinarium della messa furono formulate nel Ceremoniale Episcoporum, pubblicato nel 1606 da Clemente VIII, e illustrate musicalmente da vari manuali, tra cui l’Organo suonarino di Banchieri e il Transilvano di Diruta. Nelle tre messe di Frescobaldi l’Ordinarium si limita ai versetti sul Kyrie, mentre grande importanza rivestono i brani liberi (Toccate, Canzoni, Ricercari, Capricci). Evidentemente i versetti per il Gloria, il Sanctus e l’Agnus Dei potevano essere improvvisati dall’organista, ovvero desunti da altre raccolte.
Ecco i Kyrie originali in gregoriano:
Kyrie della Missa in Dominicis infra annum (Messa della Domenica, XI del Graduale Romanum)
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Kyrie della prima Missa in Festis Duplicibus (Messa degli Apostoli, IV del Graduale Romanum)
Kyrie della prima Missa in Festis B. Mariae Virginis (Messa degli Madonna, IX del Graduale Romanum)
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10 Lo schema di una messa è il seguente: -
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Toccata avanti la messa Kyrie (organo) – Kyrie (coro) – Kyrie (organo) Christe (coro) – Christe (organo – Christe (coro) Kyrie (organo) – Kyrie (coro) – Kyrie (organo) Graduale: Canzon dopo l’Epistola Offertorio: Ricercare dopo il Credo (in due messe preceduto da una Toccata) Elevazione: Toccata per l’Elevazione Comunione: Canzon post il Comune
Le Toccate che precedono la messa, di carattere fantasioso e improvvisativo, hanno il compito di aprire solennemente il rito e di annunciare il Kyrie seguente, cui sono strettamente imparentate per il modo. Pur impiegando il repertorio di formule delle Toccate del 1627, le loro dimensioni sono ridotte e il discorso musicale è estremamente concentrato. I Versetti per il Kyrie elaborano la melodia gregoriana in modi diversi, con magistero contrappuntistico e ricchezza di inventiva: la melodia è espressa come “cantus firmus” a valori lunghi in una sola voce la melodia è suddivisa tra le voci quale “cantus firmus migrans” dalla melodia originale si ricava uno o più soggetti trattati come un breve ricercare a una voce viene affidata una ininterrotta nota di pedale, mentre le altre tre elaborano la melodia liturgica. Il numero dei versetti è sovrabbondante rispetto alla pratica dell’alternatim, lasciando così all’organista facoltà di scelta. Le Canzoni dopo l’Epistola e post il Comune rappresentano l’ultimo saggio di Frescobaldi in un genere che lo aveva impegnato per tutta la sua carriera. La scrittura discorsiva di questo genere di composizione è in connessione alle letture della prima parte della messa e a quelle conclusive della liturgia eucaristica. Questi brani esordiscono in genere con l’abituale ritmo dattilico e sono suddivisi in più sezioni, talora collegate da un adagio. I Ricercari (cinque per l’Offertorio e uno per il post Comune) sono ovviamente in uno stile più severo; due sono basati si soggetti cromatici e altri due hanno forti inflessioni cromatiche. Queste composizioni hanno lo scopo di concentrare l’attenzione sul punto culminante del sacrificio eucaristico. E’ importante notare che due di essi sono preceduti da una breve Toccata: appare qui per la prima volta in nuce un dittico che avrà enorme sviluppo negli anni a venire Toccata e Fuga, Preludio e Fuga). Il secondo ricercare della Messa della Madonna presenta l’obligo di cantare la quinta parte senza tocarla. Le Toccate per l’Elevazione sono il momento più alto dell’ispirazione frescobaldiana, il centro di gravità dell’intera opera. Tutte e tre nel modo di MI, seguono l’indicazione di Diruta di far uso di una “armonia lamentevole, mesta e dogliosa… imitando con il sonare li duri & aspri tormenti della passione”. Le Elevazioni dei Fiori, pur essendo più brevi di quelle del II Libro di Toccate, presentano comunque tutti gli elementi tipici di questo tipo di composizione: il cromatismo, l’ornamentazione espressiva, l’inflessione vocale e il carattere drammatico e declamatorio. Larciano 2014 – VII Seminario di interpretazione organistica
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11 L’ultima delle tre messe, quella della Madonna, si conclude con due Capricci, basati su due temi popolari allora in gran voga: la Bergamasca e la Girolmeta. Questi capricci sono i brani più estesi e magistrali dei Fiori Musicali. Qui Frescobaldi a suggello della sua opera mette in mostra tutte le risorse della sua arte, consapevole del loro valore esemplare: Chi questa Bergamasca sonarà, non pocho imparerà. La fortuna dei Fiori Musicali fu enorme, come attestano le ristampe e le numerose copie manoscritte sparse un po’ ovunque; ricordiamo in particolare quella appartenuta a Johann Sebastian Bach.
Giovanni Clavorà Braulin
caricatura di G. Frescobaldi di Gian Lorenzo Bernini, ca. 1640-1645
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