136 82 10MB
Italian Pages 110 Year 1997
Carmela Baffioni
Filosofia e religione in Islam
I lettori che desiderano informazioni sui volumi pubblicati dalla casa editrice possono rivolgersi direttamente a: La Nuova Italia Scientifica via Sardegna 50, oo187 Roma, telefono o6 l 487 07 45, fax o6 l 42 74 79 31 Siamo SQ Internet: http://www.swen.it/nis
La Nuova Italia Scientifica
Indice
Nota fonetica e avvertenza
13
Presentazione
15
l Parte prima
1•
l.
L'Isliim
23
1.1. 1.2. 1.3. 1.4. 1.5.
Definizione dell'Islam come religione Il rapporto fra religione islamica e fede La trasmissione della Parola divina Le vie alla "conoscenza" Il ruolo della "conoscenza" all'interno della Rivelazione
23 25 26 28
2.
Sunna e Si'a
33
2.1.
Disegno storico: i Sunniti
33
edizione, giugno 1997 © copyright 1997 by
30
La Nuova Italia Scientifica, Roma Finito di stampare nel giugno 1997 dalle Arti Grafiche Editoriali srl, Urbino
2.1.1. Il Corano l 2.1.2. Il J;ad[J l 2.1.3. I.: ijmii' l 2.1.4. Il qiyiis l 2.1.5. Gli arkiin del! 'Isliim
Riproduzione vietata ai sensi di legge (art. 171 della legge 22 aprile 1941, n. 633) Senza regolare autorizzazione, è vietato riprodurre questo volume anche parzialmente e con qualsiasi mezzo, compresa la fotocopia, anche per uso interno o didattico.
2.2.
Definizione di "califfato" e di "imamato"
36
2.2.1. I Sunniti l 2.2.2. Gli Sl'iti imiimiti e ismii'iliti l 2.2.3. Gli Si'iti zayditi l 2.2.4. I I;;rarigiti l 2.2.5. I Mu'taziliti
2.3.
41
Disegno storico: gli Si'iti 2.3.1. La scissione l 2.3.2·. Gli immediati successori di 'Ali l 2.3.3. Il sorgere degli estr~mismi l 2.3.4. I Murgi'ti e i IJarigiti l 2.3.5. La Si'a duodecimana e la Si'a settimana
7
INDICE
FILOSOFIA E RELIGIONE IN ISLAM
Parte seconda
3. 3.1. 3.2. 3.3.
Prime applicazioni della ragione all'interno dell'Islam: il diritto
55
Definizione e caratteri del diritto islamico Il "ricorso alla ragione" Le varie scuole di diritto
55 57 59
3.3.1. La scuola hanafita l 3.3.2. La scuola malikita l 3.3.3. La scuola sa:fi'ital 3.3.4. La sc~ola I;tanbalita
3.4.
Legittimità e legittimazione dell'uso della ragione
62
4.
La teologia speculativa islamica
65
4.1. 4.2. 4.3.
L'eredità della .logica antica Introduzione al Kaliim Antecedenti dottrinali del 'ilm al-kaliim
65 66 68
101 102 103 105
6.6.
I nomi di Dio Nomi e attributi Gli attributi divini Varie attitudini verso la divinità Teologi e filosofi: preminenza e problemi del primato della volontà o della conoscenza Le soluzioni di Averroè
7.
antologia e cosmologia
111
7.1. 7.2. 7.3. 7.4. 7.5. 7.6. 7.7.
Posizione del problema Varie denominazioni del processo "creativo" La soluzione della teologia ortodossa L'atomismo di Mul}.arnmad ibn Zakariyya' al-Razi: Le posizioni dei Mu'taziliti Le visioni "misticheggianti" Le visioni sciite
111 112 113 114 115 117 118
6.1. 6.2. 6.3. 6.4. 6.5.
7.7.1. Le cosmologie prefatimidi l 7.7.2. Le cosmologie ismailite: storia e dottrina l 7.7.3. La cosmologia fatimide l 7.7.4. La Bif.tiniyya l 7.7.5. I guliit l 7.7.6. La Nu~ayriyya l 7.7.7. I Drusi
4.3.1. I ijarigiti l 4.3.2. I Murgi'ti l 4.3.3. La Gahmiyya l 4.3.4. La Kaniimiyya l 4.3.5. La qadaiiyya l 4.3.6. La gabaiiyya
4.4.
Le principali correnti del Kaliim
71
7.8.
I filosofi: i "termini" del dibattito
82 83 84
Parte terza
5.
La filosofia verso la religione: attitudini generali
89
5.1. 5.2.
Caratterizzazione della falsata islamica I filosofi musulmani verso la religione
89 93
6.
Dio
128 130 132
7.9. Domande sulla creazione 7.10. L'opzione emanatistica 7.10.1. Gli I!Jwan al-~afà' l 7.10.2. Al-Fiiriibi l 7.10.3. Avicenna l 7.10.4. Subrawardi l 7.10.5. Ibn 'Arabi l 7.10.6. Averroè
8.
L' angelologia
141
8.1. 8.2.
Gli angeli nella tradizione religiosa Gli angeli nella tradizione filosofica
141 142
8.2.1. L'angelologia di Avicenna l 8.2.2. L'angelologia di Subrawardi
9.
147
La profetologia
101
8
~
7.8.1. "Creazione" l 7.8.2. "Causa" l 7.8.3. "Materia"
4.4.1. La Mu'tazila l 4.4.2. L'AS'ariyya l 4.4.3. Altre scuole
4.5. La metodologia del Kaliim 4.6 . Estensione e limiti della "ragione" 4.7. Il rapporto isliim-imiin
106 108
9
FILOSOFIA E RELIGIONE IN ISLAM
INDICE
9.2. 9.3. 9.4. 9.5. 9.6.
Importanza e ruoli della gnoseologia nel pensiero islamico La profezia Conoscenza profetica e conoscenza. filosofica Modalità della conoscenza suprema L"'uomo perfetto" Filosofia e politica
147 149 150 156 157 158
lO.
Il destino dell'uomo
161
9.1.
10.1. L"'anima" come nafs e come rii1J 10.2. L'agire umano fra predestinazionismo e libertà 10.3. Opposte posizioni nel Kaliim
Bibliografia
187
Indice delle cose notevoli
195
Indice dei nomi
213
161 162 163
10.3.1. I Mu'taziliti l 10.3.2. Gli AS'ariti l 10.3.3. I Maturiditi l 10.3.4. Altre dottrine
10.4. Il punto di vista dei filosofi
167
11.
L'escatologia
169
11.1. 11.2. 11.3. 11.4. 11.5. 11.6.
L'opposizione ii!Jira-dunyii La resurrezione La q';lestione della resurrezione dei corpi La resurrezione dei corpi secondo il Corano La questione dell'immortalità dell'anima La resurrezione dei corpi secondo i ·filosofi
169 170 170 171 172 174
11.6:1. Al-Kindi l l 1.6.2. Gli l!!wan Al-Gazali l 11.6.5. Averroè
al-~afà'
l 11.6.3. Avicenna l l 1.6.4.
Cronologia degli eventi rilevanti
181
Gli imiim sciiti: Si'a settimana (isma'Tiiti) Gli imiim sciiti: Si'a duodecirnana · I califfi
181 181 181
I "ben guidati" (al-raSidiin) l Gli Umayyadi l Gli 'Abbasidi
Cronologia politico-religiosa dall'avvento dell 'Islam alla fme del XIII secolo
10
183
11
Nota fonetica e avvertenza
La lettera 1 si pronuncia come il gruppo th nell'inglese thing, la g è una g dolce, come in "giro"; la ~ è una. h aspirata; la b si pronuncia come il gruppo eh nel tedesco Naeht; la Q come il gruppo th nell'inglese then; la s come la nostra sin "sano"; la s come il gruppo se in "sciare"; !?, q, t e ? corrispondono alle nostre s, d, t e z enfatizzate; la ' ha suono gutturale; la g enfatizza il suono della ', risultando simile a un gargarismo; la q è più gutturale della nostra q; la h è debolmente aspirata. Nelle trascrizioni, si è osservato il metodo scientifico per i nomi propri e gli aggettivi sostantivati; ci si è invece uniformati alla fonetica italiana per gli altri aggettivi.
13
Presentazione
Nel quadro della sempre crescente attenzione da parte dell'editoria italiana per il "fenomeno Islam" - soprattutto nelle sue componenti religiose, letterarie e storiche, ma anche filosofiche e scientifiche - questo libro non vuol certo essere un doppione dei manuali di islamistica pubblicati finora. Suo obiettivo, invece, sarà quello di cercare di chiarire alcuni concetti base del rapporto ragione-fede in Islam, attraverso un approccio tanto storico, quanto dottrinale. Racconteremo, cioè, l'Islam in quelle credenze religiose e in quegli sviluppi teologici che maggior rilevanza e interesse hanno presentato per i filosofi musulmani, e che in questi ultimi hanno suscitato dibattiti, risposte e talora opposizioni. Tali "temi privilegiati", nel senso appena chiarito, dell'ambito religioso saranno inquadrati nelle loro coordinate storiche, oltre che dottrinali, ma continuando anche in questo caso ad accentrare l'attenzione sugli avvenimenti - nonché sui loro presupposti e conseguenze - maggiormente collegati alla ricerca filosofica in senso stretto. Nonostante tale limitazione, ci si augura che i dati presentati offrano comunque un contributo di una qualche utilità alla comprensione dei termini di vicende talora, ci sembra, troppo frettolosamente esposte nei manuali tradizionali. Nel nostro tentativo di stabilire alcuni punti fermi del dibattito fra filosofia e religione, seguendone le origini e gli sviluppi nelle varie epoche e, ove necessario, nei diversi paesi del mondo islamizzato, la ricerca privilegerà quelli tradizionalmente noti come i "secoli d'oro" dell'Islam (x-xn) e i loro antefatti, senza però rinunciare a qualche incursione nelle epoche immediatamente successive: si giungerà dunque fmo ad Averroè, continuando ad accettare il celebre spartiacque, corbiniano per la storia della filosofia in Isliim. Tale scelta è motivata, oltre che dal fatto contingente che tale ambito cronologico corrisponde alle competenze di chi scrive, dalla convinzione che un ulteriore chiarimento del dibattito filosofico-religioso di quei secoli possa for15
FILOSOFIA E RELIGIONE IN JSLÀM
nire chiavi interpretative di indubbia utilità anche per la comprensione delle epoche posteriori. Presupposto della presente ricerca è che.got:tç_L!;ia re.ale QPP9Si.zione frfl.. :fìlosofta.e religione in Isliùn, almeno fmché, in età moderna ·e-contemporanea, non passarono nel mondo arabo le coeve teorie filosofiche formulate in Occidente. Ma fino a quel momento. :Pi.2.BE!!!e . .E~i~~nte nonNiene mai perso di vistat neppU:t"e dai _filosofi. Essi infatti - a parte forse il caso di Mul).ammad ibn Zakariyya' al-Raz1 1 - si .Po!lero dichiaratamente all'interno dell'lslam, ambendo anzi spesso a far parte addirittura dell'ortodossia - mentre eventuali contrasti con i teologi sorsero piuttosto a causa della reciproca insoddisfazione riguardo ai metodi seguiti per indagare questioni ritenute fondamentali da entrambi i fronti. E ben poco, a questo punto, importa se a un'accurata indagine del pensiero e dell'appartenenza ideologica e persino geografica di alcuni di loro queste pretese si rivelino poco più che difficoltosi tentativi di ingraziarsi l'ordine costituito - poco o nulla, è ovvio, potremmo dire sulla loro eventuale volontà di "mettersi in pace" con le proprie coscienZe-: certo è chele~..problematiche trattate daifiloso~mf!!lL$ollo le. sJess~Ldella religione. I filosofi, in realtà, si interessarono del dettato coranico, e in particolare dell'unità e degli attributi divini, della questione della creazione, di quella del male, del peccato e della libertà dell'uomo, senza trascurare problemi maggiormente legati alla Rivelazione, come quelli escatologici. Su questa linea, la credenza nel premio e nel castigo nell'aldilà renderanno interessante. il ~concetto dell'immortalità dell'anima: concetto che, come è stato da più parti sottolineato, è in realtà del tutto estraneo al mondo semitico, che per spiegare la resurrezione dopo la morte parla piuttosto di "seconda nascita", e di "sonno" per l'anima nel periodo che va dal suo distacco dal corpo a quella rinascita. Si spera altresì che l'esame del modo in cui i filosofi dell'lslam recepirono, e spesso assorbirono, le problematiche teologiche riveli che proprio in questo consistette il punto forte della loro originalità rispetto a quella filosofia greca che pure fu - per la terminologia, per la metodologia, per la stessa configurazione delle varie questioni - la loro principale fonte di ispirazione. D'altra parte il KaliiJP_,_cis:W la teologia _J:> speculativajsla!llic~.L ti_~ent!.. ~h'.esso.jn~notevole misura della fllosQfia grecae delle sue rielaborazioni in ambito islamico; donde ci sem• 'bra -si ..possà"l.potizzare che filosofia e religione interagirono assai più spesso di quanto non ebbero a combattersi.
l. Cfr. intra, p. 93 e nota 14.
16
PRESENTAZIONE
La parte filosofica del libro vorrebbe poi integrare quanto già esposto da chi scrive in due precedenti "manuali" di storia della filosofia islamica 2, ai quali si rimanda anche per le questioni di carattere più generale o comunque non immediatamente connesse con l'argomento del presente libro. Desideriamo anche sottolineare che in tutta la trattazione abbiamo voluto dare rilievo alla terminologia tecnica della filosofia e della religione islamiche, per chiarire una parte rilevante del sapere cosiddetto "islamistico" anche a vantaggio dei non-arabisti, e quindi per facilitare loro l'accesso a testi più specialistici concernenti vari aspetti dell'Islam. È fuor di d~bbio che in un ambito, quale quello musulmano, in cui la religione pretende di regolare fm nei dettagli la vita personale e comunitaria del credente, il problema del rapporto fra filosofia e religio-! ,. 1!~, e soprattutto quello dell'autonomia accordata all'uomo nel suo pro-::~ gresso conoscitivo, si presentino con eccezionale urgenza. - Ci preme ora· preliminarmente accennare a come tali problemi si pongano, anche nei termini imposti dalla Rivelazione religiosa, in chiave squisitamente epistemologica. In tal modo, risulterà pienamente giustificata una ricerca sul ruolo da riservare alla conoscenza, e poi alle singole scienze, all'interno di un sistema in cui la massima fonte di conoscenza è la "Parola di Dio", comunicata ai profeti ed essenzialmente relativa a realtà inconoscibili ai sensi (iayb, lett. "mistero"). D'altra parte, lo stesso Corano affianca la "sapienza" alla Rivela- \ zione. Ci sono infatti moltLvers.ettiJn..cui il Libr.o - cioè, appunto, la ' ---nt>arola di Dio"- viene. nominato assieme alla . .{lf.kzna ("sapienza") 3 ; e per quanto variamente tale termine sia stato interpretato in quei contesti 4, certamente il fatto in sé - ad onta del carattere "totalizzante" della religione islarnica, cui si è sopra accennato - rende quanto mai giustificata la posizione della questione del rapporto ragione-fede in Islam. D'altra parte, non si può non ripensare ancora ai vv. 30-31 della Sura II che recitano: E quando il tuo Signore disse agli angeli: «Ecco, io porrò sulla terra un Mio Vicario», essi risposero: «Vuoi metter sulla terra chi vi porterà la corruzione e spargerà il sangue, mentre noi cantiamo le Tue lodi ed esaltiamo la Tua
2. Cfr. Storia della filosofia islamica, Mondadori, Milano 1991 e I grandi pensatori dell'Isliim, Edizioni Lavoro, Roma 1996. 3. Cfr. Cor., n, 151; m, 164; IV, 113; LII, 2. 4. Cfr. ad esempio E/1 ("' Encyclopédie de l'Islam, 1 ed.), s. v. tafsir.
17
PRESENTAZIONE
FILOSOFIA E RELIGIONE IN ISLAM
santità?» Ma egli disse: «lo so ciò che voi non sapete». - Ed insegnò ad Adamo i nomi di tutte le cose, poi le presentò agli Angeli dicendo loro: «Or ditemi dunque i /or nomi se siete sinceri» 5•
Da tale testo emerge che una scienza viene, sì, "comunicata", ma anche che la fonte prima è~~il ~depositario ultimo di tutta la scienza è .Diò, .e d'altra parte, che la ~tessa Rivelaz~one è frutto d(')l ''volere" . givjno. Dunque, bisogna chiedersi se_ quella :~§cienz;a", di cui pure in certo modo e misura parla il Corano, possa essere ricercata indipendentemente da Dio, oppme se anch'essa è grazia~ al pari della Rivelazione rivolta ai profetLE ancora: è grazia attingibile a tutti,.. o riservata soltanto ad alc:uni? Sembra evidente che un chiarimento di tali questioni e un tentativo di risposta non possano prescindere da un esame. dei termini del dibattito, cioè delsigpifkato attribuito dallateologia, prima ancora che dalla filosofia islamica, .a termini quali "intelletto", "scienza", "conoscenze razionali" da una parte, e dall'altra, alla definizione della "fede", e al modo in cui essa viene vissuta, ed eventualmente comunicata; si potrà dunque cercare di individuare un momento comune nel passaggio fra l'uno e l'altro ambito della stessa spiritualità umana, e di comprendere in che cosa, eventualmente, l'Islam ritenne di poterlo riconoscere. Questo tipo di approccio "epistemologico" alla nostra ricerca1 non solo sul versante filosofico, ma anche su quello religioso, consente perciò di ~agar~anzitJ.!!!2.1Ll!M~J::u.oJo.Jareligionejslamica .abbi:!!~ ~§.~t:Y.atc;> .~Il' attività col'loscit!:ya~g!tU)IQmg_,~e secondariamente allo studio delle sdenie; ''è"'po[,' df verificare fino a qual punto si possa ipotizzare l'indipendenza di giudizio del "filosofo" rispetto alla Rivelazione; e quindi alla divinità, nell'acquisizione della sapienza (nel senso, ovviamente, di "conoscenza"). Certo è - e la cosa è riconosciuta anche daiJilpso:ij - _çb..1Uft~~.2~ f l noscenza suprema nell'Islam !l'l!L~.•fmelfii::=~t~QI~tlç!''... Jl@'~EJ:>.tmsT 'l ...suel~ ch~eotre~~~-~11i!t'l..:'c()l1J.J111.içata", !Jil/:Jll[J;d~ Qi() aipl'ofeJ.i, ~a ~2~tç>fQ J'9Ura_§,l!!~§Sll; ag1Ll19lllil!i. D'altronde, i testi ben chiariscono come tale scienza concerna realtà che sfuggono non solo alla .conoscenza sensibile, ma altresì a quella razionale, fondata sulla logi-
l
5. Corsivi miei. Tutte le traduzioni dal Corano sono di A. Bausani (cfr. Il Corano, Introduzione, traduzione e commento di A. Bausani, Rizzoli, Milano 1988). Di questi versetti si è recentemente occupato anche C. A. O. van Nieuwenhuijze, Religione versus scienza nel/'ls/iim: una problematica del passato e del tiJturo, in La civiltà islamica e le scienze, a cura di C. Sarnelli Cerqua, O. Marra, P. G. Pelfer, CUEN, Napoli 1995, pp. 115-27, in particolare p. 120.
18
ca aristotelica: donde appare evidente come il nostro problema di fondo sia soltanto spostato, e non certo rimosso. Vero invece è che la.,EOllE~~~~jJ.m P.Ji~un...~:oJ:>J;!J!grillf:l9LMQsè .e~.9~§.!1.~Qnc:Lpu.re "musulmani", nel senso che si sono~ , "abbfl!tdonaJ;i a Dio". Se ogni profeta mandato da Dio ha la sua milla, il din è unico S, concretizzantesi appunto nell'abbandono a Dio e nell'obbedienza a Lui; i profeti precedenti hanno già vissuto questa esperienza, che è però espressa ~_()gy:>iutam~l!te sol() .nel . Gerano,. il_''s~gillQ ~a .Rix.eli!ZiQ.ne". Ecco perché l'Islam si è anche definito millat alnabi, cioè "religione del Profeta", o anche ummat al-nabi, "comunità del Profeta", nel senso che dovunque ci sia un insieme.di persone ,che . praticano. glL atti ..di adru:azione pre.s.cr;itn d.alla Legge .religiosa, lì c'è. .J'Islij.m. Al riguardo, dobbiamo anche ricordare che, sebbene il termine din sia etimologicamente opposto a dunyii, che indica il "mondo sublunare", e il "temporale" opposto allo "spirituale", la tendenza corrente 6 nell'Islam è quella di reinglobare la dunyii nel din. Di qui, l'importante concezione secondo cui ~~I.lJHllf~.din sono fratelli gemelli», cioè, Stato e religione sono intimamente legati fra loro, in. quanto il mante)ìimento deli' ordine sociale e della pace sono ritenuti indispensabili all'esercizio della religione 7 • 'D'altra parte, è nota la tesi del Wensinck 8 secondo cui isliim coincide con imiin, "fede". Invero, dal f.Jadij di BulJ.ari sopra ricordato
I. L'ISLAM
emerge chiaramente che )l din è una combi11a~i0.11~ tanto ciella L pra- _ tjca dell'Islfu:n1 quanto dei 2 ..contenuti della fede, imiin, e infine anche dell'3; il;$iin, che potremmo rendere come "interi01:izzazione della ~ "w.~- ··· fede"., però - com'è stato sottolineato dal celebre teologo vero anche È AJ;unad ibn Hanbal 9•.•- eh~~ I!.llliitn_J:>_erti,,.(Q~{~, tpa,anc he im8JJ:1, 10) è, in senso primo,. il illççs:s~ ~r~_'!!rete_ de}la I:~~~e .. I s~?l potel"l~..
-~.efiv.a!lo p~r 4~~igu~}.~ÌQ!l~~Jil~p[cit~L(PM~l",Q.~LJlr~ds:_g~~§,Q.!)~.~ ? Jenl!ta segreta e affidata a un uomo di fiducia; .l'.i.Jl}illJ.!atg,"·~L~~lJ.!llsce J>er ~ ...Pl1re per un. attimo. la comu.r!iJà pu.ò sta:re s~n.ia ii1liin:J: Il califfo come il11il!Jl. ~. .2.!tr~t.Sl1~. in!~rv.r~.!e della Leg;g;e,. anche 'font~ di og):li CQP,QJìc~w;a{JVil.liy.A,ll.iz), donde la dottrina della · 22 walay;··tfrno ài n~~trl giorni uno dei pilastri della fede sciita • Egli 23 , che in senso politico-reè anche il capo della propaganda (qa.~wil) ligioso è l'"invito" ad· adottare la causa di qualche individuo o famiglia che aspiri all'imamato 24 •
2.2.2. Gli SI'iti imamiti e isma'Iliti La dottrina valic!_a per gli~~I~Lti_jJ!là~_iti, o duodecimani-15, fu formulata ~Il' ~poca di~~l_:~"~~9, ,(m~ ..t6$): ~~a '1oro ~oncezione si basa su!l.es.tgeqz~ Rermanente dt un capo infallibile e gmdato da Dio. Dun~ue, .f..imam. è dichiarato iti)J!11Jll,e da .peç;ql!tQ. e4 .eP"oZ:$l . . (mli ~iim), è l ec~ellente. del suo. tempo, può fare miracoli e intercedere presso Dio per ~ pro~n. seguaci ~ecca~ori; egli può ;!!~!!!rQfeta1 (!()n la· sola eccezione che, _adifferen"~~ ~el PfE_fe~~;. .ll_()11. U:~!sm~tt~...Scrittwi f7. ·Dèv'esserci uD.''(e ;:n;:· solo) , Imam-g~uda . m. og~:u tempo; ç>gni credente è obbligato ad obbedirgli. La quast-assnmlazwne al Profeta fa sì che ignorare i dettami dell'imam o disobbedirgli si configuri addirittura come un peccato di ku!Ìa 1s proprio come la disobbedienza al Profeta. L'imamato è considerat~. obbligatorio su basi razionali, e garantito dalla benevolenza di Dio. . - •..d~y' essere .destgnato da Dio,. o attraverso il Profeta, o attra)J11lJ!Jl . L'. . verso un altro imam. 'Ali, appunto, era stato indicatÒ secondo gli Si'iti • i pri: · "destgnaZ!one · ' v:-:tduodec·i1'nn; manifesta'; ·~;--~--~J?~r. naii gitlJY,_ cwe per 19. ripudiati llli tre cahffi furono naturalmente da loro Anche per gli .SI'iti isinii'Iliti 20 - .••una bra.Ilca dell' imam{Y.ya for14. Questo, in base al contenuto di alcuni afladl]. I;Ianafiti e Miituriditi della pri-
~-a ora furon~ d' ~cco~do con tali . posizioni tradizioniste; secondo gli Siifi'iti, però,
ltm~::to.."~tva mvah~a~o anche m caso di eterodossia, ingiustizia o immoralità. Gli stesst Safi !ti: ~ l~ Kulla~Jyya, so~tennero altre posizioni, che influenzarono gli As'ariti dopo al-Baqtllam. Su tah correnti e personaggi cfr. rispettivamente le pp. 60-1 e 95 ' nota 19, 102, 116 e 165. 15. Cfr. infta, pp. 49 ss. 16. P~r ~at[iyya si int~de la di~s~ulazione della propria appartenenza religiosa . m caso dt P.encolo. È vanamente gmdtcata dalle diverse correnti, e praticata soprattutto dalla Si'a. . 17. Tale assimilazion.e al Profeta contrasta, com'è ovvio, aspramente con le visio!]~,?:todoss~, p~r le ~ual.t Mul;lammad è il "sigillo dei profeti". Ma, appunto, per gli St tti, se st chtude Il ctclo della profezia, si apre quello della . walifya cioè del-' ·. l'"iniziazione" (cfr. anche intra, p. 50). . 18. Questo termine, reso usualmente con "miscredenza", designa in particolare il nfiuto dello statuto speciale del Profeta. 19. Per ulteriori connotazioni storich~ di tale concflzione cfr. intra, pp. 41 ss · 20. Sui quali cfr. infta, pp. 51 ss. 38
SI'A
2.2.3. Gli SI'iti zayditi Gli SI' iti ?ayditi 25 , nella !~r2..~~iç!!~l!:i.mlmli!Jo~.§Ldis.c.ostamno ~ai "-poco_ ~llg_$gi111[l pf!od()SSa sul piano tc;:c:n;ico, pur distinguen.d?~1, mvece,' per la militanza politica. Per quanto concerne J.J~[~!Sltl .. B2..J:!!21Q.~Q1LbL~.ada. ln contrasto con l~ ~o$i~-erev~!~l1~~L~~~ -··; oltre ad ammettere un solo im&llper.:v.olta.:uchiedeva un Imam per 5
ògilì"ieiiìpo,-i)res~iK~~ti ffi!~..s!)tltimu . dato.non.èp.~c~ssl!Po: ~~~x~
21. Con l 'XI secolo, dato il crescente potere dei ministri dei califfi, il principio di designazione sarà spesso disatteso. 22.11 terrnin~~--significa in ..senso .ordinario ·~protettgre", "benefattore"; il} senso 1 1: .. religioso_cC)rri!lR:Mu'awixi; . ma ql;leUi gli impo. sermQ.ue...dell'.U!ldi.çe.simo..."""·H:las~ID.Jb.n. :All!ll~:Asloli,!L~~mente, i Murgi'ti intendevat1Ò re.staiirart: laconc()rciia alJ'il!temo.~d~a·.çomilnitLoulsl.Jltnl:lnli CQ!Jt;r