Chimica Dell'umore [PDF]

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LA CHIMICA DELL’UMORE La serotonina

ANGELO SEMINATI 5^B ECO Anno scolastico 2013/2014 1

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INDICE

PREMESSA ………………………………………………………………………………….......4 INTRODUZIONE ………………………………………………………………………..….......5 1.

I NEURONI E I MEDIATORI CHIMICI …………………………………..……........6 1.1 La sinapsi chimica e la trasmissione dell’informazione ……………….….......7 1.2 I neurotrasmettitori …………………………………………………….….......7 1.3 Le neurotossine: tetanospasmina (Clostridium Tetani) ………….……........…8

2.

IL SISTEMA SEROTONINERGICO …………………………………………...…......9 2.1 Biosintesi e Degradazione ………………………………………….............. 10 2.2 Triptamina e Triptofano ………………………………………….…...…..… 10

3.

EFFETTISULL’ORGANISMO …………………………………………………..…..12 3.1 Gauge of food availability ………………………………………….............. 13 3.2 Umore, stress e depressione …………………………………………...…… 14

4.

GIOVANNI PASCOLI E LA DEPRESSIONE …………………...……..…………..15

CONCLUSIONE …………………………………….…………………………….………......17 BIBLIOGRAFIA ………………………………………………………………………………18

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PREMESSA La serotonina, una sostanza naturale essenziale, è uno dei più potenti modulatori corporei di umore, appetito, sonno e percezione della sofferenza ed ha un potente effetto sul cervello: fluttuazioni della sua disponibilità possono causare depressione, ansia, frenesia alimentare, insonnia, mal di testa e altri problemi comuni della vita di tutti i giorni. In particolar modo, la serotonina interviene nella regolazione: 

della memoria



della temperatura corporea



dell'umore



del comportamento aggressivo



dell'appetito

Da ciò, si può notare come la serotonina sia connessa ad alcune delle più importanti funzioni per il benessere psicofisico dell’individuo. Per questo motivo ho deciso, in questa mia tesina, di spiegare la funzione di questo importante neurotrasmettitore, facendo riferimento sia al suo processo di sintesi, sia alla sua regolazione (in particolar modo alla sua azione sull’umore e sull’appetito). Ogni giorno, infatti, il nostro organismo è costantemente regolato dalle reazioni chimiche che avvengono nel nostro cervello. Attraverso queste reazioni moduliamo il nostro vivere quotidiano. Uno degli aspetti sul quale mi sono maggiormente concentrato, in questo mio lavoro, è stato quello di analizzare il legame e la connessione della serotonina con il cibo e con l’umore. L’umore ed il cibo sono connessi e la serotonina costituisce uno dei legami tra essi. Basti pensare anche che le anomalie della regolazione della serotonina cerebrale rappresentino uno dei fattori che contribuiscono ai disturbi dell’alimentazione. Sia l’anoressia nervosa (mantenimento volontario del corpo ad un peso eccessivamente basso), sia la bulimia nervosa (caratterizzata da frequenti abbuffate, che spesso vengono compensate dal vomito forzato) spesso sono anche accompagnate da depressione, un grave disturbo dell’umore che è stato associato a diminuiti livelli di serotonina nel cervello.

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INTRODUZIONE Felicità. Appetito. Emicrania. Sonno. Queste sensazioni, e molte altre, sono controllate in parte dalla serotonina, un neurotrasmettitore sintetizzato nel nostro corpo. La serotonina è stata studiata, all'inizio, per il suo ruolo nella vasocostrizione di vene e arterie, anche se la maggior concentrazione di serotonina, nel nostro corpo, si trova nell'apparato digerente dove aiuta a controllare la motilità di stomaco e intestino. Gli effetti più intensi della serotonina, però, sono sul cervello. Anche se solo un neurone ogni milione usa la serotonina per comunicare, questi sono i neuroni che controllano le emozioni, l'umore, il sonno, la sessualità, l'appetito. Nello specifico, la serotonina, è quindi un neurotrasmettitore amminico (5-HT), chiamato anche 5idrossitriptamina e derivante dall'amminoacido triptofano. I neuroni serotoninergici non sono molto numerosi, ma giocano un ruolo molto importante nel cervello, regolando, in particolar modo il tono dell' umore, il comportamento emozionale ed il sonno. Le cellule del cervello, i neuroni, comunicano tra di loro in diversi modi. Uno di questi prevede l’utilizzazione di segnalatori biochimici, i neurotrasmettitori, in grado di agire sulla breve distanza (mentre altri segnalatori, gli ormoni, agiscono sulle lunghe distanze) che realizzano tale trasmissione di informazioni attraverso una fessura che li divide, che si chiama sinapsi, e che permette il passaggio delle molecole. Fra questi neurotrasmettitori vi è dunque la serotonina che assolve a numerosi compiti, come presiedere all’attività involontaria del sonno, oppure a quella volontaria dell’apprendimento, ma anche dell’appetito e della sessualità. Fra gli altri ancora, essa ci rende più o meno sensibili emotivamente, più o meno aggressivi oppure più o meno depressi. Inoltre, la serotonina è responsabile anche della sensibilità ai propri ed altrui cambiamenti emozionali, veicolando in noi un diverso grado di coinvolgimento emozionale agli eventi della vita. Un esempio di come il nostro coinvolgimento emozionale sia un equilibrio delicato nel corso della vita è simboleggiato dalla vita di Giovanni Pascoli, velata da una depressione e volta alla ricostruzione del nido famigliare.

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1. I NEURONI E I MEDIATORI CHIMICI Le cellule del cervello, i neuroni, comunicano tra di loro in diversi modi. Uno di questi prevede l'uso dei neurotrasmettitori, ossia di sostanze chimiche, rilasciate dal neurone presinaptico in relazione alla stimolazione e che attiva i recettori postsinaptici. Il sistema nervoso è costituito da due tipi di cellule: le cellule nervose, o neuroni, e le cellule della glia. I neuroni sono l'unità funzionale del sistema nervoso, mentre le cellule della glia svolgono compiti diversi: proteggono il neurone, contribuiscono al suo nutrimento e lo isolano per aumentare la velocità di trasmissione dell'impulso nervoso. Il neurone deve: 1. ricevere informazioni dall'ambiente interno o esterno; 2. integrare le informazioni ricevute e produrre una risposta; 3. condurre la risposta alla sua terminazione; 4. trasmetterla ad altre cellule nervose o mettere in moto organi effettori (ghiandole e muscoli). In ogni neurone si distinguono un corpo cellulare e due tipi diversi di prolungamenti, i dendriti e gli assoni. Il corpo cellulare contiene il nucleo e gli organuli cellulari. Riceve i segnali elettrici dai dendriti, li integra e produce una risposta (potenziale d'azione ) che invia all'assone. I dendriti, brevi e numerosi, hanno il compito di ricevere informazioni da altri neuroni o da recettori e di condurle al corpo cellulare sotto forma di segnali elettrici (i recettori sono organi o cellule che rilevano cambiamenti dell'ambiente). La forma ramificata dei dendriti aumenta la superficie utile alla ricezione delle informazioni. L'assone, o neurite, è in genere uno solo e trasporta l'impulso nervoso verso la sua estremità, la parte terminale del neurone. In genere l'assone è rivestito di mielina, una sostanza di natura lipidica prodotta dalle cellule di Schwann (un tipo di cellule della glia). Queste cellule avvolgono l'assone in più strati e formano un "manicotto", o guaina mielinica. La guaina mielinica non è continua, ma regolarmente interrotta da punti scoperti (nodi di Ranvier), in corrispondenza dei quali l'assone è direttamente a contatto con l'ambiente circostante. Gli assoni rivestiti di guaina mielinica (assoni mielinici) di più neuroni si uniscono in fasci a formare fibre nervose o, più semplicemente, nervi. Esistono anche assoni con un solo strato di mielina (assoni amielinici), che formano il sistema simpatico, preposto alla regolazione delle funzioni vegetative (circolazione, digestione, respirazione).

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1.1 La sinapsi chimica e la trasmissione dell’informazione L'impulso nervoso, che si è propagato lungo un assone sotto forma di potenziale d'azione, viene trasmesso a un altro neurone o a organi effettori (muscoli e ghiandole) attraverso giunzioni specializzate, dette sinapsi. I neuroni che trasferiscono l'impulso nervoso verso la sinapsi prendono il nome di neuroni presinaptici; quelli che lo trasferiscono a valle della sinapsi, neuroni postsinaptici. I due neuroni sono separati da uno spazio extracellulare, detto fessura sinaptica. Il terminale assonico del neurone presinaptico è una struttura complessa, chiamata bottone sinaptico, contenente un mediatore chimico (neurotrasmettitore) che si accumula in piccole vescicole. Attivato il potenziale d'azione, il neurotrasmettitore viene liberato dal bottone sinaptico, diffonde nella fessura sinaptica e si lega con siti recettori della membrana postsinaptica. Questo legame rigenera il potenziale d'azione nel neurone postsinaptico. Una sinapsi chimica è formata da tre elementi: il terminale presinaptico, o bottone sinaptico, spazio sinaptico (detto anche fessura inter-sinaptica o vallo sinaptico) e membrana post-sinaptica. Il terminale presinaptico è una area specializzata, nell'assone del neurone presinaptico (il neurone portatore del messaggio), che contiene neurotrasmettitoriincapsulati in piccole sfere chiamate vescicole sinaptiche. Il terminale presinaptico include la membrana pre-sinaptica dotata di canali per lo ione Ca2+ al passaggio del quale si crea un potenziale d'azione e le vescicole sinaptiche si fondono con la membrana, rilasciando il neurotrasmettitore nello spazio sinaptico. Qui il neurotrasmettitore entra in contatto con la membrana postsinaptica ove sono presenti specifici recettori o canali ionici. Il neurotrasmettitore in eccesso viene riassorbito nella membrana presinaptica (ricaptazione), o scisso in parti inerti da un apposito enzima. Tali parti possono poi essere riassorbite dalla membrana presinaptica permettendo, all'interno del terminale presinaptico, una resintesi del neurotrasmettitore.

1.2 I Neurotrasmettitori I neurotrasmettitori possono essere definiti i messaggeri chimici del cervello. Regolano le sensazioni fisiche, fisiologiche e psicologiche. I neurotrasmettitori rientrano in 3 categorie chimiche: 

Aminoacidi



Amine



Peptidi

I neurotrasmettitori aminoacidi e aminici sono piccole molecole organiche, contenenti un atomo di 7

azoto, che vengono incorporate e poi rilasciate dalle vescicole sinaptiche. I neurotrasmettitori peptidici, invece, sono grandi molecole incorporate, rilasciate dai granuli secretori. Nel cervello, neuroni differenti rilasciano neurotrasmettitori differenti.

1.3 Le neurotossine: Tetanospasmina (Clostridium Tetani) Le neurotossine sono sostanze in grado di provocare alterazioni, spesso permanenti, dell’attività di determinati neuroni. Esse interagiscono con le proteine di membrana dei neuroni, come ad es. i canali ionici, i recettori o i trasportatori dei neurotrasmettitori, pregiudicando più o meno severamente la trasmissione sinaptica e la propagazione dell’impulso nervoso. Il clostridium tetani appartiene al phylum dei firmicutes e al genere clostridium. È bastoncellare e gram positivo. Può essere sia mobile che immobile ed è anaerobico. Produce endospore sferiche molto resistenti e proprio per questo è indice di inquinamento fecale remoto. Vivono nel suolo, nelle acque di fogna, nei sedimenti marini, nei vegetali in decomposizione e nell’intestino dell’uomo. Basano la propria patogenicità sulla capacità di produrre tossine. Il clostridium tetani produce la tetanospasmina, una neurotossina, che provoca una contrazione continua dei muscoli che può impedire la respirazione e causare la morte. L’infezione si contrae in seguito alla penetrazione delle spore attraverso le ferite. La tetanospasmina può essere trasformata in anatossina, quindi non tossica, grazie all’utilizzo di aldeide formica al 4% con un trattamento per 30 giorni alla temperatura di 37°C. L’anatossina così funge da vaccino e stimola il sistema immunitario il quale produce gli anticorpi necessarie. Il tetano è quindi una paralisi spastica che si può sviluppare dopo infezione di ferite, ed il botulismo, altro effetto provocato dai clostridium, consegue all'ingestione di cibi contaminati da una qualsiasi delle sette neurotossine botuliniche finora note, ed è caratterizzato da una paralisi flaccida che riguarda tutti i muscoli scheletrici. La paralisi è reversibile se si supera il blocco della muscolatura respiratoria. Queste neurotossine bloccano il rilascio di neurotrasmettitori, che sono contenutiall'interno di vescicole che stanno dentro ai terminali nervosi. Questo processo, detto neuroesocitosi è essenziale per la trasmissione del segnale dal nervo al muscolo. Queste neurotossne sono capaci di entrare nei terminali nervosi dove come delle forbici molecolari che tagliano specificamente tre proteine che si chiamano VAMP, SNAP-25 e sintaxina. Questa scoperta ha dimostrato che queste tre proteine sono i componenti fondamentali di quella macchina molecolare che media il rilascio del neurotrasmettitore, la nanomacchina di neuroesocitosi. Si è poi scoperto che VAMP, SNAP-25 e syntaxina formano tra loro un complesso che porta la vescicola sinaptica vicina alla membrana presinaptica pronta per fondere con essa rilasciando così il suo contenuto di neurotrasmettitore. 8

2. IL SISTEMA SEROTONINERGICO

La serotonina (5-idrossitriptamina, 5-HT) è nota come ‘’ormone del buonumore’’, è un neurotrasmettitore, appartenente alla classe di composti aromatici detti indoli (poiché presentano un anello a cinque atomi contenente azoto condensato con un anello benzenico), sintetizzato nel cervello e in altri tessuti a partire dal triptofano. La serotonina è una triptamina, neurotrasmettitore monoaminico sintetizzato nei neuroni serotoninergici nel sistema nervoso centrale. La serotonina fu isolata nel 1935, a Roma da Vittorio Esparmer e fu inizialmente considerata un polifenolo; due anni più tardi in seguito a degli studi su ghiandole cutanee fu rinominata enteramina e fu definitivamente rinominata serotonina nel 1948. La serotonina è coinvolta in numerose e importanti funzioni biologiche, infatti, come tutti i mediatori chimici, agisce interagendo con vari e specifici recettori, espletando un effetto diverso in regioni diverse. Le più alte concentrazioni di 5-HT si trovano in tre diversi siti corporei: 

nella parete intestinale: le cellule enterocromaffini contengono circa il 90% della quantità totale di 5-HT presente nell'organismo: queste sono cellule derivate dalla cresta neurale, simili a quelle della midollare del surrene, e mescolate alle cellule mucosali, principalmente nello stomaco e nell'intestino tenue;



nel sangue: la 5-HT è presente in elevate concentrazioni nelle piastrine, che la accumulano dal plasma attraverso un sistema di trasporto attivo e la rilasciano in seguito all'aggregazione che si verifica nei siti di danno tissutale;



nel sistema nervoso centrale: la 5-HT è un importante trasmettitore del SNC ed è presente in elevate concentrazioni in specifiche aree del mesencefalo;

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2.1. Biosintesi e Degradazione La biosintesi della 5-HT endogena segue una via simile a quella della noradrenalina, con la differenza che l'aminoacido precursore è il triptofano, invece della tirosina. Il triptofano viene convertito in 5-idrossitriptofano, grazie all'azione della triptofano-idrossilasi. Il 5idrossitriptofano

(5-HTP)

così

prodotto

viene

decarbossilato a 5-HT, a opera dell'aminoacido decarbossilasi. Le piastrine accumulano la 5-HT durante il loro passaggio attraverso la circolazione intestinale,

dove

relativamente immagazzinata

la

alta. nei

concentrazione La

5-HT

neuroni

locale

è

viene

spesso

nelle

cellule

e

enterocromaffini come co-trasmettitore insieme con vari ormoni di natura peptidica, come la somatostatina, la sostanza P, e il polipeptide vasoattivo intestinale. La degradazione della 5-HT avviene attraverso una deaminazione

ossidativa,

catalizzata

dalle

monoaminossidasi, seguita dall'ossidazione ad acido 5-idrossiindolacetico

(5-HIAA)

e

dall'enzima

solfotrasferasi che porta alla formazione di triptaminaO-solfato.

2.2. Triptamina e Triptofano La triptamina è

un alcaloide presente

in

alcune piante, funghi ed animali. Si basa sull'indolo a struttura ad anello, ed è chimicamente legata all'aminoacido triptofano, da cui deriva il suo nome. La

triptamina

del cervello dei

si

trova

in

mammiferi e

alcune svolge

aree ruolo

di neuromodulatore e neurotrasmettitore. È la spina dorsale di un gruppo di composti noti collettivamente come triptamine. Questo gruppo comprende composti molto attivi biologicamente, 10

tra cui neurotrasmettitori e sostanze psichedeliche

Il Triptofano è uno dei 20 amminoacidi ordinari, poco polare e presente nella maggior parte delle sostanze proteiche. Il suo metabolismo è integrato in processi di grande importanza biochimica e fisiologica. Essendo un elemento essenziale, và assunto tramite l’alimentazione dato che il corpo non è in grado di sintetizzarlo, il deficit di triptofano nella dieta determina la carenza di nicotiammide. Il triptofano è precursore della serotonina

(5-idrossitriptamina,

5-HT;

neurotrasmettitore monoaminico sintetizzato nei neuroni serotoninergici nel sistema nervoso centrale) e della melatonina (ormone prodotto dalla ghiandola pineale o epifisi con la funzione di regolare il ciclo sonno-veglia); inoltre il triptofano interviene anche come fattore di regolazione nella biosintesi della glutammina. Per questa sua capacità di aumentare i livelli di serotonina viene considerato un buon antidepressivo naturale da usare da solo o in sinergia con altri farmaci. L’effetto calmante che provoca l’aumento di serotonina e l’aumento di produzione di melatonina fanno si che il triptofano venga usato efficacemente anche contro insonnie lievi e per questo è possibile trovare in farmacia integratori di melatonia-triptofano. Il triptofano si trova in gran quantità nel cioccolato, latte e formaggi, uova, pesce, carne, legumi, datteri, avena, arachidi, banane, ananas e avocado. La carenza di triptofano induce alterazioni del bilancio d’azoto correggibili solo con la somministrazione dello stesso triptofano e di un adeguato apporto degli altri amminoacidi essenziali..

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3. EFFETTI SULL’ ORGANISMO La serotonina interviene nel controllo dell'appetito e del comportamento alimentare, determinando una precoce comparsa del senso di sazietà, una minore assunzione di carboidrati a favore delle proteine e una riduzione, in genere, della quantità di cibo ingerita. Non a caso, molte persone che lamentano un calo dell'umore avvertono un bisogno importante di dolci (ricchi di carboidrati semplici) e cioccolato (contiene e favorisce la produzione di serotonina, perché ricco di zuccheri semplici, oltre che di sostanze psicoattive). L'ingestione di molti carboidrati stimola la secrezione di insulina, un ormone che facilita l'ingresso dei nutrienti nelle cellule, compresi gli amminoacidi ad eccezione del triptofano. Di conseguenza, dopo la massiccia secrezione insulinica in risposta all'iperglicemia, i livelli relativi di triptofano nel sangue aumentano (perché calano quelli degli altri aminoacidi). L'aumento relativo del triptofano agevola il suo passaggio nel sistema nervoso centrale, dove incrementa la produzione di serotonina; ciò scatena un classico meccanismo feed-back negativo che diminuisce il desiderio di assumere carboidrati. Con un meccanismo analogo, i livelli di serotonina aumentano anche durante uno sforzo fisico (il che spiega in parte gli effetti antidepressivi dell'attività motoria); l'eccessivo aumento di questa sostanza durante uno sforzo strenuo e prolungato è coinvolta nella percezione della fatica. Dopo un pasto ricco di proteine, e perciò di triptofano, la concentrazione di questo aminoacido nel sangue aumenta, senza però variare i livelli cerebrali di serotonina. Tale mancato effetto è dovuto al fatto che, parallelamente, aumenta nel sangue anche la concentrazione di altri aminoacidi che, per così dire, impediscono il passaggio del triptofano al cervello. Nel sistema cardiovascolare, la serotonina agisce sulla contrazione delle arterie, contribuendo al controllo della pressione sanguigna; stimola inoltre la contrazione della muscolatura liscia dei bronchi, della vescica e dei grossi vasi intracranici (una massiccia vasocostrizione delle arterie cerebrali sembra innescare l'attacco emicranico al pari di un'eccessiva vasodilatazione) . Il sistema serotinonergico è coinvolto anche nel controllo del comportamento sessuale e delle relazioni sociali (bassi livelli di serotonina sembrano collegati ad ipersessualità e comportamenti aggressivi antisociali). Non a caso alcune droghe che aumentano il rilascio di serotonina e/o l'attività dei suoi recettori, come l'ecstasy, inducono euforia, senso di aumentata socialità ed autostima. Oltre che sul comportamento sessuale, la serotonina ha effetti inibitori sulla sensibilità al dolore, sull'appetito e sulla temperatura corporea. A livello del SNC, dopo essere stata rilasciata dal terminale assonico, una parte di serotonina interagisce con i recettori postsinaptici, mentre quella in eccesso viene degrata dalle MAO (monoami-

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nossidasi) o riassorbita (reuptake) dal terminale presinaptico, dove viene immagazzinata in particolari vescicole. I farmaci MAO-inibitori determinano un blocco irreversibile de le monoaminossidasi, aumentando la concentrazione di serotonina e delle altre monoamine cerebrali a livello del SNC; sono pertanto utili nella terapia della depressione, anche se il loro utilizzo è oggi ridotto per gli importanti effetti collaterali. A livello del sistema nervoso centrale, la serotonina presente in difetto è infatti causa di cali patologici dell'umore; una mancanza di serotonina può quindi causare depressioni, ma anche stati di ansietà ed aggressività. La serotonina è presente anche nelle piastrine, di cui stimola l'aggregazione esercitando un'attività vasocostrittrice e trombogena in risposta alla lesione dell'endotelio vasale (ad esempio in risposta ad un trauma). La serotonina regola la motilità e le secrezioni intestinali, dov'è cospicua la presenza di cellule enterocromaffini contenenti serotonina; determina diarrea se presente in eccesso e stitichezza se presente in difetto. Quest'azione, in particolare, è sensibile all'interrelazione tra il sistema nervoso enterico ed il cervello (Sistema Nervoso Centrale - SNC) e spiega come mai importanti stress psicofisici abbiano molto spesso ripercussioni sulla motilità intestinale.

3.1. Gauge of food availability Serotonin functions as a neurotransmitter in the nervous systems of simple, as well as complex, animals. For example, in the roundworm Caenorhabditis elegans, which feeds on bacteria, serotonin is released as a signal in response to positive events, e.g., finding a new source of food or in male animals finding a female with which to mate. When a well-fed worm feels bacteria on its cuticle, dopamine is released, which slows it down; if it is starved, serotonin also is released, which slows the animal down further. This mechanism increases the amount of time animals spend in the presence of food. The released serotonin activates the muscles used for feeding, while octopamine suppresses them. Serotonin diffuses to serotonin-sensitive neurons, which control the animal's perception of nutrient availability. When humans smell food, dopamine is released to increase the appetite. But, unlike in worms, serotonin does not increase anticipatory behaviour in humans; instead, the serotonin released while consuming activates 5-HT2C receptors on dopamine-producing cells. This halts their dopamine release, and thereby serotonin decreases appetite. Drugs that block 5-HT2C receptors make the body unable to recognize when it is no longer hungry or otherwise in need of nutrients, and are associated with increased weight gain, especially in people with a low number of receptors. The expression of 5HT2C receptors in the hippocampus follows a diurnal rhythm, just as the serotonin release in the 13

ventromedial nucleus, which is characterised by a peak at morning when the motivation to eat is strongest.

3.2. Umore, stress e depressione La serotonina svolge diversi ruoli importanti per l’organismo umano ma quello che senza dubbio può essere considerato come il principale è l’effetto che ha sull’umore. Da questo deriva la stretta correlazione tra serotonina e depressione, si ritiene infatti che lo stato di apatia, tristezza e indolenza tipico del depresso sia da collegare a una scarsa produzione di serotonina, e per questo motivo molti dei farmaci e delle cure per la depressione vanno ad agire proprio sui livelli di serotonina nell’organismo L’umore è lo stato d’animo di base che rappresenta la predisposizione a provare in un dato momento emozioni piacevoli o spiacevoli, capace di “colorare” l’intera esperienza del soggetto e di condizionarne pensieri e comportamento. L’umore può essere quindi inteso come lo stato emozionale interno d’un individuo, ossia l’insieme delle disposizioni affettive e istintive che determinano il tono prevalente dell’attività psichica. Questo stato, caratterizzato da dinamismo, è in grado di condizionare la qualità e l’intensità dei vissuti dell’individuo, come anche le funzioni cognitive, comportamentali e volitive. L'’umore di un soggetto, anche in condizioni di sufficiente benessere complessivo, presenta delle oscillazioni fisiologiche che dipendono da parametri psicobiologici, da stimoli provenienti dal mondo esterno o da contenuti del mondo interno. Il nostro umore, in condizioni normali, oscilla tra i due poli della tristezza e della gioia, attraverso tutta una gamma di sfumature emozionali, dalla profonda disperazione, dalla malinconia, alla serenità, all’euforia ed all’esaltazione, seguendo una risposta coerente a stimoli ambientali ed elaborazioni mentali interiori. L’organismo reagisce allo stress aumentando la secrezione di certi ormoni e inibendone altri. Lo stress causa cambiamenti fisici nel cervello e nel corpo. La fatica, l’ansietà, la depressione, i disturbi del sonno, sono causati da malfunzionamenti chimici nel cervello. Sostanze messaggere come la serotonina, la noradrenalina, e la dopamina sono tra le principali sostanze chimiche che iniziano a funzionare male. Lo stress può causare una cattiva produzione di queste sostanze. La mancanza di serotonina può portare alla depresssione, e in situazioni di stress si riduce in modo significativo, a causa dell’aumento della concentrazione del cortisolo, ormone incaricato di dare risposte in caso di eccesso di stress; conseguentemente in situazioni di stress, la serotonina è il primo neurotrasmettitore che viene colpito. L’umore risulta quindi essere associato ai livelli dei neurotrasmettitori monoamminici rilasciati nel 14

cervello. Lo stress e la depressione possono essere identificati come una conseguenza della riduzione nei livelli di neurotrasmettitori nel cervello.

4. GIOVANNI PASCOLI E LA DEPRESSIONE Un esempio di come la serotonina possa intervenire nella vita di tutti i giorni, modificando l’umore, si può riscontrare nell’esempio letterario di Giovanni Pascoli. Giovanni Pascoli nasce a San Mauro di Romagna in una famiglia molto numerosa e benestante, tuttavia la sua infanzia è segnata da molti lutti famigliari. Il più duro è rappresentato dall’assassinio del padre il 10 agosto 1967 per cause sconosciute (anche il poeta indagherà sul delitto, ma senza successo). Dopo la morte della madre e di alcuni fratelli va a vivere con la sorella Maria (chiamata affettuosamente Mariù) per la quale nutre un affetto morboso. Le suo opere principali sono myricae e i Poemetti anche se l’eco della sua depressione lo si ritrova nella poesia X agosto. Dal punto di vista politico, si avvicina al socialismo, venendo anche arrestato durante una manifestazione, ma poi ne prende le distanze perché non condivideva l’ideologia della lotta di classe. Subito dopo essere uscito di prigione, su pagamento della cauzione da parte di G. Carducci, entra in una fase di depressione, nella quale più volte pensa al suicidio, decidendo di non riprendere gli studi. Si sente un fallito e deve essere ospitato dal fratello. Come poi scriverà in una lirica, in questo periodo sente come le voci dei suoi cari defunti che lo incoraggiano e lo incitano a ricominciare gli studi per diventare sostegno per la famiglia. Uno dei temi principali della poetica di Pascoli è rappresentato dal nucleo famigliare, concepito come un nido protettivo che è però costantemente minacciato dall’esterno. Il suo obiettivo è quello di ricostruire il nido della sua famiglia, distrutto dopo la morte del padre, e per fare ciò esclude dalla propria vita qualsiasi relazione sentimentale ed ha un atteggiamento iperprotettivo verso le sorelle.

X AGOSTO San Lorenzo, io lo so perché tanto di stelle per l'aria tranquilla arde e cade, perché sì gran pianto nel concavo cielo sfavilla. Ritornava una rondine al tetto: l'uccisero: cadde tra spini:

La poesia è dedicata alla morte del padre, paragonata alla morte di una rondine che torna al suo nido con il cibo per i suoi figli e che viene uccisa senza un’apparente motivo.

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ella aveva nel becco un insetto: la cena de' suoi rondinini.

Sia il padre che la rondine hanno dei doni per

Ora è là, come in croce, che tende quel verme a quel cielo lontano; e il suo nido è nell'ombra, che attende, che pigola sempre più piano.

chiedendo

Anche un uomo tornava al suo nido: l'uccisero: disse: Perdono; e restò negli aperti occhi un grido: portava due bambole in dono… Ora là, nella casa romita lo aspettano, aspettano in vano: egli immobile, attonito, addita le bambole al cielo lontano. E tu, Cielo, dall'alto dei mondi sereni, infinito, immortale, oh! d'un pianto di stelle lo inondi quest'atomo opaco del Male

i figli e alla morte li pongono verso il cielo una

spiegazione

della

loro

uccisione; il cielo, simboleggiato come divinità, è però troppo distante e non può fare niente, se non piangere attraverso le stelle cadenti della notte di S. Lorenzo. E’ presente il tema dell’ingiustizia come malvagia: infatti il mondo viene definito come un atomo (in confronto all’infinità dell’ universo) opaco dal male perché il cielo, essendo così distante, non può fare niente per redimere il mondo dal male. E’ presente anche il tema del nido a cui, sia alla rondine che al padre , viene ingiustamente impedito di tornare, costringendo i figli ad aspettare invano

il

loro

ritorno.

X Agosto è una delle opere più celebri di Giovanni Pascoli, grande esponente della corrente del simbolismo e del movimento letterario del decadentismo. Tratta dalla raccolta Myricae, essa è dedicata alla morte del padre, assassinato in condizioni misteriose il 10 agosto del 1867. La poesia è una fitta rete di simboli, che richiamano la sua visione pessimistica della vita e il suo frequentemente citato concetto del “nido”, inteso sia come dimora che come nucleo famigliare. Il primo vero simbolo si può ritrovare già nel titolo: il 10 agosto, rappresenta, oltre al giorno della morte del padre di Pascoli, la notte di San Lorenzo, famosa per le sue stelle cadenti. Il poeta vede questo particolare e splendido fenomeno naturale in modo completamente diverso e con gli occhi di un uomo sofferente e rattristato, che riconosce nelle comete le lacrime di un grande pianto, quello di un cielo disperato e deluso, proprio come Pascoli. Questo concetto viene evidenziato molto nella prima strofa, quando il poeta, evocando proprio San Lorenzo, spiega come vede la notte delle stelle cadenti: non come un particolarissimo fenomeno astronomico, ma come un grandioso pianto divino che interessa tutto il cielo e che in un certo senso fa compagnia al poeta che appare come un uomo deluso, tradito dal destino che ha agito in modo veramente crudele.

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CONCLUSIONI Il cervello degli esseri umani è un ordinato insieme di reazioni chimiche. Alcune tra le più importanti di esse sono quelle associate alla trasmissione sinaptica che, attraverso l’azione dei neurotrasmettitori, modula le informazioni che viaggiano da un neurone all’altro. Molte sono le informazioni che vengono scambiate tra i neuroni e, tra le più importanti rientrano quelle che presiedono alla regolazione dell’umore e dell’appetito. In questa regolazione rientra la serotonina, il neurotrasmettitore che ci permette di regolare il nostro stato emozionale in base anche a ciò che assumiamo attraverso gli alimenti. Cibo ed umore sono infatti connessi e connotano la vita di ogni soggetto. La serotonina è uno dei composti chimici fondamentali, di cui l’organismo ha bisogno per dare un colore emozionale alla vita: il modo in cui viene vissuta dipende anche dall’equilibrio generato dalla serotonina, la quale interviene a regolare il tono dell’umore. Ecco perché credo che la serotonina possa essere definita come l’altalena dell’umore: grazie ad essa il nostro umore può oscillare tra fasi positive e fasi negative e la spinta verso uno dei due poli è data dagli alimenti assunti.

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