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3 LA CONVENZIONE UNCLOS DI MONTEGO BAY DEL 1982 Fino al XX secolo il diritto del mare era regolamentato da norme consuetudinarie. A livello internazionale con la nascita dell’ONU vennero programmate delle apposite conferenze il cui scopo era teso proprio a determinare delle regole comuni che potessero disciplinare il diritto in tema di navigazione marittima ed aerea. La Prima Conferenza sul diritto del mare si tenne a Ginevra nel 1958 durante la quale vennero trattati 4 testi convenzionali: • • • •
Convenzione del mare territoriale e della zona contigua Convenzione sull’Alto Mare Convenzione sulla piattaforma continentale Convenzione sulla pesca e sulla conservazione delle specie biologiche dell’Alto Mare
A questa Conferenza del 1958 seguirono i lavori in occasione della Seconda Conferenza del Diritto del Mare che si tenne nel 1960 a Ginevra, che però non ebbero alcun esito. A questa seguì, sull’onda della necessità di un intervento normativo universalmente riconosciuto, la Terza Conferenza delle Nazioni Unite sul Diritto del Mare che si tenne in Giamaica a Montego Bay nel 1982. Dai lavori portati a termine dai rappresentanti di 155 Stati che parteciparono a questa Conferenza, venne prodotto un documento normativo composto a 320 Articoli e 9 allegati, che entrò in vigore a livello internazionale nel 1994. L’Italia adottò la Convenzione di Montego Bay con la legge 689/1994. Tra le norme principali inserite nella Convenzione non possono non essere menzionate quelle relative alla classificazione degli spazi che consentono ciascuno l’applicazione o del diritto interno o del diritto internazionale.
Distanza < di 24 miglia nautiche
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Il Mare territoriale: Artt. 2 e segg. Convenzione e art. 2 Codice della Navigazione Italiano: È lo specchio di mare ricompreso tra le 12 miglia dalla linea di base. Quest’ultima secondo quanto disciplinato dal Codice della Navigazione può essere individuata anche in quella linea tracciata tra i due punti più foranei di un seno, di una baia o di un golfo, la cui distanza fra loro non ecceda le 24 miglia marine. In questo spazio viene esercitato il diritto interno di uno stato.
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Le Acque interne: Artt. 8 e segg. Convenzione: sono le acque ricomprese tra la costa e la linea di base. • La Zona contigua: Artt. 33 e segg. Convenzione: è una fascia dove lo Stato Costiero può eseguire delle attività di controllo in relazione a specifiche finalità (doganali, immigrazione, sanitari ecc.) sulla base di norme nazionali applicabili nelle acque territoriali. Questa zona non può superare le 24 miglia dalla linea di base e va proclamata. In Italia seppur ufficialmente non sia stata proclamata, esiste una norma che consente l’estensione di ulteriori 12 miglia dal mare territoriale dell’applicazione delle norme vigenti per il contrasto dell’immigrazione clandestina. • La Zona Economica Esclusiva: Artt. 55 e segg. Convenzione: come definita dall’art. 55 della Convenzione è quello specchio di mare dove lo Stato costiero ha il diritto di esercitare in via esclusiva la propria sovranità per finalità connesse all’esplorazione, sfruttamento ed alla conservazione delle risorse ivi presenti (presenza di idrocarburi, pesca, ricerca, ecc. ecc.). La sua estensione non può superare le 200 miglia nautiche dalla linea di base. • La Piattaforma continentale: Artt. 77 e segg. Convenzione: è l’aera sottomarina che si estende oltre le acque territoriali seguendo il prolungamento naturale del territorio emerso sino a raggiungere il limite esterno al margine continentale dove si ha il punto di rottura o sino al limite delle 200 miglia dalla linea di base. Su questa zona lo Stato costiero esercita la propria sovranità al fine di sfruttare le risorse. Su consenso dello Stato costiero un altro Stato può sfruttare questa zona. • Alto Mare: Artt. 86 e segg. Convenzione: è lo specchio di mare sul quale è garantita la libertà di navigazione e di sorvolo. Nessuno stato non può esercitare la propria sovranità. In Alto Mare vige la giurisdizione dello Stato Bandiera e le unità navali sono obbligate a battere la bandiera di un solo Stato. È vietato l’uso da parte delle navi di due Bandiere. Ciò posto al fine di determinarne la nazionalità e pertanto la posizione giuridica alle quali esse sono sottoposte. Unità navali battenti più bandiere sono considerate come Navi “apolidi” ovvero prive di nazionalità. Altri aspetti che meritano di essere menzionati sono disciplinati dalla Convenzione UNCLOS rispettivamente nell’art. 17 che regolamenta il Passaggio Inoffensivo e l’art. 38 che regolamenta il Passaggio in transito. • Passaggio inoffensivo: Art. 17 e segg. Convenzione: il passaggio inoffensivo è innanzitutto un diritto tutelato dalla Convenzione che consente a qualsiasi unità navale (anche militare) battente bandiera di qualsiasi Stato (anche di quelli non costieri) di navigare nelle acque territoriali di uno Stato Costiero. Tale diritto deve essere esercitato in modo da non turbare la pace, l’ordine e la sicurezza dello Stato Costiero. Può essere altresì esercitato nella zona contigua, nella zona economica esclusiva e nello spazio di cui alla piattaforma continentale nel rispetto dei diritti e delle attività diverse dalla navigazione svolte dallo Stato Costiero. Non è riconosciuto nelle acque interne. Tale diritto può essere sospeso dallo Stato Costiero per ragioni di sicurezza • Passaggio in transito: Artt. 37 e Segg. Convenzione: Il passaggio in transito è un diritto tutelato dalla Convenzione che non va impedito, che si esercita negli stretti internazionali ed è considerato come l'esercizio della libertà di navigazione e di sorvolo, ai soli fini del passaggio continuo e rapido attraverso lo stretto. Uno dei principi su cui la Convenzione si ispira è il c.d. Principio di Libertà in Alto Mare che viene tutelato dalla stessa Convenzione attraverso quanto disciplinato dagli artt. 90 e segg.. Come già detto in Alto Mare qualsiasi nave è libera di circolare e su di essa grava la giurisdizione dello Stato a cui appartiene. È fatto divieto alle navi di issare più di una bandiera poiché sarebbero considerate navi apolidi ovvero prive di nazionalità. Tra Stato e Nave vi dev’essere un legame effettivo condizionato da atti amministrativi prodotti nello Stato di appartenenza a cui rispondono giuridicamente secondo le leggi dello Stato Bandiera, salvo casi eccezionali di pirateria e di traffico di schiavi dove la competenza giuridica è regolamentata dalla Convenzione. Eventuali atti illeciti commessi da una nave straniera che vanno a violare le norme di uno Stato Costiero, consentono a quest’ultimo di esercitare il diritto all’inseguimento (Art. 111 Convenzione). L’inseguimento dev’essere posto in essere in acque interne, acque arcipelaghe, mare territoriale o zona contigua e per la sua prosecuzione in altre zone deve esistere un contatto utile con l’unità in “fuga”.