151 0 30MB
Italian Pages 389 Year 1945
TOMASO ALBINONI
STORIA
BELLA
MUSICA
SERIE
II
2
...
REMO GIAZOTTO
TOMASO ALBINONI "Musico
di violino dilettante veneto,, (16714750)
Con
il
catalogo tematico delle musiche per
197 esempi musicali e 14
tavole fuori testo
MILANO FRATELLI BOCCA 1945
stTumenti,
-
EDITORl
DELLO STESSO AUTORE: Melodramma a Genova XVII e XVIII II
nei secoli
(Genova 1941) In corso di pubblicazione
Due Saggi dramma
:
critico -letter ari
sul melo-
(A. Zeno e P. Metastasio e la critica del 700. Canto semplice e canto composto nel-
Faria del Metastasio)
In preparazione: Ferruccio Busoni
Premessa e ringraziamento
Licenzio in questo giugno di pace la mia fatica die ben pub esser delta di guerra.
Tutto il lavoro di ricerca e di raccolta dei materiali biografici e artistici per I'Albinoni e stato da me iniziato e compiuto tra il 1940 e il 1943; lavoro che, per la eccezionale situazione determinata dallo stato di guerra di tutte le nazioni europee, e risultato veramente laborioso, talora scoraggiante addirittura; tanti e tanto aspri i piu disparati ostacoli sorgevano, frapponendosi tra la mia volonta e la mia meta; cosicche questa, spesso, si nascondeva ai jniei occhi, si da farmi sinarrire V orientamento ; nella burrasca, che sovvertiva e sconvolgeva imprese ben piu importanti di quella ch'io m'ero proposta, anche la mia modesta e umile fatica a volte si frantumava arenandosi sulla sterile plaga della rinunzia. Ma I'amore per il mio soggetto e la fede nella mia missione che tale ho sempre considerato la mia fatica albinoniana mi sono stati ognora di guida e di sostentamento. In diciottp mesi mi e stato possibile raccogliere (appellandomi, con circolari diverse
a
Altra domanda: quale la scuola cui ha attinto 1' Albinoni? Anche qui ogni indizio che ci conduca a concreti accertamenti si annulla sotto il peso schiacciante del silenzio. azzardato avanzare qualsiasi ipo-
Certo che Legrenzi, il quale pontificava tra gli insegnanti di musica in Venezia nella seconda meta del XVII secolo, e alia cui scuola
tesi.
si
allievi quali Lotti (1667), Pollarolo (1653), Biffi (?), Gabrielli (1640), sarebbe stato piu che onorato di annoverare il nostro Tomaso fra i suoi seguaci e discepoli. Dunque il nostro compositore dilettante, il nostro musico di violino prepara le sue armi, affina e ritempra le sue doti naturali, verso la fine del secolo, con lo studio di questo sono documenpiu severe tazione certa le sue musiche teorico e pratico. II figlio del ricco borghese coltiva le sue disposizioni naturali di compositore median'te contatti artistici coi piu rinomati rausicisti che allora professav-ano Tarte in Venezia. Amico del Biffi (3), rivale del Gasparini (4), certo amico e ammiratore di Antonio Vivaldi, da questo, a sua volta, do. vette avere non poche prove della sua stima. La musica di Albinoni
temprarono
Domenico
sicuramente piacque
al violinista Pisendel,
il
quale, durante
il
suo
soggiomo veneziano del 1716, ricevette Pomaggio d\ma Sonata (5) per violino da Albinoni, e forse altro ancora di cui non mi giunge notizia Op. cit., loc. cit. Op. cit., loc. cit., pag. 537. (3) Vedere in proposito il documento dello Stato libero della moglie di Albinoni, da me riportalo a pag. 306. (4) Secondo la notizia tramandata dal Caffi e da me gia citata: Scoria della* musica teatrale, loc. cit. (5) Sonata autografa gia ricordata a pag. 26. (1) (2)
REMO GIAZOTTO
30
TAlbinoni scriveva la sua musica che veniva licenziata egualmante e ci teneva il nostro Tomaso a non omettere quella stampe dicitura sui frontispizi delle sue musiche stampate in Italia e alFeste-
to
alle
come
ro
il
prodotto piu puro e piu disinteressato della sua fede e
della sua voeazione di artist a.
modo noi possiamo spiegarci la mancanza quasi assoluta di sulFattivita musicale esplicata dalFAlbinoni in Venezia dunotizie rante un periodo di circa mezzo secolo. Egli non aspiro ad incaricM In
tal
redditizi a stipendio fisso ne, conseguentemente, li raggiunse; non fece parte egli della Cappella di S. Marco, non fu maestro negli Ospe-
o Conservator! veneziani. de dei forestieri in Venezia
Non ho mancato
di sfogliare le cc Guialmanacchi contenenti ogni sorla (1), di notizie sulla vita artistica e intellettuale della citta. Per Panno 1713, ad esempio, figurano i nomi di Vivaldi, padre e figlio, G. Bat> tista e Antonio, di Antonio Pollarolo, Marco A. Ziani, Antonio Biffi, Antonio Lotti, Giorgio Gentili, Francesco Veracini, Benedetto Vinac* cesi: ma di Albinom tutto tace. Anche Benedetto Marcello, il musicidali
:
sta patrizio e dilettante, non e presentato ai forestieri come una attrazione: perche? Perche anche lui, come Albinoni, non ricopriva cari-
cantanti, in
anche
Non
all'organo, non al cembalo, non al violino, non chiesa, in un teatro," in un ospedale; i loro nomi,, se illustri e noti, non potevano essere oggetto di richiamo in
che pubbliche.
una
quella chiesa, in quel teatro o in quelTospedale ove si facesse musica. E di costoro, d'altra parte, mai quei cc ciceroni avrebbero osato includere nomi e pregi sulle guide cittadine. Nel caso particolare di Albinoni, si sarebbe potuto ricordare, e vero, che teneva scuola di canto (2). Ma e, a quanto si puo arguire, scuola fiorentissima
ali'insegnamento egli si dedichera, a morte del padre avvenuta. .
(H
conoscer* per
i
delTUccellim, ^tampata da F. liiagni detto il Gardano. Esempl. del cc G. B. Martini . (4) Un esemplare di questa ediz. veneziana delle Partite del musicista sassone si trova a Zurigo (AJlgemeine Mugikgesellschaft). (1)
(2)
G. B. Martini . Venezia, Gandaiio. Esempl. del G. B. Martini . Esempl. del G- B. Martini y>. (7) EsemjiL del (8) Gli editor! del Vitali, fnrono: a Venesda: F. Magni; a Bologna: Marino Silvani, Giacomo Monti; a Modena; G. Gaspero Ferri, Ant. Vitaliani, Crist. Canobi. (5)
(6)
TOMASO ALBINONI
71
ventiva (intendo alludere al concertino e al concerto grosso delle sue sinfonie e dell'oratorio San G. Battista } (1); ma non tralascia, lo Stradella, di dare quanto di meglio gii concede la sua preparazione pratica e spirituale nella Sonata a tre (2).
Anclie Giovanni B. Bononcini, figlio, contemporaneamente alrAlbinoni, si dedica con tutto il rigore della scienza e con tutta la forza della sua inventiva, al genere della Sonata a tre, di cui ci resta* no insigni saggi lodati dallo stesso Padre Martini. L'opera del fan* ciullo prodigio (3) non resto certo ignota all' Albinoni ; opera che precede di circa nove anni quella del Nostro. G. B. Mazzaferrata, con non poca maestria, contrihuisce all'ono* re della Sonata a tre, pubblicando a Bologna il primo libro delle Sonate a due violini con un bassetto viola se place , op. V, di cui si ha una ristampa veneziana del '78 (4). Bologna in primo luogo, e poi Venezia, fanno conoscere, tra il '77 e i primi del XVIII secolo, la pregevole e compendiosa opera vocale-strurnentale di G. B. Bassani, nella quale degne di elogio sono le Sonate da camera a tre e le Sin/anie a piii strumenti opp. I e V (5). Corelli inizia la sua luminosa carriera producendo una raccolta di Sonate a tre, nel 1681, perclie a spingerlo, a ispirarlo e a convin-
cerlo e la sua giusta autorevole valutazione personale, esplicata col proprio in'tenso lavoro, e consacrata con la piu piena vittoria. AlTop, I, segue, nelP85, Top. II pure di Sonate a tre. E lo stesso volume strumentale, gli stessi modelli costruttivi riappaiono nell'opera successiva, nel1*89, e ancora nelFop. IV del '94. Tale insistenza denota piena con-
vinzione delPautore che professa fede in una forma e in una quantita stramentali assolutamente definite, quanto alFequilibrio archite'ttoni'Co e alia densita sonora. Ma a Yenezia e a Bologna, particolarmente col caso .Corelli, siamo in presenza di un esempio oltremodo significativo; la fama del musicista emiliano, che in Roma ha colto or era i 'Suoi primi onori, giunge, sin dal suo iniziale apparire, in tutta la sua vastita, in quelle due citta. Infatti, alia prima edizione romana di (1) II
G. B. Martini
di
Bologna ne possiede due esemplari manoscritti
-dell'epoca. (2) Ho studiato due bellissinii esemplari di Sonate a tre dello Stradella contenuti in due Raccolte a sUmpa, Tuna, senza data ma certo a Bologna della fine del XVII secolo (la 2 a Sonata e dello Stradella); EsempL del cc G. B. Martini ; Taltra pure a Bologna, per G, Monti, nel 1680 (la 6& Sonata e dello Stradella).
G. B. Bononcini esordi a tredici anni, nell'85, poi Concertl da camera a op. II, pubblicati a Bologna da G. Monti (esempl. del *
ACINQVE \*v.vtu AfcjS IVftdJV
,
VHT'J
;
C "# f &4JU3
CONSACRATI ALL ALTEZZA SERENISSIMA />/
1IRDINANDO CARLO DVCA DI MANTOVAJ
TAVOLA VI
Sinfonie del Sala
neU'edizione veneziana a cinque "G. B. Martini'** Conservatorio del R. (Esempl. di Bologna) e
Concert!
TOMASO ALBINONI
145
mutevole il panorama, anche se apparentemonotonia congenita del movimento a Moto perpetuo) (1) came repentine siano certe illuminazioni piu acute che hanno virtu di accendere maggiormente il gia vivido aspetto generale:
-come
sia sostanzialmente
mente monotond
(la
(batt, 58-63)
(1)
Anche Moser
flsonomia del 10
(o|>.
*it.,
Moto perpetuo,
Tomaso AIbio>ni.
e
l&t* cit.) lid volnto ritr * DL E C08i si- de o per Sonata e per quello della 10- dai Allegro della quali e faoil9^
I-KT Tr?, mta nlevabzle la tendenza I
si
^
^
delFautore a aprimersi
TOMASO ALBINONl
167
linearu anche se anlui, sempliei e srioUi. Ma la musiealila della pagina, cioe il requisite interiore, la ragione prima di es?a w non e intaccata da sfoggi di espressione meccanica. Cosi Tultima Sonata, la 12*, e veramente esemplare. Costituisce, essa Sonata, un modello di perfezione die, con jriusto riconoscimento, dovrebbe essere accettato come e^empio praticabilc del viollnlsmo veneziano contemporaneo del Vivaldi, ma in confronto di questo piu impregnato di virluo#ismo schiet-
piu personale. Che, quanto al una meticolosa virtuosismo, pratica atrumentale, non steuto a considerate FAlbinoni superiore al Vivaldi; eppure FA1dilettante di violino >. binoni, sino a qtiesie Senate, non e stalo ehe ii
tamente italiano
e,
al
risultato
tempo
slesso^
palese di
n battute delTepisodio d^inizio, e rispondono* ?empre per terze e sempre con lo stesso tcma, gli oboi. Nonostante quelPimpaecio iniziale* e innegabile, nell'evolversi della composifcione, tin effioace contralto tra la sonorita delFintera compajjine degli arclii o Fallra tlt*l coreiiu l*j due htrumentini solisti, chc vanno per terza* hi% prima doH"Albinoni, aveva ?entito la neceasita di tali contrast! stnimentali? Anclip Benedetto Marcello e Antonio Vivaldi, in Venezia, inrludono^ pre.^o a poco in questo lasso di tompo, sV^ detto, stmmenti a fiato noi loro etmi* plessi concert istici; ma nessuno del due, chlo sappia, giunge a individuare la personalita dell'oboe, sia qnale strumento di concertino s^ia quale ripieno, come ha saptito fare I'Albinoni. E a questo ptsnto tengo a precisare, ancora una volt a, la posizione di innovatore del Nostro nel campo del Concerto per oboi, e a smentirc (datejalla mano) (1) il Moser che vorrebbe vedere in questi Concerti op. VII la diretta influenza degli oboisti di Monaco. II Concerto per oboe (2), in do mm., dvl Marcello e anch'esso un esempio istmttivo di mnsicalita oboist ica: fore una maggiore liberta strutturale differenzia questo Concerto marcrlliano da quelli albinoniani. Ma in fatto di temi posso senz'altro ridiconoscere una vicinanza spirituale di ispirazione del due musicisti lettanti )>; vicinanza che e poi un indice chiarissimo e inconfutabile di stile e, precisamente, di stile veneziano. II tema marcelliano del tempo dlnizio e il seguente:
.
102
e quello
di chiusa e queat'altro :
(1)
V. pagg.
(2)
Ediz. Forbcrg, Lipeia.
54-55.
*EMO CIAZOTTO
176
Comf
iioit
rii-oitorfcere la
consanguine! ia del primo eon questo spunto
albinoniano (I)
i>
,,
,.
.
torno all anaiisi (>*ato quelFalternarsi di contrast! timbnci lo inizio ha svolgimento: gli del Comvrto 2" dove Fho interrotta intrecciano battuta alia disegni siamo 32% arclii *i dividono, gli oboi, riaffioil quartette ad archi; alia 46* battuta con oontrappunlislici violini svolgono rano gli stessi episodi del principio, mentre i primi costituito di rioanii di carattere solistico. Tatto il tempo risulta, cosi, domande e di risposte tra gruppo d'archi e gruppo di fiati; non intercol massimo ordine, ma vengono element! ntiovi e tutto precede, si, con tina certa monotonia, Le dieei battwte dellMrtogio, prive dei due oboi, non costituitra i eeono un tempo vero e proprio, bensi un brano di eollegamento terndelFultimo e formale strumentale il E due Allegro. procedimento cellule iniziali; due Anche del da muta qui nulla in primo* quello po Una per gli archi divisi e uaa per gli oboi. La concisione e Fclementarita delFahernarsi dei contrast! timbrici, brevi e veloci, ora vengono come animate da passaggi virtuosistici, delPoboe prirao ora del violino priino (ad esempio: bait. 25-29 e ambiente concertistico, il quale, 34-37). Si costituiscc rosi un complesso melodico iniziale degli oboi; e nucleo pero, vien rotto dal ritorno del si conclude la couiposizione. Concerto 5, nel primo tempo, muta di poco da questo esemsono identici. Fatta eccezione per pio: anche il ritmo e la tonalita Finizio che ei mostra un Tutti di strumenti ad arco e di fiati, a parnulla di nuoti divine, tutto il rimanente del movimento non aggiunge vo e resta pagina d! normale ispirazione e accademica fattura. A1F^4 da-
in breve II
la prima volta, uniti, gio partecipano anche i due oboi, i quali, per esprimono con timbri dolci in una cantabilita sofifusa di mestizia mantenuta per tutto il corso delle quattordici battute: breve periodo, si
ma
esauriente, secondo
il
ben noto procedere albinoniano
(batt. 1-5):
di Concerti a cinque con (1) Omcerto genza n. d'op. tratto da uaa Raccolta dei ?ig. Giuseppe Valentin!, A, Vivaldi, T. Albmoni, F. M. Veracini, oboe S. Sanmartini, A. Marcello, Giacomo Rampin, Luca A. Predieri , stampata da H. Cb. Le Cene neM718 (?). Potrei ancora citare dell'Albmoni, un Concerto a cinque (per soli archi) in cni la frase iniziale, esposta con un unissono generate, ripete quelPatteggiamento ritmico e raelodieo. (Manoseritto: Mmsica 2193/03 della ^aadesbihliothek di Dresda).
.
**
*
'
tituito di i
evadono dalte conumi fisonomie e, sebbene basate su niezzi ormai noti, aftsumono un andamenlo partieolare. La Giga, ail esempio, col suo tema cbe e in continuo sviluppo, rinchiude uno spazio
lerane
ehecutivi
visivo assai piu
ampio
dei consueti.
Balletto nei cui episodi non ritrovo nule stato rilevato sin qui; e vengo Invece airultiraa composizione delFop. VIII: il 6 Balletto in .W min. fe, questo, preso nel suo totale aspetto, il piti pregevole della serie. La tecniea violinistica e sciolta, libera, limpida piu che altrove; tecnica
Tralascio Fanalisi del 5
la
di particolare,
dopo quarito
caratteristica delFAlbinoni, allorche vuol creare la tipica atmosfera del SoZo com^era awenuto per YAllemanda del primo Ballelto. Viene
bandito, in questi casi, ogni atteggiamento polifonico, o imitato, del secondo violino, il quale si limita a svolgere la staa parte di ripieno, riservandosi il primo la parte di protagonista. I significati piu palesi di questo virtuosismo, sono tutti racchiusi in un fluido procedere di quartine delVAllemanda, e in un comj>lesso succedersi di sestine della Corrente: quartine della prima e sestine della seconda determinano, con la loro continuita dei procedimenti ritmici, le peculiari atmosfere
Le difficolta delia meccanica, una meccanica tipicamente e italiana, quindi quella adottata da Bacli, non sono affatto trascura1>ili. L'elemento ritmico domina, con un particolare significato per la sua duttilita al fraseggio, per il suo giovanile e semplice incedere tschiettamente italiano. La Gavotta completa il quadro ritmico del Bal* delle danze,
REMO GIUOTTO
204
letto
6\ Gat'Offa le
in nii
nitidamente appare una melodia scandita
50
esigenzc del tipo di danza adottata:
Allegro
e che puo essere confusa coi modelli melodici (lo spirito della melodia, intendo) della Suite inglese di Bach. Si chiude cosi Top. VIII; i cui re-ali valori, credo, saranno risultali in tntta la loro entita da questa analisi, a quan'ti 1'avranno segui.
Tanto le Sonate quanto i Balletti a ire che se asservati alia piu acuta e penetrante degni della gloriosa tradizione strumentale ne che sino ad oggi e stata identificata, nel
ta*
, anseppure in parte luce critica, risulteranno
italiana:
quella tradizio-
periodo che ci riguarda, nei nomi di Corelli, dalFAbaco, Vivaldi, F, M. Veracini e, recentemente, di Bonporti, ad opera di un musicologo italiano: Guglielmo Barblan; tradissione che, con tutta coscienza e onesla, puo essere estesa a quello di Albinoni.
OPERA
IX
Concerti a cinque (con due oboi) (1721-22 circa)
Come
quattro di quest! Concert* a cinque opeaim quattro due oboi, e in altri quattro ancora il quartetto d^archi cui si aggiunge tuttavia, si noti bene n un violino prima da concerto, come per Ton. II r per Top. V, Questo elemento di rinforzo, chVra mancato alFop. VII, si limita, secondo il suo solito, a dar senso di ripieno nella massa sonora sia raddoppiando la linea del primo violino, sia riempiendo quei luoghi in cui il violino primo e impegnato nei passi solistici. Si ricordera* ra IX (1)
per Fop. VII,
in
compare un oboe
solista, in
pero, che 1'AIbinoni non ha introdotto il violino da concerto nelFopera VII ne meno cola ove, come nel Concerto 10, se ne mostrava impel lent e necessita.
Questi Concerti del 1721 circa, sono assai piu significativi, nella storia di qnesto genere strumentale, di quelli delFop. VII, die li precedono di sei o sette anni. Non solo il loro ester iore, la forma, racchiude pregi notevoli di disegno, di proporzione, tra episodio ed enisodio, tra tempo e tempo; ma il concetto che guida ed anima queste pagcine, ci risulta di una moderniia assoluta, piena di ribellione e, ad di sottomissione a quelle che sono le regole piu chiuse e
un tempo,
strette della tradizione. D'altra parte, senza qnesto legame^ Albinoni sa esprimersi; ha biso2;no di comunicare idee capaci di piegarsi alia piii ordinata melodica esposizione. Ne risulta quella coerenza di
non
(1)
Esemplare
sttidiato:
Amsterdam. M. Ch. Le Gene: copia manoscritta mode Musique di Bruxelles, Ecco il frontispizio del-
pre^ione di an tutto ehe armoniramcnte *\ rejrjre interne e in cui la solidita e ia ricehezza dciPHnquin, la forhi!tv./:i del vooabolario, e la spigliatezza, o la paeatezza* delle intension! trovano lojiira conse^ruenza* Xon crfflo errare a^erendo che Pop. IX e la vera defmitiva con1
chnionc
v
eta, pern. a*wme uii ruolo inteirativo nella massa del Concerto gro.^o; i tratti o!istici non gono piw i^mplici, se pur romplesse, linee ornamentali, ma diventano epi^odi ecutrali e, appunto come ho detto, intogrativi. Esemplifioo:
gro,
fci
ftc.
J
p y/ r
4y-
7
cod prosegue, a qnesto punto,
r
y> V^ y r
la lioea del &olista:
y
MO
i,s\/.ono
Vedremo tra non molto come questo tipo ritmico^melodico trovi la sua ideale funzione espressiva e costruttiva nel Concerto 2, primo del secondo gruppo, di questa op. IX. Ed eccomi al Concetto 7 col quale ha inizio il secondo libro delTop. IX; ed e il terzo del gruppo che sto analizzando. Al tema iEre-
TOMV-O \U?!NOM
3.
m
Viol
^^=Sfft^^3^^ ^-E-E y-]^^
L
in apparenza sco c zampillantc si connettono fruminenti melodiri, di c?*o e che estranei, ma che, neirintirao, sono eonseguenza logiea Tuso deirabbellimento, di cm rappresentano tma decisa novita, per dal Torchi) (1) ha fatto asserito a Albiiioni (contrariaraente quanto jfinora limitatissimo uso (batt. 6-10): Es.
di tes-
allungano, si estendono, si sviluppano, in un'ampiezza siture fuori del consueto; la tecnica violinistica si afifina, le difficolta meccaniche diventano ognor piu complesse; dalla battuta 20* alia bata si tuta 66 e quasi un unico Solo, interrotto dalla 32* alia 38% in cui brillante: virtuosistica tecnica di i vari sussegaono tipi in progressione trattato in 1) il noto procedimento di quartine diverse maniere; e doppie alternate: 2) quartine compost e di corde semplici si
(1)
Op.
cit. loc.
.cit.
REMO CIAZOTTO
214 a
-
a terze che
si
librano su
un disegno diatonico che
esse In-
terrompono
etc.
b - u quarts e no discontinue
c
-
^sl