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Zitiervorschau

SOGNARE PER VIVERE COME HO RITROVATO IL CORAGGIO E L'INCOSCIENZA DI VIVERE LA MIA VITA

SILVIO GULIZIA

Copyright © 2015-19 Silvio Gulizia Tutti i diritti riservati. Nessuna parte di questo libro può essere riprodotta con alcun tipo di mezzo, senza l'autorizzazione scritta da parte dell’autore. ISBN: 9781521827130

Nota legale Nonostante tutti gli sforzi per verificare le informazioni fornite, l’autore non si assume la responsabilità per errori, omissioni o interpretazioni diverse dalla materia esposta. I contenuti del libro non sono da intendere come istruzioni di un esperto o comandamenti: al lettore, che rimane l’unico responsabile delle proprie azioni, è richiesto di interpretare e adattare i contenuti del libro alle proprie esigenze e necessità.

Tutti i nostri sogni possono divenire veri, se abbiamo il coraggio di perseguirli. WALT DISNEY

Non puoi attraversare l'oceano se non hai il coraggio di perdere di vista la riva. CRISTOFORO COLOMBO

INDICE

1. Sognare 2. Una

fottutissima paura di provarci 3. Il ruolo della paura 4. Svegliarsi per vivere 5. Fai. Spazio. Per te 6. L'equazione temporale del successo 7. Scoprire i propri sogni 8. Breve guida pratica Postfazione Note L’autore Dello stesso autore

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Alle mie piccole

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SOGNARE

Mi hanno chiesto di scegliere cosa avrei voluto fare della mia vita quando la vita non la conoscevo affatto. A 14 anni, così come a 19, hai troppa poca esperienza del mondo per prendere decisioni importanti. Devi usare l’intuito. Quelli però sono gli unici momenti della tua vita in cui hai il coraggio di sognare. Di prendere decisioni che influenzeranno i tuoi anni a venire, sulla base di emozioni e di sensazioni. Di ciò che ami. Sognare è gratis fino a che non hai qualcosa da perdere. La cosa brutta è che, se anche di quel qualcosa non te ne frega nulla, i tuoi sogni all'improvviso diventano estremamente costosi. Sogno, dal latino sŏmnium, è una parola che deriva da somnus, ossia sonno. Sono due cose diverse, ma collegate. Il sogno è un'attività mentale, anche frammentaria, che si svolge durante il sonno, generalmente nelle 1

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fasi R.E.M.. Può essere più o meno nitido e dettagliato, con una struttura narrativa coerente o no, con sensazioni prevalentemente visive ed eventuale partecipazione emotiva 1. Per esteso, con la parola sogno si indicano anche situazioni che paiono irrealizzabili e per questo quando ci troviamo a vivere qualcosa di eccezionale diciamo Sto vivendo un sogno. Con l’età e con l’esperienza accumuli un sacco di bagagli che ti rendono più difficile avventurarti nei tuoi sogni. Impari a scegliere, ma perdi l’abilità di sognare come un bambino. Ed è così che inizi a sbagliare strada, perdi di vista l'orizzonte e ti ritrovi a sprecare il tuo tempo in qualcosa che non ami.

In passato ho svolto parecchi colloqui ad aspiranti social media manager, tutti con età fra i 20 e i 30 anni. Una delle domande che ho posto loro è stata: Quali sono i tuoi obiettivi per i prossimi cinque anni? Mi ha sorpreso parecchio notare che molti dei candidati non avevano le idee chiare circa il proprio futuro.

Tanti mi hanno risposto con progetti ambiziosi e per lo più irrealizzabili in un breve lasso di tempo. Più che progetti erano sogni. La differenza è piuttosto concreta: un sogno può diventare un obiettivo a lungo termine, 2

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ma non è mai realizzabile in pochi anni. Per trasformare un sogno in realtà è necessario percorrere una strada lunga e tortuosa, costellata da sacrifici e sconfitte. È bene avere dei sogni, ma se non hai idea di come realizzarli è solo colpa tua. Significa che ogni mattina ti svegli e nascondi sotto il cuscino quello che hai sognato.

Un giorno, dopo aver rivisto il discorso di Steve Jobs a Stanford, ho deciso di cimentarmi nell'esercizio di collegare i puntini. Mi sono guardato indietro, cercando di mettere in fila gli avvenimenti salienti della mia vita. La posizione che ricopro oggi nel mondo, le relazioni che ho instaurato, le esperienze che ho maturato, tutto visto dal punto in cui mi ritrovo ora è di facile lettura e comprensione.

Puoi farlo anche tu. Prova a metterti lì dieci minuti e a scrivere su un pezzo di carta i fatti importanti della tua vita. Scrivi i nomi delle persone che hanno significato qualcosa per te. Ed eccoti lì, alla fine di un percorso più o meno coerente, ma almeno evidente. Perché vivere la propria vita guardando all'indietro? Mi sono posto questa domanda alla fine dell’esercizio. E quel pensiero mi è tornato in mente ascoltando i miei 3

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candidati. Non puoi realizzare il sogno di una vita in cinque anni. E se non hai la più pallida idea di che strada seguire per dare un senso alla tua vita, sei a un passo dal perderti per strada. La vita va vissuta in avanti, cercando di mettere i puntini uno in fila all'altro. Perché vivere alla giornata è tanto impressionante da dire quanto stupido da realizzare. Chi vive così in realtà non sa cosa vuole e il motivo è semplice: non se l'è mai chiesto. O non ha mai cercato una risposta compiuta. Tu lo sai cosa vuoi dalla tua vita?

Vivere è un gioco in cui hai una vita sola. Non ci sono trucchi e non puoi ricominciare da capo se muori. Procedere alla cieca non ti aiuta. Ti espone solo a un maggior numero di rischi. Il più grosso dei quali è ritrovarti in punto di morte a domandarti perché non hai fatto questo o quello e a rimuginare sui sogni irrealizzati. Magari ti è anche già capitato di farlo. Io mi sono chiesto spesso come sarebbe ora la mia vita se avessi preferito la borsa di studio in giornalismo a Barcellona a uno stage al Corriere di Firenze. Per fortuna mi è andata bene lo stesso: il sogno di diventare giornalista era più attraente per me di un'esperienza all'estero. A poste4

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riori non so se sia stata la scelta giusta, ma ho comunque realizzato un sogno. Poi però mi ci sono voluti anni per iniziare a inseguirne un altro.

Tu lo sai cosa vuoi dalla tua vita? Scrivilo da qualche parte. Pensaci e scrivilo, prima di tornare a leggere. Quali sogni vorresti realizzare? Mettili nero su bianco e decidi qual è il più importante. Poi inizia a fare ogni giorno qualcosa per realizzarlo. Anche qualcosa di piccolo. Pur che rappresenti un concreto passo in avanti. Piccolo, come scrivere da qualche parte il tuo sogno. Piccolo, come alzarti dal letto quindici minuti prima per ragionare su come realizzare il tuo sogno. Smetti di sognare di vivere e inizia a sognare per vivere.

Uno dei miei sogni, da un po' di tempo, era scrivere in libertà. Supportato dalla gente che prova piacere a leggermi. Dopo un anno di riflessioni e tentennamenti mi sono finalmente addormentato. Sto tornando a sognare. Costa fatica, ma per ogni persona che arriva fino a qui il mio sogno si è già realizzato un po'. Grazie.

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UNA FOTTUTISSIMA PAURA DI PROVARCI

Quando avevo 13 anni o giù di lì, mi sono gettato da una rupe alta una cinquantina di metri. Sotto c'era il mare, quindi più che un lancio è stato un tuffo. La rupe, poi, non era alta 50 metri, ma saranno stati cinque tutt'al più. A me però parevano 50. Prima di lanciarmi ricordo chiaramente di avere avuto una fottutissima paura di saltare, ma non potevo accettare che mio cugino si tuffasse e io no. C'è una cosa che vorrei fare oggi. Che se potessi, cioè se mi ci guadagnassi da vivere, tutto il resto chissenefrega. Anzi, neppure più sarebbe necessario, tutto il resto, perché mi sarei guadagnato già da vivere. Cioè, un po' lavorerei lo stesso, perché il mio lavoro mi piace. Però lo farei con uno spirito diverso. Proprio come a te, anche a me capita spesso di non 6

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volermi occupare di certe cose perché no, dannazione! Non si fa così, punto! E invece mi tocca. In fondo, è lavoro e il lavoro ha regole sue; manco ti puoi lamentare più di tanto. Fanculo le regole. Facciamo per un po' a modo mio. Poi tiriamo le somme. Probabilmente, non ci riesco. Probabilmente, mi ci faccio pure male. Ma, se ci riesco, se funziona, se anche solo mi rende felice ne sarà comunque valsa la pena. Ho una fottuta paura di provarci. Come quella volta in cima alla rupe, quando non avevo neppure il coraggio di guardare sotto. (Con il tempo avrei scoperto che soffro di vertigini.) Qual è quella cosa che se potessi ti ci dedicheresti con tutto te stesso e chissenefrega se ti ci fai male, l'importante è che ti ci diverti? Quel sogno che non stai vivendo, che trascuri ogni giorno un po' più e piano piano dimentichi, ma che se solo... Sul serio: puoi scegliere quello che vuoi. Cosa ti deve dare la vita per renderti felice? Sei libero di sognare, ora, e almeno fino a che non arriviamo in fondo al libro. Come quando eri piccino: Cosa sogni di fare da grande? C'è l'hai una fottuta paura di provarci? 7

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Dillo, che ci provi. Dillo, sul serio. Credimi per un minuto: da domani ci proviamo. Ce la rischiamo. Domani ti alzi e cosa fai per iniziare a vivere il tuo sogno? E fra una settimana come siamo combinati? La senti l'adrenalina che sale? Sai che male fa l'impatto con quel muro d'acqua lì sotto? Sai che... chissenefrega, io ho deciso di provarci!

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IL RUOLO DELLA PAURA

È la paura che rende gli scogli più alti e l'impatto con il mare più doloroso di quello che sarà. Senza la paura però non vai da nessuna parte. È la paura che stimola l'azione, perché fino a quando te ne resti seduto a rimuginare non fai altro che ingarbugliarti in un tentativo di far quadrare dei calcoli partoriti da una logica tirata per la giacchetta. Come ho scritto nel capitolo iniziale, l'unico trucco per vivere è sognare. E non puoi sognare se non fai spazio per te. La parte più difficile è scendere dalla barca e raggiungere a bracciate gli scogli. Quando ti arrampichi senti crescere la confusione, ma anche l'eccitazione e questa ti aiuta a prendere meno sul serio quella follia che stai per compiere. In fondo, devi solo essere un incosciente per provarci. 9

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È quando stai lì, in cima, pronto a saltare, che le cose diventano più grandi e più difficili. Tutto sommato però basta prendere la rincorsa, chiudere gli occhi e lanciarsi. Oppure puoi tornare a casa con la coda fra le gambe.

Venti anni dopo quel tuffo mi sono ritrovato in una situazione simile. Questa volta ero solo. Volevo attraversare il Carrick-a-Rede Rope Bridge, un ponte di corda in Irlanda del Nord, sospeso a 30 (veri) metri di altezza sul mare, fra la terraferma e uno scoglio dove un tempo si sistemavano i pescatori in attesa dei salmoni. Le gambe hanno iniziato a tremarmi mentre scendevo gli scalini che portano al ponte, stretti e bagnati, sferzato dalle raffiche di vento e acqua. Mi è bastato scivolare una volta per essere sopraffatto dalla paura. Posso arrivare dall'altra parte, ma come diavolo faccio a tornare indietro? Potrei solo ripassare sul ponte… Ho temuto che non sarei stato in grado di farlo. Calcoli. Sono stati i calcoli a fermarmi. Non sono stato in grado di cavalcare la paura. Perché ero solo. Perché non ero più capace di sognare e agire con il coraggio di un bambino. È questo quello che ti serve per superare quella fottutissima paura di provarci.

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SVEGLIARSI PER VIVERE

Essere riuscito a crearmi un rituale del mattino, in cui sono compresi l'esercizio fisico e la meditazione così come la scrittura e la lettura, ma non solo, mi sta aiutando a vivere appieno le mie giornate mantenendo un equilibrio che prima mi mancava. Inoltre, grazie a questa sequenza di pratiche che ho adottato, riesco a sfruttare al massimo le prime ore della giornata, dedicandole a ciò che amo: scrivere. È stato un cambio radicale di abitudini, per una persona che raramente andava a letto prima delle due di notte. Un giorno però mi è stato chiaro che dovevo cominciare a occuparmi di me stesso. Che era necessario un cambiamento nella mia vita. Che per vivere il mio sogno, a un certo punto dovevo svegliarmi.

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Wikipedia definisce un rituale, o rito, un atto, o insieme di atti, eseguito secondo norme codificate. Ha a che fare con la religione, il sacro e il mito: un rituale è qualcosa a cui ti devi dedicare con devozione, che non puoi trascurare e che devi praticare regolarmente per trarne un beneficio. Come un esercizio fisico. Un esempio di rituali che fanno bene alla salute, e che sarebbe bene praticare di primo mattino, sono i cinque riti tibetani praticati dai monaci hymalaiani. Si tratta di semplici esercizi fisici in grado di stimolare le nostre ghiandole endocrine per riattivare e normalizzare il movimento rotatorio, riarmonizzando il flusso energetico e gli eventuali squilibri ormonali. I rituali non sono solo una pratica ascetica o sportiva. Sono dei meccanismi di creazione di abitudini che ti conducono passo passo attraverso la riproduzione sistematica di un determinato tipo di percorso. Un percorso verso il raggiungimento di un obiettivo che, nello specifico caso dei rituali del mattino, è iniziare al meglio la tua giornata. È solo creandoti dei rituali che puoi iniziare a vivere un sogno. Perché è difficile e tante volte scoraggiante, e perché se scegli di inseguire un sogno lungo la tua strada avrai più volte ripensamenti e periodi di depressione. Se hai un rituale da seguire, però, procedere senza fermarti diverrà naturale. O quantomeno più facile. Un rituale è un compagno di viaggio che ti tiene sveglio quando hai sonno e si mette alla guida 12

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quando la stanchezza rischierebbe di portarti fuori strada.

Nel libro Daily Rituals Mason Currey ha raccolto i profili di 161 scrittori, musicisti e artisti individuando un'unica costante: tutti hanno dei rituali. Ognuno il proprio, ognuno diverso, ma ognuno praticato con religiosa devozione. I creativi evidentemente sono tutti diversi. La loro giornata è composta da pratiche comuni, come il riposo, il sonno o il lavoro, e meno comuni, come il regolare esercizio fisico e l'abitudine di alzarsi presto al mattino per creare. In un video sul tema, Zachary Sexton, fondatore di Asian Efficiency, riassume le caratteristiche che accomunano le persone di successo: Sono uomini e donne che imparano qualcosa ogni giorno; Sanno come concentrarsi su un obiettivo e raggiungerlo; Hanno un rituale del mattino, che spesso implica alzarsi molto prima degli altri.

Hal Helrod, nel suo libro The Miracle Morning, individua 13

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nella combinazione di questi sei passaggi la creazione di un rituale del mattino in grado di aiutarci a vivere il nostro sogno: Silenzio: chiudere gli occhi e concentrarsi sul proprio respiro è più che sufficiente per iniziare a eliminare lo stress; Affermazione: definire quello che vogliamo essere e quello che vogliamo realizzare nella nostra vita è il primo passo per dare il là a una metamorfosi; Visualizzazione: per passare dalle parole ai fatti è necessario innanzitutto immaginarseli, questi fatti. Come sarebbe la mia vita se... In The As If Principle Richard Wiseman spiega come, per indurre un cambiamento, occorra comportarsi come se quel cambiamento fosse già avvenuto. Immaginarsi come sarebbero le cose ci aiuta a intraprendere questo percorso; Esercizio fisico, per preparare il corpo alla giornata che segue; Lettura, per imparare qualcosa di nuovo ogni giorno; Scrittura, come strumento di meditazione e analisi per concentrarsi sulla crescita personale.

La parte più difficile di costruirsi un rituale è iniziare a 14

SOGNARE PER VIVERE

farlo. È molto utile trovare una scintilla che dia il là a tutto. Nel mio caso, ho iniziato constatando la necessità di rimettermi in forma. Così ho cominciato a svegliarmi tutte le mattine un po' prima per andare al parco a correre. All'inizio dieci minuti. Poi un quarto d'ora. Poi venti interminabili minuti. Fino ad arrivare a una mezz'ora di piacevole sgroppata. A quel punto la sorte si è accanita: mi sono infortunato! Mi sono sentito perso. Però qualcosa dentro di me era scattato. Ho deciso di ricominciare tutto da capo. Chiuso in casa. Con lo Yoga e gli addominali. Sono arrivato a fare 120 addominali e 10 minuti di Yoga tre volte alla settimana, mentre negli altri giorni mi concentravo su una più lunga sessione di Yoga seguita da 10 minuti di meditazione. Dopo nove mesi sono tornato a correre. In quel periodo ho imparato che non è importante l’attività a cui mi dedico, ma avere un rituale del mattino che inizi con un'attività fisica. E contempli la meditazione. Mens sana in corpore sano. Senza questi rituali non riuscirei ad alzarmi tutte le mattine alle 6,30, e qualche volta alle 6, per scrivere.

Il trucco per iniziare a praticare un rituale è individuare una piccola azione che dia il là a tutto il resto. Seguita da qualcosa di un po' più grande e impegnativo. Mi è stato molto utile per iniziare adottare la pratica di bere 15

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subito, appena sveglio, un bicchiere d'acqua. Serve a reidratare il tuo corpo, ma è anche un gesto semplicissimo in grado di dare la stura alla routine che ti sei costruito. Dopo il bicchiere d'acqua un quarto d’ora di Yoga è un piacevole impegno. Terminato il mio saluto al sole metto sù il the. Mentre quello si fa, procedo con gli addominali o la meditazione. Poi bevo il the e leggo. O un libro, o un riassunto tratto da Blinkist. Dopo la lettura, inizio a scrivere. Un post per il blog, un libro, un ebook, oppure il mio diario. Scrivo fino alle 9, ma mi sto organizzando per aumentare il tempo a mia disposizione. Poi vado in bagno e mi preparo per iniziare la giornata lavorativa. Tutto questo riesco a farlo perché piano piano ho messo la sveglia alle 6,30. Originariamente era alle 6, ma da quando ho una bimba mi concedo spesso mezz'ora di sonno in più per recuperare quello che perdo di notte. Senza un buon riposo infatti è impensabile vivere al meglio la propria giornata. Quando hai poca energia, le cose ti riescono male e a quel punto spesso non ne vale più la pena. Meglio fermarsi, riposarsi e poi riprendere. Per questo qualche volta accetto di ridurre in parte il mio rituale. Non tollero però che salti del tutto, perché per me è fondamentale svegliarmi per vivere il mio sogno e non per andare a lavorare.

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In molti sostengono che basti ripetere un’azione per 30 giorni di fila perché questa diventi un'abitudine. Teorie un po' più accreditate indicano in 21 i giorni necessari. La scienza però individua fra i due e gli otto mesi il tempo necessario per radicare una routine dentro di noi, come spiega in un approfondito post sul tema James Clear. I primi 30 giorni sono sufficienti ad apprendere un'abitudine, ma prima di qualche mese non possiamo darla per acquisita. Il trucco per non fermarsi è avere almeno un'abitudine che inneschi le altre. Per me è il bicchiere d'acqua bevuto appena sveglio. Quando lo mando giù inizia un processo che raramente riuscirò a stoppare. Di solito lo faccio seguire da una capatina in bagno per urinare e sciacquare tre volte la faccia, contando fino a tre per ogni risciacquo, così da risvegliare il mio cervello. Il messaggio è chiaro: mi sono alzato per prendermi cura di me. Del mio corpo, la variabile che determina la quantità e la qualità del tempo che passo su questa terra. E di quello che mi piace fare: scrivere.

Il mio rituale minimo è cinque minuti di Yoga, una meditazione e mezz’ora di scrittura. Da questo non prescindo. Se anche tutto il resto salta, questa routine minima mi garantisce di muovere un passo avanti verso la realizzazione del mio sogno. Noi siamo quello che 17

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facciamo ripetutamente. L'eccellenza, quindi, non è un'azione, ma un'abitudine, sosteneva Aristotele. All'inizio è stato difficile. Lo è per tutti. Piano piano però le cose cambiano. Per creare un valido piano possono bastare 45 minuti, suggerisce Lifehack, e puoi partire più o meno da dove vuoi. Helrod arriva all'estremo affermando che 7 minuti sono sufficienti per un rituale. Davanti a questo, non puoi fare altro che prendere l'impegno con te stesso. Devi provarci. Non sei in grado di trovare sette minuti sette di primo mattino per prepararti a vivere il tuo sogno?

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FAI. SPAZIO. PER TE

Che cos'è lo spazio? Pensaci un attimo e dammi la tua definizione. Lo spazio è tutto e nulla. È il niente assoluto in cui si trovano stelle e costellazioni, con le loro luci su cui abbiamo inventato storie e costruito sogni. Probabilmente, la tua definizione di spazio è abbastanza vicina a questa. Lo spazio fisico, cito da Wikipedia, è: (un) luogo indefinito e non limitato nel quale si ritiene siano contenute

tutte

le

cose

materiali.

Queste,

avendo

un'estensione, ne occupano una parte e assumono nello spazio una posizione, la quale viene definita in maniera quantitativa secondo i principi della geometria, e, qualitativamente, in base a relazioni di vicinanza (lontananza) e di grandezza (piccolezza). 19

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Lo spazio non è vuoto. È pieno di cose, ma non solo. Nello spazio, c'è anche spazio. Lo spazio, quello cosmico, non ha un confine netto. Anche se l'uomo si è inventato che inizia 100 chilometri sopra il livello del mare. Al di sotto di quella che è chiamata linea Kármán non c'è spazio. Ci siamo noi essere umani con tutti i nostri piccoli casini. Cento chilometri sopra la linea del mare non ci sono proprietà. Nessuno, almeno in teoria, può rivendicare quello spazio 1.

Visto che c'è spazio per tutti, qual è il mio spazio? Mi sono arrovellato per giorni con questa domanda. Sempre Wikipedia: Lo spazio cosmico è il vuoto che esiste tra i corpi celesti. Non è completamente vuoto, ma contiene una bassa densità di particelle [...] La teoria suggerisce che contiene anche materia oscura ed energia oscura.

In tutta onestà, mi trascino dietro questa energia oscura fin da quando ero bambino. Ci ho sempre combattuto. Fin da quel giorno in cui gettai il portafoglio di un altro bimbo cattivo nell’orinatoio del bagno dei maschi. Per carità, se lo meritava. Si meritava anche di peggio, ne sono certo. Non mi ricordo perché, ma ero 20

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fiero di quel gesto che gli fece intravedere la mia cattiveria. Oggi non posso essere contento di quell’episodio, perché rispondere al male con il male è un errore. L'unico modo di ripristinare la situazione originaria è reagire con una forza uguale e contraria, come l'acqua quando si scontra con un corpo. Però quel gesto servì a definire e proteggere il mio spazio. Io non sono uno che si fa mettere i piedi in testa, e questa cosa altre volte mi è costata un po’ più cara di una ramanzina del preside. Torniamo a Wikipedia. Nello spazio intergalattico, la densità della materia può essere ridotta a pochi atomi di idrogeno per metro cubo. [...] Plasma con una densità estremamente bassa e temperatura alta [...] rappresenta la maggior parte della materia barionica comune nello spazio; concentrazioni locali si sono evolute in stelle e galassie. Lo spazio intergalattico occupa la maggior parte del volume dell'universo, ma anche le galassie e i sistemi stellari sono composti quasi interamente da spazio vuoto.

Insomma, c'è ampio spazio per crescere, ma anche gli altri lo fanno. E mentre tutti si espandono, nello spazio intergalattico si muovono oggetti di varia dimensione che ogni tanto collidono. Con il rischio di colpirci. Mi immagino di essere una piccola concentrazione di materia barionica: come posso evolvermi in una stella senza scontrarmi con gli altri? 21

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Il tuo spazio vitale è costantemente minacciato da fattori esterni. Nello spazio ci sono oggetti piccoli e grandi che si muovono per i fatti loro. Gli altri. Essi, con il loro movimento e la loro crescita, rappresentano una minaccia per il tuo spazio. L'unico modo di difendersi, di proteggere la propria crescita, è fare spazio. Uno spazio come quello ortografico, cioè quell'elemento che separa tra di loro le parole di una frase. Uno spazio sufficiente a ogni parola per esprimere

il

proprio

significato,

correlandosi

al

contempo a un elemento più ampio del discorso, la frase.

Ultima citazione da Wikipedia: Lo spazio fisico reale si ritiene sia tridimensionale, anche se nella fisica moderna tale spazio tridimensionale è considerato come parte di un continuo a quattro dimensioni detto spazio-tempo, che comprende anche il tempo. Se lo spazio, quindi, si sviluppa nel tempo, è dunque possibile per me iniziare a creare il mio spazio. È un po' quello che ho iniziato a fare scrivendo su un blog personale, occupando uno spazio su Internet.

Per proteggere il mio spazio ho poi iniziato a creare

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quelli che Shawn Blanc nel suo Focus Course definisce "margini". Il dizionario Sabatini Coletti offre quattro definizioni di margine. Ci riferiamo di solito a una delle prime tre: parte estrema di una cosa, zona estrema o quantità superiore allo stretto necessario. Non sono però quelle che mi interessano. Il margine a cui mi riferisco è quella zona bianca non occupata dalla scrittura ai quattro lati di un foglio manoscritto o a stampa. Applicato alla nostra vita, al mio spazio, il margine è quello che mi permette di definire lo spazio del mio scritto. In senso più ampio, proteggere il contenuto della mia vita. Tenere lontano dal mio spazio le minacce esterne. Da questo punto di vista, i margini sono lo strumento per creare spazio. Senza margini, il tuo spazio non è protetto.

I margini vanno gestiti. Pensa a quando disegni un sito web. Attraverso i margini inseriti nei fogli di stile definisci lo spazio attorno agli elementi. Il margine pulisce l'area attorno a un elemento, oltre al bordo. Il margine non ha un colore di sfondo ed è completamente trasparente spiega W3schools. Senza margini, non esiste uno spazio. Se

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non crei un margine per i tuoi sogni, non stai creando spazio per la tua vita. I margini si gestiscono sia dall'interno che dall'esterno. Nel primo caso, sei tu a doverli disegnare. Nel secondo, li devi controllare. Se non definisci orari e luoghi in cui coltivare le tue passioni, in cui vivere la tua vita, non hai fatto spazio per i tuoi sogni. Quali sono questi momenti? Io ho cominciato ad alzarmi presto la mattina per fare spazio alla scrittura. Nel farlo, mi sono reso conto dei limiti che ho accettato. Passo non meno di dodici ore al giorno fuori di casa per lavoro. Ho un’attività varia e che mi piace, ma quanto più mi dedico a essa, tanto più tempo sottraggo a famiglia e progetti personali, cioè i fattori in base a cui definisco il mio successo. Così piano piano ho iniziato ad arginare il lavoro e dedicare più tempo alle mie priorità.

Ho smesso di credere al mito del lavoro e della carriera per caso. Quando un giorno ho raggiunto un momento di stallo e mi è stato chiaro che dovevo compiere un passo in avanti, in qualche modo. Così ho iniziato a guardarmi attorno. Allora mi sono reso conto che il lavoro aveva ridotto al minimo il mio spazio vitale. Il giorno in cui l'Inter ha rivinto lo scudetto dopo 17 24

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anni io ero al lavoro anziché allo stadio. Ero al lavoro perché non mi era stato consentito di prendermi una domenica libera. Sono dovuto scendere in strada per esultare. Quel giorno ho capito che il giornale aveva fagocitato la mia vita. Si era mangiato le partite di calcetto così come lo stadio. Aveva dissolto le cene con gli amici e le gite in moto. Si era impossessato della mia scrittura. Così ho capito che dovevo farmi spazio. Ci ho messo un po’, perché il coraggio non è facile da trovare e spesso arriva insieme alla disperazione. Alla fine però mi sono licenziato. Ho scelto di saltare giù da quella rupe che mi pareva altissima, di abbandonare le certezze che la terra ferma mi offriva, e sfidare il vuoto e il mare. Ho ricominciato da capo, confidando nella quarta dimensione dello spazio: il tempo. Solo investendo nel tempo riesci a farti spazio.

Ci ho messo cinque anni, ma oggi la mia vita ha dei margini. Benché risicati. Però ce li ha. Due ore e mezzo tutte le mattine, tre ore la sera e un intero weekend. Piano piano, ce la faccio. Guadagno più di prima, ma non ho risolto il problema. Nel mio spazio infatti è entrata da poco una creatura che ha bisogno di spazio anche lei. Significa che, di nuovo, devo ampliare il mio spazio. Di nuovo, devo tornare a lavorare sulla dimensione del tempo. Per fare 25

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spazio. Per la mia vita. Devo guadagnare di più e lavorare di meno. L'unico modo di farlo è trasformare in fonte di guadagno quello che mi piace fare. L'ho già fatto e so che posso rifarlo. Così come so che non è per nulla semplice. Fai. Spazio. Per te. Me lo ripeto tutte le mattine. Prima o poi ci riesco. Fai. Spazio. Per te. Anche tu. Dammi retta. Ci vuole un sacco di tempo, ma ne vale la pena.

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L'EQUAZIONE TEMPORALE DEL SUCCESSO

Se alla fine della settimana il tempo che trascorri ogni giorno con i tuoi cari, sommato al tempo che sei riuscito effettivamente a dormire e a quello dedicato alle cose che ti piace fare, è maggiore della somma del tempo che hai lavorato, di quello speso nei trasferimenti e di quello richiesto a risolvere problemi che non migliorano la tua vita, allora puoi definirti una persona di successo. L'hai scritto anche tu su Facebook, dì la verità. Treno all'alba per andare di qui e poi di là, sei riunioni a fila e forse rincaso per dormire un paio di ore prima di volare in quell'altro posto. A volte è capitato pure a me di farlo. #sfigati che siamo! Oggi che viaggio spesso fra Milano e Roma, città fra cui divido affetti e business, oggi che cerco di ottimizzare qualsiasi procedura per "guadagnare" tempo con l'obiet27

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tivo di scalare la mia attività, oggi che ho qualche pelo della barba già bianco mi sono fermato un attimo a pensare a quello che rimane. Hai mai preso in considerazione l'ipotesi di applicare alla tua vita gli stessi parametri con cui misuri i tuoi successi sul lavoro?

Buona vita, diceva l'amico Marco Zamperini. Lui si sarebbe divertito un sacco a fare questi conti con me. Peccato non averci pensato prima. Ipotizziamo, anzi non ipotizzarlo perché è così: la tua vita ha una durata determinata. Anche la mia, ma facciamo i conti con la tua, così per scaramanzia (mi tocco, scusa). Siccome non la conosciamo, diciamo che questa durata è "x". Sfortunatamente una parte della tua vita l'hai già consumata. Chiamiamola "a". Quello che ti resta da goderti è "x-a". Indicativamente questo tempo verrà consumato in tre modalità: tempo libero, sonno e lavoro. Lasciamo da parte il mito delle 8 ore di sonno quotidiane: il tempo ideale da spendere a letto (a dormire) oscilla fra le sei ore e mezza e le sette ore e mezza (c'è un interessante post a riguardo sul blog di Buffer). Facciamo sette ore, che noi siamo figaccioni, giovani e produttivi. Aggiungiamo mezz'ora, che fra metterci a letto e dormire ce ne passa e consideriamo che quella mezz'ora di sonno quotidiano in più che ti fatturo serva 28

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a coprire, nel tempo che ti rimane da vivere, quei momenti in cui dormirai di più perché malato, stanco, stressato o vecchio. In termini matematici, sette ventiquattresimi e mezzo di x-a è il tempo che occorre accantonare per rendere qualitativamente produttivi gli altri due terzi della tua vita. Quella lavorativa e quella che ti piacerebbe vivere. SONNO = ( X - A ) * 7,5 / 24 1. Ora assumiamo di lavorare otto ore al giorno. Poi ci sono gli spostamenti per andare al lavoro. Le trasferte di lavoro e così via. Diciamo che un'ora ad andare e un'ora a tornare possono essere una buona media. Quindi 10/24 di x-a sono bruciati in ore di lavoro. Questo se tu lavorassi anche il weekend, quindi togliamo due settimi da questo risultato. Dunque LAVORO = [ ( X - A ) * 10 / 24] * 5 / 7 Il tempo libero che ci resta è quello per cui viviamo. Ammesso e non concesso che tu non viva per lavorare. Magari la tua attività professionale ti piace, ma rispondi alla domanda: puoi non lavorare? Se puoi evitarlo e lo fai per piacere, allora non è lavoro. Non farti pagare. Va nelle ore libere. Se ti piace quello che fai è solo un vantaggio. Consideriamo quindi che una piccola parte del tuo lavoro ti piace farlo e lo faresti anche se non ti pagassero (non ci credo, ma te lo concedo): sposta pure 29

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delle ore di lavoro dall'altra parte. Io non lo faccio perché non lavorerei mai gratis. Dunque VITA ( rimasta) = X - A - SONNO - LAVORO Questo è il tempo che ti rimane per vivere il tuo sogno. Almeno in teoria. Perché poi ci sono tutta una serie di "rotture" quotidiane che ci toccano: per chi la spesa, per chi le pulizie di casa, per chi altro. Quantifichiamo in un'ora al giorno tutto ciò? Varie ed eventuali (dal treno in ritardo alla coda per ritirare una raccomandata non consegnata dal postino fannullone) ce le giochiamo in una vita con mezz'ora al giorno. C'è dunque un altro ventiquattresimo e mezzo da sottrarre (Rotture=[xa]*1,5/24) A questo punto, inseriamo la variabile Ferie. Se VITA (rimasta) + FERIE > LAVORO + ROTTURE allora la tua vita è un successo.

Vabbè, a parte il gioco con i numeri e le variabili, a parte la matematica che la conosco pure poco e magari la formula non è correttissima (puoi sempre aiutarmi a 30

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scriverla meglio se ti va), ti invito a bilanciare affetti e lavoro sulle 24 ore per una settimana. Prova ogni sera a inserire in un foglio di calcolo, o anche solo a scrivere su un pezzo di carta, come hai speso le ore della tua giornata. Alla fine della settimana fai i conti: quante volte l’equazione che ti ho proposto è vera? Quanto tempo ti è rimasto per vivere i tuoi sogni? L'unica misura reale del successo è il tempo trascorso con i tuoi cari e a inseguire i tuoi sogni. In termini economici, se l'aumento dei tuoi guadagni non è inversamente proporzionale alla diminuzione del tempo necessario a produrli, allora stai miseramente fallendo. Perché per mettere da parte dei soldi per quando sarai anziano stai trascurando la tua vita. Scrive Jeff Goins in The art of Workinserire link mio referral o amazon: L’eredità non ha nulla a che fare con quanto riuscirai a mettere da parte per quando andrai in pensione. È una questione che riguarda quello che fai con ciò che hai a disposizione ora. La sai quella storia della formica e della cicala, no? Una lavora tutti i sacrosanti giorni per mettere da parte le provviste per quando arriverà l’inverno, mentre l’altra si gode la vita. E quando arriva l’inverno, una si ritira a godersi quello che ha messo da parte e l’altra schiatta. Apparentemente, quella della formica è la strategia migliore, ma se ti potessi reincarnare quale animale sceglieresti? Come vuoi spendere la parte migliore della tua vita? Ecco, a me il ruolo della formica va stretto. 31

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Certo, la cicala dura poco, ma se la gode. Insomma, bisogna trovare una mediazione, ma c’è tanta tanta differenza tra strisciare ventre a terra per mettere da parte qualcosa per un futuro al quale non sai se arriverai mai e vivere per cantare la propria canzone.

Non ricordo con precisione quando tutto questo mi è divenuto chiaro. È stata una lenta presa di coscienza. Cerco sempre di ottimizzare ogni momento della mia vita, e così mentre camminavo, correvo o guidavo fino a poco fa non mancavo mai di ascoltare qualcosa: podcast, articoli, audiolibri o altrimenti telefonavo. Un giorno ricordo di avere letto un articolo in cui in cui veniva spiegata l’esigenza di trovare dei momenti, nel corso della giornata, per lasciare la mente libera di immaginare. Lasciandola fare, mi sono accorto che stavo fallendo e ho deciso di metterci sopra la testa per evitarlo. Ora va un po' meglio, ma è stato difficile. Lo è tutt'ora. Però piano piano le cose iniziano a funzionare. Sto facendo spazio per i miei cari e per i miei sogni e la mia vita va decisamente meglio.

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SCOPRIRE I PROPRI SOGNI

L'unica strategia per il successo è definirlo a priori, il successo. Altrimenti la tua vita rimarrà un continuo fare fare fare senza obiettivi. Mi rendo conto che non è semplice, ma con un po' di pratica riuscirai a capire cos'è davvero importante per te e come arrivarci. Io ci sto lavorando da parecchio tempo e non ho ancora finito il mio disegno. Non è facile, richiede applicazione e duttilità perché i sogni possono cambiare nel corso degli anni e in effetti cambiano. Rendere esplicito cos'è importante è relativamente semplice, ma capire quali sono le tue priorità e come organizzarti per realizzare i tuoi sogni richiede dedizione. Anche e soprattutto perché implica imparare a dire no ad altro.

Fino a quando non togli il coperchio ai tuoi sogni, non 33

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saprai mai cosa questi ti riservano. Per definire degli obiettivi è quindi necessario metterti nelle condizioni di saper riconoscere i tuoi sogni. Per togliere il coperchio hai bisogno di estraniarti dal mondo quel tanto che basta perché il tuo Sé, cioè la tua essenza, si focalizzi sul tuo Io, quella parte di te che gestisce i contatti con la realtà 1. È necessario che tu sia in grado di percepire la tua esistenza a livello di coscienza e di essere. Solo scindendo i due aspetti sarai in grado di avere una chiara visione del percorso da seguire. Per riuscirci, devi essere in grado di “vedere” la strada che hai percorso e che stai percorrendo, cominciando a mettere in fila i puntini. Come sei arrivato alla tua posizione attuale? Da dove sei partito? Quante volte e perché hai compiuto delle svolte e quante volte ti sei limitato a cogliere delle occasioni? Hai scelto di essere quello che sei o lo sei diventato per caso?

Nella mia vita ho cambiato attività tre volte: sono passato dal lavorare come giornalista freelance a scrivere per un quotidiano, sono tornato a fare il freelance e ora lavoro anche come consulente di comunicazione. Non ho sempre scelto io, anche se la direzione che sono riuscito a tenere è sempre stata in linea con i miei sogni. Mi piace scrivere e amo il calcio: farà il giornalista sportivo. 34

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Dissi così ai miei genitori quando, dopo un mese di vagabondaggio per la Spagna in compagnia dei miei amici, mi chiesero se avessi scelto che percorso universitario intraprendere. Avevo 19 anni. Mi sono sbagliato e non poco. Perché per cercare di "lavorare" in un settore che mi piacesse mi sono poi ritrovato a sacrificare le mie passioni al lavoro. Il peggio che mi è capitato? Seguire le partite dell'Inter per lavoro, perché mi ha precluso il piacere di saltare sulla sedia ogni volta che il pallone sfiorava i pali della porta avversaria e urlare come un pazzo a ogni rete dei miei beniamini. Ho imparato che le proprie passioni vanno alimentate in maniera autonoma. Se avessi iniziato ad affidare i miei pensieri sul tema a un blog personale oggi probabilmente sarei pagato per continuare a farlo. Non è presunzione, visto che poi mi hanno retribuito per qualcosa di non troppo diverso. Se avessi coltivato una mia passione senza offrirla in cambio per uno stipendio, oggi sarei pagato non per lavorare, ma per continuare a seguire la mia passione. È la strada su cui mi sto avventurando ora, strutturando dei margini che mi consentano di fare spazio per realizzare i miei sogni. Così, dopo aver lavorato come giornalista freelance prima e dipendente poi, ho finalmente iniziato a scrivere per i fatti miei. Ho in programma un altro ebook e un libro entro la fine 35

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dell’anno. Leggendo quello che scrivo, un editore si è appassionato e mi ha proposto di pubblicare con lui. Vediamo come va. In ogni caso, è un piccolo passo verso la realizzazione del mio sogno.

Tutte queste riflessioni che ti ho condiviso ti diventeranno chiare solo quando riuscirai a definire a priori il tuo successo. Mi piace riprendere una formula proposta da David Allen in Getting Things Done e sfruttarla allo scopo. Quello che sto facendo io ora, e che ti consiglio, è scindere la coscienza, che osserva, dall'essere, che esegue. Immagina di paracadutarti sulla tua vita dall'alto di un aeroplano, calando lentamente sulle cose di tutti i giorni. A 50.000 piedi di altezza vedi te stesso nel mondo: qual è il tuo ruolo? E invece, dove avresti voluto essere? Come vuoi essere percepito dagli altri? Come vorresti venire ricordato al tuo funerale? Qual è l’eredità che lasci ai tuoi cari? E a noi? A 40.000 piedi devi capire quali sono le operazioni da compiere per spostare il tuo Io da dove si trova e farlo arrivare là dove lo vorresti vedere al fischio finale. A 30.000 piedi vedi tutto da più vicino e sei in grado di cominciare a pianificare, individuando la strada da percorrere per arrivare dove ti sei visto prima. Ti sarà 36

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più facile se avrai provato in precedenza l'esercizio di connettere i puntini. A 20.000 piedi cominci a perdere la visione d'insieme, ma se te la sei chiarita prima ora puoi concentrarti sul pezzo di strada che hai sotto le scarpe, progettando il tragitto da seguire per arrivare al prossimo puntino, distante quanto vuoi, dai cinque ai dieci anni. A 10.000 piedi si tratta di definire meglio il tratto da macinare nei prossimi anni, quello che hai davanti a te. Una volta atterrato, devi solo concentrarti sui passi che stai compiendo, perché il percorso da seguire dovrebbe oramai esserti chiaro. Puoi cominciare a vivere il tuo sogno.

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BREVE GUIDA PRATICA

In base alla mia esperienza, ci sono almeno due modi che funzionano per definire la strada da percorrere. Sono la meditazione mindfulness e il journaling. Con meditazione non intendo una pratica ascetica per raggiungere lo stato supremo, ma l'atto del continuo pensare esclusivamente a quello che vuoi raggiungere. Individuando soprattutto le cose a cui dire no per arrivare alla meta. Esattamente come nella meditazione il focus sul tuo respiro ti riporta alla concentrazione, così nella vita devi trovare il punto fermo a cui tornare quando altri pensieri ti distraggono. Il tuo core business, se vuoi. Un esercizio facile e però molto molto utile è cominciare con l'elenco delle cose futili che fai ogni giorno. Tutte le volte che accendi la TV per vedere quello che c’è, per esempio, stai solo sprecando il tuo tempo, perché non hai deciso di guardare una qualche trasmis38

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sione per un tuo interesse personale, ma la tua unica decisione è stata quella di spegnere il cervello. Elisha Goldstein, autore di The Now Effect, definisce la meditazione come il risultato di mettere da parte del tempo intenzionalmente per fare qualcosa di buono per se stessi. Esempi tipici sono l'esercizio fisico finalizzato a schiarirsi le idee, l'ascolto della musica per rilassarsi e la preghiera come cura della propria anima. La mindfulness è un tipo di meditazione che deriva da un incrocio fra Buddismo, Zen e Yoga e che sostanzialmente significa essere attenti. Ci sono due dimensioni della mindfulness: informale, cioè attenzione a quello che stai vivendo, e formale, attenzione a qualunque cosa accada qui e ora. Lo scopo di quest'ultima pratica è renderti consapevole del peso delle cose, per riuscire a fare un passo indietro e agire intenzionalmente in ogni momento della tua vita, anziché reagire a quello che accade. Quanto tempo passi ogni giorno ad ascoltare te stesso? Probabilmente molto meno di quello dedicato agli altri, ma quando il tuo Sé si dedica al tuo Io impari non solo a conoscere meglio te stesso, ma anche a comprendere meglio chi ti sta attorno. Meditare ti aiuta ad ascoltare il tuo corpo e la tua mente, focalizzandoti sul momento che stai vivendo e tralasciando passato e futuro. La meditazione mindfulness ti guida a concentrarti su di te spazzando via ogni giudizio e distaccandoti dalla 39

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realtà così da poterla esaminare e vivere con maggiore chiarezza. I benefici di questa attività sono essenzialmente due: gestire e ridurre i momenti di sofferenza di cui scoprirai essere costellati i tuoi sogni, e creare nuove prospettive di osservazione e comprensione di quello che stai vivendo.

Per avventurarmi nella meditazione ho trovato molto utili l'app di Calm.com e la corsa. Calm ti aiuta a concentrarti su te stesso un problema alla volta. Quando sei concentrato puoi cominciare a ragionare sulla strada da percorrere. Il trucco è tenerti aggrappato al respiro come strumento per ritornare a te stesso quando la mente inizia a divagare. Partire da una forma di meditazione ti aiuta sotto due aspetti: innanzitutto ti consente di trovare il tempo per pensare, rilassandoti, e in secondo luogo ti permette di individuare uno spazio-tempo specifico per le tue riflessioni. Prima di concentrarti sul tuo sogno devi però imparare a concentrarti. Ti ci vorrà su per giù un mesetto, ma i benefici saranno evidenti in qualche giorno. Per me è stato così: imparando a meditare, mi sono ricordato come si fa a sognare. Correre, camminare o fare comunque esercizio fisico, meglio se all'aperto, ti aiuta a liberare la mente. La maggior parte delle attività sportive infatti si basa sul 40

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meccanismo dell’abitudine, articolato in innesco, lavoro effettuato con il pilota automatico e premio. Quando corri il tuo cervello ordina al tuo corpo di compiere un certo tipo di operazioni in sequenza, senza che tu ti debba preoccupare di pensarle. In quel momento la sua parte creativa prende il controllo. Decidi il problema a cui devi trovare una soluzione o la domanda a cui vuoi rispondere e mettiti a correre. L'ho provato più volte e per me questo è oramai divenuto uno strumento essenziale per pianificare le mie attività. La corsa offre anche altri vantaggi. Oltre a tutta una serie di benefici fisici, correre stimola la produzione di ormoni ed endorfine che aiutano a ridurre la depressione, regolarizzare il ritmo sonno-sveglia, migliorare l'umore, e innalzare la percezione della soglia del dolore riducendo di conseguenza gli effetti negativi della tensione nervosa.

In italiano journaling si tradurrebbe "tenere un diario", ma traducendo il termine mi pare di perderne l'aspetto più profondo. Costringendoti a dare forma al tuo sogno, ti ritroverai ad aver maggiormente a che fare con i tuoi pensieri, ad analizzarli nel profondo e a metterli a nudo. Scrivere stimola la parte creativa del tuo cervello in maniera più o meno inconscia. Rileggere quanto hai scritto ti aiuta a comprendere meglio il tuo approccio a 41

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un determinato tema, così da rielaborarlo e approfondirlo, risolvendo i problemi che incontri in maniera più efficace. Inoltre, tenere un diario aiuta a ridurre lo stress ed è usato anche come strumento di cura della depressione.

Non ho alcun titolo per indicarti la strada, ma ho provato a buttare giù una mappa, partendo dalla mia esperienza. Si comincia di lunedì. Ci vuole una settimana. Appena sveglio, esci per una passeggiata o corsa di almeno mezz'ora. L'obiettivo di questa attività è riscoprire i tuoi sogni. Inizia a osservare la tua vita da 50.000 piedi di altezza fino ad arrivare al suolo. Durante la giornata trova dieci minuti per meditare utilizzando Calm. Si tratta di un esercizio fisico che ti aiuterà a concentrarti su te stesso. Non tralasciare questa parte. Se la prendi come abitudine, diverrà estremamente utile. Puoi pianificare la tua attività in modo da farlo la sera o la mattina, prima del journaling. Alla sera, o al mattino stesso, prenditi mezz'ora per scrivere quello che hai pensato durante la corsa e la meditazione. Scrivi senza preoccuparti né della forma né del contenuto. 42

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Scrivi liberamente, lo stai facendo per te e per nessun altro. Segnati anche come hai speso la giornata, che poi ti ci fai i conti con l’equazione temporale del successo. Il sesto giorno riposati. Queste attività ti mancheranno e tornerai con piacere a svolgerle. Domenica è il giorno dedicato alla rilettura di quello che hai scritto. Ancora una volta, non preoccuparti della forma né di altro. Leggi per conoscere i tuoi sogni. Prendi appunti, se ti viene in mente qualche accorgimento da compiere. Saranno un ottimo punto di partenza per le tue prossime corse, meditazioni e scritture.

Qual è il tuo sogno? Se sei arrivato fin qui è perché hai dentro di te un sogno da realizzare. Può essere un hobby, come imparare a suonare uno strumento musicale. Puoi voler scrivere un blog, diventare un maratoneta, crearti un'attività tua... Non importa cosa sogni tutte le notti, ma è fondamentale che non te lo dimentichi quando ti svegli. Se inizierai a correre, meditare e scrivere, ti ritroverai presto pieno di pensieri, progetti e sogni. Concentrati sui sogni. Prendine uno. Scegli il più difficile, quello che richiede più tempo. E comincia a realizzarlo. Trova 43

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del tempo, ogni giorno, per compiere un passo in avanti. Anche piccolo, ma fallo. Le cose cambiano con il tempo, ma non è il tempo a realizzare i tuoi sogni. Ora chiudi gli occhi un attimo. Fregatene di dove ti trovi. Chiudi gli occhi, immagina come sarebbe la tua vita se riuscissi a vivere quel sogno che hai scelto. Ecco, magari non sarà così, magari non ci riuscirai come te lo sei immaginato. Se però oggi farai un passo in quella direzione, sarai più vicino a vivere il tuo sogno. E se lo farai anche domani, e dopodomani, e ogni giorno della tua vita, prima o poi magari ce la farai per davvero. Io credo proprio che tu possa farcela. Qualunque cosa ti serva, cercala e la troverai.

E comunque non importa quanto ci vuole e se ci riesci o meno. Vivere un sogno è straordinario anche se non arrivi mai in fondo e anche se il sogno a un certo punto cambia. Magari ti sembra rischioso o magari ti senti troppo vecchio o ancora provarci ti può parere un’idiozia, ma se non abbracci l’incoscienza di quando eri bambino e non inizi a sognare per vivere, allora prima o poi ti ritroverai a sognare di vivere. In bocca al lupo e... Buoni sogni! Silvio 44

POSTFAZIONE

Il seguente passo è tratto dalla poesia Itaca, di Costantino Kavafis. […] Itaca ti ha dato il bel viaggio, senza di lei mai ti saresti messo sulla strada: che cos’altro ti aspetti? E se la trovi povera, non per questo Itaca ti avrà deluso. Fatto ormai savio, con tutta la tua esperienza addosso già tu avrai capito ciò che Itaca vuole significare.

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NOTE

1. Sognare 1. La definizione di sogno utilizzata qui l'ho presa dall'Enciclopedia Treccani.

5. Fai. Spazio. Per te 1. Il quadro di riferimento per il diritto spaziale internazionale è stato istituito dal Trattato sullo spazio extra-atmosferico, approvato dalle Nazioni Unite nel 1967.

6. L'equazione temporale del successo 1. Tecnicamente, invecchiando dovresti avere meno bisogno di dormire, ma in questa media possiamo includere i riposini che prima o poi inevitabilmente ti ritroverai a compiere.

7. Scoprire i propri sogni 1. Ora io non sono né filosofo né psicologo, quindi qui ho cercato di darti una semplice idea della differenza fra Sé e Io come allenatore e giocatore della tua vita.

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L’AUTORE

Silvio Gulizia è marito e padre di due bambini. Lavora come giornalista dal 1996 ed è professionista dal 2007. Ha scritto e lavorato, come redattore, responsabile di servizio e coordinatore della redazione, per diverse testate, cartacee fino al 2010 e poi quasi esclusivamente online. I suoi articoli sono apparsi in magazine, blog e giornali come Wired, Huffington Post e La Repubblica. Attualmente, è responsabile della comunicazione del fondo di venture capital Pi Campus e scrive saltuariamente su alcuni magazine online. Dal 2016 pubblica una newsletter settimanale contenente riflessioni e strategie per discernere ciò che è davvero importante da quanto è superfluo e imparare ad agire per ottenerlo. Da questa è nato prima il sito vivereintenzionalmente.com e poi l’omonimo libro, Vivere intenzionalmente - Semplici pratiche per rimanere connessi con i propri perché.

DELLO STESSO AUTORE

Vivere intenzionalmente - Semplici pratiche per rimanere connessi con i propri perché In questo libro sono raccolte pratiche per rimuovere gli ostacoli con i quali la società della distrazione ci impedisce di vivere appieno la nostra vita, così da non finire più le giornate ripetendo non ho avuto tempo per qualcosa che invece era, è, per noi importante. La Sfida di Vivere intenzionalmente Corso via email per chi vuole sviluppare una maggior consapevolezza di se stesso, imparare a rimanere concentrato su ciò che gli interessa davvero e allineare le proprie azioni con i propri obiettivi. La pratica Questo libro fornisce a chi vorrebbe meditare, ma non riesce a trovare la concentrazione o il tempo per farlo, le informazioni necessarie per comprendere questa pratica millenaria e superare le difficoltà che si incontrano, così da trasformarla in una routine quotidiana per vivere intenzionalmente. (In uscita ad Agosto 2019) Il manifesto dei coltivatori di sogni Un breve testo per chi ha ancora un sogno rinchiuso in un

cassetto e si continua a domandare se riuscirà mai a realizzarlo. Idea, sogna, crea Un breve ebook per definire alcuni dettagli essenziali prima di iniziare a lavorare a un progetto personale. Contiene anche indicazioni pratiche per costruire la piattaforma necessaria.