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Italian Pages 177 [181] Year 1969
Lecture Notes in Mathematics A collection of informal reports and seminars Edited by A. Dold, Heidelberg and B. Eckmann, Z0rich
101 G. P. Szeg6 9 G. Treccani Universitb degli Studi di Milano, Milano, Italy
Semigruppi di Trasformazioni Multivoche
$ Springer-Verlag Berlin. Heidelberg. New York 1969
PREFAZIONE
Questa mpnografia
~ dedicata
di trasformazioni
multivoche,
senza unicit~. stemazione
Questo
astratta
rie con soluzioni
allo
dei semigruppi
ossia di sistemi
studio
dells
studio
fra l'altro
equazioni
estendibili
dinamici
fornisce
una si-
differenziali
ordina-
sull'intera
retta reale,
ma senza unicit~. A1 lettors
pub essere
dei sistemi
dinamici
ze fra questi ma questa
una conoscenza
ordinari
ed i semigruppi
per apprezzare
I risultati
le differenmultivoche,
alia com~rensione
qua presentati.
presentati
col Prof.
mo per gli utili Questo lavoro
della teoria
di trasformazioni
conoscenza non ~ essenziale
dei risultati
Bhatia
utile
sono
stati discussi
E. Roxin e col Prof. suggerimenti
col Prof.N.P.
J. Yorke ringrazia-
e discussioni.
~ svolto nell'ambito
del C.N.R.,
comitato
per le scienze matematiche.
Gli autori.
INDICE
Oo
INTRODUZI ONE ........................................
1
1.
I S I S T E M I D I N A M I C I G E N E R A T I DA U N ' E Q U A Z I O N E A U T O N O M A .
7
2.
SISTEMI
3.
SEMIGRUPPI DINAMIOI
.
ORDINARI ...........................
DI T R A S F O R M A Z I O N I
GENERALIZZATI
MULTIVOCHE
20
IN UN S I S T E M A
GENERALI ZZATO ..............................
IL SISTEMA DINAMICO GENERALIZZATO
12
0 SISTEMI
0 SENZA U N I O I T A ' . D E F I N I Z I O N I . .
I L C O N O DI T R A I E T T O R I E E LE T R A I E T T O R I E DINAMICO
.
DINAMICI
26
GENERATO DALLA
E Q U A Z I O N E A U T O N O M A ~ = g(x) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
55
INVARIANZA .........................................
#0
7.
INSIEMI
Zl.6
8.
~ROLONGAZIONI
9.
INSIEMI MINIMI .....................................
'75
10.
S T A B I L I T A ' DEGLI
INSIEMI
CON[PATTI . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
'76
11.
A T T R A Z I ONE DEGLI
INSIEMI
COMPATTI ..................
81
12.
STABILITA'
13.
OLASSIFICAZIONE
o
L I M I T E . . ...... ... ..... E INSIEMI
ASINTOTICA
L I M I T E P R O P O R Z I O N A L I ........
DEGLI
INSIEMI
CON[PATTI . . . . . . .
DEL F L U S S O N E L L ' I N T O R N O
65
88
DI UN I N S I E M E
COMPATTO F O R T E M E N T E I N V A R I ~ N T E . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
95
14.
FUNZIONI
97
15 9
RI SULTATI L O C A L I . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
106
16.
TEOREMI
DI E S T E N S I O N E . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
115
17.
S T R U T T U R A D E L L E C U R V E DI L I V E L L O . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
122
DI L I A P U N O V P E R F L U S S I
SENZA U N I C I T A ' ......
VI
18.
CONDIZIONI CON LE D E R I V A T E S E M I D E F I N I T E . . . . . . . . . . . . . . .
135
19.
TEOREMI
DEL TIP0 DI R O L L E . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
149
20.
APPE~DICE .............................................
158
BIBLIOGRAFIA.. .............................................
165
1-
0.1
~ZIO~E 0 0.1
INTRODUZIONE.
I~ teoria matematiea fine del 17 ~ secoIo Poioh~
la legge
ferenziale
fra "forze"
trasformate
di Newton
costituiti
in sistemi
9
di tipo dif-
si possono
costrui m
si applica,
da equazioni
dei
differenzia-
che possono
di equazioni
verso la
9 Lie~itz.
un legame
di Newton
di un certo ordine,
essere
differenziali
del
ordine.
Per due secoli
il maggiore
mi fu la rieerca differenziali. equazioni
I risultati
to nel secolo
scorso
esplicite
furono
della
delle
equazioni
scarsi perch~ poche
integrate
differenziali.
La teoria moderna ziata quasi
essere
il problema
equazioni
lavoro nella teoria dei siste-
di soluzioni
potevano
ch~ si pose delle
~ cominoiata
e "posizioni"
cui la legge
matematici
li ordinarie
primo
con i lavori
di Newton esprime
re per i sistemi modelli
dei sistemi
esplicitamente,
esistenza
sic-
di soluzioni
Questo problema
fu risol-
da Cauchy.
delle equazioni
simultaneamente
differenziali
da A.M.Liapunov
fu ini-
e da H.Poin-
car~. L'idea generale
comune
ai loro lavori
~ quella
di studia-
-2-
re il comportamento
O.2
qualitativo ossia le propriet~ generali
godute dalle soluzioni di equazioni differenziali
senza ri-
cercarne esplicitamente la soluzione. Tuttavia il concetto di propriet~
qualitativa ~ differente
nei lavori di Liapunov e di Poincar~. Le propriet~ qualitative considerate da Poincar~ carattere essenzialmente
topologico,
mentre la propriet~
qualitativa studiata da Liapunov ~ la stabilitY, originariamente meccanico,
sono di
concetto
derivato da quello di Lagrange.
In realt~ in questo ultimo mezzo secolo si ~ riusciti ad unificare
questi contributi
sistemi dinamici astratti,
in una teoria unica,
quella dei
che pub in questo senso definir-
si come una analisi topologica delle propriet& qualitative dei sistemi,
e quindi anche della stabilitY.
In questa teoria il punto di vista assiomatico, largo spazio in questo lavoro,
~ importante,
perch~ il con-
cetto di sistema dinamico astratto ha acquistato di modello matematico to da certi parametri, relazions
di un sistema meccanico non necessariamente
differenziale,
cui daremo
il valore
caratterizza-
legati da una
la cui evoluzione temoorale soddi-
sfa ad un ristretto numero di postulati. Indubbiamente
il concetto di sistema dinamico con unicit~,
cui accenneremo,
~ il pih ricco di significato fisico;
tut-
-3-
o.3
tavia per alcune applicazioni di carattere geometrico pig utile il concetto di sistema dinamico senza unicit~, che noi svilupperemo,
e che rappresenta una generalizzazio-
ne del primo. Anche il concetto di stabilitY, originario di Liapunov, logico:
pur derivando da quello
ha acquistato un significato topo-
stabilit~ ed attrazione vengono,
sistemi dinamici astratti, di un opportuno
riferite ad un generico i n s i e m e
spazio topologico,
priet~ geometriche
nella teoria dei
ed appaiono come pro-
delle traiettorie del sistema nell'in-
torno di quell'insieme. Liapunov non si limit~ a definire i concetti di stabilit~ ed attrazione, di Liapunov)
ma propose un metodo
per decidere,
senza integrare esplicitamente
una equazione differenziale, possedessero
(il "secondo metodo"
se certe particolari
soluzioni
o no determinate propriet~ di stabilitY.
Questo metodo ~ fondato sulla costruzione di opportune funzioni reali,
dette funzioni di Liapunov le cui superfi-
ci di livello hanno certe propriet~ topologiche.
Dall'esi-
stenza di queste funzioni seguono le propriet~ di stabilit~ volute.
-4-
0.4
In questo lavoro verr~ sviluppata una teoria dei sistemi dimamici da un punto di vista strettamente geometrico: il sistema dinamico astratto viene studiato come gruppo monoparametrico di trasformazioni di uno spazio metrico in sA e la teoria della stabilit~ come analisi delle propriet~ topologiche delle ipersuperfici di livello di opportune fuazioni reali. Nella prima sezione di questo lavoro ~ esposto un breve riepilogo delle condizioni sufficienti perch~ l'equazio@
ne vettoriale autonoma x = g(x) abbia soluzioni che generano ua gruppo di trasformazioni univoche o multivo che dello spazio R
n
in s~.
Nella seconda sezione riassumeremo molto brevemente i principali concetti della teoria dei sistemi dinamici ordinari, cio~ dei gruppi ds trasformazioni univoche, per quella parte almeno che interessa la teoria topologica della stabilitA degli insiemi compatti. Nelle sezioni successive viene esposta una teoria originale dei semigruppi di trasformazioni multivoche e viene sviluppata la teoria topologioa della stabilit~ per insiemi compatti.
-5-
O. 2
NOTAZIONI.
Elenchiamo in questo R
0.5
ora le p r i n c i p a l i
notazioni
che verranno
lavQro.
insieme
dei numeri
reali
R+
.
,,
,
,,
non n e g a t i v i
Rm
,
,,
"
"
non p o s i t i v i
Rn
spazio
X
spazio m e t r i c o
I
gruppo
i+
euclideo
a n dimensioni completo
dei h u m e r i
interi
11
I!
01
I!
non negativi
It
11
11
tl
non positivi
T
spazio
G
gruppo
Con lettere ni
usate
topologico
latine
o cono
di t r a i e t t o r i e
minuscole
si denotano
i vettori
(eccezio-
minuscole
si denotano
gli
si denotano
gli insiemi.
: t , u, v, w).
Con lettere
greche
scalari
~r&ie~orie (ecceziome ~, ~ ). C o n lettere
latine
maiuscole
e
-6-
0.6
Sia M un insieme di uno spazio topologico. M
~ la chiusura di M M
~ la frontiera di
(M) ~ l'internodi M M~N
~ l'insieme differenza di M e N
(M) ~ il complementare di insieme vuoto. Sia M c
~ spazio metrico con metrica p e s i a ~
=
x :
o
}
H (M,o() La norma di Se { xn~ r X n
x --, x G X
x 6 X , ~ xjl, A definita c o m e ~ ( x ,
x).
una successione di punti, con la notazione vogliamo scrivere che lim
Jlxn- x II = o
n~§
0.3 Bibliografia e commenti sulla Sezione O. Accenni allo sviluppo storico della teoria dei sistemi dinamici si trovano in V.V.Nemijtski~1~ e in G.D.Birkhoff ~ I ~ . Una messa a fuoco delle origini 9 della evoluzione della
,,[,?
teoria si trova in N.P.Bhatia e G.P.Szego
-7SEZIONE
1.1
I
I SISTEMI DINAMICI GENERATI DA UN'EQUAZIONE AUTOKOMA.
Purse
la teoria dei sistemi dinamici generalizza-
ti, che costituisce astratta,
l'oggetto
di questo lavoro,
cio~ non si applica necessariamente
stema descritto da un'equazione via importante,
differenziale,
per le applicazioni
ad un si~
tutta-
che ne fareme, preci-
sare sotto quali condizioni un'equazione differenziale tonoma, 1.1.1
au-
cio~ del tipo: x = g(x)
xs
n
genera un sistema dinamico ordinario o generalizzato. Diciamo soluzione della IJ.1 ogni funzione vettoriale x(t) definita per t - ~ t ~ t + tale che x(o) =x e x(t)=gCx ( t ~ per ogni t del suo intervallo di definizione. Ci occuperemo
sempre di soluzioni non prolungabili,
cio~ tali che l'intervallo reale in cui sono definite sia il pih grande possibile. Le proprist~
fondamentali
di cui pu~ godere una solu-
zione della 1.1.1 sono le seguenti: 1.2.1Esistenza.
Esiste almeno una soluzione,
riamo non prolungabile, punto x E R n.
che conside-
della 1.1.1 in un intorno de~
-8-
1.2
1.2.2 Estendibilit~. L'intervallo di definizione di ogni soluzione (non prolungabile) ~ - ~ < t
< +~.
1 9 2.3 Continuit~ rispetto ai dati iniziali. Sia A ~ R supponiamo che ~ x ~ A
n
e
ogni. soluzione x(t) sia defini-
ta almeno per a ~ t ~ b . Sia p o i l x n 3 c A e sialxn(t) I una successione di soluzioni. Allora s e x
n
-~ xE A,
esiste una soluzione x(t) tale che x n ( t ) - ~ x ( t )
uni-
formemente per a-~ t ~ b +. 1.2.4 Unicit~. La soluzione ~ unica. Come vedremo, perch~ l'insieme delle soluzioni della 1.1.1 d e f i n i s c a u n sistema dinamico generalizzato, bisogna che ciascuna soluzione goda delle propriet~ 1.2.1,1.2.2,e 1.2.3, mentre non ~ richiesta l'unicit~. Inoltre le propriet~ richieste devono essere globali, cio~ valere per tutti i punti x m R n. Invece perch~ il sistema dinamico generato dalla sia ordinario, occorre anche la propriet~
1.1.1
1,2.4.
La letteratura sulle condizioni sufficienti da imporre alla g(x) perch~ le soluzioni godano delle propriet~ enunciate ~ vastissima, a partire dai risultati di Cauchy e dal classico teorema di Peano. Un lavoro moderno e completo al riguardo ~ la memoria di A.Strauss e J. Yorke
I citata nella bibliografia.
1.3
-9-
In quella memoria le condizion• riguardano il caso pih generale di una equazione non autonoma, cio~ del tipo: x = g(x,t)
x~
R n.
Noi enunceremo senza dimostrazione i principali risultati, nel caso particolare di equazioni del tipo 1.1.1e di propriet~ globali. O
1.3.1
Sia g(x) di classe ~
in R n, cio~ g(x) sia continua
in ogni punto x c R n. Allora valgono globalmente le propriet~ di esistenza e continuit~ rispetto ~
dati iniziali.
Si osservi che non viene richiesta la derivabilit~ rispetto ai dati iniziali. 1.3.2 Esista K > o
tale che:
g(x)ll < K
II xll
~ xs
Rn
Allora tutte le soluzioni godono della propriet~ di estendibilit~. 1.3.3
Sia g(x) localmente Lip~h~ziana,
cio~ ~ x a R n esi-
sta un intorno U (x) e una costante k ~ o tale che IIg(x') -g(x")II ~ k II x' -x'ql
per x',x"~
Allora vale la propriet~ di unicit~ per ogni
U (x).
x ~ R n.
Si osservi che in questo caso k dipende da x, mentre nel caso precedente ne era indipendente. Una condizione sufficiente (evidentemente non necessa-
-
1.4
10-
ria) perch& g(x) sia localmente Lipse~i~ziana ~ che sia di classe ~I in R n, cio& che le sue componenti abbiano derivate prime continue rispetto alle variabili. Nelle applicazioni geometriche che noi faremo dei teoremi di estensione si considerer~ di frequente un'equazione differemziale del tipo = f (If grad~(x)~)
grad ~ (x)
dove ~ (x) ~ una funzione reale differenziabile
in R n
ed
f ~ funzione reale di variabile reale. Da quanto detto in precedenza segue che perch~ un'equazione di questo tipo generi un sistema dinamico generalizzato basta c h e ~ ( x )
sia di classe ~ I
in R n, c h e f
sia con-
tinua sull'asse reale e che valga una disuguaglianza del tipo:
f(ll ad (x>ll )ll ad (x>
Uxll
con k indipendente da x. Perch~ •
sistema generato sia ordinario basta •
che, oltre alle condizioni precedenti, mente differenziabile Naturalmente,
sia f ( ~ ) continua-
sull'asse reale e ~ (x) di c l a s s e ~
~ bene ancora sottolinearlo,
2.
tutte que-
ste condizioni sono sufficienti, ma non necessarie.
-
1.4 Bibliografia 9 r
ii
sulla
-
1.5
Sezione I.
I risul~ati di questa sezione 9 le relative dimostrazioni si trovano in A. Strauss 9 J. Yorke 11]" Questi autori utilizzano a loro volta opere di Coddington e Levinsonil],
-
12-
2.1
SBZlO~E 2
SISTEMI DINAMICI 0RDINARI E' utile, per comodit& di confronto, vemente le principali definizioni dei sistemi dinamici ordinari,
riassumere bre-
e concetti della teoria
o con unicit&.
Infatti la
nostra teoria dei sistemi dinamici senza unicit& rappresenta una generalizzazione
di quella, che cerca di mantenere
inalterate le principali propriet& di invarianza,
stabilit&
ed attrazione degli insiemi compatti. 2.1
DEFINIZIONE
Un sistema dinamico ordinario ~ una terna (X,R, N ) dove X ~ uno spazio metrico completo, R ~ l'insieme dei numeri reali, consider~to e ~ 2.1.1
~ una applicazione X ~ R-~X che soddisfa agli assiomi: Assioma di Identit&: (x,o)
2.1.2
come gruppo topologico additivo
x
= x
Assioma di 0meomorfismo: xEX
~E?~(x, tl), t2]= ~(x, t1+t 2) 2.1.3
Assioma di Continuit&:
~ continua. O s s i a s ~ x n l c x , l t n l C R , xn-~ x, t ~ t , ~l (xn, t n)
allora :
~-~ ~ (x,t) .
,tle t 2 @ R
.
-
13
-
2.2
Nella teoria dei sistemi dinamici ordinari re la terminologia
abbraviata
7T(x,t) ~ e analogamente, se A c R ,
:
x t
se M ~ X ,
x A =~y
Mt =I yr X; y = xt con
~ X ; y = x t
M A = ly ~ X; y = x t, con La applicazione
~
con
x~M
genera,
t~AI,
, t~A~
La transizione
2.1.5
Ii movimento
t
N VT
x~M~ e infine
.
quando si fissi una delle
due variabili x 9 t,due nuove applicazioni 2.1.4
si pub usa-
= X--~X
: R -~X
e precisamente:
cos~ definita: N t ( x ) =
E(x,t).
cos~ definito:
X
l~x(t) = L'insieme
~
(x,t).
delle transizioni
?~
t
metro t ~ un gruppo di omeomorfismi, biunivoche
e bicontinue.
evidentemente
~
-t
dipendente
cio~ di trasformazioni
La transizione
inversa di ~ t
.
Questa propriet~ ~ molto importante ni topologiche
per le applicazio-
della teoria dei sistemi dinamici ordinari.
Si osservi che non ~ necessario, ma dinamico ordinario,
per definire un siste-
che X sia uno spazio metrico:
essere soltanto uno spazio topologico.Perb qualitative
dal para-
vanno perdute
Ugual discorso
pub
molte propriet~
se non si fa quella ipotesi.
si pub fare per altre propriet~ dello
spazio X : compattezza locale e connessione
locale,
ad esem-
-
14
-
2.3
pio. E' invece importante notare che al posto della retta reale R si puS, negli assiomi 2ti, considerare un generico gruppo topologico. 2.2
DEFINIZIONE.
S e x E X la traiettoria, la semitraiettoria positiva, la semitraiettoria negativa uscenti da x sono rispettivamente gli insiemi 2.2.1
~(x) =
(x t : t ~ R 1
2.2.2
+(x) =
{x t = t CR+I
2.2.3
y-(x) =
Ix t : t a R - I
Invece dei simboli ~ , ~ - e ~+ si pomsono usare i simboli 2.3
xR, xR + e x R-.
DEFINIZIONE.
Si dice punto di equilibrio, o critico, un punto x E X tale c h e : (x)
2.4
= x
DEFINI ZI ONE.
Si dice invariante, positivamente invariante negativamente invariante un insieme M ~ X 2.4.1
~(M)
= ~
= M
2.4.2
+ (m) = m~+= 'm
2.4.3
-
(m)
= m-=
m.
tale che, rispettivamente:
-
2.4
15-
2.5 DEFINIZIONE.
Si dice insieme limite positivo di x 2.5.1
A+(x)
, xt n _.~ y
= lyg x :5 Itn~cR+,t n--~ + ~
Si dice insieme limite negativo di x 2.5.2
A-(x)
:{ys
~ { t n I C R - , tn
X l'insieme:
,-~
X l'insieme: x tn-~ y}
.
2.6 IL~FINIZI ONE. Si dice prima prolongazione positiva di x D+(x)= {y E X 2.7
:7 { tnJ C R+,~ x nJC X
xn -->x
X l'insieme:
, xn tn_ ~ y J
.
Si dice insieme limite prolongazionale positivo di x ~ X
1 'insieme: J+(x)={y~X
-.3{tn~CR + ,{xn~cx , xn-~x , tn-~+~;
Xntn --~ y 2.8
.
Riportiamo o r a i principali risultati sulla stabilit&
degli insiemi compatti. Per tali insiemi il concetto di stabilit& e quello di stabilit& uniforme vengono a coincidere. 2.9
DEFINIZIONE. Si dice che Mr-X, compatto, ~(uniformemente)positiva-
mente (negativamente) stabile se per ogni intorno U (~) si pub determinare un intorno V(U) tale che, rispettivamente 2.9.1
~ +(V) C U Si dice the ~ c X ~
,
~ -(V)C
U.
&nmtabile se non ~ stabile.
-
2.10
2.5
16-
§
Si dice regione di attrazione debole
di un insieme compatto M C X 2.10.I
I y~X
: ^+(y)
A ~ (M)
l'insieme:
~
, ^+(y) D M At(M) di un insieme
Hi dice regione di attrazione compatto M C X l'insieme :
2.10.2 { y~
X :
A+(y) ~ " ,
4+
(y) c
Si dice regione di attrazione uniforme A + (M) di un insieme compatto
M C X l'insieme:
U
2.10.3(yEX:J+(y) 2.10.4
~ ,
Si dice che M C X
J+(y)~M} compatto ~ un attrattore debole
§
se A ~ ( M ) 2.10.5
~ un interne di M.
Si dice che M C X
compatto ~ un attrattore
se A + (M) ~ un interne di M. 2.10.6
Si dice che M C X
compatto ~ un attrattore uniforme
se A +u (M) ~ un interne di M. 2.10.7
Se M ~ X
compatto ~ un attrattore uniforme ~ un at-
trattore, se ~ un attrattere ~ un attrattore debele. Si noti che un attrattore uniforme M C X
pub essere tale
che Au(M) C A(M) e non sia Au(M) = A(M). 2.11
DEFINIZIONE. Si dice che M C X ~ positivamen~e asimteticamemte sta-
bile me
~ positivamemte stabile e d ~ um at~rattere positive.
-
Si dice che M d X
17
2.6
-
A nega~ivamente asimtetieameR~e sta-
bile se ~ negativamente stabile ed ~ un attrattore negativo. Assumiamo che X sia localmente compatto. 2.12
TEOREMA. MCX
2.1 3
solo se D+(M)=M.
TEOREMA. M cX
see
eompatto ~ pos. stabile s e e
compatto ~ positivamente asintoticamente stabile
solo se M ~ positivamente invariante ed ~ un attrattore
uniforme. 2.1 4 TEOREMA. Sia M C X compatto un attrattore. Allora il contorno della sua regione di attrazione ~ invariante. 2.1 5 PUNZIONI DI LIAPUNOV. Si dicono funzioni di Liapunov per il flusso generato dall'equazione autonoma x = g(x), le funzioni reali ~ (x) e ~
(x), definite in un intorno N(M) di un insieme compat-
to M CX,
ii)
iii)
che godono delle proprietY:
= j k J k
J(/(x, tk)- )~(x,o)
Allora:
(tk)= J(tk).
, g (x)]
tk
~[(~k(x,[ tk) - (D(x,
t k)
tk
tk
+
.
][
ll6~x:~[to (x, tk), 60 (x,t k) + ~ tk~[
~
o tale che:
M2 =,O"
e quindi, a maggior ragione:
S (G1,s Percib f(x,t) = G l U G 2 stulato
3.2.1
G2 = ,,~ non sarebbe connesso, contro il po-
Q.E.D.
-
44
6.5
-
Analoga dimostrazione vale per invarianza negativa e per l'invarianza. 6.9
COROLLARI0 Se M chiuso, debolmente positivamente invariante e sia
~(M)
pure debolmente positivamente invariante. Allora B
M
debolmente positivamente invariante. 6.10
COROLLARIO Se M ~ fortemente invariante, ~ M ~ debolmente invarian-
te. Dimostrazione: Se M ~ fortemente invariante, evidentemente (M) ~ debolmente invariante, quindi tanto M
che ~ ( M )
sono debolmente invarianti. Ora essendo M U ~(M) =X fortemente invariante ed essendo ~ M = M ~ 6.11
~-~),
dal teorema 6.8
segue l'asserto.
OSSERVAZIONI ll teorema 6.6
(e quindi anche
6.5
~ valido an-
che per Roxin 5 ~ Perch~ valga il teorema
6.8
~ necessario invece che
f (x,t) sia connesso: perci6 abbiamo aggiunto la connessione a• postulati che definiscono il sistema dinamico generalizzato.
-
45
-
6.6
Eorke dimostra questo teorema, per il sistema generato dalla 3.1.1
facendo uso del concetto di sottotangenzialitA:
in questo modo il teorema di Kneser diviene un corollario. Noi occupandoci del sistema dinamico in modo astratto, non legato ad una equazione differenziale, l'invarianza alla sottotangenzialit~
non vogliamo legare
e pertanto dobbiamo
postulare la tesi del teorema di Kneser. I1 corollario
6.9
~ piuttosto importante nello
studio delle propriet~ dells regioni di attrazione di attrattori compatti. A questo riguardo ha minore importanza il corollario
6.9
; infatti,
come si vedr~, la regione
di attrazione di un attrattore compatto e un insieme fortemente positivamente fortemente
invariante,
ma non, necessariamente,
invariante.
6.12 Bibliografia e commenti sulla Sezione 6.
I concetti di invarianza debole e forte sono discussi da tutti gli autori the hanno scritto sulle trasformazioni multivoche.
Tra questi si veda Roxin ~11
In particolare per trasformazioni differsnziali,
@
generate da equazioni
il concetto di invarianza debole ~ equiva-
lente a quello di
II
sottotangenzialit~
II
discusso da J.A.Yorke E2 ~ 9
-
46
-
7.1
SEZIONE 7
INSIEMI LIMITE
7.1
N RoDuzIo E con
ESE
IO.
Sia Barbashin[1]ehe Yorke[1,2] definiscono l'insieme limite di una traiettoria. Yorke definisce anche l'insieme limite, di un insieme di traiettorie e l'insieme limite di un punto. Secondo la definizione di Yorke, perch~ l'insieme limite di un punto x E X non sia vuotoT basta che esista ~n(x,R)}
e ItnlcR + , t n -~ + ~ , t a l i
cheyn(x, t n ) ~ y e 5.
L'osservazione fondamentale che noi facciamo ~ questa: delle traiettorie uscenti da un certo punto, alcune possono avere classe limite vuota e altre no. Diciamo che una traiettoria~(x,R)
ha classe limite
non vuota se esiste{t n } ~ R +, tn--~ +~tale che ~ ( x , t n) convergente. Per illustrare questo fatto ci appoggeremo ad un esempio monodimensionale
(X=R) molto semplice. Quello citato
di Sell non ~ adatto allo scopo, perch~ in realt~ definisce un semisistema dinamico (vedi Roxin[1]e Bhatia[1~ ). Consideriamo pertanto l'equazione differenziale: 7.1.1
x = x 2/3
x reale.
Le soluzioni passanti per l'origine sono :
-
I
O,
47
7.2
-
per o ~ t
(t 1
(t-tl)3,per t l ~ t < + ~
7.1.2
27
'~(o,t)= 0,
per ~
(t-t2)3,per
t~o -~o o tale che per ogni n abbastanza grande S(y,~ ) ~ X ( x , tn)= ~
e che quin-
(tn~ T),
,il che ~ assurdo se ~(x, tn)-~ y .
Dimostriamo ora che se A+(x)=~secondo la 7.5 , A+(x) = ~ s e c o n d o la 7.4 7.4
) Per ogni traiettoria
Fissato k esiste I tn]k' tkn~ k --~
§
~
intero positivo, yEUX(x,t) per ogni n tale che
e dunque
X(x, tk)-~y per
.
Ora fissato ~ V
~(x,R) esiste un punic y ~ X
U ~ (x,t)" t~u
~OR +
tale che y~
n
Sia A+(x) ~ ( d e f i n i z i o n e
I k
, si pub determinare n tale che,
n,m ~n, sia simultaneamente. X (x,t),
k
'
~
(x'tkn)'
(x,t~) 4 k
Prendendo come sottosuccessione dilt~quella che ha come ( E)
52
-
7.7
-
primo elemento n, le due disuguaglianze valgono per ogni n, m e k. Dunque: ~(x,
k yl.< tk), P{ 2 k
Dunque Percib
--~
n ~(x, tk), ')(/(x'tk)I + ~ I
~ (x'tk)' Y)
o per k -~ + ~ .
(x,t)-~y, m a t k > k e dunque tk--~ + ~ . /~+(x)#~(definizione
7.5 ~ essendo
~(x,R) arbi-
traria. Ne deduciamo che /~+(x)
=~(definizione
solo se A+(x) = ~ (definizione Sia ora A + (x) J ~ ,
7.4 )see
7.5 ).
e vediamo che le due definizioni
sono equivalent• $ia ~n(x, tn)--~y,
n(x, o) = x, tn - ~ e
supponiamo
per assurdo che sia : y/
~R+ ~
~ ~ ( x , o ) =x
U t~
~ (x,t)
Allora esiste T > o tale che :
C; YlX(x,oU =x t~,~ Sia
(x,t)
{ n] n z C X una qualunque suceessione tale che z -~ y .
Non pub es~ere allora :
c.
G
I zn) ")((x,o) =x
e quindi non possono esistere (t n) ~T zn= ~n(x,t n) ;
(x,t)t
U
t ~T
dunque non pub e s s e r e
n
e '~' (x,R) tali che ( x , t n}
~ y,
53
-
yc
contro l'ipotesi. Percib
+
~r Viceversa sia
yE
+
Tr R
7.8
-
U ~ (x,o):x
U X(x,~
U t~K
U tT,
Fissato k intero positivo, deve essere y ~ ~(x,o)=x
Percib esiste
{Zk}C~(x~U)=x
t~.k~(x't) tale che Zk -~y per
n - - ~ + ~ .Allora si ha : zkn =
nk (x'tk);
n
tk
>i k, ~ n
Col ragionamento usato in precedenza si trova c h e l a successione diagonale{ tk} ~ tale che per k_~+oo.
7.6
e ~ kk (x, tk)_~ yeX Q.E.D.
OSSERVAZIONE Se ~+(x) / ~
7.5
tk~ +~
,la definizione che risulta dal teorema
~ quella di Yorke: la
7.4
ne ~ una versione pura-
mente geometrica, non legata ad una equazione dif~renziale. 7.7
OSSERVAZIONE La condizione necessaria ~ sufficiente p e r c h ~ A + ( x ) ~
che ogni traiettoria uscente da x abbia classe limite non vuota, cio~ esista t n - , + ~ o tale che (~(x, t n ~
una succes-
sione convergente. n +(x) non ~ perb l'unione di queste classi limite (l'unione di infini~insiemi chiusi pub essere aperta), m a n e contiene la chiusura. Vale infatti il seguente teorema.
-
7 98
54
-
7.9
TEORE~A Be h+(x) )~)0" ,A+(x) = ~ R
+ T
x,
Dimostrazione. 8eA+(x)% ~
,dalla dimostrazione del teo-
r ema
s
7.5
~ evidente chey
U ~(x,o)=x
TC) e R + UX(x,t) t~
se e solo se esitono ~(x,R) e tn--~ +ootali che ~(x, tn)-~YCon il solito procedimento della successione diagonale ~ facile vedere che, essendo, { y ~ X ; 3 ~{
~ (x,R), tn-~ +~; X (x, tn) --~ Y~
y ~ X;~if(x,R))
C
, --~ +~; ( x , t n)--~ y , tn ~m 1
l'insieme al primo membro ~ ugaale a quella al secondo membro a
~R+
f
(x,t)
, quindi:
(x,t) ~(x,o)=x
~s §
t ~,~
T~ R +
7.90SSERVAZIONE
Un esempio molto semplice chiarirh che pub essere A+(x) =
Si consideri l'esempio all'inizio del capitolo, modificato in modo che ciascuna ~(o,t) converga ad I (per difetto) per t---~+~.
55 E' chiaro c h . ~ ( o )
7.10
- [ 0 , 1 ] ,~ compatto, mentre l ' t m i o n e
delle classi limite delle Craiettorie uscenti dall'origine ~ eostituita dai pumti 0 9 1, che ~ un insieme ehiuso 9 non connesso. X(O,tj
tI
7 9 10
t
OSSERVAZ IONE
La definizione :
quella che formalmente generalizza la definizione valida per i sistemi dinamici ordinari. Come gi~ si ~ detto,
la differenza notevole tra i si-
stem• ordinari e generalizzati "all'infinito"
sta nel diverso comportamento
delle traiettorie uscenti da un medesimo Dun-
to.
7.11
TEOREMA +
A
(x) ~ chiuso e debolmente
Dimostrazione.
Supponiamo
invariante.
A+(x) %
~
,altrimenti la tesi
banale. Che A+(x)
sia chiuso ~ evidente,
essendo l'intersezione
-
56
7.11
-
di insiemi chiusi. Sia ora
n
yEA+(x)e
sia ~ X n
(x,t)->y con t n - ~ + ~ . S i a Poniamo zn
~
(x,R) I tale che R arbitrario.
= ~n(x, tm) e C0 n( zn, t) = ~ n( x, tn+t)
per ogni t E R .Per il teorema BoB~ toria uscente da zn , ed ~ n Allora S ---~ ~
m
~
m (y,R) tale che (AJm(zl T )
I ~ m ( zm ,R)
(x, ~C ) dove
m
(zn, o) = zn --~ y .
una traiettoria
successions dil COn
zn ,R) ~ una traiet-
~ una opportuna sotto-
(zn'R)l" Si ha dunque :
(z ,~) =
~m
m
(x, t
+~)~-~ @ (y ,~)
Ora si pub scegliere la I tnl iniziale in modo che tm--~ + ~ : m anche t +T --~+~ e perci6 ~ (y,~C) E ~+(x). Ne deduciamo che per ogni e quindi, per la condizione
t, f (y,t) ~
Q.E.D. TEOREMA
Se
A +(x) ~ compatto, ~ connesso.
Dimostrazione. Fissiamo
~ ~ o arbitrario; lo spazio X
localmente compatto, sicch~ S IA+(x),~ Essendo esiste T~ T~
,
3.5.4 , ~+(x) ~ debolmente in-
variants. 7.12
~ +(x)~ ~
A +(x) ~ ~
tn-~ + ~@ tale che = Sup
t
~
compatto.
,fissata arbitrariamente ~(x,t n)
tale chs
~ finito, perch~ se fosse T
~
~ (x,R),
--~ y~ ~+(x). Diciamo: (x,t)
= + ~,
~
H ~A +(x),~J
esisterebbe tn--~ + ~
57
-
patto, e perci~ esisterebbe X(x,t n)
--~
y'
p
y ~ H [
assurdo
Ancora se fosse T =
,che ~ com-
A + (x),gJ
tale che
9
Dunque, per ogn• t >/ T X 0ra poniamo T = Sup X(x, o)=x
7 . 1 2
A § (x) , r.. "~
~(x,t "n) E H [
tale che
-
y
,
(x,t)
S [A+(x), ~]
T x.
+ ~
n
esisterebbe ~ (x,R) e T - , + ~
P tall che:
{
)I "[^§
"E^+(x)'
e quindi perci6
;sarebbe
y '~A+(x), assurdo.
Dunque per t ~T , ogni e T dipende solo da
p1
Sia A+(x) non connesso. Allora A+(X)= PI U P2' dove p2 e sono insiemi chiusi tall che PI/~P2 = ~ .
Sia ~ > o tale che S [PI'6] (~
S [P2,E]= %~. Si pub
determinare T! tale che per ogni t>/T I ,
~(x,t) ~
Fissato
6 S [P2,~]
S[A + (x),~ 1
~ >/ T
Y2(x,R) tale che
X (x,R) e per ogni .
non possono esistere
Xs(x' ~-) E S [ PI,6] altrimenti f(x, I: ) C
sarebbe connesso, contro il postulato Supponiamo dunque che per t
Yl(X,R) e e ~2(x, T )
S [ A +(x),~ ] non
3.2.1
.
= "C ,per ogni
~ (x,R)
-
sia ~
(x,q5) E.
58
~PI' t~] .Per
S
temente essere ancora f ( x , t ) C
-
ogni t ?/I~ dovr~ evidenSIPI,~ ~
sarebbe vuoto. Se fosse infatti z~P2, sioni tn --~ +aoe
{)~,
(x,R
)~
que per n abbastanza grands, possiamo supporre tn~%,
7.1.3
;allora
P2
esisterebbero succes-
tall che ~nn (Xn ,tn)-~z e dun~=(tm)ES E z,~U C
S[P2, EI ;
il che contraddice l'ipotesi fatta. Q.E.D.
Dalla dimostrazione segue subito che: 7.13
PROPRIETA' Se A+(x) ~ compatto e non vuoto, per ogni
~ (x,t)__~ A+(x) per t-~+oo, Vale •
~(x,R),
la propriet&
+
pig forte c h e s e
A
[f (x,t) 8i osservi
(x) & non vuoto e comoatto: ,A +
(x)] ~
o
per t ~
+~o
il cazmttere globale di questa proprie-
t~, che ~ pig forte di quella relativa ad una traiettoria singola.
7.14
TEOREMA Se A+(x) non ~ compatto, nessun suo componente ~ compat-
to.
Dimostrazione~ Ricordiamo che lo spazio X ~ localmente compatto ed ~ di Hausdorff. Consideriamo la compattificazione di Z mediante l'ag-
-
59
-
7 . 1 4
giunta di un solo punto improprio,
denotiamolo conu~; lo
spazio risultante denotis~molo con X = X ~ {~I" Si pub estendere il sistema dinamico generalizzato (X,R, f) su X a l
sistema (X,R,f) su X, ponendo
f(x,t) = f(x,t)
per
f (~o,t)= ~J
per ogni t a R
Se x EX, allora
A+(x)
x(X
:
e ts
e A + (x) & il suo insieme limite positivo, = A + ( x ) ~JI~J,
se x ~ X
e~+(x)
non ~ compat-
to. Ma
~V(x) ~ compatto,
perch~ X lo ~, e per il teorema
precedente ~ anche connesso. Perci~
A+(x)
~ un continuo di
Nausdorff. Esiste un teorema to~ologico che dice c h e s e un continuo di Hausdorff e U ~ il complementare
S
in S di
un insieme chiuso, mentre C ~ un componente di U ,allora U\ U
contiene un punto di accumulazione In questo caso A +(x)
\
di C.
A +(x) = { ~ s
quindi ogni
componente C di A+( x )contiene 05 : quanto a dire che, in X, nessun componente di ~+(x) 7.15
TEOREMA: ~+(x)
Dimostrazione.
~ compatto.
~ com~atto s e e
Q.E.D.
solo se T+(x) ~ comoatto.
La condizione ~ sufficiente.
Sia T+(x) compat-
to e sia ~ (x,R) una qualunque traiettoria uscente da x e Itn} C R + tale che tn --~ + ~
.Allora
~ ( x , tn) E f
(x,t n)
60 e dunque
~X
(x, t n ) I C T + ( x ) ~ T + ( x ) e d
te. Dunque A + (x) ~ ~ Ora T+ If
7.15
)~
(x,~
U t ~o
~ percib convergen-
.D'altra parts A+(x) = ~ R ~
T+[f(x,~ )~.
f[f(x,T. ) ' t],con ~a R+ ' percib
T+~f (x,T)]=
~ t~o
f(x,t +~)C T+ (x) Dunque T+~f (x,~')]C T+(x)
per ogni ~
R + e percib anche ~ + ( x ) C
T + (x) ; quind•
~+(x) ~ compatto. La condizione b necessaria. Sia A+(x)~
%~,
A+(x) compatto. Per la propriet~ 7.1~ fissato ~)o si pub determinate ~
o tale che, per t ~ g
Dunque anche T+[f (x,q5)] C e quindi
T+[f
, f (x,t) C
S[A+(x)
~I/~+(x),~]
,~]
.
che ~ compatto,
(x, ~C )] ~ compatto.
Ora T+(x) = T~ (x, [ o,~] ) ~ T+[f
Entramb• quest• •177
(x, qT)] =T+ (x,[ o,~])
sono compatti, quindi T+(x)
compatto.
Q.E.D.
7.16 DSSERVAZIONE. L'esemo•
riportato all'iniz•
sezione mostra chese non si usa la definizione
7.4
della , pub
dare• che l'insieme limite d• un ~unto non sia vuoto, mentre ogni traiettoria uscente da quel punto ~ divergente e non oscillante. Si osservi perb che in quell'esemp• Yorke non ~ compatto.
il A+(o)
secondo
-
Ci si
61
7.16
-
porre la domanda: se ~+(x) seeondo Yorke
pu~
che denoteremo con A +(x) ~ compatto, definizione 7.4
A +(x) secondo la
pu~ essere vuoto ? La risposta & negativa
come mostra il seguente teorema. 7 917
TEOREMA Se l'insieme ~(~):
~}x, tn)--, yl Dimos~razione.
~X :~
x,R
~ compatto, T + ( x ) ~
CR + , t--~ n +~ compatto.
Sia ~+(x) compatto e sia T+(x) non
compatto. Ci~ significa che fissato ~ ~ ehe, per ogni t~/~,
f(x,t)~
o
esiste ~
~ { sL~+(x), ~
Altrimenti esisterebbe tn --~ +~tale che f(x,t n)C sic~h~ ~+(x)
tale
o
~. S [~+( x),~
non sarebbe vuoto e A+(x) = A+(x) compatto,
da cui, per il teorema precedente T+(x) compatto. D'altra parte poich~ ~+(x)
non ~ vuoto, esiste tn
tale che f(x,t)t% S[A +(x),s
/ ~
9 4A
Combinando questi risultati segue che esiste ~--~+ ~o tale che f(x,t) (~ +
y 6
H [~+ (x) , ~
~9~
e peroi~ esisterebbe
+
(x), y r H
(x),
,
assurdo. Q.E.D.
7 9 18 TEOREMA Per egni traietteria~(x,R +) vale la proprietY:
mentre se
A+Cx)/ ~
:
,
-
62
7.17
-
f(x,t
(x)
+
per ogni t ~ R
7.19
.
Bibliografia
Per le definizioni oltre a B a r b a s h i n ~ ] e
e commenti sulla Sezione 7. di insieme limite positivo si vedano, a Roxin[1],
le memorie di J.A. Yorke
I e~2, 9 di J.A.Yorke 9 A. Strauss [I]. Nella sezione 7 si tenta di definire l'insieme limite positivo di u n p u n t o
in modo c h e l a
sua struttura implichi
proprieth globali del cono di traiettorie
simili a
quelle
della traiettoria nel caso con unicith. Probabilmente
sarebbe necessaria una definizione pih for-
te, cio~ che limiti ulteriormente limite ~ non vuoto;
i casi in cui l'insieme
ci~ comporterebbe per~ delle difficolt~
nella definizione di attrattore.
-63-
8.1
SEZIONE 8. PROLONGAZIONI
I1 concetto stato
affatto
e discusso
L'insieme
sistema
T(x,R)
dinamico,
T(x,R)
e di cono di traiettorie
in dettaglio
~ definito
certe propriet&
altre.
propriet&
rie ad esso vicini. poter definire torie
Per superare
propriet&
in un certo
godute
intorno
per un
possono
di x.
essere usa-
del sistema,
godute
ma non necessariamente
pre-
dato e non dipende
e A-(x)
ti per caratterizzare
torie T(x,R),
sezioni
del sistema nell'interno
e quindi A+(x)
In particolare
nelle
univocamente,
dal punto x,X,
dalle propriet~
Pertanto
LIMITE PROLONGAZIONALI.
di traiettoria
introdotto
cedenti. dato
ED INSIEMI
ma non
da un cono di traiet-
dai coni di traietto-
queste limitazioni da tutti
si ~ introdotto
e
i coni di traietil concetto
di
prolongazione.
8.1
DEFINIZIONE
Si dice
DI PROLONGAZIONE.
(prima)
prolongazione
(positiva)
l'insieme: §
8.1.1
D ( x ) = /'~ 8~' o
+
T
(S(x, ~ )).
di x g X
-
64
-
8.2
ossia 8.1.2
§
D
U
D (x) : ~ o
8.2
TEOREMA
8.2.1
D+(x)=
U
y~S(x,~ ) ~((y,o) : y
ygX
: esiste
, n(xn,R
esiste
t C
C X, ~ :
8.1
implica la
D+(x) ossia y~ T+(S (x, ~ )), per ogni ~ o .
Allora, fissati ~ > o e ~
x ,o)--~x ;
(x , n) --~ Y
Dimostrazione: Dimostriamo prima c h e l a 8.2.1. S i a y
7
o,tali che
e ~>o
~(p,~ )
esistono p ~ S ( x , ~ z g
=
T+
), X ( p , R +)
(S (x, 8 )) , z~ S(y,E ).
Fissate quindi due successionii~
n
I CR+
'
~-,0 {~ ICR + n ' n '
n --~ o si possono determinare le successioni f~ n~~ : p ( x& , S~ n I~n(p n ,R+ }) e {17n} C R +, tall che
p n ~-~x
n)
e ~n (pn,~yn)_~y
il che verifica la8.2.1. Dimostriamo ora che Ia8.2.1
implica la 8.2.1. Si sup-
ponga per questo che esista un punto ya X che soddisfi la 8.2.1, ma tale che
Y~o
che oer ~ $ ~
T+(S (x, ~
, y~
T t(S
). Esiste allora ~ > o ,
tale
(x, ~ )). Sia allora { ~n(xn,R +)#
la particolare successione che verifica la 8.2.1. Allora per n n + n n tn n abbastanza grande x E S (x ,'17/2) e per ogni t ~ R , ~ (x , ) T+(S (x, ~/2)). Ma l'insieme T+(S (x, ~ /2)) ~ chiuso e percib y 6 T
+(S
(x, ~ /
2 )) contro l'ipotesi. Q.E.D.
- 65
dalla definizione 8.1.1
Essendo
8.3
-
D+(x) intersezione di in-
siemi chiusi, evidentemente 8.3
PROPRIETA' +
D (x) ~ un insieme chiuso 8.4
TEOR~4A +
Se M ~ X ~ un insieme compatto D (M) ~ ch• Dimostrazione: ed y n- , y , tale che
Si deve dimostrare c h e s e (yn~cD+(M)
y a D+(M) . Infatt• se I y zl C D+(M) es• Ixn CM, n y ~ D+(xn). Essendo M compatto si pub supporre
n
che x --~x e M tale che, dato ~> o esista N, tale che oer tutti
gli n ~ N
si ha S (xn ~/2) C S (x, ~) 9
Allora per n ~ N
sar~ :
T+(S (xn, ~ / 2 ) ) C T + (S Ma siccome
Y n s D + (xn)= ~ o
n
y ~ T+(S (x, ~/2))
9
C
(x,~)) T + (S (xn, ~ )) per n ~ N
T+(S (x, J
si ha
)), che ~ un s
chiuso indipendente da n, quindi sar~ anche y g T+(S(x, ~ )), per ogni S T o. Dunque y s [~
T+(S (x, ~ )) = D+(x) .
Q.E.D.
6)0
8.5
TEOREMA Se M ~ fortemente invariante,
D+(M) ~ debolmente
invariante. +
Dimostrazione:
Sia
Y6 D (M), esiste allora un punto xE ~4,
-
66
8.4
-
tale c h e y ~ D+(x) . Per la definizione 8.2.1 esiste quindi una successione di traiettorie~n(xn,R)}cX ed una suceessione Sia
t
con f(xn, o)__~x
C R +, tali che ~n(xn, tn)=y--) y.
O"(yn, t) = f ( x n , tn+t ).Per la propriet~
O(yn ,R)
4.12
~ una traiettoria, tale the 0 n (yn ,o)= f (xn,tn)~y.
Per il teorema 4.14
esiste allora una traiettoria
O (y, R), tale che, per ogni intervallo compatto I C R ,
{~
esiste una successione O k
tale che Onk-)~uniforme -
mente in I. Fissato ~ @ R arbitrario si avr~ dunque una nk sottosuceessione(e I tale the : nk n k ~ nk n n O ( Y ,~)= ~ (x k , t k +'C) "-> O (Y ,~) D'altra parte esiste una sottosuccessione ed una traiettoria
6 (x,R) tale che
~X-)c~k~
x,I) -~ 6 ( x , T
perchb M b invariante. Allora posto:
(xr, t +~C) = gr[~r(xr,~ ) , t~ si ha
g
g
rEf
(xr,-C) , o
(xr,~),
--) 6 (x, -C ) ~ M,
=~(x , t + c)-~e(y,~)
dunque essendo {tr}c {tnk}c{tn~c_ 8.6
e
R +, 0 (y, ~5 ) ~
D+(M) .
TEOR~A D+(x) ~ positivamente debolmente invariante.
Dimostrazione: n ~n(x , o ) =
n x ~
Sia x,
y a D+(x). Sia{~n(xn,R) } tale che
xn( xn ,tn)
= y.=) y.
) M
-
Poniamo
67
8.5
-
~ n(yn, t) = ~n(xn, tn +t)
; al solito
~n( n n y ,R) & una traiettoria uscente d a y . Sia la traiettoria[teor. I C R compatto, esiste
4..14 ~ uscente d a y
~ (y, R)
tale che, fissato
{0 nk}, 0 nk -~ 0 uniformemente nk)
in I . n n tale che ~ k(y k, ~ )
Allora fissato ~) o, esiste I ~ n n n n n --~e (y,T) . ~a ~ k ( Y k , T ) = ~ k ( x kjt k +~C ) ed & I nt k + T ) C R + , ~ n k( x n k, o)__~ x
. +
Perci~
~ (y, ~
) ~ D+(x) . 0vviamente anche D (M),
M C X ~ debolmente positivamente invariante. Q.E.D.
Notevoli difficolt~ si incontrano nella definizione di insieme limite prolongazionale. Ricordiamone la definizione per i sistemi ordinari: J+(x) = t~ R
D+(x t)
o equivalentemente: J+(x) = I y ~ X t ~-~ n
: ~ ~xn~ cX, x~-~ x;~ ~ tn 1 ~ R + , n +o~ : x
n n
t --~
y
}
La nuova definizione dovrebbe soddisfare ai requisiti seguenti: a) essere una gen~ralizzazione della definizione"geometrica"
-
per i sistemi b)
68
-
8.6
ordinari.
Eesere equivalente alla definizione mediante le successieni. j+ (x).
c)
Soddisfare la relazione ~ + ( x ) c
d)
Soddisfare la relazione D+(x) = T+(x) ~ J+(x)
e)
Soddisfare il teorema,
essenziale per caratterizzare
la attrazio~eruniforme
mediante la sol~ J+(x), che,
se J+(x) A compatto, A + ( x )
non ~ vuoto e perci~ A com-
patto. Le definizioni d i ~ + ( x )
e D+(x) soddisfano ai primi due
requisiti. Nel caso di J+(x) questa possibilit~ verr~ a mancare, e in particolare non sar~ soddisfatte
il requisito(e).
E' da notare che queste difficolt~ non dipendono della particolare
definizione
scelta, ma dalla mancanza di conti-
nuit~ dei sistemi dinamici generalizzati. Ricordiamo che il sistema gode di continuit~ in un n punto x se per tutti x --~x, fissata una t r a i e t t o r i a ~ ( x , R ) , si pub determinare I oR,
compatto,
tale che
~n(xn,R)
tale che, per ogni intervallo
esiste una sua sottosucceseione
~ m ( x m , t) converge uniformemente
In questo caso si strive
X
~
a
~m(xm,R)
~ (x,t) in I.
.
Infatti ~ dalla continuit~ che dipende la verit~ della proposizione:
se
u s D+(Y)
e
y~T+(x),
ua
D+(x), che
8.7
- 69 -
vera
per
i
sistemi
dinamici
ordinari.
In figura ~ illustrata la sitmazione: ma gode solo di semicontinuit~,
se in y •
siste-
pub darsi che tutte le
traiettorie negative uscenti da yn diano luogo a successioni che non convergono alla traiettoria uscente d a y sante per x ; ci~ non ~ evidentemente possibile
e pas-
seil
si-
stema gode di continuitY. Ora dalla validit~ della proposizione pende non solo la validit~ del punto
considerata di-
(e), ma la stessa equi-
valenza di qualsivoglia definizione geometrica che generalizzi la J+(x)
= ~ D+(x t) con la definizione basata t~R + sulle successioni. La sola via che ci rimane aperta ~ perci~ quella di
definire J+(x) mediante le successioni,
con che si conserva-
no tutte le propriet~ dei sistemi ordinari, del punto 8.7
ad eccezione
(e).
DEFINIZIONE $i dice insieme limite prolongazionale positivo di x c X
70 -
8.8
i 'insieme:
J+(x)= { y~_ X
~n(xn'R)} C X, ~n(xn,o)--~ X ~ Itn} G R+, t n-=) + -- : ~ n( Xn,t n)=-~ y ]
8.8
:3 I
;
0SSERVAZIONE
Come si ~ detto, non ~ possibile dimostrare la equivalenza della definizione
8.7
basata sulla corrispondenza J+(x)
= t r/~R
D+(x t)
con una generaliz~azione, xt-~-f(x,t), della definizione
Questo non ~ vero neppure cambiando
il eampo di variabilit~ di t, considerando, per esempio al posto dell'tcR
la t~ R + .D'altra parte chiaramente pas-
sando al easo del sistema dinamico ordinario la 8.7
genera
la solita J+(x). Si dimostra facilmente la seguente 8.9
PROPOSIZIONE
J+Cx)c C~ D+Cr (x,t)). t(R Dimostrazione~ Si~ IX n~ la sucoessione della definizione 8o7-
e sia
~ n_~x.FissaZo
% ~ R esiste allora una
sottosueeessione { ~ ml tale ehe ~m(xm, tm) ..~ y) ~ m ( xm) '~t ) = zm - ~ ~ (x,t) r
Posto ora ~m(xm, t + ~m(zm, o ) - - - ~
(x,~)
r
(x, ~t).
t ) = 8 m( zm, t),si ha
"~
e g ( z m, tm- T)
= ~m(xm, tm)-~y.
-
Ma se
71
8.9
-
~tn~ era stata seelta in modo the ogni sua sottosuocessio-
Be fosse divergente, sicch~
cosa che si pub sempre fare, I tm-~}CR +,
ys D+(f (x,~)); ma ~ ~ arbitrario,
da cui l'asserto. Q.E.D.
Dalla dimostrazione ogni t esiste
z s
segue che anche se y GJ+(x) per
t) tale che y ( J + ( z )
; questa propriet~
per6 molto pig debole di quella, valida per i sistemi dinamici ordinari,
che J+(x) = J+(y) per ogni y
E
~ (x):
questa servirebbe appunto per dimostrare il punto (e) dell'introduzione. 8. I0
TEOREMA J+(x) ~ chiuso.
Dimostrazione: chey
Sia
{ yn t C
n
J+(x), y - ~
y. Dobbiamo dimostrare
~ J+(x). n n n n Sia ~ k (Xk' tk )-~ y
per k-, + ~
n con xk ---~
x
e
n
tk--> +oo per k --~ + oo . Fissiamo ~ =I/n : si determini k' tale che, oer tutt'i k>/k',
~
((~,
tk),
che, oer l'n fissato,
yn)< I/n ; si determini k" in modo n sia t k >
n per ogni k>zk".
Si determini infine k"' in modo che ~er tutt'i k j> k"': {~ (Xk , x) < Per k = k = Max
-
[k'
I/n k"
. k"
J
saranno soddisfatte
- 72 -
simultaneamente
8.10
le tre disuguaglianze.
Osserviamo
che k
dipende solo da n, sicch~ possiamo porre: , t
n x~
con
= x
n
e t
~
Sicch~
n
=~
n (x ,x)< 1/n ;
~
)
. Si avr~ allora per ogni
~ (gn( x n ,Tn ), Y) ~