Segreto Dell'Autostar Bene [PDF]

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Marco Fincati RQI – Il Segreto dell’Auto-Star-Bene ISBN 9788890966507 © 2014 Q Institute Prima edizione: Marzo 2014 Seconda edizione: Aprile 2014 Tutti i diritti sono riservati Coordinamento editoriale: Enrico Caldari Editing: Silla Gambardella Foto di copertina: Carla Pagano Progetto grafico: Tatticadv.it Impaginazione: EDI.MAT sas, Bologna Stampa: Pointer, via Citerella 3/b, Dogana (RSM) Q Institute Cambiare il mondo, partendo da sé via Rivo Fontanelle 64 – 47892 Acquaviva (RSM) www.qinstitute.sm Metodo RQI® è un marchio registrato ad utilizzo esclusivo di Q Institute. È vietata ogni forma di utilizzo, diffusione o sfruttamento non autorizzata. Disclaimer: Il lettore accetta di essere l’unico responsabile di qualsiasi effetto risultante dall’applicazione delle tecniche descritte. L’autore né i praticanti delle tecniche descritte possono sostituire un medico, uno psicologo o un professionista della salute. Rivolgiti sempre ad un professionista riconosciuto per la diagnosi dei tuoi problemi e prima di utilizzare qualsiasi tecnica o dispositivo.

indice Prefazione di Enrico Caldari

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Introduzione

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Capitolo 1 Le vere cause che ci impediscono di star bene

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Capitolo 2 Come funziona la nostra mente

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Capitolo 3 Il Metodo RQI®

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Capitolo 4 Le 3 soluzioni e i 5 elementi

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Capitolo 5 Soluzione RQI1 Materia: Acqua Informazionale e Alimentazione Vibrazionale

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Capitolo 6 Soluzione RQI2 Energia: Biotecnologie Olistiche

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Capitolo 7 Soluzione RQI3 Spirito: Inconscio e Consapevolezza

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Capitolo 8 Il percorso RQI®

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Appendice Altre testimonianze

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Risorse utili

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A tutti quelli che stanno cambiando il mondo, partendo da sé.

Prefazione di Enrico Caldari Ho conosciuto Marco a Rimini a settembre del 2012. Era tra il pubblico di una conferenza che un’associazione locale mi aveva invitato a tenere. All’epoca lavoravo come consulente per varie aziende in diversi settori ed ero socio fondatore e investitore in altrettante altre, con risultati a volte brillanti e a volte meno. Inoltre portavo avanti da alcuni anni l’attività non-profit di divulgatore su temi a me cari (sostenibilità ambientale e riforma del sistema monetario), mosso dal nobile intento di voler contribuire in qualche modo a “cambiare il mondo” che lascerò ai miei nipoti. Negli anni immediatamente precedenti il mio incontro con Marco mi ero confrontato con lo stress, finendo un paio di volte all’ospedale per problemi fisici ad esso correlati. E proprio perchè non ho mai sopportato gli ospedali mi ero già avvicinato alle cosiddette “terapie olistiche”, ottenendo stimoli e risultati interessanti. Avevo inoltre già in parte risolto attraverso scelte “alternative” i miei problemi con l’alimentazione, dopo che mi era stato diagnosticato quell’insieme di disturbi

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e intolleranze che ho poi definito ironicamente “sindrome da stazione di servizio autostradale”, e cioè l’insieme dei disturbi digestivi, intestinali e metabolici causati dall’abitudine di mangiare troppo spesso in autogrill. Pur sentendomi fortunato da ogni punto di vista – fisico, economico, sentimentale e familiare – non ero ancora pienamente soddisfatto della mia vita. Mi trovavo periodicamente in balia di “alti e bassi”, periodi di ispirazione e motivazione seguiti da periodi di depressione e spossatezza, messo a dura prova, come tutti, dagli eventi della mia vita personale e dalla “crisi” che mi circondava. Prima di apprendere le tecniche insegnate da Marco, gli spunti più interessanti mi erano arrivati da alcuni autori e discipline che mi avevano introdotto al “lavoro su di sé” e ad un concetto di “spiritualità” molto VIII

più pratico e concreto di quello che mi avevano insegnato al catechismo. Ma non ero ancora riuscito a portare nella mia vita risultati tangibili. E non mi sentivo felice. Quando Marco mi chiese di partecipare come co-relatore ad un corso che avrebbe tenuto a Rimini, a dicembre 2012, accettai per un solo motivo. Le sue grandi suggestioni razionalmente non mi convincevano, il suo modo di esporle era lontanissimo dal mio stile, e lui e le persone che collaboravano all’epoca alla diffusione del suo lavoro erano quanto di più eccentrico, curioso e disorganizzato potessi immaginare. Ma le sue tecniche funzionavano. L’avevo provato sulla mia pelle. Dopo solo una seduta guidata da Marco, senza che io sapessi nulla del Metodo RQI®, applicando semplici procedure e tecniche che non avevo mai visto prima, blocchi interiori che mi portavo dietro da anni erano svaniti nel nulla. Serenità, appagamento e legge-

rezza, che avevo ormai dimenticato, sembravano aver trovato un modo semplice per rientrare nella mia vita quotidiana. Mi resi conto che le tecniche di Marco potevano mettere letteralmente il “turbo” alla mia crescita personale e alla mia realizzazione su questa terra, e fare lo stesso per chiunque le avesse applicate, in qualunque ambito della vita umana. Non solo Salute e Benessere fisico, ma anche Autostima, Relazioni, Lavoro e Benessere economico. Non ci sono limiti ai risultati che si possono ottenere applicandole correttamente. E soprattutto sono semplici e alla portata di tutti. Quando a inizio 2013 Marco mi chiese di aiutarlo professionalmente a diffondere il Metodo RQI®, ancora non la reputavo una scelta fattibile. Troppe incognite e troppi rischi, in un settore che non conoscevo e con tante altre attività già avviate che avrei dovuto mettere da parte. Ma decisi di affidarmi alle tecniche che Marco mi aveva insegnato per fare quella scelta importante, dato che le avevo già iniziate a sperimentare con successo non solo sulla mia salute fisica ed emotiva, ma anche in ambito professionale. E infatti la risposta del mio Sé superiore fu diversa da quella che la mia mente si aspettava. Il mio cuore diceva che dovevo farlo, dovevo mollare il resto e collaborare con lui. Un anno dopo, guardandomi indietro, so che quella scelta è stata giusta, come tutte quelle prese applicando correttamente il Metodo RQI®. Guardando i risultati raggiunti con Marco grazie a ciò che ora insegniamo insieme, mi rendo conto che visti da fuori sembrerebbero incredibili. Oggi migliaia di persone in Italia conoscono il Metodo RQI®, lo applicano e ne hanno

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testimoniato l’efficacia in ogni ambito della loro vita, per sè e per i propri cari. Per diffonderlo abbiamo creato Q Institute, il primo istituto al mondo nato per promuovere conoscenze e strumenti pratici per rendersi indipendenti e felici. “Cambiare il mondo, partendo da sè” è diventato il nostro motto ufficiale. I corsi in aula organizzati finora sono andati costantemente sold-out, arrivando a riempire sale con centinaia di partecipanti, da tutta Italia e addirittura dall’estero, e convincendoci a registrarli e renderli disponibili anche a distanza, sotto forma di corsi multimediali online. Ci siamo dati obiettivi importanti, tra cui la diffusione internazionale del Metodo RQI® e il Q Project, e abbiamo già iniziato a realizzarli, partendo ogni giorno dal lavoro su noi stessi. L’unica condizione che chiesi a Marco di rispettare per collaborarare con lui è stata infatti questa: partire ogni giorno dall’applicazione del Metodo RQI® X

su noi stessi e su ciò che facciamo insieme. Oggi siamo come fratelli, continuiamo ad applicarlo ogni giorno ed è questo il segreto dei risultati che stiamo ottenendo. Questo libro è una grande opportunità che spero tanti potranno cogliere. Serve solo abbandonare per un attimo i dubbi che la mente razionale e le vecchie credenze ci fanno sorgere di fronte a ciò che ancora non conosciamo, come anch’io ho dovuto fare all’inizio, e lasciarsi guidare dal cuore prim’ancora di comprendere come sia facile farlo, applicando proprio il Metodo RQI®. Esso rappresenta un passo fondamentale per capire ciò che è possibile fare della nostra vita scoprendo come funziona davvero il nostro inconscio, come comunicare con esso, come rimetterci in contatto con ciò che abbiamo dentro, con l’ener-

gia che pervade ogni parte di noi, le persone che abbiamo intorno e l’intero universo che ci circonda, attingendo alla quale non ci sono limiti a ciò che possiamo realizzare. È il segreto più ben celato che sia mai stato rivelato e ora tutti hanno l’opportunità di scoprirlo: è il segreto dell’autostar-bene. Febbraio 2014

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INTRODUZIONE COM’È NATO IL METODO RQI®

Devo ringraziare le due ernie che nel 1999 resero la mia vita un po’ meno agiata e la mia schiena un po’ più dolorante se cominciai ad appassionarmi alla medicina energetica e informazionale, dalla quale poi è derivato il Metodo RQI®. A quei tempi lavoravo in fabbrica come operaio specializzato, ma dato che il lavoro comportava molti sforzi fisici, fui costretto a licenziarmi. Indeciso su quale altro lavoro intraprendere, mi iscrissi all’università e, dopo essermi pagato gli studi e mantenuto grazie a svariati lavori occasionali (pizzaiolo, cameriere, facchino...), iniziai a lavorare come informatore scientifico dapprima part-time, e poi, ottenuta la laurea, a tempo pieno - per un’importante azienda di prodotti fitoterapici. Parallelamente, per mia passione, mi divertivo ad approfondire le conoscenze in ambito salutistico come ricercatore indipendente. Ogni giorno toccavo con mano come certi prodotti - la cui validità scientifica era più che dimostrata - avessero tuttavia risultati molto diversi a seconda delle persone che li utilizzavano: per alcuni funzionavano, per altri no. Questo fece nascere in me lo stimolo a comprendere come mai ciò si verificasse.

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In quegli anni sentivo parlare di discipline “olistiche”. Esse avevano un approccio molto diverso rispetto alla medicina accademica, in quanto ricercavano la causa del problema, piuttosto che limitarsi al solo sintomo. Inoltre, rimasi colpito dal fatto che la maggior parte dei medici e del personale ospedaliero o sanitario non usasse i farmaci tradizionali per curarsi, ma ricorresse proprio alle medicine cosiddette “alternative”. Iniziai quindi a frequentare numerosi corsi, delle più svariate discipline: yoga, meditazione, reiki, shiatsu, agopuntura... Mi dedicai con la curiosità di uno studente universitario alla lettura di libri su medicina vibrazionale, kinesiologia applicata, biotecnologie olistiche, epigenetica e psicologie energetiche. È stato un percorso lungo e appassionante, e anche molto oneroso. 2

Più studiavo e più volevo sapere, indagare, scoprire, scavare in profondità. L’obiettivo era offrire un servizio migliore alle persone con le quali avevo a che fare ogni giorno, nella mia attività lavorativa, ma fu anche una sfida con me stesso. E con le mie due ernie. Nel 2007 ci fu un momento che segnò uno spartiacque nella mia lunga ricerca. Fu quando partecipai a una conferenza organizzata a Rimini e dal titolo “La Fisica Quantistica al servizio della salute”. Qui sentii per la prima volta alcuni rinomati professori introdurre il concetto di “biofotoni” e spiegare le applicazioni pratiche derivate dalla loro conoscenza. Fu illuminante ascoltare un nuovo tipo di approccio alla cura dell’essere umano: un approccio che partiva dal vedere l’uomo come un sistema biofisico prima che un sistema biochimico. In effetti, a pensarci bene, ogni apparecchiatura medica atta a

diagnosticare una patologia legge il corpo dal punto di vista biofisico: anche le mie due ernie erano state diagnosticate grazie a una risonanza magnetica. Perché allora la terapia aveva poi previsto un approccio biochimico, con la somministrazione di antinfiammatori e miorilassanti? Quel giorno conobbi anche un personaggio piuttosto originale. Faceva il rabdomante e il radioestesista (di professione era un terapista nonché un ricercatore olistico). Mi disse di essere in grado di mettersi in comunicazione con le frequenze del corpo delle persone, attraverso delle bacchette, e di individuare quelle corrette e quelle squilibrate. Una volta trovate le frequenze squilibrate, era capace di indirizzare le persone all’auto-guarigione attraverso tecniche olistiche. Sia in fase di diagnosi sia in fase di scelta della terapia, utilizzava la comunicazione inconscia. Al momento ero un poco scettico, ma non avevo nulla da perdere. E poi quello che il rabdomante diceva, aveva una certa coerenza, almeno dal punto di vista teorico, con quanto era stato appena esposto durante il congresso. Così prevalse la mia curiosità. Fissai un appuntamento nel suo studio e mi feci visitare. Lui mi consiglió l’utilizzo di generatori di frequenza, indicò quali frequenze mi occorrevano e disse che il mio corpo sarebbe entrato in risonanza con esse. Mi diede i tempi e i modi con cui somministrarle. E nel giro di sette mesi le ernie guarirono del tutto. Da allora, la sciatalgia è un lontanissimo ricordo. Non solo: ai tempi ero miope e stavo perdendo molti capelli. Le biofrequenze di quel generatore mi aiutarono a recuperare le diottrie che avevo perduto quando ero ancora adolescente e arrestarono il principio di calvizie, stimolando il cuoio capelluto a una ricrescita di capelli oramai insperata.

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Fu allora che capii il principio dell’auto-guarigione: il nostro corpo è semplicemente un’antenna che risponde agli stimoli esterni. Se lo sottoponiamo agli stimoli giusti, favoriremo in lui le risposte giuste, e la salute si ristabilirà di conseguenza. Cominciai a fare un percorso di formazione che comprese sia l’apprendimento di metodologie per la comunicazione con l’inconscio sia l’apprendimento di abilità e conoscenze per imparare a riequilibrare le informazioni e le frequenze del corpo umano. Allargai i miei campi di interesse in due direzioni: da una parte, abbracciai le antiche filosofie orientali (la Medicina Tradizionale Cinese in primis), dall’altra esplorai i nuovi confini della Fisica Quantistica. Dall’esperienza accumulata e dal grande valore che riuscirono 4

a trasmettermi queste discipline ho ideato il Metodo RQI®. Negli anni che seguirono, affinai il Metodo attraverso continue visite di persone con i più svariati problemi, fisici e psicologici; misurai il campo energetico di oltre 1000 persone con un’apposita apparecchiatura, chiamata Bodyscanner, e verificai il risultato ottenuto da tale macchina con il risultato ottenuto dai miei test kinesiologici. In tutti i casi, i risultati furono identici, e perciò realizzai che era inutile affidarsi a una macchina, quando un test muscolare eseguito in maniera corretta è altrettanto affidabile. Ho comunicato con l’inconscio di nascituri nel liquido amniotico e con quello di anziani fino a 95 anni di età. Non ho mai trovato una persona che non avesse bisogno di un riequilibrio energetico.

Questi primi 1000 test – e altri 1000 almeno che ne seguirono – mi misero di fronte a un’altra verità: tutti coloro che avevano un problema fisico, avevano in realtà un problema di squilibrio energetico. Questo confermò ciò che le antiche filosofie orientali sostenevano circa il concetto di salute e, allo stesso tempo, avallava quanto la moderna medicina informazionale ci dice attraverso i suoi principi. Tuttavia, se dieci soggetti da me testati avevano lo stesso problema, non a tutti serviva la stessa soluzione per ripristinare il proprio stato di salute. E questo mi confermò ancora una volta la bellezza e la complessità dell’essere umano e l’inscindibile rapporto tra il corpo e la mente (tant’è che la medicina olistica parla di “corpomente”). Ognuno di noi è unico e irripetibile: non può essere catalogato dentro protocolli “standard” uguali per tutti. Ed è questo il grande errore della medicina allopatica. Sebbene mi trovassi di fronte a una complessità di squilibri e ad una altrettanto vasta possibilità di soluzioni, la coscienza collettiva di tutte le persone assistite mi indicò che vi erano sempre tre grandi macro-aree entro le quali circoscrivere e risolvere i problemi e che esse corrispondevano alle tre dimensioni del nostro essere: materia, energia, spirito. Le tre soluzioni del Metodo RQI® nascono da qui. Quello che ho ideato è un metodo pratico, semplice e accessibile a tutti, che permette attraverso la comunicazione con l’inconscio (che è responsabile per il 95% delle nostre azioni) di individuare le vere cause che hanno generato ogni situazione di squilibrio e individuare qual’è la miglior soluzione per sé stessi.

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Questo Metodo non si può paragonare ad altre tecniche. Sono partito da principi della Fisica Quantistica, ho attinto da diverse altre scuole (Psych-K, Ho’oponopono, Quantum Entrainement, …), mi sono ispirato ad alcuni celebri pensatori (Lipton, Brizzi, Castaneda) e ho poi delineato un approccio pratico, affinandolo sul campo, con le persone. E ho semplificato la kinesiologia per comunicare con l’inconscio, in modo che chiunque possa applicarla da solo. Il Metodo RQI® non guarisce la malattia, ma dà al corpo gli strumenti necessari affinché si riattivi un processo di autoguarigione. Non si eliminano i sintomi di un disagio, ma le sue cause. Eliminate le cause, il corpo ristabilisce il proprio equilibrio, a volte anche in pochi minuti! 6

Voglio precisare che non tutti gli scienziati e ricercatori citati nel mio libro conoscono il mio Metodo. Pertanto non lo avvallano. Semmai, lo hanno ispirato. Non sono loro che seguono me, ma sono io che ho seguito loro, con molta umiltà e profonda gratitudine. Alcuni di questi scienziati o ricercatori, hanno condotto studi prettamente teorici, e dalle loro basi teoriche ho studiato un approccio pratico, con fini salutistici. Altri, invece, hanno conseguito eccellenti risultati anche in campo pratico, seguendo strade parallele alla mia. Voglio inoltre precisare che in questo libro non offro – e non mi interessa offrire - una dimostrazione scientifica del Metodo: non è mai stata la mia priorità. Ritengo che uno studio scientifico sia meno importante dell’effettivo, reale riscontro

che il Metodo ha avuto e sta avendo sulle persone (nel libro puoi leggere alcune loro testimonianze). Tuttavia, in futuro non escludo il fatto di cimentarmi in uno studio scientifico ampio e articolato che possa servire non tanto a dare più autorevolezza al Metodo, quanto a offrire un ulteriore strumento alle persone che, sentendone parlare per la prima volta, desiderano avere “numeri” alla mano. Il primo obiettivo del Metodo è lo stesso che nel 2007 mi fece iniziare questa splendida avventura di ricerca: rendere le persone il più autosufficienti possibile. La salute è importante, ed è il primo passo per l’autosufficienza. È logico che, se non si sta bene, non si può fare nient’altro. Ma una volta riconquistata la salute, si può (si deve) espandere l’autosufficienza in ogni ambito della propria vita: economico, sociale, ambientale. E così scoprirai come il percorso suggerito dal Metodo RQI® ti porterà a ripensare a concetti quali lavoro, carriera, sussistenza, ambiente e denaro. Allora, se sei d’accordo con me, possiamo iniziare. Sarà un grande onore poter condividere con te le mie esperienze. Spero tu possa farne tesoro. Buona lettura! Marco Fincati

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LE VERE CAUSE CHE CI IMPEDISCONO DI STAR BENE

Il 27 settembre 1905, un fisico tedesco dai capelli arruffati e di nome Albert Einstein presentò al mondo l’equazione che avrebbe cambiato la scienza moderna: E 5 mc 2 Detta a parole: l’energia è uguale alla massa per il quadrato della velocità della luce. Ovvero: energia e materia sono la stessa cosa. Einstein comprese che la massa, considerata isolatamente, non si conserva, ma è soggetta a continue variazioni. In particolare, aumenta in quantità quando assorbe energia, mentre diminuisce quando perde energia. Da ciò ne consegue che la massa non è altro che una forma di energia e che il manifestarsi di un particolare tipo di materia corrisponde alla presenza di una determinata quantità di energia, la quale è espressione dell’accelerazione delle molecole che costituiscono quella medesima materia. Più energia c’è, più le molecole di quella materia saranno veloci (accelerate). Meno energia c’è, più le molecole saranno lente. Questo comporta che la materia cambierà stato o conformazione in base alla sua energia.

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Facciamo un esempio pratico. Una molecola formata da due atomi di idrogeno e uno di ossigeno può presentarsi allo stato liquido (acqua), solido (ghiaccio) o gassoso (vapore acqueo) a seconda dell’eccitazione (accelerazione) dei suoi elettroni intorno al nucleo. Eppure la molecola è sempre la stessa. L’elettrone, che rispetto al nucleo è come un chicco di riso su Piazza San Pietro, ha la facoltà di farci “vedere” il ghiaccio (se è “rallentato” al punto da essere percepibile ai nostri sensi) o di “nasconderci” l’umidità (se è sufficientemente “agitato”, ad esempio dopo che la molecola è stata riscaldata e che ha assorbito nuova energia sotto forma di calore). È il passaggio dalla Fisica Newtoniana, che ragionava solo sul piano biochimico e che vedeva l’atomo semplicemente come un composto di particelle, alla Fisica Quantistica, che si 10

avvale di un approccio biofisico e che definisce l’atomo come un aggregato di energia invisibile. Infatti, i primi scienziati che cominciarono a indagare i segreti della formula di Einstein, osservando e ingrandendo con microscopi potentissimi le particelle subatomiche (neutroni, protoni, elettroni) di alcuni atomi, si accorsero che le stesse particelle, oltre un certo ingrandimento, non erano più visibili. Ne dedussero che il manifestarsi delle particelle altro non è che la conseguenza delle forze esercitate dal campo elettromagnetico entro il quale si verifica una certa quantità di energia. Pertanto, mentre l’atomo newtoniano era fatto di materia tangibile, oggi l’atomo quantistico è composto di... quanti, che sono frazioni di energia. Allo stesso modo, l’universo non è fatto di materia sospesa nello spazio vuoto, ma di energia, che si può aggregare o

disgregare in modo diverso. Questo spiegherebbe anche alcuni fenomeni che la Fisica Newtoniana non era mai riuscita a definire, come ad esempio la natura della luce, che per certi versi presenta le caratteristiche di un’onda e per altri mostra alcune proprietà tipiche delle particelle. Più in generale, tutta la materia può essere contemporaneamente definita un qualcosa di solido (particella) e un campo di forza immateriale (onda). TUTTO È ENERGIA Ma allora, che cos’è esattamente la realtà? Ogni oggetto è una manifestazione di energia, con un grado diverso di ordine. Alcune di queste manifestazioni di energia sono percepibili ai nostri sensi (l’acqua, il ghiaccio), altre invece no (l’umidità). Ordine ed energia sono inversamente proporzionali. Più c’è energia, e meno c’è ordine, ovvero è più difficile “vedere” l’energia strutturarsi, ordinarsi in una determinata forma. Meno c’è energia, più c’è ordine, perché le particelle, rallentando tenderanno a rendersi “visibili”. La forma più essenziale e più ricca di energia è l’onda. Un’onda è infinita e senza limiti. La sua energia si propaga ovunque e può attraversare anche la materia. Laddove le onde si sovrappongono, si creano particelle subatomiche. Quando le particelle diventano più compatte, si trasformano in atomi. Gli atomi si stringono gli uni contro gli altri formando le molecole, e le molecole a loro volta si dispongono in forme fisiche. Più è tangibile l’ordine di una cosa, meno energia essa esprime.

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ORDINE ED ENERGIA Onda: quantità massima di energia

n particelle sub-atomiche n atomo n molecola n oggetto: minore quantità di energia

Che cos’è un tromba d’aria? Se eliminassimo la polvere che essa solleva da terra, non vedremmo nulla. Ma se ci sbattessimo addosso, essa ci distruggerebbe. Il suo vortice ha un grado di energia enorme, ma ai nostri occhi appare inconsistente. Nel momento in cui essa cede energia, però, noi cominciamo a vedere più nitidamente la sabbia che il movimento turbinoso ha trasportato. La tromba d’aria è un campo magnetico. 12

Lo stesso è l’atomo: un campo magnetico che prende forma attraverso la sua energia. Con una formula matematica, possiamo tradurlo esattamente così: E 5 mc 2 Ciascuno dei 118 atomi della tavola degli elementi è quindi formato da vortici di energia in costante vibrazione e rotazione. L’atomo è come una trottola, che oscilla ed emette energia. Qualunque struttura fisica nell’universo irradia una specifica configurazione energetica. E ogni “manifestazione di energia” è caratterizzata da tre determinati elementi: a) una frequenza b) una lunghezza d’onda c) uno spettro cromatico

LA FREQUENZA Poiché non è il nostro scopo scrivere un saggio di Fisica Quantistica, ma solo introdurre alcuni concetti che siano propedeutici al comprendere le basi teoriche del Metodo RQI®, soffermiamo la nostra attenzione solo sulla frequenza. Con frequenza si intende il numero degli eventi che vengono ripetuti in una data unità di tempo. In fisica, quando ci si riferisce ai fenomeni ondulatori, la frequenza indica il numero di giri che un elettrone compie intorno al nucleo in un secondo. Maggiore è la frequenza, maggiore è l’accelerazione della nostra particella. Di conseguenza, ogni frequenza è indice di una determinata quantità di energia, e si misura in Hertz (Hz). Dire che una particella ha una frequenza media pari a 10 Hz significa che il suo elettrone si muove alla velocità di 10 giri al secondo intorno al proprio nucleo. Le frequenze degli atomi presenti nell’universo sono comprese in un range che va da 0,1 Hz fino a 53 Ghz. Nel caso dei campi elettromagnetici possono raggiungere frequenze molto più alte, esprimibili anche in TeraHz. La frequenza 0,1 Hz è quella che viene definita come la frequenza della coerenza cuore-cervello ed è la stessa frequenza sulla quale il nostro cuore si sintonizza quando proviamo un’esperienza di amore, gratitudine e comprensione: in quel momento, l’elettrone di un atomo che compone una molecola del cuore impiega 10 secondi per fare un giro intorno al proprio nucleo. Invece, si crede che l’energia scatenata dal Big Bang durante la creazione del mondo avesse una frequenza di 53 Ghz.

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IL SOLE: L’ORIGINE DELLA VITA Anche il Sole è energia, e arriva a irradiare qualche milione di diverse frequenze. Senza le frequenza che il Sole ci invia, non potremmo vivere. Ma se è vero che il Sole ci invia energia, è altrettanto vero che l’energia inviataci dal Sole non è sotto forma di calore. Il Sole non dà calore! Dà energia! Se ci avventurassimo in una spedizione astronautica oltre l’atmosfera terrestre, scopriremmo che lo spazio è freddo. La nostra Galassia ha una temperatura pari allo zero assoluto: –273,15 °C. Allora come fa la Terra a essere scaldata dal Sole? La Terra si scalda perché è in sintonia con le frequenze del Sole. La Terra filtra tramite l’atmosfera le frequenze non benefiche 14

del Sole (ad esempio, i raggi Gamma e parte degli UV) e lascia passare quelle utili alla vita (ad esempio, gli infrarossi: utili per la melatonina e per l’assorbimento della vitamina D). Le frequenze utili sono le stesse già presenti all’interno della Terra. Quando la Terra le assorbe, esse cominciano a “risuonare”, manifestando nuova energia sotto forma di luce e calore. È lo stesso principio per il quale noi possiamo accordare una chitarra utilizzando un diapason. Per chi non si intende di musica, il diapason è una forcella di acciaio dotata di un manico. Quando si batte la forcella su una superficie, essa comincia a vibrare ed emette una frequenza, in genere intorno ai 440 Hz, che è la stessa frequenza della nota musicale La. Il chitarrista, ruotando la chiave che tende la corda del La (la quinta corda), troverà la nota giusta nel momento in cui la corda stessa, stimolata dal suono emesso dal diapason, comincerà a vibrare da sola.

Solo quando la corda del La avrà una tensione tale da poter generare una frequenza di 440 Hz, essa comincerà a vibrare in accordo con il diapason. Allo stesso modo, tutta la vita sulla Terra è un equilibrio di frequenze. La Terra “vive” perché “vibra” alle frequenze del Sole. Le culture ancestrali spiegavano questo fenomeno con un’immagine evocativa quale l’incontro del seme del Padre (il Sole) nell’ovulo della Madre (la Terra). Oggi sappiamo che la vita è un equilibrio di frequenze, che risuonano in armonia tra loro.

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Lo spettro elettromagnetico

BIOFREQUENZE E BIOFOTONI: IL RUOLO DELL’AMBIENTE Al pari della Terra, che vibra per risonanza con le frequenze del Sole, anche l’uomo può vivere solo “risuonando” con l’ambiente circostante, dal quale riceve tutte le informazioni e l’energia di cui ha bisogno.

Il fisico tedesco Fritz Albert Popp scoprì che, all’interno del corpo umano, la “risonanza” e la trasmissione di energia e di informazioni è garantita dai biofotoni. Per capire il concetto di biofotone, bisogna spiegare cos’è il fotone. Il fotone è una quantità elementare (quanto) di energia elettromagnetica, che rispetta le leggi della Meccanica Quantistica. I fotoni sono luce e, di conseguenza, onde ed energia. I biofotoni sono le frequenze della vita e sono presenti in ogni nostra cellula. Il biofotone è quell’energia che sottende alla forma e alla costituzione di ogni atomo e molecola del nostro corpo. Grazie ai biofotoni, ogni cellula del corpo può scambiarsi informazioni con le altre vibrando alla stessa frequenza d’onda. Il professor Popp scoprì che, grazie ai biofotoni, anche l’uomo emette una debolissima luce laser, che è manifestazione 16

dell’esistenza di un suo specifico campo elettromagnetico. Tale campo elettromagnetico permette la crescita e lo sviluppo di ogni cellula. La scoperta affascinante è che lo spettro di frequenza di un uomo in buona salute coincide con le frequenze del Sole che “risuonano” sulla Terra. Gli studi di Popp dimostrerebbero scientificamente l’esistenza dell’Aura, che in molte culture viene definita come un sottile campo di radiazione luminosa, invisibile all’occhio umano, che circonderebbe e animerebbe tutti gli esseri viventi (persone, animali e piante) come una sorta di bozzolo o alone, e che sopravviverebbe al decadimento dell’essere biologico. Ad avvalorare ulteriormente questa teoria, ci sono anche le fotografie dell’aura scattate con un procedimento fotografico noto come effetto Kirlian, dal nome del suo ideatore, Semen Davidovic Kirlian, il quale nel 1939 confermò la presenza di un alone luminoso attorno agli esseri viventi.

LE FREQUENZE NEGLI ORGANI DEL CORPO UMANO Organo Frequenza/Nota Sangue

321.9 (E)

Surrene

492.8 (B)

Rene

319.88 (Eb)

Fegato

317.83 (Eb)

Vescica

352 (F)

Intestino

281 (C#)

Polmone

220 (A)

Colon

176 (F)

Vescica biliare

164.3 (E)

Pancreas

117.3 (C#)

Stomaco

110 (A)

Cervello

315.8 (Eb)

Cellule grasse

295.8 (C#)

Muscoli

324 (E)

Ossa

418.3 (Ab)

Curiosità: nell’uomo, il Chakra “transpersonale” ha una frequenza di 273 Hz, molto simile alla frequenza di 272.2 Hz, che è la frequenza di orbita della Terra.

Per questo il Sole (nelle giuste dosi!) ci fa bene e ci rende vitali e di buon umore. Al contrario, l’assenza del Sole e delle sue frequenze potrebbe, a lungo andare, inficiare la nostra salute. Le popolazioni del Nord Europa, dove in inverno le giornate sono molto brevi (a Oslo, il giorno del 21 dicembre – solstizio d’inverno – dura meno di 6 ore!), presentano la più alta percentuale di casi di depressione. A Norilsk, una città mineraria russa, a 400 chilometri a sud del circolo polare artico, molti

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appartamenti sono dotati di lampade a raggi ultravioletti per riprodurre la luce solare e cercare di mantenere il giusto equilibrio sonno e veglia dei suoi abitanti. In Cina è stato scoperto un villaggio di persone ultracentenarie nel distretto di Yang Pu. Studi geologici sul territorio hanno evidenziato che in quella regione il terreno era ricco di minerali che emettevano biofrequenze. In sostanza, questi minerali lavoravano come “ripetitori” e “trasmettitori” delle stesse frequenze del Sole e garantivano agli abitanti della regione di ricevere sempre le frequenze più benefiche per la propria salute. Altri studi hanno confermato che anche in alcuni luoghi sacri, mete di pellegrinaggio da parte dei credenti, sono presenti biofrequenze. Ecco (forse) spiegate tutte le guarigioni avvenute a Lourdes e Medjugorje. 18

Le frequenze dell’ambiente hanno quindi la proprietà di trasmetterci le informazioni corrette affinché le cellule del nostro corpo vivano in buona salute. Che l’ambiente determini il nostro stato di salute è la conclusione a cui è giunto anche il ricercatore e scienziato americano Bruce Lipton. Egli spiega che il “cervello” di ogni cellula non è il suo nucleo (diversi esperimenti hanno dimostrato che una cellula senza nucleo continua a espletare le proprie funzioni biologiche!), ma la membrana cellulare, sulla quale sono poste le proteine recettore. Tali proteine sono responsabili di ricevere segnali dall’esterno e di elaborarli in comandi da far svolgere alle proteine effettori, che si trovano sempre sulla membrana cellulare, ma nella parte interna, e comunicano con tutti gli organuli nel citoplasma della cellula. Non è quindi il nucleo (qualcosa di “interno” alla cellula) a garantirle la vita, ma sono gli stimoli ambientali a imporre a ogni organismo un

determinato comportamento, nel momento in cui essi vengono tradotti e interpretati attraverso la decodifica di segnali energetici. In sostanza, il professor Lipton ha dimostrato a livello chimico quello che Popp aveva teorizzato a livello quantistico: la vita dipende da una trasmissione di informazioni e le informazioni viaggiano attraverso le frequenze presenti nell’ambiente. Queste scoperte hanno la potenzialità di rivoluzionare le nostre vite e il nostro approccio alla guarigione in caso di malattia. Ma di questo parleremo più avanti.

ALCUNE FREQUENZE BENEFICHE E I LORO EFFETTI SULLA SALUTE 396 HZ – Liberi dal senso di colpa e ansia 417 HZ – Cambiamento, lasciare andare il passato 528 HZ – Riparazione e armonizzazione DNA 639 HZ – Apertura e connessione nei rapporti umani 741 HZ – Stimolare il risveglio interiore 852 HZ – Ritorno all’ordine spirituale È interessante notare che queste frequenze sono tutte multipli di 3. Si può verificarlo velocemente sommando le singole cifre che le compongono. Ad esempio, la frequenza 417 può essere scomposta in: 4 + 1 + 7 = 12. E 12 è un multiplo di 3. Come già dimostrato da Fibonacci, la natura risponde a un ordine rintracciabile anche nei suoi numeri! La musicoterapia si basa su motivi musicali i cui suoni corrispondono a una di queste frequenze benefiche. Molti dei più famosi compositori di musica classica (da Mozart a Beethoven a Bach) utilizzavano frequenze benefiche.

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INTERFERENZE COSTRUTTIVE E DISTRUTTIVE Oltre alle frequenze benefiche, purtroppo oggi siamo circondati anche da frequenze nocive per l’uomo. Queste sono la principale causa del sorgere di nuove malattie, tipiche del mondo contemporaneo. L’elettrosmog comprende le frequenze di cellulari, ripetitori radio, computer con Wi-fi, telecomandi, tastiere senza fili, dispositivi bluetooth, etc. Anche di questo parleremo più avanti. Ora ci serve rispondere a una domanda: perché alcune frequenze possono farci bene e altre possono farci male? Per capirlo, dobbiamo spiegare come si comportano due onde quando si incontrano ed entrano in relazione tra loro. L’interferenza è quel fenomeno dovuto alla sovrapposizione, 20

in un punto dello spazio, di due o più onde. Incontrandosi, è come se le onde si scambiassero “informazioni” sulle loro specifiche frequenze al fine di formare un’unica onda, frutto dell’addizione delle due frequenze iniziali. Se le due onde sono in fase (se cioè oscilleranno alternando valori crescenti e decrescenti nello stesso momento), allora si sommeranno e l’intensità risultante sarà maggiore rispetto a quella di ogni singola intensità originaria. Si parla in questo caso di interferenza costruttiva. Al contrario, se le due onde non sono in fase, allora tenderanno ad annullarsi a vicenda (si potrà arrivare addirittura a non verificare più alcun fenomeno ondulatorio). In tal caso si parla di interferenza distruttiva. Le frequenze che interferiscono in maniera negativa con le frequenze vitali dell’uomo, causando interferenze distruttive, a lungo andare, danneggiano le sue cellule. Al contrario, le

Interferenze costruttive e distruttive

frequenze che sono in fase con le biofrequenze umane, mantengono l’organismo in buona salute e, se malato, lo aiutano a guarire. La medicina ufficiale, tuttavia, non sta ancora facendo tesoro di queste nozioni. Una delle rare eccezioni in cui si utilizzano le frequenze per curare le persone sono le onde d’urto che si utilizzano, per esempio, per frantumare i calcoli biliari. È esattamente lo stesso principio per il quale Maria Callas avrebbe potuto frantumare un bicchiere di cristallo con le sole frequenze della sua voce. Il Metodo RQI® nasce per sfruttare appieno i principi della Fisica Quantistica. Esso si prefigge di insegnare ad auto-guarirsi in modo relativamente rapido (a volte addirittura istantaneo!) e senza effetti collaterali. In sostanza, è l’organismo che si auto-guarisce nel momento in cui si riappropria delle corrette frequenze vitali. L’approccio del Metodo RQI® è un approccio olistico, che vede l’uomo come un tutt’uno. Infatti, parlando

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di materia – cioè avendo un approccio tradizionale – possiamo dividere il corpo e studiare ogni parte separatamente (gli organi, i tessuti, le ghiandole); ma se parliamo di onde di energia non possiamo farlo. Così come l’energia permea ogni angolo dell’universo ed è indivisibile, allo stesso modo l’uomo va guardato nel suo insieme. LA MALATTIA: UNO SQUILIBRIO ENERGETICO Questo ce lo avevano già insegnato i cinesi, più di 6000 anni fa, con l’agopuntura. I cinesi per primi scoprirono che all’interno del corpo umano ci sono dei flussi di informazione organizzati e ordinati che veicolano l’energia. Questi flussi di informazione costituiscono una rete di canali ai quali la medicina cinese diede il nome 22

di meridiani. Oggi possiamo affermare che i meridiani sono delle vie di superconduttività elettromagnetica: sono i punti del corpo dove è più facile intervenire sul flusso di energia. La malattia è quindi un’alterazione del corretto passaggio di energia, che genera uno squilibrio energetico. Infatti ogni patologia è la conseguenza di un eccesso o di un difetto di energia. Se avviene un blocco dell’energia che circola in un determinato meridiano, allora si può verificare una congestione (ovvero un aumento di energia) che provocherà una problematica calda (dolori, infiammazioni, mal di testa...) a uno o più organi o alle parti del corpo che comunicano con quel determinato meridiano. Al contrario, nel meridiano successivo si potrebbe verificare una mancanza di energia che indebolirà l’organo ad esso collegato, creando una problematica fredda (intestino pigro, problematiche della pelle, ritenzione idrica...). Se ci si fa caso,

spesso quando qualcuno è malato presenta sintomi diffusi in più parti del corpo, che – apparentemente! – sembrano non avere relazione tra loro. L’agopuntura stimola i meridiani per ripristinare in loro il giusto grado di energia. Scomparso lo squilibrio energetico, inizia la guarigione. In realtà, possiamo affermare che ogni modalità curativa lavora con l’energia e sull’energia, ma ciascuna lo fa a un livello diverso, che può essere: * livello fisico (chiropratica, fisioterapia) * livello molecolare (farmacologia, fitoterapia) * livello energetico e vibrazionale (agopuntura, omeopatia, discipline olistiche, infrarossi, ultrasuoni...) Detto ciò, è importante sapere che agire direttamente sulle frequenze è indubbiamente il metodo di cura più efficace per almeno due motivi. Primo. Le sostanze chimiche e nutrizionali vengono trasmesse da una molecola all’altra al ritmo di un centimetro al secondo, e a ogni passaggio qualcosa va perduto. Invece, l’energia delle biofrequenze viaggia a 300mila km/s, e quasi nulla va perduto nel processo di trasmissione. Questo è possibile perché, in accordo con quanto teorizzato dal professor Fritz Albert Popp, le cellule hanno la capacità di recepire e integrare i segnali luminosi, percependo di essi sia la frequenza che la direzione. Secondo. Le biofrequenze sono all’origine della vita, sono loro che “precedono” la formazione di atomi e molecole, dando loro una determinata configurazione energetica. Se le biofrequenze sono corrette, allora la biofisica (campo ener-

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getico) e la biochimica (molecole) dei nostri organismi sono e rimangono corrette. Agire solo a livello biochimico senza intervenire sul piano energetico, significa agire per il tempo in cui il “rimedio” biochimico da noi adottato (il principio attivo di un farmaco, un integratore di vitamine...) sarà in circolo nel nostro corpo. Finito il suo effetto, il livello energetico del nostro corpo tornerà come prima. Eppure oggi la medicina “ufficiale” (che ha meno di un secolo!) ignora – o finge di ignorare – questo sapere, anche adesso che la Fisica Quantistica lo ha comprovato, e ci suggerisce di rassegnarci alla dipendenza a vita da un farmaco per il controllo della pressione o del colesterolo. GLI EFFETTI COLLATERALI DELLA MEDICINA ALLOPATICA

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Secondo la medicina allopatica, basata sulla Fisica Newtoniana, l’uomo non è un sistema biofisico, ma è un sistema biochimico. Tutto è regolato dal principio di causa ed effetto. Tuttavia, quando non si guarda l’uomo nella sua totalità, spesso risalire alla cause risulta difficile, se non impossibile. È ancora una volta la medicina cinese che ci insegna, ad esempio, che se qualcuno ha un problema a un occhio, esso potrebbe dipendere dal fegato, poiché entrambi sono connessi sullo stesso meridiano. Perciò, un’alimentazione detossinante per il fegato potrebbe risolvere un problema di vista meglio di un qualsiasi collirio. La medicina allopatica, invece, è spesso troppo miope e in molti casi non può fare altro che curare i sintomi senza risalire alle cause. A chiunque sarà capitato di avere cercato la soluzione alla

propria malattia “per tentativi”, ascoltando più di un consulto medico. Il fatto è che ogni medico, poiché specializzato in un determinato ramo della medicina, è focalizzato sul proprio campo di conoscenze e non ha le risorse necessarie per affrontare il disagio del proprio paziente in modo olistico, come dovrebbe sempre essere. Al contrario, è credenza diffusa che più la visita sarà specialistica, più la diagnosi sarà precisa e la terapia specifica. E più la terapia sarà specifica, più la cura sarà efficace. In questo modo, però, spesso si ignorano – o se si conoscono si sottovalutano – gli effetti collaterali di ogni terapia farmacologia. A dire il vero, gli effetti collaterali dovrebbero chiamarsi effetti laterali. Poiché essi si presentano sempre. Infatti, ogni sostanza che immettiamo nel nostro corpo interagisce con determinate proteine “funzionali”, le quali possono determinare le funzioni di organi o distretti completamente diversi tra loro. In sostanza, lo stesso segnale (un enzima, una proteina) è simultaneamente recepito e interpretato dalle cellule di tutto il corpo e può essere usato in ciascun organo o tessuto per svolgere compiti totalmente differenti. È quello che si verifica quando, ad esempio, si assumono degli antinfiammatori non-steroidei che riducono le prostaglandine e che, allo stesso tempo, bloccano le cicloossigenasi: nel primo caso, interrompono il processo di infiammazione; nel secondo, causano diminuzione del muco gastrico e favoriscono la gastrite. Prendiamo un altro esempio: la chemioterapia. La chemio danneggia il DNA delle cellule che si dividono rapidamente. Le cellule cancerogene si dividono rapidamente. Il problema è che anche le cellule immunitarie si dividono rapidamente!

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Che cosa ci fa guarire dal cancro? Al di là della terapia, è la nostra risposta immunitaria. La chemio non distruggerà mai il 100% delle cellule cancerogene. Nella migliore ipotesi, eliminerà il 60, massimo l’80 per cento delle cellule malate. Quelle che rimangono, saranno distrutte dal sistema immunitario. La chemio quindi distrugge (anche) l’unica cosa che può salvarci la vita. Uno studio del 2009 ha inoltre affermato che tra le concause dei tumori di oggi, ci sono le lastre che furono prescritte a dismisura negli anni Ottanta. E cosa dire poi degli antibiotici? Gli antibiotici uccidono indiscriminatamente i batteri presenti nel corpo umano. Ma molti di questi batteri sono utili all’uomo poiché vivono in 26

simbiosi con il nostro organismo e ci aiutano a svolgere determinate funzioni. La flora intestinale è costituita da batteri che ci aiutano a digerire gli alimenti scomponendoli in enzimi. Ma c’è di più: gli evoluzionisti ritengono che i mitocondri presenti in ogni cellula del nostro corpo siano batteri che, durante l’evoluzione dalla cellula procariota a quella eucariota, stabilirono con quest’ultima un rapporto di simbiosi allo scopo di fornirle energia. Ecco perché, dopo una cura antibiotica, ci sentiamo sempre deboli: siamo privati della nostra energia non solo a livello intestinale, ma anche a livello cellulare! Gli effetti collaterali devono farci riflettere sulle malattie iatrogene, le malattie dovute a terapie mediche. Secondo le prudenti stime pubblicate sul Journal of the American Medical Association, esse costituiscono la terza causa di

morte negli Stati Uniti. Più di 120.000 persone muoiono ogni anno a causa degli effeti collaterali dei farmaci. Un recentissimo studio, basato sui risultati di studi statistici governativi nell’arco di dieci anni, ha dipinto il problema a tinte ancora più fosche: le malattie iatrogene sono ormai al primo posto tra le cause di morte negli Stati Uniti, e le reazioni indesiderate all’assunzione di farmaci sono responsabili di più di 300.000 decessi ogni anno. GLI INTERESSI DELLE CASE FARMACEUTICHE Come è possibile che alla luce di tutto questo sapere, la medicina allopatica continui ad essere la soluzione più ovvia? Il dottor Giuseppe De Pace, chirurgo ortopedico ospedaliero, autore di una denuncia che si è diffusa in internet, afferma: «La medicina ufficiale è falsa ed è solo strumento di potere delle Multinazionali della Salute. Noi medici siamo plagiati, fin dall’inizio, dagli insegnamenti universitari che ci vengono propinati da un manipolo di “professori” che hanno il solo interesse di lasciarci nell’ignoranza sulla vera origine delle malattie.» Davvero gli interessi delle case farmaceutiche ci tengono nell’ignoranza? Se nell’Era di internet non riusciamo ancora ad attingere a un sapere condiviso, ci dev’essere un perché. Perché in alcuni paesi d’Europa la nimesulide, il principio attivo di un famoso farmaco da banco antinfiammatorio, è stato dichiarato cancerogeno, mentre in altri no? Perché in Italia il cellulare è privo di rischi comprovati per la salute, mentre in Belgio è stato dimostrato scientificamente che le sue frequenze fanno male in modo particolare ai bambini, il cui cervello è ancora in fase di sviluppo? Perché lì esiste una legge che vieta i telefonini ai ragazzi fino ai 14 anni mentre altrove non si sa niente?

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Il professor Giuseppe Genovesi, specialista in endocrinologia, psichiatria e immunologia presso il dipartimento di fisiopatologia medica al Policlinico Umberto I afferma: «Ai medici non si insegna né la Fisica Quantistica, né la Medicina Tradizionale Cinese. Usano apparecchiature biofisiche per la diagnosi (la risonanza magnetica, la tac, l’ecografia...) ma curano in modo chimico. Questa è una contraddizione.» In effetti, tutte le industrie moderne hanno appreso nuove conoscenze dalla Fisica Quantistica e hanno sviluppato prodotti orientandosi verso l’elettronica e l’energia: il microchip, il lettore ottico e anche il telecomando sono frutto della nuova scienza. L’unica industria che è rimasta più indietro è l’industria medica, almeno per quanto riguarda l’aspetto terapeutico. E se in passato vi fu qualche timido tentativo solitario, esso fu 28

dimenticato o – peggio ancora – volutamente ignorato. Negli anni Venti e Trenta, ad esempio, il dottor Royal Ramon Rife ottenne ripetuti successi nei pazienti affetti da cancro ricorrendo a una terapia basata esclusivamente sulle frequenze. Grazie a un potente microscopio di sua invenzione, Rife fu la prima persona al mondo in grado di vedere i virus. Nel 1920 riuscì a identificare e isolare quello che definì il virus del cancro umano a cui diede il nome di bacillo X. Come se ciò non bastasse, il medico americano inventò un dispositivo che attraverso l’emissione di onde elettromagnetiche era in grado di distruggere le cellule cancerose che si trovavano dentro il suo raggio d’azione. I risultati di Rife furono ben presto dimenticati. O forse solo occultati, se è vera la statistica secondo la quale la stragrande maggioranza di coloro che lavorano in ospedale, tra medici e infermieri, non ricorre ai farmaci per curarsi.

ESAMI BIOFISICI E TERAPIE BIOCHIMICHE La medicina ufficiale utilizza diverse apparecchiature che rivelano le frequenze e le energie biofisiche del nostro corpo, quando è necessario effettuare una diagnosi. Tuttavia, al momento della terapia, l’approccio più scontato è quello biochimico o chirurgico. Di seguito, un elenco con alcuni degli esami più noti e la loro funzione: * Elettrocardiogramma (ECG): è la registrazione e la riproduzione grafica dell’attività elettrica del cuore, che si verifica nel ciclo cardiaco; * Elettroencefalogramma (EEG): è la registrazione dell’attività elettrica dell’encefalo; * Tomografia Assiale Computerizzata (TAC): è un esame basato sull’uso di radiazioni ionizzanti (raggi X) che fornisce un’immagine bidimensionale, ovvero sul piano trasversale del corpo umano; * Risonanza Magnetica (RM): è un esame che utilizza radiazioni elettromagnetiche, innocue per l’organismo, che – attraverso l’elaborazione di un computer – forniscono un’immagine bidimensionale, su vari piani, del corpo umano.

Eppure quando si tratta con i pazienti, il farmaco o la chirurgia sono ancora la soluzione più scontata. Il fatto è che la medicina informazionale è rapida e definitiva. Oggi invece il medico deve vendere. E il paziente deve tornare dal medico. Altrimenti dove sarebbe il business? Secondo il report 2008-2009 dell’OMS sullo stato di salute nei paesi europei, nella nostra società, il 68% delle persone muore per malattie croniche, le “malattie fredde” della Medicina

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Tradizionale Cinese. Esse non sono altro che perenni stati di disequilibrio energetico! In Italia il Sistema Sanitario Nazionale incide di circa il 30% sulle spese dello Stato. Nel 2012, la compartecipazione dei cittadini italiani alla spesa sanitaria nazionale (ovvero i ticket da loro pagati) è stato pari a un importo di 4.4 miliardi di euro, di cui 2 miliardi per l’acquisto di farmaci. Cosa succederebbe se potessimo risparmiare tutti quei soldi? LO STRESS, LA VERA CAUSA Nell’Antica Cina il medico si pagava quando si godeva di buona salute e si smetteva di pagarlo in caso di malattia. Il medico era colui che aiutava a stare bene, non colui che aiutava a guarire. 30

Infatti, un’altra falsa credenza che ci insegna la medicina ufficiale, è che noi abbiamo bisogno di “qualcuno” che ci curi. Ma noi nasciamo già come una macchina perfetta e il nostro corpo ha tutte le risorse per auto-guarirsi. Dobbiamo solo lasciarglielo fare. Come? Ricordiamo quanto abbiamo già imparato e definiamo in modo ancora più dettagliato cos’è la malattia. Se tutto è energia, se tutta la materia si presenta con una determinata configurazione energetica, attraverso l’espressione di una frequenza, allora la malattia è semplicemente un errore informazionale, ovvero un errore che non permette alle cellule di ricevere i giusti segnali (le giuste frequenze) per “risuonare e vibrare”, e mantenersi in buona salute. E da cosa è dovuto questo errore informazionale? La causa è solo una: lo stress.

Con il termine “stress” si intende qualsiasi tipo di interferenza negativa. Quando il nostro organismo avverte una minaccia, si predispone in quella che Lipton definisce la modalità “lotta o fuggi”. Il nostro sistema nervoso autonomo è costituito da porzioni anatomicamente e funzionalmente distinte ma sinergiche: il sistema nervoso parasimpatico e il sistema nervoso simpatico. Il primo è responsabile dei meccanismi di crescita, il secondo dei meccanismi di protezione. I processi di crescita stimolati dal sistema parasimpatico permettono alla cellula di avere uno scambio aperto con l’ambiente e di acquisire da esso tutti i nutrimenti di cui necessita. I processi di protezione attivati dal sistema simpatico, al contrario, mettono la cellula in uno stato difensivo, inibendo la produzione di energia vitale, poiché essa non riceve più nutrimento dall’esterno. Lo stress si manifesta quando il nostro organismo ritiene che noi corriamo qualche tipo di pericolo, sia emozionale, che fisico. La risposta di “lotta o fuggi” è necessaria per salvarci la vita in caso di emergenza. Le funzioni vitali vengono “temporaneamente” sospese affinché l’organismo si concentri con tutte le sue energie all’eliminazione della minaccia esterna: è quello che accade, per esempio, quando si ha l’influenza e non si avverte il desiderio di mangiare. Le energie del nostro corpo che solitamente sono impiegate per la digestione, vengono ora destinate alla battaglia contro il virus o il batterio responsabile nella nostra infezione. E la temperatura corporea sale. Ma questo stato di allarme fisico non dovrebbe essere mantenuto oltre il tempo utile. Il problema è che la persona media, a causa di situazioni di stress ripetute e con-

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tinue, rimane nella modalità “lotta o fuggi” per lunghi periodi di tempo. Quando questo accade, alla fine l’organismo cede e ci presenta il conto sotto forma di sintomi. Afferma il dottor Alexander Loyd, psicologo e naturopata: «Quando lo stress situazionale si accumula nel tempo, crea un livello di stress fisiologico. E questo provoca quasi ogni disturbo e malattia. L’effetto cumulativo di uno stress frequente senza possibilità di recupero fa sì che l’organismo semplicemente ceda o muoia.» Un’intolleranza alimentare genere nell’organismo di chi la soffre una risposta del tipo “lotta o fuggi”. Il sistema simpatico riconosce nell’alimento non tollerato un nemico e attiva un meccanismo di protezione della cellula. Il cibo non entra nella cellula e, allo stesso tempo, dalla cellula non escono le 32

tossine. Anche i metalli pesanti possono ostruire le proteine recettore della membrana cellulare e non permettere il giusto flusso di energia nel corpo. Oggi è risaputo che l’alluminio è tra le concause dell’insorgenza del morbo di Alzheimer. E i tumori? A livello chimico, il tumore è la condizione in cui la cellula non riceve più ossigeno. L’ossigeno non passa perché la cellula è in modalità di difesa a causa di qualche agente esterno. Il professore Pier Luigi Biava, medico presso l’Istituto di Ricerca e Cura di Carattere scientifico di Milano, definisce il tumore come un errore informazionale. Anche l’invecchiamento è frutto dello stress. Il collasso collagenico, ad esempio, avviene perché la pelle non riceve più ossigeno (cosa più frequente nei fumatori): i nutrienti non arrivano al tessuto, la carnosina comincia a mancare e la pelle raggrinzisce.

LA GENETICA NON C’ENTRA Anche il professor Lipton afferma che il 98% delle malattie è causato dallo stress e che solo il 2% è genetico. Ma – aggiunge – ciò che è genetico si può interpretare come stress “ereditato” dai genitori. Dice lo scienziato americano: «L’idea che i geni controllino la biologia non è mai stata provata. Le malattie “comuni” a una famiglia sono comuni perché la famiglia vive nello stesso ambiente.» Così si spiega perché le popolazioni che condiscono ogni piatto con il burro, in molti casi hanno il colesterolo alto e l’arteriosclerosi, mentre i giapponesi che si cibano di pesce ricco di Omega 3 raramente presentano problemi cardiaci. Afferma ancora Lipton: «La gran parte dei tumori maligni è dovuta ad alterazioni epigenetiche indotte dall’ambiente, e non da geni difettosi.» Nel libro La biologia delle credenze, il ricercatore spiega che la causa responsabile dei movimenti che generano il comportamento delle proteine è il cambiamento delle loro cariche elettromagnetiche e non il DNA! Infatti, ogni proteina interagisce costantemente con gli stimoli esterni, grazie ai quali riceve segnali sotto forma di cariche positive o negative. In base ai segnali, la proteina cambia dunque conformazione (gli aminoacidi che la compongono “ruotano” lungo la sua “spina dorsale”) per riequilibrare le sue cariche. Il cambiamento genera movimento, e il movimento viene impiegato per svolgere un lavoro (la digestione, la respirazione, etc). Se le proteine ricevono segnali ambientali sbagliati o nocivi, esse cambieranno la loro conformazione in modo anomalo. E nel momento in cui dovranno duplicarsi sul DNA, si duplicheranno con un errore informazionale. L’errore non parte quindi dal DNA, ma dall’ambiente!

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L’EPIGENETICA L’epigenetica è la scienza che studia come l’ambiente influenza la vita. Essa fa parte della Nuova Biologia, che ha ormai screditato la teoria secondo la quale i geni influenzano la nostra salute. Secondo l’epigenetica, infatti, tutto quello a cui è soggetto un essere vivente è riconducibile agli stimoli che egli riceve dall’ambiente e a come esso stesso li interpreta. “Epi-genetico” significa “al di sopra dei geni”. Uno studio condotto dall’Università di Montreal ha evidenziato che il cervello dei bambini che sono stati vittime di maltrattamenti fisici, è soggetto a modificazioni genetiche che potrebbe portare gli stessi bambini ad essere violenti in età adulta. Lo stesso studio ha evidenziato che le persone più violente sono quelle sopravvissute a tentati omicidi. 34

Tuttavia, lo studio è giunto alla conclusione che i geni non influenzano la nostra salute o il nostro comportamento, ma possono predisporre più facilmente un soggetto a determinate risposte comportamentali. Non tutte le persone che hanno subito violenze saranno quindi violente, ma, in un ambiente ostile, avranno più facilità ad attuare una risposta violenta, proprio a causa delle modificazioni genetiche del loro cervello. E ancora: esperimenti su bambini nati prematuri e che sono rimasti in incubatrice per diverse settimane, hanno riscontrato che, se uno di questi neonati fosse stato accarezzato ogni giorno sulla schiena, per soli dieci minuti al giorno, avrebbe sviluppato un cervello di dimensioni più grandi e con quoziente intellettivo maggiore di quello dei bimbi che invece non avessero ricevuto coccole. Allo

stesso modo, è stato dimostrato che un neonato che non viene mai abbracciato o preso in braccio, è destinato a morire! Ecco dunque che ogni creatura ha bisogno del contatto con l’ambiente.

Lo stress che riceviamo dall’ambiente è dunque ciò che determina il nostro grado di salute o malattia. Quanti tipi di stress esistono? Test condotti personalmente su oltre 1000 soggetti, mi hanno portato a suddividere lo stress in tre grandi macro-aree e ad attribuire a ciascuna di esse una percentuale di rilevanza: 1) stress fisico, 15-20% 2) stress energetico, 15-20% 3) stress emotivo, 60-70% Vediamoli ora nel dettaglio. LO STRESS FISICO Lo stress fisico può essere causato da un lavoro meccanico eccessivo, prolungato o sbagliato (ne sono un esempio gli infortuni muscolari quali contratture, tendiniti, lesioni, infiammazioni...) o dalle tossine nell’ambiente. Le tossine potremmo definirle, in generale, “inquinamento”, ovvero un’alterazione dell’habitat di origine antropica. Questo è dato da tutte quelle sostanze che non sia naturale respirare o ingerire, come: conservanti nel cibo, gas di scarico, scie chimiche rilasciate dagli aerei. Secondo alcuni scienziati, in un anno siamo esposti a più di 80mila sostanze chimiche e metalli pesanti, che respiriamo.

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Non si pensi solo al fumo, ma anche a tutti quei prodotti con i quali entriamo in contatto ogni giorno: detersivi, coloranti, conservanti, profumi, additivi chimici. Questo mette a dura prova la capacità del nostro corpo di disintossicarsi (o meglio, “de-tossinarsi”), in quanto la maggior parte di queste sostanze vengono eliminate con difficoltà dal fegato, dai reni e da altri organi. È importante sapere che quello che ci viene offerto dalla società, non sempre è naturalmente accettato dal nostro essere. Prendiamo l’esempio dell’alluminio. L’alluminio è particolarmente tossico per il sistema nervoso, con una serie di sintomi che possono includere disturbi del sonno, nervosismo, instabilità emotiva, perdita di memoria, mal di testa e compromissione intellettiva. Esso può fermare la capacità del corpo di digerire e fare uso di calcio, fosforo e fluoro. Questo impedisce la 36

crescita delle ossa e ne riduce la densità. Ciascuna di queste situazioni può portare a debolezza e a deformazione della struttura scheletrica, con effetti paralizzanti. L’avvelenamento può anche provocare dolori muscolari, disturbi del linguaggio, anemia, problemi digestivi, diminuzione della funzionalità epatica, coliche renali e compromissione della funzionalità renale. Oggi l’alluminio si trova nel nostro cibo (soprattutto quello in scatola), nell’acqua, nel suolo e in molti oggetti di uso quotidiano (anche la pelle può assorbire i metalli, per contatto). L’alluminio è spesso aggiunto ai prodotti per l’igiene, come gli antitraspiranti e i bagnoschiuma. Anche le pentole contengono l’alluminio e la cottura ad alta temperatura può inquinare i cibi che vi si cucinano. I farmaci da banco possono essere una delle maggiori fonti di alluminio: coloro che assumono spesso aspirina tamponata,

come le persone con artrite, possono assumere fino a 700 mg di questo metallo ogni giorno. Dal momento che l’alluminio contribuisce al danno osseo, l’aspirina aumenta effettivamente l’artrite. Una bustina tipica di antiacidi può contenere fino a 200 mg di alluminio. Evitare l’alluminio nella nostra società è impossibile. Ma ci sono diversi metodi per de-tossinarsi da esso, come da molti altri metalli pesanti o agenti inquinanti a cui siamo sottoposti ogni giorno. STRESS ENERGETICO Lo stress energetico avviene nel momento in cui il nostro corpo è sottoposto per lunghi periodi a frequenze nocive per le nostre cellule. L’elettrosmog è una specifica forma di inquinamento che consiste in una contaminazione elettromagnetica. Essa è causata dalle onde dei cellulari, dalle antenne paraboliche, dai dispositivi Wi-fi o bluetooth e dai ripetitori in generale. Oggi l’aumento di tali frequenze è incredibile. L’elettrosmog sta causando una serie di preoccupazioni da parte dei dipartimenti di sanità e dei vari governi europei tant’è che, anche in Italia, a breve entreranno in vigore una serie di normative per salvaguardare la salute dei lavoratori nei posti di lavoro. L’eccessiva esposizione a fonti di elettrosmog è da anni una delle concause accertate di tumori (soprattutto le leucemie). Ma negli ultimi anni l’inquinamento da onde elettromagnetiche sta facendo insorge anche nuove malattie. La Sensibilità Chimica Multipla (MCS) deriva dall’esposizione prolungata alle frequenze nocive, quali quelle dei ripetitori. Uno dei casi

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più popolari in Italia è stato quello di una donna di cinquanta anni di Talzano, che ha depositato un esposto querela alla Procura di Arezzo contro un colosso della telefonia. La sua casa infatti dista meno di 100 metri da un’antenna che irradia segnale ai cellulari, che le crea numerosi disagi. La malattia –

ELETTROSMOG DOMESTICO Le fonti “visibili” più comuni dell’elettrosmog domestico, i loro effetti tipici e le contromisure applicabili. È il risultato di più di 3.500 rilevamenti effettuati in ambienti abitativi

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Apparecchi Televisori

Disturbi Cefalee, sindromi ansiose, disturbi della vista

Cellulari

Possibili lesioni celebrali, disturbi della vista, cataratta, alterazioni metaboliche

Linee alta media e bassa tensione esterne e/o interne alla casa

Disturbi del sonno, cefalea, stati di tensione emotiva, rischio di tumori solidi e leucemie, formicolii, depressione.

Computer e monitor

Cefalee, disturbi gastrici, tumori gastroenterici, difficoltà di concentrazione, depressione, allergie, squilibri ormonali, disturbi della vista

Coperte elettriche

Disturbi del sonno, emicranie, depressione, irritabilità, fobie, disturbi cardiaci

Forni a microonde

Rischi per le gestanti, rischio di tumore, deficit immunologici, disturbi della vista

Lampade alogene

Rischio di leucemie e tumori celebrali, deficit immunitari, disturbi visivi

Lampade a incandescenza

Cefalee, rischio di tumore al cervello, disturbi alla vista, difficoltà di concentrazione, astenia, irritabilità, impotenza

Radiosveglie elettriche

Disturbi del sonno, disturbi del ritmo cardiaco, rischio di tumore al cervello, cefalee mattutine

di cui soffre un numero sempre più alto di italiani – le sarebbe stata diagnosticata al Policlinico Umberto I di Roma. I sintomi tipici sono svenimenti, difficoltà respiratorie, cefalee ed eruzioni cutanee. La donna afferma che la sua vita è cambiata da quando la malattia si è manifestata: era un’insegnante ma

e di lavoro da collaboratori della Società Internazionale Ricerca Elettrosmog e dell’Istituto di Bioarchitettura di Rosenheim. Rimedi Distanza minima 2 metri Distanza minima dall’antenna 30 cm, usare l’auricolare con il cellulare lontano dal corpo Se sussistono rischi lo si può determinare con un rilevamento strumentale e una corretta riprogettazione interna

Mantenere una distanza il più possibile elevata. Fare pause orarie. Preferire apparecchi a bassa emissione e monitor LCD

Utilizzare la coperta solo per riscaldare il letto e staccare poi la spina

Distanza minima dal forno acceso: 2 metri

Distanza minima 1,5 metri

Distanza minima 1,5 metri. Rinunciare alle lampade ad incandescenza

Distanza minima 1,5 metri. Uso di sveglie a batteria

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è stata riformata perché non poteva lavorare a contatto con computer e cellulari. Non è al sicuro nemmeno a casa nonostante usi protezioni, mascherine e abbia schermato anche l’interno della sua abitazione. STRESS EMOTIVO Lo stress emotivo è l’ostacolo principale al nostro vivere bene e in modo equilibrato. La nostra vita è determinata dalle nostre emozioni. In base alle parole che usiamo con gli altri o che gli altri usano con noi, si “co-creano” e di conseguenza si manifestano determinate “reazioni” che spesso dipendono dalle nostre esperienze emozionali. Se alcune di queste esperienze le percepiamo come impositive e stressanti, viene meno la nostra serenità. 40

Cosa ci succederebbe se entrassimo in un luogo, magari il posto di lavoro, e qui entrassimo in contatto con persone nervose? Nella maggior parte dei casi proveremmo tensione anche noi e, a lungo andare, potremmo anche percepire l’insorgere un piccolo disagio fisico: mal di testa, senso di stanchezza, noia, etc. Il dottor Gay Hendricks, in Conscious breathing, spiega le conseguenze di un eccessivo stress emotivo: «Quando un’emozione è molto dolorosa, la nostra prima reazione è smettere di respirare. Si tratta di un riflesso di protezione. Immediatamente dopo siamo invasi da un flusso di adrenalina e il sistema simpatico fa battere più velocemente il cuore. Le cellule ricevono meno ossigeno e al loro interno si crea un ambiente tossico.» La sensazione di mancanza di respiro è il primo sintomo della crisi di panico: uno stress emotivo concentrato in pochissimo tempo.

Dal 2001 al 2011, in seguito all’attentato alle Torri Gemelle che ha scosso l’America e cambiato gli equilibri internazionali, il consumo di farmaci è aumentato del 110%. L’instabilità politica e dei mercati finanziari ha generato stress, e lo stress malattia. Al contrario, una mente capace di gestire lo stress emotivo è fondamentale per il mantenimento di una buona salute. I romani dicevano: “Mens sana in corpore sano”. E avevano ragione. Un esercizio come la meditazione è capace di ridurre lo stress e migliorare il benessere, sia fisiologico che psicologico. La ricerca mostra che la meditazione porta lo schema di onde cerebrali nello stato Alfa, un livello di coscienza tranquillo e rilassato, in grado di promuovere la guarigione. Mostra anche che i livelli ormonali, oltre ad altri composti biochimici che denotano la presenza di stress nel sangue, di solito diminuiscono grazie a una pratica meditativa regolare. La meditazione riduce l’attività dell’amigdala, l’organo nel quale il cervello elabora la paura. Inoltre essa fa trasferire l’attività cerebrale dalla corteccia frontale destra, più attiva quando si prova stress, alla corteccia frontale sinistra, più attiva quando si è in stato di calma.

APPROFONDIMENTO SULLA MEDITAZIONE Nel 1978 R. Keith Wallance, fisiologo dell’UTCLA, dimostrò gli effetti diretti della meditazione sull’invecchiamento. Egli misurò tre parametri biologici: la pressione sanguigna, la vista e l’udito. Tutti e tre i fattori migliorarono con la pratica continua e Wallance affermò che in questi casi l’età biologica stava strutturalmente lavorando a rovescio.

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Coloro che avevano praticato la meditazione per cinque anni avevano un’età biologica (secondo i test fisiologici) che era funzionalmente inferiore di cinque anni rispetto all’indicazione della loro età cronologica. L’endocrinologo Deepak Chopra e il suo collega, dottor Jay Glaser, hanno inoltre dimostrato che la meditazione inverte l’invecchiamento biologico. Nel libro “Ageless Body, Timeless Mind” illustrano il loro studio condotto sull’ormone DHEA. Esso è l’unico ormone attualmente conosciuto che declini con l’età, a partire dai 25 anni, in cui raggiunge il suo massimo. Ogni volta che si ha una reazione allo stress, una parte delle riserve di DHEA viene utilizzata per produrre vari ormoni collegati allo stress, come ad esempio l’adrenalina e il cortisolo. Di conseguenza, se una persona potesse resistere agli effetti dello stress o addirittura alte42

rarli, i livelli di DHEA rimarrebbero alti. Se ciò accadesse, l’altrimenti inevitabile processo di invecchiamento che accompagna il declino dei livelli di DHEA potrebbe invertirsi. Glaser esaminò i livelli di DHEA di 328 persone che praticavano la meditazione e paragonò i risultati con quelli di 1.462 persone che non la praticavano. Fra tutti i gruppi formati da donne, i livelli erano più alti fra le praticanti. Tra gli uomini, si rivelarono più alti in otto su undici gruppi. Gli uomini che praticavano la meditazione al di sopra dei 45 anni avevano il 23% in più di DHEA, che saliva al 47% per le donne. Questi livelli si rivelarono indipendenti da dieta, esercizio fisico, peso e consumo di alcool. I loro livelli di DHEA erano quelli che si sarebbero aspettati in uomini e donne di 5 o 10 anni più giovani. Dal libro di Peter Kelder, I cinque Tibetani.

UNA QUESTIONE DI FREQUENZE Ora che sappiamo che lo stress è la vera causa che ci fa ammalare, serve trovare un’altra risposta: come facciamo a eliminare lo stress? Poiché non sempre è possibile fare a meno dei cellulari o nascondersi dai ripetitori, né evitare le polveri inquinanti e tanto meno la plastica o i metalli pesanti presenti negli alimenti, poiché davvero non è possibile eliminare la maggior parte delle frequenze nocive, allora la soluzione è... aumentare le frequenze benefiche! Questo deve avvenire in due passaggi: dobbiamo prima capire esattamente quale tipo di stress ci sta ostacolando, e successivamente possiamo trovare la frequenza che ci sarà utile per attivare la nostra auto-guarigione e ripristinare la nostra salute. E chi può dirci perché siamo stressati e cosa dobbiamo fare per riequilibrarci? Le nostre risposte agli stimoli ambientali sono controllate dalle nostre percezioni. E le nostre percezioni sono “memorizzate” nella nostra mente inconscia. È la nostra mente inconscia che gestisce le funzioni del nostro corpo e che controlla i processi simpatici e parasimpatici. È la nostra mente inconscia che controlla il 95% della nostra vita. È lei che ci permette di respirare, digerire, fare rimarginare una ferita senza che noi comandiamo nulla al nostro corpo. È lei che determina la pressione sanguigna o il battito cardiaco. È lei che monitora costantemente lo stato di salute di ogni nostra singola cellula e che verifica dove c’è stress e dove occorre intervenire. È la nostra mente inconscia che attiva i meccanismi di difesa o quelli di crescita. Imparando a comunicare con il nostro inconscio, possiamo

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anche risalire alle vere cause e capire quali strumenti ci servono per promuovere in noi la nostra auto-guarigione. Questo è esattamente quello che si propone di fare il Metodo RQI®. Ma prima dobbiamo capire come funziona la nostra mente. TESTIMONIANZE Riprendersi la propria responsabilità “Grazie! Complimenti per i tuoi studi e le tue conclusioni. È ora di riappropriarsi del proprio potere personale e di lasciare cadere il buio in cui siamo stati tenuti e in cui, ahimè, molti continuano testardamente a voler vivere, pur di non prendersi la responsabilità assoluta delle proprie vite! Perciò il tuo lavoro è encomiabile e c’è bisogno che molti diffondano queste conoscenze. Di nuovo auguri.” 
Miranda

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Nuova biologia? Un mondo nuovo “Ciao Marco, con le tue conoscenze mi hai catapultato in un nuovo mondo e sto faticosamente cercando di districarmi. Dammi il tempo per fare mente locale sulle tue idee rivoluzionarie. Grazie.” 
Daniele Un lavoro chiaro sull’equilibrio energetico “Buonasera Marco, ho visto i video e li ho trovati molto interessanti, hai un modo molto semplice di dare informazioni sul corpo umano, sulla chimica, e ti faccio dei sinceri complimenti.
 Devo dire che da sempre penso a queste cose e ho letto molti libri sull’equilibrio energetico e sul come raggiungerlo, ho partecipato a svariati corsi e mi sono sottoposta a diverse

metodologie di riequilibrio come l’agopuntura, la pranoterapia, reiki, shiatsu ecc.. ci sono molti metodi definibili utili per abbandonare lo stress e imparare a gestire le emozioni, ma richiedono un impegno assiduo, una concentrazione mentale non sempre possibile con lo stile di vita attuale. Grazie del tuo lavoro.” 
Sara NOTA: Se vuoi sentire e vedere la mia spiegazione di questi contenuti, puoi ricevere i video gratuiti iscrivendoti su: www.rqi.me

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COME FUNZIONA LA NOSTRA MENTE

Il nostro cervello è diviso in due emisferi cerebrali, i quali elaborano le informazioni in maniera indipendente e, tuttavia, funzionano in modo complementare. L’emisfero sinistro pensa in astratto, mentre quello destro pensa “per immagini”. Il primo concettualizza e razionalizza; il secondo vede il mondo attraverso i sensi ed è emotivo. 46

L’emisfero sinistro è pratico, logico e analitico; scompone la realtà e ricerca il dettaglio. L’emisfero destro è creativo, immaginativo e sintetico; ha una visione olistica che gli permette di vedere il tutto come uno. L’emisfero sinistro è volitivo e stabilisce mete e obiettivi. Gli piace sperimentare e provare cose nuove. Al contrario, l’emisfero destro è abituale e ricerca sempre sicurezza; per questo non gli piace cambiare. Oltre ai due emisferi, il nostro cervello è costituito anche da due differenti zone molto particolari, dove si ritiene abbiano sede le nostre due menti. La corteccia prefrontale – quella parte del cervello che ci distingue da ogni altro essere vivente sulla Terra – è la sede della nostra mente conscia; il tronco encefalico, invece, si suppone essere la sede della nostra mente inconscia. La mente conscia è la nostra memoria a breve termine e lavora per un massimo di venti secondi. Al contrario, la mente

LA SPECIALIZZAZIONE DEGLI EMISFERI Emisfero Sinistro

Emisfero Destro

Pensa in astratto

Pensa per immagini

Concettualizza

Vede il mondo attraverso



i sensi

Razionale Emotivo Pratico Creativo Logico Immaginativo Elabora le informazioni

Percepisce e pensa in

in maniera lineare

modo olistico

Analizza Sintetizza Volitivo Abituale Stabilisce mete

Ricerca sicurezza

Ama provare cose nuove

Non gli piace cambiare

inconscia è depositaria della nostra memoria a lungo termine. È qui che “conserviamo” il nostro sapere: le poesie che abbiamo imparato a scuola o i nuovi vocaboli della lingua straniera che stiamo studiando. La mente conscia ha cognizione del trascorrere del tempo e distingue tra passato, presente e futuro. Al contrario, la mente inconscia conosce solo il tempo presente. La mente conscia può svolgere poche funzioni per volta. Di norma, essa è capace di compiere da uno a tre compiti nello stesso momento. Le donne possono arrivare a svolgere fino a sette funzioni contemporaneamente. Infatti, nonostante il cervello femminile sia più piccolo per dimensioni di quello maschile, secondo diversi studi è risultato capace di

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LE CARATTERISTICHE DELLE DUE MENTI Mente Conscia

Mente Inconscia

Memoria a breve termine

Memoria a lungo termine

(fino a 20”) Passato e futuro

Presente

1-3 eventi alla volta

64.000 funzioni

(donne fino a 7: hanno un

contemporaneamente

pezzo di cervello in più, che si attiva dopo i 50 anni)

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Riesce a elaborare fino

Riesce a elaborare fino a

a 40 stimoli per volta –

20 milioni di stimoli per

2.000 bit di informazioni al

volta – 4.000.000.000 bit

secondo

di informazioni al secondo

Controlla dall’1% al 5%

Controlla dall’95% al 99%

della nostra vita

della nostra vita

svolgere più operazioni di quello del sesso opposto, soprattutto dopo i cinquant’anni, quando viene attivata una nuova porzione di materia grigia. Tuttavia, né la mente conscia maschile né quella femminile possono competere con la potenza della mente inconscia, che gestisce qualcosa come 64.000 funzioni insieme. Essa, infatti, può elaborare fino a 20 milioni di stimoli contemporaneamente (a una velocità di 4 miliardi di bit di informazioni al secondo), contro i soli 40 stimoli (2.000 bit di informazioni) che può elaborare la mente conscia. Che significato ha tutto questo?

Le nostre due menti, con funzioni tanto diverse e specifiche, sono un dono che la Natura ci ha fatto per aiutarci a gestire le informazioni che riceviamo dall’ambiente. E poiché abbiamo già imparato che tutto è informazione (tutto è frequenza) e che dalla decodifica delle informazioni dipende la nostra vita, le due menti ricoprono un ruolo importantissimo: quello di farci interagire con l’universo. Vediamo ora come, comunicando tra loro, esse svolgono questo compito. COME FUNZIONANO LE DUE MENTI In psicologia, la mente conscia è definita anche “madre”. La mente inconscia è chiamata “bambino”. La madre riceve ed elabora le informazioni che provengono dall’esterno e le insegna al bambino. Il bambino, che è privo di capacità di giudizio, memorizza in modo incondizionato quanto appreso dalla madre ed è pronto a ripetere ciò che lei gli ha precedentemente insegnato quando riconosce il verificarsi di una situazione identica a quella del momento dell’apprendimento. Attraverso questa sinergia, la madre non deve ripetere tutte le volte al bambino quello che deve fare. Il bambino agisce in modo riflesso. Se paragonassimo la nostra mente a un computer, potremmo dire che la mente conscia è il nostro software e la mente inconscia è il nostro hardware. Noi utilizziamo il software per elaborare dati e l’hardware per memorizzarli. Nel momento in cui avremo bisogno di recuperare determinate informazioni, ci basterà semplicemente recuperare il rispettivo file all’interno del nostro disco rigido. Non dovremo riscrivere lo stesso documento tutte le volte.

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In questo modo, la nostra mente inconscia “sgrava” la nostra mente conscia dal compito di analisi e interpretazione costante della realtà. E noi possiamo essere molto più veloci nel rispondere agli stimoli ambientali e nello svolgere compiti precedentemente appresi. Infatti, come abbiamo già visto, la mente inconscia è di gran lunga più veloce e più potente di quella conscia.

COSA VEDONO LA MENTE INCONSCIA E LA MENTE CONSCIA IN UN SECONDO Si può illustrare così il potere di elaborazione delle immagini della mente conscia e della mente inconscia. La fotografia che avete davanti è formata da 20.000.000 di pixel, ognuno dei quali rappresenta un Bit di informazione rice50

vuto dal sistema nervoso in un secondo. Quanto di questa informazione raggiunge la mente conscia? Nel riquadro inferiore, il puntino (indicato con la freccia) rappresenta il totale delle informazioni processate dalla mente conscia. In realtà il puntino è 10 volte più grande di quanto arriva alla coscienza, abbiamo dovuto ingrandirlo perché altrimenti sarebbe stato quasi invisibile. Al contrario, la mente inconscia elabora tutte le informazioni in un secondo e ci permette quindi di vedere istantaneamente la foto.

Per capire come e quando si attivano le due menti, può essere utile un esempio pratico. Quando si sale per la prima volta su un automobile per imparare a guidare, l’istruttore ci insegnerà tante cose da fare insieme: il piede destro comanda il pedale dell’acceleratore o del freno, mentre quello sinistro agisce sulla frizione; con le mani dobbiamo sterzare o azionare la leva del cambio o inserire le frecce; con gli occhi dobbiamo non solo guardare la strada davanti a noi, ma anche controllare di tanto in tanto lo specchietto retrovisore o quelli laterali. All’inizio, saremo molto impacciati e faremo fatica a coordinare bene tutti i movimenti. Poi, mano a mano che la nostra mente conscia, facendo sempre più pratica, permetterà alla nostra mente inconscia di assimilare ogni differente compito, saremo capaci di guidare senza pensare. Addirittura, potremmo tranquillamente conversare con qualcuno seduto a fianco a noi o ascoltare l’autoradio durante la guida. E ancora, abituati giorno dopo giorno a fare lo stesso percorso da casa a lavoro, alla fine potrebbe capitare di accorgerci che siamo giunti nei pressi del nostro ufficio senza avere badato minimamente alla strada che abbiamo percorso. È interessante notare che il nostro apprendimento tramite il dialogo tra mente conscia e inconscia non è solo concettuale, né riguarda soltanto l’acquisizione di una determinata capacità, quale può essere la guida di un’automobile. La nostra mente inconscia memorizza e immagazzina ogni genere di informazione, comprese le emozioni e le sensazioni (anche loro sono informazioni!). A chiunque sarà capitato di ascoltare una canzone a distanza di anni e di percepire lo stesso identico sentimento provato tanto tempo prima, quando ascoltò quel brano per la prima

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volta. Questa è la magia della mente inconscia, per la quale esiste solo il presente. Questo meccanismo è ancora più prezioso se ci rendiamo conto che la mente inconscia è colei che ha a che fare con tutti gli stimoli ambientali, i quali, come abbiamo ormai capito, comprendono tutte quelle informazioni/frequenze (chimiche, energetiche ed emotive) che ci fanno interagire con l’universo e dalle quali dipende il nostro stato di salute. Infatti, poiché molto più veloce della mente conscia, è la nostra mente inconscia che per prima attiva una risposta riflessa, traducendo le informazioni che riceve dall’esterno in compiti da svolgere. E così è la nostra mente inconscia che gestisce tutte le nostre funzioni biologiche quali il respiro, la digestio52

ne, la crescita. È lei che rimargina le ferite, regola il battito cardiaco e la pressione arteriosa; ed è sempre lei che attiva una scarica di adrenalina in vista di un pericolo o che ci fa battere forte il cuore quando ci innamoriamo. La mente conscia non potrebbe svolgere tutto questo lavoro insieme. Non ne avrebbe la capacità: le manca la necessaria velocità e non è sufficientemente capace di eseguire più programmi contemporaneamente. Cosa succederebbe se dovessimo ricordarci a ogni istante di respirare? Cosa succederebbe se, dopo aver mangiato, dovessimo anche impegnarci a comandare agli enzimi del nostro stomaco di scomporre e metabolizzare le sostanze nutritive appena ingerite? Cosa succederebbe se, dopo esserci tagliati, dovessimo guidare con il pensiero le piastrine del nostro sangue in direzione dello strato di derma da rigenerare? Per fortuna, ci pensa la mente

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inconscia. Essa governa il 95-99% della nostra vita. Senza che noi ne siamo consapevoli. E così è la nostra mente inconscia che conosce perfettamente le nostre condizioni di salute (ogni notte, mentre dormiamo, essa effettua uno “screening” di tutte le cellule del nostro corpo, verificandone lo stato) ed è lei che sa ciò di cui abbiamo bisogno per mantenerci sani o per guarirci, in caso di malattia. È lei che sa di cosa abbiamo bisogno per nutrirci, svilupparci, rigenerarci o riequilibrarci. A patto che glielo lasciamo fare...

QUANDO LE DUE MENTI SI FRAINTENDONO Abbiamo visto che l’inconscio reagisce per riflesso a ciò che ha appreso dalla mente conscia. Ma cosa succede se la mente conscia, nel momento in cui elabora per la prima volta uno stimolo ambientale, lo interpreta in modo sbagliato e, di conseguenza, fornisce un’informazione errata alla mente inconscia? E ancora: cosa succede se la mente inconscia confonde due stimoli diversi tra loro, ritenendoli uguali, poiché entrambi presentano qualcosa in comune, pur essendo in realtà due situazioni totalmente differenti? Succede che la mente inconscia attua una risposta riflessa non appropriata. È quello che può capitare emotivamente a molte persone nel 54

momento in cui affrontano situazioni di vita che hanno tratti in comune con un loro precedente vissuto. Alcune persone possono scoprire di provare gioia o paura davanti a un paesaggio, a una persona o ad un evento perché in quel paesaggio, in quella persona o in quell’evento c’è un “elemento” che richiama per somiglianza una situazione in cui esse hanno provato – per l’appunto – gioia o paura. Si può essere consapevoli di questo “elemento” comune (come quando ascoltiamo una canzone per noi evocativa: siamo capaci di identificare con precisione l’attimo del nostro passato che il nostro cuore sta ricordando), oppure no. Per esempio, il nostro inconscio può ricordarsi che il nostro insegnante del liceo, che tanto ci stava antipatico, vestiva spesso un doppiopetto blu. E così, ogni volta che noi rivedremo una persona che indossa una giacca simile e per giunta dello stesso colore, proveremo lo stesso sentimento di antipatia che avevamo per quel profes-

sore. Eppure noi non siamo consapevoli dell’informazione che un doppiopetto blu comunica alla nostra mente inconscia. In alcuni casi, questo “fraintendimento” tra mente conscia e mente inconscia ci crea solo qualche problema emotivo legato al momento. In altri casi, i traumi di origine psicologica possono condurre all’insorgenza di disturbi o malattie. Il dottor John Sarno, docente di Medicina Clinica Riabilitativa presso la New York University School of Medicine, afferma: «Il dolore cronico e varie altre malattie sono causate da rabbia e ira represse nella mente inconscia. Non sapete di avere queste cose dentro di voi perché non ne siete coscienti.» La crisi di panico è un esempio di errore comunicativo: l’inconscio percepisce un pericolo laddove il pensiero conscio non lo vede. Ma anche il cancro è un esempio di errore informazionale. Secondo il dottor Ryke Geerd Hamer, oncologo tedesco, esponente della medicina germanica moderna, qualsiasi tumore è un conflitto tra il “bambino” (mente inconscia) e la “madre” (mente conscia). Questo conflitto si origina nel momento in cui le due menti non riescono a comunicare in modo corretto tra loro. Ecco allora che il conflitto psichico genera una risposta inappropriata che si ripercuote anche a livello fisico. Che i traumi di origine psicologica si possano manifestare in malattie “visibili” è qualcosa che la medicina cinese ci ha tramandato da tempo. Secondo l’antica tradizione orientale, infatti, ogni disturbo fisico è espressione di un’interferenza emotiva. Questo è palese nel momento in cui adottiamo un approccio olistico e guardiamo all’uomo come a un tutt’uno, dove materia e spirito non sono più separabili. Per lo stesso motivo, sempre secondo il dottor Hamer, la ma-

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lattia ha una sua logica. Essa è la risposta appropriata del cervello a un’anomalia, a un trauma esterno (cioé il conflitto di cui parlavamo) e fa parte di un programma di sopravvivenza della specie. Risolto il trauma, il cervello inverte l’ordine e il corpo passa alla fase di riparazione. Quanto la mente e il corpo siano strettamente collegati, ce lo ricorda anche il ricercatore Bruce Lipton. Il professore americano afferma che i pensieri, l’energia della mente, influenzano direttamente il modo in cui il cervello fisico controlla i processi fisiologici del corpo. L’energia del pensiero può attivare oppure inibire le proteine che attivano le funzioni della cellula attraverso i meccanismi dell’interferenza costruttiva o distruttiva. E chi decide se l’interferenza è costruttiva o distruttiva? A 56

questo punto, la risposta dovrebbe essere già chiara. Se è vero che gli stimoli di tipo chimico sono letti dalle proteine recettore della membrana cellulare, è altrettanto vero che le stesse proteine recettore devono sempre attuare una decodifica del segnale, e tale decodifica è dettata loro dalle informazioni depositate nella mente inconscia. La quale a sua volta si rifà alla mente conscia. Ed è qui che può nascondersi l’errore. Infatti, già sappiamo che le nostre risposte agli stimoli ambientali sono controllate dalle nostre percezioni. Ma non tutte le percezioni sono esatte. Le percezioni che traggono origine dalla mente conscia sono soggette alla sua capacità di giudizio e forniscono una interpretazione soggettiva degli stimoli ricevuti. Le percezioni della mente conscia sono chiamate credenze. Le credenze leggono la realtà con gli occhi dell’osservatore e agiscono come il filtro di un obiettivo

per una macchina fotografica: in base al nostro personale giudizio, esse cambiano il modo in cui vediamo il mondo. Di conseguenza, il nostro funzionamento biologico si adatta a quel modo di vedere, poiché da esso si attiva una specifica risposta che dipende dalla precedente interpretazione degli stimoli ambientali, siano essi chimici, energetici o emotivi. Può sembrare sorprendente, ma le credenze fanno “memoria” in tutto il nostro corpo. Ed è proprio per questo che hanno conseguenze su tutta la nostra macchina biologica. Come spiega il dottor Alexander Loyd, le memorie cellulari sono ricordi di esperienze che traggono origine dalle nostre credenze e che si legano alle molecole-segnale di ciascuna dei 75-100 trilioni di cellule di cui siamo composti, come se il nostro corpo fosse un diario su cui viene scritto, per ogni nuova esperienza, una nuova pagina. Una volta depositate, le memorie cellulari fanno capo alla mente inconscia (proprio perché sono memorie “a lungo termine”), la quale le riattiva al momento del bisogno, cioé quando essa percepisce uno stimolo simile a quello che le ha generate. L’inconscio possiede dei meccanismi di protezione di tali memorie, al fine della sopravvivenza. Per questo motivo, noi siamo consapevoli di meno del 10% dei nostri ricordi: tutto il resto lo custodiamo all’interno del nostro inconscio, e ci è difficile scoprirlo, finché non impariamo a comunicare con esso. A dimostrare scientificamente l’esistenza di memorie cellulari che invadono tutto il nostro corpo, ci sono i numerosi casi di persone che sono state sottoposte a trapianto di organi e che, successivamente all’operazione chirurgica, hanno riferito di avere immediatamente sviluppato hobby o interessi o

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addirittura gusti personali che non avevano mai avuto prima. Per esempio, c’è il caso di una signora americana che, dopo un trapianto di rene, cominciò inspiegabilmente a coltivare la passione per le moto, per la birra e il pollo fritto. Difatti, si seppe che il suo donatore di rene era un ragazzo motociclista con i medesimi gusti culinari, esperiti dalla signora in questione per la prima volta nella sua vita dopo l’operazione. Questo esempio, per quanto possa sembrare assurdo, in realtà ci fa percepire quanto le nostre credenze siano “permeanti” e decisive nel decretare il nostro agire. Ciò in cui crediamo definisce ciò in cui ci identifichiamo: i nostri gusti, le nostre passioni e persino le nostre emozioni. Ecco allora che ciò in cui crediamo diventa ciò che siamo. EPIGENETICA E CREDENZE 58

L’epigenetica è una branca della genetica e studia come l’ambiente influenza la vita. Essa fa parte della Nuova Biologia, che ha ormai screditato la teoria secondo la quale i geni influenzano la nostra salute. Secondo l’epigenetica, infatti, tutto quello a cui è soggetto un essere vivente è riconducibile agli stimoli che egli riceve dall’ambiente e a come li interpreta. Come ci ricorda lo scienziato Bruce Lipton, sono le nostre credenze ad attivare le risposte delle proteine-recettore delle nostre cellule agli stimoli ambientali e, di conseguenza, a determinare la nostra biologia. La genetica quindi non c’entra. Questa di per sé è una bella notizia. Significa che ciascuno di noi ha le stesse opportunità di sopravvivenza, e la sua qualità di vita dipenderà dal modo in cui riuscirà a fare comunicare in modo corretto le sue due menti.

LA BIOLOGIA PRIMA E DOPO Prima: il Dogma del DNA DNA n RNA n proteina Adesso: la Nuova Biologia delle Credenze Segnale ambientale n proteine regolatrici n DNA n n RNA n proteina

Ma se i geni non c’entrano, perché esistono le malattie ereditarie? Perché se un genitore diventa calvo prima dei 40 anni, suo figlio ha buone probabilità di emularlo quando raggiungerà la sua età? Le risposte sono due. Primo: perché si vive nello stesso ambiente e quindi si è influenzati dallo stesso stress. Secondo: perché noi siamo stati educati dai nostri genitori e la loro educazione non è altro che una trasmissione di informazioni, percezioni, credenze. Più o meno consapevolmente, i genitori nutrono i propri figli dei loro stessi punti di vista, dei loro stessi sogni o timori, delle loro stesse speranze, paure e opinioni. Questo avviene soprattutto nei primi sei anni di vita, quando il cervello del bambino non ha ancora sviluppato una propria capacità di giudizio (proprio come il “bambino” della mente inconscia) e assimila tutto ciò che riceve dall’ambiente memorizzandolo in automatico, e poi riproducendolo per riflesso. In sostanza, i bambini caricano la sapienza del mondo trasmessa loro dall’esterno (dai genitori o dalla televisione o dalle maestre d’asilo) direttamente nell’inconscio. Le credenze che essi sviluppano nei loro primi sei anni di vita sono

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definite credenze pre-linguistiche, e possono condizionarli per tutta la vita. I gesuiti, da sempre riconosciuti come grandi educatori, erano soliti affermare: «Dateci un bambino prima che abbia compiuto sei anni e ne faremo un ecclesiastico.» Cosa succede se la madre (intesa come “mamma” ma anche come “mente conscia”) insegna al bambino (inteso come “figlio” o come “mente inconscia”) ad avere sempre paura? Il bambino prenderà per vera la situazione di paura segnalata dalla madre e di fronte ad essa attuerà sempre un meccanismo di difesa, anche se non necessario. È l’origine del conflitto, che porta il bambino a comportarsi in modo non naturale. 60

Facciamo un esempio pratico. Tutti i neonati sanno nuotare. Per loro, l’acqua è un habitat assolutamente familiare. Altrimenti, come avrebbero potuto sopravvivere nel liquido amniotico per nove mesi? Tuttavia, molti bambini “disimparano” a nuotare e finiscono addirittura con il coltivare una vera e propria fobia per l’acqua. Perché è accaduto tutto ciò? Molto probabilmente perché, quando erano piccoli, qualcuno dei due genitori ha comunicato loro che l’acqua è pericolosa e che bisogna starne alla larga. La credenza limitante dei genitori (mente conscia) ha influenzato (e modificato!) la risposta comportamentale del bambino (mente inconscia). La nostra mente è estremamente potente e allo stesso tempo estremamente delicata da gestire, al punto che una paura conscia può cancellare una capacità subconscia. L’uomo è più dipendente dall’apprendimento di qualunque altra specie.

NOI SIAMO come I NOSTRI GENITORI “Qualis pater talis filius” – com’è il padre, così è il figlio -, dicevano gli Antichi Romani. E il loro proverbio è rimasto vivo fino ad oggi. Infatti, in ogni detto popolare c’è sempre una profonda verità. Per farti rendere conto di quanto effettivamente noi siamo la copia dei nostri genitori, ti propongo un esercizio divertente e allo stesso tempo sbalorditivo. Prendi un foglio di carta e piegalo in quattro. Poi riaprilo e scrivi nel primo quadrante, in alto a sinistra, i pregi di tuo padre, quelli che tu pensi che lui abbia. Poi, nel secondo quadrante, in alto a destra, scrivi i suoi difetti, sempre in base alla tua opinione personale. Ora fai lo stesso con tua madre, nei due quadranti rimanenti: scrivi nella colonna in basso a sinistra i suoi pregi e in quella di destra i suoi difetti. Ora, pensa a due o tre tuoi amici che conosci da molto tempo: amici d’infanzia o con i quali hai speso molto tempo insieme. Chiedi a ciascuno di loro di stilare una lista dei tuoi pregi e dei tuoi difetti, secondo la loro opinione. Quando le avranno completate e te le avranno consegnate, leggile e... noterai che i pregi e i difetti che loro hanno trovato in te sono un mix di pregi e difetti che tu hai trovato in tuo padre o in tua madre. Provare per credere.

L’APPRENDIMENTO PRENATALE L’apprendimento di un neonato comincia ancor prima che egli nasca. Già nella pancia della mamma, egli è soggetto a tutte le emozioni e credenze dei genitori. Il dottor Peter W. Nathanielsz, in Life in the Womb: The Origin of Health

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and Disease, scrive: «La qualità della vita nell’utero, la nostra dimora temporanea fino al momento della nascita, programma la nostra predisposizione alle malattie coronariche, all’ictus cerebrale, al diabete, all’obesità e a una quantità di altri fattori che potranno verificarsi nel corso della vita». Anche l’autismo, un disturbo che riguarda alcune anormalità nello sviluppo del cervello, sembra trarre la sua origine dal feto di una madre stressata. Una ricerca condotta dai dottori Kinney, Munir, Crowley e Miller (2008) ha evidenziato che lo stress prenatale, che può essere caratterizzato da eventi della vita quotidiana o da fattori ambientali che angosciano una donna incinta, potrebbe contribuire all’autismo, in particolare come parte di un’interazione tra i geni e l’ambiente. Si è affermato che l’autismo possa avere a 62

che fare con lo stress prenatale grazie a degli studi che hanno esaminato diversi agenti stressanti, come la perdita del lavoro o un litigio familiare, con esperimenti naturali che coinvolgono l’esposizione prenatale a una tempesta. Infatti, studi sugli animali hanno testato che lo stress prenatale può far crollare lo sviluppo del cervello e produrre comportamenti molto simili ai sintomi dell’autismo. L’ambiente non inizia dalla nascita. L’ambiente inizia non appena c’è l’ambiente. Il liquido amniotico è un ambiente e, tramite la madre, è in comunicazione con tutto ciò che è il mondo esterno. Nel 1944, durante il cosiddetto “Inverno della fame olandese”, i nazisti occuparono l’Olanda. Per varie ragioni, decisero di sequestrare tutto il cibo e dirottarlo verso la Germania. Per tre mesi, decine di migliaia di olandesi patirono la fame e molti di essi

morirono per denutrizione. Le donne gravide durante la carestia, soprattutto quelle tra il quarto e il sesto mese di gestazione, hanno insegnato qualcosa di unico ai loro feti. Quanto sarà ostile là fuori? Quanto sarà ricco? Quanto mi potrà offrire l’ambiente? Non ricevere sufficiente nutrimento dall’esterno, ha predisposto quei feti ad essere molto avidi di zuccheri e di grassi, cercando di conservarne ogni molecola per la sopravvivenza. I bimbi che nacquero in quel periodo risultarono più predisposti all’obesità e a problemi di pressione.

NOI SIAMO POTENZIALMENTE SANI, POI LA SOCIETÀ CI FA AMMALARE Le conseguenze di una madre troppo premurosa sono molto simili a quelle che si possono verificare quando accettiamo per vere delle non-verità, le quali spianano la strada al conflitto tra le due menti. Oggi la nostra società è piena di menzogne e di inganni, che spesso la nostra mente conscia non sa riconoscere e che quindi trasmette in modo errato al nostro inconscio. L’informazione quotidiana ci traumatizza. I media ci inculcano la politica del “nemico”: il terrorismo, la crisi economica, l’instabilità dei mercati finanziari, l’effetto serra... e tutto questo ci mette paura. E la paura annebbia la nostra capacità di giudizio. In questo modo, noi non siamo più padroni di noi stessi e il potere delle lobby o gli interessi dei politici ci possono manipolare molto più facilmente. Allo stesso modo, la pubblicità utilizza meccanismi che vanno a scavare nel nostro

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inconscio. Prima ci inculcano una paura o un desiderio, poi ci offrono la soluzione per sentirci sicuri o appagati. In questo modo gli spot ci spingono a comprare anche cose di cui non avremmo bisogno. I media, così come la pubblicità, sono come una madre che dice al proprio bambino di fare attenzione a tutto. Ci inculcano credenze limitanti e ci mettono in guardia. Noi ci “nutriamo” ogni giorno di queste informazioni, al punto che oramai le riteniamo vere e così le “digeriamo” nel nostro inconscio, senza nemmeno esserne consapevoli. E il nostro agire rispecchia quanto abbiamo metabolizzato: anche se abbiamo soldi, non li spendiamo, perché ci dicono che c’è la crisi; anche se non abbiamo bisogno di quel paio di scarpe nuove, lo compriamo, perché ci dicono che «sono di moda». 64

Ma tutto questo ci estranea dalla nostra vera natura e ci manda in tilt. È il conflitto di cui parla il dottor Hamer. È la modalità “lotta o fuggi” di cui parla il professor Bruce Lipton. Ma cosa avviene esattamente nel nostro corpo quando si verifica tutto ciò? Quali sono le conseguenze biochimiche di un conflitto (= errore informazionale) generato da una credenza limitante che ci mette in modalità “lotta o fuggi”? dalla credenza alla malattia Credenza limitante (= non-verità = errore informazionale) n conflitto (= modalità “lotta o fuggi”)

n stress n disequilibrio energetico n malattia

LE INFLUENZE DELLA CULTURA E DELLA SOCIETÀ Le nostre credenze determinano il nostro stato di salute, e la società svolge un ruolo di primaria importanza nella formazione delle nostre credenze. Nell’uomo, l’apprendimento è innanzitutto nelle relazioni sociali. Noi siamo modellati dalla nostra società e dalla nostra cultura. Buddha diceva: «Nulla si può comprendere in isolamento dal suo ambiente. L’Uno è nel tutto e il tutto è nell’Uno.» Ci sono società dove la criminalità è sconosciuta. In comunità come quelle degli Amish o degli Hutteriti non esistono casi di omicidio. Nei kibbutz ebraici, i livelli di violenza sono così bassi che lo stato di Israele non punisce i criminali con il carcere, ma li spedisci all’interno di una delle tante comunità basate sulla proprietà comune al fine di rieducarli. Il sistema economico contemporaneo si basa sulla competizione e sulla concorrenza. Esso apre la via a una società stratificata e individualista, dove spesso le difficoltà di alcuni diventano occasione di guadagno per altri. Ecco perché noi diventiamo competitivi. Ma alla nascita, ciascuno di noi viene al mondo solo con i semplici bisogni di sopravvivenza. Se potessimo sempre soddisfare completamente i nostri bisogni elementari, non avremmo la necessità di competere con gli altri, e ci scambieremmo amore. Tuttavia, la nostra società, proprio per come è stratificata e organizzata, non permette a tutti di soddisfare i propri bisogni. Inoltre, la pubblicità e i media ci inculcano falsi bisogni, facendoci credere che ci manchi sempre qualcosa.

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SIMPATICO E PARASIMPATICO Tutti i meccanismi di sopravvivenza di cui sono dotate le cellule del nostro corpo rispondono a due sole categorie funzionali: crescita o protezione. Possiamo interpretare ogni stimolo esterno come amico, oppure come nemico. Se ci sarà amico, lo ameremo. Se ci sarà nemico, lo temeremo. Quando amiamo una persona, ci apriamo a lei, siamo recettivi nei suoi confronti e vogliamo trascorrere del tempo insieme e scambiarci opinioni. Ma quando percepiamo una persona come nostra nemica, prima di odiarla, ne abbiamo paura. Il razzismo, per esempio, è una forma di odio che nasce da una paura, la paura per chi è diverso o sconosciuto. Pertanto, il contrario di amore non è odio. Il contrario 66

di amore è paura. Di fronte a una persona di cui abbiamo paura ci chiudiamo, tendiamo a evitarla e rinunciamo a ogni scambio reciproco. È impossibile provare contemporaneamente amore e paura. O proveremo amore, o proveremo paura. Allo stesso modo, il nostro corpo può attivare una sola delle due modalità funzionali di sopravvivenza: la modalità di crescita (nel momento in cui percepiamo gli stimoli esterni come interferenze costruttive), o la modalità di protezione (qualora gli stimoli ambientali vengano percepiti come interferenze distruttive). Quando le proteine-recettore poste sulla membrana cellulare entrano in contatto con una sostanza dall’esterno, possono o considerarla un nutriente, e quindi lasciarla passare all’interno della membrana cellulare, oppure considerarla una tossina, e quindi non lasciarla penetrare all’interno del citoplasma.

In presenza di un metallo pesante, per esempio, la membrana cellulare ne comprende la tossicità e si difende chiudendosi e rifiutando ogni tipo di scambio con l’ambiente. Quando i metalli pesanti sono troppi, allora la cellula sarà così concentrata a proteggersi che non potrà più aprirsi per ricevere sufficiente nutrimento dall’esterno. Una cellula chiusa non riceve ossigeno ed è destinata ad ammalarsi. Al contrario, quando la cellula percepisce uno stimolo amico, si prepara a riceverlo e ne sfrutta i benefici per nutrirsi, crescere, svilupparsi e rigenerarsi. Come abbiamo già visto nel primo capitolo, lo stimolo può essere biochimico, ma anche energetico o – addirittura – emozionale. I colori emanano frequenze, così come la musica. Ci sono colori e melodie che emettono frequenze benefiche ed è per questo che le persone possono guarire attraverso la cromoterapia o la musicoterapia semplicemente pitturando le pareti della propria stanza da letto di un colore che emette una frequenza rilassante o ascoltando la Pastorale di Beethoven. La modalità di crescita è attivata e gestita dal nostro sistema parasimpatico. La modalità di protezione è attivata e gestita dal nostro sistema simpatico. SIMPATICO PARASIMPATICO Sistema surrenale Sistema immunitario Lotta e fuggi Presenza, adesso Inconsapevolezza Consapevolezza Protezione Crescita Conflitto Coerenza Programmi riflessi Intelligenza Difesa Creatività Chiusura e stress Scambio aperto con l’ambiente Inibizione dell’energia vitale Flusso di energia vitale PAURA AMORE

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Il sistema parasimpatico è attivatore anche del sistema immunitario e interpreta le informazioni ambientali (le frequenze) per nutrire, accrescere, riparare e proteggere tutte le nostre cellule. Una cellula in modalità parasimpatica, ovvero in modalità di crescita e di guarigione, è praticamente inattaccabile. Quando siamo in modalità parasimpatica, siamo in Presenza, cioè siamo concentrati sull’attimo presente e viviamo consapevoli di quello che ci sta accadendo. La meditazione è un momento in cui, per l’appunto, “spegniamo” ogni nostro pensiero legato al passato o al futuro e ci concentriamo sul presente. Così annulliamo ogni genere di paura. Infatti, la paura è semplicemente la proiezione nel futuro delle conseguenze che può generare un pericolo, e spesso questa proiezione futura si alimenta del ricordo di una nostra sofferenza legata al passato. Siamo anche più intelligenti, perché le cellule (quelle 68

di tutto il corpo, e quindi anche quelle cerebrali), aprendosi e ricevendo i nutrienti, respirano e ricevono la giusta ossigenazione. Per lo stesso motivo, siamo più riflessivi e quindi anche più creativi. Viviamo in pieno amore. In modalità parasimpatica, l’energia del nostro corpo è libera di circolare ovunque, comprese le viscere e gli organi. Il sistema simpatico è attivatore dell’asse HPA, l’asse ipotalamico-ipofisiario-surrenalico. A differenza del sistema immunitario, che ci preserva da minacce interne (virus, batteri, tossine), l’asse HPA ci difende dalle minacce esterne. Pensate a una gazella che viene inseguita da un leone. Ella percepisce la presenza del leone anche a distanza e il suo istinto la prepara a scappare dal predatore. Come abbiamo già visto, noi non possiamo essere contemporaneamente in modalità di crescita o di protezione. Il corpo dovrà scegliere di volta in volta quale

delle due attivare. E quale avrà la priorità nel caso in cui ci troveremo di fronte a un leone pronto a sbranarci? È ovvio che il nostro inconscio percepirà come prioritario scappare dalla minaccia esterna, che rischia di mettere fine alla nostra vita. Ecco allora che gli ormoni surrenali prendono il sopravvento e reprimono direttamente l’azione del sistema immunitario per conservare le energie: tutte le nostre forza dovranno essere impiegate per affrontare il pericolo imminente. È la modalità “lotta o fuggi” di Lipton. Il sistema HPA è molto efficiente per uno stress acuto e improvviso, ma non è stato concepito per essere attivato in continuazione. Purtroppo, la nostra società oggi ci mette costantemente in situazioni di stress e, sebbene non viviamo più nella savana, le nostre vite sono ancora popolate da insidie. E così noi rischiamo di trascorrere la maggior parte del nostro tempo in modalità simpatica: il lavoro in ufficio, i problemi d’affitto, la vita coniugale, i figli da mandare a scuola... Gli ormoni surrenali vengono continuamente liberati dal nostro corpo, inibendo l’attivazione del sistema immunitario. E noi ci ammaliamo. Tra l’altro, gli ormoni reprimono anche l’attività della corteccia cerebrale prefrontale, il centro dell’attività cosciente, volitiva. Ed ecco spiegato perché i media, nel momento in cui ci incutono terrore con le loro informazioni sabotanti, riescono a manipolare le nostre coscienze. Stanno semplicemente mandandoci in modalità “lotta o fuggi”, disattivando la nostra mente conscia. Pressioni prodotte da preoccupazioni o paure croniche generano in noi stress. E se l’inconscio è stressato, il sistema immunitario non funziona correttamente. Infatti, ai pazienti sottoposti a trapianto di organi, per evitarne il rigetto, viene somministrato il cortisolo, l’ormone dello stress, in modo che

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sia bloccato il loro sistema immunitario e il rigetto sia evitato. Ma se il sistema immunitario è sempre bloccato, è facile comprendere che il corpo, prima o poi, si ammalerà. Quando il sistema simpatico è attivato, rilascia il cortisolo, che se da una parte ci fornisce nell’immediato una grande energia fisiologica per combattere un pericolo o per fuggire (attraverso un aumento improvviso di glicemia nel sangue), allo stesso tempo inibisce il DHEA, un ormone che è responsabile della rigenerazione cellulare e che contrasta l’invecchiamento. L’aumento di glicemia e la diminuzione di DHEA producono effetti negativi: la sintesi di DNA, RNA, proteine e GH (l’ormone della crescita) vengono inibite, aumenta la concentrazione sanguigna di sodio e diminuisce quella di potassio, si va incontro a catabolismo muscolare, scheletrico e delle mucose gastroenteriche. Tale condizione, 70

se protratta nel tempo, ci presenta il conto attraverso malattie quali: decalcificazione, diminuzione del tono muscolare, iperglicemia, diabete mellito, colite, impotenza, diminuzione della memoria e disturbi psichici quali apatia, euforia o depressione. Il dottor Gay Hendricks, in Conscious Breathing, afferma: «Quando un’emozione è molto dolorosa, la nostra prima reazione è smettere di respirare. Si tratta di un riflesso di protezione. Immediatamente dopo siamo invasi da un flusso di adrenalina e il sistema simpatico fa battere più velocemente il cuore. Le cellule ricevono meno ossigeno e al loro interno si crea un ambiente tossico». Qui non si tratta di spaventare nessuno, ma solo di prendere maggiore consapevolezza dei meccanismi che regolano il nostro corpo. E di trovare le giuste soluzioni per vivere in buona salute.

Ora: come facciamo a ritornare in modalità parasimpatica? Purtroppo, non basta il solo pensiero positivo. Perché la consapevolezza di quel pensiero positivo potrebbe fermarsi solo alla mente conscia. E, come abbiamo già visto, la mente inconscia è molto più forte della conscia, è depositaria delle memorie cellulari immagazzinate in tutto il corpo e ha priorità di azione quando percepisce un pericolo esterno. Per dirla con un paragone, potremmo dire che la mente conscia è il nostro cervello e la mente inconscia è il nostro cuore. Quanto il cervello e il cuore sono in conflitto, vince il cuore. E allora è fondamentale “ritornare” all’inconscio e chiedere a lui qual’è il problema per il quale esso attiva la modalità “lotta o fuggi”. Nel vangelo apocrifo di Tommaso, si trova scritto: «Quando due sposi (conscio-inconscio) faranno la pace in casa (corpo), troveranno il Regno dei Cieli (pace).» È ciò che avviene quando i nostri due emisferi comunicano tra loro. Comunicando, si trasmettono informazioni, evitano fraintendimenti e annullano il conflitto. Essere in pace significa essere in coerenza con la propria natura. Solo quando sapremo realmente chi siamo, sapremo anche cosa fare. Ce lo dirà la nostra mente inconscia. E quando saremo in coerenza con la nostra natura, saremo in amore e il nostro corpo si aprirà alla modalità di crescita. Quando noi siamo in parasimpatico, le due menti si sono “sposate”, e la “pace” è dentro di noi! A quel punto, viviamo il presente (perché siamo in Presenza!) e la nostra macchina biologica può sfruttare appieno le sue capacità di autoguarigione. I nostri valori di cortisolo scenderanno e i livelli di DHEA (l’ormone dell’età e della giovinezza) aumenteranno. A proposito: secondo il biologo e virologo francese Luc Mon-

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tagnier, se riuscissimo ad annullare completamente lo stress inutile intorno a noi, trascorrendo la maggior parte del nostro tempo in parasimpatico, potremmo vivere almeno fino a 120 anni. Solo quando siamo in parasimpatico, possiamo prima capire le cause che ci hanno condotto all’errore informazionale e poi trovare le soluzioni per riportare armonia tra conscio e inconscio, ripristinando il corretto funzionamento della nostra macchina biologica e riappropriandoci della nostra vera dimensione di pace interiore. È questo quello che si prefigge il Metodo RQI®: metterci in coerenza per trovare le cause che ci mandano in modalità “lotta o fuggi” e annullarle attraverso soluzioni che ci riportano in modalità di crescita. Lo stress che ci manda in modalità 72

“lotta o fuggi” può appartenere a un diverso livello: materia, energia, spirito. Per ciascuno di essi, il Metodo RQI® ci guida attraverso tre percorsi di soluzioni. TESTIMONIANZE Un salto quantico nella crescita personale
 “Grazie, grazie, grazie di vero cuore. 
Sapevo che questo corso mi avrebbe fatto fare un salto quantico, ma non immaginavo fino a questo punto!
(...) La mia percezione della realtà è completamente cambiata... Ho molte più certezze e molte meno paure, vedo le persone, le situazioni in modo completamente diverso, in ogni mio gesto c’è la certezza che sia quello giusto (...). Mi rispetto molto di più (...) mi godo il presente, stare nel momento ed ESSERCI veramente con tutta me stessa è una cosa fantastica. (...) A Marco grazie per aver

messo ordine nella mia testa, qualche anno fa avevo iniziato a costruire un puzzle che ora, grazie a lui, sta prendendo forma. Ed è un puzzle bellissimo!”
 Claudia Guardare con occhi e cuore diversi “Grazie di essere entrati con discrezione nel mio quotidiano. Avete aperto la mia mente aiutandomi a guardare diversamente le cose e gli altri. Ho parlato con tanti professionisti, chiedendo aiuto, ma finora nessuno con tanta semplicità era riuscito tanto.”
 Carmen Un metodo “olistico” “Caro Marco, il tuo colossale lavoro mette ordine a tutto quanto ho finora letto e studiato sugli argomenti che tratti. Finalmente dopo il tuo Master non dovrò più correre da un corso a un altro perché il tuo approccio li contiene tutti, li unifica e allo stesso tempo li supera in una prospettiva ancora più ampia. Sono molto felice di essere approdata a te! Grazie e a presto.” 
Susanna, counselor NOTA: Se vuoi sentire e vedere la mia spiegazione di questi contenuti, puoi ricevere i video gratuiti iscrivendoti su: www.rqi.me

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IL METODO RQI®

Iniziamo dal nome. RQI è l’acronimo di Riequilibrio Quantico Integrato. A questo punto del libro, ci è chiaro che tutto è energia e che tutto può essere “modificato” a partire dalle sue frequenze energetiche. L’energia è sempre presente, ma a volte non riu74

sciamo a farla fluire come dovrebbe, perché è congestionata in un punto; altre volte invece ne liberiamo troppa, e allora ci indeboliamo e andiamo in deficit. Il Metodo RQI® si prefigge quindi di “riequilibrare” i corretti flussi di energia. Parliamo di riequilibrio “quantico” in riferimento alla fisica quantistica, le cui leggi e teorie sono applicate e condivise dal Metodo RQI®. Gli scienziati, da Einstein in poi, definiscono “quanto” una unità minima di energia, un “pacchetto” di energia. Lo stesso concetto di “quanto” è usato dai fisici anche per indicare una singola particella. Questo ci ricorda la doppia natura della materia, che può essere considerata o come semplice informazione – frequenza “invisibile” o come materia reale, “visibile”. Come fa il Metodo RQI® a riequilibrare la nostra energia? Lo fa attraverso diverse soluzioni, “integrando” al suo interno le

dottrine di antica tradizione orientale alle più recenti scoperte della nuova scienza contemporanea. Il Metodo RQI® non vuole dare una soluzione univoca per tutti, proprio perché ciascuno di noi è un soggetto unico e, di conseguenza, le sue risposte non saranno identiche a quelle di un altro soggetto sottoposto al medesimo approccio. Le psicologie quantistiche ci insegnano che noi non siamo un mero aggregato di cellule che risponde solo a stimoli chimici: la nostra componente spirituale ed energetica ci offre un campo di azioni e delle variabili di risposta comportamentali molto più ampi. Per questo è riduttivo proporre sempre la stessa soluzione a un problema comune: se dieci persone soffrono di emicrania, cinque potrebbero risentire di una carenza nutrizionale, quattro potrebbero avere una tensione emotiva e un altro potrebbe soffrire dell’interferenza elettromagnetica causata da un ripetitore vicino casa... Mi piace ricordare che non esistono tecniche giuste o tecniche sbagliate, ma solo tecniche con determinate basi scientifiche, che possono risultare appropriate per determinati soggetti in determinate situazioni e inutili o addirittura controproducenti per altri. Il Metodo RQI® lascia quindi un’ampia apertura di possibilità circa l’impiego di diverse soluzioni o tecniche, anche quelle che non troverai in questo libro ma di cui sei già a conoscenza. Un esempio pratico: attraverso il Metodo RQI®, per mezzo di un test muscolare ideato ed elaborato appositamente, potresti scoprire di avere uno stress di tipo emotivo, e che la soluzione migliore per te è riprendere a praticare lo Yoga, la disciplina che avevi iniziato anni prima e che hai interrotto ne-

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gli ultimi tempi. Anche se il Metodo non parla nello specifico di Yoga, tuttavia questa pratica rientra nell’ambito olistico – unisce spirito e corpo – e opera sul piano energetico. Un altro aspetto importante da sottolineare è che il Metodo RQI® non va “contro” la malattia, ma contro le cause di stress che hanno generato la malattia. Lo scopo non è “debellare i sintomi” (come purtroppo – ahimé! – fanno la maggior parte dei medicinali), ma “annullare le cause”. Attraverso le soluzioni del Metodo RQI®, il nostro corpo ritroverà il suo equilibrio energetico e a quel punto si troverà nelle giuste condizioni per auto-star-bene: qualora sia ammalato, si auto-guarirà; e una volta guarito, si manterrà in equilibrio e funzionerà come la Natura ha stabilito che debba funzionare. 76

Una piccola parentesi prima di illustrare nello specifico le diverse fasi di cui si costituisce il Metodo. Il nostro corpo è energia, ma anche il nostro pensiero è energia. Infatti si parla di onde cerebrali. E le onde sono frequenze. Come abbiamo visto nel primo capitolo, oltre il 60% del nostro stress dipende da cause emotive, cioè legate ai nostri pensieri. Lo afferma anche il dottor Enzo Soresi, oncologo, anatomopatologo e tisiologo: «È il pensiero che ci fa ammalare o guarire». Compreso ciò, possiamo capire anche come una mente sana ci aiuterà a migliorare tutti gli ambiti della nostra vita. Ecco quindi che il Metodo RQI®, partendo da un approccio olistico che non può più separare la mente dal corpo, mette in comunicazione tra loro le nostre menti (conscio, inconscio e superconscio) e ci aiuta a: a) eliminare lo stress per auto-star-bene o auto-guarirci; b) migliorare le relazioni con gli altri partendo dal capire chi noi siamo;

c) fare le scelte giuste nella vita di tutti i giorni, nell’ambito lavorativo e privato. Il Metodo RQI® è qualcosa di più di una tecnica volta solo al raggiungimento del benessere fisico, è l’inizio di un percorso che ti porterà a lavorare su più piani, compreso quello spirituale, per trovare soluzioni che ti serviranno anche in ambito sociale, psicologico, relazionale, economico ed esistenziale. Questa nuova consapevolezza ti renderà indipendente, autonomo e capace di relazionarti agli altri e a tutto ciò che ti arriverà dall’esterno con maggiore cognizione e intenzionalità. La nostra società purtroppo ci ha inculcato la credenza limitante che noi abbiamo bisogno degli altri per guarirci e che solo un “altro” – una figura esperta che ha studiato al nostro posto – può dirci cosa dobbiamo fare: il medico, lo psicologo, il prete. In realtà, ciascuno di noi possiede già tutte le risposte dentro di sé. E le risposte che si hanno dentro di sé sono molto più precise di quelle che possono arrivarci da un approccio esterno e che – sebbene sia frutto di studi approfonditi e verificati – rimangono sempre troppo generiche e “standardizzate”, poiché non considerano le variabili legate alla vita e alle esperienze personali. Le figure professionali sono molto importanti, soprattutto in fase di diagnosi di una malattia. Più raramente invece possono aiutarci a risalire alle cause che hanno generato un nostro problema, o quella stessa malattia. Il problema è il nostro, appartiene a noi. Medici, operatori sanitari e psicologi difficilmente possono conoscere tutta la nostra storia personale, tanto meno possono “entrare” nel nostro inconscio (impresa ardua anche per noi, senza i giusti strumenti) e indagare le nostre “memorie traumatiche”. Siamo noi che dobbiamo tornare ad ascoltarci.

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Confrontarsi con un professionista è sempre importante, ma affidandoci solo agli altri, restando passivi, disimpariamo ad ascoltarci e perdiamo quella fiducia in noi stessi che è alla base del nostro auto-star-bene. Parafrasando un famoso detto popolare, il Metodo RQI® non intende sfamarti per la durata di un pasto, ma preferisce darti una canna da pesca, e insegnarti a pescare. Affinché tu ti possa “scoprire” e aiutare da solo.

LA GERARCHIA DELLA CONOSCENZA: LE DUE PIRAMIDI Da dove nasce il Metodo RQI®? Per dirla in breve, arriva dal nuovo – ovvero: riscoperto – approccio olistico. Per spiegarlo meglio, bisogna introdurre il concetto di 78

gerarchia della conoscenza scientifica e spiegare come questa sia cambiata con le scoperte dell’ultimo secolo. Tutto il nostro sapere può essere raggruppato in diverse discipline: la matematica, la fisica, la chimica, e via dicendo. Ciascuna di queste materie sembrerebbe apparentemente indipendente dalle altre. In realtà, non è così. Esiste un rapporto gerarchico tra i diversi rami della scienza e questo rapporto è espresso da quella che viene definita la piramide della conoscenza scientifica. Alla base della piramide c’è la Matematica, che è la chiave di tutto ciò che vi è al di sopra. Come scrive il rinomato fisico italiano Vittorio Marchi nel suo libro La Scienza dell’Uno, è curioso ricordare che la parola “numero” deve la sua etimologia al termine sanscrito “numb”, che significa Dio. In effetti, i “numi” erano gli déi o le divinità del mondo

classico (dal latino, numen,is = divinità; dal greco, nous = intelligenza, pensiero creatore). Quando i concetti matematici vengono applicati alle forze della natura, in quelle che definiamo “Leggi dell’Universo”, abbiamo la Fisica. I fattori della fisica quali la gravità, la velocità della luce e così via, vengono applicati allo studio della chimica. Mediante la chimica, le forze dell’universo agiscono sugli elementi naturali per gettare le fondamenta del nostro mondo, che studiamo attraverso la Geologia. L’espressione di ogni campo di conoscenza soggiacente giunge così, indirettamente o direttamente, a influenzare il modo in cui la vita è espressa nel nostro mondo: ecco che il gradino successivo è la Biologia. Dietro ad ogni motivazione che sta dietro al comportamento della vita, c’è infine la Psicologia: essa è la cima della gerarchia della conoscenza scientifica. Da questa piramide, si desume non solo che ciascun campo è collegato a tutti i campi sottostanti, ma anche che, quando le nuove scoperte modificano il modo in cui percepiamo noi stessi a qualunque livello della gerarchia, tutto ciò che sta sopra deve riflettere quella nuova concezione. Per esempio, Newton ha potuto creare la scienza della fisica soltanto dopo aver sviluppato il ramo della matematica noto come Calcolo Differenziale. Così, ogni scoperta ci porta a “rivoluzionare” completamente ogni gradino della piramide. Un tempo, la nostra matematica si basava sulla Geometria Euclidea. Dalla Geometria Euclidea e dal Calcolo Differenziale, abbiamo sviluppato la Fisica Newtoniana. Dalla Fisica Newtoniana, è derivata la Fisica Chimica e, sopra

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di essa, la biologia intesa come Genetica Darwiniana e la psicologia basata sulla chimica. Questa era la piramide del Materialismo Scientifico. Ora, la Geometria dei Frattali ci ha aperto la spiegazione un nuovo tipo di fisica, la Fisica Quantistica. Dalla Fisica Quantistica abbiamo potuto comprendere il dualismo onda/particella e, studiando le frequenze, abbiamo potuto sviluppare la Chimica Vibrazionale. Perciò abbiamo compreso il potere delle nostre credenze nel leggere gli stimoli ambientali, e abbiamo sviluppato la cosiddetta “Nuova Biologia”, basata sull’Epigenetica Lamarckiana. L’ultimo gradino, quello della psicologia, è ora improntato a un approccio energetico, e viene definita Psicologia Quantistica. Questa è la nuova piramide dell’Olismo, che non distingue più tra materia, energia e spirito, ma che comprende 80

come tutti questi “livelli di realtà” siano correlati e interdipendenti. Il Metodo RQI ® nasce da qui. Materialismo Gerarchia scientifico Olismo Matematica Geometria Euclidea Geometria dei Frattali Fisica Fisica Newtoniana Fisica Quantistica Chimica Fisica Chimica Chimica Vibrazionale Biologia Genetica Darwiniana Epigenetica Lamarckiana Psicologia

Psicologia Chimica

Psicologia Quantistica

I GRECI E L’OLISMO Che mente e corpo siano una cosa sola (la medicina olistica usa il termine mente-corpo), lo sapevano bene gli antichi greci. Ecco cosa scriveva Platone, in una lettera all’amico

Carmide: «Non dovresti curare gli occhi senza curare la testa o la testa senza curare il corpo. Così anche non dovresti curare il corpo senza curare l’anima. Questo è il motivo per cui la cura di molte malattie è sconosciuta ai medici, perché essi sono ignoranti del Tutto e dal fatto che anch’esso dovrebbe essere studiato, dal momento che una parte specifica del corpo non potrà stare bene a meno che non stia bene il Tutto.» Una lezione valida anche ai giorni nostri.

LE QUATTRO FASI DEL METODO RQI® Per una migliore applicazione, ho pensato di semplificare al massimo il Metodo RQI® e dividerlo in quattro fasi: fase 1) comunicare con l’inconscio n test muscolare RQI fase 2) individuare le cause di stress n test dei deboli fase 3) trovare la soluzione n test delle soluzioni fase 4) risolvere il problema n tecnica specifica RQI FASE 1: COMUNICARE CON L’INCONSCIO Ormai ci è chiaro che la nostra mente inconscia controlla oltre il 95% della nostra vita, dalle nostre funzioni vitali al nostro sistema immunitario, fino alle nostre emozioni. Possiamo quindi comprendere quanto sia importante imparare a comunicare con la mente inconscia, se vogliamo prendere piena consapevolezza della nostra esistenza. Imparare a comunicare con la nostra Mente Profonda è l’unico modo per determinare autonomamente se i flussi di energia nel nostro corpo sono corretti o scorretti e per individuare velocemente eventuali motivi di stress, dentro e fuori di noi. Esistono diverse tec-

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niche per verificare le frequenze vibrazionali intorno a sé: il pendolino, la rabdomanzia, l’antenna di Lecher, la radionica, fino ai macchinari più moderni, come il Bodyscanner. Tuttavia, la comunità scientifica non riconosce tutti i metodi con lo stesso grado di autorevolezza. Oggi, tra le tecniche più affermate e riconosciute anche in ambito medico per leggere le frequenze del corpo umano, c’è il test kinesiologico, lo stesso proposto da molti chiropratici. La parola “chinesiologia” deriva dal greco e significa “studio dei movimenti”. Il test kinesiologico infatti non è altro che un test muscolare. Il concetto che sta alla base di tale metodo è che la nostra mente inconscia ha una velocità di risposta diversa a seconda che si trovi di fronte a situazioni di equilibrio o di disequilibrio. Lo stesso avviene quando essa si trova di fronte a verità (che riconosce come una situazione di equilibrio) o a non-verità (che costituiscono di per sé un’interfe82

renza negativa). In generale, quando la mente conscia esprime una convinzione in conflitto con una verità precedentemente appresa e registrata nella mente subconscia, il conflitto mentale si esprime attraverso un indebolimento della muscolatura. Così, verificando se la nostra risposta neurologica a una frase o a uno stimolo sarà “forte” o “debole”, possiamo capire anche se l’interferenza da essa generata sarà percepita come costruttiva o distruttiva.

Il test muscolare del Metodo RQI®, pur basandosi su assunti della kinesiologia, è unico nel suo genere poiché frutto di studi ed esperienze sul campo. Si caratterizza per la sua praticità di esecuzione, conseguita dopo un’attenta analisi statistica e pratica. L’obiettivo era creare uno strumento utile a tutti e applicabile e riproducibile da chiunque. Un altro aspetto importante è che il test del Metodo RQI® è in continua evoluzione, poiché si basa sulla coscienza collettiva. Per tale motivo, in questo libro troverai tutti i principi sui quali si basa il Metodo, ma solo un accenno alle tecniche specifiche. Primo, perché non è possibile apprenderle solo leggendo un testo (è come volere imparare a nuotare senza tuffarsi in acqua); secondo perché singole modifiche alle procedure possono influenzare notevolmente i risultati. Per ora ti basti sapere che il test RQI risponde a domande che abbiano come risposta “sì” o “no”: una risposta “forte” del test costituisce un “sì”; una risposta “debole” del test costituisce un “no”.

Questo è tutto quello che ti serve sapere ora, per comprendere il funzionamento delle 4 fasi del Metodo RQI® che sono oggetto di questo capitolo.

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CONSIGLI Piccolo consiglio: come ogni tecnica, anche il test kinesiologico può avere bisogno di esercizio. È bene provare a testarti più volte, per prendere confidenza con la tecnica. Tuttavia, ti suggerisco di non farlo ripetendo sempre le stesse frasi, altrimenti l’inconscio “riconosce” che non ti stai fidando di lui e ti darà risultati erronei. Ricorda: l’inconscio è come un bambino. Per farlo funzionare, bisogna dargli fiducia, altrimenti si chiude in sé stesso. Molte persone hanno difficoltà a imparare il test proprio perché scettiche nei confronti del Metodo o perché mancano di autostima. Ti invito a ritagliarti un tuo spazio personale dove eseguire il tuo auto-test, per dare una certa “sacralità” al momento. Puoi scegliere un luogo a te familiare, dove spendi diverso tempo 84

della tua quotidianità, e decidere di dedicarti alla comunicazione con l’inconscio in un preciso momento della giornata. Fai attenzione: il test “segue” l’intenzione delle tue parole e la sua forza risiede sul fatto che esso è privo di interpretazione. Non c’è un “altro” che interpreta i tuoi sintomi, perché tutto è affidato al tuo inconscio. E la sai una cosa? L’inconscio riconoscere tutte le lingue del mondo, perciò il test è valido in ogni idioma. Infatti, ogni suono è una frequenza e l’inconscio legge le vibrazioni emesse da ogni parola. Curioso, vero?

FATTI AIUTARE DA UN FACILITATORE All’inizio, potrai farti aiutare anche da un’altra persona per eseguire il test muscolare. Farsi aiutare da un facilitatore è utile soprattutto all’inizio, per prendere confidenza con il test e per rendersi conto dell’efficacia e dell’esattezza dello stesso.

FASE 2: INDIVIDUARE LE CAUSE DI STRESS Quando avrai imparato a effettuare correttamente il test muscolare, potrai usarlo per comunicare con il tuo inconscio e capire quali sono le cause che non ti permettono di stare bene. Come abbiamo già visto nel primo capitolo, lo stress è la causa di ogni nostro disagio o malattia ed esso può essere legato a un fattore fisico, energetico o emotivo. Queste sono le tre grandi aree o “cause generiche” che consiglio di indagare. Successivamente, potrai chiedere al tuo inconscio se ci sono cause più specifiche di stress, legate a una tua particolare situazione di vita. Le cause specifiche sono diverse per ciascuno di noi e le potremo individuare in un secondo momento. Le “cause generiche” sono correlate ai tre tipi di stress che abbiamo già analizzato nel primo capitolo: stress fisico, stress energetico e stress emotivo. Nel dettaglio, quelle che la coscienza collettiva ha rivelato essere più utili da “testare” sono: a) Disequilibrio dei 5 Elementi (Fuoco, Terra, Metallo, Acqua, Legno). Secondo la medicina cinese, ogni cibo ad esempio appartiene a un determinato elemento, che si caratterizza per colore e valenza energetica. Nutrendoci ogni giorno, dovremmo cercare di rispettare l’equilibrio di questi cinque elementi, non abusarne di nessuno, né tralasciarne alcuno. Se legato a una cattiva alimentazione, il disequilibrio dei 5 Elementi può essere considerato uno stress di natura materiale. Se invece legato a un aspetto psicosomatico, lo possiamo legare all’aspetto Spirito. In generale, lo squilibrio dei 5 Elementi è una conseguenza più che una causa, ma è necessario testare questo punto perché è di fondamentale importanza per procedere alla fase 3 del Metodo. Senza un equilibrio dei 5 Elementi, infatti, è vanificato ogni nostro intervento sul

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piano energetico del nostro corpo. Approfondiremo meglio questo punto nel prossimo capitolo. b) Tossine nell’ambiente. In questa categoria rientrano tutti i metalli pesanti, i conservanti dei cibi, le sostanze dannose per la nostra salute, i gas di scarico delle auto, il fumo di sigaretta, e più in generale tutto ciò che entra nel nostro organismo e non gli permette di veicolare in modo corretto le informazioni. c) Elettrosmog. Comprende le interferenze distruttive originate dai campi elettromagnetici e generate da dispositivi quali cellulari, cordless, wi-fi, antenne, ripetitori, etc. d) Stress emotivo. È lo stress legato ai pensieri della nostra mente conscia di fronte alle difficoltà della vita, che ci mettono in uno stato di paura e che quindi possono attivare il nostro sistema simpatico: relazioni complicate, un lavoro alienante, un ambiente che non ci piace, le preoccupazioni 86

legate al futuro, etc. Primo passo: testare le cause generiche Per prima cosa, testiamo ciascuno dei quattro punti appena proposti. Testare per prime le cause generiche è di grande aiuto, perché permette di capire a quale categoria di stress è legato un fattore. Ad esempio, potremmo soffrire di mal di testa e pensare che abbiamo un problema fisico, mentre in realtà esso è legato solo all’interferenza del wi-fi del nostro ufficio, oppure al pensiero della montagna di lavoro che ci spetta da svolgere. Predisponendoti per fare il test, inizia pronunciando la frase: «Equilibrio dei cinque elementi. Esegui il test e verifica se il risultato è stato “forte” o “debole”. Se il risultato è stato “forte”, significa che quel fattore non è per te causa di stress. Al contrario, un risultato “debole” è indice che il tuo inconscio

sta riscontrando un problema/disequilibrio relativamente a quell’aspetto appena testato. Se ti è utile, segna su un foglio di carta il risultato ottenuto. Ora rifai il test muscolare pronunciando come frase la seconda causa generica: «Tossine nell’ambiente … e tutto ciò ad esso collegato». Verifica ancora se il risultato è “forte” o “debole”, e segnalo ancora per iscritto. Ora ripeti ancora con il test con la terza e la quarta causa generica: «Elettrosmog … e tutto ciò ad esso collegato»; «Stress emotivo … e tutto ciò ad esso collegato». AUTO-STAR-BENE, SE L’INCONSCIO CI BOICOTTA Quando testiamo i 5 Elementi e le cause generiche, dovremmo aggiungere un ulteriore test “preliminare”: quello che verifica il reale desiderio dell’inconscio di intraprendere un percorso di guarigione. Esistono situazioni in cui la nostra mente ha subito un trauma tale da perdere le motivazioni per tornare a stare bene. Per testarti, la frase da ripetere è: «Auto-star-bene... e tutto ciò ad esso collegato». Se il risultato è “forte”, il tuo inconscio è pronto a guidarti verso la guarigione. In caso contrario, dovresti prima individuare quali siano le cause che – per così dire – hanno minato l’istinto di sopravvivenza del tuo inconscio e il suo amore per la vita. Risolte le cause che ti impediscono di orientare le tue forze verso la guarigione, potrai finalmente proseguire. Secondo passo: testare le cause specifiche Ora che abbiamo testato le cause generiche, possiamo addentrarci nella nostra analisi e testarci sulle cause specifiche che, secondo il nostro soggettivo sentire, costituiscono dei

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potenziali o reali fattori ansiogeni nelle nostre vite. Ecco una lista di possibili cause specifiche: – autostima – dolore e perdita – relazioni sociali – salute e corpo – soldi e lavoro –…

ESEMPI DI CAUSE SPECIFICHE, SOTTOINSIEME DI CAUSE GENERICHE Le cause specifiche possono essere considerate anche come sottoinsieme delle cause generiche. In tal senso, la loro ricerca può avvenire testando una specifica voce secondo quanto riportato dagli esempi nella seguente tabella. 88

Causa generica: 5 Elementi; cause specifiche: elemento Metallo; elemento Acqua; elemento Legno; elemento Fuoco; elemento Terra. Causa generica: tossine; cause specifiche: per ingestione (cibi e acqua); per via aerea (smog, fumo); per contatto (metalli pesanti). Causa generica: elettrosmog; cause specifiche: cellulare, cordless, wi-fi, abitazione o posto di lavoro, etc. Causa generica: stress emotivo; cause specifiche: relazioni personali; attività lavorativa; problemi economici; fobia specifica.

Consiglio: quando testi una causa specifica, evita di utilizzare la parola “paura”, perché essa confonde l’inconscio. E nella maggior parte dei casi falserà il risultato, indebolendolo (la parola “paura” mette già in allarme l’inconscio, poiché gli segnala un potenziale pericolo). Perciò, invece di pronunciare la frase: «Paura dei cani … e tutto ciò ad esso collegato», limitati a dire: «Cani … e tutto ciò ad esso collegato». Il test segue l’intenzione, e il tuo inconscio sa già che la tua intenzione è trovare i punti deboli. Non c’è bisogno che specifichi che i cani sono una tua fobia. A volte potresti conseguire solo risultati “forte”. Se hai già escluso la possibilità di essere in sovrastress e se quindi sei davvero sicuro che il tuo inconscio è in pace su ogni fattore specifico, puoi provare a ri-testarti aggiungendo la parola “migliorare”. Questo è molto utile, ad esempio, per gli atleti professionisti che intendono massimizzare i risultati dei loro allenamenti. Un calciatore potrebbe già essere bravo a battere sia i rigori che le punizioni. Allora potrebbe rivolgersi all’inconscio per chiedergli come affinare ancora queste due abilità.

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ESEMPIO DI RISULTATI OTTENUTI CON IL TEST DEI DEBOLI Cause generiche – equilibrio 5 Elementi n debole (è una causa di stress) – metalli pesanti n forte (non è una causa di stress) – elettrosmog n forte – stress emotivo n forte Cause specifiche – autostima n forte – dolore e perdita n forte – relazioni sociali n debole – salute e corpo n forte – soldi n forte

FASE 3: TROVARE LE SOLUZIONI 90

Dopo avere annotato tutti i risultati ottenuti dai test delle cause specifiche e delle cause generiche, siamo pronti per verificare quali soluzioni dobbiamo attuare per risolvere i nostri “deboli”. Ancora una volta il test kinesiologico ci verrà in aiuto. Guardiamo l’esempio che abbiamo riportato nel box: sono risultati “deboli” le voci “equilibrio dei 5 Elementi” e “relazioni sociali”. Questi saranno i due ambiti sui quali dovremmo lavorare. Un disequilibrio dei 5 Elementi ci indica che potremmo essere stressati nell’ambito materia o energia. Una problematica legata alle relazioni personali è invece correlata alla sfera degli affetti, e quindi è uno stress di tipo emotivo. In questo esempio, abbiamo trovato due cause di stress. Le due problematiche sembrerebbero essere indipendenti (proprio perché legate a due tipologie di stress differente), ma potrebbe ac-

cadere anche di trovare due o più problematiche correlate tra loro, che abbiano cioè una causa di stress comune. Quale sia l’origine dei fattori di stress, lo capiremo ancora meglio dalle soluzioni che troveremo. Ora il punto focale: quali sono le soluzioni? Ricordate l’esempio della molecola di acqua, che può presentarsi in tre stati. Liquido, solido e gassoso. Così anche l’uomo ha tre dimensioni: fisica, energetica e spirituale. Egli è un corpo (materia) che vive, si muove, cresce e invecchia (usa energia) che pensa, che si emoziona e che – per chi è d’accordo che siamo qualcosa in più di un semplice aggregato di atomi – che ha un’anima (spirito). Allo stesso modo, possiamo agire su ciascuna delle tre dimensioni dell’uomo attraverso una diversa soluzione, che agisca sul piano materiale, energetico o emotivo:

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a) piano materiale n n RQI1 Materia – Acqua Informazionale e Alimentazione Vibrazionale b) piano energetico n n RQI2 Energia – Biotecnologie Olistiche c) piano emotivo n n RQI3 Spirito – Inconscio e Consapevolezza Le soluzioni che ho elaborato sono il frutto di test effettuati su oltre 2000 persone. È la nostra coscienza collettiva (vedi box “Il Superconscio”) che ha condotto a queste soluzioni, che scopriremo nel dettaglio nei successivi capitoli. È importante sapere che ciascuna di queste soluzioni lavora sul piano energetico-informazionale, ripristinando le corrette frequenze del corpo umano.

Ritorniamo ai nostri “deboli”. Consideriamo il primo: “I 5 Elementi”. Pensando a questo punto, preparati a eseguire ancora una volta il test kinesiologico. Stavolta, dovrai effettuare tre test, ciascuno dei quali è volto a verificare quale (o quali) delle tre soluzioni sono adatte a risolvere il problema. I test che hanno avuto come risultato “forte” sono quelli che ti indicano la soluzione (o le soluzioni) appropriate per riequilibrare i 5 Elementi. Fai attenzione: nel test delle cause, abbiamo considerato i risultati che sono stati “debole”, perché l’inconscio ha risposto debolmente a una situazione percepita come reale fonte di stress. Ora, invece, nel test delle soluzioni, dobbiamo fare attenzione ai risultati “forte”, poiché significa che l’inconscio percepisce quelle soluzioni come idonee, e quindi le approva. Ora, seguendo il nostro esempio iniziale, nel test delle cause 92

specifiche avevamo trovato anche un altro “debole”: “relazioni sociali”. Rifai il test delle soluzioni tre volte, testando ciascuna volta una delle tre soluzioni: RQI Materia, RQI Energia e RQI Spirito. Nel box che segue è riportato un esempio dei risultati che si potrebbero ottenere. Ci serve per affrontare la quarta e ultima fase.

ESEMPIO DI RISULTATI OTTENUTI CON IL TEST DELLE SOLUZIONI Equilibrio dei 5 Elementi: – RQI Materia n forte (questa è una soluzione appropriata) – RQI Energia n debole (questa non è una soluzione appropriata) – RQI Spirito n forte Relazioni sociali: – RQI Materia n debole – RQI Energia n debole – RQI Spirito n forte

Attenzione: qualora nessuna delle soluzioni RQI rappresenti la soluzione, è consigliabile testare altre soluzioni di tua conoscenza: Omeopatia, Fiori di Bach, Shiatsu, Reiki, Ho’oponopono, e via dicendo. Il Metodo RQI® non è una tecnica “chiusa”, ma un approccio per guidarti alla pura consapevolezza, comunicando con il tuo inconscio. È il tuo inconscio che ti suggerirà le soluzioni più appropriate, in base alla tua storia personale. Sarà quindi possibile che il tuo inconscio riconoscerà come adatta una tecnica che già pratichi o che avevi appreso e applicato in passato. Ti dirò di più: tra le soluzioni possibili, è contemplato anche il... riposo.

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FASE 4: RISOLVERE IL PROBLEMA Eccoci ora alla fase pratica: quella in cui possiamo attuare la soluzione (o le soluzioni). Consideriamo ancora una volta i risultati ottenuti dall’esempio. Per riequilibrare i 5 Elementi, il nostro inconscio ci ha suggerito due possibili soluzioni: RQI Materia ed RQI Spirito. Da quale soluzione iniziare? Puoi scegliere tu, oppure puoi ancora una volta servirti del test muscolare per interrogare il Superconscio e chiedere a lui da dove cominciare. Ho parlato di Superconscio e non di inconscio perché stavolta ci rivolgeremo non più a una delle nostre menti, ma al campo di sapere universale, ovvero il Sé che racchiude tutti i nostri sé.

CONSCIO, INCONSCIO E SUPERCONSCIO 94

Come abbiamo visto nel secondo capitolo, il nostro cervello è formato da due menti: Conscio e Inconscio. Se dovessimo rappresentare le due menti graficamente, potremmo pensare a un iceberg, come quello raffigurato nella fotografia a pagina 53. La punta dell’iceberg, quella che emerge dall’acqua e di cui noi siamo – appunto – consapevoli, è la mente Conscia. Il Conscio è la parte relativa al discernimento, alla razionalità, a tutto ciò che conosciamo e ricordiamo con un certo grado di consapevolezza. La parte dell’iceberg che è invece sommersa è il nostro Inconscio e – ormai lo sappiamo – rappresenta il 95% delle nostre facoltà mentali. Questa parte di iceberg sommersa è in realtà suddivisa in più strati, a seconda del loro livello di profondità.

Nell’ordine, dal meno profondo al più profondo, abbiamo: * l’Inconscio Personale * il Superconscio Personale * l’Inconscio Collettivo * l’Inconscio Atavico L’Inconscio Personale è la controparte più nascosta del Conscio dove vengono poste tutte le esperienze psicoemotive che hanno avuto per l’individuo un’importanza significativa. Tali esperienze, pur essendo state rimosse dal Conscio, rimangono comunque attive e determinano in automatico scelte, azioni, reazioni e comportamenti. Il Superconscio Personale è il nostro “Punto di Potere”, cioè quella parte inconscia a cui è possibile accedere mediante tecniche e allenamento, al fine di poter gestire completamente in maniera autonoma una grande quantità di eventi, di scelte, azioni e reazioni. È definito anche come Sé Superiore ed è quella parte della nostra mente che, nel Metodo RQI®, andiamo a interrogare nel momento in cui dobbiamo decidere quale priorità dare alle soluzioni trovate. L’Inconscio Collettivo è, come afferma Carl Gustav Jung, un contenitore psichico universale, all’interno del quale si trovano tutte le esperienze del genere umano e mediante il quale è possibile accedere a profondi livelli di Conoscenza e Consapevolezza. L’Inconscio Atavico è per certi versi molto simile all’Inconscio Collettivo, pur andando ancora al di là dell’esperienza umana. Esso si collega a forme di Coscienza che, come dice la parola stessa, stanno ai primordi del genere umano e della Creazione, oltre che a dati relativi ai Regni Animale, Vegetale e Minerale.

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Conscio n Madre n Io Inconscio n Bambino Superconscio n Padre n Sé Superiore Coscienza Collettiva n Campo Morfogenetico o Matrix Nel suo libro Guarigione Quantica, il medico chiropratico Frank Kinslow distingue bene la differenza tra Io e Sé Superiore. «L’Io è un’insieme di “cose” – come la tua età, il tuo genere sessuale, ciò che ti piace e non ti piace, le speranze e i ricordi, la cultura alla quale fai riferimento – che chiami la tua vita». Essa si evolve ogni giorno, e segue il flusso delle tue credenze. Ma prima di essa, c’era il Sé, che Kinslow chiama “Consapevolezza pura”. «Il Sé Superiore esiste da sempre, prima che l’Io nascesse e diventasse l’immagine che ora tu identifichi con te stesso. 96

(…) A ogni stadio della tua vita, mentre il tuo corpo/mente era impegnato a diventare ciò che è adesso, la tua consapevolezza è rimasta silenziosamente vigile, un testimone senza tempo». Il Sé è immutabile e rappresenta la tua vera essenza, sradicata dalle credenze che hai sviluppato e che svilupperai nel corso della tua vita. L’Inconscio Collettivo (o Coscienza Collettiva) è quello che il fisco tedesco Max Planck, premio Nobel nel 1918, chiamava Campo Morfogenetico. È una specie di “internet” all’interno del quale possiamo trovare tutte le informazioni presenti nell’ambiente. Esso è definito dall’insieme dei pensieri di tutte le persone e racchiude tutte le possibilità di realtà pensate e pensabili. Per questo, esso è in continua evoluzione. E così anche la Creazione, che non si ferma mai, ma che crea ogni giorno, attinge anche al nostro potere di co-creatori attraverso i nostri pensieri.

Il biologo britannico Rupert Sheldrake, in una serie di articoli apparsi sulla rivista Psychological Perspectives (1987), spiega come il nostro DNA funge da sintonizzatore collegandosi al campo morfogenetico, che racchiude la nostra conoscenza condivisa, per ricevere istruzioni su come interpretare gli stimoli ambientali. Sheldrake spiega che ogni organo, tessuto, cellula e struttura ha un proprio campo. «Voi non derivate i caratteri e l’aspetto dei vostri genitori dal loro DNA, che è l’hardware, ma piuttosto scaricate i vostri tratti biologici generali dal campo collettivo della razza umana.» Allo stesso modo, ogni ramo del sapere umano ha un proprio campo morfico ben definito. Il chiropratico e naturopata americano Robert Bartlett, nel suo libro Matrix Energetics, afferma che, nel momento in cui riuscissimo a sintonizzarci su un determinato campo morfico, potremmo acquisire all’istante tutte le competenze di quel determinato ramo del sapere. Proprio come accade quando conosciamo l’URL di un sito internet e, collegandoci ad esso, possiamo accedere a tutte le informazioni di quel sito.

Dal prossimo capitolo, analizzeremo insieme nel dettaglio tutte le soluzioni proposte dal Metodo RQI®.

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TESTIMONIANZE L’inconscio non sbaglia mai “Ho acquistato il corso multimediale appena uscito ed ho iniziato ad applicare il Metodo da subito con ottimi riscontri. A distanza di circa 2 anni posso dire che è veramente eccezionale e utilissimo quando devo prendere delle decisioni oltre che per capire cosa mi fa stare male e relative soluzioni adatte a me. La cosa che continua a stupirmi è che spesso le decisioni che prenderei usando la Mente Razionale sono diverse da quelle che mi segnala l’applicazione del Metodo, ma puntualmente sono queste ultime quelle che si dimostrano corrette. Un grande grazie a Marco per aver implementato il tutto in modo fruibile da tutti.” 
Federico, impiegato 98

Comunicare con l’inconscio è facile “Ottimo corso. Grazie al Metodo RQI ho imparato a fare l’auto-test muscolare per comunicare con il mio inconscio e quello degli altri, e dopo i primi tempi di sperimentazione, ora è preciso e mi viene sempre bene. Aggiungo che mi è utile per le nuove conoscenze acquisite sulle tre soluzioni: inconscio, alimentazione e biotecnologie olistiche, di cui ho acquistato anche il Corso e ho ricevuto i dispositivi. Ringrazio l’ideatore del Metodo per aver messo a disposizione di tutti e a prezzi bassi queste informazioni.”
 Dante, vigile del Fuoco “Scegliere” con l’inconscio “Faccio il dentista e sto applicando il Metodo RQI® alla mia professione. Partendo dal fatto che ogni dente è collegato

a un determinato meridiano, quindi a un organo, sto cominciando a rendere consapevoli i miei pazienti del fatto che eliminando lo stress che ha fatto ammalare quel determinato organo possono evitare il peggioramento di determinate patologie manifeste anche sui denti. Inoltre, nella mia professione mi trovo spesso di fronte alla situazione in cui devo chiedere al mio paziente di scegliere tra due o più tipi di soluzioni. A volte perdo anche parecchio tempo per spiegare due preventivi diversi e due metodologie di cura diverse. E il più delle volte il paziente non è in grado di scegliere, perciò delega a me l’ultima decisione, e rimane in uno stato di inconsapevolezza. Allora ho cominciato a fare il test kinesiologico al paziente. Così è il suo inconscio a darmi la risposta migliore per lui. Ho notato che la scelta “inconscia” si rivela sempre la più appropriata. Un abbraccio” 
Alberto, odontoiatra NOTA: L’unico modo per imparare ad applicare correttamente il vero auto-test muscolare e le procedure del Metodo RQI®, frutto di anni di ricerca ed esperienza con migliaia di persone, è attraverso il “Corso Base Metodo RQI® – Autotest e Comunicazione con l’Inconscio”, disponibile anche in versione Multimediale, per la fruizione da casa. Ti ricordo che puoi trovare tutte le informazioni su: www.metodorqi.com

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LE 3 SOLUZIONI E I 5 ELEMENTI

Immagina la tastiera di un pianoforte. Essa è divisa in diverse ottave. Ciascuna ottava presenta le stesse note, ma differisce dalle altre per un diverso grado della scala diatonica. Ogni ottava è infatti l’intervallo tra le stesse note posizionate a livelli di frequenza diversa. La nota è sempre la stessa, tant’è 100

che l’orecchio umano tende a sentire due note separate da un’ottava come se fossero uguali. Così siamo noi: possiamo considerare il nostro essere come composto di diversi livelli, ciascuno dei quali siamo sempre noi, ma ci descrive in modo proprio. Abbiamo già visto che questi nostri diversi livelli – queste nostre “ottave” – sono: * la Materia (il nostro apparato biochimico: gli atomi e le molecole che compongono i nostri organi e il nostro corpo); * l’Energia (il nostro apparato biofisico: il campo elettromagnetico generato dai nostri biofotoni); * lo Spirito (la nostra anima, il nostro “soffio vitale”). L’originalità del Metodo RQI® sta nella possibilità di approcciare ogni nostro problema o disequilibrio individuando correttamente la giusta ottava sulla quale lavorare. Trovata l’ottava da “accordare”, e applicata la relativa soluzione, riusci-

remo a “riequilibrarci”, così come un musicista sa ripristinare il suono del suo piano.

I TRE “INVOLUCRI” DELL’UOMO SECONDO LO YOGA Una descrizione delle tre dimensioni di cui siamo costituiti ce la offre anche la filosofia orientale. Lo Yoga, la scienza dell’unione dell’anima con lo spirito, ci parla di tre “involucri”. Lo yogi Paramahansa Yogananda li spiega così: «L’involucro corporeo dell’anima ha una triplice natura. Il corpo fisico, con cui l’uomo si identifica con tanto trasporto e tenacia, è poco più che materia inerte, un pugno di minerali e composti chimici fatti di atomi grossolani. Il corpo fisico riceve tutta la sua energia e le sue facoltà vitali da un luminoso corpo astrale, composto di viatroni (i “biofotoni” scoperti da Fritz Albert Popp, ndr). A sua volta, il corpo astrale è vivificato da un corpo causale di pura coscienza, costituito da tutti i principi ideazionali che strutturano e sostengono gli strumenti astrali fisici usati dall’anima per interagire con la creazione di Dio».

Questo è il grande vantaggio del Metodo RQI®: esso permette di lavorare direttamente sulle cause e non sui sintomi, come invece accade troppo spesso con la medicina ufficiale, la quale il più delle volte si riserva di agire solo sull’ottava più bassa, la “Materia”. Prendiamo l’esempio di una categoria di farmaci: gli antipsicotici. Essi sono sostanze chimiche che agiscono bloccando alcune reazioni biochimiche del nostro corpo. In particolar modo, gli psicofarmaci inibiscono i recettori nella via dopa-

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minergica a livello del Sistema Nervoso Centrale. In sostanza, essi si limitano a coprire i sintomi manifesti di un disturbo emotivo latente, senza tuttavia risalire alle cause che creano quel determinato disturbo. Eppure, nella maggior parte dei casi, le cause di un attacco di ansia sono insite nel modo in cui la persona che lo subisce percepisce il mondo intorno sé. Se il soggetto in questione non cambierà il suo pensiero, la pillola “magica” gli farà scemare una tachicardia o una sudorazione eccessiva solo negli attimi in cui il suo principio attivo starà circolando nel suo corpo. Ma una volta esaurito l’effetto, l’attacco di panico tornerà come prima. E allora c’è bisogno di una nuova pillola. E mentre il disturbo emotivo non trova soluzione, gli effetti collaterali del farmaco si accumulano lentamente. Pensateci bene: è assurdo cercare di curare un disagio emotivo con una pillola chimica! 102

Einstein affermava: «Nessun problema può essere risolto allo stesso livello a cui è stato posto». Figuriamoci risolvere un problema emotivo (livello “Spirito”) a un livello addirittura più basso (livello “Materia”). Tutto questo ci fa comprendere l’importanza di agire sulle cause e non sui sintomi. Potrà capitarti di verificare, attraverso l’auto-test, che il tuo inconscio trovi anche più di una soluzione per risolvere un singolo e determinato tipo di squilibrio. È possibile, e anche logico: in tal caso, vorrà dire che potrai agire su più livelli per ripristinare nuovamente la tua salute. Una soluzione potrà essere più veloce, un’altra più facile per te, un’altra ancora più economica. Ma starai sempre agendo sulle cause, e questo è quello che conta. (In ogni caso, potrai sempre chiedere al tuo Sé Superiore quale sia la soluzione prioritaria).

Pertanto, ti ricordo che ciascuna delle tre soluzioni RQI è indipendente dalle altre. Esse non vanno viste come un percorso da seguire per gradi, dove l’apprendimento della soluzione RQI Materia è propedeutico all’utilizzo della soluzione RQI Energia. Al contrario: ciascun livello, ciascuna “ottava”, è un espressione precisa del nostro essere. Per fare un altro esempio, chi è più recettivo al canale sensoriale uditivo, potrà scoprire di trarre i maggiori benefici dalla musicoterapia; chi è più recettivo al canale visivo, dalla cromoterapia. Di volta in volta, sarà il nostro inconscio a determinare su quale livello convenga intervenire. LE TRE SOLUZIONI Qui di seguito, ecco una sintesi delle abilità che apprenderai e dei benefici che potrai verificare su te stesso nel momento in cui applicherai una determinata soluzione del Metodo RQI : ®

RQI1 – Materia Acqua Informazionale e Alimentazione Vibrazionale * imparerai le reali proprietà dell’acqua e il suo ruolo fondamentale quale “madre della vita”; * imparerai a individuare il giusto grado personale di idratazione (quanta acqua ti serve per mantenerti correttamente idratato) attraverso il test muscolare; * imparerai ad aumentare l’energia biofisica dell’acqua (tecnicamente definita come “grado di conducibilità elettrica”) e, attraverso di essa, ottimizzerai la circolazione dell’energia nel tuo corpo, migliorando il tuo benessere generale e riducendo significativamente tutte le problematiche fisiche e psichiche. * imparerai a individuare la parola o l’affermazione migliore

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per informatizzare l’acqua utilizzando la Legge dei 5 Elementi e il test muscolare; * imparerai a utilizzare il cibo per mantenere in equilibrio i 5 Elementi del tuo corpo; scoprirai che ogni cibo ha un determinato contenuto energetico e vibrazionale che è diverso dal mero concetto di “caloria”; * imparerai a individuare eventuali intolleranze alimentari e a scoprire i cibi migliori per la tua persona, ascoltando quello che ti comunicherà il tuo inconscio: scoprirai che alcuni cibi saranno in risonanza con ciò di cui hai bisogno e altri no. * aumenterai l’energia biofisica dell’acqua anche in assenza di luce solare. RQI2 – Energia Biotecnologie Olistiche 104

* apprenderai la base scientifica sulla quale sono costruite le Biotecnologie Olistiche; * imparerai a farti un check-up energetico, ovvero a individuare eventuali flussi energetici (meridiani) squilibrati e a trovare la migliore soluzione per riequilibrarli; * imparerai l’agopuntura senza aghi. Comunicando con la tua Mente Profonda e attraverso l’uso di Biotecnologie Olistiche, sarai in grado di riequilibrare la tua energia vitale, ovvero il corretto flusso energetico-informazionale nel tuo corpo; * detossinerai l’organismo aumentando così i livelli di glutatione e di carnosina; * ridurrai i livelli di cortisolo, l’ormone dello stress; * aumenterai le difese immunitarie, rendendoti più forte agli agenti patogeni esterni; * otterrai l’incremento dell’energia fisica, con un aumento sti-

mato tra l’8% e il 30% di forza, resistenza, elasticità ed equilibrio; * otterrai una riduzione della produzione di acido lattico e migliorerai l’ossigenazione di tessuti e organi, migliorando anche le loro proprietà bioelettriche; * otterrai una diminuzione del 90% dei dolori cronici o acuti, generalizzati o localizzati; * migliorerai il controllo dell’appetito e il ciclo sonno-veglia; * manterrai lo stato di benessere attraverso l’armonizzazione delle cariche elettriche e magnetiche, riducendo le disarmonie dovute all’elettrosmog e alle geopatie; * verificherai su te stesso una diminuzione generale dello stress; RQI3 – Inconscio e Consapevolezza * imparerai a individuare velocemente (in tempo reale, attraverso i test muscolari) eventuali fonti di stress o sovra stress energetico dentro e fuori di te; * imparerai a riequilibrare energeticamente l’inconscio, trasmutando rigidità o blocchi emozionali; * imparerai a utilizzare al meglio il potere dell’intenzione per ripulire i traumi inconsci e riprogrammare l’inconscio al meglio, acquisendo le informazioni necessarie dal Campo Morfogenetico; * imparerai a espandere la tua consapevolezza; * imparerai ad applicare la Postura di Integrazione Emisferica per mettere in equilibrio la comunicazione tra l’emisfero sinistro (razionale) e destro (emotivo) del cervello, rilasciando in pochi minuti il sovrastress e placando subito ansia e attacchi di panico legati ai diversi ambiti della tua vita: autostima, re-

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lazioni, dolore e perdita, potere personale e guarigione spirituale; * raggiungerai l’equilibrio energetico e psico-fisico; * imparerai a utilizzare il potere dell’Intenzione per modificare la Mente Inconscia attraverso comandi imposti dalla Mente Conscia; * imparerai ad accedere alla Mente Superconscia (il Sé Superiore); * Lascerai che sia la Mente Superconscia (che prende consapevolezza della realtà) a liberarti da traumi pregressi, memorie, blocchi emozionali, per tornare finalmente alla condizione di pace interiore; * imparerai ad applicare la Legge d’Attrazione: ripulirai tutte le credenze (pensieri) auto-sabotanti che ti impediscono di attirare quello che realmente vuoi nella tua vita. 106

I 5 ELEMENTI Adesso entriamo nel pratico. Dopo aver eseguito l’auto-test e comunicato con l’inconscio, avrai già compreso quali sono i tuoi disequilibri e la tua Mente Profonda ti avrà già fatto comprendere quali sono le soluzioni più adatte a te per risolverli. Ora puoi iniziare a lavorarci, adottando la soluzione specifica. Se però, tra i test preliminari, hai riscontrato un disequilibrio dei 5 Elementi, il consiglio è di sistemare prima questo aspetto, e solo successivamente di dedicarti agli altri tuoi fattori di stress o situazioni da migliorare. A tutto questo c’è una logica che trova la sua spiegazione con la comprensione della Legge dei 5 Elementi, la legge che regola i “movimenti” dei 14 meridiani principali. Questi stessi meridiani sono stati riconosciuti anche dall’OMS, l’Or-

ganizzazione Mondiale della Sanità, sotto il nome di “vie di superconduttività”. Oltre ai meridiani, l’OMS ha riconosciuto anche circa 400 “punti singolari della cute”, ovvero punti caratterizzati da una bassa resistività rispetto al resto della pelle e anatomicamente dotati di molti più recettori superficiali, e dunque più sensibili [WHO – A proposed standard international acupunture nomenclature: report of a WHO scientific group – World Health Organization, Geneva, 1991]. Come abbiamo già visto, i meridiani sono le “autostrade” di cui il corpo umano si serve per determinare il giusto flusso di energia nel nostro apparato psico-fisico. Se essi non sono in perfetto equilibrio, può verificarsi un eccesso o un difetto di energia in un determinato punto a discapito di un altro, il che è indice di squilibrio energetico che, se non riequilibrato per tempo, porterà inevitabilmente al manifestarsi di una malattia. Se operiamo con l’energia nel momento in cui le “autostrade” del nostro corpo non sono già perfettamente scorrevoli, allora potremmo causare una più grave “congestione” di energia, con conseguente manifestarsi di dolorosi effetti. La legge dei 5 Elementi ci dice che è proprio grazie al loro equilibrio che i meridiani possono funzionare bene e noi possiamo trarre il nostro corretto stato energetico, l’energia vitale che i cinesi chiamavano Chi o Qi (Ki o C’hi per i giapponesi). I 14 meridiani principali, sono così divisi: * 2 meridiani ancestrali, detti Vaso Concezione e Vaso Governatore, che sono il patrimonio energetico che abbiamo ereditato dalla nascita. È una forza non modificabile né rinnovabile e una volta esaurita l’individuo muore; * 2 meridiani di collegamento, il Triplice Riscaldatore e il Pericardio (o Maestro del Cuore), che assimilano l’energia dall’ambiente esterno attraverso la respirazione e l’alimentazione.

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* 10 meridiani legati agli organi, e organizzati in cinque coppie, ciascuna delle quali corrisponde a uno dei 5 Elementi. Ogni coppia di meridiani che soggiace a un determinato Elemento comprende un organo interno (o vuoto) e un viscere, ovvero un organo esterno (o pieno).

MEDICINA CINESE E MEDICINA INDIANA: I 5 ELEMENTI E I CHAKRA La Medicina Tradizionale Cinese li chiama 5 Elementi, la Medicina Tradizionale Indiana o Ayurveda li chiama Chakra inferiori (ai quali ne aggiunge due superiori, di livello spirituale). Entrambi descrivono, con linguaggio diverso, la medesima manifestazione dei centri energetici del nostro corpo. Ecco cosa scrive Yogananda a proposito: «I cinque elementi sono forze strutturali, di natura vibratoria e 108

intrinsecamente intelligenti. Senza l’elemento Terra non esisterebbe la materia solida; senza l’elemento Acqua non esisterebbero i liquidi; senza l’elemento Fuoco non esisterebbe il calore; senza l’elemento Aria non esisterebbero i gas; senza l’elemento Etere (per noi il Legno, ndr) non esisterebbe uno sfondo su cui mettere in scena lo spettacolo del film cosmico. Nel corpo, il prana (energia vibratoria cosmica) entra nel midollo allungato e poi si distingue nelle cinque correnti elementari a opera dei cinque Chakra inferiori: il centro coccigeo (Terra), il sacrale (Acqua), il lombare (Fuoco), il dorsale (Aria) e il cervicale (Etere)».

Nel dualismo che caratterizza ogni creatura presente in Natura, gli organi interni rappresentano il principio femminile Yin, che tende all’interiorizzazione, a stare nascosto, a con-

densare e a raffreddare; al contrario, le viscere rappresentano il principio maschile Yang, che tende all’esteriorizzazione, a manifestarsi, a muoversi e a scaldare. Questo dualismo Yin-Yang è l’alternanza tra i complementari e ciò su cui si basa il ritmo stesso dell’Universo e della vita. Infatti, tutto in Natura si svolge secondo un ritmo alternante: il giorno e la notte, la luce e l’ombra, l’estate e l’inverno, il caldo e il freddo, vuoto e pieno. E il nostro equilibrio energetico è legato al corretto flusso di energia nel dualismo Yin/Yang di ognuno dei 5 Elementi e, allo stesso tempo, dipende dalla perfetta armonia tra i due meridiani di collegamento: il vaso concezione (che attraversa tutti gli organi interni Yin) e il vaso governatore (che attraversa tutte le viscere Yang). Per esempio, l’elemento Acqua governa il meridiano Yin dei reni e il meridiano Yang della vescica. Se il nostro corpo ha un disequilibrio legato a questo elemento, verosimilmente potremmo sviluppare una problematica fredda ai reni (ad esempio, dei calcoli) o una problematica calda alla vescica (ad esempio, cistite). Se applichiamo una qualsiasi tecnica con i meridiani non ancora equilibrati, rischiamo di accelerare il verificarsi di squilibri, poiché le “autostrade” del nostro corpo non sono ancora libere da blocchi e l’energia, invece di circolare liberamente, si congestionerà nel punto più debole. Ecco perché, prima di lavorare su un determinato fattore di stress, è bene prima assicurarsi che i nostri 5 Elementi siano equilibrati, ed è proprio questo il punto di partenza del Metodo RQI® I cinesi riequilibravano i 5 Elementi attraverso l’alimentazione (nel Metodo, è la soluzione RQI Materia) o attraverso l’agopuntura (RQI Energia).

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Metaforicamente, i punti dell’agopuntura (i “punti singolari” riconosciuti dall’OMS) possono essere paragonati a delle chiuse, per mezzo delle quali, al momento del bisogno, è possibile deviare l’energia verso altri canali. Attraverso la stimolazione dei punti dell’agopuntura è possibile portare l’energia in superficie oppure variarla, liberando i meridiani congestionati e nutrendo quelli che ne hanno poca. Purtroppo, dagli anni ‘50 in poi, contemporaneamente alla comparsa di apparecchi elettronici quali elettrodomestici, televisori, radio e poi computer e telefonini, gli effetti dell’agopuntura sono sempre più scemati. Infatti, l’agopuntura agisce sul campo elettrico del corpo umano, mentre gli apparecchi elettronici emettono un campo elettromagnetico che è migliaia di volte più influente di quello elettrico. Pertanto, se avete appena terminato una seduta dal vostro agopuntore e, usciti 110

dal suo studio, impugnate il telefono cellulare per rispondere a una chiamata, sappiate che state già alterando tutto il lavoro appena svolto dall’agopuntore. Tuttavia, il Metodo RQI® ha trovato una soluzione anche a questo: le Biotecnologie Olistiche permettono infatti di generare frequenze benefiche agendo sul campo elettromagnetico. Lo scopriremo nella soluzione RQI Energia. Ma andiamo con ordine, e partiamo dal primo livello di soluzioni: la “Materia”.

I 10 MERIDIANI DEI 5 ELEMENTI E I 2 MERIDIANI DI COLLEGAMENTO YIN-YANG

Fuoco Terra Metallo Acqua Legno

Yin Cuore Milza Polmoni Reni Fegato Yang I. Tenue Stomaco I. Crasso Vescica Cistifellea

Il metallo rappresenta l’aria. Infatti, è legato ai polmoni. Leggendo la tabella per colonne, si nota che i 5 Elementi collegano a coppie i dieci meridiani degli organi (cuore e intestino tenue, milza e stomaco, etc). Queste coppie sono dette anche “laghi”. Oltre a questi 10 meridiani, nell’elemento Fuoco ci sono altri 2 meridiani, detti “meridiani di Raccordo”: il Triplice Riscaldatore e il Pericardio o Maestro del Cuore. Il primo governa il sistema circolatorio e linfatico; il secondo controlla la pressione sanguigna e l’emotività. Leggendo la tabella per righe, si nota il dualismo Ying e Yang. Yin collega i cinque organi interni attraverso il meridiano Vaso Concezione (la Madre, il femminile, il freddo, il vuoto), mentre Yang collega le cinque viscere attraverso il meridiano Vaso Governatore (il Padre, il maschile, il caldo, il pieno). I meridiani di collegamento Concezione e Governatore sono detti anche “fiumi”. I meridiani esercitano la loro influenza non solo sull’organo loro corrispondente, ma anche su tutti quegli organi e tessuti che si trovano lungo il loro percorso. Per esempio, il meridiano dell’intestino crasso influisce su indice, polso, gomito, muscolo deltoide, articolazione della spalla e naso. In tal modo, alle coppie dei meridiani che soggiaciono a ciascuno dei 5 Elementi, vengono attribuiti anche determinati tessuti, funzioni e organo di senso, che a loro volta vengono attribuiti a uno specifico elemento. Per esempio, all’elemento Legno corrisponde il fegato e la cistifellea e a lui viene attribuita l’influenza su tendini, muscoli, occhi e unghie.

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Fuoco Terra Metallo Acqua Legno

Tessuti Vasi sang. Nervi

Pelle

Ossa

Muscoli

Organi Lingua Bocca Naso Orecchie Occhi di senso

5 ELEMENTI E CORRISPONDENZE PSICOLOGICHE A ciascuno dei cinque organi Yin sono associate delle corrispondenze psicologiche precise. Saperlo è utile per comprendere meglio le cause emotive delle patologie fisiche. Infatti, la Medicina Tradizionale Cinese vedeva il corpo e la mente come un apparato unico, facendosi precursore delle discipline olistiche. Il fegato (Legno) rappresenta la sede del dinamismo e dello spirito d’intraprendenza. La sua pienezza (eccesso di 112

energia) porta a gelosia, alla collera violenta o alla nevrosi; il suo vuoto (difetto di energia) porta all’apatia, al poco dinamismo e alla scarsità di idee. Il cuore (Fuoco) è associato alla creatività, al senso della morale e della rettitudine. Una carenza di energia del cuore genera inquietudine, insonnia, timidezza; un eccesso di energia è manifestata attraverso il riso smodato e immotivato, alla divagazione e all’ipersensibilità. Anche troppa gioia può portare danno al cuore, poiché lo mette in sovraccarico emozionale. La milza (Terra) è la sede della riflessione, del proposito, del pensiero analitico. Un suo deficit energetico provocherà pensieri scoordinati o senso di ansietà; un suo eccesso di energia sarà causa di tendenza alla routine, di manie e di rigidità mentale.

Il rene (Acqua) rappresenta la forza di volontà, quella necessaria per portare a compimento gli obiettivi prefissati. La sua pienezza di energia provoca temerarietà; un suo vuoto energetico causerà panico, indecisione e paure immotivate. Il polmone (Metallo) rappresenta la capacità di introspezione ed è responsabile dell’istinto di conservazione, della tolleranza, della preoccupazione per il futuro. Un eccesso di energia provoca un senso di tristezza con pensieri rivolti alla morte; una carenza di energia comporta facilità al pianto, disinteresse per la vita ed eccessivo sentimentalismo.

TESTIMONIANZE 113

Il ruolo della nuova medicina? Auto-guarigione e crescita personale “Credo che il Metodo RQI sia molto efficace perché è una sintesi della Medicina Tradizionale Cinese e agopuntura messe insieme alle nuove scoperte della Fisica Quantistica e tecniche di Psicologia Energetica. Quindi tiene all’essere umano in tutti i suoi aspetti. Inoltre non è solo un metodo per auto-guarirsi, ma anche per crescere interiormente e proprio per questo penso che sia molto valido. La crescita interiore delle persone è l’indirizzo che la medicina, come ogni altro settore, dovrà prendere nella nuova società.” 
Elia, studente di medicina A ciascuno il suo rimedio “Ho appena finito di vedere un tuo video, molto bello quanto

detto da te sul chi c’è tra noi e la conoscenza, tra noi e Dio, tra noi e la salute. Ed è interessantissimo sapere come, a seconda dell’individuo, c’è un metodo curativo adatto a lui, dettato dall‘inconscio. Sai, ho praticato per 10 anni il buddismo di Nichire Daishonin, basato sulla ripetizione di un Mantra e i miei problemi non si sono risolti, e non capivo perché con gli altri funzionava così bene e con me no. E mi veniva detto: “Vuoi che funziona con tutti e con te no!? Come funziona con noi, funziona anche per te!” 
Forse ora c’è una spiegazione a ciò... Come dici tu, A OGNUNO IL SUO RIMEDIO. Ho un problema alla voce da 20 anni. Credimi: le ho provate tutte e ancora non l’ho risolto, sono continuamente triste ed altre cose che non sto qui ad elencare... Spero, con il tuo aiuto di essere arrivata al CAPOLINEA. Grazie di cuore.” 
Antonella 114

Nuovi orizzonti professionali “Il Metodo RQI ha rivoluzionato la metodica della mia professione ed ha aperto un nuovo mondo professionale del benessere e del riequilibrio dell’essere, vi ringrazio enormemente anche a nome dei miei pazienti che hanno potuto constatare che siamo tutti collegati col tutto.” Arcangelo, terapista Per un mondo migliore “Per interesse personale mi occupo da 30 anni di metodi alternativi alla medicina ufficiale. Ho toccato argomenti di ogni genere con corsi e seminari vari, che comunque mi hanno permesso di crescere due figlie senza uso di medicinali convenzionali ma con il buon senso e le tante alternative trovate su questa strada. Devo dire che il Metodo ha dato una ri-

sposta logica al mio percorso a volte solitario e mi ha fatto sentire bene trovare le stesse idee d’indipendenza in persone splendide come il suo ideatore, il dr. Marco Fincati. Un grazie a chi, come lui, con coraggio lotta per il cambiamento verso un mondo migliore!” Marta, libera professionista NOTA: Ti ricordo che se vuoi sentire e vedere la mia spiegazione di questi contenuti e avere ulteriori approfondimenti, puoi ricevere i video gratuiti iscrivendoti su: www.rqi.me

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SOLUZIONE RQI1 MATERIA: ACQUA INFORMAZIONALE E ALIMENTAZIONE VIBRAZIONALE

In questo capitolo imparerai: » le reali proprietà dell’acqua e il suo ruolo fondamentale quale “madre della vita”; » a individuare il giusto grado personale di idratazione (quanta acqua ti serve per mantenerti correttamente idratato) attraverso il test muscolare; 116

» ad aumentare l’energia biofisica dell’acqua (tecnicamente definita come “grado di conducibilità elettrica”) e, attraverso di essa, ottimizzerai la circolazione dell’energia nel tuo corpo, migliorando il tuo benessere generale e riducendo significativamente tutte le problematiche fisiche e psichiche; » a individuare la parola o l’affermazione migliore per informatizzare l’acqua utilizzando la Legge dei 5 Elementi e il test muscolare; » a utilizzare il cibo per mantenere in equilibrio i 5 Elementi del tuo corpo; scoprirai che ogni cibo ha un determinato contenuto energetico e vibrazionale che è diverso dal mero concetto di “caloria”; » a individuare eventuali intolleranze alimentari e a scoprire i cibi migliori per la tua persona, ascoltando quello che ti comunicherà il tuo inconscio: scoprirai che alcuni cibi saranno in risonanza con ciò di cui hai bisogno e altri no.

Si stima che un uomo di 70 kg di peso corporeo sia composto da circa 100 migliaia di miliardi di cellule. Solo il cervello, è composto da 100 miliardi di cellule, i neuroni. Ogni cellula sana ha una carica elettrica di circa –75 mV (millivolt). La carica elettrica è la differenza di potenziale tra l’interno e l’esterno della stessa cellula, ovvero tra l’interno e l’esterno della sua membrana cellulare. Moltiplicando il numero di cellule di un uomo per la loro singola carica potenziale di –75 mV, si ottiene un’energia pari a 7.500 miliardi di volt. In parole povere, un uomo di 70 kg ha la potenzialità di circa 30 bombe atomiche all’idrogeno! L’energia che abbiamo al nostro interno è quella che permette a ogni cellula di svolgere le proprie funzioni di crescita, rigenerazione e protezione. Ma come fa questa energia ad essere trasmessa? Il nostro corpo si avvale di uno specifico conduttore: l’acqua. L’acqua è infatti il solvente nel quale viene diluito ogni alimento e ogni elemento con cui entra in contatto il nostro corpo, rendendolo più assimilabile e allentandone la durezza o la tossicità. Essa è il veicolo che trasporta in tutte le cellule i principi nutritivi, è garante della termoregolazione, agevola l’attivazione di enzimi, trasporta all’esterno dell’organismo le scorie e le tossine e nutre i tessuti dando sostegno alla nostra struttura “molle”. L’acqua svolge inoltre una certa funzione di ammortizzatore nei confronti degli organi più delicati quali l’occhio, l’orecchio interno e il cervello. Questi, infatti, sono ricchi d’acqua o circondati da acqua, oppure posati su un cuscinetto d’acqua. Probabilmente le funzioni vitali che abbiamo elencato non ne

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rappresentano nemmeno la totalità, per il fatto che alcune delle attività importantissime svolte dall’acqua sono ancora in parte sconosciute: tra queste, quella di fare da antenna e da trasmettitore di informazioni; oppure di fungere da serbatoio di memoria o di essere capace, al pari di una pila, di ricaricare le nostre energie vitali. L’ACQUA

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Questo ci spiega perché il nostro corpo è composto per grandissima parte di acqua. Essa costituisce circa l’85% di peso corporeo nel neonato, poi diminuisce progressivamente con l’età. In un adulto è pari a circa il 70-75% del suo peso, nell’anziano può scendere fino al 50%. All’incirca i tre quarti di tutta l’acqua di cui siamo composti (67%, circa 30 litri in un soggetto adulto), è contenuta all’interno delle cellule e costituisce il cosiddetto liquido intracellulare. Il restante quarto o poco più (27%, pari a circa 12 litri) si trova negli interstizi tra le cellule ed è il cosiddetto liquido extracellulare. Anche il plasma è costituito per 3 litri di acqua (pari al 6% di tutta l’acqua presente nel nostro corpo).

I LIQUIDI CORPOREI CHE CONTENGONO PIÙ ACQUA Ecco le parti del corpo composte da una maggiore percentuale di acqua: * liquido cerebrale e midollo osseo: 99% * plasma sanguigno: 85% * reni: 83% * cuore: 79% * cervello: 75%

Possiamo quindi affermare che senza acqua non c’è vita. E non è un caso se già nel VII secolo a.C. il greco Talete, il primo filosofo della storia del pensiero occidentale, cercò di spiegare l’origine del Cosmo individuando nell’acqua “il principio di tutte le cose”. Se infatti analizziamo una molecola di acqua, scopriamo che l’idrogeno, l’elemento che la compone insieme all’ossigeno, è anche il primo dei 118 elementi conosciuti (il suo numero atomico è 1, poiché presenta un solo elettrone intorno al nucleo) e il più abbondante in Natura. Basti pensare che il nostro corpo è composto per il 98% da atomi di idrogeno.

SIAMO DELLA STESSA SOSTANZA DELLE STELLE I quattro elementi più presenti nel corpo umano sono, nell’ordine: idrogeno, azoto, ossigeno e carbonio. Essi corrispondono ai quattro elementi più abbondanti nell’universo. Siamo fatti della stessa sostanza che costituisce le stelle e le galassie.

L’ACQUA HA MEMORIA Se poi non ci limitiamo a osservare solo la sua composizione chimica, ma anche le sue proprietà ondulatorie, scopriamo che anche l’acqua, come tutte le sostanze presenti nell’universo, emette segnali elettromagnetici e che tali segnali sono molto importanti poiché costituiscono vere e proprie “informazioni”. Nel 1988, l’immunologo francese Jacques Benveniste pubblicò sulla prestigiosa rivista internazionale Nature i risultati di rivoluzionari esperimenti che dimostravano come l’acqua

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fosse capace di mantenere una memoria/informazione di sostanze in essa disciolte o diluite. Per esempio, in una zona geografica in cui ci fu un’epidemia, Benveniste scoprì che l’acqua aveva ancora impresse le informazioni del virus che causò la malattia infettiva. Vent’anni più tardi, il medico, biologo e virologo francese Luc Montagnier, professore presso l’Istituto Pasteur di Parigi, premio Nobel per la Medicina nel 2008, confermò scientificamente ciò che Benveniste aveva indagato in precedenza, e cioè che l’acqua ha una memoria, la quale conserva in un certo modo la sua “storia”: le caratteristiche dei siti dove è stata, gli stimoli a cui è stata sottoposta, le sostanze con cui è entrata in contatto. In uno studio replicato anche dal fisico italiano Emilio Del Giudice per conto dell’International Institute for Biophotonics di 120

Neuss (e i cui risultati furono pubblicati sul Journal of Physics), il professor Montagnier notò che alcune sequenze di DNA possono indurre segnali elettromagnetici di bassa frequenza in soluzioni acquose altamente diluite, le quali poi mantengono “memoria” delle caratteristiche del DNA stesso. Grazie a questa scoperta, entrambi i ricercatori hanno spiegato che sarà possibile sviluppare sistemi diagnostici – finora mai progettati – basati sulla proprietà “informativa” dell’acqua biologica presente nel corpo umano: malattie croniche come Alzheimer, Parkinson, sclerosi multipla e artrite reumatoide, malattie virali come Hiv, influenza A ed epatite C, “informano” l’acqua dell’organismo della loro presenza, emettendo particolari segnali elettromagnetici, che possono poi essere “letti” e decifrati. Non solo. Se da una parte sarà possibile diagnosticare in anticipo una malattia prima ancora di averne i sintomi, dall’altro lato,

intervenendo sulla memoria dell’acqua, ovvero “informandola” a nostro piacimento, potremmo (e in parte già possiamo!) realizzare rimedi curativi senza effetti collaterali, che basano il loro meccanismo d’azione sulle informazioni depositate nell’acqua, così come avviene per la medicina omeopatica. Infatti, così come l’acqua memorizza informazioni, allo stesso tempo è in grado di ritrasmetterle. A conferma di ciò c’è un’altra evidenza scientifica, fornita da un medico italiano, il dottor Sergio Stagnaro, nel 2007. Egli combinò un raffinato e preciso metodo di investigazione clinica, studiato e messo a punto da lui stesso, la Semiotica Biofisica Quantistica (SBQ), con i più innovativi strumenti della nanotecnologia, in grado di captare e ritrasmettere i biofotoni emessi a livello cellulare. Il dottor Stagnaro dimostrò che, nei sistemi biologici, molecole come ormoni e neurotrasmettitori, considerati dei messaggeri chimici, agiscono mediante un principio di Energia-Informazione (EI), ossia veicolano radiazioni elettromagnetiche intrise di informazione qualitativamente importante. I suoi lavori erano perfettamente coerenti e in sintonia con gli studi dello scienziato russo Peter Gariaev sulla genomica ondulatoria. Gariaev ipotizzò e confermò che tutte le radiazioni elettromagnetiche viaggiano da strutture trasmittenti (come i neurotrasmettitori e gli ormoni) verso delle strutture riceventi (come il DNA). L’acqua agirebbe dapprima come un recettore, essendo in grado di ricevere le frequenze d’onda e di memorizzarle (memoria); successivamente si comporterebbe come trasmettitore, trasmettendo le frequenze delle onde memorizzate (informazione).

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LA QUALITÀ DELL’ACQUA È quindi facilmente comprensibile quanto l’acqua sia importante per la salute del corpo umano e come dalla qualità dell’acqua dipenda la qualità della vita. Già il premio Nobel Louis Pasteur affermò che «beviamo il 90% delle nostre malattie». L’idrologo Louis Claude Vincent, tra le massime autorità della bioelettronica e socio ad honorem dell’Associazione Internazionale di Medicina Ortomolecolare, seppe chiarire che «la tubercolosi, il cancro e tutte le malattie degenerative provengono dall’uso incontrollato dell’acqua potabile». Il professor Vincent compì uno studio approfondito su dati statistici relativi a malattie e mortalità in Europa e negli Stati Uniti, grazie ai quali dimostrò inequivocabilmente il nesso 122

di proporzionalità diretta esistente tra la qualità dell’acqua potabile di una popolazione e il tasso di malattie e mortalità della stessa. Successivamente, mediante indici di bioelettronica, l’idrologo francese illustrò come l’acqua ideale dovrebbe presentare caratteristiche in sintonia con tre parametri biologici della vita: * il grado di acidità/alcalinità (pH), che dovrebbe essere neutro, cioè pari a 7, o meglio ancora leggermente basico, cioè tra 7,2 e 7,4, per poter contrastare il naturale processo di ossidazione-acidificazione dell’organismo. Il sangue, per esempio, ha pH fisiologico pari a 7,3; * il potenziale elettrico (rH2), che non dovrebbe superare i valori di 25 e 28. Per fare alcuni esempi, sangue e saliva hanno valori pari a 22 rH2, mentre l’urina ha valore 24 rH2; * la resistività alla corrente elettrica (R), che dovrebbe essere più alto possibile e non inferiore a 6000 ohm.

Quando questi tre parametri risultano compresi nei valori indicati, evitano che i germi patogeni si riproducano, rendendo l’acqua biologicamente pura. Tuttavia, bere acqua pura non basta. Affinché l’acqua svolga al meglio i suoi benefici, deve essere anche libera da sostanze tossiche e altamente energetica. Analizziamo ora questi due concetti. Per sostanze tossiche si intendono tutti i metalli pesanti, i pesticidi e addirittura le sostanze radioattive che l’acqua può assorbire dai terreni inquinati dove viene raccolta. A ciò, si aggiunge l’elettrosmog che l’acqua può presentare dopo essere stata a contatto di campi elettromagnetici. Inoltre, bisogna ricordare che l’estrazione chimica o fisica di elementi inquinanti attraverso impianti di addolcimento, di depurazione a osmosi inversa o di depurazione con filtri, per quanto possano rendere l’acqua priva di batteri, non la rendono pura secondo i tre parametri indicati dal dottor Vincent, poiché le informazioni negative dei componenti filtrati rimangono comunque memorizzate in essa. In aggiunta a ciò – e arriviamo al concetto di “valore energetico” – le acque trattate perdono la loro forza vitale originaria di sorgente, che è una delle componenti principali per definire la qualità dell’acqua. Fu Alfred Bovis a stabilire uno dei metodi più utilizzati oggi per misurare la vitalità – intesa come forza vibrazionale – di un elemento, di una molecola, di una cellula e addirittura di un luogo. Il “Regolo di Bovis” è lo strumento che ne permette la misurazione, e il Bovis è l’unità di misura adottata nel Sistema Internazionale per definire le proprietà vibratorie di ogni sostanza o ambiente. Relativamente all’acqua, maggiore è il numero di Bovis, migliore sarà la sua capacità di funge-

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re da conduttore e, di conseguenza, maggiore sarà anche la velocità con cui essa coadiuverà le cellule del nostro corpo a svolgere le loro funzioni. Alcune ricerche hanno evidenziato che le acque in bottiglia vibrano attorno ai 1.000-1.500 Bovis. L’acqua del rubinetto, che non ha subito estrazione, imbottigliamento e trasporto, vibra a circa 2.500-3.500 Bovis. L’acqua di alcune fonti sacre, come quella di Lourdes o Medjugorie, vibrano intorno ai 22.000 Bovis. In sostanza, meno l’acqua ha subito interferenze distruttive, e più le sue vibrazioni sono forti. Pertanto, un’acqua sana può essere solo quella naturale di sorgente e non quella trattata. La domanda ora è: se non possiamo attingere all’acqua di sorgente, come possiamo “cancellare” le informazioni negative dell’acqua? E come possiamo far riacquistare nuovamente 124

all’acqua la sua originaria vitalità? La soluzione esiste ed è molto più semplice di quello che si pensi. Si può ridare all’acqua forza vitale sottoponendola a frequenze benefiche. Tutti noi abbiamo a disposizione un inesauribile generatore di tali frequenze, che risuona in armonia con le cellule del nostro corpo e che permette ogni forma di vita sulla Terra: il Sole. Utilizzando in modo appropriato la sua energia, possiamo incrementare la forza vibrazionale dell’acqua ed esaltarne le sue caratteristiche di conduttore elettrico. Inoltre, attraverso l’intenzione delle nostre parole, che fungono allo stesso modo da frequenze benefiche, possiamo donare all’acqua una determinata informazione, funzionale allo scopo salutare o curativo che vogliamo perseguire. Prima di spiegare come sia possibile, dobbiamo fare un passo indietro e conoscere le scoperte di un rinomato scienziato e saggista giapponese.

GLI STUDI DI MASARU EMOTO Il giapponese Masaru Emoto, dottore all’Università municipale di Yokohama, ha dimostrato come la coscienza umana abbia un effetto sulla struttura molecolare dell’acqua. Dal 1999 in avanti, Emoto ha pubblicato diversi volumi di un lavoro (successivamente raccolti e diventati un libro) dal titolo I messaggi dall’acqua, contenenti fotografie di cristalli di acqua. Per venticinque anni, lo scienziato giapponese prelevò campioni d’acqua dalla medesima sorgente e li sottopose a diversi stimoli, quali suoni, musica, parole. Successivamente, li congelò, affinché i campioni formassero strutture cristalline. Dall’osservazione delle fotografie di tali cristalli (analizzati al microscopio secondo una tecnica messa a punto dallo stesso scienziato) si evinse come parole, preghiere, musica e ambiente esercitassero un vero e proprio effetto fisico sulla struttura cristallina dell’acqua, modificandola di volta in volta. Per esempio, Emoto cominciò raccogliendo dell’acqua del bacino di Fujiwara, e la congelò. Notò che i cristalli formatisi erano dispersi in modo caotico. Poi provò a esporre la stessa acqua a una preghiera di gratitudine e la congelò nuovamente. Questa volta, i cristalli si organizzarono in strutture belle e raffinate, disposte in modo armonico e simmetrico. Anche i cristalli ricavati congelando l’acqua della fonte sacra di Lourdes si organizzarono in una struttura ordinata e misteriosa che emanava il sentimento della gloria mistica e che, secondo l’interpretazione di Emoto, esprimeva i meriti attribuiti a quella fonte dalla coscienza collettiva. Anche la musica ebbe un’influenza incredibile sull’acqua. Una delle fotografie pubblicate nel libro dello scienziato giappo-

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nese mostra un cristallo d’acqua sottoposto a una canzone Heavy Metal. Questo genere di musica è pieno di rabbia e sembra avercela con il mondo interno. Di conseguenza, la base esagonale del cristallo d’acqua si frammentò in molti pezzi. Al contrario, l’acqua che aveva ascoltato l’opera BWV 988 Variazione Goldberg di Bach presentò una struttura cristallina ordinata, evidenziando come dagli spigoli di ogni esagono si erano formati altri esagoni. Infatti, il compositore tedesco dedicò questa musica al signor Goldberg in segno di riconoscenza e gratitudine per tutto ciò che egli aveva fatto per lui. Un altro degli esperimenti svolti dal professor Emoto fu con le parole. L’acqua fu esposta a diverse scritte o frasi, ciascuna delle quali indicava un sentimento. Utilizzando la parola “grazie”, l’acqua congelata formò dei cristalli ordinati e regolari, 126

molto simili a quelli ricavati dall’acqua che aveva ascoltato un brano di musica classica. Al contrario, l’acqua esposta alla frase “Mi hai stufato, io ti ucciderò”, si cristallizzò in una struttura distorta, implosa e dispersa. Emoto giunse alla conclusione che l’acqua si comporta come un nastro magnetico liquido, in grado di registrare le informazioni energetiche che riceve dall’ambiente. Conformandosi alle credenze della cultura orientale, Emoto affermò che i cristalli sono energeticamente vivi e svolgono la funzionalità di messaggeri, veicoli di informazioni. I suoi studi confermarono inoltre il potere creativo della vibrazione, che nella cultura giapponese è definita hado (letteralmente: movimento ondulatorio): un’energia estremamente sottile, invisibile allo sguardo, ma capace di influenzare la materia poiché agisce sulle sue frequenze, essendo essa stessa frequenza. Hado può essere una musica, una parola, un pensiero, una preghiera,

una forma di energia quale il calore o la luce del Sole. Questo ci ricorda i principi di Fisica Quantistica di cui abbiamo già ampiamente discusso nei capitoli precedenti.

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INFORMARE L’ACQUA Dunque, se anche non abbiamo la fortuna di abitare in una baita di montagna a 2000 metri di altitudine, a stretto contatto con una sorgente incontaminata di acqua, possiamo “crearci” da noi un’acqua biologicamente pura, altamente energetica e informazionale. Informazionale è un neologismo che ho coniato per definire un’acqua che ha ricevuto informazioni (sotto forma di frequenze) e che è in grado di ritrasmetterle. Con il verbo informare, invece, indicherò, da qui in avanti, la procedura per dare

informazioni all’acqua, affinché poi l’acqua stessa le possa ritrasmettere. Come abbiamo appena ricordato, il sole è la fonte della nostra vita ed emette tutte le frequenze benefiche che risuonano in armonia con il nostro corpo. Dal sole possiamo quindi attingere alle vibrazioni che modificheranno l’acqua, donandole maggiore energia. Oltre a ciò, possiamo informare l’acqua utilizzando una parola o una frase specifica, proprio come fece il dottor Masaru Emoto. In questo modo, l’acqua acquisterà le informazioni positive della nostra parola. Ecco come fare nel pratico. Tutto ciò di cui hai bisogno è una bottiglia di vetro blu. Usa il vetro, che è un elemento vivo, e non la plastica, che è un composto del petrolio e che, oltre i 35 gradi di temperatura, comincia a rilasciare sostanze tossiche. 128

La bottiglia dev’essere di colore blu, poiché questo colore permette di filtrare le migliori frequenze benefiche per il corpo umano. Non utilizzare tappi di metallo, prediligi tappi in materiale naturale come il sughero. Riempi la bottiglia con acqua del rubinetto di casa. Come abbiamo già visto e come diverse analisi chimiche hanno più volte evidenziato, l’acqua di casa è per alcuni versi meglio di quella in bottiglia ed è sicuramente più “viva” a livello energetico. Ora, esponi la tua bottiglia al sole. Puoi metterla sulla finestra o sul terrazzo, per almeno un’ora di tempo. Più tempo la esporrai, più energia la tua acqua assorbirà. È preferibile il sole del mattino, poiché è quello che ha le frequenze migliori. Se ci fai caso, quando si prende la tintarella, è difficile scottarsi con il sole mattutino, ma molto più facile ustionarsi con

LE MIGLIORI PAROLE PER L’ACQUA IN BASE AI CINQUE ELEMENTI Elemento

Parola o frase

Fuoco

amore, gioia, amo me stesso

Terra

sono realizzato, sono appagato

Metallo

il contrario di preoccupazione ________

Acqua

il contrario di paura ________

Legno

il contrario di rabbia ________

quello del pomeriggio. Infatti nelle prime ore della giornata il Sole emette più raggi infrarossi e meno ultravioletti. Ti consiglio di esporre la tua bottiglia al sole senza tapparla. In questo modo, il cloro che, seppur in piccole quantità, viene usato per depurare l’acqua erogata dal proprio comune di residenza evaporerà, senza lasciare il suo caratteristico odore, che per molte persone può risultare sgradevole. Sulla bottiglia, puoi attaccare un post-it o un’etichetta con la parola o la frase che ti serve per darle la giusta informazione. Nei corsi spiego bene come va scelta la parola, aiutandosi con l’auto-test. Per adesso, ti basti sapere che puoi riequilibrare ciascuno dei 5 Elementi con una parola specifica. Infatti, ogni elemento ha una corrispondenza psicologica ed emotiva con un determinato sentimento. Per esempio, l’elemento Fuoco è legato all’amore, perciò ho scoperto che per riequilibrare il Fuoco la parola migliore è “amore incondizionato”, oppure la frase “amo me stesso”. Allo stesso modo, il disequilibrio dell’elemento Metallo è causato da un senso di ansia, perciò la parola migliore sarà una parola di significato opposto a

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“preoccupazione”: in questo caso, ciascuno di noi potrebbe trovare una parola soggettivamente più significativa. Si potrebbe scegliere tra le parole pace, tranquillità, serenità, fede, distacco, e via dicendo. Ciascuno avrà la sua e potrà verificarla con l’auto-test. Una parola che ho verificato essere molto indicata per tutti è la parola Coerenza. Ha un significato per così dire “neutro” (non informa in modo preciso circa uno specifico elemento da riequilibrare) ma invita il nostro essere a trovare la sua più intima connessione e interdipendenza tra i suoi livelli: materia, energia e spirito. Infatti, attraverso l’Acqua Informazionale, noi stiamo agendo su ciascuno dei tre livelli: stiamo bevendo un’acqua (livello materia) che ha aumentato la propria forza vibrazionale (livel130

lo energia) grazie al Sole, e che ha ricevuto un’informazione/ intenzione (livello spirito) per mezzo della parola o della frase che le abbiamo attribuito. A proposito della parola: essa è valida in tutte le lingue perché, come abbiamo già visto in precedenza, ogni parola risponde a una determinata vibrazione e l’acqua riconosce quella vibrazione. L’importante è utilizzare una sola parola per bottiglia. Se si vive in famiglia e ciascuno dei membri del nucleo familiare necessita di una parola diversa, sarà possibile informare l’acqua scrivendo sulla stessa etichetta tutte le parole o le frasi utili, purché poi, chi beve, ripeta nella sua mente la propria parola, rievocando l’intenzione specifica. Questa pratica contribuisce ad allenare l’inconscio. Una volta che avrai preparato la tua acqua, conservala in un posto protetto dall’influenza di campi elettromagnetici che

potrebbero alterarne i valori energetici appena ottenuti. Ti basterà semplicemente porre la bottiglia su una base di legno, che è un ottimo isolante, e possibilmente a livello del pavimento, così da proteggerla il più possibile anche dai suoni (che, come sappiamo, sono frequenze). Non mettere la bottiglia in frigorifero, poiché al suo interno ci sono campi elettromagnetici. Se vuoi acqua fresca, ti basterà diluire in una bottiglia che avrai prima refrigerato – anche in frigorifero – una goccia di acqua presa dalla bottiglia di acqua precedentemente informata e conservata al sicuro. Versata la goccia, scuoti la bottiglia fresca. Per lo stesso principio con il quale vengono preparati e diluiti i prodotti omeopatici, una goccia d’Acqua Informazionale basterà a “trasferire” le sue informazioni a migliaia di altre molecole d’acqua. Questo semplice trucco ti può venire in aiuto anche quando non avrai per lungo periodo delle buone giornate di sole. Se ben conservata, una bottiglia di acqua informata può mantenere il suo valore vibrazionale per almeno un mese. Consiglio di bere uno o due bicchieri di Acqua Informazionale appena alzati, prima dei pasti e prima di coricarsi. Sono questi i tre momenti della giornata in cui il nostro corpo ne ha maggiore bisogno. Inoltre, il test kinesiologico RQI è utile per definire nello specifico di quanta acqua abbiamo bisogno ogni giorno (numero di bicchieri) o per quanto tempo dovremmo bere un’acqua informata con una determinata parola o frase allo scopo di riequilibrare uno specifico Elemento o risolvere un problema specifico. Esiste poi un secondo metodo per informare l’acqua, ed è quello che ricorre alle Biotecnologie Olistiche, attraverso l’uso di una card specifica. Ma di questo parleremo nel prossimo capitolo.

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L’ACQUA: 20 MOTIVI PER BERNE ABBASTANZA Ogni giorno perdiamo fisiologicamente un quantitativo pari a circa 2,5 litri di liquidi attraverso urina, feci, sudore, respirazione. Ogni giorno è necessario reintrodurre la medesima quantità d’acqua mangiando e soprattutto bevendo, per non incorrere nel grave rischio di disidratarci. Infatti quando il contenuto d’acqua nelle cellule scende al di sotto del 50%, può accadere che i processi vitali si paralizzino, talvolta anche in modo irreversibile. Per esempio, la principale causa di tumore al colon è il non bere abbastanza, poiché l’acqua è ciò che permette al nostro organismo di espellere le tossine. Idratarsi correttamente è quindi la condizione per mantenere costante la temperatura e consentire a ogni cellula di svolgere correttamente tutte le funzioni di crescita, rigenerazione e protezione che le sono richieste. 132

Ecco tanti buoni motivi per berne abbastanza, curandone la qualità: • L’acqua è la sostanza principale per diluire le sostanze nutritive, le vitamine e i minerali che ingeriamo; ci serve per decomporre i cibi in piccoli elementi e poterli metabolizzare e assimilare facilmente. • Fornisce alle cellule l’ossigeno e trasporta i gas consumati dalle cellule nel polmone, per espellerli. • Raccoglie le scorie tossiche dalle differenti parti del corpo e le trasporta al fegato e ai reni, affinché possano essere espulse. • È un grande aiuto alla corretta funzionalità delle articolazioni e aiuta a evitare dolori articolari e alla schiena. • Diminuisce il rischio di infarto e di ictus. • Aiuta le arterie di cuore e cervello ad essere elastiche.

• È un ottimo aiuto contro la stitichezza. • È necessaria alla formazione dei neurotrasmettitori, inclusa la serotonina. • Può essere d’aiuto contro la sindrome da deficit di attenzione nei bambini e negli adulti. • L’acqua pura è il miglior liquido rigenerante al mondo. • Aiuta a mantenere la pelle liscia, rallentandone l’invecchiamento. • Aumenta la capacità di prestazione del midollo osseo, dove viene prodotto il sistema immunitario e dove si forma il sangue. • Aiuta a mantenere il sangue scorrevole (ematocrito). • Aiuta a normalizzare il ciclo sonno/veglia. • Ostacola la perdita di memoria dovuta al processo d’invecchiamento, con le malattie ad esso collegate. • La mancanza d’acqua può impedire la formazione degli ormoni sessuali (perdita di libido). • Bere tanta acqua aiuta a dimagrire e a rimanere in forma. • Noi non possiamo immagazzinare acqua per un uso futuro, quindi dobbiamo bere costantemente tutti i giorni. • Bevendo poca acqua rischiamo che si depositino tossine in organi importanti del nostro corpo come le articolazioni, i reni ed il fegato. • Bere acqua in gravidanza aiuta contro la nausea.

FALSE CREDENZE Le tecniche che possiamo utilizzare per aumentare la forza vibrazionale dell’acqua e renderla pura ci daranno anche un altro grande vantaggio: trasformeranno il calcare, spesso pre-

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sente nelle tubature di casa, in aragonite. L’aragonite, che è un carbonato di calcio cristallizzato, è assimilato dal nostro corpo e, a differenza del calcare, non finisce nei reni, affaticandoli e rischiando di creare fastidiosi calcoli. Ecco un punto importante: il calcare. Tutti noi sappiamo che le acqua dure fanno male. Ma è davvero così? Il periodico StarMeglio (n. 71, febbraio 2012), rivista della Azienda USL di Bologna, ha presentato un interessante articolo che afferma la falsità di tale credenza. Eccone un estratto: A Bologna le acque hanno durezza medio-alta con valori tra i 150-500 mg/l di residuo fisso e la durezza riscontrata ne rappresenta un valore aggiunto dato che le acque dure 134

hanno un effetto protettivo sull’apparato cardiovascolare e secondo la letteratura scientifica non contribuiscono alla calcolosi renale. Per cui non dovrebbero essere addolcite le acque ad uso umano, ma solo quelle che si usano negli elettrodomestici che vengono danneggiati dalle incrostazioni. Tutte le acque distribuite dall’acquedotto di Bologna e provincia rientrano ampiamente entro i limiti chimico-fisici e microbiologici imposti dalle leggi. Quello che resta a carico dell’utente domestico è scrostare periodicamente il rubinetto. Basta smontare il riduttore di flusso e immergerlo nell’aceto per togliere il calcare. Anche il dottor Bruno Seriolo, responsabile del Centro Osteoporosi dell’Università di Genova, in un’intervista rilasciata a Ermes Consumer sull’acqua di rubinetto, ha spiegato il falso mito:

Le acque dure svolgono un’azione protettiva nei riguardi delle malattie cardiovascolari, in quanto il calcio riduce l’assorbimento dei grassi a livello intestinale e il magnesio ha un effetto dilatatore sulle arterie e riveste una grande importanza per la salute dell’uomo, in quanto responsabile di molti processi metabolici essenziali. Invece, sono da evitare le acque addolcite, in quanto presentano un elevato tenore di sodio che è un fattore di rischio per l’ipertensione. Inoltre, le acque molli hanno un’azione aggressiva e possono solubilizzare alcuni metalli pesanti, tossici e cancerogeni (quali piombo, cromo e arsenico), presenti nel materiale delle tubature dell’acqua. Pertanto, sono da preferire le acque dure che (come dimostrato in molti studi epidemiologici) non hanno effetti negativi sulla salute dell’uomo, a meno che non siano presenti particolari patologie come una rilevante calcolosi renale. Esse comportano solo inconvenienti pratici legati alla vita domestica: deposito di calcare nelle tubazioni e negli elettrodomestici, cattiva cottura dei legumi, maggior consumo di detersivi, eccetera. Inoltre, recenti studi hanno dimostrato che un’acqua minerale ricca di calcio, può addirittura aiutare a prevenire la formazione di calcoli renali. Anche il sito ufficiale di Publiacqua, acquadelrubinetto.it, spiega in quattro punti i vantaggi del bere l’acqua di casa: comodità, risparmio economico, rispetto dell’ambiente e qualità. A proposito della qualità, ecco riportato un estratto di quanto scritto nel sito: L’acqua del rubinetto è sottoposta al controllo quotidiano del gestore e ai controlli periodici dell’ASL.

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Per questo motivo l’acqua erogata da Publiacqua è sicura e disponibile tutti i giorni dal rubinetto di casa. Le caratteristiche organolettiche (odore, sapore) sono quelle che influenzano maggiormente la percezione dei cittadini nel definire l’acqua, buona o meno buona. Una delle obiezioni più frequenti di coloro che non bevono l’acqua di rubinetto riguarda appunto il suo sapore e odore di cloro. L’acqua distribuita in rete, per legge, deve essere resa sicura mediante aggiunta di cloro. Per questo il cloro è ritenuto da molti uno degli ostacoli principali all’uso per bere dell’acqua di casa. (…) Oltre a ciò, è bene sapere che il sapore e l’odore di cloro possono essere eliminati semplicemente facendo riposare l’acqua in una brocca o in una bottiglia (aperta) prima di portarla in tavola. 136

Anche la durezza e il contenuto di sodio sono aspetti sui quali è alta l’attenzione dei cittadini. Il calcio, principale componente della durezza di un’acqua, è un elemento minerale necessario alla crescita e alla salute dell’organismo; il sodio, al contrario, è dannoso se in concentrazioni elevate: a differenza di quanto affermato da alcuni, nell’acqua del rubinetto i minerali si trovano in misura equilibrata per un corretto uso alimentare. Le caratteristiche chimiche e fisiche dell’acqua di rubinetto non temono confronti con quelle riportate sull’etichetta di qualsiasi acqua imbottigliata in commercio. CHE COS’È IL CIBO Noi ingeriamo ogni giorno all’incirca 3 chili di alimenti, tra cibo e liquidi. In un anno, la stima è prossima a una tonnellata.

Il cibo è ciò che ci permette di stare in vita, offrendo al nostro corpo tutti i nutrienti, i sali, i minerali e le vitamine utili per il suo corretto funzionamento. Ma in che modo il cibo provvede al nostro sostentamento? Quando un cibo viene ingerito, viene dapprima triturato nella bocca, poi scomposto nei suoi elementi fondamentali e quindi assorbito dall’organismo. A questo punto, grazie all’ossigeno che respiriamo, il cibo subisce un’ulteriore trasformazione chimica – l’ossidazione – che produce calore: è il momento in cui l’organismo “brucia” i prodotti ingeriti per farne il suo “carburante” e attraverso di esso svolgere tutte le sue funzioni. Il calore (energia termica) che un alimento è in grado di produrre può essere misurato con una speciale apparecchiatura di laboratorio. Tale misura viene espressa in calorie. La caloria è l’unità di energia termica e corrisponde alla quantità di calore necessaria per fare aumentare di 1°C (esattamente da 14.5°C a 15.5°C) la temperatura di un grammo d’acqua distillata. Un grammo di proteine produce poco più di 4 calorie; un grammo di carboidrati ne produce poco meno di 4; un grammo di grasso arriva a produrre circa 9 calorie; un grammo di alcool etilico ne produce all’incirca 7. Tuttavia, così com’è espresso, il concetto di caloria è incompleto e ingannevole. Infatti le calorie che possiamo leggere sulle etichette dei cibi che compriamo al supermercato sono calcolate in laboratorio, dove non è presa affatto in considerazione l’energia che il corpo umano deve utilizzare per digerire e assimilare quel determinato alimento. La dieta ufficiale ci dice sì quante calorie vengono fornite da uno specifico cibo, ma non ci informa affatto su quante calorie il corpo deve con-

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sumare per poterlo digerire, assimilare e liberarsi dalle tossine derivate da tali processi. Per esempio, un pezzo di carne magra, che verosimilmente fornirà circa 4,5 calorie al grammo, ne consuma probabilmente altrettante nelle tre ore successive necessarie per la sua digestione e assimilazione. Questo spiega perché alcune diete dimagranti si basano sulla carne, e sulle proteine in generale. Un alimento introdotto nel corpo umano si trova in un ambiente assai diverso da quello in cui viene “bruciato” in laboratorio per valutarne le calorie. Questa verifica è stata fatta misurando il flusso di energia nervosa nel corpo, prima e dopo i pasti, composti di vari tipi di alimenti. Si è riscontrato che certi alimenti costringono il corpo a un grande dispendio di energia per poter essere utilizzati. Questa manifestazione energetica ha portato a credere che gli 138

alimenti in oggetto accrescano l’energia corporea, mentre è vero il contrario: terminati i processi digestivi e assimilativi, il corpo si ritrova con le riserve energetiche diminuite. Per uscire da questo circolo vizioso, bisogna riconsiderare il concetto di cibo e, in particolare modo, il concetto di energia legato al cibo. Le calorie calcolate in laboratorio guardano al cibo da un punto di vista biochimico; ma ora sappiamo che noi siamo anche un apparato biofisico, pertanto dovremmo riconsiderare il cibo allo stesso modo: non solo dal punto di vista chimico, ma anche dal punto di vista fisico/vibrazionale. OGNI CIBO HA UNA VIBRAZIONE L’ingegnere André Simoneton ha speso vent’anni di ricerche sugli effetti che gli alimenti possono avere sul corpo uma-

no. Poiché tutto ciò che vive, compreso il nostro organismo, emette radiazioni, egli si chiese quali radiazioni lo indeboliscono e quali lo fortificano. Per portare avanti le sue ricerche, usò il contatore Geiger, la camera ionizzante di Wilson e il biometro di Bovis, che è graduato in Angstrom (A°) e che può misurare anche le onde che sono lunghe solo un decimillionesimo di millimetro. Con questo sistema, dopo numerosi controlli ed esperimenti su persone sane e malate, Simoneton riuscì a stabilire che ogni essere umano in buona salute emette delle radiazioni che vanno dai 6200 ai 7000 Angstrom. Tale lunghezza d’onda corrisponde al colore rosso dello spettro solare. L’uomo emetterebbe un’aura di colore rosso che lo avvolge per un diametro di 6 metri. Nelle persone malate, invece, tale vibrazione è sempre più bassa ed è indice di un deficit energeticovibrazionale. Simoneton constatò che sotto i 6200 Angstrom, l’organismo non può più mantenere il suo corretto funzionamento e se tale deficit viene protratto nel tempo, ecco che compaiono i sintomi di un qualche disturbo. Addirittura, il ricercatore francese si accorse che a ogni disturbo fisico corrisponde un determinato valore di Angstrom. Per esempio, l’influenza ha una lunghezza d’onda di 5460 A°. I suoi studi confermarono ciò che noi oggi intendiamo per concetto di salute e di malattia. Poiché siamo esseri costituiti da biofotoni che emettono un campo elettromagnetico, il concetto di salute va espresso in termini di “energia funzionale”, una forma di corrente nervosa – anche chiamata bioelettricità – che fornisce gli impulsi necessari al movimento degli arti e dà vitalità a tutte le cellule del nostro organismo. L’elettricità è definita come un onda di elettroni che sono

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costretti a muoversi da atomo ad atomo. Come abbiamo visto, questa onda è garantita dalla carica elettrica di circa -75 millivolt che possiede ogni cellula ed è veicolata dall’acqua. Al contrario, la malattia è un’interruzione delle linee di comunicazione dei biofotoni che sono all’interno dell’organismo. Batteri, virus, funghi e sostanza inquinanti o tossiche impediscono lo scambio di informazioni del tutto o in parte: ciò produce dapprima un’alterazione elettrica della cellula, successivamente un’alterazione chimica e infine compaiono i sintomi della malattia.

LE FREQUENZE DELLA VITA Ogni colore presente in Natura possiede una precisa vibrazione e una lunghezza d’onda. Alcune lunghezze d’onda sono indispensabili alla vita, altre invece sono insufficienti, 140

altre ancora nocive. L’unità di misura della lunghezza d’onda è l’Angstrom (A°): Infrarosso, da 7801 a 9000 A° Rosso, da 6201 a 7800 A° Arancio, da 5901 a 6200 A° Giallo, da 5801 a 5900 A° Verde, da 5201 a 5800 A° Blu, da 4501 a 5200 A° Indaco, da 4301 a 4500 A° Viola, da 3901 a 4300 A° Ultravioletto, da 3001 a 3900 A° Raggi X, da 2600 a 3900 A°

Le frequenze che vanno dall’Infrarosso al Giallo sono quelle indispensabili per la vita. Le frequenze comprese tra il Verde e l’Ultravioletto sono frequenze insufficienti per garantire la vita, ma comunque utili. I Raggi X sono invece frequenze nocive per gli esseri umani.

QUALCHE ESEMPIO DI MALATTIE CON RELATIVI VALORI VIBRAZIONALI Durante le numerose rivelazioni di radiazioni misurate su uomini sani e malati, l’ingegner Simoneton stabilì anche che la banda dei microbi e delle malattie va da 3100 A° (valore della meningite, colore ultra-violetto) ai 6250 A° (valore della dissenteria, colore infra-rosso). Di seguito, alcuni esempi di lunghezza d’onda di specifiche malattie: * Dissenteria: 6250 A° * Influenza: 5460 A° * Stafilococco: 5400 A° * Tubercolosi: 5525 A° * Tetano: 4900 A° * Cancro: 4874 A° * Difterite: 4500 A° * Meningococco: 3100 A° La scala Bovis-Simoneton trova grosse conferme non solo nei risultati concreti e sui grandi numeri del lavoro da lui condotto, ma anche negli studi di grandi ricercatori sui campi aurici delle persone, tra cui, per esempio, l’australiana Judith Collins, autrice di un testo basilare come “How to see and read the Human Aura”, con foto reali dei vari tipi di aura emessi dal corpo umano in condizioni di salute e di malattia.

Dal punto di vista biochimico, l’uomo si garantisce una “ricarica energetica” attraverso il processo di ossidazione per mezzo del quale digeriamo il cibo ingerito. L’ossidazione avviene come conseguenza dell’assorbimento di ossigeno e nutrimento da parte delle cellule. Questo apporto energetico è quello che la dietologia classica misura con il concetto di caloria.

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Tuttavia, prove di laboratorio hanno dimostrato che gli alimenti sintetici, pur fornendo un’alimentazione equilibrata dal punto di vista qualitativo e calorico, non sono sufficienti per garantire uno sviluppo normale. Questo significa che, oltre ai consueti elementi (proteine, carboidrati, grassi, vitamine e minerali), gli alimenti devono anche possedere “qualcos’altro”. Come sosteneva il biochimico tedesco Ehrenfried Pfeiffer, sostenitore dell’agricoltura biodinamica e seguace dello scienziato austriaco Rudolf Steiner: «La vita pulsa in modo genuino dal Sole, dal suolo e dalle vitamine vive. I minerali inorganici, i prodotti chimici e le vitamine sintetiche sono morti». Mediante la cromatografia il dottor Pfeiffer dimostrò che la vitamina-C sintetica o acido ascorbico è del tutto diversa dalla vitamina-C dei frutti della rosa canina per esempio. «Quello che manca nell’acido ascorbico è il valore biologico o vitaliz142

zante!» Pfeiffer comprese che i cibi, grazie alla luce del Sole, immagazzinano alcune delle sue frequenze e che tali frequenze sono prossime a quelle del corpo umano e quindi capaci di garantirne la vita. Infatti, se guardiamo l’uomo dal punto di vista biofisico, scopriamo che il nostro organismo si relaziona e adatta continuamente all’influenza di ogni specie di radiazioni, siano esse dovute a pensieri, emozioni, alimentazione, radiazioni cosmiche, solari, terrestri, elettromagnetiche, etc. Così come il diapason fa vibrare la corda di chitarra del La perfettamente accordata; così come la Terra si scalda poiché è in risonanza con le frequenze del Sole; allo stesso modo, l’uomo mantiene la propria salute per mezzo di vibrazioni energetiche appropriate.

Per mantenere e conservare la propria integrità funzionale e il proprio sistema vibratorio interno, l’uomo, come tutti gli esseri viventi, si avvale di tre principali sorgenti, che risuonano tutte in armonia con il suo essere: le onde telluriche e cosmiche; le onde elettromagnetiche dello spettro solare e le onde vibrazional dei cibi. GLI STUDI DI ANDRÉ SIMONETON Approfondendo il suo interesse per lo studio delle energie e basandosi sulle ricerche e scoperte di altri grandi ricercatori, come i francesi André Bovis e Louis Kervran e il russo Georges Lakhowsky, Simoneton indagò dettagliatamente la radiazione emessa dagli alimenti e, in base alla forza vibrazionale di ciascuno di essi, arrivò a classificarli in quattro grandi categorie: 1) Prima categoria: Alimenti Superiori (Radiazione superiore a quella trovata nell’uomo: da 10.000 a 6500 A°); 2) Seconda categoria: Alimenti di Sostegno (Radiazione variabile tra 6500 e 3000 A°); 3) Terza categoria: Alimenti Inferiori (Radiazione molto inferiore a quella trovata nel corpo umano: sotto i 3000 A°); 4) Quarta categoria: Alimenti Morti (Alimenti che non emettono alcuna energia riscontrabile). L’ingegnere francese confermò in sostanza che il cibo non è altro che un condensatore di energia solare. Più il cibo ha ricevuto direttamente la luce del Sole, più è fresco e meno ha subito processi di trasformazione, e più è ricco di potere vibrazionale. I germogli sono il primo prodotto della terra, e perciò il più ricco di energia. Seguono i semi, poi gli ortaggi e la frutta

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fresca e secca, quindi i cereali e i farinacei in generale, la frutta oleosa, le olive, le mandorle, le noci, le noci di cocco, il burro fresco, il formaggio non fermentato e le uova di giornata. Prendiamo l’esempio della frutta. Quando la frutta ha maturato correttamente sotto il calore del Sole, la sua radiazione è massima. Dopo la maturazione, la lunghezza d’onda è stabile per qualche giorno, spesso qualche settimana nel caso dei frutti d’inverno, per poi decrescere fino a zero. Mangiando un frutto noi assorbiamo la radiazione del Sole e probabilmente anche quella tellurica e cosmica. La sensazione di benessere che proviamo nella regione dello stomaco è dovuta proprio a questo insieme di radiazioni – immagazzinate nella pianta -, che sappiamo oscillare tra l’Infrarosso e l’Ultravioletto. Un vero e proprio bagno solare locale! La freschezza degli alimenti è molto importante. Infatti la loro 144

vibrazione e la loro vitalità decrescono con il passare delle ore e dei giorni. Dalla maturazione, le pere Williams hanno circa 8 giorni in cui emettono radiazioni vitali, dopodiché la vibrazione scende a zero. Le pesche hanno una durata di emissione di 10 giorni. Albicocche e prugne mostrano una durata di circa 15 giorni. Il ciclo vitale di una banana è di 24 giorni: nei primi 8 giorni, avendo una energia superiore ai 6000 A°, il frutto rientra negli alimenti superiori, mentre nei 6 giorni successivi scivola negli alimenti di sostegno e, negli ultimi 10 giorni, decade nella categoria degli alimenti inferiori. La logica conclusione è che la frutta va mangiata matura e prima possibile. Molto interessante è constatare che la lunghezza d’onda della frutta e degli ortaggi disidratati rimane dentro la banda del Viola e dell’Ultravioletto: 4/5000 A°. Ma se immerse nell’ac-

qua (ovvero se sottoposte a un processo di re-idratazione) per almeno 24 ore, la frutta e la verdura disidratate irradiano quasi quanto appena colti. Secondo il paragnosta ceco Jan Merta, la buccia di mele, pere e altra frutta o verdure, se lasciata immersa in un bicchiere di acqua durante la notte, emette vibrazioni salubri all’acqua che poi può essere bevuta. Anche la cottura e la raffinazione degli alimenti toglie loro valore. La cottura, mera invenzione dell’uomo, distrugge enzimi e vitamine, fa coagulare le proteine e rende inorganici i minerali. Solo la patata e il frumento fanno eccezione. La patata cruda ha una vibrazione di 2000 A°, cotta nell’acqua arriva a 6000 A°, mentre al forno (con buccia) raggiunge i 9000 A°. Il frumento ha una radianza di 8500 A°, se cotto sale a 9000 A°. Per quanto riguarda la raffinazione, il pane integrale è considerato un alimento superiore, mentre il pane bianco – sempre secondo le rilevazioni eseguite da Simoneton – ha la stessa vibrazione (4874 A°) di una persona malata di cancro! I legumi hanno una vibrazione che va da 7000 a 8000 A° da freschi, se seccati da più di qualche settimana, la radiazione è bassa e, dopo parecchi mesi, non hanno più alcuna vibrazione: questo è il motivo per cui diventano pesanti e indigesti. La carne è considerata un alimento morto poiché in essa non rimane più nulla dell’energia del Sole o del suolo. Curiosità: anche il cibo percepisce le “frequenze energizzanti” dell’amore. Durante i suoi test, Simoneton scoprì che i dolci fatti in casa avevano un alto potere vibrazionale, tale da posizionarli tra gli alimenti superiori. Al contrario, i dolci industriali che oggi compriamo al supermercato sono privi di vibrazione e appartengono alla quarta e ultima categoria, quella degli alimenti morti.

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ESPERIMENTO: I 3 BARATTOLI DI RISO Vuoi verificare con i tuoi occhi la potenza del pensiero e della parola? Fai questo semplice esperimento. Prendi tre barattoli di vetro e riempili ciascuno di riso già cotto, aggiungendo un pò d’acqua. Ora prendi il primo barattolo e attaccagli sopra un’etichetta con la scritta: “Ti amo”. Mentre lo fai, puoi anche pronunciare ad alta voce o pensare a ciò che hai scritto, con l’intenzione di emanare un messaggio d’affetto. Poi chiudi il barattolo e mettilo in un armadietto, al riparo. Ora prendi il secondo barattolo di riso e attaccagli sopra un’altra etichetta, stavolta con la scritta: “Ti odio”. Anche in questo caso, puoi accompagnare il tuo gesto con l’intenzione delle tue parole. Riponi anche questo barattolo nell’armadietto. E riponi ora anche il terzo barattolo, sul quale non applicherai nessuna etichetta. 146

Lascia i tre barattoli al chiuso per 21 giorni. Poi torna a controllarli e verificherai tu stesso le diverse trasformazioni che il riso contenuto nei tre barattoli avrà subito.

GLI ANTICHI EGIZI GIÀ LO SAPEVANO Che il cibo fosse un aggregato di energia lo avevano già molto chiaro gli Egizi, che praticavano la spagirìa, una disciplina che presenta alcuni punti di contatto con l’omeopatia e la fitoterapia, anche se per certi altri aspetti ne differisce ed è molto più profonda. L’etimologia del termine spagyria lo farebbe derivare da due termini greci: spao, il cui significato è “estrarre”, “tirar fuori”, e geros (o geras), col significato di “glifo divino”. Per cui, spagirìa significherebbe “estrarre ciò che è divino”. Questo

“divino” non è altro che la forza vitale delle piante, la loro energia vibrazionale. Chi ancora oggi si occupa di spagyria, si occupa solo di corpi viventi e non di semplici molecole derivate da estrazioni con metodologie positivistiche. La sua lavorazione, basata su antichi canoni, parte dalla raccolta delle piante, possibilmente spontanee e in base al loro ciclo naturale, in una zona non inquinata, seguendo rigorosamente dei tempi per ogni singolo vegetale, sia nella raccolta che nella sua lavorazione, come l’ora, il luogo, il giorno, il periodo, cercando di rispettare la complementarietà tra uomo e regno vegetale. Si estrae così la vitalità della pianta, con energia che si manifesta allo stato nascente e con forza crescente. Millenni dopo – e arriviamo ai giorni nostri – grazie alle scoperte della Fisica Quantistica, oggi anche noi possiamo comprendere quello che un tempo poteva avere dell’incredibile. Fu lo stesso Fritz Albert Popp, dopo aver scoperto che l’uomo, come ogni creatura vivente, emette un campo elettromagnetico generato dai suoi biofotoni, ad affermare: «Noi esseri umani non saremmo né vegetariani, né carnivori, né onnivori, bensì esseri che assorbono luce». Secondo il professor Popp, l’energia che noi otteniamo dall’alimentazione è proprio quella della luce del Sole, immagazzinata dalle piante e dagli animali. Questo spiegherebbe come sia possibile che alcuni asceti riescano a vivere anche senza cibo. Tra questi, c’è il mistico indiano Prahlad Jani, che nel 2010, alla veneranda età di 82 anni, dichiarò di non aver mangiato nè bevuto nulla nei suoi ultimi 70 anni di vita. L’Indian Defence Institute of Physiology and Allied Sciences lo sottopose a un test durato quindici

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giorni, di fronte alle telecamere. Non solo Prahlad non mangiò né bevve nulla, ma nemmeno calò di peso. Il mistico disse che si stava nutrendo dell’energia cosmica, il Chi. Tutti i test medici lo segnalarono come in perfetta salute e i ricercatori lo descrissero come un soggetto addirittura in migliore salute rispetto ai suoi coetanei. APPLICAZIONI PRATICHE Tornando alle scoperte di André Simoneton, le sue linee guida possono quindi esserci di aiuto per un approccio al cibo non più meramente dal punto di vista biochimico, ma anche dal punto di vista biofisico. Lo stesso Simoneton, coerentemente con quanto aveva indagato, diede molta importanza alle sue ricerche, e l’appli148

cazione pratica delle sue scoperte gli salvò letteralmente la vita. A 23 anni, in piena Grande Guerra (1916), venne riformato dal servizio militare per bronchite bacillare e ricoverato in un ospedale per tubercolosi. A 33 anni era alto 1,69 metri e pesava ben 90 kg, aveva una colibacillosi aggravata da una prostatite con cistite, da arteriosclerosi e da costipazione cronica. La sua situazione era molto grave e fu definita incurabile per l’epoca. Fu allora che Simoneton intraprese un drastico cambio di regime alimentare, diventando vegetariano. L’applicazione di questo metodo nuovo fu lunga e faticosa, ma dopo sei mesi vide già i primi segnali di miglioramento e, in meno di un lustro, l’ingegnere francese riguadagnò la salute completamente. Al punto tale che a 83 anni pedalava con la bicicletta per 70-80 km, giocava a tennis settimanalmente, sciava, nuotava e faceva addirittura canottaggio.

SIAMO DAVVERO ESSERI ONNIVORI? La “credenza comune” è che l’uomo sia un essere onnivoro. Ma se invece non fosse così, se fossimo davvero esseri viventi creati per cibarci solo dei vegetali e dei frutti della terra? Premesso che di ogni dieta non è mai bene farne un dogma, vediamo cosa ci dicono a riguardo alcuni celebri pensatori di ogni tempo. «Per ognuno il latte della propria specie è di beneficio, ma quello di altre specie è dannoso» Ippocrate «La carne è forza vitale – fintanto che vive» M.L. Holzer-Sprenger «La gente mangia carne e pensa che diventerà forte come un bue. Dimenticando che il bue mangia l’erba» Pino Caruso «Pensate alla terribile energia concentrata in ogni prodotto vegetale. Sotterrate una ghianda e un’esplosione si produce dando origine a una quercia. Sotterrate invece un montone e non ne risulta che decomposizione e putridume» George Bernard Shaw «(...) dominate sui pesci del mare e sugli uccelli del cielo e sopra ogni animale che si muove sulla terra. Ecco, io vi do ogni erba che fa seme sulla superficie di tutta la terra, e ogni albero con il suo frutto: questo vi servirà di nutrimento» Genesi 1:28-29

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«Io vi dico: non uccidete né uomini né animali, né il cibo che va alla vostra bocca. Perché se voi vi nutrite di cibi vivi, questi vi vivificheranno. Ma se voi uccidete il vostro cibo, il cibo morto vi ucciderà. Perché la vita viene dalla vita e dalla morte viene sempre la morte» Vangelo Esseno della Pace «Trovo inaccettabile che la violenza costituisca la base di alcune delle nostre abitudini alimentari» Tenzin Gyatso, XIV Dalai Lama «Quella che chiamano eufemisticamente “carne” sono in verità pezzi di cadaveri, di animali morti, ammazzati. Perché fare del proprio stomaco un cimitero?» Tiziano Terzani 150

«Sono diventato vegetariano per ragioni etiche, oltre che salutistiche. Nulla darà la possibilità di sopravvivenza sulla terra quanto l’evoluzione verso una dieta vegetariana» Albert Einsten «Dall’uccidere gli animali all’uccidere gli uomini il passo è breve» Lev Tolstoj «Gli uomini continueranno ad ammazzarsi fra loro fintantoché massacreranno gli animali. Colui che semina l’uccisione e il dolore non può raccogliere la gioia e l’amore» Pitagora «Se sei convinto di essere naturalmente predisposto a mangiar carne, prova anzitutto a uccidere tu stesso l’animale che vuoi mangiare. Ma ammazzalo tu in persona, con

le tue mani, senza ricorrere a un coltello o a un bastone o a una scure. Fai come i lupi, gli orsi e i leoni, che ammazzano da sé quanto mangiano...» Plutarco «Quando a tavola ci si trova davanti a una bistecca, non si pensa che quella parte apparteneva a un animale da accarezzare, da amare...» Umberto Veronesi «La caccia è sempre una forma di guerra» Goethe «È bello sedersi a tavola senza doversi preoccupare di che cosa è morto il nostro cibo» J.H. Kellogg 151

«Mangiare la carne spegne il seme della grande compassione» Buddha Sakyamuni, Mahaparinirvana Sutra «È vero che l’uomo è il re degli animali, perché la sua brutalità supera la loro. Viviamo grazie alla morte di altri. Già in giovane età ho rinnegato l’abitudine di cibarmi di carne» Leonardo da Vinci

Con questo non voglio incoraggiarti a cambiare così drasticamente il tuo regime alimentare. Ricordati che ciascuno di noi è un individuo con una storia e caratteristiche proprie e che quello che può essere andato bene per Simoneton, potrebbe non essere ugualmente la tua soluzione.

Se sei un amante della carne, sarebbe controproducente chiedere al tuo corpo di bandire completamente dalla tua tavola bistecche e filetti in un colpo solo. L’approccio alla dieta deve essere naturale. Altrimenti, privandoti di ciò che ti piace (e che piace al tuo inconscio), rischi di andare in modalità “lotta o fuggi”. Personalmente, sono contrario alle diete rigide. Perciò ti consiglio di eliminare determinati alimenti o categorie di alimenti solo se il test muscolare ti confermerà di farlo. Ai corsi insegno molto bene come testarsi. Se il risultato del test sarà “forte”, significa che quel cibo è percepito come positivo per il tuo corpo. Se il risultato sarà “debole”, significa che il tuo inconscio percepisce quel cibo come non appropriato. Questo metodo è validissimo anche per trovare le intolleran152

ze alimentarti. Puoi così dapprima trovare gli alimenti che ti creano problemi digestivi, e successivamente, sempre con il test kinesiologico, comprendere le cause che vi sono all’origine. Ricorda, però, che dietro a un’intolleranza alimentare, c’è spesso un risvolto psicologico. Infatti, come ogni aspetto della nostra vita, anche il modo in cui percepiamo il cibo è legato alle nostre credenze. Dalla mia esperienza, posso affermare che dietro ad ogni intolleranza alimentare c’è un conflitto ad esempio con una persona. Risolto il conflitto con quella persona, si torna a fare pace anche con quel determinato cibo. E l’intolleranza scompare. «Non quello che entra nella bocca contamina l’uomo; ma è quello che esce dalla bocca, che contamina l’uomo!» (Matteo, 15:11).

FREQUENZE E COLORI PER RIEQUILIBRARE I 5 ELEMENTI Abbiamo appena visto che ogni cibo ha una determinata vibrazione. Ciò significa che esso è caratterizzato anche da una determinata frequenza. In pratica, ogni cibo è come se immagazzinasse al suo interno solo una parte delle frequenze che riceve dal Sole. La Natura è così intelligente che ci permette di percepire immediatamente la frequenza che caratterizza ciascun alimento attraverso il suo colore. Per esempio, gli spinaci, che sono di colore verde, avranno immagazzinato le frequenze del Verde. E poiché sappiamo che ogni colore è legato a uno dei 5 Elementi, allora risulta chiaro che, mangiando un cibo di un determinato colore, possiamo “nutrire” l’elemento corrispondente. Ad esempio, l’elemento Acqua è legato alla tonalità azzurra, con le sue varianti blu e viola. Non a caso, il pesce “azzurro” è quello che fa scendere il colesterolo, poiché gli Omega 3 in esso contenuto contribuiscono ad abbassare i trigliceridi, sicché il legame tra grassi e acqua è inversamente proporzionale. In questo modo, possiamo riequilibrare i 5 Elementi semplicemente attraverso il cibo. Una buona alimentazione è la base per assicurarci una buona salute, poiché nel cibo la Natura ci offre tutto ciò di cui il nostro corpo ha bisogno per nutrirsi e per rigenerarsi. Già nel 400 a.C. il medico greco Ippocrate, consapevole delle potenzialità terapeutiche di ciò che mangiamo, affermò: «Fa che il tuo cibo sia la medicina, e che la medicina sia il tuo cibo». Anche secondo lo Yoganidra, lo Yoga della Conoscenza, «La salute è uno stato dinamico di energia, equilibrio e vitalità» e

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il cibo, in quanto condensatore di energia solare, è una delle fonti che ci può garantire questo equilibrio. Ancora una volta, il Metodo RQI® ci può aiutare a capire se abbiamo alcuni elementi squilibrati e quali essi siano. Una volta individuato l’elemento (o gli elementi) da riequilibrare, possiamo servirci ancora una volta del test kinesiologico per capire quali alimenti dobbiamo mangiare maggiormente. Se, per esempio, scoprissimo di avere uno squilibrio nell’elemento Fuoco, dovremmo provvedere a mangiare una maggiore quantità di cibi rossi. Potremmo così prediligere alimenti quali le fragole, le albicocche, le lenticchie rosse, i gamberetti. Tuttavia, se vogliamo essere ancora più precisi, possiamo testare singolarmente ogni alimento di colore “rosso”, per comprendere quale tra questi sia riconosciuto dal nostro inconscio come più indicato per riequilibrare il nostro flusso energetico. 154

Un altro aspetto importante da tenere in considerazione quando si lavora sui 5 Elementi attraverso il cibo, è testare anche per quanto tempo dovrà essere tenuto un certo regime alimentare. Citando ancora l’esempio dell’elemento Fuoco in disequilibrio, è bene chiedere al nostro inconscio per quanto tempo si dovranno mangiare cibi di colore prevalentemente rosso. TESTIMONIANZE Guarire dalla psoriasi 

“Ho acquistato via internet il Corso Multimediale del Metodo RQI e ne sono rimasta affascinata, ma la cosa inimmaginabile e quasi magica è che con l’Acqua Informazionale, mio marito sta letteralmente guarendo dalla psoriasi che gli si era manifestata per la prima volta l’anno in cui morì la mia mamma, in seguito a un investimento stradale (circa 17 anni fa). È

una malattia autoimmune che viene considera inguaribile e che gli è stata diagnosticata più volte dai diversi dermatologi ai quali si rivolgeva per trovare un miglioramento. Premetto che non so neppure come ho fatto a convincerlo a utilizzare l’Acqua Informazionale e non quella minerale leggermente effervescente a cui era abituato.”
 Laura*, Albergatrice 
*Nome di fantasia a tutela della privacy.

Pelle idratata con l’acqua informazionale “Le prime volte che ho provato a fare il test kinesiologico avevo un po’ di difficoltà. Poi, aiutato dallo staff del dr. Fincati, abbiamo scoperto che avevo semplicemente bisogno di idratarmi di più. Ho iniziato a utilizzare la bottiglia blu di acqua informazionale, con la parola “amore”. Dopo una ventina di giorni ho cominciato a trarne i primi benefici. Ora mi sento più energica. Prima utilizzavo una crema per il corpo per idratare la mia pelle. Ora noto che posso farne spesso anche a meno.” Carla, fotografa Recuperare la vista “Ho conosciuto il Metodo RQI grazie a un video su internet. Ho percepito subito che fosse in linea con gli studi che stavo già facendo, per mio interesse personale. Così mi sono fatto il corso base. Pur non avendo particolari problemi di salute, ho cominciato a bere acqua informazionale tutti i giorni e a curare la mia alimentazione secondo le leggi dei 5 Elementi. Dopo un paio di mesi, ho notato con mio grande stupore che la mia vista stava migliorando e che non avevo più bisogno degli occhiali per guidare (fin da ragazzo ho avuto una leggera miopia di 0,75 o/sx e 0,50 o/dx). In quello stesso periodo,

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ho fatto una visita di controllo dall’oculista, che avevo già programmato da tempo. Visitandomi e studiando i miei occhiali, il dottore mi disse: «Chi le ha prescritto queste lenti? Le butti via, lei ci vede benissimo e queste le sono solo di ostacolo.»” Stefano NOTA: L’unico modo per imparare ad applicare correttamente questa soluzione e avere i dispositivi e gli accessori necessari è attraverso il “Corso Avanzato RQI1 Materia – Acqua Informazionale e Alimentazione Vibrazionale”, disponibile anche in versione Multimediale, per la fruizione da casa. Ti ricordo che puoi trovare tutte le informazioni su: www.metodorqi.com

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SOLUZIONE RQI2 ENERGIA: BIOTECNOLOGIE OLISTICHE

La conoscenza e l’utilizzo delle Biotecnologie Olistiche che apprenderai in questo capitolo ti permetteranno: » L’incremento dell’energia fisica, con aumento dall’8% al 30% di forza, resistenza, elasticità ed equilibrio » Il rilascio delle tossine accumulate » Il miglioramento del sistema immunitario » La riduzione e – per addirittura il 90% dei casi – la scomparsa immediata di tutti i tipi di dolore acuti e cronici, per dolore generalizzato al corpo intero o per dolore localizzato » La diminuzione delle infiammazioni » La riduzione delle rughe, e di tutti i problemi estetici e di invecchiamento cutaneo (inestetismi della cellulite compresi) » La riduzione della perdita di capelli e il loro rinvigorimento » Il controllo e regolazione dell’appetito » La riduzione dell’acido lattico » Di migliorare l’ossigenazione agli organi e ai tessuti » Di migliorare le proprietà bioelettriche degli organi » Una soluzione immediata per ridurre gli effetti dell’elettrosmog (telefoni cellulari e wi-fi) » Di migliorare il sonno » Di migliorare le prestazioni sportive, professionali e sessuali » Di migliorare la salute in generale

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Se, come Einstein ci insegna, energia e materia sono la stessa cosa, allora possiamo guardare al nostro corpo non più come un insieme di cellule, ma come a un insieme di frequenze: le frequenze emesse da ciascuno degli atomi di cui siamo costituiti. È quello che fece il professor Fritz Albert Popp, quando scoprì l’esistenza dei biofotoni. Nel 1976, il ricercatore tedesco osservò che le cellule comunicano tra loro anche attraverso modalità non biochimiche, ma elettro-magneticamente, attraverso cioè segnali di luce. Tali segnali di luce – i biofotoni, appunto – non sono altro che l’aspetto energetico della materia: sono l’energia che la genera e che le dà una forma, e confermano il fatto che, come affermava Einstein: «Tutta la materia, animata e non animata, è energia condensata». Infatti la Fisica Quantistica definisce gli atomi come “elementi 158

vibranti” e lo stesso Popp scoprì che le frequenze dei nostri atomi formano un campo elettromagnetico e tale campo elettromagnetico è il mezzo di cui si serve il corpo per veicolare al suo interno tutte le informazioni necessarie per mantenersi in vita. In sostanza, attraverso ciascuna frequenza emessa, ogni atomo del nostro corpo comunica con gli altri. Inoltre, proprio perché è costituito da un campo elettromagnetico, il nostro corpo comunica anche con l’ambiente esterno, interagendo con le frequenze in esso presente, secondo le leggi dell’interferenza. Il Sole, il cibo, ma anche le emozioni positive scaturite dai rapporti umani, sono un diapason di frequenze che, entrando in contatto con noi, ci fanno risuonare – ci fanno cioè vibrare, ovvero vivere – proprio come vibrerebbe una corda di chitarra del La perfettamente accordata.

Tutto ciò portò Popp a comprendere il primato delle leggi della biofisica sulla biochimica. Infatti, senza bioenergie non ci sono reazioni biochimiche, poiché solo le giuste comunicazioni bioenergetiche permettono delle giuste reazioni biochimiche. Come avevamo già visto nel capitolo precedente, l’energia chimica è energia – per così dire – di deposito, energia “stoccata”: perché le nostre cellule possano utilizzarla, devono riconvertirla in vari modi e forme finali e una di queste è la riconversione in frequenze. Se non avvenisse questa riconversione, le nostre cellule non potrebbero operare nessuna trasformazione della materia, perché sono le onde elettromagnetiche che eccitano gli stati elettronici delle molecole e quindi ne determinano la reattività chimica. Le trasformazioni chimiche sono quindi solo l’aspetto materiale di processi che implicano anche aspetti quasi-immateriali, come, per esempio, le trasformazioni dell’energia. Se i fenomeni bioenergetici sono regolari, più facilmente procederanno in modo regolare anche i fenomeni biochimici. LA COERENZA A questo punto è fondamentale introdurre il concetto di Coerenza. Popp definì la Coerenza come “lo stato del corpo in cui i biofotoni vibrano in sintonia, in concordanza di fase e con la stessa frequenza”. Il ricercatore tedesco scoprì che gli organismi in buona salute emettono biofotoni molto coerenti e gli organismi in cattiva salute emettono fotoni meno coerenti. Il fisico Emilio Del Giudice, che fu Primo Ricercatore presso

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l’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare, definiva la Coerenza come un “movimento all’unisono”. E spiegava: «Il gas è un insieme caotico di molecole. Abbassando la temperatura, diminuiamo l’energia totale, ma vengono eliminati i movimenti superflui, incoerenti. Tutta l’energia comincia a risuonare, a orientarsi verso la Coerenza. Abbiamo così dapprima i liquidi, e successivamente i solidi. Lo stato solido è quello stato in cui le particelle passano dall’essere indipendenti al creare un movimento coerente, che le porta ad aggregarsi. Per questo le molecole possono interagire tra loro anche a livello chimico, solo se, dal punto di vista biofisico, sono in fase, cioè se risuonano tra loro. L’uomo è un sistema aperto che per vivere ha bisogno di risuonare con un determinato numero di oscillatori esterni in fase con lui: il sole, il cibo, le relazioni umane. La morte avviene quando un organismo non si 160

riconosce più nell’ambiente e smette di risuonare con esso. In sostanza, il mondo delle molecole è guidato da segnali esterni ai quali viene dato un determinato significato.» Ervin Laszlo, filosofo ed epistemologo ungherese, spiega il concetto così: «La materia è energia informata, è energia che ha preso una forma grazie all’informazione. Gli esseri viventi sono viventi solo perché hanno le informazioni per vivere. L’universo non è caotico e nemmeno predeterminato, ma ogni suo fenomeno risponde alle informazioni dell’ambiente. L’informazione agisce sull’energia. Così il corpo è uno stato fisico “possibile”, basato sulla Coerenza. Esso risuona con le frequenze che gli appartengono. La malattia è una rottura di Coerenza.» Rollin McCraty, direttore della ricerca all’Istituto HeartMath di Boulder Creek, California, sintetizza in una frase: «La Coerenza è il naturale stato risonante del corpo umano».

IL CAMPO MORFICO O MORFOGENETICO La scoperta dei biofotoni permise di spiegare tramite quale mezzo avvenissero le comunicazioni e sincronizzazioni fra cellule di uno stesso organismo (ma anche tra colonie o branchi di esseri della stessa specie), anche se restava da comprendere dove fosse scritto il programma di costruzione di un organismo, dato che ancora oggi nessuno scienziato ha trovato nel DNA – che, secondo quanto osservato da Popp, è la molecola che più di ogni altra è deputata alla ricezione e alla trasmissione dei biofotoni – alcuna informazione codificata che corrisponda al piano di sviluppo di un essere pluricellulare. Un’ipotesi rivoluzionaria è quella del biologo britannico Rupert Sheldrake, il quale considera che tali programmi vengano depositati e poi letti nei cosiddetti “campi morfici”. Da un punto di vista puramente fisico, i campi morfici potrebbero essere contenuti nelle vibrazioni del Campo di Punto Zero, ovvero in una struttura vibratoria del vuoto quantistico. Secondo Sheldrake, il campo morfico – o morfogenetico – è una struttura che contiene tutte le informazioni grazie alle quali le cose assumono la loro forma o la loro organizzazione. Tale campo non è fisso, ma si evolve, e la sua struttura dipende da ciò che è accaduto in precedenza, vale a dire che il campo contiene una sorta di memoria del passato. Una volta che un nuovo campo ha cominciato a esistere, esso si rafforza attraverso la ripetizione, così diventa sempre più probabile che il modello si riproponga. I campi divengono una sorta di memoria cumulativa, evolvendosi nel tempo, e sono alla base della formazione delle abitudini.

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La teoria dei campi morfici sostiene che se lo stesso fenomeno avviene più volte, si forma un campo morfico, il quale esercita la sua influenza su sistemi successivi mediante un processo chiamato “risonanza morfica”. Se l’individuo di una specie impara un nuovo comportamento, il campo morfico cambia, mentre la risonanza morfica, con una sorta di vibrazione, si trasmette all’intera specie. La risonanza morfica è un processo per cui ogni individuo facente parte di una specie attinge alla memoria collettiva della specie (o campo morfico della specie) e si sintonizza con i suoi membri passati, contribuendo così all’ulteriore sviluppo della specie stessa.

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LE BIOFREQUENZE Ora: se il corpo umano si “nutre” di energia, e l’energia si esprime sotto forma di frequenza, quali sono le frequenze che danno Coerenza al corpo umano? Il nostro campo elettromagnetico risuona a un determinato spettro di frequenze, le cosiddette “biofrequenze”. Le biofrequenze – le frequenze della vita – sono le vibrazioni che l’uomo riconosce come vitali e che utilizza per attivare tutti i suoi processi biologici. Per l’uomo, la maggior parte dell’energia radiante è emessa nello spettro infrarosso, da 2 micron fino a oltre 50 micron, essendo queste le zone normalmente interessate ai processi di vibrazione e rotazione molecolare. A una temperatura di 36 gradi centigradi, come quella del corpo umano, il picco energetico d’emissione infrarossa è intorno ai 9-9,5 micron.

L’emissione poi decade secondo una configurazione gaussiana nei due lati opposti, fino a raggiungere il minimo a circa 2 micron nell’infrarosso vicino e a circa 50 micron nell’infrarosso lontano. In tempi recenti si è avuta conferma che questa curva d’emissione in realtà si estende in una zona più ampia nello spettro elettromagnetico, comprendendo gli ultravioletti e le microonde. Le biofrequenze che riceviamo dall’ambiente sono il nostro diapason naturale. Infatti, se veniamo sottoposti ad esse, il nostro corpo, riconoscendole come proprie della sua natura, comincia a “risuonare”, cioè a vibrare, e quindi a liberare la sua energia per svolgere tutte le proprie funzioni biologiche. Oltre all’utilizzo delle biofrequenze che troviamo disponibili in natura (i raggi del Sole e l’energia solare immagazzinata dal cibo, le emozioni positive, le radiazioni cosmiche e terrestri), la scienza ci mette a disposizione diversi dispositivi in grado di immagazzinare e restituirci le stesse frequenze. Per la loro origine dimensionale frazionale, ricorsiva e dinamica, le biofrequenze posseggono la capacità di vibrare su una gamma infinita di frequenze simili ma sempre diverse, e quindi di entrare in risonanza e di armonizzare le frequenze incoerenti e caotiche emesse da campi energetici circostanti. Le biofrequenze risuonano su piani sottili con le diverse frequenze dei campi emotivo e fisico, al fine di aiutare a stabilire un nuovo equilibrio, condizione indispensabile per attivare i processi di guarigione. Esse non agiscono sulla malattia, sulla patologia, ma sull’energia. Esse risalgono alla causa prima, intesa come squilibrio energetico dovuto allo stress, e annullando lo stress permettono al corpo di autorigenerarsi e auto-guarirsi.

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La riarmonizzazione delle biofrequenze del nostro corpo si può tradurre in benefici: a) a livello fisico: attraverso un allentamento delle tensioni con la scomparsa o l’attenuazione di dolori; b) a livello psichico: attraverso il riemergere della matrice energetica di memorie negative e il loro graduale e dolce rilascio. Le biofrequenze sono compatibili con qualsiasi terapia e possono esaltarne gli effetti. Quanto più delle onde sono coerenti, tanto più saranno in grado di trasmettere informazioni a grande distanza, anche in presenza di interferenze caotiche. La luce laser è l’esempio tipico: la stessa energia di una lampada da 60 watt ad incandescenza (luce incoerente) illumina appena una stanza, 164

se viene resa monocromatica (una sola frequenza) e in fase (quindi coerente), è in grado di arrivare sulla Luna oppure di tagliare una lamiera di ferro. Qui di seguito elenchiamo quattro approcci diversi all’utilizzo delle biofrequenze, ripercorrendo brevemente la storia della medicina energetica per arrivare infine a spiegare le Biotecnologie Olistiche sulle quali si basa la Soluzione RQI Energia del Metodo RQI®. 1. I GENERATORI DI BIOFREQUENZE I generatori di biofrequenze sono apparecchiature che si basano su un sistema brevettato costituito da un amalgama di minerali miscelati in proporzioni adeguate, il quale genera uno spettro di frequenze biocompatibili e simili a quelle

emesse naturalmente dal corpo umano in uno stato di pieno benessere. Tale biospettro comprende una gamma che va dallo spettro visibile alla banda dei raggi infrarossi, fino alle onde micron. Lo spettro viene percepito dall’organismo come qualcosa di fisiologicamente naturale e le informazioni biologiche che le sue onde veicolano sono accettate e utilizzate per ripristinare l’originale stato di salute. L’obiettivo non è però quello di supplire con un po’ di energia esogena a un eventuale deficit di energia endogena; è invece quello di sfruttare il fenomeno della risonanza, e quindi di indurre gli elettroni, gli atomi, le molecole e i complessi macromolecolari a vibrare nuovamente secondo le frequenze giuste, il che vuol dire indurre le cellule a produrre nuovamente le reazioni biochimiche appropriate. Infatti, per il naturale effetto di risonanza, quando due corpi vibrano alla stessa frequenza il più armonico tende ad armonizzare anche l’altro. Si potrebbe fare un esempio con il calore: un corpo più caldo tende a riscaldare il più freddo. Il flusso di biofrequenza è generalmente indirizzato verso le parti del corpo con problemi o in specifici punti di correlazione. Sottoponendosi a queste frequenze, vengono stimolate delle opportune reazioni fisiche e biologiche che si traducono non solo in un miglioramento della zona irraggiata ma anche in un generale miglioramento della sensazione di benessere percepita. La sperimentazione ha dimostrato che tali apparecchiature hanno effetti positivi su:

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– il sistema neuroendocrino – il metabolismo basale – il sistema nervoso – il sistema cardiovascolare – i parametri ematologici – la risposta immunitaria Inoltre, i generatori di biofrequenze sono di significativo aiuto per: – riequilibrare le biofrequenze naturali – combattere il precoce invecchiamento – aumentare la sensazione di benessere – rilassare la muscolatura – armonizzare la crescita – migliorare la concentrazione per lo studio ed il lavoro 166

TEST CON LA NAZIONALE DI CALCIO ITALIANA Dal 21 luglio al 7 agosto 2008, il Laboratorio di Metodologia dell’Allenamento e Biomeccanica del Settore Tecnico FIGC, in collaborazione con l’Associazione Italiana Calciatori, ha effettuato dei test utilizzando dei generatori di biofrequenze su 8 calciatori professionisti in ritiro precampionato a Coverciano, al fine di verificarne gli effetti sul recupero fisico. Il gruppo sperimentale (i cui risultati sono stati poi confrontati con un gruppo di controllo) ha effettuato 10 sedute (una al giorno) di trattamento, della durata di 30 minuti ciascuna. Per ciascun calciatore è stata eseguita una misurazione al giorno con una termocamera, sempre alla

stessa ora. Le immagini fornite dalla termocamera, con una scala cromatica che va dal nero/viola al rosso, indicano la temperatura superficiale del corpo, evidenziando che ci sono parti del corpo più fredde e altre più calde. Si è quindi potuto notare le modificazioni termiche che il corpo di ogni calciatore ha subito nel corso del trattamento: dopo una fase iniziale di assestamento (1°-3° giorno), in tutti i soggetti trattati si è assistito a un progressivo allineamento delle temperature su tutta la superficie del corpo (ottimale allineamento frequenziale). In generale, si è verificato un miglioramento della microcircolazione tessutale, che è molto evidente nel 50% dei soggetti e in misura inferiore nel 50% restante. In aggiunta alle immagini termiche radiometriche, sono state utilizzate tecniche di elaborazione “post-processing” in modalità detta “multispettrale”. Tale esame ha consentito di verificare che, contemporaneamente al miglioramento del livello di microcircolazione tessutale, è mutata anche l’emissione e l’assorbimento in determinate bande di frequenza nel range termico tra 8 e 14 micron. Si è osservato quindi un’ottimizzazione delle frequenze intorno al picco di emissione naturale del corpo umano. Infine, ai calciatori dei due gruppi testati è stata monitorata la frequenza cardiaca durante un allenamento di potenza aerobica effettuato al primo e all’ultimo giorno. Dalla comparazione dei valori, è stato messo in evidenza che il gruppo che ha utilizzato tali apparecchiature ha presentato un miglioramento percentuale maggiore in tutte le fasi del lavoro.

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Tali apparecchiature si configurano come generatori portatili, lettini, cabine. Il costo di tali apparecchiature varia da un minimo di 3.000 euro fino a circa 20.000 euro. Le apparecchiature possono essere impiegate da professionisti del settore medico-sanitario, da specialisti del settore estetico, da preparatori sportivi, da professionisti del settore wellness. Ogni applicazione richiede almeno 30 minuti. Poiché lo spettro di biofrequenze fornito da tali generatori è completo, esso non lavora in modo specifico, ma fornisce al corpo tutte le frequenze possibili. Sarà poi il corpo, in base ai suoi disequilibri interni, a percepire di quali frequenze ha bisogno per riequilibrarsi. Il processo di guarigione può quindi necessitare di più sedute: da qualche settimana a qualche mese. 168

I GENERATORI DI BIOFREQUENZE Tipologia di dispositivo: apparecchiatura ingombrante Costo: 3.000-20.000 euro Durata: fino a 20 anni Frequenze: tutte Tecnologia: usa le frequenza dei minerali Impiego: necessita di un tecnico specializzato Manutenzione: necessaria

2. CEROTTI INFORMATI CON PROTEINE SPECIFICHE Poiché i generatori di biofrequenze sono apparecchiature specifiche ingombranti e costose, è evidente che non sono alla portata di tutti. Pertanto, sempre partendo dai principi di bioenergetica, una rinomata azienda americana ha studiato

un prodotto per ovviare al problema. L’azienda ha progettato dei cerotti altamente tecnologici che sfruttano la proprietà del campo termomagnetico umano, ma in modo passivo, senza stimolazioni esterne e senza che nulla penetri nell’organismo. Questi cerotti, caratterizzati da colori diversi in base alla loro specifica funzione, hanno avuto il loro massimo impiego in ambito sportivo e sono tuttora molto popolari tra gli atleti professionisti di svariate discipline: dall’NBA al calcio professionistico, sino ai Giochi Olimpici. I cerotti americani sono composti da un tappeto di microcristalli di silicio posti in una soluzione organica a base di acqua, aminoacidi, vitamine e ossigeno. I microcristalli vengono collocati con precisione attraverso la fabbricazione nanotecnologica che permette loro di innescare il processo di ritrasmissione del segnale non appena entrano in contatto con un’onda elettromagnetica emessa sotto forma di radiazioni infrarosse. Questo è proprio ciò che avviene quando i cerotti entrano in contatto con il campo magnetico del corpo: i microcristalli reagiscono oscillando per risonanza e innescano il processo di ri-trasmissione del segnale, emettendo la stessa frequenza captata. La differenza di programmazione tra i vari cerotti dipende dagli amminoacidi e dalle vitamine presenti in essi, dato che il codice di comunicazione della cellula è costituito da questi ultimi. Come in una cellula la presenza di determinate vitamine e aminoacidi comporta una modifica della radiazione elettromagnetica, così la presenza di specifiche vitamine e aminoacidi nei cerotti arricchisce il segnale infrarosso ritrasmesso al

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corpo, portando con sé l’informazione utile all’organismo per ritornare ad una condizione di benessere. Esistono diverse tipologie di cerotti, ciascuno con una sua specifica informazione o gruppo di informazioni. Teoricamente i cerotti si possono applicare su ogni punto del corpo, tuttavia studi e sperimentazioni hanno dimostrato che i punti più efficaci corrispondono a punti di agopuntura ben precisi e questo è logico visto che tali punti hanno delle caratteristiche elettriche specifiche. I cerotti che sfruttano questa tecnologia sono più rapidi dei generatori di biofrequenze, ma occorre conoscere esattamente qual è la proteina o l’informazione di cui ha bisogno il corpo per ripristinare il suo equilibrio energetico. Pertanto, bisogna comprare più di un cerotto se gli squilibri sono di 170

natura diversa. Inoltre, i cerotti hanno una polarità, ed è necessario avere le competenze giuste per imparare a usarli. L’utilizzo di questa tecnologia ha un costo che varia da 3 a 6 euro al giorno, e talvolta occorrono fino a due mesi di terapia I CEROTTI CON MICROCRISTALLI AL SILICIO Tipologia di dispositivo: cerotti differenziati Costo: dai 3 ai 6 euro al giorno Durata: da 12 a 48 ore Frequenze: una per cerotto Tecnologia: i cerotti contengono la molecola che possiede una determinata informazione Impiego: necessita di conoscenze specifiche per la corretta applicazione Manutenzione: usa e getta

per risolvere i problemi più complessi. Pertanto, considerando che i cerotti sono usa e getta e che hanno una durata che va dalle 12 alle 48 ore, si risparmia solo sul breve periodo. 3. DISPOSITIVI CON ENTANGLEMENT QUANTISTICO Un’altra tecnologia è stata progettata e realizzata da un’azienda italiana. Si tratta di un dispositivo che ha le fattezze di un cerotto circolare, della dimensione di 14mm di diametro, fatto di materiali particolari, sul quale viene stampata e plastificata una doppia tecnologia – la nanotecnologia e l’elettronica a stato solido – che funziona per entanglement quantistico (vedi box). Ogni cerotto è rivestito da un adesivo nel quale sono dispersi nanocristalli – chiamati “quantum dots” – e nanotubuli di carbonio, entrambi funzionalizzati per legarsi chimicamente tra loro. I quantum dots hanno la particolarità di essere una struttura tale che, opportunamente eccitata da fotoni o da elettroni, si comporta come superconduttrice allo zero assoluto. In questo caso, se le lunghezze d’onda assorbite dai quantum dots sono idonee, questi emettono fotoni tutti coerenti tra loro senza quasi dispersione di energia. Grazie al fatto di avere dimensioni di pochi nanometri, le nanostrutture contenute nel cerotto trascendono dalle leggi della fisica newtoniana e obbediscono alle molto meno intuitive leggi della meccanica quantistica. Con particolari procedure e apparecchiature, coadiuvato dalle proprietà dei nanotubi di carbonio, il produttore di tali dispositivi è riuscito a creare un entanglement tra gli elettroni con-

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finati nei nuclei dei quantum dots del cerotto e gli elettroni di particolari partizioni di unità di memoria a stato solido. Interferendo con opportune informazioni frequenziali sugli elettroni delle unità di memoria, istantaneamente le stesse identiche informazioni vengono trasferite agli elettroni dei quantum dots contenuti nel cerotto. Quando il dispositivo viene applicato, i quantum dots vengono eccitati dalle lunghezze d’onda emesse dal corpo del soggetto (dall’idonea quantità di energia sufficiente a far effettuare il salto quantistico) ed emettono fotoni, veicolando le informazioni al corpo dello stesso. Tali cerotti sono riconosciuti come dispositivi medici di classe 1 CE e sono stati pensati principalmente con l’obiettivo di stimolare la propriocezione, cioè la percezione del cervello e del sistema nervoso centrale nel riconoscere, attraverso i 172

propriocettori, il corretto posizionamento degli arti e degli organi. La differenza tra questa tecnologia e quella dei precedenti cerotti americani, è che qui viene imprigionata l’informazione, e non la molecola. E l’informazione è qualcosa in più della mera frequenza che caratterizza una determinata molecola. L’informazione è il valore significante elaborato dalla coscienza collettiva relativamente a quella determinata frequenza. L’informazione implica quindi un’interpretazione del segnale. Senza interpretazione, ogni segnale è privo di valore poiché non può essere definito. Questo si collega alla Biologia delle Credenze del già citato Lipton, per il quale sono le credenze (l’interpretazione delle frequenze che riceviamo dall’ambiente e che rielaboriamo sotto forma di informazioni) ad attivare le nostre risposte biochimiche. Questo concetto ci servirà per

addentrarci nella terza soluzione del Metodo RQI® (RQI Spirito): lì andremo a lavorare sulle nostre “credenze”, modificando la percezione che abbiamo relativamente a determinate frequenze o segnali che percepiamo come dannosi (interferenze distruttive), per trasformarli in neutrali o addirittura in positivi (interferenze costruttive). Il dispositivo di brevetto italiano non contiene quindi la parte “solida”, materiale di una proteina, ma solo le sue frequenze. Tali frequenze vengono poi elaborate in modo che siano “coerenti” con il nostro corpo, in base alla coscienza collettiva. Questi dati vengono integrati e stipati in un’unità di memoria di un computer. Si crea quindi una sorta di scrittura: i dati del computer vengono presi e inseriti all’interno del cerotto. Tuttavia, l’informazione non viene “incisa” come se fosse un supporto DVD o USB, ma viene trasmessa attraverso il principio dell’entanglement quantistico. Non si sprogrammano, ma durano due anni. Dopo tale periodo, l’azienda può resettare e implementare le informazioni nei suoi computer e il cerotto perde quindi i suoi dati ed è necessario comprarne uno nuovo. Il dispositivo contiene circa 20 informazioni, a differenza del suo collega americano, che è specifico. Per questo, non serve sapere esattamente quale sia la molecola o l’informazione di cui abbiamo bisogno: per “risonanza”, si attiveranno solo le funzioni di cui il nostro corpo avrà necessità al momento. Un altro vantaggio è che questi cerotti non hanno polarità: possono quindi essere applicati da chiunque, anche da chi non possiede una specifica formazione professionale, purché abbia imparato il corretto metodo di applicazione. I corsi in

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aula del Metodo RQI® sono stati i primi ad insegnare tale metodo ai privati. Questa tecnologia è stata testata attraverso misurazioni effettuate con lo strumento BFB ZENER certificato CE per la misurazione dei livelli di energia dei meridiani sui punti Ryodoraku. In pochi mesi, il cerotto ha fatto ristabilire i livelli di normo-energia delle persone. Si sono riscontrati risultati importanti anche in ambito omotossicologico, relativamente allo smaltimento di tossine da metalli pesanti. Uno studio baropodometrico (attraverso una pedana per vedere come viene distribuito il peso), ha evidenziato inoltre che i cerotti aiutano a riequilibrare la postura senza più dovere ricorrere a plantari o solette o correzioni. Nel dettaglio, alcuni degli obiettivi per i quali essi sono stati impiegati con risultati 174

positivi: 1) per ripristinare i flussi di energia (riequilibrio dei 5 Elementi) 2) per incrementare i livelli di energia 3) per ridurre la sensazione di dolore (a volte in pochi secondi o minuti) 4) per ridurre l’infiammazione 5) per aumentare la produzione di antiossidanti 6) per lavorare sui patterns posturali errati 7) simmetrizzare le creste iliache (bacino) e ridurre la dismetria degli arti inferiori 8) per la propriocezione (ossia la capacità del sistema nervoso centrale di percepire e riconoscere la posizione del corpo nello spazio) 9) per migliorare le prestazioni sportive (e sessuali), accelerando anche i tempi di recupero 10) per ridurre l’uso di medicine che hanno effetti collaterali

DISPOSITIVI CON ENTANGLEMENT QUANTISTICO Tipologia di dispositivo: cerotto Costo: 100-150 euro a kit Durata: circa 2 anni Frequenze: circa 20 informazioni Tecnologia: informati; lavorano per entanglement quantistico Impiego: necessita di conoscenze circa i punti di agopuntura, oppure di un metodo, quale il Metodo RQI ® Manutenzione: devono essere sostituiti ogni due anni

ENTANGLEMENT QUANTISTICO Una frase usata in modo inflazionato dice che “il battito d’ali di una farfalla a Tokyo può generare un uragano a New York”. Questo è tanto più valido nella Meccanica Quantistica dove, invece di considerare la materia come un aggregato fisico di atomi e molecole, la si considera come un aggregato di energia, e tutto viene ricondotto a una frequenza. Non possiamo più percepire nulla di separato, semmai possiamo concepire la materia come una diversa manifestazione di energia, dove frequenze simili vibrano per risonanza. Da queste basi nasce il fenomeno di Entanglement Quantistico – o correlazione quantistica – che lega indissolubilmente due particelle ad agire in modo sincrono, anche se si trovano a grande distanza, addirittura ai lati opposti dell’universo. Detto con altre parole, l’entanglement è un fenomeno in

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cui ogni stato quantico di un insieme di due o più sistemi fisici dipende dallo stato di ciascun sistema, anche se essi sono spazialmente separati. Viene a volte reso con il termine “non-separabilità”. Secondo la Meccanica Quantistica, è possibile realizzare un insieme costituito da due particelle tale che, qualunque sia il valore di una certa proprietà osservabile assunto da una delle due, questo influenzi istantaneamente il corrispondente valore assunto dall’altra, che risulterà invariabilmente uguale e opposto al primo, nonostante la teoria postuli l’impossibilità di predire con certezza il risultato di una misura. Ciò rimane vero anche nel caso che le due particelle si trovino distanziate, senza alcun limite spaziale. Uno degli esperimenti più noti per dimostrare l’esistenza di tale fenomeno fu quello eseguito dal fisico francese 176

Alain Aspect nel 1982. Aspect eseguì tale esperimento per spiegare il Teorema di Bell, il quale ipotizzò che, se su una delle due particelle che provengono da una fonte comune viene condotta un’alterazione di stato, la seconda particella – che sta viaggiando alla velocità della luce in direzione opposta alla prima – viene inspiegabilmente alterata a causa della modificazione imposta alla prima particella. Così nel 1982 Alain Aspect con la collaborazione di due ricercatori dell’Istituto di Ottica dell’Università di Parigi, raccolse la sfida per una rigorosa verifica delle ipotesi “non localistiche” della teoria quantistica. Nel suo esperimento, Aspect utilizzò una sofisticata apparecchiatura all’interno della quale pose un atomo di calcio. L’atomo di calcio venne eccitato al fine di generare una coppia di fo-

toni correlati che si sarebbe mossa lungo percorsi opposti. Lungo uno di questi percorsi, di tanto in tanto e in maniera del tutto casuale, veniva inserito un “filtro” (un cristallo birifrangente). Una volta che un fotone interagiva con esso, il filtro poteva, con una probabilità del 50%, deviare il fotone oppure lasciarlo proseguire indisturbato per la sua strada, facendosi attraversare. Agli estremi di ogni tragitto previsto per ciascun fotone fu posto un rivelatore di fotoni. La cosa straordinaria verificata da Aspect con le sue apparecchiature fu che, nel momento in cui lungo il Percorso A veniva inserito il cristallo birifrangente e si produceva una deviazione del fotone 1 verso il rivelatore C, anche il fotone 2 (ovvero il fotone del Percorso B; il fotone separato e senza “ostacoli” davanti), “spontaneamente” e istantaneamente, deviava verso il rivelatore. Praticamente, l’atto di inserire il cristallo birifrangente con la conseguente deviazione del fotone 1, faceva istantaneamente e a distanza deviare il fotone 2. Tutto ciò può sembrare strano, ma è quello che effettivamente accade quando si eseguono esperimenti su coppie di particelle correlate. Così come due particelle, anche due persone possono essere “correlate” tra loro, specie se trascorrono molto tempo insieme. E questo significa che modificazioni subite da un soggetto possono interessare anche l’altro soggetto. Nell’esperimento Einstein-Podolsky-Rosen, eseguito dagli omonimi scienziati nel 1935, i tre ricercatori presero due soggetti che non si conoscevano, concessero loro alcuni minuti per sviluppare una conoscenza superficiale e poi li separarono di circa quindici metri, mettendoli ciascuno

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all’interno di una “gabbia di Faraday”, una gabbia elettromagnetica. La “gabbia di Faraday” è progettata per impedire l’ingresso o l’uscita di frequenze radio e altri segnali. Per esempio, si potrebbe disporre un’antenna di trasmissione FM in una gabbia di Faraday e da una distanza di quindici metri non si riuscirebbe a sintonizzare un apparecchio radio su tali frequenze né a riceverle, perché la gabbia è molto efficace nel bloccare le frequenze. In sostanza, la “gabbia di Faraday” blocca l’energia normale, ma consente il flusso di energia quantistica. Una volta messi i due soggetti all’interno della gabbia, li collegarono a un elettroencefalografo (EEG), una macchina che controlla l’attività neurologica. Proiettarono poi un fascio di luce proveniente da una penna luminosa negli occhi del 178

primo soggetto, ma non in quelli del secondo. Puntare un fascio di luce negli occhi di qualcuno in questo modo causa un’attività neurologica misurabile e un restringimento visibile della pupilla. Nell’attimo in cui lo fecero, l’attività neurologica di entrambi i soggetti riflesse la stessa attività elettroencefalografica e lo stesso restringimento della pupilla. Successivamente, i tre ricercatori presero altre coppie di soggetti e li posero a distanze sempre maggiori fra loro, ottenendo ogni volta il medesimo risultato. Cosa significa tutto questo? Significa che possiamo utilizzare l’entanglement quantistico per guarire le persone a distanza. I dispositivi che funzionano per entanglement lavorano proprio in questo modo. Ma c’è di più. Non è necessario avvalersi di una tecnologia esterna, perché la miglior tecnologia di cui noi siamo in possesso è la nostra

mente. Nel documentario “The Living Matrix”, realizzato da un pool di scienziati e ricercatori americani, vengono raccontate le storie di persone che sono riuscite a recuperare la salute grazie a terapie alternative, basate sull’entanglement quantistico tra due soggetti. Tra i tanti episodi, c’è addirittura quello di un parente di una persona malata di cancro che è stato invitato a lavorare su di sè. Per entanglement, si è verificata la guarigione della persona malata. 4. Q-DISK (BIOTECNOLOGIE OLISTICHE INTERIORI) I dispositivi italiani che funzionano per entanglement quantistico sono stati una delle biotecnologie olistiche che ho suggerito ai miei corsi relativamente alla soluzione RQI Energia. Tuttavia, poiché i miei corsisti li avrebbero dovuti acquistare pagandoli all’azienda che li produceva, questo andava contro la mia filosofia per due motivi. Primo, perché non voglio che il Metodo RQI® si leghi a un prodotto: l’obiettivo principale del Metodo è proprio quello di svincolarsi da ogni sorta di dipendenza. A che scopo liberarci dall’uso dei farmaci se poi dobbiamo acquistare una nuova soluzione? Certo, avremmo in parte risolto il problema degli effetti collaterali legati al mondo della biochimica farmaceutica, ma non quello della nostra piena autonomia e libertà. Secondo, notai che la gente cominciava a identificare la soluzione RQI Energia nel cerotto e non – più in generale – nella metodologia. Il cerotto è solo un mezzo per ottenere quello che la Fisica Quantistica ci insegna, ma non il fine del Metodo RQI®. Io non voglio vendere né tecnologie né prodotti, ma

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mettere a disposizioni di tutti un insieme di informazioni, competenze e strumenti che nascono dai nuovi confini tracciati dalla nuova scienza. Le tecnologie e i prodotti cambiano un anno con l’altro: la vera soluzione sono le informazioni e gli strumenti che i miei corsisti ricevono e che possono utilizzare in piena libertà, adattandole alle problematiche o alle situazioni della loro vita. Ecco allora che, in collaborazione con Q-Institute, ho sviluppato dei dispositivi originali che non si trovano in commercio – per nostra scelta – ma che sono regalati esclusivamente ai corsi RQI. In questo modo, essi vengono percepiti come strumento e non come prodotto. Per dirla tutta, quello che i dispositivi sono in grado di fare, lo può fare anche la mente umana, attraverso diverse tecniche, molte delle quali fanno parte della 180

soluzione RQI Spirito o del Master RQI. A maggior ragione, quindi, invito sempre chiunque a non fermarsi a un cerotto... I miei dispositivi si chiamano Q-Disk. Nascono dallo stesso concetto dei dispositivi precedenti, con alcune implementazioni. Primo: hanno molte frequenze in più rispetto ai loro predecessori, il che li rende capaci di agire su uno spettro ancora più ampio di situazioni. Possiamo dire che contengono tutte le frequenze già presenti nei generatori di biofrequenze, ma sono più veloci ad agire, grazie al fatto che funzionano per entanglement. Secondo: in aggiunta a tutte le biofrequenze, i Q-Disk sono caricati anche con la frequenza della Coerenza, che è la frequenza capace di armonizzare qualsiasi forma di vita in natura. Terzo: possono essere più precisi dei loro predecessori poiché

sono stati studiati e concepiti per adattarsi alle frequenze specifiche della persona che li utilizza. Infatti, a differenza degli altri dispositivi, i Q-Disk non presentano frequenze “standard” per ciascuna informazione che devono dare, ma presentano un range di frequenze entro cui lavorare, e tale range risponde alle caratteristiche del soggetto che li impiega. Facciamo un esempio pratico: se il corpo umano tende a produrre una determinata proteina quando riceve una frequenza prossima a 3 Hz, potrebbe essere che il signor Mario abbia bisogno di una frequenza di 3,1 Hz affinché il suo corpo attivi quella reazione biochimica atta a produrre la proteina in questione e che sua moglie Lucia necessiti invece di un frequenza pari 2,9 Hz. Attraverso una specifica metodologia, il Q-Disk si adatta alla persona e ciò permette maggiori possibilità di successo e risultati più rapidi. Quarto: non possono avere effetti collaterali. Come i precedenti cerotti brevettati in Italia, anche i Q-Disk non hanno polarità, perciò non serve essere tecnici specializzati o avere competenze specifiche per saperli utilizzare. L’unico requisito è sapere comunicare con l’inconscio per comprendere la causa della problematica e i relativi punti singolari sui quali applicare i cerotti. È quindi sufficiente applicare le tecniche del Metodo RQI®. Tuttavia, un altro vantaggio dei Q-Disk è che hanno un raggio di azione di 4 centimetri, perciò funzionano in modo efficace anche se non si posizionano esattamente nel punto di agopuntura appropriato. Inoltre, lavorano sui “fiumi” dei meridiani (e non solo sul meridiano specifico). In questo modo, fanno fluire l’energia, senza

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mai congestionarla. Ciò significa che, se si tengono più tempo del dovuto, poiché l’energia che essi “riattivano” continua a scorrere, evitano squilibri energetici dovuti a un surplus di energia, tanto deleteri quanto un suo deficit. Funzionano anche sui vestiti e – addirittura! – sul gesso e possono contribuire ad accelerare la calcificazione ossea. Un accorgimento importante da ricordare durante l’utilizzo dei Q-Disk, è di bere tanta acqua, per facilitare la trasmissione del segnale dell’informazione. Il Q-Disk è il comunicatore, ma l’acqua è il conduttore. I Q-Disk hanno durata pressoché... eterna. Non si deprogrammano e le loro informazioni vengono continuamente “aggiornate” attraverso il Campo Morfogenetico.

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Q-DISK Tipologia di dispositivo: cerotto Costo: indefinibile (in omaggio con i corsi RQI) Durata: non hanno scadenza Frequenze: tutte quelle necessarie Tecnologia: entanglement quantistico; caricati anche con la frequenza della Coerenza, sfruttano principi derivati da tecniche antiche e recenti, attraverso l’applicazione del Metodo RQI ® Impiego: per tutti, purché si conosca il Metodo RQI ® Manutenzione: non necessaria

Q-Disk. Quali applicazioni Dato che i Q-Disk agiscono sul campo bioenergetico del corpo umano, le applicazioni per le quali essi possono essere

impiegati sono tutte quelle che hanno origine da uno squilibrio energetico. E poiché medici e scienziati ci insegnano che il 98% dei problemi di salute nascono da un nemico comune chiamato stress e che questo stress agisce principalmente “squilibrando” il nostro sistema biologico, allora è comprensibile che il campo di applicazione dei Q-Disk è davvero molto ampio. Essi sono risultati efficaci non solo per l’uomo, ma anche per gli animali. Con i Q-Disk, è possibile: » migliorare l’equilibrio dei 5 Elementi, cioè i flussi energetici del corpo; » incrementare forza, equilibrio ed elasticità del corpo, ad ogni età; » aumentare il benessere generale e detossinare l’organismo; » risvegliare il potere auto-curante del corpo, anche negli animali; » ridurre dolori, infiammazioni e squilibri posturali; » migliorare il sonno e ridurre l’invecchiamento cutaneo e cellulare; » migliorare le prestazioni professionali, sportive e sessuali. Vediamo ora nel dettaglio alcuni dei loro possibili impieghi. a) Per tutte le applicazioni per cui è usata l’agopuntura Nel 2002, l’OMS effettuò un’analisi dettagliata delle sperimentazioni scientifiche riguardo l’agopuntura valutandone l’attendibilità, «al fine di promuovere l’uso appropriato dell’agopuntura in quegli stati membri in cui l’agopuntura non è stata ampiamente utilizzata». Ne concluse che le patologie, i sintomi e le condizioni per i quali l’agopuntura è efficace sono almeno 28, tra cui: » Reazioni avverse alla radioterapia e/o chemioterapia

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» Rinite allergica » Colica biliare; Colica renale » Depressione » Dissenteria acuta bacillare » Dismenorrea primaria » Epigastralgia acuta » Dolore facciale; mal di denti » Mal di testa » Ipertensione arteriosa essenziale » Ipotensione arteriosa primaria » Induzione del parto » Dolore al ginocchio » Leucopenia » Lombalgia; cervicalgia; sciatalgia » Mal posizionamento del feto 184

» Nausea gravidica; nausea e vomito » Periartrite della spalla » Gomito del tennista » Storte e strappi » Dolore postoperatorio » Artrite reumatoide » Distorsione » Ictus » Epicondilite Successivamente al 2002, la stessa OMS ha allargato ulteriormente il numero delle malattie o patologie per le quali l’agopuntura è efficace, includendone circa 60. I Q-Disk, agendo sui punti singolari, effettuano lo stesso “lavoro”, ma con una differenza importante: laddove l’agopuntura agisce sul campo elettrico del corpo umano, i

Q-Disk agiscono invece sul campo elettromagnetico del nostro corpo. Cosa significa nel concreto? Il campo elettromagnetico è molto più potente del campo elettrico e oggi, immersi come siamo tra i ripetitori di wi-fi e le antenne telefoniche, l’agopuntura potrebbe non essere più la soluzione opportuna. Infatti, basterebbe una sola chiamata al cellulare, appena dopo una seduta di agopuntura, per cancellare molti degli effetti benefici della stessa. Al contrario, i Q-Disk lavorano sullo stesso piano dei campi elettromagnetici e, di conseguenza, sono in grado di sovrapporsi e quindi annullare (o per lo meno attenuare) le interferenze distruttive di tali campi. b) Per riequilibrare i 5 Elementi (e superare le credenze limitanti che li hanno disequilibrati) Come abbiamo già ricordato, i Q-Disk lavorano sui “fiumi” dei meridiani, con il vantaggio di far sempre scorrere l’energia che, attraverso il loro utilizzo, viene sbloccata e riattivata. Per questo evitano congestioni e il loro utilizzo non ha controindicazioni, nemmeno se protratto nel tempo. Il corpo sul quale vengono applicati i Q-Disk riceve tutte le frequenze che essi posseggono, ma sceglie solo quelle che gli sono necessarie per ripristinare il suo equilibrio e riattivare i corretti processi biochimici che ne caratterizzano la buona salute. Il dottor Pierluigi Biava, medico e ricercatore presso l’Istituto di Ricerca e Cura di Carattere Scientifico, Multimedica, di Milano, da anni lavora con le biofrequenze a scopo terapeutico, e spiega: «Quale informazione dare al nostro corpo? A volte è difficile trovare quella giusta. Allora conviene dare all’organismo una “ridondanza” di informazioni, in modo tale che sia lui a scegliere quelle di cui ha bisogno».

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La particolarità dei Q-Disk è che lavorano non solo sul piano fisico, ma anche su quello emozionale. Poiché anche i pensieri sono frequenze, applicando i Q-Disk in corrispondenza dell’organo relativo a un determinato disturbo psichico, allora sarà anche possibile favorire un processo di “rilascio” delle emozioni negative. c) Per detossinare l’organismo Quando il nostro organismo è in buona salute e riceve le giuste biofrequenze, produce da solo due importanti proteine che lo aiutano a liberarsi dalle tossine, dalle sostanze chimiche e dai metalli: queste due proteine sono il glutatione e la carnosina. Il glutatione è il più potente e importante fra gli antiossidanti prodotti dall’organismo, ed è presente in tutte le cellule vi186

venti. Viene costituito all’interno del citoplasma partendo dai tre aminoacidi che lo compongono: la glicina, l’acido glutammico e la cisteina. È deputato all’inattivazione dei radicali liberi. Esso elimina inoltre tutti gli xenobiotici, quelle sostanze chimiche estranee al sistema biologico e che includono: farmaci, vaccini, contaminanti ambientali, agenti cancerogeni, insetticidi, alcol, ma anche composti di origine naturale e composti che si originano per l’aggiunta di additivi chimici o in seguito alla cottura dei cibi. Il glutatione è anche un immunomodulatore: i linfociti, in particolare quelli appartenenti ai sottotipi T, hanno un elevata domanda di questa proteina. La carnosina è un dipeptide nato dalla combinazione dei due aminoacidi alanina e istidina. Stabilizza la membrana cellulare proteggendola dai danni causati dai radicali liberi e si trova in grande quantità nei muscoli e nel cervello dei mammiferi. Uno

studio della Florida State University riporta che la carnosina aiuta a modulare e proteggere le membrane e i nervi essenziali dalla tossicità derivante dall’eccesso di zinco e rame. Livelli elevati di carnosina sono associati a un miglioramento della performance sportiva, specialmente aerobica. Questa proteina ha l’abilità di immagazzinare acido lattico nei tessuti muscolari e può migliorare la risposta immunitaria. Inoltre, aumenta i livelli di IGF1 libero, un ormone necessario per mantenere giovani le cellule in tutto l’organismo. I livelli di glutatione e di carnosina diminuiscono fisiologicamente con l’età. I Q-disk posseggono al loro interno l’informazione di queste due proteine e contribuiscono ad attivarne nel corpo la produzione, laddove il solo supplemento alimentare non basterebbe. Infatti, la cisteina che serve a sintetizzare il glutatione è scarsamente presente nei cibi e quella assunta per bocca, attraverso specifici integratori, è rapidamente catabolizzata nel tratto gastrointestinale e nel sangue, dove possiede anche un potenziale tossico: assumerne un supplemento per via orale non è quindi raccomandabile. Stimolare il corpo a produrre la proteina attraverso l’informazione precorritrice della sua biofrequenza, invece, è privo di controindicazioni. d) Per aumentare i livelli di DHEA e diminuire i livelli di cortisolo Eliminando lo stress e riequilibrando il flusso energetico del corpo, i Q-Disk favoriscono l’attivarsi del sistema parasimpatico. Ciò si ripercuote positivamente anche su due ormoni che sono direttamente e inversamente proporzionali al nostro livello di stress: il cortisolo e il DHEA. Abbiamo già parlato di questi due ormoni nel primo capitolo. Qui, ti basti sapere

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che l’azione riequilibratrice dei Q-Disk porta benefici simili a quelli della meditazione. Essi contribuiscono ad abbassare i livelli di cortisolo, l’ormone prodotto dal nostro corpo in situazioni di pericolo, quando entriamo nella modalità “lotta o fuggi”, e ad innalzare i livelli di DHEA, l’ormone steroideo più abbondante nel sangue e precursore di tutti gli ormoni steroidei, deputati a regolare numerose funzioni corporee. Tra i benefici correlati alla presenza di DHEA, vi sono: aumento della forza, della prestazione fisica e della performance sportiva; aumento del metabolismo basale, riduzione delle masse adipose, miglioramento del sistema immunitario, stimolazione del funzionamento neurologico e miglioramento delle capacità di memoria, prevenzione di malattie nervose degenerative, prevenzione dell’osteoporosi, dell’arteriosclerosi e delle malattie cardiache, riduzione dei radicali liberi. 188

Il DHEA rientrerebbe tra i fattori più importanti per stabilire la reale età “biologica” di una persona, che si differenzia dalla semplice età cronologica e che, in un modo più preciso di quest’ultima, è indice del nostro stato di salute. f) Per contrastare gli effetti negativi dell’elettrosmog Agendo sul campo elettromagnetico, le biofrequenze emettono frequenze costruttive che contrastano quelle distruttive emesse dai dispositivi elettronici quali cellulari, wi-fi, antenne, ripetitori, cordless, bluetooth, e via dicendo. Un dato su tutti è interessante: in Italia, il decreto attuativo DPCM del 8/907/2003 ha definitivamente fissato tre limiti ai campi elettromagnetici a bassa frequenza generati dagli elettrodotti: un limite di esposizione (pari a 100 microTesla/ minuto), un valore d’attenzione (pari a 10 microTesla) e un obiettivo di qualità (pari a 3 microTesla).

Il problema è che qualsiasi apparecchio elettronico noi usiamo, supera di gran lunga il limite di esposizione fissato. Un computer con wi-fi, per esempio, emette circa 300 microTesla/minuto: tre volte il limite stabilito dal decreto! Tra gli apparecchi più inquinanti, ci sono gli asciugacapelli e i rasoi elettrici, che arrivano a emettere fino a 2000 microTesla. Fortunatamente, vengono impiegati per poco tempo. Ormai è praticamente impossibile, almeno nelle società occidentali, trovare un punto della terra privo di antenne e ripetitori. Allora, se non si possono eliminare tali campi elettromagnetici, generatori di frequenze distruttive, l’unica soluzione è quella di... aumentare i campi elettromagnetici generatori di frequenze costruttive. I Q-Disk sono una delle soluzioni possibili.

I RISCHI DEI CELLULARI La notizia non è nuova. Sono anni che gli esperti studiano gli effetti dei campi elettromagnetici generati dai nostri apparecchi cellulari, ma ora ci sono ben 66 studi epidemiologici che non lasciano dubbi: le radiazioni elettromagnetiche sono responsabili dell’aumento dei tumori al cervello nella popolazione umana. Lo confermano, tra l’altro, 21 esperti che lavorano per l’International Agency for Research on Cancer (l’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro) e l’Oms, l’Organizzazione Mondiale della Sanità. I telefonini operano in una frequenza che varia da circa 800 a 2400 megahertz, la stessa utilizzata dai forni a microonde. La loro potenza è ovviamente molto inferiore, altrimenti ci ucciderebbero in pochi secondi, cuocendoci

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il cervello, ma è comunque sufficiente a scaldare la nostra materia grigia. In quella gamma di onde, le radiazioni prodotte sono radiazioni non ionizzanti o radiofrequenze, che possono causare danni al DNA delle cellule del corpo e incentivare la formazione di radicali liberi – notoriamente cancerogeni – all’interno delle stesse cellule. Uno dei rischi più seri è lo sviluppo del glioma, un tipo di cancro dell’encefalo. Lo studio Interphone, svolto in 13 paesi, ha stimato che per aumentare considerevolmente l’insorgenza di questo tipo di tumore è sufficiente un’esposizione di più di 27 minuti al giorno alle radiazioni emesse da un cellulare in un arco di 10 anni. La notizia buona è che bastano pochi e semplici accorgimenti per limitare i rischi. In media, un moderno smartphone emette circa 500 milliwatt di frequenza se tenuto all’o190

recchio; se allontanato dal cranio di un solo centimetro, ne irradierà 400 milliwatt. E se allontanato a un palmo dalla testa (circa 20 centimetri), irradierà meno di 1 milliwatt al cervello: 500 volte meno. Gli auricolari a filo, limitando in maniera evidente il campo elettromagnetico prodotto dal telefono cellulare, sarebbero la soluzione migliore, da preferire addirittura agli auricolari bluetooth, che sono comunque un’apparecchiatura elettronica. I soggetti più a rischio sono i bambini e i ragazzi fino a 20 anni. Il loro cervello è ancora in fase di sviluppo ed è maggiormente suscettibile alle onde radio, sia per le dimensioni ridotte della loro testa, sia per le ossa del cranio più sottili. Ma se i rischi sono così evidenti, perché se ne parla così raramente? Ormai la telefonia mobile è un affare da 40

miliardi di dollari l’anno e gli interessi economici sono tali che – per chi ne fa un business – la salute passa in secondo piano. Per fare un esempio, il numero di cellulari in Italia è oggi pari a circa 44 milioni, maggiore addirittura di quello delle automobili circolanti (erano 37 milioni nel 2010). 5. Q-CARD E Q-FOOD L’impiego delle Biotecnologie Olistiche non si ferma al solo corpo umano. Una delle nostre principali fonti di energia è il cibo, e con Q Institute ho sviluppato altri dispositivi che emettono biofrequenze utili a “migliorare” la qualità degli alimenti. Tali dispositivi attraverso l’emissione di onde scalari, danno agli elettroni dei cibi l’informazione di alzarsi di orbita, compiendo un salto quantico. Il salto quantico permette un cambio di frequenza, e quindi di informazione. Tuttavia, ciò è possibile solo sui cibi “vivi”, ovvero su quelli ricchi di acqua. La Q-Card ha le sembianze di un badge ed è utile per informatizzare l’acqua nelle giornate nuvolose, quando non possiamo disporre dell’energia del Sole. È sufficiente posizionare la Q-Card per tre minuti sotto una bottiglia di acqua (ma anche di vino e di birra, altri due alimenti “vivi”) per portare l’energia sottile dei liquidi fino a 100mila Bovis (quattro volte più vitale di un’acqua di sorgente sacra) e trarne tutti i benefici. Così come abbiamo già visto nel capitolo dedicato alla Soluzione RQI Materia, è possibile informatizzare una bevanda con una “parola” specifica, che possiamo scrivere su un’etichetta da porre tra la Q-Card e la bottiglia o direttamente sulla bottiglia.

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Il Q-Food è invece un disco costituito di materiali particolari, e che è stato studiato apposta per gli alimenti. Si può utilizzare come sottopiatto, sempre per un tempo di almeno 3 minuti, oppure lasciare in frigorifero, per annullare le frequenze elettromagnetiche dell’elettrodomestico e per donare maggiore energia ai cibi. Grazie ai Q-Food, gli alimenti diminuiscono i loro naturali processi di ossidazione e possono durare fino a un quarto del tempo in più rispetto alla loro consueta durata. Inoltre, sia la Q-Card sia i Q-Food contribuiscono ad aumentare la basicità dei cibi, con tutti i benefici che ne conseguono. Come ci ricorda il professor Valdo Vaccaro, laureato in Filosofia e Naturopatia e socio della sheltoniana American Natural Hygiene Society: «L’acidosi è uno dei pericoli più gravi del nostro organismo. Il corpo non tollera nessun acido libero, nemmeno per un istante, tranne che nello stomaco durante 192

la digestione. Abbiamo già 75-100 trilioni di cellule che per il loro normale funzionamento ci scaricano nel corpo, senza sosta e 24 ore al giorno, i loro residui metabolici, di tipo acido e potassico-dolciastro, per cui non abbiamo per niente bisogno di acidificarci ulteriormente attraverso un’alimentazione errata.» Il normale rapporto globale tra alcali e acidi nel corpo è approssimativamente di 80% alcalino e 20% acido. Questa proporzione viene mantenuta grazie alla ruota dell’equilibrio, costituita dai cosiddetti sali-cuscinetto: il sodio, il potassio, il calcio e il magnesio. Quando il pH è basso, cioè acido, l’organismo si demineralizza, ovvero si sacrifica in nome dell’integrità corporale: perde i suoi minerali nel tentativo di ripristinare il giusto equilibrio biochimico. Ciò dà origine a una serie di problemi: digestivi, cutanei, nervosi, osteoarticolari, endocrini, immunitari, ormonali. Come se non bastasse, il fisiologo tedesco Otto Heinrich War-

burg, nobel per la Medicina nel 1931, ci ha insegnato che mancanza di ossigeno e acidosi sono due facce della stessa medaglia, per cui quando c’è l’una c’è inevitabilmente anche l’altra. Le sostanze acide respingono l’ossigeno, mentre quelle alcaline lo trattengono. Così è chiaro perché tutte le forme di tumore sono caratterizzate da due condizioni fondamentali: acidosi (eccesso di acidità) e ipossia (mancanza di ossigeno). Al contrario, come scrive George Crile nel suo The Origin of Nature and Emotions: «È assolutamente impossibile per un tumore proliferare nel corpo di una persona che si liberi in continuazione della sua acidità – nutrendosi con alimenti che producano reazioni metaboliche alcaline – e che aumenti il consumo di acqua pura». La qualità dell’acqua di cui i cibi sono costituiti rappresenta allo stesso tempo uno degli elementi che ne determinano il grado di alcalinità. Q-Card e Q-Food, inducendo un salto quantico negli elettroni, riescono a modificarne anche lo stato acido-basico, favorendone la basicità.

ACIDO E BASICO Perché il limone, che è un alimento acido, in realtà è definito basico? Valdo Vaccaro ci ricorda che «Non dobbiamo parlare di cibi acidi e alcalini, ma di cibi acidificanti e alcalinizzanti. Infatti, non è mai la condizione di partenza di un cibo a determinarne l’acidità o la basicità per il corpo umano, quanto la capacità di quell’alimento di trasformarsi metabolicamente in ceneri alcalinizzanti, grazie a interazioni con altri elementi in zona duodeno». È così che i cibi alcali-

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ni in partenza (carne, latte, uova, pesce) rilasciano nel duodeno ceneri acide e acidificanti, mentre i cibi acidognoli in partenza (frutta e verdura cruda) rilasciano nel duodeno ceneri alcaline, e sono dunque alcalinizzanti. La scala Remer e Manz valuta la produzione di acido endogeno, tramite l’indice di potenziale acido renale, siglato PRAL. Il PRAL di un cibo si calcola valutando il suo contenuto in proteine, fosforo, potassio, magnesio e calcio, rapportato al loro grado di assorbimento intestinale. Generalizzando al massimo, si può dire che le proteine vegetali sono sinonimo di alcalinità, mentre quelle animali sono sinonimo di acidità. Tra gli alimenti più alcalinizzanti secondo le tabelle PRAL, ci sono: l’uva (–21,8), fichi e fichi secchi (–14,1), datteri (–13,7), sedano (–5,2), carote (– 4,9), albicocche (–4,8) zuc194

chine e zucche (–4,6), patate e cavolfiori (–4), ravanelli e rape (–3,7), melanzane (–3,4), fagiolini verdi e pomodori (–3,1), cicoria (–2), lattuga cappuccio (–1,6), kiwi (–4,1), ciliege (–3,6), ananas e arance (–2,78), pere (–2,9), mele (–2,2), anguria (–1,9), mandorle (–0,8), nocciole (–2,8), ceci (–7,3). Tra gli alimenti PRAL più acidificanti troviamo: il grana (+34), sottilette (+28,4), uovo (+8,2), tuorlo d’uovo (+28,2), trota (+10,8), carne in scatola (+ 13,2), salame (+11,6), prosciutto (+7,9), pollo (+8,7), aringhe e acciughe (+7), cioccolato al latte (+2,4), birra (si va dal –0,2 al +0,9), olio di oliva (livello zero, cioè neutro), riso bianco stracotto (+12), riso integrale (+4,6), fiocchi di avena (+10,7), pasta e spaghetti (+6,4), pane di segale (+4,1), pane bianco (+3,7), arachidi (+8,3), noci (+6,8), lenticchie (+3,5).

Se è vero che l’acidosi è un fenomeno patologico relativo alla dieta, è anche vero che essa è influenzabile anche da fattori mentali o dalle abitudini di vita. Le emozioni negative producono stati di acidosi che si somatizzano a livello dello stomaco. Al contrario, un moderato e costante esercizio fisico rende alcalino il corpo. Una respirazione profonda e ritmata fa altrettanto. 6. Q-PIN L’ultima delle Biotecnologie Olistiche appartenenti alla famiglia “Q” è la Q-Pin. Si tratta di una spilla che contiene l’informazione della frequenza della Coerenza (0,1 Hz). Il suo scopo è quello di ritrovare la concentrazione, la lucidità mentale e la Presenza in ambienti “ostili”, come per esempio il posto di lavoro, ma anche il traffico cittadino, dove si è spesso in una situazione di attenzione tendente alla modalità “lotta o fuggi”. La Q-Pin apre il “terzo occhio”, la sede della nostra dimensione spirituale. Essa permette la stessa integrazione emisferica che si può raggiungere ascoltando musica a 432Hz. Ma qui ci stiamo addentrando nei temi del capitolo dedicato alla spiritualità. Perciò lasciamo spazio alla terza soluzione.

I MOLTEPLICI SIGNIFICATI DELLA “Q” Q-Disk, Q-card, Q-Food e Q-Pin. Cosa c’entra la “Q”? I significati sono molteplici. Primo: “Q” come Quantistica, la Fisica che spiega i fenomeni dai quali le Biotecnologie Olistiche traggono i propri principi.

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Secondo: “Q” come il suono Qi, Chi o Ki, che nella filosofia orientale simboleggia la nostra energia vitale. Terzo: “Q” come la base della piramide, così come viene definita in geometria analitica. La piramide è metafora della nostra società. Spesso ci aspettiamo che i cambiamenti sociali arrivino dall’alto, dai vertici: dai nostri governanti o dai nostri politici. Purtroppo, raramente è così. Le grandi rivoluzioni (intese come cambiamenti positivi atti a migliorare il sistema) sono partite sempre dal popolo: la rivoluzione francese, la rivoluzione americana, la fine della Guerra Fredda o i movimenti contro l’Apartheid ne sono un esempio. Ecco che l’augurio proposto dal Metodo RQI ® è quello di cominciare a cambiare noi stessi, singoli individui, alla base della piramide, per cambiare poi la società intorno a noi. Citando una ce196

lebre frase di Ghandi: “Sii il cambiamento che vuoi vedere nel mondo”. Essa riassume in breve l’obiettivo. Cambiare il sistema dalla base ci ricorda anche la nostra responsabilità individuale. Lamentarsi e stare a guardare serve solo a giustificare il sistema in cui viviamo. A proposito, c’è anche una famosa storiella africana. Essa parla di un colibrì che, tutto solo, portando una goccia d’acqua nel suo becco, si dirigeva a spegnere un incendio divampato nel mezzo della foresta. Tutti gli altri animali, osservandolo, lo prendevano in giro. Allora l’elefante gli domandò: “Colibrì, cosa fai con quella goccia d’acqua? Non penserai mica di riuscire a spegnere l’incendio da solo?”. E il colibrì rispose: “Io, faccio la mia parte”. Come avrai capito, il percorso suggerito dal Metodo RQI ® non è semplicemente un percorso per auto-star-bene. Il

proprio benessere fisico e spirituale è – per l’appunto – la “base” di un cambiamento più ampio, che partendo dal singolo si rifletterà nel mondo, nel momento in cui, una volta che avrai preso maggiore consapevolezza di chi sei, cambierai anche gli occhi con cui guardare la realtà. E poiché la Fisica Quantistica ci ricorda che l’osservatore cambia l’osservato... allora constaterai che sarà davvero possibile credere ancora in un mondo migliore. Il Metodo RQI ® è come una grande “famiglia” all’interno della quale, c’è spazio per diversi “livelli” di cambiamento. In questo libro, il cambiamento è il tuo, quello individuale. Ma c’è anche un “cambiamento” più ampio, che riguarda la società e il sistema. Questo è il percorso Q-Life. Un percorso che, rendendoti sempre più consapevole delle scelte che fai ogni giorno, mira a renderti libero nel sapere e nella cultura, nel gestire la tua salute fisica ed emotiva, nell’alimentazione e nell’approvvigionamento di energia, nel lavoro e nell’impresa, fino ad essere davvero indipendente anche dal denaro.

TESTIMONIANZE Efficacia sulle malattie psicosomatiche “La prima sensazione rilevata con le Biotecnologie Olistiche è uno stato di più calma e tranquillità, mi sta aiutando nell’apparato digerente e mi sto de-tossinando, un grosso aiuto sull’apparato scheletrico anche nelle mani dove soffro un po’ di artrite e di artrosi. Ho notato anche un incremento di equilibrio e di forza muscolare e di maggior convinzione nelle decisioni, quindi lavorano bene anche sull’ambito psicosomatico. È chiaro che anche le mie pratiche quotidiane di

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meditazione e concentrazione influiscono sul tutto, ma devo ammettere che i dispositivi hanno dato un incremento a tutto questo. Li sto provando solo su me proprio per verificare anche come usarlo poi sugli altri. Grazie Marco del tuo interesse ed anche delle tua disponibilità. Spero che prima o poi ci incontreremo.” 
Luigi, impiegato Eliminare lo stress e vincere la cervicale “Ho iniziato a utilizzare le Biotecnologie Olistiche circa due mesi fa per i miei problemi di cervicale e contratture legate a situazioni di stress di cui soffro da diversi anni (avendo anche due vertebre cervicali schiacciate). I risultati sono stati sorprendenti, già dalla prima applicazione ho avvertito miglioramenti nella diminuzione del dolore e nell’allentamento delle 198

contratture. Certo è vero che bisogna bere per farli funzionare. Dopo una settimana l’ho spostato e ho cambiato punto. È stato quasi automatico, non so e l’ho messo al centro del petto per far fronte a situazioni di stress emotivo. Attualmente, come sento aumentare le tensioni sfodero i miei dispositivi e li posiziono eseguendo il test. Oggi stesso l’ho tolto e l’ho regalato ad una mia amica che aveva forte torcicollo.” Barbara Elastica come una ballerina “Ho conosciuto il Metodo RQI tramite internet, ho richiesto i video gratuiti ed avendo un problema di salute, mi sono iscritta al corso base. Ero claudicante in seguito a un incidente d’auto in cui mi sono rotta un piede in più parti; dopo qualche anno è sorto un problema alle vertebre sacro lombari, cifosi, lordosi e alluce valgo. Durante il corso il test mi ha indicato

le biotecnologie olistiche come soluzione e dopo un mese di applicazione avevo già risultati positivi. Oggi non zoppico più e non ho più dolori, posso chinarmi e rialzarmi senza problemi. Mia figlia lavora in Giappone. Ci siamo sentiti su skype e le ho fatto vedere che riuscivo a chinarmi toccando le punte dei piedi con i palmi delle mani, senza piegare la gambe. Non ci credeva. Ho anche ripreso a indossare le scarpe coi tacchi, che non mettevo da tempo, e settimana scorsa ho ballato per la prima volta dopo tanti anni. Un enorme GRAZIE a chi mi ha permesso di ritornare a vivere: Marco Fincati e a tutto lo staff del Metodo RQI!” Manuela, pensionata Dolori cronici cancellati in due minuti “Ieri sera ho applicato due dispositivi Biotecnologie Olistiche alla spalla destra di mio marito, che nello scorso marzo si era lussata con completa fuoriuscita della testa dell’omero dalla sede articolare. Per alcuni mesi è stato trattato da un osteopata in gamba che gliel’ha ripristinata in toto, sciogliendo aderenze e versamenti consequenziali. Persisteva un dolore di fondo che si riacutizzava quotidianamente, con la sua attività lavorativa. È scontato dire che il dolore ha cominciato subito ad attenuarsi per accorgersi stamane che era completamente scomparso, e che poteva fare ogni movimento senza alcuna limitazione. Grande! Un’ora fa glieli ho applicati alla spalla destra, dove il dolore è molto più forte, essendo di natura infiammatoria e perdurando da più tempo (anche se in maniera discontinua). Dopo 2 minuti già sentiva il dolore in forte diminuzione e riusciva a portare il braccio in alto senza provarne un’esacerbazione. Non ho parole per ringraziarvi per le vostre intuizioni. Dopo la visione del video di ieri sera, mi

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è venuta voglia di provare con le persone che mi si rivolgono per gli acufeni, perché fatico a crederci che possa funzionare: sarebbe meraviglioso! Solo che per ora devo fare una persona per volta. Se procede così, mi attrezzerò in maniera più consistente. A presto.” Clementina, infermiera Sconfiggere la pubalgia in 18 minuti “Sono un personal trainer e lavoro in palestra. Un ragazzo di 19 anni, si è presentato a me chiedendomi di fargli una scheda di allenamento solo per la parte superiore del corpo, in quanto era un anno che soffriva di una pubalgia inguinale acuta che non gli permetteva più, non solo di giocare a calcio (il suo sport), ma addirittura lo infastidiva a camminare e a praticare qualsiasi attività che riguardasse gli arti inferiori 200

e anche l’addome. Allora gli ho parlato dei corsi che stavo facendo... Così abbiamo ripreso appuntamento per fare i test di chek up... Il test kinesiologico mi ha dato come soluzione biotecnologie olistiche (Q-Disk). Ho usato con lui la tecnica dei laghi e non quella da terapeuta, riequilibrando ogni singolo meridiano che lo necessitasse, in quanto erano le mie prime applicazioni e volevo prendere pratica... Trovato punto avanti e punto dietro, a quel punto ho chiesto l’applicazione di un ulteriore dispositivo sul punto di dolore. Forte. Essendo speculari sulla parte inguinale destra e sinistra e avendo 6 dispositivi, gliene ho quindi applicati in totale 4. Tenuti per 18 minuti. Dopo di che, ho testato di nuovo il dolore inguinale ed è passato da “debole” a “forte”. Chiesto il mantenimento energetico, risultato per 20 giorni, solo di notte, su 2 punti. Nell’immediato, alzandosi dalla sedia dove abbiamo fatto i

test, mi ha confermato di sentirsi meglio e di riuscire a camminare con meno fatica. Ha provato a fare dei balzi (per lui molto pericolosi): tutto ok. Poi ha voluto provare a camminare sul tapis-roulant gradualmente, dalla camminata leggera fino a una veloce e in pendenza, e successivamente anche di corsa. Era/eravamo increduli. Era un anno che cercava di farsi passare questo male! Altre esperienze personali le ho avute con male a un ginocchio e mal di gola forte.” Davide, personal trainer NOTA: L’unico modo per imparare ad applicare correttamente questa soluzione e avere i dispositivi e gli accessori necessari è attraverso il “Corso Avanzato RQI2 Energia – Biotecnologie Olistiche”, disponibile anche in versione Multimediale, per la fruizione da casa. Ti ricordo che puoi trovare tutte le informazioni su: www.metodorqi.com

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SOLUZIONE RQI3 SPIRITO: INCONSCIO E CONSAPEVOLEZZA

Applicando la Soluzione RQI3 Spirito “Inconscio” imparerai a: » Individuare velocemente, cioè in tempo reale, eventuali zone di stress o sovrastress energetico dentro e fuori di te, attraverso l’utilizzo di test muscolari. » Riequilibrare energeticamente l’inconscio, trasmutando 202

rigidità o blocchi emozionali. » Utilizzare al meglio il potere dell’intenzione per ripulire traumi inconsci e riprogrammare l’inconscio al meglio acquisendo le informazioni necessarie dal Campo Energetico. » Praticare la Postura di Integrazione Emisferica e quindi mettere in equilibrio la comunicazione tra l’emisfero sinistro (razionale) e l’emisfero destro (emotivo) del cervello, rilasciando in pochi minuti il sovrastress e placando subito l’ansia e gli attacchi di panico legati ai diversi ambiti della tua vita: autostima, relazioni, dolore e perdita, potere personale e guarigione spirituale. » Raggiungere l’equilibrio energetico e psico-fisico. » Utilizzare il Potere dell’Intenzione per modificare la Mente Inconscia attraverso comandi imposti dalla Mente Conscia.

Applicando la Soluzione RQI3 Spirito “Consapevolezza” imparerai a: » Accedere alla Mente Superconscia (il Sé Superiore). » Lasciare che sia la Mente Superconscia (che prende Consapevolezza della realtà) a liberarti da traumi pregressi, memorie, blocchi emozionali per tornare finalmente alla condizione di pace interiore. » Applicare la vera “Legge d’Attrazione” e cioè ripulire tutte le credenze (pensieri) auto-sabotanti che impediscono di attirare quello che realmente si vuole nella propria vita.

La Fisica Quantistica ci insegna che l’osservatore cambia l’osservato. E anche senza andare a scomodare la scienza dei quanti, sappiamo che se cambiamo il punto dal quale guardiamo un oggetto, ne determineremo anche una prospettiva diversa. Si dice che quando i problemi appaiono troppo grandi, bisognerebbe guardarli da un po’ più lontano, per farli apparire più piccoli. In effetti, spesso tendiamo a immedesimarci troppo nelle nostre vite. Se invece provassimo a osservarle dall’esterno, come se non ci appartenessero, come se noi ne fossimo spettatori, allora ci spoglieremmo di tutto il trasporto emotivo che ci trascina inevitabilmente a giudicare le cose per buone o cattive, per positive o negative. Si è soliti dire: «Credo solo a quello che vedo», ma forse sarebbe meglio dire: «Vedo solo quello in cui credo». Per questo, nella Fisica Quantistica, il pensiero precede la materia. È il pensiero a creare.

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IL PENSIERO CREATORE Il concetto di “pensiero creatore” è lo stesso che ritroviamo in tutte le filosofie orientali e anche in moltissime religioni. Nella Genesi della Bibbia, per esempio, Dio ha creato attraverso la parola, manifestazione del suo pensiero, e il Vangelo di Giovanni si apre così: “Nel principio era la Parola, la Parola era con Dio, e la Parola era Dio. Essa era nel principio con Dio. Ogni cosa è stata fatta per mezzo di lei, e senza di lei neppure una delle cose fatte è stata fatta.” (Giovanni 1:1-3).

L’ESPERIMENTO DELLE DUE FESSURE La Fisica Quantistica indica che tutte le possibilità sono già 204

realtà, anche se rimangono addormentate finché noi non le risvegliamo con i nostri pensieri, sentimenti ed emozioni. In sostanza, più diamo forza a un pensiero, più accendiamo la possibilità che esso diventi reale. In tal senso, noi stessi diventiamo co-creatori della realtà. Questo è in perfetto accordo con quanto si dice nel Vangelo: «Se aveste fede quanto un granello di senape, potreste dire a questo sicomoro: “Sràdicati e trapiàntati nel mare”, e vi ubbidirebbe» (Luca 17:5-6). E ancora Gesù dice: «Non sta scritto nella vostra legge: “Io ho detto: voi siete dèi”?» (Giovanni 10:34). La scienza moderna è riuscita a dimostrare tutto ciò attraverso l’esperimento della doppia fenditura, per mezzo del quale si è voluto verificare la dualità onda-particella della materia. La prova sperimentale di tale “strano” comportamento

venne ottenuta nel 1927 da Clinton Davisson e Lester Germer, che osservarono figure di difrazione facendo attraversare un cristallo di nichel da un fascio di elettroni. L’esperimento venne condotto disponendo, tra una sorgente di luce e una lastra fotografica, una barriera opaca con due fenditure parallele di larghezza opportuna. Il loro esperimento si ispirò a quello eseguito nel lontano 1801 da Thomas Young, ma Davisson e Germer lo riprodussero in modo ancora più preciso. Infatti, i due scienziati attivarono una sorgente estremamente debole di luce o elettroni, fino all’emissione di un unico fotone, o elettrone per volta. Si verificò in tal modo che, in entrambi i casi, la lastra non veniva impressionata in maniera continua, ma che si formavano inizialmente singoli punti luminosi indicativi di un comportamento corpuscolare. Essi risultavano dapprima diradati e dall’apparente distribuzione caotica, ma, aumentando man mano di numero, andavano poi a formare le frange di interferenza tipiche del comportamento ondulatorio. Analogo risultato si ottenne anche utilizzando particelle di maggiori dimensioni. Ciò dimostrò inequivocabilmente l’esistenza del dualismo onda-corpuscolo, sia della materia che della radiazione elettromagnetica. Un altro aspetto essenziale dell’esperimento delle due fenditure è la mancanza di conoscenza di quale fenditura la particella abbia effettivamente attraversato: l’osservazione della figura di interferenza è garantita infatti nel solo caso in cui non si aggiungano all’esperimento apparati di misura atti a determinarlo. Se si interviene in tal modo, si ottiene un esperimento “which-way” e il risultato finale è la scomparsa della figura di interferenza, ossia del com-

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portamento ondulatorio, a favore di quello corpuscolare. Questo effetto ha motivato Niels Bohr ad introdurre il principio di complementarietà, secondo il quale i due aspetti, corpuscolare e ondulatorio, non possono essere osservati contemporaneamente in quanto si escludono a vicenda. Quindi, così come le particelle elementari di materia, lanciate attraverso le due fessure in una lamina, si comportano in maniera differente a seconda se vengano osservate oppure no, allo stesso modo tutta la realtà può assumere forme diverse a seconda di come il nostro pensiero la percepisca. In Fisica Quantistica, questo concetto è riassunto dalla frase: “L’osservatore cambia l’osservato”.

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Il professore americano Amit Goswami, pioniere di un paradigma scientifico multidisciplinare fondato sul primato della coscienza e conosciuto come “Scienza all’interno della Coscienza”, dice che nessuna possibilità ci è preclusa, poiché il pensiero può immaginare qualsiasi cosa: «Se la realtà fosse predeterminata, io sarei insignificante. Ma poiché la realtà è una possibilità (così come la particella e l’onda sono due possibilità di manifestazione dell’elettrone, ndr), quale scelgo? Sono io a creare la mia realtà. La coscienza è quindi la vera essenza dell’essere. Gli oggetti sono solo una possibilità manifesta tra le tante, infinite possibilità della materia.» Come ci ricorda Salvatore Brizzi: «Il mondo è la mia ombra. È ciò che io sono. Il mondo non ha volontà, ma segue quello che io sono. Se io cambio, il mondo cambia, riflettendo il mio pensiero». Questo nuovo approccio ci trasforma da soggetti passivi a

soggetti attivi nella creazione della nostra realtà. In quanto esseri pensanti, modificando il nostro giudizio su determinati eventi, potremmo trasmutare situazioni di stress in situazioni di non-stress. Tutto questo avrà conseguenze non solo sulle nostre percezioni, ma anche sulla nostra salute. Afferma Bruce Litpon: «La mente e il corpo sono strettamente collegati. I pensieri, l’energia della mente, influenzano direttamente il modo in cui il cervello fisico controlla i processi fisiologici del corpo. L’energia del pensiero può attivare oppure inibire le proteine che attivano le funzioni della cellula attraverso i meccanismi dell’interferenza costruttiva o distruttiva». È il pensiero, in sostanza, che interpreta la realtà e che detta al corpo come gestire i segnali ambientali: se percepiti come “amici”, attivando una risposta parasimpatica, di “crescita e rigenerazione”; se letti come “nemici”, attivando una risposta simpatica, “lotta o fuggi”. Secondo il fisico Emilio Del Giudice, «Il mondo delle molecole è guidato da segnali esterni ai quali viene dato un determinato significato. Le nostre credenze sono la nostra interpretazione della realtà. Ogni credenza si traduce in una reazione molecolare. Credenze limitanti possono generare disequilibri mentali ed evolvere in disturbi psichici.» Le malattie psicosomatiche sono la dimostrazione più evidente che le emozioni scaturite da pensieri negativi sono in grado di inficiare le funzioni di determinati organi o cellule del nostro corpo. Come sostiene il già citato dottor Ryke Geerd Hamer, fondatore della Nuova Medicina Germanica: «Ciascuna malattia è l’espressione di un preciso conflitto». Hamer sperimentò questa verità sulla sua pelle. Il dottore te-

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desco si ammalò di tumore ai testicoli dopo aver subito la morte del figlio, assassinato. Lavorando come primario in ginecologia nella clinica oncologica universitaria di Monaco, gli venne il dubbio che la sua malattia potesse essere in rapporto allo choc della morte di suo figlio e quindi che il suo tumore al testicolo non fosse scaturito da una “cellula impazzita”, ma dovesse essere in relazione al cervello. Chiese ai suoi pazienti se anch’essi avessero vissuto un avvenimento terribile e scoprì che tutti, in effetti, avevano subito un evento traumatico prima di ammalarsi. Se quindi cambiamo il nostro pensiero, possiamo guarire. Albert Einstein sosteneva: «La più grande capacità del corpo umano è la sua capacità di auto-guarigione, ma questa forza non è indipendente dal nostro sistema di credenze... tutto inizia da una convinzione». 208

SCARDINARE LE CREDENZE LIMITANTI Una delle storie più usate da motivatori e formatori in tutto il mondo è quella relativa a Roger Bannister, il primo uomo al mondo che, nel 1954, riuscì a coprire di corsa la distanza di un miglio (circa 1.600 metri) in meno di quattro minuti. La sua storia è usata come metafora per dimostrare che qualcosa ritenuto impossibile dalla maggior parte delle persone, a volte è assolutamente possibile e basta che una persona ci riesca, per rendere possibile a molte altre di ottenere lo stesso risultato. Andiamo a vedere, in ottica di persuasione, quali principi entrano in gioco in questa storia. Il primo è senza dubbio il principio di autorità. Prima del 1954 la comunità scientifica mondiale aveva emesso una sentenza: l’uomo non

può fisicamente coprire la distanza di un miglio in meno di quattro minuti. Giustificazioni scientifiche relative alla struttura dei nostri tendini, muscoli e della nostra struttura fisica in generale, venivano fornite e il tutto era confezionato in modo talmente autorevole da far rinunciare in partenza la maggior parte degli atleti professionisti a cercare di scendere sotto la soglia dei quattro minuti. Per il principio di autorità, la sentenza emessa dai medici era considerata una legge assoluta. Bannister invece non era dello stesso avviso e la molla che lo motivò a provare a infrangere questa barriera fu nientemeno che un grosso fallimento, quello alle Olimpiadi di Helsinki del 1952 dove Bannister finì quarto e fuori dal podio nella finale dei 1500 metri, quando il suo obiettivo dichiarato era la medaglia d’oro. Nei giorni seguenti valutò addirittura di smettere definitivamente di correre, poi un nuovo grande obiettivo gli ridiede entusiasmo: provare al mondo che gli scienziati avevano torto e che il corpo umano poteva correre il miglio in meno di 4 minuti. Bannister sentiva che questo obiettivo era alla sua portata, indipendentemente dai condizionamenti esterni. Il giorno storico fu il 6 Maggio 1954: alla Oxford University, dopo mesi di allenamento specifico, Bannister corse il miglio in 3’59”4. Quasi svenne per lo sforzo alla fine della corsa e per un attimo perse addirittura la vista, come ricorda nelle interviste, ma fu un trionfo, ricordato ancora oggi con una targa commemorativa sul posto. Si potrebbe pensare che questo exploit fu dato da sue straordinarie capacità fisiche. Invece no. Solo 46 giorni dopo, il corridore finlandese John Landy, migliorò lo stesso primato e,

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nell’anno successivo, decine e decine di corridori in tutto il mondo corsero il miglio sotto i 4 minuti. Cos’era successo? Per il principio di prova sociale, sapere che qualcun altro lo aveva fatto, ovvero che quell’obiettivo non era più impossibile, dava la determinazione e la voglia ad altri di provare a farlo. E quando molte persone provano a fare qualcosa, probabilmente qualcuno ci riesce. Per la cronaca, oggi il record sul miglio è detenuto da un atleta marocchino ed è di 3’43”, mentre i 4 minuti sono un muro superato già dai migliori atleti delle scuole superiori in tutto il mondo.

LE PSICOLOGIE QUANTISTICHE Tuttavia, non è sempre sufficiente coltivare semplicemente 210

pensieri positivi per curare il corpo, perché le credenze si radicano nell’inconscio. E ciò che pensa il nostro inconscio spesso rimane nascosto alla consapevolezza del nostro pensiero conscio. Come abbiamo già visto, la mente conscia e la mente inconscia lavorano come il software e l’hardware di un computer. Il software elabora e inserisce dati (=programmi), l’hardware li archivia e li “recupera” nel momento in cui avverte che si stanno ripresentando situazioni simili a quelle che li avevano generati. Per questo motivo la mente inconscia è ripetitiva, abitudinaria e associativa. Al contrario, la mente conscia è creativa, ma limitata e molto meno potente del subconscio. Una volta inseriti i dati nell’hardware, il software non si ricorda più di quei dati, perché ha finito la sua funzione. Possiamo perciò inserire nuovi programmi attraverso il pen-

siero positivo della mente conscia, ma poiché non possiamo accedere alla mente inconscia per cancellare i vecchi, rischiamo di avere risposte riflesse dovute a traumi passati che il nostro inconscio attiva senza avvisare la nostra mente conscia. Dobbiamo quindi trovare un metodo per superare il limite della mente conscia e accedere direttamente alla mente inconscia per ripulirla e riprogrammarla, altrimenti saremo sempre schiavi dei vecchi programmi. La soluzione RQI Spirito del Metodo (a sua volta articolata nelle due vie “Inconscio” e “Consapevolezza”) si ispira a diverse tecniche che lavorano sull’inconscio attraverso le cosiddette Psicologie Quantistiche. Le Psicologie Quantistiche sono le più recenti ed efficaci tecniche per liberarsi con facilità di “programmi mentali” quali fobie, ansie, paure, sensi di colpa, mancanza di autostima e memorie traumatiche. Se utilizzate correttamente, ricreano velocemente armonia nella persona e quindi nell’ambiente, poiché lavorano direttamente sulla mente inconscia. Ciò non avviene con le vecchie psicologie, che non eliminano le credenze limitanti, ma piuttosto le insabbiano. Il dottor Alexander Lloyd, nel suo libro The Healing Code, spiega la differenza tra sopprimere e guarire. Egli afferma che il “coping” attuato da determinate tecniche, come la Programmazione Neuro Linguistica, non cancella le nostre false credenze, ma le sotterra: «Il coping sopprime le memorie cellulari, che però permangono. Ci insegna solo a cambiare il modo di concepire un problema, ma il problema esiste ancora: voi avete imparato solo un metodo più costruttivo per gestire il dolore. Quando comunichiamo con l’inconscio, inve-

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ce, possiamo trasformare lo schema energetico della memoria cellulare distruttiva in uno schema sano, eliminare lo stress e attivare il processo di guarigione». Come ci si può collegare alla nostra mente inconscia? Nel capitolo 2, abbiamo visto che il nostro cervello è costituito da due emisferi, destro e sinistro. Quando si è in integrazione emisferica, cioè quando l’emisfero destro e l’emisfero sinistro sono in sintonia, la mente inconscia è disponibile nei confronti della mente conscia. È quello che avviene quando ci troviamo in uno stato di meditazione o di rilassamento o in un momento di Presenza: le due menti non appaiono più come separate, ma si scambiano energia, come a formare un “tao”. Esse formano un circuito che non è più elettrico, cioè basato sull’alternanza acceso/spento, ma divengono un campo magnetico 212

che fa fluire l’energia liberamente, senza mai congestionarla, e senza farsi influenzare dalle interferenze esterne. Il campo magnetico è lo stesso del cuore. Cominciamo a sentire con il cuore, e non più solo con la mente razionale. Non giudichiamo più secondo il dualismo bene/male ma vediamo l’Uno. L’integrazione emisferica (vedremo più avanti un esercizio che ci aiuta a conseguirla in pochi minuti!) ci mantiene quindi in modalità parasimpatica e non dà luogo a tutte le fobie o paure che invece abbiamo in modalità simpatica. Quando siamo in integrazione emisferica, siamo concentrati sul presente, e conosciamo il nostro vero libero arbitrio. Non siamo più attaccabili dal “Volador” (il “Satana” della Bibbia, lo “Sfidante” della psicologia più recente) che costituisce l’ammasso di programmi sedimentato nel nostro inconscio e responsabile delle nostre risposte riflesse.

Il Volador è ciò che dentro di noi non ci lascia scegliere di fare ciò che vogliamo, ma lascia che l’inconscio scavalchi il conscio, proponendoci i suoi programmi riflessi, che sono spesso programmi di paura, volti alla sopravvivenza. Il motivatore americano Jack Canfield dice: «Tutto quello che vuoi sta dietro alla paura». Ed è vero. La paura è un sentimento che ci distoglie dall’attimo presente, poiché essa si ricollega a emozioni passate o a “dubbi” futuri. Se la nostra mente fosse libera dal ricordo di traumi passati, non potrebbe provare paura, nemmeno di fronte a situazioni potenzialmente pericolose, perché non ha l’esperienza di riconoscerle tali. E non avrebbe nemmeno l’occasione di immaginare l’esito negativo di esperienze non ancora vissute. Passato e futuro ci riagganciano al lavorare della mente, mentre l’istante di “Presenza”, l’attenzione sul “qui-e-ora”, ci conducono in una dimensione superiore, perché al momento presente la mente non ha più spazio e non può muoversi a suo piacimento come è abituata a fare nei ricordi e nelle anticipazioni.

LO SFIDANTE «Ogni essere umano che appare in vita sul nostro meraviglioso pianeta Terra ha diritto ad una vita piena, felice, intensa, che gli permetta di esprimersi nella sua unicità irripetibile, che gli porti il dono della Saggezza, e che gli permetta di contribuire fattivamente al miglioramento delle condizioni di vita dell’intera comunità umana. Questo diritto, questo naturale retaggio ad una vita maestosa, gli è stato offuscato. Ma da che cosa? Che cosa si frappone tra noi e la vita che desideriamo, i sogni che vogliamo re-

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alizzare, la pace che desideriamo raggiungere? Siamo stati condizionati a credere che qualcosa di esterno a noi stessi sia la causa della nostra infelicità, ma non è così. Qualcosa che agisce dentro di noi scatena al di fuori quell’inferno dal quale vogliamo fuggire, ma di cui non riusciamo a privarci. Qualcosa di cui spesso non conosciamo nemmeno l’esistenza, perché nessuno ci ha mai spiegato dove guardare; tranne, naturalmente, tutte le tradizioni di ricerca interiore che hanno un fondamento nella Verità, perché tutte, senza alcuna eccezione, indicano da sempre l’esatto punto dove guardare e l’esatto modo di liberarsi. Un insieme di Forze agiscono su ogni essere umano al fine di depotenziarlo e renderlo timoroso, debole, dubbioso, attaccato emozionalmente ad abitudini dannose, e portato ad indugiare invece che ad agire. Questo insieme di Forze 214

è sostenuto dalla nostra non conoscenza dei mezzi che esse usano per depotenziarci, ma può essere inattivato per consentire finalmente alla Consapevolezza che alberga in noi di dispiegarsi verso ciò che è realmente. Questo insieme di Forze è ciò che identifichiamo come lo Sfidante.» Testo tratto dal film-documentario “Lo Sfidante”

RQI INCONSCIO La tecnica RQI Inconscio è la prima delle tecniche della soluzione RQI Spirito e, accedendo al nostro inconscio, ci permette di lavorare su noi stessi essenzialmente in tre fasi. Per prima cosa, sempre avvalendoci del test muscolare RQI, possiamo individuare velocemente (cioè in tempo reale) eventuali zone di stress o sovrastress energetico; poi,

attraverso una determinata tecnica, chiamata Postura d’Integrazione Emisferica, possiamo riequilibrare energeticamente l’inconscio, trasmutando rigidità o blocchi emozionali; infine, possiamo utilizzare al meglio il potere dell’intenzione per ripulire traumi inconsci e riprogrammare l’inconscio al meglio, acquisendo le migliori e più necessarie informazioni dal campo energetico. La tecnica RQI Inconscio è particolarmente interessante perché non modifica una sola credenza alla volta, ma – a cascata – va a cambiare tutte le credenze che sono connesse con la principale. Questo perché la nostra mente inconscia è associativa e “confonde” situazioni diverse, ma con “dettagli” simili. Se, per esempio, sono sempre in bolletta, far pace con i soldi mi permetterà di far pace con i creditori e – meraviglia! – con la suocera. Come mai? Inconsapevolmente non ho mai avuto tanti soldi perché inconsciamente ho sempre associato il denaro a valori negativi. L’inconscio ha fatto questa equivalenza: “persona ricca = persona disonesta”. Ora, la suocera ha l’unica colpa di essere ricca, perciò l’inconscio genera automaticamente l’equazione “suocera ricca = persona disonesta”. RQI Inconscio si può applicare su: a) problemi già radicati = radici b) un’esperienza appena vissuta = rami Le radici sono le memorie dell’inconscio che affiorano quando attiviamo una risposta a uno stimolo senza essere in Presenza. Tali memorie si sono sedimentate, poiché dal momento in cui le abbiamo vissute, è passato del tempo, a

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volte anni, o addirittura possono appartenere alle nostre vite passate (per chi crede nella reincarnazione) o a eventuali vite parallele. Come abbiamo già visto, le memorie agiscono per associazione: se da bambini abbiamo visto nostra mamma agitarsi per essersi bagnata le scarpe in una pozza d’acqua, potrebbe essere che da adulti non siamo in grado di nuotare e abbiamo paura del mare, poiché il nostro inconscio reagisce con una risposta di paura ogni volta che ci immergiamo in acqua. In altre situazioni, le nostre azioni riflesse sono la conseguenza del funzionamento dei nostri neuroni specchio, una specifica classe di neuroni che si attivano quando una persona (ma anche un animale) compie un’azione e quando un altro soggetto (o un altro animale) osserva la stessa azione e poi la ripete, 216

inconsapevolmente. Ti è mai capitato di sorridere a un sorriso ricevuto o di sbadigliare in seguito allo sbadiglio della persona con cui stavi conversando? In entrambi i casi, sono i tuoi neuroni-specchio che hanno reagito molto più velocemente di te. In tali casi, l’azione riflessa non ha ancora fatto “radici”, cioè non è ancora sedimentata nell’inconscio, perciò si parla di “rami”. I rami possono trarre la loro origine anche dal campo morfogenetico di uno specifico ambiente. Infatti, avviene una specie di entanglement comportamentale. Per esempio, se ci troviamo in un luogo di lavoro dominato dal nervosismo, sarà più facile attuare risposte comportamentali dettate dalla paura o dalla mancanza di calma. Al contrario, se ci troviamo in un ambiente tranquillo, sarà difficile comportarsi con aggressività.

LE SCIMMIE GIAPPONESI E BRASILIANE Uno degli esperimenti più curiosi che è stato fatto per verificare il funzionamento dei neuroni riflessi e l’influenza del campo morfogenetico è quello che ha coinvolto due gruppi di scimmie, poste a distanza tra loro: il primo gruppo su una spiaggia giapponese e il secondo su una spiaggia brasiliana. A tutte le scimmie furono date delle patate da mangiare. A un certo punto dell’esperimento, una delle scimmie giapponesi intuì che sciacquando la sua patata nell’acqua del mare, avrebbe eliminato la sabbia e avrebbe assaporato meglio il gusto del cibo. E così fece. Le altre scimmie, notando che la loro compagna provava piacere nel mangiare il tubero ripulito, cominciarono a imitarla. Ma la cosa ancora più sorprendente fu che, immediatamente, anche dall’altra parte del mondo, sulla spiaggia brasiliana, tutte le altre scimmie cominciarono a sciacquare le loro patate prima di mangiarle. In questo esperimento fu quindi dimostrata non solo l’attività dei neuroni riflessi (osservo un comportamento e, inconsapevolmente, sono portato a imitarlo), ma anche l’entanglement quantistico, e l’esistenza del campo morfogenetico

In entrambi i casi, “radici” e “rami” non ci permettono di essere pienamente padroni delle nostre azioni. L’indiano Manitonquat (conosciuto anche come Medicine Story), narratore e custode delle antiche tradizioni della tribù Wampanoag del Massachusetts, spiega così il funzionamento delle nostre risposte riflesso: «In vent’anni nelle prigioni, ho imparato che se qualcuno ti ferisce è perché è stato ferito.

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Nasciamo buoni e innocenti: nessun bambino piccolo vorrebbe fare del male finché non subisce delle ferite. Allora, mosso dal suo turbamento, impara a reagire facendo del male. Se conserva quel sentimento di confusione troppo a lungo, potrà cominciare a ferire anche persone che non gli hanno fatto niente. Secondo quello che ho osservato, persino allora non vuole maltrattare o ferire, ma è spinto a farlo da emozioni che non capisce e non sa come gestire. Sotto tutte le ferite, le emozioni cattive e sgradevoli che una persona porta dentro, c’è ancora il bambino innocente che volevo soltanto vivere ed essere amato». L’esecuzione della tecnica RQI Inconscio si avvale sempre del test kinesiologico e della tecnica di integrazione emisferica. Il test kinesiologico ti permetterà di capire se devi lavorare 218

sulle “radici”, sui “rami” o su entrambe. Nel caso di memorie “radici”, l’autotest ti aiuterà a individuare anche l’età o la vita passata in cui hai creato quella memoria. Potrai così tornare indietro sulla tua timeline e, a quel punto, utilizzare la Postura di Integrazione Emisferica (P.I.E.) per sciogliere il trauma. Mentre farai la P.I.E., dovrai ricordarti di tenere davanti a te un foglio dove avrai precedentemente scritto il trauma o il problema che intendi rimuovere. Se il trauma è legato a una persona, potrai utilizzare anche una foto che la ritrae.

LA POSTURA DI INTEGRAZIONE EMISFERICA La Postura di Integrazione Emisferica è un esercizio che scioglie ogni tensione e che suggerisco di attuare quando pratichiamo RQI Inconscio e ci troviamo in presenza di una memoria traumatica che dobbiamo ripulire. La postura è semplicissima, rapida ed efficace. Questa tecnica è già utilizzata da alcuni psicologi per aiutare i soggetti colpiti da un attacco di panico. Molte persone lo usano anche la sera, appena coricati, per favorire il sonno.

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Se lavori sulle “radici”, puoi ripulire l’inconscio utilizzando anche altre tecniche legate alle Psicologie Quantistiche, se già ne conosci. Attraverso RQI Inconscio scoprirai che le cause di alcune tue paure o ansie sono legate a eventi passati che difficilmente avresti immaginato. Molte persone che lo hanno utilizzato hanno risolto anche problemi di allergie o intolleranze alimentari che erano collegati a una mancanza di perdono verso un luogo o una persona. I conflitti con altre persone sono infatti una tra le maggiori cause di stress e, quindi, origine di disturbi. Nel suo libro Il Perdono Assoluto, Colin Tipping racconta di come, durante il suo lavoro di ipnoterapeuta clinico, si accorse che molti dei suoi pazienti erano afflitti da malattie provocate dalla mancanza di perdono. 220

Anche in Ho’oponopono il perdono è uno dei quattro passi verso la “guarigione”. Josaya lo definisce come «l’azione che permette la trasmutazione dell’energia che noi percepiamo come negativa in positiva». Il perdono è in sostanza quella forza che ci permette di liberarci da antichi rancori che perpetuiamo nei confronti di qualcuno (o qualcosa: una situazione lavorativa, un episodio di vita) e che interpretiamo come dannosi per noi. Perdonare significa accettare che tutto è perfetto così com’è e che l’universo, attraverso situazioni a volte piacevoli, a volte spiacevoli,

è la nostra scuola di vita. Il primo nome del nostro pianeta era proprio “Saras”, che significa “scuola”. Perdonare significa quindi ringraziare coloro che ci hanno offerto l’opportunità di crescere. Appreso l’insegnamento, possiamo (dobbiamo) lasciarli andare, perdonarli. Altrimenti, rischieremmo di rimanere intrappolati nei vecchi rancori e nelle vecchie ferite, e la nostra anima verrebbe appesantita dai nostri vissuti interpretati come negativi e dai conseguenti blocchi emotivi. Questi blocchi continuano a nutrire sentimenti di rabbia e frustrazione, dannosi per il nostro benessere psico-fisico. RQI Inconscio è una tecnica davvero potente per trovare e rimuovere traumi passati. Infatti, nella maggioranza dei casi, noi non abbiamo la più pallida idea di dove sia nascosto il ricordo che ci crea il blocco da cui poi deriva il problema con cui abbiamo a che fare. A volte non immaginiamo nemmeno che dobbiamo fare “pace” con una persona, che dobbiamo “perdonarla”, perché consciamente pensiamo di averlo già fatto, mentre in realtà il nostro inconscio ancora soffre per quello che abbiamo vissuto rapportandoci con quella persona. Se, per guarire da tali memorie, ci affidassimo solo al subconscio che nasconde il ricordo o al conscio che non è in grado di scovarlo, saremmo davvero in difficoltà. Invece abbiamo anche l’Io Superiore, che sa precisamente cosa, come e dove intervenire. RQI Inconscio fa esattamente questo:

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libera l’inconscio e permette di accedere al Superconscio (l’Io Superiore). A questo punto, la guarigione dal trauma sarà per così dire “automatica”. E c’è di più: se noi guariamo noi stessi dalle memorie, che sono la causa che innesca il verificarsi di un problema o di una malattia, simultaneamente noi cancelliamo le stesse memorie anche negli altri e trasformiamo le loro sensazioni – risultanti dai pensieri cancellati – in pensieri e sentimenti di puro amore e di salute ottimale. Ogniqualvolta scioglierai un trauma con la tecnica RQI Inconscio, ricordati di festeggiare inventandoti un “rituale” tutto tuo, personalizzato. Ti servirà a dare importanza al momento liberatorio e a fissare così i benefici del cambiamento. È anche un atto di “ringraziamento” verso il tuo inconscio. 222

Ricordati anche di bere tanta acqua durante la pratica di questa tecnica, poiché essa assorbirà molte energie. Alla fine di una sessione di RQI Inconscio, potresti percepire una sensazione di pace, sollievo e leggerezza interiore, tipica di chi si è appena liberato da un peso. Oppure, al contrario, potresti percepire un po’ di “movimenti” interni al tuo cuore. C’è chi prova irrequietezza, ansia, desiderio di isolarsi, o c’è chi si trova nel bel mezzo di una crisi di pianto. Significa che stai toccando il tuo “corpo di dolore” e stai liberandoti da una o più credenze limitanti che si erano sedimentate nel tuo inconscio chissà da quanto tempo. A volte il problema si può risolvere all’istante, altre volte ti accorgerai dei risultati dopo 21 giorni. Prima di utilizzare questa tecnica, ricordati di testare sempre se RQI Inconscio è la soluzione percepita come ideale dal tuo

inconscio per ripulire quel determinato trauma. Se così non fosse, puoi testare altre tecniche, finché ne troverai una che risulti “forte” al test RQI. Potresti trovarla anche tra le tecniche di RQI Consapevolezza. RQI Consapevolezza Possiamo lavorare sulle nostre credenze limitanti anche in modo “consapevole”. È quello che si propone RQI Consapevolezza. Si tratta di una serie di tecniche che promuovono la nostra concentrazione nell’essere qui e ora, nel presente. È in questo modo che – in perfetta Presenza – riusciamo a fermare la mente pensante, quella che ci fa vagare tra passato e futuro, caricandoci delle paura subite e delle ansie per quello che sarà. L’obiettivo di queste tecniche è “spegnere” per un attimo l’emisfero sinistro affinché si possa liberare la scintilla divina dentro di noi. Nel libro Yoga Sutra, Patanjali ci spiega che «La concentrazione consiste nell’impedire le modificazioni del principio pensante. Nei momenti in cui non c’è concentrazione, l’anima assume la stessa forma delle modificazioni della mente. Ma quando siamo concentrati, l’anima si manifesta per quella che è la sua vera essenza.» Salvatore Brizzi ci ricorda che «il Regno di Dio non è un posto fisico, ma uno stato di coscienza» e definisce la concentrazione come «la capacità di focalizzare la coscienza su un dato soggetto e di mantenervela a volontà. Concentrarsi su ogni singola attività della nostra esperienza, istante dopo istante, rimanendo in uno stato di presenza e attenzione, è la forma più potente di meditazione.»

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Possiamo definire la consapevolezza come la capacità di un organismo di percepire, interpretare e rispondere alle informazioni ambientali. In quanto base dell’intelligenza, essa spazia da semplici risposte riflesse all’azione conscia, quindi all’intelligenza più avanzata offerta dall’auto-consapevolezza. L’auto-consapevolezza è quel meccanismo neurologico che dota gli individui della facoltà di risposta o non risposta ai campi ambientali. La libertà di scelta si traduce nel libero arbitrio. Un’altra lezione sul concetto di consapevolezza ce la offre il già citato Manitonquat nel suo libro Gli antichi insegnamenti dei nativi americani: «Essere consapevoli delle nostre azioni significa rendere ogni passo una preghiera. Vuol dire riverire noi stessi e tutto ciò che ci circonda e comprendere le nostre relazioni. La relazione è parità e riconoscimento della sacralità 224

di tutte le cose. Consapevolezza significa porgere la nostra attenzione. Essere concentrati. Solo allora le nostre menti sono aperte e non siamo più presi dai nostri pensieri, idee, credenze. Non stiamo giudicando. Non facciamo paragoni. Ascoltiamo e osserviamo. Liberi dal giudizio, da confronti, teorie, atteggiamenti, bisogni o desideri, forse possiamo avere l’intuizione di ciò che realmente è. Solo così possiamo affrontare la verità. Quando osserviamo la realtà senza colorarla con i nostri pregiudizi, opinioni, idee, emozioni, siamo pronti a imparare e a crescere. Possiamo finalmente interagire con la vita in modo equilibrato. La realtà può essere trovata solo nel momento presente. L’unica realtà è qui e adesso. Più siamo consapevoli del momento presente e più siamo immersi nell’esistenza. Secondo tutte le più grandi tradizioni spirituali, il compito dell’umanità è crescere nella consapevolezza e non smettere

mai di apprendere. Forse la Creazione ci ha condotto all’evoluzione della mente per uno scopo.» Facciamo un esempio pratico. Immagina di trovarti in riva al mare, ad osservare l’alba di un nuovo giorno all’orizzonte. Il paesaggio è incantevole, ma tu vaghi con la tua mente tra i problemi della tua giornata lavorativa: sei angustiato da progetti e preoccupazioni, pensi al futuro e al passato, non sei realmente presente per apprezzare l’esperienza che stai facendo. Invece di godere dell’alba, lasci che la ricchezza di quell’attimo scivoli via, sfiorandoti appena. Ora, immagina la stessa situazione, ma poniamo che tu assuma un approccio diverso: cosa succederebbe se focalizzassi la tua attenzione sui colori all’orizzonte, che sfumano piano piano dal rosso al rosa all’azzurro tenue; se ti concentrassi sullo sciabordio delle onde del mare e sullo strido di qualche gabbiano che volteggia sulla spiaggia? Essere consapevoli significa essere consci di quello che si sta facendo. La consapevolezza è sempre “di qualcosa”: quando respiri consapevole, quella è consapevolezza del respiro. E puoi dire: «Sono consapevole che sto respirando». Quando cammini in modo consapevole, la tua è consapevolezza di camminare. Tra le soluzioni RQI Consapevolezza, vi è un’implementazione della “Tecnica dei due punti” elaborata dal medico chiropratico Frank Kinslow. Mentre Kinslow utilizza la tecnica principalmente per problemi fisici, posizionando un dito sul punto in cui la persona prova dolore e scegliendo l’altro punto a piacere, nel Metodo RQI® ho integrato tale tecnica con i principi della Medicina Tradizionale Cinese. I due punti sono quindi

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scelti tra alcuni dei punti di agopuntura disposti sui due meridiani Concezione e Governatore. Per trovare il punto di agopuntura appropriato su ciascuno dei due meridiani, utilizziamo ancora una volta il test kinesiologico. Nella tabella seguente sono riportati i tre punti da testare per il meridiano posteriore e i sei punti da testare per il meridiano anteriore. Il punto anteriore e il punto posteriore che risulteranno “forte” all’autotest, saranno quelli sui quali eseguire la tecnica. Nel caso in cui avremo più punti “forte” per uno stesso meridiano, dovremmo testare il punto prioritario. Punti fronte del corpo Ambito associato gola 226

Elemento

autostima/comunicazione fuoco/acqua

timo legami

fuoco/terra

cuore

fuoco/terra

amore incondizionato

stomaco appagamento intestino tenue

lasciare andare

terra fuoco

intestino crasso armonia

metallo

Punti retro del corpo Ambito associato

Elemento

base collo

preoccupazioni

sacro paure terzo occhio

veggenza, illuminazione

metallo acqua

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L’EFFETTO MAHARISHI Se il pensiero è creatore, è possibile creare un mondo migliore a partire dal nostro pensiero? La risposta è sì e trova una spiegazione nel campo morfogenetico. Tutti i nostri pensieri finiscono lì e, se nutriamo il campo di pensieri positivi, allora potremo aumentare le possibilità che anche altre persone comincino a pensare in modo positivo. Il mistico e filosofo indiano Maharishi Mahesh Yogi (19182008) sosteneva che se la radice quadrata dell’uno percento di una certa popolazione avesse praticato una forma di meditazione (in praticolare, Maharishi praticava la Meditazione Trascendentale, MT), ci sarebbe stata una riduzione dei crimini nell’area circostante. Maharishi lanciò decine di esperimenti in 24 città americane. In uno studio documentato, 4000 praticanti di MT sono 228

confluiti su Washington D.C., durante i roventi mesi di giugno e luglio. Nonostante un’ondata di caldo estivo da record (cosa che statisticamente si collega a un tasso di criminalità più elevato), i crimini hanno iniziato a diminuire, continuando a decrescere per tutta la durata dell’esperimento, fino a registrare una diminuzione pari al 48% rispetto alla media. La probabilità statistica che questo risultato potesse coincidere con una variazione fortunosa del tasso di criminalità fu praticamente zero (p < 0,000000002). Quando i meditatori tornarono a casa, piuttosto singolarmente il tasso di criminalità cominciò immediatamente a rialzarsi! A proposito, anche l’Institute of HeartMath ha recentemente lanciato un esperimento mondiale per verificare l’ipotesi che la coerenza o l’incoerenza emotiva di gran-

di gruppi di persone possa influenzare profondamente il “campo”. La loro Global Coherence Initiative è un’iniziativa scientifica volta a determinare l’influenza coordinata di milioni di persone che praticano consapevolmente quello che essi definiscono “una premura amorevole e un’intenzione focalizzata dal cuore e dirette a spostare la coscienza globale dall’instabilità e dalla discordia all’equilibrio, alla cooperazione e alla pace perenne”. Il 23 aprile 1988, milioni di persone in più di ottanta paesi si sono riunite per il primo “Grande Esperimento”: una preghiera collettiva per la pace. Furono contattati degli scienziati che avevano accettato di misurare l’effetto della veglia sul “battito cardiaco del pianeta”. Quel giorno, migliaia di persone hanno detto che è successo loro qualcosa, che hanno provato un sentimento che non soltanto li ha colpiti nel profondo, ma che ha anche toccato il mondo intero. Il 13 novembre 1998, durante la Guerra del Golfo, quando un attacco aereo contro l’Iraq sembrava imminente, furono richieste preghiere di pace in tutto il mondo. Lo scienziato Gregg Braden, che stava tenendo una conferenza in Florida, chiese alla gente “di sentire la realtà e di avere la certezza che quella pace era già presente in Iraq. Non stavamo pregando per la pace, ma ci stavamo focalizzando su quella che era già presente, anche se seppellita sotto strati di confusione e diffidenza”. Proprio mentre la veglia di preghiera stava avendo luogo, i jet americani erano già decollati e in attesa di sganciare le loro armi micidiali, ma il presidente Bill Clinton dette inaspettatamente l’ordine di rientro e i jet tornarono a terra senza sganciare una sola bomba.

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RQI ESSERE La seconda tecnica appartenente alla soluzione RQI Spirito – Consapevolezza è la tecnica RQI Essere. Essa ha come obiettivo la pulizia delle credenze limitanti e di tutto ciò che impedisce l’identificazione con il Sé. Ci riesce attraverso l’attivazione di un eu-sentimento, proprio come fa la tecnica dei due punti. Ecco come fare. Per prima cosa, individua la parola che provoca in te il sorgere di un sentimento positivo. Fai prima un elenco di parole che ti vengono in mente e che ti ispirano: amore, gioia, pace, serenità, uno, armonia, fratellanza, leggerezza, sicurezza, etc. Poi utilizza l’autotest per scegliere quella appropriata tra le tante. 230

Ora scrivi la tua parola su un foglio di carta. Mantieni la tua attenzione su di essa per 8 minuti. Rimani consapevole della tua parola e attento a non farti distrarre da altro. Se durante l’atto di osservazione della tua parola insorgeranno in te dei pensieri, prendine atto, senza filtrarli né giudicarli, e annotali su un altro foglio di carta. Devi in sostanza annotare tutto ciò che crea interferenza tra te e la tua parola. Trascorsi gli 8 minuti, testa tutte le parole o i pensieri che hai annotato per vedere quali saranno “forte” e quali “debole”.

Ora si tratta di “pulire” tutti i pensieri risultati “debole”, perché sono quelli che ti impediscono di connetterti alla tua “parola”. Potrai ripulire tali pensieri attraverso diverse tecniche, tra cui RQI Inconscio e RQI Consapevolezza. Come tua “parola” iniziale, puoi mettere anche un tuo obiettivo personale. Quando ripeterai l’esercizio degli 8 minuti senza avere alcun pensiero in interferenza con l’osservazione della tua parola-obiettivo, significa che sarai pronto a raggiungere quel determinato obiettivo. TESTIMONIANZE Sciogliere vecchi traumi inconsci e vincere la celiachia “Il Metodo RQI ha rivoluzionato positivamente la mia vita. Mi ha permesso di sciogliere i traumi ed i conflitti che causavano i miei problemi fisici e psichici. Con il Metodo RQI ho risolto completamente le mie fobie e le mie paure: paura di perdere il controllo, paura di fare brutta figura, paura dell’ignoto, paura del futuro. Ho acquisito la fiducia in me stessa e nelle mie capacità. Ho migliorato le mie relazioni con gli altri. Ho risolto il mio senso di colpa nei confronti della Siria. Dal punto di vista fisico invece, ho sciolto il conflitto con il luogo (la Siria) che è la causa della mia celiachia, il mio percorso richiede 9 mesi di tempo, per il rinnovo cellulare, ma, comunque, dopo due mesi, ho raccolto già i frutti: il livello delle ferritina è aumentato

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arrivando a 32 ng/ml, cosa mai capitata in tutta la mia vita, nonostante l’assunzione del ferro per bocca per molto tempo. Il Metodo RQI mi ha permesso, sciogliendo il trauma della celiachia, di migliorare l’assorbimento del ferro e di conseguenza di migliorare i valori dell’emoglobina e della ferritina nel sangue. Fisicamente mi sento molta più energica e forte. Grazie Marco per aver ideato questo fantastico e rivoluzionario metodo!” Magidah, traduttrice Dolori mestruali? Un ricordo “Ho un’amica che durante i giorni del ciclo soffre di fortissimi dolori, al punto da dover trascorrere una giornata intera a letto e da non riuscire ad andare a lavorare. Settimana scorsa ero a cena da lei, proprio durante uno di questi suoi “giorni”... Era davvero a pezzi. Allora le ho chiesto se avesse voluto provare 232

una tecnica con me. La mia amica è molto aperta alle novità e, in virtù della nostra amicizia, si è lasciata condurre. Ho eseguito il test RQI ed è risultata forte la tecnica RQI Consapevolezza. L’ho applicata e le ho semplicemente chiesto di concentrarsi sul respiro. Poi abbiamo cenato insieme. Durante le ore successive, il suo dolore è scemato. La sera del giorno dopo, mi ha richiamata sul telefonino, era molto contenta, e mi ha detto che per tutta la giornata è stata benissimo... si era perfino dimenticata del suo ciclo! Purtroppo mi sono dimenticata di testare se avessimo dovuto intraprendere qualche tecnica per il mantenimento. Ma sono curiosa di aspettare il prossimo ciclo e di vedere se i dolori saranno nuovamente scomparsi...” Laura, medico

Realizzare obiettivi pratici in poco tempo “La frase del Dr. Fincati che mi è rimasta più impressa è: «Fatelo. Arrivate fino in cima e poi parlate dei risultati...» Io, caro Marco l’ho fatto. Ho lavorato in particolare su due obiettivi e... dite quello che volete... pensatela come vi pare... ma si sono realizzati! È arrivato esattamente quanto richiesto. Ma per ottenerlo sono andato fino in fondo con gli esercizi, arrivando ad acquisire un discreto controllo dei miei pensieri. Si tratta di una disciplina quotidiana che richiede poco tempo ma intenso e all’inizio non è facile prendere queste nuove abitudini ma incredibilmente, piano piano, il corpo apprende e la mente esegue e la realtà cambia di conseguenza. (...) Spero di avere presto la possibilità di fare il Master perché ritengo che Marco sia assolutamente una persona da conoscere e il mix frutto dei suoi studi facilita tutti noi. Conoscendo molte discipline e avendo letto di tutto su questi argomenti, consiglio vivamente di fare i suoi corsi. Ripeto: mi sono messo a lavorare seriamente su due obiettivi e sono arrivati.” Fabrice, farmacista

NOTA: L’unico modo per imparare ad applicare correttamente questa soluzione è attraverso il “Corso Avanzato RQI3 Spirito – Inconscio e Consapevolezza”, disponibile anche in versione Multimediale, per la fruizione da casa. Ti ricordo che puoi trovare tutte le informazioni su: www.metodorqi.com

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Il percorso RQI®

Caro lettore, innanzitutto GRAZIE per essere arrivato fin qui. Se hai letto tutto il libro, significa che lo hai ritenuto interessante e i suoi contenuti hanno “risuonato” con qualcosa dentro di te. Sono contento e spero che ti sia servito ad apprendere nuove conoscenze e ad aprirti nuovi orizzonti utili alla tua vita. Per 234

imparare ad applicare correttamente le tecniche elencate in questo volume, che non sono le uniche del Metodo RQI®, vorrei tuttavia ricordarti che è necessario andare più a fondo nel loro studio, dopo questa lettura. Per insegnarti tutto efficacemente ho messo a punto dei Corsi Multimediali, dei Corsi in Aula, e il Master RQI®. Queste e altre tecniche ancora più efficaci e potenti credo infatti che non sia possibile spiegarle in un libro, per diversi motivi. Primo perché hanno bisogno di pratica e richiedono la guida di persone esperte o perlomeno un corso specifico per poter essere apprese e interiorizzate; secondo perché esse sono in costante evoluzione, modellandosi all’evolversi della coscienza collettiva, grazie anche al mio confronto continuo con chi le pratica. A questo punto, potresti dunque chiederti: “E allora, da dove parto per imparare il Metodo RQI®?”

La grande famiglia del Metodo RQI®, che già conta decine di migliaia di persone, è in continua crescita grazie ad internet. Su www.rqi.me puoi iscriverti per ricevere i miei video gratuiti e rimanere aggiornato via email su tutti i contenuti e sull’evoluzione del Metodo. Su www.metodorqi.com trovi invece tutte le informazioni sul Metodo RQI®, sui Corsi Multimediali e in Aula, su come richiedere delle Consulenze Individuali, e trovi spiegato tutto il “Percorso RQI”, che ti illustro anche qui in breve. Il primo passo per imparare il Metodo RQI® è più semplice di quanto credi. Puoi farlo comodamente da casa, attraverso un computer o un tablet, grazie al “Corso Multimediale Base Metodo RQI® – Autotest e Comunicazione con l’Inconscio”. E’ la registrazione completa di un corso in aula di due giorni, e nei video trovi tutte le procedure e gli esercizi da fare per metterlo in pratica quotidianamente, guardando e riguardando le mie spiegazioni. Pressoché tutte le persone che hanno seguito da casa questo Corso Multimediale sono riuscite da subito a fare il test e ad individuare le soluzioni appropriate ai loro problemi. Tra le soluzioni che l’inconscio suggerisce come opportune, possono esserci anche tecniche o prodotti che già si conoscono. Molte persone sono riuscite così a risolvere alcuni dei loro disagi e a raggiungere gli obiettivi che si erano prefissati. Altri hanno poi voluto approfondire il Metodo RQI® attraverso i Corsi Avanzati Multimediali o i Corsi Avanzati in Aula, per imparare altre tecniche che ho raccolto e sintetizzato in anni di esperienza. Tra questi molti hanno poi voluto completare il percorso del Metodo RQI® frequentando anche il Master RQI, un’esperienza unica non solo per quello che insegno, ma anche per l’alchimia che si crea tra

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tutti i partecipanti. Mi piace definirla come “un’esperienza per sentirsi Uno”. Il Corso Base è propedeutico agli altri corsi, perché offre le conoscenze di base per applicare correttamente tutte le altre tecniche che insegno nei Corsi Avanzati e nel Master RQI. Tutti i corsi sono aperti sia a privati e persone comuni, che a terapisti e professionisti del benessere e della salute. Devo dirti che oltre a tante persone comuni, sono tantissimi i terapisti che hanno iniziato ad utilizzare il Metodo RQI® nella loro pratica, non solo terapisti alternativi e olistici, ma anche medici, psicologi, dentisti e tanti altri professionisti, in ogni branca della salute e del benessere. Sono tutti accomunati dall’apertura di cuore, dalla serietà e dall’interesse vero per il “paziente”, inteso non come “colui a cui applicare un 236

protocollo standard”, senza interessarsi minimamente dell’origine dei suoi disturbi, ma come “colui che cerca un aiuto per guarirsi”, nel rispetto delle sue caratteristiche uniche e irripetibili. Eccoti di seguito un riepilogo del percorso. CORSO BASE METODO RQI® Il “Corso Base Metodo RQI® – Autotest e Comunicazione con l’Inconscio” consiste in oltre 12 ore di contenuti, disponibili in versione Multimediale, grazie alla registrazione completa realizzata durante l’ultimo Corso Base in Aula Metodo RQI® tenuto da me a San Marino. I contenuti del corso sono così strutturati: » Introduzione Teorica al Metodo RQI® e al Q-Project » Primo Passo: Le Vere Cause

» Secondo Passo: Chiedi al Tuo Inconscio » Introduzione alle 3 Soluzioni Abbinati al Corso Base sono disponibili dei Bonus di grande valore, che ti invito a scoprire direttamente sul sito. CORSI AVANZATI METODO RQI® Successivamente al Corso Base, i Corsi Avanzati Metodo RQI® permettono, a chi lo sentirà come “prioritario”, di approfondire l’applicazione su di sé e sugli altri delle 3 Soluzioni. I Corsi Avanzati sono disponibili in Aula e in versione Multimediale da fruire da casa, e sono in costante aggiornamento grazie alla continua pratica e sperimentazione del Metodo da parte mia e dei miei stessi corsisti. Anche abbinati ai Corsi Avanzati vengono offerti dei Bonus di grande valore, tra cui i kit completi con tutte le biotecnologie e gli accessori necessari ad applicare le tecniche apprese, su di se’, sui propri cari o nella propria attività professionale. Ti invito a scoprire i dettagli direttamente sul sito. Ecco i Corsi Avanzati disponibili: Corso Avanzato RQI1 Materia – Acqua Informazionale e Alimentazione Vibrazionale Corso Avanzato RQI2 Energia – Biotecnologie Olistiche Obiettivi: » Apprendere come applicare il Metodo RQI ® all’acqua e all’alimentazione, conoscere le più innovative biotecnologie olistiche e come applicarle efficacemente a se e agli altri. » Applicare il Metodo RQI® ai 5 Elementi della Medicina Tradizionale Cinese; » Individuare in meno di 5 minuti i meridiani squilibrati comunicando direttamente con la mente inconscia, e riequilibrarli

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in maniera efficace ed efficiente, per raggiungere il perfetto equilibrio dei 5 elementi. Corso Avanzato RQI3 Spirito – Inconscio e Consapevolezza
 Obiettivi: » Individuare in brevissimo tempo tutte le credenze inconsce auto-sabotanti e i pensieri ansiogeni. » Ripulire (de-programmare) in maniera efficace e permanente tutte le credenze e i pensieri ansiogeni (le vere cause di stress), attraverso il Metodo RQI® applicato all’inconscio. » Imparare a “spegnere i pensieri” e a utilizzare la vera consapevolezza che ne consegue per favorire l’auto-guarigione di sé e degli altri. » Applicare il Metodo RQI® alla Legge di Attrazione. 238

Master RQI ® Obiettivi: » Apprendere alcune delle tecniche più potenti del Metodo RQI®, per diventare veri “Maestri di Sè” (quindi “Re del proprio Regno”). È un’esperienza unica in cui i partecipanti avranno l’occasione di scoprire e praticare il Metodo insieme e di vivere esperienze comuni, per sentirsi sempre più vicini all’Uno. RQI Ambiente – Agricoltura Vibrazionale e Biotecnologie Ambientali Obiettivi:
 » Applicare il Metodo RQI® all’auto-produzione alimentare e al risparmio energetico. » Apprendere come applicare le più innovative tecniche e

biotecnologie olistiche per ottimizzare consumi di casa, auto, per purificare l’ambiente e l’acqua, per migliorare l’autoproduzione alimentare (orto, orto urbano e orto sul terrazzo). RQI Business – Denaro, Lavoro e Impresa Obiettivi: » Applicare il Metodo RQI® alla crescita professionale, al benessere economico, all’indipendenza finanziaria, alle attività autonome, imprenditoriali, di team e di network. Tutti i Corsi Avanzati del Metodo RQI® sono disponibili anche in versione multimediale, visionabile sul tuo computer o tablet, per permetterti di conoscere e imparare le soluzioni del Metodo RQI® anche qualora ti sia impossibile spostarti per frequentare un corso in aula. I kit e gli accessori necessari per applicare le soluzioni ti verranno in questo caso spediti direttamente a casa. Trovi maggiori informazioni e le date dei Corsi in Aula su www.metodorqi.com, alle voci “Corsi RQI” e “Calendario”. CONSULENZE INDIVIDUALI RQI® Ti ricordo inoltre che se tu o i tuoi cari siete davvero impossibilitati a visionare un Corso Multimediale o a partecipare a un Corso in Aula per apprendere le tecniche necessarie a trovare e risolvere i vostri problemi autonomamente, potete in alternativa richiedere un Check-Up RQI o una Consulenza Individuale Avanzata per l’applicazione del Metodo. Ecco in breve in cosa consistono (trovi maggiori informazioni su www.metodorqi.com, alla voce “Consulenze”):

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Check-up RQI con Facilitatore RQI Certificato Disponibile per tutti, prevede l’applicazione di una procedura specifica, divisa in due parti: » individuazione dei Problemi (squilibrio dei 5 elementi, problemi fisici, energetici, emotivi, relazionali, economici); » individuazione delle Soluzioni. Verrà poi indicato ad ognuno come apprendere o applicare le Soluzioni Prioritarie per i problemi individuati. Questo per rispettare la filosofia del Metodo RQI ® che vuole prima di tutto insegnare ad Auto-Star-Bene, cioè a non dipendere da altri per il proprio benessere, e a testare sempre le Soluzioni Prioritarie prima di scegliere quale applicare. Consulenza Avanzata per l’applicazione delle Soluzioni RQI con Facilitatore RQI Certificato 240

Per richiedere una Consulenza Avanzata per se stessi o per i propri cari è consigliato aver visionato il Corso Base Metodo RQI®, oppure aver già fatto un Check-up RQI con un Facilitatore RQI. Questo per rispettare la filosofia del Metodo e per essere certi che la Soluzione applicata sia quella prioritaria, che avrà quindi la massima efficacia. Ora che anche tu conosci i segreti dell’Auto-Star-Bene e tutte le opportunità offerte del Metodo RQI®, se vuoi davvero cambiare il mondo partendo da te, non hai più scuse per non farlo subito: sta a te scegliere liberamente! Un abbraccio di Luce e Buona Vita, Marco Fincati

APPENDICE ALTRE TESTIMONIANZE Risvegliarsi “Ho 51 anni, faccio il musicista e da alcuni anni, precisamente da quando un grave infarto stava per farmi lasciare questa terra, ho iniziato a ‘risvegliarmi’ e a prendere la mia vita nelle mie mani. Ringrazio quella malattia che è stata una grandissima opportunità di crescita per me. Da allora anch’io, come lei, ho seguito corsi: EFT con Fredi, varie conferenze di Brizzi, del quale ho letto tutte le pubblicazioni, Frank Kinslow lo scorso anno a Riccione, ho frequentato i due livelli di Theta Healing, Ho’ponopono, ho letto Braden, Achilli, Lipton e tanti altri... Alcune di queste tecniche le pratico con buoni risultati... Poi ho conosciuto il Metodo RQI® e da allora passo le mie ultime giornate di vacanza a studiarlo. Inutile che scriva che per me RQI è il sistema più efficace e completo per il miglioramento, ho condiviso i suoi video sulla mia pagina Facebook e molti amici mi hanno ringraziato. Mi interessa tantissimo proseguire nell’apprendimento ai livelli successivi. Mi scuso per essermi dilungato, ma erano cose che dovevo scrivere. Con stima” Paolo

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Responsabilità “Complimenti per la chiarezza, l’entusiasmo e la praticità degli argomenti trattati. Mi fate ben sperare che il futuro sarà roseo per chi saprà prendersi la Responsabilità su di Sé.” Erasmo Rafforzare il rapporto di coppia “Caro Marco, sarebbe una follia acquistare un video corso per poi lasciarlo nel cassetto che ne pensi? Io e mia moglie lo abbiamo guardato ogni giorno per più di un mese, ed è stato un amore a prima vista. Abbiamo iniziato da subito a praticare l’auto-test. Quello che più mi ha colpito sono stati il tuo modo di insegnare, cosi dinamico e nello stesso tempo simpatico, e la tranquillità di Enrico. Siete veramente due persone speciali. Sono sempre stato attratto da questi argomenti 242

anche se ho sempre continuato a fare il mio lavoro. Da più di vent’anni, tutto quello che può farmi crescere dentro e fuori lo faccio mio, ma la cosa più bella è che anche mia moglie si sta appassionando a questi percorsi e ti posso garantire che condividere queste esperienze gioiose rafforzano di molto il rapporto di coppia. Ora la nostra meta è formarsi bene, applicandolo su noi stessi e agli altri per fare tanta pratica. Vi vogliamo bene un abbraccio di cuore” Agostino, operaio Una rivoluzione interiore “Un metodo tanto semplice quanto efficace. Una rivoluzione per chi desidera cominciare a conoscere veramente se stesso con risposte dirette e fuori dalle regole imposte dalla vita che conduciamo.” Aldo, tecnico elettronico

Obiettivo: autosufficienza “Tutto molto chiaro riguardo a come applicare i dispositivi biotecnologie olistiche (...) Vorrei aggiungere che sono particolarmente colpita dagli obiettivi di Marco di rendere autosufficienti gli uomini, trovo meraviglioso che un giovane abbia un progetto di vita così alto e spero che ci siano tanti giovani che la pensino come lui. Bravi comunque entrambi, perché si capisce chiaramente da quanto dite che non state inseguendo facili guadagni, ma che credete veramente che ciò che state facendo possa essere di aiuto all’umanità. Non vedo l’ora di ricevere i dispositivi per poter mettere in pratica gli insegnamenti e non escludo di voler approfondire l’argomento, se mi sarà possibile frequentare un corso in aula. Grazie per ora.” Marina, insegnante in pensione Conciliare il sonno

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“Quando non riesco a dormire utilizzo il Metodo RQI , e pos®

so testimoniare che funziona ed è per me un aiuto prezioso per conciliare il sonno. Sono felice di averti conosciuto, anche se indirettamente. Grazie infinite per quello che fate, è indispensabile che più persone conoscano il tuo metodo, io divulgherò il più possibile affinché più persone possano beneficiare di questo metodo meraviglioso! Spero un giorno di poter seguire i tuoi corsi fisicamente! Un abbraccio di Luce, buona vita. *-*” Raffaella, infermiera in pensione Arrivare all’uno “Ciao Marco, non so se è qua che ti posso scrivere, ma sento il bisogno di ringraziarti di Cuore per tutto quello che fai. Mi sono avvicinato al Metodo RQI® non per un problema di

salute ma, come in tutto quello che faccio, per cercare l’indipendenza sotto questo punto di vista. Avevo immaginato che fossi in genio, ma la reale portata e le implicazioni dei tuoi insegnamenti la sto capendo a poco a poco, guardando i video, e ancora non riesco a immaginarne i limiti. Sono le persone come te che mi fanno sentire onorato di essere (volevo scrivere “nato in questo paese” ma è poco) umano. Sei una di quelle rare persone che sanno unire (portare all’Uno) molte cose: spiritualità, filosofie, tecniche, azioni pratiche di ogni giorno e molto altro ancora... e le rendi accessibili a tutti. È un piacere ascoltarti. Grazie, un abbraccio.” Salvatore Risposte immediate e valide “Da diverso tempo mi occupo di crescita personale e be244

nessere psico-biologico. Nel Metodo RQI® trovo risposte immediate e valide. Sono sicura di volerlo approfondire per portarlo nella mia realtà, dove trovo che ce ne sia veramente necessità. Già iscritta al prossimo corso in aula che aspetto con entusiasmo. Grazie!” Claudia, impiegata Risanare una spalla in 3 minuti “Ho l’abitudine di sincerarmi in prima persona dell’efficacia di qualunque metodo e, con questo spirito, ho acquistato il Corso Multimediale e l’ho fatto come se fossi stata in aula con tutti quanti. Il risultato? Era da qualche anno che soffrivo di un dolore alla scapola destra. Beh, ci sono voluti 3 minuti per far scomparire un dolore che mi impediva parecchi movimenti. Complimenti Marco.” Oriana

Trattare il mal di testa “Come prima utilizzazione delle Biotecnologie Olistiche ho trattato con successo il mal di testa di mio figlio; ora mi cimenterò con le spalle di mia moglie che sono doloranti da qualche mese e che non hanno avuto benefici risolutivi con le terapie provate fino ad ora. (...) Cordiali saluti”. Renzo, pediatra Una speranza contro un brutto male “Ho contratto un male tanto brutto quanto comune, una donna su 9 nel veneto lo incontra nella vita. Ho cercato sollievo e forza, le parole di Marco mi hanno molto aiutato. I dispositivi Biotecnologie Olistiche sono stati e sono al momento molto importanti. Mi aiutano ad essere serena e alleviano il dolore. Io, come è normale, sogno l’auto-guarigione, ma forse non ho ancora trovato l’imbocco per quella via. Comunque le Biotecnologie Olistiche sono davvero prodigiose, io non ne faccio più a meno. Auguri e pace a tutti.” Giovanna, impiegata Riaprire il cassetto coi sogni della vita “Gli argomenti trattati, il vostro entusiasmo e i nobili propositi che dimostrate nel corso in aula mi hanno molto emozionato e sono in perfetta sintonia con quello a cui ho sempre creduto nel profondo di me stesso ma che, per un periodo della mia vita, avevo perso di vista, dimenticato e chiuso dentro ad un cassetto, passandone una buona metà in uno stato di “tranquilla disperazione”. La tua conoscenza mi è arrivata al momento giusto, qualche anno fa non l’avrei nemmeno presa in considerazione e probabilmente l’avrei giudicata ridicola. E siccome, come dici tu, le cose non succedono per caso,

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mi sono convinto ad iscrivermi al corso avanzato. Ho ancora “qualcosetta” da mettere a posto. Non vedo l’ora di conoscerti di persona.” Roberto, artigiano Piacevoli vibrazioni come fare sesso “Un amico, dopo i primi due corsi RQI (ora sta facendo il terzo livello) mi ha testato kinesiologicamente, su cosa fosse prioritario lavorare per il mio benessere. Capito cosa fare e su quali meridiani applicare i Q-Disk, abbiamo iniziato con la prima applicazione, dopo poco il mio intestino ha iniziato a farsi sentire e in un pomeriggio sono andata in bagno così tante volte che ho perso il conto! Ero completamente a terra e spolpata con terribili dolori addominali. Fortunatamente poco alla volta mi sono ripresa. L’unica sensazione piacevole 246

che ho percepito era di una nuova apertura al torace, al cuore e il seno che mi formicolava. Dopo pochi giorni è arrivato il momento della seconda applicazione e, diciamo così, non sprizzavo proprio entusiasmo nel farla visto com’era andata la prima volta. Comunque mi sono fatta coraggio, ho applicato i Q-Disk e mi sono sdraiata buona buona sul divano ad occhi chiusi tranquillizzata dalla vicinanza dell’amico che mi ha testato. Poco alla volta ho iniziato a percepire leggerissime vibrazioni all’utero che hanno iniziato a diventare sempre più forti tanto da causarmi brividi in tutto il corpo. Non stavo facendo propriamente sesso ma il piacere che stavo provando era quello di un orgasmo molto più amplificato, una sensazione così non mi era mai capitata prima! Mi sembrava di avere un utero fatto di luce! Vorrei specificare che il lavoro non verteva su un malessere

a livello sessuale, anzi, direi che fare l’amore con un uomo è sempre stata una cosa che mi è sempre riuscita bene. Piuttosto ho sempre avuto molta più difficoltà ad esprimere il lato dolce, materno ed emozionale di me stessa. Dopo circa quaranta minuti ho aperto gli occhi e mi sentivo in paradiso. L’amico in questione mi ha detto che avevo il sorriso stampato in faccia ed uno sguardo sognante, mi faceva domande e io non lo sentivo. Finito questo effetto mi è rimasta addosso una sensazione di dolce tenerezza.” Veronica Conoscere se stessi “Attraverso RQI Spirito sono riuscita a entrare in contatto con il mio Sé Superiore. Mi ha lasciato un messaggio, mi ha detto che non ero mai sola e che avrei dovuto avere più fiducia in me. Ho capito anche che avevo qualche problema con le vite passate, che ora sono riuscita a “lasciare andare”, grazie ad altre tecniche RQI. Ora mi sento felice come non ricordo mai di essere stata. Grazie.” Laura Perdonare e guarire “Ho applicato la soluzione RQI Spirito, con mia madre. In passato avevo lavorato molto su di me, e in effetti – durante la tecnica – ho avuto la conferma che l’avevo già perdonata. Era lei che avrebbe dovuto perdonare me. Mi sono surrogato in lei attraverso la tecnica Q-link e ho chiesto il suo perdono. Nel momento in cui lei l’ha fatto, ho sentito un beneficio in tutto il corpo, un misto di pace, calma ed energia. Alla fine

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della tecnica, ho testato alcuni problemi che avevo e sono risultati risolti.” Angelo Attingere alla ricchezza del campo morfico “Sono appassionato di ballo, specialmente di Tango. Vado spesso a Rimini in pista e una sera, dopo aver frequentato il Master, ho voluto sperimentare la tecnica del Q-link. Mi sono “collegato” al campo morfico di un famoso ballerino spagnolo. È stato come se la sua bravura fosse scesa dentro di me. A un certo punto, una della compagne con cui sono solito ballare, mi ha chiesto: “Lorenzo, hai cambiato insegnante?”. E dopo di lei, un’altra donna con la quale ho ballato mi ha domandato: “Da quanti anni balli?”. Loro non sapevano nulla. La prossima volta proverò la tecnica con Gia248

como Casanova...” Lorenzo, programmatore informatico Auto-guarirsi “Salve dottor Fincati, finalmente sono qui per ringraziarla perché il suo metodo mi ha letteralmente cambiato la vita. Soffro (anzi soffrivo) da anni di spondilite anchilosante associata a problemi intestinali. Il mio reumatologo (80 euro per una visita!) mi diceva che si trattava di una patologia cronica che colpisce i soggetti geneticamente predisposti e che di cure definitive al momento la scienza ufficiale non ne ha. Niente, solo farmaci per alleviare i sintomi e ginnastica per mantenere le articolazioni elastiche: per non parlare dei problemi intestinali (anche quelli dovuti alle genetica mi dicevano...). Che ovviamente non mi permettevano di mangiare ciò che desideravo. Arriva poi una sera e vedo un suo

video, un ricercatore indipendente di tecniche olistiche con un passato da informatore di fitonutrienti: un background scientifico di tutto rispetto, ho pensato; e così ho ascoltato e ho subito capito che si trattava di qualcosa di innovativo: comunicazione con l’inconscio tramite il test muscolare alle dita delle mani (e qui avrei trovato i miei problemi), epigenetica (si possono cambiare i geni col pensiero), acqua solarizzata con bottiglia blu associata alla fisica quantistica (si danno informazioni al corpo con le frequenze dei biofotoni). Tutto ciò che mi serviva, che ne poteva sapere un reumatologo della mia spondilite anchilosante? Io avevo la soluzione col metodo appreso dal suo corso online: col test muscolare ho capito che si trattava delle tossine dovute probabilmente all’elettrosmog, con l’epigenetica si possono modificare i geni ‘difettosi’ e l’acqua informazionale mi avrebbe aiutato in questo processo di auto-guarigione! Ma sa, dottor Fincati, qual era il problema? Ora glielo dico: era un problema di ordine vibrazionale (cioè le frequenze erano negative), in pratica io mangiavo in un punto con frequenze distruttive dovute al router del mio pc; mi è bastato spostare il router e già i sintomi sono diminuiti del 50%. Non essendo ancora soddisfatto ho provato con l’acqua informazionale e nel giro di un paio d’ore mi sono sentito quasi come nuovo. A lei dico: GRAZIE!” Salvatore, impiegato Vincere la bulimia cambiando credenze “Sono arrivata al Master con molta tristezza interiore. Avevo già lavorato molto su di me e non capivo perché la mia vita era ancora bloccata... Grazie alle tecniche imparate sono riuscita a eliminare tutti i sensi di colpa, a risanare l’influenza

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delle vite passate e parallele; ho chiuso definitivamente con la bulimia (l’unica cosa che mi faceva ricadere nei vecchi problemi era la credenza che il cibo serviva a riempire il vuoto interiore... ed ho guarito quella credenza!). Ho fatto pace con la mia famiglia e con me stessa. Mi sento diversa, migliore. È stata un’esperienza meravigliosa.” Marisa La nuova scienza “Buongiorno a tutti, ieri sera appena rientrata ho guardato nella libreria ed ho trovato “Il Codice della Vita” di Gregg Braden. L’avevo acquistato anni fa, ma dopo qualche capitolo avevo lasciato perdere; ora inizia ad essere “un pochino” più comprensibile il tutto. Grazie Marco, un abbraccio grande!” 250

Manuela La magia del master “Ciao Marco, volevo semplicemente dirti un GRAZIE. Ho partecipato a tutti i tuoi corsi e in breve ti dico che prima di partecipare al Master avevo sempre un qualcosa alla gola e un fastidio all’orecchio sinistro (non ho fatto visite), ma dopo il Master sono tornata a casa e mi sono resa conto che le sensazioni che avevo sono sparite e mi sento molto bene a livello energetico. Sono rimasta sorpresa. Credo che al Master ci sia un qualcosa di magico. Sto praticando i tuoi insegnamenti ho risolto un dolore alle spalle, e oltre ai vari dolori ora spero di raggiungere anche i miei obiettivi. Ti ringrazio ancora e grazie a tutto lo staff. Un abbraccio!” Alessia

Poesia: inno alla vita Non ho sognato, ho partecipato e nel vortice mi hai attirato, ne sto godendo e te ne sono grata sorgente infinita gioia della vita, non c’è distinzione non ho padrone ma sola emozione, voglio danzare in questo istante che non ha tempo ma solo l’evento, scrivo senza pensare perché il seme comincia a germogliare, non so chi sono ma ho un dono la vita ora apro le ali e nel vortice mi lascio trasportare. Vi abbraccio, Ida

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RISORSE UTILI

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