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EDIZIONI RIZA
RIZA
SCIENZE
GENNAIO/ febbraio 2018 numero 356 Periodico mensile ISSN 2499-0426 (ONLINE)
mensile di scienza dell’uomo
ecco il segreto del benessere di corpo e mente
correggi la postura
correggi la postura
RIZA SCIENZE - n. 356 - gennaio/ febbraio 2018
Molti dei nostri disturbi dipendono dalla posizione sbagliata della colonna Riconosci la posizione corretta per te quando sei in piedi, seduto o cammini
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Così eviti lo stress e le tensioni, salvi ossa e articolazioni, elimini il mal di schiena
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Ci sono anche effetti benefici sul cervello, buonumore e migliora subito l’autostima ●
di F. Padrini
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sommario
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EDITORIALE
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INTRODUZIONE La postura influisce sulla nostra salute
Scienze
essere consapevoli di Sé rende più sicuri Agire sulla postura è fondamentale per stare bene
47 Come eliminare rigidità e blocchi: tutti gli esercizi 73 qual è il tuo carattere te lo dice il portamento 92 conclusioni Scopri la tua unicità e conquisti autostima
L’autore Francesco Padrini Psicologo, psicoterapeuta, sessuologo. Da anni conduce i corsi di Bioenergetica nella Scuola di Specializzazione in Psicoterapia a indirizzo psicosomatico dell’Istituto Riza e nella Scuola di Naturopatia.
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editoriale
di Daniela Marafante
Scopriamo il legame tra postura, emozioni e salute
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uesto Riza Scienze torna a occuparsi del nostro corpo, spiegandoci come possiamo mantenerlo in forza e in salute se assumiamo posizioni corrette. L’autore di questo volume è Francesco Padrini, psicologo, psicoterapeuta e sessuologo, specializzato in Bioenergetica e di questa materia docente da anni nei corsi Riza di psicoterapia e di naturopatia. Il dottor Padrini ha profondamente fuso lo studio fisiologico del corpo con la postura spiegando che essa non è definita solo dal punto di vista biologico e meccanico, ma anche dalla componente emozionale e psicologica. E così scopriamo che bisogna avvicinarsi al corpo leggendolo come espressione della storia del soggetto. Del resto anche l’immagine corporea è un processo continuo che media e integra le nostre sensazioni, le nostre convinzioni ed emozioni. A questo proposito, nel primo capitolo emerge un concetto molto interessante, e cioè che la postura che assumiamo da adulti viene in buona parte impostata nei primi anni di vita, durante l’infanzia e l’adolescenza, periodi in cui esperienze psicologiche positive e negative sono in grado di agire su essa. Il cuore di questo Riza Scienze è mettere in luce l’esistenza di uno strettissimo legame tra il nostro sistema motorio e le nostre emozioni; ecco perché troverete qui la descrizione di come sono le nostre spalle quando siamo depressi, stanchi, pensierosi o carichi di gioia. Proseguendo nella lettura scoprirete che sono tre le parti del nostro corpo che partecipano al movimento e contribuiscono all’ottimale equilibrio del corpo in posizione eretta, con il minimo sforzo, e che per questo devono or8
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Scienze ganizzarsi lungo una linea retta verticale: testa, torace e bacino. Da qui Padrini ci spiega come scoprire se il nostro corpo è allineato che, attenzione, non significa essere dritti, rigidi o tutti d’un pezzo. L’allineamento posturale, infatti, è qualcosa di dinamico e interattivo rispetto agli stimoli interni ed esterni. La posizione corretta, dunque, è quella naturale che ognuno di noi può assumere, senza sforzo e senza tensioni. Nelle pagine successive troverete poi le spiegazioni delle posizioni da assumere e dei movimenti da eseguire per non provocare lesioni a ossa, articolazioni e muscoli, durante l’attività fisica, quando siete seduti, mentre camminate o dormite. L’ultima parte di questa guida di salute è composta da una serie di esercizi utili per eliminare rigidità e blocchi e per sciogliere tensioni fisiche ed emotive così da potervi muovere con serenità e armonia. Sempre!
Centro Riza
Servizio di psicologia e psicoterapia
Incontri di gruppo Tutti i giovedì con Raffaele Morelli SCOPRIAMO LE NOSTRE RISORSE INTERIORI Abbandoni, separazioni, fallimenti sentimentali, disagi esistenziali e disturbi psicosomatici a volte ci travolgono. E così ricorriamo agli psicofarmaci con la speranza di salvezza. Ma non è fuggendo dal sintomo, o cercando di metterlo a tacere con le medicine, che possiamo risolvere il problema. Questi disagi racchiudono una gemma preziosa: è il grande sapere dell’anima che preme per farci realizzare la nostra vera natura, cioè il nostro essere diversi da tutti gli altri. Perché ognuno possiede Immagini soltanto sue. Gli incontri terapeutici del giovedì sono workshop pratici dove vengono insegnate le tecniche fondamentali per ritrovare il benessere interiore.
Tutti i giovedì alle ore 17.00 Per informazioni e prenotazioni: 02/5820793 - [email protected]
Centro Riza di Medicina Naturale Via L. Anelli, 4 20122 Milano Sito web: http://centro.riza.it
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Scienze
introduzione
LA POSTURA INFLUISCE SULla nostra SALUTE La posizione che assumiamo è il nostro biglietto da visita perché rivela molto di noi. È uno specchio della nostra personalità e del modo in cui consideriamo noi stessi, gli altri e l’ambiente
IL NOSTRO ATTEGGIAMENTO DICE COSA STIAMO PROVANDO
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l nostro atteggiamento fisico è la manifestazione del nostro stato d’animo. Se cambia l’umore si modifica anche il modo di atteggiarci, ma è vero anche il contrario: se modifichiamo volontariamente la nostra postura, anche lo stato d’animo ne risente, in senso positivo o negativo. Ecco un esempio: quando ci sentiamo tristi o abbattuti e vogliamo riprenderci, spesso, e anche senza rendercene conto, raddrizziamo la schiena, alziamo lo sguardo, teniamo un portamento più eretto. Ci sentiamo subito meglio:
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respiriamo più profondamente, proviamo maggiore sicurezza. La postura è fondamentale anche per la salute; le posizioni scorrette, se adottate a lungo, possono causare numerosi disturbi: dolori articolari e muscolari, ma anche malfunzionamento degli organi interni.
La postura: cosa c’è da sapere Il concetto di postura può essere definito da varie prospettive. Il primo passo è delineare tutti gli elementi che contribuiscono a costituire l’equilibrio posturale: quali sono gli aspetti strutturali muscolo-scheletrici, come si forma la rappresentazione dello schema corporeo, qual è il “programma di movimento” inconscio dentro di noi, da cosa dipende l’immagine che ci facciamo del nostro corpo, come lo vediamo e come lo sentiamo. E anche quali sono i disturbi che possono essere provocati da posture scorrette, e i consigli per evitarle. Per stare bene nel nostro corpo, con noi stessi e con gli altri è importante anche dare spazio alle riflessioni psicosomatiche che aiutano a collegare la postura allo sviluppo psico-emotivo della formazione del Sé, inteso come unità psico-corporea; e in questo ci aiutano gli esercizi bioenergetici di base. E se vogliamo conquistare salute e benessere? Dobbiamo soffermarci sugli atteggiamenti posturali in relazione alla personalità per scoprire le tipologie esemplari di postura, i meccanismi difensivi messi in atto attraverso l’atteggiamento del corpo, indicativi del carattere e del nostro modo di essere e relazionarci con gli altri.
Imparare a modificare il nostro modo di atteggiare il corpo aiuta a prevenire problemi fisici e psicologici, o a risolverli al meglio 11
Il termometro dello stato di salute e forza è l’energia che deve essere sempre libera di circolare e “scaricata” in sintonia con ciò che si prova
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Scienze
Essere consapevoli di Sé rende più sicuri Una postura equilibrata richiede uno sforzo minimo e permette il rilassamento della maggior parte dei muscoli. E, plasmandosi e riadattandosi ogni giorno in risposta alle esperienze e agli incontri che facciamo, infonde una sensazione di vitalità, di leggerezza e di benessere
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essere consapevoli di sé
La Posturologia: cosa studia e a cosa serve
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rmai da diversi anni lo studio della Posturologia è entrato a far parte del programma didattico universitario. In molti atenei troviamo corsi di perfezionamento rivolti non solo a coloro che svolgono professioni in ambito strettamente sanitario, come medici, odontoiatri, infermieri, fisioterapisti, ma anche a chi esercita nell’ambito delle attività motorie e sportive, della psicologia, dell’ingegneria biomedica. Si tratta di diverse figure professionali, in quanto l’approccio ai disturbi posturali necessita di una collaborazione interdisciplinare per sviluppare un linguaggio comune tra tutte le figure che si occupano di alterazioni della postura, di riabilitazione delle disfunzioni e dei sintomi a esse collegati, primo fra tutti il dolore. Nello studio di questo tema sono coinvolte molte materie e discipline: anatomia, neurologia, fisiologia, biomeccanica articolare, medicina interna, fisiatria, ortopedia, ortodonzia, oculistica, vestibologia, scienze motorie, terapie manuali, osteopatia, psicologia, psicosomatica e bioenergetica (analisi bioenergetica e strutture caratteriali). Quando il problema è concretamente individuabile in una precisa funzione corporea, il trattamento specifico può apportare sostanziali miglioramenti o la scomparsa della disfunzione e del dolore. Talvolta però il percorso diventa più tortuoso e dalle varie analisi posturologiche non è facile individuare i trattamenti più adatti. Può succedere allora che le persone vengano indirizzate a sottoporsi a cure dei generi più svariati con esiti incerti.
Scopriamo IL NOSTRO MODO DI ESSERE AL MONDO
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a postura non si può definire solo dal punto di vista biomeccanico, con riga, squadra e filo a piombo, e non si può correggere solo con esercizi fisici o particolari stimolazioni: tutte tecniche che non tengono conto della sua componente emozionale e psicologica. Spesso, infatti, la focalizzazione 14
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Scienze delle problematiche posturali si concentra solo sugli aspetti neurofisiologici e biomeccanici, e meno su quelli psicosomatici che invece rivestono un ruolo rilevante nel modulare la postura. Questo perché si interviene sulla componente che sembra primariamente chiamata in causa, per esempio la posizione dei piedi (corretta attraverso solette), o il sistema muscoloscheletrico (su cui si praticano interventi di manipolazione, osteopatici o chinesiologici), o ancora l’occlusione dentaria (modificata attraverso l’ortodonzia). La POSTURA: ECCO COS’È
La postura è, in senso più ampio, l’atteggiamento abituale che assume il corpo nello spazio e la relazione spaziale tra i suoi vari segmenti scheletrici, sia quando il corpo è fermo che quando è in movimento, per mantenere l’equilibrio. L’atteggiamento del corpo è determinato dalla contrazione di gruppi di muscoli scheletrici che si contrappongono alla forza di gravità. Tutto questo dovrebbe avvenire col minor dispendio energetico e la miglior ripartizione del lavoro tra le diverse componenti, consentendo di muoversi con il minimo sforzo.
Servono cambiamenti profondi Oggi incontriamo sempre più spesso la figura professionale del “posturologo” che dovrebbe essere, in teoria, l’esperto più indicato per correggere eventuali squilibri della postura. Il punto però è che si tende a pensare alla terapia posturale come aggiustamento del disfunzionamento del corpo, facendo diventare il terapeuta il riparatore della macchina-corpo. Ma la terapia non può essere soltanto meccanica perché bisogna avvicinarsi al corpo leggendolo come espressione della storia del soggetto, della sua individualità, e al sintomo 15
essere consapevoli di sé
come un segnale che fa emergere in superficie questa sua singolarità. Se la persona non viene Nella realtà, tendenzialmente, esiste messa in grado di integrare in per ognuno un assetto posturale persomodo cosciente i cambiamenti nale in grado di permettere la massiche vengono apportati dall’esterma possibilità espressiva con il minimo no su una parte del suo corpo sforzo, nel modo più naturale e conforo sul suo modo di atteggiarlo, tevole. Ognuno ha i propri disequilibri non può assimilare un reale ape, in un certo senso, deve partire da prendimento corporeo e quindi questi per trovare un proprio creativo stabilire dall’interno di sé nuovi equilibrio personale. punti di riferimento posturali, accettandoli a livello inconscio e conscio in modo da renderli suoi. Questo spiega il motivo per cui, nonostante la correttezza di certe interpretazioni diagnostiche e dei conseguenti interventi correttivi, spesso accade che la persona manifesti un miglioramento solo temporaneo dei propri problemi fisici, oppure che trovi sostanzialmente inefficaci le terapie a cui si è sottoposta. Questo succede perché il corpo ha ormai una radicata idea e memoria di sé, che tende a permanere e che si modifica solo dopo una rielaborazione profonda; motivo per cui è difficile attivare dei cambiamenti reali, che diventino stabili e duraturi. La postura ideale È solo teorica
L’obiettivo è percepire meglio noi stessi Qualsiasi intervento sulla postura dovrebbe quindi aiutare la persona a percepire meglio le sensazioni che provengono dalle varie parti del corpo e a favorire la riduzione dello stato di tensione muscolare cronica che si annida in alcune aree come risposta agli eventi stressanti e che riduce 16
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Scienze la capacità di percepire il proprio corpo. Per qualsiasi intervento di miglioramento posturale è necessaria dunque una rieducazione delle percezioni sensoriali, che si può sviluppare man mano che si acquisisce una maggiore attenzione alle informazioni provenienti dal proprio corpo.
COME CI MUOVIAMO E COME CI VEDIAMO
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a postura coinvolge facoltà legate alle emozioni, ai sentimenti, alla percezione, alla memoria, all’organizzazione e al controllo, in continua interazione tra l’interno di sé e il mondo. Per poter comprendere i processi che stanno alla base di questa elaborazione, occorre introdurre i concetti di schema corporeo e di immagine corporea che possono aiutarci a capire come si determina la nostra capacità di muoverci e di occupare lo spazio intorno a noi: in sostanza come diventiamo quello che siamo e come hanno origine i cambiamenti della nostra postura. Sussiste ancora una certa confusione tra i due termini, che vengono talvolta interscambiati e sovrapposti, anche se negli ultimi anni si è cercato di fare chiarezza.
Lo schema corporeo Lo schema corporeo è la rappresentazione interna del nostro corpo (una mappa percettiva) inscritta nel cervello, grazie alla quale ci sappiamo orientare nello spazio che occupiamo e localizziamo le diverse parti del nostro corpo. Questo avviene in modo inconsapevole e ci consente di attuare tutti quegli aggiustamenti posturali che ci permettono di stare in equilibrio e di muoverci senza doverne essere coscientemente consapevoli attimo per attimo. Il sistema nervoso attua autonomamente il processo di localizzazione
La postura si sviluppa come importante risposta di adattamento dell’individuo all’ambiente. Ecco perché non si tratta di riadattare la postura “scorretta” secondo canoni ideali, dati a priori come corretti, ma di far sì che la propria personale modalità posturale possa avere la libertà di autoespressione
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essere consapevoli di sé
Si inizia a soffrire quando ci si stacca dalle sensazioni corporee e si è spinti solo dalla mente
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spaziale attraverso input sensoriali multipli che interagiscono con i sistemi motori del nostro corpo. Lo schema corporeo è “localizzato” o, meglio, si costituisce prevalentemente in alcune aree della corteccia cerebrale parietale. Altre componenti dello schema vengono elaborate in regioni differenti del cervello. Questo schema è la fonte della percezione del corpo, ma non è una replica esatta della sua morfologia: è sempre in evoluzione, è plastico e dinamico e fornisce un repertorio di funzioni motorie necessarie per vivere e per interagire con gli altri e con l’ambiente. Ogni nuova postura e movimento vengono registrati in questo schema plastico e messi in relazione con le altre informazioni già in possesso. Esso può anche incorporare parti esterne al corpo, come una protesi su un arto amputato o un attrezzo utilizzato con abilità: il bisturi che diventa tutt’uno con la mano del chirurgo, lo strumento musicale per un musicista, gli sci o la bicicletta per uno sportivo. Lo schema corporeo ci permette, continuamente, di compiere rapidamente gesti piccoli e grandi essenziali per la nostra vita quotidiana, di prendere oggetti, di camminare, di usare utensili e così via. Pensiamo per esempio all’atto di camminare, che coinvolge l’azione simultanea e fluida dei muscoli di tutto il corpo. Se dovessimo coscientemente prestare attenzione a tutte le operazioni sensitive e motorie che stanno alla base del camminare, non riusciremmo probabilmente a farlo. Quando subiamo danni neurologici (come una lesione cerebrale o dei nervi, un ictus) possono comparire disturbi dello schema corporeo, legati a una percezione erronea del corpo, con una perdita del controllo innato sulla postura e sui movimenti.
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Scienze
L’immagine corporea L’immagine corporea è l’immagine del corpo che ci formiamo nella mente, il modo in cui esso ci appare e viene da noi valutato. Mentre lo schema corporeo è una rappresentazione percettiva del corpo di cui non siamo consci, che si sviluppa dall’esperienza motoria, l’immagine corporea invece è intenzionale: è il corpo che coscientemente conosciamo e sentiamo, è lo specchio interiore con cui lo valutiamo e riflettiamo su di esso. Ci rendiamo conto del nostro corpo, delle sue posizioni, ne abbiamo conoscenze e convinzioni, proviamo emozioni e sentimenti, visualizziamo la nostra taglia e la forma del nostro corpo nel suo insieme e nelle singole parti, lo confrontiamo con quello degli altri, esprimiamo giudizi, proviamo sentimenti, prendiamo decisioni, per esempio sull’alimentazione da seguire e sull’attività fisica. L’immagine corporea è un processo continuo che media e integra le nostre sensazioni, le nostre convinzioni e le nostre emozioni. Essendo legata agli stati emotivi e affettivi, l’immagine corporea si sviluppa e si modifica costantemente nel corso della vita e influisce enormemente sulla nostra autostima. Anche l’immagine corporea è collegata all’attività di determinate aree cerebrali (come l’insula, l’amigdala, la corteccia). Come si costruisce - L’immagine corporea si costituisce in un processo che inizia già dai primi giorni di vita e resta strettamente legato al nostro sviluppo neurologico, affettivo e sociale. Il neonato dal terzo mese manifesta un interesse verso il mondo esterno e il proprio corpo, ma non è ancora in grado di distinguerli. A partire dai 3 anni il bambino raggiunge la coscienza di sé ed è in grado di riconoscere il riflesso della sua immagine
L’immagine che ognuno ha del proprio corpo si forma a partire dai primi mesi di vita, ma è solo dai 3 anni che il bimbo sa “riconoscersi” 19
essere consapevoli di sé
allo specchio; verso i 5-6 anni completa l’integrazione delle varie parti del suo corpo e riconosce quelle degli altri. Nell’adolescente avviene una trasformazione del corpo e della sua rappresentazione perché deve “rimentalizzarlo”, cioè ricostruire il proprio schema corporeo e la propria immagine corporea.
Immagine, identità e autostima L’immagine corporea si poggia sulla nostra capacità di direzionare la nostra attenzione: questo spiega perché talvolta prestiamo molta attenzione a qualche parte del corpo, facendone una priorità, mentre ne trascuriamo o ignoriamo qualche altra. Esperienze psicologiche vissute durante l’infanzia e l’adolescenza, sia di tipo positivo che negativo, sono in grado di agire sull’immagine corporea: per esempio umiliazioni subite per l’aspetto fisico, ma anche apprezzamenti eccessivi, durante l’infanzia e l’adolescenza, possono influire rendendo la persona estremamente attenta al proprio aspetto fisico, che diventa un fattore prioritario per la propria identità. Quest’ultima non può essere compresa davvero se separata dal corpo e dalle sensazioni fisiche provate. I
È dalle figure di riferimento con cui entriamo in relazione da piccoli che “prende forma” la nostra postura 20
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Scienze concetti di schema corporeo e di immagine corporea danno modo di rappresentare la complessità della rappresentazione del corpo. Vi concorrono in varia misura elementi genetici predeterminati, elementi di interazione tra genetica e ambiente, aspetti in cui prevale l’intervento dell’ambiente. La postura che assumiamo viene in buona parte impostata nei primi anni, come risultato di un processo di interazione tra le componenti, innate e impersonali (schema corporeo) e individuali e soggettive, legate all’energia investita nelle fasi dello sviluppo infantile e nelle prime relazioni con le persone di riferimento che si sono prese cura del bambino e negli eventi della vita individuale (immagine corporea).
I neuroni specchio e la loro influenza Siamo esseri prevalentemente sociali, la nostra vita dipende dalla nostra capacità di capire cosa fanno gli altri, di comprendere le loro intenzioni e i loro sentimenti, in modo da poter interagire e creare insieme forme di convivenza sociale. Una delle più importanti scoperte neurofisiologiche, avvenuta negli anni ‘90 del XX secolo, ha messo in luce un particolare meccanismo di comprensione “intuitiva” delle azioni eseguite dagli altri e delle loro intenzioni. Si tratta della scoperta dei neuroni specchio, da parte di un gruppo di ricerca in neuroscienze dell’Università di Parma, coordinato dal professor Giacomo Rizzolatti. Questa scoperta ha aperto vie innovative di conoscenza del rapporto tra espressione corporea, empatia e comprensione immediata e non concettuale dell’altro.
La funzione basilare di questi specifici neuroni è favorire il movimento volontario
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essere consapevoli di sé
Nel cervello dell’uomo si trovano dei neuroni motori che si attivano sia quando si compie l’azione, sia quando si vede un’altra persona farne una simile, con lo stesso scopo
L’importanza di veder fare I neuroni specchio, originariamente scoperti nella corteccia motoria del macaco, una specie, come l’uomo, eminentemente sociale, formano una particolare classe di cellule nervose che si attivano sia quando la scimmia esegue uno specifico atto motorio, come afferrare un pezzo di cibo, sia quando essa osserva un altro individuo (scimmia o uomo) eseguire un atto motorio identico o simile. La scoperta di questi neuroni nella scimmia ha subito posto il problema della loro possibile esistenza nell’essere umano. In altri termini, la semplice osservazione di un’azione determina un aumento dell’attività della corteccia cerebrale, analoga a quella che normalmente si registra durante l’esecuzione dell’azione stessa, quasi che l’osservatore la stia eseguendo. Questa scoperta ha dimostrato che fare una cosa e vederla fare da un altro non sono due fenomeni totalmente distinti. Inoltre nell’uomo il rispecchiamento e la risonanza delle azioni osservate sono molto più ampi che nella scimmia. Molteplici esperimenti hanno dimostrato che nel cervello umano esistono sistemi multipli dotati di meccanismi specchio: non solo nelle regioni motorie, ma anche in varie aree emozionali. È un meccanismo generale del cervello, fatto per capire gli altri. 22
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Scienze Impariamo guardando Perché il sistema motorio contiene neuroni che rispondono alla visione di atti motori eseguiti da altri? L’ipotesi generalmente accettata è che i neuroni specchio siano necessari per una comprensione immediata dell’azione altrui. Quando una persona è spettatrice dell’azione altrui, una parte del suo cervello motorio è attiva, sta simulando la stessa azione, anche se non effettua fisicamente il movimento. Questo rispecchiamento è un fattore molto importante per capire e riconoscere i comportamenti, perché la comprensione non avviene solo con il ragionamento, ma anche con una simulazione motoria: grazie al sistema specchio noi capiamo le azioni degli altri direttamente, senza dover pensare. La stessa cosa avviene per le emozioni. Si comprende meglio lo stato d’animo dell’altro perché osservandolo si attivano le stesse aree cerebrali che agiscono quando si prova quell’emozione. Quando una persona vede il riso di un’altra persona, gli si attiva esattamente quel centro corticale che lo determina. I risultati derivati dagli studi sull’uomo, come da quelli sulla scimmia, mostrano che l’intenzione che sottende l’azione eseguita da altri è compresa grazie al sistema specchio. Questo, ovviamente, non implica che il meccanismo specchio sia l’unico che ci permette di capire le intenzioni degli altri: esistono anche altri meccanismi. Tuttavia, quello che il sistema specchio offre è una conoscenza diversa, esperienziale. Si crea infatti un legame diretto nella comunicazione tra i due individui, le azioni compiute da uno di loro diventano messaggi che l’osservatore comprende senza che vi sia alcun accordo preliminare tra di loro.
Se sorridi attivi i neuroni specchio del sorriso in chi ti guarda 23
essere consapevoli di sé
Osservando il movimento di chi abbiamo di fronte siamo portati a imitarlo, nella respirazione, nella posizione delle mani, nell’inclinazione della testa, creando un dialogo empatico di confidenza
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L’attivazione dei neuroni Il grado di attivazione delle aree coinvolte dipende dall’esperienza e dalle conoscenze motorie del soggetto in quella azione: un giocatore di tennis che osserva una persona che gioca al suo stesso sport, avrà un’attivazione maggiore rispetto a un osservatore che non ha mai tenuto in mano una racchetta. Allo stesso modo osservare i passi di danza di un balletto attiva il sistema dei neuroni specchio maggiormente in un ballerino professionista rispetto a un principiante. A mano a mano che quest’ultimo impara i passi di danza, vi è un incremento dell’attivazione del suo sistema specchio durante l’osservazione del balletto. Il sistema specchio confronta gli atti motori compiuti da altri con quelli propri del patrimonio motorio dell’osservatore, e più questo è sviluppato più il sistema diventa efficace. Nei bambini che non sanno ancora camminare, i neuroni specchio non si attivano se vedono un altro bambino camminare. Se invece vedono un altro bambino gattonare, cosa che loro possono già fare, si attivano i neuroni specchio collegati a questa attività motoria. Il meccanismo non serve solo a capire, ma anche a imparare e a perfezionare quei movimenti che si vedono compiere da altri. Rivivere mentalmente certi gesti, corrisponde già ad attivare gli schemi motori necessari ad attuarli in pratica. Quando un atleta visualizza nella propria mente i movimenti necessari nel suo sport, egli sta allenando effettivamente i suoi sistemi motoneurali per la realizzazione di quelle azioni.
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Scienze Apprendiamo per imitazione Quando osserviamo gli altri, oltre a capire cosa fanno, dunque apprendiamo nuovi comportamenti motori. Il sistema specchio è coinvolto nell’apprendimento, trasformando gli atti motori osservati da un formato visivo a un formato motorio. Gli atti motori vengono ulteriormente elaborati dal cervello formando dei modelli di movimento che vengono ritrasmessi quindi al sistema specchio per la loro esecuzione. I neuroni specchio si attivano quando ci sono elementi sufficienti per capire l’intenzione dell’atto motorio dell’altro, pur senza vedere la sequenza completa dell’azione. In pratica noi siamo in grado di attribuire un significato alle azioni degli altri sulla base di una pre-forma di simulazione motoria: quando osserviamo qualcuno, nel nostro cervello vengono attivate (a un livello “subliminare”) le stesse aree che si attiverebbero se fossimo noi a compiere l’intera sequenza di movimenti che compongono l’azione. Dentro di noi essa viene imitata e simulata. Questo è molto evidente nella comunicazione empatica che si crea tra mamma e bambino: alla prima occhiata la mamma è già in grado di prevedere cosa ha intenzione di fare il suo bambino (e magari è anche in grado di intuire se, nella foga di camminare, potrebbe cadere da un momento all’altro).
Quando capiamo alla prima occhiata cosa sta per fare l’altro in noi si sono attivate le sue stesse aree cerebrali
Sistema specchio anche per le emozioni - Come nel caso delle azioni, anche per le emozioni si può parlare di un’immediata comprensione pre-logica, presupposto necessario per quel comportamento empatico alla base di gran parte delle nostre relazioni. I neuroni specchio rappresentano un meccanismo globale di comprensione dell’altro. 25
essere consapevoli di sé
Non solo dolore e disgusto, ma anche la risata risponde al meccanismo dei neuroni specchio: ecco perché è contagiosa
Sono due le emozioni che sono state particolarmente studiate: il disgusto e il dolore. Cosa avviene quando noi osserviamo una persona che esprime disgusto? Esiste un meccanismo specchio per quest’ultimo? La risposta è sì. Ad alcune persone è stato fatto annusare un odore sgradevole (di uova marce). Questa stimolazione olfattiva con input disgustosi provoca l’attivazione di alcune aree del cervello. Ad altre persone sono state mostrate delle foto con espressioni facciali di disgusto. È emerso che avveniva un’attivazione delle stesse aree cerebrali. Esperimenti analoghi sono stati fatti studiando soggetti che provavano dolore o immaginavano che un’altra persona ne provasse uno simile. Ad alcune donne è stato somministrato un input leggermente doloroso (mediante uno stimolo elettrico su una mano) e durante la sensazione del male si è visto quali siti cerebrali si fossero attivati. Poi a queste stesse donne è stato detto che anche i loro fidanzati avrebbero ricevuto lo stesso stimolo doloroso. Quando vedevano gli elettrodi applicati alla mano dei loro fidanzati e pensavano che essi provassero dolore, si attivavano nelle donne gli stessi siti cerebrali. Come per il disgusto, anche il riconoscimento del dolore degli altri risulta quindi mediato da un meccanismo specchio: il riconoscimento delle emozioni degli altri avviene attraverso l’attivazione delle stesse strutture che si attivano quando noi stessi proviamo quelle emozioni. E lo stesso succede per la risata, che diventa contagiosa.
Postura, depressione e umore C’è uno strettissimo legame tra il nostro sistema motorio e le nostre emozioni: anche piccoli cambiamenti della postura possono influenzare le convinzioni e le credenze che 26
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Scienze sono alla base di certi nostri atteggiamenti emotivi. La nostra postura inoltre può inglobare anche elementi che sono al di fuori del nostro corpo e può quindi espandersi o contrarsi a seconda delle condizioni e dei vincoli ambientali. In ogni situazione della vita, se abbiamo la possibilità di allargare la nostra postura, di espandere i nostri movimenti, ci sentiamo più potenti e, a volte, prepotenti o scorretti. Questo succede nelle occasioni più diverse, sia quando ci troviamo sui sedili delle nostre auto, sia al lavoro o in ambito famigliare. Quando una persona depressa assume un atteggiamento posturale accasciato (spalle curve, collo piegato in avanti con la testa inclinata verso il basso, braccia verso la parte centrale del corpo), tende a incarnare maggiormente stati d’animo negativi e convinzioni di autosvalutazione, rispetto a quando assume una postura eretta, mantenendo la schiena dritta. Secondo alcuni ricercatori, questo provoca degli effetti anche sul modo di respirare; quando ci sentiamo depressi e le spalle sono chiuse verso l’interno, il torace è incassato e la schiena si incurva: la respirazione sarà meno profonda ed efficace, perché i polmoni non possono espandersi bene. Questo limita l’apporto di ossigeno al corpo e al cervello, privandoci di energia e rallentando anche le attività mentali.
Tenere la schiena ricurva e piegata su se stessa è una delle manifestazioni corporee della tristezza
Piegarsi su se stessi fa stare peggio - Provare sentimenti depressivi induce ad assumere una postura accasciata e piegata che, a sua volta, tende ad alimentare tali stati d’animo negativi: un circolo vizioso. È stato anche dimostrato che il movimento influisce positivamente sull’umore e sul livello di energia: in particolare 27
essere consapevoli di sé
il movimento vivace è risultato, sulla base di esperimenti specifici, più efficace di una camminata rilassata per far sentire più energici e attivi. Un altro studio di psicologia sperimentale ha evidenziato che se i soggetti con depressione lieve o moderata mantengono una postura corretta (con la schiena giustamente eretta) durante un compito considerato stressante, come per esempio parlare in pubblico, tengono lontani i pensieri negativi, provano più fiducia ed entusiasmo, si sentono più sicuri di se stessi e di quello che stanno facendo.
Il portamento contro il dolore Agire sulla postura aiuta a migliorare l’umore, il proprio livello di energia e anche a sentirsi più positivi e sicuri nel rapporto con gli altri
Stare con la schiena dritta e con una postura eretta aiuta a sopportare meglio sia il dolore fisico che la sofferenza emotiva, mentre una posizione scomposta ne aumenta la percezione. Questi dati risultano da ricerche sperimentali in cui i partecipanti a uno studio sono stati sottoposti a due situazioni: in una dovevano mantenere testa e spalle dritti e farsi misurare la soglia del dolore rispetto a uno stimolo doloroso, nell’altra veniva misurato lo stress durante un colloquio con un interlocutore in una situazione stressante. Dai risultati è emerso che chi manteneva una postura eretta era in grado di sopportare meglio il dolore e anche di tollerare meglio lo stress del colloquio rispetto a chi mostrava una postura dimessa o scomposta. Aiuta a sopportare la sofferenza - Mantenere una postura corretta quando si sta male fisicamente o mentalmente, evitando di assumere una posizione rannicchiata, come si è portati a fare, permette, secondo le ipotesi dei ricercatori, di mantenere maggiormente il controllo sulle
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Riza
Scienze proprie sensazioni e di ridurre la percezione e l’espressione del dolore. Quando la postura è più eretta e aperta aumenta il rilascio di testosterone, mentre si riduce il cortisolo, l’ormone dello stress, aumentando così la capacità di tollerare la situazione spiacevole, rendendola meno dolorosa. TEST SCOPRI L’OPINIONE CHE HAI DI TE E QUAL È LA TUA POSTURA REALE
Ti proponiamo un semplice test per valutare qual è la rappresentazione che dai di te stesso e qual è la tua effettiva postura. I risultati ti serviranno per scegliere in quali ambiti posturali agire e per avere una maggiore consapevolezza del tuo portamento e del tuo stato d’animo.
1 Disegna l’immagine del tuo corpo - Prendi un foglio bianco (formato A4) e disegna, con lo stile che preferisci, come vedi il tuo corpo. Non devi eseguire un ritratto osservandoti allo specchio, ma disegnare l’immagine del tuo corpo come la percepisci mentalmente.
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Fotografati a figura intera - Scatta (o fatti scattare) tre fotografie di te, a figura intera: frontale, di profilo e da dietro. Mettiti in posizione eretta, con il tuo atteggiamento naturale, senza forzare la postura. È meglio se indossi vestiti leggeri (o il costume da bagno), in modo che la silhouette sia ben visibile.
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L’analisi in conclusione (pag. 92) - Ora metti da parte il disegno e le foto, li riprenderai in mano quando, alla luce di quanto esposto nelle prossime pagine, avrai modo di scoprire un’analisi della tua rappresentazione e della tua postura reale, come emerge dalle fotografie. 29
Dobbiamo imparare a stare ancorati al terreno e all’oggi, saldi ma flessibili, dritti ma non rigidi
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SCIENZE
AGIRE SULLA POSTURA
È FONDAMENTALE PER STARE BENE Occorre prestare attenzione ai segnali che l’organismo ci invia. Se non percepiamo i limiti e i confini delle nostre possibilità fisiche, ci stressiamo eccessivamente. E il corpo si ribella perché “lui” sa perfettamente cosa è meglio per sé
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AGIRE SULLA POSTURA
La posizione che assumi dice come stai
O
gnuno di noi occupa lo spazio in modo diverso, sia perché ha diverse caratteristiche fisiche, come altezza, peso, masse muscolari, parti scheletriche, sia perché vive e agisce in modo assolutamente personale: c’è chi si erge e affronta il mondo come se dovesse sfidarlo ogni momento e chi procede nella vita sentendosi oppresso e schiacciato da pesi eccessivi; c’è chi aggredisce, chi si difende, chi è curioso, chi è annoiato, chi è arrabbiato... Un persona che sta seduta molte ore davanti a un computer, sottoponendo la sua schiena a un notevole stress biomeccanico, svilupperà contratture muscolari che influiranno sulla sua postura anche in altre posizioni. Un giovane innamorato si muoverà in modo sognante e leggero, un militare durante una parata in modo ostentatamente rigido e fiero, una persona delusa e depressa procederà lentamente e cautamente, quasi a proteggersi dal mondo esterno; un bambino che non vede l’ora di uscire da scuola per correre a giocare esprimerà fisicamente e trasmetterà in modo palese con il proprio corpo, anche senza parole, la gioia e il senso di libertà; ben diversa sarà la postura di quello stesso bambino mentre entra a scuola per cominciare le ore di lezione. La postura, quindi, è qualcosa di complesso e multifattoriale, in cui entrano in gioco l’anatomia dei tessuti (muscoli, ossa, tendini, sistema fasciale ecc.), le condizioni fisiche generali, le abitudini sportive, i fattori ereditari, nutrizionali e caratteriali, così come gli elementi ambientali. Essa esprime lo stile di adattamento personalizzato di ogni individuo dal punto di vista fisico, psichico ed emozionale.
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SCIENZE
IL CORPO È UNO SPAZIO DA “ABITARE” Lo scheletro non è rigido Il corpo è un sistema integrato le cui componenti sono tutte interconnesse tra loro. Esso mantiene un equilibrio dinamico tra i due estremi: flessibilità e stabilità. In genere immaginiamo lo scheletro come una struttura rigida che tiene “su” il corpo come se fosse l’impalcatura metallica di un grattacielo. In realtà le ossa vengono tenute insieme e collegate tra loro da tessuti morbidi e flessibili che rendono possibili i movimenti: cartilagini, muscoli, tendini... È una struttura in equilibrio tra tensione (da intendere come distensione, allungamento, forza che tira in due direzioni opposte) e compressione, schiacciamento. Essa distribuisce la tensione equamente, con il minimo dispendio energetico, fornendo maggiore flessibilità e stabilità. Ogni azione muscolare è una complessa combinazione di muscoli che agiscono insieme ad altri (sinergicamente) e di muscoli che agiscono contro altri (antagonisticamente). Quando un muscolo è forte e il suo antagonista è debole, ne risulta uno squilibrio e un disallineamento corporeo. Il più forte dei due tende ad Sei consapevole del tuo respiro? È superficiale o profondo? Senti le tue gambe e i piedi e il terreno sotto di essi? E le eventuali tensioni in alcune parti del corpo?
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AGIRE SULLA POSTURA
accorciarsi e il più debole ad allungarsi. Sia la debolezza che l’accorciamento possono causare un allineamento difettoso. Dal punto di vista posturale, la forza di gravità è il principio attorno a cui si organizza il mantenimento dell’equilibrio. Ora, se il corpo si trova in un corretto allineamento verticale delle sue varie parti, lo stare dritti richiede il minimo sforzo alle strutture corporee osteomuscolari. Poiché il corpo è un sistema integrato, uno sbilanciamento in una sua parte ne produrrà un altro corrispondente in un’altra parte. Se il corpo diviene “non-allineato” ecco che lo stare in posizione eretta richiede maggiori sforzi, con conseguente compressione e usura delle strutture corporee, e un loro più rapido invecchiamento.
Impariamo a percepire noi stessi La sensibilità propriocettiva, cioè la capacità di percepire il proprio corpo o una parte di esso in movimento, varia da individuo a individuo. Per lo più l’atteggiamento abituale del corpo (postura), il suo modo di camminare e di muoversi, è inconscio e spesso vi sono errori di percezione di quest’ultimo, legati a una scarsa attenzione corporea o a repressione inconscia delle sensazioni provenienti da alcune sue parti. Se si chiede a differenti persone di mettersi in posizione eretta, con la testa allineata sul tronco e le braccia e le gambe poste lungo l’asse verticale, si vedrà che, in realtà, questa posizione sarà diversa per ognuna di esse, anche se tutte penseranno di avere il corpo perfettamente allineato e diritto. Tutti abbiamo in comune la stessa struttura fisica, ma i modi in cui ciascuno “abita” tale struttura sono molto diversi. In seguito a posture e atteggiamen34
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SCIENZE ti corporei scorretti, così come a causa di emozioni non espresse, che rimangono “imprigionate” in noi, accade che le fasce muscolari e le strutture che costituiscono la postura divengano compresse, più solide e rigide, impedendo la fluidità dei movimenti e delle emozioni.
È questione di equilibrio Il mantenimento ottimale dell’equilibrio del corpo in posizione eretta, con il minimo sforzo, presuppone che i tre pesi principali del corpo, testa, torace e bacino, si organizzino lungo una linea retta verticale. Lo scarico del peso del cranio sulla colonna vertebrale che lo sostiene è fondamentale per l’allineamento posturale. La testa pesa mediamente 5-7 chilogrammi. Il suo peso viene trasferito, tramite la prima vertebra cervicale (atlante), lungo la colonna vertebrale, fino al bacino e all’osso sacro, per scaricarsi infine nel terreno attraverso le gambe e i piedi. Le dimensioni delle vertebre aumentano dall’alto verso il basso, come in una piramide. L’allineamento ottimale della testa sulla colonna vertebrale è fondamentale anche per il sistema nervoso, perché il midollo spinale e i nervi spinali escono lateralmente dalla colonna vertebrale e una deviazione dall’allineamento rischia di comprimerli e di provocare conseguenze nocive. Una zona chiave del sistema nervoso è collocata a livello della prima vertebra cervicale, su cui poggia l’osso occipitale del cranio. Questo punto non deve essere troppo piegato (quando il mento tende a innalzarsi troppo), ma deve rimanere sciolto e “aperto” (il pomo d’Adamo non dovrebbe essere troppo visibile). Altrimenti si crea una pressione eccessiva e innaturale sulla prima vertebra. Inoltre, se si tiene la testa inclinata troppo in avanti rispetto alla colonna,
Una “lettura del corpo”, delle strutture muscolari, delle posizioni e dei loro significati è importante per raggiungere una vera integrazione corporea
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AGIRE SULLA POSTURA
SCOPRI SE IL TUO CORPO È ALLINEATO
Curiosità
Per verificare l’allineamento occorre guardare una persona di profilo, oppure farsi osservare da qualcuno. È ideale se i punti citati si trovano sulla stessa linea, in verticale: • malleolo esterno (l’osso sporgente della caviglia); • lato del ginocchio; • lato dell’anca (alla testa del femore); • lato della gabbia toracica; • lato della cintura scapolo-omerale (punto centrale “dell’attacco” del braccio alla spalla); • centro dell’orecchio.
questo provoca un notevole incremento della forza necessaria affinché la muscolatura cervicale possa sostenere il capo. Le curve della colonna vertebrale - Fisiologicamente, nell’allineamento verticale di testa, tronco e bacino, si crea lungo la colonna una sequenza di curvature alternate: all’altezza della cervicale, del torace, delle vertebre lombari e dell’osso sacro. Queste curve servono per ammortizzare gli eventuali urti e migliorare la distribuzione del peso. Se i tre “blocchi” non sono allineati sulla verticale (basta un elemento fuori posto nell’equilibrio), alcuni muscoli devono fare da contrappeso allo squilibrio con una tensione eccessiva. I muscoli antagonisti (cioè quelli che svolgono il lavoro opposto) si rilasciano e si indeboliscono. 36
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SCIENZE Si crea un circolo vizioso di compensazioni e di alterazioni delle fisiologiche curvature, sia a livello antero-posteriore (cifosi/lordosi) che a livello laterale (scoliosi).
Stare diritti, ma flessibili L’allineamento posturale non va inteso come un equilibrio rigido e statico del tipo “stare dritti” rigidamente, perché questo incoraggia le contrazioni e le tensioni che riducono la stabilità e la mobilità della colonna e del corpo intero. L’allineamento posturale è qualcosa di dinamico e interattivo rispetto agli stimoli interni ed esterni: l’equilibrio della colonna vertebrale dipende dalla mobilità delle sue curvature, dalla sintonia della forza di gravità che spinge verso il basso e dalla controazione di una forza centrifuga che spinge verso l’alto. Queste forze si esprimono nell’alternanza e nell’equilibrio dinamico tra allungamento e compressione; ciò permette di avere una colonna vertebrale sensibile, non artificiosamente e innaturalmente “diritta”. La flessibilità dell’articolazione delle ginocchia permette di compensare eventuali squilibri e sbilanciamenti dell’allineamento che arrivano dall’alto, per mantenere il corpo eretto. Ma questo può andare a scapito dell’integrità di ginocchia, caviglie e piedi. Infatti il ginocchio può essere in equilibrio ottimale solo in un punto preciso, che corrisponde all’allineamento diretto con la forza di gravità. Qualunque deviazione del peso verso l’interno o l’esterno dell’articolazione la fa sbilanciare e il ginocchio, portando su di sé tutto il peso del corpo, si sottopone a una notevole tensione per poter mantenere l’equilibrio in posizione eretta. Questo può usurare l’articolazione.
Una delle principali risorse che l’uomo ha per ritrovare se stesso, nella sua totalità, è ritornare a “sentirsi”
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AGIRE SULLA POSTURA
I FATTORI CHE DETERMINANO LA POSTURA
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a postura è frutto dell’interazione di numerosissime aree del nostro corpo e dipende da svariati fattori che differiscono, notevolmente, da persona a persona. Ecco alcune delle caratteristiche personali alle quali essa è collegata. • La performance dei muscoli - Non tutte le persone hanno la stessa resa e potenza muscolare. • L’equilibrio - Dipende in buona parte dal sistema labirintico dell’orecchio controllato dal sistema nervoso. • I recettori - Sono strutture del sistema nervoso specializzate nel trasmettere al cervello la condizione fisica e biomeccanica di una determinata parte dell’organismo e servono a farci percepire esattamente le condizioni generali del corpo e le modifiche che avvengono al variare della nostra posizione. Alcuni, specifici, trasmettono informazioni sulla pressione, la velocità, la temperatura, il dolore, l’equilibro e la spazialità. • L’integrità dei tessuti delle articolazioni - I legamenti non hanno solamente una funzione meccanica, ma anche neurologica. Essi infatti informano il nostro cervello sullo stato posturale dell’intero individuo. Una lesione al legamento crociato del ginocchio, per esempio, può pregiudicare una corretta postura in piedi. • Il sistema nervoso centrale - A esso arrivano i segnali dell’ambiente attraverso i recettori da cui partono, verso la periferia, i corretti segnali per adattarsi all’ambiente. 38
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SCIENZE
Curiosità
NON SIAMO MAI COMPLETAMENTE FERMI
Una persona che sta apparentemente ferma in piedi, non può esserlo mai completamente: si trova infatti in una condizione di continua e persistente oscillazione, anche se impercettibile. Questa oscillazione è il risultato del costante processo di adattamento posturale che il soggetto attua per mantenere l’equilibrio a fronte di stimoli (visivi, uditivi, meccanici, termici) destabilizzanti provenienti dall’ambiente esterno e da quello interno dell’organismo (respirazione, modulazioni muscolari, emozioni). Il risultato di questa interazione fra i diversi stimoli è l’equilibrio corporeo nello spazio.
I possibili problemi fisici Ogni persona non è del tutto conscia della propria postura, sia essa oggettivamente corretta oppure che presenti delle disfunzioni. I fattori ambientali, i vissuti emotivi, le condizioni sociali, agiscono in intima connessione con i recettori sensoriali e le strutture nervose per determinare il nostro comportamento corporeo, l’espressione del nostro “essere nel mondo”: ci si adatta alla realtà, momento per momento, senza rendersene conto. La postura umana è la strategia impiegata dal nostro sistema nervoso, muscolare e scheletrico per rimanere in equilibrio. Traumi, alterazioni patologiche, eventi stressanti, possono influire su questo complesso meccanismo. La persona, pur riuscendo a mantenere l’equilibrio in relazione alla forza di gravità, può farlo in modo non ottimale, sviluppando tensioni croniche 39
AGIRE SULLA POSTURA
e uno sforzo eccessivo. Anomalie della postura si possono manifestare palesemente attraverso asimmeLa postura non è solo un equilibrio trie, deviazioni dell’asse corporeo, meccanico, per quanto sofisticato; disturbi dolorosi a livello di muscoli essa è anche, in modo molto potente, e articolazioni, ma anche una scarsa veicolo di comunicazione tra individuo coordinazione del movimento, disture ambiente. Il linguaggio del corpo bi psicologici e del comportamento. è da intendersi come rapporto inteLo studio e l’eventuale correzione di rattivo continuo, spesso spontaneo una postura scorretta e i problemi e inconscio (cioè indipendente dalla a essa collegati coinvolgono diverse nostra volontà cosciente), tra l’indivibranche e specialisti di formazioduo e tutto ciò che lo circonda e lo ne varia. Una postura alterata può coinvolge in modo più o meno diretto. determinare dolori o disturbi dei quali si occupano in prima istanza l’ortopedia e la medicina riabilitativa; ma su altri piani possono essere coinvolte anche l’odontoiatria, l’oculistica, la vestibologia (che si occupa dei disturbi dell’equilibrio legati a problemi dell’orecchio interno, il vestibolo, appunto), la psicologia, la neurofisiologia. Un altro ambito molto sfaccettato comprende le tecniche corporee che migliorano la consapevolezza del proprio corpo e che, attraverso esercizi mirati e specifici, favoriscono la postura corretta. IL LINGUAGGIO DEL CORPO
Dolori mandibolari che si prolungano nel tempo possono modificare profondamente la postura
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LE POSSIBILI CAUSE Le posture scorrette possono essere collegate ad alterazioni del sistema posturale dovute a una serie di fattori fisici. Ecco alcune possibili cause. • Problemi alla dentatura e alla mandibola - Malocclusione dentaria, bruxismo. • Alterazioni meccaniche - Asimmetrie nei piedi, differenze di lunghezza delle gambe, alterazioni del bacino.
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SCIENZE • Alterazioni del lavoro muscolare. • Disturbi nella vista - Strabismo, difficoltà di accomodazione. • Disturbi all’udito - Patologie del vestibolo. • Malfunzionamenti del sistema nervoso. Tutte queste alterazioni creano una serie di input disfunzionali che inducono delle contratture generali di compenso, provocando dolori e disturbi. Le sintomatologie dovute alle disfunzioni dei recettori possono essere: dolori alla schiena, cefalea, dolori ai piedi, disturbi viscerali, difficoltà motorie, tensioni muscolari, vertigini, acufeni (percezione di ronzii o fischi all’interno dell’orecchio), torcicollo, problemi di concentrazione.
I disturbi che si rischiano Imparare a migliorare la postura ci aiuta a prevenire i dolori, le contratture e le lesioni. Oltre a provocare mal di schiena o di testa, una postura scorretta adottata in maniera continua può comportare problemi cronici come stanchezza o errato allineamento del bacino, fino ad arrivare all’ernia del disco. Ecco le conseguenze più comuni.
Una posizione sbagliata può arrivare a influenzare altre parti del corpo che rischiano di essere affette da vari disturbi
Dolore lombare - È un disturbo frequente nelle persone che rimangono per molto tempo in posizione seduta con la schiena curva, oppure in posizione eretta con la schiena eccessivamente inarcata e l’addome sporgente. Può comparire anche dopo aver sollevato un oggetto pesante, comprimendo le vertebre. Il dolore lombare può arrivare ad estendersi fino ai glutei e, in alcuni casi, anche alle gambe. 41
AGIRE SULLA POSTURA
Fastidio alla zona centrale della schiena Questa sensazione è comune nelle persone che stanno sedute con una curva esagerata del tratto dorsale e le spalle incurvate in avanti, oppure che stanno in piedi in posizione scorretta, eccessivamente inarcati. È un disturbo che compare anche quando stiamo fermi o in piedi per un prolungato periodo di tempo, senza bilanciare correttamente il peso e senza alternare i pesi sulle gambe. Si manifesta in ogni caso con fitte dolorose nella parte centrale della schiena. Male al collo e al trapezio - È un disturbo provocato da uno sforzo eccessivo delle articolazioni delle ultime vertebre cervicali, quelle che sostengono il peso della testa. Compare, in genere, quando manteniamo il collo teso e rigido a lungo, oppure sforziamo le vertebre in posizioni innaturali per concentrarci sul lavoro, soprattutto al computer. Lesioni articolari - Tenere costantemente una postura sbagliata in posizione seduta, o eretta, oppure compiendo sforzi e movimenti, aumenta il rischio di soffrire di lesioni articolari dovute all’usura delle parti, come l’artrosi, perché il nostro peso viene mal distribuito e si concentra su alcuni punti.
La “gobba” da smartphone Una volta era il peso degli zaini e dei libri di testo a suscitare allarme per le possibili conseguenze sulle schie42
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SCIENZE ne e sulla salute dei ragazzi, oggi invece sta sorgendo un altro problema simile legato all’utilizzo di smartphone e tablet: la cosiddetta “igobba”, cioè la gobba dovuta a dispositivo digitale. Essa è provocata dalla posizione innaturale che il collo assume quando si controlla continuamente il telefono cellulare: la testa si inclina in avanti di 60 gradi e il collo, per mantenere forzatamente questa posizione, deve sopportare un grande sforzo. Più è piccolo lo schermo del dispositivo, più ci si piega per leggerlo, inducendo una postura sbagliata, con la schiena ricurva in avanti. Anche l’abitudine di scrivere gli sms mentre si cammina può alterare il sistema di equilibrio e la postura. LA POSIZIONE CORRETTA È QUELLA NATURALE - È importante cercare di assumere, e mantenere, una postura naturale quando si guarda il telefono: tenere le spalle e la testa più all’indietro e alzare leggermente il braccio che regge il telefono per portarlo più vicino al viso.
Quando guardiamo un dispositivo elettronico sottoponiamo a forte stress articolazioni e muscoli. Ecco perché dobbiamo prestare sempre grande attenzione a come ci “sistemiamo”
Sciogli periodicamente il collo e le spalle con movimenti di stretching. E poi piega la testa di lato, mantenendo la spalla rilassata, per 10 secondi, da un lato e dall’altro. Accompagna l’esercizio con qualche respirazione profonda
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AGIRE SULLA POSTURA
ESERCIZI BASE QUOTIDIANI
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na postura corretta è quella che mantiene il corpo allineato e stabile con il minor consumo di energia possibile. Per riuscirci, è molto importante fare in modo che la colonna vertebrale non abbia nessuna deviazione laterale e che non si incurvi né nella parte superiore né in quella inferiore. Per correggere queste posizioni errate, ecco alcuni utili esercizi.
Guardati allo specchio Mettiti in piedi di fronte a uno specchio a figura intera e prova a correggere la postura. Controlla di distribuire il peso in modo uniforme su entrambi i piedi, con le spalle indietro. Poi mettiti di profilo e controlla di avere un corretto allineamento verticale, quando una linea retta immaginaria tocca l’orecchio, la spalla, il fianco, il ginocchio e la caviglia.
Appoggiati alla parete Appoggia la schiena e i glutei alla parete, senza schiacciarti, ma assumendo la tua posizione normale. Infila la mano tra la schiena e la parete, all’altezza della curva lombare, sopra i glutei. Se la mano non passa o è troppo schiacciata significa che la curva è poco accentuata, se invece “balla” troppo, vuol dire che la curvatura è eccessiva.
Assumi la posizione eretta Il petto deve essere alto, la testa diritta e i muscoli addominali un po’ contratti, poiché ci aiutano a stare in equi44
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SCIENZE librio. Il peso del corpo deve essere ripartito tra le due gambe e le ginocchia devono essere leggermente flesse.
Mentre cammini Mantieni la testa diritta e il collo in posizione verticale. Evita di tenere la testa piegata guardando a terra, poiché sforza le vertebre cervicali. Assicurati di appoggiare prima il tallone e poi la punta del piede.
Se sei seduto Verifica che la schiena sia dritta, le spalle indietro e verso il basso e la pianta dei piedi appoggiata al suolo. Mantieni la curva lombare, con l’aiuto di un sostegno incorporato nella sedia o con un cuscino basso.
Quando dormi La posizione migliore da assumere durante il sonno è quella appoggiata sul fianco, con le gambe leggermente piegata perché aiuta a mantenere le curve della colonna vertebrale e serve a facilitare la respirazione.
Durante l’attività fisica L’attività fisica e il movimento sono importanti per mantenere il tono muscolare necessario alla corretta postura. Quindi… cammina, corri, pedala, nuota, fai stretching, cercando di rafforzare i muscoli e la resistenza fisica, senza strafare. Cerca anche di variare continuamente la tua posizione, spostando il peso da una gamba all’altra, o muovendo la schiena, sia da seduto sia che tu rimanga in piedi a lungo. 45
«La maggior parte della gente pensa di avere i piedi per terra. In senso meccanico è vero, ma non a livello di sensazioni e di energia» Alexander Lowen
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Scienze
COMe ELIMINARE RIGIDITÀ E BLOCCHI: tutti gli esercizi
La bioenergetica suggerisce tutti i movimenti per assumere le posture giuste, per sentirsi ben radicati al terreno e per sciogliere le tensioni, fisiche ed emotive, che compromettono l’equilibrio e l’atteggiamento corporeo
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come eliminare rigidità e blocchi
Trova la tua giusta posizione
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a posizione che sentiamo di avere nel mondo dipende anche dalla postura che assumiamo. E, come detto, considerando che il modo in cui atteggiamo il nostro corpo influenza anche il nostro modo di sentire noi stessi e di rapportarci con gli altri, possiamo modificare i nostri stati d’animo e la nostra autostima agendo sulla postura, con gli esercizi che sono stati studiati a questo scopo dalla bioenergetica. Secondo la bioenergetica, ogni persona nasce con un corpo unico e matura in un ambiente unico e, quindi, per ognuna ci sarà una sua disposizione unica ideale che permetterà il massimo dell’equilibrio posturale e dell’espressione corporea. Ecco perché sarebbe meglio parlare di allineamento naturale piuttosto che ideale. Questo è anche il prodotto dell’equilibrio tra spontaneità e controllo, che si raggiunge quando la persona è ben radicata e integrata dal punto di vista psicosomatico. La relazione ideale del nostro corpo con il terreno e con la forza di gravità è quella in cui le ossa, grazie al lavoro dei muscoli, sono ben allineate e fronteggiano la forza di gravità con il minor dispendio di energia, scaricando il peso del corpo a terra, senza richiedere del lavoro muscolare in più, necessario per tenere in equilibrio il corpo disallineato a causa di posizioni scorrette o di emozioni non regolate. In posizione allineata ed equilibrata il metabolismo funziona a pieno ritmo, grazie a un buon rifornimento di ossigeno; la persona resta pienamente in contatto con i propri vissuti interni e la realtà esterna. È chiaro comunque che la struttura del corpo e la È bene mettere sua forma sono influenzati da fattori ereditari, genetici, prein evidenza che non c’è una natali, nutrizionali, ambientali, dall’esercizio fisico, oltre che postura ideale da fattori bioenergetici ed emotivi. Tutti questi elementi sono che valga per tutti interconnessi tra loro in modo dinamico. 48
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Scienze
IL CORPO: STRUTTURA, FORMA ED EMOZIONI Come mantenere la postura Come è possibile correggere le posizioni scorrette, che sottopongono il corpo a sforzi e tensioni che hanno ripercussioni sia sul piano fisico sia su quello psicologico? Non possiamo modificare i componenti della nostra particolare e unica struttura anatomica, ma possiamo in ogni caso, e sempre, diventare più flessibili. Quando osserviamo il corpo di una persona, per prima cosa vediamo quanta armonia e grazia c’è nel movimento che compie: in alcuni casi una postura può all’apparenza sembrare imperfetta, ma l’individuo può comunque essere flessibile e la posizione del suo corpo può cambiare prontamente a seconda della situazione. Al contrario, una postura può sembrare all’apparenza buona e ben allineata, ma potrebbe essere in realtà mantenuta con rigidità e tensioni muscolari molto limitanti, tanto da risultare poco mobile e flessibile. La fluidità è una caratteristica propria di tutti gli organismi viventi, le cui origini risalgono tutte alla componente acquatica, in cui è nata la vita. E la salute è strettamente legata a un buon grado di fluidità all’interno dell’organismo: quando i tessuti sono ben irrorati e le energie vitali scorrono liberamente, il corpo si mantiene in buone condizioni. Sul piano psico-emotivo, possiamo tradurre il concetto di “fluidità” nei termini di duttilità, adattabilità, capacità di provare, esprimere e mutare le proprie emozioni. Analogamente il concetto di rigidità si associa ai blocchi psico-emotivi e alla resistenza ai cambiamenti.
Una corretta postura dipende anche dall’avere un’efficiente mobilità corporea e una giusta elasticità mentale 49
come eliminare rigidità e blocchi
La bioenergetica e il massaggio, offrendo una conoscenza più precisa dello schema corporeo e delle tensioni presenti, operano una rieducazione alla consapevolezza del proprio corpo e delle posizioni che assume, a tutto vantaggio del benessere psicofisico.
Il grounding: radicarsi sul terreno
Se si ha grounding ci si sente saldi e sicuri sulle gambe e sostenuti dal suolo
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Il punto di partenza per diventare più “fluidi” e intervenire sulla propria postura sono i piedi: occorre riuscire a “ragionare con i piedi” anziché con la testa. Essi infatti sono il nostro punto di contatto con la terra, che simbolicamente rappresenta la realtà. La bioenergetica pone al centro dell’attenzione il “grounding”, che significa letteralmente “radicamento” e riguarda quindi la pratica di ristabilire il contatto dei piedi con il terreno. Ma essere radicati significa molto di più che avere i piedi totalmente a contatto con la terra. In tal caso tutto il corpo si trova in una relazione funzionale con la forza di gravità che la terra esercita su di noi: il corpo starà dritto e sarà in grado di muoversi con il minimo dispendio di energia e senza superflue contrazioni muscolari. Praticamente il grounding porta la persona ad abbassare il centro di gravità a livello dell’addome, imparando a sentire e liberare la carica energetica delle gambe e dei piedi. La persona in questo modo si sente più “radicata” e “centrata”, trova il coraggio di “stare in piedi sulle proprie gambe”, diviene più in contatto con la realtà, ed è più integrata con le situazioni che vive. Il contatto con il terreno determina il proprio senso di sicurezza interiore. Attenzione, non si tratta della forza delle gambe, ma della loro sensibilità! Gambe particolarmente robuste e massicce, anche se sembrano idonee a sorreggere, spesso
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Scienze sono troppo rigide e meccaniche, tradiscono un’insicurezza di fondo, che la persona inconsciamente compensa appesantendo la massa muscolare a danno dell’elasticità corporea. Quando al contrario la muscolatura delle gambe è esile, mentre le spalle appaiono larghe e forti, ciò rivela un’analoga mancanza di sicurezza, con un inconscio timore di cadere o di essere abbandonati. Le persone con queste caratteristiche “si tengono su” con le spalle, invece di cercare un appoggio nel terreno tramite la muscolatura delle gambe. Avere grounding significa essere una persona pienamente in contatto con: • la realtà del suolo sul quale si trova; • la realtà del suo corpo, che è la condizione del suo sentirsi una persona; • la realtà della sua sessualità; • la realtà della situazione della sua vita. Stare con i piedi saldamente radicati al terreno, significa in ogni momento essere consapevoli di chi si è e di dove si è. Il concetto di grounding include il senso interiore di sicurezza e anche l’aspetto dell’approfondimento: essere in grado di conoscere e portare avanti un’attività, una relazione o un lavoro in modo profondo, maturo e responsabile.
TESTA
TORACE
BACINO
Se le aree della testa, del torace e del bacino sono in armonia tra loro possiamo dire di avere un corpo integrato
Trova l’armonia tra le parti del corpo Non c’è grounding se non c’è integrazione tra le varie strutture del corpo e le diverse funzioni della personalità. Un corpo è integrato quando testa, torace e bacino, le tre aree fondamentali, si trovano in armonia. 51
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• La testa - È la sede del pensiero e della coscienza ed è connessa alla possibilità di capire, pensare e creare. • Il torace - Sede del cuore e dei polmoni, è connesso nella sua parte anteriore (corrispondente al petto) all’affettività e alla possibilità di amare e relazionarsi. La parte posteriore (la schiena) è connessa, invece, alle componenti aggressive della personalità. • Il bacino - Esprime il lato istintuale, collegato alla sopravvivenza e al piacere di esistere. Il portamento e il grounding sono rivelatori della personalità - Il portamento impaurito parla di una persona che tenderà a rannicchiarsi, mentre se è triste o depresso ad accasciarsi. L’individuo avrà un portamento severo e autoritario o una postura rigida e poco naturale se sta cercando di negare o compensare un senso interiore di insicurezza. Il portamento sarà naturalmente eretto se la persona ha un senso di sé forte e sicuro.
La sicurezza “nasce” da piccoli Il senso fondamentale di sicurezza di una persona è determinato dal suo precocissimo rapporto con la madre, che incarna simbolicamente l’immagine del terreno su cui poggiamo e che ci nutre. L’equivalenza tra la madre terra e la madre biologica è un concetto base dell’analisi bioenergetica. Il modo in cui una persona sta in piedi ci dice molto riguardo ai suoi primi rapporti con la madre. L’insicurezza di tale rapporto si tramuta in insicurezza a reggersi sulle proprie gambe ed è l’insicurezza fondamentale nell’affrontare la vita. Le 52
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Scienze esperienze positive di amore, affetto, sostegno e approvazione danno al corpo del bambino un’impronta di morbidezza, naturalezza e grazia. Il corpo diventa per lui una fonte di piacere e di gioia; in esso il bambino si identifica e ne fa il tramite per creare il legame con la propria natura animale. Il bambino crescerà bene, ancorato alla terra, con un forte senso di sicurezza interiore (la base dell’autostima) e quindi con un buon grounding. Se invece il bambino è privato del sostegno e dell’affetto materno, il suo corpo reagirà alla freddezza emotiva come al gelo fisico, irrigidendosi: solleverà le spalle per la paura, tenderà il diaframma, tratterrà il respiro. L’insicurezza che sente nel rapporto con la madre si strutturerà nel suo corpo e tenderà a rimanere come sensazione di fondo anche negli anni successivi e nella vita adulta. Il problema dell’insicurezza non potrà essere risolto se la persona non diventa consapevole della propria mancanza di grounding.
Il processo di crescita e di autonomia è frutto dell’integrazione tra la componente “morbida” materna, legata all’accudimento e alla cura, e quella paterna, più “dura” e robusta, legata al sostegno
Quando manca il grounding - Il concetto di grounding non può essere compreso del tutto fino a quando non si fa un’esperienza diretta di lavoro corporeo. Per far capire meglio questo concetto si può dire che fisicamente la più chiara indicazione della mancanza di grounding è quando si sta in piedi con le gambe irrigidite e le ginocchia bloccate. Questa modalità limita la sensibilità e impedisce alle ginocchia di fungere da ammortizzatori del corpo. Quando le ginocchia sono bloccate, le tensioni (non solo fisiche, ma anche psicologiche) si scaricano a livello della schiena, rendendola più vulnerabile e soggetta a problemi e patologie. 53
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Per acquisire grounding occorre prima di tutto spostare la propria consapevolezza e sensibilità verso il basso.
Come stare in piedi correttamente Per valutare se possediamo grounding e ci appoggiamo saldamente, ma con elasticità, sul terreno bisogna partire dal considerare la propria posizione eretta, per osservare se stiamo assumendo un atteggiamento sbagliato, che può pesare sulla struttura corporea. Rilassandoci nella posizione eretta allineata, durante l’inspirazione la colonna vertebrale si allunga e la testa e il bacino si spingono un po’ all’indietro, nell’espirazione la colonna si raccoglie, mentre testa e bacino si volgono leggermente in avanti, così da alternare convessità e concavità della spina dorsale. le pressioni giuste che risvegliano il corpo
Curiosità
Il “Contact grounding” è una tecnica sviluppata nell’ambito della Terapia bioenergetica da Francesco Padrini. Consiste nell’effettuare pressioni controllate su una parte del corpo, seguendo il ritmo della respirazione: dapprima le pressioni effettuate sono maggiori per favorire la percezione delle strutture ossee e muscolari sottostanti e risvegliare le sensazioni profonde. Poi, si eseguono pressioni delicate e movimenti di avvolgimento per integrare l’area sollecitata con il resto del corpo.
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Scienze
Fai così - Assumi la posizione eretta di base: piedi paralleli, ginocchia leggermente flesse, bacino sciolto e leggermente rivolto indietro. Inclina in avanti la metà superiore del corpo, fino a sentire il peso sugli avampiedi. Potresti avere l’impressione di cadere in avanti. Per non perdere l’equilibrio basterebbe fare un passo in avanti, tuttavia non sarà necessario se terrai la testa correttamente allineata sulla colonna vertebrale. Solleva la testa in modo da guardare dritto in avanti. Per bilanciare il peso immagina di avere un libro in equilibrio sul capo. Mantenendo la testa eretta, lascia cadere le spalle e dilata l’addome in modo che la respirazione sia piena e profonda. Lasciati sostenere dal suolo. Potresti sentirti scomodo per la tensione dovuta allo stiramento dei muscoli, sensazione che passerà non appena i muscoli si rilasseranno. Il passo successivo - Da questa posizione puoi cominciare a camminare con più grazia e flessibilità: le ginocchia sbloccate incentivano un’andatura elastica, che favorisce e intensifica la sensazione del contatto con il terreno. Il corpo, libero da tensioni croniche, compie continuamente dei micromovimenti ondulatori intorno all’asse immaginario del corretto allineamento. L’organismo è più vitale e permette una maggiore elasticità anche a livello emotivo: ciò significa una maggiore capacità di esprimere le emozioni e di gestirle in modo equilibrato.
Una postura equilibrata rilassa i muscoli, donando una sensazione di leggerezza e benessere
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GLI ESERCIZI FONDAMENTALI La posizione di base La posizione di base in cui si eseguono tutti gli esercizi in piedi prevista dalla bioenergetica è detta anche “posizione di grounding”. Fai così - Mettiti in posizione eretta con i piedi paralleli a una distanza tra loro uguale alla larghezza delle tue spalle, le punte leggermente rivolte verso l’interno, le ginocchia leggermente piegate, il bacino rilassato e spostato all’indietro, con i glutei non contratti. Il pavimento pelvico (la parte inferiore del bacino, che corrisponde alla zona genito-urinaria e anale) deve essere rilassato. Devi lasciarti andare, come se ti volessi liberare, senza mantenere contrazioni. Il peso del corpo deve poggiare prevalentemente sulla parte anteriore dei piedi. Mantieni il torace e le spalle dritti, ma rilassati. La respirazione è normale, calma e rilassata, senza rimanere in apnea. La mandibola rimane morbida e non serrata. Nella posizione di grounding le ginocchia vengono mantenute un po’ flesse e per rimanere in equilibrio occorre far lavorare contemporaneamente dei muscoli antagonisti tra di loro: i quadricipiti (nella parte anteriore della coscia) fanno estendere il ginocchio, mentre i muscoli posteriori della coscia lo fanno piegare. I due muscoli devono contrarsi entrambi per mantenere una posizione intermedia tra quella eretta e quella flessa. Così le gambe sostengono solidamente il peso, ma sono anche elastiche e non rigide. Gli esercizi bioenergetici sul grounding ci fanno modificare 56
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Scienze le posture abituali che spesso mantengono il quadricipite e i muscoli posteriori della coscia cronicamente contratti e squilibrati tra loro.
I piedi e il contatto con il suolo I piedi garantiscono al corpo la presa di contatto con il suolo: il modo in cui si effettua questo contatto può indicare il tipo di rapporto che si ha con la realtà. Dal semplice aspetto tecnico e meccanico del contatto con il terreno dipende la capacità di conferire equilibrio nell’avanzare del nostro corpo. Il contatto con il terreno presenta varianti molto interessanti. È importante in primo luogo il modo ”ideale” in cui il piede si appoggia sulla terra, suddiviso in tre fasi, che hanno anche un significato simbolico. 1. La posa del tallone sul terreno indica il primo contatto con la realtà. 2. Il contatto terreno-pianta corrisponde a una consapevolezza e analisi, quasi si volesse esaminare meglio il terreno-realtà. 3. Il contatto terreno-punta invita all’azione, cioè innesca la camminata, l’avanzata.
L’esercizio consigliato
Siediti comodamente su un tappeto, afferra un piede con le mani ed effettua delle pressioni su tutto l’arco plantare, sul dorso e sulle dita. Cerca di percepire la struttura ossea sottostante, distinguendo le aree del piede che sono a diretto contatto con il terreno e quelle più delicate dell’arco plantare. Espira durante la pressione e inspira nel momento in cui stacchi le dita. Dopo questi primi contatti effettua delle pressioni più leggere. Questo ti aiuterà a percepire tutta la struttura portante dei piedi. Concludi con una pressione generale, scivolando su tutto il piede. Come lo senti? In modo diverso dall’altro che non hai trattato? Fai lo stesso sull’altro piede. L’effetto - Creare un contatto diretto tra le tue estremità (mani e piedi), risvegliando la consapevolezza di quelle inferiori. Diventare più coscienti del corpo e di questa parte che ci connette al terreno.
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Anche un semplice esercizio come camminare diventa fondamentale per la salute se eseguito con consapevolezza e con attenzione alle sensazioni che ci arrivano
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La camminata consapevole - Prova a camminare come se lo facessi per la prima volta in vita tua: comincia adagio, a piedi nudi, ginocchia leggermente flesse, spostando il peso del corpo sul bordo esterno dei piedi, respirando e camminando per un minuto. Se dovessi percepire del dolore, espira con forza, emettendo un suono. Ora riposiziona l’appoggio su tutta la pianta e ascolta le sensazioni che vengono dai tuoi piedi. Poi cammina per un altro minuto appoggiandoti sui bordi interni dei piedi, respirando liberamente. Nel caso in cui tu senta dolore anche in quest’area, espira in modo sonoro. Fermati, ascolta le sensazioni dei tuoi piedi. A questo punto cammina naturalmente, cercando di sentire a ogni passo il contatto dei piedi con il suolo e poggiando il peso del corpo su ciascun piede. Rilassa le spalle, non trattenere il respiro e non irrigidire le ginocchia. Appoggia i piedi su un bastone - Questo esercizio andrebbe eseguito a piedi nudi. Assumi la posizione eretta tenendo un bastone (di 1-2 centimetri di diametro) sotto un piede. Fai ruotare il bastone lungo tutta la pianta del piede in modo dapprima veloce, poi più lento. Ripeti l’esercizio con l’altro piede. A questo punto poni entrambi i piedi paralleli sul bastone appoggiandoti su di esso con tutto il peso del corpo: parti dall’avampiede, premendo questa parte contro il bastone, poi la zona centrale e infine il tallone. Effettua uno o più atti respiratori in ogni posizione. Se cominci a sentire dolore riduci la pressione sul bastone in quel punto. Infine togli il bastone e rimani qualche attimo con i piedi appoggiati al terreno, sentendo la differenza rispetto a prima.
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Sblocca le ginocchia per favorire movimento e sostegno Le gambe rivelano attraverso la loro funzione di movimento e di sostegno il modo con cui “affrontiamo la vita” e le diverse situazioni che quotidianamente dobbiamo trattare. Esse dovrebbero essere mobili, elastiche e ammortizzare i pesi degli stress della vita e del corpo e anche potersi flettere liberamente e non essere rigide o bloccate. Una chiara indicazione della mancanza di grounding si avverte quando si sta in piedi con le gambe irrigidite e le ginocchia bloccate, modalità che limita la sensibilità e impedisce alle ginocchia di fungere da ammortizzatori del corpo. Quando le ginocchia sono bloccate, le tensioni (non solo fisiche, ma anche psicologiche) si scaricano a livello della schiena, rendendola più vulnerabile e soggetta a problemi e patologie. Occorre acquistare maggiore flessibilità e spostare la propria consapevolezza e sensibilità verso il basso. Bend over (piegamento in avanti) - Questo esercizio, uno tra i fondamentali della bioenergetica, aiuta a percepire maggiormente le gambe, ad aumentare la carica e l’energia. Partendo dalla posizione di base, in piedi, poni le punte dei piedi leggermente verso l’interno, in modo da estendere anche alcuni muscoli delle natiche. Abbandona la testa in avanti lasciando cadere il mento verso il petto. Gradualmente poi, a ogni espirazione, piega sempre di più il busto in avanti, fino a toccare il pavimento con le dita delle mani, tenendo la testa il più possibile abbandonata e sciolta.
Gambe rigide e ginocchia bloccate segnalano la mancanza di un contatto corretto con il terreno. E la schiena potrebbe risentirne
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In questo fondamentale esercizio di bioenergetica il peso del corpo non deve essere sulle mani ma sugli avampiedi
Le ginocchia devono essere leggermente piegate. Il peso del corpo non dovrebbe essere sulle mani, ma restare sui piedi, o meglio, sugli avampiedi. Mantieni la pancia morbida e la bocca socchiusa. Respira con la bocca liberamente e profondamente durante tutto l’esercizio. Raddrizza poi lentamente le ginocchia, senza irrigidirle, fino a distendere i tendini della parte posteriore delle gambe. In questa posizione respira lentamente e profondamente per 20-25 atti respiratori o comunque fino a che non percepisci delle vibrazioni. È molto frequente avvertire lieve dolore e tensione nelle gambe. Immagina di espirare “attraverso” il dolore e le vibrazioni. Lentamente incomincia a rialzarti così: spingi con i piedi sul terreno flettendo “abbondantemente” le ginocchia, mentre la testa continua ad essere abbandonata in avanti. A poco a poco, inspirando, porta avanti il bacino e poi, vertebra dopo vertebra, raddrizza il busto. La testa sarà l’ultima a raddrizzarsi. Se durante la risalita avverti un lieve giramento di testa, significa che la risalita è stata troppo rapida: fai una breve sosta, appoggiandoti con le mani sulle ginocchia. L’assenza di vibrazione è il segno di un’eccessiva tensione nelle gambe. In questo caso, per favorire lo scioglimento della rigidità e la comparsa delle vibrazioni, puoi raddrizzare e flettere ripetutamente e lentamente le gambe, facendo attenzione a ridurre i due movimenti al minimo indispensabile, per ammorbidire le ginocchia. Inspirando fletti le ginocchia, espirando raddrizzale. Posizione ad arco - Questo esercizio contribuisce ad allentare la tensione nei muscoli addominali. Partendo dalla consueta posizione di base, in piedi, ap-
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Scienze poggia contro i reni le mani chiuse a pugno con le nocche rivolte verso l’alto. Piega poi le ginocchia il più possibile, senza alzare i talloni da terra. Inarca la schiena all’indietro sopra i pugni, spingendo in avanti il bacino e la pancia. Cerca di mantenere la pancia in fuori. Lo sguardo deve essere rivolto in avanti, con la testa diritta. Assicurati che il peso del tuo corpo rimanga sugli avampiedi. Respira profondamente dilatando la pancia e il petto. Se provi un po’ di dolore alla schiena è perché in questa parte del corpo hai accumulato tensione. Mantieni questa posizione per circa un minuto, quindi esegui l’esercizio di bend over (pag. 59) per scaricare la tensione alla schiena accumulata nella posizione ad arco e favorire le vibrazioni nelle gambe.
Il bacino e i glutei: il collegamento tra alto e basso Il bacino è un’area importante: rappresenta infatti la base su cui poggia la parte superiore del nostro corpo colle-
Curare posizione e mobilità del bacino e sciogliere blocchi e tensioni è fondamentale per stare bene ogni giorno 61
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gandola con la parte inferiore. Racchiude inoltre l’innervazione che regola gli aspetti anali e sessuali del corpo. La sua posizione, i blocchi e le tensioni muscolari, la sua mobilità, sono elementi importanti per il raggiungimento di uno stato di benessere generale. Posizioni del bacino cronicamente spostate in avanti (o all’indietro) rispetto all’asse del corpo rappresentano dei fattori di stress psico-fisico. Un bacino inclinato indietro, in cui la parte bassa della schiena tende a essere molto incurvata, riflette un’elevata carica sessuale e sentimentale a cui non sempre si riesce a dare libero sfogo, a causa della notevole energia investita. Il bacino inclinato indietro rivela la ricchezza delle moltissime sensazioni interiori. Si accompagna solitamente a un diaframma contratto, che esprime ira trattenuta, e a una regione toracica tesa e debole, che L’educazione riflette una capacità ridotta corporea del bimbo Curiosità di esprimersi e di affermarsi. Le persone che presentaUna fase importante dello sviluppo no questa conformazione del del bambino, anche per la crescita bacino, che provoca un’acdell’autoconsapevolezza e della procentuazione della curva all’inpria autonomia, è profondamente ledietro della colonna lombare gata al controllo delle funzioni anali. (iperlordosi), possono tendeTenere i muscoli contratti in questa re a un’iperattività sessuale; zona del corpo indica difficoltà a lanel contempo però essi la sciare spazio alle emozioni. E, inoltre, temono profondamente, perspesso la minore flessibilità e spontaneità nei rapporti con gli altri vanno di ché abbandonarsi alle sensapari passo con le tensioni che si manizioni sessuali significa anche festano in queste aree. lasciar andare tutte le emozioni accumulate nel bacino 62
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Scienze e nella pancia. La paura di lasciarsi andare è, infatti, un sentimento molto frequente in questi soggetti. Al contrario invece un bacino troppo spinto verso l’avanti, in cui la parte inferiore della schiena e i glutei tendono a essere appiattiti, rivela una diminuzione dell’energia sessuale e una tendenza a trattenere eccessivamente l’espressione dei sentimenti. Oscillazione del bacino - È uno degli esercizi chiave della bioenergetica perché permette lo scorrimento dell’energia dalla testa ai piedi attraversando il bacino. Partendo dalla posizione di base, in piedi, porta il peso del corpo sugli avampiedi. Oscilla all’indietro il bacino, inarcando la parte inferiore della schiena, mantenendo il peso sempre sugli avampiedi e lasciando che l’aria inspirata arrivi alla pancia, riempiendola. Quindi fai oscillare il bacino in avanti, premendo sugli avampiedi ed espirando. Cerca di compiere il movimento in modo continuo e non a scatti. È impossibile effettuare questo esercizio in modo corretto se non si piegano le ginocchia. Rotazione del bacino - Questo movimento è molto simile a quello rotatorio dei fianchi necessario per far girare l’hula hoop. La posizione di partenza è la stessa dell’esercizio precedente. Appoggia le mani sulle anche e comincia a ruotarle lentamente da sinistra verso destra. Il movimento deve interessare in particolar modo il bacino e coinvolgere solo in minima parte la zona superiore del dorso e le gambe. Dopo aver compiuto alcune rotazioni in senso orario, inverti la direzione e ripeti l’esercizio in senso antiorario. Il movimento deve essere coordinato con la respirazione: inspira quando 63
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il bacino ruota indietro, espira quando invece ruota in avanti. Se durante la rotazione percepisci degli “scatti” o degli “spigoli” nel movimento, immagina di arrotondarli respirando più profondamente in quella parte.
L’effetto - Tutti gli esercizi che coinvolgono il bacino mirano allo scioglimento delle tensioni presenti in questa area, tensioni che frenano l’energia e possono favorire patologie ed inestetismi (dolori mestruali, colite, cellulite, adiposità localizzate).
La pancia, sede degli istinti
Ogni volta che piangiamo o ridiamo, è nel ventre che sperimentiamo la vita a livello viscerale 64
Se la testa rappresenta la centrale della ragione, il cuore il centro degli affetti e delle emozioni, la pancia è la sede degli impulsi e dei desideri arcaici. Nella pelvi e nell’addome sono collocate inoltre le fondamenta rudimentali della nostra psicologia: è lì che nascono le nostre passioni di base come la voglia di sopravvivere, il desiderio di avere scambi intimi con un’altra persona, la vita di relazione. Un addome “sano” deve essere morbido ed elastico, né troppo rilasciato né troppo contratto. Nell’idea generale, invece, una pancia piatta e tesa, quasi risucchiata all’interno, viene considerata un elemento di attrazione e di bell’aspetto, atteggiamento corporeo che è indicato nel militare perché deve funzionare come un automa e che, a questo, è stato addestrato: “pancia in dentro, petto in fuori, spalle in alto”. Questo portamento però esprime il massimo della rigidità perché nega l’autonomia, la spontaneità e anche la sessualità della persona.
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Scienze La pancia risucchiata in dentro rende infatti la respirazione addominale molto difficile e costringe a gonfiare troppo il petto per avere abbastanza aria. Una pancia morbida e rilassata implica la possibilità di provare sensazioni sessuali. Una pancia piatta appiattisce, appunto, le emozioni, impoverendo il sesso e rendendo “piatto” anche il modo di sentire e di pensare. La tendenza a tenere la pancia in dentro non è legata solo alla inibizione sessuale. Contratta e tenuta serve anche per reprimere i sentimenti di tristezza, per controllare le lacrime e i singhiozzi. Se la lasciassimo andare, quindi, dovremmo abbandonarci al pianto, aprendo la porta alla possibilità di una vera risata “di pancia”.
Il sano e corretto modo di respirare si basa sul rilassamento della muscolatura addominale
Respirazione con la pancia - Stenditi su un tappeto e piega le ginocchia, tenendo i piedi ben appoggiati al suolo e divaricati di circa 40 centimetri (più o meno come la larghezza delle spalle). La posizione della testa deve permetterti di stendere completamente la gola (che deve essere abbandonata). Tieni le mani appoggiate sulla pancia, in modo da percepire i movimenti addominali. In questa posizione respira per circa un minuto a bocca aperta, lasciando che la pancia possa sollevarsi naturalmente (senza forzare troppo) durante l’inspirazione ed abbassandola durante l’espirazione. L’effetto - Evidenziare le eventuali tensioni presenti a livello della gola e la rigidità del petto, favorendo la distensione. 65
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Respirazione e oscillazione pelvica - Partendo dalla posizione di base, sdraiato, come nell’esercizio precedente, inspirando, arcua la parte inferiore della schiena permettendo alla pancia di riempirsi. Per espirare fai compiere al bacino una spinta in avanti, premendo leggermente con i piedi contro il terreno. Prosegui per circa due minuti. Fai attenzione a non sollevare la schiena, ma soltanto a oscillare il bacino. Lasciare che il bacino si possa muovere liberamente provoca in genere sensazioni piacevoli. I movimenti pelvici, infatti, dovrebbero aumentare la profondità della respirazione, l’ampiezza dei movimenti addominali e la scioltezza dell’addome. Questo tipo di esercizio può provocare una sensazione di formicolio alle mani o in altre parti del corpo, oppure l’impressione di un’emozione incombente, tutte sensazioni che scompaiono semplicemente fermando il movimento e il respiro. Potrai notare come nell’atto inspiratorio il mento tende ad avvicinarsi al petto e nell’atto espiratorio la gola si apre, la nuca ruota leggermente all’indietro, la parte centrale della schiena preme contro il terreno mentre le mani scendono un po’ verso i piedi.
Ogni volta che esegui gli esercizi suggeriti è importante non forzare in alcun modo il corpo
L’effetto - Cercare di sciogliere la tensione della parte bassa del corpo.
Il torace è la sede naturale di sentimenti ed energia La regione toracica, che va dal diaframma fino alle clavicole, ha la funzione di amplificare e decodificare le 66
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Scienze emozioni che fluiscono dal ventre attraverso il diaframma, trasformandole in passioni e sentimenti, cioè in legami personali. Nel torace si trovano due importanti organi, il cuore e i polmoni: il primo è fonte di amore e affetti, i secondi attraverso la respirazione stabiliscono il rapporto tra il nostro interno e l’esterno. L’apertura e lo sviluppo del torace rispecchierà perciò il nostro stile di relazione con il mondo esterno. Un torace non contratto, tonico e mobile, è uno strumento ottimale, perché ha la possibilità di caricarsi di energia attraverso la respirazione e può esprimere le emozioni coinvolgendo il cuore. L’eccessiva contrazione o espansione del torace non sono atteggiamenti del tutto sani, mentre l’equilibrio tra i due estremi è la situazione migliore, più carica di energie vitali. Come un respiro è composto da due fasi, l’inspirazione e l’espirazione, allo stesso modo i rapporti d’amore sono basati sulla capacità di dare e quella di ricevere. La vitalità e la bellezza della regione toracica sono stabilite dall’equilibrio tra morbidezza e durezza, tra interno ed esterno, tra dare e ricevere, tra espansione e contrazione. L’espirazione provoca il rilassamento in tutto il corpo. Chi teme di lasciarsi completamente andare ha spesso qualche difficoltà a espirare completamente e persino dopo un’espirazione forzata tratterrà ancora un po’ d’aria nel petto. Questo è un comportamento di difesa contro la paura di non essere capaci di immettere aria sufficiente, e quindi soccombere. Questo timore di perdere tutta l’aria è l’espressione fisiologica della paura di perdere la propria sicurezza.
A ogni espirazione corretta il corpo si rilassa, profondamente
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Le spalle: il fulcro dell’agire Le spalle (che comprendono l’articolazione scapolo-omerale), le braccia e le mani sono collegate soprattutto con gli aspetti del “fare” e dell’espressione aggressiva e attiva delle emozioni. L’energia fluisce dalla parte inferiore della schiena (zona lombare), scorre nei muscoli lunghi ai lati della colonna vertebrale e risale verso le spalle e verso la testa. Se le spalle sono sciolte, l’energia può fluire liberamente lungo le braccia e dare all’uomo la possibilità di effettuare un’azione compiuta attraverso le mani: prendere o mandare via. Le emozioni collegate all’amore “si muovono” lungo la parte anteriore del corpo (dal cuore), scorrono e si espandono verso il viso, le spalle e le braccia, fino alle mani: un’emozione tenera si può così esprimere attraverso gli occhi, la bocca, le braccia e le mani. La possibilità di espressione di queste emozioni primarie dipende anche dalla libertà di movimento delle spalle che rappresentano l’elemento di snodo, che media tra le energie e i sentimenti che si agitano nel torace e la capacità espressiva di braccia e mani. Le spalle possono assumere posture molto diverse, collegate a una grande Il termine “aggressivo” si intende nel senso etimologico di “andare verso”, “protendersi”, e include sia gli aspetti più attivi come quelli di difesa-attacco, sia gli aspetti teneri come quelli d’amore che si esprimono nell’abbraccio e nel portare a sé 68
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Scienze varietà di emozioni. Il loro atteggiamento può esprimere paura, tristezza, stanchezza, fierezza, sottomissione, forza, chiusura... Rotazione delle spalle - Stando seduto con la schiena eretta, le braccia rilassate e le mani appoggiate sulle ginocchia, immagina di avere dei pennelli sulle spalle e di dover dipingere lateralmente dei cerchi. Comincia a ruotare lentamente le spalle in senso orario per un paio di minuti, cercando di disegnare cerchi sempre più grandi, accompagnando il movimento con una respirazione profonda. Ripeti l’esercizio ruotandole anche in senso antiorario, fino a raggiungere la massima ampiezza. L’effetto - Sciogliere le tensioni che si formano a livello delle spalle. Rotazione dei gomiti e delle braccia - Alza i gomiti all’altezza delle spalle, immaginando di dipingere con essi dei cerchi sempre più ampi. Mentre i gomiti salgono nella rotazione inspira, mentre scendono invece espira. Arrivato al punto del massimo diametro possibile di rotazione, stendi le braccia senza irrigidire i gomiti e disegna dei cerchi tenendole distese e respirando.
Braccia e mani sono i canali comunicativi
Ricordati di ruotare le spalle e respirare profondamente almeno una volta al giorno: così allenti le tensioni, senza sforzo
Energia ed emozioni fluiscono attraverso il torace e le spalle e divengono azioni con le braccia e le mani. Queste ultime, insieme al volto, rappresentano i canali di espressione e comunicazione privilegiati e sono gli strumenti che ci permettono di elaborare e acquisire informazioni. Come gli 69
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arti inferiori sono appendici del bacino e servono a renderci nello stesso tempo saldi e mobili rispetto alla terra, così le braccia sono appendici del torace e trasmettono il flusso dell’energia dal tronco verso la periferia del corpo e quindi verso il mondo. Le braccia sane ed efficienti sono forti, flessibili e prive di tensioni, energiche ma gentili, capaci di protendersi e di afferrare, come di ritrarsi e rifiutare, di dare e di prendere, di accarezzare e di colpire. Rotazione dei polsi - Distendi le braccia in avanti, con il palmo verso il basso. Comincia a ruotare i polsi e le mani, in lente circonvoluzioni libere, che gradualmente si allargano fino a coinvolgere anche le braccia, che ruotano anch’esse a livello delle spalle. Esegui l’esercizio ruotando i polsi prima in senso orario e poi antiorario. Stiramento delle dita - Stando in posizione distesa, posa il palmo delle mani sul pavimento, ai lati del corpo, con le dita aperte a ventaglio. Spingendo la mano in avanti, allarga le dita tra loro, partendo dal mignolo per arrivare fino al pollice, fino a ottenere l’estensione massima. Ripeti partendo dal pollice per arrivare al mignolo, con entrambe le mani. Quando sei a terra, spingi la mano in avanti e allarga le dita, dal mignolo al pollice, al massimo
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La schiena: aggressività e paura La schiena è la zona del corpo che evoca maggiormente i valori e le emozioni legati alla propria sicurezza personale. È la parte più compatta del corpo che può sopportare meglio i colpi e che nello stesso tempo fornisce l’energia muscolare per darne. Per sferrarne uno, infatti, il movimento ha bisogno di salire lungo i muscoli del dorso e passare attraverso la spalla prima di fluire nel braccio.
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Scienze All’opposto, quando si adotta un atteggiamento difensivo, si tende a curvarsi in avanti con le spalle, come per proteggere la parte ventrale del corpo, più indifesa e vulnerabile. Una schiena che assume questa posizione trasmette un messaggio di rassegnazione, di perdita di dominanza e di debolezza perché, a livello inconscio, rimanda all’atto di inchinarsi (segno di sottomissione), di prostrarsi o di abbassarsi sotto un peso. Un busto eretto invece fa apparire leggermente più alti, più aggressivi e sicuri, contribuendo in maniera notevole a conferire un aspetto dominante. La lettura del corpo in bioenergetica - Analizzare l’atteggiamento della schiena delle persone può rivelare storie e vissuti di grave sofferenza psico-emotiva, soprattutto in presenza di deformazioni evidenti. Il nostro corpo, infatti, manifesta, attraverso asimmetrie, torsioni, lateralizzazioni nella postura, la ricerca di un difficile equilibrio, vissuto come precario e raggiunto faticosamente attraverso un disequilibrio, aspetto che diventa evidente soprattutto osservando la schiena. Spesso, infatti, chi presenta posture “squilibrate” a livello della schiena rivela delle personalità cerebrali, creative e ipersensibili, a volte problematiche. L’inarcamento della parte lombare del dorso e i movimenti laterali dei fianchi hanno frequentemente anche una sfumatura di significato sessuale, soprattutto nelle donne perché contribuiscono a rendere più sporgenti i glutei e a mettere in evidenza le “curve”. L’attrattiva delle schiene maschili, invece, risiede soprattutto nello sviluppo armonico dell’apparato muscolare, che porta ad allargare la parte alta della schiena, mentre quella inferiore, lombare, appare tonica e più stretta.
Paura e aggressività sono emozioni intimamente legate tra loro, come nella reazione tipo di “attacco o fuga”. Ed entrambe trovano un punto di riferimento nella schiena
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Impariamo a individuare le posizioni-tipo legate alla struttura del corpo, riconoscendo quando vengono assunte e cosa comunicano
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QUAL È IL TUO CARATTERE TE LO DICE IL PORTAMENTO
Esistono alcune posture tipiche, segni di come l’individuo cerca di difendersi o di affermarsi attraverso l’atteggiamento, che sono indicative della personalità e della considerazione che la persona ha di sé. Analizziamo cinque posizioni principali e il carattere a cui sono collegate
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QUAL È IL TUO CARATTERE
Il modo di atteggiarsi rivela la personalità
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l corpo adotta delle posizioni che complessivamente esprimono un “atteggiamento” che cambia in funzione delle varie situazioni ed esigenze. Una parte dell’espressione corporea è impostata e governata dalla volontà, un’altra parte, però, sfugge al nostro controllo volontario e rappresenta il linguaggio segreto del corpo, espressione della nostra personalità individuale. Dall’atteggiamento posturale, dalle posizioni e dai gesti, emerge la personalità, il carattere, la valutazione di sé, la sicurezza, la spontaneità e il modo in cui ognuno di noi si pone in relazione col mondo.
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I PRINCIPALI ATTEGGIAMENTI POSTURALI - Secondo la bioenergetica questi tipi rivelano l’impronta di base tipologico-caratteriale della persona e rappresentano cinque modi di differire dalla struttura ideale della postura e cinque atteggiamenti difensivi, con cui si reagisce allo stress, alle relazioni e al mondo. Quando si discosta dalla postura ideale, il corpo può: • scomporsi e lateralizzarsi (posizione asimmetrica). • crollare come se fosse stanco (posizione dipendente). • piegarsi e comprimersi (posizione oppressa). • ingrossarsi nella parte superiore (la cosiddetta posizione dominante). • irrigidirsi (posizione rigida).
Si potrebbe dire che ci sono tante posture diverse quanti sono gli individui
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uardandoti allo specchio, cerca di individuare in una delle figure che illustrano le varie posizioni, o nella combinazione di alcune di esse), che presentiamo nelle prossime pagine, quale si avvicina di più alla tua.
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SCIENZE Sappi che i tipi proposti sono “modelli puri”, mentre quasi tutte le persone in realtà sono combinazioni. Può dunque succedere che sia necessario osservare figure diverse, o parti di esse, per ottenere un risultato accurato. Se è così le tue caratteristiche saranno il risultato di una combinazione di vari tipi.
Come capire il significato delle posizioni Un metodo molto utile per comprendere il significato delle posizioni del corpo è di assumerle e osservare come ci si sente in ciascuna di esse. I sentimenti che ne risultano dovrebbero darvi un’idea di cosa provano le persone con questi atteggiamenti posturali. Per ogni tipologia verranno anche consigliati alcuni esercizi bioenergetici per favorire l’autostima. La divisione in tipologie è un riferimento utile, ma valido solo a livello teorico. In pratica un’effettiva tipologia “pura” non esiste
Nella realtà si trovano essenzialmente tipologie miste che possono presentare degli aspetti secondari di altri tipi, pur appartenendo principalmente alla tipologia che li rappresenta in modo più ampio. La traccia tipologica è importante per cogliere gli aspetti predominanti della personalità dai quali si può acquisire consapevolezza e sui quali si può lavorare, considerandoli una sorta di bussola per orientarsi. 75
QUAL È IL TUO CARATTERE
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LA POSTURA ASIMMETRICA
Questo atteggiamento posturale è tipico della tipologia cerebrale, termine con cui definiamo una persona con un senso di sé ridotto, con un Io debole e un contatto notevolmente limitato con il corpo e le sue sensazioni. A livello fisico - Le varie parti del corpo della persona “asimmetrica” appaiono sconnesse e divise l’una dall’altra. La parte alta e quella bassa, il lato destro e quello sinistro presentano asimmetrie più o meno evidenti, nel corpo e nel viso. Una spalla può essere più alta dell’altra, il busto tende a piegarsi lateralmente, il bacino è contratto e le gambe rigide, con i piedi “scomposti”. Il corpo trova un equilibrio nel disequilibrio e manifesta la difficoltà della persona a unire corpo e mente, pensieri ed emozioni. I movimenti della persona “asimmetrica” appaiono non armonici: • a volte può muoversi a scatti, con movimenti meccanici e con brusche interruzioni, quasi come se fosse una marionetta; • in altri casi i movimenti della persona cerebrale ricordano molto quelli di una bambola di pezza, morbidi ma slegati. Queste due modalità di movimento si rifanno alla stessa matrice emotiva che ha radici antiche, infantili e a volte addirittura prenatali, differenziandosi, però, nella modalità espressiva. Dal punto di vista bioenergetico il primo caso (movimenti a scatti) è stato definito “tipologia cerebrale legata”: è 76
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SCIENZE caratterizzata da muscolatura asciutta, contratta e tesa e corporatura smilza. Il secondo caso (movimenti morbidi ma slegati) è stato definito “tipologia cerebrale slegata”: il corpo ha marcate differenze tra la parte alta e quella bassa. Quest’ultima spesso è dilatata e atonica. Le articolazioni si presentano deboli e con lassità legamentosa. Qui possiamo ipotizzare che la problematica psicoenergetica di base risalga a momenti prenatali più antichi. La tipologia cerebrale privilegia le attività mentali a discapito del senso pratico e degli aspetti materiali e per questo in essa emergono le componenti creative, intellettuali, artistiche e spirituali. Ecco perché la persona si muove tendenzialmente nel mondo artistico o immaginativo o predilige lo studio e la ricerca scientifica, nei suoi aspetti più analitici e rigorosi. Dotata di elevata ricettività intuitiva, ha la tendenza a proteggersi e ripararsi dal mondo emotivo, per la sua estrema sensibilità e vulnerabilità. È una persona che, nel primo periodo di vita, ha avuto un trascorso difficile o una non completa accettazione da parte dei genitori, oppure ha vissuto situazioni traumatiche difficili da elaborare. Potrebbe aver ricevuto poco calore emotivo e un profondo distacco e così per non sentire la freddezza nelle relazioni primarie si è allontanata dalle sensazioni corporee, che sarebbero vissute conflittualmente, e si è rifugiata nella componente mentale e nella cerebralità.
Nella tipologia cerebrale è particolarmente valorizzato l’aspetto creativo
Qui l’energia non fluisce - L’energia trattenuta non scorre fino alle strutture periferiche del corpo, cioè negli organi che stabiliscono il contatto con il mondo esterno: viso, mani, genitali e piedi, impendendo a livello energetico il77
QUAL È IL TUO CARATTERE
completo contatto con il nucleo. Allo stesso modo anche i sentimenti non fluiscono liberamente verso l’esterno, ma sono bloccati da tensioni muscolari croniche localizzate alla base del capo, nelle spalle, intorno al diaframma, nella pelvi e nelle articolazioni delle anche. Il soggetto non si identifica con il suo corpo e se ne dissocia. Mancanza di autostima - Questa tipologia non ha potuto sviluppare un grado sufficientemente alto di autostima, a causa di un percorso emotivo in genere fortemente perturbato, che non gli ha permesso una crescita ottimale rispetto all’integrazione corporea e al contatto con la realtà. Questa scarsa autostima si esprime in particolare sotto forma di un basso grado di autoconsiderazione di base, sfiducia in se stesso, scarsa capacità di esprimere le emozioni. Invece, nel suo mondo elettivo dove può sviluppare un alto livello di competenze specifiche e raggiungere riconoscimenti e successo il suo grado di autovalutazione può risultare buono (autostima specifica). Le aree fondamentali in cui è sostenuto da una buona autostima sono soprattutto quella scolastica e professionale (intellettuale e artistica), mentre quelle in cui potranno esserci un’evoluzione e uno sviluppo maggiore legato all’emotività, ai sentimenti e alle sensazioni, saranno l’area corporea e le aree relazionale, familiare e sociale.
Per realizzare pienamente se stesso l’“asimmetrico” deve imparare a entrare in contatto con le proprie emozioni
Evoluzione della tipologia cerebrale - L’elemento principale su cui operare è arrivare a sentire il corpo unito in tutte le sue parti in modo da percepire maggiormente la parte inferiore del corpo (bacino, gambe e piedi), sviluppare il grounding e unire il corpo con la mente. 78
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SCIENZE
GLI ESERCIZI CONSIGLIATI
Per questa tipologia si rivelano particolarmente utili gli esercizi rotatori e di mobilizzazione di tutte le articolazioni. Per favorire la consapevolezza corporea, è molto positivo ricevere da parte di una persona di cui si ha un buon grado di fiducia un “Contact grounding” (vedere pagina 54) a livello dei punti di passaggio dei distretti corporei (collo, vita) e delle articolazioni.
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LA POSTURA DIPENDENTE
Una personalità con struttura dipendente contiene molti tratti tipici del periodo della prima infanzia: scarso senso di indipendenza, tendenza ad aggrapparsi agli altri, basso livello di aggressività, profondo bisogno interiore di essere curato e sorretto. A livello fisico - Il corpo si curva verso il basso e la testa è protesa in avanti, il petto è incavato e le ginocchia sono serrate. Il corpo assume una posizione come se avesse bisogno di sostegno. La testa spinta in avanti dimostra un protendersi quasi per cercare nutrimento. Le spalle arrotondate rivelano mancanza di aggressività e incapacità di prendere ciò che è necessario. Il petto incavato trattiene una profonda tristezza. La tensione nell’addome blocca i sentimenti di vuoto; le ginocchia serrate servono a sostenere il corpo, malgrado la mancanza di energia e di forza. Il corpo tende a essere lungo e sottile, ma differisce da quello tipico della postura cerebrale perché non è smilzo e contratto. Lo scarso sviluppo muscolare è particolarmente evidente nelle gambe e nelle braccia. 79
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Anche i piedi sono esili e stretti. Le gambe danno quasi l’impressione di non essere in grado di sostenere il corpo. Vi sono poi altri segni di immaturità fisica: la pelvi, sia negli uomini che nelle donne, può essere adolescenziale e la peluria è spesso ridotta. Il seno nelle donne si presenta piccolo, appena abbozzato, infantile, oppure ipersviluppato. Un vuoto interiore - Il tipo dipendente è afflitto da un senso di vuoto interiore. Il senso di privazione che lo caratterizza è dovuto alla mancanza di contatto con una figura materna calda, sufficientemente affettuosa e protettiva, perché assente o per problematiche analoghe della madre stessa. Tale assenza gli ha impedito di soddisfare in modo completo e corretto i propri bisogni di amore, calore e contatto nel primo anno di vita (fase orale). E così è come se si aspettasse che arrivi qualcuno a riempirlo, anche se a volte si comporta come se fosse lui quello che dà il suo appoggio agli altri. Ha, sia in senso letterale che figurato, difficoltà a stare in piedi da solo, ma questa tendenza può essere mascherata da un atteggiamento esagerato di indipendenza. Un altro tratto tipico è ritenere che tutto gli sia dovuto, atteggiamento che deriva dall’esperienza precoce di deprivazione. È soggetto a repentini sbalzi di umore, a momenti di malinconia e tristezza o di grande euforia. In ambito sociale è loquace e intelligente. Il corpo della persona “dipendente” può essere: • longilineo, come una “canna al vento”; • dilatato e atonico, come un “sacco vuoto” (in questo caso c’è una compensazione orale del senso di vuoto, con l’assunzione di cibo).
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SCIENZE Dal punto di vista bioenergetico il primo caso, descritto nel box di pagina 80, denominato da noi “tipologia dipendente longilinea”, ha costituzione longilinea, con zone di avvallamento allo sterno e tra le scapole, muscolatura scarsa. Il secondo caso denominato da noi “tipologia dipendente dilatata” ha la figura arrotondata nel viso e nel corpo, con tendenza al sovrappeso e al ristagno di liquidi. Qui l’energia è debole - Dal punto di vista energetico la struttura dipendente è caratterizzata da una carica ridotta. L’energia non è congelata nel nucleo come nella condizione cerebrale, ma fluisce molto debolmente verso la periferia del corpo. Tutti i punti di contatto con l’ambiente hanno una carica debole. La mancanza di energia e di forza, tuttavia, è più evidente nella parte inferiore del corpo, perché lo sviluppo nel bambino procede dalla testa in giù. Autostima altalenante - Questa tipologia gode di un’autostima “fluttuante” e di sbalzi di umore. Avendo un’energia non molto alta, in alcuni momenti si infiamma e si sente euforica, dimostrando un alto grado di considerazione. All’esaurirsi dell’energia, è predisposta a cadute nella malinconia, momenti in cui necessita di un appoggio e di riconoscimento, che non ricerca in se stessa, ma negli altri, da cui diventa dipendente. Appena riceve ciò di cui ha bisogno, recupera energia e autostima. Quando, invece, non si sente sorretta e nutrita affettivamente, può avvertire di nuovo stanchezza, delusione e esaurimento È poco autocritica, ha difficoltà ad esprimere i propri bisogni e avverte spesso insoddisfazione e mancanza di appagamento. In lei si riscontra una correlazione tra bassa autostima, minimo
L’impressione è che il corpo della tipologia dipendente abbia bisogno di sostegno e di nutrimento
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livello di energia, scarsa aggressività, modesto radicamento (grounding) e sviluppo muscolare. In ambito sociale può avere una buona autostima perché è loquace e dotata di buone capacità comunicative. Evoluzione della tipologia dipendente - Questa tipologia dovrebbe imparare a sviluppare una maggiore autonomia, possibile accrescendo la muscolatura, il sostegno sulle gambe e la relazione con la componente aggressivo-volitiva.
GLI ESERCIZI CONSIGLIATI
Per la tipologia dipendente sono utili gli esercizi respiratori e quelli che favoriscono lo sviluppo del grounding (compresi il bend over e l’arco, vedere pagine 59 e 60). Per integrare bene il suo schema corporeo un valido aiuto arriva dalle tecniche di massaggio, in particolare quello bioenergetico.
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LA POSTURA OPPRESSA
Questo atteggiamento posturale è tipico della tipologia sottomessa. Si tratta di una persona con una buona carica di energia, che però viene frenata nella sua espressione. A livello fisico - Il corpo della persona “oppressa” ha una struttura tendenzialmente brevilinea e muscolosa, gli arti sono lievemente più corti rispetto al tronco, le mani e i piedi sono squadrati. La muscolatura è generalmente ipersviluppata, con la gola e i glutei contratti. Il corpo, schiacciato verso il basso, si curva in avanti. In questa 82
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SCIENZE posizione appare come se fosse sotto sforzo, come se stesse trasportando un carico pesante o se fosse bloccato in una posizione spiacevole. I tessuti dell’apparato muscolo-scheletrico tendono tanto più ad accorciarsi quanto maggiore è la compressione nel corpo e le due “strettoie” principali di quest’ultimo, il collo e la vita, tendono a sparire. Il collo corto, con la testa tendenzialmente incassata tra le spalle, riflette la paura di rischiare, come se stesse per schivare un colpo. Si avverte quasi un senso di sconfitta nel curvarsi in avanti della parte superiore del corpo. Mentre la parte anteriore, più corta e tesa, trattiene nel retro i sentimenti di rabbia e di aggressività, così come le spalle ruotate in avanti. Sul dorso, a livello cervicale può esservi un deposito adiposo (la cosiddetta “gobba di bisonte”). E a livello della schiena c’è un appiattimento della curva lombare e il bacino è ruotato in avanti con la muscolatura anale contratta. Ha la sensazione di essere “schiacciato” - Il tipo sottomesso può svilupparsi all’interno di una famiglia che lo ha investito di troppo amore. La figura della madre in questo caso può essere spesso risultata opprimente. E l’ansia eccessiva del genitore provoca una sensazione di umiliazione e soffocamento. Perciò questo tipo è cresciuto con la sensazione di essere schiacciato e di essere sempre rinchiuso in una trappola che gli impedisce di sfogare completamente la sua personalità. Il soggetto sente di non essere mai stato libero di lasciarsi andare davvero per poter esprimere totalmente ciò che sente.
Questa tipologia fa fatica ad affermare bisogni ed esigenze e a esprimere l’aggressività
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La struttura brevilinea del “sottomesso” si può associare alle seguenti caratteristiche fisiche: • una componente rotondeggiante adiposa. I tessuti del tronco sono lievemente più atonici, il viso è più rotondeggiante; • un aspetto maggiore di rigidità, con il bacino inflessibile e spinto in avanti. Dal punto di vista della bioenergetica il primo caso, denominato “tipo sottomesso-remissivo”, include elementi di oralità (più frequente nel sesso femminile), mentre il corpo è più rotondeggiante e atonico. Il secondo caso, denominato da noi “tipo sottomesso-compresso”, include elementi di rigidità (più frequente nel sesso maschile), ha il bacino poco flessibile e rivolto in avanti. Qui l’energia è tanta, ma non si scarica - A differenza della struttura dipendente, questa è carica di energia che tuttavia viene forzatamente relegata dentro e, a causa della forte costrizione, non riesce a raggiungere in misura sufficiente le aree di contatto con il mondo esterno (mani, piedi, genitali). Non c’è dunque liberazione attraverso la scarica. Di conseguenza l’azione espressiva e l’estensione del corpo sono fortemente limitate. Questa personalità è dominata dall’ansia quando frena l’azione e quando agisce si sente in colpa, condizione che crea la sensazione di essere continuamente in trappola, qualunque cosa la persona faccia. Si stima poco, ma solo in apparenza - Questa tipologia gode apparentemente di una bassa autostima ed esternamente si sottovaluta. Tendenzialmente remissiva e sfiduciata, può nutrire in sé sentimenti di ostilità e superiorità. A causa del 84
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SCIENZE forte controllo, teme di esprimere la propria aggressività in modo diretto, esternandola in modo indiretto, lamentandosi. Nell’area scolastica e professionale lavora molto, battendo tutti per impegno e resistenza lavorativa. Nel piano sociale e della relazione può essere carente. Si rivolge agli altri rendendosi utile e risolvendo problemi pratici, ma le sue aspettative di ricompensa vengono spesso deluse, cosa che mina la sua autostima perché non si sente ripagato a sufficienza per quello che ha fatto. Evoluzione della tipologia sottomessa - Questa tipologia di carattere dovrebbe osare di più ed esprimere in modo diretto le proprie necessità. Per uscire dalla “trappola”, deve poter sciogliere la tensione e far fluire liberamente l’energia nella gola, nelle mani, nei piedi e nel bacino, attraverso movimenti espressivi e liberatori. GLI ESERCIZI CONSIGLIATI
Sono particolarmente indicati gli esercizi di scioglimento dei muscoli della gola, come quelli che prevedono l’espressione sonora (“far sentire la propria voce”) e in quest’ottica tutti gli esercizi espressivi.
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LA POSTURA DOMINANTE
Il tipo dominante ha la tendenza a dominare e a controllare sia l’ambiente sia il proprio corpo e le proprie emozioni. Investe molta energia nella propria immagine e nella cura di sé. Può anche avere un forte desiderio di potere sugli altri perché è orientato a manipolare chi lo attornia sia con la forza che con la seduzione. 85
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A livello fisico - Il corpo, allargato sopra la vita, si assottiglia sotto di essa. È rilevabile una forte tensione nella testa, nel collo, nel bacino e nelle gambe. Il torace appare gonfiato dall’orgoglio e dal senso di superiorità. La parte inferiore del corpo è invece più stretta e, in un certo senso, presenta la debolezza della struttura tipologica dipendente. Il tipo dominante si presenta somaticamente con due modalità differenti. • “Tipo dominante” - Manifesta un evidente sbilanciamento della struttura del corpo verso l’alto, con una tendenza all’ipersviluppo della parte toracica, che si mantiene in atteggiamento inspiratorio, in una posizione di dominanza. Anche il collo è robusto. Questa struttura ricorda la parte superiore del corpo di un culturista, mentre le gambe possono essere più contratte e tese. • “Tipo dominante-seduttivo” - È caratterizzato da una minore rigidità rispetto al primo. Il corpo appare più omogeneo, più flessibile e mobile, con anche un buon tono muscolare. Dal punto di vista bioenergetico il tipo dominante si fonda sull’immagine che è in grado di offrire di sé e sente il bisogno di essere superiore a tutti, in tutte le situazioni. Questa tendenza al dominio e al controllo si ripercuote anche su di lui che, per la paura inconscia di fallire e di mostrare le sue debolezze, “si tiene su” e non si lascia mai andare, è sempre all’erta e guardingo, non permettendosi mai di entrare in contatto profondo con il suo corpo e con le sue emozioni. Tende a negare 86
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SCIENZE l’esistenza dei propri sentimenti, diversamente dal tipo cerebrale che invece se ne distacca. Un altro aspetto essenziale è il bisogno di avere qualcuno da tenere sotto controllo, da cui però, nonostante le apparenze, è anche dipendente. Al di là delle apparenze questo “tipo” è abitato da una profonda paura di essere sopraffatto, di essere usato e a livello profondo vive una lotta per sopravvivere come persona indipendente. Nella storia di questo individuo c’è generalmente una figura parentale molto seduttiva che lo ha in qualche modo manipolato, motivo per cui, a sua volta, sarà poi lui a manipolare e sedurre gli altri. Qui la testa è sovraccarica di energia - Nel dominante l’energia è tutta spostata nella parte alta del corpo e nella testa, a causa dell’ipereccitazione dell’apparato mentale rivolto al modo di conquistare il controllo del proprio corpo e delle situazioni, provocando, comprensibilmente, una carenza nella parte bassa. Si rileva anche una costrizione nell’area diaframmatica e nella vita, generata dalle tensioni legate al continuo controllo della propria condizione corporea. Ha un’autostima “espansa” - Il tipo dominante è una persona generalmente briosa e di compagnia, molto portata alle relazioni sociali, alla seduzione e alla conquista, ma incapace di esprimere le proprie vere emozioni. Oltre ad avere un torace espanso in fase di inspirazione continua, presenta anche un’autostima “espansa”, mostrando degli aspetti narcisistici che si esprimono nel compiacimento di se stesso, della sua figura, del suo abbigliamento, dei suoi successi e delle
Il dominante si presenta “come se” avesse un’alta energia fisica e mentale e la situazione sempre in pugno 87
QUAL È IL TUO CARATTERE
sue performance. Esibisce un atteggiamento di sicurezza e di “grandezza” per dimostrare di essere all’altezza di ogni situazione, spesso perdendo la consapevolezza dei propri limiti. Sotto questa maschera si nasconde spesso, però, la paura di fallire e di essere manipolato per questo quando non riesce a raggiungere i suoi scopi proprio con la manipolazione o la seduzione, cerca di ottenerli attraverso la forza. La modalità di controllo del tipo dominante-seduttivo, invece, è meno diretta e meno violenta: non usa la forza, ma l’espressione del fascino di cui si ritiene dotato per raggiungere i propri obiettivi. Evoluzione della tipologia dominante - Per evolversi, questa tipologia ha bisogno di arrivare alla reale percezione del proprio corpo, piuttosto che della propria immagine “gonfiata” e della propria personalità. Per ottenere questo risultato occorre che entri maggiormente in contatto con le proprie gambe, così come con la propria realtà, ridimensionandosi.
GLI ESERCIZI CONSIGLIATI
Per questa tipologia si rivelano particolarmente indicati gli esercizi che favoriscono l’abbandono del controllo eccessivo a livello della testa, attraverso lo scioglimento della muscolatura del collo e delle spalle. Questo avverrà solo dopo aver instaurato una giusta relazione con il terreno da parte delle gambe per mezzo degli esercizi di bend over, quelli dell’arco e di respirazione attraverso la pancia (vedere pagine 59, 60 e 65) e grazie alle tecniche di rilassamento. 88
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LA POSTURA RIGIDA
Questa postura caratterizza una tipologia di persone tendenzialmente equilibrate, ma è stata denominata rigida per il fatto che il soggetto è frenato nell’espressione delle emozioni e dei sentimenti teneri all’interno dei rapporti più significativi. Questa tendenza potrebbe essere spiegata, e legata, a un’educazione infantile rigorosa e a volte severa, più attenta all’intelligenza, alla riuscita e all’organizzazione, che rivolta all’espressione libera della sfera affettiva. Il tipo rigido è diretto, chiaro e affidabile, ambizioso e competitivo, con un buon livello energetico. Resiste nel “lasciarsi andare” perché ha paura di apparire buffo o stupido e perciò si controlla. Quando, però, la rigidità diventa marcata e profonda si possono riscontrare elementi di ossessione, fobia e ripetitività delle azioni. A livello fisico - La tensione dei muscoli estensori dorsali curva il corpo all’indietro.
La tipologia rigida ha un rapporto equilibrato con il proprio corpo che si presenta con una forma tendenzialmente armoniosa. La pelle e i capelli sono normali, così come gli occhi che sono dotati di brillantezza naturale, ma solo quando la rigidità non è severa. È però un individuo che può manifestare una predisposizione a specifici disturbi quali ipertensione, tachicardia, palpitazioni, vertigini, disturbi digestivi e gastrite.
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Il collo e le spalle sono sostenuti rigidamente, il petto tende a essere irrigidito e la respirazione frenata: in questa posizione il corpo appare sull’attenti, quasi fosse preparato per la sfida. La rigidità nel collo e nelle spalle trattiene la rabbia e il risentimento e mantiene quella determinazione che il successo sembra richiedere. Il petto è tonico e dà un’impressione di orgoglio e di forza, ma trattiene tristezza e desiderio di tenerezza. I muscoli lunghi della schiena sono tesi e irrigiditi. La parte posteriore delle gambe e i tendini sono serrati e agiscono in unione con il fondoschiena per tenere il bacino nella posizione tirata indietro. I muscoli lunghi anteriori (flessori) e posteriori (estensori) si irrigidiscono producendo rigidità nel corpo. Questo freno muscolare ed emotivo si realizza anche nei muscoli respiratori, riducendo la capacità di espansione respiratoria e controllando così le emozioni.
In generale, il corpo di chi appartiene alla tipologia rigida appare sull’attenti 90
Qui l’energia si scarica sull’ambiente - A differenza delle altre tipologie, il rigido ha maggior possibilità di entrare in contatto con il mondo e di agire in modo efficace portando a termine ciò che si propone, di comunicare e prendere, portando a sé o respingendo. Questo atteggiamento tendenzialmente equilibrato è possibile perché questa struttura è ancorata alle due estremità del fisico (testa e piedi) e dotata di un buon contatto con la realtà. L’energia, infatti, arriva in tutte le parti del corpo che entrano in contatto con l’ambiente, mentre è il controllo periferico che limita l’espressione dei sentimenti.
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SCIENZE Gode di una buona autostima - Un moderato grado di rigidità permette all’individuo di godere di una buona relazione con la realtà, di un buon grounding, e di assumere una postura eretta, ma flessibile. In questo caso c’è una maturità della personalità che consente di spaziare in ambiti diversi con un buon livello di sicurezza e sufficiente flessibilità e tolleranza. La persona gode di un’elevata autostima in quanto quando c’è la capacità di passare da uno stato di concentrazione e tensione a uno di rilassamento e di espressione emotiva, la situazione è ottimale. Quando la rigidità del carattere diventa eccessiva, il corpo si tende ancor di più posteriormente e il suo peso si sposta indietro verso i talloni, l’equilibrio posturale e il grounding diventano più insicuri. In questo caso la rigidità eccessiva fa perdere la capacità di adattamento, cosa che capita quando, nel corso della vita e soprattutto con l’invecchiamento, ci si trova a confrontarsi con situazioni più critiche e stressanti: la persona può veder crollare repentinamente la propria autostima, rischiando di cadere in situazioni depressive.
Dotato di un livello medio-alto di energia fisica e mentale, il “rigido” non dovrebbe trattenersi nell’esprimere ciò che prova
Evoluzione della tipologia rigida - Il rigido necessita di ammorbidire i suoi “spigoli”, diventando più flessibile attraverso una respirazione più libera e sciolta, l’espressione delle emozioni e il rilassamento. GLI ESERCIZI CONSIGLIATI
Sono particolarmente consigliati gli esercizi di bend over, l’arco (vedere pagine 59 e 60), quelli respiratori e di rilassamento e anche il massaggio bioenergetico.
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Scienze
CONCLUSIONI
SCOPRI la tua unicità e conquisti autostima È impossibile descrivere tutte le posizioni e posture che possono essere assunte dal corpo. Possiamo, però, “leggere” quelle tipo legate alla nostra struttura, riconoscendo quando le assumiamo e cosa comunicano
COME ANALIZZARE IL DISEGNO E LE FOTO
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er concludere passiamo ora a valutare il disegno del corpo che ti abbiamo chiesto di eseguire all’inizio, a pagina 29, e anche a esaminare con attenzione le fotografie della tua postura, scattate di profilo e di fronte. Li osserveremo alla luce di quanto abbiamo scritto a proposito del portamento e dell’autostima. 92
IL DISEGNO Osserva il tuo Il disegno serve per cogliere come la persona considera se stessa, non solo nell’aspetto, ma anche per ciò che riguarda le capacità e il ruolo che ricopre in rapporto agli altri. Riprendi il disegno che hai eseguito e presta attenzione ai seguenti dettagli. • Hai disegnato solo un simbolo del corpo, come un albero, una stella, il sole, o invece una figura umana che rappresenta il tuo corpo reale? • Dov’è collocato il disegno nel foglio? In alto, al centro, in basso? • Il corpo è nudo o vestito? Quali sono le parti che ti sei permesso di esporre e di rappresentare? • Le parti del corpo ci sono tutte? Anche le mani e i piedi? E gli organi sessuali? Hai disegnato le parti del corpo unite, divise o tratteggiate? • C’è solamente la testa? • Prova a guardare il tuo corpo allo specchio e confrontalo col disegno: lo riconosci? Scopri il significato degli elementi che ti abbiamo chiesto di analizzare. • Il disegno di un simbolo esprime una personalità tendenzialmente cerebrale che può evolvere iniziando con la traccia
Per entrare in contatto con i nostri sentimenti dobbiamo essere consapevoli delle nostre percezioni sensoriali, ossia del corpo 93
conclusioni
di una figura più simile al corpo, come un albero, per arrivare a rappresentarlo realisticamente. • Aver disegnato soltanto una parte del corpo, come il viso, esprime una relazione privilegiata con il versante più razionale. Per ritrovare l’equilibrio psicofisico l’invito è quello di proseguire a disegnare il resto del corpo successivamente. • La collocazione del disegno in alto o in basso, a destra o a sinistra del foglio, o comunque in una parte periferica, denota una difficoltà a prendersi i propri spazi. Se la figura è molto lateralizzata, prova a chiederti: “A chi ho lasciato l’altro spazio che rimane libero nel foglio?”. • Se ci sono tratti ricalcati e altri più leggeri e sfumati, i primi rappresentano le aree del corpo nelle quali senti maggiore energia e con cui sei più in contatto. Prova a rifare il disegno, rendendolo più omogeneo, visibile e completo. Così sviluppi più confidenza con le parti con cui sei meno in contatto. • Il segno della matita interrotto e tratteggiato in alcuni punti denota la necessità di maggiore integrazione per percepire il corpo nella sua unità. • Il disegno in cui mancano alcune parti del corpo (per esempio mani o piedi) mette in evidenza che sono proprio quelle che ricevono meno energia e andrebbero integrate meglio nella visione complessiva di te stesso. Gli esercizi bioenergeOppure può trattarsi di un eccesso di energia che tici possoviene trattenuta e frenata per paura di agire. no aiutarti a • Se il disegno appare sovradimensionato ritrovare una migliore spetto al foglio può essere espressione di un ecintegrazione psicocesso di esuberanza e di autovalutazione. Prova corporea e una pera ridimensionare la figura intera in un maggiore cezione più compleequilibrio con lo spazio a disposizione. ta di tutte le parti del • Se nel disegno appaiono anche degli oggetti, corpo. chiediti dove ti trovi tu tra queste cose. 94
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Scienze
le foto Esamina le tue Osserva ora le foto che hai fatto (o ti sei fatto fare) ed esamina l’immagine del tuo corpo in posizione eretta, per notare quali sono le caratteristiche della tua postura e il legame con i tuoi aspetti emotivi. Immagina di tracciare, o disegna realmente, sulla foto di profilo una linea verticale che, come un filo a piombo, passa attraverso i punti dell’allineamento ideale che abbiamo indicato nel libro. Ora osserva quali parti del tuo corpo sono troppo in avanti o troppo indietro rispetto alla linea ideale. Fai lo stesso con la foto frontale, facendo passare una linea verticale al centro del corpo, dalla testa ai piedi.
Il corpo è lo strumento che ci permette di “lavorare” sul carattere
Sofferma la tua attenzione ai seguenti particolari. • La testa è inclinata da un lato? • Le spalle sono asimmetriche? E i fianchi? • Le gambe e i piedi si spostano su un lato? • I piedi sono allineati in avanti o le punte guardano verso l’esterno o l’interno? Ti riconosci in qualcuno degli atteggiamenti posturali, descritti da pagina 73 e collegati alle diverse tipologie di personalità? Trovi qualche somiglianza tra il tuo carattere e la tua postura con le tipologie delineate? Se sì, segui le indicazioni relative agli esercizi bioenergetici, consigliati di volta in volta, per migliorare la tua postura e consolidare l’autostima. 95
conclusioni
AUTOVALUTAZIONE
Adesso, se lo desideri, prova a riguardarti allo specchio mentre sei in posizione eretta e valuta la tua postura in generale. Cerca di sperimentare piccole modifiche della posizione che hai assunto per favorire un maggiore allineamento. Avrai modo di notare che anche piccole variazioni delle posizioni di diverse parti del corpo ti daranno la sensazione di cambiamenti nella tensione strutturale dei tessuti, dei muscoli e delle articolazioni. L’effetto - Favorire la presa di coscienza dell’atteggiamento posturale e iniziare, così, un percorso di miglioramento, in autonomia oppure assistito da interventi di specialisti che possono essere di grande aiuto. I PASSI SUCCESSIVI Per essere consapevole, quindi, della tua postura e di eventuali necessità specifiche è fondamentale che tu ti renda conto dello stretto legame che esiste tra l’immagine del tuo corpo e la tua più intima e profonda natura. Acquisire coscienza di questo rapporto è importante, ma occorre anche far sì che questa conoscenza si evolva sperimentando davvero questo legame e cercando di agire sulla postura per vincere i freni che impediscono il fluire dell’energia interiore e che abbassano l’autostima. Per riconquistare una maggiore fiducia in te stesso occorre, quindi: • allacciare un rapporto più stretto con il tuo nucleo naturale; • ascoltare sensazioni e percezioni corporee; • mettere in pratica quello che il cuore e il corpo sapranno suggerirti.
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Rigenera il fegato Ti allunghi la vita!
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RIZA SCIENZE
Per un 2018 ricco di benessere
Mensile di scienza dell’uomo Direttore responsabile: Daniela Marafante Direttore generale: Liliana Tieger Redazione: Francesca Testi Progetto grafico: Roberta Marcante Grafica e impaginazione: Karura Studio Associato Immagini: 123rf, Fotolia, Shutterstock Editore: Edizioni Riza S.p.a, via L. Anelli 1, 20122 Milano, tel. 02/5845961, fax 02/58318162 www.riza.it Distribuzione: SO.DI.P. “Angelo Patuzzi” S.p.A., via Bettola 18, Cinisello Balsamo - Mi Stampa in Italia da: Faenza Group Spa Via Console Flaminio, 1 20134 Milano Un fascicolo euro 5,90 (un arretrato euro 11,80). Abbonamento annuale a 12 numeri di Riza Scienze euro 35,00 (Svizzera e Paesi Europei euro 119,00; altri Paesi euro 161,00; Oceania euro 215,00). Per abbonarti telefona al n. 02/5845961 o invia a mezzo fax la tua adesione al n. 02/58318162. Per il pagamento utilizza le indicazioni che troverai nella pagina riservata alle offerte di abbonamento oppure effettuare un versamento sul C/C Postale n. 25847203 intestato Ed. Riza S.p.a., via L. Anelli, 1 - 20122 Milano. Rivista mensile - Autorizzazione del Tribunale di Milano n. 601 del 30-12-1983, Sped. in a. p. 45% - art 2 comma 20/b legge 662/96- Filiale di Milano; pubblicità inferiore al 70%. ISSN 1125-114X (PRINT) - ISSN 2499-0426 (ONLINE)
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RIZA ISTITUTO DI MEDICINA PSICOSOMATICA
Scuola di Naturopatia Corso Triennale di Formazione Anno Accademico 2017-2018 DATE D’Inizio TORINO E ROMA 13 gennaio ‘18
MILANO 20 gennaio ‘18
BOLOGNA 21 gennaio ‘18
Dato l’alto numero di richieste si consiglia di prenotarsi con largo anticipo
VERONA 27 gennaio ‘18
La Naturopatia è una disciplina che si ispira alla visione olistica di mente e corpo e rappresenta la sintesi dei metodi naturali al servizio del benessere e della qualità della vita. Oggi è ormai da tutti riconosciuta come sicuro coadiuvante della salute e del benessere e particolarmente utile per la prevenzione. Il naturopata, con le sue conoscenze professionali nelle tec niche di trattamento che si riallacciano alle grandi Tradizioni Orientali ed Occidentali, è un “operatore del benessere” le cui indicazioni si iscrivono nel quadro di una riconciliazione con le leggi della Natura. Il naturopata opera in ambito educativo e assistenziale, in palestre, centri di fitness, centri Benessere, centri estetici, strutture termali/di balneazione, strutture assistenziali pubbliche/private, strutture per l’infanzia e la 3° età, presso studi medici, in ambienti propri. Attualmente in Italia non è ancora stata giuridicamente riconosciuta la figura professionale del Naturopata. Esi stono però, delle leggi regionali (Lombardia, Toscana, Liguria, Emilia Roma gna) già approvate e in attesa solamente di essere completate e rese operative che prevedono l’esistenza e il riconoscimento della figura professionale del naturopata e di scuole di Naturopatia idonee a formarlo. Il corso è rivolto a coloro che si avvicinano per la prima volta a questa realtà, dalla quale si aspettano l’apertura di nuovi sbocchi professionali. Ma è indicato anche a coloro che già svolgono un’attività come riabilitatori o fisioterapisti, infer mieri, erboristi, operatori del settore estetico, personal trainer, insegnanti di ginnastica e di fitness. È composto da tre moduli indipendenti tra loro e di durata annuale cui si aggiunge un quarto anno facoltativo che prevede corsi di perfezionamento a scelta. La frequenza è obbligatoria nei fine settimana, il sabato e la domeni ca, per 9 weekend all’anno.
Direzione della Scuola Dott. Raffaele Morelli
Presidente dell’Istituto Riza e della Scuola di Naturopatia
Dott. Vittorio Caprioglio
Direttore dell’Istituto Riza e della Scuola di Naturopatia
COSTI E PAGAMENTI
FINR
Federazione italiana dei naturopati riza
Col patrocinio della Società Italiana di Medicina Psicosomatica
Pagabile anche in 10 comode rate mensili da euro 216,50 a tasso zero
La quota annuale di partecipazione al Corso comprensiva dei seminari, del materiale didattico di base, della quota annuale di iscrizione alla Federazione Italiana Naturopati Riza è di € 2165, IVA inclusa.
Per informazioni e iscrizioni: Tel. 02/5820793 - 02/58207920 - Fax 02/58207979 - [email protected] - www.scuola-naturopatia.riza.it