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Riassunto esame antropologia culturale docente prof palmisano libro consigliato uomo cultura societa bernardo bernardi Antropologia Culturale (Università del Salento)
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Riassunto esame ANTROPOLOGIA CULTURALE, docente prof. PALMISANO, libro consigliato UOMO, CULTURA, SOCIETA' (Bernardo Bernardi).
UOMO CULTURA SOCIETA' CAPITOLO 1 L'oggetto specifico della ricerca antropologica è l'uomo. • L'antropologia può essere fisica: quando studia le forme e strutture del corpo umano. • L'antropologia può essere culturale: quando indaga il significato e le strutture della vita dell'uomo come espressione della sua attività mentale. Le manifestazioni dell attività mentale dell uomo sono le scelte che ogni uomo compie per ordinare la propria vita e ne costituiscono la cultura. L'antropologia ruota intorno a 3 temi principali: 1. l'uomo 2. le relazioni con gli altri uomini 3. il rapporto umano di individui o gruppi con la natura La natura la natura è l'universo come totalità cosmica, visibile e invisibile dentro cui l'uomo è immerso. Il cosmo comprende le cose, gli esseri, gli animali, gli uomini e le forze note e ignote che li reggono quindi il cosmo è la totalità dell'universo. L'uomo trae misura dall universo per rilevare il suo limite individuale e cerca di valutare le proprie forze per conoscere le sue dimensioni. Per natura si puo intendere: • universo come totalità cosmica • ambiente ecologico (terra,vegetazione, animali: l'uomo è spinto a conquistare e dominare l'ambiente per ottenere i mezzi della sua sussistenza, è anche oggetto d indagine e interpretazione ed è vista in contrasto con la cultura) • leggi fisiche e biologiche (l'uomo nella sua natura soggiace a queste leggi perchè nasce, si sviluppa e muore; perchè vi è la distinzione naturale tra uomo e donna) la natura è retta da leggi generali fisse e l'uomo interviene sulla natura, la osserva, la studia per conoscerla e per sfruttarla, per modificare il suo corso. Anche l' interazione biologica tra uomo e donna è un campo di intervento dell uomo: l'uomo stabilisce norme precise e severe come divieto di incesto e l'esogamia. Il passaggio tra natura e cultura è rappresentato dal linguaggio, attraverso il quale si attribuiscono valori semantici ai suoni ed ai gesti. Il linguaggio è un istituzione umana ed è cultura ovvero intervento dell uomo sulla natura. Il significato antropologico di cultura la cultura ha 2 significati: uno umanistico e uno antropologico. 1. Significato umanistico: è limitante e restrittivo, significa possesso di conoscenze più o meno specializzate acquisite mediante lo studio. Ha quindi un senso di distinzione, di superiorità in confronto agli uomini comuni, è condizione di privilegio. Siccome
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porta a pregiudizi gli antropologi lo rifiutano. 2. Significato antropologico: è un concetto che non esclude popoli e individui, ricchi di pensiero e dignità sociale. Il concetto fu formulato per la prima volta da Edward Taylor “la cultura è il complesso unitario che include la conoscenza, la credenza, l'arte, la morale, le leggi ed ogni alta capacità e abitudine dell uomo come membro della società”. Questo concetto è evoluzionistico: considera i primitivi ai livelli più bassi della cultura, supera i pregiudizi. La cultura ha anche valore di patrimonio: ovvero un bene tramandato da padri e diventa eredità tradizionale che caratterizza ogni individuo e società. Compito dell'antropologia: studiare e scoprire come sorge la cultura e le forme esteriori nelle quali si struttura. Astrazione e simbolizzazione gli antropologi americani si sono applicati allo studio del concetto di cultura fino a farne un disciplina: la culturologia. La cultura è la caratteristica peculiare dell uomo per la quale egli si distingue dagli animali e dalle cose. L'organico è la natura e soggiace alle leggi fisiche e biologiche, il superorganico è la cultura che sovrasta le attività naturali e pone l uomo al di sopra degli animali. La culturologia si interessò anche agli aspetti astratti della cultura: la cultura è oggetto di astrazione, è il prodotto dell attività mentale, secondo Leslie white si da alla cultura un significato troppo astrattista e bisognerebbe invece opporre comportamento a cultura, psicologia a culturologia. White afferma che ogni cosa ed ogni evento può essere oggetto di simbolizzazione che puo divenire causa di cultura: le cose passano attraverso un processo chiamato symbolates ovvero simbolati: • se la simbolizzazione si riflette sul comportamento somatico, ciò che è stato simbolato diventa oggetto di studio della psicologia • se la simbolizzazione viene in rapporto ad altri simbolati, questi diventano studio della culturologia quindi W. definisce la cultura come classe di cose ed eventi dipendenti dalla simbolizzazione, considerata in un contesto extrasomatico. introduce quindi rispetto al concetto di taylor l'elemento della simbolizzazione. Ogni azione dell uomo puo assumere valore di simbolo e reca un significato additivo che si aggiunge al suo significato normale e natuale. Grazie alla simbolizzazione le manifestazioni materiali dell attività umana assumono significato culturale. La cultura attraverso il suo significato ereditario diviene tradizione. La cultura diviene termine di confronto , di comportamento collettivo, di ribellione, anomalia, che caratterizza gruppi, famiglie,comunità. Il concetto di cultura di taylor è tuttora punto di riferimento grazie al fatto di aver indicato elementi essenziali come: − integrità della cultura come complesso unitario − il suo valore di norma di comportamento − per l individuo come membro della società Cultura e civiltà Fino al secolo scorso civiltà era riferito a cultura, oggi i due termini sono diventati sinonimi.
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• Alcuni autori affermano che civiltà ha significato superiore e territorialmente importante nella cultura ovvero lo vedono come una specializzazione della coltura Grottanelli “il termine civiltà si riferisce a forme superiori e a quelle territorialmente diffuse ed importanti e il termine cultura invece è da riferirsi a quelle piu semplici e localmente circoscritte” • Tentori e gli antropologi culturali italiani hanno fatto una distnzione proposta da alcuni sociologi americani come weber: intendono per cultura l aspetto ideologico ovvero i valori teorici e interpretativi; mentre per civiltà intendono l aspetto concreto ovvero le elaborazioni pratiche e istituzionali delle varie società. • La distinzione può avvenire anche partendo dal termine stesso: civilitatis deriva da civis che significa cittadino; civilis significa cortese, affabile mentre ruralis rustico e campestre. Il termine civiltà può essere riservato ad indicare una specializzazione della cultura non tanto in senso di superiorità ma in riferimento all organizzazione residenziale di città. Cultura e società “la società è l'insieme dei sistemi normativi delle relazioni umane che traducono e attuano i valori e le interpretazioni culturali in istituzioni sociali”. Mauss un sociologo e etnografo afferma chela società comprende tutto ciò che è attività dell uomo, al di sopra della sua costituzione fisica e biologica. La società non ha aspetto individuale perchè comprende l'attività umana e quindi è associazione e partecipazione plurindividuale, rappresenta quindi una rappresentazione della cultura umana ma distinta dalla cultura intesa come espressione della mente umana. Non ci sarebbe cultura se non ci fosse l uomo e la sua attività mentale. Ci sono culture che considerano determinate cose in modo diverso;ad esempio la vecchiaia: alcune culture la ritengono pienezza di vita altre fuggono da essa. La cultura è il concetto più vasto di società e l'una prende forma dall altra. Valori culturali il concetto di valore è oggetto di continuo dibattito. Il valore puo riferirsi al valore economico, valore sociologico e valore filosofico. La formulazione di un valore avviene per un processo di qualificazione che porta alla valutazione; ciò che non interessa e che viene rifiutato e abbandonato non è un valore. La misura che fa di un fatto un valore è la partecipazione alla cultura come complesso unitario. Ogni elemento costitutivo della cultura diventa un valore. Ci sono valori passati che hanno significato storico e ci sono valori attuali che hanno significato immediato. Ogni valore è relativo, si specifica in rapporto alla cultura come interazione, in rapporto alle trasformazioni che essa subisce e quindi in rapporto al tempo, in rapporto ai singoli individui. I sistemi e modelli culturali Ruth Benedict introduce il concetto di modelli culturali come coerenti organizzatori di comportamento: quando la cultura viene considerata nella sua totalità sistematica, rappresenta un ideale di vita, un modello al quale ogni membro si conforma. Dalla conformazione deriva il senso della propria identità culturale e si acquisisce un
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termine di confronto con le altre identità culturali. Una determinata cultura influisce anche con la personalità: la personalità di base è l insieme dei modelli di comportamento offerti da una determinata cultura, quando ci si conforma a questi si acquisiscono indirizzi specifici di comportamento che sono comuni a tutti i membri di quella stessa cultura; dalla personalità di base poi si vanno a creare e distinguere le caratteristiche individuali. Gli usi e i costumi La norma indica ciò che è stato trasmesso, ciò che è stabilito quindi ha significato morale e offre termini di confronto per capire ciò che è legittimo e ciò che non lo è. Il complesso delle norme regge gli usi ed i costumi ovvero il modello di comportamento normale nell'ambito di una cultura e di una società. Il valore etico degli usi e u costumi viene sottolineato con la parole mores: i mores sono norme culturalmente importanti come le proibizioni dell'uccidere e del bestemmiare, o le responsabilità; mores si distingue dai costumi popolari ovvero folkways. Redfield ha introdotto una nuova espressione per meglio caratterizzare gli usi ed i costumi: − stile di vita: è stata introdotta perche c era l esigenza di un termine che indicasse ciò che è più fondamentale e durevole negli usi ed i costumi di un popolo che persiste nella storia. “Stile di vita” include i modi di procurarsi il mantenimento in quanto perchè contribuiscono al formarsi dell idea di ciò che forma una vita buona. Istituzioni e strutture sociali Quando una norma diventa stabile e costante diventa elemento fondamentale nei rapporti sociali e diventa quindi istituzionalizzata: la norma si fa istituzione. Le istituzioni sociali sono gli elementi acquisiti e componenti del sistema sociale, danno concretezza all'idea di società. Ogni istituzione può raccordarne altre come ad esempio la famiglia attorno alla quale vi sono istituzioni come fidanzamento, matrimonio ecc. L'organizzazione sociale è una nozione legata al concetto di cultura e di società: mette in risalto il nesso interno dei valori culturali espressi dalle istituzioni sociali. Le culture “altre” La cultura ha fisionomie precise di conseguenza non ce né una sola ma molte,ognuna rappresenta un modo tipico e specifico con cui i singoli popoli definiscono i propri valori e con cui ordinano le proprie istituzioni in un sistema sociale. Le culture sono gli stili di vita dei popoli. Tutti li uomini appartengono alla stessa razza ovvero l homo sapiens, e questa rappresenta l'uniformità nelle culture, ogni uomo che viva nella foresta o a Manhattan deve salvaguardare la propria vita nella situazione in cui si trova, definendo il suo comportamento ecologico e valorizzando l associazione con altri. L'uomo altera i modi del suo adattamento all ambiente in base a: − alla diversità delle situazioni di luogo e di tempo − alle libertà di scelta dell'uomo (che ha la possibilità di preferire una soluzione ad un altra) quindi ambiente di luogo e situazione di tempo sono alcuni dei fattori che influiscono nella cultura. L'etnocentrismo: caratterizzato da esagerazioni e atteggiamenti negativi. È giustificato dal
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fatto che ogni uomo voglia possedere una propria identità etnico-culturale per distinguersi. L'antropologia è sorta per superare discriminazioni e pregiudizi e per comprendere le culture altre, dalla conoscenza deriva anche il superamento dell etnocentrismo. Sottoculture,egemonia culturale Si è andato affermando il concetto di sottocultura − presuppone il termine stesso che ci sia un sotto ed un sopra ovvero una stratificazione − la sottocultura non ha una vera e propria autonomia: partecipa alla cultura dominante e mantiene elementi di distinzione e separazione (es. gli immigrati che mantengono una certa identità culturale pur partecipando alla cultura dominante) − il folklore era considerato una non cultura dalla cultura umanistica perchè si riferiva alla cultura volgare cioè del volgo (popolo). La sottocultura non è condivisa dall antropologia che invece considera ogni espressione culturale non inferiore o superiore ma semplicemente cultura come espressone dell attività mentale dell uomo, quindi degna di considerazione e rispetto.
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CAPITOLO 2 I fattori essenziali della cultura sono: − anthropos: l'uomo nella sua realtà individuale e personale − ethnos: comunità o popolo intesi come associazione strutturata di individui − oikos: ambiente naturale e cosmico dentro cui l'uomo si trova ad operare − chronos: tempo,condizione lungo la quale si svolge l'attività umana ANTHROPOS Vi è la proposta di considerare l'anthropos-individuo come fattore fondamentale di cultura. Il comportamento dell'individuo viene analizzato come espressione della sua attività mentale ma non in senso psicologico bensì antropologico, come contributo determinante del processo culturale. All antropologo interessa analizzare e rilevare il processo di trasformazione culturale che si mette in atto con l'azione peculiare ossia con la manifestazione dell'attività mentale. Infatti è proprio l'analisi dell'apporto del singolo individuo al processo culturale e sociale che distingue l'antropologia sociale dalla sociologia. L'individuo sta all origine, è la variabile irriducibile di ogni situazione sociale e culturale. Il rapporto tra persona e cultura è ambivalente: ha sia senso attivo (ogni persona da un contributo alla costruzione della cultura) e sia senso passivo (si considera la cultura come matrice della personalità umana). • L'uomo dev essere considerato nella sua costituzione fisicobiologica perchè è base della sua personalità: ne condiziona lo sviluppo, l'attività della mente umana da cui scaturisce l'impulso alla cultura. L antropologia non deve dimenticare che l'uomo non è solo essere culturale ma bioculturale. • Anche il sesso incide sui fatti culturali: la distinzione tra uomo e donna introduce una strutturazione sociale e riflette sulla personalità di ogni singolo. • Anche l'età è principio individuante di personalità ed è principio di strutturazione sociale, serve a introdurre, formare, educare un individuo nell'ambito di una cultura particolare. Il processo di inculturazione parte da chi è gia membro di quella cultura, da adulti o esperti, e mette l individuo in una situazione passiva di recezione. Oggi l'inculturazione esige una risposta da parte del soggetto: ognuno fa propri questi valori e li sperimenta, vive, partecipa alla cultura. Grazie all inculturazione la cultura diventa concreta nell individuo, l'uomo diventa cultura. Con il processo di inculturazione ogni individuo viene reso partecipe della cultura e si impossessa degli elementi della cultura come beni propri, diviene membro di una cultura e si fa interprete di essa, creatore di cultura, partecipa direttamente e ha posizione attiva. L'affermazione della propria personalità si pone in distinzione ed a volte in contrasto con la personalità di altri individui: ne derivano alcuni fenomeni come la rivalità conflittuale che rappresenta una dinamica sociale ma si presta per sottolineare il soggetto come attivo e creatore di cultura.
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Grazie agli antropologi si è venuta a creare quello che è OSSERVAZIONE PARTECIPANTE: gli antropologi non si sono accontentati di essere osservatori ma si sono immersi nella cultura cercando contatto personale. Grazie a questo si è avuto il rispetto di determinate culture ritenute barbare e incivili che vengono ora considerate qualità proprie e diritti comuni. L'ETHNOS La cultura deve avere possibilità di accoglimento ed espansione presso altri individui: la cultura è da questo punto di vista risultato della collettività. Ogni situazione, ogni interpretazione, azione del singolo, sarebbe destinata a perdersi se non fosse stata fatta propria dalla collettività e quindi trasmessa come parte del patrimonio comune. • Quasi-gruppo/ communitas: momento associativo dove l individuo appare nella sua autonomia e spontaneità e nello stesso tempo consolida a sistema. • Mayer: il quasi gruppo è un'accolta di persone che si uniscono attorno ad un ego per un'attività specifica. • Turner propone una distinzione tra communitas e comunità. Comunitàs è una relazione tra individui concreti, storici, di comune sentire che si rifanno ad un modello di società omogeneo, senza struttura. Nel concetto di comunitas turner inserisce gli hippies, la comunitas non è spontanea ma si crea sotto forma di struttura, diviene comunità. Comunità è un complesso coordinato e ordinato all'ottenimento di scopi specifici. Ha al suo interno diversi livelli di partecipazione. Forme di comunità sono la famiglia, il gruppo, la parentela, il popolo, la nazione. La comunità ha un processo che la costituisce che non cessa mai (gli sposi di oggi saranno i genitori, padre e madre di domani, poi suoceri, poi nonni). • L'insieme della cultura sovrasta sempre l'apporto individuale: durkheim e mauss infatti affermano che il tutto è piu importante delle singole parti, la società più degli individui. La cultura si afferma come un patrimonio in quanto la cultura ha carattere ereditario. Attraverso la cultura la comunità trova quel senso di identità e di appartenenza che permette la distinzione con altri individui. Ruth Benedict afferma che ogni modello di cultura è costituito dall'insieme dei valori e dei comportamenti che distinguono la comunità e i suoi membri (es.la cultura degli Zuni che fa della bellezzae dignità di comportamento il loro valore fondamentale, la cultura dei Kwakiutl che si esprime con la frenesia della danza e lo spreco di beni in feste e ospitalità per il proprio prestigio, la cultura dei Dobu, dove l'esistenza è una lotta all'ultimo sangue e la capacità di successi avviene attraverso l'inganno come virtù). Secondo Bateson invece l'ethos di una comunità è l'insieme di certi comportamenti specifici ovvero espressione di un sistema standardizzato. La sua idea si basa principalmente sul contrasto tra ethos degli uomini e quello delle donne Iatmul (nuova Guinea), paragonati a comportamenti comunitari dei college inglesi. Secondo lui persone allevate secondo un ethos hanno ripugnanza nei confronti di altri ethos, quindi vi è un processo di distinzione, ci si identifica con il proprio gruppo per distinguersi da tutti gli altri. La cultura di un popolo si sviluppa attraverso monumenti, opere d arte, scrittura, lingue, utensili, ceramica, documenti ecc. • l'ethnos è anche soggetto di relazioni culturali, fenomeno che investe ogni tipo di
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comunità, abbracciano tutto il campo delle manifestazioni culturali e danno luogo a svolgimenti politici e giuridici. L'OIKOS Parola greca che significa casa; da essa deriva l ecologia ovvero lo studio dell'ambiente e dei rapporti tra ambiente e organismi biologici che determinano l'equilibrio necessario alla vita. L'antropologia si interessa agli aspetti umani dell ecologia quindi modi e forme in cui l ambiente si riflette sulla cultura. • Osservazione e lo studio della natura sono lo stimolo che consente all uomo di orientarsi e agire per la propria sopravvivenza. Il sapere umano è fatto di conoscenze acquisite trasmesse di generazione in generazione, le cui origini non possono essere conosciute. Il sapere è stato arricchito e sistematizzato dalla scrittura, la stampa e l'informatica. L'uomo cerca di dominare l ambiente attraverso la tecnologia e assicurarsi uno spazio sicuro di vita. L'uomo nutre se stesso e nello stesso tempo ha bisogno di proteggersi dal clima, dalle malattie, dalle devastazioni. Quindi lo sviluppo tecnologico è condizionato dall ambiente e l'ambiente condiziona la vita umana. La forza ambientale (deserto, regioni glaciali, aridità...) sembra essere sconfitta dalla tecnologia che sembra onnipotente. La tecnologia domina l'ambiente. L'ambiente nella società Nuer (popoli prevalentemente pastori) condiziona fortemente il sistema residenziale, politico. L'uomo grazie all attività mentale è sempre alla ricerca di nuove soluzioni nonostante l ambiente condiziona le sue scelte e soluzioni (gli eschimesi hanno sviluppato gli iglù). Nel rapporto con la terra l'uomo trae il suo mantenimento e dal tipo di sfruttamento materiale della terra per il nutrimento si distinguono le forme di cultura (vengono cosi classificate determinate culture ad esempio della caccia e della raccolta). • Tramite l osservazione della natura la cultura umana si informa e ne distingue le forme: si parla di teismo silvestre (in riferimento alla selva come simbolo di Dio), teismo agreste( che si fonda sul ciclo stagionale delle coltivazioni), teismo pastorale( si concentra sul cielo e manifestazioni uraniche come simbolo di Dio). Esempio: il valore della terra nella tradizione africana. La terra è vista come parte integrante di tutto il cosmo. Ha come confine l'orizzonte e viene attuata una netta distinzione tra simbolo universalizzante (la terra è madre della tribù, nutre il bambino, si prende cura degli spiriti dopo la morte quindi è la cosa più sacra al di sopra di tutto; è simbolo perchè viene personificata, viene identificata come l'universalità del potere di Dio) e simbolo di valore economico e sociale (la terra si possiede, si abita, si coltiva si abbandona; è bene comune, la comunità la possiede,in alcune parti dell africa la terra è solo bene commerciale, si sfrutta, si vende per solo profitto senza alcun riguardo all antica relazione con gli antenati). CHRONOS il fattore tempo è strettamente legato al processo strutturativo della cultura stessa: la cultura nasce, si sviluppa e vive nel tempo. Delle tre dimensioni del tempo (passato presente futuro) quelli che assumono in rapporto alla cultura un valore significante sono passato e presente. “Il tempo è un fenomeno
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bidimensionale con un lungo passato , un presente e nessun futuro “ John Mbiti studioso africano. Sasa (parola swahi) vuol dire adesso ed è lo spazio di tempo in cui la gente è conscia della propria esistenza; è il microtempo. Zamani (parola swahi) vuol dire non solo passato ma a sua volta ha il proprio passato presente e futuro e può essere definito macrotempo. Lo zamani si accavalla al sasa e non possono separarsi: il sasa sparisce nello zamani ma prima che gli eventi vengano incorporati nello zamani devono essere realizzati e attualizzati nella dimensione sasa, quando avviene passano nello zamani, e lo zamani diviene il periodo oltre al quale nulla può andare. • Il passato può intendersi secondo il valore antico, in tempo mitologico. Ad esempio gli aborigeni australiani descrivono l era del sogno o l'era eroica ovvero quel tempo primordiale quando gli eroi celesti abitavano sulla terra. In questo tempo passato presente e futuro fanno parte di una unica realtà. Il tempo mitologico è un modo di interpretare che consente al uomo di annullare le dimensioni del tempo allo scopo di riconquistare la forza che era all'origine della vita. Sempre in questa prospettiva le feste stagionali o l'avvio di una nuova famiglia o di una nuova vita nella nascita rappresentano la riattualizzazione dell opera della creazione e del superamento del caos. • La valutazione del tempo introdotta da Evans Pritchard nell'analisi dei Nuer distingue: il tempo ecologico (ha uno svolgimento ciclico determinato dalla dicotomia stagionale della terra nuer; la sue stagioni determinano il mutamento del clima e il movimento delle popolazioni dai villaggi ai campi; le cerimonie, le iniziazioni si svolgono in concordanza con il tempo ecologico; i nuer usano i nomi dei mesi non per riferirsi al tempo ma al attività sociali ad es tempo dei primi campi, di matrimoni, di raccolto..; il tempo strutturale( è collegato all idea di distanza) e a sua volta la distanza può essere ecologica ( relazione tra densità e distribuzione ad es acqua vegetazione vita animale) e strutturale ( rapporto distintivo tra gruppi di persone in termini di valore). Il lignaggio secondo E.P è il gruppo di parentela all'interno del clan che tende a moltiplicarsi. I lignaggi possono essere massimo maggiore minore minimo. Nei neur l appartenenza ad un lignaggio è il cosiddetto titolo di potere. Le classi d'età sono i raggruppamenti dei membri della società nuer, le classi si succedono ad altre secondo schemi precisi, l'impulso ritmico dell'ordinamento in classi è dato dall iniziazione, i giovani passano dall adolescenza all età adulta, gli iniziati in un periodo di 15 anni formano una classe. Solitamente ci sono 4 classi: la prima dei giovani con compiti militari, la seconda degli uomini sposati con i doveri sociali della famiglia, la terza degli anziani con potere politico e di controllo dei giovani, la quarta dei vecchi che rappresenta la tradizione; il principio strutturale dell ordinamento è l'età. Il tempo può essere considerato come fattore di cultura. La cultura si muove nel tempo e diviene tradizione. La cultura e tutte le sue espressioni sono storia. Il fattore temporale genera cultura e quindi essa risulta come una realtà dinamica, globale e interrelativa. Tra i 4 fattori della cultura esiste una complementarità bipolare che li distingue in 2 unità. Vi è il rapporto tra antropos e ethnos (ethnos genera entropos e trai due vi è attrazione costante di azione) vi è il rapporto tra oikos e chronos (l oikos offre spazio al chronos, si attua tra le due una corrispondenza e si origina la cultura dall insieme dei 4 fattori)
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I primi due fattori della cultura sono l'individuo e la comunità: riguardano direttamente l uomo e da lui traggono la loro definizione. Gli altri fattori come tempo e ambiente rappresentano solo condizionamenti esteriori. Gli aspetti individuali della cultura sono chiamati antropemi e gli espetti collettivi etnemi. Gli antropemi possono essere i principi primi del sapere e della struttura sociale: essi sono le radici sia degli aspetti teorici che pratici della cultura, lo studio degli antropemi serve a studiare l individuo e le sue intuizioni. Gli etnemi sono gli elementi compositi e articolati della cultura: i sistemi di pensiero, i sistemi sociali, e tutto cio che insieme costituisce l'organizzazione sociale. Gli etnemi possono essere − semplici − complessi (che includono sempre altri etnemi); per esempio famiglia, religione viene fatta una ulteriore precisazione: − ideoetnemi: tutti gli elementi teorici della cultura coordinati in sistemi di pensiero − socio-etnemi: tutti gli elementi pratici e materiali della cultura − etnostili: quei modi singolari o specifici della cultura che sia negli aspetti teorici sia in quelli pratici caratterizzano una varietà di cultura(es cultura italiana nel 600 è un etnostile)
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CAPITOLO 3 LA DINAMICA CULTURALE
I 3 principali argomenti sotto cui si raggruppano le manifestazioni dinamiche della cultura: • INCULTURAZIONE • ACCULTURAZIONE • DECULTURAZIONE funzione ed energia Il termine FUNZIONE descrive il rapporto di energia, che lega tra loro gli etnemi di una cultura particolare, articolandoli in struttura organica. − Secondo Redcliffe-brown la funzione di qualunque attività ricorrente (es punizione di un reato, cerimonia funebre) è la parte che essa svolge nella vita sociale intesa come un tutto e quindi è in contributo che reca al mantenimento della struttura. Egli attribuisce al individuo un valore fondamentale, l'attività individuale sta alla base della cultura intesa anche come struttura sociale. La continuità strutturale non muta con il mutare degli individui però ciò che muta è la sua qualità, la sua forma. Mutano gli individui e mutano gli antropemi = cambiano le interpretazioni ele intuizioni che stanno alla base della cultura e della società. − Secondo Malinowski, che approfondì il concetto di cultura in maniera più radicale partendo dai bisogni umani, c'è una distinzione tra bisogni fondamentali (la cui soddisfazione è necessaria per sopravvivere, ovvero bisogni biologici e universali, al quale l uomo da risposte culturali, sono bisogni identici ma variabili nelle forme) e bisogni derivati (sono imposti dal modo e dall attività con cui l'uomo soddisfa i bisogni fondamentali e quindi M li definisce anche imperativi; ad ogni imperativo corrisponde una risposta culturale es. comportamento umano= controllo sociale). − Tullio-Altan afferma che la funzione si misura nella capacità di una struttura a risolvere un problema; la funzionalità invece consiste nella migliore possibile soluzione ad un problema; il funzionamento consiste nell'attuazione concreta che la vita presenta. Quando la struttura ed il sistema sono funzionali, la distinzione tra funzionalità e funzionamento è irrilevante,ma quando sono disfunzionali(incongruenti con i problemi che dovrebbero risolvere) allora la distinzione si rivela utile per analizzare il fenomeno. Vi è quindi una bipolarità del concetto di funzione che bisogna considerare nell analisi della dinamica culturale: una polarità positiva ed una polarità negativa. 1. L'INCULTURAZIONE Inculturazione: processo educativo per cui i membri di una cultura vengono resi coscienti e partecipi della cultura stessa. Grazie al inculturazione si viene a formare la visione dell uomo e si orienta il suo comportamento, serve a suscitare il suo giudizio critico. L'inculturazione è anche mezzo di critica e di scelta, si attua in un preciso momento ovvero nel presente culturale, si basa sul
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passato ma si proietta al futuro. L'inculturazione può avvenire in senso formale o informale. Il processo inculturativo informale avviene lungo tutta la vita, in ogni momento ognuno di noi coscientemente o non, matura un qualche valore, in particolare avviene durante l'infanzia quando il bambino viene educato ad essere uomo. Nel periodo infantile nel processo di inculturazione predomina l'imitazione, che continua poi per tutta la vita(es. La moda). L'inculturazione formale avviene in un determinato momento dello sviluppo, ovvero subito dopo l'infanzia: ha lo scopo di allargare l'inserzione nel giovane nella società e prepararlo alle responsabilità del matrimonio, dell'attività militare e politica. Ha sempre carattere collettivo ma è l'individuo a trarne vantaggio. Questa tipo di inculturazione non è lasciata alla semplice iniziativa di imitazione del giovane, ma viene viene affidata a uno o più responsabili quindi ha aspetto normativo e obbligatorio. − Iniziazione: è un aspetto dell inculturazione ci sono diversi tipi di iniziazione: scolastiche, puberali, tribali, accademiche, religiose, mistiche... alcuni tipi di iniziazione accompagnano lo sviluppo fisiologico dei giovani, altri invece predono atto della maturità fisiologica dei candidati per dichiararli adulti. Scopo delle iniziazioni tribali è l'inserimento dei giovani tra gli adulti dopo il riconoscimento dell avvenuta maturità fisiologica e entrare a far parte della vita sociale. Ci sono 3 tipi di iniziazione: istruttiva (la più comune, il candidato riceve insegnamenti sulle tradizioni e sul comportamento che dovrà avere nella vita futura) drammatica(si vale dell azione scenica per imprimere nella mente dei candidati gli insegnamenti tradizionali) a visione (comunemente adottata dagli amerindi del nord, per essere riconosciuto adulto il giovane deve vagare per la selva per giorni e digiunando finchè non incontra lo spirito che potrà presentarsi in qualunque forma, diverrà il suo protettore) Nell'iniziazione tribale ci sono diversi stadi tra cui una prova fisica: una mutilazione di qualche genere. Gli effetti dell iniziazione sono evidenti nella società 2. L'ACCULTURAZIONE l'inculturazione accompagna o si sovrappone all'acculturazione. L'acculturazione si riferisce alle relazioni esistenti tra più culture e agli effetti che ne derivano. Le relazioni culturali danno luogo a diversi fenomeni come: - la simbiosi culturale (coesistenza e convivenza di 2 o più culture. Ovvero sottoculture che riescono a mantenere le loro caratteristiche nonostante il predominio della cultura dominante) - l'osmosi culturale (fenomeno osservabile nelle situazioni geografiche e politiche di confine dove etnemi di culture confinanti di intrecciano) -fusione culturale (quando la compenetrazione degli etnemi di 2 o più culture diviene intima e totale. Un esempio sono la cultura del messico e quella del sud africa) - sincretismo (quando le caratteristiche di divinità o altri etnemi religiosi appartenenti a sistemi religiosi differenti si fondono per presentare divinità nuove) Secondo Herskovits l'acculturazione rappresenta la trasmissione culturale in corso e una costante della cultura. Il tempo è un elemento chiave in quanto le trasformazioni esigono tempo e si misurano nel tempo.
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Tra gli agenti di acculturazione troviamo i missionari, il colonialismo, i movimenti religiosi di riforma. L'attività missionaria: è un'attività acculturante, l'obiettivo dei missionari è operare trasformazioni radicali intaccando gli ideo-atnemi. I missionari sono agenti intenzionali di acculturazione. L'attività missionaria non è solo cristiana ma anche del'islam e del buddhismo (religioni universalistiche). Nel cristianesimo l'attività missionaria consisteva nel diffondere la religione “fare discepoli tutte le genti”, nel documento di propaganda Fide e nel documento del concilio vaticano II viene specificato il rispetto della cultura locale. Aspetti negativi dell'attività missionaria: la situazione diviene complessa quando l'attività missionaria viene sfruttata a livello politico(ad es il diritto di patronato che la Chiesa concesse alla spagna e al portogallo nel periodo della conquista); l'atteggiamento missionario diviene negativo difronte ad etnemi ritenuti contrari alla religione e ai buoni costumi, tanto che si prospettano operazioni di rimozione per sanare la cultura ritenuta malata. Per giudicare ciò che è contrario alla religione cristiana si utilizza il vangelo anche se spesso propone posizioni contraddittorie. Nella realtà umana l'unico metro di misura è l'uomo e il rispetto verso di esso, a questo livello l'attività missionaria si fa credibile e viene accettata. La cultura è fatta per comunicare tra gli uomini, quindi l'acculturazione è inevitabile, le culture si muovono. IL colonialismo: il metodo di diffusione è da attribuire all'azione dei mercanti, tramite le compagnie mercantili ci fu la penetrazione coloniale e le mire espanzionistiche. I negozianti infatti rendevano al popolo molti servizi come consigli sulla politica, allevamento del bestiame, agricoltura e tessitura, quindi fungevano da cuscinetto con la società bianca (Navaho del nuovo messico). Tra i commercianti vi erano quelli corretti ma anche quelli che senza vergogna sfruttavano l ignoranza degli indiani. La fondazione delle colonie fu un veicolo di contatti culturali e anche conquista politica. Le motivazioni della colonizzazione si nascondevano dietro carattere umanitario (soppressione della schiavitù e civilizzazione), in realtà erano spinti dal potere. In Current Antropology Ronald Horvath fa una distinzione tra colonialismo e imperialismo: il primo è dominazione di un gruppo di coloni o di settlers permanenti (ad es in australia, sud africa, nuova zelanda, america), il secondo non si avvale di immigrazione permanente ma impone dominio culturale e politico. Gli effetti di entrambi sono: sterminio, assimilazione, equilibrio relativo, riserve native (istituzioni politicoamministrative, introdotte e imposte per motivi ambigui e contraddittori, furono istituite per assicurare agli aborigeni una terra sottraendola al espanzione coloniale per consertirgli di prosperare in autonomia male norme restrittive stringevano le culture entro ceppi territoriali sociali e politici spingendoli al esasperazione). Tuttavia l accettazione del sistema monetario e l inserimento delle nuove nazioni in sistemi come Onu, Unesco, Fao, hanno fatto si che il fenomeno dell acculturazione sia in pieno svolgimento. Movimenti religiosi di riforma: questi movimenti presentano un diverso aspetto dell'acculturazione. L'umiliazione dei popoli, l'oppressione dei loro valori, delle istituzioni trovano sfogo religioso. Vengono definite crisis cults, culti derivati da crisi. Le crisi e i movimenti artistico-letterari (es. africanizzazione) rappresentano forme di acculturazione. Barret effettua una analogia per indicare le radici profonde e vaste di questi movimenti: li paragona ad un iceberg dove ciò che appare è soltanto il vertice di un monte immerso che si muove e cresce per vie capillari. L'assimilazione e l'integrazione, la fusione di etnemi, rappresentano gradi del processo acculturativo. Ma non tutti gli etnemi sono riusciti a fondersi nella cultura di determinati
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popoli. L'acculturazione è anche selettiva: distingue etnemi e accetta solo ciò che ritiene utile all'etnostile. 3. DECULTURAZIONE E' l'aspetto negativo della dinamica culturale, è la sottrazione e distruzione del patrimonio culturale. Entropia e crisi culturali sono le cause dirette. Gli etnemi cadono e scompaiono, avviene impercettibilmente e interessa alcuni etnemi o tutta una cultura. La trasformazione della lingua è fenomeno di deculturazione, la lingua si adegua alla situazione esistenziale adottando nuovi vocaboli e perdendo i vecchi, come anche interi complessi linguistici. I fenomeni di deculturazione sono derivati da: − tratta degli schiavi − campi nazisti (distruzione fisica e soppressione di un modo di intendere la vita) − colonialismo e guerriglia (i sottomessi dovevano adeguarsi alla nuova situazione rinunciando alla propria cultura) − l'imposizione di confini amministrativi nelle colonie Inculturazione acculturazione e deculturazione non sono stadi cronologici diversi ma un unico processo che tocca e trasforma la cultura e possono avvenire in tempi sucessivi o anche contemporaneamente.
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CAPITOLO 4 IL METODO E LA RICERCA La ricerca sul campo, come osservazione partecipante, è una necessità per conoscere i problemi culturali e per la formazione scientifica dell'antropologo. Le caratteristiche del metodo antropologico sono: − La capacità di cogliere dal vivo la dinamica culturale − Un tempo l'antropologia si limitava alle sole società illitterate e semplici, oggi si pensa che non ci siano società semplici e anche se ci fossero l'antropologo estende il suo studio a tutte senza distinzione.La prima volta che fu affrontata la ricerca sul campo fu allo stretto di Torres. − L'oggetto di studio della ricerca antropologica è la cultura nella sua totalità, è interdisciplinare perchè si avvale di tecniche elaborate da altre discipline, quindi si avrà una conoscenza globale di una cultura solo in un opera coordinata di molteplici studiosi. − Il metodo antropologico è comparativo: solo con la comparazione è possibile chiarire i concetti fondamentali di una cultura. Può essere fatta solo se gli elementi da mettere a confronto sono ben conosciuti. − Partecipazione diretta: poiché i primi oggetto di studio i “primitivi” e non possedevano scrittura, l'unico modo per comprenderli era la partecipazione diretta, prima osservazione di semplici viaggiatori, successivamente si andò di persona. Le società semplici non esistono perchè a causa delle comunicazioni di massa le relazioni tra popoli si moltiplicano. − Lo scopo dell antropologia è capire, valorizzare forme culturali di tutte le società: conoscere gli altri. − L'etnografo deve possedere la problematica in modo da trarre motivo e argomento di ricerca , approfondimento,verifica, nell'indagine che intraprende. − Uno dei compiti che lo studioso dovrà fare è leggere tutto ciò che esiste sull argomento per scoprire ciò che ancora non si sa. La scelta del campo la scelta di un campo scientifico dovrebbe essere con criteri di preferenza legati al indirizzo di studio o all'inclinazione dello studioso ma spesso non è così perchè determinata da cause contingenti come possibilità finanziarie, situazione poltica, obblighi familiari, urgenza di una ricerca, lo scadere di una cerimonia o evento periodico ecc. Qualunque sia la ragione una volta scelto si deve adempiere a tutte le pratiche e alla preparazione sulla letteratura esistente, una volta sul luogo bisogna creare un rapporto di fiducia e rispetto con le autorità del luogo,informarsi sulle norme, mantenersi distaccati da compromessi politici e mantenere la propria libertà. La scelta dell'argomento specifico nell'ambito di un campo determinato può essere condizione preliminare per ottenere il finanziamento da qualche istituzione. La scelta vera e definitiva maturerà comunque nel corso stesso della ricerca. Lo studio della lingua lo studio della lingua locale è il presupposto per ogni seria ricerca antropologica,lo studio della lingua non deve mai cessare perchè raramente si giunge a quella conoscenza sfumata
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dei significati idiomatici e di gergo. La lingua riflette il fenomeno della cultura, lo studio della lingua comprenderà la letteratura orale, narrativa, gnomica, la registrazione di queste forme permetterà al ricercatore la raccolta di un materiale prezioso per l'analisi. L'esperienza diretta mostra quanto sia importante mantenere il distacco nella giusta misura: l'antropologo non potrà mai sentirsi completamente all'unisono con il popolo che sta studiando , non potrà mai adottare i loro valori culturali, se lo facesse perderebbe quel distacco senza il quale qualunque cosa scriva non ha valore scientifico. Nonostante ciò non si può perdere il senso umano della partecipazione. Il lavoro di gruppo essendo osservazione partecipante si dovrà necessariamente lavorare in gruppo e quindi saper operare con altri. Lo studioso deve far si che la sua presenza non venga vista come quella di un intruso ma come quella di un ospite anche se non sempre gradito. A livello professionale il lavoro di gruppo significa la cooperazione tra più studiosi che permetterà un estensione del lavoro e una ricerca approfondita. Tra i collaboratori è importante la scelta di uno del posto: giovani intelligenti e istruiti che godono di fiducia della gente e vogliano cooperare, può far si che si riducano le barriere. E' importante ratificare un accordo di lavoro con regolare contratto. Gli assistenti del luogo possono dare opinioni valide ma quando sono interlocutori la loro opinione passa in secondo piano. La raccolta del materiale E' importante che lo studioso utilizzi e crei del materiale sul luogo: − il diario personale: registrare personalmente le proprie osservazioni e commenti, impressioni personali. È bene farlo fin da subito ovvero appena arrivati con le prime impressioni sul luogo. − Blocco per note − mezzi di registrazione audiovisivi: hanno pro e contro. Sicuramente fissano osservazioni e aiutano la ricerca ma nello stesso tempo aumentano i costi, distraggono dal contatto diretto. Inoltre bisogna essere discreti, non tutti sopportano la vista di un magnetofono in un intervista o della fotocamera, sarà meglio usare prudenza e far rassicurare dai cooperatori locali. Carte, diagrammi, censimenti, genealogie la preparazione preliminare comprende lo studio della situazione geografica della zona dove si svolgerà la ricerca. − censimento: non sarà semplice registrazione numerica della popolazione ma registrerà la relazione di parentela che unisce gli abitanti tra loro e la funzione svolta dai singoli nell'organizzazione locale. − La statistica: elemento insostituibile della ricerca che dev essere provvisiorio, intraculturale. − Raccolta delle genealogie: prima venivano considerate solo documenti storici, è invece sempre attuale e importante per le parentele e la struttura organizzativa sociale e politica. Deve prevedere capacità mnemonica, ma per superare le incertezze gli studiosi usano nomi mitologici. L'uso della genealogia serve a: elaborare sistemi di parentela, studiare le regole di matrimonio, analizzare discendenze e eredità. Bisogna tener presente che per alcune popolazioni la genealogia è sacra quindi il ricercatore deve fare attenzione ai suoi comportamenti.
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Miti i miti sono una sorgente di materiale antropologico importantissima. I registratori in questo caso hanno molto valore anche più di carta e penna. Il narratore può esibire una vera e propria realizzazione d'arte drammatica che se registrata consente un interpretazione e valutazione letteraria e culturale. Anche in caso delle favole, un anziano puo essere soddisfatto dal raccontare ed è anche un occasione per il ricercatore. I proverbi del luogo sono importanti nel capirne la cultura se si da la giusta interpretazione. L'osservazione partecipante la tecnica utilizzata è appunto l'osservazione partecipante che deve avere anche l'elemento personalistico. L'osservazione non sempre può essere piena: in questi casi bisogna accontentarsi delle informazioni degli interlocutori, non è prudente forzare la situazione e compromettere la fiducia che si è acquisita. Bisogna presentarsi cosi come si è e farsi accettare come tali ovvero come ricercatori. Quando la partecipazione fallisce perchè ci sono situazioni impenetrabili bisogna sapersi ritirare. Analisi e valutazione l'analisi, la valutazione e la presentazione del materiale raccolto sono le ultime fasi della ricerca che inizia già sul terreno. Viene elaborato uno schedario, vengono cioè estratti su schede gli argomenti prescelti secondo un piano di lavoro. La schedatura offre facilità per la stesura di una relazione sulla ricerca. Le monografie costituiscono punti fermi per valutazioni ulteriori, infatti nel metodo antropologico si ha anche la verifica dopo anni da una prima ricerca: l'obiettivo è rilevare le trasformazioni avvenute nel periodo tra le due ricerche. Il lavoro di analisi è il coronamento della fatica scientifica , dalla fase grafica si passa alla fase logica e comparativa. Oikos e chronos si integrano e si confermano a vicenda per la valutazione specifica dei singoli etnemi.
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SECONDA PARTE: teorie e scuole CAPITOLO 5 PERIODO I- IL PROBLEMA DELLE ORIGINI l'esplorazione della terra, dei mari e dei continenti è stata una conquista lenta a causa dei pregiudizi e le incomprensioni verso gli uomini che abitavano i nuovi continenti visti solo come barbari e crudeli. Grazie agli studi antropologici questo pregiudizio si è ridotto. Il primo sviluppo del pensiero antropologico si può distinguere in 3 periodi: 1. la fase della curiosità e dell'esotismo (gli scrittori descrivono gli altri popoli con ammirazione e stupore, pronti a notare gli aspetti strani e singolari piuttosto che la diversità e l'originalità). Tramite gli scritti sono stati tramandati racconti e nomi etnici, in genere i nomi etnici erano derivati da tratti curiosi, ad esempio il modo di alimentarsi (ictiofagi erano mangiatori di pesci, chelonofagi erano mangiatori di testuggini ecc). Il medioevo è il periodo di grandi itinerari e lunghi viaggi per terra e mare verso l'oriente, le narrazioni riportano impressioni vive anche se a tratti immaginarie. Molti autori hanno tramandato questi racconti, autori classici, romani, arabi (Ibn Buttutah). Con il periodo delle grandi scoperte americane cadono molti pregiudizi sulla natura del globo e sull'uomo, ci si chiede se quegli abitanti siano uomini ma prevale nei conquistadores la cupidigia e il potere, caratterizzati da violenza e crudeltà, il dominio sui popoli è brutale arrivando alla tratta degli schiavi. 2. La fase della comparazione illuministica (i costumi dei popoli nuovi vengono paragonati a quelli dei popoli biblici e classici per capire la natura dell uomo e le leggi sociali) Nel XVIII sec si passa appunto alla fase comparativa. Le opere dei missionari (Lafitau che visse tra gli Irochesi, Charless de Brosse) vennero fuori analogie tra la cultura dei popoli studiati (irochese) e i costumi e le usanze dei popoli della Bibbia e degli scrittori classici , il proposito quindi era trovare una spiegazione a queste somiglianze. Charles de Brosse ricecava anch esso il parallelismo tra Egitto e cultura dei popoli nuovi, introducendo il termine feticcio (statuette e oggetti di culto manufatti). Al centro di questo periodo dunque si posiziona il confronto, tema dominante del periodo illuministico, tuttavia rimane approssimativo e apriori ma apre la strada alla valorizzazione delle conoscenze etnografiche. 3. la fase dell'analisi evoluzionistica (la comparazione diventa il metodo proprio della ricerca antropologica) dopo il periodo illuministico la cultura europea di estende a tutti i continenti, per l'antropologia è il periodo dell'affermarsi delle materie antropologiche come discipline di studio (vengono create alcune scuole antropologiche come a Parigi e Londra). I cento anni dalla metà del secolo scorso alla metà del 20esimo secolo sono caratterizzati dal problema delle origini della vita, degli esseri e della cultura. Nel 1859 Darwin pubblicò the origin of species: si era imbarcato come naturalista su una nave per una spedizione scientifica attorno al mondo di 2 anni, l'argomento di Darwin era la grande varietà degli esseri. Secondo l opinione comune dei naturalisti dell epocale varie specie erano state create separatamente: Darwin smentì dimostrando che derivavano tutti dallo stesso impulso di vita e le modifiche organiche erano da attribuire all'adattamento all'ambiente. La natura stessa selezionava gli
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esseri e rendeva possibile lo sviluppo di nuove specie. L'antropologia trovò senso nel concetto di Darwin proprio quando diveniva una disciplina. Spencer affermò nella sua opera “the development hypothesis” (1820-1903)che il più semplice e il più povero sono più antichi del più complesso e più ricco ed èlegge fondamentale dello sviluppo; inoltre considerava la società come un superoganismo dove tutti gli esseri compreso l uomo sono organismi ma l'uomo a differenza degli altri svolge attività intellettuale, culturale e sociale. Bachofen con la sua opera Das Mutterrecht (1861) introduce il problema del matriarcato e della discendenza matrilineare come primo stadio della cultura: secondo lui la società umana comincia in uno stadio di promiscuità primitiva dove è nota solo la madre e non c'è organizzazione sessuale e sociale, la donna quindi diviene proprietaria della terra ed è a capo dell organizzazione sociale della famiglia, quindi discendenza e eredità sono definite dalla linea materna, lentamente poi si sarebbe affermato il patriarcato e la discendenza patrilineare. La scuola evoluzionista − Lubbock (1834-1913) ordina i fatti culturali e accentra la sua attenzione sull'origine e lo sviluppo della religione. Secondo lui all'origine vi è uno stadio zero cioè una forma di ateismo ovvero mancanza dell idea di Dio, trova conferma di ciò nei popoli primitivi senza religione testimoniato da viaggiatori. Dall ateismo l'umanità sarebbe passata al feticismo, allo sciamanismo, all'idolatria e infine a Dio. − Taylor invece dice che Lubbock non ha documentazione sufficiente e propone un altra teoria e sequenza per lo sviluppo della religione: la credenza in esseri spirituali che poi dal fenomeno del sogno, dell allucinazione, delle visioni si passa al idea che esiste un altro sé, di un anima. Questo viene definito da Taylor animismo, dal quale la religione si sarebbe poi sviluppata nel feticismo, idolatria, politeismo e monoteismo. − McLennan si sofferma invece sullo studio della parentela del matrimonio e delle istituzioni sociali. Afferma che la prima forma di matrimonio sarebbe stata la promiscuità sessuale seguita da poligamia nel matriarcato, nel patriarcato e infine monogamia. − Morgan afferma che il servirsi dei termini di parentela ( madre, padre,fratello..) è un vero e proprio sistema organizzativo grazie al quale si precisavano i rapporti sociali e politici tra persona e persona. La più antica forma di relazione sessuale secondo lui è stata la promiscuità e la più antica forma di organizzazione sociale il matriarcato. In anciet society pubblicò uno schema evolutivo sulla società umana in 3 stadi che a loro volta erano divisi in 3 gradi: 1. stadio selvaggio ( caccia e raccolta, diviso in antico medio e recente) 2. stadio barbaro (mezzi di produzione più elaborati con l allevamento, coltivazione e irrigazione, diviso in antico medio e recente) 3. stadio civile (introduzione della macchina, arte, espansione indistriale, diviso in antico medio e recente) − Frazer anch'esso componente della scuola evoluzionista, si dedicò ai parallelismi tra mondo antico e cultura dei primitivi. Propone temi nuovi come: magia, toteismo, esogamia. Dalla magia , prima manifestazione dello spirito umano, sarebbero derivate religione e scienza. − Rivers si distinse poiché diede ai suoi scritti prospettiva storica, metodo genealogico.
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− Smith e Perry fecero dell'antico Egitto il centro d'origine di tutte le culture della terra.
La scuola storico culturale Gli schemi evolutivi erano caratterizzati da apriorismo, la scelta dei fatti etnografici veniva fatta senza criteri oggettivi, ma secondo intuizioni e visioni personali degli autori, di conseguenza la critica più negativa fu proprio lo psicologismo soggettivo. Vi era dunque la necessità di criteri nuovi che garantissero autenticità storica e proprio questo fu considerato compito preciso dell'antropologia moderna. − in germania e austria si prese come modello per definire i nuovi criteri, il modello critico della storiografia classica. La prima definizione del criterio venne fatta d Ratzel: egli affermava che la storia dei popoli poteva essere ricostruita seguendo i movimenti delle loro migrazioni attraverso le tracce lasciate nelle culture locali (riteneva che ci fosse un rapporto culturale non causale ma storico tra la forma o la qualità dell'arco e della freccia della Malesia e quella dell'arco dell'africa occidentale). Venne definito criterio di qualità. Il suo discepolo Frobenius formulò il criterio di quantità: una quantità di atri elementi culturali presentavano analogie di forma e qualità (maschere, tamburo, scudo..) − Graebner applicò i due criteri elaborando il concetto di cicli culturali e strati culturali: il ciclo culturale è l'insieme di tutti gli elementi culturali considerati nella loro totalità e costituisce una forma particolare di cultura. − Il quadro generale dello sviluppo storico delle culture nelle proposte della scuola viennese era organizzato con il seguente schema: 1. cultura primitiva; 2. culture primarie (allevatori patriarcali, piantatori matriarcali, grandi cacciatori totemisti), 3. culture secondarie ( forme mescolate con incrocio con quelle primarie), 4. culture terziarie (intrecci complessi). Il primo periodo della scuola americana Franz Boas forma quella che è la scuola antropologica americana, i suoi presupposti furono antievoluzionistici e storici, impostò tutta la problematica del periodo successivo della ricerca americana : investigazione della cultura degli Indiani, concetto di cultura. La stessa posizione antievoluzionistica e storica la assunze Lowie che spaziò alla problematica della cultura e della storia ma principalmente viene ricordato il suo contributo per le opere sull'organizzazione sociale dei primitivi: affronta in “primitive society” l'analisi della problematica sociale, tratta del matrimonio e delle sue forme preferenziali, poligamia, famiglia con problemi strutturali dei gruppo bilaterali, residenza matrilocale e patrilocale, parentela familiare o giocosa. Altri temi sono: la donna, le associazioni, il rango, il governo, la giustizia. Kroeber approfondisce l'analisi del concetto di cultura e avvia un indirizzo di studio detto culturologia, chiarisce il concetto di superorganic di Spencer e quindi la confusione tra ciò che è organico e ciò che è sociale, confusione causata dall idea di evoluzione. Wissler formula la teoria metodologica storica, age-area, che poneva alla base delle culture areas: il principio dell'area temporale, tutti i tratti antropologici tendono a diffondersi in tutte le direzioni dei loro centri di origine, quelli più diffusi nella periferia sono i più antichi, quelli che non hanno ancora raggiunto i margini sono i più recenti. Questo criterio fu molto criticato da oppositori e dallo stesso Schmidt. Kluckhohn svolge con Kroeber lo studio analitico e comparativo del concetto di cultura ma nello specifico si interessa al problema dei rapporti tra cultura e personalità.
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Herskovits è il primo che fa uscire l'interesse della scuola fuori dai confini americani: tocca infatti l'Africa (Dahomey) e studiò le trasformazioni culturali e i problemi legati alla condizione dei negri. La scuola sociologica francese − Durkheim (1858-1917): sociologo che si rifà alle società primitive che diventano oggetto della sua problematica, viene ricordato per l'influsso che il suo pensiero ha avuto sugli antropologi, si pone a cavallo tra posizioni evoluzionistiche e quelle antistoriche della scuola funzionalista. Nell'opera sul lavoro sociale affronta temi che diverranno fondamentali per l'antropologia: coesione, integrazione, funzione, rappresentazioni collettive. Nelle “regole del metodo sociologico” Durkheim stabilisce dei principi fondamentali sui fattori sociali: modi di agire, di pensare, di sentire, esteriori all'individuo, dotati di potere di coercizione per virtù del quale si impongono. Il metodo antropologico che D segue corrisponde a canoni evoluzionistici: studia il totem degli australiani, illustrazione del concetto di società: il totem rappresenta la società stessa (valore simbolico), l'incarnazione del capostipite del clan. La società deriva dalla coesione del gruppo totemico ovvero dalle norme sul totem condivise. Il totem-società rappresenta la divinità fonte di bene e male. − Mauss(1872-1950): anch'esso con schemi evoluzionistici, con il saggio sul dono analizza uno dei concetti chiave dell'organizzazione sociale e economica ovvero il principio si reciprocità e scambio. − Levy-Bruhl: a lui si attribuiscono gli scritti sulle funzioni mentali delle società inferiori., sulla mentalità e sull'anima dei primitivi. Il primitivo ragiona con logicità spontanea (se piove si ripara), come membro della società ragiona in maniera prelogica, non si vale dei principi di casualità e di contraddizione,bensì principio di partecipazione mistica. La percezione dell'individuo è dominata da rappresentazioni collettive che non vedono negli eventi nessi causali controllabili ma li attribuiscono a forze ignote e mistiche; la conclusione sarebbe che la nostra mentalità logica e quella prelogica dei primitivi hanno differenza di qualità: i primitivi sono ad uno stadio mentale inferiore. Lo stesso autore con scritti postumi avrebbe ripudiato questa teoria. Non ebbe seguito la teoria del prelogismo ma stimolò gli studi sui primitivi.
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CAPITOLO 6 Periodo II: il problema della funzione e struttura Gli studiosi acquisiscono un senso di frustrazione e inutilità dovuto alle polemiche dei sostenitori delle opposte teorie e li spinge verso un esigenza di cambiare strada caratterizzata da esperienza diretta e continuata della ricerca sul campo: spostano l'interesse della ricerca dal passato al presente e si propongono di capire la realtà culturale e sociale nella sua struttura e funzione. − Reddcliffe-Brown (1881-1955): svolse una ricerca sulle isole Andamani nell'Oceano Indiano a est della Birmania meridionale “the andaman islanders”. Chiarisce e si rende conto della differenza del tipo di ricerca storico che egli chiama etnologico e del tipo strutturale sociale che chiama antropologia sociale, dichiarando che la sua ricerca è diversa dal tipo storico-culturale. Il presupposto fondamentale del suo pensiero riguarda il carattere di scienza naturale dell'antropologia sociale: ritiene infatti che il compito dell antropologia è scoprire e definire le leggi generali che regolano le relazioni e il dinamismo dei fatti sociali fino a poter pianificare il loro sviluppo. Usa il metodo comparativo: cercare di scoprire attraverso la comparazione le leggi generali dei fenomeni sociali. Sintetizza lo schema comparativo delle sue ricerche in 3 concetti: processo, struttura, funzione. Processo: la realtà di cui un antropologo si deve interessare è l'osservazione, la descrizione, la comparazione, la classificazione di un processo di vita sociale. L'unica indagine è la vita sociale di una regione particolare delle terra in un tempo determnato. Il processo è un immensa moltitudine di azioni e interazioni di esseri umani che agiscono come individui, collettività o gruppi. Il processo può essere studiato in prospettiva diacronica o sincronica. Struttura: struttura sociale è una sistemazione di persone in relazioni controllate e definite istituzionalmente, per es. re e suddito, marito e moglie. Funzione: lo usa per riferirsi al interconnessione tra struttura sociale e processo di vita sociale. Tutti e tre sono componenti di una teoria singola ovvero schema di interpretazione dei sistemi sociali umani. Nonostante le varie ricerche è con l'insegnamento che fece conoscere il suo pensiero. − Malinowski (1884-1942): visse nelle isole Trobriand della Malesia, perciò divenne maestro del metodo antropologico dell'osservazione partecipante. Grazie a questa profonda penetrazione nella cultura trobriandese potè farne riferimento teorico per la discussione di tutti i problemi culturali. Nella sua opera Argonauts of the western pacific descrisse il sistema di scambio Kula (viaggi commerciali e per ornamenti fatti di conchiglie, mezzo per rinsaldare le alleanze). Analizzò in Coral gardens and their magic la vita sessuale e matrimoniale. Affrontò la critica alla psicoanalisi dimostrando che il complesso di Edipo non valeva per la cultura trobriandese dove l'autorità familiare è attribuita allo zio materno e non al padre. Assunse il ruolo di caposcuola del funzionalismo, egli considera la cultura come un tutto integrato o globale dove i singoli elementi culturali sono le parti costitutive, solo l'analisi funzionale può scoprire i significati dei singoli elementi culturali perchè li vede nel loro rapporto con il tutto della cultura. Egli vuole definire la cultura e parte da considerazioni di carattere naturale molto banali , elementi normali del vivere umano: i bisogni fondamentali
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integrati da bisogni derivati, che insorgono nell uomo in conseguenza ad associazione ad altri uomini. Condivideva la necessità di un applicazione pratica quindi di fare un antropologia applicata. I mutamenti coloniali i mutamenti coloniali (amministrazioni coloniali si trovarono difronte a nuove entità politiche che raggruppavano diverse tribù) insieme alla preoccupazione degli studiosi per il destino delle popolazioni e delle culture coloniali, vennero favoriti nuovi indirizzi e portarono alla fondazione di: − international africans institute(1927) con scopo scientifico e attività culturale, sociale e linguistica. Le ricerche furono determinanti per la conoscenza delle popolazioni e delle culture nel mondo inglese l'antropologia applicata ebbe un senso coloniale e si distinse dall'antropologia applicata degli USA, tanto che si distinse addirittura una figura di antropologo impiegato statale con attività di ricerca e consulenza. L'antropologia sociale inglese Il presupposto per diventare un buon antropologo fu la ricerca sul campo. I governi coloniali hanno favorito la situazione in quanto avevano esigenza di conoscenza che li spingeva a favorire la ricerca antropologica e accettare gli antropologi come un male tollerabile. Cambia il campo di indagine, che prima era l'australia e l'oceania, nel periodo tre le 2 guerre diviene l'Africa. La problematica invece si incentra su parentela, struttura politica, economia, magia e religione ma non descritti in modo generico bensì approfonditi fino a coglierne gli antropemi. Gli esponenti dell'antropologia sociale furono: − Pritchard (1902-1973): studiò gli Zande , popolazione Bantu del Sudan e Zaire. Effettuò un indagine sulla stregoneria facendo una differenza tra stregoneria e magia nera. Un'altro campo di ricerca furono i Nuer attraverso monografie sull'organizzazione politica, la parentela e il matrimonio, la religione. − Fortes (1906-1983) affrontò il tema della parentela, con i suoi studi rafforzò l'interpretazione del lignaggio. Analizzò il modo di comporre la fatalità del destino individuale e l'appartenenza a un gruppo di parentela vincolato e protetto dagli antenati indicando l'origine del rapporto religioso e del valore morale nel sistema di parentela. − Firth: nativo della N.Zelanda svolse ricerche sui Maori,poi nella polinesia tra i Tikopia, tra i pescatori Malesi del kelentan e fu il primo che condusse ricerche antropologiche sulla parentela della società inglese contemporanea. Fece dell'economia e della parentela i temi principali di indagine e analisi. Campo dell'antropologia economica sono in particolare le società primitive senza sistemi monetari di scambio e le società contadine intese in senso strutturale e sociale. Applicò il metodo dell'osservazione partecipante alla situazione urbana di Londra. − Nadel (1903-1956): le sue opere metodologiche si fondavano sull'antropologia sociale e sulla struttura sociale. La Culturologia Gli antropologi americani sono in questo periodo sono attratti dalla problematica generale e teorica della cultura:antropologi culturali più che antropologi sociali. Lo studio della cultura porta a specificare alcuni temi: modelli culturali, personalità, acculturazione,antropologia applicata, culturologia.
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− Benedict elaborò una tesi sostenendo il relativismo culturale e la necessità di comprendere il significato vero di ogni cultura per rispettarla. Prende in considerazione 3 diverse culture (Zuni del N.Mex, Kwakiutl della British Columbia del Canada, Dobu della Malanesia): ne descrive i tratti e li riassume in una sintesi ideale per sottolineare il modello di comportamento al quale ogni membro della società deve uniformarsi. Il modello zuni è apollineo (apprezzano equilibrio, amano il bello e il buono), il modello Dobu è dionisiaco (ambiscono alla potenza e dominio,concorrenza, tradimento giustificato, magia), il modello Kwakiutl è pothlach (l'ospitalità è occasione per fare sfoggio dei beni fino alla distruzione). Il modello della Benedict pone in risalto il relativismo secondo cui ogni cultura va considerata, i costumi e gli ideali di una cultura possono comprendersi e giustificarsi solo come parti del tutto integrato. − Ralph Linton: la cultura esiste solo nelle menti degli individui, la personalità di ognuno si sviluppa e funziona in associazione con la cultura. Approfondisce il processo di formazione della personalità: si interessa ai problemi del disadattamento, fa avvicinare antropologia e psicologia. Dagli avvenimenti bellici e politici, gli antropologi si pongono il problema della ricostruzione: nasce quindi la culturologia ma in particolare applicando le conoscenze antropologiche ai problemi del momento nasce l'antropologia applicata (si supera l antropologia come studio esotico e del passato e l'uomo diventa centro di interesse come persona e come protagonista della vita sociale). − Kroeber: la cultura è il risultato di processi storici per mezzo dei quali l uomo risponde agli stimoli interni ed esterni del suo essere e dell'ambiente. La cultura appare come un insieme di interpretazioni , valori, norme che viene trasmesso e che condiziona la vita di ogni individuo. − White: analizzò il comportamento umano e arrivò alla formulazione del concetto di personalità di base. Nasce il tema dell'acculturazione, come ciò che gli storici avevano chiamato diffusione, questi autori lo chiamano acculturazione e lo considerano come processo dinamico da osservare del suo attuarsi. Sistemi di pensiero Lo studio degli antropologi si concentrò su: capacità mentali, concezioni cosmologiche, espressioni estetiche e d'arte.. − Paul Radin andava a contrapporre il suo pensiero a quello di Levy-Bruhl (gia citato): andava ad analizzare il modo di pensare del primitivo in termini di pre-logismo. Nel periodo dopo la guerra si arrivò alla comprensione dei sistemi di parentela, dei sistemi politici diversi da quelli occidentali, alla valorizzazione del pensiero primitivo, al riconoscimento della loro cultura. − Marcel Griaule fu il maggior esponente: dedicò 20anni alla ricerca in Etiopia e Africa occidentale. Dall'incontro con la cultura dei Dogon, attraverso l'osservazione partecipante analizza il loro modo di concepire il cosmo, gli esseri,le cose, l'ordinamento interno. Vide a fondo nella mentalità primitiva senza alterarne gli schemi, mantenendo la loro fiducia. − Placido Temples: un missionario che visse tra i Luba nel Congo. Nella sua opera “la filosofia Bantu” egli partiva dalle categoria della filosofia occidentale (scolastica in particolare) e cercava di dare una sistemazione ai modi di pensare e concepire il
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cosmo dei Bantu fondata sul concetto di forza vitale che descrive come dinamica in contrapposizione a quella occidentale che definisce statica. Segnalò la consistenza del pensiero Bantu individuando nella forza vitale la base delle concezioni cosmologiche di tutto il pensiero africano. Antropologia strutturale di Levi-strauss Negli anni 60 si sviluppò in Francia l'antropologia strutturale nell'insegnamento di Levistrauss: egli giunse all'antropologia dalla filosofia e il suo metodo, pur avendo svolto ricerche sul campo, era essenzialmente teorico e filosofico. La problematica principale da lui affrontata è la struttura sociale: secondo lui è il sistema simbolico delle relazioni costanti tra i fatti,gli elementi singoli acquistano senso nel loro rapporto di insieme. Accentua il valore di segni e simboli degli elementi e la costanza delle loro relazioni. La struttura diventa il tutto, la cultura e la società. Si pone il problema del passaggio dalla natura alla cultura: egli trova la chiave nel concetto di scambio, alleanza, reciprocità. Lo scambio stabilisce tra gli uomini relazioni di reciprocità e fonda il meccanismo per cui nasce la cultura: l'attività dell'uomo è assegnare ordine agli scambi. Anche la proibizione ad esempio è una manifestazione tipica dell intervento dell uomo, la proibizione dell incesto, l'uomo interviene sulla natura e passa ala cultura. Lo studio fondamentale di strauss si basò sull'analisi delle strutture elementari di parentela: propone un interpretazione dei complicati sistemi australiani di parentela in termini di relazione ed alleanza. Propone di considerare il totemismo come un modo di rispondere alle esigenze intellettuali della conoscenza; considera la logica del totemismo non diversa dall emblematismo dell'antica cultura greca e romana e della chiesa medioevale; le norme etiche e sociali che si accompagnano al totemismo hanno un valore simbolico e stabiliscono relazioni. Levi-strauss passa dall analisi delle strutture sociali all'analisi delle relazioni simboliche alimentari: spiega il significato intimo delle prescrizioni e delle proibizioni culinarie, trae da esse rapporto simbolico di significati con cui esprime il pensiero umano e giunge a formulare la conclusione che in queste si risconta il germe di una filosofia dello spirito e si ritrovano i primordi della scienza. Il suo strutturalismo si presenta come analisi sincronica quindi è stato criticato perchè non percepisce la dialettica che è nell'evolversi della storia. Il suo strutturalismo è relazionale, basato su modelli teorici, quello di Radcliffe-B è istituzionale. Antropologia conoscitiva e etnoscienza Dal 1960 si avvia negli antropologi una crisi di indentità a causa della scomparsa dell'oggetto antropologico (che molti pensavano fossero i primitivi) dovuto all avvenuta indipendenza; successivamente fu sottolineato che l oggetto di studio dell antropologia è la condizione umana, senza distinzioni di luogo o etnia. − Leach: critico dello strutturalismo di Radcliffe-B, dichiarò affinità con levi-strauss e sviluppò una sua teoria sulla struttura come intreccio simbolico dei modi di comunicazione. − Si sviluppa in america un filone detto antropologia conoscitiva che tratta temi come: sistemi conoscitivi, antropologia semantica, semantica etnografica, problematiche innovative indicate come la nuova antropologia. − Nasce la specializzazione detta etnoscienza; grazie allo studio dei meccanismi dell apprendimento , dei sistemi di conoscenza e classificazione. Il suo oggetto di studio è il sapere etnico, cioè popolare e empirico, che trae spunto dalle interrelazioni esistenti tra linguaggio, processi conoscitivi e istituzioni sociali. Nasce l'uso di 2
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termini per differenziare i modi di percezione dell osservatore estraneo rispetto ai modi propri di una cultura: etico e emico. Emico (modo di conoscere proprio degli appartenenti ad una cultura, modo oggettivo, deriva da fonemico), etico ( modo di vedere soggettivo da osservatori esterni). Neo-evoluzionismo e sociobiologia Nel periodo della seconda guerra mondiale nasce il movimento neo-evoluzionista con esponenti quali: White, Steward, Murdock, Harris. Questi autori volevano ripetere le importazioni di principio degli antichi evoluzionisti. Tutti attribuivano importanza al fattore ecologico come elemento determinante dell'evoluzione culturale ma si distinguono tra loro per diversità di accentuazione del metodo e dei temi. − Murdock grazie al suo metodo della statistica raccoglie e elabora dati di tutte le società e culture note. In ethnology esamina oltre 1000 società, classificandone 862 con un codice per consentire una ricerca comparativa ad esempio per conoscere livello economico, carattere dell organizzazione o integrazione politica. − Harris propone una tesi a favore del neo-evoluzionismo, secondo lui lo scopo dell antropologia è la formulazione di leggi generali quindi l'antropologia è nomotetica. L 'ecologia culturale da ad harris il parametro per giudicare ogni teoria. Nasce a metà degli anni 70 la sociobiologia: studio delle basi biologiche dei comportamenti degli esseri. La scoperta dei geni e del loro comportamento favoriva il superamento del concetto evoluzionistico dell'adattabilità individuale del più forte e si veniva a creare quello di adattabilità globale determinato dalla cooperazione dei geni: i geni si accoppiano per generare nuovi esseri e assicurare la continuità della specie; questa è la base dei sistemi di discendenza e parentela e delle scelte matrimoniali. Antropologia medica, psicanalisi ed etnopsichiatria Lo sviluppo medicale dell'antropologia ha due indirizzi: − uno interessato ai problemi connessi con la clinica e la pratica scientifica della medicina − un altro allo studio della medicina popolare, delle concezioni e pratiche terapeutiche empiriche e idiologiche delle tradizioni popolari nelle società tribali e in quelle industriali. Il presupposto etnologico sta alla base dell'etnopsichiatria che considera i disturbi psicopatologici come risultato delle esperienze intersoggettive determinate dai processi simbolici propri di ogni cultura, di concezioni ideologiche e di pratiche terapeutiche tradizionali. Ci sono il modello americano e quello francese: quello americano è rivolto alla ricerca di modelli biomedicali partendo dal presupposto che mente e corpo sono complementari; quella francese seguiva il metodo classico della ricerca antropologica con osservazione diretta di riti terapeutici in alcune zone dell africa occidentale. L'etnostoria Il valore e l'interesse per l'aspetto storico della ricerca antropologica si sono affermati formando correnti di metodo definite sotto il nome di etnostoria. Ci sono 2 indirizzi nell'etnostoria: − valorizzazione delle tradizioni orali, raccolte e vagliate secondo un metodo critico comparativo, grazie a questo metodo venivano registrate le tradizioni orali di gente africane e valendosi delle indicazioni interne di queste tradizioni
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− valorizzazione di eventuali documenti scritti di antichi relatori, sulle popolazioni senza scrittura. Antropologia industriale, urbana e classi sociali l'antropologia industriale analizza gli aspetti specificatamente umani dello sviluppo come la condizione dei lavoratori nelle fabbriche, la conseguenza delle zone industriali sugli insediamenti urbani, i sistemi culturali che implicano simboli, valori e atteggiamenti della partecipazione ai processi industriali.
CAPITOLO 7 l'antropologia della cultura in Italia Gli studi antropologici si sono divisi in 2 branche: − antropologia fisica, per lo studio delle caratteristiche fisiologiche degli esseri umani, − antropologia culturale, per lo studio dellacultura (definiti studi demo-etnoantropologici) Ci sono 5 fasi in cui viene a svilupparsi in processo che porta alla demo-etno-antropologia:
1. Periodo evoluzionista: unità tra antropologia e etnologia Caratterizzato dall adesione dei primi antropologi italiani alla teoria evoluzionistica di Darwin. L'evoluzione fisiologica e culturale non era separata ma accadrà lentamente per giungere all'antropologia fisica come studio dell'evoluzione fisiologica degli esseri umani e etnologia per lo studio delle manifestazioni culturali. Gli esponenti di questo periodo sono: - Mantegazza, medico che divulgò le teorie darwiniane, fu a contatto in argentina con le popolazioni amerinde e qui maturò l'interesse antropologico. Ottenne nel 1870 all'università di Firenze la sua prima cattedra in antropologia. - Lombroso, grazie al quale nacqua l'antropologia criminale come disciplina specializzata, sostenne infatti che la degenerazione morale del delinquente era da spiegarsi in rapporto alle sue anomalie fisiche, quindi importanza avevano condizioni climatiche, situazioni ambientali e geologiche per determinare i valori culturali, umani in rapporto al problema della razza e ai problemi morali e sociali. Grazie a lui il criminale fu considerato un malato da guarire e non solo da punire. - Giglioli, fece delle prezione raccolte etnografiche dell australia e oceania. - Sergi, fu attratto dall'antropologia intesa in senso unitario con l'etnologia. Perfezionò il metodo di misurazione antropomorfica e in particolare della cranioscopia cercando di precisare la descrizione geometrica del cranio, un criterio per la classificazione delle razze e la loro origine. Il suo interesse è rivolto quindi all'origine dell'uomo in senso evoluzionistico e le sue indagini si estendono alla paleontologia dei mammiferi e dell'uomo, ai problemi dell ereditarietà biologica, alle antiche civiltà,linguaggio e scrittura. - Pigorini, la sua opera scientifica di ricercatore fu rivolta allo studio delle popolazioni paleolitiche dell'Italia, in particolare delle terramare della val padana. - Loira, matematico, fu indotto ad assegnare un proprio valore scientifico e culturale alle manifestazioni tradizionali delle genti d'Italia. 2. Sviluppo della demologia Per indicare lo studio delle tradizioni popolari gli studiosi di tutti i paesi utlizzarono il
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termine folklore (da folk=popolo e lore=sapere) coianto nel 1846 dall'archeologo inglese Thomas. In italia pur essendoci lo stesso termine, fu l'unico paese che sviluppò un termine alternativo ovvero demologia /da demos=popolo,e logos=parola). Lo studio delle tradizioni popolari risale ai primi decenni dell'800 in prospettiva letteraria, grazie alle raccolte di letteratura popolare e le poesie popolari, particolarmente quelle toscane. L'interesse letterario e romantico non è l'unica caratteristica della demologia: vi si sovrappone la prospettiva storica e positivista. Inoltre non si tratta solo di studiare le tradizioni popolari ma si svolge anche una raccolta museografica dei manufatti artigianali e ogni altro prodotto della cultura popolare. Tra gli esponenti ricordiamo: − Pitrè (con il quale prendeva avvio la demologia in sicilia) − Raffaele Corso − Giuseppe Cocchiara, notevole fu il suo tentativo di istituire una facoltà di antropologia sociale all'università di Palermo Dal 1965 ci si apre a nuove tematiche e le vicende sociali portano in primo piano la condizione contadina e la contestazione, in Italia la tendenza si afferma con gli scritti di Gramsci. La condizione contadina si afferma come un importante soggetto di ricerca con validi saggi sulle strutture dei sistemi di parentela, sulle strategie matrimoniali, sulle migrazioni. 3. Autonomia dell'etnologia In italia si avvia il consolidamento della sola antropologia fisica mentre l'etnologia subisce un arresto e un notevole ritardo, dovuto piu che altro alla mancanza di strutture accademiche a sostegno dello studio professionale e all'avversione di quel periodo nei confronti delle scienze sociali empiriche. L'etnologia fu promossa da personaggi di grande rilievo che ne permisero l'affermazione: Conti Rossini (grazie ai suoi scritti in lingue indigene, inolte effettuò una classificazione delle razze umane distinguendo i rami cioè le sottospecie dell'homo sapiens, i ceppi, cioè le razzze principali, e le razze di livello secondario; propone inoltre 4 cicli: le forme primarie equatoriali, le fome primarie boreali, le razze derivate sub-equatoriali,le razze derivate del pacifico e dell'america ), Biasutti (sintesi delle problematiche antropologiche e etnologiche, favorendo l'autonomia dell'etnologia), Raffaele Pettazzoni (professore di storia delle religioni, intendeva l'etnologia come studio dei primitivi, si deve a lui l inserimento dell etnologia negli studi universitari. Nel suo volume sul concetto di Dio analizza la documentazione etnologica e conclude che il primo stadio della religione proviene dalla contemplazione umana del cielo e delle manifestazioni uraniche, dal quale sarebbero derivati poi monoteismo e politeismo, al questo teoria seguirono le critiche di Schmidt. Egli inoltre afferma correttamente che vi è una confusione derivata dall'applicare ad una cultura un concetto appartenente a tutt altro ambiente.) L'importanza del pensiero di Shmidt si rivelò nel mondo accademico e cattolico: fu ospite dell università cattolica di milano, il papa Pio XI utilizzò il suo materiale etnografico per costruire una sezione etnologica nel museo Lateranense. Grazie a Shmidt lo studio della storia delle religioni e etnologia entrò negli atenei italiani ecclesiastici. Il progresso verso l'autonomia dell'etnologia si concluse nel 1967 con le cattedre di Grottanelli, Lanternari e Cerulli. 4. l'antropologia culturale Dopo l'istituzione delle prime cattedre di etnografia, si andava affermando un movimento per l'introduzione di una nuova specializzazione ovvero antropologia culturale.
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In Italia l'etnologia era sempre stata considerata antropologia culturale quindi crebbe la confusione per l'analogia delle due denominazioni. La presentazione ufficiale si ebbe nel 57 al primo congresso nazionale di scienze sociali di Milano, che favorì l affermarsi del nuovo indirizzo. − ernesto De Martino animò il pensiero storicistico antropologico: riprese storicismo e naturalismo in un opera chiamata Memorandum come afferma la necessità di una revisione storicistica dell antropologia culturale. Viene considerato il maestro dell antropologia italiana, all'università di cagliari ebbe la cattedra in storia delle religioni e si interessò a riti e magia, inoltre mostrò padronanza per la ricerca, in particolare quella sul meridione d'Italia dove il tarantismo e il lamento funebre sono gli argomenti prevalenti. Gli autori del Memorandum distinguevano i campi di studio: per l antropologia culturale la cultura e per l'etnologia la civiltà. Era un momento di espanzione anche per la sociologia che nell antropologia aveva un aiuto indispensabile. Nella demologia nacque anche l'etnomusicologia ovvero lo studio della musica delle tradizioni popolari dove Carpitella fu il promotore in Italia, nello stesso modo nacque anche l'antropologia visiva. 5. Demo-etno-antropologia Dalla metà del decennio 1970 aumentano gli incontri di studio ispirati alla problematica culturale, su questa tendenza nasce su iniziativa del Ministero dell'istruzione e del Ministero dell'università e della ricerca, la denominazione di gruppo demo-etno-antropologico, come l'insieme delle discipline antropologico-culturali ai fini dei concorsi universitari. Si diffonde la disciplina antropologica nelle università, nel 1989-90 ci sono 95 professori del gruppo demo-etno-antropologico. Crescente è l'interesse pubblico per queste problematiche dovuto a: − curiosità turistica − esigenza di conoscenza degli altri e delle diversità culturali − immigrazione in Italia del tutto imprevista degli extracomunitari. Questo fenomeno ha messo a nudo l'impreparazione e i pregiudizio culturale degli italiani, quindi queste discipline si impegnavano anche ad un educazione antropologica che portava la gente alla comprensione delle diversità culturali e abbandonare il pregiudizio etnico. Un'altra caratteristica del momento sono le correnti d'interesse scientifico avviate, gli esponenti della corrente demologica sono Bronzini, Buttitta, Rigoli, Miceli,Pitrè, Cocchiara. Il consenso unanime degli studiosi si ha in particolare nei confronti della ricerca sul campo vista da tutti come esigenza e premessa per gli studi. Le caratteristiche della nuova etnologia sono: preparazione adeguata, intensità emica della partecipazione, attendibilità della documentazione e dell'analisi e innanzitutto la ricerca sul campo definita musa dell'antropologia. Un'altra caratteristica è la tendenza all'associazionismo degli studiosi delle varie correnti antropologiche: nel 91 nasce l'associazione italiana di studi etno-antropologici. L'Italia come soggetto antropologico di studio esotico Ci sono stati vari contributi di studiosi stranieri che hanno condotto ricerche antropologiche in Italia: il problema della mafia affrontati da Block, rapporto tra cultura e potere da Shnider, microanalisi di una famiglia emarginata di Napoli da Thomas Belmonte, lotta tra
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comunisti e cattolici a Bologna degli anni 70 da Kertzer....
terza parte ETNEMI SOCIALI CAPITOLO 8 LA PARENTELA La parentela deriva dall'ordinamento della natura umana,è una realtà naturale elementare che l'uomo può regolare con norme e per scopi sociali. La necessità fisica di cooperazione,il bisogno psicologico di identità e appartenenza, sono impulsi primordiali che ordinano gli individui in forme associative varie e molteplici, queste forme associative (derivate dalle relazioni per la generazione e la continuità della specie) costituiscono la parentela. Le parentele sono relazioni basilari che stanno alla base del convivere umano e suggeriscono gli antropemi primi per l'ordinamento della società. La parentela è il vincolo che lega gli individui tra loro in rapporto alla generazione e alla discendenza. Si distinguono 3 tipi di parentela: 1. di consanguineità: è il tipo più genuino e autentico, accomuna il sangue dei genitorie della prole, non ha bisogno di riconoscimento sociale perchè fondato nella realtà naturale ma per avere significato sociale deve essere socialmente riconosciuta (non sempre i genitori sono anche parenti sociali, es. genitori adottivi) 2. parentela di affinità: è di ordine sociale e si avvera per legge o per norma sociale (due sposi, parenti acquisiti per matrimonio..) 3. parentela relazionale: si basa su relazione particolare e personale verso un determinato ego. Ognuno di noi (ego) ha una cerchia di parenti e tutti include con doveri e diritti specifici, sempre in rapporto ad ego. Non è un rapporto che si ritrova in tutte le culture ma dove esiste viene definito parentado. I principi basilari Sono 6 principi elementari che regolano i fatti della vita , ovvero i rapporti sessuali e li modificano in cause che servono alla struttura sociale. 1. principio: la divisione duale dei sessi fonda le relazioni umane 2. principio: le donne generano figli 3. principio: gli uomini fecondano le donne 4. principio: normalmente gli uomini esercitano il controllo 5. principio: i parenti primi non hanno relazioni sessuali tra loro 6. principio: il riconoscimento sessuale sanziona le relazioni derivanti dai rapporti sessuali. I primi 3 sono presupposti ineluttabili, imposti dalla natura. Nelle relazioni di parentela la distinzione tra maschio e femmina serve per stabilire la discendenza o è un mezzo di alleanza. Il secondo e terzo principio affermano la complementarietà dei due sessi nell'atto generativo. Il quarto è di natura prettamente sociale, il quinto riguarda il problema dell'incesto che è una norma di valore culturale e sociale, la proibizione dell'incesto è piu che altro una evitazione ed è per scelta voluta dall'uomo. Il principio 6 sottolinea l'intervento dell'uomo nei fatti della vita: i fatti della vita senza l'intervento dell'uomo sarebbero semplicemente atti sessuali,la società invece interviene a la loro un valore sociale preciso e efficacia strutturale.
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Il codice l'analisi di questi problemi ha portato alla formulazione si simboli e codici: − triangolo per indicare il maschio − cerchio per indicare la femmina − rombo e quadrato sono neutri, quando il sesso non è conosciuto o non precisato − la barra su questi simboli indica una particolarità, es. deceduto − anche i colori dei simboli esprimono qualcosa − rapporto di parentela indicato con uguale o con la graffa Il matrimonio Se si basasse sulla procreazione il matrimonio significherebbe un semplice rapporto sessuale tra due individui di sesso diverso, ma esso deve anche servire all'inculturazione dei piccoli,l'inserimento nella società e nella cultura, assicurandogli protezione e sicurezza economica per favorirne lo sviluppo e la maturazione biologica e sociale. Per questo ogni società esige che il rapporto sessuale si attui secondo norme stabilite che rappresentano il condizionamento sociale e culturale che fa del matrimonio un meccanismo dinamico che sanzione rapporti tra maschio e femmina e modifica la loro condizione sociale. Dal punto di vista antropologico il matrimonio è: relazione sessuale tra due individui di sesso diverso socialmente sancita in ordine alla procreazione che sigilla un contratto legale. In queste definizione possono essere incluse tutte le forme di matrimonio comprese quelle poligame. Il manuale degli antropologi inglesi propone questa definizione: ilmatrimonio è l'unione di due individui di sesso diverso, tale che i figli nati dalla donna siano riconosciuti come prole legittima di entrambi; è quindi una definizione che pone l'accento sulla legittimità. Anche Radcliffe Brown da risalto alla posizione legittima che i figli ottengono dalla società per mezzo della parentela: il matrimonio è un ordinamento sociale per mezzo del quale il bambino riceve una posizione legittima nella società determinata dalla parentela. Alcuni autori pongono delle critiche a queste definizioni considerandole troppo rigide e limitative, ad esempio Leach, che afferma che ci sono diverse forme di matrimonio che non corrispondono a quei presupposti (ha una prospettiva fenomenologica, che pone il matrimonio come istituzione multiforme). Tipi e sistemi matrimoniali endogamia e esogamia rappresentano l'indicazione delle regole basilari che prescrivono o proibiscono la scelta del coniuge. − endogamia: matrimonio dentro, la scelta all'interno di un determinato gruppo − esogamia: matrimonio fuori, proibisce il matrimonio dentro determinati gruppi e lo prescrive al di fuori (l'incesto invece riguarda le relazioni sessuali) per quanto riguarda l'incesto e la proibizione di esso: − Goody propone di considerarlo insieme alle altre proibizioni, ad es. l'adulterio. Distingue una tipologia secondo il valore della proibizione dei rapporti sessuali: 1. con un membro dello stesso gruppo di discendenza 2. con la moglie di un membro del gruppo di discendenza, 3. con un altra donna sposata la proibizione dell'incesto è diffusa e universale perciò ci si è sempre chiesti cosa ha portato l'uomo a darsi questa norma:
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− Fox è colui che ha riesaminato le soluzioni proposte per la spiegazione della proibizione dell'incesto e ha dedotto che “il tabù dell'incesto è parte della nostra eredità culturale”, ebbe origine perchè aveva vantaggio selettivo nel prevenire i risultati disastrosi dell'incrocio endogamico. Il tabù dell'incesto si fissò nelle nostre istituzioni e fu considerato come scontato, ma quando finì il tempo delle selezione naturale non vi era una ragione sufficiente, comunque fu mantenuto anche se allentato dovuto ai sentimenti di colpevolezza e inibizione. − Levi-strauss: egli nella proibizione dell incesto vede il passaggio tra natura e cultura − Radcliffe-B: è il peccato di intimità sessuale tra parenti immediati della famiglia. − Goody: sottolinea l'importanza del tenere presente la diversità delle generazioni e la natura del gruppo ai quali gli interessati appartengono la norma che lo proibisce sembra rappresentare un antropema fondamentale per l'ordinamento dell'attività sessuale e la formazione di gruppi di parentela. Monogamia e poligamia − monogamia: forma restrittiva, limita ad un solo partner la scelta matrimoniale. Il suo valore è assoluto per alcune società e il vincolo dura tra due coniugi finchè non viene sciolto. − Poligamia: forma permissiva, uno dei coniugi può avere più partner (più donne--> poliginia,è la più diffusa, ogni donna costituisce un unità matrimoniale a sé; più uomini-->poliandria, è più rara ma ancora presente in Sri Lanka,India meridionale,tra i tibetani, i toda. La forma più normale è quella adelfica ovvero quando una donna viene divisa tra più fratelli, questo può avvenire per varie cause tra cui spese matrimoniali , insufficienza di donne maritabili ecc. Una forma singolare di poliandria è la ngalababola ovvero moglie del villaggio: una donna che era stata rapita da un altro villaggio o sedotta o era rifugiata, non diventava moglie di un marito singolo ma più uomini, anche se sposati, avevano il diritto di stabilire rapporti con lei. Uno di loro assumeva le funzioni sociali di marito e responsabile del suo trattamento e rispetto. I figli erano considerati figli del villaggio e membri del gruppo di parentela del marito sociale. Due autori hanno dato delle definizioni di poliandria: Pietro di Danimarca (forma latente omosessuale maschile in corrispondenza ad un eccessiva pressione economica e sociale della famiglia...) e Leach (forma matrimoniale con scopo di sanzionare i rapporti sessuali in ordine alla procreazione e inculturazione della prole..) L'età e il matrimonio la norma più diffusa è quella che per sposarsi si debba aver raggiunto la maturità fisiologica,in alcune società le legislazioni sono scritte e si precisa l'età minima, in altre invece la scrittura è approssimativa. Spesso avviene il cosiddetto matrimonio infantile che però non è vero e proprio matrimonio ma più che altro una promessa matrimoniale, che si attuerà quando avverrà la maturità biologica degli interessati, tra gli aborigeni australiani è molto comune. Ciò che spinge i genitori a promettere la figlia in matrimonio è la preoccupazione che l'unione non abbia successo quindi preferiscono prometterla ad un anziano poligamo di loro fiducia, qualora loro venissero a mancare sanno che lui se ne prenderà cura. Il contratto matrimoniale
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il matrimonio si configura come contratto e può essere di diverse forme: per scambio (quando due gruppi si scambiano le donne), per stipulazione (quando avviene un accordo preciso sul contributo di beni economici), per servizio (quando un individuo si mette al servizio del padre di una donna per ottenerla in moglie). Al tipo per stipulazione appartengono la “dote” e “la ricchezza della sposa”: − la dote: insieme di beni che il padre della sposa le versa in occasione del matrimonio, serve per la nuova famiglia che si crea − la ricchezza della sposa: l'insieme di beni che la famiglia dello sposo versa alla famiglia della sposa, non è destinata alla nuova famiglia che si crea. Solitamente si ha quando la famiglia della sposa non ha possibilità di unire la figlia in matrimonio, nel caso di rottura per colpa della sposa , la ricchezza deve essere restituita,quindi ha anche una funzione di garanzia. La residenza matrimoniale il luogo di residenza dei nuovi sposi potrà essere: − virilocale: abitano presso il gruppo di parentela dello sposo − uxorilocale: presso il gruppo di parentela della sposa la residenza porta conseguenze determinanti per la formazione di gruppi di discendenza, per le proprietà economiche, per le alleanze politiche e la successione. Altre forme sono: − levirato: se il marito muore, il fratello dovrà sposare la vedova di lui, i suoi figli saranno del marito deceduto − sororato: la sorella della defunta entra come moglie del marito vedovo Sistemi matrimoniali La proibizione di sposare donne delle stesso gruppo fa si che le si ricerchi in gruppi esterni. Si viene a creare uno scambio di donne che può essere: − diretto e simmetrico: si stabilisce parità, chi da una donna riceve una donna − indiretto e asimmetrico: sono complessi perchè lo scambio non è preciso e misurabile Il campo d'indagine è quello degli aborigeni australiani che hanno i sistemi matromoniali di scambio; in particolare Radcliffe ne individua 2: − Kariera: si basa sulla regola di matrimonio tra cugini incrociati con scambio di sorelle. Sposa la figlia dello zio materno o della zia paterna, sua sorella sposerà il figlio dello zio materno o il figlio della zia paterna. − Aranda: è più diffuso. Il matrimonio avviene tra cugini incrociati secondi: sposa la figlia della figlia del fratello della nonna materna. Pertanto dentro ogni linea di discendenza i membri di ogni generazione alternata si ritrovano nella stessa sottosezione. Il gruppo che prende una donna in matrimonio è considerato debitore fin quando non estingue il debito. Gruppi di parentela La famiglia è il gruppo minimo della parentela e della società. Innanzitutto vi è la famiglia nucleare (semplice e elementare) che rappresenterebbe il nucleo basilare della società e della parentela. Questo tipo di famiglia viene considerato universale nel senso che si riscontrerebbe in tutte le società perchè fondato sull unione tra uomo e donna sposati. Oggi non tutti sono d'accordo col fatto che sia universale. La forma è triangolare:padre,madre e
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figli,e può essere scomposta in vari elementi duali: − marito-moglie − madre-figli − padre-figli − fratello-sorella Le diadi sono parti integranti della famiglia nucleare ma sono anche raggruppamenti autonomi. Secondo Murdock le funzioni della famiglia nucleare sono: sessuale,economica, riproduttiva, educativa. Parsons non considera questo elenco adeguato e propone queste 2 funzioni: socializzazione della prole, sviluppo della personalità adulta dei coniugi. La famiglia nucleare risponde meglio delle singole diadi alle funzioni che consentono di assicurare la continuità della specie. Forme plurime di famiglia Tra lee forme plurime di famiglie troviamo le più tipiche: − famiglia estesa: è un unità sociale e va distinta dal lignaggio. È formata da più famiglie nucleari che risiedono insieme. − famiglia poligamica: deriva dal matrimonio poligamico e si divide a sua volta in famiglia poliginica (pluralità delle mogli. Ogni moglie forma una diade distinta con il marito e una autonoma con i figli. La prima moglie ha una posizione di privilegio); la famiglia poliandrica( pluralità dei mariti) Clan e lignaggio − clan: parola di origine scozzese, significa parentela. Per clan si intende un gruppo di persone discendenti da uno stesso capostipite mitico o fittizio. La nascita del capostipite origina o avviene contemporaneamente con la nascita di un animale o altri esseri, questo essere (animale, albero...) viene detto totem. Il totem è considerato capostipite del clan ed è rispettato secondo determinante norme. − Lignaggio: è stato introdotto dagli antropologi per precisare il significato di clan. È un gruppo di persone discendenti da uno stesso antenato il cui vincolo di discendenza è genealogicamente dimostrabile e non presupposto miticamente. Il lignaggiopuò essere massimo, minore,minimo e segmenti di lignaggio. In molte società fanno parte di raggruppamenti maggiori detti fratrie. La formazione dei gruppi si basa sulla discendenza: i sistemi di discendenza sono: unilineari (se determinano la discendenza secondo la linea del padre; anzianità e primogenitura acquistano rilievo, la posizione della donna è marginale) matriclan/matrilignaggio (secondo la linea materna; acquista rilievo il fratello della madre) bilineare (tengono conto di entrambe le discendenze) Gruppi cognatici e parentado Nei sistemi di discendenza cognatici le linee di discendenza di sovrappongono l'una all'altra perchè ognuno appartiene a tanti lignaggi quanti sono i suoi antenati. Secondo la discendenza cognatica, uno può appartenere a tutti i gruppi di parentela di una società, gli scopi dei raggruppamenti cognatici sono cerimoniali e economici ma non residenziali. Si distinguono in: − non ristretti: quando comprendono tutti i membri di uno stesso antenato − ristretti: quando comprendono solo quei membri che adempiono a particolari condizioni
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Il parentado non è un gruppo di discendenza, non ha antenati, ma è un gruppo personale che si viene a creare intorno ad una persona singola, un ego preciso, quindi cessa alla morte dell'individuo. Può essere bilaterale (tiene conto di tutti i parenti) e unilaterale (una linea unica fino ad un determinato grado). Gli scopi sono socio-economici, aiuto reciproco, regolare matromoni. Sistemi di terminologia Il modo di denominare i parenti non è causale ma si riflette sulla struttura e sul comportamento. Radcliffe ha formulato nei suoi studi sugli australiani alcuni principi che stanno alla base dei sistemi classificatori: 1. equivalenza dei fratelli: se una donna è sempre classificata come sorella e un uomo come fratello, di conseguenza il fratello di mio padre è per me padre e la sorella di mia madre è per me madre. 2. Equivalenza degli affini: i parenti acquisiti dal matrimonio con consanguinei. La moglie di una persona che chiamo padre è per me madre 3. il limite della classificazione: la classificazione di più persone con un termine unico si estende ad un gruppo determinato, ad es. il clan. La classificazione dei sistemi Murdock, nella raccolta di dati comparativi di 862 società, ha elencato 8 sistemi di terminologia della parentela: 1. sistema misto: è atipico, è l'indicazione generica nella statistica di Murdock di 8 casi singolari non classificabili 2. sistema descrittivo: caratterizzato dall'uso di termini esplicativi e composti per descrivere i cugini primi, non tenta alcuna classifica dei perenti 3. sistema sudanese: caratterizzato dall'uso dei termini propri per ogni parente, senza tentativi di raggruppamento in categorie. Si riscontra solo in 7 società. 4. sistema hawaiano: vengono distinti secondo sesso e generazione. I parenti dello stesso sesso di una generazione vengono tutti chiamati padre o madre, di un altra generazione vengono tutti chiamati fratello o sorella. È un sistema molto diffuso. 5. sistema eschimese: sistema della famiglia nucleare. Al di fuori della famiglia nucleare gli altri parenti sono tutti cugini/e o zii. Rappresenta il nostro sistema ed è poco diffuso, riscontrabile in 71 società. 6. sistema irochese: distingue non solo per generazione e sesso ma anche le linee parallele da quelle incrociate, corrisponde al sistema dei cugini paralleli. 7. sistema crow: non si preoccupa della distinzione per generazioni ma di mantenere intatto e dare rilievo al gruppo lineare di discendenza,inoltre viene rispettata la distinzione delle linee parallele. 8. sistema omaha: è la versione patrilineare del sistema crow, è analogo al sistema del patrilignaggio. Spesso questo sistema e quello crow vengono considerati un unico sistema presente in 102 società.
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CAPITOLO 9 L'ORDINAMENTO POLITICO Lo studio antropologico dell'organizzazione politica deve affrontare i temi di ordine e il diritto. − l'ordine: riguarda l'ordinamento esteriore della vita politica, le istituzioni e le strutture su cui essa si svolge − il diritto: analizza il valore delle norme che fondano e garantiscono l'ordine. Morgan ha considerato i gruppi di parentela non come unità domestiche ma come basi della struttura politica. Distinse negli irochesi il gruppo di parentela che denominò tribù. Per Durkheim la sanzione è l'elemento costitutivo del diritto, distingue 2 sanzioni e di conseguenza 2 tipi di diritto: − sanzioni repressive: ovvero il diritto penale. Si limita a reprimere il delitto con la pena − sanzioni restitutive: diritto civile, commerciale, procedurale, amministrativo e costituzionale. Si occupa di stabilire l ordine. Afferma che nelle società primitive il diritto è solo penale. Radcliffe rileva 5 elementi: l'ordine, il territorio, l'organizzazione, la coercizione, la forza fisica;rifiuta comunque il concetto di stato in quanto inesistente nel mondo fenomenico e frutto di speculazione. Malinowski alla base dell'organizzazione sociale e obblighi vincolati pone il principio della reciprocità: il rapporto di reciprocità non è solo dinamismo strutturale ma anche di conflitto e lotta. Secondo l'autore prima di rilevare il significato di delitto penale occorre tenere presente il vincolo sociale dell'obbligo legale. È giusto quindi osservare che il diritto civile è sviluppato e regola tutti gli aspetti dell'organizzazione sociale. Fortes e Evans-Pritchard effettuano il primo tentativo sistematico di una classificazione degli ordinamenti politici come risultato e sintesi delle ricerche antropologiche sul campo. Distinguono 2 tipi di società: − uno con autorità centralizzata. Re e delgati si valgono della forza organizzata con il consenso dei loro sudditi per far marciare un sistema politico − l'altro senza centralizzazione. Tipologia Evans-Pritchard e Fortes distinguono 3 tipi di sistemi politici: 1. piccolissime società. Dove l'unità politica abbraccia un gruppo di persone tutte unite da legami di parentela. 2. società dove la struttura del lignaggio è alla base del sistema politico. Sistema politico e lignaggio sono strettamente collegati. 3. società dove la struttura politica si basa su un'organizzazione amministrativa. Lucy Mair distingue governo senza stato da stati africani. Nei governi senza stato distingue: − governo minimo: comunità politica ristretta. − Governo diffuso: il tutta la popolazione adulta maschile partecipa ugualmente al dovere del servizio pubblico − governo in espansione: gruppi legati da parentela tra loro in competizione ai quali si uniscono stranieri.
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Southall propone una classificazione dei sistemi politici basandosi sulle particolarità distintive della loro natura segmentaria, parte dal presupposto che l'attività politica sia segmentaria. Distingue quindi i tipi in 2 grandi gruppi: − uno segmentario-piramidale: l'autorità centrale deriva da una delega consensuale da parte delle unità componenti senza che l'autorità diviene stabile − segmentario-gerarchico: si ha una delega associazionale la tipologia di Southall valorizza l'apporto antropologico sulla natura segmentaria dell'attività politica. Il concetto di tribù l'uso del termine è molteplice , il senso e il significato sono vincolati al contesto e dipendono dall'autore. Il termine inizialmente tribus si riferiva ad una delle 3 stirpi dei liberi cittadini romani. Sotto Tullio indicava le4 divisioni urbane di Roma e in particolare si riferiva alla folla e alla povera gente. Con l'antropologia il termine ebbe di nuovo fortuna,lo utilizzavano esploratori, missionari, amministratori e veniva applicato in modo generico ad ogni gruppo diverso per lingua, cultura o norme. Morgan e Maine ripresero il significato romano e indicarono con tribus i gruppi di parentela organizzati secondo discendenza. Evans.P definisce la tribù come il gruppo massimo di popolazione che si riconosce come unità locale distinta ma sostiene anche l'obbligo di concorrere alla guerra contro estranei e riconoscere il diritto dei propri membri alla ricompensa per le offese. Cohen e Middleton affermano che la tribù non è statica ma dinamica: aperta a ogni relazione. La parola tribalismo deriva da tribù e si usa per indicare un atteggiamento mentale e politico di conservazione e non di progresso. Ordinamenti politici dell'uguaglianza le società si caratterizzano per l'uguaglianza dei loro membri. È possibile rilevare una stratificazione sociale che non è ne stabile né perpetua. Il sistema stesso si propone di annullare o vincere tentativi di prevalenza di uno rispetto agli altri. Nella comunità di cacciatori e raccoglitori l'organizzazione sociale è fondata sulla famiglia nucleare e sulla banda ovvero un'alleanza di gruppi di età formata da un insieme di famiglie e coincide con una famiglia estesa. Tutti i membri della banda hanno uguali diritti e anche la distinzione dei sessi ha peso minimo. Una figura particolare tra gli Mbuti è il clown che si propone tra due litiganti e svuota con il ridicolo i motivi della disputa. Le trasgressioni gravi come l'incesto sono punite con l ostracismo: il colpevole è rifiutato da tutti e abbandonato nella foresta perchè è unica autorità superiore a tutti. La pena di morte è una minaccia verbale più che reale e le uccisioni sono infrequenti. La struttura del lignaggio Le bande dei cacciatori e raccoglitori hanno una struttura di parentela più vasta dove il lignaggio rappresenta la base delle alleanze politiche, che sono innanzitutto alleanze di matrimonio. Il sistema di lignaggio come base della struttura politica è abbastanza diffuso(tra Tallenesi e Nuer). La struttura del lignaggio non è determinata dall attività tecnica e economica di un popolo. Il significato politico di lignaggio deriva dalla discendenza del primo antenato ovvero il primo occupante del territorio. Il lignaggio originario cioè quello dell'antenato diventa il lignaggio autentico, puro, dominante. Bisogna tenere presente la natura segmentaria del lignaggio: l'attività di ogni segmento di
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lignaggio è autonoma nell'area del suo territorio, è un autonomia che assume valore in relazione agli altri segmenti e si fonde con essi quando l'arco del lignaggio si allarga per comprendere anche i segmenti minori. È ciò che Evan-Prichard ha chiamato relatività del lignaggio. Il lignaggio porta a fare del culto degli antenati una manifestazione tipica dell'ordinamento politico: il pellegrinaggio del Tallenesi al santuario bogar del primo antenato ha lo scopo di ottenere fertilità dai campi e fecondità dalle donne. La società tallesene è patrilineare, dove la figura del padre erede dell'antenato è dominante. I capi lignaggio formavano il consiglio degli anziani ed erano considerati custodi della terra, amministravano la giustizia. Tra i Nuer invece non vi è una figura predominante che rappresenta il capo politico. La società è divisa in classi, con l'iniziazione tutti divengono membri di una classe d'età, tuttii membri di una stessa classe sono uguali. Le classi anziane hanno più peso di quelle giovani. Ognuno si fa giustizia da se infatti tra i Nuer è facile che scoppi il duello con popolazioni confinanti. Ci sono delle figure con una certa autorità ma solo autorità rituale: − capo della pelle di leopardo: intermediario per purificare chi è colpevole di omicidio può anche svolgere funzioni politiche − il gwan buthni: sacerdote, maestro di cerimonie nei sacrifici collettivi. − I profeti: considerate persone possedute dallo spirito Le classi d'età Gradi = l'infanzia, l'adolescenza, la giovinezza, la vecchiaia Classi d'età = connotazione precisa istituzionalizzata. Significato strutturale per l'ordinamento sociale e politico. Il sistema delle classi può variare, tra i Nuer sono parte della struttura politica mentre tra i Masai sono base strutturale dell'ordinamento politico. Dal punto di vista della successione cronologica si distinguono 2 tipi di classi: 1. lineare: i giovani della stessa età vengono iniziati durante un unico periodo e formano una sola classe. Le classi possono quindi indicare l'età sociale o l'anzianità dei membri. Si succedono l'una all'altra in modo lineare. 2. Ciclico: la partecipazione ad una classe è aperta solo ai figli dei membri della classe che al momento dell'iniziazione hanno una posizione di prestigio. Non sono tutti coetanei ma spesso giovani e anziani vengono iniziati insieme. I nomi delle classi sono pochi e tornano ritmicamente: il tempo di iniziazione è determinato dalla condizione protempore della classe del padre. Nei Masai, l'ingranaggio delle classi tende alla preservazione dei diritti e della condizione dei membri di ogni classe, come pari. La classe si forma per nascita sociale ovvero tramite iniziazione, inoltre nelle classi vi è mobilità interna cioè ogni membro puuò raggiungere ogni grado di autorità e potere. Nei Masai distinguiamo 4 elementi: 1. distribuzione territoriale: il villaggio rappresenta la unità minima residenziale, i giovani iniziati insieme sono un unità ed assumono un proprio nome. In ogni distretto i giovani iniziati vivono in un villaggio unico distinto. Il gruppo dei guerrieri è formato da due scaglioni: il destro (che raggruppa il primo scaglione di iniziati) ed il sinistro (l'ultimo). Dopo 15 anni i due scaglioni si uniscono e formano un unica classe. 2. villaggio dei guerrieri: la costruzione di un villaggio per i giovani iniziati è materia di discussione degli anziani, che danno il consenso o meno. Il villaggio è riservato ai giovani guerrieri. L'organizzazione interna nel villaggio riflette l'organizzazione
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sociale della parentela, i giovani distribuiscono le loro abitazioni secondo l'appartenenza al clan. 3. relazione ol piron: le classi d'età contemporaneamente presenti possono essere 6 ma i rappresentanti delle ultime 3 sono pochi e vengono ritenuti sacri. Tra tutte le classi c'è una relazione che viene definita ol piron (la parola si riferisce al bastone usato nelle cerimonie) e viene applicata agli anziani delle classe alternata superiore. Questi sono i padrini, assumono responsabilità dell'educazione tribale e sociale. La relazione ol piron non è solo cerimoniale o sociale ma anche politica: i guerrieri sono tenuti ad obbedire ai membri di classe C; gli ol piron sono quindi padri politici dei giovani guerrieri. 4. il laibon e altri dignitari: i laibon sono maghi professionisti e esperti rituali. Questi influiscono sull'opinione degli anziani i quali non prendono decisioni senza consultarli. La figura del laibon non ha importanza politica. Le figure guida di ogni classe sono invece gli ol aunoni : la scelta è fatta dagli ol piron: il candidato deve avere perfezione fisica, culturale e etnica. Consigliere che indica la strada. Un altra figura è quella del ol aigwenani: è il portavoce del gruppo. Deve essere un buon oratore e leader. Se si distinguerà nella sua funzione verrà detto ol aigwenani kitok La distribuzione dell'autorità e del potere è cosi riassunta: − alla prima classe degli ultimi iniziati --->potere delle armi − alla classe seconda ---> diritto di attendere alla famiglia e agli armamenti − classe terza ---> autorità e potere politico, obbedienza da tutti, controllo dell'attività militare dei guerrieri − classe seniori ----> dignità e poteri religiosi I consigli I consigli degli anziani sono consigli di classe d'età. I sistemi delle classi e quelli di lignaggio operano per mezzo dei consigli: i membri del lignaggio e delle classi siedono con parità di diritto secondo le competenze del gruppo. I consigli hanno scopo decisionale e sono il luogo per la dialettica delle opinioni. Si possono manifestare conflitti e tensioni fino alla rottura, ma si può anche avere il superamento. Una sede comune puo essere sotto un albero o un edificio monumentale,grazie alla sede tutti gli aventi diritto possono partecipare. In ogni società possono esserci vari consigli spesso coordinati in modo gerarchico, la molteplicità dei consigli corrisponde alle varie istituzioni che formano la struttura della società. Ordinamenti politici della disuguaglianza Vi è nelle società acefale l'emergere di individui con potere personale o di clan dominanti e aristocratici. Nelle società centralizzate il processo di disuguaglianza è favorito e da luogo alla stratificazione sociale. Il clan dominante si fa dinastia e accentra il proprio potere nel proprio ambito. Dinastia: quando la parentela accentra in modo costante il potere nel gruppo dominante Il titolo che da diritto a partecipare al potere è la discendenza dell'antenato fondatore. La dinastia può dirsi un lignaggio che traduce l'autenticità della discendenza del primo antenato in termini di potere politico in relazione ai discendenti dello stesso antenato e sui territori da essi occupati. Il capo della dinastia diviene la massima discendenza, è rappresentante dell'antenato a tal punto che viene identificato con lui; questa posizione viene sfruttata politicamente per
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accentrare il potere nelle mani del capo. Capi e re. Il re divino Il capo è chiunque eserciti un'autorità (quindi anche un padre nel sistema patrilineare), ma ha dei limiti , si esaurisce nella sua persona e nella sua capacità personale. IL re invece va oltre la sua persona fisica e il raggio di controllo personale, è considerato il rappresentante vivente dell'antenato e riassume nella sua persona tutto il potere. Il suo potere si estende a tutto il territorio che diviene il suo regno. Frazer coniò il termine re divino: vide che nel reth degli Shilluk quando il re dava segni di debolezza o vecchiaia veniva sepolto vivo e sostituito con un re più vigoroso. Questo perchè il re deve rappresentare benessere e deve garantire benessere per il popolo. Nessuno è pari a lui, anche le donne, infatti vi è l'incesto regale perchè sposa la sorella, l'unica che può stargli alla pari. La regalità circolante L'ufficio del re segue un sistema di rotazione da un lignaggio all'altro, da un territorio all'altro. Esempio gli Anuak: gli abitanti di un villaggio potevano scegliere come capo un nobile anziché il capo tradizionale, quindi si effettuava una divisione dei poteri politivo e religioso. Questa autorità aveva come simbolo alcune insegne che passavano di mano in mano ai singoli capi, chi le deteneva era considerato re: per ottenerle si combatteva e gareggiava. Nella monarchia Silluk la figura centrale è Nyikang: fondatore della stirpe è considerato divinità e mediatore tra Dio e gli uomini. L'accesso all'ufficio del reth era riservato ai discendenti che però erano molti considerando le varie mogli che il re prendeva da ogni distretto. La successione non era mai pacifica e l'investitura del vincitore era un occasione per cui tutti i rappresentanti dei distretti ne prendevano parte. Per superare le rivalità il nuovo reth doveva appartenere a religione opposta al suo predecessore, vi era cosi un alternanza nell'ufficio del reth. Lo stato Si distinguono vari tipi di stato: 1. stato amministrativo o burocratico: è rappresentato dal regno d'Uganda, che si basava su una struttura gerarchica di uffici e cariche sui quali sovrastava il potere assoluto, il Kabaka o re. Il territorio era diviso in distretti e il re risiedeva nella capitale assistito da un consiglio ristretto e da un consiglio allargato ( di cui facevano parte i funzionari di corte e i capi distrettuali, vipresiedeva il Katikiro ovvero il più altro funzionario con funzioni sacre. L'ufficio del katikiro non era ereditario) 2. stato stratificato: stati sorti per conquista ,con lotta armata o prevalenza culturale e demografica. È uno stato conservatore e tende a mantenere la disuguaglianza. I membri dello stato non hanno gli stessi diritti. L'etnia dominante detiene per sé e per i suoi il potere politico e quello economico. 3. stato matrilineare: ordinamento fondato su un sistema di discendenza matrilineare dove la posizione della donna è di sommo rispetto. Il potere è normalmente detenuto dal capo della parentela matrilineare; la sua autorità è suprema perchè deriva dagli antenati, tra i capi vi era una gerarchia fissata dalla loro posizione di parentela. 4. stati feudali: sono stati amministrativi e tradizionali. Goody sottolinea che i sistemi feudali dell'africa non ebbero tecnologia feudale e quindi il termine è inadeguato. L'ordinamento politico e l'individuo l'antropologia ha studiato gli ordinamenti che sostenevano la struttura politica. Mette al centro l'individuo in quanto uomo come scopo degli ordinamenti politici. L'uomo in quanto
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tale resta al centro dell'attenzione antropologica, quindi ci si chiede qual'è la posizione del singolo individuo nell'ambito dei vari tipi di ordinamenti politici. Nel contesto tecnologico la posizione individuale è limitata da situazioni di arretratezze, nel contesto sociale vi è più possibilità di attività individuale ma le possibilità massime si riscontrano nel contesto politico e economico, anche se in base ai tipi di ordinamento.Vi è una differenza tra società acefale e società centralizzate: − nelle società acefale: lasciano massimo adito alle possibilità individuali. Il singolo ha piena occasione di mostrare le sue abilità − nelle società centralizzate: non si può andare oltre il limite imposto dal capo,anche l ambito dei consigli è limitato per le competenze e funzioni a loro affidate. Nella forma estrema si ha la schiavitù. Con la somma del successo economico, di prestigio e di riflesso si vengono a creare i cosiddetti grandi uomini, big men, che hanno riconoscimento vasto fino a rappresentare un istituzione. Il ricorso alla violenza: lotte e guerre Le lotte avvengono per principi conflittuali e portano ad un equilibrio politico precario. Le cause sono da ricercare nelle tensioni personali che derivano dall ambizione individuale, dall esibizione delle proprie capacità, dal successo e della ricerca di prestigio. I mezzi per eludere le tensioni possono essere: − i riti liberatori − il ricorso alla segmentazione dei gruppi di parentela Le lotte sono duelli individuali e esercizi competitivi tra singoli individui. I duelli invece sono esibizioni di forma individuale. Le razzie sono spedizioni di violenza collettiva organizzata. La faida invece è una forma istituzionalizzata di violenza: è un inimicizia che oppone due gruppi, generalmente parenti, segnata da una catena di delitti e riparazioni. Le inimicizie coinvolgono tutta la parentela e l'obbligo di riottenere riparazione per l offesa subita si tramanda in generazione. Spesso l'omicidio è il delitto che esige riparazione. Altre due forme di ricorso alla violenza sono la ribellione ( propone il cambiamento delle persone che occupano una carica politica senza intaccare il sistema) e rivoluzione ( muta il sistema).
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CAPITOLO 10 L'etnema economico la ricerca antropologica esamina l'attività economica perchè si riflette sull individuo come membro della società ed è condizionata dalla condizione ecologica e dal tempo. L'attività economica si svolge essenzialmente attorno a 2 soggetti: le cose materiali ( di cui l uomo si serve) e il valore che egli gli attribuisce. Nel periodo evoluzionistico, storico e culturale il tema centrale è l'economia naturale: cioe quella che dipende dalla natura. Si vengono a formare due correnti di studio: − formalista: l intento era giungere, mettendo a paragone più società a diverse forme di economia,primitiva e industriale, alla formulazione di una teoria generale del processo e struttura economici, dei quali la teoria economica attuale rappresenta solo un caso speciale. − Sostantivista: interpretata da Mauss, sostiene che la relatività economica delle società primitive è diversa e non puo essere analizzata in modo oggettivo con i criteri della scienza economica. Tra le due correnti nacque una polemica: i formalisti consideravano l economia secondo la definizione classica (scienza che studia il comportamento umano come relazione tra fini e mezzi rari che hanno usi alternativi) e i sostantivisti la consideravano come studio dei sistemi di produzione, distribuzione e consumo nel quadro integrante di tutti i rapporti sociali. Primitivi e contadini Il termine primitivi, nonostante è superato il suo significato evoluzionistico, si usa ancora per riferirsi agli aspetti tecnologici ed economici. Il termine contadini viene introdotto nell antropologia economica da Firth: in generale si riferisce ai coltivatori della terrra ma egli lo riferisce anche ai marinai che dalla pesca traggono il loro nutrimento, quindi gli da significato prettamente antropologico economico. Ecologia- tecnologia-economia Il rapporto ecologico dell uomo lo porta a considerare la terra come luogo di residenza e suolo di sfruttamento. L'uomo si inserisce in un rapporto di continuità e di intimità che viene definito simbiosi. La terra diventa valore economico che si possiede e che si trasmette ad altri. La tecnologia è condizionata dall ambiente non non esclusivamente determinata da esso, è frutto infatti dell intuizione della mente umana. Il rapporto sistematico tra ecologia e tecnologia rappresenta la prima espressione specifica dell'economia. La circolazione Il primo problema che si pone all'attenzione è la distibuzione: − la distribuzione è un fenomeno che consiste nel distribuire cibo in un determinato ordine e valore: nella caccia ad esempio colui che ha scagliato la freccia è colui che distribuisce la carne. Innanzitutto le porzioni saranno larghe a 5 o 6 persone e l'ordine sarà: il proprietario della freccia, chi l ha prodotta e i cacciatori. Dopo si effettua una seconda distribuzione: sarà fatta da coloro che hanno distribuito per primi e tengono presente innanzitutto i parenti prossimi. Mentre le prime distribuzioni sono obbligatorie le altre sono dei doni. La distribuzione ha valore socializzante e abbraccia tutti i membri della banda.
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− Diritto di proprietà: possedere la freccia porta diritto di precedenza − lo scambio: la distribuzione ha valore di scambio. Compiuti gli obblighi sociali verso i consanguinei la distribuzione agli altri è un regalo. Tutto puo essere dato in regalo e lo scambio è frequente e continuo, sotto varie forme. Esempi di scambi sono il sistema Kula e il sistema Potlatch. Il sistema Kula vede lo scambio di manufatti di conchiglie detti vaygnia. Lo scambio era cerimoniale e arrecava prestigio a chi donava e a chi riceveva. Il sistema potlatch (dal canada al alaska) è un esempio di prestazione totale di tipo agonistico. È una prestazione di ospitalità: mettono a disposizione dell ospite tutti i beni alimentari e ornamentali. − Le prestazioni minute o parziali: forma di baratto contemporaneo che ha per oggetto strumenti da lavoro o altri manufatti minori. − La moneta: non ha valore materiale specifico ma simbolico. Serve allo scambio di più merci di diverso tipo.
CAPITOLO 11 L'etnema religioso-magico Il cosmo è la totalità degli esseri, delle cose, l'insieme delle interpretazioni e delle relazioni che confrontano l'uomo. Nella realtà cosmica ci sono aspetti e forze che sfuggono alla conoscenza dell'uomo ma con le quale egli si sente in rapporto. Ogni forma di religione e magia popone un sistema di pensiero. L'etnema magico-religioso non si limita solo al livello intuitivo e interpretativo ma si struttura in un insieme di atti e manifestazioni culturali, religiose, magiche che collocano l'uomo in un rapporto preciso con l'universo. Tutti gli aspetti misteriosi del cosmo suscitano reazioni contrastanti: ci sono persone che si sentono stimolate,altre indifferenti. Il linguaggio religioso il linguaggio a causa delle poche conoscenze sul mistero,è un linguaggio peculiare. − il simbolo: esprime un rapporto che non è direttamente precisabile. Non è arbitrario ma corrisponde alla struttura dinamica della cultura e al sistema di pensiero della cultura. − I miti: rappresentano espressioni tipiche del linguaggio simbolico e sono elemento costante del linguaggio religioso-magico. Rappresentano una vicenda in cui gli aspetti e le forze intuite dall uomo assumono sembianze di esseri ,animali o persone, sono vicende fantastiche e immaginarie. − La forza vitale: è l'impulso determinante dell esistenza e della vita. Tutti gli esseri ne partecipano e chi la perde si ammala e muore.(secondo i malesiani è definita mana e porta successo e fortuna, hanno anche il significato opposto ovvero sfortuna detta mara che porta insuccesso e debolezza). − Il toteismo: sinonimo simbolizzante per il quale si attribuisce a un essere qualunque un valore simbolico. Religione e magia Secondo Frazer la magia e la religione sarebbero stadi ulteriori della scienza e segnano i passaggi evolutivi della conoscenza umana, dall'irrazionalità alla razionalità.
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Secondo Durkheim invece religione e magia sono distinti in termini di sacro e profano, sociale e personale: la religione si costituisce in chiesa, persegue scopi sociali mentre la magia ha scopi individuali,di interesse particolare,non impone limiti. L'antropologia invece ritiene che l'etnema religioso-magico da un interpretazione umana del cosmo nella sua totalità misteriosa , composto da un insieme di forse vitali e di morte. Il mistero del cosmo resta occulto sia difronte agli sforzi razionali sia difronte a quelli irrazionali: di conseguenza non esiste differenza e sono un unico etnema. L'etnema religioso-magico e l'ambiente l'ambiente ha relazione stretta con l'etnema religioso magico perchè non si puo penetrare a fondo dei concetti religioso/magici senza tenerlo in considerazione. Nello sviluppo del ciclo l'insieme dei riti aiuta a mantenere intatto un ambiente ,limita il ricorso alla violenza della guerra . Il caso più tipico di rapporto tra ambiente (oikos)e etnema religioso-magico si ha nell induismo con il rispetto della vacca: questo animale viene lasciato girovagare perche non si nutre delle stesse cose dell'uomo, inoltre provvede al concime e materiale da fuoco, che nelle condizioni ambientali dell india sarebbe difficile produrre, ha insomma carattere sacro. Ci sono 3 tipi di etnema religioso-magico: 1. il teismo silvestre: la selva nei popoli raccoglitori e cacciatori è sfruttata per trarne sostentamento e alimentazione, quindi condiziona la vita di tutte queste genti. La foresta sta al centro delle concezioni e delle pratiche religiose e magiche dei Pigmeu dellIturi, infatti è considerata da loro una divinità, causa del bene e del male: quando c'è la morte o la malattia la foresta ha bisogno di essere svegliata e rassicurata, infatti in queste occasioni si intonano dei canti per la foresta in riti chiamati molimo, dove la gente comunica con la foresta che è il suo dio. Gli mbuti la considerano madre o padre, ed è una divinità. È considerata buona e affettuosa. Nei Bosciamani del sud africa invece vi è una concezione di dio duale: ci sono due dio,uno maggiore a oriente dove sorge il sole,l'altro minore a occidente creato dal dio maggiore, ognuno dei due ha una moglie, e il rapporto tra i due dei non è di padre-figlio ma di padrinofiglioccio ovvero relazione giocosa e rispettosa. I nomi degli dei sono molto rispettati e mai pronunciati a caso. 2. il teismo agreste: la vita viene vista come fecondità, intesa in senso lato come fertilità dei campi e delle famiglie e come continuità della vita nel vincolo con gli antenati. L'essere supremo è l'antenato,il vecchio, il padre dei padri. Il nome di dio negli Zulu è Nkhulunkhulu che significa grande-grande, anziano-anziano. Viene descritto come creatore di tutti gli esseri umani, le montagne, il sole, la luna. Un altro aspetto tipico è la valorizzazione simbolica della terra: provvede il suolo da coltivare, da i frutti, i raccolti ed è sede degli antenati perchè furono i primi ad occuparla. La terra assume valore sacro e universale, è considerata viva e unità totale. 3. il teismo pastorale: le caratteristiche sono la visione costante del cielo e l'attaccamento solido dell'uomo agli armenti che alleva. Al pastore il cielo si presenta come simbolo della totalità del cosmo e gli animali servono per rinsaldare i sacrifici. L essere supremo ha carattere uranico, viene messo in relazione agli esseri del cielo e alle manifestazioni atmosferiche. Spesso dio è detto cielo. Tra i pastori Nuer dio è lo spirito del cielo,quindi si riferiscono al cielo per definire la posizione in alto, ma non considerano il cielo come dio ma in senso spaziale.
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La stratificazione gerarchica degli spiriti la concezione teistica è certamente spiritualistica. A volte gli spiriti non sono considerati divini, altre volte gli gli attribuiscono delle capacità. Ci sono casi in cui vengono considerate divinità e si arriva alla formazione di un pantheon con una stratificazione gerarchica di tutti gli spiriti: − nelle hawaii: si distinguono 7 ciecli, la creazione degli uomini è attribuita al dio supremo Tane.poi vi sono altre divinità diffuse, come il dio della guerra, dell'agricoltura e delle acque. − Nell'africa occidentale: al vertice c'è il dio supremo Olodumarè, e le divinità inferiori vengono dette Orisha e sono innumerevoli, personificano le qualità e le funzioni dell'essere supremo. Il culto in genere Le manifestazioni esteriori della religione e della magia si esprimono nel culto. Le forme più comuni di culto sono: − la preghiera: si esprime attraverso il silenzio, la parole, i gesti ed è molto diffuso. − il sacrificio: ha un valore simbolico perchè rappresenta l'offerta della quale l uomo si priva per esprimere dipendenza alla divinità. Il sacrificio umano è raro se pur presente, ma spesso viene sostituito con quello dell'animale. Lo scopo del culto è stabilire rapporto con divinità o altri spiriti per arrivare ad un contatto diretto. In genere ci si rivolge in situazioni gravi o solenni. Il culto degli antenati non è culto dei defunti perchè non tutti i defunti sono antenati ma antenato viene considerato colui per il quale sono state compiute cerimonie e sepoltura, e che in vita hanno avuto importanza sociale, vengono definiti morti viventi. I luoghi di culto possono essere dovunque. Mediazione e culto: i sacerdoti l'esercizio del culto non esige per forza un mediatore anche se spesso è presente in diverse culture: − il sacerdote puo essere occasionale (colui che svolge l'attività secondo le necessità del momento, ad esempio l'attività sacrale del padre di famiglia) e professionale (riconoscimento del diritto di rappresentanza sacrale come qualifica sociale permanente) il tirocinio dei sacerdoti nel sistema dell africa occidentale ( gli oblati, ovvero mogli di dio, sono coloro che diventeranno sacerdoti attraverso un percorso, vivendo segregati per un periodo e venendo puniti per trasgressioni) − i parasacerdoti: professione a carattere tecnico, al servizio dei clienti (mago, divinatore,sciamano..) la divinazione: il divinatore l'arte della divinazione è molto diffusa e deriva dal bisogno umano di scoprire ciò che è nascosto nel mistero del cosmo. Puo basarsi sul contatto con una divinità oppure sul ricorso a mezzi empirici di osservazione. Essenzialmente è una tecnica di lettura di certi segni naturali o artificiali per ottenere informazioni utili. L'astrologia è la tecnica più diffusa dell'antichità classica. Le
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forme di oracolo si diversificano in base agli scopi (in Uganda per curare le malattie, in Sudan per determinare il giudizio su un comportamento attraverso prove dolorose). La divinazione dei segni ha lo scopo di scoprire e di influenzare l'atteggiamento delle divinità degli antenati o di altri spiriti. Essendo una tecnica richiede un apprendistato, a volte deriva da una conoscenza della famiglia ma comunque non tutti riescono a sobbarcarsi la fatica del tirocinio. Tra le altre conoscenze del divinatore vi è anche la virtù medicale delle erbe. Lo sciamano estasi= essere fuori di sé. Gli scopi sono del culto, contatto diretto con spiriti, guarigione dalle malattie ecc posseduto= dissociazione di personalità assieme a manifestazioni fisiche come tremolio, sudore, bava, predizioni... Il tecnico dell'estasi è il medium o sciamano: è professione permanente, il soggetto è scelto dal fatto che è perseguitato da continue possessioni quindi viene considerato predisposto. La tecnica normale dell'attività sciamanica è la danza: si accompagna a ritmo di tamburello, o vaglio del riso. Spesso si fa uso di droghe o narcotici. L'attività sciamanica è rispettata ed è considerata necessaria per la cura delle malattie. La stregoneria La figura dello stregone non è una figura di culto anzi è universalmente condannata perchè considerata figura del male e a cui si attribuiscono i mali generali. Chi viene scoperto viene condannato anche con la pena di morte. Nessuno può essere dichiarato stregone ma tutti credono che gli altri lo siano: c'è un sospetto che investe chiunque ma viene scoperto solo alla morte del sospettato quando vengono trovate anomalie nel suo corpo. Il profeta il profeta è l'uomo della riforma, assume il compito di denunciare la sfasatura tra rispetto della tradizione e della lettera e la realtà esistenziale, e si fa promotore di nuove forme e nuove strutture. La parola deriva dal verbo greco “pro-phemi” che significa dire prima. I profeti possono essere: − profeti fanatici: con manifestazioni strane e violente − profeti veggenti: abili nel predire e risolvere situazioni difficili − grandi profeti: investiti da una missione divina, espressa dal messaggio del popolo la sua azione riformatrice sarà positiva se viene ascoltata ma l'insuccesso segnerà la fine della sua azione.
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