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PAOLO
D E L L ’A B B A C O
REGOLUZZ SE C O N D O LA L E Z IO N E D E L C O D IC E 2511 DELLA B IB L IO T E C A
RICCARD IANA D I F IR E N Z E
A c u r a e c o n in tro d u z io n e di G IN O A R R IG H I
AZIENDA AUTONOMA DI TURISMO DI PRATO 1966
È un onore e insieme un piacere per me presentare ai lettori questa nuova fatica del prof. Gino Arrighi della Sovrintendenza Bibliografica per la Toscana, illustre cul tore di storia delle scienze dedicatosi allo studio del l’opera di uno dei più celebri pratesi del Trecento: il m atem atico ed astronomo Paolo Dagomari, detto Paolo d e ll Abbaco. Al prof. Arrighi si deve se nel 1964 veniva per la prim a volta licenziata dalle stam pe u n ’altra opera del Dagomari che « .... fra quelle rimaste inedite si imponeva per mole ed im portanza », il T rattato di Aritm etica pub blicato dalla Donms Galilaeana di Pisa. Con tale pubblicazione il prof. Arrighi contribuiva allora, se non a com pletare la divulgazione dell’opera scientifica di Paolo, certo a farla conoscere proprio in quegli aspetti che la resero celebre nei suoi tempi, seb bene il fondo del ragionamento scientifico del mate matico, che dovette presiedere alle sue ricerche e sco perte, non sia trapassato esplicitamente nelle sue opere scritte. Queste infatti ebbero intento soprattutto pratico, al servizio degli uom ini variamente operosi del suo tempo.
C e rta m e n te l ’e sse n za , il m e to d o d e lle sue sp e c u la z io n i,
q u e lli c h e ci h a n n o tr a m a n d a to le te s tim o n ia n z e d e i su o i
c h e d o v e v a esse re n e c e ssa r ia m e n te c o n te n u to n e lle su e
p iti fa m o s i c o n te m p o r a n e i, c o m e
lezio n i, p a ssò n e i s u o i a llie v i c o n le n o zio n i ste sse , si
c accio — e q u e lli d e lle su e o p e re p e r v e n u te c i. Da q u e sta
tra sm is e alle g e n e r a zio n i su c c e ss iv e se n za la scia re u n a
fa tic a le R egoluzze d i P aolo d e ll’A b b a co e sc o n o r e s titu ite
tra c cia e v id e n te , se n za essere fe r m a to nelle o p e re g iu n te
alla m ig lio re le zio n e ch e è a n c h e q u e lla p iù c o m p le ta , il
fin o a noi, p o ic h é d i tu tt i gli a ltr i lib ri c h e E g li la sciò
c h e c i c o n s e n te d i sp ie g a rc i a n c o r m e g lio la fa m a go
c h iu s i « in u n a ca ssa se rra ta a d u e s e r r a m i », n u lla o
d u ta , p e r ta n ti se c o li e fra ta n ta g e n te , da q u e s to in sig n e
p o c h is sim o è rim a s to . R e sa n o ta , d u n q u e , tu tta o q u a si l ’o p e ra sc ie n tific a
il V illa n i e il B o c
m a te m a tic o . G i u s e p p i - B ig a g l i
rim a s ta in e d ita d i q u e s to figlio d ella terra d i P ra to — c he
Presidente deU’Aziencla Autonoma
d i q u e lla le tte r a ria a ltr i se n e era o c c u p a to — re sta v a n o
di Turismo di Prato
da rie sa m in a re le p u b b lic a z io n i già a v v e n u te , p r im a fra tu tte q u e lla c u ra ta n e llo sc o rso se c o lo d a u n o s tu d io s o c h e c i è p a r tic o la r m e n te caro, C esare G u a sti. E la n e c e ssità d i u n rie sa m e s ’im p o n e v a p e r risc a t ta re la c o n o sc e n za d e ll’o p e ra d e l D a g o m a ri — u o m o di sc ie n za d a i m o lte p lic i in te re ssi, te c n ic o e m a e s tr o — da lle im p e r fe tte d iv u lg a zio n i, d o v u te n o n ta n to a lla tra sc u ra tezza d e g li stu d io s i, q u a n to alla in su ffic ie n za d e lle ric er che p ro p r ia d e l q u a d ro d ella c u ltu r a s to ric a d e ll’O ttoc e n to , s o p r a ttu tto p e r il p e n sie r o sc ie n tific o ; p e r risc a t tarla, in u n a p a ro la , d a i d ife tti p r o p r i d e g li a lb o ri della c ritic a m o d e rn a , te sa fr a l ’a ltr o al rie sa m e d i t u tt e le c o llo c a zio n i p re c e d e n ti. E q u i d o b b ia m o esse re g ra ti a q u e l rigore c ritic o che h a p e r m e s s o al p ro f. A rrig h i d i fissa re in m a n ie ra che p o s s ia m o d ire d e fin itiv a i c a r a tte r i d e ll’u o m o — t u tt i
INTRODUZIONE
Può, forse, d estar m eraviglia la com parsa di una nuova pubblicazione delle Regoluzze del grande m atem a tico pratese Paolo D agom ari, detto Paolo dell'Abbaco, quando si consideri che, dopo la prim a dovuta a Gu glielmo Libri (1), si hanno altre tre edizioni a cura di A. Z. (2), di Cesare G uasti (3) e di G. Frizzo (4). In realtà la prim a edizione è assai sco rretta e la se conda ne ò una copia fedele ; m olto buona è la terza di cui la q u arta, a meno di partico larità, può dirsene una ristam p a col corredo di note illustrative. T utte le edi zioni, ancora, risalgono a m olto tem po fa e non sono gran che com uni; m a tu tto ciò, se non vi fosse altro, sa rebbe stato di ben lieve peso nell’indurm i a com piere il presente lavoro. Nelle ricerche che io condussi atto rn o ai « calendari perpetui », e che p o rtaro n o ad una delle mie pubblica zioni sull'argom ento (5), ebbi a notare che regole rela tive contenute nel Codice 1169 della Biblioteca Riccardiana di Firenze, e sulle quali riferivo nella pubblica zione m edesim a, seguivano im m ediatam ente le Regoluzze dagom ariane così come sono p resentate dagli studiosi 13
citati : il letto re p o trà rendersene agevolm ente conto con
dirò che il Codice R iccardiano 2511 ha u na consistenza
sultando quel m io scritto (6).
di 94 cc. m odernam ente num erate più 5 n. n. In fon
Pure il Codice 2511 della m edesim a Biblioteca p re senta le analoghe regole sui « calendari p erpetui », costi tuite da tabelle di foggia circolare e testo, subito dopo la
do e 2 guardie in principio : tu tto in bam bacina di cm. 20 X 28 i. È rilegato in pergam ena e la faccia ante riore della coperta reca la traccia del titolo : « Abbaco ».
cinquantaduesim a « regoluzza » ; p e rta n to si è determ i
A c. I r., di m ano più tard a, si legge :
n a ta in me la opinione che anche tali trattazio n i facciano
« Questo libbro fu scritto da Pagolo G eom etra l’anno
p arte integrale delle Regoliizze stesse. In tale ordine di idee giunsi a form ulare la oppor tunità di cu rare una edizione d ell’o p eretta di M" Paolo
1329 come apparisce a car. 69. vedi a car, 134 e 143. Di costui fa menzione il Boccaccio nella Genealogia degl'Iddei a carte 263.6 ».
com pletata delle ricordate tabelle circolari e del testo
Spiegalo che qui si fa riferim ento ad una num era
esplicativo che le accom pagna. Avendo già pubblicata
zione anteriore relativa alle facciate, dirò che subito sotto
la p a rte di tal soggetto co n ten u ta nel Codice R iccardiano
ha inizio il tra tta to con un som m ario che si apre così :
1169, rivolsi la m ia attenzione alla lezione delle Rego-
« Al nom e ed a onore ed a riverenza della som m a po
luzze secondo il Codice R iccardiano 2511, lezione che
tenza d 'id d io e della sua santissim a m adre vergine M aria
adesso presènto alle stam pe.
e della santa T rinitade e del beato Giovanni B atista e di tu tta la corte celestiale e ad onore e m antenim ento del nostro santissim o p ad re Papa
Preferendo in tratten erm i adesso sopra altri argo m enti specifici, non starò a riferire sulla vita e gli scritti di Paolo D agom ari di cui, o r non è m olto, ho pubblicato il Trattato d ’aritm etica (7); lo studioso p o trà attin g er notizie in prop o sito dalla introduzione che ho posto in nanzi a q u e st’opera e negli scritti citati nella nota biblio grafica che segue la introduzione m edesim a. C om inciando col p a rla re del m anoscritto del tardo Trecento in cui è co ntenuta la lezione da m e prescelta. 14
« che Iddio gli dia lungha e buona vita e che ’l pre sti lungham ente al suo popolo cristiano siccome e' m e desim o sae addom andare. « Al chom inciam ento del nostro tra tta to sarae scritta e p ro v ata tu tta l'a rte dell’abbaco, di ciò che dire gieneralm ente se ne puote ; siccome ; m ultiplicare, p artire, ag giustare, so ttra rre, p a rtire p er reghola e p a rtire a danda, e tu tte m aniere di num eri ro tti overo spezzati e ogn’a ltra cosa che intorno di ciò si puote dire. ». 15
E così via ; a c. 3 r. com incia l'indice : « Questi sono e ’ chapitoli del n ostro tra tta to ».
« L'Accademico Celli ha detto u na sua prosa, nella quale h a fatto parola del T ra tta to aritm etico di Paolo Da-
Q uesta p rim a opera ha term ine a c. 68 r. dopo di
gom ari. Il D agom ari ebbe lodi dal Boccaccio, da Cristo-
che si ha bianco sino a c. 72 al cui r. com inciano le
foro Landino e da altri an tich i; e Filippo Villani il chia
Regoluzze che proseguono sino a c. 74 v.. La c. succes
mò geom etra grandissim o e peritissim o aritm etico. Come
siva è in bianco e da c. 76 r. si trova una p a rte in cui,
dal pieno possesso di queste due discipline detto fu egli
a mezzo di « ragioni » là dove sono riten u te più o ppor
Paol G eom etra e Paolo dell'A bbaco; così d ’esso fecero
tune, si tra tta n o questioni di geom etria, di astronom ia
alcuni due diversi scrittori. Ma il Ximenes, che di lui
e di astrologia e così fino a c. 94 r. ; il rim anente è in
p a rla stesam ente nel suo Vecchio e nuovo Gnom one, ne
bianco.
convince con incontroversibili docum enti, che da' due
Quale ulterio re prova dell'interesse p resen tato da
svariati a ttrib u ti è d in o tata una sola persona. Sta poi il
questo m anoscritto, v arrà c h ’io mi v 'in tratten g a così
T ra tta to in un codice R iccardiano ; e l'Accademico a chia
come appresso.
rirn e della p u rità ed eleganza dello stile, e a ragguagliarne
In un vecchio fascicolo deW Antologia (8) avevo no
del bel m odo, o n d ’è o rd in ata la copiosa m ateria, reca il
tato un rap id o accenno ad una le ttu ra ten u tasi all'Acca-
som m ario che Paolo scrisse e pose in testa deU’G pera.
dem ia della C rusca il giorno 9 settem bre 1829 nella quale
Chiude la prosa col ragionare di alcune di quelle voci
era stato tra tta to d ell’interesse linguistico di una im pre
di essa opera, onde può aver utile il Codice di n o stra
cisata opera di M" Paolo dell’Abbaco. La ricerca del te
lingua. Dalle quali voci piace qui sceglierne tre, e sono
sto relativo n ell’archivio d ell’Accademia non dette alcun
queste : Pentagono, che nel V ocabolario è or senza esem
resu ltato positivo; così non restava che passare, com ’io
pio, Biglione, che vale Argento di bassa lega, e che affatto
feci, all'esam e dei processi verbali contenuti nel libro,
vi m anca, sebben vocabolo d'uso, e già notato dal Redi
ivi conservato, recante il titolo « Diario dal 1812 al 1829 ».
coH’au to rità appunto di questo scritto aritm etico nelle
Nel verbale dell’adunanza di « M artedì m a ttin a ven
M escolanze del Menagio ; e Quadrone, che p u r vi si de
ticinque Agosto [e non 9 settem bre come si legge nel-
sidera nel significato di pezzo q uadro di te rra cotta, in
VAntologia] m ille o ttocento ventinove, a ore undici » tro
che si adopera nell’arte edificatoria. ».
vavo il passo (9) che a me prem eva conoscere e che qui di seguito riferisco integralm ente : t6
Quale sarà il codice R iccardiano cui allude l’accade mico Celli senza precisare? Per u na orm ai profonda co 17
noscenza fo rm atasi posso assicurare che tra tta si p roprio di quello o ra considerato.
Non andandosi oltre l'am bito deH 'aritm etica è facile risalire alle ragioni dei procedim enti volta a volta sugge
A chiu su ra del ragionam ento atto rn o a questo og
riti. Onde agevolare lo studioso in tale com pito, p iu ttosto
getto, osserverò che già p rim a del Celli era sta ta consi
che esplicitare io stesso il ragionam ento in term ini m o
d erata una delle tre voci da lui m entovate ; in fatti Egi
derni, ho riten u to m iglior cosa il corredare questa edi
dio Menagio, nell'opera in tito lata Le origini della lingua
zione di un vocabolarietto in cui vengano spiegati certi
italiana (10), così scrive: « B iG L iO N E .
Osservazione del S" Redi : Io ò sem pre
creduto, che questa voce sia nuovam ente venuta di Spa gna in Toscana, e che sia veram ente Spagnuola. Vedi ’l C ovarruvia alle voci villon, vellocino. E p ure ell'è n o stra antichissim a. Paolo G eom etra, libro d ’Abbaco, MS. ap presso di me (del quale S critto re Fiorentino fa menzio ne il B occaccio): N oi avem o di 4 m aniere d'argento, e biglione basso. E ap p resso ; in più luoghi. E d avem o 48. m archi di higliotìe basso, loqiiale a 194. di lega. T anto
term ini orm ai caduti in disuso e in cui si diano oppor tuni chiarim enti atto rn o a talune m onete e m isure di quel tem po. Concludendo è opportuno avvertire che ancora per agevolarne la lettu ra, ho rip ro d o tto il testo, attenendom i strettam en te alle lettere ivi esistenti, col provvedere a ri costruire opportunam ente le parole, a in tro d u rre accenti ed apostrofi là dove fossero necessari e a fare uso di una p u n teggiatura quale oggi è richiesta : i passi da me ag giunti sono collocati in parentesi quadre.
il Sr. Redi. ».
« Sapere adunche dovete che nella no stra città fu uno chiarissim o cittadino in ogni costum e, il cui nom e T ornando ad in tratten erci più prop riam en te sulle
fu Paulo Dugum aro, 11 quale fu som am ente dotto e fa
Regoluzze, dirò, come il lettore avrà facilm ente ad ac
moso più che altro che ne' suoi dì per li uom ini si sa
corgersi, che vi si tra tta di procedim enti p ratici onde
pesse in tre delle a rti liberali : geom etria, aricm etrica e
ottenere « subito », com e M“ Paolo usa dire talvolta, cioè
astro lo g ia; onde m eritevolm ente di sommo m etarnatico
in m odo sem plice e rapido, la risoluzione di tan ti piccoli
nom e portava. Il quale a m oltissim i, anzi a infiniti della
quesiti offerti dalla contab ilità p ra tic a q u otidiana e dalla
n o stra c ittà fu in aricm etrica diligentissim o e fam oso
vita m ercantile dei tem pi suoi.
m aestro, rinovellatore di buone e utilissim e regole e p rin
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cipiò a scorgere la n o stra città alle utili e leggiadre re
m olte antichissim e istore, quasi p er lo tem po perite, a
gole deiralgorism o, inaudito e m orto p er m oltissim i se
noi recitava e quelle dalli antichi suoi avere udite e aùte.
coli inanzi. Il quale Paolo geom etra, udendo da lui la sua
Infralie quali una più notabile n ’era e antica e di com
orrigine, m a non solam ente la sua ma della orriginale
m em orazione giustissim am ente degna ; la quale p e r fug
p a tria appieno usòe di dirci, e m ostrarci come che ancora
gire il nim ico ozio e p er a voi, conte, sadisfare e ubidire,
giovanetto io fossi, p u r quella a m ente ritenni. Fue que
come elli più volte la recitò, così non agiugnendo ridirla
sto uom o singulare, nobile p e r sangue e non m eno p er
a voi incedo. ».
costum i e di generazione antichissim a D ogum ari nom i
In questo m odo, p rim a di passare a n a rra rla . Guido
n ata, della piacevole terra di P rato posto nel mezzo del
di m esser Tom m aso spiega di avere appreso da Paolo la
n ostro richissim o e glorioso piano, rigato dall'utilissim o
novella che, leggesi nel secondo libro del rom anzo II Pa
fiume di più vive fontane dell’alpi al piano trasco rrendo
radiso degli A lberti ( i l ) com posto atto rn o al 1389 da Gio
Bisenzo, e a ll’arti liberali tu tto si diede; come c h e suoi
vanni di G herardo concittadino di Paolo.
anticessori valorosi in arm e p er m o lti secoli p o rtassono
Così, dopo aver m o strato i criteri e gli accorgim enti
gloria, et singulare m ente nel tem po che la velenosa ra b
seguiti nel p resen ta rla alle stam pe, invito lo studioso a
bia delle m o rtifere p a rti di Guelfi e Ghibellini quasi tu tta
intrap ren d ere la le ttu ra di questa nuova edizione delle
Ita lia vessaro, e finalm ente m ilitando sotto la con d otta
Regoluzze.
e '1 m ag istrato del vostro conte Guido G uerra, duca e signore m irabile e di felice m em oria a ogni felicissimo
G
in o
A
r r ig h i
secolo, insiem e con Carlo illustrissim o re il regno di Ci cilia, uccidendo in capo M anfredi, tu tto presono e occup aro sì e in tal m odo che discacciati di loro terre, cac ciando i loro aversari p e r pregio d'arm e, nelle loro p a trie felicem ente to rn a ro ; dove dai lietissim i popoli, che p a rte di Chiesa tenieno, riceùti con grande vetto ria si furo, e così gloriosi nella loro p a tria con esilio perpetuo di p a rte im periale e di loro aversari rim ason vincenti. Perchè elli n ato d ’ordine m ilitare e nella sua genealogia
Lavoro eseguito nell'am bito del Gruppo di ricerca
di tem po in tem po esservi istati uom ini chiari e fam osi.
n. 25 del C om itato nazionale per la m atem atica del C.N.R.
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alcuni « calendari perpetui » in codici m edioevali in « Rendiconti dellT stituto Lom bardo - Accademia di scienze e lettere », voi. 98 (1964); pp. 125-132.
NOTE
(1) H istoire des scieiices inalliéinaliqties en Italie, depuìs la renaissance des letires jusqu'à la fin dii dix-septièine siècle Tome troisièm e. Paris, Jules R enouard el C.ie, 1840; pp. 296-301. (2) Regotuzze del M . P a o l o d e l l ’ A b b a c o celebre nuiteinatico del sec. X IV . Bologna, Tipi di G. Monti al Sole, 1857. A. Z. è Io Z am brini. (3) Le reguluzze di M aestro P a o l o u e l l 'A u b a c o celebre m ate m atico del sec. X IV . S ’aggiunge una notizia bibliografica delle Opere di lui. Prato, dalla Tipografia G uasti, MDCCCLX; in « Della M iscellanea pratese di cose inedite o rare antiche e m oderne ».
(7) Secondo la lezione del Codice Magliabechiano X I, 86 della Biblioteca Nazionale di Firenze. A cura e con introduzione di Gino Arrighi. Pisa, Domus Galilaeana, 1964. Alcune notizie biografiche, non sem pre esatte, si trovano al recto della seconda c arta di guardia, per m ano più larda, del p re sente codice R iccardiano; così: « Questo Paolo G eom etra è il m edesim o che Paolo dell’Abbaco, e il suo Casato era de’ Ficozzi che facevano per Arme sei foglie di fico e avevano due Cappelle in S. T rinità allato all’A ltare Mag giore con le loro Armi. Vedi il Sepulcrario antico e il Libro de' frati e il Poccianti. « Ne' Rogiti di O rsanm ichele vi è il testam ento di quello Paolo dell’Abbaco rogato da S er Migi di Ser Giovanni di Tuccio 1366 e dice: Insignis et Clarissim ae fam e Vir Magnificus Paulus quondam S er Pieri Populi Sancii Fridiani vulgariter appellatus M aestro Paolo dell’Abbaco A ritm etriche, G eom etrie et Astrologiae M agister.
(4) Le regoluzze di Maestro Paolo d k ll’Abhaco m atem atico del secolo X IV . Verona, H. F. M unster, 1883.
Fu d e ’ Priori nel 1363 p e r Q uartier S. S p in to , Drago ».
(5) « Calendari perpetui » in m anoscritti m edioevali della B i blioteca R iccardiana di Firenze in « Physis. R ivista intem azio nale di storia della scienza», voi. VI, fase. I, 1964; pp. 65-70.
p. 178.
Posso aggiungere quanto segue. Il Codice M agliabechiano XI, 85 della Biblioteca Nazionale di Firenze, alle cc. 7 r.-8 r., contiene le Regltoluzze del Maestro Pagliolo astrolagìio in num ero di trenta se tte ; a cc. 136 v. e 137 r. si trovano le «regoluzze» che qui vanno coi num eri 50, 51 e 52 dopo di che rip ren d e : « Or ti voglio m o strare il m odo a .sapere ’n che dì en tra ogni me.se che vogli sapere d'ogni tenpo. Parti gli a n [n ]i Dom ini in 4 perchè d ’ogni 4 anni l'uno bisesta etc. ». Cui segue un esem pio relativo al Di cem bre 1425; m anca qui la tavola circolare ma siam o dinanzi al problem a che segue la tabelletta della « regoluzza » 52.
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(9) P. 670. (10) In Parigi, Appresso Sebastiano M abre-Cram oisi. M.DC.LXIX.
(6) Op. cit. in (5); pp. 66-67.
Ancora sul m edesim o oggetto vedi p u re :
(8) Tomo trigesim osesto. O ttobre - N ovem bre - D icem bre 1829,
G in o
A r r ig h i,
Pp. 970-971. (11) R itrovi e ragionam enti del 1389. R om anzo di G i o v a n n i da dal codice autografo e anonim o della Riccardiana a cura di Alessandro W esselofsky. Volume Secondo (Testo). Bologna, presso G aetano Rom agnoli, 1867; pp. 99-101. P r ato
Di
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Infilzati (rotti). Coppia di frazioni, m /n e p /q , che sta p e r p /q + m /n 1/q. Isqiiadra. Squadra, triangolo rettangolo. Lato (dell’isquadra). Cateto del triangolo rettangolo. Metadella. M isura di superficie eguale a 1/400 di cogno. Oncia. M isura di peso eguale a 1/12 di libbra. VOCABOLARIETTO
Partire. Dividere. Partitore. Divisore.
A m piezza (d ’un cerchio). D iam etro. Anno. Nei calcoli lo si considera di 360 giorni. Barile. M isura di capacità eguale a 1/4 del braccio usato nella regol uzza 35.
Patta. E patta. Piega. Divisore di num ero non prim o. Pigliam ento (di rotti). P rodotto di intero per frazione. Pregio. Prezzo.
Braccio. M isura di lunghezza.
Prossiinano. A pprossim ato.
Braccio quadro. M isura di superficie eguale a 1/1600 di staioro.
Quarto. M isura di capacità eguale a 1/10 di barile.
Capo d'anno (a fare). Quando, nel prestito, gli interessi si ag giungono ogni anno al capitale divenendo fru ttiferi.
Raccolta (farla di num eri). Som m are i num eri.
Centinaio. 100 lire, 100 libre, etc.. Al c. sta p e r %. Cogno. M isura di capacità eguale a 400 m etadelle. Com posto (num ero). Non prim o. Concorrente (dell’anno). Vedi regoluzza 51. Costa (della squadra). Ipotenusa del triangolo rettangolo. Danaro. M oneta eguale a 1/20 di lira. Danaro peso. M isura di peso eguale a 1/288 di libbra. Dinanzi (per le cifre). S'intende p artendo da destra. D inom inante. D enom inatore. D inom inato. N um eratore. Ferie. Giorno della settim ana Fiorino. M oneta eguale a lire 2 soldi 5.
Regolare (del mese). Vedi regoluzza 52. Rilevare (ligure). Leggere num ero di più cifre. Ripiegante (num ero). N um ero non prim o. R otto. Frazione. Sano (num ero). N um ero intero. Schisa (num eri alla). N um eri opposti nel quadro. Soldo. M oneta eguale a 1/20 di lira. Soldo a lìorini. M oneta eguale a 1/20 di liorino. Soldi a oro. M oneta eguale a 1/20 di fiorino a oro o anche a soldi (a piccioli) 3, d anari 4. Sp a rtiti (rotti). Frazioni non di ro tti infilzati. Staioro. M isura di superficie eguale a 1600 braccia quadre. Trarre. S o ttrarre.
Fiorino dell’oro. M oneta eguale a lire 3 soldi 6 danari 8. Figura. Cifra, ad esclusione dello zero il cui nom e ha la stessa radice di cifra.
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Verga. Segno di frazione.
25
REGOLUZZE
143 I
u n fi« M . * m S
i ^ «-Vw^ wSlR«*t*.