NVivo: un programma per l’analisi qualitativa
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Zitiervorschau

119.5

4-11-2010

14:55

Pagina 1

LA CASSETTA DEGLI ATTREZZI STRUMENTI PER LE SCIENZE UMANE

Lucia Coppola, dottore di ricerca, è assegnista presso il Dipartimento di Sociologia e Scienza della Politica dell’Università di Salerno dove svolge attività di laboratorio per l’analisi dei dati. Tra i saggi pubblicati Le trasformazioni del mercato del lavoro (2004), La transizione alla vita adulta. Un’indagine tra i giovani della provincia di Salerno (2007), Modelli di vita familiare. Un’indagine nella provincia di Salerno (2010), NVivo: una risorsa metodologica. Procedure per l’analisi dei dati qualitativi (con M. Pacifico, 2010).

119.5 - L. Coppola - NVIVO: UN PROGRAMMA PER L’ANALISI QUALITATIVA

Il volume offre una guida all’uso di NVivo (Non-numerical Unstructured Data*Indexing, Searching and Theorizing Vivo), un programma finalizzato all’analisi qualitativa computer assistita. NVivo presenta un insieme di procedure utili a descrivere, analizzare e interpretare i molteplici materiali e dati che si producono in un percorso di ricerca qualitativa. In tal senso, si configura come un adeguato ausilio per gestire e archiviare i materiali raccolti; per selezionare segmenti di testo; per organizzare le diverse annotazioni che si producono durante un processo di ricerca; per individuare i possibili collegamenti tra i contenuti dei diversi materiali messi in campo; per mettere a punto gli schemi concettuali e le ipotesi interpretative; per produrre i resoconti dell’analisi dei dati qualitativi mediante diagrammi e per stilare il rapporto della ricerca. NVivo è pensato per coadiuvare il ricercatore dall’inizio alla fine di un processo di ricerca qualitativa e si adegua alle molteplici strategie di analisi (studio dei casi, biografie, grounded-theory, etnografia, analisi narrativa, del discorso, delle storie di vita, osservazione partecipante, etc.). Nell’insieme il volume illustra nel dettaglio le procedure per: - documentare l’intero sviluppo di un processo di ricerca; - gestire una metodica di lavoro, a garanzia dell’accuratezza e del rigore di un percorso di analisi; - rendere accessibile il materiale di ricerca, a garanzia dell’ispezionabilità della base empirica e delle procedure attivate. Il testo è corredato inoltre da numerosi esempi che facilitano la comprensione delle funzioni presenti nel programma.

Lucia Coppola

NVIVO: UN PROGRAMMA PER L’ANALISI QUALITATIVA

I S B N 978-88-568-3271-6

€ 19,00

(V)

9

788856 832716

FrancoAngeli

La cassetta degli attrezzi. Strumenti per le scienze umane Direttore Giovanni Di Franco, Università di Salerno Comitato editoriale Elena Battaglini, Ires-Cgil Sara Bentivegna, Università di Roma Alberto Marradi, Università di Firenze Federica Pintaldi, Istat Luciana Quattrociocchi, Istat Marta Simoni, Iref-Acli

La collana, rivolta a ricercatori accademici e professionisti, studiosi, studenti, e operatori del variegato mondo della ricerca empirica nelle scienze umane, si colloca sul versante dell’alta divulgazione e intende offrire strumenti di riflessione e di intervento per la ricerca. Obiettivo è consolidare le discipline umane presentando gli strumenti di ricerca empirica, sia di raccolta sia di analisi dei dati, in modo intellegibile e metodologicamente critico così da consentirne l’applicazione proficua rispetto a definiti obiettivi cognitivi. I testi sono scritti da professionisti della ricerca che, attingendo alla personale esperienza maturata in anni di attività, offrono ai lettori strumenti concettuali e tecnici immediatamente applicabili nella propria attività di ricerca. Tutti i volumi pubblicati sono sottoposti a referaggio.

I lettori che desiderano informarsi sui libri e le riviste da noi pubblicati possono consultare il nostro sito Internet: www.francoangeli.it e iscriversi nella home page al servizio “informazioni” per ricevere via e-mail le segnalazioni delle novità o scrivere, inviando il loro indirizzo, a: “FrancoAngeli, viale Monza 106, 20127 Milano”.

Lucia Coppola

NVIVO: UN PROGRAMMA PER L’ANALISI QUALITATIVA

La cassetta degli attrezzi Strumenti per le scienze umane/5

FrancoAngeli

Progetto grafico di copertina di Maria Teresa Pizzetti

Copyright © 2011 by FrancoAngeli s.r.l., Milano, Italy. L’opera, comprese tutte le sue parti, è tutelata dalla legge sul diritto d’autore. L’Utente nel momento in cui effettua il download dell’opera accetta tutte le condizioni della licenza d’uso dell’opera previste e comunicate sul sito www.francoangeli.it.

119. La cassetta degli attrezzi. Strumenti per le scienze umane Volumi pubblicati: 1. Giovanni Di Franco, L’analisi dei dati con SPSS. Guida alla programmazione e alla sintassi dei comandi 2. Silvia Cataldi, Come si analizzano i focus group 3. Federica Pintaldi, Come si analizzano i dati territoriali 4. Giovanni Di Franco, Il campionamento nelle scienze umane: dalla teoria alla pratica 5. Lucia Coppola, NVivo un programma per l’analisi qualitativa 6. Simone Gabbriellini, Simulare meccanismi sociali con NetLogo. Una introduzione Volumi in preparazione: 7. Alberto Marradi, Come evitare gli errori tipici in un questionario

Indice

1. Introduzione

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2. La configurazione di NVivo 2.1 La definizione di un progetto 2.2 L’ambiente di lavoro 2.3 Personalizzare l’ambiente di lavoro 2.4 Cosa leggere per saperne di più

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3. L’archiviazione dei materiali di ricerca » 3.1 I documenti nella cartella ‘Internals’ » 3.2 I documenti nella cartella ‘Externals’ » 3.3 Le cartelle ‘Memos’, ‘Annotations’ e ‘See Also » Links’ 3.4 I promemoria nella cartella ‘Memos’ » 3.5 L’inserimento delle ‘Annotations’ » 3.6 La creazione di ‘See Also Links’ » 3.7 Cosa leggere per saperne di più »

27 28 43 51

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64 65 72 76 85 88 92

4. Il trattamento dei materiali con i ‘Nodes’ 4.1 L’analisi mediante i ‘Free Nodes’ 4.2 L’analisi mediante i ‘Tree Nodes’ 4.3 La definizione dei ‘Cases’ 4.4 L’organizzazione dei ‘Sets’ 4.5 L’individuazione delle ‘Relationships’ 4.6 Cosa leggere per saperne di più

7

51 56 58 63

5. L’esplorazione dei materiali mediante le Queries 5.1 La definizione dei criteri di selezione 5.2 ‘Text Search Query’ 5.3 ‘Word Frequency Query’ 5.4 ‘Coding Query’ 5.5 ‘Matrix Coding Query’ 5.6 ‘Compound Query’ 5.7 ‘Coding Comparison Query’ 5.8 Cosa leggere per saperne di più

pag.

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93 94 100 102 106 110 113 115

6. La rappresentazione del percorso di analisi 6.1 La creazione dei ‘Models’ 6.2 L’inserimento dei grafici 6.3 La creazione dei ‘Reports’ 6.4 Cosa leggere per saperne di più

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116 116 123 128 139

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1. Introduzione

NVivo, acronimo di Nud*IstVivo (Non-numerical Unstructured Data*Indexing, Searching and Theorizing Vivo – dati non numerici e non strutturati*categorizzare, esplorare e teorizzare in vivo) è un programma finalizzato all’analisi di testi, immagini, documentazione multimediale e si inserisce nell’ambito dei cosiddetti CAQDAS (Computer Assisted Qualitative Data Analysis − Analisi dei Dati Qualitativi Supportata dal Computer). È stato realizzato nel 1981 da Tom e Lyn Richards della Trobe University e promosso dalla QSR (Qualitative Software Research). Il programma si compone di procedure che corrispondono all’esigenza di descrivere, analizzare e interpretare i molteplici materiali e dati che si producono in un percorso di ricerca qualitativa. In tal senso, si configura come un adeguato ausilio per gestire e archiviare i materiali raccolti; per selezionare segmenti di testo; per organizzare le diverse annotazioni che si producono durante un processo di ricerca; per individuare i possibili collegamenti tra i contenuti dei diversi materiali messi in campo; per mettere a punto gli schemi concettuali e le ipotesi interpretative; per produrre i resoconti dell’analisi dei dati qualitativi mediante diagrammi o per stilare un rapporto finale di ricerca. NVivo non è assimilabile a un programma di tipo statistico, né richiede passaggi sequenziali tipici di una rigida procedura formale. È pensato per coadiuvare il ricercatore dall’inizio alla fine di un processo di ricerca qualitativa e si adegua alle molteplici strategie di analisi (studio dei casi, biografie, grounded-theory, etnografia, analisi narrativa, del discorso, delle storie di vita, osservazione partecipante, 9

etc.). Nell’insieme, si presta ad essere non solo un pratico strumento di lavoro, di ausilio all’esecuzione di determinate operazioni, ma anche un utile dispositivo per: - documentare l’intero sviluppo di un processo di ricerca; - gestire una metodica di lavoro, a garanzia dell’accuratezza e del rigore di un percorso di analisi; - rendere accessibile il materiale di ricerca, a garanzia dell’ispezionabilità della base empirica e delle procedure attivate. Il presente volume è rivolto a quanti hanno una preparazione di base nell’ambito delle scienze umane (sociologia, psicologia, antropologia, etnografia, economia, etc.) e a quanti posseggono una conoscenza della metodologia della ricerca e, in particolare, un bagaglio minimo di saperi riguardo alla ricerca qualitativa e alle sue tecniche. I capitoli sono organizzati per esemplificare le funzioni essenziali del programma, utili per affrontare alcuni passaggi chiave di un percorso di analisi: - l’organizzazione dei materiali di ricerca; - il trattamento dei testi e la predisposizione dei casi; - l’esplorazione dei materiali sottoposti ad analisi; - la rappresentazione del processo di analisi e la produzione di un report. Gli esempi impiegati per illustrare le procedure sono tratti, e resi funzionali agli scopi del presente volume, da alcune ricerche in cui sono stata personalmente coinvolta. In questo volume sarà presentata la versione NVivo 8, sviluppo della versione NVivo 7, che a sua volta è la revisione dei primi programmi NVivo 2 e NUD*IST6. Dal sito della QSR è possibile scaricare la versione dimostrativa (demo) che ha una durata di trenta giorni. Il programma è stato progettato per il sistema Microsoft Windows e lo si può utilizzare anche su piattaforma Mac avvalendosi di un simulatore Windows.

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2. La configurazione di NVivo

La struttura del programma è caratterizzata da un sistema preordinato di cartelle, distinte da icone differenti e raggruppate in macro sezioni dedicate sostanzialmente alle attività cardine di un percorso d’analisi. Nel dettaglio: - l’archiviazione dei materiali raccolti e prodotti nel percorso di ricerca, quali ad esempio le interviste, i resoconti dei focus group e delle osservazioni annotate sul campo, la rassegna delle fonti, etc.; - la codifica e la categorizzazione del contenuto informativo dei materiali; - il raggruppamento dei materiali sottoposti ad analisi; - l’esplorazione dei dati finalizzata alla definizione delle relazioni tra i diversi contenuti; - la rappresentazione delle elaborazioni effettuate nel processo di analisi; - la creazione dei collegamenti; - la definizione dei casi e delle relative caratteristiche. In sintesi, il programma NVivo è concepito come un unico contenitore caratterizzato da differenti ambienti di lavoro al cui interno è possibile sviluppare − e modellare secondo la propria direzione d’analisi – i procedimenti utili per il trattamento dei materiali raccolti e prodotti nel percorso di ricerca.

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2.1 La definizione di un progetto La prima operazione che il programma NVivo richiede è la creazione di un progetto. È opportuno sottolineare che con il termine ‘progetto’ si fa riferimento all’impostazione del proprio lavoro con riferimento alle proprietà e agli elementi caratterizzanti il contenuto, le finalità e i referenti del lavoro. Creare un progetto di lavoro: dopo aver lanciato il programma, cliccando sull’icona di NVivo, si apre la finestra di avvio che permette di aprire un nuovo progetto o di accedere a un progetto esistente. Per impostare un nuovo progetto: 1. cliccare il bottone ‘New Project’ o selezionare la voce dal menù ‘File’ (vedi figura 2.1);

Figura 2.1 – Finestra di avvio del programma NVivo 2. nella finestra che appare, definire il titolo del proprio progetto (‘Title’); 3. descrivere il tipo di progetto e le finalità (‘Description’); 4. cliccare il bottone ‘Browse’ se si vuole modificare il percorso di archiviazione nel proprio computer (‘File name’). Se non viene modificato il percorso di archiviazione, il nuovo progetto viene salvato per default nella cartella ‘Documenti’ (vedi figura 2.2).

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Figura 2.2 – Titolo e descrizione di un progetto Il nuovo progetto è così archiviato e reso disponibile nella finestra di avvio del programma (vedi figura 2.3). Si noti che, in corrispondenza della voce ‘Title’, appare il titolo che si vuole utilizzare per il proprio progetto, mentre in corrispondenza della voce ‘Filename’ compare il nome del file di archivio del progetto in NVivo, non più modificabile, che indica il nome di default del ‘file di lavoro’; in sostanza il titolo che accompagna l’icona di NVivo (vedi figura 2.4). Cliccando sul titolo si ha la possibilità di accedere nell’ambiente di lavoro del proprio progetto.

Titolo iniziale del progetto

Nuovo titolo del progetto

Figura 2.3 – Finestra dei progetti creati in NVivo

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Figura 2.4 – Icona del progetto NVivo Definire le proprietà di un progetto: dopo aver lanciato il file del proprio progetto è possibile modificare le sue caratteristiche intervenendo nelle schede della finestra ‘Project Properties’, a cui si accede attraverso la voce ‘File’ sulla barra dei menù. In particolare: 1. nei riquadri della scheda ‘General’ è possibile: • confermare o modificare il titolo del progetto (‘Title’); • confermare o modificare la descrizione dei suoi contenuti (‘Descripton’); • selezionare la lingua utilizzata nel progetto (‘Index language’). In questa scheda è indicato anche il percorso di archiviazione del progetto (‘File name’), la data di creazione (‘Created On’) e delle ultime modifiche apportate (‘Modified On’; vedi figura 2.5);

Figura 2.5 – Finestra delle proprietà del progetto - ‘General’ 14

2. nei riquadri della scheda ‘Labels’ è possibile modificare le etichette di default degli attributi e delle relazioni. Ad esempio, in corrispondenza della voce ‘Unassigned attribute value label’ si può inserire l’etichetta ‘Non rilevato’ per indicare l’assenza di informazioni nella matrice dei casi. Il pulsante ‘Reset’ in corrispondenza di ciascuna voce consente di ripristinare le impostazioni di partenza (vedi figura 2.6);

Figura 2.6 – Finestra delle proprietà del progetto - ‘Labels’ 3. nei riquadri della scheda ‘Passwords’ è possibile: • inserire una chiave di accesso (utilizzando fino a dodici caratteri alfanumerici) per bloccare l’apertura del file da parte di estranei (‘Read/Write Password’) • inserire una chiave di accesso per visualizzare il progetto in sola lettura (‘Read Only Password’; vedi figura 2.7);

Figura 2.7 – Finestra delle proprietà del progetto - ‘Passwords’

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4. nel riquadro della scheda ‘Users’ è possibile trascrivere le informazioni relative agli utilizzatori (il nome ‘Name’ e le iniziali ‘Initials’) che si renderanno visibili nel progetto (vedi figura 2.8). Le modifiche di tali informazioni si rendono possibili anche attraverso il comando ‘Options’ accessibile dal menù ‘Tools’;

Figura 2.8 – Finestra delle proprietà del progetto - ‘Users’ 5. nei riquadri della scheda ‘Paragraph Styles’ è possibile modificare il formato e lo stile dei testi o creare un nuovo stile (‘New Style’), impostando il carattere (‘Font’), la dimensione (‘Size’), il colore (‘Colour’), il grassetto (‘Bold’), il corsivo (‘Italic’) o la sottolineatura (‘Underline’). I pulsanti ‘Reset Style’ e ‘Reset Styles’ consentono di ripristinare le impostazioni di partenza (vedi figura 2.9);

Figura 2.9 – Finestra delle proprietà del progetto - ‘Paragraph Styles’ 16

6. nei riquadri della scheda ‘Model Styles’ è possibile modificare o creare un nuovo stile di visualizzazione dei ‘modelli’, il formato del testo − il carattere (‘Font’), la dimensione (‘Size’), il colore (‘Colour’), il grassetto (‘Bold’), il corsivo (‘Italic’) o la sottolineatura (‘Underline’) − il tipo di visualizzazione delle linee − lo stile (‘Style’), lo spessore (‘Weight’), il colore (‘Colour’) – e il colore di sfondo delle figure (‘Fill’). Il pulsante ‘Reset Style’ consente di ripristinare le impostazioni di partenza (vedi figura 2.10);

Figura 2.10 – Finestra delle proprietà del progetto - ‘Model Styles’ 7. nei riquadri della scheda ‘Audio/Video’ è possibile impostare, in corrispondenza dell’area ‘Settings’, la dimensione dei file multimediali da inserire nel progetto (la dimensione dei file può raggiungere un massimo di 20 MB) e, in corrispondenza del riquadro ‘Custom Transcript Fields’, è possibile specificare la riproduzione dei brani (vedi figura 2.11).

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Figura 2.11 – Finestra delle proprietà del progetto - ‘Audio/Video’

2.2 L’ambiente di lavoro L’ambiente di lavoro di NVivo presenta un’interfaccia tipica delle applicazioni a finestra ed è distinta in sezioni sulla base delle procedure in esse predisposte: - nella parte superiore si trovano i menù delle funzioni e le rispettive barre degli strumenti; - al centro si può distinguere: il riquadro di navigazione con l’elenco delle cartelle predefinite nel programma; il contenuto delle cartelle selezionate nel menù di navigazione (nell’esempio ‘Sources’ → ‘Interviste’) e l’editor di testo relativo al documento contenuto nella cartella selezionata (nell’esempio il documento ‘Anfosso’ contenuto nella cartella ‘Interviste’); - nella parte inferiore è visualizzata la barra di stato, che contiene le informazioni riguardanti le iniziali del nome dell’utilizzatore (nell’esempio ‘LC’), il numero di documenti contenuti nella cartella (nell’esempio ‘10 items’), la presenza o meno del 18

collegamento ad un ‘memo’; il numero dei ‘nodi’ creati e dei rispettivi riferimenti (nell’esempio ‘Nodes 31’, ‘References 44’), la possibilità di accedere alla scrittura del documento aperto (nell’esempio ‘Editable’), il numero di riga e di battuta selezionato con il puntatore del mouse (vedi figura 2.12). Menù delle funzioni

Barre degli strumenti

riquadro di navigazione

Visualizzazione del contenuto delle cartelle

Editor di testo o immagini

Barra di stato Barra di stato

Figura 2.12 – Finestra dell’ambiente di lavoro del programma NVivo

Le sezioni appena richiamate permettono l’accesso a diverse e distinte procedure su cui è opportuno soffermarci. I menù delle funzioni (‘File’, ‘Edit’, ‘View’, ‘Go’, ‘Project’, ‘Links’, ‘Code’, ‘Format’, ‘Tools’, ‘Windows’) consentono di eseguire le procedure corrispondenti alle relative sezioni di lavoro. Per un più rapido accesso, si possono predisporre le corrispondenti barre degli strumenti aprendo il menù a tendina ‘View’ e selezionando la voce ‘Toolbars’. Dall’elenco è possibile visualizzare le seguenti barre degli strumenti: -

la barra ‘Main’ per eseguire le operazioni più comuni come salvare, stampare, tagliare, copiare, incollare o riprendere le precedenti azioni;

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-

la barra ‘View’ per impostare il tipo di visualizzazione delle fonti di riferimento (se, ad esempio, con le annotazioni o il riferimento ai collegamenti effettuati) e dei nodi (se, ad esempio, con la selezione dei segmenti codificati);

-

la barra ‘Edit’ per formattare il testo dei documenti e utilizzare la funzione ‘trova’;

-

la barra ‘Links’ per attivare o disattivare le funzioni ‘See Also links’, le ‘Annotation’ e i ‘Memo links’;

-

la barra ‘Grid’per impostare le opzioni di visualizzazione della griglia delle matrici e del ‘casebook’;

-

la barra ‘Coding’ per selezionare e attivare le procedure di codifica;

-

la barra ‘Media’ per riprodurre un file audio e video, controllare il volume e la selezione dei brani di interesse.

Il riquadro di navigazione contiene le cartelle tipiche del programma (‘Folders’), distinte da icone diverse e raggruppate sulla base delle funzioni 20

per cui sono state predisposte (vedi figura 2.13). L’accesso a un singolo gruppo di cartelle è reso possibile dall’attivazione del rispettivo pulsante. ‘Sources’, per l’archiviazione dei documenti ‘Nodes’, per il trattamento dei materiali sottoposti ad analisi ‘Sets’, per la definizione dei raggruppamenti ‘Queries’, per l’analisi e l’esplorazione dei materiali di ricerca ‘Models’, per la rappresentazione dei resoconti della ricerca

‘Links’, per la creazione dei collegamenti tra i materiali di ricerca ‘Classifications’, per specificare le caratteristiche degli oggetti di analisi

Figura 2.13 – Il riquadro di navigazione È possibile cambiare la visualizzazione delle cartelle attraverso il simbolo ‘»’ posizionato nella parte inferiore del riquadro di navigazione per selezionare le seguenti opzioni (vedi figura 2.14): • ‘Show More Buttons’ o ‘Show Fewer Buttons’ per visualizzare il maggiore o minore numero di pulsanti; • ‘Navigation Pane Options’ per modificare l’ordine di visualizzazione delle cartelle; • ‘Add or Remove Buttons’ per aggiungere o nascondere i pulsanti. Figura 2.14 – Opzioni per la visualizzazione dei pulsanti

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La visualizzazione del contenuto delle cartelle mostra l’elenco dei singoli elementi archiviati nelle diverse cartelle, con i rispettivi riferimenti. Nella figura 2.15 è visualizzato l’elenco dei documenti contenuti nella cartella ‘Interviste’. In corrispondenza di ciascun documento è indicato il nome (‘Name’) assegnato in fase di creazione o di importazione; il numero dei nodi creati (‘Nodes’) e dei relativi riferimenti (‘References’) ai segmenti di testo; la data di creazione (‘Created On’) e dell’ultima modifica (‘Modified On’) del documento; le iniziali di chi ha creato (‘Created By’) o modificato (‘Modified By’) il documento.

Visualizzazione del contenuto delle cartelle

Figura 2.15 – Visualizzazione del contenuto della cartella ‘Interviste’ L’editor di testo è il foglio di lavoro dove è possibile trascrivere un testo, riportare immagini, creare collegamenti, etc. Per accedervi è necessario cliccare due volte sull’icona del corrispondente documento (vedi figura 2.16).

Editor di testo del documento

Figura 2.16 – Editor di testo del documento ‘Anfosso’

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2.3 Personalizzare l’ambiente di lavoro È possibile personalizzare i menù delle funzioni, delle barre degli strumenti e le modalità di visualizzazione del progetto sulla base delle proprie esigenze di lavoro. Ė opportuno ricordare che le modifiche di tali impostazioni sono attive dopo aver salvato e chiuso il progetto. Modifica della barra degli strumenti: 1. nel menù delle funzioni cliccare la voce ‘Tools’ e successivamente la voce ‘Customize’ per aprire la relativa finestra (vedi figura 2.17); 2. nel riquadro ‘Toolbars’ spuntare la barra degli strumenti che si vuole nascondere (vedi figura 2.17). In alternativa si può selezionare la voce ‘View’→‘Toolbars’ dal menù delle funzioni. Per ripristinare le impostazioni predefinite selezionare la voce ‘Tools’→‘Reset Customizations'.

Figura 2.17 – Finestra delle barre degli strumenti Modifica dei menù principali e dei sottomenù: 1. nel menù delle funzioni cliccare la voce ‘Tools’ e successivamente la voce ‘Customize’ per aprire la relativa finestra (vedi figura 2.18); 2. nel riquadro ‘Commands’ selezionare nell’elenco a sinistra (‘Categories’) i menù che si vogliono modificare; nell’elenco che compare sulla destra (‘Commands’), selezionare i comandi da inserire e trascinarli nelle corrispondenti barre degli strumenti (vedi figura 2.18).

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Figura 2.18 – Finestra dei comandi delle barre degli strumenti Modifica dell’ambiente di lavoro: 1. nel menù delle funzioni cliccare la voce ‘Tools’ e successivamente la voce ‘Customize’ per aprire la relativa finestra (vedi figura 2.19); 2. selezionare la scheda ‘Options’ e nel riquadro ‘Personalized Menus and Toolbars’ spuntare le voci relative alla modalità di visualizzazione dei menù. Nel riquadro ‘Other’ spuntare le voci relative alle modalità di visualizzazione delle icone o degli elenchi dei documenti (vedi figura 2.19).

Figura 2.19 – Finestra di modifica delle impostazioni dell’ambiente di lavoro 24

Per una diversa disposizione dell’ambiente di lavoro, nel menù delle funzioni cliccare la voce ‘View’ e successivamente le voci ‘Detail View’ e ‘Right’ (vedi figura 2.20) al fine di visualizzare su due colonne l’elenco dei documenti e i relativi editor di testo, come evidenziato nella figura 2.21.

Figura 2.20 – Opzioni per la visualizzazione dell’ambiente di lavoro

Figura 2.21 – Visualizzazione della disposizione dell’ambiente di lavoro

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2.4 Cosa leggere per saperne di più Molti sono i testi che fanno riferimento all’uso del programma NVivo, in questa sede per maggiori approfondimenti si consiglia di consultare il primo testo di riferimento scritto da Lyn Richards: Richards L., 1999, Using NVivo in Qualitative Research, London, Sage.

Per una guida utile per impostare le procedure di analisi dei dati attraverso il programma si vedano: Bazeley P., Richards L., 2000, The NVivo Qualitative Project Book, London, Sage. Gibbs G.R., 2002, Qualitative Data Analysis. Explorations with NVivo, Buckingham, Philadelphia, Open University Press.

Un libro di base utile per coloro che si avvicinano per la prima volta all’analisi dei dati qualitativi, in cui sono riportati esempi di ricerca e sono offerti, attraverso il CD-Rom allegato, dati che possono essere utilizzati per lo sviluppo di un progetto in tutte le sue fasi è; Bazeley P., 2007, Qualitative Data Analysis with NVivo, London, Sage.

Per una guida pratica su come utilizzare gli strumenti contenuti nel programma, basata su esempi tratti da progetti di ricerca dell’autrice e supportata dalla letteratura metodologica si veda: Pacifico M., Coppola L., 2010, NVivo: Una risorsa metodologica. Procedure per l’analisi dei dati qualitativi, Milano, FrancoAngeli.

Inoltre, è possibile consultare le guide on line offerte dalla stessa QSR e il tutorial a cui si accede attraverso l’Help del programma: http://www.qsrinternational.com/FileResourceHandler.ashx/RelatedDocum ents/DocumentFile/289/NVivo8-Getting-Started-Guide.pdf http://help-nv8-en.qsrinternational.com/NVivo_8_Help.htm.

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3. L’archiviazione dei materiali di ricerca

L’attività finalizzata all’archiviazione dei materiali comporta l’organizzazione dei documenti acquisiti e prodotti nel percorso di ricerca. Pertanto, in questa prima fase del progetto di lavoro, si rende necessaria un’attenta valutazione dei criteri di classificazione delle risorse di cui si dispone. Una prima e generale distinzione può essere definita sulla base delle caratteristiche dei materiali ovvero è possibile distinguere tra: - i documenti prodotti dal ricercatore, quali ad esempio il progetto, il piano operativo della ricerca, lo schema di riferimento concettuale, le schede di lettura, i riferimenti bibliografici, i primi appunti di lavoro; - i materiali empirici, ovvero l’insieme dei documenti raccolti, quali ad esempio le interviste, le note sul campo, le foto, le registrazioni audio e video o altra documentazione considerata utile ai fini della ricerca; - i resoconti prodotti nella fase di analisi del contenuto informativo dei materiali: il piano di codifica, la definizione degli attributi e delle relazioni, l’esplorazione dei dati, etc. Una ulteriore classificazione, finalizzata all’archiviazione ordinata delle fonti, potrebbe basarsi sulla distinzione dei materiali secondo genere, tipi e contenuti. Ad esempio, i promemoria potrebbero essere organizzati secondo il loro contenuto informativo, distinguendo le note di riflessione dalle note metodologiche; il materiale documentale raccolto si potrebbe raggruppare distinguendo, ad esempio, i dati statistici dai resoconti dei dati demoscopici e/o secondo la fonte di provenienza; le fonti bibliografiche potrebbero essere archiviate se27

guendo un ordine cronologico e/o per autori o per soggetto tematico o per tipi di contributo (se monografie o saggi in riviste, etc.). È opportuno sottolineare che le attività di classificazione appena richiamate sono utili non solo ai fini dell’archiviazione e della successiva consultazione, ma ancor più danno conto delle scelte analitiche adottate dal ricercatore per ciò che attiene la messa a punto e la rappresentazione del campo di indagine. In questa prospettiva, le operazioni di classificazione dei materiali di ricerca sono facilitate dalla struttura a cartelle che caratterizza il programma NVivo. Nei fatti, è possibile gestire tali funzioni attraverso le cartelle ‘Internals’, ‘Externals’ e ‘Memos’ a cui si accede selezionando il pulsante ‘Sources’. Le cartelle ‘Internals’ e ‘Memos’ sono predisposte per archiviare tutta la documentazione che si vuole incorporare nel programma NVivo; la cartella ‘Externals’ è impostata per organizzare i collegamenti con i documenti archiviati all’esterno del programma.

3.1 I documenti nella cartella ‘Internals’ La cartella ‘Internals’ è un contenitore che può accogliere i materiali prodotti o raccolti durante il percorso di ricerca: documenti in formato testo (il progetto, il piano della ricerca, lo schema concettuale, le note di campo, etc.), video, file audio e immagini. È possibile archiviare i documenti nella cartella ‘Internals’ in due differenti modi: - creando un documento vuoto e digitando direttamente nell’editor di testo; - importando documenti già archiviati nel proprio computer. In NVivo si possono importare documenti in formato Word (.doc), Rich Text Format (.rtf), Text (.txt) o Portable Document Format (.pdf). Nella cartella ‘Internals’ è possibile creare ulteriori sotto-cartelle per distinguere i materiali archiviati secondo il diverso contenuto informativo. Inoltre, è possibile aggiungere nuovi documenti in qual28

siasi momento, apportare modifiche oppure inserire un’immagine, una tabella o una nota. Di seguito sono descritte le procedure per: - creare nuove cartelle; - creare documenti di testo, audio e video; - inserire un’immagine o una tabella in un documento; - importare ed esportare documenti di testo, audio e video. Creare nuove cartelle: 1. nel riquadro di navigazione cliccare, con il tasto destro del mouse, la cartella ‘Internals’ e selezionare la voce ‘New Folder’ per accedere alla relativa finestra (vedi figura 3.1); 2. nella casella ‘Name’ assegnare un nome alla nuova cartella (nell’esempio ‘Interviste’) e riportare una breve descrizione del suo contenuto nel riquadro ‘Description’ (vedi figura 3.1).

Figura 3.1 – Creazione di una cartella nell’archivio ‘Internals’ La nuova cartella è inserita nel menù di navigazione come una sottocartella di ‘Internals’ (Figura 3.2).

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Figura 3.2 – Icona della nuova cartella Creare un documento di testo: 1. nel riquadro di navigazione selezionare una cartella di archivio (nell’esempio ‘Interviste’). Nella relativa area di lavoro, cliccare con il tasto destro del mouse e selezionare la voce ‘New Internal’ e, successivamente, la voce ‘Document’ (vedi figura 3.3); 2. nella finestra che appare, assegnare un nome al documento (nell’esempio ‘Anfosso’) e riportare una breve descrizione del suo contenuto (vedi figura 3.3).

Figura 3.3 – Creazione di un documento in una cartella di archivio

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Dopo aver chiuso la finestra, agendo sul pulsante ‘OK’, si noterà nella parte superiore dell’area di lavoro l’icona del nuovo documento, mentre nella parte inferiore il relativo editor di testo (nell’esempio un testo di intervista; vedi figura 3.4).

Figura 3.4 – Visualizzazione dell’editor di testo e dell’icona di un documento Creare un documento-audio: 1. nel riquadro di navigazione selezionare una cartella di archivio (nell’esempio ‘Audio interviste’). Nella relativa area di lavoro, cliccare con il tasto destro del mouse e selezionare la voce ‘New Internal’ e, successivamente, la voce ‘Audio’; 2. nella finestra che appare, assegnare un nome al documento-audio (nell’esempio ‘Traccia intervista_Bogetti’) e riportare una breve descrizione del suo contenuto nel riquadro ‘Description’ (vedi figura 3.5); 3. nella parte superiore della finestra, selezionare l’icona del documentoaudio creato, cliccare con il tasto destro del mouse e nel menù a tendina selezionare la voce ‘Import Media Content’ (vedi figura 3.6). Nella finestra successiva selezionare il file audio e, successivamente, cliccare la voce ‘Apri’ (vedi figura 3.7). Dopo aver chiuso la finestra, nella parte superiore dell’area di lavoro, si noterà l’icona del nuovo documento-audio, mentre nella parte inferiore la traccia-audio, il relativo editor e una griglia in cui è possibile trascrivere il contenuto del documento-audio o riportare delle annotazioni.

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Figura 3.5 – Creazione di un documento-audio in una cartella di archivio

Figura 3.6 – Importare il contenuto di un documento-audio

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Figura 3.7 – Selezione del contenuto di un documento-audio Per ascoltare il brano è necessario cliccare sull’icona ‘Play’ nella barra degli strumenti o selezionare la voce nel menù a tendina posizionato all’inizio della traccia (vedi figura 3.8).

Figura 3.8 – Riproduzione di un documento-audio 33

È possibile ascoltare il brano per intero o selezionare un intervallo cliccando le voci ‘Start Selection’ e ‘Finish Selection’. L’intervallo selezionato è evidenziato da una cornice di colore blu. Nella figura 3.9 è riportato un esempio di selezione di un brano di intervista accompagnato dalla trascrizione di alcune annotazioni (‘Content’) inserite in corrispondenza di alcuni passaggi dell’intervista di cui è indicato l’intervallo di tempo (‘Timespan’).

Figura 3.9 – Visualizzazione dell’editor di un documento-audio Creare un documento-video: 1. nel riquadro di navigazione selezionare una cartella di archivio (nell’esempio la cartella ‘Video’). Nella relativa area di lavoro, cliccare con il tasto destro del mouse e selezionare la voce ‘New Internal’ e, successivamente, la voce ‘Video’; 2. nella finestra che appare, assegnare un nome al documento-video (nell’esempio ‘Mostra arte contemporanea_Gam’) e riportare una breve descrizione del suo contenuto nel riquadro ‘Description’ (vedi figura 3.10); 3. nella parte superiore della finestra, selezionare l’icona del documentovideo creato, cliccare con il tasto destro del mouse e nel menù a tendina selezionare la voce ‘Import Media Content’ (vedi figura 3.11). Nella finestra successiva selezionare il documento-video da importare e cliccare la voce ‘Apri’ (vedi figura 3.12).

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Figura 3.10 – Creazione di un documento-video

Figura 3.11 – Importare un documento-video

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Figura 3.12 – Selezione di un documento-video Dopo aver chiuso la finestra, si noterà nella parte superiore dell’area di lavoro, l’icona del nuovo documento-video, mentre nella parte inferiore la traccia-video, il relativo editor e una griglia in cui è possibile trascrivere il contenuto del documento-video o riportare delle annotazioni. Per riprodurre il video è necessario cliccare sull’icona ‘Play’ nella barra degli strumenti o selezionare la voce nel menù a tendina posizionato all’inizio della traccia (vedi figura 3.13).

Figura 3.13 – Riproduzione di un documento-video 36

Si può riprodurre il video per intero o selezionare un intervallo cliccando le voci ‘Start Selection’ e ‘Finish Selection’. L’intervallo selezionato è evidenziato da una cornice di colore blu. Nell’editor ‘Content’ è possibile trascrivere il contenuto o delle annotazioni e indicare la sequenza del video (‘Timespan’) (vedi figura 3.14).

Figura 3.14 – Visualizzazione dell’editor di un documento-video Inserire un’immagine nell’editor di un documento: 1. nell’editor di testo di un documento (nell’esempio il documento-intervista ‘Anfosso’) cliccare con il mouse nella parte del documento in cui si vuole inserire l’immagine; 2. nel menù delle funzioni selezionare le voci ‘Format’ → ‘Insert’ e, successivamente, la voce ‘Image’ (vedi figure 3.15 e 3.16).

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Figura 3.15 – Inserimento di un’immagine in un editor di testo

Figura 3.16 – Visualizzazioni delle immagini inserite in un editor di testo Inserire una tabella nell’editor di un documento: 1. nell’editor di testo di un documento (nell’esempio ‘Anfosso’) cliccare con il mouse nel punto in cui si vuole inserire la tabella; 2. nel menù delle funzioni selezionare le voci ‘Format’ → ‘Insert’ e, successivamente, la voce ‘Text Table’. Nella finestra che appare inserire il numero di righe e di colonne per definire il formato della tabella (vedi figure 3.17 e 3.18).

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Figura 3.17 – Inserimento di una tabella in un editor di testo

Figura 3.18 – Visualizzazione di una tabella inserita in un editor di testo Importare un documento: 1. nel riquadro di navigazione, selezionare una cartella creata preventivamente per archiviare i documenti (nell’esempio la cartella ‘Interviste’); 2. nell’area di lavoro cliccare con il tasto destro del mouse e selezionare la voce ‘Import Internals’ (vedi figura 3.19);

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Figura 3.19 – Importare un documento in una cartella di archivio 3. nella finestra che appare: • cliccare sul bottone ‘Browse’ per indicare il percorso in cui è archiviato il file da importare (a); • selezionare la casella ‘Create descriptions’ se si vuole importare una descrizione già inserita del documento (b); • selezionare la casella ‘Code sources at new cases located under’ se si vuole considerare il documento come un nuovo caso (c) (vedi figura 3.20). Le azioni appena descritte appaiono nella finestra delle proprietà del documento importato (nell’esempio il documento denominato ‘Benedetto’). Dopo aver cliccato ‘OK’, appare nell’area di lavoro della cartella ‘Interviste’ l’icona del documento importato (vedi figura 3.21). La sequenza dei passaggi appena descritti è valida anche per importare documenti-audio e video.

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a

b c

Figura 3.20 – Opzioni per l’importazione di un documento

Figura 3.21 – Descrizione e icona di un documento importato Esportare un documento o una lista di documenti: 1. nel riquadro di navigazione selezionare una cartella di archivio (nell’esempio la cartella ‘Interviste’) per visualizzarne il contenuto nella relativa area di lavoro. Dall’elenco dei documenti selezionare il documento che si vuole esportare e aprire il menù a tendina cliccando con il tasto destro del mouse (vedi figura 3.22); 2. selezionare le voci ‘Export’ → ‘Export Document’ o la voce ‘Export List’ per esportare, rispettivamente, il documento selezionato oppure l’intero elenco dei documenti archiviati (vedi figura 3.22); 3. nella finestra ‘Export Options’ indicare le proprietà del documento che si vogliono esportare (descrizione, annotazioni, collegamenti, etc.) e, dopo aver cliccato ‘OK’, selezionare il formato in cui si vuole esportare il documento (Excel, PDF, Word o testo; vedi figura 3.23). 41

È possibile seguire la stessa procedura per esportare i documenti ‘externals’ e i ‘memo’.

Figura 3.22 – Esportare un documento da una cartella di archivio

Figura 3.23 – Opzioni per l’esportazione di un documento

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3.2 I documenti nella cartella ‘Externals’ La cartella ‘Externals’ è predisposta per archiviare i collegamenti a documenti che non si vogliono incorporare nel programma o che non possono essere importati perché voluminosi: libri, saggi on line o pagine web, etc. Il collegamento ai documenti esterni è creato come un documento ‘proxy’ in cui è possibile riportare parti del contenuto, trascrivere una sua sintesi e/o creare un indice di collegamento. Di seguito sono descritte le procedure per: - creare un collegamento esterno; - creare un indice nell’editor di testo; - creare un collegamento a un sito web. Creare un collegamento esterno: 1. nel riquadro di navigazione selezionare una cartella creata preventivamente per archiviare i collegamenti esterni (nell’esempio la cartella ‘Articoli’; vedi figura 3.24); 2. nell’area di lavoro cliccare con il tasto destro del mouse e selezionare la voce ‘New External’ per accedere alla finestra delle proprietà (vedi figura 3.24);

Figura 3.24 – Creazione di un collegamento esterno

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3. nella finestra che appare, nel quadrante della scheda ‘General’, assegnare un nome al documento da collegare (nell’esempio il titolo dell’articolo) e riportare una breve descrizione del suo contenuto (vedi figura 3.25);

Figura 3.25 – Descrizione di un collegamento esterno 4. nel quadrante della scheda ‘External’: • aprire il menù a tendina in corrispondenza della voce ‘Type’ per indicare il tipo di documento da collegare (nell’esempio ‘File link’); • cliccare sulla voce ‘Browse’ per selezionare il percorso del collegamento; • in corrispondenza della voce ‘Location description’ indicare la cartella di archiviazione del documento; • aprire il menù a tendina in corrispondenza della voce ‘Contents’ per indicare il tipo di contenuto del documento (nell’esempio ‘Printed Document’); • in corrispondenza della voce ‘Unit’ selezionare dal menù a tendina la modalità di composizione del documento (nell’esempio ‘Page’); • indicare le dimensioni o l’intervallo del documento (nell’esempio i numeri della prima e dell’ultima pagina; vedi figura 3.26). Nell’area di lavoro si noterà l’icona del collegamento e nell’editor di testo l’elenco delle unità prese in considerazione (nell’esempio il numero di pagine; vedi figura 3.27).

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Figura 3.26 – Opzioni per la creazione di un collegamento esterno

Figura 3.27 – Icona e editor di testo del collegamento al documento esterno Per visualizzare il contenuto del documento esterno, cliccare con il tasto destro del mouse sulla corrispondente icona e, dal menù a tendina, selezionare la voce ‘Open External File’ (vedi figura 3.28). La voce ‘Open External’ permette, invece, di accedere all’editor di testo entro cui è possibile 45

trascrivere una sintesi del documento o creare un indice di collegamento al documento.

Figura 3.28 – Visualizzazione di un documento esterno Creare un indice nell’editor di testo: 1. nell’editor di testo predisporre un indice da correlare ai documenti esterni (nell’esempio un indice di immagini). Selezionare la prima voce – nell’esempio ‘Immagine 1’ – e, con il tasto destro del mouse, aprire il menù a tendina (vedi figura 3.29);

Figura 3.29 – Creazione di un indice di collegamento nell’editor di testo 46

2. selezionare le voci ‘Link’ → ‘Hyperlink’ e, successivamente, ‘New Hyperlink’. Ripetere la stessa operazione per le altre voci in elenco (vedi figura 3.29); 3. cliccare il bottone ‘Browse’ per selezionare il percorso dell’immagine da collegare. Ripetere la stessa operazione per le altre voci in elenco (vedi figura 3.30).

Figura 3.30 – Finestra di collegamento ad un’immagine Per visualizzare il contenuto di ciascun collegamento, cliccare sulla voce dell’indice mantenendo premuto il tasto control ‘CTRL’ della tastiera oppure cliccare con il tasto destro del mouse e dal menù a tendina selezionare le voci ‘Link’ → ‘Hyperlink’ e, successivamente, ‘Open Hyperlink’ (vedi figure 3.31 e 3.32).

Figura 3.31 – Attivazione di un indice di collegamento 47

Figura 3.32 – Visualizzazione delle immagini inserite in un elenco Creare un collegamento a un sito web: 1. nel riquadro di navigazione selezionare una cartella creata preventivamente per archiviare i collegamenti ai siti web (nell’esempio ‘Sitografia musei’). Nell’area di di lavoro cliccare con il tasto destro del mouse e selezionare la voce ‘New External’ (vedi figura 3.33);

Figura 3.33 – Creazione di un collegamento a un sito web 2. nella finestra che appare, nel quadrante della scheda ‘General’ assegnare un nome al sito web da collegare, riportare una breve descrizione del suo contenuto e selezionare successivamente la scheda ‘External’ (vedi figura 3.34); 48

Figura 3.34 – Descrizione di un collegamento a un sito web 3. nel quadrante della scheda ‘External’: • aprire il menù a tendina in corrispondenza della voce ‘Type’ per indicare il tipo di pagina web da collegare (nell’esempio ‘Web link’); • in corrispondenza della voce ‘URL path’ inserire l’indirizzo della pagina web; • indicare in ‘Location description’ la collocazione della pagina web (se ad esempio all’interno di un particolare sito); • aprire il menù a tendina in corrispondenza della voce ‘Contents’ per indicare il tipo di contenuto della pagina web (vedi figura 3.35).

Figura 3.35 – Opzioni per la creazione di un collegamento a un sito web 49

Nell’area di lavoro si noterà l’icona del collegamento e il relativo editor di testo (vedi figura 3.36).

Figura 3.36 – Icona e editor di testo del collegamento a un sito web Per visualizzare il contenuto della pagina web cliccare con il tasto destro del mouse sulla corrispondente icona e, dal menù a tendina, selezionare la voce ‘Open External File’. La voce ‘Open External’ permette, invece, di accedere all’editor di testo (vedi figura 3.37).

Figura 3.37 – Visualizzazione di un collegamento a un sito web

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3.3 Le cartelle ‘Memos’, ‘Annotations’ e ‘See Also Links’ Ciascun documento creato in NVivo può essere associato a un promemoria, contenere delle note o essere collegato ad altri documenti. Per attivare tali procedure, nel programma sono predisposte specifiche cartelle: - ‘Memos’e ‘Memo Links’ per la creazione e l’archiviazione dei ‘memo’; - ‘Annotations’ per l’archiviazione delle note; - ‘See Also Links’ per la creazione dei collegamenti tra i materiali.

3.4 I promemoria nella cartella ‘Memos’ La cartella ‘Memos’ è predisposta per archiviare i promemoria prodotti durante il lavoro di ricerca e di analisi. Così come per gli altri archivi si possono predisporre ulteriori cartelle per organizzare i memo che contengono distintamente: - le idee o intuizioni sollecitate durante la conversazione con gli intervistati; - appunti aggiuntivi sulle caratteristiche degli intervistati o dei casi studio; - informazioni contestuali all’intervista (modalità di contatto, ricostruzione dei dialoghi, disponibilità al colloquio, descrizione dell’ambiente in cui si è svolta l’intervista, etc.); - note di metodo sul processo di ricerca (organizzazione del lavoro, modalità di raccolta dei dati, etc.); - riflessioni scaturite dagli incontri con il team di ricerca. Creare i ‘memo’: 1. nel riquadro di navigazione selezionare la cartella ‘Memos’ e, nella relativa area di lavoro, cliccare con il tasto destro del mouse per selezionare la voce ‘New Memo’; 2. nella finestra che appare, assegnare un nome al documento ‘memo’ (nell’esempio ‘Note colloqui telefonici’) e riportare una breve descrizione del suo contenuto. Dopo aver dato l’OK, si noterà, nella parte superiore 51

della finestra, l’icona del documento ‘memo’ e, nella parte inferiore, il relativo editor di testo (vedi figure 3.38 e 3.39).

Figura 3.38 – Creazione di un documento-‘memo’

Figura 3.39 – Icona e editor di testo di un ‘memo’

Associare i ‘memo’ ai documenti: 1. nell’area di lavoro delle cartelle, selezionare il documento a cui associare il ‘memo’ (nell’esempio il documento denominato ‘Anfosso’ archiviato nella cartella ‘Interviste’) e cliccare con il tasto destro del mouse; 2. selezionare la voce ‘Memo Link’ e, successivamente, la voce ‘Link to New Memo’ (vedi figura 3.40); 52

Figura 3.40 – Creazione di un ‘memo’ associato a un documento 3. nella finestra che appare, assegnare un nome al documento-‘memo’ (nell’esempio ‘Note intervista_Anfosso’) e riportare una breve descrizione del suo contenuto (vedi figura 3.41).

Figura 3.41 – Descrizione di un ‘memo’ associato a un documento Nell’area di lavoro si noterà, in corrispondenza del documento-intervista, l’icona del ‘memo’ associato, mentre nella parte inferiore il relativo editor di testo (vedi figura 3.42). 53

Figura 3.42 – Icona editor di testo di un ‘memo’ associato a un documento L’elenco dei ‘memo’ creati può essere visualizzato nella cartella ‘Memos’ (vedi figura 3.43) e nella cartella ‘Links’, in corrispondenza della voce ‘Memo Links’, è possibile visualizzare l’elenco dei documenti a cui essi sono stati associati (vedi figura 3.44).

Figura 3.43 – Elenco dei memo creati

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Figura 3.44 – Elenco dei documenti associati ai ‘memo’ Nella cartella ‘Memo Links’ è possibile visualizzare il contenuto del ‘memo’ o del documento a cui esso è associato selezionando rispettivamente le voci ‘Open Linked Memo’ e ‘Open Linked Item’ a cui si accede cliccando con il tasto destro del mouse (vedi figure 3.45 e 3.46).

Figura 3.45 – Apertura del documento-‘memo’

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Figura 3.46 – Apertura del documento associato al ‘memo’

3.5 L’inserimento delle ‘Annotations’ Le note possono essere inserite in tutti i tipi di documenti archiviati o creati in NVivo. Ad esemplificazione si riporta di seguito la procedura si inserimento di una nota all’interno di un documento di testo. Inserire una nota in un documento di testo: 1. selezionare il brano o il punto del testo in cui si vuole inserire la nota; 2. con il tasto destro del mouse aprire il menù a tendina e selezionare in successione le voci ‘Links’ → ‘Annotation’ → ‘New Annotation’ (vedi figura 3.47); 3. nell’editor di testo ‘Annotation’, digitare il testo della nota (vedi figura 4.48). All’interno del documento, l’area o il punto di inserimento della nota è evidenziato in blu (vedi figura 3.49). L’elenco dei documenti in cui sono state inserite le note è archiviato nella cartella ‘Links’, sotto la voce ‘Annotations’. È possibile visualizzare il contenuto delle note attraverso la voce ‘Open Source’, a cui si accede cliccando con il tasto destro del mouse (vedi figura 3.50).

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Figura 3.47 – Inserimento di una nota nell’editor di testo

Figura 3.48 – Visualizzazione dell’editor di testo delle note

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Figura 3.49 – Visualizzazione di una nota nell’editor di testo di un documento

Figura 3.50 – Visualizzazione di una nota in un documento di testo

3.6 La creazione dei ‘See Also Links’ La cartella ‘See Also Links’ è predisposta per archiviare le possibili relazioni tra i documenti prodotti nel processo di lavoro o i relativi contenuti. I collegamenti possono essere predisposti tra tutti gli 58

elementi presi in considerazione nel progetto (ad esempio tra un ‘memo’ e un documento archiviato come file esterno) o tra segmenti di testo dei documenti e brani della stessa intervista o brani di interviste diverse. Di seguito sono descritte le procedure per: - creare un collegamento tra documenti; - creare un collegamento tra segmenti di testo. Creare un collegamento tra documenti: 1. nell’editor di testo del documento prescelto (nell’esempio il documento ‘Benedetto’ dall’elenco della cartella ‘Interviste’), selezionare il brano che si vuole collegare e, con il tasto destro del mouse, cliccare sulle voci ‘Links’ → ‘See Also Links’ → ‘New Also Link’ (vedi figura 3.51);

Figura 3.51 – Creazione di un ‘See Also Links’ 2. nella finestra successiva, nel riquadro ‘To’: • in corrispondenza della voce ‘Option’ selezionare la voce ‘Existing Item’, per collegare un documento già esistente oppure le altre voci in elenco per predisporre nuovi documenti (nell’esempio ‘Existing Item’); • in corrispondenza della voce ‘Item’ cliccare sul pulsante ‘Select’ per selezionare il documento da collegare (nell’esempio il documento esterno ‘Palazzo Bricherasio’; vedi figura 3.52). 59

Figura 3.52 – Opzioni per la creazione di un ‘See Also Links’ Ad operazione conclusa, il brano selezionato per il collegamento è evidenziato in rosa e, nella parte inferiore della finestra, sono visualizzati i riferimenti del documento collegato. È possibile consultare il documento collegato attraverso la voce ‘Open to Item’, a cui si accede cliccando con il tasto destro del mouse nel riquadro ‘See Also Links’ (vedi figura 3.53).

Figura 3.53 – Visualizzazione di un ‘See Also Links’ 60

Creare un collegamento tra segmenti di documenti: 1. nell’area di lavoro, aprire i documenti da collegare (nell’esempio i documenti intervista ‘Bogetti’ e ‘Cortese’). Nel primo documento selezionare il segmento di testo da collegare, aprire il menù a tendina con il tasto destro del mouse e cliccare sulla voce ‘Copy’ (vedi figura 3.54); 2. nel secondo documento selezionare il brano da collegare, aprire il menù a tendina con il tasto destro del mouse e cliccare sulla voce ‘Paste As See Also Links’ (vedi figura 3.55).

Figura 3.54 – Selezione di un segmento di testo da collegare

Figura 3.55 – Creazione di un collegamento tra segmenti di testo

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Ad operazione conclusa si noterà che il brano selezionato per il collegamento è evidenziato in rosa e, nella parte inferiore della finestra, sono visualizzati i riferimenti del documento collegato. È possibile consultare il contenuto del documento collegato attraverso la voce ‘Open to Item’, a cui si accede cliccando con il tasto destro del mouse nel riquadro ‘See Also Links’ (vedi figura 3.56).

Figura 3.56 – Visualizzazione di un ‘See Also Links’ I collegamenti creati sono archiviati nella cartella ‘Links’, sotto la voce ‘See Also Links’. In corrispondenza di ciascun collegamento, è possibile visualizzare i documenti e i relativi contenuti attraverso la voce ‘Open From Item’ e ‘Open To Item’ (vedi figura 3.57).

Figura 3.57 – Visualizzazione dei documenti collegati in un ‘See Also Links’ 62

3.7 Cosa leggere per saperne di più Per un approfondimento sull’uso degli strumenti di attivazione delle procedure si rinvia ai testi già citati nel capitolo due. Nel merito delle tecniche di ricerca e quindi delle produzione dei materiali nella ricerca qualitativa si consiglia di consultare: Cardano M., 2003, Tecniche di ricerca qualitative, Roma, Carocci. Davidson J., 2003, NVivo as a tool for reading instruction: speculating on the possibilities-a research note, in Qualitative Research Journal, special issue, 57-63, http://www.aqr.org.au/docs/journals/special_AQR2003.pdf. Denzin N.K., Lincoln Y.S., 2007, Collecting and Interpreting Qualitative Materials, Thousand Oaks, Sage. Dey I., 1993, Data analysis. A User Friendly Guide for Social Scientists, London, Routledge. Flick U., 2002, An Introduction to Qualitative Research, London, Sage. Gibbs G.R., 2002, Qualitative Data Analysis. Explorations with NVivo, Buckingham, Philadelphia, Open University Press. Glaser B.G., Strauss A.L.. 1980, The Discovery of Grounded Theory. Strategies for Qualitative Research, Chicago, Aldine Publishing Company. Lewins A., Silver C., 2007, Using Software for Qualitative Data Analysis. A step-by-step Guide, London Sage, capp.2 e 3. Miles M.B., Huberman A.M., 1994, Qualitative Data Analysis. A Sourceboook of New Methods, Thousand Oaks, Sage. Pacifico M., Coppola L., 2010, NVivo: una risorsa metodologica. Procedure per l’analisi dei dati qualitativi, Milano, FrancoAngeli, cap. 3. Richards L., Morse J., 2009, Fare ricerca qualitativa, Milano, FrancoAngeli. Richards L., 2009, Handling Qualitative Data: A Practical Guide, London, Sage. Silverman D., 2002, Come fare ricerca qualitativa, Roma, Carocci. Silverman, D., 2009, Interpreting Qualitative Data: Methods for Analyzing Talk, Text and Interaction, London, Sage.

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4. Il trattamento dei materiali con i ‘Nodes’

Il trattamento dei materiali di ricerca richiama nello specifico l’analisi e l’interpretazione dei contenuti dei materiali archiviati. Una tale procedura in NVivo si sviluppa secondo due tipi di attività tra di loro interrelate: la prima finalizzata alla riduzione dei contenuti informativi; la seconda finalizzata alla messa a punto degli schemi concettuali e delle caratteristiche relative alle informazioni raccolte. Sul piano operativo occorre: - predisporre i concetti e le categorie utili alla comprensione del tema-oggetto di studio; - definire i nuclei tematici mediante la scomposizione e ricomposizione in unità di significato dei resoconti; - definire le caratteristiche distintive dei soggetti, degli eventi, dei casi oggetto di studio; - individuare le possibili relazioni e interconnessioni tra i contenuti informativi dei materiali di ricerca. Le operazioni appena richiamate si basano sulla procedura di codifica, una strategia di analisi volta, appunto, a classificare i contenuti informativi in categorie di significato omogeneo. Nel merito, la procedura di codifica richiede la scomposizione dei testi in porzioni o segmenti e la loro ricomposizione in definite unità di significato mediante categorie, parole-chiave o concetti. Le categorie e i concetti possono essere individuati facendo riferimento alla letteratura o a precedenti esiti di ricerca oppure possono essere definiti a partire da un’attenta lettura dei materiali sottoposti ad analisi. A tal fine, nel programma NVivo sono predisposte specifiche cartelle: 64

- ‘Free Nodes’, per la codifica in forma libera dei contenuti presi in considerazione; - ‘Tree Nodes’, per codificare i contenuti secondo una logica gerarchica o ad albero; - ‘Cases’, per la definizione degli attributi dei casi oggetto di studio – ad esempio il profilo socio-demografico degli intervistati, le caratteristiche degli eventi sottoposti ad analisi etc.; - ‘Relationship’, per definire le relazioni individuate tra i diversi contenuti; - ‘Set’, per aggregare i materiali secondo contenuti omogenei.

4.1 L’analisi mediante i ‘Free Nodes’ La cartella ‘Free Nodes’ è predisposta per archiviare i concetti utili a sintetizzare in unità di significato i contenuti informativi del materiale preso in considerazione. La procedura consiste nel creare un nodo tra i segmenti di testo, selezionati sulla base di significati omogenei, e le categorie concettuali, parole-chiave o etichette predisposte in fase di analisi. A seconda delle strategie di analisi adottate, è possibile predisporre i ‘Free Nodes’ come archivi di concetti generati durante il processo di analisi o come archivi di concetti predisposti in fase di pianificazione degli interrogativi di ricerca e di progettazione delle direzioni di analisi. Di seguito sono descritte le procedure per: - creare i ‘Free Nodes’; - collegare un segmento di testo a un ‘Free Node’; - esplorare i contenuti della codifica; - esportare i contenuti della codifica. Creare i ‘Free Nodes’: 1. nel riquadro di navigazione selezionare la cartella ‘Free Nodes’. Nell’area di lavoro della cartella cliccare con il tasto destro del mouse e selezionare la voce ‘New Free Node’ (vedi figura 4.1);

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2. nella finestra che appare assegnare un nome al ‘nodo’ (nell’esempio ‘Le rappresentazioni_il museo’) e riportare una breve descrizione del suo significato (vedi figura 4.1).

Figura 4.1 – Creazione di un ‘Free Node’ I nodi creati sono elencati nell’area di visualizzazione della cartella ‘Free Nodes’ (vedi figura 4.2).

Figura 4.2 – Elenco di ‘Free Nodes’

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Collegare un segmento di testo a un ‘Free Node’: 1. aprire un documento (nell’esempio il documento-intervista ‘Burzio’). Nell’editor di testo selezionare il brano che si intende codificare, cliccare con il tasto destro del mouse e dal menù a tendina selezionare le voci ‘Code Selection’ → ‘At Existing Nodes’, per associare il brano ad un nodo già predisposto, ‘Code Selection’ → ‘At New Node’, per creare contestualmente un nuovo nodo (vedi figura 4.3);

Figura 4.3 – Assegnazione di un segmento di testo a un ‘Free Node’ 2. nella finestra successiva, se si fa riferimento all’archivio dei nodi già predisposti, spuntare il nodo da associare al brano selezionato (nell’esempio ‘Le rappresentazioni_il museo’) e cliccare ‘OK’ (vedi figura 4.4); se si intende predisporre un nuovo nodo seguire la procedura di creazione dei nodi precedentemente descritta.

Figura 4.4 – Selezione di un ‘Free Node’ da associare 67

Nell’area di lavoro dei ‘Free Nodes’, aprendo l’editor di testo di un nodo è possibile visualizzare: - i brani codificati; - il collegamento al documento di origine del brano selezionato (nell’esempio ‘Internals/Burzio’); - il numero dei segmenti selezionati con la specifica in termini percentuali della proporzione di testo selezionato (nell’esempio ‘1 reference coded [5,60% Coverage]’; vedi figura 4.5).

Figura 4.5 – Visualizzazione dell’icona e dell’editor di un ‘Free Node’ Esplorare i contenuti della codifica: NVivo offre la possibilità di esplorare il contenuto della codifica mediante: - la visualizzazione dei segmenti di testo codificati all’interno di un documento (‘Highlight Coding’); - la raffigurazione delle categorie di codifica mediante strisce (‘Coding Stripes’) ; - l’indicazione della densità di codifica nei documenti analizzati (‘Coding Density’). Per visualizzare i segmenti di testo codificati all’interno di un documento (nell’esempio il documento-intervista ‘Benedetto’), selezionare dal menù ‘View’ la voce ‘Highlight’ e, successivamente, la voce ‘Coding All Nodes’ oppure l’opzione ‘Coding for Selected Items’, per selezionare solo alcuni nodi. I segmenti di testo associati ai nodi sono evidenziati in giallo (vedi figure 4.6 e 4.7). 68

Figura 4.6 – Opzioni per la visualizzazione dei segmenti di testo codificati

Figura 4.7 – Visualizzazione dei segmenti di testo codificati Per visualizzare le parti dei documenti e ricostruire il piano di codifica, selezionare dal menù ‘View’ la voce ‘Coding Stripes’ e successivamente le opzioni: - ‘Selected Items’, per selezionare solo alcuni nodi; - ‘Nodes Most Coding’ o ‘Nodes Least Coding’, per visualizzare le categorie di codifica utilizzate con maggiore o minore frequenza; - ‘Nodes Recently Coding’, per visualizzare le ultime attività di codifica; 69

-

‘Coding Density Only’, per visualizzare solo la densità di codifica.

Le categorie sono distinte da strisce di colori diversi, mentre la densità di codifica è raffigurata da una striscia di colore grigio che assume diverse gradazioni a seconda della consistenza delle associazioni ai nodi predisposti nel progetto (vedi figure 4.8 e 4.9).

Figura 4.8 – Opzioni per la raffigurazione delle categorie di codifica

Figura 4.9 – Raffigurazione delle categorie di codifica - ‘Coding Stripes’

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Esportare i contenuti della codifica: 1. nell’area di lavoro della cartella ‘Free Nodes’, selezionare il nodo o i nodi che si vogliono esportare, cliccare con il tasto destro del mouse e selezionare le voci ‘Export’ → ‘Export Free Node’ (vedi figura 4.10);

Figura 4.10 – Esportare il contenuto di un nodo 2. specificare le proprietà del nodo o dei nodi da esportare (descrizione, annotazioni, collegamenti, etc.; vedi figura 4.11).

Figura 4.11 – Opzioni per l’esportazione di un nodo 71

Il nodo è esportato come pagina web in cui sono elencati: - il nome dei documenti che contengono i brani codificati e le relative cartelle di archiviazione in NVivo (‘File & Location’); - il numero dei brani selezionati per ciascun documento (‘References’); - la quantità di testo codificato (‘Coverage’). Cliccando sulla voce ‘view details’ è possibile leggere il testo del brano codificato (vedi figura 4.12).

Figura 4.12 – Visualizzazione di un nodo esportato Si può eseguire la stessa procedura per esportare anche i ‘Tree Nodes’, i ‘Cases’ e le ‘Relationships’.

4.2 L’analisi mediante i ‘Tree Nodes’ I ‘Tree Nodes’ sono nodi articolati secondo una struttura organizzata in categorie e sotto-categorie e prevedono la definizione di un nodo ‘Parent’, ovvero un nodo principale (un concetto ad alto livello di astrazione), e di nodi ‘Children’, ovvero nodi secondari (concetti a basso livello di astrazione). Per la creazione dei ‘nodi ad albero’ si fa riferimento ai ‘Free Nodes’, con l’obiettivo di riorganizzare i concetti già elaborati rispetto al proprio oggetto di studio. 72

Di seguito sono descritte le procedure per: - creare un nodo ‘Parent’; - creare un nodo ‘Children’. Creare un nodo ‘Parent’: 1. nel riquadro di navigazione selezionare la cartella ‘Tree Nodes’. Nella relativa area di lavoro cliccare con il tasto destro del mouse e selezionare la voce ‘New Tree Node’ (vedi figura 4.13);

Figura 4.13 – Creazione di un nodo ‘Parent’

Figura 4.14 – Visualizzazione di un elenco di nodi ‘Parent’ 73

2. nella finestra che appare, assegnare un nome al nodo (nell’esempio ‘Le dimensioni interpretative’) e riportare una breve descrizione del suo significato (vedi figura 4.13). I nodi creati sono elencati nell’area di lavoro della cartella ‘Tree Nodes’ (vedi figura 4.14). Creare un nodo ‘Children’: 1. nel riquadro di navigazione selezionare la cartella ‘Free Nodes’ e nella relativa area di lavoro selezionare il nodo o i nodi che si vogliono associare al nodo ‘Parent’ (nell’esempio i ‘Free nodes’ sulle rappresentazioni). Successivamente cliccare con il tasto destro del mouse e selezionare la voce ‘Create As Node’ (vedi figura 4.15);

Figura 4.15 – Selezione dei nodi da associare al nodo ‘Children’

Figura 4.16 – Selezione di un nodo ‘Parent’ 74

2. selezionare la cartella ‘Tree Nodes’, quindi la voce del nodo ‘Parent’ già predisposto (nell’esempio ‘Le dimensioni interpretative’) e premere ‘OK’ (vedi figura 4.16); 3. nella finestra che appare, assegnare un nome al nodo (nell’esempio ‘Le rappresentazioni’) e riportare una breve descrizione del suo contenuto. In corrispondenza della voce ‘Hierarchical name’ è visualizzato il nodo ‘Parent’ (nell’esempio ‘Le dimensioni interpretative’) e il nodo ‘Children’ creato (vedi figura 4.17). È possibile inserire ulteriori nodi ‘Children’. Nella figura 4.18 è riportata la struttura di un ‘Tree Node’.

Figura 4.17 – Descrizione di un nodo ‘Children’

Figura 4.18 – Visualizzazione di un ‘Tree Node’ 75

4.3 La definizione dei ‘Cases’ I ‘Cases’ sono dei nodi che fanno capo ai casi di analisi, ovvero agli elementi oggetto di interesse della ricerca (persone, collettivi, enti, istituzioni, luoghi, eventi, etc.) e rispetto ai quali sono raccolte le informazioni. Ai casi possono essere associati degli attributi o caratteristiche che ne definiscono gli aspetti rilevanti per il lavoro di ricerca (ad esempio, il sesso, l’età, lo stato civile o altre caratteristiche di interesse). Nel programma sono predisposte due specifiche cartelle: ‘Cases’, per l’archiviazione dei casi e ‘Attribute’, per la definizione degli attributi. Di seguito sono descritte le procedure per: - creare i casi; - definire gli attributi; - comporre la matrice dei casi; - esportare/importare una matrice dei casi. Creare i casi: 1. nel riquadro di navigazione selezionare la cartella che contiene i materiali da creare come casi (nell’esempio la cartella ‘Interviste’). Nella relativa area di lavoro selezionare i documenti che interessano (nell’esempio il documento-intervista ‘Anfosso’) e cliccare sulle voci ‘Create As’ → ‘Create Cases’ (vedi figura 4.19);

Figura 4.19 – Creazione di un caso 76

2. nell’area di lavoro selezionare la cartella ‘Cases’ e premere la voce ‘OK’ (vedi figura 4.20). Per visualizzare i casi creati selezionare, nel riquadro di navigazione, la cartella ‘Cases’ (vedi figura 4.21).

Figura 4.20 – Cartella di archivio di un caso

Figura 4.21 – Icona di un caso È possibile creare un ‘caso’ anche durante la procedura di importazione dei documenti attivando il comando ‘Code sources at new cases located under’ nella finestra ‘Import Internals’ (vedi figura 4.22).

Figura 4.22 – Opzioni per la creazione di un caso 77

Definire gli attributi: 1. nel riquadro di navigazione selezionare la voce ‘Classifications’ e, successivamente, la cartella ‘Attributes’. Nella relativa area di lavoro cliccare con il tasto destro del mouse e selezionare la voce ‘New Attribute’ (vedi figura 4.23);

Figura 4.23 – Definizione di un attributo 2. nella finestra che appare, nel quadrante della scheda ‘General’: • inserire il nome dell’attributo (‘Name’) e riportare una descrizione del suo significato (‘Description’); • specificare il tipo di attributo (‘String’, per gli attributi di tipo nominale come il sesso; ‘Number’ per gli attributi di tipo numerico come l’età; ‘Data’ per definire le date di calendario) (vedi figura 4.24);

Figura 4.24 – Descrizione di un attributo 78

3. nella scheda ‘Values’ indicare le modalità degli attributi cliccando, di volta in volta, la voce ‘Add’, quindi premere ‘OK’ (vedi figura 4.25).

Figura 4.25 – Definizione dei valori di un attributo Gli attributi predisposti sono elencati nell’area di lavoro della cartella ‘Attributes’ (vedi figura 4.26).

Figura 4.26 – Visualizzazione di un elenco di attributi

79

Costruire la matrice dei casi: i casi e gli attributi possono essere visualizzati in forma tabellare in una matrice o ‘Casebook’ a cui si accede attraverso l'opzione ‘Casebook’ → ‘Open Casebook’ dal menù ‘Tools’ (vedi figura 4.27).

Figura 4.27 – Accesso ad una matrice dei casi Nel ‘casebook’ le righe corrispondono ai singoli casi, le colonne corrispondono agli attributi, le celle contengono le modalità associate a ciascun caso in corrispondenza di ogni attributo (vedi figura 4.28).

Figura 4.28 – Visualizzazione di una matrice dei casi

80

Per inserire le modalità nelle celle attivare il menù a discesa e selezionare la voce che interessa (vedi figura 4.29).

Figura 4.29 – Inserimento dei valori in una matrice dei casi È possibile visualizzare solo i casi che corrispondono a specifiche caratteristiche attraverso i filtri predisposti nella colonna di ciascun attributo. Per attivare un filtro cliccare sull’icona dell’attributo di interesse (un simbolo a forma di imbuto ) e, nella finestra successiva, specificare i criteri di selezione (nell’esempio i casi con un titolo di studio corrispondente alla laurea; vedi figure 4.30 e 4.31). Per una migliore visualizzazione del ‘casebook’ cliccare l’opzione ‘Docked’ dalla voce ‘Windows’ nella barra del menù principale (vedi figura 4.32).

Figura 4.30 – Inserimento di un filtro

81

Figura 4.31 – Attivazione di un filtro in una matrice dei casi

Figura 4.32 – Attivazione dell’opzione ‘Docked’ Esportare una matrice dei casi: per esportare una matrice dei casi selezionare le opzioni ‘Casebook’ → ‘Export Casebook’ dalla voce ‘Tools’ nel menù delle funzioni (vedi figura 4.33). Nella finestra successiva specificare il percorso di archiviazione (‘Browse’) e le modalità di esportazione della matrice (ad esempio il formato di visualizzazione di una data o di un valore da assegnare ai casi mancanti; vedi figura 4.34). Il ‘casebook’ sarà salvato in formato testo.

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Figura 4.33 – Esportare una matrice dei casi

Figura 4.34 – Opzioni per l’esportazione di una matrice dei casi Importare una matrice dei casi: è possibile importare le informazioni di un ‘casebook’ da qualsiasi programma di archiviazione di dati (un foglio di calcolo tipo excel, pacchetti statistici) o anche da una tabella sviluppata in Word. Per attivare la procedura di importazione in NVivo: 1. tradurre in formato testo (.txt) la matrice o la tabella da importare; 83

Figura 4.35 – Importare una matrice dei casi

Figura 4.36 – Opzioni per l’importazione di una matrice dei casi

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2. selezionare le opzioni ‘Casebook’ → ‘Import Casebook’ dalla voce ‘Tools’ nel menù delle funzioni (vedi figura 4.35); 3. nella finestra ‘Import Casebook’ specificare: • il percorso del file da importare (‘Browse’); • l'impostazione di codifica del file (‘File encoding’) − per default NVivo importa file di testo codificati con il sistema di scrittura 'Unicode', ma è possibile importare anche formati che utilizzano set di caratteri diversi; • indicare le modalità di importazione e, quindi, se sostituire i valori esistenti (‘Replace existing attribute values’) o se creare attributi diversi (‘Create unmatched attributes’) o casi diversi (‘Create unmatched cases’; vedi figura 4.36).

4.4 L’organizzazione dei ‘Sets’ I ‘Sets’ consentono di raggruppare i materiali di ricerca secondo criteri di classificazione che il ricercatore intende istituire in base alle caratteristiche dei materiali presi a riferimento. I ‘Sets’ possono essere utilizzati per raggruppare: - i casi che presentano caratteristiche comuni, ad esempio gruppi di intervistati con le stesse caratteristiche socio-biografiche (il sesso, l’età, il titolo di studio, etc.); - i nodi distinti secondo nuclei tematici, ad esempio tutte le categorie che rinviano al concetto di famiglia, di lavoro, di formazione, etc.; - i materiali di ricerca distinti sulla base del loro contenuto, ad esempio tutti i documenti che riprendono il dibattito sul mercato del lavoro, sui giovani e il lavoro, sulla formazione, etc. Creare i ‘Sets’: 1. nel riquadro di navigazione selezionare la cartella che contiene i materiali che si vogliono raggruppare (nell’esempio la cartella ‘Interviste’). Nell’area di visualizzazione della cartella selezionare i documenti da raggruppare, cliccare con il tasto destro del mouse e selezionare le voci ‘Create As’ → ‘Create As Set’ (vedi figura 4.37); 2. nella finestra che appare assegnare un nome al ‘set’ (nell’esempio ‘Visitatori Bricherasio’) e riportare una breve descrizione del suo contenuto (vedi figura 4.38). 85

Figura 4.37 – Selezione dei documenti da associare a un ‘Set’

Figura 4.38 – Descrizione di un ‘Set’ I ‘sets’ creati sono archiviati nella cartella ‘Sets’ come alias dei documenti originali a cui si può accedere cliccando sulla voce ‘Open Document’ (vedi figura 4.39). 86

Si possono inserire nuovi elementi ai ‘set’ attraverso la voce ‘Add To Set’ a cui si accede attivando il menù a tendina in corrispondenza di ciascun documento da aggiungere (nell’esempio il documento-intervista ‘Benedetto’ aggiunto al ‘Set’ ‘Visitatori Bricherasio’; vedi figura 4.40).

Figura 4.39 – Visualizzazione di un documento inserito in un ‘Set’

Figura 4.40 – Aggiungere elementi a un ‘Set’

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4.5 L’individuazione delle ‘Relationships’ Le ‘Relationships’ definiscono un nesso tra due elementi messi in campo nel lavoro di analisi: tra i materiali di lavoro (documenti, memo, etc.), i nodi (‘Free Nodes’, ‘Tree Nodes’, ‘Cases’) o i raggruppamenti (‘Sets’). Le ‘Relationship’ sono utili per registrare, ad esempio: - una relazione tra due casi, per rilevare la presenza di legami di parentela, amicizia o conoscenza; - una relazione tra due nodi, per rilevare rapporti di causa-effetto o di interdipendenza tra categorie concettuali. Nel programma sono predisposte due specifiche cartelle: ‘Relationship Type’, per la definizione dei tipi di relazione, e ‘Relationships’, per l’individuazione degli elementi della relazione. Definire i tipi di relazione: 1. nel riquadro di navigazione selezionare la voce ‘Classifications’ e, successivamente, la cartella ‘Relationship Type’. Nella relativa area di lavoro cliccare con il tasto destro del mouse e selezionare la voce ‘New Relationship Type’ (vedi figura 4.41);

Figura 4.41 – Definizione di una ‘Relationship Type’

88

2. nella finestra che appare, assegnare un nome al tipo di relazione e riportare una breve descrizione del suo significato. Specificare, quindi, le caratteristiche della relazione: se si tratta di un generica associazione tra due elementi; se la relazione è ‘unidirezionale’; se la relazione è ‘bidirezionale’. Nell’esempio è riportata la predisposizione di una relazione ‘unidirezionale’ denominata ‘effetti su’, utile per definire situazioni in cui un processo, un evento, una persona, influenzano altri elementi presi a riferimento nel progetto (vedi figura 4.42).

Figura 4.42 – Descrizione di una ‘Relationship Type’ I tipi di relazione sono elencati nell’area di lavoro della cartella ‘Relationship Types’ (vedi figura 4.43).

Figura 4.43 – Visualizzazione di un elenco di ‘Relationship Types’

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Creare una relazione: 1. nel riquadro di navigazione selezionare la voce ‘Nodes’ e, successivamente, la cartella ‘Relationships’. Nell’area di lavoro della cartella cliccare con il tasto destro del mouse e selezionare la voce ‘New Relationship’ (vedi figura 4.44);

Figura 4.44 – Creazione di una ‘Relationship’ 2. cliccare il bottone ‘Select’ in corrispondenza della voce ‘From’ e successivamente sulla voce ‘To’, per selezionare gli elementi tra di loro collegati (nell’esempio i nodi ‘Le aspettative di visita’ e ‘Le rappresentazioni’; vedi figure 4.45 e 4.46);

Figura 4.45 – Opzioni per la creazione di una ‘Relationship’ - ‘From’ 90

Figura 4.46 – Opzioni per la creazione di una ‘Relationship’ - ‘To’ 3. nel riquadro ‘Type’, cliccare sul bottone ‘Select’ in corrispondenza della voce ‘Name’ e specificare il tipo di legame che definisce il nesso tra i documenti selezionati (vedi figura 4.47).

Figura 4.47 – Opzioni per la creazione di una ‘Relationship’ - ‘Type’

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Le relazioni sono elencate nell’area di lavoro della cartella ‘Relationships’ (vedi figura 4.48).

Figura 4.48 – Elenco delle ‘Relationships’

4.6 Cosa leggere per saperne di più Per un approfondimento sull’uso degli strumenti di attivazione delle procedure si rinvia ai testi già citati nel capitolo due. Nel merito delle procedure di codifica e trattamento dei materiali di ricerca qualitativa si può fare riferimento a: Dey I., 1993, Data Analysis. A User Friendly Guide for Social Scientists, London, Routledge, capp. 8 e 9. Lewins A., Silver C., 2007, Using Software for Qualitative Data Analysis. A step-by-step Guide, London Sage, capp. 5 e 6. Richards L., 2009, Handling Qualitative Data: A Practical Guide, London, Sage, capp. 5 e 6. Richards L., Morse J., 2009, Fare ricerca qualitativa, Milano, FrancoAngeli, cap. 6. Richards L., Richards T., 1995, Using Hierarchical Categories in Qualitative Data Analysis, in Kelle U., Prein G. e Bird K., Computer-aided Qualitative Data Analysis. Theory, Methods, and Practice, London, Sage, pp. 80-95. Silverman, D., 2009, Interpreting Qualitative Data: Methods for Analyzing Talk, Text and Interaction, London, Sage, cap. 7. 92

5. L’esplorazione dei materiali mediante le Queries

La cartella Queries è predisposta per archiviare gli esiti delle procedure di esplorazione dei dati finalizzate all’analisi delle interrelazioni degli elementi messi in campo nel progetto: su quali aspetti, ad esempio, si accomunano i resoconti delle interviste, quali dati, nodi o relazioni assumono rilevanza. Oppure, si può avere l’esigenza di recuperare il contenuto di un documento, accertare la ricorrenza di determinati argomenti codificati o la combinazione di specifici termini. Nel programma NVivo sono predisposte due cartelle: ‘Queries’, per l’attivazione delle procedure di esplorazione dei dati, ‘Matrices’, per l’archiviazione dei risultati generati nel processo di esplorazione.

5.1 La definizione dei criteri di selezione La specificazione dei criteri di selezione necessari per esplorare i materiali di ricerca è resa possibile dall’attivazione di diversi operatori di ricerca. Nello specifico: • operatori booleani (o logici) che consentono la ricerca degli elementi da esplorare secondo criteri di inclusione o esclusione: - OR (O), per la ricerca di elementi in cui è presente uno solo o entrambi i codici o termini selezionati; - AND (E), per la ricerca di elementi in cui sono presenti entrambi i termini selezionati; - NOT (NO), per escludere dalla ricerca gli elementi selezionati;

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operatori semantici che consentono di esplorare le relazioni, ad esempio, tra i termini concettuali messi in campo nella procedura di codifica; • operatori di prossimità che consentono la ricerca delle relazioni di tipo spaziale o strutturale fra le porzioni di testo. Ad esempio, è possibile verificare se un particolare tema narrativo, in una porzione di testo, precede o segue un altro tema narrativo, oppure se, tra le relazioni individuate, sussiste l’inclusione, l’esclusione o la sovrapposizione. In funzione degli obiettivi dell’analisi è possibile creare diversi tipi di ‘queries’: - ‘Text Search’, per cercare termini o frasi in tutti i materiali predisposti in NVivo; - ‘Coding’, per esplorare gli esiti del lavoro di codifica; - ‘Matrix Coding’, per esplorare le possibili relazioni tra i nodi creati; - ‘Word Frequency’, per individuare la frequenza delle parole più ricorrenti; - ‘Compound’, per verificare l’eventuale combinazione tra termini o porzioni di testo e gli esiti della codifica; - ‘Coding Comparison’, per confrontare gli esiti della codifica.



5.2 ‘Text Search Query’ La ‘Text Search Query’ è utilizzata per cercare una parola o frasi intere nei documenti sottoposti ad analisi, al fine di esaminare, ad esempio, la diversità dei significati che hanno rispetto ai differenti documenti di riferimento. Creare una ‘Text Search Query’: 1. nel riquadro di navigazione selezionare la cartella di riferimento (nell’esempio ‘Text Search Queries’). Nella relativa area di lavoro cliccare con il tasto destro del mouse e selezionare le voci ‘New Query’ → ‘Text Search’ (vedi figura 5.1);

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Figura 5.1 – Creazione di una ‘Text Search Query’

Figura 5.2 – Creazione di una ‘Text Search Query’ – ‘Text Search Criteria’ 2. nella finestra che appare, nel riquadro della scheda ‘Text Search Criteria’: • in corrispondenza della casella ‘Search for’, inserire le parole o le porzioni di testo che si vogliono cercare. Per affinare la ricerca è possibile inserire caratteri speciali o gli operatori booleani attraverso 95

la voce ‘Special’ (nell’esempio i termini ‘cultura AND interesse’; vedi figura 5.2); • in corrispondenza della voce ‘Search in’, indicare il tipo di contenuto in cui cercare le parole o le frasi selezionate (se nel testo e/o nelle annotazioni); • specificare in quale cartella e/o documento attivare la ricerca (‘Of’) e in riferimento a quali utilizzatori (‘Where’). Nell’esempio i documenti nella cartella ‘Interviste’ e tutti gli utilizzatori del progetto; • selezionare la voce ‘Stemmead Search’ per includere nella ricerca parole che hanno la stessa radice di quella selezionata (vedi figura 5.2);

Figura 5.3 – Creazione di una ‘Text Search Query’ – ‘Query Options’ 3. nel riquadro della scheda ‘Query Options’: • in corrispondenza della voce ‘Option’, specificare come utilizzare i risultati della ‘query’. È possibile scegliere le opzioni: ‘Preview Only’ per visualizzare i risultati solo in anteprima;

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‘Create Results as New Node’ o ‘Merge Results into Existing Node’ per tradurre i risultati in un nuovo nodo o associarli ad uno già esistente; ‘Create Results as New Set’ o ‘Add Results to Existing Set’ per tradurre i risultati in un nuovo ‘set’ o aggiungerli ad uno già esistente; ‘Create Results as a Node Hierarchy’ per tradurre I risultati in un nodo a struttura gerarchica; • in corrispondenza della voce ‘Location’, indicare in quale cartella salvare i risultati; • assegnare un nome e descrivere il contenuto dei risultati salvati come nuovi nodi o nuovi set (‘Name’ e ‘Description’); • in corrispondenza della voce ‘Spread Coding’, è possibile specificare i criteri per visualizzare le porzioni dei brani codificati che contengono le parole o le frasi indicate per la ricerca. A seconda delle opzioni selezionate è visualizzato un definito intervallo di contenuti (ad esempio in un documento di testo il brano che contiene le cinque parole che precedono e seguono il termine ricercato – ‘Narrow Context’ –, in un file audio un segmento di traccia della durata di venti secondi che precede e segue il termine ricercato – ‘Broad Context’ –; vedi figura 5.3); 4. spuntare la voce ‘Add To Project’ per archiviare la ‘query’ all’interno del progetto. Nella finestra che appare specificare il titolo e una breve descrizione del suo contenuto (vedi figura 5.4). Per eseguire la ‘query’ cliccare il bottone ‘Run’.

Figura 5.4 – Opzioni per l’archiviazione di una ‘Text Search Query’ 97

L’icona della ‘Text Search Query’ compare nell’area di lavoro della relativa cartella (nell’esempio ‘Text Search Queries’). Nell’editor è possibile visualizzare i risultati della ‘query’ e dei documenti selezionati (rispettivamente nelle finestre ‘Reference’ e‘Summary’ a cui si può accedere attraverso le voci posizionate sulla destra dell’editor; vedi figure 5.5 e 5.6).

Figura 5.5 – Visualizzazione di una ‘Text Search Query’ - ‘Reference’

Figura 5.6 – Visualizzazione di una ‘Text Search Query’ - ‘Summary’ Se archiviati come ‘nodo’ o come ‘set’, i risultati della query sono registrati anche nella cartella di archiviazione indicata nella finestra ‘Query Op98

tions’ (nell’esempio riportato nelle figure precedenti la cartella ‘Free Nodes’). In questo caso è possibile esportare il contenuto della query attraverso la voce ‘Export’ a cui si accede cliccando il tasto destro del mouse in corrispondenza dell’icona di archiviazione. I contenuti sono visualizzati come pagina web (vedi figure 5.7 e 5.8).

Figura 5.7 – Esportare i contenuti di una ‘Text Search Query’

Figura 5.8 – Visualizzazione di una ‘Text Search Query’ esportata 99

5.3 ‘Word Frequency Query’ La ‘Word Frequency Query’ consente di esplorare la frequenza dei termini o delle porzioni di testo più ricorrenti contenuti nei materiali di ricerca presi a riferimento. Una tale funzione potrebbe essere utile, ad esempio, per analizzare il linguaggio utilizzato nei resoconti di intervista. Creare una ‘Word Frequency Query’: 1. nel riquadro di navigazione selezionare la cartella di riferimento (nell’esempio ‘Word Frequency Queries’). Nella relativa area di lavoro cliccare con il tasto destro del mouse e selezionare le voci ‘New Query’ →‘Word Frequency’ (vedi figura 5.9);

Figura 5.9 – Creazione di una ‘Word Frequency Query’ 2. nella finestra che appare: • in corrispondenza della voce ‘Search in’ indicare il tipo di materiale in cui attivare la ricerca (se nel testo e/o nelle annotazioni); • specificare la cartella e/o i documenti da includere nella ricerca (‘Of’) e il riferimento a quali utilizzatori (‘Where’). Nell’esempio i documenti nella cartella ‘Interviste’ e tutti gli utilizzatori del progetto; • nel riquadro ‘Display Words’ indicare se visualizzare tutte le parole o il numero delle parole che presentano una frequenza più alta (nell’esempio solo le prime 100 parole che presentano una maggiore ricorrenza); 100

• in corrispondenza della voce ‘With minimum lenght’ è possibile indicare la lunghezza minima delle parole da visualizzare (nell’esempio le parole composte da almeno cinque caratteri); • spuntare la voce ‘Add To Project’ per archiviare la ‘query’ all’interno del progetto (vedi figura 5.10). Per eseguire la ‘query’ cliccare il bottone ‘Run’.

Figura 5.10 – Opzioni per la creazione di una ‘Word Frequency Query’ L’icona della ‘Word Frequency Query’ compare nell’area di lavoro della relativa cartella (nell’esempio ‘Word Frequency Queries’). Nell’editor è riportata la frequenza dei termini selezionati, è indicato sia il numero di volte che un termine appare nei documenti presi a riferimento sia la ricorrenza con cui i termini si presentano in rapporto al totale delle parole. La voce ‘Tag Cloud’ (sulla parte destra dell’editor) permette di visualizzare le prime 100 parole più ricorrenti con caratteri di dimensioni diverse a seconda della frequenza con cui si presentano nei documenti (vedi figure 5.11 e 5.12).

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Figura 5.11 – Visualizzazione di una ‘Word Frequency Query’ - ‘Summary’

Figura 5.12 – Visualizzazione di una ‘Word Frequency Query’ - ‘Tag Cloud’

5.4 ‘Coding Query’ La ‘Coding Query’ consente di esplorare gli esiti del lavoro di codifica per capire, ad esempio, quali tematiche emergono, per esaminare eventuali sovrapposizioni con altri concetti o per individuare possibili combinazioni tra concetti e specifici attributi. 102

Creare una ‘Coding Query’: 1. nel riquadro di navigazione selezionare la cartella di riferimento (nell’esempio ‘Coding Queries’). Nella relativa area di lavoro cliccare con il tasto destro del mouse e selezionare le voci ‘New Query’ → ‘Coding’ (vedi figura 5.13);

Figura 5.13 – Creazione di una ‘Coding Query’

Figura 5.14 – Opzioni per la creazione di una ‘Coding Query’ - ‘Simple’ 103

2. nella finestra che appare ‘Coding Criteria’, nel riquadro ‘Simple’: • selezionare la voce ‘Node’ e, attraverso il bottone ‘Select’, specificare il nodo (nell’esempio ‘Opinioni_offerta museale’); • selezionare la voce ‘Any case where’ per specificare quali casi inserire nella query (nell’esempio i visitatori del museo ‘Gam’); • indicare in quale cartella e/o documento attivare la query (‘In’) e in riferimento a quale utilizzatori (‘Where’). Nell’esempio tutte le cartelle/documenti e tutti gli utilizzatori del progetto (vedi figura 5.14); 3. nel riquadro ‘Advanced’ si può affinare la ricerca introducendo la combinazione di altri criteri. Nell’esempio, in corrispondenza della voce ‘Coded at’, sono stati selezionati i casi (‘Any Case Where’) che hanno un’età compresa tra i 20 e i 29 anni (vedi figura 5.15);

Figura 5.15 – Opzioni per la creazione di una ‘Coding Query’ - ‘Advanced’ 4. nella finestra ‘Query Options’ specificare le modalità di visualizzazione della query; 5. spuntare la voce ‘Add To Project’ per archiviare la ‘query’ all’interno del progetto. Per eseguire la ‘query’ cliccare il bottone ‘Run’. L’icona della ‘Coding Query’ compare nell’area di lavoro della relativa cartella (nell’esempio ‘Coding Queries’). Nell’editor sono riportati i risultati 104

della ‘query’ e dei documenti selezionati (rispettivamente nelle finestre ‘Reference’ e‘Summary’ a cui si può accedere attraverso le voci posizionate sulla destra dell’editor; vedi figure 5.16 e 5.17).

Figura 5.16 – Visualizzazione di una ‘Coding Query’ - ‘Reference’

Figura 5.17 – Visualizzazione di una ‘Coding Query’ - ‘Summary’ Se archiviati come ‘nodo’ o come ‘set’, i risultati della query sono registrati anche nella cartella di archiviazione indicata nella finestra ‘Query Options’. In questo caso è possibile esportare il contenuto della query attraverso la voce ‘Export’.

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5.5 ‘Matrix Coding Query’ La ‘Matrix Coding Query’ consente di esplorare le relazioni tra i nodi ed esaminare le possibili combinazioni. A differenza degli altri tipi di ‘queries’ è organizzata sotto forma tabellare: le righe e le colonne possono contenere i nodi (liberi o a struttura gerarchizzata) o i casi, distinti secondo gli attributi, nelle celle sono riportate le combinazioni dei nodi selezionati. Pertanto, nelle celle della matrice si crea un ulteriore nodo. Nella generalità dei casi una ‘matrix coding query’ risponde all’interrogativo volto ad esplorare gli esiti della codifica e della categorizzazione. Creare una ‘Matrix Coding Query’: 1. nel riquadro di navigazione selezionare la cartella di riferimento (nell’esempio ‘Matrix Coding Queries’). Nella relativa area di lavoro cliccare con il tasto destro del mouse e selezionare le voci ‘New Query’ → ‘Matrix Coding’ (vedi figura 5.18);

Figura 5.18 – Creazione di una ‘Matrix Coding Query’ 2. nella finestra che appare ‘Matrix Coding Criteria’, nel riquadro ‘Rows’: • in corrispondenza della voce ‘Define More Rows’, cliccare sul bottone ‘Select’ e specificare gli elementi che si vogliono inserire nella ‘query’ (nell’esempio i raggruppamenti archiviati nella cartella ‘Sets’);

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• cliccare sul bottone ‘Add to List’ per aggiungere i nodi selezionati nelle righe della query; • indicare in quale cartella e/o documento attivare la query (‘In’) e in riferimento a quali utilizzatori (‘Where’). Nell’esempio tutte le cartelle/documenti e tutti gli utilizzatori del progetto (vedi figura 5.19);

Figura 5.19 – Opzioni per una ‘Matrix Coding Query’ - ‘Rows’ 3 nel riquadro ‘Columns’: • in corrispondenza della voce ‘Define More Columns’, cliccare sul bottone ‘Select’ e specificare gli elementi che si vogliono inserire nella ‘query’ (nell’esempio i ‘Tree nodes’ relativi alle rappresentazioni prodotte dai visitatori); • cliccare sul bottone ‘Add to List’ per aggiungere i nodi selezionati nelle colonne della query; • indicare in quale cartella e/o documento attivare la query (‘In’) e in riferimento a quali utilizzatori (‘Where’). Nell’esempio tutte le cartelle/documenti e tutti gli utilizzatori del progetto (vedi figura 5.20). Nel riquadro ‘Matrix’ si può affinare la ricerca introducendo la combinazione di altri criteri. 107

Figura 5.20 – Opzioni per una ‘Matrix Coding Query’ - ‘Columns’ 4. Nella finestra ‘Query Options’ specificare le modalità di visualizzazione della ‘query’; 5. spuntare la voce ‘Add To Project’ per archiviare la ‘query’ all’interno del progetto. Per eseguire la ‘query’ cliccare il bottone ‘Run’. L’icona della ‘Matrix Coding Query’ compare nell’area di lavoro della relativa cartella (nell’esempio ‘Matrix Coding Queries’). Nell’editor sono riportati i risultati della ‘query’ rappresentati in forma tabellare. In ciascuna cella è indicato il numero dei brani di testo che corrispondono alla ricerca impostata. Selezionando la voce ‘Open Cell’, a cui si accede cliccando con il tasto destro del mouse, è possibile visualizzare i segmenti di testo e il riferimento ai documenti selezionati per la composizione della ‘query’ (vedi figure 5.21 e 5.22).

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Figura 5.21 – Visualizzazione di una ‘Matrix Coding Query’

Figura 5.22 – Visualizzazione del contenuto di una ‘Matrix Coding Query’ Se archiviati come ‘nodo’ o come ‘set’, i risultati della query sono registrati anche nella cartella di archiviazione indicata nella finestra ‘Query Options’. In questo caso è possibile esportare il contenuto della query attraverso la voce ‘Export’.

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5.6 ‘Compound Query’ La ‘Compound Query’ consente di esplorare le combinazioni tra i termini o porzioni di testo e gli esiti della codifica. Si tratta di un particolare tipo di query che combina le funzioni incorporate nella ‘Text Search Query’ e nella ‘Coding Query’. Può essere utilizzata per: - esplorare l’uso di termini o porzioni di testo codificati in nodi che rappresentano categorie o concetti; - ripensare e affinare una categoria sulla base dei significati che emergono dai termini o dalle porzioni di testo codificate; - esplorare le prossimità tra termini o porzioni di testo per individuare specifiche sequenze comunicative. Creare una ‘Compound Query’: 1. nel riquadro di navigazione selezionare la cartella di riferimento (nell’esempio ‘Compound Queries’). Nella relativa area di lavoro cliccare con il tasto destro del mouse e selezionare le voci ‘New Query’ → ‘Compound’ (vedi figura 5.23);

Figura 5.23 – Creazione di una ‘Compound Query’ 2. nella finestra che appare, nel riquadro della scheda ‘Compound Criteria’:

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• selezionare il tipo di ‘query’ in corrispondenza delle voci ‘Subquery 1’ e ‘Subquery 2’ e specificarne i criteri di composizione attraverso i bottoni ‘Criteria’, come indicato nella figura 5.25; • cliccare il bottone ‘Options’ per indicare il tipo di relazione tra i contenuti delle ‘queries’; • indicare in quale cartella e/o documento attivare la query (‘In’) e in riferimento a quali utilizzatori (‘Where’). Nell’esempio tutte le cartelle/documenti e tutti gli utilizzatori del progetto (vedi figura 5.24);

Figura 5.24 – Opzioni per la ‘Compound Query’ - ‘Compound Criteria’

Figura 5.25 – Opzioni per la creazione delle ‘Subquery’ 3. nella finestra ‘Query Options’ specificare le modalità di visualizzazione della ‘query’; 111

4. spuntare la voce ‘Add To Project’ per archiviare la ‘query’ all’interno del progetto. Per eseguire la ‘query’ cliccare il bottone ‘Run’. L’icona della ‘Compound Query’ compare nell’area di lavoro della relativa cartella (nell’esempio ‘Compound Queries’). Nell’editor sono riportati i risultati della ‘query’ e dei documenti selezionati ai fini della ricerca (rispettivamente nelle finestre ‘Reference’ e ‘Summary’ a cui si può accedere attraverso le voci posizionate sulla destra dell’editor; vedi figure 5.26 e 5.27).

Figura 5.26 – Visualizzazione di una ‘Compound Query’ - ‘Reference’

Figura 5.27 – Visualizzazione di una ‘Compound Query’ - ‘Summary’ 112

Se archiviati come ‘nodo’ o come ‘set’, i risultati della query sono registrati anche nella cartella di archiviazione indicata nella finestra ‘Query Options’. In questo caso è possibile esportare il contenuto della query attraverso la voce ‘Export’.

5.7 ‘Coding Comparison Query’ La ‘Coding Comparison Query’ è utilizzata per mettere a confronto il lavoro di codifica svolto da due utilizzatori dello stesso progetto, al fine di verificare il comune accordo sulle modalità di codifica. Per questa procedura si fa riferimento a due coefficienti: - il coefficiente Kappa di Cohen, che permette di confrontare la concordanza degli esiti delle codifiche; - la percentuale di concordanza, che stima la corrispondenza dei contenuti della codifica. Creare una ‘Coding Comparison Query’: 1. nel riquadro di navigazione selezionare la cartella di riferimento (nell’esempio ‘Coding Comparison Query’). Nella relativa area di lavoro cliccare con il tasto destro del mouse e selezionare le voci ‘New Query’ →‘Coding Comparison’ (vedi figura 5.28);

Figura 5.28 – Creazione di una ‘Coding Comparison Query’

113

2. nella finestra successiva: • in corrispondenza delle voci ‘User Group A’ e ‘User Group B’ inserire gli utilizzatori del progetto; • specificare i nodi (‘At’) e i documenti o le cartelle (‘Scope’) in cui attivare la ‘query’; • spuntare le voci ‘Display Kappa Coefficient’ e ‘Display percentage agreement’ per visualizzare gli esiti del confronto (vedi figura 5.29); 3. spuntare la voce ‘Add To Project’ per archiviare la ‘query’ all’interno del progetto. Per eseguire la ‘query’ cliccare il bottone ‘Run’.

Figura 5.29 – Opzioni per la creazione di una ‘Coding Comparison Query’ L’icona della ‘Coding Comparison Query’ compare nell’area di lavoro della relativa cartella (nell’esempio ‘Coding Comparison Query’). Nell’editor sono riportati gli esiti del confronto. In particolare sono indicati: - i riferimenti ai nodi codificati (‘Node’, ‘Source’, Source Folder’); - il numero dei caratteri codificati (‘Source Size’); - il valore del coefficiente Kappa (uguale a 1 in caso di corrispondenza della codifica, minore o uguale a 0 in caso di non corrispondenza);

114

-

la percentuale di testo codificato da entrambi gli utilizzatori (‘Agreement’ e ‘Disagreement’; vedi figura 5.30).

Figura 5.30 – Visualizzazione di una ‘Coding Comparison Query’

5.8 Cosa leggere per saperne di più Per un approfondimento sull’uso degli strumenti volti all’esplorazione dei materiali mediante le ‘queries’ si rinvia ai capitoli dei seguenti volumi: Bazley P., 2007, Qualitative Data Analysis with NVivo, London, Sage, cap. 8. Gibbs G.R., 2002, Qualitative Data Analysis. Explorations with NVivo, Buckingham, Philadelphia, Open University Press, cap. 9. Richards L., 1999, Using NVivo in Qualitative Research, London, Sage, cap. 10. Richards L., 2009, Handling Qualitative Data: A Practical Guide, London, Sage, cap. 8.

115

6. La rappresentazione del percorso di analisi

Il programma NVivo permette di ricostruire tutti i possibili interventi in relazione alle diverse fasi o ai diversi materiali impiegati nel lavoro di analisi, mediante diagrammi o rappresentazioni grafiche. Una tale funzione potrebbe essere utile, ad esempio, per rappresentare il framework di analisi (le diverse tappe del lavoro, gli obiettivi, le ipotesi, lo sviluppo del piano operativo, etc.) o gli esiti delle procedure di codifica. Per attivare le procedure appena richiamate, nel programma sono predisposti tre strumenti: i ‘Models’, i grafici e i ‘Reports’.

6.1 La creazione dei ‘Models’ I ‘Models’ consentono di rappresentare i resoconti del lavoro di ricerca mediante diagrammi o grafi, ovvero schemi costituiti da punti o segmenti adeguati per raffigurare i collegamenti tra gli elementi di un insieme. Sono un utile ausilio per descrivere in forma grafica le scelte praticate in fase di elaborazione e di analisi dei dati. Di seguito sono descritte le procedure per: - creare un ‘model’; - aggiungere collegamenti ai materiali di ricerca; - creare un ‘model group’.

116

Creare un ‘model’: 1. nel riquadro di navigazione selezionare la voce ‘Models’. Nella relativa area di lavoro cliccare con il tasto destro del mouse e selezionare la voce ‘New Model’ (vedi figura 6.1); 2. nella finestra successiva, assegnare un nome al ‘model’ (nell’esempio ‘Il profilo dei visitatori secondo le esperienze di visita’) e riportare una breve descrizione del suo contenuto (vedi figura 6.1). L’icona del ‘model’ compare nell’area di lavoro della cartella ‘Models’ (vedi figura 6.2).

Figura 6.1 – Creazione di un ‘Model’

Figura 6.2 – Visualizzazione dell’icona e dell’editor di un ‘Model’ 117

Per una migliore visualizzazione del ‘model’ è opportuno sganciare l’editor attraverso la voce ‘Docked’ a cui si accede dal menù ‘Window’. 3. Nell’editor del ‘model’, cliccare con il tasto destro del mouse e selezionare la voce ‘Add Projet Items’ (vedi figura 6.3). Nelle finestre successive, specificare gli elementi del progetto da inserire nel diagramma (nell’esempio il ‘Tree node’ ‘Le esperienze di visita’) e i collegamenti da visualizzare (nell’esempio i nodi ‘Children’ e ‘Parents’; vedi figure 6.4 e 6.5).

Figura 6.3 – Composizione di un ‘Model’

Figura 6.4 – Selezione degli elementi di un ‘Model’ 118

Figura 6.5 – Selezione dei collegamenti Il diagramma è raffigurato nell’area di lavoro del ‘Model’ (vedi figura 6.6). È possibile modificare le caratteristiche del diagramma (colore, spessore delle linee, carattere del testo, etc.) attraverso la voce ‘Format’, dalla barra del menù delle funzioni.

Nodo ‘Parent’

Nodi ‘Children’

Figura 6.6 – Visualizzazione di un ‘Model’ Aggiungere collegamenti ai materiali di ricerca: nel ‘model’ è possibile aggiungere ulteriori collegamenti ai materiali di ricerca (documenti, ‘memo’, relazioni, ‘nodi’, etc.) selezionando, dal menù a tendina, la voce ‘Add Associated Data’ e spuntando il tipo di collegamento che si vuole aggiungere (nell’esempio i documenti associati al ‘nodo’ ‘le valutazioni’; vedi figure 6.7 e 6.8).

119

Figura 6.7 – Aggiungere collegamenti a un ‘Model’

Figura 6.8 – Selezione dei materiali da associare Nell’area di lavoro del ‘model’ sono visualizzati i nuovi collegamenti (vedi figura 6.9). È possibile accedere al contenuto dei documenti collegati selezionando, dal menù a tendina, la voce ‘Open Project Item’ (vedi figura 6.10).

120

Figura 6.9 – Visualizzazione dei collegamenti associati a un ‘Model’

Figura 6.10 – Visualizzazione del contenuto di un ‘Model’ Creare un ‘model group’: per una più funzionale gestione dei ‘models’, NVivo offre la possibilità di raggruppare gli elementi collegati tra loro (ad esempio i documenti associati a un nodo, gli attributi relativi a un caso, i ‘nodi’ riferiti ad un concetto, etc.) attraverso un ‘model group’. Per creare un raggruppamento: - selezionare gli elementi di interesse (nell’esempio i nodi ‘children’ correlati al nodo ‘parent’ ‘le valutazioni’); 121

-

-

nel pannello ‘Custom Groups’, posizionato nella parte destra dell’area di lavoro, cliccare con il tasto destro del mouse e selezionare la voce ‘New Group’; assegnare un nome al ‘model group’ e riportare una breve descrizione del suo contenuto (vedi figure 6.11 e 6.12).

Figura 6.11 – Creazione di un ‘Model Group’

Figura 6.12 – Descrizione di un ‘Model Group’ I raggruppamenti si possono visualizzare o nascondere spuntando di volta in volta la casella di attivazione nel pannello ‘Custom Groups’ (vedi figure 6.13 e 6.14).

122

Figura 6.13 – Visualizzazione di un ‘Model Group’ - esempio 1

Figura 6.14 – Visualizzazione di un ‘Model Group’ - esempio 2

6.2 L’inserimento dei grafici Le rappresentazioni grafiche sono degli utili ausili perché permettono di leggere con più immediatezza i risultati dell’analisi dei dati. Possono essere impiegate per raffigurare: 123

- gli esiti della codifica (quali sono i nodi più utilizzati, la quantità di testo codificata, quali materiali sono codificati in un nodo, etc.); - i casi distinti secondo specifici attributi (ad esempio la quota di intervistati distinti per sesso, per età, per titolo di studio, etc.); - i risultati di una query. Creare un grafico: 1. nella barra del menù delle funzioni selezionare le voci ‘Tools’ → ‘Charts’ (vedi figura 6.15); 2. nelle finestre successive: • specificare il grafico che si vuole creare (nell’esempio la rappresentazione dei casi secondo specifici attributi) e cliccare la voce ‘Next’; • nel riquadro ‘Chart Items’ selezionare il tipo di dati da inserire nel grafico (nell’esempio i dati relativi alla ‘Condizione lavorativa’); • specificare i valori da visualizzare sugli assi (‘X-axis’ e ‘Y-axis’) (nell’esempio i valori relativi alla ‘Condizione lavorativa’); • selezionare il tipo di grafico, se a barre orizzontali (‘Columns’), a barre verticali (‘Bar’) oppure a torta (‘Pie’), e la modalità di visualizzazione (nell’esempio in formato tridimensionale). Cliccare, quindi, il bottone ‘Finish’ (vedi figure 6.16 e 6.17).

Figura 6.15 – Creazione di un grafico

124

Figura 6.16 – Opzioni di scelta del grafico

Figura 6.17 – Opzioni per la creazione di un grafico

125

Il grafico compare nell’editor di NVivo (vedi figura 6.18). Per una migliore visualizzazione è opportuno sganciare l’editor attraverso la voce ‘Docked’ a cui si accede dal menù ‘Window’.

Figura 6.18 – Visualizzazione di un grafico Nell’esempio riportato nella figura 6.19, sono rappresentate le quote percentuali dei casi che presentano le caratteristiche relative alla ‘Condizione lavorativa’. Cliccando con il tasto destro del mouse su ciascuna porzione di grafico, NVivo offre l’opportunità di: - aprire il documento associato (un documento di testo, un caso o un nodo); - esportare il grafico come immagine; - aprire la finestra dell’editing. È possibile intervenire sulle caratteristiche del grafico mediante le funzioni predisposte nei riquadri ‘General’, ‘Axes’ e ‘3D’, posizionati nella parte destra della finestra. Nella figura 6.20 è riportato un ulteriore esempio di grafico che rappresenta l’esito della procedura di codifica relativa ad uno specifico nodo. Sull’asse verticale sono riportati i documenti associati al nodo e, per ciascun documento, è indicata la quantità di testo codificata.

126

Figura 6.19 – Opzioni di visualizzazione di un grafico - esempio 1

Figura 6.20 – Opzioni di visualizzazione di un grafico - esempio 2 127

6.3 La creazione dei ‘Reports’ I ‘Reports’ sono dei resoconti dettagliati di tutti i materiali collezionati nel programma e delle procedure attivate durante il processo di analisi (i documenti prodotti, i materiali empirici consultati, le categorie concettuali create, le relazioni definite in fase di esplorazione del materiale di ricerca, etc.). È possibile produrre diversi tipi di ‘Reports’ che si distinguono in relazione al dettaglio delle informazioni in essi contenuti: - ‘Project Summary’, riporta un elenco di tutte le cartelle e sottocartelle prodotte nel processo di lavoro, con l’indicazione della loro denominazione, data di creazione e di modifica; - ‘Source Summary’, riproduce un elenco del materiale archiviato nelle cartelle ‘Sources’, con l’indicazione della denominazione, della data di creazione e di modifica delle fonti archiviate e con la specifica del numero delle parole, dei paragrafi e del tipo di nodi creati; - ‘Node Summary’, descrive i nodi creati nelle cartelle ‘Nodes’, con l’indicazione della denominazione, della data di creazione e di modifica e con la specifica del numero delle parole, dei paragrafi, dei riferimenti, delle fonti e dei casi codificati; - ‘Relationship Summary’, descrive le relazioni definite durante il trattamento del materiale di ricerca, con l’indicazione del tipo di documento messo in relazione e la direzione della relazione; - ‘Attribute Summary’, riporta l’elenco degli attributi con l’indicazione dei valori e dei relativi totali e con la specifica dei casi associati; - ‘Coding Summary’, descrive lo sviluppo della procedura di codifica, con la visualizzazione delle parole chiave, del tipo di nodo e del segmento di testo codificato, oltre all’indicazione del numero dei caratteri e dei riferimenti ai documenti codificati. Creare un ‘Project Summary’: 1. nella barra del menù delle funzioni selezionare le voci ‘Tools’ → ‘Reports’ e, successivamente, cliccare la voce ‘Project Summary’ (vedi figura 6.21); 128

Figura 6.21 – Creazione di un ‘Project Summary Report’ 2. nella finestra successiva: • in corrispondenza della voce ‘Folders’, indicare le cartelle da includere nel report (‘All Folders’ per includere tutte le cartelle create nel progetto, ‘Selected Folders’ per selezionare specifiche cartelle; vedi figura 6.22);

Figura 6.22 – Opzioni per la creazione di un ‘Project Summary Report’ 129

• spuntare la voce ‘Include folder description’ per inserire la descrizione del contenuto delle cartelle; • scegliere la modalità di visualizzazione delle cartelle (‘Folder name format’ e ‘Order folders by’); • spuntare la voce ‘Include project items’ per inserire i dettagli del contenuto delle cartelle. Nel riquadro ‘Project Items’ specificare il tipo di informazioni da visualizzare (la descrizione del contenuto - ‘Description’ -, la data di creazione e di modifica - ‘Created’ e ‘Modified’-); • scegliere la modalità di visualizzazione del contenuto delle cartelle (‘Item name format’ e ‘Order items by’; vedi figura 6.22). La figura 6.23 mostra un estratto di un ‘Project Summary Report’ in cui sono riportate, nella prima parte, le informazioni relative al progetto (titolo, data di creazione, descrizione del suo contenuto, etc.); nella seconda parte, l’elenco di tutte le cartelle create e dei documenti archiviati al loro interno.

Figura 6.23 – Estratto di un ‘Project Summary Report’ È possibile stampare il report attraverso il comando ‘Print Report’, oppure, esportarlo in formato testo o come un documento word, excel o PDF attraverso il comando ‘Export Report’. Le stesse funzioni possono essere applicate per gli altri tipi di reports. 130

Creare un ‘Source Summary’: 1. nella barra del menù delle funzioni selezionare le voci ‘Tools’ → ‘Reports’ e, successivamente, cliccare la voce ‘Source Summary’ (vedi figura 6.24);

Figura 6.24 – Creazione di un ‘Source Summary Report’ 2. nella finestra successiva: • in corrispondenza della voce ‘Sources’, indicare le cartelle e/o i documenti da includere nel report (‘All Sources’ per includere tutte le cartelle e/o i documenti creati nel progetto, ‘Selected Sources’ per selezionare specifici documenti); • spuntare la voce ‘Include source description’ per inserire la descrizione del contenuto delle fonti; • scegliere la modalità di visualizzazione delle fonti (‘Name format’ e ‘Order by’; vedi figura 6.25).

Figura 6.25 – Opzioni per la creazione di un ‘Source Summary Report’ 131

La figura 6.26 mostra un estratto di un ‘Source Summary Report’. Per ciascun documento archiviato, nel riquadro ‘Properties’ è possibile visualizzare le informazioni sulla data di creazione e di modifica, nonché l’indicazione delle relative dimensioni, mentre, in corrispondenza della voce ‘Statistics’, sono riportati gli esiti delle procedure di codifica, ad esempio il numero dei brani codificati, e le caratteristiche del testo, ad esempio il numero delle parole.

Figura 6.26 – Estratto di un ‘Source Summary Report’ Creare un ‘Node Summary’: 1. nella barra del menù delle funzioni selezionare le voci ‘Tools’ → ‘Reports’ e, successivamente, cliccare la voce ‘Node Summary’ (vedi figura 6.27); 2. nella finestra successiva: • in corrispondenza della voce ‘Nodes’, indicare i nodi da includere nel report (‘All Nodes’ per includere tutti i nodi creati nel progetto, ‘Selected Nodes’ per selezionare specifici nodi); • spuntare le voci ‘Include node description’ e ‘Include Coding Details’ per inserire la descrizione del contenuto dei nodi e i dettagli della codifica;

132

• scegliere la modalità di visualizzazione dei nodi (‘Name format’ e ‘Order by’; vedi figura 6.28).

Figura 6.27 – Creazione di un ‘Node Summary Report’

Figura 6.28 – Opzioni per la creazione di un ‘Node Summary Report’ La figura 6.29 mostra un estratto di un ‘Node Summary Report’. Per ciascun nodo compare il nome e la cartella di archiviazione, le relative proprietà (ad esempio la data di creazione e di modifica) e, in forma tabellare, gli esiti della codifica (ad esempio il riferimento al numero di documenti e dei brani codificati, rispettivamente ‘Sources’ e ‘References’).

133

Figura 6.29 – Estratto di un ‘Node Summary Report’ Creare un ‘Relationship Summary’: 1. nella barra del menù delle funzioni selezionare le voci ‘Tools’ → ‘Reports’ e, successivamente, cliccare la voce ‘Relationship Summary’ (vedi figura 6.30);

Figura 6.30 – Creazione di un ‘Relationship Summary Report’ 134

2. nella finestra successiva: • in corrispondenza della voce ‘Relationships’, indicare le relazioni da includere nel report (‘All Relationships’ per includere tutte le relazioni creati nel progetto, ‘Selected Relationships’ per selezionare specifiche relazioni); • spuntare le voci ‘Include relationship type descriptions’ e ‘Include coding details’ per inserire la descrizione del contenuto dei tipi di relazioni e i dettagli della codifica; • scegliere la modalità di visualizzazione delle relazioni (‘Order Relationship by’; vedi figura 6.31).

Figura 6.31– Opzioni per la creazione di un ‘Relationship Summary Report’

Figura 6.32 – Estratto di un ‘Relationship Summary Report’ 135

La figura 6.32 mostra un estratto di un ‘Relationship Summary Report’ in cui sono riportate le informazioni relative al tipo di relazione e alle componenti delle relazioni. Creare un ‘Attribute Summary’: 1. nella barra del menù delle funzioni selezionare le voci ‘Tools’ → ‘Reports’ e, successivamente, cliccare la voce ‘Attribute Summary’ (vedi figura 6.33);

Figura 6.33 – Creazione di un ‘Attribute Summary Report’ 2. nella finestra successiva: • in corrispondenza della voce ‘Attributes’, indicare gli attributi da includere nel report (‘All Attributes’ per includere tutti gli attributi predisposti nel progetto, ‘Selected Attributes’ per selezionare specifici attributi); • nel riquadro ‘Include Descriptions’, spuntare le voci ‘Attribute’ e ‘Attribute value’ per inserire la descrizione degli attributi e dei relativi valori; • spuntare la voce ‘Include list of cases’ per inserire l’insieme dei casi creati e scegliere le relative modalità di visualizzazione (‘Cases’, ‘Name format’; vedi figura 6.34).

136

Figura 6.34 – Opzioni per la creazione di un ‘Attribute Summary Report’ La figura 6.35 mostra un estratto di un ‘Attribute Summary Report’ in cui sono riportate le informazioni relative agli attributi (ad esempio la descrizione e i corrispondenti valori) e i casi ad essi associati.

Figura 6.35 – Estratto di un ‘Attribute Summary Report’

137

Creare un ‘Coding Summary’: 1. nella barra del menù delle funzioni selezionare le voci ‘Tools’ → ‘Reports’ e, successivamente, cliccare la voce ‘Coding Summary’ (vedi figura 6.36);

Figura 6.36 – Creazione di un ‘Coding Summary Report’ 2. nella finestra successiva: • in corrispondenza della voce ‘Attributes’, indicare gli attributi da includere nel report (‘All Attributes’ per includere tutti gli attributi predisposti nel progetto, ‘Selected Attributes’ per selezionare specifici attributi; vedi figura 6.37);

Figura 6.37 – Opzioni per la creazione di un ‘Coding Summary Report’ 138

• nel riquadro ‘Include Descriptions’, spuntare le voci ‘Attribute’ e ‘Attribute value’ per inserire la descrizione degli attributi e dei relativi valori; • spuntare la voce ‘Include list of cases’ per inserire l’insieme dei casi creati e scegliere le relative modalità di visualizzazione (‘Cases’, ‘Name format’; vedi figura 6.37). La figura 6.38 mostra un estratto di un ‘Coding Summary Report’. In corrispondenza di ciascun documento è riportato il riferimento alle caratteristiche del nodo (il nome e il tipo di nodo), il numero di brani codificati (‘References’), la quantità di testo codificata in rapporto all’intero documento (‘Coverage’) e l’intervallo del contenuto della codifica (‘Character range’), nonché il segmento di testo.

Figura 6.38 – Estratto di un ‘Coding Summary Report’

6.4 Cosa leggere per saperne di più Per un approfondimento sull’uso degli strumenti volti alla rappresentazione del percorso di analisi mediante i ‘models’ e la definizione dei ‘reports’ si rinvia ai capitoli dei seguenti volumi: 139

Dey I., 1993, Data Analysis. A User Friendly Guide for Social Scientists, London, Routledge, cap.13. Gibbs G.R., 2002, Qualitative Data Analysis. Explorations with NVivo, Buckingham, Philadelphia, Open University Press, cap. 9. Miles M.B., Huberman A.M., 1994, Qualitative Data Analysis. A Sourcebook of New Methods, Thousand Oaks, Sage, cap.10. Lewins A., Silver C., 2007, Using Software for Qualitative Data Analysis. A step-by-step Guide, London Sage, cap. 10. Richards L., 1999, Using NVivo in Qualitative Research. London, Sage, cap. 9. Richards L., 2009, Handling Qualitative Data: A Practical Guide, London, Sage, cap. 10.

Per consultare esempi di ricerche che hanno utilizzato il programma NVivo si rinvia al link della QSR: http://www.qsrinternational.com/solutions_case-studies.aspx? nel quale sono presentate in molto particolareggiato ricerche condotte su diversi temi (turismo, salute, formazione, etc.) con l’indicazione degli obiettivi, delle tecniche e delle procedure attivate.

140

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4-11-2010

14:55

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LA CASSETTA DEGLI ATTREZZI STRUMENTI PER LE SCIENZE UMANE

Lucia Coppola, dottore di ricerca, è assegnista presso il Dipartimento di Sociologia e Scienza della Politica dell’Università di Salerno dove svolge attività di laboratorio per l’analisi dei dati. Tra i saggi pubblicati Le trasformazioni del mercato del lavoro (2004), La transizione alla vita adulta. Un’indagine tra i giovani della provincia di Salerno (2007), Modelli di vita familiare. Un’indagine nella provincia di Salerno (2010), NVivo: una risorsa metodologica. Procedure per l’analisi dei dati qualitativi (con M. Pacifico, 2010).

119.5 - L. Coppola - NVIVO: UN PROGRAMMA PER L’ANALISI QUALITATIVA

Il volume offre una guida all’uso di NVivo (Non-numerical Unstructured Data*Indexing, Searching and Theorizing Vivo), un programma finalizzato all’analisi qualitativa computer assistita. NVivo presenta un insieme di procedure utili a descrivere, analizzare e interpretare i molteplici materiali e dati che si producono in un percorso di ricerca qualitativa. In tal senso, si configura come un adeguato ausilio per gestire e archiviare i materiali raccolti; per selezionare segmenti di testo; per organizzare le diverse annotazioni che si producono durante un processo di ricerca; per individuare i possibili collegamenti tra i contenuti dei diversi materiali messi in campo; per mettere a punto gli schemi concettuali e le ipotesi interpretative; per produrre i resoconti dell’analisi dei dati qualitativi mediante diagrammi e per stilare il rapporto della ricerca. NVivo è pensato per coadiuvare il ricercatore dall’inizio alla fine di un processo di ricerca qualitativa e si adegua alle molteplici strategie di analisi (studio dei casi, biografie, grounded-theory, etnografia, analisi narrativa, del discorso, delle storie di vita, osservazione partecipante, etc.). Nell’insieme il volume illustra nel dettaglio le procedure per: - documentare l’intero sviluppo di un processo di ricerca; - gestire una metodica di lavoro, a garanzia dell’accuratezza e del rigore di un percorso di analisi; - rendere accessibile il materiale di ricerca, a garanzia dell’ispezionabilità della base empirica e delle procedure attivate. Il testo è corredato inoltre da numerosi esempi che facilitano la comprensione delle funzioni presenti nel programma.

Lucia Coppola

NVIVO: UN PROGRAMMA PER L’ANALISI QUALITATIVA

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