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NORMA ITALIANA
Impianti a gas per uso domestico e similari alimentati da rete di distribuzione
Progettazione e installazione
UNI 7129-1
Parte 1: Impianto interno OTTOBRE 2008 Gas plants for domestic and similar uses supplied by network
Design and installation Part 1: Internal plant La norma fissa i criteri per la progettazione, l’installazione e il collaudo degli impianti domestici e similari per l’utilizzazione dei gas combustibili appartenenti alla 1a, 2a e 3a famiglia ed alimentati da rete di distribuzione di cui alla UNI 9165 e UNI 10682.
TESTO ITALIANO
La presente norma, unitamente alla UNI 7129-2:2008, alla UNI 7129-3:2008 e alla UNI 7129-4:2008, sostituisce la UNI 7129:2001.
ICS
UNI Ente Nazionale Italiano di Unificazione Via Sannio, 2 20137 Milano, Italia
91.140.40
© UNI Riproduzione vietata. Tutti i diritti sono riservati. Nessuna parte del presente documento può essere riprodotta o diffusa con un mezzo qualsiasi, fotocopie, microfilm o altro, senza il consenso scritto dell’UNI. www.uni.com UNI 7129-1:2008
Pagina I
PREMESSA Rispetto alla UNI 7129:2001, la presente famiglia di norme introduce le seguenti varianti: - suddivisione della norma in quattro parti per macro-argomenti; - aggiornamento dei riferimenti normativi; - adeguamento prescrizioni per aggiornamenti tecnologici intervenuti; - nuove e/o diverse prescrizioni installative; - considerazione di prescrizioni legislative comunitarie, nazionali; - considerazione di prescrizioni regolamentari. La presente norma è stata elaborata sotto la competenza dell’ente federato all’UNI CIG - Comitato Italiano Gas La Commissione Centrale Tecnica dell’UNI ha dato la sua approvazione il 7 ottobre 2008. La presente norma è stata ratificata dal Presidente dell’UNI ed è entrata a far parte del corpo normativo nazionale il 30 ottobre 2008.
Le norme UNI sono elaborate cercando di tenere conto dei punti di vista di tutte le parti interessate e di conciliare ogni aspetto conflittuale, per rappresentare il reale stato dell’arte della materia ed il necessario grado di consenso. Chiunque ritenesse, a seguito dell’applicazione di questa norma, di poter fornire suggerimenti per un suo miglioramento o per un suo adeguamento ad uno stato dell’arte in evoluzione è pregato di inviare i propri contributi all’UNI, Ente Nazionale Italiano di Unificazione, che li terrà in considerazione per l’eventuale revisione della norma stessa. Le norme UNI sono revisionate, quando necessario, con la pubblicazione di nuove edizioni o di aggiornamenti. È importante pertanto che gli utilizzatori delle stesse si accertino di essere in possesso dell’ultima edizione e degli eventuali aggiornamenti. Si invitano inoltre gli utilizzatori a verificare l’esistenza di norme UNI corrispondenti alle norme EN o ISO ove citate nei riferimenti normativi. UNI 7129-1:2008
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Pagina II
INDICE 1
SCOPO E CAMPO DI APPLICAZIONE
1
2
RIFERIMENTI NORMATIVI
1
3 3.1 3.2 3.3 3.4 3.5
TERMINI E DEFINIZIONI 3 Definizioni relative al combustibile ed alle grandezze fisiche ........................................... 3 Definizioni relative all’impianto di utilizzazione gas ................................................................ 4 Definizioni relative ai componenti e pezzi speciali .................................................................. 5 Definizioni relative ai sistemi di giunzione ................................................................................... 6 Definizioni relative al settore edile ................................................................................................... 6
4 4.1
IMPIANTO INTERNO 7 Punto d’inizio ............................................................................................................................................... 7 figura
1a
Schema gruppo di misura e collegamento all’impianto gas allacciato ad una rete di distribuzione .................................................................................................................................................. 8
figura
1b
Schema di collegamento di un impianto domestico o similare ed una linea di alimentazione gas asservita ad una tipologia di utenza diversa funzionante alla medesima pressione di esercizio ............................................................................................................ 9
figura
1c
Schema di collegamento di un impianto domestico o similare ed una linea di alimentazione gas asservita ad una tipologia di utenza diversa funzionante con pressione di esercizio maggiore ............................................................................................................................................................. 10
4.2 4.3 prospetto
1
prospetto
2
prospetto
3
figura
2
figura
3
figura
4
4.4
4.5 prospetto
4
figura
5a
figura
5b
figura
6
figura
7a
Esempio di posa interrata per tubazioni metalliche e di polietilene protette in apposito alloggiamento .............................................................................................................................................. 23
figura
7b
Esempio di posa interrata per tubazioni metalliche protette in apposito alloggiamento .... 24
figura
8
Zone da utilizzare per la posa sottotraccia delle tubazioni a gas .............................................. 26
figura
9
figura
10
figura
11
figura
12
Tubazione gas inserita guaina .............................................................................................................. 27 Criteri di posa nelle parti comuni degli edifici multifamiliari ............................................. 28 Esempi di canaletta ................................................................................................................................. 30 Posa interrata di più tubazioni ............................................................................................................... 31 Alloggiamento multiplo di tubazioni gas ............................................................................................. 33
4.6
5 5.1 5.2
Dimensionamento impianto gas .................................................................................................... 10 Materiali ....................................................................................................................................................... 11 Tubi di acciaio - Diametri e spessori ................................................................................................... 11 Tubi di rame - Diametri e spessori ....................................................................................................... 12 Tubi di polietilene - Diametri e spessori ............................................................................................. 13 Criteri generali di posa in opera delle tubazioni gas costituenti l’impianto interno ........................................................................................................................................................... 13 Attraversamento di muri perimetrali esterni in mattoni pieni ...................................................... 15 Attraversamento di una parete perimetrale esterna con intercapedine d’aria ...................... 16 Attraversamento di solai ......................................................................................................................... 17 Criteri di posa negli edifici unifamiliari ........................................................................................ 19 Distanze massime consigliate per lo staffaggio dei tubi di rame ............................................... 19 ......................................................................................................................................................................... 20 .......................................................................................................................................................................... 21 Profondità di interramento ...................................................................................................................... 22
COLLAUDO DELL’IMPIANTO INTERNO 33 Prova di tenuta dell’impianto............................................................................................................ 33 Prova di tenuta nei casi di rifacimenti parziali o di interventi di manutenzione straordinaria ...............................................................................................................................................................................34
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Pagina III
6
COLLEGAMENTO DELLE APPARECCHIATURE ALLA TUBAZIONE COSTITUENTE LA PARTE FISSA DELL’IMPIANTO INTERNO
7 7.1 7.2 7.3
34
CONTROLLO PERIODICO DELL'IMPIANTO INTERNO 34 Pulizia della tubazione ........................................................................................................................ 34 Manovrabilità dei rubinetti dell'impianto interno ................................................................... 35 Stato di conservazione del tubo flessibile ............................................................................... 35
APPENDICE (normativa) A.1 A.2
A
prospetto A.1
A.3 figura
A.1
prospetto A.2 prospetto A.3 prospetto A.4 prospetto A.5 prospetto A.6 prospetto A.7
CALCOLO DEI DIAMETRI DEI TUBI DI UN IMPIANTO INTERNO
36
Principi generali ................................................................................................................................................................... 36 Procedimento per il dimensionamento della tubazione che costituisce l’impianto interno ed utilizzo dei prospetti .................................................................................................... 36 Lunghezze equivalenti dei pezzi speciali ........................................................................................... 37 Esempio di calcolo ............................................................................................................................................................ 37 Esempio di impianto domestico ............................................................................................................ 38 Tratto AC ...................................................................................................................................................... 38 Tratto CF ....................................................................................................................................................... 38 Tratto FM ................................................................................................................................................... 39 Tratto CD ...................................................................................................................................................... 39 Tratto FG ...................................................................................................................................................... 39 Tratto FI ......................................................................................................................................................... 40
prospetto A.8a
Portate in volume (m3/h a 15 °C) per gas naturale, densità relativa 0,6 calcolate per tubazioni di acciaio con perdita di carico di 1,0 mbar (formula di Renouard) ......................... 40
prospetto A.8b
Portate termiche (kW) per gas naturale, densità relativa 0,6 calcolate per tubazioni di acciaio con perdita di carico di 1,0 mbar (formula di Renouard) ............................................... 41
prospetto A.9a
Portate in volume (m3/h a 15 °C) per miscele di GPL, densità relativa 1,69 calcolate per tubazioni di acciaio con perdita di carico di 2,0 mbar (formula di Renouard) ................. 41
prospetto A.9b
Portate termiche (kW) per miscele di GPL, densità relativa 1,69 calcolate per tubazioni di acciaio con perdita di carico di 2,0 mbar (formula di Renouard) ........................................... 42
prospetto A.10a
Portate in volume (m3/h a 15 °C) per gas naturale, densità relativa 0,6 calcolate per tubazioni di rame con perdita di carico di 1,0 mbar (formula di Renouard) ........................... 42
prospetto A.10b
Portate termiche (kW) per gas naturale, densità relativa 0,6 calcolate per tubazioni di rame con perdita di carico di 1,0 mbar (formula di Renouard) ................................................... 43
prospetto A.11a
Portate in volume (m3/h a 15 °C) per miscele di GPL, densità relativa 1,69 calcolate per tubazioni di rame con perdita di carico di 2,0 mbar (formula di Renouard) .................... 43
prospetto A.11b
Portate termiche (kW) per miscele di GPL, densità relativa 1,69 calcolate per tubazioni di rame con perdita di carico di 2,0 mbar (formula di Renouard)................................................ 44
prospetto A.12a
Portate in volume (m3/h a 15 °C) per gas naturale densità relativa 0,6 calcolate per tubazioni di polietilene con perdita di carico di 1,0 mbar (formula di Renouard)................... 44
prospetto A.12b
Portate termiche (kW) per gas naturale, densità relativa 0,6 calcolate per tubazioni di polietilene con perdita di carico di 1,0 mbar (formula di Renouard) ..................................... 45
prospetto A.13a
Portate in volume (m3/h a 15 °C) per miscele di GPL densità relativa 1,69 calcolate per tubazioni di polietilene con perdita di carico di 2,0 mbar (formula di Renouard) .......... 45
prospetto A.13b
Portate termiche (kW) per miscele di GPL, densità relativa 1,69 calcolate per tubazioni di polietilene con perdita di carico di 2,0 mbar (formula di Renouard) .................................... 46
APPENDICE (informativa)
B
DILATAZIONI TERMICHE PER TUBI DI ACCIAIO E DI RAME
47
prospetto B.1
Dilatazione lineare dei tubi di acciaio in relazione alla variazione della temperatura superficiale ................................................................................................................................................... 47
prospetto B.2
Dilatazione lineare dei tubi di rame in relazione alla variazione della temperatura superficiale ................................................................................................................................................... 47
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APPENDICE (informativa)
C
ALCUNI ESEMPI DI INTERRAMENTO E DI ATTRAVERSAMENTO DELLA PARETE ESTERNA 48
figura
C.1a
Interramento - Percorso del tubo di PE con arrivo perpendicolare sulla parete perimetrale esterna in pozzetto ............................................................................................................. 48
figura
C.1b
Interramento - Percorso del tubo di PE con arrivo perpendicolare sulla parete perimetrale esterna senza pozzetto .................................................................................................... 49
figura
C.2
Interramento - Percorso del tubo metallico rivestito e protetto da guaina con arrivo perpendicolare sulla parete perimetrale esterna ............................................................................. 50
figura
C.3
Interramento - Percorso del tubo metallico rivestito e protetto da guaina con arrivo perpendicolare sulla parete perimetrale esterna ed entrata diretta nei locali interrati (soluzione non consentita per gas di densità maggiore a 0,8) ................................................... 51
figura
C.4a
Interramento - Esempio di percorso tubo PE o metallico sotto marciapiede parallelo alla parete perimetrale esterna ............................................................................................................ 52
figura
C.4b
Interramento - Esempio di percorso di un tubo in PE o metallico in terreno scoperto parallelo alla parete perimetrale esterna ......................................................................................... 53
figura
C.5
Interramento - Percorso tubo metallico all’interno di un tunnel in presenza di altri servizi ............................................................................................................................................................ 54
figura
C.6
Attraversamento - Attraversamento della parete esterna con posa della tubazione sulla caldana del balcone ed entrata diretta nel locale di installazione dell’apparecchio di utilizzazione ............................................................................................................................................. 55
figura
C.7
Attraversamento - Attraversamento della parete esterna con entrata diretta e posa della tubazione con rivestimento sulla caldana nel locale di installazione dell’apparecchio di utilizzazione ........................................................................................................... 56
figura
C.8
Attraversamento - Tubazione interrata con rivestimento protettivo ed attraversamento della parete esterna con entrata diretta e posa con guaina sulla caldana nel locale di installazione dell’apparecchio di utilizzazione .................................................................................. 57
BIBLIOGRAFIA
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SCOPO E CAMPO DI APPLICAZIONE La presente norma fissa i criteri per la progettazione, l'installazione e il collaudo degli impianti domestici e similari per l'utilizzazione dei gas combustibili appartenenti alla 1a, 2a e 3a famiglia ed alimentati da rete di distribuzione di cui alla UNI 9165 e UNI 10682. La presente norma si applica alla costruzione ed ai rifacimenti di impianti o parte di essi, comprendenti il complesso delle tubazioni e degli accessori che distribuiscono il gas a valle del gruppo di misura o punto d’inizio, agli apparecchi utilizzatori di singola portata termica nominale massima non maggiore di 35 kW. La presente norma si applica per pressioni comprese tra un massimo ed un minimo in relazione al campo utile di funzionamento degli apparecchi. La pressione massima di tale campo non può essere comunque maggiore di 40 mbar per gas con densità relativa d d 0,8 e di 70 mbar per gas con densità relativa d > 0,8.
2
Nota 1
Per l’installazione degli apparecchi di utilizzazione, ventilazione e aerazione dei locali di installazione vedere UNI 7129-2.
Nota 2
Per i sistemi di evacuazione dei prodotti della combustione vedere UNI 7129-3.
Nota 3
Per la messa in servizio degli impianti vedere UNI 7129-4.
RIFERIMENTI NORMATIVI La presente norma rimanda, mediante riferimenti datati e non, a disposizioni contenute in altre pubblicazioni. Tali riferimenti normativi sono citati nei punti appropriati del testo e sono di seguito elencati. Per quanto riguarda i riferimenti datati, successive modifiche o revisioni apportate a dette pubblicazioni valgono unicamente se introdotte nella presente norma come aggiornamento o revisione. Per i riferimenti non datati vale l’ultima edizione della pubblicazione alla quale si fa riferimento (compresi gli aggiornamenti). UNI 7129-2
Impianti a gas per uso domestico e similari alimentati da rete di distribuzione - Progettazione e installazione - Parte 2: Installazione degli apparecchi di utilizzazione, ventilazione e aerazione dei locali di installazione
UNI 7129-3
Impianti a gas per uso domestico e similari alimentati da rete di distribuzione - Progettazione e installazione - Parte 3: Sistemi di evacuazione dei prodotti della combustione
UNI 7129-4
Impianti a gas per uso domestico e similari alimentati da rete di distribuzione - Progettazione e installazione - Parte 4: Messa in servizio degli impianti/apparecchi
UNI 7140 + A1
Apparecchi a gas per uso domestico - Tubi flessibili non metallici per allacciamento
UNI 9036
Gruppi di misura con contatori a pareti deformabili - Prescrizioni di installazione
UNI 9099
Tubi di acciaio impiegati per tubazioni interrate o sommerse Rivestimento esterno di polietilene applicato per estrusione
UNI 9165
Reti di distribuzione del gas - Condotte con pressione massima di esercizio minore o uguale a 5 bar - Progettazione, costruzione, collaudo, conduzione, manutenzione e risanamento
UNI 9736
Giunzioni miste metallo-polietilene per condotte di gas combustibili, acqua e fluidi in pressione e/o metallo-polipropilene per condotte di acqua e fluidi in pressione - Tipi, requisiti e prove
UNI 10191
Prodotti tubolari di acciaio impiegati per tubazioni interrate o sommerse - Rivestimento esterno di polietilene applicato per fusione
UNI 10284
Giunti isolanti monoblocco - 10 d DN d 80 - PN 10
UNI 10285
Giunti isolanti monoblocco - 80 d DN d 600 - PN 16
UNI 7129-1:2008
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UNI 10520
Saldatura di materie plastiche - Saldatura ad elementi termici per contatto - Saldatura di giunti testa a testa di tubi e/o raccordi in polietilene per il trasporto di gas combustibili, di acqua e di altri fluidi in pressione
UNI 10521
Saldature di materie plastiche - Saldatura per elettrofusione Saldatura di tubi e/o raccordi in polietilene per il trasporto di gas combustibili, di acqua e di altri fluidi in pressione
UNI 10582
Prodotti di gomma - Guarnizioni di tenuta di gomma vulcanizzata per tubi flessibili di allacciamento di apparecchi a gas per uso domestico - Requisiti
UNI 10682
Piccole centrali di GPL per reti di distribuzione - Progettazione, costruzione, installazione, collaudo ed esercizio
UNI 10823
Rame e leghe di rame - Tubi di rame rivestiti per applicazione gas in zone di interramento - Rivestimento esterno di materiali plastici applicato per estrusione
UNI 11137-1
Impianti a gas per uso domestico e similari - Linee guida per la verifica e per il ripristino della tenuta di impianti interni in esercizio - Parte 1: Prescrizioni generali e requisiti per i gas della Ia e IIa famiglia
UNI/TS 11147
Impianti a gas per uso domestico - Impianti di adduzione gas per usi domestici alimentati da rete di distribuzione, da bombole e serbatoi fissi di GPL, realizzati con sistemi di giunzioni a raccordi a pressare - Progettazione, installazione e manutenzione
UNI EN 161
Valvole automatiche di sezionamento per bruciatori a gas e apparecchi utilizzatori a gas
UNI EN 331
Rubinetti a sfera ed a maschio conico con fondo chiuso, a comando manuale, per impianti a gas negli edifici
UNI EN 751-1
Materiali di tenuta per giunzioni metalliche filettate a contatto con gas della 1a, 2a e 3a famiglia e con acqua calda - Parte 1: Composti di tenuta anarobici
UNI EN 751-2
Materiali di tenuta per giunzioni metalliche filettate a contatto con gas della 1a, 2a e 3a famiglia e con acqua calda - Parte 2: Composti di tenuta non indurenti
UNI EN 751-3
Materiali di tenuta per giunzioni metalliche filettate a contatto con gas della 1a, 2a e 3a famiglia e con acqua calda - Parte 3: Nastri di PTFE non sinterizzato
UNI EN 1044
Brasatura forte - Metalli di apporto
UNI EN 1057
Rame e leghe di rame - Tubi rotondi di rame senza saldatura per acqua e gas nelle applicazioni sanitarie e di riscaldamento
UNI EN 1254-1
Rame e leghe di rame - Raccorderia idraulica - Raccordi per tubazioni di rame con terminali atti alla saldatura o brasatura capillare
UNI EN 1254-2
Rame e leghe di rame - Raccorderia idraulica - Raccordi per tubazioni di rame con terminali a compressione
UNI EN 1254-4
Rame e leghe di rame - Raccorderia idraulica - Raccordi combinati altri termini di connessione con terminali di tipo capillare o a compressione
UNI EN 1254-5
Rame e leghe di rame - Raccorderia idraulica - Raccordi per tubazioni di rame con terminali corti per brasatura capillare
UNI EN 1555-2
Sistemi di tubazioni di materia plastica per la distribuzione di gas combustibili - Polietilene (PE) - Parte 2: Tubi
UNI EN 1555-3
Sistemi di tubazioni di materia plastica per la distribuzione di gas combustibili - Polietilene (PE) - Parte 3: Raccordi
UNI EN 1555-4
Sistemi di tubazioni di materia plastica per la distribuzione di gas combustibili - Polietilene (PE) - Parte 4: Valvole
UNI 7129-1:2008
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UNI EN 1762
Tubi e tubi raccordati di gomma per gas di petrolio liquefatto, GPL (liquido o in fase gassosa), e gas naturale fino a 25 bar (2,5 MPa) - Specifiche
UNI EN 1775
Trasporto e distribuzione di gas - Tubazioni di gas negli edifici Pressione massima di esercizio d5 bar - Raccomandazioni funzionali
UNI EN 10208-1
Tubi di acciaio per condotte di fluidi combustibili - Condizioni tecniche di fornitura - Tubi della classe di prescrizione A
UNI EN 10226-1
Filettature di tubazioni per accoppiamento con tenuta sul filetto Parte 1: Filettature esterne coniche e interne parallele Dimensioni, tolleranze e designazione
UNI EN 10226-2
Filettature di tubazioni per accoppiamento con tenuta sul filetto Parte 2: Filettature esterne coniche e interne coniche Dimensioni, tolleranze e designazione
UNI EN 10240
Rivestimenti protettivi interni e/o esterni per tubi di acciaio Prescrizioni per i rivestimenti di zincatura per immersione a caldo applicati in impianti automatici
UNI EN 10255
Tubi di acciaio non legato adatti alla saldatura e alla filettatura Condizioni tecniche di fornitura
UNI EN 13501-1
Classificazione al fuoco dei prodotti e degli elementi da costruzione - Parte 1: Classificazione in base ai risultati delle prove di reazione al fuoco
UNI EN 14800
Assemblaggi di tubi metallici ondulati di sicurezza per il collegamento di apparecchi domestici che utilizzano combustibili gassosi
UNI EN 29453
Leghe per brasatura dolce - Composizione chimica
UNI ISO 5256
Tubi ed accessori di acciaio impiegati per tubazioni interrate o immerse - Rivestimento esterno e interno a base di bitume o di catrame
CEI 64-8
Impianti elettrici utilizzatori a tensione nominale non superiore a 1000 V in corrente alternata e a 1500 V in corrente continua
TERMINI E DEFINIZIONI Ai fini della presente norma si applicano i termini e le definizioni seguenti. Eventuali termini posti tra parentesi ( ) si riferiscono a sinonimi.
3.1
Definizioni relative al combustibile ed alle grandezze fisiche
3.1.1
condizioni di riferimento: 15° C, 1013,25 mbar1), salvo indicazione diversa.
3.1.2
combustibile gassoso: Ogni sostanza combustibile che è allo stato gassoso alla temperatura di 15° C ed alla pressione di 1013,25 mbar.
3.1.3
densità relativa all’aria [d ]: Rapporto di masse di volumi uguali di gas e di aria secchi alle stesse condizioni di riferimento.
3.1.4
perdita di carico ['p ]: Differenza fra le pressioni statiche misurate in due sezioni di una tubazione percorsa da un fluido gassoso. Unità di misura mbar.
3.1.5
portata in volume [Q v]: Volume di gas transitato nell’unità di tempo, con il gas nelle condizioni di riferimento. Unità di misura: m3/h.
3.1.6
portata in massa [M ]: Massa di gas transitata nell’unità di tempo. Unità di misura kg/h. 1)
Nel sistema internazionale (SI) l’unita di misura della pressione è il Pascal [Pa]. Un mbar equivale a 100 Pa.
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3.1.7
portata termica [Q ]: Quantità di energia termica transitata nell’unità di tempo corrispondente al prodotto delle portate (volume o in massa) per il potere calorifico, considerando il potere calorifico inferiore o il potere calorifico superiore. Unità di misura in kW, kJ/m3 o, in kJ/kg.
3.1.8
portata termica nominale [Q n]: Valore della portata termica dichiarata dal costruttore. Unità di misura kW.
3.1.9
potere calorifico di un gas [H ]: Quantità di energia termica prodotta dalla combustione completa, a pressione costante di 1 013,25 mbar, dall’unità di volume o di massa di gas, considerando i costituenti della miscela combustibile nelle condizioni di riferimento e riportando i prodotti della combustione alle stesse condizioni. Si distinguono due tipi di potere calorifico: -
potere calorifico superiore [H s]: l’acqua prodotta dalla combustione si suppone condensata. Unità di misura: MJ/m3 o MJ/kg;
-
potere calorifico inferiore [H i]: l’acqua prodotta dalla combustione si suppone allo stato di vapore. Unità di misura: MJ/m3 o MJ/kg.
3.1.10
pressione di esercizio: Pressione presente nelle tubazioni nelle condizioni di funzionamento. Unità di misura: mbar.
3.1.11
pressione massima di esercizio: Pressione massima a cui la tubazione può essere impiegata, in condizioni di normale funzionamento. Unità di misura: mbar.
3.1.12
pressione di prova di tenuta: Pressione applicata all’interno della tubazione, durante la prova di tenuta. Unità di misura: mbar.
3.2
Definizioni relative all’impianto di utilizzazione gas
3.2.1
impianto gas: Impianto costituito dai seguenti componenti:
3.2.2
-
impianto interno,
-
installazione ed i collegamenti dell’apparecchio utilizzatore,
-
predisposizioni edili e/o meccaniche per la ventilazione dei locali di installazione degli apparecchi,
-
predisposizioni edili e/o meccaniche per l’aerazione dei locali di installazione,
-
predisposizioni edili e/o meccaniche per lo scarico all’esterno dei prodotti della combustione ed il collegamento al camino/canna fumaria.
impianto interno: Tubazione a valle del punto di consegna che termina al collegamento di entrata degli apparecchi. Nota
3.2.3
L’impianto interno comprende le tubazioni installate sia nella parte interna che esterna dell’edificio.
impianto domestico e similare: Impianto a gas in cui gli apparecchi installati hanno tutti singola portata termica non maggiore di 35 kW. Inoltre con il termine " impianto similare" si intende indicare un impianto destinato ad alimentare apparecchi di utilizzazione per la produzione di calore, acqua calda sanitaria e per la cottura cibi installato in ambienti ad uso non abitativo e non considerati nel campo di applicazione di specifiche regole tecniche.
3.2.4
prova di tenuta: Procedimento per il controllo della conformità della tubazione ai requisiti di tenuta.
3.2.5
punto di riconsegna (in precedenza noto come "punto di consegna"): Punto in cui avviene il passaggio di proprietà del gas dall’azienda distributrice all’utente. Questo punto potrebbe coincidere, o meno con il punto d’inizio.
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3.2.6
punto d’inizio: Definisce il primo elemento dell’impianto soggetto all’applicazione della norma di installazione. A seconda della tipologia impiantistica questo elemento può essere:
Nota
a)
il rubinetto posto immediatamente a valle del gruppo di misura;
b)
il rubinetto posto immediatamente a valle di una derivazione che alimenta un impianto domestico o similare, qualora la tubazione principale del gas a valle del gruppo di misura è asservita ad impianti di tipologia diversa da quelli ricadenti nella presente norma per esempio: cicli produttivi, centrali termiche maggiori di 35 kW, ecc;
c)
il rubinetto posto immediatamente a valle del gruppo di riduzione qualora l’impianto di cui al punto b) sia alimentato con pressione maggiore di quella prevista dal campo di applicazione della presente norma.
Per gli impianti alimentati a GPL la definizione del punto di inizio è riportata nella UNI 7131.
3.2.7
tubazione: Insieme di tubi e componenti.
3.2.8
tubazione interrata: Tubazione posata nel terreno all’esterno del perimetro del corpo dell’edificio, definito dalle relative pareti/fondamenta perimetrali esterne.
3.2.9
manutenzione straordinaria dell’impianto del gas: Per interventi di straordinaria manutenzione si intendono quegli interventi sugli impianti che comportano la sostituzione di parti quali, le tubazioni e gli accessori (rubinetti, gomiti, raccordi, ecc.), i collegamenti degli apparecchi, nonché la realizzazione o la modifica delle predisposizioni edili e/o meccaniche per la ventilazione del locale dove deve essere installato l’apparecchio, le predisposizioni edili e/o meccaniche per lo scarico all’esterno dei prodoti della combustione.
3.3
Definizioni relative ai componenti e pezzi speciali
3.3.1
canaletta: Struttura o nicchia, ubicata (o ricavata) sulle pareti perimetrali esterne o interne dell’edificio per la posa delle tubazioni gas.
3.3.2
collegamento equipotenziale: Mezzo per assicurare che le tubazioni metalliche del gas e le altre parti metalliche dell’edificio, abbiano lo stesso potenziale elettrico.
3.3.3
collegamento flessibile: Tubo flessibile da installare tra la fine della tubazione fissa e il raccordo di entrata dell’apparecchio.
3.3.4
dispositivo di intercettazione (rubinetto o valvola): Dispositivo per l’intercettazione del flusso del gas in una tubazione.
3.3.5
dispositivo di intercettazione generale (rubinetto, valvola, elettro-valvola): Dispositivo di intercettazione che serve a chiudere un impianto interno. Nota
3.3.6
Questo dispositivo è generalmente installato sulla tubazione di alimentazione, a monte della prima diramazione nel senso del flusso del gas.
dispositivo di intercettazione di un apparecchio: Dispositivo di intercettazione di un apparecchio di utilizzazione. Nota
3.3.7
Questo dispositivo definito anche rubinetto di utenza è posto a monte dell’apparecchio utilizzatore.
guaina: Tubo di protezione in cui passa una tubazione gas. (La guaina ha la funzione di proteggere meccanicamente il tubo gas e di convogliare eventuali trafilamenti di gas direttamente all’esterno o in locali aerati o aerabili).
3.3.8
giunto isolante monoblocco (dielettrico): Componente destinato ad interrompere la continuità elettrica di una tubazione.
3.3.9
misuratore di portata (contatore): Dispositivo per la misurazione di un volume di gas.
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3.3.10
regolatore di pressione: Dispositivo che riduce la pressione del gas ad un valore prestabilito e la mantiene entro i limiti imposti.
3.3.11
rivestimento protettivo: Rivestimento atto alla protezione da aggressione di agenti chimici di una tubazione gas. In questo caso il rivestimento non ha la funzione di convogliare eventuali trafilamenti di gas all’esterno.
3.4
Definizioni relative ai sistemi di giunzione
3.4.1
brasatura: Operazione nella quale le parti metalliche vengono unite mediante l’azione capillare di un metallo di apporto allo stato liquido, che ha una temperatura di fusione minore a quella delle parti da unire tra loro.
3.4.1.1
brasatura dolce: Giunzione mediante l’azione capillare di un metallo di apporto, che ha una temperatura di fusione minore di 450 °C.
3.4.1.2
brasatura forte: Giunzione mediante l’azione capillare di un metallo di apporto che ha una temperatura di fusione maggiore di 450 °C.
3.4.2
giunto: Sistema di giunzione tra elementi di un impianto gas.
3.4.3
giunto meccanico: Giunto in cui la tenuta al gas è ottenuta per compressione, con o senza guarnizione. Questo giunto può essere facilmente smontato e rimontato.
3.4.3.1
giunto filettato: Giunto in cui la tenuta al gas è ottenuta per mezzo dell’accoppiamento delle parti metalliche della filettatura con l’ausilio o meno di materiali di tenuta.
3.4.4
giunto di transizione: Pezzo speciale che realizza il collegamento tra tubi di materiale diverso.
3.4.4.1
raccordo a pressare: Giunto con uno o più terminali a pressare che incorporano un elemento di tenuta nel quale la giunzione si effettua mediante pressione radiale o assiale sul giunto, tramite uno speciale utensile.
3.4.4.2
raccordo a compressione: Giunto con uno o più terminali a compressione in cui la tenuta è ottenuta mediante compressione di un anello o manicotto sulla parete esterna del tubo. Nota
Ai sensi della UNI EN 1254-2 la tenuta è ottenuta per compressione, con guarnizione metallica o non metallica con o senza guarnizione (tipo A) oppure, per deformazione del tubo (tipo B).
3.5
Definizioni relative al settore edile
3.5.1
autorimessa (box): Area coperta e delimitata da pareti almeno su tre lati, destinata esclusivamente al ricovero, alla sosta e alla manovra degli autoveicoli con i servizi annessi. Non sono considerate autorimesse le tettoie aperte almeno su due lati.
3.5.2
androne: Area di transito dello stabile condominiale che dall’ingresso immette alle scale, ai cortili, ai singoli appartamenti e ad altre pertinenze.
3.5.3
edificio: Unità immobiliare dotata di autonomia funzionale, ovvero un insieme autonomo di unità immobiliari funzionalmente e/o fisicamente connesse tra loro.
3.5.4
edificio unifamiliare: Edificio, singolo o a schiera, corrispondente a un unico alloggio.
3.5.5
edificio residenziale: Edificio in cui si trovano uno o più appartamenti ad uso abitativo, escluse le aree destinate principalmente ad attività professionali e locali aperti al pubblico.
3.5.6
lastrici solari: Superficie terminale dell’edificio con funzione di copertura e protezione del medesimo. È detto praticabile se provvisto di parapetto (si differenzia sia dal tetto sia dalla terrazza a livello).
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3.5.7
locale aerabile: Locale dotato di dispositivi che consentono l’aerazione su necessità. Tali dispositivi possono essere costituiti da generiche aperture apribili e comunicanti direttamente con l’esterno quali porte, finestre, portefinestre, lucernari, ecc. Si definiscono altresì aerabili i locali d’installazione dotati di più aperture (porte, finestre, aperture permanenti) non direttamente comunicanti con l’esterno, ma comunicanti con almeno due locali dotati di aperture apribili e comunicanti direttamente con l’esterno.
3.5.8
locale aerato: Locale dotato di dispositivi che consentono l’aerazione permanente. Tali dispositivi possono essere costituiti da:
Nota
3.5.9
-
una o più aperture comunicanti permanentemente con l’esterno, realizzate su pareti perimetrali, serramenti o infissi;
-
condotti di aerazione.
Le stesse prescrizioni valgono anche per le nicchie/vani tecnici destinati a contenere apparecchiature per il gas.
locale con pericolo incendio: Per locali con pericolo incendio si intendono quelli:
Nota
-
in cui sono svolte le attività elencate nel D.M. 16/02/19822);
-
soggetti a normativa specifica relativa alla prevenzione incendi.
Sono ritenuti locali con pericolo incendio i box, i garage, le autorimesse.
3.5.10
pertinenze: Ogni cosa che sia destinata in modo durevole al servizio o all’ornamento di un’altra cosa.
3.5.11
parti comuni di un edificio: Sono quelle parti (muri maestri, tetti, lastrici solari, scale, androni, portici, cortili, corridoi, ecc.) che sono poste al servizio comune o che connettono funzionalmente più unità immobiliari.
3.5.12
solaio: Struttura orizzontale che divide due piani o volumi accessori di un edificio.
3.5.13
spazio esterno: Spazio esterno al volume del corpo dell’edificio definito dalle pareti perimetrali esterne. Si considerano spazio esterno anche ambienti non confinati come per esempio i balconi/logge aperte, lastrici solari, e similari.
3.5.14
unità immobiliare/alloggio/appartamento: Locale, o insieme di locali, con accesso indipendente e diretto attraverso spazio pubblico (strada, piazza, ecc.) oppure attraverso spazio privato ad uso comune (androne, cortile, scala, ballatoio, portico, ecc.).
4
IMPIANTO INTERNO
4.1
Punto d’inizio La possibilità di manovra del dispositivo d’intercettazione che costituisce il punto di inizio deve essere limitata esclusivamente all’utente interessato. A tale scopo, se necessario, si ritengono idonei rubinetti con chiavi, nicchie ed armadietti con chiave ad uso esclusivo, altri dispositivi similari. Il collegamento tra impianto interno e gruppo di misura deve essere realizzato in modo tale da evitare sollecitazioni meccaniche al gruppo stesso come riportato nella UNI 9036. Nel caso in cui il gruppo di misura non sia dotato della presa di pressione di competenza dell’azienda (figura 1a - riferimento 4), il rubinetto che costituisce il punto di inizio deve essere collegato al codolo di uscita del contatore (figura 1a - riferimento 7). Nel caso invece la presa di pressione (figura 1a - riferimento 4), fosse presente all’origine, il rubinetto (figura 1a - riferimento 5) deve essere collegato al codolo/filetto di uscita della presa di pressione (figura 1a - riferimento 4).
2)
Alla data di pubblicazione della presente norma è in vigore Decreto Ministeriale del 16 febbraio 1982 "Modificazioni del Decreto Ministeriale 27 settembre 1965, concernente la determinazione delle attività soggette alle visite di prevenzione incendi".
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Gli impianti interni devono essere dotati di una presa di pressione facilmente accessibile e ad uso esclusivo dell’utente. La presa di pressione deve essere posta a valle del dispositivo d’intercettazione che costituisce il punto d’inizio (vedere figura 1a, 1b, 1c) oppure, può essere compresa nel dispositivo di intercettazione stesso. figura
1a
Schema gruppo di misura e collegamento all’impianto gas allacciato ad una rete di distribuzione Legenda 1 Dispositivo di intercettazione ingresso contatore/misuratore (in genere di competenza del distributore) 2 Codolo di ingresso 3 Contatore/Misuratore 4 Eventuale presa pressione del contatore/misuratore; potrebbe essere prevista anche nel dispositivo di intercettazione (1), oppure direttamente nella mensola di fissaggio o sul codolo di uscita 5 Punto d’inizio e dispositivo di intercettazione (di competenza del cliente) 6 Presa di pressione completa di tappo. Potrebbe essere prevista anche direttamente nel dispositivo di intercettazione (5) (di competenza del cliente) 7 Codolo di uscita 8 Mensola di fissaggio 9 Gas
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1b
Schema di collegamento di un impianto domestico o similare ed una linea di alimentazione gas asservita ad una tipologia di utenza diversa funzionante alla medesima pressione di esercizio Legenda 1 Gruppo di misura 2 Linea principale di alimentazione gas alle utenze 3 Punto d’inizio e rubinetto di intercettazione generale 4 Presa di pressione 5 Utenze diverse 6 Utenza domestica 7 Giunto dielettrico in caso di tubazioni metalliche
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1c
Schema di collegamento di un impianto domestico o similare ed una linea di alimentazione gas asservita ad una tipologia di utenza diversa funzionante con pressione di esercizio maggiore Legenda 1 Gruppo di misura 2 Linea principale di alimentazione gas alle utenze 3 Dispositivo di intercettazione 4 Riduttore di pressione 5 Punto d’inizio e rubinetto di intercettazione generale 6 Presa di pressione 7 Utenze diverse 8 Utenza domestica 9 Giunto dielettrico in caso di tubazioni metalliche
4.2
Dimensionamento impianto gas
4.2.1
Generalità Per il dimensionamento di tratti di tubazioni che costituiscono l’impianto interno si rimanda all’appendice A. In presenza di progetto è consentito ricorrere a procedure di dimensionamento diverse purché sia garantito un risultato equivalente. Le sezioni delle tubazioni costituenti l'impianto devono essere tali da garantire una fornitura di gas sufficiente a coprire la massima richiesta limitando la perdita di pressione fra il contatore e qualsiasi apparecchio di utilizzazione a valori non maggiori di: -
0,5 mbar per i gas della 1a famiglia (gas manifatturato);
-
1,0 mbar per i gas della 2a famiglia (gas naturale);
-
2,0 mbar per i gas della 3a famiglia (GPL).
Qualora a monte del contatore sia installato un regolatore di pressione, si ammettono perdite di carico doppie di quelle sopra riportate.
4.2.2
Determinazione della portata di gas in volume La portata di gas necessaria per alimentare ogni apparecchio deve essere rilevata in base alle indicazioni fornite dal costruttore.
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4.3
Materiali I materiali da utilizzare per la realizzazione degli impianti devono essere integri, privi di danni visibili cagionati da trasporto, stoccaggio o da particolari eventi. Per sistemi e materiali diversi da quelli previsti nella presente norma, è necessario fare riferimento alle specifiche normative, per esempio per i sistemi a pressare il riferimento è la UNI/TS 11147.
4.3.1
Tubazioni Le tubazioni che costituiscono la parte fissa degli impianti possono essere di: acciaio; rame; polietilene.
4.3.1.1
Tubi di acciaio I tubi di acciaio possono essere senza saldatura oppure con saldatura longitudinale e devono avere le caratteristiche prescritte dalla UNI EN 10255. I diametri di uso corrente e gli spessori minimi da impiegare sono indicati nel prospetto 1. prospetto
1
Tubi di acciaio - Diametri e spessori Diametro esterno D e mm 17,2
21,3
26,9
33,7
42,4
48,3
60,3
76,1
88,9
2,9
3,2
3,2
3,6
Spessore s mm 2,0
2,3
2,3
2,9
2,9
Per le tubazioni di acciaio con saldatura longitudinale, se interrate, occorre prevedere tubi aventi caratteristiche uguali a quelle dei tubi usati per pressione massima di esercizio p d 5 bar (UNI EN 10208-1).
4.3.1.1.1
Giunzioni per tubi di acciaio Le giunzioni dei tubi d’acciaio possono essere realizzate utilizzando parti e raccordi con estremità filettate conformi alla UNI EN 10226-1 e UNI EN 10226-2, oppure a mezzo di saldatura di testa per fusione. Per la tenuta delle giunzioni filettate possono essere impiegati materiali di tenuta che soddisfino le norme di prodotto ed utilizzati in conformità alle istruzioni del fabbricante: UNI EN 751-1 per materiali indurenti (sigillanti anaerobici); UNI EN 751-2 per materiali non indurenti (gel, paste, impregnanti, ecc.); UNI EN 751-3 per nastri di PTFE non sinterizzato. È vietato l’uso di fibre di canapa, anche se impregnate del composto di tenuta, su filettature di tubazioni convoglianti GPL o miscele GPL-aria. È vietato in ogni caso l’uso di biacca, minio e materiali simili.
4.3.1.1.2
Dispositivi di intercettazione per tubi di acciaio I dispositivi di intercettazione (rubinetti) devono essere conformi alle norme applicabili (per i diametri fino a DN 50 è applicabile la UNI EN 331) e possono essere installati: a vista; in pozzetti ispezionabili e non a tenuta per le tubazioni interrate; in scatole ispezionabili, a tenuta nella parte murata e con coperchio non a tenuta verso l’ambiente. Il dispositivo di intercettazione dell’apparecchio può anche essere fornito direttamente dal fabbricante come parte integrante dell’apparecchio (vedere punto 4.4.1.14). È concesso l’utilizzo di valvole di intercettazione generale con comando di apertura e chiusura a distanza con le limitazioni di cui al punto 4.4.1.11.
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4.3.1.2
Tubi di rame I tubi di rame devono avere le caratteristiche prescritte dalla norma UNI EN 1057. Per i diametri di uso corrente, gli spessori minimi da impiegare sono indicati nel prospetto 2. Per diametri maggiori non riportati nel prospetto 2, si deve adottare il massimo spessore previsto dalla UNI EN 1057. prospetto
2
Tubi di rame - Diametri e spessori Diametro esterno D e mm 12,0
14,0
15,0
16,0
18,0
22,0
28,0
35,0
42,0
54,0
1,0
1,0
1,5
1,5
Spessore s mm 1,0
4.3.1.2.1
1,0
1,0
1,0
1,0
1,0
Giunzioni per tubi di rame Le giunzioni dei tubi di rame possono essere realizzate mediante: -
raccordi adatti sia per brasatura capillare dolce sia per la brasatura forte conformi alla UNI EN 1254-1. Le leghe per la brasatura dolce devono essere conformi a UNI EN 29453 e quelle per la brasatura forte devono essere conformi a UNI EN 1044;
-
raccordi adatti solo alla brasatura forte conformi alla UNI EN 1254-5. Le leghe per la brasatura forte devono essere conformi alla UNI EN 1044;
-
raccordi meccanici a compressione conformi alla UNI EN 1254-2;
-
raccordi misti per la giunzione tubo di rame con tubo di acciaio ed anche per il collegamento di rubinetti, di raccordi portagomma, ecc. conformi alla UNI EN 1254-4.
Non sono ammesse giunzioni dirette (bicchieratura, derivazione a T, ecc,) tra tratti di tubazione senza l’utilizzo di appositi raccordi.
4.3.1.2.2
Dispositivi di intercettazione per tubi di rame I dispositivi di intercettazione (rubinetti) per i tubi di rame devono avere le medesime caratteristiche e criteri di installazione di cui al punto 4.3.1.1.2.
4.3.1.3
Tubi di polietilene I tubi di polietilene, sono da impiegare unicamente per le tubazioni interrate e in ogni caso devono essere protette contro le radiazioni solari ed a condizione che il tubo non entri all’interno dell’edificio. È consentito l’attraversamento di androni comunicanti con cortili interni in conformità al punto 4.5.1.3.2 e al punto 4.5.1.3.3. È consentito il collegamento diretto fuori terra solo ai gruppi di misura esterni all’edificio se protetti da appositi alloggiamenti (armadio o nicchia) in conformità alla UNI 9036. L’eventuale tratto del tubo in polietilene fuori terra, non contenuto all’interno dell’apposito alloggiamento, deve essere il più breve possibile e deve essere protetto in ogni sua parte mediante guaine, profilati metallici o per mezzo di manufatti edili. Nel caso di elevate dilatazioni della tubazione in polietilene, è necessario adottare adeguati provvedimenti al fine di evitare lo sfilamento del tubo dal raccordo di giunzione al contatore. I tubi di polietilene devono avere caratteristiche qualitative e dimensionali non minori di quelle prescritte dalla UNI EN 1555-2. Per i diametri di uso corrente, gli spessori minimi da impiegare sono indicati nel prospetto 3.
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prospetto
3
Tubi di polietilene - Diametri e spessori Diametro esterno D e mm 20,0
25,0
32,0
40,0
50,0
63,0
75,0
90,0
110,0
3,6
4,3
5,2
6,3
Spessore s mm 3,0
4.3.1.3.1
3,0
3,0
3,0
3,0
Giunzioni per tubi di polietilene Le giunzioni dei tubi di polietilene possono essere realizzate mediante: -
raccordi di polietilene conformi alla UNI EN 1555-3 con saldatura per elettrofusione realizzata in conformità alla UNI 10521;
-
raccordi di polietilene conformi alla UNI EN 1555-3 con saldatura per fusione a mezzo di elementi riscaldati conformemente alla UNI 10520;
-
raccordi meccanici conformi alla UNI EN 1555-3;
-
raccordi meccanici con giunzioni miste polietilene - metallo, conformi alla UNI 9736.
I raccordi meccanici possono essere installati fuori terra o in pozzetti di ispezione.
4.3.1.3.2
Dispositivi di intercettazione per tubi di polietilene I dispositivi di intercettazione (rubinetti) per i tubi di polietilene possono essere di materiali plastici conformi alla UNI EN 1555-4, o in alternativa metallici conformi alla UNI EN 331, sempre con le medesime condizioni di posa di cui in 4.3.1.1.2. I rubinetti in materiale plastico possono essere installati solo in pozzetti dedicati oppure, se espressamente previsto dal fabbricante, anche direttamente nel terreno. In ogni caso deve essere garantita la manovrabilità dei rubinetti.
4.4
Criteri generali di posa in opera delle tubazioni gas costituenti l’impianto interno
4.4.1
Disposizioni generali per la posa in opera
4.4.1.1
Le tubazioni del gas devono essere posate preferibilmente all’esterno dell'edificio (per esempio cortili, pareti perimetrali, muri di cinta, ecc.) limitando quanto più è possibile il percorso all’interno dei locali e garantendo comunque l’accessibilità per una eventuale manutenzione. Le tubazioni metalliche (acciaio, rame) installate all’esterno ed a vista devono essere collocate in posizione tale da essere protette da urti e danneggiamenti. In particolare ove necessario (per esempio zone di transito o stazionamento di veicoli a motore), le tubazioni, devono essere protette con guaina di acciaio, di spessore non minore di 2 mm, per un’altezza non minore di 1,5 m. In alternativa alla guaina in acciaio, possono essere utilizzati elementi o manufatti aventi caratteristiche di resistenza meccaniche equivalenti. Tali accorgimenti non sono richiesti per le tubazioni posate nelle canalette (nicchie) ricavate direttamente nell’estradosso, quando queste ultime garantiscono la protezione rispetto agli urti accidentali. Le tubazioni a vista devono essere ancorate alla parete perimetrale esterna o ad altre idonee strutture per evitare scuotimenti e vibrazioni. Inoltre le tubazioni devono essere posate prevedendo vincoli, ancoraggi, staffature, ed eventualmente protette, in modo tale che le dilatazioni e le compressioni non provochino deformazioni permanenti o non ammissibili. Alcuni esempi di posa sono riportati nell’appendice C. Le tubazioni possono essere collocate: -
a vista;
-
sotto traccia;
-
interrate;
-
in strutture appositamente realizzate;
-
in guaine.
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4.4.1.2
È consentita la posa della tubazione gas all’interno di appositi alloggiamenti, canalette e guaine purché realizzate e poste in opera, in modo tale, da evitare il ristagno di liquidi (acqua piovana, di irrigazione, ecc.).
4.4.1.3
È consentita la posa della tubazione gas all’interno di intercapedini chiuse purché esse, non costituiscano "l’intercapedine d’aria della parete" e la tubazione sia posta all’interno di un apposito tubo guaina avente caratteristiche di cui al punto 4.4.1.4.
4.4.1.4
È consentito l'attraversamento di vani o ambienti classificati con pericolo d’incendio (per esempio autorimesse, box, magazzini di materiali combustibili, ecc.), purché le tubazioni di adduzione gas in acciaio abbiano soltanto giunzioni saldate e le tubazioni in rame abbiano soltanto giunzioni con brasatura forte. In ogni caso le tubazioni di adduzione gas devono essere protette con materiali aventi classe A1 di reazione al fuoco secondo UNI EN 13501-1. La protezione di cui sopra può essere realizzata, mediante un tubo guaina passante di metallo, avente diametro interno di almeno 10 mm maggiore del diametro esterno della tubazione gas e spessore non minore di 2 mm; materiali e spessori diversi devono comunque garantire una protezione equivalente. Inoltre la protezione deve essere dotata, al suo interno, di idonei distanziatori. In questo caso gli ancoraggi della protezione devono essere realizzati con materiali di classe A1. In alternativa, a quanto sopra indicato, la tubazione metallica può essere posta sotto traccia, secondo le prescrizioni di cui al punto 4.5.5.
4.4.1.5
Nell’attraversamento di muri perimetrali esterni, mattoni pieni, mattoni forati e pannelli prefabbricati, il tubo di adduzione gas non deve presentare giunzioni, ad eccezione della giunzione di ingresso e di uscita (vedere figura 2) e deve essere protetto con guaina passante impermeabile al gas. La guaina può essere indifferentemente metallica o di materiale polimerico; la guaina deve avere diametro interno maggiore di 10 mm rispetto al diametro esterno della tubazione.
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figura
2
Attraversamento di muri perimetrali esterni in mattoni pieni Legenda 1 Ambiente esterno 2 Ambiente interno 3 Tubo guaina 4 Sezione libera 5 Sigillatura 6 Tubazione gas 7 Intonaco esterno 8 Intonaco interno 9 Raccordo di giunzione
4.4.1.6
Nell'attraversamento di muri perimetrali esterni, la sezione libera fra tubo guaina e tubazione gas deve essere sigillata con materiali adatti (per esempio silicone, cemento plastico e simili) in corrispondenza della parte interna del locale (vedere figura 2 e figura 3).
4.4.1.7
Nell’attraversamento di solette e di muri perimetrali esterni provvisti di intercapedine d’aria, o riempita con altro materiale isolante combustibile, la guaina deve essere esclusivamente metallica (vedere figura 3).
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figura
3
Attraversamento di una parete perimetrale esterna con intercapedine d’aria Legenda 1 Ambiente esterno 2 Ambiente interno 3 Guaina metallica 4 Sezione libera 5 Sigillatura 6 Tubazione gas 7 Intonaco esterno 8 Intonaco interno 9 Raccordo di giunzione 10 Intercapedine d’aria
4.4.1.8
Nell'attraversamento di solai il tubo deve essere infilato in una guaina sporgente almeno 20 mm dal filo piano pavimento e la sezione libera fra il tubo di adduzione gas e la guaina deve essere sigillata nella parte superiore con materiali adatti (per esempio silicone, cemento plastico e simili). La guaina può essere indifferentemente metallica o di materiale polimerico. In ogni caso, nella posa delle tubazioni non è consentito l’uso di leganti, malte o materiali similari che possono risultare corrosivi per la tubazione (vedere figura 4).
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figura
4
Attraversamento di solai Legenda 1 Tubazione gas 2 Sezione libera 3 Sigillatura 4 Guaina 5 Raccordo di giunzione Dimensioni in millimetri
4.4.1.9
È ammessa la collocazione della tubazione gas entro apposite strutture purché installate secondo quanto riportato al punto 4.5.1.2. e siano ad uso esclusivo dell’impianto a gas.
4.4.1.10
È ammessa la curvatura a freddo dei tubi di acciaio con o senza saldatura e dei tubi di rame, purché venga effettuata mediante idonei utensili curvatubi. Nel caso di tubazioni di polietilene sono ammessi cambiamenti di direzione utilizzando le caratteristiche di flessibilità del tubo, purché il raggio di curvatura non sia minore di 20 volte il diametro del tubo stesso.
4.4.1.11
Se il gruppo di misura (contatore) o il punto d’inizio non è ubicato all’interno dell’alloggio, o in spazi di esclusiva pertinenza dell'alloggio stesso (balconi, cortili, giardini, ecc.) deve essere installato un dispositivo di intercettazione generale in uno dei luoghi sopra indicati. Tale dispositivo deve essere in posizione accessibile. In alternativa al rubinetto di intercettazione generale è possibile installare un dispositivo d'intercettazione (elettrovalvola), conforme alla UNI EN 161, azionato da comando a distanza il cui dispositivo di manovra (pulsante, interruttore, ecc.) per l’apertura o l’interruzione del flusso di gas, deve essere posto all’interno dell’alloggio e deve risultare accessibile all’utente anche se "persona diversamente abile". L’elettrovalvola con comando a distanza, (vedere punto 4.3.1.1.2.), può essere utilizzata solo in presenza di apparecchi di utilizzazione provvisti del dispositivo di sicurezza per assenza di fiamma.
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4.4.1.12
Nel caso in cui all’interno dell’unità abitativa (alloggio) è installato un solo apparecchio e la tubazione interessa un solo locale, il dispositivo di intercettazione generale può coincidere con il rubinetto d’utenza.
4.4.1.13
Nel caso di impianti interni di distribuzione gas particolarmente complessi è ammesso sezionare le diverse parti dell’impianto utilizzando dispositivi di intercettazione conformi alla UNI EN 331.
4.4.1.14
A monte di ogni apparecchio di utilizzazione, e cioè a monte di ogni collegamento flessibile o rigido, fra l'apparecchio e l'impianto interno, deve sempre essere inserito un rubinetto di utenza, posto in posizione accessibile. Tale rubinetto può essere parte integrante o fornito con l’apparecchio (vedere punto 4.3.1.1.2).
4.4.1.15
I punti terminali dell'impianto, per i quali è previsto un successivo allacciamento degli apparecchi di utilizzazione, devono essere dotati di rubinetti di intercettazione e muniti di un tappo filettato in uscita dello stesso. Il rubinetto può essere evitato nelle predisposizioni per possibili ampliamenti futuri dell’impianto interno, in questi casi la tenuta della tubazione deve essere realizzata con idonei tappi filettati o saldati.
4.4.1.16
Sulla linea di adduzione gas, costituita da tubazioni metalliche, derivata da altre tipologie di impianto (figura 1b e figura 1c) deve essere installato un giunto isolante monoblocco (giunto dielettrico) immediatamente a valle del punto di inizio.
4.4.1.17
Per gli aspetti relativi ai collegamenti tra le tubazioni del gas e gli impianti di terra, equipotenziali, ecc. è necessario fare riferimento alle norme CEI pertinenti.
4.4.2
Divieti
4.4.2.1
Non è consentito il sottopasso degli edifici, ovvero la percorrenza delle tubazioni sotto le fondamenta, all’interno di vespai e intercapedini non accessibili.
4.4.2.2
Non e consentito posare le tubazioni del gas direttamente sotto traccia, anche se con guaina, nel lato esterno dei muri perimetrali dell’edificio e delle sue pertinenze.
4.4.2.3
Non è consentita la posa delle tubazioni nei giunti di dilatazione e sismici degli edifici.
4.4.2.4
Non è consentita la posa delle tubazioni sotto traccia, compreso sotto pavimento, nei locali costituenti le parti comuni dell’edificio.
4.4.2.5
Non è consentita la posa sottotraccia della tubazione in diagonale ed obliqua.
4.4.2.6
Non è consentito il contatto con leganti, malte o altri materiali che risultino corrosivi per le tubazioni.
4.4.2.7
Non è consentita la posa in opera di tubi del gas a contatto con pali di sostegno delle antenne televisive. Inoltre non è consentito il contatto con tubazioni dell'acqua; per i parallelismi e gli incroci il tubo del gas, se in posizione sottostante, deve essere protetto con opportuna guaina impermeabile, in materiale polimerico. In alternativa possono essere utilizzati tubi in rame con rivestimento esterno conformi alla UNI 10823 o tubi in acciaio con rivestimento esterno conformi alla UNI 9099 o UNI 10191.
4.4.2.8
Non è consentita la collocazione delle tubazioni del gas nei camini e canne fumarie, asole tecniche utilizzate per l’intubamento, nei condotti per lo scarico fumi, delle immondizie, nei vani per ascensori e aperture di ventilazione ed altre strutture destinate a contenere servizi elettrici e telefonici.
4.4.2.9
Non è consentito collocare giunzioni filettate e meccaniche all’interno di locali non aerati o non aerabili.
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4.4.2.10
Non è consentito, per gas aventi densità relativa maggiore di 0,8 installare tubazioni, a vista o in canaletta non a tenuta, in locali con pavimento al di sotto del piano di campagna.
4.4.2.11
Non è consentito l'uso delle tubazioni del gas come dispersori, conduttori di terra o conduttori di protezione di impianti e apparecchiature elettriche (CEI 64-8), impianti telefonici compresi.
4.4.2.12
Non è consentito usare tubi, rubinetti, accessori, ecc., rimossi da altri impianti.
4.4.2.13
Non è consentita la posa delle tubazioni di polietilene all’interno del perimetro del corpo dell’edificio.
4.4.2.14
Non è consentito l’attraversamento di pareti/solai/intercapedini con tubi flessibili.
4.5
Criteri di posa negli edifici unifamiliari
4.5.1
Modalità di posa delle tubazioni gas all’esterno della singola unità immobiliare La scelta del tracciato per la posa in opera delle tubazioni gas deve essere fatta nel rispetto della legislazione vigente. All’esterno all’unità immobiliare le tubazioni possono essere installate: -
a vista;
-
in canaletta;
-
interrate.
4.5.1.1
Installazione esterna a vista
4.5.1.1.1
Le tubazioni a vista devono essere installate in conformità ai criteri generali di cui al punto 4.4.1, inoltre devono rispondere ai requisiti di seguito riportati. Gli elementi di ancoraggio, per tubi di acciaio, devono essere distanti l’uno dall’altro non più di 2,5 m per i diametri sino a 33,7 mm e non più di 3,0 m per i diametri maggiori.
4.5.1.1.2
Per tubi di rame, le distanze consigliate per lo staffaggio sono indicate nel prospetto 4. prospetto
4
Distanze massime consigliate per lo staffaggio dei tubi di rame Diametri esterni della tubazione (mm)
Tubazione a vista
Tubazione occultataa)
Orizzontale m
Verticale m
Verticale m
fino a 10
1,0
1,5
3
da 12 a 18
1,2
1,8
3
da 22 a 28
1,8
2,4
3
da 35 a 42
2,4
3,0
3
da 54 a 64
2,7
3,0
3
a)
In canaletta o apposito alloggiamento.
4.5.1.2
Installazione esterna in canaletta
4.5.1.2.1
Sulla parete perimetrale esterna dell’edificio è consentita la posa delle tubazioni del gas all’interno di una canaletta di protezione. La canaletta può essere costituita da materiale metallico o plastico. La superficie di chiusura deve essere non a tenuta di gas (per esempio provvista di griglia o di aperture nella parte inferiore e superiore) e rimovibile, al fine di permettere ispezioni e/o manutenzioni vedere figura 5a e figura 5b). Inoltre la canaletta deve avere riferimenti esterni che segnalano la presenza di tubazioni del gas al suo interno.
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figura
5a
Legenda 1 Canaletta grigliata 2 Tubo gas 3 Griglia
4.5.1.2.2
La canaletta può essere ancorata o ricavata direttamente nell’estradosso della parete esterna (vedere figura 5b). In quest’ultimo caso le pareti, che definiscono alloggiamento, devono essere rese stagne verso l’interno della parete nella quale è ricavato. Tale operazione può essere fatta anche mediante idonea rinzaffatura di malta di cemento.
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5b
Legenda a) Canaletta ancorata b) Canaletta ricavata nell’estradosso della parete esterna 1 Intonaco 2 Canaletta 3 Tubazione gas 4 Griglia o superficie chiusa 5 Ancoraggio tubo gas 6 Mattoni forati 7 Malta di cemento 8 Canaletta - nicchia
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4.5.1.2.3
È ammessa l’installazione di una tubazione in canaletta chiusa se provvista alle estremità di opportune aperture di aerazione rivolte verso l’esterno e se realizzata in modo da poter permettere all’occorrenza eventuali ispezioni e manutenzioni.
4.5.1.2.4
Per i gas di densità relativa all’aria maggiore di 0,8 la canaletta non può scendere al di sotto del piano campagna.
4.5.1.3
Installazione di tubazioni interrate Le tubazioni interrate devono avere sul loro percorso riferimenti esterni in numero sufficiente a consentirne la completa individuazione quali, per esempio targhe da fissare a muro o sul terreno atte ad individuare l’asse della tubazione.
4.5.1.3.1
Le tubazioni devono essere posate su un letto di sabbia o di materiale vagliato (granulometria non maggiore di 6 mm), di spessore minimo 100 mm e ricoperte, per altri 100 mm con materiale dello stesso tipo. È inoltre necessario prevedere, ad almeno 300 mm sopra le tubazioni, la posa di nastro di segnalazione di colore giallo segnale (RAL 1003). Nel caso in cui la tubazione fuoriesca dal terreno all’esterno dell’edificio, subito dopo l’uscita fuori terra, la tubazione deve essere segnalata con il medesimo colore per almeno 300 mm o altro riferimento permanente (tubo con rivestimento di colore giallo, etichetta con scritta "GAS", ecc). Tale disposizione può non essere applicata per il tratto di tubazione di collegamento al gruppo di misura.
4.5.1.3.2
La profondità d'interramento della tubazione, misurata fra la generatrice superiore del tubo ed il livello del terreno, deve essere almeno pari a 600 mm (vedere figura 6). figura
6
Profondità di interramento Legenda 1 Nastro di segnalazione 2 Materiale di risulta 3 Sabbia Dimensioni in millimetri
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4.5.1.3.3
Nei casi in cui non si possano rispettare le condizioni di posa di cui sopra occorre prevedere una adeguata protezione meccanica della tubazione del gas. La protezione deve essere realizzata tenendo conto delle eventuali sollecitazioni a cui la tubazione del gas potrebbe essere sottoposta, incluso l’eventuale stazionamento o transito di autoveicoli. In relazione alle eventuali sollecitazioni prevedibili si può ricorrere per esempio all’utilizzo di una guaina di acciaio di spessore non minore di 2 mm oppure, ad una struttura in laterizio (vedere figura 7a e figura 7b) o ad altri sistemi di equivalente efficacia. Nel caso in cui sotto la tubazione siano presenti locali adibiti a box, autorimessa, o altri con pericolo incendio, l’uso del polietilene è consentito se nell’alloggiamento di cui alla figura 7a, la tubazione sia ricoperta di sabbia e tra la parte superiore della soletta sottostante e la generatrice inferiore della tubazione, vi siano almeno 300 mm di sabbia/terreno. In prossimità dell’entrata o dell’uscita dal terreno, deve essere previsto un sistema di sfiato dell’alloggiamento o della guaina, al fine di evitare accumuli di gas, come per esempio un pozzetto di ispezione. figura
7a
Esempio di posa interrata per tubazioni metalliche e di polietilene protette in apposito alloggiamento Legenda 1 Pavimentazione 2 Tubazione 3 Piastra di copertura 4 Alloggiamento 5 Soletta 6 Terreno, materiale inerte di riempimento 7 Nastro di segnalazione 8 Sabbia 9 Rivestimento
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figura
7b
Esempio di posa interrata per tubazioni metalliche protette in apposito alloggiamento Legenda 1 Pavimentazione 2 Tubazione 3 Griglia o piastra di copertura 4 Alloggiamento 5 Soletta 6 Terreno, materiale inerte di riempimento 7 Eventuale cavalletto di fissaggio
4.5.1.3.4
Nel caso di parallelismi, sovrappassi e sottopassi fra i tubi del gas ed altre canalizzazioni, la distanza minima, misurata fra le due superfici affacciate, deve essere tale da consentire gli eventuali interventi di manutenzione su entrambi i servizi e dove necessario, la tubazione del gas deve essere posta in guaina per evitare il pericolo che accidentali trafilamenti di gas possano interessare le canalizzazioni su indicate. Nei parallelismi la guaina deve essere prevista per l’intero tratto interrato se la tubazione del gas e le altre canalizzazioni sono ad una distanza minore di 1 000 mm. Nel caso di sovrappasso e sottopasso la guaina si deve estendere per non meno di 1 000 mm da entrambe le parti. Per le tubazioni metalliche le distanze di rispetto da cavi elettrici, telefonici e simili, non in cunicolo, devono essere conformi alle specifiche norme CEI.
4.5.1.3.5
Tutti i tratti interrati di tubazioni di acciaio, devono essere provvisti di un adeguato rivestimento protettivo contro la corrosione, realizzato secondo la UNI ISO 5256 o UNI 9099 o UNI 10191.
4.5.1.3.6
Tutti i tratti interrati di tubazione di rame devono essere conformi alla UNI 10823, cioè dotati di un rivestimento protettivo. I tratti di tubazione privi del rivestimento protettivo contro la corrosione, posti in corrispondenza di giunzioni, quali curve, pezzi speciali, ecc., devono essere, accuratamente fasciati con bende o nastri dichiarati idonei allo scopo dal produttore.
4.5.1.3.7
Tutti i tratti interrati, con lunghezza maggiore di 3 000 mm, di tubazioni metalliche devono essere dotati di un giunto isolante monoblocco (giunto dielettrico), conforme alle UNI 10284 e UNI 10285, posato in prossimità della fuoriuscita dal terreno sul lato delle utenze, ad un’altezza compresa tra 300 mm e 500 mm dal piano di calpestio/campagna.
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L’installazione del giunto isolante monoblocco (giunto dielettrico), può essere omessa quando il tratto interrato, di tubazione metallica, riguardi il solo collegamento a tubazione in polietilene (vedere esempi di figura C.1a e C.1b); in questo caso la resistenza elettrica della tubazione metallica verso terra deve essere maggiore di 1 000 Ohm. Si ritiene soddisfatta questa condizione quando: -
la tubazione metallica sia protetta con rivestimenti di cui alle UNI ISO 5256 o UNI 9099 o UNI 10191 per le tubazioni in acciaio. Mentre le tubazioni in rame siano conformi a UNI 10823;
oppure -
la tubazione metallica sia inserita in guaina polimerica, a tenuta, di spessore non minore di 1 mm, sigillata alle estremità per evitare che nello spazio tra tubazione e guaina possa entrare acqua, sporcizia o corpi estranei di vario genere.
Gli eventuali tratti di tubazione metallica e i relativi raccordi (giunzioni, curve, pezzi speciali, ecc.) privi del rivestimento protettivo o della guaina devono essere accuratamente fasciati con bende o nastri dichiarati idonei allo scopo dal produttore. In ogni caso gli eventi atmosferici, o di altro tipo, non devono rendere inefficaci le protezioni di cui sopra rispetto alla resistenza elettrica tra tubazione e terreno.
4.5.1.3.8
Tutte le giunzioni meccaniche o filettate, se interrate, devono essere poste in un pozzetto ispezionabile. Per le tubazioni metalliche interrate che entrano direttamente nel corpo dell’edificio, il pozzetto è altresì necessario, per lo sfiato verso l’esterno della guaina di attraversamento della parete perimetrale (figura C.3). Il pozzetto non è necessario nel caso di tubazioni con guaina che sfiata direttamente all’esterno (figura C.1b).
4.5.1.3.9
Le tubazioni di polietilene devono essere mantenute all’esterno dei muri perimetrali dell’edificio da servire e devono essere collegate alle tubazioni metalliche, prima della loro fuoriuscita dal terreno ad eccezione del collegamento al contatore. In questo caso il tratto di tubazione di polietilene in uscita dal terreno deve essere protetta, lungo tutto il percorso, contro gli agenti atmosferici, raggi UV ed urti accidentali.
4.5.2
Modalità di posa delle tubazioni gas all’interno della singola unità immobiliare Le tubazioni all’interno dei locali di proprietà e nelle eventuali pertinenze possono essere installate: -
a vista;
-
in canaletta;
-
sotto traccia.
Le disposizioni che seguono valgono anche per le installazioni di tubazioni gas all'interno delle singole proprietà/unità immobiliari inserite in edifici multifamiliari e/o condominiali di cui al punto 4.6.
4.5.3
Installazioni interne a vista
4.5.3.1
Nei locali non aerati o non aerabili, cioè nei locali privi di aperture rivolte verso l'esterno, le giunzioni possono essere solo saldate o brasate.
4.5.3.2
Le tubazioni installate a vista devono avere andamento rettilineo verticale ed orizzontale ed essere opportunamente ancorate per evitare scuotimenti, vibrazioni ed oscillazioni. Gli elementi di ancoraggio devono essere installati come indicato al punto 4.5.1.1.1. e al punto 4.5.1.1.2.
4.5.3.3
Le tubazioni di acciaio installate a vista devono essere adeguatamente protette contro la corrosione mediante appositi rivestimenti idonei al luogo di installazione, quali zincatura (UNI EN 10240) o verniciatura.
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4.5.4
Installazioni interne in canaletta All’interno della singola unità immobiliare è consentito l’uso di canalette come protezione delle tubazioni gas, purché realizzate ed installate con le limitazioni di cui al punto 4.5.1.2.1 e al punto 4.5.1.2.2. È ammessa l’installazione di una tubazione in canaletta chiusa se provvista alle estremità di opportune aperture di aerazione comunicanti direttamente con l’esterno dell’edificio o con locali aerati o aerabili. La canaletta deve essere realizzata ed installata in modo da poter permettere all’occorrenza eventuali ispezioni e manutenzioni.
4.5.5
Installazioni interne sotto traccia Le tubazioni sotto traccia possono essere installate nelle strutture in muratura (nei pavimenti, nelle pareti perimetrali, nelle tramezze fisse, nei solai, ecc.) purché siano posate con andamento rettilineo verticale ed orizzontale e siano rispettate le condizioni di seguito riportate.
4.5.5.1
Le tubazioni inserite sotto traccia devono essere posate, parallele agli spigoli, ad una distanza non maggiore di 200 mm dagli spigoli stessi (vedere figura 8). I tratti terminali per l'allacciamento degli apparecchi, devono avere la minore lunghezza possibile al di fuori dei 200 mm dagli spigoli (per esempio scaldabagno, caldaia, ecc.). Nella posa sotto pavimento, le luci delle porte non costituiscono discontinuità della parete.
4.5.5.2
Nel caso di posa sottotraccia entro la fascia di 200 mm, ubicata nella zona più bassa di una parete, è preferibile collocare la tubazione nella metà superiore di tale fascia, per evitare i possibili danneggiamenti causati da interventi successivi, quali per esempio la posa di battiscopa, ecc. (vedere figura 8). figura
8
Zone da utilizzare per la posa sottotraccia delle tubazioni a gas Legenda
1 2
Zona per tubazioni sotto traccia Parete Pavimento
Dimensioni in millimetri
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4.5.5.3
Nel caso in cui non sia possibile rispettare le distanze di cui al punto 4.5.5.1 (per esempio isola di cottura), la tubazione deve risultare sempre ortogonale alle pareti ed il tracciato deve essere segnalato con elaborati grafici o simili (per esempio foto).
4.5.5.4
L'intera tubazione sotto traccia deve essere annegata direttamente in malta di cemento, costituita da una miscela composta da una parte di cemento e tre di sabbia operando come segue: -
realizzata la traccia, si procede alla stesura di uno strato di almeno 20 mm di malta di cemento, sul quale è collocata la tubazione;
-
dopo la prova di tenuta dell'impianto, la tubazione deve essere completamente annegata in malta di cemento realizzando attorno al tubo "massello di cemento" di spessore pari a 20 mm.
4.5.5.5
Nel caso in cui le pareti contengano cavità (per esempio mattoni forati) è necessario che le tubazioni del gas siano inserite in una guaina avente diametro interno maggiore di 10 mm rispetto al diametro esterno della tubazione.
4.5.5.6
In presenza di una guaina di protezione per la posa di cui al punto precedente, lo spessore della malta di cemento può anche essere ridotta fino a 15 mm (vedere figura 9). figura
9
Tubazione gas inserita in guaina Legenda 1 Mattoni forati 2 Guaina 3 Malta di cemento 4 Tubazione gas Dimensioni in millimetri
4.5.5.7
La realizzazione della traccia per la posa delle tubazioni a pavimento, può essere evitata sempre che le stesse siano poggiate direttamente sulla caldana del solaio e ricoperte con almeno 20 mm di malta di cemento anche in presenza di eventuali rivestimenti protettivi.
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4.5.5.8
I rubinetti e tutte le giunzioni, ad eccezione delle saldature/brasature, devono essere a vista od inserite in apposite scatole ispezionabili a tenuta nella parte murata e con coperchio non a tenuta verso l’ambiente. Sia per i locali non aerati, sia per quelli non aerabili, devono essere rispettate le condizioni di cui al punto 4.4.2.9.
4.6
Criteri di posa nelle parti comuni degli edifici multifamiliari
4.6.1
Disposizioni generali per la posa in opera delle tubazioni gas all’esterno nelle parti comuni dell’edificio La posa delle tubazioni gas deve essere fatta seguendo opportuni percorsi predisposti allo scopo ed al servizio esclusivo degli impianti gas. La posa in opera delle tubazioni del gas nelle parti ad uso comune di un edificio multifamiliare deve essere effettuata nel rispetto delle disposizioni generali, di cui ai punti precedenti, ed in ottemperanza alle norme di sicurezza antincendio in vigore per gli edifici di civile abitazione. In aggiunta devono essere rispettate le disposizioni dei punti di seguito riportati.
4.6.2
Modalità di posa delle tubazioni gas all’esterno nelle parti comuni dell’edificio Le tubazioni possono essere collocate: -
a vista;
-
in strutture appositamente realizzate;
-
interrate.
4.6.2.1
Installazione a vista all’esterno nelle parti comuni
4.6.2.1.1
Le tubazioni a vista devono essere installate in conformità ai criteri generali di cui al punto 4.4.1, inoltre devono rispondere ai requisiti di seguito riportati. L’ancoraggio o lo staffaggio delle tubazioni deve essere effettuato secondo i punti 4.5.1.1.1. e 4.5.1.1.2.
4.6.2.1.2
Per la posa di tubazioni di particolare lunghezza e soggette a sensibili variazioni di temperatura è necessario porre particolare attenzione agli effetti delle dilatazioni termiche (vedere appendice B). Quest’ultime possono essere compensate tramite cambi di direzione del tratto di tubazione o con dei giunti di compensazione. Il corretto dimensionamento del giunto di dilatazione ed i valori di compensazione devono essere indicati dal fabbricante.
4.6.2.1.3
La distanza di posa tra le tubazioni deve essere tale da permettere gli interventi di manutenzione e/o sostituzione. Ogni singola tubazione deve essere facilmente individuata e correlata alla rispettiva unità abitativa.
4.6.2.2
Installazione in canaletta all’esterno nelle parti comuni
4.6.2.2.1
È consentita la posa delle tubazioni all’interno di una canaletta, ubicata sulla parete perimetrale esterna dell’edificio e costituita da materiali non propaganti fiamma (in assenza di particolari disposizioni per l’antincendio). La superficie di chiusura deve essere non a tenuta di gas (per esempio provvista di griglia, o di aperture nella parte inferiore e superiore) e rimovibile, al fine di permettere ispezioni e/o manutenzioni. Inoltre la canaletta dovrà avere riferimenti esterni che segnalano la presenza dei tubi del gas al suo interno.
4.6.2.2.2
La canaletta può essere ancorata (figura 10 - riferimento a) o ricavata direttamente nell’estradosso della parete esterna, nicchia (figura 10 - riferimento b). In quest’ultimo caso, le pareti che delimitano l’alloggiamento, devono essere rese stagne. Tale operazione può essere realizzata, per esempio, mediante idonea rinzaffatura di malta di cemento.
4.6.2.2.3
La distanza di posa tra le tubazioni deve essere tale da permettere gli interventi di manutenzione e/o sostituzione. Ogni singola tubazione deve essere facilmente individuata e correlata alla rispettiva unità abitativa.
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10
Esempi di canaletta Legenda a) Canaletta ancorata b) Canaletta-nicchia 1 Intonaco 2 Canaletta 3 Tubazione gas 4 Griglia o superficie chiusa 5 Ancoraggio tubo gas 6 Muratura 7 Malta di cemento 8 Canaletta-nicchia 9 Ancoraggio elemento di copertura
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4.6.2.2.4
È ammessa l’installazione di una tubazione in canaletta chiusa (non grigliata) se provvista alle estremità di opportune aperture di aerazione rivolte verso l’esterno e se realizzata in modo da poter permettere all’occorrenza eventuali ispezioni e manutenzioni.
4.6.2.2.5
Per i gas di densità relativa all’aria maggiore di 0,8 la canaletta non può scendere al di sotto del piano campagna.
4.6.2.3
Installazione di tubazioni interrate all’esterno nelle parti comuni Le tubazioni possono essere interrate come descritto nel punto 4.5.1.3 e relativi sottopunti; in aggiunta, è concesso l’interramento di più tubazioni gas nello stesso scavo, anche a quote diverse, purché:
figura
11
-
tutte le tubazioni risultino posate sotto la profondità di interramento di 600 mm come definito nella figura 11. In caso contrario, le tubazioni devono essere protette come indicato nel punto 4.5.1.3.3;
-
le distanze tra singole tubazioni siano tali da consentire su ciascuna tubazione eventuali successivi interventi di manutenzione e/o sostituzione. Per le distanze di rispetto da altri servizi vedere punto 4.5.1.3.4;
-
sia resa possibile l’individuazione del percorso di ogni singola tubazione.
Posa interrata di più tubazioni Legenda 1 Nastro di segnalazione 2 Materiale di risulta 3 Sabbia 4 Tubazioni gas Dimensioni in millimetri
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4.6.3
Disposizioni generali per la posa in opera delle tubazioni all’interno nelle parti comuni dell’edificio multifamiliare Le tubazioni devono essere mantenute preferibimente all’esterno dei muri perimetrali e il tracciato all’interno dell’edificio deve interessare, prevalentemente, i locali da servire. Ove non sia possibile il collegamento diretto dall’esterno attraverso i muri perimetrali, è ammesso attraversare i locali ad uso comune (o parti comuni) operando nel rispetto delle disposizioni antincendio ed applicando le cautele e raccomandazioni sotto riportate:
4.6.4
-
non è ammessa la posa della tubazione gas sottotraccia nei muri costituenti le parti comuni interne;
-
deve essere sempre evitata la formazione di sacche dovute a trafilamenti o fughe accidentali di gas;
-
deve essere sempre garantita la possibilità di poter evacuare all’esterno eventuali trafilamenti di gas;
-
deve essere sempre evitata la possibilità che eventuali trafilamenti di gas possano diffondersi all’interno negli interstizi delle strutture murarie;
-
devono essere garantiti un corretto ancoraggio ed una adeguata protezione delle tubazioni da danneggiamenti ed urti accidentali e, ove necessario, da eventuali incendi (vedere UNI EN 1775);
-
le tubazioni del gas non devono interferire con altri servizi. La distanza minima tra tubazioni del gas ed altri servizi deve essere non minore di 200 mm. Negli incroci e nei parallelismi, se tale distanza non può essere rispettata, deve essere evitato il contatto diretto interponendo setti separatori.
Modalità di posa delle tubazioni gas all’interno nelle parti comuni dell’edificio multifamiliare La posa delle tubazioni del gas all’interno delle parti comuni degli edifici può essere:
4.6.4.1
-
a vista;
-
in struttura appositamente realizzata.
Installazione a vista o in canaletta all’interno delle parti comuni Nel caso di posa a vista o in canaletta, il locale deve avere una o più aperture di aerazione permanente con sezione minima totale pari o maggiore di 1/50 della superficie in pianta dei locali attraversati.
4.6.4.2
Installazione in apposito alloggiamento all’interno delle parti comuni La posa in apposito alloggiamento prevede l’utilizzo di condotto/cavedio/vano avente le seguenti caratteristiche: -
sia ad esclusivo utilizzo delle tubazioni gas;
-
abbia le pareti impermeabili al gas, ai fini della presente applicazione oltre a strutture metalliche, si ritengono idonee strutture edilizie intonacate, muri in calcestruzzo armato, cemento vibro compresso e simili.
-
sia permanentemente aerato con aperture alle estremità, di sezione equivalente al condotto/cavedio/vano. L’apertura di aerazione alla quota più bassa deve essere provvista di rete tagliafiamma;
-
abbia una resistenza al fuoco uguale o maggiore di quella della struttura nella quale è inserita ed in ogni caso non minore a REI 30;
-
sia dotato di sportello di ispezione ad ogni piano;
-
non comprometta l’eventuale compartimentazione antincendio;
-
nel caso di condotto/cavedio/vano in cui sono alloggiate più tubazioni del gas deve essere prevista una distanza minima tra le stesse non minore di 20 mm (vedere figura 12);
-
le dimensioni interne dell’alloggiamento devono consentire gli interventi di manutenzione.
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Nel caso di condotto/cavedio/vano a sviluppo orizzontale gli sportelli di ispezione devono essere ubicati in prossimità dell’ingresso della tubazione ad ogni singola unità immobiliare. In ogni caso, tra due sportelli la distanza non deve essere maggiore di 12 m. figura
12
Alloggiamento multiplo di tubazioni gas Legenda 1 Tubazioni gas 2 Pannello di chiusura a tenuta 3 Guarnizione di tenuta 4 Apposito alloggiamento Dimensioni in millimetri
4.6.5
Modalità di posa delle tubazioni gas all’interno delle singole unità immobiliari site in edifici multifamiliari e/o condominiali Si applicano le medesime prescrizioni previste per l’installazione in unità immobiliari unifamiliari, di cui al punto 4.5 e successivi.
5
COLLAUDO DELL’IMPIANTO INTERNO
5.1
Prova di tenuta dell’impianto La prova di tenuta deve essere eseguita prima di mettere in servizio l’impianto interno, di averlo collegato al contatore e che siano stati allacciati gli apparecchi. Se qualche parte dell'impianto non è a vista, la prova di tenuta deve precedere la copertura delle tubazioni stesse. La prova deve essere effettuata, utilizzando l’apposita presa di pressione situata a valle del punto di inizio, con le seguenti modalità:
Nota
-
a valle di ogni rubinetto di utenza ed a monte del rubinetto costituente il punto di inizio, devono essere posti dei tappi a garanzia della tenuta;
-
si immette nell'impianto, attraverso la presa di pressione, aria od altro gas inerte, fino a che sia raggiunta una pressione compresa tra 100 mbar e 150 mbar;
-
dopo il tempo di attesa necessario per stabilizzare la pressione (non minore di 15 min), si effettua una prima lettura della pressione mediante un manometro ad acqua od apparecchio equivalente di sensibilità minima di 0,1 mbar (1 mm H2O);
-
trascorsi 15 min dalla prima lettura, si effettua una seconda lettura: il manometro non deve rilevare alcuna caduta di pressione tra i due valori;
-
se si verificassero delle perdite, queste devono essere ricercate ed eliminate. Eliminate le perdite, occorre ripetere la prova di tenuta dell'impianto come sopra descritto.
Nel caso di materiali e/o sistemi disciplinati da altre norme, è necessario riferirsi alle stesse per le modalità di esecuzione della prova di tenuta. UNI 7129-1:2008
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5.2
Prova di tenuta nei casi di rifacimenti parziali o di interventi di manutenzione straordinaria Nel caso di rifacimenti parziali o di interventi di manutenzione straordinaria di impianti esistenti la prova di tenuta deve essere eseguita come segue: a)
si verifica l’esistenza di eventuali perdite di gas nella sezione d’impianto esistente prima di effettuare qualsiasi intervento di rifacimento o la manutenzione straordinaria dello stesso impianto secondo la procedura prevista dalla UNI 11137-1 (metodo diretto o indiretto);
b)
si annota il valore di perdita riscontrato durante la prova;
c)
si esegue l’intervento di rifacimento o di manutenzione straordinaria sull’impianto esistente;
d)
si ripete la prova di tenuta di cui al punto a);
e)
si verifica il valore di perdita dopo l’intervento.
Si rimette in funzione l’impianto soltanto se il valore di perdita dopo l’intervento è uguale o minore di quello annotato nel punto b). Se il valore di perdita non risultasse idoneo al funzionamento, l’impianto non può essere rimesso in funzione.
6
COLLEGAMENTO DELLE APPARECCHIATURE ALLA TUBAZIONE COSTITUENTE LA PARTE FISSA DELL’IMPIANTO INTERNO
6.1
Gli apparecchi fissi e quelli ad incasso possono essere collegati con tubo metallico rigido e raccordi filettati, oppure con un tubo flessibile di acciaio inossidabile a parete continua (lunghezza massima 2 000 mm) di cui alla UNI EN 148003).
6.2
Gli apparecchi di cottura, anche ad incasso, possono essere collegati con tubi flessibili non metallici conformi alla UNI EN 1762 per una lunghezza massima pari a 2 000 mm, dotati di raccordi filettati assemblati dal fabbricante del tubo e corredati di dichiarazione di durabilità rilasciata dal fabbricante stesso.
6.3
Le stufe di tipo mobile fino a 4,2 kW e gli apparecchi di cottura non ad incasso possono essere collegati con tubi flessibili non metallici per allacciamento, di cui alla UNI 7140 e UNI EN 1762, con lunghezza massima di 1 500 mm.
6.4
Le guarnizioni di tenuta di tipo elastomerico devono essere conformi alla UNI 10582.
6.5
Il collegamento, di cui al presente punto 6, tra l’apparecchio e la parte fissa dell’impianto, deve essere realizzato solo all’interno del locale di installazione.
7
CONTROLLO PERIODICO DELL'IMPIANTO INTERNO Il controllo deve essere eseguito nei tempi e con le modalità previste dalla UNI 11137-1.
7.1
Pulizia della tubazione Per effettuare la pulizia della tubazione si deve seguire la seguente procedura:
3)
-
aprire porte e finestre degli ambienti interessati;
-
chiudere il rubinetto di intercettazione costituente il punto di inizio;
-
staccare il tubo dell'impianto interno a valle di tale rubinetto e tappare l'uscita di quest'ultimo;
-
scollegare tutti gli apparecchi allacciati e ove esistano, i relativi tubi flessibili;
Si segnala che è in elaborazione una norma UNI relativa a "Tubi flessibili di acciaio inossidabile a parete continua per allacciamento di apparecchi a gas per uso domestico e similare".
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-
soffiare aria o gas inerte con apposita attrezzatura, partendo dalla tubazione di diametro minore e procedendo verso quella di diametro maggiore.
Prima di ricollegare la tubazione al punto di inizio si deve ricontrollare la tenuta dell'impianto. Eliminate le eventuali perdite bisogna ripetere la prova di tenuta secondo la UNI 11137-1.
7.2
Manovrabilità dei rubinetti dell'impianto interno
7.2.1
Se un rubinetto non è facilmente manovrabile, nel senso che sia anomalo lo sforzo necessario per effettuare le manovre di apertura e di chiusura, occorre sostituirlo.
7.2.2
L'eventuale sostituzione di un rubinetto comporta la ripetizione della prova di tenuta dell'impianto di cui al punto 5.2.
7.3
Stato di conservazione del tubo flessibile La verifica dello stato di conservazione di un tubo flessibile non metallico consiste nel controllare che: -
non siano stati superati i termini di scadenza (5 anni), secondo quanto previsto dalla UNI 7140 o le indicazioni sulla durabilità per i prodotti di cui alla UNI EN 1762;
-
non appaiano screpolature, tagli ed abrasioni, né tracce di bruciature o di surriscaldamento su tutta la superficie del tubo;
-
flettendo il tubo, non si evidenzino screpolature.
La verifica dello stato di conservazione di tubi flessibili di acciaio inossidabile a parete continua, o tubi metallici rigidi, consiste nel controllo visivo della superficie del tubo e dei raccordi.
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APPENDICE (normativa)
A CALCOLO DEI DIAMETRI DEI TUBI DI UN IMPIANTO INTERNO
A.1
Principi generali Il moto di un fluido in una condotta può avere diversi regimi: a)
moto laminare o di Poiseuille, caratteristico dei fluidi viscosi per numeri di Reynolds minori di 1 300 o nei capillari;
b)
moto di regime di transizione, instabile e mal definibile, per numeri di Reynolds compresi tra 1 300 e 2 500 circa;
c)
moto turbolento, il più frequente e al quale si riferisce normalmente per l’individuazione della perdita di carico ed il conseguente dimensionamento delle tubazioni di distribuzione del gas combustibile, sia per il settore domestico che industriale, esso è caratteristico per numeri di Reynolds maggiori di circa 2 500.
Per applicazioni a bassa pressione la perdita di carico può essere calcolata direttamente con l’equazione di Renouard: 1 8
duLuQ 4 'p = 2,28 u 10 u ----------------------------4,8 D
(A.1)
dove: è la perdita di carico (mbar);
'p 2,28 u 10
4
è la costante che tiene conto della rugosità delle pareti interne del tubo valida per semplificazione per tutti i materiali;
d
è la densità relativa del gas in rapporto all’aria e vale 0,6 per il gas naturale e 1,69 gas di petrolio liquefatto (GPL);
L
è la lunghezza del tubo in metri;
Q
è la portata normale in m3/h. (0 °C e 1 013 mbar);
D
è il diametro interno in millimetri.
In alternativa all’uso diretto della formula (A.1), di seguito sono riportati, per i gas combustibili più comuni, i prospetti attraverso i quali è possibile determinare il diametro della tubazione in funzione della portata di gas, della lunghezza virtuale della tubazione e perdita di carico data. Per il dimensionamento dell’impianto interno sono ammesse anche procedure di calcolo differenti da quella proposta, purchè siano garantiti risultati equivalenti. Nota
A.2
I calcoli per diametri di tubazioni non riconducibili ai prospetti contemplati nella presente appendice possono essere fatti ricorrendo alla letteratura tecnica specifica.
Procedimento per il dimensionamento della tubazione che costituisce l’impianto interno ed utilizzo dei prospetti Il dimensionamento è effettuato come segue: a)
si determina la massima portata di gas in transito in ogni tratto di impianto, espressa o in m3/h o in kW; ciò può essere fatto in relazione ai dati di targa riportata sugli apparecchi utilizzatori;
b)
si determinano, le lunghezze virtuali dei differenti tratti della tubazione costituenti l’impianto interno, misurando lo sviluppo geometrico delle tubazioni e sommando ad esso le lunghezze equivalenti per i pezzi speciali presenti sul tratto di condotta considerato. Nel prospetto A.1 sono riportate per i principali tipi di gas le lunghezze equivalenti dei pezzi speciali più comuni. I valori sono stati ottenuti mediando i dati forniti da differenti costruttori e possono essere considerati validi per qualsiasi tipo di materiale impiegato se riportato in questa norma;
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prospetto
A.1
Lunghezze equivalenti dei pezzi speciali Lunghezze equivalenti dei pezzi speciali m Curva a 90°
Di mm
Raccordo a T
Croce
Gomito
Rubinetto
Gas naturale - Miscele aria/CH4 - Gas di cracking d22,3
0,2
0,8
1,5
1,0
0,3
22,3 a 53,9
0,5
2,0
4,0
1,5
0,8
53,9 a 81,7
0,8
4,0
8,0
3,0
1,5
t81,7
1,5
6,5
13,0
4,5
2,0
Gas di petrolio liquefatto - Miscele a base di GPL d22,3
0,2
1,0
2,0
1,0
0,3
22,3 a 53,9
0,5
2,5
5,0
2,0
0,8
53,9 a 81,7
1,0
4,5
9,0
3,0
1,5
t81,7
1,5
7,5
15,0
5,0
2,0
c)
in base alla densità relativa del gas si sceglie il corrispondente prospetto, della presente appendice, e si procede al dimensionamento tratto per tratto, come nell'esempio di seguito riportato, adottando per lunghezze virtuali e portate i valori più vicini per eccesso ai dati dal prospetto e da questi si ricava il diametro da adottare.
A.3
Esempio di calcolo
A.3.1
Calcolo della portata di gas Supponiamo di utilizzare un gas naturale avente potere calorifico superiore H s = 38 311 kJ/m3 e potere calorifico inferiore H i = 34 560 kJ/m3, con densità d = 0,6. Si consideri il dimensionamento di un impianto interno, in tubo di acciaio, per alimentare i seguenti apparecchi (vedere figura A.1): portata termica nominale
Qn =
5,5 kW
portata volumica
Qn Q V = ------- 3 600 = Hs
0,5 m3/h
portata termica nominale
Qn =
15,0 kW
portata volumica
Qn Q V = ------- 3 600 = Hi
1,6 m3/h
portata termica nominale
Qn =
18,0 kW
portata volumica
Q Q V = ------n- 3 600 = Hi
1,9 m3/h
portata termica nominale
Qn =
9,5 kW
portata volumica
Q Q V = ------n- 3 600 = Hi
1,0 m3/h
Totale
48,0 kW
Totale
5,0 m3/h
piano cottura
caldaia
scaldabagno
stufa
Nota
Il dimensionamento dell’impianto procede, come si è detto, tratto per tratto. Il piano cottura e la stufa sono collegate all’impianto con attacco rigido di piccola lunghezza. Nel calcolo delle lunghezze non si è tenuto conto dell’impiego di tubi flessibili per il collegamento di questi tipi di apparecchi. UNI 7129-1:2008
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figura
A.1
Esempio di impianto domestico Dimensioni in metri
A.3.2
Calcolo della lunghezza virtuale della tubazione e del diametro della tubazione tramite l’uso dei prospetti prospetto
A.2
Tratto AC Portata (Q )
5 m3/h
48 kW
Lunghezza geometrica del tronco AC
3,0 m
Lunghezza virtuale del tronco più lungo (A-M): (lunghezza geometrica + lunghezza equivalente): Lunghezza geometrica del tronco più lungo (A-M): In questo caso il tratto più lungo è individuato nel percorso (A-M) e corrisponde alla misura della tubazione fra il contatore e l'apparecchio più lontano installato sul tratto figura A.1 Calcolo della lunghezza equivalente del tronco più lungo (A-M): Dal prospetto A.1 si ricavano le lunghezze equivalenti di tutti i pezzi speciali installati sul tratto più lungo. Per la scelta dei valori in prima approssimazione, si ipotizza che il valore del diametro "atteso" della condotta sia compreso fra 22,3 e 53,9 mm. Esempio numerico: Rubinetto in A = 0,8 m, gomito in B = 1,5 m, Ti in C = 2,0 m, curva in E = 0,5 m, croce in F = 4,0 m, curva in L = 0,5 m, curva in M = 0,5 m, rubinetto in M = 0,8 m,
11,0 m 21,6 m
10,6 m
Dal prospetto A.8a o A.8b, relativo alle tubazioni di acciaio, si ottiene, in corrispondenza dei valori approssimati per eccesso della lunghezza virtuale e della portata, il valore del diametro interno del tratto AC: D i = 27,9 mm (1")
In modo analogo si procede per gli altri tratti di impianto: prospetto
A.3
Tratto CF Portata (Q )
4,5 m3/h
42,5 kW
Lunghezza geometrica del tronco CF
4,0 m
Lunghezza virtuale del tratto più lungo (A-M): Dalla figura A.1 si rileva che anche in questo caso il tratto più lungo è rappresentato dal percorso (A-M)
21,6 m
D i = 27,9 mm (1")
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prospetto
A.4
Tratto FM Portata (Q )
1,6 m3/h
15 kW
Lunghezza geometrica tronco FM
4,0 m
Lunghezza virtuale del tratto più lungo (A-M): Dalla figura A.1 si rileva che anche in questo caso il tratto più lungo è rappresentato dal percorso (A-M)
21,6 m
D i = 22,5 mm (3/4")
prospetto
A.5
Tratto CD Portata (Q )
0,5 m3/h
5,5 kW
Lunghezza geometrica del tronco CD
1,8 m
Lunghezza virtuale del tronco più lungo (A-D): (lunghezza geometrica + lunghezza equivalente): Lunghezza geometrica del tratto più lungo (A-D): In questo caso (figura A.1) il tratto più lungo è individuato nel percorso (A-D) e corrisponde alla misura della tubazione fra il contatore e l'apparecchio più lontano installato sul tratto Lunghezza equivalente del tratto più lungo (A-D): Dal prospetto A.1 si ricavano le lunghezze equivalenti di tutti i pezzi speciali installati sul tratto più lungo. Per la scelta dei valori in prima approssimazione, si ipotizza che il valore del diametro "atteso" della condotta sia minore di 22,3 mm.
4,8 m 8,2 m
3,4 m
Esempio numerico: Rubinetto in A = 0,8 m, gomito in B = 1 m - Ti in C = 0,8 m - gomito in D = 1 m - Rubinetto in D = 0,3 m; D i = 13,2 mm (3/8")
prospetto
A.6
Tratto FG Portata (Q )
1,9 m3/h
18,0 kW
Lunghezza geometrica del tronco FG
0,4 m
Lunghezza virtuale del tronco più lungo (A-G): (lunghezza geometrica + lunghezza equivalente): Lunghezza geometrica del tratto più lungo (A-G): In questo caso (figura A.1) il tratto più lungo è individuato nel percorso (A-G) e corrisponde alla misura della tubazione fra il contatore e l'apparecchio più lontano installato sul tratto Lunghezza equivalente del tratto più lungo (A-G): Dal prospetto A.1 si ricavano le lunghezze equivalenti di tutti i pezzi speciali installati sul tratto più lungo. Per la scelta dei valori in prima approssimazione, si ipotizza che il valore del diametro "atteso" della condotta sia compreso fra 22,3 mm e 53,9 mm.
7,4 m 17,0 m
9,6 m
Esempio numerico Rubinetto in A = 0,8 m, gomito in B = 1,5 m, Ti in C = 2,0 m, curva in E = 0,5 m, croce in F = 4,0 m, rubinetto in G = 0,8 m, D i = 22,3 mm (3/4")
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prospetto
A.7
Tratto FI Portata (Q )
1,0 m3/h
9,5 kW
Lunghezza geometrica tronco FI
2,5 m
Lunghezza virtuale del tronco più lungo (A-I): (lunghezza geometrica + lunghezza equivalente): Lunghezza geometrica del tratto più lungo (A-I): In questo caso (figura A.1) il tratto più lungo è individuato nel percorso (A-I) e corrisponde alla misura della tubazione fra il contatore e l'apparecchio più lontano installato sul tratto
9,5 m
Lunghezza equivalente del tratto più lungo (A-I): Dal prospetto A.1 si ricava le lunghezze equivalenti di tutti i pezzi speciali installati sul tratto più lungo. Per la scelta dei valori in prima approssimazione, si ipotizza che il valore del diametro "atteso" della condotta sia minore di 22,3 mm. Esempio numerico: Rubinetto in A = 0,3 m, gomito in B = 1,0 m, Ti in C = 0,8 m, curva in E = 0,2 m, croce in F = 1,5 m, curva in G = 0,2 m, rubinetto in G = 0,3 m, Totale lunghezza equivalente
13,8 m
4,3 m
D i = 13,2 mm (3/8")
Se, al termine del calcolo, si sono trovati diametri diversi da quelli utilizzati per il calcolo delle lunghezze virtuali, occorre rifare tutto il dimensionamento con un secondo tentativo. Nei prospetti che seguono vengono forniti i valori delle portate di gas possibili in funzione dei diametri interni delle tubazioni e delle lunghezze delle stesse, per i gas della seconda e della terza famiglia e per tubazioni in acciaio, in rame e polietilene. Nota
Non sono stati riportati i prospetti inerenti ai gas della prima famiglia perché questi ultimi sono ormai poco utilizzati.
prospetto A.8a
Portate in volume (m3/h a 15 °C) per gas naturale, densità relativa 0,6 calcolate per tubazioni di acciaio con perdita di carico di 1,0 mbar (formula di Renouard)
Filettatura
3/8'
1/2'
3/4'
1'
1' 1/4
1' 1/2
2'
2' 1/2
3
D i mm
13,2
16,7
22,5
27,9
36,6
42,5
53,9
69,7
81,7
s mm
2
2,3
2,3
2,9
2,9
2,9
3,2
3,2
3,6
Lunghezza virtuale m
Portata in volume m3/h
2
3,16
5,92
13,11
23,26
47,97
71,46
-
-
-
4
2,15
4,03
8,92
15,83
32,64
48,62
91,63
181,87
-
8
1,46
2,74
6,07
10,77
22,21
33,08
62,35
123,75
189,02
10
1,29
2,42
5,36
9,51
19,62
29,23
55,08
109,32
166,98
15
1,03
1,93
4,28
7,59
15,66
23,33
43,97
87,27
133,30
20
0,88
1,65
3,65
6,47
13,35
19,89
37,47
74,38
113,61
25
0,78
1,46
3,22
5,72
11,79
17,57
33,11
65,71
100,37
30
0,70
1,31
2,91
5,17
10,66
15,87
29,92
59,38
90,70
40
0,60
1,12
2,48
4,40
9,08
13,53
25,50
50,61
77,30
50
0,53
0,99
2,19
3,89
8,02
11,95
22,52
44,71
68,29
75
0,42
0,79
1,75
3,11
6,41
9,54
17,98
35,69
54,52
100
0,36
0,67
1,49
2,65
5,46
8,13
15,33
30,42
46,46
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Pagina 39
prospetto A.8b
Portate termiche (kW) per gas naturale, densità relativa 0,6 calcolate per tubazioni di acciaio con perdita di carico di 1,0 mbar (formula di Renouard)
Filettatura
3/8'
1/2'
3/4'
1'
1' 1/4
1' 1/2
2'
2' 1/2
3
D i mm
13,2
16,7
22,5
27,9
36,6
42,5
53,9
69,7
81,7
s mm
2
2,3
2,3
2,9
2,9
2,9
3,2
3,2
3,6
Lunghezza virtuale m
Portata termica kW**)
2
30,4
56,8
125,8
223,3
460,5
686,1
-
-
-
4
20,7
38,7
85,6
151,9
313,4
466,8
879,7
1 746,0
-
8
14,1
26,3
58,3
103,4
213,2
317,6
598,5
1 188,0
1 814,6
10
12,4
23,2
51,5
91,3
188,3
280,6
528,7
1 049,5
1 603,0
15
9,9
18,6
41,1
72,9
150,4
224,0
422,1
837,8
1 279,7
20
8,4
15,8
35,0
62,1
128,2
190,9
359,8
714,0
1 090,7
25
7,5
14,0
30,9
54,9
113,2
168,6
317,8
630,8
963,5
30
6,7
12,6
28,0
49,6
102,3
152,4
287,2
570,0
870,7
40
5,7
10,8
23,8
42,3
87,2
129,9
244,8
485,8
742,1
50
5,1
9,5
21,0
37,4
77,0
114,7
216,2
429,2
655,6
75
4,1
7,6
16,8
29,8
61,5
91,6
172,6
342,6
523,3
100
3,5
6,5
14,3
25,4
52,4
78,1
147,1
292,0
446,0
3
**)
1 kW = 0,104 m .
prospetto A.9a
Portate in volume (m3/h a 15 °C) per miscele di GPL, densità relativa 1,69 calcolate per tubazioni di acciaio con perdita di carico di 2,0 mbar (formula di Renouard)
Filettatura
3/8'
1/2'
3/4'
1'
1' 1/4
1' 1/2
2'
2' 1/2
3
D i mm
13,2
16,7
22,5
27,9
36,6
42,5
53,9
69,7
81,7
s mm
2
2,3
2,3
2,9
2,9
2,9
3,2
3,2
3,6
Lunghezza virtuale m
Portata in volume m3/h
2
2,61
4,89
10,84
19,23
39,66
59,09
111,35
-
-
4
1,78
3,33
7,37
13,09
26,99
40,20
75,76
150,37
-
8
1,21
2,27
5,02
8,90
18,36
27,35
51,55
102,31
156,27
10
1,07
2,00
4,43
7,87
16,22
24,16
45,54
90,38
138,05
15
0,85
1,60
3,54
6,28
12,95
19,29
36,35
72,15
110,21
20
0,73
1,36
3,02
5,35
11,04
16,44
30,98
61,50
93,93
25
0,64
1,20
2,66
4,73
9,75
14,52
27,37
54,33
82,98
30
0,58
1,09
2,41
4,27
8,81
13,12
24,73
49,09
74,99
40
0,49
0,93
2,05
3,64
7,51
11,19
21,08
41,84
63,91
50
0,44
0,82
1,81
3,22
6,63
9,88
18,62
36,96
56,46
75
0,35
0,65
1,45
2,57
5,30
7,89
14,87
29,51
45,07
100
0,30
0,56
1,23
2,19
4,51
6,72
12,67
25,15
38,41
UNI 7129-1:2008
© UNI
Pagina 40
prospetto A.9b
Portate termiche (kW) per miscele di GPL, densità relativa 1,69 calcolate per tubazioni di acciaio con perdita di carico di 2,0 mbar (formula di Renouard)
Filettatura
3/8'
1/2'
3/4'
1'
1' 1/4
1' 1/2
2'
2' 1/2
3
D i mm
13,2
16,7
22,5
27,9
36,6
42,5
53,9
69,7
81,7
s mm
2
2,3
2,3
2,9
2,9
2,9
3,2
3,2
3,6
Lunghezza virtuale m
Portata termica kW**)
2
82,1
153,7
340,3
603,9
1 245,4
1 855,3
3 496,3
-
-
4
55,8
104,6
231,5
410,9
847,4
1 262,3
2 378,9
4 721,6
-
8
38,0
71,1
157,5
279,6
576,6
858,9
1 618,6
3 212,5
4 907,0
10
33,6
62,8
139,2
247,0
509,3
758,7
1 429,9
2 838,0
4 334,9
15
26,8
50,2
111,1
197,2
406,6
605,7
1 141,5
2 265,6
3 460,6
20
22,8
42,8
94,7
168,0
346,5
516,2
972,9
1 930,9
2 949,4
25
20,2
37,8
83,6
148,5
306,1
456,1
859,4
1 705,8
2 605,6
30
18,2
34,1
75,6
134,2
276,7
412,1
776,6
1 541,5
2 354,6
40
15,5
29,1
64,4
114,3
235,8
351,2
661,9
1 313,8
2 006,8
50
13,7
25,7
56,9
101,0
208,3
310,3
584,8
1 160,6
1 772,8
75
11,0
20,5
45,4
80,6
166,3
247,7
466,8
926,5
1 415,3
100
9,3
17,5
38,7
68,7
141,7
211,1
397,9
789,7
1 206,2
3
**)
1 kW = 0,032 m .
prospetto A.10a
Portate in volume (m3/h a 15 °C) per gas naturale, densità relativa 0,6 calcolate per tubazioni di rame con perdita di carico di 1,0 mbar (formula di Renouard)
D e mm
12
14
15
16
18
22
28
35
42
54
D i mm
10
12
13
14
16
20
26
33
39
51
s mm
1
1
1
1
1
1
1
1
1,5
1,5
Lunghezza virtuale m
Portata in volume m3/h
2
1,51
2,45
3,04
3,70
5,28
9,57
19,27
36,40
56,83
-
4
1,03
1,67
2,07
2,52
3,59
6,51
13,11
24,77
38,67
79,07
8
0,70
1,14
1,41
1,71
2,44
4,43
8,92
16,85
26,31
53,80
10
0,62
1,00
1,24
1,51
2,16
3,92
7,88
14,89
23,24
47,53
15
0,49
0,80
0,99
1,21
1,72
3,13
6,29
11,88
18,55
37,94
20
0,42
0,68
0,84
1,03
1,47
2,66
5,36
10,13
15,81
32,34
25
0,37
0,60
0,75
0,91
1,30
2,35
4,74
8,95
13,97
28,57
30
0,33
0,54
0,67
0,82
1,17
2,13
4,28
8,09
12,62
25,81
40
0,29
0,46
0,57
0,70
1,00
1,81
3,65
6,89
10,76
22,00
50
0,25
0,41
0,51
0,62
0,88
1,60
3,22
6,09
9,50
19,44
75
0,20
0,33
0,41
0,49
0,71
1,28
2,57
4,86
7,59
15,52
100
0,17
0,28
0,35
0,42
0,60
1,09
2,19
4,14
6,47
13,22
UNI 7129-1:2008
© UNI
Pagina 41
prospetto A.10b
Portate termiche (kW) per gas naturale, densità relativa 0,6 calcolate per tubazioni di rame con perdita di carico di 1,0 mbar (formula di Renouard)
D e mm
12
14
15
16
18
22
28
35
42
54
D i mm
10
12
13
14
16
20
26
33
39
51
s mm
1
1
1
1
1
1
1
1
1,5
1,5
Lunghezza virtuale m
Portata termica kW**)
2
14,5
23,5
29,1
35,5
50,7
91,9
185,0
349,4
545,5
-
4
9,8
16,0
19,8
24,2
34,5
62,5
125,9
237,8
371,2
759,1
8
6,7
10,9
13,5
16,4
23,5
42,6
85,7
161,8
252,6
516,5
10
5,9
9,6
11,9
14,5
20,7
37,6
75,7
142,9
223,1
456,2
15
4,7
7,7
9,5
11,6
16,6
30,0
60,4
114,1
178,1
364,2
20
4,0
6,6
8,1
9,9
14,1
25,6
51,5
97,2
151,8
310,4
25
3,6
5,8
7,2
8,7
12,5
22,6
45,5
85,9
134,1
274,2
30
3,2
5,2
6,5
7,9
11,3
20,4
41,1
77,6
121,2
247,8
40
2,7
4,5
5,5
6,7
9,6
17,4
35,0
66,2
103,3
211,2
50
2,4
3,9
4,9
5,9
8,5
15,4
30,9
58,4
91,2
186,6
75
1,9
3,1
3,9
4,7
6,8
12,3
24,7
46,7
72,8
149,0
100
1,6
2,7
3,3
4,0
5,8
10,5
21,1
39,8
62,1
127,0
3
**)
1 kW = 0,104 m .
prospetto A.11a
Portate in volume (m3/h a 15 °C) per miscele di GPL, densità relativa 1,69 calcolate per tubazioni di rame con perdita di carico di 2,0 mbar (formula di Renouard)
D e mm
12
14
15
16
18
22
28
35
42
54
D i mm
10
12
13
14
16
20
26
33
39
51
s mm
1
1
1
1
1
1
1
1
1,5
1,5
Lunghezza virtuale m
Portata in volume m3/h
2
1,25
2,03
2,51
3,06
4,37
7,92
15,94
30,09
46,98
-
4
0,85
1,38
1,71
2,08
2,97
5,39
10,84
20,48
31,97
65,37
8
0,58
0,94
1,16
1,42
2,02
3,66
7,38
13,93
21,75
44,48
10
0,51
0,83
1,03
1,25
1,79
3,24
6,52
12,31
19,21
39,29
15
0,41
0,66
0,82
1,00
1,43
2,58
5,20
9,83
15,34
31,37
20
0,35
0,56
0,70
0,85
1,21
2,20
4,43
8,37
13,07
26,73
25
0,31
0,50
0,62
0,75
1,07
1,95
3,92
7,40
11,55
23,62
30
0,28
0,45
0,56
0,68
0,97
1,76
3,54
6,68
10,44
21,34
40
0,24
0,38
0,48
0,58
0,83
1,50
3,02
5,70
8,90
18,19
50
0,21
0,34
0,42
0,51
0,73
1,32
2,67
5,03
7,86
16,07
75
0,17
0,27
0,34
0,41
0,58
1,06
2,13
4,02
6,27
12,83
100
0,14
0,23
0,29
0,35
0,50
0,90
1,81
3,42
5,35
10,93
UNI 7129-1:2008
© UNI
Pagina 42
prospetto A.11b
Portate termiche (kW) per miscele di GPL, densità relativa 1,69 calcolate per tubazioni di rame con perdita di carico di 2,0 mbar (formula di Renouard)
D e mm
12
14
15
16
18
22
28
35
42
54
D i mm
10
12
13
14
16
20
26
33
39
51
s mm
1
1
1
1
1
1
1
1
1,5
1,5
Lunghezza virtuale m
Portata termica kW**)
2
39,1
63,7
78,8
96,0
137,1
248,6
500,4
944,9
1 475,3
-
4
26,6
43,3
53,6
65,3
93,3
169,1
340,5
642,9
1 003,8
2 052,7
8
18,1
29,5
36,5
44,5
63,5
115,1
231,6
437,5
683,0
1 396,6
10
16,0
26,0
32,2
39,3
56,1
101,7
204,6
386,4
603,3
1 233,8
15
12,8
20,8
25,7
31,3
44,8
81,2
163,4
308,5
481,6
984,9
20
10,9
17,7
21,9
26,7
38,1
69,2
139,2
262,9
410,5
839,5
25
9,6
15,6
19,4
23,6
33,7
61,1
123,0
232,3
362,6
741,6
30
8,7
14,1
17,5
21,3
30,5
55,2
111,2
209,9
327,7
670,2
40
7,4
12,1
14,9
18,2
26,0
47,1
94,7
178,9
279,3
571,2
50
6,5
10,6
13,2
16,1
22,9
41,6
83,7
158,0
246,7
504,6
75
5,2
8,5
10,5
12,8
18,3
33,2
66,8
126,2
197,0
402,8
100
4,5
7,2
9,0
10,9
15,6
28,3
56,9
107,5
167,9
343,3
3
**)
1 kW = 0,032 m .
prospetto A.12a
Portate in volume (m3/h a 15 °C) per gas naturale densità relativa 0,6 calcolate per tubazioni di polietilene con perdita di carico di 1,0 mbar (formula di Renouard)
D e mm
25
32
40
50
63
75
90
110
D i mm
19
26
34
44
55,8
66,4
79,6
97,4
s mm
3
3
3
3
3,6
4,3
5,2
6,3
Lunghezza virtuale m
Portata in volume m3/h
2
8,35
19,27
39,42
-
-
-
-
-
4
5,68
13,11
26,82
53,34
100,50
159,81
-
-
8
3,87
8,92
18,25
36,29
68,38
108,73
176,34
302,04
10
3,42
7,88
16,12
32,06
60,41
96,06
155,78
266,83
15
2,73
6,29
12,87
25,59
48,22
76,68
124,36
213,01
20
2,32
5,36
10,97
21,81
41,10
65,36
105,99
181,55
25
2,05
4,74
9,69
19,27
36,31
57,74
93,63
160,38
30
1,86
4,28
8,76
17,41
32,81
52,17
84,61
144,93
40
1,58
3,65
7,46
14,84
27,97
44,47
72,12
123,52
50
1,40
3,22
6,59
13,11
24,70
39,28
63,71
109,12
75
1,11
2,57
5,26
10,47
19,72
31,36
50,86
87,11
100
0,95
2,19
4,49
8,92
16,81
26,73
43,35
74,25
UNI 7129-1:2008
© UNI
Pagina 43
Portate termiche (kW) per gas naturale, densità relativa 0,6 calcolate per tubazioni di polietilene con perdita di carico di 1,0 mbar (formula di Renouard)
prospetto A.12b
D e mm
25,00
32,00
40,00
50,00
63,00
75,00
90,00
110,00
D i mm
19
26
34
44
55,8
66,4
79,6
97,4
s mm
3
3
3
3
3,6
4,3
5,2
6,3
Lunghezza virtuale m
Portata termica kW**)
2
80,2
185,0
378,4
-
-
-
-
-
4
54,5
125,9
257,5
512,0
964,8
1 534,2
-
-
8
37,1
85,7
175,2
348,4
656,5
1 043,8
1 692,8
2 899,6
10
32,8
75,7
154,7
307,8
579,9
922,1
1 495,5
2 561,5
15
26,2
60,4
123,5
245,7
463,0
736,1
1 193,9
2 044,9
20
22,3
51,5
105,3
209,4
394,6
627,4
1 017,5
1 742,9
25
19,7
45,5
93,0
185,0
348,6
554,3
898,9
1 539,7
30
17,8
41,1
84,1
167,2
315,0
500,9
812,3
1 391,3
40
15,2
35,0
71,6
142,5
268,5
426,9
692,3
1 185,8
50
13,4
30,9
63,3
125,9
237,2
377,1
611,6
1 047,6
75
10,7
24,7
50,5
100,5
189,3
301,1
488,2
836,3
9,1
21,1
43,1
85,6
161,4
256,6
416,1
712,8
100
3
**)
1 kW = 0,104 m .
prospetto A.13a
Portate in volume (m3/h a 15 °C) per miscele di GPL densità relativa 1,69 calcolate per tubazioni di polietilene con perdita di carico di 2,0 mbar (formula di Renouard)
D e mm
25
32
40
50
63
75
90
110
D i mm
19
26
34
44
55,8
66,4
79,6
97,4
s mm
3
3
3
3
3,6
4,3
5,2
6,3
Lunghezza virtuale m
Portata in volume m3/h
2
6,90
15,94
32,59
64,81
122,12
-
-
-
4
4,70
10,84
22,17
44,10
83,09
132,12
214,27
367,02
8
3,20
7,38
15,09
30,00
56,54
89,90
145,79
249,72
10
2,82
6,52
13,33
26,51
49,94
79,42
128,79
220,60
15
2,25
5,20
10,64
21,16
39,87
63,40
102,82
176,11
20
1,92
4,43
9,07
18,03
33,98
54,03
87,63
150,10
25
1,70
3,92
8,01
15,93
30,02
47,73
77,41
132,60
30
1,53
3,54
7,24
14,40
27,13
43,14
69,96
119,83
40
1,31
3,02
6,17
12,27
23,12
36,76
59,62
102,13
50
1,15
2,67
5,45
10,84
20,43
32,48
52,67
90,22
75
0,92
2,13
4,35
8,65
16,31
25,93
42,05
72,02
100
0,79
1,81
3,71
7,38
13,90
22,10
35,84
61,38
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prospetto A.13b
Portate termiche (kW) per miscele di GPL, densità relativa 1,69 calcolate per tubazioni di polietilene con perdita di carico di 2,0 mbar (formula di Renouard)
D e mm
25
32
40
50
63
75
60
110
D i mm
19
26
34
44
55,8
66,4
79,6
97,4
s mm
3
3
3
3
3,6
4,3
5,2
6,3
Lunghezza virtuale m 2
216,8
500,4
1 023,2
2 035,1
3 834,7
-
-
-
4
147,5
340,5
696,2
1 384,6
2 609,1
4 148,7
6 728,2
11 524,5
8
100,4
231,6
473,7
942,1
1 775,2
2 822,8
4 577,8
7 841,2
10
88,7
204,6
418,5
832,3
1 568,2
2 493,7
4 044,1
6 927,0
15
70,8
163,4
334,1
664,4
1 251,9
1 990,7
3 228,5
5 529,9
20
60,3
139,2
284,7
566,3
1 067,0
1 696,7
2 751,6
4 713,1
25
53,3
123,0
251,5
500,2
942,6
1 498,8
2 430,8
4 163,6
30
48,2
111,2
227,3
452,1
851,8
1 354,5
2 196,6
3 762,5
40
41,0
94,7
193,7
385,3
726,0
1 154,4
1 872,2
3 206,8
50
36,3
83,7
171,1
340,4
641,4
1 019,8
1 653,9
2 832,9
75
28,9
66,8
136,6
271,7
512,0
814,1
1 320,3
2 261,5
24,7
56,9
116,4
231,6
436,4
693,9
1 125,3
1 927,5
100 **)
Portata termica kW**)
3
1 kW = 0,032 m .
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APPENDICE (informativa)
B DILATAZIONI TERMICHE PER TUBI DI ACCIAIO E DI RAME Qualunque materiale sottoposto a riscaldamento o a raffreddamento è soggetto al fenomeno di dilatazione o contrazione. Per quanto attiene la posa esterna all’edificio e soprattutto quando la tubazione è posta a vista ed è sottoposta a significative escursioni termiche, è necessario porre particolare attenzione alle dilatazioni lineari che nel tempo essa subisce. In particolare, al fine di evitare dannosi ed antiestetici spostamenti, rotture degli ancoraggi o dello staffaggio delle tubazioni, in fase di esecuzione dei lavori deve essere tenuto conto dei fattori principali di seguito riportati. L’allungamento che subisce un tubo per una variazione di temperatura può essere calcolato con la seguente espressione valida per i tubi di rame: 'L = D u L u 'T
(mm)
dove:
Nota
D
0,011 mm/m °C per i tubi di acciaio;
D
0,017 mm/m °C per i tubi di rame;
L
è la lunghezza iniziale del tratto di tubo, espressa in metri;
'T
è il salto termico, espresso in gradi centigradi.
Nel caso di un 'T negativo, il risultato del calcolo evidenzia una contrazione. Per facilitare individuazione dell’entità delle dilatazioni termiche sono stati riportati nei prospetti B.1 e B.2 i valori dell’allungamento di una tubazione di acciaio e di rame in relazione all’escursione termica misurata sulla sua superficie.
prospetto
B.1
Lunghezza della tubazione m
Dilatazione lineare dei tubi di acciaio in relazione alla variazione della temperatura superficiale Differenza di temperatura, misurata sulla superficie del tubo °C 10
20
30
40
50
60
70
80
90
Allungamento della tubazione di acciaio mm 10
1,1
2,2
3,3
4,4
5,5
6,6
7,7
8,8
9,9
20
2,2
4,4
6,6
8,8
11
13,2
15,4
17,6
19,8
30
3,3
6,6
9,9
13,2
16,5
19,8
23,1
26,4
29,7
40
4,4
8,8
13,2
17,6
22
26,4
30,8
35,2
39,6
50
5,5
11
16,5
22
27,5
33
38,5
44
49,5
60
6,6
13,2
19,8
26,4
33
39,6
46,2
52,8
59,4
prospetto
Lunghezza della tubazione m
B.2
Dilatazione lineare dei tubi di rame in relazione alla variazione della temperatura superficiale Differenza di temperatura, misurata sulla superficie del tubo °C 10
20
30
40
50
60
70
80
90
Allungamento della tubazione di rame mm 10
1,68
3,36
5,04
6,72
8,4
10,08
11,76
13,44
15,12
20
3,36
6,72
10,08
13,44
16,8
20,16
23,52
26,88
30,24
30
5,04
10,08
15,12
20,16
25,2
30,24
35,28
40,32
45,36
40
6,72
13,44
20,16
26,88
33,6
40,32
47,04
53,76
60,48
50
8,4
16,8
25,2
33,6
42
50,4
58,8
67,2
75,6
60
10,08
20,16
30,24
40,32
50,4
60,48
70,56
80,64
90,72
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APPENDICE (informativa) figura
C ALCUNI ESEMPI DI INTERRAMENTO E DI ATTRAVERSAMENTO DELLA PARETE ESTERNA C.1a
Interramento - Percorso del tubo di PE con arrivo perpendicolare sulla parete perimetrale esterna in pozzetto Legenda 1 Esterno dell’edificio 2 Locale interno piano terra 3 Sigillatura 4 Pavimentazione 5 Pozzetto (necessario in caso di giunto di transizione dotato di giunzioni meccaniche filettate) 6 Rivestimento protettivo 7 Guaina 8 Eventuale pavimentazione 9 Chiusino non a tenuta o griglia 10 Tubo metallico 11 Giunto di transizione 12 Tubo PE 13 Sostegno Dimensioni in millimetri
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figura
C.1b
Interramento - Percorso del tubo di PE con arrivo perpendicolare sulla parete perimetrale esterna senza pozzetto Legenda 1 Esterno dell’edificio 2 Locale interno piano terra 3 Sigillatura 4 Pavimentazione 5 Giunto di transizione 6 Rivestimento protettivo 7 Guaina 8 Eventuale pavimentazione 9 Tubo PE 10 Tubo metallico Dimensioni in millimetri
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figura
C.2
Interramento - Percorso del tubo metallico rivestito e protetto da guaina con arrivo perpendicolare sulla parete perimetrale esterna Legenda 1 Esterno dell’edificio 2 Locale interno piano terra 3 Sigillatura 4 Pavimentazione 5 Eventuale pozzetto (nel caso non vi sia il prolungamento della guaina sino al punto 9) 6 Tubo metallico rivestito 7 Guaina 8 Pavimentazione esterna 9 Chiusino non a tenuta o griglia 10 Tubo metallico 11 Giunto dielettrico Dimensioni in millimetri
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figura
C.3
Interramento - Percorso del tubo metallico rivestito e protetto da guaina con arrivo perpendicolare sulla parete perimetrale esterna ed entrata diretta nei locali interrati (soluzione non consentita per gas di densità maggiore a 0,8) Legenda 1 Esterno dell’edificio 2 Locale interno piano terra 3 Pavimentazione 4 Guaina 5 Sigillatura 6 Piano interrato (aerabile) 7 Rubinetto 8 Tubo metallico rivestito 9 Pozzetto 10 Chiusino non a tenuta o griglia 11 Giunto dielettrico Dimensioni in millimetri
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figura
C.4a
Interramento - Esempio di percorso tubo PE o metallico sotto marciapiede parallelo alla parete perimetrale esterna Legenda 1 Esterno dell’edificio 2 Locale interno piano terra 3 Pavimentazione 4 Tubo PE o metallico con guaina 5 Eventuale pavimentazione Dimensioni in millimetri
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figura
C.4
Interramento - Esempio di percorso di un tubo in PE o metallico in terreno scoperto parallelo alla parete perimetrale esterna Legenda 1 Esterno dell’edificio 2 Locale interno piano terra 3 Pavimentazione 4 Tubo PE o metallico 5 Terreno scoperto (prato) Dimensioni in millimetri
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figura
C.5
Interramento - Percorso tubo metallico all’interno di un tunnel in presenza di altri servizi Legenda 1 Esterno dell’edificio 2 Locale interno piano terra 3 Pavimentazione 4 Altri servizi non elettrici 5 Tunnel servizi 6 Tubo metallico gas in guaina 7 Chiusino non a tenuta o griglia
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figura
C.6
Attraversamento - Attraversamento della parete esterna con posa della tubazione sulla caldana del balcone ed entrata diretta nel locale di installazione dell’apparecchio di utilizzazione Legenda 1 Locale interno 2 Tubo metallico con guaina 3 Sigillatura 4 Pavimentazione 5 Soletta del balcone 6 Pavimento 7 Parapetto 8 Tubo metallico 9 Muro perimetrale esterno 10 Ambiente esterno
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figura
C.7
Attraversamento - Attraversamento della parete esterna con entrata diretta e posa della tubazione con rivestimento sulla caldana nel locale di installazione dell’apparecchio di utilizzazione Legenda 1 Locale interno piano terra 2 Tubo metallico con rivestimento 3 Pavimento 4 Solaio 5 Guaina 6 Ambiente esterno 7 Pozzetto di ispezione 8 Terreno 9 Chiusino non a tenuta o griglia 10 Muro perimetrale
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figura
C.8
Attraversamento - Tubazione interrata con rivestimento protettivo ed attraversamento della parete esterna con entrata diretta e posa con guaina sulla caldana nel locale di installazione dell’apparecchio di utilizzazione Legenda 1 Locale interno piano terra 2 Tubo metallico 3 Sigillatura 4 Pavimento 5 Guaina 6 Solaio 7 Tubo metallico rivestito 8 Pozzetto di ispezione 9 Terreno 10 Chiusino non a tenuta o griglia 11 Muro perimetrale 12 Ambiente esterno
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BIBLIOGRAFIA UNI 7131
Impianti a GPL per uso domestico non alimentati da rete di distribuzione - Progettazione, installazione, esercizio e manutenzione
UNI 7141
Apparecchi a gas per uso domestico - Portagomma e fascette
UNI 9860
Impianti di derivazione di utenza del gas - Progettazione, costruzione, collaudo, conduzione, manutenzione e risanamento
UNI 11065
Raccorderia idraulica - Raccordi a pressare di rame, per acqua e gas combustibile - Requisiti minimi
UNI 11179
Raccordi a pressare per tubazioni metalliche
UNI EN 682
Elementi di tenuta in elastomero - Requisiti dei materiali elastomerici utilizzati in tubi e raccordi per il trasporto di gas e idrocarburi fluidi
UNI EN 10241
Raccordi di acciaio filettati per tubi
UNI EN 10242
Raccordi di tubazione filettati di ghisa malleabile
UNI EN 10253-1
Raccordi per tubazioni da saldare di testa - Acciaio non legato lavorato plasticamente per impieghi generali e senza requisiti specifici di controllo
UNI EN 10312
Tubi saldati di acciaio inossidabile per il convogliamento dell'acqua e di altri liquidi acquosi - Condizioni tecniche di fornitura
UNI EN 12007-1
Trasporto e distribuzione di gas - Condotte con pressione massima di esercizio non maggiore di 16 bar - Raccomandazioni funzionali generali
UNI EN 12007-2
Trasporto e distribuzione di gas - Condotte con pressione massima di esercizio non maggiore di 16 bar - Raccomandazioni funzionali specifiche per condotte di polietilene (pressione massima di esercizio MOP non maggiore di 10 bar)
UNI EN 12007-3
Trasporto e distribuzione di gas - Condotte con pressione massima di esercizio non maggiore di 16 bar - Raccomandazioni funzionali specifiche per condotte di acciaio
UNI EN 12007-4
Trasporto e distribuzione di gas - Tubazioni per pressione massima di esercizio non maggiore di 16 bar - Parte 4: Raccomandazioni funzionali specifiche per il rinnovamento
UNI EN 12732
Trasporto e distribuzione di gas - Saldatura delle tubazioni di acciaio - Requisiti funzionali
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NORMA ITALIANA
Impianti a gas per uso domestico e similari alimentati da rete di distribuzione
Progettazione e installazione
UNI 7129-2
Parte 2: Installazione degli apparecchi di utilizzazione, ventilazione e aerazione dei locali di installazione OTTOBRE 2008 Gas plants for domestic and similar uses supplied by network
Design and installation Part 2: Installation of gas appliances, ventilation and aeration of premises La norma fissa i criteri per la progettazione, l’installazione e il collaudo degli impianti domestici e similari per l’utilizzazione dei gas combustibili appartenenti alla 1a, 2a e 3a famiglia ed alimentati da rete di distribuzione di cui alla UNI 9165 e UNI 10682. La norma definisce i criteri per l’installazione di apparecchi aventi singola portata termica nominale massima non maggiore di 35 kW e per la realizzazione della ventilazione e/o aerazione dei locali di installazione.
TESTO ITALIANO
La presente norma, unitamente alla UNI 7129-1:2008, alla UNI 7129-3:2008 e alla UNI 7129-4:2008, sostituisce la UNI 7129:2001.
ICS
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91.140.40
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Pagina I
PREMESSA Rispetto alla UNI 7129:2001, la presente famiglia di norme introduce le seguenti varianti: - suddivisione della norma in quattro parti per macro-argomenti; - aggiornamento dei riferimenti normativi; - adeguamento prescrizioni per aggiornamenti tecnologici intervenuti; - nuove e/o diverse prescrizioni installative; - considerazione di prescrizioni legislative comunitarie, nazionali; - considerazione di prescrizioni regolamentari. La presente norma è stata elaborata sotto la competenza dell’ente federato all’UNI CIG - Comitato Italiano Gas La Commissione Centrale Tecnica dell’UNI ha dato la sua approvazione il 7 ottobre 2008. La presente norma è stata ratificata dal Presidente dell’UNI ed è entrata a far parte del corpo normativo nazionale il 30 ottobre 2008.
Le norme UNI sono elaborate cercando di tenere conto dei punti di vista di tutte le parti interessate e di conciliare ogni aspetto conflittuale, per rappresentare il reale stato dell’arte della materia ed il necessario grado di consenso. Chiunque ritenesse, a seguito dell’applicazione di questa norma, di poter fornire suggerimenti per un suo miglioramento o per un suo adeguamento ad uno stato dell’arte in evoluzione è pregato di inviare i propri contributi all’UNI, Ente Nazionale Italiano di Unificazione, che li terrà in considerazione per l’eventuale revisione della norma stessa. Le norme UNI sono revisionate, quando necessario, con la pubblicazione di nuove edizioni o di aggiornamenti. È importante pertanto che gli utilizzatori delle stesse si accertino di essere in possesso dell’ultima edizione e degli eventuali aggiornamenti. Si invitano inoltre gli utilizzatori a verificare l’esistenza di norme UNI corrispondenti alle norme EN o ISO ove citate nei riferimenti normativi. UNI 7129-2:2008
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Pagina II
INDICE 1
SCOPO E CAMPO DI APPLICAZIONE
1
2
RIFERIMENTI NORMATIVI
1
3 3.1 3.2 3.3 3.4 3.5
TERMINI E DEFINIZIONI 1 Definizioni relative agli apparecchi ................................................................................................. 1 Definizioni relative ai locali d’installazione .................................................................................. 2 Definizioni relative all’aerazione e ventilazione ........................................................................ 3 Definizioni relative all’impianto interno ......................................................................................... 4 Definizioni relative ai sistemi di evacuazione dei prodotti della combustione .......... 4
4 4.1
4.2
INSTALLAZIONE DEGLI APPARECCHI DI UTILIZZAZIONE 4 Prescrizioni generali ................................................................................................................................ 4 Zona di rispetto di un apparecchio a gas posto in adiacenza di un contatore a gas o elettrico.......... 5 Zona di rispetto sulla proiezione verticale del pianto di cottura .................................................... 5 Idoneità dei locali di installazione ..................................................................................................... 6
5 5.1 5.2 5.3 5.4
VENTILAZIONE E AERAZIONE DEI LOCALI DI INSTALLAZIONE 7 Locale d’installazione di apparecchi di cottura ......................................................................... 7 Locale d’installazione di apparecchi di tipo A ............................................................................ 8 Locale d’installazione di apparecchi di tipo B .......................................................................... 8 Locale di installazione di apparecchi di tipo C .......................................................................... 8
6
MODALITÀ DI REALIZZAZIONE DELLA VENTILAZIONE E AERAZIONE DEI LOCALI DI INSTALLAZIONE 8 Ventilazione e/o aerazione diretta ................................................................................................... 8 Esempi di realizzazione di aperture di ventilazione diretta ............................................................. 9 Ventilazione indiretta............................................................................................................................... 9 Esempio di ventilazione indiretta .......................................................................................................... 10
figura
1
figura
2
6.1 figura
3
figura
4
6.2
7
CALCOLO DELLA SEZIONE NETTA TOTALE DELLE APERTURE DI VENTILAZIONE prospetto
1
8
10
Maggiorazioni dell’apertura di ventilazione in relazione alla portata massima degli estrattori dell’aria ........................................................................................................................................ 11
POSIZIONE E DIMENSIONI DELLE APERTURE DI VENTILAZIONE E DI AERAZIONE 11 Posizione e dimensioni delle aperture di ventilazione/aerazione nel locale in cui sono installati apparecchi di tipo A ................................................................................... 11 Posizione e dimensioni delle aperture di ventilazione/aerazione nel locale in cui sono installati solo apparecchi di cottura ...................................................................... 11 Posizioni e dimensioni delle aperture di ventilazione nel locale in cui sono installati apparecchi di Tipo B .......................................................................................................... 12
8.1 8.2 8.3 9 9.1 9.2 9.3
CARATTERISTICHE DELLE APERTURE DI VENTILAZIONE E DI AERAZIONE 12 Requisiti generali.................................................................................................................................... 12 Caratteristiche delle aperture di aerazione .............................................................................. 12 Caratteristiche delle aperture di ventilazione .......................................................................... 12
APPENDICE (informativa) A.1 A.2 A.3
A
prospetto A.1
METODOLOGIA DI CALCOLO PER DETERMINARE LA SEZIONE TOTALE NETTA DELLE APERTURE DI AERAZIONE E DI VENTILAZIONE 14 Scopo e campo di applicazione ..................................................................................................... 14 Procedura di calcolo .............................................................................................................................. 14 Valore minimo della sezione netta totale ................................................................................. 15 Valori di S T2 (cm2) in corrispondenza di Q B (kW) e di Q E (m3/h) .......................................... 16 UNI 7129-2:2008
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APPENDICE (informativa) B.1 B.2
B
figura
B.1
figura
B.2
SISTEMI PER L’AERAZIONE E LA VENTILAZIONE MECCANICA CONTROLLATA 17 Sistema di ricambio di aria controllato ...................................................................................... 17 Sistema di ventilazione meccanica controllata (VMC)....................................................... 17 Esempio di sistema di VMC a semplice flusso. Il sistema prevede un unico ventilatore .. 18 Esempio di sistema VMC a doppio flusso. Il sistema prevede due ventilatori distinti ........ 18 BIBLIOGRAFIA
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1
SCOPO E CAMPO DI APPLICAZIONE La presente norma fissa i criteri per la progettazione, l'installazione e il collaudo degli impianti domestici e similari per l'utilizzazione dei gas combustibili appartenenti alla 1a, 2a e 3a famiglia ed alimentati da rete di distribuzione di cui alla UNI 9165 e UNI 10682. La presente parte della norma si applica all’installazione di apparecchi aventi singola portata termica nominale massima non maggiore di 35 kW ed alla realizzazione della ventilazione e/o aerazione dei locali di installazione. Nota 1
Per la progettazione e l’installazione dell’impianto interno per usi domestici e similari alimentato da rete di distribuzione vedere 7129-1.
Nota 2
Per i sistemi di evacuazione dei prodotti della combustione vedere 7129-3.
Nota 3
Per la messa in servizio degli impianti vedere 7129-4.
2
RIFERIMENTI NORMATIVI La presente norma rimanda, mediante riferimenti datati e non, a disposizioni contenute in altre pubblicazioni. Tali riferimenti normativi sono citati nei punti appropriati del testo e sono di seguito elencati. Per quanto riguarda i riferimenti datati, successive modifiche o revisioni apportate a dette pubblicazioni valgono unicamente se introdotte nella presente norma come aggiornamento o revisione. Per i riferimenti non datati vale l’ultima edizione della pubblicazione alla quale si fa riferimento (compresi gli aggiornamenti).
3
UNI 7129-1
Impianti a gas per uso domestico e similari alimentati da rete di distribuzione - Progettazione e installazione - Parte 1: Impianto interno
UNI 7129-3
Impianti a gas per uso domestico e similari alimentati da rete di distribuzione - Progettazione e installazione - Parte 3: Sistemi di evacuazione dei prodotti della combustione
UNI 7129-4
Impianti a gas per uso domestico e similari alimentati da rete di distribuzione - Progettazione e installazione - Parte 4: Messa in servizio degli impianti/apparecchi
UNI 9165
Reti di distribuzione del gas - Condotte con pressione massima di esercizio minore o uguale a 5 bar - Progettazione, costruzione, collaudo, conduzione, manutenzione e risanamento
UNI 10682
Piccole centrali di GPL per reti di distribuzione - Progettazione, costruzione, installazione, collaudo ed esercizio
UNI EN 13465
Ventilazione degli edifici - Metodi di calcolo per la determinazione delle portate d'aria negli edifici residenziali
CEN/TR 14788
Ventilation for buildings - Design and dimensioning of residential ventilation systems
TERMINI E DEFINIZIONI Ai fini della presente norma si applicano i termini e le definizioni seguenti. Eventuali termini posti tra parentesi ( ) si riferiscono a sinonimi.
3.1
Definizioni relative agli apparecchi
3.1.1
apparecchio di Tipo A1): Apparecchio non previsto per il collegamento a camino/canna fumaria o a dispositivo di evacuazione dei prodotti della combustione all'esterno del locale in cui l’apparecchio è installato. Il prelievo dell’aria comburente e l’evacuazione dei prodotti della combustione avvengono nel locale di installazione.
1)
Definizione tratta dalla UNI 10642:2005, punto 3.1.
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apparecchio di Tipo B2): Apparecchio previsto per il collegamento a camino/canna fumaria
3.1.2
o a dispositivo che evacua i prodotti della combustione all'esterno del locale in cui l’apparecchio è installato. Il prelievo dell'aria comburente avviene nel locale d’installazione e l’evacuazione dei prodotti della combustione avviene all’esterno del locale stesso.
apparecchio di Tipo C3): Apparecchio il cui circuito di combustione (prelievo dell'aria
3.1.3
comburente, camera di combustione, scambiatore di calore e evacuazione dei prodotti della combustione) è a tenuta rispetto al locale in cui l’apparecchio è installato. Il prelievo dell'aria comburente e l’evacuazione dei prodotti della combustione avvengono direttamente all’esterno del locale.
3.1.4
apparecchio di cottura: Apparecchi destinati alla cottura dei cibi quali fornelli, forni a gas e piani di cottura siano essi ad incasso, separati fra loro oppure incorporati in un unico apparecchio chiamato solitamente "cucina a gas".
3.1.5
apparecchio di cottura con sorveglianza di fiamma: Apparecchio di cottura dotato di dispositivo di sorveglianza di fiamma che, in risposta a un segnale del rivelatore di fiamma, mantiene aperta l’alimentazione del gas, e la interrompe in assenza della fiamma.
3.1.6
cappa da cucina a ricircolo d’aria: Cappa che non dispone di collegamento all’esterno.
3.1.7
generatore di calore a legna: Generatore di calore a combustibile solido (caminetti, termocaminetti, stufe, termocucine, ecc.) destinato al riscaldamento ambientale, produzione di acqua calda sanitaria o cottura. Nota
Il termine si riferisce a tutti i generatori la cui installazione è disciplinata dalla UNI 10683.
3.2
Definizioni relative ai locali d’installazione
3.2.1
camera da letto: Locale ad uso abitativo normalmente adibito al riposo notturno.
3.2.2
locale: Spazio di abitazione dell’unità immobiliare, inteso come spazio coperto, delimitato da ogni lato da pareti realizzate con qualunque materiale (legno, mattoni, vetro, ecc.).
3.2.3
locali adiacenti: Due locali sono detti adiacenti se hanno almeno una parete divisoria in comune.
3.2.4
locali adiacenti e comunicanti: Due locali adiacenti sono detti comunicanti in modo non permanente se esiste un’apertura non permanente comune ad entrambi i locali (porta, portafinestra, finestra). Sono detti comunicanti in modo permanente se esiste un’apertura permanente di transito di aria realizzata su porte, portefinestre, finestre, pareti divisorie comuni ad entrambi i locali.
3.2.5
locale aerato: Locale dotato di dispositivi che consentono l’aerazione permanente. Tali dispositivi possono essere costituiti da:
3.2.6
-
una o più aperture comunicanti permanentemente con l’esterno, realizzate su pareti perimetrali, serramenti o infissi;
-
condotti di aerazione.
locale aerabile: Locale dotato di dispositivi che consentono l’aerazione su necessità. Tali dispositivi possono essere costituiti da generiche aperture apribili e comunicanti direttamente con l’esterno quali porte, finestre, portafinestre, lucernari, ecc. Si definiscono altresì aerabili i locali d’installazione dotati di più aperture (porte, finestre, aperture permanenti) non direttamente comunicanti con l’esterno, ma comunicanti con almeno due locali dotati di aperture apribili e comunicanti direttamente con l’esterno.
2) 3)
Definizione tratta dalla UNI 10642:2005, punto 3.2. Definizione tratta dalla UNI 10642:2005, punto 3.3.
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3.2.7
locale per l’aria comburente (locale per la ventilazione indiretta): Locale comunicante in modo permanente con il locale d’installazione di apparecchi a gas, provvisto di almeno due aperture di ventilazione:
3.2.8
-
la prima rivolta direttamente verso l’esterno;
-
la seconda destinata all’adduzione dell’aria comburente nel locale di installazione.
locale non presidiato: Locale non utilizzato quotidianamente nelle normali attività domestiche (per esempio abbaino, sottotetto, solaio, sottoscala, cantina).
3.2.9
locale uso bagno: Locale nel quale sono presenti uno o più dei seguenti sanitari: vaso, bidè, doccia, vasca da bagno, sauna. Non rientrano nella definizione di locale uso bagno i locali contenenti esclusivamente lavabo, vasca lavatoio o pilozzo (per esempio locale lavanderia).
3.2.10
locale con pericolo incendio: Per locali con pericolo incendio si intendono quelli:
Nota
3.2.11
-
in cui sono svolte le attività elencate nel D.M. 16/02/19824);
-
soggetti a normativa specifica relativa alla prevenzione incendi.
Sono ritenuti locali con pericolo incendio i box, i garage, le autorimesse.
locale ventilato: Locale dotato di dispositivi che consentono la ventilazione (diretta o indiretta). Tali dispositivi possono essere costituiti da: -
aperture permanenti rivolte verso l’esterno, realizzate su pareti/serramenti/infissi;
-
aperture permanenti rivolte verso un locale per l’aria comburente;
-
condotti di ventilazione.
3.2.12
monolocale (monocamera): Abitazione costituita da un unico locale, con annesso un locale ad uso bagno, utilizzato anche come camera da letto.
3.2.13
vano tecnico: Ai fini della presente norma, si definisce "Vano tecnico": -
apposito vano,
-
locale specifico,
-
volume tecnico,
-
armadio esterno e simile,
esclusivamente dedicati, ed idonei a contenere apparecchi utilizzatori, di singola portata termica nominale massima non maggiore di 35 kW.
3.3
Definizioni relative all’aerazione e ventilazione
3.3.1
aerazione: Ricambio dell’aria necessaria sia per lo smaltimento dei prodotti della combustione, sia per evitare miscele con un tenore pericoloso di gas non combusti.
3.3.2
canale di esalazione: Elemento che collega la cappa di un apparecchio di cottura o un ventilatore ad un condotto o canna fumaria per vapori di cottura o direttamente verso l’atmosfera esterna. Esso può funzionare a pressione negativa o positiva rispetto all’ambiente.
3.3.3
condotto collettivo per vapori di cottura: Condotto asservito a più apparecchi di cottura installati su diversi piani di un edificio. Tale condotto può essere anche ramificato.
3.3.4
camino (condotto) per vapori di cottura: Struttura o condotto ad andamento prevalentemente verticale atto a convogliare ed espellere i vapori di cottura in atmosfera.
4)
Alla data di pubblicazione della presente norma è in vigore Decreto Ministeriale del 16 febbraio 1982 "Modificazioni del Decreto Ministeriale 27 settembre 1965, concernente la determinazione delle attività soggette alle visite di prevenzione incendi".
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3.3.5
condotti di aerazione: Condotti verticali o orizzontali singoli o collettivi atti a convogliare l’aria esausta (vapori di cottura/esalazioni/prodotti della combustione) all’esterno.
3.3.6
condotti di ventilazione: Condotti verticali o orizzontali, singoli o collettivi atti a convogliare l’aria per la combustione dall’esterno al locale di installazione di un apparecchio di utilizzazione.
3.3.7
sistema di ricambio d’aria controllato: Sistema comprendente condotti di aerazione, collettivi o individuali, al servizio dei soli locali di installazione di apparecchi a gas oppure dell’intera unità abitativa. Il ricambio di aria controllato può essere assicurato da dispositivi meccanici di estrazione e/o di immissione dell’aria oppure può essere ottenuto per via naturale.
3.3.8
sistema di ventilazione meccanica controllata: Sistema meccanico di ricambio d’aria dell’intera unità abitativa atto a garantire la diluizione degli inquinanti interni agli ambienti e la ventilazione necessaria per i soli apparecchi di cottura con sorveglianza di fiamma.
3.3.9
vapori di cottura: Insieme dei prodotti della combustione e dei vapori/esalazioni risultanti dalla cottura dei cibi.
3.3.10
ventilazione: Afflusso dell’aria necessaria alla combustione.
3.4
Definizioni relative all’impianto interno Si rimanda alla UNI 7129-1.
3.5
Definizioni relative ai sistemi di evacuazione dei prodotti della combustione Si rimanda alla UNI 7129-3.
4
INSTALLAZIONE DEGLI APPARECCHI DI UTILIZZAZIONE
4.1
Prescrizioni generali Per ogni tipologia di installazione devono essere scelti e utilizzati materiali, componenti e apparecchi dichiarati idonei all’impiego previsto e conformi alle norme applicabili, nel rispetto della legislazione vigente. Negli impianti gas di nuova progettazione e realizzazione ed in quelli ristrutturati in conformità alla presente norma non è consentita l’installazione e l’utilizzo di apparecchi privi del dispositivo di sorveglianza di fiamma. Gli apparecchi a gas devono essere installati ad una distanza di almeno 1,5 m da eventuali contatori, siano essi elettrici o del gas (figura 1). Nel caso non si riesca a rispettare la distanza di cui sopra, è necessario realizzare dei setti separatori tra apparecchio e contatore in modo da evitare che eventuali fughe di gas possano trovare punti di innesco. Gli apparecchi di utilizzazione a gas non possono essere installati sulla proiezione verticale del piano di cottura a gas (figura 2).
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figura
1
Zona di rispetto di un apparecchio a gas posto in adiacenza di un contatore a gas o elettrico Legenda 1 Zona di rispetto Dimensioni in metri
figura
2
Zona di rispetto sulla proiezione verticale del piano di cottura Legenda 1 Zona di rispetto
4.1.1
Installazione di apparecchi all’esterno Si considerano idonei all'installazione all'esterno gli apparecchi a gas per i quali il fabbricante dichiari esplicitamente tale possibilità sulla documentazione tecnica e sui libretti d’uso e manutenzione. In ogni caso per l'installazione devono essere rispettate le normative vigenti nonché le istruzioni e le avvertenze fornite dal fabbricante.
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4.1.2
Installazione di apparecchi in vano tecnico Gli apparecchi di utilizzazione a gas possono essere installati in appositi vani tecnici ubicati all’interno o all’esterno degli edifici. I vani tecnici ricavati nelle strutture edili devono essere aerati e realizzati in modo tale da impedire che eventuali fughe di gas possono diffondersi nelle strutture stesse. I vani tecnici devono essere dotati di almeno un’apertura permanente di aerazione, rivolta verso l’esterno, di superficie non minore di 100 cm2. In alternativa, all’apertura di aerazione, i vani tecnici possono essere aerati tramite condotti di aerazione di sezione non minore di 150 cm2. In caso di installazione di apparecchi diversi dal tipo C il vano tecnico deve inoltre essere dotato di idonea ventilazione dimensionata e realizzata secondo la presente norma. Non si considerano vani tecnici gli armadi tecnici o i telai da incasso forniti dal fabbricante come parte integrante dell’apparecchio.
4.1.3
Installazione di apparecchi all’interno dei locali di abitazione L’installazione di apparecchi all’interno dei locali di abitazione deve rispettare tutte le disposizioni di seguito riportate.
4.2
Idoneità dei locali di installazione Le pareti dei locali di installazione devono essere intonacate o, comunque, non devono presentare crepe, fessurazioni, fori, tali da consentire accidentali infiltrazioni di gas nelle strutture edili. Fatte salve le disposizioni previste nei punti successivi, inerenti la ventilazione e l’aerazione dei locali, di seguito sono riportate le prescrizioni e divieti specifici sui locali d’installazione.
4.2.1
Prescrizioni e divieti
4.2.2
È vietata l’installazione di apparecchi di utilizzazione nei locali/ambienti costituenti le parti comuni dell’edificio condominiale quali per esempio scale, cantine, androni, solaio, sottotetto, vie di fuga, ecc. se non collocati all’interno di vani tecnici di pertinenza di ogni singola unità immobiliare e accessibili solo all’utilizzatore. In ogni caso, sia i vani tecnici, che gli apparecchi devono essere realizzati ed installati nel rispetto delle norme di prevenzione incendi.
4.2.3
È vietata l’installazione di apparecchi di utilizzazione all’interno di locali con pericolo incendio (per esempio: autorimesse, box). Tale limitazione deve essere applicata anche ai canali da fumo, ai condotti di scarico fumi e ai condotti di aspirazione dell’aria comburente. Tuttavia, i locali di installazione degli impianti alimentati a gas naturale (metano) e degli apparecchi di portata termica nominale massima non maggiore di 35 kW possono comunicare direttamente con le autorimesse fino a 9 posti auto e non oltre il secondo interrato (compreso i singoli box) purché la comunicazione sia protetta da porte aventi caratteristiche di resistenza al fuoco E 120.
4.2.4
È vietata l'installazione degli apparecchi di cottura e degli apparecchi di tipo A e B nei locali adibiti a camera da letto. Nei monolocali è ammessa l’installazione di apparecchi di cottura purché dotati di sistema di sorveglianza di fiamma.
4.2.5
È vietata l'installazione di apparecchi di tipo B destinati al riscaldamento degli ambienti, con o senza produzione di acqua calda sanitaria, in locali nei quali siano presenti generatori di calore a legna (o combustibili solidi in genere) e in locali ad essi adiacenti e comunicanti. Tale disposizione non si applica se gli apparecchi alimentati con combustibile solido sono caratterizzati da un focolare di tipo stagno rispetto all’ambiente in cui sono installati.
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4.2.6
È vietata l'installazione di apparecchi di tipo B nei locali uso bagno.
4.2.7
È vietata l'installazione di apparecchi di tipo A:
5
-
nei locali uso bagno, camere da letto e monolocali;
-
nei locali con volumetria minore di 1,5 m3/kW di portata termica installata e minore di 12 m3;
-
in un unico locale, se la portata termica nominale complessiva dei medesimi é maggiore di 15 kW.
VENTILAZIONE E AERAZIONE DEI LOCALI DI INSTALLAZIONE Fatto salvo quanto indicato nel punto 4.2, il calcolo della sezione utile netta delle aperture di ventilazione e aerazione, nonché il relativo posizionamento, sono riportati nei punti successivi. Di seguito sono indicate alcune prescrizioni generali inerenti la ventilazione e l’aerazione dei locali di installazione definite in relazione alla tipologia di apparecchio installato.
5.1
Locale d’installazione di apparecchi di cottura Il locale di installazione di un apparecchio di cottura deve essere sempre aerato e ventilato.
5.1.1
L’aerazione necessaria, in un locale, per la presenza dell’apparecchio di cottura può essere ottenuta mediante l’installazione di uno o più dei sistemi sotto indicati: a)
cappa a tiraggio naturale collegata mediante un canale di esalazione ad un condotto o canna fumaria per vapori di cottura o direttamente all’esterno;
b)
cappa aspirante elettrica (munita di ventilatore) collegata mediante un canale di esalazione ad un condotto per vapori di cottura o direttamente all’esterno. La cappa è da mettere in funzione per tutto il tempo di funzionamento dell'apparecchio. L’installazione della cappa deve essere realizzata secondo le istruzioni del fabbricante;
c)
elettroventilatore collocato sulla parte alta di una parete del locale di installazione (su serramenti e/o infissi rivolti verso l’esterno), oppure collegato ad un condotto di esalazione, a suo uso esclusivo. L’elettroventilatore è da mettere in funzione per tutto il tempo di funzionamento degli apparecchi di cottura;
d)
aerazione di tipo diretto da realizzare in conformità ai punti 6.1, 8.2, 9.1 e 9.2. L’aerazione di tipo diretto è consentita purché risultino soddisfatte le seguenti condizioni: -
la portata termica nominale complessiva degli apparecchi di cottura non sia maggiore di 11,7 kW;
-
la portata termica nominale massima complessiva riferita agli apparecchi di tipo A e agli apparecchi di cottura installati nel medesimo locale non sia maggiore di 15 kW.
Fermo restando la possibilità di dimensionare il ricambio di aria del locale di installazione per fini non esclusivamente legati alla sicurezza degli impianti alimentati a combustibile gassoso, la portata oraria di ricambio di aria della cappa aspirante elettrica o dell’elettroventilatore deve essere almeno pari a 1,72 m3/h per ogni kW riferito alla portata termica nominale massima complessiva degli apparecchi di cottura compresi nel locale di installazione.
5.1.2
La ventilazione necessaria in un locale dove è installato un apparecchio di cottura a gas, può essere realizzata in modo diretto come indicato al punto 6.1, o in modo indiretto come indicato al punto 6.2. Nella ventilazione indiretta, nel locale di installazione, non è ammessa la presenza di apparecchi di tipo A. Se si utilizza una apertura di ventilazione, questa deve essere posizionata e dimensionata come definito nel punto 8.2 e deve avere le caratteristiche di cui ai punti 9.1 e 9.3. Qualora si utilizzi un condotto di ventilazione, quest’ultimo deve avere caratteristiche di cui al punto 9.3.2. UNI 7129-2:2008
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5.2
Locale d’installazione di apparecchi di tipo A Il locale di installazione di un apparecchio di tipo A deve essere sempre aerato e ventilato. L’aerazione deve essere ottenuta solo in modo diretto e deve essere realizzata, dimensionata e posizionata esclusivamente come definito nel punto 8.1 a) e deve avere le caratteristiche di cui ai punti 9.1 e 9.2. La ventilazione deve essere ottenuta solo in modo diretto e deve essere realizzata, dimensionata e posizionata esclusivamente come definito al punto 8.1 b) e deve avere le caratteristiche di cui ai punti 9.1 e 9.3.
5.3
Locale d’installazione di apparecchi di tipo B Il locale di installazione degli apparecchi di tipo B deve essere sempre ventilato, inoltre deve essere aerato o aerabile. La ventilazione può essere ottenuta in modo diretto in conformità al punto 6.1 o in modo indiretto secondo il punto 6.2. Se si utilizzano una o più aperture di ventilazione, queste devono essere dimensionate come indicato al punto 7, posizionate come definito al punto 8.3, ed avere le caratteristiche di cui al punto 9.3. Qualora si utilizzi un condotto di ventilazione, quest’ultimo deve avere caratteristiche di cui al punto 9.3.2.
5.4
Locale di installazione di apparecchi di tipo C Il locale di installazione di un apparecchio di tipo C non richiede aperture di ventilazione. In ogni caso il locale deve essere aerabile o aerato in conformità ai punti 6.1 e 9.2.
6
MODALITÀ DI REALIZZAZIONE DELLA VENTILAZIONE E AERAZIONE DEI LOCALI DI INSTALLAZIONE
6.1
Ventilazione e/o aerazione diretta La ventilazione e l’aerazione diretta possono essere realizzate tramite aperture permanenti, rivolte verso l’esterno, nel locale d’installazione degli apparecchi. In alternativa: a)
l’aerazione diretta può essere realizzata anche mediante condotti singoli o attraverso sistemi di ricambio d’aria controllato (vedere punto B.1);
b)
la ventilazione diretta può essere realizzata anche mediante condotti singoli, collettivi o attraverso sistemi di ventilazione meccanica controllata (VMC) a semplice o doppio flusso (vedere punto B.2).
La ventilazione meccanica controllata (VMC) non è ammessa in presenza di apparecchi di tipo A e B (vedere punto B.2). Nota
I sistemi di ricambio d’aria e di ventilazione meccanica controllata sono progettati e realizzati congiuntamente con l’edificio servito.
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6.2
3
Esempi di realizzazione di aperture di ventilazione diretta
Ventilazione indiretta È consentito il ricorso alla ventilazione indiretta, purché il locale di installazione dell’apparecchio di utilizzazione e il locale per l’aria comburente siano entrambi privi di apparecchi di tipo A. Nei casi in cui è ammessa la ventilazione indiretta, il locale per l'aria comburente: a)
deve essere messo in comunicazione con il locale di installazione tramite apertura permanente, realizzata mediante maggiorazione della fessura tra porta e pavimento o con griglie su porte o pareti divisorie comuni a detti locali. La sezione utile netta deve essere almeno pari alla sezione utile netta dell’apertura di ventilazione presente nel locale per l'aria comburente;
b)
non deve essere un locale uso bagno, un locale classificato con pericolo di incendio (per esempio autorimesse, box), una camera da letto e non deve costituire parte comune dell’immobile;
c)
non deve essere messo in depressione rispetto al locale da ventilare.
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4
Esempio di ventilazione indiretta Legenda 1 Locale adiacente 2 Locale da ventilare 3 Maggiorazione della fessura tra porta e pavimento
7
CALCOLO DELLA SEZIONE NETTA TOTALE DELLE APERTURE DI VENTILAZIONE La sezione netta totale S t (espressa in centimetri quadrati), delle aperture destinate alla ventilazione del locale di installazione deve essere almeno pari a: S t = K uQ t 100 cm2
(1)
dove : K
è il coefficiente di ventilazione pari a 6 cm2/kW;
Q
è la portata termica nominale massima complessiva degli apparecchi installati nel medesimo locale espressa in kilowatt.
Sono esclusi dal calcolo gli apparecchi di tipo C. È consentito suddividere la sezione totale calcolata secondo la formula (1) su una o più aperture purché la sezione minima di ciascuna apertura non sia minore di 100 cm2. Se nel locale di installazione di apparecchi di tipo B o in locali direttamente comunicanti sono presenti estrattori elettro-meccanici, per esempio le cappe aspiranti di tipo elettrico e/o elettroventilatori ecc. collegati con l’esterno, la sezione di ventilazione utile totale netta calcolata con (1) deve essere maggiorata. Tale maggiorazione deve essere realizzata in funzione della massima portata dell’estrattore in modo tale da garantire che la velocità V dell’aria all’ingresso dell’apertura sia minore di 1 m/s. L’adozione di estrattori elettro-meccanici non deve influenzare la corretta evacuazione dei prodotti della combustione degli apparecchi di tipo B. A tale fine deve essere verificato quanto sopra effettuando una prova di tiraggio, facendo funzionare l’estrattore alla sua potenza massima e l’apparecchio a gas alle potenze nominali massima e minima dichiarate dal fabbricante. Nel prospetto 1, sono riportate le maggiorazioni necessarie per soddisfare le normali esigenze di ventilazione in presenza di estrattori dimensionati considerando una portata d’aria pari a 1,72 m3/h per kW installato.
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prospetto
1
Maggiorazioni dell’apertura di ventilazione in relazione alla portata massima degli estrattori dell’aria Velocità entrata aria m/s
Maggiorazione cm2
fino a 50
|1
140
da 50 fino 100
|1
280
da 100 fino 150
|1
420
Portata massima m3/h
Nei locali in cui sono presenti apparecchi di tipo A oltre alla apertura di ventilazione deve essere presente anche un’altra apertura per l’aerazione (vedere punti 5.2 e 9). Nella procedura di calcolo non sono stati presi in considerazione i sistemi di aerazione e/o di ventilazione controllata in quanto sistemi appositamente progettati. Per gli estrattori elettro-meccanici (cappe elettriche o elettroventilatori) di portata maggiore di 150 m3/h si rimanda alla procedura di calcolo dell’appendice A.
8
POSIZIONE E DIMENSIONI DELLE APERTURE DI VENTILAZIONE E DI AERAZIONE Le aperture di ventilazione ed aerazione possono essere realizzate nella muratura, sulle porte o sugli elementi finestrati di pareti del locale di installazione rivolte verso l’esterno, oppure possono essere realizzate su serramenti rivolti verso l'esterno, purché sia garantito il libero passaggio dell'aria e purché la sezione netta sia misurabile.
8.1
Posizione e dimensioni delle aperture di ventilazione/aerazione nel locale in cui sono installati apparecchi di tipo A Nel caso in cui il locale è sede di installazione di apparecchi di tipo A, nel locale medesimo devono essere realizzate obbligatoriamente due aperture permanenti rivolte verso l'ambiente esterno; in particolare:
8.2
a)
una prima apertura, destinata alla aerazione del locale di installazione. Questa deve essere posizionata in prossimità del soffitto, con filo inferiore ad un’altezza comunque non minore di 1,80 m dal pavimento e deve avere una sezione netta almeno pari a 100 cm2;
b)
una seconda apertura, destinata alla ventilazione5) del locale di installazione. Questa deve essere posizionata in prossimità del pavimento, con filo inferiore ad una altezza comunque non maggiore di 300 mm dal pavimento stesso e deve avere sezione netta almeno pari a 100 cm2.
Posizione e dimensioni delle aperture di ventilazione/aerazione nel locale in cui sono installati solo apparecchi di cottura Nel caso in cui nel locale siano installati apparecchi di cottura con sorveglianza di fiamma in cui la aerazione e la ventilazione sono assicurate mediante aperture permanenti (vedere punto 5.1.1. lettera d), le aperture stesse devono essere realizzate come segue:
5)
a)
una prima, destinata all’aerazione del locale di installazione. Tale apertura deve essere posizionata in prossimità del soffitto, ad un’altezza comunque non minore di 1,80 m dal livello del pavimento e deve avere una sezione netta almeno pari a 100 cm2; l’apertura deve essere realizzata necessariamente nel locale stesso di installazione dell’apparecchio di cottura;
b)
una seconda, destinata alla ventilazione del locale di installazione5). Tale apertura deve avere il filo inferiore in prossimità del pavimento, ad un’altezza comunque non maggiore di 300 mm dal pavimento stesso e deve avere sezione netta almeno pari a 100 cm2; l’apertura può essere realizzata nel locale stesso di installazione dell’apparecchio di cottura o nel locale per l’aria comburente.
Nel caso in cui il combustibile utilizzato abbia una densità relativa maggiore di 0,8, l’apertura posta in prossimità del pavimento può assolvere anche alla funzione di smaltimento di eventuali fughe di gas.
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In tutti i restanti casi in cui l’aerazione è realizzata come al punto 5.1.1 lettere a, b, c, l’apertura di ventilazione potrà essere posizionata a qualsiasi quota rispetto al livello del pavimento dimensionata secondo il punto 7 con un minimo di 100 cm2. Le aperture di ventilazione per gli apparecchi di cottura alimentati da gas combustibile avente densità relativa t0,8, devono avere il filo inferiore ad un’altezza non maggiore di 300 mm dal pavimento.
8.3
Posizioni e dimensioni delle aperture di ventilazione nel locale in cui sono installati apparecchi di Tipo B L’apertura di ventilazione potrà essere posizionata a qualsiasi quota rispetto al livello del pavimento. Per il dimensionamento delle aperture di ventilazione vedere punto 7. Le aperture di ventilazione per gli apparecchi di tipo B alimentati da gas combustibile avente densità relativa t0,8, devono essere posizionate ad una altezza non maggiore di 300 mm dal pavimento.
9
CARATTERISTICHE DELLE APERTURE DI VENTILAZIONE E DI AERAZIONE
9.1
Requisiti generali Le aperture, qualunque sia la loro destinazione d'uso, devono soddisfare i seguenti requisiti:
9.2
-
devono essere protette sia nella zona di ingresso che nella zona di uscita dell'aria, mediante griglie, reti metalliche, ecc., senza ridurne, peraltro, la sezione utile netta;
-
devono essere realizzate in modo da rendere possibili le operazioni di manutenzione ordinaria e straordinaria.
Caratteristiche delle aperture di aerazione L'aerazione del locale di installazione può essere assicurata mediante una o più aperture di aerazione purché:
9.2.1
9.3
-
siano tutte realizzate nel locale di installazione, rispettando le disposizioni inerenti il posizionamento;
-
abbiano, ognuna di esse una superficie utile netta non minore di 100 cm2.
L’aerazione del locale di installazione può essere altresì assicurata da un condotto di aerazione, ad uso esclusivo, purché tale canalizzazione: -
sia impermeabile ai fumi e ai gas;
-
sia priva di cambi di direzione a spigoli vivi;
-
abbia una sezione netta almeno pari a 1,5 la sezione netta prevista nel caso di apertura di aerazione non canalizzata e comunque non minore di 150 cm2;
-
sia comunque collegata a parete rivolta verso l’esterno di un locale adiacente al locale di installazione.
Caratteristiche delle aperture di ventilazione La ventilazione del locale di installazione può essere assicurata mediante una o più aperture di ventilazione purché: -
abbiano, ognuna, una sezione utile netta non minore di 100 cm2;
-
la somma delle sezioni nette di tali aperture, realizzate nel locale di installazione o, se consentito, in locale per l'aria comburente, deve essere non minore della sezione utile netta calcolata come indicato al punto 7.
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9.3.1
Le aperture di ventilazione possono essere realizzate nella muratura, sulle porte o sugli elementi finestrati di pareti del locale d’installazione o del locale per l’aria comburente rivolte verso l’esterno, possono essere ricavate maggiorando la fessura tra porte rivolte verso l'esterno e il pavimento del locale di installazione o del locale per l'aria comburente, oppure possono essere realizzate su serramenti rivolti verso l'esterno, purché sia garantito il libero passaggio dell'aria e la sezione netta sia misurabile.
9.3.2
La ventilazione del locale di installazione può essere altresì assicurata da un condotto di ventilazione o condotti collettivi, purché tale canalizzazione:
9.3.3
-
sia impermeabile ai fumi e ai gas;
-
sia priva di cambi di direzione a spigoli vivi;
-
abbia una sezione netta almeno pari a 1,5 la sezione netta prevista nel caso di apertura di ventilazione non canalizzata e comunque non minore di 150 cm2;
-
sia comunque collegata a parete rivolta verso l’esterno di un locale adiacente al locale di installazione.
Nel caso di ventilazione indiretta del locale di installazione di apparecchi a gas, la circolazione dell’aria tra locali comunicanti può essere assicurata mediante più aperture di transito dell'aria, purché ognuna di esse abbia sezione netta non minore di 100 cm2 e purché la somma delle sezioni nette di tali aperture sia non minore della sezione utile netta calcolata come al punto 7. Tali aperture possono essere realizzate nella muratura o nelle porte delle pareti comuni ai locali interessati, oppure possono essere ricavate maggiorando la fessura tra le porte interne e il pavimento dei locali medesimi, purché sia garantito il libero passaggio dell’aria e la sezione netta sia misurabile.
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APPENDICE (informativa)
A.1
A METODOLOGIA DI CALCOLO PER DETERMINARE LA SEZIONE TOTALE NETTA DELLE APERTURE DI AERAZIONE E DI VENTILAZIONE
Scopo e campo di applicazione Nella presente appendice si riporta un metodo di calcolo delle aperture di aerazione e ventilazione utilizzabile in tutti i casi, comprese le situazioni in cui sono presenti apparecchi di cottura preesistenti privi del dispositivo di sorveglianza di fiamma, e cappe e/o estrattori elettro-meccanici (elettroventilatori) di qualsiasi portata. Il presente metodo non si applica in presenza di sistemi di aerazione e/o ventilazione meccanica controllata (VMC). Inoltre non si applica per le aperture di aerazione dei locali non aerabili, nei quali sono installati apparecchi di tipo C o tubazioni con giunzioni filettate; in questi casi la superficie minima è quella indicata nel punto 9.2.
A.2
Procedura di calcolo La sezione netta totale S T1 delle aperture destinate alla aerazione e alla ventilazione del locale di installazione deve essere almeno pari a: S T1 = (12 u Q A ) + (6 u Q B ) + (12 u Q C )+ (6 u K u Q CS)
[cm2]
(A.1)
dove: QA
è la portata termica nominale massima complessiva espressa in kW, riferita agli apparecchi di tipo A installati nel locale;
QB
è la portata termica nominale massima complessiva espressa in kW, riferita agli apparecchi di tipo B installati nel locale;
QC
è la portata termica nominale massima complessiva espressa in kW, riferita agli apparecchi di cottura preesistenti, senza dispositivo di sorveglianza di fiamma, installati nel locale;
Q CS è la portata termica nominale massima complessiva espressa in kW riferita, agli apparecchi di cottura con dispositivo di sorveglianza di fiamma, installati nel locale. Il parametro K, in relazione alla modalità di evacuazione dei prodotti della combustione degli apparecchi di cottura con dispositivo di sorveglianza di fiamma installati nel locale e in relazione ad ulteriori condizioni di installazione aggiuntive, può assumere i valori numerici qui di seguito riportati: a)
b)
K = 0 se l’evacuazione dei prodotti della combustione degli apparecchi di cottura con dispositivo di sorveglianza di fiamma installati nel locale è assicurata mediante cappa a tiraggio naturale, cappa aspirante elettrica o elettroventilatore e se, contemporaneamente, risultano soddisfatti i seguenti ulteriori requisiti: -
nessun apparecchio di tipo B e/o di tipo A e/o nessun apparecchio di cottura senza dispositivo di sorveglianza di fiamma installato nel locale;
-
portata termica nominale massima complessiva degli apparecchi di cottura con dispositivo di sorveglianza di fiamma installati non maggiore di 11,7 kW;
-
volumetria del locale di installazione non minore di 20 m3. Ai fini del calcolo della volumetria del locale di installazione si considera anche il locale adiacente e comunicante senza interposizione di porte, purché detto locale non sia adibito a camera da letto, non sia sede di installazione di apparecchi a gas (di tipo A e/o B) e non sia un locale classificato con pericolo di incendio;
-
presenza nel locale di installazione di porte, finestre e/o portafinestra, apribili, e installate su pareti perimetrali rivolte verso l'esterno.
K = 1 se l’evacuazione dei prodotti della combustione degli apparecchi di cottura con dispositivo di sorveglianza di fiamma installati nel locale è assicurata mediante cappa a tiraggio naturale o aspirante elettrica oppure mediante elettroventilatore.
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c)
K = 2 se l’evacuazione dei prodotti della combustione degli apparecchi di cottura con dispositivo di sorveglianza di fiamma è assicurata mediante apertura permanente di aerazione e se, contemporaneamente, risultano soddisfatti i seguenti ulteriori requisiti: -
portata termica nominale massima complessiva degli apparecchi di cottura con dispositivo di sorveglianza di fiamma installati nel locale non maggiore di 11,7 kW;
-
portata termica nominale massima complessiva riferita agli apparecchi di tipo A e agli apparecchi di cottura con dispositivo di sorveglianza di fiamma installati nel locale non maggiore di 15 kW.
In sostituzione della relazione (A.1), se nel locale sono installati apparecchi di tipo B e se nel locale medesimo, o in locale con esso comunicante, è collocato un elettroventilatore o una cappa aspirante elettrica6) con portata oraria di ricambio di aria Q E7) espressa in m3/h, si deve utilizzare la relazione seguente: Q S T2 = 6 u Q B 1 + 0,5 ------EQB
0,74
[cm2]
(A.2)
purché risulti comunque soddisfatta la seguente condizione S T2 t S T1, cioè: Q S T2 = 6 u Q B 1 + 0,5 ------EQB
0,74
t (12 u Q A) + (6 u Q B ) + (12 u Q C) + (6 u K Q CS)
(A.3)
Nel prospetto A.1 sono riportati i valori di S T2 in corrispondenza di prefissati valori di riferimento di portata termica Q B (kW) e di portata oraria di ricambio di aria Q E (m3/h).
A.3
Valore minimo della sezione netta totale La verifica del valore minimo della sezione netta totale non deve essere eseguita quando il parametro K assume il valore zero. La sezione netta totale deve essere non minore di 200 cm2 nel caso in cui il locale è sede di installazione di un apparecchio di tipo A oppure di apparecchi di cottura senza sorveglianza di fiamma oppure di apparecchi di cottura con dispositivo di sorveglianza di fiamma, la cui evacuazione dei prodotti della combustione è assicurata mediante apertura permanente di aerazione. In tutti i restanti casi, la sezione netta totale deve essere non minore di 100 cm2. Il prospetto A.1 riporta i valori della sezione netta totale (S T2, espressa in cm2) delle aperture destinate alla aerazione e alla ventilazione di un locale in cui siano installati apparecchi di tipo B, in corrispondenza di prefissati valori di riferimento di portata termica Q B (kW) dei suddetti apparecchi e di portata oraria di ricambio di aria Q E (m3/h) di un elettroventilatore o una cappa aspirante elettrica installati nel locale medesimo, o in locale con esso comunicante.
6) 7)
Sono escluse da questa prescrizione le cappe a ricircolo d’aria. Nel caso di cappa aspirante elettrica il valore di Q E corrisponde alla portata volumetrica effettiva in condizioni di riferimento (IEC 61591). In mancanza di indicazione di questo valore da parte del fabbricante, Q E corrisponde alla portata volumetrica a vuoto.
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prospetto
A.1
Valori di S T2 (cm2) in corrispondenza di Q B (kW) e di Q E (m3/h)
Portata termica Q B di un apparecchio di tipo B (kW)
Portata d’aria estrattore meccanico Q E (m3/h) 50
100
150
200
250
300
400
500
600
700
800
900
1 000
16
193
274
347
416
480
542
659
768
873
973
1 070
1 164
1 255
18
206
289
364
434
501
564
684
797
904
1 008
1 107
1 204
1 298
20
219
303
380
452
520
585
708
823
934
1 040
1 142
1 241
1 337
22
231
317
396
469
538
605
730
849
962
1 070
1 175
1 276
1 375
24
244
331
411
485
556
624
752
873
988
1 099
1 206
1 309
1 410
26
257
345
426
502
573
642
773
896
1 014
1 126
1 235
1 341
1 444
28
269
359
440
517
590
660
793
918
1 038
1 153
1 264
1 371
1 476
30
282
372
455
533
607
678
813
940
1 061
1 178
1 291
1 401
1 507
32
294
385
469
548
623
695
832
961
1 084
1 203
1 317
1 429
1 537
34
307
398
483
563
639
712
850
981
1 006
1 227
1 343
1 256
1 566
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APPENDICE (informativa)
B.1
B SISTEMI PER L’AERAZIONE E LA VENTILAZIONE MECCANICA CONTROLLATA
Sistema di ricambio di aria controllato L'aerazione di locali di installazione di apparecchi di utilizzazione (apparecchi di cottura e apparecchi di tipo A e C), può essere ottenuta anche mediante condotti singoli o collettivi, facenti parte di un sistema integrato e appositamente progettato per soddisfare sia le esigenze di aerazione sia per il ricambio d’aria degli ambienti. Il sistema di ricambio d’aria può essere al servizio dei soli locali di installazione di apparecchi a gas, oppure dell’intera unità abitativa comprendente tali locali. Prima della messa in servizio degli apparecchi di utilizzazione, deve essere verificato che il sistema di ricambio dell'aria controllato sia almeno in grado di garantire una sufficiente aerazione dei locali di installazione, ai fini della sicurezza degli impianti alimentati con combustibile gassoso. Nel caso di sistema di ricambio dell'aria controllato mediante dispositivi meccanici, una avaria dell'organo di estrazione e/o di immissione dell’aria, non deve impedire la corretta aerazione nei locali di installazione, ai fini della sicurezza degli impianti alimentati con combustibile gassoso.
B.2
Sistema di ventilazione meccanica controllata (VMC) I dispositivi che compongono il sistema di ventilazione meccanica controllata (ventilatore, dispositivi di estrazione e di richiamo d’aria) devono essere considerati come un unico sistema e come tali opportunamente progettati (per esempio secondo la UNI EN 13465 e CEN/TR 14788) e dichiarati idonei dal fabbricante stesso. I sistemi di ventilazione meccanica controllata possono essere: -
sistemi a semplice flusso per estrazione (vedere figura B.1), costituiti da un unico ventilatore a funzionamento continuo a cui confluisce sia l’aria viziata dai locali "sporchi" (bagni e cucina) sia i prodotti della combustione dell’eventuale apparecchio di cottura con sorveglianza di fiamma (dotato di cappa priva di proprio ventilatore) e da opportuni dispositivi di tipo autoregolante o igroregolabile che richiamano aria dai locali "nobili" (soggiorno e camere da letto);
-
sistemi a doppio flusso (vedere figura B.2) realizzati grazie ad una doppia rete aeraulica collegata a due ventilatori distinti che realizzano mandata d’aria di rinnovo nelle stanze nobili e ripresa dell’aria dalle stanze sporche.
Se nell’abitazione sono presenti sistemi di ventilazione meccanica controllata non possono essere installati apparecchi di tipo A o B. In ogni caso deve essere impedito il riflusso dalla zona cucina alla zona bagno o in ogni altro locale. Nel caso invece ci sia un apparecchio di tipo C e/o un apparecchio di cottura con sorveglianza di fiamma, il locale di installazione non necessita di apertura di ventilazione in conformità alla presente norma.
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figura
B.1
Esempio di sistema di VMC a semplice flusso. Il sistema prevede un unico ventilatore Legenda 1 Entrata d’aria 2 Al pressostato a bordo del ventilatore 3 Al ventilatore 4 Estrazione 5 Soggiorno 6 Gas 7 Bagno 8 Transito: 100 cm2 9 Elettrovalvola sul gas
figura
B.2
Esempio di sistema VMC a doppio flusso. Il sistema prevede due ventilatori distinti Legenda 1 Dal ventilatore 2 Al pressostato a bordo del ventilatore 3 Al ventilatore 4 Estrazione 5 Soggiorno 6 Gas 7 Bagno 8 Transito: 100 cm2 9 Elettrovalvola sul gas
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BIBLIOGRAFIA UNI 10389
Generatori di calore - Misurazione in opera del rendimento di combustione
UNI 10436
Caldaie a gas di portata termica nominale non maggiore di 35 Kw - Controllo e manutenzione
UNI 10642
Apparecchi a gas - Classificazione in funzione del metodo di prelievo dell'aria comburente e di evacuazione dei prodotti della combustione
UNI 10683
Generatori di calore alimentati a legna o da altri biocombustibili solidi - Requisiti di installazione
UNI EN 449
Prescrizioni per apparecchi funzionanti esclusivamente a GPL Apparecchi di riscaldamento domestici non raccordabili a condotto di evacuazione dei fumi (compresi gli apparecchi di riscaldamento a combustione catalitica diffusiva)
UNI EN 613
Apparecchi di riscaldamento indipendenti a gas a convezione
UNI EN 682
Elementi di tenuta in elastomero - Requisiti dei materiali elastomerici utilizzati in tubi e raccordi per il trasporto di gas e idrocarburi fluidi
UNI EN 10241
Raccordi di acciaio filettato per tubi
CEI 64-8
Impianti elettrici utilizzatori a tensione nominale non superiore a 1 000 V in corrente alternata e a 1 500 V in corrente continua
CEI EN 60335-2-31/A1
Sicurezza degli apparecchi elettrici d'uso domestico e similari Parte 2: Norme particolari per cappe da cucina
Decreto Ministeriale del 16 febbraio 1982 "Modificazioni del Decreto Ministeriale 27 settembre 1965, concernente la determinazione delle attività soggette alle visite di prevenzione incendi" Decreto Ministeriale dell’1 febbraio 1986 "Norme di sicurezza antincendi per la costruzione e l’esercizio di autorimesse e simili" Decreto Ministeriale del 12 aprile 1996 "Approvazione della regola tecnica di prevenzione incendi per la progettazione, la costruzione e l’esercizio degli impianti termici alimentati da combustibili gassosi"
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NORMA ITALIANA
Impianti a gas per uso domestico e similari alimentati da rete di distribuzione
Progettazione e installazione
UNI 7129-3
Parte 3: Sistemi di evacuazione dei prodotti della combustione OTTOBRE 2008 Gas plants for domestic and similar uses supplied by network
Design and installation Part 3: Products of combustion flue system La norma fissa i criteri per la progettazione, l’installazione e il collaudo degli impianti domestici e similari per l’utilizzazione dei gas combustibili appartenenti alla 1a, 2a e 3a famiglia ed alimentati da rete di distribuzione di cui alla UNI 9165 e UNI 10682. La norma definisce i criteri dei sistemi di evacuazione dei prodotti della combustione asserviti ad apparecchi aventi singola portata termica nominale massima non maggiore di 35 kW.
TESTO ITALIANO
La presente norma, unitamente alla UNI 7129-1:2008, alla UNI 7129-2:2008 e alla UNI 7129-4:2008, sostituisce la UNI 7129:2001.
ICS
UNI Ente Nazionale Italiano di Unificazione Via Sannio, 2 20137 Milano, Italia
91.140.40
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Pagina I
PREMESSA Rispetto alla UNI 7129:2001, la presente famiglia di norme introduce le seguenti varianti: - suddivisione della norma in quattro parti per macro-argomenti; - aggiornamento dei riferimenti normativi; - adeguamento prescrizioni per aggiornamenti tecnologici intervenuti; - nuove e/o diverse prescrizioni installative; - considerazione di prescrizioni legislative comunitarie, nazionali; - considerazione di prescrizioni regolamentari. La presente norma è stata elaborata sotto la competenza dell’ente federato all’UNI CIG - Comitato Italiano Gas La Commissione Centrale Tecnica dell’UNI ha dato la sua approvazione il 7 ottobre 2008. La presente norma è stata ratificata dal Presidente dell’UNI ed è entrata a far parte del corpo normativo nazionale il 30 ottobre 2008.
Le norme UNI sono elaborate cercando di tenere conto dei punti di vista di tutte le parti interessate e di conciliare ogni aspetto conflittuale, per rappresentare il reale stato dell’arte della materia ed il necessario grado di consenso. Chiunque ritenesse, a seguito dell’applicazione di questa norma, di poter fornire suggerimenti per un suo miglioramento o per un suo adeguamento ad uno stato dell’arte in evoluzione è pregato di inviare i propri contributi all’UNI, Ente Nazionale Italiano di Unificazione, che li terrà in considerazione per l’eventuale revisione della norma stessa. Le norme UNI sono revisionate, quando necessario, con la pubblicazione di nuove edizioni o di aggiornamenti. È importante pertanto che gli utilizzatori delle stesse si accertino di essere in possesso dell’ultima edizione e degli eventuali aggiornamenti. Si invitano inoltre gli utilizzatori a verificare l’esistenza di norme UNI corrispondenti alle norme EN o ISO ove citate nei riferimenti normativi. UNI 7129-3:2008
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Pagina II
INDICE 1
SCOPO E CAMPO DI APPLICAZIONE
1
2
RIFERIMENTI NORMATIVI
1
3
TERMINI E DEFINIZIONI
2
4 4.1
EVACUAZIONE DEI PRODOTTI DELLA COMBUSTIONE 5 Apparecchi di cottura .............................................................................................................................. 5 prospetto
1
4.2 4.3
Posizionamento e modalità di funzionamento dei condotti singoli o collettivi per vapori di cottura ..................................................................................................................................... 6
Apparecchi di tipo A................................................................................................................................. 6 Apparecchi di tipo B a tiraggio naturale ........................................................................................ 6 Esempi ............................................................................................................................................................ 9 Esempi di corretto collegamento a camino/canna fumaria .......................................................... 10 Esempi di collegamento di due apparecchi ad un camino singolo ........................................... 10 Esempi........................................................................................................................................................... 12
figura
1
figura
2
figura
3
figura
4
figura
5
Posizionamento dei terminali di tiraggio nella parete stessa di cui si sta valutando la zona di rispetto ....................................................................................................................................... 13
prospetto
2
Posizionamento dei terminali di tiraggio (nella parete stessa di cui si sta valutando la zona di rispetto) per apparecchi a tiraggio naturale in funzione della loro portata termica ........................................................................................................................................................... 14
figura
6
Computazione percorso dei fumi
figura
7
Esempio di non corretta evacuazione dei prodotti della combustione all’interno di un balcone chiuso su cinque lati ................................................................................................................. 15
prospetto
3
Posizionamento dei terminali di tiraggio (in una parete diversa di quella di cui si sta valutando la zona di rispetto) per apparecchi a tiraggio naturale in funzione della loro portata termica ......................................................................................................................... 15
figura
8
Zone di rispetto di una parete (contenente un’apertura) frontale a quella in cui è posizionato un terminale di tiraggio ..................................................................................................... 16
figura
9
Zona di rispetto di una finestra situata in una parete ortogonale a quella in cui è posizionato un terminale di tiraggio ..................................................................................................... 16
figura
10
Posizionamento dei terminali di scarico nella parete stessa di cui si sta valutando la zona di rispetto ....................................................................................................................................... 18
4
Posizionamento dei terminali di scarico (nella parete stessa di cui si sta valutando la zona di rispetto) per apparecchi muniti di ventilatore in funzione della loro portata termica ................................................................................................................................... 19
figura
11
Computazione percorso dei fumi .......................................................................................................... 19
figura
12
Computazione percorso dei fumi con terminale sporgente il balcone ..................................... 20
figura
13
Esempio di non corretta evacuazione dei prodotti della combustione all’interno di un balcone chiuso su cinque lati ........................................................................................................... 21
5
Posizionamento dei terminali di scarico (in una parete diversa di quella di cui si sta valutando la zona di rispetto) per apparecchi muniti di ventilatore in funzione della loro portata termica ................................................................................................................................... 21
figura
14
Zone di rispetto di una parete (contenente un’apertura) frontale a quella in cui è posizionato un terminale di scarico ..................................................................................................... 22
figura
15
Zona di rispetto di una finestra situata in una parete ortogonale a quella in cui è posizionato un terminale di scarico ..................................................................................................... 22
4.4
........................................................................................................
Apparecchi di tipo B muniti di ventilatore
prospetto
prospetto
................................................................................
14
16
22
4.5
Apparecchi di tipo C
5 5.1
CAMINI, CANNE FUMARIE E CONDOTTI INTUBATI 25 Prescrizioni e requisiti generali per l’installazione di camini, canne fumarie e condotti intubati .................................................................................................................................... 25 Designazione generale dei camini/canne fumarie secondo UNI EN 1443 ............. 25
5.2
UNI 7129-3:2008
............................................................................................................................
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prospetto figura prospetto
6
Modalità di funzionamento di camini/canne fumarie collettive per apparecchi a gas di tipo B e C ................................................................................................................................................. 26
16
Esempi di camini addossati e non addossati ................................................................................... 27
7
Classi di resistenza alla corrosione in funzione del tipo di combustibile ................................ 27
Camini singoli .......................................................................................................................................... 28 Sistemi intubati........................................................................................................................................ 28
5.3 5.4 figura
17
Rappresentazione schematica di un intubamento in camino singolo con adduzione di aria comburente attraverso l’intercapedine libera ...................................................................... 31
figura
18
Esempi di inserimento di sistemi di evacuazione dei prodotti della combustione di sezione circolare, funzionanti con pressione positiva, aventi sezione di passaggio d100 cm2, all’interno di un camino/canna fumaria/vano tecnico esistente dell’edificio
figura
19
Esempio di inserimento di condotto di sezione circolare, funzionante con pressione positiva, avente sezione di passaggio >100 cm2, all’interno di un camino/canna fumaria/vano tecnico esistente dell’edificio ...................................................................................... 32
figura
20
Esempio di inserimento di condotto di sezione circolare, funzionante con pressione positiva, avente sezione di passaggio >100 cm2, all’interno di un camino/canna fumaria/vano tecnico esistente dell’edificio ...................................................................................... 33
figura
21
Esempi di inserimento di più condotti di sezione circolare nello stesso camino/canna fumaria/vano tecnico esistente dell’edificio ..................................................................................... 34
figura
22
Rappresentazione schematica di un intubamento multiplo in camino/canna fumaria/vano tecnico esistente dell’edificio ................................................................................................................... 35
5.5 figura
23
figura
24
figura
25
figura
26
figura
27
figura
28
figura
29
5.6 5.7 prospetto
8
.........
32
Canne fumarie......................................................................................................................................... 35 Esempio di canna fumaria collettiva ramificata ............................................................................... 36 Esempi di raccordo al collettore ........................................................................................................... 37 Canne fumarie collettive ramificate con due immissioni per piano........................................... 38 Esempi di canne fumarie collettive ramificate per edifici con diverso numero piani ......... 38 Esempio di canna fumaria collettiva ................................................................................................... 40 Esempi di canna fumaria collettiva combinata ................................................................................ 41 Comignoli ................................................................................................................................................... 41 Generalità ................................................................................................................................................... 42 Zona di rispetto per il posizionamento di comignoli/terminali di scarico ................................. 42 Quota di sbocco sopra il tetto in pendenza (E > 10°) .................................................................. 43
30
Zona di rispetto per il posizionamento comignoli/terminali di scarico su tetti in pendenza dotati di abbaini e lucernari apribili ................................................................................. 43
9
Quota di sbocco in prossimità di lucernari/abbaini......................................................................... 43
figura
31
Quota di sbocco di un tetto piano in presenza di ostacolo o edificio privo di aperture ...... 44
prospetto
10
Quote di sbocco in funzione della distanza del terminale dall’ostacolo privo di aperture...... 44
prospetto
11
Indicazione quote di sbocco .................................................................................................................. 44
figura
32
Quota di sbocco di un tetto piano in presenza di ostacolo o edifico con aperture .............. 45
prospetto
12
Quote di sbocco in funzione della distanza del terminale dall’ostacolo dotato di aperture........ 45
33
EVACUAZIONE DEI PRODOTTI DELLA COMBUSTIONE DI APPARECCHI A TIRAGGIO NATURALE O MUNITI DI VENTILATORE ENTRO SPAZI CHIUSI A CIELO LIBERO 45 Colonne di terminali - Esempi ............................................................................................................... 46
figura prospetto
6
figura
APPENDICE (normativa) figura
APPENDICE (normativa) B.1
A
SCHEMI ESEMPLIFICATIVI DI INSTALLAZIONE DI APPARECCHI DI COTTURA SECONDO I VARI TIPI DI SCARICO DEI PRODOTTI DELLA COMBUSTIONE
A.1
47 .......................................................................................................................................................................... 47
B
CLASSI DI RESISTENZA ALLA CORROSIONE PER CAMINI/CANNE FUMARIE 48
prospetto B.1
Camini e canne fumarie metalliche (UNI EN 1856-1)......................................................... 48 Correlazione tra le classi di resistenza alla corrosione di cui alla UNI EN 1443 e quelle di cui alla UNI EN 1856-1 (per camini metallici) ................................................................ 48 UNI 7129-3:2008
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prospetto B.2
Camini in refrattario/ceramica (UNI EN 1457) ........................................................................ 49
B.2 prospetto B.3
B.3 B.4
Correlazione tra le classi di resistenza alla corrosione di cui alla UNI EN 1443 e caratteristiche materiale (tipologia materiale, sigla, spessore) di camini metallici/canne fumarie metalliche ...................................................................................................... 48 Correlazione tra le classi di resistenza alla corrosione di cui alla UNI EN 1443, le classi di resistenza alla condensa e la perdita di massa fumi (per camini in refrattario/ceramica) ................................................................................................................................... 49
Camini in plastica (UNI EN 14471) .............................................................................................. 49 Camini in calcestruzzo (UNI EN 1857)....................................................................................... 49 BIBLIOGRAFIA
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SCOPO E CAMPO DI APPLICAZIONE La presente norma fissa i criteri per la progettazione e l’installazione dei sistemi di evacuazione dei prodotti della combustione asserviti ad impianti domestici e similari per l’utilizzazione dei gas combustibili appartenenti alla 1a, 2a e 3a famiglia ed alimentati da rete di distribuzione di cui alla UNI 9165 e UNI 10682. La norma si applica ai sistemi di evacuazione dei prodotti della combustione asserviti ad apparecchi aventi singola portata termica nominale massima non maggiore di 35 kW. Sono esclusi i sistemi di evacuazione dei prodotti della combustione asserviti ad apparecchi a condensazione o affini e ad apparecchi per la ristorazione e ospitalità professionale.*) Nota 1
Per la progettazione e l'installazione dell’impianto interno per usi domestici e similari alimentato da rete di distribuzione vedere UNI 7129-1.
Nota 2
Per l’installazione degli apparecchi di utilizzazione, ventilazione e aerazione dei locali di installazione vedere UNI 7129-2.
Nota 3
Per la messa in servizio degli impianti vedere UNI 7129-4.
Nota 4
Per i criteri per la progettazione, l’installazione, la messa in servizio e la manutenzione di impianti a gas per uso domestico asserviti ad apparecchi a condensazione e affini, fare riferimento a UNI 11071.
2
RIFERIMENTI NORMATIVI La presente norma rimanda, mediante riferimenti datati e non, a disposizioni contenute in altre pubblicazioni. Tali riferimenti normativi sono citati nei punti appropriati del testo e sono di seguito elencati. Per quanto riguarda i riferimenti datati, successive modifiche o revisioni apportate a dette pubblicazioni valgono unicamente se introdotte nella presente norma come aggiornamento o revisione. Per i riferimenti non datati vale l’ultima edizione della pubblicazione alla quale si fa riferimento (compresi gli aggiornamenti).
*)
UNI 7129-1
Impianti a gas per uso domestico e similari alimentati da rete di distribuzione - Progettazione e installazione - Parte 1: Impianto interno
UNI 7129-2
Impianti a gas per uso domestico e similari alimentati da rete di distribuzione - Progettazione e installazione - Parte 2: Installazione degli apparecchi di utilizzazione ventilazione e aerazione dei locali di installazione
UNI 7129-4
Impianti a gas per uso domestico e similari alimentati da rete di distribuzione - Progettazione e installazione - Parte 4: Messa in servizio degli impianti/apparecchi
UNI 9165
Reti di distribuzione del gas - Condotte con pressione massima di esercizio minore o uguale a 5 bar - Progettazione, costruzione, collaudo, conduzione, manutenzione e risanamento
UNI 10389
Generatori di calore - Misurazione in opera del rendimento di combustione
UNI 10640
Canne fumarie collettive ramificate per apparecchi di tipo B a tiraggio naturale - Progettazione e verifica
UNI 10641
Canne fumarie collettive e camini a tiraggio naturale per apparecchi di tipo C con ventilatore nel circuito di combustione Progettazione e verifica
UNI 10642
Apparecchi a gas - Classificazione in funzione del metodo di prelievo dell’aria comburente e di scarico dei prodotti della combustione
UNI 10682
Piccole centrali di GPL per reti di distribuzione - Progettazione, costruzione, installazione, collaudo ed esercizio
Per i criteri per la progettazione, l’installazione, la messa in servizio e la manutenzione di impianti a gas asserviti ad apparecchi per la ristorazione e ospitalità professionale, fare riferimento a UNI 8723.
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UNI 10784
Caldaie ad acqua alimentate a gas con bruciatore atmosferico Prese per la misurazione in opera del rendimento di combustione
UNI 10845
Impianti a gas per uso domestico - Sistemi per l'evacuazione dei prodotti della combustione asserviti ad apparecchi alimentati a gas - Criteri di verifica, risanamento, ristrutturazione e intubamento
UNI 11071
Impianti a gas per uso domestico asserviti ad apparecchi a condensazione e affini - Criteri per la progettazione, l’installazione, la messa in servizio e la manutenzione
UNI EN 26
Apparecchi a gas per la produzione istantanea di acqua calda per uso sanitario, equipaggiati con bruciatori atmosferici
UNI EN 89
Apparecchi a gas per la produzione ad accumulo di acqua calda per usi sanitari
UNI EN 483
Caldaie di riscaldamento centrale alimentate a combustibili gassosi - Caldaie di tipo C di portata termica nominale non maggiore di 70 kW
UNI EN 1443
Camini - Requisiti generali
UNI EN 1457
Camini - Condotti interni di terracotta/ceramica - Requisiti e metodi di prova
UNI EN 1856-1
Camini - Requisiti per camini metallici - Parte 1: Prodotti per sistemi camino
UNI EN 1856-2
Camini - Requisiti per camini metallici - Parte 2: Condotti interni e canali da fumo metallici
UNI EN 1857
Camini - Componenti - Condotti fumari di calcestruzzo
UNI EN 1858
Camini - Componenti - Blocchi di calcestruzzo
UNI EN 12446
Camini - Componenti - Elementi esterni di calcestruzzo
UNI EN 13084
Camini industriali strutturalmente indipendenti
UNI EN 13384-1
Camini - Metodi di calcolo termico e fluido dinamico - Parte 1: Camini asserviti a un unico apparecchio da riscaldamento
UNI EN 13384-2
Camini - Metodi di calcolo termico e fluido dinamico - Parte 2: Camini asserviti a più apparecchi da riscaldamento
UNI EN 13502
Camini - Requisiti e metodi di prova per terminali di terracotta/ceramica
UNI EN 14471
Camini - Sistemi di camini con condotti interni di plastica Requisiti e metodi di prova
UNI EN 15287-1
Camini - Progettazione, installazione e messa in servizio dei camini - Parte 1: Camini per apparecchi di riscaldamento a tenuta non stagna
TERMINI E DEFINIZIONI Ai fini della presente norma si applicano i termini e le definizioni seguenti. Eventuali termini tra parentesi ( ) si riferiscono a sinonimi.
3.1
definizioni relative agli apparecchi: Si rimanda alla UNI 7129-2 ed alla UNI 10642.
3.2
definizioni relative agli impianti gas uso domestico: Si rimanda alla UNI 7129-1.
3.3
Definizioni relative al sistema di evacuazione dei prodotti della combustione
3.3.1
altezza efficace del camino H : Differenza di quota tra la sezione di ingresso dei fumi nel camino e la sezione di uscita.
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camino: Struttura consistente di una o più pareti contenente una o più vie di efflusso1).
3.3.2 Nota
3.3.3
Tale elemento, ad andamento prevalentemente verticale, ha lo scopo di espellere a conveniente altezza dal suolo i prodotti della combustione.
camino funzionante a pressione negativa: Camino progettato per funzionare con pressione interna al condotto fumario minore della pressione esterna2).
3.3.4
camino funzionante a pressione positiva: Camino progettato per funzionare con pressione interna al condotto fumario maggiore della pressione esterna3).
3.3.5
sistema intubato: Sistema di evacuazione dei prodotti della combustione costituito dall’abbinamento di un condotto per intubamento con un camino, canna fumaria o vano tecnico esistente o di nuova costruzione (anche in nuovi edifici).
3.3.6
canna fumaria collettiva ramificata (CCR): Condotto asservito a più apparecchi installati su più piani di un edificio, realizzata solitamente con elementi prefabbricati che, per giusta sovrapposizione e giunzione, determinano una serie di canne singole (secondari), ciascuna dell'altezza di un piano, e un collettore (primario) nel quale defluiscono i prodotti della combustione provenienti dai secondari a mezzo di un elemento speciale che svolge la funzione di deviatore4).
3.3.7
canna fumaria collettiva (canna collettiva): Condotto fumi unico adatto a raccogliere ed espellere i prodotti della combustione di più apparecchi collocati su diversi piani5).
3.3.8
quota di sbocco: Quota corrispondente alla sommità del camino/canna fumaria, indipendentemente dal comignolo6).
3.3.9
zona di rispetto: Corrisponde alla zona sovrastante il tetto ed è definita dalla somma dell’altezza della zona di reflusso più 500 mm del tratto finale del camino/canna fumaria, terminale per fuoriuscire dalla stessa. Per quanto attiene lo scarico a parete, il termine zona di rispetto corrisponde ad un volume di dimensioni definite nel quale non può essere ubicata la sezione di uscita del terminale per evacuazione dei prodotti della combustione.
3.3.10
apparecchi similari: Apparecchi dello stesso tipo, alimentati con lo stesso combustibile con portata termica nominale uguale o che differisca di non oltre il 30% ed aventi le medesime condizioni di combustione e di evacuazione dei prodotti della combustione. Nota
Queste ultime in particolare sono evidenziate dalla presenza o meno del ventilatore nel circuito di combustione e dalla temperatura dei prodotti della combustione.
3.4
Definizioni relative agli elementi di collegamento tra gli apparecchi ed il camino
3.4.1
canale da fumo: Componente o componenti che raccordano l'uscita del generatore di calore al camino7).
3.4.2
collettore di scarico fumi: Condotto atto a raccogliere e convogliare i prodotti della combustione provenienti da due o più apparecchi similari verso un camino/camino intubato.
1) 2) 3) 4) 5) 6) 7)
Definizione tratta dalla UNI EN 1443:2005, punto 3.6. Definizione tratta dalla UNI EN 1443:2005, punto 3.21. Definizione tratta dalla UNI EN 1443:2005, punto 3.22. Definizione tratta dalla UNI 10640, punto 3.5. Definizione tratta dalla UNI 10641, punto 3.11. Definizione tratta dalla UNI 10641, punto 3.30. Definizione tratta dalla UNI EN 1443, punto 3.31
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3.4.3
condotto per intubamento: Condotto composto da uno o più elementi a sviluppo prevalentemente verticale, specificatamente adatto a raccogliere ed espellere i prodotti della combustione, nonché a resistere nel tempo ai componenti degli stessi e dalle loro eventuali condense, idoneo per essere inserito in un camino, canna fumaria, vano tecnico esistente o di nuova costruzione (anche in nuovi edifici). Nota
3.4.4
Tale condotto può funzionare in pressione positiva o negativa.
condotto di scarico fumi: Elemento od insieme di elementi costituiti da una o più pareti che collegano l’uscita fumi di un apparecchio al camino/canna fumaria/sistema intubato/terminale di scarico, funzionante in pressione positiva rispetto all’ambiente. Per apparecchi a gas di tipo C (escluso il tipo C6) e di tipo B dotati di ventilatore nel circuito di combustione è parte integrante dell’apparecchio ed è fornito dal costruttore dell’apparecchio; può essere a vista o all’interno del condotto per l’adduzione dell’aria comburente anch’esso a vista.
3.5
Definizioni relative al sistema di evacuazione vapori di cottura
3.5.1
canale di esalazione: Condotto che collega una cappa o un ventilatore asservito ad un apparecchio di cottura ad un condotto/condotto collettivo per vapori di cottura o direttamente verso l’atmosfera esterna. Esso può funzionare a pressione negativa o positiva rispetto all’ambiente.
3.5.2
camino (condotto) per vapori di cottura: Struttura o condotto ad andamento prevalentemente verticale atto a convogliare ed espellere i vapori di cottura in atmosfera.
3.5.3
condotto collettivo per vapori di cottura: Condotto asservito a più apparecchi di cottura installati su diversi piani di un edificio. Tale condotto può essere anche ramificato.
3.5.4
vapori di cottura: Insieme dei prodotti della combustione e dei vapori/esalazioni risultanti dalla cottura dei cibi.
3.6
Definizioni relative al sistema di prelievo aria comburente
3.6.1
canna di aspirazione dell’aria comburente: Canna prevalentemente verticale atta a convogliare l'aria comburente. Può essere singola o collettiva.
3.6.2
condotto di aspirazione dell’aria comburente: Elemento od insieme di elementi costituiti da una o più pareti atto a convogliare l'aria comburente all'apparecchio direttamente dall'esterno o dalla canna di aspirazione aria. Per apparecchi a gas di tipo C (escluso il tipo C6) è parte integrante dell’apparecchio ed è fornito dal costruttore dell’apparecchio.
3.7
Definizioni relative alla parte terminale del sistema di evacuazione dei prodotti della combustione e dei vapori di cottura
3.7.1
comignolo (aspiratore statico o mitria): Dispositivo che, posto alla bocca del camino/canna fumaria, permette la dispersione dei prodotti della combustione anche in presenza di avverse condizioni atmosferiche8).
3.7.2
tratto finale (torrino): È la parte del camino o canna fumaria che fuoriesce dal manto di copertura del tetto fino al comignolo.
3.7.3
terminale di tiraggio: Dispositivo installato, nel caso di scarico a parete, al termine di un canale da fumo o condotto di esalazione (se funzionante con pressione negativa), atto a disperdere nell’ambiente esterno i prodotti della combustione o i vapori di cottura.
3.7.4
terminale di scarico: Dispositivo installato, nel caso di scarico a parete, al termine di un condotto di scarico fumi o condotto di esalazione (se funzionante con pressione positiva), atto a disperdere nell’ambiente esterno i prodotti della combustione o vapori di cottura. 8)
Definizione tratta dalla UNI 10641, punto 3.14.
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3.7.5
terminale di scarico a tetto: Dispositivo installato, nel caso di scarico a tetto, al termine di un condotto di scarico fumi o di un condotto per intubamento atto a disperdere nell’ambiente esterno i prodotti della combustione.
3.8
Definizioni relative ai locali di installazione
3.8.1
locale con pericolo incendio: Per locali con pericolo incendio si intendono quelli:
Nota
4
-
in cui sono svolte le attività elencate nel D.M. 16/02/19829);
-
soggetti a normativa specifica relativa alla prevenzione incendi.
Sono ritenuti locali con pericolo incendio i box, i garage, le autorimesse.
EVACUAZIONE DEI PRODOTTI DELLA COMBUSTIONE Lo scarico dei prodotti della combustione deve avvenire a tetto. In caso di impossibilità di scarico a tetto, ove consentito, possono essere adottati altri sistemi di scarico. In particolare per gli apparecchi di tipo B e C è ammesso: a)
realizzare nuovi sistemi fumari nel rispetto delle prescrizioni contenute nel seguito della presente della norma;
b)
utilizzare sistemi fumari esistenti, secondo quanto indicato nella UNI 10845 e, per i componenti sostituiti, nel rispetto delle prescrizioni contenute nel seguito della presente norma;
c)
evacuare direttamente all'esterno (scarico a parete o scarico diretto a tetto) nel rispetto della legislazione vigente e delle prescrizioni contenute nel seguito della presente norma.
Per gli apparecchi di cottura vedere punto 4.1, mentre per gli apparecchi di tipo A punto 4.2.
4.1
Apparecchi di cottura L’evacuazione dei vapori di cottura, può essere effettuata utilizzando condotti per vapori di cottura sfocianti a tetto secondo quanto previsto al punto 4.1.1. Se lo scarico a tetto non è possibile, allora è consentito anche lo scarico diretto a parete secondo quanto previsto in UNI 7129-2. Il collegamento di una cappa o di un elettro-ventilatore, al condotto per vapori di cottura deve essere effettuato tramite un canale di esalazione avente caratteristiche di cui al punto 4.1.2.
4.1.1
Condotto singolo o collettivo per vapori di cottura I condotti utilizzati per l’evacuazione dei vapori di cottura a tetto possono essere di tipo: -
collettivo, cioè al servizio di più apparecchi di cottura (3.5.3);
-
singolo cioè al servizio di un solo apparecchio (3.5.2).
In relazione alla loro tipologia, i condotti per l’evacuazione dei vapori di cottura, possono funzionare a pressione positiva o negativa e a seconda dei casi, essere installati o all’interno o all’esterno dell’edificio. A chiarimento nel prospetto 1 si riporta una schematizzazione delle modalità di funzionamento di condotto singolo o collettivo per vapori di cottura e loro posizionamento rispetto all’edificio.
9)
Alla data di pubblicazione della presente norma è in vigore Decreto Ministeriale del 16 febbraio 1982 "Modificazioni del Decreto Ministeriale 27 settembre 1965, concernente la determinazione delle attività soggette alle visite di prevenzione incendi".
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prospetto
1
Posizionamento e modalità di funzionamento dei condotti singoli o collettivi per vapori di cottura Sistema di evacuazione
4.1.1.1
Pressione nel sistema di evacuazione
Posizionamento dei condotti
Condotto singolo
Negativa/Positiva
Interno dell’edificio o all’esterno dell’edificio
Condotto collettivo
Negativa
Interno dell’edificio o all’esterno dell’edificio
Condotti per vapori di cottura - Requisiti minimi I condotti singoli o collettivi per vapori di cottura devono rispondere ai seguenti requisiti minimi:
4.1.2
-
essere realizzato in materiali adatti a resistere nel tempo alle normali sollecitazioni meccaniche. Sono consentiti condotti in materiale plastico, conformi alla UNI EN 14471, oppure altri materiali rispondenti ai requisiti della UNI EN 1443 relativamente alla resistenza all’umidità (W ) e alla temperatura (T80);
-
avere andamento prevalentemente verticale ed essere privo di strozzatura in tutta la sua lunghezza;
-
essere distanziato da fonti di calore che potrebbero danneggiarlo;
-
essere dotato alla sommità di un dispositivo che impedisca la penetrazione della pioggia e della neve; inoltre deve essere presente, un’opportuna protezione contro l’ingresso di corpi estranei (per esempio volatili);
-
deve essere di classe W (resistente all’umidità);
-
essere dotato di giunzioni a tenuta adatte alla pressione di esercizio se il condotto per vapori di cottura funziona in pressione positiva;
-
essere dotato di una camera di raccolta degli eventuali materiali solidi e delle condense; se il condotto per vapori è del tipo collettivo l'accesso a detta camera deve essere garantito mediante un opportuno dispositivo di ispezione;
-
essere garantita la corretta evacuazione dei vapori di cottura in tutte le condizioni atmosferiche. Nel caso di utilizzo di estrattore meccanico o elettromeccanico posto alla sommità del condotto per vapori di cottura deve essere sempre garantita la corretta evacuazione dei vapori anche in caso di guasto del dispositivo stesso;
-
non è consentito convogliare nello stesso condotto per lo scarico dei vapori di cottura lo scarico dei prodotti della combustione di altre tipologie di apparecchi/dispositivi.
Canale di esalazione - Requisiti minimi Il canale di esalazione da utilizzare per il collegamento della cappa o di un elettoventilatore al condotto di evacuazione deve essere realizzato in materiali adatti a resistere nel tempo alle normali sollecitazioni termiche e meccaniche. Sono consentiti condotti in materiale plastico, conformi alla UNI EN 14471, oppure altri materiali rispondenti ai requisiti della UNI EN 1443 relativamente alla resistenza all’umidità (W ) e alla temperatura (T80).
4.2
Apparecchi di tipo A Per lo scarico dei prodotti della combustione degli apparecchi di tipo A è necessario realizzare una o più aperture di aerazione come indicato nella UNI 7129-2.
4.3
Apparecchi di tipo B a tiraggio naturale Il collegamento tra gli apparecchi di tipo B a tiraggio naturale ed il camino, canna fumaria, condotto intubato, terminale di tiraggio deve essere realizzato tramite canali detti "canali da fumo" (vedere punto 3.4.1). I canali da fumo possono consentire l’evacuazione dei prodotti della combustione di: -
apparecchi con uscita dei fumi verticale;
-
apparecchi con uscita dei fumi laterale.
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4.3.1
Canali da fumo per apparecchi di tipo B a tiraggio naturale (scarico verticale e orizzontale)
4.3.1.1
Canali da fumo per apparecchi di tipo B - Requisiti generali I canali da fumo per apparecchi di tipo B a tiraggio naturale devono rispondere ai seguenti requisiti generali:
4.3.1.1.a
-
essere conformi alla UNI EN 1856-2 o UNI EN 1856-1 (materiali metallici) e UNI EN 14471 (materiali plastici). Non è consentito l’utilizzo di canali non espressamente dichiarati idonei dal fabbricante dei medesimi;
-
essere collegati al camino e/o alla canna fumaria nello stesso locale in cui è installato l'apparecchio o, al massimo nel locale adiacente;
-
essere ispezionabili e smontabili, consentendo le operazioni di manutenzione;
-
essere installati in modo da consentire le normali dilatazioni termiche;
-
essere dotati, limitatamente al caso di apparecchi a gas asserviti a impianti termici, di presa di campionamento che consenta di eseguire correttamente la prova di combustione prevista dalla UNI 10389 le dimensioni e le caratteristiche di tale presa devono essere conformi alla UNI 10784;
-
essere fissati all’imbocco del camino/canna fumaria senza sporgere all’interno. Inoltre l’asse del tratto terminale di imbocco e l’asse del camino/canna fumaria devono intersecarsi [vedere figura 2 a) e 2 b)];
-
avere, per tutta la loro lunghezza un diametro non minore di quello dell'attacco del tubo di scarico dell'apparecchio. Nel caso in cui il camino o la canna fumaria avessero un diametro minore di quello del canale da fumo, deve essere effettuato un raccordo conico in corrispondenza dell'imbocco e una verifica del corretto funzionamento secondo il metodo generale di calcolo di cui alla UNI EN 13384-1 e UNI EN 13384-2 o altri metodi di comprovata efficacia;
-
non avere dispositivi di intercettazione (serrande): se tali dispositivi fossero già in opera devono essere eliminati. Eventuali dispositivi di intercettazione presenti sull’apparecchio e certificati con l’apparecchio stesso non devono essere manomessi e possono essere modificati solo dal fabbricante dell’apparecchio;
-
in assenza di diverse indicazioni fornite dal fabbricante, il condotto deve distare almeno 500 mm da materiali combustibili e/o infiammabili se tale distanza non potesse essere mantenuta occorre provvedere ad una opportuna protezione specifica al calore;
-
ricevere lo scarico di un solo apparecchio di utilizzazione (salvo l’uso di collettori);
-
non è consentito convogliare nello stesso canale da fumo lo scarico di apparecchi a gas e i vapori provenienti da cappe sovrastanti gli apparecchi di cottura;
-
non è consentito installare canali da fumo in locali con pericolo incendio.
Canali da fumo per gli apparecchi di tipo B a tiraggio naturale con scarico verticale - Requisiti Per questa tipologia di apparecchi i canali da fumo, in aggiunta ai requisiti generali di cui al punto 4.3.1.1, devono essere installati nel rispetto delle seguenti ulteriori indicazioni: -
essere dotati di un tratto verticale di lunghezza non minore di due diametri, misurati come indicato nella figura 1 a);
-
avere, dopo il tratto verticale, per tutto il percorso rimanente, andamento ascensionale, con pendenza minima del 5% (equivalente a circa 3°). La parte ad andamento sub-orizzontale (ascensionale) non deve avere una lunghezza maggiore di 1/4 dell'altezza efficace H del camino e comunque non deve avere una lunghezza maggiore di 2 500 mm; per il collegamento a canne collettive il tratto sub orizzontale non deve avere una lunghezza maggiore di 1 000 mm;
-
avere non più di due cambiamenti di direzione con esclusione del raccordo di imbocco al camino od alla canna fumaria [vedere figura 1 c)]. Gli eventuali cambiamenti di direzione devono essere realizzati unicamente mediante l’impiego di elementi curvi rigidi.
Nel caso in cui non sia possibile rispettare le indicazioni sopra riportate, è necessario dimensionare il sistema secondo il metodo generale di calcolo di cui alla UNI EN 13384-1 e UNI EN 13384-2 o altri metodi di comprovata efficacia.
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4.3.1.1.b
Canali da fumo per gli apparecchi di tipo B a tiraggio naturale con scarico orizzontale - Requisiti Lo scarico dei prodotti della combustione in questa tipologia di apparecchi può essere posteriore o laterale. I canali da fumo per il collegamento al camino, in aggiunta ai requisiti generali di cui al punto 4.3.1.1, devono rispondere anche alle seguenti ulteriori indicazioni: -
essere dotati di un tratto sub-orizzontale con andamento ascensionale con pendenza minima del 5% (equivalente a circa 3°) e di lunghezza non maggiore di 1/4 dell'altezza efficace H del camino e comunque non deve avere una lunghezza maggiore di 1 500 mm; per il collegamento a canne collettive il tratto sub-orizzontale non deve avere una lunghezza maggiore di 750 mm;
-
avere non più di un cambiamento di direzione [vedere figura 1 d)]. Gli eventuali cambiamenti di direzione devono essere realizzati unicamente mediante l’impiego di elementi curvi rigidi.
Nel caso in cui non sia possibile rispettare i limiti predetti, è necessario effettuare a priori una verifica del corretto funzionamento secondo il metodo generale di calcolo di cui alla UNI EN 13384 o altri metodi di comprovata efficacia.
4.3.1.1.c
Canali da fumo per gli apparecchi di tipo B a tiraggio naturale con lo scarico a parete - Requisiti Il canale da fumo da utilizzare per lo scarico diretto a parete deve rispondere ai medesimi requisiti di cui al punto 4.3.1.1 con le seguenti ulteriori indicazioni: -
avere la parte ad andamento sub-orizzontale (ascensionale) ridotta al minimo e comunque di lunghezza, nell’eventuale parte interna all'edificio, non maggiore di 1 000 mm [vedere figura 4 a)]; per gli apparecchi a scarico verticale non deve avere più un cambio di direzione all’interno (gomito del canale da fumo) e un cambio di direzione all’esterno (gomito, T, ecc.), mentre per gli apparecchi a scarico posteriore o laterale [vedere figura 4 b)] non deve avere cambi di direzione all’interno e non più di 1 all’esterno. I cambi di direzione devono avere angoli interni non minori di 90°;
-
ricevere lo scarico di un solo apparecchio;
-
essere protetto con tubo guaina metallico nel tratto attraversante i muri. La guaina deve essere sigillata nella parte rivolta verso l'interno dell'edificio ed aperta verso l'esterno.
Nel caso in cui non sia possibile rispettare i limiti predetti, è necessario effettuare preventivamente una verifica del corretto funzionamento secondo il metodo generale di calcolo di cui alla UNI EN 13384 o altri metodi di comprovata efficacia. 4.3.2
Collettore di scarico fumi per apparecchi di tipo B a tiraggio naturale
4.3.2.1
Collettore di scarico fumi - Requisiti minimi È consentito convogliare i prodotti della combustione di non più di due apparecchi di tipo B a tiraggio naturale in un collettore di scarico fumi (vedere punto 3.4.2) purché siano rispettati i requisiti generali di cui al punto 4.3.1.1. e le seguenti condizioni: a)
i due apparecchi siano dello stesso tipo, alimentati con il medesimo combustibile ed installati nello stesso locale; l’apparecchio di portata termica minore, inoltre, deve avere una differenza di portata termica non maggiore del 30% rispetto all’apparecchio di portata maggiore (il rapporto tra la portata termica minore sulla portata termica maggiore deve risultare non inferiore a 0,7);
b)
il collettore fumario sia dimensionato secondo le specifiche norme di dimensionamento vigente (per esempio UNI EN 13384-2 o altri metodi di comprovata efficacia).
Due apparecchi, con le limitazioni di cui al punto a), possono essere raccordati anche direttamente ad un camino singolo; in tal caso, la distanza verticale intercorrente fra gli assi di imbocco deve essere di almeno 250 mm [vedere figura 3 b)].
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figura
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Esempi Legenda a) Collegamento di apparecchio a camino/canna fumaria con scarico verticale b) Collegamento di apparecchio a camino/canna fumaria con scarico laterale o posteriore c) Massimo numero di cambiamenti di direzione del canale da fumo per un apparecchio con scarico verticale d) Massimo numero di cambiamenti di direzione del canale da fumo per un apparecchio con scarico posteriore o laterale 1 H Altezza efficace del camino 2 Pendenza 5% min. Dimensioni in millimetri
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figura
2
Esempi di corretto collegamento a camino/canna fumaria Legenda 1 Canna fumaria o camino
figura
3
Esempi di collegamento di due apparecchi ad un camino singolo Legenda a) Collegamento con collettore di scarico fumi b) Collegamento con canali da fumo separati Dimensioni in millimetri
4.3.3
Evacuazione diretta in atmosfera esterna (scarico a parete) per apparecchi di tipo B a tiraggio naturale L’evacuazione diretta in atmosfera dei prodotti della combustione, solo nei casi consentiti dalla legislazione vigente, deve avvenire tramite un terminale di tiraggio posizionato su parete perimetrale esterna dell'edificio nel rispetto delle distanze previste al punto 4.3.3.2. Il canale da fumo deve rispondere ai requisiti di cui al punto 4.3.1.1.c ed essere sempre collegato ad un opportuno terminale di tiraggio atto a disperdere nell’ambiente esterno i prodotti della combustione.
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4.3.3.1
Terminale di tiraggio per apparecchi di tipo B a tiraggio naturale Il terminale di tiraggio deve essere realizzato con dispositivi che consentano la corretta evacuazione dei prodotti della combustione, quali per esempio: a)
un tratto di tubo verticale collegato al tratto terminale del canale da fumo mediante un gomito con angolo maggiore di 90°. Il tratto verticale deve avere lunghezza sufficiente affinché la sezione di sbocco dei fumi nell'atmosfera sia ad una quota di almeno 1,50 m rispetto a quella di attacco del canale da fumo all’apparecchio [vedere figura 4 a) e figura 4 b)].
b)
un elemento verticale innestato a T sul tratto orizzontale e di dimensioni tali che i due segmenti verticali abbiano altezza pari ad almeno tre diametri del tubo e che la sezione di efflusso dei fumi nell'atmosfera sia sempre ad una quota di almeno 1,50 m rispetto a quella di attacco del canale da fumo all’apparecchio [vedere figura 4 c) e figura 4 d)].
In caso di scarico a parete di apparecchi installati all’esterno, lo sbocco in atmosfera dei prodotti della combustione può avvenire solo mediante un opportuno terminale di tiraggio ad una quota non minore di 0,5 m dall’attacco dell’apparecchio. Altri dispositivi terminali possono essere adottati purché: -
sia identificabile il loro fabbricante;
-
siano conformi alle norme di prodotto o in mancanza di queste, il fabbricante dichiari l’idoneità del dispositivo per il terminale;
-
siano corredati di adeguate istruzioni per l'installazione e l'eventuale manutenzione;
-
siano di materiale conforme alla UNI EN 1443;
-
sia specificata la portata termica massima dell'apparecchio al quale possono essere collegati.
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figura
4
Esempi Legenda 1 Terminale di tiraggio 2 Pendenza min. 5% 3 Canale da fumo a) Evacuazione diretta all’esterno di un apparecchio di tipo B (con scarico verticale) con canale da fumo dotato di gomito con angolo maggiore di 90° b) Evacuazione diretta all’esterno di un apparecchio di tipo B (con scarico posteriore o laterale) con canale da fumo dotato di gomito con angolo maggiore di 90° c) Evacuazione diretta all’esterno di un apparecchio di tipo B (con scarico verticale) mediante un elemento costituito da un tubo verticale innestato a T d) Evacuazione diretta all’esterno di un apparecchio di tipo B (con scarico posteriore o laterale) mediante un elemento costituito da un tubo verticale innestato a T Dimensioni in millimetri
Nota
Il valore riportato (500 mm) vale per apparecchi aventi portata termica nominale massima compresa fra 16 kW e 35 kW. In generale, per tale distanza vedere prospetto 2.
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4.3.3.2
Posizionamento dei terminali di tiraggio per apparecchi di tipo B a tiraggio naturale Per gli apparecchi a tiraggio naturale di tipo B i terminali di tiraggio devono essere: -
posizionati in modo tale da consentire un’adeguata dispersione dei prodotti della combustione e da impedire il ritorno dei fumi all’interno dell’edificio. La loro installazione deve essere effettuata in conformità alla legislazione nazionale vigente;
-
situati sulle pareti perimetrali esterne dell'edificio (salvo i casi previsti al punto 6);
-
posizionati in modo che, per la sezione di efflusso nell'atmosfera, vengano rispettate le distanze minime indicate rispettivamente: a) nel prospetto 2, nel caso si voglia installare il terminale nella parete stessa di cui si sta valutando la zona di rispetto (vedere figura 5), b) nel prospetto 3, nel caso si voglia installare il terminale in una parete diversa di quella di cui si sta valutando la zona di rispetto (vedere figure 8 e 9).
Nelle figure citate sono raffigurate le zone di rispetto, ovvero quelle zone in cui non può essere posizionato il terminale di tiraggio. Nota figura
5
I prospetti 2 e 3 sono da utilizzare anche per apparecchi di tipo C a tiraggio naturale. Posizionamento dei terminali di tiraggio nella parete stessa di cui si sta valutando la zona di rispetto
Nelle zone tratteggiate (variabili, così come indicato nel prospetto 2, a seconda della potenzialità dell’apparecchio a tiraggio naturale), non è consentito posizionare il terminale di tiraggio.
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prospetto
Posizionamento dei terminali di tiraggio (nella parete stessa di cui si sta valutando la zona di rispetto) per apparecchi a tiraggio naturale in funzione della loro portata termica
2
Posizionamento del terminale
Quota
Distanze minime (mm) Apparecchi da 4 kW a 7 kW
Apparecchi Apparecchi oltre 7 kW fino a 16 kW oltre 16 kW fino a 35 kW
Sotto finestra
A1
1 000***)
1 500
2 500
Adiacenza ad una finestra
A2
400
400
400
1 500
2 500
***)
Sotto apertura di aerazione/ventilazione
B1
1 000
Adiacenza ad una apertura di aerazione/ventilazione
B2
600
600
600
Distanza in verticale tra due terminali di tiraggio
C1
600
1 500
2 500
Adiacenza in orizzontale ad un terminale di tiraggio
C2
300
500
600
*)
D1
300
400
500
Fianco balcone
D2
1 000
1 000
1 000
Sotto balcone
Dal suolo o da altro piano di calpestio
E **)
400
****)
1 500
****)
2 200
F
300
300
300
Sotto gronda
G
300
400
500
Da un angolo/rientranza/parete dell’edificio
H
300
500
600
Da tubazioni o scarichi verticali od orizzontali
*)
I terminali sotto un balcone praticabile, devono essere collocati in posizione tale che il percorso dei fumi, dal punto di uscita del terminale al loro sbocco dal perimetro esterno del balcone, compresa l'altezza dell’eventuale parapetto di protezione (se chiuso), non sia minore di 2 000 mm. Per una corretta computazione del percorso dei fumi vedere figura 6. figura
6
Computazione percorso dei fumi
Esprimendo il tutto con delle formule: se balaustra chiusa (parapetto): X + Y + Z + W t 2 000 mm; con X che deve comunque rispettare la quota D1 indicata nel prospetto 2; se balaustra aperta (parapetto): X + Y + Z t 2 000 mm; con X che deve comunque rispettare la quota D1 indicata nel prospetto 2. **)
***) ****) Nota
Nella collocazione dei terminali dovranno essere adottate distanze non minori di 500 mm da materiali sensibili all'azione dei prodotti della combustione (per esempio, gronde e pluviali di materiale plastico, elementi sporgenti di legno, ecc.); per distanze minori adottare adeguate schermature nei riguardi di detti materiali. Riducibili a 400 mm per apparecchi da riscaldamento installati sotto il vano finestra del locale riscaldato. In questi casi i terminali devono essere opportunamente protetti per evitare eventuali contatti diretti con persone. Non è consentito scaricare a parete con terminale collocato all’interno di un balcone chiuso su 5 lati (vedere figura 7).
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figura
7
Esempio di non corretta evacuazione dei prodotti della combustione all’interno di un balcone chiuso su cinque lati
Gli apparecchi di portata termica minore di 4 kW non sono soggetti a limitazioni per quel che riguarda il posizionamento dei terminali, fatta eccezione per le quote relative alla distanza da una superficie frontale prospiciente (con o senza aperture). Per tali quote fare riferimento ai valori relativi agli apparecchi da 4 kW a 7 kW (prospetto 3). prospetto
3
Posizionamento dei terminali di tiraggio (in una parete diversa di quella di cui si sta valutando la zona di rispetto) per apparecchi a tiraggio naturale in funzione della loro portata termica
Posizionamento del terminale
Quota
Distanze minime (mm) Apparecchi da 4 kW a 7 kW
Apparecchi oltre 7 kW fino a 16 kW
Apparecchi oltre 16 kW fino a 35 kW
Da una superficie frontale prospiciente senza aperture
I
600
1 000
1 200
Da una superficie frontale prospiciente con aperture
L
1 200
1 900
2 500
M
600
1 000
1 200
N
900
1 600
2 200
Da una finestra collocata su superficie laterale
Nelle figure seguenti sono rappresentate rispettivamente la zona di rispetto di una finestra collocata su una parete frontale a quella in cui è posizionato un terminale di tiraggio e quella della parete stessa (nel caso non ci fossero aperture). La quota I deve essere rispettata anche nel primo caso (al di fuori della zona di rispetto della finestra stessa). Per maggior chiarezza si presenta anche la vista laterale bidimensionale.
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figura
8
Zone di rispetto di una parete (contenente un’apertura) frontale a quella in cui è posizionato un terminale di tiraggio
Nella figura 9, è rappresentata la zona di rispetto di una finestra situata in una parete ortogonale a quella in cui è posizionato un terminale di tiraggio. figura
4.4
9
Zona di rispetto di una finestra situata in una parete ortogonale a quella in cui è posizionato un terminale di tiraggio
Apparecchi di tipo B muniti di ventilatore Il ventilatore è parte integrante dell’apparecchio, ed è specificatamente costruito allo scopo. Pertanto è vietata, senza il consenso del fabbricante, la trasformazione di un apparecchio di tipo B a tiraggio naturale in un apparecchio munito di ventilatore. Gli apparecchi di tipo B muniti di ventilatore possono essere collegati tramite un condotto di scarico fumi ad un camino singolo (punto 4.4.1) o direttamente ad un terminale (punto 4.4.2 e 4.4.3). Quest’ultimo può essere posizionato su parete perimetrale esterna o a tetto. Il condotto di scarico fumi ed il terminale di scarico sono parte integrante dell’apparecchio e devono essere forniti dal fabbricante dell'apparecchio medesimo. Gli apparecchi di tipo B muniti di ventilatore non devono essere collegati a canne collettive di qualunque tipologia. UNI 7129-3:2008
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4.4.1
Condotto di scarico per il collegamento degli apparecchi di tipo B muniti di ventilatore a camini singoli - Requisiti minimi Per apparecchi di tipo B muniti di ventilatore, la messa in opera del condotto di scarico per il collegamento a camino singolo deve essere eseguita secondo le istruzioni del fabbricante. In tutti i casi questi condotti devono essere installati in modo da soddisfare i requisiti minimi che seguono:
4.4.2
-
essere ispezionabili e smontabili, consentendo le operazioni di manutenzione;
-
essere installati in modo da consentire le normali dilatazioni termiche;
-
non possono essere installati in locali con pericolo incendio (vedere punto 3.8.1);
-
essere fissati a tenuta all’imbocco del camino;
-
ricevere lo scarico di un solo apparecchio di utilizzazione;
-
distare almeno 500 mm da materiali combustibili salvo indicazioni diverse fornite dal fabbricante dell’apparecchio10).
Scarico diretto a tetto per apparecchi di tipo B muniti di ventilatore Il condotto di scarico diretto a tetto dei prodotti della combustione deve essere sempre collegato ad un opportuno terminale atto a disperdere nell’ambiente esterno i prodotti della combustione. Le quote di sbocco dei terminali di scarico a tetto sono indicate dal fabbricante dell’apparecchio stesso. Per il posizionamento del terminale di scarico diretto a tetto vedere punto 5.7.1.
4.4.3
Scarico diretto a parete per apparecchi di tipo B muniti di ventilatore Gli apparecchi di tipo B muniti di ventilatore, ove consentito dalla legislazione vigente, possono evacuare i prodotti della combustione direttamente in atmosfera esterna tramite un condotto di scarico attraversante le pareti perimetrali dell'edificio oppure posando l’apparecchio direttamente all’esterno. Per apparecchi di tipo B muniti di ventilatore i condotti ed il terminale per lo scarico a parete dei prodotti della combustione sono parte integrante dell’apparecchio stesso e sono forniti dal fabbricante stesso (punto 4.5.2). L’installazione del condotto di scarico a parete deve essere eseguito secondo le istruzioni del fabbricante, in tutti casi esso deve essere installato soddisfacendo, oltre ai requisiti pertinenti già menzionati nel punto 4.4.1 anche i seguenti requisiti minimi:
10)
-
avere il tratto finale, cui deve essere applicato il terminale di scarico, non a filo della parete esterna dell'edificio, ma sporgente da questa di quanto necessario per l'attacco di detto terminale;
-
essere protetto con guaina metallica nel tratto attraversante i muri: la guaina dovrà essere chiusa nella parte rivolta verso l'interno dell'edificio ed aperta verso l'esterno. Inoltre all’interno delle guaine non devono essere presenti giunzioni;
-
essere posizionati in modo tale da consentire un’adeguata dispersione dei prodotti della combustione e da impedire il ritorno dei fumi all’interno dell’edificio. La loro installazione deve essere effettuata in conformità alla legislazione nazionale vigente;
-
essere situati sulle pareti perimetrali esterne dell'edificio (salvo i casi previsti nel punto 6);
-
essere posizionati in modo che, per la sezione di efflusso nell'atmosfera, vengano rispettate le distanze minime indicate al punto 4.4.4.
Il fabbricante può indicare una distanza minima dal materiale combustibile oppure indicare un metodo per proteggere opportunamente il condotto, nel caso in cui la distanza minima di 500 mm non potesse essere rispettata.
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4.4.4
Posizionamento dei terminali di scarico per apparecchi di tipo B muniti di ventilatore Nei prospetti che seguono sono riportate le distanze minime di posa e le zone di rispetto entro cui i terminali di scarico non possono essere posizionati, in particolare: -
nel prospetto 4, nel caso si voglia installare il terminale nella parete stessa di cui si sta valutando la zona di rispetto (vedere figura 10);
-
nel prospetto 5, nel caso si voglia installare il terminale in una parete diversa di quella di cui si sta valutando la zona di rispetto (vedere figure 14 e 15).
Nelle figure citate sono raffigurate le zone di rispetto, ovvero quelle zone in cui non può essere posizionato il terminale di scarico. Nota figura
10
I prospetti 4 e 5 sono da utilizzare anche per apparecchi di tipo C e C6 muniti di ventilatore. Posizionamento dei terminali di scarico nella parete stessa di cui si sta valutando la zona di rispetto
Nelle zone tratteggiate (variabili, così come indicato nel prospetto 4 a seconda della potenzialità dell’apparecchio munito di ventilatore), non è consentito posizionare il terminale di scarico.
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prospetto
Posizionamento dei terminali di scarico (nella parete stessa di cui si sta valutando la zona di rispetto) per apparecchi muniti di ventilatore in funzione della loro portata termica
4
Posizionamento del terminale
Quota
Distanze minime (mm) Apparecchi da 4 kW a 7 kW
Apparecchi oltre 7 kW fino a 16 kW
Apparecchi oltre 16 kW fino a 35 kW
Sotto finestra
A1
300
500
600
Adiacenza ad una finestra
A2
400
400
400
Sotto apertura di aerazione/ventilazione
B1
300
500
600
Adiacenza ad una apertura di aerazione/ventilazione
B2
600
600
600
Distanza in verticale tra due terminali di scarico
C1
500
1 000
1 500
Adiacenza in orizzontale ad un terminale di scarico
C2
500
800
1 000
*)
D1
300
300
300
Fianco balcone
D2
1 000
1 000
1 000
Sotto balcone
Dal suolo o da altro piano di calpestio
E **)
***)
400
***)
1 500
2 200
Da tubazioni o scarichi verticali od orizzontali
F
300
300
300
Sotto gronda
G
300
300
300
Da un angolo/rientranza/parete dell’edificio
H
300
300
300
*)
I terminali sotto un balcone praticabile, devono essere collocati in posizione tale che il percorso dei fumi, dal punto di uscita del terminale al loro sbocco dal perimetro esterno del balcone, compresa l'altezza dell’eventuale parapetto di protezione (se chiusa), non sia minore di 2 000 mm. Per una corretta computazione del percorso dei fumi vedere figura 11. figura
11
Computazione percorso dei fumi
Esprimendo il tutto con delle formule: se balaustra chiusa (parapetto): X + Y + Z + W t 2 000 mm; con X che deve comunque rispettare la quota D1 indicata nel prospetto 4; se balaustra aperta (parapetto): X + Y + Z t 2 000 mm; con X che deve comunque rispettare la quota D1 indicata nel prospetto 4. Nel caso il terminale di scarico sporgesse oltre il balcone, la quota Y deve essere comunque computata come distanza tra il balcone ed il terminale (vedere figura 12). Le formule sono le medesime del caso precedente.
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**)
***) Nota
prospetto
4
Posizionamento dei terminali di scarico (nella parete stessa di cui si sta valutando la zona di rispetto) per apparecchi muniti di ventilatore in funzione della loro portata termica (Continua)
figura
12
Computazione percorso dei fumi con terminale sporgente il balcone
Nella collocazione dei terminali devono essere adottate distanze non minori di 500 mm da materiali sensibili all'azione dei prodotti della combustione (per esempio, gronde e pluviali di materia plastica, elementi sporgenti di legno, ecc.); per distanze minori adottare adeguate schermature nei riguardi di detti materiali. In questi casi i terminali devono essere opportunamente protetti per evitare eventuali contatti diretti con persone. Non è consentito scaricare a parete con terminale collocato all’interno di un balcone chiuso su 5 lati (vedere figura 13). Il terminale dovrebbe sporgere oltre il balcone con però la computazione delle distanze di cui sopra.
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figura
13
Esempio di non corretta evacuazione dei prodotti della combustione all’interno di un balcone chiuso su cinque lati
Gli apparecchi di portata termica minore di 4 kW non sono soggetti a limitazioni per quel che riguarda il posizionamento dei terminali, fatta eccezione per le quote relative alla distanza da una superficie frontale prospiciente (con o senza aperture). Per tali quote fare riferimento ai valori relativi agli apparecchi da 4 kW a 7 kW (prospetto 5). prospetto
5
Posizionamento dei terminali di scarico (in una parete diversa di quella di cui si sta valutando la zona di rispetto) per apparecchi muniti di ventilatore in funzione della loro portata termica
Posizionamento del terminale
Quota
Distanze minime (mm) Apparecchi da 4 kW a 7 kW
Apparecchi oltre 7 kW fino a 16 kW
Apparecchi oltre 16 kW fino a 35 kW
Da una superficie frontale prospiciente senza aperture
I
1 500
1 800
2 000
Da un’apertura frontale prospiciente
L
2 500
2 800
3 000
Da una finestra collocata su superficie laterale
M
1 500
1 800
2 000
N
1 700
2 000
2 200
Nelle figure seguenti sono rappresentate rispettivamente la zona di rispetto di una finestra collocata su una parete frontale a quella in cui è posizionato un terminale di scarico e quella della parete stessa (nel caso non ci fossero aperture). La quota I deve essere rispettata anche nel primo caso (al di fuori della zona di rispetto della finestra stessa).
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figura
14
Zone di rispetto di una parete (contenente un’apertura) frontale a quella in cui è posizionato un terminale di scarico
Nella figura 15, è rappresentata la zona di rispetto di una finestra situata in una parete ortogonale a quella in cui è posizionato un terminale di scarico. figura
15
Zona di rispetto di una finestra situata in una parete ortogonale a quella in cui è posizionato un terminale di scarico
4.5
Apparecchi di tipo C
4.5.1
Collegamento a camino, canne fumarie, terminale di scarico, condotto intubato per apparecchi di tipo C Il collegamento tra apparecchio di tipo C ed il camino, canna fumaria, terminale di scarico, condotto intubato deve essere effettuato tramite condotti di scarico fumi. I condotti di scarico fumi possono essere a vista o ispezionabili.
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Non è consentito installare condotti di scarico fumi e di aspirazione di aria comburente in locali con pericolo d’incendio. Nel caso di attraversamento di pareti, il condotto di scarico deve essere protetto con guaina metallica nel tratto attraversante i muri. Per quanto riguarda gli apparecchi di tipo C a tiraggio naturale o muniti di ventilatore, i condotti di aspirazione aria e scarico fumi ed i relativi terminali vengono forniti direttamente dal fabbricante come facenti parte integrante degli apparecchi. Il fabbricante garantisce, secondo le norme specifiche, le condizioni di funzionamento e di sicurezza del complesso apparecchio - condotti di scarico fumi - terminali di aspirazione aria e scarico fumi. Gli apparecchi di tipo C6 invece, sono commercializzati senza i condotti di scarico fumi, i condotti di aspirazione aria ed i relativi terminali. Pertanto, per la loro installazione risulta necessario scegliere di volta in volta prodotti realizzati con materiali adatti a resistere nel tempo alle normali sollecitazioni meccaniche, al calore e all'azione dei prodotti della combustione, incluse eventuali condense ed in grado di garantire il regolare funzionamento dell’apparecchio stesso.
4.5.2
Condotti di scarico per apparecchi di tipo C (escluso C6) - Requisiti I condotti di scarico fumi devono risultare conformi alle disposizioni di cui alle specifiche norme di prodotto, UNI EN 483, UNI EN 26, UNI EN 89. In ogni caso non è consentito l’utilizzo di condotti non espressamente dichiarati idonei dal fabbricante dell’apparecchio. Se necessario il condotto può essere tagliato a misura dall’installatore seguendo le modalità indicate dal fabbricante dell’apparecchio. Il collegamento a camino/canna fumaria con condotti di scarico deve essere eseguito secondo le istruzioni del fabbricante. In ogni caso, i condotti di scarico devono essere installati rispettando i seguenti requisiti minimi:
4.5.3
-
essere ispezionabili e smontabili;
-
essere installati in modo da consentire le normali dilatazioni termiche;
-
non essere installati in locali con pericolo di incendio (punto 3.8.1);
-
ricevere lo scarico di un solo apparecchio di utilizzazione;
-
avere lunghezza equivalente totale compresa tra i valori di lunghezza minima e massima consentita dal fabbricante dell'apparecchio al quale sono collegati;
-
in assenza di diverse indicazioni fornite dal fabbricante dell’apparecchio, il condotto deve distare almeno 500 mm da materiali combustibili. Se tale distanza non può essere mantenuta occorre provvedere ad una opportuna protezione specifica al calore;
-
essere fissati a tenuta all’imbocco del camino, canne fumarie, terminale di scarico, condotto intubato.
Condotti di scarico per apparecchi di tipo C6 - Requisiti I condotti di scarico devono essere conformi alla UNI EN 1856-2 o UNI EN 1856-1 (per materiali metallici) o alla UNI EN 14471 (per materiali plastici)11). I condotti di apparecchi in configurazione C6, devono essere installati rispettando i seguenti requisiti minimi:
11)
-
essere ispezionabili e smontabili;
-
essere installati in modo da consentire le normali dilatazioni termiche;
-
avere l'asse della sezione terminale di imbocco perpendicolare alla parete opposta interna del camino: il condotto di scarico deve inoltre essere saldamente fissato a tenuta all'imbocco del camino;
Tali norme sono armonizzate nell’ambito della Direttiva Prodotti da Costruzione e sono di riferimento per la marcatura CE.
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4.5.4
-
non avere dispositivi di intercettazione (serrande): se tali dispositivi fossero già in opera, devono essere rimossi;
-
in assenza di diverse indicazioni fornite dal fabbricante, il condotto deve distare almeno 500 mm da materiali combustibili e/o infiammabili. Se tale distanza non può essere mantenuta occorre provvedere ad una opportuna protezione specifica al calore;
-
ricevere lo scarico di un solo apparecchio di utilizzazione;
-
non essere installati in locali con pericolo di incendio, per esempio: rimesse, garage, box;
-
essere a tenuta e realizzati in materiali idonei a resistere nel tempo alle normali sollecitazioni meccaniche, al calore ed all'azione dei prodotti della combustione e delle loro eventuali condense;
-
se abbinati ad apparecchi dotati di ventilatore nel circuito di combustione devono essere almeno di classe di pressione P1. È consentita la classe P2, esclusivamente quando sono installati all’esterno;
-
essere dotati, se non già presente e limitatamente agli apparecchi a gas asserviti ad impianti termici, di presa di campionamento avente dimensione e caratteristiche conformi alla UNI 1078412).
-
se necessario il condotto può essere tagliato a misura dall’installatore seguendo le modalità riportate nel libretto di istruzioni fornito dal fabbricante del condotto.
Scarico diretto a tetto per apparecchi di tipo C muniti di ventilatore e C6 Nel caso di scarico diretto a tetto, il tratto verticale del condotto di scarico può attraversare solo il locale immediatamente sovrastante, purché quest’ultimo faccia parte della stessa unità immobiliare (della stessa proprietà) o sia un ambiente non abitabile. Il condotto di scarico deve essere posato a vista ed essere sempre collegato ad un opportuno terminale di scarico a tetto atto a disperdere nell’ambiente esterno i prodotti della combustione. Le quote di sbocco dei terminali di scarico diretto a tetto, riferite alla zona di rispetto, sono indicate per gli apparecchi: -
di tipo C muniti di ventilatore direttamente dal fabbricante dell’apparecchio stesso;
-
di tipo C6 dal fabbricante del condotto.
Per il posizionamento del terminale di scarico vedere punto 5.7.1. In assenza di specifiche indicazioni da parte del fabbricante e in assenza di un progetto, la mutua distanza di due terminali a tetto concentrici (o equiparati a concentrici secondo UNI EN 483) deve risultare non minore di 600 mm; inoltre la mutua distanza tra un terminale a tetto ed un comignolo, deve essere anch’essa non minore di 600 mm. Nota
4.5.5
Si rammenta di dotare i condotti di scarico di adeguate protezioni per prevenire ustioni derivanti da contatti accidentali.
Scarico diretto a parete per apparecchi di tipo C e C6 Gli apparecchi di tipo C possono evacuare i prodotti della combustione direttamente in atmosfera, ove consentito dalla legislazione vigente, tramite un condotto di scarico attraversante le pareti perimetrali dell'edificio o direttamente posizionato all’esterno con l’apparecchio stesso. Il condotto di scarico deve essere sempre collegato ad un opportuno terminale di scarico atto a disperdere nell’ambiente esterno i prodotti della combustione. L’installazione del condotto di scarico a parete deve essere eseguito:
12)
-
secondo le istruzioni del fabbricante dell’apparecchio (per apparecchi di tipo C ad esclusione degli apparecchi di tipo C6);
-
secondo le istruzioni del fabbricante del condotto per apparecchi di tipo C6.
Le procedure per la misurazione in opera del rendimento di combustione dei generatori degli impianti termici degli edifici e la definizione della posizione delle prese di campionamento sono specificate dalla UNI 10389.
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In ogni caso, tale condotto deve essere installato soddisfacendo oltre ai requisiti pertinenti già menzionati nei punti 4.5.1 e, a seconda dei casi, 4.5.2 o 4.5.3, anche i seguenti requisiti minimi:
4.5.6
-
avere il tratto finale, a cui deve essere applicato il terminale di scarico, non a filo della parete esterna dell'edificio, ma sporgente da questa di quanto necessario per l'attacco di detto terminale;
-
essere protetto con guaina metallica nel tratto attraversante i muri: la guaina dovrà essere chiusa nella parte rivolta verso l'interno dell'edificio ed aperta verso l'esterno.
Posizionamento dei terminali di scarico Per gli apparecchi di tipo C a tiraggio naturale si applica il punto 4.3.3.2. Per gli apparecchi di tipo C a tiraggio forzato si applica il punto 4.4.4.
5
CAMINI, CANNE FUMARIE E CONDOTTI INTUBATI
5.1
Prescrizioni e requisiti generali per l’installazione di camini, canne fumarie e condotti intubati I camini, canne fumarie e condotti intubati per l’evacuazione in atmosfera dei prodotti della combustione devono essere dichiarati idonei dal fabbricante e comunque devono: -
avere sezione interna di forma circolare, o quadrata a spigoli arrotondati con raggio non minore di 20 mm (sezioni idraulicamente equivalenti possono essere utilizzate purché il rapporto tra il lato maggiore ed il lato minore del rettangolo, che circoscrive la sezione stessa, non sia comunque maggiore di 1,5);
-
rispondere ai requisiti di seguito riportati previsti dalla UNI EN 1443 e dalle specifiche norme di prodotto, quali, per esempio, UNI EN 1856, UNI EN 1457, UNI EN 14471, UNI EN 1857, UNI EN 1858, UNI EN 12446, UNI EN 13084, UNI EN 1350213).
I camini, le canne fumarie e i condotti intubati devono essere privi di mezzi meccanici di aspirazione posti alla sommità. Tuttavia è consentito, per sistemi asserviti ad apparecchi a tiraggio naturale, l’utilizzo di tali mezzi meccanici purché questi siano dichiarati idonei dal fabbricante e nel caso di mancato funzionamento impediscano l’afflusso del gas agli apparecchi collegati ai camini/canne fumarie stesse. Non è consentito scaricare i prodotti della combustione di apparecchi non similari tra loro, nello stesso camino, canna fumaria o condotto intubato. Il camino, canna fumaria o condotto intubato deve essere adibito ad uso esclusivo dell’evacuazione dei prodotti della combustione. Nel caso di realizzazione di sistema intubato anche l’intercapedine tra camino, canna fumaria o condotto intubato e la parete interna del vano tecnico deve essere ad uso esclusivo del sistema.
5.2
Designazione generale dei camini/canne fumarie secondo UNI EN 1443
5.2.1
Esempi di designazione Camino
EN 1443 T140
P1
W
1
Oxx
Numero della norma corrispondente Classe di temperatura Classe di Pressione N o P o H Classe di resistenza alla condensa Classe di resistenza alla corrosione Classe di resistenza al fuoco di fuliggine G o O seguito dalla distanza da materiale infiammabile 13)
Tali norme sono armonizzate nell’ambito della Direttiva Prodotti da Costruzione e sono di riferimento per la marcatura CE.
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5.2.2
Classe di temperatura La classe di temperatura del camino/canna fumaria deve essere correlata alla temperatura di uscita dei fumi dichiarata dal fabbricante dell’apparecchio. Non sono comunque ammesse classi di temperatura inferiori a T140. Per evitare il pericolo d’incendio, il camino/canna fumaria deve essere installato ad una distanza dai materiali combustibili o infiammabili non minore di quella dichiarata dal fabbricante del camino/canna fumaria stesso. In mancanza di tale indicazione il camino/canna fumaria deve distare almeno 500 mm da materiali combustibili infiammabili, oppure, la distanza di sicurezza è calcolata secondo il metodo di calcolo della UNI EN 15287-1.
5.2.3
Classe di pressione (Tenuta ai fumi) Nel prospetto 6 si riporta una schematizzazione delle classi di pressione del sistema fumario richieste in funzione del tipo di apparecchio, della tipologia di funzionamento e dell’ubicazione. prospetto
6
Modalità di funzionamento di camini/canne fumarie collettive per apparecchi a gas di tipo B e C
Tipologia apparecchio
Sistema fumario Tipologia
Tipo B senza ventilatore
B Tipo B con ventilatore
Pressione di esercizio
Classe minima di pressione
CCR
Interna/esterna
Negativa
N1
Camino singolo
Interna/esterna
Negativa
N1
Condotto per intubamento
Interna
Negativa
N1
Camino singolo
Esterna
Negativa
N1
Interna
Negativa
N1/P1
Interna
Negativa
N1
a)
Positiva
P1
Condotto per intubamento
C
Ubicazione sistema fumario
Tipo C senza ventilatore
Camino singolo
Interna/esterna
Negativa
N1
Condotto per intubamento
Interna
Negativa
N1
Tipo C con ventilatore
Canna collettiva
Esterna
Negativa
N1
Interna
Negativa
N1/P1
Interno
Negativo
N1/P1
Esterno
Negativa
N1
b)
Positiva
P2
Negativa
N1
a)
P1
Camino singolo
Condotto per intubamento
Interna
Positiva a) b)
In tal caso il condotto deve essere installato rispettando le prescrizioni di cui alla UNI 10845. Solo nel caso di camini non addossati [vedere figura 16 b)].
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figura
16
Esempi di camini addossati e non addossati Legenda a) Addossati b) Non addossati 1 Lato addossato 2 Struttura perimetrale dell’edificio
5.2.4
Resistenza ad umido (Impermeabilità) Il camino/canna collettiva ramificata al servizio di apparecchi di tipo B può essere di classe W (resistente all’umidità) oppure di classe D (non resistente all’umidità). Nel caso di camino/canna fumaria collettiva al servizio di apparecchi di tipo C è richiesta la classe W (resistente all’umidità). Nel caso di camino al servizio di apparecchi di tipo B muniti di ventilatore è richiesta la classe W (resistente all’umidità).
5.2.5
Resistenza alla corrosione (Durabilità) Il camino/canna fumaria deve resistere nel tempo alle sollecitazioni meccaniche, al calore, all’azione dei prodotti della combustione e delle loro condense. La classe minima di resistenza alla corrosione che deve avere il camino/canna fumaria è quella indicata nel seguente prospetto 7 in funzione del tipo di combustibile utilizzato. prospetto
7
Classi di resistenza alla corrosione in funzione del tipo di combustibile Classe minima di resistenza alla corrosione (UNI EN 1443)
a)
Nota
Tipo di combustibile
1
Gas naturale o GPL (gas con contenuto di solfuri d50 mg/m3)
2a)
Gas manufatturato o biogas (gas con contenuto di solfuri >50 mg/m3)
La classe 2 è una classe di resistenza superiore rispetto alla 1 e quindi ne soddisfa automaticamente i requisiti.
In Italia i gas normalmente distribuiti ricadono nella classe 1. Nell’appendice B si riportano i prospetti di comparazione fra le classi di corrosione indicate dalla norma di designazione generale (UNI EN 1443) e quelle indicate dalle specifiche norme di prodotto relative ai camini (metallici, in refrattario/ceramica, in materiale plastico, in calcestruzzo).
5.2.6
Guarnizioni Qualora nei camini/canne fumarie/condotti intubati siano inserite guarnizioni, queste devono essere fornite dal fabbricante.
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5.3
Camini singoli
5.3.1
Camini singoli - Requisiti generali e prescrizioni per l’installazione Per il calcolo del dimensionamento e la verifica dei camini singoli (asserviti sia ad apparecchi di tipo B che C) si possono applicare le specifiche norme tecniche (per esempio UNI EN 13384-1) o altri metodi di calcolo di comprovata efficacia; per il dimensionamento di un camino asservito ad un apparecchio di tipo C si può utilizzare anche la UNI 10641. Nel caso di camini previsti per il solo funzionamento a secco (D), per gli apparecchi che possono funzionare a potenza termica variabile si deve controllare che la temperatura della parete interna allo sbocco del camino, sia maggiore della temperatura di rugiada dei fumi con apparecchio funzionante alla potenza termica minima. Nel caso di camini previsti per il funzionamento ad umido (W), si deve controllare che la temperatura della parete interna allo sbocco del camino, sia maggiore di 0 °C. I camini singoli devono essere installati rispettando le seguenti indicazioni:
5.4
-
avere andamento prevalentemente verticale ed essere privi di qualsiasi strozzatura per tutta la loro lunghezza;
-
avere non più di due cambiamenti di direzione con un angolo d’inclinazione non maggiore di 30°. Nel caso di angoli con inclinazione maggiore di 30° ma non maggiore di 45° è necessario effettuare una verifica del corretto funzionamento secondo il metodo generale di calcolo di cui alle norme vigenti;
-
avere al di sotto dell’allacciamento dell’apparecchio (condotto di scarico o canale da fumo), una altezza pari ad almeno 500 mm da utilizzarsi come camera di raccolta; l’accesso a detta camera deve essere garantito mediante un’apertura di ispezione munita di chiusura metallica con guarnizione; le caratteristiche strutturali della camera di raccolta devono essere le stesse del camino;
-
essere dotato, nel caso di funzionamento ad umido, di un dispositivo per il drenaggio delle condense, che comunque ne garantisca la tenuta, per esempio mediante un apposito sifone collegato allo scarico fognario. Lo smaltimento dei reflui (condensa, acqua piovana) deve essere trattato secondo la UNI 11071.
Sistemi intubati Un sistema intubato (nel seguito denominato "sistema") può essere realizzato con condotti per intubamento funzionanti con pressione positiva o negativa rispetto all’ambiente. Ai sensi della presente norma, è richiesta la stesura di un progetto nel caso si realizzino sistemi multipli o collettivi (negli altri casi il progetto può essere sostituito da una relazione tecnica).
5.4.1
Sistemi intubati - Requisiti generali Oltre ai requisiti generali di cui al punto 5.1, devono essere soddisfatti i seguenti requisiti generali: -
il sistema deve consentire le previste operazioni di pulizia e di manutenzione ordinaria e straordinaria;
-
il sistema può essere protetto con accessori e dispostivi che impediscano la penetrazione degli agenti atmosferici. Nel caso in cui non sia dotato di tali dispositivi, il sistema deve essere di classe W ed avere, in prossimità della base, un dispositivo di raccolta e smaltimento dell'eventuale acqua piovana e/o neve. Inoltre si deve evitare la penetrazione dell’acqua piovana e/o neve negli apparecchi collegati al sistema;
-
essere dotato, nel caso di funzionamento ad umido, di un dispositivo per il drenaggio delle condense, che comunque ne garantisca la tenuta, per esempio mediante un apposito sifone collegato allo scarico fognario. Lo smaltimento dei reflui (condensa, acqua piovana) deve essere trattato secondo la UNI 11071;
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-
la struttura formata dal sistema di evacuazione dei prodotti della combustione e dalle parti murarie inerenti, deve essere considerata in modo globale, al fine della valutazione della resistenza termica di parete;
-
il sistema deve permettere le normali dilatazioni senza compromettere i suoi requisiti tecnici;
-
devono essere adottati opportuni accorgimenti affinché, lungo lo sviluppo dei condotti, venga evitato il ristagno delle eventuali condense;
-
assenza di ostruzioni o restringimenti tali da pregiudicarne il funzionamento termofluidodinamico (qualora ciò sia rilevante ai fini della sicurezza);
-
nel caso in cui sia prevista, per l’adduzione di aria comburente agli apparecchi raccordati al sistema, la realizzazione di un’intercapedine tra il condotto di evacuazione dei prodotti della combustione e il camino/canna fumaria/vano tecnico dell’edificio, tale intercapedine deve essere aperta alla sommità, ed adeguatamente dimensionata. Qualora non sia obbligatoria la realizzazione del progetto, l’eventuale sezione libera dell’intercapedine per l’adduzione di aria comburente agli apparecchi deve essere almeno pari al 150% della sezione interna del condotto di evacuazione dei prodotti della combustione (sezioni diverse sono consentite solo in presenza di progetto o di specifiche del costruttore dell’apparecchio);
-
i giunti dei condotti e i distanziatori utilizzati per il fissaggio o la centratura del condotto all’interno del camino/canna fumaria/vano tecnico esistente dell’edificio, non devono diminuire in nessun punto la sezione dell’intercapedine minima di ventilazione di oltre il 10%;
-
il fabbricante dei condotti, dei componenti e accessori per l’intubamento deve inoltre fornire le prescrizioni per l’installazione ed il corretto utilizzo, nonché le indicazioni relative alle eventuali operazioni di manutenzione ordinaria;
-
i condotti per intubamento possono essere costituiti da più elementi opportunamente giuntati. I giunti devono: a) assicurare la stabilità del complesso, b) evitare la disgiunzione degli elementi durante l’installazione e durante le normali condizioni di esercizio, c) garantire la tenuta alla pressione in ottemperanza alle prescrizioni contenute nelle normative vigenti (UNI 10845).
Non è consentito l’utilizzo di condotti e accessori non espressamente previsti per lo scopo medesimo e non dichiarati idonei dal fabbricante. L’installazione di condotti e componenti metallici deve essere realizzata nel rispetto delle pertinenti norme CEI, in particolare per quanto riguarda la messa a terra e la protezione da scariche elettriche in genere.
5.4.1.1
Condotti intubati funzionanti a pressione negativa - Requisiti In aggiunta a quanto indicato nel punto 5.4.1 nel caso di realizzazione di sistemi intubati funzionanti a pressione negativa, il condotto deve rispondere ai seguenti ulteriori requisiti: -
avere andamento prevalentemente verticale e comunque non più di due cambiamenti di direzione con un angolo d’inclinazione non maggiore di 30°. Nel caso di angoli con inclinazione maggiore di 30° ma non maggiore di 45° è necessario effettuare una verifica del corretto funzionamento secondo il metodo generale di calcolo di cui alle norme vigenti;
-
secondo la direzione dei prodotti della combustione, non è consentito effettuare restringimenti della sezione; è consentito effettuare eventuali allargamenti tronco-conici purché compatibili e verificati da un calcolo o espressamente dichiarati idonei dal fabbricante;
-
avere alla base un tratto verticale di altezza pari ad almeno tre volte il diametro interno o 500 mm da utilizzarsi come camera di raccolta; l’accesso a detta camera deve essere garantito mediante un’apertura di ispezione munita di chiusura. Il sistema di chiusura e la camera di raccolta devono avere le stesse caratteristiche del sistema;
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5.4.1.2
Condotti intubati funzionanti a pressione positiva - Requisiti In aggiunta a quanto indicato nel punto 5.4.1, nel caso di realizzazione di sistemi intubati funzionanti a pressione positiva, il condotto deve rispondere ai seguenti ulteriori requisiti: -
l’intubamento deve essere realizzato con l’ausilio di prodotti e di tecnologie adeguati all’impiego, ed espressamente dichiarati idonei dal fabbricante. In ogni caso non è consentito l’utilizzo di componenti rigidi con giunzione longitudinale aggraffata o comunque discontinua;
-
eventuali restringimenti della sezione e/o cambiamenti di direzione e l’angolo di incidenza con la verticale, devono essere verificati da un calcolo o espressamente dichiarati idonei dal fabbricante;
-
tra la superficie perimetrale interna del camino/canna fumaria/vano tecnico esistente dell’edificio e la superficie perimetrale esterna del condotto intubato, deve essere assicurata una sezione di ventilazione d’aria verso l’esterno, aperta alla base e alla sommità;
-
nei casi in cui l’apertura alla base non risulti direttamente prospiciente verso l’esterno è consentita la realizzazione di un canale di collegamento tra l’apertura stessa e l’esterno. In assenza di progetto, l’apertura alla base, o l’eventuale canale di collegamento, deve avere una sezione netta non minore di 100 cm2;
-
l’eventuale apertura alla base deve essere adeguatamente protetta con griglie o dispositivi simili;
-
l’intercapedine libera di ventilazione può essere utilizzata anche per l’adduzione di aria comburente agli apparecchi collegati al sistema. In questo caso, per il quale non è necessario realizzare l’apertura di ventilazione alla base, la sezione dell’intercapedine deve essere opportunamente dimensionata (vedere esempio della figura 17). Questa soluzione è particolarmente adatta nei casi in cui si prevede la possibilità di congelamento delle eventuali condense presenti nel sistema intubato;
-
nei casi per i quali non è previsto il progetto, la sezione libera dell’intercapedine suddetta deve essere almeno pari al 150% della sezione interna del condotto di evacuazione dei prodotti della combustione;
-
sono consentite misure diverse in presenza di progetto;
-
in caso si realizzino sistemi intubati posti all’esterno dell’edificio e non addossati a locali abitati, non è necessario prevedere l’intercapedine libera di ventilazione precedentemente indicata.
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figura
17
Rappresentazione schematica di un intubamento in camino singolo con adduzione di aria comburente attraverso l’intercapedine libera
La sezione libera netta dell’intercapedine per la sola ventilazione deve rispettare almeno i requisiti dimensionali di seguito indicati ed in ogni caso la sezione libera netta dell’intercapedine di ventilazione deve essere almeno equivalente a quella del condotto stesso come evidenziato nelle figure sotto riportate: a)
nella figura 18 è riportato un condotto a sezione circolare, funzionante con pressione positiva, avente sezione di passaggio d100 cm2, inserito in un camino, canna fumaria o vano tecnico esistente di sezione quadrangolare o circolare. La sezione libera netta dell’intercapedine di ventilazione deve essere almeno equivalente a quella del condotto di evacuazione dei prodotti della combustione;
b)
nella figura 19 è riportato un condotto a sezione circolare, funzionante con pressione positiva, avente sezione di passaggio >100 cm2, inserito in un camino, canna fumaria o vano tecnico esistente di sezione circolare. La distanza tra la parete esterna del condotto di evacuazione dei prodotti della combustione e la parete interna del vano tecnico, deve essere in ogni punto t3 cm;
c)
nella figura 20 è riportato un condotto a sezione circolare, funzionante con pressione positiva, avente sezione di passaggio >100 cm2, inserito in un camino, canna fumaria o vano tecnico esistente di sezione quadrangolare. La distanza tra la parete esterna del condotto di scarico dei prodotti della combustione e la parete interna del vano tecnico, deve essere in ogni punto t2 cm.
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figura
18
Esempi di inserimento di sistemi di evacuazione dei prodotti della combustione di sezione circolare, funzionanti con pressione positiva, aventi sezione di passaggio d100 cm2, all’interno di un camino/canna fumaria/vano tecnico esistente dell’edificio Dimensioni in centimetri
figura
19
Esempio di inserimento di condotto di sezione circolare, funzionante con pressione positiva, avente sezione di passaggio >100 cm2, all’interno di un camino/canna fumaria/vano tecnico esistente dell’edificio Dimensioni in centimetri
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figura
20
Esempio di inserimento di condotto di sezione circolare, funzionante con pressione positiva, avente sezione di passaggio >100 cm2, all’interno di un camino/canna fumaria/vano tecnico esistente dell’edificio Dimensioni in centimetri
5.4.1.3
Sistemi intubati multipli - Requisiti È consentito realizzare sistemi intubati multipli purché, oltre ai requisiti previsti nei punti 5.4.1, 5.4.1.1, 5.4.1.2, siano rispettate le condizioni seguenti: -
tra la parete esterna di ogni condotto intubato e la parete interna del camino/canna fumaria/vano tecnico esistente dell’edificio, deve essere mantenuta una distanza non minore di 2 cm;
-
tra la parete esterna del condotto per intubamento e quella di ogni altro condotto si deve mantenere una distanza non minore di 2 cm.
Nel caso in cui si preveda l’intubamento di più condotti funzionanti con pressione positiva rispetto all’ambiente, la sezione libera netta dell’intercapedine di ventilazione deve essere uguale o maggiore alla somma delle sezioni di tutti i condotti funzionanti con pressione positiva (vedere esempi della figura 21). Nel caso di inserimento nello stesso camino/canna fumaria/vano tecnico esistente dell’edificio di condotti per intubamento, che in condizioni di funzionamento stazionario presentino valori di pressione statica aventi segno diverso, devono essere adottate soluzioni che consentano la corretta evacuazione dei prodotti della combustione allo sbocco in atmosfera senza mutue interferenze fluidodinamiche. Alla sommità del sistema multiplo, i singoli condotti intubati devono disporre di una targa, o altro elemento, che consenta l’identificazione dell’apparecchio allacciato; inoltre nel caso di presenza di condotti per l’adduzione dell’aria comburente e di evacuazione dei prodotti della combustione, i due servizi devono poter essere identificati sempre a mezzo di targa o altro elemento equivalente. Ove necessario ogni singolo condotto per intubamento deve essere dotato di un sistema di scarico delle condense operante in modo autonomo rispetto i restanti condotti di scarico.
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figura
21
Esempi di inserimento di più condotti di sezione circolare nello stesso camino/canna fumaria/vano tecnico esistente dell’edificio Dimensioni in centimetri
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figura
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Rappresentazione schematica di un intubamento multiplo in camino/canna fumaria/vano tecnico esistente dell’edificio
5.5
Canne fumarie
5.5.1
Canne fumarie collettive ramificate (CCR) - Requisiti Negli edifici multipiano, per l'evacuazione dei prodotti della combustione possono essere utilizzate canne collettive ramificate (vedere figura 23) progettate in pressione negativa secondo la UNI 10640. Le canne fumarie collettive ramificate sono composte da un condotto detto "primario" e da più condotti detti "secondari". I condotti secondari devono avere: -
un’altezza non minore di 2 000 mm;
-
un diametro idraulico non minore di 120 mm e comunque non maggiore della sezione del "primario".
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figura
23
Esempio di canna fumaria collettiva ramificata Legenda A Comignolo o aspiratore statico B Altezza minima al di sopra dell’ultimo apparecchio = 3 m C Condotto secondario D Canale da fumo E Apparecchio a gas F Dispositivo rompitiraggio-antivento G Apertura di ventilazione H Aria I Prodotti della combustione L Collettore/Primario
Le CCR oltre a rispondere ai requisiti indicati nel punto 5.1 devono rispondere anche ai requisiti seguenti: -
avere andamento perfettamente rettilineo e verticale e non deve subire restringimenti o variazioni di sezione (in termini di dimensioni o forma);
-
essere dotata alla sommità di un comignolo, rispondente ai requisiti di cui al punto 5.6 e che, per le sue particolari caratteristiche, funzioni anche da aspiratore statico. Il comignolo può essere omesso nel caso in cui il fabbricante della CCR lo dichiari espressamente;
-
avere l’immissione del canale da fumo che collega l’apparecchio utilizzatore alla CCR nel "primario" al di sopra del punto in cui termina il "secondario". In caso di presenza dell'elemento deviatore il canale da fumo deve raccordarsi al collettore con un angolo non minore di 135° (vedere figura 24);
-
avere, al di sotto dell'imbocco di ogni canale da fumo, una camera di raccolta di eventuali materiali solidi, avente altezza da 20 cm a 30 cm (vedere figura 24);
-
collegare un solo apparecchio per piano (vedere figura 25);
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figura
24
-
l'uso delle CCR consente solo l'allacciamento ai condotti secondari di apparecchi del medesimo tipo (vedere UNI 10642), alimentati con il medesimo combustibile e con portate termiche nominali che non differiscono oltre il 30% in meno rispetto alla massima portata termica allacciabile;
-
una singola CCR può servire al massimo 6 piani (5 + 1);
-
l’ultimo condotto secondario di un sistema (5 + 1) deve sfociare direttamente nel comignolo [vedere figura 26 b)];
-
l’ultimo condotto secondario di un sistema da 2 a 5 piani può scaricare direttamente nel comignolo oppure può immettersi nel primario ad una altezza non minore di 2 000 mm rispetto alla base dello stesso secondario (al punto di immissione dei prodotti della combustione dell’apparecchio, vedere figura 26 c);
-
nel caso di stabili di notevole altezza potranno essere installate due o più canne collettive ramificate [vedere figura 26 a)];
-
alla base dei condotti secondari che scaricano autonomamente nel comignolo deve essere previsto un sistema di ispezione dotato di sportello;
-
è vietata l’installazione di apparecchi non similari fra loro su canne collettive ramificate.
Esempi di raccordo al collettore Legenda 1 Intercapedine o isolamento 2 Condotto secondario 3 Soletta 4 Fumi 5 Controcanna di rivestimento 6 Collettore/Primario 7 Camera di raccolta D t 135°
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figura
25
Canne fumarie collettive ramificate con due immissioni per piano Legenda 1 Condotto secondario 2 Fumi 3 Collettore/Primario
figura
26
Esempi di canne fumarie collettive ramificate per edifici con diverso numero piani
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5.5.2
Canne fumarie collettive per apparecchi tipo B a tiraggio naturale - Requisiti Questa tipologia di canna fumaria è priva di ramificazione. Essa deve essere realizzata e dimensionata in pressione negativa, nel rispetto delle disposizioni di cui alla UNI EN 13384-2 e più in particolare:
5.5.3
-
il numero massimo di piani servibili è pari a 5, le immissioni devono essere una per piano;
-
ad una canna collettiva deve essere collegato un solo apparecchio per piano;
-
l'altezza minima al di sopra dell'imbocco del canale da fumo dell'ultimo apparecchio (posto cioè al piano più alto) sino alla bocca di uscita del comignolo deve essere pari a 3 m;
-
la canna collettiva deve avere andamento perfettamente rettilineo e verticale e non deve subire restringimenti o variazioni di sezione (in termini di dimensioni o forma);
-
la canna collettiva deve sempre essere dotata alla sommità di un comignolo, rispondente ai requisiti di cui nel punto 5.6. e che, per le sue particolari caratteristiche, funzioni anche da aspiratore statico;
-
l'uso delle canna collettiva consente solo l'allacciamento di apparecchi di tipo similare;
-
la canna collettiva dovrà prevedere, una camera di raccolta di eventuali materiali solidi, avente altezza utile di 500 mm e posta alla base della canna stessa.
Canne fumarie collettive per apparecchi di tipo C a tiraggio naturale o muniti di ventilatore Requisiti Negli edifici multipiano, per l'evacuazione dei prodotti della combustione di apparecchi di tipo C possono essere utilizzate canne fumarie collettive (vedere figura 27), realizzate e dimensionate per il funzionamento in pressione negativa, secondo UNI 10641, UNI EN 13384-2 o altri metodi di comprovata efficacia. Le canne collettive, oltre a rispondere ai requisiti generali indicati nel punto 5.1. devono rispondere anche ai requisiti seguenti: -
avere andamento prevalentemente verticale ed essere privi di qualsiasi strozzatura lungo tutta la loro lunghezza;
-
avere una altezza minima al di sopra dell'imbocco del condotto di scarico dell'ultimo apparecchio sino alla bocca di uscita del comignolo pari a 2 m;
-
avere non più di due cambiamenti di direzione (angolo non superiore a 45°) qualora l’installazione sia esterna;
-
avere alla base un foro per il rilievo della pressione e nel tratto terminale, in posizione facilmente accessibile, un foro per il rilievo della pressione e della temperatura interne [figure 27, 28 a), 28 b), 28 c)];
-
collegare un solo apparecchio per piano in conformità alla UNI 10641. Al riguardo si precisa che se la progettazione è effettuata secondo la norma UNI EN 13384-2 sono consentiti fino a due allacciamenti per piano, per un massimo di cinque piani. In tal caso la distanza tra due allacciamenti consecutivi (distanza tra interasse) deve essere non minore di due diametri della canna collettiva. Gli apparecchi devono essere dello stesso tipo, alimentati con il medesimo combustibile e con portata termica nominale non maggiore di 35 kW per allacciamento;
-
avere al di sotto del primo allacciamento (il più basso) all’apparecchio (condotto di scarico o canale da fumo) una altezza pari ad almeno tre volte il diametro interno con un minimo di 500 mm da utilizzarsi come camera di raccolta. L’accesso, a detta camera, deve essere garantito mediante un’apertura di ispezione munita di chiusura. Il sistema di chiusura e la camera di raccolta devono avere le stesse caratteristiche della canna fumaria. Le caratteristiche strutturali della camera di raccolta devono essere le stesse del camino;
-
essere dotato, nel caso di funzionamento ad umido, di un dispositivo per il drenaggio delle condense, che comunque ne garantisca la tenuta, per esempio mediante un apposito sifone collegato allo scarico fognario. Lo smaltimento dei reflui (condensa, acqua piovana) deve essere trattato secondo la UNI 11071;
-
è vietata l’installazione di apparecchi non similari fra loro su canne collettive.
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figura
27
Esempio di canna fumaria collettiva Legenda 1 Foro per il rilievo della pressione e della temperatura 2 Tratto terminale 3 Eventuale apertura di compensazione 4 Accesso per ispezione 5 Raccordo ispezione
Per alcune tipologie le canne collettive consentono anche l’aspirazione dell’aria comburente (canne collettive combinate) come esemplificato nelle figure seguenti.
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figura
28
Esempi di canna fumaria collettiva combinata Legenda a) Con condotti coassiali b) Con condotti adiacenti c) Con condotti separati 1 Foro per il rilievo della pressione e della temperatura 2 Tratto terminale 3 Condotto di compensazione 4 Raccordo ispezione
5.6
Comignoli I comignoli devono soddisfare i seguenti requisiti: -
avere sezione utile di uscita non minore del doppio di quella del camino/canna fumaria sul quale è inserito;
-
essere conformato in modo da impedire la penetrazione nel camino/canna fumaria della pioggia e della neve;
-
essere costruito in modo che, anche in caso di venti di ogni direzione ed inclinazione, venga comunque assicurata l’evacuazione dei prodotti della combustione.
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Nel caso in cui il comignolo non sia previsto, il camino/canna fumaria/condotto intubato deve essere dichiarato idoneo al funzionamento ad umido (W) e deve disporre di un elemento di ispezione posto alla base e di un sistema di scarico dei liquidi. Quando si utilizzano prodotti rispondenti alle Direttive europee tutti i requisiti di cui sopra si ritengono soddisfatti.
5.7
Quota di sbocco dei prodotti della combustione
5.7.1
Generalità La quota di sbocco si determina misurando l’altezza minima che intercorre tra il manto di copertura e il punto inferiore della sezione di uscita dei fumi in atmosfera. Per i sistemi fumari in depressione, tale quota deve essere al di fuori della cosiddetta zona di rispetto, al fine di evitare la formazione di contropressioni che impediscano la libera evacuazione in atmosfera dei prodotti della combustione. Rientrano in questo caso i sistemi per intubamento privi di terminali di scarico, in pressione negativa. Le quote di sbocco dei terminali di scarico a tetto per apparecchi di tipo C (ad esclusione degli apparecchi C6) sono indicate dal fabbricante dell’apparecchio stesso. Lo sbocco di un camino/canna fumaria non deve essere in prossimità di antenne paraboliche o simili le quali, in caso di vento, potrebbero creare zone di turbolenza ed ostacolare la corretta evacuazione dei prodotti della combustione. A questo proposito le antenne devono risultare: -
se ubicate al di sopra dello sbocco, a non meno di 500 mm misurati tra la parte inferiore dell’antenna e il filo superiore della sezione di sbocco;
-
se ubicate al di sotto dello sbocco, a non meno di 200 mm misurati tra la parte superiore dell’antenna e il filo inferiore della sezione di sbocco;
-
se ubicate alla stessa quota dello sbocco, ad una distanza misurata orizzontalmente non minore di 1 500 mm.
Se il terminale è asservito ad apparecchio di tipo C6 o è posto a coronamento di un condotto per intubamento si devono rispettare le quote indicate nei punti 5.7.2 e 5.7.3.
Posizionamento del comignolo/terminale di scarico su edifici dotati di tetti in pendenza14)
5.7.2
La quota di sbocco del comignolo/terminale di scarico deve trovarsi al di fuori delle zone di rispetto indicate in figura 29 e quotate con il prospetto 8. figura
29
14)
Zona di rispetto per il posizionamento di comignoli/terminali di scarico
Sono considerati tetti in pendenza quelli dotati di inclinazione della falda maggiore di 10° sessagesimali.
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prospetto
8
Simbolo
Quota di sbocco sopra il tetto in pendenza (E > 10°) Descrizione
Area di rispetto Sistema fumario operante con pressione negativa
Sistema fumario operante con pressione positiva
Cappe aspiranti
c
Distanza misurata a 90° dalla superficie del tetto [mm]
1 300
500
500
a
Altezza sopra il colmo del tetto [mm]
500
500
500
5.7.3
Posizionamento del comignolo/terminale di scarico rispetto ad abbaini e lucernari apribili situati su edifici dotati di tetti in pendenza Si tratta di prescrizioni aggiuntive rispetto a quanto già indicato nel punto 5.7.2. Lo sbocco del comignolo/terminale di scarico deve trovarsi al di fuori delle zone di rispetto indicate in figura 30 e quotate nel prospetto 9. figura
30
Zona di rispetto per il posizionamento comignoli/terminali di scarico su tetti in pendenza dotati di abbaini e lucernari apribili Legenda 1 Lucernario 2 Abbaino
prospetto
9
Simbolo
Abbaino
Lucernario
Quota di sbocco in prossimità di lucernari/abbaini Descrizione
Zone di rispetto [mm] Sistema fumario operante con pressione negativa
Sistema fumario operante con pressione positiva
Cappe aspiranti
A
Distanza laterale da abbaino
1 500
600
600
B
Altezza sopra il colmo della struttura dell’abbaino
1 000
600
600
L
Distanza frontale da abbaino
3 000
2 500
2 500
C
Distanza dal filo superiore o laterale di aperture o finestre
1 000
600
600
D
Distanza dal filo inferiore di aperture o finestre
3 000
2 500
2 500
V
Altezza sopra apertura o finestre
1 000
1 000
1 000
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5.7.4
Posizionamento del comignolo/terminale di scarico su edifici dotati di tetti piani Nel caso di edifici dotati di tetti piani o con inclinazione fino a 10° (17,6%) il comignolo/terminale di scarico deve essere posizionato rispettando determinate quote di sbocco in funzione della distanza da ostacoli o volumi tecnici (distanza che varia a seconda delle condizioni di pressione all’interno del sistema fumario e della presenza o meno di aperture). Per terrazzo o lastrico solare calpestabile occorre rispettare almeno la quota di sbocco relativa al piano di calpestio, prevista dai prospetti 2 (in caso di comignolo in depressione) o 4 (in caso di terminale di scarico a tetto).
5.7.4.1
Ostacolo/volume tecnico/edificio privo di aperture Nel caso in cui su tetto piano vi siano degli ostacoli/volumi tecnici/edifici privi di aperture sulla parete prospiciente il comignolo/terminale, per il posizionamento degli stessi si devono rispettare le distanze di cui al prospetto 10 e le quote di sbocco di cui al prospetto 11. Le distanze di cui al prospetto 10 valgono anche in caso di tetto in pendenza; per le quote di sbocco su tetti in pendenza in relazione alla zona di rispetto, invece, occorre riferirsi ai prospetti 8 e 9. figura
31
Quota di sbocco di un tetto piano in presenza di ostacolo o edificio privo di aperture
Il prospetto 10 riassume quanto rappresentato nella figura 31. prospetto
10
Quote di sbocco in funzione della distanza del terminale dall’ostacolo privo di aperture Pressione negativa
Pressione positiva
Distanza [mm]
Quota di sbocco
Distanza [mm]
Quota di sbocco
X d 2 000
Z +A2
X d 1 200
Z +A2
X > 2 000
B
X > 1 200
B
Con il simbolo Z si intende l’altezza (mm) dell’ostacolo o vano tecnico; in merito alle quote A 2 e B vedere prospetto 11.
prospetto
Simbolo
*)
11
Indicazione quote di sbocco Descrizione
Distanze da rispettare [mm] Pressione negativa
Pressione positiva
Cappe aspiranti
A2
Altezza sopra la falda virtuale tesa tra i tetti di edifici od ostacoli o vani tecnici adiacenti in assenza di aperture/finestre
500
500
500
B *)
Altezza sopra tetti piani o parapetti chiusi
1 000
500
500
Se il terrazzo o lastrico solare è calpestabile occorre rispettare le distanze relative al piano di calpestio, previste nei prospetti 2 o 4.
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5.7.4.2
Ostacolo/volume tecnico/edificio dotato di aperture Nel caso in cui sul tetto piano vi siano degli ostacoli/volumi tecnici/edifici dotati di aperture (quali per esempio finestre, portefinestre, aperture di ventilazione o aerazione, bocche di presa di impianti di trattamento aria) sulla parete prospiciente il comignolo/terminale, per il posizionamento degli stessi si devono rispettare le distanze di cui al prospetto 12 e le quote di sbocco di cui al prospetto 11. Le distanze di cui al prospetto 12 valgono anche in caso di tetto in pendenza; per le quote di sbocco su tetti in pendenza in relazione alla zona di reflusso, invece, occorre riferirsi ai prospetti 8 e 9. figura
32
Quota di sbocco di un tetto piano in presenza di ostacolo o edifico con aperture
prospetto
12
Quote di sbocco in funzione della distanza del terminale dall’ostacolo dotato di aperture
Pressione negativa
Pressione positiva
Distanza [mm]
Quota di sbocco
Distanza [mm]
Quota di sbocco
X d 3 000
Z +A2
X d 2 500
Z +A2
3 000 < X d 5 000
J
2 500 < X d 4 000
J
X > 5 000
B
X > 4 000
B
In caso di presenza di balcone o terrazza (invece che di semplice finestra), la quota X deve essere computata a partire dalla balaustra (chiusa o aperta che sia) e non dalla parete dell’edificio. Con il simbolo Z si intende l’altezza (mm) dell’ostacolo o vano tecnico.
6
EVACUAZIONE DEI PRODOTTI DELLA COMBUSTIONE DI APPARECCHI A TIRAGGIO NATURALE O MUNITI DI VENTILATORE ENTRO SPAZI CHIUSI A CIELO LIBERO In alternativa allo scarico in camino/canna fumaria, negli spazi chiusi a cielo libero (pozzi di ventilazione, cavedii) chiusi su tutti i lati, è consentita l’evacuazione diretta (scarico a parete) dei prodotti della combustione di apparecchi a gas a tiraggio naturale o muniti di ventilatore e portata termica oltre 4 kW e fino a 35 kW, purché vengano rispettate le condizioni seguenti: a) il lato minore in pianta deve essere di lunghezza maggiore o uguale a 3,5 m; b) il numero di colonne di terminali di scarico K che è possibile installare (intendendo per colonna una serie di terminali sovrapposti, contenuti entro una fascia verticale di 0,6 m di larghezza) deve essere minore od uguale al rapporto fra la superficie in pianta dello spazio a cielo libero, in metri quadrati, e l'altezza in metri, della parete più bassa delimitante detto spazio; c)
sulla stessa verticale non devono coesistere scarichi di prodotti della combustione e prese d'aria di impianti di condizionamento ambienti.
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Se le condizioni di cui sopra non possono essere rispettate è consentito solo lo scarico in camino/canna fumaria. Negli spazi a cielo libero adibiti ad uso esclusivo di impianti di ventilazione forzata o condizionamento dell'aria, è assolutamente vietato installare terminali di scarico a tiraggio naturale o forzato di qualunque tipo di apparecchio a gas, in quanto tecnicamente incompatibili fra loro. Esempio: Spazio a cielo libero delimitato da 4 stabili di 7 piani (di altezza totale pari a h = 24 m) e dell'area di: A = 3,5 m u 8 m = 28 m2 In base alle condizioni precisate in precedenza si ha: -
condizioni a) e c)
rispettate
-
condizioni b)
K = A/h = 28/24 = 1,16
Pertanto nello spazio a cielo libero con area pari a quella sopra indicata ed altezza di 7 piani può essere installata una sola colonna di terminali [vedere figura 33 a)], e quindi solo 7 apparecchi con scarico all'esterno, ciascuno di portata termica non maggiore di quanto indicato. Affinché sia possibile l'installazione di una seconda colonna di terminali (K = 2) si deve avere: 1)
per h = 24 m: A = h u K = 24 m u 2 m = 48 m2 [vedere figura 33 b)]
2)
per A = 28 m2: h = A/K = 28 : 2 = 14 m (4 piani)
figura
33
Colonne di terminali - Esempi Legenda 1 Colonna 2 Colonna di terminali Dimensioni in metri
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APPENDICE (normativa) figura
A SCHEMI ESEMPLIFICATIVI DI INSTALLAZIONE DI APPARECCHI DI COTTURA SECONDO I VARI TIPI DI SCARICO DEI PRODOTTI DELLA COMBUSTIONE A.1
Legenda a) b) c) d) 1 2
In camino singolo a tiraggio naturale In camino singolo con elettroventilatore Direttamente in atmosfera esterna con elettroventilatore a parete o a vetro Direttamente in atmosfera esterna a parete Con evacuazione a mezzo cappa Con evacuazione in mancanza di cappa Aria Prodotti della combustione Ventilatore Bruciatore
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APPENDICE (normativa)
B CLASSI DI RESISTENZA ALLA CORROSIONE PER CAMINI/CANNE FUMARIE
B.1
Camini e canne fumarie metalliche (UNI EN 1856-1) I camini metallici si ritengono resistenti alla corrosione ai sensi della UNI EN 1856-1, se: -
prospetto
B.1
hanno superato le prove di resistenza alla corrosione previsti dalla suddetta norma e quindi classificati come V1, V2 oppure V3. Nel seguente prospetto si riporta una correlazione tra le classi di corrosione previste dalla UNI EN 1443 e quelle previste dalle UNI EN 1856-1.
Correlazione tra le classi di resistenza alla corrosione di cui alla UNI EN 1443 e quelle di cui alla UNI EN 1856-1 (per camini metallici) Apparecchio tipo B/C Classe di resistenza alla corrosione UNI EN 1443 Classe di resistenza alla condensa
1
2
D (secco)
W (umido)
V1
x
x
V2
x
x
V3
x
D (secco)
W (umido)
x
x
Classe di resistenza alla corrosione a seguito della prova (UNI EN 1856-1)
-
prospetto
B.2
x
oppure se, pur non essendo stati sottoposti alle suddette prove, sono realizzati con i materiali (e relativi spessori minimi) elencati nel seguente prospetto B.2, in cui si riporta anche una correlazione rispetto alle classi di resistenza alla corrosione secondo la UNI EN 1443:
Correlazione tra le classi di resistenza alla corrosione di cui alla UNI EN 1443 e caratteristiche materiale (tipologia materiale, sigla, spessore) di camini metallici/canne fumarie metalliche15) Apparecchio tipo B/C Classe di resistenza alla corrosione UNI EN 1443 Classe di resistenza alla condensa
1
2
D (secco)
W (umido)
D (secco)
W (umido)
Materiale Qualità materiale
Sigla e Spessore
EN AW 6060
L13150a)
x
x
x
EN AW 1200A
L 11150
x
x
x
316L
L 50060
x
316L
L 50100
x
x
x
x
L 70060
x
x
x
x
904L a)
x
Limitatamente ai condotti per intubamento.
In questo secondo caso, ai sensi della UNI EN 1856-1 tali camini/canne fumarie sono classificati V m. In caso di funzionamento a secco (D) è necessario una resistenza termica idonea alle condizioni climatiche ambientali di installazione e comunque non minore di 0,12 m2 K/W. Nota
15)
Per l'acciaio 316L si considera equivalente anche l'acciaio 316Ti.
Prospetto derivato dal prospetto 3 della UNI/TS 11278:2008 con l’aggiunta della riga inerente il materiale EN AW 6060.
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B.2
Camini in refrattario/ceramica (UNI EN 1457) I camini/canne fumarie con parete a contatto dei fumi in refrattario/ceramica devono essere conformi alla UNI EN 1457. Di seguito si riporta la correlazione tra classi di resistenza alla corrosione secondo UNI EN 1443 e UNI EN 1457. prospetto
B.3
Correlazione tra le classi di resistenza alla corrosione di cui alla UNI EN 1443, le classi di resistenza alla condensa e la perdita di massa fumi (per camini in refrattario/ceramica) Apparecchio tipo B/C Classe di resistenza alla corrosione UNI EN 1443 Classe di resistenza alla condensa
1 D (secco)
2 W (umido)
D (secco)
W (umido)
Perdita di massa fumi (UNI EN 1457)
B.3
5%
x
2%
x
x x
x
x
Camini in plastica (UNI EN 14471) I camini/canne fumarie con parete a contatto dei fumi in plastica devono essere conformi alla UNI EN 14471.
B.4
Camini in calcestruzzo (UNI EN 1857) I camini/canne fumarie con parete a contatto dei fumi in calcestruzzo devono essere conformi alla UNI EN 1857. In ogni caso possono essere utilizzati solo per funzionamento a secco D.
UNI 7129-3:2008
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BIBLIOGRAFIA UNI 8723
Impianti a gas per apparecchi utilizzati in cucine professionali e di comunità - Prescrizioni di sicurezza
UNI/TS 11278
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CEI EN 50086-1
Sistemi di tubi e accessori per installazioni elettriche - Parte 1: Prescrizioni generali
UNI 7129-3:2008
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NORMA ITALIANA
Impianti a gas per uso domestico e similari alimentati da rete di distribuzione
Progettazione e installazione
UNI 7129-4
Parte 4: Messa in servizio degli impianti/apparecchi OTTOBRE 2008 Gas plants for domestic and similar uses supplied by network
Design and installation Part 4: Gas plants and their appliances: commissioning La norma fissa i criteri per la progettazione, l’installazione e il collaudo degli impianti domestici e similari per l’utilizzazione dei gas combustibili appartenenti alla 1a, 2a e 3a famiglia ed alimentati da rete di distribuzione di cui alla UNI 9165 e UNI 10682. La norma definisce i criteri per la messa in servizio sia degli apparecchi di utilizzazione aventi singola portata termica nominale massima non maggiore di 35 kW, sia degli impianti gas di nuova realizzazione o dopo un intervento di modifica o sostituzione di apparecchio.
TESTO ITALIANO
La presente norma, unitamente alla UNI 7129-1:2008, alla UNI 7129-2:2008 e alla UNI 7129-3:2008, sostituisce la UNI 7129:2001.
ICS
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91.140.40
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Pagina I
PREMESSA Rispetto alla UNI 7129:2001, la presente famiglia di norme introduce le seguenti varianti: - suddivisione della norma in quattro parti per macro-argomenti; - aggiornamento dei riferimenti normativi; - adeguamento prescrizioni per aggiornamenti tecnologici intervenuti; - nuove e/o diverse prescrizioni installative; - considerazione di prescrizioni legislative comunitarie, nazionali; - considerazione di prescrizioni regolamentari. La presente norma è stata elaborata sotto la competenza dell’ente federato all’UNI CIG - Comitato Italiano Gas La Commissione Centrale Tecnica dell’UNI ha dato la sua approvazione il 7 ottobre 2008. La presente norma è stata ratificata dal Presidente dell’UNI ed è entrata a far parte del corpo normativo nazionale il 30 ottobre 2008.
Le norme UNI sono elaborate cercando di tenere conto dei punti di vista di tutte le parti interessate e di conciliare ogni aspetto conflittuale, per rappresentare il reale stato dell’arte della materia ed il necessario grado di consenso. Chiunque ritenesse, a seguito dell’applicazione di questa norma, di poter fornire suggerimenti per un suo miglioramento o per un suo adeguamento ad uno stato dell’arte in evoluzione è pregato di inviare i propri contributi all’UNI, Ente Nazionale Italiano di Unificazione, che li terrà in considerazione per l’eventuale revisione della norma stessa. Le norme UNI sono revisionate, quando necessario, con la pubblicazione di nuove edizioni o di aggiornamenti. È importante pertanto che gli utilizzatori delle stesse si accertino di essere in possesso dell’ultima edizione e degli eventuali aggiornamenti. Si invitano inoltre gli utilizzatori a verificare l’esistenza di norme UNI corrispondenti alle norme EN o ISO ove citate nei riferimenti normativi. UNI 7129-4:2008
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Pagina II
INDICE 1
SCOPO E CAMPO DI APPLICAZIONE
1
2
RIFERIMENTI NORMATIVI
1
3 3.1 3.2 3.3 3.4
TERMINI E DEFINIZIONI 2 Definizioni relative alla messa in servizio .................................................................................... 2 Definizioni relative all’impianto interno .......................................................................................... 2 Definizioni relative al sistema di ventilazione ed aerazione............................................... 2 Definizioni relative ai sistemi di evacuazione dei prodotti della combustione .......... 3
4
MESSA IN SERVIZIO DI IMPIANTI DOMESTICI E SIMILARI DI NUOVA REALIZZAZIONE 3 Disposizioni generali ............................................................................................................................... 3 Verifica della compatibilità tra l’apparecchio di utilizzazione e l’impianto gas ......... 3 Procedura per la messa in servizio dell’impianto domestico e similare di nuova realizzazione ............................................................................................................................. 3
4.1 4.2 4.3
5
MESSA IN SERVIZIO DI UN IMPIANTO DOMESTICO E SIMILARE MODIFICATO 5 Generalità...................................................................................................................................................... 5 Procedura per le verifiche ed i controlli ....................................................................................... 5
5.1 5.2 prospetto
1
Verifiche da effettuare su impianto domestico e similare esistente in relazione all’intervento effettuato ................................................................................................................................. 5
5.3
Messa in servizio degli apparecchi di utilizzazione ................................................................ 6
6
MESSA IN SERVIZIO DI UN IMPIANTO DOMESTICO E SIMILARE RIATTIVATO 6 Generalità...................................................................................................................................................... 6 Riattivazione a seguito sospensione per dispersioni di gas .............................................. 6 Riattivazione a seguito sospensione per mancata funzionalità del sistema fumario ............................................................................................................................................................ 6
6.1 6.2 6.3
APPENDICE (informativa)
A
prospetto A.1
INTERVENTI PARZIALI SU IMPIANTI DI NUOVA REALIZZAZIONE
7
Riferimenti normativi, verifiche e documentazione da rilasciare a seguito di interventi parziali su impianti di nuova realizzazione ........................................................................................... 7
BIBLIOGRAFIA
UNI 7129-4:2008
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Pagina IV
1
SCOPO E CAMPO DI APPLICAZIONE La presente norma fissa i criteri per la progettazione, l'installazione e il collaudo degli impianti domestici e similari per l'utilizzazione dei gas combustibili appartenenti alla 1a, 2a e 3a famiglia ed alimentati da rete di distribuzione di cui alla UNI 9165 e UNI 10682. Si applica per la messa in servizio sia degli apparecchi di utilizzazione aventi singola portata termica nominale massima non maggiore di 35 kW, sia degli impianti gas (o parte di essi) di nuova realizzazione o dopo un intervento di modifica o sostituzione di apparecchio. La presente norma si applica per pressioni comprese tra un massimo ed un minimo in relazione al campo utile di funzionamento degli apparecchi. La pressione massima di tale campo non può essere comunque maggiore di 40 mbar, per gas con densità relativa d d 0,8 e di 70 mbar per gas con densità relativa d > 0,8.
2
Nota 1
Per la progettazione e l’installazione dell’impianto interno per usi domestici e similari alimentato da rete di distribuzione vedere UNI 7129-1.
Nota 2
Per l’installazione degli apparecchi di utilizzazione, ventilazione e aerazione dei locali di installazione vedere UNI 7129-2.
Nota 3
Per i sistemi di evacuazione dei prodotti della combustione vedere UNI 7129-3.
RIFERIMENTI NORMATIVI La presente norma rimanda, mediante riferimenti datati e non, a disposizioni contenute in altre pubblicazioni. Tali riferimenti normativi sono citati nei punti appropriati del testo e sono di seguito elencati. Per quanto riguarda i riferimenti datati, successive modifiche o revisioni apportate a dette pubblicazioni valgono unicamente se introdotte nella presente norma come aggiornamento o revisione. Per i riferimenti non datati vale l’ultima edizione della pubblicazione alla quale si fa riferimento (compresi gli aggiornamenti). UNI 7129-1
Impianti a gas per uso domestico e similari alimentati da rete di distribuzione - Progettazione e installazione - Parte 1: Impianto interno
UNI 7129-2
Impianti a gas per uso domestico e similari alimentati da rete di distribuzione - Progettazione e installazione - Parte 2: Installazione degli apparecchi di utilizzazione, ventilazione e aerazione dei locali di installazione
UNI 7129-3
Impianti a gas per uso domestico e similari alimentati da rete di distribuzione - Progettazione e installazione - Parte 3: Sistemi di evacuazione dei prodotti della combustione
UNI 9165
Reti di distribuzione del gas - Condotte con pressione massima di esercizio minore o uguale a 5 bar - Progettazione, costruzione, collaudo, conduzione, manutenzione e risanamento
UNI 10682
Piccole centrali di GPL per reti di distribuzione - Progettazione, costruzione, installazione, collaudo ed esercizio
UNI 10845
Impianti a gas per uso domestico - Sistemi per l'evacuazione dei prodotti della combustione asserviti ad apparecchi alimentati a gas - Criteri di verifica, risanamento, ristrutturazione ed intubamento
UNI 11137-1
Impianti a gas per uso domestico e similare - Linee guida per la verifica e per il ripristino della tenuta di impianti interni in esercizio - Parte 1: Prescrizioni generali e requisiti per i gas della I e II famiglia
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3
TERMINI E DEFINIZIONI Ai fini della presente norma si applicano i termini e le definizioni seguenti. Eventuali termini tra parentesi ( ) si riferiscono a sinonimi.
3.1
Definizioni relative alla messa in servizio
3.1.1
impianto domestico e similare1): Impianto a gas in cui gli apparecchi installati hanno tutti singola portata termica non maggiore di 35 kW. Inoltre con il termine “impianto similare” si intende indicare un impianto destinato ad alimentare apparecchi di utilizzazione per la produzione di calore, acqua calda sanitaria e per la cottura cibi installato in ambienti ad uso non abitativo e non considerati nel campo di applicazione di specifiche regole tecniche.
3.1.2
impianto domestico e similare di nuova realizzazione (impianto di nuova realizzazione): Impianto per uso domestico o similare mai messo in servizio.
3.1.3
impianto domestico e similare modificato (impianto modificato): Impianto per uso domestico o similare esistente, oggetto di interventi che apportano variazioni rispetto allo stato iniziale, quali per esempio operazioni di ampliamento, trasformazione e/o manutenzione straordinaria.
3.1.4
impianto domestico e similare riattivato (impianto riattivato): Impianto per uso domestico o similare, già esistente, al quale è stata riattivata la fornitura del combustile gassoso dopo una sospensione dovuta a situazione di pericolo.
3.1.5
manutenzione ordinaria dell’impianto del gas: Interventi finalizzati a contenere il degrado normale d’uso, nonché a far fronte ad eventi accidentali che comportino la necessità di primi interventi, che comunque non modifichino la struttura essenziale dell’impianto o la loro destinazione d’uso.
3.1.6
manutenzione straordinaria dell’impianto del gas: Intervento che comporta la sostituzione di parti quali, le tubazioni e gli accessori (rubinetti, gomiti, raccordi, ecc.), i collegamenti degli apparecchi, nonché la realizzazione o la modifica delle predisposizioni edili e/o meccaniche per la ventilazione del locale dove deve essere installato l’apparecchio, le predisposizioni edili e/o meccaniche per lo scarico all’esterno dei prodotti della combustione.
3.1.7
verifica della tenuta di impianti interni: Prove che consentono di accertare i requisiti di tenuta di un impianto interno.
3.1.8
spurgo della tubazione: Operazione di lavaggio della tubazione, contenente gas inerte o aria, con gas combustibile.
3.1.9
posa di un apparecchio: Installazione di un apparecchio, nel luogo predefinito, sia esso di tipo fisso che mobile. La posa può comprendere o meno i collegamenti con i sistemi di scarico dei prodotti della combustione, ma non comprende il collegamento tra l’apparecchio e l’impianto interno.
3.1.10
allacciamento di un apparecchio: Collegamento tra l’impianto interno e l’apparecchio stesso tramite appositi raccordi o gruppi di allacciamento.
3.2
Definizioni relative all’impianto interno Vedere UNI 7129-1.
3.3
Definizioni relative al sistema di ventilazione ed aerazione Vedere UNI 7129-2.
1)
Definizione tratta dalla UNI 7129-1:2008, punto 3.2.3.
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3.4
Definizioni relative ai sistemi di evacuazione dei prodotti della combustione Vedere UNI 7129-3.
4
MESSA IN SERVIZIO DI IMPIANTI DOMESTICI E SIMILARI DI NUOVA REALIZZAZIONE
4.1
Disposizioni generali Prima della messa in servizio di un impianto domestico e similare di nuova realizzazione occorre acquisire i seguenti dati: tipo di gas combustibile; tipologia degli apparecchi; potenzialità complessiva degli apparecchi installati e/o installabili. Acquisiti i dati di cui sopra, si procede alla verifica della compatibilità tra l’apparecchio di utilizzazione e l’impianto gas (punto 4.2) e successivamente alla sua messa in servizio (punto 4.3). L’allacciamento degli apparecchi all’impianto interno deve avvenire contestualmente alla messa in servizio dell’impianto (vedere appendice A). Se tra la posa di un apparecchio e la sua messa in servizio trascorrono più di 12 mesi, prima della messa in servizio è necessario effettuare: la prova di tenuta dell’impianto interno ad una pressione di 100 mbar secondo le modalità previste dalla UNI 7129-1 per i nuovi impianti; la verifica dell’idoneità del sistema di scarico dei prodotti della combustione secondo le modalità previste dalla UNI 10845; il controllo degli apparecchi secondo le indicazioni riportate nel libretto di istruzioni fornito dal fabbricante.
4.2
Verifica della compatibilità tra l’apparecchio di utilizzazione e l’impianto gas Prima dell’allacciamento di un apparecchio all’impianto interno, “l’operatore” deve necessariamente effettuare una verifica della compatibilità tra i vari componenti che costituiscono l’impianto gas, ricorrendo anche alla consultazione della documentazione pertinente. In particolare deve essere verificato che: l’apparecchio da allacciare sia idoneo per il tipo di gas combustibile con cui sarà alimentato; i materiali utilizzati per realizzare l’impianto interno siano idonei e conformi alle norme di prodotto indicate nella norma di installazione adottata; le dimensioni delle tubazioni che costituiscono l’impianto interno siano compatibili con le caratteristiche dell’apparecchio da allacciare; il dimensionamento del sistema di evacuazione dei prodotti della combustione e i materiali siano compatibili con le caratteristiche dell’apparecchio da allacciare; i sistemi di ventilazione e aerazione del locale di installazione, se necessari, siano adeguati.
4.3
Procedura per la messa in servizio dell’impianto domestico e similare di nuova realizzazione
4.3.1
Generalità La messa in servizio di una o più apparecchiature e del loro impianto gas deve essere effettuato avendo a disposizione il gas combustibile. La procedura per la messa in servizio dell'impianto domestico e similare prevede di effettuare le operazioni di seguito riportate: spurgo della tubazione che costituisce l’impianto interno dalla eventuale presenza di gas inerte o aria, utilizzato durante il collaudo; controllo dell’assenza di fughe di gas su tutto il tratto della tubazione che costituisce l’impianto interno compreso il raccordo di collegamento al sistema di misura (contatore); messa in servizio degli apparecchi di utilizzazione.
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4.3.2
Spurgo della tubazione gas Lo spurgo della tubazione deve essere effettuato eseguendo le operazioni sotto elencate: aerare il locale aprendo porte e finestre;
4.3.3
-
eliminare eventuali fiamme libere presenti nell’ambiente;
-
impedire che vi possa essere presente qualunque possibile innesco, o che qualunque interruttore elettrico venga attivato o disattivato per tutta la durata dell’operazione di spurgo e fino a quando non siano ripristinate le condizioni di messa in sicurezza dello stesso ambiente di prova;
-
procedere allo spurgo del gas inerte o dell’aria immettendo gas combustibile nell'impianto interno, per il tempo strettamente necessario per questa operazione. Il lavaggio della tubazione con gas combustibile deve essere eseguito allentando il raccordo di giunzione esistente tra i rubinetti e gli apparecchi di utilizzazione ed immettendo il gas combustibile nella tubazione, attraverso l’apertura del rubinetto di intercettazione posto immediatamente a valle del contatore.
Controllo e verifica dell’assenza di fughe di gas Serrati i raccordi di giunzione utilizzati durante le operazioni di spurgo di cui al punto 4.3.2, il controllo dell’assenza di fughe di gas può essere effettuato mediante verifiche della tenuta effettuate in conformità alla UNI 11137-1. Per verificare la tenuta dell’impianto interno è ammessa la possibilità di utilizzare anche altre metodologie, purché risultino di comprovata efficacia ed in grado di garantire un livello di affidabilità almeno equivalente alle procedure sopra indicate. In tutti i casi le eventuali fughe di gas devono essere individuate con soluzione saponosa o prodotto equivalente ed eliminate, ripetendo successivamente il controllo, fino ad ottenimento di risultato positivo. Sugli impianti di nuova realizzazione non è consentita la presenza di fughe o perdite di gas di qualunque entità.
4.3.4
Messa in servizio degli apparecchi di utilizzazione Accertata l’assenza di fughe di gas sulla tubazione di alimentazione del gas combustibile con l’impianto attivato e con tutti i rubinetti aperti, la messa in servizio degli apparecchi deve essere effettuata utilizzando la seguente procedura. 1)
2)
Preliminarmente devono essere verificate e controllate: -
la corretta ventilazione ed aerazione dei locali, come specificato nella UNI 7129-2;
-
l’idoneità del locale come prescritto nella UNI 7129-2;
-
la corretta installazione dei canali da fumo/condotti di scarico o di esalazione come prescritto nella UNI 7129-3.
Successivamente si procede a: -
accendere i bruciatori controllandone la regolazione;
-
verificare il buon funzionamento degli apparecchi secondo le istruzioni fornite dal fabbricante, nonché secondo le norme specifiche fissate per ciascun tipo di apparecchio;
-
verificare l'efficienza dei dispositivi di evacuazione dei prodotti della combustione come da verifica di funzionalità secondo la UNI 10845. Per gli apparecchi a tiraggio forzato prevedere l’accertamento dell’assenza di fuoriuscita dei fumi in pressione. Inoltre per gli apparecchi a tiraggio naturale (di tipo B) a tali verifiche devono essere aggiunti i controlli relativi alla funzionalità del sistema fumario secondo le procedure contenute nella UNI 10845.
Se anche soltanto uno di questi controlli dovesse risultare negativo, l'impianto non deve essere messo in servizio.
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5
MESSA IN SERVIZIO DI UN IMPIANTO DOMESTICO E SIMILARE MODIFICATO
5.1
Generalità Di seguito sono riportate le procedure inerenti la messa in servizio di un impianto domestico e similare già esistente dopo un intervento di modifica e sostituzione apparecchio di utilizzazione. Quando si esegue uno degli interventi descritti di seguito, occorre acquisire la documentazione ai sensi della legislazione vigente che attesti la corretta esecuzione dell’impianto.
5.2
Procedura per le verifiche ed i controlli A seconda della tipologia d’intervento che si intende effettuare occorre eseguire le verifiche indicate nel prospetto 1. L’esito positivo delle seguenti verifiche assicura la compatibilità tra l’intervento eseguito e la parte d’impianto esistente. prospetto
1
Verifiche da effettuare su impianto domestico e similare esistente in relazione all’intervento effettuato
Tipo di intervento
Verifiche da effettuare Idoneità Locale di installazione
Ventilazione
Aerazione
(UNI 7129-2) (UNI 7129-2) (UNI 7129-2) Sostituzione apparecchio
x
Modifica impianto interno senza installazione dell'apparecchio (per esempio variazione tracciato)
x
Modifica impianto interno con installazione di apparecchio
x
Manutenzione straordinaria dell'impianto interno (per esempio sostituzione di un tratto di tubazione)
x
Manutenzione straordinaria del sistema fumario (per esempio innalzamento tratto finale) Trasformazione gas combustibile (per esempio da GPL a gas naturale) 1) 2)
x
x
Tenuta2)
Esame visivo
Verifica dimensionale
Sistemi fumari
Impianto interno in servizio
Impianto interno
Impianto interno
1)
x
x
x
x
x
x
x
x
Funzionalità e/o idoneità
(UNI 11137-1) (UNI 7129-1)
(UNI 7129-1)
x
x
x
x
x
x
x
x
x
x
x
x
x
x
x
x
x
Il riferimento per tutti i sistemi fumari è la UNI 10845, mentre per gli scarichi a parete e per gli apparecchi di cottura si applica la UNI 7129-3. Per i combustibili non rientranti nello scopo e campo di applicazione della UNI 11137-1, utilizzare altra metodologia, di comprovata efficacia, in grado di garantire un livello di affidabilità almeno equivalente.
Se anche soltanto uno di questi controlli dovesse risultare negativo, l'impianto non deve essere messo in servizio fino a quando non è adeguato.
5.3
Messa in servizio degli apparecchi di utilizzazione Dopo aver effettuato le verifiche di cui al punto 5.2, in relazione al tipo di intervento effettuato, devono essere messi in servizio gli apparecchi di utilizzazione. Questa operazione deve essere effettuata in conformità al punto 4.3.4.
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6
MESSA IN SERVIZIO DI UN IMPIANTO DOMESTICO E SIMILARE RIATTIVATO
6.1
Generalità Quando si esegue uno degli interventi oggetto del presente capitolo, occorre acquisire la documentazione ai sensi della legislazione vigente che attesti la corretta esecuzione dell’impianto già esistente prima di dar seguito alle procedure necessarie alla messa in servizio. A seconda della motivazione che ha comportato la sospensione della fornitura di gas, cambiano le verifiche e le sequenze delle operazioni da eseguire. Di seguito sono riportate le procedure per la messa in servizio dell’impianto dopo una sospensione di fornitura avvenuta a seguito di situazioni di pericolo, quali:
6.2
-
dispersioni di gas;
-
mancata funzionalità del sistema fumario.
Riattivazione a seguito sospensione per dispersioni di gas La procedura per la messa in servizio di un impianto, la cui fornitura di gas era stata sospesa a causa di una situazione di pericolo dovuta ad una perdita di gas, prevede di effettuare, nell’ordine, le seguenti operazioni: -
individuazione ed eliminazione causa della perdita;
-
la verifica di tenuta con aria in conformità alla UNI 11137-1 (vedere anche UNI 7129-1);
-
il controllo degli apparecchi secondo le indicazioni riportate nel libretto di istruzioni fornito dal fabbricante;
-
la verifica dell’idoneità del locale di installazione, della ventilazione e aerazione, ai sensi della normativa applicabile;
-
l’esame visivo dell'impianto interno.
Ottenuta la riattivazione della fornitura occorre eseguire la messa in servizio dell’impianto e degli apparecchi in conformità al punto 4.3.4.
6.3
Riattivazione a seguito sospensione per mancata funzionalità del sistema fumario La procedura per la messa in servizio di un impianto, la cui fornitura di gas era stata sospesa a causa di un’accertata mancanza della funzionalità del sistema fumario, prevede di effettuare, nell’ordine, le seguenti operazioni. -
Preliminarmente: -
la verifica dello stato del sistema fumario secondo la UNI 10845;
-
il dimensionamento delle eventuali aperture di ventilazione secondo la 7129-2.
Gli esiti della verifica devono essere documentati, gli eventuali interventi di adeguamento e/o ristrutturazione devono essere progettati ed eseguiti da personale con specifica competenza in merito. -
Successivamente: -
ottenuta la riattivazione della fornitura occorre eseguire la messa in servizio dell’impianto e degli apparecchi in conformità al punto 4.3.4.
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APPENDICE (informativa)
A INTERVENTI PARZIALI SU IMPIANTI DI NUOVA REALIZZAZIONE Un impianto di nuova realizzazione, per definizione, è costituito, nelle sue parti essenziali, dall’insieme dell’impianto gas e dei suoi apparecchi di utilizzazione aventi singola portata termica nominale non maggiore di 35 kW. L’impianto gas a sua volta comprende: -
impianto interno;
-
predisposizioni edili e/o meccaniche per la ventilazione dei locali di installazione degli apparecchi;
-
predisposizioni edili e/o meccaniche per l’aerazione dei locali di installazione;
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predisposizioni edili e/o meccaniche per lo scarico all’esterno dei prodotti della combustione ed il collegamento al camino/canna fumaria;
-
installazione ed i collegamenti dell’apparecchio utilizzatore e l’allacciamento alla tubazione di adduzione gas, con le relative prove di funzionalità e sicurezza.
Da quanto sopra risulta evidente che, la realizzazione di un impianto coinvolge diverse specializzazioni, che nella pratica potrebbero anche non coesistere nello stesso operatore. Pertanto un impianto domestico o similare può essere realizzato, nelle sue parti essenziali che lo costituiscono, anche da diversi soggetti abilitati. Si comprende inoltre che, questi ultimi, possono operare contestualmente o in tempi diversi. In tutti i casi, ognuno dei soggetti è tenuto, a fine lavori, ad eseguire le necessarie prove di funzionalità e sicurezza e di rilasciare la documentazione tecnica di propria pertinenza. Ai soli fini della presente norma, a titolo esemplificativo, nel prospetto A.1 sono riportate le norme di riferimento da adottare, le verifiche da effettuare nonché la documentazione da rilasciare nel caso in cui un nuovo impianto venga realizzato, contestualmente o in tempi diversi, da quattro soggetti abilitati. prospetto
Soggetto (Abilitato)
A.1
Riferimenti normativi, verifiche e documentazione da rilasciare a seguito di interventi parziali su impianti di nuova realizzazione
Intervento eseguito
Norma di riferimento
Prova/Verifica da eseguire
Documentazione da rilasciare
A
Realizzazione impianto interno
UNI 7129-1
Collaudo (prova di tenuta con aria a 100 mbar) Dichiarazione di conformità (parziale) con allegati obbligatori
B
Realizzazione camino/canna fumaria/condotto intubato
UNI 7129-3 UNI 10845 UNI 11071
Verifica della rispondenza del camino installato Dichiarazione di conformità ai requisiti indicati dall’eventuale progetto (parziale) con allegati presente o dalle norme relative alla obbligatori realizzazione di camini/canne fumarie/condotti intubati
C
Realizzazione aperture di ventilazione/aerazione, posa apparecchio/i di utilizzazione
UNI 7129-2 UNI 7129-3
Dichiarazione di conformità (parziale) con allegati obbligatori (senza prove funzionali)
D
Allacciamento degli apparecchi all’impianto interno
7129-1 7129-4
Messa in servizio dell'impianto domestico e similare e prove di funzionalità. Verifica della compatibilità
Dichiarazione di conformità con allegati obbligatori (con prove funzionali)
Come si evince dal prospetto A.1: a)
la messa in servizio di un impianto di nuova realizzazione (prove di funzionalità e sicurezza) deve avvenire contestualmente all’allacciamento di almeno uno degli apparecchi all’impianto interno;
b)
l’operazione di messa in servizio dell’impianto domestico e similare deve essere eseguita dal soggetto, individuato con la lettera D nel prospetto A.1, che ha allacciato gli apparecchi;
c)
la messa in servizio degli apparecchi di utilizzazione può essere effettuata solamente dopo la fornitura del combustibile, la disponibilità degli altri servizi necessari, e dopo aver allacciato gli apparecchi stessi all’impianto interno;
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d)
le operazioni di allacciamento e messa in servizio devono essere contestuali. Nel caso in cui tale condizione non possa essere soddisfatta ovvero, non possa essere garantita la contestualità di allacciamento e messa in servizio, l’allacciamento dell’apparecchio a gas non deve essere effettuato;
e)
il soggetto che allaccia un apparecchio (e quindi lo mette in servizio), se diverso da colui che ha realizzato l’impianto interno e/o il sistema fumario e/o altre opere, deve acquisire la documentazione pertinente ed eseguire la verifica di compatibilità (vedere punto 4.2).
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BIBLIOGRAFIA UNI 10738
Impianti alimentati a gas combustibile per uso domestico preesistenti alla data del 13 marzo 1990 - Linee guida per la verifica delle caratteristiche funzionali
UNI 11071
Impianti a gas per uso domestico asserviti ad apparecchi a condensazione e affini - Criteri per la progettazione, l'installazione, la messa in servizio e la manutenzione
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