L'Inglese Veloce [PDF]

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Sommario Introduzione pag. 5 Giorno 1: Come affrontare il corso pag. 10 Giorno 2: Come imparare la grammatica: le basi pag. 24 Giorno 3: Come imparare la grammatica: i verbi pag. 95 Giorno 4: Come memorizzare mille parole pag. 169 Giorno 5: Come effettuare la full immersion pag. 208 Giorno 6: Come padroneggiare la conversazione pag. 225 Giorno 7: Come migliorare a fine corso pag. 240 Conclusione pag. 261

Introduzione Conoscere l’inglese è diventato ormai indispensabile, ad ogni età e in ogni campo della vita. Ormai l’inglese è la lingua universale, la lingua degli affari, di Internet, dello sport, della medicina. È innegabile che saperlo parlare e scrivere correttamente offra grandi vantaggi proprio perché, nonostante la sua importanza, in Italia coloro che ne possiedono una buona competenza sono ancora pochi. Sembra assurdo ma è così, le persone conoscono le parole più semplici come hello oppure dog, ma chi può vantarsi di padroneggiare veramente la lingua inglese? Sicuramente chi è stato a lungo in Inghilterra o in America, ma gli altri? L’inglese scolastico è insufficiente, serve un metodo pratico ed efficace per ottenere una preparazione ideale. Se stai leggendo questo ebook, hai fatto il primo passo che ti guiderà in trenta giorni a saper parlare e scrivere in inglese, a saper fronteggiare una conversazione, a scandire con sicurezza le parole di un dialogo, a capire una frase che oggi sicuramente non capiresti. Trenta giorni sono davvero pochi per imparare una lingua, e forse l’inglese è l’unica che può avere un periodo di apprendimento così breve. Nonostante questo dovrai impegnarti, ma ricordati che non siamo a scuola, non considerare lo studio come una cosa difficile o faticosa. Ti meraviglierai di quanto possa essere piacevole e facile. Il metodo funziona e sai perché? L’ho testato su di me e su diverse persone con cui sono in contatto e ho ottenuto risultati eccezionali. Non sono mai stato in America o in Inghilterra, eppure ho acquisito una notevole capacità linguistica, scritta e

orale. Non ho avuto nessun bisogno di andare a New York o a Londra, semplicemente perché ho portato l’America a casa mia. Il tutto è stato piacevole e divertente, e ora posso dire di avere una competenza in più, e non è una competenza da niente, vero? Scommetto che anche tu vorresti ottenere questi risultati. E scommetto anche che li otterrai tranquillamente se seguirai a dovere i miei consigli in queste pagine. Sono pagine che possono cambiare la tua vita. Prima di iniziare, ecco a grandi linee in cosa consiste il corso. Imparerai subito le basi della grammatica. Il tutto è strutturato in modo da essere semplice e facilmente assimilabile. È forse la parte più “noiosa” del corso, ma dopo arriverà la parte piacevole e divertente. Mi riferisco al modo in cui acquisirai un vocabolario molto ampio. Ti spiegherò infatti come memorizzare a lungo termine mille vocaboli. Che tu ci creda o no, sarà semplicissimo e divertente, ne bastano circa trenta al giorno per un mese, ci credi? Un vecchio adagio dice che basta conoscere mille parole e le basi della grammatica per imparare una lingua. È tutto vero e vale per qualsiasi lingua. Ma in questo corso c’è qualcosa di più. Ti farò focalizzare sulle tue passioni e approfondendo queste ultime sarai in grado di migliorare ulteriormente il tuo inglese. La full immersion in un paese è l’unico modo per imparare una lingua? No, se come ho fatto io porti l’America a casa tua. Ti guiderò verso una full immersion globale che darà il colpo di grazia a quello che rimarrà della tua ignoranza in inglese. Vivrai in un mondo dove non saprai se sei in America o a casa tua. Infine passerai alla conversazione, allo sviluppo delle tue abilità di dialogo. Ti spiegherò come conversare in inglese; farai dei progressi notevoli. Ti fornirò una lista di software utili durante il tuo percorso di apprendimento, e anche a corso finito. Come vedi è un metodo creativo, attivo, divertente; ha le giuste caratteristiche per essere molto efficace. È una novità e si differenzia di gran lunga dai metodi “tradizionali”. Personalmente sono contrario a questi metodi, come i corsi in aula o quelli che si acquistano in edicola. Conosco molte persone che appena esce l’ultimo videocorso in DVD corrono a comprarlo. Mi dicono tutti che i miglioramenti sono difficili da ottenere, forse questi corsi non ti motivano abbastanza e alla fine ti stanchi, oppure devi comprare tutti i DVD e ti costano una

fortuna. Anche i corsi in aula possono essere faticosi e molto cari. Gli insegnanti sono bravissimi ma seguire tutto il corso diventa difficile, è un percorso lungo che prima o poi viene visto come una fatica, e ben presto la voglia passa. È molto più semplice se l’apprendimento diventa piacevole, veloce, pratico e non costa più di qualche decina di euro, non trovi? È un metodo che va bene per tutti e non ha limiti di età. In queste pagine hai davvero tutto quello che ti serve, sei pronto per iniziare? Have fun! Marco De Carlo

GIORNO 1: Come affrontare il corso Come hai letto nell’introduzione questo corso è molto semplice, divertente e soprattutto efficace. Non so come sei messo attualmente con l’inglese ma posso dirti come sarai tra trenta giorni. Se ti impegni, se segui gli esercizi, se credi in quello che fai sarai in grado di: avere buone basi grammaticali; possedere un vocabolario ampio; scandire e capire i dialoghi; parlare e conversare in inglese. Questa deve essere la tua sfida per i prossimi trenta giorni, questi sono i tuoi obiettivi. Per cui prendi nota di questi quattro punti su un foglio di carta, tieni questo foglio sempre con te e non perderlo! Scrivi gli obiettivi in prima persona (per esempio: voglio parlare e conversare in inglese), e stabilisci un arco temporale di trenta giorni. Potresti sistemare questo foglio sulla tua scrivania come faccio io. Personalmente quando devo raggiungere un obiettivo lo scrivo sempre su un foglietto che attacco al monitor del mio PC, ed è difficile che lo perda di vista. In questo modo posso tenerlo sempre sotto controllo e ogni volta che lo guardo sono spinto a impegnarmi proprio perché ho sempre davanti il mio obiettivo. I risultati sono straordinari. Fallo anche tu; se non l’hai ancora fatto prendi carta e penna, scrivi questi quattro punti e sistema il foglio in un punto visibile.

Avrai messo le basi per raggiungere i tuoi obiettivi. Nei prossimi trenta giorni ti capiterà spesso di vedere questo foglietto e se ti impegnerai a proseguire l’opera che hai iniziato, non potrai che imparare l’inglese. «Così poco? Solo trenta giorni?» Sicuramente hai pensato così, e capisco che possa sembrarti strano; eppure ti garantisco che da qui a trenta giorni (se segui veramente il mio metodo) avrai acquisito le competenze stabilite nel tuo foglio degli obiettivi. Se ti impegni a dovere raggiungerai un livello di conoscenza dell’inglese decisamente sconosciuto alla maggior parte degli italiani, un livello che ti consentirà di scrivere, parlare e conversare con un inglese, capendo quello che dice e facendoti capire. Una bella cosa, vero? Puoi farcela tranquillamente, ma come ho detto prima devi impegnarti davvero! Solo così verrai ripagato: potrai ad esempio telefonare in America, affrontare discussioni su argomenti tecnici e delicati, chattare tranquillamente con americani e inglesi ogni giorno, guardare film in lingua originale senza sottotitoli, capire i testi delle canzoni. SEGRETO n. 1: scrivi su un pezzo di carta i tuoi obiettivi per imparare l’inglese. Fai in modo che il foglio sia bene in vista e non si perda. Tienilo d’occhio per i prossimi trenta giorni. Diversi miei amici hanno notato le mie qualità e mi hanno chiesto come ho fatto a imparare tutte queste cose non avendo mai frequentato un corso d’inglese, o non essendo mai stato in America o in Inghilterra. Io semplicemente ho spiegato loro il mio metodo, e sono le stesse cose che trovi in questo ebook. Ovviamente hanno applicato queste tecniche e adesso il loro inglese è decisamente buono. Alcuni all’inizio erano titubanti, per cui potresti esserlo anche tu. È normale, ma giorno dopo giorno si sono accorti che questo lavoro migliorava veramente il loro inglese in maniera indelebile. Per cui credimi se ora sei scettico, piano piano ti ricrederai. Ricordo di aver aiutato una mia amica al liceo che per tre anni aveva avuto il debito in inglese. Nelle altre materie era brava ma in inglese aveva molti problemi, probabilmente perché alle medie non aveva imparato quasi nulla. La nostra professoressa metteva in primo piano la letteratura, e la mia amica non riusciva a capire i testi o gli esercizi, aveva difficoltà alle interrogazioni orali e nella conversazione, quindi aveva preso l’insufficienza per tre anni di

seguito. Durante l’estate tra la terza e la quarta liceo le ho spiegato il mio metodo e lei non solo ha recuperato il debito, ma i successivi due anni è riuscita a ottenere otto in pagella. La professoressa aveva notato dei cambiamenti incredibili ma non le aveva dato dieci perché la mia amica non amava molto la letteratura. Eppure diceva sempre che in inglese lei era quasi da dieci. È per questo che posso affermare che il metodo funziona. Ma è necessario precisare una cosa, capire come devi affrontare questo corso. È molto importante il tuo approccio a livello mentale. Penso di poter affermare che questo metodo rappresenta una novità, nessuno insegna una lingua in un modo così piacevole ed efficace. Il tuo atteggiamento mentale nei confronti di quello che leggerai condizionerà i tuoi risultati. Se hai un atteggiamento positivo ce la farai, se credi che non funzioni non otterrai alcun successo. Puoi scegliere tu se affrontare questa sfida in maniera potenziante oppure limitante! SEGRETO n. 2: affronta il metodo con un atteggiamento mentale positivo o non imparerai l’inglese. Non farti limitare da nessuna cosa e non avere mai un atteggiamento negativo. Indirizza la tua mente verso una sola direzione, il successo. Un altro limite che tante persone si mettono da sole sono le opinioni infondate sulle proprie carenze. So che hai sentito decine di volte un tuo amico dire: «No, davvero non ce la posso fare, io non sono mica portato per la matematica», oppure: «Ho troppe carenze, non capisco nulla di fisica, è inutile che ci provi». È comunissimo, capita in tutti i campi, in tutte le materie; per cui molti lo penseranno anche per l’inglese, e magari lo stai pensando anche tu mentre leggi queste righe. Capita spesso ma devi sapere che questa è la maniera più errata per raggiungere un obiettivo. Non è vero che Francesca non è portata per la matematica o Giulio per la fisica. Sono solo opinioni che un individuo acquisisce e fa sue, e che gli impediscono effettivamente di ottenere dei risultati in quei campi. Purtroppo in alcune occasioni ci lasciamo condizionare da queste opinioni, ad esempio quando alle medie un professore ci dice che non siamo portati per la matematica. Diciamoci la verità, sono scuse buone per noi stessi, ma non ci devono limitare. Se noi per primi crediamo di non essere capaci, come possiamo farcela? Chiunque può apprezzare la fisica, capire l’algebra, imparare

l’inglese. Non è che un’opinione su di te può essere vera o falsa, ma semplicemente può favorirti o sfavorirti. Ricordo che al liceo non ero molto bravo in latino. Ogni volta che studiavo non riuscivo bene, partivo con dei preconcetti che erano degli ostacoli. Ero convinto di non essere portato per il latino e che non ci avrei mai capito nulla. Questa era la scusa che dicevo a me stesso; in questo modo però evitavo di mettere in moto il cervello e così non apprendevo. E per cinque anni del liceo sono riuscito a ottenere sempre la sufficienza solo per il fatto che avevo molto intuito, e alle versioni riuscivo quasi sempre a prendere il mio sei sudato. Purtroppo è così, capita più spesso di quanto si possa pensare e chissà in che modo ho fatto mia questa idea; probabilmente in prima liceo avevo incontrato quelle difficoltà che si possono incontrare quando si affronta per la prima volta una materia nuova come il latino, e quindi avevo deciso che sarebbe stato più comodo dire a me stesso che non ero capace. Niente scuse, bisogna trasformare queste convinzioni da limitanti a potenzianti. Come puoi fare? È abbastanza semplice. Prendiamo il caso che tu abbia la convinzione limitante di non poter imparare l’inglese perché è difficile. Per prima cosa devi trovare i riferimenti, le occasioni che ti hanno fatto credere di non poter imparare questa lingua. Pensaci bene, prenditi qualche minuto per farlo. Ora che hai i riferimenti, cerca una o più occasioni in cui questi riferimenti si sono rivelati falsi. Sicuramente conoscerai a memoria delle canzoni in inglese, o sbaglio? Fatti delle domande, ricorda le occasioni in cui non diresti mai di essere un incapace in inglese. Pensa a qualche tuo hobby, sono sicuro che conoscerai tutti i relativi termini tecnici in inglese. Così facendo puoi smontare le tue idee limitanti, e sostituirle con quelle potenzianti, d’altronde se ce l’hai fatta alcune volte puoi farcela sempre. Imprimi nella tua mente queste nuove convinzioni. Questo è importante, perché se parti male già dall’inizio non otterrai buoni risultati. Quindi, se pensi di non essere in grado di imparare l’inglese, ti chiedo di procedere con questo esercizio. Inizia bene questa sfida e ti garantisco che i risultati arriveranno presto. Molte persone, quando pensano di non essere portate per una cosa, difficilmente cambiano idea, ma se sei una di queste ti

ripeto ancora che sei fuori strada. Prova almeno una volta a girare questa convinzione a tuo favore, i risultati sono garantiti. Sono convinto che hai voglia di imparare e che non avrai problemi nel partire con l’atteggiamento mentale giusto. Dopotutto hai acquistato questo ebook, ti sei reso conto che così hai già fatto un passo importantissimo per imparare l’inglese? SEGRETO n. 3: trasforma le tue convinzioni limitanti in potenzianti. Trova i riferimenti che le hanno create e smontale con i fatti, con le tue dimostrazioni passate di successo. Se pensi di non farcela, non imparerai l’inglese. La situazione in Italia Dato che siamo in tema di apprendimento è bene capire com’è la situazione scolastica in Italia. Purtroppo penso che lo scenario sia tragico, e forse anche per questo l’Italia è indietro in molti campi rispetto agli altri paesi europei. In generale, quando lo studente medio esce dalla scuola, a parte delle rare eccezioni, non è in grado di parlare o scrivere in inglese. Conosce alcune parole, sa qualcosa di grammatica, ma non è in grado di comunicare senza problemi con un inglese. Ricordo di amici in difficoltà a Monaco nel chiedere a un passante dove si trovava il market più vicino. È molto triste che un ragazzo studi cinque anni inglese a scuola e non riesca a chiedere una cosa del genere. Se non si trova qualche bravo insegnante volenteroso è impossibile uscire dalla scuola con delle competenze che aiutino nella vita reale. Io ho frequentato il liceo scientifico e devo dire che i professori d’inglese che ho avuto non facevano altro che parlare di letteratura. Belle cose i sonetti, le poesie, i racconti in inglese; ma nessuno si rendeva conto che gli studenti non avevano le basi per affrontarli, oltre al fatto che le parole, le costruzioni e le frasi usate in un sonetto di Shakespeare sono molto diverse da quelle dell’attuale lingua parlata. Le poche ore dedicate alla conversazione o alla grammatica non riescono a garantire agli studenti una preparazione adeguata. Questi sono i problemi che ho potuto riscontrare, in base alle mie esperienze e alla mia carriera scolastica. Mi ricorderò sempre di un pomeriggio a Monaco, alla gita in quinta liceo con i miei compagni di classe. Eravamo in una piazza e si avvicinarono delle bambine di dieci-undici anni. Queste scolare delle elementari iniziarono a parlare in inglese con i miei

compagni di classe, i quali non capivano e non riuscivano a rispondere. Io invece sapevo perfettamente quello che dicevano: le bambine stavano prendendo in giro i miei amici perché non sapevano parlare l’inglese. Come è possibile che delle alunne tedesche di quinta elementare siano più preparate degli alunni italiani di quinta liceo? Purtroppo la situazione in Italia è questa, non possiamo farci molto. Quello che puoi fare tu è migliorare il tuo livello attuale, e con questo ebook hai tutto ciò che ti serve. Se la scuola italiana in questo senso non offre una preparazione adeguata per affrontare la vita reale, non bisogna abbattersi e lasciare le cose come stanno. Solo tu puoi raddrizzare la tua situazione ed essere competitivo nel mondo del lavoro come può esserlo un ragazzo tedesco. A volte negli aspetti negativi c’è però un vantaggio. Se è vero che puoi essere indietro rispetto all’Europa, è anche vero che se impari bene l’inglese, lo padroneggi, sai parlare e scrivere correttamente hai un notevole vantaggio a livello italiano. Non è un grande stimolo per partire carico? Pensa solo a quanto puoi avvantaggiarti nella vita conoscendo l’inglese. E anche se hai un impiego dove non cambia nulla se sai l’inglese o no, ti posso assicurare che questa lingua apre porte e strade incredibili. Io sono un appassionato di guadagno online (e non solo), sin da quando Internet è nata costruivo i miei primi siti per guadagnare qualche soldo. Ora ho più di dieci anni di esperienza e grazie a questo ho ottenuto delle grandi soddisfazioni economiche. Se infatti hai letto il mio ebook La Torre di AdSense sai quanto è possibile guadagnare con un sito grazie a Google. Le rendite sono automatiche, una volta impostate i guadagni arrivano senza grossi lavori. Come è stato possibile raggiungere una situazione del genere a soli ventitré anni? Se sai qualcosa di business online sai benissimo che non c’è paragone tra il mercato italiano e quello inglese/americano. In Italia è dura, devi essere davvero bravo per ottenere guadagni consistenti. In America è tutto più facile, il mercato è più grande e quindi il tuo sito riceve dieci volte i visitatori che può ricevere in Italia. Inoltre da loro c’è più abitudine all’acquisto online, qui da noi appena un sito chiede il numero di carta di credito tutti hanno paura, si pensa subito a una truffa.

Grazie alle mie abilità ho potuto creare dei siti web in inglese e quindi mi sono potuto affacciare sul mercato americano. Certo, sono stato bravo e fortunato a creare un business di successo, ma se non avessi conosciuto l’inglese non avrei mai potuto realizzare una cosa del genere. Forse l’avrei fatto in Italia ma sono sicuro che guadagnerei molto meno. Ora capisci quanto possa essere importante questo ebook? SEGRETO n. 4: conoscere l’inglese può aprire strade incredibili nella tua vita, non solo per il lavoro. Iniziamo subito con la grammatica! RIEPILOGO DEL GIORNO 1: SEGRETO n. 1: scrivi su un pezzo di carta i tuoi obiettivi per imparare l’inglese. Fai in modo che il foglio sia bene in vista e non si perda. Tienilo d’occhio per i prossimi trenta giorni. SEGRETO n. 2: affronta il metodo con un atteggiamento mentale positivo o non imparerai l’inglese. Non farti limitare da nessuna cosa e non avere mai un atteggiamento negativo. Indirizza la tua mente verso una sola direzione, il successo. SEGRETO n. 3: trasforma le tue convinzioni limitanti in potenzianti. Trova i riferimenti che le hanno create e smontale con i fatti, con le tue dimostrazioni passate di successo. Se pensi di non farcela, non imparerai l’inglese. SEGRETO n. 4: conoscere l’inglese può aprire strade incredibili nella tua vita, non solo per il lavoro.

GIORNO 2: Come imparare la grammatica: le basi La grammatica è il primo grande passo verso la conoscenza di una lingua. È una parte indispensabile e meglio la conosci meglio puoi parlare e capire. Non preoccuparti, la grammatica inglese non è complicata come quella italiana, anzi è semplicissima. Userai tantissime volte la forma base del verbo, che è sempre uguale; quindi non dovrai coniugare il verbo in tutte le persone come avviene in italiano. Pensa che fatica e quanto può essere difficile per uno straniero che decide di imparare l’italiano. Guarda tu stesso la differenza tra italiano e inglese per alcune

semplici frasi: io corro I run tu corri you run egli corre he runs ella corre she runs esso, essa (animale o cosa) corre it runs noi corriamo we run voi correte you run essi corrono they run Non è ancora una lezione, è semplicemente un esempio per farti notare la semplicità della grammatica inglese per una banalissima frase all’indicativo presente. In italiano il verbo “correre” coniugato al presente diventa “corro, corri, corre, corriamo, correte, corrono”. Parole che per noi sono semplici ma che in realtà per una persona che le deve imparare possono presentare dei problemi, anche perché sono diverse tra loro. In inglese invece bisogna imparare solo run e runs (la forma di run alla terza persona, come vedrai più avanti). Quando dici run infatti stai usando il verbo alla forma base. Una bella differenza, no? Come scritto prima questo era solo un esempio introduttivo, utile giusto per far capire una differenza sostanziale rispetto all’italiano. Un’altra differenza rispetto alla nostra lingua riguarda l’uso di it, ovvero “esso, essa”. Mentre “esso” o “essa” in italiano sono riferiti anche a esseri umani, in inglese sono riferiti solo a cose o animali. Ad esempio it runs può significare “esso (il cane) corre” oppure “esso (il tempo) corre”, ma non “esso (un uomo) corre”. È un grande vantaggio per te che devi imparare l’inglese, la grammatica è semplice; se ti impegnerai, imparerai tutto quanto senza nessun problema. In quanti giorni? Dovresti saperlo, lo hai scritto sul tuo foglietto di carta preferito. SEGRETO n. 5: la grammatica inglese è molto più semplice di quella italiana. Non ci sono paranoie per le declinazioni e si fa un grande uso della forma base del verbo. Per imparare la grammatica ho deciso di presentare le varie lezioni in schede semplici, pratiche e facilmente consultabili in caso di dimenticanze o futuri ripassi. Ogni scheda sarà correlata da regole ed esempi pratici, il paradiso per chi vuole imparare. Ora le vedrai tutte di seguito ma non devi imparare tutto in un’ora. Magari dagli uno sguardo approfondito per cercare di

capire un po’ i tuoi punti deboli, le differenze con l’italiano ecc.; ricorda che per imparare queste schede hai trenta giorni e potrai sempre consultarle comodamente anche in futuro ogni qualvolta ne avrai bisogno. Essendo un argomento molto vasto, la grammatica verrà presentata in due parti, perché i verbi meritano un capitolo dedicato. Dato che sei in procinto di mettere le tue fondamenta per l’apprendimento di una nuova lingua, in questo capitolo ti presenterò anche alcuni argomenti non proprio di grammatica ma comunque di base. È il caso dei giorni della settimana, delle stagioni, delle ore e altri argomenti. Un fattore importantissimo è la pronuncia, aspetto su cui non puoi sorvolare. Ecco quindi che la prima cosa che ti chiedo è di fare amicizia con il traduttore di Google, un potentissimo software gratuito che puoi consultare online, Google Translate. Questo programmino trasforma in qualsiasi lingua le frasi che vorrai tradurre. Non lo fa sempre in maniera corretta e affidabile, è pur sempre una macchina, ma a noi quello che interessa è che il programma è in grado di trasformare in voce tutto quello che gli scriverai come testo. Per cui se ad esempio vuoi sapere la pronuncia di dog, ti basterà digitare la parola dog e premere il pulsante Ascolta. All’inizio, se non hai mai sperimentato questo tipo di software, ti sembrerà qualcosa di magico: premi un pulsante e senti una voce che in un perfetto inglese pronuncerà quello che hai scritto. Perché ti faccio usare Google Translate? Sarebbe stato più comodo per te se a fianco di ogni parola avessi scritto la relativa pronuncia. Ma questo è un apprendimento passivo, non è molto efficace. È così che la maggior parte degli studenti, in qualsiasi materia, cerca di apprendere; ma sbaglia. Se ti sforzi a usare un atteggiamento attivo l’apprendimento sarà molto più efficace, praticamente indelebile. Sarà un rinforzo notevole alla tua preparazione. A volte bisogna avere il coraggio di abbandonare i metodi tradizionali, se ne esistono di migliori. Ricordo ad esempio che la mia professoressa di italiano mi aveva detto che per studiare bene avrei dovuto «mettere il sedere sulla sedia e ripetere venti volte» una decina di pagine che ci aveva assegnato. Lei era molto preparata, aveva una cultura immensa. Ma non c’è nulla di più sbagliato nella sua frase. Lei promuoveva i metodi tradizionali di studio, leggere e ripetere fino alla nausea,

un atteggiamento estremamente passivo. Metodi faticosissimi, che non ti lasciano tempo libero per passioni o interessi extra scolastici. A livello mentale leggere e ripetere in questo modo (strategia usata dal 99% degli studenti) porta a immagazzinare le informazioni nella memoria a breve termine, e come abbiamo detto richiede davvero tanto tempo. Sono sicuro che ti sarà capitato almeno una volta di studiare in questo modo, io stesso ho studiato così per anni. E sicuramente anche i tuoi amici o colleghi studiano così. Quante volte avrai detto o avrai sentito qualcuno dire: «Ho studiato un argomento ma dopo due giorni me lo sono dimenticato», «Professoressa ho studiato per avantieri e ora, non avendo ripassato, non ricordo nulla». Ti è capitato, vero? Non sei tu o i tuoi amici ad avere problemi di memoria, semplicemente è sbagliata la strategia di immagazzinamento delle informazioni. o Gli esseri umani sono fatti così, è inevitabile. Per studiare davvero non devi ripetere venti volte come diceva la mia professoressa. Devi usare un atteggiamento creativo, fare un grande uso dei colori, dei disegni semplici come quando eri all’asilo, delle mappe mentali, ovvero lo strumento più incredibile per studiare. Per mappe mentali non intendo i classici schemini fatti da quasi tutti gli studenti per apprendere un argomento; una mappa mentale per definirsi tale ha bisogno di determinate caratteristiche; ma praticamente nessuno le usa. Solo così puoi immagazzinare a lungo termine. Scoprirai che non hai bisogno di ripetere una lezione o un concetto, e avrai tantissimo tempo libero da dedicare ai tuoi interessi. La mia vita scolastica è cambiata radicalmente non appena ho scoperto i libri di Tony Buzan, il più grande esperto di mappe mentali (per imparare le tecniche al meglio ho dovuto anche vedere diversi video in inglese). Trovare il proprio metodo ottimale di studio è fondamentale per il successo nell’apprendimento. Troppo spesso si studia male, senza un’organizzazione definita, senza avere obiettivi prestabiliti. Impara a trovare il metodo intelligente che funziona per te, anche se ciò dovesse richiedere molto tempo, perché ne varrà sicuramente la pena. Ricordati di costruirlo seguendo questi punti base:

interesse attivo; estrema sintesi; focalizzazione sui concetti fondamentali; creatività (colori, immagini); lettura veloce. So che può sembrarti strano, ma con queste strategie puoi arrivare a risparmiare il 90% del tempo di studio, ottenendo risultati migliori di chi rimane tutto il giorno a studiare. Per cui se vai a scuola o all’università, o se vuoi dare ai tuoi figli lo strumento migliore per il loro bene e la loro formazione, ti consiglio davvero di interessarti alle opere di Tony Buzan, basta cercare su Google e troverai migliaia di risultati. SEGRETO n. 6: costruisci il tuo metodo di studio efficace e su misura. Questo dovrà essere semplice e basarsi sull’atteggiamento attivo, sull’estrema sintesi, sui concetti fondamentali, sulla creatività e sulla lettura veloce. Tornando alla pronuncia, ecco come puoi usare Google Translate. Dato che ti consiglio solamente gli strumenti migliori, ti assicuro che il programma è sicuro al 100%: non ha virus, spyware o altri aspetti pericolosi. È freeware, quindi gratuito. Sono argomenti delicati, quindi li preciso sempre per la tua sicurezza. Per prima cosa collegati all’indirizzo http://translate.google.it e aggiungilo ai Preferiti in modo da rivisitarlo spesso e facilmente. Il software è semplicissimo da usare, avrai subito notato la grande area di testo. Nell’esempio qui sotto ho scritto dog (cane). Prova a utilizzarlo subito, hai visto quanto è semplice? Ora hai la pronuncia di tutte le parole che vuoi. SEGRETO n. 7: usa regolarmente Google Translate per tradurre e conoscere la pronuncia di tutti i vocaboli che desideri. Chiaramente conoscerai già la pronuncia di tantissime parole, per cui usa Google Translate solo quando ne hai bisogno. Non ti faccio perdere tempo ulteriore, passiamo subito alle schede! Prima però ti spiegherò in breve come usarle. Guida alla consultazione delle schede Per ogni scheda troverai la spiegazione dell’argomento, le note con le nozioni pratiche più importanti e soprattutto tantissimi

esempi. Come ben saprai un esempio è meglio di mille parole! Inoltre per ogni argomento ho stabilito la relativa importanza, in una scala che va da uno a cinque. Ti consiglio, nei tuoi famosi trenta giorni, di studiare solo gli argomenti fondamentali, ovvero quelli con un’importanza molto elevata. Il resto puoi farlo quando hai più tempo, quando già conosci bene le basi. Potresti anche scoprire di non avere bisogno di studiare il resto, in quanto apprenderai il tutto con la pratica in maniera automatica. Una nota sull’importanza; se un determinato argomento presenta un voto basso non significa che non sia importante, semplicemente non è così indispensabile come altri argomenti! Per fare un esempio, il condizionale è importantissimo, ma i primi tempi per sopravvivere si può anche non sapere o sapere meno rispetto all’indicativo. Ciò non toglie che per conoscere l’inglese devi saperlo, ma prima assicurati di padroneggiare le fondamenta per poi passare ai dettagli. Al di là di tutto, dopo che leggi un argomento ti consiglio di prendere un foglio di carta e provare a inventare frasi relative a ciò che hai appena studiato. È molto importante, in quanto creare dal nulla frasi con le conoscenze che di volta in volta acquisisci fisserà meglio i concetti. Organizzati al meglio per imparare le basi della grammatica in trenta giorni. Ricorda che non è necessario studiarla minuziosamente nel dettaglio; impara i concetti e i pilastri. La mia professoressa di biologia diceva: «No al nozionismo!» e aveva ragione. Prima impara bene la parte generale perché è quella che serve nel mondo reale, lo specifico lo imparerai automaticamente con il tempo. Considera che hai trenta giorni, quindi non puoi studiare proprio tutto; rischieresti anche che il gioco diventi un po’ noioso! Approfondiremo questo concetto in seguito quando parlerò di apprendimento passivo e attivo. SEGRETO n. 8: prima i concetti fondamentali, poi quelli generali. Non perdere tempo a studiare i dettagli, perché li farai tuoi in seguito con la pratica e con l’apprendimento attivo. Prima sopravvivi, poi rifinisci i dettagli. Abituati sempre a semplificare le cose, a esprimerle con parole tue cercando di capirle attraverso concetti più semplici Risparmierai tempo prezioso e le informazioni che apprenderai saranno immagazzinate nella memoria a lungo termine. È un’arte, ma tutti ci possono riuscire con la pratica; vediamo se ce la fai tu

con la grammatica! Iniziamo subito allora, let’s get it started! I sostantivi (importanza 4/5) Alla base della grammatica troviamo i sostantivi; questi possono essere maschili, femminili o neutri (quando si riferiscono a cose o animali). I sostantivi possono inoltre essere singolari o plurali. Plurale dei sostantivi. Regola della s Il plurale dei sostantivi si forma aggiungendo una s al singolare. Plurale irregolare Alcuni sostantivi non seguono questa regola e formano il plurale in maniera diversa. Altri nome hanno il singolare uguale al plurale (fish e sheep). Plurale/singolare mancante Plurale mancante: ci sono dei sostantivi inglesi che non hanno il plurale, anche se in italiano ce l’hanno. A questi sostantivi non va mai aggiunta la s e anche il verbo va al singolare. Singolare mancante: ci sono dei sostantivi inglesi che non hanno il singolare, anche se in italiano ce l’hanno. A questi sostantivi non va mai aggiunta la s (in quanto sono già al plurale) e anche il verbo va al plurale. Plurale generale (regola della s) Solitamente per esprimere un nome al plurale basta aggiungere una s alla fine. Singolare Plurale house (casa) houses dog (cane) dogs book (libro) books Plurale irregolare I sostantivi che terminano in ch, o, s, sh, x formano il plurale aggiungendo es. Singolare Plurale kiss (bacio) kisses brush (spazzola) brushes match (partita) matches potato (patata) potatoes box (scatola) boxes I sostantivi che terminano in consonante + y formano il plurale sostituendo la y con una i e aggiungendo es. Singolare Plurale

diary (diario) diaries story (storia) stories baby (bambino) babies Alcuni sostantivi che terminano in f o fe formano il plurale sostituendo f o fe con ves. Singolare Plurale thief (ladro) thieves shelf (scaffale) shelves knife (coltello) knives Alcuni sostantivi (sheep e fish) hanno il singolare uguale al plurale. Singolare Plurale fish (pesce) fish sheep (pecora) sheep Alcuni sostantivi hanno il plurale diverso dal singolare. Singolare Plurale man (uomo) men woman (donna) women child (bambino) children foot (piede) feet tooth (dente) teeth mouse (topo) mice Plurale/singolare mancante Alcuni sostantivi non hanno il plurale. Singolare Plurale hair (capelli) non esiste money (soldi) non esiste spaghetti (spaghetti) non esiste homework (compiti) non esiste information (informazioni) non esiste advice (consigli) non esiste luggage (bagagli) non esiste furniture (mobili) non esiste Esempi: your hair is black → i tuoi capelli sono neri money is beautiful → i soldi sono bellissimi Negli esempi i sostantivi in italiano si traducono con il plurale (capelli e soldi), inoltre il verbo è al singolare (is). Sarebbe un grave errore scrivere your hair are black oppure money are

beautiful. Alcuni sostantivi non hanno il singolare. Singolare Plurale non esiste people (persone) non esiste grapes (uva) non esiste police (polizia) non esiste goods (merce) non esiste pyjamas (pigiama) Esempi: people are good → le persone sono buone the police are coming → la polizia sta arrivando Per i sostantivi che non hanno il singolare il verbo va comunque al plurale. Gli articoli (importanza 5/5) Parlando di una persona, cosa o animale in particolare si usa l’articolo determinativo; parlando di una persona, cosa o animale in generale si usa l’articolo indeterminativo. Articolo determinativo: the L’articolo determinativo (il, lo, la, i, gli, le) in inglese si traduce semplicemente con the; rispetto all’italiano è quindi molto facile e immediato. La pronuncia di the è dhe quando è seguito da un nome che inizia per consonante, è dhi quando è seguito da un nome che inizia per vocale. Articolo indeterminativo: a, an L’articolo indeterminativo (un, uno, una) in inglese si traduce semplicemente con a oppure an. Si usa a quando è seguito da un nome che inizia per consonante, si usa an quando è seguito da un nome che inizia per vocale. Nota bene: in alcuni casi non si usa l’articolo determinativo the anche se in italiano si usa. È il caso degli anni, dei nomi di alcuni continenti, stati, montagne o laghi; in alcuni casi si usa l’articolo determinativo the anche se in italiano non si usa. È questo il caso delle stanze della casa e delle parole “cielo, aria, campagna, montagna”; per le parole che iniziano per h muta, come honest (onesto) e

hour (ora), si usa l’articolo indeterminativo an e non a. Esempi: the car is red → la macchina è rossa the books are here → i libri sono qui the trees are green → gli alberi sono verdi Alcuni esempi con l’articolo determinativo. Come vedi si usa sempre the per tradurre il, lo, la, i, gli, le. I need a pen → ho bisogno di una penna I need an apple → ho bisogno di una mela Esempi con l’articolo indeterminativo. Si usa a quando la parola che segue inizia per consonante, an quando inizia per vocale. America is big → l’America è grande I was born in 1985 → sono nato nel 1985 Mrs Cooper is happy → la signora Cooper è felice Eccezioni dell’articolo determinativo; in questi casi anche se in italiano si usa in inglese non va usato. I’m in the kitchen → sono in cucina I live in the country → vivo in campagna there is a star in the sky → c’è una stella in cielo Eccezioni dell’articolo determinativo; in questi casi anche se in italiano non si usa in inglese va usato. I’m an honest man → sono un uomo onesto I need an hour → ho bisogno di un’ora Le parole honest e hour hanno l’h muta e quindi richiedono an e non a. Gli aggettivi (importanza 5/5) Anche per gli aggettivi la grammatica inglese è decisamente più semplice rispetto a quella italiana. Le due regole degli aggettivi Invariabilità: mentre in italiano l’aggettivo si accorda con il nome sia per il genere che per il numero, in inglese l’aggettivo non cambia mai, è invariabile. Precedenza: mentre in italiano l’aggettivo può precedere o seguire il nome, in inglese l’aggettivo precede sempre il nome. Nota bene: gli aggettivi di nazionalità in inglese si scrivono sempre con la lettera maiuscola (in italiano invece avviene il contrario);

se più aggettivi precedono il nome si segue quest’ordine: aggettivo dimostrativo, aggettivo che riguarda la dimensione, aggettivo che riguarda il colore, aggettivo di nazionalità. Ad esempio this small yellow French car → questa piccola macchina francese gialla. Esempi: he is a good boy → egli è un bravo ragazzo she is a good girl → ella è una brava ragazza they are good boys → essi sono bravi ragazzi In inglese l’aggettivo precede sempre il nome; inoltre è invariabile (è sempre uguale al maschile, al femminile, al singolare o al plurale). Mentre in italiano è indifferente dire “egli è un bravo ragazzo” oppure “egli è un ragazzo bravo”, in inglese sarebbe un errore grave dire he is a boy good. Aggettivi dimostrativi (importanza 5/5) this questo, questa these questi, queste that quello, quella those quegli, quei, quelle Esempi: this pen is blue → questa penna è blu those cars are big → quelle macchine sono grandi these books are mine → questi libri sono miei that chair is empty → quella sedia è vuota Aggettivi possessivi (importanza 5/5) my mio, mia, miei, mie your tuo, tua, tuoi, tue his suo, sua, suoi, sue (di lui) her suo, sua, suoi, sue (di lei) its suo, sua, suoi, sue (di un animale o una cosa) our nostro, nostra, nostri, nostre your vostro, vostra, vostri, vostre their loro, loro, loro, loro Nota bene: gli aggettivi possessivi non sono mai preceduti da un articolo determinativo o indeterminativo; a differenza di quelli italiani

rifiutano l’articolo; gli aggettivi possessivi sono sempre seguiti dal nome; sono invariabili, non cambiano mai. Esiste una sola forma per il singolare, il plurale, il maschile, il femminile. Questo rende le cose molto semplici; mentre in italiano gli aggettivi possessivi si accordano con la cosa posseduta, in inglese si accordano con il possessore; l’aggettivo possessivo si usa (e non si può omettere) quando si nominano le parti del corpo (my hand → la mia mano). Esempi: my pen is blue → la mia penna è blu Come si vede in questo esempio, rispetto all’italiano manca l’articolo. Non fare mai l’errore di mettere l’articolo davanti all’aggettivo possessivo. Dire the my pen is blue è un errore gravissimo! my pens are blue and red → le mie penne sono blu e rosse Confrontando questo esempio con il precedente puoi notare come l’aggettivo possessivo sia uguale al singolare che al plurale. his daughter is Helen → sua figlia è Helen her daughter is Helen → sua figlia è Helen In questo esempio puoi vedere come in inglese gli aggettivi possessivi si concordano con il possessore, e non con la cosa posseduta come avviene in italiano. Entrambe le frasi significano la stessa cosa, ma la prima indica “la figlia di egli”, la seconda “la figlia di ella”. its tail is short → la sua coda è corta Ovviamente si riferisce alla coda di un animale e non alla coda dei capelli di una ragazza. Its si usa solo per cose e/o animali. her tail is short → la sua coda è corta Questa frase invece significa “la coda di lei”, ovviamente di una ragazza. La traduzione in italiano è identica rispetto all’esempio precedente, ma in inglese sono due cose molto diverse ed è importante capire e saper usare un’espressione o l’altra al modo giusto. your hair is long → i tuoi capelli sono lunghi my hair is short → i miei capelli sono corti Con le parti del corpo si usano sempre gli aggettivi possessivi.

Aggettivi qualificativi (importanza 4/5) Ecco i principali aggettivi qualificativi: beautiful bello ugly brutto big grande small piccolo young giovane old vecchio tall alto short basso thin magro fat grasso hot caldo cold freddo empty vuoto full pieno Comparazione-uguaglianza (importanza 3/5) like come (non seguito da un verbo) as come (seguito da un verbo) as + aggettivo + as confronto di uguaglianza not as + aggettivo + as confronto negativo di uguaglianza Esempi: I am like you → sono come te I did as you requested → ho fatto come hai chiesto Se “come” è seguito da un verbo si usa as, altrimenti si usa like. I am as tall as you → sono alto quanto te I am not as tall as you → non sono alto quanto te Esempi di confronto di uguaglianza. Aggettivi qualificativi. Comparativo (importanza 3/5) Per gli aggettivi brevi (formati da poche sillabe): il comparativo si forma aggiungendo er alla fine. Per gli aggettivi lunghi (formati da più sillabe): si usa more davanti all’aggettivo. Si usa than come preposizione di paragone. Nota bene: ci sono delle eccezioni, in certi casi bisogna modificare l’aggettivo prima di aggiungere er. Se la consonante finale è preceduta da una vocale si raddoppia la consonante finale (big

→ bigger). Se l’aggettivo termina per e si elimina quest’ultima (late → later). Se l’aggettivo termina per y preceduta da una consonante si sostituisce la y con la i (easy → easier). Alcuni aggettivi sono irregolari (il comparativo è diverso dall’aggettivo). Esempi: I am taller than you → sono più alto di te (tall → taller) she’s stronger than me → ella è più forte di me (strong → stronger) it is more interesting than my book → è più interessante del mio libro (interesting → more interesting) it’s more expensive → è più costoso (expensive → more expensive) Comparativo. Aggettivi irregolari (importanza 3/5) Aggettivo Comparativo good (buono) better (migliore) bad (cattivo) worse (peggiore) far (lontano) farther (più lontano) little (poco) less (meno) Esempi: I’m better than you → sono meglio di te it’s farther than the other → è più lontano dell’altro/a Aggettivi qualificativi. Superlativo (importanza 3/5) Per gli aggettivi brevi (generalmente monosillabi): il superlativo si forma aggiungendo est alla fine. Per gli aggettivi lunghi (formati da più sillabe): si usa most davanti all’aggettivo. Si usa the come articolo prima del superlativo. Nota bene: ci sono delle eccezioni, in certi casi bisogna modificare l’aggettivo prima di aggiungere est. Se la consonante finale è preceduta da una vocale si raddoppia la consonante finale (big → the biggest). Se l’aggettivo termina per e si elimina quest’ultima (late → the latest). Se l’aggettivo termina per y preceduta da una consonante si sostituisce la y con una i (easy → the easiest). Alcuni aggettivi sono irregolari (il superlativo è diverso dall’aggettivo);

in italiano dopo il superlativo può essere presente la preposizione “di”, che in inglese può essere tradotta con of se si parla di altre persone, animali o cose, oppure con in se si parla di un posto o un luogo geografico; il superlativo assoluto si forma mettendo very davanti all’aggettivo, ad esempio big → very big (grandissimo). Esempi: the most interesting → il più interessante (aggettivo lungo) the greatest → il più glorioso (aggettivo corto) the nicest → il più carino (aggettivo corto terminante per e) it’s very big → è grandissimo Alcuni esempi riguardanti l’uso del superlativo in inglese. Superlativo. Aggettivi irregolari (importanza 3/5) Aggettivo Comparativo good (buono) the best (il migliore) bad (cattivo) the worst (il peggiore) far (lontano) the farthest (il più lontano) little (poco) the least (il meno) Esempi: I’m the best in town → sono il migliore in città it’s the farthest place → è il posto più lontano Aggettivi indefiniti (importanza 2/5) some alcuni, del, qualche, un po’ di a few pochi, poche, non molti, non molte several diversi, diverse, parecchi, parecchie a lot of, lots of molto, molta, molti, molte much molto, molta many molti, molte too (seguito da aggettivo o avverbio) troppo too much, too many troppo, troppi little poco, poca a little un poco, un po’ di few pochi, poche no niente, nessuno, alcuno all tutto, tutta, tutti, tutte

other altro, altra, altri, altre another un’altro, un’altra some more ancora un po’ di every ogni, ognuno, ciascuno each ogni, ognuno, ciascuno both entrambi, tutti e due either entrambi, o l’uno o l’altro neither nessuno dei due, né l’uno né l’altro Nota bene: se “molto” precede un aggettivo si traduce con very. Se “molto” viene dopo un verbo si traduce con very much. Esempi: can I have some bread? → posso avere del pane? I have a few cards → ho alcune carte you came here several times → sei venuto qui diverse volte there is a lot of bread → c’è molto pane there are lots of people → ci sono molte persone we are a lot → siamo in molti I need much money → ho bisogno di molti soldi I have many friends → ho molti amici it’s too late → è troppo tardi don’t push too much → non spingere troppo I made too many mistakes → ho fatto troppi errori he has little money → ha pochi soldi there is a little sugar → c’è un po’ di zucchero you have few mates → hai pochi compagni no problem → nessun problema all my jeans are small → tutti i miei jeans sono piccoli I prefer the other CD → preferisco l’altro CD I need another house → ho bisogno di un’altra casa I want some more sugar → voglio ancora un po’ di zucchero every dog needs a man → ogni cane ha bisogno di un uomo each time I wake up → ogni volta che mi sveglio both of you are tired → entrambi voi due siete stanchi try either way → prova entrambe le strade neither you nor I like pizza → né io né te amiamo la pizza

Diversi esempi di frasi utilizzando aggettivi indefiniti. I pronomi I pronomi sono parole usate in sostituzione del nome. Pronomi personali soggetto (importanza 5/5) Per i pronomi personali non te la scampi, devi per forza saperli a memoria; ad ogni modo al 90% li dovresti già conoscere dalla scuola. Prenditi un po’ di tempo per padroneggiarli e conoscerli al meglio. I io you tu he egli she ella it esso, essa (animale o cosa) we noi you voi they essi, esse Nota bene: I, ovvero “io”, va scritto sempre in maiuscolo; è una convenzione che devi sempre rispettare; you si usa sia alla seconda persona singolare, sia alla seconda persona plurale. In pratica si usa you sia per dire “tu”, sia per dire “voi”; per la terza persona singolare si usa he per “egli”, she per “ella” e it per “esso, essa”. He e she vengono usati per le persone, it viene usato solo per cose e/o animali; non c’è distinzione fortunatamente tra maschile e femminile. They si usa sia per dire “essi” che per dire “esse”. Esempi: Mary is English → she is English (uso she al posto di Mary) Mary è inglese → ella è inglese Paolo is Italian → he is Italian Paolo è italiano → egli è italiano my pen is black → it is black la mia penna è nera → essa è nera they go to the sea → essi vanno al mare you love music → tu ami la musica (oppure voi amate la musica,

può voler dire uno o l’altro in base al contesto). Pronomi personali oggetto (importanza 5/5) I pronomi personali complemento oggetto sono i classici “mi, ti, ci ecc.”. me me, mi you te, ti him lui, lo, gli her lei, la, le it esso, essa, lo, la (animale o cosa) us noi, ci you voi, vi them essi, esse, loro, li, le Nota bene: come vedi fortunatamente i pronomi personali complemento oggetto sono simili ai pronomi personali soggetto, quindi non servono grandi sforzi per impararli. Esempi: I like you → tu mi piaci I like her → ella mi piace I like them → essi mi piacciono they love us → essi ci amano Pronomi possessivi (importanza 5/5) I pronomi possessivi sono ugualmente molto simili ai precedenti. mine il mio, la mia, i miei, le mie yours il tuo, la tua, i tuoi, le tue his il suo, la sua, i suoi, le sue (di lui) hers il suo, la sua, i suoi, le sue (di lei) its il suo, la sua, i suoi, le sue (di un animale o cosa) ours il nostro, la nostra, i nostri, le nostre yours il vostro, la vostra, i vostri, le vostre theirs il loro, la loro, i loro, le loro Nota bene: i pronomi possessivi sostituiscono il nome e si trovano sempre da soli; i pronomi possessivi rifiutano sempre gli articoli; i pronomi possessivi sono invariabili;

i pronomi possessivi si accordano sempre con il possessore. Esempi: my pen is black and yours is blue → la mia penna è nera e la tua è blu my pen is black and hers is yellow → la mia penna è nera e la sua (di una persona di sesso femminile) è gialla my pen is black and yours are red and blue → la mia penna è nera e le vostre (o le tue) sono rosse e blu Pronomi riflessivi (importanza 5/5) I pronomi riflessivi si usano quando il soggetto compie un’azione su se stesso. myself me stesso, mi yourself te stesso, ti himself se stesso, si (lui) herself se stessa, si (lei) itself se stesso, se stessa, si (animale o cosa) ourselves noi stessi, ci yourselves voi stessi, vi themselves loro stessi, se stessi, si Nota bene: ricordarli, usando come parola chiave self (al plurale selves), è molto facile. Esempi: she loves herself → ella ama se stessa they found themselves in trouble → essi si sono trovati nei guai I say to myself goodnight → dico a me stesso buonanotte Pronomi dimostrativi (importanza 5/5) I pronomi dimostrativi servono per indicare una persona, un animale o una cosa in maniera specifica. this questo, questa these questi, queste that quello, quella those quelli, quelle Esempi: this car is big → questa macchina è grande these cars are big → queste machine sono grandi

that car is big → quella macchina è grande those cars are big → quelle macchine sono grandi what’s this? → cos’è questo? Pronomi relativi (importanza 5/5) I pronomi relativi mettono in relazione due frasi. what cosa, quello che, ciò che who che, il quale, la quale, i quali ecc. (persone) that che, il quale, la quale, i quali ecc. (animali o cose) which che, il quale, la quale, i quali ecc. (animali o cose) whose di chi, il cui, la cui, le cui ecc. Nota bene: quando il pronome relativo non è il soggetto della frase si può omettere; nelle domande vengono spesso usati who e what in qualità di pronomi interrogativi. Esempi: what I want is you → quello che voglio sei tu what’s the time? → che ora è? what a pity! → che peccato! who is it? → chi è? who do you like? → chi ti piace? she is the girl who sings better → è la ragazza che canta meglio it is the ship that I want to take → è la nave che voglio prendere it is the ship I want to take → è la nave che voglio prendere (in questo caso that non è soggetto, quindi si può omettere) which car is yours? → qual è la tua macchina? it’s the dog which I saw yesterday → è il cane che ho visto ieri it’s the dog I saw yesterday → è il cane che ho visto ieri this is the house whose doors are black → questa è la casa le cui porte sono nere Pronomi indefiniti (importanza 4/5) everything tutto, ogni cosa, qualsiasi cosa nothing nulla, niente something qualcosa, qualche cosa anything qualsiasi cosa everybody tutti, ognuno nobody nessuno

somebody qualcuno anybody qualcuno/nessuno everyone tutti, ognuno no one nessuno someone qualcuno anyone qualcuno Nota bene: si possono dividere in tre gruppi formati da quattro pronomi. Il primo gruppo termina per thing (infatti si riferisce a cose o animali), il secondo termina per body e il terzo termina per one. Gli ultimi due gruppi si riferiscono a persone. Ogni gruppo è formato da every, no, some e any. In questo modo sarà semplicissimo memorizzarli; something, somebody, someone si usano nelle frasi affermative; anything, anybody, anyone pur avendo lo stesso significato si usano nelle frasi interrogative e negative. Ricordati che in inglese due negazioni affermano; tutti i pronomi indefiniti in inglese sono singolari. Esempi: I want everything → voglio tutto I need something → ho bisogno di qualcosa is there anything here? → c’è qualcosa qui? Nelle frasi interrogative si usa any e non some. I need nothing → non ho bisogno di nulla I don’t need anything → non ho bisogno di nulla I don’t need nothing → ho bisogno di tutto Nell’ultimo esempio puoi vedere che in inglese due negazioni, in questo caso don’t e nothing, affermano; per cui nelle frasi negative usa sempre any. everybody needs somebody → tutti hanno bisogno di qualcuno everyone needs somebody → tutti hanno bisogno di qualcuno everybody needs someone → tutti hanno bisogno di qualcuno everyone needs someone → tutti hanno bisogno di qualcuno In questi ultimi quattro esempi puoi notare come everyone sia identico a everybody e someone sia identico a somebody. is there anyone here? → c’è qualcuno qui?

is there anybody here? → c’è qualcuno qui? nobody is absent → nessuno è assente no one is absent → nessuno è assente Gli avverbi Gli avverbi completano l’azione svolta da un verbo. Avverbi di modo (importanza 5/5) aggettivo + ly Nota bene: per formare un avverbio di modo basta inserire ly alla fine del relativo aggettivo (quick → quickly). Allo stesso modo in italiano basta aggiungere “mente” (veloce → velocemente); se l’aggettivo termina in y si sostituisce la y con i e poi si aggiunge ly (easy → easily); se l’aggettivo termina in le si cambia semplicemente la e in y (probable → probably); esiste un’eccezione: good (buono) ha come avverbio di modo well (bene); altre parole sono uguali sia come aggettivo sia come avverbio (non va aggiunto ly): little (poco), fast (veloce, velocemente), hard (difficile, difficilmente). Esempi: I move quickly → mi muovo velocemente she runs fast → ella corre velocemente you play well → giochi bene let’s play easily → giochiamo facilmente we probably go there → probabilmente andiamo lì Avverbi di luogo (importanza 5/5) here qui, qua there lì, là over there laggiù where dove near vicino far lontano everywhere ovunque, dappertutto Nota bene:

la parola there si usa anche per dire “c’è” nelle domande; la parola here può significare anche “ecco” o simili. Esempi: I live here → vivo qui you play there → tu giochi là go over there! → vai laggiù! there’s a lot of sugar → c’è un sacco di zucchero is there some bread? → c’è del pane? here I am → eccomi here comes the lady → ecco la signorina where do you live? → dove vivi? I live where the trees are green → vivo dove gli alberi sono verdi the field is far → il campo è lontano the street is near → la strada è vicina the smoke is everywhere → il fumo è dappertutto Avverbi di frequenza (importanza 4/5) sometimes qualche volta, ogni tanto usually di solito always sempre often spesso never mai also anche Nota bene: gli avverbi di frequenza si usano dopo il verbo essere, oppure tra il soggetto e il verbo nei tempi semplici, tra la prima e la seconda parte del verbo nei tempi composti. Esempi: sometimes I play guitar → a volte suono la chitarra I usually go there → ci vado di solito I have never been in Rome → non sono mai stato a Roma I have often dreamed → ho sognato spesso I always love to play → amo sempre giocare I also love this smell → amo anche questo odore Avverbi di quantità (importanza 4/5) very molto

so così only solo really veramente enough abbastanza too troppo almost quasi rather piuttosto Esempi: it is rather good → è piuttosto buono I’d rather go there → preferirei andare là (andrei piuttosto là) it’s too late → è troppo tardi I’m very sorry → mi dispiace molto it’s so hard → è così difficile it’s only water → è solo acqua I really love you → ti amo davvero it’s enough → è abbastanza Avverbi di tempo (importanza 4/5) now ora today oggi yesterday ieri tomorrow domani the day after tomorrow dopodomani the day before yesterday avantieri soon presto late tardi early presto ago fa lately ultimamente Esempi: do it now → fallo ora today it’s hot → oggi fa caldo I’m leaving tomorrow → partirò domani I’m leaving the day after tomorrow → partirò dopodomani I went there the day before yesterday → ci sono andato avantieri it’s too soon → è troppo presto it’s too late → è troppo tardi two days ago → due giorni fa

lately I’ve been playing a lot → ultimamente ho giocato molto Le preposizioni (importanza 4/5) Le preposizioni aggiungono informazioni alla frase. Ecco un elenco con le principali. Preposizione Traduzione Tipo of di possesso in in luogo at in, a luogo on su, sopra luogo over su, sopra luogo under sotto a luogo near vicino luogo close to vicino luogo beside accanto a luogo next to accanto a luogo opposite di fronte a luogo in front of davanti a luogo behind dietro a luogo outside fuori da luogo between tra due elementi luogo among tra più elementi luogo at a, di, per tempo/luogo in in, fra, entro tempo on di, il tempo till fino a tempo until fino a tempo for per tempo since da tempo for per tempo before prima di tempo after dopo tempo from... to... da... a... tempo from da movimento to a movimento off giù da movimento into in movimento out of fuori da movimento through attraverso movimento across attraverso movimento by con/per mezzo di movimento

over su, sopra movimento round intorno a movimento Nota bene: possiamo dividere le preposizioni in quattro gruppi: possesso, luogo, tempo, movimento; la preposizione of corrisponde al complemento di specificazione oppure indica l’appartenenza a una determinata cosa; per indicare la forma possessiva (es. “la penna di Luca”) non si usa of, bensì si aggiunge ’s al possessore della cosa (Luca’s pen). Se il possessore è plurale e termina con s si aggiunge solo l’apostrofo ’ (your sisters’ shirts). Se si ha un doppio possessore (la cosa appartiene a due persone) si aggiunge ’s solo al secondo possessore della cosa (Luca and Laura’s diary). Questa costruzione è chiamata possessive case. La forma possessiva si usa anche con i nomi riguardanti il tempo e con i negozi, le case, gli uffici ecc. Esempi: a bottle of wine → una bottiglia di vino the doors of the car → le portiere della macchina your brother’s dog → il cane di tuo fratello your sisters’ phone → il telefono delle tue sorelle Anna and her brother’s dog → il cane di Anna e di suo fratello today’s news → le notizie di oggi go to the butcher’s → vai in macelleria Questi ultimi esempi riguardano il possessive case I’m at home → sono a casa I live in Rome → vivo a Roma I stay in the living room → resto nel soggiorno put the pen on the table → metti la penna sul tavolo the sky is over the mountain → il cielo è sopra la montagna my pen is under the table → la mia penna è sotto il tavolo 77

my office is near the street → il mio ufficio è vicino alla strada my bank is close to the street → la mia banca è vicina alla strada

I live beside the bank → vivo accanto alla banca I live next to the bank → vivo accanto alla banca my dog is in front of the bank → il mio cane è davanti alla banca my ship is opposite to the lake → la mia barca è di fronte al lago behind the door → dietro la porta outside the park → fuori dal parco I’m between the park and the bank → sono tra il parco e la banca I’m among the flowers → sono in mezzo ai fiori at this time → in questo momento at seven → alle sette on Saturday → di sabato on holiday → in vacanza I wake up in the morning → mi sveglio di mattina see you in one hour → ci vediamo tra un’ora from the east to the west → dall’est all’ovest I run until I reach my goal → corro finché raggiungo la meta run till you die → corri finché non muori I haven’t seen you since two years → non ti vedo da due anni I have been writing for two years → ho scritto per due anni the day before yesterday → il giorno prima di ieri (avantieri) the day after tomorrow → il giorno dopo domani (dopodomani) where are you from? → di dove sei? I’m from Italy → vengo dall’Italia we go to the cinema → andiamo al cinema we have got to the cinema → siamo arrivati al cinema I go into the box → vado dentro la scatola I go out of the box → vado fuori dalla scatola get off the car → scendi dalla macchina I’m flying over the field → sto volando sopra il campo round in circle → intorno, in cerchio across the street → attraverso la strada through the darkness → attraverso l’oscurità I go there by car → ci vado in macchina you fly by plane → tu voli in aereo Le congiunzioni (importanza 5/5)

Le congiunzioni uniscono due parole o frasi tra loro. Sicuramente ne conosci già qualcuna, per cui apprendere le principali non sarà un problema. In inglese si chiamano connectors proprio perché connettono due frasi. Congiunzione Traduzione and e so perciò because perché, poiché because of a causa di or o or else altrimenti but ma if se even if anche se though sebbene, nonostante che although sebbene, nonostante che that che however comunque, tuttavia since dal momento che as come (seguito da verbo) like come (non seguito da verbo) when quando where dove while mentre for a while per un po’ until fino a as soon as non appena in fact in realtà, appunto besides inoltre Esempi: I love you and I need you → ti amo e ho bisogno di te I am free, so I’m happy → sono libero, perciò sono felice I’m happy because I’m free → sono felice perché sono libero I’m happy because of you → sono felice grazie a te study or work → studia o lavora try it or else you’ll fail → provaci altrimenti fallirai I’m happy but I’m tired → sono felice ma stanco I’m happy if you are too → sono felice se lo sei anche tu I’m happy even if I’m tired → sono felice anche se sono stanco

I’m happy though I’m tired → sono felice sebbene sia stanco although I’m tired, I’m happy → sebbene sia stanco, sono felice it’s the house that I want → è la casa che voglio I’m tired, however I’m happy → sono stanco, tuttavia sono felice I’m sad since you left → sono triste da quando sei partito/a do as you like → fai come vuoi good like bread → buono come il pane I’m sad when I’m late → sono triste quando sono in ritardo this is where I play → qui è dove gioco I’m happy while you are sad → sono felice mentre tu sei triste happy for a while → felice per un po’ di tempo read until you’re tired → leggi finché non sei stanco I’ll call you as soon as I come → ti chiamo non appena arrivo I hate you but in fact I love you → ti odio ma in realtà ti amo besides I want to go there → inoltre voglio andarci Altro (importanza 5/5) Rimangono da analizzare altri argomenti fondamentali, come i giorni della settimana, i mesi, la data, l’ora, i numeri ecc. I numeri (the numbers) I numeri si dividono in cardinali (es. 4) e ordinali (es. quarto), proprio come avviene in italiano. Numeri cardinali (importanza 5/5) zero 0 one 1 two 2 three 3 four 4 five 5 six 6 seven 7 eight 8 nine 9 ten 10 eleven 11 twelve 12 thirteen 13 fourteen 14 fifteen 15

sixteen 16 seventeen 17 eighteen 18 nineteen 19 twenty 20 È importante imparare a memoria, se già non li conosci, i numeri da uno a venti. I restanti numeri si ottengono automaticamente conoscendo le decine, le centinaia, le migliaia ecc. thirty 30 forty 40 fifty 50 sixty 60 seventy 70 eighty 80 ninety 90 one hundred 100 one thousand 1000 ten thousand 10.000 one hundred thousand 100.000 one million 1.000.000 one billion 1.000.000.000 Nota bene: i numeri si formano aggiungendo le unità alle decine, le decine alle centinaia, le centinaia alle migliaia ecc; i numeri da 13 a 19 terminano tutti con teen; le decine da 20 a 90 terminano tutte con ty; nei numeri non va mai aggiunta la s per formare il plurale (300 → three hundred); la parola hundred deve essere seguita dalla congiunzione and (320 → three hundred and twenty). Nell’inglese americano questa regola non è presente. Esempi: 28 → twenty-eight 101 → one hundred and one 87 → eighty-seven 1100 → one thousand, one hundred 1110 → one thousand, one hundred and ten

Numeri ordinali (importanza 3/5) Anche per i numeri ordinali basta impararne alcuni a memoria e i restanti vengono in automatico. Se infatti li conosci tutti fino a “dodicesimo”, da “tredicesimo” in poi basterà aggiungere th ai numeri cardinali. 1st first primo 2nd second secondo 3rd third terzo 4th fourth quarto 5th fifth quinto 6th sixth sesto 7th seventh settimo 8th eighth ottavo 9th ninth nono 10th tenth decimo 11th eleventh undicesimo 12th twelfth dodicesimo 13th thirteenth tredicesimo 14th fourteenth quattordicesimo 20th twentieth ventesimo 21st twenty-first ventunesimo 22nd twenty-second ventiduesimo 23rd twenty-third ventitreesimo 24th twenty-fourth ventiquattresimo 50th fiftieth cinquantesimo 51st fifty-first cinquantunesimo 52nd fifty-second cinquantaduesimo 53rd fifty-third cinquantatreesimo 54th fifty-fourth cinquantaquattresimo 100th one hundredth centesimo 101st one hundred and first centounesimo 1000th one thousandth millesimo 10.000th ten thousandth decimillesimo 100.000th one hundred thousandth centomillesimo 1.000.000th one millionth millionesimo 1.000.000.000th one billionth miliardesimo

Nota bene: basta imparare i primi tredici a memoria e i restanti si formano automaticamente; i numeri ordinali sono sempre preceduti dall’articolo the, da pronunciare anche se non è scritto (Charles I si legge Charles the first); in generale 1 → 1st, 2 → 2nd, 3 → 3rd; per le restanti unità si aggiunge th. Esempi: 35° → 35th → thirty-fifth 61° → 61st → sixty-first Altre espressioni numeriche (importanza 5/5) once una volta twice due volte three times tre volte four times, five times etc. quattro volte, cinque volte ecc. a couple of un paio di a pair of un paio di (coppia) a half mezzo a dozen una dozzina two dozen due dozzine dozens of dozzine di (= decine di) hundreds of centinaia di thousands of migliaia di Esempi: once in a lifetime → una volta nella vita do it twice → fallo due volte do it four times → fallo quattro volte a couple of apples → un paio di mele a pair of shoes → un paio di scarpe two minutes and a half → due minuti e mezzo a dozen of fish → una dozzina di pesci hundreds of dollars → centinaia di dollari I giorni della settimana (the days of the week) In Inghilterra e in America la settimana inizia la domenica, in Italia invece il lunedì. Sunday domenica

Monday lunedì Tuesday martedì Wednesday mercoledì Thursday giovedì Friday venerdì Saturday sabato È facile ricordarli, finiscono tutti in day (giorno). I nomi dei giorni vanno sempre scritti in maiuscolo. Esempi: I’ll go to Rome on Sunday → andrò a Roma domenica I mesi dell’anno (the months of the year) I nomi dei mesi in inglese sono simili a quelli italiani. Quando parliamo del mese in generale si usa la preposizione in. January gennaio February febbraio March marzo April aprile May maggio June giugno July luglio August agosto September settembre October ottobre November novembre December dicembre Esempi: Summer begins in June → l’estate inizia a giugno Le stagioni (the seasons) Anche per le stagioni si usa la preposizione in. Spring primavera Summer estate Autumn autunno (inglese britannico) Fall autunno (inglese americano) Winter inverno Esempi: I go to the seaside in summer → vado al mare d’estate she goes skiing in winter → ella va a sciare d’inverno La data (the date) In inglese le date si leggono diversamente rispetto all’italiano. Nota bene:

la data si legge mettendo prima il mese, l’articolo the e il numero ordinale. L’articolo the però non si scrive e il numero può essere scritto anche come cardinale; l’anno si legge dividendo a metà le quattro cifre che lo compongono (1991 si legge nineteen ninety-one); quando si precisa il giorno si usa la preposizione on. Con l’anno si usa la preposizione in; giorno e mese possono scambiarsi posizione, ma l’anno sta sempre alla fine. Esempi: February 2nd → 2 febbraio (si legge February, the second) February 2 → 2 febbraio (si legge February, the second) 21st November, 1997 → 21 novembre 1997 (si legge November the twenty-first, nineteen ninety-seven) I was born in 1985 → sono nato nel 1985 it’s on May 18th → è il 18 maggio L’ora (the time) Leggere l’ora in inglese è molto semplice. Specifica del periodo nel formato a dodici ore Spesso si utilizza un formato orario a dodici ore; se ad esempio dico: «Sono le sei» posso intendere sia le 6:00 del mattino sia le 18:00 di sera. In inglese si usa a.m. per indicare la mattina, p.m per indicare la sera. Se dico: «Sono le 6 a.m.» intendo le 6:00 di mattina, se dico: «Sono le 6 p.m.» intendo le 6:00 di sera, ovvero le 18:00. a. m. oppure in the morning le ore da mezzanotte alle 11 del mattino p. m. oppure in the afternoon oppure in the evening le ore da mezzogiorno alle 11 di notte Orario tradizionale minuti trascorsi + past + ora trascorsa fino alla mezz’ora minuti mancanti + to + ora successiva dopo la mezz’ora o’clock ora tonda a quarter un quarto d’ora half mezz’ora

Orario digitale Leggere l’ora in formato digitale è molto più semplice, basta dire il numero dell’ora seguito dai minuti. Esempi: 8 a.m → 8:00 del mattino 8 p.m. → 8:00 di sera (20:00) 9 in the morning → 9 del mattino 9 in the afternoon → 21:00 9 in the evening → 21:00 it’s a quarter past 8 → sono le 8 e un quarto it’s five past 8 → sono le 8:05 it’s half past 8 → sono le 8:30 it’s a quarter to 8 → sono le 8 meno un quarto it’s five to 8 → sono le 8 meno 5 Esempi con l’uso di past e to in orari non digitali. it’s six twenty → sono le 6:20 it’s three twelve → sono le 3:12 Esempi di lettura di orari digitali. RIEPILOGO DEL GIORNO 2: SEGRETO n. 5: la grammatica inglese è molto più semplice di quella italiana. Non ci sono paranoie per le declinazioni e si fa un grande uso della forma base del verbo. SEGRETO n. 6: costruisci il tuo metodo di studio efficace e su misura. Questo dovrà essere semplice e basarsi sull’atteggiamento attivo, sull’estrema sintesi, sui concetti fondamentali, sulla creatività e sulla lettura veloce. SEGRETO n. 7: usa regolarmente Google Translate per tradurre e conoscere la pronuncia di tutti i vocaboli che desideri. SEGRETO n. 8: prima i concetti fondamentali, poi quelli generali. Non perdere tempo a studiare i dettagli, perché li farai tuoi in seguito con la pratica e con l’apprendimento attivo. Prima sopravvivi, poi rifinisci i dettagli.

GIORNO 3:

Come imparare la grammatica: i verbi I verbi chiudono il cerchio della grammatica. Non spaventarti, non si tratta di un argomento difficile. Se hai imparato i verbi in italiano puoi impararli anche in inglese, è molto più semplice. In ogni caso è bene semplificare ulteriormente per una più facile memorizzazione; come detto in precedenza è meglio prima focalizzarsi sulle basi per poi procedere con lo specifico. Nel nostro caso significa imparare bene l’indicativo presente, passato e futuro, e in seguito i modi minori come il condizionale, l’imperativo ecc. Vuoi semplificare ancora? Impara prima le forme principali del passato e del futuro, poi verranno quelle più complesse. SEGRETO n. 9: per semplificare lo studio dei verbi impara prima l’indicativo presente, passato e futuro; a quel punto potrai imparare i modi e i tempi più complessi. Ricordati che l’importante è imparare ciò che viene usato nella lingua scritta e parlata. Tutto quello che viene usato poco o nulla lo imparerai in seguito, magari in maniera automatica con la full immersion. SEGRETO n. 10: concentrati maggiormente sui modi e i tempi più importanti. Il resto lo imparerai in maniera automatica con il passare del tempo o con la full immersion. Ready to go? I verbi (importanza 5/5) La prima cosa da fare è conoscere gli ausiliari “essere” e “avere” e dividere i tempi in presente, passato e futuro. È bene distinguere anche tra le varie forme: affermativa (affirmative); negativa (negative); interrogativa (interrogative); interrogativa-negativa (interrogative-negative). Ovviamente ogni forma andrà utilizzata in base al contesto; se si fa una domanda va usata la forma interrogativa e così via. Infine per gli ausiliari, rispetto all’italiano, è da notare anche una forma contratta, una sorta di versione semplificata. Quest’ultima viene spesso usata nella lingua parlata, nello scritto invece è sempre preferibile utilizzare la forma completa. Ecco un esempio banale in cui si utilizza prima la forma normale e poi quella

contratta per dire “io sono italiano”: I am from Italy → forma normale (scritto) I’m from Italy → forma contratta (parlato) È fondamentale conoscere entrambe le costruzioni. SEGRETO n. 11: le forme della frase sono quattro: affermativa, negativa, interrogativa, interrogativa-negativa. Per quanto riguarda gli ausiliari dovrai usare la forma normale o quella contratta. Presente. Indicativo presente del verbo essere (importanza 5/5) Affirmative I am = io sono you are = tu sei he is = egli è she is = ella è it is = esso, essa è we are = noi siamo you are = voi siete they are = essi sono Affirmative short form I’m = io sono you’re = tu sei he’s = egli è she’s = ella è it’s = esso, essa è we’re = noi siamo you’re = voi siete they’re = essi sono Negative I am not = io non sono you are not = tu non sei he is not = egli non è she is not = ella non è it is not = esso, essa non è we are not = noi non siamo you are not = voi non siete they are not = essi non sono Negative short form I’m not = io non sono you’re not = tu non sei he’s not = egli non è she’s not = ella non è it’s not = esso, essa non è we’re not = noi non siamo you’re not = voi non siete they’re not = essi non sono Interrogative am I? = sono io? are you? = sei tu? is he? = è egli? is she? = è ella?

is it? = è esso, essa? are we? = siamo noi? are you? = siete voi? are they? = sono essi? Interrogative short form non esiste Interrogative-Negative am I not? = non sono io? are you not? = non sei tu? is he not? = non è egli? is she not? = non è ella? is it not? = non è esso, essa? are we not? = non siamo noi? are you not? = non siete voi? are they not? = non sono essi? Interrogative-Negative short form am I not? = non sono io? aren’t you? = non sei tu? isn’t he? = non è egli? isn’t she? = non è ella? isn’t it? = non è esso, essa? aren’t we? = non siamo noi? aren’t you? = non siete voi? aren’t they? = non sono essi?

Nota bene: il verbo essere all’indicativo presente prende la forma am per la prima persona singolare, is per la terza persona singolare e are per tutti gli altri casi. Memorizzare dunque è molto semplice; il verbo essere, e questo varrà anche per tutti gli altri verbi in seguito, deve essere sempre preceduto (forma affermativa e negativa) o seguito (forma interrogativa e interrogativanegativa) dal soggetto. Esempi: I am in love → sono innamorato Questo esempio mostra come in italiano per dire “sono innamorato” posso anche omettere il soggetto (io). In inglese invece il soggetto deve sempre precedere o seguire il verbo. Sarebbe un errore molto grave scrivere am in love al posto di I am in love. Per cui usa sempre il soggetto! am I in love? → sono innamorato? is she in love? → è ella innamorata? she is not in love → non è innamorata (forma normale) she isn’t in love → non è innamorata (forma contratta)

they aren’t in love → essi non sono innamorati aren’t we in love? → non siamo innamorati? it’s not in love → non è innamorato (riferito a un animale) Indicativo presente del verbo avere (importanza 5/5) Affirmative I have got = io ho you have got = tu hai he has got = egli ha she has got = ella ha it has got = esso, essa ha we have got = noi abbiamo you have got = voi avete they have got = essi hanno Affirmative short form I’ve got = io ho you’ve got = tu hai he’s got = egli ha she’s got = ella ha it’s got = esso, essa ha we’ve got = noi abbiamo you’ve got = voi avete they’ve got = essi hanno Negative I have not got = io non ho you have not got = tu non hai he has not got = egli non ha she has not got = ella non ha it has not got = esso, essa non ha we have not got = noi non abbiamo you have not got = voi non avete they have not got = essi non hanno Negative short form I haven’t got = io non ho you haven’t got = tu non hai he hasn’t got = egli non ha she hasn’t got = ella non ha it hasn’t got = esso, essa non ha we haven’t got = noi non abbiamo you haven’t got = voi non avete they haven’t got = essi non hanno Interrogative have I got? = ho io? have you got? = hai tu? has he got? = ha egli? has she got? = ha ella? has it got? = ha esso, essa? have we got? = abbiamo noi? have you got? = avete voi? have they got? = hanno essi? Interrogative short form non esiste

Interrogative-Negative have I not got? = non ho io? have you not got? = non hai tu? has he not got? = non ha egli? has she not got? = non ha ella? has it not got? = non ha esso, essa? have we not got? = non abbiamo noi? have you not got? = non avete voi? have they not got? = non hanno essi? Interrogative-Negative short form haven’t I got? = non ho io? haven’t you got? = non hai tu? hasn’t he got? = non ha egli? hasn’t she got? = non ha ella? hasn’t it got? = non ha esso, essa? haven’t we got? = non abbiamo noi? haven’t you got? = non avete voi? haven’t they got? = non hanno essi? 102

Nota bene: il verbo avere all’indicativo presente prende la forma has per la terza persona singolare e have per tutti gli altri casi; il verbo avere, e questo varrà anche per tutti gli altri verbi in seguito, deve essere sempre preceduto (forma affermativa e negativa) o seguito (forma interrogativa e interrogativanegativa) dal soggetto; la parola got è un rafforzativo per indicare un possesso. Se invece il verbo avere viene usato come ausiliare got sparisce. In seguito vedremo come got sia la forma al passato del verbo get; quando have got è seguito dalla preposizione to e dalla forma base di un verbo, prende il significato di “dovere”; attenzione a non confondere la forma contratta ’s (has) del verbo avere con la forma contratta ’s (is) del verbo essere. Questo varrà anche in futuro ogni volta che si userà has o is. Esempi: I have got a pen → ho una penna Questo esempio mostra come in italiano per dire “ho una penna” posso anche omettere il soggetto (io). In inglese il soggetto deve

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sempre precedere o seguire il verbo. Sarebbe un errore molto grave scrivere have got a pen al posto di I have got a pen. Per cui usa sempre il soggetto! have I got a pen? → ho una penna? has she got a pen? → ha ella una penna? she has not got a pen → non ha una penna (forma normale) she hasn’t got a pen → non ha una penna (forma contratta) they haven’t got a pen → essi non hanno una penna haven’t we got a pen? → non abbiamo una penna? it hasn’t got a pen → non ha una penna (riferito a un animale o a una cosa) I have got to go → devo andare In questo caso è presente la preposizione to seguita dalla forma base del verbo andare, per cui have got to significa “dovere”. you have got to tell me → devi dirmelo Un altro esempio con have got to. 104

Indicativo presente del verbo “potere” (importanza 5/5) Affirmative I can = io posso you can = tu puoi he can = egli può she can = ella può it can = esso, essa può we can = noi possiamo you can = voi potete they can = essi possono Affirmative short form non esiste Negative I can not = io non posso you can not = tu non puoi he can not = egli non può she can not = ella non può it can not = esso, essa non può we can not = noi non possiamo you can not = voi non potete they can not = essi non possono Negative short form I can’t = io non posso you can’t = tu non puoi he can’t = egli non può she can’t = ella non può

it can’t = esso, essa non può we can’t = noi non possiamo you can’t = voi non potete they can’t = essi non possono Interrogative can I? = posso io? can you? = puoi tu? can he? = può egli? can she? = può ella? can it? = può esso, essa? can we? = possiamo noi? can you? = potete voi? can they? = possono essi? Interrogative short form non esiste 105 Interrogative-Negative can I not? = non posso io? can you not? = non puoi tu? can he not? = non può egli? can she not? = non può ella? can it not? = non può esso, essa? can we not? = non possiamo noi? can you not? = non potete voi? can they not? = non possono essi? Interrogative-Negative short form can’t I? = non posso io? can’t you? = non puoi tu? can’t he? = non può egli? can’t she? = non può ella? can’t it? = non può esso, essa? can’t we? = non possiamo noi? can’t you? = non potete voi? can’t they? = non possono essi?

Nota bene: il verbo “potere” all’indicativo presente prende la forma di can e can’t per tutte le persone singolari e plurali. È molto semplice memorizzarlo rispetto all’italiano dove, come tutti i verbi, va coniugato in base alla persona; can è un verbo modale, ovvero non ha alcuni modi e/o tempi; esiste una variante di can’t e can not, ovvero cannot. Hanno tutti lo stesso significato e non c’è differenza nell’usare l’uno o l’altro; il verbo potere, e questo varrà anche per tutti gli altri verbi in seguito, deve essere sempre preceduto (forma affermativa e

negativa) o seguito (forma interrogativa e interrogativanegativa) dal soggetto; 106

oltre a significare “potere”, can esprime anche la capacità, l’essere in grado di fare qualcosa. Quindi si usa can alla forma interrogativa alle prime persone (I, we) quando vogliamo chiedere un permesso o fare una richiesta; si usa can alla forma interrogativa alle seconde e alle terze persone (you, he, she, it, they) quando vogliamo informarci sulle capacità di qualcuno; si usa can alla forma affermativa per accordare un permesso o per esprimere la capacità di fare qualcosa; si usa can alla forma negativa (can’t, cannot) per negare un permesso o per esprimere l’incapacità di fare qualcosa. Tutto questo sarà più chiaro negli esempi seguenti; can, can’t e cannot sono sempre seguiti dalla forma base di un verbo. Esempi: I can play → posso giocare Questo esempio mostra come in italiano per dire “posso giocare” posso anche omettere il soggetto (io). In inglese il soggetto deve sempre precedere o seguire il verbo. Sarebbe un errore molto grave scrivere can play al posto di I can play. Per cui usa sempre il soggetto! 107

I can play → sono in grado di giocare La stessa frase di prima può essere tradotta anche “sono in grado di giocare”. Inoltre questo esempio mette in luce come can, can’t o cannot debbano essere sempre seguiti dalla forma base di un verbo (play = giocare, suonare). can I go to the toilet? → posso andare in bagno? (permesso) can she play guitar? → sa suonare la chitarra? (capacità) you can go to the toilet → puoi andare in bagno (permesso) you can’t go to the toilet → non puoi andare in bagno you cannot go to the toilet → non puoi andare in bagno it can be a mistake → può essere un errore

Be è la forma base del verbo essere che precedentemente hai visto all’indicativo sotto la forma di am, is, are. Come recita il famoso verso di Shakespeare dell’Amleto «To be or not to be...» can’t she play piano? → non sa suonare il pianoforte? (capacità) she cannot play piano → ella non può suonare il pianoforte she cannot play piano → ella non sa suonare il pianoforte can she not play piano? → non sa suonare il pianoforte? she can not play piano → non sa suonare il pianoforte 108

can I not play piano? → non posso suonare il pianoforte? Alcuni esempi con la forma non contratta di can. C’è da dire che questa forma è molto meno usata. Indicativo presente verbi regolari e irregolari (importanza 5/5) Per il momento non è importante soffermarsi sulla distinzione tra verbi regolari e irregolari, sarà fondamentale quando affronteremo il tempo passato. Dopo aver analizzato be, have e can è il turno di do e does, ovvero “fare”. Questo verbo viene usato come ausiliare per costruire le frasi in tutte le forme, tranne quella affermativa. La tabella di seguito mostra come costruire le frasi all’indicativo presente. Vedi gli esempi per comprendere meglio. Forma normale Affirmative soggetto + forma base verbo + complemento oggetto Negative soggetto + do/does not + forma base verbo + complemento oggetto Interrogative do/does + soggetto + forma base verbo + complemento oggetto Interrogative-Negative do/does + soggetto + not + forma base verbo + complemento oggetto 109

Forma contratta (solo negative e interrogative-negative) Negative soggetto + don’t/doesn’t + forma base verbo + complemento oggetto Interrogative-Negative don’t/doesn’t + soggetto + forma base verbo + complemento oggetto Nota bene: il verbo “fare” all’indicativo presente prende la forma does per la terza persona singolare e do in tutti gli altri casi. È molto semplice da memorizzare rispetto all’italiano dove va coniugato in base a tutte le persone; do/does come ausiliare deve essere sempre preceduto (forma negativa) o seguito (forma interrogativa e interrogativanegativa) dal soggetto; la forma contratta si forma come sempre: doesn’t corrisponde a does not e don’t corrisponde a do not; in assenza dell’ausiliare, quindi solo nella forma affermativa, devi tenere conto della regola della s (solo alla terza persona singolare). Questa regola è fondamentale. Vedi esempi; quando do o does vengono usati nella forma affermativa hanno funzione di rafforzativo del verbo e si traducono con “veramente”. 110

Regola della s Solo alla terza persona singolare (he, she, it) alla forma affermativa va aggiunta la s alla forma base del verbo. Ci sono alcune eccezioni, per le quali va aggiunto invece il suffisso es. per i verbi che terminano in ch, o, s, sh, x, z si aggiunge es (esempi reach, kiss, go diventano reaches, kisses, goes); per i verbi che terminano in consonante + y si sostituisce la y con la i e si aggiunge es (cry → cries). Esempi:

I play guitar → suono la chitarra La forma affermativa dell’indicativo presente è l’unica che non richiede do/does. Come si vede la frase si forma partendo dal soggetto (I, il soggetto, deve essere sempre presente!), poi continua con la forma base del verbo (play) e termina con il complemento oggetto (guitar). Ovviamente non è indispensabile la presenza del complemento oggetto; se ad esempio voglio dire “io suono” la traduzione sarà I play. 111

I don’t like bread → non mi piace il pane do you like bread? → ti piace il pane? doesn’t she like bread? → non le piace il pane? In questi tre esempi si nota come per le forme negativa, interrogativa e interrogativa negativa è indispensabile l’uso dell’ausiliare do/does. Does alla terza persona singolare e do in tutti gli altri casi. Nota la costruzione delle frasi: negativa: soggetto + do/does not + forma base del verbo + complemento oggetto; interrogativa: do/does + soggetto + forma base del verbo + complemento oggetto; interrogativa-negativa: do/does not + soggetto + forma base del verbo + complemento oggetto. I don’t like bread → non mi piace il pane (forma contratta) I do not like bread → non mi piace il pane (forma normale) Come sempre la forma normale è tipica dello scritto, la forma contratta è tipica del parlato. 112

don’t you like bread? → non ti piace il pane? doesn’t he like bread? → non gli piace il pane? Alla terza persona singolare si usa does, per il resto si usa do. I like bread → mi piace il pane he likes bread → gli piace il pane we like bread → ci piace il pane Mary likes bread → a Mary piace il pane

Nota quando viene usato like e quando viene usato likes. Alla terza persona singolare per la forma affermativa va sempre aggiunta una s alla forma base del verbo. Ricorda che la regola della s vale solo alla forma affermativa! does she like bread? Come vedi alla forma interrogativa con l’uso dell’ausiliare non è necessario aggiungere la s alla forma base del verbo. Sarebbe un errore scrivere does she likes bread?, quindi non farlo mai. Questa regola di non aggiungere la s per la terza persona singolare è valida anche per la forma negativa e interrogativa-negativa. 113

I cry we cry he cries Ecco come applicare la regola della s ai verbi che terminano per consonante + y. I go it goes they kiss he kisses E ai verbi che terminano per ch, o, s, sh, x, z. Lucy does math → Lucy fa matematica I do math → faccio matematica does she do math? → ella fa matematica? Come detto do/does significa “fare”, per cui può essere usato anche senza funzione di ausiliare, proprio come un normale verbo. I make money → faccio soldi he makes products → egli fa dei prodotti 114

Anche make significa “fare”. La regola è semplice: do/does significa “fare in senso spirituale”, make significa “fare in senso materiale”. Non a caso molti oggetti di uso quotidiano riportano la scritta made in China (fabbricato in China). Made è infatti il participio passato di make. I do love you → io ti amo veramente she does play → ella suona davvero

Do e does possono essere usati in frasi affermative prima del verbo come rafforzativi di quest’ultimo. Si possono tradurre con “veramente, davvero” ecc. Presente progressivo (present progressive, importanza 4/5) Il presente progressivo (chiamato anche present continuous) si usa quando si sta compiendo un’azione nel momento in cui si parla. Corrisponde all’italiano “stare + gerundio”; quindi traduce frasi come “sto giocando”, “sto camminando”, “stai cercando” ecc. È ovvio quindi che verrà usato il verbo essere come ausiliare. 115

Forma normale Affirmative soggetto + am/is/are + forma base verbo + ing Negative soggetto + am/is/are + not + forma base verbo + ing Interrogative am/is/are + soggetto + forma base verbo + ing Interrogative-Negative am/is/are + not + soggetto + forma base verbo + ing Forma contratta is not → isn’t are not → aren’t Nota bene: il gerundio si ottiene aggiungendo ing alla forma base del verbo nella maggior parte dei casi (play → playing); se la forma base del verbo termina per consonante e quest’ultima è preceduta da una vocale, allora la consonante finale raddoppia prima di ing (get → getting); se la forma base del verbo termina per e, quest’ultima cade prima di aggiungere ing (write → writing); dato che il presente progressivo viene usato quando indichiamo un’azione che si sta compiendo in quel

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momento, spesso è presente la parola now (adesso). Se invece al posto di now troviamo espressioni di tempo future, il presente progressivo ha funzione di futuro; la forma contratta è presente allo stesso identico modo dell’indicativo presente del verbo essere. Esempi: I’m playing my guitar → sto suonando la mia chitarra Primo esempio di presente progressivo. Soggetto (I) + am/is/are (am) + forma base del verbo + ing (playing) + complemento oggetto (my guitar). Ovviamente non è indispensabile la presenza del complemento oggetto; se ad esempio voglio dire “sto suonando” la traduzione sarà I’m playing. leave → leaving (partire) write → writing (scrivere) live → living (vivere) In questi tre esempi puoi notare come per formare il gerundio sparisce la e dalla forma base del verbo prima di aggiungere ing. Questa regola vale solo per quei verbi terminanti per e. 117

run → running (correre) swim → swimming (nuotare) get → getting (ottenere) In questi tre esempi puoi notare come per formare il gerundio per quei verbi terminanti per consonante preceduta da una vocale, si raddoppia la consonante prima di aggiungere ing. I’m leaving now → sto partendo ora (presente) I’m leaving tomorrow → partirò domani (futuro) Il present progressive può essere usato come forma particolare di futuro prossimo se accompagnato da espressioni temporali future. she’s eating bread → sta mangiando il pane she isn’t eating bread → non sta mangiando il pane is she eating bread? → sta mangiando il pane? isn’t she eating bread? → non sta mangiando il pane? she is eating bread → sta mangiando il pane

she is not eating bread → non sta mangiando il pane is she eating bread? → sta mangiando il pane? is she not eating bread? → non sta mangiando il pane? 118

Altri esempi di presente progressivo; nei primi quattro la stessa frase è mostrata nelle forme affermativa, negativa, interrogativa e interrogativa-negativa. Negli ultimi quattro è stata usata la forma non contratta. they’re meeting the day after tomorrow → si incontreranno dopodomani (futuro) are you talking to me? → stai parlando con me? it is running → sta correndo (riferito a un animale o a una cosa) they are reading → essi stanno leggendo I am running → sto correndo aren’t they playing? → non stanno giocando? Passato. Simple past del verbo essere (importanza 5/5) Come già fatto per il presente, anche per il passato partiamo dal verbo essere. Il simple past è il “passato semplice” e corrisponde all’imperfetto e al passato remoto. In inglese si ricorre al simple past quando vogliamo indicare un’azione del tutto trascorsa. Infatti nelle frasi sono spesso presenti espressioni temporali come yesterday (ieri), last (scorso), ago (fa). 119 Affirmative I was = io ero you were = tu eri he was = egli era she was = ella era it was = esso, essa era we were = noi eravamo you were = voi eravate they were = essi erano Affirmative short form non esiste Negative I was not = io non ero you were not = tu non eri he was not = egli non era she was not = ella non era it was not = esso, essa non era we were not = noi non eravamo

you were not = voi non eravate they were not = essi non erano Negative short form I wasn’t = io non ero you weren’t = tu non eri he wasn’t = egli non era she wasn’t = ella non era it wasn’t = esso, essa non era we weren’t = noi non eravamo you weren’t = voi non eravate they weren’t = essi non erano Interrogative was I? = ero io? were you? = eri tu? was he? = era egli? was she? = era ella? was it? = era esso, essa? were we? = eravamo noi? were you? = eravate voi? were they? = erano essi? Interrogative short form non esiste 120 Interrogative-Negative was I not? = non ero io? were you not? = non eri tu? was he not? = non era egli? was she not? = non era ella? was it not? = non era esso, essa? were we not? = non eravamo noi? were you not? = non eravate voi? were they not? = non erano essi? Interrogative-Negative short form wasn’t I? = non ero io? weren’t you? = non eri tu? wasn’t he? = non era egli? wasn’t she? = non era ella? wasn’t it? = non era esso, essa? weren’t we? = non eravamo noi? weren’t you? = non eravate voi? weren’t they? = non erano essi?

Nota bene: il verbo essere al simple past prende la forma di was per la prima e per la terza persona singolare e were per tutti gli altri casi. Memorizzare dunque è molto semplice; il verbo essere, e questo varrà anche per tutti gli altri verbi in seguito, deve essere sempre preceduto (forma affermativa e negativa) o seguito (forma interrogativa e interrogativanegativa)

dal soggetto; il simple past corrisponde sia all’imperfetto che al passato remoto, per cui le cose sono molto semplificate. I was at home si può tradurre sia “ero in casa” sia “fui in casa”. 121

Esempi: I was in love → ero/fui innamorato Questo esempio mostra come in italiano per dire “ero innamorato” posso anche omettere il soggetto (io). In inglese il soggetto deve sempre precedere o seguire il verbo. Sarebbe un errore molto grave scrivere was in love al posto di I was in love. Per cui usa sempre il soggetto! was I in love? → ero innamorato? was she in love? → era innamorata? you were at home yesterday → eri a casa ieri you were not at home → non eri a casa (forma normale) you weren’t at home → non eri a casa (forma contratta) I was at school yesterday → ero a scuola ieri it was at home two days ago → era in casa due giorni fa you were in Rome last summer → eri a Roma la scorsa estate Simple past del verbo potere (importanza 5/5) Can al passato semplice diventa could per tutte le persone. 122 Affirmative I could = io potevo you could = tu potevi he could = egli poteva she could = ella poteva it could = esso, essa poteva we could = noi potevamo you could = voi potevate they could = essi potevano Affirmative short form non esiste Negative I could not = io non potevo you could not = tu non potevi he could not = egli non poteva she could not = ella non poteva it could not = esso, essa non poteva

we could not = noi non potevamo you could not = voi non potevate they could not = essi non potevano Negative short form I couldn’t = io non potevo you couldn’t = tu non potevi he couldn’t = egli non poteva she couldn’t = ella non poteva it couldn’t = esso, essa non poteva we couldn’t = noi non potevamo you couldn’t = voi non potevate they couldn’t = essi non potevano Interrogative could I? = potevo io? could you? = potevi tu? could he? = poteva egli? could she? = poteva ella? could it? = poteva esso, essa? could we? = potevamo noi? could you? = potevate voi? could they? = potevano essi? Interrogative short form non esiste 123 Interrogative-Negative could I not? = non potevo io? could you not? = non potevi tu? could he not? = non poteva egli? could she not? = non poteva ella? could it not? = non poteva esso, essa? could we not? = non potevamo noi? could you not? = non potevate voi? could they not? = non potevano essi? Interrogative-Negative short form couldn’t I? = non potevo io? couldn’t you? = non potevi tu? couldn’t he? = non poteva egli? couldn’t she? = non poteva ella? couldn’t it? = non poteva esso, essa? couldn’t we? = non potevamo noi? couldn’t you? = non potevate voi? couldn’t they? = non potevano essi?

Nota bene: il verbo potere al simple past prende la forma di could per tutte le persone. È molto semplice da memorizzare rispetto all’italiano dove va coniugato in base alla persona; valgono tutte le considerazioni fatte già per can. Esempi:

I could play → potevo giocare Questo esempio mostra come in italiano per dire “potevo giocare” posso anche omettere il soggetto (io). In inglese il soggetto deve sempre precedere o seguire il verbo. Sarebbe un errore molto grave scrivere could play al posto di I could play. Per cui usa sempre il soggetto! 124

I could play → ero in grado di giocare could she play guitar? → sapeva suonare la chitarra? (capacità) you couldn’t go to the toilet → non potevi andare in bagno you could go to the toilet → potevi andare in bagno couldn’t you go to the toilet? → non potevi andare in bagno? could she not play piano? → non sapeva suonare il pianoforte? she could not play piano → non sapeva suonare il pianoforte could I not play piano? → non potevo suonare il pianoforte? Esempi con la forma non contratta di could (meno usata). Simple past dei verbi regolari e irregolari (importanza 5/5) È ora necessario rispolverare l’ausiliare do che al simple past prende la forma di did per tutte le persone in tutte le forme, tranne quella affermativa dove non viene usato. Per quest’ultima diventa importante la distinzione tra verbi regolari e irregolari. La tabella mostra come dovrai costruire le frasi al passato semplice (imperfetto e passato remoto) per i verbi regolari e irregolari: i verbi regolari sono quei verbi dove per formare il simple past e il past participle (participio passato) basta aggiungere il suffisso ed alla forma base del verbo (walk → walked); 125

i verbi irregolari hanno il simple past e il past participle diverso dalla forma base del verbo, ad esempio go → went (simple past) → gone (past participle). Questi ultimi ovviamente sono più difficili da memorizzare, cerca almeno di imparare i più importanti; gli altri li memorizzerai in seguito in maniera automatica o li imparerai per similitudine. Ricorda che questo problema lo avrai solo alla forma affermativa; per le altre forme basta usare l’ausiliare did. Vedi gli esempi per

comprendere tutto quanto al meglio. Forma affermativa: distinzione tra verbi regolari e irregolari Affirmative (verbi regolari) soggetto + forma base verbo + ed Affirmative (verbi irregolari) soggetto + verbo al simple past Forma normale (valida per verbi regolari e irregolari) Negative soggetto + did not + forma base verbo Interrogative did + soggetto + forma base verbo Interrogative-Negative did + soggetto + not + forma base verbo 126

Forma contratta (solo negative e interrogative-negative, valida per verbi regolari e irregolari) Negative soggetto + didn’t + forma base verbo Interrogative-Negative didn’t + soggetto + forma base verbo Nota bene: il verbo “fare” al simple past viene usato come ausiliare e prende la forma did per tutte le persone singolari e plurali. È molto semplice da memorizzare rispetto all’italiano, dove il verbo va coniugato in base alla persona; la forma contratta si ottiene come sempre: didn’t corrisponde a did not; did deve essere sempre preceduto (forma negativa) o seguito (forma interrogativa e interrogativa-negativa) dal soggetto. Regola dell’aggiunta di ed Come detto basta aggiungere ed alla forma base del verbo per formare il simple past (e anche il past participle) alla forma

affermativa. Questo vale per la maggior parte dei verbi regolari; ci sono alcune eccezioni: 127

per i verbi che terminano in e basta aggiungere d (esempi: live, love, create diventano lived, loved, created); per i verbi che terminano in consonante + y si sostituisce la y con una i e si aggiunge ed (cry → cried); per i verbi che terminano per consonante preceduta da una vocale si raddoppia la consonante e poi si aggiunge ed (stop → stopped). Non vale se la consonante è w oppure y (show → showed). Esempi: I played my guitar → suonavo/suonai la mia chitarra Da questo esempio si possono capire diverse cose. La forma affermativa del simple past è l’unica che non richiede did. Come si vede la frase si forma partendo dal soggetto (I, il soggetto deve essere sempre presente!), poi continua con la forma base del verbo + ed (play → played, verbo regolare) e termina con il complemento oggetto (my guitar). Il verbo play termina in vocale + y per cui basta aggiungere ed. Se invece un verbo termina in consonante + y si sostituisce la y con una i e si aggiunge ed. 128

I tried to sing → ho provato a cantare Qui vediamo il verbo try, che terminando per consonante + y diventa tried. I didn’t like the show → non mi piacque lo spettacolo did you like the show? → ti piacque lo spettacolo? didn’t she like the show? → non le piacque lo spettacolo? In questi tre esempi si nota come per le forme negativa, interrogativa e interrogativa-negativa è indispensabile l’uso dell’ausiliare did. Nota la costruzione delle frasi, valida sia per i verbi regolari che per quelli irregolari: negativa: soggetto + did not + forma base del verbo + complemento oggetto;

interrogativa: did + soggetto + forma base del verbo + complemento oggetto; interrogativa-negativa: did not + soggetto + forma base del verbo + complemento oggetto. I didn’t like the show → non mi piacque lo spettacolo (forma contratta) I did not like the show → non mi piacque lo spettacolo (normale) 129

Come sempre la forma normale è tipica della lingua scritta, la forma contratta è tipica della lingua parlata. I liked the show → mi piacque lo spettacolo he loved the show → amava lo spettacolo we saw the show → vedemmo lo spettacolo Cerca di notare la differenza tra le prime due frasi e la terza; in quest’ultima saw non termina per ed. Si tratta chiaramente di un verbo irregolare. “Vedere” (see) al simple past diventa saw. Per il momento non preoccuparti di memorizzare i verbi irregolari, troverai i più importanti nelle pagine successive. I was alone → ero da solo they were alone → erano da soli Anche was e were sono irregolari. Come già sai sono il simple past del verbo essere (be). she went to the doctor → andò dal dottore we told you to be quiet → ti dicemmo di stare buono we left yesterday → siamo partiti ieri 130

Altri tre esempi con verbi irregolari (go → went, tell → told, leave → left). did she go to the doctor? → andò dal dottore? didn’t we tell you to be quiet? → non ti dicemmo di stare buono? we didn’t leave yesterday → non siamo partiti ieri Queste sono le stesse frasi di prima in forme diverse (interrogative, interrogative-negative, negative). Anche se sono costruite con verbi irregolari, dato che le frasi non sono in forma affermativa, il simple past si forma semplicemente con did + la

forma base del verbo. Non serve distinguere tra verbi regolari e irregolari. Non serve aggiungere ed o usare il verbo irregolare al simple past. Cerca di capire bene questo concetto. she didn’t like the show → non le piacque lo spettacolo she did not like the show → non le piacque lo spettacolo didn’t she like the show? → non le piacque lo spettacolo? did she not like the show? → non le piacque lo spettacolo? Ulteriori esempi per mettere in luce le differenze tra forma normale e forma contratta. 131

Simple past del verbo “avere” (importanza 5/5) Il verbo avere è stato lasciato appositamente per ultimo perché il simple past si crea alla forma affermativa con had e alle altre forme usando l’ausiliare did. Come sempre did deve essere seguito dalla forma base del verbo (have); è quindi ovvio che si usa did + have anche alla terza persona singolare (al presente si usava has alla terza persona singolare). Un’altra differenza rispetto all’indicativo presente è che non si usa il got. Affirmative I had = io avevo you had = tu avevi he had = egli aveva she had = ella aveva it had = esso, essa aveva we had = noi avevamo you had = voi avevate they had = essi avevano Affirmative short form I’d = io avevo you’d = tu avevi he’d = egli aveva she’d = ella aveva it’d = esso, essa aveva we’d = noi avevamo you’d = voi avevate they’d = essi avevano (questa forma non è usata quasi mai) 132 Negative I did not have = io non avevo you did not have = tu non avevi he did not have = egli non aveva

she did not have = ella non aveva it did not have = esso/a non aveva we did not have = noi non avevamo you did not have = voi non avevate they did not have = essi non avevano Negative short form I didn’t have = io non avevo you didn’t have = tu non avevi he didn’t have = egli non aveva she didn’t have = ella non aveva it didn’t have = esso, essa non aveva we didn’t have = noi non avevamo you didn’t have = voi non avevate they didn’t have = essi non avevano Interrogative did I have? = avevo io? did you have? = avevi tu? did he have? = aveva egli? did she have? = aveva ella? did it have? = aveva esso, essa? did we have? = avevamo noi? did you have? = avevate voi? did they have? = avevano essi? Interrogative short form non esiste Interrogative-Negative did I not have? = non avevo io? did you not have? = non avevi tu? did he not have? = non aveva egli? did she not have? = non aveva ella? did it not have? = non aveva esso? did we not have? = non avevamo noi? did you not have? = non avevate voi? did they not have? = non avevano essi? Interrogative-Negative short form didn’t I have? = non avevo io? didn’t you have? = non avevi tu? didn’t he have? = non aveva egli? didn’t she have? = non aveva ella? didn’t it have? = non aveva esso? didn’t we have? = non avevamo noi? didn’t you have? = non avevate voi? didn’t they have? = non avevano essi? 133

Nota bene: il verbo avere al simple past prende la forma di had per la forma affermativa; per tutte le altre forme si usa l’ausiliare did + have;

rispetto all’indicativo presente non si usa il got. Esempi: I had a pen → avevo una penna Questo esempio mostra come in italiano per dire “avevo una penna” posso anche omettere il soggetto (io). In inglese il soggetto deve sempre precedere o seguire il verbo. Sarebbe un errore molto grave scrivere had a pen al posto di I had a pen. Per cui usa sempre il soggetto! Inoltre si può vedere come rispetto all’indicativo presente non ci sia il got. I had a friend in Rome → avevo un amico a Roma you had a car last year → avevi una macchina l’anno scorso they had a small book → avevano un piccolo libro did you have a book? → avevi un libro? she didn’t have a book → ella non aveva un libro didn’t we have a book? → non avevamo un libro? 134

In questi ultimi sei esempi puoi trovare alcune frasi in forma affermativa (uso di had) e alcune alle altre forme (uso di did + have). Passato progressivo (past progressive, importanza 4/5) Il passato progressivo (chiamato anche past continuous) si usa per comunicare un’azione che stava avvenendo in qualche momento nel passato, non ancora terminata nel momento in cui si parla. Corrisponde all’italiano “stare + gerundio”, e quindi esprime frasi come “stavo giocando”, “stavo camminando”, “stavi cercando” ecc. È ovvio quindi che verrà usato il verbo essere come ausiliare. Rispetto al present progressive c’è una sola differenza: am/is/are diventano was/were. Pertanto dovresti già essere in grado di formulare frasi al passato progressivo! Forma normale Affirmative soggetto + was/were + forma base verbo + ing Negative soggetto + was/were + not + forma base verbo + ing

135

Interrogative was/were + soggetto + forma base verbo + ing Interrogative-Negative was/were + not + soggetto + forma base verbo + ing Forma contratta was not → wasn’t were not → weren’t Nota bene: nella costruzione delle frasi, a parte l’uso del passato, valgono le stesse regole per il present progressive; se la forma base del verbo termina per consonante e quest’ultima è preceduta da una vocale, allora la consonante finale raddoppia prima di ing (get → getting); se la forma base del verbo termina per e quest’ultima cade prima di aggiungere ing (write → writing); la forma contratta è presente allo stesso identico modo del simple past del verbo essere. Esempi: I was playing my guitar → stavo suonando la mia chitarra 136

Ecco un primo esempio di passato progressivo. Soggetto (I) + was/were (was) + forma base del verbo + ing (playing) + complemento oggetto (my guitar). Ovviamente non è indispensabile la presenza del complemento oggetto; se ad esempio voglio dire “stavo suonando” la traduzione sarà I was playing. leave → leaving (partire) write → writing (scrivere) live → living (vivere) In questi tre esempi puoi notare come per formare il gerundio sparisce la e dalla forma base del verbo prima di aggiungere ing. Questa regola vale solo per quei verbi terminanti per e. run → running (correre)

swim → swimming (nuotare) get → getting (ottenere) In questi tre esempi puoi notare come per formare il gerundio di quei verbi terminanti per consonante preceduta da una vocale, si raddoppia la consonante prima di aggiungere ing. 137

she was eating bread → stava mangiando il pane she wasn’t eating bread → non stava mangiando il pane was she eating bread? → stava mangiando il pane? wasn’t she eating bread? → non stava mangiando il pane? she was eating bread → stava mangiando il pane she was not eating bread → non stava mangiando il pane was she eating bread? → stava mangiando il pane? was she not eating bread? → non stava mangiando il pane? Altri esempi di passato progressivo; nei primi quattro la stessa frase è mostrata nelle forme affermativa, negativa, interrogativa e interrogativa-negativa. Negli ultimi quattro è stata usata la forma non contratta. were you talking to me? → stavi parlando con me? it was running → stava correndo (riferito ad animale/cosa) they were reading → essi stavano leggendo I was running → stavo correndo weren’t they playing? → non stavano giocando? 138

Present perfect (importanza 4/5) Il present perfect viene usato per indicare un’azione avvenuta senza specificare quando. Con le espressioni just, already, for, since (appena, già, per, dal) si usa per indicare un’azione iniziata nel passato e non ancora terminata nel momento in cui si parla. Si usa il present perfect nelle espressioni con today, this week, this month, this year (oggi, questa settimana, questo mese, quest’anno) ecc. Spesso viene paragonato al passato prossimo italiano, ma questo paragone non è appropriato, in quanto la funzione del present perfect inglese non corrisponde sempre al passato prossimo italiano.

Per formare il present perfect si usa l’ausiliare have/has seguito dal participio passato del verbo. Se si tratta di un verbo regolare basterà aggiungere ed alla forma base, se si tratta di un verbo irregolare devi conoscere il participio passato di quel verbo. 139

Affirmative soggetto + have/has + past participle Affirmative short form have → ’ve has → ’s Negative soggetto + have/has not + past participle Negative short form have not → haven’t has not → hasn’t Interrogative have/has + soggetto + past participle Interrogative short form non esiste Interrogative-Negative have/has + soggetto + not + past participle Interrogative-Negative short form haven’t/hasn’t + soggetto + past participle Nota bene: nel present perfect si usa l’ausiliare have/has; il present perfect non corrisponde sempre al passato prossimo italiano; una curiosità: ricordi che per il verbo avere all’indicativo presente si usa have got? Bene, got è il participio passato del verbo get. Se ci fai caso have got è a tutti gli effetti il present perfect del vebo get.

140

Esempi (per ogni frase forma normale e forma contratta): I have often gone to the cinema → sono andato spesso al cinema I’ve often gone to the cinema → sono andato spesso al cinema gone → participio passato di go (irregolare) he has just left for Milan → è appena partito per Milano he’s just left for Milan → è appena partito per Milano left → participio passato di leave (irregolare) she has studied for three years → ha studiato per tre anni she’s studied for three years → ha studiato per tre anni studied → participio passato di study (regolare) I have met him today → l’ho incontrato oggi I’ve met him today → l’ho incontrato oggi met → participio passato di meet (irregolare) we have not eaten yet → non abbiamo ancora mangiato we haven’t eaten yet → non abbiamo ancora mangiato eaten → participio passato di eat (irregolare) 141

have you ever been in love? → sei mai stato innamorato? been → participio passato di be (irregolare) has he not just left for Milan? → non è appena partito per Milano? hasn’t he just left for Milan? → non è appena partito per Milano? Past perfect (importanza 4/5) Il past perfect corrisponde al trapassato prossimo e al trapassato remoto; viene usato anche per mettere in relazione due eventi accaduti nel passato, per specificare quale dei due è avvenuto prima. Per formare il past perfect si usa l’ausiliare had seguito dal participio passato del verbo. Se si tratta di un verbo regolare basterà aggiungere ed alla forma base, se si tratta di un verbo irregolare devi conoscere il participio passato di quel verbo. Affirmative soggetto + had + past participle

Affirmative short form had → ’d (forma usata quasi mai) 142

Negative soggetto + had not + past participle Negative short form had not → hadn’t Interrogative had + soggetto + past participle Interrogative short form non esiste Interrogative-Negative had + soggetto + not + past participle Interrogative-Negative short form hadn’t + soggetto + past participle Nota bene: nel past perfect si usa l’ausiliare had; il past perfect corrisponde al trapassato prossimo e al trapassato remoto; il past perfect può essere usato per esprimere un’azione che si è svolta precedentemente rispetto a un’altra azione espressa al simple past. Esempi: they had written a letter → avevano scritto una lettera written → participio passato di write (irregolare) 143

I had not told you a joke → non ti avevo detto una barzelletta I hadn’t told you a joke → non ti avevo detto una barzelletta told → participio passato di tell (irregolare)

when you arrived here, my car had already crashed → quando sei arrivato qui, la mia macchina si era già schiantata Qui si esprime un’azione che si è svolta precedentemente rispetto a un’altra azione espressa al simple past. Lo schianto della macchina è avvenuto prima dell’arrivo della persona; in frasi come queste è bene usare il past perfect. Present perfect progressive (importanza 3/5) Il present perfect progressive (o continuous) esprime un’azione finita di recente o che sta continuando. La caratteristica principale è l’enfasi posta sulla durata di tale azione. Per formare il present perfect progressive si usa have/has been seguito dalla forma base del verbo + ing. Per l’aggiunta di ing alla fine del verbo valgono le stesse regole che già dovresti conoscere. 144

Affirmative soggetto + have/has + been + forma base + ing Affirmative short form have → ’ve has → ’s Negative soggetto + have/has + not + been + forma base + ing Negative short form have not → haven’t has not → hasn’t Interrogative have/has + soggetto + been + forma base + ing Interrogative short form non esiste Interrogative-Negative have/has + soggetto + not + been + forma base + ing Interrogative-Negative short form have not → haven’t

has not → hasn’t Nota bene: nel present perfect progressive si usa have/has + been + forma base del verbo + ing; si usa per dare l’enfasi sulla durata di un’azione conclusa da poco o ancora in corso; si usa spesso con for (per) since (da/dal) e simili. 145

Esempi: he has been working for three days → ha lavorato per tre giorni he’s been working for three days → ha lavorato per tre giorni Nel primo esempio viene usata la forma normale e nel secondo la forma contratta. Attenzione a non confondere la forma contratta di has con quella di is; in questo caso he’s sta per he has e non per he is. Come si nota dalle frasi si usa questo tipo di passato per porre l’enfasi sulla durata di un’azione. has he been living here for twenty years? → ha vissuto qui vent’anni? I haven’t been waiting for you → non sono stato ad aspettarti Past perfect progressive (importanza 2/5) Il past perfect progressive (o continuous) si usa per porre l’enfasi sulla durata di un’azione passata avvenuta prima di un’altra azione passata. Per formare il past perfect progressive si usa had been seguito dalla forma base del verbo + ing. Per l’aggiunta di ing alla fine del verbo valgono le stesse regole che già dovresti conoscere. 146

Affirmative soggetto + had + been + forma base + ing Affirmative short form had → ’d (questa forma non è usata quasi mai) Negative

soggetto + had + not + been + forma base + ing Negative short form had not → hadn’t Interrogative had + soggetto + been + forma base + ing Interrogative short form non esiste Interrogative-Negative had + soggetto + not + been + forma base + ing Interrogative-Negative short form had not → hadn’t Nota bene: nel past perfect progressive si usa had + been + forma base del verbo + ing; si usa per porre l’enfasi sulla durata di un’azione passata avvenuta prima di un’altra azione passata; si usa spesso con for (per), since (da/dal) e simili. 147

Esempi: he had been singing for hours, when the phone rang → stava cantando da ore, quando squillò il telefono Come si nota dall’esempio, si usa questo tipo di passato per mettere l’enfasi sulla durata di un’azione (il cantare da ore) avvenuta prima di un’altra azione passata (lo squillo del telefono). she had been teaching for years when she left the city → insegnava da anni quando lasciò la città Si usa spesso il past perfect progressive con for e since. Futuro Simple future (importanza 5/5) Il futuro in inglese è decisamente più semplice rispetto al passato; non c’è differenza tra verbi regolari e irregolari, non ci sono costruzioni particolari per i verbi essere e avere. Per formare il futuro semplice basterà usare will, seguito dalla forma base del

verbo. Quest’ultimo non va modificato con regole come quella dell’aggiunta di ed o con distinzioni tra verbi regolari o irregolari, come avveniva per il passato; si usa sempre la forma base. 148

Anche per il futuro esiste una forma contratta usata soprattutto nel parlato. Così will diventa ’ll e will not diventa won’t. Affirmative soggetto + will + forma base Affirmative short form soggetto + ’ll + forma base Negative soggetto + will not + forma base Negative short form soggetto + won’t + forma base Interrogative will + soggetto + forma base Interrogative short form non esiste Interrogative-Negative will + soggetto + not + forma base Interrogative-Negative short form won’t + soggetto + forma base Nota bene: il futuro semplice si forma con will seguito dalla forma base del verbo per tutte le persone; un tempo si usava, solo alla prima persona singolare e plurale (I e we), shall al posto di will (shall not → shan’t). Ad ogni modo usando sempre will non avrai nessun problema; si usa will anche con i verbi essere e avere; questo semplifica notevolmente l’apprendimento dato che non bisogna fare una 149

distinzione tra il verbo essere, avere e tutti gli altri come avveniva per il passato;

per quanto riguarda can (potere) si tratta di un verbo modale, chiamato così perché non ha alcuni modi o tempi. In questi casi can viene sostituito da be able to (essere in grado di). Quindi il futuro di “potere” si forma con will be able to; fai molta attenzione, sopratutto nella lingua parlata dato che hanno la stessa pronuncia, a non confondere won’t (will not) con want (forma base del verbo “volere”). Il primo (won’t) sarà sempre seguito da un soggetto o dalla forma base di un verbo; il secondo (want) sarà sempre seguito dall’infinito di un verbo o da un complemento oggetto. Vedi gli esempi per capire meglio. Esempi: I will be in Rome → sarò a Roma I will have that power → avrò quel potere Come si può notare non esiste una forma specifica per i verbi essere e avere come avveniva per il passato; si usa sempre will + forma base. 150

I will be able to study tomorrow → potrò studiare domani Il verbo potere è un verbo modale; non esiste il futuro di can, per cui viene sostituito con be able to. I won’t go to the cinema → non andrò al cinema I want to go to the cinema → voglio andare al cinema Nota la differenza tra won’t (will not) e want (volere). Il secondo va sempre seguito dall’infinito di un verbo, in questo caso to go, o da un complemento oggetto (es. I want my car, voglio la mia macchina). I will go to the cinema → andrò al cinema I’ll go to the cinema → andrò al cinema she will not go to the cinema → non andrà al cinema she won’t go to the cinema → non andrà al cinema will you go to the cinema? → andrai al cinema? will you not go to the cinema? → non andrai al cinema? won’t you go to the cinema? → non andrai al cinema? Altri esempi con l’uso di will nelle varie forme.

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Tutte le forme di futuro (importanza 3/5) Esistono quattro modi in inglese per esprimere un futuro; will è il più importante ma come già dovresti sapere si può usare anche il present progressive per esprimere un’intenzione futura già programmata. will: si usa per fare delle previsioni, per offrirsi di fare certe azioni (o per costringere qualcuno a farle) o quando si decide nel momento in cui si parla di fare qualcosa; present progressive: si usa quando si parla di qualcosa già programmato precedentemente; be going to: si usa per esprimere qualcosa che sta per accadere, qualcosa che è già stato deciso oppure per esprimere la volontà di fare una determinata azione. È detto anche futuro intenzionale; simple present: si usa per parlare di un orario o di un programma preciso. Esempi: I’m bored, I’ll go to the cinema → sono annoiato, andrò al cinema (ho deciso di andare al cinema dato che ero annoiato). 152

I think it will rain → penso che pioverà Uso will perché sto facendo una previsione che non so quando si avvererà. It’s dark, I’ll turn on the light → è buio, accenderò la luce Mi offro volontario per accendere la luce, quindi uso will. I’m leaving tomorrow → partirò domani Uso il present progressive perché ho degli accordi presi precedentemente (ho già comprato il biglietto per partire). It’s going to rain → sta per piovere Be going to si traduce con “stare per” e indica quindi un’azione che sta per avvenire. It’s ovviamente sta per it is. Nota la differenza con l’esempio precedente I think it will rain. The plane leaves at 10 → l’aereo partirà alle 10 Se devo esprimere una frase al futuro con degli orari o programmi precisi uso il simple present; come vedi l’esempio non recita the

plane will leave at 10. 153

Condizionale (conditional, importanza 3/5) Il condizionale in inglese è davvero semplice e nella costruzione risulta essere molto simile al futuro. Se conosci quest’ultimo non avrai nessun problema nell’imparare anche il condizionale. Mentre nel futuro si usa will, per formare le frasi al condizionale si usa would. Anche in questo caso non dovrai distinguere tra essere e avere, verbi regolari e irregolari; c’è solo qualche piccola differenza rispetto al futuro. Al posto di would per il condizionale di “dovere” si usa should (dovrei), per il condizionale di “potere” si usa could (potrei), come al passato. Affirmative soggetto + would + forma base Affirmative short form soggetto + ’d + forma base Negative soggetto + would not + forma base Negative short form soggetto + wouldn’t + forma base Interrogative would + soggetto + forma base Interrogative short form non esiste 154

Interrogative-Negative would + soggetto + not + forma base Interrogative-Negative short form wouldn’t + soggetto + forma base Nota bene:

il condizionale si forma con would seguito dalla forma base del verbo per tutte le persone; per esprimere “dovere” al condizionale si usa should; per esprimere “potere” al condizionale si usa could; si usa would anche con i verbi essere e avere; questo semplifica notevolmente l’apprendimento dato che non bisogna fare una distinzione tra il verbo essere, avere e tutti gli altri come avveniva per il passato; la forma contratta di would è ’d; la forma contratta di would not è wouldn’t. Fai molta attenzione a non confondere la forma contratta ’d di would con la forma contratta ’d di had. Esempi: I would be glad → sarei felice I would have got that shirt → avrei avuto quella maglietta 155

Come si può notare non esiste una forma specifica per i verbi essere e avere come avveniva per il passato; si usa sempre would + forma base. I could study at home → potrei studiare a casa he should stay at home → dovrebbe stare a casa I verbi potere e dovere si costruiscono in maniera particolare al condizionale; per il primo si usa could, per il secondo should, a tutte le persone. would you like to eat? → vorresti/ti andrebbe di mangiare? she wouldn’t like to go there → non vorrebbe andare lì they would not need to sing → non avrebbero bisogno di cantare wouldn’t you like to play? → non vorresti giocare? I’d like to thank you → mi piacerebbe ringraziarti she’d stay here → starebbe qui Altri esempi con l’uso di would nelle varie forme. Altri modi verbali. Imperative (importanza 5/5) Usiamo l’imperativo per dare un ordine, un’istruzione o un consiglio formale; esiste solamente alla seconda persona singolare 156

e plurale. Per formare l’imperativo si usa la forma base del verbo senza il soggetto. Affirmative forma base Affirmative short form non esiste Negative do not + forma base Negative short form don’t + forma base Nota bene: l’imperativo è molto semplice, basta usare la forma base del verbo; esiste solo alla forma affermativa e a quella negativa; esiste solo per la seconda persona singolare e plurale (tu e voi); quando l’imperativo riguarda anche chi parla si usa il verbo let. Esempi: don’t go there → non andarci (ordine) speak to him, try to → parla con lui, provaci (consiglio formale) go to the left → vai a sinistra (istruzione) let me say → lasciami dire let’s go! → andiamo! 157

let me alone → lasciami in pace let me see → fammi vedere Quando l’imperativo riguarda anche chi parla si usa let. Molti sanno cosa vuol dire let’s go, ma pochi sanno che let’s significa let us. Infinitive (importanza 5/5) L’infinito in inglese si costruisce con la forma base del verbo preceduta da to. In alcuni casi si usa invece il gerundio (forma base + ing). Affirmative to + forma base Negative

not to + forma base Nota bene: l’infinito si forma in generale con to + forma base del verbo; i verbi can (potere), may (potere), must (dovere) non hanno mai il to davanti; si usa l’infinito senza to anche dopo i seguenti verbi: hear, help, let, make, see; 158

si usa il gerundio (forma base + ing) al posto dell’infinito per i seguenti verbi: begin, finish, go (quando significa andare a fare moto o sport), start, stop; si usa il gerundio (forma base + ing) al posto dell’infinito anche dopo le preposizioni (prima di, senza ecc.). Esempi: to speak → per parlare to see → per vedere Esempi di infinito di scopo. I want to go to Rome → voglio andare a Roma I’d like not to go to Rome → vorrei non andare a Roma Esempi di costruzione dell’infinito. La prima frase è in forma affermativa, la seconda è negativa. I can play → io so giocare Come già sai can non ha bisogno del to prima della forma base del verbo. 159

I hear you say → ti sento dire she helps me play → mi aiuta a giocare we see you fly → ti vediamo volare Certi verbi non richiedono il to prima della forma base del verbo nella formazione dell’infinito. stop crying → smettila di piangere I started writing a story → iniziai a scrivere una storia he will finish writing → finirà di scrivere

let’s go swimming → andiamo a nuotare Alcuni esempi con dei verbi che richiedono il gerundio al posto del to + forma base. Non si usa to neanche con go in quanto in questo caso ha significato di moto o sport. I’ll go there before leaving → andrò là prima di partire we left without talking → siamo partiti senza parlare Si usa il gerundio anche con le preposizioni before, without ecc. Zero, first, second, third conditional (importanza 2/5) In alcuni casi in inglese si costruiscono delle frasi usando particolari forme. È il caso del conditional di tipo zero, uno, due o 160

tre. Queste forme particolari si usano quando sono in gioco due proposizioni, quella principale e quella secondaria, di cui una ipotetica. Zero conditional proposizione con if proposizione principale if + soggetto + simple present soggetto + simple present First conditional proposizione con if proposizione principale if + soggetto + simple present soggetto + will + forma base Second conditional proposizione con if proposizione principale if + soggetto + simple past soggetto + would + forma base Third conditional proposizione con if proposizione principale if + soggetto + past perfect soggetto + would (oppure could o might) + have + past participle 161

Nota bene: il condizionale di tipo zero si usa per esprimere delle verità generali al presente, spesso scientifiche. Entrambe le proposizioni si formano col simple present; il condizionale di tipo uno si usa per parlare di eventi che possono accadere nel futuro. La proposizione principale si

costruisce al futuro, quella subordinata al presente (anche se viene tradotta con il futuro); il condizionale di tipo due si usa per esprimere situazioni o cose irreali, immaginarie. È il classico “se + congiuntivo, allora + condizionale”. Attenzione però, la frase al congiuntivo si forma con il simple past; il condizionale di tipo tre si usa per esprimere situazioni o eventi non reali o non accaduti nel passato. È il classico “se + congiuntivo passato, allora + condizionale passato”; la proposizione ipotetica può contenere delle preposizioni diverse da if (ad esempio when, as soon as, until). Esempi: if you study, you pass the exam → se studi passi l’esame if you jump out of the window, you fall → se salti dalla finestra, cadi 162

Due esempi di zero conditional; il primo è una verità generale, il secondo è una verità scientifica. Entrambe le proposizioni sono al presente. If you go to the cinema, I’ll come with you → se andrai al cinema verrò con te as soon as Mary arrives, I’ll talk to her → non appena Mary arriverà le parlerò I’ll stay with the child until you come back → starò con il bambino finché non tornerai Alcuni esempi di first conditional. Come puoi notare la frase ipotetica in italiano viene tradotta con il futuro; in inglese è importante esprimerla al simple present. he would be happy if beggars were rich → sarebbe felice se i mendicanti fossero ricchi if I were you, I’d talk to her → se fossi in te le parlerei Alcuni esempi di second conditional. Si tratta di frasi irreali (i mendicanti saranno difficilmente ricchi e io non potrei mai essere te). Nell’ultima frase però si possono notare due cose; la prima è I’d (forma contratta di I would), la seconda è I were (e questo

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dovrebbe suonarti strano). Quando si usa il congiuntivo passato con il verbo be si usa were a tutte le persone (was si può usare nel parlato alla prima o terza persona singolare). Ad ogni modo il congiuntivo in inglese non possiede la stessa importanza che ha in altre lingue, è decisamente in disuso e non ha una forma propria. Dovresti già essere in grado di costruire delle frasi. Si usa infatti il simple present oppure il second o third conditional (es. I think he’s late → penso che sia in ritardo. If they listened to the teacher they would learn more → se ascoltassero gli insegnanti imparerebbero di più). If she had talked to him, he probably would have thanked her → se ella gli avesse parlato, probabilmente egli l’avrebbe ringraziata if it had rained, we could have been at home → se fosse piovuto, avremmo potuto stare a casa Alcuni esempi di third conditional, con frasi che riguardano eventi passati ipotetici non accaduti. Irregular verbs (importanza 4/5) Ecco un elenco dei principali verbi irregolari. All’inizio sono 164

presenti i verbi più importanti, quelli fondamentali che non puoi non conoscere. Imparare gli altri non è poi così difficile; se ci fai caso alcuni sono uguali in tutte e tre le forme (hit, cost), altri si formano nello stesso modo (drink, ring, swim), altri ancora sono formati da altri verbi irregolari (forgive è formato da give). Una nota su read: il verbo è uguale sia alla base form, sia al simple past che al past participle. In ogni caso in questi ultimi due tempi si pronuncia red, mentre la forma base si pronuncia riid. Base form Simple past Past participle be (essere) was/were been have (avere) had had do (fare) did done make (fare) made made come (venire) came come go (andare) went gone see (vedere) saw seen eat (mangiare) ate eaten drink (bere) drank drunk

drive (guidare) drove driven fly (volare) flew flown 165

get (ottenere) got got take (prendere) took taken hear (sentire) heard heard become (diventare) became become bring (portare) brought brought buy (comprare) bought bought choose (scegliere) chose chosen cost (costare) cost cost feed (nutrire) fed fed feel (sentire) felt felt find (trovare) found found forget (dimenticare) forgot forgotten forgive (perdonare) forgave forgiven give (dare) gave given hit (colpire) hit hit hold (tenere) held held keep (mantenere) kept kept know (conoscere) knew known lead (condurre) led led 166

learn (imparare) learnt learnt leave (partire) left left let (lasciare) let let lose (perdere) lost lost mean (significare) meant meant meet (incontrare) met met put (mettere) put put read (leggere) read read ride (cavalcare) rode ridden ring (squillare) rang rung run (correre) ran run say (dire) said said sell (vendere) sold sold send (spedire) sent sent shoot (sparare) shot shot

show (mostrare) showed shown sing (cantare) sang sung sit (sedere) sat sat speak (parlare) spoke spoken 167

spell (pronunciare) spelled spelt spend (spendere) spent spent swim (nuotare) swam swum teach (insegnare) taught taught tell (dire) told told think (pensare) thought thought understand (capire) understood understood win (vincere) won won write (scrivere) wrote written La grammatica termina qui. Come detto in precedenza non è necessario studiarla tutta fin da subito. L’importante è imparare le fondamenta e sapere dove cercare in caso di bisogno. Ricordati di consultare periodicamente queste pagine, in modo da migliorare sempre di più la tua preparazione anche con gli argomenti più specifici. SEGRETO n. 12: consulta periodicamente la grammatica per ripassare le basi e imparare gli argomenti più specifici. 168

RIEPILOGO DEL GIORNO 3: SEGRETO n. 9: per semplificare lo studio dei verbi impara prima l’indicativo presente, passato e futuro; a quel punto potrai imparare i modi e i tempi più complessi. SEGRETO n. 10: concentrati maggiormente sui modi e i tempi più importanti. Il resto lo imparerai in maniera automatica con il passare tempo o con la full immersion. SEGRETO n. 11: le forme della frase sono quattro: affermativa, negativa, interrogativa, interrogativa-negativa. Per quanto riguarda gli ausiliari dovrai usare la forma normale o quella contratta. SEGRETO n. 12: consulta periodicamente la grammatica per ripassare le basi e imparare gli argomenti più specifici.

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GIORNO 4: Come memorizzare mille parole Fino a ora hai visto la parte “dura” del corso. Ora inizia quella piacevole e divertente. Per prima cosa dovrai memorizzare mille parole in maniera indelebile, in modo da avere un vocabolario ampio. Solo in questo modo potrai affrontare delle conversazioni e capire testi o discorsi in inglese. Puoi ben capire che avere un bagaglio di mille vocaboli da cui attingere all’occorrenza è qualcosa di estremamente utile. Potrai già dire di conoscere la lingua, dato che hai appreso anche la grammatica. Quando spiego ad amici o allievi la necessità di completare questa fase si spaventano sempre. In effetti l’esigenza di memorizzare mille parole può essere considerata una cosa molto difficile, oppure molto lunga. Questo perché nell’immaginario comune si ragiona con i metodi tradizionali, ma scoprirai che si 170

tratta di una cosa molto semplice, piacevole e soprattutto fondamentale. Quante volte a scuola abbiamo provato a studiare una poesia? Quanto tempo c’è voluto? Ci ricordiamo ora di tutto quello che abbiamo studiato? Quasi sicuramente no, a parte alcuni versi o dei concetti. Sono consapevole che pensarci possa far venire il nervoso; come mai da bambino sono stato sere intere a studiare Il cinque maggio di Manzoni e ora non me lo ricordo più? Ho sprecato del tempo? In effetti ho passato diverse sere a studiare quella poesia, mi piaceva molto e non facevo altro che leggerla e ripeterla. Ero riuscito a impararla ma forse un mese dopo l’avevo già dimenticata; e ora sinceramente mi ricordo solo le prime due righe. Questo è lo scenario classico, sono convinto che anche a te capita così. Questo perché il 99% delle persone non fa uso delle tecniche mnemoniche. SEGRETO n. 13: per memorizzare mille vocaboli in modo indelebile farai uso delle principali tecniche mnemoniche. 171

Non sto qui a presentare in maniera approfondita queste tecniche, ma posso spiegarti il loro funzionamento in linea di massima. Come hai letto in precedenza, mentre le tecniche tradizionali (leggere e ripetere) immagazzinano le informazioni nella memoria a breve termine, le tecniche di memoria le memorizzano in quella a lungo termine. Hai mai sentito parlare di quelle persone che conoscono migliaia di cifre decimali del pi greco, oppure sanno a memoria l’intero elenco telefonico della città di New York? Risultati del genere possono richiedere anni e anni se affrontati con i metodi tradizionali, e soprattutto menti geniali, fuori dal comune. Con le tecniche mnemoniche invece si possono imprimere nella mente migliaia e migliaia di informazioni (teoricamente milioni e milioni) senza più dimenticarle. Bello, dirai, se è così come mai non le hanno mai insegnate a scuola? Perché a scuola ci dicono di studiare, ma nessuno ci insegna come studiare. A scuola non ci insegnano la lettura veloce, l’apprendimento rapido. Ecco altri motivi per cui siamo indietro, ma questo è un altro discorso. 172

Funzionamento base delle tecniche mnemoniche Il funzionamento generale delle tecniche di memoria è molto semplice. Abbiamo un problema: dobbiamo memorizzare un dato, che possiamo chiamare informazione da memorizzare. Può essere un numero di telefono, un paragrafo di storia, una tabella, un elenco di parole ecc. Anziché memorizzare questo dato, memorizziamo in maniera transitiva un’altra informazione molto più facile da ricordare (informazione tramite). Quando arriverà il momento di richiamare alla memoria il dato non andremo a cercare questo dato nel nostro cervello, perché non abbiamo memorizzato quel dato lì; semplicemente cercheremo l’informazione tramite, attraverso la quale saremo in grado di ricordarci il dato di partenza. Detto così può sembrare difficile, invece è un processo molto semplice, alla portata di tutti (geni, persone normali e limitate) e per fortuna immediato: per informazioni semplici non richiede più di qualche centesimo di secondo. Lo schema seguente può aiutarti a capire meglio il concetto:

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Per fare un esempio semplicissimo, supponiamo di dover memorizzare il numero “1492”; tutti sanno che è l’anno della scoperta dell’America. Invece di memorizzare il numero, lo associamo alla scoperta del Nuovo Mondo, magari visualizzando mentalmente una bella scena di Colombo che sbarca sulla terraferma. A questo punto, ricordando questa scena, siamo in grado di risalire (quando ci servirà) al numero 1492, anche se non l’abbiamo memorizzato! 174

Questo esempio è ideale per sottolineare un aspetto, ho infatti suggerito di visualizzare mentalmente la scena dello sbarco di Cristoforo Colombo. Ricordi quando ho detto che tali tecniche sono alla portata di tutti? Questo perché le tecniche mnemoniche fanno grande uso di immagini visive. Con questo non intendo i classici metodi d’inglese che per farti imparare il termine apple (mela) ti mostrano l’immagine di una mela rossa. Certo, è sempre più utile rispetto a non usare neanche un’immagine; ma si può e si deve fare molto di più per imprimere un’informazione per sempre nella propria memoria. SEGRETO n. 14: le tecniche mnemoniche fanno grande uso della visualizzazione attiva. La memoria umana è per definizione visiva. È più facile ricordare un film o una pagina di storia? Il film lo guardiamo una volta, lo memorizziamo subito e ce lo ricordiamo bene per molto tempo, mentre una pagina di storia magari dobbiamo leggerla diverse volte. I film sono piacevoli, hanno dei colori, creano 175

emozioni, c’è la componente audio. Tutti questi fattori rendono facilissimo memorizzare un film, non è così? Oppure ti sarà capitato di assistere a qualche grosso incidente stradale, di quelli che creano molta apprensione tra i passanti. Quando capitano incidenti del genere c’è molta curiosità e si prova una strana sensazione di paura e preoccupazione per i feriti. Questo crea un coinvolgimento incredibile che imprime indelebilmente tale scena nella nostra mente per sempre, o sbaglio?

È difficile dimenticare i veicoli coinvolti, i danni, i feriti; proprio perché in quel momento tutti i nostri cinque sensi partecipano attivamente alla scena. E come risultato questa scena viene immagazzinata a lungo termine, in una manciata di secondi, senza bisogno di ripassi successivi. Quante cose si ricordano, anche dopo diversi anni, solamente perché hanno messo in moto le nostre emozioni. Ricordi le scene di quando l’Italia ha vinto il mondiale di calcio, o quando ti sei laureato/a o quando ancora è successo qualcosa di bellissimo nella tua vita? 176

Ecco, è più o meno questo che dovrai riprodurre per memorizzare le parole, devi far partecipare attivamente tutti i cinque sensi. Certo, non potrai mai provare con una parola un’emozione come quando l’Italia ha vinto il mondiale, ma ora capisci come devi comportarti. Ti anticipo che ogni tecnica mnemonica si basa sulla visualizzazione. Ci sono altre tecniche, come l’associazione, ma per imparare l’inglese la visualizzazione è sufficiente. È necessario quindi iniziare a fare un po’ di pratica cercando di visualizzare mentalmente qualsiasi tipo di cosa (concreta e astratta). Purtroppo non è tutto così facile e immediato; prova a immaginare una lampadina accesa. Questo compito è molto facile; alcuni potrebbero invece trovare delle difficoltà cercando di tradurre in immagini, ad esempio, la parola “senza”. La visualizzazione La visualizzazione consiste nel tradurre in immagini mentali le informazioni da memorizzare. Non dovrai far altro che 177

trovare una parola, o un concetto, e cercare di visualizzare tale immagine nella tua mente. Questo processo può essere facile o difficile in base al fatto che un oggetto sia più o meno astratto. In ogni caso la pratica sveltirà notevolmente i tempi, anche con le parole più difficili. Ecco le regole della visualizzazione: per prima cosa devi visualizzare bene tale oggetto;

devi porti in condizioni di atteggiamento attivo. Questo significa che ti dovrai fare mentalmente delle domande in base alla situazione; devi far partecipare tutti i cinque sensi nella visualizzazione; devi far muovere l’oggetto (ruotarlo, ingrandirlo, rimpicciolirlo, spostarlo) in modo che la scena sia dinamica. Queste semplici regole racchiudono tutto ciò che serve per la visualizzazione. È bene però chiarire la situazione con un esempio che ti consentirà di capire perfettamente come funziona questa tecnica. Proviamo a visualizzare l’espressione “barattolo di marmellata”. 178

È molto semplice; ognuno di noi sa come è fatto un barattolo di marmellata. Per prima cosa visualizziamo un barattolo di marmellata. Possiamo vederlo con gli occhi della mente. Facciamoci delle domande. A che gusto è la marmellata? Il barattolo è chiuso o è aperto? Di che colore è il tappo? Quanto è grande e che forma ha il barattolo? Di che marca è? Il tappo è chiuso bene? Per ognuna di queste domande è bene cercare di rispondere mentalmente in base all’immagine che stai visualizzando. La mente umana è molto differente da individuo a individuo; per questo anche un processo come la visualizzazione può differire molto da persona a persona. Non c’è un modo per visualizzare standard valido per tutti; l’importante è visualizzare l’oggetto con un atteggiamento attivo. Ora facciamo partecipare i cinque sensi. Prova a toccare il barattolo. È di vetro? Senti la consistenza del materiale? Prova ad aprire il tappo. Tocca la marmellata. È appiccicosa? Prova ad assaggiarla. Il gusto è lo stesso che avevi visto sull’etichetta del 179

barattolo? Che profumo ha? Riesci a sentirlo? Chiudi e riapri il tappo. Fa rumore? Fa uno schiocco? Infine, la dinamicità. Cerca di ruotare il barattolo nella tua mente. Guardalo dalle varie inclinazioni, dai vari punti di vista. Guardalo da sotto, dall’alto. Cerca di modificare mentalmente la

prospettiva. Fallo muovere; ingrandiscilo, rimpiccioliscilo. Ora prendilo e spostalo nel frigorifero. Come primo esercizio può essere sufficiente. Come vedi è facile notare è che abbiamo usato un atteggiamento attivo. Tutte le domande che ci siamo posti, nonché l’utilizzo dei cinque sensi, permettono proprio questo. E tutto ciò porta a ricordare le cose bene e in maniera indelebile. Questo non avviene quando a scuola dobbiamo studiare una pagina di latino, o quando magari sentiamo un discorso che vogliamo ricordare bene. Secondo te perché? Perché in questi casi l’atteggiamento utilizzato è passivo. Ripetere varie volte quella pagina è un processo lungo e poco efficace dato che, come sappiamo, dopo qualche giorno ci dimentichiamo tutto. 180

Un’altra cosa da notare è che esistono alcuni trucchetti per usare meglio i cinque sensi e aumentare il grado di partecipazione attiva. Uno di questi riguarda il concetto di sgradevolezza. Nell’esempio della marmellata, il fatto di averla toccata offre inevitabilmente una sensazione appiccicosa poco gradevole. Lo stesso se l’assaggiamo e scopriamo che, essendo scaduta, ha un gusto davvero pessimo. Queste sensazioni, da evitare nella vita reale, sono invece fondamentali per la visualizzazione in quanto fissano meglio nella memoria i vari concetti. Per cui, quando devi visualizzare qualcosa, cerca di affrontare sempre delle situazioni sgradevoli per i tuoi sensi. Per il momento esercitati visualizzando questi vocaboli: scopa, computer, DVD, televisore, telefono, casa, aereo, giornale, prestito, solitudine. Prenditi cinque-dieci minuti, buon esercizio! La visualizzazione delle parole difficili Capita spesso, nell’ambito delle tecniche mnemoniche, di trovarsi a visualizzare parole difficili. Appartengono a questa categoria tutti quegli oggetti, o quei concetti astratti, che sono difficili da visualizzare e immaginare. Un esempio può essere la 181

parola “amore”. In questi casi bisogna arrangiarsi. Con l’esercizio, un po’ di esperienza e di allenamento diventerà sempre più facile e non ci sarà nessun tipo di problema. Però è necessario capire, almeno per chi non sa come fare, le tecniche di

visualizzazione delle parole difficili. Prendiamo il concetto di amore. Possiamo immaginare un grosso cuore rosso che batte, magari su uno sfondo nero. Per non confondere questa immagine con il concetto di “cuore” sarebbe meglio immaginare anche una freccia che penetra il cuore da una parte all’altra. In questo modo abbiamo una bella e nitida immagine dell’amore. È importante pensare e riuscire a visualizzare le immagini più ovvie, in modo che quando verranno richiamate in seguito ci venga in mente un cuore con la freccia, e non magari due innamorati che camminano presi per mano (che conseguentemente porterebbe a ricordare un’informazione diversa da “cuore”, magari “fidanzati”). Per cui è bene immaginare la prima cosa che ci viene in mente, facendo partecipare tutti i sensi e inserendo un po’ di dinamicità come 182

spiegato nella lezione introduttiva alla visualizzazione. Questo esempio era abbastanza semplice ma la tecnica è la stessa delle altre parole più difficili. Proviamo a visualizzare la parola “perché”. Qui possiamo pensare a una grossa X (per) seguita da un grosso punto interrogativo. È un’immagine significativa che indica subito il ricordo di “perché”. Ancora, pensiamo a “giovinezza”. Possiamo immaginare una fanciulla che corre in un campo verde con dei fiori in mano, felice e spensierata. Intorno a lei ci sono tante persone che misteriosamente invecchiano sempre di più secondo dopo secondo, mentre lei rimane sempre giovane e sorridente. È bene utilizzare spesso delle immagini comiche, irreali e grottesche, in quanto fissano notevolmente meglio l’informazione nella mente. Come vedi tutte le parole, anche quelle più difficili, possono essere visualizzate con un po’ di fantasia. Per quanto riguarda la visualizzazione di oggetti molto grandi, come ad esempio ospedali, aeroporti, centri commerciali ecc., 183

conviene usare questo approccio: si visualizza l’oggetto nella sua totalità, in seguito si esplora ogni reparto e infine lo si rimpicciolisce.

Per esempio possiamo visualizzare un aeroporto. Vediamo da fuori lo stabilimento imponente, i parcheggi per le macchine, i cartelli stradali, le piste di atterraggio, qualche aereo appena decollato o in arrivo. Dopodiché entriamo con la mente e riusciamo a vedere centinaia di persone che vanno avanti e indietro per le sale, i bar, i locali e tutto il resto che si può trovare dentro un aeroporto. Infine lo rimpiccioliamo sempre di più fino a farlo stare nella nostra mano, per poi osservarlo dall’alto. Ora che hai imparato a visualizzare le parole difficili, è bene esercitarti un po’: solitudine, speranza, però, agitazione, passione, intelligenza, ignoranza, stadio, centro commerciale, ospedale, stazione spaziale. Prova a visualizzare queste parole in dieci minuti! La visualizzazione delle parole non visualizzabili Ci sono delle parole difficili da visualizzare, come alcuni concetti 184

astratti appena citati. Altre sono proprio impossibili in quanto non esiste un’immagine che rimanda a tali parole. Pensa ad esempio a certi cognomi, alle località, oppure ai vocaboli stranieri, o ancora a certi termini scientifici. In questi casi bisogna arrangiarsi con la nostra creatività. A noi interessano i vocaboli inglesi, per cui non c’è nulla di meglio di un esempio per farti capire come devi comportarti. Prendiamo keyboard (tastiera). Partiamo da una tastiera, in modo che quando dovrai ricordarti di come si traduce “tastiera” partirai mentalmente da questa scenetta che inizia con l’immagine di una tastiera. Visualizzala attivamente, vedi che c’è qualcosa di strano? In effetti in questa tastiera ci sono tutti i tasti tranne uno, il tasto “okay”. Inoltre se la osservi bene questa tastiera non ha il “bordo”. Unendo “okay” e “bordo” è facile ottenere keyboard. In questo modo abbiamo visualizzato keyboard. Hai notato anche un’altra cosa? Ora hai imparato (se per caso ancora non lo sapevi) che keyboard vuol dire tastiera. E non te lo dimenticherai 185

più! È questo infatti il metodo che useremo per imparare mille parole inglesi. Pensando alla parola “tastiera” ti tornerà in mente automaticamente questa storiella e ricordandoti “okay” e

“bordo” saprai in un istante che “tastiera” in inglese si dice keyboard. Facile, no? Vale anche l’inverso: se vedi scritto keyboard e non sai cosa vuol dire, ti ricorderai ancora una volta questa storiella, e a ritroso arriverai a “tastiera”. Questa tecnica può sembrare banale ma è incredibile! SEGRETO n. 15: esercitati per imparare al meglio la tecnica della visualizzazione, in quanto ti permetterà di imparare a memoria mille vocaboli inglesi. Ora che hai capito come dovrai procedere, potresti essere un pochino scettico/a. Voglio toglierti ogni dubbio passando subito all’azione, creando per ogni parola una scenetta da visualizzare e da immagazzinare nella mente. Ricordati però di una regola importantissima: è fondamentale che la parola da memorizzare sia collegata alla scenetta visualizzata. Per capirci, se devi 186

memorizzare la traduzione di “orso” (bear), non creare la scenetta di una tazza di latte che si trasforma in un orso, perché il latte non è collegato con l’orso, quindi non la ricorderesti mai! Meglio visualizzare un orso assetato che non vede l’ora di bere, da cui puoi facilmente recuperare la parola bear (bere, bear). Così quando ti servirà sapere come si dice “orso” in inglese, ti basterà recuperare questa scenetta dalla tua mente. Come? Partendo ovviamente dall’immagine di un orso! Scoprirai che in maniera automatica la tua mente visualizzerà un orso assetato, con una gran voglia di “bere”. In meno di un secondo ti ricorderai che orso in inglese si dice bear. È fondamentale legare la pronuncia del termine inglese a un vocabolo simile italiano (bear → bere). Col tempo non avrai più bisogno di richiamare alla mente queste scenette, in quanto conoscerai la traduzione senza doverci pensare troppo. Ma all’inizio questo processo è fondamentale. Per cui impara davvero bene questa tecnica, prenditi un po’ di tempo per capirla e se ancora non ti è chiara torna indietro e rileggi le pagine precedenti. 187

Hai visto come tradurre può essere semplice e divertente?

Migliore è la scenetta creata, meglio e prima ti ricorderai la parola inglese collegata alla scenetta. SEGRETO n. 16: per ogni vocabolo costruiremo una scenetta con le caratteristiche adatte (immagini grottesche, irreali ecc.). Dovrai visualizzare attivamente queste scenette e imprimerle nella tua mente. Questo segreto contiene il succo di tutto ciò che ti servirà per memorizzare al meglio mille vocaboli inglesi. Ricordati di partecipare attivamente alle scenette che stai per leggere, immedesimati, falle tue, fai partecipare i tuoi cinque sensi e ti garantisco che le imprimerai per sempre nella tua mente. Visualizza mentalmente ogni scena, soffermati sui particolari, cerca di catturare tutti i dettagli con gli occhi della mente. SEGRETO n. 17: il vocabolo da ricordare dovrà assolutamente essere collegato alla scenetta creata. Usa un quaderno dove annoterai tutte queste associazioni per eventuali ripassi. 188

Dedica qualche secondo ad ogni immagine; più ti impegnerai e meglio immagazzinerai queste informazioni nella memoria a lungo termine. Dipende solo da te, iniziamo subito! 1) muro – wall Provo a entrare alla borsa di Wall Street, ma è chiusa da un muro (wall) sul quale sbatto, facendomi molto male. 2) lampada – lamp Accendo la lampada sul comodino, ma al posto della luce esce un grosso lampo (lamp). 3) sale – salt Assaggio un po’ di sale, ma è così salato che mi fa fare un grande salto (salt) dal dolore. 4) chiave – key Ho perso la mia chiave, chi ha la mia chiave? Chi? Chi? (key). 5) mucca – cow Una mucca in piedi su un cavallo con una corda, fa il cow boy (cow). 189

6) nave – ship Sono in spiaggia, vedo una nave arrivare sempre di più verso di me. Da questa scende un sub che si avvicina, mi scippa (ship) la

borsa e scappa! 7) macchina – car Voglio comprare la mia macchina preferita, ma non posso perché è troppo cara (car). 8) fiammifero – match Sono allo stadio per vedere il match della mia squadra preferita, ma in campo non ci sono i giocatori; al posto loro ci sono tanti fiammiferi (match). 9) ladro – thief Un ladro ha appena rubato una coppa dallo stadio. E mentre scappa urla e fa il tifo (thief) per la sua squadra preferita. 10) divano – couch Mi siedo sul divano di casa, ma subito rimbalzo e vengo catapultato in aria perché il divano è fatto in caucciù (couch). 190

11) colla – glue Prendo il mio barattolino di colla ma questa non esce perché è bloccata. Così la scuoto e dal barattolo esce un igloo (glue). 12) cavalcavia – fly-over Sto guidando in macchina quando vedo un cavalcavia che si allontana dalla strada, vola sopra (fly-over) la strada. 13) moglie – wife Una moglie è collegata in Internet con wi-fi (wife). 14) mare – sea Vuoi venire al mare? Sì, voglio venire, sì sì (sea). 15) spiaggia – beach Sono in spiaggia, quando sento sotto i piedi che brucia (beach) tutto quanto. 16) chiesa – church Sono in chiesa, ma nelle panche al posto delle persone ci sono “certi ceci” (church). 191

17) bocca – mouth Metto il pasto in bocca, “ma uff” (mouth) non mi piace per niente. 18) gamba – leg Non riesco a camminare, la mia gamba non funziona perché è legata (leg).

19) braccio – arm Riesco a sparare dal mio braccio, lo guardo meglio, in effetti ho un’arma (arm) al posto del braccio. 20) frase – sentence In tribunale il giudice pronuncia la sentenza (sentence): la legge è uguale per tutti. 21) tavolo – table Il mio tavolo si sta trasformando in una tabella (table) con tanti numeri e lettere. 192

22) pavimento – floor Il pavimento è tutto sporco, ma non è polvere, è fluoro (floor). 23) cavallo – horse Il mio cavallo è diventato molto strano, cammina su due zampe e sembra un orso (horse). 24) freddo – cold Dal mio lavandino l’acqua fredda esce calda (cold). 25) fattoria – farm Mi sono fatto male nella mia fattoria, per cui vado a farmi medicare in farmacia (farm). 26) parlare – to speak Ogni volta che parlo, al posto delle parole mi escono spicchi (speak) di limone. 27) fratello – brother Quando cerco mio fratello dopo che si è perso, lo trovo sempre con il mio doppio radar, il b-radar (brother). 193

28) pizza – pizza Mangio una pizza grandissima, che a sua volta contiene un’altra pizza (pizza). 29) polizia – police La polizia quando insegue i criminali non usa le sirene, usa le canzoni dei Police (police). 39) rubare – to steal Ho rubato un sacco di oggetti in libreria, tra cui una penna stilo (steal). 40) rosa – pink Il mondo è diventato all’improvviso tutto rosa, mentre stavo

giocando a pincaro (pink). 41) schiena, indietro – back Un mio amico riesce a mangiare e parlare dalla “schiena”, infatti “indietro” al corpo ha un becco (beck). 194

42) libro – book Non riesco a finire di leggere il mio libro preferito, perché ha un buco (book) enorme in mezzo. 43) carta – paper Mi serve un foglio di carta su cui scrivere ma non ne trovo. Alla fine decido di scrivere sopra una papera (paper). 44) porta – door La porta di casa mia vale tantissimo, è tutta d’oro (door) e scintillante. 45) albero – tree L’albero di mele del giardino di casa mia ha solo tre (tree) frutti. 46) carne – meat La carne al Polo Nord si scalda così tanto che rende mite (meat) il clima. 195

47) parco – park È nato un nuovo parco in città ma è più piccolo degli altri, in effetti manca la o a questo parco (park). 48) ago – needle Con il mio ago sono riuscito a cucire un nido (needle) per gli uccellini dell’albero. 49) festa – party Quando sei in festa ogni volta parti (party) per Milano. 50) pranzo – lunch Ho molta fame, non è che mi lanci (lunch) il pranzo? Grazie! 51) tappeto – carpet Per aggiustare il mio tappeto ho dovuto chiamare un carpentiere (carpet). 52) gelato – ice cream Questo gelato è troppo freddo, è ghiaccio cremoso (ice cream). 196

53) roba – stuff Il mio staff ha tanta roba (stuff) da fare, è sempre in confusione. 54) pietra – stone Questa pietra è diversa da tutte le altre, vedi? Stona (stone) un po’ col gruppo! 55) bicchiere – glass Non bevo mai acqua dal mio bicchiere, bevo solo glassa (glass) di cioccolato. 56) cuore – heart Ricucire il cuore infranto è un’arte (heart) che hanno in pochi. 57) formica – ant C’è una formica gigante in casa, è enorme, è grande come un’anta (ant) dell’armadio. 58) cuscino – pillow Il mio cuscino non è molto comodo. In effetti guardandolo bene non è un cuscino, ma una pillola (pillow) gigante. 197

59) imparare – to learn Per imparare a memoria la Divina Commedia ho studiato così tanto che mi è venuta l’ernia (learn). 60) prigione – jail I detenuti della prigione stanno riuscendo tutti a scappare usando il gel (jail) nella serratura. 61) anima – soul La mia anima si sta elevando così tanto che quasi tocca il sole (soul). 62) serpente – snake I serpenti mangiano a merenda il cioccolato, come se fosse uno snack (snake). 63) nero – black In città è tutto buio, è tutto nero; ci dev’essere stato un black out. (black). 198

64) bacio – kiss Chissà se la mia ragazza/il mio ragazzo mi darà un bacio, chissà (kiss). 65) moneta – coin Le mie monete non entrano più nel portafoglio; sono diventate

tutte a forma di cono (coin). 66) ricco – rich Il mio amico è così ricco che ha un euro per ogni suo capello riccio (rich). 67) lago – lake Lei è andata al lago! Lei chi? (lake) Lei. 68) cappello – hat Non riesco più a portare il cappello da quanto è pesante, pesa più di un etto (hat). 69) palla – ball La mia palla sembra una bolla (ball). 199

70) sole – sun Ringraziamo con una preghiera san Sole (sun) per averci dato un’altra giornata di sole. 71) buccia – peel Togliere la buccia è peggio di pelare (peel) le patate. 72) matita – pencil La mia matita riesce a scrivere da sola, riesce a volare e a stare sospesa in aria; è una matita pensile (pencil). 73) mercato – market Quando vado al mercato a fare la spesa torno che ho comprato tutto il market (market). 74) erba – grass L’erba del mio giardino è così grande che è più grassa (grass) di un lottatore di sumo! 200

75) letto – bed Ho sonno, ho proprio bisogno di dormire, mi serve un letto. Cerca un bed (bed) and breakfast. 76) scavare – to dig Scava il letto del fiume, così ci facciamo una diga (dig). 77) giorno – day Ogni nuovo giorno è un regalo degli dei (day). 78) treno – train Il treno si è fermato, si è rotto il motore. È cosi vecchio che per spostarlo dai binari hanno dovuto trainarlo (train). 79) bicipite – biceps

I bicipiti del mio amico sono così grossi che al posto del braccio ha due ceppi, lo chiamano il “bi-ceppi” (biceps). 80) bottiglia – bottle Ho così tanta sete che non mi basta una bottiglia, voglio una botte (bottle) d’acqua! 201

81) scopa – broom La Befana sulla sua scopa è velocissima, sembra che abbia un motore che fa “broom, broom” (broom). 82) specchio – mirror Quando passo in bagno, mi miro (mirror) sempre allo specchio. 83) cerchio – circle La sera quando ho del tempo libero vado sempre al mio circolo (circle) preferito. Ma ultimamente non vedo più uomini, vedo solo cerchi. 84) spedire – to send Mi spedisci quella lettera? Sì, tranquillo, te la spedisco “se non dormo” (send). 85) cadere – to fall Sono caduto per terra! Mi sono fatto così male che ho fatto un buco, dal quale è uscito un folletto (fall) che mi ha raccolto e curato. 202

86) fuga – escape Ho rubato un sacco di oggetti, sono in fuga e scappo (escape). 87) lotta – fight È una lotta ad armi pari, prima ho attaccato io ora fai tu (fight). 88) stufa – stove La mia stufa non riesce più a riscaldarmi, non fa più calore da quando si è trasformata in una lavastoviglie (stove). 89) guardare – to look Guarda il mio stile, guarda i miei capelli, guarda il mio look (look). 90) stivale – boot Il mio stivale si è rotto dopo due giorni, lo butto (but) subito via! 91) borraccia – canteen La mia borraccia è senza fondo, è sempre piena di vino, anche più di una cantina (canteen).

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92) scimmia – monkey Sono nella giungla, quando all’improvviso arrivano decine e decine di scimmie. Le guardo bene, loro e gli altri animali sono tutti monchi (monkey). 93) re – king Il re si è trasformato in uno scimmione gigante, sembra King Kong (king). 94) presto – soon Mi sveglio sempre presto la mattina senza volerlo, su un (soon) comodino mi suona la sveglia e non riesco a spegnerla! 95) povero – poor Un povero può essere ricco di spirito, pur (poor) non avendo neanche un soldo. 96) veloce – fast Quel corridore dopo l’infortunio è tornato veloce, corre quasi come ai fasti (fast) di un tempo. 204

97) fazzoletto – handkerchief Sul fazzoletto ci sono dei disegni di frutti e non dei carciofi (handkerchief). 98) fragola – strawberry Cadono delle fragole dal cielo, è una tempesta. Una è grande come un astro (straw) e guardandola bene ha anche un berretto (berry) rosso. 99) farfalla – butterfly La farfalla appena prova a batter (butter) le ali riesce a spiccare il volo (fly). 100) seminterrato – basement Quando scendo nel mio seminterrato sbatto sempre per terra con la base (base) del mento (ment). Ora tocca a te, datti da fare e crea le tue associazioni, le tue scenette mentali. Come ho detto prima è meglio se utilizzi un quaderno. Scoprirai che creando tu stesso queste immagini ti porrai in un atteggiamento di apprendimento altamente attivo; la 205

pazienza, la difficoltà, la ricerca delle associazioni metteranno in moto la tua mente. Questo processo ti porterà a immagazzinare al meglio ogni informazione, anche in modo più soddisfacente rispetto alle associazioni proposte da me, proprio perché il “lavoro pesante” lo fai tu. Un consiglio: hai piena libertà nello scegliere i vocaboli da imparare, per cui prediligi le parole che per te sono più utili. Possono essere vocaboli legati alle tue passioni, alla tua attività, alla sopravvivenza di base e così via. Se alcuni sono difficili da visualizzare o non lo sono affatto usa le tecniche che hai appena appreso. Vedrai quante soddisfazioni potrà darti l’apprendimento creativo, e con i risultati che raggiungerai noterai la differenza rispetto ai tradizionali metodi scolastici. Puoi imparare altre 100, 300, 500, 1000 parole; il numero lo decidi tu in base alla tua preparazione attuale. Puoi anche imparare alcuni vocaboli ora, e il resto i prossimi mesi piano piano. Come sai si può sopravvivere anche senza conoscere mille 206

parole, ne bastano poche ma buone, poi per affinarsi c’è sempre tempo. Per cercare nuovi vocaboli usa un dizionario di inglese o cerca in Internet su Google Translate. Buon apprendimento! 207

RIEPILOGO DEL GIORNO 4: SEGRETO n. 13: per memorizzare mille vocaboli in modo indelebile farai uso delle principali tecniche mnemoniche. SEGRETO n. 14: le tecniche mnemoniche fanno grande uso della visualizzazione attiva. SEGRETO n. 15: esercitati per imparare al meglio la tecnica della visualizzazione, in quanto ti permetterà di imparare a memoria mille vocaboli inglesi. SEGRETO n. 16: per ogni vocabolo costruiremo una scenetta con le caratteristiche adatte (immagini grottesche, irreali ecc.). Dovrai visualizzare attivamente queste scenette e imprimerle nella tua mente.

SEGRETO n. 17: il vocabolo da ricordare dovrà assolutamente essere collegato alla scenetta creata. Usa un quaderno dove annoterai tutte queste associazioni per eventuali ripassi. 208

GIORNO 5: Come effettuare la full immersion Eccoci arrivati a un altro punto fondamentale del corso: la full immersion, l’immersione totale nel mondo della lingua inglese. È una cosa su cui tutti concordano: un modo efficacissimo per imparare l’inglese è vivere ventiquattr’ore su ventiquattro in Inghilterra o in America, confrontarsi in inglese, pensare in inglese, guardare alla TV dei programmi in inglese; alla fine lo si impara! Non c’è nulla di più vero; ricordo infatti alcuni miei compagni al liceo che hanno fatto il quarto anno in America. Sono partiti che non sapevano mettere insieme due parole, al ritorno però erano spaventosamente bravi, quasi perfetti. Quante volte i genitori avranno detto ai propri figli: «Vai a fare il cameriere in Inghilterra per tre mesi, così guadagni qualche soldo e impari la lingua!» È una cosa vera e normalissima, parti che non 209

sai nulla e ritorni che hai imparato l’inglese, proprio perché ti ritrovi immerso in un mondo sconosciuto e devi sopravvivere; piano piano il cervello si attiva e ti porta a decifrare ogni cosa che incontri. Per cui ecco cosa devi fare: prendi il primo aereo per New York e rimani lì per un bel po’ di tempo. Ti garantisco che prima o poi imparerai l’inglese. Ovviamente sarebbe una bella soluzione, ma sono consapevole che può essere difficile da realizzare, sia per il tempo che per il denaro. Come ho scritto in precedenza c’è una soluzione più semplice, per fortuna. Se non puoi andare in America, puoi sempre portare l’America a casa tua, no? Esiste un posto accessibile a chiunque dove è possibile sperimentare una full immersion molto simile a una vera e propria permanenza in terra straniera: Internet. Hai mai pensato che con un po’ d’impegno puoi trasformare Internet nello strumento

migliore per imparare l’inglese? Ti spiego subito il perché. In Internet puoi chattare e comunicare quando vuoi con migliaia di persone inglesi, puoi guardare centinaia di ore di video o 210

ascoltare ore e ore di musica, puoi curare le tue passioni. Se solo ti “immergessi” nel lato inglese di Internet per trenta giorni faresti dei progressi incredibili! Iniziamo subito dalla musica. SEGRETO n. 18: il lato inglese di Internet è il posto migliore per la tua full immersion. Musica La musica è una componente fondamentale per raggiungere gli obiettivi che ti sei prefissato/a. Se potessimo scomporre la memoria umana, potremmo dire che la parte musicale è tra le prime a formarsi e soprattutto è una delle più potenti. Perché ci hanno detto di inventare una canzoncina per memorizzare bene delle informazioni? Perché ci ricordiamo le ninne nanne? Perché conosciamo a memoria le canzoni che sentiamo alla radio? Per la natura della memoria musicale! Quindi puoi ben capire che sarebbe un peccato non sfruttare a dovere il “fattore musica”. Voglio farti di nuovo notare che non ti sto chiedendo sforzi immani o procedure noiose per imparare la lingua; ascoltare le canzoni è un relax, qualcosa che facciamo milioni di volte nella 211

nostra vita, è una cosa piacevole. Prima di tutto ti chiedo quindi di iniziare oggi la tua full immersion di trenta giorni. Per tutto questo tempo ti consiglierò degli “esercizi piacevoli” da fare ogni giorno, oltre agli esercizi che già esegui sulla grammatica, sulla memorizzazione delle mille parole e sulle tue passioni. Inizia a immedesimarti nel tuo compito, sei in full immersion e quindi puoi facilmente intuire che d’ora in avanti dovrai ascoltare solo musica inglese. Probabilmente ti piacerà ascoltare qualche cantante italiano; sarebbe meglio se per questo mese evitassi la musica italiana, proprio come se fossi lontano da dove vivi, in un’altra realtà. Il mercato musicale anglo-americano è per ovvie ragioni molto più vasto del nostro, questo significa che non hai scuse per trovare uno o più artisti da ascoltare. Sicuramente avrai un genere di musica preferito, come il pop o il rock: non devi fare altro che trovare qualche cantante che

appartenga al tuo genere e ascoltarlo. È molto probabile anche che in casa tu abbia dei CD di qualche artista americano o inglese. Puoi partire da quei CD per ascoltarne dei brani mentre sei in macchina, oppure a casa in un momento di relax. 212

Se invece non hai CD inglesi procuratene qualcuno, comprali nei supermercati o su Internet. Cerca di ascoltare ogni giorno almeno una mezz’oretta di musica, non importa se non capisci le parole; all’inizio è solo per farci un po’ l’orecchio, poi col tempo proverai anche a capire le parole. SEGRETO n. 19: cerca di ascoltare ogni giorno circa trenta minuti di canzoni inglesi o americane; puoi farlo in macchina oppure a casa tua quando hai un momento libero. Un aiuto incredibile che Internet offre sono i testi musicali. Io ascolto solamente musica americana, ho sempre fatto un uso attivo o passivo dei testi, e devo dire che questo mi ha aiutato tantissimo a migliorare il mio inglese. L’uso passivo è molto semplice, consiste nell’ascoltare una canzone avendo il testo inglese davanti, un po’ come guardare un film con i sottotitoli. Pur essendo qualcosa di passivo può risultare estremamente utile per allenare l’orecchio e scoprire parole nuove. La cosa più bella è che si tratta di un processo semplicissimo, alla portata di tutti. Infatti chiunque è in grado di seguire una canzone trovando la 213

corrispondenza nel testo che ha di fronte, è un processo automatico. Se non sai come trovare un testo musicale su Internet ti spiego subito come fare. Ci sono centinaia di siti web con dei database pieni zeppi di testi musicali, con il risultato che puoi trovare praticamente ogni canzone, gratis. Ecco un elenco di alcuni siti fornitissimi: http://www.lyricsplanet.com; http://www.azlyrics.com; http://lyricsdot.com. In tutti questi siti per trovare il testo desiderato basterà utilizzare il motore di ricerca interno oppure navigare nel database cliccando sulle varie lettere dell’alfabeto. Se cerchi i testi delle canzoni di

Madonna, per esempio, ti basterà entrare in uno di questi siti, cliccare sulla M del menù alfabetico e selezionare Madonna tra i vari cantanti che iniziano per M. A quel punto troverai tantissimi testi delle canzoni di Madonna. Se invece cerchi un testo preciso ti insegno un altro metodo infallibile. Supponiamo di voler cercare il testo di Candle in the wind di Elton John. In inglese “testo musicale” si traduce con 214

lyrics. Per fare più in fretta non entriamo in uno di quei siti per poi selezionare la E nel menù alfabetico ecc. Utilizziamo direttamente Google. Apriamo Google, digitiamo Candle in the wind seguito da lyrics; la chiave di ricerca completa sarà dunque Candle in the wind lyrics. Avviamo la ricerca e Google troverà per noi tantissimi siti che offrono il testo di quella canzone. Basterà selezionare un risultato a caso ed è fatta! Questo secondo metodo di ricerca è molto più veloce e offre più probabilità di trovare il testo desiderato, per cui è consigliabile rispetto al primo; anche io faccio sempre così, se ho bisogno di un testo lo trovo in meno di dieci secondi. Fai subito una prova, apri Google e cerca il testo della tua canzone preferita, vedrai quanti risultati troverai. Una volta trovato il testo, prova ad ascoltare la canzone con le parole davanti, sarà facilissimo capire ogni vocabolo e seguire il testo. Ecco un esempio di ricerca relativo a Candle in the wind di Elton John. 215

SEGRETO n. 20: fai spesso un utilizzo passivo dei testi musicali quando ascolti le canzoni. Trovare i testi è semplicissimo, ti basterà cercarli su Google. Questo tipo di esercizio è molto utile soprattutto per le persone alle prime armi; se invece sei a un livello superiore oppure ti sei già allenato con l’uso passivo è bene iniziare a usare i testi musicali in maniera attiva! Questo processo è importantissimo per stimolare la nostra mente a mettersi in moto nella giusta direzione per imparare l’inglese. Si tratta di qualcosa un tantino

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più difficile dell’uso passivo, ma molto più utile e gratificante. In parole povere l’uso attivo consiste nell’ascoltare la canzone e provare a scrivere il testo mentre la si ascolta, ovviamente senza conoscere o leggere le parole da qualche parte! Per fare un esempio si prende una canzone, si ascolta una frase, si preme il tasto Stop e si prova a scrivere le parole della frase appena sentita; e così via fino alla fine della canzone. Non è una cosa facile all’inizio, ovviamente è consigliato partire da canzoni lente o molto lente. Però rappresenta un esercizio utilissimo ed è quindi bene farlo. Non evitare l’uso attivo, o sarà molto più difficile per te imparare l’inglese! Chiaramente non è una cosa da provare subito, bisogna prima prendere un po’ di confidenza con l’uso passivo. Ecco alcune linee guida che ti potranno essere utili in base alla mia esperienza: come detto prima, è bene partire da canzoni lente, poi col tempo migliorerai sempre di più e passerai a quelle più veloci; è meglio provare a scrivere i testi dei nostri cantanti preferiti, in quanto è più piacevole e ci siamo già fatti l’orecchio al loro modo di cantare; 217

se i nostri cantanti preferiti non hanno ritmi lenti, è facile trovare canzoni che fanno al caso nostro in quei gruppi o cantanti americani amati dai teenager. Solitamente questi cantanti registrano decine e decine di canzoni d’amore molto lente e di facile comprensione. Ad esempio vanno bene Christina Aguilera, Britney Spears, Backstreet Boys, Spice Girls, Westlife ecc.; è un processo da eseguire al PC ascoltando la canzone attraverso un lettore multimediale come Windows Media Player (predefinito in Windows) o Winamp. In questo modo è più semplice fermare la canzone, o portarla indietro di qualche secondo, al fine di provare a scrivere il testo; non importa se capisci poche parole. Prova lo stesso a scrivere il testo, cerca di concentrarti e attiva le tue risorse mentali per cercare di scrivere qualche frase. Col tempo migliorerai

sempre di più, soprattutto se eseguirai tutti gli altri esercizi proposti; prova e riprova, puoi solo trarre vantaggio dall’uso attivo. 218

SEGRETO n. 21: dopo aver ottenuto una certa dimestichezza con l’uso passivo dei testi passa all’uso attivo. Segui sempre le linee guida e prova a migliorarti sempre di più. Sia per l’uso passivo che per quello attivo non c’è bisogno di esercitarsi ogni giorno, ma fallo spesso perché come ho detto è un processo estremamente efficace e stimolante. Video Inutile dire che i video (film, telefilm, cartoni animati, cortometraggi) possono dare un grande aiuto alla tua preparazione. Stiamo sempre procedendo in maniera piacevole e fuori dai metodi tradizionali: a chi non piacerebbe vedere un cartone animato di Walt Disney per imparare l’inglese? Anche in questo caso, come per la musica, bisogna procedere gradualmente. Ci sono tre livelli da sperimentare quando si parla di video, ognuno dei quali ricalca la propria abilità nel capire le parole. Questi livelli sono: video con i sottotitoli; 219

video senza sottotitoli ma già visti in italiano; video senza sottotitoli mai visti in italiano. I video con i sottotitoli sono un buon punto di partenza; si tratta di vedere un film avendo la possibilità di leggere la traduzione in italiano. Questo porta vari benefici, tra cui i più importanti sono farsi l’orecchio ai dialoghi e capire le parole che vengono dette. La lettura dei sottotitoli permette infatti di percepire le frasi, in modo da migliorare la comprensione e la scansione delle parole, aspetto fondamentale. In Internet puoi trovare migliaia di video con i sottotitoli, per cui puoi aggiungere questo passo alla tua full immersion. Ci serviremo di YouTube e Google Video, i due principali siti web per il nostro scopo. Prova subito a fare una prova visualizzando

questo filmato: http://www.youtube.com/watch?gl=IT&hl=it&v=XraeBDMm2PM Potresti trovarlo complicato ma giorno dopo giorno la tua comprensione migliorerà. Ecco altri video con i quali puoi allenarti: 220

http://www.youtube.com/watch?v=nwp86cFSAes; http://www.youtube.com/watch?v=0AORIsB8DIw; http://www.youtube.com/watch?v=C58sYYyzhOg; http://www.youtube.com/watch?v=EEspmnrvDUk; http://www.youtube.com/watch?v=SwHrwIs_O-w; http://www.youtube.com/watch?v=RF9Ur3dNdiE. Come vedi si tratta di video di qualche minuto. Non importa se non riesci a capire le parole, continua a guardarli, vedrai che imparerai anche se ti sembrerà di non capirci nulla o che tutto sia inutile per te. Sono generi diversi per abituarti alla varietà di accento, pronuncia e agli argomenti che potrai incontrare giorno dopo giorno. È bene abituarsi sin da subito. Purtroppo niente è eterno e, come talvolta può accadere con i siti, anche questi video potrebbero essere rimossi dagli utenti che li hanno caricati; ma c’è un modo molto semplice e immediato per reperire video con i sottotitoli. In questo modo potrai sempre trovarne di nuovi ogni qualvolta ti vorrai esercitare. 221

Apri YouTube oppure Google Video. Nel box di ricerca inserisci questa chiave: “sottotitoli in italiano”. Va benissimo anche “sub ita”. Troverai un sacco di video che fanno al caso tuo, fai solo attenzione che siano in inglese. Potresti incappare in show televisivi, spezzoni di film, cartoni animati, canzoni; sono tutti ottimi per i tuoi esercizi. Guardali e riguardali quanto vuoi, ogni volta ti sembreranno più familiari. Puoi dilettarti con video nuovi o video che hai già visto, ma esercitati a dovere; ancora una volta ti chiedo di non saltare questa parte!

SEGRETO n. 22: esercitati ogni giorno alcuni minuti a guardare video in inglese con i sottotitoli in italiano. Non importa se all’inizio non capirai le parole, stai migliorando anche se non te ne rendi conto. Per quanto riguarda i video senza sottotitoli ma che hai già visto in italiano, la scelta è ovviamente più limitata. Quello che devi fare è acquistare online qualche film, o cartone animato della Disney per esempio, che hai già visto diverse volte. Conoscendo 222

già i dialoghi potrai capirli e apprezzarli in lingua originale meglio di quanto tu posso immaginare. Un ottimo sito dove comprare materiale del genere è Amazon, alla sezione Movies & TV. Io qualche anno fa ho preso Aladdin della Disney, dato che era il mio cartone animato preferito da bambino; devo averlo visto decine e decine di volte e conosco quasi tutti i dialoghi a memoria. È stato bellissimo rivivere tutte le scene in lingua originale! Sempre su Amazon puoi acquistare film in lingua inglese che non hai mai visto. Questo è il passo più complicato, una volta che ti senti abbastanza preparato puoi provare a lanciarti in questa sfida. Un’alternativa più comoda rispetto ad Amazon è costituita dai negozi che noleggiano DVD. Infatti tutti i film di produzione anglofona contengono nel menù la versione inglese, completa di sottotitoli. Un altro metodo molto valido è guardare regolarmente TV inglesi e americane; non è difficile avendo la parabola o il decoder Sky. Si tratta di un sistema potentissimo per apprendere 223

senza sforzo nuovi vocaboli, costruzioni, per fare l’orecchio alla pronuncia, per scandire al meglio le frasi. SEGRETO n. 23: procurati qualche film in inglese che hai già visto in italiano. Quando avrai raggiunto un buon livello guarda regolarmente TV inglesi e film senza sottotitoli; basta un’antenna satellitare per entrambi. 224

RIEPILOGO DEL GIORNO 5:

SEGRETO n. 18: il lato inglese di Internet è il posto migliore per la tua full immersion. SEGRETO n. 19: cerca di ascoltare ogni giorno circa trenta minuti di canzoni inglesi o americane; puoi farlo in macchina oppure a casa tua quando hai un momento libero. SEGRETO n. 20: fai spesso un utilizzo passivo dei testi musicali quando ascolti le canzoni. Trovare i testi è semplicissimo, ti basterà cercarli su Google. SEGRETO n. 21: dopo aver ottenuto una certa dimestichezza con l’uso passivo dei testi passa all’uso attivo. Segui sempre le linee guida e prova a migliorarti sempre di più. SEGRETO n. 22: esercitati ogni giorno alcuni minuti a guardare video in inglese con i sottotitoli in italiano. Non importa se all’inizio non capirai le parole, stai migliorando anche se non te ne rendi conto. SEGRETO n. 23: procurati qualche film in inglese che hai già visto in italiano. Quando avrai raggiunto un buon livello guarda regolarmente TV inglesi e film senza sottotitoli; basta un’antenna satellitare per entrambi. 225

GIORNO 6: Come padroneggiare la conversazione Hai acquisito la conoscenza della grammatica, possiedi un bagaglio notevole di vocaboli, hai fatto un po’ l’orecchio al modo di parlare; ora è bene testare le tue capacità. Sto parlando della conversazione, l’abilità di riuscire a parlare e affrontare dei discorsi in inglese. Questo è un bell’esame, potresti considerarlo la prova finale. Se riesci a conversare sai che puoi sopravvivere, in caso contrario è un buon test che ti può fornire gli spunti su dove migliorare. Stiamo parlando dei primi tempi ovviamente, a lungo andare ti perfezionerai sempre di più e non avrai problemi di conversazione, sia scritta che orale. Anche qui ti consiglio di andare a tappe, fare piccoli passi alla volta, abituare progressivamente la mente all’apprendimento.

Come puoi immaginare infatti è decisamente molto più semplice 226

scrivere che parlare. Nella scrittura hai tempo per riflettere, correggere gli errori, cercare una parola sul dizionario... Nella lingua parlata non hai tutte queste possibilità, devi cercare di esprimere una frase corretta, e devi fare in fretta. SEGRETO n. 24: devi padroneggiare la conversazione in forma scritta e orale. Scrivere è molto più facile rispetto a parlare. Per cui il primo passo sarà scrivere. Inutile dire che anche qui Internet viene in tuo aiuto, ed è meglio di qualsiasi altro mezzo tu possa immaginare. Internet è un grande luogo di incontro e di scambio, dove sono amalgamate persone e culture differenti; la lingua ufficiale è ovviamente l’inglese. È molto bello quando vedo interagire individui di nazionalità diverse su uno stesso sito, che cercano di discutere e aiutarsi a vicenda. Internet unisce e colma le distanze. Possiamo dividere la possibilità di dialogare in due grandi rami: non in real-time: email, forum, messaggi su Facebook ecc.; in real-time: chat (testo senza audio). 227

Come scrivere è più semplice rispetto a parlare, la conversazione scritta non in tempo reale è molto più semplice di quella in tempo reale. Ed è da qui che dovrai partire. SEGRETO n. 25: la conversazione scritta può essere in tempo reale e non in tempo reale. È più semplice iniziare da quella non in tempo reale. Nel capitolo sulle passioni ti ho consigliato di cercare siti inglesi o americani che riguardano i tuoi interessi. Perché non iniziare da un forum? Prova a interagire con la comunità di un sito, fai domande, aiuta altri utenti e fallo scrivendo in inglese. Se il tuo livello di preparazione è ancora basso potresti trovare delle difficoltà; ma con la grammatica, un dizionario o Google Translate sai dove cercare, e come recita un detto: «Se sai dove cercare, sai anche se non sai». E questo manuale ti offre tutto quello che ti serve se sai dove cercare. È proprio tutto questo processo che ti farà imparare; superate le

difficoltà imprimerà nella tua mente quei vocaboli e quelle costruzioni che userai nel momento del bisogno. La mente umana 228

impara in fretta e si evolve nelle situazioni di sopravvivenza. Per cui datti da fare, cerca qualche forum e rispondi a qualche messaggio; se non sai come costruire certe frasi controlla la grammatica, non c’è nulla di meglio di un po’ di pratica. Cerca di farlo costantemente, abitua la tua mente e dalle un certo ritmo, vedrai che risultati straordinari! Se hai degli amici stranieri puoi anche contattarli via email. La posta elettronica è un mezzo di scambio eccezionale; è gratuito e un messaggio impiega meno di un minuto per arrivare da una parte all’altra del mondo. Tutti abbiamo conoscenti o parenti in Inghilterra o America, se non ne hai puoi trovare qualcuno su Internet con cui avviare una sorta di “relazione” a distanza. Una tecnica molto efficace, scolastica e non, è quella del cosiddetto “amico di penna” (pen friend). Un tempo si scriveva la lettera, la si spediva, si attendeva la risposta dell’amico di penna e si ricominciava il processo. Ricordo che la mia professoressa d’inglese delle medie mi aveva dato l’indirizzo di un ragazzo di Londra della mia stessa età. Ci scrivevamo spesso, però tra una lettera e l’altra passavano anche settimane. 229

L’email è sicuramente un mezzo più immediato. Non ho un amico di penna, ma essendo in contatto con diverse persone straniere è come se ne avessi tanti. Ottimo, perché così mi alleno regolarmente e miglioro sempre di più. Sembrerebbe difficile trovare una persona con cui conversare, in realtà non lo è. Basta usare Facebook, aggiungere qualche utente ai tuoi amici e scambiarsi messaggi privati. Molti potrebbero non confermare l’amicizia, altri magari non risponderanno ai tuoi messaggi; ma stai tranquillo che qualcuno continuerà a scriverti. Questo è anche un bel modo per conoscere gente nuova, magari con una cultura e una tradizione diverse dalle tue. Soprattutto è un modo per migliorare il tuo inglese, che è quello che stai cercando di fare ora. Il trucco migliore consiste di cercare persone che hanno la tua stessa passione, e affrontare delle conversazioni a tema. Così

facendo troverai sempre qualcuno interessato a parlare, ti confronterai con altri utenti e scoprirai diverse cose nuove sui tuoi argomenti preferiti. Hai visto? Come vedi anche quando si deve studiare o imparare si può unire l’utile al dilettevole! 230

Ti faccio un esempio pratico: io sono un tifoso del Milan. Su Facebook sono fan dei rossoneri, sono iscritto al loro gruppo ufficiale. Come puoi ben intuire non sono l’unico; il Milan è una realtà del calcio mondiale e quella pagina ha oltre un milione di membri, che sono tifosi come me e vengono da tutto il mondo, non sono solo italiani. È facile trovare qualcuno con cui parlare della prossima partita, commentare i nostri giocatori preferiti, discutere delle scelte dell’allenatore ecc. È un bel confronto, e so che serve a migliorare il mio inglese. Tra l’altro, soprattutto quando si parla di passione, di tifo, di emotività ci si accorge che alla fine tutto il mondo è paese... Ora sai cosa devi fare: attivati e cerca di trovare delle persone con cui affrontare regolarmente delle conversazioni. Più ti terrai allenato, migliori saranno i risultati. SEGRETO n. 26: usa i forum, l’email e Facebook per parlare regolarmente in inglese con i tuoi amici stranieri. Se non hai nessuno, sfrutta la tua passione per conoscere nuove persone. 231

Uno step più avanzato è rappresentato dal tempo reale, sia scritto che parlato. Per simulare una conversazione puoi usare benissimo una chat. Ce ne sono tante gratuite, alcune oltre a inviare messaggi di testo ti permettono di usare il microfono e la webcam, così da realizzare vere e proprie conversazioni. Ancora una volta non serve andare in America per imparare l’inglese, abbiamo tutto a portata di clic! Ecco una carrellata delle mie chat preferite, quelle che uso abitualmente per comunicare con i miei amici di tutto il mondo. la chat di Facebook: da qui posso parlare con tutti gli utenti che ho in lista su Facebook. È molto semplice, non è il massimo ma non devi installare nessun programma. Se poi hai trovato degli amici di penna su Facebook allora è il modo più veloce per chattare con loro. Per usarla basta essere iscritti

sul noto social network, a patto di avere almeno un amico in lista; Skype: è forse la chat più nota, la più usata per il voIP, la tecnologia che permette di effettuare chiamate tramite la rete. Skype ti consente di chattare con messaggi di testo o col microfono, per cui potresti usarlo anche per conversazioni 232

orali, magari quando ti accorgi che il tuo inglese ha raggiunto un buon livello. Puoi scaricare Skype dal sito ufficiale, è gratis e si installa velocemente. Al primo avvio del programma avrai la lista degli amici vuota; ricordati di aggiungere qualche utente, altrimenti non potrai chattare con nessuno; MSN Messenger: è la chat di Microsoft, valgono le stesse cose dette per Skype. Anche qui puoi usare webcam e microfono oppure dei semplici messaggi testuali. Puoi scaricare il programma dal sito ufficiale. Pensa che soddisfazione potrai avere il giorno che parlerai in inglese al microfono con un utente! Quando affronto una sfida voglio che il mio obiettivo sia misurabile, ovvero voglio sapere quand’è che oggettivamente ho raggiunto lo scopo che mi ero prefissato. Sinceramente, se dovessi imparare di nuovo l’inglese da zero, sarebbe questo il mio punto d’arrivo; puoi dire di conoscere l’inglese il giorno che riuscirai ad affrontare regolarmente e senza problemi delle conversazioni orali. A quel punto potrai sopravvivere, a quel punto sarai sopra la media degli italiani, a quel punto avrai raggiunto un livello buono, che 233

dovrai solo perfezionare col tempo. Anche se raggiungere la perfezione potrebbe non essere un tuo obiettivo, è certo che più conosci l’inglese e meglio è. Quindi il consiglio è sempre quello di esercitarsi regolarmente con qualcuno dei tanti esercizi proposti in questo manuale, così da perfezionarsi sempre di più. Questa deve essere la meta per il tuo obiettivo. Per raggiungerla cerca di fare tanti piccoli passi, tutti di difficoltà progressiva. Inizia con messaggi non in tempo reale, poi passa alla chat in real-time e infine alle conversazioni col microfono. Tieni sempre

la mente allenata e vedrai che i tuoi sforzi saranno ricompensati. Se ti serve qualche parola mentre stai chattando usa Google Translate. SEGRETO n. 27: usa le chat più famose per comunicare in inglese con i tuoi amici di tutto il mondo. I primi tempi utilizza solamente messaggi di testo. Quando avrai raggiunto un buon livello affronta la sfida finale: parlare con il microfono. 234

Un po’ di conversazione Vediamo ora del materiale di varia natura che ti può servire per conversare in inglese con i tuoi amici. Le frasi sono volutamente molto semplici, in modo che tu riesca a tradurle istantaneamente anche con un inglese scolastico. Nel caso non conoscessi qualche parola usa Google Translate per un apprendimento attivo. I: Hello, my name is Marco. What’s your name? John: My name’s John. I: Where are you from, John? John: I’m from New York. I: New York? So you’re American? John: Yes, I am. A: Who are they? B: They are John and Tim. A: Where are they? B: They’re at the pub. A: What are they doing? B: They’re talking, drinking and eating. 235

I: Richard, this is my friend John. John: Hello, Richard! Richard: Nice to meet you, John. John: How are you? Richard: Not bad, thanks. A: Where’s Rome? B: It’s in Italy. A: Where’s Paris? B: It’s in France. A: What’s the time?

B: It’s three o’clock. A: What time is the football match? B: It’s at five to six. A: Where’s Dad? B: He’s at school, in the classroom. A: Where’s Mum? B: She’s at home, in the living room. 236

A: Where are you? B: I’m at the cinema, in the hall. A: Good morning, John. B: Hi, Richard. A: Good evening, Dad. B: Bye bye. A: Where is John? B: I don’t know, maybe he’s over there. A: How old is he? B: He’s 25. A: What’s his phone number? I need to call him. B: It’s 2 8 6 9 1 8 8 4 (two eight six nine one double eight four). A: Can I speak to him? B: Of course! A: What colour is it? B: It’s red. 237

A: Some biscuits? B: Sure thanks, I’m hungry. A: Have a glass of water. B: Yes please, I’m thirsty. A: Another glass of water? B: No thanks, I’m not thirsty anymore. A: My mother is a teacher, my father is a businessman. B: My brother is a student, what about your sister? A: She’s a student too. A: Do you like cats? B: Yes, I do. Do you like dogs? A: No, I don’t. I’m afraid of them. B: Why? They’re so nice!

A: What is he talking about? B: He’s talking about the party he wants to organize. A: I’m tired, I have worked all day long. B: Don’t you want to come to my house? A: No sorry, I don’t. 238

A: How much does this shirt cost? B: It costs 25 €. A: Isn’t it too much? B: Yeah, but it’s really cool. A: OK then, I take it! A: How does she look like? B: She’s beautiful, blonde, tall and thin. A: What about her eyes? B: They’re blue. 239

RIEPILOGO DEL GIORNO 6: SEGRETO n. 24: devi padroneggiare la conversazione in forma scritta e orale. Scrivere è molto più facile rispetto a parlare. SEGRETO n. 25: la conversazione scritta può essere in tempo reale e non in tempo reale. È più semplice iniziare da quella non in tempo reale. SEGRETO n. 26: usa i forum, l’email e Facebook per parlare regolarmente in inglese con i tuoi amici stranieri. Se non hai nessuno, sfrutta la tua passione per conoscere nuove persone. SEGRETO n. 27: usa le chat più famose per comunicare in inglese con i tuoi amici di tutto il mondo. I primi tempi utilizza solamente messaggi di testo. Quando avrai raggiunto un buon livello affronta la sfida finale: parlare con il microfono. 240

GIORNO 7: Come migliorare a fine corso

Sei arrivato alla fine del corso e sicuramente hai avuto modo di constatare quanto sia rivoluzionario rispetto ai metodi tradizionali. Hai nelle tue mani tutto quello che ti serve per imparare l’inglese una volta per tutte, in maniera efficace e divertente. Possiedi le basi della grammatica, conosci tante parole inglesi, sai come allenarti a conversare e ad ascoltare televisioni, canzoni, film... hai fatto una vera full immersion! La cosa più importante è che, come detto precedentemente, sai dove cercare quando ti serve qualcosa. Questo non vuol dire che in futuro non dovrai più studiare, allenarti o fare gli esercizi proposti in questo manuale. In trenta giorni sicuramente hai ottenuto una buona preparazione, magari saresti in grado di sopravvivere in un viaggetto a Londra, ma puoi 241

fare di più. La tua conoscenza dell’inglese è direttamente proporzionale all’impegno che ci metterai, prima e dopo il corso. La filosofia vincente è abituarti a considerare i consigli e gli esercizi come qualcosa di quotidiano, di utile e divertente. SEGRETO n. 28: finito il corso devi allenarti quotidianamente al fine di migliorare la tua preparazione. Io sono il primo che a volte per necessità, a volte per svago, a volte per migliorare, vede regolarmente film e TV inglesi, sente persone di tutto il mondo, naviga su siti in inglese ecc. Per me è talmente normale che non lo sento come un esercizio, non mi pesa affatto; e miglioro sempre di più, imparo ogni volta qualche nuova parola; è qualcosa che ormai è nel mio DNA. Non pensare che dovrai sudare altri dieci anni per imparare l’inglese. Anzi, devi sapere che vale il principio di Pareto, la famosa legge dell’80/20. Vilfredo Pareto era un economista che durante i suoi studi si accorse che l’80% della ricchezza mondiale era detenuta dal 20% della popolazione. Il restante 20% della ricchezza era posseduta dall’80% delle persone. Questa legge 242

viene considerata quasi universale, ovvero viene applicata in molti campi. Ad esempio, hai mai notato che l’80% dei gol di una squadra di calcio vengono segnati dal 20% dei giocatori (gli attaccanti)? Sapevi che, come insegna la gestione del tempo,

potresti fare l’80% delle cose che fai attualmente impiegando il 20% del tempo? Pensa quanto tempo prezioso puoi risparmiare; ciò significa che le persone sprecano un buon 80% di tempo a fare cose inutili o poco produttive... L’80% delle canzoni di successo sono vendute dal 20% dei cantanti, l’80% della memoria RAM di un computer è occupata dal 20% dei programmi in esecuzione e potrei farti tantissimi altri esempi. Come vedi questa legge la troviamo dappertutto; ovviamente i numeri possono variare (a volte sarà 75-25 al posto di 80-20 e così via) ma il principio di fondo rimane. Perché ti sto dicendo questo? Perché vale anche per lo studio, e quindi per l’apprendimento dell’inglese. Sono sicuro che conosci o hai conosciuto delle persone, compagni di scuola o colleghi dell’università che ottengono risultati eccellenti studiando pochissimo. Ne ricordi qualcuno? 243

Per qualche motivo, inconsciamente o meno, in base a un metodo o alla loro mentalità, applicano il principio di Pareto. In poche parole, sono molto bravi a selezionare le parti importanti, si concentrano e studiano solo quelle. Questo può voler dire anche saltare parti intere di programma, tanto per loro sono inutili, e molto probabilmente non verranno chieste all’interrogazione oppure all’esame. Traduciamo il tutto in numeri con un esempio. Uno studente che studia in maniera tradizionale può metterci cento ore per preparare un esame, avendo una preparazione da dieci. Lo studente che sa come studiare, che conosce il principio di Pareto, può impiegare solo venti ore per avere una preparazione da otto. Ovvero l’80% della preparazione può essere ottenuta studiando il 20% del tempo. Ora capisci come fanno? Certo, a volte queste persone non avranno una preparazione uguale a chi studia cento ore, ma ottengono praticamente gli stessi risultati e hanno molto tempo libero in più. 244

Preparazione Tempo libero Tempo di studio

Studente tradizionale 10 - 80% + 80% Studente Pareto 8 + 80% - 80%

La cosa bella delle percentuali è che sono indipendenti dalla cifra considerata. Se investi in borsa e in un anno hai guadagnato il 20% del tuo capitale significa che sei diventato più ricco. Non importa se hai investito cento euro o un milione di euro. Il mercato ti avrebbe premiato con un + 20%, indipendentemente dalla cifra investita. Se hai investito un milione di euro sei ricco, se hai investito cento euro forse sei più povero dell’anno scorso per l’inflazione. Perché ti parlo di questo? Perché allo stesso modo di quando investi un milione di euro e a fine anno ne guadagni duecentomila, se per un esame risparmi ottanta ore ne puoi risparmiare ottocento se dai dieci esami. In base all’esempio di prima, studiando come uno “studente Pareto” hai risparmiato circa ottanta ore per il tuo esame. Ma gli esami di laurea sono 245

tanti, quasi non finiscono mai. Dato che risparmi l’80% del tempo per un solo esame, risparmierai l’80% del tempo impiegato per la laurea. Non bisogna essere matematici per fare un rapido calcolo e capire che studiando in questo modo vai cinque volte più veloce; potresti dare cinque esami al posto di uno; potresti prendere cinque lauree contemporaneamente. Alla percentuale non importa la cifra che consideri. Moltiplica le singole ore risparmiate a esame per il numero degli esami. Non serve la calcolatrice per capire l’ordine di grandezza del numero che ottieni. Hai idea di quante cose potresti fare avendo a disposizione tutte quelle ore libere? Personalmente ho sempre applicato questo metodo nello studio, prima inconsciamente, poi però ho ridotto ulteriormente i tempi non appena ho conosciuto il principio di Pareto. Sono laureato in Ingegneria Elettronica che come sai è considerata una facoltà molto difficile. Se entrassi nella biblioteca di Ingegneria, vedresti ragazzi che studiano anche dieci ore al giorno tra mattina e sera, gli stessi miei colleghi studiavano così. Io non sono mai stato a studiare in biblioteca, studiavo sempre a casa; impazzirei se dovessi studiare dieci ore al giorno: non sono mai andato oltre le

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due ore, studiavo solo il necessario, sapevo a grandi linee cosa mi avrebbero chiesto i professori. Sapevo quali erano gli argomenti importanti, per cui mi concentravo e mi focalizzavo bene solo su quelli. Di certo non stavo ore e ore a studiare cose inutili, non le leggevo nemmeno; con uno sguardo capivo subito se erano da saltare o da studiare. Le cose inutili possono essere dei dettagli, delle nozioni specifiche, delle informazioni di cui si può fare a meno. Queste cose si possono imparare indirettamente con la pratica o attraverso gli esercizi (con il risultato di imprimerle nella memoria più in fretta e in maniera più efficace). A volte prendevo dei voti più bassi di altri studenti, a volte mi è capitato di non passare qualche esame; fatto sta che mi sono laureato molto prima di diversi colleghi che tuttora studiano dieci ore al giorno. Non conta sapere il 100% delle informazioni! Basta saperne l’80%, conoscere i concetti importanti, le parti che proprio non puoi non sapere. Queste le puoi acquisire nel 20% del tempo. Non fare come la maggior parte degli studenti che buttano l’80% del tempo a studiare le parti poco importanti (ovvero il 247

restante 20% degli argomenti). Avendo tempo libero ho potuto seguire i miei interessi (ricchezza, borsa e immobili su tutti), uscire con gli amici, leggere e formarmi sempre di più sugli argomenti di mia competenza, frequentare corsi, avere tanto svago ecc. E tutto questo mentre mi laureavo. Inutile dire che non avrei potuto fare queste cose, che hanno realizzato la vita che ho sempre sognato, se avessi passato tutte le mie giornate a studiare. Secondo me il tempo non ha prezzo, puoi anche essere ricco ma quella è l’unica cosa che non riuscirai mai a comprare! Tutti quanti abbiamo ventiquattr’ore di tempo al giorno: sfruttiamole bene perché non tornano più indietro... Applichiamo Pareto all’inglese. Il principio dice che non serve conoscere la lingua al 100%, basta molto meno. Non cercare la perfezione, se ogni tanto fai qualche errorino o sbagli una costruzione non preoccuparti; sono tutte cose che migliorerai col tempo in maniera automatica. A patto però di allenarti costantemente, giorno dopo giorno, mese dopo mese.

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SEGRETO n. 29: durante e dopo i trenta giorni del corso applica il celebre principio di Pareto al tuo studio. Questo ti farà risparmiare molto tempo e ti focalizzerà sui pilastri della lingua, sui concetti fondamentali. Non perdere tempo a conoscere la grammatica a memoria, imparerai le costruzioni che ancora non conosci parlando, vedendo un film in inglese, guardando la TV. È questo che devi fare, imparare con lo svago. Vuoi migliorare ulteriormente l’inglese? Guardati un bel film senza sottotitoli al posto di studiare ulteriormente la grammatica! Migliorerai senza accorgertene giorno dopo giorno, l’unico impegno che devi prendere è non abbandonare mai l’inglese, renderlo parte della tua vita. Ma essendo più che altro uno svago non sarà difficile. SEGRETO n. 30: vuoi migliorare ulteriormente la tua preparazione? Lascia perdere la grammatica, guardati un bel film in inglese, ascolta qualche nuova canzone americana, guarda una TV straniera. La tua mente registrerà i concetti importanti, correggerà i tuoi errori e colmerà le tue lacune; tutto in modo automatico. 249

Sfrutta le tue passioni Le tue passioni e i tuoi interessi possono essere degli strumenti incredibili per migliorare il tuo inglese. Questo perché quando approfondiamo o studiamo qualcosa che ci piace davvero utilizziamo inconsciamente un atteggiamento attivo, per cui memorizziamo al meglio le varie informazioni che ci interessano. SEGRETO n. 31: sfruttare le tue passioni è fondamentale per imparare l’inglese, perché ti mette automaticamente in uno stato di atteggiamento attivo. Non serve spiegare quanto possano essere utili le proprie passioni, te ne sarai già accorto mille volte nella tua vita. Ci sono persone che conoscono tutti i modelli di auto, con le caratteristiche del motore, i prezzi, i colori ecc. Loro amano i motori, per loro è divertente, si appassionano. Io non amo le macchine e un sacco di volte mi sono chiesto come queste persone abbiano raggiunto un tale livello di preparazione. Inoltre sono convinto che lo abbiano fatto in meno di quanto si possa pensare, semplicemente portando

avanti la loro passione. Leggere e memorizzare: quando si tratta dei nostri interessi è possibile farlo. La cosa bella è che non 250

servono grandi capacità o titoli di studio. Due delle varie persone che conosco amanti delle macchine sono dei meccanici che non hanno neanche la terza media. Sono due ragazzi normalissimi, che se venissero interrogati sui motori farebbero una figura migliore rispetto a un laureato con 110 e lode! Ma come possiamo sfruttare i nostri interessi per imparare l’inglese? È semplice, basterà avere tanta voglia di scoprire nuovi aspetti e nuove informazioni e sfruttare il principio di sopravvivenza. Il principio di sopravvivenza è una cosa facile da capire. Ora che sai cosa è la visualizzazione, prova a immaginare nella tua mente di trovarti in Inghilterra. Non è un esercizio di memoria o di visualizzazione, semplicemente è qualcosa per renderti chiaro il concetto di sopravvivenza. Immagina di non conoscere una parola d’inglese, però hai molta fame e non sai dove andare a mangiare. Devi assolutamente chiedere a un passante di indicarti il primo posto dove poter mangiare una bistecca. Visualizza questa scena, come faresti a chiedere una cosa del genere senza saper dire neanche “bistecca”? Probabilmente gesticoleresti, faresti dei 251

disegni, ti arrangeresti, e magari dopo un po’ otterresti la tua meritata bistecca. È questo che dovrai fare, dovrai arrangiarti! SEGRETO n. 32: arrangiati, vai alla ricerca di qualcosa che ti piace in un mondo e in un contesto che non è nella tua lingua. Attiverai un processo inconscio che farà migliorare notevolmente il tuo inglese. Perché funziona? Perché sfrutti le tue passioni, qualcosa che ti piace, che vuoi scoprire e approfondire. È garantito! Ti faccio subito un esempio per farti capire cosa voglio dire. Internet è un paradiso per qualsiasi cosa possibile e immaginabile. Se solo cerchi trovi tutto, anche quello che nemmeno ti aspetti. Può essere gratis o a pagamento, ma stai tranquillo che puoi trovare qualsiasi cosa. Il mercato italiano, rispetto a quello angloamericano è, per ovvi motivi, indietro, più ridotto, meno sviluppato. In America con il fenomeno dei blog e grazie a una

visione socialmente differente del web rispetto alla nostra, si è venuta a creare una realtà qualitativamente molto elevata. In ogni settore del mercato ci sono diversi concorrenti, grande 252

informazione e qualità, in Italia arriviamo sempre dopo. Tutte le idee geniali del web sono partite in America per poi essere importate in Italia in seguito al loro successo. Quindi se hai una passione, in un sito americano o inglese troverai quasi sicuramente del materiale molto migliore rispetto a quello che puoi trovare su un sito italiano. Certo, alcune nicchie possono fare eccezione, ma in generale questa regola è valida. Quando ero alle medie mi sono appassionato di siti web e volevo imparare a crearli. In Italia si stava formando il colosso http://www.html.it e lo seguivo giorno dopo giorno trovando ottimi contenuti, manuali e strategie che mi hanno permesso di partire. Ma non mi limitavo a questo. Il web era molto ampio già da allora, per cui approfondivo le mie conoscenze su siti americani. Non discuto della grandissima qualità del sito html.it, ma un sito da solo non potrà mai competere con il resto di tutti i siti su un determinato argomento, per cui su questi siti trovavo altri suggerimenti, idee, guide. Non è stato facile, ero alle medie e mi dovevo scontrare contro pagine e pagine scritte in inglese, perlopiù con termini molto tecnici. Potevo contare solo sulle mie 253

conoscenze scolastiche, che allora erano abbastanza scarse. Ma la mia passione, la mia voglia di imparare a conoscere a fondo questo mondo mi hanno consentito di capire piano piano cosa c’era scritto in quelle pagine. Mi sono arrangiato e ho preso due piccioni con una fava: ho imparato a realizzare siti web professionali e ho migliorato notevolmente il mio inglese. Ecco un altro esempio sempre legato a qualche anno fa. Oltre ai siti web mi interesso di ricchezza, mi piace trovare modi per fare soldi. Ho sempre cercato informazioni su questo argomento, in particolare ho avuto modo di conoscere un autore che apprezzo molto, Robert Kiyosaki. In Italia non lo conoscono in tanti, sebbene il suo libro Padre Ricco Padre Povero sia un best seller. Navigando e navigando ero giunto a un suo videocorso; inutile dire che mi faceva molta gola vederlo. Ho deciso di prenderlo e di

studiarlo molto bene. Robert è un autore nippo-americano, ovviamente il videocorso era in inglese. Ma questo era qualcosa di più della sopravvivenza, se lo capivo avrei probabilmente guadagnato di più, se non lo capivo avrei solo sprecato dei soldi. Chi non si sarebbe impegnato per capire bene il videocorso? 254

Anche qui mi sono concentrato, ho visto e rivisto il video, tornavo spesso indietro, riascoltavo le frasi che non capivo. Il risultato è stato positivo, ho capito concetti finanziari importantissimi e ho migliorato ulteriormente il mio inglese. Ma non è stato difficile, quando una cosa ti piace la fai senza problemi. Se mi avessero fatto guardare un corso di fiori e piante non avrei resistito più di due minuti. È normale, la mente rifiuta le cose che non ci interessano. Per questo motivo devi dedicarti alle tue passioni! Ma c’è di più. Ti ho parlato di alcuni dei miei interessi, ricchezza e siti web. Ti posso raccontare anche qualcosa che riguarda entrambi, ovvero guadagnare tramite i siti web. Sin da quando ho creato i miei primi siti cercavo dei modi per fare dei soldi con essi. Un sito web è come un negozio aperto ventiquattr’ore su ventiquattro raggiungibile da ogni parte del mondo; è evidente che si può guadagnare tanto e soprattutto puoi farlo anche quando dormi. Quando Google nel 2003 ha lanciato il suo programma pubblicitario AdSense, ho subito intravisto una grossa possibilità di guadagno. Qui da noi non si trovava praticamente nulla di 255

efficace, di conseguenza mi sono dovuto rivolgere un’altra volta al mercato americano, che era già zeppo di guide, manuali, strategie, idee e suggerimenti per creare grosse rendite di denaro con Google. Ho dovuto studiare tanto, e soprattutto testare, provare e riprovare combinazioni e strategie. Non è stato molto faticoso visto che i soldi sono arrivati presto. Ancora una volta quindi non solo ho migliorato il mio inglese, ma oltre al fatto di aver creato rendite automatiche di denaro ho potuto importare in Italia i metodi e le strategie efficaci su AdSense che ho imparato grazie all’inglese. Se hai letto il mio ebook La Torre di AdSense sai di cosa parlo. Cerca anche tu in Internet i tuoi argomenti preferiti, ovviamente

naviga solo su siti in inglese! Con la conoscenza della grammatica e dei mille vocaboli (e probabilmente dell’inglese scolastico) hai tutto quello che ti serve per capire ciò che troverai. Scoprirai i termini tecnici di quel settore, ti troverai presto a tuo agio, ti renderai subito conto di quanto stai migliorando. 256

Non evitare questo tassello del puzzle, come ti ho annunciato all’inizio, e come avrai notato questo non è un corso d’inglese tradizionale; si tratta di molto di più. È un metodo completo per consentirti di imparare l’inglese con un metodo efficace e divertente. Non c’è nulla di più divertente ed efficace del curare le proprie passioni. Ti consiglio quindi di impegnarti davvero su questo punto fondamentale e ti garantisco che i risultati saranno notevoli. È una buona idea, anche nel tuo periodo di addestramento di trenta giorni, dedicare qualche minuto di ogni giornata alla cura dei tuoi interessi, oltre ai famosi trenta vocaboli da memorizzare con la visualizzazione. SEGRETO n. 33: dedica qualche minuto ogni giorno, durante e dopo la tua full immersion di trenta giorni, alla cura dei tuoi interessi su siti web scritti in inglese. Se seguirai questi consigli con impegno e determinazione, ti garantisco che il tuo inglese sarà prossimo alla perfezione. Ci possono volere anche mesi per questo, ma sin da subito potrai 257

vantarti di avere una conoscenza molto buona della lingua. La filosofia del miglioramento continuo è una parte molto importante della mia vita, in ogni campo cerco sempre di migliorare. È una cosa che ho avuto fin da bambino e che ho portato avanti con gli anni senza rendermene conto. Un bel giorno però ci ho riflettuto e da allora lo faccio volontariamente. Tutto è avvenuto per caso studiando l’esame di Economia e Gestione Aziendale all’università. Ho scoperto che i giapponesi hanno una metodologia aziendale improntata al miglioramento continuo chiamata kaizen; questo mi ha fatto molto pensare in quanto ho trovato diverse analogie con la mia vita. Se qualcosa va male cerco subito di migliorarla, se va bene vedo se riesco a farla andare meglio. Non esiste mai un punto dove non

si può più migliorare, è sempre bene trovare nuovi stimoli. Se ad esempio ho l’obiettivo di guadagnare 10.000 € al mese, al raggiungimento di tale somma mi rendo conto che si può migliorare, si può fare di più. Ho bisogno di stimoli e la risposta potrebbe essere un nuovo obiettivo di 20.000 €. Io penso che se c’è la possibilità di migliorare, di godere di vantaggi che ora non si hanno, è bene provare a farlo. 258

Gli alti e bassi capitano in ogni ambito della vita, e accadrà di sperimentarli anche a te per l’inglese. Giorno dopo giorno scoprirai di avere delle falle, dei punti deboli: è solo migliorandoti costantemente e colmando queste lacune che raggiungerai quasi la perfezione. Ricordati sempre che essere curioso nell’apprendimento e avere un atteggiamento positivo aiuta molto, fissa meglio i concetti nella memoria. 259

RIEPILOGO DEL GIORNO 7: SEGRETO n. 28: finito il corso devi allenarti quotidianamente al fine di migliorare la tua preparazione. SEGRETO n. 29: durante e dopo i trenta giorni del corso applica il celebre principio di Pareto al tuo studio. Questo ti farà risparmiare molto tempo e ti focalizzerà sui pilastri della lingua, sui concetti fondamentali. SEGRETO n. 30: vuoi migliorare ulteriormente la tua preparazione? Lascia perdere la grammatica, guardati un bel film in inglese, ascolta qualche nuova canzone americana, guarda una TV straniera. La tua mente registrerà i concetti importanti, correggerà i tuoi errori e colmerà le tue lacune; tutto in modo automatico. SEGRETO n. 31: sfruttare le tue passioni è fondamentale per imparare l’inglese, perché ti mette automaticamente in uno stato di atteggiamento attivo. SEGRETO n. 32: arrangiati, vai alla ricerca di qualcosa che ti piace in un mondo e in un contesto che non è nella tua lingua. Attiverai un processo inconscio che farà migliorare

notevolmente il tuo inglese. 260

SEGRETO n. 33: dedica qualche minuto ogni giorno, durante e dopo la tua full immersion di trenta giorni, alla cura dei tuoi interessi su siti web scritti in inglese. 261

Conclusione Spero di averti fatto capire che il manuale che hai letto è uno strumento potentissimo e completo per farti imparare l’inglese. Siamo partiti dalla grammatica, le fondamenta per la conoscenza di una lingua. Dopodiché hai memorizzato mille vocaboli e già questi due pilastri ti basterebbero per affermare che sai l’inglese. Ma tu hai fatto di più, sei andato oltre. Se ti sei impegnato/a a dovere, se ogni giorno hai fatto gli esercizi con impegno e costanza, alla fine del percorso dei trenta giorni dovresti aver migliorato di gran lunga il tuo livello d’inglese. Dovresti aver raggiunto ottimi livelli, sicuramente oltre la media degli italiani. Forse sei arrivato a questa pagina leggendo tutto d’un fiato, magari senza fare gli esercizi o entrare nella full immersion. In questo caso torna indietro, rileggi i capitoli e organizzati le prossime settimane per lo svolgimento degli esercizi, e ti 262

garantisco che raggiungerai risultati eccezionali. Mettici passione e voglia di imparare e molto presto saprai l’inglese. Se invece non ti applichi, usi un atteggiamento passivo e non fai nulla per migliorare, allora questo corso non funziona; ci vogliono il tuo impegno e la tua determinazione. Un’altra raccomandazione: non iniziare il corso con grande entusiasmo per poi mollarlo dopo qualche giorno; anche in questo caso il corso non funzionerà. Si tratta di una novità per la tua crescita personale/professionale che hai tra le tue mani. Non lasciare che scappi via, impegnati seriamente! Se vuoi davvero imparare l’inglese e iniziare a usufruire di tutti gli innumerevoli benefici ad esso collegati, allora questo è il corso giusto per te. Mettiti subito al lavoro, usa un atteggiamento attivo

e segui passo passo la guida e gli esercizi proposti: giorno dopo giorno ti renderai conto di quanto il tuo inglese sia straordinario. Ti ricordo che se vuoi contattarmi puoi farlo visitando il mio sito Borsa e Immobili, oppure aggiungendomi ai tuoi amici su Facebook. Mi farebbe piacere avere un tuo feedback, sapere se ti 263

è piaciuto questo libro, se hai dei consigli da darmi, e soprattutto se hai imparato l’inglese! Thanks for reading, Marco De Carlo 264

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