L'altro Agostino. Ermeneutica e retorica della grazia dalla crisi alla metamorfosi del De doctrina christiana
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Zitiervorschau

GAETANO LETTIERI

U ALTRO AGOSTINO Ermeneutica e retorica della grazia dalla crisi alla metamorfosi del De doctrina christiana

MORCELLIANA

LElTERATUR.A CRISTIANA ANTICA

Strumenti Moreschini C. - Norelli E., AntologiC1 della letteratura cristiana antica greca e latina: t. I: Da Paolo all'età costantiniana - t. II: Dal concilio di Nicea agli inizi del Medioevo, 2 tomi inseparabili, pp. 1000 Moreschini C. - Norelli E., Manuale di letteratura cristiana antica greca e latina, pp. 600 Moreschini C. - Norelli E., Storia della leuerawra cristiana antica greca e latina: vol. I: Da Paolo all'età costantiniana, pp. 624 - voi. II: Dal concilio di Nicea agli inizi del Medioevo, 2 tomi inseparabili, pp. 1008

Studi Canfora L. - Wilson N.G. - Bevegni C., Fozio. Tra cn'si ecclesiale e magistero lellerario, a cura di Giovanni Menestrina Casadio G., Vie gnostiche all'immortalità Doty W., Le lettere all'epoca della cristianità delle origini (in preparazione) Fontaine J., Leueratura tardoantica. Figure e percorsi Lettieri G., L'altro 1\gosti110. Ermeneutica e retorica della grazia dalla crisi alla metamorfosi del De doctrina chrisliana Menee!rina G., Bibbia liturgia e letteratura cristiana antica Moreschini C., Storia delrermetismo cristiano E. Norden, Dio Ignoto. Ricerche sulla storia della forma del discorso religioso, a cura di C.O. Tommasi Moreschini Sfameni Gasparro G., Agostino tra etica e religione

Testi D'Anna A., Pseudo Giustino, testo, traduzioue, studio critico a cura di Alberto D'Anna Origene, Contro Celso, a cura di P. Ressa

GAETANO LETTIERI

L'ALTRO AGOSTINO Ermeneutica e retorica della grazia dalla crisi alla metamorfosi del De doctrina christiana

MORCELLIANA

INTRODUZIONE

... quia non sicul lcgere llbros meos, itn etiam iu eis curu•erunl proficere mecum I

llDe doGtrina cliristiana si presenta come opera altamente e11igmat.ica2-. .certo. atipiea, nelJi-ambito'delhr'stessatormentata e febbrile produzione.-agostinian-a:: 'Se il De Tri11itate, il De Genesi ad litteram o il De civitate Dei subiscono, anche per la loro mole, un complesso e decennale processo di elaborazione e inesausto approfondimento, d§lDdch,sOiprende l'.appar.cntementelnspiegabile .e finora inspiegato essere interrotto ex abrupt6 e..aççç._11t.o~u1~0. anzi rimosso ·per circa trent'anni, quindi il suo essere ritro·" vato quasi casualmente, per poi essere completato in breve tempo', come.. suggerisce l'evasi:vanotizia delle·Retractationes4l-Comunque, essa presenta questo completamento come un antico e ormai non più prorogabile debito da saldare. anzi come un'urgente retractatio, che si inserisce all'interno delle stesse Retract, sospendendole. Queslo libro intende evidenziare alcuni dati storici finora incredibilmenle ignorati, eppure piuttosto evidenti, capaci di far luce sulle vicende altrimenti misteriose di quest'opera, così decisiva nell'evoluzione del pensiero di Agosrino e, più in generale, nella storia della cultura occidentale. Ne derivano, pertanto, alcune tesi innovative, di rilevante portata per la valutazione dell'intera teologia agostiniana, che si tenta qui di restituire in tutta la complessità e la drammaticità della sua parabola evolutiva. la quale proprio nel Ddch e uella sua interruzione troverebbe il suo punto di crisi e di svolta: 1) Rite,µgo. cli p()~er . clim9~.t~aie. eh~. il. !JlO.UXQ dell 'intermtione. dell ~amb~~ zioso.siste.ina.del Ddcli dipenda dalla ·rivoluzione decisiva della ·teologia agostiniana, coineidente con la scoperta della· grazia· indebita :e predestinata.i.in Ad.Simpli.ciat1urtl l,Z...Ml4.t,ti.. lllPlalo.nizzi!!lte teologi!' deLprimo blocco del Ddch (P:rooemium-1II;25i35:Ddch-A), dottrinalmente del tutto convergènte con-quella.attestata· dagli scritti-anteriori all'episcopato; si rivela, ad·'un'attenta B.1_1.alisi,.arcaica e· del-tutto ·~snperficiale" rispetto.alla ·nuova, ri11oluzioc_ naria· dourfoa della grazia, causa' profonda e detenn.inante l'intera esistenza cristiana, cui- mai Ddch-A dedica, il minimo accenno'{-cf. Capitolo primo e Capitolo terzo). Comunque, pur volendo prescindere da un'analisi dottrinale, se indagata con attenzione, l'effettiva cronologia delle prime opere del-

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lntrod11zio11e

l'episcopato risulta essere necessariamente divergente rispetto a quella suggerita (almeno apparentemente) dalle Retract (cf. Capitolo secondo). 2) E indispensabile riconoscere la necessaria corrispondenza non solo tra ontologia ed ermeneutica, ma anche tra queste e dottrina della grazia. Ne deriverà l'irriducibilità dell'ermeneutica e della dottrina della giustificazione di Ddc/1-A (apologetica del libero arbitrio), rispetto a quelle delle opere immediatamente successive. alcune delle quali recnicamente analoghe a Ddch-A, in quanto di argomento ermeneutico-retorico (cf. Capitolo settimo). "be stesse Conj verranno interpretate CQme vera e. propria retractatio di Ddch-A, quindi come opera di conversione teologica alla nuova prospeniva guadagnata -con AdSimpl 1;2: quella delle rivoluzionarie. enne..neutica.e.,retorica della grazia.predestinata, unico vero raccordo tra.l'auto· biografia'til ·raeconto,di un'esistenza oonverlita dalla grazia) dei libr.i,l-X (cf; Capicolo·quinto}e la nuova doctri11a.christiana, biblicamente.dedotta tr11,mite l'interpretazione allegorica della creazione genesiaca dei libri x1.... XIII (cf. Capitolo sesto). 3) Sarà, quindi, chiarita la diversa relazione che le due diverse fasi della teologia agostiniana - quella del primo Agostino, culminante in Ddch-.4., e quella dell'altro Agostino, avviata da AdSimpl I,2 e dalle Co11f- instaurano nei confronti della platonizzante ontoteologia dell'ordine (cf. Capitolo quarto). ha" teologia matura del!' altro Agostino verrà, C()sì, interprel~.ta CQDle confessione dell'onnipotenza assoluta di Dio; ù1 profondo rapporto di re111actatio,con il neoplatonismo che la nutre, ma che essa intende siste-• maticamente superare, propouendo una consapevole dialettica del paradossovespressiva della rivelazione - razionalmente indisponibile - di Dio· còme·'Ga-ritas,assalutai Volontà.incondizionata di relazione e d'amore (e!. Capttoto.,ottavo):--, ,, 4) Si evidenzierà, poi, la fondamentale continuità tra il secondo blocco del Ddch (lll,25,36-1V.31,64=Ddch-B) e gli scritti antipelagiani - dal De Spiritu et littera al De dono perseverautiae -, quindi la nuova attualità che il problema della cultura cristiana acquista per Agostino intorno al 426, spingendolo ad ultimare il Ddch, abbandonato ormai da trent'anni. 11 recu-· pero di'Ddch-A riv.elerà, infatti, i•es_.igenza di medi~e la teolpgia della.grazia-prçdei;t.inata con il ribadimenlQ,dell'.apologia di una metafisica dell'or-ctine ol].toteologico. ~d ecclesiastico., (appunto la doctrina christiana), com.unqu.e ormai considerata come fenomeno soltanto parzilllmente dvelativo dell'intimo, impèrscrutabilé m.i$tero di Pio. ;S.j,jnsisterà, inoltre, snl· 1•ep·acale '!!Valutazione. agostiniana della cognitio metafisica.. (platonica, giudaica, pelagiana):.come la stessa analisi del DeTrin confermerà, Ponto. ·.te.ologia.accessibile alla ragione naturale diviene mera lillèra, -con'Oscenza estrinseca di Dio. strutturalmente perversa, se priva -del dono gratuito dellG Spirito; unicn intenzi()nalità non idolatrica, non autoreferenziale (cf. Capitolo nono). La teologia di Agosrino si rivelerà, pertanto, come sisce.

Introduzione

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.Jnaticamente "sorretta da una tension·e dialettica rra piano della Veritaswe ·piano . deUa Carfia.. tra om.ot~olPgia .e. teplogia della .grazia, tensione di,a. l~tti.ça d.i cl.li ilconcet.to di predestinazione non è. chela più eclatante manifèstazione"(ef. Capitolo decimo). Ne deriverà, di conseguenza, una valutazione più problematica dell'interoll!lfiG.h,·opera profondamente dialettica e, propriopel'. questo, di decisivo interesse per lei studio dell'intimo articolarsi del··oSistema teologico agostiniano: al di .sotto della sup.erficiale, .perfetta,. armo.pJa tra j. suoi due· blocchi, essa rivelerà un· volutamente nascosto,' minimizzato,. ma. comunque profondo contrasto, talle.rato soltanto relati-, viz.zando radicalmente Ddch-A e la capacità anagogica, salvifica.della stes... sa cu llu{j 0 d.octril!~ ~ri~4i,11.µarripotl.1J: !! .merQ ~ arobigue•fen0me1:io, a segno., necessano,.ma insufficiente di una Caritas del tutto trascendente. ed.enig.matica-(cf. Capitolo undicesimo). 5) Proprio nel tentativo di chiarire la relazione tra mediazione storica e., prydestinato.òecreto divilJo, e il rapporto di debito e di superamento co1\.tratto dalla-cultura cristiana nei confronLi dei.suoi modelli pagani,. appari.... rà decisiva la qnestione. della retorica· erìsliana:-sìstematicamente-trauata neltardo IV libro del Ddch, apparentemente presentata come mera tecnica oratoriai essa. verrà. invece .letta. in relazkme alla dottrina c~Ua .grazia prçdestinata. Pc.o.prio .la struttura .(ogico-linguistica ·della .retorica dceronianà sembra.avere; infatti; offerto decisiv.i stcumeu.ti ermeJJ..euLici pet elaboré\Ie una retorica teologica della grazi.a, coQcepita come et~.oa Paroliva apparirà la teologizzazione della teoria .cice~ roniana degli stili retorici: l'analisi di un aspeuo appa.re..otenwnte del tutto. tecnico"letter!U'io. finirà per dilatarsi ad intei;preta,zione glopale dell'.intera.. teologia. agostinian11. sì che la .stessa abusata. immagine di.Agostino C9!Ilk. reLore· impenitenteS potrà trovare un'inaspettata conferma e un'impressio-~ n.ante possibi!it" di approfondimento6·( cf. Capitolo dodicesimo). L'~bizione di questo volume è, quindi, quella di mostrare l'ampiezza• e la .radicalità della conversio.ne deU'intelleclus graliae. di Agostino, dall'umanistica metafisica cristiano-platonica -dominante. da. Cassiciaco sino a Ddch~A ,..., alla.paradossale, tragica, antiumanistica dottrina d_ella graziil i.o.debita e predesti~ata, la sola capace di restituire il cuore pnlsante del suo pensiero maturo?. E del tntto evidente che proporre l'inversione dell'ordine di composizione tra Ddch-A e AdSimpl 1,2 non rappresenta affatto nn problema tecnico marginale, né risponde ad uno scrupolo meramente erudito: la ricontestualizzazione del trattato ermeneutico, culmine dell'ontoteo-logia dell 'ordo amoris, nel!' ambito della produzione del primo

Introduzione

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Agostino. . (q uello.•.re~at4vo~dell I.evoluzione della···tealegia di Agostino •e. del"SuI quc vcr~ l"erreur, chaque Cois que son indétenninaiion la laisse indifCérentc ~l'une ou à l'au11e dircc1ionn (116); ne deriva, ancora dogmaticamenle, che «rien n'est plus utile que de montrer ccmmcnl l'enseigncmen1 ac1uel dc l'Eglise avec lomes ses précisions, reste en parfaite continuilé avec les doc1rines de ceux qui soni nos Péres dans la foi» (118). Contro l'esito metodologico di Thonnard, ribadisco allora che: 1) il metodo storico-critico è l"unicc, autentico me1odo di annlisi sistemalico·dourinale; 2) che il me1odo storico-critico contestualizza s1oricameme ed evcJuiivamente la dollrina agostiniana, non per relalivizzame gli aspeui più ardili, ma per meglio comprenderli e metterli in luce nella loro evenluale originalirà srcrico-teclogica; 3) che un serio tentativo di ricostruire il sislema dell'agostinismo deve prescindere dall'evolnzione doomatica successiva della domina callolica, ma, tramite un 'analisi storico-ge11eticu dei testi ag~tiuiani, deve mirare esclusivamente alla comprensione di un organismo storico-teologico che ha sempre aspirato ad essere in sé razionalmente coerente; 4) che il metodo sloricoctitico qui utilizzato prescinde dal rapporto con nn'eventuale philosopliia pere1111is (nel caso "di Thonnard, il platonismo; o lo s1esso tomismo, assolutizzato coutro il modernismo), aprioristicamente o dogmaticamente presupposta come veritativamente discriminante. ma cerca piuuos10 di descrivere l'evoluzione del rapporto di storico Agoslino con la filosofia pagana, la theologia 11aturalis (rapporto assai più complesso e discordante di quanto non voglia ammettere Thonnard: cC. i11fra, Capitolo quarto; e Parte Quarta, Nora X -Sul rid11zio111smo pla1011izzunte della teologia di Agostino). Per una deteriore distorsione sistematico-dogmatica della teologia della grazia di Agostino, pelagianamellle interpretala allraverso nna valutazione parziale e superficiale della tradizione agosliniana, cC. A. Miche I, À propos de fu,.,,,.,. re el de la grace: qudques in1erprétatio11s de l'aug11stinisme. in L. Hollz e J.-C. Fredouille (edd.), De Tertullie11 aia Mozarabes. Méla11ges offerts ù Jacq11tts Fotztamtt, Paris 1992, I, 201-210; il più qualificato, recente esempio di fissismo tradizionolistu -cioè di rnetoclo sistematico-dogmaiico che, relativizzandone l'evoluzione e la stessa originalità 1cologica, pretende di interpretare aprioristicamente la donrina di Agostino come coincideute con la tradizione callolica - è quello di G. Madec, A11gusti11 évi!q11e, in G. Madec (ed.). A11g11s1i11 prédicateur (395-411), Paris 1998, 11-32: cJ''ai qualifiéAugustin de 'théologien de service' de l'épiscopal catbolique d' ACrique. Mais je répugne à parler de su théologie ou memc de sa doc1rine personnelle. Sauf erreur, il n'a jamais voulu se singulariser. Comme les autres. il n'u \'Oulu élre qu 'un Cidèle commentateur des saintes Écritures. Contrairemem à JerOme, il n 'a pas en le loisir de s'adonner à l"e:cégèse eu Sorbonne'; il a donné tous scs soins à l"exégèse en Église'» (32). Analoga la posizione di C. Mayer: considero opponuna la sua presa di posizione metodologica, che intende distinguere nettamente rintcresse dell'autore. dall'interesse del· l'interprete: cC. Paradigma 11euzeillicher Augus1i11uskritik. K1m Flusc/1s Eirrfiihl'lmg 111 da> De11ke11 A11gustins, in C. Mayer e K.H. Chelius (edd.), lmemationales Sy111posio11 . .. 231-245; nel mio volume, cerco proprio di rintracciare, per quanto possibile, l'i11te11tio u11c:1oris, a partire dai suoi scrilli. Non condivido, però, la pretesa di Mayer di assolutizzare - con una ricadura nell'errore di sovrapporre il singolo interesse dell'interprete all'opera interpretala - l'indubbia cou1es1ualizzazione di Agostino, interprete della Scrinura, nella tradizione cauolicoecclesiaslica, minimizzando l'i11tentio, l'interesse filosofico della sua opera, messe troppo facilmente Cuori gioco dall'opzione ermeneutica di Mayer (cC. 236-238 e 243-244). Infaui, essere credente, vescovo ed autore ecclesiastico significava, per Agostino. comunque farsi carico della Cilosofia pagana, per confutarla e superarla: la teologia agostiniana vive in un complesso rapporto dialettico con la filosofia, pretendendo di attingere razionalmenle (eppure gratia Dei) una Verità più profonda e coerente della verità naturalmente accessibile: cf. i11fra, Capitolo quarto. Se la teologia di Agostino è un tentativo razionale di interpretare l'esistenza, a partire dalla rivelazione biblica, la ragione filosofica ha rutto il dirinc di valutarne la portata veritativo-esistenziale, di vagliarne la coerenza, di segnalarne gli even1uali p11n11 di crisi. le conltdddizioni, le violenze logiche o etiche. Altrimenti, si confim1 il pensiero agosh· niauo nel gheuo confessionale del «teologico-ecelesiasiico», ambilo autoreCerenziule, aprioristicamente inverificabile, in ultima analisi del tutto irtazionale.

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bzt.roduzione

12 Respingendo, a ragione, l'ipotesi che l'interruzione del Ddch possa essere dipesa dalla proibizione, o dall'inopportunità, di utilizzare le regole ermeneuliche liconiane, Dnval scrive: «S'il y avait à chercher une raison de fond, je la chcrchcrais plus volonlicrs, avec G. Lenicri, dans rapprofondissemcnt doclrinal qu'a provoqné à ce moment la rédac1ion de l"Ad Simplic:ianum (La crisi del De docrri11a chrisriana di Agos1itlo, in «Crislianes1mo nella storia» 18, 1997, pp. 1-60 - paru 1rop rard ponr elre ulilisé). La pish: vau1 d'clrc explorée. Elle rcnconlrcrail d'aillcurs nombre de rapprochements ici fails a'·ec la probléma1iquc dc.~ Co11fassions» (Y.-M. Duval, B11/leti11 sulla Patrologie lari11e 1999, /ll.1l11gus1i11, in «RecSR" 87, 1999, 131-140, in pari. 132). I~ «Si la grdnde biographie scieniitique de sainl Augnslin n'a pas cncorc été écritc - cl nommment par suite dcs inccrliludes d'ordre chrouologique qne certains travaux en conrs doivcm permeure de lever toul nu moins partiellement - Ics pièces principales qui uideruient à cene reconslilulion se lrouvcnl en l'oenvre mSme d'Augns1in, Ics unes immédia1es et explicites, Ics au1res lalenlc.~. souvent difficiles à dégager, mais d'autant plns précien~e~ qnand on y parvienl" (A. Mandouze, Soi11tA11gu.çtin. l 'ave11ture de la mison et de la grdce, Paris 1968, 49-50). 14 L."I lesi fondamentale di qncsto volume è slatn proposta per la prima voha in 1111 Dibattilo s111/'enne11eutica biblic".a di Agosti110, tenutosi nel XII Seminurio di «Studi sull'esegesi giudaica e cristiana antica» souo In direzione di Manlio Simonelli, qnindi pnbblica10 in «ASE» 12. 1995, 407-418 {cf. in pari. 407-411); è slata poi approfondila in un scniiuario pisano, affidatomi nel 1996, all'interno di nn suo corso universitario sn Agostino, dal caro amico Lorenzo Perrone, au1en1ico conoscitore dei Padri. La Parie prima del volume è statn parzialmente anticipata nel saggio La crisi del De doctrina chrisiiana di Agostino, in c.CrSt» 18, 1997. 1-60. Della Partf! terza., i primi quauro paragrafi del Capitolo 110110 e il Capitolo decimo sviluppano due saggi già pubblicati: la dialettica dello gius1ificazio11e 11el De Spirilli et liuera, in Alici-Piccolomini-Piereni (edd.), Ripensare Agosritlo: i11teriorirà e 111te11z:io11ali1ti, Roma 1993, 123-165; e Fato e prede.stinazio11e i11 DeCivDei V,1-11 e Co111raDun.sEpPe/og 1/,5.9-7,16. in M. Simonetti e P. Siniscalco (edd.), S1udi sul crfa·cioncsinro amico a modemo in onore di Maria Grazia Mnra,,,uAugustinianum» 35, 1995, li, 457-496; il Capilo/o 1ulllicesimo e il Cop11olo dodicesimo della Porte terza, la Parte seco11da e la Parie q11arto del volume sono inediti.

Nora iconografica Sulla coperiina del volume, ho volnlo riponare nn particolare dcl Giudizio uni>-ersale (15361541) della Cappella Sistina, nel quale, com'è nolo, Michelangelo si ritrae nelle sembianze del mar· tirc san Bartolomeo. che moslra a Ccislo lo strumento di tortura e la pelle, l'involucro vuoto, il fantasma del suo io, scuoiato dall 'omor Dei. Ritengo ceno che qui Michelangelo citi in immagine alcune celeberrime terzine della Commedia, dipinga cioè «ad imitazione di quello c/ie espresse il suo famig/iori.piriLuali c.ome _di .utili .mezzi ermeneutici, di effica~ Q1CJQ(,U .~$pre.ssiv.i. p.ersino :di edificanti. slrnmenti di moralizzazione e dk asc~si4.1.it·L' interpretazione allegorica (già origeniana, quindi a.inbrosiana e. geronimiana) d.cHe ricchezze ''lecitamente" rubate agli egiziani dagli ebrei,

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3?21-22 e 12,35-36), ~me _legittimazi?ne d~U'uso ~ella éultur~ prof~­ ( · ambito crisliauo. stigmatizza certo I uso 1mproprro, perché 1dolatnua 1n . . d' . . . I , . delle verità universali conosciute a1 pagani, eppure non mette m a cun :~do in queslione _il valo~e an~go~i~o del~e stesse disciplina~ prof~ne: l)C~­ J' ·nterpretazione d1 Agosuno. 11 cnst1anes1mo non prospetta, mfattt, una vis 1 • agogica altemativa o irr~ducibile al naturale movimento dell'uomo ve~o ~:verità metafisica. Sic en~m credftur e_t docetur, '!uo~ est hur!1anae sal~llis captll, 11012 aliam esse f!_hilosoph1~':!,· }~ ~~t.. ~a!?1~;~t1:i,e. s1ud11:1m, et ~ban~ reltgionem (DeVeruRel :>_,8). tm7Jif&c:1fo-e Ia~uprema ~ultura pagana_..(U,gl;t~ tdnisJno) cbndividono cioè lo stesso teologico movimento ascenstVo .che do~l~rti.~"d8'l"mmbtle''f1Mst>V!'l1Sensibile; _~- politèismo è un errorcrif~'flmtlfl~b1ifl"à'èla1ea ·ee0manuruiTa retta intellig~_!IZ~~n~eta: fisiCiitlei' platonici4 2;·Alla--superbta eagan~_viene opposta la éa1itas crìstip~

fr«;1dtmtificlta;-'p-er~~w~"'!'f1!1;9fr~'[~~j~.~~!»P.~~J:llW11J!fede­ le:~Sftìpt1't~elfta llemblematico·easo·dell'indurimento·del·cuore·del' Far,aone,.iai..sMtietie·èlié''Piridutimento· è Ia·giusta·puniziòne·ci:iii!!eguiul'."·11 c.beramente commesse: N'bm de Pharaone facile respondetur, priori ..~fllìS qiiib'us afflixit in regno suo peregrinos, dignum efjèctum cui obduraretur coi; ut nec manifestissimis signis iubentis Dei crederet .•Dio,hu .. ?:e,i;tp,_al _Faraone.ma · · • 1 s~à l!~~ là :n ~asiJi~'

uuyooncrolteJa ~tçss~

teof • di· v s1 1 m1Senco~'FnraitmJ"~as Dei iniu.\·ta esse 11011 potest. 'Venit enim de occultissimis meritis, essendo capace di discernere i minimi moti dell'animo umano, il loro interiore disporsi e differenziarsi (diversitas) nei confronti della chiamata divina: Praecedit ergo aliquid i11 peccatoribus, quo quamvis nondum sint iustificati, dfgn! efficiantur i.ustificati'!ne;_et itempraecedit in aliispecca.toribus f quo digm sunt obtuns1one. E s1 noti che ia~eolpa m·orale, l'indegnità relf- ;· giosa dei reietti corrisponde significativamente all'insnfficienza del loro~ atto conoscitNo: non probaverunt Deum Jtabere in notitia. Cap. 5: Agostino commenta Rom 9,16 (Non volentis neque currentis, sed miserelllis est Dei), versetto per lui gravido di decisivi sviluppi: è vero che per l'uomo decaduto la salvezza dipende dalla misericordia di Dio. eppnre questa non esclude, anzi richiede l'invocazione umile e il consenso libero e incondizionato del peccatore (volens et currens) alla suasio divina; Parum est enim velie, nisi Deus misereatur; sed Deus non miseretur, qui ad pacem vocat, nisi voluntas praecesserit. Dunque: a) iDio.preio:non rivela qualcosa di nuovo (identici sono i praecepta, cioè il dovere dell'ascesi, della conversione allo spirituale, sono l'oggetto comune della rivelazione del!' AT e del NT), ma·lo rivela uuiversalmente, più chiaramente ~ soprattutto ·in maniera più stiasiva è amorevole, attraverso il supteJJlO-sigrwm. dell'_incaruazione di Cristo e della sua morte esemplavrelJ>6. Solo la fede e (a disciplina della chiesa, quindi, assicurano il retto. umile orientarsi della libertà decaduta verso qnella res immutabile, che gli stessi docti pagani hanno riconosciuto nelle loro disciplinae razionali come supremo fine dell'uomo, ma che non sono riusciti ad attingere umilmente e religiosamente, quindi davvero sapientemente101. Lo.pcime interpretaziq,.nLdH:!a0lo conferma110 quindi perfettamente il coerente, razionale sistema teologico. di·Ddch-A~ se AdSimpl 1,2 opererà- come Agostino afferm"a esplicitameuteJOS - un totale cambiamento di prospettiva rispetto ai suoi I pFimi-c0mmenturi paolini,, !o stesso Ddch•A do.vrà risnltarne inevitabil-" . mente'COinvolt!-· 3. Agostino leuore di Origene: le Omelie sul Cantico dei cantici e l'ardo amoris In riferimento alla sistematica facies platonica della doctrina chris!iana del primo Agostino, non sembri arbitrario o solo generico il riferimento ad Origene 109 e, in particolare, alla traduzione moderata o mitigata 11 0 (derivante dalla conservazione dell'elemento mistico-spirituale, depurato

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Capitolo primo

tramite la censura delle dottrine filosoficamente più ardite, quali la preesistenza delle anime, la successione dei mondi, !"apocatastasi) che dell'origenismo - sulla scia dei Cappadoci - Ambrogiolll, Rufino e Girolamo hanno proposto in Occidente. R~qgo,.-int'atti,· che '.le due origeniamr Omeli~_s1tl.Cantico-4ei Cantici; tradotte da Girolamo·nel 383, e l'orig~' ''iìfànoCommentario al Cantico dei Cantici, tradotto in fatino da Rufino-lP, propongan-ouna sistemarica dottrina dell'ordine ontoteologico e dell'a'fuo.re-""r-istiano!l~,.. del· tutto corrispondente a quella di Ddch-A. Nèll'escge~i 9.'~g1).,o,. meglio, .di.·una;.rivoluzionarfa- rlvelazione1:µ.,_ quella uemel)~. ,da. della .grazia operante·, irresistibile· .e indebitamente ·predestinaJa. P&Q-ai1ty.t"itengocche·.fa. teok>gia,,.agostiniana·'llttraversi,,• Gon :la folgorazie.Jll}- .d,i AdSimpl l,2 .e l'interruzione deJ. -Ddch, ltt sua· svolta decisiva, eh& .determina la sua. catasttofe e il su.o. riassestamento~4'1.grazie ad un diffici-, li~simo comp~9n:iess9, ~d UA precario equilibrio tra la confessione delcronnipotenza dellaCaritas; della Soggetti'va libertà·o anarchia della gra~ .zia. da una parte, e il· necessario mantenimento dell'invariabile e·univeh sale ordin~ metafisico, dell'-oggettiva gerarchia della· Ver.itas, dall'altra. Jn. g~est'ottica, ·il Ddch dev'essere considerato come l'opera critica pe.I( eccellenza di Agostino, non solo perché rivelativa della crisi decisiva. della sua teologia, ma anche perché «negativamente» rivelativa della rivçilu~onarietà della nuova prosp~ttiva teologica, che la «taglia» in due blocchi, solo apparentemente-e supedicialmente coincidenti, ma che, studiati, in profondità, la svelano come una vera e propria a[monia di opposti:.

Ddc/1-B contra Ddch•A.-.. Ma perché Agostino non ci ha apertamente infonnato, nelle Retract. del motivo dell'iute.rruzione di Ddch-A? li suo silenzio su un motivo così importante non risulta forse significativo, considerando tra l'altro con quanta cura Agostino ci informi sul puuto di interruzione? Non mi pare si possa ammettere che Agostino abbia taciuto la ragione dell'interruzione, perché del tutto casuale o non degna di nota: il Ddch è una sintesi troppo ambiziosa, una costruzione dottrinale troppo articolata, per poter essere interrotto e abbandonato per cause meramente estrinsechelz.~. Si possono, quindi, formulare due ipotesi alternative: 1) nelle Retract, Agostino non è disposto a confessare un debito decisivo nei confronti del donatista scismatico Ticonio. Pertanto, Agostino avrebbe interrotto Ddch-A, perché incapace di elaborare una propria ermeneutica biblica. senza chiamare apertamente in suo sostegno il compromesso Ticonio, il che non era opportuno intorno al 396-397, in piena controversia amidonatista 126.

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Capitolo primo

2) Ag0s~ino'non .può con(~!!are apertamente iLcontrasto traDdch-.A e AdSimpl· 1;29 per non contraddire :la finalità· antipelagiana: delle Retraoc, co,o,cepite p.eI difendersi dalle (non infondate).aecnse pelagiane ·di avei"· pu>clamato due. teologie"contraddittorie, quella giovanile essendo sconfess.ata dalla novità sconvolgente (e per i ,pelagiani del .tutto nova, quindi ere-,. tica)·della scoperta.della· grazia. operante. Ora, di Ticonio, Agostino discute apertamente e ampiamente in DdchB (in particolare in III,30,42-37,56), riconoscendogli, senza alcun imbarazzo, un fondamentale debito esegetico; altrettanto avrebbe potuto fare nelle Recract! La seconda soluzione, anche se finora condotta soltanto sulle basi di un ragionamento ipotetico, mi pare certo preferibile.

NOTE I

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Cf. ad es. Cicerone, De oratore l,51,219. Sulla dialec1icorum sciemia, cf. ad es. Cicerone, Orator 32,113: Esse igilur perfecte elo·

q1te11tis puto 11011 earn tamum fac11//a1em habere quae sii eius propria, fuse lateque diccndi, sed etiarn ••icinam eius et finitimam dialecticorum scientiam adsumere. Quamquam alilld v1dc1ur oralio esse aliud dispu1atio, nec idem loqui esse quod dicere, ac 1ume11 utrumque in dissere11do cs1; disputundi ratio et loque11di dialecticorum sii, oratorum autem dicenJi et orna11di; cf. 22,72. Sulla profonda identità tra nniversale dot·trina della Verità (interpremta come consensus doctrinarum concentusqut!) cd e/oquentia, cf. DeOratore lll,5,19·6.25; l,12,53-54; 111,34, 142-143; in 111,15,56, la supientia è appunto identificata con la c:ogitandi pro1111111ia11diq11e rurio visque dicendi. 3 Disciplina disciplinaru111, q14am dialecticam vocant,. .. docet doc:ere, docel discere; 111 liac: se ipsn ratio demonsrrat atque aperit quae sir, quid velit, quid valeut. Scir scire... Verum quomam p!erumque s1ul1i homi11es ad ea quae suade11tur recte, utiliter et /io11es1e, 11011 ipsam sincerissimam quum rarus animus vide1 veritatem, sed proprios sensus co11suet11di11enrq11e sectumur, oporteb per la filoso· fia e le arti liberali, comunque la s1ruuura meiafisi.:a-dialenica ed etica c.:he sorregge la sua inlerprelazione della cullura .:ristrnna rimauc inv~riala: Dio i! l'immutabile. la salvezza è convertirsi, con l'aiuto di Cristo, dalla egeslt1s della s111/111i7-5:>. 4o Ben poca cosa è cuncm scientill, quoe q11idem est utifis collec1a de libris gent/11111, si

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d' · arum scripturarurn scie111iae comparetur. Nam quidq11id homo e.rtra dcdiccri1, si 11oxi11m IV"~bi dam 11atur: si unle est, ibi 1m·enit11r (Ddch 11,42,63). Scrive ginsmmen1e C.P. Mayer, ;;~· ~eiclre11 ..., 1, 365: «Nicht mehr die Disziplinen (come negli scriui di Cassiciaco, sino allo 1~ 50 DeMus), sondem die aus der Schri(t in rcichem Strom flicOenden se1crr11111!/lfa waren st_e d durch die divi11a provide111ia auserlesen Mine!, die nunmehr den Geist mahnen sollten, . zu sueI1en». ie ·nniillen dee 111utab1·1·1a d'1e semper manem1a 1 41 Doetrinae om11es ge111iliu111 11011 solurn simulata et s11pers1i1iosa fig111e111a gravesque arcit1as supervacanei /aboris habe11t, quae un11squisque 11ostrum d11cc C/iris10 de societnw ;entilimn exie11s debe1 abominari a1q11e devitare, sed eti11m l1berales discip!mas rm•i veritatis aptiores et quaedam morum praecepta utilissima co111i11ent deque ipso imo Deo co/e11do t1onnlilla >"el'a illve11iun1Ur apud eos, quod eomm tamquam aurum et arge111Um. quod 11on ips1 ;11stituer11nt sed de q11ib11sdam qua.si metallis divi11ae providemiae, quae ubiq11e mfusa est, eruerunl et q110 per>'erse atque i11mriose ad obsequia daemo11um ab1m111mr, c11m ab eom111 misera societnte sese animo separar, debet ab eis auferre clrris1ia111ls ad usum i11s11m1 praedica11di eva11,gelii (Ddd1 11,40,60). G. Ripanti, li problema della comprensione 11ell'el'me11eutica agosti11iantl, in «REAug» 20, 1974, 88-99, riconosce espliciiamcnte la «funzione ascetica delle varie scienze» (97). Sull'onimismo intelleuualistico dcl prrmo Agostino, che auribuiva alle discipline liberali la capacità di promuovere la spiritnalil3 umana, innalzaudo a Dio, cf. P.M. Liihrcr, Del' Gla11be11begriff des lrl. Aug11s1ii1us ili sei11e11 erswi Schrifre11 bis zu den C011/essio11es. Einsiedeln-Ziirich-Kiiln 1955, 53-61. 42 cr. DeVeraRel 1,1-2,2. 43 In perfetta coniinuità con Ddcli-A, cf. DeDi\'Quaest L'l(XXJIJ, XXXVI. De l!Utrie11da

carirate. 4•1 Sul rapporto ua ano ermenentico-religioso ed orizzonte sociale della comnni1à, all'interuo della quale i segni divengono davvc:ro significativi e liberanti, cl'. R.A. Markus. Sig11s and Mea11i11gs. World and Texc ;,, A11cie11t Cliris1ia11i1y, Liverpool 1996, in pari. cap. I, "World and Tcxt in uncient Chris1iani1y», 1--H; scrive: Markus in rifcrimenio ad Agos1i110: «Discovery of meaning frees us (rom captivity IO the sign, and incorporares us in wlrnl wc might cali a texlual, or an inrerprctativc, community» (31); infatti ua tc:xl reqnires the righi kmd or readcr IO undersiand il» (32), ma il lellore appropriato è appunto soha1110 quello capace di coniestnalizzare la sua ricerca del senso all 'incerno di una dimensione oriz7.0n1ale, quell;1 delle «interpretative communities» (32; cf. 29-35); cf. in tal senso il cap. IV. «Signs. Commuuication and Contmunities in Augustine's De doctri1111 chris1iam1», 105-124; e D. Simon, Ad Regnum Caritalis. Tlre Fi,,ality o/ Biblical J111erpretafio11 i11 .4ug1lSt111e """ Ricoeur, in «AugSI» 30, 1999, 105-127, in pari. 115-117. Sul «circolo ermeucuiico» ira reguln fidei ecclesialmente 1rasmcssa e interpretazione scriunristica, cf. G. Ripanti, Agosti"o t110rico del/'i11terpretazio11e, Brescia 1980, 82; pertanto, usi C(lmpreude il lesto nel suo coutenuto, solo se già lo si crede» (G. Ripanti, li problema 1tella compre11sio11e.... 95-96). 45 Haec enim regula di/ectioms divi11iTus cons1im1a est: «Dilige.iv1mdo custodi11111 dilige11tius (DeOrd 11,il,15). Modus ergo di/igcmil praecip1end11s est lromi11i, id est, quomodo se diligat. ut prosir sibi... Praec:ip1c1u/u111 e11om quomodo corpus s"um diligar, urei ordi11ate prudenter· qu' audit quisq11is ea cernere no11 po1est. 11isi quia calia quamdi11 ignorantur utile est credere (DeMag 13.41): cf. ConcmAcad IH,19,42-20,43. La fede coincide gnoseologicamente con la recezione ubbidicnle del segno linguis1ico, nou ancora autenticamente significativo: cf. ivi 14.45-46. Sul rapporto tra fede, aulorità e conoscenza del vero nel primo Agostino, cf. F. Chiereghin, F