La Somma Teologica. Le passioni [Vol. 9] [PDF]

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Zitiervorschau

s.·

TOMMASO D'AQUINO.

LA SOMMA TEOLOGICA .

.

.

.

TRADUZIONE E COMMENTO A CURA DEI DOMENICANI ITALIANI TESTO LATINO DELL' EDIZIONE LEONINA

1X

·LE PASSIONI. ' (I-li. qq.

~ .. 48)

CASA EDITRICE ADRIANO SALANI :

Nihil ohttat .Pr. Ludovku Merlliù O. P. L«:t. S. Theolasiae .Ft. Albe.rtu• Boccanesn O. P. Lect. S. l'Deologiu

Imprimi potett Fr. Jordanwa Verona O. P. f'rior l>rovioclalia S. Marci et Sardiniae Florenti.H di• XV Julii MCMLX( lMP~ATUR

FaA!Sulia die. XVII ]ulii MCMLXI S.C. Silviu Anichioi Vie. Ge~

TUTTI I DIRITTI SONO RISERVATI

O

MCMLXI ~ Oaaa. Editriee .Adriano Balani.

Officine Gtdicbe Stiantt, Sa.na.sciano .. MCMl':-XI ... Printed in ltaly

LE PASSIONI (l .. IJ, qq. 22--48)

1 - JX

LE PASSIONI (l~Il.

qq. 22--48)

lNTRODUZIONE. TRADUZIONE E NOTE del P, Tito S. Centi O. P. ·

INTRODUZIONE 1 - R. Cartesio, iniziando nel 1.646 il suo trattato su Les passions de l'dme, non esitava ad affermare. con baldanzosa sicurezza: «Non c'è nulla che possa meglio dimostrare quanto le scienze da noi ricevute dagli antichi sono manchevoli che quanto essi hanno scritto sulle passioni. Poichè, sebbene si tratti di una materia la cui conoscenza è sempre stata ricercata, e non sembri tra le più difficili, dal momento che ciascuno, sentendole in se stesso, non ha bisogno di cercare altrove delle esperienze per scoprirne la natura, tuttavia ciò che gli antichi hanno insegnato è si poca cosa, e per lo più sì poco credibile, che io non posso avere una speranza di avvicinarmi alla verità, che allontanandomi dal cammino che essi hanno seguìto. Ecco perchè io sarò qui obbligato a scrivere come se trattassi di un argomento che nessuno prima di me avesse trattato». Questa dichiarazione fa un effetto strano alla distanza di tre secoli: l'effetto strano di una caricatura della scienza e della vera filosofia, la quale non ignora mai, e tanto meno disprezza, ~il travaglio dei pensatori precedenti. L'effetto è anche più strano-, quando si pensi· che il trattato di Cartesio sulle passioni oggi ha un valore soltanto documentario; mentre nell'insieme· è sempre sostanzialmente valido quello di S. Tommaso. E gli studiosi moderni guardano con più rispetto alle teorie platoniche, aristoteliche e stoiche sul nostro tema, che a quelle cartesiane.

I

Valore del trattato tomistico.

2 - A scusare in parte la saccenteria del filosofo francese bi. . sognerà forse riconoscere che egli non si scomodò a leggere gli . antichi autori. B probabile che egli li abbia conosciuti solo at-

8

I.E PASSIONI

tra verso i grandi n1anuali scolastici del suo· tempo. E purtroppo codesti solennissin1ì volu111i in-folio, peraltro rispettabili e raccoinandabili, non ebbero in onore il trattato sulle passioni. Ne parlavano di più i libri spirituali, ma solo per condannarle e per cornbatterle. Anche oggi nei manuali di teologia morale si risente di questo disinteressa1nento della seconda scolastica. Poche nozioni sommarie parevano più che sufficienti per un buon moralista in quest.a materia. ·Ecco in proposito la testimonianza di Giovanni di S. Tommaso (t 1644): > (2 Ethic ., c. 5, n. 2). Ma un confronto sommario tra codeste undici passioni, che secondo il compositore dell'elenco non sarebbero neppure esaurienti, e le undici della classificazione di S. To1nmaso~ mostra considerevoli differenze. Questi nel suo commento non insiste affatto per ottenere una sostanziale concordanza; ma riprende in mano la questione, riquadrando tutto secondo il suo schema : CONCUPISCIBILE

amore - odìo desiderio - tuga piacere - tristezza

l

IRASClBILE

~

speranza - disperazione audacia. - timore Jra (ibid., lect. 5}

Ripetiaino che codesta classificazione è in sostanza opera originale dell'Aquinate, e ci sorprende per la sua semplicità, e per la chiarezza dei criteri ai quali s'ispira: distinzione delle facoltà, e distinzione tra bene e male d'ordine cc fisico" e psicologico. 12 - Rimane da vedere che valore essa abbia. Si è parlato di divisione specifica: vale a dire si tratterebbe di undici specie

LE PASSIONI

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distinte del genore passione. Così se1nbra esprimersi S. To1nn1aso stesso (cfr. q. 23, a. i). D'altra parte egli ci parla delle va.. de specie della tristezza (q. 35, a. 8). Se la tristezza ha delle specie, evidentemente essa è un genere. E se è un genere la tristezza lo è pure il piacere, ramore, il desiderio e ogni altro rnembro della divisione suddetta. Per capire la sua posizione dobbiamo ricordare che per l'Aquinate i nloti passionali sono legati strettarnente a un tipo di conoscenza: quelli dell'irascibile sono connessi con raesti1nativa~ quelli del concupiscibile si articolano come riflessi appetitivi della fantasia. Si tratta di due facoltà sensitive, indubbiamente~ ma non di due facoltà periferiche. Sono entrambe facoltà e.entrali, che raccolgono in una percezione unitaria le impressioni dei sensi esterni particolari. Ebbene, anche nell'ordine appetitivo le facoltà di cui parliamo sono da concepirsi con1e centralizzate. La sensazione dolorifica periferica non è vera passione, finchè dal e.entro non è percepita come tale, cioè come lnotivo di tristezza. Cosicchè qualora un soggetto la subisse eon1e incentivo di piacere) codesto dolore periferico sarebbe relemento n1ateriale della passione opposta, cioè del piacere. f.: questa la classica involuzione del masochismo. I rnoderni psìcologi puntano troppo su questo elemento materiale e fisiologico nelle 101·0 classificazioni. Ma esso non divide rnai così bene e così notta1nente come l'elemento for1nale. I/esen1pio addotto è sufficiente a di1nostrarlo. Pt:!rciò il Dottore Angelico imposta- la sua classificazione sul compo.rtarnento psicologico cosciente, al livello della fantasia e dell'istint.o superiore che egli chiama aestìmativa. A codesto lh-ello la distinzì non già contraria. Rin1angono sciolte cosi anche le difficoltà. (4

ARTICOLO .\. Se nella medesima potenza vi siano delle passioni specificamente .diverse non contrarie tra loro. SEMBRA che in una potenza non vi possano éssere passioni specificament.e diverse non contrarie tra loro. Infatti: 1. Le passioni differiscono secondo gli oggetti. Ora oggetto delle passioni sono il bene e il male, le cui differenze costituiscono le contrarietà esistenti tra le passioni. Dunque in una medesima potenza non ci sono passioni, ch.e senza essere tra loro contrarie, differiscono nella specie. 2. La differenza specifica è una differenza forn1ale. Ma ogni differenza formale è basata su nna contrarietà, come Aristotele afferma. Perciò le passioni di una n1edcsima potenza, che non siano contrarie fra loro, specificamente non differiscono. 3. Quaìsiasi passione consiste in un avvicinamento o in un aHontanamento 1·ìspetto al bene o al male; perciò ogni differenza tra le passioni deYe dipendere, o dall·opposizione tra bene e male, o dalla 1

i L'autorità di Aristot.ele su questo t.ema è molto singolare: sì tratta di un argomento a silentto. che non potrebbe essere più fragile. Ma s. Tommaso era ben persuaso della. sua tesi, gtà elaborata nelle opere giovanili (vedi Introd. n. 4). Si noti però che nella Somm.a il principio risolutivo non è esattamente lo stesso che

LE DIFFERENZE DELLE PASSIONI

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3. PRAETEREA, omnis passio animae est secundum aècessum vel secundum recessum, ut dictum est [a. praeced.]. Sed cuìlibet accessui contrariatur recessus, et e converso. Ergo omnis passio animae habet contrariu m. SED CONTRA, ira est quaedam passio animae. Sed nulla passio ponitur contraria irae, ut pateì in 4 Eihic. [c. 5, lect. 18]. Ergo non omnis passio habet contrarium. REsPONDEO DICENDUM quod singula:re est in passione irae, quod non potest habere contrarium, neque secundum accessum et recessum, neque secundum contrarietatem boni et mali. Causatur enim ira ex malo difficili iam iniacente. Ad cuius praesentiam, necesse est quod aut appetitus succumbat, et sic non exit terminos tristitiae, quae est passio concupiscibilis: aut habet motum ad invadendum malum laesivum, quod pertinet ad iram. Motum autem ad fugiendum habere non potest: quia iam malum ponitur praesens vel praeteritum. Et sic motui irae non contrariatur aliqua passio secundum contrarietatem accessus et recessus. Similiter etiam nec secundum contrarietatem boni ~t mali. Quìa malo iam iniacenti opponitur bonum iam adeptum: quod iam non potest hahere rationem ardui vel difficilis. Nec post adeptionem boni remanet alius motus, nisi quietatio appetitus in bono adepto: quae pertinet a,d gaudium, quod est passio concupiscibilis. · Unde motus irae non potest habere aliquem motum animae contrarium, sed solummodo opponitur ei c~ssatio a motu: sicut Philosophus dicit, in sua Rhetorica [2, c. 3], quod u mitescere opponitur ei quod est irasci n, qu,od non est oppositum contrarie, sed negative vel privative. Et per hoc patet responsio àd obiecta. AR 'Iìl CUL US 4 Utrum sint aliquae passiones dilferentes specie, in eadem potentia, non contrariae ad i.nvieem. 8 Sent., d. 28, q. 1,

a. 3; De Verit., q. 26. a. 4; I Ethtc., lect. 5.

AD QUARTUM SIC PROCEDlTUR. Videtur quod non possint in aliqua potentia esse passiones specie differentes, et non contrariae a~ invicem. Passiones enim animae differunt secundum obiecta. Obiecta autem passionum animae sunt bonum et malum, secundum quorum differentiam passiones habent contrarietatem. Ergo nullae passiones eiusdem potentiae, non ha.bentes contrarietatem ad invicem, differunt specie. ·2. PRAETEREA, differentia speciei est differentia secundum formam. Sed omnis differentia secundum f ormam, est secundum aliquam contrarietatem, ut dicitur in 10 Metaphys. [c. 8, lect. 10]. Ergo passiones eiusdem potentiae guae non sunt contrarìae, non dìtterunt specie. 3. PRAETEREA, cum omnis passio animae consistat in accessu vel recessu ad bonum vel ad malum, necesse videtur q:uod omnis dii'.~ ferentia passionum animae sit vel secundum differentiam boni et · G111Ue opero precedenti. L'analogia del moto è del tutto estranea a codesti scritti; .mentre qui è la nota dominante. come avremo modo di vedere anche neU'arti· · oolo successivo.

LA SOMMA TEOLOGICA, I-II, q. 23, a. 4r

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differenza tra avvicinamento e allontanamento, oppure dal grado di vicinanza o di lontananza. Ora, le prime due differenze irnplicano una contrarietà tra le passioni. come abbiamo spiegato. La terza invece non c()stituisce una differenza specifica: perchè altrimenti sarebbero infinite le specie delle passioni, Non può essere, dunque, che passioni di una me.desin1a potenza differiscano nella specie, senza essere contrarie. IN CONTRARIO: An1ore e gaudio differiscono specificamente e sono entrambi nel concupiscibilc. E tuttavia non sono contrari tra loro: chè a.n·zi luno è ca usa dell'altro. Dunque ci sono passioni della stessa potenza che differiscono specificamente, senza essere contrarie. RISPONDO: I;e passioni [in genere] differiscono tra loro secondo i pri.ncipii attivi, che nel caso delle passioni dell'aniina sono g1i oggetti. Ora, la differenza tra principii attivi può essere considerata sotto due pnnti di vista: prin10, in base alla specie o alla natura di codesti principii, come si distingue, p. es., il fuoco dall'acqua; secondo in base alla differente virtl.'1 attiva. I\Ja codesta diversità del principio attivo, o del movente nelle passioni dell'anima, si può arguire per analogia con gli esseri di ordine fisico. Infatti ogni causa movente in qualche modo trae a sè H pazfonte, o da .sè lo al1ontana. E quando l'attrae produce in esso tre effetti. Primo, gli conferisce un'inclinazione o un'attitudine a tendere verso l'agente n1edesimo: un corpo lieve, p. e.s., che risiede in alto, dà al corpo da esso generato la levità, mediante la quale riceve l'inclinazione a stare in alto. Secondo, se il corpo generato è fuori del luogo proprio, gli conferisce il moto verso di esso. Terzo, gli dà di riposare in c.od1~.sto luogo quando vi giunge: poichè il quietarsi in un luogo deriva dalla stessa causa che lo moveva verso di esso. 1 Lo stesso vale per la genesi dell'allontanamento. Ora, nei moti della parte appetitiva il bene esercita quasi una forza attrattiva, il inale invece una fot•za repulsiva. Dunque: prima di tutto il bene causa nella potenza appetitiva una certa inclinazione o attitudine, ovvero connaturalità al bene: e abbiamo la passione del1' amore. Ad esso corrisponde coine contrario rodio verso il male. - Secondo, se il bene non è ancora posseduto, gli conferisce il moto verso il conseguimento del bene amato~ e abbiamo la passione del desiderio o de.Ila concupiscenza. Al contrario, rispetto al male abbiamo la fuga o la ripugnan.ia. - Terzo, uno, volta raggiunto, il bene dà all'appetito la quiete nel bene stesso conquistato: ed abbiamo il piacere o la gioia. Ad esso si oppone rispetto al 1nale U dolore ossia la lristezza. 2 Le passioni dell'irascibile presuppongono già l'attitudine o 1' inclinazione a. perseguire il 'bene e a fuggire il male, p1·opria del concupiscibile che ha per oggetto il bç:ne e il male in assoluto. E quindi rispetto al bene non aneora 1·aggiunto abbiarno la sperania e la disperazione. Rispetto al rnafe non ancora inflitto si l1a il tìrnore e l'audacia. Invece rispetto al male raggiunto non si dà nessuna passione nell irascibile: poichè~ come abbiamo detto, non si pr·esenta quale bene arduo. Però da] male già inflitto [oggetto del dolore o della tristezza] segue Ja passione dell' ìra. Sì vede così chiaramente che nel concupiscibile ci sono tre gruppi di j

1 Qui S. Tommaso spinge rana1og1a del moto fino alle ultime conseguenze. alludendo a una concezione del mondo flsico ben lontana. dalla nostra. Sec.ondo Ja fl.sica aristotelica ti mondo sublunare sarebbe stato composto di quattro elementi (terra, acqua, al'ia e fuoco). Ciascuno di essi era provvisto di nn suo luogo naturale: la terra al centro. quindi l'acqua, poi l'aria, e finalmente la sfera del fuoco. Pro-

LE DIFFERENZE DELLE PASSIONI

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mali; vel sccundum differentiam accessus et recessus; vel secundum maiorem vel minorem accessum aut recessum. Sed primae

duae differentiae inducunt contrarietatem in passionibus animae, ut dictum est [a. 2]. Tertia autem diffcrentia non diversifìcat spe.. ciem: quia sic essent infìnitae species passionum animae. Ergo non potest esse quod passiones eiusdem potentiae animae differant specie, et nori sint contrariae. SED COI\TRA, amor et gaudium diff erunt specie, et sunt iI1 concupiscibili. Nec tamen co.ntrariantur ad invicem: quin potius unum est. causa alterius. Ergo sunt aliquae passiones eiusdem potentiae · quae differunt specie, nec sunt contrariae. REsPoNDEO DICENDUM quod passiones differunt secundum activa, quae sunt obiecta passionum animae. Diff erentia autem activorum potest attendi dupliciter: uno modo, secundum speciem vel naturam ipsorum activorum, sicut ignis differt ab aqua; alio modo> secundum diversam virtutem activam. Diversitas autem activi ve1 motivi quantum ad virtutem movendi, potest accipi in passionibus animae secundum similitudinem agentium naturalium. Omne enim movens trahit quodammodo ad se patiens, vel a se repellit. Tra~ hendo quidem ad se, tria facit in ipso. Nam primo quidem, dat ei inclinationem vel aptitudinem ut in ipsum tendat: sicut cum corpus leve, quod est sursum, dat levitatem corpori generato, per quam habet inclinationem vel aptitudinem ad hoc quod sit sursum. Secundo, si corpus generatum est extra locum proprium, dat ei moveri ad locu1n. Tertio, dat ei quiescere, in locum cum pervenerit: quia ex eadem causa aliquid quiescit in loco, per quam movebatur ad Jocum. Et similiter intelligendum est de causa repulsionis. In motibus autem appetitivae partis, bonum habet quasi virtutem attractivam, malum autcm virtutem repulsivam. Bonum ergo primo quidem in potentia appetitiva causat quandam inclinationem1 seu aptitudinem, seu connaturalitatem ad bonum: quod pertinet ad appassionem amoris. Cui per contrarium respondet odium, ex parte mali. - Secundo, si bonum sit nondum habitum, dat ei motum ad assequendum bonum amatum : et hoc pertinet ad passionem desiderii vcl concupiscentiae. Et ex opposito, ex parte mali, est fuga vel ab01ninatio. - Tertio, cum adeptum fuerit bonum, dat appetitns quietationem qnandam in ipso bono adepto: et hoc pertinet ad delectationem vel gaudium. Cui opponitur ex parte mali, dolor vel tristitia. In passionibus autem irascibilis, praesupponitur quidem aptitudo vel inclinatio ad prosequendum bonum vel fugiendu1n malum, ex concupiscibili, quae absolute respicit bonum vel malum. Et respectu boni nondum adepti, est spes et desperatio. Respectu autem mali nondum iniacentis est timor et audacia. Respectu autem boni adepti, non est aliqua passio in irascibili: quia iam non habet rationem ardui, ut supra [a. praeced. J dictum est. Sed ex malo iam iniaeenti, sequitur passio irae. Sic igitur patet quod in concupiscibili sunt tres coniugationes ducendo 11 fuoco, si diceva, si produce un elemento che tende a salire verso la sua sfera, e a quietarsi in essa. 2 Anche a prescindel'e dall'analogia. del moto fisico, la dottrina qnì elaborata conserva tutto ll suo rigore sclentl.fico, come.possiamo vedere dal passo sopra rUerito del De Vertiate (pp. 42 s.}. perchè pienamente ginstiftcata dallo sviluppo Joglco del moto pstcologtoo.

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LA SOMl\fA TEOLOGICA, I-Il, q. 23, a. 4

pass:ioni, e cioè: amore e odio desiderio e fuga, gaudio e tristezza. Cosi ce ne sono tre nell'irascibile: speranza e disperazione, timore e audacia, e finalmente r ira, la quale non ha una passione contraria. Ci sono, dunque, undici passioni specificamente distinte, sei nel concupiscibile e cinque nen· irascibile; ed esse abbracciano tutte le passioni dell'anima. 1 È evidente cosi la risposta alle difficoltà presentate. 2 1

1 L'autore non sf mostra allatto preoccupato di rispondere espressamente al quesito inizi.ale. Dal che si dimostra che esso era per lui quasi un pretesto. Egli è solo preoccupato di dare l'nlttma mano alla classificazione delle passioni, classificazione che è molto facile raccogliet·e in forma schemattca:

t) amore

a) relative al bene I) del concupùtt'ibUe

Passlont

l \

1. II) deU'trasctDtle

I

2) desiderto

3) godtmento

1} odto

D)

relatìve a.l male

) 3)2}

a)

rispetto al bene non ancora raggiunto

i

, b) rispetto al male non ancora inflitto

I

e)

o concu-

ptscenza

rispetto al male ìnfiitto e subito

~ ~

fuga o ripugnanza dolore o tristezza

1} speranza

2) dtsperazione 1) ttmore

2) audacta

=-tra

I.E DIFFERENZE DELLE PASSIONI

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passionum: scilicet amor et odium, desiderium et fuga, gaudium et tristitia. Similiter in irascibili sunt tres: scilicet spes et desperatio, timor et audacia, et ira, cui nulla passio opponitur. Sunt ergo omnes passiones specie diff erentes undecim, sex quidem in concupiscibili, et quinque in irascibili; sub quibus omnes animae passiones continentur. Et per hoc patet responsio ad obiecta. . a La classificazione impostata cosl logicamente da s. Tommaso, partendo dal· l'oggetto, è di schietto sapore tìlosofico. Nei secoli seguenti si sono tentate altre -vie, che sono ben lontane dal raggiungere la coerenza dello schema tomistico . .per non giudicare insumciente o pleonastico l'elenco dell'Aquinate bisogna ricordarsi : I) Che il suo concetto di passione è rigorosissimo : qui non si parla di ta·coltà, non si parla di tendenze, permanenti e abituali, non si parla di abitudini ·connaturate o acquistate; ma solo di atti definiti e transitori dell'appetito sensitlvo, · $1.a allo stato puro, sia come rifiesso e risonanza dell'appetito intellettivo, cioè della volontà; li) Che le passioni indicate sono come altrettanti generi: cosicchè in ciascuna di esse possiamo rintracciare differenze minori. S. Tommaso parla di una "differenza quasi accidentale delle passioni psicologiche: la quale pnò determinarsi in due modi. Primo, in base a.Il' intensità maggiore o minore: la gelosia, ·p. es., implica Wl'e.5agerazione deU'amore; e il furore un'esasperazione dell'Ira. Secondo, in base alle materiali differenze del bene o del male: cosl differiscono misericordia e invidia, che sono due specie di tristezza .... E lo s~sso si potrebbe determinare io altri casi» (De Vertt., q. 26, a. 4). Vedi in proposito quanto abbiamo detto nella Introduzione, pp. 16 ss.

QUESTIONE 24 Bontà e malizia de) le passioni. Dobbiamo ora considerare la bontà e la n1alizia ùelle passioni. 1 Sull'argomento ponian10 quattro quesiti: 1. Se nelle passioni possa esserci bontà o malizìa n1orale; 2.. Se ogni passione sia moralmente cattiva; 3. Se la passione accresca o diminuisca la bontà o là nializia dell atto; 4. Se alcune passioni siano, nella loro specie, buone o cat~ ti ve. 1

ARTICOl.O 1 Se nelle passioni possa esserci bontà o malizia morale.2

SEMBRA che nessuna passione sia moralmente buona o cattiva. Infatti= 1. La bontà o la malizia n10Ntle è propria dell'uomo; infatti, come si esprime S. A1nbrogio, ( ( i costumi propriamente si dicono umani)~. Invece le passioni non sono proprie degli uo1nini, ma sono cornuni anche agli altri animali. Dnuqne nessuna passione è n1oralmente buona o cattiva. 2. Il bene dell'uomo sta nell'essere conforme ana ragione n, e il suo rnale u nell'essere lontano dalla ragione n, come spie,ga Dionigi. Ora, le passioni dell'anima non sono nella ragione, ma nell'appetito sensitivo, come ahhim:no visto. Quindi sono fuori dcl bene e del male deil 'nomo, che è di ordine nwraJe. 3. Il Filosofo insegna, che l. Invece il bent' e H rnale morale ci procura lode o vituperio. Dunque le passioni n1ora.lmcnte non sono nè buone nè cattive. I~ CONTRARIO; Parlando delle passioni S. Agostino scrive: «Esse son cattive, se l'a.mo1·e è cattivo; son buone, se è bu.ono ». Rrspm.;uo: Le passioni del1'anilna si possono considerare sotto due aspetti : primo, in se stesse; secondo, in quanto sottostanno al con1ando della ragione, o della volontà. Se dunque si considerano in se stesse, cioè in quanto n10ti di un appetito non razionale, non si trova in esse la bontà, o la n1alìzia morale, che dipende dalla ragione, con1e abbiarno visto. Se invece si considerano come soggette {f

E facile ronstatare, rileggf."ndo il breve prologo della q. 22, che per seguire l'ordine prestabili.lo, qnl sì doveva tn\'ece trattare dei rapporti mutui delle pas!=.>loni. E, a. rigor di logica, l'ordine prestabilito sembra da preferirsi. E allora come ::>i spif;ga i· inversione? Il P. T. Pègues ha fatto I' ipotèsi di qualche causa del tutto accidentale: errore cli. un. ). Gli affetti però che costituiscono l'esercizio delle stesse virtù reologau sono pur sempre contormi alla psicologia umana. ~ E facile riscontrare nell'esperienza quotidiana codesta affermazione. La quiete di cui parla qni l'Autore è una. quiete relativa; poichè stiamo parlando di atti psicologici, e non di stati d'animo permanenti. Chè allora sconfineremmo dalle passioni in altri campi; per lo meno dovremmo invadere il campo delle virtù, dove ritroviamo i termim di g1 oia e di tristezza con signtficato dLverso. Tuttavia anche in questo campo troveremmo una superiorità assoluta della concupiscenza, o cupidigia, Che assomma ogni deprava:z1one dell'istinto abbandonato

RAPPORTI RECIPROCI DELIJE PASSIONI

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Quies autem, cum sit finis motus, est prior in intentione, sed posterior in cxecutione. Si ergo comparentur passiones irascibilis ad passiones concupiscibilis quae significant quietem in bono; ma.nifeste passiones irascibilis praecedunt, ordine executionis, huiusmodi passiones concupiscibilis: sicut spes praecedit gaudium, unde et cansat ipsum, secundum illud Apostoli, Rom., 12, 12: « Spe gaudentes ». Sed passio concupiscibilis importans quietem in malo, scilicet tristitia, media est inter duas passiones irascibilis. Sequitur enim tirnorem: cum enim occurrerit n1alum quod tirnebatur, causatu;r tristitia. Praecedit autem motum irae ~ quia cum ex. tristitia praecedente aliquis insurgit in vindictam, hoc pertinet ad motum irae. Et quia rependerc vicem malis, apprehenditur ut bonum; cum iratus hoc consecutns fuerit, gaudet. Et sic manifestum est quod omnis passio irascibilis tern1inatur ad passionem concupiscibilis pertinentem ad quietem, scilicet vel ad gaudium vel ad tristitiam. Sed si comparentur passiones irascibilis ad passiones concupiscibilis quae hnportant motum, sic manifeste passiones concupiscibilis sunt priores : eo qnod passiones irasdbilis addunt supra passiones concupiscibilis; sicut et ohicctum irascibilis addit supra obiectum concupiscibilis arduitatem sive difficultatem. Spes enim supra desiderium addit quendam conatum, et quandam elevationcm animi ad consequendum bonum arduum. Et similiter timor addit supra fugam seu abominationem, quandam depressionem animi, propter difficul tatem mali. Sic ergo passiones irascibilis mediae sunt inter passiones concupiscibilis quae important motum in bonum ve1 in malum; et inter passiones concupiscibilis quae important quietem in bono vel in malo. Et sit patet quod passiones irascibilis et principium habent a passionibus concupiscibilis, et in passiones concupiscibilis terminantur. An PRIMUll ERGO DICENDUM quod illa ratio procederet, si de ratione obiecti concupiscihilis esset aliquid oppositum arduo, sicu t de ratio ne obiecti irascibiiis est quod sit arduum. Sed quia obiectum con- · cupiscibilis est bonum ahsolute, prius naturaliter est quam obiectum irascibilis, sicut commune proprio. Ao SECU~DUM DICENDUM quod removens prohibens non est movens per se, secl per accidens. Nunc autem loquimur de ordine passionum per se. - Et praeterea irascibilis removet prohibens quietem concupiscibilis in suo obiecto. Unde ex hoc non sequitur nisi quod passiones irascibilis praecedunt passiones concupiscihilis ad quietem pertinentes. De quibus etiam tertia ratio procedit. a se stesso, o non sufficientemente regolato dalla ragione. Di qui la celebre invettiva dell'Alighieri : Oh cupidigia. che j morta.li a.lfonde sl sotto te, che nessuno ha. podere dl tra:r:re Il occhi fuor delle tue onde! Ben Borisce nem uomini il volere; ma la pioggia. continfla. conver~ in bozza.cchlonl !e susine vere ».

e

(Paradi8o, xun, 121-126).

a S. Tommaso, nel costruire articoli di cosl ampio respiro, non sl limita a . cJassiftcare le passioni, ma ne approfondisce e ne arriccbisce f1 concetto. " Si può riconoscere, cioè, alle passioni dell'irascibile nna priorità nell'ordine genetico, rispetto a determinate passioni del concupiscibile. Ma ciò non auto. l'1zza a riconoscere una loro priorità in senso assoluto.

66

LA SOMMA TEOI.OGICA, I-II, q. 25, a. 2

ARTICOLO 2 Se l'amore sia la prima tra le passioni del eoncupiscibile. 1

SEMBRA che l'a1nore non sia la prirna tra le passioni del concupiscibile. Infatti: 1. La facoltà del concupiscibile è denominata dalla concupiscenza, che si identifica con la passione del desiderio. Poiché ((la denominazione si desume da ciò che è principale)), come insegna Aristotele. Dunque la concupiscenza è prima dell'amore. 2. L'amore implica una certa unione; esso infatti, come scrive Dionigi è u una forza unitiva e aggregativa)). Ma Ia concupiscenza, o desiderio, è un moto verso l'unione con la cosa desiderata. Quindi la concupiscenza precede l'arnore. 3. La causa è prima dell'effetto. Ora, il piacere è causa dell'amore; infatti alcuni, secondo Aristotele~ amano per il piacere. Dunque il piacere è prima dell'amore. E quindi l'amore non è la prima tra le passioni del concupiscibile. IN CONTRARIO: Secondo S. Agostino, tutte le passioni sono causate dall'amore: infatti «l'amore aspirando ad avere quanto si ama, è concupiscenza; e avendolo e godendone è gioia)). Dunque l'amore è la prima tra le passioni del concupiscibile. RISPONDO: Il concupiscibile ha per oggetto il bene e il male. In ordine di natura, però, il bene è prima del male: poichè il male non è che privazione di bene. E quindi tutte le passioni che hanno per oggetto il bene precedono in ordine di natura queJie che hanno per oggetto il male, ciascuna cioè precede la sua contraria: infatti la ricerca di un bene determina il 1·ifiuto del male opposto. Ora, il bene ha ragione di fine, il quale è primo nel1' intenzione e · ultimo nel conseguimento. E quindi l'ordine delle passioni del concupiscibile si può considf\Tare, o secondo l' intenzione, o secondo il conseguimento. 2 Nell'ordine di conseguimento è primo ciò che si determina per primo nel soggetto che tende verso il fine. Ora, è chiaro che chi tende verso il fine, per prima cosa deve avere attitudine o proporzione verso di esso; poichè non si può tendere verso un fine, senza esservi proporzionati; in secondo luogo deve muoversi verso il fine; e in terzo luogo raggiungere la quiete nel fine al suo conseguimento. 1\1a l'attitudine, o proporzione, dell'appetito rispetto al fine è l'amore, il quale consiste neUa sen1plice compiacenza per il bene; invece il moto verso il bene costituisce il desiderio, o concupiscenza; la quiete nel bene, poi, è il godimento, ossia la gioia o il piacere. Perciò in quest'ordine l'amore precede il desiderio, e il desiderio precede il piacere. - Invece secondo I ordine di intenzione è il rovescio: poichè il piacere che attira causa il desiderio, e quindi l'amore. Infatti il piacere è la fruizione del bene, e questa in qualche modo 1

i Il che equivale a chiedersi se l'amore sia la prima tra tutte le passioni dell'anima; poichè all'arucolo precedente abbia,mo constatato la priorità delle passioni del concupiscibile, su quelle dcll'lrascfbUe. - In proposito giova ricordare quanto l'Autore ebbe già occaSione di scrivere nella 1 Pwrte: "Tutti gli altri mott dell'appetito suppongono l'amore, quale prima radice. Non si desidera altro infatti se non il oone che si ama, nè si gtoisce cho del bene amato. L'odio stesso

RAPPORTI RECIPROCI DELI.:E PASSIONI

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ARTICULUS 2 Utrum amor sit prima passionum coneupiseibilis.

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I. q.

a. 1~ tnfl'a, q, 27, a.. ~; s Sent., d. 27, q, 1, a. a~ 4 Cont. Gent., e. '19; De Vertt., q. 26, a. 4; De Vtrtut., q. 4, a. 3; De Dtv. Nom. c. 4, lect. 9.

ro.

An SECUNDUM SIC PROCEDITUR. Videtur quod amor non sit prima passionum concupiscibilis. Vis enim concupiscibilis a concnpiscentia denominatur, quae est eadem passio cum desiderio. Sed « denomi.. natio tìt a potiori >1, ut dicitur in 2. De Anima [c. 4, Iect. 9]. Ergo concu piscentia est potior amore. 2. PRAETEREA, amor unionem quandam importat: est enim