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Italian Pages 584 Year 1974
E. Zeller R. Mondolfo
La filosofia dei Greci nel suo sviluppo • storico Parte II, volume III/l . a cura di Margherita Isnardi Parente
IL PENSIERO STORlCO
LA NUOVA ITALIA EDITRICE
L'opera dello Zeller è quanto di piu esauriente e imponente sia stato scritto sul pensiero greco. La sua profondità, la minuta articolazione, la sensibilità con cui era stata dettata ne facevano un classico aperto al progredire scientifico. 'Ne fanno fede le cinque edizioni tedesche curate dallo stesso Autore oltre alle due successive integrate dai suoi allievi Lortzing e Nestle. Per l'edizione italiana (che prevede 18 volumi, sotto la guida di Rodolfo Mondolfo, con l'ausilio di vari collaboratori di speciale competenza e chiara fama) si è creduto· di dovers1 astenere da ogni integràzione sostanziale o rifacimento, fornendo tuttavia un aggiornamento particolarissimo che traccia la storia dei problemi posti dallo Zeller cosi come si sono venuti svolgendo sino ai nostri giorni. Sotto questo aspetto l'opera già monumentale dello Zeller ha ancora aumentato il suo pregio: il commento, dettato con competenza equilibrio e abnegazione ammirevoli, sùpera per mole il testo originario. Nulla o quasi nulla di ciò che si è scritto nell'ultimo cinquantennio sulla filosofia greca è sfuggito alla registrazione accurata e paziente, alla critica sagace del curatore: senza tuttavia infarcire o appesantire l'opera, perché il nuovo non si ammassa sull'antico, ma si svolge da esso, come un naturale prolungamento storico. In tal modo l'opera dello Zeller, oltre che la piu importante sull'argomento, resta quanto di piu comprensivo e aggiornato si abbia.
E. ZELLER . R. MONDOLFO
LA FILOSOFIA DEI GRECI NEL SUO SVILUPPO STORICO PARTE SECONDA VOL. lii/1
A CURA DI
MARGHERITA ISNARDI PARENTE
«LA NUOVA ITALIA>> EDITRICE FIRENZE
E. ZELLER - R. MONDOLFO
LA FILOSOFIA DEI GRECI NEL SUO SVILUPPO STORICO PARTE
II
DA SOCRATE AD ARISTOTELE Volume 111/1 Platone [Tomo secondo]
e l'Accademia antica A CURA DI
MARGHERITA ISNARDI PARENTE
'"LA NUOVA ITALIA" EDITRICE FIRENZE
PROPRIETÀ LETTERARIA RISERVATA
l a edizione : settembre 197 4
Testo della
sa
edizione tedesca con nuovi aggiornamenti Titolo dell'opera originale
Die Philosophie der Griechen in ihrer geschichtlichen Entwicklung Leipzig, G. R. Reisland, 1922 Traduzione di ERVINO POCAR
STAMPATO IN ITALIA • PRINTED IN ITALY
INDICE GENERALE
Prefazione all'edizione italiana
P·
Xl
Avvertenza •
P·
xv
SEZIONE
VII.
GENERALI
LA FISICA:
A.
I
FONDAMENTI
DEL MONDO FENOMENICO •
•
•
p.
3
l. La materia (3-88). - [L'interpretazione di « Timeo» 52 C: 4-9. - L'interpretazione di « Timeo» 49 C sgg.: 19-24. - Il problema del movimento fisico: 27-35. L'interpretazione della cosmogonia del « Timeo»: 41-53. - Il problema della materia nel« Timeo»: 55-75. - Il ragionaemnto bastardo: 84-86]. - 2. La relazione del sensibile con l'idea (88-186). - [Il problema del demiurgo: 94-106. - I princìpi e la diade indefinita: 109131. - La testimonianza di Aristotele in «De anima» 404 b 18 sgg.: 153-164. - La causa del male: 171-179. - Il concetto di necessità: 181-184]. - 3. L'anima del [L'interpretazione di « Timeo» mondo (186-221). 35 A sgg.: 197-203. - L'interpretazione di «Phaedr.» 246 B: 214-216]. SEZIONE
VIII. -
LE SUE PARTI
LA FISICA: •
•
•
•
•
B. -
L'UNIVERSO E
P·
l. L'origine del mondo (225-240). - [Il mito del «Politico»: 228-237]. - 2. La formazione degli elementi (240-295). - [Elementi e corpi poliedrici regolari: 248268. - Aspetti quantitativi e qualitativi dei corpi elementari: 271-284. - Il problema del vuoto: 289-294]. - 3. L'universo (296-339). - [Il movimento della terra nel« Timeo»: 307-317. - La concezione del tempo nel
223
VITI
INDICE GENERALE
« Timeo»: 318-322. - Il movimento dei pianeti: 324336. -Appendice I: Platone e le scienze esatte: 339-347]. SEZIONE
IX.-
LA FISICA:
C.- L'uoMo
•
•
p.
•
349
L'anima: preesistenza e immortalità (349-403). - [Le prove dell'immortalità nel « Fedone»: 363-370. - La psicologia platonica nel suo svolgimento: 375-390. L'immortalità dell'anima individuale: 393-401]. - Reminiscenza, metempsicosi, escatologia (403-417). - [La reminiscenza: 405-411]. - La dottrina delle parti dell'anima (417-460). - [L'origine della teoria della tripartizione: 418-424. - Le parti dell'anima: 425-428. La psicologia platonica e l'orfismo: 433-459]. - Il problema del libero arbitrio (460-464). - Rapporti tra l'anima e il corpo (464-470). [Il numero iniziale: 470474]. - Fisiologia umana (474-484). - [La fisiologia della sensazione: 476-481].- Piante e animali (484-487). - [Le piante nel« Timeo»: 484-486]. - Dottrine mediche (487-505). - [Platone e la medicina: 488-504]. SEZIONE
x.- L'ETICA
P·
••••••••••
507
l. Il sommo bene (508-516). - 2. La virtù (516-556). [L'intellettualismo etico: 520-526. - Lo stato ideale platonico e la schiavitù: 545-555]. SEZIONE
XI. -
LA POLITICA •
•
•
•
•
•
•
•
P·
557
l. Scopo e funzione dello stato (557-586). - [Teoria e pratica nel pensiero di Platone (564-583)]. - 2. La costituzione dello stato (586-625). - [Platone e il lavoro: 593-596. - Classi e parti dell'anima nella« Repubblica»: 597-601. - Aristocratismo, conservatorismo, assolutismo in Platone: 604-624]. - 3. Le istituzioni sociali dello stato platonico (625-656). - [Platone e Creta: 641-642. - Il comunismo platonico: 647-649]. SEZIONE
XII. -
LE TEORIE DI PLATONE
RELIGIONE E L'ARTE • •
SULLA
. . P·
l. La religione (657-686). - [Il problema della religiosità a!trale in Platone: 663-671. - La demònologia: 672678. - Platone e la religione tradizionale: 682-687]. 2. L'arte (687-715). - [La concezione platonica dell'arte e della poesia: 696-713].
657
INDICE GENERALE
XIII. -
SEZIONE
IX
LA FORMA PIÙ TARDA
DOTTRINA PLATONICA:
DELLA
LE «LEGGI» • • •
p.
717
Testimonianze aristoteliche sull'ultimo Platone: le ideenumeri (717-770). [Platone e le idee di artefacta: 717-727. - Le idee-numeri: 729-751. - I numeri maLe «Leggi» tematici come intermediari: 753-765]. (770-827). - [Legge e sapienza filosofica nei« Nomoi»: 772-778. - La repressione dell'ateismo: 780-786. - La costituzione mista nelle« Leggi»: 798-806. - Il consiglio notturno: 811-816. -L'anima cattiva delle« Leggi»: 823826]. - L'autenticità delle «Leggi» (828-843). - [Il problema dell'autenticità delle« Leggi»: 830-839. - Appendice II: Il problema delle influenze orientali nel dualismo platonico delle «Leggi»: pp. 846-854. - Appendice III: Platone e lo zervanismo: 854-855].
XIV.
SEZIONE
SIPPO • • •
L'AccADEMIA ANTICA:
SPEU-
. . . . . . . . . . . . . P·
857
Cenni generali sull'Accadeinia antica (857-878). - [Carattere e struttura dell'Accademia antica: 861-877]. I successori di Platone (878-892). - Speusippo: gnoseologia, i primi princìpi, i numeri (893-925). - [Le definizioni di Speusippo: 894-898. - La teoria speusippea dei princìpi: 907-914]. - L'etica di Speusippo (925930). - [La dottrina del piacere: 926-928].
XV. -
SEZIONE
L'AccADEMIA
ANTICA:
SENO·
P·
CRATE
931
Gnoseologia (931-936). [La teoria senocratea della doxa: 935-936]. Teoria dei numeri (937-968).- [La dottrina della diade indefinita in Senocrate: 938-944. - Le idee-numeri in Senocrate e il loro rapporto con i prin· cìpi: 946-963. Le linee indivisibili: 966-969]. Dottrina dell'anima (969-978).- [La dottrina dell'anima; 970-977]. - Cosmologia e demonologia (978-988). [La demonologia senocratea: 981-985]. -Etica (989-998). SEZIONE
XVI. - GLI
ALTRI RAPPRESENTANTI DEL-
L'AccADEMIA ANTICA • .
•
.
•
•
•
•
•
P·
Ricerche filosofiche e scientifiche (999-1004). - [La dottrina di Ermodoro: 999-1002]. - Estieo (1005). - Era-
999
x
INDICE GENERALE
elide Pontico (1005-1018). - [L'astronomia di Eraclide Pontico: 1009-1011]. - Eudosso (1018-1028). - [La dottrina eudossiana degli e:(3'1): 1019-1023.- [L'edonismo di Eudosso: 1023-1027]. L'autore dell'Epinomide (1028-1043). - [L'autenticità dell'« Epinomide»: 10321043]. - Polemone (1044-1045). - Cratete (1046). Crantore (1046-1050).
Bibliografia. . . . . . . . . . . . . . . . p.
1051
Indice dei nomi
1075
. . . . . . • . . . . . . p.
PREFAZIONE ALL'EDIZIONE ITALIANA
Il commento e l'aggiornamento di questo vol. III della parte II dell'edizione italiana della Philosophie der Griechen hanno offerto all'autrice alcune difficoltà che pesano inevitabilmente sul risultato delle sue fatiche. Ad alcune di tali difficoltà penso sia opportuno accennare, all'atto di licenziare il lavoro per la stampa. La prima di esse è di natura intrinseca allo stesso testo zelleriano. Nella trattazione di un autore come Platone, Zeller ha posto in atto un criterio di ripartizione della materia strettamente coerente allo schema hegeliano ideanatura-spirito: il lettore troverà, in questo secondo volume su Platone, la trattazione, per l'appunto, della natura e dello spirito, con progressione dallo spirito soggettivo (le virtu) a quello oggettivo (lo stato) e poi a quello assoluto (l'arte, la religione, con richiamo a temi già anticipati nella I parte; le considerazioni finali sul Bene, ch'è valore supremo). La difficoltà di adeguare un aggiornamento che intenda aver una certa funzionalità a uno schema siffatto è di per sé intuitiva. Tale difficoltà è ancora accresciuta dal fatto che, influenzato in questo non più dalla filosofia hegeliana ma dalla ipercritica ricerca filologica dei dotti tedeschi del XIX secolo, così facilmente propensi all'atetesi di quanto non fosse possibile far quadrare con una certa, prefissata, linea di Entwicklung, E. Zeller, pur ritornando sulla atetesi delle Leggi da lui proposta precedentemente, nelle giovanili Platonische Studien, ha tuttavia
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PREFAZIONE ALL'EDIZIONE ITALIANA
ancora ritenuto opportuno di assegnare alla trattazione di quest'opera un posto separato, in una sorta di appendice; sì da rendere difficile al commentatore nonché al lettore odierno la visione sintetica dello sviluppo del pensiero politico, e non solo politico, di Platone. La seconda difficoltà cui sembra opportuno accennare è di natura contingente, ma non per questo meno trascurabile. Nello stendere questo commento mi sono trovata a dovermi riferire di continuo a una prima parte di esso (quella, per attenerci alla terminologia hegeliana, sulla « idea ») che non è ancora comparsa, e che si attende prossimamente da Gabriele Giannantoni. Ciascuno può rendersi facilmente conto che cosa significhi commentare Platone dando già per presupposta la trattazione intorno alla dottrina delle idee e prescindendo quindi da essa o accennando ad essa con richiami allusivi. Se alcune note risulteranno alla lettura particolarmente insufficienti rispetto alle esigenze di un non completo, ché ciò sarebbe impossibile o implicherebbe il lavoro di un'intera esistenza, ma almeno relativamente esauriente aggiornamento di Platone, una parte della ragione deve esser cercata in questa mancanza di possibilità di un riferimento adeguato; è ardua impresa, ad esempio, trattare la moderna critica del concetto di anamnesi o la problematica odierna intorno alle ideenumeri senza potersi riferire a una trattazione già data e presente della problematica relativa alla dottrina delle idee in generale; o parlare della Repubblica accantonando e considerando già presupposta la trattazione della lunga discussione intorno alle fasi cronologiche della composizione dell'opera (della cronologia dei dialoghi, ch'è stata per decenni il rovello degli studiosi di Platone, e che fa parte della trattazione riservata al volume precedente, si è qui parlato solo per quel tanto che si riteneva indispensabile alla comprensione di singoli momenti e passaggi della presente trattazione). Con tutto ciò, chi scrive si è sforzata di assolvere al
PREFAZIONE ALL'EDIZIONE ITALIANA
XIII
compito il meglio che le fosse possibile. Criterio fondamentale di queste note non è tanto l'intento di presentare al lettore ·un'interminabile lista di opinioni su ogni singolo aspetto del pensiero platonico quanto piuttosto quello di aiutarlo a penetrare nella problematica relativa a Platone attraverso l'esposizione delle interpretazioni che di volta in volta siano apparse piu significative, sempre nell'ambito di quelle che son venute a conoscenza di chi ha steso queste pagine. E va aggiunto che, per la parte relativa agli anni 1968-71, l'opera trovandosi già in corso di composizione tipografica, le integrazioni hanno di necessità carattere particolarmente asistematico ed episodico. Non posso non assolvere qui il mio debito di riconoscenza verso l'accuratissima e preziosa ricerca del prof. Harold Cherniss, il cui Plato 1950-1957, in Lustrum 4-5 (1959-1960), mi è stato di grande aiuto per la stesura di tutta una parte del lavoro. Sui precisi riferimenti del Cherniss si basano alcune mie citazioni di opere a me non accessibili per ragioni di lingua o di irreperibilità. Nel licenziare il lavoro, il mio pensiero va riconoscente al prof. Mondolfo, che nella sua bontà ha voluto chiamarmi a far parte del gruppo di studiosi cui è affidata la prosecu· zione della sua preziosa opera. Nel desiderio di corrispon· dere degnamente a questa fiducia è consistito il maggiore stimolo alla realizzazione di questo mio compito. MARGHERITA ISNARDI pARENTE
Roma, ottobre 1971
AVVERTENZA Si espongono qui i criteri cui la curatrice ha creduto di doversi attenere per i rimandi ad altre pagine dell'opera zelleriana. a) Poiché l'ultima edizione di Philosophie der Griechen II, l curata personalmente da Ed. Zeller è la 4a (1889), ogui volta che, nel corso dell'opera, Zeller accenna ad un'altra qualsiasi pagina del volume stesso senza indicazione di edizione nel testo tedesco, con l'intenzione di riferirsi per l'appunto alla 4a ch'egli aveva in quel momento in elaborazione, si è ritenuto ragionevole precisare, nella traduzione, tale riferimento; com'è noto, la sa edizione di Philos. d. Gr. II, l non usci se non nel 1922 (immutato il testo e immutata la stessa numerazione delle pagine, con la semplice aggiunta di una Appendice aggiornativa da parte di E. Hoffmann) ed è quindi posteriore di quattordici anni alla morte di Ed. Zeller. b) I riferimenti alla I parte dell'opera contenuti nel testo e nelle note zelleriane sono invece riferiti alla sa edizione, l'ultima di questa parte curata da Zeller stesso, secondo quanto già fu stabilito e seguito da R. Mondolfo nei primi volumi dell'opera. Si segue lo stesso criterio (riferimento all'ultima edizione che Zeller poté effettivamente curare) per tutte le altre indicazioni riferentisi, nelle note zelleriane o nel testo, ad altre parti della Philos. d. Gr. c) Dovunque, e ciò avviene in alcuni casi, Zeller abbia creduto, per Philos. d. Gr. II, l, di riferirsi anche a pagine della 3" edizione, è dato fra parentesi quadre il numero della pagina o delle pagine che ad esse corrispondono nella 4" edizione. d) La curatrice, nelle sue note d'aggiornamento, ha seguito il criterio, già fissato da R. Mondolfo e ribadito da G. Martano nella sua premessa al vol. VI, parte III, di attenersi nei suoi riferimenti alla sa edizione, 4a per ciò che si riferisce al volume su Aristotele (1923). Poiché, come già si è detto sopra, le pagine della 4" e della sa edizione di Philos. d. Gr. II, l coincidono perfettamente, sia i riferimenti compiuti da Ed. Zeller nel suo testo e nelle sue note alla 4a edizione, sia quelli compiuti dalla curatrice alla sa, rimandano alle stesse pagine, sulle quali il lettore potrà orientarsi in base alla numerazione che abbiamo apposto lungo il margine esterno.
PLATONE (Fisica, Etica) L'ACCADEMIA ANTICA
Il presente volume contiene le sezioni VII-X del capitolo II della parte II dell'opera zelleriana.
SEZIONE
VII
LA FISICA A. - I FONDAMENTI GENERALI DEL MONDO FENOMENICO Sotto il nome di fisica noi comprendiamo tutte le 719 discussioni riferentisi alla sfera dell'esistenza naturale: sui motivi generali del mondo fenomenico in contrapposizione a quello ideale, sull'universo e le sue parti, e sull'uomo. Nella prima di queste indagini, tre sono nuovamente i punti da prendere in esame: il fondamento generale del sensibile come tale, la materia; il rapporto fra il sensibile e l'idea; quel che serve da mediatore fra il mondo ideale e quello sensibile, l'anima del mondo.
l. La materia. - Per capire la dottrina platonica della materia, bisogna riportarci col pensiero alla dottrina delle idee. Platone considera le idee come il solo vero ente, mentre il fenomeno sensibile egli lo spiega 1 come una via di mezzo fra essere e non essere, come un qualcosa cui spetta solo un passaggio dall'essere al non essere e dal non essere all'essere, solo un d i v e n ire, mai un e s s e r e 2 ; per lui, nel fenomeno l'idea non 1 V. sopra, p. 6464 sg. e Resp. VII 524 C, VI 493 E, V 476 A, 477 A; Conv. 211 E, 207 D; Polit. 269 D. 2 È invece inesatto dire, come fa SARTORIUS, Die Realitiit der Materie bei Plat., in Philos. Monatshefte, XXII, 1885, 148 sg., che in Tim. 27 D (v. sopra, p. 6464 ) le cose sensibili« non sono presentate
4
L/1 FISICA: FONIJAMENTI GENEHALI
si presenta mai pura, ma sempre commista col suo contrario, solo confusa, frantumata in una pluralità di esseri singoli e nascosta sotto l'involucro materiale; il fenomeno non è cosa che è in e per se stessa, tutto il suo essere è per altro, attraverso altro, in rapporto ad altro, a causa 720 di altro 3 • In una parola, l'esistenza sensibile è solo una
l
come un qualcosa a mezza via tra essere e non essere, bens1 senz'altro come non essere». lvi si dice che non spetta loro mai un essere in senso stretto, un essere stabile, bens1 solo un divenire, si dice che esse non sono un /Svrwç /Sv, ma non che siano un 1-'-'ÌJ fi.OC1:oc fi.E:ptcr.,;ou· xoct .,;p[oc Àoc~Ùlv ocÙ.,;(Ì( ilv.,;oc cruve:xe:p&croc.,;o e:!ç fi.[OCV 7t&V1:0C Llleocv, 'l:~V .&oc.,;zpov (jlUcrLV llUcrfi.LX'l:OV oocrocv dç 1:0CÙ1:ÒV /;uvocpf1.61:1:ùlV ~[cf fi.Lyvuç {)l; fi.E:1:(Ì( 1:~ç oÙcr[ocç XOCL ÈX 1:pLWV 1tOL'I)cr&fi.e:Voç &v, 7t&ÀLV OÀOV 1:0U1:0 fi.OLpocç ocrocç 7tpocr~xe: lìtéve:LI..le:v, éx&cr1:"1)v lìè Èx .,;ocù.,;o\i xoct .&oc.,;épou xoct .,;~ç oùcr[ocç fi.E:fi.LYfi.éV'I)V ecc. Nella spiegazione di questo passo accennata nel testo io sono partito dall'ipotesi, negli ultimi tempi pressoché generale, che sia da cancellare il 7t€pt qui posto fra parentesi quadre, che nemmeno SCHNEIDER (Das Princip des Masses, p. 26) e PEIPERS (Ontol. plat. 99 n. 2) son riusciti a rendermi comprensibile. Credo invece che si debba conservare l'ocò che lo precede, che STALLBAUM, ad loc., cambia in ilv e che BONITZ, HERMANN (nella sua ediz.), SusEMIHL ed altri vogliono ugualmente espungere: non solo perché cosi si spiega nel modo migliore l'inserzione del 7tépt (in base al precedente oco 1te:pl), ma anche perché la distinzione cosi accennata del.,;ocÙ.,;Òv e .&&.,;e:pov dall'&.fi.éptcr.,;ov e dal fi.E:ptcr.,;6v effettivamente corrisponde all'opinione di Platone. Benché infatti il.,;ocù-,;6v sia piu strettamente affine all'indiviso, e il .&&.,;e:pov al diviso, pure essi non coincidono affatto; entrambe le coppie di concetti hanno invece un significato diverso e nell'unirsi danno luogo a due divisioni incrociantisi. Sia il .,;ocu-,;6v che il .&&.,;e:pov spettano ad entrambi, all'indivisibile e al divisibile, all'idea e al corporeo, e si trovano sia nel conoscere razionale che in quello sensibile (Tim. 37 A sg.; Soph. 255 C sgg.; v. sopra, pp. 674 4 , 7064 ). All'&.fi.€ptcr.,;ov l'anima deve la capacità di conoscere l'ideale, al fi.E:ptcr-,;6v di conoscere il sensibile (su ciò debbo tener fermo a causa di Tim. 37 A, contro SIEBECK, Gesch. d. Psychol. I, p. 279 che nel resto è d'accordo con me), al .,;ocù-,;6v l'essere in grado diintendere (nel sensibile e nell'ideale) il rapporto d'identità, al .&&npov d'intendere (ugualmente in entrambi) quello di differenza (v. in proposito Tim. loc. cit., oltre alla spiegazione di questo passo che sarà data a p. 7864 ); se esso dice in seguito che la percezione sensibile muove dal xuxÀoç .&oc.,;épou e il pensiero dal xuxÀoç .,;ocù.,;o\i, ciò non dimostra che il .&&.,;e:pov s'identifichi coll' octcr-&'1).,;6v e il.,;ocù-,;6v col VO'I)1:6v; secondo 36 C è infatti l'orbita del Medesimo quella in cui si muovono le stelle fisse, l'orbita dell'Altro divisa in 7 parti quella in cui si muovono i pianeti; ma ciascuna di queste orbite, secondo 35 B, cfr. p. 7764 n. l, è composta in tutte le sue parti del Medesimo, dell'Altro e dell'oùcrloc). Per esprimere questo diverso significato delle
188
LA FISICA: FONDAMENTI GENERALI
due coppie, Platone le tiene distinte anche nella sua esposizione. Coll'indiviso e il diviso si compone (come giustamente intende UEBER· WEG, p. 41 sg.) mediante una specie di mescolanza chimica la sostanza dell'anima del mondo, entrambi sono completamente fusi in essa e non si manifestano piu separatamente in essa, mentre a tenore sia del nostro passo che di 37 A ciò avviene per il 1."tXU1."6v e il -&&1:e:pov. Solo questi due sono nominati, oltre all'oùcrltX, come parti dell'a n i m a d e l m o n d o, l'indivisibile e il divisibile sono solo componenti dell'oùcrltX (cfr. MARTIN l, p. 358 sgg., STEINHART VI, p. 243; invece SusEMmL, WOHLRAB ed altri ritengono con Bockh che 1."tXÙ1:6v e -&1Jcrt fLE:Toc!;u, 8tocq>épovToc Twv fLÈ:V odcr.&1JTWV T &:t/3tac XocL &x.(V1JTOC etVoct, TWV 8'd/3wv Téì> TOC fLÈ:V 'IT6)..)..' étnoc Ofi.Otoc e:!voct TÒ 8è d8oç ocÒTÒ ~v ~x.occrTOV fL6vov. (lo stesso nelle brevi allusioni di l, 9, 991 a 4, VII, 2, 1028 h 18, XI, l, 1059 h 6). L'&x!V1JTOC è qui del resto impreciso, perché del tutto prive di movimento non sono in Platone né l'anima del mondo, né (in base a Resp. VII, 529 C sg.; v. sopra, p. 640 4 n. 2) tutte le parti dell'elemento matematico, bensi esse sono esenti solo dal divenire e dai cambiamenti del divenire. 1 61 V. sopra, p. 6344 •
L'ANIMA DEL MONDO
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che il loro oggetto sta in mezzo fra il fenomeno e l'idea allo stesso modo che esse stanno a mezzo fra la rappretazione sensibile e il pensare concettuale 162• Però i due concetti si distinguono nuovamente nei punti di partenza e nella forma; la concezione dell'anima del mondo, muovendo dallo studio della vita e del movimento, rappresenta anzitutto le forze operanti nel mondo, concepite sul modello dell'anima umana, il Matematico invece rappresenta la determinazione formale delle cose, ordinata secondo numero e misura 163 • Ma come le supreme cause operanti e le supreme cause formali coincidono per il nostro filosofo nelle idee, e solo a tratti e imprecisamente vengono da lui separate, cosi avviene anche qui: l'anima del mondo riassume in sé in unità i rapporti matematici, occupando il posto in cui per Aristotele e per il Filebo solo il Matematico ha posto 164 • Perciò, anche 782
l
16 2
Cfr. p. 6434 sg.
163
E a ciò s'appoggia già PLUTARCO, de an. procr. 23, l, quando
contro l'ipotesi (per cui cfr. p. 7844 n. l) che l'anima sia un numero od una grandezza spaziale obietta: [L"f)n -rorc; 1t~p01:cn [L-f)'t'e: -roLc; &pL.&[LoLc; [LY).&è:v txvoc; ~VU7t&pXE:LV ~XeLVY)