La Divina Commedia illustrata. Purgatorio canti I-XVIII [Vol. 3] [PDF]

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TUT'FE CATE

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PUBBLI·

(2 U E S T ' O P E R A ,

ESEGUTTE

DALLA

SONO CASA

EDITRICE FRATELLI FABBRI; TUT· TI I

RELATIVI

PROPRIETJI.

DIRITTI SON0

ESCLUSIVA

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DI

FRA·

Tl:!JLtl FABBRI EDITORI» . MILANO.

f;>RO.PRlETA LETTERARIA E ARTISTJCA RISERVATA Copyright, ©. 1965 by Fratelli Fabbri Editori - Milano

Fabbristampa - Mllan,o

urgatorio, Canto I D-ante e Virgilio, usciti dalla voragine infernale attraverso la natural but;dla, si tro­ vano sulla spiaggia di un'isola situata nell'emìsfero antartico, nella quale si innalza la montagna del purgatorio. Inizia il secondo momento del viaggio di Dante nell'oltretomba, durante il quale ar­ gomento del suo canto sarà la purificazionc delle a,nime prima di salire in paradiso: neces­ saria

è perciò la protezione delle Muse, che egli invoca prima che la sua poesia affront·i ·il

tema dell'ascesa aUa beatitudine etema. L'alba

è prossima e i due pellegrini procedono in un'atmosfera ormai limpida e serwa,

dove brillano le luci delle quattro stelle che furono viste solo da Adamo ed Eva prima che fossero cacciati dal p,aradiso terrestre, situato per Dante sulla t1etta del monte del purgatorio. Volgendo lo sguardo verso il polo artiço Dante scorge accanto a sé la figura maestosa di un vecchio:

è Catone Uticense, che Dio scelse a custode del purgatorio. Poiché egli li crede

due dannati fuggiti dall'inferno, Virgilio spiega la loro condizione e prega che vet1ga loro concesso di entrare nel purgatorio, promettendo a Catone di ricordar/o alla moglie Marzia,

veglio, una legge divina separa de­ finitivameme le anime dell'inferno da quetle ormai salve; del resto non è necessaria ncssu11a lusinga, dal momento che il viaggio è voluto da una donna del ciel. Jnfiru: ordina a Virgilio che si trova con Virgilio nel limbo. Ma, risponde il

di cingere Dante con un giunco (simbolo d'umiltà) e di detergergli il volto da ogni brut­ tura infernale.

l due pellegrini si avuiatlo verso la spiaggia del mare per compiere i due

riti prescritti da Catone.

5

che malvagio uccello") che si compone infine in due.

INTRODUZIONE CRITICA

gesti semplici e armoniosi, che sembrano seguire il ritmo

La lettura del primo canto del Purgatorio segue, lungo

l'arco della critica dantesca, un'oscillazione tra due poli:

prestabilito di una cerimonia liturgica. Per il cristiano e per l'uomo medievale in particolare, erede diretto di tutta la letteratura patristica, che faceva della liturgia

la

il polo della ricerca che il Croce avrebbe definito struttu­ rale, attenta ad una esposizione problematica di tutte le

sua matrice - rientrare nella Grazia significa rientrare

l'esegesi attenta a definire il significato ritualistico e

sensibile - cioè nella vita comunitaria della Chiesa: e

implicanze storiche, mitiche e teologiche e il polo del­

nella vita liturgica - che della Grazia è l'espressione

l'intelaiatura liturgica che sorregge tutto il canto.

non è fuori luogo ricordare che nel Purgatorio l'esistenza,

E due sono stati i motivi attorno a cui la critica ha

sovrapposto strati di ricerche e di interpretazioni: il personaggio di Catone, osservato in rapporto al concetto di libertà e al concetto di salvezza e il rito finale della purificazione, celebrato lito iurt o

in sul

d

.

Questa analisi ci porta ad accostare ancora una volta

delle anime e delle cose, è corale e concorde.

La Iecente lettura di Ezio Raimondi, perseguita con

solidità di impianto critico e con finezza di proposte in­ terpretative, segue, lungo tutto il canto, l'intreccio tra

rito e storia alla ricerca d'una convergenza di significati,

di ricordi, di miti, di simboli vitali in ciascuna delle

di vista, si offre .efficace paradigma di tutta la seconda cantica. È stato giustamente osservato che anche gli in­

navicella alla de­ pianta, di cui Dante è cinto da Virgi­ lio. Dopo l'esordio, che segue le leggi retoriche delle arus dictandi, il tema sembra essere quello stesso di tutta la

ammettono che nel primo canto "il simbolo è del tutto

peccato-ritorno a Dio. Attorno a questo fulcro dimostra­

il problema dell'allegoria in Dante e in un canto la cui struttura è tutta emblematica e che, sotto questo punto

terpreti più convinti della non poeticità dell'allegoria

disciolto nella rappresentazione" (Bigi): la figura di Ca­ tone esprime la riconquista della lìbertà dopo l'esperienza del male, ogni gesto di Virgilio è un'offìçiatura liturgica

nella riconsacrazione del suo discepolo al bene, il per­

sonaggio Dante appare nello stato del catecumeno che

comincia il suo ciclo di iniziijzione purificatrice. Su que­ sti tre perni poggia la vicenda dell'anima nel momento

immagini del canto, da quella della

scrizione dell'ùmile

cioè l'antitesi morte-risurrezione,

cantica,

male-libertà,

tivo si raccolgono immagini ricche di risonanze classiche,

bibliche, liturgiche e patristiche, ma tutte inscritte in una tensione verso il ritorno all'innocenza perduta, verso

la purificazione totale. In effetti si può affermare, col

Raimondi, che "con quel gioco multiplo di suggeri­ menti é di registri che fa del simbolismo· dantesco una invenzione geniale, il discorso del Poeta corre su due

piani, l'uno retorico e l'altro,

si passa il termine, esi­

in cui si avvia verso la penitenza e la redenzione, attra­ verso - secondo la distinzione del Bigi - "tre fasi succes-'

stenziale". Ancora una volta "l'interpretazione allegorica

senso di benessere alla sua nuova condizione; il soprag­

tura e gli aspetti del mondo e le vicende della vita, è un

se

si ve: quella in cui l'anima si abbandona con immediato

con cui la spiritualità medievale intende i fatti della cul­

giungere della consapevolezza delle responsabilità e dei

modo di pensare e di sentire: non si frappone tra l'intel­

dov�ri che tale condizione comporta; e infine, raggiunta

questa consapevolezza, l'inizio, ansioso e raccolto, della penitenza".

È

un momento ancora drammatico, a torto dimen­

ticato da molti critici che, sottolineando troppo l'atmo­ sfera dolce e serena della spiaggia del purgatorio - at­ mosfera del resto necessaria perché il senso del divino si

distenda "con un'intima potenza affinante e pacilicatrice"

(Malagoli) - dimenticano che

'1

questo aprirsi dell'anima

è strettamente avvinto al sentimento infernale: là è la sua humus" (Malagoli), non avvertendosi affatto "una

diminuzione di tensione rispetto all'Inferno, quanto piut­

letto e le cose, tra l'anima e i suoi movimenti, ma, anzi, ne agevola il contatto e la comprensione, ne suggerisce

le vie per il possesso e l'unità" (Battaglia).

La poetica del trascendente, intesa come ricerca e con­

quista dci supremi valori spirituali, ha avuto inizio e

Dante vi si consacra separando per un attimo il poeta

(l'invocazione alle Muse), smarrito di fronte alla diffi­ coltà della del personaggio di Catone non tiene conto del progressivo interiorizzarsl e

ciosa trepidazione dei due viandanti, il partecipe, beneaugurante consenso del creato alla speranza che li anima.

spirituallzzarsl della sua ftgura in que­ sto secondo discorso che rivolge ai due pellegrini. Nota U Sansone che nella Agura del veg/1o "Ja severità e rigidità del filosofo stoico appare attenuata di alfettuosità e umana temperanza" e che, per quel che riguarda in particolar.e la terzina 97, Catone lascia traspari­ re nelle sue parole ··una distanza dalle pure essenze divine, che quasi lo ag•

guaglla al suoi due ascoltatori, e che · distende ogni tensione e insieme riapre l'atmosfera dell'attesa e del prodigio.

118.

Noi avanzavamo nella pianura solita. ria come colui che torna alla strada che ha sma.rrito, il quale rillene che il suo cammino sia inutile lìnchè non l'abbia ritrovata.

121.

Quando fummo là dove la rugiada re. siste. opponendosi {pugna) . al sole e. per il fatto di essere in una zona dove spira un venticello ( adorezza) , eva· pora poco,

19

Purgatorio l, 31-33

La Commedia, Purgatorio. Min. fenarese • a. HH-1482. (Roma, Biblioteca Vaticana Ms. Urb. LaL 365 - f. l r)





124.



Virgi lio posò delicatamente entrambe le mani aperte (sparte) sulla tenera er ba : per cui io, che compresi lo scopo del suo gesto (fui accorto di sua arte ) , .

�l

127.

Il combattìmento della rugiad a col so­ le ripropone. sul piano di una maggior discrezione. quello trionfale e squillan­ te dell'alba che mette in fuga le tene­ bre. Qui il calore tarda ad essere vitto­ rioso; l a rugiada mantiene intatta la sua freschezza. la sua forza purifìcatri. ce, perché Dante possa·, con l'aiuto del maestro, det ergersi degli orrori della notte trascorsa fra i dannati.



124

gli porsi le guance bagnate di lagrime: di esse egli fece riapparire intera­ mente (ivi mi /ece tutto discoverto) quel colore (il mio colorito naturale) che l'inferno aveva occultato (con la sua caligine) . su

am&o Ce mani in su f'er&etta sparte soavemente '( mio maestro pose: ond' io, c6e fui accorto di sua arte,

130.

Giungemmo q\lindi sulla spiaggia de­ s erta che mai vide solcate le sue acque d a qualcuno che sia poi riuscito a or­ t n are indietro ( Ulisse infatti, giunto in vist a della montagna del purgatorio. naufragò). ,

1 27

T30

• •

133

porsi ver Cui Ce guance fagrimose: ivi mi fece tutto discoverto queC co(or c6e ('inferno mi nascose. Venimmo poi in su( Cito diserto, c6e mai non vide navicar sue acque omo c6e di tornar sia posda esperto. Quivi mi cinse sì com'aftrui piacque : o6 maravigCial c6é qua[ eCCi sceCse C'umiCe pianta: cota[ s i rinacque su&itamente Cà onde C'aveCsP.

133.

Qui mi cinse come Catone aveva vo­ luto ( com altrui piacque) : o meravi­ gUal infatti l' umile giunco ricrebbe tale quale egli l'aveva scelto ( cioe schietto, llscio) '

136.

f

• •

Immediatamente, .nel punto in cui l'ave­ va strappato (l'ave/se) . 11 giunco pieghevole e puro simboleg­ gia l'umiltà; il suo istantaneo rinascere la fecondità di questa d isp osiz ione del. l animo. per cui un atto d'umiltà non s! esaurisce in se stesso ma dà origine ad altri attì d'umiltà. Il sovrannaturale, ovunque presente nel '

,

canto, e al quale hanno alluso allegorie. simboli, riti, trova, nel miracolo del giunco che r!cresce, la sua conferma esplicita ed inequivocabile.

L'aurora sorge sull'orizzonte del purgatorio mentre i- due pellegrini so.rtano, pensosi ed incerti del cammino, lungo la riva del mare. All'improvvso i appare lontano, sulle aaque, una . luce r osseggiante che si atlvicitta velocemente alla spiaggia: Virgilio riconosce l'atJgclo noc­ chìeto del purgatorio ed esorta il discepolo ad inginocchiarsi in segno di omaggio. L'uccel divino giunge su una veloce navicella r:he t·rasporta più di cento anime.) le quali, ad una voce, cantano il salmo !.1;1 exitu Israel. cle .A:egypto. Dopa averli: benedette con il

segno di croce, l'angelo riparte lasciando s.ulla spiaggia le anime, le quali chiedono comi­ gl'io a Dante e Virgilio sul cammino da intraprendere. Allorché .ri accorgono che Dante è

vivo, grande è la loro meraviglia, finché una di loro, che aveva tentato di abbracciare il Poeta, viene da questo ricorwsciuta:

è l'anima dt Casella, un musico e cantore amico di

Dante. Dopo. avere spiegato ohe le anime destinate al purgatorio si raccolgono al/e foci del Tevere in attesa dell'angelo nocchiero, su preghiera delramico, che ricorda quanto fosse per lui rasserenante il suo canto, Casella intona una canzone del Convivio. Tutti ascol­ tano intenti, ma Catotte li scuote, rimproverando questo indugio nell'espiazione dei loro peccati. Le anime c i due pellegrini si dirigono correndo verso il monte come colombi spaventati da un rumore improvviso.

21

INTRODUZIONE CRITICA

o attorno alla ricerca d'una musicalità presente in tutto

Una lettura del canto secondo del Purgatorio deve essere condotta su un piano drammaturgico, il quale però rimandi costantemente, con la forza propria d'una

dal burberò intervento del 11eglio onesto.

rappreseptazione morale, al piano spirituale di cui è sim­

bolo visivamente esplicantesi.

Le iniziali precisazioni astronomiche, preoccupate di rendere la situazione della luce e dell'ora; il len·to avvici­ narsi sull'orizzonte visivo del lume che prende via via forma fino ad assumere la limpida suggestione d'un

primo piano; la presenza, sin dalla prima apparizione dell'angelo nocchìero, di un rapporto tra l'azione rappre­ sentata e l'io del Poeta;. le risonanze bibliche e la medita­ zione sulla condizione pellegrìnante del cristiano, intro­

il canto ed espressa da Casella, oppure attorno alla me· ditazione sulla condizione di pellegrino del cristiano, significata dalle anime del tJa.sello snelletto e leggiero e Il Ferrero e l'Albini seguirono ambedue la linea della

ricerca musicale (la notazione del Boccaccio su un Dante

che "sommamente si dilettò in suoni e canti nella sua

giovinezza" e il famoso passo del Cont1Ì11io

[li,

XIII,

24]

nel quale si descrivono gli effetti della musica su un ani­

mo nobile, "musica trae a sé li spiriti umani .. .sì che .

quasi cessano da ogni operazione" offrono l'occasione, se non altro, per

no

confronto fra l' della

musica medievale e il contemporaneo

.o può essere colmato dalla natura umana. ma invoca ' un aiuto superiore. che elevi a una pro. foodìtà metafisica più intensa. alla vita di Djo stesso" (Montanari).

Ci trovav'!mo ancora lungo la FlVa del mare, come coloro che meditano sul cammino da percorre•e. i quali con l'animo camminano e aol corpo stanno . fermi (dimora) . Nella sua struttura questa terzina rie-

13.

cheggia la musica stanca· dei versi 118. 120 del l canto. I due pellegrini sono soli, lungo la riv;;. di quel mare. sul quale videro �ompie.rsi - d?PO la lul)ga, interminabile notte infernale n rinno­ vato prodigio dell'alba. Pensano al cam­ mino da percorrere, che sarà duro an. ch'esso ed aspro. per quan(o jllu.roinato da una Grazia ormai benigna ed evi­ dente nel suo fulgore. Virgilio, il sa vio gentil. che lutto sep-

ecco, allo stesso modo io cui mentre si abbassa, tramontando. sulla su­ J:lerllck del mare (giù nel ponente so­ vrn 'l suoi marina.) , 11 pianeta Marte si colora di rosso all'avvicinarsi (sul presso) del mattiilo, a causa dei densi (grossi) vapori che lo avvolgono, Ed

si palesò ai miei occhi, e tale possa io vederla nuovamente (allorché, morto, m! .troverò ancora una volta sul lido del purgatorio) , una luce ( rl volto del­ l'angelo oocchiero) a"anzante sul mare con t(lnta celerità, che n�ssun volo uguaglia (pareggia) 11 suo movimento.



19. \

Dopo avere per poco distolto (rifratto) lo sguardo da essa per clùedere schiadmenti a Virgflio, la rividi divenuta (tatto) più luminosa e più grande.

25

Purgatorio n, 10-12

La Commedia, Pw:gatorio. Mln. luraresc • a. H74-H82. (Roma, Biblioteca Vaocana Ms. Urb. Lat. 365 l. 99 v) -



Poi mi apparve ai due lati di essa un bianco di cui non riusciyo a precisare la forma (un non sapea che bianco). e sottp questo bial)CO ' (sono le ali del­ 'l'angelo) un altro bianco si rese gca­ datàmente manifesto (. è la veste del­ J'ang�lo) .

I versi l 0-12 hanno segnato eome una battuta d'arresto nella esposizione og� getJiva dei fatti. una pausa ne.llo svol­ gersi della narrazione, un .meditativo ripiegamento dell'anima, ancora trepk dante dopo la dolorosa prova infer­ nale, ane'ora in mentre ero chiusa nel corpo

Casella ci appare remo·to da ogni as­ sillo che rende combattuta. problema­ tica, irreale la ricerca della felicità sulla terra (soavemente disse ch'ìo posasse), ma, al tempo stesso, legato a quanto, sulla terra, è apparso eome un'anticipazione del modo di sentire che è proprio delle anime del purga­ torio: Ja spiritualità degli affetti, una mansuetudine, una dolcezza, che espri­ moJ;�o un'ardente carità. Il suo affetto pe� iÌ Poeta "ora si concreta nel de­ siderio di sapere come mai Dante è li, con le sue spoglie mortali nel regno delle anime e «-va �. come vanno loro che sono ormai sciolte dal corpo mor­ tale. Non dice dove va� avvolge in­ vece la meta di suggestiva indetermi­ .natezza, adattissima al luogo, ehe è lontananza estrema ed assoluta da ogni determinatezza t�rrena" (Chiari) . 9 I.

«·Casella mio, percorro q!lesto itine­ rario per essere degno di tocnare un'altra volta (dopo la morte) nel pun­ to io cui adesso mi trovo (là dov'io son) -s dissi; « ,n1a perché tanto tempo (tanta ora) è stato sottratto alla tua espiazione (perché, essendo morto da

tempo, _giungi soltanto adesso spiaggia del purgatoriol ? »

alla

Alla domanda di Casella ma tu perché uai? fa riscontro qu"C!la di Dante ma

a te com'è tanta ora tolta7 Osserva in merito Il Pistelll: "Nulla potrebbe esprimere l'interesse s�ambievole dei due amici, meglio di queste due do­ mande rotte, rapide, quasi affannose... Dove i ma interrom pooG un altro di­ scorso Incominciato e significano am­ bedue le volte; ma lasciamo quel che

riguarda ore: parlami solo mi preme".

94.

di te,

che �

quando e cui li piace) , mi ha più negato que·sto tragitto;

questo

Ed egli: « Non llll viene fatto nessun torto, se colui (l'angelo nocchiero ) che imbarca le anime che ritiene giu­ sto imbarcare e lo fa nel momento da lui rltemrto giusto (se quel che leiJB

97.

volte

poiché la sua volontà prGcede (si fa­ cc) da una volontà giusta (quella di Dio) : tuttavia (veramente) da tre mesi a questa parte (doé dalla pro­ mulgaziooe del giubileo ad opera di

82

Di ma:ravigCia, credo, mi di-pinsi; per c&� C'om&ra sorrise e si ritrasse, e io, seguendo (ei, o(tre mi pinsi.

94

Ed eff1 a me: e è ciò. spirit! frn1 i?

care tutte le mie inquietudlni, o della facoltà di intonarli (uso),

(di c:iò) (alquanto! la

voglia tu in tal modo fortare

un

poco

con­ m1a

anima, la quale, insieme al mio corpo, è tanto stanca per il cammino sin qui

percorso «

Amor

( attrave'5o che ne

cominciò egli

qu.a( negHgenza, quafe stare è questo? Correte a( monte a spog(iarvi (o scogfio . çf>'esser non Cascia a voi Dio manifesto».

l'inferno) l ·�

fa mente· mi ragiona > allora

a

cantare

cosi

dolcemente, ciJe la .dolcezza di questo Ganto echeggia ancora nel mio animo.

«Amor

che nl!

la mente mi

ragiona>> é il

verso con cui inizia la canzone com­ mentata nel II! libro del Cortvivio. Dante interpreta questa �anrone alle­ goriGamente, cercando dr dimostrare che le lodi della donna amata sez>no lodi rivolte alla Alos,o.A.a e conch,1de l) s\lo commento esortando gli uomini a seguire gli insegnamenti dei filosofi. Ma, prescindendo da questa interpre­ tazione dottrinale, il componimento, che

le seguenti osservazioni del Montana­

distruggere il primo: l'amicizia più alta

d;

in più luoghi sL ri_solve in melodia p\1-

Enea con i l padre defunto significava

ed eterna... non si appaga più dei sensi corporei! e pure, nello sbalzo dal

rissima, riecheggia motivi e forme di alcuni fra quelli lnc:lusi ,nella Vi�a No• va. e nota il Chiari - "•la canzone dd gaudioso rapimento d'amore, cosi sme.

l'illusione del r.icordo che ti la pre• sente per 110 attimo lo scomparso, con lo stesso senso che ne avevi nella

-

morante che l'intelletto sovr'esso di. svia... ed é la canzone dell'assoluta impossibilità di esprimere a parole quel che l'anima sente". Per quanto riguarda il senso dell'intero eplso�Ho dl Casella risultano d; grande interesse

"Il mito virgillano dell'incontro dì

pre,senza viva, e pof d'uo tratto nel­ l' attimo stesso ti abbandona, rendendo

temporale all'eterno, dal corporeo allo spiritual�. soffre un distacco dolentev. L'antico tema della consolazione del­ l'amicizia. rivissuto prima nell'atmo­ sfera dell'amore cortese. rivissuto poi

più desolato il sentimento de.ll'·irrfme­

nel clima della solenne lode della filo­

diabile assenta. DI tale umana espe­

sona sentìta come suprema vetta della grandezza umana. risuona ora come

rienza non è certo ignaro Dante: ma al mito dell'illusione subito delusa si aggiunge qui un sop·rassenso, senza

umana consolazione in cui sono fuse insieme musica . amicizia, filosofia... "

Purgatorio Il, t 06-t lO Dal "De A.cythmetica, De Musica" cll Se'l'etino

Boe.zio: allegoda della Musica.

Min. senese-avigoooese . sec.

XIV



(Napo1i1

Biblioteca l'{aziooafe Ms. V. A. li

Virgilio e io e le anime che erano in­ sieme con lui appariv.

L'elegia che aveva ràggìunto il suo tono più cupo nei ·versi 130-132 e si era tramutata ìn uno slancio di fede e di speranza (versi 134- 135) . si conclu­ i de rstabilendo ..quell'armonia tra il mondo dei vhri e il mondo dei morii che il drammatico racconto sembrereb­ be aver spezzato" e chiude ''l'episo­ dio proprio ìn questo tono di umiltà familiare, nel sigillo di quello spirìto

comunitario che... anima il corale re­

spiro lirico del canto.. (Caccia l .

urgatorio. Canto IV Più di tre ore sono trascorse dall'apparizione deLl'angelo nocchiero quando Dante e Virgilio, in seguito all'indicazione delle anime degli scomu11icati, iniziano la salita lungo uno stretto sentiero, la cui ripidità è tale che solo il grande des-iderio di purificazione può aiutare a percorrer/o. Durante l'ascesa Dante può rendersi cottto, meglio che non quat1do si trovava ancora lungo la spiaggia, dell'altezza e dell'asperità del monte del purgatorio: ha un momento di scoraggiamento, dal quale il maestro lo scuote esort.andvlo a raggiungere un ripiano sul quale· potr:anno riparare. Qui giunti, Virgilio spiega al discepolo perché i raggi del sole nel purgatorio provengono da sini-stra, mentre nell'emisfero artico chi guarda verso levante vede il sole salire nel ciclo alla sua destra. Ma Dante teme l'altezza del mor1te e

Vir-gilio lo rassicura: l'ascesa è difficile solo all'inizio, quando si è ancora sotto il peso del

peccato, poi si presenterà man mano sempre più facile ed agevole. Non appe.-na il poeta la- . tino termina di parlare, si leva improvvisameute una voce verso la quale i due pellegrini si dirigono, finché si trooano davanti a una grmtde roccia alla cui ombrtJ. giacciono le anime ' dei negligenti, che, per pig,izia, si pentirono solo all'estremo della vita e che, per questo, devono restare nell'antipur-gatorio tanto tempo quanto vissuo. Chi ha pat·lato è ìl fiorentino

Belacqu-a, che Dante conobbe e co11 il qt4alt: il Poeta stabilisce un affettuoso cqlloquio finché Virgiìio gli ingiunge di pros�guire il cammi11o.

53

INTRODUZIONE CRITICA Le distinzioni psicologiche che aprono il canto, le suc­

cessive designazioni astronomiche, il senso di- fatica del­

zione" (Romagnoli). L'equilibrio raggiunto - difficile ma non precario - non frena il uvolo" del pellegrino, ma

lo inserisce in quella zona di attesa propria di tutte le

anime penitenti, aiutandolo nello stesso tempo ad allon­

l'ascesa, l'ironia familiare che circola nell'incontro con

tanare man mano le vicende e i ricordi della vita in una­

diversi, parrebbero negare la possibilità d'una Lettura uni­

chiarezza dei contorni.

Belacqua, essendo momenti sovrapposti in ritmi e tempi taria del canto, limitando l'interesse alle singole parti.

penombra che vela l'asprezza delle forme ma non la

Secondo il Fergusson Dante si trova ora nella condi­

Invece essò si dispone nella linea di quei canti la cui vali­

zione psicologica di un bambino : le sue conoscenze lette­

e dottrinali con gli episodi umani e più chiaramente

mondo dannato servono a ben poco; egli deve ricomin­

sto canto Dante si propone di raggiungere.

immediata, nella libertà del sentimento è come un bam­

dità è da cercarsi nel rapporto dei momenti informativi

poetici, e nell'analisi dei precisi scopi che attraverso que­

Anzitutto la figura del Poeta si impone come prota­

gonista, spostando il polo di interesse dalla pensosa im­ magine di Virgilio e dalla regale apparizione di Man­

fredi, che occupano tutto il canto Ili, su se stesso : parla

più che ascoltare, interroga più che tacere, agisce più che

smarrirsi, nelra raggiunta certezza della pur.ificazione, laddove nell'Inferno essa gli pareva quasi impedita dalla continua visione del peccato nelle sue forme più aber­

rarie, filosofiche, storiche, teologiche dopo la visione del

ciare e "nel suo candore, nell'obbedienza all'impressione bino... Ciò che il pellegrino vede, guardando fuori d i sé,

è il mondo naturale come l'occhio dell'innocenza lo

percepisce". In realtà questa i1;1terpretazione appare trop­

po semplice, o-meglio, si oppone ad un'attenta lettura del canto IV,. perché se Dante scQpre con gioia, attraverso le

parole di Virgilio, la legge del corso del sole nel purga­ torio) nòn si limita ad accettare, come è sempre avvenuto

finora, la verità propostagli, ma vuole completare egli stes­

76-84) :

ranti. Pur faticosamente, in lui si fa luce uno stato d'a­ nimo nuovo, quello dell'uomo che si prepara a godere

so e concludere la spiegazione del maestro (versi

suoi mezzi umani, che riaccosta con fiducia i misteri

spiegare la quale è insufficiente l'immagine del fanciullo.

tanta parte del canto, ben !ungi dall' opporsì alla poesia,

e si presenta estremamente importante dal punto di vista

della sua conquista spirituale, che riprende coraggio nei

dell'anima e del 'mondo. Il dottrinalismo che occupa

nasee dalla stessa radice, cioè dal bisogno di accostarsi

al sovr,annaturale, contemporanC'.Imente studiando e siste­

mando il cosmo nel quale il sovrannaturale vive e si esprime : j( canto IV, nel quale è diffusa quest'ansia di conosaere e questa ricerca di saggezza e di virtù nel cer­ chio della redenzione, costituisce l'esplicita risposta del mondo cristiano-meqiev.ale di< Dante all'a,mmonimento del pagano Virgilio, state contenti, umana gente, al quia, e all'amara conclusione finale, dùiar vedeste sanza frutto.

Il Ecrgusson, commentando i canti dell'antipurgato­ rio, afferma che essi costituiscono ìl prol og o al dramma ' della crescita spirituale che inizia a questo puntb e cul­

minerà alla fine del terzo giorno neHa visione di Dio, prologo nel quale Pante desidera che il lettore senta la forza di un'aspirazione ahe non si può ancora realiz­ zare, present:!ndo anime che, fuori del vero mondo del P!-lrgatorio, devono tuttora scoprir-e come cominciare la loro crescita spirituale. Tutt:�via il critico americano non se�bra rilevare l'importanza di questo canto posto pro­



pn? al centro deg otto dedicati all'anti.purgatorio, poi­ . che d Poeta, resos1 conto dell'orgoglio che si er.a insi­ nuato nell'a sua scienza e nella sua baldanza, trova nella calma lentezza di Belacqua un u provvido invito all'umil­ tà per il pellegrin