La «Critica della ragion pura» di Kant. Introduzione alla lettura
 8843041533, 9788843041534 [PDF]

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Zitiervorschau

Raffaele Ciafaroone

LA CRITICA DELLA RAGION PURA DI KANT Introduzione alla lettura

Carocci editore

1a edizione, "Seminario filosofico" 1996 © copyright 1996 e 2007 by Carocci editore S.p.A., Roma

Finito di stampare nell'aprile 2007 per i tipi delle Arti Grafiche Editoriali SrL Urbino ISBN

978-88-430-4153-4

Riproduzione vietata ai sensi di legge (art. 171 della legge 22 aprile 1941, n. 633) Senza regolare autorizzazione, è vietato riprodurre questo volume anche parzialmente e con qualsiasi mezzo, compresa la fotocopia, anche per uso interno o didattico.

Indice

I.

Il problema dei limiti dell'intelletto umano nell'Illuminismo

l . l . Ragione ed esperienza nell'Illuminismo inglese 1.2. I dubbi metafisici dell'Illuminismo francese l . 3. Impotenza della ragione teoretica e premesse etico-teologiche nell'Illuminismo tedesco

21

La priorità del metodo sui contenuti e la tendenza kantiana alla compositio dei dissidi negli scritti degli anni Cinquanta

27

2.

2.I. La funzione negativa del metodo e la composizione della controversia tra metafisica e matematica nei Pensieri 2.2. L'inconoscibilità dell'infinito e del mondo organico nella Storia naturale universale e teoria del cielo 2.3. La critica della onnivalidità del principio ·di non contraddizione nella Nuova illustrazione 2+ La conciliazione della metafisica e della geometria nella Monadologia fisica



Metafisica e metodo negli anni Sessanta

3.1. Precarietà della metafisica e solidità della maternatic a 3.2. La metafisica come scienz'a dei limiti della ragione umana nei Sogni di un visionario 7

l 3 17

27 32 36 37

41

41

45

3. 3. L'inclinazione naturale dell'uomo all'ampliamento delle conosçenze e la funzione restrittiva del metodo 3 + La metafisica come scienza analitica



Genesi, argomento e metodo della Critica della ragion pura

4.r. La lunga gestazione della Critica nel "decennio silenzioso" 4.2. Là maturazione del criticismo intorno al I775 + 3. L'antinomia della ragione pura e la Critica 4+ La Critica come propedeutica al sistema della ragione pura + 5. La definizione di trascendentale nelle introduzioni della 1 e della II edizione. della Critica 4.6. La rivoluzione copernicana nelle scienze e nella metafisica

Il contributo della sensibilità nella costruzione del mondo fenomenico

55

55 59

62

68 72

77

5. I . La natura recettiva ·e reattiva della sensibilità 5. 2. L'esposizione metafisica dei concetti di spazio e di

77

tempo 5. 3. L'esposizione trascendentale dei concetti di spazio e di tempo 5 + Idealità trascendentale e realtà empirica di spazio e tempo. Fenomeno e parvenza

88

6.

94

Il contributo dell'intelletto nella costruzione del mondo fenomenico

99

6. I . Logica formale e logica trascendentale 6.2. La deduzione metafisica delle categorie 6. 3 . . La tavola delle categorie e· il suo vero significato 6+ La sintesi come atto dell'intelletto 8

99

105 108 III

6. 5. La deduzione soggettiva delle categorie secondo la I edizione della Critica 6.6. La deduzione oggettiva delle categorie secondo la I edizione della Critica 6.7. Alcune interpretazioni dell'appercezione trascendentale 6. 8. La deduzione trascendentale delle categorie nella II edizione della Critica

II6 I20 I25

128

6.8.I. L'appercezione pura, originaria, come fondamento dell'intero procedimento sintetico I 6.8.2. L'identificazione dell'unità oggettiva· dell'appercezione con la forma logica dell'atto di giudicare I 6. 8 + La distinzione tra pensare e conoscere e la limitazione delle categorie alle intuizioni empiriche I 6.8+ L'intelletto come legislatore della natura

6. 9. Lo schema trascendentale come medius terminus

tra categoria e fenomeno 6. IO. Il sistema dei princìpi dell'intelletto puro 6.10.I. Gli assiomi dell'intelletto e le anticipazioni della percezione come princìpi costitutivi dell'esperienza I 6.10.2. Le analogie dell'esperienza e i postulati del pensiero empirico in generale come princìpi regolativi dell'esperienza

6. I

I.

Distinzione di tutti gli oggetti in generale in fenomeni e noumeni

L'impossibilità della metafisica come scienza 7. I. La ragione pura come sede dell'apparenza trascendentale 7.2. L'uso logico e l'uso puro della ragione 7. 3. Le idee trascendentali e la loro deduzione 7 + I paralogismi della ragione pura 7. 5. La dialettica cosmologica e la sua soluzione 7.5.I. Le antinomie matematiche della ragione pura I 7.5.2. Le antinomie dinamiche della ragione pura I 7·5+ La soluzione delle antinomie cosmologiche

8.

L'ideale della ragione pura

8. I . L'ideale trascendentale 8.2. Le prove dell'esistenza di Dio 8. 3. Rapporto tra idee e realtà oggettiva

9

I6o



La Dottrina trascendentale del metodo

1

Cronologia della vita e delle opere

203

Nota bibliografica

205

Indice dei nomi

215

IO

95

Il signor Eberhard [. .. ] vuole assicurare la realtà oggettiva anche ad un concetto di ciò che, come egli stesso confessa, non può affatto essere oggetto dei sensi, cioè al concetto di un ente semplice, spalancando così l'accesso ai fertili campi, da lui celebrati, della psicologia razionale e della teologia: accesso dal quale la testa di Medusa della critica voleva far ritrarre spaventati quei concetti. Kant, Contro Eberhard, trad. it. a cura di C. La Rocca, Pisa 1994, p. 74·

La Critica [ ... ] è e resterà lo scoglio che infastidisce ogni metafisica dogmatica. Ivi, p. qr.

I

Il problema dei limiti dell'intelletto umano nell'Illuminismo

I.I

Ragione ed esperienza nell'Illuminismo inglese

La questione dei limiti del conoscere umano è al centro della riflessione kantiana, soprattutto nella Critica della ragion pura. Tuttavia essa non rappresenta una novità assoluta nella storia della filosofia: piuttosto è la ripresa - consapevole - di una tendenza che è largamente diffusa nel secolo xvrn; che, anzi, ne .evidenzia uno dei tratti più tipici. Pertanto è un luogo comune, imputabile in gran parte a Ernst Cassirer 1 e a Paul Hazard 2 , considerare il Settecento come l"' età della ragione" che prende coscienza delle sue possibilità conoscitive illimitate; che si sottrae ai condizionamenti della fede e sottomette alla sua forza tutti i campi del sapere, assicurando così un progresso indefinito. Indubbiamente il secolo xvrn è 1' epoca della ragione, ma occorre subito precisare - di una ragione che è impegnata a tracciare i propri limiti conoscitivi e a evitare scrupolosamente di oltrepassarli 3. Questo suo atteggiamento "negativo", "critico", segna il vero progresso dell'Illuminismo rispetto al Razionalismo del Seicento e costituisce l'eredità più feconda che esso trasmette al criticismo kantiano. Il filosofo inglese che, sul finire del Seicento, contribuisce in modo rilevante a porre il problema dei limiti conoscitivi della r. Die Philosophie der Au/klèirung, Tiibingen 1932 (trad. it. La filosofia dell'illuminismo, Firenze 1967). 2. La crise de la cot1science européenne ( 1680-1715), Paris 1934 (trad. iL La crisi della coscienza europea, Torino 1946). 3. Cfr. G. Funke, Das sokratische ]ahrhundert, introduzione all'antologia, da lui curata, Die Au/klèirung, Stuttgart 1963, pp. l-92; G. Tonelli, La "debolezza" della ragione nell'età dell'illuminismo (1971), in Id., Da Leibniz a Kant. Saggi sul pensiero del Settecento, a cura di C. Cesa, Napoli 1987, p. 21.

LA CRITICA DELLA RAGION PURA DI KANT

ragione umana, fornendone una soluzione empiristica, è John Locke ( 1632-1704). Nell'Introduzione al Saggio sull'intelletto umano ( 1690) egli anticipa lo scopo che intende perseguire: indagherà sull'origine, sulla certezza e sull'estensione della conoscenza umana, evitando sterili speculazioni sull'essenza dell' anima. Se con questa ricerca scoprirà il potere' e l'estensione dell'intelletto, persuaderà «lo spirito dell'uomo ad esser più cauto nell'immischiarsi in cose che eccedono la sua comprensione; ad ·arrestarsi, quando abbia portato le sue ricerche al punto estremo delle sue capacità; e ad adattarsi a ignorare ciò che vede essere al di sopra delle sue capacità, dopo averlo esaminato». Muoverà dalle idee che l'intelletto possiede e mostrerà le operazioni che esso compie per conseguirle. Locke assume la sensazione come principio primo e criterio ultimo della verità delle nostre idee; in tal modo separa nettamente la sfera del conoscibile da quella dell'inconoscibile: la prima è identificata con le conoscenze che o sono fornite direttamente dalla sensazione e dalla riflessione (idee semplici) o sono risolubili in esse (idee composte); la seconda con le conoscenze che non sono state impresse in noi attraverso una di queste due vie. Del!'estensione della conoscenza umana è il significativo titolo del capitolo m del libro rv del Saggio, in cui Locke sottolinea ripetutamente la «debolezza e la scarsezza» della nostra conoscenza, la