KITTEL, G. & FRIENDRICH, G. Grande Lessico Del Nuovo Testamento. Vol 3. (Egguos-Zumè) PDF [PDF]

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Zitiervorschau

GRANDE LESSICO DEL

NUOVO TESTAMENTO Fondato da Continuato da

GERHARD KITTEL GERHARD FRIEDRICH

Edizione italiana a cura di F. MONTAGNI NI - G. SCARPAT - O. SOFFRITTI

VOL. 111

PAIDEIA

Titolo origi nale dell'opera

T heologisches \Vortcrbuch zum Neuen T estament in Verbindung mit zahlrcichcn Fachgenossen begriindct von GERJIARD KITTEL

bcrausgcgeben von GF.RHARD FRJEDRICH All'edizione italiana di questo terzo volume han110 collaborato come traduttori: MAIUA ISELLINCIONI GtOV ANNI TORTI GINO CONTE MARIO VERDESCA

TERl!SA DE CRADA

Tutti i diritti sono riservati. È rigorosamente vietata, a 1ermi11i di legge, la riprod11zio11c anche /lllYZia/e delle voci o il riassunto delle• stesse. @

W. KOHLllAMMER VJ:o:RLAC, STUTTv't'ov, ElowÀ.Ei:ov, xa.nlowÀ.oc;, ElowÀ.oÀ.chpTJc;, Elow).oÀ.a.-tpla. (Biichsel }

........................................

dxii (Bi.ichsel) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . EÌ.xwv (Kittcl, von Rad, Kleinknecht) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . ELÀ.Lxpwfic;, dÀ.LxplVELa. (Biichsel) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Elµl, ò wv (Biichsel) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Elpi)vT}, dpT)VEvw, dpT)VLxoc;, ElpTJV01tOLOç, dpTJV01tOLÉW ( von Rad, Foerster) Elc; (Oepke) . . . . . . . . . .. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . dc; (Staufler) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . e(cra.xovw - ò:xouw r, col. 599 Elaotxoµa.L - otxo~1a.L n, coll. 884 s. EtatpxoµaL - EpxoµaL coll. 940 ss. ElO"XaÀ.foµc.tL -

Xc.tÀÉW

Elcroooc; - òooc; ELacptpw - q>Épw ÉXa.-còv -cElw - r, coli. 579 s. É!;cxvtio-'ta.O'i.ç, Él;avl ·uì.Éw

È1tvnµawc; ÉTCOLXCOO!J..ÉW -+ o~xooo1

797 cpcxlvtt1

u: ù 1

E-r-oupcivLoc; -+ oùpavéc;

Èn-.a, É1t•CLxLc;, Éi.'TEOV TJ xaÀovp.ÉVTJ 1) µEy6.À:l') e annunziava anch'egli Elva.l ·nva. 4;

cz.

Cfr. 28 ,2 e 2 Tbess. 2,4: 4ucs r:i blasfema presunzione sarà propria dell'Anticristo. 46 Damasc. 2,14 (STAEl!K). 47 Io. r,r9 ss.; 8,25; Act. 2c,38; Mc.14,6r; indirettamente traspare anche da Mc. 8,27 ss.; I J ,27 SS. 48 Cfr. STRACK-B l LLt::RBECK Il 542 ; E. L. DtE· TRICH, Das Sebstbewusstsein dcr Rahbi11cn (dissertazione manoscritta). 49 Apoftegmi come quello di Hen. slav. 39,2 -+ n . 39 sono tramandati in forma analoga da Simon b. Shatah e Rabhi Akibà, Sanh. 19 a,

(11,345) 54

Èa.v•Òv µÉyav (Act. 8,9 s.). La stessa forma schematica in cu i gli Atti degli Apostoli accennano a fenomeni siffatti è un indice della lo ro frequenza. A ciò fa riscontro l'uso frequente di formule come: avov (v. 9 s.; cfr. v. n•: CÌ.1tÉX."tEWEV). L'epoca dell'innocenza ignara mali è finita ed ha inizio la crisi. Questo concetto della crisi apportata dalla legge viene af frontato e svolto da Paolo in una successiva argomentazione che abbraccia i vv. r3 - 20. La legge è un mezzo radicale, il cui primo e immediato cffcttO è di recare in atto l'infermità sopita e latente. Portando a compimento il peccato, la legge conduce l'umanità alla morte (v. 13) 139. La legge deter-

( 11,_357) 86

Tn questo senso è valida l'affermazione: Éyw voc; e ).aéç nei LXX; il ncocestamentatio À.a6c; sarà invece esaminato al suo posto nell'ordine alfabetico. 2 Per i sinonimi 8ij1,1.oç, El>voc;, À.a6c; dr. T 1u;:-:u 1 233 ss.

J OI

(11,362)

tlhioc; (G. Bcrtram)

tanto all'epoca dei Maccabei troviamo lo stesso modo di g6jtm e am, ma in usato ofjp.oç - tre volte in Daniele co- misura ancor maggiore come dimostrano me traduzione di 'am e spesso nel primo talune divergenze nella traduzione, andei Maccabei - per indicare il 'popolo' che EWTJ e À.a6ç assumono il significato inteso come entità politica. Nel N. T. tecnico di 'pagani' e 'popolo eletto'. Un ofjµoç è usato quattro volte negli Atti campione significativo di questo rapporin riferimento all'assemblea popolare. to semantico si può cogliere passando Questa regressione di ofjµ.oç è dovuta in rassegna l'uso di 'am nel Pentateuco in parte alla tendenza imperiale tipica e dei corrispondenti greci nei LXX. Si della civiltà ellenistico-romana che, in- impone anzitutto una distinzione fra sieme con la 1tOÀLç, soffocava anche il l'uso del singolare e quello del plurale 5 _ ofjµoc; inteso nell'antico significato, ma Dal Genesi fino al Deuteronomio il sindipende pure da quell'evoluzione sto- golare 'am ricorre 362 volte e il plurarico-religiosa cui abbiamo accennato. A le 'ammim 58. Di questi 420 passi, in differenza infatti di Israele e di Giuda, 351 i LXX traducono col singolare Àa6c;, il giudaismo, sebbene ancorato ai theo- che spesso corrisponde ans:he al plurale logumena della discendenza da Abramo 'ammlm; À.aol = 'ammlm si trova invee del popolo eletto, non è 'popolo', ben- ce solo due volte. Per il resto 'am è resl - almeno nei riguardi dci proseliti so 48 volte con lf.ih>oç ('am t'.ih>oç r 3 e delle cerchie vicine ad essi - 'reli- volte; 'ammim = lf.ih>oç 2 volte; 'am = gione' 3 e come tale modifica largamente EW'T) 3 volte ; 'ammlm=EWTJ 30 volte). la terminologia ua:.duualisLica dcll'A.T., BaJza evidt:utt: la tendenza a far corridesunta dall'antico Israele. Questo sta- spondere EWTJ ad 'ammim quando si rito di cose si rispecchia nei LXX, dove a ferisce a una pluralità di popoli non tutta prima il panorama lessicale si pre- giudaici 6 • Non meno evidente è, per senta, per questo rispetto, quanto mai converso, la cura posta nell'evitare il chiaro e unitario: Eih>oç corrisponde plurale Àaol. Questo rapporto numerico esattamente a g6j e 'am a Àaoc;. Questa e semantico fra i vari termini indicanti corrispondenza, che è anzitutto mera- il popolo si mnntiene sostan,-:ialmente mente filologica , impronta di sé la tra- inalterato anche negli altri libri dell'A. duzione di interi passi, anzi di interi T. Su circa duemila passi soltanto in libri 4 • r 35 si trova il plurale À.a.ol. Fra questi, Alle corrispondenze filologiche si ag- 35 appartengono ai Salmi 7 , dove molto giungono i motivi storici e religiosi. Al- spesso il plurale si giustifica con motivi

=

Per la tesi che considera il giudaismo non una r:t7..za ma una religione. dr. G. BERTRAM in G. Rose:-i, fude11 und Pbonizier, 11e 11 bearbeitet von F. Rosen und G. Bertram ( r929), soprattutto il cap. 2: Das antike Judentu111 als Missionm:ligion. 4 È interessante un confronto fra I e 2 °Eaop. }.lcntre r 'Eo-op. 1rnduce liberamente, 2 'Ecop. è assai pii1 legato aU'originale ebraico. s Seguiamo il calcolo del ManJelkcrn, che non distingue 'am = popolo da 'am -congiunto, come non li distinguono i LXX. 6 Le ahre \'ersioni csaplari seguono in genere 3

criteri più strettamente filologici . Così per es. Aquila traduce il plurale 'ammim con Àa.ol anche quando significa inequivocabilmente i pagani, ed è perciò reso con ~l)vri dai LXX: Gen. 49,10; cosl pure Aq., Sirnm., Teod. in Deut. 4,19; 7,19, e Simmaco in Ex. r9,5. Anc!ic al singolare la corrispondenza fra 'am e À.u.Oc; è applicata da Aquila più rigorosamente

che dai LXX: Deut. 2,2 r. 7 Proprio nel salterio l'uso di i'l)vri nel senso di pagani è rigoroso e conseguente. Soltanto in lii I0.5,,5 abbiamo (i)vos c;ou in paraJJelo con xÀ-rJPO'JOµla. cd Èx),Ex"tol crov; eppoi ~-

Eilvoç (G. Bertram)

puramente formali, quali per es. il parallelo con EW'l"). 2. Vi è poi tutta una serie di passi in cui 'am e go;/ goiim (e, rispettiva· mente, Àahç e t'.woç / EWl]) sono esplicitamente e consapevolmente distinti. Co. sl in Ex. 3 3, I 3 Ewoç significa popolo in generale, mentre À.a.6ç designa tecnicamente il popolo eletto: À.a6ç crou -.ò EWoç 'tÒ µÉya -.ou-ro. Quello di À.a6ç t}rnu è un concetto così stabile e definito che può essere applicato anche a popoli pagani. Leggiamo così, per es., in 2 Chr. 32,15: où µl) òuvl'}'tat o t}Eòç 7tClV'tÒç Ei}vouç xa.1. ~mnÀELClç 'tOU

anche in 2 'Ecrop. 9,7 Envri andrà inteso nel senso di pagani. L'universalità che contrassegna la concezi.one religiosa dei LXX trova un'espressione caratteristica in Dan. 9,6, dove il T.M. suona: hann'bi'tm 'l.i'Ser dibberu b"simka 'el m"làkenu sarénu wa-'aboténu w"el kol 'am ha'àref, mentre la versione porta: ...'tW\I 1tPOQ>l]'\WV, ii. ÉÀ.aÀ.i)O'RnECJ< 5r9.

a

Io. 7,49: n

494-

n1 (n,366)

rnvoç (K.L. Sl:hmic.lt)

Di soliro comunque ìiitvoç significa volta dal contesto e da aggiunte specifipopolo o popolazione di uomini. Rispet- che (ìiwoç 't'Wv 'louoa.lwv, Act. ro,22; to ai sinonimi ~ cpu'ì..1} (popolo come nazione, ossia gruppo di individui le- ìiwoç ét.ywv, 1 Petr. 2,9). Allo stesso gati da una comunione di stirpe), ~ modo va giudicato il frequente uso proÀrx6c; (popolo nel senso di comunità po- miscuo di ìiwoç e Àa.éc; (lo. r1,50; Act. litica plasmata da vicende storiche e da 4,25 .27; 15,14; Rom. lJ, n). L'attriuna costituzione), ~ yÀWO'O'voç im cce ( = popolo ebraico) con 'am.

EÙvoc; (K.L. Schmidt)

115 (11,368)

33 = Le. 18,3 2) nella profezia della tecnico risulta dal fono che Paolo conpassione si legge che il Messia verrà tinua a chiamare EWT) i cristiani conconsegnato EWECTW, si tratta evidente- vertiti dal paganesimo: Rom.u,13 (non mente dei pagani, ai quali il Messia dcl è però del tutto certo che €ww\I à.TI6popolo di Dio doveva essete effettiva- 0'"t"oÀ.oç vada inteso proprio in questo senso!), Eph.3,x (dove è chiarissimo che mente almeno consegnato. La stessa opposizione, fra pagani e rnvT) sono gli etnico-cristiani). L'uso, attestato in I Cor. 5,x; 12,2; giudei, campeggia poi negli Atti degli Apostoli e nelle lettere, ossia nelle r Thess. 4,5; r Petr. 2,12; ; Io. 7 (koitestimonianze missionarie del primiti- né, ecc.) e in vari luogh i dell'Apocalisvo cristianesimo. Gli tWlJ, ossia i se, di Elhn} per indicare i pagani in anpagani, percorrono le loro vie, abban- titesi con i cristiani, si spiega col fatto donati a se stessi (Act. r4,r6); essi so- che, secondo la concezione del N.T., i no à.nr)À.À.O"t'pLwµÉVOL "t'fjç 'TtOÀ.L"t'ELl}xwv -.t)ç è l'Israele xa."t'CÌ: 'ltVe:iiµcx. Ènayye:À.laç (Eph. 2, 12); esclusi dalla Può stupire che il quarto evangelo rivelazione, essi non son legati a Dio non usi mai 1:'.Dvl] in riferimento ai padal vincolo della legge e risultano quin- gani. Ma ciò si spiega tenendo presendi èli)e:oL Èv -.Ewplcx.); 5 3,3: 'tÒ Etooc; CX.V't'OU a'tLµOV 2. 2 Cor.5 ,7. La traduzione corrente 6 (T.M. nibzeh; Sìmm.: É!;ouoEvwµÉvoc;) . di o~ò: 7tLO'"t'cWc; 1tEPL7t(l'tOUµEV' où OLà dIn riferimento a Dio. I LXX tradu- oouc;, « ... non in visione>) difficilmente cono il nome 'Pniel' di Gen.3 2,3os. ( = può essere esatta. Infatti la parola de3r s.) con l'espressione: dooc; 'tou t>Eou. signa sempre l'oggetto, mai l'atto del Num. 12,8 (D io parla di Mosè): CT'toµcx. vedere, mentre questa interpretazione xa.'tò: cr't6µcx. À.cx.ÀTicrw a:ù.., Èv ELOEt 7 verrebbe ad attribuirle un significato atxcx.t où ot' a:twn1). Ma questa spiegazione, oltre a postulare un cambiamento troppo brusco fra il soggetto di 7tlcr-ctc; e quello di dooc;, non presenta alcun vero e profondo legame con il contesto logico del passo. Entrambe queste difficoltà scompaiono se si accetta un'altra interpretazione ugualmente possibile, se si intende cioè Etooc; come la conformazione dei cristiani 15 che, nel suo senso vero e pieno, coincide con l'Èvonµl\crcu 'ltpòc, -còv xvptov ( v. 8 ). La condizione terrena e provvisoria dei cristiani sta all' etooç, che sarà possesso escatologico del credente, esattamente come lo crxfjvoc; sta alla oìxla àXELpc1tot'.1)•oc; (V. 1 ) , O come ÈV -ci;> CTWp,C!'tL e à'ltò 'tOU xvplov (v. 6) stanno al itpÒç 'tÒV XVpLOV (V. 8 ), Il tenore insomma del nostro passo coincide con quello di rfo.3,2: OVTIC.ù Èq>CX.\lepwlh) -r:l ÈcroµEita 16 •

3. Conforme all'uso frequente 17 di dooc; nel senso di 'genere' 18 è l'espressione di r Thess. 5 ,22: à1tò mt.v-r:òc; e(oovç 1tOV'J1POV à.7t~XECTi}€, astenetevi da qualsiasi genere cattivo 19 • Da- escludere senz'altro, in considerazione del v. 21, è la vecchia traduzione «evitate ogni apparenza cattiva»w. Il contesto assumerebbe poi contorni più netti e concreti se si potesse dimostrare l'ipotesi che veÒ:O'p.o;-ca. ELOW),ov yvvetLXE~ov ... xa-cà oÈ -.ljv 11opq:>ljv xa,1, d'.5c>lì.a x(Xi}opiiv è'oo!;av Èvo1tÀW'J ),ii.,PTJç in 1 Cnr. 6.9 e quindi :anche in i Petr. 4,3; Gal. 5,20 il signi(icaw

  • 4 s. 23; Lev. 26, r; Deut. 4 ,16 ss.; 5,8 s.; 27,15) significa praticamente: a) evitare, e possibilmente distruggere, le immagini cultuali delle divinità s traniere; b) non tollerare immagin i nel culto giudaico; c) evitare le raffìgurazioni di persone umane e, almeno parzialmente, anche di altri esseri viventi. Il primo di questi divieti è un daro ovvio per i giudei e i cristiani di ogni tempo( ~ dowÀov, coli. r30 s.} e ogni trasgressione di esso significa evidentemenre un'apostasia. Anche la tcr:ta proibizione costituisce per ogni giudeo un principio rigoroso e incrollabile. 1.

    !JabElTJ ò xvpLovxi}v xa.ì. Év -co~c; 1tOÀ.É· µoLM.vn OÈ X.PTJO'µoi:c; owpriCTLVEEi: 'tÒ µÉyLO"tOV àya.l>6v, dr>flvTJv, µT}odc; bc.avòc; 6:vì)pw1twv 7ta.paoxEi:v. ss op. 1111111d. 81.

    o

    59

    Testimonianze presso Fuctts, p.

    J.

    214

    ss.

    C. TH. OTTO: Jahrbiichcr f . Dcutsche Theol. u ( 1867 ), pp.

    CIO Cfr., oltre ai commentari,

    Elpi)v'T} seguito dal dativo come saluto al momento dell'arrivo (Le. I 0,5; [ 24,

    36]; Io. 20,19.21.26), sono traduzione del saluto allora in uso in Palestina, anche se Luca, mettendo in bocca al custode romano dcl carcere di Filippi il saluto di congedo ?topEvEE f.v Elpi)vn (Aet . x6,36), può esser stato indotto a questo 'anacronismo' dalla lettura dei LXX; qui infatti il neo-convertito usa un'espressione 'greco - biblica'. Ugualmente la formula di saluto all'inizio di una lettera: xapLvvìMT) ( 1 e 2 Petr., I udae ), avvicinano ancor di più il saluto alle note formule ebraiche(~ coli. 213 s.). Similmente Elpi'JVTJ fa lalora la sua comparsa nella chiusa delle lettere; dr. r Petr. 5, 14; 3 Io. 15; dr. Gal. 6,16. La formula greca di saluto xct.lr;ELV s'incontra in Act. 15,23; 23,26; Iac.1,1; cfr.2 Io.10. Il saluto di congedo EppwcrÙE compare solo in Act. 15,29 (in 23,30 Eppwv:> o (ppwui>E sono varianti). Così pure le espressioni a-::r)•.Jìhyra.v ~lE._' Elp'l)v'l')ç iAct. 15,33) e itpo-::tµ~a.'tE oÈ aù'tèv È\I dpnvn (r Cor. i 6, 1 i) sono da confrontare 6 l con le formule dell'A.T. 'andarsene f.v dpi)vn' e µE• ' Elp'iJvric;'; anche la frase di Simeone in Le. 2,29: vuv à-::oÀ.UEL