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Italian Pages 309 Year 1978
Prima edizione 1978
INTRODUZIONE A
PLATONE DI
FRANCESCO ADORNO
EDITORI LATERZA
I .
l.
'
1
' STORIA ,
Cultura ' e
E '
1
1
' CULTURA , ' FILOSOFI A
1 DIALOGO '
storia '.
Ogni qualvolta si torna a leggere Platone è una sorpresa; ogni volta, ogni dialogo appare sotto luce nuova e sembra d'essere andati fuori strada la volta precedente, e un'oscillazione di più s'ingenera in chi voglia rendersi conto del significato che hanno avuto le opere di Platone in un tessuto culturale e storico politico preciso; ogni qualvolta Platone appare di verso, estremamente ricco di motivi e di spunti, che hanno potuto dar luogo, in altre. epoche, in altri mo menti, sin da subito dopo Platone, a molte e diverse interpretazioni. Almeno in principio, dunque, non bisogna spie gare Platone con il 1 dopo Platone' (con ciò che dopo è diventato .Platone); occorre, invece, attraverso lo stesso Platone, m..ediante ��nali�Lfilo.logi.f.a_q�i testi, aderendo il più possil:iile al greco, a quel greco, _c�1_�� q_i_s9gli�re j_ sigl}!ficati_esatti. dei_ termini_t1�;t.ti. (ogni termine è da Platone sapientemente calcolato), che molte volte rendono conto non solo di una pole mica in atto, ma di una problematica...s torico-culturale. E cosl, . me��-�_t_e._l!!l.:u:tcostruz.icme _il..più_possibile esatta_ di ._ certe _ concezioni_ politiche_ deL tempo (dal 395 circa al 347, e pensiamo in particolar modo ad __
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lsocrate), è necessario cogliere, anche, dialog�p�r .dia logo, più che lo sviluppo del pensiero platonico,-i diversi modi di atteggiarsi - di Platone nei termini del suo impegno e dei fini, ch'egli, entro una sua conce zione, tende a realizzare. E ciò implica, in secondo luogo, il tentativo di rendersi conto più che di un presunto ' sistema ' platonico di come si è venuta formando quella precisa e aperta concezione di lui, entro l'ambito di una definita e storicamente accerta bile cultura, di cui, in realtà, Platone fu, per com prendere sé e la situazione in cui operava, notevolis simo ' storico ' e ' storiografo '. Non a c':1so molti dei dialoghi sono vere e proprie monografie, studi su come alcuni pensatori e autori (da Parmenide-Zenone a Gorgia, da Eraclito a Protagora ad Anassagora, allo stesso Socrate) hanno proposto modi diversi di pen sare, hanno portato a certi modi di concepire che co stituiscono la ' cultura ' che si era venuta delineando in Atene particolarmente dopo la morte di Socrate, e per la quale e nei confronti della quale si pone l'opera di Platone. Non si è, peraltro, abbastanza sottolineato che Platone, che scrive.,_ dal..)25 circa in poi, ha sempre parlato_deL�passato_:._g, meglio, ha presentato tutto il movimento di idee, i conflitti culturali ed etico politici nell'arco di tempo che va dal 454 circa (il momento in cui cominciarono a cirColarein A tene le idee di Parmenide-Zenone e di Eraclito) alla morte di Socrate (399). Non a caso, anzi, egli non cita come filosofi I_�le_t.�,_Anassim;mdro, Anassimene, che altro è per lui filosofare, tanto è vero elle per Platone i primi filosofi furono Parmenide ed Eraclito. Ciò, sem bra, è molto indicativo. Ogni_dialqg�_j_in_funzjçme d�l�presente�. ( talvolta di un preciso momento), solo che non ci si può rendere conto del presente e di come agire nel presente senza comprendere come al presente si è giunti _ attraverso-il�passato ', quel passato che ha proposto modi di pensare che costi tuiscono modi di vita e di concepire il senso della
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realtà. Da qui, dialetticamente, criticamente, si costi tuiscono anche il modo di pensare e la concezione di Platone, anch'esse valide in un loro momento sto rico e che perciò non superano affatto il prima, ma rispondendo ad esigenze e a problematiche proprie di un tempo, ne determinano altre. 2.
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Filosofia',
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dialogo ', dialettica, cultura. Socrate.
In relazione a quanto si è �enuto dicendo, sem bra conveniente sottolineare subito che rintracciare il significato dato da Platone al termine ' filosofia ' ( e ' filosofare '), sia pure i n contesti diversi, permette di chiarire in partenza la mobilità del pensiero pla tonico in quanto ' ricerca aperta ', e, fin dal principio, l'impegno platonico a riproporre ogni volta in discus sione ogni raggiunta posizione culturale e ogni con cezione che si basino non su fondate ragioni (che cioè non siano ' scientifiche '). Di qui la delineazione, volta a volta, da parte di Platone, di come certe situazioni culturali si siano formate e, a loro volta, modificate attraverso l'incontro e lo scontro, il ' dialogo'. E cosl va subito detto che,.in tutte le opere di Platone non v'è una definizione, diciamo tecnica, di ' filosofia '. Nel Gorgia ( 482a 5 ) si dirà che la filosofia inse gna a ragionare, a porre le giuste premesse. E cosl ancora, a distanza di anni, nel Teeteto ( 17 4b) si so sterrà che la filosofia è propria di chi non fa affret tati ragionamenti, ma di chi, con cura, tenta sempre di ' rendersi conto ' (cfr. anche 1 72c). Potremmo fare molte altre citazioni nell'arco di tutta la produzione platonica. In altre parole ' filosofare ' viene a signi ficare invito a saper pensare, a non accettare niente per dato, a non accordare premesse di un qualsiasi ragionamento, perché ammesse dai più, perché si tro vano nella corrente situazione culturale. E tali sono le opinioni su cui si basa, invece, la retorica (cfr. Go rgia, 508c - 509a).
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Entro questi termini, almeno entro l'ambito dei cosiddetti dialoghi socratici, se ciò che attraverso il ragionamento, filosoficamente, attraverso la ' dialet tica ' è vero ', non è tanto ' vero ', in sé, perché ciò che hanno sostenuto altri è in sé ' falso ', ma perché si fonda su premesse non più confutabili razional mente, per cui le conseguenze non possono essere che quelle e quelle sole ( cfr. Gorgia, ivi ). Accettare, dunque, le premesse, senza esservi giunti criticamente e dialetticamente, significherebbe non rendersi ragio ne, non rendersi conto; significherebbe farsi vivere, essere rotto nelle proprie passioni ( cfr. ad es., Pe done, 68c-d). Filosofare, dunque, è amore di sapere - ' eros ' si sostiene nel Convito, 201d sgg.; che, con un mito, è detto figlio di ' povertà ' e di 'ricchez za ' -, non sapienza; è esigenza di cessare d'essere necessità, cessare d'essere parvenze di uomini - sl come Glauco marino: Repubblica, 611d, che pur rin traccia sé uomo nel suo ' desiderio di sapere ' -, cessare d'essere bestioni più che uomini, d'essere ' privati ' per divenire 1 pubblici ', cioè uomini. Platone, sia pure in prospettive diverse, propone, dunque, il :.filo�_Q[�E�come_c()ndizione che conduce a :.saper.. pen�a_!_e_'_ ( ciò mediante cui aur=-sira: giona .:..:.:. lèghesthai -: _dialèghesthai,. donde anche dialettica e dialogo), e, per altro verso, prospetta il filosofare come esigenza di rintracciare la condizione che permette un unico ' sapere ', o, meglio, un di scorso scientificamente basato e, perciò, utile all'uomo, in dominio dell'uomo, e quindi, con questo stesso, non più passionale, non più condizionato dalle pas sioni. « La �filosofia_ consiste in un .possesso di scienza [ . J e ]a scienza_acèiuisi!a-è-qì.ièlla -�-�- può ��erci utile-»- (Eutidemo, 288d-e):· Non - basterebbe avere la scienza matematica, la medicina, la stessa scienza del l 'immortalità se non sapessimo servircene.