Introduzione a Kant [PDF]

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Zitiervorschau

©

1980, Gius. L�terza & Fi�:li Prima edizione

1980

Terz� edizione

1985

INTRODUZIONE A

KANT DI

AUGUSTO GUERRA

EDITORI LATERZA

Proprietà letteraria riservata Gius. L aterza & Figli Spa, Roma-Bari Finito di stampare nel giugno 1985 nello stabilimento d'arti grafiche Gius. Latc:rza & Figli, Bari CL 20-1 660-5 ISBN 88-420-1 660 -8

IMMANUEL KANT

Con l'unità oggettiva della sua dottrina ci sta di fronte in tutta chiare1.za anche l'unità della perso­ nalità di Kant, il carattere dell'uomo col suo in­ corruttibile senso critico della verità c con la sua irremovibile convinzione morale di fondo, immune da ogni dubbio, - col freddo rigore del pensiero c con lo slancio entusiastico del volere. Ernst Cassirer

AVVERTENZA La sigla KGS sta p.:r le Kant's ?.,esammelte Schriftm, le opere complete di Kant edite dall'Accademia delle Scienze di Berlino. Le lettere dei carteggi kantiani sono citate, in genere, solo con l'indicazione dd giorno, mese cd anno e s'intendono ado­ perate nell'edizione delle KGS (voli. X-XII, Berlin und Lcipzig 19222), nella quale sono facilmente ritrovabili. Le sigle R o RR, seguite da uno o più numeri (per es., R 5037 o RR 4674-4684), si riferiscono alle Rijlcssio11i dell'opera postuma kantiana: KGS, voli. XIV-XIX. Le traduzioni i taliane, cui è stata talvolta apportata qualche modifica, sono menzionate la prima volta per esteso (au­ tore, luogo di pubblicazione ccc.) e quindi con la sola indicazione della pagina, posta tra parentesi dopo il rinvio al testo originale. Dedico il mio volume agli studenti dell'Istituto di Filosofia della Facoltà di Lettere di Roma, compagni di lettura, in questi anni, di Humc, di Rousseau c Kant, Cassirer c Croce. •

A. G.

I.

LE ORIGINI DELLA

FILOSOFIA KANTIANA

( 1746-1766) l. I ntrod11zione.

Nei primi decenni del secolo XVIII l a vita culturale religiosa di Konigsberg, dove Immanuel Kant nasce il 22 aprile 1724, riflette in modo caratteristico il generale clima spirituale della nuova Prussia. Kèinigsberg vantava un'antica storia. Fortezza dell'Ordine Teutonico dal secolo XIII cd entrata a far parte della Lega Anseatica nel secolo successivo, era stata per quasi cento anni, dal 1 525 al 1 6 1 8, la residenza dei duchi di Prussia, che nel 1544 vi avevano istituita un'università. A Kèinigsberg, il 1 8 gennaio 170 1 , con solennità c tripudio memorabili, era stato incoronato re di Prussia, col nome di Federico I, l'Elettore Federico III_�i BrandeburgQ. l)ll'inizic)""dèr SeColo come- accade-va anche altrove, � nigsberg era sotto il dominio culturale dell'ortodossia lu­ t� c dell'aristotelismo eclettico. Ve� però, le sorti di entrambi nsultavano ormai �ompromesse dal diffondersi del pietismo e da uello IÙ recente della filo­ sofia wol ffiana. Anche a Kèinigs erg l 'orto ossia luterana aveva visto sorgere accanto a sé un intenso movimento di rinascita religiosa che si rivolgeva, più che alle con­ vinzioni dogmatiche e alle disposizioni intellettuali del credente, alle sue virtù pratiche, alla capacità di rivivere le verità cristiane in sincerità di cuore, secondo un forte impulso di realizzazione personale e interiore. D'altra

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P.artc. :mche a Konigsberg erano comparsi i primi seguaci che guesu, con 1 sum Penszerz di \Xfolff. sopr:lttutto do razionali su Dio, il mon o e l'anima dell'uomo del 17 19; aveva mostrato la possibilità di dare veste sistematica al pensiero di Leibniz e di metterlo al servizio di un razio­ nalismo rigoroso e agguerrito. Anzi Konigsberg aveva in qualche modo rivissuto il primo drammatico scontro che non aveva tardato a opporre i partigiani della nuova filosofia e quelli della nuova . fede. Nel 1723 \Xlolff era stato cacciato dall'Università di Halle, il grande centro pietistico, dopo una lunga lotta cominciata due anni prima per un suo audace discorso sulla morale dei cinesi. Simil­ mente a Kèinigsberg, nel 1725, era stata tolta la cattedra a Ch1·isti:m Gabriel Fischer ( 1683-175 1 ), wollliano e spi­ noziano animoso, particolarmente indicato per apparire come il tipico esponente di quell'ateismo e determinismo e fatalismo morali, che avevano attirato su \Xi'olff i fulmini dei pietisti e della corte di Berlino. Anche a Konigsberg il _eietismo aveva d1,mgue inizial­ mente avuto Ja meglio. Non era però nuscito a fiaccare sul serio l'avvers;:.do c.h_e aveva anzi continuato a ra ffor­ zarsi e a influenzare, più o meno nascostamente, �a cu lturale e accadem ica. All'inizio del decennio successiv_o, Qj_etismo e wo lffis moclcvevano cosl trovare a Konigsberg un loro primo accomoÒl!mento ne Tia_figura. e nell'qp_Q.ra di Franz Albert �z (1692-1763 ). Arrivato a Konigs­ berg ancora nel vigore degH anni, nel 17 3 1 , dopo essere stato allievo a Halle della Fa.:oltà teologica, ma anche di Wolff, Schultz assunse la direzio.ne intellettuale della città. Pastore, professore di teologia in Facoltà, membro del Senato accademico, incaricato della direzione del Collegio Fridericiano ( che Kant frequenta dcl 1732 al 1740), or­ ganizzatore capace e inesausto e forte dell'appoggio del re, Schultz appianò gli antichi contrasti e contribul a fare di Konigsberg, come dice Erdmann, una città pietistica sl, ma se'condo una mitezza del sentire che ammetteva le nuove correnti, sempre che non ferissero troppo rudemente il modo dominante di pensare. È tra il 1 730 e il 1740 che si mette in luce a Ko­ nigsberg la figura di Martin Knutzen ( 1 713-1751 ), il fu-

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turo maestro. di Kant. Schultz lo sceglie come ' Respon­ dent ' in occasione della sua dissertazione De concorara r-atfa,zis ctmt � sostenuta nel 1732 per entrare m Fa­ coltà. Due anni dopo, a soli vcntuno anni, Knutzen era straordinario. di logica e meta6sica all'Università. Come risulta dalla sua Commentatio 1 del 1 735, Knutzen appar­ teneva a quel gruppo di wolfliani eterodossi che per varie ragioni, dopo il primo affermarsi del wolflismo, si erano allontanati da alcune tra le più importanti dottrine leibni­ ziane (quale quella dell'armonia prestabilita), che anche \'Q'olfi, del resto, aveva o lasciato cadere o accettate con grandi cautele c limitazioni. A differenza di altri, Knutzen non era stato influenzato in questo da motivi teologici. Inizialmente assertore della dottrina dell'armonia presta­ bilita, se ne era quindi distaccato nel corso dei suoi studi scientifici, .riguardanti la meccanica, ma poi anche l'elet­ tricità, il magnetismo e, soprattutto, l'astronomia .s.tJJ.:. diando Leibniz, Knutzen si era convinto che proprio una tesi leibniz1ana, quella dell'omogeneità qualuauva delle na 1, consentiva a rtpresa e a ottrma e mflusso fi­ sico tra le sostanze, e qmndt dell'azione reale rect roca tra amma e corpo. ottrma, mvero, priva di credito dopo Cartesio, ma suscettibile, a certe condizioni, di godere di un certo privilegio rispetto alle altre e di essere utilmente recuperata nel nuovo clima scientifico. Dopo il 1 740, l'anno in cui Kant entra all'università, la situazione culturale della Prussia muta completamente. Salito al trono Federico II, nemico dei pietisti, WoiJI viene richiamato a Halle. Ma, come il pietismo, anche il predo­ minio della sua filosofia è ormai tramontato. Federico riordina l'Accademia di Berlino, alla cui presidenza ( èlopo che era stata rifiutata da Wolff) chiama Maupertuis ( 1 6981759), cioè un pcnsatore perfettamente convinto della sterilità della tradizione filosofica tedesca e deciso a asteg­ giarla. Nuovi interessi e tendenze vengono cosl alla ri.

1 Cfr. M. Knutzen, Commentatio philosophica dc commercio mcntis et corporis per influxtmz physicum cxplicando: uscl a KO­ niigsbcrg nel 1735 (poi, Lipsiae 1745: Systema causamm efficien­ limn seu commenta/io ccc.).

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balta. A Konigsberg le ultime fiammate dei pietisti contro i vecchi avversari non riescono a infondere nuova vita né agli uni né agli altri. K:mt si forma alla scuola di Knutzen in un'atmosfera orm ai più libera dalle lotte dei vecchi partiti. Gli interessi scientifici del maestro, il suo ripensa­ iileilto della iù recente trad1z1one te desca, il suo ritorno a la dottrina dell'inllusso 1sico sono a trettanu motivi er avviarlo a sentire i pro emi e le sorti e a metafisica come 5_trettamente congiunti a quelli della scienza. I pri � dèl giovane Kant rivelano uesto randemteresse � sc1enza. · 1amo, e resto, nel momento m cu1 a- sin t� 'ileW'tOni :ma s1 afferma come l'orientamento meto dico de­ nmhvo della filosofia natumle 2• Né va d1menucato che ' li neg anni· poster10n al 1740 pubblica le sue opere Chri­ stian August Crusius ( 17 15-177 5 ) , che avrà una notevole importanza nella formazione e nelle rillessioni del primo Kant. Crusius, come è stato detto, era allora l'astro na­ scente della metafisica tedesca. Contro la troppo rigida impostazione analitico-dimostrativa data dai wolffiani alla ricerca filosofica, egli era il campione del concreto, del par­ ticolare empirico, della molteplicità dei prindpi logici. e perciò l'avversario dichiarato dell'onnisullicienza del prin­ cipio di · contraddizione. Le sue tesi non potevano non attirare l'attenzione di chi, sensibile ai nuovi interessi scientifici, non lo fosse stato meno al motivo pietistico della finitezza e dei limiti dell'intelletto umano. Si può di qui comprendere come, formatosi in anni in cui si affermavano Newton, il nuovo corso dato all'Acca­ demia berlinese da Maupertuis e l ' " empirismo" crusiano, Kant abbia saputo poi rivivere cosl a fondo le istanze di un Hume o di un Rousseau. Il richiamo all'esperienza, alle cause reali, all'esistenza · non fu qualcosa che soprag­ giunse in lui a sconvolgere una precedente formazione razionalistica, ma qualcosa che operava già variamente nella cultura filosofica tedesca, da cui egli fu costretto a 2 Come narra uno dei suoi primi biografi, il discepolo e amico L. E. Borowski ( 1740-1831), Kant fu avviato allo studio di Newton da Knutzen, che possedeva una pregevole biblioteca di testi filo­ sofici e scientifici. 6

muovere e che si troverà a dover giustificare i n tutta l'am­ piezza delle esperienze del soggetto: con le sue proprietà intellettuali, inclinazioni e dc:,eri 3• 2. Kant scienziato. Il primo scritto di Kant, Pensieri sulla vera valuta­ zione delle forze vive, è una testimonianza fe de le delle

ricerche e letture che lo occuparono durante gli anni degli studi universitari 4• Esso è dedicato a uno dei problemi più discussi della cultura scientifica del tempo. Tema del­ l'opera è, infatti, se la forza vada stimata in natura secondo il prodotto della massa per la velocità (mv), come soste­ nevano i cartesiani, oppure secondo il prodotto della massa per il quadrato della velocità (11nr), come volevano i lebni- . ziani. Kant, con un'argomentazione piuttosto macchinosa, propende per la seconda tesi. Ciò che qui ,importa, però, non è la soluzione scientifica proposta (quella esatta era stata formulata qualche anno prima da D'Alembert e, purtroppo, era l'unica che il nostro autore non conoscesse), quanto il fatto che venga rimproverato ai leibniziani un mate­ m;ttismo che fa il gioco dci cartesiani. !;·mt è per un ri­ torno integrale al d!namismo di Leibniz, cioè al principio della nont:l. metaflSlca della sostanza-forza da lui inteorato sico (Knutzen) e con l'attrazio----------------------�

l Su quanto si è detto finora si veda: B. Erdmann, Martin Knut::.en tmd seine Zeit. Ein Bcitrag :zur Gescbichte der wolfischm Sclmle tmd iftsbesondere :zur Entwicklrmgsgeschichte Kants, Leipzig 1876 ( ancor oggi di grande utilità); �. van B:éma, Martin Knut::.en. La critique de l'armonie préétablie, Paris 1908; G. Tonelli, Ele­ menti metodologici e metafisici in Kant dal 1 745 al 1 768, Torino 1959, l, pp. xv-xxm c 128·31 (l'interesse di Kant per Crusius). Su Wolff e « La battaglia del razionalismci »: N. Merker, L'illuminismo tedesco. Età di Lessing, Bari 1968, pp. 121-210 ( ricchissimo di indi­ cazioni; 19742, pp. 79-153). 4 Cfr. Gedanken von der wahren Schiit:zung der lebendigen Kriifte ccc., i n KGS l, Berlin 1910, pp. 1-181. Lo scritto è diviso in tre parti c 163 paragrafi (con un § 1 1 3 [ a] di chiarimenti e aggiunte, al termine della seconda parte). Fu terminato nel 1746, ma edito tre anni dopo. La Prefazione è del 1747. ,

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nismo newtoniano. La tJis va intesa, più che come vis �. come vis activa. Il concetto di forza non dipende da quello di movimento, che è solo un suo fenomeno

esterno, né da quello di estensione, che per i cartesiani costituisce un prius. È, al contrario, lo spazio che risulta dall'interazione (attrazione) delle sostanze c, poiché essa può essere d i diversi tipi e obbedire a diverse leggi, è possibile pensare a una pluralità di spazi e di mondi. Se, per esempio, le sostanze si attraessero non in ragione in­ versa del quadrato delle distanze, ma in ragione inversa del cubo delle distanze, ne risulterebbe uno spazio, per misure e qualità, diverso da quello tridimensionale. .fu_ conclusione Kant combina originalmente Leibniz con New­ ton: lo s az1o non è che un ordme d1 coesistenza; qual­ COSa di rè ativo, ma ms1eme rl1 obiettivamente real c:Per abbandonare tale concezione dello spaZIO Kant !m !C herà b tre venti annt. Non a an onera mvece pm, se non per approfondirla, l'i Oea che egli si fa ora della meta fiSlca. La metafisica ( Kant ha di vista soprattutto quella ana litico­ aimostra tiva dei wolffiani nella sua versione più rigida e sistematica) è l'esempio tipico del sapere basato sul pre­ giudizio che, privo dlfOndatezza e tuttavut capace-d� éitare un'efhmera attrattiva su ll'intelletto, genera un:::péfl­ coloso abito all'inerzia e alla vanità. La metafisica deve proporsi il problema del suo modus cognoscendi. Solo al­ lora essa riceverà il credito e il ruolo che le spettano 5• Che Kant vagheggiasse già ora l'avvento di un Newton della filosofia non pare dubbio. Che, poi, egli si sentisse chiamato a un tal genere di impresa sembra non meno certo. Basta leggere la Prefazione dello scritto, tutta per­ vasa da una nobile, qu ' a si eroica, fiducia nelle p roprie forze e dalla convinzione che la scienza sia « un corpo irrego­ lare » (ein tmregelmiissiger Korper), privo di simmetria e di proporzione, che si accresce più per l'amore temerario della verità di un dotto nano che per l'apporto di cultura di un grande erudito. Negli anni che vanno dal 1 747 al 1 754, è difficile stabilirlo con precisione, Kant insegna come precettore i n



s

Cfr. ivi, § § 1 9

e

50. 8

case private. Egli approfitta del tranquillo soggiorno m . provincia per condurre con assiduo lavoro le sue osser­ vazioni e i suoi studi. Tornato a Konigsberg, si mette presto in luce: nel '55 la sua attività accademica, appena agli inizi; è già circondata da un universale rispetto. Sug­ gestivi i temi dei suoi nuovi scritti : l'influenza delle maree sul moto di rotazione della Terra, la morte della Terra, la storia della natura. Nel suo Esame della questione, se

la Terra abbia subìto, dai primi tempi della sua origine, qualche variazione nel suo moto rotatorio attorno all'asse

( 1754), Kant sostiene che la massa liquida degli oceani, posta in movimento da ll'attrazione lunare e so lare in senso inverso ris etto a l moto di rotazione terrestre lo rallenta in misura continua, se ure In mitesima. 'azione delle maree, msomma, a unga il giorno 6• Nello scritto, invece, riguardante La questione se la Terra invecchi, considerata dal punto di vista fisico (ancora del '54) 7 Kant esprime l 'opinione che la Terra morirà in virtù delle stesse forze e determinismi che ne avevano prodotto un tempo, con azione minima e costante, l'eccellenza qualitativa. ·La· Terra invecchia erché in natura non è rein te rabile il W'elt eist o puito del mon o, consumato. ove per \Vcltg,eist si çleve intende� non l'anima mundi o le nature p lastiche dci t cleolog,i ma, meccanicisticamente, una matena sotule, Ovlin ue diffuS'à: che costituisce il rinci io attivo di tutte le pro uziom natura i: o si ritrova nella parte accensibilc del fuoco; la sua forza attrattiva c re ulsiva si mani festa ne c ettricita ecc. ome ne 'artico o precedente e in inca con le Forze vive), è ancora di scena il Iavorlo minimo ma incessante de1le forze della natura, il loro antagonismo, la controfinalità insita nei meccanismi generativi delle cose. 6 Cfr. Untersuchrmg der Frage, ob die Erde in ihren Um­ drehung um die Achse [ . . ] einige Veriinderrmg seit den ersten Zeiten ihres Ursprrmgs erlilten habe, i n KGS, I , cit., pp. 183-91. Lo scritto comparve nel giugno del '54 sulle « W&hentliche KO­ nigsbergische Frag- und Anzcigungs-Nachrichten 1>. La tesi kantiana fu ripresa e confermata cento anni dopo. 7 Cfr. Dic Frage, ob die Erde veralte, physikalisch erwogen, i n KGS, I, cit., pp. 193-213. Comparve, sulla medesima rivista d i Kiinigsberg, nell'agosto-settembre del 1754. .

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Ma il capolavoro di questi anni è la S.L ��lla_lra.t_ura_LJ!!!.'ia del cielojl755 )8• Kln

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ersale

ona da newtoniano, da i13'ti:ìrabsta, da positivo osservato • � volta celeste e insieme da audace e delicato metafis 6 fb� si interroga sui misteri della teodicea e del destino m � dell'uomo. Quello k:mtiano è un newtonismo che si sping al di là della scienza newtomana. a natura passa a una condizione di caos a un'altra cli ordine in base a Ieggt sem­ plici imposte da Dio alla materta e sulhcienu per spte­ garne, senza altre sue provvtstom, 1 cambiamenti e la dJ­ spostztone armonica. Kant conosce sia la cosmogoma cartesiana che t! "'Maupertuis dell'Essai de cosmologie ( 1750). Oltre una Prefazione, in cui si affronta appunto il problema della conciliabilità tra meccanicismo e tclco­ logia, scienza e fede, la Storia della natura comprende tre parti: la prima, dedicata alla teoria del cielo, tratta della costituzione del cielo stcllato, dal sistema solare al sistema delle stelle fisse; la seconda, riguardante la storia naturale del ciclo, affronta il problema della formazione dei corpi celesti c dell'evoluzione dell'universo; la terza, infine, sotto forma di Appendice, consiste in un tentativo di par.tgonc tra gli abitanti dei vari pianeti del sistema solare. " L'uni­ verso è; per Kant, un sistema cosmico di sistemi, u mcoe ilbmttato, che s1 perde Tn un abisso smisurato, dinanzi a cut « ogni potere degh umani concetti rovm;u> 9• Nel caos della matena origmarta, composta di particelle di densità diversa, si generano dei centri di attrazione che ripuliscono · lo spazio c raccolgono la materia in . masse isolate, dotate di movimenti concordi. Tali movimenti non sono più il prodotto, come in Newton, dell'intervento immediato di Dio. La presenza della forza di repulsione, infatti, fa sl che gli elementi che cadono verso i centri d'attrazione ·

8 Cfr. Allgemeine Naturgescbichte rmd Tbeorie Jes Himmels oder Vermch von der VerfasStmJ'. tmd dem mechaniscbm Ursprtm?,c des ?,OitZelt W'eltgebiiudes, nacb Newtonischen Grrmdsiitzen ab?,e­ handelt ( « Storia universale della natura c teoria del cielo, ossia Saggio sulla costituzione e sull'origine meccanica dell'intero uni­ verso secondo i principi di Newton »), in KGS, I, cit., pp. 215-368; trad. it. a cura di A. Cozzi, Roma 1956. Uscita anonima c dedicata a Federico I I , l'opera non suscitò alcuna risonanza. 9 lvi, p. 256.

lO

abbandonino la direzione rettilinea e trasformino la loro caduta verticale in un roto rotatorio attorno ad essi. Con­ siderata, però, un'uguale · distanza iniziale di caduta, gli clementi a densità più alta assumeranno un moto curvi­ lineo per posizioni più ravvicinate rispetto al centro che non le particelle di peso specifico minore, prima deviate dalla loro traiettoria. Esiste, dunque, una legge che distri­ buisce la materia nello spazio ad una altezza che è inver­ samente proporzionale alla sua densità. Pertanto, nel si­ stema solare, i pianeti più vicini al Sole, vale a dire Mer­ curio e Vcnerc, saranno più densi di quelli più lontani, cioè di Giove e di Saturno. La Terra, insieme a Martc, si troverà, rispetto agli altri, in una condizione media di densità. Di qui le conclusioni etiche, se si ha presente che le capacità intellettuali, e quindi morali, di un essere cre­ scono col diminuire della gravezza della sua macchina corporea. Mercuricoli c Saturnicoli sono del tutto affran­ cati da istanze morali: i primi, perché non in grado di avvertirne, dati gli impedimenti derivanti dalla loro infe­ lice costituzione materiale; i secondi, perché dotati di una leggerezza e perfeziòne di strutture somatiche che li pone al di là di quelle istanze. Solo esseri come l'uomo, dunque, conoscono per la loro condizione mediana e ancipite ( ra­ zionale e impulsiva insieme), evenienze come quelle della responsabilità c del peccato. Ispirandosi ai suoi poeti pre­ diletti Pope e Haller. (c, per quel che riguarda le supposi­ zioni circa gli abitanti di altri pianeti, a una tradizione molto varia, che annoverava pcnsatori come Gassendi, Fon­ tcnelle e Huygens), Kant prende spunto dalla sua morale planetaria per proporre già ora un'etica dello sforzo, fon­ d.tta sulla natura bidimensionale dell'uomo. Ma la sua è anche un'etica della speranza, nella duplice versione di un destino ultmterreno o ultraterrestre dell'uomo. Il gio­ vane Kant ammette sia la prospettiva dell'immortalità, intesa nei suoi termini tradizionali, sia invece la possibi­ lità di una Seelenw(mdermrg, di una migrazione post·mor­ tale delle anime da un pianeta all'altro, per la catarsi progressiva dellé loro disposizioni intellettuali 10• to

Cfr. G. F. Hartlaub, Bewusslsein auf andercrr Sternerr?

11

Le ambizioni del Kant scienziato non si fermano alle ipotesi cosmogoniche della Storia della natura. Oltre la struttura e il divenire dell'universo lo interessa anche la microstruttura della materia. I n u n breve scritto latino dal titolo Meditationum quarundam de igne succinta deli­ nea/io, redatto nel '55 per l'ottenimeno del titolo di ma­ gister philosophiae, egli parla di una materia elastica ( o etere), interposta . tra l e molecole, cui sarebbero d a ascri­ vere, nonché il fuoco, i più vari fenomeni della fisica e ' della chimica : i n ultima istanza, la stessa forza attrattivo­ repulsiva esistente tra le particelle, cioè la stessa . natura dinamica della rea! tà corporea 11 • Sempre nel '55 u n breve trattato latino sui princlpi della conoscenza (Nuova dilucida:ione dei primi princìpi della conoscenza metafisica) interrompe la lunga serie degli scritti giovanili kantiani di scienza, o di metafisica della scienza 12• Prima del '62 esso è certamente il maggiore dal punto di vista propriamente filosofico.· Kant vi esamina i princlpi logici nella loro più generale accezione, sia for­ male che antologica e metafisica, raccogliendo la preoccu­ pazione crusiana di delimitare la validità dei principi ra­ zionali c d i quello di contraddizione in particolare. Lo scritto si compone di tre sezioni, che trattano rispettiva­ mente del principio di contraddizione, del principio di ra­ gion sufficiente ( o determinante, secondo la formula pre­ ferita da Crusius), 'del principio di successione e di quello di coesistenza; cioè del tempo c dello spazio. .II principio di ragion determinante, c he concerne cnt 1 non riducibili Ein k/einer Leitfadetz durch die Menschbeitstriiume �·on den Pla­ neteizbewohncrn, Base! 1950 (con bibl.); e il grande libro di A. O. Loveio>', Tbc Great Chain of Being, Cambridge (Mass:) 1936 (trad. it. di L. Formigari, Milano 1966). Il La memoria s'ulla natura del fuoco è in KGS, l, cit., pp. 369-84. Fu pubblic:lta la prima volta nel 1839 da Rosenkranz c Schubert nella loro edizione delle opere di Kant. Cfr. M. Campo, La genesi del criticismo kantiano, Varese 1953, 1·11, pp. 80·9. · · 12 La Principiomm primorum cognitionis metaphysicae no�·a dilucidatio è in KGS, l, cit., pp. 38541 6 (cfr. E. Kant, Scrilli pre­ critici, a cura di P. Carabellese, nuova cd. riveduta e accresciuta da R. Assunto e R. Hohcnemser, Bari 1953, pp. 149). Lo scritto servl a Kant per il conseguimento della �·enia docendi o, come si diceva, pro receptionc in Facultalc.

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alla pura identità, è quello esaminato più a lungo: soprat­ tutto come ratto cur o ratio_ antecedenter determùtans e, in particolare,-come r�tio_fi�ii#..9��iJ.steÉ_!i_�.e. cioè come causa. La cosa più singolare è che, essendo anche le azioni iliTi"ime sottoposte a ta é _ra ro - a nnci a questione inda­ gata !VIene que a e a libertà del volere: una- questione, c10e, non d1 log1ca, ma di etica. Il primo Kant è un deter­ minista inflessibile, seguace m ciò più di Wolff che di Crusius. L'atto libero è tale non perché non sia necessitato, cioè dettato da motivi, ma perché è spontaneo, cioè non esternamente costretto. Si può pensare che Kant sia ri­ masto sempre fedele a questa impostazione, perché quando si pronunzierà a favore della libertà del volere lo farà solo in base ad argomenti di natura extrn-teoretica. Di non minore importanza per il futuro sono anche le sue attuali conclusioni circa i princ-ipi di successione e di coesistenza. Quest'ultimòcpr-indpio ha un primato sull'altro. Lo stato interno-:Ji ogni sÒst:ù1ia, infatti,--iriuta- in-quanto--mutà_il. nesso· che-essa -coritrac-csfcrrinmén"fe-cònle:llt"fc-sostan·ze:­ EccoconfUiat:ò:-ocfini -tYvarrie-mc;l'iè:leàlisrriò:-II-nesso aéné sostanze, che chiama "di nuovo in causa il principio di attrazione e il punto di vista influssionista, dipende a sua volta da un piano della divinità, da unò schema intcllectus divini. Formula, in cui chi_ conosca già la prima Crit�qa_si imbatte con una certa emozione: la dispo'sìzione.'spaziale delleco-se -è 'S.Os"terlui:i1ai""i.ino sèhema dell'intelletto! Dopo la Nova dilucitatio, tra il '56 e il '58, vi è un nuovo importante gruppo di scritti scientifici. Mentre co­ mincia e prosegue intensissima la sua attività accademica, gli i nteressi del Kant naturalista toccano ormai le più varie discipline: fisica, teoria della Terra, geografia, antropologia comparata. Di stretta ertinenza naturalistica sono i tre scritti sui terremoti-· el gennaio-apr· e 175 c10e Imme­ ruatamente posteriori al disastro di L1sbona del lo no­ vembre 1755) e le pagine sulla teoria dei venti, pubblicate in occasione dell'annunzio delle lez10m del semestre estivo del 1756 13• Le spiegazioni kantiane rifuggono da ogni te13 Cfr. \'on di:n Ursachcn der Erd�rschiitterrmgen bei Gclegcn­ bcit des Ungliickr, urc/ches dic westliche Liinder von Er1ropa gegm

13

das Endc des vorigcn Jabrcs bctrolfcn bat ( « Sulle cause delle scosse sismiche, in occasione del disastro che ha colpito l'Europa occi­ dentale verso la fine dello scorso anno »), in KGS, I, cit., pp. 417427; Gcscbicbtc rmd Naturbesclm:ibrmg der mcrkwiirdigsten \'or­

fii/le dcs Erdbcbens, wclcbcs 011 dcm Endc des 1755slen Jabrcs cinCII [!.TOssen 'l'beil der Erde crschiillcrl bai ( « Storia c dcscriz1one

naturale dci fenomeni più notevoli del terremoto che ha scosso alla fine del 1755 gran parte della Terra »), ivi, pp. 429-61 ; Fortge­ set:r.e Betrachtrmg der scii einigcr Zcit wabrgenol/m:cncn· Erdcr­ scbiillcrrmgcn ( « Altre considerazioni sulle scosse sismiche regi­ strate da qualche tempo »), ivi, pp. 463-72; Neue Anmcrkrmgen ::.ur Erliiutcrrmg der Tbeoric der \llinde ( « Nuove annotazioni a chiari­ mento della teoria dei venti>>), ivi, pp . 489-503. Il primo c il terzo serino sui terremoti uscirono sulla rivista di Konigsberg che aveva ospitato i due scritti del '54.

t4 Cfr. Mclapbysicae cum geomctri.J irmclae rtms in pbiloso­ pbia nalurali, cuius specimcll· I. continet monadolo[!,iam pbysicam, in KGS, I, cit., pp. 473-87 (c in Scrilli precritici, cit., p p . 51-72); Neucr Lebrbcgriff der Bewegrmg rmd Rube rmd der dami! vcrJ:­ niipftcn Folgerrmgen in den erslcn Griinden der Naturwisscnscbaft

( « Nuova dottrina del moto c della quiete c delle loro conseguenze rispetto ai primi princìpi della scienza naturale>>), in KGS, Il, Berlin 1912, pp. 1 3-25: trad. it. in Scrilli prccritici cit., pp. 73-87.

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dinamica delle sostanze o monadi, di cui si compone la materia. Il monadismo di Kant non implica le conclusioni pampsichistiche di Leibniz: le sue monadt sono, come sa piamo monadi fisiche so ettc a influssi. Ciascuna mo­ na e, ur conservando la sua semnJ.icità, �ie'mpie uno s atiolum corris ondentc a a sfera della sua atti · Me­ diante tale attività ciascuna mona c impedisce alle altre di avvicinarsi oltre un certo limite. Così la repulsione è il fondamento dell'impenetrabilità della monade ( e le tesi di Leibniz, ancora una volta, sono corrette· o sostituite con quelle di derivazione newtoniana). Occorre distinguere ,. le randèzze estensive da uelle intcnsiv e riba · ucibi ità e a fisica alla geometria. Irriducibi.li�!,_Jlo_!}. rwproca esclusione;_p�r�h�Jrue�i.qcU�- �()-�P�_e,;;.�-���-di­ n�micrCe-s��P!iÉità de!!_�_ JEqn�dL�- p_er_f��t.!�IT!cn,!_�-�P!!I: y);ltibilc _con___!1_d�}!§ella Clivi�jl�i!!tà i�[lni�'l-�ell� spa�i\) cne--rici:lsUlta. Con ciò sono già adombrati i termini della seèonclà-antinomta della C.!!J!.��ae//a �q_gJQ�z_pura. --Nella Nuot/a 'dottrina del moto e della quiete l'ado­ zione del principio di relatività è totale. Un corpo è in moto solo relativamente a certi altri oggetti. Cosl anche uno >; 'là"ci.li '"sicsuià . risalé alla- se­ conda metà del 1762 cd è legata ·all'attività di Kànfcome insegnanù� .. di:·_logica_24• L�. n�ovè- · r-mèssion·i· bntiàne j1 iniziano- con una E_olemica contro ìa-:-sillogistica;·- iritesa comedlsCiplrnache lngigantisèe-é"complica-seriza 'ragione, spiiita'èlai.in'"aeplorev61è'_--au toco_iflpia_èirDen_tg��l 'analisi dci proècdimèrùi lògièi.-Ka!!Lla_d�.fi.�jsce come una.-5LAthletik dei:' 'Gèlèhiten >>;"un'atletica dei dotti, esp_I.:_i_!!lend()_ormai

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2l Cfr. K. Vorlander, Immanuel Kant. Der Ma1m tmd das \Verk, Lcipzig 1924, I, pp. 1 17 sgg. 24 Cfr. Die falsche Spitz(mdigkeit der vier syllogistiscbcn Fi­ guren crwiesen, in KGS, II, ci t., pp. 45-61 ( trad. i t., a cura di C. Mangione, in « Rivista critica di storia della filosofia 1 >, XX, 1965, pp. 481-98). Un vasto commento ne ha dato F. Courtès, Éltlde historique et critique mr la /arme mbti/ité des quatres figures syllogistiques démontrée par Kant, Paris 1972, pp. 197.

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in modo aperto la convinzion e che la logica formale, per ��__p��!l-' si��!:!!l_�if.l!z��te�i!�-i���!"!.z:t. .P�