Introduzione a Feuerbach [PDF]

  • 0 0 0
  • Gefällt Ihnen dieses papier und der download? Sie können Ihre eigene PDF-Datei in wenigen Minuten kostenlos online veröffentlichen! Anmelden
Datei wird geladen, bitte warten...
Zitiervorschau

Prima edizione 1978

INTRODUZIONE

A

FEUERBACH DI

CLAUDIO CESA

EDITORI LATERZA

Proprietà letteraria riserva ta Gius. Laterza & Figli Spa, Roma-Bari CL 20-1404-1 Finito di stampare nel maggio 1978 nello stabilimento d'arti grafiche Gius. Laterza & Figli, Bari

Alla memorta di Carlo e di Heidi Ascheri

LUDWIG FEUERBACH

Le edizioni delle opere di Feuerbach da cui si cita sono le seguenti: Gesammelte Werke, hrsg. von W, Schuffeohauer (indica_!� semplicerriérite -c�n ·n·· nuril�ro.·del. voi';Ime); Siif1(JlifP..e Werke, hrsg. von W. Bolm und F.Jodl, erwe1tert von Ir-M:. -coi_� ·la :�g_la SW);�Schri/ten au! . d!.t!ljjac�la!!• Sasshrsg. . Th1es (mciicate con )a �'tgla�N), Quando s1 ota da· altiè"sillogi' od 'òpere,- si ·i:ipòrta Scilo" il noÌne del curatore. I dati bibliografici completi sono nella Bibliografia.



Si dà qui una tavola di corrispondenza tra i luoghi delle edizioni tedesche citate nel testo -«; quelli delle traduzioni italiane esistenti; per indicare queste ultime, si usano le se­ guenti sigle: S.F. E.C. E.R. S.M. -

-

-

Op.

-

Scritti filosofici, Roma-Bari 1976 Essenza del cristianesimo, Milano 1971 Essenza della religione, Bari 1969 Spiritualismo e materialismo, Bari 1972 Opere, Bari 1965

Si avverte che la corrispondenza non è sempre assoluta­ mente letterale, perché molti dei passi citati sono stati da me tradotti direttamente dall'originale, senza riguardo alle tradu­ zioni già esistenti. Ges. W. IV, 48-49 51 54·55

V, 28

29-30

-

S.F.

33-34

34 71

37 4041

V, 92

99 101 1 13 1 15

108 109 3

112 136 -

E.C.

67 69 71 77 78

132-33 155 203 219 221 256 261 306 307 309 310

v, 333 V, 335-36 341 352 363 418 441 443 IX, 3 IX, 29 36 37-38 51 53 62 230 240 242 247 249 250 251 253 256 259 263 271 273 274

-

=

-

-

S.F. E.C.

152

213-14 216 223 231 268 282 284

Op. S.F.

157

62 69 70-71 84 87-88 96 166 172 174 181 183 184 185 187 190 194 198 206 208 209

212 215 216 238 244 249 250 252 252 258 260 271

278 280 282 304 309-10 314 315 317 318 324 326 337

87 97 124 135 136 159 162 192 193 194 195

X, 4 6 15 30 40 46 65 66 73

XI, 62 70 71 78 83 89-90 91 92 104 110 112 126 1 52-53 173-74 176

-

-

sw

IV, 360

XI, 188 196

-

-

E.R.

39 42 51 68 78 85 106 106 1 13

S.M.

54 63 65 72 78 85 87 88 .. 102 109 111 127 1 60-61 186 189

S.F. Op.

8

59 63

I. DALLA FILOSOFIA SPECULATIVA ' ALL IDEALISMO OGGETTIVO

l.

Gli esordi teorici.

Dalla tradizione teorica della filosofia speculativa Feuerbach ricava, attribuendogli un ruolo centrale, il motivo della identità; solo ciò che è pervenuto alla identità con se stesso, che ignora la distinzione tra possibilità e realtà, che non ha bisogno d'altro per esistere, e per essere definito, questo soltanto è perfetto e « beato >> (selig). Sono gli stessi attributi che Hegel riferiva a Dio · nel passo della Metafisica di Aristotele da lui collocato a conclusione della sua Enciclopedia. Non si deve però credere che lo « Eri­ tis sicut Deus >>, il motto biblico che, qualche decennio prima, Goethe aveva fatto scrivere da Mefistofele nello Stammbuch di un ignaro studente, fosse già la divisa del giovane filosofo, e in significato dissacrante e antropocentrico. Al contrario, come si vedrà subito, egli, a cavallo del 1830, abbozza, sulle orme di Hegel, un sistema di filosofia nel quale il naturale, il finito, l'umano hanno la loro radice e il loro fondamento nello spirituale, nell'infinito, e nel divino. Feuerbach era fedele alla tradizione della filosofia speculativa anche nel protestare contro quella uma­ nizzazione di Dio che egli attribuiva, negli scritti di 5

questi anni, ai « filosofi della soggettività», ai « ra­ zionalisti» ed ai « pietisti», e nel subordinare l'ele­ mento « storico » del cristianesimo a quello « filoso­ fico >>. Ma in questo egli era già moltuiù radicale di Heg�l, nel senso che la « filosohil>>, il punto di arrivo della-coscienza umana,_ doveva rappresentare il "definitivosuperamentOdella rellgione-. Quest'ul=­ _!:ima, -proprio p_ey!aSuadati.tà stori� è le_g� ad un determinato « spirito de1 pSJPolo », ne è anz1 la più ·alta espressione, e_!_l_on �ò avere l!.Jl"iira_infinjtà della ··filosofia-. Quella connessione che Hegel aveva stabilito-tra il cristianesimo-(fàreiigione-dd -Dio che si'"era fatto-uomo�-defLogos che si era rivelato fa­ cendosi carne) e_la_sua_ proRria _fil�§�_a, giustificazione e fondazione « scientifica » del processo con il quale Iddio si manifestava nella natura e nella storia, era dl! FeJ!erbach negata. « La filosofia - egli scriveva a Hegel il 22 nov. 1828 .:.:._ devè infine fl)rjCche fìon··sussista pm un secondo, o un altro, che abbia l,àppareiizi;'"�"o Ìl di n ttò" e Ja "'pretesi"-di es_s_ei_e�una secorida-·veiità;. per es. verità religiosa ecc. Forme millenarie,··cancezioni che; dalla prìmacreazione. della nÌitUras( distendono, COil_le principi fondame�i, per tutta_ la storia,· devono ormalscorriparìre, Cfato che s i è. acquisTià- 13 conciscenzaT::)-della lorci vanita_�fini­ tezza, e tutto--diventerà--Idea e ragione» TSW, IV, -�6Q). Se;-fino-alle-scopeite-dellafilosofia spèrulatlvà, i �rtatòri aellospirito-eCfel progresso erano stati i popolì;Cèin forme:-emomenirancora imperfettC{il diritto, la moralità, la religione) ora si apriva l'epo­ ca della « umanità», e la storia -diventava:-Piu- che mai�-«Comunicazione» di pensieri da una mente al­ l'altra, costituendo, U!riDT.etso_tu.ttLgli uomifli, un ideale.Je_l;1JJ!9-dLc;l.i_ffysign.e_delpensierol eq__ujy�len te alla vera « incarnazion�» della ragione. Adiir ·1;- garanzia che!_pensierCd�gli uom1m, e quelli che essi si comunicano, nqn siano soggettive (( opinicmi")>-P!�Y.V_e_9eun Impianto Ql'!tQlQgJcQ_ che-il giovane :_Feuerbac_lL_deriya_direttamente_da_l:I�gel, e, __

C>

per certe immagini platonizzanti, anche da Schelling. La cogitatio, egli scriveva già nella dissertazione dot­ torale ( 1828) è la ipsa essentia dell'uomo, la e contro l'immor­ talità non hanno, adesso, un significato totalmente anticristiano, né antireligioso. Feuerbach distingue accuratamente tra il cristianesimo che egli più tardi aeni-urà (( classico )) (non tanto le origini cristiane, quanto J�dli�edievals) e �ello moderno, �­ vato daUa_Riforma;_iL primo è da lui rappresentato con tratti che ricordano più il famoso scritto di No9

valis su Cristianità o Europa che la zione del medioevo che Hegel a lezioni di filosofia della storia ; per fede medievale non conosce né l'indiuir� né l 'opposizione di una vita ultraterrena terrena. Tutt'altra cosa è invece l'atteJ(Igiamf�nto� derno, che egli qualifica di « morale », e che batte nelle due forme, opposte e pure del pietismo e del razionalismo. È qui che non sol­ tanto il dualismo diventa insanabile ( quanto più l'uomo attribuisce importanza al proprio « sé », alla propria egoità, tanto più è incapace di riconoscere l'infinità della ragione) ma che esso assume forme che - con qualche anacronismo rispetto al Feuer­ bach più tardo - si possono ben definire patolo­ giche, nel senso che aprono la strada ad errori teo­ rici altrimenti inspiegabili, come l'ossessione del pec­ cato, e la credenza che Dio sia un ente personale: « allora è necessario, ponendosi il sé come un asso­ luto, che egli trovi ed intuisca ciò che non ha rag­ giunto né può raggiungere, la sua essenza ed il suo fine, esposti e realizzati in un ente da lui distinto, ma a lui prossimo e apparentato, in un'altra persona, e glorifichi pertanto in questa la sua conciliazione con l'assoluto bene, la sua redenzione » (N, Il, 15). È in queste righe che Feuerbach, per la prima volta, fa derivare il Dio personale dalla soggettività « mo­ derna », descrive la conciliazione come il risultato di una proiezione .del soggetto fuori di se stesso. Si è fatto il riferimento a Novalis ( i cui scritti Feuerbach lesse del resto molto per tempo, e comun­ que prima del 1828) per indicare come, nella pole­ mica contro la « personalità », siano presenti motivi non solo « idealistici » ( e Fichte e Schelling persino più di Hegel), ma anche specificamente « romantici ». Può sembrare strano, ma non è meno vero, che il Feuerbach filosofo del « presente » e poi dello che, soli, costi­ tuiscono il > umano. È dalla foga polemica contro l'isolamento dell'individuo, ed i puntelli teo­ rici con cui si cerca di giustificarlo, che nascono le prime aporie nel pensiero di Feuerbach, e che l'amo­ re insidia alla > il primo posto neli 'itine­ rario della mente all'assoluto. Ciò può essere docu­ mentato, tra l 'altro, seguendo l'uso di termini come > e ( sono le tipiche teste di turco della polemica idealistico-romantica, cioè i francesi), i « religiosi » e i >; e mano a mano chesi atte­ nu�va-Ja-- con!rapposlifone ao esso,sl f;ceva sempre {iiù mgente l'esigenza di articolare il «panteismo )) con «l'idealismo >>, e di trovare una diversa fonda­ zione teorica della individualità. Per servirsi di una formula: negli anni tra il 1831 e il 1836 Feuerbach scoprl la dimensione «metafisica >> di quell'epoca che egli aveva valutato prima, e sommariamente, soltanto sotto il pro@o morale e religioso. Il che, tra l'altro, gli permise di correggere drasticamente lo schema storico (messo in circolazione da Fichte) della totale nòvtta dell)g!;:alism.ued_el'ço rispetto a tutta la filQ­ sofì� precedente: _Bruno e Cartesio, Spinoza e Bohme, Malebranche e Leibniz comparvero ora come gli ideali gradini di una Entwicklung che non era soltanto «svolgimento )) in senso lineare, ma-anche un distri­ care i nodi, un liberare ·il pensiero:-Certo; -sci}9-_còn la filosofia_9�s�i_ca _tedesca:·u· pèiis1ero è ·giunto- al-suo culmine; in a essa è la continua�1