Introduzione a Berkeley [PDF]

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Zitiervorschau

Prima

edizione

1970

INTRODUZIONE A

B.·ERKELEY DI

MARIO ·M. ROSSI

EDITORI LATERZA

ESPOSIZIONE STORICA · DEL PENSIERO DI G. BERKELEY .

BERKELEY ALL' UNIVERS ITÀ

Tra il 1688 · e il 1689 gli inglesi, sobillati dagli Whigs avversari del sovrano cattolico Giacomo II Stuart, e · dal clero anglicano, obbligarono Giaco­ mo II · a fuggire ed elessero in suo luogo l'invasore Guglielmo d'Grange, genero protestante del re cac­ ciato. Quest'ultimo, nel 1689, ebbe un po' d'aiuto da Luigi XIV e poté sbarcare in Irlanda ove la popola­ zione . nazionale, in stragrande maggioranza cattolica, era stata espropriata: le terre ed i beni erano stati confiscati dagli inglesi e devoluti per buona ·parte a mantenere ministri e prelati anglicani. La religione cattolica esponeva alla privazione d'ogni diritto . po­ litico ed a gravi persecuzioni che si intensificarono nel corso dell'« illuminatissimo » Settecento fino al punto che i giudici, ancora nella seconda metà del Settecento, potevano dichiarare che, agli occhi della legge, i cittadini cattolici non esistevano. Il clero . anglicano aveva per centro propagandi­ stico Trinity College, l'università di Dublino, man­ tenuta con beni confiscati agli irlandesi (200 000 acri) e con le decime . estorte ai cattolici (30 000 sterline annue). Così Trinity College disponeva di cattedre accademiche e di .canonicati da assegnare a suoi al­ lievi; . Il ritorno di Giacomo II suonò campana a morto per il · totalitarismo anglicano. Trinity College ·

7

venne . chii.Iso, professori e . studenti cacciati. . Ma il « martirio » degli anglicani _ durò · poco: · l'Orange sbarcò in Irlanda già· nel 1690; nel luglio sul fiume Boyne sconfisse Giacomo II che riscappò in Francia; i generali orangisti . completarono la conquista del­ l'Irlanda e venne lacerato il trattato - di Limerick ( 169 1 ) che · 'concedeva . almeno respiro agli .· irlandesi:­ sicché la loro libertà e la « schiavitù » di Trinity College · non durarono che pochi m·esL È necessario ricordar questo per comprendere lo sviluppo del pensiero · anche ftlosofico di Berkeley che, iscritto nel 1700, a 1 5 anni, a Trinity · College, trovò là un ambiente accesamente whig e orangista, che già da 'due lustri aveva adottato _come autorità somma Locke, amico dell'Grange; teorico dello whig­ gismo . (Due trattati sul govemo, 1689) e filosofo pro­ tetto dall'usurpatore (Saggio sull'intelligenza umana, . 1690� , . ; Berkeley studiò una quantità di cose sia per il primo grado accademico (B. A. = Baccalaureus Artittm) nel 1704 che per il secondo (M. A. = Magister Ar- · tium) nel 1707 : latino, francese, greco, ebraico; ma­ tematica, logica, filosofia - cioè Locke e anche Ma­ lebranche. Ma . altrettanto importanti . (se non più) nella sua formazione filosofica furono certe attività parascolastiche. ·

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INIZI DELLA S PECULAZIONE FILOSOFICA

Come anche oggi, è comune mania degli studenti anglosassoni formare : associazioni che si ·riuniscono ogni tanto per ascoltare una conferenza (un paper) letta da uno di loro e discuterla con seriosa dignità. Tutti, allora, avevano dàvanti agli occhi l'esempio della Royal · Society . inglese, . formatasi alla metà del Seicento per comunicarsi scoperte e per discutere ·a volte scoperte e viaggi scientifici, a . volte (e più spesso) cose strane, curiose: uno dei segretari, ad 8

esempio, si dedicò a ricerche sulla seconda vista; il famoso scienziato Boyle cercò · di spiegàre l'influenza delle pietre preziose sul · carattere e · sugli eventi, e . · · . cosl via. . ·. m o Un a ic . di Locke; l'irlandese William Moly­ neu..x ( morto nel 1698), . oltre ad . importare Locke in Irlanda, fondò anche una Royal .Societ)i irlandese. Nulla di strano che Berkeley ed i · suoi. aniici, · fra cui era anche il giovane figlio· di Molyneux, fondassero al principio del 1706 ( e tornassero, forse, a fondarla dopo le vacanze estive, il 7 · . dicembre 1706) un'asso­ ciazione di otto membri che doveva tenere un'adu­ nanza ogni . venerdl per discutere « alcuni punti » della «nuova @osofia ». Gli statuti · · sanciscono fra l'altro, caratteristicamente, l'elezione, oltre che di un presidente, d'un tesol:iere e d'un segretario, anche di un «conservatore 'delle rarità »; e proibiscono ai soci « di ·rivelare i segreti delle adunanze » evi� dentemerite, . perché volevano tener per sé · e farsi belli delle cose strambe e straordinarie che scopris­ sero. Non restano quindi resoconti di . sedutè: · ma . restano certi manoscritti di Berkeley (la 'descrizione d'una caverna, un saggio sugli infiniti) che lo mostrano già allora, a 22 anni, tutto teso a cercar qual� cosa di nuovo per farsi un nome. Della tendenza all'autoréclame ed al paradosso di Berkeley sono prova alcuni appunti od auto-consigli che egli andava notando in due taccuini: · ·

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[214 ] . Non mi meraviglio della mia sagacia nello sco­ prire la verità, ovvia benché sorprendente. Piuttosto mi meraviglio della mia sciocca negligenza nel non scoprirla prima - non è una stregoneria il vederci 1• [312]. So che c'è una potente classe di persone che mi combatteranno, ma posso sperare tuttavia d'esser soste­ nuto da quelli che· non hanno la mente cosl piena di pazzia. Questi sono. di gran lunga la maggior parte ' G. BERKELEY, Gli appunti, trad. di M. M. Rossi, Bologna 1924, p. 315. · ·

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·

dell'umanità - specialmente moralisti, teologi, politici:. [361 ] . Io sono giovine, sono un villano inurbato, sono pretensioso, sono vanitoso. Benissimo. Devo · tentare di sopportare pazientemente gli appellativi più mortificanti e vituperosi che possa escogitare · l'orgoglio e la rabbia dell'uomo. So . però . che· c'è una cosa di cui non sono colpevole. Io non attacco la ìnia fede alla manica di nessun grande. Non agisco per pregiudizio · o per preven· zione. Non aderisco ad ima opinione perché è antica,· o perché è · stata rinnovata, o. perché è di moda, o perché ho consumato molto tempo a studiarla e colti· varia 3• ·

GLI « APPUNTI» E LA DERIVAZIONE LOCKIANA ..

Nello stesso taccuino d'appunti dove sono tra­ scritti i due statuti, e fra i due statuti, si trova una serie di queries, di questioni, evidentemente. da di­ scutere nelle sedute settimanali. Si tratta di 22 o 23 Dunqu_e, poiché te ' parole ingannano rosl facilmente l'intelletto, ho risoluto . di farne . meno uso che posso nelle mie ricerche : quali. che . siano . le idee . che . considero, tenterò, :di ' tenerle presenti . nude · e .crude; . escludendo dai · miei pensieri fi nché · posso quei nomi . che . sono stati . con­ giunti · ad esse strettamente da ·. un uso prolungato. e C�?!l tinuo 64 • · . . · . ' .

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. Questa

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(corretta e ridotta, come 'si è · detto) verme · pubblicata, un anno o due dopo la prima redazione, come · introduzione ai Prbrcìpi, nel ' 1710. . '· · :·

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Introduziom:

SUI . PRINCÌPI DELLA. CONOSCENZA UMANA » · I Prin cìpi espongon o , · per v e ro dire con pregnante

·

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brevità (70 p ag ine senza " l'Introduzione), i motivi principali . del · pensiero . berkleiano . come accennati o i ni zi a t i · negli Appunti. I richiami . a vari punti . della Visioire e dell'Itrtroduzione sono frequenti: è evi­ aente il _des_iderio . di Berkeley . di dare compattezza' e -

.· " I vi, pp. . . . �: . .

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21 sgg. :

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. un i tà, alme·no apparente, · al sUo pen s ie ro , : sor�o .in · realtà _ da_ .letture n on · sempre ··continue; non -: sempre · · : . , :� diré. ttè. a : problem i · :, p'rèci s i .· : _ : · ::_:.: I ·pr�ncìpi si ap rorio con l'asserzione· del Nuov o· . ·· Pr_i ncipio: :- · . . , . · .. . .. .

·.

· · · .·

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�: _§ �: È_ evidente p er chiunque· 'csami �i gli �ggetti della conoscenza umana; che : questi · sono : p :idee · impresse . ai sensi , nel . !llomerito attiiale; o· idee · percepit!! . pre­ stando · attenzione alle · emozioni e agli atti della mente i o infule . idee formate éon ' l'aiuto" dell:i . memoria c del- . l'immaginazione, riunendo, . dividendo · o . soltanto · rap­ presentando le . idee : originariamente . ricevute . nei [ due] modi precedenti. Dalla . vista. ottengo le · idee della luce c dei colori, con · L loro · vai:i gradi e· le lòro_ differenze. Col tatto percepisco il duro ed . il soffice, il ·caldo ed · il freddo, il movimento . e la resistenza, ecc., . e tutto que­ s to · in :quantità . o. : grado maggiore o minore�- L'odorato mi fornisce gli odori; il : gtisto mi"dà' i sapori( l'tidito . trasmette alla ·men te i suoni . in tùtta . la loro varietà · di tono c · di combinazioni. · E poiché . si :'vede ' che . alètine di queste sensazioni si presentano · _insieme; .. vengono' contrassegnate con un · solo · nome, c quindi · considerate come una cosa .sola . . Cosl, . avendo 9sservato, · per . esem­ pio, che si · accompagna un certo · colore · con un certo sapore, . un certo odore, una . certa . _.forma, · , una : certa consistenza, : .t utte qùeste · . sensazioni_ sono· , considerate . come una cosa sola c distinta · dalle · · altre, · indicata col nome di « mela » ; mentre altre collezioni di idee costi­ . tuiscono una pietra, uri albéro, . uri libro c simili cose sensibili che, essendo . piacevoli o · spiacevoli, eccitano in noi i sentimenti d'amore; di odio, di giòia; . d'ira, ecc. · .

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§ 2. Ma· oltr� · a · questa : infi nita varietà di ·. ide ,:-: o · di oggetti . della cònosccnza,- v'è poi qualcosa che conosce o percepisce queiie idee, · ed esercita · su · di è$5e diversi atti come il volere, · l'immaginare, il . ricordare; . ecc. Questo essere che percepisce cd . agisce è ciò che chiamo � mente », · « spirito », · « anima ·», « io ». Con queste parole io non indico nessuna . mia idea, ma una cosa interamente diversa da tutte le ' mie ideè e nella quale esse esistono, ossia . dalla . quale esse vengono percepite :



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il che significa la stessa cosa · perché l'esistenza di una idea consiste nel venir . per�epita. , § J. Tutti riconosceranno che né i nostri pensieri né i nostri sentimenti né · le idee formate dall'immagina­ zione possono esistere senza la mente. Ma per me non è meno evidente che le varie sensazioni ossia le idee impresse . ai sensi, per quanto fuse e combinate insieme (cioè, quali che siano gli oggetti composti da esse), non possono · esistere altro che in una mente che le percepisce. Credo che chiunque possa accertarsi di que· sto per via intuitiva, se pensa a ciò che significa la parola « esistere » quando vien . applicata ad oggetti sensibili. Dico che la tavola su ·cui scrivo esiste, cioè che la vedo e la tocco; e se fossi fuori del mio studio direi che esiste intendendo dire che potrei percepirla se . fossi nel mio studio, ovvero che c'è · qualche altro spirito che attualmente la percepisce. C'era un odore, cioè era sentito; c'era un suono, cioè era udito; c'era un. colore o una forma, e cioè era percepita con la vista o col tatto: ecco tutto quel che posso intendere con espressioni di questo genere. Perché per me è del tutto incomprensibile ciò che si dice dell'esistenza · asso­ luta di cose ·che non pensano, e senza nessun riferi­ mento al · fatto che vengono percepite. L'esse delle cose è un · percipi, e non è possibile che esse possano avere una qualunque esistenza fuori dalle · menti o dalle cose pensanti che le percepiscono. .

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§ 4. ·È

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infatti stranamente di1fusa l'opinione che le case, le montagne, i fiumi, insomma tutti gli . oggetti sensibili ' abbiano un'esistenza, reale o naturale, distinta dal {;ttto di . venir percepiti dall'intelletto. Ma per quanto sia grande la certezza e il consenso con i quali ·si è finora accettato questo principio, tuttavia chiun­ que si senta di metterlo in dubbio, troverà (se non sbaglio) che esso implic3 una contraddizione evidente. Infatti, che cosa sono, ditemi, gli oggetti sopra elencati se non · cose che percepiamo con il senso? e che cosa possiamo percepire oltre alle nostre proprie idee o sensazioni? e non è senz'altro contraddittorio che una qualunque di queste, o una qualunque combinazione di esse, possa esistere senza essere percepita?

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§ 5. Se esaiDlDlamo accuratamente questo prmc1p1o, vedremo forse che dipende in fondo dalle i d e e a s t r a t­ t e . · Vi può essere infatti uno . sforzo d'astrazione più elegante di quello che riesce a c distinguere l'esistenza di oggetti sensibili dal fatto che . essi sono percepiti, sl · da pensare che essi non vengano percepiti? Che cosa sono la luce e i colori, il caldo e il freddo, l'esten­ sione c le forme, in una parola · tutto ciò che vediamo c tocchiamo, . se non tante sensazioni, nozioni, idee od impressioni · del senso? Ed è possibile separare,· anche solo mentalmente, . una qualunque di . esse dalla percezione? Per conto mio, troverei altrettanto difficile separare una cosa da se stessa. Posso infatti dividere nei miei pensieri, ossia concepir se parate l'una dall'al­ tra, certe cose che non ho forse mai percepite con il senso divise in tal modo. Cosl immagino il busto di un uomo senza le · gambe, cosl · concepisco il · profumo d'una rosa senza pensare anche . alla rosa. Non negherò che sia ·possibile astrarre fino a questo punto: se pure si può correttamente chiamare « astrazione » un· atto che si limita esclusivamente a· concepire separatamente certi oggetti che possono realmente esister separati ovvero esser effettivamente percepiti separatamente: Ma il mio potere di concezione o immaginazione non va più in là della possibilità reale di esistenza o perce­ zione: quindi, poiché mi è impossibile · vedere o toccare qualcosa se non sento attualmente quella cosa, mi è anche impossibile concepire nei. miei pensieri una cosa od oggetto sensibile distinto dalla sensazione o perce­ zione di esso. In realtà, oggetto c sensazione di esso sono la stessa identica cosa, c non possono dunque venir astratti l'uno dall'altro. ·

§ 6. Certe verità sono cosl immediate, cosl Òvvie per la mente che basta aprir gli occhi per vederle. Tra queste credo sia anche l'importante verità che tutto l'ordine dei cicli c tutte le cose che riempiono la terra, che insomma tutti quei corpi che formano l'enorme impalcatura dell'universo non hanno alcuna sussistenza senza una mente, e il loro esse consiste nel venir perce­ piti o conosciuti. E di conseguenza, finché non vengono percepiti attualmente da me, ossia non esistono nella mia mente né in quella di qualunque altro · spirito

creato, · .tiòn .-. esistono · ' -affatto; o ' altrimenti sussistono · . _nella _ m_ent�-�di q�alche Etc;rno. Spirito. : . pç>iché sarebbe. · assolutamente . incomprensibile,· e porterebbe a tutte . le assurdità · dell'astrazione, )'attribuire a qualunqu� · parte dell'universo un'esistenza : indipendente : da · ogni . spirito. Per dare . ·a � questo l'evidenza · luminosa di ·. verità · assiO. miltica, sembra sufficiente che . io cerchi di provocare! ··la . riflessione · del lettore · cosl · che egli· consideri spassionat:imente il significatQ [delle parole che adopera] . e rivolga direttamente! a questo problema il suo pensiero, liberato e sbarazzato da ogni impaccio di parole e · da ogni prevenzione in favore · . di errori CO!Jlunemènte accettati. ·.

§ . 7. ·. · Da · ciò · che si è detto risulta evidente che -· non · esiste altra sostanza · �orché . lo · , ossia ciò che percepisce;· Ma per · meglio · dimostrare questo, si osservi · . chè' . le qualità sensibili . sono il . colore; la forma, il movimento, l'odore, il sapore, _ Ccc. : cioè . l_e , idee perCe­ pite • col senso. ·· Ora, è evidente la contraddizione . di un'idea che esista in un . essere che non percepisce, · poi­ ché-_ aver · un'idea è lo stesso Che percepire; dunque ciò · , in . cui esistono . colore, form:i, ecc. deve . percepirli. È ·quindi evidente che · non può esistere una . sostanza che nonj)ensi, .uri .. substratum di quelle .idee . . , ... . . . � , ·

§ 8. · Ma, · direte, anche se · le idee stesse non esistono fuori della mente, possono tuttavia . esserci cose ·simili a · esse · che esistano fuori della · mente in . una . sostanza che non pensa è .delle . quali le . idee siano cc:ipie o simili­ tudini. Rispondo che un'idea non può esser simile ad altro che a un'idea; un· colore od una forma · non può esser simile ad altro che ad Un altro colore e . ad è · un'altra forma. Basta he guardiamo un po' dentro al nostro . pensie�o per vedere . che ci è impossibile conce­ pire. una simiglianza che non sia simiglia!lZa fra le no­ stre idee. Di nuovo, io domando se quei supposti' origi� nali ossia quelle cose esterne, delle quali le nostre idee sarebbero ritratti o rappresentazioni, siano esse stesse · percepibili o meno. Se sono percepibili, sono idee: e ho causa vinta. Se dite che .. non - lo sono, mi appello al primo · venuto perché dica · se è buon senso affermare . che un colore è simile a qualcosa d'invisibile, che .

il

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duro ed il soffice sono · s itfi.ili a q!Jalcosa : che non si: . . può_- . toccare, e _ cosl per il· resto 0 5 • . ; . : . . :. : i · .. " .. . ·· - · : -. . . : L'immatei:iallsmo - (che, abbiamo . visto, è . inotivo: : ·.



- •. . .

iniziale negli Appunti) compare. ora · in dipendenza . e· derivazione dell,'esse est perèipi : . :.- · . .· · . '. .. . _,. _. · § 9. _. · 'Aleuni fanno distinzione · fra qu�lità « pri�arie �). c qualità « secondarie » : ' . co.il .' le prime indicano · restcn• sione� la forma, . il �moto, la quiete; la solidità o impene� trabilità, ed il numero; · con le · seconde, · denotano : tutte . le altre qualità sensibili, quali . . i colori; . ' .. i . suoni, ' i sapori ecc. Essi · riconoscono che . le .. idee che · abbiamo: di . queste• . ultime non sono similitudini di . cose ' che esistano . fuori 'della_ mente, ossia · non · percepite; . ma. sostengono che le'. nostre · idee delle qualitL primarie . sono esemplari o.· . modelli . di cose elie . ·esistono 'fuori della mente, . in una . sostanza · priva ' di · pensiero che essi chiamano « materia )>. Quindi per « materia » . do· · vremmo intendere uria sostanza inerte e priva di . sènso, nella quale sussisterebbero attualmente l'estensione; la. forma, il movimento, eèc. Ma da ciò che abbiamo già dimostrato risulta evidente che l'estensione; la forma cd il movimento sono soltanto idee esistenti nella mente,. ' e che un'idea 'ncin può esser - siniile 'ad altro chè ' ad una idea. Quindi né le idee primàrie né i : loro archetipi. possono . esistere · in una sostanza . che non percepisce. Di. qui è chiaro che la nozione stessa di ciò che vien chia· mato « materia » o « sostanza corporea )>, importa una contraddizione. E perciò · nori . riterrei proprio necessario sciupar altro . tempo · a mostrarne l'assurdità: ma poiché . l 'affermazione dell'esistenza della materia sembra aver· presa cosl salda · radice nelle menti · dei filosofi e porta. tante cattive conseguenic, preferisco .eh� mi si giuqichi . prolisso e tedioso piuttosto · di omettere qualcosa . che possa ·giovare a scoprire ed estirpare completamente· · · questo pregiudizio. ·

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§ 10.

Quelli eh � affermano che la · forma, il movi­ mento c tutte le altre qualità . · primarie od originali. esistono . fuori della mente · in sostanze che non pensano .. ·

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05

lvi,

pp.

41·5.

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riconoscono nello stesso tempo che non esistono i colori, i suoni, il caldo, il freddo, ecc.: questi, dicono, sono sensazioni che esistono soltanto nella mente, e che dipendono e sono prodotte dalle varietà . di dimensione, di costituzione, di movimento, ecc. delle minute parti­ celle di materia. Essi credono che sia questa una verità indubitabile, che · possono· provare oltre ogni dubbio. Ma se fosse certo che le qualità primarie sono unite inscindibilmente con tutte · le altre qualità sensibili e non possono venir separate da esse né meno col pen­ siero, ne seguirebbe evidentemente che esse esistono soltanto nella mente. Ora, · vorrei . che ciascuno riflet­ tesse e provasse se può, con qualche astrazione · del pensiero, concepire l'estensione e il movimento d'un corpo senza tutte le altre qualità sensibili. Per conto mio, trovo evidente che. non posso formarmi l'idea d'un corpo esteso e in moto senza attribuirgli anche un qualche colore o altra qualità sensibile che si" riconosce esistere soltanto nella mente. In breve, · l'estensione, la forma ed il moto, astratti dalle altre qualità sensibili, sono inconcepibili. Dove dunque · sono le altre qualità sensibili vi saranno anche le qualità primarie: cioè, saranno anch'esse nella mente e non altrove.

§ 1 1 . E poi, · si riconosce che il g r a n d e e · il p i c­ c o l o , il r a p i d o e il l e n t o noii esistono in nessun luogo fuori della mente poiché sono affatto relativi e mutano col mutare della struttura e della posizione degli organi del senso. Quindi l'estensione che esiste fuori della mente non è né grande né piccola, e il movimento non è né rapido né lento : vale a dire, ambedue non. sono proprio nulla. Ma, direte, ci sono l'estensione in generale ed il movimento in generale: da questo si vede come l'affermazione di sostanze estese c mobili che · esistono fuori della mente dipenda dalla strana .dottrina delle i d e e a s t r a t t e . E qui non posso far a meno di notare come la definizione vaga e indeterminata della materia o sostanza corporea, nella quale incorrono tutti i filosofi moderni in forza dei loro stessi prindpi, somigli da vicino a quella nozione antiquata e tanto derisa di una « materia prima )) che si può trovare in Aristotile e nei suoi seguaci. Non si può concepire la solidità senza estensione: . e . poiché

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s'è provato che l'estensione non esiste in una sostanza che non . � ensi, questo deve valere anche per . la solidità . . § .12. Che il numero · sia dd tutto creatura · della mente, anche quando si ammetta che . le altre qualità esistono fuori [di essa] ; sarà evidente a chiunque con­ sideri che la _stessa cosa comporta differenti denota­ zioni numeriche secondo i diversi rispetti sotto i quali vien considerata dalla mente. Cosl la stessa . lunghezza è uno, tre o trentasei secondo che la mente la considera riferita a uno yard, a un piede o ad un pollice. È cosl evidente che il numero è relativo e dipende dall'intel­ letto · umano, · da esser strano . pensare come mai qual-· cuno possa attribuirgli · un'esistenza assoluta fuori della mente. Noi diciamo: un libro,· una pagina, tina . riga> ecc., e tutte . quante sono · unità benché · certe unità contengano parecchie delle · altre unità. In ogni modo� è evidente che la unità si riferisce a qualche particolare combinazione di idee che vengono associate ad arbitrio dalla mente. ·

.

§ 13. So che molti pretendono che l'unità sia un'idea ·semplice ossia non composta, la quale accompagna tutte le altre idee che entrano nella . mente. Ma io non m'accorgo di possedere una qualunque idea che corri­ sponda alla · parola « unità », mentre se l'avessi non potrei far a meno di trovarla, anzi dovrebbe esser l'idea più familiare al mio intelletto poiché si afferma che accompagni tutte le altre idee e sia percepita per tutti i tr:tmiti delle sensazioni c della riflessione. Per non dilungarci, si · tratta di una i d e a a s t r a t t a .

·

§ 14. - Aggiungerò inoltre eh� come i filosofi moderni provano che i colori, i sapori, ccc. non esistono nella materia ossia fuori della mente, nello stesso modo · si può dimostrare altrettanto di qualsivoglia altra qualità sensibile. Cosl, per esempio, si afferma che il caldo ed il freddo sono 'soltanto affezioni della mente e non affatto riproduzioni di enti reali che esistano nelle sostanze corporee le quali suscitano quelle affezioni perché lo stesso corpo che appare freddo ad una mano sembra caldo all'altra. Ora, perché non potremmo dimo­ strare analogamente che la forma e l'estensione non sono schemi o similitudini di qualità che esistano nella ·

63 .

materia; dato · che allo stesso occhio in posizioni diverse ovvero . a . occhi � di diversa costruziqne. nella stessa posi­ ziorie; : e� se · appaiérici Oivcrse; . e non :·possonO quindi: essére)minagini di qualcosa che . si� · · fisso · e . determinato fuori dalla nieriie? . Inoltre, è dimostrato che il dolce non è realmente nella cosa · gustata, perché '·restando ' inalte- · rata b . cosa, .il dolce �si muta . in amaro, come_ avviene per una febbre .o per qualcos'àltro . .che. . alteri . il ' senso · del. gilsto: E rion · è_. altrettanto ragionevole dire�· che il movimento - non esiste fuori della mente, poiché si _ rico­ nosce che se . . la successione di idee nella nierite- ·diventa più rapida, il movimento apparirà più lento s�nza nes-. sùn : cambiamento esterno? ··· · · · . · ·. · • · !

§ ' 15.

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'



. .



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·..

.

Insomma, . se uno esamina· quegli argomenti che

si crede provino ad evidenZa • che i colori, i sapori, ecc.

esistono . soltanto" . nella mente, troverà . •che gli .stessi . argomenti possono_ venir. addotti a provare Io stesso per l'estensione, ' la forma· · ed il movimcnto, :· Ttittavi:i; si deve r_iconos.cerè · che que5 to processo d'ai:gomentaiiorie non prova proprio che non esistanp estensione, - .colore, ecc; in ogni oggetto esterno, ' ' ma . piuttosto ' che non conosci:imo . col senso quale sia la vera estensi�ne- o . il vero · colore · dell'oggetto. Sono ·invece le argomentazioni precedcnt_i _ che · mostrano chiaramente t9me sia impossi: bik:' èhe im colore qualunque o una qualunque esten­ s ione · ò _qualsivoglia · altra qualità sensibile possa esistere iri. ··un .soggetto . che n·on· pensa, fuori della niente;· · ed anzi che esista . qualcosa · che sia un oggetto esterno. . .

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§ 16. ' Mà . esaminiamo ùn poco · J'�puiione · c�mu �e. Si -diee che l'estensione è un modo . od un accidente della materia, e. che · la materia è il subsira/11111 che lo sostie­ .ne. Ora vorrei _che mi spiegaste che . cosa s'intende di­ cendo che la materia _ . non pu� esser qui . intesa nel · suo senso • .

usuale o letterale, · come · quando diciamo che le colonne sostengono · un edificio: In che senso dunque si deve . · intenderla? Per · dò che ..mi riguarda, · non riesco a trovare un significato che le si possa applicare. . . · § 17. se esaminiam� dò che i fÙos�fi più scrupolosi dichiarano essi stessi . d'intendere per. lionie1Ia c di altri simili può apparire: strano o ·sorprendente a chi abbia ben osservati e parago-­ nati gli effetti della natura, perché solo ciò eh� non è co-· munc, ossia una cosa· che stia a sé, fuori dal corso ordinario· delle nostre osservazioni, viene considerata strana o sor-· prendente. Non si pensa invece strano che i corpi tendano· al centro della _ terra perché è una cosa che percepiamo in tutti i momenti della nostra vita, mentre può sembrar· strano e inspiegabile a molti che i corpi abbiano una: simile gravitazione verso il centro della luna perch� questo lo si discerne soltanto nelle maree. Ma siccome· il pensiero di uno scienziato abbraccia maggiore esten-­ sio ne della natura, ed egli ha osservato una certa somi-­ glianza di apparenze tanto nel cielo come sulla terra, la� quale mostra che innumerevoli corpi hanno una vicen-· dcvole tendenza gli uni verso gli _ altri, egli indica que-­ sta col nome generale di « attrazione » e pensa di aver­ dato cosl conto esatto di tutto ciò che può venir ricon-· dotto a essa. Cosl egli spiega le maree con l'attrazione

§

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·del globo terracqùeo ve·rso · la luna, e questo non gli _:appare strano · o irregolare ma · solQ un · esempio parti· colare d'una regola generale o legge di natura. · § . 105. · Se dunque consideriamo la differenza che passa :fra lo scienziato e . gli altri uomini riguardo all a cono­ .scenza dei pbamomma, troveremo che essa non consi­ :Ste già in una · · conoscenza più esatta della causa elficiel} te che · li p roduce, poichE ' questa:-non- può esser ."l!ltrò- che-- la- -v o lo.ri. t à di- un o-- s p irit o :- · La differenza -consiste- soltanto · in : una - maggior larghezza di compren­ ,sione per la quale si scoprono nelle opere della natura .analogie; armonie ·e corrispondenze e si spiegano . gli -effetti particolari, cioè si riconducono a regole generali ·(vedi § 62) le quali, fondate sull'analogia e sulla uni­ : formità osservate nella produzione degli effe tti naturali, :soddisfano al massimo grado · la mente e vengon da essa :ricercate · di preferenza. Esse infatti allargano la . nostra ·visuale · al di là di ciò che ci è presente e vicino, e ci : rendon capaci di formulare congetture molto plausibili :su cose avvenute a grandissima distanza di spazio e di · tempo, · come anche di predire cose a venire. :g questo · uno · sforzo verso l'onniscienza che la mente umana :persegue · instancabilmente. , ·§ 106. Ma dobbiamo essere cauti nel far questo per­ ·ché siamo propensi a dare · troppa importanza alle ana­ logie e a favorire, a pregiudizio della verità, l'inclina­ :zione della mente che la porta ad estendere le sue -conoscenze · a teoremi generali. Per e5empio, nella que­ :stione della gravitazione · o mutua attrazione, siccome ·-essa appare in molti casi, alcuni sono proclivi a dirla :Senz'altro u n i v e r s a l e , e ad affermare che « l'attrarre ·C l'essere attratto da ogni altro corpo è una qualità -essenziale, inerente a qualsivoglia . corpo ». È invece . - evidente che le stelle fisse non hanno nessuna tendenza -di questo genere le une verso le · altre, c la gravitazione -è tanto lontana dall'essere e s s e n z i a l e ai corpi che in -certi casi sembra manifestarsi un principio decisamente - contrario: come nel crescere perpendicolare delle piante · C nella elasticità dell'aria. Non .v'è nulla di necessario ·O di . essenziale in questo fenomeno, che dipende invece .interamente dalla volontà dello S p ir i t o G o v e r n a t o r e �he fa sl che certi corpi aderiscano gli uni agli altri o ·

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tendano ·gli . uni verso : gli altri in conformità · a varie leggi, mentre ne tiene altri a · distanza fissa e dà ad alcuni la tendenza del rutto opposta a separarsi violente­ mente gli . uni dagli . altri, proprio secondo · che Egli . · ·· · · · ri tiene conven iente . · ·

107.

Per rutto quello che si è detto, credo che § possiamo stabilire le seguenti . conclusioni . . In primo luogo, è evi den t e che gli sc��(lzia_ti . si divertono inutil­ mente quando · cercano ·· una··qualsiasi causa . efficiente na­ turale che : non- sia· una· m e n t e . o s p i r i t o :· Jn .. secondo luogo; dato -che rutta" la·creazione · è ·opera · di un A g e n t e s a g g i o c b u o n o , · sembra (contro l'opinione d i alcuni) che gli sc ien ziati : farebbero _ bènt;: � a cercare le cause finali delle cose . . Questo : infatti nòi1 sarebbe"-ifoltanto un'occupazion� molto . piacevole per la mente, ma po­ trebbe · anche essere di grande vantaggio . perché. ·non solo ci farebbe scoprire gli attributi del C r e a t o r e , ma d dirigerebbe anche, in diversi casi, a usare adeguat�� mente delle cose. Devo confessare che non ;vedo ragione perché l'indicare . i vari scopi · ai quali sono dirette le cose naturali c per i quali esse ' furono originariamente divisa te con indicibi le . saggezza , · non si debbà ritenere uq modo valido di dar ragione delle cose natUrali, degno in tutto di un . pensatore. In �tcrzo._l:uogo, non : si può derivare da quanto è stato detto sopra nessuna buona ragione perché non si debba più s tudi are la storia naru- . rale e fare osservazion i ed esperimenti. - QuestL.sono u t il i all'umanità e ci rendono . capaci di trarre conclu-" sio ni generali non perché . siano il risultato di abitudini im mutabili o di rel azioni fra le cose stesse, ma soltanto perché risultano dalla bOntà e · dalla be nefice nza di Dio verso gli uomini nell'amministrazione del mondo (vedi §§ e· In quarto . !uogo, con l'osservazione dili­ gent e dei fenomeni · chè cadono · sotto · i • nostri sensi, possiamo scoprire legg i generali dell a natura· c dedurre da esse gli altri fenomeni. Non dico : « dim ostrarli », pe rché ogni deduzione di questa specie dipende . dalla su ppos izione che l'Autore della natura operi sempre uniformement e e osservi costantemènte quelle regole che noi prendiamo per . prindpi, e · quelle, evidente­ men te, noi non le possiamo conoscere . · · .

.

30



108.

31).

Dai

§§

66,

.

ecc .

risulta che

85

metodi . stabili e

coerenti della_ natura _ p ossono .. essere_chiamati,�non senza. ragione, « linguaggio )> dell'A u_to�di__ essa. Con esso EglisvClaalla nostra vista i Suoi a t tr i b u t i e ci indica come agire per la comodità e per la felicità della vita E co!oro che fissano regole_' generali in base ai phamo­ mclla, e poi derivano i ph